Pirati dei Caraibi: Il segreto dell'isola fantasma

di fiphina
(/viewuser.php?uid=890309)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tortuga ***
Capitolo 2: *** Follie di uno strampalato pirata ***
Capitolo 3: *** Una clandestina a bordo ***
Capitolo 4: *** Due pirati e una dama ***
Capitolo 5: *** Il pirata più affascinante dei Caraibi! ***
Capitolo 6: *** Certe cose non si scordano mai! ***
Capitolo 7: *** Ritorno sulla Queen Ann's revenge ***
Capitolo 8: *** Caro papà ***
Capitolo 9: *** La giusta rotta ***
Capitolo 10: *** Pintel e Ragetti ***
Capitolo 11: *** il primo frammento di mappa ***
Capitolo 12: *** Nuovo arrivo nella ciurma ***
Capitolo 13: *** Sei geloso Jack Sparrow? ***
Capitolo 14: *** Un duello che tutte vorrebbero fare ***
Capitolo 15: *** Stai lontano da mia figlia! ***
Capitolo 16: *** Un passato che riemerge ***
Capitolo 17: *** La nave arenata (Parte uno) ***
Capitolo 18: *** La nave arenata (Parte due) ***
Capitolo 19: *** Se non ci fosse il rum! ***
Capitolo 20: *** Il dilemma risolto ***
Capitolo 21: *** L'isola fantasma ***
Capitolo 22: *** Sono il capitano Jack Sparrow! ***
Capitolo 23: *** Drink up me hearties ***



Capitolo 1
*** Tortuga ***


Rain era appena arrivata a Tortuga, si abbassò il cappuccio per vedere meglio: quella cittadina era sempre la stessa con un via vai di luridi pirati ubriaconi e tagliagole.

Subito l'odore del rum le si infiltrò prepotentemente nel naso fino a raggiungere la gola, facendole brevemente strizzare gli occhi.

Sbuffò per poi di incamminarsi tenendo ben stretta la bisaccia che aveva con sé (a volte, anzi, fin troppo spesso, i pirati erano tipi piuttosto curiosi e lei non voleva ritrovarsi con niente in meno); ed infatti, se non fosse stato per i suoi riflessi pronti che le consigliarono di allontanarsi, una baruffa di bucanieri le sarebbe finita addosso.

"Razza di scarafaggi senza cervello!" gracchiò la ragazza, infastidita, sistemandosi la cinghia della sacca a tracolla, voltatasi per qualche secondo verso il gruppetto di uomini alticci.

Non che avesse qualcosa contro la pirateria: ne apprezzava la libertà ed il viaggiare in mare... il suo odio si riferiva semplicemente al fatto che spesso i pirati si dimostravano proprio degni dei nomi che venivano loro affibbiati come ad esempio zoticoni, ubriaconi per l'appunto, donnaioli e... beh, per il resto era meglio evitare ribadire.

Quindi, si, si poteva dire che quello della giovane era più un amore-odio invece che un odio vero e proprio.

Oltretutto era giunta in quella cittadina, infatti, in cerca di un particolare pirata noto per la sua conoscenza di miti e leggende di tutti i sette mari.

Camminando per altri svariati metri, Rain arrivò e si fermò davanti alla locanda e per qualche secondo ne fissò l'insegna, per quel che si riusciva a leggere ovviamente; si decise ad entrare dopo un respiro profondo, mentre l'odore del rum prese ormai posto dell'aria stessa.

Cercando di non attirare troppo l'attenzione su di sé, girò con gli occhi tutto il ritrovo finché finalmente non lo scorse.

La ragazza gli si avvicinò un po' titubante.

"Il capitano Teague?" pronunciò a bassa voce, chinandosi leggermente in avanti con la schiena ed alzando una mano per fargli notare la sua presenza, senza però toccarlo davvero; il pirata, dalla pelle raggrinzita a causa dell'avanzata età, si voltò verso la nuova arrivata, lanciandole la sua consueta espressione bizzarra ma seria.

"Si ragazza" formulò con la voce cupa in risposta, osservandola poi meglio in viso il capitano la riconobbe "Sei tu, Rain?"

Lei si sorprese che la conoscesse.

"Ehm..."

"Ti conosco ragazza" ridacchiò lui "E conosco tuo padre, tranquilla: le mie labbra sono sigillate. Cosa ti porta fin qui, a Tortuga? Non si addice ad una giovane donna... come te- precisò, prima di invitarla a sedere: di donne ce n'erano tante, ma Rain di certo non era classificata come una di loro.

"Questo, capitano" la ragazza dai lunghi capelli biondi gli porse un diario, simile a quelli di bordo, dove vi appuntava tutto ciò che apprendeva e scopriva, mostrandogli il disegno che aveva cercato di rifare basandosi sulla figura di una rappresentazione che aveva visto in una biblioteca di Londra dov'era stata in precedenza: stava studiando quell'argomento da tempo, ormai, ma senza ottenere alcun risultato.

Il silenzio dominò per un attimo i pensieri del pirata che si sfiorò la folta barba nera e grigiastra che gli pendeva dal mento.

Rain intuì che qualcosa lo turbava e se qualcosa turbava il capitano Teague voleva dire che era qualcosa di veramente serio e spesso... pericoloso.

"Potete aiutarmi?" chiese lei per la seconda volta.

"Sai a cosa vai incontro, ragazza? In pochi hanno avuto il coraggio di mettersi alla ricerca di essa, l'isola fantasma... la leggenda racconta che il diamante, il cuore stesso dell'isola, venne spostato dal luogo in cui si ergeva e trasformò in pietra il pirata che tentò di rubarlo durante l'eclissi"

"Hans Victor" concluse Rain fissando un punto indefinito sul legno del tavolino, quasi in contemporanea con Teague, il quale annuì "Voi sapete dov'è la mappa? Vi prego, siete l'unico che può aiutarmi, capitano"

"È nascosta al centro dell'isola, al centro del diamante"

"Ma..."

"È tutto ciò che so, Rain, ora va, la Marina Britannica gira da tempo in queste zone. Se ti trovasse con ciò che possiedi potrebbe essere molto pericoloso per te... sta attenta"

La ragazza distolse per un attimo lo sguardo, ma quando si rigirò il capitano Teague era sparito, al suo posto era rimasto solo il boccale di rum vuoto appoggiato sul tavolo.

Per la sua età era piuttosto agile a sparire...

A riportarla alla realtà da quel pensiero, a conferma così delle sagge parole del pirata, la bionda udì delle urla e il rumore di zoccoli dei cavalli: la Marina Britannica; senza perdere neppure un altro secondo rimise immediatamente il diario nella bisaccia e facendosi spazio tra gli altri presenti si diresse verso la porta sul retro della locanda, uscendo dall'unica finestra in cui sarebbe stata salva: non ci teneva a trascorrere il resto della vita dietro delle sbarre o peggio, senza avere più la testa attaccata al collo.

Una volta atterrata su una balla di fieno all'interno di un carretto, pensònal suo prossimo obiettivo con ciò, benché poco, che era riuscita a scoprire grazie e Teague: doveva cercare di capire come e soprattutto dove trovare quella maledetta mappa.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Follie di uno strampalato pirata ***


In una splendida giornata di sole, di cui terre come i bellissimi Caraibi ne erano zeppe proprio come un forziere era colmo di dobloni d'oro, tutti gli invitati erano in fermento per festeggiare i due giovani futuri sposi.

Dopo la cerimonia il sacerdote fece segno a colui che dirigeva il piccolo coro di poter iniziare a suonare.

Costui si limitò ad accennare un semplice si con il capo, senza dire nulla.

L'inizio non fu male, benché, a giudicare dalle espressioni di tutti i presenti, la musica non risultava poi così gradevole alle orecchie, ma adesso arrivava il momento più delicato dell'intera giornata.

Se una volta aveva detto che bisognava combattere per svignarsela via, ora la frase più adeguata era bisognava suonare per svignarsela via.

Fortunatamente, ben presto, tutti furono presi dal clamore della festa e se tutto sarebbe andato come previsto non ci sarebbero stati ulteriori intoppi.

3... 2... 1... ripeté il suonatore, mentalmente.

All'improvviso, fischi assordanti seguiti da scie luminose partirono dritti verso il cielo.

Gli invitati, compresi i novelli sposi, entrarono nel panico perché colti alla sprovvista, successivamente due tipi alquanto sospetti fecero la loro comparsa per la sorpresa di tutti; la cosa più sconcertante a cui assistettero era che i vestiti che indossavano erano solo calzamaglie.

"Signor direttore, ma...?" bofonchiò, scettico, uno degli invitati.

"Com'è possibile? Solo una parola: impostori!" si sentì arrivare un'altra risposta dal gruppo di persone ormai divenuto più un ammasso di folla; nel frattempo i due suddetti impostori corsero il più lontano possibile: il piano, seppur bizzarro, era riuscito, avevano la tromba.

Il grande architetto del piano si tolse finalmente di dosso la parrucca e quegli abiti dannatamente larghi e fastidiosi, liberando così i lunghi capelli neri stile rasta con tanto di bandana rossa e perline, lasciando il posto all'uniforme da pirata.

"Per mille palle di cannone con la barba, per un pelo! Però devo dire che l'aperitivo non era niente male" commento quello grassottello dei due, portandosi la coppa di rum alla bocca che però gli fu subito strappata di mano, lasciandolo con una smorfia contrariata e indispettita sul viso.

"L'importante è che il piano sia andato tutto come previsto. Ora..." ribatté l'altro alzando in alto l'indice sinistro "Dobbiamo solo concludere in bellezza"
bevve un sorso prima di restituire il bicchiere vuoto all'amico che per tutta risposta sbuffò sonoramente, venendo comunque ignorato.

"No, no! Ah, lasciamo perdere! Piuttosto, pensi di riuscire a completare il tuo geniale piano?"

"Ormai dovresti saperlo, amico: sono il capitano Jack Sparrow! Ho sconfitto mari e monti, figuriamoci cosa mai potrebbe andare storto in una cosa così insignificante che però non è di per sé insignificante, perché riportare la Perla alle sue maestose grandezze naturali non è un'impresa insignificante tranne che per qualcuno che pensa sia insignificante, ma solo perché colui che la crede insignificante è insignificante, comprendi?" sorrise in modo sghembo il capitano, mettendo in mostra gli svariati denti d'oro che possedeva, non ottenendo altro che un ennesimo sguardo esasperato dal parte del compagno di avventure di una vita davanti alle sue doti imprevedibili.

Jack Sparrow sapeva essere molto persuasivo nelle faccende di suo interesse.




 

"No no, dove vai bestiola? Non muoverti, ho detto! Come osi disubbidire? Non sai chi sono io!" sbraitò inutilmente Jack, non riuscendo a tenere ferma la capra che correva dappertutto non volendone sapere di fare come gli era stato diverse volte ordinato "Va bene, te lo suggerisco io chi sono, ma stai ferma!"

"Capitano è inutile! Quella capra è testarda peggio di una capra" cercò di dissuarderlo Gibbs, con la tromba che avevano rubato ancora in mano; avevano tentato di raggiungere il loro obiettivo usando la tattica suggerita da Sparrow: tre capre, una clessidra, una balestra, uno che suonava la tromba e un altro che gesticolava.

Tuttavia, risultò ugualmente tutto inutile.

Sfastidiato, Jack smise di inseguire la povera bestiola impaurita e si mise ad osservare la sua amata Perla, ingiustamente rinchiusa nella bottiglia di vetro, con sguardo serio.

"Capitano" si sentì chiamare dal migliore amico, ma senza udirlo veramente, tanto che Gibbs dovette ripetere l'affermazione una seconda volta prima di ottenere la sua attenzione "Mi dispiace che il piano non sia riuscito" 

"Non importa, Gibbs, grazie per il tuo aiuto... come sempre"

Quelle parole fecero piacere al mastro: erano rare le volte in cui vedeva Jack in quello stato così serio e probabilmente lui era uno dei pochi a notarlo e, forse, l'unico a sostenerlo davvero e l'unico ad essergli completamente leale.

"Dove facciamo porto, capitano?"

Il bel pirata si decise finalmente a girarsi in direzione del suo interlocutore.

"Il solito"

"Agli ordini"

Così, con la loro misera barca fecero vela verso l'unico luogo dove si dirigevano tutti i pirati degni del loro titolo, sia per divertimento, sia per riaccendere gli animi: Tortuga.

Una vola giunti sul posto, facendo attenzione a non farsi beccare dalla Marina Britannica, i due si rintanarono in una taverna piuttosto disordinata.

"Vedrete capitano, riavrete presto la Perla Nera! L'avete detto voi che avete affrontato ostacoli più grandi" lo incoraggiò il buon Gibbs, battendogli una pacca sulla spalla destra; Jack inclinò il capo, mantenendo lo stesso sguardo serio di quel momento.

"L'ho persa molte volte, ma stavolta non rinuncio, sulla mia parola! Gibbs, se mai mi capitasse un'impresa, dico impresa... sotto mano, mi accompagneresti, eh?" domandò il più giovane, gesticolando con le mani nel suo solito modo bizzarro; il suo compagno di avventure sorrise in risposta, prima di darla a vere e proprie parole.

"Dritti alla meta"

"E conquista la preda"

Ad un certo punto Gibbs aggrottò le sopracciglia.

"Jack... ma come faremo a far tornare la Perla alla normalità?"

Il pirata aprì la bocca per parlare, anche se dalle sua labbra non uscì una sola singola sillaba, perché non aveva idea di cosa rispondere né aveva attualmente in mente una spudorata menzogna momentanea da sputare.

"Ehm... non lo so" si arrese, infine, rassegnato, optando stranamente per l'onestà, in contemporanea bevendo un sorso di rum; ad interrompere la conversazione ci pensò di nuovo una rappresaglia da parte della Marina Britannica.

"Mmh! Filiamo via, Gibbs!" mentre si distrecavano tra la folla Jack urtò per sbaglio contro qualcuno che gli parve essere una giovane donna, ma non ne era sicuro poiché incappucciata; fece spallucce non dando per nulla importanza alla faccenda e continuò la fuga "Ne ho abbastanza della Marina Britannica!"

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Una clandestina a bordo ***


Capitolo tre:

Una clandestina a bordo 

 

Jack e Gibbs fuggirono quatti, quatti da Tortuga, dirigendosi verso la loro scialuppa sul molo e pregando di non avere nessuno alle calcagna. 

 

Jack e Gibbs fuggirono quatti, quatti da Tortuga, dirigendosi verso la loro scialuppa sul molo e pregando di non avere nessuno alle calcagna. 
-Fermatevi, in nome del re!- Gridarono alcuni soldati della marina britannica. 
Il capitano roteò gli occhi, non avendo proprio la ben più minima intenzione di fermarsi -Come non detto! Presto, facciamo presto! Su, su!- Incitò l'amico con cenni delle mani. 
-Si, si! Un attimo!- Borbottò quello. 
Fortunatamente riuscirono ad allontanarsi dal molo appena in tempo, prima che venissero raggiunti; Jack li salutò tutto tranquillo -Fossi in voi andrei in pensione!- Li prese in giro per poi tornare a sedersi. 
-Cosa vogliamo di più, compare: abbiamo il cervello per pensare, o almeno in teoria... abbiamo il mezzo di... di...- Adocchiò la misera imbarcazione con un po' di scetticismo -...di trasporto, e abbiamo il rum!- Alzò la bottiglia sorridendo. 
-Ben detto, capitano!- Confermò il fedele compagno d'avventure, attaccandosi ad una quelle e ingerendo quasi metà del liquido dorato. 
Nel momento in cui Jack prese posto, notò di sfuggito qualcosa per terra, seminascosto, e lo raccolse. 
-E questo cos'è?- Chiese, rigirandoselo più volte tra le mani. 
Gibbs si accigliò -Sembra una specie di diario di bordo o roba simile...-
Jack lo aprì a caso e da quel che vide e lesse in quelle pagine parve illuminarsi. 
-Qualcosa di "fruttuoso" capitano? O ci sono come di consueto guai in vista?- 
Il capitano lo fissò con una smorfia sul viso. 
-Ehm... Gibbs- Si schiarì la voce. -Ti ricordi quando ti chiesi che se mi fosse capitata un'impresa tra le mani, ti sarebbe andato di accompagnarmi?-  
-Si, basta che non ci siano pericoli eccessivamente pericolosi da rischiare la pelle, ecco...- Il vecchio pirata esitò un attimo, dopo aver notato il sorrisetto dell'amico -Non dirmi che...- Continuò, immaginando la cruciale e ovvia risposta che sarebbe presto arrivata. Sapeva che ogni cosa che Jack Sparrow tirava in ballo portavano, oltre all'avventura, anche imprevisti tutt'altro che piacevoli. 
-Ah, ah! Esatto. Guarda qui, tarda testuggine di mare!- Proferì quello, mostrandogli le pagine del diario. 
-Un disegno? Di nuovo? Capitano... l'ultima volta che abbiamo avuto a che fare con disegni di chiavi o roba simile che sia... ecco, le cose non sono andate poi così bene! Sapete a cosa mi riferisco, vero?- 
Jack alzò un sopracciglio -Non ricordarmelo, grazie... però- Alzò poi in alto l'indice -questo non è il disegno di una chiave stavolta... ma di un'isola!- 
-Cavolo!- Imprecò qualcuno con voce strozzata. 
-Cosa?- 
-Cosa?- Fece eco Gibbs. 
-Non fare il pappagallo, Gibbs. L'ho detto già io "cosa"- 
-E quindi cos'e?- 
L'altro fece una smorfia di disapprovazione. -Se l'ho appena chiesto, come faccio a sapere cos'è! Dammi quella bottiglia, a te il rum basta così per oggi- Protestò. 
-Ma capitano!- Piagnucolò il mastro. 
-Gne, gne, basta lagne!- 
Jack intuì che, essendo circondati dall'acqua, che se nessuno dei due aveva imprecato e per di più che se sulla loro scialuppa era apparso quella specie di quadernetto, doveva per forza esserci una terza persona a bordo. Il suo sguardo ricadde sull'ammasso di telo scuro e avvicinatosi lo tolse con uno scatto. 
Entrambi rimasero sorpresi da ciò che videro, compreso l'intruso, o meglio, intrusa, la quale sobbalzò dopo essere stata scoperta; Ormai non aveva via di scampo. 
Gli occhi del bel capitano  incrociarono quelli color del mare di una ragazza. 
-Ah, bene. Ecco cosa mancava, Gibbs: una perfetta compagnia!- Ironizzò.
-Come scusa?- Lo interruppe lei dopo quelle parole: sbagliava o l'aveva definita "perfetta compagnia"? Come si permetteva? E che poi i pirati non erano donnaioli! 
-Io non sono e non sarò mai la compagnia di nessuno, tanto meno di un pirata, chiaro?- Sbottò irritata. 
-Attenta a ciò che dici, carina, potrebbe ritorcertisi contro un giorno all'altro- Mormorò Jack, soave, accarrezzandosi i baffi in altrettanta maniera; Gesto che non fu del tutto indifferente alla giovane, che però tentò di nasconderlo. 
-Va bene. Adesso calmatevi tutti e due, per favore!- Intervenne Gibbs. 
Poi si rivolse alla giovane -Possiamo sapere il vostro nome, miss? Dopotutto siete voi, "l'intrusa", diciamo così...- Disse con cortesia e opportuno rispetto. 
-Il mio nome è Rain Carter. Stavo fuggendo da quella dannata marina britannica e, non sapendo dove andare, questa barca mi è sembrata la soluzione più rapida... di certo non potevo immaginare che mi sarei imbattuta in dei pirati! Soprattutto perché da parte loro io mi sarei aspettata un enorme veliero...- Rain si voltò per alcuni secondi. -Non una semplice scialuppa!- Concluse, quasi più a se stessa, a bassa voce. 
-Ad ogni cosa c'è un motivo...- Replicò il capitano. -Comunque, non mi pare che tu sia una piratessa, gioia... dunque perché, scappavi?- Le domandò con il suo solito bizzarro modo di esprimersi, nascondendo il quadernetto nelle mani. In realtà sapeva benissimo il perché della fuga. 
Rain venne colta sul fatto. 
-Credo che questo non vi riguardi!- 
Jack fece spallucce -Beh, allora vorrà dire che questo non vi serve- Nel mentre tirò fuori il diario della giovane, la quale lo riconobbe subito. 
-Ridammelo subito!- Gli ordinò, sporgendosi verso di lui per afferrarlo, ma invano. 
-Devo dire che vi siete smentita... vi state rivelando una compagnià più che perfetta, molto intrigante e spavalda. Esattamente come piace a me!- La punzecchiò. 
Rain perse le staffe, nonostante il lieve rossore salitole alle guance. 
-Non azzardatevi a farmi lusinghe, razza di pirata o come vi chiamate!- 
-Miss Carter, state avendo il privilegio di avere davanti, o sotto se preferite, dato che mi vi siete avventata contro... il capitan Jack Sparrow!- Rispose Jack, fiero. 
A quelle parole la ragazza ebbe uno scatto improvviso e gli mollò un ceffone da far vedere le stelle marine, per poi ritrarsi immediatamente via sia per il fatto che lui avesse ragione: cioè che gli stava praticamente addosso, e sia per la sorpresa per ciò che aveva scoperto.
-Ahia! È proprio un vizio di voi donne!- Borbottò il giovane pirata. 
Gibbs era rimasto in silenzio per tutto il tempo. Li trovava troppo divertenti insieme: si che Jack era un gran rompiscatole di prima categoria, ma pure lei non si risparmiava di certo il contrattacco. 
"La gioventù di oggi" Si disse, ridacchiando. 
Appena la ragazza si riprese riuscì a tirar fuori parola -Quindi voi siete quel capitan Jack Sparrow?- 
-Ne vedete un altro forse? No. Sono l'unico e il solo!- Ribatté il diretto interessato, con una mano a mantenersi la guancia. 
La ragazza guardò per un momento Gibbs, che annuì. Aveva sentito parlare di Jack Sparrow, ma non avrebbe mai pensato che un giorno le loro strade si sarebbero incrociateJack e Gibbs fuggirono quatti, quatti da Tortuga, dirigendosi verso la loro scialuppa sul molo e pregando di non avere nessuno alle calcagna. 

-Fermatevi, in nome del re!- Gridarono alcuni soldati della marina britannica. 

Il capitano roteò gli occhi, non avendo proprio la ben più minima intenzione di fermarsi -Come non detto! Presto, facciamo presto! Su, su!- Incitò l'amico con cenni delle mani. 

-Si, si! Un attimo!- Borbottò quello. 

Fortunatamente riuscirono ad allontanarsi dal molo appena in tempo, prima che venissero raggiunti; Jack li salutò tutto tranquillo -Fossi in voi andrei in pensione!- Li prese in giro per poi tornare a sedersi. 

-Cosa vogliamo di più, compare: abbiamo il cervello per pensare, o almeno in teoria... abbiamo il mezzo di... di...- Adocchiò la misera imbarcazione con un po' di scetticismo -...di trasporto, e abbiamo il rum!- Alzò la bottiglia sorridendo. 

-Ben detto, capitano!- Confermò il fedele compagno d'avventure, attaccandosi ad una quelle e ingerendo quasi metà del liquido dorato. 

Nel momento in cui Jack prese posto, notò di sfuggito qualcosa per terra, seminascosto, e lo raccolse. 

-E questo cos'è?- Chiese, rigirandoselo più volte tra le mani. 

Gibbs si accigliò -Sembra una specie di diario di bordo o roba simile...-

Jack lo aprì a caso e da quel che vide e lesse in quelle pagine parve illuminarsi. 

-Qualcosa di "fruttuoso" capitano? O ci sono come di consueto guai in vista?- 

Il capitano lo fissò con una smorfia sul viso. 

-Ehm... Gibbs- Si schiarì la voce. -Ti ricordi quando ti chiesi che se mi fosse capitata un'impresa tra le mani, ti sarebbe andato di accompagnarmi?-  

-Si, basta che non ci siano pericoli eccessivamente pericolosi da rischiare la pelle, ecco...- Il vecchio pirata esitò un attimo, dopo aver notato il sorrisetto dell'amico -Non dirmi che...- Continuò, immaginando la cruciale e ovvia risposta che sarebbe presto arrivata. Sapeva che ogni cosa che Jack Sparrow tirava in ballo portavano, oltre all'avventura, anche imprevisti tutt'altro che piacevoli. 

-Ah, ah! Esatto. Guarda qui, tarda testuggine di mare!- Proferì quello, mostrandogli le pagine del diario.

-Un disegno? Di nuovo? Capitano... l'ultima volta che abbiamo avuto a che fare con disegni di chiavi o roba simile che sia... ecco, le cose non sono andate poi così bene! Sapete a cosa mi riferisco, vero?-

Jack alzò un sopracciglio -Non ricordarmelo, grazie... però- Alzò poi in alto l'indice -questo non è il disegno di una chiave stavolta... ma di un'isola!- 

-Cavolo!- Imprecò qualcuno con voce strozzata. 

-Cosa?- 

-Cosa?- Fece eco Gibbs. 

-Non fare il pappagallo, Gibbs. L'ho detto già io "cosa"- 

-E quindi cos'e?- 

L'altro fece una smorfia di disapprovazione. -Se l'ho appena chiesto, come faccio a sapere cos'è! Dammi quella bottiglia, a te il rum basta così per oggi- Protestò.

-Ma capitano!- Piagnucolò il mastro. 

-Gne, gne, basta lagne!- 

Jack intuì che, essendo circondati dall'acqua, che se nessuno dei due aveva imprecato e per di più che se sulla loro scialuppa era apparso quella specie di quadernetto, doveva per forza esserci una terza persona a bordo.

Il suo sguardo ricadde sull'ammasso di telo scuro e avvicinatosi lo tolse con uno scatto. 

Entrambi rimasero sorpresi da ciò che videro, compreso l'intruso, o meglio, intrusa, la quale sobbalzò dopo essere stata scoperta; Ormai non aveva via di scampo. Gli occhi del bel capitano  incrociarono quelli color del mare di una ragazza. 

-Ah, bene. Ecco cosa mancava, Gibbs: una perfetta compagnia!- Ironizzò.

-Come scusa?- Lo interruppe lei dopo quelle parole: sbagliava o l'aveva definita "perfetta compagnia"? Come si permetteva? E che poi i pirati non erano donnaioli! 

-Io non sono e non sarò mai la compagnia di nessuno, tanto meno di un pirata, chiaro?- Sbottò irritata. 

-Attenta a ciò che dici, carina, potrebbe ritorcertisi contro un giorno all'altro-

Mormorò Jack, soave, accarrezzandosi i baffi in altrettanta maniera; Gesto che non fu del tutto indifferente alla giovane, che però tentò di nasconderlo. 

-Va bene. Adesso calmatevi tutti e due, per favore!- Intervenne Gibbs. 

Poi si rivolse alla giovane -Possiamo sapere il vostro nome, miss? Dopotutto siete voi, "l'intrusa", diciamo così...- Disse con cortesia e opportuno rispetto. 

-Il mio nome è Rain Carter. Stavo fuggendo da quella dannata marina britannica e, non sapendo dove andare, questa barca mi è sembrata la soluzione più rapida... di certo non potevo immaginare che mi sarei imbattuta in dei pirati! Soprattutto perché da parte loro io mi sarei aspettata un enorme veliero...- Rain si voltò per alcuni secondi. -Non una semplice scialuppa!- Concluse, quasi più a se stessa, a bassa voce. 

-Ad ogni cosa c'è un motivo...- Replicò il capitano. -Comunque, non mi pare che tu sia una piratessa, gioia... dunque perché, scappavi?- Le domandò con il suo solito bizzarro modo di esprimersi, nascondendo il quadernetto nelle mani. In realtà sapeva benissimo il perché della fuga. 

Rain venne colta sul fatto. 

-Credo che questo non vi riguardi!- 

Jack fece spallucce -Beh, allora vorrà dire che questo non vi serve- Nel mentre tirò fuori il diario della giovane, la quale lo riconobbe subito. 

-Ridammelo subito!- Gli ordinò, sporgendosi verso di lui per afferrarlo, ma invano. 

-Devo dire che vi siete smentita... vi state rivelando una compagnià più che perfetta, molto intrigante e spavalda. Esattamente come piace a me!- La punzecchiò. 

Rain perse le staffe, nonostante il lieve rossore salitole alle guance. 

-Non azzardatevi a farmi lusinghe, razza di pirata o come vi chiamate!- 

-Miss Carter, state avendo il privilegio di avere davanti, o sotto se preferite, dato che mi vi siete avventata contro... il capitan Jack Sparrow!- Rispose Jack, fiero. 

A quelle parole la ragazza ebbe uno scatto improvviso e gli mollò un ceffone da far vedere le stelle marine, per poi ritrarsi immediatamente via sia per il fatto che lui avesse ragione: cioè che gli stava praticamente addosso, e sia per la sorpresa per ciò che aveva scoperto.

-Ahia! È proprio un vizio di voi donne!- Borbottò il giovane pirata. 

Gibbs era rimasto in silenzio per tutto il tempo. Li trovava troppo divertenti insieme: si che Jack era un gran rompiscatole di prima categoria, ma pure lei non si risparmiava di certo il contrattacco. 

"La gioventù di oggi" Si disse, ridacchiando. 

Appena la ragazza si riprese riuscì a tirar fuori parola -Quindi voi siete quel capitan Jack Sparrow?- 

-Ne vedete un altro forse? No. Sono l'unico e il solo!- Ribatté il diretto interessato, con una mano a mantenersi la guancia. 

La ragazza guardò per un momento Gibbs, che annuì. Aveva sentito parlare di Jack Sparrow, ma non avrebbe mai pensato che un giorno le loro strade si sarebbero incrociate. 




