Requiem for Final Fantasy XV

di _Rael_89
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo, Capitolo 1: Eos ***
Capitolo 2: *** Prologo, Capitolo 2: Bros on the road ***
Capitolo 3: *** Prologo, Capitolo 3: The summit ***
Capitolo 4: *** Prologo, Capitolo 4: The Old Wall ***
Capitolo 5: *** Prologo, Capitolo 5: A King's destiny ***
Capitolo 6: *** Prologo, Capitolo 6: Noctis ***
Capitolo 7: *** Prologo, Capitolo 7: Dawn ***
Capitolo 8: *** Prologo, Capitolo 8: Before the storm ***
Capitolo 9: *** Prologo, Capitolo 9: Tenebrae ***
Capitolo 10: *** Prologo, Capitolo 10: The King and the Oracle ***
Capitolo 11: *** Prologo, Capitolo 11: Cosmogony ***
Capitolo 12: *** Prologo, Capitolo 12: Sylleblossom ***
Capitolo 13: *** Prologo, Capitolo 13: End of the days ***
Capitolo 14: *** Brotherhood, Capitolo 14: Sword and Shield ***
Capitolo 15: *** Brotherhood, Capitolo 15: Solidarity ***
Capitolo 16: *** Brotherhood, Capitolo 16: Take fight ***
Capitolo 17: *** Brotherhood, Capitolo 17: Dogged Runner ***
Capitolo 18: *** Brotherhood, Capitolo 18: Benevolence ***
Capitolo 19: *** Brotherhood, Capitolo 19: Gotta run ***
Capitolo 20: *** Brotherhood, Capitolo 20: Optimism ***
Capitolo 21: *** Brotherhood, Capitolo 21: Bittersweet Memories ***
Capitolo 22: *** Brotherhood, Capitolo 22: Foreboding ***
Capitolo 23: *** Brotherhood, Capitolo 23: Winds of change ***
Capitolo 24: *** Kingsglaive, Capitolo 24: Battle for the Crown City ***
Capitolo 25: *** Kingsglaive, Capitolo 25: A modest proposal ***
Capitolo 26: *** Kingsglaive, Capitolo 26: In the line of duty ***
Capitolo 27: *** Kingsglaive, Capitolo 27: For hearth and home ***
Capitolo 28: *** Kingsglaive, Capitolo 28: Burden of expectation ***
Capitolo 29: *** Kingsglaive, Capitolo 29: Hairpin ***
Capitolo 30: *** Kingsglaive, Capitolo 30: Treachery ***
Capitolo 31: *** Kingsglaive, Capitolo 31: Parting Ways ***
Capitolo 32: *** Kingsglaive, Capitolo 32: Father and son ***
Capitolo 33: *** Kingsglaive, Capitolo 33: The Crownsguard ***
Capitolo 34: *** Kingsglaive, Capitolo 34: Symbol of peace ***
Capitolo 35: *** Kingsglaive, Capitolo 35: Omen ***
Capitolo 36: *** Kingsglaive, Capitolo 36: The Empire arrives ***
Capitolo 37: *** Kingsglaive, Capitolo 37: Lunafreya's sworn duty ***
Capitolo 38: *** Kingsglaive, Capitolo 38: Broken bonds ***
Capitolo 39: *** Kingsglaive, Capitolo 39: Little sister ***
Capitolo 40: *** Kingsglaive, Capitolo 40: Calling for Rain ***
Capitolo 41: *** Kingsglaive, Capitolo 41: Lurking danger ***
Capitolo 42: *** Kingsglaive, Capitolo 42: The heart of a King ***
Capitolo 43: *** Kingsglaive, Capitolo 43: Somnus Nemoris ***
Capitolo 44: *** Kingsglaive, Capitolo 44: Prayer de Luna ***
Capitolo 45: *** Kingsglaive, Capitolo 45: Missing Princess ***
Capitolo 46: *** Kingsglaive, Capitolo 46: The treaty-signing ***
Capitolo 47: *** Kingsglaive, Capitolo 47: Under siege ***
Capitolo 48: *** Kingsglaive, Capitolo 48: The fall of the Wall ***



Capitolo 1
*** Prologo, Capitolo 1: Eos ***


Requiem for Final Fantasy XV
Parte I: Prologo
Capitolo 1: Eos

Funesto il cielo, corrotta la terra,
scesa su di noi è l’ombra della guerra.
Gloria al sovrano, che tutto protegge,
contro il male supremo la sua spada è legge.
Dall’alto dei cieli sia benedetta la sua mano,
messaggera di pace a cui tutti aneliamo.
Lunga vita alla stirpe, alle gemme divine,
prima dell’ultima notte, dell’eterna fine.

(Cosmogonia, 15-2. Nadir)

Rilesse quelle parole a voce alta, oramai le conosceva a memoria: ma sia il suo precettore, sia suo padre insistevano perché ogni lezione iniziasse così. Quella profezia l’avrebbe accompagnato per tutta la vita e, in fondo, anche lui aveva iniziato a crederci sul serio.
Regis Lucis Caelum era l’unico figlio di Re Mors e principe ereditario di uno degli ultimi grandi regni del mondo di Eos. La sua dinastia era stata eletta dagli Dei insieme ai Nox Fleuret, la famiglia degli Oracoli: le due casate erano così legate da una lunga e ininterrotta alleanza.
-Adesso possiamo proseguire con il libro.- accordò il maestro.
Il principe adorava la lezione di storia; sfogliava il libro con passione, rileggendo più volte gli stessi paragrafi, come a volersi imprimere nella mente ogni fatto accaduto molto tempo fa.
Aprì la prima pagina: un famoso dipinto accompagnava la scritta che troneggiava in alto, Solheim: Era antica. Aveva già studiato la prima civiltà umana di Eos, sapeva già tutto della sua ricchezza, del connubio perfetto tra natura e tecnologia; si diceva addirittura che all’epoca ci fosse un rapporto molto stretto tra le divinità e gli uomini, a tal punto che essi comunicavano direttamente con ogni cittadino. Regis da bambino fantasticava su quel mondo incantato: ciò che gli piaceva maggiormente erano quei giganteschi palloni d’aria a cui erano attaccati dei vagoni, chiamati dirigibili; avrebbe tanto voluto poter viaggiare su uno di essi, sarebbe stato molto diverso che volare su un elicottero o un’aeronave…
-Ripassiamo la Guerra degli Dei.- suggerì il precettore.
Il ragazzo annuì. Gli raccontò di come la civiltà di Solheim cadde e delle terribili conseguenze che ebbe sull’umanità: la grande battaglia che coinvolse i Sei portò alla diffusione della Piaga delle stelle, un terribile morbo che si sparse nell’aere imputridendo ogni essere vivente; tali erano gli effetti nefasti che potevano nuocere persino il corpo di una divinità. Per salvare il mondo gli Dei scelsero due esseri umani, un uomo ed una donna, che insieme riuscirono a porre fine alla guerra e a debellare la malattia: lei, una nobile della famiglia Nox Fleuret, aveva poteri taumaturgici e riusciva a comunicare con le divinità; si fece tramite tra il mondo umano e quello divino e guidò la ricostruzione della civiltà. Lui, l’erede del casato dei Lucis Caelum, aveva il potere offensivo necessario per difenderla; inoltre, le divinità lo incaricarono di proteggere il Cristallo di luce, fonte di quel potere, e gli donarono un anello come simbolo del suo status.
I due verranno ricordati nella storia come il primo Oracolo e il Re degli uomini.
-Risale a quell’epoca la costruzione delle 12 statue reali, sparse per tutto il mondo, che contengono le anime dei Re defunti; da queste bare di pietra attendono l’avvento del prescelto, il Re dei Re.- concluse Regis.
Il maestro lo aveva ascoltato con molta attenzione. -Perché furono costruite in tutto il mondo, oltre i confini del regno?- lo incalzò.
-Per proteggere tutta l’umanità: le 12 statue infatti costituiscono i cardini dell’antica barriera che difende l’intero pianeta… sono i Knights of the Round.-
L’uomo si toccò i baffi, sorridendo. -Molto bene.-
Il principe non poteva non conoscere questa parte: tutta la sua dinastia si fondava su di essa. Non era rimasta che una statua vuota, molto lontana da Insomnia: era lì che suo padre, Re Mors, avrebbe riposato per l’eternità. Questo lo poneva nella difficile condizione di essere lui il prescelto, colui che avrebbe salvato il mondo dalla prossima incombente minaccia: tutte quelle storie che studiava durante le sue lezioni non facevano altro che parlare di lui, della sua vita, del suo compito; suo padre glielo ripeteva fin da piccolo, cercava di prepararlo ad affrontare quello che sarebbe stato il suo destino. Per lui era ancora un qualcosa di molto lontano, una profezia che restava al livello di una leggenda mitologica… temeva di non essere pronto per il giorno in cui si sarebbe avverata.
-Proseguiamo il ripasso?-
Accolse con sollievo la richiesta del precettore, sfogliando i vari capitoli del manuale. Arrivò a due millenni prima, al momento della fondazione dei grandi paesi degli uomini: Lucis, il pacifico regno retto dalla magia del cristallo e governato dalla sua famiglia; Niflheim, l’impero militare degli Aldercapt reso forte dalla sua tecnologia; Tenebrae, il principato dove risiedevano i Nox Fleuret in un connubio perfetto con la natura; e la repubblica parlamentare di Accordo, patria del commercio.
-755 anni fa le quattro nazioni concordarono il calendario moderno… quello che per noi divenne l’anno 1 E.M.- lesse a voce alta.
E’ da allora che ogni cosa andò a rotoli, pensò Regis: a Nifhleim si diffuse un forte sentimento nazionalista che portò i suoi cittadini a sentirsi gli unici eredi di Solheim, e con esso crebbe il desiderio di riportare in auge la vera civiltà degli uomini. La situazione si era fatta pericolosa, i rapporti tra le quattro nazioni erano sempre più tesi. Lucis, che di fatto era il regno più potente, teneva d’occhio ogni mossa imperiale; dall’altra parte i Nox Fleuret guidati dall’Oracolo cercavano di mediare i rapporti esteri, compiendo delle visite di stato con il solo scopo di evitare lo scoppiare di un conflitto armato… ma non c’è nulla di più pericoloso di una ideologia: all’Impero bastò una manciata di secoli per sviluppare un potere offensivo tale da dichiarare guerra al resto del mondo. La prima a pagarne le conseguenze fu la vicina Tenebrae: a nulla valse la sua posizione strategica tra le alture della Zoldara Henge, i suoi guerrieri non potevano nulla contro le macchine da guerra imperiali… fu una guerra lampo che si concluse nel giro di pochi mesi: Nifhleim aveva così annesso quel territorio pieno di ricchezze tra i suoi domini. In virtù dell’esistenza dell’Oracolo, l’Impero aveva concesso alla famiglia Nox Fleuret di mantenere il loro titolo nobiliare (senza alcun potere territoriale) e di risiedere nel palazzo di Fenestala, che di fatto era diventato luogo neutrale.
Lucis e Accordo capirono che dovevano fare qualcosa per fermare l’espansione degli Aldercapt: siglarono un patto di alleanza militare e spedirono i loro uomini al fronte con la scusa ufficiale di liberare l’Oracolo dal giogo imperiale. La guerra che ne seguì fu lunga e logorante, il campo di battaglia furono le vaste pianure tra le regioni di Pitzala e Ulwaat. I Lucis Caelum sfruttarono la magia del cristallo per dotare i loro cavalieri del potere di evocare armi e creare scudi di protezione; il parlamento di Accordo invece aveva delle tecnologie militari simili a quelle del nemico, soprattutto per quanto riguardava le armi da fuoco: il loro potere bellico era decisamente superiore a quello di Tenebrae e insieme riuscirono a tenere testa a Nifhleim.
Per rovesciare le sorti della guerra l’Impero tirò fuori il suo asso nella manica, un qualcosa che nessun essere umano prima di allora avrebbe mai immaginato: fu così che da un giorno all’altro dalle aeronavi imperiali iniziarono a piovere enormi container metallici sui campi di battaglia, contenenti orrende creature assetate di sangue a cui fu ufficialmente dato loro il nome di daemon. La sorpresa di trovarsi di fronte a tali mostri creò lo scompiglio tra le file nemiche, la loro furia fece capire agli uomini di non avere alcuna chance contro di loro: e così avvenne la dura sconfitta che pose fine alla coalizione Accordo-Lucis. I soldati di Insomnia e di Altissia batterono in ritirata, abbandonando quei territori alla mercé dell’Impero che poco tempo dopo conquistò anche le regioni di Eusciello, Pagla e Succarpe, aprendosi uno sbocco sull’oceano.
-In conseguenza di ciò, il CX Re di Lucis innalzò una seconda barriera a protezione di Insomnia, sfruttando il potere del cristallo.- sussurrò, leggendo velocemente l’ultima riga del paragrafo.
-Vale a dire il padre di mio padre.- Quella voce interruppe la loro lezione: Re Mors comparve sulla soglia dello studio con un’espressione molto soddisfatta dipinta in viso.
-Vostra altezza!- il maestro si inchinò in segno di saluto.
-E’ più che giusto che Regis impari queste cose, per quando dovrà prendere il mio posto: dovrà far tesoro dell’esperienza dei suoi predecessori.- commentò, avvicinandosi per dare un’occhiata al libro.
Il principe Regis fissò a sua volta le parole stampate su quella pagina.
-Padre… so quali sono i miei doveri in quanto futuro Re di Insomnia; nonostante ciò non posso dimenticare la minaccia rappresentata dall’Impero.-
Quel tono così serio e quelle parole così forti lasciarono sbigottiti i due uomini.
-Ma… ma mio principe…!- il precettore era fortemente a disagio. -Maestà, quello che intendeva dire è…-
-Prima o poi saranno pronti ad inviare le loro aeronavi verso Lucis.- proseguì Regis. -Per allora anche io sarò pronto a scendere in battaglia.-
Il Re fissò negli occhi suo figlio, con orgoglio: gli piaceva che avesse già quello sguardo deciso.
-Non ne dubito, figliolo.-


***
Un messaggio per i lettori
Colgo l’occasione per ringraziare chi ha deciso di seguire il mio lavoro, so che è un progetto ambizioso e spero di portarlo a termine nel migliore dei modi.
Prima delle note su questo capitolo devo fare qualche premessa: non mi perderò in descrizioni dei personaggi e dei luoghi, li nominerò semplicemente come se fossero già conosciuti proprio perché questa storia è diretta a chi ha giocato a FFXV; qualsiasi informazione aggiuntiva sarà ripresa da fonti ufficiali e verrà specificata nelle note a fine capitolo. Introdurrò anche i personaggi che vengono solo menzionati nelle guide, come Aulea (madre di Noctis) e Mors (padre di Regis), cercando di non personalizzarli troppo.
In linea di massima seguirò la storia, prendendomi ben poca libertà; potrei dover aggiungere qualche pezzo di mia invenzione per reintrodurre parti che sono state tagliate (per esempio su di Luna) o semplicemente per fornire più spiegazioni su determinate dinamiche o personaggi.
Per il tradimento di Ifrit mi rifarò alle teorie di Pitioss dell’utente Perona77 su Reddit (se nel frattempo Tabata non ci fornirà una versione ufficiale alternativa al riguardo).
Vi anticipo che posterò i capitoli non singolarmente ma “a blocchi” e “per argomenti” in modo tale da darvi la possibilità di leggere determinati pezzi come concatenati l’uno all’altro.

Su questo primo capitolo non c’è molto da dire: ho usato l’escamotage di una lezione del principe Regis per introdurre la storia di Eos così come ce la presenta l’Ultimania. Ovviamente ho saltato alcune parti, come il tradimento di Ifrit, perché immagino non fosse di dominio pubblico (magari mi sbaglio); ci sarà il momento in cui verrà spiegato tutto.
Non mi sono soffermata a descrivere Solheim ma se cercate su Google vi uscirà fuori l’artwork ufficiale realizzata dal team di FFXV: per il dipinto raffigurato sul libro ho preso spunto da quella~
Per quanto riguarda il Regis di questo capitolo potete immaginarvelo come un ragazzino o già un adolescente; non ho voluto specificare perché non è una scena ufficiale e voglio lasciarla all’immaginazione del lettore. 

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Capitolo 2
*** Prologo, Capitolo 2: Bros on the road ***


Requiem for Final Fantasy XV
Parte I: Prologo
Capitolo 2: Bros on the road


Con un colpo deciso sventrò i due androidi che avevano avuto la malsana idea di sfidarlo.
-Quello lascialo a me!-
Sentì una mano tirarlo da dietro per il gilet e fu costretto ad accovacciarsi: c’era solo un uomo che avrebbe osato tanto, comandare e strattonare il principe ereditario, e quell’uomo era Cid Sophiar. Con un abile gesto scavalcò quella nobile schiena e colpì il Corazziere nemico.
Regis fece un cenno di dissenso. -Quelli più grossi non ti faranno guadagnare più punti, Cid.-
-Intanto stiamo 31 a 25!- gli rispose a tono mentre si dirigeva contro un gruppo di soldati Magitek. -Anzi, ora 34 a 25!-
Il principe non ci badò, abituato a quei modi arroganti.
Dopo molti lustri di sostanziale guerra fredda, Nifhleim aveva mosso le sue truppe in direzione di Galahd, nazione vassalla di Lucis: era dalla fine di Febbraio che Regis e compagni si trovavano lì, sulle sue gelide e sterminate pianure, a patire il freddo combattendo i cyborg imperiali; era più che normale che fossero tutti di pessimo umore. Quello però non era un giorno qualunque: finalmente avevano scovato una delle più importanti basi di Niflheim insediate vicino al mare, era la loro occasione per mettere in difficoltà le truppe nemiche. Non potevano fallire.
Invocò la sua spada preferita, quella con l’ala d’argento sull’elsa, un regalo del Re prima che partisse in guerra: la lanciò in aria per conficcarla in cima ad un traliccio, teletrasportandosi con essa; da lassù poteva studiare meglio il campo di battaglia. Purtroppo, i suoi timori erano fondati: la difesa dei cavalieri di Lucis non riusciva a reggere contro la massa dei soldati Magitek. Dalla loro avevano senz’altro i numeri: sembrava così facile costruire uno di quei modelli, erano intercambiabili e moltiplicabili; ma la stessa cosa non valeva per gli uomini, ogni guerriero era unico e insostituibile.
Il principe di Lucis prese in mano la situazione ed impartì delle direttive a gran voce al gruppo sulla destra, poi si scagliò verso la schiera di Pretoriani a sinistra invocando uno degli spadoni del suo arsenale e puntando quello più grande: lo colpì alla testa, recidendogli il casco insieme ad alcuni cavetti per provocare un corto circuito; infine si teletrasportò via prima che potesse rimanere coinvolto nell’esplosione.
Regis si rintanò velocemente accanto ad un piccolo fabbricato, con il dorso della mano fece per asciugarsi il sangue secco sul mento mentre alzava gli occhi verso il cielo: lassù, oltre le coltri di fumo, in un cielo grigio che preannunciava pioggia, faceva capolino un pallido sole. Per un attimo voleva dimenticarsi di tutto, del gelido inverno di Galahd, dell’odore della polvere da sparo, dell’assordante eco delle armi da fuoco. Ma stare sul campo di battaglia non era come fare una scampagnata con gli amici…
In guerra ogni piccolo errore può costare davvero caro: e una delle regole fondamentali è mai distrarsi. Il principe non si era concesso che qualche secondo di pausa, ma in quel frangente non aveva visto il camminatore meccanico sbucare da dietro i rottami di un’aeronave proprio nelle sue vicinanze…
-Vostra altezza, state giù!-
La voce gli giunse da lontano: prontamente, Regis fece come ordinatogli. Così accovacciato vide un giovanissimo soldato di Lucis scagliarsi verso le zampe del camminatore e falciargliele con un fendente; con un balzo arrivò sopra la cabina di pilotaggio e la tagliò in due, allontanandosi prima che prendesse fuoco.
-Wow…- Regis rimase stupito da tanta abilità, nonostante avesse già avuto modo di constatarla prima di partire al fronte. Cor Leonis non era un guerriero qualunque: aveva solo 15 anni eppure era già da un paio d’anni al servizio della Guardia reale; il principe aveva fortemente insistito che quel giovane prodigio lo accompagnasse in battaglia.
-Sembra proprio che abbia fatto bene a portarti con me!-  si rialzò, pulendosi i vestiti dal terriccio.
Cor si girò verso di lui, rinfoderando la katana e inchinandosi velocemente. -E’ un onore sentirsi dire questo dal proprio sovrano.-
-Ti ringrazio per essere intervenuto in mio aiuto. Ora torna al tuo posto.-
-Sissignore!-
Ricambiando il saluto militare, il giovane si affretto a tornare al suo reparto; Regis lo fissò ancora con orgoglio, sentendosi fortunato ad avere uomini così valorosi e fedeli tra le sue schiere. Una figura si appoggiò a lui, schiena contro schiena, per coprirgli le spalle.
-Credo che Cor Leonis abbia molto da insegnare su come ci si comporta sul campo di battaglia… non sei d’accordo con me?- Weskham Armaugh aveva il dono di un sarcasmo pungente che sfruttava di tanto in tanto per rimproverare il giovane principe quando commetteva qualche leggerezza.
-Mhhh.- lo guardò con la coda dell’occhio, stizzito. -Non è tempo di perdersi in chiacchiere.-
-Su questo concordo perfettamente.-
-Prendi il comando del reparto di arcieri e pistoleri: dovrete proteggere la fanteria.-
-Tutto chiaro.-
Regis e Weskham evocarono i loro fucili: ben nascosti dietro al muro, puntarono il gruppo di Cecchini Magitek appena sbarcati da un’aeronave, impedendogli di irrompere alle spalle dei cavalieri di Lucis; l’amico continuò il fuoco di copertura permettendo al principe di avvicinarsi rapidamente al plotone dei fanti.
-Vostra altezza!- lo accolse un gruppo di soldati, rompendo le righe.
-Non perdete la concentrazione!- li ammonì. -Eseguite lo schema concordato stamattina!-
-Sissignore!-
Rapidamente gli uomini presero posto nello schieramento, pronti ad avanzare verso la base imperiale; Regis fece cenno al capitano della cavalleria di avvicinarsi e di posizionare i suoi guerrieri ai lati del reparto dei fanti, seguendo il piano concordato; poi indietreggiò, cercando qualcuno in mezzo al plotone.
-Lo Scudo del Re è pronto?-
Non ci fu bisogno di avere alcuna risposta, tanto la domanda era scontata: quando giunse al centro dello schieramento riconobbe Clarus Amicitia già in posizione, che impartiva gli ultimi ordini ai suoi; non appena lo riconobbe assunse la sua solita aria spavalda.
-Ti aspettavo.- gli disse, poggiando il pesante spadone a terra. -Dai il segnale quando vuoi ributtarti in mezzo alla mischia: il tuo scudo è al tuo fianco.-
Incrociò lo sguardo con l’amico, con fierezza; lanciò un’ultima occhiata alle sue spalle, a Weskham che aveva disposto i suoi uomini in posizione, e poi di fronte a sé, dove Cid aveva preso posto in prima linea. Anche Cor doveva esser pronto a ricevere il suo ordine.
Regis annuì in direzione di Clarus e diede il segnale convenuto.


***
Questo secondo capitolo è ambientato durante la guerra combattuta da Regis 30 anni prima dell’inizio del gioco (24 Febbraio-1 Aprile 725 dell’Era Moderna): seguendo le indicazioni dell’Ultimania dobbiamo immaginare che siano passati pochi anni da quando Ardyn si è infiltrato nell’Impero e ha supportato lo sviluppo della tecnologia Magitek (informazione che svilupperò nella parte a lui dedicata).
Ho scelto Galahd come luogo di battaglia (l’Ultimania non lo specificava) sia dare un background a Nyx e Libertus sia perché come lasso temporale ci sta: trovando i fermi immagine dei ritagli di giornale che appaiono nel prologo di Kingsglaive ho letto che Galahd non ha subito alcun attacco da parte dell’Impero per almeno 18 anni prima di essere conquistato; se si fanno i conti (il prologo è 12 anni prima del gioco) stiamo più o meno nello stesso lasso temporale. Sempre in quella scena potete notare di sfondo il particolare della mappa con Insomnia (Cavaugh) e Galahd, che sono davvero molto vicine. Non ho capito bene la situazione politica di Galahd, che sembrerebbe essere una nazione a parte compresa nei confini reali: per coerenza con la storia l’ho reso un paese vassallo di Lucis.
Quel che succederà nel prossimo capitolo, strettamente legato a questi eventi, è invece riportato sia dalla Wikia che dall’Ultimania.



 

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Capitolo 3
*** Prologo, Capitolo 3: The summit ***


Requiem for Final Fantasy XV
Parte I: Prologo
Capitolo 3: The summit


Il ciambellano batté tre volte a terra con il lungo scettro, poi aprì il grande portone dell’auditorium.
-Il XCIII principe di Insomina, Regis Lucis Caelum, e il suo seguito.- li annunciò con un inchino.
Regis fu il primo a varcare la soglia, camminando lentamente e a testa alta fino al centro della sala; dietro di lui anche Clarus, Weskham e Cor lo imitarono; a chiudere la fila c’era Cid, che avanzò con le mani in tasca, visibilmente a disagio.
-Signori di Altissia, vi ringrazio per avermi ricevuto.- il principe si esibì in un perfetto inchino. -Spero che da questo incontro entrambe le parti possano trarne dei vantaggi.-
I membri del parlamento altissiano risposero al suo saluto: uomini e donne di tutte le età che sedevano composti sui gradini della struttura semicircolare, simile ad un teatro greco. L’unico ad alzarsi in piedi fu il ministro posizionato di fronte a lui, che intuì essere il Primo ministro.
-Salute a te, principe di Insomnia. E’ quello che ci aspettiamo tutti: il vostro Regno è legato da una duratura amicizia alla nostra amata Repubblica.-
-Vi ringrazio per l’accoglienza, Primo ministro. Preferirei non perdermi troppo in convenevoli, se non vi dispiace: questo purtroppo non è un viaggio di piacere. Io e i miei compagni siamo qui per conto del nostro stimato sovrano, Re Mors Lucis Caelum CXII, in missione diplomatica. Immagino siate al corrente che siamo in guerra contro Nifhleim...-
-Ma certo: sappiamo che più di un mese fa l’Impero ha lanciato un assalto a Galahd e che Lucis è andata in suo soccorso. In virtù di queste informazioni c’è un’unica richiesta che potete farci, con l’ardire di riportare indietro Accordo di ben oltre cento anni.-
-Esattamente.- annuì Regis. -Sono venuto formalmente oggi per chiedervi di restaurare l’antica alleanza militare tra i nostri paesi. Non potete ignorare la minaccia che rappresenta Nifhleim per il nostro mondo: l’Impero sta agendo esattamente come il secolo scorso, quando prese con la forza Tenebrae e conquistò l’intero continente fino alla regione di Succarpe; l’incursione a Galahd non è che l’inizio di una nuova guerra di conquista che minaccia tanto Lucis quanto Accordo: non possiamo permettere che ciò accada!-
-Tuttavia, in questo momento l’Impero si trova all’interno dei vostri confini, ben lontano nostre isole.- precisò l’altissiano. -Dalla fine dell’alleanza con Lucis fino ad oggi Nifhleim non si è mai intromesso nei nostri affari. Perché dovremmo scatenare una sua violenta reazione contro di noi? Ciò andrebbe solo ad interesse del vostro Regno; l’arcipelago di Accordo non è nel mirino imperiale. L’unica cosa a cui dovremmo badare saranno i futuri accordi internazionali che prenderemo con la parte vincitrice.-
-Se mi permettete di dirlo, anche i vostri interessi sono a rischio. Siete una nazione che si regge sul commercio: se l’Impero monopolizzerà gran parte delle risorse del pianeta occupando le nazioni attorno ad Accordo, come pensate di riuscire a mantenere gli interessi sulle merci invariate? I vostri affari crolleranno, sarà la fine della vostra amata Repubblica!-
-Non sapevo che il giovane principe avesse una preparazione scolastica da mercante…- scherzò il Primo ministro, scatenando le risatine contenute del resto dell’auditorium. Cid non era tipo da sopportare certi atteggiamenti di scherno: venne tempestivamente bloccato da Clarus, che lo tenne per un braccio, prima che potesse dire o fare qualcosa. Cor si guardò nervosamente attorno: era consapevole dell’importanza del momento e dunque si sentiva particolarmente in ansia; lanciò un’occhiata a Weshkam, che gli rivolse un sorriso rassicurante.
Regis fu l’unico tra loro che non ebbe alcuna reazione, come se quella frase non l’avesse minimamente toccato. -Non vorrei vi illudeste di ricevere la grazia di Nifhleim: è solo questione di tempo prima che prenda di mira anche Accordo. Non si fermerà di certo solo perché gli potreste proporre dei vantaggi dal punto di vista economico: gli Aldercapt sono una famiglia di militari, non di mercanti, proprio come la mia.-
La frecciatina di quell’ultima frase andò a segno: lo sguardo del Primo ministro tradì una punta di offesa.
-Sarà anche come dite voi ma qui viviamo in un regime democratico; avevamo già previsto la vostra proposta di restaurare l’alleanza militare Accordo-Lucis e abbiamo già fatto una votazione: hanno vinto i no. Anche se voi doveste riuscire a convincere me, non sono in grado di andare contro la decisione del parlamento; e i sondaggi dei cittadini parlano chiaro, nessuno vuole ricominciare una guerra che non ci tocca da vicino. Mi dispiace che abbiate fatto tutta questa strada per non ottenere nulla, principe Regis: posso solo promettervi che Accordo non si schiererà nemmeno contro Lucis. E con questo dichiaro tolta la seduta.-
I parlamentari si alzarono dai loro sedili, fissandoli con freddezza; disposti in due file si diressero verso l’uscita della sala.
-E-ehi! Aspettate…!- scattò Cid. -Noi non abbiamo ancora finito di parlare!-
-Temo di sì, invece.- gli risposte mesto Weshkam.
Clarus posò una mano sulla spalla di Cid. -Non peggiorare la situazione.-
-… ma!-
-Andiamo.-
La voce di Regis arrivò alle loro orecchie sommessa; dava loro le spalle, tuttavia potevano percepire la delusione del suo fallimento. I quattro amici lo seguirono silenziosi mentre si avviava verso l’uscita del palazzo parlamentare; nessuno di loro sapeva cosa dire per farlo sentire meglio. Dalla riuscita di quest’alleanza sarebbero dipese le sorti della guerra: tutti erano consapevoli che difficilmente Lucis sarebbe riuscita a sconfiggere Nifhleim da sola; ora però la vittoria sembrava davvero un’utopica speranza. Regis si sentiva certamente responsabile di non aver saputo gestire le trattative ma nessuno di loro gliene fece una colpa: in fondo i Ministri di Altissia avevano già votato e deciso di non scendere in guerra, anche il miglior oratore di Eos non avrebbe potuto far nulla contro il decreto parlamentare…
Un tenente di Lucis comparve in fondo al porticato; non appena li vide corse loro incontro.
-Vostra altezza!- urlò, chiaramente spaventato da qualcosa.
-Che succede?- domandò il principe.
-Il Re… Lucis…- il ragazzo aveva il fiatone.
-Ehi!- Clarus si mise tra loro, scrollandolo per le spalle. -Parla, non farti pregare!-
Il soldato riprese fiato e coraggio. -L’Impero ha effettuato un altro attacco a sorpresa verso le nostre coste: numerosi gruppi di aeronavi ci hanno attaccato su più fronti, rompendo le nostre linee difensive; i Magitek hanno invaso alcune aree di Cleigne, Leide e Duscae…-
Quella notizia arrivò sui loro cuori come la scarica di un fulmine: l’amara sorte sembrava aver giocato un bel tiro mancino proprio dopo il rifiuto di Accordo.
-Cosa?!- si intromise Weshkam. -Ne sei sicuro ragazzo?!-
-A-assolutamente, signore!-
-Prima Galahd… ora Lucis…- Il giovane Cor sembrava incapace di reagire.
-Lo sapevo che venivamo qui a perder tempo!- Cid sbatté un pugno su una colonna, sbraitando. -Non dovevamo lasciare il fronte per venire a fare questa pagliacciata! Abbiamo abbandonato Lucis nelle mani di Nifhleim, maledizione!!-
-Calmati, Cid!- Clarus fece uno sforzo per non perdere le staffe anche lui.
-C’è altro, ragazzo?- chiese Weshkam; anche lui si manteneva lucido a fatica.
-S-sì…- annuì, vistosamente spaventato. -Il Re ha ordinato che il principe e il suo seguito facciano immediatamente ritorno a Insomnia…-
Al sentire queste parole Cid diede un altro pugno contro il muro. -Come?! E adesso dovremmo scappare con la coda tra le gambe?!-
-Sei sicuro che non ci voglia al fronte, a tentare di riprendere i terreni conquistati?- chiese Clarus.
-Tutto ciò non ha alcun senso…- commentò un incredulo Weshkam quando il tenente fece un cenno di assenso col capo. -Perché sua maestà ci vuole nella capitale? A cosa potremmo essergli utili da lì?-
-Assolutamente a nulla!- gli rispose Cid, totalmente fuori di sé.
Cor fece capolino da dietro la spalla di Clarus. -Credete che… dobbiamo obbedire a quest’ordine?-
-Non mi sembra che abbiamo molta scelta.- commentò, in risposta. -Regis, che ne pensi?-
Per tutto questo tempo il giovane principe non aveva detto o fatto assolutamente nulla: era rimasto immobile e muto ad ascoltare tutto quello che veniva detto. In quel momento non era più sicuro di nulla, non aveva la minima idea di cosa fare; le gambe gli cedettero e si ritrovò inginocchiato a terra, indifferente agli amici intorno a lui che si preoccupavano che non svenisse, scrollandolo dalle spalle per avere qualche reazione.

Il mondo gli era crollato addosso.

***
La missione diplomatica di Regis & Co. ad Altissia è riportata da più fonti, sia dalla Wikia che dall’Ultimania: non viene specificato (o almeno non dalle traduzioni che ho trovato) se riescono ad arrivare in città o vengono richiamati prima in patria a causa dell’attacco a sorpresa di Nifhleim; comunque sia questa è la versione che preferisco.
Secondo la Wikia è ipotizzabile che sia questo il momento in cui Weshkam si divide dal gruppo, decidendo di non seguire Regis e gli altri ad Insomnia per restare ad Altissia: questo rumor non è confermato da nessuna fonte ufficiale, tuttavia se riesco in uno dei prossimi capitoli farò un accenno collocando il suo trasferimento in città ad un momento successivo e a causa delle decisioni prese da Re Mors (ciò di cui tratta il capitolo che segue).
Spero di non aver esagerato con le reazioni dei personaggi, ho cercato di riprendere i loro caratteri anche ispirandomi alla scena in cui Noctis & Co. scoprono che Insomnia è caduta.

I capitoli di prologo stanno diventando decisamente più numerosi di quel che mi aspettavo, vi chiedo di perdonarmi ma sono tutti fatti salienti che ritengo debbano essere raccontati per avere una più chiara visione della storia di FFXV e dei rapporti dei suoi protagonisti.


 

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Capitolo 4
*** Prologo, Capitolo 4: The Old Wall ***


Requiem for Final Fantasy XV
Parte I: Prologo
Capitolo 4: The Old Wall


Il principe Regis non avrebbe mai scordato quel maledetto giorno.
Era da poco rientrato nella capitale, proprio come gli era stato ordinato. Aveva obbedito senza fare alcuna obiezione o chiedere spiegazioni; tuttavia, Lucis era stata invasa dai soldati Magitek che avevano occupato alcune zone limitrofe alla costa: privare i soldati del loro comandante era controproducente, specialmente in una situazione come quella. Quali erano le vere intenzioni del loro sovrano?
Il ragazzo non aspettò oltre: appena arrivato alle porte di Insomnia chiese al suo autista di portarlo alla Cittadella* seduta stante dove si diresse verso la sala del trono come una furia, senza aspettare di essere annunciato.
-Padre!- irruppe, seguito da alcune guardie reali che tentavano di calmarlo. -Che significa tutto questo?!-
Re Mors scattò in piedi a fatica, il potere del Cristallo lo aveva già consumato molto nonostante l’età; tuttavia, non aveva perso la sua severità e il pugno di ferro. -REGIS! Come ti permetti di entrare in malo modo a palazzo? Non scordare il cerimoniale solo perché sei il principe, inchinati davanti al tuo Re e portagli rispetto!!-
Il ragazzo prese un bel respiro: lo conosceva bene e sapeva che non avrebbe ottenuto nulla se lo avesse aggredito a quel modo; si scrollò dalla presa delle guardie e si inginocchiò chinando il capo.
-Padre, mi dovete una spiegazione.-
Re Mors si sedette e fece cenno ai suoi uomini di lasciarli da soli. -Come sono andate le trattative ad Altissia?- gli chiese, quando il portone fu di nuovo chiuso.
Regis fu turbato da quella domanda. -Ecco… quando sono arrivato in città il Parlamento aveva già votato per non scendere in guerra al nostro fianco; non sono riuscito a fargli cambiare idea.-
-Come sospettavo…- sospirò. -Ma valeva la pena provarci.-
-Padre, perché mi avete fatto richiamare nella capitale? Qui non posso essere d’alcun aiuto! Ridatemi il comando dell’esercito, organizzerò il contrattacco contro le truppe nemiche che sono penetrate nel nostro paese!-
-Credo che la tua presenza sul campo di battaglia non sia più necessaria, Regis.-
Quella frase lo ferì nell’orgoglio. -Ammetto di non aver dimostrato di essere il migliore dei comandanti… ho impiegato molto tempo e risorse per compiere qualche progresso nella guerra di Galahd; ma siamo in una situazione critica, non posso starmene qui seduto a guardare! Vi prego padre datemi un’altra possibilità, non fallirò stavolta!-
-Non si tratta dei tuoi lenti progressi al fronte: te la stavi cavando bene nonostante la poca esperienza sul campo di battaglia. Ma l’Impero ha un potenziale bellico incredibile, non posso certo pretendere dei miracoli da te.-
Il ragazzo fu rincuorato dal sentire queste parole, aveva temuto fin dall’inizio che quella fosse tutta una scusa per rimuoverlo dall’incarico a causa della sua incapacità: non avrebbe retto un affronto del genere.
-Ma se non è questo il motivo…-
-Mentre eri ad Altissia ho mandato un messaggero agli Aldercapt: in fondo il loro obiettivo era Galahd, non Lucis. Ho promesso che avremmo ritirato le truppe dal fronte: in cambio Nifhleim ritirerà i suoi Magitek dalle nostre coste, fatta eccezione per alcune aree che saranno adibite come basi militari; a breve siglerò l’accordo di pace con loro.-
Regis non poteva chiedere alle sue orecchie: scattò in piedi, di nuovo pieno di collera. -PADRE! Cosa avete fatto?!-
-Quello che ritenevo necessario per salvare il mio popolo!- sbatté il pugno sul poggiabraccio del trono. -Non abbiamo possibilità contro l’Impero! Non metterò a rischio Lucis per gli interessi di Galahd!-
-Ma quelli sono i nostri alleati!- continuò il principe. -E voi li volete abbandonare così?! E per cosa?-
-Ho deciso di salvaguardare il trono.- spiegò Mors, fissandolo dall’alto verso il basso. -Devo proteggere il cristallo e tu devi imparare a governare il regno; non possiamo sprecare tempo e risorse indebolendoci in una guerra che non ci darà alcun vantaggio economico o militare.-
L’ultima parte gli suonò come scusa ancora più insensata delle precedenti. -Governare il regno? Vi sembra questo il momento? Cos’altro dovrei imparare? Ho finito i miei studi e i miei allenamenti nei tempi che avevamo accordato, siete stato voi stesso a darmi il permesso di partire per il fronte!-
-Non essere superbo: non sei ancora in grado di gestire a pieno il potere del cristallo. Reggere la Nuova barriera non è un gioco da ragazzi: richiede un grande dispendio di energie che non si ridurranno solo all’invecchiamento precoce del tuo corpo. E’ una grande responsabilità Regis, non prendere sotto gamba i tuoi doveri in quanto futuro sovrano.-
-Con tutto il rispetto, io non sottovaluto assolutamente il mio compito, conosco i miei doveri e le conseguenze che ne comportano; ma la situazione che stiamo vivendo richiede che io mi impegni al 100% contro il nostro nemico.- cercò di mantenere la calma. -Se volete davvero che io impari qualcos’altro insegnatemi ad usare l’Antica barriera! Così potrei rovesciare le sorti della guerra!-
-Regis… non si può. L’Antica barriera è un qualcosa di troppo grande, richiede troppe energie: nessun essere umano può usare il suo potere tenendo in piedi anche la Nuova barriera. Io oramai sono troppo vecchio… e quando tu verrai incoronato dovrai occuparti di mantenerla attiva sopra il cielo di Insomnia.- la voce di Re Mors tradì una nota di rammarico che mise in allarme suo figlio -E’ anche per questo, per alleggerire i miei ultimi anni di regno e facilitare quelli in cui governerai tu, che ho deciso di ridurre l’Antica barriera fino ai confini della capitale.-
La notizia gli arrivò addosso come una doccia d’acqua fredda: mai nessun Re aveva osato fare tanto, opporsi al volere divino. L’Antica barriera era stata creata per proteggere tutti gli uomini da qualsiasi tipo di minaccia: in questo modo Mors non soltanto tradiva i Sei ma l’intera umanità, compresi i suoi sudditi che risiedevano fuori città. Regis era attonito, incapace di dare una risposta pronta.
-Ridurre… ridurre l’Antica barriera? Ho capito bene?!-
-Perfettamente.-
-Vi rendete conto di quello che state per fare? Non potete manipolare l’Antica barriera a vostro piacimento! Avete pensato alle conseguenze che avrà?! Nifhleim potrà agire indisturbato e conquistare l’intera Eos!!-
Il sovrano si mostrò stranamente calmo. -Proprio per questo firmerò il trattato di pace: garantirò l’incolumità di Lucis almeno per qualche anno. Conosco il giovane imperatore e so che manterrà la sua parola, almeno il tempo necessario perché tu sia pronto a prendere il mio posto.-
-Sì, ma questo non garantirà la salvezza del resto del mondo…-
-La guerra sta durando troppo.- tagliò corto Mors. -Le perdite sono ingenti e i progressi davvero miseri. Tutto quello che i nostri cavalieri possono fare è aiutare l’esercito galahdiano in una strenua difesa all’avanzare delle macchine imperiali. Regis, quando io morirò sarai tu a sederti sul trono di Lucis: è ora che inizi a pensare a lungo termine, come un Re!- sospirò profondamente: era la prima volta che suo figlio percepiva tanto rimorso nelle sue parole. Si era sempre dimostrato un uomo tutto d’un pezzo, che non aveva mai nutrito il minimo dubbio sugli ordini che impartiva; eppure quella volta sembrava che prendere quella decisione gli fosse costato caro.
-Padre…-
-Dobbiamo pensare a noi figliolo, a proteggere Insomnia e il Cristallo…- chiuse gli occhi per prendere un gran respiro. -Non posso perderti in una battaglia lontano da casa: la tua vita è troppo importante e costerebbe cara alla tua patria. Voglio morire sapendo che anche tu sarai in grado di reggere la Nuova barriera e adempiere al tuo dovere… tu più di tutti i Re precedenti.-
Regis aveva ascoltato queste parole con il capo chino, fissando il pavimento. Ora suo padre gli appariva con occhi diversi, finalmente lo vedeva per quello che era: un vecchio stanco e disperato. Sapeva che non ci sarebbe stato per sempre e percepiva che suo figlio non era pronto a salire sul trono; era necessario che si impegnasse a controllare il potere del cristallo e della barriera per il bene del suo regno.
-… capisco che ci troviamo in una situazione delicata, padre.- gli rispose atono, senza guardarlo. -Provo rabbia e frustrazione a starmene con le mani in mano mentre Nifhleim spadroneggia sul resto del mondo. Tuttavia avete ragione, devo rispettare i miei doveri e custodire il cristallo assieme a Lucis.- si inchinò di nuovo. -Se questa è la vostra decisione non sarò di certo io ad oppormi. Con permesso.-
Il principe lasciò la sala del trono velocemente, con un grande rimorso che gli pesava sul cuore e mille dubbi sul futuro. Re Mors attese fino a che la porta non fu richiusa alle sue spalle prima di tirare un altro lungo sospiro, portandosi le mani rugose al viso: già si aspettava che non sarebbe stato facile comunicarglielo però era l’unica cosa da fare. Non l’avrebbe mai ammesso con nessuno ma non ce la faceva più a reggere le due barriere: la Nuova barriera richiedeva più energie del necessario e lui aveva consumato quasi tutta la sua forza vitale; riducendo l’Antica gli restava qualche anno in più per sistemare le cose. Il Re avrebbe predisposto con cura ogni particolare per il giorno in cui sarebbe toccato a Regis.
Mors Lucis Caelum fu un sovrano saggio e lungimirante: suo figlio lo capì soltanto dopo che fu passato a miglior vita.


***
Immagino la confusione che posso aver creato nei lettori: io stessa ci ho messo un po' a riordinare le idee. Il problema è che su questa parte ho trovato diverse traduzioni dell’Ultimania e leggere la Wikia ha solo peggiorato le cose…
Gli eventi sono presentati così come ve li ho raccontati. Ho cercato di dissipare la matassa di informazioni che le guide ci offrono, mettendoci anche un po' di farina del mio sacco quando bisogna fornire qualche spiegazione: ad esempio il mio collegamento con la guerra a Galahd serve a dare una motivazione reale all’attacco di Nifhleim a Lucis, ma questo non è attestato da nessuna fonte ufficiale; inoltre sembra che fu in questa occasione che Nifhleim ebbe modo di installare le proprie basi militari sul territorio di Lucis (effettivamente mentre giocavo non ci avevo pensato, ma non potevano averle tirate su nei pochi giorni successivi alla caduta di Insomnia!). Spero di essere riuscita a chiarire la situazione e a descriverla nella maniera più realistica possibile~
L’anno seguente a questi fatti Nifhleim invase la regione di Cavaugh (patria di Drautos/Glauca), la stessa dove si trova Insomnia; nonostante lo consideri un avvenimento comunque importante per il passato di Regis temo che non riuscirò a fare più di un accenno nel prossimo capitolo.

*La “Cittadella” è il nome ufficiale del palazzo reale dove risiede la famiglia Lucis Caelum

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Capitolo 5
*** Prologo, Capitolo 5: A King's destiny ***


Requiem for Final Fantasy XV
Parte I: Prologo
Capitolo 5: A King’s destiny


Re Mors sopravvisse per altri cinque anni, il tempo necessario per preparare adeguatamente suo figlio al compito che lo attendeva; poi un bel giorno di primavera si spense.
Il principe Regis venne incoronato CXIII Re del Regno di Lucis.
La cerimonia di incoronazione era durata fino a sera. Nobili, militari, consiglieri, gente di Lucis e stranieri: un gran folla era accorsa da ogni regione del regno per onorare e salutare il nuovo governante di Insomnia. I maxi schermi installati nelle piazze di ogni città avevano mostrato l’evento anche a chi non aveva avuto accesso al cortile della Cittadella: fu proprio lì che, schierati come un plotone d’esecuzione, i consiglieri di Lucis avevano fatto inginocchiare il principe di fronte a loro, leggendogli i suoi diritti e doveri dal grande tomo della Costituzione; avevano posto la sottile corona d’argento sul suo capo, invitandolo ad alzarsi e riconoscendolo come nuovo Re del Regno mentre il popolo applaudiva e acclamava il suo nome con gioia. Seguendo il cerimoniale previsto il nuovo sovrano era poi uscito dal portone del palazzo reale per salutare la folla di Insomna dalla cima della scalinata d’accesso: nonostante il momento di grande pressione Regis aveva mostrato una certa compostezza e sicurezza.
Il sole tramontò e i fuochi d’artificio illuminarono la notte, regalando agli abitanti di Lucis uno spettacolo mozzafiato.
Per coloro che avevano assistito di persona all’incoronazione la festa continuò dentro le grandi sale della Cittadella: la servitù aveva fatto un gran lavoro con l’organizzazione tanto che chiunque avrebbe ricordato quella serata non poteva non menzionare il ricco allestimento degli ambienti, l’ottimo cibo e i vini pregiati, la dolce musica dei violini che accompagnava le chiacchiere degli ospiti, l’atmosfera ovattata creata da tenui luci bianche: era più che lecito affermare che sembrò di vivere in una fiaba.
Tuttavia, non era una serata da favola quella che stava vivendo il vero protagonista dell’evento: svincolatosi da pesanti chiacchiere di politica estera Regis si allentò un poco la cravatta, finendo il suo drink tutto d’un fiato. Aveva resistito per tutta la giornata, comportandosi esattamente come avrebbe fatto suo padre, ma ormai era giunto al limite: sentiva il bisogno di evadere, di trovare un momento di tranquillità tutto per sé. Avanzò verso la porta di servizio, cercando di evitare di incrociare lo sguardo con chiunque; cambiò direzione appena notò poco distanti da lui Clarus e la sua fidanzata chiacchierare amabilmente con due consiglieri della famiglia Scientia: con noncuranza afferrò un’altra coppa di vino per poi andare a poggiarla su uno dei tavoli del buffet, avendo cura di dare le spalle agli ospiti. Fu allora che notò che le grandi vetrate che davano sul terrazzo erano spalancate: sicuramente qualcuno doveva essere uscito a godersi il panorama notturno. Regis sapeva che non ci sarebbe stato un luogo meno affollato in tutto il palazzo; decise quindi di prendersi una boccata d’aria sperando che nessuno l’avrebbe notato.
Sgusciò rapido verso l’esterno, guardandosi continuamente attorno per evitare brutte sorprese; al contrario di quello che si aspettava però il terrazzo era avvolto nel silenzio più totale e sarebbe stato anche vuoto, se non fosse per un’esile figura femminile, la cui nobiltà traspariva dalle sue vesti e dalla sua compostezza. La fanciulla se ne stava in piedi a fissare la candida luna piena che governava il cielo sopra Insomnia: d’improvviso come se avesse percepito la sua presenza si voltò, sorridendogli non appena lo riconobbe.
-La corona vi dona, vostra maestà.-
Il nuovo Re conosceva bene quella voce.
Aulea.
Non poteva mancare in un giorno come quello: l’aveva conosciuta tanti anni prima, da bambino, ed erano praticamente cresciuti insieme; da allora i suoi sentimenti per lei erano rimasti sempre gli stessi. Negli anni le aveva confessato più volte cosa provava ma la ragazza aveva sempre mantenuto il loro rapporto al livello di una profonda amicizia; tuttavia, Regis sapeva di essere ricambiato.
-Avevi necessità di prendere una boccata d’aria, non è vero? In fondo è un giorno di grandi cambiamenti per te…- una cosa che aveva sempre apprezzato in lei: Aulea riusciva a capirlo al primo sguardo. Gli tese una mano, come per invitarlo a farle compagnia; il giovane non si fece attendere.
-E’ che sta accadendo tutto così in fretta…- disse, poggiandosi alla ringhiera.
-Come stai?-
Regis emise un lungo sospiro. -Come sto?- gli venne da fissare il panorama sottostante. -Io… non lo so.-
-E’ per via di tuo padre?-
-Anche… non mi sembra giusto festeggiare la mia incoronazione a così breve distanza dal suo funerale.-
Aulea lo fissava preoccupata. -Regis, non c’è nulla di male… non sentirti in colpa nei suoi confronti: lui avrebbe voluto così, lo sai. Sarebbe stato fiero di te.-
-Non è solo questo. E’ che io… ho paura.- strinse la presa sulla ringhiera, ferito nell’orgoglio perché lo stava finalmente ammettendo. -Oggi ho cercato di non darlo a vedere ma temo di non essere davvero pronto a sedermi sul trono. Mi ricordo di mio padre, delle responsabilità che aveva, le decisioni che prendeva… non potrò mai scordare il rimorso che gli si leggeva in faccia il giorno che firmò il trattato di pace con l’Impero e ridusse l’Antica barriera.-
-Dev’essere stata dura per lui…-
-Già… ed io che lo consideravo un vigliacco: non ci ho nemmeno provato a mettermi nei suoi panni. E tutto questo perché? Perché volevo mostrare a tutti il mio valore in guerra! Mi vantavo di ideali di pace nel mondo che in realtà mascheravano la mia vanità!-
-Adesso non esagerare, però.- lo rimproverò.
-Non esagero affatto, Aulea: non ho mai riflettuto sulle motivazioni politiche che spinsero mio padre a siglare l’accordo con Nifhleim cinque anni fa… mi sembrava che si fosse semplicemente arreso alla loro superiorità bellica ed avesse pensato esclusivamente a proteggere sé stesso e la sua città. Quando l’anno seguente le truppe imperiali invasero la regione di Cavaugh lui non provò nemmeno a riprendersela, come se temesse di istigare un loro attacco verso Insomnia. Non riuscivo a trovare altra spiegazione se non che non mi considerasse un degno comandante, e che piuttosto voleva evitare di sprecare le nostre forze militari; ero così ossessionato dai miei insuccessi a Galahd che non ho mai riflettuto se fossi pronto o meno a salire sul trono e a gestire il cristallo. Perdevo il mio tempo dietro cose del genere mentre la sua vita andava affievolendosi ogni giorno di più…-
-Regis…-
-… ed io che gli ho dato la colpa del trasferimento di Weshkam ad Altissia, l’ho incolpato persino del mio pessimo rapporto con Cid perché non facevo altro che difendere la sua posizione contro di loro nonostante non fossi d’accordo! Ma la verità è che se i miei amici ora non sono qui c’è un unico responsabile, e sono soltanto io.-
A quest’ultima grave affermazione calò un breve momento di silenzio tra i due. -Questo è vero.- la fanciulla distolse lo sguardo da lui, tornando ad ammirare il cielo. -Non puoi dare le colpe agli altri per ogni cosa che ti succede: non sei più un bambino, Regis.-
Il sentirlo dire anche da lei gli fece ancora più male; abbassò il capo, afflitto.
-Ma sei pur sempre un essere umano, non dimenticarlo.- gli concesse un sorriso. -Sono contenta che almeno te ne sia accorto da solo, è segno di grande maturità.-
-Io… io non sono come mio padre.- continuò. -Faccio ancora errori di valutazione del genere… ho paura di non essere in grado di controllare la barriera, di proteggere il cristallo. E non sono certo un bravo politico, non so come si governa un Regno… non so…-
Si poggiò con la fronte sulle nocche, non riuscendo più ad aggiungere altro. Aveva quasi sperato che buttar fuori tutto quello che aveva covato dentro di sé in quegli anni gli avrebbe fatto bene, lo avrebbe liberato dall’angoscia; al contrario ora che aveva finalmente parlato si sentiva in tremendo imbarazzo e per nulla rassicurato. Aulea percepì perfettamente il suo disagio e gli lasciò il tempo necessario per smaltirlo.
-Ti sei mai chiesto cosa ha provato tuo padre il giorno della sua incoronazione?-
Regis alzò gli occhi su di lei, senza rispondere.
-Io immagino non stesse molto diversamente da come stai tu in questo momento: in fondo anche lui era molto giovane quando salì al trono e non aveva la minima esperienza di come regnare su Lucis, giusto? O di come controllare il potere del cristallo.-
-Aulea…-
-Chi non si preoccupa minimamente del futuro e delle proprie responsabilità è uno sciocco o un egoista.- gli poggiò una mano sull’avambraccio. -Siamo fortunati che il nostro futuro sovrano non sia nessuna delle due cose. Capisco la preoccupazione ma ricordati che le difficoltà vanno affrontate una per volta: non considerarti incapace ancor prima di aver provato. Comunque avrai vicino tante persone che ti aiuteranno e ti sosterranno nel tuo cammino: pensa ai tuoi consiglieri, ai tuoi amici… me compresa. Re Mors sapeva di non essere solo ed è stato grazie a questo che ha trovato la forza di reggere il Regno per tutti questi anni; sei sangue del suo sangue, non nutro il minimo dubbio che sarai un ottimo Re.-
Questo era il potere di Aulea: era schietta e sincera e se aveva qualcosa da rimproverarti lo faceva usando le parole giuste, senza sminuirti ma anzi incoraggiandoti; sembrava sapesse cosa avevi bisogno di sentirti dire per toccare le corde giuste e farti vedere le cose da un’altra prospettiva. Con Regis questa cosa le riusciva benissimo…
-Grazie, Aulea…- gli scappò un sorrisetto. -Lucis avrà anche un’ottima Regina a guidarlo.-
-Eddai, Regis…!- scosse il capo imbarazzata, con un gran sorriso che tentò di nascondergli; il giovane le mise un braccio sulle spalle, attirandola a sé.
Il CXIII Re di Lucis non era che un ragazzo che non si sentiva all’altezza del suo ruolo, eppure si rimboccò le maniche e diede il massimo per custodire il suo regno e il cristallo: decise di voler diventare il tipo di sovrano di cui ricordarsi anche a distanza di secoli.


***
Non è affatto facile descrivere personaggi come Aulea e Mors di cui si conosce a malapena il nome: ammetto di aver avuto non poche difficoltà. Spero di non averli personalizzati troppo, in fondo non sono personaggi che mi appartengono.
Questa scena si colloca 27 anni prima dell’inizio del gioco (729 dell’Era Moderna), vale a dire 7 anni prima della nascita di Noctis: ho approfittato del capitolo dell’incoronazione per introdurre la madre di Noctis, menzionare l’invasione di Cavaugh e accennare all’allontanamento di Weshkam e Cid da Regis. Le motivazioni personali di Mors sono di mia invenzione, ovviamente l’Ultimania non approfondisce questo personaggio ma non mi andava di lasciare nulla campato per aria e senza alcuna spiegazione.
Da questo momento in poi dobbiamo immaginare che ci fu un lungo periodo di “rapporti civili” tra Lucis e Nifhleim, almeno fino all’attacco a Tenebrae; anche Galahd sembrerebbe vivere gli stessi anni di pace.
PS: Il titolo è chiaramente un rimando al nome dello spin-off “A King’s Tale” (ambientato negli stessi anni di questo capitolo ma che in termini di lore non mi è molto utile, così ho deciso di saltare).

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Capitolo 6
*** Prologo, Capitolo 6: Noctis ***


Requiem for Final Fantasy XV
Parte I: Prologo
Capitolo 6: Noctis


C’era solo una porta a dividerlo dalla sua stanza da letto. Regis aveva terribilmente sonno ma non poteva di certo addormentarsi: ogni secondo poteva essere quello buono per veder uscire qualcuno della servitù che venisse a chiamarlo, a rassicurarlo, a farlo entrare per essere finalmente partecipe del grande evento: tuttavia erano già passate molte ore e ancora nulla. Ripensò a quando Aulea glielo confidò, toccandosi il grembo come se il nuovo Lucis Caelum fosse già perfettamente sviluppato e pronto alla sua nuova vita; ma Noctis non sarebbe nato prima di quella notte, alla fine di Agosto.
Faceva terribilmente caldo: immaginò che il medico e le ostetriche fossero sudati quanto la sua Regina, che stava compiendo uno sforzo incredibile per produrre quel piccolo miracolo; odiava non poterle essere d’aiuto in quel momento tanto delicato…
-Siediti, Regis.- Clarus gli indicò il posto accanto a lui. -Fare avanti ed indietro non serve a nulla se non a innervosirti di più.-
-Non riesco a stare fermo, Clarus.- ammise.
-Ti capisco perfettamente: son passati tre anni da allora ma ricordo ancora quando è nato mio figlio.- si alzò in piedi e gli poggiò una mano sulla spalla. -Per questo so quel che dico. Stai tranquillo: tra poco potrai abbracciare il tuo primogenito.-
Il Re annuì in direzione del suo amico, senza rispondergli: era difficile immagine un tipo come Clarus Amicitia preda dell’ansia mentre sua moglie stava partorendo; probabilmente era altrettanto strano vedere il proprio sovrano passeggiare nervosamente per il corridoio borbottando chissà cosa.
-Vostra maestà.- la porta finalmente si aprì; con un filo di voce una delle dame di compagnia della Regina lo chiamò per invitarlo ad entrare. -State tranquillo: stanno bene.-
Regis prese un bel respiro prima di varcare la soglia, supportato dalla pesante pacca sulle spalle che gli diede il suo migliore amico. -Buona fortuna, papà.-
All’interno di quella stanza regnava il caos più totale: macchinari, flebo, carrelli con attrezzi medici, ostetriche e cameriere che si aggiravano a risistemare il tutto come formiche operaie; le finestre erano spalancate per far entrare un po' di fresco. Il medico gli venne subito incontro, rassicurandolo sulla buona riuscita del parto e sull’ottimo lavoro svolto da sua moglie, aggiungendo qualche altra frase di convenienza che Regis non riuscì proprio ad ascoltare: era troppo concentrato a fissare il grande letto a baldacchino, insolitamente sfatto, dove giaceva la sua Aulea sfinita e insonnolita per l’anestesia ma con una gioia immensa negli occhi.
-… Regis.- gli allungò la mano appena lo vide; il Re congedò il dottore con un gesto e si sedette accanto a lei.
-Mi hanno detto che sei stata bravissima.- gli disse, accarezzandola.
-Io sì; tuo figlio non tanto!- scherzò la Regina, girandosi dall’altra parte del letto per fare un cenno all’anziana governante: la donna si avvicinò portando con sé un piccolo fagottino avvolto in un prezioso lenzuolino intessuto con fili d’oro.
-E’ nato dormendo.- spiegò, ridendo. -Non voleva assolutamente essere disturbato, tanto che la mamma ha dovuto fare il doppio degli sforzi per farlo uscire.- l’anziana gli scoprì il capo e lo porse al Re con la massima delicatezza. Regis non riuscì ad emettere un fiato: il bimbo aveva già qualche capello scuro e la pelle chiarissima; era piuttosto pesante per essere un neonato, pensò notando quanto fosse paffutello. L’uomo allungò l’indice per carezzargli il visetto tondo, gli occhietti chiusi, i pugnetti serrati: non riusciva a capacitarsi di come qualcosa di così piccolo potesse essere suo figlio, il sangue del suo sangue.
-Ciao, Noctis.- lo salutò, e con un filo di voce: -Io sono il tuo papà.- si girò verso sua moglie, sorprendendola mentre li guardava con orgoglio.
-Vuoi darlo un po' a me?- nonostante la stanchezza Aulea non voleva perdersi un secondo del suo bambino: Regis glielo porse con estrema cautela, come se fosse fatto di vetro.
Quello fu il giorno più bello della loro vita.


***
Un capitoletto veloce sulla nascita di Noctis: un evento sicuramente centrale nella trama di FFXV ma non ho voluto perderci troppo tempo; inizialmente avevo anche pensato di saltarlo per passare direttamente al trailer Dawn, ma così mi sembrava di affrettare troppo le cose e l’ho tenuto in una forma più sintetica.
Durante la campagna pubblicitaria Tabata ha sempre ripetuto che uno dei temi centrali di FFXV è il rapporto padre-figlio: era una di quelle cose che mi aspettavo di percepire di più e ammetto che nella mia esperienza di gioco non l’ho avvertito molto, credo per i soliti tagli dovuti a mancanza di tempo in previsione dell’uscita; spero però di riuscire a rimediare con questo e i prossimi capitoli dedicati a Noctis e Regis.

 

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Capitolo 7
*** Prologo, Capitolo 7: Dawn ***


Requiem for Final Fantasy XV
Parte I: Prologo
Capitolo 7: Dawn


In quel giorno così importante il sole splendeva alto su Insomnia: nella capitale si era tenuta una sfarzosa cerimonia, di un livello tale che poteva essere paragonata alla grande festa data per il battesimo del principino; i cancelli della Cittadella erano aperti permettendo alla maggior parte dei cittadini di riempire la piazza antistante, tutti gli occhi erano puntati sull’atrio in cima alla scalinata d’accesso dove solitamente si svolgevano i grandi eventi pubblici. Non potevano mancare i membri del consiglio, schierati alle spalle del sovrano a simboleggiare il loro supporto costante nelle sue decisioni; erano presenti perfino la Regina Aulea e il Principe Noctis, mano nella mano, seduti compostamente un poco laterali ma non molto distanti da Regis, che troneggiava al centro in alta uniforme. I veri protagonisti della scena erano invece schierati in fila su tutta la scalinata del palazzo, dando le spalle alla folla: ritti in piedi, con le braccia incrociate dietro la schiena e la testa ben sollevata verso il proprio Re c’era una schiera di soldati, uomini e donne, in scure vesti militari.
-Popolo di Lucis.- li salutò Regis. -Vi ringrazio per esservi riuniti qui oggi, partecipi di un evento storico che cambierà le sorti del nostro Regno. Tutti sapete quale tragica situazione stiamo vivendo, con una tremenda guerra ancora lontana da noi ma di cui possiamo già percepirne gli effetti negativi: ve li possono testimoniare i numerosi stranieri che Insomnia ha accolto nel suo grembo negli ultimi anni. Vengono da Cavaugh e da tutte quelle terre che sono state schiacciate dal giogo imperiale; Nifhleim li ha privati delle loro case, ha ucciso e schiavizzato i loro cari: la sua sete di potere non si ferma davanti a niente, nemmeno ad una cosa tanto umana come la pietà. Il pericolo che corriamo è reale e non possiamo più nasconderci e far finta di nulla: questa è l’ora di agire. Sedici anni fa la decisione presa da mio padre ha determinato la nostra uscita da questa guerra. ma la situazione era ben diversa e nessuno può permettersi di biasimarlo per questo: se non fosse stato per lui oggi forse non saremo qui. Io dico che siamo pronti: è ora di riprendere in mano le armi e combattere per la salvezza non della sola Lucis, ma dell’intera Eos!!- la folla esultò di fronte a tali forti dichiarazioni; con un gesto Regis riuscì a riottenere nuovamente il silenzio. -I giovani che vedete qui di fronte a me sono figli dei rifugiati di guerra: ognuno di loro si è distinto per le sue capacità militari e l’abilità di manovrare l’energia emanata dal cristallo: io concederò loro quel potere con lo scopo di combattere contro l’Impero di Nifhleim! Insieme alla Guardia reale proteggeranno Lucis ed estirperanno la minaccia imperiale!! Accogliete tra voi gli Angoni del vostro Re, i Kingsglaive!-
Seguì un fragoroso applauso da parte di tutti e il giovane corpo militare si girò verso la folla, inchinandosi a mò di ringraziamento per quel benvenuto; Re Regis era entusiasta, convinto di aver finalmente trovato la sua arma segreta che avrebbe contrastato il loro acerrimo nemico.
Questo era quello che era accaduto pochi giorni prima.

A quell’ora di mattina così presto la piazza antistante la Cittadella non poteva che essere vuota: non c’era più traccia dei festoni che l’avevano addobbata, il pavimento del cortile era talmente pulito che sembrava nessuno vi avesse messo più piede per tanto tempo, il silenzio avvolgeva l’intera zona; e la pioggia cadeva incessantemente, sferzando sopra gli edifici.
La situazione non poteva essere più diversa eppure il protagonista era sempre lo stesso: Regis indossava l’alta uniforme come quel giorno ma stavolta si trovava in piedi al centro della piazza, reggendo la sua spada preferita con una mano e poggiandosi con la schiena alla sua Regalia; era probabilmente l’unica persona in tutto il palazzo che quella notte non aveva proprio sonno. Il suo stato d’animo era chiaramente molto diverso dal giorno della cerimonia: la gioia e la speranza nel futuro del paese, l’orgoglio che aveva provato di fronte ai suoi Kingsglaive avevano lasciato spazio alla paura e al dolore, un senso di colpa che gli attanagliava allo stomaco. Il Re sentì improvvisamente tutto il peso del suo corpo invecchiato precocemente: gli effetti del potere del cristallo non avevano tardato a manifestarsi, poteva appurarlo tutti i giorni guardandosi allo specchio, ma ancora non avvertiva la stanchezza e la debolezza di un corpo anziano: e d’altronde aveva già constatato gli effetti in prima persona vedendo suo padre. Quel giorno però si sentiva ancora più vicino a Re Mors anche dal punto di vista sentimentale.
Era quasi l’alba e Regis era lì fuori a prendersi tutta quella pioggia mentre stringeva a sé il piccolo Noctis che si agitava nel sonno; l’uomo non sembrava turbato da quel che gli accadeva intorno, era come se non si trovasse lì: il suo sguardo andava al di là delle cose terrene, sembrava perso in tutt’altro mondo.
-Mhhh…-
Il piccolo mugugnò, forse stava facendo un brutto sogno; al richiamo di suo figlio Regis girò il capo verso di lui e cercò di sistemarlo spostando il peso per non farlo cadere: gli venne istintivo poggiare il mento sulla sua fronte, quasi a volergli dare un bacio. Il principino però fu infastidito dal solletico che gli provocava la barba di suo padre e con la mano scostò il viso lontano da sé, per potersi accomodare sulla sua spalla a mò di cuscino; aveva il tipico egoismo di chi sa di non correre il rischio di perdere l’amore di qualcuno.
Così accomodatosi Noctis poté tornare a fare sogni tranquilli, incurante anche della pioggia. Regis stavolta girò solamente gli occhi per guardarlo: fu improvviso ma repentino il suo cambiamento d’espressione, quell’ombra di tristezza e disperazione che gli velò lo sguardo. Abbassò in fretta il capo, come a cercare in terra una soluzione, una via di fuga, quasi come se fosse tutta colpa sua quel che stava accadendo.
-Prometto che ti starò vicino…- riuscì a sussurrargli prima che gli si spezzasse la voce. Versò una piccola lacrima, rivelatrice del suo dolore, che gli solcò il viso fino a scendere a terra. -… sempre.-
Regis non era l’unica persona che si era svegliata in piena notte: forse avvertendo qualcosa dentro di sé Aulea si era destata dal suo sonno, scoprendo con sorpresa che suo marito non riposava accanto a lei; non era tipo da sparire in quel modo senza una buona ragione. La donna uscì fuori dalla camera da letto per andare a vedere se la Regalia fosse al suo posto, conoscendo la sua abitudine di fare una piccola fuga guidando nella città deserta quando si sentiva molto turbato. La porta del palazzo si aprì alle spalle di Regis: la Regina si stringeva ad un prezioso scialle di broccato per ripararsi dal freddo, non ebbe il coraggio di varcare la soglia con tutta quella pioggia.
-Reg…- si bloccò prima di riuscire a chiamarlo proprio quando notò la figura del piccolo Noctis che dormiva tra le sue braccia. -Ma cosa…- bisbigliò. Si fermò impotente, c’era qualcosa in lui che le impediva di avvicinarsi e disturbare quel momento di grande tensione: il sovrano fissava il cielo con il volto bagnato di lacrime. Aulea sentì il cuore andarle in frantumi anche se non aveva ancora capito nulla.
Lei non poteva vederli ma gli Antichi Re erano comparsi al cospetto di Regis per riferire un messaggio;
le stelle hanno scelto: il fardello sarebbe passato dal padre al figlio.
-Noctis… perdonami: non posso fare nulla per cambiare le cose...-
Regis aveva sempre vissuto il suo ruolo di prescelto come una cosa naturale, non un castigo: l’aveva affrontato con timore ma orgoglio, era davvero onorato di essere stato scelto dagli Dei; non aveva mai battuto ciglio nonostante Re Mors avesse sempre mostrato uno strano senso di colpa nei suo confronti, come se fosse stato lui a deciderlo. E i suoi pensieri andarono proprio a suo padre: ora poteva capire cosa covava nascosto nel suo cuore, ora che era Noctis il nuovo prescelto; ora che sapeva che sarebbe stato lui a dover soffrire, a doversi sacrificare, ora che era lui prigioniero di quella maledetta profezia. Dal giorno della sua nascita Regis aveva preso la sua missione con ancora più determinazione, era deciso ad andare fino in fondo per garantire a suo figlio la vita che lui non avrebbe mai potuto avere…
Le cose non sarebbero andate come aveva sperato.
La pioggia diminuì a poco a poco e i primi raggi del sole nascente filtravano tra i nuvoloni neri, andarono a riflettersi sulla scura carrozzeria della Regalia.
Era l’alba di un nuovo Re.


