Mutanti si nasce,non si diventa (parte 3)

di Aurora2001
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Again. ***
Capitolo 2: *** Start again. ***



Capitolo 1
*** Again. ***


Prologo.

Continuo del capitolo 28 della parte due sempre della medesima serie "Mutanti si nasce,non si diventa"

...La prima ad accorgesene fu Alba,lo stava guardando,per questo il piccolo alzò i suoi occhi cerulei nei suoi castani e lì capì tutto...

Quello non poteva essere vero,Charlie non poteva essere un premonitore,tutti quegli incubi fatti in quei due anni e mezzo,tutto quel dolore,quell'incubo così strano e apocalittico di Mila e Alex,il ritorno di sua sorella...quella era una grandissima buffonata.
Non era possibile.
E poi come poteva un bambino di soli 3 anni o poco più,sognare delle cose così terrificanti e orribili se prima non aveva conosciuto e assaporato sulla propria pelle il sapore del male e del dolore.
Ora giunti alla fine lo aveva capito la ragazza...quella era tutta una farsa con delle conclusioni di dubbia logica e per giunta organizzato tutto dalla sua mente.
Come accadevano delle cose felici subito ripiombava l'oscurita.
Da una parte incubi senza una ragione,la sua malattia,un Dio che si voleva scagliare contro di loro seguito dai suoi cavalieri e dall'altra tutti sereni perché per lo meno la maggior parte aspettavano buone notizie,arrivi misericordiosi,matrimoni,possibili guarigioni e perfino il ritorno di finti-morti.
Non era possibile.
Alba non era riuscito ad intuirlo prima,a risvegliarsi da quell'orribile quanto meraviglioso sogno.
Non era possibile.
Non poteva rincontrare Charles,perché era morto e con lui anche tutti i suoi amici più cari.
Non era possibile.
Charlie poi...lui non era mai venuto al mondo e nemmeno ancora concepito.
Era tutto così assurdo per lei..."eppure sembrava davvero reale" 

Alba alzò il viso al cielo con le lacrime agli occhi,il viso per metà illuminato dalla luce del sole...
Il sole stava tramontando sui loro visi impalliditi e immobili dal terrore.
Charlie quando venne colpito cadde immediatamente sul terreno ancora inumidito e sporco di terriccio e fango.
La prima lacrima scese finalmente sulla guancia leggermente imporporata di lei.
Un urlo squarciò quel silenzio tombale tra tutta quella gente lì riunita da quasi tempo immemore.
Subito il piccolo corpicino venne preso nelle braccia accoglienti e tremolanti dell'uomo che ostinava a chiamare "padre"
Lei si accasciò ancora inerte sulle sue flebili ginocchia,mentre un dolore insistente e ripetitivo si cominciava a propagare per la sua testa e il fatidico dolore alla pancia,con un tempismo di un orologio a pendolo,si stava facendo risentire,più forte di prima...
Prese tra le sue affusolate dita la testolina rossiccia di suo figlio e strinse senza troppa modestia quei fili sottili che milioni di volte aveva accarezzato e avrebbe continuato ad accarezzare se solo ne avesse avuto la possibiltà.
Quella maledetta lacrima finì di solcare la guancia fredda della madre e andò a finire,per destino,sul petto del bambino,proprio sulla ferita...Il sangue oramai era dappertutto,si era mischiato anche al fango che depositava a terra,e che si trovava anche buona parte sulle mani dell'uomo di fronte a lei che piangeva e urlava come mai prima d'ora "stringeva convulsamente le sue minuscole mani" si dimenava a terra,muoveva il corpo ancora per poco in vita di "suo figlio" chiedeva disperatamente aiuto,un aiuto che purtroppo non riuscì ad arrivare in tempo per salvarlo.
Il bimbo pronunciò flebile,intento a non sprecare nulla del suo essenziale fiato << Non abbiate rancore per me...>> si fermò per inalare altro fiato,ma stava facendo uno sforzo non indifferente,così non riuscì a terminare la frase che tanto voleva continuare.Gli occhi dei genitori erano fissi nei suoi quando questi si chiusero per sempre mostrando nonostante tutto un sorriso lucente.
Gli occhi di lei,senza più gioia,senza più speranza...senza più anima,a quel punto si alzarono in cerca di qualcosa o meglio qualcuno e come incrociò quegli occhi anch'essi addolorati,colti appunto da una maliconia senza fine,quegli occhi "immensamente eterei",che avrebbe riconosciuto in mezzo a miliardi di persone,capì ulteriormente..

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Capitolo 2
*** Start again. ***


Capitolo 1.

Start again.

