Il figlio del Caos

di Zuleika Delaney
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prima di iniziare è bene sapere che... ***
Capitolo 2: *** Sigyn ***
Capitolo 3: *** Il fratello di Odino ***
Capitolo 4: *** Parte prima: Crepuscolo ***
Capitolo 5: *** L'arrivo di Gullveig ***



Capitolo 1
*** Prima di iniziare è bene sapere che... ***


Non aspettatevi una storia a lieto fine, niente storie mielose, niente occhietti lucidi per frasi dette da uomini idolatrati come dei. Oh no no affatto è l’inizio della fine...un processo distruttivo? Sì di come tutto può succedere e di come tutto può cambiare, di quello che il troppo potere può fare.
Vi dico tutto ciò perchè non voglio darvi false aspettative...non voglio spaventarvi per amore degli dei!
Mettetevi comodi, tranquilli e vi racconterò ogni cosa.

Sigyn


****ANGOLO AUTORE****

Salve a tutti! Mi chiamo Aroha e la mia passione è scrivere! Ho letto delle storie molto belle basate sulla mia coppia preferita: Sigyn e Loki (che aggiungerò ai preferiti) scoperte da pochissimo su questo sito...avendo visto da poco anche i primi due film di Thor, sono un po' in ritardo. Colpa mia! :P
Comunque voglio provare anche io a dare sfogo alla mia fantasia e spero che con la pubblicazione dei capitoli vi piacerà.


 

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Capitolo 2
*** Sigyn ***


Se avessi saputo, fin dall'inizio, a cosa sarei andata incontro,sicuramente non avrei commesso quell'errore ma conoscendomi e sapendo quanto amore provassi e provo tutt'ora per lui probabilmente avrei sbagliato lo stesso. Lui mi amava, ero l’unica cosa di cui gli importava dell’intera Asgard, finché non combinò uno sbaglio troppo grande per passarla liscia. Io dal canto mio l’amavo più di ogni altra cosa...ma sapete come è andata alla fine? Sono finita in un circolo vizioso...per non parlare delle scuse che ho inventare per evitargli delle punizioni, dato che è sempre stato un tipo dedito all'inganno,ma non pensavo che addirittura arrivasse ad attuare un'omicidio di massa...quello fu esageramente troppo. 
La mia vita è sempre stata noiosa finchè non è arrivato lui che l'ha sconvolta poche volte in positivo e la maggior parte delle volte in un totale disastro.

Vi chiederete: ti lamenti tanto...allora perchè l'hai sposato? Beh per ora è ancora presto per dirvelo e brucerei solo dei dettagli importanti che fanno la differenza.

L' ammetto era di una bellezza particolare,sarà la sua natura mista, e trovavo divertente il fatto che riuscisse ad avere le strategie per tirarsi fuori da tutti i guai che creava; sapevo anche che cercava in ogni modo di venir accettato,ma nessuno a parte me lo faceva e così notai che pian piano lui cambiava...vi racconterò tutto con calma (dote che più volte lui mi diceva che avessi).

Mi chiamo Sigyn, sono un Aesir,quasi nessuno parla di me se non per il fatto che sono stata vicino a mio marito,Loki,anche quando aveva torto così tanto da venir definita dea della fedeltà...ed è vero. Sono rimasta con lui fino alla fine.

Se su di me non si sa niente...non si può dire lo stesso di lui, il Dio degli inganni,divertente, finché non ci convivi...era geniale e micidiale allo stesso tempo.

Loki non era ne un Aesir, ne tanto meno un Vanir; i suoi genitori erano Farbauti, attacco crudele, e Laufey, isola frondosa,ciò significava che non avrei mai avuto il piacere di conoscerli, non che mi interessasse. Al tempo io ero una semplice ancella e servivo rigorosamente Frigga, signora degli dei, che aveva due figli: Balder, detto il bello, da me rinominato il prediletto, e Hodur suo gemello nato cieco.

Pensavate che suo figlio era Thor? Niente di più sbagliato...definiamolo come figlio adottivo o per meglio dire il frutto delle scappatelle di Odino.

Asgard pullulava di dèi, ognuno con le proprie caratteristiche. Vi starete chiedendo perchè vi stia dicendo ciò...perchè proprio Frigga mi spingeva per farmi sposare Tyr, il Dio della guerra, abile guerriero con un leale senso della giustizia che non uccideva finchè non ce ne fosse stato bisogno.

Quando conobbi Tyr era un giovanotto alto, molto muscoloso e di bello aspetto, ma non quanto lo fosse mio marito. La maggior parte degli dèi erano biondi o con capelli rossi, Loki era l'opposto: aveva capelli corvini, occhi verdi e un fisico tonico...non ho mai amato la fisicità quasi ridicola di Thor.

Certo direte...era tuo marito è naturale che lo definisca perfetto, ma non è così... aveva anche lui le sue imperfezioni.

