Come fare impazzire un Nara in poche mosse

di missredlights
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Shoji ***
Capitolo 2: *** Lingua ***
Capitolo 3: *** Schiaffo ***
Capitolo 4: *** Hokage ***
Capitolo 5: *** Rasengan ***
Capitolo 6: *** Volpe ***
Capitolo 7: *** Cotone ***
Capitolo 8: *** Sabbia ***
Capitolo 9: *** Iperattività ***
Capitolo 10: *** Vaniglia ***
Capitolo 11: *** Boxer ***
Capitolo 12: *** Cometa ***
Capitolo 13: *** Tuono ***
Capitolo 14: *** Fragole ***
Capitolo 15: *** Kimono ***



Capitolo 1
*** Shoji ***


cap

“Ma perché dobbiamo giocare a Shoji quando abbiamo un’intera casa a disposizione per poter giocare in un altro modo?”

A Shikadai cadde la pedina dalle mani, l’ultima per la precisione, andandosi a infrangere fra le altre, distruggendo l’ordine appena creato. Con Himawari era sempre così. Era capace di distruggere l’ordine che avevi creato, sia interiormente che esteriormente, lasciandoti il caos più totale, come con quella frase.

“Che intendi dire?”

La Uzumaki piegò le gambe, non avendo il minimo senso del pudore nel far vedere parecchi centimetri di gambe scoperte in modo del tutto “casuale”, cosa che fece alzare la temperatura al povero discendente del clan Nara.

“Sei stupido, Shikadai. E pensare che Shikamaru-sama e Temari-sama sono dei veri geni. Da chi hai preso questo quoziente intellettivo così basso?”

Himawari adorava prendere in giro il suo ragazzo, specie quando metteva in dubbio il suo quoziente intellettivo. Sapeva che a Shikadai dava fastidio una cosa del genere, e lei glielo faceva di proposito.

“Che cosa hai detto?”

“Che sei stupido.”

“Rimangiati quanto hai appena detto!”

Shikadai si mise in posizione, pronto ad utilizzare la tecnica del controllo dell’ombra sulla sua ragazza, facendole fare tutto quello che voleva, quando quest’ultima gli si mise in braccio, bloccandolo.

“Sei lento, Shika. E sei pure eccitato. E io che volevo giocare a nascondino come facevamo da bambini.”

“Non dire bugie! So benissimo che tipo di gioco volevi fare. Non fare la santa con me.”

Himawari sorrise divertita, poggiando per un istante le labbra su quelle del suo ragazzo. Quando si staccò, vide i pezzi degli shoji sparpagliati sulla scacchiera. Ne prese uno e lo mise in posizione.

“Ho vinto, Shika.”

Shikadai, con ancora in braccio Himawari, si sporse per vedere la scacchiera, e con sommo orrore vide che la ragazza aveva detto la verità. Aveva vinto contro di lui, quindi…

“Ho vinto la scommessa. Ora dovrai fare tutto quello che ti chiederò di fare per una settimana.”

“Non vale!”

“Vale tutto, Nara. Sia nel gioco che in amore.”

Fece finta di non sentire il “seccatura” borbottato a denti stretti, avvicinandosi all’orecchio del moro.

“E poi, chissà. Magari se adesso mi fai un massaggio, stasera potrei ricambiarlo.”

“HIMAWARI!”

Himawari, sei proprio sfrontata!

Eccomi qui con un'altra raccolta di flashfic!

Per questa raccolta dovrete ringraziare mezzosangue230 che mi ha gentilemente dato i prompt. Quindi, grazie, mezzosangue230 ♥ Senza i tuoi prompt questa raccolta non sarebbe mai stata fatta :)

Spero che vi piaccia!

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Capitolo 2
*** Lingua ***


cap

Himawari correva per tutta Konoha, diretta a casa di Shikadai. Si erano dati appuntamento mezz’ora fa alle porte della città, ma del moro non c’era nessuna traccia. Così la Uzumaki aveva deciso di andare a prendere il suo fidanzato fin dentro casa, e tirargli le orecchie per il ritardo.

“Ora mi sente. Mi aveva promesso che oggi ci saremmo allenati insieme!”

Sapeva che era tornato quella notte dall’ultima missione, ma questo non giustificava quel ritardo. Così, una volta arrivata a casa Nara, si aggiustò i capelli prima che Temari aprisse la porta. La bionda non fu per niente sorpresa di trovarsi Himawari davanti la porta di casa. Tutti sapevano che la Uzumaki e suo figlio stavano insieme, e lei ne era davvero felice, felice che per una volta suo figlio avesse fatto un’ottima scelta.

“Shikadai sta dormendo.”

“Posso andare a svegliarlo?”

“Certo. Conosci la strada.”

