Quattro matrimoni e un funerale per conquistarla

di Amy2205
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Colpo di fulmine ***
Capitolo 2: *** Uniti e separati ***
Capitolo 3: *** Matrimonio con sorpresa ***
Capitolo 5: *** Felici e contenti ***



Capitolo 1
*** Colpo di fulmine ***


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COLPO DI FULMINE
In cui Ron e Hermione si sposano e Draco si innamora


 
 
La guerra era finita e con quella anche la paura che da anni abitava le menti delle persone. La prigione di Azkaban si era ritrovata piena zeppa di mangiamorte, tra cui Lucius Malfoy. Hogwarts era stata ricostruita a tempo di record e le lezioni erano ricominciate presto. Nell'aria si respirava a pieni polmoni calma, tranquillità e pace. Una pace infinita, duratura, che era costata la vita di molte persone, come Albus Silente, Severus Piton, Fred Weasley, i coniugi Lupin e molti altri ancora, la lista era infinita. Le famiglie ne erano uscite spezzate da quella guerra di sangue, ma ora piano piano, tutto stava tornando come prima.
La famiglia Malfoy era caduta in rovina con la morte di Voldemort. Lucius era stato rinchiuso in una cella di Azkaban di cui era stata buttata la chiave, Narcissa aveva fatto tutto il possibile per salvare il figlio da un destino cupo e rovinoso, ma dopo qualche mese dalla fine della guerra aveva deciso di togliersi la vita, tanta era la sua preoccupazione. Fu un duro colpo per Draco che però, grazie alla madre, ma anche ad Harry Potter, era stato assolto da ogni colpa e da quel momento aveva fatto di tutto pur di migliorare la propria reputazione. Aveva finanziato la ricostruzione di Hogwarts, aveva fatto del volontariato negli orfanotrofi e infine si era iscritto all'università magica, cercando nello studio, un po' di pace dal suo passato di mangiamorte. All'università aveva così ritrovato vari compagni di scuola, con cui ora aveva costruito un legame indissolubile. Tra quegli amici spiccavano: Astoria Greengrass, la sua migliore amica, una ragazza molto carina e molto diretta. Era una buona ascoltatrice e sapeva elargire ottimi consigli, inoltre aveva un umorismo molto piccante, dote che a Draco non dispiaceva affatto. C'erano poi Theodore Nott e Blaise Zabini, che ai tempi di Hogwarts avevano condiviso il dormitorio con il bel biondo. Infine c'erano Luna Lovegood, di cui Draco apprezzava l'ingenua follia e Neville Paciock con cui l'ex-serpeverde, aveva legato molto, scoprendolo così un ragazzo molto intelligente e per niente sciocco come lo reputava. 
Questa era l'allegra banda che animava i corridoi dell'università, faceva tribolare i professori e suscitava ammirazione tra gli studenti più giovani. 
Dopo poche settimana i sei ragazzi avevano deciso di andare a vivere insieme, in una casa nei pressi di Londra, dividendosi le spese e aiutandosi a mantenere l'abitazione ordinata e quantomeno pulita. Oltre ad aver trascorso sette anni ad Hogwarts ed aver partecipato alla guerra, i ragazzi erano accumunati da un altro fatto: l'essere sempre e costantemente single. Certo, essendo tutti dei ragazzi belli e brillanti, ognuno di loro aveva degli ammiratori/ammiratrici, eppure i sei preferivano la vita libera da impegni sentimentali. Ed è proprio grazie a questa loro decisione che questa storia nasce.
 


Era il 2 Agosto e tutta la Londra magica era in subbuglio. In quel sabato caldo e soleggiato, Ron Weasley ed Hermione Granger si sarebbero sposati, coronando un amore che era cominciato ai tempi di Hogwarts, tra i banchi di scuola. Per l’occasione tutti i maghi più importanti si erano liberati dei propri impegni e centinaia di giornalisti avrebbero presenziato alla cerimonia. La notizia eclatante era che Hermione Granger aveva deciso di avere come testimone Draco Malfoy. Esatto! Quel Draco Malfoy! Molti si chiesero come mai di questa scelta e la maga non tardò a dare spiegazioni.
 