Amavo davvero Tyr mi piaceva il suo dolce corteggiamento finchè non vidi Loki,ma Frigga insisteva che l'amore veniva con il tempo e che lui sarebbe stato il marito perfetto, ma io avevo paura che la sua indole guerriera influisse negativamente sulla futura vita coniugale...insomma capitemi...non potevo aver la paura costante che in guerra rimanesse ucciso.

Chiedevo molto se desideravo una vita tranquilla?

Durante il giorno lavoravo alla corte di Frigga, le adornavo i capelli, la seguivo e ascoltavo tutti i racconti che Odino le riportava dai suoi continui viaggi nel Midgard, dove la gente l'adorava non sapendo che quel viandante con aspetto di un moribondo era proprio il padre degli dèi in persona.

Ma torniamo a Frigga dopo avermi preso sotto la sua ala protettiva il suo desiderio principale era quello di farmi sposare, so già di aver menzionato questo fatto, ma è proprio per farvi capire con quanta insistenza mi riproponeva ogni volta questo argomento che era diventato una vera e propria tortura, quindi mi imponeva di imparare da lei le principali arti per diventare una futura sposa e dea perfetta.

Tanto per capirci:qui ad Asgard funzionava che tutte le dèe dovevano avere un valoroso compagno accanto.

Le persone con la quali mi trovavo davvero bene ad Asgard si potevano contare sulla punta della dita e dopo Tyr, c'era Heimdallr, figlio delle onde del mare,Odino l'aveva messo come guardiano di Asgard sul ponte Bifrost; aveva delle capacità davvero elevate e nonostante avesse un solo orecchio e la fortuna di un udito, era acuto e possedeva anche una vista eccezionale, e non c'era da stupirsi del fatto che vi fosse solo lui come guardiano ed inoltre il suo bisogno di dormire era quasi nullo.

Fu una sera ad una festa in onore di Thor che pensai a ciò che mi disse Frigga e se Tyr avesse avanzato la sua proposta non potevo far altro che accettare anche se avevo paura di cosa potesse riservarmi il futuro.

 

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Capitolo 3
*** Il fratello di Odino ***


Ero in un ritardo estremo per arrivare alle stanze di Frigga; così vedendo la strada libera mi misi a correre, sentivo quasi la gola secca, ma continuai, sapendo che stavo arrivando a destinazione,finché dal corridoio che conduceva dalle stanza di Odino precipitai addosso a qualcuno.

Caddi a terra mandando a sbattere l’altra persona al muro, in preda alla vergogna mi rialzai subito e guardai l’altra figura rialzarsi; rimasi in silenzio e mi imposi di non correre mai più anche in caso di ritardo.

Lo sconosciuto si alzò, sospirai che non portasse alcuno stemma regale addosso e quando mi puntò lo sguardo addosso mi fissò per bene e sentì la sua voce melliflua dirmi:

- Ti sei fatta male? Dovresti stare più attenta.

Prontamente risposi:

- No, non mi sono fatta nulla sto bene…

- Sei sicura?

- Sì, scusami devo andare.

Lo guardai ancora una volta e andai via,ero basita, era da tempo che ero ad Asgard ma finora non l’avevo mai visto.

Era diverso dagli altri,una bellezza differente da quella Asgardiana,per evitare ulteriori cadute e di mandare a sbattere qualcun’altro smisi di correre; continuai a camminare con la sensazione di essere osservata, prima di entrare mi voltai ad osservarlo,camminava leggiadro e con un’estrema consapevolezza del suo essere.

Entrai nelle stanze e vidi Frigga e Odino brindare; quando mi videro, mi abbassai in un regale inchino ed il padre degli dei mi disse:

- Sigyn benarrivata!

- Mio Signore, mia Signora.

- Sigyn sistema i capelli di Frigga e poi raggiungici a palazzo Wali.


Le spazzolai i capelli pensando ancora a quel giovane appena incontrato, pensai ai suoi occhi verdi,furbetti,particolari e al candore della sua pelle incorniciata dai suoi capelli neri corvini;probabilmente Frigga mi aveva tenuto d'occhio per tutto il tempo dallo specchio quando richiamò la mia attenzione sorrise e disse:

 

- Raggiungi Tyr sarà sicuramente nella sala del trono.

 

Annuì e prima di uscire il mio sguardo fu catturato da un terzo calice posato sul tavolino; sorrisi e andai via.Raggiungere palazzo Wali era facile...dovevo solamente percorrere il corridoio dove poco prima avevo colpito lo sconosciuto.Quando fui davanti aprii lentamente la porta e vidi dallo spiraglio che la sala era gremita di gente; mi sentì toccare e da dietro voltandomi di scatto vidi Tyr che mi disse:

 

- Sono stato bloccato prima che lasciassi Asgard .

 

- Sai cos’è successo? Odino e Frigga brindavano.

 

- Forse Balder si sposa? –  sorrise –  Come faremo noi Siggy.