***
Eccoci giunti ad uno dei punti più importanti di FFXV, vale a dire il trailer Dawn: la scena purtroppo è stata tagliata dal gioco finale nonostante rappresenti il passaggio del ruolo del prescelto da Regis a Noctis. L’impatto visivo di quel trailer è eccezionale, lo trovo davvero molto comunicativo: ho cercato di rendere al meglio i sentimenti di Regis ma credo che solo chi sia genitore possa davvero capirlo fino in fondo…
Seguendo la timeline dell’Ultimania ho notato che in quello stesso anno venne istituito il corpo militare dei Kingsglaive: era un evento che non potevo assolutamente saltare nella mia narrazione ma allo stesso tempo non mi sembrava il caso di allungare troppo il prologo, perciò ho avvicinato temporalmente le due scene per accorparle in un unico capitolo.
Voglio precisare che in questo momento Noctis ha 5 anni: da almeno 2 anni Ignis è stato eletto suo consigliere reale (sempre secondo quanto indicato dalla timeline) e probabilmente conosce già anche Gladio; mancano pochi anni al tragico incidente che lo porterà a Tenebrae, dove incontrerà Luna.

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Capitolo 8
*** Prologo, Capitolo 8: Before the storm ***


Requiem for Final Fantasy XV
Parte I: Prologo
Capitolo 8: Before the storm


-Le lucciole erano così belle…-
Il principe Noctis poggiò la testa sulla spalla della madre, lasciandosi cullare dalla vibrazione dell’automobile sull’asfalto.
Si era fatto già buio ma Aulea non si preoccupò molto: di lì a poco avrebbero raggiunto Hammerhead, la capitale era vicina. -Dovremmo tornarci anche l’anno prossimo, non credi?-
I due erano di ritorno da un festival tenutosi in una cittadina poco fuori Insomnia, accompagnati da tre vetture della scorta: un’occasione davvero rara che un membro della famiglia reale uscisse oltre la barriera per un viaggio di piacere ma il piccolo aveva insistito così tanto per andare a vedere le lucciole che Regis decise di accontentarlo; programmò nei minimi dettagli l’itinerario e scelse i suoi uomini migliori come accompagnatori.
-Tuo padre sarà contento di sentire il racconto della tua giornata.- gli sorrise. -E’ un peccato che non sia potuto venire con noi.-
Noctis arricciò il naso, come era solito fare quando era molto infastidito. -Tanto non gli sarebbe interessato.-
La Regina non disse nulla. Il piccolo ce l’aveva ancora con suo padre per aver disdetto all’ultimo di andare con loro: gli impegni del Regno lo tenevano lontano dalla sua famiglia ed era più che normale che il principino si sentisse trascurato. Pensò che fosse meglio evitare di rimproverarlo, optando invece di discuterne con suo marito e trovare una soluzione insieme. Anche Aulea finalmente si rilassò sul sedile; la fresca brezza che entrava dal finestrino era davvero piacevole e la campagna attorno a loro era avvolta dal silenzio… non c’era niente di male a far riposare gli occhi per qualche minuto…
Quella sensazione di tranquillità venne interrotta da un’improvvisa esplosione che creò un muro di fuoco davanti a loro; l’autista fu costretto a frenare di colpo e i passeggeri vennero spinti bruscamente in avanti, parandosi con le mani per non sbattere la faccia contro i sedili.
-Tutto bene?- gridò, voltandosi dietro.
-Sì…- Aulea controllò velocemente che Noctis non si fosse fatto male. -Che cosa è stato?!-
-Qualcosa deve aver preso fuoco, probabilmente un trattore…- rifletté -Ma in questo modo non possiamo proseguire verso Insomnia…-
-E come avrebbe fatto un trattore ad esplodere improvvisamente di notte?!- chiese allarmata.
L’autista alzò le spalle, non sapendo cosa risponderle; la guardia del corpo sedutagli accanto impugnò velocemente la pistola, sbirciando dal finestrino.
-C’è qualcosa che non va…- sussurrò.
Non si vedeva altro che il fuoco intorno a loro, che iniziò a divampare sul campo fiorito a bordo strada: la Regina aveva ragione, un incidente di questo tipo poteva essere spiegabile di giorno, per il surriscaldamento di un mezzo meccanico o un problema al motore; di notte era alquanto anomalo… l’uomo prese il walkie-talkie dal cruscotto per comunicare con i suoi colleghi nelle altre vetture. Dietro di lui, un Noctis sempre più spaventato tirava la madre per una manica.
-Che… che succede, mamma?-
Aulea cercò di mantenere la calma. -Non preoccuparti… è un piccolo incidente che ha solo rallentato il nostro rientro a casa, tutto qui…-
Una voce gracchiante arrivò dal walkie-talkie. -Non è il caso di indagare oltre, la nostra priorità è riportare la Regina e il Principe a Insomnia. Cercate di aggirare il più possibile l’incendio e proseguiamo come prestabilito.-
-Ma fuori dalla strada il terreno è ricoperto di fango, le ruote rimarranno impantanate…!- furono le prime proteste dell’autista preoccupato, ma le sue lamentele furono interrotte da una forte stretta sul braccio: l’uomo accanto a lui era terrorizzato a tal punto riuscire ad emettere una parola, indicava un punto fisso nella campagna infuocata. Il suo compagno si allungò verso il finestrino per capire cosa l’avesse spaventato a quel modo: gli si gelò il sangue nelle vene quando notò anche lui quell’ombra indistinta che si nascondeva tra le fiamme… era un qualcosa di grosso, con numerosi arti che strisciava come un rettile; prima che avesse il tempo di ragionare su cosa fosse la creatura sgusciò all’improvviso sulla strada come se avesse l’intento di ostruire il passaggio.
-… U-UN DAEMON?!-
L’orrendo mostro di fronte a loro, per metà donna e per metà serpente, era conosciuto a Nifhleim con il nome di Marililith. I daemon erano tanto comuni sui campi di battaglia imperiali quanto rari al di fuori di essi: la sua presenza lì non aveva alcun senso. Nessuno tra loro aveva mai visto una mostruosità del genere: Noctis e Aulea si abbracciarono, troppo spaventati per riuscire ad emettere un grido.
-SCENDETE DALL’AUTOMOBILE!- urlò la guardia del corpo, voltandosi verso di loro. -Scappate! Qui ci pensiamo no…- non fece in tempo a finire la frase che il Marililith scagliò una delle sue armi contro la parte anteriore della macchina, riducendo il finestrino accanto a lui ad un cumulo di frammenti; il mostro continuò ad infierire colpendo più volte lo stesso punto fino a ridurre in poltiglia i corpi dei due malcapitati; il bimbo si coprì gli occhi, non poteva sopportare di vedere quello spettacolo orribile.
Aulea si riprese dopo pochi secondi dallo shock grazie al suo forte istinto di sopravvivenza: armeggiò con la maniglia dello sportello vicino al figlio fino a che riuscì a spalancare la portiera; fu prontissima a spingerlo in avanti e farlo scendere, precipitandosi con lui verso la campagna oscura.
-Non ti voltare! Corri! CORRI!!- fu l’ordine disperato che gli lanciò; Noctis corse a perdifiato come mai in vita sua, senza voltarsi nemmeno una volta. Non c’era bisogno di vedere per capire quello che stava accadendo alle loro spalle: gli uomini della scorta scesero dalle autovetture impugnando le loro armi e aprendo il fuoco contro il nemico, ma il corpo del daemon era stranamente resistente ai proiettili, che gli rimbalzavano addosso. Impotenti, quegli uomini coraggiosi non poterono fare nulla mentre il mostro li massacrava con le sue lame o li sbalzava lontano con un forte colpo di coda…
Noctis continuava a correre nonostante il dolore alle gambe e il bruciore alla milza; era sospinto da Aulea, che teneva le mani sulle sue spalle come a volerlo guidare nella campagna notturna. Il piccolo desiderò ardentemente che fosse tutto un sogno, aspettava di svegliarsi nel suo lettino, al sicuro nella sua cameretta; avrebbe chiamato a gran voce mamma e papà che sarebbero accorsi assieme alla servitù, pronti a coccolarlo e magari ad offrirgli un po' di latte e miele per consolarlo… sì, era proprio così che doveva andare...
Purtroppo le sue non erano che vane illusioni, illusioni che vennero tutte spazzate via nell’istante in cui cadde a terra: il dolore che provò alla testa era dannatamente reale per essere un sogno. Noctis era abbastanza sicuro di non aver inciampato quindi qualcosa doveva averlo trascinato al suolo, ma aveva sbattuto la testa e gli ci volle qualche altro secondo per riaprire gli occhi e tentare di muoversi, di rialzarsi; si stupì di sentire del liquido sul terreno sotto di lui, chissà come ci era finito dentro quella pozzanghera…
-… m-mamma?- chiamò ma con orribile sorpresa non ottenne risposta. Alzò una mano e il liquido che colò tra le sue dita gli sembrò troppo rosso e denso per essere acqua… d’istinto tentò di ritrarsi con orrore dal sangue.
-M-mamma?!-
Il principino si accorse solo allora del corpo che giaceva accanto a lui, privo di vita: Aulea gli era rimasta vicino fino alla fine, con i capelli scompigliati, i vestiti sporchi di fango, la schiena recisa da una profonda ferita.
-Grrr…-
Quel terribile ringhio lo costrinse a dirigere la sua attenzione altrove: il Marililith non soltanto li aveva notati mentre fuggivano ma in poco tempo era riuscito anche a raggiungerli; la creatura si stagliava davanti a lui in tutta la sua imponenza con aveva un’espressione feroce ma stranamente compiaciuta, come quella di un predatore che aveva messo in trappola la preda designata.
In quel momento un unico pensiero passò nella mente di Noctis, un pensiero anomalo per un bambino di soli 8 anni.
Sto per morire.
-ARGHHHHHH!!!-
Fu l’urlo di dolore del daemon che si coprì il volto con le mani: non si aspettava proprio quella forte bruciatura che gli aprì un lungo taglio sul naso, talmente profondo che il sangue gli colò in bocca. Quando riaprì gli occhi si ritrovò puntato dai fari delle macchine reali e attorniato dalle guardie di Insomnia: tra loro riconobbe la figura di Regis Lucis Caelum, circondato da un’aura luminosa di cristalli, con un braccio sollevato come a dare l’ordine di attaccare.
-Andate ad assistere i feriti!- ordinò.
Gli si avvicinò il comandante Cor Leonis. -Sire, avete bisogno della mia spada?-
-Qui posso pensarci io: tu occupati di soccorrere mia moglie e mio figlio.- il Re gli rispose senza distogliere gli occhi dal mostro che stava iniziando a rialzarsi; non gli concesse il lusso di riprendersi ma invocò immediatamente sei spade dal suo arsenale e le scagliò contro la creatura.
-Gwaaarh!- ringhiò il Marililith che inutilmente provava a divincolarsi.
Cor assistette da lontano ai primi secondi del loro scontro, senza preoccuparsi per la vittoria del suo Re; poi si avvicinò al gruppo riunito attorno ai feriti a bordo strada.
-… comandante!-
Il tono con cui sentì chiamarsi lo impensierì terribilmente; si fece largo tra i suoi uomini finché non giunse davanti al corpo della Regina Aulea: il volto della donna era una maschera di angoscia, i suoi vestiti completamente sporchi di sangue e fango. Subito si inchinò verso di lei, premendole sul collo con due dita.
-… non c’è più nulla da fare…- lo disse con un filo di voce, sentendosi morire dentro; le chiuse le palpebre e si fece il segno della croce, imitato dagli altri attorno a lui.
Fortunatamente in quel momento Regis non si accorse di nulla, troppo impegnato in quella strenua battaglia uno contro uno che stava durando più del previsto: non era certo di dire se fosse quel tipo di daemon a possedere grandi doti di forza fisica e resistenza o semplicemente se il cristallo l’avesse già indebolito a tal punto da metterlo in serie difficoltà in uno scontro del genere; l’unica cosa certa era che doveva farla finita subito. Il Re riprese fiato e scagliò con veemenza le sei spade invocate; questa mossa costrinse il nemico a doversi parare con tutte le sue braccia, portandolo ad avere il fianco scoperto: Regis ne approfittò per invocare la sua gigantesca alabarda che con un colpo netto recise in due il volto del Marililith. La creatura indietreggiò in preda ad un dolore lancinante fino a superare il bordo del crepaccio dove si trovava, precipitando senza alcuna possibilità di salvarsi. Le armi reali scomparvero in piccoli frammenti cristallini e il sovrano stremato riprese grandi boccate d’aria.
-Vostra altezza...- sentì la voce di Cor alle sue spalle.
Si voltò velocemente. -Noctis… Aulea…!- lo scansò senza aspettare di sentire quel che doveva dirgli.
I due giacevano a terra, l’uno accanto all’altra: sul viso del Re si dipinse una smorfia di dolore non appena constatò in che condizioni erano. Non si accorse che la moglie non era altro che un cadavere ma si concentrò sul piccolo Noctis: era in uno stato catatonico, con gli occhi sbarrati a fissare un punto indefinito.
-NOCTIS!!! Noctis! Noctis…- il sovrano non poteva far altro che chiamarlo.
Se quella era stata una notte difficile i giorni che la seguirono non furono da meno: il principe venne portato d’urgenza al palazzo dove la migliore équipe di medici del regno si occupò di lui; le sue condizioni erano talmente gravi che nemmeno il Re avrebbe potuto vederlo fino allo scioglimento della prognosi.
Per la Regina Aulea invece non c’era stato nulla da fare.
Bastò appena una notte per distruggere un’intera famiglia.


***
Capitolo dedicato alla puntata omonima dell’anime che narra l’incidente in cui Noctis bambino ha quasi rischiato la sua vita: per motivi di ordine cronologico l’ho dovuto collocare nel prologo, sciogliendolo da quelli che scriverò su Brotherhood (farò la stessa cosa con il combattimento tra il Marililith e Noctis dell’episodio 5).
Avevo già anticipato che mi sarei presa qualche libertà narrativa se fosse servito a fornire qualche spiegazione di cui l’Ultimania e le guide sono mancanti: questo è un primo esempio. Ho sostituito il personaggio della governante che si sacrifica per il piccolo Noctis con la stessa Aulea in modo almeno da spiegare come è morta: nell’Ultimania la cosa non viene minimamente accennata ma sembra sottointeso che in questo frangente la Regina sia già venuta a mancare. Avrei potuto inventare qualsiasi altra situazione ma avrei allungato ulteriormente il prologo, così ho pensato di inserirlo qui.
A questo punto dovrebbe venire la parte della Platinum demo (e forse di A King’s Tale?), tuttavia ho deciso di saltarla per non aggiungere altri capitoli non di trama. I prossimi saranno dedicati all’arc di Tenebrae~

Per ora mi fermo qui. Pubblicare 8 capitoli assieme non è stato facile ma prevedendone molti di più da scrivere credo sia la cosa migliore per me (che devo caricarli) e per voi (che avete il quadro completo di un intera arc per comprendere meglio la trama). Ho già pronti i capitoli di Tenebrae e sono a metà di quelli dedicati a Brotherhood ma penso farò tutto con molta calma: devo ovviamente calcolare la data d’uscita di Episode Ignis e del dlc Comrades, più i vari aggiornamenti che usciranno.
Ringrazio chi ha letto fino a questo punto e spero che il lavoro fatto vi sia piaciuto, oltre che sia stato utile a darvi qualche delucidazione in più! Chi vuole mi può anche lasciare un commentino, magari con qualche critica costruttiva e un suggerimento per le prossime pubblicazioni~

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Capitolo 9
*** Prologo, Capitolo 9: Tenebrae ***


Requiem for Final Fantasy XV
Parte I: Prologo
Capitolo 9: Tenebrae


Il palazzo di Fenestala sembrava uscito da una fiaba per bambini. Regis aveva fatto finta di non accorgersi che Noctis lo fissava estasiato dal finestrino del loro vagone; il suo umore era totalmente cambiato da quando erano partiti dalla stazione di Cartanica. Tenebrae era il luogo migliore per la sua guarigione, un posto incantato in mezzo alla natura, pieno di pace e quiete.
Il sovrano afferrò i manici della sedia a rotelle e indietreggiò con cautela per uscire dalla loro cabina personale. Il principe si stava riprendendo a poco a poco, con il contagocce: dopo qualche giorno di coma aveva finalmente riaperto gli occhi ma gli ci volle molto di più per riprendere a dire qualche parola o mangiare qualcosa, persino semplicemente per mettersi seduto. Il piccolo aveva manifestato uno stato di totale apatia e disinteresse per tutto ciò che lo circondava; i dottori ritenevano che il motivo fosse lo shock dell’incontro con il Marililith e affermavano che presto o tardi si sarebbe totalmente ripreso, ma Regis aveva capito qual era la verità: quell’esperienza così vicina alla morte aveva cambiato suo figlio, tanto che si era rinchiuso in sé stesso. Non sarebbe bastato dargli del tempo per farlo tornare allegro e spensierato come prima: se Noctis parlava poco era perché non voleva parlare con nessuno. Il suo non era più solo lo shock, c’era molto altro che si agitava in lui e che probabilmente nessuno avrebbe saputo curare: il senso di colpa per la morte di sua madre; l’aver vissuto in uno stato di morte apparente, che dava tutto un altro senso alla vita; forse anche la rabbia nei confronti di suo padre che non aveva saputo proteggerli. Regis non poteva aspettare mentre il figlio si districava tra la fisioterapia e le sedute psicologiche: serviva qualcosa in più, di più umano. E a Tenebrae avrebbe trovato quel qualcosa in più, oltre che avrebbe ricevuto le dovute cure che stava seguendo anche ad Insomnia.
Appena scesi dal treno il sovrano fu sollevato nel non trovare il comitato di benvenuto che avrebbe dovuto accoglierli: aveva chiesto alla Regina Sylva un po' di discrezione, non voleva correre rischi inutili a pochi passi da Gralea solo per seguire le stupide regole del cerimoniale. Scortati dalle guardie del corpo riuscirono a passare più o meno inosservati, forse scambiati per membri della nobiltà locale dalla gente comune; in fondo quella era la patria degli Oracoli ed era una tappa molto gettonata da chi compiva pellegrinaggi a scopo religioso.
Quando finalmente sorpassarono il cortile interno del palazzo Regis si girò verso i suoi uomini. -Da qui in avanti possiamo proseguire da soli; occupatevi di scaricare i bagagli.-
-Sissignore!- gli uomini scattarono immediatamente al suo ordine; Noctis li osservò allontanarsi in fondo all’atrio prima di rivolgersi a suo padre.
-Papà, che sta succedendo?-
-Non capisco la tua domanda.- Regis cercò di trattenere un sorriso.
- Di solito saremmo stati accolti dal Re di questa nazione e dalla sua corte non appena scesi dal treno.- gli spiegò. -Invece non abbiamo incontrato nessuno. E tu non hai mai chiesto alle nostre guardie di farci andare da soli.-
-A capo di Tenebrae c’è una Regina; il Re è venuto a mancare molto tempo fa.- lo corresse. -E non hai nulla da temere, qui siamo al sicuro: ho pensato che poteva essere un’occasione per stare un po' insieme, come un padre con il proprio figlio.-
Il principe non abboccò a quelle scuse: gli rispose con un’alzata di spalle, sospettando sempre più che ci fosse sotto qualcosa; il sovrano di Lucis sospirò di fronte a quell’atteggiamento tanto freddo ma proseguì il suo cammino tra i meandri del palazzo.
Quel lungo corridoio li portò infine a destinazione, di fronte ad una candida porta con intarsi dorati.
-Siamo arrivati.- annunciò Regis, abbassando la maniglia: allo spalancare del portone i due furono accolti dal fascio di luce che entrava dai finestroni in fondo alla stanza, che davano su un magnifico giardino; Noctis per un momento dovette chiudere gli occhi, non era preparato ad un tale cambio di luminosità. Il padre spinse in avanti la carrozzella senza indugiare; si fermò improvvisamente a pochi passi dall’aver varcato la soglia. Il principino si guardò intorno: non aveva fatto caso alla figura al centro della stanza che li attendeva con le mani giunte ed un gran sorriso stampato in faccia; quella bambina era il loro comitato di benvenuto. Aveva delle vesti molto semplici eppure c’era un qualcosa di nobile in lei, nonostante la giovane età; Noctis si sorprese ad ammirarla e questa cosa lo mise in un gran imbarazzo, tanto che abbassò gli occhi verso il basso, incapace di dire una parola.
-Benvenuti a Tenebrae; spero che il vostro viaggio sia stato piacevole. Siamo onorati di avervi qui, Re Regis; e per me è un gran piacere poterti finalmente conoscere, principe Noctis.- il suo inchino, così come il suo discorso di benvenuto, fu impeccabile. -Io sono Lunafreya della Casa Fleuret, principessa di Tenebrae.-
Regis la salutò con un cenno del capo. -Sono lieto di fare la tua conoscenza, principessa, e ti ringrazio per averci accolto nel vostro palazzo.-
Il sovrano si divertì un mondo ad osservare le reazioni di suo figlio di fronte alla principessina: dapprima sembrò volesse risponderle ma ci ripensò quasi subito, non riuscendo a far altro che spostare lo sguardo da lei verso il pavimento in continuazione. Probabilmente anche Lunafreya aveva percepito la sua agitazione, tuttavia non diede a vedere di averlo notato. -Come vanno le tue ferite?- proseguì, avvicinandosi. -Ti prego di farmi sapere se posso fare qualsiasi cosa per alleviare il tuo dolore… sentitevi liberi di fare come se foste a casa vostra.-
-Ti ringrazio nuovamente, principessa: e andrò a ringraziare di persona anche tua madre appena mi sarà possibile.- Regis si chinò verso Noctis. -Presentati, figliolo.- più che un rimprovero era un’esortazione.
Il principe sobbalzò, non si aspettava quel richiamo: strinse nervosamente la stoffa dei pantaloncini per calmarsi, in un imbarazzo crescente. -Mh… ok…- provò ad alzare gli occhi verso Lunafreya ma non riusciva a reggerne lo sguardo. -Mi chiamo… Noctis…- fu quel che riuscì a balbettare, più rivolto verso il pavimento che verso di lei.
-E…?- lo incitò suo padre: ci provava proprio gusto a vederlo in difficoltà.
-E… e… ti ringrazio per il benvenuto, principessa Lunafu… Lunafr…- si morse la lingua: come faceva a non riuscire a pronunciare il suo nome? -Lunafur…-
-Oh ti prego di chiamarmi semplicemente Luna, lo preferisco!- intervenne la bambina, evitandogli una figuraccia: era consapevole di avere un nome piuttosto difficile da ricordare e l’ultima cosa che voleva fare era metterlo in imbarazzo.
-… grazie, Luna.- sussurrò dopo un infinito silenzio il piccolo Noctis che era arrossito fino alle punte dei capelli.
La principessa si scambiò un sorriso d’intesa con il Re di Lucis.

La sua medicina stava già iniziando a fare effetto.

***
Finalmente è arrivata Luna: ho tutta l’intenzione di concentrarmi il più possibile su questo personaggio che considero purtroppo la grande assente del gioco a causa di tutti i tagli che hanno fatto sulla sua storia. State pur tranquilli che riprenderò ogni elemento del rapporto Noctis/Luna, a cominciare dalle artwork fino ai vecchi trailer; in certi punti della fanfiction arriverò a creare delle situazioni pur di reinserire tutto il materiale che c’è sulla coppia: perché qualcosa c’è ma è stato malamente narrato.
Ne ho approfittato anche per riprendere un punto fondamentale che nel gioco viene trascurato: il cambiamento di Noctis dopo l’esperienza con il daemon. Nelle guide viene sottolineato che dopo quel brutto incidente divenne un bambino più taciturno e introverso: forse la sua permanenza a Tenebrae doveva servire anche per scioglierlo un po', facendogli fare amicizia con Luna (e con Ravus, anche se dubito che tra i due sia nato qualche legame)? E’ una mia personale interpretazione e ho voluto sfruttare l’idea di Luna come la sua “medicina” per mettere già in evidenza il ruolo fondamentale che avrà per lui, come Oracolo e come persona.
In aggiunta, ho inserito il famoso momento (accennato più volte durante le interviste) in cui la principessa gli chiede di farsi chiamare semplicemente “Luna”, per evitargli l’imbarazzo di non saper pronunciare correttamente il suo nome… ancora non capisco come un bambino di 8 anni non riesca a dire “Lunafreya” ma forse è legato alla pronuncia giapponese del nome, un po' più complessa, quindi diamo il beneficio del dubbio al povero Noctis…
Comunque anticipo che l’arc di Tenebrae copre 5 capitoli, in cui tenterò di ricostruire la nascita del rapporto che legherà i due protagonisti di FFXV.

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Capitolo 10
*** Prologo, Capitolo 10: The King and the Oracle ***


Requiem for Final Fantasy XV
Parte I: Prologo
Capitolo 10: The King and the Oracle


Era passato un solo giorno da quando suo padre aveva dovuto far ritorno ad Insomnia; Noctis avrebbe tanto voluto che andare via con lui (non si sentiva affatto a suo agio in quel palazzo straniero) ma non poteva farci nulla, quella tappa a Tenebrae faceva parte della sua riabilitazione.
Quella mattina si stupì di sentire qualcuno bussare alla porta della sua camera, così tanto tempo prima di venire chiamato per il pranzo; fu quasi tentato di non rispondere ma avrebbe potuto creare dei problemi se avesse dato l’impressione di essere scomparso nel nulla e non voleva certo rischiare un incidente diplomatico a causa della sua timidezza…
-… a-avanti.-
Quando la porta si aprì si ritrovò di fronte ad una sorridente Lunafreya Nox Fleuret.
-Buongiorno, principe Noctis.- lo salutò avvicinandosi. -Dormito bene?-
Il ragazzino abbassò lo sguardo: non capiva bene perché ma in sua compagnia provava sempre un forte imbarazzo, più che con le altre persone. -Sì… grazie.-
-Mi fa piacere. Mi chiedevo se fossi libero questa mattina: mi piacerebbe trascorrere un po' di tempo insieme.-
Noctis non le rispose subito, arrossendo visibilmente: si trovava a palazzo da pochi giorni eppure non riusciva a capacitarsi di come la principessa potesse parlargli con tanta naturalezza e disinvoltura; aveva dei modi educati e molto dolci, tanto che Noctis non si infastidì di tutta quella confidenza.
-Mh va bene… c-cioè, non ho niente di meglio da fare comunque…-
Luna congiunse le mani, compiaciuta. -Oh bene! Non si sa ancora per quanto tempo sarai nostro ospite qui a Fenestala e c’è qualcuno che vorrei farti incontrare assolutamente… andiamo?-
Senza aspettare una risposta la bambina lo spinse fuori dalla sua stanza, percorrendo quell’ala del castello adibita come alloggiamenti privati della famiglia e degli ospiti; il ragazzino provò a chiederle di più ma lei si rifiutava categoricamente di rispondergli, trattenendo un sorriso sotto i baffi. Noctis sperò che non lo stesse portando nella camera di Ravus: aveva avuto l’onore di conoscere il principe di Tenebrae durante una cerimonia privata qualche giorno prima ma non gli era andato molto a genio. Forse era a causa della grande differenza d’età che tra i due non c’era un minimo di feeling, e d’altronde non avevano assolutamente nulla in comune, ma ciò non giustificava il suo comportamento irrispettoso, tanto che lo trattava come se fosse un moccioso qualunque.
-Eccoci arrivati!- annunciò la biondina; lo condusse all’interno dello stesso salottino dove si erano incontrati il primo giorno, con la differenza che ad attenderlo stavolta non c’era una graziosa bambina: in questa occasione il principino venne accolto da due cuccioli di cane che gli saltarono addosso e gli fecero delle grandi feste, leccandolo e abbagliando felici; Noctis rideva come non mai, accarezzandoli e coccolandoli con le lacrime agli occhi. Lunafreya richiuse la porta alle loro spalle, godendosi quell’incontro: doveva essere davvero da tanto tempo che non sorrideva così, pensò; era un peccato che Re Regis non fosse lì con loro.
-Ma… ma questi…?- chiese il principino, tra le risate.
Si riavvicinò al gruppo, ordinando ai cuccioli di mettersi seduti. -Lei è Pryna.- indicò la cagnetta dal candido manto. -E questo è Umbra.- fece un cenno verso il compagno più scuro. -Sono da molti anni con me.-
Noctis si alzò con grande fatica dalla sedia a rotelle: forse non avrebbe dovuto compiere quello sforzo ma  voleva accarezzarli di nuovo. -Sono davvero molto belli.-
-Sono i miei migliori amici.- ammise. -Anche se in realtà hanno il compito di vegliare su di me…-
-Vegliare?- la fissò. -Vegliare, in che senso?-
-Forse non si direbbe, visto che sembrano dei cani, ma in realtà sono messaggeri divini.- spiegò, ma dallo sguardo interrogativo di lui intuì che non ne sapeva molto sull’argomento. -Non ne hai mai sentito parlare?-
Il principe fu costretto a far cenno di no con la testa, sentendosi terribilmente ignorante; Luna avvertì il suo disagio e prese in mano la situazione.
-Magari tuo padre voleva aspettare ancora qualche anno prima di farti studiare la Cosmogonia…- si avvicinò ad un comodino e aprì il primo cassetto: ne estrasse un pesante volume con copertina di pelle e glielo passò, andandosi a sedere accanto a lui sul divanetto. –“L’origine delle stelle”: racconta tutti i miti e le leggende sul mondo di Eos e sui Sei, le sacre divinità divinità che ci comandano. Penso che tu conosca già la storia dell’Era Antica, quando Solheim cadde a causa della Guerra degli Dei e della Piaga delle Stelle, giusto?-
-Ah sì sì, quella sì!- annuì, entusiasta. -L’ho studiata l’anno scorso con il mio precettore!-
-Bene.- rise alla sua reazione, mentre sfogliava le pagine. -E allora saprai anche che Eos fu salvato due individui, un Re dei Lucis Caelum ed un Oracolo dei Nox Fleuret: guarda, in questo passaggio si parla del capostipite della tua dinastia, colui che ricevette la benedizione di Bahamut.-
Noctis seguì con gli occhi il punto che gli indicava con il dito e lesse a voce alta.
Il più nobile e valoroso di noi uomini sfruttò il proprio eccezionale potere
ponendo al servizio della salvezza il suo arsenale
per fermare l’oscurità che consuma il pianeta.
Benedetto dagli Dei con la sacra Pietra, suo fu l’incarico di salvaguardarla.
In vista della tragedia che un giorno colpirà,
la sacra Pietra scelse il suo Re.

-La sacra Pietra?-
-Il cristallo.- lo corresse Luna. -Come si vede anche dalla copertina della Cosmogonia.- richiuse il libro e glielo passò per mostrargli la celebre illustrazione.
-Wow… e questo qui è il Re di Lucis, giusto?-
-Esatto.-
-E’ uno dei miei antenati…- rifletté ad alta voce. -E il cristallo esiste veramente?-
La principessa si stupì di quella domanda. -Certo che esiste: ancora oggi viene conservato all’interno della Cittadella, ad Insomnia.-
-Dici sul serio? A casa mia c’è una cosa tanto preziosa?-
Luna lo fissò divertita. -Ovviamente: è da esso che derivano tutti i poteri della famiglia reale.- si avvicinò per riaprire il libro ad una pagina in particolare. -Il cristallo è stato dato in dono all’umanità, che come noi sappiamo è prosperata fino ad oggi.-
Il principe osservò attentamente la scena che aveva sotto gli occhi: sempre lo stesso Re della copertina, accompagnato da una donna con una lancia tridentata, che accoglie una schiera di messaggeri alati. -Ma… se il cristallo appartiene all’intera umanità, come mai può usarlo solo Lucis?-
-I Re di Lucis non lo usano soltanto… loro hanno anche il compito di proteggerlo.-
Noctis ci rifletté per un attimo. -Aspetta, quindi mio padre sta custodendo il cristallo che protegge il nostro mondo?- al suo cenno affermativo fece un esclamazione di sorpresa. -Wow… non ne avevo idea!-
-Il cristallo è stato creato per incoronare il Re della luce; per questo la tua stirpe lo sta tenendo al sicuro, fino al giorno del giudizio.-
-E’ per questo che io sono il prescelto?- le chiese. -Papà mi ha detto che sono colui che porterà a termine ciò a cui la nostra famiglia è destinata.-
-Solo il vero Re, scelto dal cristallo, può liberare il nostro pianeta dal suo flagello…-
Il principino si sporse in avanti, abbassando la testa verso il pavimento: sentire tutti quei discorsi gli misero addosso una tremenda preoccupazione. Regis si era limitato a dirgli che era stato scelto dagli Antichi Re: non gli era chiaro il vero significato di quelle parole ma sentiva che doveva essere qualcosa di veramente importante, della quale sentirsi orgoglioso; chi gli stava intorno continuava a ripetergli che sarebbe diventato un grande uomo. Un bambino 8 anni non poteva che sentirsi quasi come un supereroe… non si sarebbe mai soffermato a pensare a cosa comportasse veramente essere il prescelto, quali sacrifici e rinunce avrebbe dovuto fare in vita sua…
-Davvero… davvero credi che potrei fare una cosa del genere?-
La principessa aveva percepito quel drastico cambiò di umore; gli accostò vicino.
-Come Oracolo, ne sono certa.-
-… mh?- si accese un barlume di speranza nei suoi occhi.
-Essere di supporto al Re della Luce è il compito a cui è chiamato l’Oracolo.-
Noctis non sapeva cosa fosse un Oracolo, a parte il titolo con cui veniva chiamata la madre di Luna: tuttavia si sentì rincuorato dal sapere che lei era coinvolta in quella cosa così grande quanto lui. Non la conosceva che da pochi giorni tuttavia avvertì un qualcosa… avvertì il forte legame che li univa: come Re e Oracolo, come amici.
-Allora… penso proprio di potercela fare!- affermò, determinato. -Vedrai che non ti deluderò.-
Finalmente, quel pesante muro di solitudine che aveva innalzato attorno a sé era crollato: Luna era riuscita a fare breccia nel suo cuore.
-So che non lo farai.-


***
In questo capitolo sono riuscita a riunire due momenti ben precisi: l’incontro di Noctis con Umbra e Pryna, che è stato illustrato in una delle prime artwork sull’infanzia del protagonista a Tenebrae (purtroppo non è stata inserita come scena nel gioco finale) e il flashback in cui parla con Luna del suo destino in quanto prescelto. In quel frangente viene anche mostrata una illustrazione della Cosmogonia in cui si vede il Re in compagnia dell’Oracolo che riceve la visita di una messaggera alata, che ha le stesse sembianze di Gentiana: un piccolo particolare che è difficile notare sono i due cani alati al suo fianco, a conferma che Umbra e Pryna sono davvero dei messaggeri divini.
Nella mia ricerca di informazioni sulla Cosmogonia ho notato che c’è troppo da dire e che son tutte cose importanti, alla base della mitologia del mondo di Eos: per non rischiare di tralasciarle in futuro ho deciso di aggiungere il prossimo capitolo, nel quale approfondirò questi argomenti.

 

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Capitolo 11
*** Prologo, Capitolo 11: Cosmogony ***


Requiem for Final Fantasy XV
Parte I: Prologo
Capitolo 11: Cosmogony


-Sei pronto per la nostra lezione?- scherzò Luna mentre afferrava un volume della Cosmogonia poggiato sopra la scrivania. Il salottino dove si trovavano, lo stesso in cui l’aveva conosciuta il primo giorno, era in realtà il suo studio privato: lì era certa che nessuno li avrebbe disturbati.
Noctis si era dimostrato desideroso di apprendere tutto quello che c’era da sapere in quanto prescelto dalle stelle: sembrava quasi un segno del destino che fosse proprio il suo Oracolo a spiegargli le profezie divine.
-Sono pronto!- esclamò lui, avvicinando la sedia a rotelle al divanetto; Luna si sedette e aprì la prima pagina, mentre i fedeli Umbra e Pryna si andavano ad accucciare ai loro piedi.
-Iniziamo dal principio, anche se magari si tratta di cose che hai già studiato con il tuo professore: il pantheon degli Astrali… le divinità che ci comandano.-
Lesse ad alta voce:

 
L'Immane Titano, potenza sconvolgente, e il Tonante Ramuh, conoscenza sconfinata.
La Glaciale Shiva, la dolcezza senza fine, e l'Abissale Leviatano, altezzuosa superiorità.
Il Belligerante Bahamut, orgoglio guerriero, e l'Ardente Ifrit, infita ingannevolezza.
Questi i Sei che regnano su Eos, la nostra terra
.
 
Lunafreya sfruttò l’illustrazione del celebre quadro sull’eterna notte per indicargli i Sei che stava elencando. -I loro elementi sono rispettivamente la terra, il tuono, il ghiaccio, l’acqua, la luce e il fuoco. Titan è conosciuto per la sua tenacia mentre Ramuh per la saggezza; Shiva è la Dea compassionevole per eccellenza e Leviathan è famosa per il suo fiero temperamento. A governarli c’è Bahamut, il leader; per ultimo devo ricordare che Ifrit è considerato la “pecora nera” per via del suo tradimento, che ha dato il via alla Guerra degli Dei.-
-Come li ha traditi? Il libro dice che cosa ha fatto?- Noctis si sporse per cercare tra le righe un qualche riferimento più preciso.
-Purtroppo no: non sappiamo nemmeno se l’Oracolo dell’epoca ne fosse a conoscenza, e se dunque abbia ritenuto opportuno tacere con il resto dell’umanità.- sfogliò qualche altra pagina per arrivare al capitolo di cui voleva parlare: l’Esegesi cosmogonica. -Qui si parla dei messaggeri di cui ti avevo accennato l’altro giorno…-
-Quindi di Umbra e Pryna?-
-Praticamente sì.- rise. -Leggi qui!-
 
Si narra che nella notte dei tempi i Sei abbiano combattuto a fianco dell'umanità,
e che quella sia stata una delle rare occasioni in cui abbiano svelato le loro sembianze.
Ognuno dei Sei, tuttavia, ha accanto a sé servi fedeli, i Messaggeri,
che ne comunicano il volere alla Sciamana.
 
-La Sciamana?- chiese il principino perplesso.
-E’ un altro modo per chiamare l’Oracolo.- gli spiegò. -La differenza tra la Sciamana e i messaggeri sta nel modo in cui fanno da tramite tra mondo umano e divino. Il compito dell’Oracolo, quindi quello di mia madre, è di trasmettere agli uomini ciò che comunicano le divinità; al contrario, i messaggeri riportano ai Sei le preghiere dei loro fedeli. Inoltre assistono l’Oracolo affinché possa portare a termine il proprio destino… non so se sono riuscita a spiegarmi bene…-
-Oh sì, ho capito cosa intendi!- mentì Noctis per non fare brutta figura; in realtà gli sembravano la stessa cosa, se non che i messaggeri erano dotati di ali. Il principino lanciò un’occhiata ai due cagnolini appisolati sul tappeto, chiedendosi dove nascondessero le loro. -Quindi… anche il primo Oracolo era una tua parente?- gli domandò improvvisamente.
-Era una mia antenata, sì.- precisò. -Proprio come per i Re, il potere dell’Oracolo si tramanda ai propri discendenti.-
-Ma allora anche il principe Ravus…!-
Luna scosse il capo. -Purtroppo solo io ho ereditato le capacità sciamaniche di nostra madre: in fondo ci deve essere sempre e solo una Sciamana, e di solito è una donna…- abbassò lo sguardo a terra, in maniera colpevole: Noctis avvertì che c’era qualcosa che non andava. Era ancora troppo immaturo per cogliere il suo senso di colpa ma la principessa si sentiva responsabile di ciò, come se fosse stata lei a rubare a suo fratello il privilegio di portare avanti la tradizione familiare; Ravus non le aveva mai accennato nulla al riguardo eppure lei non poteva fare a meno di chiedersi se la pensasse così…
-Ehi, qui parlano di te!- la voce del principino la destò dai suoi pensieri: aveva poggiato con irruenza il dito al centro della pagina a destra, dove si faceva ancora riferimento agli Oracoli:
 
All'origine dei tempi, il Belligerante discese su Tenebrae e scelse l'Eletta,
a cui affidò il potere delle stelle e la lancia tridentata.
Con infinita bontà, l'Eletta beneficiò l'umanità dei suoi doni
e da lei nacque la stirpe delle Sciamane che correlano il terreno al celeste.
 
-Wow, addirittura da Bahamut in persona? E per di più vi ha lasciato una lancia tridentata?-  il principino sembrava più esaltato di lei dal brano che avevano letto.
-Oh sì, è tutto vero!- rispose ridendo la bambina, grata per averla tirata fuori da quel momento di sconforto.
-Posso vederla?-
-Magari una voglia glielo chiederò a mia madre…- gli concesse. -E ora, che ne dici di proseguire la lettura?-

 
In uno scritto di venti secoli fa, periodo a cui risale la Cosmogonia,
si parla di un'alleanza divina stabilita con la Sciamana.
Quest'ultima, durante il rito, chiamò a sé i Sei, che le si mostrarono
eccezionalmente per conoscere i pensieri dell'umanità.
 
-Quindi questo è uno dei tuoi compiti?- la interruppe Noctis. -Fare delle alleanze con gli Dei?-
-Mhh più o meno!- Luna ci rifletté su. -Oltre ad assistere il Re della luce, e assieme a lui contrastare la Piaga delle Stelle, un Oracolo deve mantenere la stabilità su Eos purificando il pianeta e comunicando con gli Astrali.-
-Ma in che modo riescono a parlarci? Cioè, loro capiscono la nostra lingua?-
-In un altro capitolo della Cosmogonia viene specificato che parlano un linguaggio unico che può essere compreso solo da chi è stato toccato da una divinità. Mia madre mi disse che le Sciamane possono richiamare i Sei grazie al potere di comunione con loro… quando si manifestano davanti agli uomini appaiono nelle loro forme “corporali”, antropomorfe.- spiegò. -Comunque, quando si stabilisce un patto con gli Astrali chi l’ha fatto riceve il loro aiuto e il loro giudizio.-
Il discorso si fece ancora più complicato per il ragazzino che preferì non chiedere ulteriori spiegazioni e passò al brano successivo.
 
In uno scritto di venti secoli fa, periodo a cui risale la Cosmogonia,
si parla di rivelazioni concesse da parte dei Sei.
Furono tempi di devastazione e sofferenze, che gli uomini
accettarono come prove volute dal divino.
 
Lunafreya si fece seria. -Sai, dicono che il risveglio di una divinità non sia mai un evento pacifico: richiamarli nel mondo dei mortali può comportare gravi catastrofi, tali da distruggere intere città.-
-Wow… devono essere davvero molto potenti…- commentò il principino, sbalordito.
-Il compito del Re della Luce è stabilire delle alleanze con i Sei in modo da ottenere la loro benedizione; in quanto futuro Oracolo io potrei fare solo da intermediario…- la principessina tacque improvvisamente, lasciando la frase in sospeso: in quel momento non sarebbe riuscita a spiegare al piccolo Noctis che l’unico modo per stringere un patto con gli Dei sarebbe stato sconfiggerli in uno scontro diretto, così che possano concedergli la loro forza. Lo fissò mestamente: era così giovane e inesperto, non era ancora stato adeguatamente preparato ad affrontare il peso del suo ruolo… non le sembrava il caso di spaventarlo troppo.
Cercò di cambiare discorso. -E tuo papà cosa ti ha raccontato della profezia del prescelto?-
-Beh…-
-Forse questa figura ti aiuterà a ricordare.- girò pagina al capitolo quindicesimo per mostrargli una delle scene più famose della Cosmogonia: il quadro della profezia.
-Ma questo!- sussultò, riconoscendolo subito. -Questo è uno dei quadri che stanno a palazzo!-
-E Re Regis non ti ha hai spiegato cosa rappresenta?-
-In realtà sì… cioè, sono gli Dei assieme al prescelto e ai suoi uomini.- espose in modo sintetico. -Ogni volta che ci passiamo davanti mi recita a memoria una filastrocca.-
Luna annuì solennemente. -Le parole della profezia…-
 
Contro il male che consuma la terra, ammorba il cielo e genera la malattia,
il valoroso coraggio di Re e cavalieri affiancati dagli Dei lacera l'oscurità.
Nella speranza di una pace imperitura, al Re fu affidata la Luce.
E un avvertimento: che si tramandi la stirpe, che si trasmetta il Cristallo,
che ci si appronti in vista della tragedia che un giorno capiterà.
 
-Sì sì, più o meno era così!-
-Ci sono diverse traduzioni.- gli spiegò. -Ma queste sono le parole che meglio spiegano quale sarà il destino che ti attende.-
Noctis fissò nuovamente la pagina illustrata, stavolta con un’aria più decisa. -Il destino che mi attende…-
-Quando il momento arriverà, insieme al potere del cristallo, erediterai l’anello dei Lucis che gli Astrali concessero in dono al Re della Luce.- gli indicò la parte finale della pagina:
 
Assopiti nel divino sonno, i Sei lasciarono dietro di sé l'Anello,
gioiello supremo che gli uomini vollero affidare al più valoroso e giusto di loro.
Fu così che l'anello divenne simbolo e retaggio dei Re di Lucis.
 
-… l’anello nero che porta sempre mio papà al dito…-
Fu solo in quel momento che ricollegò tutto: il gioiello che Regis sfoggiava sull’anulare della mano destra; la barriera su Insomnia che gli aveva rivelato essere generata dal cuore del loro potere, custodito all’interno del palazzo reale; i loro legami con la famiglia sciamanica dei Nox Fleuret; la sua presenza a Tenebrae, in esclusiva compagnia di Luna. Quello che non era solo un soggiorno di guarigione ma soprattutto un’occasione per stringere un legame con il suo Oracolo… Noctis non poteva ancora capire a pieno il significato del suo ruolo e quale dovesse essere la sua missione, tuttavia iniziava a percepirne la portata.
Lunafreya richiuse il libro e gli prese le mani fra le sue. -Ti prometto che, quando saremo grandi e prenderemo il posto dei nostri genitori, farò di tutto per esserti di sostegno.- lo fissò negli occhi intensamente. -Io credo in te.-
Il principino annuì senza sapere cosa risponderle: da grande avrebbe ripensato più volte a quella conversazione trovando mille cose che avrebbe voluto dirle in quel momento, quando non era ancora troppo tardi.
 
***
Una lezione da me inventata per riunire in un capitolo solo tutto quel che c’è da sapere sulla Cosmogonia (che Luna e Noctis hanno avuto modo di studiare insieme); ho ripreso tutti i brani che si trovano sparsi nel gioco e li ho collocati qui per fare dei collegamenti utili e aiutarvi a capire la mitologia di base di FFXV (il pezzo sul cristallo l’ho inserito nel capitolo precedente): per questione di correttezza ho mantenuto la traduzione italiana senza alterarla, tuttavia preferisco i nomi inglesi e il termine Oracolo al terribile “Sciamana”, perciò userò quelli.
Il pezzo in cui affermo che Luna si sente in colpa nei confronti di Ravus è una mia teoria/headcanon: ho sempre pensato che fosse uno dei motivi che li vedeva l’uno contro l’altra ma mi sono ricreduta dopo aver finito il gioco; nonostante ciò mi piaceva molto e così ci ho fatto un piccolo accenno, senza sbilanciarmi troppo~
Qualsiasi altra informazione sulla mitologia di FFXV qui inserita è stata ripresa dalla Wikia/Ultimania .
PS: Ricordo che approfondirò il tradimento di Ifrit in un'altra parte della storia

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Capitolo 12
*** Prologo, Capitolo 12: Sylleblossom ***


Requiem for Final Fantasy XV
Parte I: Prologo
Capitolo 12: Sylleblossom


La porta della sua stanza era aperta: Noctis entrò senza bussare. Sospinse la sedia a rotelle fino al centro della camera, voltando la testa a destra e a sinistra in ricerca di Lunafreya; era giunta l’ora della loro lezione quotidiana eppure non si era ancora fatta viva. Nemmeno Umbra e Pryna erano lì; fu tentato di provare a chiamarla ad alta voce ma si bloccò appena notò quella donna dai lunghi capelli neri seduta accanto la finestra, intenta ad ammirare le valli di Tenebrae.
-Oh… io… scusami, credevo ci fosse Luna...-
La donna si voltò, per nulla turbata dalla sua irruzione: teneva gli occhi chiusi e il principino ne dedusse che doveva essere cieca; si sentì ancora più in imbarazzo ad esserle piombato quasi alle spalle.
-Ah, il giovane principe si sta riprendendo bene.- constatò mentre si alzava per avvicinarsi a lui; nonostante il suo handicap si muoveva bene, pensò Noctis.
-… chi sei?-
-Il mio nome è Gentiana: sono una messaggera. Il principe deve aver letto di noi da qualche parte…-
Il bambino abbassò gli occhi sul libro che teneva tra le mani: la Cosmogonia. -Oh, sì che l’ho letto!- alzò il volume d’istinto, ma poi ammise. -Cioè, ho provato a leggerlo ma è molto complicato… ho capito solo le parti che mi ha spiegato Luna.-
-Mh, Lady Lunafreya…-
-Sì, Lunafur… Luna.- si sentiva sempre in imbarazzo quando non riusciva a pronunciare il suo nome.
Gentiana gli sorrise. -Sembra che il futuro Re e il prossimo Oracolo abbiano già stretto un forte legame… è confortante.- aprì improvvisamente gli occhi, lasciandolo di stucco. -Il destino del nostro mondo dipende proprio da questo.-
-… il destino del nostro mondo?- non comprese bene il significato di quella frase.
-Forse è un po' presto per parlarne; capirai quando sarai più grande.-
Noctis sbuffò imbronciato, detestava quando gli adulti facevano così: lui avrebbe capito perfettamente se qualcuno si fosse degnato di spiegarglielo! -Ma…-
Quella conversazione venne interrotta da un rumore di passi alle loro spalle: quando si girarono videro comparire sulla soglia la principessa di Tenebrae accompagnata dai fedeli Umbra e Pryna. -Vedo che hai conosciuto Gentiana.- commentò candidamente Lunafreya, dirigendosi verso di loro. -E’ con me da molti anni ormai, praticamente da quando sono nata.-
Noctis spostò lo sguardo da Luna a Gentiana: non sembrava tanto vecchia, pensò, doveva esser stata molto giovane quando entrò a far parte della famiglia Nox Fleuret, 12 anni prima.
-Credo sia il caso che vi lasci soli.- rispose la donna, inchinandosi verso i due principi. -Con permesso.-
-Mh mh!- la salutò allegramente Lunafreya, seguendola con lo sguardo finché non richiuse la porte alle sue spalle; poi si rivolse di nuovo a lui. -Grazie per essere passato a trovarmi.-
Il ragazzino le rispose con un sorriso: dopo tutto quel tempo passato insieme non si faceva più problemi in sua presenza. La principessa lo aiutò ad alzarsi dalla carrozzella e lo accompagnò fino al bordo del suo letto, dove si sedettero a parlare allegramente, con Umbra e Pryna sdraiati ai loro piedi.
D’improvviso Luna tacque, come se un pensiero triste le fosse passato nella mente; con sguardo mesto si alzò per afferrare il diario poggiato sul suo comodino, porgendoglielo senza dire una parola: glielo aveva già mostrato in precedenza, era stato un modo per aprirgli il suo cuore. Noctis non colse la tristezza che mascherava quel gesto e iniziò a sfogliarlo come se nulla fosse, finché non si fermò su una pagina in particolare.
-Che bel fiore!- esclamò, toccando con un dito il lungo stelo schiacciato dalle pagine per poi arrivare ai petali cerulei.
La bambina si inginocchiò accanto a lui. -E’ dello stesso tipo di quelli che abbiamo usato per fare le coroncine ieri pomeriggio.-
Ci penso un momento su, poi ricordò. -Oh sì… il “sylleblossom”, giusto? Il tuo giardino ne è pieno!-
-Sono i fiori tipici di Tenebrae, crescono solo qui: pensa che li usiamo anche per tessere gli ornamenti della famiglia reale.- gli spiegò. –In un certo senso si potrebbe dire che incoronano il sovrano, quasi come fa il cristallo… forse non è un caso che crescano proprio qui, nella terra degli Oracoli, coloro che dedicano la propria vita a servire il Re della Luce…-
-… Luna?-
Si bloccò appena si accorse che gli stava mettendo una gran confusione in testa. -Scusami, non farci caso!- cercò di cambiare argomento. -Comunque se guardi bene la sagoma sulla copertina del mio diario ritrae proprio una pianta di sylleblossom: sono i miei fiori preferiti.-
-A-anche i miei! Sono i fiori più belli che abbia mai visto!- si affrettò ad aggiungere Noctis.
Luna rise educatamente. -Ti ringrazio.- quel breve momento di serenità venne bruscamente interrotto da quel pensiero che non abbandonava la sua mente; si fece improvvisamente seria. -Senti...-
-Mh?-
-Avrei un favore da chiederti: vorrei che prendessi questo diario e lo portassi sempre con te, anche quando tornerai ad Insomnia.-
Il principino lo richiuse e lo fissò, fiero che avesse deciso di affidarglielo proprio a lui. -Oh, certo!-
-E poi… vorrei chiederti di scrivere qualcosa e di rimandarmelo indietro. Mi piacerebbe sapere tutto di te, quello che fai durante la giornata, cosa provi, se ti succede qualcosa di bello o se hai qualche problema, proprio come se fossi lì; puoi anche aggiungerci foto o altre cose, io spesso ci attacco i miei sticker preferiti.-
Noctis era eccitato all’idea di quel patto tra i due: non aveva mai avuto un amico di penna e gli sarebbe piaciuto mantenere i rapporti con Lunafreya. -Mh mh, sicuro!- rispose allegro, stringendo il diario tra le mani; ma la sua felicità sparì non appena colse quello sguardo triste nei suoi occhi. -Luna, che c’è? Ho detto qualcosa di sbagliato?-
-No niente, scusami…- sospirò, chiudendo un istante gli occhi per riprendersi. -E’ che mi viene da pensare al momento in cui tornerai a Lucis, so già che mi mancherai tantissimo: per questo ti ho parlato del diario, è un modo per continuare a starti vicino nonostante la distanza...-
Il principino non ci aveva mai riflettuto a fondo ma effettivamente era vero: il suo ritorno a casa avrebbe comportato che non avrebbe più rivisto Luna per molto tempo. Si sentì improvvisamente triste anche lui e desiderò che il momento di lasciare Tenebrae fosse ancora il più lontano possibile: gli mancava Insomnia e gli mancavano tutte le persone che aveva intorno ma nessuno di loro era Luna. Avrebbe tanto voluto portarla con sé a casa…
Lunafreya si accorse di quei pensieri così oscuri. -Perdonami, non volevo rattristarti!- gli prese le mani tra le sue. -Sono delle mie preoccupazioni alle quali non possiamo rimediare: la cosa migliore che possiamo fare però è goderci il tempo che passeremo insieme e costruire tanti bei ricordi! Non sei d’accordo con me?-
Il principe Noctis annuì, cercando di tirare fuori un sorriso. -Sì… hai ragione.-


***
Anche qui per questioni di spazio ho accorpato due momenti diversi che ci vengono mostrati dai flashback del gioco: il titolo infatti richiama anche a Gentiana, in quanto il sylleblossom è l’equivalente della nostra vera genziana~
Ho presentato a grandi linee il suo personaggio (che verrà opportunamente approfondito a tempo debito) per concentrarmi di più sul significato del diario di Luna e sul simbolismo dietro al suo fiore preferito: secondo la Wikia, il fiore pressato su quella pagina rappresenta lo spirito dell’Oracolo che veglia continuamente sull’anima del futuro Re;  è una interpretazione che mi piace molto e, anche se nel flashback originale Luna non ne parla, ho voluto farlo io.
Sempre la Wikia sottolinea che il sylleblossom viene usato anche per “tessere le corone della famiglia reale”: guardando la Regina Sylva si vede che la sua corona è fatta di un materiale simil ghiaccio mentre è il suo mantello ad avere una decorazione simile a lunghi petali blu; per non sbagliare ho lasciato la generica traduzione di “ornamenti” invece di corona.
Spero di essere riuscita ad approfondire bene il rapporto Noctis/Luna e a darvi le basi della loro storia d’amore: il materiale c’è ma è stato tagliato o smembrato tra i vari titoli del FFXV Universe, proprio come altri punti chiave del gioco. Il prossimo capitolo sarà l’ultimo del prologo e lo dedicherò all’attacco di Tenebrae che si vede nei primi minuti del film Kingsglaive.

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Capitolo 13
*** Prologo, Capitolo 13: End of the days ***


Requiem for Final Fantasy XV
Parte I: Prologo
Capitolo 13: End of the days


Nessuno avrebbe potuto prevedere ciò che sarebbe accaduto quel pomeriggio di fine inverno.
Come era in uso secondo il cerimoniale la piccola corte di Fenestala si riunì nel giardino delle cascate per un incontro ufficiale: gli ultimi esponenti della nobiltà tenebraeriana stanziavano alla sinistra della Regina, l’esiguo corpo di guardia e la servitù a destra; Ravus, il figlio maggiore, le stava accanto. Preceduti da Re Regis, Noctis e Luna giunsero per ultimi al cospetto dell’Oracolo; nonostante oramai fosse in grado di camminare sulle proprie gambe, il principino aveva richiesto di poter usare ancora la carrozzella in quell’occasione: Luna l’aveva accontentato volentieri, spingendolo senza troppa fatica verso il centro di quel piccolo comizio.
-Vedo che tuo figlio si è ripreso bene, Regis.- commentò Sylva quando il Re di Lucis prese posto accanto a lei.
-E tutto grazie a voi: il clima di Tenebrae è davvero terapeutico per il corpo e l’animo; ma gran parte del merito va alla tua Lunafreya.-
La Regina sorrise. -Hanno legato più di quel che mi aspettassi: il loro rapporto è andato oltre a quello tra il Re e l’Oracolo; non ti nego che mi farebbe un gran piacere vederli insieme un giorno… sempre se questo sarà ciò che vogliono.-
-Concordo.- annuì Regis. -L’unica cosa che desidero è vederli felici.-
Il principe Ravus era così concentrato che udì a malapena qualche sussurro che i due si scambiarono. Nonostante la giovane età prendeva molto seriamente queste cerimonie ufficiali: sapeva che presto o tardi sarebbe succeduto a sua madre, alla guida della corte di Fenestala; il suo desiderio più grande era sostenere Lunafreya nel suo ruolo di Oracolo e mantenere la pace a palazzo. Voleva essere il Re che non era potuto diventare suo padre, venuto a mancare troppo presto.
Fino a quel momento nei cuori di tutti dimorava questa assurda idea che Tenebrae sarebbe rimasta per sempre così, immobile nella sua perfezione: c’era quasi sempre un tempo stupendo, il clima mite regalava una sensazione di pace e benessere; la luce bianca del suo placido sole creava un’atmosfera ovattata, come se ci si trovasse in un luogo mistico, in perfetta armonia con la natura circostante che aveva intaccato senza distruggere ogni angolo del palazzo; per non parlare del misterioso silenzio che immergeva le alture della Zoldara Henge, si poteva udire solo scorrere delle cascate e qualche uccellino cinguettare in lontananza… ad Eos tutti concordavano che non esisteva un posto più bello di quello. Era davvero la dimora dell’Oracolo, il luogo perfetto dove potersi riprendere da qualsiasi tipo di ferita. Noctis non scordò mai i giorni passati lì, i sentimenti che aveva provato, i luoghi che aveva visitato; tutti quei ricordi rimasero custoditi nel suo cuore, preziosissimi.
Era troppo piccolo perché un pensiero del genere gli frullasse in testa: ma niente è destinato a durare a lungo… quella era una lezione che avrebbe imparato a caro prezzo.

Fu improvviso, crebbe piano piano, tanto che all’inizio qualcuno pensò che fosse frutto della propria immaginazione.
-Ma cosa…?- bisbigliò un consigliere alle spalle della sovrana, alzando istintivamente gli occhi verso l’alto.
Regis strinse i pugni, incredulo e furioso allo stesso tempo. - … questo rumore è inconfondibile.- bisbigliò.
Molti di loro avevano già sentito quel suono prima di allora e non era difficile ricollocarlo ad una provenienza metallica; la faccenda li allarmò subito e tutti si girarono a scrutare ogni angolo del cielo per avvistare la causa scatenante di tutto quel fracasso…
Il primo a notarle fu Noctis. -Luna, guarda!- esclamò, indicando con l’indice un gruppo di piccole sagome oscure che comparvero in lontananza, al di sopra della boscaglia; quelle figure si stavano avvicinando ad una velocità sorprendente, crescendo a dismisura.
-Ma non saranno…?- l’intuizione del principe Ravus si realizzò nel giro di poco tempo: la flotta imperiale si presentò ai loro occhi in tutta la sua grandezza e potenza. Fu pronta la risposta dei soldati di Tenebrae, che si schierarono in formazione davanti agli invitati, puntando le loro alabarde verso i nuovi arrivati.
-Questo è troppo!!- esclamò Sylva, fuori di sé. -Che cosa credono di …?!-
Non riuscì a terminare la frase che i Magitek atterrarono dal cielo rapidamente, all’apparenza leggeri come foglie cadute da un albero, ma con un effetto devastante: bastò il solo puntare di fucili e mitragliatori verso di loro che si scatenò il panico in mezzo agli invitati. La Regina si frappose tra gli uomini in fuga e i soldati, controllando la sua paura.
-Come vi permettete di irrompere così in casa mia?!- cercò con gli occhi un ufficiale a cui poter rivolgere le sue accuse ma non riuscì ad individuarlo in mezzo alle truppe. -Fenestala è un luogo sacro e neutrale!! Non scordatevi che avete di fronte l’Oracolo…!-
-Sylva!- Regis la superò e allungò il braccio sinistro davanti a lei, a mò di protezione. -Non c’è modo di poter discutere con loro, siamo sotto attacco!!- e diede enfasi a quest’ultima parola invocando la sua spada con l’ala d’argento, con cui sferrò un potente fendente che fece arretrare i primi androidi che avanzavano.
Davanti a loro i cavalieri di Tenebrae partirono alla carica, cercando di bloccare il flusso di soldati Magitek per dare tempo a coloro che erano disarmati di trovare una via di fuga: i nemici iniziarono a sparare ovunque incuranti di trovarsi di fronte a militari o civili, incuranti di donne e bambini.
Sylva capì in fretta che non c’era nulla che potesse fare per evitare l’infuriare di una battaglia; incitò i suoi guerrieri a dare il massimo e reclamò l’aiuto dei servitori per ideare un veloce piano di evacuazione, cercando di salvare più persone possibili: sapeva che la priorità in quel momento era far rientrare tutti dentro al castello, l’unico luogo dove sarebbero stati al sicuro.
-Voi andate a recuperare il principe Noctis e la principessa Lunafreya! Portateli insieme al principe Ravus dentro il palazzo!- fu il suo ultimo comando disperato verso i servitori.
Nel frattempo i cavalieri di Tenebrae combattevano duramente con grande coraggio, rendendo onore alla loro patria; tuttavia c’era una gran disparità di numero e forza, dato che gli androidi della fanteria Magitek erano superiori a qualsiasi uomo per potenza e resistenza: era questione di minuti prima che i Pretoriani riuscissero a rompere la loro difesa….

Noctis e Luna non erano gli unici in pericolo.
Nonostante ciò che aveva ordinato la Regina, il principe Ravus non era stato riportato a palazzo: nel caos che si venne a creare perse di vista sua madre e i suoi servitori e si ritrovò a girare a casaccio, cercando di evitare qualsiasi figura si trovasse sul suo passaggio. Attorno a sé non vedeva altro che fuoco e morte…
-AAAHHH!!- il suo gemito di dolore arrivò improvviso così come quel colpo alla spalla e gli venne istintivo stringere con la mano il punto ferito: non avrebbe saputo dire se fosse stato colpito per sbaglio o se fosse caduto vittima di qualche cecchino; Ravus si inginocchiò, stremato e atterrito. Con una puntualità sadica giunse davanti a lui un Pretoriano armato di lanciafiamme che gli puntò contro la sua arma; il ragazzo fissò ipnotizzato i freddi occhi di quella maschera metallica, sapendo che non aveva scampo…
-RAVUS!-
Questo grido fu accompagnato dalla visione della schiena della Regina, corsa a fargli da scudo umano: il corpo della donna riuscì a pararlo in tempo dalla scarica di fuoco che l’avrebbe bruciato vivo, salvandolo da morte certa. Il tempo sembrò rallentare a tal punto quasi da fermarsi… anni dopo Ravus non avrebbe saputo ricostruire con precisione il momento esatto della morte di sua madre: ciò che gli rimase impresso fu l’attimo seguente all’arrivo della lama che, trapassando il corpo di Sylva, quasi gli sfiorò il naso, e il sangue di lei che gli macchiò la faccia; quando poi la donna cadde a terra, oramai priva di vita, vide ergersi l’inconfondibile figura in armatura cavalleresca del generale Glauca, un micidiale ufficiale imperiale famoso per scendere in prima linea fianco a fianco alle sue truppe, letale come un Dio della morte; un uomo che in guerra non si faceva scrupoli di fronte a nemici, amici ed innocenti…
La reazione di Ravus arrivò in ritardo, come risvegliatosi da un sogno. -MADRE!!!!- si precipitò verso di lei e la prese tra le braccia. -Per favore, qualcuno ci aiuti! AIUTO!!!-

Purtroppo il ragazzo non era l’unico ad aver bisogno di aiuto.
-… L-Luna! Che cosa facciamo?!- il principino Noctis era atterrito: impotente fissava dalla sua sedia a rotelle la marea di soldati e di uomini che correvano in ogni dove; dietro di lui Lunafreya cercava di evitare di incrociare il fuoco dei nemici per arrivare al castello, ma l’incendio che si era propagato dai lanciafiamme imperiali aveva chiuso loro ogni via. Come se non bastasse, il fumo oscurava molto la visuale impedendole di proseguire oltre.
-Copriti la bocca!- lo avvertì, portandosi il bordo della mantellina sulla sua. -Rischi di soffocare!-
Spaventatissimo il ragazzino obbedì; si guardò intorno alla ricerca di una faccia amica, di un soldato con i colori di Tenebrae, di chiunque potesse salvarli; nella sua testa invocò l’aiuto di suo padre supplicando di vederlo comparire come in mezzo alle fiamme, tendergli una mano e portarlo via da quell’inferno in terra…
Papà… papà, dove sei…
-NOCTIS!-
Quel grido, quella voce tanto familiare accese una speranza nei loro cuori: come l’ancora di salvezza apparve la figura del Re di Lucis che era riuscito a scansare tutti i Pretoriani che gli si opponevano per farsi strada e raggiungerli.
-Re Regis!-
-Padre…!-
Lo chiamarono con le lacrime agli occhi, finalmente sicuri che ce l’avrebbero fatta. L’uomo si protese verso di loro e cercò di afferrare la mano di Noctis, in un estremo gesto di tirarlo via da lì… sembrò quasi che la sua preghiera fosse stata ascoltata: è arrivato papà, è qui per salvarti. Ma un segno beffardo del destino, o forse qualcuno che li aveva notati e aveva capito le loro intenzioni, non permise a quell’ipotetico scenario di realizzarsi: proprio quando aveva riacquistato la sicurezza che sarebbe riuscito a sopravvivere il piccolo principe avvistò l’ombra minacciosa del generale Glauca librare una spada in direzione di Regis.
-PAPA’!-
Non riuscì ad avvertirlo in tempo: il colpo arrivò diritto alla schiena del Re, aprendogli una profonda ferita; l’uomo fu costretto a fermarsi e a piegarsi, rimproverandosi per essere stato poco accorto; si voltò, non aspettandosi di trovarsi di fronte ad uno dei migliori guerrieri di Nifhleim.
-… generale Glauca!-
Regis sapeva che non sarebbe stato uno scontro facile come con i Pretoriani, per questo fu costretto ad affrontarlo ricorrendo al potere dell’anello: i due guerrieri incrociarono le spade non riuscendo a disarmare l’avversario per l’assoluta parità di forze. In una occasione diversa sicuramente il sovrano di Lucis avrebbe voluto confrontarsi alla pari con l’ufficiale nemico per determinare chi era il migliore tra i due: tale era la fama di Glauca che il suo spirito di combattente non avrebbe resistito al richiamo della sfida… tuttavia, in quel momento c’era in gioco la vita di suo figlio e quella della principessa Lunafreya: perciò ingoiò l’orgoglio. Ebbe l’intuizione di invocare due spadoni dal suo arsenale, contrapponendoli all’avversario per farsi forza: non soltanto riuscì a farlo indietreggiare ma approfittò del momento di instabilità per lanciargli addosso altre lame fantasma, che crearono un’onda d’urto tale da spazzare via il grande generale. Glauca volò via, sbattendo la schiena contro una grande quercia; quell’attacco non l’aveva ucciso ma diede il tempo necessario a Regis per slanciarsi verso i due ragazzini.
-Noctis!- finalmente il Re riuscì a raggiungerlo, sollevandolo dalla carrozzella e stringendolo tra le braccia; poi prese per mano Luna e iniziò una corsa a perdifiato senza sapere bene dove andare, con il disperato intento di trascinarli via da quell’inferno. Presero la strada opposta al palazzo cercando un rifugio in mezzo ai boschi che circondavano Fenestala; il grande incendio scaturito dalla battaglia li costrinse a fare un giro lungo ma l’uomo riuscì ad evitare di incrociare altri soldati Magitek. Non distingueva bene le sagome sdraiate o inginocchiate a terra ma doveva ignorare a malincuore le grida delle vittime se voleva salvare i due bambini… non riconobbe il cadavere della Regina Sylva quando gli passò accanto, nemmeno si voltò a guardarlo: al tempo stesso non vide la figura di Ravus che si sbracciò verso di lui.
-Per favore, ci aiuti!! Ci salvi! RE REGIS!!-
L’uomo ebbe un tuffo al cuore quando quell’invocazione gli giunse alle orecchie; strinse ancora più forte i due principini e abbassò gli occhi, chiedendo dentro di sé perdono al povero principe che stava abbandonando sul campo di battaglia.
Chi si voltò a guardare indietro fu Lunafreya: la bambina non sarebbe mai riuscita a lasciare la preghiera di suo fratello inascoltata. Lo scenario che si stava lasciando alle sue spalle le sarebbe rimasto per sempre impresso nella mente: la sua casa messa a ferro e fuoco, i suoi sudditi caduti vittima delle armate imperiali, sua madre che giaceva a terra senza dare alcun segno di vita… mentre correva al fianco di Regis Luna si chiese se fosse giusto così: sapeva che ad Insomnia sarebbe stata protetta e amata, crescendo felice insieme a Noctis… sarebbe stato davvero bello, tutto così perfetto; ma mai si sarebbe perdonata.
Sapeva che non poteva abbandonare Tenebrae.
A destarla dai suoi pensieri fu un gruppo di figure oscure che sbucarono dalle fiamme, avvicinandosi a velocità sorprendente: le ci volle un po' per accorgersi del manipolo di Pretoriani che avevano alle calcagna, probabilmente il vero motivo che aveva impedito a Regis di fermarsi a soccorrere Ravus; sarebbe stato troppo rischioso e doveva cercare di distanziarli il più possibile. Ciò nonostante gli androidi non mollavano la presa e si avvicinavano sempre più: era chiaro che il peso del figlio non poteva che rallentare la corsa del sovrano, come d’altro canto il dover trascinare la principessina con forza per farla stare al suo passo… Luna capì che era solo questione di tempo prima che li raggiungessero.
 Non aveva altra scelta.
-… Lunafreya!- fu l’esclamazione di Regis quando sentì la manina di lei scivolargli via e tentò invano di afferrarla: ma bastò uno sguardo per capire quale era la sua intenzione e, a malincuore, rispettarla.
Il Re di Lucis proseguì crudelmente la sua corsa, sentendosi profondamente colpevole.
-LUNAAAA!- Noctis non poteva far altro che tentare di allungarsi verso di lei, chiamandola tra le lacrime.
La principessa rimase così a guardarli fuggire finché non scomparvero alla sua vista.

