Wild Rose

di Caskett_Always
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Welcome to the jungle ***
Capitolo 2: *** If I can't have you right now, I'll wait dear ***
Capitolo 3: *** City of blinding lights ***
Capitolo 4: *** You're a Rocket Queen ***



Capitolo 1
*** Welcome to the jungle ***


Ero seduta su divano di casa mia, un po’ pensierosa e annoiata. Non sapevo cosa fare la sera, era da poco che vivevo a Los Angeles e non ero ancora a conoscenza di tutti i migliori locali per passare una bella serata, quando di colpo mi venne in mente quel volantino che mi avevano dato il giorno prima per strada; parlava di una serata al Roxy, dove avrebbero suonato i Guns n Roses, un gruppo emergente di Los Angeles, di cui avevo già sentito parlare.

Composi subito il numero di Jade per invitarla.

“Ehi ciao Jade, sono Clare. Ascolta, questa sera suonano al Roxy i Guns n Roses, un gruppo molto figo, ti va di venire con me?” chiesi entusiasta.

“Certo, stavo proprio cercando qualcosa da fare! A che ora?”

“Passo a prenderti per le 9, non farti aspettare come tuo solito” le risposi ridacchiando prima di mettere giù la telefonata.

Iniziai a prepararmi, cercando di capire cosa indossare e alla fine optai per dei pantaloni di pelle neri, un top con su raffigurati i simboli dei Led Zeppelin e ai piedi gli anfibi neri.

Indossai il chiodo, cercai le chiavi della macchina e, non appena le trovai, corsi giù per le scale pronta ad andare a prendere Jade.

Conoscevo Jade ormai da una decina di anni, avevamo frequentato le scuole insieme, ma solo negli ultimi due anni la nostra amicizia si era fatta così forte; condividevamo tutto, solo con lei mi potevo veramente aprire e sentire me stessa e fra poco saremmo anche diventate coinquiline.

Arrivai sotto casa sua e suonai il campanello.

“Sii?” gracchiò la voce dal campanello.

“Sono io muoviti” risposi.

“Scendo subito”

Sapevo che sarebbero passati almeno cinque minuti così decisi di rollarmi una sigaretta nell’attesa; feci appena in tempo a spegnerla quando scorsi la figura di Jade scendere dalla scale.

Entrammo in macchina e iniziammo il nostro breve viaggio verso il locale, che distava circa 20 minuti da casa sua.

Non appena arrivati davanti all’entrata del Roxy iniziammo a sentire quell’odore di alcool misto fumo che contraddistingueva quel genere di locale.

Adoravo questo genere di posti, mi facevano sentire me stessa, potevo vestirmi come preferivo senza venire additata e potevo ballare la musica che amavano con altre persone che condividevano i miei gusti.

Come immaginavo il Roxy era già pieno, così dopo aver ordinato due birre medie cercammo di farci strada fino ad arrivare alla seconda fila sotto il palco, impazienti di vedere quei cinque ragazzi scatenarsi sul palco.

Le luci si spensero e un urlo ruppe il silenzio.

“Do you know where you are? You’re in the jungle baby” gridò il bel cantante e le prime note della canzone iniziarono.

L’avevo già sentita alla radio e mi era piaciuta moltissimo, ma non immaginavo quanto potesse essere bella sentita dal vivo e quanta carica mi potesse dare.

Mentre ballavo in balia di quelle note non potei fare a meno di notare il cantante: aveva un viso così perfetto, degli splendidi occhi verdi, o almeno così mi sembravano, e i capelli rossi; indossava dei pantaloni di pelle talmente attillati che lasciavano veramente poco all’immaginazione, una canottiera tutta strappata, una bandana rossa messa a mo’ di fascia in testa e degli occhiali da sole a goccia. La cosa che però mi ammagliò di più furono i suoi movimenti, così sensuali da lasciarmi a bocca aperta.