 

Sorrisi non convinta e aprendo le porte entrammo avvicinandoci a Thor e Sif che si erano posizionati quasi vicino al trono dove era seduto Odino. Notai fra la folla Balder con Nanna che cinguettavano amorevolmente,quindi ipotizzai che Tyr aveva ragione e che fossero loro.

 

Odino si alzò e battendo Gungnir a terra,attirando l'attenzione degli dei che si voltarono a guardarlo e poi disse:

 

- Quando mio padre,Bor, e il padre di mio padre Buri, fondarono Asgard non avrei mai creduto che poi quando sarebbe venuto il mio tempo di governarla, sarebbe cresciuta così tanto. I miei figli, mia moglie, i miei condottieri, le mie guardie, ognuno di voi ha un posto particolare qui; purtroppo non posso dire lo stesso per i miei fratelli Vili e Ve: non hanno avuto la mia stessa fortuna e non hanno potuto vedere splendere la nostra cittadina ed io soprattutto non ho avuto la possibilità di poter condividere con loro i momenti più belli.Tutto ciò è successo per aver sconfitto il popolo di Muspellheim. Nel mio ultimo viaggio ho conosciuto qualcuno,l’ho portato ad Asgard e l’ho fatto diventare mio fratello di sangue – vidi lo sguardo vagare in cerca del suo nuovo fratello – "vieni avanti sono sicuro che ti accetteranno come ho fatto io".

 

Lo riconobbi era l’uomo che avevo colpito in pieno, lo stesso da cui mi ero congedata senza il minimo riserbo; fu come un fulmine a ciel sereno, la sua figura alta e magra si muoveva verso il trono di Odino con un’andatura sinuosa, vestito con un abito nero che lo fasciava in modo da enfatizzare la snellezza. Si fermò davanti al padre di tutti, ma si voltò nella mia direzione a guardarmi e il suo sguardo gelido cadde sulle mani mie e di Tyr che erano incrociate.

Guardai il suo volto e il suo sguardo sembrava divertito; voltando di poco il mio viso mi accorsi che quello di Tyr invece era sospettoso nei suoi confronti. Richiamai l’attenzione di Tyr che guardandomi lasciò la mano e mi mise la mano sulla spalla ed ascoltammo chi fosse.

Il suo nome era Loki e non apparteneva a nessun mondo a me conosciuto, bensì veniva dal caos, quindi la sua natura era demoniaca. Sentii Tyr blaterare “ ci manca solo qualcuno dal caos” “Ma cosa avrà in testa Odino”.

Restai fissa ad osservarlo e lui si voltò un’ulteriore volta e sembrò fissare Tyr con frivolezza,mentre io lo sentivo quasi ringhiare.
 

La sera durante il banchetto mentre andavo a prendere un piccolo corno di idromele sentii la voce dirmi:

- Non è come Lady Sif che beve corni al pari di quelli di Thor.

Mi voltai e guardandolo negli occhi gelidi con fare riverente risposi:

- Non ho mai trovato beneficio in queste bevande, mio signore.

- Chi è la persona che è accanto a te?

- Tyr, il più valoroso guerriero di Asgard, il mio fidanzato.

Feci un’inchino e me ne andai di nuovo vicino a Tyr che parlava animatamente con Thor e tutta l’allegra compagnia.Notai che invece Loki rimaneva in disparte da solo.

Al termine del banchetto Tyr mi riaccompagnò a casa e una volta davanti l’uscio mi disse:

- È stata una bella festa vero?

- Sì certo…

- Cosa vi ha chiesto prima Loki?

- Chi fossi tu.

Lui rise e vidi brillare gli occhi azzurri e disse:

- Io credo che più chi fossi io, gli interessasse che tipo di rapporto avessimo.

- Tu dici?

- Non hai idea della tua bellezza Sigyn...

Gli sorrisi e dopo che si avvicinò mi baciò delicatamente per non irritare la mia pelle con la sua barba.
Una volta sola riflettei sulle sue parole, ma non aveva poi così senso...dopotutto Loki non mi conosceva! E allungandomi sul letto la mia mente tornò a lui, ai suoi occhi, alla sua voce, alla sua camminata, al suo mezzo sorriso strafottente. 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Parte prima: Crepuscolo ***






Come mi ero promessa tempo prima non corsi più per i corridoi, e quella mattina mentre raggiungevo il palazzo di Frigga lo vidi camminare verso di me; la sua figura era alta e slanciata, camminava leggiadro con un sorriso da beffardo sul volto. Continuai a sentire i suoi occhi su di me; per evitare un’eventuale contatto abbassai lo sguardo, ma lui mi disse:

- Niente corse oggi?

Alzai lo sguardo e gli risposi:

- Non posso correre sempre mio signore.

- Mio signore?

- Essendo il fratello di Odino credo che...

- Credi che Odino intenda rispettare sul serio la sua promessa?

- Il padre degli dèi è sempre stato di parola, quindi credo che rispetterà la sua promessa. E lei manterrà la sua?

