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di Life_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** uno ***
Capitolo 2: *** due ***
Capitolo 3: *** tre ***
Capitolo 4: *** quattro ***
Capitolo 5: *** cinque ***
Capitolo 6: *** sei ***
Capitolo 7: *** sette ***



Capitolo 1
*** uno ***


CAPITOLO 1


“Okay Grace, calma è solo una stupida cena per vecchi alunni, è passato tanto tempo, sei diversa ormai.” continuavo a ripetere a me stessa. Scesi dalla macchina e cercando di non inciampare a causa dei tacchi, proseguii verso il ristorante dove avrei incontrato i miei vecchi compagni di classe. Stesi la gonna del vestito con le mani ed entrai. Subito fui invasa dall'odore delle candele profumate. 

“Non ci posso credere! Grace Hamilton?”
“Oh mio Dio! Iris!” dissi abbracciando la ragazza davanti a me.
“Sei cambiata tantissimo. Sei stupenda davvero!” disse guardandomi facendomi arrossire.
Odiavo essere al centro dell'attenzione. Una delle cose che di me non sarebbero cambiate mai.
“Tu eri e sei magnifica.” le dissi. Ed era vero, si era fatta solo più alta accentuando le sue forme, rendendola ancora più bella.
“Oh Barry guarda chi c'è qui!” Appena mi vide sul suo viso si formò un sorriso stupendo.
Barry Allen. La mia prima cotta. E così dopo anni e anni di nuovo sentii quella morsa familiare allo stomaco. Era cresciuto, diventando ancora più carino di quanto ricordassi. Aveva cambiato taglio di capelli accorciandoli scoprendo il suo volto ancora di più. Il mio sguardo si posò sui suoi occhi chiari, quelli erano indimenticabili.
“Ciao.” dissi timidamente.
“Incredibile, quasi non ti riconoscevo!” esultò abbracciandomi.
Effettivamente tante cose erano cambiate. Mi ero trasferita a New York per poi tornare a Central City circa tre anni fa.
E tutto era cambiato radicalmente. Che fosse una città particolare lo sapevano tutti, ma che sarebbe esploso un acceleratore di particelle nessuno l'aveva previsto. Quell’esplosione aveva cambiato un po' tutti: anche me. Un giorno all'improvviso mentre tornavo furiosa da lavoro avevo fatto esplodere tutte le lampadine nel palazzo in cui vivevo. Sebbene fosse sembrata una coincidenza, non si rivelò tale. Avevo sviluppato una sorta di telecinesi, ma non era solo questo. Con gli anni ho imparato a controllare il mio potere e ad espanderlo scoprendo di poter proiettare con il mio corpo un vero e proprio scudo protettivo. Ero cambiata davvero, ma nessuno tranne me sapeva di tutto questo. Non ero di certo Flash pronta a salvare tutti, avevo paura. Una paura che mi frenava ad essere me stessa e a poter usare questo dono per salvare gli altri.
Fin quando c'erano Flash, Kid Flash.. la città era al sicuro. Io potevo continuare a nascondermi.
“Ma dove vivi? Non ti abbiamo mai vista da queste parti.” disse Barry continuando a farmi sciogliere con il suo incredibile sorriso. Nonostante gli anni aveva sempre quella capacità di farmi rimanere senza parole anche solo con un semplice gesto. “Vivevo a New York fino a quattro anni fa, poi mi hanno offerto un lavoro qui e sono tornata.” spiegai.
“Beh, da oggi in poi non dobbiamo più perderci di vista!” esultò Iris abbracciandomi.
E così la serata che tanto temevo, si era rivelata essere unica. Incontrai altri vecchi compagni e durante la cena iniziammo a raccontare in memoria dei tempi passati tutti gli scherzi e i momenti condivisi insieme.


Chiusi la porta del mio appartamento e subito calciai via i tacchi liberando i miei piedi da quella tortura. Mi guardai soddisfatta allo specchio, il rossetto era durato non facendomi sembrare un pagliaccio sbavato. Mi struccai e pettinai i miei lunghi capelli. Quando mi infilai sotto le coperte non ero più stanca. Fissavo il soffitto eccitata da quella serata e da quello che sarebbe potuto accadere in futuro.





