Un menù speciale

di Hoon18
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Caffè 1 ***
Capitolo 2: *** Caffè 2 ***
Capitolo 3: *** Caffé 3 ***
Capitolo 4: *** Caffè 4 ***
Capitolo 5: *** Caffè 5 ***



Capitolo 1
*** Caffè 1 ***


Non so se tu lo dicevi per scherzare o meno ma io l'ho fatto comunque
Ecco il mio regalo ❤️  ((Qui su efp ho pubblicato la FF dopo ma dettagli))


Capitolo 1


Ormai era diventata un'abitudine se non quasi un vizio. Tutti i giorni, alla stessa ora io ero lì al bancone di quel piccolo e modesto bar sotto casa. Il motivo? Diciamo un menù speciale. O meglio. Qualcuno di speciale. Ogni giorno arrivavo lì alle 8:40 in punto, entravo e mi sedevo al bancone dove un cameriere dai capelli piuttosto lunghi, biondi leggermente mossi e dagli occhi fatti di cielo armeggiava con una macchinetta un po' antiquata per tostare i chicchi di caffè. Era un metodo più lento e dispendioso ma faceva molta differenza nel sapore del caffè. O almeno questo era quello che mi aveva detto. Non mi ero mai interessato al caffè prima di andare in quel locale, e sinceramente parlando, continuava a non importarmi tantissimo. Quando mi sedevo la mia attenzione cadeva sui gesti di quel ragazzo che aveva più o meno la mia età che con lentezza e previsione tostava i chicchi, impugnando un manico con le mani grandi dalle dita affusolate. E quando parlava, non ascoltavo realmente quello che diceva ma mi beavo nella bellezza della sua voce. Non era mai successo che provassi un sentimento simile per qualcuno e non sapevo neanche come chiamarlo. Interesse? Attrazione? Non lo sapevo ed avevo quasi paura di saperlo. Certe volte mi chiedevo perché andassi sempre lì, cosa fosse successo se avessi cambiato bar o perché effettivamente ci andassi, ma neanche il tempo di cercare di rispondere a queste domande che i miei piedi mi portavano direttamente in quel bar. Mi piaceva  parlare con lui. Parlavamo del più e del meno in quel breve lasso di tempo che stavo lì. Talvolta capitava che lui mi parlava di qualcosa di particolare del caffè, che magari aveva aggiunto in quello che mi aveva servito ma io non trovavo alcuna differenza tra i vari. Più che altro perché non ci prestavo molta attenzione dato che essa era rivolta solo a lui. Senza che me ne rendessi conto, iniziai prima a stare più tempo al bancone, poi invece andai più spesso finché non sembrò quasi che abitassi in quel locale. Dopo un paio di mesi dall'inizio di questa mia abitudine il café diventò una specie di doppio locale: il giorno era un café che vendeva principalmente paste dolci, caffè o cioccolata e cose del genere mentre la sera vendeva soprattutto alcol. Una sera ero particolarmente giù di tono e decisi di andare a trovare il mio caro amico biondo. Presi una birra. Poi un'altra. Poi un'altra ancora. Continuai a bere e senza rendermene conto mi ubriacai. Sentivo la testa leggera ma calda e non riuscivo a controllare le mie parole o le mie azioni. Vedevo tutto come uno spettatore. Prima iniziai a singhiozzare, poi a ridere senza motivo al che il ragazzo dietro al bancone mi fissò con i suoi occhi azzurri e mi chiese se andava tutto bene. Risposi di sì e ripresi a ridere come un cretino e il biondino venne dal mio lato del bancone dopo essersi tolto il piccolo grembiule che portava e prendendo una bottiglia d'acqua e si avvicinò a me. Il mio cervello era quasi completamente andato e non capii cosa voleva fare. Appena fu dietro di me, mi aiutò ad alzarmi e si mise il mio braccio sulla sua spalla così da potermi sorreggere e accompagnare fuori a prendere un po' d'aria. Mi fece sedere su una panchina poco distante dal locale e mi porse la bottiglietta 

«Tutto okay?»

«Sì...sì...sto benone» dissi in un singhiozzo con la voce che sembrava ondeggiare 

«Tu non stai affatto benone»

«Ti sbagli» singhiozzai di nuovo

«Bevi un po' d'acqua, ti aiuterà a tornare lucido. Se ti viene da vomitare non ti trattenere, di solito dopo aver vomitato si riprende un po' di lucidità»

«Ti dico che sto bene...»