Vidi il suo sorriso allargarsi sul viso che gli dava un’aria psicopatica... non sapevo se mi facesse più paura oppure lo rendesse in un qualche modo più attraente; quando mi rispose mi disse chiaramente:

- Non sono tenuto a dare le mie spiegazioni ad una serva...o sbaglio?

Tornai con i piedi per terra... nessuno mi aveva mai sottolineato il fatto che io fossi una serva e ciò lo trovai quasi degradante!poi risposi chinandomi:

- Lei ha assolutamente ragione mio signore.

- Naturalmente, la cosa più buffa è che non credo che siate tenuta a pormi domande in quel modo così ardito?

Ero ancora chinata quando con un filo di voce dissi:

- La prego di perdonare l’uso improprio delle mie parole, mio signore.

- Quanto odio…tutta questa ingenuità – si chinò volontariamente per incontrare il mio sguardo – se proprio vuoi saperlo ciò che potrei fare dipende da Odino, mi ha tolto dal caos dove vivevo beato e non posso tornare indietro; Surt non mi permetterebbe mai una cosa simile, quindi buon per lui che mantenga la parola.

Lo vidi alzarsi e anche io feci lo stesso e dopo un breve inchino mi allontanai a passo svelto. Mi sentivo in completo imbarazzo di fronte ai suoi occhi, sentivo il mio cuore battere all’impazzata, sentivo di trovarlo avvenente, non tanto sano di mente, ma attraente; sgattaiolai verso il labirinto di corridoi e trovai Freya intenta a parlare con un uomo.

Quando si voltò riconobbi l’uomo in questione: si chiamava Mimir, era lo zio di Odino; la vidi farmi un chiaro segno di andarmene via e dopo aver annuito indietreggiai e calpestai i piedi di qualcuno. Quando mi voltai vidi nuovamente Loki e gli dissi:

- Mio signore mi...

- Stavi osservando quei due?

- No mio signore...li ho trovati per puro caso sul mio percorso.

Si avvicinò al mio orecchio e mi disse con voce bassa:

- Credi che tramino qualcosa contro il mio fratello di sangue? Mi sentirei in debito se gli accadesse qualcosa.

Mi allontanai da lui, ma sono sicura di aver sentito la sua risatina mentre camminavo.

Arrivata da Frigga le altre ancelle mi dissero che mi sarei dovuta recare presso le stanze di Loki; le guardai inorridita e chiesi ulteriori informazioni: ero la sua l’ancella di fiducia, non aveva senso che Frigga mi mandasse da lui! Ma invece proprio lei spuntò dalle sue stanze dicendomi che avrei lavorato per entrambi.

Le grandi porte dorate e intarsiate con diversi ghirigori si chiusero davanti la mia faccia; chiesi alle guardie dove potessi trovare le stanze dove abitasse Loki e mi fu indicata la più lontana di tutte. Passando per i giardini la raggiunsi e mi ritrovai di fronte ad un’altra porta massiccia che con difficoltà cercai di aprire.

Avevo di fronte un’immensa sala vuota, probabilmente ancora in allestimento, ma dalla veduta e la grandezza era degna del fratello di Odino; mi guardai intorno e poi lo chiamai:

 

- Mio signore? – il silenzio durò a lungo – Mio signore sono...

 

- Sigyn.

 

Mi voltai quasi di scatto lo guardai e poi chinandomi lui mi disse:

 

- Sorpresa della richiesta che abbia fatto a Frigga di essere tu la mia unica ancella?

 

 

- La mia signora ha detto che avrei lavorato per entrambi.

 

Lo vidi sogghignare beato come se la mia affermazione lo rendesse contento; rimasi ad osservarlo e lui sbottò diventando serio:

 

- Certo Frigga non si fida di me, motivo per cui non sei unicamente mia. Sai cosa puoi fare Sigyn? Dirle che non sono pericoloso, che non ho intenzione di ucciderti o ridurti in cenere – lo continuai a guardare senza proferir parola e lui con un sopracciglio alzato terminò – quando la vedrai di nuovo dille semplicemente di non temere per la tua...vita.

 

- Sarà fatto mio signore. Cosa posso fare per lei nel frattempo?

 

- Di cosa si occupano le ancelle?

 

Non avevo idea di cosa facessero le ancelle quando servivano un padrone, di quali fossero le loro mansioni, ma dovevo inventare in fretta una scusa; così cercando di mettere due parole insieme risposi:

 

- Eseguo i suoi ordini finché mi è possibile.

 

- E quali sono i divieti di un padrone?

 

Tentennai e imbarazzata dissi :

- credo che lei lo sappia mio signore.

 

- Il sesso, vero? – mi vide annuire e terminò – Peccato...forse è per questo che Frigga non ha voluto concederti al cento per cento, anche se non cambiava poi molto la situazione.

 

- Perché ha scelto me? Asgard è piena di ancelle che cercano un padrone da servire.