Passarono pochi secondi prima che si ritrovò circondata dai fucili dei Pretoriani Magitek: senza opporre alcuna resistenza, eppure ricevendo qualche spintone, Luna lì seguì fino al posto in cui venivano tenuti i prigionieri, costretti in ginocchio da due soldati armati di mitragliatore.
Il luogo che era stato il giardino delle cascate di Fenestala ora non era altro che un cumulo di ruderi e arbusti bruciati, che ospitava al suo interno alcuni aeronavi imperiali: i portelloni venivano tenuti spalancati per consentire alle truppe di caricare gli oggetti più preziosi appartenuti alla corte dell’Oracolo. Raccolti in un’area più distante, quasi sotto le cascate, stavano i cadaveri delle vittime ricoperti dai teli. La principessa fu costretta ad unirsi al gruppo di prigionieri, tra i quali riuscì fortunatamente a scorgere la figura di suo fratello Ravus.
-Riferisci all’Imperatore che non siamo riusciti a catturare i nostri obiettivi.- la severa voce del generale Glauca le giunse alle spalle: lo vide uscire fuori da una delle aeronavi vicine, in compagnia di un messaggero e del brigadiere Caligo Ulldor.
-Di buono c’è che adesso abbiamo annesso ai nostri territori anche il palazzo di Fenestala: non possiamo dire che siamo stati sconfitti su tutta la linea.- commentò Caligo. -Non prendertela troppo.-
-E per quanto riguarda la Regina?- chiese la voce metallica del messaggero, registrando la conversazione.
-Beh, la versione ufficiale è che purtroppo è rimasta vittima dell’incendio causato dal nostro attacco... ci dispiace tantissimo e piangiamo la scomparsa del nostro amato Oracolo.-
Nonostante avesse avuto modo di scorgere la figura di sua madre priva di vita, a queste parole Lunafreya non poté che avere un sussulto al cuore; al contrario di lei Ravus scattò in piedi furioso, incurante del fucile puntatogli addosso: due androidi accorsero per tenerlo fermo mentre si lanciava verso il loro ufficiale.
-Maledetti bastardi, assassini!! Siete stati voi ad uccidere mia madre!!!- sbraitò, cercando di svincolarsi dalla loro presa.
Glauca lo fissò freddamente, senza rispondere alla provocazione; Caligo invece si avvicinò a lui con un sorrisetto stampato in faccia.
-Ah sì? Forse te la stai prendendo con le persone sbagliate, ragazzo… non è un segreto che Lucis sia nostro nemico giurato.- spiegò. -Tua madre è stata così sciocca da ospitare Regis e Noctis Lucis Caelum pretendendo che ce ne saremo stati buoni buoni, senza reagire?-
-Ma… ma questo è territorio neutrale!!- replicò.
-Suvvia, in guerra non esistono sciocchezze simili. Davvero continui a metterti dalla parte di chi ti ha abbandonato, lasciandoti in balia del nemico? Re Regis è scappato via con suo figlio senza nemmeno voltarsi indietro! Come giustifichi il suo comportamento, eh?-
Quelle parole ferirono profondamente l’animo di Ravus: il giovane tacque, abbassando gli occhi verso terra. Non poteva dargli torto… non riusciva ancora a capacitarsi come il sovrano di Insomnia avesse potuto abbandonarli così…
-E’ giusto che tu sappia la verità: non avremmo mai attaccato il palazzo di Fenestala se non fosse stato per la presenza dei Lucis Caelum. La colpa va solo a loro, che imprudenti vi hanno esposto ad un tale pericolo.- gli poggiò una mano sulla spalla con fare amichevole. -Fortunatamente per voi il nostro amato Imperatore è un uomo magnanimo e di buon cuore. Ha grandi progetti per i principi di Tenebrae… non sarete trattati come schiavi: entrerete a far parte a tutti gli effetti del sistema imperiale, conservando il vostro titolo nobiliare; anzi, sapendo delle tue doti di guerriero il cancelliere ha espresso il forte desiderio di averti a Gralea per farti completare la tua educazione; chissà che magari un giorno anche tu non possa occupare qualche posto di rilievo all’interno del nostro esercito…-
Ravus non riuscì a replicare: era in confusione totale vedendo un atteggiamento così magnanimo da parte di quelli che sarebbero dovuti essere i suoi nemici; al contrario, gli alleati di Lucis non sembravano avere a cuore la sorte dei principini abbandonati. Il baldanzoso ufficiale di Nifhleim fece un cenno ai suoi uomini affinché lo scortassero all’interno di una delle aeronavi: lui non oppose alcuna resistenza, ancora in balia dei suoi pensieri.
Chi finalmente reagì fu Lunafreya.
-RAVUS!!- gridò, sbracciandosi verso di lui. -Dove lo portate?! Lasciatelo!!-
-Ecco un’altra ribelle.- commentò Caligo con aria stanca. -Non hai sentito tutto quello che ho detto?-
-Non mi importa quel che dite! Non è stato Re Regis ad uccidere mia madre, siete stati voi!! Lui è dovuto scappare per salvare suo figlio, non aveva altra scelta!-
-Difenderlo ancora dopo quel che ha fatto… ci vuole un bel coraggio.- si voltò verso Glauca. -Di lei mi occupo io: in fondo mi è stato promesso il castello di Fenestala e non possiamo certo allontanare l’Oracolo dalla sua terra natia.-
Il generale gli rispose a malapena con un cenno d’assenso, poi ordinò ai suoi uomini di portare i prigionieri sulle aeronavi per far ritorno alla capitale.
-Andiamo.- Caligo afferrò Lunafreya per un braccio, trascinandola con facilità mentre la principessina scalciava inutilmente. Non le fu nemmeno concesso di vedere suo fratello partire; sentì il rumore di alcune aeronavi alzarsi in volo alle sue spalle, ma sapeva che ce ne erano molte di più che rimasero a stazionare nel giardino del palazzo.
Mentre saliva la scalinata d’ingresso spintonata dall’ufficiale imperiale vide gli uomini e le donne della servitù raccolti nell’androne principale e minacciati dai sottoufficiali di obbedire all’Impero se non volevano ritrovarsi una pallottola in testa: alcuni di loro incrociarono lo sguardo con la principessa, implorando pietà con gli occhi. I pensieri della biondina andarono ad Umbra, Pryna e Gentiana che erano spariti nel nulla: sapeva che non poteva esser successo loro niente di male, tuttavia non poté farne a meno di chiedersi se qualche soldato di Nifhleim li avesse trovati.
Quella forzata marcia terminò nella sua camera: Caligo spalancò la porta e la tirò verso di lui, trattenendola per il polso.
-D’ora in poi obbedirai ai miei ordini: ti farò crescere in modo tale che diventi il nuovo Oracolo, ma non dimenticare che il padrone qui sono io!- la spinse con forza a terra, costringendola ad arrancare all’indietro per allontanarsi da lui. -Farai bene a collaborare con Nifhleim se non vuoi farti del male: non mi farò problemi ad usare la violenza su te.-
Dopo questo avvertimento uscì sbattendo la porta dietro di lui; Lunafreya rimase a terra al centro della stanza, completamente al buio, e sfogò finalmente tutta la sua frustrazione in un pianto disperato.
Fu questo l’inizio della sua lunga e terribile prigionia, che durò 12 anni.


***
Questo capitolo mi è venuto più lungo di quel che mi aspettavo: ho provato a tagliare delle parti tuttavia ci sono delle cose che volevo approfondire e non posso assolutamente omettere; mi scuso se la lettura potrà risultare un po' pesante, prometto che i prossimi non saranno così!
Avevo bisogno di presentare al meglio Ravus, spiegare perché ce l’avesse tanto con Regis, e introdurre Caligo e Glauca; il tutto ovviamente descrivendo con precisione gli eventi che accaddero e che abbiamo visto nel prologo di Kingsglaive e nell’episodio speciale di Brotherhood.
Come chicca finale sono riuscita a reinserire il pezzo di Luna maltrattata del trailer Dawn: a malincuore, ma c’è bisogno di mostrare tutto quel che esiste (ed è stato purtroppo tagliato) per comprendere meglio il suo personaggio. La parte in cui Ravus viene portato a Gralea è frutto di mia invenzione: sulla Wikia c’è scritto solo che mentre Luna è tenuta prigioniera il fratello si unisce all’armata di Nifhleim, dunque mi è venuto spontaneo pensare che li abbiano divisi~
E con questo il prologo è finito! Adesso dovremmo fare un salto temporale davvero breve (circa 2 anni) per passare ai fatti narrati nella serie animata di Brotherhood; per ora mi fermo qui. Aspetterò ancora un po' prima di inserire i nuovi capitoli, voglio avere il tempo di ricorreggerli con calma; in questo momento mi sto concentrando sulla prima parte del film Kingsglaive e ammetto che la cosa si sta rivelando un po' più difficoltosa di quel che mi aspettavo per la presenza di numerosi personaggi e l’intreccio di eventi.
Sono in hype per questo evento su Assassin’s Creed che credo inserirò nella fanfiction (se, come penso, ci saranno alcuni elementi che arricchiranno un po' la lore del gioco).
Ringrazio di cuore i miei lettori, spero di non deludere le vostre aspettative!

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Capitolo 14
*** Brotherhood, Capitolo 14: Sword and Shield ***


Requiem for Final Fantasy XV
Parte II: Brotherhood
Capitolo 14: Sword and Shield


La famiglia Amicitia è una delle più ricche ed antiche del Regno di Lucis: si è sempre distinta tra le altre per la sua forza e fedeltà alla Corona fino a raggiungere l’onore di vedersi reclutare esclusivamente i suoi primogeniti per ricoprire il ruolo di Scudo del Re: braccio destro, protettore e intimo amico del sovrano di Insomnia.
Gladiolus sapeva già quale sarebbe stato il suo destino e ne era fiero: si impegnò duramente fin da bambino nelle arti della guerra prendendo molto seriamente il suo compito. In fondo con un padre come il suo, il Primo Ministro Clarus Amicitia, non poteva certo sfigurare: era stato talmente amato ed ammirato dall’intero corpo della Guardia Reale che ancora giravano su di lui aneddoti, veritieri o meno, che narravano le sue gesta a fianco di Re Regis e lo indicavano come uno dei più grandi guerrieri che Lucis abbia mai avuto tra le sue schiere.
Suo figlio Gladio sentiva spesso bisbigliare parole di ammirazione per Clarus tra i corridoi della Cittadella, che aveva appena iniziato a frequentare per perfezionare il suo addestramento: come ogni tredicenne che si atteggia a uomo maturo si sentiva orgoglioso del suo genitore e spronato a superarlo ad ogni costo. Provava anche una grande ammirazione per Re Regis, di cui aveva sentito moltissimo parlare dalle leggende e che di persona si era rivelato essere un uomo affabile ma deciso: poteva facilmente capire perché Clarus lo considerasse uno dei suoi migliori amici. I due erano semplicemente l’esempio perfetto di quello che sarebbe dovuto essere il Re di Lucis e lo Scudo del Re; purtroppo per Gladio però l’erede al trono, il principe Noctis, sembrava molto lontano dal diventare un sovrano almeno al pari di suo padre…
A palazzo Gladiolus Amicitia aveva numerosi compiti, tra cui uno dei più noiosi e strazianti era allenare quel borioso moccioso: era pigro, scoordinato e insolente, non stava minimamente ad ascoltare i suoi consigli e non faceva altro che lamentarsi; aveva l’aria saccente da chi era abituato a comandare, non a farsi comandare. Quello che gli sarebbe servito era un bel bagno di umiltà, o almeno così la vedeva Gladiolus.
Altro compito altrettanto pesante era ricoprire i turni di guardia al suo fianco: lo innervosiva osservare gli atteggiamenti di Noctis verso chiunque, dalla sua cameriera personale al precettore, che trattava con grande freddezza e arroganza. Totalmente l’opposto di suo padre: e nemmeno con lui ci andava tanto leggero.
Quello a cui Gladio assistette quel giorno era uno dei tanti pranzi non ufficiali, un momento di intimità padre-figlio e occasione per parlare un po' a quattrocchi. Nonostante vedesse il principino solo di tre quarti al ragazzo non sfuggì la sua smorfia di disgusto quando la cameriera gli porse la seconda portata del pasto: arrosto con contorno di carote.
-Allora, Noctis.- Regis pensò fosse ora di rompere quel silenzio. -Come vanno le tue lezioni?-
-… bene.- rispose distrattamente mentre tagliava la carne.
-Alla tua età mi piacevano molto le lezioni di storia: alcune volte mi mettevo a leggere il manuale nel tempo libero, giusto per sfizio.-
Il figlioletto si limitò a guardarlo.
L’uomo si schiarì al voce e tentò con una seconda domanda. -E gli allenamenti come procedono?-
-Tutto ok.-
-Mh, non mi sembri molto entusiasta…-
Noctis addentò la carne. -Faccio quello che devo: che mi piaccia o no è un altro conto.-
Regis lo fissò severamente. -Non è la maniera di rispondere a qualcuno con cui stai conversando, figliolo; e non si parla con la bocca piena.-
Non alzò minimamente la voce ma il suo modo imperioso e deciso servì ad ammonire il principino che si chiuse in sé stesso vergognandosi per essere stato ripreso. -… mh mh…-
Gladio serrò i pugni, mantenendo la sua posizione: più lo conosceva e più lo trovava insopportabile. Insomma, potrai anche essere il futuro Re di Lucis, potrai anche avere mille servi al tuo servizio e tantissime responsabilità sulle spalle, ma questo non ti dà il diritto di trattare in questo modo la gente! questo era il pensiero che sfiorò la sua mente in quel momento, portandolo alla conclusione che mai sarebbe diventato un sovrano valido anche solo la metà di suo padre. Che ingrato compito gli era capitato, tra tutti il peggior principe mai vissuto ad Insomnia…
Al contrario di Gladiolus, Regis si sentì un po' in colpa per averlo rimproverato in quel modo: forse perché era suo figlio, forse perché lo conosceva meglio di chiunque altro. Si schiarì nuovamente la voce.
-Non le mangi?- indicò il piatto di fronte a lui, vuoto se non fosse stato per il contorno lasciato intatto.
-… non mi piacciono le carote.- ammise Noctis, ancora un po' intimorito dalla strigliata di prima.
-Ma se non le hai nemmeno assaggiate…-
-L’ho fatto e sono cattive!- mentì.
-Oh, no! Allora abbiamo un cuoco alla Cittadella che non sa cucinare le carote?- il sovrano stette al gioco, inforchettando una manciata di pezzi e cacciandoseli velocemente in bocca. -Mh, bleah!-
Al principino scappò una risatina vedendo suo padre tirare fuori la lingua in una buffa espressione di disgusto. -Ahahah! Povero cuoco!- commentò e preso dal gioco ne assaggiò una: suo malgrado dovette ammettere che non era affatto male.
-Allora, che ne dici? Forse possiamo evitare di licenziarlo, almeno per oggi!-
Noctis annuì con un timido sorriso, finendo le carote che aveva nel piatto.
Se c’era una cosa da ammettere era che Regis sapeva esattamente come prendere quel bel caratterino che aveva il suo figlioletto, riuscendo quasi sempre a strappargli un sorriso. Il giovane Amicitia si ritrovò di nuovo ad ammirarlo non solo come suo Re ma come uomo e padre: Clarus non si era mai reso conto di quanto fosse stato fortunato ad affiancare un sovrano come lui; Gladio, al contrario, aveva più fortuna in amore che sul posto di lavoro…


***
E così siamo volati dal prologo ai capitoli su Brotherhood! Ero indecisa se saltarli o meno ma ho pensato che fossero utili per capire meglio determinati rapporti e spiegare maggiormente alcuni personaggi, quindi mi sono messa al lavoro. Sono partita con l’idea di un capitolo ad episodio però come potete vedere alla fine me ne sono usciti fuori ben dieci: ho trovato davvero riduttivo sintetizzare le vicende di ogni singola puntata in un solo capitolo, oltre che inappropriato per il mio obiettivo di approfondire e spiegare la trama di FFXV; questo è il motivo per cui ho allungato e aggiunto molte cose.
Inoltre ho deciso di non seguire l’ordine dell’anime preferendo invece attenermi al reale andamento cronologico: nelle biografie pubblicate sull’Ultimania viene precisato che Noctis aveva 10 anni (e Gladio 13) quando ritrovò la piccola Iris che si era persa per seguire un gattino; nella stessa sezione leggiamo che Prompto aveva 12 anni (dunque anche Noctis) quando incontrò Pryna e decise di diventare amico del principe (a conferma di questa biografia c’è anche quella di Luna). Spero di non avervi creato troppa confusione ma trovo necessario mettere a posto tutti i “pezzi” per una miglior comprensione della trama.
Questo capitolo su Gladio è strutturato in modo tale da presentarvi il suo personaggio e descrivere un particolare momento che metta in risalto il suo rapporto burrascoso con Noctis: ne ho approfittato per inserire una scena con Regis, modificandola un po' per riprendere la stessa chiacchierata a tavola che ci è stata mostrata in un vecchissimo trailer (purtroppo mai inserito nel gioco); mi piace comunque sottolineare che il rapporto tra i due sia stato difficile ma tutto sommato felice. Ho trovato più pertinente questa scena rispetto all’allenamento perché è proprio qui che si nota tutto il disappunto di Gladio nei confronti del principino, in contrapposizione al rispetto e ammirazione che nutre per il Re.
Il prossimo capitolo sarà dedicato ad Iris ed al momento cruciale della puntata che cambierà totalmente il rapporto tra Noctis e Gladiolus.
 

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Capitolo 15
*** Brotherhood, Capitolo 15: Solidarity ***


Requiem for Final Fantasy XV
Parte II: Brotherhood
Capitolo 15: Solidarity


Se c’era una persona che riteneva l’opinione di Gladiolus su Noctis estremamente sbagliata, quella era senz’altro Iris Amicitia; la piccola poteva anche avere solo 5 anni ma pensava già con la propria testa: degna figlia di suo padre, degna sorella di suo fratello. La figura del principe Noctis la incuriosiva e allo stesso tempo le ispirava estrema simpatia e solidarietà, forse perché anche lei faceva parte di una delle più importanti famiglie di Lucis e sapeva benissimo come ci si sentiva ad esserne l’erede: regole su regole da seguire, numerose nozioni da imparare, un certo comportamento da tenere in ogni occasione con il peso della reputazione del proprio casato sulle spalle. Era ancora molto giovane ma già aveva cominciato a studiare tutte quelle cose e le occasioni di feste e cerimonie pubbliche alle quali partecipava le iniziavano a mettere un po' d’ansia addosso; anche per Noctis doveva essere così, se non peggio. Di lì a pochi anni avrebbe iniziato a provare empatia nei suoi confronti sapendo che probabilmente anche lui avrebbe voluto essere un bambino come gli altri, libero di giocare e comportarsi come preferiva senza alcuna imposizione da parte della società; col tempo tutte queste riflessioni avrebbero accresciuto la stima e il sentimento che provava per lui.
Ogni sera, quando Gladio rincasava dal lavoro, non faceva altro che tempestarlo di domande non soltanto sul principino ma su tutta la vita nella Cittadella: era una bimba curiosa e piena di fantasia e ai suoi occhi il palazzo reale era come un castello magico ed incantato, pieno di chissà quali meraviglie… le sarebbe davvero piaciuto trascorrere un po' di tempo alla scoperta dei suoi segreti!
Forse fu un po' perché le risposte di suo fratello non le bastavano, un po' perché lui stesso era spesso molto evasivo, che Iris decise di fare tutto da sola: costrinse il fedele Jared ad accompagnarla fino all’ingresso del palazzo dove riuscì ad ottenere la promessa di un incontro con Noctis nonostante le rimostranze di Gladio, preoccupatissimo che potesse cacciarsi in qualche guaio. In fondo lui la conosceva meglio di chiunque altro e ben presto avrebbe scoperto di non aver torto a preoccuparsi in quel modo…
Attorno a lei regnava un gran silenzio, intervallato da qualche rumore di sottofondo in lontananza; nonostante fosse oramai l’ora del tramonto in quel fitto boschetto non passavano che pochi raggi di luce. Intuì che il cielo doveva essersi annuvolato solo perché sentì le prime goccioline di una fitta pioggia pungerle sul visetto: lasciò cadere a terra le ghiande che aveva raccolto poco prima girando il capo a destra e sinistra, totalmente spaesata dal non riconoscere alcun punto di riferimento.
-… d-dove sono?- bisbigliò la piccola, facendosi prendere dal panico: non avrebbe dovuto allontanarsi dalla Cittadella per inseguire quel gattino per gioco! Quanta strada aveva fatto? Da dove era passata? Si ricordava di esser scesa da una delle finestre del giardino e da lì aveva camminato lungo un corridoio al chiuso, e poi… il vuoto: come aveva fatto a finire in quel boschetto? Quanto poteva essere arrivata lontana dal palazzo? Che sciocca a non preoccuparsi prima, facendosi prendere dalla sua smania di avventura e improvvisando una piccola escursione lì nei paraggi!
-C-come faccio a tornare indietro?!- si domandò Iris tra le lacrime.
Ricordava le raccomandazioni della mamma in casi del genere, avvicinati ad un punto illuminato e chiama aiuto, ma tutte le fonti di luce che trovava le sembravano troppo lontane da raggiungere: iniziò comunque a camminare verso la loro direzione, un po' a casaccio perché la paura si stava impossessando di lei; nel frattempo la pioggia aumentò e la bambina dovette andare a mettersi sotto una grande quercia per cercare di ripararsi il più possibile.
-Mamma...- bisbigliò.
Purtroppo per lei aveva scelta l’albero sbagliato sotto cui accostarsi: alle sue spalle giunse un rumore improvviso (probabilmente una cornacchia) che la fece trasalire e, a causa della fanghiglia prodotta dalla pioggia, scivolò cadendo rovinosamente a terra e inzuppandosi fino ai capelli.
-AHHHHHH!-
Si riparò la testa con le mani, aspettandosi l’attacco di qualche animale, e rimase qualche minuto in quella posizione finché non fosse certa di essere al sicuro; poi si rialzò, con le ginocchia sbucciate ed indolenzite.
 -Papà… mamma… fratellone…-  Iris aveva fatto del suo meglio per uscire da quella situazione ma non ce la faceva più; si lasciò andare ad un pianto disperato pur sapendo che così non avrebbe ottenuto nulla. Passarono almeno cinque minuti prima che sentisse una voce in sottofondo, alla quale però inizialmente non diede molta importanza; tuttavia si avvicinò sempre più fino a quando poté distinguere non solo le parole ma anche il timbro, chiaramente infantile.
-Ehi! Ehi bambina, dove sei?-
Che stesse cercando proprio lei?
-Ehi! Non avere paura, voglio solo aiutarti!-
Iris si fece coraggio. -S-sono qui!- gridò, tirando su con il naso.
Una piccola figura sbucò in mezzo alcuni cespugli: anche alla fioca luce di rimando dei lampioni riuscì a riconoscere il visetto di Noctis, più basso di quel che si aspettava ma assolutamente inconfondibile.
-… p-pri… p-principe Noctis!- esclamò, alzandosi di scatto per corrergli tra le braccia; il ragazzino la strinse a sé, accarezzandole la testa per calmarla.
-Su su, stai tranquilla. Adesso torniamo a casa.- la rassicurò con un tono molto dolce. Aspettò il tempo necessario per farla calmare e quando si staccò da lui si chinò verso di lei. -Come ti chiami?-
La bimba si asciugò le lacrime col dorso della mano. -I-Iris!- poi lo fissò sorpresa. -Conosci la strada per tornare indietro?-
-Certo: mi capita spesso di sgattaiolare fuori dalla Cittadella per venire a giocare da queste parti!-
-Anche se sei il principe?-
-Anche se sono il principe!- esclamò sorridendo; riuscì a strappare un sorriso anche a lei. -Però quell’uscita deve restare un segreto tra noi… ok?-
Iris annuì energicamente, entusiasta di avere un segreto da condividere solo con lui; tuttavia un secondo dopo si rattristò, pensierosa. -Mio fratello si arrabbierà molto con me…-
-Tuo fratello?-
-Mio fratello Gladiolus…-
La fissò attentamente: capì subito quanto poteva sentirsi in colpa, imbarazzata per essersi lasciata andare ad un gioco, e che quella sua leggerezza poteva aver fatto preoccupare a morte suo fratello. Noctis non conosceva lo benissimo, a parte le sedute di allenamento non aveva mai approfondito il rapporto: non che avesse qualcosa contro di lui ma dopo aver perso prima sua madre, poi Luna, sentiva che quello non era il posto che gli apparteneva, perciò tutti coloro che gli stavano intorno erano come degli estranei eccezion fatta per suo papà. Il principe era diventato un bambino timido e chiuso in sé stesso ma questo suo comportamento gli aveva fatto sviluppare delle doti da osservatore: gli riusciva facile immaginare Gladiolus Amicitia fare una sfuriata alla piccola Iris davanti a tutti, facendola sentire ancora più colpevole. Sarebbe stato giusto così? In fondo aveva già imparato la lezione…
-Non preoccuparti.- le disse, prendendola per mano e conducendola a palazzo. -Ci penso io.-


***
Ed è venuto il momento di introdurre Iris: ammetto che da quel che ci hanno mostrato nei trailer mi era sembrata un personaggio molto stereotipato ma per fortuna giocandoci mi sono ricreduta tantissimo; la Square ha fatto davvero un ottimo lavoro anche con lei per quanto compaia molto poco nella storia. In questo capitolo volevo provare a mettere in luce la sua splendida personalità, forse esagerando un po' con le sue riflessioni su Noctis (in fondo sono ancora dei bambini) ma credo che potesse davvero provare molta empatia per lui ed ho voluto tirare fuori i suoi veri sentimenti, che gran parte del fandom accusa essere molto superficiali e senza fondamento. Al tempo stesso potrei aver esagerato con il nostro principino ma anche qui c’è la volontà di tirar fuori il vero lato di Noctis che ad una esperienza di gioco superficiale non viene assolutamente fuori: mi piacerebbe che gran parte del pubblico rivalutasse anche il nostro protagonista. Questo è un altro degli obiettivi di questa fanfiction che spero di riuscire a portare a termine~
Passiamo ora al prossimo capitolo, dove si concluderà la vicenda che ha fatto avvicinare il principe di Lucis al suo Scudo.

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Capitolo 16
*** Brotherhood, Capitolo 16: Take fight ***


Requiem for Final Fantasy XV
Parte II: Brotherhood
Capitolo 16: Take fight


-… fratellone… non è stata colpa del principe Noctis…-
-Mh?- Gladio le lanciò un’occhiata confusa senza interrompere la sua sessione di flessioni.
-Beh, ecco…- Iris torturò nervosamente il braccino del suo peluche, abbassando lo sguardo a terra. -E’ che… è che non è stata colpa… è che in realtà lui… m-mi ha salvata.-
-Salvata?!- la sua esclamazione fu accompagnata da un sorrisetto di biasimo. -Ma figuriamoci se quel marmocchio può salvare qualcuno…!-
-Gladdy…-
-Non devi difenderlo a tutti i costi, Iri…-
-MA E’ LA VERITA’!-
Quell’urlo improvviso, accompagnato da una crisi di pianto, lo costrinse ad interrompere l’allenamento; la sua sorellina iniziò a singhiozzare violentemente, coprendosi il viso con le mani in un vano tentativo di asciugarlo.
-E-ehi Iris, non fare così…- le si avvicinò. -Non c’è bisogno di piangere…-
-Ma ho detto tante bugie, Gladdy…- bisbigliò tra le lacrime.
-Ok, ok.- si chinò verso di lei, scostandole le mani dal faccino per accarezzarla. -Adesso calmati: raccontami tutto dall’inizio.-
-Tu… non ti arrabbierai?-
-Se stavolta mi racconterai la verità prometto di non farlo.- la condusse pazientemente sul divano, dove le offrì un fazzolettino; la piccola l’accettò, soffiandosi il naso con forza.
-Io… io ti ho disobbedito, fratellone: non sono rimasta ad aspettare l’arrivo del principe Noctis ma mi sono messa a giocare con un gattino che stava in giardino; non so come ho fatto a perdermi ma non trovavo più la strada di casa… poi ha iniziato a piovere ed io… i-io sono caduta, mi sono messa a piangere…- agitò le braccia per dare più enfasi al suo racconto. -… ma poi è arrivato Noctis: mi ha preso per mano e mi ha riportato dentro al palazzo. Davanti a tutti mi vergognavo così tanto… e avevo così paura di farti arrabbiare… e quando Noctis ha detto che era colpa sua io non sono riuscita a dire che non era vero… -
Gladiolus la fissò intensamente mentre si asciugava le lacrime: non c’era alcun dubbio che Iris stesse dicendo la verità. Non sentì il bisogno di infierire ulteriormente. -Adesso stai tranquilla: è tutto passato. Cerca solo di non fare più una cosa del genere.- le disse, accarezzandole le testa.
La bambina annuì, tirando su con il naso. -Sì! Però adesso il principe Noctis si trova nei guai per colpa mia…-
Il ragazzo ci rifletté su. – Non preoccuparti: ci penso io.-


Indossò l’attrezzatura difensiva per l’allenamento con un po' di confusione in testa: perché quella lezione a sorpresa? Era forse un altro castigo, visto che sua sorella era rimasta coinvolta nella vicenda per la quale era stato punito?
Noctis impugnò la spada e si mise in posizione d’attacco: Gladio lo attendeva al centro della palestra con una espressione assolutamente calma; eppure non se lo ricordava proprio così due giorni fa, quando stava quasi per prenderlo a pugni dopo la sua confessione…
-In guardia!- lo ammonì, richiamando la sua attenzione: il ragazzino si lanciò verso di lui, provando a librare due o tre che fendenti che il suo istruttore parò senza alcuna fatica; si sentì davvero bravo a schivare il primo colpo di rimando di Gladio ma la sua tracotanza lo punì appena ricevette quella spadata al centro dell’armatura sulla schiena, costringendolo a fermarsi per riprendere fiato.
-Avanti.- il ragazzo lo invitò nuovamente allo scontro.
-No! Adesso basta!- il principino posò la spada, sedendosi a terra con una espressione crucciata; stranamente il suo istruttore non ebbe alcuna obiezione a quella piccola pausa e si mise addirittura seduto vicino a lui.
-Io non capisco.- continuò Noctis, senza guardarlo. -Che significa questa sessione d’allenamento?-
Gladio rimase qualche secondo in silenzio prima di decidersi a parlare. -Iris mi ha raccontato tutta la storia.-
-Che storia?-
-La verità… quella che entrambi avete tenuto nascosta l’altro giorno.-
-Ah…-
Si girò verso di lui, abbassando il capo. -Ti ringrazio per averla aiutata.-
Il principe si grattò una guancia, un po' imbarazzato. -… non ce ne è bisogno…-
-Ti ho sicuramente giudicato male, basandomi su sensazioni superficiali: non è stato molto maturo da parte mia. Ti chiedo scusa per questo, non è così che dovrebbe agire uno Scudo del Re; sono qui apposta per rimediare.- ammise, senza mostrare alcuna vergogna. -Questo però non significa che ci andrò giù leggero con te: hai ancora molto da imparare prima di diventare Re.-
Lo sguardo di Noctis cambiò a mano a mano che Gladio gli faceva quella confessione: sentì come un qualcosa sbloccarsi in lui, una fiducia che aveva concesso a ben poche persone in vita sua. Lo guardò con fierezza, come un suo pari, mostrando grande rispetto. -Beh, allora insegnami.-
-Sono proprio qui per questo.- gli concesse un sorriso, puntando un pugno chiuso nella sua direzione; il principino diede un colpetto leggero con il suo a sigillare l’accordo raggiunto. Con una ritrovata energia scattò in piedi, afferrando la sua spada.
-Questa volta non perderò!- gli promise.
-Eh eh!- Gladiolus si alzò. -Fai del tuo meglio, allora!-


***
E con questo chiudiamo il primo episodio (in ordine cronologico, ma il secondo trasmesso) dell’anime Brotherhood! Spero di essere riuscita ad analizzare bene il rapporto di amicizia che legherà Noctis e Gladiolus. Stavolta ho scelto di partire con una scena flashback narrando una parte che non ci viene mostrata nella puntata (l’intera confessione di Iris) che si intreccia e ricollega al vero “presente” del capitolo, cioè la sessione d’allenamento con il principe.
Chi ha visto l’episodio si ricorderà che Gladio in questo momento non ha alcuna cicatrice in volto: tutti sappiamo come si è fatto la seconda ma la vicenda sulla prima viene solo menzionata nelle biografie dell’Ultimania; spero di riuscire ad introdurla o almeno ad accennarla perché comunque è sempre legata al suo rapporto con Noctis.
Senza prolungare oltre queste note di fine capitolo passiamo direttamente alla parte dedicata a Prompto!

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Capitolo 17
*** Brotherhood, Capitolo 17: Dogged Runner ***


Requiem for Final Fantasy XV
Parte II: Brotherhood
Capitolo 17: Dogged Runner


Era sempre stato un bambino impacciato, grassoccio, che non sapeva comportarsi con gli altri; in mezzo ai suoi coetanei si sentiva a disagio, come se solo la sua presenza fosse motivo di imbarazzo… per questo preferiva starsene per conto suo, facendo finta che gli altri semplicemente non esistessero.
Per tutta la vita si era sentito poco considerato da chi gli stava intorno: persino i suoi genitori avevano preso una certa distanza da lui ma non poteva più biasimarli, non da quando gli avevano raccontato che era stato adottato e che per di più che veniva dalla nemica Nifhleim: da allora non poteva fare a meno di sentirsi uno straniero, un traditore in casa propria. A nulla erano valse le sue continue insistenze per avere più dettagli sulle proprie origini, mamma e papà facevano finta di non saperne nulla; dopo un po' aveva smesso di fare domande.
Quella di Prompto ad Insomnia era una vita sostanzialmente solitaria, rallegrata dalla sua grande passione per la fotografia ma segnata dalla solita routine: andare a scuola, tornare a casa da solo, cenare prendendo un take-away al fastfood più vicino, passare il resto del tempo tra compiti e pc. Ma niente dura per sempre…
L’incontro con quella cagnetta dal candido manto cambiò tutto; il ragazzino era consapevole di essere stato lui a salvarla, ma sentiva come se in realtà fosse stata lei a salvare lui: difatti Chibi (il nome provvisorio con la quale l’aveva ribattezzata) aveva portato una nuova luce nella sua vita.
Quella era l’ennesima serata che passava in sua compagnia: erano in salotto e il ragazzino si era portato dietro il kit medico per cambiarle le fasciature sulla zampetta ferita; con una pazienza quasi innaturale per un animale Chibi aspettava immobile che il suo nuovo padroncino finisse il lavoro. Terminò nel giro di cinque minuti e poté riporre le garze all’interno della scatola.
-Sembra che oramai tu sia guarita.- constatò osservando la sua andatura non più zoppicante; per tutta risposta la cucciola gli si buttò addosso riempiendolo di coccole e feste. Prompto era felicissimo per lei e si sentiva estremamente fortunato ad averla incrociata per strada; tuttavia restava con i piedi per terra e sapeva che avrebbe dovuto aiutarla a ritrovare i suoi veri padroni… ma, almeno per quella sera, preferiva non pensarci.
-Dai, è ora di tornare a letto!- gli comunicò tra le risate.
Salite velocemente le scale e aperta la porta della stanza la cagnetta si diresse impaziente verso il piccolo angolo che le aveva preparato, una copertina ripiegata sopra il tappeto accanto ad una ciotolina per l’acqua; ne bevve qualche sorso mentre il ragazzino indossava il pigiama.
Le si avvicinò per accarezzarla un po' prima di sedersi sul letto e accomodarsi sotto le lenzuola. -Su su, che è tardi: domani mattina ho scuola.- Fece per premere l’interruttore della lampada. -Buonanotte, Chibi.-
Con un allegro abbaiare la piccola sembrò rispondere al suo saluto; poi si adagiò comodamente sulla morbida coperta e chiuse gli occhi quando la luce si spense.
Prompto era davvero contento di questa nuova routine in compagnia di Chibi, tuttavia non sapeva spiegarsi la sensazione di disagio che iniziò a provare mentre tentava di prendere sonno; forse c’erano dei pensieri a turbargli la mente, forse era l’idea che un giorno si sarebbe dovuto separare da lei, fatto sta che quella notte non riuscì a dormire bene: passò da un sogno all’altro così velocemente che quando si svegliò di soprassalto non ricordava più nulla. Prese un bel respiro per cercare di rilassarsi, scacciando l’opprimente sensazione che fosse accaduto qualcosa di anomalo proprio sotto il suo naso.
-Uff… scusami Chibi, credo di aver avuto un incubo…- si girò a guardare verso di lei ma un po' per colpa del buio e un po' perché non ci vedeva bene non riuscì a percepire alcun movimento dalla sua parte. Afferrò gli occhiali ma anche così la situazione non cambiò molto, perciò accese in fretta la luce; con suo grande stupore dovette constatare che quella che aveva avuto non era una sensazione ma un presentimento: l’angolo dove la cucciola soleva dormire era completamente vuoto. Prompto si alzò di scatto, completamente nel panico: non si era mai allontanata da lui durante la notte.
-C-CHIBI?!- la chiamò.
La porta della sua camera era leggermente socchiusa: il ragazzino la spalancò iniziando a chiamarla e a cercarla per tutta casa, ricordandosi che i suoi genitori quella notte sarebbero stati fuori per un viaggio di lavoro e che dunque era totalmente solo.
-Chibi?! Chibi?? Chibi?-
Passò dal bagno, al salone, alla cucina, frugò in ogni angolo del corridoio e si addentrò persino nella camera dei suoi genitori, dove magari poteva essersi nascosta: ma della cagnolina non c’era alcuna traccia. Era come se fosse sparita nel nulla…
-Chibi! Dove ti sei nascosta, salta fuori! Chibi!!-
Controllò porte e finestre ma era tutto chiuso dall’interno: Prompto capì che non era fisicamente possibile che avesse lasciato quell’appartamento. Fece una seconda volta il giro in maniera ancora più accurata, sospettando che avesse tralasciato qualche punto o che lei forse aveva voglia di giocare a nascondino: nonostante ciò alla fine dell’ennesimo tentativo di ricerche fallito dovette arrendersi all’assurda constatazione che era riuscita ad uscire fuori. Non perse altro tempo: si lanciò verso la porta di ingresso e l’aprì come una furia, ritrovandosi in pigiama e pantofole a correre in strada come un forsennato.
-Chibi? Chibi?! CHIBI!!-
Le sue grida svegliarono alcuni vicini e ricevette pure qualche insulto: a quell’ora del mattino era l’unica persona ad esser sveglia in tutto il quartiere. Alla luce della nuova alba Prompto Argentum fece il giro completo della sua zona ispezionando ogni punto, anche il più improbabile, finché dovette tornare sui suoi passi con il cuore colmo di dolore per aver perso la sua unica amica per sempre…


***
Eccoci giunti all’episodio “Dogged runner” che ho suddiviso in 4 capitoli: ho cercato di presentare Prompto nel migliore dei modi, mettendo ancora più in luce tutte le sue paure ed insicurezze e i motivi di esse. Lo trovo uno dei personaggi più umani e realistici all’interno della saga perciò ho sempre un po' paura di stereotiparlo troppo. Anche qui mi sono tenuta allo stesso schema del primo capitolo su Gladio, cioè “presentazione personaggio+racconto di un particolare ricordo che aiuti ad inquadrarlo meglio”: riscrivere tutta la vicenda dall’incontro con Pryna mi sembrava troppo perciò mi sono concentrata sul momento in cui si è già legato alla cagnolina, poco prima che sparisse. Il punto cruciale sarà la lettera di Luna sulla quale mi soffermerò nel prossimo capitolo: oltre a mostrare l’evoluzione di Prompto proverò anche a dare un po' più di spazio e di info sulla nostra protagonista femminile, inserendo vari elementi che sono saltati fuori nel corso di interviste, vecchi trailer e info dell’Ultimania.


 

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Capitolo 18
*** Brotherhood, Capitolo 18: Benevolence ***


Requiem for Final Fantasy XV
Parte II: Brotherhood
Capitolo 18: Benevolence


Furono anni difficili quelli che trascorsero nel palazzo di Fenestala dopo la tragica notte dell’attacco imperiale: Lunafreya era l’unico membro della famiglia Nox Fleuret rimasto a Tenebrae. Di fatto il brigadiere Caligo era il nuovo padrone di casa: la convivenza con una persona del genere fu scandita da insulti, umiliazioni e violenza; un’infanzia totalmente all’opposto di quella che passò il principe Noctis, al sicuro tra le mura di Insomnia. Nemmeno per un momento la principessa si pentì della sua scelta: restare era la cosa più giusta da fare. Fece del suo meglio per proteggere la servitù dal despotismo di Caligo e cercò di essere moralmente sempre vicina a suo fratello, scrivendogli numerose lettere e invitandolo più volte a tornare a palazzo, ma le risposte furono molto scarse e mai incoraggianti: Ravus lasciava raramente Gralea e sembrava così preso dalla vita militare da aver dimenticato il suo passato, il suo ruolo, il suo vero posto.
Chi invece scambiava corrispondenza assiduamente con lei era proprio Noctis: negli anni si era dimostrato un affidabile amico di penna descrivendole tutto ciò che accadeva nella sua vita, dall’aver iniziato a frequentare la scuola pubblica in prima media agli allenamenti con Gladio, che si erano fatti più entusiasmanti da quando era successo il piccolo incidente di Iris (del quale le aveva confessato tutto); le raccontò di come Ignis stesse cercando di replicare il dolce che avevano mangiato insieme a Tenebrae (di cui purtroppo nemmeno Lunafreya conosceva la ricetta esatta) e del suo difficile rapporto con un padre sempre più assente. Spesso le mandava degli adesivi, sapendo quanto le piacessero, a volte invece inseriva qualche sua foto tra le pagine del diario: Luna passava le ore a guardarlo cercando disperatamente di sentirsi parte della vita di Noctis, facendo finta che il ragazzino nella fotografia fosse proprio lì accanto a lei, che le sue parole non fossero solo scritte su carta; senza volerlo aveva costruito un legame con il principe che andava al di là di quello tra il Re e il suo Oracolo. I ricordi del passato che avevano condiviso insieme furono un tesoro inestimabile per Lunafreya, che custodì gelosamente nel suo cuore.
Di anni ne erano passati tanti, quella dolce dodicenne oramai era diventata una piccola donna di 16 anni che con gran sorpresa dell’intera Eos era già stata eletta Oracolo, conseguendo il primato della più giovane in tutta la storia; nel frattempo Fenestala si liberò dal suo sgradevole padrone che venne richiamato nella capitale dall’Imperatore in persona: tutto sommato si poté dire che era tornata la pace tra le aule del palazzo.
La sua nuova condizione appesantì la principessa di numerose responsabilità che tuttavia affrontò sempre col sorriso, ricordando il modello che era stato per lei la Regina Sylva; inoltre non si poteva dire che fosse proprio sola…
Quella mattina stava leggendo degli importanti documenti nel suo salottino privato con il piccolo Umbra che sonnecchiava steso ai suoi piedi; era talmente concentrata su quei libri che aveva persino lasciato raffreddare il tè che la cameriera le aveva servito. Una leggera brezza cullava dolcemente le tende della portafinestra e in quell’ala del palazzo di Fenestala regnava un gran silenzio… almeno fino a quel momento: improvvisamente il cucciolo si svegliò, correndo in giardino con un grande abbagliare.
-… Umbra?- Lunafreya poggiò le sue scartoffie sul tavolo e si alzò lentamente, seguendolo fuori dalla stanza. Appena uscita fu costretta a proteggersi gli occhi con una mano a causa della forte luce solare; l’immenso parco dove si affacciava il suo salottino si presentava deserto e fece fatica a localizzare il suo cagnolino, che doveva essersi andato a ficcare sotto una panchina o forse dietro il gazebo; provò a richiamarlo. -Umb…?-
Si bloccò appena riuscì a trovarlo, proprio ai piedi del ponticello in marmo: in sua compagnia c’era una candida e vivace cucciolotta, intenta a fargli le feste.
Non poteva credere ai suoi occhi. -Pryna?! Pryna!-
Con un grido di gioia la principessa corse verso di lei, afferrandola in braccio; si lasciò coccolare, ridendo per le sue leccate affettuose. Dopo essersi concessa il tempo di un saluto si girò verso l’interno del palazzo, chiamando a gran voce. -Gentiana! Gentiana, Pryna è tornata!-
La fedele messaggera divina fece la sua comparsa sulla soglia della portafinestra, con un gran sorriso. -Sì, è tornata a casa.-
-Ahah, che bello! Sono così felice che stia bene…- Luna si rivolse di nuovo alla cagnolina e tornò ad accarezzarla felice; solo allora si accorse del fazzoletto legato alla sua zampetta. Con delicatezza glielo sciolse prendendolo in mano ed analizzando la scritta che riportava, oramai quasi del tutto cancellata da vari lavaggi. -Uh? Qui c’è scritto… Prompto? Ma chi…?-
-Dev’essere una persona di buon cuore per essersi preso cura della nostra Pryna quand’era ferita.- le rispose educatamente Gentiana.
-Già… è stata davvero fortunata ad incontrarlo…-
-Probabilmente è un amico del principe Noctis.-
-Tu credi?-
-Pryna non si sarebbe fidata di lui, altrimenti: l’avete mandata ad Insomnia ed è ritornata senza il diario… questo può significare qualcosa, non credete?-
Lunafreya ci rifletté su. -Forse hai ragione… per prima cosa devo assolutamente ringraziarlo! Gli scriverò una lettera!-
Gentiana cercò di trattenere una risata nel vederla così energica. -Lasci fare a noi: lo troveremo.-
La principessa annuì e rientrò nel salottino, diretta alla sua scrivania; si sedette e prese tutto l’occorrente per scrivere. Umbra e Pryna la seguirono pigramente, per mettersi a sonnecchiare sul tappeto a due passi da lei.
Luna intinse la penna nel calamaio, cercando uno spunto da dove iniziare; poi le parole vennero tutte insieme fuori spontaneamente.

Caro Prompto,
spero che questa lettera ti trovi in buona salute. Il mio nome è Lunafreya Nox Fleuret.
Credo che tu sia colui che ha ritrovato la mia cagnolina, Pryna: il pensiero di averla persa mi addolorava tantissimo ma ora ci siamo felicemente ricongiunte grazie a te. Hai tutta la mia gratitudine per esserti preso cura di lei nel momento del bisogno.
Avevo mandato Pryna a far visita al principe Noctis; lo conoscerai certamente, non è così? So che adesso sta frequentando la scuola pubblica. Ho sentito dire che è troppo preso dai suoi impegni per giocare con i suoi compagni di classe, quindi credo che tu non lo veda molto spesso… nonostante ciò, spero che continuerai ad essere un buon amico per lui.
Mi scuso con te per questa richiesta, purtroppo non mi è possibile stargli vicino in prima persona…
Ti ringrazio nuovamente per tutto quello che hai fatto per Pryna e il principe Noctis, quindi anche per me.
Ti auguro ogni bene.
Con sincero affetto
                       Lunafreya Nox Fleutet, principessa di Tenebrae


***
In questo capitolo ho cercato di riassumere tutto il personaggio di Luna, dalla sua storia nei 12 anni di separazione da Noctis ai suoi veri sentimenti per lui. In FFXV si sente davvero la sua mancanza come figura femminile di spicco, eppure nonostante ciò resta il mio personaggio preferito ed è il primo a cui voglio dare giustizia; nonostante le scene tagliate ha un background molto forte e voglio cercare di metterlo in luce il più possibile. C’è chi non ritiene credibile una storia d’amore come la sua, beh vorrei dimostrare che non solo lo è ma che è anche una delle più belle mai create (almeno a mio parere). Su Lunafreya andrò a tirare fuori ogni singolo trailer, artwork, info e dichiarazione fornitaci da Square Enix, in qualche caso riprenderò anche da Stella (perché Luna E’ Stella, con una storia diversa a causa del cambiamento di trama da Versus XIII al XV, ma il personaggio è il medesimo. Ficcatevelo bene in testa), insomma proverò a far riemergere tutto ciò che la riguarda.
Ma ci siamo soffermati fin troppo su di lei: è ora di riportare l’attenzione sul vero protagonista di questa parte, cioè Prompto.
 

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Capitolo 19
*** Brotherhood, Capitolo 19: Gotta run ***


Requiem for Final Fantasy XV
Parte II: Brotherhood
Capitolo 19: Gotta run


Ogni pomeriggio nell’intervallo dopo il pranzo Noctis era solito andare a cercarsi qualche posticino ben riparato, lontano dai suoi compagni di classe che giocavano nel cortile: era la necessità di prendersi una pausa dalle pressanti attenzioni di alunni e del corpo insegnanti. Prompto, che era venuto a conoscenza della sua abitudine di sparire proprio in quest’ora della giornata, non poteva sapere quali motivi lo spingevano a comportarsi così; tuttavia girò in lungo e in largo l’intera scuola prima di riuscire a trovarlo. Quel giorno aveva deciso di passare l’intervallo nell’area accanto all’inceneritore, proprio dietro la palestra: il ragazzino fissava silenziosamente il cielo, come perso nei suoi pensieri. Prompto ci pensò un po' prima di tentare un approccio, valutando quale fosse la migliore tattica da adottare…
-P… p-principe Noctis!-
Alla fine scelse la mossa più diretta.
-Mh?- lo degnò a malapena di uno sguardo.
-Io… e-ecco, io…- continuò, mentre cercava di scavalcare la bassa impalcatura che delineava un’area pericolosa da attraversare. -… beh, s-stavo pensando… vogliamo di-diventare amic.. AHI!!- non fece in tempo a finire la frase che cadde rovinosamente a terra, inciampando nell’ostacolo davanti a lui.
-Ehi!- Noctis accorse, inchinandosi preoccupato. -Stai bene?-
Prompto diventò rosso come un peperone: che figuraccia! Accidentaccio alla sua sbadataggine! Gli venne istintivo fare una risatina nervosa, come a sdrammatizzare il momento d’imbarazzo. -Ahahah,… sì sì, tutto bene…!-
Il principino gli tese una mano. -Ce la fai?-
Il biondino lo fissò confuso, non capendo il motivo dietro a quel gesto: in tutte le sue cadute a terra (ed erano state numerose) nessuno si era mai comportato così. Gli venne in mente che forse poteva aver notato che reggeva in mano la sua preziosa macchina fotografica ed era preoccupato che si fosse rotta; un po' titubante gliela porse senza pensarci due volte.. -… ecco!-
-Ahahah, mannò!- rise Noctis, scansando la fotocamera. -Dammi la mano, ti aiuto ad alzarti!-
Prompto fece esattamente come richiesto, vergognandosi per quel malinteso; al tempo stesso però gli fece un gran piacere che il principe avesse pensato di aiutarlo. Tuttavia quella sensazione svanì appena notò la fatica che stava facendo per issarlo in piedi: il biondino cercò di farsi forza sulle gambe ma la sua natura pigra non l’aveva mai spronato ad allenare la sua resistenza…
-Uff!- sbuffò l’altro, affaticato. -Sei pesante!-
Il commento indelicato di Noctis, detto senza pensare, urtò bruscamente la sensibilità di Prompto: quelle parole lo colpirono a tal punto da fargli nascere dall’interno la spinta necessaria per fare il grande sforzo di alzarsi da terra da solo; il biondino rimase scioccato a tal punto che non riuscì a pronunciare nemmeno una parola di ringraziamento, era come se fosse rimasto bloccato nel tempo. Sfortunatamente il principino era poco avvezzo a badare ai sentimenti altrui e non se ne accorse minimamente.
-Oh!- esclamò, sentendo il suono della campanella. -E’ l’ora di rientrare. Beh, ci vediamo!-
Più agile e scattante del suo compagno superò con un salto la bassa impalcatura per correre in classe; Prompto non ebbe i riflessi abbastanza pronti per fermarlo ma arrancò alle sue spalle per inseguirlo.
-Ahh no, aspetti principe Noctis… AHH!- senza pensare a quello che faceva inciampò di nuovo, atterrando sulla bassa erbetta del giardino; arresosi all’evidenza, si giro a pancia in su per guardare mestamente il cielo. -Ecco, lo sapevo… io e lui non diventeremo mai amici…-


Se Prompto Argentum si fosse arreso quel giorno probabilmente il principe Noctis avrebbe dovuto rinunciare al suo migliore amico: forse sarebbe stato un castigo eccessivo per quell’insensibile osservazione sul suo peso eccessivo, che era stata capace di fargli finalmente avvertire tutti quei chili che si portava addosso. Bisognava ammettere che il principino di Lucis non era affatto un tipo facile visto che nonostante la sua popolarità non aveva legato con nessuno a scuola; ma Lunafreya Nox Fleuret doveva essere proprio disperata (effettivamente non lo conosceva bene) per chiedere aiuto ad uno come lui.
Nonostante tutto volgesse a suo sfavore però sapeva che non poteva arrendersi: dopo l’incontro con Chibi (Pryna) si era reso conto che era capace di fare cose che mai si sarebbe aspettato in vita sua; Lady Lunafreya aveva riconosciuto le sue qualità proprio per il modo in cui aveva accudito la sua cucciola. Se l’aveva già fatto per Chibi perché non poteva farlo anche per il principe Noctis?
Si alzò all’alba del giorno seguente molto a fatica ma con un nuovo atteggiamento più risoluto; indossò il più velocemente possibile la tuta da jogging che teneva nascosta in fondo all’armadio e si sciacquò il viso con acqua fredda per far sparire quella sensazione di sonnolenza che ancora lo dominava. Prese dal cassetto del comodino la lettera di Luna e annusò il suo dolce profumo: poteva quasi avvertire la sua presenza accanto a lui, pronta a sostenerlo in quella difficile sfida. Senza indugiare oltre la rimise a posto, uscì dalla sua stanza silenziosamente fino ad arrivare alla porta d’ingresso, che richiuse piano alle sue spalle: un timido sole faceva capolino sull’orizzonte e le strade del suo quartiere erano completamente deserte, proprio come il giorno che Chibi sparì. Prese un bel respiro.
-Datti da fare!- ammonì a se stesso, prima di iniziare la sua corsetta.
Allenamento mattutino, dieta ferrea e impegnarsi a diventare più comunicativo con gli altri: questo era il nuovo rigido programma che aveva deciso di seguire.
Il suo aspetto era troppo ridicolo? Vi avrebbe posto rimedio. Aveva una personalità poco interessante? Poteva lavorarci su.
Non sarebbe dovuto diventare una persona migliore per il principino, avrebbe dovuto solo far emergere il vero Prompto Argentum, quello a cui Lady Lunafreya aveva rivolto la sua richiesta. Il Prompto che ha sempre tenuto nascosto agli altri ma che c’era lì da qualche parte, era sopravvissuto a tutto ed era riemerso nel momento del bisogno.
Ed ora ad averne bisogno era Noctis Lucis Caelum.


***
E torniamo a parlare di Prompto! Il suo rapporto d’amicizia con Noctis è davvero il più bello ed importante tra tutti, almeno secondo me (per quanto adori tutti i Chocobros), forse proprio perché è riuscito a dargli la forza necessaria per diventare una persona migliore, una persona che si piace di più e che finalmente prova a vivere la vita come vuole. Nonostante tutto però resta un personaggio pieno di insicurezze e lati nascosti e spero di esser riuscita a descriverlo al meglio.
Ho strutturato questo capitolo allo stesso modo di quello finale della puntata di Gladio ma stavolta ne ho aggiunto uno in più per permettere il salto temporale di 3 anni e arrivare al liceo, dove inizia veramente l’amicizia tra Noctis e Prompto.

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Capitolo 20
*** Brotherhood, Capitolo 20: Optimism ***


Requiem for Final Fantasy XV
Parte II: Brotherhood
Capitolo 20: Optimism


Il suo ingresso alla scuola superiore non fu molto diverso dalle medie: anche lì Noctis attirava tutta l’attenzione su di sé semplicemente al suo passaggio pur standosene da solo e completamente in silenzio, evitando accuratamente di incrociare lo sguardo con qualcuno; purtroppo il titolo di principe lo precedeva in ogni luogo ed era impossibile per lui evitarlo. Alle sue spalle poteva sentire il bisbigliare degli altri ragazzi, forse con commenti maligni o forse no, ma cercò di non dargli peso; le ragazze non facevano altro che sospirare al suo passaggio ma era certo che ad affascinarle fosse il titolo di principe, mentre se fosse stato uno qualunque non ci avrebbero visto niente di speciale in lui. Detestava essere trattato diversamente dagli altri, detestava essere sopravvalutato per qualcosa che non dipendeva dal suo modo di essere. Ciò che apprezzava di più in persone come Luna, Ignis, Gladio, Iris era l’essere considerato alla pari, tralasciando i titoli nobiliari; sapeva che loro soltanto avevano dei comportamenti sinceri nei suoi confronti, non cercavano la sua approvazione né tantomeno temevano di contraddirlo: erano le uniche persone di cui si fidava ciecamente e le poteva contare sulle dita di una mano. Sarebbe stato bello avere qualcuno così anche a scuola…
Si ritrovò nuovamente fuori al cortile con la consapevolezza che non avrebbe abbandonato la vecchia abitudine che si trascinava dietro dalle medie: ecco il luogo che avrebbe ospitato le sue pause pranzo solitarie. Il giorno del diploma si sarebbe riguardato indietro e avrebbe pensato che non ci aveva proprio azzeccato: il luogo era quello, tuttavia aveva fatto qualche errore di calcolo.
-Yo, principe Noctis!-
Quell’esclamazione assurda, a metà tra la sfacciataggine e la formalità, fu accompagnata da una sonora pacca sulla spalla: al giovane erede al trono prese un colpo al cuore, nemmeno fosse stato improvvisamente attaccato alle spalle da un pretoriano Magitek. Si girò alla sua sinistra, pronto a reagire: ma diversamente da quello che credeva colui che aveva osato tanto contro il principe di Lucis altri non era che un ragazzo della sua età dai capelli biondi e il naso coperto di lentiggini: una persona assolutamente normale.
-Mh?- alla sorpresa di vedersi trattare a quel modo da un compagno di scuola si aggiunse la vaga sensazione che non fosse la prima volta che vedeva quel viso.
L’altro non si fece intimorire dai suoi modi diffidenti. -Io sono Prompto! Piacere di conoscerti!-
Era buffo sentirsi chiamare principe e al contempo farsi dare del tu senza nemmeno averlo concesso; lo squadrò da capo a piedi cercando di far combaciare la sua figura alta e slanciata con quella del timido bambino paffutello che non aveva fatto altro che seguirlo per tutto l’ultimo anno delle medie, come se fosse intimorito da tentare un nuovo contatto ravvicinato. Certo che di cose ne erano cambiate da allora…
Noctis gli concesse un mezzo sorriso. -Noi due già ci conosciamo, eh?-
-Oh?- il biondino nascose l’imbarazzo di essere stato già smascherato con una timida risata; Noctis gli restituì la pacca che gli aveva dato prima.
Quello fu ufficialmente l’inizio della sua amicizia con Prompto Argentum.


***
E con questo veloce capitolo concludiamo la parte dedicata al fotografo del gruppo!
Non ho moltissimo da aggiungere, credo che dividendo la narrazione di questa puntata in 4 capitoli sia riuscita a spiegare e approfondire meglio il personaggio di Prompto e il suo legame con Noctis; al contempo sono felice di aver potuto analizzare almeno un pochino anche quest’ultimo, che è l’esempio perfetto di come la timidezza e la riservatezza possano essere facilmente scambiate per scontrosità ed arroganza (forse questo aspetto traspare maggiormente con l’episodio di Gladio).
Comunque sia, abbiamo dato il giusto spazio a Prompto: è ora di proseguire passando a “Bittersweet memories”, quarta puntata di Brotherhood dedicata ad Ignis Scientia.

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Capitolo 21
*** Brotherhood, Capitolo 21: Bittersweet Memories ***


Requiem for Final Fantasy XV
Parte II: Brotherhood
Capitolo 21: Bittersweet Memories


Aveva solo 6 anni quando il suo destino venne deciso senza che lui potesse dire qualcosa in proposito: non era altro che un bambino, bravo e diligente, a cui venne semplicemente spiegato chi sarebbe dovuto diventare.
E’ tuo l’onore di essere stato scelto come futuro consigliere dell’erede al trono di Lucis.
Queste furono le solenni parole di suo padre: il giorno della cerimonia Ignis Scientia incrociò lo sguardo con Noctis Lucis Caelum, che di anni ne aveva solo 3, pensando che condivideva un futuro come il suo. Non potevano scegliere chi avere intorno o che lavoro fare da grandi, non potevano nemmeno fantasticare sull’andare a vivere in una città straniera: altri avevano tolto loro questa incombenza. Chissà come la stava prendendo il principino… forse era troppo piccolo per capirlo ancora? In qualunque caso Ignis aveva già intuito quale fosse il suo compito: guidarlo. Stargli vicino. In un certo senso era come un fratello maggiore, no? L’idea di avere un fratellino non gli dispiaceva poi molto…
Da quel giorno in poi divenne il suo braccio destro, sempre accanto al principe in qualsiasi occasione: l’intesa che nacque tra i due, originata da una forte empatia per il condividere un destino simile, portò ad una duratura amicizia. Ignis giocava col piccolo Noctis, lo aiutava a fare i compiti e gli faceva compagnia durante le cerimonie pubbliche; crescendo al suo fianco non solo iniziò a rivalutare il suo ruolo ma ad adempiere ai suoi doveri con un gran piacere, sperando di diventare il migliore dei consiglieri per il suo sovrano. Prese ancora più sul serio il suo compito dopo la morte della Regina Aulea: era la persona più vicina al principino in quegli anni e si rese perfettamente conto fino a che punto quella perdita l’avesse devastato all’interno del suo animo; forse fu questa volontà di sostenerlo in un momento difficile che gli fece sviluppare un senso di responsabilità genitoriale nei suoi confronti, a dir poco materno, tanto che col tempo si dedicò a lui con le stesse premure che probabilmente avrebbe avuto Aulea nei confronti del suo bambino. Gli anni passarono e il giovane principe divenne adolescente; persino Re Regis dovette accettare questo fatto, tanto che gli concesse di andare a vivere da solo per un po'. Chi non era proprio d’accordo con questa decisione era lo stesso Ignis, che tuttavia tacque il suo dissenso: non era lui a poter decidere sulla vita di Noctis ma avrebbe fatto in modo che non gli fosse mancato nulla.
Guidare in mezzo al traffico del tramonto non era un gran peso, così come la solita routine di percorrere i lussuosi corridoi del residence fino alla porta d’ingresso. Niente di tutto quello che faceva per il suo principe gli pesava: anzi, i tentativi di cucinargli lo stesso dessert che aveva gustato anni prima a Tenebrae gli avevano fatto scoprire un inaspettato hobby per la cucina. Certo tutte le volte che entrava in quell’appartamento (dove il caos e la sporcizia regnavano sovrane) non poteva dire di essere soddisfatto di lui, ma gli piaceva pensare che per Noctis anche solo il trovare la propria casa pulita e sistemata potesse farlo sentire meno solo.
Ignis passò l’ennesimo pomeriggio tra piatti da lavare, sacchetti della spazzatura stracolmi e pronti per essere portati fuori, pile di vestiti e libri in ogni dove tranne nel luogo in cui sarebbero dovuti essere; si mise di buona lena per rendere quella casa almeno abitabile, terminando le pulizie generali giusto in tempo per l’ora di cena.
Il ragazzo si diresse verso l’angolo cottura tirando fuori la spesa che aveva fatto per lui prima di passare lì e mise l’acqua sul fuoco, ricordando che quello era più o meno l’orario in cui il principe sarebbe dovuto rincasare; ed infatti passarono a malapena cinque minuti prima che Noctis varcasse la porta, zaino in spalla, scarpe buttate a casaccio sull’ingresso.
-Buonasera.- lo salutò Ignis senza guardarlo, troppo intento ad affettare un paio di carote.
-Ehi.- gli rispose con un cenno.
-Non badare a me.- aggiunse. -La cena sarà pronta tra poco. Ti ho portato il resoconto giornaliero da palazzo, lo troverai sulla tua scrivania… ah, ho anche fatto un altro tentativo con i dolcetti di Tenebrae: li mangeremo come dessert.-
-Mh mh.- il principe sembrò ascoltarlo distrattamente, troppo curioso nello scoprire cosa stesse preparando di buono: non appena vide quel tripudio di verdure disposte sul tagliere fece una smorfia di disgusto. -Bleah! Non mi piacciono le verdure!-
-Me ne sono accorto: la tua dieta è ben lontana dall’essere salutare. Dovresti iniziare a considerare i valori nutrizionali che devi assumere e imparare a cucinarti…-
-Sì sì, lo so.- lo interruppe, liquidandolo in due parole.
Ignis sospirò. – Va a posare la tua borsa in camera; e ricorda di lavarti le mani prima di venire a tavola.-
Il ragazzo stava per fare come richiestogli, dirigendosi verso la propria stanza, quando improvvisamente si bloccò come se si fosse ricordato di qualcosa: si precipitò a cercare prima sopra e poi sotto al tavolo della cucina, scostando le sedie perché non trovava nulla. Data la sua foga doveva essere qualcosa che gli stava molto a cuore…
-I fumetti sono sulla libreria.- affermò Ignis, ricordando di averli trovati ammassati proprio in quel punto; vedendo che la sua ricerca continuava comprese che non era quello che stava cercando. -E ho messo il diario di Lady Lunafreya nel cassetto.-
Stavolta gli aveva proprio letto nel pensiero: Noctis gli rispose con uno sguardo sollevato ma allo stesso tempo infastidito che avesse osato toccarlo.
L’amico scosse il capo, iniziando a girare gli ingredienti nella pastella. -Dovresti fare più attenzione con le tue cose… e, se posso permettermi, ti consiglierei di risponderle a breve.-
Dunque non l’aveva solo rimesso a posto ma l’aveva addirittura letto! questo fu il pensiero che attraversò la mente del principe ancora più irritato; gli mise il broncio come era solito fare da bambino, replicando con un cupo -Lo so.-
Ignis non ci fece caso, squadrandolo da capo a piedi come era solito fare quando rientrava a casa. -E il bottone della camicia quando l’hai perso?- chiese, notando subito la mancanza dell’ultimo bottone in basso.
-Uh?- Noctis prese il lembo della camicia. -Boh… forse ieri… o era l’altro ieri?-
-Sei un caso disperato.- sospirò, con fare arrendevole. -Lasciala vicino la mia borsa: vedrò di sistemartela più tardi.-
Poteva anche essere abbastanza grande da vivere da solo, ma per lui Noctis sarebbe sempre stato lo stesso fratellino di cui occuparsi…


***
Passiamo all’ultimo dei nostri protagonisti; anche lui, come gli Amicitia, legato fin dalla nascita alla casata dei Lucis Caelum. In un certo senso con Ignis ho fatto come con Iris, tirandogli fuori dei sentimenti diversi rispetto a Gladio, sentimenti che un po' lo accomunassero a Noctis: la Wikia e l’Ultimania riferiscono solo che è ben felice del suo ruolo di consigliere ma ho provato a mettermi nei panni di un bambino di 6 anni e credo che non sia piacevole vivere una situazione in cui sono gli altri a decidere chi sarai da grande... Gladio è in una situazione simile ma ha un carattere più forte ed orgoglioso; Ignis invece è più sensibile e per questo ritengo che almeno all’inizio abbia provato molta empatia nei confronti di Noctis (non è un caso che la Wikia accenni al fatto che sia molto materno con il principe, soprattutto dopo che ha perso sua madre). Faccio queste precisazioni solo per farvi capire cosa ho ripreso da fonti ufficiali e cosa è venuto fuori dalle mie riflessioni.
Non indugiamo oltre e passiamo al prossimo capitolo, dove incontreremo nuovamente Re Regis (stavolta dandogli uno sguardo più approfondito).

