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di SophLandd
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 32 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 33 ***
Capitolo 34: *** Capitolo 34 ***
Capitolo 35: *** Capitolo 35 ***
Capitolo 36: *** Capitolo 36 ***
Capitolo 37: *** Capitolo 37 ***
Capitolo 38: *** Capitolo 38 ***
Capitolo 39: *** Capitolo 39 ***
Capitolo 40: *** Capitolo 40 ***
Capitolo 41: *** Capitolo 41 ***
Capitolo 42: *** Capitolo 42 ***
Capitolo 43: *** Capitolo 43 ***
Capitolo 44: *** Capitolo 44 ***
Capitolo 45: *** Capitolo 45 ***
Capitolo 46: *** Capitolo 46 ***
Capitolo 47: *** Capitolo 47 ***
Capitolo 48: *** Capitolo 48 ***
Capitolo 49: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


"Sono passato dall'essere perso ad averti persoe spesso mi fermo solo a questo."

Sta morendo.

Derek Hale sta morendo.

Stiles fissa il corpo del lupo con gli occhi spalancati, cercando invano di cacciare via il pensiero che Derek stia davvero morendo. 
Liam, Peter e Malia stanno dietro al ragazzino, ma nessuno dei tre sembra sconvolto quanto Stiles. 
Lui sembra aver visto un fantasma.

Il corpo di Derek é appoggiato contro un masso, e gli esce del sangue dalla bocca. Si sente a pezzi, privo di forze.
Non credeva sarebbe morto per uno stupido Berseker.
Braeden gli sta accanto, guardandolo con un'espressione che non promette nulla di buono.

«T-trovatelo....saró proprio dietro di voi.» Grida il lupo con il respiro mozzato, ritenendo fosse piú importante pensare a Scott in quel momento. Il ragazzo é in pericolo, rischia di venire ucciso dai suoi stessi amici, a causa di quella dannata cacciatrice di Kate Argent, che aveva dato a Scott le sembianze di un vero e proprio Berseker.

Stiles resta paralizzato, scuotendo impercettibilmente la testa. 
Malia, Liam e Peter tentennano. Braeden continua a controllare le ferite al licantropo, con gli occhi lucidi.

«Andate!» Urla ancora Derek, contraendo poi il volto in una smorfia di dolore. I tre a quel punto corrono verso la chiesa, ma Stiles no.

Il ragazzino resta a guardare il ragazzo come se non riuscisse a credere sia tutto dannatamente reale. 
I suoi occhi vacillano, e vorrebbe urlare tante cose al lupo. Troppe parole sono rimaste in sospeso fra i due, mai dette.

Vorrebbe urlargli che doveva stare più attento, e che la deve smettere di fare sempre l'eroe.
Vorrebbe urlargli che non può mandarlo via, che non può morire.
Vorrebbe urlargli che se lui morisse andrebbe letteralmente fuori di testa.

Ma le parole gli muoiono in bocca, e sente il suo battito cardiaco accelerare sempre di più. 
Derek ha Braeden, il ragazzino deve rimanere al suo posto. 
É la mercenaria la sua ragazza, non lui.
Eppure se solo Derek si fermasse a paragonare lo sguardo che in quel momento ha Stiles rispetto a quello che ha Braeden...forse capirebbe.

Certi sguardi parlano più di altri.
Certi cuori amano più di altri.

Derek osserva che il ragazzino è rimasto solo, e non dà segno di volersene andare.

«Ehi ehi, salvalo.» Gli ordina, socchiudendo gli occhi. Se lui non può ormai essere salvato, Scott invece sì.

Stiles a quel punto si gira, correndo leggermente verso la chiesa, per poi bloccarsi di botto. 
Si rigira verso il ragazzo.
Lo sta davvero lasciando mentre sta morendo? Sta davvero scappando via?

Poi però si rende conto che Derek non ha mandato via Braeden. 
Derek ha mandato via tutti gli altri, compreso lui.
Evidentemente Derek non lo vuole accanto in un momento simile.
Stiles cerca di reprimere delle lacrime, e sente una fitta al petto.

Allora se ne va davvero, mentre tutti i ricordi insieme al ragazzo tornano a galla. Dal primo momento in cui si sono incontrati. Fa male, molto male.
Tutte le volte in cui si sono salvati a vicenda, tutte le volte che hanno dimostrato di tenerci l'uno all'altro...

Così lascia Derek con la mercenaria, pensando che probabilmente se ne sarebbe poi pentito, e mai più perdonato.

•••

Derek è davanti alla macchina di Braeden, con la donna che fa per entrare all'interno. 
Alla fine Derek si stava solo evolvendo, in un vero e proprio lupo, come sua madre. Stiles, alla vista di quella creatura così spettacolare, è rimasto a bocca aperta. Un lupo maestoso dal pelo nero lucido, con degli occhi color ghiaccio.

Sono così riusciti a sconfiggere Kate Argent e a salvare Scott, ritrovandosi poi tutti riuniti.
Stiles si trova tra Malia e Scott, quest'ultimo ha accanto Kira.
Si trovano di fronte a Derek e alla macchina, chiedendosi se davvero il ragazzo se ne voglia andare via.

Stiles dischiude la bocca, non riuscendo a credere che avrebbe comunque perso Derek, sia nel caso fosse morto che no. 
Non può chiedergli di restare, se non è quello che il lupo vuole. 
Vorrebbe gridarglielo, ma rimane ancora in silenzio.

Derek si limita a fissare i suoi amici, per poi forse rimanere con lo sguardo troppo su quell'esile ragazzino. 
Stiles si sente come oppresso da quello sguardo, e abbassa un attimo il suo, stringendo le labbra. 
Nota poi che tutti gli altri sono girati a guardare lui, invece che Derek, come se si stessero chiedendo cos'è sempre tutta questa tensione tra i due.

Poi Derek fa un cenno verso Scott con la testa, come per dirgli che avrebbe lasciato Beacon sotto la sua ala.

Il lupo entra infine in macchina, chiudendo la portiera, e Braeden mette in moto immediatamente. 
I ragazzi cominciano ad andare via, ma Stiles rimane qualche secondo a fissare l'auto che si allontana. 
Gli trema leggermente la mano.

«Stiles?» Lo richiama Scott, preoccupato per lo stato dell'amico.

«Quindi? Se n'è andato così?» Riesce finalmente a parlare l'umano, con un'espressione incredula. Il migliore amico gli poggia una mano sulla spalla.

«Andiamo, e dì allo Sceriffo che dormi da me stasera.» Decide Scott, capendo fosse meglio per l'amico non stesse da solo. Stiles abbassa il capo, ma non riesce a muoversi.

«Perchè fa così tanto male, Scott? Perchè?» Cerca risposte il ragazzino, sentendosi come a pezzi.

•••

Stiles si sdraia su un materasso, accanto al letto di Scott. 
Melissa si é occupata di far in modo che i due potessero avere una sistemazione comoda per la notte, per poi andarsene a dormire.

«La mia vita fa schifo.» Esclama Stiles, con lo sguardo rivolto verso il soffitto. Scott lo imita, stanco dal ritorno dal Messico.

«Solo non capisco una cosa. 
Se ti piace Derek, perché ci hai provato sia con Lydia che con Malia?» Chiede Scott perplesso, facendo sussultare l'umano.

«Chi ti ha detto che mi piace Derek?» Domanda, come se non fosse abbastanza ovvio. Stiles si è dichiarato essere bisessuale anni fa.

«Tralasciando oggi, ogni volta che vieni a vedere i nostri allenamenti alla vista di Derek il battito del tuo cuore diventa qualcosa di insopportabile.» Gli fa notare Scott, ricordandogli che ha il super udito e tante altre cose super fantastiche.

«Perchè Derek non l'ha mai notato, allora?» Cerca di capirci qualcosa Stiles, non avendo ripensato al fatto che le sue emozioni fossero così scoperte ai licantropi.

Scott alza le spalle.

«Sai com'è Derek, con lui nulla é chiaro. Inoltre ti ricordo che è uscito da una relazione con Kate, e poi con Jennifer. E non sono quel tipo di relazioni che vanno a finire bene.» 
Gli ricorda il licantropo, e Stiles si trova ad essere in parte d'accordo.

«E allora Braeden? Come la giustifichi? Giusto con il fatto che Derek è eterosessuale fino al midollo, che quindi mi sono innamorato come al solito della persona sbagliata.» Conclude Stiles, chiudendo gli occhi e rilassando il corpo.

«Stiles, tutti hanno notato la tensione ce c'è fra te e Derek. Insomma, tensione sessuale amico. 
E noi licantropi la possiamo sentire benissimo. Quindi forse sul fatto della sessualità ci sono buone speranze.»

Stiles si gira con il volto verso quello dell'amico, il quale è sopra il cuscino.

«Allora cosa?»

Scott lo guarda a sua volta.

«Penso che il fatto che sei ancora minorenne e con lo Sceriffo come padre fermerebbe chiunque.» Riflette Scott, e Stiles corruccia lo sguardo.

«E allora?»

Scott lo guarda come per capire se è stupido oppure.

«Esiste una fantasticissima cosa chiamata pedofilia, Stiles. 
E sai cos'altro é ancora più bello? 
Che ci puoi anche andare in prigione.» Ironizza Scott, beccandosi un'occhiataccia dal suo migliore amico.

«Quindi dici che Derek fosse in qualche modo attratto da me?» Domanda incredulo, cominciando a farsi millemila film mentali.

«Chi può dirlo? Sarai anche sfigato a scuola, Stiles, ma non credo Derek guardi a questo. L'amore non guarda questo. Di solito la persona che sei e la mente che hai significano molto di più.» Dice saggiamente Scott. Il ragazzino alla fine é molto intelligente, porta sempre il buon umore ovunque ed è davvero una bella persona, sia fisicamente sia interioramente.
Sarà che Scott è di parte, ma lui la vede così.

«Grazie amico, se il tuo parere contasse davvero qualcosa.» Borbotta Stiles, nonostante abbia apprezzato le parole di incoraggiamento di Scott.

«Non hai ancora risposto alla mia domanda.» Parla dopo qualche secondo Scott. 
Stiles sospira pesantemente.

«Avevo una cotta per Lydia, come tu sai. Dopo essere stato rifiutato apertamente almeno una centinaia di volte ho deciso di lasciar perdere. 
Poi é arrivata Malia, e ho pensato che fosse la volta buona, sai. 
Beh, dopo essere stati insieme per un pò e dopo che lei ha scoperto che gli avevo nascosto che in realtà era una Hale, si é allontanata sempre di più da me. E adesso ha chiarito più volte il concetto che siamo solo amici.» Spiega brevemente Stiles, mentre Scott si sente un pò dispiaciuto per l'amico.

«E solo un anno fa ho realizzato che forse Derek non mi era molto indifferente. Ho lasciato di nuovo i miei sentimenti prendere il sopravvento, Scott!» Esclama all'ultimo Stiles, quasi con rabbia, mettendosi seduto sul letto. Scott lo imita.

«Quindi quando stavi con Malia ti piaceva Derek? Non ho capito.»

Stiles gioca nervosamente con le mani.

«Sì, ma ho capito che con Derek non avrei mai avuto alcuna possibilità. 
Così ho cercato di innamorarmi di un'altra persona.» Sussurra.

«E ci sei riuscito?»

Stiles lo guarda negli occhi.
Con Lydia la cotta era passata alla fine, appunto perché era solo una cotta passeggera. 
Ma con Derek era evidentemente diverso. Alla fine Malia gli piaceva, ma niente di più.

«Spesso non ci si può disinnamorare di una persona, Scott, o almeno non così facilmente.» Risponde Stiles, abbassando il volto. 
Scott lo guarda teneramente.

«Ma Derek non ti ha mai rifiutato, Stiles. O meglio, non ti sei mai fatto avanti.»

Stiles stringe i muscoli della mascella.

«E secondo te la sua partenza con quella mercenaria di merda cos'è?! 
Un chiaro segno che mi ama e vuole stare con me per sempre?!» Urla, con Scott che gli fa segno di abbassare la voce. Sua madre dorme nella stanza accanto.

«Com'è che ti piace Derek, Stiles?» Osa chiedere l'amico.

L'umano accenna un sorriso.

«Prima ho notato certe reazioni fisiche e-non guardarmi così Scotty!- poi...non so cosa sia successo. Solo che ho lui è cambiato così tanto, e giuro che dietro quel muso e quel broncio c'è un cuore d'oro. Derek è una bellissima persona, e non parlo solo esteticamente, amico. Avrebbe dato la vita per il branco, e l'ha dimostrato diverse volte....» Stiles si ferma un attimo, cercando di evitare il pensiero che adesso il ragazzo non lo vedrà più. Potrebbe parlare di Derek per giornate intere.

«.... Quando avevamo quegli incubi, Scott, a causa del Nemeton, io ho cominciato a farne sempre uno ogni notte. Lo stesso. Sognavo sempre la morte di Derek, e sono andato a riferirlo a Deaton, non capendo perché. Insomma, ogni cavolo di notte?
Era inquietante. Deaton mi disse che gli uncubi, in quel caso, sono collegati alla perdita della persona a cui teniamo di più.  In realtà credo mi nascondesse qualcos'altro, ma ero talmente....sconvolto!....»  Stiles smette di parlare un secondo, per riordinare i pensieri.

«...Ogni volta che Derek doveva andare a combattere o aiutare il branco...io ero costantemente spaventato, Scott. Avevo quella costante paura che gli potesse succedere qualcosa, a volte non ci dormivo la notte. E oggi...Dio, Scott, mi sembrava di provare le sue stesse cose. Mi pareva stessi morendo anch'io...»

Scott rimane in silenzio, senza interrompere.

«...Non avevo previsto di innamorarmi di lui, ma é successo.» Conclude Stiles, mentre Scott nota che l'umano ha gli occhi completamente lucidi.

«Stiles...»

«E adesso non importa più nulla, Scott! Lui se n'é andato! Lui mi ha lasciato! Non gli importa niente di me...» Parla con voce rotta dai singhiozzi. 
Vorrebbe spaccare tutto.
Scott gli stringe il braccio con una mano, come per dargli forza.

«Sai che non è vero...»

Stiles si alza, andando con il corpo rivolto verso la finestra.
Dà le spalle a Scott. 
Osserva la luna, che però non è affatto piena.

«D'ora in poi impareró a controllare le mie emozioni, Scott.»

Poi il ragazzino si gira verso l'amico, con un'espressione da far rabbrividire. Sembra non abbia alcun sentimento.

«D'ora in poi nessuno mi ferirà più.»

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


DUE ANNI DOPO

"If I were you I would never let me go."

Derek sorpassa il cartello 'Benvenuti a Beacon Hills', addentrandosi nella stradina accanto al bosco.
Il mal di testa non accenna ad andare via, e il ragazzo fa qualche smorfia dal dolore. La vicinanza con la città però sta giá facendo meglio. 
Abbassa un attimo gli occhi sulla ferita aperta sul torace, che è abbastanza profonda e larga.

Passa accanto alla stazione di polizia, procedendo sempre dritto, con il sole che lo costringe ad usare gli occhiali da sole. Abbassa il finestrino, osservando il paesaggio che lo circonda. 
È tutto come l'aveva lasciato. 
Anche la casa del ragazzino, a cui è passato appena di fianco. 
Derek si ritrova a rallentare, quasi volesse appurare se Stiles é in casa oppure no.
Sa che i ragazzi adesso dovrebbero essere a scuola, cosí decide di fargli una sorpresa.

Solo che adesso hanno sicuramente iniziato il college, dopo che se n'é andato. E a Beacon ce n'é solo uno, con più specializzazioni all'interno.
Derek parcheggia all'esterno del college, vicino ad un grande campo.
Ancora gli studenti hanno lezione, quindi esce con calma dalla macchina, poggiandocisi contro con la schiena.

Una fitta di dolore gli attraversa il corpo, e ringhia. 
Finalmente la campanella suona, e una massa di ragazzi si riversa all'esterno dell'edificio, parlando fra loro. 
La scuola dovrebbe essere iniziata da qualche giorno, riflette Derek. 
Il ragazzo resta a guardare il portone, quando nota uscire Scott. 
Dio, com'è cambiato. 
Si è fatto più alto, con più muscoli e i lineamenti più definiti.

Scott sembra osservare qualcuno alla sua sinistra, e Derek vede chiaramente Malia, Lydia, Liam e Mason.
Malia ha i capelli corti a caschetto, scalati, mentre Lydia li tiene sempre lunghi. Liam e Mason devono aver iniziato invece il college quell'anno.
Poi Derek scorge anche Isaac, stupendosi del fatto che il ragazzo fosse tornato. Dopo la morte di Allison Derek pensava fosse andato in Francia con Argent, con l'intenzione di restarci.

I ragazzi chiacchierano tra di loro, quando Scott incrocia con lo sguardo quello di Derek. Trasalisce, per poi bloccarsi di botto. Gli amici lo guardano un attimo chiedendosi cosa diavolo stia facendo, quando anche loro vedono il ragazzo.

«Derek?» Chiede Scott, con tono confuso, contento però di rivedere l'ex Alpha. Derek gli fa un cenno con la testa, mentre i ragazzi gli si avvicinano perplessi, convinti quasi di avere le allucinazioni.

«Sono umh tornato, spero di poter fare ancora parte...» Inizia a parlare il lupo, ma Scott lo interrompe subito.

«Fai sempre parte del branco, Derek.» Gli sorride. Malia osserva attentamente il cugino, con lo sguardo corrucciato.

«Derek, sei pallidissimo.» 
Gli fa notare, e il ragazzo sospira. 
Malia poi gli si avvicina, sfiorandogli un braccio, quando Derek ringhia dal dolore.
La ragazza a quel punto gli toglie la giacca velocemente, osservando come il braccio muscoloso del ragazzo abbia una ferita non indifferente.

«Che é successo, Derek?» Gli chiede direttamente, mentre Lydia gli toglie gli occhiali da sole. Così tutti possono notare che occhiaie da paura abbia il ragazzo. Derek non ha le forze per protestare o ribellarsi. 
Si sente quasi di svenire.

«Possiamo parlare in un posto più appartato?» Mormora il ragazzo, appoggiandosi alla macchina con tutte le sue forze. 
I ragazzi lo guardano più che preoccupati, per poi annuire.
Non pensavano avrebbero rivisto mai Derek Hale, soprattutto in queste condizioni. Il ragazzo poi sembra rendersi conto che manca qualcosa.
O meglio, qualcuno.

«Stiles? Dov'é Stiles?» Domanda, guarsandosi intorno, come se il ragazzino potesse sbucare fuori da un cespuglio. Non che sarebbe poi tanto strano per uno come Stiles.

I ragazzi si guardano.

«Anche questa è una cosa di cui parlaremo da un'altra parte.» Stringe le labbra Lydia.

•••

Derek apre la porta del loft, sentendo subito odore di casa. 
Aveva deciso alla fine di non dare via l'appartamento, e ha fatto molto bene. Non che avesse un previsto un suo ritorno, ma ci era troppo affezionato al loft per venderlo o affittarlo.

I ragazzi vanno a sedersi sui divani, mentre Derek va con un pò di fatica in cucina, a prendere dei bicchieri d'acqua. Malia lo aiuta, preoccupata per la sua condizione fisica.

«Chi ti ha ridotto così, Derek?» Domanda Scott, avendosi il ragazzo tolto la maglia. Tutti quindi hanno notato le altre ferite che ha lungo il corpo. Scott immagina sia stato magari un branco rivale, e che è venuto qua per avvertirli.

Il ragazzo si siede stancamente sulla poltrona.

«Nessuno.» Mormora invece, a pezzi.

«Nessuno? Cosa diavolo vuol dire?» Parla Isaac, pensando che il licantropo li stia solo prendendo in giro.

«Sono apparsi da soli, ecco tutto.» Risponde, per poi venire investito da un altro mal di pancia.

«Spiegati meglio. Perchè saresti tornato poi?» Si aggiunge Liam alla conversazione. Derek abbassa un attimo il capo, per poi rialzarlo verso i ragazzi.

«Per trovare la mia soulmate.» Afferma, facendo calare un silenzio generale.

Derek, dopo essersene andato, si era accorto di cominciare ad avvertire alcuni sintomi, come mal di pancia o mal di testa molto spesso. 
E teoricamente non avrebbe dovuto averli, essendo un licantropo. 
Neanche Braeden riusciva a spiegarsi come fosse possibile una cosa simile.

Erano andati a vivere in una cittadina non troppo lontano.
Eppure un anno fa i sintomi cominciarono a farsi sempre più forti, fino a che Derek non si trovò costretto spesso a rimanere a letto dal dolore.
Poi si accorse che cominciavano a comparirgli delle ferite lungo il corpo, e facevano tremendamente male.
Il peggio era che non guarivano, ed era la cosa che lo preoccupava di più.

Derek prese dei libri giganti sui licantropi, su tutto quello che c'era da sapere, e cominciò a leggerli tutto il giorno. Braeden intanto si prendeva quasi sempre cura di lui, non riuscendo a pensare ad altro che il licantropo stesse in realtà morendo. 
Derek stava peggio di giorno in giorno, e spesso non riusciva a controllare le sue trasformazioni, diventando anche un vero e proprio lupo. 
Un volta ha passato la notte nel bosco in quelle sembianze, riuscendo a ritornare umano solo la mattina dopo

Poi arrivò il giorno in cui lesse il capitolo sulla soulmate dei licantropi.
La soulmate é il compagno che il lupo  generalmente sceglie, e sarebbe stato per tutta la vita, tranne ovviamente in caso di morte del primo. 
Aveva letto che il lupo sceglie il compagno da amare, e così l'umano. Si presupponeva avveniva prima la scelta da parte dell'uomo, e poi da parte del lupo.

La persona é ovviamente la stessa, la quale ricambia i sentimenti. 
Altrimenti il lupo non l'avrebbe scelta. Derek queste cose le sapeva già, ma non si ricordava di aver conosciuto qualcuno in particolare a Beacon Hills. 
Inoltre il lupo può scegliere quella persona anche solo se la parte umana ne é innamorata o ha una cotta e basta, trasformando poi quei sentimenti in tutt'altro.

Diciamo che tutto si basa sulla connessione che c'è fra due persone.

Derek era convinto fosse la mercenaria la sua soulmate, fin dall'inizio, ma poi lesse quanto la lontanza fra due soulmatefosse pericolosa.

Ne subivano gli effetti peggiori i licantropi, e Derek non aveva la minima idea se la sua soulmate fosse una creatura sovrannaturale oppure no.
Sapeva solo che era in pericolo, come lui. Derek quindi stava letteralmente morendo, a causa dell'essersi allontanato dalla sua vera soulmate. Così dovette lasciare subito la mercenaria, per mettersi immediatamente in moto verso Beacon Hills.

E infatti si sente già leggermente meglio, ma forse é solo questione di giorni. Non si guarisce subito, no?

Racconta tutto ai ragazzi, dovendo ogni tanto interrompersi per tossire.

«Wow, quindi il tuo lupo ha già scelto qualcuno? I miei complimenti!» Esclama Lydia, piuttosto informata in queste cose.

«Come farai a trovare questa persona?» Chiede poi Mason, seduto accanto al migliore amico.
Derek scrolla le spalle.

«Quando mi sentiró meglio faró un giro a Beacon. Certo, dicono che il lupo sceglie in base alla connessione che ha la parte umana con questa persona...ma forse non sempre va così. Forse a volte sono solo sconosciuti.» Borbotta Derek, non conoscendo quasi nessuno in quella città, a parte i ragazzi. E dubita sia uno di loro.
Non aveva mai pensato se la sua soulmate fosse uomo o donna.

Insomma, ha avuto solo rapporti con donne, anche perché non è così facile trovare in una cittadina così piccola un ragazzo bisessuale o gay, che potesse anche piacergli. Derek non aveva mai avuto problemi in queste cose, bastava che la persona in questione gli piacesse-che non era affatto facile- e nient'altro.

«E come farai a capire se qualcuno è la tua soulmate oppure no?» Osa chiedere Isaac, interessato alla cosa.
Derek in realtá non ci aveva pensato.

«Io...non lo so.» Ammette, sospirando.

«Lo so io. Il knotting. Insomma, se dopo un rapporto sessuale non riuscirai a diciamo...uscire fuori da quella persona vuol dire che è la tua soulmate.» Interviene Lydia, sentendosi leggermente imbarazzata.

«Quindi Derek dovrà scoparsi tutta Beacon Hills per scorpirlo? Fantastico, davvero.» Commenta Malia, ironicamente. Derek la fulmina con lo sguardo, decidendo di cambiare argomento prima che si scendesse in questioni più che imbarazzanti.

«Allora, tornando a Stiles? Dov'è?» Chiede Derek, lasciando per il momento da parte l'argomento soulmate. Gli fa strano non sentire la voce del ragazzino sparlare a proposito. Da sentirlo straparlare quasi ogni giorno è arrivato a non sentirlo più per ben due anni.
Non si sono scritti neanche un messaggio, nulla. 
Non che Derek non volesse risentirlo, ma lui non è un tipo da messaggini. Però se gli vengono inviati risponde, infatti Scott gli aveva scritto una decina di volte per sapere come stesse.

I ragazzi ammutoliscono, scambiandosi delle occhiate che a Derek non piacciono.

«Un anno dopo dalla tua partenza, Stiles ha deciso....ha deciso di andare in accademia militare.» Sussurra Lydia, osservando il sopracciglio inarcato di Derek.
«Stiles, l'esile e indifeso Stiles, che va in un'accademia militare?» Il tono di Derek è chiaramente ironico, propenso a non credere a quelle parole. 
Eppure la rossa non sembra scherzare.

«É la veritá, Derek. Che tu ci creda oppure no. É partito da qualche parte in  Brasile.» Conferma Scott, sospirando pesantemente.

«Perchè?» Derek sembra abbastanza perplesso.

«Glielo puoi chiedere direttamente tu.» Parla Isaac, sistemandosi la sciarpa sul collo.

«La sciarpa in casa? Serio? 
E comunque che vuol dire?!» Esclama Derek, stanco di questi giri di parole.

«Tra un mesetto torna. Deve aver preso qualche malattia là in Brasile, si sa come girano veloci in quei posti, quindi ce lo rimandano.» Risponde Malia, mentre Derek sente arrivare un'altra fitta di dolore.

«Raccontatemi che è successo a Beacon Hills in questi due anni.» Pretende Derek, mettendosi più comodo.

Scott si limita a raccontargli dei Dread Doctor, di come cercavano di creare la creatura perfetta. 
Poi gli parla brevemente di Theo Raeken, il quale ha cercato di dividere il branco, e di Stiles che uccide Donovan per sbaglio. 
Di Lydia che era rinchiusa ad Eichen House, e della madre di Malia che era tornata. Insomma, non era andata molto bene in sua assenza.

«Non hai creduto al tuo migliore amico?» Parla Derek alla fine del racconto, con tono quasi accusatorio.
Scott volta il capo da un'altra parte.

«Perché tu, Derek? 
Tu gli avresti creduto?»

Derek risponde senza esitare.

«Sì, Scott. Gli avrei creduto.»

Scott a quel punto lo guarda negli occhi.

«Forse allora saresti dovuto restare, che dici?»

•••

Derek non é migliorato affatto dal suo ritorno, ed è rimasto per un mese quasi sempre a letto, con i dolori ovunque.
Non aveva avuto modo di andare a cercare la sua soulmate, e sperava che si sarebbe rimesso in forze. 
Riteneva fosse solo questione di tempo, ora che era a Beacon Hills

Poi arriva il giorno in cui Scott gli dice che Stiles sarebbe arrivato in aereo. Derek sta già meglio da una manciata di giorni, e le sue ferite stanno piano piano guarendo.
Così si riuniscono tutti in aereoporto, ad aspettare il ragazzino. 
Anche Derek è venuto, sentendosi tornato in forze.

Sono tutti seduti su delle sedie, con persone che vanno e vengono. 
Derek si sente stranamente agitato, e sfoglia un giornalino qualsiasi, facendo finta di essere interessatissimo alla nuova crema anti rughe.
Si ritrova a pensare sia normale questa agitazione, visto che comunque non rivede il ragazzino da ben due anni.

D'un tratto la rossa si alza, fissando con gli occhi spalancati un punto ben preciso. 
Tutti la imitano, e Derek sussulta così tanto che gli cade il giornalino dalle mani.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


"Vorrei essere capace di odiarti ma non posso pure se mi sforzo e ti odio solo a tratti."

Stiles Stilinski è di fronte a loro.

Eppure non lo Stiles che tutti si ricordavano.

Derek osserva a bocca dischiusa come lui sia cambiato. 
Il ragazzino ha uno zaino in spalle, ed è immobile poco distante da loro. 
I bicipiti sono in bella mostra, e ha messo su dei muscoli non indifferenti. 
La maglia azzurra modella il corpo dell'umano, mostrando dei pettorali niente male.

Poi Derek sale con lo sguardo sul volto di Stiles, esaminandolo bene.
I lineamenti sono più marcati, definiti, che gli danno un'aria da grande. 
I capelli sono più corti di una volta, e alcuni ciuffi gli ricadono ribelli sulla fronte. Gli occhi del ragazzino guardano impenetrabili e freddi i ragazzi.

Stiles poi si ferma con lo sguardo su Derek, l'ultima persona che si sarebbe mai aspettato di vedere. 
Gli occhi di Stiles vacillano un secondo, per poi tornare a essere indifferenti come prima. A vederlo si direbbe quasi che la presenza di Derek non gli abbia fatto alcun effetto. 
Eppure quell'unico momento in cui il suo sguardo era così perso... basterebbe a far crollare quest'ultima affermazione.

«Stiles?» Domanda Lydia, quasi non riconoscesse il ragazzino. 
Non che il suo fisico fosse quanto quello di Derek, ma era comunque una bella visione. Una parte delle labbra di Stiles si inarca verso l'alto, e alza le sopracciglia.

«In persona.» Risponde, senza trapelare alcuna emozione dal tono della voce.

Dopo che Derek se n'era andato per due settimane Stiles non si era ancora reso conto davvero della cosa. 
Che non avrebbe rivisto più il ragazzo, che Derek l'aveva lasciato. 
Poi è esploso di botto, un pomeriggio, mettendo sotto e sopra la camera. 
Quando lo Sceriffo è tornato a casa l'ha trovato accucciato in un angolino della stanza, quasi spaventato di se stesso.

Si sentiva sempre e costantemente giù, si faceva prendere troppo dalle proprie emozioni e sentimenti, che provava verso il ragazzo.

Poi Stiles capì che non poteva andare avanti così, si sarebbe solo distrutto psicologicamente. 
Così decise che avrebbe davvero stoppato ogni tipo di sentimento in lui. Non si sarebbe più fatto ferire, com'era capitato fino a quel momento, avrebbe controllato perfettamente le proprie emozioni. Incominciò a costruire una corteccia intorno al suo cuore, ogni giorno più spessa, imponendosi di non crollare mai più. 
Imponendosi di mostrarsi impassibile di fronte a tutto.

Ma sapeva che non bastava, infatti dopo i Dread Doctors e Donovan stava tornando a crollare di nuovo, soprattutto dopo che Scott aveva dubitato della sua parola. 
Dopo che Theo l'aveva solo usato. Dopo che la mancanza di Derek si sentiva sempre di più. 
Dopo che Lydia stava per morire ad Eichen House.

Allora capì che doveva indurirsi ancora di più, sempre di più. 
Riferì a suo padre la decisione di voler entrare nell'accademia militare, anche per potersi così difendere da solo, senza dover sempre aspettare l'aiuto di Scott o degli altri. 
Aveva sentito parlare dell'accademia in Brasile, era una delle più toste. 
Aveva sentito dire, da gente che c'era stata, che lì dentro non c'era posto per i sentimenti, per le emozioni.

Lì dentro dovevi farti il culo ogni giorno, e non ne uscivi fuori lo stesso. 
Ed era stato così. 
Stiles aveva già cominciato a costruire quella corteccia intorno al cuore, ma l'accademia la fece diventare ancora più spessa e grande.

Ogni giorno si massacrava di lavoro, imparava a sparare, a non avere pietà o compassione di nessuno. 
Inoltre venivano anche tutti costantemente insultati, distrutti psicologicamente, per far in modo che ognuno potesse controllare sempre meglio le proprie emozioni e sentimenti, e disattivarli se necessari. Purtroppo Stiles cominciò ad avere sempre più dolori fisici, come febbre alta e giramenti di testa.

Una volta ebbe anche un'allucinazione, e comparse davanti a lui Derek. 
Stiles s'incazzò così tanto per aver lasciato uscire i sentimenti che quasi si uccise di lavoro fisico. 
Anche se a volte questi dolori lo tenevano alcuni giorni a letto, e dopo alcuni mesi la cosa andava peggiorando sempre di più.

Lì non c'erano dottori qualificati, e si supponeva Stiles avesse preso una specie di virus locale. Non si poteva aspettare che contagiasse anche gli altri, così lo fecero tornare a casa. 
Non era tanto che avevano paura morisse, perchè lì dentro a nessuno interessava. Ma se Stiles avesse contagiato qualcuno, dopo la cosa si sarebbe passata a tutti e l'accademia avrebbe perso anche gli elementi migliori.

Lì dentro ti trattavano come un oggetto, non interessava a nessuno chi eri. 
La tua personalità veniva azzerata totalmente, calpestata. 
Avevano libera solo la sera, durante la quale ogni tanto Stiles andava in una discoteca lì vicino. 
Storie da una notte, niente di che, anche lì niente sentimenti. Non c'era più posto da nessuna parte per loro.

E adesso, nel guardare i suoi amici, Stiles non provava niente. 
Assolutamente nulla. 
Forse era stato così concentrato nel reprimere ogni emozione a proprio piacimento, che alla fine le aveva represse del tutto. 
Stiles si lascia abbracciare da tutti, ricambiando impacciatamente l'abbraccio. Non è più abituato a manifestazioni di affetto. 
Poi arriva il turno di Derek, e il ragazzo si fa avanti.

«Umh, ciao Stiles.» Parla per primo Derek, non riuscendo a guardare il ragazzino negli occhi. 
Quello sguardo sembra di un automa.

«Perchè sei qui?» Chiede semplicemente Stiles, controllando il tono della voce.

Derek trasalisce.

«Sono tornato un mese fa.» Spiega brevemente, mentre Stiles annuisce impercettibilmente.

«Ti trovo davvero bene, comunque.» Le parole escono fuori dalla bocca del ragazzo prima che lui possa rendersene conto. 
Stiles alla fine, poco prima di partire, si è sentito sempre meglio.

Alla fine era molto probabilmente un virus passeggero. 
Pensa sia stata solo febbre alta, niente di che. Forse era l'aria del Brasile a fargli male, non essendoci abituato. 
Il ragazzino si limita a fissare Derek, con lo stesso sguardo penetrante. Derek è sempre uguale. 
Soliti occhi verdi magnetici, leggera barba, capelli mori, poco più alto di lui e forse ancora più muscoloso di prima. Quante fantasie avevap fatto su quel dannato fisico?

«Anche tu stai davvero bene, Derek. Come sempre.» Si limita a dire, con tono distaccato, mentre Derek alza lo sguardo su di lui. 
Stiles vuole dimostrare che il ragazzo non ha più alcun effetto su di lui. 
E vorrebbe odiarlo, davvero. 
Ma puoi odiare qualcuno solo perchè non ricambia i tuoi sentimenti? 
È vero che Derek se n'è andato, ma non sapeva neanche che Stiles ne era innamorato.

«Grazie, Stiles.»

Poi Derek fa per aggiungere altro, quando Malia e Lydia rubano Stiles, afferrandolo per le braccia muscolose. Scott affianca Derek.

«È davvero il nostro Stiles? Comincio a dubitarne.» Sussurra Scott. 
Derek si trova d'accordo.

«Hai visto il suo sguardo? Sembra che niente abbia effetto su di lui.» Gli fa Derek, incrociando le braccia al petto.

«Sembra quasi che il vederci non gli dia nè piacere nè dispiacere. Niente di niente.» Concorda Scott, sospirando.

«Non doveva andarci, in quell'accademia.» Borbotta Derek, e a quel punto Scott si gira verso il ragazzo.

«Forse dovresti chiederti il perchè ci è andato.» Gli suggerisce, lasciandolo poi solo. 
Derek lo guarda senza capire, per poi focalizzarsi su Stiles. 
Lydia e Malia gli stanno parlando, e usa i suoi poteri da lupo per ascoltare la loro conversazione.

«Sei così diverso, Sti!» Cinguetta Lydia, mentre Malia cerca di attirare l'attenzione del ragazzino su di sè.

«Dovremmo proprio uscire uno di questi giorni.» Parla poi la coyote, con gli occhi a cuoricino. 
Stiles increspa le labbra in un ironico sorriso. Una volta avrebbe pagato per avere l'attenzione di Lydia, non solo come amico. E adesso non gliene può importare più nulla. E la stessa Malia, che l'aveva lasciato, adesso gli sta chiedendo di uscire.

Incredibile come le stesse persone che l'avevano una volta trattato di merda adesso gli stiano baciando i piedi. Stiles stringe le labbra, cercando di formulare una risposta educata.

«Vedremo.» Risponde, facendo il misterioso. Derek ha inarcato tutto il tempo un sopracciglio. 
Adesso la Martin e sua cugina ci starebbero provando con il ragazzino? E vedere come Stiles gli risponde lo diverte. Eppure sapeva che Stiles fosse fidanzato con la coyote, e che una volta avesse una cotta stratosferica per la rossa. Bah, è tutto così strano.

Lo Sceriffo arriva poco dopo in aereoporto, trovandoli ancora tutti in un'ampia sala. Noah sorride al figlio, notando anche lui il cambiamento.

«Figliolo, vedo che sei guarito dal virus. Sono così contento di rivederti. 
Mi sei mancato!» Esclama, abbracciando Stiles. 
Quest'ultimo ricambia con riluttanza.

«Anche tu.» Si limita a rispondere, nonostante anche il padre gli desti indifferenza. Noah sembra capire c'è qualcosa che non vada, ma per il momento lascia stare, troppo contento di rivedere il figlio.

«Hai studiato laggiù? Sai che ti dobbiamo reinserire in college.» 
Gli fa notare lo Sceriffo. 
Stiles annuisce. 
La mattina studiavano e il pomeriggio si allenavano.

Alla fine decidono tutti di andarsene, e Stiles, camminando, dà le spalle a Derek. Lo sguardo dell'ex Alpha cade molto involontariamente sul sedere del ragazzino, restandoci. 
Dio, è davvero una piacevole vista. Derek sente un leggero rigonfiamento nei pantaloni, e si dà del coglione. 
Alla fine, anche se non sembra, è lo stesso Stiles che conosceva due anni fa, migliore amico di Scott e l'umano del gruppo. 
Non può fare certi pensieri su di lui.

«Già, ha messo su un bel culo.» Concorda Mason, avvicinandosi a Derek, avendo notato lo sguardo di quest'ultimo. 
Derek ringhia leggermente.

•••

Sono tutti al loft, dovendo i licantropi allenarsi. Sono passati due giorni dall'arrivo di Stiles, e i ragazzi non avevano scuola. 
Oltre ai licantropi è venuto anche Stiles, come era solito fare una volta. Derek si toglie la maglia al suo solito, rimanendo in jeans. 
Il ragazzino tiene lo sguardo su quegli addominali perfetti, leccandosi leggermente il labbro con la lingua. Potrà aver anche messo da parte tutti i sentimenti, ma l'attrazione fisica rimane. Eccome se rimane.

Scott si prepara per combattere contro Derek, togliendosi a sua volta la maglia. Stiles, seduto sul divano, osserva i due combattere per un quarto d'ora. Scott cerca invano di mettere al tappeto Derek, il quale reagisce perfettamente ad ogni colpo dell'Alpha.

«Non saró più un Alpha, ma so ancora combattere come tale.» Ringhia Derek, per poi buttare a terra il ragazzo con dei colpi ben assestati.

Scott mugola, per poi tornare umano, e andarsi a sedersi stancamente sul divano. Poi è il turno di Liam, ma anche lui poco dopo viene messo KO dall'ex Alpha. E così vale la stessa cosa per Isaac. I licantropi più giovani si ritrovano tutti a riprendersi sul divano, con il fiatone. 
Derek non è cambiato affatto nel combattimento, ed è anche molto più esperto di loro. 
Il ragazzo allora fa per rimettersi la maglia, quando qualcuno lo interrompe.

«Credo sia il mio turno.» Afferma Stiles, con un sorrisetto strafottente. 
Derek si gira verso di lui, sostenendo quello sguardo glaciale. 
Posa la maglia, ridacchiando.

«Stiles, stai scherzando, vero?»
Ride il licantropo, incrociando le braccia al petto sudato. 
Stiles si sente offeso, ma non lo dà a vedere.

Invece di parlare si toglie la maglia, e lascia che lo sguardo dell'ex Alpha scorra sul suo fisico. 
Da quando Stiles ha quegli addominali?! 
Derek esamina il ragazzino più che attentamente, cercando di non mostrarsi colpito, per poi abbassare il capo con l'accenno di un sorriso.

«Okay, se è questo quello che vuoi.» Conclude poi, per il momento restando umano. Stiles si avventa verso il licantropo, ricevendo inizialmente un leggero pugno. 
Indietreggia, per poi far finta di andare alla destra di Derek, mentre invece si sposta all'ultimo alla sua sinistra.

Derek riceve un pugno nel torace, sorpreso dalla cosa. Ringhia. 
Stiles fa il solito sorrisetto, per poi tornare a colpire il licantropo. 
Fa una specie di ruota per poi arrivare a colpirlo sull'addome. 
Derek sente che si sta trasformando, e nota come Stiles sia abile nello sferrare i colpi. Inoltre è anche molto furbo, riesce a fregarlo e a confonderlo. 
Non riesce a concepire sia plo stesso ragazzino esile e indifeso di due anni fa. Eppure Derek si limita a cercare di difendersi, senza sferrare colpi. 
Non farebbe mai del male a Stiles. Intanto gli altri licantropi osservano stupiti la scena. Si sente una strana tensione nell'aria, quasi insopportabile.

«Forza, colpiscimi! Colpiscimi, Derek!» Urla Stiles, avventandosi di nuovo su di lui, e riuscendo a colpirlo altre volte. Derek ringhia di nuovo, con il volto che ha assunto le sembianze di un licantropo.

«Colpiscimi, cazzo!» Grida ancora Stiles, e Derek si ritrova a cercare di capire come mai il ragazzino lo stia spingendo a fargli del male. 
Sembra quasi che voglia provocare la sua rabbia in tutti i modi.

Improvvisamente Stiles tira fuori un coltellino dalla tasca dei jeans, portandolo a pochi centimetri dal volto dell'ex Alpha. 
Derek si ritrova la lama troppo vicina, e i suoi occhi s'illuminano di blu. 
Quel bellissimo blu.

Scott intanto si è alzato, cercando di sistemare la situazione, che sembra essere sfuggita di mano. Stiles nel frattempo sembra aver realizzato cosa stesse succedendo, e si rende conto che stava sfogando la rabbia, che ha nei confronti della partenza del ragazzo, su di lui, cercando anche di istigarlo. Indietreggia, ritornando poi ad assumere un'espressione impassibile, come se la cosa non avesse avuto alcuna ripercussione su di lui.

Derek ritorna anche lui umano, con il fiatone. Guarda Stiles senza parlare, leggermente sconvolto dalla reazione del ragazzino. Aveva fiutato così tanta rabbia, Dio. Scott si avvicina a Stiles, arrabbiato.

«Cosa diavolo credevi di fare?! Un coltellino, serio?!» Gli grida addosso l'Alpha, non capendo cosa stia succedendo a Stiles. 
Il ragazzino rimane imperscrutabile.

«Mi dispiace.» Dice semplicemente, con tono atono, per poi rivestirsi. 
E come è arrivato se ne va, lasciando tutti senza parole.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


 

"Quanto siamo bravi a farci del male."

È passata una settimana da quando Stiles è tornato, e tutti sembrano finalmente essersi conto che c'è qualcosa che non vada in lui. 
Adesso è seduto in classe accanto a Scott, come i vecchi tempi, seguendo distrattamente la lezione di filosofia. 
Il professore cammina su e giù per l'aula, spiegando un concetto astratto sui sentimenti. Stiles inarca le sopracciglia alle sue parole.

«...I sentimenti sono un aspetto intrinseco dell'uomo, fin dalla sua età primordiale. I nostri antenati, le scimmie come le vediamo noi oggi, erano in grado di esternare i propri sentimenti, nei confronti dei propri simili... Insomma, i sentimenti sono tutto ciò che ci fa vivere, ragazzi. Ci fanno amare, ridere, sorridere...»

Stiles si trova a costretto a interrompere quella marea di cazzate.
Si sente quasi chiamato direttamente in causa.

«E piangere, soffrire. Sono gli stessi che ci fanno venire voglia di sparire, anche per un po'. Anche per sempre. 
I sentimenti ci fregano, ci illudono.» Afferma, più che convinto delle sue parole, con tono impassibile. 
Il professore allora si ferma di botto, girandosi verso il ragazzino.

«Certo, è ovvio che possiamo anche avere brutte giornate o momenti, ma questo non significa che...»

Stiles sbatte improvvisamente il pugno sul banco, mentre Scott cerca invano di fermarlo. Nel silenzio é calato un silenzio agghiacciante, nessuno osa fiatare.

«Significa che siamo solo intrappolati in ciò che pensiamo di provare! 
Sono solo stronzate! A volte i sentimenti ci torturano, non ci lasciano in pace, a volte...»

Il professore ha il volto rosso dalla rabbia.

«Stilinski, non accetto che si rivolga a me in questo modo. 
Esca immediatamente dalla classe!»
Lo interrompe subito.

Stiles a quel punto si alza dal banco, senza far trapelare alcuna emozione.

«...A volte ci uccidono.» Conclude, andandosene via e chiudendosi con forza la porta alle spalle. 
Percorre il corridoio con calma, quando s'imbatte in una ragazza. 
È una delle più popolari e belle del college. Mora, occhi azzurri e un fisico niente male. Un pò una Megan Fox versione più brutta. 
La ragazza, Tracy Poole, si avvicina a Stiles con occhi da cerbiatto.

«Stilinski, come mai qua fuori?» Incredibile come il ragazzino sia diventato così popolare in così poco tempo. Non che a lui importi qualcosa, in realtá. Ma forse potrá divertirsi con questa ragazza, chissà.

«Crake mi ha mandato fuori.» Si limita a rispondere Stiles, guardando la ragazza come per capire cosa voglia da lui.

«Crake è un vero stronzo! Farai parte della squadra di Lacrosse della scuola?» La ragazza gli si avvicina anche troppo, e Stiles indietreggia leggermente.

«Non ho ancora deciso.» E detto questo il ragazzino se ne va, lasciando la cheerleder imbambolata. 
Di solito le cheerleders gli parlavano solo per scusarsi malamente di essergli andate addosso, non avendolo affatto visto.

Com'è buffa la vita.

Stiles decide allora di prendersi una boccata d'aria, essendosi accorto che tanto ormai mancasse poco alla fine della giornata. Così esce da una porta lungo il corridoio, vicina agli armadietti, trovandosi in poco tempo all'esterno. 
Il sole gli scalda il corpo, e si ritrova ad osservare il parcheggio di fronte a lui. In particolare la vista di una macchina lo fa destare dai suoi pensieri, e si ritrova a fissarla.

Cosa ci fa lì? 
Infatti, come se l'avesse chiamato, proprio in quel momento esce dalla Camaro nera una sagoma, che Stiles riconosce subito. 
Lo riconoscerebbe fra mille, diamine. Gli occhi di Stiles vacillano un po', ma è solo un attimo di debolezza. 
Poi i suoi sentimenti ritornano immediatamente a proteggersi dietro l'impenetrabile corteccia. 
Si chiama autodifesa, questa.

Derek indossa gli occhiali da sole, e veste una maglia verde aderente. 
Si avvicina al ragazzino, ma non troppo.

«Cosa ci fai qui fuori?» Gli chiede Derek, perplesso. Non si aspettava di trovare qualcuno,

«La tua presenza qua è più strana e inquietante della mia, sai?» Ribatte il ragazzino, lasciandosi illuminare dal sole. Il ragazzo in effetti si ritrova a concordare con lui.

«C'è una riunione al loft. Stavo aspettando che aveste finito le lezioni.»

Stiles corruccia lo sguardo, cercando di sostenere quegli occhi verdi. 
Quanto ha amato quei maledetti occhi. Quanto ha sperato di rivederli, durante quei due anni, in qualcun altro.

«Perchè non ne so niente?» Borbotta Stiles, sentendosi quasi offeso dalla cosa. Ma non lo lascia a vedere, no. 
Il lupo scruta attentamente le reazioni dell'umano. Si perde nei lineamenti dell'umano qualche secondo, risvegliandosi poi come da un sogno.

«L'ho deciso io, una mezz'ora fa.»

«È successo qualcosa?» Vuole sapere il ragazzino, confuso. 
Una riunione non è una cosa da poco, di solito si discutono questioni importati. Derek scuote la testa.

«Vi spiegherò tutto lì.» Fa il vago, Derek. Stiles accenna involontariamente un sorriso.

«Allora sei sempre solito ad essere così misterioso, o sbaglio?» 
Derek increspa le labbra in un sorriso, restando a fissare il ragazzino negli occhi.

«E tu da quando salti lezioni?» Replica, rigirando la frittata. 
Stiles alza il capo al cielo un attimo.

«Da quando il professore mi caccia da lezione.» Ribatte, con pura indifferenza. Derek alza un sopracciglio, scoppiando a ridere. Stiles si immobilizza di fronte alla risata del ragazzo, non aspettandosela affatto. 
Dio, da quant'è che non sentiva più quella risata? 
E resta con la bocca dischiusa qualche secondo, come quando risenti improvvisamente la tua melodia preferita, dopo anni.

«Wow, è la prima volta, vero?» Domanda poi Derek, davvero sorpreso dalla cosa. Stiles annuisce silenziosamente, quando la campanella suona con prepotenza. 
Gli studenti cominciano quindi ad uscire dal portone principale, e Stiles e Derek rimangono in silenzio, in attesa degli altri. In un silenzio che forse invece dovrebbe essere spezzato, da migliaia di parole mai dette.

•••

«Deaton mi ha detto che Beacon è tranquilla da fin troppo tempo, e che dovremmo aspettarci che la tranquillità finisca ben presto.» Sospira Derek, mentre i ragazzi sono seduti tutti sui divani. Derek è in piedi, accanto al tavolo della cucina, con le braccia incrociate al petto.
Osserva i volti preoccupati e ansiosi dei ragazzi.

«Ne è sicuro?» Osa chiedere Scott, e l'ex Alpha si ritrova costretto ad annuire.

«È per questo che siete qui. 
Dovrei capire se vi siete fatti dei nemici durante la mia assenza.» Parla Derek, mentre Stiles ascolta il ragazzo in un perfetto silenzio.

«Stai cercando di dirci che probabilmente è colpa nostra, Derek? Che ci dobbiamo essere per forza fatti dei nemici, senza di te?» Chiede Isaac, troppo nervoso per il fatto che Beacon sembra essere di nuovo presa di mira da creature sovrannaturali.

Derek irrigidisce subito i muscoli.

«Non ho mai detto questo.» Lo correge, quando il ragazzino si alza in piedi, tra la confusione di tutti.

«Invece sembrava proprio questo.» Afferma convinto Stiles, fissando il ragazzo con uno sguardo distaccato, per quanto sia realmente possibile.
Derek si volta verso di lui.

«Cosa stai cercando di dire, Stiles?» Ringhia Derek, capendo che il ragazzino sembra voler parlare molto di più. Troppo di più.
Stiles gli si avvicina pericolosamente. 
Dovrebbero inventare delle distanze di sicurezza, in certi casi.

«Forse che non puoi accusarci di un cazzo, solo perchè te ne sai andato via lasciandoci a dover proteggere la cittá da soli, che dici?» Esclama, ritrovandosi a pochi centimetri dal volto del licantropo.

«Sai bene che non intendevo accusare...» Replica l'ex Alpha, ma il ragazzino sembra ben intenzionato a sfogarsi. E che si sfogasse pure, ma non su di lui, pensa Derek.
Forse l'umano non sempre riesce a mantenere il controllo sui suoi sentimenti.

«Forse era meglio che non tornavi proprio, Derek. Siamo stati bene senza di te, sai? Non abbiamo bisogno di te!» Grida, mentre gli occhi di Derek diventano blu qualche secondo. 
Il licantropo sa bene che non sono stati affatto bene, avendogli Scott raccontato tutto il casino dei Dread Doctors, Theo e Donovan. 
Eppure il ragazzino sembra così convinto nell'affermare certe cose, e Derek percepisce un forte odore di rabbia nell'aria. E non solo, ma non riesce a distinguere bene gli odori. 
Ce ne sono troppi.

«Basta! Dannazione!» Esclama Scott, arrivando a dividere i due, che non avevano smesso neanche un secondo di fissarsi negli occhi, creando strani legami con gli sguardi.

«Va bene. Avrai anche ragione tu, Stiles, ma adesso ci dobbiamo preoccupare di chi potrebbe minacciare la città.» Fa Derek, incassando i colpi. 
Cercando di non mostrarsi ferito dalle parole del ragazzino.
Non sa bene perchè ma quelle parole gli hanno fatto particolarmente male, e crede di non meritarsi questo.
Sta solo cercando di aiutare, diamine.

Scott fa sedere sul divano l'umano, il quale tiene lo sguardo basso tutto il tempo.
Non sa bene cosa gli sia successo prima, ha letteralmente perso il controllo, e si sentiva in obbligo di ferire il ragazzo. Come Derek aveva fatto due anni prima con lui.

•••

Derek si innalza per l'ennesima volta su una trave del soffitto, con poca fatica, sulla sola forza delle mani. 
Il suo corpo si irrigidisce, e si sente fin troppo sudato. É in boxer, decidendo di dedicarsi ai suoi allenamenti quotidiani.

Poi scende con un balzo a terra, volgendo le spalle al portone di casa, che è socchiuso.

«Ciao, Stiles.» Lo saluta Derek, sentendo il ragazzino, dietro di lui, trasalire. A quel punto l'ex Alpha si gira verso di lui, con un sorrisetto. 
Stiles osserva senza pudore il fisico scolpito del più grande, cercando di contenere eventuali reazioni fisiche.

«Sono venuto qui solo per venire a riprendermi il mio coltellino. 
L'ho dimenticato prima, alla riunione.» Spiega, avanzando nell'ampio salone. Cercando di fissare Derek solo negli occhi.

«E sei rimasto lì sull'uscio per un quarto d'ora?» Ridacchia Derek, rimettendosi la maglia.
Stiles sembra essere più che imbarazzato, ma torna subito con quell'espressione impenetrabile.

«Se ti sei accorto di me, perchè non hai smesso?» Vuole sapere invece il ragazzino, avvicinandosi sempre di più al ragazzo. Derek scuote leggermente la testa, cercando di ricordarsi che quello davanti a lui é Stiles. 
Non può provare divertimento nel provocarlo in quel modo. 
Eppure eccome se lo prova.
L'ha sempre provato, soprattutto quando anni prima, durante gli allenamenti in presenza del ragazzino, si toglieva la maglia, bagnandosi il petto sudato con dell'acqua.

Notava che Stiles lo fissava timido a bocca aperta, ma non che fosse tanto strano che apprezzasse tutto ciò.
Alla fine comunque stava con Malia, quindi Derek sapeva bene fosse solo attrazione fisica, nei suoi confronti.

«E tu, perchè non mi hai chiamato?» Ribatte Derek, focalizzandosi poi sui battiti del più piccolo. 
Con stupore osserva che mantiene sempre un battito normale, lineare, senza sbalzi o altro. 
Inoltre il rumore dei battiti é così leggero che Derek si ritrova a chiedersi se l'umano abbia effettivamente un cuore.

«Voglio il mio coltellino.» Cambia argomento Stiles, ma il licantropo non sembra del suo stesso parere.

«Non lo riavrai.» Esordisce, dirigendosi poi in cucina a preparsi un bicchiere d'acqua. Ha davvero faticato.
Stiles stringe le labbra, seguendolo a breve distanza.

«É mio, Derek.» Sibila l'umano, pronunciando il nome del ragazzo con uno strano tono. Come se fosse un nome tabù o altro. Impronunciabile. Forse perché in quei due anni tutti evitavano di pronunciarlo in sua presenza.

Derek beve velocemente, per poi voltarsi. Gli occhi nocciola e distaccati del ragazzino affondano nelle sue pozze verdi.

«Non m'importa. Non dovresti girare con certa roba.» Risponde Derek, avendo osservato il coltellino molto attentamente. 
È molto affilato, davvero pericoloso.

«Si chiama difesa personale!» Esclama allora Stiles, arrivando quasi a sfiorare con il suo corpo quello di Derek.
L'ex Alpha chiude le mani a pugno.

«Mi stavi per uccidere, con quel coltellino del cazzo!» Urla a sua volta, ricordandogli come Scott si era messo in mezzo fra i due.

Stiles abbasso il capo un secondo, e Derek non riesce proprio a percepire le emozioni del ragazzino. 
Forse una leggera rabbia, ma gli sembra in realtà solo di sentire la propria.

«Pensi che sia troppo debole per girare con qualcosa simile?» Chiede Stiles, con tono d'accusa.

«Sai bene che non intendevo questo.» Replica Derek, avendo ben notato come il ragazzino fosse diventato molto più abile, furbo e forte rispetto a due anni prima.

«Ridammelo, Derek!» Continua ad urlare Stiles, ma l'ex Alpha non sembra affatto voler mollare.

«Mai, Stiles.» Conclude il discorso il ragazzo, facendo brillare qualche secondo i suoi occhi di blu.
Stiles a quel punto indietreggia, dirigendosi verso il portone del loft.

«Tieniti quel fottuto coltellino, é tutto tuo!» Sbuffa, aprendo la porta per andarsene. Derek resta a guardare la figura dell'umano un attimo, come malinconicamente.

«Mi sei mancato.» Le parole gli escono senza preavviso, e si sorprende lui stesso. 
L'ha detto in un sussurro, ma abbastanza forte da essere sentito,
Alza lo sguardo verso il ragazzino, notando come gli occhi di lui sembrino così persi e lucidi. 
Ma è solo un secondo, perchè poi tornano freddi come prima. 
Freddi come la morte.

«Non ti avrei mai ucciso.» Sospira l'umano, per poi uscire una volta per tutte dal loft. Derek resta in silenzio a guardare la porta, dando un pugno al tavolo di fianco.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


"Magari io non potrò dimenticarti piùe da egoista vorrei che lo facessi tu."

Giá, Derek Hale aveva finalmente ammesso che gli era mancato Stiles Stilinski. In realtà aveva sentito la mancanza di tutti i componenti del branco, ma sentiva che quella di Stiles fosse in qualche modo diversa.

Non era mai riuscito a capire in realtà cosa fossero lui e quel ragazzino.

Nemici?

No, anche se poteva sembrare che a volte non si sopportassero, ma non era affatto così. All'inizio, forse. 
Ma poi Derek ci aveva fatto l'abitudine, alla presenza del ragazzino. 
A quel suo sproloquio infinito, al suo sarcasmo puntiglioso. 
E spesso Derek aveva chiesto l'aiuto del ragazzino per delle ricerche su creature sovrannaturali, entrando per esempio di nascosto dalla finestra della sua stanza. La trovava sempre aperta, stranamente.

Amici?

Non sapeva rispondere, davvero. Derek non aveva mai avuto degli amici veri negli ultimi anni, e il significato stesso della parola "amico" gli sembrava un qualcosa di sconosciuto. Non era mai uscito da solo con Stiles, ed era abbastanza sicuro che il ragazzino e Scott uscissero spesso insieme. E tutt'ora. Probabilmente dipende anche dall'età, visto che l'umano e il l'ex Alpha hanno abitudini diverse e Derek già due anni prima si reputava troppo grande per i videogiochi.

Inoltre Stiles non si è mai confidato, per esempio, su possibili suoi futuri ragazzi o ragazze. Sì, Derek sa bene che il ragazzino è bisessuale.

Insomma, non erano proprio amici. 
Ma si erano salvati diverse volte a vicenda, quindi tenevano l'uno all'altro. E Stiles l'aveva consolato quando Derek è stato obbligato ad uccidere Boyd.

Allora, cos'erano?

Non lo sa, e forse mai l'avrebbe saputo, ma di una cosa è certo.
Stiles Stilinski gli é mancato.

E l'ha realizzato soprattutto una volta rivisto. Perchè era proprio la vista stessa del ragazzino ad essergli mancata. E sa che Stiles adesso sembra così diverso, cambiato...ma quando Derek gli ha ammesso che gli era mancato....era tornato per un attimo lo Stiles che conosceva.

E Derek si deve ancora spiegare come mai la mancanza di quest'ultimo fosse totalmente diversa dalle altre. 
Forse cerca di fuggere dalla realtà, dalla spiegazione più evidente e semplice a tutto questo. 
E chissà, prima o poi magari si stancherá di fuggire.

•••

"Derek!"

Il ragazzino vede il licantropo di fronte a luiÈ con Braedendi fronte alla macchina di quest'ultima
Sono ancora in Messicoe Stiles è affiancato dai suoi amici.

"DerekResta!" Urla ancorama l'ex Alpha non sembra ascoltarlo
Derek guarda il ragazzino qualche secondosempre con quell'espressione enigmaticaper poi aprire la portiera della macchina.

"Non lasciarmiDerek!" Grida il ragazzinocercando di correre verso di luiper fermarloEppure Derek non dà segno di sentirloe Stiles sente di non riuscire a raggiungerlo
Più correpiù vede il ragazzo allontanarsi.

"DEREK!" Lo chiama un'ultima voltaaccasciandosi a terra.

"Stilessvegliati!" Esclama un'altra vocee il ragazzino vede piano piano sparire davanti a lui tutto il paesaggio
Ora si trova a casae suo padre lo sta stringendo forteSi stava agitando nel sonnocome accade ultimamente
E sta anche piangendo.

"Derek...." Sussurra il ragazzinocon voce rotta dal piantoLo Sceriffo lo guarda con tristezza.

"Derek non c'è piùStiles....se n'è andato..."

Aveva sempre avuto paura di perderlosempre terrorizzato dal fatto che Derek sarebbe potuto mai andarsene da Beacon Hills
E allora perchè l'ha lasciato andare?

Stiles non riesce proprio a dormire, e guarda l'ora sulla sveglia. 
Sono le tre di notte. 
Sbuffa, per poi alzarsi dal letto. 
Non è strano che a volte non riesca a prendere sonno. Scende di sotto silenziosamente, in una semplice maglia blu e boxer neri. 
Si dirige in cucina, per prepararsi un bicchiere d'acqua. Beve lentamente, rilassando tutti i muscoli.

«Che ci fai alzato?» Chiede una voce dietro di lui, e Stiles sobbalza, girandosi verso la fonte di quest'ultima.
Noah lo sta osservando perplesso dalle scale.

«Dio, papà, mi hai fatto prendere un colpo.» Borbotta, poggiando sul tavolo il bicchiere vuoto. Lo Sceriffo raggiunge il figlio, con un'espressione più che preoccupata.

«Sono tornati gli incubi, Stiles?» Osa chiedere Noah, ricordandosi bene tutte le notti che aveva dovuto svegliare e calmare il figlio, il quale urlava il nome dell'ex Alpha. Lo Sceriffo non ha mai capito cosa ci fosse tra Derek e suo figlio, e dopo la partenza del primo non ha mai fatto dirette domande. 
Ha cominciato, in realtà, a capire ci fosse qualcosa quando Stiles ha iniziato a stare sempre più male. 
Derek significava molto per suo figlio, forse anche troppo.

Stiles scuote la testa, evitando lo sguardo del padre.

«Non riuscivo a dormire.» Spiega semplicemente.

«È per il ritorno di Derek?» Prova ad indovinare Noah, avendo saputo della notizia. Stiles a quel punto guarda il padre negli occhi, e lo Sceriffo trasalisce dalla freddezza di quello sguardo.

«Non m'importa nulla di Derek!» Esclama, come cercando di auto convincersene. Noah scuote invece la testa, come se il figlio su certe cose non ci potesse proprio arrivare.

«Ti ho osservato in questi giorni, Stiles. Sei cambiato...cerchi di mostrarti indifferente a tutto. Ma ricordati figliolo, possiamo provare quanto vogliamo a controllare le nostre emozioni, ma certi sentimenti ci sfuggiranno sempre di mano.» Afferma convinto, per poi risalire le scale in silenzio. 
Stiles stringe le labbra, cercando di non pensare che il padre abbia tremendamente ragione.

•••

«Io vado al lavoro, Stiles. Ci vediamo più tardi.» Saluta lo Sceriffo il figlio, il quale è appena tornato a scuola. 
E anche oggi Stiles è stato mandato fuori dalla classe, per aver risposto di nuovo male al professore di filosofia. Non è colpa del ragazzino se quell'uomo sostiene sempre che l'amore sia bello e cazzate varie, come se andasse sempre tutto bene. 
E invece a volte va tutto di merda, e bisogna solo adattarsi, come sta facendo lui.

«Lydia viene a studiare da me.» Comunica Stiles al padre, mentre quest'ultimo si accinge ad uscire di casa.

«Sono contento che riprendiate i rapporti, eravate molto amici un anno fa.» Commenta semplicemente.

«Sì, anch'io.» Si ritrova a rispondere il ragazzino, nonostante non sia chissà quanto emozionato dalla cosa. 
Lo rallegra il fatto che la banshee possa aiutarlo magari a prendere voti più alti, visto che sta già iniziando male l'anno scolastico, essendo anche arrivato un mese dopo.

Stiles allora sale di sopra a mettere a posto la camera, visto che ancora il letto non era stato rifatto dalla mattina. Poi gli arriva un messaggio, e lo legge immediatamente.

"Tra due giorni iniziano gli allenamenti di lacrosse
Verraivero
Dovrei essere di nuovo il capitanoScott."

Stiles risponde affermativamente. 
Alla fine anche al college i due hanno scoperto ci fosse una squadra di lacrosse, non troppo diversa da quella dell'high school. 
Ovviamente Scott, grazie ai suoi poteri da licantropo, è sempre il capitano. Mentre Liam il co-capitano. 
Stiles è sempre stato tremendamente scarso, ma quest'anno ha deciso di riscattarsi. È molto più forte e agile di prima, quindi dovrebbe essere migliorato davvero di tanto.

Dopo circa una mezz'oretta suonano al citofono di casa, e l'umano va ad aprire alla rossa. 
Appena apre la porta, alza le sopracciglia leggermente sorpreso. 
La banshee è di fronte a lui, vestita con una camicetta molto scollata, e un paio di jeans davvero troppo attillati. 
Sembra quasi fatichi a camminarci. 
Ha poi il solito rossetto rosso.

«Entra pure.» La fa accomodare il ragazzino, indicandogli il tavolo della cucina, trovandolo perfetto per studiare letteratura. Anche se la rossa non sembra essere della stessa opinione.

«È molto meglio studiare in camera tua, Sti!» Esclama, supplicandolo con uno sguardo da cerbiatto. 
Stiles scrolla le spalle: come se a lui cambiasse qualcosa. 
E da quel momento in poi Stiles comincia ad osservare strani comportamenti da parte dell'amica.

Prima di tutto la rossa fa di tutto per salire le scale davanti a lui, muovendosi in un modo insolito, sculettando tutto il tempo. 
Una volta di sopra, si stende subito sul letto, a pancia sotto, tirando fuori un libro. Stendendosi in quel modo, Stiles ha una buona visuale del reggiseno della banshee, che è di color crema.

L'umano a quel punto si limita ad ascoltare Lydia parlare, riguardo un autore della letteratura americana, notando però come la rossa si attorcigli di continuo i capelli, sfoggiando uno dei suoi sorrisi migliori. 
Una volta era cotto di quei sorrisi. 
Ma erano altri tempi, e molto molto lontani. Non che abbia smesso di pensare che Lydia sia bella, anzi, ma la cotta per la rossa è finita molto presto, soprattutto a causa della stessa ragazza. 

In seguito osserva la ragazza mordicchiare la matita in un modo piuttosto ambiguo, ma la cosa lo lascia stranamente indifferente.

Poi Lydia ad un certo punto chiede a Stiles se ha del vino, per fare una pausa dallo studio, e costringe l'umano a portargliene una bottiglia. 
Quando la rossa vede che il ragazzino si rifiuta di bere, soprattutto perchè più tardi sarebbe tornato il padre, la ragazza sembra essersi improvvisamente sporcata con del vino la camicetta. Stiles la guarda scettico, chiedendsi come abbia fatto, visto che in quel momento era girato da un'altra parte.

«Ops, che sbadata!» Esclama la ragazza, con una finta espressione di stupore.

«Ti presto una maglia, tranquilla. Puoi cambiarti in bagno.» Decide Stiles, alzandosi verso l'armadio. 
Sentendo poi solo il silenzio, lo prende per un 'sì', e prende una maglia bordeux. Appena però si gira sussulta, lasciando cadere la maglia a terra. 
La banshee è davanti a lui, in jeans e reggiseno. L'umano rimane senza sapere cosa dirle, e senza capire cosa diavolo stia succedendo. 
Lydia lo guarda con uno sguardo malizioso.

«Hai paura di avvicinarti?» Gli domanda, con voce roca, e stendendosi sul letto, come aspettando una sua mossa. 

L'umano è seduto sulla sedia della scrivaniadigitando qualcosa al computermolto velocemente
Beve il caffèche si è preparato poco primaHa finito di cenare da parecchioe fuori ormai è buio pesto
La stanza è in completa oscuritàe solo la luce del computer tende ad illuminare leggermente la camera del ragazzinoFinisce di scrivere una fraseconsultando prima un sito di internetper poi finire il caffè.

"Hai finito?" Una voce alle sue spalle lo fa sobbalzare dalla sediae l'umano riconosce subito chi si è intrufolato nella sua stanzadalla finestra lasciata aperta.

"Derekadesso stampo tutto." Sospira Stilesaccendendo la stampanteIl licantropo gli aveva chiesto di ricercare tutto ciò che trovasse sui tipi di strozzalupo esistentiE il ragazzino si è dato davvero da fare.

L'Alpha resta nella penombraaccanto alla finestralimitandosi a fissare la figura dell'umano
Quei lineamenti così delicati
Stiles si sente come oppresso da quello sguardoe deglutisce profondamentestampando ben otto fogliLi prende poi in manogirandosi verso il ragazzo.

Gli occhi verdi di Derek brillano nel buioe Stiles si perde qualche tempo in quei bellissimi occhi
E quando diventano rossi li trova ancora più meravigliosi
Fino a che Derek ridacchia.

"Hai paura di avvicinarti?"
Lo provocarisvegliandolo dai suoi pensieri.
Stiles avvampachiedendosi quanto possa essere dannatamente sexy e stronzo quell'Alpha
E quanto vorrebbe fosse il suo Alphaarrogante o meno
A lui va bene così com'è.

A quel punto l'umano gli si avvicinaallungandogli imbarazzato i fogliDereknel prenderlisfiora la mano del ragazzinoed entrambi ritirano le proprie mani immediatamentecome scottati.

"Un grazie sarebbe gradito." Gli fa notare Stilesvisto che ci ha lavorato su una giornata intera
Derek accenna un sorrisoche il ragazzino nota nonostante la scarsa luceA quella vista il cuore dell'umano prende a piroettare per conto suo.

"Facciamo che prima leggo tuttoe se va bene ti faccio sapere." Ghigna luifacendo per tornarsene lentamente verso la finestra.

"Stronzo." Mormora Stilescapendo però che il ragazzo stesse solo giocando un pocon lui
Derek non è davvero cattivolui è la migliore persona che conosca
Infatti l'Alphaa quella parolesi ferma prima di saltare giù.

"Buonanottestupido ragazzino." Scherzasorridendo
Un vero e proprio sorrisoche manda a puttane il cuore dell'umano
E una vocina interiore gli ricorda che è fidanzato con Malia
Ma Malia chi??

"Anche a telupo arrogante." Ribattesorridendo a sua volta
Non c'è migliore cosa che ricevere la buonanotte dalla persona della quale si è innamorati.
E Derek scompare nel buio della notte.

Stiles lancia la maglia verso la rossa, irrigidendo tutti i muscoli.

«Vestiti, appena hai fatto chiamami. Ti aspetto nel corridoio.» Afferma, chiudendo le mani a pugno. 
Possibile che una frase di Lydia gli abbia portato alla mente ricordi del suo passato?

La rossa sembra più che delusa dalla reazione del ragazzino, ma a quest'ultimo non gliene può importare nulla. Esce nel corridoio, prendendosi la testa fra le mani.

Possibile che tutto ciò che riguardi Derek sia l'unica cosa che riesca a controllare solo a tratti?

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


"I had all and then most of yousome and now none of you."

Derek parcheggia la Camaro accanto alla clinica, notando con sollievo che pare non esserci nessun cliente.
Entra attraverso la porta di vetro, che trova aperta, venendo accolto da Scott.

«Ehi, Derek.» Lo saluta il ragazzo, in un camice bianco, piuttosto perplesso.
Derek si mette le mani in tasca, guardandosi qualche secondo intorno. È da tanto che non viene più qua, ma gli sembra tutto come una volta. 
Tutto molto familiare.

«Lavori ancora come tirocinante?» Chiede l'ex Alpha, aspettandosi poi di vedere Deaton comparire da un momento all'altro. 
Scott scuote la testa, sorridendo.

«Oh, no, ormai lavoro a tempo pieno. Quasi ogni giorno dopo scuola, tranne nel week-end, fino a metà pomeriggio.» Spiega brevemente il ragazzo, chiedendosi ancora cosa ci faccia l'ex Alpha lì, a guardarsi intorno con una specie di malinconia.

«Posso aiutarti?» Domanda allora Scott, curioso come non mai. 
Si annoia spesso qui alla clinica, soprattutto quando non hanno clienti, come in quel momento.

«Umh, sì, cerco Deaton.» Risponde Derek, deludendo con quella risposta il ragazzo. Scott sperava proprio di avere una risposta più approfondita ed eloquente, ma come al solito Derek è sempre un mistero. 
Almeno lui non è affatto cambiato, forse è solo meno burbero e acido, per fortuna di tutti.

«Prosegui lungo il corridoio e poi a destra. Devi scendere delle scale, é nel seminterrato.» Sospira il ragazzo, tornando poi a curare un gatto scozzese, sdraiato su un lettino bianco.

Derek fa esattamente quello che gli ha detto Scott, ritrovandosi in poco tempo davanti a delle scale a chiocciola, che scende senza esitare. 
La stanza è illuminata da un lampadario antico, e Derek nota il druido girato di spalle. 
Ha una provetta in mano, e ci sono diversi scaffali addossati alle parete. Sopra di essi ci sono tutte provette, barattoli con strani liquidi all'interno.... sembra una sorta di laboratorio dello scienziato pazzo.

«Derek, ti aspettavo.» Parla il druido, girandosi lentamente verso il ragazzo. Nella provetta dell'uomo c'è un liquido rosso, che sembra tanto sangue.
Derek inarca le sopracciglia.

«Cosa vuol dire che m'aspettavi?» Domanda, confuso. 
Derek è tornato da poco piú di un mese, ma non ha mai cercato Deaton.
L'uomo lo guarda sempre con quell'espressione indecifrabile, che ha con praticamente tutti. 
Fa parte del suo ruolo.

«Da quando sei partito mi aspettavo un tuo ritorno, Derek. Ci hai messo tanto, però.» Esordisce il druido, osservando poi con attenione la fiala che tiene in mano.

«Cos'è?» Chiede Derek, distrattosi un attimo a causa delle azioni dell'uomo.

«Sangue di unicorno, utile per la guarnigione.» Gli spiega brevemente Deaton, posando poi la provetta su uno scaffale qualsiasi. Derek non sapeva neanche esistessero gli unicorni, ma essendo un lupo mannaro non dovrebbe esserne poi così tanto sorpreso.

«Come sapevi che sarei tornato?» Insiste Derek, più confuso che mai.
Deaton lo guarda negli occhi.

«Sei stato male, o sbaglio? 
Stavi per morire, Derek.»

L'ex Alpha dischiude la bocca, corrucciando lo sguardo.

«Te l'ha detto qualcuno? Scott?» 
Il druido scuote la testa alle domande del ragazzo.

«Quindi sai che sono tornato per la mia soulmate. E che è a causa di quest'ultima se ho sofferto così tanto.» Aggiunge allora Derek, cercando di capirci qualcosa. Deaton si gira verso gli scaffali, osservando distrattamente dei barattoli, come se stesse riflettendo su qualcosa.

«So bene quanto la lontananza di due soulmates può far male, Derek. 
E che il tuo lupo l'aveva già scelta.»

Derek resta qualche secondo in silenzio.

«Allora sai chi è la mia soulmate?» Esclama Derek, davvero sorpreso.
Il druido fa per pensarci, osservando un barattolo con un liquido sul giallo ocra.

«Credo di sì, Derek. Ma, allo stato attuale delle cose, non posso dirtelo. 
La devi trovare tu, e nessun'altro.» Afferma l'uomo, mandando Derek sempre di più in confusione.
Che fosse qualcuno che l'ex Alpha potesse odiare? Per questo il druido non glielo può dire?

«Perchè non puoi dirmelo?»

Deaton lo guarda attentamente.

«Se te lo dicessi, Derek, probabilmente non mi crederesti. Diresti che non è possibile, e che vuoi trovare un qualsiasi modo per spezzare questo legame. Ti innamorerai sempre di più della tua soulmate, Derek. 
L'amerai, perchè è così che funziona. 
E a quel punto te ne accorgerai, e accetterai il tutto.» Spiega il druido, con tono quasi solenne.
Derek ancora deve capire se conosce o no la sua soulmate, ma gli sembra abbastanza assurdo. Insomma, conosce praticamente solo i ragazzi! Forse è qualcuno che ha conosciuto di striscio anni prima, magari in qualche discoteca-nonostante non ne fosse un frequentatore assiduo- oppure quando frequentava la palestra. 
Poi aveva capito fosse tutto troppo facile là, avendo una forza sovrumana, così ha deciso di continuare ad allenarsi a casa, con gli altri o da solo.

«Lo posso scoprire solo con il knotting?» Sospira Derek, incrociando le braccia al petto.

«Sì, purtroppo.» Asserisce Deaton.

Derek allora fa per andarsene, quando si ferma di botto. Prima deve chiedere al druido un'ultima cosa.

«Come hai saputo chi fosse la mia soulmate?» Osa chiedere, mentre Deaton continua a guardarlo senza alcun tipo di espressione.

«Gira tutto intorno alla connessione fra due persone, Derek. Tutto.»

•••

Derek torna a casa, volendosi solo riposare, in vista dell'allenamento che avrebbe avuto dopo, con i ragazzi. 
Visto il presunto pericolo si tengono sempre in forma.

Si butta sul divano, ripensando alla conversazione con il druido. 
Quindi l'unica soluzione sarebbe scoparsi tutta Beacon, fino a che non accade il knotting. Perfetto insomma. 
Non é affatto emozionato all'idea, anche perché, nonostante sia un uomo, non è un ninfomane. 
Sì, sente il bisogno di certe cose, ma non sicuro di farsi ogni persona vivente. Può magari cominciare andando in discoteca, tra poco è Halloween e ci sarebbe stata sicuramente una festa.

Derek spera solo di trovare la sua soulmate il prima possibile, per cominciare a progettare un futuro insieme. Non che Derek sia in genere romantico, ma crede che, se ami davvero una persona, certi pensieri o gesti poi ti vengano spontaneamente.

Quando gli vibra il telefono si ritrova a ringhiare, volendo solo essere lasciato in pace.

"Oggi siamo solo io e LiamIsaac deve restare a scuola per un progetto.
Scott."

Derek risponde senza pensarci.

"E Stiles?"

La risposta arriva quasi subito.

"Dopo l'allenamento deve restare a scuola per una punizione
Il problema è che sia a me che a Liam serve un passaggio...
Scott."

Derek sospira, chiedendosi com'è che il ragazzino si debba sempre mettere nei guai. Sembra proprio essere nel suo sangue.

"All'allenamento chi viene a vedervi?"

Aspetta qualche secondo per la risposta.

"Diversi studentile cheerledersLydia e Malia.
Scott."

Derek, notando che c'è anche la cugina, prende una decisione.

"Okayvengo verso la fine dell'allenamento e poi venite con me al loft."

Ha ancora un'oretta per riposarsi, prima di andare a vedere l'allenamento dei ragazzi.

"GrazieamicoSei il migliore!!!
Scott."

Derek alza un sopracciglio, ritrovandosi a ridacchiare, scuotendo la testa.

•••

Derek si fa spazio tra gli studenti, cercando Malia e la rossa con lo sguardo. C'è un vociare fra gli spalti, e avrebbe solo voglia di tapparsi le orecchie. Finalmente inquadra la cugina, e la raggiunge, sedendosi accanto a lei.

«Derek! Cosa ci fai qui?» Chiede Malia, sorridendogli.

«Dopo devo portare i ragazzi al loft, per allenarci. Vuoi venire anche tu?» Propone l'ex Alpha, focalizzandosi poi sul campo da lacrosse.
Trova subito Scott, Liam e Stiles.

Stanno facendo dei tiri alla porta, e se la stanno cavando tutti davvero bene. Stranamente anche Stiles, il quale due anni fa non riusciva a fare un granchè.
Invece adesso il ragazzino sembra sapere perfettamente dove tirare e cosa fare, muovendosi agilmente.
Inoltre indossano tutti delle maglie della squadra, davvero attillate.
Mettono in risalto le spalle larghe e muscolose del ragazzino. 
Anche i pantaloncini sono stretti, fin troppo, si ritrova a pensare il licantropo.

«Non posso, vado con Lydia a fare shopping.» Risponde la coyote, indicando la sua migliore amica, la quale sta osservando a sua volta i giocatori. O meglio, uno in particolare.

Derek capisce subito che la rossa sta fissando Stiles, e sente nell'aria un lieve odore di eccitazione. 
Poi Lydia fa per dire qualcosa a Malia a bassa voce, e Derek aguzza i sensi da licantropo. Sa bene che non dovrebbe farlo, ma ormai non può far a meno di ascoltare.

«...Quindi, ti stavo dicendo...sono andata a casa sua, e tra una scusa e l'altra mi sono versata del vino addosso... e niente, ero in reggiseno di fronte a lui, ma è voluto uscire della stanza per aspettare mi rivestissi...» Racconta la banshee, e qualcosa dice a Derek che stanno parlando di Stiles.

«Wow, è proprio un bravo ragazzo!» Esclama Malia, sottovoce.

«Sì, ma prima o poi cederà. 
Te invece, Mal?»

La coyote stringe le labbra.

«Ancora sto organizzando un piano per farlo innamorare di nuovo di me! Insomma, stavamo insieme, quindi non dovrebbe essere molto difficile...»

Derek ride silenziosamente alle parole delle due. Stiles sembra aver chiaramente rifiutato la rossa, ma quest'ultima cerca di vedere il rifiuto come un comportamento da gentiluomo da parte del ragazzino.
Forse non accetta che lo stesso ragazzo, che le andava dietro, adesso non la vuole più.

La gente cambia, cara Martin.

Derek a quel punto smette di ascoltare, tornando a prestare attenzione ai ragazzi. Tra poco finiscono.

Stiles si prepara a lanciare la palla, quando si volta un attimo verso la platea. E quasi sussulta nel vedere un certo licantropo sugli spalchi, il quale sta fissando proprio lui.
Che diavolo ci fa al suo allenamento?

«Passami la palla, Sti!» Esclama Scott, ma il ragazzino sembra un attimo trance.

«Stiles!» Lo richiama l'Alpha, e a quel punto Stiles torna a giocare, come se niente fosse. La presenza del ragazzo però lo disturba.

L'allenamento finisce poco dopo, e gli studenti cominciano ad andarsene. Derek segue le ragazze, che sembrano dirigersi verso il campo, per salutare gli amici. L'ex Alpha osserva i tre muoversi verso di loro, e come Stiles lo fissi senza aprire bocca. 
Ha i capelli sudati, che ricadono sulla fronte, e i muscoli delle braccia irrigiditi. Derek osserva come sembra così tremendamente maturo, e non può negare che sia una più che piacevole vista.

«Derek, ci facciamo una doccia veloce e ti raggiungiamo!» Esclamano Scott e Liam, correndo poi verso lo spogliatoio.
Derek sospira, appoggiandosi con la schiena alla ringhiera a fine campo, mentre le ragazze circondano il ragazzino. Stiles si ritrova sommerso di complimenti e domande, ma la sua attenzione è rivolta altrove.

«Stiles, sei stato bravissimo!» Commenta la rossa, sistemandosi i capelli.

«Ti ricordi come stavamo bene insieme?» Domanda la coyote, stringendogli un braccio.
Stiles continua invece a fissare davanti a sè, osservando come l'ex Alpha ricambi a sua volta lo sguardo. 
I loro occhi creano strane connessioni.

«Scusate.» Borbotta Stiles, allontanando le due, e camminando lentamente verso il ragazzo. 
Derek rimane in silenzio, non capendo cosa voglia il ragazzino da lui.

«Perchè sei qui?» Chiede direttamente l'umano, ghiacciandolo con lo sguardo. Ma Derek non ha affatto paura di lui, anzi.

«Devo accompagnare Scott e Liam al loft, saresti potuto venire anche tu se non ti fossi fatto mettere in punizione.» Spiega Derek, quasi con indifferenza.

Stiles volta la testa altrove.

«Non é colpa mia.» Commenta semplicemente, non dilugandosi come era solito fare in mille parole. 
Derek è da troppo che non sente un suo sproloquio infinito.

«Ti consiglio di non metterti nei casini, non ti conviene, poi i professori...» Inizia a parlare Derek, ma Stiles si ritrova ad interromperlo, con le mani chiuse a pugno.

Scott osserva la camera del ragazzinoche pare ci sia passato un tornadoStiles ha le nocche completamente rossesporche di sangueIl suo sangue.

"Cosa diavolo è successoStiles?» Esclama Scottguardandosi intorno con orroreIl ragazzino si siede sul lettocompletamente sfattoe sembra non vedere affatto tutto il disastro che ha causatoUn armadio è a terrainsieme alla scrivaniaTutto ciò che stava sugli scaffali è stato tirato giù con vilenza.

"Niente." Si limita a rispondere l'umanoevitando lo sguardo dell'Alpha.

"Stai anche mancando scuolaStilesTi consiglio di non metterti nei casini..."
Purtroppo l'amico non riesce a finire di parlareche il ragazzino si alzacon uno sguardo vuoto.

"Non metterti nei casiniScottLui se n'è andatocazzoe tu mi consigli di non mettermi nei casini?!" Urlaarrabbiatopiù con se stesso che con gli altriPer essersi innamorato di Derekper aver visto di nuovo i suoi sentimenti accortacciatie per averlo lasciato andare via con quella mercenaria.

Scott rimane in silenzio.

"Sai cosa m'importa di tutto questoScottUn cazzo!" Grida ancoraindicando il casino della stanza.

"Ti manca così tanto?" Osa chiedere l'AlphaOrmai è passato più di un meseStiles abbassa lo sguardo.

"Cosa hai provato quando hai capito che non avresti più rivistoAllisonScott?" Domanda a sua volta l'umanoScott trasaliscechiudendo le mani a pugno.

"Non è la stessa cosalo sai bene." Affermae Stiles a quel punto lo guarda negli occhi.

"Hai ragioneAllison è stata costretta a lasciartiDerek invece l'ha deciso."

«Non fare finta che ti importi!» Esclama, cercando invano di reprimere la rabbia. Derek se lo ritrova poco distante, e non capisce come mai questa reazione improvvisa.

«Che stai dicendo, Stiles?» Replica, confuso.

«Che non c'è affatto bisogno che fai finta di essere preoccupato per me, cazzo!» Grida, senza curarsi che le ragazze, poco lontane, stanno sentendo tutto. Derek s'impone di mantenersi calmo.

«Che ti prende, Stiles?» Sospira.

Stiles abbassa il capo un secondo, per poi puntare di nuovo i suoi occhi sul ragazzo. 
Questa volta non sono indecifrabili. Questa volta sembrano tremendamente vuoti. 
Poi improvvisamente scoppia a ridere, e Derek rimane ammutolito, indeciso se chiamare il manicomio oppure no.

«Cosa mi prende? Davvero non lo sai? Vedo che non capisci mai, Derek.» Dice con voce sprezzante, e l'ex Alpha a quel punto comincia ad innervosirsi.

«Ascolta, non so cosa cazzo ti prende, ma non sto sicuramente qua a sentirti urlarmi addosso!» Urla, avvicinandosi forse troppo all'altro. 
Si fissano un attimo negli occhi, quando Derek si accorge che si stanno fissando le labbra a vicenda, e a quel punto indietreggia leggermente.

«Pensavo fossimo amici.» Aggiunge poi l'ex Alpha, con tono amaro. 
Stiles resta qualche secondo in silenzio, per poi sorridere tristemente.

«È questo il problema, Derek.» Ribatte semplicemente, per poi incamminarsi velocemente verso lo spogliatoio. 
Stiles non sarebbe mai voluto essere solo suo amico, e questo Derek non sembra averlo mai capito.
Il ragazzo allora resta in silenzio, senza capire realmente cosa quelle parole vogliano dire.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


"We fight and we argueyou still love me blind."

Stiles apre la porta di casa, ritrovandosi davanti il migliore amico. 
Scott ha un'espressione preoccupata, ed entra immediatamente, senza neanche lasciare parlare il ragazzino. 
Noah non è in casa, visto che lavora quasi tutti i pomeriggi, nonostante oggi sia domenica.

«Non ti aspettavo.» Afferma Stiles, osservando l'amico, il quale è in piedi accanto al divano.

«Lo so, Stiles, ma sono preoccupato per te.» Replica l'Alpha, beccandosi un'alzata di sopracciglia dall'altro.

«Preoccupato? Perchè dovresti?»

Scott vorrebbe iniziare ad elencargli infiniti motivi, come il solito sguardo freddo e distaccato che gli sta riservando anche adesso, ma il ragazzo sa che non ne ricaverebbe fuori nulla.

«Ho saputo che ieri hai avuto una discussione con Derek, è non la prima volta.» Gli fa notare il licantropo, beccandosi uno sbuffo dall'amico.

«Lo immaginavo che Derek sarebbe corso a raccontartelo. Ultimamente sembra che ogni cosa che faccio sia un buon argomento di conversazione.» Ironizza il ragazzino, incrociando le braccia al petto. Scott scuote la testa.

«Me l'hanno raccontato Lydia e Malia.» Lo contraddice, e Stiles sembra un attimo sorpreso.

«E anche se fosse? Discutevamo sempre.» Allarga le braccia il ragazzino, non capendo cosa non vada in tutto ciò. Ed è vero. 
Lui e Derek sono praticamente opposti, ed è normale litigassero per cavolate ogni due per tre. 
Se Stiles è il sole, Derek è la luna.
E Stiles dovrebbe sapere che il sole non può esistere senza la luna, no.

«Non così, Stiles. Ultimamente lo stai aggredendo verbalmente ogni volta che ne hai occasione.» Ribatte Scott, che ha notato le discussioni frequenti fra i due. Stiles volta un attimo la testa dall'altra parte.

«Come se a lui importasse.» Si limita a controbattere. Scott però non si trova d'accordo.

«All'allenamento di ieri era sempre silenzioso. E so bene che Derek non è affatto un chiacchierone, ma non ha spiccicato parola. Era sempre pensieroso, e sembrava doversi sfogare assolutamente, a nostro discapito.» Lo informa il licantropo. Stiles abbassa un secondo lo sguardo.

«Non m'interessa.»

Scott chiude le mani a pugno, cominciando ad innervosirsi. 
Il suo migliore amico non vuole proprio collaborare.

«É inutile che cerchi di auto convincerti che il ritorno di Derek non abbia avuto nessun effetto su di te!» Esclama, illuminando qualche secondo gli occhi di rosso. Stiles stringe le labbra.

«Ricordi che t'avevo detto un anno fa, Scott? Che avrei imparato a controllare le mie emozioni, a non lasciarmi ferire più!» Grida allora l'umano, avvicinandosi all'amico.

«Non puoi controllare sempre tutto, Stiles.» Cerca di farlo ragione Scott. Stiles gli dà le spalle, abbassando il capo.

«Puoi provarci.» Replica, per poi restare un attimo in silenzio. «E giuro che, la maggior parte, del tempo mi viene pure da chiedermi se ho ancora un cuore.» Aggiunge poi, in un sussurro.

•••

«Stilinski, vieni alla festa di Halloween, vero?» Stiles si gira verso la fonte della voce, ritrovandosi davanti la cheerleder. Tracy.
È vestita con una maglia semplice rosa e dei jeans davvero stretti. 
I capelli mori le ricadono davanti, piastrati innumerevoli volte.

«Quand'é?» S'informa il ragazzino, notando distrattamente come altre ragazze si fermino ad ascoltare i due, con sguardo curioso e affamato, nei confronti di Stiles.

«Questo week-end. Viene mezza Beacon.» Esordisce Tracy, con sguardo malizioso. 
Stiles ci pensa un attimo, e alla fine non ci trova nulla di male.

«Ci sono.» Decide poi, notando che la ragazza inizia a sorridere ed a sistemarsi i capelli.

«Perfetto! La discoteca è quella poco distante dal college, e porta qualche amico, mi raccomando.» 
Stiles annuisce alle parole della ragazza, per poi uscire dalla scuola. Sono finite le lezioni. 
Gli vibra d'un tratto il telefono.

"Resti a pranzo?
Scott."

Risponde velocemente.

"Nooggi niente mensaNon ho fame."

Poi entra dentro la Jeep, tornando subito a casa, per buttarsi stancamente sul divano. 
Afferra il telefono, distraendosi con qualche cavolata su Internet, con voglia zero di iniziare a studiare.

Decide di allenarsi un pò per conto suo, visto che gli allenamenti al loft di Derek si svolgono sempre quando lui non può: o perchè deve studiare, o perchè prende punizioni, o perchè deve aiutare suo padre.
Stiles crede proprio diventerà Sceriffo, o qualcosa del genere, quindi spesso il padre gli chiede di aiutarlo in piccole faccende.

Purtroppo allenarsi da soli non è così facile come sembra, soprattutto perchè il ragazzino è umano, e sente fatica dopo poco tempo, non riuscedo a sottoporsi da solo a ulteriore fatica. 
Non si ritiene sadico.
In effetti Stiles si ritrova a pensare che le palestre, con i personal trainers, esistono per un motivo.

Dopo un'oretta l'umano si ritrova tutto sudato in camera sua, con dei pesi posati sul letto, e in soli jeans. 
La maglia l'ha lanciata da qualche parte. La finestra è aperta, e resta qualche secondo a contemplare la vista della sua via con tutte le casette, quando una figura lo fa saltare all'indietro. 

Qualcuno è appena entrato in camera sua, e Stiles fa per afferrare il suo coltellino, ricordandosi poi che ce l'ha quello stronzo dell'ex Alpha.
Allora afferra la mazza da baseball in fretta e furia, per poi rigirarsi verso l'intruso. Che forse in realtà non è affatto intruso.

«Malia!» Esclama il ragazzino, sospirando di sollievo. La ragazza è ancora accovacciata a quattro zampe accanto al letto, per poi alzarsi e togliersi dai vestiti i rimasugli di foglie. Per saltare nella stanza è quasi andata a sbattere contro un albero.

«Stiles?? Uh, Dio! Ero a passeggiare nei boschi, e stavo tornando a casa mia, ma evidentemente ho sbagliato casa!!!» Parla la coyote, ridacchiado nervosamente. 
Stiles corruccia lo sguardo.

«Casa tua è da tutt'altra parte....» Mormora, ma viene subito interrotto.

«Uh, davvero? Che sbadata, come si perde facilmente l'orientamento!» L'umano la guarda scettico, visto che la ragazza è un coyote mannaro e, avendo vissuto nel bosco per otto anni, dovrebbe sapere orientarsi meglio di chiunque altro.

«Mi puoi offrire dell'acqua, che sto morendo di sete, per favore??»
Chiede poi la ragazza, e il ragazzino si ritrova ad annuire. Così i due scendono le scale, per arrivare in cucina.

Stiles, mentre versa dell'acqua sia per lei che per sè, nota che la coyote si è messa comoda sul divano, con nessuna intenzione di andarsene. 
E poi Malia comincia a comportarsi in modo strano, paragonabile in un certo senso a quello di Lydia.

«Hai la stessa maglia che mettevi sempre quando uscivamo!!»

«Anche quando eravamo fidanzati ti piaceva l'acqua!!»

«Vedo che l'accademia ti ha fatto davvero bene, Sti!»