-Io e Draco ci conosciamo da molto tempo e se non fosse stato per lui, probabilmente Harry sarebbe caduto in mano a Voldemort. Pochi si ricordano di lui, altri preferiscono etichettarlo con il nome di ‘mangiamorte’ e io voglio far capire a tutto il mondo magico, quanto in realtà c’è di buono in lui!-
 
Così aveva spiegato alla Gazzetta del Profeta, qualche mese prima.
Ma ora torniamo al giorno del matrimonio, nella casetta di Malfoy.
 

Driiiiiiiiin Driiiiiiiiiiiiin

La sveglia piccola e bianca sul comodino di Draco cominciò a suonare, provocando un gran baccano nella camera da letto. Era l'alba di un giorno d'estate e pochi ma possenti raggi di sole, filtravano dalle veneziane verdi e sgualcite. 
 Il biondo avrebbe tanto voluto ignorare quel trillo fastidioso e acuto, ma quel giorno era stato invitato a un matrimonio e non poteva tardare.
 
I Malfoy non erano mai in ritardo!
 
Si mise a sedere sul grande letto e la spense, si passò una mano tra i folti capelli e si sfregò gli occhi, cercando di svegliarsi scuotendosi di dosso quei rimasugli di stanchezza che ancora lo attiravano verso il comodo materasso. Dopo poco si alzò di scatto e si chiuse in bagno. Accese il getto della doccia e cominciò a meditare su come vestirsi. 
Quello sarebbe stato un matrimonio importante! Draco doveva apparire perfetto! Doveva ricoprire un ruolo importante e fondamentale per la sua reputazione, che andava ogni giorno migliorando.
E pensando a dove fosse finito il suo smoking delle occasioni importanti, si imbalsamò i capelli.
 

Nel frattempo nella stanza accanto Astoria, ancora in camicia da notte, stava decidendo l'abito da indossare. Aveva i capelli raccolti in una morbida crocchia, che lasciava scivolare lungo le spalle alcune ciocche. Si girò verso il letto, dove erano stesi due abiti del tutto diversi tra loro. Uno era bianco e lungo, con delle fantasie verde scuro a decorare il corpetto e la gonna fatta di balze in raso. L'altro era arancione, come i tramonti che le piaceva tanto ammirare dal balcone della cucina, con una piccola cintura ora e le maniche lunghe fino al gomito fatte in frangia. 
Astoria sbuffò, massaggiandosi il collo. Voleva essere bella, perfetta. Voleva che lui la notasse. 

Lui...
 
E così la bella ragazza si perse in mille pensieri su un ragazzo che non la meritava.


Theodore, che tra i sei era il più organizzato, era già pronto da dieci minuti. Così, seduto in salotto, attendeva che gli amici si presentassero nei loro abiti più belli. Theo era un ragazzo timido, aveva sempre fatto fatica a trovare amici che accettassero il suo essere sempre silenzioso. Eppure adesso, era legato a quella banda di matti. Era il punto di appoggio di tutti, il papà di quella bizzarra famiglia, il medico, il cuoco, il paciere quando scoppiavano dei bisticci. Senza di lui i ragazzi erano tutti persi. Sorrise, veramente felice, di aver trovato la sua posizione in quella compagnia.
 
 
Neville intanto in cucina armeggiava con la colazione. Non era un abile cuoco, gli piaceva fare esperimenti in cucina, scatenando l'ira delle ragazze. Ancora non ci credeva di condividere la casa con dei serpeverdi, ma era importante ora la cosa? 
Non erano più ad Hogwarts, le casate non erano più un'etichetta. Sorrise di quella situazione bizzarra. Se prima odiava Draco Malfoy, ora ci condivideva la camera, e infondo non gli dispiaceva neanche. Il biondo era una persona molto simpatica ed anche riservata, rispettava lo spazio vitale di Neville e mai lo infastidiva.
 
 
Luna era tra tutti la più bizzarra. Ne era cosciente, ma nessuna la prendeva in giro. Era tutto cambiato da Hogwarts. A quei tempi i serpeverde le nascondevano i vestiti e le altre casate le stavano lontano. Ora si trovava a dividere la stanza con Astoria e doverla consolare quando Lui non la calcolava. C'erano poi i maschi che l'aiutavano con le lezioni di pozioni e Neville con cui passava intere serate a parlare da argomenti razionali a quelli più folli, come i nargilli.
Prese la borsetta nera, piena di perline tintinnanti e si sedette sulla poltrona della veranda. Guardò attentamente il giardino, che Neville curava con tanta passione ogni giorno, e così in quella Londra immersa nei cinguettii e seduta sulla comoda poltroncina, Luna si addormentò.
 