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Capitolo 22
*** Brotherhood, Capitolo 22: Foreboding ***


Requiem for Final Fantasy XV
Parte II: Brotherhood
Capitolo 22: Foreboding


Essere un genitore singolo non è mai un compito semplice ma non era la solitudine o la fatica a pesargli troppo… ciò che Regis celò nel suo cuore negli anni in cui tirò fuori dal suo piccolo bambino un giovane uomo fu un grandissimo senso di colpa: nei confronti di Aulea, la sua amatissima Aulea, per non essere arrivato in tempo quella tragica notte; nei confronti di Noctis per avergli passato il pesante fardello dell’essere il prescelto, pur se non era stata una sua decisione. In contemporanea a questi sentimenti c’era un regno a cui badare, una barriera da sostenere e una guerra da preparare: era chiaro e comprovato che ci fosse Nifhleim dietro a tutta quella catena di eventi, dall’improvvisa apparizione del Marililith all’attacco di Tenebrae; quelli che seguirono da allora non furono anni di pace ma anni di preparazione, ne era ben consapevole e non si sarebbe fatto cogliere alla sprovvista dall’Imperatore, non di nuovo.
Tuttavia non era giusto che Noctis dovesse sopportare tutta quella pressione, non ancora: gli Dei avevano in serbo per lui ben altro e per quello Regis non avrebbe potuto farci nulla; poteva però almeno garantirgli una infanzia e adolescenza il più normale possibile. Fu questa l’unica decisione che lo spinse a mandarlo ad una scuola pubblica: basta con precettori tra le quattro mura della Cittadella, era ora di respirare aria nuova e conoscere gente della sua età; si sarebbe fatto degli amici, sperimentando che cosa significa vivere lontano dalla campana di vetro in cui era stato rinchiuso fino ad allora; avrebbe fatto finta, almeno per qualche anno, di essere un bambino qualunque, libero di scegliere ed essere felice…
Quando fu grande abbastanza a Noctis venne concesso di prendersi un appartamento per conto suo, purché dimostrasse di essere responsabile e pronto per la vita da adulto: Gladiolus ne rise a crepapelle prevedendo (a ragione) il regno del caos e della sporcizia del principe Noctis; Ignis al contrario si fece in quattro per assicurarsi che quel regno non durasse a lungo. Comunque andassero le cose a Regis bastava sapere che il figlio era felice e rilassato nel suo nuovo habitat e che avesse due amici come loro al suo fianco: questo pensiero riusciva a farlo andare avanti mentre dall’altro lato la gestione della politica estera si faceva sempre più aspra per via di una lunga guerra di logoramento. A causa dei suoi doveri purtroppo non riusciva più a vedere Noctis se non nelle rare occasioni di festività e ricorrenze; per tenersi in contatto con lui aveva persino imparato ad usare il cellulare, uno di quei strani aggeggi che vanno tanto di moda tra i giovani: dai suoi messaggi giornalieri sapeva che mangiava regolarmente, i voti a scuola erano sempre buoni e aveva persino trovato un lavoretto part-time in un negozio di macchine digitali. Non era la stessa cosa che avercelo accanto tutti i giorni, ma se la faceva bastare.
Il sollievo che il suo unico figlio non dovesse vederlo sempre più stanco e vecchio, a causa del continuo abuso di energie vitali per tener su la barriera, lo convincevano che aveva fatto la cosa giusta.

Altra giornata di routine, altra riunione del Consiglio Reale, altre notizie sempre più preoccupate dal campo di battaglia a Galahd; il giovane rampollo del casato Scientia sedeva in mezzo alle più alte personalità del Regno con l’unico compito di redigere il rapporto giornaliero da consegnare al principe ereditario, in modo da tenerlo sempre aggiornato sulla situazione estera. Anche quella era una mansione che adempiva volentieri, considerandola indispensabile nell’educazione del futuro sovrano: a tale scopo avrebbe aggiunto delle note personali qui e là per chiarire meglio determinati punti più oscuri alla comprensione di un adolescente e sarebbe stato ben disposto a riparlarne insieme se tale premura non fosse bastata; il problema era che Noctis si era dimostrato un lettore davvero distratto e già poteva dirsi fortunato se sfogliava a malapena quei fascicoli. Ripensando a ciò Ignis si lasciò scappare un sospiro, alzandosi come gli altri membri del Consiglio per salutare il Re con un inchino al termine della seduta; raccolse tutte le sue cose e si avviò verso la porta principale, dando la precedenza ai Consiglieri in segno di rispetto.
Il ragazzo imboccò il lungo corridoio che conduceva verso l’uscita della Cittadella.
-Ignis.-
-Oh?- si girò confuso, non avendo riconosciuto la voce che lo chiamava: alle sue spalle vide l’alta figura di Regis, appoggiato al suo bastone e accompagnato dal fedele maggiordomo; lo salutò con un inchino. -Vostra Maestà.-
-Come sta Noctis?-
-In questo momento è alle prese con gli esami di fine anno.- riferì. -Però devo ammettere che il suo livello di preparazione è… discutibile, nonostante l’abbia incoraggiato a studiare di più. Allo stesso modo devo esprimere il mio disappunto sul regime dietetico che sta seguendo, per nulla bilanciato come quello che teneva quando era a palazzo.-
Il Re si lasciò scappare una risatina al sentire quelle lamentele, un po' sollevato e un po' felice di sapere che il figlio in fondo non cambiava mai le sue abitudini; Ignis si sentì responsabile per quelle mancanze e chinò il capo in segno di scuse.
-E’ difficile fargli capire certe cose, sembra che da un orecchio gli entri e dall’altro gli esca… ma farò del mio meglio.-
-Grazie per tutto ciò che fai per lui.- Regis gli sorrise serenamente.
Ignis si inchinò di nuovo. -E’ il mio dovere.- lanciò uno sguardo preoccupato al suo bastone da passeggio: finora non aveva mai avuto bisogno di un aiuto per camminare, dopotutto almeno per l’età era ancora giovane; al contrario era il corpo del sovrano che iniziava a mostrare i segni del cedimento di molti più anni sulle spalle… -La barriera sta togliendo più forze del dovuto a Vostra Maestà?-
-Così sembra.- fu costretto ad ammettere.
-Se posso fare qualcosa per Vostra Maestà…-
Regis gli rispose con un cenno della mano, come se non ce ne fosse bisogno, poi fece qualche passo per andare ad affacciarsi su una delle vetrate del corridoio: Insomnia appariva calma e tranquilla sotto i suoi occhi. -Sostenere la Nuova barriera è compito del Re di Lucis soltanto; se dovesse succedermi qualcosa sarà il mio erede a reggere questo pesante fardello. Ma… io porrò termine a questa guerra prima che ciò accada.-
Ignis fu colpito da parole così tanto dure: la volontà del suo sovrano restava ferma e decisa nonostante la situazione critica e la mancanza di forze; anche lui, come Gladio e moltissime altre persone, si trovò ad ammirarlo come il grande uomo che era e che sarebbe stato fino all’ultimo dei suoi giorni.
Quando Regis Lucis Caelum si voltò nuovamente verso di lui poté leggere tutta la sua fatica nelle pesanti rughe che solcavano il suo volto e tutta quella pressante disperazione ombrargli gli occhi scuri. La sua bocca, oramai sempre dipinta in una smorfia preoccupata, gli sussurrò la decisione più importante della sua vita.
-Lascio il mio unico figlio nelle tue mani.-


***
Altro capitolo su Regis: approfitto ogni volta che posso per parlare di lui perché, come già si sa, non rimarrà a lungo sulla scena di FFXV (lo ricordo a malincuore); c’è ancora un mondo di cose da dire e approfondire sul nostro amato sovrano ma adesso non voglio dilungarmi oltre. Spero di essere riuscita a rendere la sua condizione di questi anni: stanco, preoccupato e un padre assente che dirige tutti i suoi pensieri verso la felicità di Noctis; questo è l’unico motivo per cui l’ha allontanato da sé, iscrivendolo ad una scuola pubblica e facendolo andare a vivere da solo. E’ una informazione emersa da varie interviste ma magari non tutti l’avevano letta, così ho pensato fosse giusto menzionarla in questo capitolo. Il particolare che Noctis lavorasse part-time in un negozio di macchinette fotografiche l’ho ripreso dalla Wikia (anche se mi riesce difficile immaginarlo come un commesso!).
Il prossimo capitolo concluderà la parte su Brotherhood e potremo finalmente dare spazio ai Kingsglaive e agli eventi che porteranno alla caduta di Insomnia.


 

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Capitolo 23
*** Brotherhood, Capitolo 23: Winds of change ***


Requiem for Final Fantasy XV
Parte II: Brotherhood
Capitolo 23: Winds of change


In quel pomeriggio la sua sessione d’allenamento non fu soltanto un dovere: per Ignis fu un modo per sfogarsi dell’ultima litigata con Noctis; l’esercizio fisico gli faceva bene, gli faceva salire l’adrenalina e gli schiariva le idee. Alla fine della sua consueta ora prese l’asciugamano che si era portato dietro, usandolo per asciugare il sudore sul collo; poi raccolse le sue cose ed uscì dalla palestra.
-Yo!-
Fu sorpreso di trovare Gladio ad attendere fuori: forse aveva in programma una sessione d’allenamento extra? Ad ogni modo sperò di non averlo fatto aspettare troppo: il ragazzo ricambiò con un gesto il suo saluto e si diresse verso lo spogliatoio; stranamente però il suo amico non si mosse di un passo.
-Noct sta passando un periodo difficile, ultimamente.- affermò improvvisamente senza nemmeno voltarsi a guardarlo.
Ignis si girò verso di lui, confuso. -L’hai visto di recente?-
-L’ho salutato poco fa; oggi avevamo in programma di esercitarci con la spada.- gli rivolse uno sguardo divertito. -Ci deve solo provare a saltare un allenamento con me: gli farei rimpiangere d’averlo anche solo pensato!-
-Ovviamente.- si lasciò scappare un sospiro.
-Mh?-
-Non riesco a capire cosa gli passi per la testa… a volte mi chiedo se è consapevole di quale sia la sua posizione.-
Gladio lo fissò per un po' prima di rispondergli pazientemente. -Dagli un po' più di fiducia.-
Suonava strano detto da lui visto che fino a qualche anno fa aveva una pessima considerazione del principe; Ignis con lo sguardo gli chiese più spiegazioni.
-Ci ho parlato un po'.- proseguì. -Con me è riuscito a vuotare il sacco. Si sente parecchio sotto pressione: non è certo di essere pronto a diventare Re ed è spaventato dalle conseguenze che avrà il suo fallimento. Oggi, per caso, ha visto suo padre comparire pubblicamente per la prima volta dopo tanto tempo… chissà da quanto non lo vedeva: è rimasto sorpreso che ora dovesse usare un bastone da passeggio come sostegno per camminare, quando è una cosa che chi frequenta la Cittadella sa già da qualche settimana. Forse ha iniziato a pensare che il suo momento di salire al trono è vicino.-
-E’ comprensibile…- gli concesse Ignis. -Sua Maestà è stato impegnato con i doveri del Regno e ultimamente l’ha sentito molto poco, a quanto ho capito.-
-C’è stata una frase che ha detto che mi ha dato da pensare.- aggiunse l’amico. -Non avere più notizie di mio padre per un po' e rivedermelo così, invecchiato e indebolito a tal punto da usare un bastone per camminare… sfido chiunque a non preoccuparsi a morte...-
Il discorso di Gladiolus aveva senso e non era poi così difficile da capire: Ignis si stupì di come non fosse riuscito a mettersi lui stesso nei panni di Noctis e a comprendere come potesse sentirsi il ragazzo...
 -… ti ha detto davvero tutte queste cose?-
-Beh no, lo conosci.- ridacchiò. -Il nostro amato principe si esprime a monosillabi, io ho solo interpretato i suoni che ha emesso.-
L’altro abbassò lo sguardo a terra iniziando a riflettere su certi comportamenti che aveva manifestato, chiari segnali che c’era qualcosa che non andava.
Gladio gli mise una mano sulla spalla, congedandosi. -Ho pensato dovessi sapere queste cose. Dopotutto tra noi due sei tu quello che riesce a capirlo meglio, no?-


Ebbe il coraggio di affrontarlo solo il giorno dopo la chiacchierata con Gladiolus.
Non appena Ignis varcò la soglia dell’appartamento notò subito che c’era qualcosa di diverso: a cominciare dalle pantofole. Noctis di solito quasi le lanciava quando se le toglieva, senza badare a dove andassero a finire; quella volta invece erano perfettamente allineate davanti al tappeto. La casa era buia e silenziosa, non doveva ancora essere rientrato… eppure quell’odore di bruciato lo tradì e mise in allarme il giovane: Ignis si precipitò in cucina, trovando a sciacquare nel lavello una padella mezza bruciacchiata assieme ai resti di un misero tentativo di cucinarsi qualcosa da solo. E non era l’unica novità: in giro non c’erano i soliti sacchetti dell’immondizia lasciati con la speranza che si precipitassero nel cassonetto da soli; anche il tavolo era libero dal solito ciarpame, fatta eccezione per alcuni libri scolastici lasciati aperti a metà dello studio. Non regnava la precisione e la pulizia più totali che Ignis Scientia amava, però era davvero un bel passo avanti per il pigro principe. Quei piccoli ma decisivi cambiamenti lo colpirono profondamente e lo fecero sentire un po' in colpa: era stato forse troppo severo con lui?
Ora cominciava a dare il giusto peso alle parole di Gladio: Noct ha detto che non vuole pensare che suo padre stia pian piano morendo. A ben pensarci, Ignis si era fissato su cose troppo futili: una dieta salutare, educarlo a vivere da adulto, risistemare il suo appartamento e rammendargli un bottone erano compiti di cui poteva occuparsi qualsiasi cameriera o precettore, mansioni che andavano oltre quelle del consigliere reale; forse gli era sfuggita proprio la cosa più importante di tutti.
I suoi sentimenti. Il suo stato d’animo.
Un consigliere deve guidare il proprio sovrano ma allo stesso tempo supportarlo: lui era stato abbastanza di conforto per il principe? O era l’ennesima persona a dirgli cosa fare o come farla?
Un vero amico gli avrebbe almeno chiesto come stai
I pensieri di Ignis vennero interrotti dal rumore di chiavi infilate nella toppa, un giro veloce e la porta si spalancò: sicuramente il proprietario di casa aveva già intuito di avere una visita. Lo sentì poggiare la borsa a terra, sfilarsi le scarpe con calma per indossare le pantofole: in un meno di un minuto Noctis fece la sua silenziosa comparsa nel salotto, senza avere di coraggio di guardarlo in faccia.
Fortunatamente per lui il suo migliore amico sapeva già cosa fare per rimediare.


***
E con questo concludiamo questi veloci capitoletti su Brotherhood; ci tengo a sottolineare che per i titoli ho ripreso anche dalla colonna sonora dell’anime.
Nel caso di Ignis ho scelto di impostare il capitolo in maniera più introspettiva perché effettivamente tra i due non c’è stato un vero e proprio confronto diretto per chiarirsi: entrambi hanno capito da soli gli errori commessi e hanno maturato un nuovo atteggiamento per evitare di ripeterli; il finale della puntata in fondo ci mostra proprio questo, il nuovo inizio della loro amicizia.
Mi è dispiaciuto aver dovuto saltare tutte quelle simpatiche scenette con Prompto a scuola o la chiacchierata di Noctis con Gladio, ma avrei allungato di troppo la storia e credo sia meglio concentrarsi su eventi più significativi. Spero comunque che anche questa parte vi sia piaciuta~
Finita questa arc si passa al vivo dell’azione facendo un salto temporale di circa 5 anni per arrivare a Kingsglaive!

E così abbiamo finito anche questa carrellata di capitoli incentrati sui Chocobros; in questo momento sono arrivata a scrivere il momento del discorso tra Luna e Regis, quindi tutto sommato sono a metà della parte di Kingsglaive. Mi auguro di riuscire a pubblicare almeno un po' di capitoli entro breve tempo ma preferirei aspettare di avanzare un altro po' con la stesura di quelli successivi.
Ci tengo a ringraziare l’utente che mi ha lasciato il primo commento di questa storia, sono davvero felice che il mio lavoro venga apprezzato e ho tutta l’intenzione di andare avanti così fino alla fine!
Grazie anche a tutti coloro che non hanno commentato ma che comunque sono arrivati a leggere fino a qui.


 

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Capitolo 24
*** Kingsglaive, Capitolo 24: Battle for the Crown City ***


Requiem for Final Fantasy XV
Parte III: Kingsglaive
Capitolo 24: Battle for the Crown City


Il confine di Lucis era un luogo polveroso, un vero e proprio deserto in mezzo a grandi archi di pietra forgiati nel tempo: un caldo tramonto illuminava le alte mura che delineavano il territorio sopra le quali stavano asserragliati gli intrepidi uomini del corpo dei Kingsglaive. L’aria secca del luogo venne sferzata dall’avanzare delle armate imperiali che portarono con sé il meglio del loro battaglione: aeronavi, soldati Magitek, daemons.
Fu quello il teatro dell’ennesimo scontro tra Lucis e Nifhleim.

Innaturalmente rapidi, gli Ahriman scalavano le mura difensive come se non risentissero della forza di gravità; per loro sfortuna i Kingsglaive erano pronti a tutto pur di non lasciarli passare. Tra quegli uomini coraggiosi se ne distinse uno in particolare per la rapidità d’azione e la comprovata resistenza fisica; il guerriero, ben coperto dal cappuccio nero, si teletrasportò con il lancio dei suoi kukri in una zona rimasta scoperta dalle guardie, respingendo con una forte scarica elettrica i daemon che stavano oltrepassando le mura.
-A tutte le unità! Mettete al sicuro la barriera!- gridò, premendo sull’auricolare dell’orecchio destro per trasmettere l’ordine ai suoi compagni. -Se aprono un varco è la fine!-
Detto questo si lanciò a capofitto giù dalle mura, percorrendole quasi di corsa in verticale; lanciò una delle sue armi contro l’orribile Ahriman che gli stava venendo incontro facendolo ruzzolare a terra; infine gli piombò addosso con l’altra arma, squarciando in due il suo corpo.
Quel ragazzo però non era l’unico a darsi tanto da fare nella mischia.
 -Cazzo!- fu l’imprecazione di un altro Kingsglaive posizionato in prima linea, al riparo tra le antiche rovine antistanti la lunga barriera; il suo disappunto era causato dall’improvviso avanzare della fanteria imperiale che apparve oltre l’orizzonte: la battaglia stava proseguendo più a lungo del previsto e a quel punto era ben chiaro ai generali di Nifhleim che l’avanguardia dei daemons non era sufficiente a rompere le difese nemiche. Il soldato lanciò una debole magia di teletrasporto in direzione est; in questo modo riuscì ad irrompere tra le prime file dei Pretoriani Magitek, sorprendendoli su un fianco e buttandone giù più di un paio con la sua ascia machete. Il suo coraggioso stratagemma venne però smascherato in meno di un minuto, quando i rinforzi imperiali lanciarono il contrattacco; l’uomo fu costretto ad indietreggiare, lanciando sfere infuocate e creandosi una barriera cristallina per difendersi.
-… che aspetti, Crowe?!- urlò, quasi come se la sua alleata lo potesse udire.
La ragazza si trovava su una delle torrette d’avvistamento più alte, circondata dai membri della sua squadra di evocatori. Con le braccia ben tese, i piedi ben piantati a terra nonostante le forti raffiche che sferzavano i loro corpi, concentravano tutte le loro forze in un punto ben preciso del cielo dove si stava creando una nube oscura intrisa di magia.
-Crowe, riferisci!- si udì l’imperiosa voce del capitano rimbombare dall’auricolare.
Lei si portò una mano sull’orecchio destro. -Ci siamo quasi…!-
Il vortice da loro creato cresceva sempre più, acquistando velocità e risucchiando mano a mano gli oggetti presenti sul campo di battaglia; la sua forza tuttavia non era ancora tale da spazzare via gli androidi imperiali. Gli evocatori strinsero i denti, attingendo la magia fino a consumare le loro energie vitali…
-… oh…- uno di loro infine si accasciò a terra, totalmente stremato dallo sforzo.
-NO!- Crowe si tolse istintivamente il cappuccio. -Resistete! Fate due passi l’uno verso l’altro, non dobbiamo lasciare alcun buco in mezzo a noi! Possiamo farcela!-
Le sue parole riuscirono ad incoraggiare gli altri che fecero come ordinato senza perdersi d’animo; nel frattempo erano giunti anche carri armati e camminatori bipedi che scagliarono i loro missili verso il fronte nemico.
-Mi serve aiuto, la barriera sta cedendo! Pelna ce la fai a raggiungermi?- la voce gracchiante dell’auricolare chiamò uno dei soldati oltre il confine, impegnato a seminare un gruppo di Ahriman che lo avevano accerchiato: si lanciò indietro, scaricando addosso a loro la sua magia d’attacco.
-Come se non stessi già facendo abbastanza…!- bisbigliò a sé stesso in una lamentela che avrebbe taciuto al suo diretto superiore; si arrampicò su una delle rovine, tendendo un agguato ad una di quelle terribili creature. -Pff, c’è mancato un pelo…-
Un paio di missili lo superarono, andando ad esplodere contro un muro mezzo franato proprio alle sue spalle; Pelna non avrebbe mai potuto accorgersene in tempo e probabilmente sarebbe morto sepolto dai detriti se non fosse stato per un suo compagno che si gettò verso di lui per proteggerlo, creando una barriera che fece loro da scudo contro i massi rocciosi in caduta.
-… T-Tredd?!-
-Tranquillo, oggi non è il giorno che morirai…!- gli rispose il ragazzo con fare spavaldo.
Il suo momento di gloria fu interrotto dal ruggito di una creatura alle loro spalle che si lanciò in corsa da oltre la vallata: Nifhleim stavolta si era portato dietro anche uno dei suoi famosi Behemoth.
-Ehi, ma ti sembra giusto?! Lassù qualcuno ce l’ha con noi!-
I due Kingsglaive indietreggiarono istintivamente, alla ricerca delle loro armi, ma il daemon correva troppo veloce per loro e sapevano che non ce l’avrebbero mai fatta ad evitarlo in tempo…
-GWAAAAARGH!!!-
D’improvviso il mostro arrestò la sua corsa ruggendo spaventosamente dal dolore; ai due ragazzi ci volle qualche secondo prima di identificare quel kukri conficcato sulla cervicale, seguito da un loro compagno che comparve in un vortice cristallino; il guerriero completò l’opera recidendo la gola del Behemoth con un profondo taglio, per poi allontanarsi in un luogo più riparato.
-Nyx, sono in debito con te!- affermò con gioia Pelna, rialzandosi e appoggiandosi ad un masso roccioso.
-Tu come tutti gli altri!- gli rispose baldanzoso.
La voce che giunse dagli auricolari interruppe quel breve scambio di battute. -Servono rinforzi sul fronte est: Nyx, dove ti trovi?-
-Sto arrivando!- affermò, prima di rivolgersi all’amico. -Pelna, ritiratevi e raggiungete gli altri!-
Il ragazzo annuì. -Vacci piano con la magia, eroe: a casa c’è gente che ti aspetta!-
-Sanno quanto valgo!-
Nyx si rilanciò verso la mischia; mentre Pelna correva al riparo Tredd si trattenne qualche secondo in più ad osservare il loro salvatore sul campo di battaglia. -… modesto…!- commentò con una punta d’invidia.
Oltre la linea di ritirata era rimasto un unico Kingsglaive, impegnato in una strenua battaglia da solo contro l’esercito imperiale: si difese a colpi di magia, lanciando sfere infuocate a destra e scariche elettriche a sinistra, ma un Ahriman gli si parò improvvisamente davanti e lo costrinse ad indietreggiare tanto da farlo inciampare a terra; il guerriero però era pronto ad affrontare una situazione del genere e con un colpo deciso di ascia machete recise le zampe e gli artigli, scaricandogli energia elettrica addosso; completò l’opera infilzandogli la testa con una zampa.
-Guardati le spalle, Libertus, ne arrivano degli altri!- l’avvertimento di Nyx gli giunse chiaro e forte dall’auricolare.
-Non resisteremo a lungo!- riprese fiato mentre cercava un riparo; si adagiò dietro un arco in pietra, togliendosi il cappuccio per respirare meglio. -Crowe!!-
La guerriera era molto distante dal luogo in cui imperversava la battaglia ma quasi poté sentire il richiamo di Libertus; strinse i denti, augurandogli nei suoi pensieri di resistere un altro po'.
-Sì… sì! Ce l’abbiamo fatta!- fu la sua esclamazione di gioia accompagnata dal sorriso del resto della squadra: gli evocatori dei Kingsglaive avevano creato un immenso vortice di fuoco capace di risucchiare ogni cosa presente sul campo di battaglia. Quella a cui erano stati costretti a ricorrere però era un’arma a doppio taglio: la magia non poteva fare eccezioni e i ragazzi erano in pericolo di risucchio tanto quanto i Magitek; l’unica speranza per loro era il teletrasporto.
-A tutti i Kingsglaive, ritiratevi!- fu il disperato ordine del quartier generale. -Ripeto, ritiratevi!!-
Non se lo fecero ripetere una seconda volta e scansarono il più rapidamente possibile Pretoriani e daemons per crearsi una via di fuga verso la barriera; tra i tanti ci fu anche chi, troppo stanco o incastrato nella lotta con il nemico, non riuscì a teletrasportarsi via in tempo.
Quando la tempesta si calmò e si poterono contare le perdite era chiaro che quelle del corpo di Lucis furono misere rispetto all’armata di Nifhleim; Nyx e Libertus non poterono oltrepassare il confine ma riuscirono a rintanarsi tra i ruderi più robusti di sotto delle mura, dove evitarono di venir risucchiati via.
A quel punto la battaglia sembrava giunta al termine, il sole non era ancora tramontato e non restavano altro che cadaveri di daemons e rottami Magitek da prendere a calci: nei giovani cuori dei Kingsglaive crebbe l’euforia di una vittoria ottenuta in uno scontro che sembrava perso in partenza; c’era ancora qualcuno che stentava a crederci ma sembrava che tutto fosse andato esattamente come pianificato.
Già, sembrava
Passarono ben pochi minuti prima che si potesse scorgere l’avvicinarsi di ulteriori aeronavi imperiali, una flotta di numero troppo esiguo per sperare di contrastarli ma che stranamente creava una gran quantità di terreno smosso superiore a quella che avrebbe dovuto; Nyx, Libertus e i pochi altri presso le mura furono i primi a notare che ogni aeronave recava lunghi cordoni usati per trascinare un qualcosa di decisamente grosso e pesante, rinchiuso all’interno di un gigantesco container metallico; quel qualcosa era completamente avvolto da una densa cortina e non si rivelò ancora ai loro occhi fino a che il comandante imperiale in carica non rilasciò il permesso.
-Liberate il daemon.-
I guerrieri di Lucis non poterono udire quell’ordine perciò restarono sorpresi dall’improvviso aprirsi del container: si palesò la sagoma di una cosa che sembrò prendere vita, accasciandosi a terra e trascinando con sé alcune malcapitate aeronavi che finirono distrutte nell’impatto col suolo; i Kingsglaive si rimisero in guardia con il cuore colmo di dubbi su quale ennesimo pericolo stavano per affrontare…
-Tenetevi pronti!- comandò prontamente Crowe, provando un rituale di evocazione piromantico più semplice e veloce; gli evocatori le diedero manforte creando un gigantesco muro di fuoco a protezione dei suoi compagni. La magia riuscì perfettamente e bloccò l’avanzata del mostro: l’impatto fu tale che i guerrieri riuscivano a malapena a stare in piedi, combattendo contro le pesanti raffiche che arrivavano. Crowe faceva fatica a tenere gli occhi aperti in quelle condizioni e aveva le membra dolenti a causa del grande dispendio di energie: il gigantesco daemon combatteva contro guerrieri già stanchi e gli ci volle davvero poco per contrastare la loro magia; in poco tempo tutto il gruppo di evocatori si accasciò a terra, privi della forza anche solo di alzare un braccio.
-… no…- la ragazza inginocchiata guardava atterrita il suo nemico, sapendo che era tutto perduto.
Il fuoco si era spento, il fumo si era diradato ed ora tutti potevano distinguere perfettamente i contorni di quella strana creatura, un tipo di daemon assolutamente inedito; con loro immenso stupore spalancò le due aperture che aveva sulle spalle (forse erano due bocche?) scaricando una raffica di missili verso l’alto che piombò sulle loro teste.
-Non possiamo sconfiggere quel daemon! Vi ordino di ritirarvi!- era la prima volta che il capitano usava parole tanto arrendevoli. -Tornate vivi, è un ordine!-
Ma Nifhleim non aveva intenzione di consentire così facilmente la ritirata del suo nemico: ed ecco che una possente creatura leonina sbucò fuori agilmente dalla coltre di fumo, investendo i Kingsglaive più vicini e scagliandoli lontano da essa; si avventò su altri guerrieri, ferendoli a morte con le sue zanne appuntite.
-… quello è un cazzo di Cerberus…- imprecò Libertus, scappando nella direzione opposta verso i ruderi delle mura.
Tutti erano così concentrati sulla fuga che nessuno si rese conto di quel che stava per capitare proprio sopra le loro teste: una parte dei missili sparati dal gigantesco daemon si era schiantata sulle rocce circostanti e provocò una frana a catena che travolse qualsiasi malcapitato incontrasse.
-AAAAAHHH!- fu il gemito di dolore di Libertus quando la gamba sinistra rimase bloccata tra due pesanti massi; quel grido richiamò l’attenzione di Nyx che si fermò con il cuore in gola, indeciso su come dovesse agire. Il ragazzo quasi non si accorse che uno dei suoi compagni gli si era rapidamente avvicinato, probabilmente intuendo la sua prossima mossa.
-Nyx!-
-… Luche…-
-Dobbiamo andare, presto!- si scagliò su di lui scuotendolo per la giacca. -Nyx!! Sono gli ordini!-

Quella voce... quelle grida… non sarebbe mai riuscito a dimenticarle.
-Aiuto… Nyx… aiuto!!!-


Il Kingsglaive scosse il capo, non avendo il cuore di voltare le spalle all’amico. -… che idiota!-
Svincolatosi dalla presa di Luche, Nyx lanciò i suoi kukri nella direzione opposta teletrasportandosi in più passaggi per accorciare i tempi e le distanze e così raggiungere Libertus; l’amico intanto cercava inutilmente di svincolarsi, ma con una gamba fuori uso non poteva di certo farcela da solo. Nel frattempo anche il Cerberus si era accorto della sua presenza e si avvicinò lentamente, consapevole che la sua prossima preda fosse già in trappola.
Libertus lo fissava mentre si preparava a piombargli addosso. -… cazzo, no!-
Un improvviso bagliore blu si frappose fra lui e il daemon, distogliendo la sua attenzione; quel bagliore velocissimo sgusciò alle spalle della creatura leonina e si materializzò nella figura di Nyx proprio sopra la testa centrale del Cerberus; il guerriero evitò in ogni modo le zanne delle altre due teste ma venne sorpreso da un potente colpo di coda che lo spazzò via, facendolo sbattere contro un muro lì vicino. L’adrenalina che aveva in corpo lo aiutò ad agire prontamente e, teletrasportandosi alle spalle della creatura, gli lanciò una pesante scarica elettrica che riuscì a metterlo fuori combattimento almeno per un po'; a quel punto Nyx poté accorrere da Libertus, aiutandolo a scostare un poco il masso per permettere l’uscita della gamba.
-… o-oi!- esclamò l’amico quando si vide porgere uno dei suoi kukri. -Io non sono bravo con questo genere di armi…-
-Preferisci fartela a piedi, forse?-
Non ebbe il tempo di replicare che il terreno sotto di loro cedette a causa dei continui urti provocati dal gigantesco daemon: la voragine che si aprì inghiottì il Cerberus ed ogni cosa circostante, avrebbe preso anche Libertus se il suo amico non fosse riuscito a teletrasportarlo via in tempo; i due si fermarono a pochi metri dal precipizio, fissando il vuoto al di sotto di esso con gli occhi di due sopravvissuti.
-… ehi!- Nyx gli diede una scrollata, avvertendo quanto lo scampato pericolo l’avesse scosso. -Non puoi morire, devo portarti via da qui!-
Lo afferrò per la vita, issandolo in piedi; usò tutte le sue forze in quell’ultimo lancio che fu il più lungo di tutti e tanto bastò per oltrepassare la linea di confine.

Mentre accompagnava i paramedici che trasportavano Libertus su una brandina Nyx ebbe la tentazione di voltarsi indietro verso il campo di battaglia: il gigantesco daemon era ancora là fuori che li fissava immobile e minaccioso; anche da così lontano si poteva notare l’intero esercito di Nifhleim ritirarsi alle sue spalle.
Che senso ha tutto questo?! Avrebbero potuto attaccarci, tra il daemon e le aeronavi potrebbero benissimo prevalere in uno scontro diretto… che razza di strategia sta adottando l’Impero? Sembra come se che gli sia stato ordinato di lasciarci andare…
-Sono di nuovo in debito con te.- la debole voce di Libertus lo ridestò dai suoi pensieri.
-Sì, lo aggiungo al tuo conto…- rispose sarcastico. -Prova a riposarti un po', ok?-
-Siete sempre i soliti…- fu il commento di una sorridente Crowe che riuscì finalmente a raggiungerli; si scambiò uno sguardo d’intesa con Nyx per poi salire sull’autocarro con i paramedici, vegliando sull’amico ferito. Il galahdiano li osservò immobile allontanarsi nella notte poi andò a cercare un piccolo angolo tranquillo dove riposarsi: avrebbe dovuto aspettare il ritorno dei furgoni la cui priorità in quel momento era il trasporto dei feriti al quartier generale.
-Accidenti…- bofonchiò accasciandosi nei pressi di una vettura parcheggiata: poteva davvero dirsi fortunato ad aver riportato tutte ferite lievi. Chiuse gli occhi per un momento, cercando un po' di quiete in mezzo a tutto quel caos…
-Hai disobbedito ad un ordine diretto di ritirarvi.- tuonò l’inconfondibile voce del capitano Titus Drautos: Nyx non poteva aver davvero pensato che sarebbe riuscito a sfuggire al suo rimprovero.
-Per la famiglia e la patria… giusto, signore?- gli rammentò il loro motto. -Finché avrò forza obbedirò solo a quell’ordine.-
Il capitano gli lanciò un’occhiataccia, risentito dal suo tono. -Non illuderti, Nyx Ulric: tutta la forza che hai la devi al tuo Re. Senza di lui non sei niente.-
-Ma è anche per lui che combattiamo, no? Almeno lo aiutiamo a tenere i Magitek ben lontani dalla sua amata Insomnia.- fece un cenno verso il campo di battaglia. -Compresa quella dannata cosa.-
-Mhh.- Drautos quasi non gli rispose, fissando con aria preoccupata il daemon gigantesco.
Nyx lo squadrò attentamente. -Signore… non le sembra strana come strategia? Una scarica di missili invece di un attacco diretto. Non saprei, mi sembra che sia piuttosto una mossa d’avvertimento…-
-Non sei nella posizione di far ipotesi, soprattutto dopo il tuo comportamento indisciplinato: prenderemo provvedimenti anche su quello.- lo ammonì il suo superiore, prima di voltarsi e lasciarlo solo. -Attendi i dettagli del tuo trasferimento.-


***
Non potevamo iniziare nel migliore dei modi se non raccontando le gesta dei Kingsglaive sul campo di battaglia! Mi scuso nuovamente per la lunghezza del capitolo ma non sono proprio riuscita a tagliare nulla: ogni pezzo di questa battaglia l’ho trovato interessantissimo e perciò mi sono quasi limitata ad una cronaca minuto per minuto; in questo modo sono riuscita a presentare l’entrata in scena della Diamond Weapon (di cui non cito mai il nome per dare proprio l’impressione che non si sappia cosa sia) e introdurre i personaggi principali: Nyx, Libertus, Crowe, Pelna, Drautos, Luche e Tredd.
Sul finale ho un po' cambiato le battute scambiate tra Nyx e Drautos per sottolineare maggiormente che a conti fatti Nifhleim avrebbe potuto vincere quella battaglia ma ha preferito lanciare un avvertimento ai Kingsglaive, proprio come sottolineerà Ardyn nel suo discorso davanti a Re Regis nel prossimo capitolo.
 

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Capitolo 25
*** Kingsglaive, Capitolo 25: A modest proposal ***


Requiem for Final Fantasy XV
Parte III: Kingsglaive
Capitolo 25: A modest proposal


Il capitano Titus Drautos era un uomo di provata esperienza sul campo di battaglia, con una grande astuzia che lo aveva aiutato a fare carriera: seppure le intuizioni di Nyx fossero state esatte non gli avrebbe mai rivelato i dettagli del rapporto sul loro ultimo scontro; si riservò ogni particolare, ogni dubbio e perplessità per il pomeriggio successivo, quando fu stato convocato d’urgenza a corte a riferire l’esito della loro missione.
-Sì, Vostra Maestà.- rispose, ancora inginocchiato di fronte al suo sovrano. -Ma la loro vittoria non è affatto assicurata.-
Regis lo fissò pensieroso. -Una ritirata improvvisa ed inspiegabile…-
-Siamo comunque in pericolo, Vostra Maestà.- intervenne dura la voce del fidato Clarus. -Non sappiamo quando attaccheranno di nuovo.-
La risposta del Re venne interrotta dall’irruzione di un membro della Guardia Reale che si affrettò ad inchinarsi di fronte a lui per riferirgli un messaggio. -Vostra Maestà, un comunicato dalla porta occidentale: un uomo che sostiene essere un ambasciatore dell’Impero richiede udienza!-
-Mh, è così?- rispose Regis con fare insospettito. -Fatelo passare, voglio sentire cos’ha da dire.- e aspettò che la sua guardia uscisse dalla sala del trono per congedare il capitano dei Kingsglaive: -Per il momento va bene così, Drautos.-
-Sì, Vostra Maestà.-
Clarus spostò lo sguardo dal Kingsglaive al suo sovrano: anche da quella distanza poteva leggere la sua preoccupazione tra i lineamenti del viso. La porta occidentale non era molto distante dalla Cittadella; di lì a una ventina di minuti avrebbero ascoltato cosa aveva da dire questo presunto ambasciatore

Passarono più di venticinque minuti prima che il portale della sala del trono si spalancasse per far entrare l’ospite atteso: l’uomo che varcò la soglia aveva un aspetto bizzarro a causa dei suoi vestiti sgargianti e una certa teatralità nelle movenze, eppure la determinazione del suo sguardo lasciava intendere che non era di certo uno sprovveduto.
-Ehilà, salve! Buona giornata a tutti voi!- un largo sorriso gli si disegnò sulle labbra mentre, con voce forte e tonalità gioviale, passava in rassegna uno per uno tutti i membri della Corte Reale di Insomnia; una mossa degna di un vero demagogo. -Ben ritrovati, cari abitanti di Lucis.- per ultimo, ma soltanto per dargli enfasi, lo sguardo si posò sul sovrano.
Regis non si lasciò incantare da quelle moine: sapeva bene con chi stava parlando. -Nifhleim è divenuto così audace da inviare il cancelliere stesso come messaggero? E senza scorta, per giunta.-
-E’ un onore essere riconosciuto dal grande Re Regis!- esclamò, come se la cosa davvero gli avesse fatto piacere. -Eppure, permettetemi di presentare il cerimoniale presentandomi: Ardyn Izunia, cancelliere di Nifhleim; umilmente a vostra disposizione.- si tolse il cappello e si esibì in un perfetto inchino.
Clarus Amicitia si trattenne dal commentare quella pagliacciata: Regis stava gestendo bene la situazione e dovevano assolutamente capire a che gioco stava giocando l’Impero; il Re si limitò a fare un cenno del capo educatamente in sua direzione, così come il resto dei membri della Corte.
Ardyn si rialzò in piedi e proseguì. -Sono qui umilmente al vostro cospetto, in questo giorno propizio, per sottoporvi le condizioni di pace.-
-… pace?-
-Come senza dubbio avrete intuito, la nostra recente manovra non è stata una ritirata strategica: definiamola…- posò con fare deciso il piede sul primo gradino della scalinata, vagando con lo sguardo in cerca delle parole giuste. -… un gesto di imperiale benevolenza. Proprio come voi, noi non desideriamo altro che mettere fine a questa guerra assurda.-
-E’ così, dunque?- commentò impassibile il sovrano.
-E’ così, certo! E non poniamo che una sola condizione.-
Regis si protese, consentendogli con un cenno di salire qualche gradino per avvicinarsi. -Sarebbe?-
-Fatta eccezione per la sola magnifica Insomnia, Lucis dovrà cedere a Nifhleim tutti i suoi territori.-
Ogni uomo e ogni donna del Consiglio Reale scattò sull’attenti nell’udire quelle assurde parole: ma bastò un gesto del Re a trattenerli e nessuno osò emettere un fiato, seppure era percepibile la tensione che si era venuta a creare; Ardyn ne sembrò quasi compiaciuto tanto che ne approfittò per mettere in scena il discorso di elogio che si era preparato.
-Ahh, Insomnia!- con una gestualità ampia e ben calibrata catturò nuovamente tutta l’attenzione su di sé. -Il diamante della corona del Regno di Lucis! Posso garantirvi che non abbiamo mire su questa città e che auspichiamo ad una pacifica futura convivenza con voi, Vostra Maestà.-
-Capisco… e così tutto quello che dovremo fare è consegnarvi il Regno, fatta eccezione per la nostra capitale, giusto?- nonostante l’assurdità di quella situazione Re Regis si mostrò calmo e controllato; il suo atteggiamento riuscì persino a rincuorare i suoi consiglieri, quasi come se fosse lui a tenere il coltello dalla parte del manico.
Fu a quel punto che Ardyn si rivolse direttamente a lui, con un sorrisetto beffardo.
-Esattamente, è proprio così… oh ma che sciocco, quasi dimenticavo! C’è solo un’altra piccola condizione, una cosetta banale…- il suo tono sornione cambiò improvvisamente e gelidamente gli comunicò: -Riguarda vostro figlio.-
Ottenne esattamente l’effetto aspettato: l’espressione di Regis si tramutò in una maschera di rabbia, il viso impallidì e dovette fare un respiro profondo per non perdere le staffe.
-… mio figlio?- sussurrò con indignazione, come se fosse già un grave reato che l’avesse solo nominato; il cancelliere sembrò non farci caso e proseguì nell’esposizione dei termini dell’accordo senza batter ciglio.
-Ci sembrava opportuno suggellare il trattato con un regale matrimonio, in modo da unire per sempre i nostri due paesi… un atto di fiducia, capite bene?  Inoltre, il nostro amato Imperatore vorrebbe assecondare una delle ultime volontà dell’ex Oracolo…-
-Volete dire che…-
-Il bel principe Noctis di Lucis e l’affascinante principessa Lunafreya di Tenebrae convoleranno a nozze. Oh, ma sembrate contrariato, vostra altezza!- commentò, notando un’ulteriore cambiamento nel suo animo. -Vi assicuro che la principessa vi tributa ancora tutta la sua stima… come sempre, in questi 12 lunghi anni.-
Il sovrano strinse un pugno sul poggiabraccio, controllandosi a fatica: non si sarebbe mai perdonato per aver abbandonato Lunafreya e Tenebrae nelle mani di Nifhleim. Il cancelliere non soltanto aveva una buona parlantina ma sapeva esattamente dove andare a parare; Regis si sentì quasi vulnerabile, colpito nei suoi punti deboli. Nonostante ciò non poteva assolutamente permettersi comportamenti impulsivi: quello era un vero e proprio incontro ufficiale e qualsiasi mossa falsa avrebbe potuto decretare le sorti della guerra a favore dell’Impero; ritrovò a fatica la compostezza e l’impassibilità che lo caratterizzavano dando la risposta che Ardyn stava aspettando.
-Se questo è quanto allora posso chiedere di congedarti, cancelliere Izunia: io e la mia Corte abbiamo bisogno di rifletterci un po' su prima di dare una risposta definitiva all’Imperatore Iedolas.-
-Ma certamente!- si inchinò di nuovo, togliendosi il cappello. -Insisto anch’io che vi prendiate tutto il tempo necessario per partorire la vostra decisione vista l’importanza che avrà sull’intero pianeta. Vi invito solo a fidarvi delle buone intenzioni della nostra proposta: in fondo sono troppi anni che stiamo combattendo e siamo tutti vecchi e stanchi; nessuno dovrà più morire per questa stupida guerra. -
Con quest’ultima frecciatina, che Regis non raccolse, Ardyn Izunia uscì dal grande portone della sala del trono atteggiandosi come un attore che aveva appena terminato il suo spettacolo; i membri del Consiglio si lasciarono andare a qualche commento bisbigliato con il vicino, aspettando con timore il momento in cui il loro sovrano li richiamasse a discutere la decisione da prendere. Tuttavia anche Regis doveva prendersi il suo tempo per assimilare la cosa: si scambiò uno sguardo eloquente con Clarus avvertendo tutto il suo sostegno.
In un modo o nell’altro, la decisione presa avrebbe senz’altro cambiato il mondo così come loro lo conoscevano.


***
Con la solita teatralità che lo contraddistingue finalmente è entrato in scena il nostro antagonista: finora ho tenuto da parte Ardyn proprio per far percepire il suo modo di agire nell’ombra, ben lontano dai campi di battaglia. Il suo background e il contributo che ha dato all’Impero di Nifhleim verranno spiegati in un momento successivo della storia; ammetto che mi sto trattenendo anche in vista di un ipotetico dlc su di lui (Tabata ha spiegato che è intenzione del team approfondire di più questo personaggio).
Sono certa di non esser riuscita a comunicare la potenza di questo faccia a faccia perciò vi invito a riguardare nuovamente la scena (soprattutto in inglese): Darin De Paul è magistrale come Ardyn così come Sean Bean è un ottimo Regis; per non parlare poi della resa delle espressioni facciali che diventano anche più comunicative di mille parole.
Chiudo questa piccola parentesi di adorazione per Kingsglaive e vi rimando ai prossimi capitoli, dove leggeremo (dai punti di vista di vari personaggi) l’impatto che ha avuto la decisione di accettare l’accordo con Nifhleim; a differenza del film in questa parte della storia anche Noctis e compagni saranno molto presenti.

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Capitolo 26
*** Kingsglaive, Capitolo 26: In the line of duty ***


Requiem for Final Fantasy XV
Parte III: Kingsglaive
Capitolo 26: In the line of duty


La visita del cancelliere Izunia voleva essere risolutiva e pacificatrice, almeno nelle intenzioni mostrate; tutto ciò che lasciò furono dubbi e un senso di amara sconfitta che alimentarono l’odio e il rancore nei cuori delle più alte personalità di Insomnia. Re Regis ne rimase eccessivamente turbato, non soltanto per il peso che sentiva gravargli ancor più sulle spalle ma per l’apprensione nell’udire che l’accordo avrebbe coinvolto in prima persona anche Noctis e Lunafreya; sarebbe stato umanamente comprensibile se si fosse preso qualche giorno di solitudine per assorbire meglio le crudeli condizioni imposte dall’Impero e ragionarci a mente lucida, senza farsi prendere dall’orgoglio, tuttavia non gli fu concesso. O meglio, dovette non concederselo da solo: perché la visita di Ardyn Izunia non passò inosservata nemmeno tra le guardie della Cittadella e nel giro di poche ore già si mormorava l’accaduto (anche se i dettagli del discorso tenuto dal cancelliere erano noti solo ai presenti nella sala del trono); il sovrano non poteva permettersi di aspettare oltre, col rischio che queste voci giungessero alle orecchie dei giornalisti e si creasse uno scalpore per nulla.
Fu così che il pomeriggio seguente a quell’incontro i consiglieri reali furono di nuovo richiamati alla Cittadella, seduti nella sala del Consiglio e tenuti a dover prendere in breve tempo una decisione di tale importanza; nessuno di loro però biasimò Regis per tanta fretta.
-Ben ritrovati, vi ringrazio per essere qui.- furono i convenevoli di benvenuto che aprirono la seduta. -So che vi chiedo molto, ci sarà qualcuno che non avrà ancora maturato alcuna decisione… e mi rendo conto che sarebbe stato opportuno rifletterci più a lungo: ma voglio impedire che qualsiasi cosa trapeli fuori prima di esser pronti a prendere una posizione ufficiale.-
I dieci rappresentanti della nobiltà di Lucis inchinarono il capo in un gesto di saluto e rispetto verso la corona.
Clarus Amicizia si schiarì la voce. -Parlo a nome di tutti, Vostra Maestà: vorremmo sapere quale è la vostra opinione in merito all’armistizio.-
-Prima di dirvi che cosa ne penso sarei ansioso di conoscere la vostra opinione, se ne avete una: in un momento come questo ho bisogno più che mai che sia il Consiglio a guidarmi e non viceversa; sarete solo voi a darmi una conferma o una smentita. Non voglio influenzare il vostro giudizio con il mio.-
Alcuni uomini di età più avanzata annuirono lentamente, come a dare il loro tacito appoggio a questo modo di fare.
-Ebbene, per prima cosa vi chiedo di votare quale sia la scelta migliore; successivamente si potrà aprire il dibattito. Allora, tutti coloro che sono favorevoli ad accettare alzino la mano.- gli stessi consiglieri che annuirono prima, più la nobildonna seduta alla destra del sovrano, votarono: in tutto quattro mani alzate. -Bene, ed ora chiedo di fare la stessa cosa a chi non è d’accordo con questo patteggiamento.- stesso numero di mani alzate, appartenenti ai tre membri più giovani del Consiglio, capitanati da Clarus.
Regis sospirò. -Dunque, ne deduco che solo in due non avete preso alcuna decisione…-
-Ma così è un pareggio, Vostra Maestà!- esclamò uno dei due astenuti.
-Già…-
-Se mi è concesso...- uno dei giovani in fondo al tavolo alzò la mano. -Vorrei iniziare io il dibattito.-
Il Re annuì. -Concesso.-
L’uomo si sistemò gli occhiali. -Vostra Maestà, miei signori, sono fermamente convinto che non dovremo accettare un patteggiamento con l’Impero: i Kingsglaive hanno dimostrato di poter tener testa alle truppe Magitek, in più di una occasione; credo piuttosto che sia giunto il momento di rinforzare le loro file, reclutando nuove leve e inviando alcuni reparti della Guardia Reale al fronte…-
Se ne avessi la forza, io stesso andrei al fronte con più truppe: ma sarebbe giusto sguarnire maggiormente la capitale? fu il pensiero del sovrano nel sentire queste parole.
Gli rispose a tono il nobile seduto di fronte. -Oh ma andiamo! Quanti soldati abbiamo già perso sul campo di battaglia? Se Nifhleim si permette richieste del genere vuol dire che sa di essere in vantaggio su Lucis!- Questo è chiaro altrimenti il cancelliere non avrebbe osato proporci un accordo unilaterale, quasi tutto a vantaggio dell’Impero.
-E dunque sarebbe stato tutto vano?- proseguì un membro della fazione opposta. -Pensate a tutto quel che abbiamo fatto, alle conquiste ottenute, a quegli uomini che hanno sì perso la vita ma per un’ideale! La libertà, la vittoria sulla tirannia imperiale! Per loro, per i sopravvissuti, per le loro famiglie dentro e fuori Insomnia… non possiamo accettare queste condizioni!-
Ha ragione… non posso scordare la promessa fatta ai miei Kingsglaive: loro combattono per riprendersi le loro case.
-Perderemo questa guerra, Vostra Maestà!- proruppe uno dei membri più anziani ed esperti. -Lucis non può farcela soltanto con i Kingsglaive: accettare questa tregua potrebbe essere la scelta migliore…-
E’ pur vero che in questo modo impediremmo a molti altri soldati di perdere la loro vita sul campo di battaglia.
Dall’altro lato del tavolo intervenne un consigliere più giovane. -Stiamo parlando di questioni al di là della Nuova barriera, non ci sarà bisogno di tregue qui finché essa resisterà: e se la situazione dovesse peggiorare ci sarà sempre l’Antica barriera!-
Coloro che abitano fuori i confini della città sono pur sempre miei sudditi: e l’Antica barriera…
-Sì, ma questa tregua metterebbe fine a tutti i combattimenti! Se solo potessimo scendere ad un compromesso…- fu la vana speranza dell’unica donna presente in sala.
Porremmo fine a un conflitto che dura da oltre 30 anni… ma un uomo come Iedolas Aldercapt non accetterà mai delle condizioni di resa diverse da quelle che ci ha imposto.
-I compromessi sono imprudenti; noi non conosciamo le vere intenzioni di Nifhleim.- Clarus interruppe il discorso della collega con il solito modo di fare fermo e risoluto che lo contraddistingueva: non c’era alcun dubbio che era uno dei pochi lì dentro ad aver le idee decisamente chiare. Si rivolse al resto del tavolo. -E non dovete illudervi: le barriere sono tutt’altro che impenetrabili.-
Clarus ha ragione.
-Dunque, ci restano pochissime opzioni.-
Con queste semplici parole il Re pose fine a quell’infruttuoso dibattito: era chiaro che ognuno di loro restava fermo sulle proprie decisioni e che un confronto tra le due parti non stava portando assolutamente a niente; la situazione restava di una parità assoluta, con i due astenuti che tacevano ancora per nulla convinti su cosa fare.
Regis abbassò gli occhi, pensieroso. -La Nuova barriera è sostenuta dal trono, io posso reggerla ancora per qualche anno se il Regno lo richiede… ma il cancelliere ha detto una cosa vera, se non altro.- la smorfia che si dipinse sul suo viso mise in luce quanto gli costava ammetterlo. -Siamo vecchi. E l’Antica barriera… non posso comandare l’Antica barriera ora che sono indebolito e non ho la forza per guidare un’offensiva e rovesciare le sorti di questa guerra.-
Clarus era seduto alla sinistra del Re e non gli sfuggì il suo gesto di chiudere la mano in un pugno, per mascherare il leggero tremore: quella che agli altri poteva apparire come un modo per contenere la propria rabbia era in realtà un gesto per mascherare la propria debolezza.
-Allora fate la vostra scelta, Vostra Maestà.- lo esortò. -Che cosa dobbiamo proteggere?-
Cosa dobbiamo proteggere…
Noctis.
Il cristallo. E Lunafreya.
Insomnia, il resto del regno di Lucis. Galahd, Cavaugh, Tenebrae…
Dobbiamo proteggere l’intera Eos.
Il Re aveva deciso: si alzò lentamente in piedi, sentendo improvvisamente tutta la vecchiaia di quel corpo consumato addosso. -Credo che dovremo cogliere l’occasione che l’Impero ci sta offrendo: questa guerra dura da troppi anni, siamo tutti stanchi di combatterla e non possiamo più fare affidamento sulle barriere; non possiamo farci cogliere impreparati nel momento in cui cederanno. Stiamo esaurendo le nostre forze militari e le nostre risorse e se non concluderemo a breve questo conflitto rischieremo di finire in una posizione ancora più svantaggiosa in un futuro prossimo; d’altro canto non possiamo nemmeno esser certi che Nifhleim rispetti ogni parte stabilita dall’accordo e che invece non tenti di giocarci qualche brutto tiro: dovremo essere pronti ad affrontare anche ad un’evenienza simile. Coinvolgendo il principe Noctis e la principessa Lunafreya l’Imperatore crede di tenermi con le mani legate ma io non glielo lascerò fare: perciò ho già pronta una controffensiva che terrò nascosta fino al momento opportuno. Oggi come oggi non posso far altro che accettare di firmare il trattato di pace.-
I membri del Consiglio, anche i più scettici, non poterono far altro che annuire e acconsentire alla decisione del Re: sembrava aver calcolato ogni eventualità e nessuno di loro si sentì più sotto il controllo imperiale, come se si fossero rovesciate le cose ed ora fosse il sovrano di Insomnia a tenere il coltello dalla parte del manico.
Regis si sedette, tirando un profondo sospiro: le ragioni erano tante, i rischi da correre non erano meno, ma gli sembrava la cosa più giusta da fare; lui, esattamente come il suo regno, non aveva più le forze per andare avanti in questa guerra. Noctis non era assolutamente pronto a prendere il suo posto e, andando avanti così, non sarebbero riusciti a sopravvivere fino a che non fosse giunto il momento: il sovrano doveva affrontare ogni malcontento, ogni rischio, ogni eventualità che ciò comportava, non poteva lasciare a suo figlio un fardello del genere, non un’altra volta.
Doveva fare come suo padre: sistemare le cose prima di lasciare il trono.


***
Questo capitolo doveva essere più sintetico ma alla fine mi sono dilungata un po', mea culpa! E’ che mi dispiaceva veder liquidata in quattro battute una scena del genere che ha una importanza centrale per lo scorrimento della trama del film. Ho riflettuto sulle conseguenze dell’armistizio, sui pro e i contro e li ho riassunti qui, commentati privatamente dai pensieri di Regis che mantengono più o meno una parità di posizione fino al suo momento di esprimere una opinione; ed in effetti la decisione che ha preso è un po' a metà tra i sì ed i no.
Nei capitoli che seguiranno cercherò di integrare tutte quelle scene che dovevano essere inserite nel frangente cronologico del film ma sono state suddivise in altri prodotti dell’universo di FFXV (se non addirittura cancellate): mi riferisco ad alcuni flashback rivisti nel gioco, alcune artworks e soprattutto alla novel che funge da prologo del gioco (Parting ways, “Strade che si dividono”; la potete scaricare sul sito ufficiale di FFXV). Vi premetto già che farò un piccolo cambiamento nella storia, ritardando di qualche giorno la partenza del principe per inserire alcune scene tagliate in fase di lavorazione del gioco.

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Capitolo 27
*** Kingsglaive, Capitolo 27: For hearth and home ***


Requiem for Final Fantasy XV
Parte III: Kingsglaive
Capitolo 27: For hearth and home


Il riassegnamento di Nyx Ulric comportò il suo integramento tra le fila più basse della Guardia Reale di Lucis, dislocate nelle aree periferiche della capitale; per la precisione, venne integrato tra i turni di guardia alla porta occidentale. Il ragazzo sapeva bene che il capitano Drautos non lo aveva assegnato lì per caso: non c’era nessun posto migliore in tutta Insomnia per far ridimensionare il tuo ego, e farti veramente capire chi sei e quanto veramente vali agli occhi della città, che starsene sempre a diretto contatto con i cittadini di Lucis, civili e non. Chiunque passasse di lì non poteva non notare i colori e gli ornamenti della sua divisa che lo distinguevano come uno dei profughi personalmente scelti da Sua Maestà nel suo corpo di guardia speciale; nei loro occhi Nyx leggeva tutta la diffidenza che provavano per un diverso come lui.
Quel giorno l’inizio del turno venne inaugurato dal discorsetto di uno dei suoi diretti superiori sul posto, un soldato semplice con la tipica faccia di un Luciano; rispondeva al nome di Petra Fortis e, per quello che Nyx poté leggere sul suo file personale che gli passò il capitano Drautos, era uno che stava cercando di fare carriera in fretta.
-Ehi, Kingsglaive-
La sua voce gli arrivò alle spalle ma il ragazzo non si sorprese né si scompose, mantenendo la posizione assegnatagli; il modo in cui lo disse, Kingsglaive, gli fece capire in meno di tre secondi quale opinione aveva del reggimento a cui lui apparteneva. -Non so se qualcuno te l’ha detto ma qui non tolleriamo alcun tipo di insubordinazione.- prese a girargli intorno, con l’intendo di farlo innervosire. -Perciò vedi di rigare dritto.-
Nyx non mosse un muscolo, non sbatté gli occhi né cambiò il ritmo del suo respiro, comportandosi come se per lui fosse invisibile; la cosa infastidì enormemente Petra e lo spinse a cercare di provocarlo nuovamente. Prese posizione accanto a lui, lasciando passare qualche secondo di silenzio per dare più enfasi al discorso che si preparava a fare; alzò il capo, seguendo con lo sguardo l’autostrada di fronte a loro che immetteva verso il cuore della città.
-Fatti un favore e guardati intorno: questo è ciò che cento anni di pace hanno prodotto. Una pace duratura grazie alla protezione della barriera, soltanto della barriera: la guerra imperversa ben lontana da questi confini e così sarà fin quando avremo queste mura magiche a proteggerci.-
Il guerriero poteva constatare con i suoi occhi che ciò corrispondeva al vero: non ricordava a Galahd cieli così azzurri e sgombri dalle aeronavi Magitek, splendidi palazzi non ridotti in rovina e strade pulite, totalmente libere dai cadaveri; era sicuramente una realtà molto diversa da quella in cui era nato e cresciuto, dalla quale era dovuto fuggire via.
Petra si girò verso di lui, rincarando la dose. -Vedi, non abbiamo bisogno di voi immigrati… soldatini che ci saltellano intorno e che giocano a fare gli eroi di guerra.- gli fece l’occhiolino. -Siete come topi rifugiati tra le nostre fogne: dovresti esser riconoscente al nostro sovrano e ad ogni cittadino di Insomnia che ti permette di stare qui; perciò abbassa la cresta.-
Fu un impercettibile cambiamento nel ritmo del respiro di Nyx a tradire fino a che punto quelle parole lo colpirono; per sua fortuna Petra Fortis non era un uomo capace di notare simili particolari.
Il capitano Drautos lo aveva assegnato nel posto giusto, se il suo intento era quello di umiliarlo.

Anche quella dura giornata passò e il ragazzo poté tirare un sospiro di sollievo, correre al quartier generale a cambiarsi e raggiungere gli amici di sempre al solito chioschetto del loro quartiere, dove avevano un tavolo “riservato” a loro ogni sera. Dal centro della città imboccò la strada principale che lo portava verso il distretto sud e percorse tutta la sopraelevata fino allo spuntare di una piccola scalinata alla sua destra, che scese in gran fretta; il sottomondo che popolava quella zona erano immigrati da ogni parte del globo che chiamavano casa quel un labirinto di vicoli, viuzze e slarghi occupati in gran parte da banchetti e chioschi: non appena vi entrò Nyx venne avvolto da una gran varietà di accenti, uomini e donne di carnagioni e fisionomie straniere, il suono di una musica etnica di sottofondo e il dolce profumo delle pietanze del suo popolo. Ci mise ben poco a raggiungere il loro punto di incontro, quella piccola terrazzina incastrata tra l’autostrada sopra le loro teste e il putrido fiumiciattolo che scorreva nel canalino su cui si affacciava.
-Ehi!- lo salutò Libertus, abbandonando immediatamente la sua birra quando lo vide arrivare. -Giornata dura al cancello, eh Kingsglaive?-
Nyx gli rispose con una semplice scrollata di spalle, abituato a quei modi rudi e poco sensibili del suo migliore amico: era una vera maledizione che lo conoscesse a tal punto da essere come un libro aperto.
-Idiota, se c’è finito è solo per colpa tua!- lo rimproverò Crowe, colpendo di proposito la gamba fasciata di Libertus; poi si alzò per far spazio al nuovo arrivato.
-Non è un benvenuto degno di un grande eroe!- scherzò Nyx per stemperare un po' gli animi.
-Nemmeno i tuoi vestiti sono degni di un eroe.-
-E io che pensavo risaltassero i miei occhi…!-
 La ragazza rise alla sua battuta riaccomodandosi vicino ad un Libertus che, vorace, aveva già addentato la sua porzione di Semur molboranti.
-Mh, bleah!- sputò nel piatto ciò che aveva mangiato, girandosi verso il proprietario del chiosco. -Yama, ma che ci hai messo? Sa di cacca di Chocobo!-
-Ehi, chiudi il becco! Qui non siamo a Galahd, alla gente di Lucis piace così!-
-Ah scusami!! Sono contento di sapere che svendi a tal punto le nostre tradizioni per qualche guil in più!-
Yama non gli rispose affatto, scrollando il capo e tornando a servire l’ordinazione di Pelna; il ragazzotto dovette lasciar perdere le sue lamentele e si rigirò verso il suo piatto, osservando disgustato quello che considerava un vero e proprio affronto alla sua patria.
Crowe ne approfittò per cambiare argomento. -Ehi Libertus, hai ringraziato Nyx per averti salvato la vita?-
-Oh ma andiamo, Crowe! Nyx ed io siamo troppo legati: lui aiuta me, io aiuto lui. Così è stato e così sarà sempre.-
Il galahdiano sorrise di fronte a scuse tanto improvvisate, ma in un certo senso anche veritiere; tuttavia il suo umore cambiò non appena notò una scatola di droghe antidolorifiche sbucar fuori dalla tasca di Libertus.
-Però vedo che ti fai aiutare anche da altro, eh?- commentò deluso, afferrando la giacca per mostrare alla loro amica il pacchetto incriminato.
Libertus fece una smorfia, riprendendosela con uno scatto. -Prendo tutto ciò di cui ho bisogno.-
-Vedo, vedo…-
-Senti, tu non hai il diritto di…-
-Ehi, ehi!- i due vennero interrotti dal ritorno di Pelna al tavolo. -Non roviniamoci la serata.- porse un bel boccale di vino a Nyx.
-Per la famiglia!-
-E la patria!- risposero in coro, alzando i bicchieri e brindando al loro motto.
Pelna prese posto, addentando uno spiedino. -E allora, Nyx la guardia, come va con la nuova postazione?-
-Oh benissimo, piacerebbe anche a voi: quelli della Guardia Reale sono la gentilezza fatta persona!-
-Immagino! Ormai sappiamo che odiano noi estranei più di qualsiasi altra cosa; sono così annoiati che non hanno niente di meglio da fare…-
-Evviva la noia, vuol dire che c’è pace se non altro.- commentò Nyx. -Farei altre cento guerre per annoiarmi a Galahd.-
Pelna si fece improvvisamente tutto serio. -Combatti quanto vuoi ma non devi morire: sono ancora in debito con te, e di molto.-
-Che sarebbero i Kingsglaive senza il loro eroe?- si intromise Libertus.
-Potete evitare di parlare di certe cose quando beviamo, per favore?- Crowe provò a chiudere quel discorso così deprimente. -E comunque abbiamo cacciato gli Imperiali facendoli tremare, no?-
-Non scappavano da noi, era solo una messinscena.-
Alla sinistra di Nyx giunse la voce di Luche Lazarus: era dall’inizio della serata che se ne stava per conto suo, ad ammirare il “panorama” circostante sorseggiando pensieroso la sua birra. I ragazzi sbuffarono, scostando i loro bicchieri ed abbassando gli occhi a terra.
-Non rovinare tutto, Luche: sappiamo benissimo come è andata.-
-Beh, sapete che poi hanno mandato un messaggero alla Cittadella?-
-Eh? E tu che ne sai?- chiese la ragazza, scettica.
-Me l’ha confidato in privato il capitano.- spiegò: non era un gran segreto che fosse in ottimi rapporti con Drautos, che lo trattava praticamente come il suo braccio destro.
Libertus lo squadrò. -Che è venuto a fare? Per poter offrire la resa?-
Luche lo fissò come se avesse detto una follia. -Per esigere la nostra, semmai.-
I Kingsglaive rimasero pietrificati sui loro posti: Crowe e Nyx si scambiarono un’occhiata.
-Esigerla? Col cavolo!- esclamò Libertus, rabbioso.
-No? Pensaci bene.- Luche si avvicinò al tavolo. -L’Impero ha ridotto Lucis allo stremo: è il momento più adatto per imporre condizioni. Ci tengono in pugno e non possiamo farci nulla!-
Tutti sapevano che aveva ragione, tutti sapevano che aveva perfettamente senso: volevano solo far finta di non crederci. Pelna spinse lontano da sé il bicchiere di vino ancora mezzo pieno: la serata era rovinata.

Passarono a malapena una dozzina di ore perché le previsioni di Luche si realizzassero; esse si concretizzarono nelle parole del giornalista alla tv, che i soldati stavano ascoltando durante la pausa pomeridiana.
-La situazione era frenetica nella capitale quando oggi il governo di Lucis ha annunciato di aver accettato le condizioni di pace proposte dal cancelliere Izunia di Nifhleim, che alcuni hanno criticato definendole unilaterali. L’armistizio prevede che la giurisdizione su tutti i territori di Lucis passi all’Impero, fatta eccezione per Insomnia: in cambio Nifhleim garantirà l’incolumità della città di Insomnia e dei suoi abitanti, e la cessazione delle ostilità ponendo fine a questa lunga e dura guerra.-
A questo annuncio seguì ovviamente una convocazione d’urgenza nella sala comune dell’intero regimento dei Kinsgsglaive: i soldati presero posizione in un'unica fila, diritti a braccia conserte dietro la schiena. Drautos si presentò ai suoi uomini in pochi minuti, entrando silenzioso nella stanza e con un’espressione preoccupata in volto; si schiarì la voce prima di comunicare gli ordini.
-Il Re si è pronunciato e l’avete sentito: Lucis al di là della barriera sarà ceduto all’Impero.-
Luche diede voce al dubbio che attanagliava i cuori di tutti. -Nessuna zona sarà risparmiata?-
Bastò lo sguardo che gli lanciò per avere una risposta. -… nessuna.-
-Ma anche la vostra casa è là fuori!- fu il commento rabbioso di Libertus.
-Esatto.-
-Perché il Re dovrebbe fare questo?-
-Per fermare questa maledetta guerra: una guerra che stiamo perdendo di giorno in giorno. Non vi ho chiamato qui per contestare gli ordini ma per esporvi la situazione.- Drautos riprese il controllo. -Crowe!-
La ragazza scattò. -Sissignore!-
-Preparati alla missione: tu ti infiltrerai a Tenebrae.-
-A Tenebrae, signore?-
Il capitano annuì. -I dettagli della missione sono riservati: presentati nel mio ufficio tra trenta minuti. E Nyx...- il ragazzo scattò appena si sentì chiamato. -Non sei di guardia alla porta Ovest ma sei alla sorveglianza del castello. E’ tutto.-
Così dicendo Titus Drautos si congedò dai suoi guerrieri, che rimasti soli si lasciarono andare a commenti ed opinioni; ognuno di loro aveva un gran rimorso nel cuore e le reazioni furono disparate.
Libertus era uno di quelli che non era propenso ad accertare. -Quindi è questo che intendevi, Luche?-
Il biondino alzò le spalle. -Hai sentito il capitano, la decisione non spettava a noi…-
-Non spettava a noi?!- ringhiò, prima di saltargli addosso zoppicando; Pelna e Nyx si misero in mezzo. -Ci sono le nostre case là fuori, la nostra gente! Hai intenzione di accettarlo e abbandonarle?!-
-Se non accettiamo quest’ordine l’Impero scatenerà fuoco e fiamme ad Insomnia!-
-E noi faremo lo stesso con loro!!-
-Ehi, ehi!- Nyx lo trattenne. -Non è lui il nemico!-
Libertus squadrò un’altra volta Luche, prima di decidere di lasciarlo perdere; fortunatamente il ragazzo non era un tipo eccessivamente rancoroso e si riuscì ad evitare un’inutile rissa. Chi invece aveva una gran voglia di metter zizzania era Tredd Furia che aveva assistito alla scena con una faccia divertita alle spalle di Libertus.
-Certo che siete proprio lenti… ma non capite? Per loro non contiamo niente. Siamo topi che si sono intrufolati sotto la barriera… ce l’hanno lasciato fare perché potevamo tornare utili, visto che usiamo la loro stessa magia: così ci hanno scelto tra tutti gli altri topi soltanto per darci delle briciole del prezioso potere di sua Altezza Reale, ma non appena finisce la guerra si torna tutti nelle fogne!- poi si rivolse a Nyx, che sembrava totalmente disinteressato dal suo teatrino. -Vale anche per te, eroe: se ti manca tanto la tua casa perché tu e Libertus non ci tornate? Sono sicuro che Nifhleim vi accoglierà a braccia aperte!-
Nyx si era trattenuto fin troppo a lungo: si lanciò verso il compagno, afferrandolo per il colletto ed urlandogli in faccia. -Anche tu hai una casa, là fuori! O te ne sei dimenticato?!?-
Tredd si liberò dalla sua presa, indietreggiando: non voleva certo finire nei guai per una scazzottata con un borioso come quello; sputò a terra, nascondendo la soddisfazione di esser riuscito a fargli perdere le staffe, e lasciò la stanzetta seguito da Sonitus Bellum ed Axis Arra.
Nyx prese dei grandi respiri, tentando di calmarsi; Libertus ancora ribolliva di rabbia e in un gesto di nervosismo gettò una delle sue stampelle a terra.
-Dannazione!-


***
Innanzitutto devo fare un po' di ordine dal punto di vista cronologico: considerate che Nyx e compagni avranno impiegato 12 ore circa* per rientrare dal fronte; in seguito sarà stato concesso ai soldati qualche giorno per riposarsi prima di rientrare al lavoro (e di conseguenza riassegnare Nyx alla guardia della porta occidentale). La prima parte di questo capitolo è ambientata nello stesso momento in cui il Consiglio Reale si riunisce per decidere sull’armistizio (il giorno dopo la visita di Ardyn); la seconda parte si svolge qualche ora dopo, alla fine del turno di Nyx; la terza parte si colloca il giorno successivo.
Premesso questo devo scusarmi se ho creato un po' di confusione ma volevo racchiudere in un solo capitolo tutto il mondo dei Kingsglaive, la loro situazione prima dell’armistizio e le conseguenze di esso.
Non vi ho presentato bene il gruppo di “antagonisti” che intralcerà più volte Nyx nel corso del film (Tredd, Sonitus e Axis) ma sinceramente ho troppe cose da dire e ben altri personaggi da curare; teneteli a mente perché torneranno. Piuttosto, spero di esser riuscita a mostrarvi l’amicizia che lega Libertus, Nyx, Crowe e Pelna, anche se spero di tornarci sopra in futuro; per quanto riguarda Luche, lo si può definire un personaggio più neutro, non amico ma nemmeno ostile nei confronti dei nostri protagonisti (almeno all’inizio, poi sappiamo tutti come è andata a finire).
*Voglio precisare che queste indicazioni temporali non me le sono inventate ma si basano su dei calcoli: ho controllato quanti minuti ci volessero con la Regalia per coprire una determinata distanza (9 minuti da Hammerhead a Lestallum) e li ho rapportati a quello che mi serviva, cioè la strada da Insomnia al fronte di guerra (30 minuti; se un giorno su FFXV equivale ad una nostra ora di gioco, e i furgoni militari viaggiano alla stessa velocità della Regalia, allora il risultato è 12 ore).