Stiles ascolta in silenzio, bevendo lentamente, cominciando però a stancarsi di questi comportamenti strani dell'ex.

«Ehi, i tuoi occhi sono dello stesso colore del miele.»

Stiles a quel punto guarda la ragazza negli occhi, dischiudendo la bocca.

"Io andró con AllisonLiam con HaydenIsaac con Malia e Stiles con DerekSe uno di voi ha novità chiami immediatamente gli altri." Ordina Scottparlando ai ragazzi intorno a luiDevono trovare il Nemetonche dovrebbe essere da qualche parte nel boscoQuindi è necessario che si dividano.

Stiles e Derek si guardano un attimo negli occhiper poi distogliere subito lo sguardoStiles guarda Scott malamentedicendogli con il labbiale 'questa me la paghi'. 
Scott sa bene la cotta stratosferica dell'umano per quel licantropo musoneE sa bene anche quanto Stiles sia più propenso a fare figure di merda in sua presenza.

In breve tempo i due si ritrovano solie c'è uno strano silenziointerrotto solo da qualche cinquettio.

"Direi di andare a destra." Parla il lupoindicando con il capo a Stiles la direzioneIl ragazzino segue l'Alpha senza esitarecercando di non pensare costantemente a quanto sia dannatamente sexy l'altroe a controllare i battiti del suo cuore.
Lo affiancamantenendo il passo del più grandeche non sembracome al solitoin vena di tante chiacchiere.

"Non che non mi fida del tuo istinto lupescosaima hai pensato a cosa accadrebbe se ci perdessimoScommetto di noIo inveceper tua fortunaSe non riuscissimo a tornare a casaSe incontrassimo un killer intento ad uccidere una donna incintaE..."

L'Alpha si gira verso di luicon un sopracciglio alzato.

"Prima di tutto chiudi la bocca un attimoe poi perchè proprio una donna incinta?!" Poi Derek riprende a camminare più velocementeghignando alla vista del ragazzinoche cerca con fatica di tenergli il passo.

"Behle donne incinta sono più cicciottelle e socculente." Spiega semplicementecome se la risposta fosse più che ovvia.

"Stiamo parlando di un killer o di un cannibaleMi sfugge." Alza gli occhi al cielo Derekdi fronte ai soliti discorsi insensati del più piccolo.
Ma Stiles non demordee comincia a parlare a macchinetta di cose senza sensostressando l'Alphaquando improvvisamente si ritrova a terra
È inciampato su una radicee ha fatto un capitombolo assurdo
Per fortuna non ha battuto la testama si sente abbastanza stordito e dolorantesoprattutto  sotto.

Derek scoppia inevitabilmente a ridere
Pensa che debba essere il Karma.
Ma forse è più Stilesche è sempre così maldestro e poco coordinato nei movimentiL'umano si sente offesoe arrossisce dalla vergogna.

Derek a quel punto si abbassaper capire se si è davvero fatto male oppure no.

"Tutto okay?" Chiedeoffrendo una mano a Stilesper aiutarlo a rialzarsi
Il ragazzino a quel punto lo guarda negli occhimordendosi un labbro dall'imbarazzo
Il sole filtra attraverso gli alberiilluminando il volto dell'umano.

Stiles si decide ad afferrare la mano di Derekin una forte strettama l'Alpha non  segno di muoversi
E il ragazzino si sente oppresso dal suo sguardoQuegli occhi verdi che lo mandano così in confusione.

"Beh?" Esclamachiedendosi cos'abbia il licantropo da guardareChe si sia fatto maleChe abbia una ferita sul voltoDerek allora distoglie lo sguardoscuotendo la testae increspando le labbra in un sorriso.

"Nienteal sole i tuoi occhi sono dello stesso colore del miele." Afferma con tono stranamente dolceper poi rialzarloStiles resta un attimo senza parolee sente chiaramente il cuore scappare via dal corpo.
Non è solo una cottaquestano.

Malia continua a parlare, e Stiles si distoglie dai suoi pensieri.

«Ma perchè io e te non stiamo più insieme??» Domanda d'un tratto la coyote, avvicinandoglisi. 
Stiles si alza di botto, cercando invano di cancellare il ricordo di Derek, che la ragazza ha scaturito.

«Mi hai lasciato te, perchè non ti avevo detto che eri una Hale. E hai chiarito innumerevoli volte il concetto che dovessimo restare amici e basta.» Afferma Stiles, con tono forse troppo alto e freddo, ammutolendo la coyote.

Malia resta in silenzio, quando le vibra il telefono. Legge un messaggio, per poi rialzare lo sguardo sul ragazzino.

«Scott mi ha ricordato della riunione del branco di stasera, ci sei?» Chiede la ragazza, ma Stiles non sembra capire di cosa lei stia parlando.

«Riunione?»

Malia annuisce.

«Sì, per cercare di capire da dove potrebbe arrivare il pericolo...non ti hanno detto nulla??»

Stiles controlla un minuto il telefono, per poi scuotere la testa.

»Niente. Assolutamente niente.» Stringe le labbra, mentre sente salire una leggera rabbia. Lo vedono così ancora indifeso e inutile da non invitarlo neanche nelle riunione di branco? Lui fa parte del branco, cazzo!

Vorrà dire che farà a tutti una piacevole sorpresina.

•••

Stiles si trova davanti al loft, e bussa alla porta, sentendo un vociare venire dall'appartamento.

Aspetta qualche secondo, prima che la porta si apra, e una Lydia piuttosto confusa lo accoglie. 
Stiles la scansa malamente, entrando senza troppe parole. Scott, Liam, Derek, Malia e Isaac sono seduti sui divani. L'umano in poco tempo si sente lo sguardo di tutti addosso.

«Stiles?» Parla per primo Derek, rompendo il silenzio.

«Pensavate che non avrei scoperto di questa riunione?» Li provoca il ragazzino, fulminando tutti con lo sguardo.

«Sti, in realtà è che...» Inizia a parlare Scott, per venire subito interrotto.

«Sono forse troppo debole per voi? Troppo inutile? Un peso? Ditemelo!» Grida il ragazzino. Derek a quel punto si alza, avvicinandosi all'umano.

«Stavamo parlando di possibili nemici, Stiles. E dal momento che per un anno non ci sei stato, ritenevamo abbastanza inutile farti perdere tempo.» Spiega Derek, incrociando le braccia al petto. Stiles volta la testa da un'altra parte.

«Ditelo che non mi ritenete in grado di affrontare il pericolo! Ditelo che è perchè sono fottutamente umano! Scusate se non sono una cazzo di creatura sovrannaturale come voi!» Urla Stiles, per poi andarsene. 
Scott e Derek tentano invano di fermarlo, ma l'umano non ne vuole sapere.

L'umano ha un piano.

•••

Stiles è davanti ad un palazzo fastoso, dei più ricchi di Beacon. Suona il campanello, e una voce familiare domanda chi è a volerlo.

«Stiles.»

Basta il nome per far aprire la porta, e digita sull'ascensore il decimo piano. 
Stranamente non si sente affatto nervoso, nonostante sa bene quello che sta per fare.
La porta dell'appertemento é socchiusa, e il ragazzino la apre, senza pensarci troppo. Si ritrova in un ampio salone, arredato con mobili moderni, di ultimo modello.

Un focolare è acceso, vicino ad una grande rossa poltrona, che gli dà le spalle. Seduta su di essa c'é un uomo. Una tv enorme è poggiata su uno scaffale apposito, e Stiles si ritrova a rimirare le bellezze di quell'appartamento. 
Caspita, si è trattato davvero bene dall'ultima volta.

La poltrone improvvisamente si gira, essendo dotata di moderne ruote, e l'uomo lo guarda con un sorrisetto, e un'espressione sorpresa.
Soliti occhi del colore del ghiaccio.

«Chi non muore si rivede.» Esordisce Peter, con le braccia stese sui braccioli. Ha la solita maglia a V marrone.

Stiles lo fissa, avvicinandoglisi.

«Voglio il morso.»

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


"I missed you more than I thought I would."

Stiles non aveva faticato affatto nel trovare Peter. Dopo la chiacchierata con Malia, essendosi già più che arrabbiato, aveva pensato di diventare più forte, così da poter venire considerato allo stesso livello degli altri. Non voleva più essere un peso, il solito ragazzino indifeso.

E, nonostante avesse mostrato di essere diventato molto più forte e di poter tenere testa ad un licantropo, a nessuno sembrava importare. 
In quanto mortale veniva considerato sempre allo stesso modo. 
E Stiles si era stancato.

Così aveva chiesto a Malia delle informazioni su suo padre, spacciando il tutto per semplice curiosità. 
E così aveva saputo che Peter era tornato in circolazione, e che viveva in un lussuoso appartamento a Beacon, oltre ad averne altri sparsi per l'America. La fortuna volle proprio che Peter fosse in città in quel periodo, così Stiles si decise ad andare a trovarlo, subito dopo aver beccato il Branco alla riunione senza di lui. 
Non poteva chiedere il morso a Scott, non l'avrebbe mai ottenuto da lui.
Così gli restava solo Peter, il quale è tornato Alpha da poco più di un anno.

L'Alpha guarda il ragazzino con evidente stupore. Stiles, con la sua espressione seria, gli fa capire che non sta affatto scherzando.

«Quindi vorresti il morso?» Chiede Peter, per assicurarsi che l'umano non abbia sparato una cavolata. 
Gli occhi color ghiaccio del licantropo lo scrutano attentamente, come per studiare ogni sua mossa.

«Sì.» Conferma il ragazzino, incrociando le braccia al petto.
Sa che Peter può ascoltare i suoi battiti, per capire che non sta mentendo.

«Lo sai che potrebbe ucciderti?» Domanda ancora l'Alpha, restando seduto sulla poltrona.

«Non sono più debole come una volta.» Gli fa notare il ragazzino, e il licantropo per qualche secondo annuisce, guardandolo con leggero sguardo malizioso. 
Già, ha notato bene che l'umano è cambiato, dall'ultima volta. 
Molto bene.

«Quindi?» Diventa impaziente Stiles, prendendo le sue parole come un assenso. L'Alpha sembra rifletterci attentamente.

«No.»

Stiles pensa di aver capito male.

«Cosa, scusa?»

"No." Risponde fermamente Peter, e a quel punto Stiles comincia ad alterarsi, allargando le braccia.

«Perchè no?! Vuoi qualcosa in cambio?» Esclama, non capendo come mai l'Alpha si tiri indietro davanti ad una proposta simile. Alla fine era stato Peter stesso, qualche anno prima, a chiedergli se voleva il morso. 
E adesso cosa cambiava?
Se voleva qualcosa in cambio, lo dicesse subito.

«Mio nipote mi ucciderebbe.» Sospira il licantropo, mentre il ragazzino lo guarda perplesso. E adesso perchè mette in mezzo l'ex Alpha?

«Perchè Derek dovrebbe ucciderti?»

«Un anno prima della sua partenza, Derek scoprì che ti avevo fatto quella proposta, e giuro che non l'ho mai visto così incazzato, anche se in fondo non posso dargli torto.» Borbotta Peter, mentre Stiles continua a non capirci un granchè.

«Perchè non dovrei essere morso?»

Peter lo guarda come se fosse più che ovvio.

«Pensi sia così facile essere come noi, Stiles? Lo vedi da solo, tutto quello che devono affrontare ogni giorno i tuoi amici! Ogni volta che si presenta un pericolo si devono prendere innumerevoli responsabilità, e possono morire ogni volta!»Si spiega Peter, più che convinto di avere ragione.

«E io rischio di morire ogni giorno di più, restado umano!» Ribatte Stiles. Peter scuote la testa, come se il ragazzino non ci potesse arrivare da solo. Eppure è così intelligente.

«Quando finirai il college, Stiles, te ne andrai sicuramente da qui. 
Molto probabilmente le strade fra te e i tuoi amici si divideranno, e potrai avere un'esistenza normale, come tutte le persone. Invece, loro? 
Dovranno convivere sempre con il fatto di essere dei licantropi, Stiles! 
E non saranno mai al sicuro, in nessun posto. Fidati, Stiles, è così.
È questo che vuoi? Rinunciare ad una vita normale, tranquilla? Rinunciare alla tua umanità?» Stiles dischiude la bocca alle parole dell'Alpha, non ricordandosi affatto che Peter fosse così saggio. Dio, tutte le sue parole sembrano avere un fottuto senso.

«E tu?» Osa chiedere Stiles, intuendo che il licantropo parli anche per esperienza personale. 
Peter lo guarda negli occhi.

«Io? Io sono costretto sempre a stare all'allerta, Stiles. Sono stato per un periodo a New York, e, nonostante sembri una città senza creature sovrannaturali, non è così. 
Ci sono sempre licantropi o altri che cercano di avere la supremazia sulle altre creature. E sai cos'altro? 
Ho trentacinque anni, Dio, e non so neanche se riuscirò mai a trovare qualcuno. O almeno qualcuno umano, perchè trovalo qualcuno che non scappi via di fronte alla tua natura! 
Che non ti etichetti come mostro!» Finisce di sfogarsi Peter, mentre il ragazzino si siede sul divano di fronte alla poltrona.

«È che a volte mi sembra di essere completamente inutile.» Mormora Stiles, chiudendo le mani a pugno.

«Tu hai questo, Stiles.» Fa Peter, indicandosi la testa. «Hai un cervello eccezionale. Non eri tu che facevi sempre i piani, Stiles? Un umano serve sempre in un Branco.»

Stiles annuisce lentamente.

«E se mi volessi mettere con un licantropo? Insomma, non sarebbe la stessa identica cosa?» Chiede allora.
Peter intuisce subito di chi stia parlando, ma non lo dà a vedere.

«No, Stiles. A quel punto attirereste molti più licantropi, e poi è diverso. 
Sai cos'é la soulmate, vero?» Chiede Peter, mentre il ragazzino annuisce.

«Sì, l'anima gemella del lupo. E in questo caso ce l'avete anche voi licantropi.»

«Già, e se un umano è destinato ad essere la soulmate di un licantropo...allora non c'è nulla da fare. È qualcosa per sempre, ma questo non significa che ti devi ritrovare ad essere costretto a perdere la tua umanità. Se la parte del lupo sceglie un umano, Stiles, lo fa perchè lo vuole così com'è. Umanità compresa, e toglierla potrebbe poi diventare un problema. Il lupo potrebbe arrivare a rifiutare la sua stessa soulmate.» Spiega l'Alpha, mentre il ragazzino ascolta in silenzio.

«Grazie, Peter, davvero.
Cos'hai fatto questi due anni?" 
Cambia poi discorso il ragazzino, mentre il licantropo si alze, per andare a preparare due camomille.

«Sono stato un po' in giro, sai, se non visito il mondo ora, quando? E tu invece, Stiles? Sei cresciuto davvero bene, e se non fosse per Derek ti avrei già portato a letto.» Ammette l'Alpha, come al solito senza alcun tipo di imbarazzo o pudore. Stiles boccheggia. Peter è un bell'uomo, davvero, ma forse Stiles si dovrebbe dare dei limiti sull'età. Già Derek è sette anni più grande di lui.

«Peter!! E poi cosa centra Derek?» Esclama il ragazzino, lievemente divertito, mentre il licantropo gli porta la sua camomilla, alzando un sopracciglio.

«Andiamo, Stiles, se solo ti sfiorassi con un dito mi farebbe morire di nuovo.» Alza gli occhi al cielo l'Alpha, mentre Stiles abbassa il capo. 
Dubita che a Derek interessi qualcosa, se Peter ci provasse con lui. 
Perché dovrebbe? 
Alla fine se n'è andato con quella mercenaria. Poteva benissimo scegliere lui, e non l'ha fatto.

«Come fai a dire questo?» Sussurra il ragazzino.

«Ho visto il modo in cui tu lo guardi, e il modo in cui lui guarda te.» Fa spallucce, come se fosse abbastanza evidente. Stiles resta in silenzio, quando Peter alza la camomilla in alto.

«Allora, brindiamo all'umanità!» Esclama l'Alpha, mentre Stiles lo imita. Eppure lui spesso non si sente affatto dotato di umanità. Non più.

•••

Derek è tornato a casa, volendo tutti gli altri del Branco andare a letto, anche se lui non si ritrova affatto stanco. 
Non almeno dopo quello che è successo. Dalla riunione non hanno ricavato nulla, soprattutto perchè l'arrivo di Stiles li aveva sconvolti tutti. Avevano provato a fermarlo, ma il ragazzino era scappato via. 
L'ex Alpha si va a stendere sul letto, nel buio della stanza, fissando il soffitto.

Improvvisamente gli vibra il telefono, e lo afferra immediatamente. 
Chi lo disturba a quest'ora?

"Il tuo ragazzo è qui da me.

Zio Psicopatico."

Derek corruccia lo sguardo, chiedendosi se sia un'altra delle solite cavolate dello zio.

"Sarebbe interessante la cosase solo avessi un ragazzo."

La risposta non tarda ad arrivare.

"Sai bene di chi parloStiles è qui."

Zio Psicopatico."

Derek a quel punto si alza di scatto dal letto, e chiama subito lo zio.

«Pronto?» Fa una voce dall'altro capo, aspettandosi questa chiamata.

«Prima di tutto Stiles non è il mio ragazzo. Seconda cosa, che diavolo ci fa da te??» Esclama l'ex Alpha, più che confuso.

«Se lo dici tu... voleva il morso.» Sgancia la bomba lo zio, e Derek ammutolisce qualche secondo.

«Il morso? Stai scherzando?»

«No, nipote caro, e credo sia per qualcosa che è successo con il Branco, o sbaglio?» Prova ad indovinare lo zio, avendo percepito fin da subito l'umore nero del ragazzino. Derek si porta una mano sul volto, dovendo immaginare che Stiles avrebbe fatto una cazzata delle sue. Peccato che ha frainteso tutto: non lo avevano invitato non perchè fosse un peso o inutile, ma proprio perchè non sarebbe stato d'aiuto, visto che un anno l'ha passato in accademia. E non volevano fargli perdere del tempo.

«Dove sta adesso?» Ringhia Derek, afferrando la giacca di pelle e le chiavi della Camaro.

«Tranquillo, nipote, non l'ho toccato neanche con un dito. Abbiamo conversato un pò del più e del meno, quando poi si è addormentato sul divano.» Lo tranquillizza lo zio.

«Si... si è comportato normalmente con te? Insomma, non ti ha urlato contro o altro?» Osa chiedere Derek. Lo zio sembra sorpreso dalla domanda.

«No, abbiamo parlato con tranquillità. Non che mostrasse felicità o altro, ma sicuramente non mi ha gridato addosso... perchè?»

«Niente.» Sospira Derek, chiudendo la chiamata. Allora sembra proprio che solo a lui debbano riservarsi certi comportamenti di Stiles. 
Sembra che il ragazzino ce l'abbia unicamente con lui, o almeno più con l'ex Alpha che con gli altri.

•••

Peter fa entrare il nipote in casa, conducendolo in salone. 
Derek si dirige subito verso il divano, osservando uno Stiles dormiente. 
Il ragazzino sembra stranamente tranquillo, in pace con se stesso. 
Derek si perde un attimo nell'osservarlo, riconoscendo in lui lo stesso Stiles di una volta.

«Tutto tuo.» Parla Peter, andandosene poi a letto. Derek capisce che il ragazzino non può stare lì, e che deve riportarlo a casa. 
Così lo solleva delicatamente tra le braccia, come se Stiles si potesse rompere da un momento all'altro. 
Poi Derek esce di casa, faticando non poco per le scale, e adagia l'umano nella Camaro, mettendola subito in moto.

Adesso deve solo riuscire a farlo entrare in casa senza che lo Sceriffo se ne accorga, sperando che la finestra della sua stanza sia aperta. 
Così parcheggia la Camaro poco lontano, e riprende il ragazzino in braccio, cercando di posizionarsi bene sotto la finestra, che per fortuna è spalancata.

Le luci della casa sono spente, e Derek spera solo che Noah stia dormendo, così che non si accorga nulla. 
Altrimenti Derek non saprebbe cosa inventarsi. Il licantropo allora prende un grande balzo, ritrovandosi in poco tempo dentro la stanza del ragazzino. Accende la debole luce del comodino, posando Stiles sul letto, e guardandosi intorno. Dio, è totalmente diversa da come se la ricordasse. 
È molto vuota, senza alcun poster o foto con i suoi amici. Una volta la stanza era più vivace, come forse lo era lo stesso Stiles.

Poi Derek nota un foglio sulla scrivania, e si avvicina per leggerlo.

"Stiquesta notte sono fuori per lavoroRientro domani pomeriggio.

Papà."

Derek sospira di sollievo, con la sicurezza di non essere scoperto. 
Poi si avvicina al letto, coprendo Stiles con le coperte, e si ferma un attimo ad osservarlo. I suoi lineamenti sembrano essere tornati delicati come una volta, e il suo nasino è sempre all'insù. 
I suoi capelli sono invece più corti, che ricadono in parte sulla fronte. 
D'un tratto il ragazzino apre leggermente gli occhi, guardando l'ex Alpha. Il suo sguardo non sembra più quello freddo e distaccato di sempre.

«Derek...derek...» Mormora. 
Il licantropo gli si avvicina. 
Sbaglio o l'ha chiamato?

«Sono io, Stiles.» Conferma.

«Non... non andartene...» Mormora il ragazzino, pensando di essere in un altro dei suoi incubi. 
Uno di quelli in cui l'ex Alpha se ne va e lui non riesce a fermarlo. 
Derek trasalisce.

«Io...»

«Resta, per favore...» Lo implora Stiles, in un sussurro.

«Non ho intenzione di lasciarti, Stiles.» Decide poi Derek, visto che sa che poi con il ragazzino dovrà parlarci il giorno dopo, per chiarire cosa diavolo pensasse di fare, e tanto lo Sceriffo non ci sará. Ovviamente tutto prima che lui vada a scuola.

Allora Stiles increspa le labbra in un sorriso, e Derek si ritrova costretto a girare la testa da un'altra parte. 
Era da troppo che non lo vedeva sorridere, e in questo momento la somiglianza, con il ragazzino che conosceva una volta, è spaventosa. 
Gli fa realizzare quanto in realtà gli fosse mancato, quanto lo Stiles di ogni giorno sia solo una brutta copia del vero lui. E la consapevolezza di ciò fa male, davvero tanto.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


 

"I know I leave for months at a time but you never leave my mind."

Stiles apre gli occhi a causa della sveglia, e si stiracchia, rilassando tutti i muscoli. Si alza dal letto, quando si accorge che c'è qualcosa che non va.

Com'è tornato a casa?
Stiles si ricordava di essersi addormentato a casa di Peter, e dubita di essere arrivato qua con il teletrasporto.

Ancora confuso si avvicina alla scrivania, leggendo il biglietto scritto da suo padre. Come al solito è sempre impegnato al lavoro, e deve preparsi la colazione da solo. Sbuffa sonoramente, per poi scendere di sotto, quando sente uno strano odorino.

Stiles si ferma in mezzo alle scale, annusando meglio.
Sembra proprio che qualcuno stia cucinando le omelette con la nutella. Dannazione se le adora!
Suo padre gliele preparava solo in occasioni speciali, come il suo compleanno. Eppure suo padre non dovrebbere essere a casa, che abbia avuto un cambio di programma?

Finisce di scendere le scale, con l'acquolina in bocca, quando si blocca di botto, con la bocca dischiusa.
C'è una figura davanti alla cucina, con una padella in mano, girata di spalle.
E che spalle, dannazione!
Riconoscerebbe quel tatuaggio ovunque.

Perchè Derek è mezzo nudo in casa sua a preparare delle omelette?
Stiles si controlla velocemente il corpo, come per cercare prove di una possibile notte passata con il ragazzo, ma si ritrova vestito con gli stessi abiti del giorno prima.

I muscoli della schiena di Derek sono irrigiditi, e i jeans gli fasciano perfettamente le gambe e il sedere, lasciando poco all'immaginazione.
Stiles s'impone di far restare la mente con i piedi a terra, ma questa non l'ascolta, e se ne va per conto suo a fantasticare.

«Buongiorno, Stiles.» Lo saluta Derek, senza girarsi, avendo percepito fin da subito la sua presenza.

«Buongiorno?» Fa l'umano, con la testa in confusione totale.
Cosa diavolo è successo?

«Le omelette sono quasi pronte.» Lo avvisa l'ex Alpha, per poi girarsi verso il ragazzino. Stiles fissa senza pudore il fisico scolpito del licantropo, come per memorizzarsi tutti i minimi dettagli.
Ma Derek non poteva essere un grassone orripilante?
Ovviamente no!

«Vedo che la vista piace.» Ghigna Derek, per poi lasciare due omelette sul piatto di Stiles, sopra il tavolo.

«Le magliette sono fuori di moda?» Ironizza il ragazzino, continuando però a non togliere lo sguardò da lì, e comincia inevitabilmente ad immaginarsi quello che possono aver fatto. Sicuramente Derek non è qua di sua spontanea volontà, per fargli esclusivamente la colazione.

«Non guardarmi in quel modo.»
Lo riprende Derek, mentre si mette seduto di fronte a Stiles, cominciando ad addentare la sua colazione.

«Come, esattamente?» Chiede perplesso il ragazzino, masticando un pezzo di omelette, dopo averla praticamente intinta nella Nutella.
Derek alza un sopracciglio.

«Come se avessimo fatto sesso.»

E adesso Stiles sta quasi soffogando a causa dell'omelette, che gli è andata di traverso alle parole del ragazzo.
Si riprende quasi subito, tossendo leggermente, per poi bere subito in bicchiere d'acqua.

«Scusa se l'unica cosa che mi ricordo è il volto di Peter, e mi risveglio con te a casa mia, che mi prepari la colazione mezzo nudo!» Esclama Stiles, fissandolo con un'espressione glaciale. Ma l'ex Alpha non è affatto intimidito da questi sguardi, nonostante gli siano così estranei.

«Peter mi ha chiamato, e ti ho riportato a casa. Ho dormito sul divano, se t'interessa.» Lo informa il licantropo, continuando a mangiare come se niente fosse.
L'umano resta un attimo in silenzio.

«Quindi...Peter ti ha raccontato tutto?» Osa chiedere il ragazzino, titubando.
Derek annuisce, guardandolo con aria di rimprovero.

«Ne dobbiamo parlare, Stiles.» Afferma, che sembra più un obbligo che altro. Stiles si alza da tavola, sfidandolo con lo sguardo.

«Perchè dovremmo? Non c'è niente da dire.» Replica, mentre l'ex Alpha lo imita, divisi solo da un tavolo, e da troppe parole mai dette.

«Stiles, hai chiesto a Peter di morderti! Ti sembra una cazzata?!»
Esclama, innervosendosi del solito comportamente menefreghista del ragazzino.

«Per sfortuna vostra sono ancora umano!» Ribatte l'umano, chiudendo le mani a pugno.
Derek scuote la testa, sconsolato.

«Hai frainteso tutto, Stiles.
Nessuno di noi vuole che tu diventa un licantropo! Ti vogliamo così come sei, capito? Abbiamo sbagliato a non chiamarti per la riunione, ma non volevamo farti perdere del tempo!» Grida l'ex Alpha, chiedendosi poi perchè ultimamente loro due sembra debbano sempre urlarsi addosso, per parlare. Come una sorta di autodifesa. Stiles volta il capo da un'altra parte, per poi guardare di nuovo Derek negli occhi.  Derek rabbrividisce, il suo sguardo è così...indecifrabile.
E l'umano non trasuda nessuna emozione. Nessuna, diamine.
Poi Stiles fa una risata amara.

«Mi volete davvero così, Derek? Fidati, fossi in voi non mi starei di certo accanto!» Esordisce, con tono amaro.
Derek lo scruta attentamente.

«So che c'è ancora il vecchio te, Stiles, da qualche parte.» Mormora l'ex Alpha, con tono sommesso. Stiles scuote la testa, sorridendo tristemente.

«Se n'è andato, Derek. Due anni fa.» Sussurra, e il ragazzo dischiude la bocca, cercando di cogliere il significato dietro quelle parole.
Eppure non riesce davvero a capire cosa voglia dire il ragazzino, e non vorrebbe sbagliare ad intendere.
O forse semplicemente si rifiuta di capire.

«Non devi fare più cazzate, Stiles.» Derek ritorna sull'argomento morso, facendogli capire la gravità che avrebbe potuto avere la sua azione.
Stiles gli si avvicina, inchiodandolo sul posto con quel dannato sguardo.

«Sono le mie decisioni, Derek! Mie e di nessun altro! Da quando cazzo ti importa?!» Urla, con quasi il fiatone.
Derek illumina qualche secondo gli occhi di blu.

«Dopo tutto quello che abbiamo passato, pensi ancora che non m'interessi nulla di te, Stiles?» Chiede, con toso quasi offeso, come se le sue parole gli facessero tremendamente male. Stiles fa un sorrisetto, scuotendo di nuovo lievemente la testa.

«Forse non t'importa abbastanza, Derek. Non abbastanza.» Mormora, indietreggiando, per poi voltargli le spalle.

Se n'è andato, e pretende pure che lui creda a queste parole del cazzo?
Tutti sono bravi a parlare, ma sono i fatti che dimostrano. Derek non riesce proprio a capire cos'ha Stiles che non vada, e perchè ce l'abbia così tanto con lui. Sa che chiederglielo, almeno adesso, non servirebbe a nulla, e non riesce proprio a capire cosa provi il ragazzino. Tutto in lui sembra azzerato.

«Perchè sei rimasto a dormire qua, Derek?» Aggiunge subito dopo l'umano, senza lasciarlo neanche ribattere o contraddirlo.
L'ex Alpha esita.

«Mi hai chiesto tu di rimanere.» Sospira, pensando che il ragazzino se ne sarebbe ricordato.
Insomma, era sveglio, no?

Stiles dischiude la bocca, e Derek riesce finalmente a percepire qualcosa. Principalmente sorpresa.
L'umano credeva stesse solo sognando, non che parlasse con il vero Derek. Altrimenti non gli avrebbe mai chiesto di restare. Questione di orgoglio, forse.

«E...e tu sei rimasto?» Il suo tono è di puro stupore, come se fosse una cosa stranissima. Derek abbassa un attimo il capo, per poi rialzarlo sull'umano.

«Sì.» Conferma, anche se la risposta è abbastanza scontata, ma il ragazzino si atteggia in modo davvero strano ultimamente.

«Sei rimasto solo perchè te l'ho chiesto?» Continua a chiedere il ragazzino, sempre con la bocca semi-aperta. Derek giura che Stiles ha gli occhi lucidi, e che dietro le sue parole sembra esserci qualcosa di molto più significativo e profondo.

«Certo, perchè non avrei dovuto?»
E forse anche Derek ha intuito che il ragazzino non si stia riferendo a quel momento in particolare, ma fugge da quel pensiero.
Stiles a quel punto accenna un sorriso, sul punto quasi di piangere.
Già, perchè non avrebbe dovuto? Bastava davvero chiedere di rimanere? Poi il ragazzino si rende conto che si sta lasciando andare, e fa tornare tutte le sue emozioni dietro la corteccia, assumendo di nuovo uno sguardo freddo e distaccato.

E Derek fiuta quel che rimane delle sue ultime emozioni. Tristezza, rabbia e qualcos'altro, che assomiglia tanto all'amore.

•••

Stiles non voleva truccarsi per la festa di Halloween, ma era stato costretto.
O meglio, Lydia l'aveva obbligato.
La ragazza si era presentata a casa sua apposta, munita di tutti i trucchi possibili e inimmaginabili.
Così Stiles era diventato in poco tempo un vampiro, e a detta della ragazza molto sexy. Ha finti denti, che gli modificano un po' la voce, il volto completamente bianco e del finto sangue sul corpo. Inoltre ha delle lenti rosse, che gli ricordano tanto gli occhi di Scott. Per concludere è vestito tutto di nero, con i capelli che Lydia ha cercato invano di tirare su.
Purtroppo gli rimanevano sulla fronte. La banshee invece si è vestita e truccata da una sorta di scheletro, risaltando la sua bellezza.

Derek non voleva truccarsi per la festa di Halloween, ma era stato costretto.
O meglio, Malia l'aveva obbligato.
La cugina, avendo saputo che il ragazzo sarebbe andato in discoteca, si era presentata a sorpresa a casa sua, con tutto il materiale.

«Fermo, Der!» Esclama la coyote, cercando di spruzzargli dello spray verde sui capelli. L'ex Alpha ringhia, cominciando ad innervosirsi.

«Sei sicura di quello che stai facendo?» sospira, mentre la ragazza assume un'espressione concentrata.

«Sì, sarai il Joker più bello della festa. Rimorchierai da morire!» Esordisce, porgendogli poi uno specchietto.
Derek lo prende, osservandosi attentamente.

Ha i capelli verdi, la pelle del volto bianca, e la bocca nera, con dei tagli piuttosto inquietanti.
Non si riconosce quasi.
La ragazza lo guarda soddisfatta, notando quanto così il cugino sembri ancora più sexy.
Un cattivo niente male.

«Potevo semplicemente trasformarmi in licantropo.» Le fa notare il lupo, senza neanche complimentarsi con lei per il risultato. Malia sbuffa.

«E togliermi tutto il divertimento? No grazie!» Replica, per poi guardargli da più vicino la barba, come per capire cosa farci.

«Non mi rado per nessun motivo al mondo.» Ringhia Derek, anticipando la cugina. Malia alza le mani in sua difesa.

«Quindi devi cominciare a cercare la tua soulmate.» Gli fa la coyote, incrociando le braccia al petto.
Derek annuisce.

«Già, e sarà davvero estenuante. Potrei cominciare dalle persone con cui ricordo di aver scambiato almeno una volta la parola. Da quello che ha detto Deaton, tra me e la mia soulmate c'è una forte connessione.» La informa il ragazzo.

«Io propongo direttamente di fare una bella orgia con tutta la discoteca, ci stai? Tanto sei un licantropo, non ti affaticherai così facilmente e...» Inizia a parlare la ragazza, con un sorrisetto malizioso, quando si accorge che l'ex Alpha la sta letteralmente ammazzando con lo sguardo.

«Okay, okay, allora sei pronto a rimorchiare. Dio, non ti si riconosce! Vuoi le lenti colorate?»Parla poi la coyote.

Derek si alza, guardando la cugina con un sorrisetto.

«Ho le mie lenti.» Afferma, illuminando gli occhi di blu.

La discoteca è piena di persone, ognuno con un suo costume o maschera, e Derek incontra altri dieci Joker, minimo. Con tutto questo trucco pensa che sarà difficile riconoscere la gente, e sbuffa diverse volte.
Ma la sua soulmate non poteva essere Braeden? Sarebbe stato tutto molto più facile.

Stiles è insieme ai suoi amici, vicino al bancone degli alcolici. Un barista si muove ininterrottamente, prendendo ordini su ordini.

«Prendete qualcosa?» Chiede Mason, rivolgendosi agli altri.

«Noi licantropi non ci possiamo ubriacare, Mason.» Gli ricorda Liam, sospirando pesantemente.
È una delle pecche.

«Stiles?» Domanda allora Mason, voltandosi verso il ragazzino.
L'umano osserva la moltitudine di gente davanti a loro, che balla, già in parte ubriaca. La musica è davvero forte, e le luci colorate illuminano la grande sala.

«No, grazie.» Risponde il ragazzino, ricordandosi bene come l'alcool gli faccia perdere il controllo.
Ed è qualcosa che non può assolutamente permettersi.
Una ragazza improvvisamente gli si avvicina, e Stiles nota che è davvero carina.

«Vuoi ballare?» Gli propone, mezza ubriaca, e Stiles si ritrova ad annuire. Scott fa l'occhiolino al migliore amico. La ragazza, che ha scoperto si chiami Courtney, lo porta a sedere su dei divanetti. Stiles improvvisamente la riconosce, nonostante tutto quel trucco.

«Ma tu vieni a lezione di filosofia con me!» Esclama il ragazzino, mentre la castana annuisce, per poi baciarlo. Stiles ricambia il bacio sorpreso, per poi staccarsi quasi subito.

«Non ti piacevano le ragazze?» Domanda, stranito. Aveva sempre pensato Courtney fosse lesbica.
La ragazza annuisce sorridendo.

«Sì, a te?»

«Sì. E ti piacciono anche i maschi?»

«Sì, e a te?»

Stiles sussulta.

«A me cosa?»

«Ti piacciono anche i maschi?»

Stiles va subito con la mente da un'altra parte.

L'allenamento è finito, Scott e gli altri licantropi stanno uscendo di casa. Malia, la quale è entrata da poco a far parte del Branco, se ne va stancamente. Scott si ferma un attimo sull'uscio della porta, osservando l'umano raccogliere delle scartoffie da terra. Stiles approfitta di questi allenamenti per studiare o fare ricerche su creature sovrannaturali.
Di solito si siede su un angolino, distraendosi spesso a causa di Derek, che sembra dover stare sempre senza maglia.

E Stiles ogni volta gli vorrebbe saltare addosso sempre più di prima.
Fortuna che ha ancora il buon senso e la dignità che lo fermano.
Cosa farebbe a quel dannato Alpha...

Al momento Derek è in bagno, così sono rimasti solo lui e Scott.

"Ehi, quindi stasera vieni da me?" Gli chiede l'amico, riferendosi alla solita serata pizza e videogiochi.
Stiles avvampa, scuotendo la testa.

"Vado con Danny nel pub Roell." Risponde, tutto rosso, e raccogliendo un libro da terra.
Scott corruccia lo sguardo.

"Il pub è gay, giusto?" Chiede.

"Già." Conferma il ragazzino.
Danny gli aveva proposto di andarci, anche se in veste di amici.
Scott sorride.

"Buon divertimento, allora!"
Esclama, andandosene via.
Stiles ha ancora le guance arrossate, quando sente dei passi dietro di lui.
Si gira di scatto, ritrovandosi poco distante l'Alpha. Derek gli si avvicina lentamente, portando il ragazzino ad indietreggiare. Stiles cerca invano di controllare i battiti del cuore, che sono impazziti. La troppa vicinanza con il licantropo lo manda in tilt.

"Cosa..." Borbotta l'umano, quando Derek gli si ferma a pochi centimetri di distanza. I suoi occhi si illuminano qualche secondo di rosso.

"Quindi, ti piacciono anche i maschi?" Domanda, con un ghigno, e Stiles si vorrebbe solo sotterrare.
Allora li stava ascoltando, quel bastardo. Stiles boccheggia.

"Umh, ?" Sembra più una domanda che un'affermazione.
Derek ghigna ancora, scrutandolo attentamente, con un sorrisetto, come se riuscisse a vedere oltre la sua pelle. Oltre tutto.

"Stasera non andrai al pub." Afferma poi Derek, voltandogli le spalle.
Stiles dischiude la bocca.

"Perchè?!" Esclama, in disaccordo.

"Mi devi aiutare, Stiles, mi devi fare delle ricerche." Esordisce, andando in cucina a prepararsi un bicchiere d'acqua.

"Proprio stasera?" Insiste Stiles, imbronciandosi.

", Stiles. Sono troppo urgenti." Ringhia il licantropo, e Stiles non può dirgli di no. L'ex Alpha non glielo perdonerebbe poi.

Così il ragazzino alla fine si ritrova a dover cercare cose come 'i licantropi come si riproducono?' e 'la luna prima o poi collasserà?'

Stiles si risveglia dai suoi pensieri, guardando la ragazza.

«Sì, mi piacciono anche i ragazzi.» Sospira, per poi notare un ragazzo poco distante da loro.
Dio, ne ha visti tanti di Joker nel corso della serata, ma quello è qualcosa di eccezionale. È una sorta di Dio greco, anche se gli ricorda vagamente qualcuno.

«Scusami.» Borbotta allora, lasciando la ragazza sola, e avvicinandosi a quel bellissimo ragazzo, che sembra troppo grande per fare ancora il college.

«Joker, eh? Ti sei truccato da solo?» Inizia a parlare Stiles, con tono abbastanza atono. Il ragazzo si gira verso di lui, e Stiles cerca di scacciare la persistente sensazione di familiarità.

«No, mi ha aiutato un'amica.» Risponde l'uomo, anche se sente davvero male il timbro della voce, visto che la musica lo sta soffocando.

«Vuoi ballare?» Chiede Stiles, con un sorrisetto malizioso, e il Sexy Joker lo osserva un attimo, per poi annuire.
Non sembra di molte parole.
Una volta Stiles non si sarebbe mai sognato di chiedere di ballare ad uno simile, ma adesso crede di poterselo permettere. O almeno non sente più emozioni come vergogna o timidezza.

Porta il volto a poca distanza da quello del Sexy Joker- come ha deciso di chiamarlo- per poi strusciarglisi addosso. Stiles non fa altro che fissargli le labbra, con tanta voglia di assaporarle, per poi beccare il Sexy Joker fare lo stesso con le sue. Stiles gli circonda il collo con le braccia, e il ragazzo gli posa le mani suoi fianchi.
È uno strusciarsi addosso continuo, e nell'aria si può percepire una tensione sessuale assurda.
Uno scambio di sguardo affamati.

Poi Stiles porta il sexy Joker in un posto più tranquillo, notando però come siano familiari i suoi occhi azzurri. Perchè tutto di lui gli è così familiare? Eppure con la luce e tutto il trucco non riesce a ricordargli davvero qualcuno di sua conoscenza.
I due si avvicinano all'angolo divani, restando però in piedi. Restano qualche secondo in silenzio.

«Cerchi qualcuno?» Chiede d'un ttratto il Sexy Joker, notando come il ragazzino sembri guardarsi intorno. Stiles si volta verso di lui, abbassando un attimo lo sguardo.

«Forse una persona, ma dubito che verrà. Sai, non è un tipo da feste.» Dice Stiles, con la solita voce distaccata.

«Il tuo ragazzo?»

Stiles a quel punto sussulta impercettibilmente, scuotendo la testa, con l'accenno di un sorriso.

«Oh, no. Non so neanch'io cosa siamo.» Si confida, e il Sexy Joker torna a guardarlo attentamente.

«Sembri triste, ti ha fatto qualcosa questo ragazzo?»!Insiste il Sexy Joker, e il ragazzino impreca mentalmente per aver fatto scoprire le sue emozioni. Guarda il Sexy Joker negli occhi.

«Ha fatto la cosa peggiore di tutte.
Se n'è andato, senza neanche dirmi un ciao, capisci? Senza neanche dirmi 'Sai, Stiles, me ne sto andando per un po', stammi bene'. Niente!
Ero lì, davanti a lui, e tutto quello che ci siamo scambiati è stato un fottuto sguardo! Dopo tutti quegli anni, tutte quelle volte che ci siamo salvati a vicenda, cazzo! Tutto quello che abbiamo passato...! Solo uno sguardo...» Si sfoga Stiles, accorgendosi di aver iniziato a straparlare, con uno sconosciuto tra l'altro. Il Sexy Joker ha la bocca dischiusa.

«Stiles?» Domanda, incredulo.

«Sì, è il mio nome. Il tuo?»!Conferma il ragazzino, senza guardarlo in faccia. Parlare di Derek fa male, davvero male.

«Io...devo andare.» Lo lascia il Sexy Joker, scappando via, e Stiles si batte una mano in faccia. Ecco, a causa di Derek ha sprecato una nottata di follie. Perchè il licantropo deve influenzare la sua vita sempre così tanto? Dannazione!

Ritrova i suoi amici dopo un po' di tempo, e Malia, vicina a lui, gli sorride.

«Hey, Stiles, rimorchiato?» Gli domanda, ballando accanto ad un bel ragazzo.

Stiles annuisce.

«Stavo con un Joker stupendo, Mal, ma l'ho spaventato con le mie chiacchiere e se n'è andato.»!Borbotta l'umano, cercando di farsi sentire attraverso la musica. Malia corruccia lo sguardo.

«Aspetta, occhi azzurri?»

«Sì, un fisico pazzesco e una leggera barba."

Malia si ferma di botto.

«So che è molto diverso dal solito, ma queste luci devono averti dato alla testa." Mormora, pensierosa.

«Malia, che stai dicendo? Lo conosco?»

La coyote lo guarda negli occhi.

«È Derek, Stiles. È Derek.»

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


"Is it love when so easily said goodbye
Is it love when we've given up before we tried
Is it love when you stole my peace of mind
Is it love when you cryand cry and cry?"

Derek?

Il Sexy Joker era Derek?

Questo vuol dire che...

Merda, merda, merda!

«Ne sei sicura, Malia?» Riesce ad aprire bocca Stiles, dopo qualche secondo. La ragazza annuisce.

«Sì, l'ho truccato io.» Afferma, per poi tornare a ballare. Stiles impreca mentalmente diverse volte. 
Si è appena sfogato sulla sua frustrazione, della partenza di Derek, addosso al diretto interessato. 
E adesso capisce anche perchè il ragazzo se ne fosse andato senza dargli alcun tipo di motivazione, evidentemente neanche lui l'aveva riconosciuto.

«Derek è bisessuale?» Chiede poi il ragazzino, sconcertato, ma Malia ormai non lo sta ascoltando più. 
Dio, fortuna che non si sono baciati o altro, altrimenti la situazione sarebbe diventata troppo imbarazzante.

Stiles deve assolutamente cercare Scott. Si fa spazio tra la gente, volendo solo azzerare tutta la musica, per poter chiamare il suo migliore amico. 
Lo trova dopo una decina di minuti, che sta ballando con...Isaac? Adesso però non è il momento di fare domande.

«Scott!» Urla, e l'amico si gira, avvampando. Isaac si allontana da lui, e si tocca la nuca silenziosamente.

«C-cosa c'è, amico?» Balbetta l'Alpha, quando l'umano lo trascina via senza troppe parole, portandolo all'esterno della discoteca. È buio pesto, e i lampioni illuminano vagamente la zona. Si intravede una parte di bosco, e sembra tutto così tetro e spettrale.

«Che succede, Stiles?» Domanda Scott, sorpreso nel percepire dell'agitazione nel ragazzino. 
Sorpreso di sentire una sua emozione. Stiles si muove avanti e indietro, con il capo leggermente abbassato.

«Ho ballato con Derek.» Inizia a parlare, mentre l'Alpha inarca le sopracciglia.

«Wow, cioè, wow, sono contento per te... non è una cosa positiva?»

Stiles scuote violentemente la testa.

«Non ci eravamo riconosciuti, o almeno all'inizio.» Borbotta, non smettendo di gironzolare. Scott appare confuso.

«Che vuol dire all'inizio?»

Stiles a quel punto si ferma, guardando l'amico negli occhi.

«Pensando fosse uno sconosciuto, gli ho raccontato che un ragazzo-cioè lui- se n'è andato, e penso di avergli fatto capire quanto fossi frustrato dalla cosa! Ed è andato via!» Esclama, stringendo le labbra. Scott rimane qualche secondo in silenzio.

«Credo voi due dovreste parlare.» Se ne esce l'Alpha, mentre Stiles guarda da un'altra parte.

«Infatti penso di andarlo a cercare.» Sospira l'umano. 
L'amico accenna un sorriso.

«Te l'ho sempre detto che è attratto da te, Stiles.»

Stiles però è tornato impassibile.

«Non mi ha neanche riconosciuto, Scott.»

«Lo so, ma pensi che non me n'accorgo di come ti guarda?» Insiste il licantropo.

Stiles indietreggia, scuotendo la testa.

«Potrà provare attrazione fisica, Scott, ma non è questo che voglio! Non voglio da lui una storia di sesso!» Urla il ragazzino, rivelando una profonda tristezza. Scott è troppo stupito nel percepire tutte queste emozioni, visto che non é mai successo, da quanto Stiles é tornato.

«Come sai che non prova sentimenti per te, Stiles?» Chiede perplesso il licantropo. L'umano lo guarda attentamente, come se fosse talmente ovvio.

«Non se ne sarebbe andato.» Risponde semplicemente, sorridendo tristemente. Poi Stiles fa per andarsene via, quando il licantropo prende parola.

«E cosa vorresti da lui, Stiles?»

La schiena del ragazzino si irrigidisce, e Scott adesso non percepisce più nulla. Assolutamente niente, e la cosa lo spaventa.

«Una volta ti avrei risposto che avrei voluto fosse mio e solo mio. Ma, adesso? Vuoi la verità? Non lo so più.»

•••

Derek corre per i boschi, senza meta, senza sapere cosa stia facendo. 
Quel vampiro gli sembrava così familiare, ma non avrebbe mai pensato fosse Stiles. Non fino a quando il ragazzino gli disse quelle cose. 
Stiles era arrabbiato perchè se n'era andato senza dirgli nulla? Si sarebbe aspettato qualcos'altro da lui?
Forse che restasse?

La sua testa è in confusione, ma questo spiegherebbe come mai ultimamente il ragazzino ha questi comportamenti da arrogante con lui. 
Si spiegherebbero molte cose. 
Sì, forse è stato un coglione. 
Forse avrebbe potuto anche parlargli prima di andare via, spiegargli i motivi di questa sua scelta. Ma lui fa schifo con le parole, soprattutto con i saluti. Con gli addii. E non credeva che fosse così tanto importante per Stiles.

E Stiles, è importante per lui?

"Quindite ne vai?" Chiede Peterguardando il nipoteDerek è seduto sul divano del suo appartamentoe sembra stranamente nervoso.

"con Braeden." Afferma.

"E perchè?"

"Per prenderci una pausa da...tutto questo." Sospira Derekgrattandosi la barbaPeter l'osserva attentamente.

"Gli altri lo sanno?"

"Tutti tranne Scottvisto che dobbiamo andare in Messico a cercarlo...e tranne Stiles." Confidaevitando lo sguardo dello zio.

"Non puoi continuare all'infinito a scappare da luilo capisci?" Gli parlacon un tono quasi dolceCome se Derek fosse un bambinoal quale si devono insegnare le basi.

"A chi ti riferisci?" Fa finta di non capirecontinuando a non guardarlo negli occhi.

"Andiamo Dereksai benissimo che parlo di Stiles." Lo riprende lo ziocon disappunto.

"Non so di cosa stai parlando."

"Behio Vedo come a volte lo spogli solo con lo sguardoDerekVedo come t'importa così tanto di luinonostante non lo ammetterai maiNon è affatto vero che lo odi o che non lo sopporticome vuoi invece far credere." 
Replica Peterpassandosi una mano tra i capelli.

"Non sono innamorato di Stiles." Ringhia DerekVorrebbe aggiungere che non ha neanche mai avuto rapporti con uominima Peter probabilmente risponderebbe che c'è sempre una prima volta.

"Non cercare di nasconderloDerektu vuoi Stiles!" Insiste lo zioe a quel punto l'ex Alpha alza lo sguardo su di lui.

"No!" Esclamainnervosito
Peter alza le mani.

"Okaycome vuoi tuscappaDerekScappa dai tuoi sentimenti per il ragazzino!" Lo provoca il più grande.

"Supponiamo sia tutto come dici tuPeterStiles è ancora minorennee ti ricordo che suo padre è lo SceriffoInoltre sta con Maliatua figlia!" Sbotta Derekmentre lo zio fa un sorrisetto soddisfattoÈ convinto che Derek non stia solo supponendoMalia potrà anche essere sua figliama Peter terrà sempre molto di più al nipotedopo tutto quello che hanno passato.

"Puoi sentire anche tu i battiti di StilesDerekSai meglio di me che ha un debole per te." Cerca di farlo ragionare.

"E allorase fosse davvero cosìperchè sta con mia cugina
E comunque bastaPeter
Perchè dovrebbe piacermi uno stupido ragazzino logorroico?" Ringhia l'ex Alphavolendo solo chiudere al più presto la conversazioneDerek si aspetta che lo zio risponda con frasi del tipo 'non possiamo scegliere chi amareo cose similiInvece...

"Perchè è la miglior cosa che ti sia successa fin oraForse l'unica."

La risposta spiazza completamente il licantropoil quale dischiude la bocca
Non sa cosa risponderenon trova le paroleForse non servono.

Peter poi si ricorda che il nipote gli aveva raccontato che una volta aveva sognato il ragazzinoChe Stiles lo aiuta va a capire se stesse sognando oppure noGli occhi color ghiaccio scrutano attentamente il nipotee Peter sembra appena aver realizzato una cosache lo sconvolge non poco
Aggrotta lo sguardo.

"È la tua ancoraho ragione?"

Derek continua a correre, evitando arbusti e alberi, vedendoci grazie alla vista di lupo. I suoi occhi infatti sono diventati blu. Gli sembra quasi di avere Peter accanto, e di avere una conversazione con lui.

"Smettila di scappare da luiDerek."

Derek corre ancora più veloce, come per distanziarlo.

«Non sto scappando!» Urla, evitando all'ultimo un albero massiccio.

"È ancora la tua ancoraho ragione?"

Derek rallenta, chiudendo gli occhi, come se avesse un improvviso mal di testa.

«Vattene!» Grida, nel vuoto della notte, e sente di avere il fiato corto.

"È maggiorenneadesso."

«Non m'importa!» Derek si accascia a terra, accovacciandosi attorno al proprio corpo.

"E non sta più con Malia."

«Non m'importa!» Derek sente le unghie crescere velocemente, e così i peli.

"Cosa ti fermaDerek?"

Derek a quel punto ulula, alzandosi in piedi, verso la luna, che è piena. 
I denti si allungano.

«Mi odia! Mi odia!» Ruggisce.

"E hai visto com'è diventatoSe prima lo spogliavi con lo sguardoora come lo guardi?"

«Smettila!» Urla di nuovo, prendendo a pugni quello che dovrebbe essere Peter. Purtroppo non c'è nessuno, e si ritrova a far cadere a terra un albero. 
E forse Derek dovrebbe ammettere che si è ritrovato spesso ad ammirare il ragazzino, ma non solo adesso, anche prima della partenza. E gli é venuta una vera e propria erezione solo a vedere come Stiles lo fissava a tavola, quando quest'ultimo pensava avessero fatto sesso o chissà cosa.

"Smettila di scappareDerek."

Derek perde sempre di più il controllo, con la luna che gli illumina la pelle.

«Non è più lui! Dello Stiles che conoscevo è rimasto solo il ricordo!»
E le sue parole echeggiano nel bosco, piene di dolore. Derek si ritrova nel corpo di lupo. I vestiti sono là accanto, compreso il suo cellulare. 
Allora ritorna a correre, come impazzito, arrivando ad un tratto in cui deve attraversare, per andare dall'altra parte della foresta. Continua a correre, quando una luce improvvisa lo blocca. E poi tutto buio.

•••

Stiles entra nella Jeep, con l'intento di andare al loft di Derek. 
Gli dirà che, sì, gli ha dato fastidio il fatto che Derek non si è nemmeno sprecato in un saluto, ma di non pensare male. Che forse possono anche provare a tornare amici, o qualunque cosa fossero.
Mette in moto, prendendo una stradina tra il bosco, quasi per niente illuminata. Dopo una decina di minuti capisce di non essere lontano, quando si ritrova costretto a girare improvvisamente.

«Che cazzo...!» Esclama, avendo avvistato qualcosa in mezzo alla strada. Fortunatamente in tempo. 
La Jeep sbanda, per poi fermarsi sul ciglio della strada, vicino ad un grande tronco. Stiles scende subito, prendendo la torcia dal bagagliaio.

Illumina la strada, fino a che non vede un animale steso a terra. 
Del sangue sul corpo, e il petto che si abbassa e si alza lentamente. 
Si avvicina di più, puntandogli la luce addosso. È un lupo. Rimane pietrificato dalla bellezza di quella creatura, e gli sembra quasi di averla già vista. Eppure non si ricorda dove... ma sì, probabilmente avrà avvistato il lupo durante una escursione con Scott, nel bosco. Sicuro.

Afferra il lupo tra le braccia, capendo che la creatura non avrebbe potuto fargli nulla in quelle condizioni, e la carica nella Jeep. Chiama subito Scott.

«Scott, vieni immediatamente nella clinica!» Esclama, e sente la musica in sottofondo. Il ragazzo è rimasto in discoteca.

«Se è uno scherzo giuro che...» Grida il ragazzo, cercando di farsi sentire.

«Non lo è! Muoviti!»

Stiles chiude la chiamata, osservando attentamente il lupo. 
Non è ancora morto, anche se sembra in gravi condizioni. Gli accarezza il manto, come ammaliato, fregandosene del sangue.

«Chi ti ha ridotto così, per poi andarsene via?» S'arrabbia il ragazzino. Il lupo cerca invano di alzare il volto verso l'umano, perdendo poi i sensi.

•••

«Fammi vedere.» Parla Scott, portando il ragazzino e il lupo in una stanza della clinica. La luce del lampadario è debole, e l'Alpha si è già messo un camice bianco addosso. 
Stiles adagia il lupo sul lettino, mentre Scott gli si avvicina, osservandolo attentamente.

«L'ho trovato per strada, penso lo abbiano investito.» Parla Stiles, notando poi che Scott ha un'aria strana. L'Alpha sente chiaramente l'odore di Derek, e collega subito il lupo a lui. Possibile che Stiles non si ricordi? Forse è perchè sono passati comunque due anni, e alla fine Derek si è mostrato a loro, come lupo, solo una volta.

«Si rimetterà.» Afferma il ragazzo con indifferenza, togliendosi il camice, come se avesse già terminato il lavoro. Stiles osserva le pessime condizioni del lupo, e riflette che Scott non ci ha messo neanche un minuti per questa diagnosi.

«Come puoi dire una cosa simile?» Domanda, più che confuso. 
Poi Scott pensa che non può lasciare Derek alla clinica, nè portarlo a casa sua.

L'unico modo sarebbe affidarlo a Stiles, ma se lui sapesse della vera identità del lupo non accetterebbe mai... 
Allora l'Alpha prende delle garze da un armadietto, e fascia il torace del lupo, facendo finta di medicarlo. 
Prende addirittura un barattolino, con dentro delle caramelle, per i clienti più giovani, porgendole al ragazzino.

«Grazie a queste, tre al giorno, guarirà. La ferita non è molto grave. È un farmaco molto potente.» S'inventa, con tanta voglia di ridergli in faccia. 
Se Derek guarirà sarà solo grazie ai suoi poteri. Fortuna che le caramelle sembrano delle effettive pasticche, anche se colorate. Stiles afferra scettico il barattolino, nonostante abbocchi.

«Quindi che fine farà?» Chiede Stiles, riferendosi al lupo. Scott stringe le labbra.

«Umh, io non posso tenerlo a casa, visto che mia madre ha deciso di prenderci un cane. Qui alla clinica sicuramente non può restare, per ora siamo pieni, perciò...» Scott non finisce il discorso, guardando con sguardo implorante il migliore amico. 
Stiles intuisce subito dove vuole arrivare.

«Scott, non è un animale domestico! Se mi sbranasse la notte?» Esclama l'umano, per niente convinto della cosa. Scott alza le sopracciglia, sapendo bene che quel lupo non gli avrebbe fatto proprio niente.

«Posso comandargli io di comportarsi bene, Sti, sai che sono un Alpha. 
Mi ascolterà.» Lo prega Scott.

«Non ha proprio altri posti dove andare?» Riprova l'umano, socchiudendo gli occhi. 
Scott scuote la testa.

Anche se in realtà avrebbero forse un posticino in clinica, ma Derek poi l'ucciderebbe, per averlo messo nella medesima stanza degli altri animali. Inoltre, pensa che farlo stare con Stiles gli farebbe solo bene, e chissà se poi questa convivenza farà riappacificare entrambi. Stiles pensa alla reazione che potrebbe avere suo padre, ma sicuramente non può lasciare il lupo a morire. Oppure in mani sbagliate. 
Alla fine l'ha salvato lui, no?

«Va bene, ma solo se si tratta di giorni.» Sbuffa il ragazzino, incrociando le braccia al petto. Scott sorride.

«Grande, amico! Tranquillo, massimo una settimana.» Lo ringrazia, mentre il ragazzino osserva ancora titubante quella palla di pelo nera.

A noi due, lupo, pensa.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


"I think that the worst part of it all wasn't losing himit was losing me."

••Le scritte in corsetto saranno i pensieri del lupo!

Stiles ha il lupo dolorante fra le braccia, e fatica abbastanza. È parecchio grande e pesante, e probabilmente lo Stiles di una volta non sarebbe riuscito a tenerlo su neanche un secondo.

L'umano gira le chiavi sulla toppa, socchiudendo la porta silenziosamente, anche se si sente un fastidioso cigolio. 
Il lupo si risveglia, colto da un dolore immenso, e con la vista leggermente sfocata. Derek sente dolore ovunque, ma alla fine sopportabile, visto tutto quello che ha dovuto subire in passato. All'inizio ha idee confuse su dove si trova, e soprattutto su chi lo sto portando via. Poi i ricordi tornano piano piano, e ricorda di essere stato investito. Sa che non riuscirà a tornare nella sua forma umana, fino a che non guarirà del tutto. Ricorda di essere stato soccorso da Stiles, ma subito dopo ha perso i sensi. Perchè il ragazzino non lo riporta al loft?

«Quanto diavolo pesi?» Sussurra Stiles, imprecando diverse volte, capendo che deve anche fare tutte le scale, con il lupo in braccio. 
Derek ringhia flebilmente.

"Tutti muscolitesoro."

D'un tratto si accende una luce, e il lupo chiude gli occhi, mezzo accecato. Stiles sobbalza, sbarrando gli occhi di fronte a quella improvvisa fonte di luce.

«Stiles?» La voce proviene da suo padre, il quale è fermo sulle scale. 
E in pigiama. Non si aspettava che il figlio sarebbe tornato così presto.

«Uh, ciao, papà!» Lo saluta il ragazzino, con l'animale tra le braccia. È impossibile nasconderlo, purtroppo. Per un attimo i due rimangono a guardarsi in silenzio, con lo Sceriffo che cerca di capire se sta sognando oppure suo figlio sta tenendo davvero un lupo in braccio. Ma sì, sta sognando sicuramente, non c'è dubbio. Allora Noah si volta, per tornarsene a letto.

«Che buffo sogno.» Mormora tra sè e sè, grattandosi il capo pensieroso.
Forse è che anche lui ha sempre a che fare con questi licantropi, banshee, coyoti e chi ne ha più ne metta.

Stiles sospira di sollievo, non capendo come mai il padre non lo stia uccidendo o minacciando. 
Bah, che strana la vita. 
Dopo una mezz'oretta è riuscito finalmente a portare il lupo di sopra, dopo diversi ringhi, adagiandolo delicatamente sopra il suo letto. Fortunatamente è abbastanza grande per due.

Non accende la luce, per non creare fastidio alla creatura, lasciando alla luna piena il compito di illuminare la stanza. Oggi è la nottata in cui i lupi mannari perdono più facilmente il controllo. L'umano pensa che cercherà di contattare Derek il giorno seguente, adesso è troppo stanco, ed ha altro a cui pensare. Stiles allora si spoglia, rimanendo in boxer, con il lupo che ha il muso rivolto verso di lui, e tutto il resto del corpo steso su un fianco. 
La luna illumina la pelle del ragazzino, e il suo fisico niente male.

"Vestitio mi verrà un'erezione anche da lupoGesù."

Poi Stiles si ricorda che ha il pigiama sotto il cuscino, e per prenderlo si ritrova costretto ad avvicinarsi al lupo. Derek così ha il corpo del ragazzino quasi spiaccicato addosso, tutto allungato nel prendere il cambio, con il pacco dei boxer vicino al muso dell'ex Alpha. Derek ringhia sommessamente.

"Ma sbattimelo tutto in faccia, signor Gray."

Il ragazzino, in pigiama, si stende sotto le coperte, dopo aver controllato come stesse il lupo. Stranamente con la creatura si sente in grado di potersi lasciare andare, visto che è un animale, quindi non potrà mai ferirlo o giocare con i suoi sentimenti.

«Notte lupone, giuro che ti troverò un nome.» Lo accarezza un paio di volte, e poi cade in un sonno profondo. 
Derek realizza che il ragazzino non ha la minima idea di chi sia lui in realtà, e che probabilmente crede di avere a che fare con un semplice lupo.

"Derekmadonna santassima, sono DerekDerek Hale!"

•••

Lo Sceriffo si sveglia per andare al lavoro, e decide di svegliare anche suo figlio. Vuole raccontargli del sogno assurdo che ha avuto la sera prima. 
Ci faranno sicuramente due risate.
Si stiracchia diverse volte, con il suo pigiama beige, e alla fine esce nel corridoio. Bussa leggermente alla porta del figlio, per poi entrare.

«Stiles, non puoi renderti conto stanotte cos'ho...» Comincia a parlare, con un sorriso divertito, quando si blocca di colpo. Il suo sorriso si smorza. Il lupo del sogno sta dormendo beatamente accanto alle gambe di Stiles, con una fasciatura sul torace.

«STILES!» Sveglia entrambi, e il ragazzino si catapulta subito fuori dal letto, mezzo addormentato.

«Che succede??» Osa chiedere, innocentemente, scombussolato. 
Il lupo ascolta silenzioso i due, ogni tanto sentendo una fitta di dolore attraversargli il corpo. Sente però che sta guarendo, piano piano.

«Dimmelo tu! C'è solo un cavolo di lupo sul tuo letto!» Grida, rendendosi conto di non aver affatto sognato. 
Stiles rimane sull'indifferente.

"Cavolo di lupoAmicosono un ex Alphahai presente?? Un cazzo di ex Alpha !!!"

«Posso spiegarti, papà. Ieri sera, mentre tornavo a casa, ho trovato questo lupo in mezzo alla strada, in gravi condizioni. Scott l'ha curato, ma ha detto di non poterlo tenere in clinica nè a casa sua. Avrei dovuto lasciarlo morire? Si tratta solo di una settimana!» Si spiega, e il padre inarca le sopracciglia, voltando la testa verso il corridoio.

«Perchè la cosa non mi sorprende così tanto? Basta che quella palla di pelo non si faccia trovare nel mio studio o nella mia camera, intesi? Che ti possa addolcire un pò.» Borbotta Noah, andandosene subito via.

"Palla di peloMa come ti permetti razza di umano..."

Stiles sospira, avvicinandosi al lupo, e accarezzandolo. È troppo meravigliato e stregato da quella creatura.

«Lascialo stare, sei bellissimo...o bellissima?» Parla dubbioso il ragazzino, con lo sguardo corrucciato. Derek socchiude gli occhi.

"Oserei dire bellissimoma non c'è bisogno che..."

Stiles scosta una gamba di Derek, spostandogliela leggermente, per controllare il sesso.

«Bellissimo, già. E anche bello dotato. Complimenti, lupone.» Conclude Stiles, un pò stupito.

"....controlli."

Derek cerca di fiutare le emozioni di Stiles, ma al momento fiuta solo il proprio dolore. Eppure, prima la frustrazione del padre l'aveva percepita. Dio, le emozioni di Stiles sono sempre così difficili da percepire, forse perchè la maggior parte del tempo sembra non averle.

«Scott mi ha detto che devi prendere queste medicine, okay? Torno subito dopo scuola, cerca di riposarti.» 
Lo informa Stiles, porgendo all'animale tre caramelle. Il lupo le ingoia senza troppi esitazioni, fidandosi ciecamente del ragazzino.

"PasticcheMi sembrano più tre caramelle alla fragolaE comunque, è inquietante che parli così normalmente con quello che presupponi essere un semplice animalesai?"

E alla fine Derek rimane da solo, pensando a qualcosa da fare per non morire di noia.

•••

«Ti fermi a mangiare, Stiles?» Gli chiede Scott, affiancandolo nel corridoio. Stiles annuisce.

«Sì, ma una cosa veloce.»

«Per il lupo?» Tira ad indovinare Scott.

«Esatto, ho paura possa stare male in mia assenza.» Confida, mentre i due entrano in mensa. Diverse studentesse si girano a guardarli, rimirando in particolare la figura di Stiles. 
Si sentono anche diversi mormorii, e occhiate maliziose.

«Ti ci sei già affezionato?» Scherza l'amico, ma l'umano resta, come al solito, con la sua espressione impassibile.

«È davvero bellissimo, e il lupo è il mio animale preferito.» Commenta, mentre Scott se la ride un po', dentro di sè.
Era ovvio che Stiles lo trovasse così fantastico. Lydia, Malia e gli altri sono tutti seduti al solito tavolo, e in poco tempo si ritrovano al completo.

Stiles comincia a mangiare il suo panino, quando nota che tutti lo stanno fissando. Con uno strano sguardo, tra il divertito e il curioso. Scott lancia occhiatacce agli altri, facendo capire che Stiles non deve sapere un bel niente sulla vera identità del lupo. Ovviamente Lydia ha fatto all'Alpha subito il terzo grado sul perchè se ne fosse andato via prima dalla festa, e Scott ha dovuto raccontargli la verità. 
E in breve, quindi, tutti hanno appreso la notizia di Derek in balia di Stiles.

«Beh?» Esclama Stiles, confuso. 
Lydia tossisce.

«Umh, ci chiedevamo come andasse con D-il lupo.» Sorride la ragazza, mentre Malia le dà una gomitata sulle costole. Stiles inarca le sopracciglia.

«Vedo che la notizia viaggia veloce. Comunque per ora non mi ha dato problemi.» Afferma.

«Come ti sembra?» Osa chiedere la coyote, curiosa. L'umano fa per pensarci.

«Forse un po' brontolone, ha ringhiato diverse volte.» Risponde il ragazzino, notando poi come tutti cerchino invano di trattenere una risata. 
Bah, è così strana le gente.

•••

Stiles torna a casa, trovandola vuota, tranne per il lupo. Derek è rimasto tutto il tempo sopra il letto, incapace ancora di muoversi bene. Apre gli occhi appena entra il ragazzino nella stanza, e fissa con attenzione le sue mosse.

«Sono tornato, lupone, che hai fatto queste ore?» Chiede l'umano, accennando un piccolo sorriso, che Derek fotografa con la mente.

"A parte fissare il vuoto pensando a tutta la mia vita di merdaniente di che."

In realtà Derek ha anche riflettuto che, una volta tornato umano, deve assolutamente parlare con Stiles. Capire se davvero il ragazzino tiene a lui, e di mettere quindi fine alle loro pesanti litigate.

«Oggi è stata una giornata noiosissima, mi sono beccato anche diversi rimproveri dai professori.» Sbuffa Stiles, e Derek lo ascolta. 
É una delle prime volte che i due sembrano avere una conversazione civile. Peccato che le condizioni siano piuttosto ambigue. Il ragazzino poi si stende sul letto, accanto al lupo.

«Inoltre a pranzo ho parlato di te agli altri. Non so perchè, ma sembravano parecchio divertiti dalla cosa.» Borbotta, perplesso, e Derek intuisce che Scott deve aver scoperto chi è in realtà, spettegolandolo poi agli altri. 
Ma perchè deve averlo lasciato proprio a Stiles, in un momento così complicato tra i due, come questo? Derek ringhia.

"Me la pagherannobastardiEccome se me la pagheranno..."

Il resto del pomeriggio Derek osserva Stiles studiare, e la sua espressione concentrata. Non aveva mai notato come Stiles arricciasse il nasino di fronte a qualcosa che non riesce a capire. Lo trova adorabile, in un certo senso, anche ha sempre quello sguardo così impenetrabile. 
Inoltre nota che il ragazzino osserva spesso lo schermo del telefono, con un'espressione che a volte diventa sconsolata. Poi, a cena, l'umano sparisce per un'oretta. Quando torna ha una costola alla brace, e la posa accanto al lupo.

»Scott mi ha detto che mangi un po' di tutto, quindi eccoti. Buon appetito, lupone.» Gli spiega.

"E certocol cazzo che ti mangiavo cose come le crocchetteMica sono un caneio."

Derek alza leggermente il muso, addentando la costola. 
Dio, che fame. Mangia con un po' di dolore, sentendosi lo sguardo del ragazzino addosso. Poi Stiles afferra nuovamente il telefono, e il lupo si fa tremendamente curioso. Si sposta con fatica vicino all'umano, toccandolo con il muso. Vuole sapere cosa sta facendo, e Stiles sembra come capirlo

«Oh, sto aspettando una chiamata.» Gli fa, anche se il lupo non sembra soddisfatto della risposta.

«È un...amico. Gli devo parlare, gli ho mandato diversi messaggi e chiamato diverse volte, ma sembra irraggiungibile.» La voce del ragazzino pare quasi tremare, ma poi torna come prima. Stiles caccia più volte il pensiero che Derek se ne possa essere nuovamente andato.

"Amico?? Chi???"

Stiles scuote la testa tristemente, per poi posare il telefono sul comodino. Derek vuole proprio pensare chi è quest'amico, che ha provocato così tanta tristezza in lui. Ora la percepisce bene. Stiles evidentemente si sente in vena di chiacchiere.

«È simile a te, sai? Siete entrambi brontoloni. Anche lui usa ringhiare, proprio come te.» Increspa le labbra in un sorriso, e Derek sente una fitta nel petto. Ma questa volte non è il dolore.

«Credo proprio che ti chiamerò Sourwolf.»

Derek a quel punto volta il muso da un'altra parte. Era il suo soprannome, una volta. Dio, non sente Stiles chiamarlo in quel modo da più di due anni. Derek allora fa di tutto per avvicinarsi il più possibile al corpo del ragazzino, il quale adesso è steso sotto le coperte. Dopo poco tempo sente le braccia del ragazzino avvolgerlo, e si addormentano insieme.

 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


"Ti ho odiatoTi ho odiato perché io ti avrei scelto nonostante tutto e tu non me l'hai permesso."

Il secondo giorno Derek sta già meglio, ma non riesce comunque a camminare o muoversi agilmente. 
Però riesce a scendere dal letto, e a mettersi seduto. Ormai il letto del ragazzino è il suo nuovo posto preferito. Profuma così tanto di Stiles...

L'umano è sparito la mattina presto, probabilmente per andare a scuola, e Derek si è annoiato tutto il tempo. 
Ha cercato di considerare i punti positivi di tutta questa situazione, ma purtroppo non li trova. Inoltre l'odore del ragazzino lo sta soffocando.
Allora scende dal letto, guaendo lievemente dal dolore. 
Derek decide di fare un giretto per la stanza, tanto per trovare qualcosa da fare. Niente di interessante, in realtà, è tutto così spoglio e anonimo, non come una volta. Guarda sotto il letto, annusando d'un tratto qualcosa. 
Infatti focalizza un oggetto, vicino alla parete, di strane dimensioni.

Il lupo va tutto sotto il letto, abbassandosi non poco, fino a quando non si ritrova l'oggetto misterioso davanti al muso. 
Strabuzza gli occhi, per poi chiuderli di botto e scappare via, tornando immediatamente sopra il letto. 
Derek si nasconde il muso tra le zampe, cercando di dimenticarsi ciò che ha appena visto.

Un dildo. 
Un fottuto dildo.

"Tutte a me devono capitare?"

Proprio in quel momento ritorna Stiles, e l'ex Alpha si accorge, dall'orologio alla parete, che è ancora mezzogiorno. Stiles dovrebbe avere lezioni. 
Il ragazzino trasuda leggero nervosismo, ma appena vede il lupo accenna un sorriso.

«Ehi, Sourwolf, ti ho portato una cosa.» Annuncia, mentre Derek si chiede come mai non sia andato a scuola.
Inoltre perchè sembra così nervoso, pronto come a scoppiare. 
I lineamenti del ragazzino si rilassano di fronte all'animale, e gli posa davanti un pacchetto. Ovviamente lo apre l'umano, sotto lo sguardo curioso e attento del lupo.

E quando Derek vede quello che Stiles tira fuori, lo guarda davvero male.
Lo potrebbe bruciare, con quello sguardo.

"Un fiocco bluDavveroStiles?"

L'umano sembra davvero soddisfatto del suo regalo, e cerca di metterlo al collo della creatura. Ma Derek non sembra della stessa opinione, ringhiando diverse volte.

"Prova a mettermelo e ti taglio la golacon i denti."

«Lupone, dai, se te lo fai mettere ti faccio le coccole!» Cerca di convincerlo il ragazzino. Derek, se solo potesse, alzerebbe il sopracciglio.

"Mettilo al tuo dildoforse a lui piace."

Lui non vuole le coccole dell'umano, ma evidentemente la sua parte lupesca la pensa diversamente. Infatti si ritrova a restare immobile, mentre Stiles gli lega il fiocchetto attorno al collo.

«Che bravo che sei!» Si complimenta il ragazzino, cominciando poi ad accarezzargli il muso. Derek si ritrova, senza che la sua parte umana lo voglia davvero, a fare come le fusa. 
Il muso del lupo va incontro alla mano di Stiles, chiedendo di più. 
Derek non capisce proprio come sia possibile che il lupo in sè gradisca così tanto le attenzioni del ragazzino, ma non riesce a fermarlo.

Poi l'ex Alpha lecca involontariamente la mano dell'umano..
Stiles sorride.

«Sei bellissimo.»

"grazieme lo dicono tutti."

Derek osserva Stiles afferrare il telefono, e guardare lo schermo con un'espressione corrucciata. 
Vorrebbe proprio capire cosa sta guardando, probabilmente una conversazione o qualcosa di simile...

 Vorrebbe proprio capire cosa sta guardando, probabilmente una conversazione o qualcosa di simile

*Gli orari sono diversi poichè i messaggi non sono stati scritti tutti lo stesso giorno*

Quante volte Stiles era rimasto a contemplare quella chat? 
Quante volte aveva sperato di ricevere un suo messaggio? E quante altre volte aveva intenzione di scrivergli 'ti prego, torna', ma non ce l'ha fatta?

Poi improvvisamente il campanello di casa suona, e il volto di Stiles torna come una maschera di ghiaccio, impossibile da capire o da sfaldare. Così si alza, lasciando il lupo in camera ed andando ad aprire alla porta.

Stiles spalanca la porta, ritrovandosi davanti Scott.

«Dovevamo vederci?» Chiede confuso il ragazzino, pensando di trovare invece suo padre. Scott sembra leggermente imbarazzato.

«Umh, volevo solo passare a vedere il lupo, per vedere se le medicine funzionano.» S'inventa l'Alpha, e l'umano lo guarda un po' perplesso.

«Oh, okay. È di sopra, sul letto. Non riesce ancora a muoversi bene.» Il ragazzino inoltre deve ancora capire come quelle pasticche possano guarire un animale in quelle condizioni. 
Bah, sarà qualche strano intruglio di Deaton. Probabilmente di provenienza sovrannaturale.

«E anche un'altra persona vorrebbe vedere il umh lupo.» Aggiunge l'Alpha, restando però sull'uscio della porta.

«E chi?» Domanda confuso l'umano, non vedendo nessuno oltre all'amico. All'improvviso subentra nella scena una figura, in un lampo.

«Ciao.» Saluta la voce, con sguardo sornione. Stiles sobbalza all'indietro, prendendosi un bel colpo. Questi licantropi dovrebbero imparare ad anticipate la loro presenza, altrimenti prima o poi morirá d'infarto.

«Peter?!» Esclama Stiles, più che sorpreso. Che ci fa lo zio di Derek a casa sua? Perché dovrebbe voler vedere il lupo? Tutto ciò non ha senso.

«Sono affascinato da quelle creature, Stiles.» Si giustifica Peter, illuminando un secondo gli occhi di rosso. 
Il ragazzino sbuffa, facendoli entrare in casa.

Derek ha già percepito i due nuovi arrivati, e li aspetta con impazienza. Stiles apre la porta della sua camera, e sia Scott che Peter si riversano velocemente dentro.

«Intanto io vado a buttare l'immondizia. Torno subito.» Borbotta l'umano, lasciando i due Alpha soli con il lupo. Derek prima ha cercato invano di staccarsi il fiocco dal collo, con zero risultati. Infatti i due restano qualche secondo in silenzio, a fissare il lupo, per poi letteralmente scoppaire a ridere.

«N-non ci c-credo!!!» Se la ride Peter, di fronte allo sciagurato nipote. 
Sta ridendo così tanto che delle lacrime gli scendono lungo la guancia.

«È b-buffo! Perché sembri terribilmente d-dolce!» Commenta Scott, sbellicandosi dalle risate. Additittura sta perdendo il controllo, illuminando i suoi occhi di rosso, ad intermittenza.
Derek ringhia più forte che può.

"Se continuate a ridere vi salto addossogiuroPoi saró io che riderósui vosti corpi sbranati."

A quel punto i due si bloccano immediatamente, strabuzzando gli occhi, immobilizzandosi sul posto.

«Non mi é mai capitato di conversare con un licantropo versione lupo. Interessante.» Commenta Peter, osservando attentamente il nipote. Anche Derek ne sembra stupito.

"Quindi mi capite?"

Scott annuisce, sconvolto.

«Sì, per noi non stai solo ringhiando o muovendo leggermente la coda. Per noi stai comunicando con noi.» Riflette il ragazzo.

"Allora sarete così gentili da spiegarmi perchè sono a casa di StilesE lui non sa nulla di chi sono!!"

Peter alza le mani in sua difesa, non sapendone quasi nulla della storia. 
Ha scoperto tutto da Scott, il quale lo ha informato di cosa fosse successo al nipote, ma solo in termini generali.

«Perché non sapevo dove altro portarti, e Stiles non si ricorda minimamente dove ti ha già visto. Se gli avessi detto che sei tu, non ti avrebbe accettato in casa sua.» 
Gli spiega il ragazzo, controllando poi le ferite sotto alla fasciatura. 
Stanno guarendo, lentamente.

«Questa convivenza potrebbe farvi bene.» Commenta Peter, con tono sul malizioso. Derek volta il muso da un'altra parte.

"Lui mi odia."

Scott scuote la testa, abbassando lo sguardo.

«Non ti ha mai odiato, Derek. Mai.» Afferma, con tono forse troppo freddo e duro, e l'ex Alpha capisce che Scott si sta riferendo ad un evento in particolare.

"Lo sodevo scusarmi per non averlo salutato per beneprima di essermene andato..."

Scott inarca le sopracciglia.

«Credi davvero che bastino delle scuse?»

Derek ammutolisce, anche se si sta confondendo. Insomma, alla fine non l'ha salutato, ma è tutto qui, no? 
Stiles è solo arrabbiato perché poteva magari dirgli 'ciao, Stiles, stammi bene' o questo genere di cose, no? Allora perchè delle scuse non dovrebbero basta? Derek ha l'impressione che dietro ci sia molto di più. 
Qualcosa che però Scott non ha intenzione di riverlargli.

«Eccomi.» Parla una voce alle loro spalle, e tutti si girano verso il ragazzino.

«Umh, eccoti.» Fa Scott di rimando, non sapendo proprio cosa dire. L'umano ha interrotto la loro conversazione.

«Mi sembrava di sentirvi parlare, che gli stavate dicendo?» Chiede perplesso Stiles, alzando le sopracciglia. 
Gli Alpha si guardano.

«Niente di che, gli stavamo raccontando di... umh, di quanto sono adorabili i cuccioli di lupo??» S'inventa Peter, increspando le labbra in un sorriso più che innocente.

«Davvero parlate ad un lupo?» Domanda scettico il ragazzino, mentre Derek sembra ancora più scettico.

"Parli tuche non fai altro che dirmi quanto sono bellissimo."

Scott e Peter scoppiano inevitavilmente a ridere, e Stiles li guarda come se fossero impazziti. Cos'ha detto di così divertente? Contenti loro.

«State bene?» Infatti chiede.

«Sì sì, solo che adesso dobbiamo andare.» Risponde Scott, visto che deve tornare al lavoro.

«Vi accompagno.» Afferma l'umano, guidando i due fino alla porta di casa, e lasciando il lupo da solo. Scott e Peter fanno per andarsene, quando Stiles si rivolge al più grande.

«Peter, hai visto Derek per caso?»

Il licantropo sobbalza leggermente, e Scott spera solo non faccia passi falsi.

«Umh, ultimamente no, perchè?»

Stiles abbassa il capo.

«Lo sto cercando da due giorni, ma non lo trovo da nessuna parte!» Esclama, senza menzionare il fatto che Derek fosse scappato da lui, quella sera in discoteca. Scott si gratta la nuca, fingendo indifferenza.

«Forse si è preso una vacanza, Stiles.» Azzarda il migliore amico. 
Stiles scuote la testa.

«Una vacanza? E adesso, poi? Non risponde neanche ai miei messaggi!» Sbotta, trovando assurda l'ipotesi.

I due Alpha si guardano a lungo.

«Ora che ci penso Derek è andato a trovare Cora. Starà da lei ancora qualche giorno.» S'inventa Peter, mentre Scott sospira di sollievo.

«Cora è qui a Beacon?»

«Uh, non proprio. Nelle vicinanze.» Fa il vago Peter. Eppure a Stiles sembra strano. Insomma, in discoteca Derek era chiaramente scappato da lui, e poi tutt'un tratto era andato a trovare la sorella? Qualcosa non lo convinceva, e avrebbe cercato di saperne di più.

«Come mai non sei venuto a scuola, Stiles?» Chiede poi Scott, ricordandosi di quel piccolo particolare. Stiles ammutolisce un attimo. Sa che non può mentirgli, se ne accorgerebbe subito.

«Ho cercato Derek.» Sospira.

«Tutta la mattina?» Alza le sopracciglia Peter.

Stiles annuisce.

«Tutta la mattina.»

Giá, si è svegliato con l'intenzione di chiudere questa faccenda, trovando Derek una volta per tutte. 
Ha cominciato dal loft, non trovando nessuno. Poi si è spostato nel bosco, setacciandone una piccola parte, con la paura di trovare da qualche parte il cadavere del ragazzo. Alla fine è entrato in due o tre bar, per poi fermarsi in un negozio di animali, mentre stava tornando a casa. 
È lì che ha preso il fiocchetto per Sourwolf.

Peter e Scott se ne vanno, e Stiles torna di sopra, in camera sua. 
Derek ovviamente ha sentito tutta la conversazione.

Stiles riguarda ancora il suo cellulare, ma niente. Derek sembra essere morto.

Poi si stende sul letto, stanco morto, con il lupo sdraiato accanto alle gambe.

«Sto saltando gli allenamenti di lacrosse, sai.» Inizia a parlare il ragazzino.

"Non dovresti."

«Il coach prima o poi mi verrà a prendere a forza da casa, ma la verità è che non ho proprio voglia.»

"PerchèStiles?"

«n questo periodo niente mi emoziona, niente suscita in me qualcosa, Sourwolf.» Sospira l'umano.

"Mi manca il vecchio ragazzino logorroico..."

Stiles resta in silenzio qualche secondo, fissando il soffitto.

«Qualche volta sento dentro di me un grande e immenso vuoto. Talmente profondo che ho paura di affondare...»

"OhStiles."

A quel punto il lupo si alza con un po' di fatica, dirigendosi verso il ragazzino. Stiles si ritrova in poco tempo la faccia tutta bagnata, a causa delle leccate del licantropo. Un piccolo sorriso si forma sul suo volto, proprio ciò in cui sperava Derek.

«Grazie, Sourwolf.»

L'ex Alpha si stende accanto al corpo del ragazzino, e Stiles lo circonda con le braccia, trovando il lupo terribilmente comodo. Sa che dovrebbe studiare, ma questo pomeriggio ha di meglio da fare. E così si addormenta. 
O meglio, si addormentano.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


"I thought I loved youit was just how you looked in the light."

Lo Sceriffo entra in camera di Stiles per svegliarlo, trovandolo al solito con il lupo tutto appiccicato. 
Sorride alla vista.

I due sono così adorabili insieme, e Noah scommetterebbe che il ragazzino sarà dispiaciuto a doverlo lasciare poi andare. Strano però che un lupo, abituato a vivere nei boschi, sia così docile e mansueto. Bah, ormai tutto ciò che accade a Beacon Hills non lo sorprende più.

«Stiles, devi alzarti.» Lo sveglia, scuotendolo leggermente. 
Il lupo si limita a fissare lo Sceriffo, anche se Noah è pronto a giurare che lo sta guardando davvero male. 
Come se fosse pronto ad intervenire in difesa di Stiles, come se non gli piacesse che lo Sceriffo lo tocchi. Come se il ragazzino fosse di sua proprietà.

•••

Stiles cammina per i corridoi, con l'intenzione di andare a lezione di biologia. Quasi tutti gli studenti sono già nelle classi, quando va a sbattere contro qualcosa. O meglio, qualcuno.

«Oh!» Esclama la ragazza, raccogliendo da terra tutti i fogli caduti.

«Ti aiuto.» Si offre Stiles, accorgendosi poi che la ragazza in questione è Tracy. La cheerleder. Indossa una stretta giacca di pelle nera e dei jeans.

«Stiles! È da un po' che non ci si vede.» Esclama lei, sistemandosi i capelli mori. Il ragazzino annuisce, indifferente alla cosa. 
Non rivela alcun tipo di emozione, come al solito.

«Già.» Commenta semplicemente. 
La ragazza gli sorride.

«Non ti ho visto alla festa di Halloween, alla fine sei venuto?» Chiede, perplessa, come se fosse venuta alla festa soltanto per lui.

«Uh, sì, anche se sono andato via praticamente subito. Dovevo riportare un amico a casa, storia lunga.» Mente, guardandosi poi intorno, notando che sono rimasti solo loro due. 
Merda, farà tardi a lezione.

«Capisco, beh, ho sentito che sei molto bravo a letteratura.» Fa poi lei, mentre con lo sguardo perlustra la sua maglia azzurra, che ricalca il fisico.

«Così pare.»

La ragazza gira tra le mani una ciocca di capelli.

«Io rischio di prendere l'ennesima insufficienza. Mi aiuteresti, vero?»
Poi lo guarda con occhi da cerbiatto. Stiles si limita ad alzare le spalle.

«Va bene, perchè no.» Risponde. 
Alla fine Tracy è una bella ragazza, e Stiles deve pur soddisfare i suoi bisogni ogni tanto. Lei s'illumina.

«Oggi pomeriggio saresti libero?»
Il ragazzino pensa che tanto bene non ha neanche l'allenamento di lacrosse quel giorno.

«Sì, vieni da me alle quattro.»

«Perfetto!»

E poi Tracy se ne va, lasciando Stiles libero di andare finalmente a lezione. 
Il ragazzino controlla il cellulare, come in attesa di un messaggio o di una chiamata. Ma anche quel giorno niente di nuovo. Sospira.

•••
Derek il terzo giorno riesce a camminare sempre meglio, anche se zoppica un po', sopratutto dalla parte in cui ha sbattuto a terra. 
Non pensava ci volesse così tanto a guarire, ma le ferite erano davvero gravi evidentemente. 
Un lupo normale non sarebbe mai sopravvissuto.

Ha fatto un po' di giri della casa, fermandosi diverse volte a contemplare le foto delle pareti. Stiles da piccolo, prevalentemente. Una foto ritraeva Noah e Claudia insieme, al loro matrimonio.

Derek non ha mai davvero pensato a quello che Stiles deve aver passato, dopo la morte della madre, ma lo capisce perfettamente. 
Derek era distrutto dopo l'incendio, durante il quale morì quasi tutta la sua famiglia, e non crede se ne riprenderà mai del tutto. Inoltre sa anche che Allison è morta per salvare Lydia, e che Stiles se n'é incolpato. 
E capisce anche questo, essendo stato obbligato ad uccidere Boyd. 
E avendo tenuto tra le braccia il corpo di Erica.

C'era affezionato alla fine a quei ragazzi.

Diciamo che a Derek non è andato bene mai nulla nella sua vita, neanche nella tematica amore. Tra Kate, responsabile dell'incendio, e Jennifer, che l'ha usato solo per i sacrifici, non sa chi è peggio. Braeden sembrava quella giusta, ma evidentemente il suo lupo non la pensava così. 
Non aveva scelto lei come anima gemella. E doveva ancora scoprire chi diavolo fosse, ma peccato che in queste condizioni non poteva.

D'un tratto Stiles rientra in casa, e Derek si ritrova come a scodinzolare, senza neanche rendersene conto.

«Qualcuno è contento di vedermi?» Alza le sopracciglia Stiles, e Derek a quel punto ringhia, come beccato sul fatto.

"Mai."

Stiles coccola un attimo il lupo, per poi mettersi a studiare, seduto sulla scrivania. Derek si sente un po' trascurato, così va a strusciarglisi sulle gamb, richiedendo attenzioni. 
Si annoia troppo, altrimenti. 
Il ragazzino ridacchia.

«Sourwolf, adesso devo studiare, che dopo viene un'amica.» Gli spiega, e l'ex Alpha drizza le orecchie.

"AmicaChi???"

Ma il ragazzino purtroppo non lo capisce, e ritorna a studiare come se niente fosse. E Derek non può non torturarsi la mente nel voler sapere chi diavolo è questa sua amica.

•••

Suonano alla porta, e Stiles alza la testa dai libri, capendo che la ragazza deve essere arrivata. 
Si avvicina un attimo a Derek.

«Lupone, io adesso starò di sotto con questa ragazza. Tu resta qua, okay?» 
Si raccomanda, nonostante il lupo non sia della stessa idea. 
L'umano a quel punto esce dalla camera, socchiudendo la porta, e scende di sotto ad aprire. 
Derek decide di ascoltarlo, usando però il suo super udito per ascoltare tutto ciò che accade di sotto.

«Entra pure.» Accoglie Stiles la cheerleder, che si è messa una maglia piuttosto scollata. E anche un rossetto di un rosso davvero forte. 
Tracy non se lo fa ripetere due volte, poggiando la tracolla sul divano. 
Stiles la segue, richiudendo la porta alle loro spalle.

«Vuoi studiare sul divano?» Domanda, mentre la ragazza ci si è già messa comoda, con le gambe leggermente divaricate.

«Sì, è più comodo.» Risponde, e il ragazzino le si siede accanto. 
Tracy poi tira fuori un libro.

«Stiamo studiando Cime Tempestose.» Gli fa presente, e Stiles annuisce. 
L'ha letto così tante volte quel libro, Dio, soprattutto quando frequentava l'high school. Aveva condiviso le stesse emozioni dei personaggi, e si era forse immedesimato fin troppo nella storia.

La storia racconta di due ragazzi, Catherine e Heathcliff, i quali crescono fin da piccoli insieme. Tra loro c'è più di un'amicizia, ma la società in cui vivono è un ostacolo al loro rapporto. 
Così Catherine, a causa delle convenzione sociali, sposa Edgar, un ricco e bell'uomo, nonostante l'amore smisurato per Heathcliff. Allora, quest'ultimo, diventa dannato a causa del forte amore per lei, arrivando a vendicarsi su chiunque abbia cercato in passato di ostacolare il loro amore, a partire dal marito di Catherine.

«L'hai già letto?»

La ragazza annuisce.

«E cosa ne pensi?»

Lei sembra rifletterci.

«Heathcliff è stato un po' troppo vendicativo.» Afferma, e Stiles corruccia lo sguardo. Lui invece ha capito sempre così perfettamente Heathcliff, arrivando a provare addirittura la sua stessa rabbia.

«Come mai quest'affermazione?»

«Beh, solo perchè lei ha sposato Edgar ha il diritto di vendicarsi su chiunque?» Stiles scuote la testa alle sue parole, come se Tracy non potesse capire.

«E cosa pensi di Catherine, invece?»

Tracy sorride leggermente.

«Oh, non ho nulla da rimproverare a Catherine.«

Stiles a quel punto s'indegna.

«Nulla da rimproverare? Davvero? Abbiamo letto lo stesso libro?»

La ragazza resta in silenzio, notando come il tono del ragazzino si stia alzando.

«Heathcliff era pazzo di lei! L'amava, Dio! E lei? Lei se n'è fregata, quasi non se ne fosse neanche accorta! E si è sposata con Edgar, solo perchè lui era più bello e ricco. 'Fanculo le convenzioni sociali, Dio!»

Tracy controbatte.

«Heathcliff era un mostro.»

Stiles la ghiaccia con lo sguardo.

«Se lo è diventato è stato solo a causa degli altri! Nessuno s'importa di te, fino a che non cambi e non puoi più tornare quello di una volta. Sono le persone che ci spingono a cambiare, o meglio, quello che ci succede.» Mormora il ragazzino, e Tracy rimane un attimo perplessa.

«Okay, ma perchè Catherine si sarebbe dovuta mettere con uno da un carattere simile?»

Stiles la guarda negli occhi.

«Perchè lei era l'unica cosa a renderlo umano.» Risponde, con un sussurro, increspando le labbra in un sorriso triste. Heathcliff veniva definito un arrogante, un uomo freddo, senza emozioni o sentimenti. 
Addirittura senza un cuore. 
Ma Catherine...lei era il suo unico sentimento. Lei era l'unica eccezione.

«E perchè lei l'amava. 
Eccome se l'amava.» Aggiunge dopo.

Tracy ci pensa un attimo.

«E se l'amava davvero, perchè non ha lasciato perdere Edgar?»

«Perchè pensava solo alle convenzioni sociali, diamine! E anche perchè credeva di amarlo così tanto, non credeva che se ne sarebbe poi pentita per tutta la vita! Ha realizzato solo poi quanto davvero Heatchliff condizionasse la sua vita, quanto fossero grandi i suoi sentimenti per lui. E qualche volta è solo troppo tardi.» Sull'ultima frase il tono di Stiles s'incrina.