**Angolo Autrice**
Questo è il primo capitolo della storia, lo so è un pò cortino,
ma vi prometto che i successivi saranno più lunghi.
Questa è la prima FF che scrivo su Flash,
ovviamente pur trovandoci nella terza stagione molte cose e personaggi non coincidono,
ma questo è il bello della fantasia, tutto è possibile!
Beh spero siate clementi, se vi incuriosisce questa storia lasciate una recensione. 
Al prossimo capitolo!

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Capitolo 2
*** due ***


                                                           CAPITOLO 2


Ah, domenica beata domenica. Era stata una settimana abbastanza travagliata tra il lavoro e le tantissime relazioni da fare.
Adesso mi godevo il relax sul mio comodissimo divano iniziando l'ennesima puntata di The Vampire Diaries.
L'avevo visto e stravisto mille volte, ormai lo conoscevo a memoria. Finito l'episodio mi alzai e andai a farmi una doccia.
Mi truccai leggermente, infilai un jeans e una maglietta a maniche lunghe, sciolsi i capelli e uscii.
Aprii la porta della caffetteria e fui subito invasa dal profumato aroma del caffè e del cioccolato.
Ero così immersa nei miei pensieri che andai a sbattere contro qualcosa, o meglio qualcuno.
“Oddio scusa!” disse una voce molto familiare.
Ci guardammo e mettemmo a fuoco.
“Ma sei tu!” esclamammo all'unisono.
Era Barry.
“Tutto bene?” mi chiese sorridendo. Per un attimo mi persi.
“Bene, oggi un po' di relax, è stata una settimana impegnativa. Tu come stai?” chiesi.
“Benone. Uh ragazzi, lei è Grace, una mia vecchia amica. Grace, loro sono Caitlin e Cisco i miei amici ”disse Barry presentandomi.
“Piacere di conoscervi.”
Erano entrambi molto carini. Cisco aveva la carnagione olivastra e i capelli lunghi alle spalle gli incorniciavano il viso. Caitlin era alta e bella e i suoi occhi marroni spiccavano sulla sua carnagione chiara.
“Vuoi unirti a noi?”chiese la ragazza.
“Con piacere.”
Ci sedemmo ad un tavolino ed iniziammo a parlare un po' di tutto. Cisco e Caitlin lavoravano ai laboratori STAR, il che non mi stupì, si vedeva da come parlavano che erano molto intelligenti. Scoprii che Barry lavorava nella scientifica della polizia di Central City, una passione che già molti anni fa aveva dimostrato.
“E quindi per fuggire da Bill il bullo, Barry lo fece scivolare sul suo panino con il burro di arachidi. Me lo rinfacciò per una settimana. ‘Non sono nemmeno riuscito a dargli un morso.’” lo imitai.
“Non ci credo. Non so quale di tutte le cose che hai raccontato sia la più divertente!” disse Cisco prendendo in giro l’amico.
“Ero un bambino. E poi quel panino aveva un aspetto buonissimo.” si lamentò Barry.


Quando diedi la mano a Cisco per salutarlo la ritrassi velocemente.
Avevo preso la corrente. Lui mi guardò in un modo strano.
“Beh grazie ragazzi sono stata davvero bene, ci vediamo.”dissi salutandoli e mi dileguai velocemente.

Pov Barry
“Mi piace Barry, è una ragazza dolcissima.” disse Caitlin.
“Mmm..non so, ha qualcosa che non quadra.” disse Cisco pensieroso.
“Caitlin non è come pensi! Cisco cosa?”
“Ho sentito una vibrazione strana quando ci siamo salutati, posso anche sbagliarmi, ma stai attento Barry.”


Pov Grace
Misi nel carrello della spesa l’ennesima confezione di cereali, adoravo quelli al miele.
Stavo per arrivare arrivare nell’area frigo quando un braccio mi prese con forza.
“Non so cosa tu sia e cosa tu abbia intenzione di fare, ma ti avverto: sta alla larga da Barry e Iris.” gli occhi di Cisco mi guardarono minacciosi, come chissà quale problema fossi.
“Non so di cosa tu stia parlando.” dissi scrollandomi il suo braccio di dosso.
“Ti ho avvertita.” e andò via. Non sapevo come, ma lui mi aveva scoperta.


Pagai velocemente e arrivai a casa. Non ero più al sicuro. Speravo con tutta me stessa che non avesse capito davvero, speravo che Cisco non avesse raccontato nulla a Barry e Iris. Non mi avrebbero mai accettata. Subito pensai a svuotare l’armadio e a riempire le valigie. Ma no, questa volta non sarei scappata da nulla. Se davvero mi aveva scoperta l’avrei affrontato.