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Capitolo 28
*** Kingsglaive, Capitolo 28: Burden of expectation ***


Requiem for Final Fantasy XV
Parte III: Kingsglaive
Capitolo 28: Burden of expectation


La notizia dell’armistizio era oramai di dominio pubblico; ogni abitante di Lucis aveva potuto vedere in tv o ascoltare per radio il comunicato rilasciato dal Re in persona, affacciato sulla piazza antistante la Cittadella: nonostante si mostrasse eccessivamente indebolito, il cui unico sostegno per muoversi era il suo bastone da passeggio, Regis parlò al suo popolo con voce ferma e decisa senza mai abbassare gli occhi, spiegando con molta calma cosa avrebbe comportato l’apporre la firma su quel documento e quanto fosse necessario compiere un passo del genere per garantire un futuro al paese.
Ma quale paese? si chiedevano molti, riflettendo che alla fine si sarebbe trattato piuttosto di garantire un futuro alla città di Insomnia.
La gente si riversò per le strade, si discuteva all’interno delle case, nelle campagne si avvertivano già le terribili conseguenze che la pace con Nifhleim avrebbe portato nell’intero Regno. Tanti pareri di vario genere, chi concorde chi meno, chi sentì crescere all’interno un moto di ribellione, chi era semplicemente spaventato e non sapeva cosa meglio sperare per Lucis. Tutti si ponevano la stessa domanda: era davvero degna di esser chiamata “pace” una situazione come quella?

Non appena ebbe terminato il suo comunicato Regis rientrò a palazzo, procedendo silenzioso tra i corridoi della Cittadella in compagnia dei suoi consiglieri più fidati; si sentiva con le spalle al muro e immaginò che fosse stato così anche per suo padre: Re Mors dovette accettare condizioni altrettanto dure, rinunciando ai suoi propositi di riprendersi la regione di Cavaugh per non mettere in pericolo la flebile tregua che era stata stabilita. All’epoca si riuscì ad andare avanti nonostante tutto e anzi si poteva dire che fu grazie alla sua lungimiranza se il Regno si era ripreso ed era durato per tutti quegli anni. Regis comprendeva perfettamente che nel suo caso era molto diverso e quella firma avrebbe drasticamente ridotto i confini del paese alla sola Insomnia…
Cosa avrebbe fatto suo padre al suo posto? Avrebbe accettato di nuovo di abbassare il capo, pur di far sopravvivere più persone possibili? Pur di custodire il cristallo al riparo dalle mire degli Aldercapt? Ci si doveva spingere a tal punto per difenderlo, arrivando a sacrificare più dell’80% dei sudditi? Più ci rifletteva e meno ne era convinto; sembrava però non avere altra scelta…
-Pare che l’opinione del popolo sia favorevole, Vostra Maestà!- il consigliere più anziano ruppe quel rigido silenzio con l’intento di alleviare la pena del suo sovrano. -La maggioranza approva l’armistizio.-
-Se non hai sentito personalmente le loro voci non puoi certo sapere cosa pensano.- replicò duramente Regis.
Il consigliere si morse la lingua, indietreggiando di un poco e cercando di mascherare la sorpresa e l’offesa di una risposta del genere; venne sorpassato da un collega più giovane, tra i pochi che si erano astenuti, visibilmente impensierito come il Re.
-E la missione a Tenebrae, Vostra Maestà? Un’azione così clandestina è una mossa saggia? Se lo scoprissero non farebbe altro che provocare l’Impero…-
-L’Impero continuerà ad essere il nemico finché il trattato non sarà firmato.- Clarus anticipò la risposta dell’amico. -Finché resteremo in guerra Sua Maestà ha intenzione di garantirsi un vantaggio.-
-Sì, certamente!- si affrettò a rispondere l’altro, inchinandosi a mò di scuse verso il Re e il suo Scudo; Clarus Amicitia ricambiò il gesto.
-Non possiamo lasciare nulla di intentato, rischiando di venir presi di sorpresa da Nifhleim.- aggiunge Regis. -Voglio garantire l’incolumità di Lunafreya Nox Fleuret: finché Nifhleim terrà l’Oracolo come suo prigioniero avrà il coltello dalla parte del manico.-
I consiglieri annuirono alle sue parole.
-Sì, Vostra Maestà.-

La Star of Lucis* sfrecciava a tutta velocità sull’autostrada principale di Insomnia, che collegava la periferia Nord (sede dei quartieri residenziali) direttamente alla Cittadella. Accomodato sul sedile del passeggero Noctis lasciò che fosse il fidato Ignis a mettersi al volante; c’erano anche Gladio e Prompto, che si eran trovati per caso nell’appartamento del giovane principe proprio durante la conferenza tenuta da Re Regis: nessuno aveva osato dire una parola in merito ma accettarono di buon grado quando il ragazzo, dopo essersi preso qualche minuto per raccogliere le idee, aveva chiesto loro di accompagnarlo immediatamente per parlare con suo padre.
Ed eccoli lì, tutti insieme a condividere preoccupazioni e una tensione tagliente come un coltello; stranamente fu proprio Noctis ad interrompere quel pesante silenzio.
-Da quant’è che non salgo su questa macchina…- commentò con lo sguardo ancora perso tra i palazzi di Insomnia.
-E’ parecchio che non guidi, eh?- gli rispose allegramente Prompto.
Ignis abbozzò un sorriso. -Eppure quando hai preso la patente non vedevi l’ora di metterti al volante.-
-Sì, ma c’è sempre troppo traffico e non posso mai andare dove voglio: preferisco allora che guidino altri.-
-Proprio il modo di fare degno di un principe!- Gladio, che gli era seduto accanto, ne approfittò per dargli un colpetto sulla spalla. -Così puoi anche approfittarne per dormire.-
-Mi conosci troppo bene.- un mezzo sorriso si andò a disegnare sulle labbra di Noctis, che lanciò una veloce occhiata al suo amico; i tre ragazzi si rilassarono un po' vedendo che, tutto sommato, la stava prendendo meglio del previsto. Comprensibilmente doveva sentire molta pressione da un matrimonio del genere, dal quale dipendeva le sorti di una grande guerra; probabilmente era quello il motivo che l’aveva spinto a correre a palazzo: i suoi amici lo capirono benissimo e vollero provare a distrarlo un po'.
Ignis attese l’accensione della luce verde del semaforo per svoltare a quell’incrocio e provare ad aprire il discorso. -E’ passato molto tempo… ricordi l’ultima volta che hai visto Lady Lunafreya?-
Noctis ci rifletté su. -Circa… dodici anni fa?-
-Quindi avevi otto anni…- Prompto si girò verso di lui, stupito. –Ma eravate bambini!-
-Sì, e allora?-
-Beh non vi vedete da un sacco di tempo… siete cambiati entrambi moltissimo!-
-Se è per questo però ci scriviamo quasi tutte le settimane…-  il principe scostò gli occhi verso il finestrino: si sentiva sempre un po' in imbarazzo a parlare della sua corrispondenza con Luna, tuttavia non sopportava che qualcuno potesse svalutare il loro legame nonostante la distanza.
Gladio sbuffò, trattenendosi una risata. -Spero che non si sia fatta troppe illusioni…!-
-Perché non dovrebbe?!-
-Beh, basta che ti guardi allo specchio…- con un gesto gli indicò il suo fisico, decisamente più magrolino del suo.
-Non a tutte le ragazze piacciono i tipi come te!- ringhiò, poi si rivolse verso Prompto che se la rideva a crepapelle. – E tu falla finita! Guarda che non stai messo tanto meglio di me!-
-Cooosa?!- si girò, indignato. -Ma se le ragazze vanno pazze per me!-
-… come no…- Gladio lo liquidò con un’occhiata di biasimo prima di ritornare a concentrarsi su Noctis. -E mi raccomando, stai calmo quando la vedi eh?-
-P-perché, non dovrei?!-
-Crederà di trovarsi davanti a un bel giovanotto…- fu il commento ironico di Ignis.
Prompto riprese a ridacchiare ma venne subito fulminato dall’occhiataccia del principe che si sporse in avanti per rispondere a tono al suo fidato autista. -Dimmi qualcosa che non so.-
-Qualcosa che non sai? No, non c’è tempo, finiamola qua…- sterzò leggermente per immettersi nella corsia d’accesso alla Cittadella. -E comunque stavamo parlando del tuo matrimonio, mio caro Noctis!-
-Come se non ne avessimo già parlato abbastanza…- bofonchiò, incrociando le braccia e buttandosi all’indietro; Gladio scosse il capo mentre Prompto si trattenne una risata.

Ignis trovò subito un parcheggio per la Star of Lucis e in pochi minuti i quattro ragazzi scesero dalla macchina, diretti verso l’ingresso; non si stupirono di trovare ad attenderli niente di meno che il comandante della Guardia reale, Cor Leonis, che doveva esser stato avvisato dagli addetti al cancello quando riconobbero l’auto del principe varcare la soglia.
-Buon pomeriggio, ragazzi.-
-Quanto tempo, Cor!- fu il saluto di Noctis, accompagnato dai sorrisi dei suoi compagni; era chiaro che per i giovani di Lucis il valoroso Cor l’Immortale fosse una specie di mito al quale tutti aspiravano di assomigliare.
-Vostra Altezza.- si inchinò, facendosi da parte per farli entrare nel palazzo. -Immagino che siate qui per via dell’annuncio di vostro padre…-
-Esattamente: vorrei conferire con lui il prima possibile e avere chiarimenti al riguardo.-
Il comandante sospirò. -Vi capisco benissimo e ne avete tutte le ragioni, principe Noctis; purtroppo però questo non è il momento migliore per parlare con il Re…-
-Cosa intendi dire?-
-Re Regis si trova impegnato in una riunione con il capitano Drautos dei Kingsglaive.- spiegò, poi lanciò uno sguardo verso Gladio. -C’è anche il consigliere Amicitia ad assisterlo.-
Ignis anticipò la domanda di Noctis. -Ne avrà ancora a lungo? Quando ci potrà ricevere?-
-Sfortunatamente questa è una domanda a cui non so rispondere, considerati i suoi impegni…-
-Oh…- fu il commento dispiaciuto di Prompto.
Noctis si bloccò proprio in mezzo al corridoio di ingresso. -Vuoi forse dirmi che lui non ha tempo per suo figlio?-
Cor si girò, visibilmente dispiaciuto. -Altezza…-
-Questo armistizio mi riguarda da vicino! Si tratta del mio matrimonio! Non ho forse il diritto almeno di parlarne con mio padre?-
L’Immortale ignorò l’insolenza del principe. -Purtroppo siete capitato in un brutto momento; se solo avessimo saputo del vostro arrivo avremmo organizzato un incontro con il Re, magari già per domani o dopodomani…-
-Quindi devo prendere un appuntamento per vedere mio padre?- scattò Noctis. -E lui invece che non ha avuto nemmeno la decenza di mandarmi un messaggio mentre decideva per il mio matrimonio?!-
-Adesso basta, Noct.- fu l’intervento duro di Gladio che si mise in mezzo. -Non prendertela con lui, lo sai che non è colpa sua.-
Noctis fece un gesto di stizza. -E’ del tutto inutile restare qui ad aspettare, a quanto pare!- si girò indietro, diretto alla porta. -Riferisci a mio padre che aspetto una sua telefonata quando lo riterrà opportuno.-
-Noct!- lo sguardo di Prompto passò dal ragazzo che si allontanava al comandante Cor, verso il quale fece un inchino di saluto prima di dirigersi verso l’amico; anche Gladio si inchinò, ma più profondamente in segno di scuse.
-Mi dispiace per il suo comportamento, comandante… è talmente sotto pressione per questa storia dell’armistizio…-
-Non preoccuparti, è più che comprensibile; riferirò a Sua Maestà della vostra visita e cercherò di farlo chiamare il prima possibile.-
Lo Scudo del principe si inchinò nuovamente prima di affrettarsi a raggiungerlo; chi indugiò qualche altro minuto in compagnia di Cor fu Ignis.
-Comandante…-
-Dimmi.-
-La data dell’armistizio è ancora da stabilire?-
-Purtroppo sì.-
-Purtroppo sì…- sospirò.
Cor gli poggiò una mano sulla spalla. -Capisco la tua preoccupazione ma il Re ha scelto di procedere con cautela.-
-… certamente.-
-Ti chiamerò non appena avrò delle novità.-
-Grazie.-


***
Sempre per aiutarvi con l’inquadramento cronologico: questo capitolo è contemporaneo al precedente, avviene esattamente lo stesso giorno del comunicato stampa dell’armistizio.
Ho allungato un pochino questa parte perché adoro le interazioni tra i quattro protagonisti e dovevo assolutamente inserire qualche battuta; non è propriamente un capitolo di trama, piuttosto un approfondimento dei personaggi principali. La parte iniziale con Regis e i suoi consiglieri, ripresa direttamente da una scena di Kingsglaive, mi serviva come punto di partenza per collocare cronologicamente il viaggio in macchina dei nostri protagonisti.
Per ricreare questi dialoghi ho semplicemente anticipato alcune scene narrate in punti diversi della storia: i commenti scherzosi sul matrimonio con Lunafreya (che vediamo nella scena dopo i titoli di coda del film) e l’infruttuosa visita a palazzo (descritta nella novel Parting ways; voglio precisare che lì erano presenti solo Ignis e Noctis, e al posto di Cor c’era Drautos).
Di nuovo mi scuso se posso aver creato un po' di confusione ma per la narrazione della fanfiction ho dovuto rimaneggiare alcune piccole cose che, in ogni caso, non influiscono di certo sul corso della trama.

Era da un po' che non aggiornavo e per ora termino qui; immagino che sia pesante anche per un lettore ritrovarsi con una montagna di capitoli nuovi tutti insieme perciò cercherò di limitare il numero ad ogni aggiornamento!
Non so voi, ma sono davvero molto in hype per il nuovo trailer di Episode Ignis! Tengo le dita incrociate!

*Star of Lucis è il nome dell’auto personale di Noctis; la trovate menzionata in Parting ways.
 



 

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Capitolo 29
*** Kingsglaive, Capitolo 29: Hairpin ***


Requiem for Final Fantasy XV
Parte III: Kingsglaive
Capitolo 29: Hairpin


Il furgoncino giallo dello Speedy Chocobo era l’unico automezzo in sosta davanti alla porta meridionale di Insomnia: la compagnia di corrieri express era una delle più famose di Lucis per la sua velocità ed efficienza e, cosa ovviamente meno famosa, collaborava spesso con i Kingsglaive per trasportarli fuori città durante una delle loro missioni segrete.
Crowe Altius non ebbe difficoltà ad ottenere uno dei loro mezzi a disposizione.
-Insomma… Tenebrae, eh?-
Fu Libertus a rompere il silenzio che si era venuto a creare; lui che, assieme a Nyx, erano venuti apposta per salutare la loro amica.
-Già.- la ragazza non si girò neppure per rispondergli, troppo impegnata a sistemare il suo misero bagaglio sul retro del furgone.
-Non è proprio dietro l’angolo.- aggiunse l’altro. -Che strada farai?-
-L’autista va verso Lestallum, dunque mi lascerà appena fuori dal casello di Insomnia; da lì arriverò in moto fino a Galdin Quay, dove prenderò il traghetto.-
-Immagino che non sia una coincidenza che l’obiettivo della missione sia proprio a Tenebrae…- l’allusione a Sua Grazia Lunafreya era palese nelle parole di Nyx, tuttavia Crowe non si lasciò scappare nulla.
-Sai che non posso parlare della missione.-
-Sì sì, lo so…-
-Tenebrae è a due passi da Gralea.- si intromise Libertus. -Nonostante abbiamo accettato di firmare l’accordo di pace rimaniamo ancora nemici...-
-Grazie per la lezione di geografia, conosco i rischi che vado a correre.- gli sorrise ironica scuotendo il capo: non avrebbe mai smesso di considerarla come quella gracile ragazzina che incontrò molti anni prima.
Dopo essersi accertata di aver preso tutto con sé Crowe tirò fuori dal taschino una piccola scatolina nera, di quelle usate per i gioielli; la aprì e l’ammirò per qualche secondo prima di sincronizzare l’orologio al polso.
Nyx notò la scatolina che reggeva in mano e ne sbirciò il contenuto.
-Un fermaglio… non credevo ti piacessero queste cose!- il ragazzo lanciò uno sguardo divertito a Libertus.
-Idiota… non è per me, è un regalo per la principessa: quindi silenzio, nessuno lo deve sapere.-
-Va bene, va bene…!-
-Manterremo il tuo prezioso segreto.-
La ragazza sbuffò: detestava essere al centro dei loro scherzi. -Siete senza speranza voi due…- venne interrotta dal suono del clacson che l’avvertiva di affrettarsi a salire; si rimise la scatolina in tasca. -Ok, devo andare.-
I due Kingsglaive ritornarono seri ricordando il motivo per cui erano giunti fin lì.
-Stà attenta, ok?- fu la raccomandazione di Nyx.
Libertus si mostrò più preoccupato di lui e ci mise un po' per trovare le parole giuste. -So che sei stanca di sentirtelo dire, ma per noi sei come una…-
-Una sorella?- li fulminò con lo sguardo: non era tipo da apprezzare frasi sdolcinate. -Sì, e mi sono stancata di sentirmelo dire.-
L’amico di morse la lingua. -Cerca solo di tornare sana e salva, ok?-
Crowe gli rispose scuotendo il capo, prima di dargli le spalle e salire sul retro del furgone; afferrò le maniglie per chiudere lo sportello.
-Certo, ha parlato quello sano!- fu la sua ultima battuta, accompagnata da un sorriso ironico.
Libertus sospirò, arrendendosi: quella ragazza non cambiava mai.
Nyx e il suo compagno rimasero lì ad aspettare finché il mezzo dello Speedy Chocobo non scomparve all’orizzonte.
Crowe non l’avrebbe mai ammesso ma Nyx ci aveva visto lungo riguardo la sua missione: quel che nessuno avrebbe potuto mai aspettarsi era che Sua Grazia Lunafreya avesse intenzione di agire per conto proprio.
La principessa scese velocemente i gradini marmorei della scalinata a chioccola per raggiungere l’entrata del palazzo di Fenestala; una piccola valigetta era tutto quello che si portava con sé e sperava che tirando su la sciarpina fino al naso riuscisse a passare inosservata per i controlli imperiali. L’unica a conoscenza della sua fuga era Maria, la fidata cameriera, che le veniva incontro dal fondo del corridoio per portarle buone notizie.
-Principessa, ho lasciato aperta la porta dell’ingresso secondario!- la avvertì.
-Grazie.- fu la sua gentile risposta, mentre si affrettava a scendere l’ultima rampa. -Sei sicura che il passaggio sia libero?-
-Ho chiesto ai maggiordomi di dare una occhiata e tenermi aggiornata: i soldati d’istanza al palazzo hanno finito il loro giro di controllo una mezz’ora fa.- garantì l’anziana donna, nonostante fosse ancora un po' titubante; non riuscì a nasconderle la sua preoccupazione. -Vostra Grazia, dovete proprio? Se dovesse accadervi qualcosa io… noi…-
-Ti ringrazio, Maria.- si fermò, prendendole le mani per rincuorarla: da quando la Regina Sylva era venuta a mancare la cameriera era stata per lei come una seconda madre e aveva molta pena nel cuore a pensare di lasciarla lì da sola, in balia delle decisioni dei generali imperiali. -Mi rendo conto che corro dei rischi ma non posso permettere che l’Imperatore mi usi come una pedina in questa assurda guerra: ne va del mio ruolo di Oracolo e dell’affetto che mi lega ai Lucis Caelum.-
-Certamente…  ma non posso fare a meno di preoccuparmi.- si trattenne le lacrime. -State attenta, guardatevi sempre intorno e non fidatevi di nessuno.-
-Sei tanto cara: mi dispiace darti una pena così grande, però non posso fare altrimenti…-
Le due vennero interrotte dal forte bussare di un pugno contro la porta d’ingresso che produsse un frastuono tale da dover essere per forza prodotto da una mano metallica: bastò un attimo per capire che i Magitek le erano già addosso, forse prevedendo una mossa simile da parte sua; Maria cercò di non farsi prendere dal panico.
-Allora su, andate!-
La fanciulla annuì, lanciandole un’ultima occhiata di ringraziamento prima di dirigersi verso l’ingresso secondario; inaspettatamente però proprio da quella direzione arrivarono altri pretoriani imperiali che le ostruirono il passaggio, circondandola con i loro mitra. Lunafreya si guardò intorno, spaesata, non capacitandosi di come avessero fatto a scoprirla; ma quando vide l’alta figura di suo fratello farsi largo fino a lei capì chi era stato ad anticiparla.
-Non ti ho dato il permesso di allontanarti dalle tue stanze, Lunafreya.-
-Ravus…-
L’uomo la afferrò per un braccio, ordinandole lapidario. -Seguimi.-
-No, principe Ravus, per l’amor del cielo non le faccia del male!- fu il disperato appello di Maria, che provò a gettarsi verso di loro.
-Maria!-
Due soldati Magitek le ostruirono il passaggio puntando i loro fucili sulla povera donna che, terrorizzata, arretrò di qualche passo senza riuscire più a dire nulla; gli androidi erano pronti a far fuoco su suo ordine e poco importava se il loro bersaglio era una debole ed indifesa cameriera.
-Ravus ti prego!- Luna si aggrappò alla sua spalla. -Lei non c’entra, è stata tutta una mia idea! Non c’è bisogno di fare così, non ho intenzione di scappare!-
Il fratello le rivolse a malapena uno sguardo con la coda dell’occhio, poi fece cenno ai suoi di abbassare le armi; l’anziana donna si appoggiò al muro e si accasciò a terra, ancora preda di quel forte spavento. Lunafreya si girò un’ultima volta verso di lei accertandosi che stesse bene; non voleva che la servitù ci andasse di mezzo per una sua decisione e dunque si lasciò trascinare a forza in cima alle scale, senza protestare.
-Ravus lasciami, posso camminare da sola…- provò a bisbigliarli ma lui fu sordo alla sua richiesta, stringendole il braccio ancora più forte; la lasciò andare solo dopo aver spalancato la porta della sua stanza e avercela quasi gettata dentro.
-Ti proibisco di uscire da qui finché non partirai per Lucis!- ordinò, richiudendola alle sue spalle.
La principessa si toccò il braccio indolenzito, senza degnarlo di uno sguardo; lui sì pentì di esser stato troppo duro con lei e provò a rimediare, cercando di farla ragionare. -Non pensare che mi abbia fatto piacere trascinare a forza mia sorella fino in camera sua; sei stata tu che mi ci hai costretto. Tutto quello che faccio è solo per il tuo bene.-
-… il mio bene?- alzò lo sguardo su di lui, sospettosa. -Data la situazione non mi sembra proprio… che cosa sta accadendo realmente? Che motivo ha l’Impero di esigere che io sposi Noctis?-
-Il matrimonio serve a sancire indissolubilmente l’alleanza.-  Ravus fece qualche passo verso di lei, mantenendo una posizione militare e un tono di voce il più freddo possibile. -Hanno proposto un accordo di pace a Lucis: le nozze serviranno a coronarlo.-
-E’ davvero così?-
-Assolutamente: offrire l’Oracolo di Tenebrae in sposa all’erede al trono di Insomnia è un gesto di benevolenza da parte dell’Imperatore Iedolas.-
Luna sospirò. -E ti aspetti che io ci creda?-
-Quello che tu credi a me non importa.- le rispose con grande semplicità. -Ciò che importa è che volevi mettere a repentaglio l’accordo di pace per i tuoi assurdi sospetti, dei quali non hai alcuna prova! Ti rendi conto di cosa avresti provocato se fossi riuscita a fuggire da qui?! La situazione è delicatissima e il trattato potrebbe saltare da un momento all’altro, provocando lo scoppio di una nuova guerra. E tutto questo solo per avvertire l’assassino di nostra madre di chissà quale piano ordito alle sue spalle…!-
La principessa tacque, abbassando lo sguardo a terra: era delusa a tal punto da non riuscire più a guardare suo fratello negli occhi. Ravus era cresciuto lontano dalla sua patria ed era stato addestrato all’interno della fortezza Zegnatus: l’Impero gli aveva fatto il lavaggio del cervello, affidandogli un ruolo di prestigio all’interno della gerarchia militare come premio per la sua fedeltà. Era tornato a Fenestala da pochi anni e da allora la loro era diventata una convivenza forzata, con grande dispiacere di Lunafreya.
-Sei cambiato così tanto, Ravus…- disse infine in un bisbiglio.
L’uomo scosse il capo, stanco di sentirsi ripetere quelle cose in continuazione, e decise di troncare la loro discussione; si avviò verso l’uscita.
-Sbagli ad odiare Re Regis: è stato Nifhleim ad uccidere la mamma, non lui.- stavolta la voce di Luna fu forte e chiara e il suo tono così deciso lo costrinse a fermarsi. -L’hanno assassinata e tu sei diventato il loro cagnolino!-
Nonostante quelle dure parole Ravus non ebbe alcuna reazione: chiuse la porta sbattendola dietro di sé e, non fidandosi di lei, diede due mandate di chiave per sicurezza.
Lunafreya rimase sola con i suoi dubbi e le sue paure a farle compagnia: per la prima volta in tutti quegli anni si pentì di non aver seguito Regis, rendendosi così un perfetto ostaggio da usare contro Lucis. Credeva che restando a Tenebrae avrebbe potuto fare qualcosa di più per la sua patria ma di fatto era prigioniera a casa sua, costretta a chinare il capo di fronte all’Imperatore; il suo ruolo di Oracolo non valeva nulla tra le alte sfere e non aveva alcun potere da esercitare a difesa dei suoi cari. Non era neppure riuscita a salvare suo fratello dalle grinfie di Nifhleim…
Ma non era quello il momento per autocommiserarsi e lo sapeva bene, nonostante le difficoltà non poteva assolutamente arrendersi: per il suo ruolo di Oracolo, e per la promessa fatta a Noctis, avrebbe fatto di tutto per aiutare il Re della Luce a compiere il suo destino.


***
Ed eccoci arrivati ad un punto di svolta con la partenza di Crowe per Tenebrae e il tentativo di fuga di Luna; in entrambi i casi ho trovato la narrazione del film troppo frettolosa e scarna nei dialoghi (anche se capisco benissimo le ragioni che han portato a questo) e mi sono voluta dilungare un po', mantenendo il più fedelmente possibile la traduzione italiana. In questo capitolo volevo approfondire di più i rapporti Crowe/Nyx/Libertus e Luna/Ravus; non mi fermerò qui ma vi fornirò ulteriori scene su di loro, con flashback ricostruiti da me o piccoli episodi che saranno farina del mio sacco: la cosa varrà specialmente per Crowe, che come tutti sappiamo morirà di qui a poco, ma prometto che cercherò di darle più spazio possibile.
Di nuovo voglio darvi un chiarimento sulla cronologia di questi capitoli: il giorno della partenza di Crowe è collocato più o meno ad una settimana di distanza dall’annuncio del trattato di pace; ho pensato che un lasso di tempo del genere fosse necessario per organizzare la sua missione, oltre che fosse indispensabile a Lunafreya per decidere di tentare la fuga.

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Capitolo 30
*** Kingsglaive, Capitolo 30: Treachery ***


Requiem for Final Fantasy XV
Parte III: Kingsglaive
Capitolo 30: Treachery


Come d’accordo l’autista dello Speedy Chocobo scaricò il suo passeggero appena fuori le porte della capitale; Crowe aveva già trascinato la motocicletta in strada usando la piccola rampa del furgoncino e diede un’ultima controllata che non avesse lasciato nulla sul retro.
-Sembra che ci sia tutto.- confermò, afferrando il casco e montando in sella.
Il panorama davanti a lei regalava una realtà molto diversa dalla splendida Insomnia, sembrava quasi impossibile che facesse parte dello stesso regno: ogni volta che veniva mandata in missione fuori città Crowe non poteva fare a meno di sorprendersi dello stato di degrado circostante, rintracciabile in quelle strade polverose e malmesse e nelle alte e sudice mura delle fortezze militari dei dintorni; persino la vegetazione appariva diversa, sterile, bruciata dal sole, come se il clima non fosse pressappoco lo stesso della capitale.
Il leggero rombo del motore che si riaccendeva la riportò alla realtà e si girò verso il conducente, con il quale si scambiò un cenno di saluto prima che ripartisse per la direzione opposta.
Il fattorino aspettò di essere fuori dal suo campo visivo per afferrare la ricetrasmittente, eseguendo gli ordini top secret del quartier generale.
-Fatto.-
Un semplice messaggio, dal quale probabilmente l’uomo non si aspettava conseguenze tanto tragiche…
Crowe fece per mettersi il casco ma indugiò nell’udire un rumore metallico proveniente da destra; pochi secondi dopo vide sbucar fuori da una stradina secondaria una jeep scura, che girò verso il casello di Insomnia: la sua presenza la insospettì non poco visto che quella era una zona ben poco trafficata, specialmente a quell’ora; inoltre la jeep era in ottimo stato, un lusso che nessun ladruncolo di periferia poteva concedersi.
L’automobile la superò, rallentando gradualmente e fermandosi a pochi metri da lei; fu a quel punto che la Kingsglaive si infilò velocemente il casco e spinse sull’acceleratore, partendo a tutta velocità in direzione di Galdin Quay: aveva fin troppa esperienza in questo genere di missioni per lasciarsi cogliere di sorpresa. Diede un veloce sguardo allo specchietto retrovisore: la jeep si era già rimessa in moto e compì una pericolosissima inversione ad U per gettarsi al suo inseguimento.
-Quei bastardi di Nifhleim…!- imprecò a voce alta.
Chissà come avevano fatto scoprirla: c’era una spia in città? Quella sembrava la soluzione più logica ma non poteva assolutamente saltare a conclusioni affrettate. Chi altri sapeva della missione? Era l’unica persona presente quando il capitano Drautos le comunicò gli ordini e probabilmente la decisione del recupero di Sua Grazia Lunafreya era stata discussa solo all’interno del Consiglio Reale… possibile che qualcuno delle alte sfere stesse tramando alle spalle di Re Regis? Nyx e Libertus sapevano quale era la sua destinazione, ma nemmeno a dirlo avrebbe messo una mano sul fuoco per garantire la loro totale innocenza.
Inutile rimuginarci sopra: al momento aveva altre priorità, come lo sfuggire al suo inseguitore…
L’asfalto ribolliva sotto le ruote e al loro passaggio si alzavano alte ventate di polvere e sabbia: la ragazza si abbassò ancora di più verso il manubrio, calibrando il peso sulla moto e sterzando come meglio poteva ad ogni curva; nonostante la sua abilità non riusciva a liberarsi della jeep, che minacciosa si avvicinava sempre di più. Crowe aveva poco tempo per trovare una via di fuga alternativa: quella strada isolata correva per miglia e miglia in rettilineo senza alcuna arteria… poteva tentare di passare sulla sabbia? Avrebbe rischiato di rimanere impantanata, o peggio qualche detrito che le avrebbe fatto perdere il controllo del mezzo? E se avesse bucato? La prossima stazione di servizio era ancora lontana, doveva resistere almeno fino a lì…
-… AH! Maledizione!!-
La jeep l’aveva raggiunta prima del previsto ed iniziò a tamponarla con forza.
-Bastardi… adesso vi faccio vedere io…!- la ragazza cambiò corsia spingendo più che poteva sul pedale dell’acceleratore: sapeva di non poter sperare di batterli in velocità ma avrebbe tentato con qualche manovra diversiva. Imprevedibilmente però l’auto non cambiò corsia a sua volta ma calibrò l’andatura per andare a mettersi al suo fianco; sterzò improvvisamente, portandola fuori strada e trascinandola per diversi metri sulla sabbia.
-AAAAAHHHH!- fu il suo grido disperato quando la moto si capovolse e la buttò a terra, travolgendola; il guidatore continuò come se nulla fosse per un altro paio di metri finché non frenò bruscamente: la motocicletta slittò poco più in là e Crowe fu costretta a rotolare nella sabbia per non venire schiacciata. Si ritrovò così sdraiata a terra supina, ricoperta di ferite e bruciature; il sangue iniziava a scorrere lentamente e lei non riuscì a riaprire gli occhi per un po' a causa della forte botta che aveva preso alla testa: fortuna che aveva fatto in tempo ad indossare il casco, pensò. Il mondo circostante le appariva ovattato, come se stesse facendo un brutto sogno; si rendeva conto che era il primo sintomo di uno svenimento e cercò di combatterlo con tutte le sue forze. Mentre faceva uno sforzo sovrumano per riprendersi sentì la portiera dell’auto sbattere con forza e il rumore di passi che si avvicinavano a lei; riaprì faticosamente gli occhi ma era talmente intontita che quando il suo inseguitore si fermò proprio sopra di lei non riusciva a distinguere che un’ombra sfuocata.
Si sentì afferrare per il casco e sfilarlo dal capo: il vento caldo del deserto la aiutò un po' a riprendersi.
-Non te l’aspettavi questa, eh Crowe?-
Non poteva vederlo bene in faccia ma avrebbe riconosciuto quella voce tra mille.
-… Luche…!-
-Niente di personale, te lo assicuro.- si lasciò scappare un sorrisetto. -Purtroppo è toccata a te: al tuo posto poteva esserci anche Nyx, Libertus o Pelna…-
-C-come hai fatto a…-
-Il capitano mi ha informato della tua missione: il mio obiettivo era intercettarti e fermarti prima che prendessi quel traghetto.-
La ragazza spalanco gli occhi, furiosa. -Voi… come avete osato tradirci così!-
-Tradirvi?!- Luche la guardò come se stesse dicendo una assurdità. -Siete stati voi a tradire le vostre patrie, accettando i desideri egoistici di un Re che pensa solo ed unicamente alla sua bella cittadina! Non vi importa più delle vostre case?! Del vostro popolo?! Certo che no, almeno finché sarete al sicuro tra le mura della Nuova barriera!!-
Crowe era troppo debole per rispondergli come avrebbe voluto: aveva la gola secca e sentiva che le sue forze venivano a mancare sempre più. -… uhg…-
-Sei allo stremo, eh?- il biondino se la rise. -Ma puoi stare tranquilla: almeno tu non avrai da soffrire ancora per molto.-
Con quella gelida promessa Luche si tolse il guanto con cura, aprendo il palmo della mano e richiamando a sé la sua magia sotto forma di scariche elettriche; la Kingsglaive non poteva far altro che assistere impotente alla sua fine, spaventata e disperata.
-Ci rivediamo all’inferno, Crowe.-


***
Volevo rimandare di qualche capitolo la morte di Crowe ma mi son resa conto che avrei creato confusione sullo svolgimento degli eventi, così sono stata costretta ad inserirla qui: ho cercato di ricostruire la scena il più realisticamente possibile sebbene l’ultima cosa che si veda è la jeep che si avvicina a lei; sappiamo che il suo assassino sia Luche solo grazie ad una frase che lui dice nel film ma non ci viene spiegato come si è svolta la scena; spero che la mia descrizione non risulti forzata o surreale.
Come già detto non dovete preoccuparvi perché è mia intenzione approfondire comunque il suo personaggio, soprattutto attraverso i ricordi di Nyx e Libertus; renderò giustizia il più possibile alla povera Crowe.

Con l’uscita di Episode Ignis avevo proprio voglia di aggiornare la fanfiction: ho scritto un sacco ma ho avuto modo di correggere solo questi due capitoli, che comunque sono molto intrecciati tra loro; almeno per stavolta mi fermerò qui. Ieri mi è arrivato anche l’artbook ufficiale con tutti i vecchi concept del gioco e prima di proseguire voglio sfogliarmelo tutto per bene nel caso che debba inserire qualcosa all’interno dei capitoli.
Mi scuso per la mia lentezza ma sto cercando anche di seguire le uscite del gioco per non trovarmi svantaggiata; ringrazio tutti coloro che hanno letto fino a qui, il vostro supporto è importante per me <3

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Capitolo 31
*** Kingsglaive, Capitolo 31: Parting Ways ***


Requiem for Final Fantasy XV
Parte III: Kingsglaive
Capitolo 31: Parting ways


Rinchiuso nel suo studiolo privato il Re di Lucis si accomodò a fatica sulla sedia: non sapeva dire se fosse a causa della pressione che aveva addosso, o se stesse accusando i colpi della sua prematura vecchiaia, ma ultimamente le riunioni a palazzo gli risultavano interminabili. Con quella di quel pomeriggio sperava di aver convinto tutti, aver sistemato ogni minimo particolare a puntino per non ritrovarsi brutte sorprese; avrebbe sicuramente atteso il giorno successivo per comunicare a Drautos e Cor le ultime disposizioni su come organizzare l’evento dell’armistizio.
Regis chiuse gli occhi per qualche minuto, godendosi quel momento di pace…
Un improvviso ma deciso bussare alla porta lo destò dal suo riposo.
-Sì?-
-Sono io.- riconobbe immediatamente la voce del suo Scudo che entrò senza aspettare di essere invitato. -Non credevo che questi incontri fossero tanto estenuanti… mi fa male la schiena!-
-E’ vero. Caffè?- gli indicò la macchina con le cialde che teneva su un mobiletto vicino la finestra.
-Ne avrei proprio bisogno: ma non ti alzare, faccio io!- Clarus si diresse verso la caffettiera, armeggiando con essa per preparare un espresso.
-Per me amaro.-
-Conosco perfettamente i gusti del mio Re.- scherzò. -Come ti senti? Devi essere esausto.-
Regis rise tristemente. -Abbastanza…-
-Immagino che per te non sia facile… e nemmeno per tuo figlio…-
-Non sono ancora riuscito a vederlo da quando ho dato l’annuncio del matrimonio… non sa nemmeno che dovrà andare fino ad Altissia per sposarsi e che partirà prima della firma del trattato.-
Clarus gli passò la tazzina ancora fumante. -Dovresti prenderti un po' di tempo per te, per Noctis: passa qualche giorno con lui, rilassati e fate una di quelle cose tipiche da “padre-figlio”; posso occuparmi io delle incombenze minori.-
-Come se potessi permettermi di farlo…- sospirò bevendo il suo caffè. -E poi, se lasciassi il Regno nelle tue mani anche solo per un giorno non lo ritroverei al mio ritorno.-
-Ehi, mi dipingi come un disastro!- gli rispose in tono scherzoso, inserendo la seconda cialda nella caffettiera.
Regis finì il suo espresso, ritrovando un pizzico di buonumore. -Non preoccuparti per me: sto bene.-
L’amico lo fissò intensamente come a volersi accertare che fosse la verità. -Sai comunque che puoi contare su di me.-
-Come sempre.-
Clarus annuì, girandosi a fissare il caffè che colava dal beccuccio fino alla sua tazzina; quando ebbe finito inserì una zolletta di zucchero e girò il tutto con un cucchiaino d’argento, mentre si godeva il panorama di Insomnia da una delle postazioni più belle della Cittadella. Bevve con molta calma la sua bevanda lasciando il tempo al sovrano di rilassarsi e godersi quel momento di pausa, anche se in realtà stava cercando le parole giuste per introdurre quel discorso che l’aveva spinto a raggiungerlo lì dopo la riunione. Ci pensò un po' su e poi la buttò lì, a bruciapelo.
-Hai avuto il tempo di contattare Cid? Altrimenti posso scrivergli io.-
-Non è necessario: l’ho chiamato oggi.-
L’uomo si trattenne dallo strabuzzare gli occhi nel sentire una tale risposta: e dire che si era considerato l’unico collante tra i due ex-amici, che oramai si sentivano davvero di rado ed erano in disaccordo quasi su tutto. Il suo primo pensiero quando sentì i termini dell’accordo di pace andò a quel vecchio brontolone che li aveva accompagnati in tante avventure e che non era riuscito ad abbandonare l’officina di famiglia Hammerhead, vivendo così al di fuori del confine della nuova barriera: con la sua firma Regis avrebbe condannato uno dei suoi amici a diventare suddito dell’Impero.
-… come sta?-
-Bene e, se te lo stessi chiedendo, non abbiamo proprio parlato dell’armistizio.- il Re poggiò la tazzina sulla sua scrivania. -Credo sia il suo tacito modo per approvare la mia decisione, almeno per una volta: e di questo gliene sono grato. Ma quando gli ho chiesto di tenere d’occhio mio figlio in cambio ha preteso una visita di persona.-
Clarus si trattenne dal ridere. -Non è questo il modo di trattare un sovrano…-
-Lo conosci: per lui sono sempre stato quell’idiota di Regis e non il principe ereditario di Lucis.- sdrammatizzò, lasciandogli il tempo di finire il suo caffè. -Credo comunque che sia preoccupato per qualcosa, altrimenti non sarebbe stato così insistente.-
-Che cosa gli hai risposto?-
-Che non potevo incontrarlo.-
-Sei un Re onesto…-
Regis assunse una espressione accigliata. -Onesto? Non ho potuto dirgli nulla se non lo stretto necessario.- strinse i pugni sui braccioli della sedia. -Non sono riuscito neanche ad essere sincero con mio figlio…-
Clarus sospirò, annuendo come se sapesse bene di cosa stava parlando; si andò ad accomodare sulla poltroncina di fronte la scrivania, fissandolo con aria afflitta. -Non è semplice, è stato così anche per me: è difficile trovare le parole giuste in questa situazione, quando un padre si separa dal proprio figlio…-
-Clarus…-
-Hai fatto del tuo meglio, Regis. Non sono più dei bambini: un giorno lo capiranno.-
Il sovrano lanciò al suo amico un sorriso sincero. -Ti ringrazio.-
-Questo non toglie che sia tuo dovere parlarne con Noctis… a quattr’occhi, niente messaggi o robe del genere: prenditi la giornata libera, va da lui o invitalo qui alla Cittadella, purché vi vediate di persona.-
L’altro annuì, come a dargli ragione; poi, lentamente quanto improvvisamente, il sorriso sparì dal suo volto per lasciar posto ad una espressione più cupa. Si poggiò con i gomiti sulla scrivania, avvertendolo in tono serio. -Dobbiamo fare molti sacrifici per garantirci un futuro. Forse è troppo sperare che il mio popolo capisca… però ho deciso di difendere il presente e la strada che ho scelto offre ben poche opzioni. Ho rinunciato al mio orgoglio: è anche possibile che venga deriso come uno sciocco.- fece una breve pausa prima di continuare. –Mi rendo conto che agendo così coinvolgerò l’intero Regno e tutti pagheranno le conseguenze delle mie decisioni, in primis chi mi è più vicino. Il nome degli Amicitia, al servizio dei Lucis Caelum, verrà macchiato: per questo ti chiedo perdono, Clarus.-
Lo Scudo del Re scosse il capo, fissandolo dritto negli occhi. -Non è necessario: tu per me sei come un fratello. E qualunque cosa accada sarà così.-
-Se pensi che io stia sbagliando…-
-Assolutamente, sono perfettamente d’accordo con le tue decisioni: persino Cid lo è. E lo sarebbe anche Weskham, se avessi modo di contattarlo… ne sono certo.-
Regis si lasciò scappare un mezzo sorriso. -Spero solo di aver fatto la scelta giusta…-
-E’ l’unica che potrà darci una speranza per il futuro.-
-Già.- chiuse gli occhi. -Grazie, amico mio.-


***
Forse per alcuni questa parte sarà inedita ma l’ho ripresa da una delle scene finali della novel “Parting ways” (che dà anche il titolo al capitolo); ovviamente ho sviluppato il dialogo tra Regis e Clarus, inserendo vari riferimenti a Cid, Noctis e Weskham per approfondire vari legami tra i personaggi. Forse mi sto concentrando un po' poco sui quattro protagonisti di FFXV per dare più spazio ad altri personaggi ma vi prometto che, se nel corso della narrazione della parte di Kinsgsglaive sarà così, mi dedicherò molto di più a loro nei capitoli successivi.
Comunque potete immaginarvi che questo confronto tra Regis e Clarus si collochi il giorno successivo alla partenza di Crowe, dunque al termine di tutta una serie di riunioni che hanno organizzato lo spostamento di Noctis e Luna nella città di Altissia prima della firma del trattato.

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Capitolo 32
*** Kingsglaive, Capitolo 32: Father and son ***


Requiem for Final Fantasy XV
Parte III: Kingsglaive
Capitolo 32: Father and son


Il giorno successivo alla sua chiacchierata con Clarus, Regis decise di prendersi il pomeriggio libero; ordinò al suo autista di mettere in moto la Regalia e mandò un sms di avvertimento a Noctis senza aver ancora ben chiare le idee su come impostare un discorso.
Sfortunatamente per lui non le ebbe nemmeno nel momento in cui bussò alla sua porta.
-Buon pomeriggio.- lo salutò con un gran sorriso.
-Ciao.- il ragazzo non ricambiò lo stesso calore nel suo saluto ma si fece da parte per farlo accomodare; il sovrano conosceva la strada fino al salotto e lungo il suo cammino lanciò un’occhiata qua e là per farsi un’idea sullo stile di vita di suo figlio: fu molto soddisfatto nel constatare che i rimproveri di Ignis servivano a qualcosa.
-Sei affaticato?- la voce di Noctis gli arrivò alle spalle. -Vuoi un cuscino per stare più comodo?-
-No ti ringrazio, sto comodo anche così.- gli rispose sedendosi sul divano.
Il principe indugiò un po'. -Vuoi… ti posso offrire qualcosa da bere?-
-Va bene anche un bicchiere d’acqua, sono solo un po' assetato.-
-Ok.-
Lo seguì con lo sguardo mentre prendeva un bicchiere di vetro dalla credenza e una bottiglia d’acqua dal frigorifero: chiuso in un religioso silenzio il ragazzo non alzò minimamente gli occhi verso di lui, come se dovesse controllare il modo in cui versava l’acqua. Regis lo conosceva bene e sapeva che doveva ancora essere arrabbiato per quel giorno che non era riuscito a riceverlo; nonostante tutto però non poteva nascondere la felicità della visita di suo padre e queste sue premure facevano trapelare tutta la preoccupazione per il suo stato di salute.
-Grazie.- prese il bicchiere che gli porgeva, bevendo a piccoli sorsi.
Noctis si sedette sulla poltroncina di fronte a lui, poggiandosi con i gomiti sulle ginocchia. -Mh… beh…-
-Immagino tu abbia molte cose da chiedermi.- lo incoraggiò.
-Forse dovresti essere tu ad iniziare il discorso, non credi?-
-Ti devo una spiegazione su tutto quello che sta accadendo, hai ragione…- annuì il sovrano, poggiando il bicchiere sul tavolinetto. -Mi sono trovato costretto ad accettare, figliolo: stiamo a poco a poco perdendo questa guerra. So che agendo così sembra che mi preoccupi solo dell’incolumità di Insomnia… ma sto facendo tutto questo per salvare le vite dei miei sudditi, compresi coloro che entreranno a far parte dei territori imperiali.-
-Non è questo quello di cui dovremo discutere, padre!- esclamò, alzandosi in piedi. -Non è di questo che sono venuto a parlarti quel giorno, quando eri troppo impegnato per ricevermi! Io… i-io mi fido del tuo giudizio, non lo metterei mai in discussione…-
Sapeva quanto gli era costato ammetterlo, soprattutto la parte finale. -Ti ringrazio. Anche se avresti tutto il diritto di dissentire… in fondo lo feci anche io quando mio padre scese a compromessi con Nifhleim trent’anni fa…-
-Ed è stato così che siamo sopravvissuti fino ad oggi: per questo mi fido.- spiegò. -Quello che non tollero è che si decida del mio futuro senza prima consultarmi…-
-Parli del matrimonio? In realtà era una cosa che io e la Regina Sylva avevamo sempre auspicato, anche se ovviamente non a queste condizioni.-
Noctis sgranò gli occhi, colto di sorpresa. -… quindi era una cosa già organizzata?-
-No, perché avevamo intenzione di lasciare a voi la decisione.- lo fissò. -Pensavo che saresti stato contento di sposare Lunafreya…-
-M-massì! C-cioè… non è che non mi vada di sposare Luna… è che avrei voluto che me ne parlassi prima di accettare…-
Il principe celava malamente il suo imbarazzo; suo padre cercò di far finta di nulla e abbassò il capo a mò di scuse. -Su questo hai ragione… ma non ce ne era il tempo: temevamo una fuga di notizie…-
-E non avevi nemmeno il tempo per chiamarmi o, che ne so, mandarmi un messaggio prima del comunicato in tv?!- si avvicinò a lui, cercando di contenere la sua rabbia. -Come credi che mi sia sentito nell’apprendere del mio matrimonio dalla voce di un giornalista invece che da quella di mio padre?-
-Sono stato imperdonabile: non posso cancellare quel che ho fatto ma posso scusarmi di nuovo con te.-
Il ragazzo sospirò, buttandosi a sedere sulla poltrona. -Immagino sia stato per colpa di tutti i soliti impegni reali che ti hanno tenuto occupato, no? Storia vecchia, va avanti così da quando sono nato…-
-Non essere troppo duro con me: non mi sono preso un attimo di pausa per organizzare tutto questo. Non è stata una decisione facile, considerate le precauzioni che ho dovuto prendere…-
-Precauzioni? Cosa intendi?-
-E’ il motivo per cui sono venuto qui oggi.- Regis si schiarì la voce. -L’ultima volta hai saputo delle mie decisioni da una fonte indiretta ma stavolta mi sono preso il pomeriggio libero per venirtela a comunicare di persona: ho chiesto che il tuo matrimonio venga celebrato ad Altissia. Dunque partirai prima della firma del trattato assieme ad un gruppo di persone fidate.-
Il principe rimase interdetto, cercando di raccogliere le idee. -Fammi capire… vuoi tenermi fuori dalle questioni ufficiali del Regno?-
-La decisione di firmare il trattato è mia soltanto.- spiegò Regis. -Le nozze che lo coroneranno dovranno svolgersi nel più breve tempo possibile: e per dimostrare a Nifhleim che non abbiamo alcuna intenzione ostile ho pensato che la soluzione migliore fosse celebrarle in un territorio neutrale, come la Repubblica di Accordo.-
-Sì, ma io sono il principe di Lucis: è mio dovere essere presente in occasioni come queste!- protestò.
Il sovrano chiuse gli occhi, massaggiandosi le tempie: immaginava che non sarebbe stato facile spiegarglielo. -Il tuo dovere è adempiere alla tua parte dell’accordo, e lo puoi fare solo sposandoti. Ti prego, cerca di capire: la situazione è delicatissima e il trattato potrebbe saltare da un giorno all’altro. Dobbiamo fare in modo che non pensino che abbiamo cattive intenzioni e agire per il bene di tutti… compreso quello di Lunafreya: fin quando non diventerà tua moglie resterà in ostaggio dell’Impero. Non ci avevi pensato a questo?-
Noctis abbassò gli occhi. -Beh, effettivamente no…-
Regis si avvicinò, posandogli una mano su una spalla. -Figliolo, capisco quello che stai provando e non è mancanza di fiducia nelle tue capacità la mia: questo è il miglior modo in cui tu puoi dare una mano a me per ottenere la tanto agognata pace. So di chiederti tanto e mi dispiace di non averti coinvolto nelle mie decisioni… però ti prego, almeno quest’ultima volta, di fare come ti dico.-
Il principe si allontanò, non riuscendo più a sopportare tutta quella pressione. Suo padre si sentì in colpa nel vederlo preda dei dubbi a causa delle sue bugie: avrebbe tanto voluto dirgli la verità, che non si fidava affatto della parola di Nifhleim e che aveva organizzato tutto questo perché preoccupato per la sua incolumità, così come per quella di Lunafreya; sapeva però che così avrebbe ottenuto una reazione contraria, suo figlio non l’avrebbe mai abbandonato in una situazione così rischiosa solo per salvarsi la pelle. Non avrebbe mai capito che, proteggendolo, Regis stava garantendo un futuro non solo al Regno di Lucis ma all’interno mondo di Eos…
-Padre.- la voce del ragazzo lo ridestò dai suoi pensieri. -Se pensi che in questo modo non metterò a repentaglio l’accordo di pace allora accetto: mi fido di te.-
Sul suo viso apparve un’espressione rincuorata. -Grazie, Noctis.-
Ho rinunciato al mio orgoglio, forse verrò deriso come uno sciocco: ma voglio difendere il futuro e mio figlio con esso; qualunque cosa mi accada almeno saprò di aver compiuto il mio dovere.


***
Questa scena ero un po' indecisa se inserirla o meno: non che ci fosse bisogno di ribadire perché Regis voleva far partire Noctis prima della firma del trattato ma sentivo che serviva un confronto diretto padre-figlio; spero di essere stata in grado di renderlo adeguatamente. Sfortunatamente non ho molte basi da cui partire per impostare un dialogo tra Noctis e Regis ma mi auguro comunque di averlo descritto il più realisticamente possibile. Forse alcuni troveranno un capitolo come questo un po' superfluo perché non aggiunge molto alla trama ma per me era necessario approfondire il più possibile il legame tra i due.

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Capitolo 33
*** Kingsglaive, Capitolo 33: The Crownsguard ***



Requiem for Final Fantasy XV
Parte III: Kingsglaive
Capitolo 33: The Crownsguard


Il rumore di spade di legno che si scontrano è una costante in quell’area della Cittadella, accompagnato dai sommessi borbottii di uomini affaticati dall’allenamento; questo era il sottofondo che faceva compagnia a Clarus e Gladiolus Amicitia, impegnati in un’importante conversazione proprio nell’ufficio accanto alla palestra adibita al corpo della Guardia Reale.
Lo Scudo del Re reggente poggiò una mano sulle carte srotolate sopra la scrivania, indicandogli vari settori della mappa lì riportata.
-In sintesi, saranno queste le misure di sicurezza che verranno imposte durante la cerimonia per la firma dell’armistizio tra Lucis e l’Impero di Nifhleim.- concluse.
-Quindi anche Cor sarà di pattuglia fuori dal palazzo?- Gladio se ne stava in piedi di fronte a lui, a braccia conserte, con un’espressione preoccupata in viso; suo padre annuì, accomodandosi sulla sedia.
-Sì, e le guardie reali opereranno come al solito. Solo il personale necessario sarà in servizio.-
-Perciò saranno i Kingsglaive a sorvegliare il palazzo?- domandò. –E la Guardia Reale resterà fuori? E’ davvero questa la decisione del Consiglio? Non sanno di cosa sei capace...-
Clarus gli sorrise, accettando quel complimento implicito. -Gladio, i Kingsglaive hanno combattuto in moltissime battaglie: sono sicuro che saranno in grado di portare a termine il loro compito.-
Il ragazzo sbuffò, non del tutto convinto dalle sue parole. -Allora non c’è spazio per uno “scudo”…-
-Con la pace sono cambiate molte cose, inciso il ruolo della Guardia Reale.- spiegò Clarus. -Il nostro compito ora è quello di proteggere la popolazione.-
-Quindi adesso non sei più lo “Scudo del Re”, ma lo “Scudo del popolo”…-
-Praticamente. E questo va anche a favore di Sua Maestà…-
-Certo… come il Re desidera…- Gladio storse il naso: sapeva bene che suo padre non aveva voce in capitolo sulle decisioni prese da Regis, che gli tributava comunque un rispetto tale dal prendere in seria considerazione il suo parere.
-Scudo o Kingsglaive non ha importanza.- si alzò, andandosi a mettere proprio di fronte a lui. -Il compito della famiglia Amicitia resta quello di proteggere e sostenere la casata dei Lucis Caelum.-
-Non l’ho dimenticato.- gli rispose fissandolo seriamente negli occhi.
Clarus assunse un tono di voce formale, più da consigliere che da padre. -Il cessate il fuoco porterà molti cambiamenti a Lucis; indipendentemente da ciò che succederà tu dovrai proteggere il principe Noctis.-
Il ragazzo aggrottò le sopracciglia, sorpreso da tali parole. -E’ questo il vero motivo del viaggio ad Altissia, no? Il Re sta cercando di tenerlo lontano da qualsiasi problema che potrebbe sorgere…-
L’uomo non si stupì dell’arguzia di suo figlio e se ne compiacque. -E’ anche questo.- non volle mentirgli. -Ma il principe deve fare la sua parte sposando Sua Grazia Lunafreya: Altissia è il luogo ideale per delle nozze di tale importanza. Lo stesso vale per te: sii il suo scudo. Fa in modo che non gli accada nulla.-
-Certo.- annuì.
-Non solo perché è il tuo futuro Re, ma perché è un tuo amico. Io farò lo stesso qui: fuori dalla barriera il compito spetta a te.-
Gladiolus assunse la posizione militare, prendendo molto seriamente quell’ordine. -Sissignore!-
La loro conversazione venne interrotta da un leggero bussare alla porta: quando Clarus diede il permesso di entrare, sulla soglia comparve l’alta figura del comandante Cor Leonis che non si stupì di trovare lì i due Amicitia. Fece un passo avanti, inchinandosi in segno di saluto.
-Permesso… scusate se vi interrompo.-
-Nessun problema, Cor.-
Gladio ricambiò il saluto, notando che aveva lasciato la porta aperta alle sue spalle; fece per andare a chiuderla ma si bloccò intravedendo un’altra sagoma dal corridoio che si apprestava a seguire il comandante con molta discrezione: quando la figura entrò fu stupito di trovarsi di fronte ad uno dei suoi migliori amici.
-Scusate anche me…- Prompto si inchinò, visibilmente a disagio di fronte ai generali di Lucis; solo in un secondo momento lo vide. -… Gladio?!-
-Che ci fai qui, Prompto?-
-E’ qui per la sua uniforme da guardia reale.- gli rispose Cor, frapponendosi tra i due. -E ne volevo approfittare per presentargli anche il suo comandante in capo.-
-Capisco.- si fece da parte, lasciandoli passare; nel frattempo suo padre era andato a sedersi alla scrivania, pronto a ricevere la sua nuova recluta. Il biondino si avvicinò con un crescente imbarazzo che divenne palese a tutti coloro che erano dentro l’ufficio; arrivato in prossimità della scrivania si inchinò nuovamente, benché non ce ne fosse alcun bisogno.
Clarus gli rispose con un altro cenno di saluto. -E così tu sei Prompto Argentum, giusto?-
-S-sissignore!- fece uno sforzo enorme per non balbettare; alle sue spalle Gladiolus si divertiva tantissimo nel vederlo così in difficoltà.
-Piacere di conoscerti.- Lo Scudo del Re afferrò i fogli della cartellina che gli stava passando Cor: con gli occhi scorreva velocemente tra i suoi dati personali, giusto per inquadrarlo meglio. -Quindi, sei stato adottato da una famiglia borghese… non hai mai fatto domanda per iscriverti nel corpo della Guardia Reale… e hai frequentato la stessa scuola di Sua Altezza il principe Noctis…-
-… esattamente…- bisbigliò, sperando che nessuna di quelle cose costituisse un problema: ci teneva tantissimo a poter entrare nella piccola unità di scorta che avrebbe accompagnato il principe fino ad Altissia.
L’uomo alzò gli occhi da quei fogli. -Dunque oggi è stato il tuo primo giorno di allenamento: come è andato? Nessun infortunio?-
-No, no!- scosse energicamente il capo. -E’ andato bene… credo. E p-prometto di proteggere Noct da qualsiasi minaccia!-
L’entusiasmo con cui disse quell’ultima frase lasciò di primo acchitto perplessi sia Cor che Clarus; al contrario loro Gladio si portò una mano sul viso, in totale disapprovazione: rivolgersi a quel modo ai suoi superiori! E chiamare davanti a loro il principe solo “Noct”! Si vedeva che era ancora un principiante con molta strada da fare… ma se non altro il suo affetto era sincero: e la cosa colpì molto i due comandanti.
-… è molto nobile da parte tua.- commentò lo Scudo. -Ma per prima cosa devi pensare a proteggere te stesso: è per questo che ti abbiamo impartito delle lezioni di autodifesa.-
Prompto si grattò una guancia, di nuovo in imbarazzo. -S-sì…-
-Se ho capito bene, hai deciso di partire perché siete amici: non è facile creare un legame del genere al giorno d’oggi, devi esserne molto orgoglioso.- si scambiò istintivamente uno sguardo con Cor, pensando la stessa cosa: quei ragazzi gli ricordavano tanto loro stessi trent’anni prima.
-Certo, certo!- esclamò il biondino con un ritrovato buonumore. -E grazie!-
-Grazie a te per essere venuto oggi.- Clarus si alzò in piedi, allungandogli una mano per stringergliela. -Ma non ti trattengo oltre, avrai sicuramente delle cose da organizzare in vista del viaggio; puoi andare.-
Prompto gliela strinse calorosamente. -Sissignore!-
Gladio si avvicinò ai due, cercando di nascondere quanto trovava ilare quella scena. -Penso che andrò anche io, devo discutere con la nuova recluta di un paio di cosette..- poggiò una mano sulla spalla del suo amico, rivolgendosi ai suoi superiori. -Grazie per avermi ricevuto, padre. Comandante Cor.- li salutò e si avviò fuori dalla porta con Prompto che lo guardava di sottecchi aspettandosi di venir punzecchiato dalle sue solite battutine; non appena la porta si richiuse l’atmosfera allegra della stanza li abbandonò e i due comandanti si fissarono seriamente, avvertendo la pesantezza della situazione.
-Hai parlato con Drautos?- gli domandò Clarus a bruciapelo mentre Cor si accomodava su una sedia.
-No, non ancora.-
Lo Scudo prese posto dall’altro capo della scrivania. -Non mi sembra in gran forma ultimamente.-
-L’ho notato anch’io…-
-Sarà per via del trattato.-
-Le cose per lui non sono facili… dubito che i Kingsglaive siano contenti della questione territoriale.- sospirò. -E’ proprio per questo che non sono del tutto convinto di queste misure di sicurezza: non è proprio possibile ripensare il mio ruolo per quel giorno?-
Clarus si poggiò con i gomiti sul tavolo. -No: il piano è già stato approvato da Sua Maestà.-
-E non lo trovi sospetto?- gli chiese, fissandolo negli occhi.- In questo modo la Guardia Reale è stata esclusa completamente…-
-Anche lui ne è consapevole…-
L’Immortale si sporse verso di lui, visibilmente preoccupato. - Voglio parlare francamente con te, Clarus: non è una questione di rivalità con l’altro corpo militare, e non si tratta nemmeno di pregiudizi raziali, ma a conti fatti la sera della cerimonia Re Regis avrà accanto a sé gli uomini a cui sta privando la possibilità di riconquistare le loro case; in molte occasioni i Kingsglaive hanno dimostrato di essere fedeli alla Corona dando anche la vita in battaglia, ma in fondo combattevano principalmente per la loro patria. Non è da fare di tutta l’erba un fascio, ma c’è la possibilità che più di uno non sia d’accordo con i termini del trattato…-
-Cor, calmati: per quanto sia concorde con quanto dici non posso fare nulla. Se succederà qualcosa il tuo compito sarà proteggere i cittadini: è stato il Re in persona a deciderlo.-
Cor guardò Clarus incuriosito, percependo la preoccupazione nei suoi occhi. -Quindi lui si aspetta qualche imprevisto?-
Sebbene colto in flagrante con i suoi pensieri lo Scudo rimase impassibile alla sua domanda. -Sua Maestà ha capito molto tempo fa che ci sono ben poche alternative per Lucis; ha le sue riserve sui Kingsglaive, ma sono gli unici in grado di affrontare l’Impero.-
-Allora avranno bisogno di me!- sbatté un pugno sul poggiabraccio della sedia. -Con la mia esperienza dovrei essere a fianco del Re…-
Lo interruppe con un gesto della mano, liquidandolo come se stesse dicendo una sciocchezza. -I Kingsglaive hanno il loro capitano a tenerli a bada: tu sei il Comandante della Guardia Reale e il tuo dovere è essere accanto ai tuoi uomini.-
Cor sospirò rumorosamente, indietreggiando con la sedia e alzandosi in piedi; l’amico lo fissò.
-Non scordare che ci sarò anch’io lì con loro: lo Scudo del Re non lascerà che gli accada nulla di male.-
-Lo so.- Sospirò di nuovo, non del tutto confortato da quelle parole. -Con permesso.-
Si congedò con il saluto militare, avviandosi frettolosamente verso la porta: sapeva benissimo che Clarus aveva le mani legate, tuttavia avrebbe continuato ad insistere fino al giorno della cerimonia; si sentiva così impotente, escluso da quella situazione, e non si sarebbe mai perdonato se fosse capitato qualcosa al suo Re…
Non appena poggiò la mano sulla maniglia venne sorpreso dalla voce del suo superiore alle sue spalle.
-Cor, ricorda che la tua priorità resta proteggere i civili: Re Regis ha scelto i migliori per far evacuare i cittadini. So che non lo deluderai.-
L’Immortale aprì velocemente la porta e la richiuse alle sue spalle, acconsentendo in silenzio.


***
Una scenetta ripresa direttamente dalla novel del prologo Parting Ways, che ho arricchito giusto in alcuni punti con un po' di dettagli; ricordo che, sebbene la novel sia ambientata il giorno prima della partenza di Noctis, io ho usato vari episodi provenienti da essa dandogli tutt’altra collocazione cronologica (nel caso specifico della mia narrazione questo capitolo può essere collocato uno o due giorni dopo il precedente).
Mi piaceva un sacco questa conversazione tra Gladio e Clarus e mi piace ancora di più contrapposta a quella di Noctis e Regis del capitolo precedente; non volevo rinunciare nemmeno all’entrata in scena di Prompto, di cui ho voluto mettere in evidenza le umili origini per valorizzare il perché sia stato scelto per partire con il principe. La parte finale con la discussione di Cor e Clarus serve per sottolineare che Regis e la sua corte non sono affatto degli sciocchi e che determinati voltafaccia se li stavano anche aspettando; purtroppo, nonostante le contromisure prese, sappiamo tutti come è andata a finire…
Mi dilungherò un altro paio di capitoli sugli eventi precedenti all’arrivo del contingente imperiale ad Insomnia.

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Capitolo 34
*** Kingsglaive, Capitolo 34: Symbol of peace ***


Requiem for Final Fantasy XV
Parte III: Kingsglaive
Capitolo 34: Symbol of peace


A quasi due settimane dall’annuncio mondiale dell’armistizio che avrebbe posto fine alla guerra tra le due superpotenze di Eos, l’atelier più in voga di Altissia aveva ultimato la sua più grande creazione: il candido vestito nuziale era già stato trasportato fino a Tenebrae e consegnato nelle amorevoli mani della sposa che l’avrebbe indossato; Lunafreya era semplicemente raggiante, non avrebbe potuto pretendere di meglio. Lo indossò immediatamente, specchiandosi e guardandosi da ogni angolazione per accertare che ogni dettaglio fosse assolutamente perfetto. Quando Maria, la sua anziana cameriera personale, lo rimise a posto sul manichino la principessa rimase in totale contemplazione.
Nonostante il suo ruolo, nonostante la sua missione, rimaneva pur sempre una ragazza di 24 anni: persino lei poteva lasciarsi andare per un po', immaginando il giorno che avrebbe pronunciato quel
-Vostra Grazia, vi sta benissimo!-
A destarla dai suoi pensieri fu la vocetta squillante di Aurora, la nipotina di Maria, che aveva avuto il privilegio di assistere la principessa nella prova dell’abito: si avvicinò a lei con grande entusiasmo per porgerle i suoi più sinceri complimenti.
-Grazie.- Luna mascherò l’imbarazzo con un gran sorriso.
-Sarete una sposa bellissima!- iniziò a girarle intorno, quasi più emozionata di lei. -E indosserete anche un velo? E il bouquet sarà di sylleblossoms? E…-
-Ma insomma, la stai tartassando di domande!- la rimproverò la nonna, prendendola per un braccio e costringendola a fermarsi. -Perdonatela, Vostra Grazia.-
La principessa scosse il capo. -Assolutamente, non c’è nulla da perdonare: non mi ha dato fastidio.-
-Siete proprio felice di questo matrimonio, eh?- commento Maria, notando nel suo sguardo un qualcosa di diverso.
-Scommetto che non vedete l’ora che arrivi quel giorno!- aggiunse la bambina in estasi.
-Sì è proprio così. Anche se...- Lunafreya lasciò cadere la frase; si diresse verso il grande finestrone alle sue spalle, scostando una tendina per perdersi ad ammirare il cielo azzurro sopra a Tenebrae.
Nonna e nipote notarono entrambe quell’improvviso cambiamento d’umore, anche se non potevano leggerle nei pensieri; Aurora le lanciò uno sguardo perplesso, indugiando un po': temeva di aver detto qualcosa che poteva averla rattristata. Stava per rimediare ma venne fermata da un gesto di Maria, che prese in mano la situazione. -Vostra Grazia, c’è qualcosa che non va?-
Luna non ebbe nemmeno il coraggio di voltarsi a guardarla; emise un lungo sospiro dando voce al suo turbamento. -Non è così che dovrebbe andare: un matrimonio è un atto d’amore, non politico.-
L’anziana donna capì perfettamente dove voleva andare a parare. -Il vostro non è un matrimonio politico: è un matrimonio di pace, un simbolo di pace. Siete l’Oracolo, chi meglio di voi potrebbe rappresentarla…-
-So che nel mio ambiente i matrimoni sono molto spesso combinati; lo fu anche quello dei miei genitori e alla fine si rivelò felice. Ma nella nostra situazione verremo caricati da una grandissima responsabilità…-
-Non volete sposare il principe Noctis?- chiese preoccupata Aurora.
-No, non è questo… è che non vorrei che per lui fosse soltanto un peso…-
-Non è assolutamente così!- intervenne di scatto la bambina, sfuggendo alla presa della nonna; si precipitò al fianco di Luna, agitando i pugni per dare più enfasi al suo discorso. -Sono certa, sono sicurissima che il principe Noctis è contento quando voi! Anche lui non vede l’ora che arrivi quel giorno perché so per certo che vi ama quanto voi amate lui!-
-Aurora!!- Maria la prese di nuovo per il braccio, allontanandola da lei. -Ma ti sembra questo il modo?! Sei una maleducata, chiedi immediatamente scusa alla principessa!!-
La bambina si svincolò dalla presa e abbassò gli occhi a terra, vergognandosi per la sgridata ricevuta. -Vostra Grazia… mi dispiace tanto…-
Ma Lunafreya non era affatto né offesa né indignata: si chinò verso di lei, sorridendole dolcemente. -Non bisogna mai scusarsi se si parla con il cuore; il tuo intento era di tirarmi su di morale e questo lo apprezzo molto. Ti ringrazio Aurora.-
Nel sentire queste cose la piccola tornò di buon umore, ricambiando il sorriso.
Maria, alle sue spalle, si inchinò. -Vi ringrazio per la comprensione, Vostra Grazia.-
La principessa scosse il capo, come per dire che non ci fosse bisogno di ringraziarla. -Ora avrei proprio desiderio di restare un po' sola, se non vi dispiace.-
-Come desiderate.-
Nonna e nipote la salutarono con un inchino, uscendo velocemente fuori dalla stanza; la ragazza le seguì con lo sguardo fino a che non richiusero la porta alle loro spalle. Si lasciò andare ad un lungo sospiro, chiudendo gli occhi: aveva tante cose a cui pensare, tante preoccupazioni che le si affollavano nella mente e sentiva che Nifhleim stava tramando qualcosa ai danni di Lucis; purtroppo però non riusciva a smettere di pensare a Noctis.
Come aveva preso quella notizia? Ne era felice? Gli dava noia? Era insopportabile per lui pensare di sposare la sua vecchia amica che non vede da anni? Era più che lecito se avesse avuto delle riserve su questa situazione. Un matrimonio combinato era probabilmente ciò che lo aspettava in futuro tuttavia sarebbe stato più logico sposare una nobildonna di Lucis piuttosto che l’Oracolo, un mero strumento nelle mani del suo acerrimo nemico. I due non si vedevano da ben dodici anni… si scrivevano, sì, e si confidavano a tal punto da conoscersi l’un l’altro meglio di chiunque altro: ma avere una persona fisicamente accanto tutti i giorni era una cosa ben diversa. Lunafreya sentiva che non era giusto per loro convolare a nozze in quel modo.
Non sapeva dire per quanto tempo era rimasta così, persa nei suoi pensieri: improvvisamente avvertì una presenza familiare accanto a lei.
-Ti ringrazio per essere qui, Gentiana.-
La messaggera apparve dal nulla alle sue spalle, in piedi di fronte al finestra; sorrise dolcemente senza guardarla.
-Tanti anni fa, il Re commiserò il destino che gli Dei passarono come un fardello sulle spalle del proprio figlio. Giunti a Tenebrae i due trovarono sollievo dalle loro pene; non fu l’Oracolo a mitigare i loro timori, come tutti pensano.- si girò verso di lei. -Ma la bambina: in lei risiedeva un grande potere.-
Luna si avvicinò scuotendo il capo, come a non volersi prendere alcun merito delle parole di Gentiana.
-Non posso offrire nulla al Re della Luce, solo la voce riconosciuta all’Oracolo. Ciò nonostante…- lanciò uno sguardo malinconico verso lo splendido vestito da sposa indossato dal manichino. -… potrà sembrare sciocco ma essere di nuovo accanto a Noctis, anche per un solo istante, sarebbe tutto per me.- fissò negli occhi Gentiana. -Io non chiedo di guidarlo ma di stare accanto a lui.-
La messaggera sorrise, annuendo.


