i promessi sposi

di Mostridentrome
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La promessa ***
Capitolo 2: *** Sposi ***



Capitolo 1
*** La promessa ***


L'aria era gelida in quel freddo mattino d'inverno. Lucia si strinse ancora di più nel suo scialle di lana e, sussurrano dolci canzoni di chiesa, immersa nei suoi pensieri si diresse verso la piazza. La neve aveva iniziato a scendere a fiocchi grossi e morbidi, e mentre i bambini attorno alla ragazza cercavano di afferrare quel candore con la lingua, lei passava come un'angelo che solca lo splendore dei cieli. Salutò cortesemente le persone grigie nel bianco paesaggio, distogliendo solo un attimo gli occhi dal proprio cuore per dedicargli al mondo intorno a lei. Cosa vedeva il suo animo per poterla assorbire così? Vedeva un volto dai caldi occhi nocciola, incorniciato da dei capelli corti e morbidi e da una giovane barba ben tenuta, dai lineamenti dolci e gentili, dalla pelle leggermente abbronzata dal duro lavoro e dall'onestà fatica: il viso di Lorenzo, o come dicevan tutti, Renzo. Le veniva in mente spesso in quei giorni, e ogni volta che ci parlava, ogni volta che lo guardava, il suo cuore pareva salire tra le fredde correnti ascensionali per poi rifugiarsi in un mare di pura emozione. Era innamorata? Si. Aveva deciso di ammetterlo. Lo amava. Amava i suoi gesti. Amava il suo sorriso. Amava le sue parole. La sua anima. Lui. Stava riflettendo su quello che provava per quel buon giovane quando qualcuno le afferrò dolcemente il braccio -Salve,Lucia!- disse la voce che più in quei mesi aveva bramato. -buongiorno Renzo- gli sorrise dolcemente lei, sentendosi divampare sotto quegli occhi caldi. - finalmente vi ho trovata,Lucia! Sono passato poco fa a vedere se eravate in casa, ma la cara Agnese mi ha detto che eravate diretta in piazza a prendere del pane - disse Renzo, rivolgendole un sorriso radioso - vi ho trovata! Devo dirvi una cosa. Devo parlarvi Lucia...si, devo parlarvi! - - ma il pane...- - a quello ci può benissimo pensare la cara Agnese! -. Lucia allora sussurró un timido - si -. Cosa voleva dirle? Lui le offrí il braccio e lei titubante accettò. Iniziarono a passeggiare nel silenzio della neve, allontanandosi dalla strada che conduceva alla piazza. Renzo cercava le parole adatte, mentre Lucia aspettava tranquilla, basandosi della vicinanza con il suo innamorato. Poteva sentire tutto il calore di quel braccio forte che le scaldata il cuore e che faceva esplodere, come un fiore rosso sboccia, la confusione nella sua mente. Il giovane rimuginava su come dirle ció che più voleva. Ma come? Si era preparato mille discorsi prima di incontrarla, era stato sveglio delle notti, osservando la luna e rendendosi semplicemente conto che in quel pallido volto distante poteva veder riflessa una sola immagine: il viso bianco e puro di Lucia. Il vento intorno a loro iniziò a fischiare sempre più forte man mano che si avvicinavano alla fine del paesino. Quando si ritrovarono pienamente immersi nelle onde delle colline innevate, passeggiando sulle antiche strade dei campi, un soffio di vento più potente degli altri alzó violentemente l'orlo della gonna di Lucia, che rabbrividì dal freddo. Renzo allora fece una cosa istintiva: le si avvicinó e le avvolse le spalle con le braccia, in un abbraccio caldo e sincero. Lucia si irrigidì dalla sorpresa, diventando rossa in volto. Si fermó un secondo, ascoltando il cuore di Renzo in lontananza, poi la decenza le impedì di restar ferma e si dimenò, imbarazzata. Lui la lasciò andare subito, pentendosi della sua sfrontatezza. Lucia abbassò lo sguardo e il giovane finalmente si decise a prendere coraggio. - Lucia - iniziò, avvicinandosi al suo viso - mi dispiace. Non so cosa mi sia accaduto...anzi! No! Oh, per la miseria! Voi mi fermate il cuore Lucia, ecco la verità. Vedete, so di non esser poeta, di non esser bravo in parole, ma...io vi voglio molto bene, Lucia...io...penso di amarvi! - disse lui, pronunciando le ultime parole con una tale decisione e un tale fervore che Lucia sentì il suo cuore librarsi in alto, più in alto in quanto fosse mai stato, raggiungendo le calde stelle oltre le nere coltri. - via amo - sussurrò ancora Renzo, sorridendo radioso, come se si fosse tolto un peso che da troppo tempo si portava dentro. Lucia alzò timidamente il volto, gli occhi neri di leggiadra cerbiatta erano luccicanti. Renzo allora non capì più nulla: infischiandosene della neve si inginocchia, assaporò addirittura il freddo che gli incendiava le ginocchia e finalmente la sua anima ottenne quella domanda che da tempo voleva porre - volete sposarmi, Lucia? -. La mano calda di lui afferrò quella gelida di lei. Il mondo si fermò. Rimasero solo due cuori a battere selvaggi nel silenzio innevato. - Si! - un singhiozzo di gioia empì l'aria, facendola a pezzi e lasciando cadere quei pezzetti di nulla trasparente. Renzo si alzò di scatto e afferrandola per la vita la sollevò nel vento, verso il sole che iniziava a squarciare le nuvole bianche, più che convinto che quella luce fosse l'unico posto ove la sua Lucia fosse degna di stare. Lucia fece cadere una lacrima salata sulle labbra aperte nel più luminoso dei sorrisi del ragazzo, che la rimise a terra e, commosso e felice come non mai anche lui, la abbracciò stretta. Questa volta Lucia sentì che non v'era decenza che potesse più fermarla, e si rannicchiò radiosa sul cuore di lui, entrando nella sua anima come il sole entra trionfante ogni mattino nei pallidi cieli del mondo.