**Angolo Autrice**
E questo è il secondo capitolo!
Ringrazio tutte le lettrici silenziose che stanno leggendo la storia.
Al prossimo capitolo!

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Capitolo 3
*** tre ***


                                                                                      CAPITOLO 3



Tornai dall’ufficio stremata. I piedi intrappolati dai tacchi chiedevano pietà e il mio corpo una doccia.
Seppur stressante quel lavoro mi piaceva e sistemare l’inventario degli articoli mi aiutava a distrarmi.
Ma la cosa più rilassante era quella doccia calda che facevi una volta tornata a casa.
Mi avvolsi nell’asciugamano e una volta asciugata mi misi comoda nella mia amata tuta.
Stavo per aprire il frigo quando qualcuno bussò alla porta.
“Sorpresaa!” Iris mi abbracciò.
Ma come cavolo aveva scoperto dove abitavo?
“ Ti sembrerò una stalker lo so, ma mio padre te lo ricordi? È un poliziotto e mi ha aiutato a trovarti.” disse entrando.
I capelli mossi le cadevano morbidi sulle spalle, mentre un vestito cipria le fasciava perfettamente il corpo.
“Vuoi qualcosa da mangiare? Stavo per cucinare qualcosa.”
“In realtà volevo rapirti. Tra quasi mezz’ora ho una cena e mi chiedevo se ti andasse di venire con me, ci sarà anche Barry.”
mi propose.
“Ah ecco perché sei così preparata. Comunque no, penso che rimarrò a casa a guardare la TV sul divano.”
“Dai ti prego, mio padre non vede l’ora di rivederti. Ci rimarrebbe davvero tanto male.
E poi devo farti conoscere il mio ragazzo, Eddie. Ti prego.”
disse sbattendo gli occhi imitando un piccolo cucciolo.
“E va bene. Ma non ho la più pallida idea di cosa mettermi.”


Alla fine sotto consiglio di Iris, indossai un vestitino rosso che ricadeva morbido fin sopra al ginocchio e lasciai i capelli morbidi e lisci. Appena entrai in casa, il detective Joe West corse subito ad accogliermi.
“Finalmente ci vediamo.” disse salutandomi.
“È un piacere rivederla detective West.”
“Grace, puoi chiamarmi Joe. Una volta ci vivevi in questa casa.”
“Lui è Wally. Mio fratello.”
disse Iris presentandomelo.
Un fratello? Non ricordavo che Joe avesse un altro figlio.
“È una storia lunga.” disse Iris percependo il mio stupore.
Quando entrammo in cucina mi si mozzò quasi il respiro. Cisco mi guardava cagnesco.
Lo ignorai e salutai tutti. E mentre gli altri mi accolsero abbracciandomi lui si limitò ad una fredda stretta di mano.
Iris mi presentò Eddie, anche lui lavorava con Joe e scoprii che già da un anno convivevano.
La serata passò tra risate, i piatti speciali di Joe e i racconti di quando io, Iris e Barry eravamo piccoli.
“Che ne dite di andare a prendere un waffle ragazzi?” propose Barry portando l’ultimo piatto in cucina.
“Beh io ci sto.” disse Caitlin.
“Io sono stanchissimo. Penso sarà per la prossima volta.” disse Wally buttandosi sul divano.
“Gli farò compagnia. Andate voi.” disse Joe.