Temari si spostò di lato per far passare la ragazza. Non si era dimenticata dell’ultima volta che Himawari aveva svegliato suo figlio, buttandogli addosso un secchio di acqua ghiacciata. Aveva riso talmente tanto che si era dovuta tenere per non cadere a terra, sotto lo sguardo sbigottito di Shikamaru e quello furente di Shikadai. Era sicura che ne avrebbe combinata un’altra delle sue, e anche Himawari era pronta a fare un altro scherzo al suo pigro fidanzato, ma quando aprì la porta della stanza e lo trovò addormentato mezzo nudo, tutti i suoi piani per uno scherzetto coi fiocchi vennero sostituiti da altro.

Si avvicinò in punta di piedi, ben attenta a non fare rumore. Gli si mise affianco e cominciò a leccarlo sul petto ben scolpito. Himawari adorava letteralmente leccarlo, anche perché sapeva che era una cosa che mandava fuori di testa il suo ragazzo.

“Cosa stai facendo con quella lingua?”

“Ti lecco. Non lo vedi?”

“Lo sento più che altro.”

Shikadai era già sveglio quando Himawari entrò nella sua stanza. Aveva calcolato ogni cosa, sapendo che lei sarebbe andato a cercarlo.

“Sei in ritardo per l’allenamento.”

“Potremmo fare un altro tipo di allenamento.”

“C’è tua madre di sotto e…”

“Shikadai, Himawari. Vado a fare delle commissioni e torno. Ci vediamo fra quindici minuti.”

Sentirono la porta chiudersi. Fu una frazione di secondo in cui Shikadai si sdraiò sopra Himawari.

“Adesso siamo soli.”

“Non mi dirai che duri solo quindici minuti. Dovrò chiedere a Sakura qualcosa per tenerti ‘sveglio’.”

E prima che potesse fermarla, Himawari lo spostò e si alzò, scappando non appena lo vide in piedi, pronto ad inseguirla.

“HIMAWARI, MALEDETTA SECCATURA. VIENI QUI!”

Anche questo prompt mi è stato dato da mezzosangue230, che ringrazio come sempre.
E niente, spero che vi piaccia.

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Capitolo 3
*** Schiaffo ***


cap

Himawari correva verso le porte della città. Quel giorno sarebbe tornato Shikadai dalla missione insieme a Inojin e Chocho e lei non vedeva l’ora di riabbracciarlo.

Era stato via per tre settimane e della sua missione sapeva ben poco. Suo padre era stato categorico nel non dirle assolutamente nulla, e anche Shikamaru e Sai avevano mantenuto il segreto con lei. Le uniche cose che riuscì a scoprire, grazie ai vari appostamenti e spionaggi, fu che dovevano portare al Villaggio una ragazza e che la missione sarebbe dovuta durare tre settimane. Di più non era riuscita a scoprire.

Così si ritrovò ad accettare sempre missioni di poco conto, che durassero poco in modo tale da essere al Villaggio per quando fossero tornati. Aveva addirittura segnato i giorni sul calendario, in modo da essere sicura di non scordarsi nulla. Boruto l’aveva presa in giro per quel suo modo bambinesco, scappando un istante dopo dall’ira funesta della sorella.

Ok, dovrebbe arrivare fra poco.

Himawari si appostò alle porte della città, nascondendosi. Le era sempre piaciuto nascondersi e far spaventare il suo ragazzo.

“Shikadaaaaaai.”

“La vuoi smettere?”

Di chi è questa voce?

La Uzumaki si nascose ancora di più, fin quando non vide il suo fidanzato, Inojin, Chocho e una ragazza che non aveva mai visto. Quello che vide le fece ribollire il sangue nelle vene. La ragazza si teneva stretta a Shikadai, troppo per i suoi gusti.

“Perché sei così silenzioso? Mi costringi a parlare a più non posso allora.”

“Scordatelo.”

“Eppure l’altra volta mi hai baciato. Perché non può succedere ancora?”

Baciato… Shikadai ha baciato un’altra…

Himawari sentì la terra franarle sotto i piedi, mentre una marea di emozioni prendeva possesso del suo corpo. Rabbia, tristezza, delusione. Aveva sentito indistintamente il cuore incrinarsi.

“Shikadai, dovresti dirlo a Himawari.”

“No. Non capirebbe.”

Per poi rompersi in mille pezzi. Non solo Shikadai aveva baciato un’altra ragazza, ma se lei non avesse sentito quella conversazione, lui non gliel’avrebbe mai detto. Fu più forte di lei. Accecata dalla rabbia uscì dal suo nascondiglio, vedendo le facce delle quattro persone che si erano girate per vedere da fonte del rumore che avevano sentito. A passo di marcia si avvicinò al suo ragazzo e gli diede uno schiaffo, talmente forte da farlo cadere per terra.

Non lo degnò più di uno sguardo, non gli disse nulla.

Per il bene del Paese del Fuoco, Shikadai aveva distrutto la sua relazione con Himawari.

Ringrazio sempre mezzosangue230 per il prompt datomi.

Un bacio!

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Capitolo 4
*** Hokage ***


cap

Era passata una settimana da quando Himawari aveva lasciato il Villaggio, diretta in chissà quale missione. Shikadai non faceva altro che ripensare allo schiaffo che lei gli aveva dato, allo sguardo d’odio e di tristezza che aveva visto nei suoi occhi. Era stato pressato da Inojin e Chocho, dicendogli che se avesse fatto passare troppo tempo, sarebbe stato più difficile far pace con Himawari.