«Cosa intendi per 'troppo tardi'?»

Stiles chiude le mani a pugno.

«Che le persone non stanno ad aspettarti per sempre. Che non puoi tornare d'un tratto e credere che tutto vada bene! Non va affatto tutto bene! Non puoi scombussolare la vita degli altri senza chiedere il permesso, solo perchè ti sei reso conto di aver fatto in precedenza una cazzata!» Sbotta il ragazzino. Tracy lo fissa attentamente, confusa.

«Stiamo parlando di Catherine ed Heathcliff, o di qualcun altro?» Domanda, non capendo bene cosa c'entri l'ultimo discorso di Stiles. 
Il ragazzino capisce di essere andato forse sul personale, e cerca di rimediare. In realtà lui non ha mai capito perchè Derek fosse tornato, ma crede perchè si sia pentito di essersene andato da Beacon e dal Branco.

«Fai finta che non abbia detto nulla. Comunque spero di esserti stato d'aiuto fin'ora.» Cambia argomento il ragazzino, e Tracy gli si avvicina.

«Sì, molto d'aiuto. Solo che vorrei fare un attimo una pausa.» Gli occhi di lei non si staccano dal ragazzino.

«E cosa vorresti fare in questa pausa?» Chiede ingenuamente lui, lasciando avvicinarsila ragazza. 
Tracy, in risposta, gli si avventa sulle labbra. Stiles ricambia il bacio, volendo almeno per un attimo dimenticare tutto.

Derek, che è ancora in camera, non sa cosa pensare del discorso fra i due. 
Lui ha letto quel libro, quindi conosce bene la storia. Stiles sembrava davvero incazzato, e dalle sue ultime parole sembrava quasi stesse facendo un parallelo con il libro e la sua vita. 
Con qualcosa che gli era successo. L'ex Alpha poi si accorge che non stanno più parlando, e sente nell'aria dell'eccitazione, da parte della ragazza. Da parte di Stiles non sente proprio nulla. Anche se questo vuol dire che...

Derek non sa perchè, ma alla sua parte lupesca non sembra andare affatto bene che Stiles ci stia provando con una ragazza, e si ritrova a cercare di aprire la porta con il muso. 
Da quel momento non controlla più le sue azioni. Il lupo riesce ad aprire la porta quasi subito, per poi camminare malamente verso le scale. 
Le scende il più veloce possibile, zoppicando, quando riesce ad arrivare in salone.

Stiles è sul divano con Tracy, la quale è in jeans e reggiseno. Il ragazzino invece è ancora vestito, ma si stanno baciando, corpo contro corpo. 
Il lupo ringhia fortemente, interrompendo i due. 
L'animale si avvicina poi a Stiles, puntando lo sguardo verso la ragazza, e tornando a ringhiare.

"Cosa diavolo mi sta succedendo?"

Stiles fissa il lupo sorpreso, e la ragazza comincia ad urlare, scappando via.

«Sourwolf, che diavolo stai facendo?? Dovevi restare di sopra!» Grida lui, mentre intanto Tracy si è rimessa velocemente la maglia, per poi uscire di casa spaventata.

"Giuro che sta facendo tutto il lupodiamine!"

Poi Stiles sbuffa, alzandosi, e andando in cucina a prepararsi un bicchiere d'acqua. Perchè il lupo stava ringhiando alla ragazza?

«Non sei un lupo da guardia, lo sai? Mi stavo divertendo.» Si lamenta l'umano, scocciato da ciò che appena successo. Anche se sa che è inutile prendersela con quella creatura. Soprattutto se quella creatura lo sta guardando con uno sguardo quasi mortificato, ed è talmente bella da togliergli il fiato. 
È l'animale più maestoso che abbia mai visto.

•••

È quasi notte, e Derek è sul letto dello Sceriffo, visto che quest'ultimo è al lavoro. Dopo quello che è successo il pomeriggio, il lupo si è eclissato. 
Si vergogna a farsi vedere da Stiles, ed è davvero dispiaciuto per quello che è successo.

Inoltre pensa che il ragazzino ce l'abbia ancora con lui, e magari vuole dormire senza di lui. 
Anche perchè Derek è parecchio grosso, e sa che limita molto i movimenti notturni di Stiles. 
Eppure non riesce a dormire, colto da mille pensieri, e decide di fare un giro per la casa, nonostante tutte le luci siano spente.

Tanto riesce a vedere anche al buio.

Uno strano odore di eccitamento gli arriva alle narici, e storce il naso. 
Che diavolo sta facendo il ragazzino? 
Così Derek cammina piano piano verso la camera di Stiles, trovando la porta socchiusa. Fa capolino con la testa, per poi strozzarsi quasi con la sua stessa saliva.

I raggi della luna subentrano attraverso la finestra, e finiscono per illuminare il ragazzino, il quale è steso sul letto. 
Ma non è questo a far rabbrividire Derek. Stiles ha solo la maglia addosso, e le coperte del letto sono tutte ammucchiate in fondo. 
L'umano ha un'espressione rilassata, gli occhi chiusi verso il soffitto, e la sua mano avvolge la sua erezione. 
La luna illumina troppo bene tutto ciò. La mano del ragazzino si muove in modo esperto, ed è davvero una visione spettacolare.

L'ex Alpha resta immobile a guardare, accorgendosi ben presto di aver avuto anche lui un'erezione. 
Dio, non gli era mai capitato da lupo una cosa del genere. 
I movimenti di Stiles diventano sempre più veloci, e Derek ne è come ipnotizzato, leccandosi il muso diverse volte.

Derek cerca di stoppare gli istinti del lupo, che lo porterebbero su quel dannato letto, ad assistere il ragazzino. 
Dio, è una visione troppo sexy, Derek non pensava qualcuno potesse essere così bello durante una masturbazione.
Alla fine l'umano viene, socchiudendo la bocca e blaterando parole incomprensibili.

Poi l'umano riapre gli occhi, con il volto del tutto rilassato, e a quel punto sembra notare la presenza del lupo, sull'uscio della porta. Non sembra affatto disturbato dalla cosa, non immaginandosi di certo chi possa essere davvero quella creatura.

«Ehi, mi vuoi dare una mano?»!Scherza, ridacchiando.

"Io non ci scherzerei troppoDio."

«È colpa tua. Mi hai interrotto, oggi, evitandomi una scopata pazzesca.» 
Si giustifica. Derek allora scappa via, cercando invano di togliersi dalla mente le immagini di Stiles che si masturba o, ancora peggio, di lui durante un rapporto sessuale.

Sì, sarà una convivenza sempre più difficile.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


"I lovedand I loved and I lost you."

Derek non riesce proprio a togliersi dalla testa quello che aveva visto. 
Il modo in cui Stiles si toccava, in cui ansimava... niente di più meraviglioso. Non sa come avrebbe reagito se fosse stato completamente umano, e forse non vuole saperlo. Si era eccitato da lupo, Dio, ed era stato costretto a rimanere con una notevole erezione. Fortuna che il ragazzino sembrava non essersene accorto. E inoltre Stiles ce l'aveva anche bello lungo, Dio.

L'ex Alpha sa bene di essere attratto fisicamente da Stiles, lo era anche prima.

Aveva sempre trovato adorabile quel nasino all'insù, quegli occhi color miele e quei lineamenti così delicati.
Gli piaceva anche il fisico del più piccolo, nonostante non fosse come il suo. Non gli interessava se era magrolino, quei nei lo facevano impazzire. Gli ricordavano tanto le costellazioni, e la sua pelle il cielo.

E adesso, che ha anche un accenno più che evidente di muscoli, non puó non esserne costantemente attratto. Soprattutto se li mette in mostra con quelle maglie attillate.

Quindi sì, é consapevole di essere attratto fisicamente da Stiles, e che sarà difficile continuare a reprimere sempre certi istinti.

•••

Stiles si sveglia a causa della troppa luce, essendo mattina tardi. 
Oggi è domenica, perciò non ha lezioni, e può dormire tranquillamente fino a tardi. Non trova Sourwolf accanto a sè, come le altre notti, e si ricorda che il lupo se n'era andato dopo averlo colto nell'atto. Probabilmente deve aver pensato che aveva da fare e non lo voleva tra i piedi, anche se non era affatto così.

Si alza dal letto, stiracchiandosi, per poi uscire dalla stanza, alla ricerca del lupo. Deve dargli le medicine. 
Lo trova sdraiato sul corridoio, anche se prima doveva essersi trovato in camera dello Sceriffo. Ma il padre è sicuramente tornato quella mattina, forse all'alba.

«Ehi lupone, svegliati.» Gli sussurra, e il lupo apre gli occhi, alzandosi da terra. 
L'umano gli dà subito le pasticche, senza perdere tempo.

"Continuo a non capire perchè tu mi dia caramelle per bambini di cinque anni."

Poi Stiles si accinge a scendere le scale, con il lupo che lo segue ancora un po' zoppicante, e sente fin da subito un odorino troppo buono. 
Appena scende le scale, il suo sguardo si rivolge verso il salone, e sobbalza.

«AUGURI STILES!»

Il ragazzino osserva ancora stupefatto tutti i suoi amici, che sono radunati intorno al tavolo della sala. 
Inoltre, sopra la tavola, c'è un cornetto gigante alla nutella, con sopra una candelina.

«È il mio compleanno?» Borbotta Stiles, ancora mezzo addormentato, non avendoci minimamente pensato. Proprio non se ne ricordava, come se una giornata del genere non fosse più importante per lui. Una volta, invece, non vedeva l'ora che arrivasse il suo compleanno. E organizzava sempre qualcosa con i suoi amici, mentre quest'anno ci hanno pensato loro. Derek sapeva tutto, avendo sentito arrivare i ragazzi due orette prima. Resta dietro al ragazzino, senza potergli fare gli auguri a sua volta.

«Vent'anni, eh?» Esclama il padre, abbracciando il figlio con un sorriso. Stiles s'irrigidisce, ancora non più abituato a queste manifestazioni d'affetto, e cerca di ricambiare. 
Derek si aspetterebbe di sentire felicità da parte del ragazzino, ma alla fine non si stupisce troppo di non percepire proprio nulla.

L'umano osserva attentamente gli altri: Malia, Scott, Lydia, Mason, Liam, Isaac, Melissa, Peter e addirittura Parrish. Quest'ultimo ha aiutato molto il Branco prima che Stiles partisse, e alla fine ne fa parte a tutti gli effetti, nonostante la maggior parte del tempo sia occupato nel lavoro in stazione di polizia. 
È diventato vice-sceriffo.

Anche la presenza di Peter è piuttosto strana, ma in fondo Stiles va d'accordo con l'Alpha, e trova davvero divertenti le sue battutine sarcastiche o maliziose. Buffo come ci siano anche le persone più improbabili e non l'unica che Stiles avrebbe dato per scontata.

«Siete tutti?» Domanda il ragazzino, staccatosi dall'abbraccio del padre, sperando come che qualcuno gli confermi che manca ancora una persona. Purtroppo non è così.

«Sì, Stiles.» Conferma Scott, abbassando però lo sguardo verso il lupo, anche se l'umano non se ne accorge. Per qualche Stiles secondo sembra come tremendamente deluso, poi però la sua espressione torna indifferente come al solito.

«Oh, okay.« Commenta semplicemente, travolto poi dagli abbracci degli altri.

Tutti vogliono come dimostrare che la sua assenza di un anno non ha cambiato nulla, ma forse non è proprio così. Non sembra tutto come prima. Derek abbassa il muso, intuendo quello che il ragazzino pensasse. 
Beh, c'é anche Peter, era ovvio gli venisse in mente che mancasse proprio il nipote, con il quale sicuramente ha-aveva- un rapporto più stretto. Peter si avvicina al lupo, mentre i ragazzi stanno accanto a Stiles, cantandogli la canzoncina degli auguri.

«Esprimi un desiderio!» Esclama Lydia, sorridendogli forse anche troppo. 
Stiles ci pensa attentamente, per poi spegnere le candeline. 
Tutti applaudono.

«Mi dispiace, nipote.» Sussurra lo zio, restando in piedi accanto a Derek, rivolti entrambi verso il festeggiato e la compagnia.

"Per cosa?"

Peter inarca un sopracciglio.

«Oh, andiamo, come se non vorresti essere là, accanto a quel ragazzino, a fargli gli auguri con un bel bacio.» Scherza lo zio, beccandosi un'occhiataccia dalla creatura.

"Chiudi quella boccaPeter."

«Vorresti dirmi che non ti dispiace neanche un  po'? Che lui pensi che tu ti sia dimenticato del suo compleanno?» Insiste l'Alpha. 
Derek abbassa lo sguardo.

"Non potrei mai dimenticarmene."

Lo zio fa per replicare, quando lo Sceriffo si avvicina ai due, con un'espressione più che corrucciata, e sospettosa.

«Stai conversando con...il lupo?» Domanda, a voce bassa, quasi non ci credesse neanche lui a quello che ha appena visto. Peter tossisce.

«Beh, noi licantropi possiamo capire i nostri omonimi.» Si giustifica, cercando di non apparire ancora più psicopatico di quanto in realtà sia. Noah sembra improvvisamente curioso della cosa.

«E dimmi, cosa ti dice? Può pensare come noi? Riesce a formulare pensieri coerenti?» Comincia a chiedere, avvicinandosi all'Alpha, come se si stessero dicendo dei segreti. 
L'ex Alpha osserva lo zio con una sorta di sorrisetto.

"Rispondiglidai." lo provoca, ridendosela dentro. 
Peter accoglie la provocazione.

«Sai, Noah, stava proprio lamentandosi di quanto si senta sporco. Forse avrebbe bisogno di una bella lavata, che dici?» Gli fa notare Peter, mentre Noah si gratta la nuca.

«Interessante, lo diró a Stiles.» Fa, per poi andarsene dal figlio. 
Derek ringhia.

"Bastardoquesta me la paghi cara."

Peter si limita ad alzare le spalle, con fare innocente.

•••

Stiles è stato costretto ad andare al centro commerciale di Beacon, visto che i suoi amici vogliono regalargli dei vestiti. Ha dovuto lasciare Sourwolf a casa. Adesso Malia, Lydia e Scott, sono in giro per i negozi, facendo provare al ragazzino un milione di capi.

«Ti sta benissimo!!» Esclama Lydia, mentre il ragazzino esce dal camerino. Malia sembra d'accordo, mentre invece Scott tossisce leggermente.

Stiles indossa una maglia blu color notte, di almeno due taglie più piccola, tanto che sembra quasi non ce l'abbia. Certo, non lascia niente all'immaginazione, poco ma sicuro.
E per i jeans neri stesso identico discorso.

«Credo mi stia troppo stretto.» Commenta Stiles, storcendo il naso. Scott concorda, visto che normalmente le ragazze mettono jeans così stretti.

Alla fine l'umano esce dal negozio con tipo dieci capi, offerti quasi tutti gentilmente dalla Martin. 
Lydia è più che ricca, e sta facendo di tutto per far prendere a Stiles i vestiti più accollati o eleganti.
Scott segue i tre con fare annoiato, non vedendo l'ora di andarsene via, provando un po' di pena per il suo migliore amico.

Alla fine escono dal centro commerciale con cinque grandi buste, e uno Stiles stremato. 
E adesso devono tornare a casa dell'umano, visto che gli stessi di quella mattina si riuniscono tutti insieme per cena.

•••

Peter é rimasto a casa dell'umano, continuando a conversare con Derek, mentre Noah li guarda tutto il tempo, troppo curioso.

«E adesso? Adesso cosa dice?» Chiede lo Sceriffo, mentre Peter fa finta di pensarci attentamente.

«Che gli farebbe piacere mangiare le crocchette per i cani, sai.» Risponde quello, con sguardo sornione e tono rilassato. E cosí tutto il pomeriggio, torturando il povero ex Alpha, che avrá perso il conto di quante volte si è ritrovato a ringhiare in protesta.

"Peterti faccio morire di nuovogiuro."

Peter fa per controbattere, quando suonano al campanello. 
Sono tornati Stiles, Lydia, Malia e Scott.

«Ce l'avete fatta!» Esclama Noah, decidendo allora di ordinare le pizze per tutti.

«Stiles ora ha un nuovo guardaroba!» Esclama Malia, sorridendo a tutti.

«Vatti a mettere qualcosa che hai comprato oggi, Sti.» Gli consiglia Lydia, e il ragazzino si ritrova costretto ad andare di sopra a cambiarsi. 
Derek vorrebbe davvero seguirlo, ma qualcuno gli fa cambiare idea.

«Vuoi andare a fare il guardone, nipote?» Gli sussurra Peter, con sguardo malizioso. Il lupo sospira pesantemente, non potendone più.
Nel frattempo tornano anche Liam, Mason, Isaac, Parrish e Melissa, accomodandosi tutti intorno alla grande tavola. Peter a quel punto lascia stare il lupo, sedendosi accanto alla donna.

«Melissa cara, sei bellissima oggi.» 
Si complimenta, increspando le labbra in un ingenuo sorriso. La madre di Scott si gira verso di lui, alzando le sopracciglia. Indossa un abito di un colore argenteo, con i capelli mori ricci raccolti in un'ordinata crocchia.

«Solo oggi?» Lo provoca lei.

«Ma ogni giorno, carissima.» 
Si corregge Peter, portando la donna a ridere.

«Che ne diresti di un secondo appuntamento?» Insiste lui, guardandola con maliziosità, e schermando uno dei suoi migliori sorrisi. Melissa lo guarda attentamente.
Alla fine erano già usciti una volta, quando però Peter voleva solo avvicinarsi al Branco di Scott.

«Ci penserò.» Risponde, divertendosi nel tenere il licantropo sulle spine.

Derek alza gli occhi al cielo, di fronte alla sfacciataggine dello zio. 
Anche se a volte forse é meglio essere così diretti, e far capire subito all'altro le intenzioni. Peccato che l'ex Alpha non abbia ripreso dallo zio in questo.

Peter è molto più abile ed esperto nelle relazioni e nei modi di conquistare qualcuno, mentre Derek é una vera frana. Di solito attira qualcuno grazie al suo aspetto fisico, per poi restare quasi sempre in silenzio o non sapere cosa dire.

Infatti ha attirato a sè solo gente psicopatica. Sembra che abbia scritto sulla fronte "qui solo casi umani-e non"

Paige invece è un'altra faccenda. 
Derek è stato abbindolato dallo zio per farle ricevere il morso, pentendosene poi troppo tardi. Voleva averla accanto a sè per sempre, era la sua soulmate di un tempo, fino a che non è morta. 
Lei era troppo debole per reggere il morso, e Derek l'ha persa fra le sue braccia. Certe cose non si superano mai del tutto. Derek, per potersi fidare di Braeden, ci ha messo davvero tanto. Aveva paura fosse qualcuna come Kate o Jennifer, e alla fine l'ha dovuta comunque lasciare andare per cercare la sua soulmate di adesso. 
Almeno ha avuto la conferma che non tutti ti fanno del male, non tutti ti usano e basta.

D'un tratto Derek nota tutti girarsi sorpresi verso le scale, e si gira anche lui. Resta senza fiato.

Stiles indossa dei jeans neri stretti, che gli modellano perfettamente il sedere. Una maglia azzurra, vagamente scollata sui pettorali, e una giacca nera aperta sopra il tutto. I capelli che gli ricadono sulla fronte, ribelli, e gli occhi che guardano impassibili i presenti.
É bellissimo.

«Wow.» Commenta Noah, ammirando il figlio con orgoglio.

«Il ragazzino cresce molto bene.» Sussurra Peter, talmente a bassa voce che solo Derek pare sentire. 
Ringhia d'impulso.

«Stai benissimo, Sti!» Esclama Lydia, alzandosi dal tavolo e andando a prenderlo sotto braccio, per accompagnarlo al tavolo. 
La rossa ha un vestito rosso piuttosto scollato, che le sta divinamente. 
Derek, come istinto del lupo, si ritrova a seguire Stiles, come per proteggerlo.

La cena prosegue tranquillamente, con le solite battute di Peter, annedotti dello Sceriffo sul lavoro, commenti delle due ragazze su quanto stia bene Stiles vestito così...

Stiles in realtà è l'unico che mangia e basta, silenzioso, immerso nei suoi pensieri. Lydia si mette a raccontare di quella volta che ha ordinato la pizza in macchina, suscitando le risate di tutti.

«Un bridisi ai vent'anni di Stiles!» Propone d'un tratto Liam, alzando il bicchiere in alto, con lo champagne. Anche il ragazzino lo imita, facendo scontrare il suo bicchiere con quello degli altri. Ma non beve neanche un sorso. Vuole avere il massimo controllo sul suo corpo e sui suoi sentimenti.

Poi lo Sceriffo porta la torta al tiramisù in tavola, e tutti ne prendono un pezzo, mentre Noah porge a Stiles il suo regalo. Un biglietto per il concerto dei Coldplay di Capodanno. 
Stiles amava quel gruppo, prima di partire li ascoltava ogni maledetto giorno. E anche adesso non gli dispiacciono affatto.

«Umh, grazie papà, non dovevi.» Ringrazia lo Sceriffo, rimettendo il biglietto nella busta, quando Noah lo blocca.

«Guarda meglio.» Gli suggerisce, e così l'umano, sotto lo sguardo di tutti, si rende conto che ci sono ben due biglietti. Malia e Lydia si guardano con aria di sfida.

«Uh.» Commenta semplicemente, non avendo la più pallida idea di chi potrebbe portare con lui. 
Scott odia quel gruppo, e suo padre non ascolta quel tipo di musica.

«Come mai Derek non è venuto?» Domanda ad un certo punto Parrish, avendo notato la mancanza dell'ex Alpha. Sapeva fosse tornato in cittá, e nel vedere arrivare Peter da solo si era giá chiesto come mai. Alla fine Derek fa più parte del Branco più di Peter, quindi non capiva.

Cala il silenzio in tavola, e nessuno osa muovere un muscolo.
Gli unici che non sanno chi è davvero il lupo sono solo lo Sceriffo, Stiles e Melissa, oltre a Parrish.

Derek abbassa il muso.

Gli sguardi di tutti si rivolgono verso Stiles, e Parrish si accorge di aver fatto la domanda sbagliata al momento sbagliato. Stiles appoggia i due biglietti a tavola, senza trapelare alcun tipo di emozione, e si alza da tavola.

«Devo andare ad aggiustare la Jeep.» Dice semplicemente, con tono atono, andandosene via. C'era un mal funzionamento del motore da quella mattina, anche se pensava di ripararlo il giorno dopo. Eppure adesso non riesce più a stare con tutta quella gente, proprio no.

Esce di casa, prendendo un profondo respiro, con il lampione che contrasta il buio della sera. La Jeep é parcheggiata accanto alla strada, e attraversa il giardinetto. Prima però fa una piccola sosta in garage, per prendere la chiave inglese e gli altri strumenti.

Si avvicina alla macchina, aprendone il cofano, e cercando di concentrarsi solo su quello. Nient'altro.

«Ehi.»

Sobbalza, girandosi di scatto. È Scott.
Ritorna ad armeggiare con la Jeep.

«Voi licantropi dovete sempre far prendere i colpi, diamine.» Borbotta.

«Ne vuoi parlare, Stiles?» Chiede direttamente l'Alpha, con le mani nella tasca dei jeans.

Stiles alza un attimo la testa dal cofano, per rimanere qualche secondo in silenzio. Stringe le labbra.

«No.»

Scott sbuffa.

«Andiamo, Stiles. È ovvio che ci sei rimasto male perchè Derek non é venuto, ma fidati, lui sarebbe voluto essere qui con noi. Solo che Cora sta male, e ha bisogno di lui.» Parla Scott, mentre Stiles si ferma un attimo.

«Capisco che deve essere da sua sorella, ma che gli costava mandarmi un messaggio, Scott? Che gli costava?» Esclama, tirando la chiave inglese da tutt'altra parte. Cerca di calmarsi, e di ritornare ad avere pieno controllo su di sè.

«Non c'è bisogno che usi sempre una maschera per nascondere le tue emozioni, Stiles. Per sembrare sempre così freddo e distaccato, come se niente ti possa scalfire.» Gli fa notare, preoccupato.

Stiles si gira verso di lui, guardandolo dritto negli occhi.

«Non si tratta di una maschera, Scott, non si tratta di apparenza. Si tratta di quello che sento per la maggior parte del tempo!» Grida, dicendo la verità.
Si sente davvero così freddo e vuoto, spesso, e a volte ne ha paura.

Scott si limita a rimanere in silenzio, mentre Derek ascolta tutto dalla sala, mentre gli altri stanno rimproverando Parrish per la domanda fuori luogo, il quale poverino non sapeva nulla.

«E sai qual è il desiderio che ho espresso, Scott? Lo sai?» Continua ad urlare Stiles, sfogandosi. 
L'Alpha scuote la testa.

«Che lui fosse qui!» Grida, con tutto il fiato che ha in gola. Ha quasi il fiatone.

«Che si degnasse almeno a farmi gli auguri, a farmi capire che per lui esisto. Almeno quello.» Mormora, sedendosi poi a terra, con la schiena contro la macchina.

Derek s'immobilizza. 
Non credeva che fosse così importante per il ragazzino. 
Derek non è mai stato davvero importante per nessuno.
Nessuno ha mai tenuto a lui.
Nessuno si é mai preoccupato per lui.
Nessuno ha mai provato affetto per lui.
Nessuno gli hai mai voluto bene.

Ma Stiles evidentemente sì.

"OhStilesSono quie non me ne vado da nessuna parte."

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


"Can you here me screaming please don't leave me
Hold on I still want you 
Come back I still need you 
Let me take you r hand, I'll make it right 
I swear  to love you all my life."

"C-ercate Scottsarò proprio d-dietro di voi." Esclama Derekcon il corpo appoggiato al fatidico massoe con un'espressione sofferente sul volto
Gli esce del sangue dalla boccae ha una ferita apertaapparentemente davvero gravesul torace
Sembra stia morendoDio
Braeden gli sta vicinoguardandolo con sguardo preoccupato.

MaliaLiam e Peter a quel punto se ne vannoma Stiles no
Lui resta a guardare il licantropocome se fosse solo incapace di respirare
Il pensiero che Derek possa morire gli appanna la vistae gli viene a mancare il fiatoL'ex Alpha nota che il ragazzino non vuole muoversie tossisce.

"Ehi,ehisalvalo." Lo incitae Stiles volta le spalle ai duefacendo qualche passo in avanticon tutta la forza che ancora haPoi si gira un'ultima voltaosservando come Braeden resta al fianco del suo ragazzo
Quella potrebbe essere l'ultima volta che vede Derek Hale vivoe ancora non riesce a capacitarseneSono già morti altri suoi amicidel Brancocome Allison o Aiden.

Ma Derek non è solo un amico
E forse è proprio il battito del suo cuore a confermare il tuttobattendo talmente forte da minacciare di far esplodere la gabbia toracica
Derek non può morireno.

Stiles si ritrova a correre verso di luicome a rallentatorecome invece dovrebbe aver fattoForse allora sarebbe andato tutto diversamentechissà.

"Non me ne vado da nessuna parteDerek!" Grida il ragazzinocon le lacrime agli occhiseparando gli ultimi metri che li separano
Braeden scomparecome per magiae Derek sorride
Sorride fra il dolorecome se la scelta del ragazzino bastasse a farlo guarire completamentecome se non aspettasse altro.
L'umano gli si accovaccia davantiafferrandogli una mano tra la sua.

"Non senza di teDerek." Continuaportando l'altra mano sul volto sanguinante del ragazzo
Derek fa una smorfia dal dolorema stringe più che può la mano del ragazzinocome se gli potesse scappare via da un momento all'altro.

"S-sapevo saresti r-rimastoSti..." Mormora luicercando di sorridere di nuovocon gli occhi socchiusi.

Giàsapeva sarebbe rimasto.

Stiles si sveglia di botto, respirando a fatica, e alzandosi subito dal letto. 
È piena notte.

Si dirige verso la finestra, poggiando le braccia sul davanzale, e osservando la luna. È l'unica cosa che brilla in quel cielo, le stelle quella notte proprio non si vedono. Respira pesantemente. Ultimamente questi tipi di incubi stanno tornando.

Non è strano che Stiles sogni uno degli ultimi incontri con Derek, immaginandosi cosa fosse successose le cose fossero andate diversamente. Li definisce incubi, perchè hanno lo scopo di tormentarlo, di dirgli come 'se solo tu avessi...'.

Peccato che era già tanto se lui e Derek non si mettessero a battibeccare ogni secondo, figuriamoci se si sarebbe mai potuta avverare una scena del genere. 
Quindi sono anche sogni illusori, falsi. 
Inoltre, perchè sono tornati? 
Lui non prova più nulla per Derek, no? Lui non prova più nulla in generale. Sente qualcosa di morbido strusciarglisi sulle gambe, e abbassa il volto, notando che ha svegliato il lupo. Sourwolf lo sta fissando, come chiedendosi cosa ci faccia alzato a quell'ora. Stiles si abbassa alla sua altezza. Derek si lascia accarezzare, domandosi cosa turbi l'animo Stiles. 
Ha intuito che il ragazzino abbia avuto un incubo.

«Solo brutti sogni, lupone.» Lo rassicura l'umano, lasciandogli un leggero bacio sul muso. 
Derek rimane qualche secondo interdetto, ma non si toglie dalle sue carezze, visto che la sua parte lupesca sembra esserne come innamorata.

"Se lo dici tuStiles."

«Tu ce l'hai una fidanzatina, lupone? Qualcuno da amare?» 
Chiede d'improvviso Stiles, facendo sobbalzare l'ex Alpha. 
Derek abbassa il muso, sentendosi per un assurdo motivo non a proprio agio con la domanda. Perchè una domanda simile lo sta mandando così in crisi? 
Si limita a rimanere in silenzio, immobile, quando il ragazzino scrolla le spalle.

«Probabilmente sì, sei talmente bello... magari avrai anche una bella famigliola.» Fantastica il ragazzino, rimettendosi sotto le coperte.

"Nessuno può amare qualcuno come meStilesNessuno."

•••

«Sei già tornato dagli allenamenti?» Chiede Noah al figlio, appena lo nota rientrare in casa. Ha il borsone in spalla, e profuma di bagnoschiuma alla nocciola. Stiles annuisce.

«Il Coach doveva andarsene via prima, oggi.» Spiega brevemente, e lo Sceriffo, che si aspettava un monologo infinito, rimane in silenzio. 
Ormai ci dovrebbe essere abituato a questi nuovi comportamenti di Stiles. Peccato che non può non far altro che pensare che questo non è Stiles, ma solo un fantoccio che gli somiglia. Derek raggiunge dai due, dopo aver fatto un lungo pisolino.

»Io devo tornare a lavoro, fa fare un bagno al lupo. Peter dice ne ha bisogno.» Si raccomanda il padre, nonostante non sia molto convinto della faccenda.

"Andiamoda quando ascoltate PeterStilestu non accetterai mai..."

Il ragazzino guarda qualche secondo l'animale, riflettendo che non ha nulla di meglio da fare.

«Va bene. Nessun problema.»

"...vero?"

Derek ringhia sommessamente. 
Lo Sceriffo corruccia lo sguardo.

«Sei sicuro che non ti azzannerà o altro? È pur sempre un lupo. 
Ha istinti predatori, non è un animale domestico.»

"NoahesattoNiente bagnoquindinoStupidi umani!"

Stiles sembra rifletterci un attimo.

«Scott mi ha assicurato che non mi avrebbe fatto nulla, e io mi fido di lui.» Risponde semplicemente, e il padre sembra più tranquillo.

"Ne sei sicuroragazzino?"

«Allora okay, forse ha solo bisogno di un po' d'amore.»

Stiles dischiude la bocca, mentre un ricordo gli torna nella mente, con violenza.

Stiles esce dalla Jeepinnervositoe Scott lo segueSono finiti nel mezzo di una stradacon la luna che illumina i ragazziLydia resta dentro la macchinainsieme a Malia
Stiles apre il cofano della macchinacon le mani impugnante in una chiave ingleseFortuna che si porta sempre dietro una cassetta degli attrezzi.

"Passami la torcia." Ordina a Scottil quale esegue scettico.

"Sei sicuro che riusciremo a ripartireInsommanon è molto sicuro stare qui di notteInoltre ci conviene ritornare a casae tornare domani mattina." 
Gli fa notare il migliore amicomentre la torcia passa dalle mani dell'Alpha a quello dell'umanoil quale la stringe con forzaIllumina il motore della Jeepcercando di capire cosa non vadaPossibile che non ci sia neanche un lampioneSembrano essere nel mezzo del nullafortuna le stelle e la luna.

"Siamo quasi arrivati in Messicoe non ho assolutamente intenzione di mollare tuttosolo perchè è notte!" Esclama il ragazzinopiù nervoso del solito
Scott fiuta pauranervosismo e preoccupazione.

"PerchèStilesCosa cambierebbe?"

Stiles stringe le labbraevitando lo sguardo del ragazzo.

"Ormai abbiamo fatto un sacco di stradaScottinoltre mio padre pensa che siamo in un campeggioricordi
Se tornassi stanotte cosa penserebbe?" Tentenna l'umanocercando di controllare inutilmente i battiti del cuoreScott capisce che sta mentendoche non sono quelle le vere ragioni.

"È per DerekStiles?"

Il ragazzino sobbalza leggermente.

"DerekCosa c'entra lui?" Emette una risatina nervosacome se non avesse la più pallida idea.

"Ci hai costretti a metterci in motoappena hai scoperto che Derek fosse scomparsoNon sappiamo neanche se l'ha rapito Katecome sostieni tustiamo vagando senza prove concrete." Risponde l'Alphae il ragazzino maneggia con la chiave inglesecercando di sembrare calmo e rilassatoQuando invece vorrebbe solo urlareDerek è scomparsoperchè sembrano tutti così tranquilli
Stiles sa che non è da Derek assentarsi così a lungo senza farsi vivo.

"Ho questa sensazioneScottche lui sia in pericolo." Confida Stilesnon riuscendo neanche a lui a capirne il motivoHa come questo magone nel cuoreche non lo lascia in pace neanche un attimoScott sembra leggermente sorpresoSono le Banshee che dovrebbero predire i pericolio megliole morti.

"Perché t'importa così tanto di Derek?" Osa chiedere il licantropo
Stiles osserva un attimo la sua ragazza e la rossa chiacchierare all'interno della macchinaNon sembrano interessate a quello che si stanno dicendo lui e ScottIl ragazzino a quel punto guarda il suo migliore amico negli occhi.

"Forse perchè non importa a nessuno." Sussurrariconoscendo quanto questo sia tremendamente vero.

Dereka parte il Branconon ha nessunoDopo la morte della famiglia non ha mai avuto nessunosolo gente che l'ha trattato costantemente malecome Jennifer e KateLoro lo hanno rovinatoe Stiles non glielo perdonerà maiInoltre a nessuno dei componenti del Branco sembra interessare profondamente di Dereknessuno ci è davvero affezionato
Insommase l'ex Alpha se ne andasse via da un momento all'altronessuno degli altri sentirebbe davvero la sua mancanzaInvece Stiles 
Lui è diverso.

"Amicoè DerekProbabilmente neanche vuole avere il nostro aiutosai com'è fattoNon credo neanche gli interessi quello che noi pensiamo davvero di lui." Esordisce Scottmentre il ragazzino rimane a guardarlo negli occhiAppoggia un attimo la chiave inglese.

"So che può sembrare sempre così freddo e distaccatoScott
So che spesso appare come un menefreghistacome se niente lo possa scalfireMa fidatiScottdietro tutta quella corazza c'è un cuore
Un enorme cuoreE solo con il passare del tempo me ne sono accorto
Quella corazza che ci ha costruito intorno è soltanto a causa delle personeScottEd è migliorato dalla prima volta che l'abbiamo incontratocazzo se è miglioratoPoteva essere uno dei cattiviScottma ha sempre scelto di essere un eroeDi sacrificarsi per gli altri!" Esclama Stilesprendendo poi fiato. "E non tornerò a casa fino a che non ci sarà Derek con noiHa solo bisogno di un pod'amoreScott." Concludeosservando come il migliore amico lo stia fissando in silenzio.

«Già.» Concorda Stiles, una volta ritornato alla realtà. Derek si é accorto fosse sovrappensiero, e vorrebbe proprio sapere a cosa stesse pensando. Noah allora se ne va, e Stiles cerca di convincere il lupo ad andare in bagno, di propria volontà.

"Lasciamiidiota!"

La creatura cerca di scappare dall'umano, nascondendosi dietro il divano.

«Sourwolf, ti devi lavare, in effetti puzzi un pò.» Nota il ragazzino, storcendo il naso.

"Ma tu puzziumano che non sei altro!" Ringhia Derek, mostrando le zanne.

«Non fare il cattivo, lupone, tanto prima o poi entrerai dentro quella vasca!»

"Mai!!!"

•••

«Bravissimo, Sourwolf.» Si complimenta Stiles, con in mano il tubo della vasca da bagno, indirizzato verso il lupo. Purtroppo Derek non è riuscito a dimporre la sua volontà, soprattutto quando Stiles si è messo ad accarezzarlo per convincerlo.

La parte umana di Derek è quasi azzerata, e il lupo si è fatto trascinare dalle carezze, arrendendosi subito al suo ragazzino, quasi fosse il suo padrone. Cosa mai successa fino ad ora. Il lupo in Derek solitamente è solitario, e non accetta affatto volentieri la compagnia di altri lupi, figuriamoci di altre persone.

"Se solo fosse per me ti avrei già azzannato."

Il pelo del lupo è completamente bagnato, quando improvvisamente Derek riesce a ribellarsi, schizzando acqua addosso al ragazzino. 
Stiles rimane qualche secondo a bocca aperta, osservando poi la sua maglia bagnata, insieme al suo volto e i capelli.

«Bastardo.» Mugola, mentre Derek se la ride sotto. Poi Stiles fa una cosa inaspettata, che lascia il lupo immobilizzato, con l'acqua che gli arriva alle cosce delle zampe posteriori. Si è appena tolto la maglia, rilassando tutti i muscoli, e la lancia da qualche parte in bagno.

«Lupone, mi stai fissando per caso? Ti piace la vista?» Scherza Stiles, mentre il lupo non ha la forza di replicare con un ringhio.

"Ohnon sai quanto."

E Derek può ammirare il fisico di Stiles, non coperto da una stupida maglia. Con la luce che filtra attraverso la finestra, e con i riflessi rossastri del tramonto. Stiles sembra un'alternarsi di luci e ombre. Non che Stiles sia chissà quanto sia muscoloso, ma ogni fibra del suo corpo sembra in sintonia con il resto, come un incastro perfetto di un puzzle. E il petto del ragazzino si abbassa e rialza impercettibilmente. Quel nasino all'insù, quegli occhi che sembrano tanto del colore del miele.

«Domani potrebbe essere l'ultimo giorno, lupone. Ormai sei guarito quasi del tutto.» Parla improvvisamente Stiles, distogliendo il lupo dai suoi pensieri poco casti. 
Derek realizza che è vero. 
E poi finalmente riuscirà a tornare nella sua forma umana. 
E tornare nel loft. 
Da solo...

«Sai, mi ricordi così tanto qualcuno.» Osserva poi il ragazzino, distogliendo lo sguardo dal lupo, quasi il ricordo di quel qualcuno gli facesse troppo male. Una morsa al petto. 

"Ohdavvero?"

«È scorbutico come te, sai. Ma c'è una grande differenza tra te e lui.» Continua Stiles, e l'ex Alpha sembra interessato.

"QualeStiles?"

«Tu sei qui con me, lui no.»

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


"Loving and fightingaccusingdenyingI can't imagine a world with you gone."

Derek sente di essere guarito quasi completamente del tutto, ma ha ancora un graffio poco profondo, che non gli permette comunque di trasformarsi in umano. Crede che entro oggi guarirà davvero, e pensa che deve dire a Stiles la verità. Su chi era in realtà quel lupo, che è stato in casa sua per una settimana. Che non è scappato da lui, che gli dispiace di non averlo salutato per bene, prima di andarsene con Braeden.

L'Alpha gira per l'ennesima volta per la stanza del ragazzino, quando nota una fotografia che non aveva mai visto prima. È una foto del Branco, ci sono proprio tutti. Doveva essere stata scattata nel periodo durante il quale Stiles stava diventato il Nogitsune. 
La foto si trova sopra ad una mensola, e Derek distoglie lo sguardo. Stiles versione Nogitsune gli riporta molti ricordi in mente.

Le sbarre della cella svettano imponenti verso il soffittoe Derek si sente come oppresso
È appoggiato con la schiena al muro della piccola stanzae percepisce la presenta di Argent dall'altra parteHanno scoperto da poco che Stiles è il Nogitsuneil quale ha fatto in modo che finissero in prigione
Alla fine è solo questione di tempoprima che qualcuno venga a liberarli.

Derek irrigidisce tutti i muscolicercando di scaricare la tensione di tutti gli ultimi giorni
Di quando non si trovava Stiles da nessuna partescomparso d'improvvisoRicorda come lo avesse cercato ovunquecercando il suo odore in ogni postocon sguardo speranzosoAveva iniziato le ricerche per conto suonon voleva coinvolgere nessun altrocome se fosse in qualche modo una faccenda solo tra lui e il ragazzino.

Aveva questa costante sensazione che Stiles fosse in pericoloche gli stesse per succedere qualcosa
Non sapeva spiegarselo,non credeva ci fosse una spiegazione razionale a tutto questoTutto quello che sapeva era che il ragazzino era in pericoloe dovevano trovarlo a tutti i costi
Doveva trovarlo.

Non riusciva neanche ad immaginarsi se all'umano gli fosse successo qualcosaLui faceva parte del Brancoe portava allegria a tutti
Senza di lui tutti sarebbero stati più spentipiù vuoticome se fosse venuto a mancare una parte fondamentale di ognunoDerek aveva cercato la presenza del ragazzino in ogni angolo del boscosenza riuscirsi a darsi treguasenza riuscire a trovare l'odore dell'umano da nessuna parte
Credeva di impazzire.

Aveva preso anche una maglia di Stiles dalla sua cameraquella da lacrossedove il suo odore era più impregnato che maie l'annusava ogni tanto
Come per memorizzarsi il suo profumononostante in realtà non ce ne fosse bisognoEra anche andato a trovare Peterdisperatosenza sapere ancora più dove cercareDerek era abituato a vedere Stiles quasi tutti i giorniper via degli allenamenti al lofte cominciava a sentire come la mancanza di quella infinita parlantinaIncredibilema vero.

"Nipotehai due occhiaie da paura." 
Lo aveva accolto lo ziofacendolo entrare nell'appartamento
Derek si era accasciato sul divanoSembrava che Derek non dormisse da giornie forse era proprio così.

"Non riesco a trovarlo da nessuna parte." Aveva ringhiatofrustatoinnervositoPeter l'aveva osservato attentamente.

"GuardatiDerekridotto così per un ragazzinoTi deve piacere proprio tanto." Aveva commentato semplicementementre il licantropo era sobbalzatoAveva alzato gli occhi sullo zio.

"Cosa stai dicendoCome mi può piacere un ragazzino logorroico e petulanteA malapena lo sopporto!" Aveva ribattutosentendo lui stesso la menzogna nelle sue parole
Peter aveva annuitoscettico.

"Di cosa sei spaventatoÈ Stilesnon Kate o Jennifer." Aveva continuato a parlare lo zioGli occhi di Derek si erano illuminati di rosso.

"Lo soma non mi piace Stiles!" Aveva controbattutoe sembrava davvero convinto di ciò che stava affermando
Per quanto Derek potesse negareKate e Jennifer erano sempre una sorta di magone nel suo cuoreche gli ricordavano di stare più che attento ad amarela prossima voltaSempre se ci fosse mai stata una prossima volta.

"Hai paura di non essere abbastanza per luiDerek?"

Derek a quel punto si era alzatoritrovandosi faccia a faccia con lo zio.

"Non potrei mai essere abbastanza per nessunoPeter." Soprattutto per Stilesavrebbe voluto aggiungerema non lo aveva fattoPeter aveva incrociato le braccia al petto.

"Vatti a prendere il ragazzinoprima che sia troppo tardi." Gli aveva consigliato allora Petere Derek gli aveva afferrato un braccio d'impulsoritrovandosi in poco tempo munito di artigli e denti affilaticon gli occhi che brillavano di un rosso intenso.

"Non mi piace quel ragazzino!" 
Aveva esclamatomentre lo zio alzava le sopracciglialiberando il braccio dagi artigli del nipoteSe non gli piacevaallora perchè si scaldava così tantoAddirittura da perdere il controllo?

Stiles era minorennee suo padre lo SceriffoDioDerek non poteva neanche pensare a certe cose
Non potevae non doveva
Inoltre lui non sopportava quell'umano...noMa possibile dopo tre anni fosse ancora così
O forse per Derek era facile nascondersi dietro un finto odioper scappare da qualcosa di più grande di luiDalla connessione che sentiva frequentemente esserci tra lui e Stiles?

E adesso sente il respiro sconsolato di Argent dall'altra parte del muroe il suo battito del cuore costante
Pensa a Stilese del demone che ha occupato il suo corpoDerek sa bene chese non riuscissero a cacciare via il demone dal suo corpodovrebbero eliminare il ragazzinoMa ci riuscirebbero davvero?

"Proveresti alcun rimorso nell'uccidere Stiles?" Osa chiedere Derekquasi in un sussurroSembra che le parole non volessero uscirgli dalla boccaArgent resta qualche secondo in silenzio.

"Nell'uccidere StilesNell'uccidere il Nogitsuneno." Borbotta
E se dovessero uccidere davvero StilesPorre fine alla sua vita
Non rivederlo mai più
Derek resta in silenzioquando Argent sente di dovergli porre una domanda.

"Derekse dovessi sparare a Stilesmi assicuri che non ti metteresti in mezzo?"

Il licantropo trasaliscee chiude gli occhialzando il volto al soffitto
Perché quella domandaE perchè lui non riesce proprio a rispondereEppure deve essere facilebasta dire "sio "no".  Perché Derek sa che si sacrificherebbe per il Brancoma sa anche che per Stiles è comunque un discorso diversoIn tre anni si sono salvati la vita diverse voltea vicendaSono maturati insiemee il loro rapporto con loro.

Derek non è lo stesso ragazzo pieno di rancore e rabbioso verso la vitadi una voltaHa scelto di essere dalla parte del beneed è cresciuto con quei ragazziSono il suo Brancola sua famigliaEppure non avrebbe dubbiprenderebbe un proiettile per Stiles
E ha come l'impressione che la cosa sarebbe ricambiata
Che sacrificarsi per qualcuno viene spesso sottovalutato
É come dire "la mia vita non è importante quanto la tua", oppure "se morissi tunon credo ce la fareisai". 
E forse è proprio così.

"Perchè questa domanda?" Cerca di evitare di rispondere Derek.

"Ho solo questa sensazione che non lasceresti morire quel ragazzino per nessun motivo al mondoanche se questo significhi morire al posto suo." Mormora Chrise Derek socchiude la boccaArgent non sta quasi mai con loroma se ha capito tutte queste cose in poche voltevuol dire che è così evidente?

"Giàé così."

Stiles esce da scuola, e decide di fare una chiamata, mentre torna a casa a piedi. Quella mattina non ha preso la Jeep, visto che ancora ha qualche problema con il motore. 
Ha ancora il suo numero, e lo compone velocemente. Aspetta che l'altra persona risponde.

«Pronto, chi è?» Chiede una voce femminile, dall'altro capo.

«Umh, ciao, sono Stiles.»

«Stiles?? Ma da quanto non ti sento??» Esclama, sempre la voce. 
Stiles percorre il marciapiede, con le macchine che gli sfrecciano accanto velocemente.

«Da tanto, Cora. Troppo.»

«Già! Come mai questa tua chiamata?»

Stiles prende un profondo respiro.

«So che Derek è da te, e vorrei parl...» Non fa in tempo a finire, che la ragazza lo interrompe subito.

«Stiles, mio fratello non è qui.» Stiles si ferma di botto, smettendo di camminare.

«C-come? Cosa vuol dire?!»

«Che non lo vedo di persona da quando è partito, Stiles.»

Stiles chiude la chiamata, capendo che Derek ha mentito. Avrà raccontato a Scott la storiella della sorella che ha bisogno di lui, quando Cora non ne sa proprio nulla di lui. Sente il mondo crollargli addosso.

•••

Stiles torna a casa, e sale in camera sua. Derek sta dormendo nella camera di suo padre, ma accorre a vedere cosa sta succedendo. Stiles, preso da un impeto di rabbia, calcia il comodino, facendolo rivoltare a terra. 
Poi afferra la scrivania, facendola cadere sul pavimento. Non riesce a controllarsi, non riesce a fermarsi. 
Perchè se n'è andato di nuovo? 
Senza dargli ancora una volta una spiegazione? 
Derek resta in silenzio, troppo sconvolto per fare solo un passo. 
Cosa gli é successo?

Stiles apre gli armadi, prendendo tutto ciò che c'é all'interno e buttandolo a terra. Dopo qualche minuto si ferma, con il fiatone. Se Derek prima vedeva avesse gli occhi nocciola stravolti e arrabbiati, adesso é tornato ad essere una maschera. Guarda indifferente il casino che ha creato, per poi uscire dalla stanza, come se niente fosse.

Messaggia Scott.

"Vieni qua appena puoi."

Per fortuna lui gli risponde subito.

"Appena stacco da lavoro.
Scott."

Stiles osserva poi il lupo, che sta ancora fissando la stanza, e quello che il ragazzino ha combinato.

"Cosa diavolo é successo, Stiles?"

E questa volta il ragazzino non si abbassa nemmeno ad accarezzarlo, voltandosi ed andandosene al bagno. Deve farsi una doccia, per calmarsi. Non sa prima cosa gli é preso, ma ha perso il controllo, ed è una cosa che non deve succedere assolutamente più.

•••

«Stiles, Scott è arrivato!» Lo avverte Noah, dalla cucina. Il ragazzino scende le scale, arrivando velocemente alla porta. Il suo migliore amico lo sta guardando preoccupato, probabilmente il padre deve avergli raccontato cos'ha fatto alla sua stanza. La stessa cosa che aveva fatto quando Derek se n'era andato con Braeden.

«Andiamo fuori.» Sussurra, portando l'Alpha nel giardinetto. Non vuole parlare con suo padre in casa. 
Devono essere solo lui e Scott, e in quel momento nessuno sembra essere nei dintorni. È buio, e tutti giustamente si ritrovano dentro casa. Un lampione illumina fiaccamente Scott, il quale ha già sospettato che Stiles abbia scoperto qualcosa su Derek.

Il lupo è saltato sul davanzale della finestra aperta della camera di Stiles, avendo così una buona visuale dei due. Sa che non dovrebbe ascoltare, ma vuole capire cosa non vada in Stiles.

«Se n'é andato di nuovo.» Parla Stiles, irrigidendo i muscoli, ed evitando lo sguardo del migliore amico. 
Dirlo ad alta voce fa più effetto.

«Derek? Ti sbagli, Stiles, lui...» Cerca di dire Scott, ma viene subito interrotto.

«Lui cosa, Scott? Non é da Cora! È una settimana che lo cerco e non risponde neanche ai miei messaggi! Nel loft non c'è nessuno, e così la sua macchina!» Grida Stiles, facendo trapelare rabbia dal suo tono.

«Ci sarà sicuramente una spiegazione, Sti...» Cerca di farlo ragione Scott, non potendogli ancora dire che il lupo è Derek. Soprattutto perchè non è ancora guarito del tutto, e perchè é una cosa che spetta a Derek fare. 
Stiles stringe le labbra.

«La vuoi la spiegazione, Scott? La vuoi?» Il suo tono é amaro, e il suo sguardo non promette nulla di buono. Scott non l'ha mai visto così incazzato, con quello sguardo che sembra voler incenerire chiunque. 
L'Alpha rimane in silenzio.

«É Derek Hale!» Allarga le braccia il ragazzino, come se fosse una spiegazione più che sufficiente. 
Scott si limita a sentire dove l'umano voglia arrivare con quelle parole.

«É arrogante, egoista! A lui non interessa un cazzo degli altri, Scott! 
C'é solo lui, e il suo egoismo del cazzo! Fa quello che gli pare, senza preoccuparsi degli altri, perché lui é così!» Urla, prendendo un attimo il fiato. Il lupo abbassa il muso, cercando di ignorare una fitta al petto.

Ma Stiles non sembra aver finito. 
Fa due passi avanti e indietro, come a cercare le parole giuste.

«Nessuno lo ama, Scott! 
A nessuno è mai importanto di lui! 
E ci credo! Ha ucciso il suo primo amore, e ha attirato solo psicopatiche! Chi amerebbe mai Derek Hale? Chi?» Grida, per poi rendersi conto di aver esagerato, e il suo volto torna impassibile. Come se non avesse appena gridato, come se non avesse perso nuovamente il controllo sulle sue emozioni. La corteccia intorno al cuore torna più forte di prima.

Il lupo intanto è saltato dal davanzale, non volendo sentire più nulla dei discorsi dei due, andandosene via, senza farsi vedere.
Via da tutto e tutti, nel bosco.

«Tu, Stiles.» Risponde Scott, dopo qualche secondo. Sa che quando si è arrabbiati si dicano tante cose che in realtà non si pensano. Il ragazzino volta la testa da un'altra parte.

«Tu lo ami.» Prosegue l'Alpha. L'umano lo guarda, e per un attimo i suoi occhi sembrano così sofferenti. 
Ma è solo questione di un attimo.

«L'amavo, Scott. E lui mi ha lasciato. 
E ho promesso che avrei saputo controllare perfettamente le mie emozioni! Che nessuno mi avrebbe piú ferito! Eppure, appena ho saputo che Derek non era da Cora, ho faticato a respirare.» Le ultime parole vengono sussurrate con una forza incredibile.

«Non puoi sempre disinnamorarti delle persone, Stiles.» Gli fa notare Scott.

Stiles lo fissa negli occhi, e l'Alpha trasalisce. I suoi occhi sanno così tanto di vuoto, e non riesce a percepire nessuna emozione provenire dal suo migliore amico.

«Puoi provarci.»

Scott fa per replicare, quando Stiles sente di dover aggiungere qualcos altro.

«E in questo momento, dentro di me sento solo il vuoto. Nient'altro.»


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Sinceramente non so se continuare ad aggiornare qua, visto che nessuno recensisce.

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


"You left in peaceleft me in pieces."

Scott e Stiles si guardano qualche secondo senza parlare, quando Scott sente come di essere arrabbiato.

«Non ti permetto di parlare così di Derek, solo perchè sei incazzato!" Esclama l'Alpha, sorprendendo notevolmente il ragazzino. 
Non credeva che Scott, o chiunque altro, avrebbe mai preso le difese di Derek. Stiles inarca un sopracciglio.

«Che intendi, Scott?»

L'Alpha gli si avvicina, sentendo di dover difendere il licantropo. 
Derek è pur sempre colui che gli ha insegnato a controllare i propri poteri, e che l'ha salvato diverse volte. È stato come una guida per lui, soprattutto in un momento in cui non sapeva proprio cosa fare. Quante volte Scott, al pensiero di essere diventato un lupo mannaro, sentiva mancargli il respiro. Ma Derek c'era sempre stato, e l'aveva aiutato ogni volta, nonostante fosse solo un ragazzino. Insomma, senza il licantropo sarebbe stato spacciato.

«Derek fa parte del Branco esattamente quanto te, Stiles! 
E non dire che è egoista, quando sai benissimo tu stesso che non è affatto vero! Dio, Stiles, ci ha sempre dato una mano, rischiando anche di morire! 
Ha addirittura sacrificato il suo potere da Alpha per salvare la sorella! 
Quindi no, non voglio sentirmi che Derek Hale è egoista e che non pensa agli altri, perchè sai bene che non è così. All'inizio forse, ma dopo non più. E una volta tu non smettevi di ripetere quanto fosse una persona meravigliosa! Buona!» Grida Scott, mentre gli occhi gli brillano vagamente di rosso. Stiles indietreggia leggermente, senza però spezzare il contatto visivo con l'Alpha. 
Chiude le mani a pugno.

«Se n'è andato, Scott! Ci ha lasciati soli, a tutti noi! Abbiamo dovuto affrontare tutto da soli, Dio!» Ribatte il ragazzino, come se fosse una ragione più che valida. Scott scuote la testa, come se Stiles non potesse proprio capire certe cose.

«Ha sette anni più di noi, Stiles! Ha il diritto di farsi una vita, come noi faremo la stessa cosa dopo il college! Merita di allontanarsi dai casini, merita di cercare la felicità, e, se non qui, altrove!» 
Scott sa bene di avere ragione, perché lui sta ragionando con il cervello, mentre l'amico con il cuore, nonostante sembra proprio che al momento non ce l'abbia. Purtroppo, per alcune cose, i sentimenti non possono e non vogliono andarsene, mai. Stiles infatti abbassa il volto.

«È questo il problema, Scott, non capisci? Doveva trovare in me la felicità...» Le parole gli escono in un sussurro, e sembra siamo state tirate fuori a forza.

L'Alpha lo scruta attentamente.

«Posso capire che forse Derek poteva andarsene salutandoti per bene, e non senza una parola. Questo lo posso capire, Stiles. Ma tu non gli hai mai detto a parole i tuoi sentimenti, Stiles!Cosa pretendevi?» Replica il licantropo. Stiles stringe le labbra, voltando lo sguardo da un'altra parte.
Scott sa che i licantropi possono sentire i battiti degli altri e percepire le emozioni, ma quest'ultime cose non sono sempre affidabili. E non ci si può sempre basare solo su quello, magari poi andando a credere cose che non sono vere.

«Sai qual è la mia citazione preferita di 'Cime Tempestose', Scott?» Chiede improvvisamente l'umano, prendendo impreparato l'Alpha. Scott sa bene che quello è il suo libro preferito, ma non capisce proprio cosa c'entri adesso.
Crede che Stiles se lo sia portato anche in accademia militare, forse per rileggerlo l'ennesima volta.

«'Io non gli espressi mai il mio amore a parolema se gli sguardi hanno un linguaggioil più grande idiota avrebbe capito che avevo perso la testa.'»

Scott si limita a rimanere in silenzio, senza sapere davvero cosa dire.

•••

Il lupo sfreccia veloce nel bosco, senza una meta, evitando alberi e arbusti. Ormai le ferite sono guarite, ma non ha ancora intenzione di fermarsi, di tornare umano.

"È arroganteegoista!"

Continua a correre, più veloce che può, tenendosi questa volta lontano dalla strada. Cerca di non pensare alle parole del ragazzino, ma non ci riesce. Gli rimbombano nella testa, e sente continue fitte al petto. Intravede un cervo, poco lontano, e non ha neanche le forze per impegnarsi a cacciarlo. Vuole solo correre e correre, senza fermarsi mai.

"C'è solo luie il suo egoismo del cazzo!"

Derek sa di avere un carattere di merda, lo sa bene. Gliel'hanno fatto notare in molti, ma sa anche che dipende da tutto quello che ha vissuto. Non ha scelto di diventare così, ma ce l'hanno fatto diventare.
Eppure aveva sentito così tanta rabbia nel tono del ragazzino, e non riesce proprio a capacitarsene. Possibile che il non averlo salutato per bene lo abbia fatto così arrabbiare? Non è possibile. Ci deve essere dell'altro, sicuramente dell'altro. A tal punto da farsi odiare dal ragazzino. Che Stiles non odiava mai nessuno, o almeno il vecchio Stiles. 
E quello nuovo non gli piace affatto, no.

"Nessuno lo amaa nessuno è mai importato di lui!"

Quanta verità in quelle parole. 
Nessuno gli hai mai voluto davvero bene, e Derek lo sa bene. Le persone che l'hanno amato sono morte. 
Tutti intorno a lui si fanno del male.
Ma perchè dette dal ragazzino quelle parole gli fanno così male? Si sente così inutile, un peso per tutti, un qualcosa di indesiderato.

Derek  a quel punto si ferma, con il fiatone, accasciandosi con il corpo accanto ad un albero. Abbassa il muso.

"Ha ucciso il suo primo amoreed ha attirato solo psicopatiche!"

Paige...Oh, Paige. É vero, attira solo persone che poi lo feriscono in qualche modo, giusto Braeden si salva. Perchè è lui che ha ferito lei, dicendole che non era la sua soulmate e doveva lasciarla. Il lupo ulula forte, talmente forte che la chioma dell'albero accanto vacilla, nonostante non ci sia un filo di vento. E continua ad ululare, un grido di dolore e solitudine. Derek è sempre stato solo, ma perchè adesso sembra terribilmente pesargli la realtà?

"Chi amerebbe mai Derek HaleChi?"

Derek si ritrova nella sua forma umana, completamente nudo, con il petto che si alza e abbassa a ritmo. Si porta le mani al volto, sedendosi con la schiena contro l'albero. Già, chi l'amerebbe mai? Almeno Stiles ha detto la verità, la pura e sola verità. Derek sa di avere la peggior vita di sempre, e sa che spesso si ritrova a chiedere se qualcuno lassù non ce l'abbia con lui. Ma adesso sa anche che qualcuno in questo mondo l'ama davvero.

La sua soulmate lo ama.

E deve vivere, almeno per lei. 
Lo sta aspettando da qualche parte a Beacon, e quando la troverà sarà il giorno più bello della sua vita. 
Derek si sentirà finalmente davvero amato, proverà quella bellissima sensazione di cui tutti parlano. 
E da quel momento la sua vita avrà un senso. Non vede l'ora di essere felice anche lui, come tutti gli altri. In fondo crede di meritarselo. È arrivato finalmente il suo momento, di cercare la sua soulmate, che il lupo in lui ha scelto, e non se la farà mai scappare. 
Il problema è trovarla. E dicono che l'amore fra due soulmates è il più forte che esiste.

Quindi sì, Stiles, qualcuno mi amerà, mi dispiace deluderti.

Così Derek si ritrova a correre per il bosco, alla ricerca dei suoi vestiti, che devono essere ancora lì da qualche parte. Per fortuna riesce a trovarli poco dopo, riconoscendo il suo odore, per poi vestirsi. Afferra anche il suo cellulare, da terra, accendendolo. 
E per la prima volta legge tutti i messaggi di Stiles, che il ragazzino gli aveva inviato quando era costretto a restare nella forma da lupo. 
L'ultimo è:

"Te ne sei andato di nuovoDerekSenza dire una parola?
Stiles."

Derek osserva che il ragazzino è attualmente online, ed è davvero tentato dal rispondergli, ma sicuramente aprirebbe solo una discussione. Stiles l'ha ferito diverse volte, con quelle parole, e al momento non se la sente di parlargli. Proprio no.

«Scusa Stiles, ma sono troppo egoista per rispondere.» Ringhia.

•••

Il ragazzino è sdraiato sul letto, con il telefono in mano. Sta scorrendo la home di whatsapp, annoiato, quando nota una cosa diversa dal solito, sulla chat di Derek.

La apre immediatamente, sobbalzando. Il licantropo ha appena visualizzato tutti i suoi messaggi, ed era online pochi secondi fa. Questo significa che l'ha ignorato di proposito, come se non meritasse neanche una risposta. Eppure la cosa non lo sorprende poi così tanto.

«Stupido ex Alpha.» Borbotta il ragazzino, mentre suo padre lo chiama dalla cucina. È pronta la cena. 
Così Stiles scende di sotto, trovando una calda pizza ad aspettarlo. Suo padre se la cava in cucina, e almeno una volta a settimana gli prepara la pizza. Stiles gli si siede davanti, afferrandone un pezzo con le mani, in silenzio.

«Dov'è il lupo?» Chiede il padre, notandone l'assenza. Di solito il lupo si siede sul divano, durante i pasti, fissandoli in un modo che Noah trova piuttosto inquietante. Stiles scrolla le spalle, come se la cosa non lo turbasse.

«Se n'è andato. Probabilmente era guarito.» Risponde, con tono indifferente. Quando era tornato in casa, dopo aver discusso con Scott, aveva subito notato l'assenza dell'animale. Era rimasto male nel constatare che se n'era andato via, nonostante un po' se l'aspettasse. Eppure adesso è come se non gli interessasse nulla. L'unica cosa che sente è la fame, nient'altro. 
Stiles alza gli occhi sul padre, come cercando di mettere alla luce l'affetto che prova nei suoi confronti, ma...proprio non ci riesce. Come se non avesse niente, dentro. Niente.

«Mi dispiace, alla fine mi ci ero abituato anch'io alla sua presenza!»!Esclama il padre, con tono triste. 
Stiles si limita ad annuire.

«È giusto così.»

«Già.»

Il resto della cena trascorre nel silenzio più totale, con lo Sceriffo che cerca invano di far parlare il figlio. 
Vorrebbe proprio capire dov'è nascosto il suo vero figlio, dannazione.
Quello che lo avrebbe sfiancato dalle chiacchiere, quello che avrebbe fatto cadere almeno tutta la mozzarella della pizza addosso a sè. Invece lo Stiles davanti a lui mangia in silenzio, stando come attento a non sporcare niente. Dio, gli sembra di avere davanti un estraneo, e la cosa gli stringe il cuore. Non riesce a vederlo con questa consapevolezza.

Così, con una scusa, lo Sceriffo sale di sopra, chiudendosi nel suo ufficio, e Stiles resta inevitabilmente da solo. Finisce di mangiare, come se niente fosse, per poi spegnere le luci. 
Sale di sopra anche lui, dirigendosi in camera sua, quando intravede un'ombra nera nella sua camera.

Purtroppo appena accende la luce la figura è sparita dalla finestra, e resta un attimo a chiedersi chi diavolo fosse. Anche se ha delle idee. Poi Stiles nota sul suo letto una strana bustina, e l'afferra subito, subito dopo aver chiuso con attenzione la finestra.

La bustina è bianca, senza scritto nulla fuori, ma è sicuro che prima non ci fosse. Deve averla lasciata la figura di prima. La apre, titubando, e ne tira fuori un...coltellino. È lo stesso che aveva lui, quello che aveva lasciato a casa di Derek. L'ex Alpha non glielo voleva ridare. L'unica differenza è che è stato pulito, lucidato. Stiles osserva la lama, che luccica nella penombra della stanza. Questo cosa vuol dire? 
C'era Derek prima, in camera sua?

Poi tira fuori un foglio dalla bustina. 
È un semplice biglietto d'auguri, di quelli che compri al negozio. 
La scritta davanti dice "Tanti auguri...ogni anno più giovane!" 
E c'è il disegno di un bambino con il cuccio. Stiles scuote la testa, sorridendo involontariamente. 
Poi apre il biglietto, leggendo invece una scritta a penna, che riconosce essere la scrittura di Derek.

"Non importa quante volte ancora litigheremoquante volte ce l'avrai con meo quanti anni ancora passerannoPer me sarai comunque e sempre un ragazzinosappilo.

Derek."

La data, scritta poi alla fine, è quella del giorno del suo compleanno.
Quindi forse Derek non ha avuto modo davvero di fargli gli auguri, probabilmente aveva già preparato tutto ciò ma non ha avuto modo di darglielo. E Stiles si ritrova ad increspare le labbra in un sorriso, senza neanche rendersene conto. Come non si rende conto di due occhi blu fuori dalla finestra, che stanno osservando nel buio la sua reazione.

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


"Don't say we're not meant to be."

Derek si sveglia, alzandosi dal letto, ed indossando un paio di boxer qualsiasi. Si ferma qualche secondo ad osservare la donna nel suo letto. 
Sta ancora dormendo, con le coperte sul corpo nudo, e dei lunghi capelli mori. Derek è da una settimana che è tornato umano, e da allora ha frequentato diversi posti pubblici, come i pub, alla ricerca della sua soulmate.

Ha fretta di trovarla, ha fretta di amarla.

Purtroppo questa è giá la quinta donna con la quale non avviene il knotting. 
È vero che le ha scelte solo belle, molto belle, ma sicuramente ne deve essere attratto, per potersene poi innamorare davvero. 
Derek sa bene che cinque donne, in tutta Beacon Hills, sono poche, ma sa anche che non può continuare così. 
Ci metterá una vita, e non ha tutta questa pazienza, o tutta questa voglia di portarsi a letto ogni notte una donna diversa. Deve andare a trovare di nuovo Deaton, poco ma sicuro. 
Lui sa qualcosa, lui sa sempre tutto, e lo deve aiutare assolutamente.

Derek si rimette anche una maglia blu, mentre la donna si sveglia d'un tratto. Guarda Derek, con i suoi occhi azzurri.

«Buongiorno.» Mormora, sorridendogli. Derek volta lo sguardo, non volendo però essere troppo stronzo. 
La luce filtra attraverso le vetrate del loft, e l'ex Alpha va a prepararsi un caffè.

«Tra mezz'ora devo uscire.» Parla lui, facendogli capire che se ne deve andare appena può, che non ha tempo da perdere con lei. La ragazza sembra delusa, e si alza anche lei.

«Ti lascio il numero? Così poi mi richiami...» Cerca di convincerlo lei, continuando a sorridegli.
Scusa, ma non è del tuo sorriso che mi devo innamorare, pensa dentro di sè Derek.

«No, davvero, non posso.» Borbotta lui, dandole le spalle. Così la ragazza, capendo che per lui fosse stata solo una storiella da una notte e via, se ne va. E Derek rimane da solo, sospirando pesantemente.

•••

«Mi devi aiutare a trovare la mia soulmate.» Afferma Derek, incrociando le braccia al petto, mentre Deaton lo fa accomodare nella clinica. Si trovano in una stanzetta bianca, con un lettino accanto ad una parete.

L'uomo lo guarda inespressivo.

«Sai che c'è solo un modo per saperlo, Derek.» Replica semplicemente lui.

«Non posso portarmi a letto ogni essere vivente!» Esclama allora Derek, cominciando già a perdere la pazienza. Dio, Deaton è un druido, possibile non abbia alcuna soluzione?

«Forse posso aiutarti.» Riflette l'uomo, assumendo poi un'espressione pensierosa. Derek osserva ogni suo minuscolo movimento.

«Ti ascolto.»

«Tu sei stato male per la lontananza dalla tua soulmate, Derek, e questo già lo sai.» Inizia a parlare il druido. 
L'ex Alpha annuisce.

«Tremendamente male.» Conferma, rabbrividendo al ricordo. Non credeva l'amore potesse fare così male.

«Anche la tua soulmate ha sofferto come te. Se è umana meno, ma se é una creatura sovrannaturale al tuo stesso modo.» Continua l'uomo, mentre il licantropo ascolta con attenzione.

«È vero, me ne stavo dimenticando. Quindi questo diminuirebbe molto i miei campi di ricerca.» Riflette Derek a sua volta. Deaton annuisce sommessamente.

«Ti basta scoprire chi era malato in quei mesi, abbastanza, per esempio, da dover andare in ospedale o prendere medicine forti.» Conclude il discorso il druido, facendo per voltarsi.

«Deaton, se tu sai chi è la mia soulmate, come mai non me lo dici?» Ringhia Derek, non riuscendo a capire quell'uomo. Gli risparmierebbe mesi di ricerche, Dio, gli potrebbe rendere la vita più facile. Il druido si gira nuovamente verso di lui, sorpreso.

«Come fai a sapere che lo so davvero?» Replica.

«Te lo leggo negli occhi.» Risponde Derek, avendo notato lo sguardo dell'uomo. Come se sapesse tutto.

«Te l'ho già detto, Derek. Non ne sono sicurissimo, e dovresti sicuramente poi vedere se con questa persona accada il knotting. E l'amore tra due soulmates è la cosa più spontanea e bella che ci sia, non può essere forzata. Soprattutto perchè non so come potresti reagire, se ti dicessi i miei sospetti.» Spiega il druido, tutto d'un fiato, per poi lasciare Derek solo nella stanzetta. L'ex Alpha guarda un punto indefinito, sospirando.

•••

Il giorno Derek riceve uno strano messaggio, che lo mette all'allerta.

"Deaton dice che il pericolo è sempre più vicino a Bescon HillsRiunione subito al boscosolito posto.
Scott."

Il licantropo corruccia lo sguardo, cominciando a preoccuparsi. 
Era anche per questo che se n'era andato. Per un po' di pace, visto che sembra che a Beacon Hills non ce ne sia mai neanche un pochino. Il 'solito posto' è una piccola radura al limite del bosco, o almeno avvenivano lì le riunioni due anni fa. Derek esce immediatamente di casa, correndo più veloce che può, senza pensare ad altro che all'ipotetico pericolo.

Il posto è lontano da casa sua, quindi ci impiega qualche minuto a raggiungerlo, trovando già tutti riuniti in piedi, a mò di cerchio. La rossa alza gli occhi sul licantropo, salutandolo con una mano, e la coyote la imita. Stiles è in mezzo alle due, e volta la testa da un'altra parte al suo arrivo. Quasi non lo potesse vedere. Scott fa un cenno a Derek, il quale si sistema accanto a lui, osservando come le facce di tutti sembrino così preoccupate.

«Sono venuto appena possibile. 
Cosa mi sono perso?» Chiede Derek, cercando di ignorare il modo in cui ora il ragazzino lo sta trafiggendo con lo sguardo. Liam sta per rispondergli, quando Stiles lo precede, con tono amaro.

«Allora sei ancora qui? Pensavo te ne fossi scappato di nuovo.» Lo provoca, alzando gli occhi al cielo. 
Cala il silenzio nel Branco, e c'è una tensione facilmente palpabile. 
Derek vorrebbe urlargli che era lui quel maledetto lupo, che gli era sempre accanto, e che adesso sa bene anche come il ragazzino arricci spesso il nasino quando non capisce qualcosa, o come gli si aggrappava tutto durante la notte, come se avesse bisogno di stringere qualcosa. Oppure del modo in cui mastica, che è così violento e allo stesso tempo dolce.

Ma poi si ricorda tutte le cose che Stiles ha detto su di lui a Scott.

«Sì, sono qui, come puoi vedere.» Ringhia, frustrato. Stiles regge il suo sguardo, facendosi leggermente avanti.

«Beh, forse era meglio se restavi dov'eri!» Esclama, con tono che sprizza odio e rabbia da tutti i pori. Nessuno fiata, tutti sono concentrati sui due. Scott non sa se intervenire o no, stanco di dover sempre mettersi in mezzo tra i due.

In pochi secondi Stiles si ritrova con la schiena contro l'albero più vicino, e si sente un leggero rumore all'impatto. Derek lo tiene saldamente per la maglia, premendolo contro il fusto dell'abete, senza staccargli gli occhi di dosso. I loro sguardi creano strani legami, e la tensione tra i due riempe le narici di tutti i licantropi presenti.

«Ascolta, ragazzino, non m'interessa se hai un periodo di merda, fino a che non la smetti di darmi contro per ogni cosa!» Ringhia l'ex Alpha, trasportato anche lui dalla rabbia e dalla stanchezza di tutti quei litigi. 
Crede di aver dimostrato più volte che lui tiene a Stiles, che alla fine ci si é, a suo mal grado, affezionato, ma non ne può davvero più.

I licantropi d'un tratto non riescono più a sentire la rabbia provenire dal ragazzino, e osservano come Stiles torna ad essere impassibile. 
I suoi occhi sembrano trapassare Derek, e le sue labbra sono strette.

«Scusatemi.» Borbotta, per poi scappare via da Derek, e dai suoi magnetici occhi verdi, e inoltrarsi nel bosco. Tutti rimangono in silenzio qualche secondo, e l'ex Alpha rimane interdetto, per poi tirare un lungo sospiro. Perchè tra loro due deve essere così? Una volta discutevano spesso, sì, ma non certo con cattiveria. Non con tutta quella rabbia.

Scott era solito a definirli, più volte a voce alta, 'discussioni di una vecchia coppietta di sposini.'

Scott sembra però stranamente soddisfatto.

«Bene, adesso possiamo parlare seriamente.» Afferma, con tutti gli altri che annuiscono. Derek corruccia lo sguardo.

«Che diavolo vuol dire?» Domanda, non capendo come mai a nessuno sembri interessare che Stiles è appena scappato via.

«Speravamo in questa reazione, speravamo che Stiles se ne andasse.» Fa spalluce l'Alpha, mentre il sopracciglio di Derek è sempre più alto.

«Non potevamo non invitarlo qua, si sarebbe incazzato.» Spiega la Banshee, sistemandosi i capelli rossi dietro le orecchie. Un venticello leggero scuote le chiome degli alberi.

«Non sto capendo perchè non lo volete.» Fa Derek, più che confuso.

«Ecco, adesso vi spiego meglio. Prima ho parlato con Deaton.» Comincia a parlare Scott, guardando in faccia ognuno. Sembra preoccupato, molto preoccupato. Derek ascolta in silenzio.

«Mi ha detto che il pericolo si fa sempre più vicino, riesce come a percepirlo, e mi ha saputo dire anche che riguarda una persona del Branco...» Continua il discorso, e l'ex Alpha sembra aver già capito tutto.
Ecco perchè non lo volevano lì.

«Stiles?» Chiede, in un sussurro, come sperasse non sia davvero così. Purtroppo lo sguardo di Scott tende a dargli ragione.

«Esatto.» Prende un profondo respiro. «Ha detto che in qualche modo riguarda lui, e ho pensato che forse lo vuole uccidere qualcuno, o qualcosa di simile. Anche se non ho idea del perché.»

La coyote muove il piede a terra nervosamente.

«Quindi Stiles è in pericolo?» Osa chiedere, come se non ci volesse credere.

«Sì, e lui non deve saperlo al momento.  Dobbiamo cercare di proteggerlo, di stargli dietro, senza che capisca tutto. Altrimenti, per com'è ora, non accetterebbe mai il nostro aiuto.» Continua a spiegare l'Alpha, e i ragazzi concordano con un cenno. 
O meglio, tutti tranne Derek. 
Lui si è bloccato a quando Scott ha affermato che il pericolo riguardasse Stiles, e non riesce ad aprire bocca. Vuol dire che Stiles potrebbe anche morire? Che qualcuno lo cerca? 
E perchè?

«Io non posso stargli dietro così tanto, devo studiare quest'anno, altrimenti rischio la bocciatura.» Parla la coyote, la quale ha giá iniziato a prendere una serie di F, da quando la scuola è iniziata.

«Io devo lavorare spesso da Deaton, non posso lasciare il lavoro. Mi servono i soldi.» Aggiunge Scott, davvero sconfortato. Lydia sta per dire qualcosa a sua volta, quando la voce di Derek sorprende tutti:

«Ci penso io.» Afferma, stupendosi poi lui stesso delle sue parole. 
Gli è venuto come naturale dirle, come se fosse tremendamente naturale voler proteggere quel ragazzino. 
Come se fosse nato solo per quello.

«Ne sei sicuro, Derek?» Domanda Scott, contento che abbiano già trovato una soluzione.

«Sì.» Sospira l'ex Alpha, irrigidendo tutti i muscoli.

«Allora qui abbiamo finito, dobbiamo solo sperare di scoprire da dove viene questo pericolo, il prima possibile.» Esordisce la rossa, e a poco a poco tutti si allontano, tranne Scott e Derek. L'ex Alpha sta cercando di capire come conciliare la ricerca della sua soulmate con la protezione di Stiles, ma sa bene che la vita del ragazzino è al momento più importante.

Scott gli si avvicina, calpestando delle foglie secche, con un rumore sordo.

«Derek, sai dei rischi a cui potresti andare incontro?» Chiede, incerto, preoccupandosi comunque per l'ex Alpha. Derek abbassa un secondo lo sguardo.

«Intendi se davvero qualche creatura tentasse di ucciderlo?»

Scott annuisce.

«Faró di tutto perchè ciò non accada.» Mormora Derek, intendendo proprio tutto. Anche morire, se necessario.

«Derek, non è che la sua vita è più importante della tua, non è che devi per forza...» Replica Scott, con le mano in tasca.

«Ho detto che lo proteggeró, Scott. 
E così sará.» Chiude il discorso l'ex Alpha, con un tono che non ammette obiezioni.

«Ti è sempre importanto di Stiles, o sbaglio?» La domanda di Scott, uscita all'improvviso, è detta con un tono che sembra non accettare 'no'. Derek gli volta le spalle, abbassando il volto.

«Fa parte del Branco, Scott. Siete la mia famiglia.» Amette, e l'Alpha sorride alle sue parole, felice che il licantropo la pensi così. Anche se non si abbandona la propria famiglia così all'improvviso, giusto?

«Ma è diverso, Derek. E lo sai anche tu. Tieni a Stiles come non tieni a nessun altro di noi.»

L'ex Alpha volta la testa da un'altra parte, per poi cominciare a correre nel bosco. E scappa anche lui, da una verità che non è pronto a sentire. 
Da sentimenti che non è pronto ad affrontare. E Scott l'osserva andarsene, sapendo che il silenzio del licantropo è giá una risposta.

•••

Derek arriva in poco tempo di fronte ad una villetta, e si nasconde nell'oscurità. I suoi occhi brillano qualche secondo di blu. Tutte le luci della casa sembrano essere spente, ad eccezione di una. Derek percorre la casa da un lato, per poi adocchiare una finestra, che dá su una parte di tetto.

L'ex Alpha fa un grande salto in quella direzione, ritrovandocisi davanti. 
La finestra é chiusa, e questo lo sorprende parecchio. Una volta era sempre aperta, e se lo ricorda bene. Spesso gli capitava di svegliarsi, la notte, e andava a fare due passi per schiarirsi i pensieri, o per prendere un po' d'aria. E, senza sapere bene il perchè, si ritrovava sempre qua nei dintorni, e notava come la finestra di quella stanza restasse sempre socchiusa, come in un silenzioso invito.

Osserva una figura all'interno della stanza, muoversi. Stiles sta spostando le coperte del letto, per poi stendercisi sotto. Dai suoi movimenti sembra davvero stanco, e Derek l'osserva chiudere gli occhi, stringendosi alle coperte come se fossero una persona. Come se avesse bisogno della presenza di qualcuno.

Così Derek si trasforma in un lupo, appollaiandosi lì sul tetto, abbastanza distante per non farsi vedere dall'umano. E, insieme al ragazzino, si addormenta anche lui.

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


"Because you spend all your timeyou put you energies into them and you fall in love with themAnd then what happensthey just get taken away from you and it breaks your heart!"

«Tracy, ti devo dare ancora spiegazioni per quello che è successo a casa mia.» Va a parlare Stiles alla cheerleder, la quale è in piedi accanto al suo armadietto. I suoi occhi azzurri fissano il ragazzino.

«Diciamo che ho avuto una reazione esagerata, ma sai com'è, non mi capita tutti giorni di vedere un lupo.» Replica lei, con dei libri in mano. Ha i capelli mori raccolti in una coda ordinata.

«Il mio migliore amico lavora in una clinica per animali, ed ho trovato questo lupo mezzo morto in strada, solo che lui non poteva tenerlo.» Spiega brevemente Stiles, salutando con un cenno Malia e Lydia, le quali gli passano accanto in quel momento. Sembrano trafiggere con lo sguardo la mora. Tracy a quel punto accenna un sorriso.

«Che dolce che sei, Stiles! Hai fatto bene, quel lupo senza di te sarebbe morto!» Esclama, con gli occhi che le brillano. Già, proprio dolce, pensa Stiles. E alla fine il lupo se n'è andato da solo, non che il ragazzino si aspettasse un saluto o qualcosa del genere in realtà. Diciamo che il lupo non sarebbe il primo che se ne va dalla sua vita senza salutare.

Solo che la mancanza dell'animale la sente vagamente, soprattutto la notte, quando vorrebbe solo abbracciare quella palla di pelo.

«Già.»

La mora si attorciglia una ciocca di capelli al dito.

«Allora, ci risentiamo?»

Stiles alza le spalle, completamente indifferente alla cosa.

«Come vuoi.»

E poi lascia la ragazza, andandosene a lezione di letteratura, dove Scott lo sta già aspettando. Gli si siede accanto, ricevendo occhiate da diverse ragazze. L'Alpha ha già i libri sul banco, e ascolta con attenzione il professore. Scott è migliorato molto come voti, ha notato Stiles.

Lui, fra tutti, gli sembra la persona che sente essergli più vicino. 
Un anno non è bastato a dividerli, anche se probabilmente Scott deve notare continuamente il suo cambiamento. Quindi, almeno per Stiles, Scott è sempre il suo migliore amico. Sì, non gli aveva creduto per Donovan, ma tutti possono commettere un errore, e l'Alpha aveva cercato di farsi perdonare in tutti i modi. 
Si ricorda perfettamente quel periodo...

Stiles rientra in casatrovandola per fortuna vuotaSuo padre deve essere al lavorocome al solito
I vestiti bagnati gocciolano a terrae il ragazzino si passa una mano tra i capelli bagnatiIl suo corpo tremae ha la bocca dischiusacome se fosse stravoltoSi toglie subito le scarpetrascinandosi di soprain bagno.

Fuori piove ancorae Stiles aveva lasciato la Jeep a casadovendo quindi tornare a piediSi porta una mano sul voltocercando di cancellare allo stesso tempo sia le lacrime che la pioggiaSi appoggia con le braccia al lavandinoosservandosi allo specchioSembra distruttocome se gli avessero tolto l'animaE forse non è poi così diversovisto che il suo migliore amico gli ha appena detto di non fidarsi delle sue paroleStiles ha ucciso quel ragazzino per sbagliodannazionee Scott ha inteso maleScott ha inteso l'avesse fatto per proteggere suo padree non ha voluto ascoltare la verità.

Il suo migliore amicosuo fratello.

Perchè sembra che tutti ultimamente debbano fargli del maleE Stiles gli aveva gridato che non tutti sono veri Alphama alcuni sono umani.
E gli umani sbagliano.

Si toglie i vestiti bagnatientrando nella docciaLascia scorrere l'acqua fredda sul corpoappoggiandosi con la schiena alla pareteSi porta le mani al voltoe le lacrime vanno a mischiarsi con l'acquascendendo rapidamente lungo la sue guanciePerchè deve sempre continuare a soffrire?

"Derekdove sei?" Sussurracon tono spezzatovolendo solo il licantropo con luiCon il suo volto burbero e i suoi ringhi.

"Perchè non sei qui?" Questa domanda non lo lascia mai in pacesoprattutto la nottecon gli incubi che fa sempreSe solo Derek fosse rimastoadesso magari non starebbero tutti nella merda così tanto.

E lui gli avrebbe creduto che l'avrebbe fatto.

Stiles ritorna alla realtà, quando il professore lo riprende, avendo notato non fosse attento. Quando la campanella suona si riversa con Scott nei corridoi, ricordandosi di dovergli chiedere una cosa. Camminano uno fianco all'altro, diretti verso la prossima lezione.

«Ho bisogno di un favore, Scott.» Parla Stiles, guardandolo di sottecchi. L'amico sembra curioso.

«Dimmi pure.»

«Ho bisogno di allenarmi, e intendo spesso. Voi vi allenate solo una volta a settimana tutti insieme, e a me non basta. Questo mese, senza fare nulla, si è fatto sentire, sai, ero abituato ad attività fisica pesante ogni singolo giorno.» Spiega, mentre Scott corruccia lo sguardo.

«E perchè non la palestra?»
Il ragazzino sospira.

«Perchè costa, e inoltre, stando qui a Beacon, è molto più utile allenarsi con voi licantropi.»

Scott si ferma un attimo, in mezzo al corridoio. Diversi studenti passano frettolosi accanto ai due.

«Amico, sai che lavoro da Deaton, ho tempo a mala pena per allenarmi con gli altri.» Sospira l'Alpha, dispiaciuto di non poterlo aiutare. Stiles stringe la labbra in una striscia sottile.

«Non trovi proprio tempo?» Ritenta. Scott scuote fermamente la testa.

«No, Stiles, devi chiedere a qualcun altro.» Afferma, tornando poi a camminare. Il ragazzino lo segue.

«E a chi?» Chiede, ingenuamente.

«Derek.» Risponde l'Alpha, come se fosse la cosa più ovvia. 
Stiles abbassa un secondo il capo.

«Non posso, e lo sai bene.« Scott, a queste parole, si ferma l'ennesima volta, fissando il ragazzino negli occhi.

«Stammi a sentire, Stiles. Mi sono stancato delle vostre continue litigate! Soprattutto se tu gli dai contro, senza neanche spiegargli il motivo! Fate entrambi parte del Branco, ma se continuate così, dovrò prendere seri provvedimenti. Se dici che non t'interessa più nulla di lui, perchè continui ad arrabbiarti? È una storia chiusa, Stiles! Smettila di fare il bambino e cresci!» Fortuna che tutti gli studenti sono ormai a lezione, mentre loro due sono gli unici rimasti in giro per l'edificio, altrimenti tutti avrebbero sentito le parole di Scott. 
Stiles volta il capo da un'altra parte.

«Ti auguro di venire abbandonato dalla persona che ami, Scott, almeno forse potresti sentire almeno la metà di tutto quello che ho provato! Te lo auguro, davvero!» Grida di rimando il ragazzino, con quegli occhi così impassibili.

«Hai detto tu stesso che è non provi più nulla per lui, Stiles! Allora vai da lui e scusati, spiegandogli tutto! Cerca almeno di averci un rapporto civile, diamine!» Ribatte il licantropo. 
L'umano sospira.

«Non posso dirgli tutto, Scott. Non che l'amavo, non quanto ci sono stato male. Non voglio avere la sua pena, non deve sapere tutte queste cose. Solo... non ci riuscirei a mettermi così a nudo, a riportare tutto questo a galla.» Se è tutto finito, almeno ogni cosa restasse al suo posto.

Deve solo controllare meglio la sua rabbia, che sembra venire fuori ogni volta che vuole, e cercare di tornare con Derek al rapporto di una volta, o qualcosa del genere. Alla fine che ci può fare se Derek non ricambiava i suoi sentimenti? No, non può essere arrabbiato con lui per questo. 
Per non averlo amato. 
Non puoi costringere qualcuno ad amare, purtroppo. Quindi avrebbe dovuto usare un'altra scusa per il suo comportamento di merda, che, purchè vera, non si sarebbe collegato ciò all'amore che provava per l'ex Alpha.

•••

Derek è seduto sul divano, a leggere un giornale, quando sente bussare. 
Era così attento nella lettura che non aveva percepito l'arrivo di nessuno. Apre la porta, sobbalzando. Il ragazzino è proprio davanti a lui, che lo guarda con quell'espressione indecifrabile. Derek si dirige subito verso il tavolo, innervosito, dandogli le spalle.

«Cosa diavolo ci fai qui, Stiles? Non ho la minima voglia di incazzarmi.» Ringhia, incrociando le braccia al petto, e illuminando qualche secondo gli occhi di blu. Il ragazzino osserva i muscoli della schiena del ragazzo, i quali sono più che evidenti attraverso la maglia verde. Sono tutti irrigiditi.

«Sono venuto per chiederti un favore.» Ammette, facendo qualche passo in avanti.

«Che tipo di favore?»

«Allenamenti privati. Voglio mantenermi in forma, e non mi posso permettere la palestra. Inoltre Scott non ha tempo.» Spiega brevemente, e a quel punto il licantropo si gira verso di lui, non aspettandosi affatto una richiesta simile.

«E perchè dovrei aiutarti?» Ha tutto il diritto di domandare Derek, facendo riferimento al comportamento dell'umano negli ultimi tempi. 
Stiles abbassa lo sguardo, e Derek non riesce a percepire alcuna emozione in lui. Ancora si deve spiegare come sia possibile una cosa del genere.

«Dobbiamo finirla, Derek. Per il Branco, per...noi.» Sospira pesantemente il ragazzino. Derek gli si avvicina, con sguardo curioso. Sa che si riferisce alle loro continue discussioni.

«Perchè ti sei comportato così con me, Stiles?» Chiede il licantropo, con uno sguardo quasi deluso, come se stesse ripensando a tutte le parole del ragazzino.

«Ero arrabbiato, Derek, non ho mai pensato davvero tutto ciò che ho detto.» Confida all'ex Alpha, il quale se lo immaginava. Stiles non è mai stato così crudele, nonostante quello davanti a lui non sembri affatto il ragazzino che conosceva.

«Lo so che potevo salutarti, Stiles, prima di andarmene, ma non credo sia solo per questo che tu sei così arrabbiato con me. O sbaglio?» Parla il licantropo, ritrovandosi a un metro dall'umano. Stiles si specchia negli occhi verdi dell'ex Alpha. D'un tratto Derek annusa una leggera tristezza mischiata a rabbia nella stanza, che deve venire per forza dal ragazzino.

«Mi hai fatto andare via da te, Derek.» Sussurra, mentre sente di avere gli occhi lucidi. Da quant'è che non piange? Da troppo tempo, sicuramente prima di entrare in accademia militare. Derek lo guarda senza capire, ma resta in silenzio, volendo vedere dove l'umano vuole arrivare con le sue parole. Stiles stringe le mani a pugno, e gli esce una lacrima amara.

«Stavi morendo, Derek, e mi hai fatto andare via!» Esclama, mentre scende una seconda lacrima, e non può far niente per fermarle.

Derek dischiude la bocca, stupito da quella reazione, tornando anche lui con i ricordi indietro. A quando stava morendo, in Messico, e si ricorda di aver convinto Stiles ad andarsene via da lui, nonostante il ragazzino all'inizio non ne sembrava affatto intenzionato. 
Doveva salvare Scott.

«Ehi, Stiles, va tutto bene. Dovevi salvare Scott, era la cosa giusta da fare.» Cerca in qualche modo di confortarlo Derek, avvicinandosi ancora di più all'umano. Ora diverse lacrime rigano il volto del ragazzino.

«Non me lo sono mai perdonato, Derek! Stavi morendo...non dovevo ascoltarti! Sarebbe potuta essere l'ultima volta che ti avrei visto, io...» Poi Stiles si ferma un attimo, accorgendosi di star andando troppo oltre. «Non dovevi mandarmi via, Derek, e io non d-dovevo darti retta... perchè mi hai mandato via?» Continua, con tono sul triste e l'arrabbiato, asciugandosi invano le lacrime con un braccio. 
Sembra così sconvolto, così dannatamente troste.

Derek azzera lo spazio che li separa, stringendo a sè il ragazzino. 
È stata una mossa avventata, e impulsiva, ma in quel momento ha davvero riconosciuto Stiles. 
Ha rivisto esattamente il ragazzino di due anni fa. Era davvero lui.

E cazzo, Derek si è accorto di quanto gli fosse davvero mancato.

Di quanto gli faccia male vederlo così triste, soprattutto se c'entra lui. 
Il licantropo non ha mai sopportato gli abbracci, ma al momento gli sembra tutto così dannatamente giusto. 
Il ragazzino si lascia stringere a quel corpo scolpito, restando un attimo senza parole. Per qualche secondo rimane irrigidito, non essendo più abituato a quei gesti affettuosi, ad essere trattato come una vera e propria persona, ma alla fine si lascia andare, allargando le braccia intorno al corpo del licantropo.

Posa la testa sulla sua spalla, stringendo forte gli occhi, per impedire ad altre lacrime di scendere. 
Forse era così che si dovevano riunire, fin dall'inizio, dopo essere stati separati per ben due anni. Non sembrano tanti due anni, ma quando ci sono di mezzo anche sentimenti nascosti e mille parole mai dette, diventano un abisso. E non sempre è facile risalirne.

Stiles non si ricordava quanto ti potessi sentire così protetto in un abbraccio.
E l'abbraccio di Derek è proprio uno di quelli.

Derek s'inebria del profumo del ragazzino, rendendosi conto che è la prima volta che abbraccia una persona di sua volontà. Di solito sono gli altri ad abbracciare lui, tipo sua sorella.
E questo da quando la sua famiglia è morta. Dopo qualche minuto l'abbraccio si scioglie, e Stiles si asciuga del tutto le lacrime, ritornando ad essere senza sentimenti come prima.

«Dov'è finito il Derek che mi avrebbe ringhiato addosso e buttato contro l'ennesima parete?» Scherza leggermente l'umano, e Derek accenna un sorriso, abbassando lo sguardo.

«Non sono più lo stesso ragazzo di due anni fa, Stiles. Mettila così, ogni anno ho meno rabbia dentro di me, e cerco di smetterla di pensare al passato.» Sospira, mentre l'umano annuisce. Già, con il tempo si cresce, si matura. E Derek già due anni fa non era più quello che avevano conosciuto all'inizio nel bosco.

«Quindi, parlando degli allenamenti... posso ricambiare il favore, ovviamente. Dimmi tu come.» Cambia argomento l'umano, mentre il licantropo fa per dire che non ce n'è bisogno, quando ci ripensa. Si guarda intorno, osservando come la cucina sia un po' in disordine, e che la casa non sia proprio pulitissima. È da solo al loft, e non ha mai avuto tempo di guardare in giro per una donna delle pulizie. Inoltre, tra allenamenti personali e corse nel bosco, non ha tempo di occuparsi della casa. Soprattutto ora che deve anche pensare a guardare le spalle al ragazzino. E avrebbe anche un modo per averlo più intorno, per tenerlo meglio d'occhio...