“Hai freddo?” mi chiese Barry.
Avevamo parcheggiato le macchine poco lontano da cui ci trovavamo.
I migliori venditori di waffle erano proprio i chioschetti lungo il corso.
“Un po’, ma è sopportabile.” risposi.
“Beh sta arrivando il freddo. Dicembre è quasi alle porte, non dovresti ammalarti.” disse togliendosi
il cappotto e poggiandolo sulle mie spalle. Quel gesto, il suo sorriso timido...mi scaldarono il cuore.
Senti una morsa allo stomaco, mi sentivo leggera, felice..
“Oddio! Giù giù!” urlò Cisco. Un auto era stata appena spazzata via da un uomo.
Apparentemente poteva sembrare innocuo, ma non lo era: un metaumano.
Subito una scia rossa gli si parò davanti seguita da un'altra più piccola.
I due velocisti erano arrivati in tempo ed iniziarono a combatterlo.
L'uomo scaraventò Kid Flash dall'altra parte della strada mentre colpì Flash il quale riuscì a scansare i colpi.
“Su scappiamo!” urlò Caitlin mentre il metaumano avanzava verso di noi.
Non riuscivo a muovermi, ero paralizzata, Caitlin mi tirò e ci nascondemmo dietro la prima macchina che trovammo.
Lo stesso fecero Cisco, Iris e Eddie…ma un attimo! Barry dov’era?
Il mio sguardo si fissò su una bambina, immobile davanti all'uomo che stava per ucciderla.
Flash lo colpì. Un senso di orrore mi attraversò e istintivamente iniziai a correre verso di lei.
“Dove vai?!” urlò Caitlin disperata.
Presi la bambina in braccio e mentre stavo per scappare mi ritrovai faccia a faccia con il metaumano.
Ero fregata. E nel momento esatto in cui lui cercò di colpirmi, strinsi ancora di più la bambina e come una molla,
un’energia calda esplose fuori di me. L’uomo scaraventato a terra si rialzò subito ed era arrabbiatissimo.
Avanzò verso di me e con tutte le mie forze proiettai lo scudo bloccandolo mentre cercava di dibattersi.
Era molto forte, non avrei resistito a lungo.
“Flash!” urlai. “Colpiscilo! Non so fino a quando potrò resistere.”
Tutto accadde velocemente. L’uomo fu colpito e subito tutte le forze mi abbandonarono: poi il buio.


**Angolo Autrice**
Ecco il terzo capitolo! Purtroppo è passato un pò di tempo a causa della
connessione a casa che andava e veniva e quindi non ho avuto modo di poterlo pubblicare prima.
Grazie a voi, lettrici silenziose che leggete questa storia. 
Al prossimo capitolo!

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Capitolo 4
*** quattro ***


CAPITOLO 4

 

 

Sbarrai gli occhi di scatto e subito mi accorsi di non essere nel mio letto, nella mia stanza.
Mi girai e vidi tubi, macchinari di ospedale e un enorme ago infilato nel braccio.
Feci una smorfia. Subito ricordai e strappai via tutti gli aghi dal braccio.
Feci per scappare ma due forti braccia mi bloccarono e un paio di occhi chiari
che conoscevo troppo bene iniziarono a scrutarmi.
“Sei ancora debole.” mi disse.
“Non importa, devo andare via.”
Quando scesi dal lettino tutta la stanza iniziò a girare e Barry mi prese
prima di finire a faccia a terra.
“Te lo avevo detto.” mi rimproverò.
“Stai bene?” urlò Iris abbracciandomi di colpo.
“Sapevo che c’era qualcosa che non quadrava in te! Lo avevo sentito,
sei una metaumana.”
sputò Cisco con rabbia.
Ignorai le vertigini e mi alzai dal lettino furiosa.
“Senti non so cosa io ti abbia fatto per essere così odiata.
Ma adesso mi hai proprio stufata con questo tuo atteggiamento! Cosa ti aspettavi?
Che lo andassi a dire ai quattro venti? O che iniziassi ad essere un supereroe?
Io non sono così! E non sono nemmeno un problema se ancora non l’hai capito!
La mia vita è stata sconvolta all’improvviso. Non sono stata io a volerlo.
Volevo continuare ad avere una vita normale. È così sbagliato voler essere felici?”

Scappai via prima che le lacrime iniziassero ad uscire, per evitare ulteriori umiliazioni.


Pov Barry
“Cisco davvero un ottimo lavoro.” disse Iris.
“Pensavo volesse avvicinarsi per poi attaccarci da un momento all’altro.” si giustificò Cisco.
“Amico non sono tutti uguali. Hai sentito quello che ha detto? L’hai ferita.
Non cercava altro che farsi una vita. Non è quello che cerchiamo di fare anche noi?”
dissi.
“Ragazzi credo che dovremmo cambiare il computer.” disse Caitlin facendoci
soffermare sulla puzza dei circuiti bruciati.
Fantastico! Con quella sfuriata Grace aveva fuso il computer della corteccia.