***
Il “simbolo di pace” che dà il titolo al capitolo è ovviamente il vestito nuziale di Luna; nome appropriato tant’è che si chiama così anche la missione principale di Altissia, quando il giocatore deve recarsi all’atelier per ammirarlo.
Ho ricostruito questa scena rifacendomi di tutto il materiale del capitolo 12 del gioco, quando ci troviamo a Tenebrae: il flashback con il discorso finale tra Luna e Gentiana e le parole della bambina che ferma Noctis prima di salire sul treno sono stati i miei riferimenti principali. Devo dire che non mi è piaciuta molto la scelta di sentir parlare di Luna e dei suoi sentimenti personali da quella che sembra una bimba qualunque perciò l’ho resa una figura molto più vicina a lei, imparentandola con l’anziana cameriera della principessa; detesto dare nomi a caso ai personaggi secondari ma durante la stesura del capitolo non sono riuscita a far reggere il discorso senza che la nonna la chiamasse per nome, quindi vi chiedo di chiudere un occhio almeno stavolta.

PS: Spero che questa scena non vi risulti forzata visto che è successiva di pochi capitoli al tentativo di fuga di Luna: dovete immaginare che sia passata almeno una settimana da allora e che la principessa, non potendo ritentare la fuga a causa di Ravus, si sia arresa a fare la sua mossa in un momento successivo; nonostante la pericolosa situazione in cui si trova è pur sempre una ragazza e sfido chiunque a non emozionarsi di fronte al proprio vestito da sposa. Quindi la mia raccomandazione è di vedere questo momento come una parentesi a parte della storia di Lunafreya che non cambia comunque la sua posizione contro Nifhleim.

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Capitolo 35
*** Kingsglaive, Capitolo 35: Omen ***


Requiem for Final Fantasy XV
Parte III: Kingsglaive
Capitolo 35: Omen


L’asfalto è rovente, fa un caldo bestiale; alla radio passa l’ultimo successo dell’estate.
Il principe Noctis è solo alla guida dell’amata Regalia; parcheggia la bella auto all’ombra della tettoia del benzinaio e, senza fermarsi per mettere carburante, entra con passo sicuro in una stazione di servizio Coernix nel bel mezzo del nulla…
Le porte di vetro si chiudono dietro di lui mentre avanza nel locale vuoto.
Allo scattare della serratura qualcosa sembra cambiare; il ragazzo si ritrova così catapultato in un posto che conosceva bene da bambino: una stanza da letto principesca, con un abito da sposa troneggia al centro della camera, quadri al muro con ritratte scene incastonate nei suoi ricordi. Non ne sembra turbato ma anzi quel luogo gli dà un forte senso di pace misto a nostalgia dell’infanzia… avanza lentamente, guardandosi intorno come ad imprimersi nella mente ogni particolare attorno a lui.
Una luce chiarissima entra dalle grandi vetrate e lo invoglia ad avvicinarsi per ammirare il panorama: è strano, probabilmente uno stupido scherzo della sua mente, ma ha l’impressione di sentire la voce lontana di una bambina.
-E’ la volontà del cristallo ad incoronare il Re della Luce. Solo il vero Re eletto dal cristallo può purificare il pianeta dal suo flagello.-
Quelle parole, quella voce…
Il rombo del motore della Regalia lo riporta alla realtà ed è di nuovo a bordo del bolide mentre fugge a tutta velocità dai proiettili di un’aeronave di Nifhleim al suo inseguimento; riconosce vagamente il luogo come una delle autostrade di Lucis ma non ha il tempo per fermarsi a realizzare i particolari, deve assolutamente togliersi il veicolo imperiale dalle costole. Con mani sicure sul volante fa una serie di manovre e deviazioni per sviarlo; il caldo è infernale e sente la pelle sotto la maglietta bagnarsi di sudore. L’avvicinamento minaccioso dell’aeronave lo costringe a premere a tutta forza sul pedale dell’acceleratore: ed ecco che i campi di fiori attorno a lui non diventano altro che macchie di colori che sfrecciano alla sua destra e sinistra.
Nonostante sia tanto concentrato sulla guida riesce comunque a notare una figura bianca su bordo strada che comparve improvvisamente: il tempo sembra rallentare a tal punto da riuscire a riconoscere in quella sagoma l’immagine di Pryna, ferma lì ad attenderlo. Noctis non può credere ai propri occhi, non riesce a comprendere come abbia fatto ad arrivare fino a lì; stupidamente si gira per osservarla meglio, quasi dimenticandosi che sta guidando un’auto a tutta velocità; il risultato è ovviamente che perde il controllo della macchina e fa un brutto testacoda sull’asfalto…


Un mondo diverso. Oscurità. Fuoco e fiamme.
-Noctis!- grida terrorizzata.
Lunafreya è accasciata a terra, si difende dalla lama che sta per colpirla con il suo tridente; non fa in tempo a prendere fiato che fa un balzo a destra per evitare il fendente mortale di quella spada.


La macchina fa un giro su sé stessa e viene catapultata lontano, rovesciandosi e finendo quasi fuori strada; l’incidente che ne consegue è davvero brutto, tanto che la povera Regalia è ridotta ad un cumulo di rottami fumanti, schegge e detriti metallici sparsi ovunque sulla strada: è praticamente un miracolo che il principe riesca a rialzarsi, come se la botta non gli avesse provocato alcuna ferita. Si pulisce la giacca dalle polveri della strada e si guarda attorno accertandosi della situazione: se non altro sembra che l’aeronave imperiale l’abbia lasciato stare, probabilmente pensando che fosse morto nell’incidente. Altra nota positiva è che Pryna si trova ancora lì, seduta a bordo strada fissandolo intensamente quasi come se lo stesse attendendo: e difatti lui fa appena a tempo a raggiungerla prima che la cagnolina si rimetta in marcia, guidandolo altrove…
Il panorama circostante cambia improvvisamente come se si fossero teletrasportati nel deserto: Noctis sembra quasi non stupirsene e la segue diligentemente sotto quel fortissimo sole, col vento secco che gli sferza la pelle; in lontananza si intravedono sfuocate le rovine di una città distrutta. Apparentemente sembra che Pryna non abbia una meta tuttavia lo guida in un punto ben preciso che gli fa capire che l’animale non ha affatto perso il suo senso dell’orientamento: tra le dune desertiche Noctis scorge una gondola altissiana ribaltata, finita lì chissà come. Ed è proprio qui che la fedele bestiola voleva guidarlo, dal momento che ci monta sopra con noncuranza ed entra letteralmente all’interno del sedile; il principe la segue senza batter ciglio.
Altro cambio di scenario ed eccoli arrivare dentro il vagone di un treno con le porte si chiudono alle loro spalle; la galleria sembra essere quella di una qualsiasi città moderna un po' in degrado ma la luce artificiale funziona bene e il veicolo va spedito fino alla stazione successiva. Noctis si accorge solo allora che i suoi compagni di viaggio sono una decina di soldati Magitek, i quali tuttavia si comportano come se fossero incuranti della sua presenza: c’è chi sta guardando lo smartphone, chi legge il giornale, chi si regge agli appendini in attesa della sua fermata. Il principe continua ad avanzare per i vagoni seguendo Pryna fino a raggiungere quello di testa; quando arriva a destinazione si ferma davanti alla porta scorrevole, aspettando che il treno si fermi; si specchia sul vetro del finestrino ma c’è qualcosa di strano nella sua immagine riflessa…
Non la sua: quella di Lunafreya. 
Il treno si ferma e il fedele segugio è già in cima alle scale della stazione di Cartanica: il principe balza velocemente giù dal vagone e si fa strada tra i soldati per raggiungerlo prima che scompaia di nuovo. Purtroppo agendo così attira l’attenzione su di sé tanto da venir smascherato e attaccato in massa dai Magitek, che tentano in ogni modo di ostacolare il suo cammino: Noctis è costretto ad invocare le spade fantasma per arrivare fino alle scale e da lì si butta dalla ringhiera per continuare la sua rapida discesa; nonostante i numerosi colpi sparati dai fucili imperiali i proiettili non riescono nemmeno a fargli un graffio. Nel frattempo la cucciola ha raggiunto l’ascensore al piano inferiore, che si apre in automatico permettendole di salire; le porte si stanno pian piano richiudendo ma il ragazzo ha abbastanza prontezza di riflessi per lanciare una delle sue armi fantasma all’interno del vano, teletrasportandosi prima che la fessura si chiuda del tutto; l’ascensore inizia la sua discesa, portandoli chissà dove, lontani dal pericolo dei Magitek. Noctis, rincuorato, fissa così negli occhi l’animale…


Lunafreya si para da ogni attacco come può, creando delle fievoli barriere protettive, tuttavia ogni fendente è sempre più forte e l’ultimo frantuma la sua difesa come se fosse un muro di vetro: la fanciulla viene sbalzata all’indietro cadendo rovinosamente al suolo con un tonfo così forte che le ci vuole qualche secondo prima che di riuscire a riprendersi da una tale botta. Non appena riprende piena coscienza cerca il più velocemente possibile di allungare una mano verso il suo tridente…

La discesa dell’ascensore, dapprima dolce e lenta, prende sempre più velocità a tal punto che pare quasi disintegrarsi sotto i loro piedi: Noctis e Pryna sono costretti a sbracciarsi nel vuoto mentre la forza di gravità li porta giù, in un pozzo oscuro senza fondo, sempre più velocemente…
Il principe invoca disperato una spada fantasma che colpisce qualcosa: in tutta quella oscurità non riesce a distinguere il  muro davanti a lui ma si aggrappa all’arma con tutte le sue forze per rallentare la caduta. Chiude gli occhi pregando le divinità di salvarlo da quella situazione impossibile; ci mette un po' ad accorgersi che in realtà si è già fermato e avverte attorno a lui un brusco cambio di gravità: colpa delle vertigini? Noctis si fida del suo istinto e si appoggia con i piedi al muro, rialzandosi come se fosse diventato un pavimento: ed effettivamente è così, tanto che riesce a stare in piedi senza perdere l’equilibrio e cadere nel vuoto. Anche stavolta non si pone troppe domande su quel che sia realmente accaduto; la nuova situazione non richiede tanto tempo per pensare.
Si ritrova così in piena notte, con Pryna al proprio fianco, su uno di quei classici ponti di ferro costruiti sopra un grande corso d’acqua; la sua irruzione dev’essere stata scoperta perché si vede circondato da soldati Magitek in ogni dove, con i fucili puntati contro di lui. In mano si ritrova dei kukri… che strano tipo di arma…
Basta un minimo movimento da parte sua a far partire il fuoco nemico: alcuni colpi lo prendono subito di striscio ma ha i riflessi abbastanza pronti da evitarne la maggior parte. Nonostante non abbia familiarità con quel tipo di lama riesce ad usare in maniera eccellente i suoi nuovi kukri, lanciandoli addosso ai soldati e teletrasportandosi d’improvviso su di loro per veloci attacchi ravvicinati; per i gruppi più distanti si avvale della sua magia elementare, in particolare gli incantesimi Focum e Fulgor, per sbaragliarli con un colpo solo. La battaglia è furiosa, è una lotta alla sopravvivenza tra la massa di guerrieri imperiali: Noctis invoca ogni arma, usa ogni tecnica, cerca una via di fuga con Pryna; sembra quasi che la cagnolina sia la sua ombra, seguendo i suoi passi, combattendo al suo fianco e teletrasportandosi con lui. Il ragazzo afferra una sfera dalla tasca e la alimenta con la magia Focum; con un balzo si porta dietro un folto gruppo di nemici e scaglia la sfera di fuoco su di loro, che sprigionando tutto il suo potere provoca un grande incendio.
La mossa si rivela un’arma a doppio taglio perché il fumo emanato dalle fiamme gli oscura parzialmente la vista… d’improvviso non vede né avverte alcuna entità nelle immediate vicinanze ma dei tonfi in lontananza lo mettono in allarme su un pericolo ben maggiore; quando il fumo si dirada il principe riesce finalmente a scorgere l’artefice di un tale fracasso, un mostruoso Behemoth: mentre Noctis tenta di evitare più che può i colpi di quell’immensa bestia si accorge che attorno a lui non solo si è fatto giorno ma che lo scenario è cambiato nuovamente tramutandosi nel corridoio di un sontuoso palazzo nobiliare, diverso dalla Cittadella a lui tanto familiare in quanto pareti e pavimenti sono ricoperte da bianchi pannelli marmorei. Il suo corpo è ricoperto di ferite e i suoi vestiti in gran parte stracciati; il giovane è talmente stanco da quella lotta continua da mostrare il fianco scoperto al mostro che ne approfitta per sferrargli una forte zampata tale da sbatterlo contro una colonna. Dolore, stanchezza e rassegnazione sono un mix potente che lo costringono ad accasciarsi a terra, quasi arrendendosi al suo destino di morte... è proprio in quel momento che sente l’abbagliare di Pryna, un incoraggiamento da parte di quella cara bestiola di non mollare: Noctis alza gli occhi e la localizza poco distante da lui, dall’altro lato del corridoio, che zompetta nervosa per attirare la sua attenzione; gli basta un attimo per capire che gli sta facendo cenno di seguirla. Si rialza in fretta, evitando l’ennesimo colpo del Behemoth; fidandosi della fedele cucciola la segue a perdifiato fino al fondo del tunnel, dove chiude la strada un immenso specchio di vetro. Nella sua folle corsa non riesce a credere a quel che vedono i suoi occhi…
Nel riflesso dello specchio, al posto suo e di Pryna, ci sono Luna e Umbra.
Noctis appare disorientato, dapprima non capendo se si tratti veramente di uno specchio o se quelli fossero realmente Luna e Umbra che stavano venendo in loro soccorso; ma le loro movenze erano troppo identiche per non essere il frutto di un riflesso distorto. Pryna comunque non sembra badare al vicolo cielo nel quale si sta andando a cacciare ma anzi non frena la sua corsa e, con un grande balzo, si lancia in avanti all’interno dello specchio; il giovane non ha altra alternativa per sopravvivere al Behemoth che seguirla buttandocisi anche lui a testa bassa.
E’ strano perché la superficie dello specchio non sembra vetro ma è come tuffarsi in acqua… ed è effettivamente la sensazione che ha, quella di nuotare sospeso in un liquido senza ossigeno: sente l’impellente bisogno di riemergere per riprendere aria e si dirige più velocemente che può verso l’alto, dove luci sbiadite gli indicano la via da raggiungere; è così che Noctis risale in superficie, prendendo una gran boccata d’aria e guardandosi intorno: fa fatica a riconoscere i palazzi in fiamme attorno a lui ma quelle sono sicuramente le acque della laguna di Altissia, sotto un cielo stellato popolato da aeronavi imperiali.
Perché la città è stata attaccata? Accordo non è territorio neutrale?
Vorrebbe provare a nuotare fino a riva ma la banchina gli sembra troppo lontana e sente il rumore di motoscafi avvicinarsi da lontano: che fare? E Luna? Luna starà bene? Quello che avrebbe dovuto essere il giorno del loro matrimonio è finito per diventare la strage della città del Leviatano…
Imprigionato in pensieri tanto spaventosi quasi non si accorge che gli basta sbattere le palpebre per cambiare luogo di nuovo, finendo purtroppo dalla padella alla brace: non riesce a ricordare come sia arrivato fin lì ma quella in cui si trova sembrerebbe essere una di quelle basi militari che suo nonno Mors ha permesso a Nifhleim di installare in vari punti del Regno di Lucis; la sua disattenzione lo porta ad essere scoperto ed eccolo lì, circondato da soldati armati, con le luci di tutti i fari puntati addosso. Noctis non può far altro che prepararsi alla disperata battaglia, invocando le armi ancestrali per difendersi…
Ma qualcosa non quadra.
Lo spadone che ha richiamato svanisce in frammenti di cristalli: il ragazzo si guarda le mani attonito, ma che diavolo succede? Dov’è finita la sua magia?! Che gli Dei lo stessero abbandonando? Oppure era la stanchezza di quell’assurdo viaggio…? Un incubo, dev’essere nient’altro che un incubo: ma il primo sparo che gli arriva a dosso, e che lo colpisce lievemente ad una spalla, col dolore che ne comporta basta per provargli che è tutto vero. Il principe non può far altro che tentare una via di fuga: si difende con calci e pugni, attacca alle spalle i soldati per rubare i fucili, spara contro le luci dei riflettori per crearsi un nascondiglio nell’oscurità. Se la cava bene, almeno finché non arrivano i camminatori imperiali: i loro laser improvvisi lo colpiscono di striscio, aprendogli profondi squarci nella maglietta; il ragazzo si accascia a terra, toccandosi le parti ustionate e perdendo le speranze di riuscire ad uscirne vivo…. ma è proprio in quel momento che ricompare Pryna, sbucando fuori da un magazzino e correndo incontro ai robot con l’intento di distrarli e concedergli uno spiraglio di tempo per ripararsi e fuggire. Noctis non è tipo da sacrificare così un’amica e le grida di fermarsi e correre a nascondersi ma niente, la cagnolina è sorda alle sue invocazioni e i soldati imperiali sembrano concentrarsi sul nuovo bersaglio. Disperato, il principe cerca velocemente un’idea per fermarli: agisce d’istinto, salendo in cima ad una rampa e afferrando una pesante catena per lanciarsi verso di loro con le ultime forze rimaste; riesce così ad afferrare uno dei piedi del camminatore più vicino, facendolo traballare e creando un effetto domino sugli altri che crollano come un castello di carta; il giovane completa l’opera tirando la leva di una pesante gru che cade su di loro, schiacciandoli.
Sicuro e sorpreso di essere riuscito a mettere fuori gioco l’intero esercito nemico non aspetta un secondo per raggiungere la sua cucciola, pur avendo l’oscuro sentore che ormai sia troppo tardi: Pryna giace al centro della pista, in mezzo ai rottami dei soldai, priva di sensi. Noctis cerca di raggiungerla il prima possibile per prestarle un primo soccorso ma la sua folle corsa viene bruscamente interrotta: l’asfalto cede sotto i suoi piedi e si ritrova a precipitare di nuovo nel vuoto, mentre la bestiolina giace immobile e bisognosa di cure al centro di quel campo nemico…
Nell’oscuro tunnel che l’ha inghiottito gli sembra di sentire qualche bisbiglio attufato a cui non resiste dal prestare l’orecchio con attenzione, nonostante il pericolo di una caduta mortale.
-E io sono il prescelto.?- chiede la voce di un bambino.
-Sì.-
Perché gli sembra di ricordare quel dialogo… tanto tempo fa…


Finalmente dopo tanta fatica riesce a tirarsi su, aiutandosi col Tridente che tiene in mano: lo spazio intorno a lui è reso irriconoscibile dal  fuoco e fiamme, che hanno bruciato ogni cosa rendendolo un deserto di morte; sa solo che è notte grazie al cielo oscuro sopra lui, ma non è sicuro che non sia solo un’illusione. L’aria fresca che gli colpisce la pelle gli dà prova che si trova all’aperto, in qualche zona di campagna: solo in un secondo momento si accorge degli orribili cerberi lo hanno accerchiato, sbraitanti ed eccitati da quello che doveva essere successo.
Noctis è disorientato, si guarda addosso: non capisce perché sia a petto nudo ma almeno non è ferito, cioè non sente alcun dolore nonostante abbia tutto quel sangue addosso…
di chi è?
Alle sue spalle, silenziosa ed improvvisa salta fuori Pryna: il ragazzo è felice di vedere che sta bene e prova ad accarezzarla ma la cagnolina non lo degna della minima attenzione, proprio come se non esistesse; c’è altro, c’è qualcun altro che deve raggiungere. Infatti, poco distante da lui, giace un qualcosa di accasciato a terra ed è proprio lì che l’animale si ferma, apparentemente impassibile.
Le polveri e il fumo dell’incendio hanno macchiato il suo manto non più candido … ma è davvero sporco? D’improvviso gli sembra di essersi ingannato, quella creatura non può essere Pryna: è forse Umbra? Non appena la bestiola si gira capisce di aver sbagliato di nuovo: nemmeno lui ha quegli occhi infernali e quel ghigno tremendo. No, non può essere uno dei cuccioli di Luna…
chi è?
Ecco che d’improvviso deve percorrere all’indietro con la mente tutto il viaggio che ha fatto e che l’ha portato fino a lì e si rende conto che il suo vero ed unico compagno non era altri che quel mostro: come diavolo ha fatto a scambiarlo per Pryna?! E perché l’ha seguito? Cosa succede? Qual è la sua destinazione, qual è stato lo scopo di tanto girovagare, a che cosa l’ha portato?!
A che cosa l’ha portato… l’ha portato lì, preso da una furia cieca che gli ha fatto perdere il controllo delle proprie azioni: il respiro di Noctis diventa affannoso, lascia cadere a terra il tridente e chiude gli occhi, sperando sia tutto un incubo… nella mente si affollano ricordi di una Luna spaventata e ferita mentre viene scaraventata a terra, mentre indietreggia con la lama puntata al collo, mentre piange e invoca disperata il suo nome. Il suo sguardo che chiede pietà… non può essere…
Quando ha il coraggio di aprire finalmente gli occhi, il principe riconosce il corpo della sua amata in quel cadavere che giace ai suoi piedi.

Se ne rende finalmente conto.
-NOOOOOOOOOOOOO!!!!-
Noctis non può fare altro che gridare. Nulla cancellerà mai la sua colpa, nulla fermerà la sua maledizione.
Ha ucciso la sua amata Lunafreya.

 
-Quanti dovranno morire perché tu ti senta appagato?-
Insomnia, in una notte pacifica in cui il suo Re non riusciva a dormire a causa di oscuri sogni, tempo prima dell’arrivo di Nifhleim per la firma del trattato.
La voce di Regis era dura eppure si coglieva una nota di dolore: suo figlio non aveva ancora lasciato la città nella quale si trovavano, la barriera non era ancora crollata, nulla di tutto quel che aveva visto era ancora accaduto; il cristallo di Lucis era lì davanti a lui, protetto nel caveau situato nel cuore del suo palazzo, all’interno di quella stanza in cui nessuno aveva il permesso di accedere tranne lui. Nessuno; eppure, quella notte, Regis non stava recitando un monologo.
-Sono stato testimone di molte morti, ma ora ne attendo solo una… e poi avrò pace.- fu la gelida risposta dell’entità del cristallo, il vero responsabile di avergli mostrato quella terribile visione.
Il sovrano sostenne lo sguardo nonostante la luce accecante. -Farà il suo dovere, vedrai.-
-Come tutti noi.-
Regis chiuse la teca del cristallo, meditando sul triste futuro che attendeva Noctis: aveva fatto proprio bene a non lasciarlo partire da solo, affiancandolo ad una scorta che non soltanto erano abili guerrieri ma per prima cosa erano i suoi più cari amici. Tuttavia questo sarebbe bastato? Gladio era forte, Ignis era molto intelligente e Prompto aveva un cuore d’oro: ma persino loro non erano altro che esseri umani. Anche se avessero sacrificato le loro vite per lui non avrebbero potuto fermare il corso degli eventi: nessuno poteva salvare suo figlio dal suo destino, dalle sofferenze che lo attendevano; e d’altro canto impedire che lo portasse a termine significava condannare a morte l’intera umanità.
Il Re di Lucis meditava molte cose mentre passeggiava solitario tra i corridoi nei quali era cresciuto, osservato da silenziose Guardie Reali di istanza in quella zona della Cittadella abituate ai sonni disturbati del loro sovrano. Il vecchio sentì il bisogno di prendere una boccata d’aria e si diresse verso il terrazzino più vicino: era una notte come le altre che stava terminando con una splendida alba. Regis si perse ad ammirare la sua magnifica Insomnia, la sua bella città ancora in pace.
A quel punto aveva già preso la sua decisione: sarebbe andato contro il destino.
Sospirò profondamente. -Che gli Dei mi perdonino…-


***
Credo che questo capitolo non abbia bisogno di presentazioni: moltissimi sono stati invogliati a comprare FFXV proprio grazie al trailer Omen. Vorrei ribadire a tutti coloro che si sono lamentati che “il gioco non c’entra nulla col trailer” che non c’è stato nessun inganno da parte di Square Enix: questo è semplicemente un presagio, la visione del viaggio di Noctis (e della sua caduta verso il lato oscuro) se non fosse partito da Insomnia in compagnia dei suoi amici; è una metafora per insegnare quanto sia importante il valore dell’amicizia nonché un modo per mettere in risalto il ruolo centrale che Prompto, Ignis e Gladio hanno avuto nella vita di Noctis. Credo che questo messaggio lo si evinca bene soprattutto alla fine del trailer, nella chiacchierata tra Regis ed una “entità” (c’è chi ha detto si tratti di Ardyn, io come altri crediamo sia Bahamut; in ogni caso ho preferito non specificare).
Chiaramente questo trailer non ha una precisa collocazione cronologica negli eventi di Kingsglaive: io ho scelto di metterlo qui (diciamo il giorno prima dell’arrivo dell’Impero) perché mi sembra sia il punto focale della narrazione; nei prossimi capitoli infatti vedremo l’arrivo di Nifhleim ad Insomnia, con tutte le conseguenze che ne comporta, fino ad arrivare agli eventi che danno il via al gioco di FFXV.
Spero di essere riuscita a descrivere bene ogni scena, nonostante il trailer sia talmente confusionario da essere perfettamente inquadrato come una visione onirica: è anche per questo che ho scelto di differenziare le due parti narrare (Noctis e Pryna/Noctis contro Luna) con colori diversi, oltre che usare il tempo presente nella narrazione, quando solitamente parlo al passato.
Il mio aggiornamento termina qui! Come già detto nel prossimo capitolo il contingente imperiale arriverà in città per la firma del trattato e si aprirà un nuovo arco narrativo. Mi dispiace per la lentezza negli aggiornamenti ma cerco di tenermi un bel po' di capitoli di distanza dall’ultimo che ho scritto (sono arrivata al momento della firma); inoltre sto temporeggiando un po' in attesa di sapere su chi saranno i prossimi dlc, oltre a quello di Ardyn, e di cosa tratteranno per integrarli al meglio possibile nella mia storia. Spero ardentemente che ci sia posto per Luna e Ravus, visto che meritano più spazio e approfondimento… staremo a vedere!
Intanto ringrazio come al solito tutti coloro che mi stanno seguendo, specialmente chi mi lascia un commentino, mi fa sempre molto piacere! Non ho alcuna intenzione di mollare questa storia ma anzi ogni nuova notizia e ogni nuovo contenuto mi danno forza e idee diverse per proseguire questo folle progetto, che spero di stare sviluppando nel migliore dei modi.

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Capitolo 36
*** Kingsglaive, Capitolo 36: The Empire arrives ***


Requiem for Final Fantasy XV
Parte III: Kingsglaive
Capitolo 36: The Empire arrives


Il telegiornale trasmetteva le prime immagini dell’atterraggio dell’aeronave imperiale, con la discesa dei suoi prestigiosi passeggeri sul suolo di Lucis.
-In città si respira un’atmosfera di esultanza in vista dell’armistizio imminente! Mancano solo tre giorni alla firma del trattato che porterà la pace: una schiera di cittadini si è riversata per le strade ad accogliere il corteo di Nifhleim, alla testa del quale avanza con passo sicuro Sua Altezza l’Imperatore Iedolas Aldercapt, seguito dai suoi alti dignitari.-
Le parole del giornalista rieccheggiarono in tutti i televisori del Regno.

Nyx Ulric era di riposo quella mattina e guardava con malcelato interesse la piccola tv che aveva comprato ad un mercatino qualche mese prima. Non fu l’unico a stupirsi della presenza di Sua Grazia Lunafreya tra i diplomatici imperiali, inquadrata per ultima dalla telecamera: dall’altra parte della città, in un appartamento ben diverso dall’umile monolocale del Kingsglaive, il principe Noctis lanciò un’occhiata al suo fidato amico Ignis seduto accanto a lui.
-Ma… ma credevo che avrei incontrato Luna ad Altissia!- fu il suo commento sorpreso.
Il ragazzo si mostrò pensieroso. -Mh… anche a me è stata data la stessa comunicazione: dev’esserci stato qualche cambiamento di programma…-
-Tu credi che…-
Sospirò, sistemandosi gli occhiali sul naso. -… non lo so.- ammise.

Chi fu ancora più sorpreso di loro era il sovrano di Lucis, che aveva ben altri piani per l’Oracolo di Tenebrae.
-… la principessa?- chiese, sporgendosi verso il suo attendente. -Ne sei proprio sicuro?!-
-Sì, Vostra Maestà: è stata tra gli ultimi componenti del contingente imperiale a fare il suo ingresso in città!-
-… ho capito. Puoi andare, grazie.- lo congedò.
Regis si riaccomodò sul trono con un’espressione preoccupata in viso: cos’era andato storto? Aldercapt aveva scoperto del suo piano per scortare Luna fuori da Tenebrae? Oppure il Kingsglaive mandato a prelevarla aveva incontrato altri pericoli che avevano ostacolato la sua missione? Difficile credere ad una coincidenza.
-Dovrò fare ancora più attenzione…- bisbigliò a sé stesso.


Nyx continuò a seguire distrattamente la tv mentre si preparava per andare al lavoro: gli eventi di quella mattina avevano dato il via a lunghissimi dibattiti di conducenti televisivi e politicanti che in realtà non ci capivano proprio nulla di politica. Bevve velocemente il caffè rimasto e afferrò la sua giacca, chiudendo a chiave la porta del monolocale; con una certa fretta percorse i vicoli del suo quartiere per raggiungere la scalinata del sovrapassaggio che lo riportava su una delle arterie principali di Insomnia. In città i maxischermi non proiettavano altro che le immagini del contingente imperiale atterrato e le scritte luminose al neon rilasciavano aggiornamenti minuto per minuto dei loro spostamenti; nessuno riusciva ad esimersi dal commentare l’importanza dell’evento che avrebbe decisamente cambiato la storia di Eos.
Il ragazzo si infilò la giacca; venne richiamato dall’insistente suonare di un clacson alla sua destra e vide un’automobile di lusso accostarsi al marciapiede accanto a lui: non poteva non riconoscere la Star of Lucis, così come il suo capitano al volante.
-Sali.- fu il suo ordine imperativo dopo che abbassò il finestrino dal lato passeggero.
Nyx si avvicinò, poggiandosi al tettuccio. -Sto andando alla mia postazione, signore.-
-Nuovi ordini.- gli spiegò, aprendo la portiera. -Forza: c’è una principessa che ci aspetta.-
Il Kingsglaive fece come ordinatogli e qualche secondo dopo si ritrovò a sfrecciare tra le grandi strade della capitale comodamente seduto su quell’auto di lusso.
-Bella macchina, signore!- commentò.
-Appartiene al principe, mi è stata affidata per scortare i dignitari imperiali: gliela riporterò in tempo per la sua partenza, tra due giorni.-
-Non ha un matrimonio da organizzare, signore?-
-Il Re ha deciso diversamente.- disse Drautos, girando il volante per imboccare la galleria. -Il principe e la principessa si sposeranno lontano da Insomnia.-
Nyx lanciò un’occhiata fuori dal finestrino. -Se è così, che ci fa lei qui?-
-Complica solo le cose, purtroppo.- indugiò un poco prima di proseguire. -Devi sapere che Crowe era stata mandata in missione a Tenebrae per accompagnarla ad Altissia.-
Il galahdiano si girò verso di lui, preoccupatissimo dal sentire il nome della sua amica. 
-Che cosa?!-
-Non allarmarti; gli Imperiali non hanno notato nulla quindi sembrerebbe che non sia stata scoperta.- precisò, sperando di riuscire a calmarlo. -Dobbiamo ancora capire cosa sia successo.-
-Sì, ma avete avuto sue notizie?- insistette.
-Purtroppo no, ma non aveva portato con sé il telefonino e nessun altro apparecchio elettronico per precauzione, quindi non mi impensierisce il non aver ricevuto nessuna comunicazione da lei. Vedrai che si farà viva a breve; probabilmente non sarà nemmeno riuscita ad uscire dal continente e si starà nascondendo nei dintorni di Galdin Quay, aspettando che si calmino le acque prima di rientrare…-
Le parole di Drautos purtroppo non riuscirono a rassicurare Nyx, che tirò un lungo sospiro e tornò a guardare la strada; nel frattempo la Star of Lucis era giunta nel quartiere centrale dove fu costretta a rallentare a causa di una manifestazione pacifica dei pedoni che avevano invaso quasi tutta la carreggiata; il Kingsglaive si guardò intorno, leggendo cartelli come “BASTA CON LE INGIUSTIZIE!” o “NESSUNA CASA, NESSUN FUTURO!!”.
E’ la voce dei profughi di Insomnia… la voce del mio popolo pensò, riconoscendosi nei tratti esotici e nelle carnagioni scure di ognuno di quegli individui, la cui rabbia veniva a malapena contenuta dalle povere reclute della Guardia Reale di pattuglia.
-La gente non capisce.- fu la reazione del capitano, che lesse lo striscione “CI AVETE DIMENTICATO?” -Qui non si tratta di privilegiare alcune nazioni su altre ma di garantire l’incolumità dell’intero popolo fermando questa interminabile guerra.-
-Glielo vada a spiegare a loro.- Nyx li indicò con un sorrisetto sprezzante; in fondo poteva benissimo capire la loro reazione.
Drautos suonò il clacson e premette leggermente sull’acceleratore, facendo avanzare a piccoli passi l’automobile in mezzo a quel corteo. -Strano che tu non sia là in mezzo a protestare: Galahd è tra le nazioni che verranno abbandonate a loro stesse.-
-Se mi permette, la stessa cosa vale per la vostra Cavaugh, signore.-
Drautos scrollò le spalle. -Conosco il tuo parere su questa guerra, ma che ne pensi di questa pace?-
-L’ha deciso il Re ed io sono in debito con lui.- spiegò. -A differenza di questi manifestanti mi ricordo perfettamente cosa ha fatto per me, accogliendomi all’interno della sua barriera e salvandomi la vita.-
-Concordo con te: e il nostro sovrano sta cercando di rifare la stessa cosa in questo momento, con la differenza che è dovuto scendere a compromessi con Nifhleim.- annuì Drautos, mettendo la mano sulla leva del cambio: finalmente i soldati della Guardia Reale erano riusciti a liberare il passaggio permettendo alla Star of Lucis di imboccare quel tratto di asfalto che congiungeva l’arteria principale alla piazza della Cittadella. Nella macchina piombò un silenzio di ghiaccio anche se entrambi gli uomini sapevano che stavano pensando alla stessa cosa; fu Nyx ad interromperlo, riprendendo lo stesso discorso.
-Sono stato fortunato, c’è gente a Galahd che non lo è stata.- riflettè a voce alta, stringendo il pugno. -E ha bisogno di me.-
Il capitano gli lanciò una occhiata. -Vorresti tornare? Che pensi di fare senza la magia del Re?-
In risposta alla sua domanda ricevette una scrollata del capo; il ragazzo sapeva che aveva ragione ma in cuor suo non poteva esimersi dal combattere quella battaglia. Drautos si ammorbidì. 
-Sempre a voler salvare qualcuno… ti capisco, ma non basta per vincere una guerra.-
-Non si tratta solo di volontà ma è una cosa che devo fare; comunque a preoccuparvi dovrebbe essere Libertus, non io: tornerà a casa se le cose andranno peggio.-
Il capitano prese un lungo respiro. -Il peggio deve ancora venire.-

Quella gelida affermazione troncò ogni conversazione: la Star of Lucis salì sul ponte che portava all’ingresso meridionale della Cittadella trasportando i due Angoni completamente assorti nei loro pensieri; nel giro di cinque minuti arrivarono all’entrata antistante i cancelli.
Una schiamazzante folla si era accalcata in quel punto non per caso: da quando aveva messo piede sul suolo di Lucis la principessa Lunafreya era stata accolta dal calore dei suoi accoliti che l'avevano accompagnata durante tutto il suo tragitto. In quel momento la sua lussiosa autovettura si trovava ferma al centro della strada mentre l'autista assegnatole disquisiva le ultime formalità con Petra Fortis, l'ufficiale della Guardia Reale tanto caro a Nyx Ulric e talmente ligio al dovere che non era disposto a chiudere un occhio in nessuna occasione.
-Hai idea di chi stai fermando?!- gli gridò l’uomo, imperativo. -Apri subito il cancello e forse domani avrai ancora un lavoro!-
Petra avanzò deciso. -Sono ordini del Re.-
-Sicuro di voler rischiare un incidente diplomatico proprio in questo momento?- vedendo che il suo interlocutore alzava gli occhi al cielo l’autista si agitò ancora di più, enfatizzando con i gesti le sue parole. -Io sono la scorta personale niente di meno che della principessa dell’antica Tenebrae, Oracolo reggente e…-
-E amata promessa sposa del nostro principe.- Drautos concluse per lui la frase, scendendo dalla macchina che aveva parcheggiato lì affianco; Nyx lo seguì. -Benvenuto nella giurisdizione sovrana, ambasciatore: da ora in poi ci pensiamo noi.-
L’uomo gonfiò il petto nel trovarsi di fronte un altro seccatore. -E voi sareste?-
-Il capitano Titus Drautos del corpo militari dei Kingsglaive, istituito personalmente da Sua Maestà Re Regis.-
Al sentire queste parole l’autista di Nifhleim si fece piccolo piccolo, balbettando per l’imbarazzo. -… oh, c-capitano Drautos! Perdonatemi, io non sapevo…-
L’uomo lo ignorò, rivolgendosi al suo commilitone. -Accompagna Sua Grazia a palazzo.-
Il galahdiano annuì, avanzando verso il posto di guida; si scambiò una rapida occhiata con Petra, che si era sentito costretto a non ribattere agli ordini di Drautos solo per inferiorità di grado: il suo sguardo però lasciava trasparire tutto il suo disprezzo per gli Angoni.
Quando spalancò la portiera incrociò lo sguardo di Lunafreya che aveva assistito a tutta la scena con lo stesso impassibile sorriso.
-Vostra Grazia.- la salutò con un inchino, prendendo il posto di guida; la principessa ricambiò con un gesto di saluto cortese e tornò ad ammirare il panorama di Insomnia mentre la sua auto si rimetteva in moto.
Nyx Ulric non avrebbe mai potuto sospettare che fosse tanto emozionata di incontrare di nuovo i Lucis Caelum.

***


In questo capitolo ho inserito varie scene di reazione all’arrivo dell’Impero che spero non vi abbiano creato troppa confusione; mi sono anche permessa di modificare un po' i discorsi per introdurre alcuni pareri contrastanti riguardo la politica del Regno.
Se ricordate bene nel discorso in auto tra Drautos e Nyx si accenna alla partenza di Noctis e compagni avvenuta nella stessa giornata; ci tengo a dirvelo per aiutarvi a capire in che modo il film Kingsglaive si intrecci agli eventi del gioco, anche se nella mia narrazione ho deciso di spostare la partenza dei protagonisti a qualche giorno dopo.
Vorrei anche precisare che ho seguito le indicazioni cronologiche della Wikia (riportate sulla pagina dedicata a Iedolas) secondo le quali dalla battaglia con la Diamond Weapon all’arrivo dell’Impero ad Insomnia sono passate circa tre settimane.

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Capitolo 37
*** Kingsglaive, Capitolo 37: Lunafreya's sworn duty ***


Requiem for Final Fantasy XV
Parte III: Kingsglaive
Capitolo 37: Lunafreya’s sworn duty


All’interno della sala del trono Re Regis attendeva in piedi, poggiato sul suo bastone: nonostante la fatica la sua emozione era incontenibile e non gli permetteva di riuscire a starsene seduto ad attendere il suo arrivo.
Lunafreya per lui era in un certo senso una figlia: breve era stato il periodo trascorso insieme e tuttavia la fanciulla era riuscita a prendere un posto nel cuore del gentile sovrano, che fu addoloratissimo quando venne costretto dalle circostanze ad abbandonarla nelle mani degli Imperiali assieme a tutta Tenebrae; quello era un rimorso che mai era riuscito a digerire e che mano a mano aveva contribuito ad indebolire il suo animo.
Nell’attesa pensò a tante cose, cose che avrebbe voluto dirle e cose che avrebbe voluto chiederle; ci teneva con tutto il cuore a scusarsi per gli eventi del passato e allo stesso tempo voleva assolutamente recuperare il tempo perduto. Ripensò anche a Noctis, alla reazione che dover aver avuto sapendo che Luna era nella sua stessa città: desiderava che i due si riabbracciassero ma temeva per la riuscita del suo piano e ordinò categoricamente che suo figlio fosse tenuto lontano dagli incontri ufficiali, affidandolo alle attenzioni del fidato Ignis.
Fu tra questi pensieri che, colto di sorpresa, l’uomo sussultò quando sentì il portone aprirsi e vide accorrere uno dei suoi attendenti per annunciare la sua entrata.
-Sua Altezza Reale, la principessa Lunafreya di Tenebrae.-
Regis si girò e un sincero sorriso comparve sulle sue labbra quando la vide fare il suo ingresso sul tappeto rosso.
-E’ passato molto tempo, Vostra Maestà.- la ragazza sorrideva persino con gli occhi.
-Sì… troppo tempo.- commentò il Re, con un misto di felicità e nostalgia nella voce.
Luna fece qualche passo in avanti per avvicinarsi, seguita a breve distanza da Nyx Ulric che aveva il compito di scortarla ovunque andasse; Regis si accomodò sul trono. Salita la prima rampa di scale si esibì in un elegante inchino, sperando che l’emozione che sentiva non venisse tradita dai suoi gesti.
-Sei cresciuta molto… ti sei fatta una bellissima donna.- ammise il sovrano, emozionato quanto lei.
Con un gesto del capo ringraziò per il complimento. -E voi nonostante gli anni siete sempre lo stesso.- rispose. -Anche se la situazione è spiacevole sono davvero felice di incontrarla di nuovo.-
-Auspicavo di riaverti qui come futura sposa di mio figlio ma le circostanze non sono quelle che speravo…-
La ragazza si guardò intorno. -Il principe Noctis non è qui, vero?-
-No, mia cara… ho preferito tenerlo lontano dagli affari politici, per proteggerlo dall’Impero.-
A questa notizia Luna espirò profondamente, annuendo in segno di approvazione nonostante la gran voglia di rivederlo.
-Spero non sarai delusa da me per quanto riguarda la faccenda del trattato con Nifhleim…- il Re confessò la sua preoccupazione in un tono di voce sommesso.
-Oh non potrei mai essere delusa da voi! Capisco perché abbiate accettato.- lo rassicurò.
-Sono troppo vecchio per continuare a combattere.- ammise. -Non ho altra scelta che ricevere l’Impero e accettare le condizioni.-
La ragazza abbassò il capo, percependo quanto gli fosse costata quella decisione. 
-Vostra Maestà, non dovete giustificarvi: ai miei occhi non avete commesso alcuno sbaglio.-
Regis alzò la mano, facendole capire che non doveva essere tanto indulgente con lui; si schiarì la voce. -La cosa che più mi rincresce è che voi ragazzi siate coinvolti in prima persona per risolvere questa dannata guerra: l’Imperatore non doveva esigere tanto.-
-Questo matrimonio non mi costa molto, mio Re, se potrò tornare in vostra compagnia e in quella del principe Noctis.-
L’uomo la guardò con tenerezza. -Averti qui è una delle poche cose positive di tutta questa situazione.-
Lunafreya sorrise imbarazzata.
-Non so quale piano si celi dietro questa mossa ma io sono pronta a prendere posizione: sono qui per essere dalla vostra parte, Maestà. Spero che questa sia una pace duratura, tuttavia devo ammettere che in cuor mio nutro forti dubbi su di essa.-
Regis annuì. -Siamo in due, mia cara. Infatti speravo di riuscire a celebrare il matrimonio altrove, in un luogo sicuro: tra le mie richieste era priorità assoluta che voi due vi sposaste ad Altissia. E l’Impero ha accettato questa condizione.-
-… io non ne sapevo nulla. Nessuno mi aveva informato di questa parte dell'accordo.- 
-Proprio come immaginavo.- sospirò.
-Se è così, perché sono qui? Perché devo presenziare alla firma se il mio unico compito è convolare a nozze con il principe Noctis nella Repubblica di Accordo?-
L’uomo strinse i pugni, in ansia. -E’ proprio questo il punto, che non fa altro che confermare i miei sospetti; per non correre alcun rischio ho persino inviato uno dei miei Kingsglaive affinché ti prelevasse da Fenestala per scortarti fino ad Altissia… deduco però dalla tua faccia che il mio emissario non è giunto da te.-
La principessa scosse il capo con una espressione mesta, senza rispondere; a pochi passi da lei Nyx trasalì nel sentire parlare di Crowe. Proprio come immaginava, la sua amica non era neppure riuscita ad arrivare a Tenebrae.
-Non è troppo tardi però.- esclamò il sovrano, riflettendo. -Posso farvi avere una scorta e farvi fuggire questa notte in gran segreto, così che possiate celebrare il matrimonio lontano da Insomnia! Il mio Kingsglaive qui presente ti porterà da mio figlio e allora voi…-
-… no.- lo interruppe la principessa, con tono deciso. -Sono sotto stretta sorveglianza: ovunque io vada l’Impero mi seguirà. L’Imperatore scoprirà subito della mia fuga e non farei altro che mettere il principe in maggior pericolo … è mio dovere proteggerlo e fare in modo che possa assecondare il suo destino; questi dodici anni non hanno cambiato alcunché.-
Regis ascoltò addolorato queste parole, fissandola intensamente. 
-E che ne è della tua felicità?-
-La mia felicità è adempiere al mio dovere, Vostra Maestà: sono pronta ad accettare qualsiasi cosa possa accadere.-
La volontà di ferro della ragazza lasciò senza fiato sia il Re che il Kinsglaive che la guardarono entrambi con ammirazione. Nyx si stupì nell'apprendere che il tanto amato Oracolo in realtà vivesse da prigioniera, costretta dalle circostanze a non agire e ad accettare le decisioni di coloro che le stavano attorno: Sua Grazia Lunafreya stava portando un peso enorme sul suo cuore e lo faceva senza mostrare alcun segno di cedimento.
Dall’alto del trono il sovrano di Lucis si trattenne le lacrime, commosso. -In questo momento non posso cambiare questa situazione, così come non potei agire diversamente dodici anni fa: ma ti prometto che farò tutto ciò che è in mio potere per fermare Nifhleim. Non ripagherò mai il torto che ho fatto a te e alla tua patria, abbandonandovi in balia dei soldati Magitek, però non permetterò più che riaccadano fatti come quelli di Tenebrae: stavolta proteggerò anche la tua incolumità, figliola.-
-Ma non dovete dire così, mio Re!- esclamò, congiungendo le mani in forma di preghiera. -Voi mi avevate salvata: sono io che ho lasciato andare la vostra presa per restare accanto alla mia gente. Voi dovevate proteggere vostro figlio e nessuno può biasimarvi per questo. Vi prego, se questa cosa vi pesa sul cuore, di non pensarci più: non avete nulla da ripagarmi o da farvi perdonare.-
Al sentire queste parole Re Regis abbassò il capo, coprendosi il viso con le mani: era difficile riuscire a trattenere le lacrime così come lo era non correre a riabbracciare quella che a conti fatti era come una figlia per lui; riuscì a mantenere la sua compostezza nonostante tutto.
-Lunafreya… grazie…-

***


Un intero capitolo solo per il discorso tra Luna e Regis ma lo ritengo uno dei momenti più importanti (e belli) di tutto il film: ho dovuto ovviamente riadattare alcune frasi secondo i cambiamenti che ho fatto nella fanfiction e in certi pezzi volevo assolutamente approfondire l’affetto che li lega. La verità è che tutto questo tagliar scene per far uscire il gioco in tempo ha creato problemi sia sulla rappresentazione del rapporto tra Lunafreya e Regis sia (e soprattutto!) sulla storia d’amore tra lei e Noctis: tantissimi giocatori non sono riusciti a sentirsi coinvolti dai due proprio per la mancanza di tutte quelle scene che avrebbero dovuto costruire un coerente rapporto tra loro. Nel corso degli anni, tra trailer e dichiarazioni, sono state mostrate tante cose che avrebbero dovuto farci percepire meglio il sentimento che li lega ed è proprio per reinserirle che ho fatto questo piccolo cambiamento alla narrazione della storia, tardando la partenza di Noctis. Aggiungo anche che riprenderò qualcosa dal progetto Versus XIII (in fondo Stella altri non è che la versione “beta” di Luna, quindi son tutte cose che vanno a confluire sul suo personaggio).
Spero di essere riuscita a trasmettere un po' dell’affetto che lega Regis e Lunafreya.

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Capitolo 38
*** Kingsglaive, Capitolo 38: Broken bonds ***


Requiem for Final Fantasy XV
Parte III: Kingsglaive
Capitolo 38: Broken bonds


Il contingente con i dignitari imperiali non fu l’unico nucleo di aeronavi che atterrò sul suolo di Lucis: in quei giorni capitò di frequente che nei cieli di Insomnia si udisse il rumore di motori meccanici di provenienza nifhleimiana. Lunghe ombre triangolari si proiettarono sulle strade polverose della regione e i suoi degradati abitanti non potevano far altro che passare il tempo a fissarli col naso in su, avvolti dallo spostamento d’aria che portavano.
-Allora, che ne dici?-
C’era chi era più curioso e c’era chi, assolutamente indifferente al resto del mondo perché troppo impegnato a pensare ai propri interessi, continuava a scavare tra rottami e rifiuti alla ricerca di qualsiasi cosa potesse essere utile.
-Tutte queste terre presto saranno dell’Impero!- continuò l’uomo vedendo che il suo compagno non gli rispondeva; scavalco un cumulo di macerie e riprese con lui l’infruttuosa ricerca. -Credi che le cose andranno meglio quando saranno i Nifh a comandare?-
-Nemmeno per idea!- esclamò il vecchio. -Indipendentemente da chi comanderà, finché verrà fatto aldilà della barriera non cambierà niente quaggiù.-
L’altro si rialzò, lanciando a terra una lattina e annuendo in segno di approvazione; poi si girò verso un punto ancora inesplorato e si apprestò a ricominciare il suo lavoro. Potevano ritenersi fortunati se gli Imperiali avessero gettato qualcosa tra i rifiuti, qualsiasi cosa che avesse un minimo valore da poter essere rivenduta allo spaccio per qualche guil. 
Un debole raggio di sole andò a riflettere contro qualcosa di estremamente lucente: l’uomo raccolse quell’oggetto e ne riconobbe lo specchietto di una motocicletta, un po' ammaccato ed impolverato ma tutto sommato in buono stato; stava per girarsi verso il vecchio, tutto soddisfatto, quando venne richiamato da lui.
-Ehi, vieni qui!-
Si precipitò verso l’amico, inchinato a fissare uno strano oggetto dritto in verticale ricoperto di mosche.
-Che cos’è secondo te…?-
L’uomo agitò la mano per scacciare gli insetti che, quando volarono via, rivelarono la vera e terrificante natura di quello strano oggetto…
-… MA E’ UNA MANO!-
L’orologio al polso di lei sembrava essersi fermato al momento esatto della sua morte…

Nyx Ulric scortò la principessa di Tenebrae fino all’ingresso della Cittadella, dove dovette riaffidarla alla tutela della scorta imperiale; rimase sul portone d’ingresso a fissarla mentre saliva sulla lussuosa automobile, allontanandosi verso il suo temporaneo alloggio a quattro stelle. Quel pomeriggio aveva scoperto cose che non avrebbe mai pensato potessero accadere tra le alte sfere, dinamiche che sembrano estranee a chi detiene il potere; l’aveva profondamente colpito il modo in cui Lunafreya e Regis si rivolgevano l’un l’altro, con un affetto ed un calore tali trasmessi solo dalle parole. Conosceva a grandi linee gli eventi del passato, come l’attacco di Tenebrae o l’incidente del principe Noctis, ma agli occhi del ragazzino di allora erano sembravati fatti distanti e fittizi, raccontati per radio o nelle chiacchiere deli adulti, quasi come se i suoi protagonisti fossero pupazzi senza sentimenti: in fondo nessuno si era soffermato a pensare come si fosse sentito il Re nel vedere suo figlio rischiare la vita, nessuno si era chiesto quanto profondamente fosse cambiata la vita dell’attuale Oracolo sotto il giogo imperiale.
Questo tipo di pensieri accompagnò il Kingsglaive mentre camminava silenziosamente per i corridoi della Cittadella; ad interrompere il suo rimurginare fu l’arrivo del suo capitano che sbucò da una arteria laterale.
-Immagino che la riunione sia andata bene.- si assicurò, fissandolo con serietà.
-Direi di sì.- fu la secca risposta di Nyx.
-Credo che gli Imperiali non saranno contenti nel sapere che la principessa ha incontrato il Re senza la presenza di almeno un loro dignitario.- alzò le spalle. -Qui è in territorio neutrale e può agire più liberamente. Come hai potuto vedere non la lasciano troppo sola con i nostri: abbiamo giurisdizione su di lei solo all’interno dei confini della Cittadella... nonostante il trattato di pace sembra che nessuno voglia rinunciare alla sua posizione di superiorità.-
-Dopo l'incontro di oggi credo che le loro paure su un suo tradimento non siano proprio del tutto infondate.-
Drautos annuì. -Ti basti pensare che la defunta Regina Sylva era intima amica del nostro sovrano; la stessa principessa Lunafreya stava scappando con lui durante il tragico attacco a Tenebrae, ma qualcosa è andato storto e lei è rimasta indietro.-
-Come fa a sapere tutte queste cose, capitano? Le cronache dell’epoca si limitarono a reportage più generici; non ho mai sentito tutti questi dettagli, benché se ne sia parlato a lungo…-
-Ho potuto leggere i rapporti più approfonditi rilasciati dai testimoni.- gli rispose con ovvietà. -Sua Maestà ha ritenuto di non pubblicare niente del genere per non mettere in pericolo l’incolumità di Sua Grazia Lunafreya.- 
-Quindi è rimasta in ostaggio di Nifhleim per tutto questo tempo?-
-Ostaggio è una parola forte: avranno sicuramente avuto un occhio di riguardo per lei, considerato il suo ruolo.-
Nyx annuì. -Forse l’Oracolo non è poi così sopra le parti come tutti vogliono credere…-
Drautos conosceva bene il suo uomo e capì che c’era qualcosa che gli frullava nella testa. 
-Ulric, questa storia è più grande di te.-
-Sarà, ma non ci vuole un genio per capire che la sua presenza qui non ha alcun senso.-
-Considerala come un simbolo di pace: questa è la versione ufficiale.-
-Ma così non sembrerebbe.- gli parlò con franchezza. -Anzi, direi proprio che si trova nel mezzo di una sorta di guerra fredda.-
Titus Drautos sospirò, come se quelle chiacchiere lo avessero spazientito per qualche motivo. -Il tuo compito è quello di proteggerla, sia all’interno della Cittadella che all’esterno di essa, anche a distanza: e quest’ordine viene da Sua Maestà in persona.- il suono del suo cellulare lo interruppe e, mentre lo cercava nella tasca del cappotto, terminò la sua ramanzina. -Non guardare, ascoltare né pensare. Intesi?-
Stavolta fu Nyx a prendere un bel respiro e con un cenno del capo gli fece capire di aver ricevuto il suo ordine; probabilmente quelli erano dettagli riservati alle alte sfere e che un semplice Angone come lui non poteva capire.
Il capitano rispose al telefono -Drautos. Sì, dimmi.- l'espressione sul suo volto si fece sempre più preoccupata mano a mano che la telefonata andava avanti; gli lanciò un’occhiata eloquente come mille parole e prima ancora che di parlare Nyx Ulric aveva già capito.
-Si tratta di Crowe…- lo disse con voce flebile. -… l’hanno trovata.-

***


Ho voluto cambiare un po' il discorso tra Drautos e Nyx per aggiungere alcuni dettagli significativi; immagino sia una mossa molto furba da parte di Drautos/Glauca presentare Luna come una possibile alleata di Lucis, in modo tale da innestare un senso di protezione in Nyx che lo attirerà maggiormente nella trappola da lui preparata. In questo momento il galahdiano ripone una fiducia incondizionata nel suo capitano e non mette in minimo dubbio le sue intenzioni: sarà in seguito che ripenserà a questa discussione, intuendone tutte le incongruenze.
Comunque il prossimo capitolo sarà concentrato sui nostri amati Kingsglaive: cercherò di inserire più info possibili su di loro (qualcosa sarà anche inventato da me) e in contemporanea voglio ricostruire un po' il passato di Nyx, che nel film viene a malapena accennato.

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Capitolo 39
*** Kingsglaive, Capitolo 39: Little sister ***


Requiem for Final Fantasy XV
Parte III: Kingsglaive
Capitolo 39: Little sister


Il primo ad arrivare sul posto fu Libertus.
Nyx raggiunse il più in fretta che potè il distaccamento medico militare della Cittadella; quando arrivò trovò il suo migliore amico intento a sbraitare contro un povero infermiere che gli ostruiva il passaggio verso la sala operatoria.
-Togliti dai piedi! E’ una mia amica quella che avete lì dentro, maledizione!!-
L’uomo affannato provò a farlo ragionare. -Signore, non può entrare finché la visita non sarà finita…-
-COSA?!- scosse il capo, sempre più impaziente e confuso. -Quale visita? Che diavolo sta succedendo lì dentro?!-
-La prego, non faccia così!-
-SPOSTATI!-
-Ehi, ehi!- Nyx accorse in aiuto del gracile infermiere, trattenendo l'Angone per un braccio. -Vacci piano, ragazzone!-
Alla vista di quel volto familiare Libertus cedette: le sue membra si rilassarono mentre il viso divenne una maschera di ansia e tristezza. 
-Questi bastardi hanno portato Crowe lì dentro appena è arrivata… ed ora non me la lasciano neanche vedere!- bofonchiò, come se dovesse a lui delle spiegazioni per il suo comportamento indisciplinato.
Nyx lo fissò negli occhi, amareggiato: lui non poteva sapere che la ragazza non era nemmeno riuscita ad incontrare l’obiettivo della sua missione, la principessa Lunafreya; quello che per Libertus era un’orribile presentimento divenne per il giovane galahdiano una certezza. 
Annuì in maniera comprensiva, lasciandolo passare.
-… e-ehi, voi! Un momento!- 
Vane furono le ultime proteste dell’infermiere: il Kingsglaive spalancò rumorosamente la porta, attirando su di sé l’attenzione delle persone all’interno della sala operatoria. Nonostante le sue maniere incivili nessuno protestò o tentò di fermarlo; tutti avevano il cuore colmo di rammarico per la terribile notizia che dovevano dargli e lasciarono che scoprisse la verità da solo.
Dopo aver squadrato uno ad uno i medici, gli occhi di Libertus si andarono a posare sul tavolo metallico al centro della stanza dal quale si ergeva un corpo avvolto in un sacco nero semiaperto.
C'era un'unica spiegazione a quella scena ma non volle ancora crederci. 
Lasciò andare le stampelle e si avvicinò a fatica, sempre più in fretta, quasi saltellando sulla gamba stabile; un'infermiera, pietosa, gli si avvicinò per aiutarlo ma Libertus la scacciò senza nemmeno guardarla. Quando finalmente giunse nei pressi del tavolo non poteva più negare che il volto inerte di quel cadavere non fosse appartenuto a Crowe Altius. Le accarezzò la fronte, gesto che lei in vita non aveva mai sopportato: aveva gli occhi spalancati ed atterriti, gli occhi di chi sa che la morte gli sta venendo incontro. 
L’Angone si accasciò accanto a lei e scoppiò in un pianto a dirotto.
I medici si fissavano l’un l’altro, rattristati da quello spettacolo impietoso; Nyx Ulric distolse lo sguardo anche lui, stringendo forte i pugni per non scoppiare a piangere.

Da allora Libertus non aveva più aperto bocca: si era praticamente lasciato trascinare fuori dalla sala operatoria, lasciando che i medici si occupassero della salma. Nyx gli mise un braccio attorno alle spalle e lo condusse alla balconata lì di fronte per fargli prendere un pò d'aria fresca: il suo amico prese a fissare distrattamente le reclute Kingsglaive che si allenavano nel cortile interno, perso in chissà quali foschi pensieri.
E non si girò neppure quando si sentì il forte rumore di passi avvicinarsi a loro; i passi del capitano Drautos, che portava silenziose condoglianze assieme ad uno scatolone bianco.
-Sono gli effetti personali di Crowe.- spiegò. -Fateci quello che volete.-
-Grazie.- rispose Nyx, afferrando la scatola.
-Se c’è qualcos’altro che possiamo fare per voi… non esitate a chiedere.-
-In che tipo di missione l’avete mandata, in realtà?
Furono entrambi sorpresi di sentire Libertus pronunciare quelle parole in un tono tanto duro.
-Gli Angoni non si fanno ammazzare durante una scorta qualunque.- proseguì, senza minimanente preoccuparsi delle implicazioni di affermazioni tanto scomode.
Il capitano emise un impercettibile sospiro, spostando lo sguardo verso l'orizzonte. -La sua missione era estremamente delicata: sono certo che ha dato la propria vita in cambio con onore.-
A Libertus scappò una smorfia sdegnata.
-Farò in modo che l’armistizio non intralci le indagini.- continuò Drautos, scrutando l'orizzonte. -Andremo in fondo a questa storia. Crowe Altius era un ottimo soldato: la sua morte non resterà senza un colpevole.-
Con quella promessa congedò dai suoi uomini; e alla sua assenza seguì un breve momento di silenzio.
-Che strana che è la vita, eh?- disse improvvisamente Libertus
Nyx annuì.
-Crowe non era altro che un'orfana… aveva dovuto lasciare il suo villaggio da piccolissima. Chissà le insidie che aveva dovuto affrontare, tutta da sola.- si ritrovò a sorridere. -Ricordo ancora la prima volta che l’ho vista: magrolina, tutta sporca, senza neanche un amico. Ma quegli occhi, così vivi… è assurdo; avevano qualcosa di speciale.-

Con la mente Libertus tornò ad una decina d’anni prima, quando era solo un ragazzino nella grande carovana di galahdiani che cercavano rifugio verso sud; uno dei tanti orfanelli che aveva perso la propria casa a causa della guerra. Fu lì che conobbe Nyx.
Giorno dopo giorno, questa massa di esodati percorreva i numerosi chilometri che li divideva da Insomnia attraversando piccoli villaggi distrutti da quella guerra infame, che riproponevano lo stesso scenario di Galahd: strade ricolme di cadaveri, case ridotte a ruderi e campagne incendiate. 
Fu in una di queste piccole realtà che la carovana si imbattè in lei.
Crowe era senza più famiglia nè casa, non le erano rimasti che un cognome di poco conto e gli stracci che portava addosso.
Ma, come diceva Libertus, aveva un qualcosa di speciale negli occhi.


-Meritava di meglio…- continuò Libertus. -Meritava di meglio e avrei fatto qualsiasi cosa pur di darglielo!-
In un gesto di rabbia si strappò lo stemma dei Kingsglaive cucito sulla manica e lo gettò nel cortile.
-Libertus…-
Quello scudetto era il loro distintivo: gettarlo significava desertare.
-Sarà meglio che andiamo a recuperarlo, prima che qualcuno possa farsi strane idee... ehi, ASPETTA!-
Con una facilità sorprendente per un ferito, il ragazzone si rimise in piedi ma non andò affatto a riprendere il suo stemma: totalmente sordo ai richiami dell'amico si avviò con fare deciso verso l'uscita.
Aveva già preso la sua decisione.
Nyx lo raggiunse in pochi secondi.
-Ehi, ehi! Dove hai intenzione di andare, eh?!-
-Dovunque, ma lontano da qui: non voglio più metterci piede in questo postaccio.- sussurrò.
-Ma ti rendi conto di quel che stai dicendo?! Come pensi che la prenderebbe lei? Crowe è morta da Kingsglaive.- gli ricordò, stringendogli una spalla per invogliarlo a fermarsi. -Rendile onore combattendo come tale.-
Con un gesto di stizza Libertus si divincolò dalla sua presa. -A volte sei più lento di me, lo sai? Non ci arrivi?! LUCIS HA UCCISO CROWE!-
Il galahdiano era senza parole: certo la sua era una reazione più che normale vista la perdita della loro cara amica, ma decisamente pericolosa in un momento come quello...
Libertus approfittò di vederlo così spiazzato per sbraitargli contro: la cosa che più lo innervosiva era l'appartente calma di Nyx.
-E dire che ti consideravo un amico… Crowe ti considerava un amico! Invece hai già dimenticato Galahd per un posto coperto ed un piatto caldo protetto dalle mura di questa merdosa città!-
-Che cazzo dici?!- Nyx provò a mantenere la calma. -Libertus, stai dicendo un mucchio di cazzate! Non capisci che…-
Il ragazzone proseguì la sua marcia. -Tornatene al castello! Dì al Re che la pace non si ottiene dando i deboli in pasto ai lupi! D’ora in poi combatterò la mia guerra da solo!- aveva lo sguardo deluso mentre diceva addio al suo migliore amico.
-Ci vediamo, mio caro eroe.-

Il bombardamento era iniziato da poco meno di cinque minuti ma era stato così incessante da ridurre il suo villaggio quasi in mille pezzi; Nyx Ulric aveva avuto la fortuna di trovarsi nei boschi circostanti a giocare con i suoi amici quando le prime aeronavi imperiali avevano fatto la loro comparsa nei cieli galahdiani. Più in fretta che poté si avviò verso il villaggio: papà era fuori a combattere quella guerra ma c’erano mamma e Selina a casa.
Incurante del fumo e del fuoco proseguiva diritto per la sua strada, ignorando il panorama circostante: si trovò più volte a dover passare in mezzo a ruderi di capanne appartenute ad amici e vicini, cercando di scacciare dalla sua testa quella maledetta domanda.

Ce l'avranno fatta a fuggire in tempo?
Quando giunse finalmente sul posto, al limitare del villaggio, ebbe un sussulto al cuore: gran parte del tetto era ceduto (sotto una bomba?) e al suo posto c'era una grande voragine che inglobava la parte della casa dove si trovavano il salone e la cucina.
Mamma si trovava lì quando…?
-Nyx!-
Fu una gioia sentire la voce della piccola Selina chiamarlo per nome: si avvventurò tra i detriti impaziente ma facendo  grande attenzione, circumnavigando la fascia di fuoco che avvolgeva il campo circostante; finalmente, tra fumi e polveri, riconobbe l’ombra di sua sorella appesantita da un corpo più grande che trasportava sulle spalle.
-Una trave è caduta in testa alla mamma!- gli spiegò, il suo volto si faceva più nitido. -Vieni ad aiutami, presto!-
Il ragazzo si portò la manica della maglia sulla bocca, per coprirla dal fumo. -Selina, cerca di avanzare un po'! Dobbiamo allontanarci da qui, non sappiamo tra quanto la casa potrebbe crollare!-
La bambina tentennò un poco facendo qualche passo con grande fatica; il corpo della donna era troppo pesante per lei. -
Nyx, vieni ad aiutare la mamma… non ce la faccio…- gridò.
-Selina!- imprecò, mentre il fuoco si espandeva costringendolo ad arretrare.
-Nyx, aiuta la mamma!!-
Fu in un attimo che la struttura cedette, proprio nel momento in cui un colpo di cannone buttò giù la casa di fronte alla loro; Nyx venne spazzato lontano mentre ciò che restava della sua famiglia venne sepolto sotto cumuli di pietre.