 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Due pirati e una dama ***


 

Rain non sapeva cosa dire; Il pirata di fronte a lei era proprio colui di cui aveva sentito parlare, il quale era finito nello scrigno di Davy Jones e che successivamente ne era riuscito a fuggire. 
O che si era trovato faccia a faccia con il temibile Barbanera... insomma, non era cosa da poco; Ma ciò non lo giustificava dall'essere un donnaiolo e un pirata, che però, si, aveva un certo fascino dopotutto, ammise a denti stretti. Benché avesse uno strano modo di fare, tutto un po' dondolante. 
-Non avrei mai creduto che un giorno vi avrei incontrato, lo devo ammettere- Confessò lei. 
Jack la fissò con un sopracciglio sollevato, per poi sfoggiare un sorrisino lampo che di ironico però aveva ben poco. 
Evidentemente era offeso per lo schiaffo ricevuto. Anche se la giovane intuì che sicuramente il suo non era stato di certo il primo, quindi che motivo c'era di imbronciarsi. 
-Vi chiedo scusa per lo...- Rain mimò il gesto compiuto pochi secondi fa -Anche se ciò non significa che non ve lo siete meritato, capitano.- 
-Non avete torto su questo, miss Carter...- Le sussurrò Gibbs, trattenendo a stento una risatina. 
Ma quando notò lo sguardo glaciale di Jack, tornò a farsi serio. 
-Scusate capitano...- 
In quel momento calò un silenzio imbarazzante, rotto poco dopo da una scossa improvvisa che fece sballottare bruscamente la barca di qua e di là. 
Rain riuscì a riprendere al volo il suo diario che Jack aveva fatto cadere a causa dell'urto, anche perché era troppo occupato a tenere stretta a sé una bottiglia. 
Si erano a malapena mantenuti al bordo della barca. 
-Benedetti venti di ponente, cos'è stato?- Borbottò Gibbs. 
-Un terremoto?- Chiese Jack, rialzandosi. 
-Così pare...- Concluse Rain, guardandosi attorno, cercando di fare mente locale. 
All'improvviso un'altra scossa ancora più violenta. 
-Imbarchiamo acqua!- Li avvertì Gibbs preoccupato, indicando l'acqua che si infiltrava attraverso una crepa sul fondo della scialuppa. 
-Mannaggia!- Imprecò il capitano, pensando ad una soluzione, e ciò equivaleva ad una possibile via di salvezza. 
Poi si illuminò -Ah, li c'è un'isola! È la nostra unica possibilità per il momento...- Alzò un dito voltandosi poi verso la ragazza -Sai nuotare, vero dolcezza?- 
-Ma certo!- Rispose lei bruscamente. -Non avrai mica in mente di...- Non fece in tempo a finire la frase, che Jack si tuffò in acqua. 
Dopo quello la giovane non ebbe più dubbi sulle sue intenzioni. 
-Il tempo di arrivare li saremo già morti di fatica o, preghiamo il signore che non accada, divorati da una qualche creatura!- Gridò. 
Tuttavia lui non sembrò neppure ascoltare le proteste. 
Gibbs sgranò gli occhi -Beh, annegare mi sembra un modo più carino di andarsene... essere divorati appare un tantino drastico!-* 
Ma non ebbero altra scelta perché intanto l'acqua continuava a salire, per cui furono costretti a seguire Jack.  
Quando finalmente raggiunsero la tanto agognata riva, esausti ma vivi, crollarono tutti e tre sulla sabbia per riprendere fiato e forze. 
-Bene... ora che siamo qui, capitano...- Provò a dire Rain, stremata. 
-Spero che abbiate già in mente un piano per una possibile via di fuga...- 
-Concordo con Miss Carter- Aggiunse mastro Gibbs. 
-Per chi mi avete preso?- Borbottò Jack a occhi chiusi e una leggera smorfia a segnargli le labbra. 
-Siete il capitano Jack Sparrow!- Esclamarono i due all'unisono. 
Quello era un colpo basso, infatti non ci fu risposta, bensì uno sbuffo. 
Verso il tramonto erano ancora bloccati sull'isola, la quale erano, così come molte altre, provviste di casse di rum. 
Jack naturalmente non resistette e presto anche Gibbs venne contagiato. Nel mentre osservavano una Rain piuttosto innervosita a causa del suo diario zuppo di acqua e quasi del tutto rovinato, che camminava su e giù. 
-Devo riuscire a farmi dire cosa si cela dietro quel bel disegnino- Affermò deciso Jack, portandosi la bottiglia di rum alla bocca. 
-Come farai?- Gli chiese l'amico, abbastanza scettico. 
-Persuasione, Gibbs, come sempre! E come sempre funziona!- 
-Jack, sei sicuro che funzionerà anche con lei? Mi sembra abbia un certo non so che, il che mi dice che non sarà cosa facile!- 
Il capitano alzò le sopracciglia; Valeva la pena provare, pensò tra sé e sé. 
La raggiunse e si sedette al suo fianco con totale libertà, schiarendosi la voce prima di prendere parola che, però, fu preceduta proprio da quella di lei. 
-Sappiate che non sono in vena, capitano!- Espresse, senza scostare lo sguardo dall'orizzonte rosso fuoco del tramonto. 
-Questa cosa è assai evidente, gioia, non ci sono dubbi- Le disse in risposta il pirata. 
D'istinto le porse la bottiglia che aveva in mano -Goccettino?- 
Rain lo fissò per qualche secondo. Non vide perché non accettare, almeno avrebbe sfogato la sua frustrazione con un po' di rum. Cosa le rimaneva da fare tanto... i suoi appunti erano rovinati, era bloccata su un'isola deserta, o così si sperava, e in più in compagnia di due pirati mezzi ubriaconi. Dalla padella alla brace, insomma. 
Così afferrò la bottiglia e bevve tutto d'un fiato il liquido dorato che era rimasto, lasciando Jack totalmente di stucco sia per l'audacia e l'intraprendenza che aveva appena dimostrato, sia perché lui ora era rimasto a bocca asciutta. 
Se ne accorse quando, con la coda dell'occhio, beccò la sua espressione con una smorfia triste sulle labbra, e ridacchiò con soddisfazione. 
Fortunatamente, dopo ulteriori bevute... 
-Devi avere un problemino abbastanza serio, no?- Le domandò il capitano. 
Rain ormai brilla e a malapena riusciva a mantenersi sveglia, sorrise amaramente. 
-Gia! Ormai i miei appunti sono andati perduti... non riuscirò mai...- Barcollò un secondo -A... trovare l'isola fantasma- 
-Quindi, se ho capito bene, tu vorresti... con tutta te stessa...- Specificò -Andare la giù per trovare il diamante, il cui potere può alterare la realtà delle cose, giusto?- Cercò conferma. 
La ragazza annuì con la testa. Poi sentì una frase che non si sarebbe mai aspettata di ascoltare. 
-Ti aiuto io, gioia! Eh?- Propose Jack con un sorrisetto. 
-E cosa ci guadagneresti, mi domando... sai, devo essere accorta. Dopotutto sei in pirata- Il sopracciglio alzato. -Puoi dirmelo tranquillamente. Io ti ho rivelato tutto per quanto mi riguarda- Gli ribadì dopo qualche minuto, vedendolo esitante. 
-Beh, non hai torto, tesoro!- 
Rain sentiva la pelle d'oca quando usava quei nomignoli per chiamarla; Non sapeva perché, ma le sarebbe dispiaciuto un po' se avesse smesso. Si sorprendeva persino lei stessa di quello che andava a pensare, nonostante lo considerasse uno dei pirati della peggior specie.
-In effetti ho un piccolo enorme problemino con la Perla- Continuò lui nel frattempo.
-Perla?- Rain si riscosse per un attimo a quella parola. Chi era Perla? 
Jack ci mise poco a soddisfare la sua curiosità -È la mia nave: la Perla Nera! Non ne hai mai sentito parlare, gioia?- 
-Una nave con le vele nere?- Ribadì la ragazza. 
Chi non aveva sentito parlare di tale vascello; Aveva sentito dire che per un tempo di dieci anni era stato maledetto e con esso anche la ciurma, insieme a colui che lo comandava, ma non era riuscita a capire chi fosse tale pirata. Sapeva solo che era malvagio. Tuttavia escluse che si trattasse di Jack Sparrow.
Il capitano annuì alla sua domanda -Esatto, un veliero magnifico, te lo posso assicurare!- Poi si girò a guardarla con occhi sottili -Non appena la riavrò come si deve... tesoro ti prometto... che al più bel fiore dei Caraibi sarà concesso fare un giro! Allora? Vorresti allearti con un pirata?- Soffiò soave come solo lui sapeva fare. 
Rain era rimasta letteralmente incollata ai suoi occhi scuri, era a pochi centimetri dalle sue labbra e poteva sentire il suo profumo: di rum, di mare, di libertà... unico al mondo. Non capiva perché le facesse tale effetto. 
Sorrise appena -Jack...- Sussurrò fievole, avvicinandosi. 
-Si?- Rispose lui, imitandola nell'avvicinarsi. 
Un istante dopo la testa della ragazza, ormai nel mondo dei sogni, cadde a peso morto sulla spalla del bel pirata, il quale ci rimase di sasso. 

Capitolo quattro: 

Due pirati e una dama


Rain non sapeva cosa dire; Il pirata di fronte a lei era proprio colui di cui aveva sentito parlare, il quale era finito nello scrigno di Davy Jones e che successivamente ne era riuscito a fuggire. 

O che si era trovato faccia a faccia con il temibile Barbanera... insomma, non era cosa da poco; Ma ciò non lo giustificava dall'essere un donnaiolo e un pirata, che però, si, aveva un certo fascino dopotutto, ammise a denti stretti.

Benché avesse uno strano modo di fare, tutto un po' dondolante. -Non avrei mai creduto che un giorno vi avrei incontrato, lo devo ammettere- Confessò lei. 

Jack la fissò con un sopracciglio sollevato, per poi sfoggiare un sorrisino lampo che di ironico però aveva ben poco. 

Evidentemente era offeso per lo schiaffo ricevuto. Anche se la giovane intuì che sicuramente il suo non era stato di certo il primo, quindi che motivo c'era di imbronciarsi. 

-Vi chiedo scusa per lo...- Rain mimò il gesto compiuto pochi secondi fa -

Anche se ciò non significa che non ve lo siete meritato, capitano.- 

-Non avete torto su questo, miss Carter...- Le sussurrò Gibbs, trattenendo a stento una risatina. 

Ma quando notò lo sguardo glaciale di Jack, tornò a farsi serio. 

-Scusate capitano...- 

In quel momento calò un silenzio imbarazzante, rotto poco dopo da una scossa improvvisa che fece sballottare bruscamente la barca di qua e di là. 

Rain riuscì a riprendere al volo il suo diario che Jack aveva fatto cadere a causa dell'urto, anche perché era troppo occupato a tenere stretta a sé una bottiglia. 

Si erano a malapena mantenuti al bordo della barca. 

-Benedetti venti di ponente, cos'è stato?- Borbottò Gibbs. 

-Un terremoto?- Chiese Jack, rialzandosi. 

-Così pare...- Concluse Rain, guardandosi attorno, cercando di fare mente locale. 

All'improvviso un'altra scossa ancora più violenta. 

-Imbarchiamo acqua!- Li avvertì Gibbs preoccupato, indicando l'acqua che si infiltrava attraverso una crepa sul fondo della scialuppa. 

-Mannaggia!- Imprecò il capitano, pensando ad una soluzione, e ciò equivaleva ad una possibile via di salvezza. 

Poi si illuminò -Ah, li c'è un'isola! È la nostra unica possibilità per il momento...- Alzò un dito voltandosi poi verso la ragazza -Sai nuotare, vero dolcezza?- 

-Ma certo!- Rispose lei bruscamente. -Non avrai mica in mente di...- Non fece in tempo a finire la frase, che Jack si tuffò in acqua. 

Dopo quello la giovane non ebbe più dubbi sulle sue intenzioni. 

-Il tempo di arrivare li saremo già morti di fatica o, preghiamo il signore che non accada, divorati da una qualche creatura!- Gridò. 

Tuttavia lui non sembrò neppure ascoltare le proteste. 

Gibbs sgranò gli occhi -Beh, annegare mi sembra un modo più carino di andarsene... essere divorati appare un tantino drastico!-* 

Ma non ebbero altra scelta perché intanto l'acqua continuava a salire, per cui furono costretti a seguire Jack.  

Quando finalmente raggiunsero la tanto agognata riva, esausti ma vivi, crollarono tutti e tre sulla sabbia per riprendere fiato e forze. 

-Bene... ora che siamo qui, capitano...- Provò a dire Rain, stremata. 

-Spero che abbiate già in mente un piano per una possibile via di fuga...- 

-Concordo con Miss Carter- Aggiunse mastro Gibbs. 

-Per chi mi avete preso?- Borbottò Jack a occhi chiusi e una leggera smorfia a segnargli le labbra. 

-Siete il capitano Jack Sparrow!- Esclamarono i due all'unisono. 

Quello era un colpo basso, infatti non ci fu risposta, bensì uno sbuffo. 
Verso il tramonto erano ancora bloccati sull'isola, la quale erano, così come molte altre, provviste di casse di rum. 

Jack naturalmente non resistette e presto anche Gibbs venne contagiato.

Nel mentre osservavano una Rain piuttosto innervosita a causa del suo diario zuppo di acqua e quasi del tutto rovinato, che camminava su e giù. 

-Devo riuscire a farmi dire cosa si cela dietro quel bel disegnino- Affermò deciso Jack, portandosi la bottiglia di rum alla bocca. 

-Come farai?- Gli chiese l'amico, abbastanza scettico. 

-Persuasione, Gibbs, come sempre! E come sempre funziona!- 

-Jack, sei sicuro che funzionerà anche con lei? Mi sembra abbia un certo non so che, il che mi dice che non sarà cosa facile!- 

Il capitano alzò le sopracciglia; Valeva la pena provare, pensò tra sé e sé. 

La raggiunse e si sedette al suo fianco con totale libertà, schiarendosi la voce prima di prendere parola che, però, fu preceduta proprio da quella di lei. 

-Sappiate che non sono in vena, capitano!- Espresse, senza scostare lo sguardo dall'orizzonte rosso fuoco del tramonto. 

-Questa cosa è assai evidente, gioia, non ci sono dubbi- Le disse in risposta il pirata.

D'istinto le porse la bottiglia che aveva in mano -Goccettino?- 
Rain lo fissò per qualche secondo. Non vide perché non accettare, almeno avrebbe sfogato la sua frustrazione con un po' di rum. Cosa le rimaneva da fare tanto... i suoi appunti erano rovinati, era bloccata su un'isola deserta, o così si sperava, e in più in compagnia di due pirati mezzi ubriaconi. Dalla padella alla brace, insomma. 

Così afferrò la bottiglia e bevve tutto d'un fiato il liquido dorato che era rimasto, lasciando Jack totalmente di stucco sia per l'audacia e l'intraprendenza che aveva appena dimostrato, sia perché lui ora era rimasto a bocca asciutta. 

Se ne accorse quando, con la coda dell'occhio, beccò la sua espressione con una smorfia triste sulle labbra, e ridacchiò con soddisfazione. 
Fortunatamente, dopo ulteriori bevute... 

-Devi avere un problemino abbastanza serio, no?- Le domandò il capitano. 
Rain ormai brilla e a malapena riusciva a mantenersi sveglia, sorrise amaramente. 

-Gia! Ormai i miei appunti sono andati perduti... non riuscirò mai...- Barcollò un secondo -A... trovare l'isola fantasma- 

-Quindi, se ho capito bene, tu vorresti... con tutta te stessa...- Specificò -

Andare la giù per trovare il diamante, il cui potere può alterare la realtà delle cose, giusto?- Cercò conferma. 

La ragazza annuì con la testa. Poi sentì una frase che non si sarebbe mai aspettata di ascoltare. 

-Ti aiuto io, gioia! Eh?- Propose Jack con un sorrisetto. 

-E cosa ci guadagneresti, mi domando... sai, devo essere accorta.

Dopotutto sei in pirata- Il sopracciglio alzato. -Puoi dirmelo tranquillamente. Io ti ho rivelato tutto per quanto mi riguarda- Gli ribadì dopo qualche minuto, vedendolo esitante. 

-Beh, non hai torto, tesoro!- 

Rain sentiva la pelle d'oca quando usava quei nomignoli per chiamarla; Non sapeva perché, ma le sarebbe dispiaciuto un po' se avesse smesso. Si sorprendeva persino lei stessa di quello che andava a pensare, nonostante lo considerasse uno dei pirati della peggior specie.

-In effetti ho un piccolo enorme problemino con la Perla- Continuò lui nel frattempo.

-Perla?- Rain si riscosse per un attimo a quella parola. Chi era Perla? 

Jack ci mise poco a soddisfare la sua curiosità -È la mia nave: la Perla Nera! Non ne hai mai sentito parlare, gioia?- 

-Una nave con le vele nere?- Ribadì la ragazza. 

Chi non aveva sentito parlare di tale vascello; Aveva sentito dire che per un tempo di dieci anni era stato maledetto e con esso anche la ciurma, insieme a colui che lo comandava, ma non era riuscita a capire chi fosse tale pirata. Sapeva solo che era malvagio. Tuttavia escluse che si trattasse di Jack Sparrow.

Il capitano annuì alla sua domanda -Esatto, un veliero magnifico, te lo posso assicurare!- Poi si girò a guardarla con occhi sottili -Non appena la riavrò come si deve... tesoro ti prometto... che al più bel fiore dei Caraibi sarà concesso fare un giro! Allora? Vorresti allearti con un pirata?- Soffiò soave come solo lui sapeva fare. 

Rain era rimasta letteralmente incollata ai suoi occhi scuri, era a pochi centimetri dalle sue labbra e poteva sentire il suo profumo: di rum, di mare, di libertà... unico al mondo. Non capiva perché le facesse tale effetto. 

Sorrise appena -Jack...- Sussurrò fievole, avvicinandosi. 

-Si?- Rispose lui, imitandola nell'avvicinarsi. 

Un istante dopo la testa della ragazza, ormai nel mondo dei sogni, cadde a peso morto sulla spalla del bel pirata, il quale ci rimase di sasso. 

 

*Citazione di quale personaggio???😉

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Il pirata più affascinante dei Caraibi! ***


Il mattino seguente Rain riaprì lentamente gli occhi; un calore piacevole l'avvolgeva e si rese conto, poco dopo, che un braccio la circondava per la vita. Quando vide di chi si trattava per poco non le prese un colpo, non si aspettava di ritrovarsi a pochi centimetri dal viso del bel pirata: in teoria e in pratica aveva dormito abbracciata a Jack!
Se qualcosa andava a fuoco in quel momento, quel qualcosa erano le sue guance!
Rifletté che qualunque altra donna al suo posto si sarebbe subito scansata, e, forse era esattamente ciò che doveva fare anche lei. 
Ma per un qualche strano motivo non si mosse, né urlò. Non avrebbe avuto senso comportarsi come una ragazzina isterica; infondo quello vicino a lei non era mica un mostro, anzi.
Alzando lo sguardo su di lui ebbe nuovamente la conferma che era proprio un bell'uomo, caspita se lo era! 
Non si era sbagliata la prima volta che lo aveva visto, benché non avesse esaminato bene la questione nella sua testa.
Pirata o no, magari con tutti i difetti di questo mondo, possedeva al cento per cento quella caratteristica, e lei sapeva riconoscere una persona di bell'aspetto quando ce l'aveva di fronte.
Probabilmente anche il fatto stesso che fosse un pirata lo rendeva ancora più intrigante; in verità tutto di lui era così: con quel pizzetto e le due treccine, i baffi che nascondevano appena due labbra perfette!
Arrossì di colpo a quel pensiero del tutto spontaneo, e distolse subito gli occhi da lui.
Insomma, per farla breve: era incappata nella persona più affascinante dei Caraibi, per non parlare pure del suo strano modo di fare, del tutto unico!
A quel punto decise di alzarsi prima che Jack si svegliasse e così da non mettere se stessa in una situazione troppo imbarazzante. 
Gibbs dormiva poco lontano, russando beatamente e con una bottiglia di rum mezza vuota in mano. 
Rain si lasciò scappare un sorrisetto, il primo da quando aveva perso gli appunti, e il merito, stentava a crederlo, era proprio di quei due. 
Forse avrebbe dovuto essere più garbata con loro, non voleva sembrare la tipica persona egoista che aspettava solo di essere scortata in salvo e senza muovere un muscolo, oppure di ricevere scuse pur sapendo di avere parte del torto. Ma non si sarebbe comportata così neppure se avesse avuto tutta la ragione. Avrebbe fatto comunque il primo passo per risolvere i contrasti. 
Nel frattempo che era immersa nei suoi pensieri, decise di avventurarsi a prendere qualcosa da mangiare, il minimo che poteva fare. 
Qualche ora più tardi... 
Jack si svegliò e la prima cosa che notò era l'assenza della ragazza. Così si avvicinò all'amico che ronfava ancora, per chiedergli spiegazioni nel caso sapesse qualcosa -Wee! Gibbs?? Sveglia tarda testuggine di mare!- 
Vedendo che non si svegliava Jack alzò gli occhi al cielo e decise di passare al piano B: sfiorò la bottiglia di rum e... 
-Che sia dannato colui che...- Il vecchio pirata si sveglio di soprassalto poi bloccandosi sempre di colpo quando vide lo sguardo accigliato del capitano. 
-Continua pure la frase, Gibbs, sono curioso!- Proferì sarcastico. 
Quello tentennò un attimo prima di rispondere. 
-Scusate capitano... sapete che effetto mi fa la mancanza rum, signore...- 
-A chi lo dici, amico...- 
Jack gli diede una pacca sulla spalla in segno che non si doveva preoccupare -A proposito, mica per purissimo caso...- nel mentre faceva dei gesti con la mano -sai dove si è cacciata la ragazza?- 
Il mastro non poté rispondere ciò che era ovvio che doveva rispondere dato che non ne aveva la minima idea, ma il caso volle che dovesse rispondere tutto il contrario. 
Con gli occhi spalancati dallo stupore -Ehm... credo che non ci sia più bisogno di scoprirlo- Affermò indicando alle spalle del pirata che si voltò a sua volta: Rain si dirigeva verso di loro con, anzi, priva, della candida camicietta; era rimasta solo con una specie di morbido corsetto addosso perché la camicia la stava usando a mo di sacca con dentro qualcosa. 
Il vecchio pirata fissò di striscio l'amico e gli diede una gomitata, dato la faccia ebete che aveva. 
-Capitano, un po' di contegno- Sussurrò a denti stretti. 
Jack sogghignò -Beh, non mi pare che la qui presente dama si faccia problemi...- Questa fu una risposta degna di Sparrow. 
Rain finalmente li raggiunse -Oh buongiorno! Che facce!- Commentò ironica, poggiando a terra ciò che aveva raccolto: alcune noci di cocco e frutti tropicali. 
Uno dei due si decise a parlare dopo un lungo tacere -Questo ben di dio è... per... noi?- Chiese Gibbs indicando loro stessi con la mano. 
-Certo, per chi sennò?- Ribatté la giovane.  
-Potevi prendere anche un po' di rum...- Borbottò invece Jack. 
I compagni alzarono gli occhi al cielo, intendendosi alla perfezione sul capitano. 
-Jack- Lo chiamò ad un certo punto lei. 
-Come faremo a trovare la mappa senza più indizi?- 
Era un problema più che serio, ma nulla che il buon vecchio zio Jack non potesse risolvere. 
Quest'ultimo alzò un sopracciglio e sorrise all'angolo della bocca -Con questa- 
Rain si stupì, credendo che la stesse prendendo in giro -Una bussola? Come... può una semplice bussola condurre alla mappa?- 
-Vi sembrerà strano miss Rain, ma quella non è una semplice bussola!- La informò il mastro. 
-Punta verso ciò che più vuoi... a questo mondo!- Garantì Jack. 
Rain non sapeva cosa dire o pensare; no, aveva mai visto un oggetto del genere, era del tutto nuovo per lei. 
-Jack se mi stai prendendo in giro, io...- Iniziò, venendo però bloccata dal bel pirata che le poggiò l'indice sulle labbra. 
Ebbe i brividi a quel gesto. 
Lui le si fece più vicino, piantando i suoi occhi scuri su quelli di lei, con un sorrisino. 
-Prenderti in giro è l'ultima cosa che farei, gioia!- Nel mentre circondò le mani della ragazza, che a stento si manteneva cosciente, e le fece stringere la sua preziosa bussola come a darle la sicurezza di potersi fidare. 
Rimasero così per alcuni minuti. 
-Beh, ora finiamo di ingozzarci, seppur senza rum!- Concluse Jack, rompendo quell'idillio. 
Rain in un primo momento parve rimanerci delusa, ma non reagì. 
-Giusto- Confermò in tono neutrale. 
Nel frattempo, a pochi passi da loro, delle voci imprecavano. 

Capitolo cinque: 

Il pirata più affascinante 

dei Caraibi!

 

Il mattino seguente Rain riaprì lentamente gli occhi; un calore piacevole l'avvolgeva e si rese conto, poco dopo, che un braccio la circondava per la vita. Quando vide di chi si trattava per poco non le prese un colpo, non si aspettava di ritrovarsi a pochi centimetri dal viso del bel pirata: in teoria e in pratica aveva dormito abbracciata a Jack!

Se qualcosa andava a fuoco in quel momento, quel qualcosa erano le sue guance!

Rifletté che qualunque altra donna al suo posto si sarebbe subito scansata, e, forse era esattamente ciò che doveva fare anche lei. Ma per un qualche strano motivo non si mosse, né urlò. Non avrebbe avuto senso comportarsi come una ragazzina isterica; infondo quello vicino a lei non era mica un mostro, anzi.

Alzando lo sguardo su di lui ebbe nuovamente la conferma che era proprio un bell'uomo, caspita se lo era! 

Non si era sbagliata la prima volta che lo aveva visto, benché non avesse esaminato bene la questione nella sua testa.
Pirata o no, magari con tutti i difetti di questo mondo, possedeva al cento per cento quella caratteristica, e lei sapeva riconoscere una persona di bell'aspetto quando ce l'aveva di fronte.

Probabilmente anche il fatto stesso che fosse un pirata lo rendeva ancora più intrigante; in verità tutto di lui era così: con quel pizzetto e le due treccine, i baffi che nascondevano appena due labbra perfette!Arrossì di colpo a quel pensiero del tutto spontaneo, e distolse subito gli occhi da lui.
Insomma, per farla breve: era incappata nella persona più affascinante dei Caraibi, per non parlare pure del suo strano modo di fare, del tutto unico!

A quel punto decise di alzarsi prima che Jack si svegliasse e così da non mettere se stessa in una situazione troppo imbarazzante. 
Gibbs dormiva poco lontano, russando beatamente e con una bottiglia di rum mezza vuota in mano. 

Rain si lasciò scappare un sorrisetto, il primo da quando aveva perso gli appunti, e il merito, stentava a crederlo, era proprio di quei due. 

Forse avrebbe dovuto essere più garbata con loro, non voleva sembrare la tipica persona egoista che aspettava solo di essere scortata in salvo e senza muovere un muscolo, oppure di ricevere scuse pur sapendo di avere parte del torto. Ma non si sarebbe comportata così neppure se avesse avuto tutta la ragione.

Avrebbe fatto comunque il primo passo per risolvere i contrasti. 

Nel frattempo che era immersa nei suoi pensieri, decise di avventurarsi a prendere qualcosa da mangiare, il minimo che poteva fare. 

Qualche ora più tardi... Jack si svegliò e la prima cosa che notò era l'assenza della ragazza. Così si avvicinò all'amico che ronfava ancora, per chiedergli spiegazioni nel caso sapesse qualcosa

-Wee! Gibbs?? Sveglia tarda testuggine di mare!- 

Vedendo che non si svegliava Jack alzò gli occhi al cielo e decise di passare al piano B: sfiorò la bottiglia di rum e... 

-Che sia dannato colui che...- Il vecchio pirata si sveglio di soprassalto poi bloccandosi sempre di colpo quando vide lo sguardo accigliato del capitano. 

-Continua pure la frase, Gibbs, sono curioso!- Proferì sarcastico. 
Quello tentennò un attimo prima di rispondere. 

-Scusate capitano... sapete che effetto mi fa la mancanza rum, signore...- 

-A chi lo dici, amico...- Jack gli diede una pacca sulla spalla in segno che non si doveva preoccupare -A proposito, mica per purissimo caso...- nel mentre faceva dei gesti con la mano -sai dove si è cacciata la ragazza?- 
Il mastro non poté rispondere ciò che era ovvio che doveva rispondere dato che non ne aveva la minima idea, ma il caso volle che dovesse rispondere tutto il contrario. 

Con gli occhi spalancati dallo stupore -Ehm... credo che non ci sia più bisogno di scoprirlo- Affermò indicando alle spalle del pirata che si voltò a sua volta: Rain si dirigeva verso di loro con, anzi, priva, della candida camicietta; era rimasta solo con una specie di morbido corsetto addosso perché la camicia la stava usando a mo di sacca con dentro qualcosa. 
Il vecchio pirata fissò di striscio l'amico e gli diede una gomitata, dato la faccia ebete che aveva. 

-Capitano, un po' di contegno- Sussurrò a denti stretti. 
Jack sogghignò -Beh, non mi pare che la qui presente dama si faccia problemi...-

Questa fu una risposta degna di Sparrow. Rain finalmente li raggiunse -Oh buongiorno! Che facce!- Commentò ironica, poggiando a terra ciò che aveva raccolto: alcune noci di cocco e frutti tropicali. 

Uno dei due si decise a parlare dopo un lungo tacere -Questo ben di dio è... per... noi?- Chiese Gibbs indicando loro stessi con la mano. 

-Certo, per chi sennò?- Ribatté la giovane.  

-Potevi prendere anche un po' di rum...- Borbottò invece Jack. 
I compagni alzarono gli occhi al cielo, intendendosi alla perfezione sul capitano. 

-Jack- Lo chiamò ad un certo punto lei. -Come faremo a trovare la mappa senza più indizi?- 

Era un problema più che serio, ma nulla che il buon vecchio zio Jack non potesse risolvere. 

Quest'ultimo alzò un sopracciglio e sorrise all'angolo della bocca -Con questa- 

Rain si stupì, credendo che la stesse prendendo in giro -Una bussola? Come... può una semplice bussola condurre alla mappa?- 

-Vi sembrerà strano miss Rain, ma quella non è una semplice bussola!- La informò il mastro. 

-Punta verso ciò che più vuoi... a questo mondo!- Garantì Jack. 
Rain non sapeva cosa dire o pensare; no, aveva mai visto un oggetto del genere, era del tutto nuovo per lei. 

-Jack se mi stai prendendo in giro, io...- Iniziò, venendo però bloccata dal bel pirata che le poggiò l'indice sulle labbra. Ebbe i brividi a quel gesto. 

Lui le si fece più vicino, piantando i suoi occhi scuri su quelli di lei, con un sorrisino. 

-Prenderti in giro è l'ultima cosa che farei, gioia!- Nel mentre circondò le mani della ragazza, che a stento si manteneva cosciente, e le fece stringere la sua preziosa bussola come a darle la sicurezza di potersi fidare. 

Rimasero così per alcuni minuti. 

-Beh, ora finiamo di ingozzarci, seppur senza rum!- Concluse Jack, rompendo quell'idillio. 

Rain in un primo momento parve rimanerci delusa, ma non reagì. 
-Giusto- Confermò in tono neutrale. 