Le canzone erano tutte fantastiche e in quello che a me sembrò un attimo il concerto finì, così io e Jade andammo al bancone per ordinarci un coca e jack.

“Bello quel rosso” dissi alla mia amica ridacchiando.

“Io mi sono concentrata più su quel biondone nel bassista, non riuscivo a togliergli gli occhi di dosso” mi rispose.

“Cosa ne dici se provassimo a conoscerli? E magari potremmo farci regalare le loro maglie come ricordo”

“Mi sembra un’ottima idea” disse Jade facendomi l’occhiolino.

Ci girammo per andare in mezzo alla pista quando ci trovammo di fronte proprio il cantante e il bassista che camminavano verso di noi; guardai Jade con sguardo complice, facendole capire che quello era il momento giusto.

“Ehi bellezze bevete con noi?” ci chiese il rosso.

Mostrammo il cocktail che avevamo in mano, facendogli quindi capire che avevamo già da bere.

“Beh vorrà dire che offriremo il prossimo giro. Comunque io sono Axl e lui è il mio amico Duff”

“Piacere io sono Clare e lei è la mia amica Jade” risposi tendendo la mano prima verso il cantante, poi verso il bassista.

“Beh comunque bel concerto, complimenti, mi sono divertita molto” dissi ad Axl.

“Sono contento di esserti piaciuto” rispose lui ammiccando.

Lo guardai con sguardo interrogativo, anche se in realtà avevo capito benissimo a cosa si stava riferendo, dopotutto non sono riuscita a togliergli gli occhi di dosso per tutto il concerto.

“Dai non fare finta di niente, lo so che guardavi solo me dolcezza, sono il più bello di tutti” mi disse gongolando e facendomi arrossire.

“Ho davanti Mr. Modestia insomma” risposi ridendo.

Nel frattempo con la coda dell’occhio vidi Jade che stava parlando con Duff e pensai che forse quella sera avremmo ottenuto qualcosa in più di una semplice maglietta.

“Usciamo di qui un attimo?” mi chiese il rosso.

“Va bene, fammi solo prendere qualcos altro da bere”

Ordinai un altro coca e jack che volle a tutti i costi offrirmi Axl.

Uscimmo fuori e ci accovacciammo su un muretto accendendo le nostre sigarette.

“Sai non so perché ti ho fatto venire qui fuori, solitamente non amo parlare, soprattutto con chi non conosco. Forse è perché sono ubriaco, non so” mi disse sospirando.

“Beh io sono tutt’orecchie. Potrebbe diventare una piacevole conversazione tra sbronzi” risposi ridendo.

“La mia vita è un casino, non so se avrai ancora voglia di conoscermi dopo quello che ti sto per raccontare. Ho un figlio, Matt, di 3 anni, avuto con una ragazza del mio paese, Lafayette. Lei, dopo avermi tradito, mi ha lasciato e se n’è andata non so dove con mio figlio; così io ho deciso di dare una svolta alla mia vita e di trasferirmi qui con quel cazzone del mio amico Izzy, il chitarrista, e provare a inseguire il mio sogno, ma non riesco a non pensare a Matt.”

Ci fu un attimo di silenzio e poi riprese e io lo lasciai parlare senza interromperlo “non è stato facile appena ci siamo trasferiti. Eravamo qui senza un soldo e abbiamo fatto di tutto per cercare di guadagnare qualcosa, ci siamo sentiti come in una giungla, abbandonati a noi stessi. Forse perché eravamo abituati alla vita a Lafayette, dove più o meno ci si conosceva tutti, ma anche quello aveva dei lati negativi. Sono contento in fondo di essere venuto qui, di essermi lasciato tutto quell’inferno alle spalle, quella stronza di Stephanie e quello stronzo del mio patrigno.

E non so nemmeno perché cazzo ti sto dicendo queste cose, ti sto annoiando con i miei problemi e non ti conosco da nemmeno cinque minuti” finì il discorso sconsolato.