Così si era deciso ed era andato dall’Hokage. Aveva fatto tutto quello che gli avevano chiesto di fare, aveva eseguito gli ordini alla lettera, riportando la spia al Villaggio per interrogarla. Ma a che prezzo? Se ancora ci pensava, non era più sicuro di nulla. La missione valeva molto più di Himawari? Fu solo quando si trovò di fronte la porta dello studio dell’Hokage che si disse che no, la missione non valeva più di Himawari, che avrebbe dovuto far qualcosa per riaverla di nuovo con sé.

“Avanti.”

Aprì la porta, ritrovandosi davanti suo padre e Naruto, che lo guardarono a loro volta.

“Shikadai, che ci fa qui?”

Il moro si fece avanti, chiudendo la porta alle sue spalle. Aveva provato talmente tante volte quel discorso che adesso non gli veniva in mente. Perché era lì se non per Himawari?

“Vorrei sapere dove si trova Himawari. Le dovrei parlare.”

“Dovrai aspettare. Si trova in missione in questo momento.”

Sia la famiglia Uzumaki che la famiglia Nara si erano tenuti fuori da quella faccenda, ben sapendo che Shikadai aveva sbagliato su tutti i fronti. Trovarselo lì significava solo una cosa: voleva rimediare ai suoi errori.

“Hokage, mi ascolti. Non posso aspettare che ritorni. Potrebbe essere troppo tardi. Ho bisogno di sapere adesso dove si trova Himawari e parlare con lei.”

Naruto e Shikamaru si guardarono un momento, per poi decidere la stessa cosa.

“È a Suna per gli esami Chuunin.”

Shikadai fece un breve inchino, ringraziando suo padre e Naruto, per poi andarsene in fretta e furia per prepararsi per il viaggio.

“Pensi che faranno pace?”

“Lo spero per Shikadai. Temari non glielo perdonerebbe mai visto che adora tua figlia.”

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Capitolo 5
*** Rasengan ***


cap

Himawari aveva accettato senza pensarci due volte l’incarico di fare da esaminatore agli esami Chuunin di Suna. In questo modo avrebbe avuto l’opportunità di andarsene dal Villaggio della Foglia per qualche tempo e pensare.

Ancora stentava a credere che Shikadai l’avesse tradita con un’altra ragazza. Cos’aveva quella ragazza più di lei? Perché l’aveva baciata?

Era partita nel cuore della notte, evitando incontri inopportuni, arrivando a Suna in due giorni e mezzo. Aveva corso come mai aveva fatto in vita sua, forse per mettere quanta più strada possibile fra lei e i suoi problemi. Cosa doveva fare con Shikadai? E perché non era venuto a parlarle?

Quanto vale per lui la nostra storia?

“Himawari attenta!”

Alle sue spalle era comparso un mostro che si dirigeva a tutta velocità verso di lei. Ebbe solo pochi secondi per pensare a qualche strategia, ma ogni volta le veniva in mente il viso di Shikadai con quella ragazza. Qualcosa scattò in lei ritrovandosi a pochi metri dal mostro.

“Rasengan!”

Lo scagliò contro il mostro con tutta la forza che aveva nel corpo, distruggendolo.

Sentì dei passi farsi sempre più vicini e quando si voltò vide gli altri esaminatori venire verso di lei.

“Stai bene, Uzumaki?”

“Sì, sto bene.”

In realtà non stava per niente bene. Ogni volta che pensava a Shikadai sentiva un dolore sordo nel petto.

Devo andare avanti.

Nello stesso momento in cui Himawari pensò di farla finita per sempre con Shikadai, quest’ultima si mise in viaggio per poter rimediare ai suoi errori.

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Capitolo 6
*** Volpe ***


cap

Shikadai corse come mai aveva corso in vita sua. Si fermava solo il minimo indispensabile per potersi riposare, riprendendo quella corsa folle e disperata. Per tutto il viaggio non aveva fatto altro che darsi dello stupido, cercando di non pensare che, forse, era troppo tardi.

Devo farcela, devo arrivare il prima possibile a Suna.

Ci arrivò il secondo giorno, in piena notte, stremato e senza forze. Sentiva un dolore sordo alle gambe mischiato alla stanchezza. Aveva dormito poco, mangiato e bevuto ancor meno, tanto che si reggeva a stento sulle gambe.

Le guardie appostate alle porte di Suna lo riconobbero e lo fecero passare senza che lui dicesse qualcosa, mentre una terza correva al palazzo del Kazekage per informarlo che suo nipote era lì.

“Sa’ per caso dove alloggiano gli esaminatori Chuunin?”

“Nella palazzina a sud-ovest della città, ma in questo momento sono tutti a festeggiare nella locanda al centro della città.”