Nel frattempo, a pochi passi da loro, delle voci imprecavano. 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Certe cose non si scordano mai! ***


 

Rain continuava a giocherellare con la bottiglia di rum, ormai amava talmente troppo quella bevanda quasi da non poterne più fare a meno. E tutto questo grazie a chi, se non al suddetto pirata noto come capitan Jack Sparrow! 
Era davvero troppo incredibile l'effetto che le faceva! Chissà se prima di lei, perché sicuramente aveva conosciuto altre donne prima di lei, anche loro avevano provato la stessa cosa. Ma difficilmente riusciva a credere il contrario. 
Un giorno da che lo conosceva, ne era bastato uno, per apportare già qualche cambiamento nel suo modo di essere. Jack faceva emergere il suo lato peggiore: quello selvaggio che le albergava dentro da sempre, di cui forse neanche sapeva l'esistenza e che, come ogni cosa selvaggia, doveva essere libera. 
Anche gli altri due se ne stavano tranquilli a tracannare la bevanda dorata. 
Ad un certo punto Rain balzò in piedi con uno scatto -Ne ho abbastanza di fare la naufraga!- Borbottò, portandosi la bottiglia alla bocca e finendo le ultime gocce di rum rimaste ed incamminandosi verso l'interno dell'isola.
-Che audacia! - Commentò sottovoce Gibbs, rivolto all'amico -Jack, credi sia effetto del rum?- 
-Il rum fa miracoli, amico mio!- Ammiccò quello -Non dire che non te l'ho mai detto!- 
Dopo due minuti la ragazza tornò a passo di marcia.
Non disse nulla e prese la spada di Jack li vicino e riprese il cammino, come se niente fosse, lasciando quest'ultimo di sasso. 
Il capitano la fissò storto. -Ohi! Che devi fare?- 
Ma non ricevette nessuna risposta.
-Forse vuole andare in pace...- Mormorò il compare pirata. 
-Beh, poteva usare la pistola, in questo caso...- Riprese Sparrow, un misto di ironia e scetticismo, come se stesse dicendo un qualcosa come ovvio che sia. 
La osservarono per tutto il tempo fare su e giù con dei rami di palma tranciati. 
-Qualcosa mi dice che vuole costruire una zattera, capitano...- 
-Per me va bene, basta che non mi rovina la spada! Intanto schiaccio un pisolino, tu fai la guardia alla mia sciabola!- 
Gibbs protestò -Ma, capitano...?- 
-Sssh!- Lo rimproverò Jack, gesticolando. 
Nel mentre si sistemò a terra -L'ho barattata già troppe volte...- Si lamentò infine, più con se stesso. 
Il malcapitato rimase imbambolato; non gli restò altro da fare che eseguire l'ordine. 
Ore dopo... 
-Capitano? Capitano?! Jack Sparrow?!- 
-Capitan... Capitan Jack Sparrow, gioia...- Rispose il bel pirata, sussurrando ancora con gli occhi chiusi. 
Rain sospirò profondamente, alzando gli occhi al cielo, incrociando le braccia e scuotendo la testa. 
-Gioia?- Fece Gibbs, stupito. 
Jack aprì gli occhi, accorgendosi a chi aveva rivolto tale parola e fece una smorfia, scostandoselo da sopra. 
-Via, scio!- Accennò con le mani. 
Gli altri due si scambiarono un cenno d'intesa e annuirono. 
-Capitano, abbiamo un'ottima notizia!- 
-Mi ritroverò la mia amata Perla sana e salva e carica di rum?- Tentò. 
-Ehm... no...- Ammise l'altro, balbettando. 
-Ma è la cosa migliore dopo di questa!- Sorrise. 
-Abbiamo una scialuppa, Jack!- Affermò Rain. 
Poco lontano da loro, infatti, si ergeva una zattera fatta di rami di palma. 
Jack la osservò scettico. Si avvicinò e ci girò intorno, a tratti tastandola. 
-Per le vele non preoccuparti, ci sono anche quelle!- 
-Oh, ti toglierai anche il bustino?- Chiese speranzoso il capitano. 
La giovane fece finta di non aver sentito, sebbene rossa in viso, e prese un telo grigiastro. 
-Dove l'avete trovato?- Domandò Gibbs, avanzando di un passo. 
-Vagando ho trovato una specie di baracca, perché?- 
-Dove si trova questa baracca?- S'intromise Jack, d'un tratto serio. 
-Beh... non ricordo dove, ci sono arrivata per caso... ma perché?- Ripeté Rain. 
Poco dopo lei e Sparrow vagavano nuovamente per l'interno dell'isola, quest'ultimo utilizzando la sua bussola. 
Rain era curiosa di sapere il motivo per il tanto interesse per la baracca... 
Rain si fece di fianco a Jack -Dicevi sul serio per il bustino?- Non capiva neanche lei stessa il perché di quella domanda. Lo voleva stuzzicare per vedere la sua reazione, oltre alle proprie guance che bollivano.
Jack sorrise furbamente, guardandola di sottecchi. 
-Certo, gioia! L'offerta è ancora valida, se ti interessa...- 
-Ti piacerebbe, eh?- 
-Beh, perché negarlo!- Ammise lui. 
-Perché altrimenti non ti comporteresti da pirata!- Rispose la ragazza, sorprendendolo. 
Jack si fermò all'istante e si piazzò di fronte a lei con uno strano luccichio negli occhi. 
-Ma non mi comporterei da bravo pirata nemmeno se negassi... è tipico di un pirata abbagliare e rimanere abbagliati da una donna, farle sentire desiderate, perciò...- precisò, intonando la voce e avanzando di un passo -se avessi negato, quindi "mentito come un pirata", quello che realmente volevo, sarei andato comunque contro i miei desideri che sono quelli di un pirata, contro quello che sono. Quindi avrei negato che un pirata fosse un pirata perché avrei rinunciato a ciò che un pirata vuole, comprendi? Negando ciò che non avrei mai negato a me stesso! Fa tutto parte della natura piratesca, tesoro!- Il tono decisamente basso e soave, simile ad un sussurro. 
Rain si sentiva avvampare come non mai! Tutto di lui l'aveva stregata, tutto! Come un pesce nella rete che, però, non opponeva resistenza cercando di scappare. 
Trovò la forza di pronunciare parola. 
-Cos'è che desideri di più al mondo, Jack?- soffiò in risposta, ingoiando faticosamente. 
Entrambi abbassarono lo sguardo sulla bussola aperta nella mano del pirata: l'ago puntava dritto verso Rain. 
Ritornarono a guardarsi negli occhi, e la distanza rimanente venne pian piano azzerata dal bel capitano. 
Le sue labbra, però, sfiorarono appena quelle della ragazza: voleva farla impazzire di attesa apposta per stuzzicarla, e stava ottenendo il suo risultato. 
All'improvviso la terra si scosse in un'altra violenta scossa, e, a causa dell'onda d'urto, Rain venne spinta definitivamente tra le braccia di Jack che perse l'equilibrio e cadde a terra,  ritrovandosela sopra, e finendo così anche per azzerare le ultime distanze tra le loro labbra in un veloce bacio accidentale. 
In quell'attimo la ragazza si sentì bloccata, attirata come da una calamita a quelle labbra che trovò meravigliosamente morbide e piacevoli! Vi poteva assaporare il sapore aromatico di rum che la inebriò, mandandola mentalmente alle stelle. Contemporaneamente era anche stata colta alla sprovvista.
Le parve che tutto andasse a rilento. 
Dopo che si staccarono Jack alzò un sopracciglio. 
-Non credevo di farti quest'effetto, tesoro!- Commentò compiaciuto, facendola arrossire più di quanto già non fosse: in effetti, quasi non c'era distinzione tra il colore della bandana del pirata e le guance di lei. Sentiva le sue mani che la tenevano per i fianchi.
Ancora peggio era il fatto che non erano più soli. 
-Jack! Lo chiamò Gibbs.
Voleva avvertirlo della scossa, quando si trovò di fronte a quella scena. 
-Ja...- Si bloccò all'istante, rimanendo a bocca semiaperta. 
I due giovani ancora a terra gli rivolsero un'occhiata sorpresa nel vederlo lì ed averli sorpresi.
-Se non chiudi la bocca temo che ti entreranno le mosche!- Ironizzò Jack per cambiare argomento. 
Gibbs parve riscuotersi, cercando di rammentare il motivo per li aveva raggiunti, e di dare poca importanza alla situazione attuale. 
-Ehm... capitano, avete sentito la scossa?- 
-No, guarda! Chissà perché ora mi trovo, dove, e come, mi trovo!- Terminò quello, sarcastico, nell'ultima frase fece un cenno con gli occhi verso Rain. 
Lei si alzò subito -S-si, abbiamo sentito la scossa. Siamo caduti per l'onda d'urto che mi aveva fatto perdere l'equilibrio e così Jack mi ha afferrata...- Spiegò con tutta la normalità di questo mondo. 
Il suo interlocutore annuì, seppur poco convinto. 
Poco dopo Jack volle proseguire la caccia alla baracca; chissà cosa sperava di trovarci di tanto importante, si domandò la ragazza. 
Il mastro la affiancò -Quindi avete perso l'equilibrio? Se lui non vi avesse afferrata al volo, avreste fatto proprio un bel volo!- 
Rain cercò di riuscire a contenere le sue emozioni ancora calde per quanto successo, ma era difficile. 
-S-si, proprio un bel volo, in effetti- Confermò, balbettando. 
Gibbs si accigliò -Forse è una mia impressione, ma, avete un colorito più acceso o sbaglio?- Sorrise appena. 
La poverina cominciò a sudare freddo, non sapeva che cavolo rispondere, ora. 
-Il capitano vi ha forse fatto qualcosa di male?- 
-No!- Rispose lei di getto, alzando di poco la voce, come se avesse sentito l'assurdità più grande del mondo, quasi da sorprenderlo. 
-No, no... non mi ha fatto niente...- 
Per fortuna le domande finirono lì, con grande sollievo della ragazza. Eh si, la situazione si stava complicando e non poco. 
"Accidenti!" Si disse mentalmente. 

Capitolo sei: 

Certe cose

non si scordano mai!

 

Rain continuava a giocherellare con la bottiglia di rum, ormai amava talmente troppo quella bevanda quasi da non poterne più fare a meno. E tutto questo grazie a chi, se non al suddetto pirata noto come capitan Jack Sparrow! 

Era davvero troppo incredibile l'effetto che le faceva! Chissà se prima di lei, perché sicuramente aveva conosciuto altre donne prima di lei, anche loro avevano provato la stessa cosa.

Ma difficilmente riusciva a credere il contrario. 

Un giorno da che lo conosceva, ne era bastato uno, per apportare già qualche cambiamento nel suo modo di essere. Jack faceva emergere il suo lato peggiore: quello selvaggio che le albergava dentro da sempre, di cui forse neanche sapeva l'esistenza e che, come ogni cosa selvaggia, doveva essere libera. 

Anche gli altri due se ne stavano tranquilli a tracannare la bevanda dorata. 

Ad un certo punto Rain balzò in piedi con uno scatto -Ne ho abbastanza di fare la naufraga!- Borbottò, portandosi la bottiglia alla bocca e finendo le ultime gocce di rum rimaste ed incamminandosi verso l'interno dell'isola.

-Che audacia! - Commentò sottovoce Gibbs, rivolto all'amico -Jack, credi sia effetto del rum?- 

-Il rum fa miracoli, amico mio!- Ammiccò quello -Non dire che non te l'ho mai detto!- 

Dopo due minuti la ragazza tornò a passo di marcia.Non disse nulla e prese la spada di Jack li vicino e riprese il cammino, come se niente fosse, lasciando quest'ultimo di sasso. 

Il capitano la fissò storto. -Ohi! Che devi fare?- 

Ma non ricevette nessuna risposta.

-Forse vuole andare in pace...- Mormorò il compare pirata. 

-Beh, poteva usare la pistola, in questo caso...- Riprese Sparrow, un misto di ironia e scetticismo, come se stesse dicendo un qualcosa come ovvio che sia. 

La osservarono per tutto il tempo fare su e giù con dei rami di palma tranciati. 

-Qualcosa mi dice che vuole costruire una zattera, capitano...- 

-Per me va bene, basta che non mi rovina la spada! Intanto schiaccio un pisolino, tu fai la guardia alla mia sciabola!- 

Gibbs protestò -Ma, capitano...?- 

-Sssh!- Lo rimproverò Jack, gesticolando. Nel mentre si sistemò a terra -L'ho barattata già troppe volte...- Si lamentò infine, più con se stesso. 

Il malcapitato rimase imbambolato; non gli restò altro da fare che eseguire l'ordine. 

Ore dopo... 

-Capitano? Capitano?! Jack Sparrow?!- 

-Capitan... Capitan Jack Sparrow, gioia...- Rispose il bel pirata, sussurrando ancora con gli occhi chiusi. 

Rain sospirò profondamente, alzando gli occhi al cielo, incrociando le braccia e scuotendo la testa. 

-Gioia?- Fece Gibbs, stupito. 

Jack aprì gli occhi, accorgendosi a chi aveva rivolto tale parola e fece una smorfia, scostandoselo da sopra. 

-Via, scio!- Accennò con le mani. 

Gli altri due si scambiarono un cenno d'intesa e annuirono. 

-Capitano, abbiamo un'ottima notizia!- 

-Mi ritroverò la mia amata Perla sana e salva e carica di rum?- Tentò. 

-Ehm... no...- Ammise l'altro, balbettando. 

-Ma è la cosa migliore dopo di questa!- Sorrise. 

-Abbiamo una scialuppa, Jack!- Affermò Rain. 

Poco lontano da loro, infatti, si ergeva una zattera fatta di rami di palma. 

Jack la osservò scettico. Si avvicinò e ci girò intorno, a tratti tastandola. 

-Per le vele non preoccuparti, ci sono anche quelle!- 

-Oh, ti toglierai anche il bustino?- Chiese speranzoso il capitano. 
La giovane fece finta di non aver sentito, sebbene rossa in viso, e prese un telo grigiastro. 

-Dove l'avete trovato?- Domandò Gibbs, avanzando di un passo. 

-Vagando ho trovato una specie di baracca, perché?- 

-Dove si trova questa baracca?- S'intromise Jack, d'un tratto serio. 

-Beh... non ricordo dove, ci sono arrivata per caso... ma perché?- Ripeté Rain. 

Poco dopo lei e Sparrow vagavano nuovamente per l'interno dell'isola, quest'ultimo utilizzando la sua bussola. 

Rain era curiosa di sapere il motivo per il tanto interesse per la baracca... 

Poi si fece di fianco a Jack -Dicevi sul serio per il bustino?- Non capiva neanche lei stessa il perché di quella domanda. Lo voleva stuzzicare per vedere la sua reazione, oltre alle proprie guance che bollivano.

Jack sorrise furbamente, guardandola di sottecchi. 

-Certo, gioia! L'offerta è ancora valida, se ti interessa...- 

-Ti piacerebbe, eh?- 

-Beh, perché negarlo!- Ammise lui. 

-Perché altrimenti non ti comporteresti da pirata!- Rispose la ragazza, sorprendendolo. 

Jack si fermò all'istante e si piazzò di fronte a lei con uno strano luccichio negli occhi. 

-Ma non mi comporterei da bravo pirata nemmeno se negassi... è tipico di un pirata abbagliare e rimanere abbagliati da una donna, farle sentire desiderate, perciò...- precisò, intonando la voce e avanzando di un passo -se avessi negato, quindi "mentito come un pirata", quello che realmente volevo, sarei andato comunque contro i miei desideri che sono quelli di un pirata, contro quello che sono. Quindi avrei negato che un pirata fosse un pirata perché avrei rinunciato a ciò che un pirata vuole, comprendi? Negando ciò che non avrei mai negato a me stesso! Fa tutto parte della natura piratesca, tesoro!- Il tono decisamente basso e soave, simile ad un sussurro. 

Rain si sentiva avvampare come non mai! Tutto di lui l'aveva stregata, tutto!

Come un pesce nella rete che, però, non opponeva resistenza cercando di scappare. 

Trovò la forza di pronunciare parola. 

-Cos'è che desideri di più al mondo, Jack?- soffiò in risposta, ingoiando faticosamente. 

Entrambi abbassarono lo sguardo sulla bussola aperta nella mano del pirata: l'ago puntava dritto verso Rain. 

Ritornarono a guardarsi negli occhi, e la distanza rimanente venne pian piano azzerata dal bel capitano. 

Le sue labbra, però, sfiorarono appena quelle della ragazza: voleva farla impazzire di attesa apposta per stuzzicarla, e stava ottenendo il suo risultato. 

All'improvviso la terra si scosse in un'altra violenta scossa, e, a causa dell'onda d'urto, Rain venne spinta definitivamente tra le braccia di Jack che perse l'equilibrio e cadde a terra,  ritrovandosela sopra, e finendo così anche per azzerare le ultime distanze tra le loro labbra in un veloce bacio accidentale. 

In quell'attimo la ragazza si sentì bloccata, attirata come da una calamita a quelle labbra che trovò meravigliosamente morbide e piacevoli! Vi poteva assaporare il sapore aromatico di rum che la inebriò, mandandola mentalmente alle stelle. Contemporaneamente era anche stata colta alla sprovvista.

Le parve che tutto andasse a rilento. 

Dopo che si staccarono Jack alzò un sopracciglio. 

-Non credevo di farti quest'effetto, tesoro!- Commentò compiaciuto, facendola arrossire più di quanto già non fosse: in effetti, quasi non c'era distinzione tra il colore della bandana del pirata e le guance di lei. Sentiva le sue mani che la tenevano per i fianchi.

Ancora peggio era il fatto che non erano più soli. 

-Jack! Lo chiamò Gibbs.

Voleva avvertirlo della scossa, quando si trovò di fronte a quella scena. 

-Ja...- Si bloccò all'istante, rimanendo a bocca semiaperta. 

I due giovani ancora a terra gli rivolsero un'occhiata sorpresa nel vederlo lì ed averli sorpresi.

-Se non chiudi la bocca temo che ti entreranno le mosche!- Ironizzò Jack per cambiare argomento. 

Gibbs parve riscuotersi, cercando di rammentare il motivo per li aveva raggiunti, e di dare poca importanza alla situazione attuale. 

-Ehm... capitano, avete sentito la scossa?- 

-No, guarda! Chissà perché ora mi trovo, dove, e come, mi trovo!- Terminò quello, sarcastico, nell'ultima frase fece un cenno con gli occhi verso Rain. 

Lei si alzò subito -S-si, abbiamo sentito la scossa. Siamo caduti per l'onda d'urto che mi aveva fatto perdere l'equilibrio e così Jack mi ha afferrata...-

Spiegò con tutta la normalità di questo mondo. 

Il suo interlocutore annuì, seppur poco convinto. 

Poco dopo Jack volle proseguire la caccia alla baracca; chissà cosa sperava di trovarci di tanto importante, si domandò la ragazza. 

Il mastro la affiancò -Quindi avete perso l'equilibrio? Se lui non vi avesse afferrata al volo, avreste fatto proprio un bel volo!- 

Rain cercò di riuscire a contenere le sue emozioni ancora calde per quanto successo, ma era difficile. 

-S-si, proprio un bel volo, in effetti- Confermò, balbettando. 

Gibbs si accigliò -Forse è una mia impressione, ma, avete un colorito più acceso o sbaglio?- Sorrise appena. 

La poverina cominciò a sudare freddo, non sapeva che cavolo rispondere, ora. 

-Il capitano vi ha forse fatto qualcosa di male?- 

-No!- Rispose lei di getto, alzando di poco la voce, come se avesse sentito l'assurdità più grande del mondo, quasi da sorprenderlo. 

-No, no... non mi ha fatto niente...- 

Per fortuna le domande finirono lì, con grande sollievo della ragazza. Eh si, la situazione si stava complicando e non poco. 

"Accidenti!" Si disse mentalmente. 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Ritorno sulla Queen Ann's revenge ***


Capitolo sette: 

Ritorno sulla

Queen Ann's revenge

 

 

Rain non riusciva a crederci! Tutto quell'andare tra foglie, animaletti di non si sa che specie e accidenti varie, per poi aggiungerci "l'incidente", se così voleva essere, per delle casse di altro rum? Era inconcepibile! 
Avevano una zattera di legno, non un veliero, quindi poteva portare o loro o le casse. 
-Jack, ma è proprio necessario?- Borbottò. 
-Sono di vitale importanza, gioia, e poi perché ti lamenti? Credevo che anche tu andassi pazza per il rum, o era tutta una farsa? Perché nel caso mi offenderei!- Rispose il capitano, abbracciando una cassa neanche fosse sua madre. 
-Si, è vero, ma... la zattera può portare o noi o il tuo dannatissimo rum!- 
Durante il loro chiacchierare, il povero Gibbs provava ad intervenire per chiedere aiuto con il trasporto delle bottiglie, essendo in difficoltà. Ma a nulla valsero i suoi richiami: i due continuavano a contendere il posto per la zattera.
-Allora mettiamo le casse sulla zattera e noi la spingiamo nuotando, visto che mancano i remi!- precisò Jack, con un sorrisetto a decorare il suo bellissimo viso. 
-Mastro Gibbs, forza con quelle casse! Animo!- rimproverò poi l'altro pirata. 
-Si, si capitano!- rispose quello, sbuffando, mantenendo due casse con le mani e tenendole ferme col mento, il che gli rendeva particolarmente difficile parlare. 
La giovane continuò a protestare vedendo ulteriori casse di rum. 
-Jack ora basta!- gli si parò davanti, bloccandolo. 
-No- replicò lui, impuntandosi come un bambino capriccioso.
-Si- 
-No- 
-La zattera l'ho costruita io e quindi è mia! Io decido!- 
-E se ti dessi un bacio e tu in cambio mi fai portare le casse? Non dirmi che prima non ti è piaciuto, carina!- le fece l'occhiolino. 
-Come prego?!- mormorò lei allibita. 
In quello stesso momento Gibbs fece un volo finendo col muso e tutte le casse con lui, in acqua. 
Eppure nessuno sembrò importarsene. 
Rain non aveva la forza né di parlare né di tirargli un ceffone se avesse voluto. Quel pirata dannatamente affascinante non finiva mai di stupirla, purtroppo. 
Sapeva che la stava mettendo alla prova, ma non volle cedere e dimostrarsi così la solita ragazzina che cedeva al fascino di un uomo, dandogliela vinta. Jack aveva sbagliato persona seppur l'avesse affascinata come non mai, anche se non era poi così sicura che per lui fosse lo stesso. 
-Una cassa- 
Lui appese il labbro tenero come un pesce cane bastonato. 
-Due- 
-Si!- sussurrò il pirata, trionfante.
Tuttavia la ragazza gli puntò l'indice contro -Non una cassa di più, chiaro? E potresti almeno dire grazie, eh!- 
Jack dopo aver posato il barile sul legno, le si avvicinò diretto e mettendole la mano dietro la nuca le diede un bacio, cogliendola per la stra-ennesima volta di sorpresa. 
-Grazie cara, ti adoro!- 
Poi si decise ad aiutare l'amico, giusto un tantino in difficoltà, lasciando stavolta la poveretta un po' in difficoltà. 
-Capitano, ma cosa avete fatto a quella povera damigella?- sussurrò mastro Gibbs a Jack, il quale stringeva la cassa con le braccia e le gambe, mentre galleggiavano a largo sulla canoa. 
-Uffa! Ma perché date sempre la colpa a me?!- sbraitò quest'ultimo. 
-Beh... da che vi conosco, non avete portato sempre buone arie tra i vivi- 
Gibbs dovette far sparire la risata, data l'occhiataccia che aveva ricevuto da Sparrow. 
Rain spalancò gli occhi davanti a sé. 
-Non credo che noi lo saremo ancora per molto...- fece.
Davanti a loro infatti un'enorme vascello stava per investirli. 
-Oh, di nuovo- 
-Capitano! Nave a dritta!- 
Urlò il vecchio pirata. 
-E tu buttati di lato!- Sintetizzò quello in risposta.  
-Da quale lato?- 
-La volete finire?- intervenne la ragazza, esasperata. 
Così si buttarono in acqua appena in tempo. 
-Dov'è la mia cassettina, adorata dolce cassettina?- 
-Lascia perdere quella dannata cassa!- sbottò lei.
-Maledetta Queen Ann's revenge!- 
A quel nome Rain si sentì accapponare la pelle. 
-La nave di...- 
-Ex- la corresse Gibbs. -Barbanera, ma non credo che qualcuno ne sentirà la mancanza, sapete?- 
-Ohi, aggrappatevi alle reti!- ordinò Jack, afferrandone una. 
Gli altri due lo imitarono, non potendo fare altrimenti. 
Si sentiva il baccano della ciurma al disopra della nave. 
-Capitano, clandestini! Ehi, ma io ti conosco- urlò uno di loro, che poco dopo corse dal capitano. 
-Che succede mastro Scrum?- 
Chiese costui bruscamente. 
-Clandestini, capitano... bisogna tirarli su prima che diventino mangime per chissà quale bestia orribile, non credete?- 
-Clandestini, bene! Tirateli su e... non è possibile...- non riuscì a completare la frase a causa di ciò che vide. 

Rain non riusciva a crederci! Tutto quell'andare tra foglie, animaletti di non si sa che specie e accidenti varie, per poi aggiungerci "l'incidente", se così voleva essere, per delle casse di altro rum? Era inconcepibile! 
Avevano una zattera di legno, non un veliero, quindi poteva portare o loro o le casse. 
-Jack, ma è proprio necessario?- Borbottò. 
-Sono di vitale importanza, gioia, e poi perché ti lamenti? Credevo che anche tu andassi pazza per il rum, o era tutta una farsa? Perché nel caso mi offenderei!- Rispose il capitano, abbracciando una cassa neanche fosse sua madre. 
-Si, è vero, ma... la zattera può portare o noi o il tuo dannatissimo rum!- 
Durante il loro chiacchierare, il povero Gibbs provava ad intervenire per chiedere aiuto con il trasporto delle bottiglie, essendo in difficoltà. Ma a nulla valsero i suoi richiami: i due continuavano a contendere il posto per la zattera.
-Allora mettiamo le casse sulla zattera e noi la spingiamo nuotando, visto che mancano i remi!- precisò Jack, con un sorrisetto a decorare il suo bellissimo viso. 
-Mastro Gibbs, forza con quelle casse! Animo!- rimproverò poi l'altro pirata. 
-Si, si capitano!- rispose quello, sbuffando, mantenendo due casse con le mani e tenendole ferme col mento, il che gli rendeva particolarmente difficile parlare. 
La giovane continuò a protestare vedendo ulteriori casse di rum. 
-Jack ora basta!- gli si parò davanti, bloccandolo. 
-No- replicò lui, impuntandosi come un bambino capriccioso.
-Si- 
-No- 
-La zattera l'ho costruita io e quindi è mia! Io decido!- 
-E se ti dessi un bacio e tu in cambio mi fai portare le casse? Non dirmi che prima non ti è piaciuto, carina!- le fece l'occhiolino. 
-Come prego?!- mormorò lei allibita. 
In quello stesso momento Gibbs fece un volo finendo col muso e tutte le casse con lui, in acqua. Eppure nessuno sembrò importarsene. 
Rain non aveva la forza né di parlare né di tirargli un ceffone se avesse voluto. Quel pirata dannatamente affascinante non finiva mai di stupirla, purtroppo. 
Sapeva che la stava mettendo alla prova, ma non volle cedere e dimostrarsi così la solita ragazzina che cedeva al fascino di un uomo, dandogliela vinta. Jack aveva sbagliato persona seppur l'avesse affascinata come non mai, anche se non era poi così sicura che per lui fosse lo stesso. 
-Una cassa- 
Lui appese il labbro tenero come un pesce cane bastonato. 
-Due- 
-Si!- sussurrò il pirata, trionfante.
Tuttavia la ragazza gli puntò l'indice contro -Non una cassa di più, chiaro? E potresti almeno dire grazie, eh!- 
Jack dopo aver posato il barile sul legno, le si avvicinò diretto e mettendole la mano dietro la nuca le diede un bacio, cogliendola per la stra-ennesima volta di sorpresa. 
-Grazie cara, ti adoro!- 
Poi si decise ad aiutare l'amico, giusto un tantino in difficoltà, lasciando stavolta la poveretta un po' in difficoltà. 
-Capitano, ma cosa avete fatto a quella povera damigella?- sussurrò mastro Gibbs a Jack, il quale stringeva la cassa con le braccia e le gambe, mentre galleggiavano a largo sulla canoa. 
-Uffa! Ma perché date sempre la colpa a me?!- sbraitò quest'ultimo. 
-Beh... da che vi conosco, non avete portato sempre buone arie tra i vivi- 
Gibbs dovette far sparire la risata, data l'occhiataccia che aveva ricevuto da Sparrow. 
Rain spalancò gli occhi davanti a sé. 
-Non credo che noi lo saremo ancora per molto...- fece.
Davanti a loro infatti un'enorme vascello stava per investirli. 
-Oh, di nuovo- 
-Capitano! Nave a dritta!- Urlò il vecchio pirata. 
-E tu buttati di lato!- Sintetizzò quello in risposta.  
-Da quale lato?- 
-La volete finire?- intervenne la ragazza, esasperata. 
Così si buttarono in acqua appena in tempo. 
-Dov'è la mia cassettina, adorata dolce cassettina?- 
-Lascia perdere quella dannata cassa!- sbottò lei.
-Maledetta Queen Ann's revenge!- 
A quel nome Rain si sentì accapponare la pelle. 
-La nave di...- 
-Ex- la corresse Gibbs. -Barbanera, ma non credo che qualcuno ne sentirà la mancanza, sapete?- 
-Ohi, aggrappatevi alle reti!- ordinò Jack, afferrandone una. 
Gli altri due lo imitarono, non potendo fare altrimenti. 
Si sentiva il baccano della ciurma al disopra della nave. 
-Capitano, clandestini! Ehi, ma io ti conosco- urlò uno di loro, che poco dopo corse dal capitano. 
-Che succede mastro Scrum?- Chiese costui bruscamente. 
-Clandestini, capitano... bisogna tirarli su prima che diventino mangime per chissà quale bestia orribile, non credete?- 
-Clandestini, bene! Tirateli su e... non è possibile...- non riuscì a completare la frase a causa di ciò che vide. 




 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Caro papà ***


Capitolo otto: 

Caro papà

 

 

Barbossa era senza parole per la prima volta nella sua vita. Tutto ma non quello, tutto ma non quello, continuava a ripetergli il cervello. 
La sorpresa fece rimanere di stucco anche Rain -Cosa...?- boccheggiò. 
-Che mi si perdesse anche l'altra gamba all'istante- sentenziò Hector. 
-Dopo come cammini?- disse tra l'ironico ed il serio Jack, di lui però si udì solo la voce dato che si era nascosto dietro la ragazza e Gibbs.
Tuttavia nessuno sembrò fare caso alle sue solite stupidaggini. 
-Rain!- continuò l'altro pirata. 
Fu a quel punto che Sparrow sbucò solo con la testa -Vi conoscete?- chiese, esibendo un sorrisino a trentadue denti. 
-Jack lui è mio padre- rispose la ragazza, non sapendo come comportarsi. 
Il bel capitano a quelle parole si strozzò con la sua stessa aria. Non si poté dire che anche il mastro non fece lo stesso.
-Padre... intendi padre, padre?- 
-Certo!- 
-Sparrow, nella mia cabina, subito!- ordinò Barbossa. -L'altro in cella- 
-In cabina no, l'ultima volta che sono stato convocato in una cabina non è andata molto bene!- protestò Jack, diretto. 
-Anche per me, in cella intendo- piagniucolò il compare. 
-Un momento, vi conoscete tutti?- intervenne Rain, non capendoci più nulla. 
-Fila in cabina, ora! Altrimenti stavolta ti andrà peggio!- 
Vedendo gli sguardi quasi omicidi della ragazza e del suo ex arcinemico, il pirata decise che era meglio obbedire. 
-Mi è venuta voglia di andare in cabina, sapete?- 
-Sto provando una certa simpatia per le prigioni- aggiunse Gibbs. 
Quando furono soli, padre e figlia riuscirono ad avere una conversazione decente.
-Figlia, una cosa... ma tra tutti i malviventi che esistono, proprio questi due dovevi scegliere?- 
-Anche tu mi devi delle spiegazioni, padre- 
Hector riconobbe la verità in quella breve frase, purtroppo. 
-Quindi tu facevi parte della ciurma di Jack, e poi ti sei ammutinato?- ripeté Rain, mentre camminava col padre sul ponte della nave. 
-Precisamente- 
-Pirati...- ridacchiò lei. 
Poi la domanda le sorse spontanea; si fermò ad certo punto. 
-Padre, come avete perso la gamba? Ha a che fare con la nave in bottiglia, vero?- 
Barbossa abbassò il capo, gettando una rapida occhiata alla gamba di legno che gli riportava alla mente alcuni dei peggiori ricordi. 
-È stato Barbanera ha togliermi la nave per cui avrei dato persino la vita, in questo caso un arto- spiegò amaramente e con disprezzo. 
La giovane rabbrividì a quelle parole: il padre doveva aver sofferto molto. 
-Non ho idea di dove sia la Perla, ora- concluse rassegnato. 
-Se vi dicessi che so dove si trovi? E che esista una possibilità per farla tornare al suo splendore?- ribadì Rain, accendendosi di speranza. 
Hector per un attimo si illuminò. 
-Però! Mi dovete promettere che se ve lo dico e se l'impresa va a buon fine, lascerete la Perla al suo legittimo capitano: Jack Sparrow!- 
Queste erano le serie condizioni imposte dalla ragazza, e, seppur scomode, Barbossa le accettò. 
-Non comportatevi come il pirata che siete, padre, almeno con la vostra unica figlia. Ve lo chiedo per favore- 
-Hai la mia parola, Rain...-
Non stava bluffando: lei era la cosa più cara che aveva e l'averla lasciata anni prima da bambina, era la dimostrazione di proteggerla da una vita fatta di pirati, battaglie e strani esseri marini. 
-Solo se starai alla larga da quell'ubriacone, e purtroppo, riconosco, geniale, pirata- aggiunse, ponendo anche le proprie regole, facendola ridere solo per nascondere l'agitazione dovuta al ricordo degli, accidentali e non, sbaciucchiamenti con il capitano. 
-Suppongo conosciate la leggenda dell'isola fantasma...- iniziò. 
-Barbossa...- sbuffò Gibbs. 
-Dovunque si va lo si incontra sempre.- 
Jack non rispondeva: era rannicchiato con la schiena al muro e con entrambe le mani faceva dondolare la Perla come fosse, appunto, una nave in bottiglia. 
L'amico lo affiancò -Pensi di dirlo al buon vecchio Hector?- gli domandò. 
-E perché dovrei farlo- 
-Da una parte hai ragione... ma conta il fatto che non siamo più a corto di una nave e potrebbe essere una garanzia- 
Il capitano ci rifletté, e si posizionò frontalmente all'altro pirata. 
-L'avrei fatto se non avessi scoperto quel piccolissimo famigliarissimo dettaglio sulla graziosa damigella- 
Dopodiché tornò a giocare con la bottiglia. 
-Scusa Jack, ma perché quello che abbiamo scoperto sulla ragazza dovrebbe risultare un problema?- Gibbs non riusciva a spiegarselo, ma poi gli venne una strana ipotesi, ma trattandosi del capitano Jack Sparrow, tutto era possibile. 
-Ti sei preso una cotta per lei?- 
-Io?- finse di stupirsi Sparrow.
-Proprio tu!- 
-Scherzi, forse? Amico, ricorda che con le donne meno ci hai a che fare e meglio è! Devo ribadirti tutte le mie esperienze, forse?- 
-Direi che è meglio di no...- tagliò corto il mastro. 
-Forse è meglio se ci ripenso sul fatto di fare nuovi accordi con il caro papà- dedusse alla fine Jack.

Barbossa era senza parole per la prima volta nella sua vita. Tutto ma non quello, tutto ma non quello, continuava a ripetergli il cervello. 

La sorpresa fece rimanere di stucco anche Rain -Cosa...?- boccheggiò. 

-Che mi si perdesse anche l'altra gamba all'istante- sentenziò Hector. 

-Dopo come cammini?- disse tra l'ironico ed il serio Jack, di lui però si udì solo la voce dato che si era nascosto dietro la ragazza e Gibbs.

Tuttavia nessuno sembrò fare caso alle sue solite stupidaggini. 
-Rain!- continuò l'altro pirata. 