“Axl mi dispiace per questa situazione, non posso nemmeno immaginare che merda sia. Mi dispiace soprattutto per tuo figlio. Vedrai che ce la farai a ritrovarlo” gli risposi sorridendo.

“Lo spero veramente. Nel frattempo ti prego andiamo ancora a bere e poi buttiamoci in pista a ballare, non ci voglio più pensare”.

“E comunque ho ancora voglia di conoscerti, nonostante tutto” aggiunsi e lui mi sorrise.

Si alzò di scatto, mi prese la mano e mi tirò su.

Ordinammo due shot di jack e poi ci tuffammo nella pista per ballare Black Dog che stavano passando in quel momento.

Il suo corpo si fece sempre più vicino al mio e iniziammo a ballare sempre più vicini, quando ad un tratto partì Angie, degli Stones e la tensione fra di noi aumentò sempre di più.

Erano le tre quando riuscì a ritrovare Jade e decidemmo di andare a casa.

“Axl io me ne devo andare, ma prima devo chiederti una cosa”

“Vai, spara”

“Non è che mi daresti la maglietta che avevi durante il concerto? Era molto bella e mi piacerebbe averla come ricordo” dissi facendogli l’occhiolino.

“Dolcezza se vuoi questa maglietta allora dovrai venire a sentirci un’altra volta settimana prossima. Allora sarà tua” mi disse gongolando.

“Ah e questo è il mio numero, chiamami” aggiunse porgendomi un bigliettino.

“E va bene, l’hai vinta tu Axl. buoanotte” risposi.

Aspettai che anche Jade salutasse Duff e ci dirigemmo, un po’ alticce, alla macchina.

“Mi devi assolutamente raccontare tutto!” esclamai non appena salimmo sulla macchina.

“è stato tutto assolutamente perfetto! Abbiamo parlato un sacco e.. Mi ha baciata. C’è solo un problema.. Ha una fidanzata” mi disse

“Beh bisogna dire che però non si è fatto molti problemi a darti un bacio, quindi staremo a vedere” dissi contenta.

“E tu con Axl??”

“Io benissimo, mi ha raccontato un po’ del suo burrascoso passato, abbiamo ballato un sacco... Ah e mi ha invitato ad andare a sentirli settimana prossima, quindi non possiamo mancare!”.



Buonasera a tutti.
​Era da moltissimo che non pubblicavo qualcosa (forse meglio così ahah); comunque dopo molto ho decido di pubblicare questa ff, a cui tengo particolarmente per svariati motivi, quindi spero che vi possa piacere!:)

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Capitolo 2
*** If I can't have you right now, I'll wait dear ***