 
 
Theo, Blaise, Astoria e Neville aspettavano l'arrivo di Draco e di Luna nel salotto. Ignoravano però che il biondo fosse in preda a una crisi di panico sul vestito da indossare, mentre la ragazza si era appisolata nel giardino. 
Theo si stava innervosendo, arrivare in ritardo sarebbe stato umiliante e molto imbarazzante, inoltre dovevano passare a prendere Aberforth, che di sicuro era già nel vialetto di casa a lamentarsi del ritardo. 

-Prenderanno la macchina- sbottò Theo innervosito e così i ragazzi furono costretti a salire sul furgoncino, senza la compagnia dei biondi.
 
 

Quando Draco si guardò allo specchio, finalmente soddisfatto del suo look, lanciò una rapida occhiata alla sveglia.
 
10:20
 
-Oh cazzo- imprecò, afferrando una giacca e cercando il resto della famiglia per la casa.
 
Trovò però l'abitazione vuota, eccetto per quella stramba di Luna che dormiva come un neonato in veranda. Bruscamente Draco la strattonò, mostrandole l'ora e continuando a urlare quanto fossero in ritardo. Svelti salirono sul maggiolino rigorosamente nero di Draco, che però quel giorno non ne voleva sapere di partire.
 
-Cazzo- ripeté il biondo, che stava andando in iperventilazione -Prendiamo la tua- disse a Luna uscendo dalla macchina.

-Ma non cammina! Arriveremo tardi- ma quelle parole non arrivarono mai alle orecchie di Draco che si era già sistemato nella vecchia citroen rossa.
 
 
Dopo mille peripezie i ragazzi erano arrivati al matrimonio. Luna con estrema calma era entrata in chiesa e si era seduta vicino agli amici. Draco invece era entrato poco prima di lei, correndo e sistemandosi alla bella e meglio la giacca, beccandosi le occhiatacce da parte degli amici e diversi risolini da parte delle giovani maghe, che lo stavano mangiando con gli occhi.
Si sedette vicino a Harry Potter, testimone di Ron e aspettò l’arrivo della sposa, che dopo pochi minuti fece il suo ingresso, lasciando senza parole l’intera assemblea.
Portava un lungo vestito bianco, le spalle erano coperte dal pizzo che intrecciato formava tanti fiorellini. Il velo gettato all’indietro lasciava vedere il viso lievemente truccato e i capelli soffici, intrecciati in un elaborato cucù. Tra le mani reggeva un bouquet di rose rosse. Sorrideva come non mai e quasi si mise a ridere quando si trovò a fianco di Draco Malfoy che la guardava con un misto di tenerezza e gelosia.
 
Un giorno anche io mi sposerò...
 
Il prete cominciò a parlare ed Hermione, che saltellava nervosa si voltò verso Draco.
 
-Spero tu non abbia dimenticato le fedi- gli disse sorridendo e facendogli l’occhiolino.
 
-No, per chi mi hai preso Granger?- rispose lui tastandosi la tasca della giacca, mentre Hermione si voltava nuovamente per ascoltare il prete.
 
Draco però non percepì nulla dalla tasca e cominciò a ravanare in quelle dei pantaloni. Non c’era nulla. Aveva lasciato le fedi a casa. Perse un battito e cominciò a sudare freddo.
 
-Cazzo!- imprecò a bassa voce, attirando un’occhiataccia di Harry.
 
Draco però non ci fece troppo caso: era nei guai. Si voltò per osservare i suoi amici che lo stavano guardando ridendo.
 
-L-E F-E-D-I – disse sussurrando e cercando di scandire il meglio possibile.
 
Gli amici lo osservarono sorridendo e lo salutarono.
 
Non hanno capito nulla!
 
Harry intanto lo stava osservando male.
 
-Non osare rovinare questo giorno Malfoy- gli sussurrò all’orecchio.
 
Draco annuì e cominciò a cantare insieme al resto dell’assemblea. Poi quando vide che Harry sembrava essersi calmato, si voltò nuovamente.
 
-LE F...E...D...I- disse nuovamente.
 
Neville lo vide e capì tutto. Si passò una mano tra i capelli e si trattenne dal ridere.
 
Possibile che sia così pasticcione?!
 
-Draco ha dimenticato a casa gli anelli, bisogna fare subito qualcosa- sussurrò all’orecchio di Aberforth.
 