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Capitolo 2
*** Sposi ***


Il giorno era appena nato, e il sole stava lentamente sollevando le sue lenzuola di tenebre all'orizzonte, levandosi dall'infinito letto del mare per risplendere, costante e meraviglioso, nel cielo. L'aria era lievemente pungente, come giusto sia in un pigro Novembre lombardo. Lucia attendeva all'entrata dell'orto di casa sua, avvolta in un pesante scialle di lana, che le copriva le spalle magre e forti. Non v'era nessuno per strada, probabilmente perché ancora troppo presto per andare a lavorare. Presto si sarebbe svegliata anche sua madre Agnese e, dopo non molto, sarebbero sopraggiunte anche le sue amiche, zelanti di vestirla, di porle domande e di ammirarla nella sua grazia e timore d'esser sposa. Ma lei si era buttata giù dal letto prima di tutto questo per una sola cosa: il suo amore, Renzo, che aveva promesso di passare a trovarla prima dei fatti del gran giorno. Buttarsi giù dal letto è una parolona: non aveva chiuso occhio per tutta la notte, in verità. Mille dubbi l'avevano tormentata: come sarebbe stato esser sposa? Ne sarebbe stata all'altezza? Inoltre il suo pensiero, benché allenato ad esser puro e casto, correva costantemente alla prima notte di nozze, di cui tante sue amiche avevano spesso fatto riferimento tra risatine e mistero. Lei diventava rossa al solo pensiero di lei e Renzo sdraiati vicini, nello stesso letto... E infine v'era stato un'altro pensiero, un pensiero cupo e tenebroso che non aveva rivelato a nessun'altro che al suo confessore di fiducia, ovvero padre Cristoforo. Un rumore di passi in lontananza la fece riportare alla realtà: era Renzo che, allegro anche se visibilmente insonnolito, s'avanzava in fretta. Lucia ricordò quando, lo scorso Dicembre, le aveva proposto di sposarla inginocchiato sulla neve, come un bambino che gioca con una sua coetanea ad un gioco più grande di lui. E lei, ingenuamente, aveva detto si, proprio come una bambina. Poi fino a primavera s'erano parlati molto, si erano amati con gli occhi e col cuore, erano stati sempre insieme, e all'inizio dell'estate lui si era nuovamente inginocchiato davanti a lei, però con questa volta stretto in mano un anello d'argento, che aveva sancito pubblicamente e una volta per tutte quella promessa fatta nella neve mesi prima. Lui arrivò davanti a lei, e ne osservò ammirato i tratti: la pelle pallida e delicata come la porcellana più fine, il viso ovale e angelico, con quelle labbra rosso sangue, gli occhi azzurri e profondi, velati e resi ancora più preziosi da un'accesa spiritualità, i capelli neri come le ali delle gazze ladre, intrecciati frettolosamente in una spettinata treccia. Lucia lo salutò per prima - buongiorno Renzo - sorrise timidamente. Lui in tutta risposta la abbracciò stretta, schiacciando il suo forte petto sui seni tondi e prosperosi di lei. Lucia ebbe un'attimo di esitazione, poi gli gettò le braccia al collo. Rimasero così per pochi, infiniti secondi, gustando la loro felicità come una caramella dolce, che si succhia poco a poco. Poi Renzo sciolse Lucia da quell'abbraccio e, sempre tenendole la stretta vita con le mani, la guardò in viso -Lucia, amore mio, siete bellissima! - sussurrò. E aveva ragione. Brillava nel suo candore, e il leggero turbamento che spesso si vede nelle spose le accresceva quella modesta e quotidiana bellezza, che nonostante fosse incrostata dalla povertà e dalla miseria, spendeva potente. Lucia arrossì al complimento dello sposo - siete esagerato, Renzo. Chissà che occhi neri devo avere, non ho dormito per tutta la notte...