Il mattino seguente mi svegliai a casa mia con Jade che dormiva ancora di fianco a me; avevo un mal di testa atroce, colpa dell’alcol di troppo della sera prima.
I miei pensieri però erano focalizzati su Axl. Siamo stati bene, non so se fosse a causa dell’alcol, ma mi ero sentita veramente a mio agio con lui e non vedevo l’ora di passare ancora del tempo con quel rosso.
Per cercare di distogliermi da questi pensieri svegliai Jade, uscimmo per una colazione veloce e poi la riaccompagnai a casa sua.
Quando tornai a casa riiniziai a pensare ad Axl, ma non volevo illudermi, probabilmente si era comportato così perché era sbronzo e non si sarebbe nemmeno più ricordato di me.
Mi stesi sul divano, misi nel giradischi Led Zeppelin III e mi stesi sul divano, fumandomi una sigaretta.
Basta, mi decisi a chiamarlo.
Composi il numero, lasciai suonare un attimo il telefono fino a quando dall’altra parte sentii una voce.
“Si?” rispose.
“Emh ciao, sono Clare, ti ricordi di me?”
“Ciao Clare! Certo come potrei dimenticarmi di te?!” e a queste parole arrossii.
“Ti chiamo perché volevo proporti di vederci oggi, se non hai da fare”
“Certo! Però c’è un problema … Sono senza macchina” disse con un tono malinconico.
“Non importa, vieni qui da me con il treno, poi andremo con la mia macchina”
“Ok, per le 14 sono da te”.
Ok dovevo calmarmi, l’idea di vedere Axl dopo poche ore mi agitava non poco. Iniziai a pensare cosa indossare, volevo qualcosa di casual ma allo stesso tempo volevo dare un po’ nell’occhio.
Alla fine come sempre optai per un paio di shorts a vita alta, una maglietta su cui era raffigurato Freddie Mercury e i miei immancabili anfibi.
Presi la chitarra, un telo, delle birre e andai in stazione a prendere Axl.
Lungo la strada c’era un po’ di traffico, infatti quando arrivai lui era seduto fuori dalla stazione ad aspettarmi fumando una sigaretta.
Non appena lo vidi gli sorrisi e lui ricambiò avvicinandosi alla macchina e salendo nel posto del passeggero.
“Ehii” mi disse dandomi due baci sulle guance
“Ciao, come stai?” risposi
“Tutto bene dai, tu?”
“Anche io! Soprattutto perché ti sto per portare in un posto fighissimo”
Il viaggio durò 15 minuti circa e ci accompagnarono in sottofondo gli Aerosmith.
Lo portai in una spiaggetta su un piccolo lago vicino a LA, era un posto che adoravo e soprattutto era un posto in cui potevamo stare in pace.
Stesi per terra l’asciugamano e gli feci segno di sedersi; presi la chitarra e iniziai a suonare le prime note di “Wish you were here” e insieme iniziammo a cantare.
Era incredibile come le nostre voci si unissero così bene e lui, lui aveva veramente una voce stupenda, graffiante e dolce allo stesso tempo.
“Ora te la faccio sentire io una canzone, dolcezza” mi disse, così gli passai la chitarra.
“She'd a tear cause I'm missin' you
I'm still alright to smile
Girl, I think bout you every day now
Was a time when I wasn't sure
But you set my mind at ease
There is no doubt you're in my heart now
Said "Woman, take it slow
It'll work itself out fine
All we need is just a little patience"
Said "Sugar make it slow it'll come together fine all we need is just a little patience"
I sit here on the stairs cause I'd rather be alone
If I can't have you right now I'll wait dear
Sometimes I get so tense but I can't speed up the time
But you know love there's one more thing to consider
Said woman take it slow and things will be just fine
You and I'll just use a little patience
Said sugar take the time cause the lights are shining bright
You and I've got what it takes to make it
We won't fake it, I'll never break it
Cause I can't take it
*Little patience, mmm yeah, mm yeah
Need a little patience, yeah
Just a little patience, yeah
Some more patience,
Could use some patience, yeah
Gotta have some patience, yeah
All it takes is patience
Just a little patience
I've been walking the streets at night
Just trying to get it right
It's hard to see with so many around
You know I don't like being stuck in the crowd
And the streets don't change
But maybe the names
I ain't got time for the game cause I need you
Yeah, yeah, yeah, cause I need you
Ooo I need you, whoa I need you
Ooooh, all this time”

 
Wow, era bellissima la canzone che stava cantando e io non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso.
Appena finì gli feci un piccolo applauso ridendo.
“Wow è supenda Axl”
“Grazie l’abbiamo scritta per il nuovo album” mi rispose sorridendo.
Passammo tutto il pomeriggio a chiacchierare, bere birra e a suonare la chitarra; era tutto veramente perfetto, non ci fu nemmeno un momento di imbarazzo fra di noi.
Arrivarono le 6 di sera, troppo presto a mio parere ed era ora di riportare il bel cantante in stazione per riprendere il treno.
Passammo l’intero viaggio di ritorno cantando a squarciagola tutte le canzoni che passava la radio. Mi faceva stare bene, cazzo se mi faceva stare bene.
Arrivati alla stazione parcheggiammo e lo accompagnai sul binario.
“Si gela” dissi. Era pur sempre marzo e nonostante a LA facesse già caldo, verso sera iniziava a sentirsi un po’ il freddo.
Senza dirmi nulla mi strinse a sé per non farmi sentire il freddo e ci riuscì, non so se per l’emozione o se mi stesse realmente riscaldando, ma poco importava.
Gli speaker annunciarono il treno e feci per salutare Axl, quando mi prese il viso fra le mani e mi ritrovai così a guardare i suoi occhi, e che occhi.
 