Pov Grace

Arrivai a casa più che fradicia a causa del temporale che si era scatenato.
Buttai tutto in lavatrice e misi il pigiama. Niente fu capace di distrarmi da ciò che era successo.
Mi avevano scoperta e la cosa più snervante era che Cisco credeva volessi chissà che cosa.
Assurdo! Suonarono alla porta e aprii nonostante l’indecisione.
“Barry…”
“Mi dispiace per quello che è successo.”
“Non volevo lo scopriste così. Mi dispiace avervi ingannato ma non sapevo se avreste capito.”
dissi.
“La cosa è molto più semplice di quello che sembra.”
“Cosa vuoi dire?”
chiesi.
“Chiudi gli occhi e non aprirli.” mi disse.
Poi mi prese e come se fluttuassi, in un attimo sentii lo stomaco sottosopra.
Sentii il vento attraversarmi forte e i piedi non toccavano terra.
“Aprili.”
Quando aprii gli occhi non ero più nel mio appartamento, ma sul tetto del palazzo.
Come diavolo ci ero finita lì? Poi capii. Tutto si fece chiaro.
“Oh mio Dio, tu sei F….” e vomitai anche l’anima.
Che figura di merda.
“Succede le prime volte, mi dispiace.” disse avvicinandosi.
Alzai un braccio e con i miei poteri proiettai una barriera invisibile,
tanto che quando si avvicinò, Barry si fermò di colpo.
“No ti prego puzzo di vomito.”



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Capitolo 5
*** cinque ***


CAPITOLO 5

 

“E quindi dopo essere stato colpito da un fulmine durante l’esplosione sono andato in coma.
Quando mi sono svegliato ero già qualcos’altro.”
spiegò Barry porgendomi un panino dal sacchetto del fast food.
In un lampo era andato via e due secondi dopo era ritornato carico di panini. E quanto mangiava!
“Io sinceramente non ricordo molto, solo di essere stata attraversata da un’energia immensa.
Poi sono svenuta e dopo qualche giorno mi sono accorta che qualcosa non quadrava.”
dissi addentando il panino.
“Hai un po' di soda?”
“Mmm si.”

Con la mente aprii il frigo e senza far cadere nulla, feci fluttuare la lattina fino a posarla nelle mani di Barry,
il quale si stava alzando per prenderla. Lui sbattè gli occhi due volte esterrefatto.
“Quando mi scoccio di alzarmi è comodo.” feci spallucce.
Lui iniziò a ridere. “Leggi anche il pensiero?”
“Fortunatamente no! Sai che mal di testa .”

“Non hai mai pensato di aiutare le persone con quello che fai?” mi chiese.
“In realtà mi sono sempre concentrata sul nasconderlo agli altri, a cercare di controllarlo.
Non credo che il supereroe sia una cosa adatta a me.”
“Penso invece che potresti provarci.”

Quella sera parlammo all’infinito. Barry mi raccontò che così come noi due eravamo metaumani,
anche Cisco, Wally, Caitlin lo erano, ma quest’ultima per non diventare cattiva aveva preso un
antidoto per diventare “normale”. Parlammo così tanto da non sentire la stanchezza,
ma poi improvvisamente crollai nel sonno profondo sulla sua spalla. Quel momento così unico
era da immortalare per renderlo eterno. Quando mi svegliai mi trovai rannicchiata sul divano c
on la faccia spiaccicata sul suo petto. Il braccio di Barry era lungo la mia schiena.
Il mio cuore fece una capriola. Quante volte avevo sognato un momento come quello? Mille.
E adesso non potevo crederci. Avrei voluto rimanere così per sempre.
“Buongiorno.”
“Buongiorno.”
dissi alzandomi a sedere.
Lui si stiracchiò.
“Quando mi sono addormentata?” chiesi.
“Stavamo parlando di Cisco quando ti sei addormentata.
Stavi così comoda, era un peccato svegliarti.”

Quanto poteva essere dolce quel ragazzo? Così dolce, così carino…quelle labbra..scossi la testa.
“Sarai stato scomodissimo, mi dispiace.”
“Nhaaa. Adesso però devo andare. E tu devi andare a lavoro.”

Oh cazzo il lavoro! Erano le 8.30! Merda!



“Si mamma, sto bene.” risposi all'ennesima domanda di mia madre.
“Sicura? Ti sento un po' giù. Vedi che puoi tornare quando vuoi, la tua camera ti aspetta.”
“No mamma stamattina mi sono svegliata tardi e ho dovuto fare tutto di corsa.” dissi entrando in ufficio.
“Tesoro volevo dirti che quest’anno a Natale quelli del club ci hanno invitato a passare le vacanze da loro.
Io e tuo padre volevamo sapere se a te stava bene.”
“Tranquilli, divertitevi. Sicuramente mi farò venire in mente qualcosa.
Adesso però devo salutarti, sarà una mattinata lunga.”
“Va bene, un bacio tesoro. Ti vogliamo bene.”
“Anche io mamma.”