- Renzo le baciò le palpebre, sussurrando - siete pefetta, e siete mia, Lucia. Che ho fatto io per meritare l'onore di avervi solo per me? -. Lei lo guardò maliziosa -non sono ancora vostra - - lo sarete presto. Dopo essermi preparato, andrò subito a casa di don Abbondio e gli chiederò l'ora di andare in chiesa. Non posso più aspettare, non vedo l'ora di esser legato per sempre a voi, amore - disse frenetico Renzo - neppure io ho dormito molto questa notte,Lucia! Continuavo a pensare a noi, al nostro futuro insieme, alla nostra casa, ai nostri figli... - e qui le guance del giovane divennero un po' più rosee, mentre quelle di Lucia sprofondarono nel rosso più assoluto. Renzo se ne accorse e non poté far altro che sorridere e accarezzarle la guancia - anche tu hai pensato a questo, vero? Voglio avere tanti bambini, Lucia. Sarai una madre perfetta, una sposa perfetta... Dio, è tutto perfetto! - continuò euforico lui. Ma a quei progetti sul futuro, quell'implicito e lontanamente presente parlare di sesso e amor carnale, fece scendere su Lucia un'ombra terribile, che si impadronì del suo volto, spegnendone lo splendore. - tutto bene, amore? - chiese Renzo, a cui non sfuggì il cambiamento della sposa -niente- sussurró evasivamente Lucia, distogliendo lo sguardo dal promesso - sono nervosa, ecco tutto. Un così grande cambiamento... tutti questi progetti sul futuro...-. Lui le prese gentilmente il mento tra le dita e fece voltare quel vasetto angelico verso il suo - e non ne siete felice? - chiese, sorridendo. Lucia rispose con un candido sorriso - come potete chiedermelo, Renzo? Certo che sono felice! Credo che questo sarà il giorno più felice della mia vita! Oh Renzo... staremo finalmente insieme... - - sempre- concordò il giovane. Una voce si levò dalla casa alle loro spalle. -Lucia! Lucia! Dov'è la nostra sposina? - chiamava Agnese. - Devo andare. Presto verranno le amiche a prepararmi - si scusò la ragazza, voltandosi per correre subito dentro casa, onde non farsi trovare dalla madre a chiaccherar così presto con il promesso sposo. Ma Renzo la afferrò con decisione per un polso e con dolcezza la attirò a sé, e si fiondò ad occhi chiusi sulle labbra rosse e succose. Lucia emise un piccolo gemito di protesta, guardandosi intorno con gli enormi occhi azzurri vigili e aperti, per controllare non arrivasse nessun spione ad osservarli. Renzo le infilò la lingua oltre i denti, esplorandole la bocca in un bacio profondo e, a suo modo, tremendamente sensuale. Era la prima volta che lo faceva, e Lucia sentì un temuto fuoco bruciarle dentro. Chiuse gli occhi, vinta da tanta passione, si lasciò spingere dal giovane sulla parete del muro dell'orto alle loro spalle. Lui allungò le mani, toccandole con riverenza il fianco, per poi scendere e soffermarsi sulle gambe leggermente aperte, ossute e lunghe sotto la pudica gonna bianca. Poi si staccò d'impatto da lei, cosciente di essere andato troppo oltre. Lucia aprì di scatto gli occhi e lo fissò terrorizzata. Era ancora più bella di prima: i capelli nerissimi scompigliati, le guance rosse oltre ogni dire e le labbra lucide. Renzo le diede un bacio sulla fronte e, imbarazzato da quel bacio così focoso, le si allontanò dicendole - vi amo! -, quasi correndo via da quella pudica tentazione. Lucia sorrise scoinvolta e, piena di quel fuoco sconosciuto, andò verso casa sua, pronta ad essere accolta nelle braccia della madre.

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