«Dovrai pulire il loft, almeno due volte a settimana.» Fa un sorrisetto strafottente il licantropo, e Stiles fa spallucce.

«Ah, mai stai scherzando!» Esclama qualche secondo dopo, sollevato, quando poi s'accorge che in realtà non stava affatto scherzando. «Okay, accetto.» Sospira, per poi andarsene via da dov'è venuto, mormorando un 'bastardo'.

«Ti ho sentito.» Gli fa notare Derek, mentre Stiles ha la grazia di fargli un bel dito di medio, prima di scomparire dal loft.

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


"We loved with a love that was more than love."

Stiles si alza dal letto, stiracchiandosi, e prendendo il telefono in mano. 
Sono quasi le otto. 
Trova anche un messaggio:

"Torni per cenaSalutami Melissa.

Papà."

Stiles risponde velocemente di sì, per poi venire affiancato da un'altra persona, che rimane alle sue spalle.

«Andiamo con la tua Jeep?» Gli chiede una ragazza, vestendosi di fretta, visto che devono entrambi andare a lezioni. Stiles aveva detto a Noah che sarebbe andato a dormire da Scott, perchè gli scocciava parecchio di confidargli che sarebbe rimasto a dormire da una ragazza. Sopratutto perchè dopo lo Sceriffo avrebbe cominciato a fare domande su domande, presupponendo subito fosse la sua fidanzata. 
Invece non è così, è solo sesso, e Tracy lo sa perfettamente. Stiles si rimette la maglia e i boxer, annuendo.

«Sì, l'ho parcheggiata qua fuori.»

Tracy lo aveva chiamato il giorno prima, per chiedergli se potevano finire la lezione di letteratura che avevano incominciato l'ultima volta, anche se il ragazzino sapeva benissimo non avrebbero aperto alcun libro. 
Infatti era venuto direttamente senza niente. E infatti avevano concluso quello che stavano per fare prima che il lupo li interrompesse. Per fortuna i genitori di Tracy sarebbero stati via qualche giorno per lavoro, così nessuno aveva potuto disturbarli.

I due fanno colazione alla svelta, di sotto, per poi entrare nella Jeep di Stiles. Il ragazzino resta in silenzio durante tutto il viaggio, mentre la cheerleder prende a truccarsi guardandosi allo specchietto della macchina, imprecando ad ogni curva. Appena scendono dall'automobile, tutti gli studenti nel piazzale del college si girano verso di loro, curiosi. 
La gente comincia immediatamente a spettegolare, e le ragazze sembrano guardare invidiose la cheerleder, come se volessero essere tremendamente al suo posto.

«Ci risentiamo, Sti?» Gli chiede la ragazza, prima di andarsene via dalle sue amiche, sistemandosi i capelli mori dietro le orecchie. Il ragazzino annuisce distrattamente.

«Come vuoi.»

•••

Derek si alza sulla trave del soffitto, e ripete lo stesso movimento per almeno un'ora, quando comincia a percepire la fatica. È tutto sudato, ma deve tenersi impegnato in qualche modo.

La sera prima era andato a sorvegliare Stiles, come ultimamente aveva sempre fatto, per poi teoricamente dormire lì sul tetto sotto forma di lupo. E, quando non l'ha trovato nel suo letto, si è preoccupato. 
Molto preoccupato.

Aveva pensato subito gli fosse successo qualcosa, e il suo battito era aumentato a sproposito. 
Non aveva mai avuto tutta quella paura, visto che Stiles ogni sera era puntualmente in camera sua, con fare annoiato e stanco. Non voleva ammetterlo, ma nella sua forma da lupo si era avvicinato sempre di più all'umano. Lo aveva seguiro ovunque in casa, osservato studiare, dormire, mangiare... Per una settimana era stato come l'ombra del ragazzino.

E il non vederlo lo aveva terrorizzato, tanto che si era subito messo a cercarlo. Aveva percepito il suo odore, e lo aveva seguito ciecamente, fino a ritrovarsi davanti ad una villetta, non troppo lontano. Non l'aveva mai vista prima d'ora, ma la macchina dell'umano era parcheggiata là fuori. Derek allora, sotto forma di lupo, aveva spiato l'interno della casa attraverso la finestra del salone, nascondendosi nell'oscurità della notte. E lì aveva visto la ragazza che era venuta a casa di Stiles l'ultima volta. Avvinghiata all'umano, in reggiseno.

Il lupo in lui aveva scalciato per entrare là dentro e fare qualcosa, qualsiasi cosa, ma la parte umana l'aveva fermato in tempo. Derek allora se n'era andato, correndo via, cercando di cacciare via il fastidio che sentiva. 
Non l'aveva attribuito a niente, o meglio, aveva paura di pensare a cosa volesse davvero significare. Quindi ignorava il tutto allenandosi, in attesa che arrivasse poi l'umano. Oggi si sarebbero allenati, come d'accordo, ma Stiles prima aveva gli allenamenti di lacrosse. A quanto pare, quest'anno, è titolare.

«Il tuo odore mi pervade le narici, nipote.»!Parla una voce, alle sue spalle. Derek scende dalla trave, girandosi alle sue spalle. Peter è davanti a lui, in una maglia verde a V.

«Come sei entrato?!»!Esclama Derek, piuttosto confuso. 
Peter sorride sornione.

«Ho fatto fare una copia delle tue chiavi, caro nipote.»

L'ex Alpha ringhia leggermente.

«E quando pensavi di dirmelo?»

Lo zio scrolla le spalle.

«Ora?«

L'ex Alpha a quel punto si rimette la maglia, pensando che potrà fare la doccia dopo, quando Peter se ne sarà andato dal loft.

«Perchè sei venuto qui?»!Chiede direttamente, osservando come lo zio annusi l'aria.

«Oh, mi stavo annoiando, quindi ho pensato di farti visita.» Si giustifica l'Alpha, e il nipote alza gli occhi al cielo. È tipico di suo zio, non dovrebbe esserne troppo sorpreso, alla fine.

«Puzzi di...mh, rabbia? Gelosia?» Aggiunge Peter, alzando un sopracciglio. Derek incrocia le braccia al petto.

«Percepisci male, allora.» Replica, voltando la testa da un'altra parte. 
Ma lo zio sembra non demordere.

«Fammi indovinare, c'entra Stiles?» Chiede Peter, con tono sul malizioso, e Derek comincia ad innervosirsi. I suoi occhi si illuminano qualche secondo di blu.

«Perchè dovrebbe c'entrare il ragazzino?» Replica, cercando invano di mantenere un tono calmo e rilassato. Peter ha questo potere speciale di farlo innervosire con poco.

«Lui c'entra sempre, o sbaglio?»

L'ex Alpha poggia le mani sul tavolo, irrigidendo tutti i muscoli. 
Non ha una risposta, in realtà.

•••

Stiles finisce di farsi la doccia, e nota che sono rimasti solo lui e Scott in spogliatoio. Tutti gli altri se ne sono già andati. L'allenamento è stato piuttosto faticoso, e il ragazzino non osa pensare a quanto lo stancherà Derek. Tornerà a casa mezzo morto, ma almeno soddisfatto.

«Quindi, questa notte eri da Tracy?» Chiede l'Alpha, vestendosi con degli abiti puliti. Stiles chiude la doccia, gocciolando a terra, e afferrando un asciugamano. Se lo lega in vita.

«Sì.» Conferma. Scott sembra pensare un attimo a qualcosa.

«Quindi, con Derek?» Domanda poi.

Stiles sospira pesantemente.

«Dopo vado da lui per allenarmi, penso abbiamo chiarito. O meglio, messo fine alle nostre discussioni pesanti. 
Non che sia facile per me, insomma, devo continuamente pensare al fatto che non è colpa sua se non ricambiava i miei sentimenti, e che quindi non posso arrabbiarmi. Ma credo di farcela, basta solo che non mi affezioni nuovamente.» Spiega il ragazzino. L'Alpha lo guarda, asciugandosi con il phone i capelli.

«Perchè, quando hai smesso di esserci affezionato?»

La domanda fa sobbalzare l'umano, il quale si blocca. Si sente spiazzato. Guarda il migliore amico negli occhi, rispondendo alla sua domanda con un'altra.

«Scott, che emozioni mie riesci a percepire esattamente adesso?»

L'Alpha resta in silenzio qualche secondo, chiedendosi dove voglia Stiles andare a parare.

«Nessuna.»

Stiles allora accenna un sorriso triste.

«Esatto, niente di niente.»

•••

Il ragazzino bussa al portone del loft, aspettando che il licantropo gli venga ad aprire.

«Sei in ritardo.» Gli fa notare Derek, appena spalanca la porta, sentendo il profumo di bagnoschiuma del ragazzino. Stiles guarda l'orologio, inarcando le sopracciglia.

«Esattamente di tre minuti.»
Gli fa notare, entrando dentro l'appartamento. Posa il borsone di lacrosse accanto ai divani. Derek si prepara un caffè, mentre lascia l'umano sistemarsi, ed a rilassarsi un attimo.

«Hai dormito bene?» Cambia argomento l'ex Alpha, senza guardarlo in volto, versandosi il caffè in una tazza. Il suo tono sembra indifferente. Stiles sussulta, chiedendosi come mai quella domanda.

«Umh, sì.» Risponde, titubando.

«Ne sono contento.» Replica semplicemente Derek, guardandolo negli occhi. Verde nel nocciola, una combinazione perfetta. Stiles si sente come oppresso da quello sguardo, e aspetta che il licantropo finisca di bere.

Poi Derek si toglie improvvisamente la maglia, facendo rimanere il ragazzino qualche secondo imbambolato. 
Non credeva che Derek si sarebbe spogliato, in realtà, anche perché così è più difficile per lui concentrarsi, diamine. È pur sempre poco più di un adolescente, e i suoi ormoni sono come impazziti. I pettorali di Derek si abbassano ed alzano a ritmo, e le spalle sono più che larghe e muscolose. Stiles non crede di aver mai visto un corpo così perfetto e armonioso, neanche in accademia militare. Cosa ci farebbe con quel corpo da Dio Greco. Derek osserva come Stiles sembra godersi la vista, e sghignazza.

«Okay, allora iniziamo.» Fa Stiles, tornato alla realtà, togliendosi a sua volta la maglia azzurra. Perchè non stare al gioco? Derek analizza ogni centimetro della pelle dell'umano, con tutti quei nei e quell'accenno evidente di addominali...okay, forse gli piacciono anche gli uomini. Forse. Non ci aveva mai pensato, in realtà. Ma quella pelle delicata del ragazzino lo confonde.

«Allora?» Aggiunge l'umano, visto che entrambi sono immobili, l'uno a due metri dall'altro.

«Inizia tu, fammi vedere di cosa sei capace.» Lo provoca Derek, e il ragazzino lo prende in parola, correndo verso di lui. Gli sgancia un pugno, che Derek evita abilmente, senza neanche trasformarsi, e prova a colpirlo diverse volte. Ad un certo punto Stiles sta per colpirlo sulla sua sinistra, girando però all'ultimo alla sua destra, prendendolo alla sprovvista. Derek allora casca a terra, sorpreso dall'abilità e furbizia dell'umano, il quale è già sopra di lui. Gli assesta un pugno sulla mascella, ma Derek si rialza immediatamente. 
I suoi occhi s'illuminano un attimo di blu, e questo sembra come destabilizzare l'umano, che resta in silenzio un secondo, come ammaliato da quello sguardo, Poi Stiles torna alla carica, facendo impegnare Derek nel schivare i suoi pugni, e nel frattempo approfittandone per farlo scivolare a terra. Derek ringhia, ricevendo un calcio sul fianco.

«Qualcuno sembra in difficoltà.» Ridacchia Stiles, essendosi però accorto che il licantropo non punta sull'attacco, ma solo sulla difesa. 
A quel punto l'ex Alpha torna in piedi, allontanandosi di più di tre metri dal ragazzino.

«Mio turno, Stiles.» Fa un sorrisetto mentre pronuncia quelle parole, con voce roca, per poi avvicinarglisi lentamente, facendo dei movimenti tremendamente sexy con la testa. 
Gli occhi di Derek diventano blu, e guarda dritto verso l'umano, aprendo la bocca ed emettendo un forte ruggito. Stiles si sente come eccitato da quel ruggito, e aspetta il licantropo quasi con ansia. Derek gli va incontro, sganciando un pugno sul suo petto, che Stiles evita abilmente. Non che Derek si stia impegnando sul serio, non gli farebbe mai del male.

L'allenamento continua con diversi colpi evitati, altri presi da entrambi, e Stiles che sembra tenere testa all'ex Alpha, con mosse molto furbe e astute. Dopo un'oretta entrambi hanno il fiatone, e si fermano, stendendosi sul divano, uno davanti all'altro.

«Devo ammettere che te la cavi.» Parla Derek, mentre Stiles accenna un sorriso.

«Detto da te, è un super complimento.» Lo prende in giro, tornando con il respiro piano piano normale.

«Se lo dici tu, Stiles.»

L'umano sembra poi voler dire qualcosa, anche se all'inizio tentenna.

«Perchè te ne sei andato dalla festa, Derek? Non sapevo fossi tu, davvero, mi dispiace...» Inizia a parlare l'umano, riferendosi ad Halloween, ma il licantropo lo interrompe subito.

«Non sono scappato da te, Stiles. Forse all'inizio sì, ma davvero, non sei tu il problema. Dovevo...andare in un posto.» Fa il vago, senza volergli ancora dire che era lui quel lupo. Stiles corruccia lo sguardo. Entrambi sembrano non voler parlate di come quella sera avessero ballato così appiccicati, e delle parole di Stiles.

«Fai il misterioso, eh?»

Derek accenna un sorriso.

«Prima o poi ti dirò dove sono andato, lo prometto.» Afferma l'ex Alpha. 
Stiles abbassa lo sguardo.

«Credevo te ne fossi andato via da Beacon.» Sussurra, e per un attimo a Derek gli sembra lo Stiles di sempre. Lo Stiles di una volta.

«No, Stiles, non credo me ne andrò a breve.» Sospira, ricordandosi che prima deve trovare la sua soulmate
Il ragazzino annuisce, e si alza dal divano, rimettendosi la maglia.

«Allora io...vado.» Annuncia l'umano, e Derek si alza a sua volta.

«Va bene, Stiles. Ci risentiamo per la prossima volta.» Lo saluta l'ex Alpha, mentre l'umano increspa le labbra in un piccolo sorriso, per poi sparire dalla sua vista. E Derek rimane in mezzo al salone del loft, impregnato dell'odore di quel ragazzino.

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


"All I know is that I didn't care at allThen all of a suddenI cared too much."

«Mi passi i cereali?» Chiede Tracy, mezza addormentata, sbadigliando sonoramente.

È passata una settimana da quando Stiles ha cominciato ad uscire con lei, ed è forse l'unica persona che ha che si avvicina più ad un'amica, almeno per il momento. Sì, forse sono più 'friends with benefits', ma poco cambia. Anche se ultimamente Stiles è un pò più stanco del solito, tra gli allenamenti di lacrosse e gli allenamenti con Derek.

Con il college hanno una partita già la settimana dopo.

Lui e Derek sono allenati un'altra volta insieme, e il licantropo l'ha davvero sfiancato, tanto che appena tornato casa si era dovuto subito stendere sul letto. Stiles allunga la mano verso la scatola dei Kellogs, e la passa alla ragazza, la quale è in mutande con una semplice maglia sopra. Stiles invece si è già vestito, pronto per andare al college, una semplice maglia rossa e dei jeans.

«Abbiamo ancora mezz'ora.» Le fa notare il ragazzino, prendendosela quindi molto comoda. La ragazza si lega i capelli in una disordinata coda, ma che comunque la fa apparire bella.

«Parlami di te, Stiles.» Accenna un sorriso, curiosa. Lei ha sempre notato come quel ragazzino apparisse costantemente così distaccato e freddo nei confronti di qualsiasi cosa, e vuole capire se il suo carattere è dovuto ad un'esperienza del suo passato oppure. Stiles trasalisce.

«Cosa vuoi sapere, esattamente?» Domanda, alzandosi da tavola, avendo finito di fare colazione. La ragazza lo imita, incrociando le braccia al petto.

«Andiamo, Stiles, ti sarai mai innamorato, no?» La domanda fa rabbrividire il ragazzino, il quale gira di scatto la testa nervosamente.

Stiles è rimasto da solo nel loftcon Derek da qualche parte di sopra
Il licantropo ha detto che gli avrebbe datocome al solitoqualche ricerca da faresolo che doveva prima cercare dei libri di sopraLibri sui lupi mannariche gli sarebbero stati utiliStiles si guarda intornosbattendo il piede a terra ritmicamentee aspettando con ansia l'AlphaDerek scende poco dopocon un librone enorme in mano.

"Eccolodevi cercarmi ogni possibile informazione sulle ferite mortali per i licantropi Alpha." Esordiscepassando il libro a Stiles con poca grazia
Il ragazzino lo affera con faticarischiando quasi di farlo cadereguardando poi l'Apha con gli occhi spalancati.

"Sei matto?? Saranno mille pagineHai idea di quante siano mille pagineCi metterei mesi per cercare tuttonon sono il tuo schiavetto personalesaiGli schiavi sono stati abolitibello miogià da tempoper tua sfortunaInoltre potrebbe essere sfruttamento minoriledal momento che io sono ancora minorenneE..." Inizia a straparlare l'umanoma viene subito interrotto dal licantropo.

"Zittohai tutto il tempo che ti serve." Replica Derekincrociando le braccia al petto muscolosoStiles avrà anche una cotta per quel licantropo musonema di sicuro non si fa trattare così.

"E se non facessi nulla?" Lo provocaconscio di poter ancora esercitare il suo libero arbitrio
Derek ringhia leggermente.

"Non mi mettere alla provaStilinski." Lo minaccia Derekma l'umano non sembra demordereFa un sorrisettopiegando la testa leggermente da un lato.

"Altrimenti cosaDerek?" La domanda gli esce come in sussurroe quel sorrisetto strafottente manda in confusione l'Alphail quale s'innervosisce di non riuscire a far paura a quel ragazzino petulante
Stiles si ritrova in poco tempo con la schiena contro il muroe con il licantropo che lo tiene per la magliaL'umano però non ha paurae il suo cuore accelera dalla troppa vicinanza dell'altroEntrambi si ritrovano in breve tempo con lo sguardo l'uno sulle labbra dell'altroe la tensione presente nel loft rischia di mandare in tilt il lupo in Derek.

"Credi sono così buonoragazzino?" Derek parla a basso tonocon voce rocafacendo venire i brividi d'eccitazione all'umano
Nessuno dei due si allontana dall'altroE nessuno dei due sembra voler togliere lo sguardo sulle rispettive labbracome se fossero una sorta di calamite.

"AndiamoDerekSo che hai un cuoreti sarai mai innamoratono?" Continua a provocarlo Stilese a quel punto Derek si stacca improvvisamentevoltandosi di spallee avvicinandosi al tavolo della cucina.

"Vai a casaStiles." Mormora subito dopo Derekchiudendo gli occhicon un dolore che gli stringe il pettoL'umanosenza volerloha toccato un tasto più che dolenteIl ricordo di Paige è tornato più forte che maiinsieme a quello di KateStiles rimane un attimo perplesso.

"Io...scusa." Dice semplicementeper poi scapparsene via.

Derek ancora non era stato con Jennifer, e Peter e Cora non avevano raccontato a Stiles la storia di Paige. Stiles non sapeva quindi tutto il dolore che aveva dentro Derek, e a cosa fosse dovuto il suo carattere così burbero. E da lì aveva cominciato a provare sentimenti ancora più forti per il licantropo, volendo solo abbracciarlo e assicurargli che da quel momento tutto sarebbe andato per il meglio.

Che poteva fidarsi di lui.

Stiles si ridesta dai suoi pensieri, e dal suo ricordo sbucato fuori all'improvviso, evitando lo sguardo di Tracy. 
La ragazza sta aspettando una sua risposta.

«Sì.» Risponde finalmente, sospirando. Tracy continua a fissarlo.

«Com'è essere innamorati? Io non lo sono mai stata.» Ammette.

Stiles abbassa il volto, poggiando le mani sul divano, e irrigidendo tutti i muscoli.

«Una volta avevo frequenti attacchi di panico, e spesso finivo in...ospedale. 
Per calmarmi bisognava darmi dei medicinali, altrimenti diventava un serio problema...nessuno era mai riuscito a bloccarmene uno, molti ci hanno provato invano per esempio parlandomi o scuotendomi più volte...» Parla il ragazzino, con un grande sforzo. Può raccontare senza problemi, no? Non deve per forza coinvolgere i sentimenti, no? Tracy l'ascolta in silenzio, senza capire però dove voglia arrivare il ragazzino con questo.

«...Poi arrivò lui...» Continua il discorso, e la ragazza non si sorprende nel sapere che Stiles sta parlando di un maschio. Tutti a scuola sanno che il ragazzino è bisessuale, essendo spesso oggetto di discussioni.
Giá, poi arrivò Derek. 
Con la sua espressione perennemente imbronciata. Con il suo 'è proprietà privata'.

«...Questione di tempo, e cominciai a capire come fermare i miei attacchi di panico... mi bastava pensare a lui, a noi due insieme, e mi tranquillizzavo immediatamente...era come l'antidoto. Tutto ciò di cui avevo bisogno...»
Conclude il discorso Stiles, sentendo una fitta al petto. La ragazza si stupisce di come quel ragazzo possa aver influenzato così tanto la vita di Stiles, arrivando addirittura ad essere una sua sorta di ancora. Quella a cui ti affidi nei momenti peggiori. E nonostante Stiles fosse umano, Derek era proprio questo per lui. Un'ancora. E quando se n'è andato tutto sembrava andare a rotoli, e lui era così lontano...

«Poi? Che è successo?» Osa chiedere la cheerleder. Stiles chiude le mani a pugno, dandole sempre le spalle.

«Hai mai voluto una cosa così tanto, Tracy?» Chiede il ragazzino, con tono atono. La ragazza fa per pensarci.

«Beh, ho voluto così tanto la macchina, quando ero più piccola.» Risponde, sicura che sia la risposta giusta. 
Stiles scuote la testa, come divertito. Forse è proprio vero che con la faccenda di Scott licantropo e tutti i pericoli, lui è maturato e cresciuto prima di molti adolescenti.
A quel punto Stiles si gira verso la ragazza, avvicinandosi a lei lentamente.

«Oh, no. Tracy, hai mai voluto qualcosa così tanto? Tanto che a volte a pensarci smettevi come di respirare? Tanto da pensare che potrebbe sparire tutto, sai, ma non quella cosa
Che faresti di tutto per averla, sai, perchè è come essenziale alla tua sopravvivenza. Che rinunceresti a tutto il resto. Pensi a come sarebbe la cosa migliore della tua vita, e come a fartela scappare rovineresti tutto.» Il ragazzino si ferma un attimo, con gli occhi quasi lucidi, e prende un respiro profondo, come se stesse faticando. Poi abbassa il tono, riducendolo ad un mormorio, e uno sguardo così ferito e triste. Allarga leggermente le braccia. «Ci hai mai pensato, Tracy? A come il tuo unico scopo in questa vita fosse l'avere quella cosa? Il tuo unico scopo, il tuo unico motivo per svegliarti ogni fottuto giorno. Lo sai, Tracy, cosa si prova?»
È ormai a pochi centimetri dalla ragazza, la quale deglutisce.

«No, Stiles, no.»

Il ragazzino si aspettava quella risposta, e si allontana nuovamente, come soddisfatto.

«E poi se n'è andato, fine della storia. Io lo desideravo in un modo quasi ossessivo, averlo era una necessitá che non mi dava mai pace, il mio amore per lui mi avrebbe fatto diventare pazzo, e lui non sembrava importarsene.» Sospira, facendo trapelare una leggera rabbia e delusione dal tono. 
Tracy sembra sorpresa.

«Come potrebbe non ricambiare uno come te? Non ti manca niente, Stiles.» Gli fa notare lei, con sincerità. 
Il ragazzino la guarda negli occhi, con un sorriso amaro.

«Forse semplicemente non ero abbastanza per restare.»

•••

«Tieni, e tieni.» Parla Derek, porgendo a Stiles una scopa e un panno. 
Il sorriso sul volto di Derek si potrebbe dire che è quasi sadico, mentre quello di Stiles sul disperato.

«Dove devo pulire?» Sospira il ragazzino, cercando di ripetersi dentro di sè che va bene fare il donno delle pulizie per Derek, dal momento che lui lo allena pur sempre gratis. Alla fine in accademia doveva sempre sistemare la sua camera da solo, e a casa è abituato a dare una mano al padre in questo tipo di cose.

«Puoi cominciare dalla stanza degli ospiti al piano terra.» Alza le spalle il licantropo, indifferente, mentre l'umano borbotta qualcosa tra sè e sè. 
Derek ha notato che anche quella notte il ragazzino non era in casa, e ha presupposto fosse tornato dalla stessa ragazza dell'ultima volta. 
Non crede stiano insieme, eppure stamattina l'ex Alpha si è svegliato abbastanza male. Forse proprio per questo segue Stiles in ogni suo gesto, criticando ogni volta il suo modo di pulire o di sistemare le cose.

E anche l'umano, dal canto suo, gli risponde a tono.

«Ti pare una stanza degli ospiti, questa? I maiali forse gradirebbero.»

«Vuoi spostare quel mobile con delicatezza? Non vedi quant'è antico?!»

«Ma almeno la tv non potevi comprarla? Troppo faticoso? Come pensi si intrattengano gli ospiti, a suon di seghe?»

«Stai attento, Stiles, non vedi quella briciola rimasta lì, proprio sull'angolino? Non ci siamo, no no.»

E così avanti per una buon'ora, a battibeccare, con Derek che ripensa costantemente a chi possa essere quella diavolo di ragazza, e Stiles che comincia a non poterne più. 
Finalmente dopo qualche tempo finisce di pulire la stanza e, visto il tempo che Derek gli ha fatto perdere con le sue critiche, ormai si è fatto tardi. I due escono dalla stanza, stremati, come se avessero fatto entrambi chissà cosa.

«Dire che posso andare.» Borbotta Stiles, lasciando la scopa e il resto accanto al divano. Derek incrocia le braccia al petto.

«Sì, nonostante ci hai messo ben due ore per una cavolo di stanza.» Gli fa notare, contrariato. 
Stiles allarga le braccia.

«A parte che quella stanza è gigantesca, e poi è stata tutta colpa tua!» Esclama, con disappunto. 
Derek alza un sopracciglio.

«Colpa mia? Se non sai scopare?!»

Appena Derek finisce di parlare entrambi restano in silenzio qualche secondo, guardandosi. L'ex Alpha poi si rende conto di quanto fosse ambiguo quello che ha appena detto, e si copre il volto con la mano, imbarazzato. 
Stiles ha gli occhi semi spalancati, e si eccita quasi a sentire quella parola uscita dalla bocca di Derek.

«Io non mi metterei alla prova.» Scherza d'un tratto Stiles, con fare quasi provocatorio, e Derek scuote la testa divertito, accennando un sorriso.

«Cretino.»

«Stupido licantropo.»

«Umano petulante.»

«Ex Alpha da quattro soldi.»

«Ragazzino insulso.»

«Mi sei mancato anche tu, Derek.»

Il licantropo fa per replicare con un insulto, quando si rende conto di ciò che ha detto Stiles. Perde un battito, restando a bocca mezz'aperta. 
Quando qualche settimana fa lui gli aveva detto che gli era mancato, il ragazzino non aveva risposto. 
E Stiles intanto se ne va via, lasciano l'Ex Alpha in mezzo al salone del loft, imbambolato.

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


"I think I'm fallingfalling for you."

«Cerco Melissa.» Parla il ragazzino, rivolto verso un uomo, dietro al bancone della segreteria dell'ospedale. L'uomo lo scruta attentamente attraverso gli spessi occhiali, per poi fare per aprire bocca, quando qualcuno li interrompe.

«Eccomi.» Dice al ragazzino la donna appena arrivata. Stiles la segue silenziosamente, e alla fine si ritrovano entrambi in una stanza pressochè spoglia, con un lettino sull'azzurro. 
Una piccola finestra rischiara il tutto.

«Solita noiosa visita annuale, eh?» Scherza Melissa, suggerendo al ragazzino di stendersi sul lettino. 
Stiles annuisce.

«Quando ero in accademia l'ho saltata.» Ammette, mentre la donna controlla i battiti del cuore del ragazzino. È una visita di quelle che si fanno una volta all'anno, per controllare se tutto va bene.

«Il battito del cuore è piuttosto debole, Stiles.» Osserva Melissa, con sguardo preoccupato. «E sembri anche parecchio pallido. Ogni quanto mangi, Stiles?»

Il ragazzino si mette seduto sul lettino, stranito.

«Ogni giorno, normalmente.»

Melissa continua ad osservarlo attentamente.

«Dormi bene?»

Stiles trasalisce.

«Dormo, ma ho spesso incubi.» La donna capisce dal suo tono che non intende parlarne, e non fa domande specifiche.

«C'è qualcosa che ti preoccupa, Stiles?» Il tono di lei è dolce, e il ragazzino si irrigidisce immediatamente.

«È che a volte non capisco cosa dovrei fare, Melissa.» Si confida, abbassando il tono. La donna incrocia le braccia al petto, corrucciando lo sguardo.

«Che intendi, Sti?»

Stiles volta la testa da un'altra parte.

«È possibile perdonare qualcuno che ti ha spezzato il cuore? Nonostante non ne sia a conoscenza?»

Melissa ammutolisce alle parole del ragazzino, facendo qualche secondo per pensarci.

«Siamo sempre disposti a perdonare chi non vogliamo che esca dalla nostra vita, Stiles.» Accenna un sorriso la donna, mentre lui resta un attimo in silenzio.

«Adesso devo andare, che ho l'allenamento di lacrosse.» Cambia argomento Stiles, alzandosi dal lettino.

«La settimana prossima torna per una visita più accurata, qualcosa non mi convince, Stiles.» Gli parla la donna, mentre il ragazzino annuisce, cercando di capire cos'abbia visto in lui la donna di così strano. Sarà il battito così quasi inesistente? Come se dovesse morire da un momento all'altro? In effetti non se lo spiega neanche lui...

«E un'ultima cosa.» Lo ferma la donna, con Stiles girato verso la porta, che si blocca di botto.

«Derek tiene a te, Stiles, fidati.»

Il ragazzino sussulta, senza però voltarsi. Socchiude la bocca.

«D-Derek, cosa c'entra lui?» Balbetta, senza il coraggio di guardare la donna negli occhi. Si sente così scoperto, nudo.

«Oh, andiamo, non sono nata ieri!» Esclama Melissa, leggermente offesa.

«Umh... grazie, Melissa.» La saluta allora Stiles, andandosene via, con la donna che guarda preoccupata la figura del ragazzino. Qualcosa in lui proprio non la convince.

•••

Derek ha il telefono in mano, cercando sul telefono quali sono i prossimi eventi che si tengono qui a Beacon Hills, come festival e feste. È vero che deve anche guardare il ragazzino, soprattutto la notte, ma è anche vero che deve trovare la sua soulmate. La vuole assolutamente trovare, non può più aspettare, soprattutto non ha questa voglia di restare a Beacon. Forse potrebbe provare nel cercare tra le ragazze che frequentavano il suo stesso liceo e college, con cui magari qualche volta ha scambiato parola. 
E che sono state male fisicamente nel suo stesso periodo.

Improvvisamente suonano al campanello, e comincia a chiedersi chi possa essere. Non aspetta nessuno, e suo zio entrerebbe da solo. Si alza dal divano, sospettoso, e cerca di fiutare la presenza della persona fuori dalla porta del suo loft. Inutile dire che non percepisce proprio nulla. Va ad aprire, ritrovandosi davanti la persona meno pensata.

Stiles.

Non si devono allenare oggi, e non capisce proprio cosa ci faccia qui il ragazzino. Stiles si tortura la mani nervosamente, nonostante non trasudi alcun tipo di emozione. I suoi occhi si posano sul licantropo, quasi indifferenti, e Derek lo lascia entrare.

«Cosa ci fai qua, Stiles?» Domanda Derek, con mezzo sorrisetto e con il sopracciglio alzato. Il ragazzino si siede sul divano.

«Domani giochiamo la nostra prima partita di campionato.» Lo informa il ragazzino, pensando a quanto si fossero allenati il giorno prima, dopo l'incontro con Melissa. Il lupo continua a non capire dove voglia arrivare.

«E?»

«È la mia prima partita da titolare, capisci?!» Esclama, e in quel momento gli occhi del ragazzino appaiono nervosi, agitati. Derek sembra riconoscere il ragazzino di una volta, che si faceva tante pippe mentali, e che diventa nervoso molto facilmente. Infatti Stiles sta battendo un piede a terra, a ritmo, senza neanche rendersene conto.

«Ti ho visto all'allenamento, Stiles. Sei migliorato, giocherai bene.» Cerca di tranquillizzarlo il più grande, sedendosi sul divano davanti a lui, con la schiena piegata in avanti. 
Gli occhi di Stiles vacillano.

«Lo credi davvero?»Stiles sembra aver davvero bisogno di conferme. 
Derek annuisce.

«Sì, Stiles, davvero.»

Il ragazzino si passa una mano tra i capelli, che gli stanno ricrescendo lentamente.

«Io... non so neanche perchè sono venuto qua. Stavo camminando per il bosco, pensando a domani, quando mi sono ritrovato qui...» Cerca poi di giustificarsi il ragazzino, rendendosi conto di essersi catapultato a casa del ragazzo senza alcuna spiegazione o invito. Derek lo blocca subito.

«Non importa, Stiles. Tanto non stavo facendo nulla di importante, davvero.» Poi Derek si alza per versarsi dell'acqua in un bicchiere, offrendola anche al ragazzino.

«Non avevi mai ansia, tu? So che eri il capitano.» Parla Stiles, rivolgendosi all'ex Alpha. Derek torna con i bicchieri, risiedendosi dov'era prima.

«Per me è diverso, Stiles, ho i poteri da lupo, ricordi? Giocavo sempre bene, anche per forza.» Risponde, scrollando le spalle, ripensando però quanto fosse difficile a volte controllare quei poteri. Stiles si dà dello stupido per non averci pensato.

«Com'eri, Derek? Al liceo, al college.» Se n'esce poi l'umano, terribilmente curioso. Non sa molto del passato di Derek, e spera di non aver posto delle domande sbagliate, che facciano chiudere il licantropo ancora di più a riccio. Derek finisce di bere, per poi accennare un sorriso, e incrociare i suoi occhi verdi con quelli nocciola di Stiles.

«Il tipico capitano popolare, sia al liceo che al college. Anche se prendevo facilmente voti alti, contrariamente a quello che uno si aspetterebbe.» Parla, tornando come indietro nel tempo. 
Alla sua adolescenza.

«Quindi avevi tutte le ragazze che ti venivano dietro, no?» Presuppone Stiles, per niente sorpreso dalla cosa. Chi non vorrebbe stare con Derek Hale? È abbastanza sicuro fosse un po' la fantasia di tutti. Derek annuisce.

«Sì, ed ero amico di tutti. Almeno fino...fino all'incendio. Dopo di esso mi allontanai un po' da tutti, e usavo le ragazze solo per una storiella di alcuna importanza. Dopo quello che era successo a Paige non avevo intenzione di avvicinarmi più a nessuno seriamente. Infatti prima di Jennifer, quando frequentavo il college, ero sempre popolare, sì, ma credo tutti mi ritenessero un tipo inavvicinabile e misterioso. Freddo, e distaccato.» Racconta brevemente, abbassando lo sguardo. Stiles sorride tristemente.

«Non eri costretto a raccontarmelo, Derek...»

«Va tutto bene, Stiles, davvero.» Lo interrompe il licantropo, sospirando.

«Quindi... dal momento che entrambi non abbiamo niente da fare, ti andrebbe di insegnarmi qualche trucco da capitano per la partita di domani??» Propone Stiles, certo di avere un sonoro 'no' come risposta...

«Sfida accettata.» Risponde invece Derek, fissando gli occhi nocciola del ragazzino. Stiles increspa le labbra in un sorriso.

•••

«Non usare i poteri da lupo, però, capito?» Parla il ragazzino, mentre un venticello leggero gli solletica il collo. Lui e Derek, con la Camaro, alla fine sono andati in un grande campo vicino al bosco, dove spesso i ragazzi ci giocano a calcio. Infatti ci sono due porte, perfette anche per giocare a lacrosse. Derek aveva due racchette da qualche parte nel loft, che non riutilizzava da anni, tenendole come una specie di ricordo. L'ex Alpha impugna la racchetta, di fronte ad una delle due porte, facendo un sorrisetto.

«Capito.» Risponde, mentre i suoi occhi si illuminano un secondo di blu. Infatti, dopo mezz'ora Stiles non è riuscito neanche a fare un goal, frustrato verso quel licantropo barone.

«Non è giusto!» Esclama, dopo l'ennesimo tiro mancato, e mette su il broncio. Derek ridacchia, scrollando le spalle, come se lui non ci potesse fare nulla. Poi, improvvisamente, un raggio di sole apre uno squarcio attraverso le spesse nuvole, e si posa sul ragazzino, illuminandolo.

L'ex Alpha osserva come l'umano sembri l'unica cosa luminosa in quel momento, e come sembra abbia una sorta di aura intorno al corpo. I suoi occhi, inoltre, hanno lo stesso colore del miele, nonostante siano come sempre impenetrabili. Derek socchiude la bocca, allentando la presa. 
Stiles sembra un angelo, o una qualche creatura sovrannaturale. 
È talmente bello da risultare irreale, tanto che Derek vorrebbe andare da lui a toccarlo, per capire se davvero è reale.

Poi il raggio scompare, e il ragazzino torna ad essere spento come tutto il resto, e l'ex Alpha si risveglia dai suoi pensieri, quando si accorge che è troppo tardi. Stiles gli ha appena fatto un goal, e sta esultando come un bambino.

«Tiè! Licantropo dei miei stivali! I tuoi poteri del cavolo sono serviti a poco!!» Esclama, lanciando la racchetta in aria, per poi riprenderla al volo. Derek ringhia, incrociando le braccia al petto.

«Solo perchè mi ero distratto.» Borbotta, visto che è la verità. 
Stiles alza le sopracciglia.

«E che guardavi? Sentiamo!» Lo provoca, convinto che il licantropo stia solo cercando di giustificarsi per il goal appena subito, che sicuramente non deve essergli andato affato giù. 
L'ex Alpha vorrebbe gridargli "Te!", ma alla fine si limita a cambiare argomento:

«Su, continua ragazzino, o hai paura?» Ribatte, afferrando di nuovo saldamente la racchetta.

•••

«Faticoso, ma intenso.» Parla il ragazzino, mentre i due si incamminavano per un sentiero, verso la macchina. Derek concorda con lui. Hanno continuato per altre due orette, fino a che non si è fatto buio, ed entrambi hanno capito che era ora di smettere. Sopratutto perchè Stiles tra poco non riusciva neanche a tenere la racchetta in mano.

«Alla fine sei riuscito a fare una decina di goal.» Gli fa notare Derek, con le mani in tasca. Stiles osserva il licantropo di sottecchi, per poi riportare lo sguardo davanti a sè.

«Perchè tu me l'hai fatti fare.» Sospira, come se non se ne fosse accorto. Derek si gira verso di lui, continuando a camminare.

«Questo diciamo che non dovevi capirlo.» Accenna un piccolo sorriso, e Stiles lo imita senza rendersene conto.

«Lo so che volevi alzarmi l'autostima, quindi ti ringrazio comunque!» Replica l'umano, restando poi in silenzio. Spesso tra i due è come se non ci fosse affatto bisogno di parlare.
D'un tratto passano accanto ad un ristorante, che avevano già notato prima, ma adesso è aperto, con diverse persone che fanno avanti e indietro. 
Un buon profumino arriva fino ai due, i quali si bloccano di botto.

Si guardano qualche secondo negli occhi, pensando alla stessa identica cosa. Stiles pensa che suo padre quella sera sarà ancora in stazione, e che Derek non dovrebbe avere niente da fare, quindi...

«Io sto morendo di fame, direi che possiamo anche fermarci a prendere qualcosa, se ti va ovviamente.» Parla Stiles, ritrovandosi stranamente imbarazzato. Derek guarda di nuovo il ristorante, sentendo il suo stomaco brontolare. Forse non è proprio una cattiva idea, sicuramente meglio di tornare da solo al loft per poi ordinare una pizza in solitudine.

«Entriamo.» Decide qualche secondo dopo, con il ragazzino che gli saltella accanto, con una strana felicità nel corpo. Da quant'è che non sentiva questa sensazione? Forse da troppo.

Il ristorante è grazioso, con delle ampie vetrate trasparenti, che lasciano la vista del campo all'esterno, e del bosco poco distante. Si siedono su un tavolino da due, uno davanti all'altro, e Derek si ritrova a pensare che è la prima volta che escono lui e Stiles senza nessun altro del Branco, soprattutto in un luogo pubblico. Guardano entrambi il menù, in silenzio, quando l'ex Alpha si accorge di qualcuno nel tavolo davanti a loro, e dà un calcio a Stiles, da sotto il tavolo.

«Ehi! Che diavolo fai!» Esclama il ragazzino, confuso, massaggiandosi la gamba, e Derek fa segno di abbassare il tono della voce. Poi gli indica qualcosa alle sue spalle, e Stiles si gira lentamente, per poi dischiudere la bocca dalla sorpresa.

In un tavolo poco distante c'è il suo migliore amico. Insieme a Isaac.

Si guardano con gli occhi a cuoricino, chiacchierando amabilmente, mentre aspettano anche il loro il cibo. Poi Stiles si ricorda che aveva sentito dire che questo ristorante avrebbe aperto quella sera stessa, quindi sarebbe stato molto probabile incontrare qualcuno di loro conoscenza.

Ma insomma... Isaac e Scott?! Non sapeva neanche il suo migliore amico fosse bisessuale! È talmente sconvolto che Derek lo richiama.

«Stiles, non guardarli così.» Gli intima, non per niente sorpreso dalla cosa.

«Come fai a rimanerne così indifferente?!» Gli domanda, sottovoce. Derek alza un sopracciglio.

«L'avevo già capito, si vedeva da come si guardavano agli allenamenti, Stiles.» Risponde semplicemente, e l'umano abbassa un secondo lo sguardo.

«Quindi adesso vorresti dirmi che ti accorgi di quando uno è innamorato oppure no?» Il tono è sull'amaro, e il ragazzino continua ad evitare lo sguardo del più grande.

L'ex Alpha lo guarda senza capire, notando che sembra come deluso, arrabbiato. Inoltre la sua domanda sembrava quasi provocatoria. 
Già, pensa Stiles, di come loro due si guardavano lo aveva ben notato, ma di come lo guardavo io no! 
Poi alza lo sguardo sul lupo, portandolo a trasalire. Quello sguardo è pieno di dolore. Derek fa per aprire bocca, quando qualcuno li interrompe:

«Stiles! Anche tu qui!» Esclama una ragazza, e Derek l'osserva attentamente, mentre il ragazzino ricambia il saluto. È mora, occhi azzurri, un bel fisico... gli sembra di averla già vista. Ma sì! La ragazza con cui se la spassa l'umano!

«Che ci fai qua, Tracy?» Domanda Stiles, sorpreso più di lei. I suoi occhi sono ritornati vuoti.

«Le altre cheerleder, dopo l'allenamento, hanno deciso di venire a mangiare qui, avendo aperto oggi stesso.» Gli spiega lei, sistemandosi i capelli mori dietro la schiena. 
Ma certo, pensa Derek, una come lei deve fare sicuramente la cheerleder. Poi si ricorda che era proprio il tipo di ragazza con cui usciva lui, al college, anche se principalmente ci usciva solo per portarsele a letto, deciso a non amare più. Quello che fa più rabbia a Derek è il fatto che la ragazza non sembra neanche essersi accorta che Stiles fosse impegnato con lui, troppo impegnata a scherzarci e a filtrarci. Senza accorgersene, esce un leggero ringhio dalla sua bocca.

«Vieni un attimo fuori, Sti? Ti devo parlare di una cosa.» Poi se n'esce la cheerleder, e Stiles annuisce, alzandosi a sua volta, curioso.

«Torno subito, Derek.» Gli fa, prima di sparire con la bella mora. 
Derek, senza rendersene conto, sta impugnando con una certa violenza il tovagliolo, e ha tutte le nocche rosse. Adesso vede chiaramente Isaac e Scott, e quest'ultimo vede perfettamente lui. Scott arrossisce subito, appena entra in contatto con lo sguardo dell'ex Alpha, e anche Isaac si gira verso di lui. Entrambi sembrano imbarazzantissimi.

«Ciao, Derek!» Lo saluta Isaac, senza sapere cosa dire. Non c'è bisogno neanche che si alzino o urlino, visto che si possono sentire chiaramente anche se parlassero a bassa voce.

«Umh, io e Isaac stavamo aspettando altri amici.» S'inventa Scott, mentre Derek alza gli occhi al cielo.

«Per me potete fottervi quanto vi pare.» Dice con poca grazia il lupo, senza farsi sentire da orecchie indiscrete. Isaac, che stava bevendo, sputa tutta l'acqua sulla tovaglia, e Scott è diventato rosso come la sua maglia.

«Derek! Ma poi tu con chi sei venuto qui?» Fa Isaac, ripresosi. Ora è l'ex Alpha a ritrovarsi imbarazzato.

«Io e Stiles ci stavamo allenando, quando abbiamo deciso di fermarci a prendere qualcosa da mangiare, prima di tornare ognuno a casa propria.» E sottolinea il 'propria', notando come i due licantropi si scambiassero occhiatine sul fatto che fosse venuto lì con l'umano.

«E dove sarebbe adesso Stiles?» Domanda giustamente Scott. Derek s'innervosisce.

«Con una mora, dovevano parlare fuori.»!Risponde, continuando a stringere il tovagliolo. Scott sembra capire subito a chi si sta riferendo.

«Oh sì, capito.» Mugola, per poi tornare a parlare con il riccio. Derek volta lo sguardo verso la vetrata, cercando Stiles e la cheerleder. 
E infatti li adocchia: stanno parlando, per il momento. Solo che, con tutta la confusione, non riesce a sentirli.

«Mi serve un favorone, Stiles!„!Esclama la ragazza, rivolta al ragazzino. Un lampione li illumina fiocamente. Stiles la guarda con curiosità.

«Dimmi pure.»

La ragazza gesticola parecchio mentre parla.

«Dovresti aiutarmi a far ingelosire Price! Ti prego!»

Stiles corruccia lo sguardo.

«Price è un coglione, meriti di meglio, Tracy.» Le dice sinceramente, avendo notato come la ragazza non sia stupida come si sarebbe aspettato. Anzi, spesso è davvero intelligente. 
Lei abbassa lo sguardo un secondo.

«Quando siamo da soli è diverso.» Dice semplicemente. Stiles non ne sembra molto convinto, ma decide che non gli costa nulla aiutarla.

«Come pensavi di fare?»

Lo sguardo di lei s'illumina.

«Fingere di stare insieme, basterà poco tempo fidati.»

Il ragazzino annuisce, tanto ha già baciato diverse volte la ragazza, e non gli crea alcun problema una cosa simile. Inoltre vede lo sguardo di Tracy mentre parla di quel ragazzo. 
Sembra quello di Scott mentre parlava di Allison.

Allison...

«Magari servirá anche a te questo piano.» Parla poi lei, riferendosi molto probabilmente a Derek. 
Stiles avvampa.

«Oh, no. Lui è solo un amico.»

La ragazza incrocia le braccia al petto.

«È lui, Stiles, vero?» Stiles trasalisce. La cheerleder si riferisce al ragazzo che gli aveva spezzato il cuore, che se n'era andato via da lui.

«C-come hai fatto a capirlo?» Balbetta Stiles, come messo all'angolo. 
La ragazza è troppo sveglia.

«Da come lo guardavi... all'inizio pensavo foste davvero solo amici o qualcosa del genere. Ma poi, mentre venivo da te, l'hai guardato all'improvviso come se qualcosa di quello che avesse detto lui ti avesse ferito profondamente. Ma, allo stesso tempo, lo stare con lui ti faceva sentire così tremendamente bene.»

Le parole della ragazza scuotono con forza inaudita Stiles, il quale si ritrova a bocca aperta. Non credeva certi sguardi potessero parlare così tanto.

«Si, è lui.» Ammette, con un sospiro.

«Certo che è incredibilmente sexy. Un pò musone, sì, ma cavolo se hai scelto bene, Stilinski.» Scherza la cheerleder, dandogli una gomitata affettuosa. 
Stiles scuote la testa, divertito.

«Lui non sarebbe geloso di noi, Tracy. Non gli importa di me, non in quel senso. Fidati.»

La ragazza pare scettica.

«Prima sembrava volermi ammazzare, quando ti ho portato via! Aveva uno sguardo...» Stiles si ritrova a sorridere vagamente, capendo bene a quali sguardi Tracy si riferisca. 
Derek li riserva un po' a tutti.

«Comunque, potremmo sempre fargli capire cosa si è perso...» Continua la ragazza, avvicinandosi a Stiles, per baciarlo. Stiles la stringe a sé, ricambiando il bacio, più per divertimento che per altro, visto che non prova proprio niente per Tracy. 
E la ragazza lo sa bene.

Derek, che ha assistito a tutta la scena, volta la testa da un'altra parte, e sente chiaramente il lupo in lui scalciare per emergere. In pochi secondi si ritrova Scott accanto, che gli sussurra qualcosa all'orecchio.

«Derek, cazzo, i tuoi occhi sono diventati blu per un secondo! Calmati!»

Derek cerca di aggrapparsi alla sua ancora, la rabbia, ma all'improvviso si rende conto che non é più la sua ancora. Ma non lo é più da tantissimo tempo, da anni probabilmente.

Sta forse cercando di ignorare la sua vera ancora?

Scott infatti vede che il lupo non si sta tranquillizzarlo affatto, e lo porta in bagno immediatamente. 
Per fortuna non c'é nessuno.

«Ripeti con me, Derek! Quali sono le tre cose che non posso essere nascoste?!» Grida Scott, mentre il lupo si appoggia violentamente al muro.

«Il sole....» Comincia a parlare, sentendo spuntare gli artigli.

«...la veritá...» continua, con scarsi risultati.

«...e la luna...»

Eppure non riesce a tornare completamente umano, e Scott si trova costretto a prendere una decisione.

«Tu adesso vieni via con me. Isaac riporterà Stiles a casa, dicendogli che ti sei sentito male.»

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


"Abbiamo smesso di vederciabbiamo smesso di sentircima é incredibile come non abbiamo mai smesso di volerci."

La ragazza si stacca dal ragazzino, ed entrambi prendono fiato. Tracy si volta verso l'interno del ristorante, osservando come Derek se ne sia andato. Infatti il tavolo adesso è vuoto.

«Non è geloso, eh?» Lo contraddice lei, con aria quasi da rimprovero. 
Stiles corruccia lo sguardo.

«Cosa dici, Tracy?»

La ragazza inarca le sopracciglia.

«Stiles, ci ha fissati tutto il dannato tempo, con quell'espressione che mi fa davvero tanta paura! Quando ti ho baciato c'era ancora, mentre adesso se n'è andato!» Gli fa notare Tracy, ma Stiles non riesce proprio a credere che Derek possa essere geloso di lui. 
Deve esserci un'altra spiegazione, poco ma sicuro.

«Quindi il tuo era tutto un modo per vedere la reazione di Derek?» Intuisce Stiles, rimproverandosi di non esserci arrivato prima. Tracy annuisce, come se fosse abbastanza ovvio. Stiles fa per aggiungere qualcos'altro, quando Isaac viene correndo verso di loro. 
I due lo guardano perplessi.

«Stiles! Derek si è sentito poco bene, e Scott lo sta portando a casa. A te ti riporto io, va bene?» Esclama il riccio, affiatato, leggermente nervoso per acer dovuto interrompere la serata con l'Alpha. Stiles dischiude la bocca, borbottando un 'lo sapevo che c'era un altro motivo', per poi tartassare Isaac di domande. La cheerleder nel frattempo torna dalle compagne a mangiare.

«Che vuol dire? Come sta? Che è successo? È grave?» Domanda, tutto d'un fiato.

«Ehi, calmo Stiles, niente di che davvero, ha...ha avuto un forte giramento di testa.» Mente il riccio, mentre i due si avvicinano alla macchina di quest'ultimo.

«Okay, ma portami da lui!» Insiste Stiles, ma Isaac ha avuto comando sia da Derek che da Scott di non farlo avvicinare al loft. Se Derek ha perso il controllo può diventare pericoloso. Stiles sbuffa alla risposta negativa del riccio, e sale in macchina. Il viaggio comincia ad essere silenzioso, quando Stiles decide di mettere in imbarazzo il riccio.

«Quindi? Tu e Scott?»

Isaac manda di traverso la saliva.

«Umh, ci stiamo...frequentando.»

Stiles guarda fuori dal finestrino.

«E quando pensavate di dirmelo?! Scott mi sentirà!»Esclama, piuttosto arrabbiato. Insomma, sono migliori amici!

«Stiles, tu ancora eri in accademia quando sono tornato... io e Scott ci siamo cominciati ad avvicinare sempre di più, soprattutto per via di Allison... non abbiamo detto ancora nulla a nessuno, poichè vogliamo prima essere sicuri di ciò che potremmo diventare. Capisci?»

Il ragazzino annuisce, pensando però che dovrà sempre fare un terzo grado a Scott. E manda un messaggio a Derek, chiedendogli come sta.

•••

Derek entra nel loft ringhiando, con Scott dietro di lui, più che preoccupato. Nella penombra del salone si intravedono gli occhi blu dell'ex Alpha. Derek si poggia con le braccia al grande tavolo, respirando con fatica, sempre di più. Ringhia.

«Derek! Pensa alla tua ancora, dannazione!» Grida Scott, dietro di lui, indeciso sul quanto avvicinarsi. Derek comincia a sudare dallo sforzo che sta compiendo per mantenersi almeno un po' umano, e i canini cominciano a spuntargli. Fa un respiro smorzato.

«Non-non lo so!» Urla di rimando, con grande fatica. Le vene sulle sua braccia sono più che evidenti. 
Scott l'osserva ora confuso.

«Cosa diavolo vuol dire che non lo sai?! Non era la rabbia?!» Esclama il ragazzo, prevdendo una serata molto difficile. Derek scuote la testa, che minaccia di esplodere.

«N-no! Non... non più!» E poi gli esce un leggero ululato.

«Derek, tu sai bene qual è la tua ancora! Non puoi non saperlo! Stai solo scappando da essa, e non puoi, Derek! Non puoi scappare!» Gli urla Scott, non riuscendo proprio a capire quale possa essere l'ancora del licantropo per essere rifiutata così. Derek ringhia di frustrazione, quando improvvisamente gli arriva un messaggio. Afferra il telefono con violenza, leggendolo, con Scott che è indeciso su cosa fare.

"EhiDerek... ho saputo che ti sei sentito malecome stai?
Stiles."

D'un tratto il respiro di Derek rallenta, e gli artigli cominciano piano piano a ritirarsi, così i canini. Gli occhi tornano ad essere del solito verde, e Derek si butta stancamente sul divano. 
Scott intanto non ha spiccicato parola.

«Sembra che l'hai ritrovata, molto bene. Adesso vado, ci vediamo Derek.» Sospira di sollievo, vedendo scampato un eventuale pericolo. L'ex Alpha osserva il ragazzo andarsene via:

«Grazie, Scott, davvero.»

Scott accenna un sorriso, che il licantropo però non può vedere.

•••

Derek si sveglia, avviandosi in cucina a fare colazione. Ricordi della sera prima tornano con prepotenza, e li scaccia immediatamente via. Non vuole pensarci, non vuole riflettere sul motivo di quello che gli é successo. 
Preferisce non sapere, non capire.

Si prepara una tazza di caffè, in soli boxer. É parecchio stanco, e per fortuna non deve uscire di casa per assicurarsi che il ragazzino stia bene. Stiles ha scuola ora, di conseguenza ci penserá Scott a lui. Anche se l'ex Alpha pensa che l'umano se la possa cavare benissimo da solo, ma in questo caso di mezzo ci sta probabilmente una creatura sovrannaturale.

E Stiles è mortale.

E non deve morire nessun altro all'interno del Branco. Non più

Derek beve il caffè con calma, mentre un pallido sole filtra attraverso le vetrate del loft, posandosi sul suo torace. É metá novembre, eppure lui non sente affatto freddo. Sarà che è un tipo molto caloroso, e che i licantropi non hanno questo tipo di problemi quanto gli umani. Improvvisamente suonano al campanello, e l'ex Alpha si chiede chi diavolo possa essere a quest'ora. Ringhia leggermente, per poi andare ad aprire.

«Cosa ci fai tu qui?» Domanda il licantropo, inarcando le sopracciglia. Stiles prima incrocia i suoi occhi nocciola nei verdi del più grande, per poi scendere sul petto del lupo, che si alza e abbassa impercettibilmente. 
Si rende conto qualche secondo dopo di star facendo una radiografia al fisico di Derek, ma alla fine pensa che si sapeva giá fosse fisicamente attratto da lui.

Chi non sarebbe attratto da Derek Hale?

Infatti cerca di contenere eventuali istinti di saltargli addosso, e gli passa accanto, entrando dentro al loft.
Derek l'osserva attentamente, cercando di percepire il suo umore. Ormai non si sorprende più di non sentire proprio nulla, ma sospira sommessamente. Deve ancora capire come faccia l'umano a controllare così le sue emozioni, a sembrare che non abbia neanche un cuore. 
Solo a volte sembra non ci riesca, ma sono momenti rari. Che forse sia colpa dell'accademia militare? 
Eppure ancora non riesce a spiegarselo.

«Volevo umh, vederti.» Risponde l'umano, puntando lo sguardo oltre la vetrata del loft, dove si vede mezza citta e una parte del bosco.

«Non dovresti avere scuola?» Domanda giustamente il licantropo, avvicinandoglisi di poco. L'umano gli dà pero le spalle, e sembra quasi non sappia neanche lui il motivo per il quale si trova lì.

«No, oggi avevo solo due lezioni.» Gli spiega, senza dilungarsi troppo. 
Poi Stiles si gira verso l'ex Alpha, implorandolo mentalmente di mettersi una maglia. Derek resta in silenzio, sapendo bene che il ragazzino non è venuto qui a caso. Deve parlargli, evidentemente, e quindi decide di aspettare che prenda parola.

«Volevo sapere come stavi, sai, per ieri sera.»Infatti se n'esce l'umano, visto che Derek non gli aveva mai risposto al messaggio. Il licantropo irrigidisce di scatto tutti i muscoli, fortuna che non voleva pensarci! Abbassa il volto, evitando lo sguardo del ragazzino.

«Un giramento di testa, appena sono tornato a casa mi sono sentito meglio.» S'inventa, anche se Stiles non ne sembra così convinto.

«Voi licantropi non siete immuni a queste cose?»

Derek trasalisce.

«Non sempre, dipende.»

Lo Stiles di una volta l'avrebbe riempito di domande sul "dipende", cercando di andare a fondo alla cosa. Invece lo Stiles di adesso si limita ad annuire.

«Volevo ringraziarti per ieri...ero in ansia per oggi, e poi mi sono calmato.» Ammette l'umano.

Derek increspa le labbra in un timido sorriso.

«Sono contento di esserti stato d'aiuto, Stiles.»

Anche l'umano accenna un piccolo sorriso, che lascia Derek ammaliato per qualche secondo.

«Comunque, giochiamo alle quattro. Questo te lo dico nel caso volessi venire, che probabilmente no, perché so benissimo che non sei un tipo da queste cose- non che vuol dire che tu non sia un tipo sociale eh, anche se in effetti non lo sei più di tanto, non che sia un'offesa...anche se oddio, lo sembra! Che sto dicendo!? Perchè non mi hai fermato??» Alle ultime parole il ragazzino si copre il volto con una mano, dall'imbarazzo. Derek è rimasto a fissarlo in silenzio, con la bocca dischiusa. Si potrebbe quasi dire che gli occhi dell'ex Alpha siano lucidi. Derek abbassa lo sguardo a terra.

«Perchè per un attimo eri lui.»

Stiles corruccia lo sguardo, non capendo le parole del licantropo. 
Di chi sta parlando?

«Lui chi?»

Derek lo guarda dritto negli occhi, sospirando pesantemente, con uno sguardo quasi addolorato.

«Stiles. Quello vero.»

L'umano rimane a bocca aperta, osservando come il licantropo si allontani da lui, dirigendosi stancamente verso le scale.

Derek non ce la fa proprio ad essere in presenza con quella copia di Stiles, che gli assomiglia tanto ma non sarà mai come l'originale. Non dopo che l'ha riconosciuto davvero, quando lui ha cominciato a parlare così tanto.
Anche lo sguardo ero lo stesso del ragazzino di una volta, e a Derek gli sono tornati in mente come dei flash back di alcuni momenti passati insieme. E gli ha fatto male, tremendamente male.

Stiles allora capisce che deve andarsene, che il licantropo sicuramente non ha intenzione di parlarne.

•••

Stiles impugna la mazza da lacrosse, mentre Scott gli passa accanto, giá con il casco in testa.

«Amico, sei pronto?» Gli chiede l'Alpha, osservando poi entrambi gli spalti pieni di gente. Tutti studenti, venuti a vederli, a fare il tifo. I giocatori dell'altra squadra non sembrano troppo grandi, quindi alla fine l'umano é piuttosto tranquillo. Isaac si aggiunge ai due, aspettando anche lui l'inizio della partita.

Stiles comunque si sente leggermente ansioso, e cerca con lo sguardo i suoi amici. Malia, Lydia, Liam e Mason sono seduti sulla terza fila, e li stanno già incitando, sorridendo al trio, con del cibo in mano. Poi l'umano nota qualcuno che si sta avvicinando al gruppetto, e perde un battito quando capisce chi é.

È Derek, vestito con una maglia blu notte, che mette in risalto perfettamente il suo fisico. 
Si siede accanto a Malia, per poi indirizzare il suo sguardo verso l'umano. Stiles trattiene a stento un sorriso, per poi girarsi verso Scott e Isaac.

«Mai stato così pronto.»

•••

Alla fine Stiles ha giocato benissimo, facendo davvero tanti punti, con il coach che ammirava i suoi miglioramenti, e così i suoi amici. Hanno vinto, anche se non di tantissimo, ma tutti gli studenti si sono messi a urlare appena finita la partita.

Derek si sente un po' fuori luogo, ma osserva attentamente tutta la partita, per poi ritrovarsi contento della vittoria dei ragazzi. Nota come le cheerleder, tra cui la mora del ragazzino, esultino come pazze, e si riversino verso la squadra, a fine partita. Intanto tutti gli altri se ne sono andati, e Derek ciene trascinato sul campo da sua cugina e dagli altri del Branco. Il licantropo aspetta appoggiato alla ringhiera, ritrovandosi a fissare insistentemente l'umano.

Scott e Isaac sono accerchiati dagli altri del Branco, mentre Stiles si toglie il casco, tutto sudato. Sa che dovrebbe essere contento di com'é andata la partita, e vorrebbe, ma si ritrova a rimanerci piuttosto indifferente. Poi Tracy gli si avvicina, ancora con i pon pon in mano, e gli sorride.

«Sei stato bravissimo!» Si complimenta, tenendo poi d'occhio il ragazzo che le piace, che è rimasto ancora negli spalti. Sta guardando lei e Stiles.

La ragazza allora si butta fra le braccia del ragazzino, stringendolo forte, e Derek continua ad osservare l'umano, con un'espressione impassibile.

Stiles ricambia l'abbraccio, rendendosi conto all'improvviso della presenza del licantropo, poco distante. A quel punto si stacca dalla ragazza, come se scottato.

«Scusami un attimo, Tracy.» Le fa, per poi dirigendosi da Derek. L'ex Alpha l'osserva arrivare in silenzio, stringendo le braccia al petto.

«Alla fine sei venuto.» Constata Stiles, sorpreso e allo stesso tempo sentendo la stessa felicità che aveva provato quando l'aveva visto all'inizio. Derek annuisce.

«Bella la tua ragazza.» Commenta semplicemente, con tono atono, facendo un cenno verso Tracy, la quale adesso sta chiacchierando con Malia e Lydia.

Stiles sussulta. Vorrebbe dirgli che non è la sua ragazza, che è solo una finta...ma perchè dovrebbe? Perché a Derek dovrebbe cambiare qualcosa?

"Facciamogli capire cosa si è perso."

«Già, è davvero bella.» Ribatte allora, per poi voltare le spalle, con l'intenzione di andarsene da Tracy. Derek osserva la schiena dell'umano.

«Stiles.» Lo chiama, con tono che sembra quasi implorante, e il ragazzino si gira subito. Si crea una strana connessione tra i loro sguardi.
Quello di Derek lo opprime.

«Sei stato davvero bravo.» Si complimenta il licantropo, mentre gli si scalda il cuore al sorriso del più piccolo.

•••

Derek è tornato al loft, con l'intenzione di mangiare qualcosa per poi andare a riposarsi. Quando gli vibra il telefono vorrebbe solo lanciarlo da qualche parte, davvero.

"Devi assolutamente venire da me
Scott."

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


"Succede tutto per una ragionee la ragione magari sei tu."

Derek esce subito di casa, senza neanche preoccuparsi di prendere la Camaro. Arriverà da Scott sotto forma di lupo, per non perdere del tempo. 
Ha quest'impressione sia successo qualcosa di grave, o comunque della quale deve esserne immediatamente a conoscenza. Scott non lo chiama mai per cavolate.

Corre in mezzo al bosco, schivando di continuo giganteschi ed alti alberi, diretto verso Casa McCall. 
È sera tardi, quindi Derek deve utilizzare la sua vista da lupo per vederci qualcosa, e alla fine riesce ad arrivare davanti casa di Scott, la quale per fortuna è illuminata da lampioni. 
La strada sembra deserta, quindi Derek si fa avanti, per poi adocchiare la finestra della camera del ragazzo. Merda, è chiusa. Così è costretto a tornare umano lì, davanti al portone di casa, completamente nudo. 
Suona al campanello.

«Fa che venga ad aprire Scott, e non...» Impreca tra sé e sé, irrigidendo tutti i muscoli. La porta si apre di scatto, e Derek dentro di sé bestemmia in tutte le lingue. La madre di Scott lo sta guardando più che confusa, e sta cercando di non pensare come mai ci sia Derek Hale nudo davanti alla sua porta.

«Derek...? Cerchi Scott?» Parla lei, dopo un minuto di silenzio molto imbarazzante. Derek si vorrebbe sotterrare, e trova la forza di annuire.

«Okay...entra pure...»Continua lei, ancora perplessa, e il ragazzo entra dentro casa. Nel frattempo Scott scende le scale, osservando Derek indifferente. Troppe volte agli allenamenti l'ha visto senza alcun vestito, ormai ci è abituato, e non gli fa alcun effetto.

«Seguimi, Derek.» Gli fa, con voce tremendamente seria, e Melissa osserva i due salire le scale, ancora un po' stranita. Bah, questi lupi.

I due si chiudono in camera, e Scott passa dei vestiti all'ex Alpha, aspettando che si rivesta.

«Sono venuto il prima possibile.» Gli fa notare Derek, facendogli capire che deve essere una cosa seria, altrimenti gli taglierebbe la gola con i denti. 
Scott annuisce, sedendosi sul letto.

«Dopo la partita Deaton mi ha chiamato.» Esordisce, non sapendo bene come iniziare il discorso.

«E?»

LEd era preoccupatissimo. Dice che...che sente una minaccia sempre più vicina, una minaccia molto forte! E che in qualche modo c'entra Stiles...»

Derek resta in silenzio alle parole dell'Alpha, indeciso su come prendere questa notizia.

«Quindi Stiles è in... serio pericolo?» Osa chiedere, e Scott non riesce a guardarlo negli occhi.

«Secondo Deaton sì.»

Derek volta la testa da un'altra parte, stringendo forte la mascella.

«Cercherò di far in modo che passi più tempo con me.» Conclude l'ex Alpha, nervoso. Scott lo guarda.

«Ricordati che non sei obbligato, Derek.»

Derek sospira.

«Lo so, Scott. Ma è la mia decisione, questa. E dobbiamo assolutamente cercare di capire chi diavolo sta minacciando Beacon. E il prima possibile.»

Scott si alza dal letto, girandoci intorno, pensieroso. Essendo un Alpha deve prendere lui il controllo della situazione, nonostante abbia solo vent'anni.

«Okay, direi di perlustrare il bosco domani mattina. Tanto non abbiamo scuola, noi. Avverto poi il Branco.» Decide il licantropo più giovane. 
Derek sembra essere d'accordo.

«Stiles viene con noi?»

Scott fa per pensarci attentamente.

«Meglio con noi che da solo.»

•••

Liam, Mason, Lydia, Malia, Scott, Derek, Isaac e Stiles sono tutti riuniti in una spiazzo verde nel bosco, a mo' di cerchio. Sono tutti nervosi, appresa la notizia di un futuro pericolo, soprattutto perché sanno riguardi Stiles. 
Anche se questo Stiles non lo sa.

«Allora, adesso dovremmo dividerci, se qualcuno di voi dovesse scoprire qualsiasi cosa chiami me.» Inizia a parlare Scott, per poi osservare ognuno dei ragazzi.

«Le persone che chiamo cominciano ad avviarsi in una direzione diversa dalle altre, okay?» Continua poi, con tutti che annuiscono silenziosamente.

«Lydia vai con Malia.» Le due migliori amiche si guardano, per poi prendersi a braccetto e inoltrarsi nel bosco.

«Liam vai con Mason.» Mason batte il cinque al migliore amico, per poi andarsene con lui. Sono rimasti in quattro. Scott cerca di nascondere un sorrisetto.

«Derek... vai con Stiles.»

Derek e Stiles si guardano negli occhi una manciata di secondi, quando Derek distoglie lo sguardo, annuendo. Stiles si mette le mani in tasca, camminando di fianco al licantropo, senza dire una parola. Continuano dritti per un sentiero stretto.

«Stai dietro di me, Stiles.» S'assicura l'ex Alpha, avendo paura che qualcosa possa spuntare all'improvviso da davanti, e sentendo questa continua necessità di dover proteggere il ragazzino. Stiles sbuffa.

«Derek, credo di aver dimostrato di riuscire a cavarmela da solo.» S'intestardisce lui, restandogli accanto, osservando la maglia bianca di Derek con sopra la solita giacca di pelle nera. Possibile che lui stia così bene con cose così semplici? Derek lo guarda di sottecchi.

«Lo so, Stiles, ma so anche che non usciresti vivo da uno scontro con un licantropo.» Gli fa notare.

«Sì, ma questo non vuol dire che...» Fa per ribattere Stiles, quando Derek sente un tonfo, e non vede più il ragazzino accanto a sè. La sua prima reazione è di spavento, mentre la seconda di divertimento. L'umano è semplicemente caduto nei suoi piedi, forse certe cose non cambiano mai. Stiles mette su il broncio, offendendosi alla risata del licantropo, per poi toccarsi il braccio con una smorfia. 
Ha battuto forte su una radice sporgente, quindi ha una ferita aperta sull'avambraccio, e sente un bruciore assurdo.

Derek a quel punto smette di ridacchiare, e gli si inginocchia davanti, afferrandogli il braccio con una strana delicatezza. Stiles l'osserva in silenzio, senza fiatare. Il lupo gli stringe il braccio con una mano, mentre le sue vene diventano tutte nere, e irrigidisce tutti i muscoli. Sta assorbendo tutto il dolore dell'umano, nonostante non ce ne fosse davvero bisogno. Stiles, appresa la cosa, smette un attimo di respirare, con la bocca dischiusa.

Adesso si sente benissimo, almeno per il momento.

Derek si rialza, come se niente fosse. Può sembrare una cazzata il suo gesto, ma per Stiles ha significato tantissimo. Si è come preso cura di lui, per una cosa banalissima, che avrebbe benissimo potuto lasciare stare. Stiles si rialza, abbassando lo sguardo. 
E pensare che una volta, arrabbiato, aveva urlato che Derek fosse egosita e pensasse solo a se stesso.... si sente davvero in colpa.

«Grazie, Derek. Non ce n'era bisogno...»

L'ex Alpha scrolla le spalle, e fa per rispondere, quando sentono un urlo fortissimo. L'urlo di una Banshee. Lydia. Derek e Stiles si guardano preoccupati.

«Dobbiamo raggiungerla immediatamente.» Parla il licantropo, con l'umano che annuisce. 
Cos'è successo?

•••

Sono riusciti dopo una decina di minuti a raggiungere la banshee e la coyote, che sono insieme al resto del Branco, tutti accorsi dopo il grido.

Lydia sembra terrorizzata, e sta guardando in una direzione precisa. Derek segue il suo sguardo, 
rabbrividendo. Accanto ad un tronco spezzato ci sono due corpi. Sono un ragazzo e una ragazza, squartati. 
Il loro corpo è stato aperto in due, e i loro organi sono sparsi lì accanto. Derek giura di aver visto un polmone sopra il ramo di un albero, gocciolante di sangue. I due probabilmente erano venuti a fare un'escursione, visto che ci sono degli zaini vicini con delle torce accese, ma si sono incappati nel loro assassino. Che sarà la creatura che porterà il pericolo a Beacon.

L'ex Alpha rivolge subito lo sguardo all'umano, il quale sembra stia per vomitare e allo stesso tempo svenire. In un attimo è subito accanto a lui, aiutandolo a reggersi in piedi.

«Ehi-ehi, Stiles. Respira lentamente, non guardare!» Gli comanda, girandolo dall'altra parte. In effetti anche Mason e Liam sembrano parecchio disgustati e turbati dalla cosa, insieme a Lydia. Malia invece sembra piuttosto indifferente. Isaac si sistema la sua sciarpa con fare nervoso, mentre Scott pare molto preoccupato.

«Dobbiamo chiamare lo Sceriffo, e devo andare subito da Deaton a riferirgli dell'accaduto. Voi tornate a casa, ragazzi. Stare qua non è sicuro.» Decide l'Alpha per tutti, e il gruppo comincia a dividersi. 
Stiles ne sembra ancora scosso.

«Vieni ad allenarti da me nel pomeriggio, Stiles?» Gli propone Derek. L'umano lo guarda, impallidito.

«Ma oggi non è uno di quei giorni.» Risponde, perplesso.

«Lo so, ma ritengo sia necessario intensificare gli allenamenti.» S'inventa, prendendo come scusa il fatto che sono stati minacciati, quando in realtà è solo un modo per controllare di più l'umano.

«Va bene, avverto mio padre.»

•••

I due si sono allenati per due orette, e sono entrambi davvero stanchi. È ora di cena, ed entrambi sentono di avere molta fame, soprattutto per la fatica che hanno dovuto subire.

«Ti va se ordino le pizze?» Domanda Derek, capendo che tanto poi avrebbe dovuto pedinare il ragazzino, quindi tanto vale se restava con lui. Inoltre ultimamente non gli va molto di restare da solo. Di mangiare sempre da solo. Stiles si lancia sul divano, tutto sudato.

«Sì, sto morendo di fame.» Anche lo Sceriffo quella era una delle sere in cui avrebbe lavorato, e neanche Stiles aveva tanta voglia di stare da solo. Soprattutto dopo quello che era successo. Derek allora chiama velocemente una pizzeria, per poi rivolgersi di nuovo al ragazzino.

«Io vado a farmi una doccia, la vuoi fare prima tu?»

Stiles sente la propria puzza pervadergli le narici, e decide che sarebbe una buona idea. Così si dirige in bagno, quello al piano terra, e si chiude dentro. Si spoglia lentamente, comprendendo che dopo dovrà farsi prestare degli abiti puliti, e apre la doccia. Appena entra lascia che l'acqua gli cada addosso, e chiude gli occhi. Gli sembra così strano trovarsi a fare la doccia nel bagno di Derek Hale. Non tanto strano però...più eccitante. Tremendamente eccitante. Dio, la maggior parte delle volte non sentirà più alcun tipo di sentimento, ma l'attrazione c'è sempre.

Così, senza volerlo, s'immagina il licantropo a fare la doccia insieme a lui, alle sue spalle. S'immagina le mani di Derek che lo prendono per i fianchi, e la sua bocca sul suo collo. Senza neanche rendersene conto si sta toccando pensando al licantropo, non che la cosa sia così strana, solo che non l'ha mai fatto nella doccia di quest'ultimo, e la cosa lo eccita ancora di più. Derek intanto, ignaro di tutto, è seduto sul divano, a rilassarsi, concentrandosi su quello che hanno visto. Chi può aver fatto una cosa simile a quei ragazzi? Quale creatura? E mentre si scervella su queste cose, Stiles viene, trattenendo più che può gemiti di piacere. Non gli capita mai di venire così velocemente al solo pensiero di qualcuno che conosce.

Alla fine esce dal bagno, coperto da un asciugamano legato in vita, e Derek gli porta dei suoi vestiti, mentre va a fare anche lui la doccia. Stiles osserva come gli stiano grandi gli abiti. Si porta la maglia di Derek al naso, odorandola intensamente. Profuma di lui.

Le pizze arrivano poco dopo, e i due si siedono sul tavolo, lavati e affamati. Derek decide di chiedere qualcosa a Stiles, sul periodo durante il quale non c'era.

«Com'era l'accademia, Stiles?» Osa chiedere. Il ragazzino smette un attimo di mangiare, fissando il licantropo.

«A livello fisico era una tortura. Allenamenti davvero tosti, tostissimi. 
Ti massacravano, volevano che a fine giornata non riuscissi neanche a reggerti in piedi...» Inizia a parlare, con lo sguardo perso, come se stesse tornando con la mente in quel luogo. Derek ascolta mangiando.

«....A livello psicologico era anche peggio. T'insultavano di continuo, di demoralizzavano, ti facevano sentire una merda. Per loro eri solo un numero, il concetto di persona era qualcosa di effimero. Dovevi lavorare e basta, non potevi sorridere, provare rabbia, tristezza, felicità... i sentimenti non erano ammessi. Credo il loro obiettivo fosse quello di trasformarti in una sorta di robot, in un essere privo di umanità, capace di uccidere una persona anche a mani nude senza poi avere dei ripensamenti... ci sono stato un anno, Derek. E non mi sono mai sentito una persona, già dopo la prima settimana. Mai...» Le ultime parole vengono sussurrate con voce tremante. E Derek capisce. Dopo tutto quello che ha passato, probabilmente l'accademia è stato il colpo di grazia. Lì gli hanno fatto mettere da parte ogni tipo di sentimento, ed evidentemente ancora Stiles non riesce a riprenderseli.

Non riesce a tornare una persona. Ecco perchè si comporta sempre in modo così freddo, distaccato, inespressivo... 

"Stilinskicosa stai facendo??" Domanda un uomosulla quarantinaSguardo freddoduroche giudicaStiles è in ginocchioaccanto al corpo di un ragazzoÈ da un mese che è in quell'accademiae ha conosciuto Paul per primoUn ragazzo simpaticosono diventati subito amicio comunque in buoni rapportiPaul si è appena sentito malee giace a terracon del sangue che gli esce dalla boccaSi trovano all'apertoin un campo di terra bruciatacon un Sole che spacca le pietrePaul deve aver preso una qualche strana malattia del postoperché è da qualche giorno che si sente malema nessuno l'ha ascoltatoNessuno l'ha voluto ascoltare.

"Paul sta morendoio..."

Il sergente Finnstock lo interrompe subito.

"In piediStilinski!"

Stiles si alzacercando di controbattere.

"Ma..."

"Ma nienteCos'è quella che vedo nei tuoi occhiStilinskiPauraTristezzaTu sei qui per imparare a combattereDevi convivere con la morteragazzinoNon devi provare pietà per luiSolo i più forti sopravvivonoci siamo intesi??"

Stiles rabbrividisceabbassando il capo.

"S-signore."

«Perchè, Stiles? Perchè sei andato in quel posto?» È tutto quello che Derek ha da chiedere in merito. L'umano alza gli occhi su di lui. Se solo gli potesse urlare che è tutta colpa sua, e di quello che è successo in sua assenza...se Derek non se ne fosse andato, avrebbe avuto ancora qualcuno a cui affidarsi... invece si è ritrovato ad essere solo, con anche il suo migliore amico che non si fidava di lui. Stiles si alza in piedi, voltando la testa da un'altra parte.

«Perchè, forse, volevo essere capace di controllare perfettamente le mie emozioni, Derek. Forse mi ero stancato di essere uno stupido umano....»

In pochi secondi il ragazzino si ritrova un corpo addosso, quello di Derek. 
Lo sta abbracciando. 
Stiles rabbrividisce al suo tocco, e a sua volta ricambia l'abbraccio, titubante, stringendo le sue braccia al collo del licantropo. Posa la testa sulla sua spalla, chiudendo gli occhi.

Possibile che l'abbraccio di Derek lo faccia sentire così al sicuro ed emotivamente instabile?

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Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***


"Sono un perdente e tu sei tutto quello che hocomunque vada non aver paura io ci saró."

Stiles è come se si aggrappasse a Derek con tutte le sue forze, attraverso quell'abbraccio.

Derek è come un'ancora per lui, no? Dopo tutto questo tempo è ancora così, è sempre stato così. Prima che Derek partisse, loro non si erano mai abbracciati. Ma Stiles aveva immaginato e sognato così tanto quel momento, in cui le braccia possenti del più grande sarebbero andate a stringere il suo corpo contro di lui.

Spesso gli abbracci vengono sottovalutati.

Derek si stacca leggermente da Stiles, notando che stanno scendendo le lacrime al più piccolo. 
L'umano non s'era neanche accorto di star lacrimando, probabilmente dovuto ai ricordi dell'accademia e di tutto quello che c'è dietro alla sua scelta di andare lì. D'impulso Derek porta una mano sul volto di Stiles, strofinandogli delicatamente la guancia con il pollice, per spazzargli via le lacrime.

Stiles rimane come immobilizzato, capace di concentrarsi solo sugli occhi verdi del licantropo, che sono sempre così magnetici. Non gli saranno mai indifferenti, purtroppo. Ma da quando tra loro c'è tutta questa confidenza? 
Da quando Derek non lo tocca più per sbatterlo su una qualsiasi parete ma per fargli qualcosa di gentile? Che forse si sono entrambi stancati di scappare? Scappare dai propri sentimenti, dalle proprie emozioni.

«Non sei più in accademia, Stiles.»Gli ricorda Derek, con tono stranamente dolce. L'ex Alpha non si spiega proprio perché il suo cuore batta così veloce ad un contatto così vicino con l'umano, e sfugge subito dal pensiero. 
Sa solo che vedere il ragazzino così debole lo fa sentire davvero male, come se una parte di lui stesse soffrendo insieme a Stiles. 
Inoltre adesso, senza quello sguardo glaciale, sembra così tanto l'umano che conosceva una volta. Stiles continua a guardare il lupo negli occhi.

«Con la mente è come se fossi sempre là.» Sussurra l'umano, a pochi centimetri dal volto del più grande. 
C'è una strana tensione nell'aria. 
Derek riprende a strofinare la guancia del ragazzino, facendo come dei segni circolari con il pollice, nonostante non ci siano più lacrime. Il licantropo sembra come ammaliato, stregato, tanto che non si rende neanche conto del gesto che sta facendo, che è molto intimo rispetto a quello che sono lui e Stiles insieme.

Ma in effetti, cosa sono loro?

«Lascia andare i sentimenti, Stiles. Torna ad essere quello di una volta...»

"Cosa faiStiles?!" Urla la rossanotando come il ragazzino si sia avvicinato pericolosamente al pendioÈ buioun solo lampione illumina lo spiazzo verdeed ha anche cominciato a piovereLydia si lega i capelli in una disordinata codarincorrendo il ragazzinoPerò si ferma a qualche metro rispetto a luinon capendo le sue intenzioni.

Stiles guarda il vuoto sotto di luiche  verso un fossatoPoi l'umano si gira verso di leie i suoi occhi sembrano così tremendamente vuoti.

"Forse l'unica cosa che serve per superare tuttoLydia." Risponde semplicementee la rossa scuote la testanon riuscendo a credere alle proprie orecchieStiles è come un fratello per leinonostante nell'ultimo periodo sia sempre più strano
È passata una settimana da quando è finito il casino con i Dread Doctors e da quando Theo è andato sottoterra con la sorellaE la rossa è uscita da poco da Eichen Housegrazie a tutto il BrancoCercano tutti di andare avantidi dimenticarsi di ciò che hanno dovuto affrontareTutti tranne Stilesche sembra proprio non riuscirci.

"Tu non ragioni cosìStilesTu non sei cosìTorna ad essere quello di una volta!" Grida lei.

Il ragazzino che conosce non si arrenderebbe mai cosìmaiStiles abbassa il voltopassandosi una mano tra i capelli bagnatie socchiudendo la boccaIl suo sguardo diventa d'un tratto impassibilecome se niente e nessuno lo potesse scalfire
Lydia rabbrividisce.

"Lo Stiles di una volta s'è n'è andato tempo fa!" Esclama luiallargando le bracciacome per enfatizzare la gravità della sua risposta
La ragazza proprio non capisce.

"Cosa vuol direStiles?"

Il ragazzino chiude le mani a pugno.

"Se n'è andato quando il suo migliore amico ha cominciato a non fidarsi più di luiSe n'è andato quando Allison è mortaSe n'è andato quando Theo l'ha usato solo per sfaldare il BrancoSe n'è andato quando ha ucciso DonovanQuando si trovava solosenza nessuno su cui ancorarsiMasoprattuttose n'è andato sette mesi fa..." Alle ultime parole Stiles rilascia cadere le braccia lungo i fianchinon riuscendo a capire se quelle sulle sue guance sono lacrime oppure solo pioggia.

La rossa corruccia lo sguardopensando a cosa sia successo sette mesi faPoicompresospalanca gli occhi.

"Tu l'amavi." Affermacapendo improvvisamente molte cose.

Sette mesi se n'è andato via Derekinsieme a BraedenE ora capisce molti comportamenti strani di Stilescome il suo essere insopportabile ogni volta che incontravano Derek con la mercenariacome diventava triste e nervoso... tutto le è chiaro
Come ha fatto a non averlo capito primaForse perchè dava per scontato che a Stiles piacesse prima leipoi MaliaLo sguardo che le rivolge Stiles le fa venire la pelle d'oca.

È lo sguardo di chi è arrivato al limite.

La pioggia colpisce inesorabile i duema nessuno sembra farci caso
Le loro emozioni adesso sono più forti di qualsiasi percezione fisica.

"Cerco...cerco di raccontarmi che va tutto beneLydia... cerco di andare avantidi svegliarmi con il sorriso.. ma io-io non ci riesco..." Continua a sfogarsi luicon voce tremulaspezzataQuesta volta sulle sue guance non scorre solo pioggia
La ragazza l'ascolta in silenzio.

"Ma tutto stava andando a pezzi... e l'unica cosa che riuscivo a pensare era che non l'avrei più rivistoNon l-lo vedrò mai piùLydiaL'ho...l'ho visto andarsene via con quella mercenaria del cazzoche non lo amerà mai nemmeno la metà di quanto ho fatto ioE non l'ho neanche salutato per beneÈ stata l'ultima volta che ho visto Derek Halecazzo!" Continua a sfogarsi Stilesal limite della sopportazione.
Al limite di ogni cosa.

"Non dire cosìStiles."

"Invece LydiaSe n'è andatoe non tornerà piùLe nostre strade si sono separate per sempreE dicono che il primo amore sia la cosa più bellaInvece mi ha distrutto..."

"Sti..." Cerca di farlo ragionare la rossa.
Stiles si porta una mano al voltocercando di nascondere le lacrime.

"M-mi dimenticherò i suoi lineamentiMi dimenticherò il suono della sua vocele molteplici sfumature verdi dei suoi occhi!" Continua ad urlare l'umanocon tutta la forza che ha
La ragazza abbassa lo sguardo
Ha capito che è inutile interromperlo.

"E sai qual è il mio rimpianto più grandeLydia?"

La rossa scuote la testa.

"Gli sarei potuto correre incontro... gridargli di restareLydiadi non andarsene... avrei potuto fare qualsiasi cosainvece sono rimasto immobile e in silenzioA guardarlo andare viaMagari mi avrebbe riso addossoo ringhiatoma almeno so che avrei fatto tutto ciò che potessi fare!"

La banshee volta la testa da un'altra parte.

"In un certo senso ti posso capireStiles..."

Ma l'umano scuote la testaper niente d'accorda.

"NoLydiaTu Aiden l'hai dovuto lasciare andarenon potevi fare nienteIo invece l'ho lasciato andarequando potevo fare tutto..."

Stiles osserva il volto di Derek, che è così vicino al suo, e il flashback gli si scaglia contro con violenza. 
Il licantropo non dà segni di volersi allontanare da lui, ed entrambi non riescono bene a capire cosa stia accadendo. Stiles fissa le labbra dell'ex Alpha, quando sente la corteccia intorno al suo cuore tornare forte come prima. Probabilmente colpa del ricordo che ha appena avuto, su tutto quello che ha dovuto passare, su come il licantropo lo abbia fatto sentire così male, anche se inconsapevolmente. 
E, in quel momento, riesce a sentire dentro di sè solo un grande e immenso freddo, nient'altro. D'improvviso allora si stacca da Derek, lasciando quest'ultimo interdetto.

Poi l'umano scuote la testa, allontanandosi sempre di più dal lupo, assumendo nuovamente quel suo sguardo da robot.

«Non posso...Derek...non posso...»

E com'è arrivato se ne va, senza lasciare al lupo una replica.

•••

Derek, in vista del pericolo, si è ritrovato a dover stare sempre più appresso al ragazzino, sentendo questa continua necessità di doversi assicurare che l'altro stia bene. Infatti la sua ricerca per la soulmate è ancora ferma, ma deve riprenderla al più presto. Purtroppo non crede di essere così invisibile, visto che l'umano sembra averlo notato diverse volte.

È passata una settimana dalla loro strana chiacchierata, e da quel momento agli allenamenti non si sono detti niente di che. 

La prima volta Stiles ha beccato il licantropo ad osservarlo da fuori da scuola, attraverso le finestre, nonostante stesse comunque piuttosto lontano. Infatti l'umano non sa cosa pensare, visto che la seconda l'ha beccato in biblioteca.

Stiles è dovuto uscire il pomeriggio tardi per andare a prendere un libro in biblioteca, che doveva leggere per letteratura. E d'un tratto è andato a sbattere contro un uomo, che teneva un libro in mano, in modo da coprirsi il volto. Però l'umano, dallo sguardo attento, ha subito collegato quel fisico a quello dell'ex Alpha, smascherandolo. Derek, con finta sorpresa, gli ha spiegato che Peter l'ha mandato lì per un libro sui licantropi. Stiles non sapeva se credergli, soprattutto perchè Derek teneva in mano un libro sulla gravidanza.

La terza volta l'ha incontrato al parco vicino al bosco. Stiles stava passando lì accanto, quando ha notato una figura familiare seduta sulle panchine. 
E ha beccato Derek distogliere lo sguardo dalla sua figura, per poi fissare con molto interesse i bambini che giocavano lì vicino. E di solito l'ex Alpha non esce così spesso, soprattutto per lo meno non s'interessa ai bambini che giocano.

Stiles adesso è al supermercato, e sta osservando la lista della spesa che gli ha assegnato suo padre, cercando di leggere la scrittura frettolosa di Noah. Spinge il carrello verso lo scaffale dei biscotti, canticchiando fra sé e sé, abbassandosi per afferrare gli Oreo. Quelli forse non erano nella lista, ma Stiles li adora. Quando si rialza si gira di scatto, e va a sbattere contro un petto duro. Balza all'indietro, cercando di scusarsi con l'uomo in questione, quando si rende conto di chi è. 
Ma come diavolo è possibile che, all'improvviso, in una settimana l'ha incontrato praticamente ovunque andasse? Derek si tocca il capo con una mano, senza sapere cosa dire. 
Dio, sta andando proprio male con lo stolkeramento. Derek è vicino allo scaffale di fronte, sul quale si trovano dei pannolini. Si guardano qualche secondo in silenzio, e Stiles alterna lo sguardo da Derek ai pannolini, dietro di lui. Poi comincia a capire.

«Derek?» Il licantropo sbatte le palpebre due volte al sentire il suo nome.

«Sì?»

«...Hai messo incinta qualcuno?» Osa chiedere, stringendo le labbra, e l'ex Alpha quasi si strozza con la sua stessa saliva, realizzando solo poi i motivi che hanno spinto l'umano a credere ciò.

«Cosa diav...no, Stiles!!» Replica, tossendo, e stranamente l'umano si sente sollevato.

«E allora mi spieghi tu come mai t'incontro sempre, e in ognuno di questi incontri sembra che sarai padre da un momento all'altro?»

Derek sbatte di nuovo le palpebre, per poi scapparsene via, come un fulmine. Stiles resta qualche secondo più che interdetto, senza riuscire a capire il licantropo, quando si accorge di qualcosa per terra. È il telefono del lupo, deve essergli caduto dalla tasca. Lo afferra, decidendo di andarglielo a riportare più tardi, magari chiedendogli anche spiegazioni, quando si accorge che è arrivato a Derek un messaggio qualche minuto fa.

Sa bene che non dovrebbe, ma lo legge immediatamente:

"EhiDerekcome procedeStiles sta beneLa mattina puoi anche non  venire più a controllarlo che ci penso io.

Scott."

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Capitolo 26
*** Capitolo 26 ***


"You love himI'm not saying in what wayMaybe you don't know yourselfBut anyone paying attention could see how much you care about him."

Stiles rimane qualche secondo a fissare il messaggio, per poi scorrere inevitabilmente a leggere gli altri. 
Scott almeno una volta al giorno ha chiesto a Derek come andasse il pedinamento, e l'ex Alpha gli ha sempre risposto positivamente.

Stiles si sente tradito, ingannato, e dentro di lui comincia a crescere una forte rabbia. Il bello è che non la prova per Scott, per lui prova una totale indifferenza, ma solo per Derek.
Come se il lupo fosse l'unico per il quale Stiles riesce a provare un qualsiasi sentimento. Lascia là il carrello, in mezzo al corridoio del supermercato: per ora ha altre priorità.

•••

Derek è nella sala del loft con una donna, davvero bella. Sono entrambi seduti sui divani, uno davanti all'altro. La ragazza, mora con gli occhi nocciola, sta parlando ininterrottamente da almeno un'ora. Il lupo è andato in un pub giorni prima, chiacchierando con diverse ragazze, e dando il suo numero solo a quelle che hanno rivelato di essere state male mesi fa. Non malori gravi, in realtà, tra forti raffreddori e qualche piccolo incidente, ma per Derek è un punto d'inizio. Altrimenti non sa proprio come fare per cercare la propria Soulmate
Inoltre quasi tutte le ragazze hanno frequentato il suo stesso college o high school, quindi potrebbe esserci una qualche connessione. Chi lo sa.

«...Che ti stavo dicendo? Ah, sì! L'altra settimana sono andata al supermercato, e ho visto una cosa davvero strana...» Continua a parlare Deborah, mentre Derek fa finta di ascoltare, mostrandosi come interessato. D'un tratto sentono bussare con violenza alla porta, e Deborah smette un attimo di parlare.

«Aspetti qualcuno?» Chiede poi al licantropo.

«Nessuno.» Borbotta lui, alzandosi dal divano, e dirigendosi verso la porta. Appena apre si ritrova un ragazzino furioso che entra come un fulmine all'interno del loft.

«Derek! Che pensavi di fare, eh??» Grida Stiles, avvicinandosi al licantropo, per poi continuare a gridare, quando si accorge della presenza della donna. Indietreggia, accorgendosi di aver interrotto quello che doveva essere un appuntamento.

«Io... non volevo...» Mormora, facendo per andarsene via, quando Derek lo ferma.

«Stiles! Dannazione, che succede?»

Deborah intanto si alza dal divano, quasi cadendo, per quanto è goffa, e interrompe i due:

«Derek, io allora vado, vi lascio soli... ci risentiamo, ok? il mio numero ce l'hai, no? Sempre se tu vuoi, ovviamente, non voglio costringerti, capito?? È stato piacevole stare qui, il loft è davvero bello e... va bene, vado.» Poi la ragazza passa accanto a Stiles, il quale la guarda come imbambolato. 
Gli sembra una sua copia, o meglio, la copia di com'era lui una volta. Logorroica, goffa, stesso colore di capelli e occhi...