...
Dopo essersi immerso in quegli occhi nocciola la sua immagine scomparve a macchia d'olio,piano piano tutto ciò che si trovava nel suo campo visivo scomparì e come per magia si risvegliò come sempre nel suo letto,quello di quando era bambino,dove ancora una volta tutto ricominciava.

Questa volta doveva riuscirci,doveva per forza...non poteva certo continuare in quel modo all'infinito,anche perchè ogni volta si sentiva seriamente uno schifo,ma non tanto per il gesto in sé,ma per lei,per loro...Ancora una volta aveva sentito una fitta allo stomaco,una morsa dolente che non cennava a fermarsi,la gola ancora una volta secca e dolorante  e poi l'immancabile senso di colpa che si accentuava sempre di più,tutto per quei stramaledetti occhi così carichi di sofferenza.Non riusciva a vederli in quel modo,non che non li avesse mai visti prima anzi,forse l'aveva vista anche più volte in quello stato piuttosto che sorridenti...ma proprio per quello ci era sempre stato male.Però alla fine cosa poteva fare?Nulla...

Si mise lentamente seduto strofinandosi leggermente gli occhi,posò le mani sul duro materasso e si diede un'energica spinta così da mettersi in piedi e preparasi per ricominciare nuovamente tutto quanto.La prima cosa che fece fu quella di dirigersi in bagno,poggiare le mani sul lavandino e posare i suoi occhi sullo specchio.L'immagine che gli si parò di fronte non gli mostrava nulla di diverso rispetto alle altre volte:occhi leggermente gonfi e appesantiti,viso stanco e quasi smagrito e una grande ed evidente debolezza...Finita l'analisi del proprio viso spostò lo sguardo sul rubinetto e lo aprì,subito le sue mani si buttarono sulla fonte gelida e assieme aiutarono a sciacquare quel viso pietoso.Le lacrime si erano asciutte sulle sue gote e infatti sotto i suoi polpastrelli la pelle non era liscia ma riportava delle leggerissime incavature rappresentanti di quanto successo poco prima.Una volta finito si tolse la maglietta a tratti sudaticcia e la lasciò cadere a terra,dopo poco questa venne raggiunta dai bermuda e dagli slip;come la vasca fu piena quasi sino all'orlo,quasi capace di traboccare a terra,si immerse dentro lentamente facendo delle lievi smorfie per l'acqua congelata.Non era pazzo ma semplicemente fare il bagno con l'acqua fredda in quel modo lo aiutava a smuovere tutte le tensioni e lo stress accumulato e poi una volta finito gli dava carica e prontezza mentale per affrontare le cose...
Quindi dopo si cambiò e prese in mano il telefono componendo con fretta un numero.
Ehi allora? chiese speranzoso il ragazzo dall'altra parte della cornetta.
Allora nulla,che domande fai.Anche questa volta non ci sono riuscito,no
Sei stato via ancora più tempo della volta scorsa,ogni volta ci metti sempre di più
Lo so,me ne rendo conto purtroppo
Cosa è successo di nuovo?
Sarebbero troppe le cose da raccontarti e ci metterei definitamente troppo
Hai provato sempre le stesse sensazioni quando l'hai guardata?
Si,lo sai che mi succede sempre in quel modo,ormai è garantito
Questa volta quanto hai dovuto aspettare?
Circa tre anni e mezzo,qualche mese più tardi dell'ultima volta.Ho provato come sempre subito a combatterlo,ma ovviamente non ci sono riuscito e così sono stato costretto ad aspettare altro tempo e tu sai che non mi basta semplicemente il suo sguardo...ma quell'esatto sguardo..
Certo,quello di quell'esatto momento,lo so
Eh,quindi mi tocca riprovarci.Ma non so proprio come fare,ho provato di tutto e tu lo sai.Sto vivendo 1000 vite con questo.
Lo so,ma ripeto...perché questa volta invece non mi dai retta,è una buona cosa quella di chiedergli aiuto.Chi la conosce meglio di lui!
Si ma sai benissimo com'era a quel tempo.Era intrattabile,non mi crederà per certo
Allora fa come ti pare,ma sai come la penso.Ogni santa volta mi chiami ma se non accetti i miei consigli allora perché ti ostini a farlo?!
Perché...perché.O per favore lascia stare
Certo lascio stare...Comunque quando vuoi ripartire? -sospirò infastidito
Credo entro questa settimana 
Devi aspettare!Sai tu stesso che non riesci a reggere se ti sforzi troppo
Non mi importa e poi ce la faccio benissimo
Va bene...tanto non cambierai mai.Vieni forza,che ti preparo
Ok,sarò lì tra 10 minuti
Detto quello riattaccò sospirando pesantemente portando la testa all'indietro.
Andiamo pronunciò sempre più con minor convinzione.