Nyx non avrebbe mai dimenticato Galahd, Selina, la mamma e il papà; così come non avrebbe mai abbandonato Libertus, Crowe e Pelna, la sua nuova famiglia. No, non aveva voltato le spalle ai suoi amici per un posto al coperto ed un pasto caldo dentro le mura di Insomnia: era in collera tanto quanto Libertus per la faccenda del trattato, era rattristato quanto lui anche per la scomparsa di Crowe, ma non poteva assolutamente tradire Re Regis, il suo salvatore; l’unico che aveva accolto a braccia aperte i rifugiati di ogni nazionalità e genere. Nessun altro l’aveva fatto, la pacifica Accordo ben rinomata per la sua accoglienza e tolleranza; non nutriva il minimo dubbio sulle intenzioni del suo Re.
Purtroppo quello non era che l'inizio della fine: e Nyx stava iniziando ad accorgersene, anche se non avrebbe mai potuto prevedere quando le cose sarebbero andate male.

Poco distanti e ben nascosti tra le arcate del portico stavano Sonitus, Axis e Tredd che avevano assistito a gran parte di quel che era accaduto tra Libertus e Nyx oltre quel cortile; bisbigliarono qualcosa tra di loro, pronti ad agire.

***


Avrei voluto dedicare ben più spazio sul passato di Nyx, Libertus e Crowe ma per vari motivi mi tocca concentrare il tutto in poche righe: il titolo ovviamente rimanda sia alla Kingsglaive, che abbiamo già visto esser considerata come una sorellina dalle parole di Libertus, sia alla vera sorella di Nyx cioè Selina: una mancanza del film è stata proprio l’assenza di un forte background del protagonista ed io ho cercato di colmarlo con questo capitolo.
Non credo ci sia bisogno di precisare che i due flashback qui inseriti siano parti di mia invenzione, sviluppati dalle poche info che ci ha fornito il film.
Nel prossimo capitolo cercherò di approfondire maggiormente anche il personaggio di Crowe.

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Capitolo 40
*** Kingsglaive, Capitolo 40: Calling for Rain ***


Requiem for Final Fantasy XV
Parte III: Kingsglaive
Capitolo 40: Calling for Rain


Si poteva dire che quella era stata una pessima giornata.

Nyx Ulric era rientrato a casa accompagnato da sentimenti di perdita e confusione. Spiritualmente era ancora in lutto per Crowe eppure non poteva crogiolarsi nel suo dolore, aveva di che preoccuparsi: chissà che cosa era capace quella testa calda di Libertus,  chissà quali sciocchezze avrebbe ancora combinato! Gli aveva lasciato almeno una decina di messaggi in segreteria (ed altrettanti dovevano essere stati gli sms che gli aveva scritto) eppure il suo ex amico non lo aveva degnato della minima risposta. 
Nyx sospirò mentre si richiudeva la porta di casa alle spalle; con delicatezza andò a posare la scatola con gli effetti personali di Crowe su un tavolino ed ignorò quel pesante fardello per quasi tutto il resto della serata. 
Si cambiò, si prese una birra, si accese la tv: una pausa era quel che gli ci voleva. 
Bastò fare un pò di zapping per un'intera mezz'ora prima che si decidesse a spegnere quell'affare. 
No, la verità era un'altra: non gli piaceva l'idea di mettere le mani tra le cose appartenute a Crowe. Aveva la sgradevole sensazione di invadere la sua privacy... 
Nyx sapeva bene che quella era l'unica scelta che aveva se era davvero deciso a dare una mano con le indagini. Bisognava partire da lì, dagli ultimi momenti di vita della ragazza; e gli oggetti che le avevano rinvenuto addosso potevano decisamente dire qualcosa in più.
Fu così che infine si sedette davanti al tavolino, accese il lume e iniziò a frugare tra i pochi possedimenti della sua amica senza sapere bene cosa aspettarsi.
Come un bravo investigatore partì subito controllando il suo cellulare: il registro chiamate e l'archivio dei messaggi non riportavano nulla che facesse riferimento alla sua missione a Tenebrae (Drautos non era certo il tipo che dava ordini via sms), così come la sua gallery fotografica era praticamente vuota, ad eccezione di qualche selfie fatto con gli amici. Sospirò: a lui quel cellulare non poteva dire molto ma sicuramente Pelna sarebbe stato in grado da esso di ricostruire gli ultimi movimenti della ragazza. 
Un piccolo oggetto ciondolò al lato del telefonino catturando l'attenzione di Nyx: era il portachiavi del Molborbibbo. Gli venne da sorridere ricordando l'occasione in cui Crowe l'aveva comprato.

L’anno precedente l’itinerante Carnevale Kupokué si era fermato ad Insomnia: era una festività ricorrente ogni due anni che girava per tutto il mondo, supportata dall’Oracolo e da tutti vista come una piccola tregua tra le numerose guerre che infestavano Eos.
Era una gioia per gli occhi ammirare la tecnologica capitale di Lucis addobbata con festoni colorati e stand in ogni dove, avvolta dai profumi di piatti di cucine internazionali e rallegrata dalle musiche soavi degli artisti di strada.
Negli ultimi anni il Carnevale non si era fermato in zone altamente pericolose come Galahd e i paesi limitrofi, perciò per la maggiorparte dei Kingsglaive quella era la prima volta; ed era un pò come tornare bambini...
Il più eccitato di tutti si era dimostrato Libertus: aveva insistito con i suoi amici perchè tutti richiedessero di essere liberi un giorno in particolare quella settimana.
-Oggi c’è la Grande Corsa dei Chocobo!- esclamò entusiasta mentre li guidava verso la piazzetta antistante la Cittadella. -Non possiamo assolutamente perdercela!-
-In queste occasioni sei peggio di un bambino!- scherzò Nyx prentendosi in pieno un’occhiataccia dal suo amico.
-Sì sì, scherza pure eroe… voglio proprio vedere se sarai capace di mantenere la tua nomea al Tiro a segno!-
-Puoi giurarci!- 
Crowe sospirò. -E poi era lui il bambino…-
-Chi vuole venire al Cafè con me?- si intromise Pelna. -Voglio provare la Torta Moguri al formaggio, qui la consigliano tutti!-
-Facciamoci un salto tutti insieme!- propose Libertus, controllando l’orologio. -Mancano ancora due ore all’inizio della corsa.-
Nyx annuì, portandosi una mano sullo stomaco. -Perché no? Sto iniziando a sentire un certo languorino…-
-Bene, allora è deciso! Lasciatemi controllare la strada sulla mappa…- Pelna iniziò a smanettare un po' con l’app del cellulare per trovare la direzione giusta.
-Quiche Chocobosa sto arrivando!- 
L’esclamazione di Libertus destò l’ilarità di Nyx che istintivamente si girò a vedere la reazione spazientita di Crowe; rimase per un attimo interdetto quando non la vide più al suo fianco. La ragazza si era silenziosamente allontanata di qualche passo e sembrava intenta a sbirciare con un certo interesse gli articoli fatti a mano poggiati su un banchetto ambulante.
Nyx non riuscì a resistere alla tentazione di farle uno scherzo, sbucandole sopra la spalla. 
-BECCATA!-
Crowe si portò una mano sul cuore, visibilmente agitata: aveva fatto centro.
-... accidenti, ma che cavolo di maniere sono?!-
-Ehi, non mi sarei mai aspettato che una come te fosse interessata a questo genere di cose!- la canzonò, indicandole alcuni articoli di fronte a lei.
La ragazza lo spintonò via. -Và al diavolo!-
-Non prendertela così!- si difese, ridendo. -Dai, per farmi perdonare ti regalo questo bel braccialetto con il Moguri…-
-Tsk! Come se mi piacessero chincaglierie del genere…!- borbottò, nascondendo l’imbarazzo. -E poi ho già fatto il mio acquisto.-
Crowe si rigirò verso la commessa, porgendole qualche guil per ritirare il suo pacchettino; cercò in tutti i modi di nascondere il contenuto agli occhi del suo spiritoso amico ma attraverso la bustina trasparente non gli fu difficile riconoscere il soggetto del portachiavi acquistato.
-Ehi, ma quello non è…-
-Sì, è il  Molborbibbo dei cartoni animati.- ammise, sentendosi improvvisamente molto infantile. Andiamo, prima di perdere di vista Pelna e Libertus!-
Nyx provò a trattenere a stento una risatina ma non ci riuscì: mai avrebbe immaginato che a una dura come Crowe potesse piacere un cartone animato! Per tutta risposta ricevette una pesante gomitata alla bocca dello stomaco.


Spense il telefonino e se lo mise nella tasca della giacca, ripromettendosi di darlo a Pelna. Continuò la sua ricerca: il successivo articolo che tirò fuori dalla scatola fu un vecchio orologio, fermo ad un orario ben preciso (il momento del decesso? O quello dell’incidente con la moto?).

Quando arrivarono al chioschetto di Yama, Nyx e Libertus trovarono Crowe e Pelna ad aspettarli; i due giovani avevano già preso posto a sedere ed erano intenti in una allegra conversazione.
Nyx si accomodò vicino a loro mentre il suo migliore amico era andato a prendere da bere. -Che state confabulando voi due?-
Si girarono entrambi, sorpresi dal suo arrivo.
-Ah Nyx, non ti avevamo sentito arrivare!- spiegò Pelna. -Ma niente, stavo restituendo a Crowe l’orologio che mi ha chiesto di modificare.-
-Che orologio?- si intromise anche Libertus, passando una birra all’amico e prendendo posto proprio di fronte alla ragazza.
Stranamente lei non fu infastidita da tanta curiosità. -Guardate un po' che meraviglia!- esclamò orgogliosa, mettendo al centro del tavolo un orologio con il quadrante un po' usurato dall’età su cui spiccava chiara e nitida l’ora esatta in formato digitale: la particolarità che rendeva quell’oggettino tanto unico era il cinturino in cuoio grigio, di fattura assolutamente comune ma solitamente posto su modelli analogici.
-Wow!- Libertus lo prese in mano, riconoscendone la bellezza.
-Avete visto che lavoretto di fino?- si vantò Pelna che era un vero e proprio genio con queste cose. -I cristalli liquidi del display erano completamente andati; li ho sostituiti e sono riuscito persino a scurire l’inchiostro dei numeri per renderli più visibili. E' stato un gioco da ragazzi montare il tutto sul cinturino che mi aveva portato Crowe.-
-Davvero un ottimo lavoro Pelna!- riconobbe Nyx, sorridendo.
-Ho trovato i componenti al minimarket Verinas, quando siamo andati in missione sul Ravatogh.- spiegò la Kingsglaive. -Sapevo di poter contare su di lui per rimettere tutto a posto!-
-Gli orologi così vanno un sacco di moda qui nella capitale.- commentò Libertus. -Hai risparmiato un sacco di soldi raccattando vecchi componenti rotti!-
La ragazza sbuffò, con un sorrisetto. -Così credevo, e invece alla fine quel che ho risparmiato dovrò ripagarlo in birre…- si alzò dal tavolo, girandosi verso il proprietario del chiosco. -Ehi, Yama! Una birra chiara per me ed una scura per il mio caro amico Pelna; e metti tutto sul mio conto!-


Nyx scosse il capo cercando di non farsi distrarre dai ricordi; appoggiò l’orologio accanto alla scatola e prese un bel respiro, chiudendo gli occhi lucidi. Nella mente era ancora chiarissima la voce di Crowe; i suoi modi di fare da dura, il suo sguardo divertito quando era con gli amici… tutti i bei ricordi di serate fuori a bere, fiere e sagre paesane, le sfide al biliardo, i momenti di relax di fronte alla macchinetta del caffè nel quartier generale, i duri allenamenti insieme, le estenuanti battaglie… Nyx aveva condiviso un gran pezzo della sua vita in compagnia di quella ragazza, di Libertus e di Pelna: sarebbe stato difficilissimo accettare la mancanza anche di un solo componente di quel quartetto.
Ma non era tempo per certi sentimenti: suo preciso dovere era rendere giustizia alla sua morte perché non fosse stata vana.
Il galahdiano riprese a frugare nella scatola tenendo il conto a mente di ognuno di quegli oggetti: i vecchi guanti da motociclista di Crowe, il portafoglio con tutti i soldi e i documenti intatti, le chiavi della moto, un pettine, uno specchietto rotto, la scatolina con il fermaglio...
Il fermaglio. 
Fu a quel punto che sospese la sua ricerca, soffermamdosi su quello che era stato l'ultimo motivo per il quale l'aveva presa in giro.

-Un fermaglio… non credevo ti piacessero queste cose!- 
-Idiota… non è per me, è un regalo per la principessa.- 


Nyx lo ammirò alla fioca luce del lume estasiato dalla fine composizione di quell'oggettino, quasi specchiandosi nei piccoli diamanti incastonati: ora iniziava a pentirsi amaramente di averla salutata con stupide battutine piuttosto che con un abbraccio.

***


Avevo progettato questo capitolo molto più breve ma mentre scrivevo ed elencavo gli oggetti personali di Crowe mi son venute in mente parecchie idee sull’aggiungere nuove scene di background (ovviamente di mia invenzione) dei nostri Kingsglaive e così l'ho allungato a tal punto da doverlo dividere  dal precedente.
Già che c’ero ho voluto fare anche dei riferimenti al Carnevale, spostandolo da Altissia ad Insomnia (quindi “trasformandolo” in una festa itinerante) giusto per aggiungerci altri elementi dell’universo di FFXV, collocando fino in fondo la mia storia in questo magico mondo.
Mi dispiace dover allungare così le cose, mi rendo conto che i capitoli cominciano ad essere un po' tantini ma mi sentivo in colpa a liquidare anch’io Crowe in questo modo! Spero di averle reso almeno un po' giustizia!
PS: Il titolo si rifà ad una delle OST del film che possiamo sentire durante la cena dei ragazzi presso il chioschetto di Yama (e torna anche nello spot dedicato a lui e al Molborbibbo

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Capitolo 41
*** Kingsglaive, Capitolo 41: Lurking danger ***


Requiem for Final Fantasy XV
Parte III: Kingsglaive
Capitolo 41: Lurking danger


Mentre nella parte più povera di Insomnia un guerriero di Galahd si ritrovava sempre più invischiato nelle trame politiche che si celavano dietro l’armistizio, all’altro capo della città uno dei protagonisti di quest’ultimo scendeva lentamente le scale della Cittadella; Ardyn Izunia si affrettò a raggiungerlo, armato di uno scuro ombrello per proteggerlo dalla battente pioggia.
-Maestà Imperiale, riparatevi qui!-
Iedolas non lo degnò della minima risposta ma in segno di aver accettato il suo gesto lo attese in cima della scalinata, riprendendo a scendere solo quando il suo consigliere fosse giunto alla sua destra.
-Mio Imperatore, come è andato l’incontro con i dignitari di Lucis?-
-Bene, e non poteva andare in nessun altro modo.- rispose bruscamente attorniato dai pretoriani Magitek della scorta. -Come immaginavo Regis mi concederà l’onore di un incontro solo alla festa di cerimonia dell’armistizio che si terrà domani sera.-
L’Imperatore era un uomo molto orgoglioso e l’essere stato ricevuto da un misero sottoposto quale poteva essere il Primo Ministro Clarus Amicitia l’aveva offeso profondamente, ma non voleva darlo a vedere: era chiaro il messaggio del sovrano di Insomnia, le trattative erano ancora aperte.
Ardyn sorrise. -La vostra partita a scacchi con il Re di Lucis è appena cominciata.-
-Già.- sorrise a sua volta, compiaciuto da quella metafora. -E quando farò scacco matto il loro prezioso cristallo lascerà questa splendida città.- l’entusiasmo della sua voce tradì la sua ossessione per quel pregiato oggetto: Iedolas Aldercapt si era lasciato inebriare dai racconti sul suo mistico potere, tale da rendere il proprio possessore il vero padrone dell’intero mondo. Un orgoglio ed un’ambizione del genere non erano qualità ideali per un giusto sovrano…
Il consigliere evitò qualsiasi commento in riferimento al cristallo e preferì riportare la questione su un punto che gli premeva. -Mio Imperatore, se posso chiedere… si hanno notizie del principe Noctis? So che non vive più a palazzo da molti anni e non era presente nemmeno tra i membri del Consiglio: mi chiedo se sia ancora ad Insomnia…-
-Di cosa ti preoccupi? Quel moccioso non può sfuggirci: l’intera zona è circondata dalle nostre aeronavi e nel corso di queste ore ne stanno giungendo molte altre.-
-Non mi preoccupo affatto, Maestà Imperiale.- si affrettò ad aggiungere, con un inchino. -Ma ritengo che sia bene tenere sotto controllo tutti i componenti della famiglia reale.-
-Certo, certo… ed è anche per questo che ci siamo portati dietro l’Oracolo, no?- gli scappò una risatina. -Regis credeva di farmela con la storia del matrimonio ad Altissia… ma ha le mani legate finché la ragazza sarà con noi.-
-Sembra che abbiate tutta la situazione sotto controllo…-
-Infatti.- Iedolas si fermò improvvisamente a metà della scalinata, osservando l’auto che arrivava a prenderlo. -Ascoltami bene Ardyn: per dopodomani dovrà essere tutto perfetto. Dì a Glauca di tenere i suoi uomini, gli Angoni, pronti ad agire; saranno loro ad occuparsi del principino una volta individuato. Dà loro carta bianca, possono usare i metodi che preferiscono, perfino servirsi della ragazza se serve; è fondamentale però che si muovano solo dopo la festa di domani sera e che agiscano con la massima discrezione: è comprovato che Regis nutra dei forti sospetti nei nostri confronti, altrimenti non terrebbe nascosto suo figlio. Il minimo errore potrebbe esserci fatale…-
Il consigliere si levò il cappello, in segno di rispetto. -Farò in modo che le cose vadano come previsto.-
-Bene.- l’Imperatore gli fece cenno di non seguirlo e proseguì la sua discesa verso la macchina incurante della pioggia incessante; osservò compiaciuto la schiera di Magitek che lo attendevano alla fine della scalinata pensando che possedeva davvero l’esercito più forte del mondo e che nessuno poteva contrastarlo: e doveva tutto questo ad Ardyn Izunia. Il suo arrivo a Gralea fu una benedizione per Nifhleim e se c’era qualcuno da ringraziare per i risultati ottenuti negli ultimi anni era solamente lui; Iedolas si fidava ciecamente del suo braccio destro, non dubitando della fedeltà e attendibilità dei suoi consigli.
-I tempi sono maturi.- non si girò neppure a guardarlo mentre gli parlava, certo che lo stesse ascoltando. -E’ giunto il momento di separare la stirpe dei Lucis una volta per tutte.-
Il consigliere si rimise il cappello, accostando l’ombrello a sé per non bagnarsi ulteriormente; gli scappò una smorfia divertita, un sorrisetto, e delle parole in un bisbiglio che nemmeno i soldati Magitek al suo fianco riuscirono a sentire.
-Questa faccenda sta diventando quasi un calvario…-

Il leggero bussare alla porta del suo studio ridestò il Re di Insomnia dai suoi pensieri.
-Entra pure.-
Sulla soglia comparve l’alta figura di Cor Leonis, esattamente l’ospite che si aspettava; il giovane comandante lo fissava con aria interrogativa, probabilmente chiedendosi che ci faceva a quell’ora il suo Re ancora a lavoro.
-Ti chiedo scusa per averti convocato così tardi…-
-Vostra Maestà non deve preoccuparsi per me.- rispose, con un inchino. -Mi rendo conto che deve trattarsi di una faccenda davvero urgente…-
-Lo è.- Regis si alzò dalla sua poltrona, iniziando a camminare per la stanza con le braccia dietro la schiena. -Hai sentito di quella ragazza del corpo dei Kingsglaive, vero?-
Cor sospirò. -Purtroppo sì…-
-Non è stata assalita da un gruppo di briganti di periferia, questo è chiaro: basta esaminare le ferite sul suo corpo per vedere che nulla di quello che le è successo è stato prodotto da armi convenzionali.-
-Quindi ritenete che…-
-E’ stato Nifhleim.- sentenziò, fissandolo negli occhi. -Ma non posso denunciare il fatto perché dovrei ammettere che la ragazza era coinvolta in una missione segreta fatta alle spalle dell’Imperatore.-
Il comandante annuì, abbassando gli occhi a terra pensieroso. -Dal rapporto che ho letto è stata attaccata poco fuori città: è evidente che controllano i nostri confini.-
-Non è solo quello… Cor, quella poverina era in borghese: indossava abiti civili. Come potevano riconoscerla? Mi duole pensare una cosa del genere, ma c’è un’unica spiegazione…-
-… abbiamo una spia.-
Regis annuì. -Ho tutti i motivi di credere che sia nel corpo dei Kingsglaive, gli unici a conoscenza della missione e con tutte le buone motivazioni per voler sabotare il trattato.- scostò lo sguardo verso la finestra. -Ho già incaricato Drautos di indagare in merito alla faccenda nella maniera più discreta possibile.-
-Se posso permettermi, Maestà…- si avvicinò a lui, visibilmente preoccupato. -Anche Drautos è un Kingsglaive e per di più è originario di Cavaugh: è davvero sicuro di potersi fidare di lui?-
-Credo sia l’unico tra loro di cui potermi fidare, a questo punto… mi ha dato più volte prova della sua lealtà.-
Il comandante annuì, comunque pensieroso. -E con il trattato come facciamo?-
-Non posso far saltare tutto: faremo finta di niente, Iedolas non deve intuire che sospettiamo qualcosa. L'incidente rimarrà segreto fino a  dopo la firma e apparentemente tutto andrà come lui si aspetta… ma prenderò le mie contromisure. E' per questo motivo che ti ho richiamato a quest'ora, Cor.-
Lo sguardo che gli lanciò, carico di ansia e paure, mise in allarme il giovane: mai aveva visto il suo Re in quello stato…
-Qualsiasi cosa per voi, Maestà.-
-E’ chiaro che non posso permettere che Noctis lasci le mura di Insomnia in una situazione come questa; ma d’altro canto non posso nemmeno esporlo pubblicamente come principe di Lucis. Per questo affido tutto nelle tue mani: predisponi ogni cosa per il viaggio ma non permettergli di lasciare la città prima della firma. Portalo alla Cittadella durante la cerimonia ma fa in modo che sia in borghese, che si mescoli tra la folla: fortunatamente sono ben poche le persone a corte che conoscono il suo viso. Questo è il luogo più sicuro in cui può stare… Iedolas deve pensare che gli sia sfuggito dalle mani. E qualsiasi cosa accada, ti prego, proteggilo.- nel frattempo che diceva queste cose Regis si era avvicinato a Cor e gli aveva posato una mano sulla spalla, stringendo la presa. -Solo io, te, Drautos e Clarus siamo a conoscenza di questo piano: siete gli unici a cui affiderei la vita di mio figlio. So di chiederti tanto, ma…-
-Quel che mi chiede è lecito, Maestà.- il giovane annuì, fissandolo seriamente. -E darò la mia vita pur di proteggere il principe Noctis; per me sarà un onore e un piacere.-
Regis sentì salirgli le lacrime agli occhi: commozione, riconoscenza, sollievo.
-… grazie, Cor.-

Quella stessa notte c'era anche qualcun altro che stava covando un piano segreto; e un ex Kingsglaive si ritrovò, suo malgrado, coinvolto.
In uno dei sottoborghi della capitale Libertus seguì zoppicante il proprietario di una putrida bisca nel suo locale. Nella tasca dell'uomo tintinnavano ancora i guil che gli aveva dato.
Dopo aver aperto la serratura, il proprietario accese il generatore elettrico: e luce fu.
-Di là.- gli indicò con il pollice, restando poi di guardia davanti alla porta come un palo.
Libertus annuì e, il più velocemente che potè, avanzò nella bisca fino ad addentrarsi nella saletta privata, da dove si poteva avvertire odore di tabacco, birra da quattro soldi e voci sommesse.
-Hai idea di cosa significhi questa pace?-
-Significa che le nostre case non ci sono più...-
-Tutte andate... per sempre.-
Sì, era nel posto giusto: prese tre pasticche di antidolorifici, giusto per precauzione, prima di entrare. La stanzetta era davvero piccola e poco areata, con le mura decorate da graffiti spray e un arredamento essenziale; tutte le poltrone presenti erano state riunite attorno ad un tavolino che portava sopra i resti di una frugale cena. I congiurati non si accorsero della sua presenza, così il ragazzone ne approfittò per presentarsi al meglio.
-Ho sentito dire che qui si riuniscono i nemici del trattato.- disse, schiarendosi la voce. -Sono nel posto giusto?-
Tutti si girarono, alcuni un pò spaventati; chi mantenne la calma fu l'uomo più anziano del gruppo, che chiaramente aveva il ruolo di leader; lo squadrò da capo a piedi.
-Assolutamente sì.- rispose, con un sorriso di sdegno. -Amici, salutate tutti l'uomo che passa le sue giornate a servire fedelmente il nostro buon Re.-
-Passava.- precisò Libertus. -Quei giorni sono finiti. Mi sono stufato di ascoltare le menzogne di quel bastardo; potrà anche avere un trono, ma non è più il mio Re.-
I congiurati si guardarono l'un l'altro, incerti se potersi fidare o meno; ma il loro leader aveva la capacità innata di capire le persone al volo, quasi fiutava le bugie. Annuì lentamente pensando che un tipo come quello aveva molte doti fisiche e di spirito ma di sicuro non era proprio capace a mentire. Ricambiò l'occhiata che gli avevano lanciato i suoi compagni e, solo con lo sguardo, li fece tranquillizzare.
-Bene, allora. Benvenuto nella resistenza, fratello!- si alzò con fare amichevole e si avvicinò all'ex Glaive, dandogli una pacca sul braccio. -Spero che tu sia qui per parlare.-
Non solo era un pessimo bugiardo: Libertus Ostium era anche un uomo fedele ai suoi principi. E il fatto di tradirli così, senza tentennamenti, era segno del profondo affetto che provava per Crowe.
-Che cosa volete sapere?-


***
La scena di inizio capitolo è tratta da uno spezzone di trailer presentato all’E3 2013 (in realtà ci venivano presentate solo le due battute finali che si scambiano Iedolas ed Ardyn, la prima parte del dialogo è mia); la mia intenzione è di presentarvi più o meno le dinamiche dell’Impero di Nifhleim riassunte nel rapporto tra il cancelliere e l’Imperatore. 
Come già sappiamo l’intento di Ardyn è anche quello di servirsi di Noctis per i suoi scopi e il suo interesse nel riconoscerlo e rintracciarlo è palese e più che giustificato; ed è proprio quello che Regis vuole evitare.
A questo punto non posso più nascondervi che ho deciso di cambiare l’inizio di FFXV in favore della parte mostrataci di Versus XIII, in cui Noctis è in città durante l’attacco e fugge insieme ai suoi compagni: la decisione non è stata presa d’improvviso, sono stata molto combattuta al riguardo ma tra i due inizi questo è quello che tutto sommato mi è rimasto nel cuore; mi dispiace se finora vi ho fatto credere che avrei seguito alla lettera il rimaneggiamento del film/videogioco ma ritengo molto più credibile che Regis cambi idea sulla partenza di Noctis solo dopo e a causa della morte di Crowe. 
Ovviamente anche il dialogo tra il Re e Cor è di mia invenzione (credo che quest’ultimo sia il più adatto a guidare e proteggere Noctis durante questa fase della storia, visto e considerato che era previsto come quinto membro fisso del party); comunque, posso assicurarvi che manterrò più o meno intatte anche le scene più belle dell'inizio del XV (il salvataggio e il sacrificio di Nyx, il saluto di Regis e Noctis, ecc.) adattandole alla trama da me scelta.

E qui arrivano le mie scuse. Mi dispiace pr questo ritardo colossale nonostante avessi già questi capitoli pronti da un bel pezzo; l'anno scorso ho avuto da fare tra lavoro e trasloco (ho cambiato città) e ho dovuto tralasciare molti progetti, tra cui questo. 
Nel frattempo ho seguito comunque con attenzione gli aggiornamenti di FFXV, rammaricandomi per la decisione di cancellare i dlc di Noctis, Luna e Aranea; farò carte false pur di avere i romanzi su questi contenuti, che andrò ovviamente ad inserire nella mia fanfiction. Ho anche giocato Episode Ardyn e devo dire che a grandi linee mi è piaciuto molto; ci sono state due o tre cosine che mi hanno fatto storcere il naso e che, eventualmente, rimaneggerò qui.
Questo aggiornamento finisce qui; il prossimo capitolo prende il via dalla festa della firma del trattato e da lì in poi la narrazione degli eventi sarà un fiume in piena che terminerà praticamente all'alba della distruzione di Insomnia. Mi impegno a proseguire questa storia e a pubblicarvi i prossimi aggiornamenti il più presto possibile.
Grazie ancora a tutti per il supporto, sono contenta di sapere che c'è qualcuno che nonostante tutto prosegue questa altalenante lettura <3

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Capitolo 42
*** Kingsglaive, Capitolo 42: The heart of a King ***


Requiem for Final Fantasy XV
Parte III: Kingsglaive
Capitolo 42: The heart of a King


C’era ancora luce mentre la Star of Lucis percorreva quel tratto di tangenziale.
Quello non era un giorno qualunque e lo sapeva bene anche il principe ereditario di Insomnia, comodamente seduto sul sedile posteriore in un elegante abito nero: quella era la serata che tutto il mondo stava attendendo da più di tre settimane, l’incontro tra i regnanti di Nifhleim e Lucis che informalmente avrebbe sancito il nuovo accordo di pace. Un evento storico che sicuramente sarebbe andato a finire su qualche libro di storia, una serata alla quale non era previsto che lui partecipasse: eppure la macchina sulla quale viaggiava Noctis Lucis Caelum era proprio diretta alla Cittadella. Secondo i piani si sarebbe dovuto trovare già al molo di Galdin, ma il volere del Re lo aveva trattenuto in città ancora per qualche giorno; aveva smesso di chiedersi il motivo dei cambi d’idea di suo padre, era inutile rimuginarci sopra, tanto non avrebbe mai avuto alcuna spiegazione.
E poi quella situazione aveva anche dei vantaggi: ed era proprio a quello che stava pensando, alla fanciulla ospite di Insomnia che desiderava ardentemente rivedere da più di un decennio.
Con la testa appoggiata al finestrino il ragazzo socchiuse gli occhi, lasciandosi cullare dal motore della macchina…

Era calata una fitta coltre di nebbia su quella vallata a chilometri di distanza da Lucis; gocce di rugiada impreziosivano il prato come piccoli diamanti su un vestito.
Erano in due e correvano veloci come il vento; non erano che bambini.
Lei stava davanti, teneva stretta la manina di lui e lo trascinava chissà in quale posto sperduto; il ragazzino non poteva fare a meno di ammirare la gonnellina a balze candida danzare al ritmo di quella corsa sfrenata.
Che ci facevano lì? Era un ricordo reale o un sogno? Dov’era la sua carrozzella, dov’erano i fedeli Umbra e Pryna? Quella era davvero Tenebrae? Oppure…


-Principe Noctis? Principe Noctis! Principe Noctis!- la voce dell’autista lo destò da quella strana fase di dormiveglia. -E’ davvero di grande impatto, non trovate?-
-Mhh?- distrattamente e con gli occhi ancora un po' assonnati, il giovane diresse lo sguardo verso il finestrino alla sua sinistra, da cui aveva una perfetta visuale della Cittadella: la struttura era attorniata da aeronavi di piccola stazza, di quelle disarmate e solo da trasporto, che aleggiavano attorno ad essa per formale precauzione nei riguardi dell’Imperatore; tuttavia quella visione destò nei pensieri del principe solo l’immagine di un gruppo di mosche attirate da un pezzo di cibo avariato.
-Dà l’impressione che siamo stati conquistati.-
Il suo commento così indelicato venne prontamente stemperato da un sorrisetto dell’autista che voleva evitare a tutti i costi di mettersi in mezzo a faccende di politica; fu quasi una fortuna che, una volta terminato l'ultimo brano musicale, la voce dell'annunciatore radiofonico avesse destato la curiosità dei suoi ascoltatori con una piccola chicca.
-In vista dell'imminente evento che ci attende vogliamo farvi ascoltare le ultime dichiarazioni ufficiali di Sua Grazia Lunafreya di Tenebrae riguardo al trattato.-
L'autista alzò il volume.
-Non ci sono parole che possano esprimere la gioia che la pace ormai prossima ha destato nel mio cuore, nè l'onore di contribuire con il mio fidanzamento a questo storico evento.- la principessa trasmetteva tutto il suo entusiasmo. -In queste felici circostanze c'è chi ha dato voce alla preoccupazione, al timore che io non sia più in grado di adempiere i miei doveri di Oracolo. Per questo mi preme rassicurarvi che il mio matrimonio non interferirà in alcun modo con il mio compito: sarò ancora tra voi, nelle città e nei villaggi, come è sempre stato; e continuerò ad intercedere per tutti voi.-
Riprese l'annnunciatore. -In vista della celebrazione del matrimonio, Sua Grazia Lunafreya lascerà Insomnia domani mattina dopo aver presenziato alla firma del trattato; come avete sentito direttamente dalla sua voce, è solo durante questo breve periodo che ella sarà esentata dai suoi doveri.-
L'autista lanciò un'occhiata dallo specchietto retrovisore: il passeggero sul sedile posteriore era scattato sull'attenti e sembrava non essersi perso nemmeno un fiato di quel breve discorso. Quell'immagine gli fece tenerezza; non poteva sapere che per Noctis anche solo sentire la sua voce era una bella sorpresa che aspettava da più di dieci anni.
Non me l'immaginavo proprio così.
Con una dolce manovra la Star of Lucis imboccò la sopraelevata che conduceva ai tornelli d’accesso al centro città, dove il cuore pulsante di Insomnia veniva amorevolmente protetto.
Nessun membro della polizia stradale poteva non riconoscere l'automobile del Principe, tuttavia le procedure dovevano essere rispettate; difatti l’autista rallentò alla vista del vigile che si avvicinava agitando il segnale luminoso e, con l’aria di chi l’aveva già fatto mille volte, digitò qualche tasto dal computer dell’auto, collegandosi direttamente al sistema di sicurezza del cancello e inserendo la password per far abbassare i piloni. Il vigile li lasciò passare, inchinandosi educatamente di fronte al suo principe; ma Noctis aveva altro per la testa e nemmeno se ne accorse.
Ciò che lo risvegliò dai suoi pensieri fu il vociare della folla riunita sulla piazza antistante la Cittadella, munita di cartelloni anti-trattato che esprimevano tutto il loro sdegno a quel grande evento; il ragazzo scrutò dal finestrino i volti furiosi della gente, a malapena contenuta dai più miseri e sfortunati membri della Guardia Reale che a fatica tenevano libera la strada d’accesso al palazzo.
-Pare che non tutti siano contenti dell’accordo con Nifhleim, eh?- commentò, rivolgendosi all’autista.
-Cosa posso dirle, Altezza… devono solo abituarsi, suppongo.-
-Mh mh.- rispose Noctis, poco convinto: perdere la propria casa non era qualcosa a cui si poteva fare l’abitudine tanto facilmente.

Il principe non poteva sapere che a pochi metri da lui, disperso in mezzo a quella folla urlante, stava manifestando un ex Kingsglaive venuto da Galahd a cui, oltre che la casa, era stata tolta anche una delle persone più importanti della sua vita.
-Ehi Libertus!- Pruvia, il capo dei ribelli, lo chiamò dalla prima fila; il ragazzone si allungò verso di lui. -Sai che auto è quella?-
-No... dovrei saperlo?-
-Allora è vero che voi Angoni siete tenuti all'oscuro di tutto!- lo derise.
Libertus si offese. -Guarda che noi combattiamo al fronte, non facciamo mica da guardie del corpo a qualche stupido nobile della capitale!
-Oh ma non si tratta di uno stupido nobile: quella è la Star of Lucis. E a bordo c'è il figlio dell’uomo che ha mandato al massacro te e i tuoi compagni.-
-Vuoi dire che...-
-Saluta sua Altezza Reale, il principe Noctis Lucis Caelum.- alla sua affermazione seguì un finto e pomposo inchino in direzione della lussuosa macchina, che riprese la sua corsa verso la Citttadella; Libertus la seguì con lo sguardo fino a che non varco il cancello, covando sempre più rancore...


Un’occasione tanto speciale richiedeva un’adeguata preparazione e Re Regis predispose ogni cosa per rendere quella una serata indimenticabile.
Il lussuoso attico fu adibito apposta per la cerimonia: il ricevimento organizzato era degno di un’incoronazione imperiale e la folla era altrettanta da non permettere a tutti l’accesso alla terrazza, il fulcro di quell’evento; per ovviare a tal cosa le immagini con i dignitari reali ed imperiali vennero proiettate sulla parete centrale, spogliata dei suoi lussuosi quadri. Dalle finestre si poteva ammirare il meraviglioso spettacolo pirotecnico dei grandi fuochi d’artificio, che permisero agli ospiti di immergersi in un’atmosfera magica.
Quando Noctis varcò la soglia dell'attico la cerimonia non era ancora iniziata tuttavia la sala era già gremita dalla più alta nobiltà del Regno: nessuno poteva mancare ad un evento epocale come quello. Sapeva che lì da qualche c’erano anche Ignis, Gladio, Iris e le loro famiglie; era stato invitato persino Prompto, nonostante le sue non nobili origini. Il Principe andò a prendersi da bere, squadrando la sala da cima a fondo alla ricerca di qualche volto conosciuto: erano anni che non metteva piede in quell’ala della Cittadella e gli sembrava tutto così familiare ma allo stesso tempo diverso.
Assorto nei suoi pensieri non si rese conto di quell’alta figura che gli si avvicinò, accostandosi per bisbigliargli in un orecchio.
-Principe Noctis.-
Quella voce era inconfondibile: con occhi pieni di ammirazione il ragazzo salutò l’Immortale Cor Leonis, una leggenda per quelli della sua generazione.
-Mi fa piacere rivederti, Cor!-
-Lo è anche per me.- si esibì in un mezzo inchino. -Mi manda vostro padre; desidera scambiare due parole con voi prima dell’inizio della cerimonia.-
-Oh, capisco…-
-Da questa parte, Altezza.-
Noctis posò il suo bicchiere e seguì di buona volontà il Comandante della Guardia Reale che lo condusse attraverso una porta secondaria per lungo corridoio oscuro sul quale si aprivano almeno una decina porte; dopo tanti anni vissuti al di fuori di essa aveva ricordi sfocati dell’interno della Cittadella ma rammentava perfettamente che era un labirinto di sale e anfratti tutti uguali tra loro; menomale che c'era Cor a guidarlo.
-Dove stiamo andando?- chiese dopo qualche minuto di silenzio.
-Nello studio del Re.- l’uomo gli rispose senza nemmeno voltarsi a guardarlo.
-Capisco… dunque, vorrà farmi il solito discorsetto prima dell’inizio ufficiale della festa…- nonostante il tono di voce annoiato e gli enormi sforzi per mantenere un atteggiamento il più distaccato possibile si vedeva chiaramente che era davvero emozionato all’idea di fare la sua prima apparizione pubblica; Cor sembrò avergli letto nel pensiero e si schiarì la voce prima di trovare le parole giuste.
-Prima che arriviamo da lui, Principe Noctis, devo mettere in chiaro la vostra posizione.- l’uomo si fermò d’improvviso, fissandolo con serietà; un cambio d’atteggiamento del genere mise in allarme il giovane aristocratico. -Questo incontro privato con Sua Maestà non ha nulla a che vedere con la cerimonia o l’armistizio: semplicemente voleva salutarvi prima della vostra imminente partenza. Ma, per quanto riguarda questa serata, il Re desidera che vi uniate agli altri invitati partecipando come un qualunque nobile di Lucis e godendovi la festa.-
Il ragazzo sgranò gli occhi, restando a bocca aperta. -Ma io credevo che…- inghiottì a fatica. -In pratica mi stai dicendo che la mia presenza qui non cambia nulla? Non è per farmi partecipare stasera come Principe di Insomnia che il mio viaggio è stato rimandato?-
-Non è per questo che siete rimasto…-
-E allora perché?-
-Non posso dirvelo.-
-Ah, certo.- sbuffò. -Informazioni riservate, eh?-
Cor cercò di sviare il discorso. -Comunque la vostra partenza per Altissia è prevista per domani mattina: è per questo motivo che il Re vuole essere sicuro di riuscire a salutarvi.-
-E non sapevo nemmeno questo.- Noctis sbuffò di nuovo, roteando gli occhi al cielo.
-Ascoltatemi, Altezza: le motivazioni che spingono il Re a comportarsi così sono più che serie, ve lo posso assicurare; tenere all’oscuro tutti dei reali motivi che hanno richiesto la vostra presenza stasera è un modo per proteggervi, così come tenervi lontano dalla scena pubblica…-
-Sì sì, lo so. Come sempre.- con un gesto della mano il ragazzo gli fece intendere che voleva chiudere il discorso e riprese a camminare per il corridoio pur non conoscendo la strada; l’Immortale gli si affiancò in silenzio, cosciente che qualsiasi cosa avesse provato ad aggiungere sarebbe stata del tutto inutile.
La loro marcia silenziosa terminò una manciata di minuti dopo, sulla soglia di un grande portale scuro che si distingueva tra gli altri per la sua ricchezza e le sue dimensioni; Cor bussò con decisione ed attese di udire una conferma vocale prima di spalancare la porta ed invitare il suo principe ad entrare.
Lo studio del Re era stranamente affollato e lo stesso Noctis non si aspettava di trovarsi di fronte a così tante persone: oltre a lui erano stati convocati anche Ignis, Gladiolus e Prompto, a conferma che effettivamente quel colloquio privato era legato al viaggio verso Altissia; Drautos era in piedi alla destra del suo sovrano e salutò il Principe con un cenno del capo.
-Puoi andare Cor, grazie.- Regis sorrise al suo comandante della Guardia Reale e aspettò che la porta fosse di nuovo chiusa prima di fissare con solennità i giovani di fronte a lui, schiarendosi la voce per iniziare il suo discorso. -Vi ringrazio per esservi riuniti qui, non vi tratterrò a lungo: voglio che approfittiate di questa serata per divertirvi e rilassarvi prima della partenza imminente. Innanzitutto vorrei scusarmi con tutti voi per i cambi di programma dell’ultimo minuto, sono state delle precauzioni dettate dalla delicata situazione in cui ci troviamo; come già vi è stato spiegato dal Comandante Cor Leonis è previsto che lasciate Insomnia per domani mattina stessa. Ho già fatto caricare le vostre cose sulla Regalia: potete prendere la mia auto, che è senz’altro il mezzo migliore di cui disponiamo.-
Ignis si esibì in un profondo inchino. -Vostra Maestà non ci deve alcuna spiegazione o scusa, comprendiamo perfettamente il momento che stiamo vivendo.- 
-E vi ringraziamo per averci affidato la vostra auto personale, è un onore per tutti noi.- Gladio si inchinò rispettosamente, imitato da un impacciato Prompto che in quanto a buone maniere aveva ancora molto da imparare.
-Nonostante l’inattesa presenza di Sua Grazia Lunafreya ad Insomnia purtroppo non vi sarà possibile viaggiare con lei: verrà anch’ella scortata ad Altissia da dignitari imperiali e potrà tornare ufficialmente con voi solo dopo aver celebrato le nozze; è per questo che vi raccomando la massima cautela. Un trattato non è altro che un pezzo di carta firmato da due vecchi, ma la pace è un qualcosa che si costruisce lentamente… il matrimonio sarà l’atto successivo, come se a porre la loro firma sull’armistizio saranno anche i principi di Lucis e di Tenebrae. La vostra missione non è meno importante dell’evento di stasera.-
I tre giovani annuirono solennemente, consci di giocare anche loro un ruolo importante per il destino di Eos; l’unico che non batté ciglio fu Noctis che si mostrò visibilmente impassibile alle parole di suo padre, nonostante l’avessero coinvolto in prima persona. Re Regis sembrò non badarci e cercò di mantenersi il più formale possibile.
-E’ giunta l’ora stabilita.- disse soltanto, fissando negli occhi suo figlio. -La tua partenza ha il nostro benestare, Principe Noctis.-
Il ragazzo sobbalzò impercettibilmente, avvertendo tutta la freddezza e la formalità delle sue parole; abbassò il capo con sguardo ferito. -Grazie… Maestà.-
-Và, e che gli Dei ti siano benevoli.-
-Già…- quest’ultimo sussurro venne accompagnato da un sospiro e il principe decise che era ora di finirla lì; senza rivolgere alcun saluto al suo sovrano gli diede le spalle e si apprestò a lasciare la stanza con una tale irruenza che persino Gladio venne colto di sorpresa e si spostò istintivamente per lasciarlo passare; i tre amici rimasero sbigottiti da un comportamento come quello e mormorarono qualche scusa accompagnata da dei veloci inchini di saluto verso il vecchio Re per inseguirlo.
Noctis avanzava deciso nel corridoio deserto, quasi senza badare a dove stesse andando; non si era nemmeno accorto che i ragazzi lo avevano raggiunto.
-Beh, il nostro principino è sempre lo stesso…- fu il commento che si lasciò scappare Prompto.
Ignis sospirò. -Tanti saluti al cerimoniale di corte.-
-Ehi, dove vai così di fretta!- lo richiamò Gladiolus. -Nemmeno ti avessero chiesto un discorso ufficiale…-
Il ragazzo semplicemente li ignorò, fregandosene di cosa potevano pensare tutti: era rimasto profondamente ferito dal comportamento di suo padre che per l’ennesima volta l’aveva messo da parte come se non contasse niente; quella convocazione gli era suonata come una farsa, di fatto era totalmente escluso da qualsiasi decisione riguardante il suo Regno. Quel che era peggio è che non poteva nemmeno obiettare…
-Vostra Altezza!-
Si sentì chiamare dall’imperiosa voce di Drautos, che costrinse i quattro giovani a fermarsi e voltarsi indietro: solo allora si accorsero del vecchio sovrano che avanzava a fatica verso di loro, reggendosi al bastone per non cadere; il capitano dei Kingsglaive camminava due passi dietro di lui per assicurarsi di reggerlo in caso perdesse l’equilibrio.
Noctis non fu l’unico a provare una gran tenerezza nel vederselo correre dietro. -Che c’è adesso?- sospirò.
-… temo di non aver detto tutto.- l'uomo riuscì a raggiungerlo ma aveva un po' il fiatone. -Cerca di non gravare troppo sugli chi ti sta accanto.-
-Mhf! Senti chi parla…- lanciò un’occhiata ironica verso Drautos.
Regis non raccolse la provocazione ma fissò uno ad uno i giovani guerrieri. -Non vi chiedo di guidare questo mio figlio indisciplinato, ma vi prego di rimanere al suo fianco.-
Noctis alzò gli occhi al cielo, sentendosi trattato ancora come un moccioso; al contrario i tre ragazzi si sentirono onorati da tali parole.
-Sarà fatto, Maestà.- Ignis si inchinò di nuovo.
Gladio si batté una mano sul petto. -Accompagneremo il Principe ad Altissia, a qualunque costo.-
-Si, confermo!- 
A quest’ultima energica risposta di Prompto, Noctis scosse il capo. -Scusate se interrompo ma dovremmo andare: la cerimonia sta per iniziare.- spostò lo sguardo verso il Kingsglaive. -Drautos mi raccomando, te lo affido!-
-Certamente, Vostra Altezza.-
Regis si protese verso suo figlio. -E un’ultima cosa: non dimenticare le buone maniere verso la tua incantevole futura sposa.-
Il Principe fece un passo indietro e si esibì in un teatrale inchino. -Lo stesso vale per voi, Maestà: comportatevi bene con i nostri illustri ospiti di Nifhleim.-
-Non hai nulla da temere.-
-Nemmeno tu.-
Il Re sospirò. -Ricorda: una volta partito non potrai voltarti indietro.-
-E perché dovrei?- gli rispose con un sorrisetto ma la serietà del suo sguardo gli fece capire che non era il momento di scherzare.
-Voglio solo assicurarmi che tu sia pronto a non tornare.-
Quelle parole gli suonarono strane e nessuno lì in quel corridoio ne capì il vero significato: ma Regis si aspettava una mossa da parte di Nifhleim di lì a poco e si rendeva perfettamente conto che quella forse sarebbe stata l’ultima occasione per avere un contatto diretto con suo figlio; sentì l’impellente bisogno di abbracciarlo e rassicurarlo ma sapeva che in tal modo l’avrebbe solo messo in allarme e non poteva permettersi di perdere il sangue freddo, non in quel momento. Sospirò profondamente, chiudendo gli occhi.
-Scusami, è la tensione del momento che mi fa straparlare…-
Noctis percepì la difficoltà del padre e lo rispettò.
-Non devi preoccuparti: sono pronto a iniziare il mio viaggio.-
Il vecchio Re annuì. -Fà attenzione, la strada è lunga: ovunque essa ti conduca la stirpe di Lucis sarà con te.- gli mise una mano sulla spalla e lo fissò intensamente. -Cammina a testa alta, figlio mio; e segui il tuo cuore, sempre.-

Noctis non poteva saperlo, Regis poteva solo sospettarlo, ma i due non si sarebbero mai più rivisti.


***
Non so se tutti se la ricordano ma la scena di inizio capitolo viene direttamente da un trailer del 2011, quando ancora si chiamava “Versus XIII” e c’era ancora Stella; ho riadattato giusto due particolari per ricollegarla alla storia (e il pezzo dell'intervista di Luna alla radio viene direttamente dal primo capitolo del gioco).
La seconda e più lunga parte del capitolo è di mia invenzione: mi serviva per spiegare meglio la situazione di Noctis e, soprattutto, per reinserire la parte con i saluti tra lui e Regis (ho ripreso quasi per intero la conversazione dell’inizio di FFXV, adattandola al contesto della mia fanfiction): era un momento così toccante e così bello che non potevo assolutamente tagliarlo.
Nella frase finale in realtà ci sarebbe una piccola incongruenza tra il doppiaggio inglese (cammina a testa alta) e quello giapponese (segui il tuo cuore); ho tagliato la testa al toro e li ho ripresi entrambi.
PS: Il nome del capo dei ribelli, Pruvia, non me lo sono inventato: in realtà viene menzionato successivamente alla sua morte, quando Libertus riceve una comunicazione dal walkie talkie che gli ha lasciato (il ribelle gli dice proprio "la morte di Pruvia non sarà vana").

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Capitolo 43
*** Kingsglaive, Capitolo 43: Somnus Nemoris ***


Requiem for Final Fantasy XV
Parte III: Kingsglaive
Capitolo 43: Somnus Nemoris


Non passò molto tempo prima dell’arrivo del contingente imperiale, la cui entrata nella Cittadella diede davvero il via alla festa. Dalle lussuose auto provenienti dal Caelum Via, il centralissimo hotel dove alloggiavano, scesero i dignitari imperiali in alta uniforme guidati dal loro beneamato Imperatore: una gran folla di gente, per lo più sconosciuti ai nobili di Lucis, tra i quali era particolare notare l’assenza dei grandi generali di cui Nifhleim era tanto fiera. Quella sera dovevano essere sicuramente presenti anche la principessa Lunafreya, il principe Ravus e il cancelliere Izunia, tuttavia i tre non erano inclusi nel piccolo corteo che accompagnò Iedolas Aldercapt al centro della terrazza superiore, il luogo dove li attendevano Re Regis e i suoi consiglieri.
Le sale interne e le terrazze inferiori erano gremite di gente: per permettere che tutti potessero assistere a quell’incontro epocale le immagini delle telecamere vennero proiettate direttamente sui maxischermi appesi in ogni salone; allo stesso modo, fuori dal palazzo reale, le case di tutto il Regno erano luoghi di raccolta per gli spettatori incollati davanti ai televisori.

-Un ricevimento davvero sontuoso, Re Regis! Voi onorate tutta Nifhleim.- con questo cortese complimento, accompagnato da un’ampia e regale gestualità degna del cancelliere che si era scelto, Iedolas inaugurò ufficialmente la cerimonia.
-Oh, l’onore è nostro, Imperatore Aldercapt.- il sovrano di Lucis si mantenne al contrario composto come suo solito. -Dopotutto, siete giunto da lontano per degnarci della vostra presenza.-
-E’ il minimo che potessi fare.- si girò ad ammirare il panorama dalla terrazza, lasciando scivolare una mano in aria per indicare tutta la città. -La vostra Insomnia è proprio una meraviglia; le mie città non reggono il confronto.-
-Vi ringrazio per queste generose parole: tutto il Regno di Lucis dà il benvenuto a voi e ai vostri connazionali. Sono certo che con questo armistizio stiamo facendo il bene dei nostri popoli.-
-Mi trovate assolutamente d’accordo: questa guerra è durata fin troppo.-
Regis annuì. -Sto facendo allestire la sala del Consiglio e preparare i documenti apposta per il grande momento; ma prima che sia tutto pronto vi invito a godere della nostra ospitalità con questa festa in vostro onore.-
-Oh voi mi viziate, mio buon Re! Non merito una tale grande accoglienza ma sarò lieto di usufruirne per tutto il tempo necessario ai preparativi.-
-Bene.- il sovrano di Insomnia si girò rivolgendosi a tutta la platea. -E allora, che la cerimonia abbia inizio!-
Un fragoroso applauso seguì il suo annuncio, applauso al quale partecipò animatamente lo stesso Iedolas; mentre i consiglieri reali e i dignitari imperiali si allontanavano per godersi la festa il furbo Imperatore si accostò con nonchalance al suo nuovo alleato.
-Questa sarà una serata storica per entrambe le nostre nazioni!- gli sussurrò, tanto era vicino. -Mi auguro di riuscire a trarre il massimo da questa visita.-
Il Re allargò il suo sorriso. -Ne sono certo.-
Quello era ufficialmente l’inizio della fine.

La parte con i saluti ufficiali giunse al termine e l’orchestra poté finalmente riprendere a suonare leggiadre melodie; le luci si fecero mano a mano più forti e gli invitati si sparsero qua e là per la terrazza, assaggiando gustosi stuzzichini o assaporando un calice di buon vino accompagnati dalle chiacchiere dei vicini.
Si prospettava essere una gran bella serata, di quella che per molto tempo si sarebbe tanto chiacchierato…
-Ravus, puoi stare tranquillo: non ho intenzione di fare nulla di avventato.-
Con queste parole bisbigliate al suo orecchio Lunafreya sperava che il fratello la lasciasse andare: era da quando erano scesi dalla loro limousine che la teneva stretta sotto braccio, guidandola per la sala in modo tale da farle evitare di incrociare lo sguardo o scambiare una parola con chiunque.
-Per questa sera sarà meglio che tu stia vicina a me.- le ordinò, conducendola al tavolo dei drink. -Qualsiasi tuo avvicinamento ai Lucis Caelum non sarebbe visto di buon occhio dal nostro beneamato imperatore…-
La ragazza serrò le labbra prendendo il bicchiere che le porgeva: ricordava bene le premurose raccomandazioni fattele da Iedolas prima di partire per Insomnia; doveva tenere un comportamento neutrale e impassibile in pubblico, vista la sua famosa simpatia per la fazione avversa... tutto ciò per il bene del trattato, si intende.
-E allora…- gli chiese con voce sommessa, fissandolo negli occhi. -Perché hai taciuto riguardo la mia visita a Re Regis? Perché mi hai coperta davanti all’Imperatore? E’ stato grazie a te, che sei venuto a prelevarmi con la tua auto personale prima di raggiungere l’albergo, se i dignitari imperiali non mi hanno vista in compagnia di un membro dei Kingsglaive.-
Il principe di Tenebrae bevve il suo drink lentamente, incurante che la sorella fosse in attesa di una risposta; se ne fece versare addirittura un altro, comportandosi come se lei non fosse lì.
-Ravus…-
-Cosa vuoi che ti dica? Sarebbe stato inopportuno complicare le cose: la nostra posizione è già abbastanza delicata.-
-Ma quale posizione? Siamo praticamente degli ostaggi, pedine in mano di Nifhleim!-
Ravus le mise una mano sulla spalla, facendole cenno di abbassare la voce. -Forse questo varrà per te, mia cara; io sono qui per i miei personali interessi.-
Lunafreya scosse il capo. -Ma di cosa stai parlando?-
-Non hai niente di cui preoccuparti.-
-Come faccio a non preoccuparmi?- allungò una mano verso il suo viso. -Non voglio che ti capiti nulla di male…-
-E così non sarà.- gliela afferrò prima che riuscisse a sfiorarlo.
-Ravus…-
-Tu fa la tua parte, io farò la mia. E bevi quel drink: siamo ad una festa, quindi divertiamoci.- detto questo il principe si scolò in fretta il contenuto del suo bicchiere, per poi afferrare un paio di stuzzichini offerti da uno dei camerieri che passavano tra i tavoli; al contrario suo la fanciulla non ne bevve nemmeno una goccia ma poggiò il suo calice sul bancone, lasciandosi scappare un lungo sospiro. Restò ad osservare per qualche minuto suo fratello mangiare, bere e divertirsi, era indecisa se provare a proseguire la conversazione con lui: non le era del tutto chiara la posizione di Ravus in merito al trattato ma da quel che aveva lasciato intendere la sua fedeltà a Nifhleim non era proprio così salda. A che gioco stava giocando? Probabilmente si stava infilando in un situazione troppo più grande di lui e lei non sarebbe mai riuscita a fermarlo in tempo...
-… ed ora dove stai andando?- il principe di Tenebrae notò che la sorella gli stava dando le spalle con tutta l'aria di chi stava per andarsene.
-Vado alla toilette.- gli spiegò, girandosi a fissarlo. -Vuoi seguirmi anche lì?-
-Non essere sciocca; vedi di fare in fretta.-
Stavolta fu Lunafreya a non degnarlo di una risposta, e imperterrita si fece largo tra la folla per sparire ai suoi occhi.

Noctis non aveva più aperto bocca da quando aveva salutato suo padre; e il suo umore non sembrò migliorare nemmeno quando lui e i suoi amici si unirono alla festa.
Anzi il principe di Lucis mostrò tutta la sua riprovazione quando, al momento dei saluti ufficiali tra i due regnanti, fu l’unico a non unirsi all’applauso comune; non appena finì la proiezione si avvicinò alla grande vetrata in fondo alla sala, perdendosi a scrutare in totale silenzio il paesaggio di Insomnia, come se fosse lì dentro non ci fosse nessun altro che lui.
-Che ne dite… dovremmo avvicinarci? Chiedergli come sta?- fu la proposta di un Prompto che lo fissava sconsolato, sentendosi davvero inutile in quella situazione.
Ignis si sistemò gli occhiali. -Credo sia più saggio parlargli d’altro, farlo distrarre e svagare: almeno questa sera che può farlo.-
-Mi sembra comunque una reazione davvero esagerata la sua...-
-Dai Gladio, mettiti nei suoi panni!- lo rimproverò il biondino. -Non deve essere facile per lui: oltre al matrimonio forzato, si sente anche escluso dalle sue mansioni da principe.-
-In effetti porta un gran peso sulle spalle...- riconobbe l'altro amico.
Gladiolus gli rispose con un gesto seccato: non era un tipo molto empatico. -Giustificarlo non l'aiuta di certo.- si trovò poi a rivelare ad alta voce una sua riflessione. -Comunque sia, il saluto di Re Regis non vi è suonato strano? Eccessivamente drammatico per un viaggio tutto sommato di breve durata?-
-Ora che mi ci fai pensare…-
-Tutta questa faccenda è strana, a partire dal cambio di programma della partenza; sicuramente dietro c'è una spiegazione logica che il nostro sovrano non può rivelarci per prudenza. La situazione è davvero delicata e gli imprevisti sono dietro l'angolo-
-E’ quel che penso anch’io, Ignis… e forse è quello che pensa anche Noct.-
-Mhh…- Prompto si girò a fissare il principe con espressione crucciata, indeciso se avvicinarsi o lasciarlo ancora perso tra le sue riflessioni.
Erano così concentrati nelle loro discussioni che nessuno si accorse di quella piccola figurina che trotterellava sui tacchetti in loro direzione, con un gran sorriso in viso e la mano destra che agitava in segno di saluto.
-Ehi, Noct!!-
Si girarono tutti e quattro a quel richiamo: Iris Amicizia aveva fatto la sua entrata in scena alla festa con un elegante vestitino scuro.
-Buonasera a tutti!-
-Oh, ciao Iris.- bisbigliò il principe.
-Avete visto che bella festa? Stavolta il Re ha fatto le cose in grande! Devi fargli i complimenti, Noct, è una serata magnifica!-
-Ah, sì, grazie…-
-Allegra come al solito, eh Iris?- le sorrise Ignis, avvicinandosi con i due compagni.
-E sei davvero uno schianto!- fu il commento sincero di Prompto, che la squadrò da capo a piedi. -Questo vestito ti sta benissimo!-
La fanciulla rise del complimento mentre il suo fratellone prese posto accanto a lei, lanciando un’occhiataccia verso il biondino che bastò a farlo tacere. Si schiarì la voce. -Proporrei di andare a prenderci qualcosa da bere tutti insieme, che ne pensate?-
Noctis scrollò le spalle. -Perché no?- con le mani in tasca si avviò verso il tavolo dei drink, comportandosi come se non fosse successo niente di grave; Iris ne approfittò per prenderlo sotto braccio. -E-ehi! Ma cosa..?-
-Vengo con te, anch’io ho sete!- rispose con fare angelico. -E poi, dopo che sarai sposato non ci saranno più tante altre occasioni per stare solo tra noi…-
-Ha ragione: un buon marito deve dedicarsi alla sua sposa.- commentò Gladiolus con il fare di esperto in questo genere di cose.
-Però non ti dimenticare di noi, eh!- un lamentoso Prompto si avvicinò al principe. -Devi trovare il tempo per stare con i tuoi amici!!-
-Uffa, non sono ancora sposato e già pensate a quanto tempo starò con Luna e quanto starò con voi…- sbuffò imbarazzato.
Gladio sogghignò. -Puoi sempre portarla con te quando organizziamo un'uscita: sono certo che sia di ottima compagnia!-
-E-e questo che c’entra, scusa?!-
-Cos'è, sei geloso? Non mi dire che la vuoi tenere tutta per te.-
-.. ma figurati!!-
-Eddai Gladdy!- sua sorella gli diede un pizzicotto. -Non tormentarlo, almeno per stasera!-
-Giusto: dovremmo pensare a divertirci e rilassarci.- annuì Ignis. -Domani ci aspetta un lungo viaggio.-
Iris rimase di sasso. -… come domani? Ma non era stato rimandato?-
-Sì, ma a quanto pare mio padre è il Re e fa un po' come vuole…-
-L’abbiamo saputo poco fa.- confermò Prompto, bloccando le lamentele di Noctis appena in tempo. -Ma questo non ci impedirà di organizzare un bell’addio al celibato a Galdin Quay!-
-EEEH?!- esclamò il futuro sposo, imbarazzato. -Mi sembrava di esser stato chiaro al riguardo!-
-Non si è mai sentito di uno sposo che non vuole godersi la sua ultima serata da single.- Gladio scosse il capo in segno di disapprovazione.
-Puoi stare tranquillo che non faremo nulla di sconveniente.-
-Ignis, sei proprio un guastafeste!- commentò il biondino deluso.
Nonostante la scenetta ilare tra i quattro amici Iris si mostrò visibilmente rattristata dalla notizia. -Uffa… quindi questa è l’ultima serata per davvero? Vorrei tanto venire con voi al matrimonio…-
Noctis alzò le spalle. -E’ un viaggio lungo, ti annoieresti.- 
-Ma con voi ragazzi non ci si annoia mai!-
Gladio sospirò. -Iris… ne abbiamo già parlato.-
-Ma Gladdy!-
-Non è un viaggio adatto ad una signorina.- Ignis cercò di essere più diplomatico. -Il programma prevede che staremo un po' arrangiati per viaggiare in incognito: faremo la strada in macchina fino a Galdin e, all'occorrenza, dormiremo in tenda.-
-In tenda?-
-Sì, e ci saranno un sacco di insetti.- fu il commento spavaldo di Noctis, che nascose il suo leggero disgusto verso quelle creature con l’aria da grand’uomo.
Al solo pensiero la ragazza fece una smorfia. -Che schifo…-
-Vedi? Non ti conviene venire.- 
-Mmh… sì, ho capito…- sospirò, arresa.
-Dai su, non pensiamoci! Perché rovinarci la serata?- fu la proposta di Prompto, che le mise una mano sulle spalle per consolarla. -Sono proprio curioso di assaggiare questi drink, sembrano tutti buonissimi dall’aspetto!-
-Ehi, vacci piano…!- Gladio fu pronto a scostarlo di dosso dalla sorella.
Tra le risate di Iris, le scuse arrancate da Prompto, i sospiri di Ignis e i commenti ingelositi di Gladio, Noctis non poté fare a meno di sorridere e dimenticare tutte le preoccupazioni che gli avevano tenuto occupata la mente fino a quel momento.

Regis ed il suo seguito avrebbero stentato a riconoscere l’esuberante e bizzarro cancelliere di Nifhleim in quel distinto e silenzioso signore appoggiato alla balaustra della terrazza, che sorseggiava solitario un calice di vino: Ardyn Izunia aveva spontaneamente deciso di lasciare la scena libera per il suo amato imperatore, partecipando al ricevimento come un semplice spettatore. La sua fama lo precedeva ma, al di fuori dei confini imperiali, il suo reale aspetto non era molto conosciuto: caratteristica che lo accomunava al principe ereditario di Lucis.
Ravus Nox Fleuret era uno dei pochi privilegiati quella sera a conoscere la sua faccia e gli si avvicinò con fare non curante, alzando il bicchiere per brindare con lui.
-Alla salute!- gli rispose, osservandolo mentre beveva. -Non mi sembra che vi stiate divertendo molto qui.-
-Non sono a mio agio a casa di un traditore.- il principe di Tenebrae lanciò un’occhiata di sdegno in direzione di Regis, che si trovava dall’altro lato della sala a discorrere allegramente con i suoi consiglieri.
-Beh, non posso negare che abbiate le vostre ragioni per pensarlo.- rispose il cancelliere, sorseggiando il suo vino.
-Avete visto mia sorella?- Ravus si guardò intorno. -L’ho persa di vista un po' di tempo fa.-
-Purtroppo no…- Ardyn gli si avvicinò con fare beffardo. -Ma di cosa avete paura? Che il giovane Noctis di Lucis ve la porti via? Eppure sarà così che andrà! Se non oggi tra una settimana esatta, quando pronuncerà quel fatidico sì davanti al prete.-
Lo sguardo carico d’odio e risentimento che Ravus gli lanciò avrebbe messo i brividi a chiunque ma il cancelliere stemperò l’atmosfera con una risata ed una goliardica pacca sulla spalla.
-Oh, suvvia sto scherzando! Non offendetevi, vi prego, sapete che mi siete molto simpatico! Mi ricordate me quando ero giovane…-
-Mhp.- il ragazzo poggiò con mano tremante di rabbia il bicchiere sul tavolo, cercando di trattenersi: era davvero stanco di essere preso in giro da Nifhleim, stanco di chinare il capo.
-Davvero, se vi ho offeso vi domando umilmente perdono!- si inchinò. -Vi prometto che se dovessi incontrare Sua Grazia Lunafreya le dirò che la state cercando.-
-… grazie.- fu la glaciale risposta di Ravus che non ritenette opportuno congedarsi con una scusa; gli girò semplicemente le spalle, mescolandosi nuovamente alla folla alla ricerca della sorella. Ardyn Izunia continuò a ridere sotto i baffi per un bel po', alzando il calice al cielo: non a caso inquadrò subito in lontananza la leggiadra figura dell’Oracolo che avanzava tra la gente in direzione totalmente opposta al principe di Tenebrae.
Nessuno sfuggiva all’occhio vigile del cancelliere.

In una serata come quella i corpi militari di Lucis erano tutti in massima allerta, inclusi i Kingsglaive: per loro era anomalo fare giri di pattugli o turni di guardia all’interno della Cittadella ma era stato disposto che fossero loro a sostituire la Guardia Reale, impegnata a prestare servizio tra le strade della città ed esclusivamente nell’area della sala del Cristallo. Nyx Ulric era stato assegnato a sorveglianza di uno dei saloni dell’attico, in compagnia di due membri del suo regimento posizionati agli altri capi della grande terrazza: silenzioso ed imperturbabile vigilava sulla sicurezza degli invitati, ignorando le occhiatacce di chi riconosceva la sua divisa e lo considerava troppo plebeo per stazionare in un luogo come quello. Il ragazzo era così preso dal suo dovere che non fece caso alla nobildonna che gli si accostò vicino, apparentemente presa dal fissare con ammirazione i fuochi d’artificio; non si aspettava di certo che gli avrebbe rivolto la parola.
-Ciao.-
La guardò solo con la coda dell’occhio ma riconobbe subito Lunafreya.
-Vostra Grazia.- le fece un mezzo inchino di saluto per non risultare maleducato.
-E’ una notte splendida, non trovi?-
Nyx non rispose, cercando di restare concentrato sul suo dovere; la ragazza non sembrò per nulla offesa dai suoi silenzi e continuò imperterrita la sua conversazione unilaterale. 
-Temo non ci abbiano presentati adeguatamente l’altro giorno.-
-E io temo che dovrete attendere, Vostra Grazia; sono di guardia.- assunse un tono duro apposta per farla smettere.
-Ti chiedo scusa se ti importuno durante il tuo turno, ma prometto che sarò breve.- gli sorrise. -Posso sapere come ti chiami?-
-… sono Nyx. Nyx Ulric.- cedette, dopo un breve silenzio.
-Piacere di conoscerti, Nyx Ulric.-
Di nuovo non le rispose, non capacitandosi di quanta confidenza gli stesse dando.
-C’è una cosa che vorrei chiederti, a dire il vero.- proseguì lei. -Il Re ha detto di aver mandato un membro del vostro ordine a cercarmi; vorrei ringraziarlo di persona. Dov’è questo soldato coraggioso?-
Lo sguardo del Kingsglaive si incupì e sentì la gola seccarsi al pensiero della cara amica defunta; ma faceva troppo male dirlo ad alta voce e si limito ad un cenno negativo del capo.
-Oh.- la principessa mostrò un dispiacere sincero alla notizia e un forte imbarazzo per aver toccato una questione tanto delicata. -Oh, io… sono desolata.-
-Non dovete.-
Luna sospirò, abbassando lo sguardo; Nyx rimase colpito che una donna di tale rango ed importanza mostrasse tanta empatia per della semplice plebaglia come gli Angoni. Si sentì in colpa per averle detto una cosa del genere in un modo tanto brusco, percependo di averla involontariamente caricata della responsabilità della morte di Crowe; sapeva di dover rimediare.
Si ricordò del piccolo oggetto che teneva in tasca, quasi come un portafortuna: era ora di esaudire l’ultimo desiderio della sua amica.
-… prendete.- con un gesto rapido e improvviso le porse il prezioso fermaglio dorato. -Crowe… il soldato che doveva venirvi a prendere… lei lo portava con sé: è per voi.-
Luna passò lo sguardo dall’oggetto al ragazzo. -… per me?-
Nyx annuì, tornando ad osservare la folla. -Conservatelo: avrebbe voluto che lo aveste voi.-
-Certo…- lo strinse a sé, con calore. -Lo terrò sempre con me.-


***
Eccoci giunti ufficialmente all’inizio della festa: ho ricostruito la scena seguendo un vecchio concept contenuto nell’artbook ufficiale di FFXV, dove si vede Noctis che assiste all’armistizio grazie ad alcune immagini proiettate su schermi appositi. 
Come già sapete, la serata culminerà con la scena della firma del trattato, durante la quale cercherò di riprendere il più possibile dal film Kingsglaive.
In questo capitolo cercato di mostrare tutte le dinamiche tra i personaggi, approfondendo alcuni rapporti (Noctis e i suoi amici, Nyx e Luna) e delineandone altri (Ravus e Luna, Ravus e Ardyn); ho diviso la narrazione di questa serata in più capitoli per ovvi motivi, mi ci sono voluta concentrare tantissimo.
Per la piccola parte con Iris ho ripreso (adattandolo) uno dei dialoghi presenti nella novel Parting Ways; mi dispiaceva tagliare gran parte delle scene così ho cercato di reinserirle qua e là, pure se collocate in circostanze diverse dall’originale.