Fu a quel punto che Sparrow sbucò solo con la testa -Vi conoscete?- chiese, esibendo un sorrisino a trentadue denti. 

-Jack lui è mio padre- rispose la ragazza, non sapendo come comportarsi. 
Il bel capitano a quelle parole si strozzò con la sua stessa aria. Non si poté dire che anche il mastro non fece lo stesso.

-Padre... intendi padre, padre?- 

-Certo!- 

-Sparrow, nella mia cabina, subito!- ordinò Barbossa. -L'altro in cella- 

-In cabina no, l'ultima volta che sono stato convocato in una cabina non è andata molto bene!- protestò Jack, diretto. 

-Anche per me, in cella intendo- piagniucolò il compare. 

-Un momento, vi conoscete tutti?- intervenne Rain, non capendoci più nulla. 
-Fila in cabina, ora! Altrimenti stavolta ti andrà peggio!- 

Vedendo gli sguardi quasi omicidi della ragazza e del suo ex arcinemico, il pirata decise che era meglio obbedire. 

-Mi è venuta voglia di andare in cabina, sapete?- 

-Sto provando una certa simpatia per le prigioni- aggiunse Gibbs. 


Quando furono soli, padre e figlia riuscirono ad avere una conversazione decente.

-Figlia, una cosa... ma tra tutti i malviventi che esistono, proprio questi due dovevi scegliere?- 

-Anche tu mi devi delle spiegazioni, padre- 

Hector riconobbe la verità in quella breve frase, purtroppo. 

-Quindi tu facevi parte della ciurma di Jack, e poi ti sei ammutinato?- ripeté

Rain, mentre camminava col padre sul ponte della nave. 

-Precisamente- 

-Pirati...- ridacchiò lei. 

Poi la domanda le sorse spontanea; si fermò ad certo punto. 

-Padre, come avete perso la gamba? Ha a che fare con la nave in bottiglia, vero?- 

Barbossa abbassò il capo, gettando una rapida occhiata alla gamba di legno che gli riportava alla mente alcuni dei peggiori ricordi. 

-È stato Barbanera ha togliermi la nave per cui avrei dato persino la vita, in questo caso un arto- spiegò amaramente e con disprezzo. 

La giovane rabbrividì a quelle parole: il padre doveva aver sofferto molto. 

-Non ho idea di dove sia la Perla, ora- concluse rassegnato. 

-Se vi dicessi che so dove si trovi? E che esista una possibilità per farla tornare al suo splendore?- ribadì Rain, accendendosi di speranza. 

Hector per un attimo si illuminò. 

-Però! Mi dovete promettere che se ve lo dico e se l'impresa va a buon fine, lascerete la Perla al suo legittimo capitano: Jack Sparrow!- 

Queste erano le serie condizioni imposte dalla ragazza, e, seppur scomode, Barbossa le accettò. 

-Non comportatevi come il pirata che siete, padre, almeno con la vostra unica figlia. Ve lo chiedo per favore- 

-Hai la mia parola, Rain...-

Non stava bluffando: lei era la cosa più cara che aveva e l'averla lasciata anni prima da bambina, era la dimostrazione di proteggerla da una vita fatta di pirati, battaglie e strani esseri marini. 

-Solo se starai alla larga da quell'ubriacone, e purtroppo, riconosco, geniale, pirata- aggiunse, ponendo anche le proprie regole, facendola ridere solo per nascondere l'agitazione dovuta al ricordo degli, accidentali e non, sbaciucchiamenti con il capitano.

-Suppongo conosciate la leggenda dell'isola fantasma...- iniziò. 


-Barbossa...- sbuffò Gibbs. 

-Dovunque si va lo si incontra sempre.- 

Jack non rispondeva: era rannicchiato con la schiena al muro e con entrambe le mani faceva dondolare la Perla come fosse, appunto, una nave in bottiglia. 

L'amico lo affiancò -Pensi di dirlo al buon vecchio Hector?- gli domandò. 

-E perché dovrei farlo- 

-Da una parte hai ragione... ma conta il fatto che non siamo più a corto di una nave e potrebbe essere una garanzia- 

Il capitano ci rifletté, e si posizionò frontalmente all'altro pirata. 

-L'avrei fatto se non avessi scoperto quel piccolissimo famigliarissimo dettaglio sulla graziosa damigella- 

Dopodiché tornò a giocare con la bottiglia. 

-Scusa Jack, ma perché quello che abbiamo scoperto sulla ragazza dovrebbe risultare un problema?- Gibbs non riusciva a spiegarselo, ma poi gli venne una strana ipotesi, ma trattandosi del capitano Jack Sparrow, tutto era possibile. 

-Ti sei preso una cotta per lei?- 

-Io?- finse di stupirsi Sparrow.

-Proprio tu!- 

-Scherzi, forse? Amico, ricorda che con le donne meno ci hai a che fare e meglio è! Devo ribadirti tutte le mie esperienze, forse?- 

-Direi che è meglio di no...- tagliò corto il mastro. 

-Forse è meglio se ci ripenso sul fatto di fare nuovi accordi con il caro papà- dedusse alla fine Jack.



 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** La giusta rotta ***


Capitolo nove:

La giusta rotta 

 


 

La Queen Ann's revenge galleggiava nel mare placido e piatto. 
Jack e Gibbs si erano addormentati nella cella quando Rain scese da loro con due bottiglia di rum. 
Sorrise; le dispiaceva svegliarli ma era necessario. 
-Jack? Jack svegliati- 
-Mmh, voglio il rum...- soffiò lui nel sonno. 
-Se ti dicessi che ne ho una bottiglia?- 
-Ah bene... e? Cosa?- si svegliò di soprassalto il capitano. 
Dopo qualche minuto si accorse della presenza della ragazza oltre le sbarre della prigione. 
-Ma guarda, abbiamo visite, e a cosa è dovuta codesta cosa?- aggiunse tra il sarcastico e l'ironico. 
Lei sospirò -Vi faccio uscire- iniziò a prendere le chiavi. 
-Dimmi, il tuo affezionato papino è d'accordo nel riaverci tra le scatole? Altrimenti vuol dire che c'è qualcosa sotto- 
-Vuoi uscire o no?- poi gli mostrò il rum e gli occhi di Jack si illuminarono come quelli di un cagnolino davanti al proprio osso. 
-Ma guarda che sorpresa! Eh.. una bottiglia a testa?- 
-No... una è per Gibbs.- un sorrisino di scuse all'angolo della bocca. 
-Beh, credo però che dovrai berle tu, gioia, tuo padre non sarebbe contento- 
-Ma io si- rispose Rain, seria. 
Dopo aver lasciato una bottiglia a Gibbs che ancora dormiva, i due salirono sul ponte. 
Jack si avvicinò un istante al parapetto, ammirato: il panorama che offriva il sole al tramonto sul mare era uno spettacolo da brivido. 
La ragazza lo affiancò. 
-Poche volte nella vita ho visto una cosa talmente bella come questa- disse il capitano. 
-Le meraviglie della natura sono sempre le migliori, Jack.- 
A quella risposta lui si voltò a guardarla senza che se ne accorgesse, troppo impegnata a fissare il tramonto. Notò il suo viso illuminato dai raggi infuocati del sole, gli occhi brillavano ed i capelli biondi erano mossi dalla leggera brezza al sapore di mare. Era più bella di Calypso in tutta la sua potenza. 
Peccato che quell'idillio si dissolse quasi subito e Jack tornò quello di sempre, portandosi il boccale di rum alle labbra e allontanandosi. 
Non poteva permettersi troppe smancerie. 
-Jack- Lo chiamò Rain, raggiungendolo. 
-Tu sai come ottenere ciò che desideri, vero?- 
-Vorresti usare la mia bussola, vero?- ribatté lui, sempre più schivo. 
Ad un tratto alcuni uomini lo bloccarono mentre Barbossa gli prese la bussola senza alcuna difficoltà. 
-Padre non...- interferì la figlia, invano. 
-Abbiamo quello che volevamo mia cara figlia. Ottimo lavoro- 
Quello che la giovane ottenne fu uno sguardo di disprezzo da Jack. 
-Avevo dedotto che c'era qualcosa sotto, ma figurati...- bevve un sorso prima di continuare -complimenti, cara, complimenti. L'arte della pirateria ti calza a pennello.- detto questo, scagliò la bottiglia ormai vuota a terra; il vetro si ruppe in mille pezzi. 
-Preferisco tornare in prigione, qui l'aria comincia ad essere irrespirabile. Capitano, my lady, con il vostro permesso- 
-Quelli come lui meritano questo, Rain, credimi- la rassicurò Barbossa. 
La ragazza però non era esattamente dello stesso parere, ma non osò replicare. 
Il capitano aprì la bussola e vide l'ago puntare in avanti dopo un piccolo giro. Avevano una rotta. 
-Ciurma, fate rotta verso la mappa, ahahah- 
Rain restò li, immobile dopo che il padre le lasciò l'oggetto. 
Vide l'ago cambiare subito direzione quando fu tra le sue mani. Aveva rovinato tutto, non era così che voleva andassero le cose. 
-Jack... ma?- esclamò Gibbs vedendo l'amico rientrare in cella. 
-Va tutto bene?- 
-A meraviglia, perché?- rispose il pirata, soffiandogli la bottiglia tra le mani. 
-La tua damigella si è fatta viva?- 
-Non è la mia damigella! Sai, forse è una cosa buona che gli esseri umani di natura femminile non abbiano a che fare con la pirateria!- 
Si sdraiò di lato, deciso a non essere disturbato. 

La Queen Ann's revenge galleggiava nel mare placido e piatto. 

Jack e Gibbs si erano addormentati nella cella quando Rain scese da loro con due bottiglia di rum. 

Sorrise; le dispiaceva svegliarli ma era necessario. 

-Jack? Jack svegliati- 

-Mmh, voglio il rum...- soffiò lui nel sonno. 

-Se ti dicessi che ne ho una bottiglia?- 

-Ah bene... e? Cosa?- si svegliò di soprassalto il capitano. 

Dopo qualche minuto si accorse della presenza della ragazza oltre le sbarre della prigione. 

-Ma guarda, abbiamo visite, e a cosa è dovuta codesta cosa?- aggiunse tra il sarcastico e l'ironico. 

Lei sospirò -Vi faccio uscire- iniziò a prendere le chiavi. 

-Dimmi, il tuo affezionato papino è d'accordo nel riaverci tra le scatole?Altrimenti vuol dire che c'è qualcosa sotto- 

-Vuoi uscire o no?- poi gli mostrò il rum e gli occhi di Jack si illuminarono come quelli di un cagnolino davanti al proprio osso. 

-Ma guarda che sorpresa! Eh.. una bottiglia a testa?- 

-No... una è per Gibbs.- un sorrisino di scuse all'angolo della bocca. 

-Beh, credo però che dovrai berle tu, gioia, tuo padre non sarebbe contento- 

-Ma io si- rispose Rain, seria. 

Dopo aver lasciato una bottiglia a Gibbs che ancora dormiva, i due salirono sul ponte. 

Jack si avvicinò un istante al parapetto, ammirato: il panorama che offriva il sole al tramonto sul mare era uno spettacolo da brivido. 

La ragazza lo affiancò. 

-Poche volte nella vita ho visto una cosa talmente bella come questa- disse il capitano. 

-Le meraviglie della natura sono sempre le migliori, Jack.- 

A quella risposta lui si voltò a guardarla senza che se ne accorgesse, troppo impegnata a fissare il tramonto. Notò il suo viso illuminato dai raggi infuocati del sole, gli occhi brillavano ed i capelli biondi erano mossi dalla leggera brezza al sapore di mare. Era più bella di Calypso in tutta la sua potenza. 

Peccato che quell'idillio si dissolse quasi subito e Jack tornò quello di sempre, portandosi il boccale di rum alle labbra e allontanandosi. 
Non poteva permettersi troppe smancerie. 

-Jack- Lo chiamò Rain, raggiungendolo. 

-Tu sai come ottenere ciò che desideri, vero?- 

-Vorresti usare la mia bussola, vero?- ribatté lui, sempre più schivo. 

Ad un tratto alcuni uomini lo bloccarono mentre Barbossa gli prese la bussola senza alcuna difficoltà. 

-Padre non...- interferì la figlia, invano. 

-Abbiamo quello che volevamo mia cara figlia. Ottimo lavoro- 

Quello che la giovane ottenne fu uno sguardo di disprezzo da Jack. 

-Avevo dedotto che c'era qualcosa sotto, ma figurati...- bevve un sorso prima di continuare -complimenti, cara, complimenti. L'arte della pirateria ti calza a pennello.- detto questo, scagliò la bottiglia ormai vuota a terra; il vetro si ruppe in mille pezzi. 

-Preferisco tornare in prigione, qui l'aria comincia ad essere irrespirabile.

Capitano, my lady, con il vostro permesso- 

-Quelli come lui meritano questo, Rain, credimi- la rassicurò Barbossa. 

La ragazza però non era esattamente dello stesso parere, ma non osò replicare. 

Il capitano aprì la bussola e vide l'ago puntare in avanti dopo un piccolo giro. Avevano una rotta. 

-Ciurma, fate rotta verso la mappa, ahahah- 

Rain restò li, immobile dopo che il padre le lasciò l'oggetto. 

Vide l'ago cambiare subito direzione quando fu tra le sue mani. Aveva rovinato tutto, non era così che voleva andassero le cose. 


-Jack... ma?- esclamò Gibbs vedendo l'amico rientrare in cella. 

-Va tutto bene?- 

-A meraviglia, perché?- rispose il pirata, soffiandogli la bottiglia tra le mani. 

-La tua damigella si è fatta viva?- 

-Non è la mia damigella! Sai, forse è una cosa buona che gli esseri umani di natura femminile non abbiano a che fare con la pirateria!- 

Si sdraiò di lato, deciso a non essere disturbato. 










 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Pintel e Ragetti ***


Capitolo dieci: 

Pintel e Ragetti 

 


 

Rain era distratta mentre suo padre Barbossa le spiegava tutto il piano. 
-Rain? Rain mi stai ascoltando?- 
-Cosa? Ehm, si, si- rispose la ragazza con aria quasi assente. 
Sapeva che difficilmente poteva mentire a suo padre. 
-Rain cos'hai? Sparrow ti ha fatto qualcosa?- 
-No!- disse immediatamente, al sentire quel nome, difendendolo.
-Sono solo un po' titubante su questo piano- 
Hector aggrottò le sopracciglia, dubbioso -Perché...? Non dobbiamo ammazzare nessuno... fin'ora- 
Dovevano recarsi nel luogo indicato dalla bussola, e fu abbastanza facile a dir la verità. 
Secondo le indicazioni che la giovane aveva appreso a Londra, dovevano trovare una specie di diario per scoprire qualcosa sulla mappa. 
La navigazione durò un paio di giorni; giorni invece piuttosto freddi, ma non per il tempo, bensì per l'atmosfera tra l'equipaggio, in specie nel rapporto con Jack nonostante lei lo difendesse quando serviva. 
Un pomeriggio si trovarono di fronte ad una città estremamente familiare. 
-Londra?- esclamò Barbossa, scettico. 
-Forse la bussola ci ha portato qui perché ci ha guidati dal diario che sarebbe il mezzo per trovare la mappa... è possibile?- intervenne Rain. 
-Può essere. Bene. Fermate la nave ed ammainate le vele, ozziosi topi di sentina!- ordinò poco dopo alla ciurma, che obbedì immediatamente. 
-I pirati non sono ben accetti qui... per cui aspetteremo che cali la sera per fare quello che dobbiamo fare- 
-Si, avete ragione, padre- 
-Stai attento a dove metti i piedi, imbranato!- disse Pintel in direzione di Ragetti. 
-Aspettami- protestò l'amico, tentando di aggrapparsi al pezzo di legno decisamente molto grande per loro. 
Pintel lo aiutò. 
-Hai sentito, Ragetti?- 
Quello scosse la testa per la fatica. 
-Cosa?- 
-Uffa, ma dove accidenti hai la testa?- 
-Sulle spalle, perché?- 
-Lasciamo perdere... ehi!- 
Pintel indicò attraverso le sbarre due pirati di loro conoscenza. 
Si guardarono e annuirono. 
-Capitan Jack!- esclamò felice Ragetti. 
-Capitano!- pronunciò l'altro pirata. 
Jack continuava a guardarsi le dita. Ad un tratto si alzò. 
-Attento Pintel!- 
Per un pelo non venne schiacciato dal loro ex capitano. 
-Passiamo al piano B, tieniti forte!- concluse Ragetti, aggrappandosi al volo ad uno stivale di Sparrow, mentre costui camminava. 
-Suppongo tu vorrai avere una parte nel piano, vero Jack?- gli domandò Gibbs. 
-Una "parte" non è proprio la parole giusta... direi più profitto. Li userò come mezzo per riottenere ciò che è mio, la Perla Nera. Se dovrò collaborare lo farò, ma solo per questo, Gibbs- spiegò il capitano, concedendosi un altro goccio della bevanda dorata. 
-E Rain, cosa pensi di lei? Non ti credo se mi dici che lei ti è indifferente- 
-Sarà una pedina con Barbossa, nulla di più, questa è la vita da pirata dopotutto- 
Tuttavia Jack sentiva una strana sensazione quando pronunciava il nome di quella maledetta manipolatrice. Un qualcosa di diverso; che fosse il fatto che era la figlia di Barbossa? 
All'improvviso sentì una voce nell'orecchio. 
-Capitano!- 
-Accidenti!- imprecò Jack, sentendo i timpani sfondarsi. 
-Ma che diavolo?!- 
Iniziò a muovere la testa come se fosse ubriaco. 
Gibbs di tutto punto lo fissò perplesso. Bevve un sorso di rum per accertarsi che fosse buono e in effetti lo trovò come sempre. 
-Hai preso le pulci, o per caso hai bevuto talmente tanto rum nella tua vita, che incomincia a darti le allucinazioni?- 
-Accidenti, per tutte le monete maledette di Cortes!- continuò Jack. 
-Fermo!- gli gridò Pintel all'orecchio. 
All'istante lui si fermò: la gamba destra bloccata a mezz'aria, il braccio sinistro stessa cosa ed una smorfia sulla bocca. 
-Poggia la gambina a terra ed ascoltami- 
-Certo, mia signora- 
Detto questo fece per abbassarsi per fare un inchino. 
-Ho detto fermo, deficiente!- 
-mastro Pintel?- mormorò Jack, trovando il termine dispregiativo molto più familiare. 
-Era ora che ci arrivaste, capitano- confermò Ragetti, agitandogli una mano piccolissima davanti agli occhi. 
-Gibbs.- 
-Cosa c'è Jack?- 
-Guarda qui- 
Quello aggrottò le sopracciglia -Dove?- 
-Sul mio naso, incapace- 
-Avete un moscerino, aspettate che lo ammazzo subito!
-No!- dissero i tre all'unisono, ad occhi spalancati e con lo stesso tono di voce, fermandolo appena in tempo ed evitando che il naso di Jack divenisse una poltiglia.  
I due piccoletti sorrisero innocenti. 
-Salve- 
-Vi siamo mancati?- 

Rain era distratta mentre suo padre Barbossa le spiegava tutto il piano. 

-Rain? Rain mi stai ascoltando?- 

-Cosa? Ehm, si, si- rispose la ragazza con aria quasi assente. 

Sapeva che difficilmente poteva mentire a suo padre. 

-Rain cos'hai? Sparrow ti ha fatto qualcosa?- 

-No!- disse immediatamente, al sentire quel nome, difendendolo.

-Sono solo un po' titubante su questo piano- 

Hector aggrottò le sopracciglia, dubbioso -Perché...? Non dobbiamo ammazzare nessuno... fin'ora- 

Dovevano recarsi nel luogo indicato dalla bussola, e fu abbastanza facile a dir la verità. 

Secondo le indicazioni che la giovane aveva appreso a Londra, dovevano trovare una specie di diario per scoprire qualcosa sulla mappa. 

La navigazione durò un paio di giorni; giorni invece piuttosto freddi, ma non per il tempo, bensì per l'atmosfera tra l'equipaggio, in specie nel rapporto con Jack nonostante lei lo difendesse quando serviva. 

Un pomeriggio si trovarono di fronte ad una città estremamente familiare. 

-Londra?- esclamò Barbossa, scettico. 

-Forse la bussola ci ha portato qui perché ci ha guidati dal diario che sarebbe il mezzo per trovare la mappa... è possibile?- intervenne Rain. 

-Può essere. Bene. Fermate la nave ed ammainate le vele, ozziosi topi di sentina!- ordinò poco dopo alla ciurma, che obbedì immediatamente. 

-I pirati non sono ben accetti qui... per cui aspetteremo che cali la sera per fare quello che dobbiamo fare- 

-Si, avete ragione, padre- 

-Stai attento a dove metti i piedi, imbranato!- disse Pintel in direzione di Ragetti. 

-Aspettami- protestò l'amico, tentando di aggrapparsi al pezzo di legno decisamente molto grande per loro. 

Pintel lo aiutò. 

-Hai sentito, Ragetti?- 

Quello scosse la testa per la fatica. 
-Cosa?- 

-Uffa, ma dove accidenti hai la testa?- 

-Sulle spalle, perché?- 

-Lasciamo perdere... ehi!- 

Pintel indicò attraverso le sbarre due pirati di loro conoscenza. 

Si guardarono e annuirono. 

-Capitan Jack!- esclamò felice Ragetti. 

-Capitano!- pronunciò l'altro pirata. 

Jack continuava a guardarsi le dita. Ad un tratto si alzò. 

-Attento Pintel!- 

Per un pelo non venne schiacciato dal loro ex capitano. 

-Passiamo al piano B, tieniti forte!- concluse Ragetti, aggrappandosi al volo ad uno stivale di Sparrow, mentre costui camminava. 

-Suppongo tu vorrai avere una parte nel piano, vero Jack?- gli domandò Gibbs. 

-Una "parte" non è proprio la parole giusta... direi più profitto. Li userò come mezzo per riottenere ciò che è mio, la Perla Nera. Se dovrò collaborare lo farò, ma solo per questo, Gibbs- spiegò il capitano, concedendosi un altro goccio della bevanda dorata. 

-E Rain, cosa pensi di lei? Non ti credo se mi dici che lei ti è indifferente- 

-Sarà una pedina con Barbossa, nulla di più, questa è la vita da pirata dopotutto- 

Tuttavia Jack sentiva una strana sensazione quando pronunciava il nome di quella maledetta manipolatrice. Un qualcosa di diverso; che fosse il fatto che era la figlia di Barbossa? 

All'improvviso sentì una voce nell'orecchio. 

-Capitano!- 

-Accidenti!- imprecò Jack, sentendo i timpani sfondarsi. 

-Ma che diavolo?!- 

Iniziò a muovere la testa come se fosse ubriaco. 

Gibbs di tutto punto lo fissò perplesso. Bevve un sorso di rum per accertarsi che fosse buono e in effetti lo trovò come sempre. 

-Hai preso le pulci, o per caso hai bevuto talmente tanto rum nella tua vita, che incomincia a darti le allucinazioni?- 

-Accidenti, per tutte le monete maledette di Cortes!- continuò Jack. 
-Fermo!- gli gridò Pintel all'orecchio. 

All'istante lui si fermò: la gamba destra bloccata a mezz'aria, il braccio sinistro stessa cosa ed una smorfia sulla bocca. 

-Poggia la gambina a terra ed ascoltami- 

-Certo, mia signora- 

Detto questo fece per abbassarsi per fare un inchino. 

-Ho detto fermo, deficiente!- 

-Mastro Pintel?- mormorò Jack, trovando il termine dispregiativo molto più familiare. 

-Era ora che ci arrivaste, capitano- confermò Ragetti, agitandogli una mano piccolissima davanti agli occhi. 

-Gibbs.- 

-Cosa c'è Jack?- 

-Guarda qui- 

Quello aggrottò le sopracciglia -Dove?- 

-Sul mio naso, incapace- 

-Avete un moscerino, aspettate che lo ammazzo subito!

-No!- dissero i tre all'unisono, ad occhi spalancati e con lo stesso tono di voce, fermandolo appena in tempo ed evitando che il naso di Jack divenisse una poltiglia.  

I due piccoletti sorrisero innocenti. 

-Salve- 

-Vi siamo mancati?- 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** il primo frammento di mappa ***


Capitolo undici: 
Il primo frammento di mappa




Jack era ancora scosso da quello che i due microscopici piratini avevano raccontato.

-Fatemi capire... siete riusciti a sfuggire a Barbanera ma siete stati colpiti dalla maledizione che rende anche la Perla piccola?- chiese Gibbs.

-Esatto- ammisero i due all'unisono.

-Ma scusate... o siete riusciti a fuggire o siete stati contagiati...- intervenne il capitano, perplesso. 

Siamo riusciti a non essere rinchiusi nella bottiglia come la scimmietta ruba-occhi, ma la maledizione ci ha beccato lo stesso- chiarì Ragetti, strofinandosi l'occhio di legno.

-Ora cercavamo il modo di tornare normali e abbiamo sentito che andate in un bel posto... in pratica, possiamo venire con voi, per favore?- concluse Pintel, speranzoso.

-Noi non volevamo abbandonarvi, è stata un'ennesima idea di quel maledetto pirata dalla gamba di legno!- ribadì, vedendo che Jack li guardava visibilmente accigliato.

-Barbossa è molto infuente, capitano. Sono dei poveri piccoli pirati... solleviamoli dalle loro colpe- propose Gibbs.

-E che sono un prete?- ribatté Sparrow.

La sera scese rapida.

-Ma guarda chi abbiamo qui?- commentò sarcasticamente il bel pirata, rivolto ai tre compagni, vedendo arrivare Rain.

-Ho bisogno del tuo aiuto- disse lei, senza ulteriori sbilanciamenti.

-E come mai, di grazia?-

-Dobbiamo scendere a Londra senza dare nell occhio, per cercare informazioni sulla mappa. Siccome tu sei il più furbo di tutti qua sopra, sei l'unico che può aiutarmi-

Il pirata tagliò corto -Hai la bussola, a cosa ti servo io... quindi buona fortuna-

La ragazza si avvicinò alle sbarre -Non mi interessa la bussola! Io voglio il tuo aiuto, Jack!-

A quelle parole lui si girò nuovamente a guardarla, perplesso.

-Per favore- aggiunse ancora lei.

Quando furono pronti, attraccarono la nave in un luogo discreto.

Per essere meglio mascherati si travestirono da civili, così sarebbe stato più facile raggiungere luoghi pubblici.

-Fai attenzione figlia mia- Le rivolse Barbossa.

-Certo, padre-

-E tu, Jack- aggiunse Hector, in direzione di Sparrow -Bada a ciò che fai, la responsabilità è tua-

-Ma che novità- ribatté questi, girandosi i pollici, annoiato.

-Capitano, crede che debba andare anche io?- propose Gibbs, speranzoso.

-No, mastro Gibbs, voi rimarrete. Potreste tornarmi utile qui-

-Al vostro servizio, capitano!-

Costui tolse subito il sorrisino dalla faccia quando notò l'occhiata omicida di Jack.

Pirati... pensò Jack tra sé e sé.

Gibbs si rivolse a Barbossa -Ehm... capitano, c'è qualcosa di cui dovreste essere messo al corrente.

Hector alzò gli occhi al cielo, pronto all'ennesima cretinata o guaio.

Jack e Rain si avviarono per le strade Londinesi cercando di sembrare più naturali possibili.

Girarono un paio di vicoli con estrema attenzione, fino a che non si trovarono di fronte alla biblioteca dove la ragazza era stata parecchie volte.

Cominciò a sentirsi una sciocca perché era stata li tante volte e non era riuscita mai a trovare la mappa, forse c'era qualcosa che le sfuggiva sempre. Non capiva: aveva sfogliato, letto e riletto libri su libri riguardo alla leggenda dell'isola fantasma, ma sembrava sempre fare un buco nell'acqua.

-Mi spieghi perché vuoi proprio il mio aiuto, Rain? Cosa ci guadagni ed io cosa ci perdo?- le domandò ad un certo punto il pirata.

-Parla a bassa voce, è meglio essere discreti qui... e comunque in biblioteca bisogna sempre stare zitti- lo riprese la giovane, mentre camminavano nei corridoi polverosi. 

-Come vuoi, ma ora rispondimi-

-Cosa vuoi che ci guadagni? Solo la mappa se tutto procederà come previsto. E tu non ci perderai nulla, sarai libero di fare ciò che vuoi. Non hai nessun vincolo-

-Con tuo padre c'è sempre un vincolo- replicò il capitano.

-Quindi è mio padre il problema. Credevo...-

-Cosa?-

Rain sospirò -Credevo lo conoscessi e sapessi come agire con lui...- mentì, sentendosi in oltre modo scoraggiata.

Ma ora basta. Doveva concetrarsi sulla mappa. Punto. Jack che pensasse quello che volesse; non era più un suo problema. Ma forse stava mentendo di nuovo a se stessa...

Poi si fermarono di fronte ad una porta in legno scuro.

-Ci siamo- confermò lei.

Entrarono e liberò i capelli dal fermaglio scomodo costretto ad indossare, facendoli leggermente ondulare in aria, andando a toccare il muso del pirata alle sue spalle.

Per un attimo si imbriò del suo profumo; era particolare, non preciso.

Quando poi Jack si guardò intorno vedendo scaffali enormi pieni di libri, sgranò gli occhi -Oh mamma!-

-Abbassa la voce!- lo sgridò nuovamente Rain.

-E devi proprio cercare in tutti i libri?-

Lei fece spallucce -Non sarebbe male come idea, ma ci vorrebbe troppo tempo, tempo che non abbiamo. Percui dobbiamo cercare nel minor numero di volumi possibili-

Così iniziarono a controllare e leggere in alcuni di quelli.

Passarono ore li dentro, ed ormai erano esausti.

-Accidenti!-

-E menomale che avevi detto che non avevamo tempo- intese Jack, con le braccia incrociate e seduto a terra, dopo aver riposto l'ennesimo libro.

Rain si appoggiò con la schiena al muro vicino alla finestra e sospirò.

Era notte fonda e stava per rinunciare, quando, casualmente si accorse della luce della luna che rifletteva su qualcosa di blu e dorato all'angolo dello scaffale, dimenticato dal mondo.

Si avvicinò con la fronte aggrottata. Prese il libro e lo aprì.

-Non è possibile...- mormorò.

-Cosa c'è ora?- intervenne il capitano.

La ragazza ricambiò il suo sguardo e lo raggiunse.

-Guarda- disse, facendogli fece vedere il contenuto.

-L'isola fantasma- concordò Jack.

-Esatto! Lo abbiamo trovato-

Si misero alla ricerca di informazioni su dove potesse essere la mappa.

Eppure... non trovarono nulla, se non la semplice scritta all'interno della copertina dove era rappresentata l'ipotetica isola, che diceva "La mappa è il cuore dell'isola fantasma".

-La mappa è il cuore dell'isola...? E che significa?- chiese Rain, in modo scettico.

-Dov'è nascosta?-

Jack continuava a fissare l'immagine dell'isola e rileggeva a mente le parole.

"È il cuore dell'isola..."

-È il cuore dell'isola...- ripeté anche a voce.

All'improvviso si alzò e mise il libro contro la luce lunare e attese.

-Cosa fai Jack?-

-Aspetta...-

-Cosa?-

Il pirata sorrise quando pochi secondi dopo si verificò ciò che immaginava.

-Questo-

Rain vide che aveva ragione, infatti cominciò a comparire una sagoma quadrata all'interno di un doppiofondo del libro.

Con un coltello Jack praticò uno strappo dritto e perfetto, fino a stracciare la carta e davanti a loro comparve quello che tanto cercavano. 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Nuovo arrivo nella ciurma ***


Capitolo dodici: 

Nuovo arrivo nella ciurma


 

Rain non riusciva ancora a crederci: avevano trovato la mappa dell'isola fantasma.

Lei e Jack si scambiarono un cenno di intesa e la aprirono, per poi rimanere allibiti: la mappa era a metà, come se fosse stata strappata.

-Non ha senso tutto questo- commentò la ragazza.

-Mai qualcosa che abbia senso in questo mondo- proferì il capitano.

Ad un certo punto sentirono le guardie fare irruzione nella biblioteca.

-Di nuovo... è ora di muoversi, madame-

Sparrow prese il frammento, gettò il libro dove capitava, capitava e prese Rain per un braccio.

-Piano non tirare!-

-Dobbiamo andarcene e subito-

-Si, è come?! Buttandoci giù dalla finestra?!- replicò la figlia di Barbossa, sarcastica, strattonandosi.

-Ottima idea- concluse il pirata.