In un secondo annullò la distanza che c’era fra di noi baciandomi. Fu un bacio lento, ma ricco di passione; percepivo il suo gusto, un misto di birra e lucky strike che mi inebriava. Era fantastico, non avrei mai voluto smettere.
Fummo interrotti dal rumore dei freni del treno, così ci allontanammo.
“Ciao baby, a presto” mi sussurrò all’orecchio prima di salire al volo sul treno, che stava per chiudere le porte.
Rimasi un minuto immobile sul binario, pensando a ciò che era appena successo.
Presi la macchina e mi precipitai a casa di Jade, avevo assolutamente bisogno di raccontarle tutto.

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Capitolo 3
*** City of blinding lights ***


Erano già passati tre giorni dall’appuntamento con Axl e lui non si era ancora fatto sentire; nella mia testa cercavo migliaia di scuse, la solita “magari non gli funziona il telefono” era quella che mi convinceva di più.
Ma chi volevo prendere in giro? Quando un uomo non ti richiama è perché non vuole richiamarti, poche scuse, ormai mi stavo arrendendo all’idea.
Passai le mie giornate cercando di studiare per gli esami per evitare di pensarci, ma i risultati non erano ottimi.
Erano le 17 e decisi che era il momento per chiudere i libri e andare da Jade a bere una birra.
Arrivai a casa sua e mi salutò con un enorme abbraccio, aveva già capito tutto.
Ci sedemmo per terra, su dei grossi cuscini, con Jimi Hendrix di sottofondo e stappammo una birra fresca.
“All’amicizia” brindai, facendo scoccare la mia bottiglia contro la sua.
“Non si è più fatto sentire vero?” mi chiese dopo un attimo di silenzio.
“Già. Ma dovevo aspettarmelo, dopo tutto è Axl Rose. Sono una cretina che si è infatuata di lui”
“Non sei una cretina, chiunque nella tua situazione l’avrebbe fatto. Si è aperto molto con te e pensavi che significasse qualcosa”
“Appunto! Ma evidentemente era molto ubriaco e lo ha fatto per quello. Non lo so, fanculo Axl Rose!” esclamai continuando a sorseggiare la mia birra.
Verso le 23 decisi di tornare a casa, la stanchezza iniziava a farsi sentire; avevo bisogno di una doccia calda e di andare a dormire.
Arrivata a casa trovai un messaggio sulla segreteria telefonica, “sarà la mamma” pensai.
Schiacciai il tastino per far partire il messaggio e con grande sorpresa la voce che sentii non era quella di mia madre, bensì quella del rosso; inutile dire che mi spuntò un sorriso enorme.
“Ciao Clare, sono Axl. Scusami se mi faccio sentire solo ora, ma ehm sono stato molto occupato in questi giorni. Volevo invitarti ad uscire domani sera. Questa volta ho la macchina, quindi se ti va ti passo a prendere per le 21 e ti porto in un posto, richiamami quando senti questo messaggio”
Wow, ho passato due ore ad insultarlo e invece eccolo qui.
Composi il suo numero per dirgli che ci sarei stata la sera successiva.
“Pronto?”
“Ciao sono Clare! Ho appena ascoltato il to messaggio, volevo farti sapere che domani sera ci sono”
“Perfetto, che bella notizia! Passo sotto casa tua domani alle 21, buonanotte baby”
“Buonanotte” risposi prima di riattaccare.
Avevo un sorriso da ebete in faccia che proprio non riuscivo a togliermi; odiavo a tratti questa sensazione, io non ero mai stata così, mi ero sempre fatta rincorrere dai ragazzi, invece lui mi faceva impazzire, non riuscivo ad agire razionalmente.
Mi buttai sotto la doccia e mi preparai per andare a dormire.
 