 

Lo vidi esitare con lo sguardo e mi domandò :

 

- Davvero non lo sai?

 

- Non saprei mio signore.

 

- Dovreste saperlo Sigyn non credo che siete così ingenua.

 

Ero in completa confusione...la sua riposta era abbastanza chiara e per togliermi di mezzo gli ripetei la domanda:

 

- Cosa posso fare per lei?

 

Sembrò trovarlo divertente e disse :

 

- Nulla che tu possa fare.

 

- Allora potrei andare dalla mia Signora, visto che lavoro per entrambi e se a voi non serve... io...

 

- Hai detto che non posso fare del sesso con voi, ma nulla mi vieta di poter aver altro.

 

- La prego signore io ho...

 

Non mi fece terminare la frase perché poggiò due dita lunghe e bianche sulle mie labbra, e avvicinandosi ancora di più mi disse:

 

- Sì lo so della tua relazione con Tyr...e scommetto che non appena la notizia che lavori per me arriverà alle sue orecchie, cercherà di uccidermi, ma non può farlo e se ci proverà deve iniziare ad aver paura perché avrò molte più possibilità di ucciderlo io. In tutto questo Sigyn tu hai un compito ben preciso...farlo stare al suo posto – tolse le dita – vai pure da Frigga.

 

Dopo un esiguo inchino mi voltai, ma sentii prendermi per il polso e tornai a guardarlo e lui mi disse:

 

- No anzi ci ho ripensato...puoi fare qualcosa per me! – Lo vidi nuovamente allungare le mani verso di me e mi ritrassi indietro; continuava a trovarlo divertente, ma riuscì a farmi arrivare con le spalle al muro – Devi andare da Frigga e devi dirle che ti voglio solo per me.

 

- Non posso farlo.

 

Lo vidi storcere di poco il volto e poi mi disse:

 

- Fra i tuoi oneri non credo ci sia quello di rifiutare quello che ti sto dicendo, non è così? Non ti sto chiedendo di andare oltre i limiti.

 

- Lavorerò per entrambi mio signore.

 

Inspirò nervoso e poi disse:

 

- Non hai compreso Sigyn? Ora vai da Frigga, la madre degli dèi, l’incantatrice e dille che io, Loki, ho richiesto di averti solo per me. Mi hai capito ora?

 

Annuì e mi voltai; quando uscii dalle sue stanza percorsi in silenzio tutto il tragitto e non mi fermai nemmeno una volta. Quando arrivai da Frigga le dissi se potevo parlare da sola con lei e così fece uscire tutte le ancelle e mi disse:

 

- Cosa succede Sigyn?

 

- Mia signora, Loki, il fratello di Odino richiede che io diventi la sua ancella...la sua unica ancella, mi ha detto di dirvi che mi vuole unicamente per sé.

 

Frigga si alzò dal suo seggio e mi disse:

 

- Avevo detto che l’avresti aiutato solo per pochi giorni, come si permette di pretendere tutto ciò? No Sigyn! Puoi anche dirgli che mai e poi mai accetterei di togliermi la mia ancella più fidata…

 

- Vado a riferirgli la sua decisione e la ringrazio della sua fiducia mia signora.

 

Mi inchinai e tornai di nuovo verso le stanze di Loki; spinsi le porte che trovai notevolmente più leggere e quando entrai vidi che era stato lui ad aprire. Una volta dentro mi domandò:

 

- Allora? Siete mia?

 

A quelle parole rabbrividii e guardando i suoi occhi gelidi gli risposi:

 

- No, ma posso aiutarvi per poco tempo; però posso consigliarvi delle ancelle.

 

Sbuffò e poi improvvisamente rise, mi guardai intorno e poi tornai a guardarlo e vidi che mi fissava e disse:

 

- Eri contenta quando ha detto di no? Non tanto da mostrarlo ma scommetto che qui – un dito mi sfiorò il petto – eri felice vero? Così non dovrai dire al tuo sposo che lavori per me, ma non è nemmeno questo che ti preoccupa. Il problema è che io ti...spavento, ma non sono un mostro come mi dipingono.

 

Abbassai lo sguardo non per il fatto che avesse nominato Tyr come mio sposo,niente affatto, ma nel momento in cui fece quella piccola pausa fra il ti e spavento che mi fece palpitare. Sapevo bene quale era il vero dilemma e probabilmente anche lui: in un qualche modo provavo dell’interesse.

 

Prendendomi la mano mi tolse dal polso sinistro uno dei bracciali che portavo in segno di fedeltà di Frigga e me ne mise un altro con altrettanto ghirigori differenti. Quando cercai di riprendere quello di Frigga mi disse:

 

- Lo riavrai solo quando avrai finito con me...dille che è la tua garanzia. No anzi anzi, dille che la prendo come una tua fedeltà nei miei confronti e poi sull’altro braccio hai l’altro bracciale…perché averne due?

 

- Si mio signore.