Himawari non andrebbe mai a bere con degli sconosciuti…

Ma i suoi piedi, invece di andare verso gli alloggi, si diressero verso la locanda. In fondo, che male c’era a controllare cosa stesse succedendo in locanda? In fondo, Himawari non sarebbe mai andata a bere con degli sconosciuti. In fondo, Himawari era anche astemia e non reggeva nemmeno l’odore dell’alcol.

Eppure, quando arrivò in locanda, notò indistintamente una chioma corvina seduta al bancone della locanda, ed un tizio che gli stava vicino, troppo vicino.

Fu istintivo stringere le mani a pugno ed entrare dentro la locanda, fermandosi di botto quando vide il tizio avvicinarsi alla sua Himawari.

“Cosa ci fa una piccola volpacchiotta da sola in questo posto?”

Himawari, più ubriaca che mai dopo cinque bottiglie di sakè, alzò la testa verso il ragazzo, guardandolo appena.

“Io lo so chi sei. Sei la figlia del Jinchuuriki della volpe a nove code e so che la prossima Jinchuuriki sarai tu…”

La corvina rimase immobile sul posto. Chi cavolo era quella persona? Come faceva a sapere tutte quelle cose? Che sarebbe stata lei la prossima forza portante lo sapeva solo la sua famiglia, ma non poteva essere stata lei a dirlo. Quindi…

“Perché non vieni con me, volpacchiotta? Non t-…”

Himawari sgranò leggermente gli occhi quando vide Shikadai colpire il ragazzo accanto a lei, accasciandosi sul posto. Il saké doveva averle giocato un brutto scherzo. Shikadai non poteva essere lì davanti a lei, Shikadai non l’avrebbe mai guardata con quello sguardo furente e ferito.

“Vieni, andiamo in camera…”

L’ultima cosa che Himawari vide, prima di perdere i sensi, furono le braccia di Shikadai che la cingevano.

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Capitolo 7
*** Cotone ***


cap

Shikadai l’aveva sorretta per non farla cadere a terra, spostando un attimo dopo lo sguardo verso le bottiglie di sakè.

Cinque bottiglie di sakè… Perché hai bevuto, Himawari?

Non riusciva a credere che la sua Himawari si fosse ubriacata, chiedendosi per quale motivo lo avesse fatto. Ma più ci pensava, più capiva che la risposta poteva essere solamente una: per colpa sua. Per un istante si sentì talmente in colpa da mettere in secondo piano la rabbia provata un istante prima.

“Shikadai.”

Il moro si voltò verso la voce che lo aveva chiamato, vedendo di fronte a lui suo zio Kankuro. Gli fece cenno di seguirlo fuori e così fece. Prese in braccio Himawari e se ne andò da quel posto, seguendo lo zio fino a casa. Una volta dentro l’edificio, gli indicò la sua stanza, ma prima che quest’ultimo potesse chiudere la porta, Kankuro la bloccò e guardò intensamente il nipote.

“Vedi di chiarire con Himawari, qualsiasi cosa sia successa.”

Prese la maniglia della porta e la chiuse alle sue spalle, lasciando Shikadai da solo con la ragazza.

“Hima…”

Portò la ragazza verso il letto, adagiandola sul materasso. Faceva talmente tanto caldo che non poté fare a meno di notare come la maglia di cotone si fosse attaccata al corpo della mora, lasciando poco spazio all’immaginazione. Conosceva quel corpo come le sue tasche. Si era fermato molte volte ad osservalo fra il divertito e l’imbarazzato di Himawari che gli chiedeva di smetterla. Come erano finiti in quella situazione?

“Perché…”

Shikadai guardò la sua ragazza cercare di mettersi seduta sul letto, per poi cadere rovinosamente sul materasso. Talmente tanto ubriaca da non reggersi in piedi.

“Perché cosa?”

“Perché hai baciato un’altra?”

“Perché se non lo avessi fatto saremmo morti. E tu perché non mi hai detto che sei la prossima forza portante della volpe?”

“Avevo paura che tu non mi avresti amata più, perché mi avresti vista come un mostro.”

Assurdo come l’alcol riuscisse a far dire cose che da sobri non avremmo mai detto.

“Io ti amerei comunque Uzumaki.”

Himawari lo guardò per un attimo per poi alzare un braccio verso Shikadai. Lui lo prese come un invito ad avvicinarsi, sdraiandosi accanto alla sua ragazza. Si guardarono semplicemente negli occhi, non dicendo assolutamente nulla, perché tutto quello che avevano da dirsi se lo erano già detti.

“Domani mi racconterai ogni cosa. Se provi ancora a dire che non potrei capire, utilizzerò il Byakugan su di te.”

Annuì a quella minaccia per niente velata.

Mai soprannome fu più azzeccato per te, Seccatura, o forse dovrei dire Red-Hot-Blooded Hanabero.

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Capitolo 8
*** Sabbia ***


cap

“Quindi? Sto aspettando.”

Himawari si era seduta su una coperta, messa precedentemente sopra la duna. Aveva deciso che certe rivelazioni era meglio che se le facessero fuori dal villaggio. Per questo aveva deciso di andare nel deserto, solo lei e Shikadai.