Il mattino seguente mi svegliai già con una certa ansia per la serata che mi aspettava, ma cercai di buttarmi sul libro di anatomia per cercare di preparare questo benedetto esame.
Si fece sera e iniziai a prepararmi.
Alle 21.10 suonò il campanello.
“Si?” risposi
“Sono io” rispose la voce di Axl un po’ gracchiante.
“Scendo subito” e detto questo chiusi casa e mi precipitai giù dalle scale.
Dopo qualche minuto di macchina arrivammo in un locale, il “Rock ‘n’ Roll Club”, sembrava un posto figo, proprio uno di quelli che piacciono a me; sui muri erano appese migliaia di fotografie di personaggi della storia del rock, alcuni vinili e qualche chitarra.
Mi offrì subito da bere e poi ci spostammo nella sala da ballo, dove un jukebox passava un sacco di pezzi da ballare.
Ci stavamo divertendo tantissimo, quando partì “paradise city” e il rosso pieno di gioia e orgoglio iniziò a cantare a squarciagola. Era felicissimo ed era bellissimo vederlo così, soprattutto dopo tutto ciò che mi aveva raccontato.
“Ok, mi sono decisamente scatenato un po’ troppo e mi è venuta una certa sete. Beviamo?” mi disse ridendo.
“Certo che sì” annuii.
Al bancone ordinammo altri due shot di jack e dopo averlo buttato giù a goccia ordinò anche una birra.
Uscimmo per parlare un po’ e per fumarci una sigaretta.
“Sai con te mi trovo veramente bene. Non mi sono fatto sentire con te per tutti quei giorni, non perché fossi realmente impegnato, ma perché avevo paura; le cose belle tendono a spaventarmi e a farmi allontanare”
“Axl anche io sto molto bene con te, però non puoi avere questo tipo di paura. Le cose belle vanno prese al volo quando arrivano e vanno vissute in ogni singolo momento”
“Hai ragione Clare, e a proposito di questo devo dirti una cosa..”
“Dimmi!” risposi
“Non so se è il momento, forse è troppo presto, non lo so”
“Non so cosa tu mi voglia dire, ma non c’è un presto o un tardi, le cose vanno dette quando te la senti”
“Beh allora baby vorresti … come dire, vorresti essere solo mia? Perché a me piacerebbe essere solo tuo” trapelò quasi del disagio mentre pronunciava queste parole, sapevo che per lui non era facile dar voce alle sue emozioni.
Senza dire niente gli sorrisi, annuii e lo baciai, con più passione che potessi e rimanemmo così, abbracciati fino a quando dal locale sentimmo partire “Love in an elevator”, ci guardammo con sguardo complice, lui mi prese la mano e corse dentro; arrivammo in pista con il fiatone e iniziammo a ballare quella canzone che tanto amavamo.
Si erano fatte le due e Axl decise di portarmi in un posto, era una sorpresa, non voleva dirmi dove, così iniziammo a viaggiare per le strade quasi deserte di Los Angeles.
Iniziai a capire dove mi stesse portando quando la scritta “Hollywood” mi apparse vicina e mi accorsi che il rosso stava guidando in quella direzione.
Il mio intuito non fallì.
“Arrivati” mi disse parcheggiando dietro l’imponente scritta.
“Wow, non c’ero ancora stata, è stupendo! Si vedono tutte le luci di LA”
Prima che potessi aprire la portiera della macchina si avvicinò a me e iniziò a baciarmi. Le lingue si intrecciarono e la passione iniziò ad accendersi sempre di più.
Mi spostai e mi misi a cavalcioni sul Axl, iniziando a sentire la sua erezione su di me; baciai il suo collo, scendendo sempre di più, togliendogli la maglia, slacciandogli i pantaloni, divenuti ormai stretti, e iniziai a dargli piacere.
Di colpo la situazione si invertì, mi ritrovai di nuovo sul sedile del passeggero con Axl sopra di me; mi spogliò, iniziò a giocare con la mia intimità provocandomi fremiti finché non mi penetrò.
“Sei bellissima baby, il bagliore della luna ti rende raggiante” mi sussurrò all’orecchio non appena finimmo.
“Grazie” risposi con voce flebile.
Rimanemmo così, nudi e abbracciati per un po’; provavo una bella sensazione, mi sentivo protetta.
“Sai baby – ruppe il silenzio – sono contento di essere qui con te. Di solito dopo una scopata mi sento vuoto, ma ora no, sto bene, forse perché questa non era semplicemente una scappatella. E mi fa piacere che tu non sia scappata dopo aver saputo di mio figlio, capisco che possa non essere facile da digerire”
“Anche io sono felice, questo momento è veramente speciale. E non mi interessa se la tua situazione non è delle più semplici, spero solo di poterti essere d’aiuto” risposi.
Dopo questa piccola riflessione iniziammo a rivestirci, così da poter uscire a fumare una sigaretta; ci sedemmo nel prato abbracciati, con la maestosità delle luci di Los Angeles a farci da sfondo.
Eravamo in silenzio, le parole non servivano, era già tutto perfetto così.