Alba si risvegliò ansimante.
Gocce di sudore le scendevano sulla pelle al momento quasi diafana.Il cuore le batteva a mille in petto e la bocca asciutta chiedeva urgente bisogno di essere idratata.Provò a deglutire un paio di volte,ma niente,le serviva dell'acqua vera e propria.Allora aprii lentamente gli occhi e facendo forza sulle braccia si mise in piedi,anche se con le gambe tremolanti, e si guardò attorno.
C'era qualcosa che non andava.
Ovvio,dove stava non era la scuola,bensì una cella;di fronte a lei infatti c'erano delle sbarre e dietro di lei un materasso scoperto con un sottile guanciale.Improvvisamente si ricordò tutto...quello che era successo non era stato nient'altro che un sogno,un'altro maledettissimo sogno.Sembrava davvero tutto reale,aveva ricontrato i suoi amici di una volta,era ritornata a scuola,aveva riabbracciato sua sorella e aveva soprattutto ritrovato Charles...tutto quello era stato solo un'altra menzogna.
Addosso aveva solo una camicia bianca con i lembi che le arrivavano fino alle ginocchia rosse e scorticate,tremava;il freddo le era penetrato dentro le ossa.
Si sentiva debole senza più forze.
Si girò verso lo specchio...era da anni che ce lo aveva lì.Come alzò gli occhi vide riflesso un viso a lei non più familiare,non si riconosceva per quanto era cambiata,per cosa le avevano fatto.Si avvicinò di più...era dimagrita tantissimo,i capelli invece le scendevano oltre le spalle,ma erano ridotti molto male:sporchi,sfibrati,senza più colore né lucentezza,così come la sua pelle.Il viso era quasi scheletrico,le lentiggini non le si vedevano più e gli occhi oltre ad essere spenti e rossi erano anche contornati da occhiaie violacee che facevano alquanto paura.Si avvicinò lentamente alle sbarre congelate stringendole per sorreggersi, pur avendo le mani tremolanti.Vide da lontano un calendario, portava l'anno 1970.Era proprio come pensava... Piano abbassò lo sguardo a terra, strinse i denti e chiuse le mani ancora più forte attorno alle sbarre arrabbiata. Cazzo!! le scosse più volte facendole tremare.No!! si staccò da esse e cominciò a vagare per quella minuscola stanza con i piedi nudi.Gli occhi le cominciarono a pizzicare ed entro pochissimo cominciarono a riempirsi di lacrime. "...è stata tutta una cazzata" le lacrime arrivarono a sfiorarle la pelle delle clavicole e del seno procurandole ancora più dolore e rabbia.Si accasciò in ginocchio a terra. 
Dio mi dici perché mi fai questo?Si può sapere cosa ti ho fatto di male per meritarmi tutto questo dolore!! -improvvisamente abbassò il volume della sua voce, riducendo il grido ad un mezzo sussurro- Ho creduto per un'ennesima volta che fosse tutto quanto vero,che vicino a me ci fosse Charles e mio figlio...perché mi fai questo?! cacciò un piccolo urlo strozzato verso la fine.Battè un pugno a terra procurandosi un male tremendo,ma a cui lei non prestò attenzione visto che quel tipo di dolore non poteva essere per nulla paragonato a ciò che le stava succedendo dentro di lei.
All'improvviso sentì l'avvicinarsi di passi di quello che aveva contribuito a portarla così in basso...
Piccolina sei sveglia vedo aveva quel dannato sorriso strafottente sulle labbra,come tutte le volte,come tutte le mattine e le sere che le faceva visita e si avvicinava a lei.
Allora non mi dici nemmeno buongiorno?Amore mio...cosa hai fatto? la squadrò dall'alto verso il basso.Lei rimase impassibile di fronte a quell'uomo così spregevole, anche se si poteva notare molto bene che nei suoi occhi risplendeva vera rabbia .Insulso...schifoso figlio di puttana disse a denti stretti.Chiuse le mani a pugno mentre lui le continuava a lanciare frecciatine e a darle fastidio.
Alzati in piedi e avvicinati! le ordinò poi però con un cipiglio duro.Lei stette all'ordine,poggiò un'altra volta le mani sulle gelide sbarre e avvicinò con prepotenza le labbra a quelle di lui Tanto presto arriverà anche la tua di fine pronunciò quelle parole sussurrando con fare solenne come una delle più pericolose serpi.A qualsiasi altra persona avrebbe fatto terribilmente paura e inquietudine in quel momento ma lui non si scompose per nulla e irrigidendosi le rispose Puoi contarci-aprì il chiavistello della porta-ma prima- le prese un braccio stringendolo forte- devo assistere alla tua di fine,e te lo posso giurare che non sarà una passeggiata le mormorò all'orecchio prima di portarla prepotentemente nella sala iniezioni.

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