 

- Ora Sigyn vorrei che potessi aiutarmi con questo dolore che ho alle spalle. Seguimi.

 

Lo seguì e mi fece accomodare su un panchetto e si sedette di spalle togliendosi la casacca; lo vidi attendere che iniziassi a massaggiarlo, ma avevo le mani gelide e gli dissi:

 

- Mio signore le mie mani sono fredde.

 

- Non è un problema si scalderanno.

 

Poggiai delicatamente le dita sulla pelle nuda e lo vidi restare fermo, sebbene ebbe dei piccoli sussulti quando delineai i suoi lineamenti toccandogli le braccia.

Sentendo che i suoi brividi divenivano i miei, tornai lentamente sulle spalle e poggiando del tutto le mani iniziai a massaggiarle delicatamente.

Mi distolse dai pensieri in cui ero immersa, quando voltandosi di poco con la testa mi disse:

 

- Hai visto? Le mani si sono scaldate.





*****ANGOLO AUTRICE****

Ciao a tutti! Spero che questo nuovo capitolo vi piaccia. Lasciate pure un commento: positivo o negativo che sia entrambi mi saranno d'aiuto per capire se questa storia vi entusiasma. Baci!

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Capitolo 5
*** L'arrivo di Gullveig ***




 

Non era ancora sorto il sole,quando uscendo dalle mie stanze mi sedetti sull’erba che vi cresceva proprio di fronte, mi allungai fra i suoi fili sentendo la rugiada bagnarmi la pelle, le stelle erano ancora luminose nel cielo e Asgard stava ancora riposando, il che voleva dire che avevo ancora del tempo libero.

Loki mi aveva dato degli ordini ben precisi per sottrarre tempo a Frigga e Tyr; inoltre non avevo nemmeno più del tempo per cucire il mio abito nuziale.

Il suo programma personale iniziava dalla mattina: voleva essere svegliato presto e servito con una ricca colazione nelle sue stanze, con frutta di stagione (mele acerbe in primis), poi dovevo rassettare la sua stanza da letto ed infine dovevo evitare di parlare con Tyr in sua presenza semmai lo avessi incontrato per pura casualità.

D'altro canto Tyr stava perdendo totalmente la pazienza nei suoi confronti e quando la sera riacquistavo la mia libertà mi chiedeva di non parlargli nemmeno se si fosse messo in ginocchio; ma il problema principale era che se non avessi fatto ciò che mi richiedeva, me l’avrebbe fatta pagare.

Chiusi gli occhi cercando di non pensare alla giornata infernale che mi attendeva, ma li riaprii quando sentii un rumore vicino a me e vidi Loki; mi alzai sentendo la casacca bagnata e mi coprii- Lo vidi deviare lo sguardo e voltare leggermente la testa per dirmi:

- Non è una buona idea bagnare di rugiada la tua sottoveste.

Lo guardai...aveva un leggero rossore sulle guance, il che mi ricordò che provava anche lui qualche sentimento e risposi:

- Mi piace guardare il cielo prima che Sòl arrivi...ci sono molti colori. Come mai è qui mio signore?

- Mi piace guardare il cielo come te e siccome passeggiando ti ho visto stesa sull’erba ho pensato che potessi guardarlo in compagnia.

Il suo comportamento mi stupì...sembrava totalmente differente dall’uomo che servivo ogni giorno e mi venne istintivamente da sorridere. Lui mi gettò uno sguardo e disse:

- Non dimenticare i tuoi doveri Sigyn.

- Mio signore…

- Cosa vuoi?

- Com’è il posto dal quale torna?

Sembrò attonito a quella domanda e rispose:

- Migliore senza le tue domande noiose. Come vuoi che fosse? C’era tanto fuoco, Mani e Sòl sono di Múspellheimr.

- Da quello che ricordo nessuno ha mai parlato con Mani e Sòl.

Mi guardò fisso per qualche secondo prima di dirmi:

- È stata una pessima idea la mia.


 

Lo guardai e lui continuò a fissarmi e poi tornò a guardare il cielo che man mano si riempiva di colori e disse:

- E’ questa la parte che preferisco...il cielo è pieno di colori e finché nessuno è ancora sveglio regna la pace.

Rimasi in silenzio guardandolo di spalle mentre fissava il cielo e ripensai alle sua frase; notai che aveva detto le mie stesse cose, ma non dissi nulla.

Vidi in lontananza Sòl che arrivava con il suo carro e mi alzai, mentre lui rimanendo di spalle disse:

- Sbrigati a cambiarti Sigyn, non ti concedo ulteriore tempo.

- Devo portarle della frutta?

- Non dovresti neanche chiederlo.

- Posso domandarle una cosa, mio signore.

- Ancora domande insensate?

Coprendomi con le mani il seno, mi inginocchiai nuovamente nell’erba, lui si voltò; fissai nuovamente i suoi occhi che con i primi raggi del sole erano ancora ancor più chiari e non riuscendo a mettere due parole insieme per formare la frase lui mi anticipò:

- Volevate sapere perché voglio fare del sesso con voi?