«E io ti ripeto che ti sbagli. Altrimenti non saresti neanche venuto qui a bere»

«Beh...un motivo "negativo" per cui sono venuto c'è» ecco che iniziavo a parlare senza contegno o vergogna o buonsenso. Bello far parte di quella categoria di persone che quando si ubriacano dicono tutto quello che pensano in modo sincero no? «ultimamente la mia vita è ancora più incasinata e avevo bisogno di sfogarmi un po' »

«Hai detto uno dei motivi... Qual è l'altro, se posso permettermi?» quel ragazzo continuava ad essere cortese e formale anche mentre ero in quello stato

«Beh...ecco...in realtà...l'altro motivo sei tu» il biondo rimase di sasso a quell'affermazione. Ma cosa mi era saltato in mente? «ed è anche il motivo per cui vengo così spesso al café. Non so il perché lo faccia in realtà, non so spiegarlo dato che non lo capisco neanche io ma...stare con te mi far star bene. Scambiarci idee e opinioni anche su argomenti un po' scemi mi fa sentire...felice, apprezzato, e meno solo» Alzai lo sguardo e vidi che il ragazzo dagli occhi di zaffiro scrollava le spalle come a dire "chi se ne frega" o forse "tanto è ubriaco e probabilmente presto non ricorderà nulla" e si avvicinava a me fino ad essermi praticamente davanti. Si abbassò lentamente e potei sentire il tocco dei suoi capelli che mi sfioravano la pelle, poi i nostri nasi si toccarono e infine mi baciò annullando quegli ultimi centimetri che ci separavano. Poi lo vidi che frugava nelle tasche nella ricerca di qualcosa. Appena trovò quello che cercava, un fazzoletto e una penna, fece un piccolo sorriso, scribacchiò qualcosa su quel piccolo pezzo di carta, lo piegò e lo mise nella tasca della mia giacca.

Il giorno dopo avevo ancora la testa pesante per la sbronza della sera prima e avevo dei ricordi offuscati. Mentre ordinavo in giro mi comparse davanti come un flash l'immagine del cameriere biondino che mi metteva qualcosa in tasca. Iniziai a correre in giro per la casa alla disperata ricerca della giacca della sera prima come se fosse il mio unico scopo della vita. Appena trovata la giacca incriminata, trovai anche il foglietto. Il mio cuore accelerò tanto che credevo che potesse scoppiarmi da un momento all'altro, ma non capivo se fosse l'ansia o qualcos'altro. Feci per aprire quel piccolo pezzo di carta ma ebbi un altro flash della sera prima: quel ragazzo che mi baciava. Non seppi più se il mio cuore perse un battito, si fermò completamente o se iniziò a battere talmente forte da sembrare fermo. A quel punto la curiosità era incontenibile. Con le mani che tremavano aprii il foglio e lessi quello che c'era scritto 

"Mikaela Shindo o il cameriere biondo del bar sotto casa" seguito da un numero di telefono

Il mio pensiero fu uno e uno solo

"Se è un sogno, vi prego non svegliatemi"




Angolo me
Sciau a tutti
Come si può evincere dalla descrizione questa è una OS per il compleanno di Cascy perriescola quindi FATELE GLI AUGURI
E nulla
Spero vi piaccia




Ah forse la continuo e la trasformo in una long ma non so quindi per ora accontentatevi di questo (?) ~<3


Edit: ho deciso di continuarla 👻
Non aspettatevi troppi aggiornamenti a settimana però

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Capitolo 2
*** Caffè 2 ***


Capitolo 2

Decisi di controllare se il numero fosse realmente il suo, quindi lo salvai. Dopo aver aspettato qualche minuto aprii whatsapp e iniziai a cercare il numero tra i contatti. Lo trovai alla fine dell'elenco e l'immagine del profilo lo vedeva intento a lavorare al bancone. Era probabilmente una foto fatta a sgamo, non credo che sia quel tipo di persona da dire a qualcuno "Hey scusa mi faresti una foto mentre sto al bancone per mostrare al mondo intero che lavoro benissimo? xdxd!!1!1". No. Non penso affatto che sia così. Al contrario credo sia quel tipo di persona che venga sempre bene nelle foto. Probabilmente stava veramente lavorando e qualche suo collega gli ha fatto una foto di nascosto. Che poi credo sia ovvio che lui venga bene nelle foto. Cioè seriamente parliamone: un ragazzo così bello verrebbe bene anche se fotografato mentre starnutisce o sbadiglia! Aprii la chat e lessi la scritta "ultimo accesso alle". Continuai a fissare la chat vuota che mostrava perfettamente lo sfondo (una foto di un paesaggio che avevo scattato in vacanza) sperando che quella scritta si trasformasse in un "online" o in un "sto scrivendo". Pensai più e più volte di scrivergli io ma ogni volta che provavo a scrivere qualcosa la cancellavo subito dopo 

"Ciao" No, 
"Ciao :)" NO,
"Hey" No sembra che ci stessi provando con lui.