Guardò il suo fidanzato sedersi di fronte a lei, incrociare le gambe e guardarla a sua volta.

Perché devi essere così bello e anche così stupido, Nara?

“Tuo padre, l’Hokage, ci aveva mandati a recuperare una spia del Villaggio del Suono che si era introdotta nel nostro Villaggio e aveva rubato delle pergamene importanti. Non ti nascondo che è stata estenuante come missione. Avevamo pochi indizi e due giorni di distanza dalla spia.”

Himawari ascoltava attentamente il racconto di Shikadai, non distogliendo lo sguardo. La debole fiamma della candela che si erano portati illuminava flebilmente le loro figure.

“Riuscimmo a raggiungerla dopo una settimana di viaggio, proprio al confine con il Villaggio del Suono. La trovammo da sola, davanti ad un fuoco acceso e la bloccai immediatamente con la tecnica del controllo dell’ombra. Inojin e Chocho la legarono. Purtroppo per noi la spia cominciò ad urlare, tanto che dovemmo tapparle la bocca. Inojin si beccò un bel morso sulla mano, e anche il bavaglio fu inutile.”

“E allora come avete fatto? Cosa c’entra il bacio che le hai dato?”

Shikadai sospirò, prendendo fra le sue mani una mano di Himawari, stringendola.

“Quando pensammo di essere spacciati, scoperti, la spia se ne uscì con una richiesta strana. Disse di volere un bacio, una sorta di ultimo desiderio di qualcuno che era stato catturato. E lo chiese a me.”

“Perché? Perché tu e non Inojin?”

“Lo ha voluto da me perché disse che ero la mente del gruppo e avrebbe cominciato ad urlare di nuovo se non l’avessi accontentata. Solo per questo la baciai, per avere salva la pelle e tornare a casa. Il problema è che non facemmo i conti col fatto che le sue labbra fossero avvelenate. Meno male che avevamo con noi un antidoto per i veleni, o adesso non sarei qui a parlare con te.”

La Uzumaki strinse la mano del suo fidanzato, col cuore che le batteva troppo veloce nel suo petto.

“Perché non me lo volevi dire? Perché hai detto che non avrei capito?”

“Perché avresti dato di matto e l’avresti riempita di botte, mentre a noi serve viva.”

“Non è una scusa per non dirmi questa cosa! È stato meglio non dirmi nulla e rischiare di lasciarci?”

Shikadai spostò lo sguardo, fissando un punto impreciso della duna.

“E tu, allora? Perché non mi hai detto che sei la prossima forza portante?”

“Perché le forze portanti sono visti come dei mostri. Anche tuo zio e mio padre sono stati visti e trattati in questo modo, e solo dopo la quarta guerra ninja sono stati trattati come degli eroi, riscattandosi agli occhi delle persone. Io non ho nulla con cui riscattarmi, con la quale far capire alle persone che io sono sempre io, anche se sarò la prossima forza portante. Lo capisci, Shika? E se nel tuo clan ci fosse qualcuno che non accetterà questa cosa? Che vedrà la nostra relazione come qualcosa di sbagliato?”

“Ti prometto che nessuno penserà questo. Ti prometto che nessuno ti vedrà come un mostro.”

La tirò verso di sé e la strinse forte. Adesso non c’era più nulla che li separava.

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Capitolo 9
*** Iperattività ***


cap

“Shikadai? Che cosa stai facendo?”

Temari aveva appena sceso le scale e guardava suo figlio con occhi sbarrati. Erano le sei del mattino e suo figlio era ai fornelli a preparare la colazione.

Si stropicciò gli occhi, credendo di avere qualche allucinazione, ma quando li riaprì lo vide ancora lì, davanti a lei, e che la guardava con uno sguardo scocciato.

“Stai bene?”

“Colpa di Himawari. Ha detto che, per farmi perdonare, devo essere iperattivo per un giorno intero, facendo tutto quello che tu e lei mi direte di fare, senza protestare.”

“Quindi avete fatto pace.”

“Se per te questa si chiama pace.”

Più scocciato che mai per essere stato buttato giù dal letto troppo presto, Shikadai levò il riso dal fuoco, mettendolo a raffreddare dentro un bento. Temari sorrise compiaciuta. Aveva già dato per spacciata la relazione fra suo figlio e Himawari, e invece si era dovuta ricredere. Shikadai aveva fatto la cosa giusta, dicendo la verità alla Uzumaki e facendosi perdonare. Forse anche lei avrebbe preteso la stessa cosa da Shikamaru. Non c’era niente di peggio che obbligare un Nara ad essere iperattivo.

“Di chi è quel bento?”

“Per la Seccatura. Vuole che le prepari la colazione e poi vuole anche il pranzo. E sai cosa vuole per pranzo? Il ramen! Come diavolo si fa il ramen?!”

Temari si ritrovò a ridere sommessamente. Adorava Himawari, e adorava molto di più vedere come riusciva a comandare suo figlio. La maledizione dei Nara aveva colpito anche suo figlio.