- Sì…

- Sarebbe meglio che tu vada via...era ancora più banale della precedente, considerando che ti avevo già chiesto di non farmene.

- Mi perdoni, mio signore.

Mi alzai e sentì un fruscio alle mie spalle; quando mi voltai non lo vidi più, ma c’era solo un falco che volava alto. Continuai a camminare a piedi scalzi fra l’erba bagnata fino a raggiunge la mia stanza.

Arrivata lasciai cadere il vestito rimanendo in completa nudità; mi guardai allo specchio...di rado mi ammiravo nuda perché mi sentivo a disagio con le mie forme esili, mentre era noto che gli uomini preferissero l’abbondanza come quella di Sif e le forme perfette di Freya.

Mi distrassi quando sentì nuovamente un rumore; voltai la testa e vidi nuovamente il falco appollaiato sulla finestra. Sapevo che Freya vi si trasformasse spesso, ma l’improvvisa sparizione di Loki mi indusse a rimanere voltata di spalle e a raggiungere il bagno, dove riempii quella minuscola vasca e mi immersi.

Feci tutto velocemente pur di sbrigarmi e non aver ulteriori battibecchi con Loki, così quando arrivai nella sua stanza, con un intero cesto di frutta, lui aveva già cambiato le sue vesti e mi disse:

- Ho strappato un lembo della casacca, devi ricucirlo, dopo aver pulito il pavimento e sbucciato la frutta.

- Sì mio signore.

- Il mio caro fratello, Odino, mi ha detto che oggi terrà un discorso e non voglio arrivare in ritardo.

Iniziai a sbucciare la frutta mentre lui continuava a fissarmi e quando lo guardai disse:

- Vuoi davvero sapere perché voglio fare del sesso con te? Ora dici di no?

Posai la mela vicino la sua mano, la prese e indicò un raspo d’uva, avvicinai anche quello, continuai a fissarlo morso dopo morso finché non si fermò e disse:

- Non te ne accorgi di come mi guardi?

Risposi balbettando:

- Co- Come la guardo mio signore?

- Dalla prima volta.

- State dando la colpa a me?

Morse la mela e rispose:

- Vuoi darla completamente a me la colpa? – rise – Faresti bene...sei ingenua Sigyn e lo farei con te perché questo tuo modo puro mi attrae più del lato perverso che potrei avere con altre donne.

Risposi in fretta spinta solo dall’imbarazzo di essere ancora totalmente pura:

- Lei non sa cosa mi piaccia mio signore.

- Posso facilmente immaginarlo...

Lo lasciai mangiare i chicchi d’uva e iniziai a pulire il pavimento; l’occhio mi andò nella camera da letto dove vidi ciò che non avrei dovuto vedere e quando mi voltai lo trovai dietro di me e disse:

- Meglio per te che tu taccia.

- Non dirò nulla mio signore.

Stavo pulendo tutto il pavimento e quando la donna stava per uscire dalla stanza, nonostante sapevo chi fosse, Loki mi ordinò di rimanere di spalle e solo quando fummo soli disse:

- Tanto che sei qui...riordina anche il letto.

Andai verso la camera e dissi sottovoce “chiedimi anche di farti il bagno,no?” era quasi impercettibile la mia voce, ma lui rispose:

- Voltati.

Mi fermai e mi voltai rimasi in ascolto con lo sguardo basso:

- Potrei chiederti di peggio che farmi un semplice bagno...in ginocchio.

Ero stufa del suo modo di fare, del trattarmi come una schiava, ma anche se avevo un punto a mio favore l’avrei tenuto per un’altra occasione; mi inginocchiai e quando fu vicino gli dissi:

- Se vuole posso farle davvero quel bagno.

- Tu pensi di poter riuscire a farlo, ma non credo sai? – mi alzai e quando stavo per andare verso la camera mi prese per il braccio e disse – Non importa per il letto, cucimi la casacca altrimenti non faremo in tempo.

Annuii, mi avvicinai e quando lui si sedette diedi uno sguardo allo strappo e gli dissi:

- Lo cucirò subito mio signore.

La prima cosa che mi aveva imparato Frigga era di portare con me una sacca con tutto il necessario per essere sempre pronta, tra cui l’ago ed il filo; lo estrassi ed infilai il filo nella cruna.

Presi i due lembi della casacca e iniziai a cucirla, mentre lui spizzicava ancora i chicchi d’uva. Era appena iniziata la giornata e mi sentivo stanca che già non vedevo l’ora di stendermi sul letto. Sentimmo bussare alla porta e quando aprii vidi Tyr per la contentezza abbassai l’ago e per poco rischiai di pungere la candida pelle di Loki.

Sorrisi verso di lui che mi sorrise a sua volta e poi diventando nuovamente serio disse verso di Loki:

- Posso riprendermi la mia sposa?