«Quindi? Che succede?» Lo incalza Derek, appena la donna è uscita dal loft. Stiles allora si ricorda del motivo per il quale è lì, e torna a sentire dentro di sè una forte rabbia. Afferra il telefono di Derek, che teneva in tasca, mostrandoglielo.

«Hai dimenticato questo, Derek!» Esclama, e il licantropo inizialmente non capisce perchè Stiles sta usando quel tono aggressivo...poi si ricorda che il suo telefono non ha alcun blocco, e tutti volendo possono leggere i suoi messaggi...merda, i suoi messaggi!

«Stiles...» Cerca di spiegarsi, intuendo dalla faccia del ragazzino che lui deve aver letto proprio quelli con Scott. L'umano gli si avvicina sempre di più, piegando le labbra in una linea sottile.

«È per questo Derek, mh? È per questo che ultimamente passiamo così tanto tempo insieme? Perchè devi assicurarti che io sia vivo?? E io che pensavo stessimo arrivando ad avere buoni rapporti!» Continua ad urlargli in faccia, e Derek chiude un secondo gli occhi. Forse se lo merita, ma non è del tutto vero quello che dice l'umano.

«Stiles...»

«Quando pensavate di dirmi che il pericolo qui a Beacon riguarda me? Eh? Credete sia ancora lo stupido ragazzino di una volta? Quello che non sapeva difendersi da nessuno e che doveva essere protetto da qualsiasi cosa?? Beh, vi sbagliate!»

«Stiles...» I volti dei due sono incredibilmente vicini, e il lupo riesce a sentire il respiro dell'altro sulla sua pelle.

«Niente Stiles! Adesso mi stai a sentire! Non sono un bambino, che deve essere seguito ovunque! Qualcuno vuole me? Bene, mi venga a prendere, sono qui! Non ho bisogno di segrete guardie del corpo! E non pretendere che t'importi qualcosa di me, Derek! La veritá è che non ti è mai importato!» Le ultime parole sono uscite con una forte amarezza e rabbia, e un pizzico di tristezza. 
Derek vorrebbe replicare, non gli sembra giusto venga trattato così.

Però sa che Stiles è troppo arrabbiato per starlo a sentire, e l'osserva andarsene via, dal loft. Stiles forse si aspettava che Derek lo fermasse, ma procede spedito fuori dalla porta, senza che nessuno gli dicesse nulla. 
Forse sanno solo lasciarsi andare.

•••

Derek, appena il ragazzino se n'è andato, nota che gli stanno per uscire gli artigli, e che sta perdendo il controllo. Litigare con il ragazzino non gli fa affatto bene. Corre al primo specchio che gli capita, e si osserva attentamente. I suoi occhi alternano il blu al verde. Il verde al blu. 
Ed è inutile pensare ad un'ancora, quando non sa neanche più lui qual è.

«Il sole, la luna, la verità...» Sussurra, chiudendo gli occhi, e chiudendo le mani a pugno. Si è però conficcato gli artigli nei palmi delle mani, e ringhia dal dolore.

«Il sole, la luna, la verità...» Continua a ripetere, come un mantra, e dopo una decina di minuti riesce a tornare normale, nonostante ci abbia messo uno sforzo immenso. 
Infatti è tutto sudato. Prende il telefono, chiamando subito Scott.

«Derek??» Risponde l'Alpha, dall'altro capo del telefono, sorpreso nel sentirlo.

«Scott, Stiles è appena venuto da me.»

«E?»

«E sa tutto. Era incazzato, parecchio.» Sospira. Scott resta un attimo in silenzio.

«Merda.»

«Già, merda.»

«Ti è sembrato strano?» La domanda di Scott gli fa corrucciare lo sguardo.

«Intendi più di come lo è da quand'è tornato?»

«Derek, oggi Stiles è venuto a scuola normalmente, e sembrava sempre indifferente come al solito.» Lo informa Scott, e l'ex Alpha non capisce cosa ci sia di strano.

«Qual è il problema?»

«Oggi non è un giorno qualsiasi, Derek. È l'anniversario della morte di Claudia...»

Derek s'immobilizza sul posto.

«Cazzo.»

«Stiles non è mai venuto a scuola quel giorno, e non è mai uscito di casa! So che sa che giorno sia oggi, ma sembrava come...come se non fosse morta sua madre, ma una conoscente...come se la cosa non lo colpisse neanche un po'...»

Scott sembra davvero molto preoccupato, e Derek gira intorno al divano, senza sapere cosa fare. Sicuramente prima deve mangiare qualcosa, che non ha pranzato, e sta morendo di fame. Così ha tempo anche di pensare a come fare con Stiles, visto che sembra di nuovo odiarlo.

«Capito. Penso io a Stiles, tranquillo. Ti faccio poi sapere.» L'Alpha sembra tranquillizzarsi, informandolo che lo Sceriffo starà al lavoro tutto il giorno, e tronca la chiamata. Derek va in cucina, nervoso, ed apre il frigo. 
Come al solito c'è poco e niente, e si sente tremendamente solo.

•••

Stiles è steso sopra il letto, con tutte le luci spente. Subentrano i raggi della luna attraverso la finestra, che illuminano vagamente il corpo del ragazzino. Non ha mangiato nulla per cena, non aveva proprio fame. 
Il suo stomaco si era chiuso del tutto dopo la discussione avuta con Derek. In realtà ha parlato solo lui, facendo emergere solo tutta la sua rabbia, e deve ammettere che trovare Derek in presenza di un'altra donna non l'ha aiutato. Una donna che gli ricordava com'era lui una volta.

«Perchè non mi hai fermato?» Sussurra il ragazzino, chiudendo gli occhi. Stupido licantropo, che riesce sempre in un modo o nell'altro a mandarlo in confusione.

«Forse perché sono un'idiota.» Risponde una voce, e Stiles apre gli occhi di scatto, facendo un balzo sul letto. L'umano osserva una sagoma davanti alla finestra aperta, e riesce a distinguere chi è grazie ai contorni della figura. Un corpo perfetto, che sembra quello di un Dio greco. 
Stiles si mette seduto meglio sul letto, accennando un piccolo sorriso.

«Sì, lo sei.» Ammette, abbassando il volto. Derek gli si avvicina, e viene illuminato anche lui dai raggi della luna. Si siede accanto al ragazzino, guardando un punto qualsiasi della parete.

«Non te l'abbiamo detto perchè non volevamo spaventarti, Stiles. E non ti vogliamo proteggere perchè sei indifeso, ma perchè non sappiamo neanche noi se saremmo in grado di difenderci da quella creatura. Sembra dannatamente forte.» Inizia a parlare Derek, e Stiles lo guarda di sottecchi. Non può non ammirare la bellezza del licantropo.

«Ne sarei dovuto comunque essere al corrente, Derek. Mi sono sentito ingannato.» Afferma lui a bassa voce. Non ha più le forze per gridare. 
Derek sospira.

«Lo so, Stiles. Ma siamo tutti preoccupati, insomma, hai visto che cos'ha fatto quell'essere ai due corpi? Li ha squartati, e tu potresti essere il prossimo!» Derek adesso sembra come arrabbiato. Stiles scrolla le spalle.

«Non ho paura per me, non sento niente.» Derek a quel punto si gira verso di lui, ritrovandoselo più vicino di quanto si aspettasse.

«Io sì, Stiles.» Rabbrividisce il licantropo, immaginandosi il ragazzino al posto di uno di quei due ragazzi uccisi così brutalmente. 
Stiles volta la testa da un'altra parte.

«Te l'ho già detto, Derek...non far finta che t'importi.»

L'ex Alpha porta una mano sul volto dell'umano, e lo gira verso di lui. 
I loro occhi s'incatenano.

«M'importa tremendamente di te, Stiles. E questo anche prima che me ne andassi. Se tu dovessi morire...andrei letteralmente fuori di testa.» Derek si sorprende delle sue stesse parole, come se gli fossero uscite fuori senza alcun preavviso, e allo stesso tempo si spaventa di ciò che potrebbero davvero significare. Stiles dischiude la bocca, stupito da ciò che ha appena detto il licantropo. 
Non avrebbe mai creduto che Derek tenesse così tanto a lui... 
"Allora perchè sei partito?" vorrebbe chiedergli, ma resta in silenzio.

«E non ho passato del tempo con te solo per proteggerti, ma anche perchè lo volevo, Stiles. E, se tu ovviamente vuoi, io ancora lo voglio.» È vero che, da quando Scott gli aveva detto di stare più attento a Stiles, aveva intensificato gli allenamenti e anche le pulizie da parte del ragazzino in casa sua, ma forse era anche perchè non voleva stare da solo. E la compagnia di Stiles si era rivelata essere piacevole, nonostante quello non fosse davvero lui. Stiles increspa le labbra in un sorriso, ritrovandosi a pochi centimetri dal volto del lupo.

«Certo che voglio, Derek, in fondo mi piace molto pulirti il cesso.» Scherza, e Derek ride alle sue parole, velate da malinconia. Ecco il vero Stiles. 
L'umano intanto ascolta imbambolato la risata del più grande.

«Dovresti ridere più spesso.» Se n'esce fuori, tappandosi subito dopo la bocca. Derek l'osserva attentamente, non sa neanche lui bene cos'è quella tensione nella stanza. Non sa neanche lui perchè ha ancora la mano sul volto dell'umano, e perchè sta pensando che Stiles sia così particolare. Così bello, con quel nasino all'insù, con quegli occhi nocciola e con i riflessi della luna sul suo volto.

E le sue labbra sembrano così invitanti, Dio.

Derek comincia a non pensare proprio più a nulla, e inizia a strofinare il pollice sulla guancia di Stiles, come la volta prima. L'umano ha perso la cognizione di...tutto, e non riesce a muovere un muscolo del suo corpo. Si sente come paralizzato, paralizzato dai sentimenti che sta provando in quel momento.

Derek ha sempre percepito questa strana tensione sessuale fra loro due, solo che è come se adesso non riuscisse più a sopportarla o ignorarla, per quanto è grande. Torna a guardare le labbra di Stiles, intensamente.

«Stiles...» Sussurra il suo nome con voce roca, e l'umano ha un brivido lungo la schiena. Stiles si sta per avvicinare ancora di più, spinto da una strana forza, quando improvvisamente il suo telefono suona.

I due si allontanano come se avessero ricevuto una scossa, e Stiles risponde al telefono, alzandosi dal letto.

«Tracy?» Parla Stiles, mentre Derek cerca invano di capire cosa stesse succedendo poco prima. 
Dio, non era in sè.

Insomma, si stavano davvero per baciare? Potrebbero funzionare mai lui e Stiles insieme? Perchè poi sta pensando ad un'ipotetica relazione con Stiles?

Si dá dell'idiota. Non solo Stiles é fidanzato con questa Tracy, ma é anche un ragazzino, ed é comunque sempre il solito Stiles, l'umano del gruppo. O almeno cerca di convincersi che é attratto da lui solo fisicamente, nient'altro. Deve cercare la sua soulmate insomma!

Stiles finisce di parlare con la cheerleder, che lo aveva chiamato non solo per fargli le condoglianze, ma anche per dirgli che il ragazzo che le piaceva stava cominciando ad ingeleosirsi.

«Scusa, Derek, é che mi ha chiamato per farmi principalmente le condoglianze...sai, è l'anniversario della morte di mia madre.» Si confida, e Derek fa finta di non saperne nulla.
Eppure Stiles sembra come preoccupato da qualcosa.

«Sei strano, Stiles, come mai?» Gli chiede, mentre il ragazzino si rimette seduto accanto a lui. Stiles scrolla le spalle.

«Derek, questo giorno é l'anniversario della morte di mia madre, e... e non provo nulla! Ho sempre pianto, provato una tristezza assurda, e non riuscivo neanche ad alzarmi dal letto! E morta mia madre, cazzo!» Esclama, con gli occhi spalacanti, per poi allargare le braccia.

«Guardami, Derek! Riesci a percepire qualcosa?»

Il licantopo scuote la testa.

«Non sento nulla! Ed è quasi sempre così! Come se avessi dentro di me un immenso vuoto! Non mi sento neanche umano, Derek, come se non avessi più un cuore...sono spaventato, a morte....»
Il ragazzino sembra davvero spaventatissimo, come se avesse paura di se stesso, di quello che è diventato. Come se fosse diventato un robot, una macchina, senza più umanita.

Derek fa per dire qualcosa, una qualsiasi cosa, quando sente che qualcuno sta entrando in casa. 
È lo Sceriffo. Il licantropo non può restare.

«Devo andare...ci vediamo, Stiles.»

E detto questo scappa fuori dalla finestra, tremendamente scosso dalle parole del ragazzino.

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Capitolo 27
*** Capitolo 27 ***


"I can't escape this nowunless you show me how."

Derek entra dentro la clinica, non trovando Scott come le volte precedenti. Il ragazzo dovrebbe essere al college, visto che è ancora mattina. 
Il licantropo allora si accinge a cercare il druido, che si trova in una grande stanza lungo il corridoio, dove si trovano alcuni animali.

Gatti e cani, che il druido deve curare, per gli umani. Derek osserva di striscio un gatto, dal pelo color notte e dagli occhi di un azzurro intenso. 
Gli ricorda la sua parte lupesca. 
Il micio ha una fascia su una delle zampe, e guarda l'ex Alpha con sospetto. Probabilmente si somigliano anche come comportamento, osserva divertito il licantropo.

«Cosa ti spinge a venire qua, Derek?» Chiede Deaton, accanto ad un bianco lettino, dove si trova un labrador, tutto steso. Il druido gli sta disinfettando una ferita sull'addome, quindi dà le spalle al licantropo. Derek l'affianca, posando una mano sul corpo del cane, per cercare di assorbirgli il dolore. Infatti, pochi secondi dopo, le vene del braccio muscoloso del lupo diventano tutte nere, e Derek fa una piccola smorfia.

«Ho un problema, temo.»

Deaton si mostra attento, nonostante continui a medicare il labrador.

«Che tipo di problema? Spero di poter essere d'aiuto.»

Derek incrocia le braccia al petto, prendendo un profondo respiro.

«Spesso perdo il controllo.» Ammette.

«Perchè?»

Derek resta qualche secondo in silenzio, ammirando il soffice pelo del cane.

«Perché non ho nulla a cui ancorarmi.»

Deaton a quel punto lascia stare il cane, girandosi verso il licantropo.

«Cosa vuol dire, Derek?»

«Che non riesco a... non riesco a ricordarmi qual è la mia ancora... so che la rabbia non lo è più da anni ormai... ma giuro che non riesco a capire qual è quella di adesso...» E per quanto si sforzi, non riesce a trovarla. Deaton alza le sopracciglia.

«Pensa a tutte le volte che l'hai usata per tornare umano, possibile che hai un vuoto?» Domanda sorpreso il druido, ascoltando attentamente la risposta del licantropo.

«Purtroppo è così.» Sospira lui. 
Il druido allora fa per riflettere a qualcosa.

«Avevo sentito di licantropi che rifiutassero la propria ancora, al punto da dimenticarsene... ma non ne avevo mai conosciuto uno.» Gli confida Deaton, e osserva Derek come se fosse uno dei suoi esperimenti.

«Perchè dovrei rifiutare la mia ancora?»

Il druido si porta una mano sotto il mento, pensieroso.

«Perchè la consapevolezza di chi possa essere la tua ancora... porterebbe a farti scontrare con la realtà.» Conclude poco dopo, nonostante Derek non abbia capito un granchè

«Non...non capisco.»

«Stai fuggendo dalla tua ancora, Derek, perchè così facendo fuggi anche dai tuoi sentimenti. Devi accettare i tuoi sentimenti, Derek, non devi esserne spaventato! Sai bene chi è la tua ancora, ma cerchi di sfuggire al pensiero!» Esclama Deaton, e il licantropo socchiude la bocca. 
Quindi la sua ancora sarebbe una persona? Ma chi? Perchè non riesce a ricordarsene? Eppure vorrebbe capire tanto chi, solo che la sua mente gli fa brutti scherzi, e non crede ci sia una formuletta magica per farti dare dal cervello le informazioni che ti sta nascondendo. Forse è una specie di blocco psicologico, come quando alcune persone non si ricordano qualcosa che hanno fatto, solo perchè è stato qualcosa di traumatizzante o simile.

«Come posso fare?» Chiede esasperato il licantropo, non potendone più di accorgersi di star trasformandosi all'improvviso, soprattutto se questo potesse avvenire in luoghi pubblici. 
Il druido lo guarda dritto negli occhi.

«Smettila di scappare, Derek, dannazione. Affronta i tuoi sentimenti!»

•••

Stiles è a scuola, e sta camminando
per i corridoio con Scott, quando Tracy improvvisamente gli salta addosso. 
I due prendono a baciarsi, con gli studenti che si fermano a guardarli, e con Scott che scuote leggermente la testa. Sa bene che è tutta una finta, ma gli sembra tanto una bambinata. Inoltre osserva come Malia e Lydia, dall'altra parte del corridoio, stiano trucidando Tracy con lo sguardo.

«Ci vediamo dopo, Sti!» Esclama la cheerleder, una volta staccatasi dal ragazzino. Stiles annuisce, per poi riprendere a camminare accanto al suo migliore amico, diretti vero la classe di letteratura.

«Non capisco, Stiles... Lydia e Malia ti muoiono dietro... Insomma, Lydia era la tua cotta, e Malia sarebbe disposta a tornare con te...» Prende a parlare l'Alpha, ma viene subito interrotto dall'umano, con voce brusca.

«Lydia non ha fatto che ignorarmi e scoparsi mezza Beacon, nonostante sapesse benissimo dei miei sentimenti nei suoi confronti... Malia poteva non lasciarmi. Ormai è troppo tardi, potevano entrambe svegliarsi prima.» Il suo tono è freddo, e Scott rabbrividisce, non potendo però non dargli ragione.

•••

Derek è andato a fare una passeggiata nel bosco, per schiarirsi le idee. 
Deve capire chi diavolo è la sua ancora, prima che sia troppo tardi. Prima che perda completamente il controllo. Vorrebbe non scappare da essa, dai suoi sentimenti, ma non è così facile volerlo e basta quanto metterlo in pratica... e non sa come fare. Più pensa più si confonde, più s'innervosisce.

È buio, e il licantropo evita abilmente gli alberi, immerso nei suoi pensieri. Non sa dove andare, non ha una metà precisa in realtà. Aveva solo bisogno di una boccata d'aria. Che la sua ancora sia sua sorella, Cora? Ma perchè dovrebbe scappare da lei? 
Non ha senso, per niente.

D'un tratto alza la testa al cielo, e si accorge della luna piena. 
Non se n'era accorto, prima. 
E continua a fissare quella palla luminosa in cielo, sentendosi così attratto da lei, tanto che non riesce più a staccarne lo sguardo. È come stregato. E non si accorge neanche degli artigli che gli stanno spuntando, e dei peli che stanno crescendo sul suo corpo... e i suoi occhi diventano in blu in un secondo. Derek si ritrova ad ululare, cercando di tornare normale, accorgendosi solo in quel momento che ha perso di nuovo il controllo...ma è troppo tardi. Non gli era mai capitato di non riuscire a controllarsi durante le lune piene, forse solo i primi tempi, da piccolo.

Ulula di nuovo, disperato, notando che almeno non è trasformato del tutto. Non nella forma di lupo, per il momento. E tutto quello che riesce a pensare, più il tempo passa, è che ha fame, e bisogno di uccidere. 
Uccidere, uccidere, uccidere. 
E subito. Non ha più una coscienza, non quando perdi del tutto il controllo.

La tua parte umana viene azzerata da quella dell'animale, da quella del predatore. Derek si ritrova a correre a caso, talmente veloce che non si accorge neanche che c'è un enorme rovo di spine, che separa la parte di bosco fitto da quella dove la gente spesso si ferma, con la tenda o il camper. E la parte animalesca di Derek ci passa in mezzo, senza neanche collegarlo ciò ad un possibile pericolo, e si ritrova ad ululare dal dolore in poco tempo. Le spine sono giganti, e lo graffiano ovunque, come dei coltelli affilati. Ma lui continua a correre, fino a che non esce dall'altra parte, ferito.

Ha un'enorme ferita sul petto, e anche altre lungo le braccia o l'addome, che non sembrano voler sparire. 
Derek ha gli occhi azzurri che si muovono lungo lo spiazzo, affamati, e i denti in bella mostra. C'è una tenda blu proprio poco distante da lui, e sente delle voci provenire da essa.

Gli sembra di sentirsi come Erica e Boyd anni fa, dopo essere rimasti tutto quel tempo nel cavò di Deucalion. Assetati di sangue, incapaci di reagire, sottomessi alla parte del lupo. 
Sente delle voci provenire all'interno della tenda, e vede uscire un uomo. Sarà sulla cinquantina, alto e moro. Lui però non l'ha visto, e sta sistemando la tenda, da fuori, mentre probabilmente la moglie lo sta aspettando all'interno.

Derek, con i riflessi ancora più veloci grazie alla luna piena, in pochi secondi è dietro all'uomo. Quest'ultimo si gira, e, prima che possa urlare, viene stesso a terra con un pugno. Il licantropo si abbassa sul suo corpo, con la bocca aperta, e osserva gli occhi dell'uomo. Occhi increduli, occhi di chi sa che sta per morire. La sua parte umana cerca di sopraffare quella dell'animale, senza alcun risultato, costetta ad avere un ruolo di sola spettatrice.

L'ex Alpha alza un braccio in aria, sfoderando gli artigli, e lo fa ricadere con violenza sul volto dell'uomo. 
Gli ha appena tagliato il collo.

E continua ad inferire sul suo corpo, tanto che il volto del lupo è tutto coperto dal sangue. La donna, nel frattempo, sta chiamando il marito ad alta voce, dalla parte opposta della tenda. Derek si ferma, alzandosi, ed osservando il corpo senza vita dell'uomo. Gli occhi spalancati. 
Eppure si sente così soddisfatto, così contento.

Percepisce la presenza della donna, e fa per andare da lei, per finire il lavoro, quando gli sembra di sentire come una voce dentro lui. La voce di Stiles, ne è sicuro.

"Derek...sei un predatorema non devi essere un assassino..."

La parte umana scalcia, ancora più forte di prima, e con un forte ululato alza il volto al cielo, alla luna, mentre intanto la donna è scappata via urlando, nonostante non abbia visto Derek, nascosto nelle tenebre. 
Gli artigli cominciano a ritirarsi, e gli occhi ritornano piano piano normali, e Derek torna a prendere coscienza di quello che fa. Si ritrova così ad indietreggiare, ferito, scuotendo la testa alla vista dell'uomo. 
Dio, cos'ha fatto?

•••

Stiles è in camera sua, e si affaccia alla finestra. Non riesce a dormire, ha questa costante sensazione che sia successo qualcosa di brutto. 
Osserva la luna piena, mentre il presagio aumenta sempre di più nei suoi pensieri, mettendogli un'ansia incredibile. Pensa a Derek, che prima avevano avuto gli allenamenti, e se n'era andato via appena finito. E pensa a quello che stava per succedere prima che Tracy l'interrompesse...o meglio, stava per succedere davvero qualcosa? Stiles sa bene che non deve succedere niente fra loro due, non può affezionarsi di nuovo a Derek... o almeno non in quel modo. Non in un modo autodistruttivo, da uscirne come l'ultima volta. Se la brutta sensazione fosse legata a lui? Stiles sa che Scott avesse sempre una sorta di brutta sensazione, ogni volta che Allison fosse in pericolo. E Stiles ha amato Derek, come Scott ha amato Allison. 
E sa anche che fra lui e Derek c'è una sorta di connessione...la sente sempre, è lì, nell'aria...

Stiles allora afferra le chiavi della jeep, ed esce silenziosamente dalla camera. Il padre sta dormendo. E non gli importa se in realtà Derek sta tranquillamente nel letto, ma non può lasciar correre questa sensazione. 
Non se Derek potrebbe essere in serio pericolo.

Guida talmente veloce che arriva al loft in qualche minuto, scendendo immediatamente dalla macchina, e correndo verso il grande palazzo. 
Pigia il pulsante dell'ascensore una decina di volte, per quanta ansia ha. Ansia che sia successo davvero qualcosa, e che è troppo tardi.

Quando trova la porta del loft socchiusa si blocca un attimo. 
Se adesso entrasse e trovasse il corpo di Derek? Morto? Si fa coraggio, ed entra dentro, socchiudendo gli occhi, e guardandosi intorno. Tutte le luci sono spente, ma la luna e la luce dei lampioni, provenienti da fuori, illuminano il minimo la stanza. 
Stiles continua a cercare il licantropo, abituandosi piano piano alla penombra, quando gli sembra di scorgere una figura accanto al grande tavolo.

«Stiles?» Lo chiama la figura, con voce incredula e...diversa. È la voce che assume Derek quando si trasforma in licantropo. Infatti l'umano vede un luccichio blu, e capisce sono i suoi occhi. Li segue, come rapito, per poi doversi fermare. Derek è legato con un braccio ad una gamba del tavolo, grazie ad una catena.

«Derek?? Adesso ti libero!» Esclama il ragazzino, avvicinandoglisi ancora di più.

«NO! Non avvicinarti, Stiles!» Grida di rimando il licantropo, vedendo l'umano come qualcosa che deve assolutamente sbranare. «Mi sono legato da solo...non riesco a controllarmi...» Gli spiega, tra un ringhio e l'altro, e Stiles riesce a leggere paura nei suoi occhi. Paura di sè stesso. 
L'ex Alpha perde ancora quel poco di umanità, e cerca in ogni modo di arrivare a Stiles, il quale indietreggia abilmente. La catena sbatte contro il tavolo più volte, inesorabile. Derek non sembra arrendersi, e tiene la bocca aperta, con tutti i canini in evidenza.

«Derek, pensa alla rabbia...» Cerca di suggerirgli Stiles, notando però che il suggerimento non sembra funzionare. Il ragazzino si era ritrovato in una situazione simile con Malia, e parlando l'aveva fatta tornare normale, evitando di finire ucciso. Però lui era l'ancora di Malia, quindi non sa se potrebbe funzionare anche con Derek... ma non ha intenzione di andarsene via e lasciare il licantropo in questo stato, nonostante Derek da lui se n'è andato...

«Sei forte, Derek, ce la puoi fare! Io...» Comincia a parlare l'umano, mentre la catena sta cominciando a cedere, per quanto viene tirata dal licantropo. Gli occhi blu di Derek non gli sono mai sembrati così pericolosi.

«...Mi fido di te. Mi sono sempre fidato di te, Derek, e mi fido di te anche adesso! So che non mi faresti mai del male, Derek!» Il licantropo l'osserva un attimo, per poi ritornare a tirare la catena con grande violenza.

«Sei forte, Derek... la persona più forte che conosca... sei stato sempre un modello per me, altro che supereroi...» Derek spezza la catena, catapultandosi davanti al ragazzino, con la bocca aperta, pronta per mordere. 
Stiles chiude gli occhi, ritrovandoselo a pochi centimetri dal volto.

«...Io ho sempre avuto te, che sei mille volte meglio.» Conclude il ragazzino, e si aspetta da un momento all'altro di morire. Ma, quando sente di essere ancora vivo, riapre gli occhi, e osserva il licantropo. Derek è tornato normale, con la maglia tutta rovinata, e solo ora Stiles nota che ha delle profonde ferite sul corpo. Gli occhi di Derek adesso sono verdi, ma ancora più spaventati. 
L'ex Alpha si rifugia in un angolino del loft, vicino alla vetrata, accucciandosi su sè stesso. Stiles potrebbe giurare che quelle sul volto del lupo siano lacrime, e lui evita lo sguardo del ragazzino.

«Derek...» Sussurra l'umano, con la bocca dischiusa, indeciso se andargli incontro oppure no.

«Vattene...Stiles...dannazione! Potevo...ucciderti....!» Urla, con voce tremante, e con occhi sfuggenti.

«Sapevo non mi avresti fatto nulla, Derek, e non ho intenzione di andarmene!» Replica il ragazzino, allargando le braccia, per fargli capire che questa è la sua decisione, e lui non potrà cambiarla. Stiles allora prende coraggio, e si avvicina al licantropo, illuminato dai raggi della luna, e si inginocchia accanto a lui. Derek nasconde ancora il suo volto, e l'umano gli sfiora una profonda ferita del braccio.

«Cos'è successo, Derek?» Domanda, con un mormorio, ma il licantropo non sembra accennare a voler rispondere. Tiene il capo nascosto nelle braccia, e le ginocchia al petto. Stiles allora porta la mano sui suoi capelli, giocando dolcemente con qualche ciocca.

«Ehi, Derek, sono qui. Non me ne vado, ma parlami... ti prego.» Lo prega, e a quel punto l'ex Alpha alza il volto sull'umano. Stiles osserva le sue guance bagnate, e fa la stessa cosa che Derek aveva fatto con lui. 
Gli asciuga le lacrime, con una mano sul suo volto. Il licantropo resta in silenzio, chiedendosi cosa abbia fatto per meritarsi di avere accanto una persona simile... tutti sarebbero scappati via da lui, ma Stiles no.

Stiles è diverso.

Non lo guarda con pena o altro, ma lo guarda come se lo volesse davvero ascoltare, capire cos'ha che non va.

«E-ero nel bosco... q-quando ho perso il c-controllo...e-e...» Inizia a raccontare Derek, sentendosi così dannatamente debole e indifeso. Stiles non l'ha mai visto così.. così disperato e così spaventato. Derek non si è mai mostrato debole, sopratutto ai suoi occhi, doveva sempre essere il grande lupo cattivo, che non ha paura di niente e nessuno. Ma poi succede che cominci ad avere paura di te stesso, e allora tutto cambia.

Stiles, senza pensarci troppo, gli afferra una mano, intrecciandola con la sua, come per dargli forza.

«E? Cos'è successo?»

Derek volta la testa da un'altra parte, chiudendo gli occhi al ricordo.

«...C'era u-una tenda da c-campeggio... e un uomo...» Aggiunge, senza avere la forza di continuare. Stiles sembra aver capito come vada a finire il racconto, e spalanca gli occhi, sorpreso. 
Non ci vuole credere.

«...L'ho u-ucciso... ho ucciso un innocente....» Conclude Derek, tornando a guardare Stiles negli occhi. Si aspetterebbe che il ragazzino se ne vada, urli, o qualsiasi cosa... per questo non si aspetta che lui gli stringa ancora più forte la mano. Derek manda sempre via tutte le persone che gli stanno intorno, ma non Stiles.

Stiles sembra essere l'eccezione.

Gli ha appena ammesso di aver ucciso una persona... e il ragazzino resta ancora con lui.

«Te ne devi andare...Stiles! Sono un mostro! Perchè mi stai ancora accanto?» Osa chiedergli, con la schiena contro la grande vetrata.
Le ferite ancora non gli sono guarite. L'umano abbassa qualche secondo lo sguardo.

«Perchè non sei un mostro, Derek. Avevi perso il controllo, non è stata colpa tua! Non eri te in quel momento, come quando non ero io ad aver ucciso Allison o Aiden!» Esclama il ragazzino, capendo perfettamente come si senta l'ex Alpha. «Dov'è la tua ancora, Derek? Perchè sembra che non ce l'hai più?» Chiede subito dopo. Il lupo abbassa il volto.

«Deaton dice che sto rifiutando la mia ancora... non lo so neanch'io cosa voglia dire... come mai sei venuto qui, Stiles?»

Le loro mani sono ancora intrecciate.

«Avevo questa sensazione che ti fosse successo qualcosa di brutto.» Spiega semplicemente.

«Scusami se adesso non mi mostro forte, Stiles... scusami se non sono come ti aspetteresti...» Mormora il licantropo, ancora colpito dalle parole di prima del ragazzino. 
Stiles scuote la testa.

«Tu sei sempre come mi aspetterei, Derek, forse dovrei scusarmi io per non essere quello che tu vorresti... lo vedo come cerchi costantemente il vecchio Stiles, Derek. Lo cerchi ogni volta... nei miei occhi, nei miei gesti, nelle mie parole...» Sussurra l'umano, evitando lo sguardo del licantropo.

Ma Derek non ha niente da ribattere, perchè in questo caso il ragazzino ha perfettamente ragione. 
E, nel frattempo, Derek si rende conto che tutte le sue ferite sono scomparse, guarite del tutto. Finalmente la guarigione ha funzionato! 
Poi Stiles streccia le loro mani, alzandosi da terra.

«Forse dovrei tornare.» Afferma. Possibile si senta geloso di sè stesso? Del vecchio sè?

«No...resta.» Lo supplica Derek, restando seduto a terra. «Mi sento...solo.» Aggiunge poi, in un sussurro, nonostante Stiles lo senta benissimo. Dio, non ha davvero mai visto il licantropo in questo stato. Addirittura da ammettere di sentirsi solo! Mostrarsi così deboli davanti a qualcun altro non è da poco, perchè bisogna fidarsi di quella persona, altrimenti potrebbe approfittare delle tue debolezze.

«Okay, Derek.»

Il licantropo a quel punto si alza da terra, avvicinandosi al ragazzino.

«Io dormo sul divano, tu prendi pure il letto.» Decide, con un tono che non ammette repliche. Poi continua a fissare l'umano, i suoi lineamenti, come se non sapesse cosa fare. 
Illuminato dai raggi della luna Stiles è bellissimo, sembra un angelo. 
E forse lo è davvero.

«Grazie, Stiles.» Se n'esce, per poi slanciarglisi addosso, in un abbraccio. Derek lo stringe forte a sè, come se non volesse più lasciarlo andare, e Stiles stringe le braccia attorno al collo del licantropo, chiudendo gli occhi. Derek non ha mai amato gli abbracci, non ha mai abbracciato di sua spontanea volontà una persona, ma evidentemente Stiles riesce a fargli cambiare idea su molte cose.

Gli piace abbracciarlo, da morire.

Poi il licantropo si stacca, fissandolo qualche altro secondo, con una strana espressione, per poi andarsi di sopra a cambiare. Stiles osserva la figura del più grande salire le scale, e sospira. 
Si ricorda nuovamente che non può far uscire i sentimenti per quel lupo.

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Capitolo 28
*** Capitolo 28 ***


"How would you feel if I told you I loved youIt's just something that I want to doI'll be taking my timespending my life falling deeper in love with you."

Stiles si siede sul grande letto del licantropo, sospirando forte. 
Manda un messaggio veloce a suo padre, scrivendogli di non preoccuparsi per la sua assenza, visto che dorme fuori. Crede che a vent'anni possa permettersi di non dire più al padre dove va a dormire. Osserva Derek scendere le scale, con una canotta bianca e dei boxer. Diciamo che lascia poco all'immaginazione...stupidi lupi calorosi. 

Derek si stende in silenzio sul divano, con il volto verso il soffitto. Sembra pensare a qualcosa, con sguardo più che serio. Stiles sa bene che sta ancora pensando all'uomo che ha ucciso, quando però non era in lui, e che si sente un assassino. Quindi il ragazzino si alza, avvicinandoglisi, restando però in piedi.

Gli occhi del licantropo non si staccano dal soffitto, e sta ripercorrendo con la mente la morte dell'uomo. 
E a come aveva dovuto assisterne senza poter fare nulla... è stato orribile. Non si sentiva così dalla morte di Paige. Perdere il controllo è la cosa più frustante che esista, soprattutto perchè poi rischi di fare azioni di cui puoi poi pentirti, o di ferire a morte qualcuno, come in questo caso.

«Non è stata colpa tua, Derek.» Gli ricorda, notando stia pensando un po' troppo. L'ex Alpha si gira con il volto verso di lui, restando steso. 
I muscoli sotto la sua canotta sono tesi.

«Se solo mi ricordassi della mia ancora...» Replica, con tono frustato. L'umano punta gli occhi nocciola nei suoi verdi.

«Ho letto parecchie cose sull'ancora dei licantropi... quando per Scott lo era Allison mi sono informato parecchio.» Confida Stiles, e Derek sembra esserne molto interessato. La sua ancora è stata quasi sempre la rabbia, quindi non s'era informato molto a riguardo, non avrebbe creduto sarebbe mai cambiata.

«Parlami delle persone che fanno da ancora ad un licantropo.» Stiles continua a guardare il lupo negli occhi.

«La persona in questo caso deve essere molto importante...speciale. Deve esserci una forte connessione fra lei e il licantropo, talmente forte da mantenerti umano. L'ancora è colei che a cui ti aggrappi nei momenti di difficoltà, l'unica persona che vorresti lì con te... ma spesso viene sottovalutata, quando invece l'ancora è l'unica cosa a mantenere viva la tua parte umana. Non è mai una persona qualsiasi, ma è qualcuno a cui affideresti tutta la tua vita senza neanche un dubbio.»

Derek resta in silenzio, riflettendo sulle parole del ragazzino. Guardando quegli occhi color nocciola gli verrebbe quasi la risposta, come se gli stesse tornando il ricordo della sua ancora, ma poi volta la testa da un'altra parte.
E scappa, di nuovo, senza neanche rendersene conto.

«Come mai sei tornato, Derek?» Ha il coraggio finalmente di chiedergli il ragazzino, una domanda che si teneva dentro fin dal suo arrivo. Si sarà dato da solo almeno mille ipotetiche risposte. Il licantropo rilassa i muscoli.

«Per cercare la mia soulmate, Stiles. 
È qui, a Beacon, da qualche parte.» Ammette, e l'umano resta qualche secondo in silenzio. Sa vagamente cosa sia la soulmate di un licantropo, tipo qualcuno a cui sei legato per tutta la vita. Il vero amore, o almeno così dicono.

«Buona ricerca, allora...sicuro che non vuoi dormire nel letto?» Cambia poi argomento l'umano, e il lupo si rigira verso di lui. Alza una sopracciglia.

«Non hai mai pensato che magari il divano mi è più comodo?» Scherza, incrociando le braccia al petto. 
Stiles alza le mani in difesa.

«Allora il letto sarà tutto mio, nessun problema!» Esclama, per poi buttarsi con una piccola rincorsa sul lettone. Derek scuote la testa, divertito.

•••

Dicembre è arrivato velocemente, e Derek nel frattempo era andato al funerale dell'uomo del bosco. 
C'era anche sua moglie, che piangeva tutto il tempo. Il licantropo non riusciva a vedere tutto ciò, e stava per perdere nuovamente il controllo. Per fortuna con lui era venuto Stiles, che lo teneva d'occhio, pensando costantemente a quanto il licantropo avesse un cuore d'oro. Non era obbligato ad andare a quel funerale, visto gli effetti che poteva avere su di lui, ma ha insistito davvero tanto.

Derek è sempre andato la notte sul tetto del ragazzino, accanto alla sua camera, trasformato in lupo.
Se n'andava poi all'alba, così ogni giorno: ormai era diventata un'abitudine. Quella mattina aveva notato che il ragazzino non fosse nel letto, ma pensava semplicemente si fosse svegliato prima di lui, nonostante non fosse mai successo prima d'ora. Tanto l'avrebbe visto più tardi, all'allenamento.

Eppure aveva una brutta sensazione, che aveva scacciato più volte.

•••

Scott entra a lezione di biologia come al solito, sedendosi nella penultima fila. Si accorge che il posto accanto a lui è vuoto, e corruccia lo sguardo. 
Stiles non è mai in ritardo, anzi, e arriva sempre prima del migliore amico.

Scott scrolla le spalle, immaginando che forse la sua sveglia è suonata tardi, e si appresta ad ascoltare il professore. All'inizio è molto attento, prendendo anche appunti, ma mano a mano comincia a non vedere l'ora che la lezione finisca. Stiles ancora non si è presentato, e non è affatto da lui...almeno non senza avvertirlo prima. Che sia successo qualcosa a Noah? O all'umano stesso?

L'Alpha comincia a farsi una decina di film mentali, per poi pensare che probabilmente Stiles ha solo voluto saltare scuola, e magari dopo rideranno delle sue paranoie. 
Però, quando è ormai ora di pranzo, tutti cominciano a chiedersi che fine l'umano abbia fatto. Sono in mensa, seduti accanto ad un lungo tavolo.

«Ho chiamato Noah, e non ha idea di dove sia...» Parla Malia, preoccupata quanto gli altri.

«Ho cercato di chiamare Stiles una decina di volte, ma dà sempre staccato...» Li informa Lydia, addentando con ansia il panino. 
Scott ha proprio lo stomaco chiuso.

«Dite...dite che possa centrare la creatura sovrannaturale che minaccia Beacon?» Osa chiedere Isaac, beccandosi lo sguardo di tutti addosso.

«Speriamo...speriamo di no.» Sospira Scott, passandosi una mano sul volto, capendo che altrimenti potrebbe essere già troppo tardi per l'umano.
Per il suo migliore amico, per suo fratello.

•••

Derek è tornato al loft, allenandosi qualche minuto per conto proprio, quando gli squilla il telefono.

«Pronto?» Risponde, in soli boxer, nervoso per essere stato interrotto durante uno dei suoi allenamenti.

"Sono Scott.» Il tono della voce non promette niente di buono.

«Scott? Che succede?» L'Alpha inoltre non lo chiama mai senza alcun motivo.

«Stiles è da te, per caso?» Gli chiede, e Derek si dirige in cucina, per prepararsi un bicchiere d'acqua. 
Perché quella domanda?

«No, perchè?»

«Non eri da lui questa mattina?»

«Sì, fuori dalla sua finestra, come al solito.»

«E lui c'era?» Le domande di Scott cominciano a dargli sui nervi, che andasse subito al sodo!

«No, ma il letto era sfatto. Ho presupposto si fosse alzato semplicemente prima...»

Silenzio. Scott non parla.

«Scott? Perchè mi stai chiedendo questo...?»

Silenzio.

«Scott! Dannazione!» Sta cominciando a perdere davvero la pazienza.

«Stiles questa mattina non era a scuola...»

Derek s'immobilizza.

«L'avete chiamato? Noah sa qualcosa?»

«Noah non ne sa niente, ed è irraggiungibile...»

Derek beve l'acqua tutta d'un fiato, rischiando quasi di strozzarsi.

«Cosa significa questo, Scott?»

Silenzio.

«Scott, parla, cazzo!»

«...Che Stiles è scomparso.»

•••

Derek è corso immediatamente da Scott, il più velocemente possibile. 
A casa dell'Alpha c'è gia il resto del Branco al completo, tutti con facce da cadavere.

«Dobbiamo subito andare a cercarlo, dividendoci.» Comanda l'Alpha, cercando di mantenere un tono deciso e distaccato, invano. Non riesce neanche a pensare che Stiles possa essere in serio pericolo.

«Dove potrebbe essere?» Domanda Malia, mangiucchiandosi le unghie.

«Potrebbero averlo rapito.» Ipotizza Mason.

«Impossibile, dormivo davanti la sua finestra. Se qualcuno fosse entrato da lì me ne sarei accorto, e la porta era in ottime condizioni.» Parla Derek.

«Dio, sapevamo ci fosse un pericolo in agguato che riguardasse lui...ma non siamo riusciti a far niente per impedirlo!» Sbotta Scott, sentendosi in parte responsabile. Doveva aver capito subito ci fosse qualcosa che non andasse, sin da quando aveva visto quel dannato posto vuoto.

«La sua macchina non c'era, deve essere uscito da solo.» Osserva Isaac. Derek alza lo sguardo verso di lui.

«Perchè diavolo Stiles si dovrebbe alzare prima dell'alba e uscire di casa?» Chiede, cercando un filo logico.

«Direi che dovremmo prima di tutto trovare la macchina.» Propone Liam, e tutti si trovano d'accordo. In pochi secondi si ritrovano Derek e Scott soli nella camera di quest'ultimo. Entrambi condividono le stesse emozioni.

«Non riesco neanche a prendere in mente la considerazione che lui possa essere morto.» Rompe Derek il silenzio, rabbrividendo. Scott guarda da un'altra parte.

«Lydia non ha ancora urlato, se la cosa può rincuorarci.» Sussurra l'Alpha, cercando di ricacciare dentro le lacrime, dovute al pensiero di una vita senza il suo migliore amico.

•••

Sono passate diverse ore, e hanno trovato la macchina di Stiles vicino al bosco. Poi hanno perso le sue tracce, e ci sono troppi odori per distinguere il suo. Scott e Derek stanno setacciando il bosco insieme, mentre gli altri vanno a vedere nei luoghi pubblici. Non hanno capito per quale motivo Stiles abbia guidato fin lì, ma probabilmente dopo deve essere stato portato via. Rapito.

«Perché diavolo l'avrebbero rapito? Cosa vogliono da lui?» Chiede Derek, esasperato, come se Scott potesse rispondergli. Procedono tra i vari alberi, imboccando un sentiero.

«Forse per colpire qualcuno del Branco.» Prova ad indovinare l'Alpha, stanco.

«E perchè non si fanno avanti? Non capisco!» Si scervella Derek, dando un forte pugno ad un albero. Scott si ferma, e osserva il respiro corto dell'amico. L'ex Alpha ha le nocche tutte arrossate, ma questo non lo ferma dallo sganciare un altro pugno al povero fusto.

«Smettila, Derek.»

Il licantropo invece continua, facendosi solo altro male, per poi fermarsi. Guarda l'Alpha negli occhi.

«Credo di star impazzendo, Scott.»

«Lo troveremo, vedrai.» Cerca di essere ottimista Scott, perchè almeno uno dei due lo deve essere, e se aspettasse lo diventi Derek.. beh, sarebbero senza via d'uscita. 
Derek a quel punto gli si avvicina, non potendone più di stare in quel dannato bosco, e i suoi occhi sono come disperati.

«E se non lo trovassimo, Scott?»

«Der..»

«Se fosse troppo tardi? Se...se non potessimo più salvarlo? Avrei dovuto proteggerlo, cazzo! E invece ho fallito!» Urla, allargando le braccia. Dischiude poi la bocca, con gli occhi lucidi.

«Non puoi proteggerlo sempre, Derek. Non devi incolparti di nulla.» Cerca di farlo ragionare l'altro licantropo. 
Derek stringe le labbra, voltando la testa da un'altra parte.

«Allora perchè mi sento sempre come se dovessi? Come se fossi nato per proteggerlo...»

Scott resta in silenzio, scosso dalle parole del licantropo.

«Non può essere morto, Scott, non può...» Mormora l'ex Alpha, coprendosi il volto con una mano.

«Perchè sei così preoccupato per lui, Derek?» Chiede con sincerità Scott, temendo una reazione negativa del licantropo. Invece Derek alza lo sguardo su di lui, come colto alla sprovvista dalla domanda.

«Non... non lo so. Forse perchè Stiles è l'unica persona che non è uscita dalla mia vita quando tutti, al posto suo, l'avrebbero fatto...» Risponde, abbassando lo sguardo. «E perchè é l'unico che mi fa sentire meno solo...»

«Ma tu sei uscito dalla sua vita, Derek, ricordi?» Lo accusa velatamente l'Alpha, e Derek è costretto a dargli ragione. Si ricorda bene della sua partenza con Braeden, quando credeva fosse lei la sua soulmate e tutto stesse andando per il meglio.

«Ho una lista di persone morte, Scott, e vorrei evitare si aggiungesse anche Stiles.» Sospira pesantemente.

Poi Derek fa per continuare a camminare, quando si blocca all'improvviso. Scott l'osserva fissare qualcosa, alle sue spalle. Lo sguardo del più grande sta traballando, e cominciano ad uscirgli delle lacrime, che gli bagnano le guance. L'Alpha corruccia lo sguardo, girandosi a sua volta.

Dietro di lui non c'è niente, solo un piccolo spazio verde, in mezze al bosco. E allora perchè Derek sta fissando lì con orrore e sta addirittura piangendo?

Scott in pochi secondi gli è vicino, scuotendolo.

«Derek! Cosa diavolo ti prende!» Gli grida, e l'amico a quel punto si gira verso di lui. Lo sguardo di Derek lo fa rabbrividire.

«Non lo vedi, Scott?» Sussurra l'ex Alpha, mentre le lacrime continuano a scendere, inesorabili. Scott torna a guardare nello stesso punto di prima, ma ancora non vede nulla, e sta anche cominciando a preoccuparsi per la sanitá di Derek.

«Cosa, Derek?»

«Stiles....è lì, morto.» Mormora, tornando a guardare anche lui dove l'aveva vista. Solo che adesso non c'è niente. Ma lui era sicuro di averlo visto: il volto del ragazzino piegato in una smorfia di dolore, le orbite vuote, un palo conficcato nel petto. 
E lui non era riuscito a salvarlo.

«Derek, cosa diavolo stai dicendo?!»

L'ex Alpha lo guarda negli occhi.

«Io....io l'avevo visto S-scott... era lì davanti a noi....morto.... sembrava così reale....» Balbetta il più grande, confuso. Perchè ha avuto un'allucinazione?

«Sarà lo stress, Derek.»

Il lupo si porta una mano al volto.

«S-sembrava così r-reale...» Scott l'abbraccia, e si fanno forza entrambi. Derek ha assolutamente bisogno di aggrapparsi a qualcuno.

«Non avevo mai pensato a Stiles...morto... e pensarci mi fa mancare il respiro... sento come se senza di lui fossi perso...» Si sfoga Derek, restandogli abbracciato. Scott chiude gli occhi. Ed è proprio così, in quel momento che aveva visto Stiles morto si era sentito spaesato, perso, senza più punti di riferimento, e stava anche per perdere nuovamente il controllo. Sentiva le unghie crescere, e così i canini, ma alla fine sono tornate come prima quando ha notato fosse stata solo un'allucinazione.
Come se senza Stiles non fosse così forte.

Forse ti rendi conto dell'importanza di una persona solo quando rischi di perderla per sempre. E capisci quanto davero influisca nella tua vita.

«É la tua ancora, vero?» Indovina Scott, avendoci pensato.

Derek si stacca dall'abbraccio, guardandolo attentamente. 
È Stiles la sua ancora?
È Stiles la persona per cui vale la pena restare umani?

«Non ne ho idea.» Risponde, e girandosi di spalle chiude il discorso.

•••

È sera, e Scott e Derek sono ancora in giro per il bosco, setacciando di nuovo gli stessi posti.

«Dovremmo andare, Derek, è la terza volta che passiamo qui.» Gli fa notare Scott, ma il licantropo non dà segno di voler interrompere la ricerca.

«No, deve essere qui! Da qualche parte!» Esclama il licantropo, intestardito. Scott scuote la testa.

«Derek, dovremmo magari tornare quando c'è la luce e..» Scott fa per continuare, quando gli squilla il telefono. L'afferra subito, con lo sguardo dell'ex Alpha puntato addosso.

«Lydia?... Sì... Sì...arriviamo subito.»

Scott chiude la chiamata.

«Allora?» L'incalza Derek, timoroso per la risposto.

«L'hanno trovato.»

Derek sospira di sollievo, anche se...vivo o morto?

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Capitolo 29
*** Capitolo 29 ***


"Feeling the world go against usso we put the world on our shoulders."

I due licantropi corrono veloci verso la radura indicata loro dalla banshee, arrivando lì in pochi minuti. Il resto del Branco è disposto in cerchio attorno a un corpo, e Derek si fa spazio con zero grazia, per ritrovarsi davanti il ragazzino. Sta dormendo, steso a terra. Sembra così in pace con se stesso, come se fosse morto. Eppure respira, e i licantropi possono sentire il suo cuore battere.

«Abbiamo provato a svegliarlo in ogni modo, ma...niente...» Sussurra Lydia, con uno sguardo misto tra la paura e la preoccupazione. Derek si abbassa, sfiorando il volto dell'umano con una mano, come se lui fosse di cristallo.

«Che qualcuno lo abbia drogato con qualcosa di sovrannaturale?» Si chiede Scott, ad alta voce. Malia scuote la testa pensierosa.

«Non capisco a che scopo...non ha neanche un graffio.» Mormora.

«Non riesco proprio a capire chi ci possa essere dietro tutto questo!» Esclama Liam, non potendone più di tutti questi casi sovrannaturali.

«Mi sembra come di avere un deja-vu...» Parla d'un tratto Derek, rialzandosi. Tutti lo guardano.

«Che tipo di deja-vu?» Entra Isaac nel discorso, sistemandosi la sciarpa.

«Qualche anno fa, Stiles era già sparito... e l'avevano trovato nel bosco, mi ricordo che l'avevamo cercato ovunque...» Risponde l'ex Alpha, sperando che la conclusione non sia la stessa di anni fa... altrimenti...altrimenti non saprebbe neanche lui la soluzione.

«...E poi si è scoperto che era stata colpa del Nogitsune.» Conclude Scott, con un tono che fa venire i brividi a tutto il gruppo.

«Prima di tutto portiamolo da Deaton.» Decide l'Alpha, cercando invano di scacciare i brutti pensieri sulla faccenda.

•••

Il druido ha affermato che Stiles si sarebbe svegliato da solo, dopo di che avrebbero dovuto capire cosa gli fosse successo. Ha steso il ragazzino su un lettino, e ha detto che non c'era bisogno di restare tutti lì in clinica. Derek allora ha insistito per restare lui, spiegando che non aveva nulla di meglio da fare, e adesso sono solo lui e Deaton, con l'umano che dorme lì a fianco. L'ex Alpha si è seduto su una sedia vicino al lettino, tenendo tutto il tempo gli occhi fissi su Stiles, come se si potesse risvegliare da un momento all'altro. È così bello mentre dorme.

«Così sei voluto restare con Stiles.» Constata il druido, osservando i due dallo stipite della porta. Derek irrigidisce i muscoli, senza neanche girarsi.

«Non avevo niente da fare.» Cerca di giustificarsi a tutti i costi, senza sapere neanche lui il motivo. Il druido scuote la testa sommessamente.

«Ti costa tanto ammettere che t'importa da morire di Stiles?» Osa chiedere Deaton, facendo quasi sobbalzare il licantropo. 
Derek abbassa il volto.

Derek è nel loftin camera suae sta finendo di allenarsicon Peter che è venuto a fargli visitaÈ di sottoin saloneprobabilmente seduto sul divanoImprovvisamente sente qualuno bussare alla portae capisce che deve essere StilesAveva chiesto all'umano di portargli delle ricercheche gli aveva dato da fare la settimana scorsaInfatti sente subito dopo il suo odoree lo zio che sta parlandoDeve averlo fatto entrareDerek aguzza i sensiper sentire i loro discorsi:

"EhiPetersai dov'è DerekDevo dargli una cosa." Parla il ragazzinomentre lo zio si alza dal divanoosservando attentamente l'umanoÈ il periodo in cui Stiles sembra ancora andare dietro a Lydiae Malia ancora non l'hanno conosciutaIn realtà Stiles stava cominciando a capire che forse quel lupo musone non gli era così indifferentema che comunque non avrebbe mai potuto ricambiare uno come luiSembrava a malapena sopportarlo.

"Stilesda quanto non ci si vedeSei cresciuto benevedo." Il tono di Peter diventa sul maliziosoe il ragazzino arrossisceQualcosa gli dice di stare al suo giocoforse la frustazione per andare dietro al lupo sbagliato.

"Peteranche tu sei messo bene." Replica Stilesavvicinandosi al licantropoPeter ha le labbra increspate in un sorrisino sornione.

"OhStilesio sono sempre in ottima formaintendi?" Continua a parlare Peteravvicinandoglisi sempre di più.

"Behmi piacerebbe provare che non stai mentendo." Ribatte il ragazzinosentendosi particolarmente audace
I loro volti sono a poca distanzae Peter gli fissa le labbra con una certa maliziaHa sempre trovato quel ragazzino attraentee non ha mai avuto paura di nasconderlo.

"Allorache ne dici se..." Peter non fa in tempo a finire di parlare che qualcuno lo interrompecon un ringhio.

"PeterSmettila!"

Entrambi si girano verso Derekche è sulle scalee li sta guardando con aria furiosaHa sentito tuttoe percepito bene l'odore di eccitazione nell'ariaStiles volta la testa da un'altra parte.

"Nipotestavamo solo scherzandosorridi un po'" Sbuffa lo zioritornando a sedere sul divanoStiles si dirige verso Derekimpacciatocon le ricerche in manoIl licantropo gliele prende dalle mani con poca graziae neanche ringraziaÈ ancora nervoso per primaL'umano se ne va immediatamentein silenziochiedendosi come mai debba essere interessato a lui l'Hale sbagliato,

Derek si dirige in cucinapreparandosi un caffèignorando lo zio.

"Nipoteche ti é preso?" Osa chiedere Peterosservando Derek girarsi verso di luicon la tazzina in mano.

"Non é piacevole vedere il proprio zio provarci con uno di quindici anni di meno...e anche minorenne." Sbottacominciando a berePeter alza un sopracciglio.

"Quindi vorresti dirmi che il fatto che ci stessi provando proprio con Stiles...non cambi la cosa?"

Derek si volta verso la grande vetrata.

"No."

Lo zio scuote la stessain disaccordo.

"Ti costa tanto ammettere che t'importa da morire di Stiles?"

Derek non risponde.

«Ho avuto un'allucinazione...nel bosco.» Cambia discorso, e il druido sembra molto interessato alla cosa.

«Di che tipo?»

«Ho visto Stiles morto...sembrava tremendamente reale.» Si confida, continuando a guardare i lineamenti del ragazzino, come per assicurarsi che sia ancora vivo.

«Che reazioni hai avuto, Derek? Sii sincero.»

Il licantropo fa per cercare le parole giuste.

«Stavo per perdere il controllo...mi sentivo perso, come se... come se mi fosse caduto tutto addosso all'improvviso.» Sospira pesantemente. Il druido annuisce, sapendo bene di che cosa il licantropo stia parlando.

«Li chiamano incubi ad occhi aperti. Sono come delle allucinazioni, apparentemente molto reali, e possono accadere quando la persona più importante della nostra vita è in pericolo. Ci mostrano la nostra più grande paura.» Gli spiega Deaton, e Derek rimane scosso dalle sue parole. Quel ragazzino sarebbe la cosa più importante della sua vita? L'ex Alpha si copre il volto con una mano.

«Io...pensavo che non l'avrei rivisto più...»

Il druido accenna un piccolo sorriso, nel vedere quanto il licantropo tenga veramente a quel ragazzino.

«E senza neanche averlo potuto baciare prima, giusto?»

Derek finalmente si gira verso Deaton, con la bocca dischiusa. Il druido sta dicendo che Derek non si sarebbe mai perdonato, in caso Stiles fosse morto, di non averlo almeno baciato prima?
Fa per replicare qualcosa, qualsiasi cosa, quando sente un mormorio provenire accanto a sè.

«Derek...» Un sussurro, che però il licantropo sente benissimo. Si rigira verso Stiles, il quale si è appena svegliato, e sembra guardare il licantropo più che confuso.

«Stiles!» Esclama Derek, mentre Deaton si avvicina al ragazzino, attento alle sue reazioni.

«Che...che succede? Dove sono?» Domanda l'umano, completamente spaesato.

«Qual è l'ultima cosa che ti ricordi, Stiles?» Parla il druido, osservando attentamente il ragazzino. 
Stiles sbatte le palpebre, pensieroso.

«Ero a letto, nel mio letto... nient'altro.» Risponde l'umano, con simcerità, facendo trasalire i due. Eppure Stiles la macchina l'ha usata per arrivare fino al bosco, com'è possibile che non si ricordi? Deaton assume un'espressione che al lupo non piace affatto.

«Derek, chiama il resto del Branco. Devono tutti assolutamente venire qui e il prima possibile.»

•••

Stiles è in piedi accanto al divano, svegliatosi del tutto, e con uno sguardo indifferente, come se non provasse proprio niente. Il resto del Branco è arrivato poco dopo, e sono tutti riuniti in una stanza della clinica. Lo sguardo di tutti è puntato sulla figura dell'umano, e c'è una grande vasca di acqua fredda. Assomiglia a quella che avevano usato i ragazzi per trovare il Nemeton, solo che c'è n'è una sola. Deaton osserva i ragazzi, prendendo parola:

«Credo ci sia qualcosa che non vada in Stiles, ma per accertarcene c'è solo un modo: Stiles dovrà entrare dentro alla vasca di acqua ghiacciata, e una persona lo dovrà tenere giù. Grazie a questa persona riuscirà ad accedere alla sua mente, come se ci entrasse dentro sotto forma di visitatore...» Inizia a spiegare il druido, e Stiles rimane imperscrutabile.

«...Questa persona deve avere una forte connessione con te...» Continua Deaton, rivolgendosi ora al ragazzino. Lydia e Malia si scambiano un'occhiata, convinte entrambe di essere quella persona.

«...Derek, vai con Stiles.»

Stiles si gira verso il licantropo, il quale ha alzato istintivamente lo sguardo su di lui. I loro occhi si cercano, silenziosi, e l'ex Alpha si fa avanti. Nessuno fiata. 
Il ragazzino si avvicina alla vasca, titubante, mentre il lupo gli è già dietro, poggiandogli le mani sulle spalle.

«Ehi, andrà tutto bene, ti fidi di me?» Gli sussurra il licantropo all'orecchio, notando come Stiles sia indeciso.

«Sì, mi fido.» Ammette, per poi cominciare ad entrare con le gambe all'interno.

«Un'altra cosa, Derek.» Li interrompe il druido. «È probabile che anche tu ti ritrova a viaggiare nella tua mente, per la connessione che c'è fra te e Stiles. Andrai in una sorta di dormi veglia, per un po'.» L'ex Alpha non sembra molto convinto della cosa, ma farebbe di tutto pur di scoprire cosa sta succedendo all'umano.

«Va bene.»

«Inoltre incontrerete come dei grilli parlanti, che vi faranno da guida... potrebbe essere anche tua madre, Derek, spero non sia un problema.» Aggiunge il druido, e Derek sobbalza leggermente. Il rivedere sua madre lo terrorizza non poco, ma...deve farlo. 
Per Stiles può affrontare tutto questo.

«Nessun problema.» Sospira.

Allora Stiles s'immerge dentro anche con il corpo, e Derek lo spinge più a fondo, tenendo sempre le sue spalle giù. E in brevi istanti la sua vista si annebbia, e gli sembra come di perdere conoscenza...

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Capitolo 30
*** Capitolo 30 ***


"I have never loved myself but youoh godI loved you so much I forgot what hating myself felt like."

Derek si risveglia su uno strano letto completamente nero, e si ritrova con le mani e i piedi legati ad esso, con una corda. Le rompe facilmente, con un ringhio, alzandosi. Si guarda attorno: si trova in una stanza dalle pareti nere...o meglio, tutto è nero, scuro.

Doveva immaginarselo che la sua mente non sarebbe stata di certo un posto colorato o allegro, dopo tutto quello che ha dovuto passare nella sua vita. Si avvicina alla porta nera, aprendola, titubando un po'. Chi lo aspetterà dall'altra parte della porta? Sua madre? Da quanto non la rivede? Troppo, diamine.

Si ritrova davanti ad un'altra porta, abbastanza lontana da lui. C'è anche una finestra, accanto a lui, e si affaccia curioso. Il suo sguardo si posa sul bosco, che riconosce essere quello di Beacon, e riesce a scorgere anche una casa. La vecchia riserva degli Hale. Derek sobbalza appena davanti alla sua visuale compaiono due bambini. Lei è più grande rispetto a lui, e stanno giocando tra gli alberi, ridendo. 
Il licantropo distoglie lo sguardo, allontanandosi dalla finestra. 
Quei due erano lui e Laura, quando Cora non era ancora nata. Quando erano ancora tutti vivi. Non credeva facesse così male rivedere la sorella maggiore, pensando a quanti anni avrebbe avuto ora... la porta davanti a lui dovrebbe essere allora legata ai ricordi.

«Derek!» Sente che lo chiamano, e pensa subito a sua madre. Prende un respiro profondo, e sente gli occhi lucidi, quando la voce parla di nuovo.

«Finalmente qualcuno che mi fa compagna, qui dentro si muore dalla noia!» Derek a quel punto riconosce la voce, e si sbatte una mano sul volto.

«Non dirmi che...» Borbotta Derek, mentre la voce compare appoggiata al muro, accanto alla porta.

«Non sei contento di vedermi, nipote?»

Derek sospira, perchè tutte a lui devono capitare?

«Peter, devi essere ovunque tu?!» Sbotta l'ex Alpha, osservando lo zio. 
È uguale a come è nella realtà, solo che ha le ali d'angelo e un'aureola sul capo. Derek scoppia inevitabilmente a ridere.

«TU sotto forma di angelo?? La cosa più irreale che abbia mai visto!!» Ride così tanto che si porta una mano alla pancia, piegandosi in due. Dio, non si diverte così tanto da diverso tempo! Peter sembra offeso, agitando le sue ali, tanto che s'innalza da terra.

«Aspetta, nipote.» Lo ferma, per poi girarsi. Ha la coda del diavolo.

«Quindi saresti tu il mio grillo parlante?» Incrocia Derek le braccia al petto. Lo zio annuisce.

«Mi dispiace per te... ma sì.»

«Allora spiegami cosa dovrei fare nella mia mente.» Pretende il più giovane, non capendo come poi riuscire a risvegliarsi.

«Normalmente nella propria mente si cercano risposte a dubbi che ci tormentano... a situazioni che nella realtà rischiano di diventare molto pericolose... e io so cosa ti tormenta, Derek.» Spiega Peter, avvicinandoglisi, in volo.

«La mia ancora» Sussurra l'ex Alpha, come in trance. La sua mente sa sicuramente qual è, solo che lui non riesce a ricordarselo... o meglio, non vuole ricordarselo.

«Solo che per arrivarci il percorso non è breve, Derek, devi passare attraverso alcune aree del tuo cervello, sei pronto?»

Derek resta qualche secondo in silenzio, osservando la porta nera davanti a lui.

«Tu verrai con me?»

Lo zio annuisce.

«Gesù.» Commenta semplicemente Derek, per poi andare incontro alla porta, seguito da Peter. L'apre, ritrovandosi in una casa. La sua vecchia casa, di quando era piccolo. 
Si trova nella sua camera da letto, e sente delle voci provenire dal piano terra.

«Non so se ce la faccio...» Sussurra l'ex Alpha, rivolto a Peter, il quale alza un sopracciglio.

«Non fare il fifone, sei mio nipote, Derek! Ricorda solo che non è reale, sono solo i tuoi ricordi...»

Derek manda giù la saliva, osservando un attimo la sua camera. Deve trovarsi nella sua infanzia, visto i pupazzi che si trovano sparsi per terra, e i diversi biberon vuoti. Apre allora la porta, entrando nel corridoio, e si appresta a scendere le scale. Le voci si fanno più vicine, e riconosce quella di sua madre...se l'era dimenticata.

Arrivato in salone guarda Talia Hale con un bambino piccolo in braccio. 
Sua madre con lui. 
Talia è bellissima, e la sua figura annebbia la vista di Derek. 
Peter gli posa una mano sulla spalla, come per dargli forza. Poi subentra nella scena una bambina, che deve essere Laura, la quale guarda il piccolo Derek con curiosità.

«Laura, dov'è papà?» Chiede Talia, afferrando un biberon per allattare Derek2.

«Eccomi.» Risponde una voce maschile, uscendo dalla cucina, e l'ex Alpha indietreggia. È suo padre, Devon. Solo ora Derek si accorge di quanto gli assomigli, e gli sembra di vedere se stesso. Devon ha una leggera barba scura, e gli stessi capelli mori. 
E gli occhi verdi, anche se di una sfumatura più scura. Il fisico sempre scolpito, e illumina gli occhi di rosso. Entrambi i suoi genitori erano Alpha.

Il padre scompiglia amorevolmente i capelli di Laura, sorridendo, per poi andare a baciare Talia. Derek non riesce a vedere altro, e si ritrova a scappare verso la porta di casa, con Peter che cerca invano di fermarlo. Anche quella porta è nera, e aprendola si ritrova nell'high school di Beacon, la stessa che hanno frequentato Scott e il Branco.

Deve trovarsi nella sua adolescenza.

I corridoi sono vuoti, ma qualche secondo dopo suona la campanella. 
Gli studenti si riversano in massa fuori dalle aule, e Derek riconosce qualche volto, e gli sembra così reale, ma poi lo sorpassano tutti come se fosse invisibile. Trasparente. D'un tratto Derek lo vede. Un Derek più giovane, accanto ad un ragazzo più alto. Peter.

«Quanto ero figo! Non che adesso non lo sia, però...» Commenta lo zio, e Derek gli tira una gomitata per farlo zittire. Improvvisamente il Derek-piccolo si ferma, osservando con un sorriso qualcosa dietro a loro. 
E Derek, appena si gira, è come se ricevesse un pugno nello stomaco. Derek-piccolo sta salutando Paige. 
La ragazza è davanti al suo armadietto, posando dei libri, quando Derek-piccolo la raggiunge.

L'ex Alpha li osserva parlare, quando Paige prende per mano Derek-piccolo, trascinandolo via con una risata. 
Derek li segue, come in trance, e si ritrova in una stanza ben precisa. Quella di musica, dove Paige si allenava a suonare. Sono entrambi seduti, con Derek-Piccolo che le ruba un bacio.

"Tu mi ami." Afferma, con un sorrisetto. La ragazza sorride a sua volta, evitando il suo sguardo.

"No!"

Il ragazzo a quel punto la bacia di nuovo, staccandosi dalle sue labbra con fatica, e rimanendole distante qualche centimetro.

"Tu mi ami."

Paige abbassa lo sguardo, con ancora il sapore di lui sulle labbra.

"ti amo." Ammette, tornando a baciarlo. Derek non sente le lacrime uscire, ma Peter le nota.

«Andiamo, Derek.» Gli ordina, ma il nipote non sembra sentirlo. È troppo occupato a pensare a come Paige sia morta, e fa un piccolo sorriso fra le lacrime al ricordo di come si dicevano "ti amo" così facilmente. Non l'amava, ma ne era innamorato. 
Ed è molto diverso.

«Derek!» Lo richiama lo zio, afferrandolo per un braccio, e volando verso un'altra porta nera.

Sono catapultati in una stanza completamente grigia, che trasmette solo sensazioni negative. 
Ci sono come una decina di televisori, lungo le pareti. Si accendono tutti contemporaneamente, e Derek ne guarda uno a caso. Sullo schermo appare Kate. Kate Argent. E tutti i ricordi del licantropi collegati a lei. Allora Derek cambia televisore. 
Questa volta c'è Jennifer Blake. 
Ed è inutile che cambia ancora, visto che sugli altri intravede l'incendio della sua famiglia, la morte di Boyd, di Aiden e di Allison, Deucalion, e addirittura alcune scene di lui al college. Di come stesse sempre isolato, e usasse le ragazze per distrazione, per mancanza di fiducia. Di come fosse offuscato dal dolore.

«È la stanza del dolore, giusto?» Sospira Derek, guardando Peter. Quest'ultimo annuisce.

«E immagino non ci sia la stanza della goia.» Ironizza il licantropo, voltando lo sguardo da un'altra parte. Non ha più voglia di ricordarsi quanto la sua vita sia stata una vera e propria merda. 
Lo zio gli vola davanti.

«No, non c'è, ma noi sappiamo bene quali sono stati i momenti felici della tua vita, Derek! Prima dell'incendio sicuramente, ma anche quando hai incontrato un Branco. Scott e gli altri sono la tua famiglia, Derek, ed è grazie a loro se ora sei così!» Esclama l'angelo-diavolo, conducendo poi Derek verso un'altra porta. Questa volta non è nera, ma d'oro. E luccica davvero tanto.

«Questa...perchè è diversa?» Osa chiedere il licantropo, scambiandosi un'occhiata con lo zio. Peter sorride, e schiocca la mani. Derek torna a guardare la porta, e nota che è comparsa una grande scritta. 
"Ancora". 
Merda, quella è la porta collegata ai ricordi con la sua ancora. 
E adesso si ritrova a non essere così tanto pronto ad aprire quella maledetta porta.

«È arrivato il momento di affrontare i tuoi sentimenti, Derek.» Afferma Peter, aprendo la porta. Una luce fortissima quasi acceca l'ex Alpha, che si ritrova ad entrare all'interno chiudendo gli occhi. Si ritrovano accanto ad una piscina al chiuso, e l'ex Alpha osserva se stesso accanto ad Erica. 
Oh, Erica... poi improvvisamente compare Stiles. E, come se il tempo scorresse più velocemente, il Kanima si fa presente, e Derek2 urla a Stiles di correre, per poi spingerlo nella piscina. E cade anche lui dentro, subito dopo, immobilizzato, con il ragazzino che lo tiene a galla.

"Hai bisogno di me per sopravvivereecco perchè non mi lasci andare!" Esclama Derek2, quando l'umano lo lascia cadere a fondo. E Derek2 comincia ad andare sempre più giù, ma nonostante tutto sa che l'umano sarebbe tornato a salvarlo. Lo sa, ne é convinto. Qualcosa gli dice di fidarsi di quel logorroico ed esile ragazzino.

Eppure poteva lasciarlo benissimo morire, alla fine a malapena sembravano sopportarsi, e gli altri del Branco sarebbero potuti arrivare a momenti, quindi Stiles poteva fare a meno di lui.

«Ma tu sei tornato per me.» Sussurra Derek, accennando un sorriso, mentre osserva Stiles immergersi per ripescare Derek2. Peter lo affianca.

«Perchè non sembri così sorpreso nel vedere che Stiles è la tua ancora?»

Derek si gira verso lo zio.

«Perchè in fondo l'ho sempre saputo.» Ammette, stanco di scappare.

«Ti ricordi come lo trattavi, Derek? Facevi credere che non lo sopportassi più di tanto, che fosse solo uno stupido ragazzino logorroico. Indifeso.» Prende a parlare Peter, e si girano entrambi, ritrovandosi come per magia in un altro luogo. Adesso sono in una stanza male illuminata.

Derek2 è a petto nudo, e ha un proiettile in un braccio. 
Stiles lo guarda preoccupato, senza sapere cosa fare, con un tavolo che li separa. Derek si ricorda bene come si fosse fermato davanti alle Jeep del ragazzino, chiedendo aiuto.

«E anche quella volta tu mi hai aiutato...» Mormora, osservando la scena. Derek2 si avvicina pericolosamente a Stiles, inebriandosi del suo profumo.

«Ma qual è la verità, Derek? Che di tutto quello non ci hai mai creduto neanche tu.» Prosegue Peter, e spinge Derek a girarsi da un'altra parte. Adesso si ritrovano nel loft.

Derek2 è di fronte a Stiles, con Scott poco distante da loro, e con Peter2 seduto sulle scale. Il ragazzino ha i capelli lunghi, tirati su, e Derek2 ha il braccio piegato verso di sè e la mano chiusa a pugno. Stiles gli posiziona davanti la sua mano aperta.

"OkayokayragazzoneVediamoVediamo questo pugnoSudaiNon essere spaventatogrande lupo cattivovedi questoForse tre metri di muro di una stanza da sfondare con abbastanza forza da poter passare attraverso e..."

Derek2 l'ha fissato tutto il tempo con un sorrisetto, divertito dalla situazione, per poi sganciargli un pugno sulla mano. 
Il ragazzino indietreggia, cadendo, e facendo smorfie di dolore.

«Parlavi troppo...» Sussurra Derek, increspando le labbra in un sorriso nostalgico. Peter lo guarda.

«Sì, parlava troppo, e spesso iniziava con i suoi sproloqui infiniti, ma con il tempo non ti ha dato più fastidio. Ti ci sei abituato, hai lasciato che Stiles entrasse nella tua vita. Eppure in un certo senso continuavi a respingerlo, come il pensiero che potessi essere interessato a qualcuno come lui...»

I due si girano di nuovo, ritrovandosi in un ospedale. La luce è verde, e Derek2 è di fronte a Stiles, ma sembrano entrambi di cattivo umore.

"Mi stai raccontando a me cosa fare adessoQuando la tua psicopaticakiller ragazzala seconda che hai frequentato comunque siaha mio padre da qualche parte aspettando di essere sacrificato per un rituale?"

Gli occhi di Stiles sono furiosi, e Derek2 non sa proprio come rispondere, voltando la testa da un'altra parte. 
A Derek pare di sentire anche un pizzico di gelosia nel tono del ragazzino, ma si ricorda come quelle parole fossero state come una coltellata per lui. Aveva cominciato a sentirsi male ogni volta che il ragazzino sembrasse odiarlo, non voleva questo. E avrebbe potuto dire qualsiasi cosa, come tranquillizzarlo per il padre, invece aveva scelto di rimanere in silenzio e dopo, tutti e due, avevano continuato ad essere nervosi e troppo orgogliosi per dirsi qualcosa, come delle scuse. Avrebbe potuto zittirlo, avrebbe potuto...

«...Avrei potuto baciarti.» Le parole escono dalla bocca di Derek in un sussurro.

«Stiles ti ha sempre attratto, Derek, o sbaglio? Sicuramente se l'avessi incontrato in un pub, senza conoscerlo, gli avresti rivolto parola per cercare di portartelo a letto...»

Derek interrompe Peter.

«Non ho mai avuto rapporti con uomini, Peter.»

«Lo so, nipote, ma Stiles ha sempre avuto qualcosa che ti spingeva a voler sapere più di lui, che ti attirava costantemente... più maturavi, più i tuoi sentimenti di rabbia verso tutti cambiavano, più Stiles ti attraeva, perchè anche lui stava diventando un uomo, e sapevi bene che era molto intelligente, indispensabile per il Branco...»

Peter porta Derek a girarsi ancora, ritrovandosi... nella camera di Stiles. Derek2 é entrato dalla finestra, sorprendendo il ragazzino, e spingendolo al muro. 
Derek sorride divertito.

Ha ancora questa voglia di spingere Stiles contro qualsiasi parete, è più forte di lui. Forse perchè in quel modo si ritrovano corpo contro corpo, e maledettamente vicini. Stiles guarda Derek2 con la bocca dischiusa, nonostante non fosse affatto spaventato. Derek s'era accorto di non fare paura al ragazzino, fin dall'inizio l'umano non aveva avuto paura di ciò che fosse il licantropo. Del suo passato. Nè ha avuto paura di lui quando gli ha confidato di aver ucciso quell'uomo.

E osserva come entrambi si fissano le labbra l'uno dell'altro senza pudore, ma tutti e due troppo spaventati per cancellare quella breve distanza con un bacio.

«Ti cercavi di convincere che non saresti mai potuto stare con uno stupido ragazzino umano logorroico, ma avevi smesso di crederci del tutto. Non riuscivi più ad autoconvincerti, Derek..»

Questa volta si ritrovano nel loft, e c'è parte del Branco. Anche Argent e lo Sceriffo. Stiles è al centro della stanza, ed è posseduto dal Nogitsune. Derek2 é stato mandato a terra da lui, e sta osservando come Chris punti una pistola sul ragazzino. Lo sguardo di Derek2 è incredulo, spaventato. 
Derek si ricorda come avrebbe voluto urlare a Chris di togliere quella dannata pistola dall'umano, ma per fortuna ci aveva pensato il padre. Si sarebbe messo in mezzo tra i due, se fosse stato necessario.

«Ti ricordava Paige, o sbaglio? Forse è questo che ha fatto scattare la scintilla, Derek. Il modo in cui discutevate di continuo, in cui non andavate mai d'accordo su nulla...e lui diceva di non sopportarti. Parlava anche lei troppo a volte, giusto?»

Derek abbassa il volto.

«Anche lei era molto intelligente...»

«E la troppa somiglianza ti ha spaventato, Derek. Con Paige non era finita bene, quindi con Stiles sarebbe stato solo un errore, e sarebbe sicuramente finita male... non potevi lasciare che morisse anche lui, come Paige, Derek, ed eri terrorizzato all'idea...»

Adesso si trovano in Messico, fuori dalla Chiesa. Derek2 è appena stato trovato ringiovanito, e Stiles lo sta guardando con la bocca aperta, come se non ci volesse credere. Derek si ricorda come non avesse riconosciuto l'umano, ma avesse pensato fosse incredibilmente bello, e si ricorda di come il ragazzino si fosse preso cura di lui. Lo aveva portato a casa di Scott, facendo in modo che il padre dell'Alpha non sospettasse nulla. E quando poi era tornato grande i suoi occhi s'erano illuminati di giallo per diversi secondi, e Stiles l'aveva osservato meravigliato. Come se non avesse mai visto cosa più bella.

«Ma non avevi calcolato che Stiles fosse diverso, Derek. Diverso da tutti.»

Derek osserva la figura del ragazzino davanti a lui, con tanta voglia di avvicinarglisi e toccarlo, peccato che non sia reale.

«L'unica cosa buona che mi sia mai capitata...» Sussurra, citando le stesse parole che gli aveva detto suo zio una volta.

«Ma c'erano diversi problemi, Derek: minorenne, padre Sceriffo... andava dietro alla rossa, poi fidanzato con tua cugina...perchè se era fidanzato con la coyote ti avrebbe mai potuto ricambiare?»

Ora si trovano in camera del ragazzino, è sera, e Stiles sta scrivendo qualcosa al computer. Probabilmente ricerche per scuola. Derek2 compare nella scena, entrando dalla finestra, e restando silenziosamente lì, accanto al letto. Derek si ricorda come stesse facendo una passeggiata per i boschi, e si era ritrovato vicino a casa dell'umano, e la finestra aperta gli era sembrata come un tacito invito. 
Così era entrato, rimanendo come un deficiente a fissare il ragazzino, fino a che lui non se n'era accorto. Solo ora Derek si accorge che, visto da fuori, sembra inquietante, soprattutto per le labbra increspate in un sorriso, mentre osserva la figura dell'umano.

"DerekwoahChe diavolo ci fai qui?"

Il battito del cuore del ragazzino é come impazzito. E sembra anche più impacciato del solito. Derek2 é stato appena colto impreparato.

"Volevo chiederti se potessi ricercarmi una cosa per dopodomani." S'inventa, mentre Stiles si alza, avvicinandoglisi leggermente. Derek solo ora può vedere la voglia di Derek2 di saltare addosso all'umano, di anche solo baciarlo. Dio, quanto si stava inconsapevolmente trattenendo dal reclamare suo quel ragazzino.

"Uhva bene." Accetta il ragazzino, inciampando sui suoi piedi, per fortuna che Derek2 lo riprende in tempo. 
Così si trova a pochi centimetri dal suo volto, con l'odore di Stiles che minacciava di farlo impazzire.
Derek ricorda di aver improvvisamente pensato che Stiles stava con Malia, e di aver immediatamente lasciato la casa, evitando così di far cose delle quali si sarebbe poi pentito.

«I segnali che Stiles che provasse qualcosa per te c'erano, Derek, ma avevi paura che, essendo solo un ragazzino, non potesse provare niente di più di una semplice cotta, e che prima o poi si sarebbe stancato di te...che ti avrebbe ferito... che non ti avrebbe mai potuto amare...»

«Nessuno mi potrebbe mai amare...» Aggiunge Derek, vedendo però negli occhi del ragazzino qualcosa che somiglia tanto all'amore, mentre osserva Derek2 andarsene via.

«Ma non potevi stoppare i sentimenti che stavano crescendo in te per quel ragazzino, e non potevi ignorare il fatto che stesse con tua cugina...stava con lei, non con te... quindi per cercare di mandare via questi sentimenti hai cercato di frequentare altre persone, come Jennifer...»

«Che si è rivelata essere un'assassina psicopatica, e Braeden la donna sbagliata.» Sospira l'ex Alpha. 
Peter gli vola intorno.

«Tutti risultavano essere così sbagliati, perchè Stiles era l'unico giusto, Derek!»

«Stava con Malia! Diamine, era impegnato con qualcun altro!» Sbotta Derek, portandosi le mani alla testa, come per non sentire più Peter. Peccato che è come se lo zio gli parlasse nella testa.

«Non dovevi comunque tenerti tutto dentro, Derek! Meritava di sapere, e poi lui avrebbe deciso cosa fare con Malia!» Insiste lo zio.

«Io.... avevo paura...»

«Perchè lasciavi che il tuo passato rovinasse il tuo presente, Derek? 
Non hai fatto che scappare dai tuoi sentimenti per Stiles! E quando te ne sei andato con Braeden, pensavi che con lei l'avresti dimenticato? Che andare via ti avrebbe impedito di star così male alla vista di tua cugina e il ragazzino insieme?»

Derek non risponde, chiudendo gli occhi con la testa fra le mani. Però è costretto a riaprirli quando si accorge di trovarsi in un altro posto.

È di nuovo in Messico, ma questa volta Derek2 sta morendo. O meglio, si sta evolvendo, ma tutti, lui compreso, credevano stesse per morire. 
E ora può vedere chiaramente Stiles di fronte al suo corpo. Come se ne fossero andati via tutti tranne lui. 
Il suo sguardo... sembrava avesse visto un fantasma. Lo guardava come lui guardava Paige morire... o meglio, se possibile con ancora più amore. 
E, prima di andarsene a salvare Scott, lo guarda un'ultima volta...

«Volevi che Stiles fosse tuo, a ogni costo. Ma non avevi le palle per affrontare i tuoi sentimenti, Derek, non avresti mai potuto convivere nel caso Stiles si fosse fatto del male a causa tua. Come Paige. E così non hai voluto rischiare, Derek, per troppo amore l'hai allontanato, e te ne sei andato...»

Il tempo scorre velocissimo, e ora Derek2 e Braeden sono davanti alla macchina di lei, osservando il Branco davanti a loro. Solo adesso Derek nota tante cose che prima gli erano sfuggite, come il fatto che il suo sguardo sembra essere focalizzato solo in quello del ragazzino, e così gli altri ragazzi guardano tutti Stiles. Che loro sapessero qualcosa? Stiles sembra voler dire qualcosa, qualsiasi cosa, ma alla fine rimane in silenzio. 
Cosa voleva dirgli?

«Ma adesso non hai scuse, Derek, non più. Non hai più niente che ti fermi, e ti diventa difficile non saltargli addosso. Stiles è maggiorenne, single...qual è il tuo problema, Derek? Sei tu che non sai amare, o è il troppo amore che ti spaventa?»

Derek si gira verso Peter, con gli occhi lucidi.

«Questo non è lo stesso Stiles che conoscevo! Che amavo! Non è lui! Ecco cosa mi ferma, cazzo!» Grida, trasformandosi improvvisamente in lupo, e ululando talmente forte che Peter deve tapparsi le orecchie. 
Un ululato pieno di dolore. E in breve tempo una fortissima luce lo investe, e vede Peter sempre più lontano...

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Capitolo 31
*** Capitolo 31 ***


"I try to convince myself I no longer care about you butI always find myself thinking about you."

Derek si risveglia, staccando le mani dalle spalle di Stiles, e indietreggiando.

«Derek? Tutto okay?» Lo affianca Scott, visto che l'ex Alpha sembra non reggersi neanche in piedi. 
Derek si gira verso gli altri, e dal suo sguardo sembra che qualcosa lo turbi non poco.

«Io...io...» Balbetta, senza sapere cosa rispondere. Non gli va di raccontare a tutti dell'esplorazione della sua mente.

«Derek! Ritorna immediatamente da Stiles, o potrebbe essere un problema!» Esclama Deaton, e il licantropo non se lo fa ripetere due volte, tornando a tenere Stiles sotto l'acqua. Intanto tutti, restati nella clinica, si chiedono come mai Derek appaia così diverso. Come se... come se avesse appena realizzato qualcosa di importante, qualcosa di troppo grande. E sanno che è inutile parlare, perchè l'ex Alpha sembra solo voler essere lasciato in pace.

•••

Stiles riemerge dall'acqua, prendendo un bel respiro, e si ritrova in una stanza bianca. Neutra. Non gli trasmette alcun tipo di emozioni. In un secondo si ritrova asciutto, anche se non sa proprio dove andare. Non c'è nessuna porta, solo una specie di scrivania.

Il ragazzino si avvicina ad essa, trovando al di sopra diversi pulsanti. Blu, giallo, rosso, verde, azzurro. 
Quello blu ha sopra la scritta "Dolore". Quella giallo "Felicità". Quello verde "Incubi". Quello azzurro "Infanzia" e infine quello rosso "Amore".

Quello blu è il più grande di tutti, e la cosa non sorprende affatto l'umano, nonostante anche quello rosso sia piuttosto grande. Non sa bene come funziona, ma crede ne deve premere uno. Poi succeda quel che deve succedere. Sicuramente non premerà mai quello blu, mai, e neanche quello verde. Per curiosità è tentato da quello giallo, anche perché la felicità per lui ormai è qualcosa di effimero, e vorrebbe proprio ricordarsi com'è essere felici. Lo preme senza esitare, e in un attimo scompare la stanza attorno a lui. Si ritrova sopra una sorta di piattaforma di metallo, sospesa nel vuoto.

«Felicità, uh? Il pulsante più piccolo, Stiles.» Parla improvvisamente una voce, con tono atono, quasi ironico, e l'umano si guarda intorno perplesso, senza però trovare nessuno. 
È una voce maschile, e dovrebbe essere il suo grillo parlante. Non riesce a riconoscerla, ma è sicuro di averla sentita da qualche parte...solo che non riesce proprio a ricordarsi dove.

«Chi sei?» Urla l'umano, non sapendo dove si trova. Sembra come essere nello spazio. La sua domanda rimbomba diverse volte.

«Lo scoprirai, ogni cosa al suo tempo...intanto, goditi questi bei ricordi.» Stiles non sa bene perchè, ma le ultime parole lo fanno rabbrividire, per via del tono che ha usato questa persona.

Tossisce leggermente, quando d'un tratto davanti a lui compaiono come degli ologrammi. Ologrammi enormi di ricordi. Sul primo che compare ci sono lui e Scott, in una delle tante serate fra migliori amici, dove giocavano a videogiochi con tanto di pizza e patatine. Ridevano sempre. 
Purtroppo queste serate, da quando Scott è stato morso, sono diminuite sempre di più.

Compaiono altri ologrammi, attorno alla piattaforma, e Stiles sorride ai diversi ricordi felici. Il Branco riunito al loft, senza nessun pericolo in avvistamento, a scherzare insieme...pure Derek stava ridendo. Lui e Malia insieme, quando sembrava andare tutto bene fra di loro, con lo Sceriffo che li porta fuori a cena. I ragazzi a scuola, a fare gli scherzi ai prof, o a venire cacciati via fra le risate. Lydia e le feste che organizzava spesso, che erano le migliori dell'high school...adesso le organizza di meno, e Stiles non ci va quasi mai.

Insomma, davanti a Stiles passano tutti i momenti migliori della sua vita, insieme ai suoi amici, e non può che commuoversi. Allora è così che ci si sente quando si è felici. C'era anche Allison sulla maggior parte dei ricordi, soprattutto perchè con il passare degli anni a Beacon è andata sempre peggio. D'un tratto la piattaforma si allunga, fino a diventare un vasto pavimento, e Stiles si trova catapultato in un Luna Park enorme. Bambini gli passano accanto, ridendo, con le madri appresso, e tanti ragazzi sono in giro a scherzare. Ci sono anche diverse montagne russe, giochi per più piccoli, e una ruota panoramica.

«Divertiti, Stiles.» Tuona di nuovo quella voce, che sembra avere un non so che di minaccioso.

Il ragazzino si gira alla sua destra, e sobbalza alla vista di Scott.

«Amico, andiamo su una delle montagne russe?» Gli propone l'Alpha sorridendo, mentre compaiono anche Isaac, Liam, Mason e tutto il resto del Branco. Sembrano tutti euforici, e anche Stiles si sente come loro. La musica è piacevole, e l'atmosfera è meravigliosa.

«Stiles, ti va di venire a fare un giro con me sulla ruota panoramica?» La domanda proviene alla sua sinistra, e Stiles si gira di botto. Derek è davanti a lui, con la solita maglia blu notte aderente, una leggera barba, e quegli occhi verdi che sembrano ancora più magnetici e meravigliosi. Lo sta guardando con un sorriso, e cazzo che sorriso. Il ragazzino si ritrova ad arrossire come uno stupido adolescente.

«Umh, sì, certo!» Esclama, arrossendo ancora di più quando Derek gli prende la mano, portandolo con sè alla ruota. Salgono, uno accanto all'altro, e appena arrivano nel punto più alto la ruota si ferma. Stiles guarda il panorama, vedendo tutta Beacon Hills, e poi posa lo sguardo su Derek. 
Ora sì che sa bene com'è essere felici. La sente perfettamente questa felicità, soprattutto mentre guarda il licantropo accanto a lui, che non fa a meno di sorridergli.

«Sei bellissimo, Stiles.» Parla lui, avvicinandosi sempre di più al suo volto.

«G-grazie.» Riesce a spiccicare parola l'umano, sentendo quasi di non avere più il respiro, e il suo cuore batte più veloce che mai.

«Ti amo, Stiles.»

A quel punto il ragazzino si allontana bruscamente dal lupo, scuotendo la testa.

«Tu...tu non sei reale! Niente di tutto questo è reale!» Esclama, come se prima fosse in trance, e contemporaneamente ogni cosa sembra andare a pezzi, mentre Derek scompare dalla sua vista.

La ruota panoramica cade con rumore sordo, ma Stiles non sente alcun tipo di dolore. In fondo, è tutto nella sua testa, ma sembrava talmente reale da farglielo dimenticare. Dio, credeva davvero che Derek gli potesse dire quel genere di cose? E adesso si sente anche peggio, per averci creduto almeno per un po'. Perchè la sua mente gli sta facendo questi giochetti? Perchè lo sta illudendo?

Il Luna Park ora sembra aver subito un incendio o una catastrofe naturale, per quanto è ridotto male. Inoltre non c'è più nessuno. Il ragazzino in breve tempo si ritrova nella stessa stanza bianca di prima, e riguarda i pulsanti. Preme quello rosso, senza dubitare, sperando che si risvegli il prima possibile.

«Rosso? Ottima scelta, Stiles...» Dio, ancora quella terribile voce!

Si aspetterebbe di trovare Lydia, essendo stata la sua prima cotta, o comunque Malia, essendo la sua prima fidanzata...invece trova se stesso sdraiato su un letto matrimoniale, in una grande stanza. Le coperte del letto sono di un rosso bordeux, e la camera è molto vintage. Stiles2 indossa un pigiama azzurro, e sembra rilassato. Improvvisamente la porta si apre, ed entra...Derek. Il lupo si dirige verso il letto, vestito con una semplice canotta e dei boxer.

"Amoresei stanco?" Parla il licantropo, con uno strano tono dolce. Stiles2 sbadiglia sonoramente.

"vieni a dormire anche tu?" Derek annuisce, sorridendogli calorosamente. Poi Derek sale sul letto, si avvicina a Stiles2 e gli carezza il volto, in un modo che trasuda amore da tutti i pori. 
Stiles2 lo avvicina a sè, e cominciano a baciarsi con passione, sotto lo sguardo stupito di uno Stiles.

Un'altra illusione, un'altra sua fantasia che viene messa sotto ai suoi occhi. Stiles chiude gli occhi istintivamente. Non c'è cosa più brutta di essere ricambiati dalla persona che si ama se poi non è reale, soprattutto vedere una copia di sè limonare con il licantropo. 
Sembra che i due non riescano a smettere di baciarsi. Allora Stiles scappa, uscendo dalla stessa porta dalla quale è entrato Derek.

Questa volta si trova in una sala da pranzo, e osserva un altro Derek cucinare qualcosa sui fornelli. 
È vestito solo con dei boxer, e i suoi addominali sono proprio gli stessi che realmente ha. Ed ecco che ricompare Stiles2, anche lui solo in boxer, avvicinandosi di nascosto al licantropo.
Probabilmente prima devono aver fatto qualcosa, visto le arie rilassate dei due.

"Stilesti ho sentitoho il super uditosai?" Ride Derek, continuando comunque a cucinare. Stiles2 ride a sua volta, facendo un piccolo broncio, per poi abbracciare il licantropo da dietro. Sorridono entrambi. La loro dolcezza e amore fa venire il voltastomaco a Stiles.

«Perché?» Grida, cercando di non guardare i due piccioncini.

«Ma come, Stiles, non sono queste le tue fantasie più ricorrenti?» Domanda la voce, mentre il ragazzino ricaccia indietro le lacrime. Invece di rispondere corre verso la porta più vicina, aprendola. Si ritrova ora catapultato in un'altra camera da letto, molto più semplice della prima. E appena nota le due figure sopra il letto matrimoniale strabuzza gli occhi.

"DerekDio..." Sussurra Stiles2, che il ragazzino vede solo di spalle. 
Sono entrambi completamente nudi, con Derek steso sul letto, mentre Stiles2 è seduto sopra di lui, con le gambe spalancate. Ha la schiena inarcata dal piacere, e Derek gli tiene le mani salde sul sedere, per poi spostare una mano sul membro di Stiles2, per stimolarlo. Stiles2 comincia anche a muoversi velocemente sul membro di Derek, e la stanza inizia piano piano a riempirsi di gemiti e di nomi sussurrati.