Mi si strinse il cuore, mi mancavano davvero tanto. Posai il cellulare sulla scrivania
e iniziai a sistemare i vari moduli quando un tonfo fece tremare tutto.
Mi precipitai fuori all’ufficio e nel corridoio sembrava essere passato un uragano,
i mobili, le finestre..tutto sul pavimento.
Una scia rossa mi si parò davanti.
“L’hai visto?” mi chiese Flash.
“No, ho solo sentito un rumore assordante...”
Non feci nemmeno in tempo a finire la frase che lui mi prese e mi portò via.
“Barry la prossima volta che lo fai e non mi avverti ti vomito in faccia!” dissi non facendo caso
alle persone che mi stavano guardando.
“Ehm ciao.” dissi imbarazzatissima.
“Cisco hai scoperto chi era il metaumano che ci ha attaccato?” chiese Barry abbassandosi la maschera.
Era stranissimo vederlo con quel costume, irreale quasi.
“Si, si chiama George Stewart, un ex impiegato del industria alimentare.
Da come ho potuto vedere i suoi poteri sono simili a quelli di Black Siren.”
disse Cisco.
Il suo sguardo si posò su di me e come imbarazzato subito lo distolse.
Non mi attaccava più?
“Adesso stiamo cercando di rintracciare il suo prossimo attacco.” disse Caitlin.
“Possiamo parlare?” disse Cisco avvicinandosi a me.
Lo seguii nella stanza accanto e iniziò a parlare.
“Mi dispiace, non voglio che tu ti faccia un’idea sbagliata di me.
Io non sono così, non so cosa mi sia preso. La verità è che ogni volta
che qualcuno si avvicina a noi si scopre sempre essere uno stronzo manipolatore.
Ti chiedo scusa per averti offeso. Non volevo che la storia continuasse a ripetersi.”
Era sincero.
“ Io non so chi vi abbia ferito così tanto da non fidarvi.
Spero solo che non capiti più una cosa del genere.”
“Allora chiariti?”
mi chiese porgendo la mano.
“Si.” la strinsi.
“Ah, mi devi un computer!” disse ridendo.
“Mai. Te lo sei meritato.”


**
Angolo Autrice**
Ecco il quinto capitolo e come potete vedere, la storia sta iniziando a prendere forma.
Ringrazio di cuore tutti coloro che stanno leggendo questa ff,
soprattutto chi l'ha messa tra quelle da ricordare e seguite.
Al prossimo capitolo!

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Capitolo 6
*** sei ***


                                                                                                    CAPITOLO 6


“Ragazzi! Il metaumano è riapparso!” urlò Caitlin.
“Dammi le coordinate.” disse Barry per poi sparire.
“Barry mi senti?” disse Cisco avvicinandosi al piccolo microfono del computer.
“Ragazzi si.” Si sentii la voce di Barry per tutta la stanza.
Aveva una voce strana, quasi affannata.
“Barry tutto ok?” dissi. Non ricevetti risposta.
Ci guardammo tutti preoccupati.
“Wally?” urlò Iris.

Nessuna risposta. Andai nel panico.
Cisco aprii un portale e subito si buttò dentro. Iniziai a correre e prima di chiudersi mi ci buttai anch’io.
Non so per quale ragione lo feci ma avete presente quando l’istinto vi spinge a fare cose che non pensereste mai di fare?
Ecco quello era il mio caso. Mi ritrovai in strada.
“Che diavolo hai fatto?” disse Cisco.
“Oh mio Dio!” urlai vedendo il velocista sul cemento immobile.
Il metaumano camminò verso di noi.
“Bloccalo.” disse Cisco.
“Come?” Era impazzito? Iniziai a tremare. La paura mi stava divorando.
“Bloccalo prima che urli se ci tieni alle orecchie.”
E nell’istante in cui l’uomo provò ad urlare, lo bloccai chiudendolo come in una bolla.
Più si sforzava urlando, più il grido rimbalzava ritorcendogli contro stordendolo.
“Ottimo lavoro Grace!” esultò Cisco. Avevo messo al tappeto un metaumano.
E lo avevo fatto da sola. Nessun Flash o Kid Flash, solamente Grace.