-C-c-che? La mia era una battuta-

-La mia no-

Nel mentre, l'uomo spalancò la finestra; stava quasi per buttarsi quando qualcuno attirò la loro attenzione.

-Questa è pazzia, Jack!-

-Esatto. Altrimenti non avremmo tentato, non ti pare?-

-Aspettate! Venite, presto!- disse all'improvviso una nuova voce maschile.

Rain si voltò a vedere chi fosse.

-Jack, aspetta-

-Uuuuh- emise quello, cercando di mantenere l'equilibrio su di una gamba sola.

-Venite con me, c'è un passaggio segreto qui- continuò l'altro ragazzo.

-E chi ci dice che possiamo fidarci?- brontolò Jack.

-Dai Sparrow, non è il momento di fare gli scettici- lo rimproverò la giovane, tirandolo per un braccio, sbuffando.

-E poi ero io quello con poca delicatezza, eh? Donne-

-Dai presto!- gli incitò il giovane, tenendo il passaggio aperto.

Entrarono nel cunicolo che si richiuse immediatamente proprio quando fecero irruzione nella stanza.

Si ritrovarono a scendere in una scalinata fino ad un'altra che portava ad una piccola porta buia.

-Jack che aspetti?- gli chiese la ragazza, perplessa di vederlo immobile come uno stoccafisso.

Lui parve riscuotersi.

-Mmmh.. mmmh- mugugnò, muovendo la testa bizzarramente, per poi raggiungerli.

Il nuovo arrivato e Rain si scambiarono un'occhiata stranita.

Sbucarono fuori da una specie di botola che dava vicino al mare.

-Dobbiamo saltare!- disse il ragazzo con fretta.

-Ehi voi!- gridarono le guardie, tentando di fermarli.

-Ora! Via!-

Così si gettarono giù dalla scogliera; da un'altezza di circa venti metri. E non senza timore.

-Maledetti!- proferì una guardia reale.

-Non sanno con che cosa hanno a che fare...-

-Di che ti preoccupi? È un libricino. Sai quanti furti sono avvenuti e noi nemmeno lo sappiamo?- rise sguaiatamente un'altra.

-Prego chiunque che se ne liberino, prima che a liberarsi di loro siano altri-
Concluse la prima, a bassa voce.

Jack, Rain e il loro salvatore erano in acqua.

-La mappa- mormorò la ragazza, appena riemersa.

Il pirata aveva la pelle d'oca per la faccia che avrebbe fatto lei dopo aver visto una mappa ridotta a carta straccia.

-Tranquilla dolcezza, prima salviamoci la pelle- si giustificò.

La Queen Ann's revenge approdò vicino a loro in modo che si potessero aggrappare e salire.

-Rain, figlia!- accorse Barbossa.

-Jack, spero tu- continuò venendo però interrotto dalla ragazza.

-È andato tutto secondo i piani, vero Jack?-

-Ma certo-

Ti prego fa che la mappa, per una qualche strana coincidenza non si sia rovinata, altrimenti rovinano questi a me. Pregò mentalmente.

Tirò fuori il frammento che era... completamente e stranamente intatto, tanto da stupire il bel capitano, che infatti sfoderò un sorriso a trentadue denti tra cui due, tre d'oro.

Anche se il suo era più di sollievo che di soddisfazione.

Barbossa la prese con un gesto brusco, poi si girò perché un membro della ciurma aveva richiamato la sua attenzione.

-E tu chi sei?- disse, col suo solito tono.

-Padre- intervenne Rain -Lui... è un amico... ci ha aiutato a scappare dalle guardie. Ci ha salvato la vita!- lo difese.

In disparte Jack scherniva il parlare della ragazza con le smorfie.

-Se... facendoci rischiare la pelle buttandoci da una scogliera alta abbastanza da farti già prenotare un posticino al cimitero...- borbottò a se stesso.

-Davvero?- gli domandò un membro della ciurma che lo aveva sentito.

-Vuoi provarci?-

Quello scosse la testa -Sto bene dove sto-

Intanto il ragazzo si presentò al capitano -Esatto capitano. Non vi biasimo se deciderete di buttarmi in mare...- affermò con rispetto.

-Si- intervenne Sparrow, beccandosi un'occhiata fulminante da parte di Rain.

-Padre. Come minimo il capitano non dovrebbe buttare in mare colui che ha salvato sua figlia, non credete?- disse poi ad Hector.

Lui lo riguardò da cima a fondo come a scannerizzarlo.

-Si... d'accordo, ma! Consideratevi un mozzo, signore. Qui il rango lo si guadagna- concluse burbero.

La giovane sorrise -Grazie padre! Venite vi mostro la vostra cabina- si rivolse infine al giovane, il quale ricambiò il sorriso, cedendole il passo con galanteria.

Nel frattempo sopraggiunsero anche Gibbs ed i mini Pintel e Ragetti.

-Jack, siete tornati sani e salvi!- esclamò felice, raggiungendo l'amico.

-Avevi qualche dubbio?- fu la risposta acida che ricevette.

-C'è qualcosa che non va?-

-Quello- il capitano della Perla nera gli indicò la coppietta che si allontanava.

-Sembra che abbiamo un nuovo arrivo nella ciurma...-

Rain accompagnò il ragazzo alla porta della cabina.

-Che maleducato, non mi sono presentato... sono John Fisher-

-Rain...-

-Barbossa?- la precedette lui con un sorriso.

Lei sgranò gli occhi -Conosci mio padre?-

-Non fino ad ora, ma ne ho sentito parlare... lo so, ci sono migliaia di pirati ma l'ho riconosciuto per via della sua gamba persa...- confessò il ragazzo.

-Devo fare le mie congratulazioni al capitano... ha una bellissima figlia!-

Rain arrossì lievemente -State cercando di ottenere il mio favore per alzare il vostro rango, signor Fisher?- ribatté ammiccando, esibendo un sorrisetto all'angolo della bocca, portandosi le mani ai fianchi.

John scrollò le spalle -No, assolutamente! Le mie parole sono più che sincere. Siete la creatura più bella che abbia mai visto-

-Sapete cosa mi permette di dubitare delle vostre belle parole? Il fatto che ci conosciamo da poco più di un'ora...-

-Evidentemente siete tanto bella da far cadere gli uomini ai vostri piedi con un battito di ciglia-

-In cabina, signor Fisher...- rispose la giovane, mantenendo il sorriso.

-Chiamatemi pure John. Permettete?- detto ciò le baciò elegantemente la mano...

-Evidentemente siete tanto bella da far cadere gli uomini ai vostri piedi con un battito di ciglia- lo schernì Sparrow da lontano, con una voce da femminuccia, prendendolo in giro anche con i movimenti.

Avrebbe preferito rimanere nella pancia del Kraken se avesse saputo in anticipo che il mondo sarebbe peggiorato fino a quei livelli.

Non riuscì a resistere a non mettere in atto il suo scherzetto.

Con la bottiglia di rum aperta, passò proprio in mezzo a loro interrompendoli e facendo appositamente rovesciare la bevanda addosso alla ragazza.

-Ops... perché non vi cambiate? Così mostrerete al signore qui presente la vostra bellezza in versione integrale.-

I due, specialmente la chiamata in causa, rimasero a bocca aperta di fronte a quell'affermazione poco casta: Jack stava esagerando, quello era troppo.

Così Rain si congedò da John, raggiungendo il pirata con intenzioni poco scherzose. 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Sei geloso Jack Sparrow? ***


Capitolo tredici: 

Sei geloso Jack Sparrow? 

 

 

Rain raggiunse Jack a passo di marcia, ordinandogli di fermarsi. 
-Jack, fermati! Esigo una spiegazione e che sia accettabile!- 
Lui assunse un aria, difficile da descrivere, come impassibile o di presa in giro. 
-Avete anche un caratterino focoso, Miss Barbossa, oltre che il fisico. Ma devo dedurre che siete anche parecchio permalosa, infondo vi ho solo aiutato a rendervi più inebriante agli occhi di quel moccioso... dovreste essermene riconoscente- il tono più "aggressivo".
Immediatamente un sonoro schiaffo lo centrò in pieno, facendolo voltare da un lato; la guancia lesa era interamente rossa. 
-E voi dovreste essermi riconoscente per questo, forse vi aiuterà a farvi cambiare il cervello che avete!- affermò a tono duro la ragazza, con gli occhi luccicanti di rabbia. 
Tuttavia Jack era sempre il solito sbruffone -In effetti mi è caduto poco fa, non ha potuto sopportare le sdolcinatezze di prima, dunque sarà per questo che non ragiono, dolcezza...- nel mentre si osservò impassibile le dita. 
-Sapete una cosa, capitano? Sempre se meritiate questo appellativo, ovvio... mio padre aveva ragione su di voi!- 
Detto questo, dal profondo dell'anima, Rain girò i tacchi, andandosene. 
***
Rain sentiva una morsa allo stomaco, ma non aveva potuto evitare di fare quello che aveva fatto. Inoltre non comprendeva l'atteggiamento di Jack; perché tutto ad un tratto si comportava in quel modo? Era forse geloso? 
"Jack Sparrow, geloso? Come no..." rise.
Cosa ci guadagnava? Nulla. 
Lui era il primo a spezzare il cuore alle donne. Eh si, la sua fama era ben conosciuta, in specie a Tortuga. 
Poi i suoi pensieri andarono sul nuovo arrivato, John: le sembrava una brava persona, ma prima doveva accertarsene davvero. 
Le dispiaceva avere dei dubbi su di lui, ma la precauzione non è mai troppa. 
Dopo poco tempo sentì una presenza alle sue spalle.
-La vista non è male, non trovate, miss?- pronunciò una voce maschile. 
-Disturbo?- continuò John.
-No signor Fisher... John... mi creda, i disturbi sono altri...- rispose Rain, tornando a guardare l'orizzonte notturna trapunta di splendide stelle. 
-A parte il mal di mare quale sarebbe un'altra possibilità?- 
La ragazza si fece prendere dalla battuta scherzosa, ridendo piano. 
-Il pirata?- continuò lui, azzardandosi per poi pentirsi subito -Scusate... non avrei dovuto...- 
-No, non avete fatto nulla di male. A differenza di certe persone voi non avete paura di parlare!- 
La giovane scese dalle sarte della nave e lo prese sottobraccio, allontanandosi, consapevole di essere osservata da un suddetto affascinante pirata. 
Jack da lontano fece finta di non guardare. 
*** 
-Ci siamo quasi!- mormorò Pintel, camminando di soppiatto. 
-Non riesco a rimettere l'occhio se vai così veloce... aspetta- borbottò il pirata dall'occhio finto. 
-Forza Ragetti, lascia perdere quello stupido occhio. Con l'altro ci vedi? Ti basta quello- 
I due minuscoli bucanieri erano talmente piccoli da poter essere scambiati pure per parenti di moscerini. 
-Entriamo presto, Ragetti!- 
Subito dopo un pirata rischiò di calpestarli. 
-Sai, Pintel, mi sono stufato di giocare alla caccia al tesoro...- 
L'altro si voltò -Che razza di pirata sei?- 
Si guardarono intorno e sorrisero con aria complice. 
Rovistarono tra la roba che c'era per un'ora abbondante, finché non trovarono uno strano oggetto: una specie di tessuto ripiegato con cura. 
-Ma dove siamo?- domandò Pintel. 
-Non sono carino?- chiese Ragetti, usandolo come mantellina. 
-Sembro il temibile pirata Hans Victor!- continuò, con finta voce maligna. 
L'amico alzò gli occhi al cielo. 
-Più che Victor sembri mia zia quando è morto mio zio...- 
-Era felice?- 
-Beh, triste non era. Quella brutta zingara... Comunque, usciamo da qui prima che ci scoprano- 
Poco dopo John entrò, sistemò quel poco che aveva e si stupì di vedere che il suo fazzoletto non era più dove lo ricordava. 
Aveva un valore troppo particolare per lui, persino per essere toccato. 
Per questo non voleva che nessuno lo vedesse e tanto meno lo toccasse. 
***
Jack vide la ragazza che armeggiava con la sua bussola. 
-Hai qualche problema di orientamento, "dolcezza ma che di dolcezza hai ben poco"?- la provocò come al solito. 
Rain roteò gli occhi, anche se avrebbe voluto che a roteare fosse l'ago della bussola. 
-Questa cosa non funziona- borbottò. 
Il pirata le si parò davanti, con un sorrisetto furbo. 
-Dipende se sai quello che tu vuoi- 
La ragazza alzò gli occhi, incrociando quelli nocciola di lui. 
Dopodiché gli diede la bussola in un gesto quasi già studiato. 
Jack allargò il sorriso -Il secondo frammento di mappa- annunciò, riaprendo la bussola, il cui ago iniziò a girare velocemente fino a fermarsi in un punto. 


Rain raggiunse Jack a passo di marcia, ordinandogli di fermarsi. 

-Jack, fermati! Esigo una spiegazione e che sia accettabile!- 

Lui assunse un aria, difficile da descrivere, come impassibile o di presa in giro. 

-Avete anche un caratterino focoso, Miss Barbossa, oltre che il fisico. Ma devo dedurre che siete anche parecchio permalosa, infondo vi ho solo aiutato a rendervi più inebriante agli occhi di quel moccioso... dovreste essermene riconoscente- il tono più "aggressivo".

Immediatamente un sonoro schiaffo lo centrò in pieno, facendolo voltare da un lato; la guancia lesa era interamente rossa. 

-E voi dovreste essermi riconoscente per questo, forse vi aiuterà a farvi cambiare il cervello che avete!- affermò a tono duro la ragazza, con gli occhi luccicanti di rabbia.

Tuttavia Jack era sempre il solito sbruffone -In effetti mi è caduto poco fa, non ha potuto sopportare le sdolcinatezze di prima, dunque sarà per questo che non ragiono, dolcezza...- nel mentre si osservò impassibile le dita. 

-Sapete una cosa, capitano? Sempre se meritiate questo appellativo, ovvio... mio padre aveva ragione su di voi!- 
Detto questo, dal profondo dell'anima, Rain girò i tacchi, andandosene. 

***

Rain sentiva una morsa allo stomaco, ma non aveva potuto evitare di fare quello che aveva fatto. Inoltre non comprendeva l'atteggiamento di Jack; perché tutto ad un tratto si comportava in quel modo? Era forse geloso? 

"Jack Sparrow, geloso? Come no..." rise.

Cosa ci guadagnava? Nulla. 

Lui era il primo a spezzare il cuore alle donne. Eh si, la sua fama era ben conosciuta, in specie a Tortuga. 

Poi i suoi pensieri andarono sul nuovo arrivato, John: le sembrava una brava persona, ma prima doveva accertarsene davvero. 

Le dispiaceva avere dei dubbi su di lui, ma la precauzione non è mai troppa. 
Dopo poco tempo sentì una presenza alle sue spalle.

-La vista non è male, non trovate, miss?- pronunciò una voce maschile. 
-Disturbo?- continuò John.

-No signor Fisher... John... mi creda, i disturbi sono altri...- rispose Rain, tornando a guardare l'orizzonte notturna trapunta di splendide stelle. 

-A parte il mal di mare quale sarebbe un'altra possibilità?- 

La ragazza si fece prendere dalla battuta scherzosa, ridendo piano. 

-Il pirata?- continuò lui, azzardandosi per poi pentirsi subito -Scusate... non avrei dovuto...- 

-No, non avete fatto nulla di male. A differenza di certe persone voi non avete paura di parlare!- 

La giovane scese dalle sarte della nave e lo prese sottobraccio, allontanandosi, consapevole di essere osservata da un suddetto affascinante pirata. 

Jack da lontano fece finta di non guardare. 

*** 
-Ci siamo quasi!- mormorò Pintel, camminando di soppiatto. 

-Non riesco a rimettere l'occhio se vai così veloce... aspetta- borbottò il pirata dall'occhio finto. 

-Forza Ragetti, lascia perdere quello stupido occhio. Con l'altro ci vedi? Ti basta quello- 

I due minuscoli bucanieri erano talmente piccoli da poter essere scambiati pure per parenti di moscerini. 

-Entriamo presto, Ragetti!- 

Subito dopo un pirata rischiò di calpestarli. 

-Sai, Pintel, mi sono stufato di giocare alla caccia al tesoro...- 

L'altro si voltò -Che razza di pirata sei?- 

Si guardarono intorno e sorrisero con aria complice. 
Rovistarono tra la roba che c'era per un'ora abbondante, finché non trovarono uno strano oggetto: una specie di tessuto ripiegato con cura. 

-Ma dove siamo?- domandò Pintel. 

-Non sono carino?- chiese Ragetti, usandolo come mantellina -Sembro il temibile pirata Hans Victor!- continuò, con finta voce maligna. 

L'amico alzò gli occhi al cielo. 

-Più che Victor sembri mia zia quando è morto mio zio...- 

-Era felice?- 

-Beh, triste non era. Quella brutta zingara... Comunque, usciamo da qui prima che ci scoprano- 

Poco dopo John entrò, sistemò quel poco che aveva e si stupì di vedere che il suo fazzoletto non era più dove lo ricordava. 

Aveva un valore troppo particolare per lui, persino per essere toccato. 
Per questo non voleva che nessuno lo vedesse e tanto meno lo toccasse. 

***
Jack vide la ragazza che armeggiava con la sua bussola. 

-Hai qualche problema di orientamento, "dolcezza ma che di dolcezza hai ben poco"?- la provocò come al solito. 

Rain roteò gli occhi, anche se avrebbe voluto che a roteare fosse l'ago della bussola. 

-Questa cosa non funziona- borbottò. 

Il pirata le si parò davanti, con un sorrisetto furbo. 

-Dipende se sai quello che tu vuoi- 

La ragazza alzò gli occhi, incrociando quelli nocciola di lui. Dopodiché gli diede la bussola in un gesto quasi già studiato. 

Jack allargò il sorriso -Il secondo frammento di mappa- annunciò, riaprendo la bussola, il cui ago iniziò a girare velocemente fino a fermarsi in un punto. 



 

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Un duello che tutte vorrebbero fare ***


Capitolo quattordici: 

Un duello che tutte vorrebbero fare

 

 

Rain boccheggiò per qualche secondo nel vedere l'ago della bussola finalmente funzionante.

Usò questo contesto più che altro per trovare una via d'uscita da quella situazione che era prossima a prendere una piega ben diversa.

Così, corse da suo padre per avvertirlo che avevano una nuova rotta grazie a Jack e a sua volta Barbossa diede ordini alla ciurma di intraprendere quella direzione.

-Forza insulsi scarafaggi! Cambiate la rotta di questa carretta!- disse, con la sua voce roca, incitando gli pirati.

La ragazza sorrise sotto i baffi per il modo si fare del padre, il quale per gente "normale" sarebbe stato considerato burbero e sconsiderato, mentre per i pirati era pura normalità.

Questa caratteristica la affascinava: faceva si che loro si sentissero liberi pur venendo chiamati cani rognosi, oziosi topi di sentina...

Immersa nei suoi pensieri, Hector le si affiancò -Non si sa per quanto tempo dovremmo solcare queste acque, né a cosa andiamo incontro. Perdersi è l'unico modo per trovare un posto che sia introvabile, è vero... ma viaggiare nell'ignoto è anche come camminare ad occhi chiusi su un asse: sai che c'è una strada, ma non sai quando si arriva al limite- aggiunse con un tono totalmente differente.

Rain spostò lo sguardo a terra, perplessa, ma capendo il significato di quella frase.

***

Sempre quella stessa notte, la ciurma si era data ad una piccola libertà piratesca. Loro erano così: vivevano a giorno, come se quello fosse il primo e ultimo.

C'era chi suonava, chi si ubriacava ovviamente, chi ballava, chi cantava... dopotutto chi non conosceva la canzone La spada, il corvo, il mare.

La giovane donna si sentiva molto a proprio agio con quella banda di bucanieri.

Anche John parve conquistare, almeno in parte, le varie simpatie.

Persino Gibbs, Pintel e Ragetti nella sua tasca, si lasciarono trascinare un po' dalla mischia.

Jack, invece, se ne stava tranquillamente seduto su uno sgabello, con le gambe allungate e incrociate; il suo amato cappello da capitano a coprirgli metà volto.

-John, raccontaci un po' di te- lo invitarono alcuni.

-Siete identica a vostra madre, Miss...- commentò mastro Gibbs, rivolto a Rain.

Calò un attimo un silenzio piuttosto imbarazzante, Jack diede un veloce sguardo con la coda dell'occhio, incuriosito.

-Come potete dirlo?- rispose lei.

-Beh, è chiaro, di Barbossa non avete nulla-

Le risate che susseguirono erano quasi da sfondare i timpani.

-John raccontateci un po' di voi- disse uno dei presenti.

Il ragazzo sembrò improvvisamente spaesato da quella domanda. Si guardò intorno, notando che tutti fissavano lui.

-La mia vita non è ricca di chissà cosa... non credo sia così interessante come si potrebbe pensare- si giustificò, cercando di apparire educato.

-Suvvia Jo... non siate modesto... dite ciò che pensate come la pensate. Non c'è bisogno di smancerie!- furono i commenti che ricevette in risposta.

-Questo tizio è proprio strano...- mormorò ad un certo punto Pintel, con tanto di approvazione di Ragetti.

Nel mentre la ciurma di pirati scambiava quattro chiacchiere con il nuovo arrivato, una vocina dentro Rain le disse di seguire quel qualcuno la cui presenza nella stanza, in quel momento, non fu più evidente.

Il cielo era più schiarito, segno che l'alba stava per annunciarsi. Si avvertiva una leggera brezza che le scompigliò i capelli biondi.

Il tutto era uno spettacolo che metteva o brividi;

Camminava a passi lenti e costanti.

Si ritrovò poi a canticchiare la famosa canzone -Il re la colpì, quella dama rapì. Nel mare si rianimò. Il cielo più intenso, nel mare immenso... quei ladri qui guidò... Yoh oh, la gloria, corre nell'aldilà...- si appoggiò al poggia mani della nave, fissando l'orizzonte -Nel volto, vivo o morto, lei ti seguirà...-

-Vedo che avete imparato in fretta come ci si comporta... Miss Barbossa-

La voce alle sue spalle la fece voltare.

Aveva capito subito a chi appartenesse, ma rimase lo stesso sorpresa.

-A cosa ti riferisci?- ribatté Rain, il cuore che già le batteva leggermente al di sopra della norma, ma cercando di non darlo a vedere.

-A prima... così fiera, così tenace. E poi... eccoti qui. Cercavi qualcosa in particolare, tanto da spingerti a rinunciare a quel piccolo momento di gloria?- chiese Sparrow, tra il sarcastico e il perplesso.

La ragazza capì doveva voleva arrivare e seppe prendere le redini in mano, stupendosi a sua volta di se stessa.

-Una donna aspetta sempre di essere cercata da un uomo... per questo ho atteso che fossi tu a venire-

Il bel capitano rimase piacevolmente stupito e intrigato da ciò. Dovette ammettere che non si era aspettato una simile replica.

-So però che tu sei tutto tranne ciò che mostri di essere- dichiarò, avvicinandosi di poco.

Rain deglutì, ma nn si allontanò da quella vicinanza ridotta.

Jack non aveva gli occhi color del mare come ci si aspetterebbe da un pirata; li aveva scuri, un misto tra il nocciola e il dorato. Li aveva stupendi e basta.

Non solo questo, lui aveva un qualcosa di particolare che ti stringeva dentro come una morsa e ti saliva fino in gola, come se essa facesse male.

Un effetto che sicuramente valeva per tutte le donne: chi interessata davvero e chi solo per sfizio.

E lei?

Non ebbe il tempo di riflettere su questo, che il bel capitano si allontanò.

-Se vuoi ti do l'occasione di mostrare la vera "te" che è in te-

La bella figlia di Barbossa assunse per un secondo un'espressione di divertimento di fronte a quel solito modo bizzarro di parlare del pirata.

Comunque era anche perplessa e curiosa da quell'affermazione appena sentita.

Trasse la sua spada e con essa ne prese un'altra li vicino. Vedendola sconcertata sorrise, bevendo un altro sorso di rum dalla bottiglia che aveva nell'altra mano.

-Oh magari non ne sei capace- aggiunse a mo di sfida.

Rain ridusse gli occhi a due fessure -Credi che solo perché sono una donna non sappia tenere testa ad un pirata?- soffiò, contraccambiando lo sguardo, per poi prendergli la bottiglia, bere a sua volta ed afferrare la spada.

Il capitano sogghignò -Meglio, credevo di dover perdere un'ora solo per darti la giusta istruzione.-

Lei sorrise -Ho già ricevuto il giusto addestramento da bambina, Jack... non penserai che abbia passato tutto il mio tempo sui libri e leggende.- 

Dopo questo, fu la ragazza ad iniziare, dimostrandosi discretamente abile nel controllare i colpi, soprattutto quando, sempre senza cattiveria, riesce a procurare uno strappo alla camicia del pirata.

-Mmmh... i miei complimenti, gioia! Ve la cavate egregiamente!- constatò Jack, subito restituendo il colpo e stavolta strappando leggermente la stoffa della giovane, lasciandole una parte della gamba scoperta.

Lei la osservò, colta di sorpresa ma con un sorriso di sfida.

-Anche voi, capitano! Ma ora non esageriamo-

-Avete cominciato voi...-

Jack ebbe l'impressione di averla provocata, dato la sua espressione quasi serrata; nel frattempo ripresero a duellare, finché lui non le tranciò, in modo più ampio, anche una spallina, scoprendole la spalla sinistra.

Rain, con un intreccio di spade gli si ritrovò vicinissima, mentre lo fissava interdetta.

Ma lo fu ancora di più per quello che avvenne subito dopo.

-Riguardo la vostra affermazione di prima, sappiate che ho intenzione di portare a termine ciò che ho cominciato...- le disse il capitano, facendole un occhiolino ammiccante, per poi darle un veloce bacio a stampo sulle labbra, lasciandola sempre più sbigottita e in un certo senso quasi con un misto di emozioni tra rabbia e mancanza di controllo di se stessa.

Il cuore rimbombante peggio di un tamburo e del fragore delle spade più resistenti.

Rain sentiva le vene ribollire non sapendo di preciso per cosa prima e i suoi colpi diventarono man mano di natura d'ira, conferendole però meno abilità nel parare quelli di lui.

Infatti Jack riuscì a disarmarla e prima che lei riuscisse a recuperare la sciabola, venne bloccata da una punta affilata puntata in gola che le fece gelare il sangue.

Lentamente fu costretta ad alzarsi.

-Permettetemi, dolcezza, il tocco finale- pronunciò il giovane pirata.

Con la spada procuro una serie di tranci sul corpetto della ragazza, che era rimasta immobile.

Subito dopo la stoffa cedette e si afflosciò a terra, lasciandola senza copertura sul petto, tranne che per i capelli.

Rain emise un verso di shock e, tenendosi con le braccia, si affrettò a trovare qualcosa per coprirsi. Visto che il vestito era a pezzi, usò il cappello di Jack, poggiato li vicino.

Rigiratasi, furono nuovamente faccia a faccia e questo la fece avvampare ancora di più. 

Cavolo quegli occhi...

-Come sospettavo-

A ciò Rain alzò un sopracciglio.

-Ecco fuori la vera "te", combattiva e temeraria... piratessa- concluse il bel capitano, in tono soave, sorridendo ad un angolo della bocca. 

 

 

Autrice:
Non so voi, ma io amo troppo Jack quando nel finale del secondo film dice "piratessa" ad Elizabeth, perciò ho voluto riprendere quel piccolo particolare. Scusate, non ho resistito!!! 💖💖💖💖 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Stai lontano da mia figlia! ***


Capitolo quindici: 

Stai lontano da mia figlia! 

 

 

Era uscito per cercare la ragazza, non avendola più vista da nessuna parte.

Avrebbe voluta trovarla in qualsiasi altra condizione, tranne in quella in cui la vide.

John fece sparire subito il sorriso dal volto dopo che vide Rain, senza corpetto per giunta, appiccicata al pirata.

Dedusse che stavano duellando ma ciò non modificò affatto il suo umore.

Era palese, evidente, che tra loro c'era qualcosa.

Strinse i pugni e abbassando la testa se ne andò.

Jack e Rain non avevano fatto una piega. Ad un certo punto sembrò che la ragazza non provasse nessuna vergogna a farsi vedere così, anzi, parve averlo proprio dimenticato.

Alcuni minuti più tardi...

Jack si diresse, incuriosito, nella cabina di Barbossa.

Entrò: il vecchio pirata era di spalle, girato verso la parete.

Il bel capitano non disse alcuna parola, rigirandosi i polsi.

-Jack... ormai ti conosco da molto tempo- iniziò poi Hector, con voce apparentemente neutrale.

Jack aggrottò le sopracciglia.

Barbossa finalmente lo degnò di uno sguardo, sguardo piuttosto duro, il che non prometteva nulla di tranquillo.

-Ti dirò solo una cosa, per cui aprì bene quelle orecchie una buona volta!- aggiunse, facendo una breve pausa -Permetto che tocchi la Perla, il tesoro più prezioso di questo mondo corrotto, ma... sta lontano da mia figlia! Hai capito bene, Jack? Stalle lontano, non devi neanche toccarla o sfiorarla!-

Gli occhi illuminati dalla rabbia cieca e folle.

-Io...- provò Sparrow, venendo però bloccato.

-Lontano!-

Jack si fece serio, per poi sfoderare un sorrisetto furbo -Primo punto io sono il capitano della Perla, la mia nave per esattezza. E poi... punto secondo...- alzò il secondo dito -Tua figlia non mi è mai interessata veramente, perciò, non ho problemi a starle lontano se è questo che vuoi, Hector. Bastava solo dirlo. E, come hai giustamente detto, conoscendomi, cioé conoscendo il mio carattere, era naturale se non scontato che ci avrei provato visto che la bellezza ammetto che non le manca affatto...- concluse tranquillo, guardandosi le dita.

Barbossa non disse altra parola.

-Che voleva Barbossa? Per un momento credevo ti avesse buttato in mare- commentò Gibbs, vedendo arrivare l'amico.

***

Rain era agitata per tutto, ma ora che il padre doveva parlarle lo era ancora di più perché intuiva l'argomento in questione.

Tuttavia cercò di apparire tranquilla.

-Volevate parlarmi, padre?- chiese.

-Si, vieni figlia- le disse lui, invitandola ad accomodarsi.

-Rain, voglio essere chiaro con te e voglio che anche tu lo sia con me. Ti ho ritrovato e non voglio perderti di nuovo... ti dico questo perché voglio solo il meglio per te. Rispondi a questa domanda in maniera sincera-

La giovane era sorpresa di sentire quelle parole, ma annuì -D'accordo-

Barbossa la fissò negli occhi -Sei innamorata di Jack Sparrow?-

Il sudore cominciò a farsi sentire, accompagnato dalla tremarella. 

-Tu lo ami?-

Il cuore della giovane mancò di un battito; rimase li ferma e non rispose, dando la conferma al pirata di ciò che temeva.

-Devi dimenticarlo, Rain. Tu non lo conosci come lo conosco io e fidati, Jack non è il tipo da fissarsi con una donna. Ti farà soffrire e questo non posso permetterlo, lo capisci?-

Rain, pur riuscendo a credere, non volendo proprio dare retta alle parole del padre, annuì.

Anche Jack era un essere umano e come tutti, aveva un cuore. Magari era vero che era un donnaiolo, ma finché c'era il cuore anche lui poteva cambiare.

Camminava per il ponte della nave con in testa questi pensieri. Nonostante tutto, qualcosa la spingeva a fidarsi di Jack, magari era perché provava qualcosa per lui, ma non le importava. Gli dava fiducia e prima o poi doveva dirgli tutto.

Aveva appena finito di formulare questo pensiero, quando all'improvviso sentì delle voci famigliari.

Si avvicinò di soppiatto senza farsi notare.

Riconobbe le voci di Jack e Gibbs.

-Ti ha detto quelle precise parole?-

-Esatto Gibbs-

Il mastro continuò -E tu che gli hai risposto? Di no, giusto?-

Il capitano sogghignò -Ecco, non esattamente di no, ma una cosa del genere-

-Jack per favore, non mi fare discorsi difficili... che gli hai detto?-

Quello alzò gli occhi al cielo, muovendo appena il capo -E va bene... gli ho detto che la figlia non mi è mai interessata veramente. Tutto qui. Infondo è il mio carattere, come anche lui lo conosce bene.-

Mentre parlava prese a giocherellare con la bussola, aprendola. A chiunque lo ascoltasse sarebbe parso fermamente convinto delle sue parole; infondo anche Gibbs lo conosceva bene.