Che altri saluti esistono?
Sbuffai e mi buttai a pancia in su sul letto. Poi ricordai che era domenica e che probabilmente lui sarebbe rimasto a casa a riposare quindi mi dissi che non dovevo disturbarlo e che anzi ero io a dover sistemare l'appartamento. 
Iniziai dalla camera da letto: sistemai il letto, spolverai le mensole e poi spazzai il pavimento. Era da poco tempo che vivevo da solo benché avessi 21 anni e per fare queste semplici faccende domestiche impiegavo secoli ed in men che non si dica era già ora di pranzo. Andai in cucina e aprii il frigo che scoprii essere semivuoto 

"Bene. Aggiungiamolo alla lista di cose da fare"

Presi quel poco che era rimasto a riempirlo e pranzai così. Dopo ciò pulii la cucina (e impiegai stranamente poco), mi feci una doccia e mi preparai per uscire. Fuori c'era abbastanza freddo ma non troppo. Misi le cuffiette facendo partire la musica e mi avviai solitario verso il supermercato. Vagai tra gli scaffali prendendo un po' di tutto ma con la testa da un'altra parte. Infatti mentre prendevo un pacco di biscotti da uno scaffale, persi la presa e quello cadde sulla testa di una persona che stava accanto a me. Mi inchinai in segno di scuse

«Mi scusi! Sono davvero dispiaciuto. Mi è scivolato dalle mani»

«Fa nulla. Non si preoccupi»

Quella voce io la conoscevo! 
Alzai di scatto la testa e il mio interlocutore fece lo stesso: era il cameriere del caffè. Entrambi facemmo una faccia prima stupita e poi imbarazzata. Successivamente però lui mi porse la mano

«Credo che sia arrivato il momento di presentarci in modo appropriato» sorrise in modo angelico «Sono Mikaela Shindo, per gli amici Mika» 

Ricambiai il gesto ancora abbastanza imbarazzato «Io sono Yuichiro Amane e non ho un soprannome» sorrisi leggermente mentre lui rise dolcemente alla mia "battuta". «Ti va di fare una passeggiata più tardi? Così magari ci conosciamo un po' meglio e al di fuori del contesto "bar" » sorrise ancora. Dio avrei voluto guardare quel sorriso per sempre!
«Okay... Mikaela»
«Mika, va bene Mika» sorrise più di prima, chiudendo leggermente gli occhi
«Mika» ripetei mentre il biondo si allontanava salutandomi con una mano. Io continuai la mia odissea tra gli scaffali del supermercato continuando a prendere un po' di tutto. Il mio sguardo indugiò anche su una confezione di caffè. 

"Non mi conviene prenderlo, non andrei più al bar altrimenti. E poi credo che il caffè di Mika sia il più buono di tutti perché lo bevo in sua compagnia"

Mi stupii dei miei stessi pensieri e, avendo finito di prendere ""ciò che mi serviva"" (ovvero dalla a alla zeta) andai a pagare alle casse. Successivamente ritornai verso casa carico di buste e bustine piene zeppe e pesantissime ma sapendo che mi sarei visto con Mika quasi non ne sentii il peso. 

"Mika... "

Che bel nome che aveva. Si addiceva perfettamente a lui. 

Solo appena finito di sistemare la spesa mi resi conto che non ci eravamo dati né l'orario dell'incontro né il luogo in cui dovevamo incontrarci. Accesi il cellulare per controllare l'ora ed ebbi un flash 

"Giusto mi ha dato il suo numero ma io non gli ho dato il mio"

Sbloccai il cellulare, aprii whatsapp e cercai la sua chat. 

"Stavolta sarà più facile scrivergli no?"