“Ti è andata bene. Io a tuo padre avrei chiesto di essere iperattivo per almeno una settimana. Reputati fortunato.”

A Shikadai per poco non caddero le ciotole dalle mani. Una settimana per lui sarebbe stato troppo, sarebbe morto prima.

Ora capisco perché vanno così d’accordo queste due!

“Appena finisci la colazione, fai la lavatrice, sistema casa, lavala e puliscila, e poi prepara anche il pranzo per noi.”

“Aspetta un attimo…!”

“Ha detto che, per farmi perdonare, devo essere iperattivo per un giorno intero, facendo tutto quello che tu e lei mi direte di fare, senza protestare. Non lo avevi detto tu, prima?”

Il sorriso compiaciuto di sua madre fu la fine per lui. Sibilò un “seccatura” a denti stretti e continuò a preparare la colazione.

Promemoria: non cacciarmi mai più in questi guai.

 

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Capitolo 10
*** Vaniglia ***


cap

“Dove stiamo andando?”

Himawari correva dietro Shikadai, non capendo dove la stesse portando. Le aveva accennato che voleva farle vedere qualcosa che si trovava dentro al bosco di proprietà dei Nara, ma non le aveva detto altro. E lei, da brava curiosona, non era riuscita a frenare la serie di domande che gli fece, cercando di estorcergli qualche altra informazione.

“Per la milionesima volta, Seccatura, manca poco.”

Himawari sbuffò, mettendosi accanto al suo fidanzato, per poi ritrovarsi, un istante dopo, a terra.

“Ma che fai?!”

Shikadai l’aveva presa e fatta cadere per terra, mettendosi sopra di lei.

“Ora siamo abbastanza lontani.”

“Ma che…?”

Non riuscì a continuare che il Nara la baciò, rubandole il fiato. Si ritrovarono a baciarsi con foga, a stringersi talmente tanto da non lasciar passare nemmeno l’aria fra loro.

“Shika…”

Shikadai guardò Himawari. Il respirò affannato, le labbra rosse dovute ai baci e lo sguardo annebbiato da quella che doveva essere eccitazione.

“Ti voglio…”

“Ah…”

Il Nara cominciò a lasciare una scia bi baci sul collo della Uzumaki, la quale si ritrovò ad inarcarsi verso di lui e a far toccare il proprio bacino con quello del suo fidanzato.

“Adoro quando profumi di vaniglia.”

“Lo so…”

Himawari sorrise e con un colpo di reni si ritrovò in braccio al suo fidanzato, che poggiò le mani sui suoi fianchi.

“Ma adesso ‘sta zitto.”

L’ultima cosa che Shikadai vide, prima di lasciarsi trascinare dalla libido, fu il sorriso sensuale che Himawari gli rivolse.

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Capitolo 11
*** Boxer ***


cap

“Shika, tieni! Buon compleanno!”

Himawari porse il suo regalo al suo fidanzato, baciandolo davanti a tutti. Si allontanò da lui solo quando sentì un colpo di tosse proveniente da suo fratello Boruto.

“Smettiamola con queste smancerie, ok?”

Boruto era felice che sua sorella stesse con Shikadai, ma un po’ meno che si baciassero davanti a lui. Era sempre sua sorella, e lui ne era sempre geloso.

“Sei una seccatura, Boruto!”

“Che cosa h-…”

“Basta tutti e due. Shika, apri i regali.”

Himawari incitò il suo fidanzato ad aprire i regali davanti a tutti i suoi amici. Shikadai ricevette dei nuovi giochi, un set nuovo di shoji e dei kunai.

“Forza, manca il regalo di Hima. Scartalo!”

Sarada e Chocho si morsero le labbra per non ridere davanti a tutti. Sapevano benissimo che cosa Himawari aveva regalato al suo fidanzato e non vedevano l’ora di vedere la reazione di Shikadai.

Quando Shikadai scartò il regalo, rivelando un paio di boxer, calò il gelo nella stanza.

“Visto che belli? Ho pensato a te quando ho visto i cervi disegnati.”

“Sono renne.”

“E che differenza fa, scusa?”

Shikadai cercò di nascondere, ormai troppo tardi, il regalo della sua fidanzata, mentre nella stanza proruppe una risata fragorosa. Tutti loro erano scoppiati a ridere, incitati dallo sguardo di fuoco di Shikadai e lo sguardo angelico di Himawari.

“Comunque non ti preoccupare. I boxer sono della tua taglia, ma il vero regalo te lo darò stanotte.

“HIMAWARI, MALEDETTA SECCATURA, VIENI QUI!”

“SHIKADAI, CHE COSA VUOL DIRE QUESTA COSA?”

Himawari si ritrovò a fuggire dall’ira di Shikadai e quest’ultimo dall’ira di Boruto. Una scenetta talmente esilarante da lasciare tutti per terra, morti dal ridere.

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Capitolo 12
*** Cometa ***


cap

“Shika, Shika! Guarda, una stella cadente! Esprimi un desiderio!”