-Cosa ha fatto?!- tuonò lui, massaggiandosi la barba e ricevendo un pugno da Astoria che lo invitò ad abbassare la voce.
 
-Malfoy ha dimenticato a casa le fedi!- spiegò alla ragazza, che guardò verso l’alto.
 
Chissà perché me l’aspettavo...
 
Si tolse subito l’anello in fine argento, che sua madre le aveva regalato al suo diciassettesimo compleanno e lo diede a Neville, poi picchiò nel gomito di Luna e le chiese di prestarle l’anello. La bionda non si fece troppe domande e si sfilò l’anello arancione, sormontato da perline blu scuro e verde pisello e lo passò all’amica.
Draco aveva osservato tutta la scena e cercando di non dare nell’occhio scivolò verso il banco di Neville che gli passò gli anelli. Hermione notandolo si voltò incenerendolo con lo sguardo e Ron aveva già in mente di affatturarlo dopo la cerimonia. Dopo pochi secondi il biondo tornò a sedersi sorridendo.
 
-Posso avere le fedi?- chiese allora il prete, rivolto a Malfoy.
 
Il biondo annuì e passò gli anelli al prete, che osservandoli rimase per pochi attimi sconcertato e senza parole. Ron diede una rapida occhiata agli anelli e si voltò ad osservare Draco, che con uno sguardo pentito sussurrò:
 
-Scusa-
 
Hermione invece aveva sospirato forte e con il tacco a spillo, aveva accidentalmente posato il piede sulla scarpa di Draco, che gemeva dal male inaspettato.
 
-Ricevi questo anello in segno del mio amore, come simbolo della mia eterna fedeltà. Questo anello consacra la nostra unione...- finirono di pronunciare i due in coro,infilandosi gli anelli.
 
Ovviamente Hermione fece molta fatica, dato che l’anello di Luna era troppo stretto per l’anulare cicciottello di Ron.
 
 
Così tra lanci di chicchi di riso, sorrisi, congratulazioni, baci e foto, tutti gli invitati finirono in un parco lì vicino dove era allestito il pranzo. Blaise e Theo si intrattenevano con due giovani fanciulle, raccontando loro aneddoti e facendole ridere di gusto. Luna e Neville parlavano con Hermione che sorridendo, continuava a ringraziare. Draco, dalla sua postazione nascosta, notò tante teste rosse.
 
Weasley

Si ritrovò a pensare sorridendo il biondo. C’era poi la leggenda vivente Harry Potter che, accerchiato da molte persone stava raccontando qualcosa sulle sue avventure con Ronald ai tempi di Hogwarts. Draco vide anche alcuni professori come Hagrid, la McGrannit, Vitious...
 
E poi Draco la vide.
 
Vide una figura alta e slanciata, dalla folta chioma rossa scuro, rossa come il fuoco, come i tramonti d'estate, come la passione. La pelle era lattea, nivea. Indossava un semplice vestito color crema e portava un buffo cappello, molto decorato e che risaltava il pallore della sua pelle. 
 
-Bella vero?- la voce di Astoria, arrivò calma e gentile alle sue orecchie.
 
Il biondo si girò a guardare l'amica e annuì sorridendole. Poi si voltò e riprese ad ammirare quell'angelo sceso dal cielo, che stava parlando con una ragazza poco più grande di lei. 
 
-Sai come si chiama?- chiese dopo poco.
 
Astoria scoppiò a ridere.
 
-Ma come?! Proprio non la riconosci? È Ginny Weasley!-
 
-È diventata... Intrigante-
 
-In Inghilterra si usa dire bella- lo corresse la ragazza -Studia pozioni, vuole diventare un medimago ed è l'eterna innamorata di Potter ti ricordo! Non hai nessuna speranza-
 
-mmm... Grazie per l'incoraggiamento- disse amaro il ragazzo, allontana dosi da Astoria.
 
Si nascose tra le siepi da dove la poteva osservare meglio. Era tutta sola che stava osservando una statua, posta al centro del parco. Rimase senza parole. Certo! Anche ai tempi di Hogwarts faceva la sua figura, ma era pur sempre la sorella di Lenticchia... insomma era una ragazza fuori dalla sua portata. Ma ora, a 22 anni Draco sentiva che poteva farla sua. Qualcosa in lei, lo aveva fulminato e non era certamente il vestito scollato o il pizzo che lasciava intravedere le gambe. C’era qualcosa nello sguardo, nei modi di fare e di atteggiarsi, nella camminata... qualcosa l’aveva rapito.
 