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Capitolo 4
*** You're a Rocket Queen ***


I giorni passavano e io continuavo a pensare ad Axl. Non capivo come in così poco tempo un ragazzo fosse riuscito a stregarmi in quel modo, ma lui, i suoi occhi e i suoi baci ce l'avevano fatta. Era venerdì sera e sarei andata a sentire ancora in Guns con Jade, come promesso. Mi acconciai al meglio, per colpire Axl, così indossai un tubino nero, delle calze a rete e i miei anfibi. Alle 20.30 passó Jade a prendermi e ci recammo al locale. Entrando notammo subito i ragazzi, seduti intorno ad un tavolo di legno colmo di bicchieri vuoti. "Ehi" pronunciammo all'unisono. "Ciao bellezze!" Rispose Duff. Axl si alzò e venne a baciarmi. Wow. "Non vi abbiamo ancora presentato agli altri cazzoni del gruppo. Ragazzi loro sono Claire e Jade" e mentre lui pronunciava queste parole io e la mia compagna di avventure salutammo tutti. "Il ricciolo è Slash, il biondino sorridente è Steven e lui, quello un po' imbronciato nell'angolo è Izzie". Superati i convenevoli i cinque andarono a prepararsi. Il concerto stava andando benissimo, io e Jade ci stavamo scatenando, come d‘altronde tutto il resto del pubblico. Axl prima di iniziare con la successiva canzone si fermò un attimo e disse: “Ok ragazzi la prossima si chiama Rocket Queen. Per questa canzone volevamo invitare sul palco le nostre amiche Claire e Jade, questa è per voi!”. Io e Jade ci guardammo diventando bordeaux in volto, titubanti sul da farsi, ma senza avere il tempo di pensarci Duff ci prese per mano trascinandoci sul palco. Alla fine prendemmo coraggio, complice anche l’alcool, e iniziammo a ballare, prima noi due insieme, poi con gli altri ragazzi. A fine serata sia io sia Jade eravamo sbronze, come d'altronde lo erano anche i ragazzi e così ci proposero di prendere un taxi e andare tutti insieme a casa loro. Dopo circa quindici minuti arrivammo al palazzo in cui vivevano; entrando subito potemmo notare il disordine che regnava là dentro: sul pavimento era pieno di lattine di birra vuote e cartacce di ogni genere. I ragazzi continuarono a bere un po’ di jack, mentre io e Jade decidemmo di smettere di bere o saremmo state male. Duff finalmente prese iniziativa e si avvicinò alla mia amica baciandola, poi le prese la mano e le fece segno di seguirla; io le feci l’occhiolino in segno di approvazione. Subito dopo Axl fece lo stesso con me e mi condusse in camera sua, dove iniziò a baciarmi, dapprima con dolcezza, poi approfondendo sempre di più. Mi sfilò la maglietta e io feci lo stesso con lui; poi mi slacciò il reggiseno e iniziò a torturarmi i capezzoli, prima con le dita, poi con la lingua. Mi stava facendo impazzire e ci riuscì ancora di più quando mi strappò le calze a rete, mi levò gli slip e iniziò