Shikadai chiuse gli occhi, stringendo la mano di Himawari nella sua. Aveva avuto tutto quello che poteva desiderare dalla vita: una famiglia sempre presente e pronto a spronarlo e dargli contro per farlo ragionare, una squadra affiatata, degli amici, e la sua Himawari. Cosa poteva chiedere a quella stella cadente?

Una cosa ci sarebbe…

“Fatto?”

Shikadai aprì gli occhi e si voltò verso la Uzumaki, annuendo semplicemente.

“Cosa hai chiesto?”

“Non si dicono i desideri. Poi non si avverano.”

Himawari gonfiò le guance, indispettita dalla frase del suo fidanzato. Perché non poteva dirle del desiderio?

“E tu? Cosa hai desiderato?”

“Prima devi dirmelo tu.”

Il Moro alzò gli occhi al cielo, ma sorrise.

“E va bene, ma prima devi chiudere gli occhi.”

La corvina fece come gli era stato chiesto di fare, chiudendo gli occhi, mentre Shikadai estraeva dalla tasca un cofanetto. Lo aprì e chiese alla sua fidanzata di aprire gli occhi. La prima cosa che Shikadai vide fu la sorpresa negli occhi di Himawari.

“Hima… ti andrebbe di passare il resto della vita con me?”

“M-mi stai… mi stai ch-chiedendo d-di sp-sposarti?”

Himawari si ritrovò senza parole, a balbettare proprio come succedeva a Hinata i primi tempi con Naruto. Shikadai, di contro, si portò una mano dietro la nuca, paonazzo in volto. Aveva provato quel discorso per settimane davanti allo specchio, quando era sicuro che in casa non ci fosse nessuno.

“Sì, se t-…”

“Hai appena fatto avverare il mio desiderio.”

Questa volta toccò a Shikadai rimanere senza parole, col fiato che gli si mozzò nel momento esatto in cui vide il sorriso di Himawari. Un sorriso bellissimo e tutto per sé.

“Quindi è…”

“Certo che ti voglio sposare!”

Con mani tremanti le mise l’anello al dito, per poi baciarla. Non avrebbe mai pensato che il suo desiderio si avverasse così in fretta.

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Capitolo 13
*** Tuono ***


cap

“Mi accetteranno, secondo te?”

“Perché non dovrebbero, scusa?”

“Lo sai.”

Himawari e Shikadai stavano fuori la sala delle riunioni, dove si erano riuniti per l’occasione tutti i Nara. Shikamaru e Temari erano dentro a tenere la riunione, lasciando fuori i due ragazzi. Himawari sapeva benissimo che un argomento del giorno sarebbe stato la sua entrata nel clan Nara, e aveva il terrore che non l’accettassero. Shikadai come anche Shikamaru e Temari avevano cercato di tranquillizzare la corvina in tutti i modi, invano.

La paura dell’Uzumaki era una paura sorda, di quelle che non faceva dormire la notte e che faceva ammalare. Sapeva bene che non tutti sarebbero stati d’accordo e non voleva che il suo fidanzato e la sua famiglia litigassero per colpa sua. Ecco perché quella sera si era tenuta una riunione straordinaria. Shikadai aveva chiesto a Himawari di sposarlo, era normale che anche il clan ne fosse informato.

“Stai tranquilla. Vedrai che…”

Ma quello che disse Shikadai fu annullato dal lampo, seguito dal tuono, che rimbombò per tutta la città. Aveva iniziato a piovere copiosamente, con lampi e tuoni. La corvina strinse le mani a pugno, cercando di calmarsi, ma fu tutto inutile quando la porta si aprì e Temari fece segno ai due di entrare.

Shikadai guardò per un istante Himawari e poi la prese per mano, entrando nella stanza circolare. Tutti i componenti del clan Nara erano presenti e li guardavano impassibili. C’era anche Yoshino, la nonna di Shikadai, che le sorrise impercettibilmente. Il moro guardò suo padre, che annuì, e si rivolse verso i componenti della sua famiglia.

“Io, Shikadai Nara, chiedo di poter avere la vostra benedizione per poter sposare la qui presente Himawari Uzumaki.”

Si inchinò appena, e tutti gli occhi si posarono su Himawari, le cui gote si tinsero di un leggero rossore.

“Abbiamo saputo che lei, Uzumaki, sarà la prossima forza portante della volpe a nove code. Perché dovremmo accettarla nella nostra famiglia? Chi ci assicura che la volpe non prenderà il sopravvento su di lei?”

La terra cominciò a vacillare sotto i piedi di Himawari. Era sicura che sarebbe uscito l’argomento, che gliele avrebbero fatto un problema. Strinse impercettibilmente la mano di Shikadai, forse per trovare coraggio.

“Nessuno potrà garantirvelo, nemmeno io, ma state sicuri che farò in modo che ciò non avvenga, per il bene del Villaggio della Foglia. Vi chiedo di potermi accettare.”