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Capitolo 44
*** Kingsglaive, Capitolo 44: Prayer de Luna ***


Requiem for Final Fantasy XV
Parte III: Kingsglaive
Capitolo 44: Prayer de Luna


Il buon cibo, le risate e l’atmosfera del posto furono un balsamo per l’animo affranto del principe Noctis, che in compagnia dei suoi amici aveva quasi dimenticato l’oscura chiacchierata con suo padre di qualche ora prima; come un ospite qualsiasi si godeva la serata, in attesa del fatidico momento in cui consiglieri reali e dignitari imperiali si sarebbero seduti tutti allo stesso tavolo per siglare uno degli accordi più importante degli ultimi anni.
La festa procedeva bene tuttavia per Noctis era insopportabile il pensiero che non fosse ancora riuscito ad incontrare Luna: dopo tutti quegli anni trascorsi lontani era davvero crudele dover aspettare ancora una settimana prima di vederla.
Da quando la principessa era inaspettatamente arrivata in città gli era stato proibito di provare anche solo ad avvicinarla per non compromettere la sua delicatissima posizione di Oracolo super partes: non ci voleva un genio per capire che in realtà non era altro che una prigioniera di Nifhleim e quello che era a rischio non era la sua dignità di Oracolo ma la sua stessa vita. Quella serata però poteva essere l'occasione giusta: in fondo si trovavano nello stesso posto allo stesso momento, non era così improbabile che finissero per incontrarsi...
Con una scusa il ragazzo si allontanò dagli amici e si mise alla ricerca della sua futura sposa, scavalcando gente sconosciuta che non immaginava di trovarsi di fronte all’erede dei Lucis Caelum: in questo suo padre aveva fatto davvero un ottimo lavoro, nascondendolo e lasciandolo fuori da tutte le cerimonie pubbliche da dopo la morte della Regina Aulea. Il vantaggio era che almeno avrebbe potuto viaggiare e muoversi in incognito, senza venir riconosciuto da nessuno.
Vagò per un'abbondante decina di minuti perlustrando ogni angolo di quel piano, dagli ascensori d'accesso fino alla terrazza esterna; non aveva considerato che l'alto numero di invitati presenti gli avrebbe creato non poche difficoltà, oltre che non poteva sapere se Lunafreya, ignara che lo stesse cercando, si stesse spostando di continuo.
Tirò un lungo sospiro di frustrazione appoggiandosi al grande acquario che fungeva da parete contrapposta alla terrazza; lasciò correre lo sguardo lungo la scalinata che conduceva alla galleria superiore, una nuda passerella che aveva l’unico scopo di far ammirare ancor più da vicino la vita acquatica in esso contenuta. 
Forse provare a dare un'occhiata dall'alto può essere una buona idea.
Noctis si lasciò alle spalle il brusio della folla e percorse quei gradini lentamente: non poteva immaginare che avrebbe trovato ciò che veramente cercava in cima a quel percorso; ed infatti quando localizzò la sua figura di spalle non riusciva a credere ai suoi occhi.
Lunafreya era lì, in piedi di fronte al quadro di una divinità, intenta ad ammirarlo.
Le si avvicinò con lentezza pregustando il momento del fatidico incontro, quasi non sbatteva le palpebre cercando di catturare ogni particolare della sua figura per imprimerselo nella mente: l’aveva vista un sacco di volte in tv, mentre teneva lungimiranti discorsi sulla pace a chilometri di distanza da lui, e in cuor suo sapeva che la telecamera non rendeva giustizia alla sua bellezza; adesso ne aveva la prova, adesso che era a così pochi metri da lui. Resistette alla tentazione di correre incontro, di abbracciarla, sentire il calore della sua pelle… aveva la strana impressione che avrebbe rovinato la sacralità di quel momento.
Luna si girò a guardarlo con altrettanta lentezza e il sorriso sul suo volto la diceva lunga: sapeva benissimo chi c’era alle sue spalle. Ci mise un po' prima di prendere coraggio e incrociare lo sguardo con quello di Noctis: in quei 12 lunghi anni non aveva fatto altro che osservare quegli occhi raffigurati su una foto, occhi che apparentemente sembravano fissarla, nulla di più che un illusione; lo aveva visto crescere e farsi uomo attraverso parole scritte e immagini stampate ma tutt’altra cosa era vederlo lì a pochi metri, vivo mentre respirava e finalmente aveva lo sguardo davvero rivolto a lei.
Ci fu un momento di silenzio in cui nessuno dei due seppe realmente che cosa dire; tante erano le cose che si affollavano nelle loro menti e limitato era il tempo a loro concesso. La principessa sentì il bisogno di ricordare i bei vecchi tempi.
-Riesci a vedere la luce, non è così principe Noctis? La vedo anch’io.- si rigirò a guardare il quadro. -Se ricordi bene fu una delle prime cose che ti chiesi quando ci conoscemmo.-
-… eh già.- con un sorriso spontaneo, davvero raro da vedere sul suo volto, il ragazzo le si affiancò. -Fu quando ti rivelai i particolari del mio incidente, dell’esperienza in cui stavo per perdere la vita; e tu in cambio mi hai raccontato la leggenda di Tenebrae.-
Lunafreya annuì. -Gli Dei accolgono le anime dei defunti nel loro abbraccio e per loro aprono le porte dell’Oltretomba: è in quel momento che le anime bruciano fino a consumarsi, ascendendo al Paradiso; e la luce emanata dalla loro combustione può essere vista solo da pochissime persone.-
-Solo da coloro che hanno avuto un’esperienza diretta con la morte.- fu lui a terminare il racconto, con una nota di malinconia nella voce. - Ci sono delle “cose” che conosco già e non so come… in quel momento, credo di aver visto l’anima di mia madre andare in paradiso.-
Si girò a guardarlo con tenerezza. -Una esperienza come quella ti cambia la vita; ma vale quel che ti ho detto in passato: tu non sei solo, mai.-
-Lo so...- annuì.
-Mi sei mancato tanto, Noctis.-
-Anche tu mi sei mancata.-
-E sei cresciuto molto, davvero!- con il suo solito modo di fare spontaneo la fanciulla gli si avvicinò un po' troppo, incurante dell’imbarazzo che poteva provocargli; si mise in punta di piedi poggiandogli una mano sulla fronte. -Sei diventato altissimo! Pensare che fino a qualche anno fa ero io quella più alta.-
-Beh è logico, all’epoca ero solo un bambino…- borbottò.
-Vero.- rise educatamente. -Sono cambiate davvero tante cose da allora ma i giorni passati sono i ricordi più belli che ho.-
Il principe si emozionò quando notò che lei aveva gli occhi lucidi. -Luna...-
Al sentire pronunciare di nuovo il suo nome da lui, con una voce diversa rispetto al passato ma con lo stesso tono che conosceva da sempre, la principessa ebbe un sussulto al cuore; sentì la necessità di afferrargli le mani come a stabilire un contatto fisico. -Sono davvero grata per questo momento… avevo paura di dover aspettare Altissia prima di poterti rivedere di nuovo...-
Noctis la colse di sorpresa abbracciandola senza dire nulla; fu veloce ma allo stesso tempo estremamente delicato nello stringerla a sé, trattandola come un oggetto fragile. Sentì il suo calore, la morbidezza della sua pelle, il suo profumo nell’aria e il suo respiro addosso: non più semplice inchiostro sulla pagina di un diario ma un contatto vero, genuino, forte. Avrebbe tanto voluto che quel momento durasse per sempre…
Lunafreya sapeva bene che non sarebbe potuto essere così e quell’attimo di felicità venne contaminato dalla consapevolezza della dura realtà in cui vivevano; a malincuore si staccò dal suo abbraccio, indietreggiando un poco per fissarlo di nuovo negli occhi.
-Sarà meglio che vada; potrebbero essersi accorti della mia assenza.-
-Cosa? Ma…- Noctis non fece nemmeno in tempo a finire la frase che lei si voltò indietro, iniziando ad allontanarsi in fretta. -Ehi, Luna!-
Il suo richiamo la costrinse a fermarsi, ma continuava a dargli le spalle. -Non posso restare più a lungo.-
Il principe abbassò lo sguardo a terra, stringendo i pugni. -Il mio cuore non vuole lasciarti andare..-sussurrò, senza essere udito da lei.
-Aspettavo questa serata con trepidazione contenta solo all'idea che avrei potuto rivederti, anche se non avvicinarmi.- ammise lei, girandosi a guardarlo per l’ultima volta. -Non avrei immaginato che sarei riuscita persino a parlare con te. Non avrei potuto chiedere di più alle Divinità.-
Il ragazzo allargò le braccia con fare imbarazzato, sentendosi indegno di tali parole. -Beh, in fondo sono il tuo futuro sposo…-
-Sì, è vero.- si mostrò leggermente imbarazzata anche lei a ripensarci. -Nonostante le circostanze, sono davvero felice di sposarmi con te.-
Il cuore del ragazzo perse un battito nel sentire quella confessione. -Sì… anch’io.- bisbigliò.
Luna indietreggiò un poco, sorridendo timidamente. -Beh, allora… che ne dici se ci rivediamo ad Altissia, principe Noctis?-
Sorrise anche lui, portandosi una mano sul fianco con fare altezzoso. -Mi sembra una buona idea. Ci penserò su.-
La principessa indietreggiò ancora di qualche passo, fissandolo con occhi felici; poi si decise a voltargli di nuovo le spalle e scese le scale verso la terrazza in gran fretta per raggiungere Ravus, sperando ardentemente che nessuno li avesse notati. Noctis si attardò un altro poco' su quella passerella, perdendosi nelle sue riflessioni mentre fissava lo stesso quadro che aveva catturato l'attenzione di Luna.

Nonostante gli avesse detto di doversi affrettare per tornare dai suoi accompagnatori, Lunafreya indugiò un po' prima di mettersi alla ricerca di Ravus: per tutta la vita si era sentita una prigioniera in casa sua e la sensazione di avere delle catene che le impedivano di agire di sua volontà non cessò nemmeno quando mise piede ad Insomnia. Forse era imprudente da parte sua ma voleva concedersi qualche altro attimo di libertà: fu così che scelse la strada opposta al grande salone e scoprì una piccola nicchia semi illuminata che dava accesso ad un altrettanto ridotto balconcino, fortunatamente deserto a causa della vicinanza con le sale di servizio e le cucine.
La ragazza si appoggiò alla ringhiera, ammirando la grande luna piena che illuminava quella fatidica notte: avvertiva una grande calma in quel luogo, una pace tale da pensare quasi di essere l’unica persona presente in quel palazzo; libera di essere se stessa, libera di dire ciò che voleva, libera fare come il suo cuore le suggeriva. Travolta da quelle emozioni si lasciò andare ad una preghiera, un sussurro segreto tra lei e la luna.
-Ti prego… in qualsiasi momento, ovunque Noctis andrà, proteggilo. Non chiedo altro.- 
-Quale divinità supplicate?-
Una terribile voce tuonò alle sue spalle e la principessa si girò col cuore in gola: colui che le si stava avvicinando si muoveva incredibilmente lento e silenzioso nonostante la pesante armatura che portava; Lunafreya conosceva bene il suo nome, anche se le era sconosciuto ogni lineamento del suo volto.
-Generale Glauca…-
-Voi, schiava del fato e del destino…- l’uomo la oscurò con la sua ombra imponente. -Abbandonate le vostre preghiere: gli Dei non ascoltano.- 
La principessa respirò profondamente, cercando di controllare la sua paura. -Voi che ci fate qui? Perché vi mostrate proprio ora e al mio cospetto?-
-Non mi ingannate, principessa: sapete bene perchè sono qui. Siete troppo intelligente per aver creduto in questa pace.- si avvicinò sempre più, tanto che lei fu costretta ad indietreggiare. -Spero che siate almeno riuscita a rivedere il vostro Noctis perché sarà la vostra ultima occasione per farlo.-
Luna sostenne il suo sguardo. -Ma come osate… venire qui e minacciarmi in una serata così importante per la pace di tutto il pianeta! Vado a chiamare le guardie!-
Fece a malapena in tempo a girarsi; con una mossa veloce Glauca la prese per un braccio, in una morsa stretta e dolorosa che non le dava scampo.
-Non verrà nessuno, ma non capite?- le sembrò quasi che sorridesse sotto la maschera. -Non siete qui per presenziare a quello sciocco trattato: è un altro il vostro compito.-
-Non sono qui per Nifhleim!- esclamò decisa.
-No: siete qui per me.-
-Per voi?- lo fissò come se stesse dicendo un’assurdità. -Non vi capisco.-
-Tra poco, capirete.-


***
Questa è stata una delle più importanti scene che volevo reinserire; quando ho iniziato a scrivere questa fanfiction avevo già programmato di descrivere il primo incontro tra Noctis e Luna riprendendo il dialogo tra Noctis e Stella, inserito in circostante simili e adattandolo alle esigenze della mia storia: le frasi di apertura e chiusura della scena ricalcano quasi alla perfezione la traduzione presa dal trailer di Versus XIII. Ho aggiunto anche qualche citazione proveniente dal trailer dell’E3 2013, in cui si sentivano le loro voci fuori campo mentre Noctis andava in macchina verso la festa; ammetto che mi ha emozionato parecchio scrivere questa parte, forse era proprio quello che ci mancava nel gioco.
La seconda parte, che magari è più inerente al titolo, è la scena del rapimento di Luna da parte di Glauca: l’ho riportata quasi identica, così come la vediamo nel film. 
Non si capisce se Ravus sia a conoscenza dei piani di Nifhleim ma tendo ad escluderlo in quanto coinvolgono in prima persona Luna e lui ha sempre dimostrato di tenerci molto alla sorella:  non dimentichiamo poi che gli sviluppatori del gioco hanno dichiarato che Ravus non fosse un vero alleato dell'Impero e che la sua fedeltà andasse in base a quando gli conveniva stare dalla loro parte; in realtà il suo scopo era tutt'altro e ne parlerò prossimamente.
Nonostante le scene che andrò a narrare siano nel film Kingsglaive ambientate di giorno cercate di immaginare che invece fosse notte; ho calcolato che il momento scelto per la firma del trattato fosse la mezzanotte e se pensiamo che la celebrazione sia iniziata al tramonto direi che ho tutto il tempo necessario per piazzare ogni evento, strettamente incatenato l’uno all’altro.

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Capitolo 45
*** Kingsglaive, Capitolo 45: Missing Princess ***


Requiem for Final Fantasy XV
Parte III: Kingsglaive
Capitolo 45: Missing Princess


-Mancano meno di due ore all’inizio della cerimonia della firma: rafforzare la sicurezza della Cittadella!-
La squillante voce di Luche all’auricolare informò i Kingsglaive che erano già passate le dieci di sera; il momento fatidico si avvicinava sempre più. Nyx rimase apparentemente impassibile al suo posto di guardia tuttavia avvertì una strana tensione dentro di sé: c’era qualcosa che non gli faceva presagire nulla di buono da quella serata... forse erano solo paranoie, probabilmente la stanchezza del turno doppio di quei giorni. Gli rivenne in mente la faccia di Crowe e pensò che era lei il tipo da farsi simili preoccupazioni; con un sorriso appena accennato sulle labbra alzò il braccio per guardare lo sgangherato orologio da polso che aveva preso in eredità dalle sue cose, un gingillo di nessun valore che oramai non segnava più la data e l’ora esatta.
-… ma cosa…?-
Il ragazzo scrutò insospettito il quadrante: i numeri correvano veloci e apparentemente senza motivo, crescendo improvvisamente per poi decrescere con altrettanta rapidità; non era possibile che stesse andando in tilt, in quell’area non c’erano apparecchi elettronici che potevano disturbare il segnale…
L’auricolare all’orecchio gracchiò, preannunciando l’arrivo di un messaggio dal canale di Luche. -Ehi, Nyx. La principessa è lì con te?-
Il ragazzo scrutò frettolosamente tutta la sala. -Mhh no, è passata di qui qualche ora fa ma se ne è andata. Sono alla sala orientale, prova a sentire Tredd e Axis se si trova nelle vicinanze della sala del trattato.-
-Ho già chiesto ma loro non l’hanno più vista; il resto del gruppo degli imperiali si sta radunando per andare a prendere posto, in pratica manca solo lei. Se la vedi avvertimi e dille di sbrigarsi.-
Nyx chiuse subito il collegamento mentre un’ombra di preoccupazione gli oscurava il volto; riguardò l’orologio impazzito e ci mise ben pochi secondi a decidere che quella non poteva essere una semplice coincidenza, o almeno non poteva esserne sicuro finché non avesse opportunamente controllato.
-Ehi, Pelna!- lo chiamò dall’auricolare mentre lasciava velocemente la sua postazione senza permesso. -Sei al quartier generale, vero?-
-Sì, sono qui amico: ti serve qualcosa?-
-Ricordi l’orologio di Crowe? Credo sia un radiofaro o qualcosa del genere…-
-Un radiofaro?-
-I numeri sulla schermata cambiano in continuazione come se stessero seguendo un bersaglio mobile; te li mando subito, vedi che riesci a trovare!-
-Mi sembra una cosa campata per aria…- commentò Pelna ironicamente. -Immagino che hai un sacco di tempo da perdere, eh?-
Nyx si fermò dietro l’angolo della porta ed estrasse discretamente il cellulare. -Esattamente, nel bene e nel male.- gli inviò un sms con la doppia sequenza numerica. -Fa in fretta, per favore.-
L’amico al quartier generale ricevette il messaggio ed inserì la combinazione all’interno di un computer con mappa topografica che in meno di un minuto caricò le informazioni ed individuò una zona non molto distante da lì.
-Quelle coordinate indicano un’area a 32 km da Insomnia.-
Nyx rimase interdetto. -Quindi fuori dalla barriera?-
-Già, ma non riesco a capire che cosa c’entri: il bersaglio della missione di Crowe era così vicino?-
-No, in realtà l’avevano mandata a…- il ragazzo si interruppe mentre i tasselli del puzzle andavano al loro posto, rivelandogli che la sua oscura paura era la dura realtà. -Mi serve un altro favore, Pelna: controlla le coordinate sul radar e dimmi che trovi!-
-Ricevuto!- in sottofondo si udì il veloce ticchettio delle dita sulla tastiera. -La questione si complica, eh?-
-Sì, anche troppo.-
Mentre attendeva che il suo fidato compagno facesse ulteriore luce sulla questione, il galahdiano armeggiò con l'auricolare per mettersi in contatto con il suo superiore.
-Glaive a comando! Capitano, mi sentite?- provò a chiamare più volte, facendo pressione sul bottone della chiamata. -E’ urgente! Drautos, rispondete!-
Perché il capitano non rispondeva? Nyx sapeva che era impegnato a coordinare l'intero corpo militare degli Angoni ma secondo il protocollo doveva essere avvertito per primo su qualsiasi tipo di questione; per una volta che Ulric aveva intenzione di rispettare le regole fino in fondo era Drautos a rendersi irreperibile!
Fu dunque costretto a cambiare tattica: il giovane si affrettò ad imboccare il corridoio di servizio che collegava la terrazza dell'attico all’atrio centrale dal quale si poteva accedere alla rampa di scale verso la sala del Trono; era lì che il Consiglio Reale si era riunito per prepararsi alla firma dell’accordo. 
La comunicazione di Pelna arrivò dopo pochi minuti a confermare tutti i suoi sospetti.
-Hai fatto centro, Nyx: c’è una flotta di aeronavi militari proprio in quel punto!-
-… Nifhleim.- sospirò, per nulla contento di aver avuto ragione.
-Sì…- Pelna lesse i dati dallo schermo. -E a giudicare dal tipo e dalle dimensioni, sono sul piede di guerra.-
-Dov’è il capitano?-
-Credo alla Cittadella, con il Re.-
-Sulla sua frequenza non risponde.-
Il ragazzo alzò le spalle. -Sarà impegnato con la scorta.-
Nyx scosse il capo, intenzionato a non perdere un secondo di più. -Pelna, un ultimo favore: allerta i Kingsglaive, che si preparino ad intervenire!-
-Ma di che stai parlando?!- quasi balzò dalla sedia. -Vuoi entrare in azione senza gli ordini del capitano?!?-
-Fidati: fallo e basta.-
-A-aspetta! Cosa devo dire a…?!-
Il guerriero chiuse la comunicazione togliendosi l’auricolare dall’orecchio: oramai era giunto in prossimità della sala del Trono ed era più che deciso ad agire d’urgenza senza rispettare stupidi protocolli militari.
L’entrata era sorvegliata da un manipolo di Guardie Reali, per nulla contente di vedere qualcuno irrompere in quel modo a disturbare la riunione privata del Consiglio Reale; se a farlo poi era uno straniero come un Kingsglaive la cosa diventava assolutamente inaccettabile.
-Altolà, soldato!- gridò uno, alzando la mano per indicargli di fermarsi. 
Fu tutto inutile: nessuno avrebbe potuto arrestare il suo cammino, la posta in gioco era troppo alta e abbastanza importante da permettergli di disturbare persino il suo sovrano; Nyx scansò un paio di guardie e si rivolse a quello che aveva tutta l’aria di essere il capo.
-Ho qualcosa da dire al Re; qualcosa che potrebbe compromettere questa serata.-

Al di là di quel grande portone, i membri della Corte Reale avevano già terminato il loro concilio e si erano divisi in vari gruppetti, parlottando e commentando tra loro le ultime disposizioni dettate dal Re; Regis dall’alto del suo trono li fissò uno ad uno leggendo nei loro volti paura, dubbio e incertezza. Con un sospiro si alzò, dando le spalle a tutti per ammirare dai finestroni alla sua sinistra il panorama notturno, sperando che riuscisse a calmare il suo animo almeno un po'.
A Clarus Amicitia non serviva vederlo in faccia per intuire quale fosse il suo stato d’animo: quelle spalle ricurve la dicevano lunga. Fu a malincuore che si avvicinò, seguendo il dovere di ogni buon consigliere e amico che si rispetti: riportarlo alla realtà e incoraggiarlo ad agire, facendogli sentire tutto il suo supporto. Gli mise una mano sulla spalla, una presa forte e decisa che in qualche modo diede un po' di conforto al vecchio.
-Dobbiamo prepararci.- gli ricordò.
Il sovrano annuì, senza guardarlo. -Molto bene.-
Mentre i due si avviavano verso l'uscita si sentì lo spalancare improvviso del portone e si vide una Guardia Reale correre affannata e agitata, inchinandosi velocemente di fronte ai suoi nobili con ancora il fiatone.
-Vostra Maestà… è giunto un membro dei Kingsglaive… esige udienza…-
Regis alzò un sopracciglio. -Esige?!-
Nyx non poteva aspettare che il soldato si dilungasse in convenevoli inutili per ottenere l’approvazione a quell’udienza improvvisa: irruppe impunemente nella sala sotto gli occhi attoniti dei consiglieri e i vani gesti dei militari che cercarono di trattenerlo; puntò fisso gli occhi unicamente sulla figura del suo Re, come se ci fosse solo lui là dentro.
-Vostra Maestà, vi prego!- riuscì a raggiungere i piedi della scalinata e ad inginocchiarsi solo quando Regis fece cenno alla Guardia Reale di lasciarlo passare. -Date ordine di mobilitare i Kingsglaive!-
Il vecchio fece qualche passo in avanti, scrutando con attenzione il suo volto: aveva un’ottima memoria fotografica e non poteva non riconoscere uno dei guerrieri più valorosi della sua speciale milizia. -… tu!-
-La flotta di Nifhleim è pronta ad attaccare, a 30 km a sud della città!-
A quella notizia i nobili di Insomnia si agitarono, rompendo il silenzio calato nella sala; tra tutti giunse forte e chiara la voce di Clarus.
-Una flotta imperiale?-
Nyx non lo degnò della minima attenzione ma fissando ancora più intensamente il Re aggiunse. -E hanno la principessa.-
La reazione di Regis a quelle parole fu immediata: il suo sguardo traboccava ira e i lineamenti del volto disegnarono una maschera di rancore, una furia che in pochi avevano avuto occasione di vedere. Luna era come una figlia per lui e già una volta aveva permesso all’Impero di farla prigioniera, nei giardini della lontana Tenebrae, quando scappare era l’unica alternativa per riuscire a salvare la vita di Noctis: non avrebbe più tollerato alcun torto alla sua persona, meno che mai ora che era a casa sua.
-Clarus, assicurati che tutti i dignitari imperiali entrino insieme nella sala del trattato.- si rivolse al suo amico. -Poi manda le Guardie Reali a stazionare davanti alla porta.-
Il consigliere fu sorpreso da una tale decisione. -Sembrerà una mancanza di fiducia nei nostri ospiti.-
-Che tutti noi condividiamo. Esegui l’ordine: potremmo dover prendere in custodia l’Imperatore Aldercapt.-
-Farlo prigioniero?!- esclamò stupefatto, avvicinandosi. -Sarebbe peggio di una dichiarazione di guerra!-
-Siamo ancora in guerra, Clarus. Quanto a te…- spostò di nuovo lo sguardo sul Kingsglaive. -Nyx Ulric. Tra quanto tempo possono intervenire i Kingsglaive?-
Il galahdiano abbassò il capo. -Ai vostri ordini, anche subito.-
-Andate, allora!- allungò un braccio in sua direzione. -E salvate Luna.-
L’ultima frase pronunciata tradì i suoi forti sentimenti per la ragazza ma la determinazione dimostrata confermò a tutti che il vecchio sovrano non aveva perso né la lucidità nè il coraggio: con quelle parole ognuno dei presenti richiamato a mantenere il sangue freddo e ad agire il più rapidamente possibile.
Nyx annuì, mobilitandosi in vece del suo capitano.


Nel giro di dieci minuti tutti i Kingsglaive si ritrovarono nella saletta comune del reggimento intenti a prepararsi per affrontare la nuova missione: le istruzioni furono brevi e concise ma tutti avevano ben chiaro il pericolo a cui stavano andando incontro.
-E se fosse un diversivo?-
La domanda di Luche manifestò ad alta voce il dubbio di molti commilitoni, che annuirono in segno di approvazione.
-Io non credo. A bordo c’è la principessa di Tenebrae, un'ostaggio troppo prezioso da mettere così in pericolo.- gli rispose Nyx fissandolo negli occhi, per poi rivolgersi a tutti i compagni. -I nostri compiti sono due: salvarla e impedire alle aeronavi imperiali di raggiungere Insomnia.-
Pelna fece un passo avanti per ricapitolare. -Agiremo in squadre da sei; infiltrazione e recupero come da protocollo.-
Luche, il vice capitano incaricato di fare le veci in assenza di Drautos, approvò con un cenno del capo il piano; poi si avvicinò al galahdiano, mettendogli una mano sulla spalla. -Nyx, comandi tu; noi ti seguiamo. I Glaive restano uniti anche senza capitano. Per la famiglia!-
-E la patria!-


***
Questo capitolo ricalca quasi alla perfezione le battute e le azioni che si vedono nel film, con qualche eccezione (per chiarire meglio determinati passaggi che, a causa del ritmo frenetico della pellicola, andavano un po' perdendo di significato). Forse vi sembreranno poche due ore come lasso di tempo tra la scoperta del rapimento di Luna e tutto il casino che succede dopo ma ho ripreso le stesse tempistiche di Kingsglaive, perciò se funziona lì vale lo stesso anche nella fanfiction; per quanto riguarda Noctis e gli altri ospiti della festa dovete immaginare che in quel momento si stanno godendo la serata in attesa della proiezione della firma del trattato, senza assolutamente immaginare quello che stava accadendo alle loro spalle.

L'aggiornamento dei capitoli termina qui; non perchè non abbia i successivi pronti (anzi, vi dò una notizia rassicurante: ho già iniziato a scrivere la prima parte contenuta nel gioco) ma perchè da questo punto in poi si cambierà totalmente registro; la mia narrazione sarà più "spezzata" e comprenderà più personaggi e scenari diversi in ogni singolo capitolo, per darvi una idea di contemporaneità degli eventi.
I prossimi 13 capitoli saranno gli ultimi riguardanti il film Kingsglaive; e, come vi ho promesso, ho inserito anche tante scene su Noctis. Nel frattempo ho iniziato una nuova partita a FFXV e ho già tantissime idee su come andare avanti.
Ne approfitto per fare una domanda: come vedreste l'inserimento di una piccola parte su Noctis e Luna, una breve avventura (non in senso romantico ma proprio letterale) che li porti ad incontrarsi di nuovo prima di Altissia? Ovviamente un qualcosa che non vada a modificare le linee generali della trama e che andrò a riprendere da vecchi rumors che giravano un pò di tempo fa; se vi va, lasciatemi un feedback nei commenti.
Detto questo, concludo ringraziando tutti quelli che hanno la pazienza di continuare a seguire questo mio duro lavoro: so di essere un pò altalenante con gli aggiornamenti quindi apprezzo tantissimo la vostra costanza <3

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Capitolo 46
*** Kingsglaive, Capitolo 46: The treaty-signing ***


Requiem for Final Fantasy XV
Parte III: Kingsglaive
Capitolo 46: The treaty-signing


Il momento era giunto.
Re Regis si avviò per uscire dalla sala del Trono.
In ogni angolo della capitale si poteva udire la voce dell’annunciatore che segnava il conto alla rovescia. -Meno di venti minuti ci separano dalla firma dello storico trattato!-
Il principe Noctis alzò gli occhi verso gli schermi, un po' emozionato; il fedele Ignis lo destò dai suoi pensieri, picchiettandogli sulla spalla per porgere un calice di vino.
-Una volta finita la cerimonia dovremo sbrigarci a rincasare: abbiamo poche ore per riposarci e dovremmo approfittarne il più possibile.-
Il ragazzo annuì, guardandosi attorno. -A proposito, dov’è finito Gladio?-
-Ha riaccompagnato Iris da sua madre.- spiegò Prompto. -Credo fosse tutta una scusa per salutarla di nuovo.-
-Anch'io prima di andarmene vorrei ripassare a salutare i miei.- ammise l'amico, sistemandosi gli occhiali. -Immagino che anche tu, Prompto, voglia fare un salto a casa più tardi...-
-A dire il vero no, sto a posto così.- scrollò le spalle, con fare indifferente. - Anzi, rischierei di farvi fare tardi!-
Noctis lì fissò pensieroso mentre conversavano, senza aggiungere nulla: gli tornarono alla mente le oscure parole pronunciate da suo padre al loro ultimo incontro e sentì di nuovo quella stessa morsa allo stomaco; si ripromise che, appena tornato, gli avrebbe parlato seriamente.

Molti metri sotto di loro, nella piazza fuori i cancelli della Cittadella, la folla di manifestanti anti-trattato rumoreggiava sempre di più; in mezzo a quei cori di protesta un silente Libertus fissava il cielo preoccupato, lasciando andare i suoi pensieri verso il suo ex migliore amico. Come diavolo faceva Nyx a starsene lì impalato a fare la guardia per Re Regis mentre quello svendeva Galahd agli imperiali?! Si sentiva solo, deluso, amareggiato; il peggio era che non poteva fare nulla per fermare tutto.
Non poteva di certo sapere che, in quel preciso momento, Nyx e gli altri Kingsglaive non si trovavano affatto nella Cittadella.

A chilometri di distanza da lì, tra le alture che cingevano la radura di Hammerhead, gli ex compagni di Libertus i muovevano veloci e silenziosi seguendo la direzione indicata dal radiofaro di Crowe: ad accompagnarli c’era la voce del loro capitano.
-Sono stato informato dell’ordine di intervento del Re. Penserò io alla città; voi avete la vostra missione e non sarà facile. Gli obiettivi sono due: portare in salvo l’ostaggio e fermare l’avanzata nemica. Ma siate cauti, un Glaive ha già perso la vita per questa principessa: Nifhleim non rinuncerà a lei facilmente.-
Il luogo da raggiungere era un vasto canyon all’interno del quale le aeronavi da guerra giacevano ben ancorate a terra, pronte a partire da un momento all’altro; i giovani guerrieri si appostarono sul ciglio del burrone sovrastante e in piccoli gruppi di sei si calarono giù, teletrasportandosi con il lancio delle loro armi. Nyx fu l’ultimo a buttarsi puntando l’aeronave di testa della flotta, probabilmente quella in cui Lunafreya veniva tenuta prigioniera: il galahdiano fece a malapena in tempo ad atterrare nel momento in cui i primi veicoli sganciarono le ancore e si apprestarono ad avanzare verso la città, silenziosi e inconsapevoli dei clandestini a bordo.
Come da procedura, Nyx contattò il capitano per l’autorizzazione ad agire.
- Sono Ulric. Sei aeronavi di Nifhleim confermate in volo verso Insomnia.- comunicò all’auricolare. -Pronti ad andare sottocoperta.-
La voce di Drautos gli giunse forte e chiara. - Non approcciate il nemico prima di ricevere l’ordine. La cerimonia è in corso: aspettiamo e vediamo che vuole fare Nifhleim.-
Ogni guerriero si introdusse all’interno dell’aeronave di soppiatto, riuscendo a passare inosservato. I Glaive si divisero, scegliendo diverse entrate per velocizzare i tempi: era necessario mettere fuori uso i veicoli il prima possibile, oltre che neutralizzare l’equipaggio e liberare gli eventuali prigionieri.
Pelna si trovava sull'aeronave di testa e scelse come entrata un oblò aperto, troppo piccolo per permettere il passaggio di un uomo adulto ma perfetto per lanciarvi dentro la sua daga magica: in un batter d’occhio fu all’interno. Si ritrovò nel bel mezzo di un corridoio illuminato sul quale si aprivano numerosi portelloni; si avventurò con grande cautela, scrutando all’interno di ogni cabina per trovare la prigioniera da liberare. Le cose stavano andando fin troppo lisce per i suoi gusti…
Decise di comunicare i suoi dubbi all’auricolare. -Nyx, non mi sembra una flotta da guerra.-
Il galahdiano, che si trovava nella stiva, ebbe la stessa impressione. -Lo stavo pensando anch’io: qui non c’è traccia di camminatori, armi o munizioni.- si guardò intorno, cercando di fare mente locale. -Non dovrei essere molto distante da te: non fare mosse avventate, sto arrivando.-

A chilometri di distanza, comodamente seduto in attesa del Re, Iedolas Aldercapt osservava ammirato l’elegante architettura della stanza in cui si trovava: doveva riconoscerlo, i Lucis Caelum possedevano il dono di una grande sensibilità per l’arte e la bellezza. Strano che fosse proprio lui, cresciuto in una famiglia spartana e militare, a pensare una cosa del genere.
Quel momento di calma interiore venne bruscamente interrotto da una delle sue guardie del corpo che si avvicinò al suo orecchio quanto bastava per bisbigliargli. -I Kingsglaive si sono infiltrati sulle navi. Sta andando tutto secondo i piani.-
L’Imperatore rimase impassibile, non mostrando il compiacimento datogli da quella notizia; congedò il suo uomo con un leggero gesto della mano e tornò a fissare il vuoto, preparandosi mentalmente per quel che stava per accadere.
Ravus Nox Fleuret sedeva all’ultimo posto in fondo al tavolo, dalla parte di Nifhleim, consapevole che sua sorella fosse stata presa in custodia dai dignitari imperiali ma ignaro che per Iedolas in custodia non significasse altro che prigioniera: il principe era dunque tranquillo e sembrò lieto di vedere che anche l’Imperatore lo era, significava che tutto stava andando come doveva.
Almeno finché le sue intenzioni coincidevano con quelle di Nifhleim poteva partecipare alle gioie di Iedolas.

Pelna decise di non seguire il consiglio di Nyx e proseguì lungo il corridoio, superando una lunga serie di cabine deserte. Non appena arrivato ad un incrocio il suo buon senso (o meglio, il modus operandi degli Angoni) gli impose di fermarsi a perlustrare ciò che lo attendeva al di là del muro; e fu un bene perchè altrimenti sarebbe stato immediatamente avvistato dai
due pretoriani Magitek appostati di guardia, la prima "forma di vita" che incontrava su quella nave; si accucciò il più che potè, comunicando all’auricolare a voce bassissima.
-Nyx, forse ci sono! C’è una porta sorvegliata da due soldati Magitek… quale è il piano?-
-Resta in posizione.- gli rispose l’amico, controllando il radiofaro che teneva al polso: le coordinate sembravano corrispondere. Prima di dare il via all’operazione cambiò canale e ricontattò nuovamente il capitano. -Destinazione raggiunta: buone probabilità che l’obiettivo sia vicino.-
-Procedete con cautela.- fu l’approvazione di Drautos.
-Signore, ci sono due soldati imperiali che sorvegliano la prigioniera: dovremo combattere.-
Potè quasi sentire il capitano ragionare. -... che sia un’azione cauta e circoscritta.-
Nyx chiuse il collegamento e comunicò gli ordini al suo compagno. -Pelna, sei autorizzato ad attaccare; ma sii discreto.-

Finalmente, anche Re Regis e i suoi varcarono la soglia della sala del trattato.
Gli imperiali si alzarono in piedi in segno di rispetto e saluto per i nuovi alleati; persino Iedolas Aldercapt mostrò una tale cortesia nei confronti del sovrano di Insomnia.
L'intera platea aspettò che i due monarchi si sedettero per imitarli, evitando accuratamente di guardarsi l'un l'altro.
-Perdonate il ritardo.- bisbigliò il Re. -Abbiamo avuto un piccolo imprevisto.-
-Niente di troppo irritante, spero.- gli rispose Iedolas a bassa voce, mostrando un sincero dispiacere.
-Semplicemente un furto, nulla di più.-
-Dev’essere un ladro audace per derubare il Re. Forse barriere magiche e cancelli di castelli non sempre proteggono a sufficienza…- sogghignò.
Regis non lo degnò neppure di uno sguardo. -Può darsi, ma non ha importanza: ciò che è stato preso sarà presto recuperato.-
L’Imperatore lo studiò per qualche secondo ma il suo viso non trasmetteva alcuna emozione. -Notevole: siete davvero un esempio di contegno regale.- alzò il braccio per enfatizzare il suo discorso; vedendo che le sue provocazioni non portavano da nessuna parte decise di azzardare ancora e, sporgendosi verso di lui, gli sussurrò. -Tuttavia mi chiedo… come possiate essere così certo?-
Anche Regis si sporse verso di lui, ma più discretamente. -Perché non si tratta di un semplice gingillo: possiede una volontà propria.- detto questo lo fissò negli occhi. -E saprà sfuggire alle grinfie di un qualsiasi ladro.-
- Mh? Allora dev’essere una refurtiva pregiata.-

-Tranquillo, so come si fa.- fu la risposta pronta del giovane Pelna, contento di poter passare finalmente all’azione: con gesto rapido e preciso lanciò la sua daga verso i nemici, prendendo in piena fronte quello più vicino e distruggendogli il circuito di controllo del corpo; si teletrasportò in un secondo sul posto, afferrando al volo la testa dell’altro e staccandola dall’armatura per metterlo fuori gioco.
-Bella mossa, Pelna!- si congratulò con sé stesso, dispiaciuto che non ci fosse nessuno presente per vedere la sua mirabolante azione. -E discreta, esattamente come richiesto.- si inchinò sui resti dei due robot, cercando la chiave d’accesso per aprire il portellone.
Com'era prevedibile, Lunafreya era tenuta prigioniera proprio lì dentro: la principessa avvertì i rumori causati dall’attacco a sorpresa del Kingsglaive e col cuore in gola si alzò dalla brandina per scrutare attraverso l’oblò. La visuale era scarsa e per quanti sforzi facesse non riusciva a vedere nulla; il viso di Pelna comparve improvvisamente oltre il vetro e la ragazza ebbe un sussulto.
- Obiettivo confermato, ed è illesa!- esclamò il giovane parlando all'auricolare; passò la card sul lucchetto della porta per bypassare il sistema di sicurezza e aprirla. -State bene, principessa?-
Luna fu rincuorata quando constatò che il ragazzo indossava la divisa dei Kinsglaive. -Sì…- afferrò la mano che le porgeva. -Vi ringrazio per essere venuto in mio soccorso.-
-Ringraziatemi quando saremo usciti da qui.-

La discreta conversazione tra i due sovrani di Lucis e Nifhleim venne interrotta dal cigolio di una porta di servizio: un membro della Guardia Reale, imbarazzatissimo e più in fretta che potè, porse un foglio bianco con un breve rapporto a Clarus Amicitia e si dileguò prima di causare ulteriore disturbo; lo Scudo di Regis lo lesse attentamente e poi, con molta più disinvoltura ma altrettanto velocemente, si accostò al suo amico per informarlo sugli aggiornamenti.
-I Glaive hanno trovato la principessa, Vostra Maestà.-
-Mh.- con un cenno d’assenso, il monarca congedò il suo consigliere; fece poi  cenno ai suoi collaboratori di far entrare i notai con i documenti del trattato. Tutti i presenti si alzarono in piedi; i preziosissimi fogli vennero posizionati con estrema cura sopra il tavolo, su un  tappetino in pelle, ai due lati dei quali vennero posti penne e calamai dorati; l'operazione sotto gli occhi quasi disinteressati dei due protagonisti della serata.
Le spesse mura della sala non riuscirono ad isolare del tutto i rumori esterni e giunsero alle loro orecchie in sottofondo le grida dalla folla sottostante.
-Avete trovato il ladro?- Iedolas sapeva di avere appena fatto una domanda retorica.
-Sì. E la refurtiva è in salvo.-
-Che lieta notizia. Sono oltremodo sollevato!-
I due uomini compirono i pochi passi che li separavano dal tavolo e, rispettando il cerimoniale, aspettarono che i notai dispiegassero i documenti di fronte a loro, estraendo le penne dai calamai.
Stavolta fu Re Regis a volerlo provocare. -E ditemi.- bisbigliò. -I reati di furto sono condannati molto severamente nel vostro Impero?-
-Molto severamente.- gli assicurò; poi alzò l’indice della mano destra. -Sebbene ci sia un’eccezione.-

Luche non era a conoscenza dei dettagli del piano ma sapeva bene cosa doveva fare. Gli era stato raccomandato di agire solo quando fossero giunti nei pressi della capitale e il ragazzo, pazientemente, scrutava l'orizzonte dal finestrone in attesa di  intravedere la solita cupola cristallina. 
Con l’indice della mano destra premette il tasto dell’auricolare, isolando il canale di Nyx per evitare che la comunicazione giungesse ad altri. -La situazione si complica, non c’è alcuna traccia dei piloti: andremo a sbattere dritti contro Insomnia!-
In fondo stava dicendo il vero: quelle aeronavi avevano tutte un sistema di controllo a distanza e non necessitavano di piloti al loro interno; la sua interpretazione, comunque, era da Oscar.
Nell’udire quelle parole Nyx arrestò la sua corsa, assimilando le nuove informazioni e assemblando i pezzi di quell'intricato puzzle: stava finalmente realizzando quale fosse il reale pericolo di quella missione... quella flotta era stata preparata unicamente con lo scopo di eliminare i Kingsglaive.
-PELNA!- gridò all’auricolare, riprendendo a correre nella sua direzione. -Esci, è una trappola!!-

L’eccezione menzionata da Iedolas stuzzicò la curiosità di Regis.
-E quale sarebbe?- chiese.
L’Imperatore fu compiaciuto da tanto interesse e, con aria da professore, gli spiegò semplicemente. - E’ una vecchia legge curiosa che ho lasciato in vigore nelle province: il ladro che sfugge dopo la cattura non è più tenuto a rispondere del suo crimine.-
Regis appariva sorpreso. -E’ un monito alle vittime.- rifletté. -Non mostrate la vostra debolezza o perderete la protezione della giustizia.- 
- Oh no, buon Re.- lo fissò quasi minaccioso. -Tutt’altro direi.-
L'annunciatore sovrastò le loro voci. -Il trattato è stato presentato! Ha inizio il conto alla rovescia fino al momento storico!-
Le telecamere ripresero in primo piano la mano del sovrano che apriva la sua copia, stendendola bene: l'Imperatore lo imitò, approfittando del fatto che erano talmente tanto vicini che gli potè bisbigliare quelle ultime, gelide parole.
- E’ soltanto un monito alla giustizia stessa…. Perché non allenti mai la presa, è chiaro?-

La fine era giunta, assieme all’assordare rumore delle prime esplosioni in città.


***
Questo aggiornamento arriva con un bel pò di ritardo, vi chiedo scusa per questo! Prima di proseguire mi sono voluta portare un pò avanti con il lavoro.

Anche in questo capitolo ho cercato di rispettare il più possibile il susseguirsi degli eventi del film, facendo delle aggiunte solo per collocare meglio determinate scene.
Avevo in mente di dividere questa narrazione in tre capitoli (uno per il finto salvataggio di Luna, uno per il momento della firma del trattato e uno per le reazioni degli abitanti di Insomnia allo scoppio delle prime bombe) ma ho pensato che si sarebbe persa l’idea di contemporaneità degli eventi, così ho deciso di seguire l'andamento del film, sperando di non avervi creato ulteriore confusione.
Nei prossimi capitoli reintegrerò la parte iniziale di Versus XIII, seguendo la fuga di Noctis attraverso i vecchi trailer che ci sono stati presentati nel corso degli anni; affiancherò questa scena a quelle di Kingsglaive facendovi rendere conto di come, ad un certo punto, i nostri protagonisti (Noctis e Luna) si ritroveranno nello stesso punto e a poca distanza l'uno dall'altra, senza riuscire ad incrociarsi.

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Capitolo 47
*** Kingsglaive, Capitolo 47: Under siege ***


Requiem for Final Fantasy XV
Parte III: Kingsglaive
Capitolo 47: Under siege


La terra tremò, mentre vampate di fuoco si alzavano in ogni direzione; la folla urlava disperata e sparpagliandosi cercava un riparo per sfuggire all'imminente catastrofe. Quello che si presentava davanti agli occhi di Libertus non era uno scenario nuovo: Insomnia era diventata la Galahd della sua infanzia. L'istinto di sopravvivenza lo fece agire prontamente e si andò a riparare contro il primo muro che aveva vicino; si coprì la bocca in modo da non respirare i fumi rilasciati dalla combustione. Alzò gli occhi verso alto, oltre i cancelli, a fissare le torri del palazzo reale.
-… ma che cazzo…?!-

Gli spessi vetri dei finestroni non riuscirono ad attutire l’assordante frastuono che venne dall’esterno della Cittadella: bombe?! Avevano piazzato delle bombe giù in piazza in mezzo ai civili?!
Regis restò solo per un istante frastornato da quello che stava accadendo; tanto bastò a Iedolas per fare la sua mossa, portandosi una mano sotto al suo mantello e imitato dai suoi dignitari.
-FATE ATTENZIONE!-
Con il suo grido, Clarus richiamò l’attenzione del Re e dei consiglieri: i Luciani con uno scatto veloce evocarono le loro armi bianche puntandole contro gli Imperiali, che avevano estratto le pistole; ed eccoli lì, tutti in piedi l’uno di fronte all’altro, due popoli totalmente agli opposti anche solo per la scelta delle armi usate, due mondi inconciliabili. La pace tra loro era pura utopia…
Nel pesante silenzio che seguì quella manovra si sentivano solo i cristallini frammenti magici che si frantumavano al suolo.
-Mi aspettavo una mossa del genere da parte sua, Aldercapt.-
-E io che avevate pronta una contromossa, Regis.-
Il Re di Lucis fissò con disprezzo il suo viso sorridente. -Se sperate di far cadere la barriera di Insomnia siete dei folli: il cristallo non vi obbedirà!-
-Oh ma non obbedirà neppure a voi… non quando lo avremo portato via da questa maledetta città.- fu la risposta sicura dell’Imperatore che aumentò la pressione dell’indice sul grilletto.
Dal lato opposto del tavolo il principe Ravus teneva sotto mira l'uomo di fronte a lui, spostando di tanto in tanto lo sguardo di sottecchi verso i due monarchi. -Io non sono qui per il cristallo…- bisbigliò talmente piano che nemmeno il suo vicino riuscì ad udirlo. -Io voglio solo la mia vendetta.-

Se la sala del trattato era meglio riparata, lo stesso non poteva dirsi del terrazzino sul quale si trovava il principe Noctis con gli altri iniviati: le mura e i pavimenti attorno a loro iniziarono a tremare per le forti onde d’urto delle bombe. Qualche piatto e bicchiere cadde a terra, assieme a coloro che non riuscirono ad aggrapparsi a qualcosa per evitarlo.
-… ma che sta succedendo?!- esclamò il principe, aiutato dal fedele Ignis a rialzarsi. 
-State tutti bene?!-
-Uhg… più o meno…!- bofonchiò Prompto in risposta ad Ignis. -Che cosa è stato?-
-Sembrava il rombo di un ordigno esplosivo.-
-Che cosa?!-
-Cerchiamo di non perdere la calma.-
-Più facile a dirsi che a farsi!-
Noctis scrutò la sala con aria stordita: gli invitati e i camerieri attorno a lui si stavano rialzando in piedi, fortunatamente tutti incolumi; al terrificante silenzio dei primi secondi seguì un vociare sommesso e confuso. Nel caos generale il principe cercò con lo sguardo la figura di Luna, voltandosi per scrutare ogni angolo della stanza.
-Noct!- la voce di Prompto lo riportò alla realtà. -Stai bene?-
-Devo trovare Luna.- spiegò, avanzando di qualche passo. -Potrebbe essersi fatta male, o forse è rimasta bloccata da qualche parte...-
-Aspetta, non dobbiamo dividerci…!-
La voce di Ignis venne interrotta da una seconda esplosione, stavolta pericolosamente più vicina a loro.

Questa volta l'urto assordante proveniva dal piano di sotto, più precisamente dalla zona del caveau, il vero e proprio cuore della Cittadella.
Un soldato ben addestrato come Petra sapeva benissimo quali erano la priorità e le procedure da seguire in caso di attacco; inoltre, non era difficile intuire quale fosse il vero obiettivo degli Imperiali... infatti arrivò appena in tempo sul posto per coglierli con le mani nel sacco.
-Squadra Uno, difendete la zona! Squadra Due, mantenetevi in posizione!-
Gli uomini della Guardia Reale si disposero come ordinato ed evocarono le loro armi bianche, gettandosi addosso agli uomini di Nifhleim. Alcuni di loro rimasero vittima del fuoco nemico, altri riuscirono a disarmare i primi tiratori: nel corridoio si creò un vero e proprio campo di battaglia. 
La superiorità numerica dell’avanguardia imperiale, avvantaggiati dall’elemento sorpresa, bastò a schiacciare il seppur ben preparato corpo di sorveglianza reale.
-Il cristallo… vogliono il cristallo!- fu l’imprecazione di uno di loro, accasciato contro il muro con una ferita mortale, che fissava impotente la loro avanzata verso il caveau.
Petra e i pochi uomini rimasti si misero con le spalle contro la porta della sala del cristallo, un ultimo baluardo di difesa.
-Resistete, ragazzi!- gridò, evocando un mitragliatore per coprire i suoi in un disperato attacco corpo a corpo.
Tutto questo si svolse nel giro di pochi minuti, il tempo che trascorse tra le due esplosioni; la battaglia si concluse con quel secondo urto assordante che avvertirono Noctis e gli altri, urto provocato da una serie di mine che servirono a buttare giù il grande portale del caveau. Il comandante dell’avanguardia imperiale avanzò nella sala del Cristallo e utilizzò una card rubata ad una delle Guardie Reali per poter bypassare l’intero sistema di protezione: bastò inserirla nell’apposita fessura e smanettare un po' sulla tastiera della console perché la grande teca scura si aprisse, mostrando ai loro occhi l’imponente cristallo.

Svoltò l'angolo in fretta e furia: Nyx avvertì una sensazione di grande sollievo non appena riconobbe la principessa nella gracile figura che camminava accanto ad un Kingsglaive, dandogli le spalle.
La sensazione durò pochissimi secondi.
-Pelna!- lo chiamò.
Lunafreya e Pelna si girarono subito, con la tranquillità di chi non si rende conto in che situazione si trovi.
-Ehi Nyx!- il ragazzo allargò le braccia compiaciuto. -La principessa di Tenebrae è sana e...-
Con la coda dell'occhio Luna vide un qualcosa allungarsi alle loro spalle; non fece in tempo a chiedersi ma cos'è che il gigantesco Molboro afferrò il povero Pelna ed iniziò a sbatterlo con forza sulle pareti del corridoio. Lei alzò le mani in segno di difesa ed indietreggiò per non farsi prendere, la voce le morì in gola; si sentì strattonare per il braccio, Nyx l'aveva già raggiunta.
-ANDIAMO!- le ordinò.
La ragazza prese a correre a perdifiato nella direzione opposta, seguita dal Kingsglaive. Non appena svoltarono l'angolo Nyx indugiò per qualche secondo, forse un istintivo, disperato tentativo di aiutare il suo caro amico; il mostro sembrò leggergli nella mente e quasi per dispetto gli lanciò contro il cadavere di Pelna, che il galahdiano fece in tempo ad evitare.
Avrebbe voluto gridare dal dolore per la sua ennesima perdita ma sapeva che la priorità in quel momento era un'altra: salvare la principessa.

Il verso sguainato del Molboro rieccheggiò per i corridoi dell'aeronave; l'urlo raggiunse due Glaives al piano superiore.
-Cos'è stato?!- si girò allarmato, guardando il suo compagno.
-... non lo so...!-
Il primo giovane iniziò a sudare freddo; c'erano troppe cose che non tornavano lì. L'assenza di armamenti... la presenza di pochissimi soldati Magitek (lui stesso ne aveva incontrato a malapena uno)... la facilità con cui si erano infiltrati... per non parlare del fatto che non c'era alcuna traccia della principessa Lunafreya.
In un raptus di paura che cresceva sempre più l'Angone si portò una mano all'auricolare, impostando il canale comune per comunicare con i compagni. -Sottocoperta succede qualcosa!- gridò, terrorizzato. -La nave non arriverà mai ad Ins...AAAAHH!-
Avvertì improvvisamente una fitta di dolore, atroce, che superò persino la sua paura; nella sorpresa e nella confusione si rese immediatamente conto solo allora che aveva dato le spalle al suo compagno: e la ferita gli era stata inferta proprio alla schiena. Si voltò verso l'altro Kingsglaive, aggrappandosi a lui mentre le gambe gli cedevano, incenerendolo con uno sguardo terribile.
-... TU!-
La vista iniziò ad offuscarsi, così come la mente si fece appannata; crollò a terra semisvenuto mentre grandi fiotti di sangue uscivano dalla ferita. La morte per dissanguamento sarebbe avvenuta di lì in pochi minuti.
Il suo assassino si tolse la maschera: il volto di Sonitus Bellum era stranamente calmo. Anche lui lanciò una comunicazione all'auricolare, diretta solo ai suoi alleati: era ora di dare il via alle danze.


La terrazza della Cittadella era un caos di gente che correva, si spintonava, urlava.
Cor intercettò Ignis e Prompto quasi per miracolo e si fece largo tra gli invitati, a gomitate.
-Ehi, voi!-
I due ragazzi lo riconobbero subito. -Comandante!-
L'uomo fece cenno di mettersi al riparo dietro una colonna, in modo da evitare il flusso di gente in fuga; li analizzò velocemente mentre si avvicinavano, riscontrando che non erano feriti.
-Dov'è il principe Noctis?-
I due si scambiarono un'occhiata. -Lo... stavamo inseguendo.- tentò di spiegare Ignis, sbuffando impaziente. -Si è allontanato per andare a cercare Sua Grazia Lunafreya...-
-CHE COSA?!- sbraitò Cor. -...  quell'idiota!-
-E adesso che facciamo?!- Prompto era decisamente in ansia.
Il Comandante prese un gran respiro, in modo da sgombrare la mente ed agire con sangue freddo: era ben preparato ad affrontare una crisi come quella.
-Ignis, ascoltami attentamente.- disse, poggiandogli una mano sulla spalla. -E' necessario che tu vada a prendere Regalia e la porti il più vicino possibile alla Cittadella; ci terremo in contatto con questi.- gli consegnò una delle piccole ricetrasmittenti della Guardia Reale. -Non appena sarai vicino mi comunicherai la tua posizione.-
-Sissignore!- annuì.
-Io e Prompto rintracceremo il principe e lo porteremo via da questo inferno.-
-... signorsì!- esclamò deciso il biondino.
Ignis fissò Cor. -Lascio le ricerche del principe in buone mani.- così detto, si allontanò in tutta fretta in direzione delle cucine; lì sapeva che avrebbe trovato delle scale di servizio che scendevano fino ai sotterranei. In fondo, far parte dello staff di Corte aveva i suoi vantaggi.
L'Immortale fece cenno a Prompto di seguirlo nella direzione opposta. -Andiamo, la via è libera.-
-... aspetti!-
Cor si girò verso di lui, fulminandolo con lo sguardo: lo vide estrarre dalla tasca il suo telefono cellulare.
-Gladio.- gli spiegò il ragazzo. -Non lo lascerò in mezzo a questo casino.-
Il comandante scosse la testa, trattenendosi un sorriso. -Beh, intanto che lo chiami vedi di seguirmi.-
Il vero burattinaio di quella notte, Ardyn Izunia, gustava il suo calice di vino su una delle terrazze della Cittadella: al riparo dalle bombe ma in una buona posizione per osservare il campo di battaglia.
Un improvviso 
biiiip suonò dalla ricetrasmittente; l'uomo rispose con un sorriso sul viso, sapeva già che si trattava della Squadra Bravo.
-Ci siete?-
-Abbiamo appena aperto la teca, signore.- comunicò l'ufficiale. -Procediamo a rimuovere il cristallo.-
-Bene.-
Ardyn chiuse la comunicazione e cambiò canale. -Squadra Delta, preparatevi a partire.-
-Signorsì!- gracchiò il generale dalla cuffia.
L'uomo posò la ricetrasmittente in tasca e tornò a degustare il suo vino ad occhi chiusi.
Regis non poteva immaginare che il vero stormo da guerriglia imperiale, ben più numeroso e rifornito rispetto a quello che avevano trovato i Kingsglaive, era parcheggiato a pochi passi da lì, in un canyon della penisola di Cavaugh. Ormai, c'era solo la barriera a dividerli da Insomnia.


***
Non è stato affatto facile narrare tanti punti di vista simultaneamente, ho cercato di fare il meglio possibile; spero non vi risulti un capitolo troppo incasinato!
Questo pezzo finale è stato un mio modo di collocare Ardyn nel contesto dell'attacco a sorpresa di Nifhleim, oltre che per spiegare dove fosse "parcheggiata" la vera armata imperiale e come ha fatto ad entrare in città in così poco tempo.
Le scene di Noctis, Cor & co. alla festa non erano presenti in alcun trailer ma mi servivano per collegare il pezzo della fuga del principe da Insomnia.
Ho deciso di far separare Ignis dal gruppo perchè in quegli stessi vecchi spezzoni di Versus XIII compaiono solo Gladio e Prompto con il protagonista, quindi ho immaginato che sia andato a prendere Regalia.
Sto procedendo forse con lentezza ma sto cercando di fare attenzione a non farmi sfuggire nulla: voglio ricollegare e ricostruire la situazione il meglio possibile.

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Capitolo 48
*** Kingsglaive, Capitolo 48: The fall of the Wall ***


Requiem for Final Fantasy XV
Parte III: Kingsglaive
Capitolo 48: The fall of the Wall


Opponendosi alla corrente di gente in cerca di riparo, il principe Noctis perlustrava la terrazza alla ricerca di Lunafreya; la fanciulla sembrava volatilizzata nel nulla, così come non vi era alcuna traccia dei dignitari imperiali che fino a pochi minuti prima si erano mescolati tra la folla dei Luciani: non ci voleva un genio a capire che, qualunque cosa fosse successa giù in strada, faceva tutto parte di un piano di Nifhleim.
Si fermò improvvisamente ai piedi della scalinata d'accesso alla passerella con un'orribile consapevolezza.
Luna non è più qui.
A quel punto, la priorità era un'altra.
-Devo tornare da mio padre...!-
Un improvviso lampo di luce catturò la sua attenzione.

La piazza antistante la Cittadella si andava riempiendo di cadaveri; il plotone d'attacco di Nifhleim (quello Iedolas che si era portato dietro come garanzia per la sua incolumità) stava dando del filo da torcere alla Guardia di Lucis, nonostante il numero esiguo: l'elemento sorpresa aveva sicuramente giocato a loro favore. C'era anche da dire che, se da un lato i soldati del Re cercavano di evitare di colpire quanti più civili possibili, dall'altra parte gli androidi Magitek non si facevano di questi problemi e anticipavano le contromosse degli avversari.
Libertus cercò di ripararsi dietro dei rottami; disarmato com'era e con la gamba che gli doleva terribilmente non poteva fare molto, eppure sentiva la rabbia ribollirgli in corpo. Tra la gente in fuga notò Pruvia aggirarsi nel bel mezzo della piazza, pieno di euforia e sull'orlo del delirio.
-E' arrivata la resa dei conti!- proclamava il leader dei ribelli, rivolgendosi quasi al Palazzo Reale. -L'alba di una nuova era!-
Libertus assistette impotente al momento in cui l'uomo venne raggiunto da un proiettile alla schiena, forse di fuoco amico, più probabilmente nemico, ma di certo la cosa non faceva alcuna differenza; Pruvia cadde in ginocchio senza perdere il folle sorriso che aveva.
-NOOOOOOO!!- l'ex Glaive urlò di orrore, allungando una mano verso di lui.
Poi qualcosa lo costrinse a dirigere il proprio sguardo in alto.

I sotterranei della Cittadella erano un vero e proprio labirinto; per fortuna, uno come Ignis Scientia poteva vantare non solo una vasta conoscenza del luogo ma anche un ottimo senso dell'orientamento. Il garage reale era quasi alle spalle del palazzo, dall'altra parte rispetto alla piazza; una perfetta collocazione in un  momento di caos come quello. 
Riepilogò mentalmente il tragitto che aveva da fare: percorrere la rampa fino a prendere l'uscita del settore E, imboccare il tunnel sotterraneo e circumnavigare l'intero isolato attorno alla Cittadella sbucando nel settore D dove, come Cor gli aveva comunicato poco prima attraverso la ricetrasmittente, avrebbe dovuto aspettarli; sempre che non fosse sorto qualche imprevisto nel mentre...
-Ignis!- la voce dell'Immortale tuonò attraverso la radiolina.
-Comandante!- rispose prontamente. -Mi sto dirigendo verso il garage.-
-Cambio di destinazione.- gli comunicò. -Dalla rampa prendi l'uscita per il settore F e segui tutta l'autostrada fino alla statua del Primo Re: noi ci vediamo lì.-
Il ragazzo si bloccò improvvisamente nel mezzo del corridoio. -Ma signore, se arrivo fin laggiù voi dovrete farvi tutto il centro a piedi...-
-Non c'è altra scelta, Ignis: i contingenti imperiali hanno completamente ostruito il passaggio attorno alla Cittadella. Noi a piedi possiamo trovare una via di fuga per sfuggirgli ma con la macchina sarà difficile passare. E poi, se Regalia dovesse riportare qualche danno non potremo più uscire dalla città.-
Il ragazzo annuì istintivamente, come se Cor potesse vederlo. -Capisco perfettamente la situazione, Comandante; la aggiorno non appena sono...!-
Una sirena squarciò il silenzio che lo circondava; gli mozzò la voce.

-Ignis?!- l'Immortale traccheggiò con la ricetrasmittente, non capendo se c'era un problema di linea o altro; accanto a lui, Prompto scrutava con lo sguardo la folla alla ricerca di Gladio. Prese il cellulare con l'intento di richiamarlo ma, quasi per telepatia, l'amico lo anticipò.
-Ehi, ma dove sei?-
-Alla tua destra, scemo!-
Il biondino si girò nella direzione indicata; Gladiolus era lì, a pochi passi dai finestroni della terrazza.
-Vieni via da lì!-
-No, venite voi qui!- affermò con una nota di preoccupazione nella voce. -C'è qualcosa che il Comandante deve assolutamente vedere...-
Indicò con l'indice il cielo di Insomnia, al di là del vetro.

Ignari dei pericoli che li attendevano in città, Nyx Ulric e Sua Grazia Lunafreya erano alle prese con un gigantesco Molboro che li stava inseguendo: i due ragazzi riuscirono ad introdursi all'interno di un condotto decisamente troppo stretto per il daemon che, almeno per il momento, sembrava seminato; da lì proseguirono la loro marcia verso la sala comandi, alla ricerca di una navicella di salvataggio da poter utilizzare.
Consapevole che da solo non poteva farcela, il galahdiano cercava disperatamente di mettersi in contatto con i suoi compagni ma il segnale sembrava in qualche modo disturbato; l'unico canale che funzionava era quello della base di comando.
-Capitano!-
Sentì un suono stridente che quasi lo stordì ma fortunatamente la linea non cadde; riuscì ad avvertire a scatti la voce di Drautos.
-... Ul... Ulric!... Ci...-
-Capitano, che succede?-
-... ci hanno... sotto attacco...! Ripeto, Insomnia è... Nifhleim ci ha attaccato!... Noi...-
Nyx chiuse le comunicazioni e si staccò l'auricolare dall'orecchio, restando leggermente indietro rispetto la principessa; Luna si voltò a fissarlo.
. -Chi vi ha portato qui?- le chiese.
-... il Generale Glauca.-
Il Glaive finalmente ricollegò tutti i punti che non gli tornavano. -Ma certo, è ovvio! Vi hanno usata come esca! Sapevano che saremmo venuti a salvarvi.-
La ragazza si portò le mani a coprire la bocca, desolata e fortemente in colpa per quello che era successo. -Io...-
-Non è il momento di preoccuparsi per questo.- le disse, in modo duro. -Seguitemi.- 
Nyx condusse la principessa attraverso uno stretto anfratto laterale, seguendo la mappa mentale che aveva imparato sulle aeronavi imperiali; i gemiti del Molboro si facevano lontani mentre aumentava proporzionalmente il rombo dei motori del velivolo. Attraverso una passerella i due giunsero davanti ad un portellone a tombino, che il galahdiano aprì con non poco sforzo; all'interno c'erano delle scalette.
-Scendete.- le disse; mentre Luna eseguiva il suo ordine riattivò l'auricolare all'orecchio, sperando di riuscire a comunicare decentemente con il suo comandante. -Qui Ulric. Obiettivo recuperato; chiedo la ritirata.-
Tutto sommato la linea sembrava essere diventata più stabile, anche se la voce di Drautos gli giunse stranamente lontana e metallica.
-Concessa. Tornate a...-
Il comandante non finì la frase; stavolta però non fu la linea a cadere.

Gli eventi che catturarono l'attenzione di Noctis e Libertus, che spinsero Gladio a chiamare a gran voce Prompto e Cor, che ammutolirono perfino Drautos ed Ignis furono essenzialmente tre.
Il primo, che solo Ignis poteva udire trovandosi in un luogo silenzioso e deserto della Cittadella, era la sirena d'allarme della sala del cristallo: lui sapeva bene cosa stava a significare.
Il secondo era la comparsa di lunghe ombre nere su nel cielo, proprio al di là della barriera; due soldati esperti come Gladiolus e Libertus se ne accorsero subito, intuendo cosa stava per capitare.
Il terzo, la vampata di fuoco improvvisa, fu causata dalla mine poste dagli Imperiali sulla teca del cristallo; non soltanto investì chi era nelle più immediate vicinanze come Noctis ma fu visibile ad occhio nudo anche a chi era ancora a qualche chilometro di distanza, come Luna e Nyx.
L'impalcatura che reggeva il più prezioso oggetto di Insomnia cedette e lasciò che mani impure toccassero e rimuovessero il suo tesoro: come conseguenza il sempiterno raggio di luce che partiva dal centro del palazzo si affievolì fino a svanire. La barriera in cielo rimase senza alimentazione e la sua cupola semitrasparente si riempì di crepe fino a frantumarsi in particelle cristalline, che caddero al suolo svanendo prima di toccarlo.

-La barriera è caduta...-
Regis fu il primo a dirlo, con un filo di voce: un'ombra di orrore attraversò gli occhi di tutti i consiglieri Luciani che lottarono per non farsi sopraffare dal terrore in un momento delicato come quello.
-Esatto.- rise l'Imperatore, dandogli del tu con disprezzo. -Cos'è, credevi che ci fossimo limitati a rapire quella sciocca ragazzina? O che sperassi di coglierti impreparato alla firma del trattato? Mi sottovaluti! Lo spettacolo che abbiamo architettato è ben più vasto e con molti più attori di quelli che ti immagini...- passò in rassegna con gli occhi ogni consigliere reale. -Sono pochi quelli di cui ti puoi fidare realmente, Regis... in molti invece sono stati quelli che ti hanno tradito. I tuoi soldati, i cittadini... non sai quanti ci hanno dato manforte, nascondendoci o dandoci informazioni per infiltrarci qui a palazzo.-
Il Re rimase senza parole, come non mai in vita sua: ammutolito, ascoltava angosciato le rivelazioni del nemico.
-E non è tutto! Sai di quel gruppo di aeronavi dove era tenuta la principessa, quello che siete stati tanto furbi da scovare? Un semplice specchietto per le allodole: eravate talmente impegnati a guardare verso sud ovest che non vi siete accorti che la mia vera armata era a nord est; armata che, proprio ora, sta atterrando sulla vostra bella capitale.-
A questo punto Iedolas tacque, godendosi la folle rabbia che investì gli occhi di Regis.
-La pagherai, bastardo.- gli promise, con voce ferma ma traboccante d'ira. -La pagherete tutti.-


***
Ho concentrato tutto il capitolo su questo momento cruciale, coinvolgendo tutti i personaggi nei vari e diversi scenari in cui si trovano: non era nei miei progetti iniziali ma è venuto fuori così, spontaneamente, e tutto sommato mi piace. Vi prometto che cercherò d'ora in avanti di andare un pò più velocemente con la trama per non allungarmi troppo.
Nei prossimi capitoli, come promesso, darò molto più spazio a Noctis.

Questo mini-aggiornamento termina qui! Ho deciso di pubblicare intanto pochi ma buoni capitoli per non farvi aspettare ulteriolmente; ho già pronti tutti i capitoli che mancano per terminare l'arco narrativo del film ma devono ancora essere revisionati. Nel frattempo ho già steso qualcosina riguardante l'inizio vero e proprio del videogioco.
Concludo queste note a piè di pagina scusandomi per la mia lentezza e ringraziandovi ancora per la costanza con cui seguite questo mio lavoro... cercherò di non far passare così tanto tempo per il prossimo aggiornamento!

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