Stiles è come ammaliato dalla scena, vedendo in diretta come si è sempre immaginato la sua prima volta con il licantropo. Poi scuote la testa, ricordandosi che è solo appunto una fantasia, che non si avvererà mai. Allora corre di nuovo verso un'altra porta, sbucando questa volta su un enorme prato. Davanti a lui c'è un palco, con decine di sedie davanti ad esso, tutte riempite da persone di sua conoscenza. Poi li vede con chiarezza. Stiles2 e Derek sono entrambi in piedi sul palco, vestiti con degli smocking, e un prete accanto a loro. Stiles s'immobilizza sul posto, dischiudendo la bocca, e sente gli occhi pizzicargli dalle lacrime che minacciano di uscire.

"Vuoi tuStiles Stilinskiprendere come marito Derek Hale?" Domanda il prete, e Stiles2 sorride al futuro marito.

"lo voglio."

"Vuoi tuDerek Haleprendere...."

"Sì, lo voglio." L'interrompe Derek, e Stiles sorride fra le lacrime. 
Già, si era sempre immaginato che Derek, impaziente com'è, avrebbe interrotto il prete per potersi sposare con lui il prima possibile. Poi Stiles vede i due baciarsi, con tutti che applaudono, e si sente ancora più triste. Un conto è immaginarlo, un conto è vedere tutto con i propri occhi, quando poi sembra così dannatamente reale.

«Vaffanculo! Vaffanculo!» Grida, cercando di asciugarsi le lacrime invano. La voce questa volta non risponde, e Stiles vede tutto nero.

Improvvisamente è come se Stiles si svegliasse nel proprio letto, e riconosce la sua camera. È notte, e si ritrova a chiedere se non sia uscito dalla sua mente...è proprio in camera sua. Forse i ragazzi l'hanno portato in camera sua dopo che ha finito di esplorare la sua mente, solo che...non ha capito ancora cosa non vada in lui. Confuso si alza dal letto, quando intravede una figura che entra dalla finestra. Indietreggia spaventato, disorientato.

«Stiles, sono io.» Parla la figura, e il ragazzino capisce che è Derek. 
Tira un sospiro di sollievo, mentre il licantropo si fa avanti. L'umano accende la lampadina della scrivania, in modo che riesca a vedere il lupo in faccia. Stiles non capisce perchè fino al giorno prima spesso sentiva di non aver alcun sentimento, e guardando Derek non riusciva a provare le stesse di una volta, appunto perchè era stato così in grado da controllare i propri sentimenti da annullarli quasi del tutto...quasi perchè a volte riuscivano a scappare... eppure adesso, guardando il licantropo, non riesce neanche a formulare un pieno coerente nella sua mente. Sopratutto perchè Derek si sta avvicinando a lui sempre di più, e Stiles indietreggia, fino a che non incontra con la schiena il muro.

«Scappi?» Domanda Derek, facendo un sorrisetto, avanzando a tal punto che i loro corpi entrano in contatto, e i loro volti sono vicini. Stiles si perde nei suoi occhi verdi, e dischiude la bocca.

«Come mai...mi sono svegliato a casa mia?» Riesce a spiccicare parola l'umano, cercando di non fissare troppo spudoratamente le labbra del licantropo.

«Quando hai finito il viaggio nella tua mente non ti risvegliavi, e Deaton ci ha detto di riportarti a casa. Io sono rimasto qua fuori, ad aspettare che ti risvegliassi.» Gli spiega Derek, accennando un sorriso. «Hai scoperto qualcosa di utile?»

Stiles abbassa lo sguardo sui piedi, imbarazzato, sentendo il respiro dell'altro sul volto.

«No, ho avuto solo allucinazioni una dopo l'altra...» Ammette, e il licantropo sembra interessato.

«Sembri triste, che tipo di allucinazioni erano?»

Stiles allora decide di dirglielo, si è stancato di far finta che di lui non gli interessi nulla.

«Allucinazioni di io e te che stavamo insieme...»

Derek l'osserva attentamente.

«E perchè sarebbe una brutta cosa?»

Stiles evita il suo sguardo.

«Perché era tutto nella mia mente.» Sussurra.

«E se ti dicessi che lo voglio anch'io? Un noi, intendo.» Mormora Derek, e a quel punto l'umano alza gli occhi su di lui, sorpreso. Derek lo vuole? E allora perchè se n'è andato? Fa per replicare, quando sente della labbra sulle sue.

Spalanca gli occhi, e vorrebbe approfondire il bacio, ma sente...sente che qualcosa non va. Il bacio con Derek dovrebbe trasmettergli tanto, troppo, invece gli sembra come se le labbra del licantropo non sappiano di niente. Come se non stesse baciando nessuno. Allora spinge via il licantropo, scuotendo la testa.

«Non è reale! Non è reale!» Esclama, mentre le lacrime non esitano a scendere. Ci aveva dannatamente sperato, aveva pensato che Derek Hale lo potesse davvero ricambiare. Dio, non si è mai illuso così tanto. Derek infatti scompare come per magia, e Stiles si accuccia a terra, portandosi un braccio al volto, continuando a piangere.

«Perchè?? PERCHÉ?» Urla, tra una lacrima e l'altra, mentre si ritrova in una stanza nera. Spoglia. Si alza, strofinandosi gli occhi, volendo svegliarsi ad ogni costo. La sua mente gli gioca solo brutti scherzi.

«Oh, Stiles, finalmente ci rivediamo.» Tuona la voce, e finalmente Stiles scorge una sagoma. E la figura si fa sempre più avanti, fino a che il ragazzino non la riconosce. 
Dio, non è possibile... l'umano indietreggia più che può, scuotendo violentemente il capo, con gli occhi sbarrati. Deve essere un incubo.

«Tu...» Le parole gli escono in un flebile sussurro, mentre il Nogitsune si avvicina sempre di più, con un ghigno.

«Perchè sei triste, Stiles? In fondo quelle erano solo le tue fantasie, mi spieghi qual è il problema?» Il Nogitsune sembra proprio non arrivarci. Stiles, tra le lacrime-dovute sia alle allucinazioni che alla paura-guarda dritto il demone. Ancora non ci crede che è di nuovo posseduto, e capisce anche perchè sembra non sentire alcun'emozione nella realtà... adesso, nella sua mente, non è posseduto, ed è il solito Stiles. Anche perchè il Nogitsune è proprio davanti a lui, e deve ancora capire come sia possibile che il demone sia tornato...
Deaton deve saperlo. Deve sapere come fermarlo, prima che sia troppo tardi...

«Perché lo amo, e non ho fatto altro che vedere una realtà in cui io e Derek siamo felici! Ma la realtà è un'altra! Prima ero arrivato a credere che potesse davvero ricambiarmi, ma in realtà no! Lui non mi ama! Lui se n'è andato per ben due anni!» Grida tutto d'un fiato, finendo per avere il fiato corto, e le guance arrossate. Si sente interiormente distrutto, e forse...forse è quasi meglio non riuscire a sentire niente. Il Nogitsune piega leggermente il capo a destra, come se non capisse il ragazzino.

«Invece penso che lui ti ami, Stiles. 
Penso davvero che ti ami.» Afferma, con un tono che non ammette repliche. 
Stiles si strofina di nuovo gli occhi, non potendone più di stare nella sua mente. Vorrebbe replicare che non è vero, che lui non ne può sapere niente... anche se sì, il Nogitsune a questo punto deve aver assistito a ogni suoi incontro con Derek, sia nella prima possessione che in questa, eppure... eppure non vuole credere alle sue parole. Non vuole illudersi di nuovo.

«Il mio...il mio amore per Derek svanirà ogni giorno di più?» Osa chiedere.
Il Nogitsune annuisce solennemente.

«Più riusciró ad entrare in possesso del tuo corpo, più non proverai nulla, Siles.»

Il ragazzino fa per replicare, urlare, o qualsiasi cosa, quando una luce fortissima lo investe...

•••

Stiles riemerge dalla vasca d'acqua ghiacciata, e Derek indietreggia colto alla sprovvista. Tutti i ragazzi si radunano attorno all'umano. Stiles apre gli occhi, osservando tutti con attenzione.

«Sto...sognando?» Chiede.

«No, Stiles, ti sei appena risvegliato.» Lo tranquillizza Scott, e il ragazzino per sicurezza si graffia la mano con le unghie. Sente dolore fisico, quindi è per forza tornato nella realtà. Allora guarda gli altri con uno sguardo vuoto.

«È tornato. Il Nogitsune è tornato.»

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Capitolo 32
*** Capitolo 32 ***


"I was in darknessso darkness I became."

Nessuno fiata. Derek indietreggia leggermente, convinto di non aver capito le parole del ragazzino. Purtroppo invece è così, e lui ci aveva pensato a quella possibilità, ma sperava davvero si sbagliasse.

«C-cosa?» Parla Scott per primo, con gli occhi spalancati dall'orrore. Deaton sembra essere l'unico non sorpreso.

«Stiles, seguimi.» Ordina il druido, e il ragazzino lo guarda senza capire.

«Dove mi vuoi portare?»

«Entrerai in una sorta di capsula per un'oretta, per capire meglio il motivo del ritorno del Nogitsune.» Gli spiega, con tutti ancora scossi dalla rivelazione dell'umano.

«Tu lo sapevi?» Osa chiedere Malia, avendo notato come il druido sembra tranquillo della situazione. 
Anche se c'è poco da essere tranquilli. 
Deaton la guarda.

«Sì, l'ho intuito appena lo avete trovato nel bosco, dovevo solo avere delle certezze.» Conferma, per poi uscire dalla stanza, con tutti che lo seguono. Entrano in un'altra stanza, dove c'è una grande capsula, dai colori spenti. 
I ragazzi si raggruppano ad un certa distanza, mentre Stiles si sistema per entrarci. Il suo sguardo incrocia per un attimo quello di Derek, e il licantropo trasalisce. Ora sa per certo che lo sta guardando il Nogitsune, non Stiles. Almeno non in quel momento, visto quanto quello sguardo sembri essere così vuoto. L'ex Alpha volta la testa da un'altra parte.

«Io...ho bisogno d'aria.» Sussurra, per poi uscire dalla finestra accanto a lui, e scappare via. Scappare da Stiles, che non potrebbe essere più diverso di così. Scappare da tutto e da tutti. 
Corre verso il bosco, e continua a correre anche una volta dentro, non sapendo dove andare. Non sapendo cosa fare. Vorrebbe solo sparire, almeno per un po'. Si ferma su una piccola radura, sedendosi su un grande masso. Si prende la testa fra le mani, nascondendola, e resta così per un tempo indeterminato, cercando di annullare tutti i pensieri.

«Derek.» Si volta al suono del suo nome, e si ritrova dietro di sè Scott. L'Alpha deve aver seguito il suo odore. «È successo qualcosa quando sei stato nella tua mente? Sembri sconvolto, e non credo solo per via del Nogitsune.» Scott spera di non ricevere una reazione negativa da parte dell'ex Alpha, ma sa bene che spesso si ha solo bisogno di sfogarsi con qualcuno.

Derek resta seduto, abbassando lo sguardo.

«Il mio grillo parlante era Peter.» Inizia a parlare, con Scott che corruccia lo sguardo, leggermente divertito dalla situazione. S'immagina quanto deve aver imprecato Derek una volta visto suo zio anche nella sua mente. «E mi ha aiutato a capire molte cose, Scott.»

«Cose brutte o belle?»

Derek si volta verso di lui.

«Sto ancora metabolizzando che mi sono innamorato, Scott.» L'ex Alpha fa anche una risatina nervosa, e Scott dischiude la bocca. Gli sembra così strano che Derek si possa essere innamorato, e cerca di capire anche se conosce questa persona. 
Ci pensa bene, e poi...poi capisce.

«Sei innamorato di Stiles?» Adesso che ci riflette ci sono stati diverai segnali che Derek vedesse Stiles più di un amico, anche prima che partisse, solo che non lui non li aveva mai colti a pieno. Anche perchè poi il licantropo se n'è andato, quindi Scott pensava di aver frainteso male alcuni suoi comportamenti. Invece aveva capito sempre bene. Derek, in risposta, scrolla le spalle, evitando il suo sguardo.

«Non capisco cosa ci sia di male, Derek.» Alle sue parole Derek si alza, guardandolo dritto negli occhi.

«Che sono innamorato di Stiles, non del Nogitsune! Non della sua brutta copia!» Esclama, allargando le braccia, e Scott comincia a capire quale sia il problema.

«Ma c'è ancora Stiles, lì, da qualche parte...» Derek volta la testa da un'altra parte, e Scott potrebbe giurare che il licantropo ha gli occhi lucidi.

«Dove, Scott? Ogni volta che sto con Stiles non riesco a non pensare che quello non sia davvero lui! E ogni tanto lo riconosco, ed è ancora peggio! Non pensavo mi mancasse così tanto, Scott!» Grida, e adesso gli stanno scendendo anche delle lacrime. L'Alpha resta in silenzio.

«Quando l'ho visto ho realizzato quando davvero mi fosse mancato! 
Ma non è lui, non caratterialmente, e il vederlo è anche peggio...soprattutto quando torna ad essere lui per qualche secondo! È lì che realizzo quanto davvero mi sia mancato, quanto ancora mi manchi, e che non rivedrò più il vecchio Stiles!» Continua a urlare Derek, al limite.

«Derek...» L'ex Alpha si passa una mano sul volto.

«Perchè è così, Scott... io...io non sono innamorato di quella persona dentro alla clinica! Sono innamorato di una che non c'è più, che non ci sarà più!» Continua a gridare, illuminando qualche secondo gli occhi di blu.

«Potrebbe ritornare...»

«N-non sai come mi sento, Scott... non s-sai com'è orribile quando mi guarda con quello sguardo...sembra quasi che non mi conosce, che non prova n-niente per me... e realizzo che l'ho perso...Scott...» Scott abbraccia l'ex Alpha, che sta ancora piangendo, e non riesce a fermarsi. Poi l'alpha si stacca dall'abbraccio, guardando attentamente Derek.

«Sai cos'ho pensato quando ho avuto quell'allucinazione, Scott?»

L'Alpha scuote la testa. Gli occhi di Derek sembrano disperati.

«Che non avrei mai incontrato nessuno come Stiles... e più lo guardo sento dentro un enorme vuoto, che solo il vero Stiles può colmare... come posso andare avanti, Scott? Come....come posso?» Derek continua a guardare Scott come se lui avesse tutte le risposte. Le sue grida rimbombano nel bosco.

«Forse dovevi capirlo prima, Derek. Mi dispiace, ma Stiles è stato così male per te, quando te ne sei andato.»

Derek dischiude la bocca, corrucciando lo sguardo.

«Cosa vorresti dire, Scott?»

«Che Stiles era innamorato di te, Derek. Aveva solo bisogno di te, quando tutto andava male a Beacon, ma tu...tu non c'eri.»

Le parole di Scott lo trafiggono, e il licantropo indietreggia leggermente.

«Aveva bisogno di me, e io non c'ero...» Sussurra, come in trance, fissando il vuoto. «Ma se era innamorato di me, perchè stava con Malia? Non ha senso!»

Scott alza le spalle.

«Non chiederlo a me, Derek.»

L'ex Alpha si porta le mani alla testa, come per stoppare i pensieri.

«Non so quanto riuscirò ancora a vedere Stiles, con la continua consapevolezza di aver perso la persona che amo, che ne ha solo le sue sembianze...»

Scott l'osserva attentamente.

«Derek, ne sei innamorato o lo ami? Perchè è molto diverso, e lo sai anche tu.»

Derek volta le spalle all'amico.

«É la mia ancora, Scott. E mi manca, così tanto...la sua assenza mi fa male, ogni giorno di più...» E detto questo a Scott suona il cellulare. Guarda il nome sullo schermo, senza neanche rispondere.

«É Deaton, dobbiamo andare.»

•••

Stiles è seduto su un lettino, con un'espressione imperscrutabile, mentre tutto il Branco è poco distante. Scott e Derek sono tornati appena Deaton li ha chiamati, e tutti hanno notato che Derek ha gli occhi gonfi, ma non hanno fatto domande. Solo che pensare a Derek Hale che ha pianto è talmente assurdo che le menti di tutti stanno cercando di elaborare altre spiegazioni più plausibili. Stiles ha guardato Derek come per chiedergli se fosse successo qualcosa, ma il licantropo ha evitato tutto il tempo il suo sguardo.

«Quando Stiles era nella capsula sono riuscito a fargli un'ecografia del cuore, e purtroppo è come mi aspettavo.» Inizia a parlare il druido, con un tono che ai ragazzi non piace. Deaton gli mostra la foto dell'ecografia: il cuore di Stiles è per la maggior parte di un colore più che scuro. «Stiles ha il cuore quasi tutto nero, come potete vedere. 
E questo perchè il Nogitsune è riuscito a possederlo sempre di più... più entrerà in possesso del suo corpo più il cuore diventerà nero, fino a che non lo sarà del tutto.»

Tutti restano qualche secondo in silenzio.

«E come mai il Nogitsune è tornato?» Chiede Isaac.

«La mia opinione è che Stiles ha avuto un periodo durante il quale ha desiderato con tutto se stesso di annullare i suoi sentimenti, e ha cercato di indurirsi psicologicamente... Insomma, il Nogitsune non se n'era mai andato del tutto... solo che è come se Stiles avesse aperto il suo cuore all'oscurità, e lui ne avesse approfittato per prendere sempre più potere...»

«E come possiamo fare?» Prende parola Derek, scambiandosi una veloce occhiata con l'umano.

«L'amore può allontanare il Nogitsune. Amore che Stiles ha evidentemente cercato di cancellare...ma è l'unico che può mandare via una volta per tutte il demone. Ma non parlo dell'amore in generale, ragazzi. Parlo del vero amore. Deve riuscire ad amare davvero qualcuno, che lo deve amare a sua volta. E solo se questo accadrà, se riuscirà a liberare i suoi sentimenti, tornerà quello di una volta.»

Sembra che Deaton abbia appena detto ai ragazzi che devono trovare un drago e intingerlo nella fonte della giovinezza, per poi farlo a pezzi. 
Come può quel ragazzino davanti a loro amare davvero? Liberare i suoi sentimenti?

«So che sembra molto difficile, ma in quell'ora nella capsula riuscivo anche a percepire qualche pensiero di Stiles. Per la maggior parte il vero Stiles, che è dentro di lui da qualche parte, sembra abbandonare, mollare. Come se pensasse non ne valesse la pena di lottare contro il Nogitsune. Ma...ci sono momenti in cui invece riemerge, anche per poco, con una persona in particolare.» E il druido a quel punto punta lo sguardo su Derek, il quale si passa una mano fra i capelli. Stiles intanto sta ascoltando indifferente, non capendo davvero le parole del druido, il quale gli dà di spalle.

«Quanto tempo abbiamo...prima che il Nogitsune prenda completamente il controllo?» Questa volta a parlare è la rossa, mangiucchiandosi le unghie. 
Il druido la guarda negli occhi.

«Se non sbaglio, un mese.»

La risposta fa calare di nuovo il silenzio nella stanza.

«Quindi agli inizi di gennaio...» Sussurra Scott, facendo un calcolo veloce. Deaton annuisce, con un sospiro.

«Potete andare.» Annuncia, visto che lui non può fare più nulla per loro. 
Tutti i ragazzi allora cominciano ad andarsene. Malia e Lydia se ne vanno insieme, pensando a chi delle due sarà il vero amore di Stiles. Isaac si affianca a Scott, capendo che per l'Alpha deve essere un brutto momento, e Liam e Mason prendono a parlare di quello che avrebbero fatto quella sera.

Derek resta per ultimo, insieme a Stiles, il quale è ancora seduto sul lettino. L'ex Alpha esce dalla stanza con il capo leggermente basso, cercando di metabolizzare tutto che ha appreso quella giornata. Esce dalla clinica, che è buio, con qualche lampione lungo la strada, e fa per correre verso casa...

«Derek! Aspetta.» Si sente chiamare, e si gira verso il ragazzino. Stiles sembra avere il respiro corto, come se avesse una corsa velocissima per raggiungerlo. Il licantropo ha uno sguardo triste. «Che è successo?» Vuole sapere l'umano, avvicinandoglisi leggermente. Nota che Derek ha ancora gli occhi gonfi, come se avesse pianto davvero tanto, e uno sguardo talmente triste che lo fa rabbrividire.

«Potevo esserci, Stiles, quando hai avuto un periodo di merda...potevo esserci.» È tutto quello che ha da dire il licantropo, sentendo che sia tutta colpa sua. Tutta colpa sua se Stiles dovesse scomparire del tutto, lasciando posto al demone. Quando se n'è andato ha saputo che per Stiles deve essere stato un periodo molto difficile, se anche il suo migliore amico ha dubitato di lui. Probabilmente non aveva più nessuno...e lui non c'era.

Stiles indietreggia leggermente, e i suoi occhi per un secondo diventano quasi tristi come quelli di Derek. 
Ma è solo un secondo.

«Potevi, ma non c'eri.»

E detto questo se ne va via, lasciando il licantropo imbambolato.

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Capitolo 33
*** Capitolo 33 ***


"I was only trying to love you..."

Derek è al loft, ed è la mattina dopo aver scoperto che Stiles è semi-posseduto dal Nogitsune. 
E dopo aver capito di amarlo.

Sta ancora sdraiato sul letto, nonostante debba essere mattina inoltrata, ma non ha niente da fare. 
Non ha un lavoro, visto che la famiglia Hale ha lasciato così tanti soldi che potrebbe benissimo non fare niente, e Peter alla fine ha un'azienda tutta sua. Potrebbe aiutarlo, ma ultimamente ha altri problemi per la mente. Quando suonano al campanello comincia a ringhiare, alzandosi svogliatamente dal letto, in boxer. Scende di sotto, sperando che non sia suo zio, anche perchè non ha intenzione di vederlo per almeno i prossimi trecento giorni. Sente un odore familiare, che lo collega all'Alpha. Infatti, appena apre la porta, Scott entra di fretta nel loft, senza troppe parole.

«Scott, non dirmi che è successo qualcos'altro...» Si lamenta l'ex Alpha, stanco di tutti i casini che ci sono a Beacon Hills. Era andato via anche per questo, per un po' di tranquillità. Scott si siede sul divano, scuotendo la testa.

«Sono venuto per parlare di Stiles e del Nogitsune.» Ammette, osservando la reazione del lupo. Derek sussulta leggermente, per poi andare a preparare due caffè.

«Ti ascolto.»

«Stavo pensando a come far tornare il vecchio Stiles.»

Derek aziona la macchinetta per il caffè.

«Deaton ha detto che c'è un solo modo, e purtroppo mi sembra abbastanza impossibile.»

Scott chiude le mani a pugni.

«Vorresti dirmi che allora hai intenzione di mollare, Derek?» Il suo tono traspare rabbia e frustrazione. Il lupo si gira verso di lui, con i caffè in mano, e lo guarda dritto negli occhi.

«Lo sai che farei qualsiasi cosa per riaverlo.» Afferma, quasi offeso, per poi sedersi davanti all'Alpha. Scott prende in mano la sua tazzina, pensieroso.

«Bene, perchè tu sarai fondamentale, Derek.»

L'ex Alpha smette un secondo di bere.

«Cos'intendi, Scott?»

«Ci ho pensato, Derek. E ce la possiamo fare, possiamo fare in modo che lui ami davvero qualcuno, e che sia ricambiato allo stesso modo. E questo qualcuno sei tu.»

Derek resta qualche secondo in silenzio. Non crede Stiles possa addirittura amarlo, non crede nessuno potrebbe provare per lui qualcosa di così forte, da definirsi vero amore. Gli sembra talmente assurdo, eppure Scott ne sembra così convinto, che per un attimo gli dà delle speranze.

«E cosa ti dice che funzionerà con me?» Sospira.

Scott inarca le sopracciglia, come se non fosse abbastanza evidente.

«Perchè tu lo ami, Derek! E anche Stiles prova ancora qualcosa per te, e infatti pensaci..solo con te si è mostrato-anche se per poco-lo Stiles che entrambi conoscevamo...»

Derek si ritrova a concordare, nonostante non sia facile per lui stargli accanto. Stare accanto ad un fantoccio che ha le sembianze della persona che ama, ma che non è lui. Soprattutto se quelle sembianze lo fanno innamorare sempre di più...

«Come dovrei fare, Scott?» Derek non s'intende così tanto dell'amore, per lui è un campo abbastanza sconosciuto. 
E di sicuro non è così romantico.

«Che ne so! Portalo in giro, passaci più tempo possibile insieme, fagli capire che può sempre contare su di te...insomma, fagli vedere che ne vale la pena, Derek! Che ne vale la pena di lottare!»

Il discorso dell'Alpha scuote il lupo, il quale sta già pensando alla prossima mossa con il ragazzino.

•••

«Niente male.» Ammette il lupo, tutto sudato, rivolgendosi al ragazzino. 
Si sono incontrati il pomeriggio stesso per il solito allenamento. Come se non fosse successo niente, come se andasse tutto normalmente. Derek comincia a credere che il ragazzino sia diventato così forte anche grazie al Nogitsune, perché spesso gli sembra che non abbia una forza molto umana. Ovviamente non gliel'ha mai detto, non volendo tirare fuori l'argomento 'sei di nuovo posseduto dal demone'.

«Faccio la doccia prima io!» Esclama il ragazzino, fiondandosi in bagno, prima che Derek possa replicare. L'ex Alpha si ritrova a scuotere la testa, divertito. Ormai è abitudine che Stiles faccia la doccia a casa sua, dopo gli allenamenti. Anche se si dimentica sempre il cambio, così Derek deve prestargli delle sue maglie. Non che la cosa gli dia fastidio, anzi, a Derek piace la vista dell'umano con indosso una sua maglietta. Anche se gli sta quasi sempre troppo grande.

Derek intanto si rimette la maglia, aspettando il ragazzino sul divano. Prende a sfogliare un giornale a caso, cercando di non pensare che l'umano stia facendo la doccia nel suo bagno. Nudo. E al lupo sta per venire inevitabilmente un'erezione. Dannazione. Dopo una decina di minuti Stiles esce dal bagno, in accappatoio, dirigendosi al piano di sopra.

«Mi vado a vestire, il bagno è tutto tuo!» Grida dalle scale, e allora il licantropo prende il suo posto. 
Inutile dire che nella doccia non riesce a non pensare che poco fa c'era il ragazzino nudo, e finisce per avere una bella erezione. E deve anche occuparsi da solo del suo problema, con una certa frustrazione. Una volta uscito non trova Stiles in salone, e presuppone sia tornato a casa, nonostante di solito avverta prima di andarsene. Infatti sente ancora l'odore dell'umano, e lo segue, salendo le scale. Lo trova nella stanza adiacente alla sua camera. Si è vestito con una sua maglia nera, e con dei jeans. Sta osservando la libreria davanti a lui, e ha un libro in mano.

«Che fai?» Domanda Derek, in accappatoio, entrando nella stanza. Stiles sobbalza, colto alla sprovvista. Era stato incuriosito da cosa potesse esserci in quella stanza, ed era semplicemente entrato.

«L'hai letto?» Gli risponde con un'altra domanda, cercando di non pensare che il licantropo sia nudo sotto quella stoffa... e che gli si intravedano i pettorali. Per non parlare dei capelli di Derek, che sono tutti bagnati, e gli ricadono sulla fronte. Dovrebbe essere illegale essere così sexy.

Derek prende il libro che Stiles teneva in mano. È 'Cime Tempestose'.

«Sì, e diverse volte. Mi è piaciuto molto.» Ammette, ridandolo in mano al ragazzino. Stiles lo fissa con la bocca dischiusa.

«È il mio libro preferito.» Sussurra, e l'ex Alpha deve far finta di non saperlo, visto che l'aveva appreso quando era trasformato in lupo. «ti è piaciuto anche il film?»

Derek corruccia lo sguardo.

«C'è anche il film?»

L'umano si sbatte una mano sul volto, scuotendo la testa.

«Derek, non puoi aver letto il libro e non aver visto il film! Dio, ma ti sto ancora parlando? Devi assolutamente vederlo!» Esclama, portando il licantropo a ridere.

«Lo sai che non sono così tecnologico.» Si giustifica, mentre il ragazzino incrocia le braccia al petto.

«Possiamo rimediare. In questo periodo al cinema all'aperto trasmettono tutti i classici. Credo ci sia anche questo film.» Lo informa il ragazzino, rimettendo il libro a posto. Derek alza un sopracciglio.

«Vorresti portarmi al cinema?»

Stiles annuisce, più che convinto.

«Certo! Tieni il cellulare a portata di mano, ti faccio sapere l'orario.» Decide, per poi uscire dalla stanza, con il licantropo che accenna un sorriso. 
È ora di mettere in atto le parole di Scott.

•••

Non passa poco tempo da quando Stiles ha lasciato il loft, che il telefono dell'ex Alpha ha vibrato.

"Passami a prendere alle 21. Non te ne pentiraifidati.
Stiles."

Il licantropo risponde affermativamente, per poi messaggiare subito Scott.

"Stiles mi ha quasi costretto ad andare al cinema questa seraPerchè secondo lui era scandaloso che non avessi visto il film di un libro che ho letto..."

La risposta dell'Alpha non tarda ad arrivare.

"GrandiosoamicoIo e Isaac veniamo subito da teTi aiutiamo con l'outfitcascherà anche il Nogitsune anche ai tuoi piedi ;) 
Scott."

Derek alza un sopracciglio, scuotendo la testa con l'accenno di un sorriso.

•••

«È positivo il fatto che Stiles voglia passare del tempo con te.» Parla Scott, mentre Isaac sta mettendo sotto sopra l'armadio del licantropo.

«Non è un appuntamento! Per lui sarà una semplice uscita tra amici, soprattutto se ha i sentimenti quasi a zero.» Sospira Derek, inorridendo al casino che sta facendo il riccio con i suoi poveri vestiti. L'Alpha scrolla le spalle.

«Ricordati, sei tu che devi fargli uscire quei sentimenti, quindi per il momento va bene così.» Gli ricorda Scott, mentre Isaac adocchia una giacca di pelle nera.

«Non credo ti veda molto come un amico, nonostante tutto. A meno che sia normale desiderare di scopare gli amici.» Borbotta il riccio, con Derek che rischia di strozzarsi con la sua stessa saliva.

«Isaac!» Esclama l'Alpha, imbarazzato anche lui. Il riccio alza le spalle, senza sapere davvero cosa non vada bene in quello che ha appena detto.

•••

Alla fine i due hanno vestito Derek con una maglia bianca-a suo parere troppo stretta e scollata- e dei jeans neri che gli fasciano perfettamente il sedere. Inoltre sopra la maglia ha una giacca di pelle nera, più elegante rispetto alle altre che ha.

Ora Derek è dentro la Camaro, e sta aspettando il ragazzino fuori da casa sua. Tiene le mani strette sul volante, e si ritrova ad essere nervoso, come uno stupido adolescente. Stiles esce di casa in quel momento, e l'ex Alpha nota che indossa ancora la sua roba. La cosa lo porta a fare un piccolo sorriso. Il ragazzino entra in macchina, accanto al licantropo, per poi guardarlo. E dischiude la bocca, da quanto Derek è bello quella sera. Ha anche una maglia talmente stretta che traspaiono tutti i suoi addominali e...dannazione! 
Il licantropo si sente fissato.

«Se non mi dici dove si trova questo cinema non posso partire.» Ridacchia, ed è come se l'umano si risvegliasse, borbottando un indirizzo. Il viaggio è silenzioso, anche perchè breve, e si ritrovano in un enorme spazio verde, mal illuminato. Lo schermo dove viene proiettato il film è molto grande, e abbastanza lontano dalla macchina dei due, solo che il resto del campo è già occupato da una sfilza di macchine. Derek si guarda intorno spaesato, e il ragazzino lo nota subito.

«Non sei mai stato in un cinema all'aperto di vecchio stile?!» Domanda, con pura sorpresa.

«Umh, no.»

Stiles scuote la testa, deluso dalla sua risposta.

«Bisogna restare in macchina, Derek. E vedere lo schermo, che è laggiù. Tutto qua.» Gli spiega, divertito dall'ignoranza del licantropo riguardo alla vita sociale. Ancora viene trasmessa la pubblicità. Il lupo si ritrova a chiedere se alla cheerleder non dia fastidio che il ragazzino esca da solo con lui, visto che si sa che l'umano è bisessuale.

«Stiles, ma tu e la cheerleder...state insieme?» Se n'esce Derek, osservando i lineamenti del ragazzino. Stiles si gira verso di lui, scuotendo la testa.

«Oh, no. Abbiamo finto una relazione perché lei voleva far ingelosire uno! E deve aver funzionato, da quello che so. Sai che non sono messo molto bene con i sentimenti.» L'ultima frase cerca di dirla in modo ironico, ma non c'è niente di divertente in quello. Derek si limita a fissarlo in silenzio. Quel nasino all'insù, quegli occhi nocciola, quelle labbra...

«Perché mi stai fissando? Sei inquietante.» Ridacchia il ragazzino, pretendendo però una risposta. 
Derek non distoglie lo sguardo.

«Perché stai molto bene con i miei vestiti.» Ammette, e Stiles incrocia qualche secondo il suo sguardo con quello del licantropo.

«Uh, giuro che te li ridò...» Replica l'umano, ma Derek lo interrompe.

«Non c'è bisogno, stanno meglio a te.»

Il ragazzino inarca le sopracciglia.

«Ma se sembro un barbone! Mi stanno enormi!» Si lamenta, con Derek che scuote la testa divertito.

«Sei bellissimo lo stesso, Stiles.» Le parole escono dalla bocca di Derek senza essere prima autorizzate, e il lupo si dà dello stupido. Scott e Isaac gli avevano esplicitamente detto di non affrettare le cose, e adesso sembra fare l'adolescente innamorato.

Stiles resta imbambolato, e sente improvvisamente molto caldo, come se la macchina si fosse surriscaldata. 
Non è il primo che gli fa un complimento, soprattutto da quand'è tornato, ma... è Derek, cazzo. Quante volte aveva sognato questo momento? 
Sta sognando per caso?

«Buon compleanno!» Esclama il ragazzino, sbattendosi una mano sul volto subito dopo. Derek corruccia le sopracciglia.

«Ma non è il mio compleanno.» Replica semplicemente.

«Non sapevo come rispondere, okay?? Mi hai colto impreparato!!» Sbotta l'umano, sentendosi estremamente ridicolo.

«Quindi se qualcuno ti fa un complimento, tu rispondi con 'buon compleanno'?» S'innervosisce Derek. L'umano incrocia le braccia al petto.

«Mi è uscito spontaneo, okay???»

Derek fa per ribattere, quando il film inizia, e allora portano entrambi lo sguardo davanti a loro, senza più spiccicare parola durante la durata del film. Solo quando finisce il ragazzino si volta verso il licantropo.

«Allora, ti è piaciuto?»

Derek annuisce.

«Anche se preferisco comunque il libro.» Ammette.

«Odio Catherine.» Sbuffa Stiles.

«Perché?»

«E lo chiedi anche? È tutta colpa sua se Heathcliff è diventato un mostro!» Esclama, gesticolando. 
Derek alza un sopracciglio.

«Stiles, non è che quando uno riceve una delusione d'amore deve diventare in quel modo.» Gli fa notare.

«Ma lui l'amava davvero, Derek, e lei se n'è andata via da lui, nonostante l'amasse a sua volta.» Il modo in cui lo sussurra fa venire i brividi al licantropo, e sembra come se non stiano parlando solo del film.

«L'amore non può giustificare quello che ha fatto, Stiles.»

Il ragazzino lo guarda dritto negli occhi, e in quel momento Derek giura di avere davanti a sè il vecchio Stiles.

«L'amore è l'unica cosa che lo rende umano. Catherine è l'unica che lo può rendere umano.»

A Derek pare di cogliere ambiguità in quello che il ragazzino dice, e resta in silenzio.

«Ti riporto a casa.» Dice semplicemente, mettendo in moto la macchina. Durante il viaggio parlano dei prossimi allenamenti, e di quando Stiles deve venire a pulirgli casa.

«Mi sento un sacco sfruttato, ogni volta che ti devo pulire il cesso.» Scherza Stiles. Derek lo guarda di sottecchi.

«Eri d'accordo, quando l'avevamo deciso all'inizio.» Gli ricorda il licantropo.

«Sì, ma non sapevo ancora a cosa andassi incontro!» Esclama, e scoppiano entrambi a ridere. 
Purtroppo sono già arrivati davanti a casa del ragazzino, e Stiles saluta impacciatamente Derek, per poi scendere dalla Camaro. Il lupo osserva la figura del ragazzino entrare in casa, per poi andarsene a sua volta. Appena arriva al loft prende il telefono, e nota che gli è arrivato un messaggio.

"Anche tu sei bellissimoDerekCome sempre.
Stiles."

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Capitolo 34
*** Capitolo 34 ***


"I just can't get over you..."

Derek non riesce a prendere sonno, ha troppi pensieri per la testa, allora decide di andare a trovare il ragazzino sotto forma di lupo. Nonostante il pericolo sia interno all'umano, non se la sente comunque di lasciarlo da solo. Sente come di doverlo proteggerlo anche da se stesso. Afferra il telefono, notando che è stato contatto da diverse donne che hanno ammesso di essere state male nel suo stesso periodo, ma lo richiude immediatamente. Adesso deve pensare solo a Stiles, vuole pensare solo a lui.

Così esce fuori dal loft, trasformandosi in un ringhio nella vera forma, per poi correre attraverso il bosco. La casa del ragazzino non ha alcuna luce accesa all'interno, ma la finestra della camera dell'umano è aperta. Con un balzo il lupo entra all'interno, abituandosi subito all'oscurità. La prima cosa che nota è il letto disfatto, e cerca di fiutare l'odore di Stiles, senza alcun successo. Prima era qui, ma adesso no. Ma dove può essere andato in piena notte? Il lupo comincia ad agitarsi, e prova a seguire l'odore del ragazzino, per magari essere condotto verso dove si trova al momento.

Quindi torna nel giardino, tramite la finestra, alzando il muso alla mezza luna. Un vago profumo dell'umano entra nelle sue narici, indirizzandolo di nuovo verso il bosco. Perché Stiles dovrebbe essere nel bosco? Non ha senso. Ma Derek si fida del suo fiuto, e procede spedito verso le sue tracce, cercando di non pensare al peggio. Nessuna persona sana di mente si avventurerebbe nel bosco di Beacon Hills di notte, soprattutto chi sa della presenza di creature sovrannaturali. 
Il lupo affretta il passo, sentendo l'odore sempre più vicino.

D'un tratto si blocca, nascondendosi dietro ad un albero, osservando la scena davanti a sé. Nel buio riesce ad intravedere una tenda da campeggio, con delle voci che provengono dall'interno. Ragazzi che stanno ridendo. Eppure sente che Stiles deve essere qui da qualche parte, ma probabilmente si sta sbagliando. Improvvisamente un ragazzo esce dalla tenda, con una torcia.

«Siete sicuri che ha qualcosa di rotto? A me sembra tutto a posto!» Esclama, illuminando la tenda dall'esterno, e osservandola attentamente. 
In un secondo Derek vede apparire una figura dal buio, e saltare senza esitazioni addosso al ragazzo. 
Quest'ultimo si ritrova a terra, e la torcia scivola sul terreno, con un rumore sordo. Il ragazzo non riesce neanche a parlare dalla paura, fissando la figura sopra di sé. 
Il lupo aguzza la vista, avvicinandosi in difesa, per poi immobilizzarsi. 
Non è un animale.

È Stiles.

E ha delle unghie affilatissime e davvero lunghe, che protende contro la pancia del ragazzo.

Stiles sta per aprire in due il ragazzo, quando il lupo fa un lungo ululato, illuminando gli occhi di blu. Sia Stiles che il ragazzo si girano verso di lui, mentre Derek torna nella forma umana, completamente nudo.

«Stiles, non devi...» Parla, avvicinandosi leggermente ai due. «Tu non sei così!»

Le unghie di Stiles improvvisamente tornano normali, e i suoi occhi non sembrano più assetati di sangue: guarda esterrefatto il ragazzo sotto di lui, e si alza scappando via. A quel punto anche gli altri ragazzi escono fuori dalla tenda, ma Derek è già corso dietro all'umano, il quale è troppo lento per lui. Derek allora lo blocca un braccio, tirandolo verso di sé. 
Il ragazzino sta piangendo, e sembra disperato.

«Stiles...? Stiles, sei tu?» Gli chiede preoccupato il licantropo, sperando di non avere a che fare con il Nogitsune. L'umano nasconde il capo sul petto nudo del licantropo, lasciandosi abbracciare. Derek percepisce le lacrime dell'umano bagnargli il petto, ma lo stringe ancora più forte a sé.  
Poi il ragazzino rialza la testa, ritrovandosi a pochi centimetri dal volto del licantropo. Annuisce.

«Sono completamente me, ma è questione di poco, Derek...» Sussurra, mentre Derek non dà segno di volerlo lasciare andare. E il lupo lo riconosce davvero, il suo Stiles. E sente una dolorosa fitta nel pento, cercando di godersi quel poco tempo a disposizione. «Quei ragazzi...li avevo uccisi io...» Continua a parlare, con voce spezzata, con Derek che cerca di togliergli le lacrime dal suo bellissimo volto.

«Non eri tu, Stiles, lo sai bene. Non è colpa tua.» Lo tranquillizza il lupo, sentendo come un deja-vù. La situazione è simile a quando Derek aveva perso il controllo, uccidendo quell'uomo innocente. Entrambi non erano in sé. Forse sono più simili di quanto pensano, di quanto credono. 
In questo momento non potrebbero essere più uguali.

«È solo che... era come se fossi uno spettatore, Derek...non ho potuto fare nulla...» Mormora, posando la testa sopra la spalla del lupo. 
Stiles percepisce che il licantropo lo sta stringendo forse anche un po' troppo, facendogli leggermente male, ma non gli dice nulla. Non vuole che il lupo allenti la presa, che lo lasci andare. 
E adesso li sente benissimo i sentimenti nei confronti di Derek: sono stati sempre lì, non se ne sono mai andati, ma il Nogitsune cerca di cancellarli ogni giorno di più.

E anche l'ex Alpha sente il suo cuore pieno d'amore per quel ragazzino, soprattutto perchè al momento è quello che ha sempre conosciuto, che ha imparato ad amare.

«Lo bene, Stiles, ma devi lottare. Dipende solo da te...» Parla Derek, staccandosi leggermente dal ragazzino, per potergli guardare le labbra. E Stiles si sente come attratto da esse, avvicinandoglisi ancora di più, quando le parole del lupo gli fanno venire un flash back.

La signora Morrell lo guarda impassibilmenteStiles non riesce mai a capire cosa lei pensivisto che non lo  mai a vedere.

"Come ti sentiStiles?" Gli chiede
Il ragazzino si trova impreparato alla domandadato che nessuno sembra mai  importarseneNessuno
Abbassa lo sguardo.

"Umhla veritàNon c'è niente che vada benenienteVorrei solo sparireandarmene via da questo posto e da queste personesenza tornare più!" Si sfogaportandosi una mano sul voltoHa anche delle occhiaie da pauranon dorme molto questi giorni.

"Cos'è successoStiles?" Vuole sapere la psicologaL'umano sembra cercare le parole giuste.

"Derek se n'è andato con quella mercenaria del cazzoScott non si fida di meLydia è ad Eichen House incoscientenon riesco a fidarmi di Theola mancanza di Allison si sente ancora..." Dice tutto d'un fiatosentendosi un pochino meglio
La Morrell lo fissa attentamente.

"Derek deve essere molto importante per tesbaglio?"

L'umano volta il capo dall'altra parte.

"L'amavo."

"Hai smesso di amarlo?"

Stiles vorrebbe mentirlesarebbe tutto più facilema si è stancato di mentire.

"Noma vorreiVorrei non provare più nulla per lui...."

"Perché sei arrivato addirittura ad amarloStiles?"

Domanda abbastanza difficileNon sempre si possono spiegare certe cose a parole.

"All'inizio non lo sopportavopoi ho dovuto abituarmi al suo ringhio continuoai suoi silenzi... e credo che sono passato da forte attrazione fisica ad essere l'unico ad andare a fondo
A vedere oltre la sua corazzaoltre alla sua freddezza...e mi sono innamorato della sua bontàche cerca sempre di nasconderedel suo cuore d'oro e di come cerca di farsi sempre in quattro per il Brancorischiando la vita diverse volte...insommain poco tempo è diventato l'unico che volessi avere accantoanche quando non volevo vedere neanche Scotted è ancora così... ma lui non c'è..." Sospira pesantementecercando di ricacciare dentro le lacrimeHa pianto troppo per quel licantroponon si merita le sue lacrime.

"Dipende solo da teStilesse continuare a stare male per lui oppure no."

Stiles a quel punto la guarda dritta negli occhi.

"Si può smettere di amare una persona solo perchè lo si vuole?"

La psicologa non risponde.
 

Stiles torna nella realtà, allontanandosi di scatto dal licantropo, scuotendo la testa.

«Forse non voglio lottare, Derek, forse non voglio riavere i miei sentimenti.» Le parole escono in un sussurro, e l'ex Alpha guarda gli occhi dell'umano. Sono tornati in un secondo freddi come il ghiaccio, e nel suo volto legge solo apatia.

Il licantropo abbassa il volto, sospirando.

«Perché scappi sempre da me, Stiles?» Nel tono c'è un vago dolore. 
L'umano si limita a fissarlo.

«Parli proprio tu, Derek?» E fa una risatina amara, prima di sparire dalla vista del licantropo. Derek capisce che è inutile seguirlo, e decide di tornare nel loft, anche se sa già che non chiuderà occhio.

•••

Il giorno dopo Derek ha mandato un messaggio al Branco per avvertirli che ci sarebbe stato un allenamento tutti insieme, nel suo loft. Quando sente suonare al campanello mezz'ora prima dell'incontro si chiede chi possa essere. Sussulta quando apre al ragazzino, il quale entra velocemente dentro casa, senza emettere parola.

«Che succede, Stiles?»

Il ragazzino incrocia le braccia al petto.

«Perché non mi hai mai detto che quel lupo eri tu?" Sputa fuori, leggermente arrabbiato, visto che ha ripensato a tutto il tempo passato con la creatura... e che Derek l'ha visto masturbarsi, Dio! Che imbarazzo, non crede neanche riuscirà a tirare fuori l'argomento! 
Il licantropo si aspettava questa domanda già da quella notte.

«Non potevo dirtelo ovviamente da lupo, e Scott credeva che se tu avessi saputo chi fossi non mi avresti accolto in casa tua. Inoltre, ho sfruttato la forma da lupo per sorvegliarti la notte senza farmi scoprire, quando pensavamo...che qualche creatura sovrannaturale ti volesse morto.» Gli spiega, e Stiles lo guarda.

«Sei venuto ogni singola notte?»

«Sì, stavo sul tetto, accanto alla tua finestra.»

Il ragazzino volta la testa da un'altra parte.

«Non dovevi.»

Derek irrigidisce i muscoli.

«Ma volevo, Stiles.» Ammette. Per qualche secondo nessuno dei due fiata.

«Ti devo ringraziare, Derek. Se non ci fossi stato tu stanotte, li avrei uccisi.» Parla d'un tratto l'umano, evitando lo sguardo del più grande. Il licantropo accenna un sorriso. Per far capire a Stiles che vale la pena di lottare contro il Nogitsune avrebbe dovuto fargli capire che lui ci sarebbe sempre stato per lui, da quel momento in poi. 
Che l'umano non sarà mai più solo, come lo era quando c'era stato il casino con i Dread Doctors.

E l'umano magari prima o poi avrebbe potuto liberare i sentimenti e forse provare davvero amore.

«Puoi sempre contare su di me, ricordatelo, Stiles. Sempre.»

Il ragazzino pare vagamente sorpreso dalle parole del ragazzo, e increspa le labbra in un piccolo sorriso. D'un tratto suonano al campanello, e Derek capisce che sono arrivati tutti prima, evidentemente non aveva nulla da fare. Appena apre la porta quasi lo travolgono. Ci sono tutti, al completo. Lydia si siede sul divano, con il solo ruolo di spettatrice, insieme a Mason. Intanto gli altri cominciano a sfidarsi a turni, con Derek che prevede una lunga giornata, e probabilmente un loft mezzo distrutto.

Dopo diversi round, Scott sta combattendo contro Derek, e sono entrambi pari al momento, quando suonano al campanello. Derek si blocca, corrucciando lo sguardo.

«Chi altro deve arrivare?» Chiede, ma nessuno sa rispondergli, visto che sono proprio tutti. L'ex Alpha si avvicina cauto al portone, fiutando un odore sconosciuto. E di un licantropo. 
Uno solo, quindi in caso abbia brutte intenzioni non potrebbe averla vinta contro un Branco. Derek allora poggia la mano al pomello della porta, quando Scott rabbrividisce.

«No, non è possibile...» Sussurra, volendo stoppare in qualche modo Derek, ma è ormai troppo tardi.

Derek fissa un ragazzo più basso di lui, che sta sorridendo in un modo che non gli piace affatto. Tutti lo stanno guardando trattenendo il fiato, con gli occhi spalancati. L'ex Alpha non riesce a capire chi sia quel ragazzo, che deve avere la loro età, quando il diretto interessato prende parola.

«Tu devi essere Derek Hale, ho sentito molto parlare di te.» Un tono controllato, calmo, sicuro.

L'ex Alpha lo squadra attentamente.

«E tu chi saresti?» Sbuffa.

Il ragazzo continua a sorridere.

«Theo. Theo Raeken.»

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Capitolo 35
*** Capitolo 35 ***


"I was there for you in your darkest timesI was there for you in your darkest nightBut I wonder where were you when I was at my worst?"

Derek continua a vedere il ragazzo davanti a lui con lo sguardo corrucciato, cercando di collegare quel nome a qualcosa. Theo Raeken...Theo. E improvvisamente ricorda chi é, grazie a quello che gli hanno raccontato.
Il ragazzo che ha cercato di dividere il Branco, e che ha messo Stiles e Scott uno contro l'altro.
Il ragazzo che ha solo usato l'umano. Ed è colpa di questo Theo se sono successe tutte quelle cose, e se Stiles ha cominciato a sentirsi solo. Se Stiles ha avuto il periodo peggiore della sua vita. Se Stiles é cosi è in parte colpa sua.

Derek si ritrova in poco tempo addosso al ragazzo, trasformandosi in licantropo, e spingendolo contro un muro qualsiasi. Lo guarda ringhiando, mentre Theo continua a sorridere cercando di nascondere invano la paura. Derek alza il braccio, pronto a colpire il ragazzo, quando Scott li separa.

«Derek!» Esclama, guardando poi male Theo. «Tu cosa diavolo ci fai qui?»

«Qualcuno mi ha fatto uscire da sottoterra.» Alza le spalle, rimanendo sul vago. «Sono venuto qua perché quando ero là sotto ho avuto modo di pensare, e ho anche parlato con mia sorella...volevo solo scusarmi per tutto quello che ho causato, poi vi lascerò in pace se volete.» Spiega, e Stiles fissa il ragazzo. Pensava che rivederlo gli avrebbe provocato emozioni negative, e che non ce l'avrebbe fatta a vederlo. Invece non prova assolutamente niente nei suoi confronti, neanche rabbia. Niente di niente.

Derek continua a fissarlo più che male, con gli occhi illuminati di blu.

«Vattene, Theo, non ti vogliamo qui.» Dice chiaramente l'Alpha, non sapendo se fidarsi o meno. Il ragazzo alza le mani.

«Me lo aspettavo, ma almeno quello che dovevo dire l'ho detto.» Li saluta, andandosene via, prima però punta gli occhi in quelli del ragazzino. «Ciao, Stiles.» E gli rivolge uno sguardo di apprezzamento, che Derek nota subito.

L'ex Alpha chiude le mani a pugno, ringhiando sommessamente, e voltando le spalle a tutti e salendo le scale. Stiles abbassa lo sguardo un secondo, indeciso, per poi rincorrere la figura del lupo con lo sguardo. E, in silenzio, percorre i suoi stessi passi.

Stiles si ritrova sul corridoio del piano superiore, dirigendosi piano verso la camera di Derek. Trova il licantropo seduto sul letto, con il volto rivolto verso la finestra.

«Non so cosa mi è preso, ma avevo questa voglia di ucciderlo...» Prende parola Derek, senza nemmeno girarsi. Ha già percepito la presenza di Stiles, da quando quest'ultimo ha cominciato a salire le scale.

Stiles rimane qualche secondo sull'uscio, indeciso sul da farsi.

«Perché, Derek? Non lo conosci nemmeno, a te non ha fatto nulla.»

Il licantropo sospira pesantemente.

«Mi hanno raccontato di lui, Stiles. Di quello che ha fatto al Branco...di quello che ha fatto a te.»

L'umano si avvicina al letto.

«È tutto okay, Derek. Non ho provato nulla nel guardarlo, davvero.»

Derek abbassa il capo, sospirando di nuovo.

«Questo perché non sei davvero tu, Stiles, o almeno non del tutto.» Gli ricorda, e Stiles riesce come a percepire quanto quelle parole pesano al licantropo. Quanto a Derek sembra pesare il fatto che lui non sia come una volta, come se quello Stiles fosse fondamentale per lui. Ma allora, perché se ne sarebbe andato?

«Io...mi dispiace.» È solo in grado di dire l'umano, poggiando una mano su una spalla del licantropo. Derek si gira un attimo verso di lui, e Stiles nota, trasalendo, che ha gli occhi lucidi.

«Vai dagli altri, Stiles. E dì che l'allenamento é finito.» Cambia argomento Derek, volendo solo essere lasciato da solo. L'unico che vorrebbe accanto è Stiles, quello vero. Ma lui non c'è.

•••

«Amico, muoviti.» Incita Scott il migliore amico, il quale sta provando diverse maglietta. Quella sera c'é il compleanno di Lydia, la quale ha organizzato una mega festa a casa sua per i suoi vent'anni. Scott si è messo una camicia di jeans, ed é andato a casa di Stiles per poi andare alla festa insieme. È passato qualche giorno dall'arrivo di Theo.

«Verrà tutta la scuola?» scherza Stiles, mentre indossa la maglia nera di Derek. Non sa perché, ma gli piace molto, nonostante sia semplice e sia un pochino grande. Forse perché profuma del licantropo.

«So solo che ha invitato anche tutto il Branco, e alla fine può venire chi vuole.» Fa spallucce Scott. 
Stiles lo guarda.

«Anche Derek?»

L'Alpha annuisce.

«E credo proprio che venga.» Lo informa, avendo parlato prima con l'ex Alpha. Aveva consigliato a Derek di venire, soprattutto per via di Stiles. 
I giorni che hanno sono contati. 
Stiles annuisce, anche se la cosa lo sorprende. Derek non è un tipo da feste, soprattutto perché non ci sarà nessuno della sua età. 
Forse solo Parrish.

Quando Stiles e Scott arrivano c'è già parecchia gente, e Lydia li viene ad accogliere in un bell'abito rosso. Ha i capelli raccolti in un'elegante crocchia.

«Entrate pure.» Li fa accomodare in casa, dove la musica é alta e ci sono delle luci fluo che viaggiano per la grande sala. Delle persone stanno già ballando, ma la maggior parte è radunata intorno o al tavolo del cibo-alcolici o sui divani.

I due cercano qualcuno di loro conoscenza, quando Stiles nota che il suo migliore amico ha adocchiato Isaac. Il riccio è vicino agli alcolici, e sta parlando con Liam e Mason.

«Mi lascerai solo subito?» Si lamenta Stiles, e Scott gli dà una pacca sulla spalla.

«Mi dispiace, amico.» Ridacchia, fuggendo dal suo fidanzato in un secondo.

Stiles sbuffa. «Bastardo.»

Il ragazzino sente di avere fame, e va al tavolo del cibo, osservando i vari salati.

«Stiles.» Si sente chiamare sopra la musica, e si gira di scatto.

«Theo.» La chimera è vestita con una maglia semplice bianca, leggermente scollata sui pettorali. Stiles ha sempre trovato Theo attraente, ma una volta era offuscato da sentimenti solo negativi nei suoi confronti.
Invece, adesso, non sente più nulla, quindi in un certo senso é come se fra loro due non fosse successo niente. Osserva i suoi occhi sull'azzurro, che però non saranno mai come quelli di Derek.

Alla fine erano stati i Dread Doctors a rendere Theo così, come era colpa di Scott se non si era fidato di lui.

«Sei cambiato, Stiles.» L'osserva bene Theo. L'umano annuisce.

«Sono stato un anno in accademia militare.» Lo informa, per poi passarsi una mano sui capelli. Stanno tornando lunghi come una volta. La canzone cambia, e più gente comincia a ballare.

«Ti va di ballare?» Gli propone la chimera. Il ragazzino lo guarda un attimo.

«Perché no.»

•••

Derek è appena arrivato alla festa, arricciando il naso di fronte alla moltitudine di gente. Una volta lui andava sempre a questo tipo di feste, ma adesso non gli sembra più di essere il tipo. Soprattutto per l'età media presente in questa casa, che dovrà essere sui ventun anni.

Alla fine ha optato per una maglia blu notte.

Tra la confusione inquadra subito Isaac e Scott, vicini al bancone degli alcolici, e li raggiunge.

«Ehi, Derek.» Lo saluta l'Alpha, mentre Isaac gli fa un cenno con il capo.

«Avete visto Stiles?» Domanda, e s'insospettisce quando i due licantropi voltano la testa da un'altra parte, senza rispondere. «Rispondetemi.» Sbuffa, incrociando le braccia al petto.

Scott si scambia un'occhiata con il riccio, per poi indicare a Derek con lo sguardo un punto ben preciso. L'ex Alpha guarda nella sua stessa direzione, sussultando.

Stiles sta ballando con quel Raeken, e i loro corpi sono così vicini che Derek é costretto a distogliere lo sguardo. Lydia si avvicina ai tre, osservando la scena di Derek che se ne va via dalla casa, probabilmente per tornarsene al loft dopo quello che ha visto.

La rossa segue impulsivamente il licantropo, senza capire perché se ne stia andando, fermandolo:

«Derek.» Lo chiama. In giardino non c'è nessuno, sono tutti a ballare. Il lupo si gira verso di lei, e ha ancora i pugni chiusi.

«Che c'è?»

«Perché stai andando via? Sei appena arrivato, é successo qualcosa?»

Derek stringe le labbra.

«Hai visto Stiles come ballava addosso a Theo?!» Sbotta. La rossa lo guarda attentamente.

«Cosa vuoi da Stiles, Derek?»

La domanda gli fa corrucciare lo sguardo.

«Cosa intendi, Lydia?»

La Banshee fa un passo in avanti.

«L'hai lasciato, Derek! Non c'eri quando lui ne aveva più bisogno! Sei arrivato un po' tardi, Derek, non meriti Stiles.»

Il licantropo dischiude la bocca, non aspettandosi queste parole. Percepisce le emozioni della rossa, e capisce subito dove vuole andare a parare.

«Perché tu lo meriteresti, Lydia? Tu che non hai fatto altro che ignorarlo, sapendo benissimo i suoi sentimenti nei tuoi confronti! Non hai fatto altro che rifiutarlo, e adesso che fisicamente è migliorato, che fai? La ragazza innamorata?»

Lydia sostiene il suo sguardo.

«Almeno io non me ne sono mai andata.» Replica semplicemente.

Derek scuote la testa contrariato.

«Ho avuto i miei motivi, e di sicuro non li vengo a raccontare a te. E so che ho sbagliato con Stiles, ma adesso devo pensare a salvarlo prima che sia troppo tardi.»

La rossa fa una risata amara.

«Pensi davvero che riuscirai a salvarlo? Che Stiles riuscirebbe di nuovo ad amarti dopo tutto quello che gli hai fatto passare?»

Il licantropo volta la testa da un'altra parte.

«Io...»

«È tutta colpa tua, Derek! Se tu fossi restato, Stiles avrebbe avuto ancora qualcuno! E non avrebbe sofferto così tanto per te! Se Stiles verrà posseduto completamente dal Nogitsune, sarà solo colpa tua! E perché poi dovrebbe amare davvero te?»

Derek sente che gli sono usciti fuori gli artigli, che stanno penetrando i suoi palmi.

«Scott mi ha detto che Stiles provava qualcosa per me...»

«Prima che te ne andassi sì, Derek, ma poi...poi ha cominciato ad odiarti! E dimmi, con la tua soulmate come la metti? Prima o poi la dovrai cercare, e non dirmi che pensi davvero possa essere Stiles! Tra soulmate c'è vero amore!»

Il licantropo abbassa il capo.

«Stiles deve solo lottare, riuscire a liberare i suoi sentimenti e...»

«Stiles non prova più niente per te da quando hai messo piede nella macchina con quella mercenaria, Derek! Tutto quello che può provare per te è odio! Non può essere la tua soulmate, e non puoi salvarlo!» Le sue parole sono gridate con rabbia, e sono come un colpo al petto per il licantropo, il quale indietreggia con sguardo triste. Sembra davvero ferito.

«Non m'interessa se non è la mia soulmate o se non mi potrà mai amare! Stiles è l'unica cosa buona che mi é capitata in tutta la mia vita, e non scappo più, no! Non lo starò a guardare impotente scomparire del tutto! Lotterò per lui, lotterò per salvarlo! Io lo amo, cazzo!» Esclama, respirando poi profondamente, e si trasforma subito dopo in un lupo, correndo via.

Scott, che aveva sentito tutto, esce dalla casa, andando verso Lydia furioso.

«Cosa cazzo ti salta in mente, Lydia?!»

La rossa si prende un colpo, guardandolo come se non lo capisse.

«Cosa dici, Scott?»

L'Alpha illumina gli occhi di rosso.

«Ho sentito tutto! E non è vero un cazzo quello che hai detto! Stiles amava Derek, e non ha mai smesso di amarlo! Derek è l'unico che può salvarlo, perché anche lui prova i suoi stessi identici sentimenti! Ama Stiles più di se stesso! E quando Stiles lo capirà, e riuscirà a perdonarlo, tornerà quello di una volta!»

«Io....»

«Io niente! Non so se Stiles possa essere la sua soulmate, ma quello che so è che non è tutta colpa di Derek, Lydia! É anche colpa tua, che lo hai sempre rifiutato! Colpa mia, che non mi sono fidato, e colpa di Malia, che l'ha lasciato! È colpa di tutti, in un modo o nell'altro.»

La rossa ora sta piangendo, e Scott la guarda senza capire il motivo.

«Io...da quando Aiden non c'è più...sbaglio ogni cosa, non so mai quello che è giusto, cosa dovrei fare o no...faccio un casino dopo l'altro...»

Scott abbassa il capo.

«Anche a me manca Allison, ma non butto merda su persone che ne hanno avuta fin troppa nella vita...» sussurra, prima di andarsene verso la moto, con il riccio che lo raggiunge.

•••

Derek è tornato al loft, stendendosi subito sul letto, cercando di scacciare immagini di Stiles avvinghiato a Raeken e cercando di dimenticare le parole di Lydia. D'un tratto gli arriva un messaggio.

"Non ascoltare LydiaStiles non ti ha mai odiato davveroDerekSolo te puoi salvarloamicoNon ti arrendere.
Scott."

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Capitolo 36
*** Capitolo 36 ***


"Now I realize it was always youcan't believe I could not see it all this time."

Stiles si sveglia in un letto che non è il suo, e si rimette velocemente i boxer. Si alza e fa per andarsene dalla camera da letto, quando una voce lo blocca sull'uscio.

«Dove vai?»

Il ragazzino si gira verso chi ha appena parlato, che è completamente nudo.

«A casa, Theo.» Afferma, in tono distaccato. Il ragazzo gli si avvicina.

«Puoi restare, se vuoi.»

Stiles distoglie lo sguardo.

«Theo, è stato divertente questa notte, ma non cerco nient'altro.» Non è in grado di provare sentimenti, figuriamoci ad avere una relazione, che pretende in sé questi ultimi. Stranamente il ragazzo non sembra sorpreso dalla cosa, come se sapesse...

«Derek Hale sembra forte, o sbaglio?» Cambia argomento Theo, appoggiandosi con la schiena ad un muro della stanza. Stiles sussulta leggermente al nome del lupo, e la chimera se n'accorge.

«Sì, è molto forte.» Risponde, con una punta d'orgoglio.

«È il tuo ragazzo, giusto?»

Stiles si strozza quasi con la propria saliva, e si rimette la maglia in silenzio.

«No. Non è il mio ragazzo.» Lo smentisce, evitando il suo sguardo.

«Lui non ti è ancora saltato addosso? È stupido, per caso?» Si stupisce Theo. Stiles scuote la testa, leggermente divertito.

«Se proprio lo vuoi sapere se n'è andato per due anni, e no, non è stupido. È molto intelligente.» Ammette, uscendo poi dalla casa.

•••

Derek è al loft, aspettando Stiles per l'allenamento. Si dà dello stupido per essersene andato via alla festa di Lydia, ma non se la sentiva di vedere Theo e Stiles ballare insieme in quel modo. Non poteva neanche fare nulla, non essendo il ragazzo dell'umano...Stiles, in fondo, è libero di fare quello che vuole. Inoltre, dopo le parole della rossa voleva solo stare da solo.

Suonano al campanello, e Derek guarda l'orologio. Stiles è in anticipo di qualche minuto, strano. Di solito è in ritardo. Dà così per scontato che sia Stiles che non perde neanche tempo ad annusare l'odore della persona dietro la porta, per questo si stupisce nel vedere proprio Theo Raeken. 
Derek fa per chiudergli la porta in faccia, non volendo minimamente vederlo, ma Theo tiene la porta socchiusa mettendocisi in mezzo con il corpo.

«Sono venuto solo per parlare.» Prende parola, e Derek capisce che non se ne andrà via fino a che non gli avrà detto quello che ha da dirgli. 
Così, con uno sbuffo, lo fa entrare nel loft. Theo si guarda un po' intorno, per poi rivolgere la sua attenzione al lupo.

«Ho una proposta da farti.» Gli fa, mentre Derek incrocia le braccia al petto.

«Parla.»

«Ho intenzione di formare un Branco invincibile, e diverse voci mi hanno detto che eri un Alpha...figlio di Talia Hale...vorresti farne parte?»

L'ex Alpha scoppia a ridere.

«Credi seriamente che voglia fare parte di un Branco in cui ci sei tu

Theo socchiude gli occhi.

«Perché mi odi così tanto, Derek? Non ti ho fatto nulla.»

Derek resta in silenzio qualche secondo.

«Per quello che hai fatto al Branco.» Eppure mentre lo dice distoglie lo sguardo, e la chimera si accorge che sta mentendo. Non è solo per quello, o almeno non il vero motivo. 
E improvvisamente capisce.

«È per Stiles, giusto? Lo dovevo capire.»

Derek trasalisce.

«E anche se fosse?» Ha ancora le braccia incrociate al petto. 
Theo accenna un sorrisetto.

«Qualcuno qui ha una cotta per l'umano? Peccato che non vuoi far parte del mio Branco, il Nogitsune ne farà parte, non appena possederà Stiles.» Ghigna, e Derek spalanca gli occhi.

«Che c'entra il Nogitsune?»

«È lui che mi ha fatto tornare qui... ha bisogno di caos, Derek, e di alleati.» Gli spiega il ragazzo, e il licantropo lascia cadere le braccia lungo i fianchi.

«Stai lontano da Stiles!» Ringhia, mostrando le zanne, e avvicinandoglisi leggermente. Quel ragazzo non l'ha convinto fin dall'inizio.

«Oh, troppo tardi.» Continua a ghignare la chimera, e Derek si blocca.

«Cosa diavolo vuol dire?»

Theo gli sorride, e Derek vorrebbe prendere a pugni quel cazzo di sorriso.

«Diciamo che sta notte non siamo stati affatto lontani...» Derek schiude la bocca, come se avesse ricevuto un pugno in faccia. «E non fare quella faccia solo perché ancora non te lo sei scopato, e, fra di noi, è davvero bravo a...» Prima che riesca a finire di parlare Derek gli è addosso, trasformatosi in licantropo, e gli tira un pugno sulla mascella. Poi gli mira alla bocca, fuori controllo, e Theo sente il sangue uscirgli dalla bocca. Il ragazzo vorrebbe ribellarsi, ma Derek è troppo forte per lui.

«Devi stare lontano da Stiles, capito?» Gli urla, mentre continua a colpirlo.

«Derek! Fermati!» Grida una voce sull'uscio della porta del loft. Derek riconosce quella voce, e si ferma improvvisamente, tornando normale in una manciata di secondi. Stiles sta fissando esterrefatto i due, chiedendosi cosa diavolo sia successo. Theo non è ridotto male, ma ancora le forze per scapparsene via. Stiles osserva la chimera passargli accanto silenziosa, per poi chiudere la porta alle sue spalle e rivolgersi al lupo.

«Mi spieghi perchè se non fossi arrivato in tempo avresti ucciso Theo?»

Derek chiude le mani a pugno, abbassando lo sguardo.

«Sei andato a letto con lui, Stiles?»

Il ragazzino sussulta, non aspettandosi affatto una domanda del genere.

«Perché me lo chiedi, Derek?»

Il licantropo alza il tono della voce:

«Rispondimi, Stiles!»

L'umano proprio non lo capisce.

«Sì, ma credo di poter andare a letto con chi mi pare!» Esclama. Derek a quel punto alza lo sguardo su di lui, avvicinandoglisi con rabbia.

«Sai che mi ha detto, Stiles? Che vuole formare un Branco invincibile, e che non aspetta altro che il Nogitsune prenda completamente il controllo del tuo corpo, per averlo nel suo Branco! E tu ci sei andato a letto, cazzo!» Gli grida addosso, non riuscendo a non immaginarsi Stiles e Raeken a divertirsi a letto. Stiles apre la bocca per parlare, ma non emette parola. 
I suoi occhi vacillano qualche secondo, e non sono più freddi e distaccati come prima.

«Io...io non lo sapevo.»

Derek si ferma poco distante da lui.

«Ora lo sai.» Replica, con tono duro. Abbassa lo sguardo a terra, perché in realtà vorrebbe esserci stato lui al posto di Theo. Ma con il vero Stiles. L'umano l'osserva attentamente.

«È per questo che lo stavi picchiando, Derek?» La domanda esce in sussurro, visto che il licantropo è proprio davanti a lui.

«Stavo solo cercando di proteggerti, Stiles...»

Derek sta aspettando che il ragazzino dica qualcosa, quando sente un corpo premuto contro il suo. Qualcuno lo sta abbracciando. Le braccia di Stiles si legano intorno al suo collo, e il ragazzino posa la testa sull'incavo del collo del più grande. Derek ricambia immediatamente l'abbraccio, stringendo a sè l'umano in una stretta possessiva. E storce il naso quando percepisce l'odore della chimera su Stiles. Il ragazzino strofina il naso sul collo del licantropo.

«Grazie per proteggermi, allora.» Mormora, e Derek per un attimo ha il pensiero che è tutto tornato come prima, che il Nogitsune non c'è più, ma quando l'umano si stacca dall'abbraccio torna ad avere quegli occhi inespressivi. Poi l'ex Alpha si ricorda di aver parlato con Scott del fatto che Stiles aveva ucciso quei due ragazzi, e che il Nogitsune la notte sembra essere più propenso a prendere il controllo del ragazzino.

«Stiles, ho parlato con Scott e...siamo giunti alla conclusione che è meglio se dormi da qualcuno, così se il Nogitsune dovesse comportarsi come le altri notti avresti qualcuno che proverebbe a fermarti.» Glielo dice con tono calmo, per non provocare una reazione negativa, ma il ragazzino sembra tranquillo.

«A casa di chi? Scott?»

Il licantropo deglutisce.

«Abbiamo deciso che resterai qui, visto che ho tre letti.» Lo informa Derek. Farà dormire Stiles o sul suo letto, al piano di sopra, o su quello della stanza degli ospiti, al piano di sotto. 
Nel frattempo il lupo dormirà sul letto del salone, così se il Nogitsune uscisse dalla porta se ne accorgerebbe. E farà anche in modo che non possa uscire dalle finestre. Stiles assimila un attimo il tutto.

«Umh, okay, ma cosa dico a mio padre? Insomma, vorrà sapere comunque almeno dove dormo.»

Derek annuisce.

«Sì, Scott ha detto che ci pensa lui a parlare con lo Sceriffo.»

Stiles si guarda un secondo intorno, per poi puntare gli occhi sul licantropo.

«Allora, ci alleniamo oppure no?!» Esclama, con un sorrisetto.

Il lupo, in risposta, si toglie la maglia.

•••

I due hanno finito di allenarsi, e sono tutti sudati. Inoltre non si sono resi conto che si è fatto tardi, ed è praticamente ora di cena. Stiles è appena tornato dalla doccia, rimettendosi la maglia nera di Derek. 
Il lupo fa per pensare a qualcosa, quando gli viene in mente un'idea.

«Sto pensando... se tanto dopo cena dovresti tornare da me, perché non ceniamo direttamente insieme? Per risparmiarti tempo, sai, e due viaggi inutili...» Se n'esce, mentre Stiles finisce di asciugarsi i capelli con un asciugamano bianco. Il ragazzino accenna un sorriso.

«Quindi non è perché non vedi l'ora di passare altro tempo con me?» Scherza.

«Anche.» Risponde Derek, con un tono così serio che Stiles si blocca un attimo, sorpreso.

«Umh, ma che hai intenzione di ordinare? Pizza?» Cambia argomento, leggermente imbarazzato.

Derek si avvicina al ragazzino, assumendo una finta espressione pensierosa.

«Mh, in realtà pensavo di portarti da qualche parte.»

Gli occhi di Stiles s'illuminano.

«Dove?»

Il divano divide i due, e Derek poggia le mani su di esso, da dietro, increspando le labbra in un sorriso.

«Ti fidi di me?»

Stiles incatena i suoi occhi in quelli del lupo, protendendo anche lui il suo corpo leggermente in avanti.

«Sembra tanto un appuntamento.»

Derek continua a guardarlo negli occhi.

«Beh, prendilo come ti pare.» E si ritrova con le labbra ancora piegate in un sorriso.

«Bene, quando partiamo?»
Derek alza le spalle.

«Devi tornare a casa a cambiarti?»
Stiles scuote la testa.

«Nah, resto così.»

Derek osserva attentamente la sua maglia nera addosso al ragazzino. 
Non è la prima volta che gliela vede indossare, anche alla festa ce l'aveva.

«Ti piace proprio tanto la mia maglia, eh?» Lo provoca il lupo. Stiles arrossisce vagamente, e gli fa il dito medio.

•••

«Siamo arrivati?» Chiede Stiles, per la decima volta. Derek ha le mani sul volante, guardando la strada davanti sé, illuminata solo dai lampioni.

«La risposta è quella di un minuto fa.» Ridacchia il licantropo, cercando di nascondere un sorriso. È così un comportamento dal vecchio Stiles che sente una fitta di nostalgia nel petto, ma allo stesso tempo si sente felice. Stiles stringe le labbra, tornando a guardare fuori dal finestrino della Camaro. Si passa una mano fra i capelli, non riconoscendo la strada.

«E adesso? Siamo arrivati?»

Derek sbuffa divertito.

«No, Stiles, per la centesima volta.»

Il ragazzino si rende conto che in effetti ha un po' stressato il licantropo.

«Io...scusa.» Se n'esce, ma Derek si volta un secondo verso di lui.

«Non mi dà affatto fastidio, Stiles, anzi...» Mormora, e l'umano improvvisamente capisce. 
Una volta era davvero logorroico, e si è comportato esattamente come avrebbe fatto il vecchio Stiles. Resta in silenzio qualche secondo.

«E ora?» Chiede, increspando le labbra in un sorriso. Derek lo guarda di sottecchi, ringraziandolo silenziosamente.

«Siamo vicini.»

Stiles torna a guardare fuori dal finestrino.

«Io, in te, mi avrei già buttato fuori dalla macchina da almeno dieci minuti.» Scherza.

«Non sarebbe una cattiva idea, in effetti.» Riflette Derek, mentre imbocca una stradina in salita. Dopo qualche minuto Stiles nota un edificio con con una scritta fosforescente "Da Morgan". Deve essere un pub, o qualcosa del genere. Derek parcheggia lì accanto, e ci sono altre poche macchine. 
In effetti il posto è abbastanza isolato, e il licantropo sembra stranamente nervoso. Ha una maglia verde, che si abbina ai suoi occhi.

Derek guida il ragazzino fino all'ingresso del locale, e appena entrano Stiles sente una bassa e piacevole musica. Inoltre l'interno è grazioso, con delle tenui luci e con un bancone accanto a diversi tavoli. 
Alcuni sono occupati da persone, che stanno mangiando e conversando animatamente fra di loro. 
Il ragazzino si sente molto a suo agio là dentro, nonostante i poster sulla parete lo facciano trasalire. Sono tutti poster di licantropi, o di creature sovrannaturali. Per la maggior parte sono disegni, e fatti anche molto bene. Stiles si avvicina all'orecchio dell'ex Alpha con la bocca:

«Sanno di...te?»

Derek lo guarda.

«Sono tutti come me, qua.»

E a quel punto l'umano si gira verso le altre persone presenti nel locale, e, osservandole bene, può notare che a un uomo gli si sono appena illuminati gli occhi di giallo, mentre ad una donna sono spuntati i canini mentre addenta il suo cibo.

«DEREK HALE CI HA PORTATO QUALCUNO!!» Esclama una voce, da dietro il bancone. I due si girano, e Derek s'imbarazza non poco. L'uomo che ha parlato avrà sui quarant'anni, e poco dopo viene affiancato da una ragazza, che avrà la stessa età di Derek. Stiles si sente molto osservato, e si fa piccolo accanto al licantropo.

«Uh-uh, non ce lo presenti?» Parla la donna.

«Morgan, Sally...» Si rivolge a loro Derek, quando spunta dietro al bancone una donna più anziana.

«Oh! Vedo che hai buoni gusti, Derek.» Commenta l'anziana. Stiles assume un'espressione confusa, rivolgendo lo sguardo al licantropo per chiedere spiegazioni.

«Sally, Morgan e Zoe, lui è Stiles. E non è il mio ragazzo.» Chiarisce l'ex Alpha, nonostante gli costi molto ammetterlo. I tre annuiscono, anche se non ne sono molto convinti, quando Sally illumina gli occhi di giallo un secondo.

«È un umano.» Afferma, avendo percepito il suo odore.

«Sì, fa parte del Branco.» Annuisce Derek, per poi prendere un tavolo per due. Stiles è rimasto in silenzio tutto il tempo, e osserva il menù.

«Spero non ti abbiano messo troppo in imbarazzo.» Parla Derek, sapendo già cosa ordinare. Stiles alza lo sguardo su di lui.

«No, sembrano simpatici. Come conosci questo posto? Ci devi venire spesso.»

Il licantropo abbassa lo sguardo.

«Dopo la morte della mia famiglia non sapevo dove andare, cosa fare... e così correndo per i boschi ho imboccato questa stradina, fino ad arrivare qua. Lo frequentano solo i licantropi, praticamente. Sally ancora non c'era, ma Morgan e Zoe sì. Avevo tanta rabbia dentro di me, Stiles, più di quanta ne avevo quando mi hai conosciuto...loro mi hanno accolto nonostante tutto, e sono diventati come una seconda famiglia. Ero solito a venire qua quasi ogni giorno, con loro due che mi raccontavano storie della loro vita, che mi facevano assaggiare nuovi piatti e mi facevano dimenticare per un po' cosa mi era successo..» Il licantropo si ferma un attimo, e Stiles posa una sua mano sopra quella di Derek, come per dargli forza. «...Da quando sono tornato a Beacon ci sono venuto alcune volte qui... questo posto per me significa molto, non ho mai portato nessuno qua.» Ammette all'ultimo, spiegando perchè i tre sembravano così sorpresi da vedere il licantropo in compagnia. 
È come se fosse il suo rifugio.

Stiles dischiude la bocca.

«Neanche Cora?»

«No.»

«Peter?»

«No.»

«Braeden?»

«No.»

Qualcosa negli occhi di Stiles cambia, e Derek li vede vacillare. Dannazione a quel licantropo, che lo sta facendo sentire così speciale! Poi Stiles si rende conto di avere ancora la mano sopra quella di Derek, e la sposta, visto che è arrivato anche il cibo. Finito di mangiare il ragazzino si dirige in bagno, mentre il licantropo va a pagare al bancone.

«Offre la casa, Derek.» Gli fa Zoe, ma il licantropo non sembra d'accordo.

«Zoe...»

«Visto che hai portato qualcuno è una giornata speciale, quindi offriamo noi!» Insiste Sally, e a quel punto Derek capisce che non l'avrà vinta.

«Deve essere anche lui molto speciale, giusto?» Domanda Morgan. Derek increspa le labbra in un sorriso.

«Più di quanto possiate pensare.»

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Capitolo 37
*** Capitolo 37 ***


"Trying to telling you nobut my body keeps on telling you yes."

I due entrano nella Camaro, e Derek sembra di nuovo nervoso. Afferra il volante con forse troppa violenza, e il ragazzino si limita a fissarlo, in attesa che dica qualcosa. Il licantropo mette in moto.

«Come...come ti è sembrato? So che il posto può non essere il massimo, e che i poster possono sembrare inquietanti, che Sally, Morgan e Zoe magari a primo impatto possano sembrare...» Inizia a parlare Derek, quando Stiles lo interrompe.

«Il posto è fantastico, Derek, e loro pure. E ti ringrazio per avermi permesso di venire lì, ho capito quanto possa significare per te quel posto.» E mentre lo tranquillizza accenna un sorriso. Il licantropo sospira di sollievo, guardando l'umano di sottecchi.

Il viaggio prosegue silenziosamente, ognuno immerso nei propri pensieri, quando arrivano al loft. Una volta dentro casa Derek accende solo la luce della cucina, sufficiente per illuminare i due.

«Decidi tu se dormire in camera mia o in quella degli ospiti, io dormirò qui in salone.» Lo informa Derek. Stiles annuisce, osservando la figura del licantropo voltargli le spalle.

«Grazie per stasera, Derek. Sono stato bene.» Sussurra d'un tratto. Il licantropo si ferma, senza però girarsi. Rilassa tutti i muscoli.

«Non è nulla, Stiles, davvero.» In fondo era solo una veloce cena fuori, per non dover ordinare le pizze. Il ragazzino abbassa il volto.

«Per me significa tanto, Derek. Io...prima di gennaio vorrei provare ad essere il più felice possibile, e stasera...lo ero.»

Derek a quel punto si volta verso di lui, avvicinandoglisi.

«Troveremo un modo per farti tornare come prima, va bene? Farò qualsiasi cosa, Stiles, affinchè il Nogitsune se ne vada del tutto»

Stiles continua a guardare a terra, volendo davvero credere alle parole del licantropo. Purtroppo non c'è molto da fare.

«Io...lo so, Derek, ma nel caso andasse male, almeno vorrei creare nuovi ricordi...»

Derek scuote la testa.

«Non andrà male, Stiles.» Afferma, più che convinto delle sue parole, e infondendo un po' di speranza nell'umano.

«Dormo nella camera degli ospiti.» Decide poi Stiles, dirigendosi silenziosamente verso la stanza. 
Derek si mette velocemente una canotta al posto della maglia, e si stende sul letto. È stanco, e si addormenta in breve tempo. 
Sente che è questione di tempo, prima che Stiles lo perdoni. Prima che liberi i suoi sentimenti. Quello di cui ha paura, però, è quando Stiles gli urlerà anche addosso tutto quello che non gli hai mai detto, che si tiene dentro. Sa che prima o poi accadrà, e che gli farà terribilmente male.

•••

È passata una settimana da quando Derek ha portato Stiles in quella specie di pub, e ha continuato a seguire il ragazzino negli allenamenti e nelle sue pulizie. Per cena non sono stati sempre insieme, visto che spesso Stiles si trovava impegnato con Scott, oppure con questa Tracy, che si è fidanzata da diversi giorni con qualcuno del college. O così l'umano gli ha raccontato. A quanto pare è la sua unica vera amica ragazza. Poi la notte il Nogitsune non ha creato nessun problema, almeno fino a quel momento. Si sono sempre svegliati tranquillamente la mattina, dove Derek faceva già trovare pronta la colazione al ragazzino. Stiles pensava quasi di potersi abituare a queste piccole attenzioni, come alla vista del licantropo mezzo-nudo ai fornelli, a dargli il buongiorno. Poi Stiles andava in college, mentre Derek stava per conto suo.

Theo non si è fatto più vivo.

Derek ha avuto molto modo di pensare alla prossima mossa con il ragazzino, e ha riflettuto sul suo voler essere più felice possibile, e creare nuovi ricordi. 
E poi l'ex Alpha ha ripensato ad una cosa che Stiles aveva detto anni prima, e ha capito come renderlo felice. 
Come lasciarlo a bocca aperta.

Stiles è appena uscito da scuola, chiacchierando con Scott, quando una macchina poco distante da loro suona il clacson. Entrambi si girano verso di essa, che è la Camaro di Derek, il quale abbassa il finestrino. Ha gli occhiali da sole. Stiles smette di parlare, osservando l'ex Alpha confuso. Non lo aspettava, che abbia deciso di indire qualche riunione di Branco?

«Credo stia guardando solo te, Stiles.» Gli fa Scott, avendo parlato prima con Derek e sapendo bene le intenzioni del moro. Stiles corruccia lo sguardo, per poi dirigersi verso la Camaro. Si abbassa un po' con il corpo per poter vedere meglio Derek.

«È successo qualcosa?» Domanda, osservando quanto Derek sia dannatamente sexy con quegli occhiali.

«Sali.» Gli ordina il licantropo. Il ragazzino sbuffa di fronte ai modi misteriosi del lupo, ma, spinto da una forte curiosità, decide di salire nel posto accanto a Derek.

«E adesso?»

«Mettiti la cintura.»

L'umano sbuffa di nuovo.

«Okay, mammina.» Fa il sarcastico Stiles, mentre Derek lo guarda alzando una sopracciglia.

«Sul serio, Stiles?»

«Se preferisci, posso chiamarti Daddy.» Scherza lui, e Derek prende ad immaginare il ragazzino ad urlare quel nome mentre fanno l'amore, cercando di non avere un'erezione. Infatti, senza neanche rispondere, mette subito in moto.

«Non mi dirai dove stiamo andando, vero?» Prende parola l'umano dopo qualche minuto. Derek tiene lo sguardo dritto davanti a sé. Fa un sorrisetto.

«Il viaggio è lungo, prenditela comoda.»

«Ti odio quando fai così.» Mette su il broncio Stiles, poggiando la testa sul finestrino.

«Nah, non mi odi.»

«Sì, invece.»

«No.»

«Sì!»

«Non è vero.»

Stiles sospira.

«...Già, non è vero.»

Derek per un attimo pensa a Paige, perché la conversazione appena avuta sembra simile a quella che aveva visto nei suoi ricordi. Ma deve ricordarsi che Stiles non è Paige, lui è molto di più. Sicuramente Derek non provava per Paige tutto quello che prova ora solo guardando il ragazzino.

Dopo un'oretta Derek scopre che l'umano si è addormentato, visto che sta leggermente russando. Meglio così, almeno lo sveglierà appena saranno arrivati. Così la sorpresa sarà ancora più grande.

•••

Il Nogitsune cerca Stiles ovunqueper poi trovarlo nella parte dell'amore del suo cervelloIl ragazzino sta osservando con gli occhi a cuoricino tutte le sue fantasie con il licantropocome se fosse in tranceSembra uno stupido adolescente innamoratoe il Nogitsune si ritrova a scuotere la testa con gli alzati verso il soffittoL'amore è l'unica cosa che sta impedendo ad esso di possedere del tutto il ragazzinoma è solo questione di tempo.

"Stilesvieni con me!" Esclama il Nogitsunecon tono convincentecercando di distoglierlo dall'amore
Ma l'umano non sembra neanche sentirloe davanti ai suoi occhi passano solo le immagini di lui e Derek insiemeAllora il Nogitsune entra completamente dentro alla stessa stanza del ragazzinodove c'è un grande letto matrimonialeStilese Derek si stanno coccolando sotto le coperteIl Nogitsune fa comparire un piccolo fuoco nelle sue maniche poi lancia nel lettoStiles improvvisamente sussultavisto che i due stanno andando a fuocoe così tutta la stanzaAllora il ragazzino corre verso la stanza dopo.

"Credi di scappareStilesDistruggerò tuttoprima o poie per Derek non proverai più nulla finalmenteMain fondonon era quello che volevi?"

«Stiles.» Il ragazzino si sente chiamareda una voce che non è quella del Nogitsunema continua a correre.

«Stiles!»

Derek osserva Stiles riaprire gli occhi. L'umano sbatte le palpebre, per poi aprire bocca:

«Siamo arrivati, Derek?» Domanda, e il licantropo increspa le labbra in un sorriso.

«Guardati intorno, Stiles.» Gli suggerisce il licantropo, e il ragazzino esegue subito, aprendo poi la bocca. 
I suoi occhi s'illuminano, e diventano lucidi.

«Questo è...» Mormora, senza crederci neanche lui. Sta ancora sognando?

«...l'oceano.» Finisce la frase Derek, con la macchina ferma vicino ad una distesa di spiaggia deserta. Gli ombrelloni sono tutti chiusi.

«È tutta un'illusione, Derek?» Domanda Stiles, spaventato all'idea di essere sottoposto di nuovo ad un malsano gioco del Nogitsune. L'ex Alpha scuote la testa, prendendo una mano del ragazzino, per poi posarla sul suo volto.

«È reale, è tutto reale, Stiles.» 
E l'umano allontana lentamente la mano dal suo volto, guardando il licantropo dritto negli occhi.

«Ho sempre desiderato di vedere l'oceano, Derek, io...»

«Lo so Stiles, l'avevi detto anni fa ad una riunione di Branco. Non chiedermi come sei arrivato a parlare di questo, che non lo so neanche io.» Derek si ricorda solo che l'umano aveva affermato di non aver mai visto l'oceano, che i suoi genitori non ce l'avevano mai portato per mancanza di soldi. Infatti è solito passare le vacanze a Beacon Hills, e da quando è morta la madre il padre non ha neanche mai menzionato una vacanza.

«Pensavo non mi stesse ascoltando nessuno.» Sussurra sovrappensiero il ragazzino.

«Ti ho sempre ascoltato, Stiles, e adesso scendiamo.» Stiles accenna un sorriso, catapultandosi fuori dalla macchina. Derek osserva il ragazzino correre come un matto verso la spiaggia, come se fosse tornato improvvisamente bambino.

L'oceano d'inverno è ancora più bello, con un'atmosfera nostalgica e magica allo stesso tempo. Un forte vento comincia a scuotere gli ombrelloni, e l'acqua forma delle piccole onde. 
Stiles sembra ubriaco, dalle espressioni che assume mentre rimira l'oceano, e mentre sente la sabbia che cerca di entrare nelle sue scarpe. 
Se le toglie, e così la maglietta e i pantaloni, rimanendo solo in boxer. 
Poi si gira verso Derek, con un enorme sorriso. E il licantropo lo riconosce davvero.

«Allora, non vieni?» Gli grida, sopra il vento. Derek non se lo fa ripetere due volte, e anche lui lancia la maglia e i pantaloni da qualche parte. In un secondo è accanto a Stiles.

«Vuoi entrare?» Domanda il licantropo, facendo un cenno all'acqua. 
Il ragazzino annuisce, come se fosse più che ovvio, nonostante l'acqua deve essere molto fredda. 

«Portamici tu, Derek!» Lo prega, nonostante Derek non capisca le intenzioni dell'umano. Infatti lo guarda con un'espressione corrucciata. Stiles, senza pensarci troppo, va dietro al lupo, cercando di salire sopra di lui.

«Aspetta, Stiles!» Lo ferma lui, piegandosi a terra, con un sonoro sbuffo. Il ragazzino sale con le gambe sopra al suo collo, cercando di trovare l'equilibro. Derek gli tiene le gambe, alzandosi in piedi. Grazie alla sua forza di lupo, è come se sopra di lui ci stesse un moscerino. L'ex Alpha comincia a correre verso l'oceano, mentre Stiles alza le mani in cielo, lanciando qualche stridolino. Poi Derek, una volta entrato in contatto con l'acqua, lancia Stiles poco lontano. Il ragazzino affonda, godendosi quei secondi sott'acqua, per poi riemergere.

«Bastardo!» Esclama, provando invano ad affogare Derek. «Devo fare una foto! Alla prima volta che ho visto l'oceano e che ci ho fatto un bagno!» Aggiunge poi, tirando fuori il telefono, che teneva nascosto in una zip dei boxer. Derek neanche sapeva dell'esistenza di boxer simili.

«Come fa non rompersi a contatto con l'acqua?» Chiede invece, confuso. Stiles sta a pochi centimetri da lui, e lo guarda scuotendo la testa deluso.

«Derek, non le vedi le pubblicità ogni tanto? Hanno inventato telefoni resistenti all'acqua!» Lo rimprovera, ridendo poi subito per il sopracciglio alzato del licantropo. Derek pensa che è un peccato che Stiles sia arrivato a ridere così poco. Poi Stiles armeggia qualche secondo con il cellulare, per poi alzare il braccio più in alto rispetto a loro. Derek si vede nello schermo, e capisce che il ragazzino ha intenzione di fare dei selfie.

«No, Stiles...» Cerca di tirarsi indietro, ma l'umano lo prende per un braccio, avvicinandolo ancora di più a lui. I loro corpi sono a contatto. Inquadra anche una parte del cielo dietro di loro. Scatta la prima foto, ma nota che Derek non stava sorridendo.

«Sourwolf, sorridi!» E Derek dischiude la bocca al sentire chiamarsi con quel nomignolo. È da anni che non lo sente più dalle labbra del ragazzino, ed è la prima volta da quando è tornato. È un grande passo avanti, davvero. Il suo cuore perde qualche battito. E a quel punto sorride, mentre Stiles scatta la seconda foto. «Adesso ne farò altre di seguito, cambia sempre espressione, mi raccomando!»

E la foto dopo entrambi fanno la linguaccia, la quarta un'altra espressione buffa, quando Derek poggia le proprie labbra sulla guancia destra del ragazzino, il quale trasalisce. E la foto viene così, con Derek di lato, e Stiles con un'espressione leggermente sorpresa ma felice.

«Perchè l'hai fatto?» Chiede Stiles, confuso da quel gesto, e con le guancie arrossate. Sente ancora la bocca del licantropo premuta sulla sua guancia.

«Lo vuoi davvero sapere, Stiles?» 

"Come vaStiles?" Chiede la Morrell all'umanoseduti uno di fronte all'altroStiles abbassa il volto.

"Come le altre volte." Una merda.

"Hai più sentito Derek dopo che lui se n'è andato?"

Il ragazzino scuote la testa.

"Non mi ha mai mandato un messaggioe neanch'io."

"Qual è il momento in cui hai desiderato averlo accanto a te più delle altre volte?" Osa domandare la psicologacon un tono neutroStiles fa per pensarcisenza guardarla negli occhi.

"Credo...credo dopo aver parlato con Scottil quale non non riusciva a fidarsi di meE non potevo andare da Lydiavisto che era ad Eichen HouseE nemmeno da Maliadato che mi aveva lasciato e aveva a che fare con sua madre...quando non avevo nessuno
E sapevo che Derek si sarebbe fidato di mene avevo la certezzaPerò mi chiesi se fosse stato doloroso Scott che non aveva fiducia in meo il fatto che Derek non ci fosse per me
E capii che forse la seconda era peggiomolto peggio...ioho pensato anche al...suicidiosaiE lui non era  a fermarmia rassicurarmia dirmi che sarebbe andato tutto per il meglio..." 
Gli occhi del ragazzino sono lucidie sta trattenendo delle lacrime
La Morrell lo fissa.

"E cosa ti ha fermato?"

"Non ho avuto semplicemente il coraggioDevo...devo sapere una cosa... andrà meglioprima o poi?" Gli occhi di Stiles ora sono speranzosiLa psicologa non distoglie lo sguardo.

"Lo vuoi davvero sapereStiles?"

E l'umano non rispondespaventato da un'eventuale risposta.

Stiles indietreggia, e Derek nota che qualcosa nei suoi occhi è cambiato. Non capisce cosa sia successo, ma qualcosa gli dice che Stiles stava ricordando qualcosa, visto che è rimasto in silenzio diversi secondi, fissando il vuoto.

Ed è snervante, come lui faccia sempre due passi avanti e Stiles uno indietro, ma prima o poi sono destinati ad incontrarsi.

E Derek sente che ci sono vicini, che prima o poi Stiles arriverà a perdonarlo, o almeno a volere lottare per loro due. Perchè ci crederà, e Derek gli farà capire che ne varrà la pena. Sicuramente ci sono momenti in cui il vero Stiles riemerge almeno un po', ma non abbastanza da farlo per sempre. Probabilmente è ancora quello che gli è successo che lo tiene bloccato, visto che pare non riuscire a superarlo. Derek sospira.