-Suvvia Malfoy! Portami a bere!- urlò Aberforth, apparso in quel momento e preso a braccetto i due si avviarono verso il gazebo, dove si sarebbe tenuto il pranzo.
 
Fuori dal gazebo, Astoria, Neville e Luna li stavano aspettando. Neville si incamminò verso Draco e gli passò il braccio sulle spalle, mentre con l’altra mano gli tirava la cravatta nera.
 
-Che disastro Malfoy! Se non fossi il mio coinquilino ti avrei già preso per un idiota senza speranza-
 
Draco si mise a ridere e prese un calice di vino, da un piatto che stava aleggiando nell’aria.
 
-Scusami Neville.. ma ora devo proprio scappare- e così dicendo si staccò dall’amico e seguì la ragazza che tanto lo interessava.
 
Camminava sola, guardando per terra. Ad ogni suo passo, Draco trovava un motivo in più per seguirla. Danzava non camminava, aveva la leggerezza delle nuvole e la compostezza delle principesse. Era fine, elegante, totalmente diversa dalla sua famiglia.
Quando stava per raggiungerla, Harry Potter fece il suo ingresso nella visuale di Draco e gli portò via il suo obbiettivo.
 
-Ginny, allora? Da quanto tempo... che si dice?- cominciò balbettante il moro, baciandola sulle guance.
 
-Bastardo- mormorò il biondo, girando i tacchi e rinunciando alla sua impresa.
 
Si voltò un’ultima volta e ciò che vide lo sconvolse. Ginny stava discutendo nervosamente con Harry che mogio osservava per terra e dopo pochi secondi, il Prescelto scappò via triste, lasciando la ragazza da sola un’altra volta.
 
Ora o mai più!
 
Draco la raggiunse ad ampie falcate e poi le si parò davanti e con dei movimenti poco consoni ai Malfoy la salutò.
 
-Ehi! Ginny Weasley! Che piacere- disse forse un po’ troppo gasato.
 
Ginny lo osservò seria e poi gli concesse un sorriso, che fece sciogliere del tutto il biondo.
 
-Draco Malfoy... a cosa devo l’onore?- chiese lei sorridendo e sfilandogli il calice di vino dalle mani.
 
Il serpeverde rimase sconvolto dalla sfacciataggine della ragazza, in cui trovò però una sottile eleganza.
 
-Ne è passato di tempo- disse lui, non trovando di che parlare.
 
Cretino! Dovevo prepararmi cosa dirle... ora la annoierò
 
-Davvero...- disse lei, e mentre stava per aggiungere qualcosa fu interrotta dall’arrivo di Blaise.

-Ehi Draco non sai chi ho conosciuto! Sai quella mocciosa che ci provava con te l’anno scorso! Beh è caduta ai miei piedi... insomma Dra perché l’hai rifiutata?!- urlò molto ubriaco.

Draco voleva sotterrarsi.

Perfetto! Ora crederà che sono un don Giovanni!

-Lui è...- si girò verso Ginny.

-Blaise Zabini lo so... sai sono andata anche io ad Hogwarts... buona giornata- disse piccante prima di fuggire.

La osservò senza parole andarsene via.

Sarai mia!

Pensò prima di raggiungere Blaise e gli altri.
George Weasley a bordo di una scopa, volò tra gli invitati e lanciando fuochi d’artificio da tutte le parti annunciò che il pranzo era pronto. Gli amici andarono a sedersi al proprio tavolo e cominciarono a scambiarsi le proprie impressioni sul matrimonio.

-Erano mesi che non mangiavo così bene- si lasciò scappare Blaise, beccandosi un’occhiata da Theo.

-Benissimo! Da domani cucinerai tu per sei persone a colazione, pranzo e cena- rispose il ragazzo offeso

-Ma no... però potremmo rubare un po’ di tutto questo cibo. Lo portiamo a casa e per questa settimana mangeremo da re- provò a placare la situazione Astoria, che osservava Draco preoccupata.

Il biondo continuava a tirare occhiate a Ginny, che qualche tavolo più in là sembrava divertirsi tra le battute di Dean Thomas e di Finnegan. Aberforth che intuì tutto, essendo sempre un passo più avanti dei ragazzi si alzò in piedi e cominciò ad urlare.