Risposta errata. Cancellai e riscrissi il messaggio più volte finché non mi stancai e scrissi un messaggio identico al primo che volevo inviare 

"Ciao Mika 😊sono Yuuichiro Amane, mi sono ricordato che mi avevi dato il tuo numero ma che al contrario tu non avevi il mio quindi ho deciso di contattarti, inoltre non mi hai neanche detto dove e quando dobbiamo vederci 😂 "

Ho messo le faccine per sembrare meno formale ma credevo di sembrarlo lo stesso. Senza volerlo realmente inviai il messaggio e lasciai la chat aperta. La scritta "ultimo accesso alle" si trasformò in un "online". Poi spuntarono le doppie spunte blu nel mio messaggio. Dopodiché la scritta ritorno un "ultimo accesso alle" e il mio cuore perse un battito in preda al panico. 

Angolo me 
Ebbene ho deciso di continuarla, già. Ho deciso di usare i loro "veri" cognomi perché sarebbe strano se entrambi si chiamassero Hyakuya dato che ho deciso di eliminare il fatto che siano entrambi stati ad un orfanotrofio. 
Spero che il capitolo non faccia troppo schifo e non sia troppo corto
Non aspettatevi troppi aggiornamenti ed aspettateli ad orari improponibili tipo questo (?)

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Capitolo 3
*** Caffé 3 ***


~Mika's POV~

Ero stato tutto il tempo a fissare il cellulare in attesa di un suo messaggio e quando mi arrivò  cosa successe? Mi si spense appena finii di leggere il messaggio! 

Giusto! 

Perché il mondo doveva avercela con me?
Probabilmente erano anche comparse le doppie spunte del visualizzato. E ora cosa avrebbe pensato di me? Corsi velocemente  a prendere il caricabatterie e pregai affinché il telefono si accendesse subito

~Yuu's POV~

Dopo un tempo che mi parve infinito di nuovo la scritta si trasformò in un "online" e successivamente in un "sta scrivendo". Dopo pochissimi secondi una suoneria indicò l'arrivo di un messaggio

"Hey😄 scusa se ho risposto dopo un po' ma il cellulare si è spento dopo aver letto il tuo messaggio😅 Ti va di vederci sotto il bar tra una mezz'oretta?"

Solo arrivato alla fine del messaggio, mi resi conto che stavo trattenendo il fiato da quando era arrivata la notifica. Risposi al messaggio senza pensarci troppo con un semplice "okay a dopo" e mi chiesi cosa avrei dovuto fare per quella mezz'ora. Appena mi vidi allo specchio decisi. Dovevo assolutamente darmi una sciacquata. Feci una delle docce più lunghe che avessi mai fatto e dopo essere uscito e vestito, mi asciugai con cura i capelli, cosa che non avevo mai fatto in vita mia. Li asciugavo sempre come veniva, senza che ne facessi un dramma ma qual giorno mi sentii quasi una ragazza ad un appuntamento con il ragazzo a cui faceva la corte da un sacco di tempo. Arrossii a quel pensiero.

"In realtà la mia situazione non è tanto diversa, le uniche differenze sono che io sono un ragazzo e quello con Mika non è un appuntamento...o sì?"

Mentre cercavo di dare una piega a quella una massa informe che erano i miei capelli, continuai a pensarci. Potevo definirlo un appuntamento? Cioè, lui mi ha chiesto di vederci per conoscerci meglio al di fuori del bar no? Quindi non posso considerarlo un appuntamento... 
Dall'altro canto però saremo solo noi due. Mi immaginai vari scenari di me e Mika che camminavano mentre ridevamo per qualche battuta stupida. Era una semplice visione di due amici ma arrossì come se avessi immaginato chissà cosa. Se al solo pensiero di stare accanto a lui mi faceva arrossire, come avrei potuto avere una discussione con lui a quattr'occhi? Cercai di calmarmi e mi diedi del cretino da solo. Appena finito mi resi conto che i miei capelli non erano tanto meglio del solito e mi ripromisi di non perdere più tempo inutilmente così. Nel frattempo si era già fatta quasi l'ora dell'incontro quindi presi il cellulare, il portafoglio e le chiavi e uscii di casa. 

Arrivato al bar, feci per inviare un messaggio a Mika ma non passò neanche il tempo di sbloccare il cellulare che me lo ritrovai accanto. 