Rain era letteralmente sconvolta da ciò che aveva sentito molto chiaramente con le proprie orecchie.

Non riusciva a credere a quelle parole!

Era stata una sciocca illusa: si era innamorata di lui, quando invece lui stesso l'aveva sempre e solo considerata come un altro dei suoi divertimenti. Come aveva potuto pensare di essere qualcosa di più?

Le lacrime presero il sopravvento sui suoi occhi, ma si sforzò di non farle rigare le guance; non ne valeva la pena. Suo padre aveva ragione e l'aveva avvisata giusto qualche minuto prima, ma lei da perfetta stupida e presuntuosa, non aveva voluto ascoltarlo.

Strinse con violenza lo stipite della porta dove aveva appoggiato la mano. Infine andò via delusa e col cuore spezzato.

-Sei sicuro di quel che dici, Jack?- continuò Gibbs, avvicinandosi.

-Certo... perché?- ribatté l'altro pirata.

-Perché la risposta ce l'hai davanti- il dito indicò la bussola.

Jack alzò un sopracciglio, scettico -Sarà il nostro prossimo obiettivo per questa impresa- giustificò.

Guardò l'ago proiettato alle sue spalle e, voltatosi, quello che vide gli insinuò inevitabilmente un lieve turbamento.   

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Un passato che riemerge ***


Capitolo sedici: 

Un passato che riemerge 

 

 

Una nuova alba si fece strada nell'immensa distesa del mare blu.

Rain osservava la lontana striatura del sole emergere in superficie, trapuntando ogni cosa di un rosso vivo in tutte le sue sfumature.

Jack la raggiunse camminando al suo solito modo e tutto tranquillo.

-Se ti serve la bussola non hai che da chiederlo, gioia.- le disse, sorridendo, continuando a guardare davanti a sé.
 
Chissà perché, nella testa dell'affascinante capitano, un'improvvisa vocina gli ricordava sempre alcune parole che non accingevano ad andare via.

-Per trovare la mappa... intendo.- specificò, portandosi un dito alle labbra e concedendole una veloce occhiata.

Tuttavia la ragazza non gli dette peso, continuando a fissare dritto all'orizzonte.

Dopodiché si allontanò senza dire nulla, lasciando Jack stupito.

"Uhm... donne" rifletté tra sé e sé.

-Jack-

Sentendosi chiamare, il pirata si voltò: era Gibbs.

-Jack, devi venire un secondo, la questione è abbastanza urgente e se posso osare, alquanto strana.- affermò ansioso.

Pur avendone poca voglia, Jack lo seguì.

Arrivati in un luogo alquanto appartato, vi erano anche Pintel, Ragetti e Scrum.

-Sentiamo, cosa vi porta a chiedere il mio aiuto, signori miei?- chiese, leggermente annoiato.

Quelli gli porsero il fazzoletto che avevano trovato i due piccoli pirati.

Jack lo osservò attentamente, rigirandolo tra le mani; ad un lato notò due lettere "L. B."

-L. B... L e B... - ripeté più volte a bassa voce, riflettendo e riducendo gli occhi a due fessure.

-Uhm... non mi dice niente...- azzardò, -Comunque, parlando esteticamente, chi razza ha questi gusti da femminuccia? Dico sul serio, è imbarazzante...- chiese, infine, esponendo il fazzoletto quasi come fosse carta straccia ed osservandolo con espressione schifata.

-Non ci crederete mai se vi dico che è di quel tipo... come si chiama?- domandò Scrum, dubbioso.

-John, credo...- intervenne Gibbs.

-Ecco si, lo sapevo, infatti lo stavo per dire!-

Il mozzo si beccò una rapida occhiataccia.

-Che c'è?- ribatté in sua difesa.

-Tornando a cose più serie, capitano, sempre se ci sia rimasto qualcosa di serio in questo mondo... cosa c'è di strano in due misere letterine scritte su uno stupido pezzo di stoffa da femminuccia?- proferì Pintel.

-Di strano c'è il fatto che il caro ospite è diventato più nervoso del solito. Forse ecco perché quella sera non aveva tanta voglia di raccontare di sé; e non sarebbe logico che poi si sia subito ritirato per un qualcosa che riteneva urgente di dover fare?- intervenne ancora mastro Gibbs.

-Si, andare in bagno, però si è messo a piangere perché non trovava il fazzolettino, ahahah!- risero zio e nipote.

-Trovare il fazzoletto!- concluse a sua volta Sparrow, esibendo un lieve sorriso.

-Anche se, questo non vuol dire che abbia cattive intenzioni, siamo chiari... magari, ci è solo affezionato, chi può dirlo.- gesticolò con la mano.

-Esatto, capitano. Ma infondo sembra un po' esagerato... insomma, dai, è un pezzo di stoffa ricamato! Ammetto, però, che se si fosse trattato di una cassa di rum avrei fatto lo stesso... Ah! A proposito di rum, signori, ne ho una scorta piena!-

Il fedele amico di Jack Sparrow si diresse a prenderlo con aria tutta felice, accompagnato dall'esultanza di tutti i presenti.

-Noi ci potremmo addirittura fare il bagno nel rum!- esclamò Ragetti.

-Esatto!- rispose Pintel.

-Stai pensando che è meglio non perderlo d'occhio quello lì, vero?- disse Scrum a Jack, che, con sguardo accigliato ed osservando un punto fisso, stranamente annuì.

-Bravo ragazzo, vedo che hai cervello...- rispose, tirandogli una pacca sulla spalla e portandosi una bottiglia di rum alla bocca, inebriandosene.

***

È un pirata. Cosa ti aspettavi, Rain...

-Rain?- la chiamò John ad un certo punto.

La voce maschile la distolse dai suoi pensieri -John...- pronunciò, tornando a guardare davanti a sé, appoggiata sulle sarti della prua della nave -Finalmente una compagnia gradevole...-

-Compagnia gradevole? Qualcosa non va?- domandò il ragazzo, poggiandosi sul bordo di legno a braccia incrociate.

-No, è tutto apposto, non preoccuparti. Tu invece da un po' sembri piuttosto nervoso...- rispose lei, capovolgendo la domanda per cambiare discorso.

-No, nulla di importante. Ho solo perso un fazzoletto a cui ero molto legato... pazienza-

-Mi dispiace, se vuoi ti aiuto a ritrovarlo-

-Tranquilla, siamo su una nave, dove potrebbe andare? Non credo che da qui possa scappare!-

I due scoppiarono in un'allegra risata, che terminò dopo svariati minuti.

Fu Rain a rompere il silenzio.

-John, non vorrei essere indiscreta ma, posso chiederti cosa ti spinge a cercare l'isola fantasma?-

Lui sobbalzò impercettibilmente.

-Beh, diciamo che quando ho aiutato te e Jack, sono semplicemente rimasto coinvolto... tutto qui.-

Questa spiegazione non convinse per nulla la ragazza e la cosa fu evidente.

-Di belle scuse ne ho sentite, ma questa è addirittura patetica, scusami se te lo dico con poca moderatezza...- disse, infatti.

Il giovane abbassò la testa.

-Hai ragione, non avrei dovuto mentirti, perdonami. La verità è che voglio aiutare la mia famiglia, mio padre soprattutto... vedi... la mia famiglia un tempo godeva di una vita agiata, ma poi è crollato tutto. Così, un giorno, lui venne a conoscenza della leggenda dell'isola fantasma e si mise in testa di trovare questo famoso diamante per pagare i debiti contratti e garantirci di nuovo una vita migliore, ma non ci riuscì. Perciò voglio farlo io! Voglio tentare dove mio padre ha fallito! E... il fazzoletto è suo, per questo ci sono molto attaccato...-

Rain restò in silenzio, ascoltando tutta la storia.

-Mi dispiace davvero... loro sanno che sei partito?-

-No, non lo sanno. Sono convinti che mi sia trovato un lavoretto come mendicante presso Londra. Ecco perché quel giorno mi trovavo in biblioteca: mi servivano informazioni sulla mappa. Poi quando ho visto te e Jack ho capito che lui era un pirata e che sicuramente, salvandovi la vita, avrei potuto trovare una nave... è a me che dispiace, infondo mi sento di avervi solo usato...- ammise John.

La figlia di Barbossa scese dalle sarti e gli si mise di fronte.

-John, ehi, ascoltami... non hai fatto nulla di sbagliato, devi credermi!- lo tranquillizzò. 

-È nobile quello che vuoi fare! Questo dimostra che anche il tuo cuore è così e che sei disposto a tutto pur di non deludere la tua famiglia. Sono sicura che sarebbero fieri di te!-

Fisher sorrise -Grazie Rain!- disse, afferrandole una mano e stringendola nella propria.

-Sei una persona splendida! L'unica che abbia mai conosciuto!-

La ragazza parve scottarsi da quell'improvviso tocco e quelle parole. Si sforzò comunque di sorridere, ricambiando la stretta per provare a sentirsi a suo agio.

La cosa cominciò a precipitare quando notò un suo avvicinamento e fu allora che scostò la testa, puntandola verso il cielo.

-L'alba sul mare è uno spettacolo meraviglioso!-

-Già!- confermò lui. 

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** La nave arenata (Parte uno) ***


Capitolo diciassette: 

La nave arenata

(Parte uno) 

 

 

 

-A cosa devo questa visita di cortesia?- esclamò Hector.

Jack alzò subito le mani -Non ho infastidito tua figlia, non allarmarti... quello che, in un certo senso allarma me, è quel nuovo arrivato che abbiamo a bordo da giorni- affermò, inclinando di poco il capo.

-Mastro Fisher? Come potrebbe mai preoccupare un semplice mozzo.-

-Per esperienza so che sono quelli di grado più basso i più infidi...-

Barbossa capì benissimo il vero significato di quella frase, ma non ci badò più di tanto per non innervosirsi oltre.

-A parte ciò...- continuò Sparrow, cominciando a girare a caso nella cabina -Di quel tipo non posso dire che mi fido... puzza troppo di pesce marcio.-

-Continuo a non capire cosa tu voglia dire, Jack...- replicò il burbero Hector, battendo il bastone con il quale si aiutava a camminare.

-Suppongo, mio illustre collega, ex-rivale e alleato, che anche tu abbia notato il più che ben evidente comportamento del ragazzo...- parlando, Jack gli lanciò il fazzoletto, che venne afferrato al volo -Da quando ha perso questo.-

Il vecchio capitano lo osservò attentamente.

-Strano- dichiarò, leggermente sorpreso.

Lo girò e lesse le lettere -L. B.-

-Allora? Scoperto qualcosa? Un'illuminazione?- allargò le braccia l'ambiguo capitano della Perla nera, beccandosi un'occhiataccia.

-Quasi, pazienta una volta nella tua vita...- Barbossa si girò di spalle per esaminare meglio la stoffa.

Dopo una decina di minuti ebbe una possibile risposta.

-Può sembrare pazzesco ma, una leggenda racconta del pirata traditore, il quale possedeva esattamente un bracciale come questo...-

-Bracciale?- chiese Jack, stranito.

-Si! Questo in realtà è un bracciale. Il pirata traditore ne ha uno identico. Uno per lui e uno si diceva fosse per la sua amante.-

A queste parole il bel capitano roteò gli occhi -Uffa, pure qui un'amante... sempre la solita storia, ma non sanno inventarsi nulla di nuovo?- borbottò acidamente.

-In effetti è sempre la solita minestra, ma non possiamo farci nulla...- concordò l'altro.

-Leonard Bottom era il suo nome...-

Così raccontò all'ex rivale la leggenda del pirata traditore.

-Come vedi, non si sa molto di lui, purtroppo... solo che morì senza mai distogliere lo sguardo dal fazzoletto che aveva al polso.-

Solo dopo pochi secondi Jack parlò, spostando la mano con cui si teneva su il muso -Storia commovente devo dire... allora il giovanotto potrebbe essere il suo adorato figlioletto, no? Come vedi, tutto lineare- azzardò una teoria.

-C'è un problema... fin'ora non si è mai parlato della possibilità di un suo erede, quindi non possiamo accusarlo. Forse il fazzoletto lo ha solo rubato. Come vedi, c'è una bella curva alla tua linea immaginaria, Jack.-

-Come spieghi il sui comportamento nervoso, allora?-

-Forse ha paura di essere scambiato per qualcuno che non è...-

L'astuto bel capitano non era per niente convinto e si mise a riflettere, collegando i vari fatti.

Infine tornò a guardare Barbossa -Amico, probabilmente conosco la nostra ignota destinazione...-

Quello assunse un'aria, più che stupita, curiosa e quasi persa. Sapeva che Jack Sparrow non parlava mai a caso, almeno quando si trattava di usare l'astuzia.

-E... lì scopriremo anche la verità sul presunto John Fisher...- dichiarò infine Sparrow, abbozzando un sorriso freddo e sottile.

La determinazione gli luccicava negli occhi proprio come l'oro azteco luccicava alla luce fulgida della luna.

***

A giorno ormai inoltrato, Rain era concentrata, o meglio, cercava di concentrarsi sulla rotta ancora ignota.

Tuttavia ne dovettero passare altri due di giorni prima di accorgersi di qualcosa in lontananza, dritta sulla loro rotta.

-Padre!- lo chiamò la figlia.

Barbossa e gli altri si diressero verso il timone. Il pirata prese il suo cannocchiale per guardare meglio.

-Ci siamo!- annunciò poco dopo.

Quando arrivarono nei pressi dell'isola, attraccarono la nave con l'ancora e scesero a terra.

Jack si affiancò, casualmente, a Rain, fissando la fitta foresta che si ergeva davanti.

-Isole, foreste alberi...- commentò quasi in un sussurro.

La ragazza gli concesse una rapida occhiata laterale, poi sospirò -Perché, cosa ti aspetti? Spero solo che la tua bussola funzioni davvero, Jack...- il tono freddo e neutrale; infine si incamminò con il resto della ciurma.

Lui la guardò allontanarsi, per poi spostare lo sguardo a terra e seguirli, andando vicino a Gibbs.

-È come se avessi già vissuto questa maledetta situazione...- gli disse ad un certo punto, mentre scostava infastidito un'enorme foglia dalla faccia.

-Quando hai dovuto guidare Barbanera alla fonte?-

-Esatto... dopo che Angelica mi aveva costretto- fece una breve pausa, -Pensa che ero arrivato ad un punto in cui non sapevo se temere più il padre o la figlia...-

Rain, al nome Angelica, aveva drizzato le orecchie, sempre senza farsi notare.

Si voltò un attimo, mascherando l'azione come se si stesse guardando intorno; voleva esserne indifferente davvero e aveva tutti i motivi per farlo, ma una sensazione di fastidio le invase forte lo stomaco.

-Una vendetta bella e buona da parte sua, sai a seguito di cosa... ma ora nessuno ti costringe, ci vai per un motivo, no?- continuò Gibbs, con un cenno di intesa.

Il capitano emise un forte respiro.

-Esatto...- rispose.

La ragazza intuì che quell'Angelica doveva essere qualcuna di importante per Jack, o almeno da come ne parlava, lo era stata; una donna si sarebbe vendicata verso un uomo principalmente per questioni personali. Soprattutto con Jack, poi.

Strinse involontariamente i pugni e la mascella e ancora una volta si prefisse di pensare all'impresa che stavano compiendo.

Camminarono per un'ora e senza trovare nulla.

Ad un tratto Jack si fermò, sorpreso dall'ago della sua bussola.

-Perché ti sei fermato?- domandò Barbossa.

Il pirata non rispose; fece due, tre giri attorno a quella zona e si accorse che l'ago puntava sempre sullo stesso punto.

Si avvicinò e lo tastò col piede, finché il terreno non cedette, creando una crepa.

-Jack- affermò Rain, sconcertata.

Tutti si guardarono a vicenda finché la crepa non si espanse fino a rompersi del tutto, facendoli così finire dritti al suo interno.

Fu una discreta scivolata: finirono in mezzo ad un mucchio di erba e legno.

-Rain stai bene?- chiese subito Barbossa alla figlia, preoccupato.

-Si, padre. Voi come state?-

-Nulla mi stende, tesoro, niente paura- scherzò lui, sorridendole.

-Caspita, che volo!- esclamò Scrum, togliendosi le foglie e la polvere -Ma, almeno siamo dove dovremmo essere, signori?-

-Fate piano- consigliò Hector.

Ripresero il cammino con cautela per ulteriori crolli; tutto attorno a loro era sempre più chiuso e ricoperto di vegetazione, quindi difficile da riconoscere a primo impatto. Il terreno appariva stranamente più duro e stabile. Ad un certo punto cominciarono a sentirsi degli scricchiolii, quasi come fossero assi di legno.

All'improvviso arrivarono ad un vicolo cieco, bloccato solo da delle lunghe liane.

Jack estrasse la spada e le tranciò, liberando così la vista.

Ciò che si presentò loro davanti li sorprese e non poco.

-La nave di Leonard Bottom- sussurrò piano Barbossa, osservando il grande veliero arenato da anni.

Jack sorrise, soddisfatto, riponendo la sciabola.

 

 

Autrice:
Salve a tutti! Spero che il capitolo via piaccia. Magari vi chiedete perché non è spiegata la leggenda raccontata da Barbossa, ma non preoccupatevi, tutti i nodi verranno al pettine!! Detto, questo, vi ringrazio e vi saluto!!😉

 

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** La nave arenata (Parte due) ***


Capitolo diciotto: 
La nave arenata
(Parte due)




L'ignota destinazione dello scapestrato gruppetto di pirati fu la nave del pirata Leonard Bottom, detto anche pirata traditore, proprio come aveva previsto Jack.

Barbossa dovette per forza ammettere che un pirata come lui non esisteva, in tutto e per tutto. Quel tutto e per tutto comprendeva anche i guai in cui si cacciava sempre: i più strani possibili ed immaginabili sulla faccia della terra.

Comunque sia, si diressero in direzione della nave sempre guidati dalla bussola di Sparrow.

-Permettetemi- disse ad un certo punto John, intento ad entrare per primo, ma Jack lo bloccò.

-Nessun problema amico... se c'è pericolo voglio essere il primo a scoprirlo- affermò, entrando.

A quelle parole Hector alzò le sopracciglia, mentre di fianco un Gibbs eternamente sconvolto spalancò la bocca.

Stava per replicare, quando il pirata vicino a lui gli mollo una bastonata sullo stivale.

-Ahi!- si lamentò quello.

-Lascialo fare per una volta. Questo evento potrebbe non ripetersi e pensa... resterà nella storia!- dichiarò Barbossa, sorridendo in modo inquietante.

In realtà lo aveva fermato solo per far si che non rovinasse il piano.

-Da quando il capitano è così coraggioso?- esclamò Pintel, affacciato dal taschino di Gibbs.

-Direi da quando ha affrontato il kraken...- concluse Ragetti, assumendo un'espressione commossa -Non lo scorderò mai!-

-Hai ragione- aggiunse lo zio, commuovendosi a sua volta.

Ad un tratto Jack riuscì, tutto intero.

-Signori, la via è libera...- sorrise, guadagnandosi una lunga occhiata da parte dei presenti.

Insospettito, si guardò intorno e notò un ragno piuttosto grandicello sulla spalla destra.

Sgranati gli occhi e facendo una smorfia, se lo tolse subito di dosso, tornado a sorridere -Sono simpatico persino agli animali... lui non è il primo- indicò la spalla dove prima posava l'aracnoide.

Barbossa sbuffò, prendendo il passo e oltrepassandolo.

-Forza, ciurma! Ancora qui? Siamo pirati, non sonnambuli!- protestò.

-E tu! Smettila con le battute da mozzo e concentrati su quello che devi fare!- ringhiò verso il malcapitato capitano.

Il pirata fece un sorrisetto innocente, lasciandolo passare.

Il resto della ciurma lentamente si disperse mentre osservava basito l'oro che vi era a decorare la nave.

Dopo diverso tempo di ricerche la mappa sembrava introvabile, sebbene Rain a tratti non riuscisse a non adocchiare un certo capitano pirata ed ogni volta rimproverandosi.

La mappa. Devo cercare la mappa.

Nel bel mezzo dei suoi pensieri faceva poco caso di dove andava, e, così facendo si ritrovò diverse volte ad incrociare con lo sguardo quello di Jack ed ogni volta sobbalzava impercettibilmente, facendo però finta di nulla.

Controllati Rain, controllati. La mappa. Si rimproverò ancora.

Ma dove si sarà cacciato quell'eunuco? Tutta colpa tua, ragazzina, che mi distrai sempre! Si lamentò Jack, increspando un po' le labbra e riducendo gli occhi a due fessure.

Ad un tratto la voce di John richiamò la loro attenzione, proprio come previsto dal pirata; ora restava da confermare la presunta teoria.

-Ah, ecco- commentò a bassa voce, inclinando la testa, recandosi lì.

Rain fu la prima ad accorrere, seguita da tutti gli altri.

-Venti di ponente!- se ne uscì Gibbs.

Barbossa assunse un'espressione seria -Leonard...-

Lo scheletro del pirata giaceva seduto su una sedia attorno ad un tavolo stracolmo di oro e foglie secche di tutti i generi.

Jack invece non disse una parola.

Fisher appariva tranquillo, non a caso non si preoccupò nemmeno di essere il primo ad entrare.

Dopo veloci sguardi in giro, la ragazza notò qualcosa tra le mani di Leonard, che decise di vedere meglio ed iniziò a rovistare.

Sparrow fin da subito buttò l'occhio su un particolare ed ebbe la risposta che cercava, ma dovette per forza fare finta di nulla. Però era fatta: John si era incastrato con le sue mani: infatti non vi era nessun fazzoletto sul polso scheletrico; vicino solo resti di foglie rotte e sgretolate.

Aveva fatto apposta a non usare la bussola perché se John era quello che era, avrebbe involontariamente fatto tutto il lavoro per loro. Chissà, magari anche trovare la mappa già da un sacco di tempo e chiamarli, fingendo così di rendersi utile e non destare sospetti sul perché, nel caso avesse già trovato la mappa, non l'avesse detto subito. Poteva facilmente portare a credere che nascondesse qualcosa.

Però il ragazzo non si era accorto che un piccolo pezzo di foglia secca era rimasto attaccato alla manica della sua camicia. Questo aveva contribuito ad ingannarlo maggiormente.

Fisher un accidente, John Bottom! Ma mi chiedo perché... perché vuoi il diamante...? Risolto un mistero, ecco che se ne ripresentava un altro.

Restava solo da osservare le sue prossime mosse e tanto più non fargli capire che la sua vera identità era stata scoperta, per capire se era una vera minaccia oppure no.

-Non ci credo...- constatò intanto la giovane, tenendo tra le mani il secondo frammento di mappa.

Ad un tratto si udirono degli strani rumori che li fecero sobbalzare.

-Cos'è stato?- domandò Gibbs, sull'attenti.

Scrum si affacciò un secondo, giusto il tempo di impallidire e poi rientrare.

-Ehm... a quanto pare non siamo un po' nei guai, siamo circondati dai guai di tutti i colori...-

Infine uscirono tutti e videro metà marina Britannica che li attendeva a spade tratte.

Mastro Gibbs scostò di poco il volto verso il suo amico -Non hai offeso nessuno stavolta, vero Jack...?- proferì.

-Sai che questo è quasi del tutto impossibile, Gibbs... ma stavolta non c'entro!- si difese quello.

Senza preavviso, i soldati attaccarono, spingendo i pirati a ritirarsi dentro per armarsi ed affrontarne il meno possibile.

-Sparisci, cane!- ringhiò Barbossa, stendendo il primo che gli capitò.

Rain consegnò in fretta la mappa a suo padre e ad un tratto ebbe un'illuminazione, ma stentava a crederci: guardò in alto e vide Jack appeso al soffitto.

-Jack? Ma che...- si interruppe per evitare un colpo di spada.

-Vergognati! Che razza di capitano sei? Scendi immediatamente di lì, sei forse un pipistrello?-

-Magari mi sto evolve...- non terminò la frase, che l'asse si ruppe, facendolo cadere per terra.

-ndo...- si massaggiò la testa, alzandosi e sistemandosi per bene la giacca.

In pochi minuti fu il caos totale; chi combatteva a destra e chi scappava a sinistra.

-Credevate di scappare, sporchi pirati! Finirete sulla forca e noi all'inferno per quello che cercate di fare!- sentenziò un ufficiale di alto grado.

-Oh amico, ma che sarà mai! Le solite maledizioni, tutto qui...- sbuffò Jack, togliendoselo di torno con un ceffone.

Ben presto si ritrovarono solo loro due; gli altri cominciarono a ritirarsi verso la nave. L'unico che restò più o meno nei paraggi era Barbossa, ma erano comunque distanti e impossibilitati a vedersi.

Rain per poco non rischiò di essere affettata, ma riuscì a tirare un calcio ad un soldato, che cadde a terra piuttosto dolorante.

-Hai l'indole piratesca più di quanto credessi... sicura di non avermi mentito?- esclamò Jack, dopo aver battuto un soldato della marina e combattendone subito un altro.

-Sono un po'... occupata in questo... momento!- rispose lei, usando inconsapevolmente le stesse parole del padre, dando un pugno al soldato con cui si fronteggiava.

-Prego- le concesse il bel pirata.

Quando fu un secondo libera riprese il discorso -Bene, dicevi?- nel mentre riprese fiato.

-Hai l'indole da piratessa! Sei sicura di non avermi mentito?- ripeté lui, imitandola

La ragazza alzò gli occhi al cielo -Senti chi parla: la bocca della verità! Comunque questa è sopravvivenza!- il tono sarcastico.

Il pirata, con un intreccio di lame che fece eseguire una piroetta che li fece scambiare di posto.

-La sopravvivenza fa parte della vita da pirata, gioia. Sei veramente portata... come al nostro ultimo incontro ravvicinato, ricordi?- si bloccò un secondo, dopo aver tirato un pugno, e le gettò una rapidissima occhiata -Ma infondo qualche dubbio ce l'ho, visto come ti vanno le cose!-

Rain non seppe con chi essere più infastidita: se con il soldato della marina o con Jack.

Liberatasi del soldato britannico, rispose a tono -E a te cosa importa di come mi vanno le cose?- si rincontrarono di nuovo frontalmente, ma senza contatto, stavolta. Tenevano entrambi solo la presa di due soldati -Mi pare che hai già di che pensare!- dopodiché ripresero a duellare.

Il pirata aggrottò la fronte, dubbioso -Ora sono io che non ho capito...-

Non dovette attendere molto perché gli venissero schiarite le idee.

-Sai, dovresti imparare a far soffrire meno le persone, Jack!-

All'improvviso Rain si sentì roteare, fino a trovarsi tra le sue braccia in un particolare casque.

-Beh, dipende che intendi per "soffrire", cara...- le sussurrò, facendola rabbrividire; subito dopo la fece rialzare alla stessa maniera.

Il loro parve essere diventato un coordinato valzer a incroci di sciabola e sguardi veloci.

-Lo sai benissimo cosa intendo! Non perdi mai il tuo tempo con le donne!- replicò, lasciandosi poi afferrare per la vita per poter assestare un calcio al soldato che non cedeva.

-Se ti riferisci al mio recente passato... devo dedurre che questa è pura gelosia!- sorrise poi malizioso il capitano.

La giovane Barbossa avvertì i nervi a fior di pelle. Erano entrambi senza fare nulla e leggermente affaticati.

-Ti piacerebbe che fossi gelosa, di la verità? Beh, comunque ti sbagli!- tuttavia l'adrenalina le scorreva rapida nelle vene -Ora voltati- gli ordinò duramente.

-Perché?- domandò Jack mentre obbediva e per poco non gli prese un colpo vedendo un soldato farlo quasi a fettine, se non fosse comparsa dal nulla la ragazza, stendendolo; infatti lei, poggiate le mani sulle sue spalle e con la giusta spinta dei piedi, aveva compiuto una capriola, ricadendo in avanti e colpendo quell'uomo con ben due calci, lasciando il pirata esterrefatto.

-Wow... se mi insegni questa mossa, te ne insegno una anche io, accordato?- le propose, dopo aver chiuso la bocca rimasta aperta per vari secondi.

Erano pronti per l'ultima calcolata mossa per gli, si sperava, ultimi soldati: Rain gettò a terra la propria spada e Jack lanciò in aria la sua perché la ragazza la afferrasse al volo e nel frattempo si scambiarono ancora di posto.

-Si, magari l'avrai insegnata già a qualche altra donna...- commentò la giovane, in risposta alla domanda di prima.

Lui corse a riprendere l'altra arma con una capriola a terra e mise facilmente fuori gioco un ennesimo ufficiale, mentre Rain faceva la stessa cosa.

Si incrociarono ancora, il tintinnio del metallo che rimbombò.

-Può darsi!- confessò Jack, accennando un sorriso.

Di rimando lei scosse la testa, riducendo gli occhi a due fessure -Ti odio!- soffiò.

-Grazie!-

Un ultimo gioco di giravolte permise a tutte e due di stendere due soldati, che decisero sarebbero stati gli ultimi, per poi tornare alla posizione originale che si concluse, aspettatamente o inaspettatamente non si sapeva, ma stavolta con un vero bacio che li tenne letteralmente incollati l'un l'altra. Una danza completamente differente, ancora più intrigante, morbida e fluente.

Stai lontano da mia figlia!

Stranamente, dopo diversi minuti, fu proprio Jack a staccarsi, in maniera brusca come se si fosse risvegliato all'improvviso da un incubo, lasciando la giovane basita, incredula e col cuore perso di un battito.

Stai lontano da mia figlia!

Il pirata sentì le parole rimbombare nel cervello.

Tuttavia, non ebbero il tempo di dire o fare altro, che la nave si piegò pericolosamente, dando segni di cedimento. Così dovettero per forza mettere da parte gli ultimi avvenimenti ed optare per una via di fuga che prevedeva ancora una volta un salto nel vuoto.

-Andiamo!- le disse Jack.

Non ebbero altra scelta se non buttarsi dalle finestre rotte, seguendo la discesa di una cascata proprio al di sotto del veliero, fino a cadere nel fiume sottostante.

La nave, che ormai aveva ceduto, si spezzò in due, precipitando anch'essa in acqua.

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Se non ci fosse il rum! ***


Capitolo diciannove:
Se non ci fosse il rum!




Rain riemerse dall'acqua, boccheggiando e subito dopo, poco distante, riemerse anche Jack.

Nuotarono entrambi verso la riva, stremati, e si allungarono sul terreno asciutto.

Dopo aver ripreso fiato si rimisero in marcia verso il mare per raggiungere la Queen Ann's revenge.

Nel frattempo nessuno dei due proferì parola, quando, inaspettatamente, durante il cammino incontrarono Barbossa.

-Rain, figlia mia!- esclamò quest'ultimo, sollevato.

-Padre! Credevo che voi...-

L'anziano pirata l'abbracciò, ricambiato.

-La mappa?- insisté lei.

-Tranquilla, ce l'ho io. La cosa importante è che stai bene, Rain... ma... cos'hai? Sembri accaldata. Sei ferita?-

La ragazza cominciò a sudare freddo, mentre Jack parve improvvisamente interessato alla corteccia del tronco di una pianta, che iniziò a picchiettare.

-Ehm... no. Sarà stata la fatica...- deglutì lei, mimando un senso di affanno; si sforzò di usare un tono abbastanza convincente.

Sparrow invece emise vari colpi di tosse.

Hector lanciò vari sguardi ai due, non molto convinto, poi si avvicinò verso il pirata, il quale non si mosse: Jack aveva il solito sguardo neutro e difficile da interpretare, come sempre.

Inizialmente Barbossa sembrò volesse dirgli qualcosa, ma poi parve ripensarci.

-Torniamo alla nave.- ordinò solamente.

Saliti a bordo Gibbs li raggiunse -Jack, ce l'avete fatta?- si preoccupò, notando l'aria troppo strana del capitano.

Quello si fermò e si girò -Stai parlando con me?-

-Si...- il tono della risposta era sorpreso.

-Beh, allora vuol dire che ce l'abbiamo fatta!- detto ciò, il pirata si allontanò per i fatti suoi.

Il Mastro non capiva il suo comportamento ed intuì che doveva essere successo qualcosa di particolare, o semplicemente Jack non era di buon umore.

Scrollò le spalle, indeciso.

Ora che avevano la mappa per intero, la rotta per l'isola fantasma era assicurata.

Qualche ora dopo, John rientrò nella propria cabina, finalmente solo e indisturbato. Stava per tirare qualcosa fuori dalla tasca, ma fu interrotto, facendo cadere accidentalmente a terra quello che aveva in mano.

-Disturbo?- chiese pacatamente Rain, con un'espressione decisamente sotto i tacchi.