-Vogliamo il discorso Malfoy!-

Ben presto tutti i presenti cominciarono ad incitarlo e Malfoy imbarazzato come non mai, dovette alzarsi in piedi e mettersi in mezzo alla stanza.

Perfetto! Ora cosa dico?! Non l’ho nemmeno preparato un discorso..

Si passò una mano tra i capelli, mentre la sala si faceva silenziosa. Poi il suo sguardo glaciale osservò quello curioso e di sfida di Ginny Weasley e di colpo, Malfoy cominciò a parlare, senza mai distogliere lo sguardo dalla ragazza.

-Beh che dire... è la prima volta che faccio da testimone e probabilmente molti di voi non si aspettavano nemmeno di vedermi qua... e invece... ma ora parliamo un po’ di Hermione e Ron, anche se sarà noioso ci tocca- tutta la sala scoppiò a ridere ed Hermione divenne incredibilmente rossa –Io sono ... sconcertato e profondamente invidioso di chi è capace di prendersi un impegno come quello che oggi si sono presi Hermione e Ronald, io non ne sarei capace e perciò devo tutta la mia stima a loro-

La sala si fece silenziosa e annuì alle parole di Malfoy. Ginny invece alzò un sopracciglio come a dire ‘beh tutto qui?’
Così Malfoy bevve un lungo sorso di vino e poi si voltò verso Hermione.

-E ora parliamo un po’ dei segreti di Hermione Granger!- tutta la sala urlò e applaudì e in men che non si dica, Malfoy si ritrovò a raccontare di quella volta che Hermione gli aveva tirato un pugno talmente forte da spaccargli il setto nasale.

-Ron fossi in te non la farei arrabbiare...- aggiunse poi, provocando altre risate.
 

La serata finì con la musica e i balli. Tutti ballavano, dando l’anima e ridendo ubriachi, tranne Draco che osservava la scena fumando in compagnia di Blaise.

-La prima volta che ho visto Aberforth ballare, credevo che l’avrebbero sbattuto ad Azkaban per atti osceni in pubblico- disse il moro indicando il vecchio, che faceva ondeggiare la barba su una bambina di otto anni.

Ma Draco non stava osservando il fratello di Silente, ma qualcuno che lì vicino ballava circondata da ragazzi.

-Bella vero?- chiese Blaise, individuando il soggetto di tutte quelle attenzioni –Non riesci a staccarle gli occhi di dosso. È un colpo di fulmine-

A quelle parola Draco si ridestò ed osservò l’amico. Tirò forte dalla sigaretta e poi la spense.

-Cosa dici? Colpo di fulmine? No.. no..stavo guardando Neville ballare con Luna.. sono assurdi insieme- cercò di dire il più convincente possibile.

Blaise scoppiò a ridere e porse un’altra sigaretta a Draco che si accese immediatamente.

-Ma volendo fare un’ipotesi.. quante possibilità avrei con una Weasley?-

-Draco... è Ginny Molly Weasley è impossibile! Esce solo con gente importante... non si abbasserà mai a noi-

Draco annuì e alzandosi andò nel parco a finire di fumare. Doveva pensare. Cosa gli stava prendendo? Ginny Weasley?! Perché proprio lei? Insomma poteva avere chiunque... si passò una mano tra i capelli e si accese l’ennesima sigaretta. Era nervoso. Quelle situazioni gli davano sui nervi. Lui era un Malfoy, sapeva sempre cosa fare o cosa dire e invece ora si ritrovava in balia dei suoi stessi pensieri.

-Tutto solo Malfoy?-

Perfetto! Ci mancava solo di avere le allucinazioni...

Ma voltandosi trovò davanti a sé la vera Ginny che lo stava osservando sorridendo, con uno sguardo di sfida.

-Credevo che stessi ballando con Thomas- disse lui, cercando di essere il più indifferente e distaccato possibile.

Lei rise. Una risata cristallina e trasparente, come quella dei bambini.

-Mi annoiavo..- disse, poi si mise accanto a Draco ed osservò il parco illuminato da migliaia di fiaccole volanti –Dove vivi adesso?-

Draco si accigliò a quella domanda.

-Qua a Londra.. con Paciock e la Lovegood... pensavo lo sapessi-

Dopotutto erano sempre stati amici ai tempi di Hogwarts. Ginny rise nuovamente, ma questa volta più amaramente.