«Hey» mi salutò con un sorriso. Indossava una camicia bianca, del colore opposto rispetto a quella della divisa, lasciata aperta che lasciava intravedere una maglietta colorata sotto, un paio di jeans e delle sneakers. Vestito così sembrava quasi un'altra persona, notai anche che non portava il solito codino (e ci rimasi leggermente male) ma in fondo era bellissimo anche così. Mi rimproverai da solo mentre ricambiavo il saluto di Mika che successivamente mi fece segno di andare. Iniziammo a parlare del più e del meno e dopo avermi più volte chiamato "Yuichiro" smise di parlare e si fermò per un attimo in mezzo al marciapiede 

«Non mi piace chiamarti Yuichiro. È un bel nome sì, ma è troppo lungo» poi mise due dita sotto il mento come per pensare «dobbiamo trovarti un soprannome...» rimase in silenzio per alcuni secondi poi esordì entusiasta «CI SONO! Il tuo soprannome sarà Yuuchan!»

Inarcai un sopracciglio «perché "chan"?! Cosa ti fa pensare che sia più piccolo di te?»

«Sei più basso di me»

«di pochi centimetri» lo corressi

«Ma sei comunque più basso! Quindi da ora sarai Yuuchan!» e continuò a ripetere quel nomignolo tanto da farlo sembrare un mantra. Pensai al fatto di averlo chiamato nomignolo e realizzai che il ragazzo verso cui avevo una cotta mi avrebbe dato del chan di lì in avanti e mi ritrovai a pensare a numerosi scenari romantici tra noi due. Da lì in poi la mia mente entrò in uno stato di trance simile a quello dei primi giorni al bar, quando Mika parlava ed io non lo sentivo realmente. Mi sentivo strano. 
Dopo che Mika mi chiamò numerose volte con quel soprannome, iniziai a vedere dei piccoli puntini bianchi e neri che si alternavano, dopodiché sentii le gambe molli. Poi il buio. 

Appena mi svegliai ci misi un paio di minuti per capire cosa era successo e dove mi trovavo. Avevo qualcosa di freddo in testa, ero sotto le coperte di un letto non mio, in una casa che non conoscevo ed ero svenuto a quella specie di appuntamento con Mika.  

Credo che questa possa essere la definizione perfetta di "Mai una gioia"

Cercai di tirarmi su ma poi ricaddi a terra con un piccolo tonfo che però richiamò l'attenzione del barista che si trovava nella stanza accanto. 

«Buongiorno bella addormentata»

Sbuffai. Non era preoccupato per me? O non voleva farlo a vedere? Allo stesso tempo però arrossii leggermente per come mi aveva chiamato

«Sai che mi hai fatto prendere un colpo?! Mi devi 10 anni di vita ora»

Risposta alle domande precedenti: non voleva darlo a vedere da subito. 

«Sono svenuto vero?»

«Già. Hai idee sulla possibile causa»

"Lo stare accanto a te" pensai 

«No»

«Sicuro Yuuchan?»

«Sicurissimo, piuttosto questa è casa tua?»

«Oh, sì. È il mio modesto appartamento e vivo qui solo soletto»

"Anche io abito da solo. Quanto vorrei poter vivere con lui" 

«Ma tornando a parlare di te Yuuchan, ora ti senti meglio?»

«Più o meno. Mi sento debole e mi gira ancora un po' la testa ma passerà»

«Ti aiuto a tirarti su e metterti seduto»

Appena lo fece potei incrociare di nuovo il suo sguardo, dato che per come ero messo prima mi era impossibile. 

«Hai qualcuno che ti aspetta a casa?»

«No, abito anch'io da solo»

«Perfetto, allora stanotte dormirai qui»

COSA?





Angolo me
Tanti auguri a me~
Tanti auguri a me~
Tanti auguri a me~~~
Tanti auguri a me~
Amatemi perché ho aggiornato la storia
Anche se all'1:48 del 26 dicembre 
o almeno su wattpad......

quindi di credo sia opportuno augurarvi un buon ultimo dell'anno? AUGURIIIII 

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Capitolo 4
*** Caffè 4 ***


«Dormire qui??»

«Sì Yuuchan»

«No no. Non ce n'è bisogno grazie. Sto bene così e grazie di avermi aiutato questo pomeriggio» dormire a casa sua era l'ultima cosa che volevo fare. Provai a sollevarmi dal letto e mettermi in piedi ma ricaddi subito con la testa sul cuscino. Ero completamente senza forze

«Non riesci ad alzarti?» 

Arrossii e distolsi lo sguardo «N-no...Mi mancano ancora le forze...»

«E io dovrei mandarti a casa così? Non se ne parla Yuuchan! Mi sverresti nel tragitto! Tu stanotte dormirai qui!»

«E va bene! Ma... tu dove dormi?»