«Usciamo?» Propone Stiles, con un tono distaccato. Il licantropo annuisce in silenzio, e si dirigono verso gli ombrelloni, sedendosi un attimo per asciugarsi. Derek aveva portato due teli, e ne porge uno al ragazzino, il quale pare ancora sovrappensiero.

«Vuoi restare fino al tramonto?» Propone Derek, nascondendo la delusione del fatto che Stiles sembra essere tornato senza sentimenti. 
Il ragazzino guarda la distesa di fronte a sé.

«Sì, mi piacerebbe.»

«Mi invii le foto?»

Stiles prende il telefono, riguardando le foto qualche secondo di troppo, per poi inviarle al licantropo. Derek sente il proprio telefono vibrare, e le salva. Senza pensarci troppo imposta la foto in cui bacia Stiles come sfondo della home del cellulare. Prima aveva la foto di un bosco, o qualcosa del genere, gli sfondi classici che ti offre il telefono. Aspettando il tramonto iniziano a parlare, in generale.

«....Quando ho detto a mio padre che avevo scoperto di essere bisessuale sai che mi hai risposto? 'Aspettavo da anni questa tua rivelazione.' Cioè, ti rendi conto? Se glielo avessi detto per scherzo?» Continua a parlare Stiles, mentre Derek scuote la testa divertito.

«Tuo padre ha tutta la mia stima.»

«Tu? Come l'hai detto ai tuoi, invece?»

Derek quasi si strozza con la saliva. Ma certo che Stiles sa che è bisessuale anche lui, alla festa di Halloween Derek aveva accettato il suo invito al ballo, anche se non sapeva fosse proprio lui.

«L'ho scoperto molto tardi, diciamo.» Ammette. Stiles lo guarda incuriosito.

«Chi ti avrebbe fatto venire dubbi sul tuo orientamento sessuale?»

Dereke evita il suo sguardo.

«Umh, un ragazzo incontrato in un pub, niente di che davvero.» Mente. Stiles non se ne sembra accorgere. Allora il ragazzino cambia argomento, parlando un po' di tutto.

«Quando ero piccolo desideravo diventare un allevatore di delfini, non ridere per favore.» Si confida Stiles, con lo sguardo puntato sull'oceano.

«Allevatore di delfini? mai sentito un desiderio simile!» Lo prende in giro scherzosamente il licantropo.

«E tu, Derek? Cosa voleva fare il grande lupo cattivo?»

Derek increspa le labbra in un sorriso nostalgico.

«Ho sempre desiderato essere un supereroe, o meglio, un eroe.»

Stiles corruccia lo sguardo.

«Ma è quello che sei, cerchi di salvare Beacon Hills dalle creature sovrannaturali. Sei un eroe, Derek.»

Derek lo guarda di sottecchi.

«Faccio solo quello che è giusto fare, Stiles.»

«Ti sottovaluti un po' troppo, Derek! Potevi scegliere di essere cattivo, dopo tutto quello che ti è successo, e tutti avrebbero compreso il perchè! Invece no, hai scelto di stare dalla parte del bene, sempre. E ti ammiro molto per questo, Derek, anche se non te l'ho mai detto...» Esclama il ragazzino, e l'ex Alpha rimane piacevolmente stupito dalle sue parole. Fa per replicare, quando il tramonto si affaccia sull'oceano. Il cielo comincia a dipingersi di sfumature rosse a rosee. Stiles dischiude la bocca, e assume un'espressione completamente meravigliata.

«È...bellissimo.»

E mentre Stiles guarda il tramonto, Derek guarda lui. Osserva i lineamenti di Stiles, che non potrebbero essere più perfetti per lui.

«...Già.» Concorda, solo che stanno parlando di due cose diverse.

Restano a guardare silenziosi la fine del tramonto, per poi rientrare nella Camaro. La mattina dopo Stiles deve tornare al college. Derek mette in moto la macchina.

«Grazie, Derek...per tutto, ma perchè mi hai portato qua?»

Il licantropo tiene lo sguardo sullo strano.

«Perchè tu possa essere felice, per creare nuove memorie, ricordi?»

Stiles sorride, per poi crollare subito addormentato dalla stanchezza.

«...E perchè ti amo.»

Ma Stiles sta già dormendo, e Derek pensa tra sé che è meglio così, perchè vuole dirlo faccia a faccia solo al vero Stiles. Al suo Stiles.

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Capitolo 38
*** Capitolo 38 ***


"Ain't nobody hurt you like I hurt youbut ain't nobody love you like I do."

Derek sta dormendo tranquillamente nel letto, dopo essere tornati dalla visita all'oceano. L'umano non dava segno di svegliarsi, così l'ha dovuto portare in braccio dalla macchina al letto. 

Improvvisamente sente un rumore, e si sveglia di colpo. Da quando c'è la minaccia del Nogitsune ha il sonno molto leggero, e l'udito aguzzato al massimo. Derek preme l'interruttore accanto al letto, accendendo la luce del salone. All'inizio non vede nessuno, e crede di aver sentito male, quando individua una figura accanto alla cucina. È Stiles. 
Lo sta fissando in uno strano modo.

«Stiles, non riesci a dormire?» Si preoccupa Derek, in una semplice canotta e boxer, facendo per avvicinarsi al ragazzino. 
Stiles fa un sorrisetto inquietante.

«Oh, Stiles adesso non c'è. Ritenta.» Risponde il Nogitsune, con la voce dell'umano, e Derek si blocca. Illumina qualche secondo gli occhi di blu.

«Sai che non ti farò uscire, vero?» Derek incrocia le braccia al petto, mantenendo una certa distanza dal demone. Stiles sembra contrariato.

«E come farò a creare il caos? Il caos è ciò che mi rende vivo, il caos è tutto ciò che voglio.» Fa poi un sorrisetto sadico. Derek non è sorpreso, sapendo bene che il Nogitsune si nutri del caos, e del dolore degli altri.

«Non ho paura di te.» Afferma Derek, mentre il ragazzino si avvicina a lui con passi lenti. Ma il licantropo non indietreggia, e non può non pensare a quanto Stiles sembri sexy da cattivo, con quel sorrisetto strafottente.

«Perché stai ancora appresso a questo ragazzino, Derek? Lui non ti ama.»

L'ex Alpha abbassa il capo.

«C-Cosa ne sapresti, tu? Probabilmente stai mentendo...»

Il Nogitsune alza le sopracciglia.

«Sto solo nella sua testa la maggior parte del tempo, Derek. E mi dispiace, ma lui non ti ama. Triste storia, lo so.» Fa il sarcastico, mentre il licantropo scuote la testa, non volendo crederci. Sperando stia solo dicendo cazzate. 
Il Nogitsune è ormai a pochi centimetri da Derek. Improvvisamente cambia umore, e diventa come arrabbiato, prendendo ad urlare contro il lupo:

«NON LO RIVEDRAI MAI, DEREK!» E Derek indietreggia, sapendo bene che si riferisce al vecchio Stiles. Il vero Stiles. Poi al Nogitsune escono gli artigli, e si avvicina sempre di più a Derek, probabilmente con l'intenzione di fargli del male.

«Tu sei l'unica cosa che mi impedisce di prendere il controllo completo di Stiles, Derek Hale! Sei solo un ostacolo!» Urla, e Derek comincia a pensare velocemente a cosa fare. Non può combattere contro il Nogitsune, perchè altrimenti rischierebbe di fare del male a Stiles. Deve farlo tornare, anche se senza sentimenti, ma per lo meno ancora non guidato in tutto dal Nogitsune. Insomma, deve fare in modo che il demone torni nella mente di Stiles almeno per questa notte. Improvvisamente gli viene in mente un'idea, che spera funzioni. Altrimenti verrebbe ucciso dal demone, non potendo difendersi. Derek in un secondo è accanto al letto, prendendo qualcosa da sotto il cuscino, per poi tornare di fronte al Nogitsune.

Stiles osserva confuso cosa tiene il licantropo in mano. È una divisa. La sua divisa di lacrosse. Derek la tiene bene davanti a sè, impugnandola con forza. È un po' sbiadita, probabilmente molto vecchia. Il Nogitsune non capisce proprio cos'ha intenzione di fare il lupo.

«È la tua divisa... di lacrosse, dell'high school... forse tu non ricordi, Stiles, ma anni fa eri venuto ad assistere ad un allenamento del Branco dopo aver avuto una partita... e tu e Scott avete fatto la doccia qui al loft...» Il ragazzino continua a guardarlo senza mostrare alcun tipo di emozione. «...quando l'ho annusata, mi sono sentito meglio, come se fossi improvvisamente più rilassato. La tenevo sotto al cuscino, in modo da averla vicino la notte... e l'ho portata anche con me quando sono partito. Pensavo fosse il profumo della maglia a farmi quest'effetto...ma in realtà eri tu, Stiles. Il tuo odore, il tuo ricordo. Quando perdevo il controllo, a volte prendevo la maglia in mano...e tutto andava bene...» Il licantropo smette di parlare, osservando la reazione dell'umano. I suoi occhi nocciola sembra siano in uno strano conflitto interiore.

«So che da qualche parte ci sei tu, Stiles. Devi tornare, fallo per me!» Esclama il lupo, esasperato, tenendo sempre la maglia davanti a sè. D'un tratto il Nogitsune prende un profondo respiro, aprendo la bocca con gli occhi sbarrati, e appena la richiude Derek è sicuro che è cambiato qualcosa. Stiles fa per cadere a terra, ma il licantropo lo prende al volo. Lo fa sedere sul letto, e l'umano prende respiri profondi. È tornato, anche se non è comunque completamente in sé. Stiles guarda Derek negli occhi.

«Derek...»

«Stiles...»

«Sono la tua ancora?» La domanda coglie impreparato il licantropo, il quale trasalisce. Volta la testa da un'altra parte.

«Sì, Stiles. Sei la mia ancora, lo sei sempre stato.» Ammette, con un sospiro. Gli occhi dell'umano vacillano per un secondo.

«Posso dormire con te? Credo di aver capito sia l'unico modo per far in modo che il Nogitsune non si manifesti del tutto.» Sussurra. Il lupo resta qualche secondo in silenzio, riflettendo che in effetti sembra avere senso. Se Derek è l'unico che impedisce al Nogitsune di emergere del tutto, forse se sta in contatto con Stiles possono evitare che accada prima dello scadere del tempo...

«Certo, Stiles.»

E il ragazzino si stende sotto le coperte, con Derek che circonda con un braccio il suo corpo, stringendolo a sé.

•••

Natale è alle porte, e tutti sono sempre più preoccupati per Stiles. Nessuno lo dà a vedere apertamente, ma Isaac riesce a percepire l'agitazione e il nervosismo del suo compagno, così come Peter quello di Derek, quando l'è andato a trovare.

«Pensi di farcela?» Chiede lo zio, in piedi accanto al tavolo del loft. Derek sospira. Ultimamente ci sono diversi momenti in cui Stiles si apre con lui, che sia un sorriso, una risata inaspettata, l'umore...oppure i suoi occhi, che a volte è sicuro siano quelli del vecchio Stiles. È andato anche a vedere una partita di lacrosse del più piccolo, il quale ha giocato davvero bene, e sembrava molto contento nel vederlo. Una volta avevano anche parlato di musica, e Stiles si era molto sorpreso nel constatare che anche Derek ascoltasse i Coldplay: 'E io che pensavo che un Sourwolf come te ascoltasse solo gli ululati dei lupi!'aveva esclamato. Inoltre dormono sempre nello stesso letto, e il Nogitsune non si è più manifestato.

La maggior parte delle volte Derek si sveglia abbracciato al ragazzino, e ha una paura tremenda di abituarsi a tutto questo per poi non avere più niente...

«Lo spero.»

«Non l'hai ancora baciato, vero?» Tira ad indovinare Peter, cambiando argomento e incrociando le braccia al petto.

«No, come faccio? Per la maggior parte del tempo non è completamente lui...sto aspettando solo il momento giusto, perchè sembra che ogni volta che io ci voglia provare a lui torni in mente qualcosa e si tira indietro! Dannazione!» Si sfoga il nipote, dando un pugno al tavolo.

«Capisco, nipote. Io adesso devo andare, ho un appuntamento!» Si dirige verso la porta del loft Peter, lasciando il nipote ai suoi problemi. Derek alza un sopracciglio.

«E con chi? Con la tua mano?» Fa il sarcastico Derek. Sa che suo zio risulta essere attraente a molte donne e uomini, ma gli è sempre sembrato il tipo da una botta e via, senza impegni. Per lo meno non si ricorda l'ultima relazione seria dello zio, sempre se l'abbia mai avuta. Peter, prima di andarsene dal loft, guarda Derek con un sorrisetto.

«Con Melissa.» E scompare alla vista del licantropo, che compatisce il povero Scott, che dovrà aver a che fare più di lui con tutto ciò.

•••

Stiles corre per i boschi, nonostante si stia facendo buio. È Natale, ma suo padre lavora, come sempre. Stiles crede resti in stazione soprattutto per l'assenza di Claudia, che in una festività come questa si sente più che mai. Di solito Stiles passa questa giornata in casa, da solo, oppure si vede con Scott. Melissa deve restare in ospedale. Ma l'Alpha ormai passa il Natale con Isaac, e Stiles è rimasto da solo. Continua a correre, quando arriva ad un pendio, di cui non riesce a vedere il fondo.

Probabilmente sotto ci sono massi appuntiti, o il vecchio letto di un ruscello. Porta i piedi al limite, sporgendosi leggermente. 
La pioggia gli cade addosso con un rumore sordo, ma è come se non se ne rendesse conto.

Sta davvero tutto per finire? Questo è l'unico modo per eliminare il Nogitsune, anche se significherebbe eliminare pure se stesso? Forse sì, forse davvero non c'è altra speranza.

•••

Derek sente il campanello suonare, e si dirige verso la porta. Non capisce chi possa essere, e appena la apre corruccia lo sguardo. Davanti a lui c'è Stiles, completamente bagnato, che sembra aver corso chissà quanto. 
Non lo aspettava, anche perchè credeva passasse il Natale con lo Sceriffo, e che al massimo tornasse per la notte. Il lupo non fa neanche in tempo ad aprire bocca, che ci pensa il ragazzino:

«Stavo...stavo per buttarmi da una specie di pendio, pensavo...pensavo fosse l'unica soluzione...quando ho ripensato alle tue parole, Derek. Sul fatto che non finirà male, che farai di tutto per salvarmi...io-io mi fido di te, Derek. Credo in te.» Parla tutto d'un fiato, con le ciocche di capelli che gli ricadono bagnate sulla fronte. Gli occhi di un nocciola spento. Derek sbatte le palpebre, cercando di assimilare il tutto.

«Derek?? Chi è?» Esclama una voce femminile all'interno de loft, e Stiles strabuzza gli occhi.

«Oddio, scusa, io...» Biascica, dovendo immaginarsi che Derek avrebbe trovato compagnia per quella giornata.

«Stiles, sono venuti a cena Peter e Cora...unisciti a noi.» Gli spiega Derek, per poi invitarlo ad entrare, sospendendo il discorso a più tardi.

«È Stiles?? Stiles, vieni!!!» Urla Cora, mentre il ragazzino entra titubante. Lo zio e la sorella sono già seduti al tavolo del loft. C'è un buon odorino di pollo arrosto per la casa, e Stiles si ritrova ad avere molta fame.

«Uh, Stiles, che piacere rivederti.» Lo saluta Peter, con quel solito sguardo malizioso. Derek gli ringhia sommessamente, anche se sa bene che lo zio lo fa per scherzare, visto che adesso sta anche uscendo con Melissa.

«Ah, Peter, fai del male alla mamma di Scott e libererò il Nogitsune contro di te!» Scherza Stiles, con un tono però abbastanza serio, mentre sale le scale del loft per andare a togliersi gli abiti bagnati. Peter rabbrividisce, non osando rispondere.

«Hai bisogno di una mano?» Domanda Derek. Il ragazzino scuote la testa.

«No...tranquillo, so bene dove si trovano i tuoi vestiti.» Risponde, visto che gliene avrà rubati almeno una decina, per poi restituirglieli giusto la metà. Appena il ragazzino scompare gli sguardi di Cora e Peter si posano sull'ex Alpha.

«Dobbiamo andarcene, nipote?»

«No, tranquilli. Parleremo prima di andare a letto.» Li tranquillizza Derek, per poi sedersi accanto a Peter.

«È davvero cresciuto tanto dall'ultima volta che l'ho visto, e anche bene devo dire.» Commenta Cora, tagliando il pollo per tutti, e andando a togliere le patate dal forno.

«Lo so.» Sospira Derek.

«Non è completamente lui, vero?» Sussurra Peter, in modo che lo sentano solo lui e Cora.

«Non del tutto, ma per la maggior parte sì.»

Cora guarda il fratello leggermente confusa.

«Come fai a capirlo, Derek?»

«Dai suoi comportamenti, dai suoi occhi, se riesco a percepire le sue emozioni...e non so, a volte lo so e basta.„

«Voi due ragazzi avete una connessione davvero forte.» Mormora Peter, con Cora che annuisce. Derek prima aveva infatti sentito anche della tristezza in Stiles, ma non potrebbe mai dire se Stiles prova amore oppure no. L'amore è un sentimento, e i licantropi possono percepire solo le emozioni.

«Ti invidio Derek, si vede che t'importa così tanto di lui. Che hai trovato l'amore della tua vita.» Parla Cora, portando le patate arrosto in tavola. Derek abbassa lo sguardo.

«Io...non so se è la mia soulmate, in realtà.» Non sa se Stiles lo ama davvero, e il ragazzino dovrà dimostrarlo riuscendo a sconfiggere il Nogitsune. Stiles fa la sua comparsa sulle scale, e tutti si girano a guardarlo. Si è asciugato velocemente i capelli, che sono tutti ribelli, e si è messo una maglia bordeux di Derek, con sempre dei suoi jeans neri. Gli stanno leggermente grandi, ma Derek lo trova fin troppo sexy, soprattutto con quei capelli.

«Smettila di scopartelo con lo sguardo, Derek.» Lo ammonisce Cora, con un sussurro. Il fratello la guarda male un attimo, per poi tornare ad ammirare il ragazzino. Stiles si mette seduto davanti a Derek, e i due non riescono a non smettersi di guardarsi neanche mentre mangiano. Intanto Cora e Peter aprono una conversazione, con lo zio che non può non mettere in imbarazzo i due almeno per quella sera:

«Stiles, quindi dormi ogni notte qua, uh? Ma nel letto di Derek o nei suoi pantaloni, esattamente?»

«Derek, ma il rigonfiamento nei tuoi pantaloni non è un'erezione...vero?»

«Ah, Derek! Smettila di bere dalla bottiglietta come se stessi facendo un pompino!»

Ovviamente Derek minacciava di fare fuori lo zio ogni volta, ringhiando quasi tutta la cena, mentre Stiles rideva, trovando Peter davvero spassoso. Inoltre anche Cora si aggiunge allo zio:

«Stiles, sei così carino con i vestiti di Derek!»

«Ohw, siete adorabili!»

«Stiles, lo sai che Derek quando era piccolo...»

Derek pensa proprio di voler uccidere i suoi cari parenti, ma, vedendo come Stiles emana felicità, ci ripensa. Gli occhi nocciola dell'umano s'incatenano di nuovo a quelli verdi di Derek, e increspa le labbra in un piccolo sorriso. Per fortuna la cena finisce presto, così possono passare ai regali.

«Prima i miei!!» Esclama Cora, afferrando due pacchi dal divano, per porgerli rispettivamente a Peter e Derek.

«Il mio è più grande!» Parla Peter, facendo la linguaccia a Derek, come un bambino. Peter ha ricevuto un set di maglie a V, tanto per aggiungerne altre, mentre Derek una nuova giacca di pelle, ma molto più bella e apparentemente costosa delle altre.

«Cora, ne ha già troppe!» Ridacchia Stiles, mentre il mannaro ringrazia la sorella.

«Ora invece i miei.» Decide Peter, prendendo anche lui un pacco e una bustina. Cora apre la bustina, trovando un biglietto per...una spa costosissima e con diversi massaggi erotici fatti da gran pezzi di uomini. Almeno così si é espresso a riguardo Peter. Cora arrossisce, tossendo leggermente. Derek guarda indeciso il suo pacco.

«Ho paura di quello che può esserci dentro.» Ammette, mentre Stiles allunga il collo curioso. Infatti, appena lo apre cascano a terra una decina di preservativi e due lubrificanti. Il moro diventa ancora più rosso della sorella, mandando delle occhiataccie omicide allo zio, dovendosi aspettare qualcosa di simile. Stiles sta invece cercando invano di non immaginare il licantropo che usa quelle cose.

«Non c'è di chè!» Ghigna Peter, soddisfatto, nonostante nessuno l'avesse ringraziato. Poi Derek va a prendere anche lui i suoi regali, che però sono tre... Stiles l'osserva mentre gli porge un pacchetto. L'umano lo apre, sorpreso, senza sapere cosa dire. Trova una sorta di bracciale in pelle nera.

«È un bracciale magico, Stiles. Grazie a questo puoi metterti in contatto con qualsiasi persona tu voglia...basta toccare il bracciale e pensare intensamente a qualcuno, e potrai parlarci, come se l'altro sentisse la tua voce nelle proprie orecchie. E ovviamente sentirai subito tutto ciò che l'altro dice.» Gli spiega, e Stiles non sa proprio cosa dire.

«Io....grazie, è un regalo bellissimo.» È veramente figo il potere del bracciale, e si rifugia in bagno mentre Derek va da Peter e Cora per i loro regali. Vuole provare subito se il bracciale funziona, così se lo indossa al polso, toccandoselo. Poi pensa intensamente a Scott, e dopo qualche secondo comincia a sentire dei rumori. 
Allora funziona! Avvicina ancora di più l'orecchio al bracciale, per sentire meglio le voci...

«Oh, sì, Isaac! Così!» 

Stiles sobbalza. «Merda!» Esclama, cercando in qualche modo di interrompere il contatto.

«Scott, chi ha parlato!?» Questo che parla è il riccio. Stiles esce immediatamente dal bagno, tornando in salone.

«Derek, come diavolo faccio a stoppare questo coso!!» Esclama, mentre i tre licantropi gli rivolgono lo sguardo.

«Stiles?! Stiles, sei tu??» Parla Scott, mai stato così confuso.

«Perchè, Stiles?» Vuole sapere Derek.

«Ho appena beccato Scott e Isaac darci dentro!» Mentre lo urla assume una faccia scandalizzata, e a quel punto scoppiano tutti a ridere, tranne Isaac e Scott, i quali non ci stanno capendo proprio niente.

«Basta che chiami la persona con il nome completo.» Ridacchia l'ex Alpha, mentre uno Stiles frettoloso urla 'Scott McCall'. Peter e Cora d'un tratto capiscono che forse è meglio tornare a casa propria, anche perchè si sta facendo tardi, così se ne vanno via, lasciando Stiles e Derek da soli.

Appena la porta si chiude Derek volta le spalle al ragazzino, irrigidendo i muscoli.

«Derek? Che succede?» Domanda Stiles, notando il repentino cambio d'umore del moro. Il licantropo chiude le mani a pugno, girandosi verso l'umano. Stiles nei suoi occhi legge rabbia e delusione.

«Ti volevi suicidare, Stiles?»

«Io...pensavo fosse l'unica soluzione e...»

«E non hai pensato a me?» Alza il tono della voce, avvicinandosi a lui. «A come poi avrei fatto senza di te? Non ci hai pensato?» Se lo ritrova a pochi centimetri, e abbassa il volto.

«Scusa, Derek...ma è grazie alla tue parole se mi sono fermato, te l'ho detto...so che mi salverai...» Sussurra, buttandosi fra le braccia del licantropo, stringendolo in un forte abbraccio, come per dirgli 'io non me ne vado'. Derek chiude gli occhi, ricambiando la presa.

«Certo che ti salverò, ragazzino.» Sussurra, quando Stiles dopo diversi secondi si stacca dall'abbraccio.

«Anch'io ho un regalo per te, ma l'ho scordato a casa... non pensavo di venire qua così presto.»

Derek corruccia lo sguardo.

«E di cosa si tratta?»

Stiles accenna un sorriso.

«Mio padre, se ti ricordi, per il mio compleanno mi aveva regalato due biglietti per il concerto dei Coldplay...ecco, vorrei che venissi tu con me, Derek.»

Il licantropo sorride a sua volta.

«Con piacere, Stiles.»

E, stanchi, si mettono sotto le coperte. Stiles, automaticamente, poggia il capo sul petto di Derek, il quale lo stringe a sè. Ed entrambi si addormentano.

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Capitolo 39
*** Capitolo 39 ***


"You have meUntil every last star in the galaxy diesyou have me."

Finalmente sono arrivati a New York per il concerto. Derek ha guidato tutto il tempo, mentre Stiles non ha fatto altro che dormire. Ci hanno messo diverse ore, ma sono giusto in tempo per cenare, dopo di chè dovranno recarsi subito al concerto. Lo Sceriffo aveva prenotato per Stiles un mini appartamento, visto che gli hotel per Capodanno erano tutti pieni, così il licantropo parcheggia vicino ad un grande palazzo.

«Stiles, siamo arrivati.» Lo sveglia, e l'umano sbadiglia sonoramente.

«A cena andiamo in centro, vero? Non ho mai visto New York!» Esclama il ragazzino, scendendo dalla macchina. Derek ha già visitato la città diverse volte, ma non gli pesa affatto tornarci di nuovo.

«Dove vuoi, Stiles.»

Portano una valigietta fino all'appartamento affitato, con poca roba dentro. Alla fine ci staranno solo un altro giorno, lo scopo principale è quello di assistere al concerto. Come si aspettavano, c'è un piccolo salone con una cucinetta, un bagno e una camera con letto matrimoniale. Tanto avrebbero dormito comunque insieme, come al solito, per impedire al Nogitsune di emergere. Derek sa bene che alla scadenza, detta da Deaton, manca solo una settimana, ma cerca di non pensarci.

«La parte vicina alla finestra è la mia!» Fa il ragazzino, buttandosi sul letto. Derek scuote la testa, divertito. «Sei mai stato ad un concerto?» Chiede l'umano subito dopo, curioso. 
Il licantropo annuisce.

«Quando avevo quindici anni, e basta.»

«Io mai, questo è il primo in assoluto.» Ammette Stiles, crogiolandosi sopra le coperte. I due sistemano la valigietta in camera, per poi prendere i biglietti e uscire di casa. Dopo cena andranno direttamente allo stadio. Per fortuna l'appartamento è vicino al centro, e in poco tempo cominciano a scorgere i primi grattacieli.

«Wow.» Commenta Stiles, alzando il volto al cielo, rimirando quelle strutture che sembrano voler toccare le nuvole. E compaiono le scritte enormi dei negozi, tutte con colori sgargianti. 
I due restano su una specie di piazza, con la strada vicino sempre piena di macchine e autobus, che passano veloci accanto a loro. Stiles è troppo impegnato a guardarsi intorno per spiccicare parola, e Derek ammira il ragazzino, senza essere visto.

«C'è anche un ponte, vero?» Parla d'un tratto Stiles, facendosi strada insieme al licantropo attraverso la moltitudine di gente. Il giorno dopo inizia l'anno nuovo, quindi c'é una marea di turisti, tanto che diventa quasi difficile muoversi.

«Sì, ci vuoi andare? Non è lontano.»

Gli occhi di Stiles s'illuminano.

«Sì, ti prego! L'ho sempre visto solo nelle fotografie!» Sembra proprio tornato bambino, e Derek increspa le labbra in un sorriso.

«Va bene, ma tienimi la mano, altrimenti ci perdiamo.» Afferma, e l'umano non se lo fa ripetere due volte. Le loro mani si uniscono, le dita si intrecciano. Essendo quasi ora di cena il cielo si colora di mille sfumature rosee e rosse. In pochi minuti sono davanti al ponte, e i grattacieli dall'altra parte sono tutti illuminati, creando un effetto spettacolare. Inoltre il tramonto si affaccia sul fiume, e anche il ponte s'illumina.

«Ma è... stupendo! Tutto è stupendo!» Esclama Stiles, lasciando la mano di Derek per poter affacciarsi dal ponte, restando sulla parte pedonale.

«Soprattutto tu, Stiles.» Se n'esce Derek. Il ragazzino si gira verso di lui, dischiudendo la bocca in un piccolo sorriso, con le guancie arrossate. 
Poi prende a correre lungo il marciepiede, lanciando degli urletti, preso da una forte euforia. Derek alza gli occhi al cielo, affiancandolo senza alcuna fatica. Sembra tutto così magico, così colorato, come se stessero sognando. A metà ponte Stiles si ferma, con il fiatone.

«Mi assicuri che non sto sognando, Derek?» Osa chiedere l'umano, guardando il licantropo negli occhi. Sembra tutto troppo bello per essere vero. Derek gli prende la mano nella sua, incrociando i suoi occhi verdi con quelli nocciola del più piccolo.

«Ehi, non è un sogno o un'illusione. Siamo a New York. Io e te.» Lo rassicura il moro, stringendogli più forte la mano. E i passanti passano accanto ai due frettolosi, perchè se solo si fermassero, anche solo un attimo, percepirebbero l'amore nei loro occhi.

«Grazie, Derek. Non vorrei ci fosse nessun altro qua con me, che te.» Ammette Stiles, in un sussurro, che però il licantropo sente benissimo. Gli si scalda il cuore. «Però adesso ho fame, andiamo a mangiare!» Esclama subito dopo l'umano, rovinando il momento e trascinando il lupo in città. Prima, però, Stiles scatta dei selfie a loro due sul ponte, con dietro il fiume e il tramonto. Prendono le prime pizze al taglio che trovano, mangiandole mentre camminano per la città.

«Sei sicuro che il Nogitsune non creerà problemi, Stiles? Ci saranno migliaia di persone...» Gli fa Derek, mordendo un altro pezzo dalla pizza. Il ragazzino gli cammina di fianco.

«Fino a che starai con me, no.» Risponde, convinto, passando vicino ad un parco gigantesco. «Ci stai a contattare Scott, sperando non se la stia facendo di nuovo con Isaac?» Propone Stiles, e si fermano un attimo su una panchina. Derek annuisce, alla fine avevano scoperto che se la persona contatta era in compagnia, Stiles poteva sentire anche chi fosse con lui...e così la stessa cosa all'inverso. Come se fosse un cellulare, ma gratuito e molto più veloce, e con il vivavoce.

Il ragazzino finisce di mangiare, toccando il bracciale, per poi pensare intensamente a Scott.

«Io non sento niente.» Fa Derek, avvicinandosi all'umano.

«Derek?!» Esclama una voce dall'altra parte. È Scott.

«Amico, siamo a New York!» Lo informa Stiles.

«Dio, non mi puoi fare prendere questi colpi, dannato a Derek che ti ha regalato quel bracciale!» Si lamenta l'Alpha, che stava tranquillamente vedendo un film a casa sua, rilassandosi. Alla fine avevano dovuto spiegare a Scott cosa fosse successo l'ultima volta.

«In realtà me l'ha consigliato Deaton.» Tende a precisare il moro, visto che era andato dal druido con l'intenzione di prendere al ragazzino qualcosa di particolare, di magico.

«Deaton mi sentirà, allora!» Scherza Scott. «Com'è New York?»

«Bellissima, siamo stati sul ponte con il tramonto! Poi ti invio i selfie, Scottie. Anche se Derek, come al suo solito, faticava a sorridere.» Derek alza gli occhi al cielo, ma non commenta. Stiles sembra così tornato in...sè, tanto che anche Scott rimane qualche secondo in silenzio.

«Sono contento per voi, adesso vi saluto che sta arrivando Isaac.» Li saluta l'Alpha, e Stiles dice il nome del licantropo, per interrompere il contatto.

Per andare al concerto sono costretti a prendere un taxi, con Stiles che non fa altro che guardare fuori dal finestrino incantato. Derek prende profondi respiri, dicendosi che sta andando tutto per il meglio, che ci sono quasi. Stiles sta tornando sempre più quello di una volta.

Il taxi li lascia davanti allo stadio, e i due fanno vedere i biglietti ad una delle guardie, che li lascia entrare. C'è già tantissima gente, e i due si sistemano sul prato davanti al palco, trovando dei posticini non troppo lontani. Alcuni si sono messi seduti in terra, nell'attesa, ma quasi tutti restano in piedi. Manca poco all'inizio del concerto.

«Guarda quante persone, Der.» richiama Stiles la sua attenzione, guardandosi intorno meravigliato. 
E quasi tutti hanno in mano delle lucine, sembrando dei puntini colorati. Derek non fa in tempo a replicare, che tutti cominciano ad urlare. I coldplay hanno fatto la loro entrata in palco.

«Siete tutti pronti?» Urlano al microfono, e un boato si espande tra la folla. Stiles si aggrappa con un braccio a quello di Derek, troppo emozionato per riuscire a parlare. Li vedono abbastanza bene da dove si trovano. 
Il gruppo all'inizio parla un po' in generale, rivolgendosi al pubblico, per poi indire la prima canzone.

«Partiamo con Paradise!»

Tutti esultano, e sia Stiles che Derek conoscono a memoria la canzone.  
O meglio, le conoscono tutte. Per un attimo c'è solo il silenzio, poi tutti ad alzare in alto le lucine, e la canzone parte.

When she was just a girl she expected the worldBut it flew away from her reach

Stiles inizia a cantare a ritmo, mentre Derek si vergogna ad aprire bocca, facendosi guidare piano piano dalla musica con il corpo.

She'd dream of para-para-paradise
Para-para-paradise

«Canta, Sourwolf! Non ti vergognare, dai!» Lo incita il ragazzino, notando che il moro resta a bocca chiusa. Derek gli lancia un'occhiataccia, ma piano piano non può fare a meno di lasciarsi andare, anche perchè l'atmosfera è magica. Tanto che non si accorge neanche di star cantando pure lui. 
È come se lì dentro fossero tutti una cosa sola, e non c'è cosa più meravigliosa.

Poi la canzone finisce, e il gruppo inizia subito con un'altra. I due la riconosco subito. Hymn For The Weekend.

You know you make my world light up

E Derek non può far a meno di guardare Stiles, appena quelle parole rimbombano nello stadio, a cielo aperto.

When I was downwhen I was hurt
You came to lift me up

Dio, quelle parole sembrano parlare proprio di loro due, e anche Stiles si ritrova a guardare di sottecchi il licantropo, facendo in modo di non essere visto dall'altro. Ma Derek ha già gli occhi sul ragazzino da diverso tempo, e sbuffa quando la canzone finisce. Inizia Adventure of a Lifetime. Tutti cominciano a muoversi a ritmo, sempre di più, e a cantare a sguarciagola.

I feel my heart beating
Ohyou make me feel
Like I'm alive again

Derek non riesce proprio a staccare gli occhi dall'umano, soprattutto quando ci sono parole che rispecchiano così tanto quello che prova per lui. Dio, sembra ridicolamente innamorato! 
Poi però si rende conto che ogni tanto anche Stiles gli lancia qualche occhiata, cercando di non farsi notare, e trattiene a stento un sorriso.

If we've only got this life
And this adventureoh then I
Wanna share it with you

«Ehi, smettila di guardarmi!» Ridacchia imbarazzato il ragazzino.

«Dammi un buon motivo per non farlo.» Gli sussurra Derek all'orecchio, mentre la canzone finisce.

«Perchè sei inquietante, Derek!»

«E tu sei bellissimo, ti basta come motivo per continuare?»

Stiles diventa tutto rosso, non capendo quand'è che il licantropo sia diventato così dolce, visto che una volta gli ringhiava sempre o lo sbatteva di continuo su una qualsiasi parete. 
Infatti gli sembra tutto così irreale. 
Non fa in tempo a replicare, che passano altre canzoni, come Yellow e the Scientist, fino a che mancano pochi minuti alla mezzanotte. E all'anno nuovo. Improvvisamente Chris Martin afferra il microfono, parlando alla folla:

«Festeggieremo l'anno nuovo con un'ultima canzone! Vogliamo amore, ragazzi, per l'anno nuovo! Baciate chi volete, le vostre ragazze, i vostri ragazzi...» Urla, con tutti che lo ascoltano emozionati. La canzone inizia subito dopo, ma il tono di voce viene abbassato, per creare un'atmosfera ancora più magica e romantica.

'Cause you're a sky, 'cause you're a sky full of stars
I'm gonna give you my heart

E Stiles e Derek si ritrovano uno davanti all'altro, cantando mentre si guardano negli occhi. Chiunque, a vederli, affermerebbe senza dubbio che si stiano dedicando ogni singola parola di quella canzone.

I don't carego on and tear me apart
I don't care if you doooh

Stiles si ritrova sempre più vicino a Derek, come mosso da una strana forza, e il licantropo non può che incatenarsi ai suoi occhi. Creano una strana connessione, impossibile da ignorare.

I wanna die in your arms
'Cause you get lighter the more it gets dark

«Canti davvero bene!» Si complimenta Stiles, increspando le labbra in un sorriso. Entrambi si muovono al ritmo della musica, sempre più vicini.

«Tu per niente.» Scherza Derek, facendo imbronciare il più piccolo. 
E riprendono a cantare, guardandosi negli occhi. Come se non ci fosse nessun altro, come se fossero solo loro due.

'Cause in a sky, 'cause in a sky full of stars
think I see you

Stiles lega le braccia al collo del moro, e si ritrovano in poco tempo a fissarsi le labbra con crescente desiderio. Derek non fa altro che desiderare quelle labbra, e così il suo lupo, che scalcia dentro di lui. Così il licantropo si avvicina sempre di più, arrivando a sentire il respiro del ragazzino sul suo volto.

«C-cosa stai facendo, Derek...?» Chiede Stiles, con le guancie arrossate, e con gli occhi lucidi dalla felicità.

«Quello che avrei dovuto fare molto tempo fa.» Risponde semplicemente il licantropo, circondando il corpo dell'umano con le sue braccia, stringendolo forte a sè. E in un secondo poggia le labbra su quelle di Stiles, mentre scocca la mezzanotte. Stiles apre gli occhi dalla sorpresa.

I'm gonna give you my heart

E, senza pensarci troppo, Stiles porta le mani sui capelli del licantropo, stringendosi a Derek il più possibile, come se i loro corpi non conoscessero barriere. E vuole approfondire quel bacio, vuole tutto di lui. Derek geme sulle sue labbra, e appena le lingue si scontrano entrambi sospirano.

E sorridono l'uno sulle labbra dell'altro, come per gridarsi 'finalmente! Da quanto aspettavo questo momento!'

Stiles addirittura salta addosso al licantropo, senza interrompere quel contatto, con il lupo che lo tiene su per il sedere. I capelli di Derek vengono torturati senza pietà dalle mani del ragazzino, e le loro lingue si cercano senza fermarsi, senza stancarsi mai. Stiles ancora non ci crede che questo stia accadendo davvero, e vuole godersi il momento il più possibile, perchè stare tra le braccia del licantropo è tutto ciò che gli serve.

E la sua bocca...Dio, gli fa perdere la concezione del tempo, la concezione di tutto.

Le loro bocche sono ancora unite, avide, affamate l'una dell'altra. 
Derek vorrebbe staccarsi, ma le labbra di quel ragazzino hanno un qualcosa di magico, un qualcosa che gli impedisce di ragionare correttamente.

E restano così, a pomiciare sotto le stelle, tra migliaia di persone e di luci colorate. Solo quando la canzone finisce, i due si staccano leggermente, con le bocche dischiuse. Prendono fiato, ritornando con i pensieri al bacio interrotto, con ancora il sapore dell'altro nella bocca, sulla lingua.

E Stiles scende dal licantropo, fissandolo. Improvvisamente scuote la testa, con uno sguardo tra il triste e lo spaventato, scappandosene via, sotto lo sguardo confuso del licantropo.

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Capitolo 40
*** Capitolo 40 ***


"And when the daylight comes I'll have to gobut tonight I'm gonna hold you so close."

«Stiles!» Grida il licantropo, ancora stordito dal bacio. Gli sembra di sentire il corpo di Stiles premuto contro il suo, ma l'umano è scappato tra la folla, senza dirgli assolutamente nulla. Eppure quel bacio era voluto da entrambi, allo stesso modo.

Derek ne è certo, quindi non capisce cosa diavolo successo, che il Nogitsune sia tornato? Anche se è sicuro che quello che se n'è andato è lo stesso Stiles che ha baciato. Ha sentito l'amore, attraverso quel bacio. 
E l'ha accolto. Quindi, cos'è stato a far cambiare così l'umore dell'umano?

Derek segue l'odore triste del ragazzino tra le persone, facendosi spazio con poca grazia, fino ad uscire dallo stadio. Tanto il concerto era finito. L'odore lo conduce per un lungo marciapiede, fino ad arrivare al parco che avevano oltrepassato prima. 
Deve essersi addentrato all'interno, ma non sembra esserci nessuno. 
I lampioni illuminano fiaccamente il parco, e Derek cammina per una stradina tra gli alberi, guardandosi intorno. L'odore di Stiles è sempre più forte, e così la tristezza che emana.

Derek vede d'un tratto la figura del ragazzino, poco più avanti di lui, girata di spalle, illuminata leggermente da un lampione. Derek si ferma un attimo, sospirando. Sa cosa aspettarsi. 
Lo sfogo dell'umano, che aspetta da quand'è tornato a Beacon. È arrivato il momento: quel bacio lo ha fatto arrivare al limite.

Il licantropo muove qualche passo verso di lui, ritrovandoselo a pochi metri di distanza.

«Stiles.» Il nome gli esce fuori in un sussurro, che il ragazzino sente bene. C'è fin troppo silenzio in quel parco. Derek nota che Stiles ha gli occhi completamente lucidi, e sembra che si regga in piedi con tutte le sue forze, per non crollare.

«Perchè mi hai baciato, Derek?»

Il licantropo fa un passo in avanti.

«Perché lo volevo, e tu lo volevi, Stiles. Lo volevamo entrambi.»

Il ragazzino indietreggia di un passo. 
I suoi occhi sono così tristi, e delle lacrime cominciano a scendergli lungo le guancie.

«Sai da quanto volevo quel bacio, Derek? Per anni ho desiderato questo momento! Ti ho voluto così tanto, Derek, e tu non te ne sei mai accorto! Ma mi hai visto come ti guardavo? L'avresti capito dal mio sguardo, che ti amavo più di ogni altra cosa al mondo! Credi che puoi tornare qua e baciarmi, come se niente fosse?» Comincia a gridare Stiles, allargando le braccia. 
Il suo tono è disperato.

«Stiles...»

«No, adesso mi ascolti!» Lo interrompe. «Hai idea di come sia stato, dopo che sei partito? No, che non lo sai! Non p-puoi neanche immaginare q-quanto male ci sia s-stato...» La sua voce comincia ad essere spezzata dal pianto, e Derek sente una fitta di dolore nel petto. Chiude gli occhi, in attesa di altre urla. «...Con i Dread Doctors sono succese troppe cose, ma immagino tu già lo sappia... non-non puoi capire come ci si possa sentire quando il proprio migliore amico non si fida di te...quando non hai nessuno...» Si porta una mano al volto, cercando invano di fermare le lacrime.

«Io...»

«E tu non c'eri, Derek! Io ci sono stato sempre per te, nei tuoi momenti peggiori, come quando ti hanno fatto uccidere Boyd! E tu, Derek? Dov'eri quando mi sentivo uno schifo, q-quando nessun altro c'era? Sai quante volte ho desiderato che tu fossi lì, con me?» Si ferma un attimo, distogliendo lo sguardo dal licantropo. Dischiude la bocca, e i suoi occhi sembrano gridare 'non ce la faccio più'. «Nel momento peggiore della mia vita tu non c'eri...h-ho anche p-pensato al suicidio...e tu-tu non c'eri a fermarmi, nessuno c'era! Desideravo solo morire, Derek! Scomparire!» Le sue urla non potrebbero fare più male al licantropo, che abbassa il volto.

«È da quel momento che ho desiderato azzerare tutti i sentimenti, Derek! Mi ripetevo di odiarti, ogni giorno dalla tua partenza! Ma la verità è c-che ti ho sempre amato...ho d-desirato così tanto non provare più niente per te, perchè-perchè la tua partenza mi stava logorando dentro...» Si porta una mano sugli occhi, cercando invano di trattenersi. Il suo corpo è scosso da singhiozzi, e cerca la forza per continuare a parlare. «E-E sono andato in accademia proprio per questo, Derek! Per cercare di non sentire più niente, senza chiedermi ogni giorno perchè diavolo te ne fossi andato! Perchè non avessi provato a fermarti, e perchè io non fossi abbastanza per trattenerti qua! E perchè in due cazzo di anni non ti sei mai fatto sentire!"

«Stiles...»

Gli occhi dell'umano sono rossi dal pianto, e le sue labbra ancora rosse per il bacio. Derek non si stupirebbe se il ragazzino crollasse da un momento all'altro, per la quantità di tristezza che sta emanando.

«Ho accettato che tu non provassi niente per me, Derek, ma allora non puoi tornare qua e farmi questo! Non puoi farmi cadere ogni certezza, non puoi farmi provare certe cose! E non puoi darmi il miglior bacio della mia vita come se non fosse successo un cazzo!»

Derek ha capito che è inutile cercare di interromperlo. Stiles calcia un sasso con violenza.

«Sono stato una merda per t-te, Derek, e forse un giorno lo capirai... capirai quanto ti ho amato e forse te ne pentirai Derek... ti p-pentirai di avermi lasciato andare c-così... ma a volte, a volte è solo troppo tardi...» E detto questo, Stiles scappa via, talmente veloce che deve aver sfruttato i poter del demone dentro di sé. Derek prende un profondo respiro, cercando di calmarsi. Il suo cuore sta andando a puttane, e si mette subito alla ricerca del ragazzino. Stiles si è sfogato, ma adesso è arrivato il suo momento.

•••

Ha rintracciato l'odore di Stiles fino all'appartamento, e trova la porta socchiusa. Entra dentro, con le ultime forze che gli sono rimaste. Sente qualcuno piangere, e percepisce la presenza di Stiles nella camera da letto. Solo che la porta è chiusa. 
Così si siede a terra, poggiando la schiena contro la porta, ignorando che Stiles è nella sua stessa posizione, solo dall'altra parte.

«Ora è il mio turno, Stiles. Ti prego di ascoltarmi, poi...poi potrai decidere tu cosa fare.» Sospira pesantemente, cercando di non crollare anche lui. Lui, che il ragazzino stima proprio per la sua forza, ma che al momento non la ha affatto.

«Quando ho visitato la mia mente, Stiles, la mia guida era Peter...e, beh, mi ha fatto capire molte cose. Ma iniziamo dal principio...io, non sono bravo a parlare cazzo...» Si ferma un attimo, mettendosi più comodo, e riordinando i pensieri. «...All'inizio eri piccolo Stiles, e non sopportavo il tuo fare logorroico e iperattivo...poi, beh, poi sei cresciuto, e più crescevi più sentivo qualcosa che mi attirava a te, mi attraevi un casino, Stiles... e mi sono abituato a te, sei entrato in poco tempo nella mia vita, e ho compreso anche quanto fossi intelligente, quanto il tuo essere logorroico non mi desse più alcun fastidio, anzi...» Stiles alza il capo al soffitto, chiudendo gli occhi. «...Il mio problema è stata sempre la paura, Stiles. E questo l'ho capito grazie a Peter. Ti sbattevo contro ogni muro perché desideravo costantemente starti il più vicino possibile, perchè ho anche cominciato a sognare di baciarti, Stiles, e quei sogni sembravano così vividi che appena mi svegliavo volevo soltanto sentire il sapore delle tue labbra sulle mie...»

A Stiles escono delle lacrime silenziose. Derek increspa le labbra in un triste sorriso.

«...Ma negavo la mia attrazione nei tuoi confronti, Stiles, come negavo il fatto che stesse diventando giorno qualcosa di più forte...Tante cose mi facevano paura, Stiles. I miei sentimenti nei tuoi confronti, prima di tutto. Il fatto che andavi dietro alla rossa, e ti sei messo con mia cugina...sentivo i tuoi battiti accelerati quando ti trovi nelle mie vicinanze, e ogni tanto un tuo gesto o un tuo sguardo mi faceva sentire come amato... ma come potevo essere amato, io? Se tra l'altro stavi con mia cugina? Pensavo fosse una stupida cotta la tua, Stiles, e non volevo rischiare... non volevo rischiare che ti passasse poco dopo e mi lasciassi da solo, come uno stupido giocattolo...» Derek si passa una mano sul volto, prendendo un bel respiro. «...E poi eri minorenne, Stiles. E tuo padre lo Sceriffo, sarebbe stato il doppio illegale...ma c'è una cosa, Stiles, una cosa che mi spaventava più di tutte... la tua somiglianza con Paige. Siete così simili che... è come se la nostra fine dovesse essere per forza come quella mia e di Paige. Ho avuto una paura tremenda, Stiles, che potessi fare la stessa sua fine...tu non capisci... a volte mi mancava il fiato a vedere quanto foste simili... intelligenti, entrambi non mi sopportavate all'inizio, parlate un po' troppo...»

Stiles si porta il braccio sul volto, asciugandosi le lacrime.

«...Così ho pensato che non avresti mai lasciato Malia per uno come me, e ho deciso di far finta che non potessi mai amare un ragazzino come te. Cercavo di autoconvincermene...e ho frequentato altre persone, per togliermi dalla testa l'immagine tua e di mia cugina che vi baciavate...fino a che non sono partito con Braeden. 
Volevo una pausa dal soprannaturale, dai miei sentimenti- apparentemente non ricambiati- nei tuoi confronti, e credevo fosse lei la mia soulmate...»

Stiles si passa una mano tra i capelli.

«E se non mi sono mai fatto sentire c'è un motivo, Stiles... sono stato di merda questi due anni... stavo male, fisicamente, e spesso perdevo il controllo... ho rischiato di morire, cazzo, avevo delle ferite dalle quali non riuscivo a guarire e non capivo come mai fossero spuntate dal nulla...sono quasi sempre stato chiuso in casa, a letto...e poi ho capito che stavo male a causa della mia soulmate, che doveva trovarsi qui a Beacon Hills... per questo infatti sono tornato...»

Derek chiude gli occhi. Ricorda con una smorfia tutto il dolore che provava in quel periodo.

«...E quando ho visto come sei cambiato, Stiles, sono stato peggio... vederti mi ha fatto realizzare quanto mi fossi mancato, ma ogni volta che poi mi guardavi o aprivi bocca...realizzavo che quello non fosse lo Stiles che conoscevo, del quale mi-mi sono innamorato... e n-non puoi c-capire come mi sono sentito...ho realizzato davvero quanto la tua assenza mi stesse logorando, quanto cazzo volessi il vero Stiles, e tu eri come un lontano ricordo di lui, con solo le sue stesse sembianze...credevo-credevo di impazzire al non riaverti più come eri una volta...»

Derek sospira.

«E queste cose le ho capite solo dopo che sono stato dentro la mia mente, cose che non facevo altro che negare... scappavo da te, Stiles, scappavo dai miei sentimenti...ma adesso mi sono stancato di scappare, Stiles. Adesso non ho più paura... Stiles, sei l'unica cosa positiva in questa vita di merda...io-io so di essermene accorto troppo tardi...ma s-senza di te non ce l-la faccio...non c-ce la f-faccio... s-scusami, per tutto...» E adesso anche Derek sta piangendo.

E Stiles realizza solo ora cos'ha passato il licantropo. Che, in effetti, lui è stato stupido a mettersi con Malia solo per dimenticarsi di Derek, visto che ha solo creato fraintendimenti. E, anche se Derek non ha capito quanto Stiles lo amasse davvero, neanche lui ha capito quanto l'altro avesse bisogno di lui.

E improvvisamente capisce.

Forse Derek in quel periodo non c'era per lui, ma anche il licantropo stava passando un periodo di merda, a causa di quel dolore fisico. «Se tu mi avessi chiesto di restare, Stiles...io-io sarei restato.» Conclude il discorso Derek, asciugandosi gli occhi.

E Stiles comprende che non è tanto colpa di Derek, ma di loro due insieme. Che non si sono mai trovati, che non si sono mai corsi contro, ma sono sempre scappati l'uno dall'altro. Che non si sono mai urlati addosso i propri sentimenti, fino ad oggi, cercando invano di riempire i propri vuoti con altre persone. E Derek sì, se n'è andato, ma Stiles non l'ha mai fermato.

Forse si sono semplicemente incontrati in un tempo sbagliato.

«Quanto siamo stati stupidi?» Sussurra Stiles, con un piccolo sorriso fra le lacrime.

«Dei veri idioti.» Concorda Derek.

Improvvisamente la porta viene aperta, e Derek quasi cade all'indietro. Si alza di scatto, con i capelli tutti spettinati e gli occhi lucidi. Stiles ha gli occhi gonfi.

«Io...io non so se riuscirò a lasciarmi andare davvero...non so se il Nogitsune me lo permetterà...»!Mormora, abbassando lo sguardo. Derek porta una mano sotto il suo volto, alzandoglielo.

«Tu mi hai insegnato ad amare, Stiles, ora lascia che t'insegni io...» Le parole gli escono in un sussurro, e Stiles l'osserva attentamente. Forse...forse può davvero lasciarsi andare. «Non so se tu sei la mia soulmate, Stiles, e non m'interessa. Io non sono disposto a perderti un'altra volta.»

Stiles porta le sue mani sul volto di Derek, solleticandosi con la sua barba, per poi spingere il capo del licantropo verso il suo. Le loro labbra si scontrano, e Derek entra dentro la stanza, chiudendo la porta alle loro spalle. Stiles allaccia le gambe intorno alla vita di Derek, approfondendo il bacio, e in poco tempo si ritrovano sul letto.

Derek ringhia dal piacere sulle labbra del ragazzino, e si ritrovano a sorridere di nuovo, mentre le loro lingue non si lasciano un secondo in pace. Stiles, interrompendo un attimo il bacio, togliendo la maglia del licantropo, e lanciandola da qualche parte. Ed è vero che ha visto ormai troppe volte Derek senza maglia, ma ogni volta puntualmente si eccita, non potendo non paragonare il licantropo ad un Dio greco. Derek, d'altro canto, toglie quella di Stiles, ammirando per qualche secondo il corpo del ragazzino. 
Quegli addominali più che accennati, quelle spalle larghe e quei nei. 
Dio, se ama quei nei, gli sembrano tanto delle costellazioni.

«Adoro i tuoi nei.» Ringhia eccitato, spostando la bocca sul corpo del ragazzino, con l'intento di lasciare dei segni. Stiles è ufficialmente suo, e tutti devono saperlo.

«Wow, s-sei il p-primo.» Balbetta Stiles, visto che il licantropo gli sta mordendo e leccando dei punti indefiniti, provocandogli piacere. Dischiude la bocca, stendendosi sul letto, per poter stare più comodo. Derek, soddisfatto di ben quattro lividi violacei sulla pelle pallida del ragazzino, sfiora con le dita i nei, come affascinato. La luce della luna filtra dalla finestra, ed è l'unica fonte di luce, sufficiente per permettere ai due di ammirarsi a vicenda.

«Ho sempre odiato i miei nei, ma tu me li stai facendo amare.» Ammette Stiles, con le guancie arrossate, e le labbra gonfie. Derek lo riprende a baciare, torturandogli un altro pò le labbra, con dei delicati morsi. Anche Stiles si preoccupa di lasciare uno o due succhiotti sul corpo del licantropo, anche se con i denti normali ci impega il doppio a farli. Entrambi si accorgono di avere delle erezioni più che evidenti, e Derek in pochi secondi libera il ragazzino dai suoi pantaloni e boxer, per poi togliersi anche i suoi.

Stiles osserva l'erezione del lupo, per poi afferrare il suo membro senza dire nulla. Il lupo ringhia dal piacere, e l'umano si abbassa, per prenderlo in bocca. Derek afferra i capelli di Stiles, alzando il capo verso il soffitto. 
Il ragazzino cerca di inglobare il più possibile, lavorando con la lingua. 
Il licantropo sta per venire solo a guardare la faccia innocente dell'umano, mentre ha tutto il suo membro in bocca.

«S-Stiles, sto p-per...» Mormora, attraversato da fitte di piacere, ma Stiles non si sposta, ingoiando tutto. Derek lo tira verso di sè, riprendendo a baciarlo, sentendo il proprio sapore nella sua bocca. Con una mano stringe il ragazzino a sé, con l'altra tocca il suo membro, facendo su e giù con la mano. Stiles mugola nella bocca del lupo, pensando che Derek, oltre al miglior bacio, gli sta facendo anche la migliore sega. Ma, forse, riflette che a volte ciò dipende anche dai sentimenti che provano l'uno per l'altro, perchè con gli altri per Stiles è stato solo sesso, e anche per Derek.

Invece adesso è diverso. 
Le loro bocche si cercano di continuo, e i loro gesti cercano di trasmettere amore. Stiles viene, sporcando il petto del licantropo.

«Ops.» Ridacchia Stiles, osservando il liquido bianco sull'uomo davanti a lui. Derek ringhia leggermente, per poi osservare attentamente Stiles, come per avere un consenso per quello che stanno per fare.

«Lo voglio, Derek. Ti voglio.» Parla Stiles, avendo notato lo sguardo indagatorio del lupo. «Però a modo mio.» Ghigna, facendo stendere il lupo con una spinta. Derek poggia la testa sul cuscino, guardando il ragazzino stare sopra di lui. Stiles si alza sopra il suo membro, e si cala lentamente, fino a quando il membro di Derek non è tutto dentro di lui.

«Dio...» Mormora Derek, bramando il ragazzino davanti a lui, illuminato dalla luna. Il corpo di Stiles non è mai stato così dritto, e il capo dell'umano è rivolto verso il soffitto, dischiuso in un'espressione di puro piacere. 
E Derek rimira quel corpo, che non potrebbe essere più perfetto per lui, e Stiles gli sembra davvero un angelo. Ma deve essere così, deve esserlo. Non c'è altra spiegazione.

«Te l'hanno mai detto che sei un angelo, Stiles?» Se n'esce, rendendosi stupido e rimbellicito, con il ragazzino che gli rivolge un'occhiataccia. 
Se Derek non fosse un licantropo, penserebbe che è ubriaco.

«Ti faccio quest'effetto?» Ridacchia, mentre il lupo gli posa le mani sul sedere sodo, per aiutarlo a muoversi.

«Oh, tu non puoi neanche immaginare cosa mi fai.»Sussurra il licantropo, coj voce roca, con il ragazzino che incomincia a muoversi su e giu, prima lentamente, per poi aumentare il ritmo. Una mano di Derek poi si va a posare sul suo membro, mentre l'altra resta sul suo fondoschiena. Anche se capisce che così l'umano rischia di venire troppo presto, così le riporta entrambe sulle natiche del più piccolo.

Stiles ha la bocca dischiusa, e gli occhi che luccicano, mentre prova sempre più piacere, e si gode della vista del licantropo nudo sotto di lui. 
La stanza presto si riempe di gemiti, nomi sussurati, con Stiles che va ad una velocità strabiliante, provocando il rumore della pelle che si scontra.

E poi Stiles comincia a rallentare, stremato, con delle scosse di piacere lungo il corpo, prossimo a venire. 
Allora Derek gli dà una mano, guidandolo lui nei movimenti, afferrandolo per i fianchi e spingendosi dentro di lui.

Poco dopo Derek viene dentro il ragazzino, e anche Stiles, gridando il suo nome. L'umano, senza neanche togliere il membro di Derek dal suo corpo, si stende accanto a Derek, con una faccia più che rilassata. Comincia a mormorare cose senza senso, con Derek che lo guarda divertito, e gli lascia un bacio sulla fronte, prima che Stiles si addormenti. Ed è abbastanza sicuro che tra le parole senza senso di Stiles ci fosse un 'ti amo'.

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Capitolo 41
*** Capitolo 41 ***


"StilesOhI wouldn't touch him if I were youHe belongs to Derek."

Stiles si sveglia tra le braccia del licantropo, il quale sta ancora beatamente dormendo. I pensieri di quella notte lo fanno arrossire, e decide di alzarsi per preparare la colazione ad entrambi. Cosa sono adesso lui e Derek? Non lo sa, e sicuramente avranno modo di parlarne non appena si sveglierà. 
C'è solo un piccolo problema: Stiles non riesce a spostarsi.

Sente che il membro di Derek è ancora dentro di lui, ma stranamente non gli procura fastidio, anzi. Lo sta riempendo in un modo che gli trasmette tranquillità e pace, e Stiles sente come necessaria quella presenza dentro di lui, come se riempisse un vuoto. Il problema è che lui più si muove più il membro del licantropo non accenna a voler uscire dal suo bel culetto, così comincia ad andare seriamente nel panico. 
Non capisce il motivo, non sa molto riguardo a queste cose, e forse doveva informarsi prima...probabilmente è un qualcosa che accade dopo ogni rapporto sessuale con un licantropo.

Si gira verso Derek, sfiorandogli la barba con la punta del naso.

«Ehi, lupone, svegliati.» Gli sussurra, mentre l'ex Alpha ringhia leggermente, schiudendo piano piano gli occhi, ancora assonnato. Gli occhi verdi del licantropo incontrano quelli nocciola del ragazzino, e Derek va subito ad unire le sue labbra con quelle di Stiles. 
Il ragazzino prima di approfondire il bacio vuole approfondire la questione di 'il tuo cazzo vuole restare dentro di me', per assicurarsi non sia nulla di serio.

«Ehi, Der» Ridacchia, visto che il licantropo è sceso con la bocca sul suo collo. «C'è un piccolissimissimo problemino che dovremmo prima affrontare.» Derek si ferma, guardandolo con uno sguardo corrucciato.

«Che problemino, Stiles?»

«Beh, nessuno mi aveva mai detto che fare sesso con un licantropo comportasse non riuscire a togliere il tuo bellissimo pene dal mio altrettanto stupendo sedere...» Inizia a spiegare, ma Derek è già con la testa altrove.

Dischiude la bocca, spalacando gli occhi. Non riesce a credere sia tutto vero, ma sembra essere proprio così. 
Il suo membro ha avuto un rigonfiamento all'interno del ragazzino, in modo da non poterne uscire.

Il famoso knotting.

Quindi Stiles è davvero la sua soulmate? Dio, non potrebbe chiedere di meglio, gli sembra come di sognare. Ha cercato così tanto la sua soulmate, quando invece era proprio sotto ai suoi occhi, da anni. E ora capisce anche perché il lupo in lui cercava sempre di reclamare suo quel ragazzino. 
L'aveva scelto come suo compagno. «...Derek? Perchè quella faccia? Che succede??»

Il licantropo sposta una mano sul volto di Stiles, accarezzandogli la guancia con il pollice.

«Io...devo dirti una cosa, Stiles, ma non devi entrare nel panico, okay?» Lo tranquillizza Derek, ottendendo però l'effetto contrario, visto che Stiles adesso sembra vagamente terrorizzato.

«Derek, così mi spaventi...»

«C'è un motivo per il quale non riesci ad uscire da me, e si chiama knotting. È quando il umh pene di un licantropo ha un rigonfiamento all'interno dell'altra persona dopo un rapporto sessuale...»

«Figo!»

Derek guarda Stiles negli occhi.

«Non avviene con chiunque, Stiles...»

«Che vuol dire?»

Derek prende un profondo respiro.

«Il knotting è come un legame, avviene solo la prima volta con...» Derek sembra proprio che non riesce a finire la frase, spaventato da un'eventuale reazione del più piccolo. Teme che il ragazzino potrebbe non volere tutto ciò, all'idea di dover essere legato a lui per sempre. Stiles corruccia lo sguardo.

«Con...?»

«...Con la propria soulmate.» Sgancia la bomba, chiudendo gli occhi. Li riapre qualche secondo dopo, per il troppo silenzio, e osserva Stiles che ha gli occhi completamente lucidi. 
Sembra stia per piangere.

«Ehi, Stiles, tutto bene? Io...» Si preoccupa Derek.

«Ho appena scoperto che sono legato per tutto il resto della mia vita alla persona che ho sempre amato, come potrebbe non andare tutto bene?» Sorride, mentre gli scende una lacrima lungo la guancia. Derek sorride a sua volta, per poi fiondarsi sulle sue labbra. Il suo Stiles è tornato, ne è certo, e sono destinati a restare insieme per sempre. Il ragazzino approfondisce il bacio, ritrovandosi il corpo di Derek tutto sopra al suo.  «Ma quanto dura il knotting?» Chiede l'umano sulle labbra del licantropo. Derek si stacca leggermente.

«Tra licantropi è questione di minuti, tra licantropo e umano non lo so, dobbiamo chiamare Deaton.»

«Ci penso io!» Esclama Stiles, euforico, toccando il bracciale e pensando intensamente al druido.

«Ma quanto sei bellino, Fuffy, vieni qua!» Si sente una voce dell'altra parte.

«Ehi, Doc!» Stiles trattiene a stento una risata. Ha sempre visto Deaton come una persona impassibile, invece a quanto pare non è così.

«Stiles??» Deaton è più che sorpreso, e anche molto imbarazzato. Non si aspettava il ragazzino l'avrebbe contattato tramite il bracciale.

«In persona, abbiamo bisogno del tuo aiuto, sempre se non sei impegnato con Fuffy...» Si diverte l'umano, con Derek che tira una leggera gomitata.

«Umh, certamente, sono a vostra completa disposizione.»

«È avvenuto il umh knotting, e io e Derek ci stavamo chiedendo quanto tempo dovessimo aspettare...» Ora l'imbarazzato è Stiles.

«Ne sono contento, ragazzi...»

«Tu l'hai sempre saputo, vero?» Lo interrompe Derek.

«Certo, non sono stupido, Derek.» E suona come un rimprovero, visto che nè il licantropo nè l'umano hanno mai capito quanto si stessero venendo dietro a vicenda, e quanto la loro connesione fosse così forte. «Comunque, ventiquattro ore.»

«COOOOOOSA?» Urla Stiles, finendo quasi per assordare il lupo.

«Stiles.» Ringhia Derek, tappandosi le orecchie. Ha anche l'udito sensibile, lui!

«Mi dispiace, ragazzi, ma è così. Godetevi queste ore.» Conclude il druido, e Stiles interrompe il contatto.

«Beh, che facciamo?» Domanda Stiles, puntando con lo sguardo alle labbra del licantropo. Derek fa un sorrisetto.

«Recuperiamo il tempo perso.»

•••

Le primissime ore sono trascorse molto bene e alla svelta. I due non sono riusciti a stare un secondo con le labbra lontane, e hanno pomiciato in modo vergognoso, come due adolescenti con ormoni a mille. Avevano questo repellente bisogno di scoprirsi, di conoscere ogni centimetro della pelle dell'altro. Poi al ragazzino sono venute continue erezioni, di cui il licantropo ha sempre dovuto occuparsi.

Derek ha avuto diverse relazioni, soprattutto da una botta e via, ma non è mai stato ossessionato da delle labbra così tanto come lo è per quelle del ragazzino. Ma in fondo è la sua soulmate, deve essere tutto così diverso, nuovo e meraviglioso con Stiles.

I primi problemi del knotting sono arrivati in mattinata tardi.

«Devo pisciare, come diavolo faccio?»

«Stiles, zitto un attimo, ci sto pensando.»

«Mi scappa tipo tanto, tantissimo.» Si lamenta l'umano, come un bambino, mentre allaccia le gambe intorno al corpo del moro. Derek lo tiene su per il sedere, dirigendosi verso il bagno.

«Girati dandomi di spalle, ti tengo io.» Gli suggerisce, e tra un ringhio e l'altro Stiles riesce ad urinare.

•••

«Derek, ho fame!»

«Anch'io, Stiles, ma non possiamo uscire così, non dici?»

«Lo so, ma...non possiamo chiedere il servizio in camera?»

«E credi che il cibo si materializzi nella stanza? Verrà qualcuno a portarcelo, vuoi che ci veda nudi con il mio cazzo nel tuo culo?»

«Quanto sei grezzo, Derek! Dai, che, ora che ci penso, ho portato degli snack nella valigetta! Tipo Oreo, Pan di Stelle, Kinder Cereali...è ora di pranzare!!»

«Io quelle schifezze non le mangio.»

«Non fare il brontolone, non vorrai morire di fame?»

«Ti odio.»

•••

«Ce la fai a mangiare senza sporcarmi, Stiles?»

«Ehi, non è facile, visto che dobbiamo stare praticamente appiccicati.»

«Provaci!»

«...»

«...Stiles?»

«Sì?»

«Mi hai appena leccato le briciole dei biscotti dal petto?»

«Ehi, tu mi stai tenendo le mani sul mio bel culetto da non so quanto tempo, ma non ti sto dicendo nulla!»

«Cretino, altrimenti caschi!»

•••

«Derek...»

«Mh?»

«Ti puoi mettere una maglia, per favore?»

«Perchè, Stiles? Non mi sembra la vista ti dispiaccia.»

«È quello il problema...»

«Oh»

•••

«Derek?»

«Sì?»

«Quando finirò il college ce ne andremo via?»

«Ovunque tu vuoi, Stiles.»

«Voglio una bella casa, Derek, con anche due cani! E una piscina.»

«Vedremo, Stiles, ancora c'è tempo.»

«Già, abbiamo tutta una vita davanti, e ancora non riesco a crederci.»

«Neanch'io, Stiles, neanch'io.»

•••

Hanno ricevuto anche diverse chiamate dai loro amici, visto che hanno dovuto prolungare il soggiorno a New York. Lo Sceriffo non ha voluto sapere alcun tipo di dettaglio, mentre Scott non ha fatto altro che ridere come un matto della situazione. I due ripartiranno la mattina seguente, visto che erano ventiquattr'ore da quando avevano fatto l'amore, quindi durante quella notte il knotting dovrebbe finire. 

È sera tardi, e se la sono cavata piuttosto bene alla fine, stando per la maggior parte stesi a letto. È buio, e poca luce filtra attraverso la finestra, dei lampioni all'esterno.

«Non riesci a dormire?» Domanda Derek, sentendo che Stiles è come in agitazione. Il ragazzino gli dà di spalle, e il licantropo gli sfiora il collo con le labbra, circondando il suo corpo con un braccio.

«Stavo solo pensando.» Risponde l'umano, accennando un sorriso sotto le attenzioni del licantropo. Ci si deve ancora abituare.

«A cosa?»

«Al Nogitsune.»

Derek trasalisce.

«Se n'è andato, Stiles.»

«E se ci fosse una remota possibilità che sia ancora dentro di me? Mi devi promettere una cosa, Derek.»

«Cosa, Stiles?» A Derek non piace affatto quel discorso.

«Se davvero non se n'è andato, e prenderà completamente il possesso del mio corpo... mi dovrai uccidere.»

Derek s'irrigidisce tutto.

«Non puoi chiedermi una cosa simile, Stiles.» Afferma.

«Ti prego, Derek, promettimelo.»

«Sei la mia soulmate, Stiles, e non voglio perdere anche te, lo capisci? Non anche te... sei tutto ciò che mi rimane. Quindi no, non posso promettertelo.» Stiles capisce quello che significa per il lupo la prospettiva di perdere anche lui, visto che, dopo Paige e la sua famiglia, sono quasi tutti andati via da lui.

Allora si gira verso il licantropo, per stampargli un bacio sulle labbra, e stringersi ancora di più a lui. Derek pensa che tra le soulmates c'è vero amore, e se è quello che serviva per scacciare il Nogitsune, non ci sarà più nessun problema.

D'ora in poi saranno solo loro due.

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Capitolo 42
*** Capitolo 42 ***


"Are you ready for a perfect stormCause once you're minethere's no going back."

Stiles e Derek sono partiti la mattina dopo, quando finalmente Stiles è riuscito ad uscire dal licantropo. 
Il ragazzino ha affermato di dover stare almeno qualche ora per conto suo, per assaporare di nuovo la libertà personale, così il lupo l'ha lasciato a casa sua, anche per fargli rivedere il padre. Tanto la sera il Branco avrebbe festeggiato l'anno nuovo nel loft, anche se in ritardo. L'umano entra in casa sua, trovando il padre sul divano a leggere il giornale.

«Papà?» Attira la sua attenzione, e Noah si alza per andare a salutare il figlio.

«Stiles, com'è andato il concerto?» Ed evidenza bene, alzando il tono, le parole 'il concerto', perchè di suo figlio e del licantropo che ci danno dentro non ne vuole sapere nulla. Noah nel frattempo era stato messo al corrente del ritorno del Nogitsune, e di come anche ormai sembrasse Stiles fosse tornato quello di una volta. E, infatti, a guardarlo riconosce proprio suo figlio.

«Benissimo, lo stadio era enorme! Poi io e Der sapevamo le canzoni a memoria, sono riuscito anche a farlo cantare, ti rendi conto?»

Lo Sceriffo aggrotta lo sguardo.

«Quindi...stai frequentando Derek Hale?» Osa chiedere.

«Umh, sì.»

Il padre alza lo sguardo al cielo.

«Dio mio.»

«Promettimi che non farai nulla a riguardo, papà!» Esclama Stiles, divertito dalla reazione del padre. 
Lui allarga le braccia.

«Ci proverò.»

«Non è molto rassicurante.» Gli fa notare il ragazzino.

«Sono contento che finalmente vi siate trovati, figliolo, solo che...dopo tutto quello che è successo fra voi due, e dopo quanto ci sei stato male... insomma, sei sicuro che ti ami?»

Stiles abbassa lo sguardo.

«Sono la sua soulmate, papà. 
È quando la parte animale di un licantropo sceglie un compagno, e rimane quello fino alla morte...si tratta di vero amore.» Spiega brevemente il ragazzino, gesticolando, con gli occhi che gli luccicano. Noah dischiude la bocca, sorpreso, per poi abbracciare il figlio.

«Allora non potrei esserne più contento, figliolo.»

•••

«Avete ordinato le pizze?» Parla Isaac, appena entra nel loft. Derek è seduto sul divano, e ci sono già Peter, Liam e Mason. Scott entra subito dopo il riccio, salutando tutti.

«Sì, arriveranno tra un'oretta.» Afferma Derek. Peter è seduto sulle scale, con fare annoiato. In realtà si è autoinvitato, pretendo dal nipote dettagli piccanti della sua relazione con l'umano.

«Dov'è Stiles?» Domanda poi l'Alpha, accorgendosi dell'assenza dell'umano, aspettandosi di trovarlo troppo occupato a scambiarsi effusioni con l'ex Alpha.

«Dopo aver passato ventiquattr'ore con Derek dentro di lui, ha deciso di prendersi una pausa dalle sue palle.» Sintetizza il concetto Peter, facendo un sorrisetto innocente.

«Peter!» Ringhia Derek. «È con suo padre, dovrebbe arrivare a breve.»

«Come fa mia madre a stare con uno come te?» Si chiede Scott, tra il serio e l'ironico, ma l'altro Alpha non sembra essersela affatto presa. Ghigna.

«Questo lo dici perchè tu non hai mai fatto sesso con me.»

Scott quasi si strozza con la propria saliva, ad immaginare sua madre e Peter a fare...cose. Per fortuna Isaac cerca di tranquillizarlo, mentre Derek rivolge un'occhiataccia allo zio. Una mezz'oretta dopo arrivano anche Lydia e Malia.

«Derek, posso parlarti un attimo?» Chiede la rossa, e il licantropo annuisce. Derek la guida al piano superiore, nello studio. Sa bene che i licantropi ascolteranno comunque, ma spera che si facciano un po' i cavoli loro. A parte Peter, che di sicuro lui non se li farà. La Banshee osserva un attimo i tantissimi libri sugli scaffali, per poi girarsi verso l'ex Alpha. 
Derek incrocia le braccia al petto.

«Volevo scusarmi, per tutto quello che ti ho detto... non so cosa mi è preso, non le pensavo davvero. Ma è vero...ero attratta da Stiles, e volevo fosse mio in ogni modo. Mi dispiace, ho capito quanto sia stata egoista e una vera...»

«...Stronza.» Finisce Derek per lei.

«Già...spero che tu e Stiles siate felici insieme.» Conclude, abbassando lo sguardo, facendo per tornare di sotto.

«Accetto le tue scuse.» Afferma il licantropo, e la rossa accenna un sorriso. Non c'è bisogno di dire altro.

Tornano giu praticamente subito, anche perchè Derek-come al suo solito- non è stato di molte parole. D'un tratto suonano al campanello del loft, e tutti i licantropi percepiscono l'odore dell'umano. Anche perchè manca solo lui. L'ex Alpha va ad aprire la porta, e Stiles lo guarda con un sorriso timido. Subito dopo il ragazzino allaccia le braccia intorno al collo del ragazzo, e Derek lo prende per i fianchi, stringendolo a sè. L'umano strofina teneramente il naso sulla barba del ragazzo, il quale increspa le labbra in un sorriso.

«AW, come siete adorabili!» Esclama Malia, contenta che il cugino abbia trovato la propria soulmate, nonostante questa sia il suo ex ragazzo. Stiles a quelle parole si stacca da Derek, non avendo minimamente fatto caso che ci fossero già tutti. La prima cosa che aveva visto era Derek, e si era focalizzato solo su di lui.

«Sì, ma quando arrivano le pizze?» S'intromette Isaac, ricevendo una gomitata dall'Alpha.

«Isaac, ti sembra il momento?» Gli sussurra Scott, che vuole solo godersi la vista del suo migliore amico felice. Intanto Stiles è diventato tutto rosso.

«Ma...io ho fame.» Gli mormora Isaac, facendo gli occhi da cucciolo. Scott si spiaccica una mano in faccia, ma per fortuna pochi minuti dopo suonano al campanello. Così si mettono tutti a tavola, con Derek e Stiles uno davanti all'altro. Derek è tra suo zio e Scott, mentre l'umano tra Malia e Liam. 
La cena passa tra risate, chiacchierate e battute sconce e imbarazzanti di Peter:

«Com'è andata la stretta convivenza con Derek, Stiles?»

«Stiles, prima ho notato che camminavi davvero male! Sembra ti abbiano messo un palo su per il culo!»

«Nipote, hai una macchia bianca sulla maglia... che sporcaccioni!»

Ovviamente tutti a ridere, tranne Scott che pensava a sua madre, e Derek che ringhiava. Inoltre tirava gomitate allo zio, rischiando quasi di far ribaltare il tavolo, ma Peter non sembrava neanche accorgersene. Alla fine finiscono tutti di mangiare le pizze, e qualcuno propone di fare un brindisi per l'anno nuovo. Malia propone invece che il proprietario di casa faccia prima un discorso, accolta da fischi d'incintamento verso Derek.

Stiles lo guarda ridacchiando, visto che l'ex Alpha non sembra molto d'accordo a dover parlare, ma comunque sia si alza in piedi. Tiene il bicchiere in mano.

«Umh, volevo prima di tutto ringraziarvi per essere qui...» Derek incrocia lo sguardo di Stiles «...Come tutti voi sapete sono tornato a Beacon qui per cercare la mia soulmate, e finalmente posso dire di averla trovata, nella persona che speravo....non mi sento così felice da troppi anni, quindi...grazie, Stiles. Grazie per tutto.»

Stiles sorride al lupo, e ha l'impulso di saltargli addosso, se non fosse che ci sono altre persone nella stanza. Derek torna seduto, con diversi applausi, e tutti fanno il brindisi. Poi la gente comincia ad accomodarsi sui divani, a parlare animatamente.

Derek è sdraiato su un divano ad isola, con la schiena appoggiata allo schienale, e con il capo di Stiles sul suo petto. Il ragazzino prende una mano di Derek nella sua, intrecciando le loro dita. Accanto a loro ci sono Isaac e Scott.

«Sono contento che sei tornato, Stiles, sapevo che Derek ti avrebbe salvato.» Ammette Scott, notando i succhiotti più che evidenti sia sul collo del ragazzino che su quello del licantropo.

«Già, me l'aveva promesso.» Replica il ragazzino, stringendo ancora più forte la mano di Derek. Scott sorride, troppo felice per Stiles. Finalmente sembra andare tutto per il meglio.

•••

È passato qualche giorno, e i ragazzi sono tornati al college. Derek è andato pure a vedere una sua partita, dove Stiles ha aiutato la squadra a vincere.

Solo che il licantropo non poteva fare a meno di sentire commenti più che positivi sull'umano venire dal pubblico, ringhiando tra sè e sè, con Malia che cercava di calmarlo. Appena hanno vinto, Stiles ha chiamato Derek a gran voce, e il lupo è subito corso da lui, senza farselo ripetere due volte. 
Così il ragazzino gli é saltato addosso in mezzo al campo, sotto gli occhi di tutti, baciandolo con un enorme sorriso. E Derek ha ghignato sulle sue labbra, dimostrando a tutte le studentesse e studenti che Stiles fosse solo suo.

Adesso sono entrambi in macchina, Derek l'è andato a prendere dagli allenamenti per portarlo al loft. È sera tardi, quando il licantropo parcheggia un attimo vicino al cimitero di Beacon Hills.

«Aspettami un attimo qua, Stiles, faccio subito.» Gli fa, scendendo senza dire altro dalla macchina. Il ragazzino, ovviamente, preso dalla curiosità decide di seguirlo, ma di aspettare prima un po' per non farsi sgamare subito. Derek è solito andare a trovare i suoi genitori in quel giorno della settimana, così s'incammina silenziosamente tra le tombe, illuminate fiaccamente da dei lampioni.

Trova le loro tombe pochi secondi dopo, e si abbassa in ginocchio. Abbassa lo sguardo.

«Mamma, papà, Laura...eccomi, di nuovo.» Esordisce, sentendosi un po' ridicolo, ma ormai ci è abituato. «Volevo mettervi al corrente di una cosa, se foste qua con me sareste più che contenti...ho trovato la mia soulmate, ebbene sì...ricordi, mamma, quando mi dicevi che sarebbe stata una persona molto speciale? Ecco... lo è, non immagini quanto...vi sarebbe piaciuto tanto, davvero, è umano... sì, lo so che voi mi avreste sempre immaginato accanto ad una Beta o Alpha, ma lui... è meglio di qualsiasi altro lupo o creatura sovrannaturale... è logorroico, iperattivo e molto intelligente...assomiglia molto a Paige... ho rischiato di perderlo più volte, sapete, ma non farò mai più lo stesso errore. Vi voglio bene.» Conclude, e si alza in piedi, quando viene circondato da delle braccia. All'inizio spalanca gli occhi, temendo di essere aggredito, quando sente l'odore. Era così intento a parlare che non aveva percepito la presenza del ragazzino.

«Quanto hai sentito?» Domanda Derek, girandosi per abbracciarlo meglio. Stiles sorride.

«Tutto.» E si sporge per baciarlo.

•••

Stiles osserva Derek accanto a lui. 
Il licantropo sta dormendo, e sono entrambi nudi sotto le coperte. 
Il ragazzino passa una mano tra i capelli mori del lupo, per poi addormentarsi subito dopo.

Si trova in una delle sue fantasie con Derekquella in cui sono entrambi in cucinacon Derek che sta ai fornelli mezzo nudoe Stileslo va ad abbracciare sorridente da dietro
Stiles accenna un sorrisoricordandosi che ormai non sono più fantasie.

Improvvisamente compaiono delle fiamme in cucinache cominciano ad avvolgere Derek e Stiles2, i quale sono piano piano bruciati vivi.

Stiles dischiude la boccaallontanandosi con lo sguardo spalancatoe tappandosi le orecchie per non sentire le grida strazianti dei dueCosa diavolo sta succedendo?

"Tempo scadutoStiles." Tuona una vocee il ragazzino si gira terrorizzato dietro di luiIl Nogitsuneno...no... non è possibileDeve essersene andatoperchè lui e Derek sono soulmatese si amano!

"Cosa...cosa ci fai t-tu?" Balbetta StilesindietreggiandoLa stanza sta andando sempre di più in fiamme.

"Pensavi me ne fossi andatoOhnoStilesD'ora in poi ci sarò solo io!" Gridae Stiles scappa viaApre un'altra portaentrando in un'altra scena con DerekPeccato che cominci a prendere fuoco anche quellae più Stiles più apre porte tutte vanno a fuoco.

Tutti i Derek e gli Stiles vengono bruciati viviin un modo più che straziante.

"Lascia me e Derek in paceti prego..." Singhiozzadavanti all'ennesima portastremato. "Non... non hai mai amato q-qualcuno?"

Il Nogitsune l'osserva attentamenteNon risponde alla domanda.

Stiles apre la portaritrovandosi sommerso d'acquaCerca di riemergerema tutto quello che riesce a fare è andare sempre più a fondoSempre di piùVorrebbe aprire la bocca per parlarema non ci riescecome se fosse tappataCosì guarda il Nogitsuneil quale lo guarda sospeso in aria sopra l'acquacon fare trionfanteE piano piano il Nogitsune diventa un lontano puntinoe Stiles si ritrova nel mezzo del nientecircondato solo d'acquasenza alcun modo per tornare.

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Capitolo 43
*** Capitolo 43 ***


••Le frasi in corsivo saranno i pensieri del verso Stiles!

"I think I lost my minddon't worry about mehappens all the timein the morning I'll be better."

Stiles è ancora in mezzo al niente, incapace di pensare coerentemente. Il Nogitsune è tornato, cazzo, ma sembra tutto non avere un senso. 
Deaton aveva detto che sarebbe bastato il vero amore a mandarlo via, ma evidentemente deve essersi sbagliato. Oppure c'è qualcosa che Stiles non sa? E lui ci prova secondo dopo secondo a smettere di andare sempre più a fondo, ma proprio non ci riesce.

Poi, improvvisamente, appare davanti a lui come uno schermo. E vede Derek, attraverso i suoi occhi, che sembra essersi appena svegliato, e gli sta parlando.

«Sei sveglio, Stiles?»

Gli occhi verdi di Derek attendono una risposta.

«Sì, Derek.» Risponde una voce...che è la sua. Ma non è lui che gli sta parlando! È il Nogitsune, cazzo! 
E Stiles cerca di urlare che il licantropo deve scappare da lui, non deve ascoltarlo, ma la bocca non gli si apre nemmeno. E, da dove si trova, sicuramente non lo sentirebbe mai. Deve essere da qualche parte nella sua mente, intrappolato. Quindi sarebbe questa la sua sorte? Da spettatore? Oppure prima o poi non sarà più neanche quello?

Poi osserva Derek sporgersi per baciarlo, e Stiles si sente geloso del Nogitsune. Lui non sta sentendo le labbra del lupo sulle sue, e già gli mancano. Il Nogitsune si alza subito dopo, andandosi a rivestire.

«Vieni a fare colazione, Sti?» Gli domanda Derek, in boxer, mentre si prepara un caffè. Stiles ha la visuale della sua triskele, e nota che il Nogitsune abbassa lo sguardo sul culo del lupo. Bastardo, stupido, pervertito di un Nogitsune! Non gli basta prendere la sua vita, ma deve anche prendersi il suo ragazzo? Perchè sono fidanzati...no? Non che l'abbiano mai ufficializzato, ma gli sembra scontato.

«Non ho fame, vado direttamente al college.» Decide il Nogitsune. Stiles comincia a preoccuparsi seriamente, che ha intenzione di fare in college? Anni fa ha creato diversi problemi, e forse ha le stesse intenzioni anche questa volta. Stiles continua a sperare sia solo un incubo, ma evidentemente non è così. È la fottuta realtà.

«Va bene, ci vediamo più tardi allora.» Lo saluta Derek, bevendo dalla tazzina.

«Sì, amore.» Stiles strabuzza gli occhi, da quando chiamerebbe il licantropo 'amore'? Non è affatto una cosa da lui. Infatti Derek sembra sorpreso, inarcando impercettibilmente le sopracciglia.

"Dimmi che hai capitoDerekTi prego!"

Ma il lupo non aggiunge nient'altro, e il Nogitsune allora se ne va.

•••

Scott incontra il migliore amico nei corridoi, e lo vede piuttosto confuso.

«Sti? Abbiamo letteratura adesso, e non devi andare da questa parte, seguimi!» Esclama, trascinandoselo dietro. Il ragazzino assume un'espressione indifferente e imperscrutabile, seguendo il moro in silenzio. «Tutto bene con Derek?» Domanda Scott, notando il silenzio del migliore amico, proprio quando sembrava essere tornato quello logorroico di una volta.

«Oh, sì, tutto bene.» Risponde, con tono atono, ma Scott è troppo preoccupato per il compito di quella mattina per accorgersi di quanto Stiles sembri distaccato.

"Non va affatto benecazzoNon sono ioScott!"

•••

Sono tutti in mensa, e l'unico che non chiacchiera al momento sembra Stiles.

«Amico, sicuro che con Derek va tutto bene? Ti vedo strano.» Gli fa di nuovo Scott, e il ragazzino ha lo sguardo di tutti addosso. Il Nogitsune guarda l'Alpha in un modo che lo fa rabbrividire.

«Benissimo, è molto dolce.» Si limita a rispondere, per poi tornare con lo sguardo sul piatto.

«Molto dolce? Ma se lo chiami sempre...» Replica Malia, ma Scott la zittisce, fissando con molta attenzione il ragazzino.

«Come lo hai soprannominato, Stiles?»

Il Nogitsune alza le spalle.

"Sourwolf..."

«Der? Amore?»

Nessuno fiata, mentre Scott continua a fissarlo.

"Possibile che nessuno capisca che c'è qualcosa che non va in me?"

•••

Lydia si sta truccando allo specchio del suo armadio, pronta per l'appuntamento con Parrish. L'agente si è finalmente deciso a chiederle di uscire, e la verrà a prendere tra poco. La sua stanza è al piano terra, e non si accorge di una figura che la sta osservando dalla finestra. La figura bussa, e la rossa si gira di scatto.

«Stiles! Cosa diavolo ci fai qui?» Esclama, riprendendosi dall'iniziale spavento. Eppure il modo in cui il ragazzino la guarda non la rassicura affatto. Gli apre la finestra, e il Nogitsune entra silenziosamente. Stiles le si avvicina sempre di più, e la Banshee lo guarda senza capire le sue intenzioni. Indietreggia fino a toccare con la schiena il muro.

«Non scappare, Lydia.» Gli sussurra all'orecchio, e la rossa strabuzza gli occhi, sentendo il corpo del ragazzino troppo vicino al suo. Poggia le mani sul suo petto, cercando di spingerlo via, ma non lo sposta di un millimetro. Oppone troppa resistenza.

«Stiles, che cazzo stai facendo?!» Grida. Lui ghigna.

"ScappaLydiascappa!"

«Ma come, non ti va di divertirci un po'?»

Lydia scuote violentemente la testa.

«Sei impazzito? Hai Derek, e io devo uscire con Parrish! Allontanati da me!» Urla la rossa, spazientita, e Stiles si allontana di qualche passo.

«E allora? Creiamo il caos, Lydia, adoro il caos!»

La rossa si spiaccica ancora di più contro il muro, dischiudendo inorridita la bocca.

«Tu... tu non sei Stiles...» Mormora, facendo per afferrare il cellulare, quando si ricorda che l'ha lasciato in salone. Il Nogitsune inclina leggermente il capo a sinistra.

«Sei una ragazza sveglia, vedo.»

E in pochi secondi tutti gli oggetti nella camera della rossa cominciano ad alzarsi in aria, circondando la ragazza, restando sospesi. Lydia sa che, se il demone volesse, li scaglierebbe tutti addosso a lei, rischiando di farle seriamente male. Ci sono anche oggetti appuntiti. Poi il Nogitsune lascia qualcosa a terra, che alla Banshee sembra tanto una bomba. 
E, com'è arrivato, se ne va.

"ScusaLydia..."

Lydia scoppia a piangere, terrorizzata, consapevole che appena quella bomba esploderà, lei morirà. Tutti gli oggetti della sua stanza le fanno come da muro, e inizia a spostarli per aprirsi un varco. Dio, anche il comodino è in aria.

«Lydia? Lydia?!» Jordan è entrato nella casa per la finestra aperta, visto che la rossa non gli rispondeva al cellulare. Ha fatto bene a preoccuparsi, viste le condizioni in cui si trova la stanza.

«Jordan, e-esci! C'è una b-bomba...» Piange lei, disperata, ma il ragazzo non l'ascolta. Individua l'esplosivo, abbassandosi a terra. Intanto Lydia si sta aprendo sempre di più un varco.

«Ho fatto un corso sugli esplosivi, so come si disattivano.» La informa l'agente, cercando di mantenersi calmo, per evitare di far esplodere tutto. Lydia finalmente riesce a vedere bene cosa sta facendo il ragazzo. Jordan sta aprendo il dispositivo, visualizzando bene i diversi cavi colorati. 
Ne deve tagliare uno. Solo uno.

«S-sai quello che fare?» Sussurra la Banshee, con le lacrime agli occhi. Jordan annuisce, nonostante cominci ad avere dei dubbi. Cavo rosso o no? Nel frattempo il tempo continua a scadere, e mancano ormai una manciata di secondi. La Banshee si tappa la bocca, pensando che ormai sia la fine. Jordan chiude un attimo gli occhi, per poi riaprirli e tagliando con decisione uno dei fili. Per un attimo nessuno fiata, quando il tempo sulla bomba si stoppa. Lydia toglie la mano dalla bocca, saltando nella braccia dell'agente.

«È tutto a posto, Lyds...» Le sussurra lui, mentre lei dà libero sfogo alle lacrime. Senza di lui sarebbe morta, poco ma sicuro.

«È-È stato Stiles! Il Nogitsune è tornato, Jordan! Ci vuole uccidere tutti!» Esclama lei, e l'agente strabuzza gli occhi.

«Credi che lascerà altre bombe in giro?»

«Sì, probabilemente. Liam dovrebbe essere agli allenamenti insieme a Scott, con Mason e Isaac in tribuna. Quindi loro non rischieranno problemi. Però Malia e Derek non ho idea di dove siano...»

«Dobbiamo andare subito da loro.» Afferma il segugio infernale.

•••

Malia è in salone, guardando svogliatamente la tv. Cambia canale un paio di volte, con in mano una busta di patatine. Suo padre adottivo è al lavoro, e non ha nulla da fare. 
Quella sera dovrebbe andare a Peter, per una serata tra padre e figlia, o almeno così gli ha detto lui. La coyote è contenta di passare del tempo con il suo vero padre, nonostante una volta non fosse così. Peter da anni è cambiato, e la ragazza ormai apprezza anche le sue battute sconce. Suo padre adottivo non ha fatto niente per impedire queste sue uscite, e l'ha dovuto informare anni prima sul sovrannaturale. Non ha reagito molto bene, all'inizio. D'un tratto bussano alla porta, e la coyote va ad aprire. Non aspettava nessuno, per questo è sorpresa nel trovare Stiles sull'uscio di casa sua. Il ragazzino la guarda indifferente, ed entra in casa senza troppe parole.

«Stiles? Che ci fai qui?» Chiede la castana, tornando sul divano. 
Il demone si guarda intorno per un tempo indieterminato. Malia nota che Stiles sembra più pallido del solito, con dei capelli molto ribelli. «Stai bene?» Aggiunge, visto che lui non sembra rispondergli.

"Scappa..."

«Posso percepire la rabbia che ha provato Stiles nei tuoi confronti, quando lo hai lasciato.» Enuncia il Nogitsune, e la ragazza s'immobilizza, osservandolo senza capire.

«Cosa diavolo stai dicendo, Stiles?»

Lui la guarda dritta negli occhi.

«Stiles? Oh, Stiles non lo rivedrai più, cara.» Tuona, con un sorriso più che inquietante. La ragazza capisce improvvisamente, e si alza in piedi, trasformandosi. I suoi occhi diventano blu, e ringhia verso il ragazzino.

«Fatti pure avanti, ma sai che se uccidi me uccidi anche Stiles?» Alza le sopracciglia lui, incrociando le braccia al petto. Malia però continua a ringhiare.

"UccidiloMaliaÈ l'unico modo!"

«Cosa vuoi da me?»

In un secondo la ragazza va a sbattere con la schiena sul muro. Ringhia, mentre si delle catene compaiono sui suoi polsi e sui suoi piedi. 
Cerca invano di liberarsi, osservando il ragazzino lasciare qualcosa per terra, scomparendo poi dalla sua vista. Sembra tanto un esplosivo.

"I-io m-mi dispiace..."

Malia capisce che non riuscirà mai a liberarsi, neanche con la sua forza, così si lascia andare. Se deve morire, almeno raggiungerà sua madre e sua sorella.

«Malia!» Esclama la rossa, entrando dentro la casa dalla porta lasciata socchiusa. Parrish la segue, dirigendosi subito verso l'esplosivo, per disattivarlo.

«Lydia...pensavo che il Nogitsune se ne fosse andato dal corpo di Stiles...» Sussurra la coyote. 
La Banshee le va accanto.

«Anch'io...e il peggio sarà dirlo a Derek.»

Malia abbassa lo sguardo.