-La guerra mi ha cambiato molto Malfoy... non sento più nessuno dei nostri vecchi compagni... anche con la mia famiglia ormai ci vediamo di rado-

C’era qualcosa di malinconico ed amaro nella sua voce. Di colpo sembrò ridestarti e tornare alla freddezza che l’aveva caratterizzata per tutto il giorno.

-Beh è ora di andare... è stato un piacere averti rivisto Malfoy, sei cambiato anche tu... sei irriconoscibile- disse, prima di voltarsi e incamminarsi verso l’uscita.

Draco rimase un attimo imbambolato.

È stato un piacere averti rivisto...

Poi si accorse che Ginny si era incamminata, così corse verso di lei, rischiando di travolgere una zia anziana di Ronald.

-Aspetta... la notte è ancora giovane- disse piazzandosi davanti a lei e ostacolandole il cammino.

Ginny rise di gusto.

-Draco Malfoy che mi corre dietro... quale onore- disse zuccherina, prima di scavalcarlo e continuare a camminare.

Draco sospirò e camminando veloce la affiancò nuovamente.

-Oh avanti Weasley! Non fare la nonna!- la punzecchiò, era ormai deciso a conquistarla.

Lei uscì dal parco e si precipitò verso una macchina d’epoca. Prima di salire si voltò e osservò a lungo Draco. Lui non riuscì a decifrare quello sguardo enigmatico.

-Non voglio essere uccisa dalle tue fan Malfoy... bel discorso comunque- e detto ciò salì in macchina e svanì nella Londra magica.

Osservò il punto in cui era parcheggiata la macchina per molto tempo. Poi si carezzò la lieve barba sul mente.

-Ho deciso! Sarà mia!- disse convinto, prima di avviarsi nuovamente verso gli amici.

E fu da quella sera che Draco Malfoy, mise da parte la reputazione per una donna. La donna! Ginevra Molly Weasley.






Bene eccoci qua! Una nuova storia completamente diversa dalle altre che ho scritto.Qui non avremo un amore tormentato, Voldemort non ci romperà, Draco non avrà nessuna crisi e soprattutto Ginny non correrà dietro a nessuno. ANZI! Sarà propio il bel biondo a mettere da parte ogni sorta di orgoglio pur di conquistarla.
Spero vi sia piaciuto questo incipit. Fatemi sapere.
Un bacione
Amy2205

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Capitolo 2
*** Uniti e separati ***



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UNITI E SEPARATI
Ovvero di come George si sposò, Draco ritrovò la sua ex-fidanzata e il rapporto con Ginny si fa sempre più complicato e contorto




Il matrimonio di Ron ed Hermione era finito, ma in Draco la figura alta e slanciata di Ginny Weasley rimase sempre lucida. Quando era arrivato il momento di salutare gli sposi, Hermione aveva preso sottobraccio Draco e l’aveva portato in un angolo appartato.

-Draco grazie mille per oggi! Nonostante il casino con gli anelli, mi ha fatto piacere la tua presenza-

Draco sorrise e arruffò i capelli alla ragazza, che prontamente si lamentò.

-Senti... non è che sapresti...-

-...dove dorme Ginny?!- completò la mora, con la faccia di una che la sa lunga. –Al ‘Paiolo Magico’-

Draco la osservò seriamente allibito. Era così palese che fosse rimasto incantato dalla Weasley. Cercando di salvare quel minimo di dignità che gli era rimasto, girò sui tacchi e si avviò verso l’uscita.

-Comunque volevo soltanto sapere dove fosse il bagno!- disse miseramente.

Hermione sorrise e gli fece l’occhiolino.

-Draco..- aggiunse poi, facendo voltare nuovamente il biondo –Falla tornare con i piedi per terra-

Il biondo sorrise e si mise le mani in tasca, prima di smaterializzarsi e ritrovarsi di fronte all’entrata del Paiolo Magico. Quel posto non era mai piaciuto al biondo, ma sospirando ci entrò. Il locale era buio e dimesso. Tom, il proprietario, un vecchio avvizzito e sdentato ma molto solerte, lo salutò e gli versò un po’ di Whisky Incendiario. Il biondo lo ringraziò e poi bevve tutto il contenuto scuro in un sorso, la gola gli bruciò. Si voltò ed osservò i clienti. Non fu difficile individuarla. Era seduta su una poltrona che leggeva un libro enorme, sentendosi osservata, alzò lo sguardo ed individuò quello grigio di Draco. Gli sorrise furba e lo salutò con un cenno della testa. Draco si avvicinò, ma preferì rimanere in piedi che sedersi su quelle poltrone polverose.