«Sul divano» disse facendo un vago gesto dietro di lui

«Io, ospite, sul letto e tu, "padrone di casa" -e qui virgolettai in aria le parole con le dita  - sul divano? Assolutamente no.»

«Yuuchan non fare il bambino! Il divano è in cucina quindi se tu dormissi lì poi ti sveglierei presto dato che sono molto mattiniero. Inoltre tu non ti puoi muovere. Quindi tu dormi sul letto e io sul divano e basta discussioni.»

«Va bene...»

«Perfetto. Vuoi qualcosa da mangiare prima di andare a letto?»

«No. Sto bene così» in realtà un po' di fame la avevo ma non volevo dare ancora più disturbo a Mika

«Allora buonanotte Yuuchan»

«Anche a te Mika. Buonanotte»

Inizialmente non riuscivo a dormire perché non riuscivo a non pensare a Mika e al fatto che lui stesse dormendo a pochi metri da me. Non ne capivo il motivo ma mi metteva agitazione. Appena riuscii ad arrivare nel mondo dei sogni, mi ritrovai in uno spazio indefinito e completamente nero ed io era come se stessi fluttuando nel vuoto. 
Completamente solo. 
Nell'oscurità e nel silenzio più totale. 
Poi un sussurro. 
Poi un altro. 
E poi un altro ancora. 
Finché non fui circondato da sussurri. Sussurri che man mano aumentarono il tono. 
Di più. Sempre di più. Fino a diventare urla. 
Dicevano un'infinità di frasi diverse 
«È tutta colpa tua»
«Hai un pessimo carattere»
«Cosa dirà ora la tua ragazza?»
«Perché la tratti così?»
«Insensibile!»
«Non la meriti!»
Le parole iniziarono a disperdersi e diventare un unico suono: una risata. Che aumentava anch'essa sempre di volume, costringendomi a chiudere gli occhi e tapparmi le orecchie. Il tono continuò ad aumentare finché, quando pensai che potessero scoppiarmi i timpani, fu sostituito da un silenzio assoluto. 
Tolsi le mani dalle orecchie e mi ritrovai davanti una figura: una ragazza magra e di bassa statura che indossava un abito da sposa e un velo che le copriva completamente i capelli (probabilmente legati) e il volto. Ma io capii subito che era lei. 
«Yuu...» chiamò la ragazza. Ma al secondo richiamo la voce mutò e diventò più bassa e mascolina

«Yuu...chan» lo scenario era cambiato di nuovo. Mi trovavo al bancone del Café con Mika dietro che sorridendo preparava la mia bevanda. La scena cambiò più volte, e mi passarono davanti tutti i momenti passati con lui, compreso il pomeriggio prima ed infine il bacio che ci eravamo scambiati quel giorno. 
Senza alcun motivo preciso mi svegliai e mi ritrovai davanti Mika, messo praticamente a cavalcioni su di me e con il viso a pochi centimetri. Notai che aveva gli occhi chiusi ma istintivamente finsi di stare dormendo. 
Pochi attimi dopo arrivò un contatto che aspettavo a metà: le sue labbra sulle mie. 
L'unica cosa che volevo fare in quel momento era ricambiare quel bacio ma decisi di non farlo ma di continuare a fingere di stare dormendo. Ma mi ci volle tutta la mia forza di volontà. 
Appena quel contatto terminò, l'unica cosa che volevo era poter risentire quelle labbra calde sulle mie e mi maledii per non aver ricambiato il bacio prima. Ma non ebbi il tempo di pensare ad altro che mi addormentai di nuovo, ma questa volta fu un sonno senza sogni. 

Al mio risveglio mi sentii di nuovo pieno di energie e riuscii a sollevarmi subito dal letto a differenza della sera prima. Lentamente andai in cucina da dove provenivano i chiari rumori di qualcuno ai fornelli

«Buongiorno Mika» dissi, facendomi scappare uno sbadiglio

«Buongiorno Yuuchan. Dormito bene?»

«Sí grazie, ora sto meglio» "ma devo dirti una cosa"

«Menomale! Ieri mi hai fatto venire un infarto quando sei svenuto in mezzo alla strada!»

«Sì... Scusa»

«L'importante è che tu stia bene ora Yuuchan»

«Mh... Ma mi hai portato da solo fin qui a casa tua?»

«Sì. Ti ho portato sulle spalle»

«Capisco... Immagino sia stato faticoso..?»

«Non ti preoccupare di questo Yuuchan»

Ora glielo chiedo

«Mika scusa ma ieri... ecco... per caso tu... come dire...»