Lo sentii fiero mentre pronunciava quella parole che non diedi peso al netto “no” secco di Loki; Tyr entrò e lui gli disse:

- Ti dico subito perché no. La tua Siggy deve finire di cucirmi la casacca e sistemare il letto.

- La stai sfruttando! Frigga ha detto che...

Non gli diede il tempo di terminare la frase che l’interruppe per dire:

- Quando avrà terminato sarà libera.

Guardai Tyr sapevo che non avrebbe accettato quello che gli veniva detto! Si avvicinò a me e disse:

- Lascia quell’ago Sigyn – guardò Loki e terminò – lei viene con me.

Rimanendo calmo quasi da dare ai nervi gli rispose:

- Non credo sai...Tyr?!La tua sposa rimane qui. Fra poco raggiungeremo il banchetto di Odino.

Non gli importò molto delle sue parole e mi disse:

- Sigyn posa quell’ago e andiamo via.

- Se lei posa l’ago io...

Tyr batté un pugno sul tavolo e disse:

- Se solo osi, minimamente, minacciarla giuro che troverò un modo per punirti.

Loki rise alle sue parole e rispose:

Non muovere un solo passo Sigyn...quando avrà finito, ti do la mia parola, verremmo a Palazzo Wali. Ora sarei felice se andassi via per non rubare ulteriore tempo.

Tyr mi guardò ed io annuii; diede una fugace occhiata a Loki e andò via.

Era la prima volta che lasciavo andare via Tyr senza che lo seguissi; una volta soli Loki rimase in silenzio e attese che ricucissi tutto lo strappo sulla casacca. Quando terminai lui si alzò e mi guardò fisso negli occhi.

Il suo sguardo aveva mille significati, ognuno era la sfaccettatura della sua anima, semmai ne avesse una, ed ora ne vedevo una differente...era come vederlo nella sua ingenuità, durò solo un istante finché non disse:

- Muoviti dobbiamo andare…

Loki camminava davanti a me quando mi distolse dai miei pensieri dicendo:

- Eri sognante quando ti ha definito la sua sposa... ti piace tanto Tyr?

- Sì mio signore.

- Con quella stupida mente battagliera? Con tutta quella fitta peluria e la puzza di sudore?

- Sì mio signore.

- Come immaginavo…sei prevedibile. Siamo in ritardo colpa sua e della tua lentezza.

- Comunque ci tenevo a dire che non puzza di sudore.

Lo sentii ridere e rispose:

- Mi dispiace contraddirti ma a volte non emana un buon odore.

Arrivammo davanti alla sala e le guardie di Odino aprirono le porte; entrammo e vedemmo che al centro della sala c’era una donna, la scorgevo a malapena, ma Loki si voltò e mi disse:

- Esci fuori...vai via.

Stavo per dire qualcosa, ma lui mi prese per un braccio e portandomi fuori dalla sala disse:

- Fai sempre una polemica per tutto! Resta qui.

- La prego, mio signore, voglio sentire anche io...resterò accanto a voi.

Annuì inaspettatamente e non avendo immaginato che accettasse così facilmente, dopo essere entrati mi guardò, mettendosi alle mie spalle.

La donna parlava di qualcosa di strano...una profezia davanti al trono di Odino. Si chiamava Gullveig e faceva parte dei Vanir, praticante del Seiðr, un’antica pratica magica, a cui Odino da sempre era interessato.

Con il Seiðr si poteva prevedere il futuro, dispensare morte e malattia, ma soprattutto era possibile privare di intelligenza e forza un individuo e trasmetterla a qualcun altro.

Il suo scambio per la magia era che gli Æsir avrebbero dovuto ricambiare con la conoscenza delle rune.

Odino aveva sacrificato il suo occhio per la conoscenza e la saggezza e sapeva che se Gullveid avrebbe acquisito la conoscenza delle rune, sarebbe diventata una potenza imbattibile; così le rispose che nonostante l’appetibile offerta non avrebbe accettato, ma la veggente non voleva arrendersi, così disse che i Vanir esiliati sarebbero stati riconoscenti al padre degli déi e in caso di aiuto sarebbero stati dalla parte degli asgardiani.

Sentivo Loki sogghignare; lo guardai e poggiando una mano sul ventre, mi avvicinò a lui e disse all’orecchio:

- Resta accanto a me...se dovessero solo toccarti poi il tuo sposo me la farebbe pagare.

Mi voltai a guardare verso il trono solo quando sentii le grida della donna, l’arsero e dopo poco la vedemmo rinascere, l’arsero una seconda volta e quando ricomparve Loki mollò la presa e guardai la sua espressione quasi estasiata alla quella vista.

Non contento Odino ordinò di arderla una terza volta e la vidi riapparire ancora, ma questa volta furbamente scomparve.

Facendo così e non calcolando i danni, Odino aveva scatenato una serie di conseguenze che solo nei tempi a seguire si ritorsero contro Asgard.

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