Inchinò leggermente il capo, chiudendo gli occhi. Li riaprì solo quando sentì una mano posarsi sulla sua spalla. Di fronte a lei stava Yoshino, che le sorrideva.

“Benvenuta in famiglia, Himawari Uzumaki.”

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Capitolo 14
*** Fragole ***


cap

“Shikadai-kun, puoi sederti se vuoi.”

Hinata gli aveva sorriso gentilmente, cercando di mettere il ragazzo a suo agio, cosa che invece non stavano facendo Naruto e Boruto. Non perché non gli piacesse Shikadai, ma perché Shikadai aveva appena chiesto a Naruto la mano di sua figlia. Gli aveva detto che era venuto lì per chiedere a Naruto di sposare sua figlia, che l’amava e l’avrebbe resa felice.

Naruto, di contro, era rimasto paralizzato, non sapendo che cosa fare, ma soprattutto cosa dire. Era stato trascinato da Hinata sul divano, facendolo sedere, mentre Boruto era rimasto appoggiato alla parete tutto il tempo, non distogliendo lo sguardo dal suo amico.

“Quindi vuoi sposare la mia bambina.

“Sì.”

Naruto si voltò verso la figlia. La vide prendere una fragola e mangiarla.

“Ho solo una domanda fa farvi. Aspettate un bambino?”

Himawari si strozzò con la fragola, mentre Shikadai con la saliva. Entrambi paonazzi, dopo aver tossico per qualche minuto, guardarono Naruto come se avesse appena detto qualche bestemmia.

“Ma cosa vai dicendo, papà?!”

“Come che cosa sto dicendo? Avete venti e ventidue anni! È normale che pensi queste cose!”

Himawari borbottò qualcosa di incomprensibile, mentre Hinata sorrideva gentilmente.

“Naruto-kun…”

L’Hokage sospirò per poi alzarsi in piedi e fare cenno a Shikadai di fare altrettanto. Quest’ultimo non si era mai sentito così a disagio in tutta la sua vita, nemmeno quando lo aveva detto ai suoi genitori. E dire che di sua madre aveva una paura folle, ma dell’Hokage, padre della sposa, ne aveva allo stesso modo.

“Benvenuto in famiglia, Shikadai.”

Naruto gli sorrise, lo stesso identico sorriso che aveva anche la sua Himawari. Fu automatico per lui sorridere di conseguenza, anche quando si ritrovò per un attimo abbracciato all’Hokage. Naruto aveva un modo tutto suo di esternare le sue emozioni.

“Boruto?”

Himawari si avvicinò al fratello, porgendogli una fragola.

“Guai a te se la fai piangere, sono stato chiaro?”

“Cristallino.”

Ma la mano che gli porse e il sorriso che gli fece fecero capire a Shikadai di essere appena stato accettato.

“Benvenuto in famiglia, amico mio.”

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Capitolo 15
*** Kimono ***


cap

“E se non dovesse presentarsi?”

“Quando si tratta di mia sorella diventi proprio stupido, Shikadai.”

“E se se ne dovesse pentire?”

“Stai farneticando.”

C’erano proprio tutti quel giorno. Boruto e Inojin erano accanto a lui, cercando di farlo ragionare. Shikadai si sentiva euforico e preoccupato al tempo stesso. Non riusciva a capire, a distinguere il suo stato d’animo viste le diverse emozioni che stava provando.

“Guarda chi c’è.”

Shikadai si voltò e vide Himawari con Naruto che venivano verso di lui. Himawari era semplicemente stupenda in quel kimono bianco e i capelli legati in una morbida crocchia che glieli sollevava. Sul viso, uno splendido sorriso, tutto per lui.

“Che ragazzo fortunato il nostro Shikadai.”

Il ragazzo in questione scoccò uno sguardo di fuoco al discendente Yamanaka che sorrise divertito.

Tutte le persone presenti assistettero ad un bellissimo matrimonio, augurando agli sposi tanta felicità e congratulandosi con i rispettivi clan.

E tutti, ad un certo punto, poterono vedere Shikadai sbiancare e cadere a terra, svenuto.

“Cosa è successo?!”

Tutti quanti si ammassarono verso i due sposi, ma Himawari sorrise divertita, facendo una breve carezza al suo sposo.

“Niente di che. Gli ho semplicemente detto che fra otto mesi diventerà papà ed è svenuto dalla forte emozione.”

Inutile dire che Naruto, Boruto e Shikamaru ebbero la stessa reazione di Shikadai, svenendo davanti a tutti. Solo Hinata e Temari sorrisero compiaciute, abbracciando la Uzumaki, mentre tutti cominciarono a congratularsi.

“Tu sì che sai come far impazzire mio figlio.”

“Temari-san, non è mica colpa mia se suo figlio è masochista.”

Temari sorrise. Pensava di non poter essere più felice e invece si sbagliava. Sarebbe diventata nonna e avrebbe avuto un altro Nara per casa. Anche Hinata riusciva a contenere a stento la sua felicità. Sua figlia era un uragano di sorprese, proprio come il suo Naruto.

Vi auguro una vita meravigliosa.

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