«Arriva al punto Yuuchan»

«E-ecco... Ieri per caso mi hai b-baciato?»

Lo vidi come bloccarsi. Smise di fare tutto ciò che stava facendo e dopo qualche secondo rispose 

«No.»

Ci fu qualche istante di silenzio, poi riprese

«Lo avrai sognato»

Perché stava mettendo? Ero certo che lo avesse fatto 

«Cosa vorresti dire con ciò?»

«Semplicemente ciò che ho detto»

«Che io sogno certe cose?»

«C'è chi sogna di peggio»

Arrossii senza motivo 

«Secondo me non era un sogno»

«LO ERA!» urlò sbattendo il cucchiaio in legno che aveva in mano sul piano cottura. 

Un nuovo silenzio si insinuò tra noi. Era pesante e sembrò durare un'eternità 

«S-scusa Yuuchan...non volevo alzare la voce...»

Feci un mezzo passo indietro

«Io... penso che andrò a casa. Scusa il disturbo e grazie ancora di avermi aiutato»

«Aspetta Yuuchan» mi ritrovai la sua mano che mi bloccava il polso, con ancora il cucchiaio di prima nell'altra mano. Solo in quel momento notai che indossava anche un grembiule

«Stavo preparando da mangiare...»

«Non voglio crearti altro disturbo Mika...fa come se avessi accettato»
Lentamente allentai io stesso la presa di Mika che invece non voleva sentirne di lasciarmi andare. 
Appena mi liberai andai verso la porta di casa (che avevo intravisto prima) e me ne andai non sapendo bene cosa dire. 

Angolo me
EBBENE ECCOMI QUI
NON SONO MORTA MA CI SONO VICINA
E IL CAPS LOCK È BELLO
Come sempre sapete che amo la suspense ;)
Ehm
Non so cosa dire del capitolo se non che buh probabilmente fa schifo. Ignorate eventuali errori di battitura ma sono l' 01:06 e domani ho interrogazione di spagnolo e ho studiato praticamente quasi tutto oggi ;))))
Gne
See ya

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Capitolo 5
*** Caffè 5 ***


Mi chiusi la porta alle spalle con l'intento di tornare a casa ma ero come paralizzato. 

Silenziosamente mi accasciai alla porta e mi lasciai scivolare fino a terra rimanendo sul pianerottolo. 

Non riuscivo a capire la sua reazione. 

O meglio. 

La sua reazione diceva chiaramente che in realtà mi aveva baciato nel "sonno". 

Ma perché non voleva ammetterlo?

In fondo lo aveva già fatto una volta. 

Ripensai a quella scena e ricordai che prima di baciarmi aveva come sollevato le spalle. Come se pensasse "tanto è ubriaco e non lo ricorderà". 

Che sia dovuto a quello? Magari non sa che io ricordo quella scena? 

Probabile. 

Continuavo a non capire perché non avrebbe dovuto dirmi la verità. 

Avrei potuto capirlo se fossimo stati amici e non voleva rovinare un rapporto, ma noi non eravamo nulla. 

Niente di niente. 

Solo conoscenti. 

Quindi perché?

 

Alzi lo sguardo e iniziai a fissare il soffitto cercando di dare una risposta a quelle domande, ma non riuscii comunque a venire a capo di quel dilemma. 

Ripensai ad entrambi i baci che ci siamo "scambiati" con Mika e arrossii da solo iniziando a sorridere come un ebete. 

Sospirai sorridendo ancora.

"Sono proprio cotto a puntino eh?"

 

Iniziai a sentire dei singhiozzi dall'altra parte della porta, al che cercai di fermare i miei pensieri e concentrarmi su quello.

 

«Yuuchan... yuuchan mi dispiace. Ma se dicessi la verità sarei nei casini. Non voglio ammetterlo neanche a me stesso. Se accettassi il fatto di essermi innamorato di te, significherebbe che ho tradito la mia ragazza per un ragazzo e... e mi sentirei la persona peggiore del mondo. 

Non posso. 

Non voglio

Come sono finito in questo pasticcio?»

 

Al sentire quelle parole ebbi un colpo al cuore e mi ritrovai di nuovo davanti la stessa figura del mio sogno. La ragazza in abito da sposa con il velo che stavolta si girò a fissarmi, mostrando un volto completamente nero. Scossi la testa per scrollarmi di dosso quel pensiero. 

Non dovevo pensare a lei. 