-No no, affatto, tranquilla- rispose il ragazzo, cercando di essere naturale, ma alla bella figlia di Barbossa non sfuggì un particolare.

Si avvicinò ed accennò un sorriso un po' forzato, accovacciandosi -Ti è caduto questo.- mormorò, raccogliendo il fazzoletto e porgendoglielo.

-Oh... si, grazie-

John lo afferrò all'istante, leggermente tremante e mostrandosi sollevato dopo averlo avuto nuovamente in suo possesso.

-Era questo che cercavi, vero?- continuò lei.

-Si, si. Fortuna che l'ho ritrovato.-

Rain abbassò un secondo la testa.

-Gli uomini e il disordine...- tornò a guardarlo.

Il giovane aggrottò la fronte, stupito -Perché?-

-Non era poi così scomparso il fazzoletto... bastava un po' più di attenzione-

La conversazione sembrò ad un tratto metterlo a disagio, lo si capiva dai suoi gesti e risposte veloci, infatti Fisher preferì dirottare.

-Già... comunque, perché sei qui?-

Ora fu Rain a sentirsi a disagio ed ebbe un rapido impulso di nervi a causa della tensione accumulata.

-Così! Sono la figlia del capitano di questa nave, non posso andare dove voglio?- ribatté acida, incrociando le braccia e girandosi, facendo per dirigersi verso la porta.

-Ehi, ehi, perdonami. Sono stato inopportuno, lo so...- si scusò quello, afferrandola delicatamente per le braccia.

-Senti, hai fatto bene a venire, anche perché, altrimenti sarei venuto io da te-

La frase la incuriosì abbastanza da farla calmare -Come mai?-

Si sedettero e John si preparò a chiederle ciò che doveva.

Nel frattempo...

-Ma con chi parla il capitano?- domandò Ragetti, strofinandosi il piccolo occhio di legno con insistenza.

-È quello che mi chiedo anche io...- rispose Gibbs, a braccia conserte ed un sopracciglio alzato.

Jack era sdraiato dentro un'amaca, con una delle ben dodici bottiglie di rum penzolante in mano, mentre biascicava parole nel sonno.

-No... è stata lei...- mosse la testa -Lei mi ha... bac-c...iato...-

-Che ha detto?- chiese a sua volta Pintel.

Il mastro ignorò la domanda e provò a sfilare la bottiglia, inutilmente, perché il pirata si svegliò di soprassalto.

-Uhm... mia bottiglia!- borbottò, abbracciandola gelosamente.

Poi si alzò, ma invece di mettersi in piedi finì sul pavimento, salvando però la bevanda.

-Jack, ti senti bene?-

-Quando c'è il rum...- ne bevve un sorso abbondante -Sto sempre bene, mastro Gibbs- si pulì il muso con la manica e si attaccò ancora alla bevanda, dirigendosi fuori ubriaco fradicio e tutto barcollante, a volte inciampando su se stesso.

-Ragazzina petulante... ahia!- si lamentò Jack, dopo aver sbattuto il piede contro un asse di legno, per fortuna senza spiaccicarsi a terra -Capricciosa, testarda e orgogliosa...- altra scolata di rum -Come suo padre...- l'attaccatura della bottiglia leggermente consumata.

Proprio in quel momento delle voci confuse attirarono la sua attenzione, così andò a vedere più che sentire; in quello stato non ci avrebbe capito niente ma la vista era ancora accettabile, almeno ancora per un po'.

Dall'oblò della porta si alzò sulle punte e diede una sbirciata.

All'interno della stanza, Rain in si chiedeva cosa volesse dirle John.

Il ragazzo aveva la testa chinata, come se dovesse fare una confessione o trovare le parole giuste per parlare.

-Sono poco bravo con le parole...- ridacchiò -Rain, volevo chiederti se... dopo che avremo trovato il diamante, non lasci tutto e vieni con me?- si buttò alla fine.

La ragazza rimase sconcertata da quello che aveva sentito.

-Lasciare tutto...?-

-Non devi tradire, tranquilla. Solo, una volta finita tutta questa storia, vieni con me! Ti prego!- la tranquillizzò lui, vedendola improvvisamente allarmata.

Rain non aveva mai avuto la testa così intrecciata. Si sentiva in gabbia, tuttavia con la porta della fuga aperta. Ma qualcosa dentro di lei non la lasciava andare, o meglio qualcuno.

Era confusa al massimo, non sapeva che fare: aveva il cuore spezzato a metà.

-Sei una persona straordinaria e ti voglio al mio fianco! Scappa con me!-

La voce di John le risuonò nelle orecchie, tanto che non si accorse neppure che le aveva afferrato delicatamente il mento e si stava avvicinando.

Quando lo notò, stavolta, o per lo sconforto, o per ripicca, o perché non voleva più soffrire, lo lasciò fare.

E perché non poteva accettare? Da quando l'aveva conosciuto, Jack le aveva solo fatto del male interiormente. Lei era solo un passatempo per lui, ed era stato ben chiaro su quello quando lo aveva sentito per caso parlare con Gibbs.

Inoltre con quello che stava di lì a poco per accadere, doveva capire una cosa importante.

Lentamente John azzerò la distanza e posò le labbra sulle sue.

Jack per un momento perse l'equilibrio ma per fortuna non ci furono conseguenze.

-Hai capito tu, quella viperetta! Disgraziata, traditrice... poi dicono che sono l'unico! E poi dicono che sono io l'ubriaco solo perché ne combino di tutti i colori... come dicono? "Ubriacone, donnaiolo"!- imitò con sarcasmo e movenze da prese in giro.

-Siete voi gli ubriachi! È vero che anche io lo sono, ma almeno lo ammetto!-

La testa cominciò a girargli. Beh, aveva pur sempre ingerito di fila e tutto d'un fiato, minimo una decina di bottiglie di rum.

Ne bevve un altro po', soddisfatto. L'unica cosa che lo faceva stare bene: il rum.

-Ah, il rum! Se non ci fosse il rum! Quando riavrò la Perla nera...- altra bevuta -Ne imbottirò le stive! Ah, il rum...- ripeté.

La visuale gli roteava senza interruzioni -R-ru...- dopo l'ennesima parola, intravide il riflesso di un asse di legno, ma per la vista sbiadita gli sembrò lontano, così finì per sbatterci la testa contro -Mmm...- infine crollò a terra come un sacco di patate, con un tonfo sordo.

Il rumore fu abbastanza forte da essere udito quasi da tutti.

Gibbs uscì di cabina, sorpreso e vedendo Jack steso come una corda, gli corse incontro -Che mi venga un colpo! Capitano!-

Barbossa si affacciò subito dopo, alzando gli occhi al cielo a quella scena.

Anche John e Rain furono interrotti bruscamente e, curiosi andarono a vedere cosa fosse successo.

-Jack!- Esclamò allarmata la giovane, precipitandosi vicino e lasciando indietro Fisher -Cos'è successo?- espresse la domanda con un po' più di contegno, riprendendo il controllo di se stessa, ma lo stesso preoccupata.

Gibbs fece segno di uno che beve -Se beveste dodici bottiglie intere di rum, dubito che ne uscireste intatta, Miss Rain...-

Lei spalancò gli occhi -Come?! Dodici bottiglie?!-

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Il dilemma risolto ***


Capitolo venti: 

Il dilemma risolto 

 

 

Quando Jack rinvenì, il giorno seguente, era steso su una branda all'interno di una cabina.

Non ricordava nulla di quanto accaduto, sentiva solo un gran male alla testa; se la tastò con la mano, sentendo un piccolo bernoccolo ed emise un lieve lamento.

Infine si alzò, guardandosi intorno, e una volta individuata la porta vi si diresse, ancora un po' leggermente più penzolante del solito.

Intanto Rain era con suo padre Barbossa, intenta a scoprire finalmente la rotta per l'isola.

C'era forte fermento per quell'occasione; erano infatti attorniati da vari uomini, compreso Gibbs, Scrum e John. 

Uniti i due frammenti di mappa scoprirono, non senza difficoltà a causa della carta poco leggibile, dei segni lineari tracciati con assoluta precisione.

-Che razza di idiota ha mai ideato questo schifo incomprensibile?- bofonchiò Barbossa, disgustato. 

-Non ho mai visto una cosa del genere- concordò John.

-Già, neppure io. Cosa significano tutti questi segni?- aggiunse Scrum. 

Rain li osservò attentamente: notò che le linee formavano una specie di figura a sei punte, tutte unite in un unico punto al centro della mappa.

La ragazza ci rifletté -Ho già visto figure simili sui alcuni libri. Forse... questo disegno ha un'interpretazione- mormorò a bassa voce.

-E ce l'avete quell'interpretazione? intervenne Gibbs, scrollando le spalle.

Gli uomini, scettici, erano intenti ad rinunciare di capire, quando la voce di Rain li fermò.

-Il diamante!- pronunciò, decisa.

-Cosa?- chiese John.

La giovane indicò loro il foglio -Le linee congiunte disegnano una figura regolare a sei punte. Ora, secondo i miei studi la stessa caratteristica dovrebbe avercela il diamante. Quindi questa potrebbe essere una sua possibile rappresentazione- 

-Non capisco! A noi cosa importa di una, come hai detto? Rappresentazione!- replicò Scrum -Credevo dovessimo trovare la rotta per l'isola...-

-È questo che non mi è ancora chiaro...- confermò Rain, con una punta di delusione nella voce.

Con quale obiettivo tracciare quella forma? Come li avrebbe condotti all'isola? Queste erano più o meno le domande che tutti si porgevano.

I misteri e i trabocchetti del mare non finivano mai.

***

Un altro noioso giorno stava raggiungendo il culmine; in più, il tempo non era a loro favore: l'eclissi era ormai prossima. Era questione di pochissimi giorni.

Cosa avevano risolto? Assolutamente niente.

Inoltre la rotta per l'isola fantasma non era l'unico pensiero di Rain.

Non riusciva non pensare alla proposta di John di scappare con lui una volta che fosse tutto finito.

Non aveva dato una risposta esplicita; ma se nulla le impediva di accettare, visto che aveva tutte le ragioni per farlo, si chiedeva con insistenza perché non avesse detto di sì in quel momento. Subito.

Poi, una cosa aveva notato e non era nemmeno la prima volta che si verificava: ogni volta che era con John, o parlassero di cose del genere, automaticamente succedeva un imprevisto il cui responsabile, guarda caso, chi era se non Jack Sparrow.

Quasi come fosse destino che lui, benché intenzionato o no, dovesse essere la causa di tutte le interruzioni.

Ovviamente queste erano semplici supposizioni nella mente della giovane.

Era arrivata ad un punto, però, in cui si domandava se quegli imprevisti fossero di sollievo per lei, evitandole, così, situazioni in cui non si sentiva del tutto sicura oppure che in realtà sapeva di non volere, ma che il suo orgoglio le imponeva di accettare per forza.

Scosse la testa sbuffando, stanca di tutto. Quando sentiva i nervi tesi le piaceva respirare la brezza del mare aperto: la calmava e l'aiutava a liberare la mente.

Probabilmente non sarebbe stato così questa volta.

Avviandosi sul ponte della nave vide un Jack Sparrow comodamente appollaiato sulla prua, con una solita bottiglia di rum che alternava tra mano e bocca.

Lui fece finta di non notarla, tecnica che funzionò alla perfezione nonostante Rain intuisse che lo stesse facendo apposta.

La giovane ebbe un impulso di fastidio per questo, motivo che le fece prendere l'iniziativa -È proprio vero che niente riesce a stenderti.- commentò. 

Tranne forse una trave di legno mentre ho il cervello fritto. Si rammentò il pirata, sarcasticamente.

-Che sei venuta a fare?- domandò neutrale. A portare altra sfortuna? disse mentalmente, bevendo un altro sorso del liquido dorato.

La punta di freddezza era ben evidente, ma la giovane preferì non farci caso e andare dritta al dunque; con lui bisognava fare così per evitare giri di parole.   

-Volevo sapere come stai-

-Oh, ti preoccupi per me, cara, non dovresti! Credevo volessi fare cambio di guardia...-

Rain scattò sugli attenti -Cambio di guardia, cosa?-

Come immaginava! Ultimamente, anzi, la maggior parte del tempo, con Jack era diventato tutto un battibecco e scambio di frecciatine velenose, partenti da lui però.

Era fatto così o ce l'aveva con lei per qualcosa?

Il capitano scese giù -La dolce compagnia di quell'eunuco non ti è più gradita? No, sai... perché noto varie e spesse alternanze. I miei complimenti, ti stai dimostrando una piratessa nella sua più brillante autenticità-

Infondo anche Jack iniziava a non capirsi più; il perché di tutto quell'astio improvviso nei confronti della ragazza ogni qualvolta di mezzo c'era quella sottospecie di mozzo imbroglione.

Non che lui stesso fosse un santo, per carità, però gli saliva il nervoso anche solo a vederlo.

Pensava al singolare, ma sapeva che di suo interesse era il plurale.

Rain ebbe il fortissimo impulso di mollargli un ennesimo ceffone, ma capì che non ci avrebbe risolto niente, solo un male alla mano e uno sforzo inutile ed era stufa di passare per la ragazzina che appena offesa, trova soluzione tirando il classico schiaffo.

Lei non era una che baciava qualcuno quando gli andava, ma decise di cogliere la palla al balzo.

-Sembra che la cosa ti infastidisca! Non dovrebbe visto che puoi permetterti tutto quello che vuoi! O forse non l'hai già fatto? Chi mi ha baciata più volte, dichiarando poi che era tutto un gioco? Chi mi ha baciata sulla nave di Leonard?- gli rinfacciò duramente, oltrepassandolo e sedendosi sul parapetto di legno.

Jack fece una leggera smorfia: se lo chiedeva anche lui, soprattutto perché, infatti, aveva sempre ritenuto il tutto solamente un divertimento.

Cominciava ad esserci qualcosa che non andava nei suoi piani. 

-Su quest'ultimo punto mi dispiace doverti correggere, dolcezza, visto che sei stata tu a non resistere!- la via per evitare di rispondere era deviare il discorso.

-Cosa?!-

Jack continuò -Ah, comunque non mi hai raccontato l'ultima notizia: dimmi, almeno l'eunuco bacia bene? Perché non mi pare che sono l'unico a prendersi tali stuzzicanti libertà!- la provocò.

Rain non ce la fece più e scoppiò.

-Basta! Perché ti importa così tanto? Di cosa hai paura? Cosa vuoi da me?!- urlò, esasperata.

Prima che potesse esserci risposta, una violenta scossa di terremoto interruppe il momento cruciale, sballottando abbastanza violentemente la nave e la superficie circostante e cogliendoli di sorpresa. 

La scossa durò un paio di minuti, poi cessò all'improvviso così come era iniziata.

Il capitano riuscì a malapena a vedere la ragazza scivolare fuori dalla nave, così mollò la presa dall'albero maestro.

Si affacciò al parapetto e la vide aggrappata difficoltosamente ad una sporgenza sul fianco del veliero.

-Rain!- gridò, afferrandola saldamente per un polso, -Tieniti stretta!-

-Jack! Aiutami! Ti prego non lasciarmi!- lo implorò la ragazza, agitata e con il cuore in gola, mentre era in procinto di cadere. 

Lui la fissò negli occhi per alcuni secondi, dopodiché rafforzò la presa -No che non ti lascio!- detto questo iniziò a tirarla su con tutte le sue forze.

Rain si aiutò anche con i piedi finché non fu di nuovo su, ma per la mancanza di equilibrio caddero sul pavimento entrambi stremati. Lei sopra di lui.

-Grazie- mormorò ad un certo punto, sollevata, accuzzandosi tra il collo e la spalla del pirata, riprendendo fiato.

Jack sospirò apertamente, distendendo i muscoli ed appoggiando la testa a terra, ancora tenendola vicino a sé.

Ecco... questo potrebbe farmi paura, le fatiche non sono mai troppe...

Dopo che si rialzarono accorsero tutti gli altri -Jack! Miss... la voce apparteneva a Gibbs -Miss Rain...?-

-Figlia! Niente di rotto?- aggiunse Barbossa, lanciando un'occhiata strana a Sparrow.

-Si, tutto apposto-

-Beati voi... io mi sento mezzo distrutto e con lo stomaco sottosopra- s'intromise Scrum, leggermente sbiancato.

-Rain... stai bene?- accorse Fisher, limitando il tono iniziale vedendola con Jack.

-Sembrava di stare al centro di un vortice vortigginoso- concluse di nuovo mastro Gibbs.

Centro...

-Al centro!- mormorò la ragazza -Ma certo!-

-Centro, cosa?-

Delle spiegazioni erano più che dovute.

-Questi movimenti, queste scosse violente hanno a che fare con l'isola, giusto? Quindi si suppone che al centro siano più forti.- iniziò.

-Sarebbe fattibile- commentò Pintel, da dentro il taschino.

-La prima scossa che abbiamo sentito fu su un'altra isola. E se quella non fosse l'unica, ma fosse solo una delle sei? Se ognuna corrisponda ad ogni punto?-

Hector aggrottò la fronte -Una delle sei?-

-Se quelle linee fossero dei punti di riferimento per indicare quelli principali collegati a sua volta con l'isola fantasma, da cui ha origine il tutto? Se osserviamo bene la mappa, i punti tracciano la forma di un diamante la cui estremità più grande è nel mezzo, e se il diamante è il cuore dell'isola, questo significa solo una cosa...-

-L'isola si trova al centro delle altre sei, il punto principale da cui partono le scosse, quindi, il luogo dove si trova il diamante- concluse automaticamente per lei, Jack.

Rain annuì.

-Caspita, eravamo praticamente ad un soffio!- si lamentò Gibbs, stringendo i pugni, avendo ora tutto più chiaro.

-Signori... preparatevi. Venti turbolenti ci accompagneranno!- ridacchiò come suo solito, Barbossa.

-Avanti tutta per l'isola fantasma!-

Il bel capitano si ritirò in cabina. Si rimise per bene il cappello e la giacca, sorridendo astutamente, lasciando intravedere i denti d'oro; uno strano luccichio negli occhi come di chi la sa lunga. 


 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** L'isola fantasma ***


Capitolo ventuno: 

L'isola fantasma

 

 

 

Il viaggio definitivo per l'isola fantasma si sarebbe rivelato tutt'altro che tranquillo per i nostri pirati, i quali erano pronti ad affrontare alcune delle coste più misteriose e pericolose del mare.

Non erano del tutto sicuri su ciò che li attendeva; più o meno.

Procedevano a colpi di fortuna ed accordi improvvisati, come avevano, d'altronde, sempre fatto.

Arrivati ad un certo punto, le scosse si fecero sempre più frequenti e forti.

L'atmosfera divenne man mano più cupa e spettrale. In un certo senso anche soffocante: quasi come essere all'interno di una bottiglia appannata e con sempre meno aria, il che finisce per diventare appiccicosa, impedendoti così di respirare e togliendo le forze. Nonostante non ci fosse nebbia, era l'aria stessa ad essere velenosa.

-Ora capisco perché la chiamano l'isola fantasma...- osservò Scrum, guardandosi intorno diffidente e tremando come una foglia, iniziando a starnutire a raffica -Non potevano chiamarla in un altro modo?-

-E come?- intervenne mastro Gibbs, curioso, nel frattempo porgendogli un panno.

Quello scrollò le spalle -Beh, del tipo, l'isola degli starnuti, visti quanti ne sto facendo da un'ora-

-Ma se neanche sai leggere l'ora-

-E chi te lo dice?-

-Tu-

-Perché non la chiamiamo l'isola dei cadaveri? Perché è quello che diventerete vuoi due imbecilli se non la finite, visto che la mia pazienza è già di per sé limitata!- ringhiò Barbossa, tastando l'elsa della spada e facendo muovere le sarti, appendendo i due pirati a testa in giù.

-Oh no, di nuovo! Così mi viene il mal di mare, capitano!- piagnucolò Scrum, non venendo minimamente ascoltato.

Rain ad un tratto si fece seria -Oh mio Dio- pronunciò, nell'osservare il cielo.

Gli altri la imitarono.

-L'eclissi è prossima- continuò lei.

La luna ed il sole erano come due calamite: l'uno attirava l'altro ad una velocità impressionante.

Erano ad una vicinanza inconcepibile. Non era mai successo se non in quei rarissimi casi.

Dovevano sbrigarsi, perché il sole e la luna si sarebbero presto sovrapposti e l'eclissi non sarebbe durata molto.

-L'isola fantasma- annunciò Jack con tono sottile, il che attirò l'attenzione dei compagni, i quali rimasero a bocche spalancate alla vista del grande pezzo di terra che diventava sempre più nitido, di fronte a loro.

Fece la sua comparsa come un'ombra: man mano che si avvicinavano, si poteva distinguere la vegetazione di un verde scuro, a tratti blu, quasi nero. Vi era un punto più alto al centro.

Attraccata la Queen Ann's revenge, la ciurma scese a terra non appena ebbe trovato un luogo adatto.

-State allerta, qui anche l'aria tradisce...- azzardò Hector, gettando un rapidissimo sguardo a John, quasi come se si stesse riferendo a qualcosa di preciso ma lasciando il beneficio del dubbio.

Il ragazzo abbassò gli occhi, assottigliando le labbra in una strana espressione.

Usufruendo ancora una volta della sua preziosa bussola, Jack riuscì a trovare e condurre il gruppo al centro dell'isola.

Giunsero in una specie di ampia grotta semiaperta grazie alle numerose fratture sulla roccia coperta dal fresco ed umido muschio verde, che rifletteva la luce proveniente da quelle fessure.

Vagarono qualche minuto a vuoto, ammirando le particolarità del posto.

-Mio Dio...- mormorò ad un tratto Rain, dirigendosi a passo lento verso quella che sembrava una statua.

Aggrottò la fronte per capire meglio.

-Hans Victor- chiarì il padre, affiancandola.

Ben presto tutti si resero conto che il capitano Victor non era l'unico: vi erano anche gli altri membri della ciurma pietrificati.

-Dov'è il diamante?- chiese Gibbs.

Rain seguì la posizione del pirata di pietra: sembrava indicasse qualcosa a terra.

Abbassato lo sguardo, intravide qualcosa di lucido.

Ansiosa iniziò a rimuovere la melma e le radici che ostruivano la vista, finché non urtò qualcosa di duro. Nel frattempo fu attorniata dai compagni e Jack, speranzosi che avesse trovato il diamante.

La ragazza spalancò gli occhi a ciò che riconobbe.

Tutti erano basiti quanto lei.

-Il diamante!- disse, facendo fatica a crederci, prendendolo in mano un po' titubante.

Non era di dimensioni grandi.

Poi si rivolse al giovane Fisher -John, potrai salvare la tua famiglia!- gli ricordò, felice.

A quella frase tutti lo fissarono straniti e curiosi da quella nuova faccenda non detta.

Il ragazzo cominciava ad avvertire uno stato di ansia e panico. L'eclissi stava per avvenire e doveva agire il più presto possibile; non c'era più tempo, ormai.

-A volte la vita è imprevedibile... le cose per cui lotti posso cambiare...- commentò schiarendosi prima la voce.

In un battito di ciglia afferrò la giovane, estraendo la spada e puntandole la lama alla gola, cogliendo sia lei e che gli altri di sorpresa.

-Rain!- affermò subito Barbossa.

-Miss Rain!- intervenne anche Gibbs.

Jack scattò impercettibilmente ed assunse uno sguardo aggrottato davanti a quell'improvvisa scena, stringendo i pugni e la mascella senza dire nulla.

Era meglio non fare mosse avventate, almeno per il momento.

-Ma che fai?!- domandò allibita Rain, cercando invano di liberarsi dalla stretta.

-Te l'ho detto... le carte in tavola cambiano! Anche per te, cara! Ti avevo dato una via d'uscita che però tu hai deciso di non prendere, e queste sono le conseguenze- rispose John, senza mezzi termini.

Lanciò un'occhiata ai presenti -Non fate un passo o potere dire addio alla ragazza!- ordinò, minacciandoli avvicinando ulteriormente il freddo taglio di metallo al collo del suo ostaggio, nel mentre impossessandosi del diamante.

-Nulla di ciò che mi hai raccontato è vero, giusto?!- espresse con tono acido la giovane.

-Mi sembrava una storia abbastanza convincente e commovente!-

-Oh, è il tuo piano ha funzionato alla... sperfezione...- si intromise Jack, -Sai, dovresti fare un po' più di pratica con le bugie- gesticolò bizzarramente e con espressioni altrettanto strane.

Allargò le braccia, continuando a prenderlo in giro -Figliolo, se proprio volevi inventartene una di sana pianta bastava chiedere; hai qui il maestro delle bugie. E poi non siamo tutti così stupidi- sorrise in modo sghembo.

-Come te...- borbottò Rain, roteando gli occhi, decisamente stufa.

-Non c'è bisogno di offendere.* Ti sto salvando la vita nel caso non lo avessi capito!- replicò fintamente offeso, Sparrow.

-Visto che mi hai appena dato della stupida, si suppone che io sia stupida! E comunque se tu non lo avessi notato, sono ancora minacciata da un psicopatico con una spada!-

-Ma anche tu mi hai dato dello stupido! Quindi si suppone che io sia stupido!- usò la sua stessa frase a dispetto. 

Intanto gli altri, compreso Fisher, non poterono non scambiarsi espressioni con smorfie dal tipo: ma che problemi hanno, su viso.

-Oh davvero? Mi dispiace... volevo dire: bugiardo! Tu sei tutto tranne che stupido- ammise Rain.

Jack sorrise furbamente -Faccio solo cose stupide-

Con una rapida mossa riuscì a togliere di mano a John il diamante, per poi afferrarlo. Tutto in un batter d'occhio, tanto che l'avversario stesso se ne accorse poco dopo.

-Ma cosa...?- biascicò, incredulo.

-Non dirmi che rinunci già? Peccato!- mentre parlava, il pirata estrasse la sua spada.

Fisher si innervosì maggiormente, e lasciando andare la ragazza si accanì su Jack.

-Adesso si! Bravo capitano!- scoppiò di euforia Scrum, che urtando per sbaglio una leva nascosta, attivò una trappola.

I due combattenti furono sorpresi da un masso intento a cadere e si gettarono a terra appena in tempo.

Purtroppo John riuscì anche a recuperare il diamante e rise con aria soddisfatta -Bene, è giunto il momento-

La luna iniziò a coprire piano il sole; un pezzo alla volta.

Il giovane si avvicinò al piedistallo dove andava incastonato il diamante e ve lo pose di nuovo sopra. 

Una bianca luce fievole prese a risplendere, divenendo sempre più fulgida; le pareti tremarono e la roccia che intrappolava i pirati si spaccò, facendoli tornare com'erano prima, dopo tanti anni.

-Misericordia- commentò a bassa voce Hector.

-Oh cavolo!- mormorarono Pintel e Ragetti, tremanti dalla fifa.

La situazione si stava mettendo più o meno male.

-Capitano, siamo liberi!- affermò uno della ciurma, con voce grottesca, guardandosi il corpo libero.

-Capitan Victor!- esclamò John a gran voce, attirando la sua attenzione, uniti dalle risate fiere del resto.

-Tu chi sei?- ringhiò quello, in punta di spada.

-Sono il vostro liberatore! Salvati da un eterna ingiusta schiavitù! Sarò pronto ad offrirvi un tributo se voi offrirete a me il vostro favore-

Il capitano gli rivolse un'occhiata dubbiosa e indagatrice, non fidandosi -Di quale tributo si parla, ragazzo?-nel mentre niziò macabramente a girargli intorno, osservando ogni sua mossa.

-Ciò che volete di più al mondo, signore, avete la mia parola-

Qui Jack mise le transenne -No, no, no, no! La mia bussola non se ne parla neanche!- frignò, tenendola ben stretta nelle mani come un bambino, confermando però le parole di John. 

Hans Victor rifletté, riducendo gli occhi a due fessure -Quindi non mentite a quanto pare... accordato, ma- lo tenne sotto tiro -Non aspettatevi che le mie grazie siano di diritto e subito, sarete mio prigioniero per ora-

-Come ordinate, capitano, molto presto sono certo di guadagnarmi la vostra fiducia. Ora dovete solo impossessarvi della bussola di un certo Jack Sparrow- con la mano John lo indicò.

Il povero malcapitato pirata sorrise.

Ma perché ci vado sempre io di mezzo!

-Non dategli ascolto, la mia bussola non vale nemmeno la metà della metà di un doblone- tentò di giustificarsi.

-Ciurma, prendete quella bussola-

I pirati di Hans si avventarono contro Jack, che però ebbe il sostegno dei compagni, soprattutto di Rain.

-Un altro stupido giro, capitano?- scherzò.

-Ben lieto, dolcezza!- le fece l'occhiolino.

Iniziarono così una lotta: pirati contro pirati.

Intanto John si avvicinò a Victor che osservava orgoglioso il suo equipaggio.

-Sarò eternamente grato- disse.

-Non illudetevi, mozzo-

Il ragazzo ridacchiò -Il fato mi ha permesso di avere la mia agognata vendetta- detto questo, infilzò a sorpresa e tradimento il pirata, sotto gli occhi di tutti.

-Per la vostra fiducia e...- premette di più la sciabola -Per mio padre che voi portaste alla morte: Leonard Bottom!-

La vittima agonizzante, colta alla sprovvista, cadde a terra morta senza nemmeno aver avuto il tempo di fare nulla. Una fine a dir poco umiliante, il che costrinse gli uomini a sottomettersi. 

-Voi da ora avrete un nuovo capitano, altrimenti farete la sua stessa fine a tradimento!- ringhiò John nella loro direzione.

-Ma guarda, avevo previsto anche questo- confessò Jack, ironico.

-Quel manigoldo, codardo di Victor è la vera causa della fine della mia famiglia! Uccise mia madre dopo l'ammutinamento di mio padre. In seguito lui venne a conoscenza dell'esistenza di un diamante in grado di cambiare il fato di cose e persone, ma Victor lo costrinse a condurlo lì per i suoi scopi egoistici. Allora per vendetta mio padre non gli disse che il diamante li avrebbe puniti se trafugato durante l'eclissi- spiegò il giovane neo Bottom.

-Compiuta la sua vendetta e sconfortato, si ritirò sulla nave di Victor, osservando l'unico ricordo di quella donna: un fazzoletto che portava al polso. Uno per lui e uno per lei, segno che il loro amore sarebbe durato per sempre. Era ignaro di avere un figlio, te, colui che ha occultato le prove- concluse Sparrow, agitando l'altro fazzoletto e dall'altra facendo saltellare mano il diamante.

-Tu mi hai portato via Rain!-

Sparrow fece spallucce -A lei non piacciono gli eunuchi, che posso farci-

Alla ragazza venne da ridere a quella frase, il che non fece che complicare la situazione.

-Ciurma, uccideteli! Al diamante penso io!-

Tuttavia Jack glielo lanciò con suo grande stupore -Vuoi il diamante? Eccolo, ma attento a non diventare di pietra!- lo schernì. 

I pirati li attaccarono ancora in ennesima estenuante battaglia.

-Forza ragazzi! Siamo noi!- li incoraggiò Gibbs. 

John inchiodò con gli occhi Rain.

-Ammetto che mi dispiace doverlo fare. Ti ho dato la possibilità di evitarlo ma hai rifiutato ed ora pagherai come tutti gli altri!-

La bella e determinata figlia di Barbossa non si lasciò intimidire e lo attaccò, ma non senza difficoltà.

Alla fine, messa ad un angolo quasi battuta, sputò fuori tutto quello che voleva da tempo dire -Credi davvero che avrei potuto amare uno come te? L'unico uomo che io desidero, che amo con tutta me stessa, è solo Jack! Solo lui!-

Infuriato, umiliato e pazzo di gelosia per quel disprezzo evidente, il malvagio nuovo capitano alzò la spada e gliela puntò dritta contro con l'intento di ucciderla.

Rain si preparò mentalmente e fisicamente a ricevere il colpo.

Dopo aver battuto un pirata della ciurma di Bottom, Jack venne attirato da un rumore: si voltò e vide Rain che stava per essere uccisa da quel maledetto.

Li raggiunse, e senza esitare si frappose tra i due.

La giovane non riuscì a capire come mai non sentì nulla; nessun dolore, nessuna sensazione di lama fredda. Nulla.

Era solo confusa e spaesata.

Alzò lo sguardo e vide con sorpresa Jack, che però era di spalle: il pirata, infatti, bloccava con la propria spada quella dell'avversario.

Dopo secondi quasi interminabili, riuscì ad allontanarlo, facendolo sbattere violentemente a terra.

-Rain- disse poi, giratosi e chinatosi verso la ragazza, che annuì faticosamente, riprendendo fiato per la tensione -Jack...- biascicò.