a stuzzicarmi la mia intimità con le dita. Decisi di prendere iniziativa, così lo girai e mi posizionai a cavalcioni sopra di lui; iniziai a baciarlo, per poi scendere pian piano, passando per il collo, per il petto, fino ad arrivare ai pantaloni di pelle che indossava. Senza indugiare glieli slacciai e li feci scivolare a terra, notando che sotto di essi non indossava i boxer. Mi scappò un sorriso. Accarezzai il suo membro con la mano per poi prenderlo in bocca e succhiarlo. Lo sentivo ansimare e questo mi eccitava ancora di più, quindi decisi di finirla con tutti quei giochetti e di iniziare l’atto vero e proprio. Lui mi capì alla perfezione, mi fece stendere sotto di lui e mi penetrò. Fu tutto perfetto, fra di noi c’era feeling, ci capivamo, capivamo cosa più ci piaceva senza la necessità di esprimerlo a parole. “ Sei bellissima baby” mi disse baciandomi la fronte. Io arrossii e lo baciai per ringraziarlo. Di colpo però Axl si alzò e iniziò a frugare nell’armadio sotto il mio sguardo interrogativo, per poi mostrarmi una maglietta. “Ecco vedi io e Duff vi abbiamo fatto una promessa, così abbiamo deciso di regalarvi la maglietta dei Guns n Roses” disse porgendomela con un sorriso. “Wow Axl, grazie! Mi piace tantissimo, la metto subito” così me la misi. Dopo ci accoccolammo sul letto abbracciati e ci addormentammo. Al mattino mi svegliai e notai che di fianco a me il rosso non c’era più, così mi alzai a cercarlo incuriosita. Lo trovai insieme a tutti gli altri in cucina mentre preparavano la colazione. “Oh ma buongiorno” dissero tutti in coro divertiti. “Buongiorno a tutti” risposi ancora in coma. Axl si avvicinò, mi baciò e mi disse “Baby ti ho preparato i pancakes”. Dopo questa frase io mi illuminai e gli sorrisi, avevo una fame tremenda. Fu una mattinata piacevole, dopo aver fatto colazione tutti insieme, iniziammo ad ascoltare vinili seduti sul tappeto. Si fece presto mezzogiorno e per me e Jade giunse l’ora di tornare a casa, così Axl e Duff ci accompagnarono a recuperare la nostra macchina e dopo averli salutati per bene ce ne andammo. “Ok, raccontami assolutamente tutto” dissi a Jade. “Questa notte è stata splendida, la scopata più bella della mia vita Clare!” “Sei sempre la solita” risposi ridendo. “E invece con il tuo bel rosso?” “Con lui è andata veramente benissimo, sto da dio con lui. Spero solo che possa durare” “Dai vedrai che andrà tutto bene!” “Lo spero…Ah comunque, Duff ha regalato anche a te la maglia?” “Sii, me l’ha data ieri sera, è bellissima vero?!” E così continuando a chiacchierare felici tornammo a casa.

Eccomi con grandissimo ritardo. Non riusciva a convincermi il modo in cui scrivevo questo capitolo e a dire la verità nemmeno mi convince molto, ma vabbè.

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