Non ora. 

Non in questa situazione. 

Non dopo aver appena ascoltato quelle parole. 

 

Anche se ero certo che quella visione era proprio dovuta a quelle parole. 

 

Scesi le scale e mi ritrovai in una strada che per fortuna conoscevo, mi guardai indietro per ricordare dove abitasse Mika (e mi sentii uno stalker) e poi mi avviai verso casa ancora sconcertato e sconvolto da ciò che avevo sentito. Arrivato a casa andai verso il frigo per prendere qualcosa di veloce da mangiare. Optai per una merendina al cioccolato. 

Dopo averla mangiata, mi buttai sul letto, iniziai a fissare il soffitto e mi ritrovai in un sogno ad occhi aperti che però non controllavo. Mi ritrovai davanti delle figure identiche ai miei genitori, tranne che per gli occhi che erano vitrei e vuoti

 

«Yuu, lei da oggi sarà la tua fidanzata» iniziò mia madre 

«È la figlia della compagnia rivale. » continuò mio padre

«Quando sarete più grandi vi sposerete» riprese mia madre

«Farete tanti figli» fece mio padre

«E IL NOSTRO PATRIMONIO AUMENTERÀ E SARÀ ANCHE AL SICURO» urlarono entrambi scoppiando poi in una risata come quella dell'incubo di stanotte.

Cercai di scrollarmi anche quel sogno ma fu impossibile 

Ritornò la figura in abito da sposa accanto ai miei genitori. Anche lei iniziò a fissarmi con il volto nero e gli occhi rossi e luminosi

 

«Yuu-san saremo una bella coppia e metteremo su una famiglia numerosa e perfetta. In più dovremo solo continuare il lavoro dei nostri genitori per continuare a vivere una vita agiata. Non hai possibilità di scelta o di fuga. Ormai la tua vita è stata programmata e devi solo seguire la strada spianatati dai tuoi genitori»

 

Mi rigirai nel letto accovacciandosi di più

«NO!» urlai «NON VOGLIO»

 

«Non puoi ribellarti Yuu-san. È il tuo destino.» disse sempre la figura in abito da sposa, avvicinandosi sempre di più a me fino a riuscire a toccarmi. Mi prese il viso tra le mani e ripeté ancora l'ultima frase

 

«È il tuo destino» al che prese a baciarmi sempre con più foga, costringendomi a sdraiarmi sotto di lei. Sentii una sua mano che scorreva sul mio petto fino ad arrivare al basso ventre e solo a quel punto riuscii a scrollarmi quell'incubo a sogni aperti di dosso. 

 

Però se continuavo a fissare il soffitto sicuramente sarei finito a ripensarci quindi decisi di distrarmi. Mi alzai dal letto, cercai il telecomando della TV ed il controller ed iniziai a giocare con la mia amata console. 

Ero quasi riuscito a distrarmi quando nel gioco comparve un personaggio biondo, con i capelli leggermente lunghi e gli occhi di ghiaccio. Assomigliava a Mika. Anche troppo per i miei gusti. 

Ma non potevo pensare a lui o di nuovo quell'incubo mi avrebbe investito. 

Decisi di cambiare gioco e per fortuna funzionò. 

Passai tutta la mattinata (ormai quasi finita) a videogiocare, dopodiché pranzai e passai il pomeriggio e la sera tra film, video divertenti, serie TV e videogiochi. 

Nessun pensiero negativo. 

Nessun sogno ad occhi aperti. 

Nessuna visione dei miei genitori. 

Nessuna visione di Mikaela. 

Solo io e la normalità della mia routine prima della scoperta di quel famigerato bar. 

 

Simili di fare tutto ciò che avevo prima elencato solo quando iniziai a sentire gli occhi pesanti. Dopo un latte caldo andai a letto, pregando di non sognare nulla. Ne sogni felici, ne incubi tremendi. 

Ma gli dei sembravano non aver voglia ascoltarmi. 

 

 

 

Angolo me

So che è passata una vita dall'ultimo aggiornamento e so che io capitolo è un po' più corto del solito ma ho un mezzo-blocco dello scrittore ;;

Ho idee per altre ff lunghe e ho deciso che da ora in poi finché non le completo "in privato" non pubblicherò nulla così eviterò di far aspettare le anime in pena che sono i miei lettori /?/

ALT lo farò con le storie che non ho ancora scritto

Quindi non preoccupatevi, continuerò ad aggiornare questa

In modo irregolare come sempre ma ci proverò

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