“Tutto okay?” dissi avvicinandomi a Barry.
“Si, fortunatamente ci sento ancora benissimo.”
“Complimenti Cisco! L’hai steso!”
disse Wally dandogli il cinque.
“In realtà io non ho fatto niente. È stata Grace.”
Tutti mi fissarono sbalorditi. Avvampai. Odiavo essere al centro dell’attenzione.
“Beh sei stata bravissima. Te lo avevo detto, ti ci vedo nei panni del supereroe.” disse Barry sorridendomi.
“Ho già in mente un costume perfetto!” esultò Cisco.


Accesi i fornelli e dopo aver imburrato la padella, presi con un mestolo la pastella
e la misi al centro di essa. La inclinai girandola per far stendere la pastella su tutta
la superficie e aspettai che iniziasse a dorarsi.
“Che stai facendo?” Sobbalzai.
“Oddio ma sei pazzo?! Mi è venuto un colpo!” urlai contro Barry,
il quale era piombato all’improvviso sedendosi sul piano della cucina.
“Non si usa più bussare?” dissi girando la crêpe.
Lui rise mostrandomi il suo solito sorrisetto. Sparì improvvisamente e nello stesso istante il campanello suonò.
“Così va bene?”
“Continua a prendermi in giro si si.”
dissi chiudendo la porta, mentre Barry entrava nel mio appartamento
come una ‘persona normale’.
“Hai una faccia troppo buffa. Sembri una bambina.”
Meritò appieno il mio sguardo assassino.
“Ecco proprio lo stesso di quando prendevo metà del tuo pranzo a scuola.
Impossibile da dimenticare.”
disse pizzicandomi la guancia.
Barry così come i vecchi tempi, divorò quel pomeriggio tutte le crêpes che
con tanta pazienza e precisione avevo fatto, riuscendo a mangiare anche le mie.
“Hai da fare stasera?”
“Mm… no.”
dissi asciugando la padella per poi riporla nel mobiletto.
“Allora perfetto, ci vediamo stasera alle nove. Ti passo a prendere io.”
“Ma io…”
dissi girandomi e ritrovandomi a parlare da sola.
Era sfrecciato via senza nemmeno il tempo di riuscire a risponderlo.
Ma avevo capito bene? Barry Allen mi aveva appena ‘chiesto’ un appuntamento?


**Angolo Autrice**
Saaaalve! Ecco qui dopo moolto tempo il sesto capitolo, chiedo immensamente scusa per il ritardo,
nonostante lo avessi già scritto non ho mai trovato il tempo per pubblicarlo. 
Ringrazio con il cuore tutte le persone che hanno messo tra le seguite e ricordate questa storia. Mi date gioia!
Al prossimo capitolo!

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Capitolo 7
*** sette ***


                                                                                     CAPITOLO 7


Guardavo esasperata l’armadio aperta e i “pochi” vestiti che avevo buttato sul letto.
Erano le 20:30, tra mezz’ora Barry sarebbe arrivato e ancora non ero pronta.
Alla fine disperata indossai un vestitino nero a maniche lunghe stretto sul seno e con la gonna morbida.
Misi un paio di calze nere coprenti visto il freddo della seconda settimana di dicembre
e infilai un paio di tronchetti neri. Lasciai i capelli sciolti e lisci e mi truccai leggermente.
Nello stesso istante in cui stavo per indossare il cappotto, Barry bussò alla porta.
Il suo cappotto nero aperto lasciava vedere la camicia grigia che indossava come una seconda pelle e il pantalone scuro.
Si passò una mano fra i capelli mentre l’altra la teneva nella tasca del cappotto.
Era bellissimo.
“Pronta?” mi disse sorridendomi.

Nonostante fosse sabato, il ristorantino in cui eravamo era poco affollato.
Barry continuava a scrutarmi dall’altro lato del tavolo, quasi come se stesse per attraversarmi con lo sguardo.
“Che c’è?” chiesi.
“Cosa?”
“Perché mi stai fissando?”
"Sei bellissima.
" disse ed io iniziai ad avvampare.
Lui rise e leggermente rosso in viso si tolse la giacca e la poggiò dietro la sedia.
Seguivo minuziosamente ogni suo movimento, quel modo in cui fletteva i muscoli del braccio...semplicemente fantastico.
"Che c'è? hai perso la lingua?" mi prese in giro.
Guardavo quanto sei bello. "Ehm niente, ho fame". divagai.
Ma quanto ero cretina?