«Ne sarà distrutto, qualcuno lassù sembra avercela con lui.» Mormora, visto che sa bene tutto quello che è successo a suo cugino, e adesso che ha trovato la sua soulmate...

«Lo so, purtroppo, come ti sleghiamo?» Jordan disattiva la bomba, avvicinandosi alle due.

«Posso bruciarle io.» Afferma, appoggiando la mano sulla catena, liberando il fuoco dalle sue mani, solo che... la catene non brucia.

«Non è possibile.» Sussurra Parrish, spezzando il contatto. «Da dove ha preso queste catene?»

Malia guarda i due.

«Mi..mi sono semplicemente comparse sulle mani e sulle gambe... io non lo so come sia possibile.»

Lydia corruccia lo sguardo, pensierosa.

«Non mi risulta che il Nogitsune possa far comparire gli oggetti dal nulla, o che abbia poteri magici simili...»Poi guarda attentamente le catene. «...non sono reali! Sono solo un'illusione! Malia, se non credi che sono reali, non lo saranno!» Esclama la Banshee, e la coyote allora chiude qualche secondo gli occhi. Appena li riapre, le sue braccia e le sue gambe sono libere.

«Anche la bomba non è reale.» Parla sconvolto Parrish, indicando a loro il punto in cui prima c'era l'esplosivo. Come quando anni prima Stiles credeva di essere rinchiuso in una sorta di cantina, ma in realtà era nei boschi. Il Nogitsune fa questo: gioca con la tua mente. Ma, quando scopri l'inganno, tutto torna reale.

«Ma... perchè?» Chiede semplicemente la coyote, prendendo un respiro profondo. Lydia si sistema i capelli dietro le orecchie.

«Vuole farci impazzire... il caos, è questo che vuole creare.»

Parrish sembra seriamente preoccupato.

«Quindi, non ci vuole uccidere?»

Malia si avvicina al divano, per poi rivolgere lo sguardo ai due.

«Non ancora.»

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Capitolo 44
*** Capitolo 44 ***


"I just wanna keep callin your name until you come back home."

Malia, Parrish e Lydia salgono le scale dell'edificio, per arrivare davanti al portone del loft. La porta è socchiusa, quindi fanno per entrare, preoccupati, quando vengono respinti violentemente. Non capiscono bene da cosa, ma è cone se ci fosse una barriera invisibile. Malia si ritrova a terra insieme a Lydia, mentre Parrish non si è avvicinato abbastanza per fare la loro stessa fine.

«Che cosa...» Fa la coyote, più che confusa, quando sentono una voce provenire dall'interno del loft.

«Ho sparso del sorbo intorno all'appartamento, aspettate.» A parlare è Derek, il quale si avvicina a loro per spezzare con le mani la barriera contro le creature sovrannaturali. 
Deaton gliene ha data una che può sia mettere che spezzare lui, nonostante sia un licantropo, ma questo solo perchè lui si trova all'interno di essa. Anche i tre, una volta dentro al loft, potrebbero spezzarla. Malia si rialza in piedi, osservando il cugino: ha i capelli spettinati, e non sembra stare tanto bene.

«Non l'avevamo vista, la barriera.» Ammette Lydia, visto che il sorbo si trova proprio appena dopo la porta. «Perchè la barriera, Derek?» Chiede subito dopo la rossa, mentre entra dentro il loft. Il licantropo risistema il sorbo. L'ex Alpha si avvicina al tavolo, dove sopra ci sono diversi libroni, apparentemente molto antichi. 
Derek sembra stravolto.

«Perchè siete venuti qua?» Cambia argomento, sedendosi pesantemente su una sedia, come se non ce la facesse a stare in piedi troppo a lungo. I tre si guardano negli occhi.

«Dobbiamo dirti una cosa riguardo a Stiles...» Incomincia a parlare Malia, non trovando le parole giuste. 
Derek alza lo sguardo su di loro, che li fa rabbrividire.

«Tu...tu lo sai già.» Afferma la Banshee, visto che lo sguardo di Derek trasmetteva talmente tanta disperazione al nominare il ragazzino. L'ex Alpha si prende il capo tra le mani, sospirando pesantemente.

«In un certo senso l'ho sempre saputo...»

"Derekcosa ci fai qui?" Domanda il druidosistemando su uno scaffale delle fiale dai colori strani.

"Umhvolevo regalare qualcosa a Stiles per Natale di particolare...magicoinsommaMi puoi aiutare?" Chiedetoccandosi il capo imbarazzato
Deaton l'osserva attentamente.

"Derekprima ci sono delle cose che dovrei dirtiriguardo a Stiles."

Il licantropo corruccia lo sguardo.

"Ti ascolto."

"Si tratta del Nogitsune."

Il lupo volta la testa da un'altra parte.

"Sento che ci siamo viciniDeatonlui sta liberando i suoi sentimentisempre di più."

Il druido abbassa leggermente il capo.

"Potrebbe non bastareDerek."

Derek spalanca gli occhidischiudendo la bocca.

"C-cosa?!"

"Sto iniziando a credere che il Nogitsune possa essere molto più forte di anni faa tal punto che neanche il vero amore potrebbe fermarlo." Afferma Deatoncon Derek che evita il suo sguardo.

"Ma ci sono altri modinoCi devono essere!"

"Il vero amore di solito riesce a sconfiggere chiunque persona impossessatama...se non dovesse bastare...mi dispiaceDerek."

Il lupo indietreggiascuotendo la testa.
Non credendo alle parole del druidoo meglionon volendo crederci.

"Quanto sono alte le probabilità che il Nogitsune prenda il controllo di Stiles?" Osa chiedere poicon un sussurro.

"...Molto alte." Sospira il druidomentre Derek teme di star per scoppiare nella clinicaDi crollare. "Riguardo al tuo regaloho un bracciale con poteri magici che potrebbe piacergliMa l'importante è che in realtà ha un GPS nascostoDerekPotrebbe rivelarsi utile."

Derek finisce di raccontare con un filo di voce: «Ma ci ho sperato fino all'ultimo che non fosse così, che tutto sarebbe tornato come prima...»
Mormora, privo di forze. «Ho consultato libri su libri la mattina, quando lui era al college, ma non ho trovato mai niente...assolutamente niente.»

«Hai voluto mandare avanti la vostra relazione nonostante sapessi che prima o poi l'avresti dovuto lasciare?» Chiede Lydia, sorpresa: lei non sa se ce l'avrebbe fatta, al posto suo. Non ce l'avrebbe fatta a passare del tempo con una persona sapendo che ogni momento potrebbe essere stato l'ultimo, e finire con l'amarlo ancora di più.

Il lupo si strofina gli occhi. 
Sapeva che, una volta assaporate quelle labbra, poi ne sarebbe diventato ossessionato. Sapeva che non sarebbe riuscito più a fare a meno di quel ragazzino logorroico, ma sapeva anche che altrimenti se ne sarebbe pentito. Pentito di non averlo mai baciato, di non aver mai saputo come fosse fare l'amore con lui.

Perchè ne è valsa la pena.
Ne è valsa la pena passare del tempo con lui. Ne è valsa la pena baciarlo, fare l'amore con lui... ne é valsa la pena amarlo.

«Non mi arrenderò mai, non lo lascerò andare.» Afferma, con tono disperato che non ammette repliche.

•••

«Ma perchè non ci ha uccisi? Insomma, perchè aspettare?» Si domanda Parrish, con le braccia incrociate al petto, dopo aver raccontato al lupo quello che gli è successo con il Nogitsune. Derek li guarda.

«Perchè se ci uccidesse non potrebbe più divertirsi con noi. Gli piace il caos, lo sapete, e farà di tutto per farci impazzire, per portare il caos nelle nostre vite. Poi, quando si stancherà... ci ucciderà. Se vi ricordate anni fa, aveva mandato gli Oni contro di noi, si faceva proteggere da loro. Noi, insieme come Branco, lo faremmo fuori senza problemi, capite? Ma lui sa che non lo faremmo, perchè uccideremmo anche quello che rimane di Stiles... ma è anche consapevole che, nel caso lui attaccasse a morte uno del Branco, noi saremmo obbligati ad attaccarlo. Quindi, per il momento gli basta cercare di farci impazzire, e forse spingerci anche al suicidio, chi lo sa... ma senza un suo Branco, non può fare molto.»

I tre rimangono un attimo in silenzio.

«Quindi credi stia cercando di coalizzarsi con qualcuno, tipo di avere un esercito personale come quello degli Oni?»

Derek annuisce.

«Sì, sarebbe l'unico modo per cercare davvero di ucciderci senza morire a sua volta.»

Lydia fa per riflettere su qualcosa.

«Eppure noi siamo comunque un ostacolo per lui... insomma, prima poteva benissimo scagliarmi addosso tutti quegli oggetti e uccidermi, perchè non l'ha fatto? Nessuno l'avrebbe fermato.»

Derek sospira.

«Non lo so, Lydia...perchè in effetti hai ragione, nonostante probabilmente si diverta a cercare di farci impazzire...lui vorrà anche farci fuori, uno per uno...non so cosa gli passi per la testa, sinceramente.»

«E come facciamo noi per fermarlo?» Domanda Malia, come se qualcuno dei tre lo sapesse.

«È quello che sto cercando di capire, perchè se il Nogitsune proverà ad uccidermi...io non lo combatterò. Lascerò fare.» Ammette Derek.

«Noi non staremo fermi a guardare, lo sai?» Gli fa presente Malia.

«Se Stiles dovesse morire, morirò anch'io.» Insiste il licantropo.

«È una cosa da soulmates?» Chiede la coyote, sconvolta dalla risposta del cugino. Derek la guarda, scuotendo la testa.

«No, Malia. Semplicemente che senza di lui, senza la mia soulmate...io non ce la farei, non riuscirei più a sopportare nulla.»

•••

I quattro rimangono un altro po' nel loft, aspettando che Scott e gli altri li raggiungano dopo l'allenamento. 
Scott era stato già precedentemente informato da Derek sulla conversazione con Deaton, ma anche lui pensava che alla fine fosse andato tutto per il meglio. Bussano al loft.

«Devono essere loro.» Annuncia Derek, poggiandosi al tavolo con il corpo.

«Vado ad aprire.» Prende l'iniziativa Lydia, dirigendosi verso la porta. 
La apre, per poi indietreggiare immediatamente. Sull'uscio della porta c'è Stiles, che cerca Derek con lo sguardo.

«Derek, non dirmi che hai creduto a tutto quello che ti hanno detto?» 
Gli rivolge la parola, con sguardo supplicante, facendo un cenno verso la rossa, l'agente e la coyote. 
Derek lo guarda con gli occhi lucidi, cercando di non crollare. Non per lo meno lì, davanti a tutti. Magari quando se ne andranno potrà non trattenersi così tanto dall'urlare, dallo spaccare tutto.

«Vattene!» Ringhia Malia, sfoderando gli artigli.

«Derek, sono io...Stiles. Ti amo, Derek, devi credermi!» Esclama il ragazzino, e il licantropo volta lo sguardo. 
Sembra così sincero.

"Mi hai promesso che mi avresti salvatoDer..."

«Allora entra dentro casa, Stiles.» Sussurra, e l'umano fa un passo in avanti. Derek chiude gli occhi al rumore del corpo del ragazzino che viene respinto violentemente dalla barriera. Stiles fa allora una smorfia, per poi scomparire dalla vista da tutti.

Malia tocca il braccio di Derek, osservandolo attentamente.

«Stai bene, Der?»

Il licantropo continua a tenere gli occhi chiusi.

«Sì.» Mente, e la coyote percepisce subito la bugia, abbracciandolo forte.

•••

Stiles, quello vero, è ancora nell'acqua, osservando quello che il Nogitsune combina con il suo corpo. Probabilmente adesso è andato a dormire, perchè lo schermo è tutto nero. Poi, d'un tratto, smette di andare a fondo, toccando con i piedi una superficie.

«Cosa diavolo...» Sussurra, in grado ora di parlare. L'acqua sopra di lui è come sospesa nel vuoto, e sa bene che non riuscirebbe mai a risalire. Anche perchè ci ha messo ore e ore per arrivare fino a qui. Davanti a lui c'è un corridoio bianco, spoglio, e lo segue senza sapere cos'altro fare. Apre una porta nera, ritrovandosi in una stanza con due poltrone nere. E c'è anche una tv, ma è spenta. La porta si richiude da sola alle sue spalle, con un tonfo. 
Stiles trema leggermente, mentre nota che una delle poltrone è occupata da una figura. Accende una piccola luce, che rivela il volto della persona seduta. Il ragazzino sussulta, spalancando gli occhi.

«Mamma...» Sussurra, con le lacrime agli occhi. Claudia è davanti a lui, in tutta la sua bellezza. Gli sta sorridendo.

«Siediti, figliolo, ti va di parlare?»

L'umano annuisce, ancora sconvolto. Ma poi si ricorda che è solo la sua mente, e lei solo un ricordo. Stiles si mette seduto sulla poltrona di fronte.

«Mi manchi, mamma...»Sussurra, asciugandosi con un braccio le lacrime. Claudia lo guarda con tenerezza.

«Cosa ci fai qui, Stiles?»

Lui abbassa lo sguardo.

«Il Nogitsune è entrato in possesso del mio corpo, anche se non capisco come sia possibile...»

«Non hai più un piede, tesoro.» Gli fa notare la madre, e Stiles osserva sconvolto l'assenza del suo piede destro. Eppure riesce a camminare lo stesso, ma non c'è nulla...sta scomparendo, piano piano, fino a che non scomparirà del tutto.

«Sto per morire...» Sussurra, con consapevolezza. Ma non morirà il suo corpo fisico, ma la sua personalità. 
Sta venendo azzerato giorno dopo giorno dal Nogitsune.

«E ti va bene di morire, Stiles?»

Stiles fissa sua madre.

«No, non più! So che se il Nogitsune è entrato in me è soprattutto perchè mi sono arreso a lui, ma adesso...adesso ho un motivo per restare, mamma.»

«E chi sarebbe questo motivo?» Gli sorride, prendendogli la mano nella sua, con fare amorevole. Stiles increspa le labbra in un sorriso.

«Anni fa ho avuto una cotta per Derek, mamma. Derek Hale. Il grande lupo cattivo, dannatmente sexy. Mi ha fatto innamorare perdutamente di lui, ma se n'è andato via da me due anni fa...»

«E poi?»

«Poi è tornato, mesi fa. Ci siamo ritrovati da poco, mamma, ed è stato bellissimo... il suo lupo ha scelto me come compagno per tutta la vita, sono la sua soulmate... si tratta di vero amore, mamma... vero amore...» A Stiles cominciano a scendere altre lacrime.

«Sembra speciale.»

«Lo è, tantissimo... la persona migliore che conosca...ne valeva la pena, mamma, stare con lui. Valeva la pena anche litigarci, per poi finire a fare l'amore. Lo... lo amo, e non capisco... possibile che due persone che sono destinate a stare insieme, non possano?» La madre gli stringe ancora più forte la mano. «Non puoi renderti conto di q-quanto lo a-amo, ci siamo ritrovati dopo anni e n-non è giusto! Non è giusto che non possiamo e-essere felici! Non mi merito un po' di felicità...mamma?»

Claudia non risponde, e Stiles continua a piangere disperatamente.

«Non voglio morire, mamma...non voglio non v-vedere Derek mai più...non voglio che tutti i miei ricordi con lui si azzerino, e che per m-me diventi tutto buio...in nessun'altra vita troverei q-qualcuno come lui...nessuno mi amerebbe mai c-come lui...e io non amerei nessun altro allo stesso modo...mai...»

«Eppure ancora non sei morto, Stiles.»

Il ragazzino si asciuga un attimo le lacrime.

«Infatti non capisco come sia possibile... ancora il Nogitsune è in parte umano, perchè gli ho impedito io di mandare tutti quegli oggetti addosso a Lydia... non so com'ho fatto, ma ho imposto la mia volontà... non è completamente in possesso del mio corpo, ancora...»

La madre lo guarda attentamente.

«È grazie a Derek, Stiles. Lui è l'unica cosa che ti tiene in vita, che ti fa resistere alla morte, perchè tu non sei ancora disposto a lasciarlo andare!»

Stiles abbassa lo sguardo.

«È l'unica cosa che ti rende umano, Stiles.» Aggiunge la madre. Stiles rialza lo sguardo su di lei.

«Come Catherine per Heathcliff?»

Lei sorride.

«Sì, Stiles.»

«E cosa devo fare, mamma? Perchè non ne ho la più pallida idea...»

«Resisti, Stiles, resisti per tutti. Resisti per Derek.»

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Capitolo 45
*** Capitolo 45 ***


"I'm way too young to be this hurt."

«Dov'è quel bastardo?» Sibila Malia, con lo sguardo puntato sul portatile di Mason.

«Ci siamo quasi.» Afferma il ragazzo, rivolgendosi a Derek, Scott e alla coyote. Sia Derek che Scott hanno delle occhiaie da paura, non avendo dormito tutta quella notte. L'ex Alpha sta ancora consultando i libri, alla disperata ricerca di qualsiasi cosa che si possa rivelare utile. «Ecco! È...nel bosco, esattamente vicino alla riserva degli Hale. Al momento è fermo.»

«Che diavolo ci fa nel bosco?» Domanda l'Alpha, corrucciando lo sguardo.

«È quello che dobbiamo scoprire.» Sospira Derek, stropicciandosi gli occhi. Avrà preso dieci caffè quella notte, tanto la caffeina non fa male ai licantropi. Se vogliono trovare il Nogitsune devono muoversi, altrimenti si potrebbe spostare altrove.

«Chiamiamo gli altri?» Domanda la coyote, anche lei abbastanza stanca.

«Meglio di no, andiamo solo noi tre per il momento.» Decide Scott, e salutano tutti e tre Mason, andandosene via da casa sua.

•••

«Lo Sceriffo lo deve sapere, lo sai.» Parla Melissa, guardando Peter. 
I due sono seduti sul divano di casa del licantropo. La donna si è accorta di quanto l'Alpha sembrasse distratto, così si è fatta raccontare tutto quello che è successo. Ne è rimasta abbastanza sconvolta, ricordandosi bene di quando Stiles era posseduto del Nogitsune, ma non credeva sarebbe successo di nuovo.

«Derek dice che ci penserà Scott stasera.» La informa Peter.

«Stiles è come un secondo figlio per me, non oso immaginare se davvero non ci fosse speranza...ci starei male io, figuriamoci suo padre...gli rimane solo Stiles.» Sospira la donna, molto amica con lo Sceriffo.

«Io sono più preoccupato per mio nipote...dopo tutto quello che gli è successo, non riuscirebbe mai a superare la perdita di Stiles.» Sussurra, chiudendo un secondo gli occhi, come per scacciare un incubo.

«Credi...che si ucciderebbe?»

Peter annuisce.

«Purtroppo sì... ma non è giusto, dannazione! Non gli va bene mai nulla, ed è così giovane!» Esclama, illuminando qualche secondo gli occhi di rosso. Melissa lo abbraccia d'impulso.

•••

Malia, Scott e Derek sono al limitare del bosco, con la vecchia dimora degli Hale di fronte a loro. Dà un'aria piuttosto inquietante al posto.

«Dove sarebbe?» Parla a voce bassa Malia, in modo che la sentono solo i due licantropi.

«Io non vedo nessuno.» Replica l'Alpha. Derek cerca di scorgere qualcuno oltre gli alti alberi e la bassa vegetazione, e si trova costretto a cercare di captare l'odore. Poi, però, si ricorda che quando Stiles era controllato- per la maggior parte- dal Nogitsune, lui non riusciva né a percepire le sue emozioni né il suo odore.

«Ho sentito un rumore, seguitemi.» 
Fa Malia d'un tratto, visto che aveva aguzzato l'udito, ed entra leggermente nel bosco, seguita dai due. E poi li vedono tutti e tre. Due corpi a terra, sventrati, con gli organi sparsi lì intorno. Derek sa per certo che sono opera del Nogitsune, e infatti poco dopo sentono una voce.

«Ragazzi, che piacere vedervi.»

Tutti si girano verso il demone, che è poco lontano dai corpi. Stiles è tutto pallido, con un sorriso più che inquietante e con degli artigli lunghi sulle mani. Inoltre è, per la gran parte del corpo, sporco di sangue, addirittura anche sulla bocca. Ma non è il suo sangue. Malia ringhia.

«Perché?» Chiede semplicemente Scott, osservando i due corpi. Erano solo due ragazzi. Il Nogitsune alza gli occhi al cielo, con fare annoiato.

«Oh, Scott, ma devi sempre essere così? Non hai voglia di uccidere qualcuno ogni tanto, di portare il caos?» Poi cambia espressione, guardando l'Alpha dritto negli occhi. «Posso ripescare tutti i ricordi di Stiles che voglio, sai? L'ho appena visto tornare a casa, distrutto, perché tu non gli avevi dato fiducia, Scott...che migliore amico sei?»

«Zitto!» Tuona Scott, trasformandosi in licantropo, non volendo ascoltare le parole del demone.

"Andatevene, ragazzi..."

«E sai cos'altro vedo?» Chiede, per poi girarsi con un ghigno verso Derek. «Stiles che chiama il tuo nome, Derek. E tu, tu dov'eri, quando aveva più bisogno di te?»

"Derek, non lo ascoltare..."

Gli occhi dell'ex Alpha vacillano, e crede quasi di stare per crollare, quando la cugina viene in suo soccorso.

«Stiles ci ha perdonati, quindi sei pregato di levarti dal cazzo!» Esclama, continuando a ringhiare. Stiles continua a sorridere.

«Bel caratterino, ragazza, peccato che non lo rivedrete mai il vostro amico... Derek, puoi già iniziare a cercare un'altra soulmate, forse verrò a vedere le selezioni.» Fa il sarcastico il demone.

Derek illumina gli occhi di blu.

«Stiles...so che sei là da qualche parte, e sappi che non mi arrenderò mai...ti salverò, Stiles, te l'ho promesso, ricordi?» La voce del lupo all'ultimo s'incrina, e non riesce più a guardare colui che della sua soulmate ha solo le sembianze.

"Ti amo, Der..."

«Mi dispiace deluderti, ma temo non sarà così.» Afferma il Nogitsune, per poi sparire nel bosco, lasciando i tre imbambolati.

•••

«Derek? Derek ci sei?» Chiede Peter, entrando nel loft. Tutte le luci sono spente, e aguzza i sensi. La vetrata dell'appartamento fa trasparire all'interno la luce dei lampioni fuori, e Peter avvista una figura accucciata contro di essa. Poi l'Alpha nota che il loft è un completo disastro: Il divano capovolto, tutti gli oggetti della cucina sono a terra, e i cassetti aperti. 
Ci sono diversi bicchieri e piatti rotti, e il tavolo deve aver ricevuto diverse botte. Peter direbbe, a primo impatto, che qualcuno- come un ladro- deve essere entrato in casa e aver aggredito il nipote, ma conosce abbastanza Derek per affermare che tutto questo è opera sua.

Prova solo a immaginare la sua reazione di fronte alla consapevolezza di star per perdere per sempre Stiles, e non poteva tenersi tutto dentro a lungo. E la figura appoggiata alla vetrata è proprio il nipote. Peter gli si avvicina cautamente, notando che ha tutti gli occhi rossi e gonfi, ma Derek non pare vederlo. Sta fissando un punto indefinito, come se con la mente fosse altrove.

«Non è possibile che non esista un modo per fare tornare Stiles...non è semplicemente possibile!» Ringhia Derek, illuminando gli occhi di blu. Peter si abbassa al suo livello.

«Calmati, Derek! Lo troveremo, okay? Ma mantieni il controllo, hai già distrutto mezzo loft!»

Derek lo guarda attentamente.

«Tutto quello che mi interessa al momento è Stiles, Peter! Non-non posso p-perderlo, cazzo...» E si nasconde la testa fra le braccia, cercando di respirare tranquillamente, ma non ci riesce. «Non r-riesco a respirare, Peter...» Parla subito dopo, alzando lo sguardo sullo zio. 
Cerca di inspirare aria, ma è come se non ci riuscisse. Lo zio s'agita immediatamente, capendo il problema.

«Cazzo, un attacco di panico...non li hai mai avuti, dannazione!»Esclama, scuotendo con forza il nipote. «So che Lydia aveva fermato anni prima quello di Stiles baciandolo, ma non ti bacerò neanche se cascasse il mondo.» Borbotta tra sé e sé lo zio, mentre Derek sente la vista offuscarsi sempre di più. Peter allora illumina gli occhi di rosso, puntandoli in quelli del nipote.

«Respira, Derek! Fallo per Stiles!» Ringhia, esercitando il suo potere da Alpha. Derek allora pensa intensamente al ragazzino. 
Al loro primo bacio, alla loro prima volta. E si calma lentamente, prendendo un respiro profondo.

«Stiles ha detto di avermi sempre ammirato per la mia forza...ma adesso non so se riesco ad avere abbastanza forza per entrambi...» Sussurra, mentre lo zio lo guarda con tristezza.

«Sei molto forte, Derek.»

Il nipote non replica, restando qualche secondo in silenzio, per poi cambiare argomento.

«C'è una cosa che mi preoccupa Peter...»

Lo zio corruccia lo sguardo.

«Cosa?»

«Ho paura che il mio lupo stia rifiutando la propria ancora, visto che Stiles non è più se stesso... prima ho perso il controllo e non riuscivo a riaverlo... e c'è una cosa più grave ancora...»

Peter sospira.

«Cos'altro?»

Derek abbassa lo sguardo.

«Deaton ha detto che il lupo se sceglie una persona è per quello che è, e in caso sia un umano, se perdesse la sua umanità potrebbe cercare di rifiutare la propria soulmate...»

Lo zio spalanca gli occhi, sorpreso.

«Sistemeremo tutto, prima che sia troppo tardi.»

•••

Il Nogitsune bussa ad una porta bianca, e viene aperto quasi subito.

«Entra pure.» Parla una voce, e il demone si accomoda nell'appartamento, trovando il proprietario seduto sul divano del salone. Stiles resta in piedi, silenzioso, con un sorrisetto sulle labbra. «Allora, ne hai ucciso qualcuno?» Chiede il ragazzo, con le braccia incrociate al petto.

«Oh, no, ma mi sono divertito tanto con loro!» Esclama Stiles, sembrando come un bambino. Ma il ragazzo non sembra contento.

«Lo sai che sono un ostacolo per noi, dobbiamo ucciderli.» Gli ricorda, con tono duro. Il Nogitsune fa una smorfia.

«Lo so, ma è come se Stiles sia ancora qua a impedirmelo, con la rossa ci stavo quasi riuscendo... ma tranquillo, nel frattempo porto il caos nelle loro vite, amo il caso!»

Il ragazzo alza gli occhi al cielo.

«Allora vorrà dire che dovremo formare in fretta questo Branco, visto che a quanto pare tu non hai ancora il possesso del corpo di quell'umano! Quanto credi ci vorrà ancora? Sai bene che così non hai tutti i tuoi poteri e non sei molto utile.»

Il Nogitsune inarca le sopracciglia.

«Ti consiglio di non sottovalutare i miei giochetti di mente, e comunque credo ancora manchi poco tempo. Chi sentirai per il Branco, Theo?»

Theo ci pensa attentamente.

«Credo le altre chimere sopravvissute, non che qui a Beacon Hills ci sia molto altro oltre al Branco di Scott... almeno per il momento. Intanto a  te non ti faranno nulla, visto che altrimenti perderebbero ogni speranza di salvare Stiles. Soprattutto Derek impedirà ad ogni modo che qualcuno ti ferisca, penso che morirebbe anche per te, quindi tu sei al sicuro.»

Il Nogitsune fa un sorrisetto: il ragazzo ha ragione. Derek lo proteggerà ad ogni costo, nonostante di Stiles sia rimasto ben poco in lui. A quanto pare ama il ragazzino, e il Nogitsune sa bene cosa vuol dire amare qualcuno e sentire questo senso di protezione.

Aveva fatto tornare Theo da sotto terra solo per creare caos, ma poi il ragazzo gli ha offerto di coalizzarsi con lui. 
E gli ha promesso che il loro Branco avrebbe creato un sacco di caos, quindi perché no? Poi Theo prende una bottiglia di vodka, poggiandola sul tavolino davanti al divano. Ne versa un po' su due bicchieri.

«Allora direi di rilassarci, ce la meritiamo un po' di pace.» Afferma Theo, invitando il Nogitsune a sedersi accanto. Stiles fa un sorrisetto.

«Già, hai proprio ragione.»

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Capitolo 46
*** Capitolo 46 ***


"Io cerco di salvartima in caso non ci riuscissibrucerò con te."

Per tutto il giorno seguente Derek ha continuato a consultare i libri, con il caffé sempre in mano e un nervosismo crescente. Non é possibile che quel cazzo di Nogitsune é invincibile, ci deve essere un modo! Deaton non può avere ragione...

Fuori si sta facendo buio, e Derek ha lasciato accesa solo la lampada sopra al tavolo, in modo da poter continuare a lavorare con calma. Il Nogitsune non sembra aver dato altri problemi, e Scott e gli altri stanno cercando un modo per fermarlo senza dover ucciderlo. 
Non sa se hanno trovato qualcosa, visto che il suo cellulare dovrebbe essere da qualche parte sul divano, e Derek ha disattivato la suoneria per stare più concentrato. Però sa che, se ci fossero grandi novitá, sarebbero venuti sicuramente qui al loft.

Improvvisamente si sente un piccolo rumore, e Derek irrigidisce tutti i muscoli. Proviene dalla camera degli ospiti, e non capisce proprio chi possa essere. Si alza, silenziosamente, e con cautela si dirige verso la porta chiusa. La apre lentamente, e il buio l'assale. Appena mette piede dentro la stanza, la porta si richiude alle sue spalle, e i suoi piedi poggiano su qualcosa di fin troppo morbido.

Derek guarda stranito a terra, dischiudendo la bocca. 
Sotto ai suoi piedi c'è l'erba.
Si guarda intorno, e con confusione capisce di trovarsi nel bosco di Beacon.

«Che cosa...» Mormora, alzando gli occhi alla luna. Non è piena. 
Gli alberi svettano maestosi davanti a lui, e assumono un'aria spettrale. 
Fa un passo in avanti, quando una figura sbuca fuori dagli alberi, con una sorta di aurea argentea intorno.

Derek assottiglia gli occhi, cercando di capire di chi si tratta.
Poco davanti a lui c'è una ragazza davvero bella, vestita con un lungo abito bianco, che la fa sembrare un angelo. Eppure ha il volto abbassato, e, appena lo alza verso di lui, Derek sussulta. Il licantropo fa un passo indietro, scuotendo la testa violentemente. Non può essere.

«Paige...» sussurra, più che incredulo.

La ragazza accenna un sorriso, e i suoi occhi s'illuminano di giallo.

«Derek.» Lo chiama, e l'ex Alpha nota che non è molto cambiata negli anni. Anche la sua voce é la stessa. 
I capelli castani della ragazza le ricadono sulle spalle, dolcemente. 
Pare appena scesa dal cielo.

«Tu...tu sei morta...» Le parole gli escono in un flebile sussurro, e Derek resta con la bocca dischiusa e gli occhi spalancati. Lei gli si avvicina, muovendosi con grazia, e con gli occhi completamente lucidi.

«No...il morso ha funzionato, Derek.» Ammette, sorridendogli tra le lacrime. Derek sente pizzicargli gli occhi, e ancora stenta a crederci. La ragazza, di cui si incolpava in parte la morte, è qui davanti a lui.

«Ma in tutti questi anni...» Continua lui, a bassa voce, cercando di dare invano un senso a tutto ciò. Lei ormai è a pochi centimetri da lui, prendendogli una mano nella sua.

«Sono dovuta scappare via, Derek... é una lunga storia, possiamo parlarne dopo...adesso pensiamo a noi.» 
Il suo tono é dolce, il suo sguardo ammaliante, e il suo tocco delicato. Derek l'osserva immobile, mentre lei gli sfiora la guancia con amore, poggiando la fronte su quella dell'ex Alpha.

«A noi?»

La ragazza gli carezza la barba con il pollice.

«Dio, come sei cambiato...sei bellissimo...ti amo così tanto, Derek.» Il moro posa lo sguardo sulle labbra della ragazza, non credendo ancora che è viva. Ma poi, come svegliatosi, capisce che quelle non sono le labbra che lui vuole. Non più. E che sta per fare una cazzata di cui poi potrebbe pentirsene.

Così Derek l'allontana, scuotendo la testa.

«Non puoi renderti conto quanto sono contento che sei tornata, Paige...ma io amo un'altra persona, che al momento ha bisogno di me.» Le spiega, dispiaciuto, davanti al suo sguardo confuso.

«Ma Derek...ti ricordi quando stavamo insieme, com'eravamo felici e innamorati? Quando ci nascondevamo nelle aule di scuola per passare anche qualche minuto in più insieme? Tu mi ami, Derek!» Esclama lei, illuminando gli occhi di nuovo di giallo.

Derek indietreggia.

«Paige, sono passati troppi anni...ho conosciuto un'altra persona, che amo davvero. Non gli farei mai del male.» Cerca di farle capire lui, ma Paige non sembra d'accordo. Le escono i canini, e gli artigli.

«Tu mi ami, Derek!» Afferma, furiosa, convinta delle sue parole. Il licantropo s'immobilizza, non sapendo cosa fare. Non vuole fare del male a Paige... e poi ripensa a come è finito nel bosco. 
Non era uscito di casa prima? No...e allora com'è arrivato qui?...ah, sì...era entrato nella camera degli ospiti...ma quindi perchè ora si trova nel bosco, con la sua ex fidanzata-che credeva morta-che vuole ad ogni costo che lui la ricambi?

«Perché tutto questo non è reale...» Sussurra tra sè e sè, per poi guardare Paige. «Tu sei morta, non sei reale!»

E la ragazza fa una smorfia d'orrore, per poi svanire nel nulla, e così il bosco. Si ritrova nella vera camera degli ospiti, sbatte le palpebre. 
È tutta opera del Nogitsune, sicuro, sta cercando di farli impazzire. E deve avvertire subito gli altri, prima che sia troppo tardi.

•••

Scott è in camera sua, cercando sul computer più informazioni possibili sul Nogitsune, e scaricando da Internet diverse versioni del bestiario.

«Scott, è pronto da mangiare!» Esclama sua madre, dal piano terra. Scott le urla di rimando un 'arrivo', per poi ricordarsi che sua madre gli aveva detto che avrebbe avuto il turno all'ospedale quella sera. Ma forse si sta confondendo, oppure Melissa alla fine ha deciso di restare a casa. 
Deve essere così.

Così Scott si alza dalla sedia della scrivania, dirigendosi verso la porta che conduce al corridoio. Appena la apre capisce subito che c'é qualcosa che non va, quando si ritrova nel corridoio della sua vecchia scuola, e non di casa.

«Che diavolo...» mormora perplesso, osservado tutti gli armadietti ai lati delle pareti, e c'é un silenzio fin troppo assurdo. Non c'è nessuno, e solo una luce scadente rischiara il tutto.

«Scott?» Sente il suo nome, e si gira di spalle. Quella voce...non é possibile. Eppure la ragazza in fondo al corridoio è lei, non ci sono dubbi. Scott sente gli occhi inumidirsi, e la gola farsi secca. Non riesce neanche a parlare, a fare un singolo movimento.

Allison ha una veste nera, e i capelli mori disordinati. È bellissima, ma sembra come delusa.

«Tu....tu...» spiccica parola l'Alpha, chiedendosi come sia possibile una cosa simile...sta forse sognando? 
Ma non si era addormentato...

La cacciatrice illumina gli occhi di giallo, e tira fuori gli artigli.

«Lunga storia.» Afferma, facendo dei passi in avanti. «Ho sentito che mi hai dimenticata, Scott.» Ora il suo tono è rabbioso.

Scott indietreggia, spaventato dalla sua rabbia. Non vuole reagire e farle del male.

«Non è vero! Non ti ho mai dimenticata, Ally...non passa giorno che non mi passi per la mente...» replica il ragazzo, sentendo scendergli le lacrime lungo le guancie. La cacciatrice adesso ha anche i canini.

«Sì che mi hai dimenticata! Adesso hai Isaac!»

Scott indietreggia ancora, ancora incredulo.

«Allison, sono passati anni, ti credevo morta... é normale...»

«Non ti fai schifo? Io non ho aspettato che potermi far vedere da te, e scopro che te la stai facendo con qualcun altro! Ti odio! Ti odio!»

La cacciatrice d'un tratto tira fuori una pistola, e se la punta alla testa. 
Una pistola per uccidere licantropi, quella di suo padre probabilmente.

«NO! Allison!» Urla Scott, disperato, ma la ragazza lo guarda negli occhi.

«Ti amavo, Scott, davvero tanto... é tutta colpa tua...» sussurra, prima di spararsi. E cade a terra, con un tonfo, come anni prima. Scott si trasforma, ululando di dolore, ancora piangendo mentre le corre incontro. 
Si accuccia accanto al suo corpo, sporcandosi le mani con il suo sangue.

«Non di nuovo...» mormora, con delle fitte di dolore al petto. Non adesso che aveva scoperto che Allison fosse ancora viva...l'ha persa di nuovo, ed è stata tutta colpa sua...non che l'amasse ancora, perchè adesso ha Isaac, ma avrebbe potuto impedirle di spararsi...

Come può vivere con la consapevolezza di essere la causa della sua seconda morte?

D'un tratto a Scott vibra il cellulare, ed è come se il tempo si fermasse.

"NON È REALEÈ IL NOGITSUNE CHE SI PRENDE GIOCO DI NOI.
Derek."

E allora Allison sparisce in pochi secondi, e Scott si ritrova nel corridoio, con ancora le lacrime agli occhi.
E, comunque sia, Allison é lo stesso morta

•••

Malia é nell'appartamento di Peter, e stanno discutendo del Nogitsune.

«Come mai vuole cosi tanto il caos?» Chiede la ragazza, perplessa, seduta sul divano. Peter è accanto a lei, pensieroso.

«Non ne ho idea, ma credo di avere un libro che possa fare al caso nostro. Lo vado a prendere.» Risponde, alzandosi. La coyote annuisce.

«Intanto io vado un attimo in bagno.»

E la ragazza si dirige verso la porta nera, con un urgente bisogno di rinfrescarsi la faccia. Sente che potrebbe addormentarsi da un momento all'altro, altrimenti.

Entra in bagno senza esitare, quando si rende conto con terrore che...non é affatto in bagno. Un venticello le solletica il collo, e sente un po' freddo. Si stringe nella felpa, osservandosi intorno. È nel bosco, accanto ad una strada. La luna svetta alta in cielo, e lei non sa proprio cosa dovrebbe fare, ne perché si trova là.

La strada è deserta, ma d'un tratto scorge due figure in lontananza: si tengono la mano, e stanno venendo piano piano nella sua direzione.

La coyote aguzza la vista, e lentamente un lampione illumina le due sagome. Malia rabbrividisce, immobilizzandosi sul posto. 
I suoi occhi si riempiono subito di lacrime, e apre la bocca in un'espressione di pura sopresa e confusione.

«Mamma...» sussurra, e per mano a lei c'è sua sorella più piccola. La madre e la sorella adottiva, che aveva ucciso una notte di luna piena, trasformandosi in coyote. Se non fosse per Scott e gli altri lei starebbe ancora a girare per i boschi.

Le due hanno addosso dei vestiti tutti strappati, e sporchi di sangue. Del loro sangue. Inoltre i capelli sono rovinati, come se avessero appena avuto un incidente...

Le loro espressioni sono infernali, quasi le due venissero direttamente dall'Inferno.

«Perché ci hai fatto questo?» Parla la madre, con tono atono, come se non avesse alcuna emozione dentro di sè.

E avanzano, sempre di più.

«Ti volevo bene, Malia.» Aggiunge la sorellina, con un pupazzo in mano. Anch'esso è sporco di sangue.

Malia indietreggia, con le lacrime che le scorrono inesorabili lungo le guancie.

«Io...non volevo...mi dispiace così tanto...» Le parole le escono spezzate dal pianto, e indietreggia spaventata.

«Perché ci hai uccise, Malia?» continua la madre, come se fosse una cantilena.

«Riesci a immaginare come sia stare sempre sotto terra?» cinguetta la sorellina, con una voce troppo innocua per il suo volto macabro.

«Non-non volevo....io....»

«È troppo tardi!» Esclamano insieme, velocizzando il passo. Malia urla di dolore, e si accascia a terra, rotta dal pianto. Non si è mai sentita così male dentro.

Poi sente il telefono vibrare, e lo tira fuori dalla tasca.

"NON È REALEÈ IL NOGITSUNE CHE SI PRENDE GIOCO DI NOI.
Derek."

E la madre e la sorellina spariscono, e si ritrova in bagno, con suo padre davanti a lei, che la guarda piú che preoccupato.

«Malia? Cazzo, rispondimi!» Le grida Peter, scuotendola.

«Io...»

«Perchè stai piangendo? Sembravi in trance, Dio, non mi rispondevi, e continuavi a sussurrare cose senza senso mentre piangevi...»

Malia si asciuga le lacrime, ancora sconvolta.

«Ho-ho avuto un'allucinazione...c'erano mia madre e la mia sorellina adottiva... mi chiedevano perchè le avessi uccise...sembravano così reali, papà...» Sussurra, e Peter l'abbraccia, stringendola a sè.

«Sai che non eri in te quando è successo, non è colpa tua. Se solo tua madre mi avesse detto di te...ti avrei preso con me, cazzo. È il Nogitsune che ti fa avere queste allucinazioni, vero?»

Malia annuisce, restando abbracciata al padre.

«Io...Derek mi ha mandato un messaggio, deve avere avuto anche lui un'allucinazione...»

Il padre scioglie l'abbraccio.

«Vieni, andiamo di lá, ho trovato qualcosa sul Nogitsune.»

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Capitolo 47
*** Capitolo 47 ***


"How do I say goodbye when I hardly had a chance to say hello."

Alla fine anche gli altri componenti del Branco avevano avuto allucinazioni, e ne avevano partlato al loft di Derek, in un riunione disperata di Branco. 
Lydia aveva rivisto Aiden, illudendosi che fosse ancora vivo. Liam aveva avuto l'illusione di non essere in realtà mai stato morso da Scott, ma che fosse tutto un sogno. Mason invece ha visto la morte del migliore amico, mentre Isaac cercava invano di scappare da suo padre.

Derek era andato subito dopo a dormire, per evitare almeno la notte le allucinazioni. era abbastanza sicuro di aver visto un paio di volte Talia nella penombra dell'appartamento: il Nogitsune stava cercando di farlo impazzire in ogni modo.

E probabilmente così ad ogni altro componente del Branco.

Si sistema meglio fra le coperte del letto, ignorando i messaggi di ringraziamento dei suoi amici, per averli salvati con il messaggio.
L'unica cosa che riesce a pensare è trovare un modo per salvare Stiles, sempre se non sia troppo tardi, e in caso lo fosse... Derek scuote la testa, non volendoci ancora pensare. Ha cominciato ad avere attacchi di panico, che non ha mai avuto neanche dopo la morte della famiglia, e deve cercare di evitare di farseli venire. Così si addormenta, con il volto del ragazzino in testa.

•••

Derek si ritrova in una strana stanza, tutta bianca e spoglia. C'è una poltrona nella penombra. Corruccia lo sguardo, cercando di capire chi sia la figura seduta. La figura in questione si alza di scatto, sbarrando gli occhi.

«Derek?» Il nome esce in un flebile sussurro, e il licantropo riconoscerebbe quella voce ovunque. Gli occhi gli pizzicano.

«Stiles?» Lo chiama incredulo, mentre il ragazzino si scopre, avvicinandosi con cautela. Ha tutti gli occhi gonfi, e una brutta cera.

«Tanto sei solo uno stupido ricordo.» Borbotta fra sè, sospirando pesantemente. Sembra quasi faccia fatica a stare in piedi. «Mi manchi così tanto...»

Derek fa un passo in avanti, incerto.

«Tu sei solo un sogno, casomai.» Puntualizza, senza capire le parole dell'umano. «Anche tu Stiles, così dannatamente tanto...» Aggiunge poi, rilassando tutti i muscoli. Stiles lo guarda dritto negli occhi.

«Un sogno? Cosa diavolo stai dicendo?»

«Sono andato a dormire, Stiles, ed eccomi qua con te. Non che sia strano che ti sogni, in realtà.» Gli spiega, non capendo però perchè si trovano in quella stanza così anomina. 
Il ragazzino dischiude la bocca.

«I sogni ci collegano, Derek! Non è un semplice sogno, sei nella mia mente, dove sono tenuto intrappolato. Sono affogato per ore, Der, prima di essere catapultato qua... non c'è via d'uscita... non c'è...» La sua voce s'incrina, e trattiene a stento delle lacrime.

«Stiles...sei davvero tu...» Mormora il lupo, sconvolto per quanto stia succedendo, per poi azzerare la distanza fra loro due. Abbraccia con forza il ragazzino, lasciando che il capo di quest'ultimo si posi sull'incavo del suo collo. Derek non sembra intenzionato a lasciarlo andare, non ora che l'ha ritrovato. «Senza te è un tortura, Stiles, non so mai cosa fare, sono senza punti di riferimento...» Si sfoga l'ex Alpha, stringendolo ancora di più a sè. Purtroppo quell'abbraccio ha ben poco di reale, e Derek si stacca poco dopo, volendo sentire davvero la sensazione del corpo di Stiles premuto contro il proprio.

Poi nota qualcosa di strano, inorridendo.

«Stiles, ti manca quasi tutta una gamba e un braccio!» Esclama, spalancando lo sguardo. L'umano si porta una mano agli occhi.

«Sparisco un po' alla volta, Derek, sempre di più... fino a che di me non rimarrà niente...» La voce spezzata, e il corpo che trema leggermente. Cazzo, non è affatto pronto a morire. Non quando c'è Derek davanti a lui, che lo guarda come se fosse la cosa più preziosa di questo mondo. E che adesso l'osserva come se lo stesse perdendo per sempre.

«Ci deve essere un modo, Stiles! Un cazzo di modo!» Grida il licantropo, furioso. Il ragazzino stringe le labbra.

«Non c'è, Derek! Quello che aveva detto Deaton non era bastato, e aveva affermato fosse l'unico! Non c'è speranza, Derek, non posso uscire da qui...» E Derek si guarda intorno, non trovando neanche una porta, una via d'uscita. Stringe le mani a pugno.

«Non mi arrenderò mai per noi due, Stiles, ci deve essere un lieto fine. Ci deve essere! » Afferma, con tono che non ammette repliche. Stiles volta la testa da un'altra parte, chiudendo gli occhi per ricacciare indietro le lacrime.

«Non siamo in una favola, Derek... devi-devi uccidere il Nogitsune, prima che sia troppo tardi...devi farlo, Derek!" Solo Dio sa quanto gli costi ordinare di fare una cosa simile al lupo, ma non c'è davvero altra soluzione.

Derek dischiude la bocca.

«Come puoi chiedermi una cosa simile, Stiles?» Chiede semplicemente, con un tono più che ferito. Il ragazzino continua ad evitare il suo sguardo.

«Ritrovarti è stata la cosa più bella che mi potesse capitare, Derek... baciarti, fare l'amore con te, imparare a conoscerti sempre di più... è durato poco, troppo poco, ma l'importante...l'importante è che morirò felice, Derek. Morirò sapendo di aver trovato una persona come te, morirò sapendo cosa si prova a baciarti, morirò sapendo cosa significa amare, Derek...e...e...non potrei desiderare altro...» Gli occhi lucidi e le mani che tremano. Derek lo guarda come se fosse pazzo.

«Ma ti ascolti, Stiles? Che cazzo stai dicendo? Tu non morirai! Ti salverò, Stiles! Cazzo!» Urla, continuando a non accettare che quel ragazzino stia davvero morendo. Che la sua soulmate stia morendo. Stiles scuote la testa sconsolato, in preda dalle lacrime.

«Devi lasciarmi a-andare Derek, devi-devi lasciarmi andare una volta per tutte...» Sussura, con un coraggio incredibile. E il lupo fa per replicare, quando tutto comincia a scomparire dalla sua vista.

•••

Si risveglia tutto sudato, e con gli occhi lucidi. È piena notte. Si alza di scatto dal letto, prendendo alla svelta la giacca, per poi uscire dal loft. 
Prende a correre per il bosco, senza una metà, cercando invano di non pensare alla conversazione appena avutan con Stiles. Cercando di non avere la consapevolezza di stare per perderlo davvero. Di non rivederlo più. Il licantropo evita gli alberi con agilità.

«Ci deve essere un cazzo di modo! Ci deve essere!» Urla, mentre corre, sentendo come la presenza del ragazzino accanto a sè.

"Non c'èDereknon c'è..."

Derek ringhia, illuminando per qualche secondo gli occhi di blu, andando quasi a sbattere contro un tronco.

«Ti salverò, Stiles, o morirò con te!»

"Devi andare avanti anche senza di meDer..."

Il licantropo si ferma un attimo, tirando un pugno ad un albero, ignorando il dolore che si sta procurano. Sta perdendo il controllo, visto che gli stanno uscendo le zanne.

«Come faccio, se ormai tutto mi ricorda di te?» Domanda al cielo, con tono più che sofferente, come se potesse davvero avere una risposta. Ormai anche il suo letto ha impresso l'odore di Stiles, e così la gran parte del loft. 
E il bosco gli ricorda il loro primo incontro, e la sua Camaro tutte le volte in cui ci sono entrati insieme, come per andare a vedere l'Oceano.

"Devi lasciarmi andareDerek...devi lasciarmi andare..."

I suoi s'illuminano di nuovo di blu, e gli artigli sono tutti fuori.

«Non ti lascerò mai andare, Stiles! MAI!» Ringhia, mentre i suoi vestiti abbandonnao il suo corpo, e con un ululato si ritrova trasformato in lupo. Ulula di nuovo alla luna, che non è neanche piena. Un ululato straziante, pieno di dolore. Poi il lupo sente come se avesse le gambe troppo deboli, e si accascia sul suo corpo, sentendosi più morto che vivo. Ciò che tiene la sua umanità in vita sta morendo, e lui non può farci assolutamente niente. Si sente impotente, inutile. Come quando Paige stava morendo tra le sue braccia.

•••

Scott s'inoltra nel bosco usando la vista da licantropo, per poter vederci qualcosa. La luna non illumina abbastanza. Stava dormendo, quando un ululato straziante lo ha svegliato in piena notte. E ha riconosciuto subito il responsabile: Derek. Spera solo che non gli sia successo qualcosa, ed è subito uscito di casa alla sua ricerca. Sente l'odore del licantropo sempre più vicino, e comincia a rallentare, con cautela. Non sa cosa aspettarsi, non sa il motivo di quell'ululato.

«Derek?» Lo chiama, svoltando un altro albero, quando avvista una figura. Si ferma di botto, illuminando gli occhi di rosso. C'è un lupo davanti a lui, ma non un lupo qualsiasi. Infatti il lupo illumina gli occhi di un blu triste. «Che diavolo ci fai qua sotto forma di lupo? E perchè hai ululato, Derek?»

Ma il lupo non risponde, limitandosi a fissare il ragazzo. Poi si accascia a terra ancora di più, sdraiandosi su un lato del corpo, e respirando pesantemente. Scott si abbassa, percependo le emozioni del lupo: tristezza, dolore.

«Non puoi rimanere così, Derek...devi tornare umano.» Gli fa presente, passando una mano tra il pelo color notte del lupo. L'ex Alpha alza un secondo il muso verso di lui, per poi riabbassarlo pesantemente. Sembra quasi si sia arreso. Arreso a tutto. «Andiamo, Derek! Devi lottare per Stiles! Per la tua soulmate

In pochi secondi il lupo scompare, lasciando spazio a Derek, completamente nudo. Il moro abbassa il volto, rilassando tutti i muscoli, e trema leggermente.

«Stiles morirà, e sarà tutta colpa mia.» Afferma, con tono tremulo.

»Non è vero, Derek!»

Gli occhi verdi del lupo incontrano quelli dell'Alpha.

«Se io ci fossi stato, non sarebbe andata così! Se io non me ne fossi andato sarebbe ancora lui, Scott! 
E invece no! Sta morendo, ed è tutta colpa mia!» Grida, allargando le braccia.

«E io non mi sono fidato di lui... è colpa di tutti noi, Derek! Potevamo esserci stati per lui, ma ormai è troppo tardi! Adesso dobbiamo pensare a salvarlo!»

Derek indietreggia di un passo, con tutti gli occhi lucidi.

«Non c'è nulla da fare, Scott... e sai qual è la cosa peggiore? Che il mio amore non è bastato, cazzo! Non-non è bastato... come...come posso andare avanti?» Derek resta con la bocca dischiusa, e una smorfia di dolore sul volto. Ma non dolore fisico, no.

L'Alpha rimane qualche secondo in silenzio.

«Ci deve essere pur un modo...»

«Ho cercato ovunque, Scott! E non ho trovato nulla! Stiles mi ha chiesto in sogno di ucciderlo, di uccidere il Nogitsune, e di lasciarlo andare...m-ma io non p-posso lasciarlo andare...» La voce spezzata dal dolore, e i capelli tutti spettinati.

«È il mio migliore amico, mio fratello... neanche io sono disposto a lasciarlo andare, Derek.»

«A volte mi si blocca il respiro, Scott! Penso a Stiles, a quello che potrebbe succedere... e rimango immobile, e non riesco neanche a respirare...e purtroppo dopo respiro di nuovo...a volte vorrei solo smettere del tutto...»

«Derek...»

«Non gli ho detto neanche che lo amo, Scott! Non gliel'ho mai detto, cazzo!» I suoi occhi non sono mai stati cosí tristi e pieni di dolore, come se ne avessero abbastanza.

«Lui lo sa, Derek.»

Il lupo volta la testa da un'altra parte.

«A volte non basta saperlo, Scott... ho visto persone morire senza poter far nulla... e non voglio che succeda la stessa identica cosa con Stiles... io...»

Scott abbraccia Derek d'impulso, non avendolo mai sentito così vicino...alla fine condividono lo stesso dolore. 
Ed è vero che Scott almeno ha Isaac, ma quest'ultimo non potrebbe mai capire come si sente davvero. Stanno entrambi perdendo qualcuno: Scott suo fratello, e Derek l'amore della sua vita. E nessuno dei due può fare nulla per evitare ciò.

D'un tratto squilla il cellulare all'Alpha, il quale scioglie l'abbraccio, per poter rispondere. Derek raccoglie intanto raccoglie i suoi vestiti, rimettendoseli addosso. Poi si gira verso Scott, e l'osserva con lo sguardo corrucciato. Scott ha un'espressione terrorizzata, e sembra non riuscire a spiccicare parola.

«Scott! Che hai?»Esclama Derek, confuso. Ci sono solo loro due lì.
Scott sbatte le palpebre.

«Stiles...è a casa mia...mi ha chiamato dal cellulare di mia madre...»

•••

Derek e Scott in pochi secondi sono davanti casa dell'Alpha, trovando la porta socchiusa. Stiles deve essere entrato facilmente, trovando solo Melissa. I due entrano con cautela, guardandosi intorno. In cucina non c'è nessuno, e l'unica luce accesa è quella del salone. Derek si mette davanti al ragazzo, come per proteggerlo. Vicino al divano ci sono due figure.

«Finalmente siete arrivati!» Alza gli occhi al cielo il Nogitsune, con Melissa davanti a lui. E tiene gli artigli sul collo della donna, la quale sembra terrorizzata.

«Mamma!» Esclama Scott, facendo qualche passo in avanti.

«Cosa diavolo ci fai qui?» Ringhia Derek, illuminando gli occhi di blu. 
Il Nogitsune increspa le labbra in un sorriso, risultando maledettamente sexy.

«M'annoiavo, tutto qui.» Alza le spalle, tenendo bene la donna con sè.

«Scott...aiutami...»Mormora Melissa, tremando. Scott è combattuto: vorrebbe andare a salvare la madre, ma questo vorrebbe dire combattere contro il suo migliore amico. Deve far in modo che il Nogitsune la lasci andare di sua spontanea volontà.

«Stiles, so che una parte di te c'è ancora e-e so che non le faresti mai del male...» Incomincia a parlare l'Alpha, con Derek dietro di lui.

«Oh, tu credi?» Replica quello, d'un tratto avventandosi con gli artigli sul collo della donna. Scott spalanca la bocca, mentre Melissa cade a terra con un rumore sordo, e il sangue che cola dal collo. Derek rimane indifferente, non credendoci. L'Alpha si limita a fissare il corpo della madre, senza riuscire a dire una sola parola, troppo sconvolto per reagire. Si sente di svenire, e Derek lo prende al volo.

«Scott! È un'illusione!» Gli grida l'ex Alpha, e il ragazzo fa anche fatica solo a respirare.

«Cosa stai d-dicendo, D-Derek...»

Il Nogitsune li fissa in silenzio.

«Non hai notato prima che non si sentivano i battiti di tua madre nè le sue emozioni? Forse eri troppo preoccupato, ma io l'ho notato!» Gli spiega, mentre Scott osserva lo spazio dove era sua madre a terra, ora vuoto.

«Adesso-adesao che ci penso mi aveva detto che sarebbe stata in ospedale per un turno...» mormora, con Stiles che ha un'espressione non per niente felice.

«È questione di tempo, prima che non riuscirete neanche a distinguere la realtà dall'illusione!» Sbotta il Nogitsune, avvicinandosi pericolosamente a Derek, con un sorrisetto. Il licantropo resta immobile, non potendo reagire, e puntando gli occhi verdi in quelli nocciola del ragazzino. Se lo vuole uccidere, faccia pure. Ormai non ha più niente per restare. «Mi dispiace, Derek.» Aggiunge dopo, con un ghigno.

Alza la mano con gli artigli sul volto del ragazzo, pronto a colpirlo. 
Nel frattempo Scott si butta su Stiles, con l'intento di allontanarlo, ma il Nogitsune con una manata lo spedisce lontano. Derek chiude gli occhi, aspettando che gli tagli la gola o qualsiasi altra cosa. Dopo qualche secondo però riapre gli occhi, ritrovandosi la mano del demone a pochi centimetri dal collo. E il volto di Stiles ha un'espressione arrabbiata, e si sta sforzando invano nel colpire il licantropo. E Derek nota, con sorpresa, che sta anche piangendo. Le lacrime devono essere del vero Stiles. A quel punto il Nogitsune si allontana verso la porta, furioso.

Non riesce a colpirlo perchè il vero Stiles lo ferma.

«Sei tu l'unico ostacolo, Hale, prima o poi ti farò fuori!» Grida, con ancora le lacrime agli occhi, per poi uscire dalla casa e scapparsene via. Scott è ancora a terra, con la maglia a brandelli, a causa degli artigli del ragazzino. 
Ha il fiato corto.

«Cosa diavolo vuol dire?» Ha il coraggio di chiedere, ancora sconvolto da quello che è successo. 
Derek lo guarda.

«Se lui è Heathcliff, io sono Catherine. Anche se lui è un mostro, io sono l'unica persona in grado di tirare fuori la sua umanità.» Spiega brevemente, sedendosi a terra stanco. 
Si passa una mano sul volto.

«Ah sì, il libro preferito di Stiles. 
E dimmi, che fine fanno poi questi Heathcliff e Catherine?»

Derek alza lo sguardo su di lui.

«Muoiono. Tutti e due.»

•••

Peter prende un altro caffè, per poi passare un'altra tazza a Malia. I due stanno ancora consultato il libro.

«Quindi sappiamo che il Nogitsune una volta era un semplice ragazzo ricco, che amava troppo una donna di nome Stephanie. Aveva davvero perso la testa per lei.» Inizia a parlare l'Alpha, sedendosi di nuovo sul divano, davanti alla figlia.

«Era il ragazzo più ordinato della città, odiava il minimo casino...» Prosegue la coyote, per poi bere un sorso di caffè.

«...Quando questa Stephanie l'ha ucciso, interessata solo ai suoi soldi. Da quel momento il Nogitsune ha cominciato non è mai riuscito a trovare la pace, e se in vita viveva solo per l'ordine...»

«...Adesso vive solo per il caos, volendo distruggere le vite delle altre persone, perchè Stephanie- l'amore- ha distrutto la sua.»

I due si guardano, per poi finire di bere. Malia dà un'altra occhiata al libro, tra uno sbadiglio e l'altro, quando qualcosa cattura la sua attenzione.

«Corri! Leggi qua.» Esclama, indicando un paragrafo a Peter. L'Alpha gli va vicino, leggendo ciò che ha letto poco prima la coyote. Poi sospira.

«Sì, ne ero già a conoscenza. Sai, una volta ho viaggiato un po' il mondo, conoscendo tantissime creature e druidi. So tante cose, Mal, e ne ho viste troppe. Se non fosse che non mi piacciono quelle cose là, magiche, e che non fossi un licantropo...sarei potuto tranquillamente diventare un druido, per la mia conoscenza.» 
Si confida Peter, e Malia lo guarda ammaliata.

«Se ne eri già a conoscenza, perchè non hai menzionato tutto questo a Derek?»

Peter si alza.

«Perchè è una cosa che può accadere, ma non per volontà di qualcuno. 
Ed è altamente improbabile che succeda, ma purtroppo sarebbe l'unico modo per riportare indietro Stiles.»

Malia abbassa lo sguardo.

«Questo vuol dire che dovremo arrenderci a trovare una soluzione?»

Peter stringe i denti.

«Purtroppo sì.»

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Capitolo 48
*** Capitolo 48 ***


"Love me till I'm me again."

Derek è entrato nella clinica, dirigendosi verso una delle stanze, dalla quale proviene l'odore di Deaton. Il druido è girato di spalle, sistemando come al solito delle fiale su uno scaffale. Ne ha in mano una di colore violaceo.

«Cos'è?» Domanda il licantropo, incuriosito. Il druido non si gira, rimirando la fiala.

«Saliva di drago.» Risponde, come se fosse la cosa più normale del mondo. Derek alza un sopracciglio.

«Esistono davvero i draghi?»

Deaton a quel punto si volta verso di lui.

«Parli tu, che sei un lupo mannaro?»

Derek alza gli occhi al cielo, incrociando le braccia al petto.

«Ho scoperto che quell'operazione che abbiamo fatto io e Stiles, ossia entrare nelle nostre menti, è molto pericolosa. E anche quella sorta di radiografia al cuore di Stiles. Quindi, qualcosa mi dice che non era solo il tuo istinto a suggerirti della presenza del Nogitsune.»

Deaton rimane impassibile, senza interrompere il lupo.

«Sei intelligente, Derek. Melissa aveva fatto degli esami a Stiles, e mi ha inviato preoccupata i risultati. Tutti i valori erano completamente sballati, e da lì ho cominciato a capire.» Ammette, tornando poi con lo sguardo sugli scaffali.

«Sono venuto qua anche per ringraziarti per tutte le volte che ci hai aiutato, sei stato davvero utile, ed è stato un piacere potermi consultare con te.» Il tono del licantropo si abbassa, e così il suo sguardo. Il druido resta qualche secondo in silenzio.

«Perchè sembra tanto un addio, Derek?»

L'ex Alpha non risponde, andandosene via.

•••

Il Branco è riunito nel loft di Derek, tutti seduti a cerchio. C'è sia Peter che Parrish: hanno bisogno di tutto l'aiuto possibile.

«Il Nogitsune non è solo.» Afferma Lydia, con due occhiaie da paura, come il resto del Branco.

«Come fai a dirlo?» Domanda Liam, seduto accanto a Mason. 
Derek è fra Peter e Parrish.

«Semplice, quel bastardo si nasconde da qualche parte, quindi ha un alleato, e probabilmente potrebbero essere in molti, visto che dovranno combattere contro di noi.» Risponde Peter, come se fosse ovvio. In effetti nessuno ci aveva pensato.

«E quando li andremo ad attaccare? Insomma, possiamo localizzare Stiles.» S'intromette Mason, che ha portato con sè il suo computer.

«Tu, Mason, localizzalo anche adesso, ma di sicuro non dovremmo aspettarci solo Stiles, e dovremmo essere pronti a combattere.» Prende parola Scott. «Dobbiamo fermarli assolutamente, perchè chiunque sia con lui non ha affatto buone intenzioni.»

Nessuno fa domande sul 'come fermarli', ma il dover uccidere Stiles aleggia nell'aria, silenzioso. Nessuno osa però dirlo ad alta voce, come se questo potesse renderlo davvero reale. Mason si mette subito all'opera.

«Si trova...nella vecchia riserva degli Hale.» Afferma dopo qualche minuto, e tutti si guardano.

«Allora dovremmo andare lì, subito. Lydia, tu pensa a Mason, e cercate di stare il più lontano possibile da noi. Io e Derek andremo davanti, vero?» Decide l'Alpha, per poi girarsi verso Derek. 
Il lupo sembra con la testa altrove, e ha forse le occhiaie più evidenti di tutti, e i capelli disordinati. Non si è curato molto ultimamente.

«Umh, sì, certo.» Risponde, sovrappensiero.

«Allora andiamo, e mi raccomando di essere molto attenti a Stiles. È molto bravo a giocare con la nostra mente.» Ricorda Peter.

«E come faremo a sapere se una cosa è reale oppure no? Non basta sempre solo pensarlo.» Commenta la coyote, accanto al padre.

«Sapevo bisognasse aggrapparsi alla propria ancora, anche se essa deve essere molto forte. Basta che uno di noi ce la faccia.» La informa il padre, in modo che tutti gli altri sentano.

«Perfetto, allora...siamo pronti.» Afferma Lydia, alzandosi insieme agli altri.

«Aspettate.» Parla d'un tratto Derek, richiamando su di sè l'attenzione di tutti. «Io...volevo solo ringraziarvi. All'inizio pensavo foste solo stupidi ragazzini, ma dopo siete diventati...la mia famiglia.» Poi abbassa lo sguardo, e Malia dischiude la bocca.

«Cosa significa questo, Derek?» Domanda, con un tono confuso. Alla fine lei ci si è affezionata al lupo, è pur sempre suo cugino. Derek non risponde, evitando il suo sguardo, e la coyote improvvisce capisce le sue intenzioni. «Siamo la tua famiglia? E allora perchè ci vuoi lasciare, Derek? Ci saremmo noi per te! Non contiamo nulla?!» Il suo tono adesso è pieno di rabbia, e le scendono delle lacrime lungo le guancie. Tutti rimano qualche secondo in silenzio, e Peter d'un tratto afferra la figlia per un braccio, trascinandola senza troppe parole di sopra. La porta in una stanza a caso, e non gli importa se li possono sentire tutto.

«Malia! Cosa ti prende?»

La coyote sta ancora piangendo.

«È tuo nipote! Si vuole uccidere, e non dici nulla?!»

Peter volta la testa da un'altra parte.

«Derek è la persona più importante che ho, Malia, ma non è questo il punto! Pensi per me sia facile? Ma non possiamo farci niente, se non rispettare la sua decisione!» Esclama.

«Ma ci saremmo noi...»

«Non puoi capire, Malia! Dovremmo uccidere Stiles, la sua soulmate! La sua anima gemella! Ho letto e sentito tante testimonianze di licantropi a cui muore la propria soulmate, e sai che dicono? Che è come se avessero perso improvvisamente un arto, un organo vitale! Sono vuoti che ti rimangono tutta la vita, di cui non te ne potrai mai liberare! E non ho mai visto una connessione così forte come quella che c'è fra Stiles e Derek...pensi che sarebbe in grado di sopportare anche questo dolore?»

La coyote rimane in silenzio, e piangendo si butta fra le braccia del padre. Derek ha sentito tutto, come gli altri licantropi, e si alza stancamente per preparsi un caffè. Adesso deve solo preparsi per il combattimento finale.

•••

La riserva è poco lontana da loro, e Derek e Scott guidano il Branco.

La porta della riserva è aperta, e Derek si avvicina sempre di più, anche se non sente la presenza di nessuno all'interno. Così entra dentro, lasciando gli altri ad aspettare fuori. Da quando non rientrava nella riserva? Sa tutto così di vecchio, di rotto. Sembra che sia disabitata da molti decenni. 
Derek fa qualche passo in quello che è rimasto del salone, facendo scricchiolare le assi del pavimento, quando si accorge che a terra c'è qualcosa.

La prima cosa che pensa è che sia una bomba, ma più si avvicina più si accorge di star sbagliando. A terra c'è il bracciale. Il bracciale di Stiles. Il nogitsune deve aver sentito attraverso esso la loro conversazione, e ha capito che sarebbero arrivati qua. Derek allora si fionda all'esterno, con il resto del Branco che lo guarda con ansia.

«È una trappola!» Grida, guardandosi intorno. Loro si trovano su un grande spiazzo verde, con una collinetta, circondati da alberi. Infatti, all'improvviso, dagli alberi escono delle figure, che li circondano in pochissimo tempo. Il Nogitsune è fuori dal cerchio che le chimere hanno creato, insieme a Theo.

«Ci si rivede.» Afferma il demone.

«Theo!» Grida Malia, furiosa, trasformandosi in coyote in men che non si dica.

«Hai fatto male a rinunciare la mia offerta, Derek.» Dice semplicemente quello. Stiles fa un sorrisetto.

«Lo sento ancora, Stiles che grida dentro di me. Però è sempre più debole, e così fastidioso!» Si lamente il Nogitsune, alzando gli occhi al cielo. 
Le chimere hanno: tre gli occhi rossi, e le altre giallo. Sono due in più rispetto al Branco di Scott. Parrish si trasforma in segugio, Scott e Peter in Alpha, Derek, Isaac e Liam in Beta.

Peter si scrocchia il collo, mostrando i denti.

«Ho sempre odiato i cazzo di demoni, però ancora non ne ho mai ucciso uno, sarai il primo, sei contento?» Ringhia, con un sorrisetto strafottente.

«Ma cosa siete venuti qua a fare? A farvi uccidere?» Ironizza Theo, incrociando le braccia al petto. Derek sa che probabilmente per Stiles non c'è più speranza, ma ancora non si vuole dare per vinto. Ha detto a Stiles che l'avrebbe salvato, che non si sarebbe mai arreso per loro due.

«Sono venuto per la mia soulmate.» Ringhia Derek, pensando che alla fine possono benissimo sconfiggere almeno le chimere.

«Io e Peter e Derek ci occuperemo di quelle Alpha...Giordan, tu ce la fai ad occuparti di due di loro? Tu, Malia?» Grida Scott, mentre le chimere gli bloccano ogni tipo di passaggio.

«Sì!» Rispondono il segugio e la coyote insieme.

E cominciano tutti ad avventarsi sulle chimere, senza alcun tipo pietà. 
Il Nogitsune e Theo guardano in silenzio il combattimento, notando che il branco di Scott sembra essere più forte. Derek sta lottando con destrezza contro l'Alpha: dicono che se combatti per un motivo più che valido, allora arrivi anche ad essere più forte.

E Derek ha un motivo molto valido, dannazione.

Anche Scott se la sta cavando bene, con Peter che fa lo sbruffone per quanto è più forte dell'altro: addirittura fa qualche battutina tra un pugno e l'altro. Lydia intanto è in lontananza con Mason, mettendoglisi davanti: urlerà a chiunque proverà solo ad avvicinarsi.

«Stiles, stiamo perdendo!» Esclama Theo, leggermente spaventato. 
Il Nogitsune fa un sorrisetto.

«Guarda adesso.» Gli dice semplicemente.

In un secondo Derek vede uno Stiles di fronte a lui, e si ferma giusto in tempo, ritirando il pugno. Dischiude la bocca, indietreggiando lentamente: tutti intorno a lui sono degli Stiles, perfettamente uguali. E alcuni gli stanno venendo anche incontro, ma lui è come se non potesse fargli del male. Non ci riesce, semplicemente. 
E potrebbe rischiare di fare male a qualcuno del Branco, visto che anche loro sembrano essere diventati degli Stiles.

«CONCENTRATEVI SULLA VOSTRA ANCORA!» Urla Peter, vedendo davanti a lui solo delle Melisse, che lo circondano. Una di loro dovrebbe essere Scott, ma il Nogitsune potrebbe benissimo dare al più vecchio l'illusione che l'Alpha stia cercando di ferirlo, quando in realtà magari è fermo. 
E Peter potrebbe rischiare di fargli male mortalmente. Quindi anche lui si trova ad indietreggiare, pensando intensamente a Malia.

«Oh, andiamo, non colpite l'amore della vostra vita?» Ride il Nogitsune. Lydia e Mason restano lontani, la Banshee vedendo tutti Giordan e Mason, non amando nessuno, vede il suo migliore amico. E così Malia, che vede tutte Lydia intorno a lei. Invece Scott e Isaac si vedono a vicenda, e così Giordan vede solo Lydia. 
Eppure tutti cercano di concentrarsi sulle proprie ancore, ma sembra non funzionare.

«Non funziona! Non funziona!» Urla Malia, cercando di scappare da Lydia.

E anche Derek indietreggia, non azzardandosi a colpire nessuno degli Stiles. Teme che il Nogitsune abbia nascosto in uno di loro uno degli altri, non facendogli sentire la sua vera voce e spingendolo così ad ucciderlo. 
È sicuro che il Nogitsune stia cercando di farli uccidere a vicenda, per risparmiarsi la fatica. Derek indietreggia fino ad arrivare sopra alla collinetta, tappandosi le orecchie: gli Stiles cercano di parlargli.

«Derek, ti amo...»

«Derek, non mi faresti mai del male, vero?»

«Derek, Derek, Derek!»

Crede non riuscirebbe a colpirli neanche con la consapevolezza che il resto del Branco stia bene e al sicuro, e così vale gli altri.

«Si uccideranno a vicenda?» Sussurra Theo al Nogitsune. Il demone annuisce.

«Prima o poi colpiranno, e guarda quanto sono vicini Peter e Scott. 
Potrei benissimo non far sentire a Peter la voce di Scott che grida di non ucciderlo.» Ghigna, dimostrando di poter giocare benissimo con la loro mente. E Derek cerca di concentrarsi, come tutti, sulla sua ancora. 
E pensa a Stiles.

«Le nostre ancore, i nostri amori... non sono abbastanza forti!» Urla con un ululato Peter, disperato.

A quando ha incontrato Stiles la prima volta, il famoso 'è proprietà privata'. 
A tutte le volte che si sono salvati il culo a vicenda, e che hanno fatto finta di non interessarsi alla sicurezza dell'altro. A tutta la fatica fatta per farsi perdonare da lui, per essersene andato via. A come si sia innamorato dell'umano sempre di più, fino ad arrivare ad amarlo. A come sia stato il loro primo bacio, la loro prima volta... a come Stiles è riuscito sempre a farlo sentire a casa, anche solo con un sorriso.

A come, senza di lui, non si sentirebbe senza un arto...ma proprio senza corpo.

Gli Stiles stanno salendo lentamente la collinetta, continuando a parlare, e Derek individua il Nogitsune e Theo poco lontani.

E poi pensa a come Stiles gli sia stato accanto quando aveva ucciso quell'uomo, quando si sentiva un mostro. Stiles era quel tipo di persona che, se tutti se ne fossero andati via da lui, sarebbe rimasto.

E, improvvisamente, tutti gli Stiles spariscono. E vede con chiarezza sia le chimere che i suoi amici. Anche il resto del Branco, grazie a Derek, può capire contro chi combattere.

«Chi è stato?» Chiede Scott, con un leggero fiatone. Peter fa un cenno verso il nipote, increspando le labbra in un sorriso. Così tornano tutti a combattere, ma Derek si sente come diverso. L'Alpha di prima gli si avvicina, e con un solo un pugno il lupo lo stende del tutto. Derek si guarda stranito la mano, e sente dentro di sè una forza mai avuta prima. Sta combattendo per Stiles, e farà tutto il possibile per riaverlo, anche se non sa come. Sente che potrebbe combattere da solo contro tutti.

Abbassa il volto in direzione del Nogitsune, incrociando i suoi occhi verdi con i suoi freddi e crudeli.

«Sono venuto qui, per la mia soulmate.» Ripete, a tono più che alto. Tutti interrompono i combattimenti, volendo capire le intenzioni di Derek. 
Il Nogitsune l'osserva indifferente. «Stiles, so che mi stai ascoltando...sei il ragazzino logorroico e iperattivo che all'inizio non sopportavo, sei l'umano del Branco, sei il ragazzino che ci ha salvato il culo un milione di volte, sei l'umano che ha a che fare ogni giorno con il soprannaturale, e che cerca sempre di rendersi utile in tutti i modi...»

Tutti l'ascoltano in silenzio, e Lydia e Malia si stanno commuovendo. Derek increspa le labbra in un sorriso, con gli occhi illuminati di blu. «...ma non sei solo questo, Stiles...sei molto di più. Sei la persona più forte che conosca, sei il ragazzino che mi ha fatto innamorare, che mi ha dato un motivo per continuare a resistere, sei l'umano che mi hai insegnato ad amare, quando ormai non ci credevo più...sei il ragazzino che ha fatto crollare tutte le mie certezze, per poi diventare la mia unica certezza. Sei la mia ancora, Stiles, ma ancora di più...sei la mia soulmate. La mia soulmate, cazzo! 
Il compagno che il mio lupo ha scelto per tutta la vita, il legame più forte che esista! Senza neanche accorgertene hai portato via il mio passato, Stiles, per offrimi un futuro. Un futuro insieme a te

Derek si ferma un attimo, respirando profondamente, e rilassando tutti i muscoli. Tra poco si commuovono anche le chimere, e il Nogitsune ora ha una strana espressione. Sta piangendo, ma allo stesso tempo sembra indifferente a tutto. «Ti ho promesso che ti avrei salvato, Stiles, e scusa se non ci sono riuscito, scusa se il mio amore non è bastato...ma non ti lascerò mai andare, mai...ovunque tu vada, verrò con te...perchè non ti lascerò più solo...forse questo-questo per noi due è...è il tempo sbagliato, il mondo sbagliato...f-forse non potremmo trovare la felicità qua...e allora...allora ti seguirò, Stiles. Perchè io ti amo, Stiles. Cazzo se ti amo...» Finisce di parlare, con grande fatica e la voce spezzata, e il Nogitsune ora sembra come se stia avendo una crisi interiore.

Il demone si porta le mani alla testa, come per cercare di azzittire una voce nella sua mente, e comincia ad assumere strane espressioni. Addirittura si accartoccia su se stesso... ma non sembra bastare.

«Stiles non riuscirà mai ad emergere, ci hai provato!» Grida, furioso, tornando apparantemente impassibile come prima.

Derek alza il volto al cielo, e tutti rimangono in silenzio, come aspettando la mossa successiva.

E d'un tratto accade un qualcosa che lascia tutti a bocca aperta. Come una polvere d'oro investe Derek, il quale scompare all'interno. E quando la povere sparisce... al suo posto c'è un lupo... dal pelo d'oro. Tutto il Branco lo guarda a bocca aperta, non capendo cosa diavolo stia succedendo. Il lupo ha gli occhi viola, e rivolge il muso verso i suoi amici. E fa qualche passo in avanti, maestoso come nessun'altra creatura al mondo.

Peter e Malia sono gli unici che sanno di cosa di tratta. Il lupo intanto scende la collinetta, dirigendosi verso le chimere. Scott nota che Peter sta facendo un sorrisino, e gli si avvicina confuso.

«Tu sai?» Gli domanda, sconvolto. 
Il lupo investe ogni chimera, uccidendola istantaneamente, come se fosse velenoso. Peter annuisce, con un'espressione di pura meraviglia.

«È il lupus auri, il licantropo più forte di tutte le creature.» Sussurra, ammaliato, mentre Derek finisce di uccidere il resto delle chimere, sembrando comunque affascinante. «Quando la soulmate di un lupo è in serio pericolo, allora il licantropo si trasforma in questa creatura...capace anche di riportare la soulmate in vita.»

E, in questo caso, di fermare una impossessione.

Scott dischiude la bocca, mentre il lupo si ferma in mezzo allo spiazzo verde, con il muso indirizzato verso il Nogitsune. Theo si nasconde dietro il demone, spaventato.

«Accade spesso?» Domanda Scott.

Peter scuote la testa.

«Accade una volta ogni migliaia di anni, solo in caso il legame fra le due soulmates sia così forte da riuscire a superare anche la morte...è una cosa straordinaria, non avevo mai visto una cosa simile, solo sentito parlare, ma...non mi aspettavo sarebbe davvero successo, cazzo.» Finisce di parlare Peter, osservando le gesta del lupo.

Derek ora è ancora fermo, e improvvisamente alza il muso al cielo, ululando. Ma non un ululato normale, un ululato talmente forte che costringe tutti a tapparsi le orecchie. Il Nogitsune fa smorfie di dolore, e si piega su di sè, venendo investito da una polverina d'oro. Intanto Theo viene steso da Scott.

«NOOOOO!» Urla il demone, quando la polvere lo travolge. Tutti rimangono senza fiato. Derek intanto è tornato umano, completamente nudo.

Rilassa tutti i muscoli, non avendo neanche idea di quello che stia succedendo. Non ha deciso lui di trasformarsi, è semplicemente successo. E osserva, ad una decina di metri di distanza, la polverina d'oro che scompare sempre di più. E davanti a lui c'è Stiles, in piedi, tremolante: ha gli occhi spalancati, e sembra come sconvolto. Le lacrime che gli scendono sulle guancie, e lo sguardo nocciola che s'incrocia con quello verde di Derek.

«Ti amo anch'io, Derek.» Sussurra, increspando le labbra in un sorriso.

E il ragazzino in pochi secondi è addosso a Derek, buttatosi fra le sue braccia. Derek chiude gli occhi, stringendolo così forte da fargli quasi male, e l'umano poggia il capo sull'incavo del collo del più grande. Scott osserva i due con un sorriso enorme, insieme a tutti gli altri. 
Il loro Stiles è tornato.

«Mi hai salvato, Derek...mi hai salvato.» Mormora il ragazzino, non staccandosi dall'abbraccio.

«Te l'avevo promesso, Stiles, ricordi?»

E Derek non sembra avere intenzione a lasciarlo andare, ora che l'ha ritrovato. E, adesso, hanno davanti una vita intera. Insieme.

FIN....

«Nipote caro, rivestiti prima che quell'abbraccio possa diventare ben altro.»

«Peter!»

FINE

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Capitolo 49
*** Epilogo ***


"Something in the way you movemakes me feel like I can't live without you"

«Cos'è successo, esattamente?» Chiede Derek, ancora abbastanza perplesso e confuso. Dopo aver riavuto indietro Stiles, i vari abbracci e festeggiamenti di Branco, i due sono andati da Deaton. L'ex Alpha ha le braccia incrociate al petto, e Stiles è poco distante da lui. Il druido li guarda un attimo.

«Il lupus auri è la creatura più potente di tutte, Derek. Si manifesta nei lupi mannari una volta in migliaia di anni, è semplicemente sorprendente...non credevo neanche esistesse davvero, visto che le testimonianze scritte sono rare e confuse...e si manifesta quando la persona che si ama di più è in serio pericolo, ma si tratta di un amore così forte da superare addirittura la morte!» Derek e Stiles si scambiano uno sguardo silenzioso, soppesando le parole del druido. «Sapete che vuol dire, no? Che il legame, l'amore che c'è fra voi due è il più forte degli ultimi migliaia di anni...le due soulmates più forti esistenti.» Aggiunge Deaton, scombussolando i due. Si guardano di nuovo, metabolizzando tutto ciò che hanno sentito.

«Grazie, Deaton...noi andiamo.» Parla dopo un po' Derek, sovrappensiero. Non credeva che fossero così seri e grandi i suoi sentimenti nei confronti del ragazzino, ma dopo tutto è anche la sua soulmate.

«Ah, e mi raccomando state attenti, potrebbero venire molti druidi a cercarvi, apprendendo questa notizia. Probabilmente vi faranno molte domande, e se volete posso essere presente anch'io per impedire loro di esagerare o di essere troppo invadenti.» Li avverte il druido, con serietà. Stiles non ha ancora aperto bocca. Derek alza un sopracciglio.

«Se proprio vuole.» Replica semplicemente, dirigendosi verso la porta, con l'umano che lo segue.

•••

Appena entrano nel loft, Derek sbatte Stiles al muro senza dire una parola, facendogli uscire un gemito di sorpresa. I suoi occhi verdi divorano il ragazzino, e la sua bocca si posa sul suo collo, desideroso di marchiarlo ovunque.

«Derek...» Sospira l'umano, con la bocca dischiusa e gli occhi socchiusi.

Il licantropo continua a torturare quella pelle delicata, quando porta il volto davanti  a quello del suo compagno.

«E così siamo le soulmates più forti esistenti?» Parla con voce roca, che fa venire i brividi all'umano, per quanto è carica di eccitazione.

«Dio, ti amo! Ti amo, ti amo!» Esclama Stiles, unendo finalmente le sue labbra a quelle di Derek, mentre gli toglie con delicatezza la maglia. 
Derek invece strappa la sua, non importandosene affatto dei brandelli di stoffa che cadono sul pavimento.

I loro corpi sono uno contro l'altro, e le loro lingue si accarezzano avide, desiderose di maggior contatto. 
Stiles intreccia le gambe dietro al corpo di Derek, e il lupo lo fa stendere sul letto, ammirando il corpo del giovane. 
Le sue guancie arrossate, e gli occhi lucidi.

«Sei solo mio, Stiles.» Sussurra, prima di fiondarsi su di lui.

•••

«E quindi loro sarebbero le soulmates più forti...degli ultimi migliaia di anni?» Chiede sorpreso un druido, nella clinica di Deaton. L'uomo ha organizzato degli incontri per chi fosse venuto a Beacon Hills solo per incontrare Derek e Stiles, e quel druido deve aver fatto un lungo viaggio. Derek è seduto su una sedia, con le braccia incrociate al petto e uno sguardo scocciato. Stiles invece è seduto accanto a lui, accennando un sorriso.

«In persona!» Esclama Stiles, mentre Deaton osserva il tutto, come orgoglioso dei suoi ragazzi.

«Mi aspettavo...altro.» Ammette il druido, scettico.

«Cosa intende?» Interviene Deaton.

L'altro si gratta la testa.

«Beh... lui è un umano...» Fa, indicando il ragazzino, che adesso ha una smorfia. «...e lui un Beta.»

Derek illumina qualche secondo gli occhi di blu, ringhiando sommessamente.

«Perchè, si aspettava due Alpha? Sottovaluta così tanto questi due, o meglio, l'amore?» Li difende prontamente Deaton, come se fossero suoi esperimenti, e lui li avesse appena offesi a morte.

«Sono troppo...diversi! Insomma, quello là ha pure ucciso un innocente! E poi un licantropo che va a mettersi con un ragazzino umano?» Replica quel druido, guardandoli deluso. 
Si aspettava di trovare due licantropi Alpha pieni di muscoli e di forza. 
E ha notato bene gli occhi blu di Derek. Il ringhio del lupo aumenta sempre di più, e si lancia verso il druido, portandolo a sbattere contro il muro.

Il suo volto si sta trasformando.

«Mi ascolti bene!» Ringhia, con un tono di voce più potente e pieno di rabbia. «Tu non sai niente di me, della mia vita, ed è già tanto se ti abbiamo dato l'opportunità di parlare con noi! Volevi vedere le soulmates più forti? Bene, eccoci! E sì, lui è un umano, e allora? Devo stare a spiegare a te perchè lo amo? Perchè mi ha stravolto completamente la vita? Oppure come stavo per seguirlo nella sua morte, perchè lui è l'unica cosa che tiene in vita la mia umanità? No! Non sai niente di noi cazzo, e pretendi di giudicarci!» E la rabbia aumenta, portando una mano sul collo dell'uomo, il quale nel frattempo è sbiancato completamente.

«Derek! Basta!» Gli grida Stiles, e in pochi secondi l'ex Alpha lascia andare il druido, ritornando normale, e indietreggiandosi verso il suo compagno. Deaton osserva l'effetto che fa Stiles sul lupo di Derek, e anche l'altro druido se ne accorge, rendendosi conto di aver più che sottovalutato la cosa.

«Io...vi chiedo scusa, tendo ad essere molto prevenuto... se non vi dispiace, vorrei farvi delle domande sulla vostra storia...» Cerca di scusarsi il druido, e Stiles prende una mano di Derek fra la sua, per calmarlo.

«Certo, ti ascoltiamo.»

•••

Stiles e Scott camminano per i corridoi, ignorando le occhiate che ricevono da quasi tutte le ragazze, e anche da qualche ragazzo. Il loro gruppo è uno dei più popolari, e in molte ci provano costantemente, anche se con Stiles meno. Derek spaventa in molti, che rinunciano a fare delle avance al ragazzino. Stiles si perde in uno sproloquio infinito sulla partita di campionato che avrebbero avuto tra qualche giorno.

Questo è l'ultimo anno di college.

I due incrociano Malia e Lydia, che osservano Stiles con un'espressione strana, e fanno un semplice cenno per salutarli.

«Che hanno?» Interrompe Stiles il suo discorso, stranito dai loro sguardi.

«Cosa?» Replica Scott, con in mano un libro.

«Lydia e Malia, mi hanno guardato in modo strano, e ad essere sincero non solo loro! Anche altri, tipo a lezione!» Esclama, più che confuso. Lo guardano come se avesse qualcosa che non va, e solo loro sapessero benissimo cosa.

«Stiles!»!Sente chiamarsi, e si gira verso una ragazza.

«Tracy!» La saluta, abbracciandola. «Tu almeno aiutami! Scott è inutile.»
La prega il ragazzino, ricevendo un'occhiataccia dal miglior amico. 
Alla fine Tracy è diventata a tutti gli effetti parte del Branco, ed era già a conoscenza del sovrannaturale.

«Aiutarti a cosa?» Aggrotta le sopracciglia lei. I tre si avvicinano sempre di più all'uscita, non vedendo l'ora di tornare a casa.

«Tutti oggi mi guardano in modo strano.» Sintetizza, mentre osserva la ragazza cambiare espressione. Sembra divertita.

«Ci credo, Stiles! Guarda come cammini!» Ridacchia lei, con Scott che solo in quel momento sembra rendersene conto. 
Il ragazzino si ferma perplesso.

«Come cammino?»

«Come se avessi un palo su per il culo.» Risponde per lui Isaac, avvicinandosi all'Alpha, avendo sentito parte del discorso. 
Stiles avvampa, boccheggiando.

«Forse Derek ieri ci è andato un po' pesante.» Ammette, imbarazzato, arrosendo ancora di più al ricordo della sera prima. Eccome se ci è andato pesante, ma è stato meglio del solito. 
I tre scoppiano a ridere, mentre Stiles incrocia le braccia al petto, stizzito.

Poi escono dal college, fermandosi un attimo sul piazzale. D'un tratto l'umano si accorge della presenza di una Camaro nera nel parcheggia, e gli si forma un sorriso sulle labbra. 
Derek ha preso a lavorare per lo zio, dandogli una mano in una delle sue tante aziende, giusto per avere qualcosa da fare. E di solito torna qualche ora dopo pranzo, ma evidentemente quel giorno ha finito prima e ha deciso di fargli una sorpresa. Infatti la portiera si apre, e il moro esce fuori in tutta la sua bellezza.

Ha gli occhiali da sole posati sul naso, e i capelli leggermente spettinati, che gli danno un'aria ancora più sexy. Inoltre ha una maglia verde che aderisce perfettamente al suo corpo. Derek individua subito il ragazzino, increspando le labbra in un sorrisetto. Scott affianca Stiles.

«Solo...solo guardarlo. Non riuscirò mai ad abituarmi a tutta questa perfezione.» Riesce semplicemente a dire, con Derek che ridacchia divertito, avendo ben sentito le sue parole. 
Tutti gli studenti sull'ampio piazzale adesso si stanno interessando ai due, e guardano invidiosi Stiles andare nelle braccia del moro, coinvolgendolo in un bacio bagnato. Poi strofina il naso su quello del licantropo, affettuosamente, mentre Derek lo tiene stretto per i fianchi.

«Andiamo a casa?» Sussurra Derek, riferendosi al loft. Stiles ci si è trasferito un anno prima, nonostante fosse riluttante a lasciare il padre da solo. 
Per fortuna lo Sceriffo sembra avere qualcosa con la madre di Lydia, tenendosi quasi sempre occupato.

«Sì, andiamo a casa

•••

«Mi mancano.» Mormora Stiles, guardando una foto in particolare: ci sono tutti i componenti del Branco, l'ultimo giorno del college. 
Addirittura c'è anche Peter, nonostante non lo volessero nella foto. E infatti Derek lo stava guardando ringhiando, scatenando le risa di tutti. È passato un anno da quando lui e Derek, dopo che lui avesse finito il college, hanno deciso di trasferirsi vicino a New York, in un grande e bell'appartamento.

«Scott e Isaac sono venuti la settimana scorsa, ma possiamo invitarli quando vuoi, anche gli altri. Per il viaggio e tutto sai che ci posso pensare io.» Gli fa Derek, entrando in quel momento in salone, venendo dalla cucina. Ha una maglia nera semplice, mentre Stiles ha la solita felpa rossa. Stiles annuisce, pensieroso, ma non risponde. «Ei, Sti, se vuoi tornare a Beacon basta dirlo, okay?» Gli fa presente Derek, aggrottando lo sguardo. Stiles a quel punto stacca gli occhi dalla foto, guardando il moro. Peter aveva offerto a Derek un lavoro a New York, ma prima il lupo aveva chiesto all'umano se gli andasse bene trasferirsi entrambi.

«No, ho deciso di iniziare una nuova vita con te, Der. È solo che mi manca vederli tutti i giorni, tutto qua.» Sorride, avvicinandoglisi. Poggia il capo sulla spalla del licantropo, abbracciandolo.

«Ho fatto questo anche perchè voglio che tu abbia una vita normale, Stiles, te lo meriti, senza rischiare di perderti ogni volta. Lo sai, vero?» Gli ricorda l'ex Alpha, respirando il suo profumo.

«Lo so, Der.»

Poi improvvisamente suonano al campanello, e i due sciolgono con riluttanza l'abbraccio.

«Sono le pizzeeeeee!» Grida Stiles, come un bambino, fiondandosi alla porta. Derek sembra stranamente nervoso, e osserva attentamente il ragazzino prendere i due cartoni di pizza, per poi dare i soldi al fattorino. Stiles posa le pizze sul tavolo, per poi accorgersi che Derek sta picchiettando il piede a terra con nervosismo, e non è da lui.

«Der? Sei nervoso perchè ho ringraziato più volte il fattorino? È perchè stavo letteralmente morendo di fame...» Comincia a parlare lui, quando viene interrotto dal lupo.

«No, Stiles, non sono nervoso.» Mente, grattandosi la barba. Stiles conosce talmente bene il suo compagno che sa bene i gesti che fa quando è preso dal nervosismo, e questo è uno di quelli. Ma decide di non replicare, e fa per aprire un cartone a caso, quando Derek lo ferma bloccandogli il polso.

«Siediti.» Gli ordina, illuminando un secondo gli occhi di blu, per poi aprire uno dei due cartoni di pizza senza far vedere il contenuto al più piccolo, che intanto si è seduto stranito.

«Mi stai spaventando, Derek.» Ammette, mentre il lupo gli porge un cartone.

«Questo è tuo.» Gli dice semplicemente, sedendosi davanti a lui, per poi fissarlo attentamente. 
Stiles corruccia lo sguardo, non capendo perchè quello strano comportamento, quando alza il coperchio del cartone della pizza.

Socchiude subito la bocca, mentre sente gli occhi riempirsi piano piano di lacrime, e il suo sguardo persiste sulla pizza. I salamini formano due parole, chiaramente leggibili. Gli tremano le mani.

"Marry me?"

Poi il suo sguardo si sposta sul moro, che ora sta facendo un sorrisino nervoso, con in mano una scatolina. 
Si alza da tavola, avvicinandosi ad uno Stiles ammutolito, per poi inginocchiarglisi davanti. 
Apre la scatolina, rivelando un anello d'argento. L'umano, senza essere riuscito ancora a spiccicare parola, prende l'anello in mano, accorgendosi che c'è una scritta all'interno, incisa. "

"Soulmates."

E le lacrime cominciano a scendere ancora di più.

«Stiles, vuoi...?» Comincia a parlare Derek, imbarazzatissimo. Stiles in un attimo gli è saltato addosso, travolgendolo, e facendolo cascare a terra.

«Sì, cazzo! Voglio sposarti! Cazzo, cazzo, cazzo!» Urla, stampandogli baci ovunque, con il lupo che ride, divertito dalla sua reazione e contentissimo di come sia andata.

«Sapevo che non mi avresti resistito.» Gli sussurra all'orecchio, tenendoselo stretto.

«Come faccio a resistirti, se me lo chiedi con una pizza?» Ride il ragazzino, tornando a baciare il suo ragazzo, o meglio, futuro marito.

«Sei sempre stato tu, Stiles. Sempre e solo tu.»

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