-La tua nave... la Perla- continuò, prima di accorgersi di un grave particolare e spalancare gli occhi.

-Jack, attento!- lo avvertì immediatamente, tentando di mettersi in mezzo. 

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Sono il capitano Jack Sparrow! ***


Capitolo ventidue: 

Sono il capitano Jack Sparrow!

 

 

La giovane si mise davanti a Jack per fargli da scudo con il proprio corpo.

Quest'ultimo si voltò di scatto; ormai aveva preso la sua decisione. Se avesse agito diversamente ad andarci di mezzo sarebbe stata Rain.

La scansò a sua volta con la forza, facendosi colpire al posto della ragazza.

Ferito, il capitano con un un gemito strozzato cadde in ginocchio, portando istintivamente le mani sulla lama della spada rimasta ancora in vista.

Rain, nel frattempo ripresasi, rimase letteralmente pietrificata -Nooo!- gridò incredula, davanti a quella scena. Non poteva e non voleva crederci!

Il cuore le perse di un battito e le lacrime le salirono agli occhi, vedendo il pirata inginocchiato a terra.

Sentiva il corpo totalmente disconnesso dalla sua testa; era incapace di muoversi e si sentì una sciocca per aver lasciato che tutto quello accadesse, ma era successo tutto così in fretta: lui l'aveva spinta via e a malapena aveva avuto il tempo di realizzare.

Il tempo pareva essersi congelato in quell'istante, insieme ad ogni speranza perduta.

Non poteva essere vero, Jack non poteva morire! Per colpa sua, poi!

Ci fu un attimo di silenzio: quel momento fu di grande euforia per Bottom, ancor più di quanto avesse immaginato.

-La preda più grande reca sempre maggior soddisfazione quando viene finalmente messa fuori gioco. Ma è quella furba, inafferrabile, che ti fa sentire... da Dio!- affermò, con un ghigno sul volto, allontanandosi di poco.

-Sai, credo che a questo punto questo non serva più- affermò poi, con strafottenza, gettando volontariamente a terra il diamante, che al tocco con la pietra si frantumò in mille pezzi.

-Tutti i tuoi nemici saranno contenti quando dirò loro la lieta notizia riguardo al "Passero": morto. Senza più possibilità di ritorno, stavolta!- concluse infine, trionfante.

Rain cercò di raggiungere Jack, ma venne bloccata da una pistola puntatale contro.

-Credo che sarete contenti di ricordare anche che sono il capitano Jack Sparrow!- ghignò ad un certo punto il pirata alzando di poco lo sguardo, sfoggiando un piccolo e astuto sorriso, sorprendendo sia la ragazza che John.

Proprio in quel momento si udì un colpo sordo di pistola, il quale riecheggiò molto chiaramente. Un breve, freddo silenzio seguì subito dopo: sul volto di John Bottom il sorriso pian piano scomparve, lasciando spazio, in maniera sempre più evidente, ad un'espressione contrita e incredula.

Infine fu Jack stesso a completare il tutto: si alzò, estraendo la spada, rivelandola semplicemente infilata tra il fianco ed il braccio sinistro e disarmò John della sua pistola, che riprese al volo, rendendolo completamente innocuo.

Quest'ultimo scorse colui che gli aveva sparato: Barbossa.

Poi il suo sguardo si perse nel vuoto fino a che non cadde a terra, privo di vita.

A quel punto Jack accorse da Rain, seguito da Hector, e l'aiutò ad alzarsi.

-Stai bene?- le domandò.

Lei parve molto spaesata -Si...- sospirò, confusa -Quindi, quella era solo messa in scena?- aggiunse staccandosi un po' imbarazzata, rimuovendo veloce la lacrima scivolatale poco prima.

Aveva vergogna a far scoprire quel dettaglio, così lo fece passare per una semplice sistemata di un ciuffo di capelli davanti al viso.

Nel frattempo sopraggiunsero anche Scrum, Gibbs con Pintel e Ragetti ancora in miniatura.

Come suo solito, Jack aveva sempre un escamotage, in ogni occasione. Stavolta gli valse solo un lieve graffietto sotto il braccio.

Il bel pirata sorrise sotto i baffi -Dovevo dare motivo a quel lombrico di mare di distruggere il suddetto diamante... "falso". L'unico dettaglio che non avevo calcolato era che avrei dovuto mettere in atto il giochino mentre ti tiravo fuori dai guai-

A queste parole Rain spalancò gli occhi; non solo lei, anche gli altri tre.

-FALSO?- ripeterono in coro.

-E fargli credere di avermi fatto fuori senza alcuna possibilità di ritorno, era la soluzione migliore! Così non avrebbe scoperto che il diamante che aveva in mano in quel momento, non fosse, accidentalmente, quello autentico.- nel mentre, Jack si strofinò le dita sulla camicia con aria soddisfatta -Dopotutto in molti hanno cercato di uccidere "il Passero", ma senza successo... beh fortunatamente per me, ovvio.-

-AUTENTICO?-

La ragazza scosse la testa -Fermo, fermo un istante -Il diamante era falso? Tu? Cosa...? Jack cos'hai combinato?- balbettò.

-Durante il combattimento ho semplicemente effettuato una piccola sostituzione, non ho trafugato ecco perché non sono un pezzo di roccia...- puntualizzò -Dunque ho sostituito la pietra vera con quella falsa, che ho trovato sulla nave di Leonard Bottom! L. B. Le stesse iniziali che erano sul fazzoletto, e così ho intuito che quei due dovevano avere un legame.- rispose lui.

Tutti gli avevano puntato gli occhi sopra, il che, inizialmente, creò un silenzio un po' imbarazzante. Poi il pirata si riscosse, dondolando le mani e la testa.

-Per questo particolare, devo ringraziare i qui presenti mastri Pintel e Ragetti- proferì, omaggiando i due, esibendo un piccolo inchino.

-Grazie capitano! Ci sentiamo profondamente onorati!- disse il più giovane.

-Lei è un vero pirata gentil'uomo!- concordò Pintel.

Barbossa alzò gli occhi al cielo -Ma che bella scena commovente...- borbottò, poi si fece avanti, schiarendosi la voce -Jack, credo che tu stia saltando un particolare di particolare importanza!-

-Giusto!- rispose il chiamato in causa, in tono affermativo.

-Come ho detto, nella nave ho trovato un diamante perfettamente identico a quello vero, e mi sono detto "Mah, chi trova tiene", e a quanto pare è servito. Per sicurezza avevo già messo al corrente Hector di quanto avevo scoperto prima; cosa che poi è stata involontariamente confermata dal caro John, proprio su quel relitto di nave del defunto Leonard, ed abbiamo architettato una strategia, nel fortuito caso di un probabile, che poi così è stato, tradimento...-

Barbossa sbuffò, scansando il suo ex rivale; in fin dei conti gli restava sempre quel briciolo di orgoglio nel pirata, il quale non volle perdere occasione per raccontare la sua versione -Grazie a mastri Pintel e Ragetti, il giorno che riportarono il fazzoletto, John apparve molto nervoso e quando Jack mi raccontò tutto, ho collegato la leggenda del pirata traditore, il quale portava sempre con sé un famoso fazzoletto che teneva legato al polso sinistro, identico a quello del ragazzo. Siccome nessuno sapeva dell'esistenza di un figlio, chi altro poteva sapere del fazzoletto se non il figlio stesso? Ora restava da confermare il tutto, ed è stato proprio sulla nave che ci accorgemmo che Leonard non port...-

Tuttavia Sparrow lo interruppe.

-Guarda caso il buon vecchio Leonard Bottom, il pezzo di stoffa non lo portava, perché rubato dal figlio per togliere ogni sospetto sulla loro parentela. È esattamente quello che ho appena detto io!- brontolò, fissandolo freddamente, -Ladro di navi e di parole!-

-Capitano, perché non ci avete detto niente su questo dettaglio del piano? Oltre a far credere a quel tizio che vi avesse ucciso, avevate deciso di farci rischiare un ennesimo attacco di cuore anche a noi?- chiese Gibbs al suo veterano amico.

-Oh, allora ammettete che vi sarebbe dispiaciuto se fossi morto davvero, eh?- rispose lui, compiaciuto -Beh, non che sia la prima volta...-

Tuttavia capì che non era il momento per battute del genere, dalle espressioni dei suoi compagni.

-Non ve l'ho detto perché avreste reso tutto più complicato. Il teatrino doveva essere perfetto e perciò si necessitava di interpretazioni perfette; quindi, chi meglio di chi non sa nulla, comprendi?- terminò.

-E poi tu saresti stata in pericolo, figlia mia! Se quel mascalzone avesse saputo che anche m tu dubitavi di lui, avrebbe potuto farti del male. Questo non potevo permetterlo, capisci?- intervenne Barbossa, parlando alla giovane.

-Si, si, ora abbiamo ben altro da fare, signori. Basta con le chiacchiere! Ohi, ohi- concluse Sparrow, sorpassandoli, gesticolando con le mani per incitarli -C'è una nave che attende di tornare al suo perfetto splendore!-

Qualche minuto dopo tutti furono pronti per rimettere il vero diamante al suo posto ed a far così tornare la Perla, Pintel e Ragetti alle loro dimensioni originali.

Una volta poggiata la pietra, dovettero affrettarsi prima che l'eclissi svanisse del tutto.

Ruppero la bottiglia e misero sulla nave i due pirati.

-Bene, siete pronti, uomini?- chiese un'ultima volta Jack.

-Siamo nati pronti capitano!-

A questa risposta affermativa, vennero gettati in acqua. L'ultimo spicchio di luna abbandonò il sole nello stesso momento.

Calò un silenzio tombale, mentre tutti aspettavano. Passarono minuti quasi interminabili; si poteva contare solo su quelli, ora.

-Forza piccola- disse Gibbs, a denti stretti, speranzoso.

Ad un certo punto, delle bolle si manifestarono sulla superficie della distesa liquida e la caverna cominciò lievemente a tremare, aumentando sempre più di intensità.

Quando si vide riemergere una punta nera, seguita da un grossa, imponente massa dello stesso colore.

Il tempo di rimettersi in piedi, il veliero era di fronte a loro più maestosa che mai, sotto l'esultanza dei presenti.

-Mio Dio...- sussurrò la giovane, affascinata ed incredula per il fatto di non aver mai pensato di vedere la famosa nave dalle vele nere, di persona. Vista dal vivo era ancora più bella: sembrava una nave fantasma.

Dalla prua due paia di mani si aggrapparono al legno, affacciandosi ed indicando che ce l'avevano fatta -Siamo vivi!-

-Bene, capitano, avete compiuto un'altra ardua impresa con successo, come sempre!- esclamò Gibbs, felice come una pasqua.

-Finalmente liberi!- mormorò raggiante, Ragetti.

-E non solo!- precisò Pintel.

-La Perla Nera è tornata!- conclusero in coro, mettendosi a ballare.

Jack non poteva essere più fiero della sua nave. Aveva aspettato da molto quel momento: riavere la sua amata Perla, e stavolta non avrebbe permesso a nessuno di portargliela via!

-Padre, toglietevi ciò che state facendo frullare dentro quella testa.- chiarì Rain al genitore, che fissava il veliero con gli occhi di un cerbiatto. Se gli avesse letto nel pensiero non lo sapeva, ma la figlia aveva purtroppo ragione: lui aveva già la Queen Ann's revenge.

Poco dopo uscirono fuori dalla caverna, grazie ad un passaggio che dava sul mare aperto; era un sollievo poter respirare aria pura. Lì, però, l'allegra atmosfera si fece all'istante di nuovo cupa e silenziosa.

Rain cominciò a sentire un nodo alla gola farsi sempre più stretto. Era il momento che voleva sempre non arrivasse, ma prima o poi sarebbe giunto lo stesso.

Mastro Gibbs le sorrise calorosamente, un po' impacciato su cosa dire anche se pareva l'avesse sulla punta della lingua, ma si vergognasse -Beh, insomma... si, ci mancherete Miss Rain!- ammise, non senza una punta di tristezza.

-Anche voi!- la ragazza dovette ingoiare più volte per mandare giù il sapore amaro della situazione. Tutti avevano un'espressione corrucciata.

Quando si trovò di fronte a Jack, lui alzò lo sguardo, incatenandola con gli occhi nocciola. La sua era l'unica espressione difficile da interpretare.

Lei si sforzò di sorridere -Come ha detto Gibbs, è terminata un'altra grande avventura per voi, capitano. Credo se ne parlerà per molto...-

-Come tutto di me, dopotutto.- ricambiò lui, allo stesso modo.

-Non ti ringrazierò mai abbastanza per quello che hai fatto!- Rain gli lasciò intendere a cosa si riferisse; fu ben chiaro.

-Ti devo la vita, Jack! Grazie!- dichiarò sincera.

-Lo rifarei altre mille volte, cara! Facciamo cento...- scherzò, facendole un piccolo occhiolino ammiccante, mentre un sorriso sottile e bellissimo si disegnava sul volto del pirata più affascinante dei Caraibi.

Volto che alla ragazza sarebbe mancato da morire, ma non sapeva se fosse reciproco. Comunque c'era ancora una cosa che voleva fare e se non l'avesse fatta ora se ne sarebbe pentita per il resto della sua vita.

Senza fare caso a chi fosse presente, per la prima volta prese lei l'iniziativa: decisa si avvicinò, e poggiando una mano sulla spalla di Jack, gli diede un bacio.

Voleva sentire di nuovo quelle labbra morbide e desiderabili sulle sue, avere un suo ricordo impregnato su di sé ed era anche un modo degno di quello che provava di dirgli grazie come si deve.

Il bel pirata parve non aspettarsi quel gesto, ma diversamente da come aveva fatto in un passato che ricordava bene, questa volta non si tirò indietro, anzi, ricambiò, seppur con un certo timore verso una persona che li stava sicuramente guardando. E chissà le numerose maledizioni che gli stava lanciando.

Gli altri non erano affatto un problema, figuriamoci.

Non gli dispiacque minimamente riavere le morbide labbra della ragazza nuovamente per sé.

Fu un ultimo bacio veloce ma intenso e significativo.

-Oh... cielo...- mormorò Barbossa di fronte a quella scena, sorretto da Gibbs e Pintel, mentre Ragetti gli faceva vento con le mani per evitare che svenisse completamente. Già ne aveva una sola di gamba.

Dopo essersi staccati, la giovane fissò Jack per altri secondi che avrebbe voluto non finissero mai; il nodo alla gola scese fino allo stomaco, divenendo crampi continui: il dolore nel dovergli dire addio era indescrivibile. Chissà se un giorno lo avrebbe rivisto. Senza dire nulla si allontanò e si affiancò al padre che aveva ancora un'aria sconvolta.

Insieme pure a Scrum, triste per la divisione del gruppo e non solo, presero la loro strada verso la Queen Anne's revenge.

Il trio della ciurma di Sparrow si avviò, anch'esso tristemente e silenzioso, nella direzione opposta: verso la Perla Nera.

Fino all'ultimo, ma come se lo avessero sempre saputo senza però dirlo apertamente, avevano sperato in un finale diverso.

Passato un po' di tempo lì fermo, anche Jack alla fine seguì i compagni.

Rain si fermò per un attimo e si girò indietro. Sospirando, riprese il cammino quasi subito.

***

Passarono due giorni, nei quali Sparrow e compagni avevano fatto porto a Tortuga, dove per giunta recuperarono anche un vecchio membro della ciurma: Marty. Ora non c'era di meglio che godersi un po' di pace, prima che saltasse fuori qualche altro solito pasticcio di Jack.

-Finalmente un meritato riposo!- esclamò soddisfatto Gibbs, stringendo una bottiglia di rum e preparando l'amaca dove dormire per minimo due giorni di fila.

Almeno, queste erano le sue intenzioni. Non solo le sue.

La Perla ondeggiava silenziosa al ritmo delle onde leggere e placide. Tutto era tranquillo, quando ad un certo punto...

-Tutti in coperta, filare, presto! Veloci ho detto! Siete diventati sordi?- gridò il capitano, svegliando di soprassalto tutta la nave.

-Che diamine succede?- bofonchiò il mastro, agitato e per poco non cadendo sul pavimento.

-Scendiamo a terra!-

A quella frase Gibbs impallidì: l'ultima volta che si era verificata una cosa simile ci avevano quasi rimesso la pelle!

-Oh, per mille botti di rum, vi prego ditemi che non ha detto "terra"! Di quale leviatano dovremmo sentire l'alito puzzolente, stavolta?- disse più fra sé e sé, -Capitano, avete saldato tutti i debiti marini, vero?!-

 

 

Autrice:
Buonsalve!
Ebbene, siamo arrivati all'ultimo capitolo! Spero che vi sia piaciuto (anche se la vedo difficile😂).. se siete armati di sciabole, beh, che posso dire a mia difesa? Parlé! Manca ancora l'epilogo! 

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Drink up me hearties ***


Capitolo ventitre:

Drink up me hearties

 

 

Rain era giunta a Londra da tre giorni, durante i quali non aveva più visto né Jack né suo padre.

Restare in mare, per lei, seppur dispiaciuta di non avere più il padre vicino, era come infilarle mille coltellate al petto, per questo aveva deciso di tornare sulla terra ferma.

Una volta rientrata nella camera di una locanda della città, fece per accendere la lampada a olio così da dare un po' di luce.
Rabbrividì per una folata lieve di venticello penetrante dalla finestra, che decise così di chiudere; si sorprese non poco di trovarla non bene incassata, ma non gli dette peso più di tanto.

Si spogliò dei vestiti, rimanendo solo con una specie di vestaglia di seta corta che lasciava in vista le belle gambe.

La lettura prese il sopravvento sul sonno, così prese il libro che aveva con sé e si diresse verso il letto a baldacchino. Ad un tratto si bloccò a causa di uno scricchiolio, ma ciò che attirò maggiormente la sua attenzione furono le coperte un tantino messe allo sbaraglio.

Come le tirò via per poco non le prese un infarto fulminante, che la portò a ritirare le mani ed il libro al petto.

La figura davanti a lei parve colta di sorpresa.

-Oh, era ora di ricevere visite...- commentò l'intruso, in tono di chi si è appena svegliato, sbadigliando apertamente.

Rain iniziò a boccheggiare; non era la prima volta che si ritrovava davanti il capitan Jack Sparrow, ma, come la prima, pure questa fu alquanto insolita e bizzarra, solo che ora ad essere stato colto in fallo era lui.

-Jack...?- mormorò incredula, sbattendo più volte le palpebre, credendo di sognare; presto si rese conto che non era affatto un sogno.

Mille domande le affollarono i pensieri e decise di prendere in mano la situazione -Primo, come diavolo sei entrato?! Anzi no, credo di saperlo!- si corresse, -Secondo, se ti beccano, sempre che non l'abbiano già fatto, sono cavoli miei e soprattutto tuoi! Terzo, cosa ci fai qui?-

Il pirata provò a giustificarsi, invano -Eh...- dovette sorbirsi tutta l'ondata di domande zitto e muto.

-Quarto, dovevi proprio scegliere il MIO letto come nascondiglio, per di più conciato così?!- la ragazza scandì bene la frase per dare un tono più fermo e nascondere l'imbarazzo.

Tuttavia, si poté dire che per l'impeto datosi l'imbarazzo era sparito: si dimostrò più invigorita che preoccupata nel farsi vedere mezza nuda, assumendo una posizione più sicura di sé e stabile, poggiando le mani sui fianchi. Tutto merito dell'emozione di rivederlo, cosa poteva farci!

Il bel capitano la rimirò da poppa a prua, con uno sguardo tremendamente malizioso -Caspita, abbiamo sputato in faccia al contegno, cara, visto che tra noi due sei tu quella decisamente più preoccupante- precisò -Se volevi risparmiarti una situazione piccante, avresti dovuto pensarci due volte prima di indossare un misero centimetro di stoffa!- sottolineò, facendola arrossire fortemente, nel mentre portandosi le mani dietro la nuca.

-Ehm... non cercare di confondermi le idee! Ora, cortesemente, rispondimi e subito!- replicò Rain, provando a contenersi.

Non era arrabbiata, bensì confusa di aver incrociato di nuovo il suo cammino come se nulla fosse e preoccupata di essere beccati.

Jack la tranquillizzò -Non preoccuparti, sono solo di passaggio- spiegò, alzandosi.

Poté giurare di aver visto un lampo di delusione nel volto della giovane dopo quella frase.

Iniziò a girovagare per la stanza -In verità sono qui per farti una proposta, dolcezza- a ciò si girò nella sua direzione con un lampo che gli passava negli occhi -Siccome ho la fortuna di intendermene di natura femminile e so riconoscere quando una giovane, testarda, intraprendente fanciulla ha la strada piratesca spianata davanti: con quel garbo fintamente innocente, capace di colpirti alle spalle pur di raggiungere il proprio obiettivo; il fascino misterioso e velenoso, ma... cosa fondamentale, come già dissi ad una vecchia conoscenza diverse lune or sono...- fece una pausa -Il sangue pirata nelle vene chiede sempre il conto prima o poi.- espresse, con voce sottile e marcata allo stesso tempo, alzando un sopracciglio e giocando con una delle sue treccine sul mento.

Rain sospirò, azzardando un sorriso all'angolo della bocca, mentre uno strano formicolio allo stomaco le si incanalò in tutto il corpo: non era solo la presenza di Jack a farle quell'effetto, ma anche sentirlo parlare. Ad un tratto non le importava nemmeno più di essere scoperti.

-Jack, senti, se cercando di dirmi qualcosa, bene. Perché a me sta venendo sonno...- lo stuzzicò, incrociando le braccia.

Si, altro che sonno. Rifletté.

Lo vide sorriderle di rimando -Come siamo ansiose! Niente paura, ecco la mia proposta...- nel mentre, fece altri giri a vuoto nella stanza -Saresti disposta a mollare tutto e fare parte della ciurma dei più manigoldi, sudici, famigerati pirati? Sapendo ogni giorno di essere riconosciuta come ricercata, fuorilegge?- all'ultima frase le si mise di fronte, sfiorando i suoi lunghi capelli dorati, facendole venire i brividi.

Lei ricambiò il suo sguardo, sorpresa e senza parole. Non riusciva a credere a ciò che stava sentendo.

-Te la faccio breve, tesoro: scappa con me a bordo della Perla nera; farò di te una piratessa a tutti gli effetti. Pensa, io e te con il mare da sfondo! Liberi e rispettati ovunque e da chiunque.- la ragazza percepiva il respiro caldo del pirata sulle labbra.

Lui la guardò dritta negli occhi: Rain non era come le altre donne del suo passato, era diverso con lei. Aveva provato in tutti i modi a scacciarla, ma senza successo; il vero problema era sempre stato lui: il nocciolo della questione era che lui non aveva mai voluto essere legato a nessuno.

Un solenne qualcosa lo aveva spinto a tornare per riprendersela.
O era sua, o sarebbe impazzito.

Non c'era nessun'altra che desiderasse come desiderava lei; pure la bussola era stanca di farglielo capire.

Fissò ancora i suoi begli occhi color del mare.

Il mare... persino il suo nome aveva a che fare con esso: di fatto "Rain" voleva dire proprio "Pioggia", e la pioggia alimentava il mare.

Le mille emozioni che stava provando in quel momento la ragazza, la mandarono in ebollizione.

Le carezze passarono sul collo, facendole sentire la freddezza degli anelli sulla pelle.

Scappa con me... era la seconda volta che le sentiva pronunciare, ma ora non aveva bisogno di pensare a cosa rispondere perché a chiederlo era l'uomo che amava più della sua stessa vita. 

Dagli occhi passò a fissargli la bocca e non resistette oltre; lasciò cadere il libro che aveva in mano e avvicinandosi si fiondò su quelle meravigliose labbra, poggiandogli le mani prima sulle spalle, fino a risalire ed infine circondandolo completamente. Si sentiva finalmente libera. 

L'affascinante pirata capì che quella era una risposta più che affermativa. La strinse maggiormente per la schiena, accarezzandola al di sotto della stoffa e si lasciò guidare, intuendo dove, godendosi e ricambiando con gusto il contatto.

Con impeto, lei lo spinse fino al letto facendolo adagiare, per poi sederglisi sulle ginocchia, e senza interrompere il bacio lo fece sdraiare. Si beò di quel sapore di rum, di mare, di libertà.

La frescura regnante nella stanza si trasformò molto presto in un calore incandescente.

***

Rain si affrettò a raccogliere la veste da terra ed iniziò a rivestirsi.

-Dai, Jack, muoviti!- incitò il pirata, agitando una mano.

-Uffa, detesto tutta questa fretta! Non ti permette mai di goderti le cose...- brontolò il pirata, ancora spaparanzato sul letto.

La giovane gli rifilò un'occhiataccia -Mi pare che tu ti sia goduto pure troppo, a mio avviso!- il tono rimaneva un misto di accento tra il rimprovero e il divertimento; le guance rosse.

-Cinque minuti in più non è che mi sarebbero dispiaciuti- continuò lui, imbronciato.

-Abbiamo tutto il tempo per recuperarli, tranquillo!-

-Io sarei disponibile pure subito, sai?- il capitano la trascinò verso di sé per la vita.

-Non ci provare, ho già dato per il momento- scherzò lei.

-Ah davvero? Io credo di aver dimenticato qualcosa...- disse, iniziando a lasciarle baci roventi sul fianco scoperto, facendola rabbrividire.

Rain sorrise -Adulatore! Dai, sbrigati! Non credo che rimarrebbero senza fare nulla se scoprissero che... un pirata... considerato un fuorilegge... scorrazzasse tranquillo per... una locanda di Londra...- la voce sempre più fievole per il piacere.

Prima che Jack potesse rispondere, si sentirono delle voci poco rassicuranti.

-Sai, credo di doverti dare ragione! È arrivato il momento di svignarsela!- pronunciò, staccandosi a malincuore dalla sua piratessa per dirigersi ad aprire la finestra.

La ragazza non si imbarazzò più di tanto, però le venne da ridere fino alle lacrime.

-Che c'è da ridere?- domandò il pirata, aggrottando la fronte.

-Tutto quello che c'era da vedere l'ho visto, però non vorrei che lo vedessero anche gli altri. Almeno mettiti i pantaloni-

Jack si fissò un momento -Oh, mannaggia!- imprecò.

Rain scosse la testa; avvertiva una sensazione di forte euforica allo stomaco: essere complice in una fuga con il famoso pirata Jack Sparrow, che oltretutto era il "suo" pirata, non aveva prezzo. Accidenti se non aveva prezzo!

Così i due cercarono una rapida via di fuga, non appena sentirono le voci farsi più forti.

-Controllate qui, non può sfuggirci- disse uno di loro.

-Presto Rain- la incitò Jack, prendendola di sorpresa in braccio, con tanto di vuoto ad attenderli.

-Ehm, Jack, sei sicuro di quello che stai per fare?- tentennò la ragazza, un tantino preoccupata.

-Dimmi, ti ho dato mai motivo di dubitare delle mie follie?-

-Se la metti in questa maniera... direi di siiii!- nel mentre il pirata saltò giù.

Poco dopo alcuni uomini entrarono in stanza e non trovarono nessuno, a parte il letto sfatto e la finestra spalancata e le tendine svolazzanti.

-Per un pelo!- formulò la giovane, ridacchiando, dopo che atterrarono sul tendone di una balconata. Proseguirono la fuga balcone per balcone, fino a quello più basso fino a toccare terra.

In lontananza la Perla nera si elargiva all'orizzonte; i filtri della luce dell'alba mettevano nuovamente in risalto la sua maestosità e le caratteristiche vele nere.

Jack sorrise fiero, vedendolo.

-Ti avevo promesso che ti avrei fatto fare un giro- fece un occhiolino ammiccante alla sua amante, che rispose con un sorriso.

Una volta saliti a bordo, Mastro Gibbs fu il primo ad accoglierli.

-Bentornato capitano! L'attimo di cui avevate accennato prima di scendere è durato più del solito, eh?- sorrise, ricevendo un'occhiataccia da parte di Sparrow.

-Ehm... benvenuta a bordo della Perla nera, Miss!- si rivolse poi alla giovane, con galanteria piratesca.

-Grazie- rispose Rain, con un sorriso, felicissima.

-Signora, mastro Gibbs, signora.- lo corresse Jack, nel mentre avvicinandosi alla ragazza, -Dichiaro qui e ora, che Rain è la signora di questa nave e come tale dovrà essere trattata, sono stato chiaro, ciurma?-

Una serie di cenni di assenso fecero capolino -Si-

-Sono stato chiaro?- gridò ancora.

-Si!- gridarono a loro volta gli uomini, convincenti, agitando un pugno di approvazione in aria.

Gibbs, incrociò le braccia con un enorme sorriso, quando si accorse di di Scrum -Tu che ci fai qui?-

-Capitan Barbossa mi ha incaricato di riferirgli, visto che ha stranamente acconsentito l'unione della figlia con Sparrow, ogni loro minima mossa- rise quello come un imbecille.

L'altro pirata sospirò -Evviva gli idioti...-

Con una rapida mossa Jack cinse Rain con un braccio, avvicinandola a sé.

La rimirò di lato con quello sguardo irresistibile, per poi tornare a fissare l'orizzonte.

-Magari in futuro, essendo io capitano...- si schiarì la voce -Potrei anche... maritarti, gioia... sempre che tu acconsenta a maritare un pirata-

Rain credette di aver sentito male, infatti aveva gli occhi spalancati mentre lo guardava con aria allibita.

-C... cosa? Tu...? Saresti disposto a fare una cosa del genere? Tu?- balbettò.

-Perché no. Sai, l'avevo proposto anche ad una certa Elizabeth, ma questo anni fa... dovevi vedere la sua faccia- ricordò Jack, ridacchiando nel rammentare il divertente annedoto.

Sarebbe stato meglio se non l'avesse detto, perché la persona in quel momento vicino a lui non rideva per nessun motivo.

-Jack Sparrow!- gli gridò nell'orecchio, Rain, quasi sfondandoglielo. 

Lì lui si accorse del viso rosso d'ira della ragazza e iniziò a pensare di avere leggermente esagerato. Intanto la ramanzina proseguiva.

-Stiamo insieme da nemmeno un giorno e tu già sputi fuori il nome di un'ennesima donna?!-

Jack cercò di calmare le acque -Punto primo: hai omesso un capitano- alzò le dita, -Punto secondo: adoro quando ti arrabbi, per questo lo faccio! Comunque, se tu avessi prestato attenzione alle mie parole, noteresti che ho detto anni fa- sorrise innocente. 

-Questo non vuol dire che tu non ci ripensi, visto che l'hai appena fatto!- replicò imbronciata Rain, a braccia conserte mentre lo vide avvicinarsi.

-Oh, non essere gelosa, piccola! A te ho proposto ciò che non ho proposto a lei, pur potendolo fare, chissenefrega che fosse fidanzata! Quindi ci sarà un motivo per cui non ho chiesto a lei ciò che ho chiesto a te, il che ti dovrebbe far capire perché a lei no e a te si; inoltre a te l'ho chiesto, a differenza di lei, perché altrimenti ti avrei persa e avrei fatto la fine di una nave senza timone, comprendi?- spiegò velocemente e in maniera caotica.   

Rimase di stucco quando vide Rain scoppiare a ridere -Quanto ti ci metti fai girare la testa persino peggio di un maelstrom. Non fai prima a dirmi che mi ami?- rise.

Jack mostrò un sorrisetto all'angolo della bocca -È proprio quello che ho detto, ma conosco un modo più efficace se preferisci...- arrivò subito al dunque, regalandole un bacio che non avrebbe mai scordato.

-Per te arriverei ai confini del mondo!- sussurrò lei, staccandosi di poco e con il respiro mozzato.

-Sicura di quello che dici, gioia? È un viaggio piuttosto lungo e rischioso... ma non abbastanza da non poter essere raccontato...- le fece l'occhiolino.

-Sicurissima! Così come sono sicura di volerti ripetere ti amo in qualità di tua moglie!- rispose la ragazza, per poi tirarlo a sé in modo da godersi ancora quel paradiso.

A suo modo Jack le aveva detto di amarla e cosa importante, glielo aveva dimostrato. Questo la rendeva al colmo della felicità.

La Perla Nera si dirigeva verso l'orizzonte, mai stata così splendente come in quel momento; fu restituita alla sua antica e legittima gloria. 

 

 

 

Autrice:

Salve a tutti! Spero che l'epilogo sia di vostro gradimento! Grazie a tutti coloro che hanno letto, ed in particolare ringrazio: AriCalipso e Miss_Sparrow_17_09 per il loro sostegno! 

Fiphina :D


Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3557203