Addentai la fetta di carne e le mie papille gustative esplosero. C'era Barry, cibo buonissimo...insomma, una serata perfetta.
“Stavo pensando a quello che è successo stamattina. Sei stata straordinaria!” disse Barry improvvisamente.
Abbassai lo sguardo imbarazzata.
“Non sapevo cosa fare. Ho agito di istinto. Non so come comportarmi in queste situazioni.” tagliai corto.
“Con Cisco e Caitlin stavo pensando, sempre se tu vuoi, di fare delle ricerche per conoscere
meglio i tuoi poteri, per svilupparli…aiutarti a combattere magari.”
“Mi stai dicendo che vorreste fare degli esperimenti su di me come i topi?”
dissi disgustata.
Okay, la serata perfetta stava per prendere una brutta piega.
Il cameriere ci portò il dolce e riempii i lunghi bicchieri con del buonissimo vino.
“No, no assolutamente. Vogliamo semplicemente aiutarti.” disse stringendomi una mano.
Quasi sobbalzai a quel gesto. Continuò a guardarmi profondamente aspettando una risposta e io ci cascai.
“Va bene.” 


Il giorno dopo, il risveglio fu più che brusco. Nonostante fosse domenica la sveglia mi ricordò l’appuntamento ai laboratori STAR
che avevo fissato la sera precedente con Barry. Avrei dovuto dare libero sfogo ai miei poteri, fantastico.
“E cosa dovrei fare?” chiesi a Cisco il quale mi aveva collegato ad un palmare che aveva in mano.
“Barry correrà verso di te e tu dovrai bloccarlo.”
“No, non so se ne sono capace.”
dissi.
Come avrei potuto bloccare un velocista? Era impazzito!
"Come posso bloccarlo? Mi schiaccerà come una sottiletta!" protestai.
"E non fare la bambina!" mi spinse Cisco, che si beccò uno sguardo omicida.
“Pronta?” chiese Barry dall’altro lato della stanza immensa in cui eravamo.
Alzai gli occhi al cielo.
“Mai.”
Barry iniziò a correre verso di me.
Okay Grace concentrati.
Chiusi gli occhi e sospirai. Una scarica di energia percorse tutto il mio corpo e nel momento esatto in cui Barry stava arrivando al 'traguardo',
il velo invisibile che avevo proiettato scoppiò in mille scintille. Caddi all’indietro e quando aprii gli occhi Barry era sopra di me.
Lo fissai e quasi mi persi, fin quando non mi accorsi di quanto la situazione fosse imbarazzante.
Lui si alzò e si portò una mano alla testa.
“Aja che botta.” disse porgendomi una mano che io afferrai per tirarmi su.
“Mi dispiace, di solito lo scudo è la cosa più difficile da proiettare, funziona solo quando lo alzo d'istinto.
Muovere gli oggetti è molto più semplice.”
dissi rattristata.
“Tranquilla, serve solo un po’ di pratica.” disse Barry accarezzandomi la spalla.
Il modo in cui mi guardava poi...mi trasmetteva fiducia, coraggio... Lui era l’unico capace di farlo, lo era sempre stato.
Quando c’era Barry avevo più fiducia in me stessa, mi sentivo brava almeno in qualcosa.
“Okay, hai detto che sai muovere gli oggetti, fammi vedere.” disse Cisco continuando a digitare non so cosa sul tablet.
Mi guardai intorno e oltre le sedie e tante cose sconosciute, il mio sguardo si fermò su un telo nero a terra.
Lo sollevai con il pensiero mentre Cisco aspettava chissà quale rumore assordante.
Il telo fluttuava sulla sua testa e prima che lui iniziasse a parlare glielo feci cadere in testa.
“Ma che cazz..” Cisco iniziò a dimenarsi cercando una via d’uscita mentre Barry rideva rumorosamente piegato in due.
“Allora?” dissi stuzzicandolo.
“Sei terribile.” disse Cisco facendomi la linguaccia.




**Angolo autrice*
Sono tornataaa!
Devo ammettere che all'inzio mi sono molto scoraggiata,
pensando che questa storia non la leggesse nessuno, e invece improvvisamente,
non solo il primo capitolo ha superato le 300 letture,
ma siete sempre di più a mettere questa FF tra le seguite, preferite e ricordate.
Sono davvero tanto felice! Prometto di aggiornare prestissimo! Lo giuro!
Intanto mi piacerebbe capire con qualche recensione cosa ne pensate di questo delirio hahaha.
Al prossimo capitolo!


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