-‘Sera- disse con la voce calda.

Ginny gli sorrise.

-Cosa ci fai qua? Scappi dal matrimonio?- chiese scherzosa.

Non l’aveva ancora sentita dire una frase seria.

-Può darsi- rispose, cercando di rimanere il più vago e misterioso possibile –Vuoi un Whisky?- chiese poi.

La rossa annuì e Draco fece cenno a Tom, di servirne altri due. Quando si voltò non vide più Ginny e confuso cominciò a cercarla con lo sguardo, ma era sparita. Da dietro sentì una voce famigliare.

-Malfoy anche tu a ubriacarti?-

Harry Potter con in mano una bottiglia di Vodka si avvicinò al biondo, particolarmente felice. Draco lo salutò ancora confuso.

-Hai visto per caso Ginny? Devo assolutamente parlarle!- disse allegro.

L’alito gli sapeva di alcool e Draco cominciava ad essere spaventato dal Prescelto. Era più molesto del solito. Il moro osservò la bottiglia che reggeva in mano e poi guardò Draco ridendo.

-Andiamo a bere! Vediamo se resistiamo fino all’alba!- e così dicendo prese a braccetto Draco e lo condusse fuori dal pub.

Prima di uscire Draco lanciò un’ultima occhiata al Pub e vide che Ginny stava sgattaiolando fuori dal tavolino, sotto cui si era accucciata. Sorrise e Ginny gli fece segno di stare in silenzio.

Quando uscirono dal pub l’aria calda e afosa dell’estate li colpì in pieno. Harry si sedette sul marciapiede, mentre Draco appoggiò la schiena contro il muro del Paiolo rimanendo il piedi e poi flettendo un ginocchio, appoggiò un piede contro le mattonelle calde. Si accese una sigaretta e buttò fuori il fumo. Pensò a quanto fosse strana quella situazione. Si trovava completamente preso per Ginny Weasley, che lo rifiutava e faceva l’altezzosa ed ora annegava la malinconia con una sigaretta, mentre Harry Potter, seduto come un poveraccio sul ciglio della strada si beveva una bottiglia di vodka.

-Io non capisco... tutte vorrebbero stare con me eppure lei mi rifiuta, dice che mi sono bruciato, che la fama mi ha cambiato. E lei?! Lei non è cambiata?- brontolò Harry, osservando triste Malfoy, che da parte sua annuiva senza sapere cosa dire o pensare.

-Dove sbaglio Malfoy? Dove?- ricominciò a piagnucolare il moro.

Draco buttò a terra la sigaretta e cominciò a pensare a qualcosa di sensato da dire, ma proprio mentre stava per parlare, Tom uscì dal locale.

-Mi scusi signor Malfoy, ma la sua ragazza, mi ha detto di dirle che l’attende nella stanza 12- balbettò l’uomo, osservando con gran pena il Prescelto.

-La... la mia ragazza?- disse confuso.

O stava diventando scemo o era troppo stanco. Lui non aveva una ragazza e mai l’aveva voluta, almeno non fino a quella sera...

-Cavolo Malfoy! Ma cosa ti fumi? Non sai nemmeno di avere una fidanzata...-

Draco gli sorrise e poi si avviò verso la stanza 12.

Che sia lei..? No impossibile.. e poi perché..?

Bussò alla porta e poi, non sentendo nessun comando, entrò nella stanza.  L’ambiente era piccolino ma confortevole. C’era un piccolo letto rosso posto accanto alla finestra, da cui si vedeva l’intera Londra babbana illuminata. Un piccolo scrittoio era posto vicino al camino colmo di polvere. C’era poi un piccolo divano in velluto porpora su cui era sdraiata Ginny, che lo guardava sorridendo. Come sempre.

-Ce ne hai messo di tempo per liberarti dal nostro grande salvatore-

Draco rimase sconvolto da quelle parole. Era rimasto ai tempi di Hogwarts, quando Ginny Weasley, eterna innamorata di Harry Potter, lo guardava sognante di nascosto, faceva di tutto pur di farlo sorridere e poi, quando era giunta la grande notizia del loro fidanzamento. Draco li aveva notati pomiciare nel Giardino della scuola, ma mai si era soffermato sulla loro relazione, considerandola una storia di relativa importanza. Ed ora, dopo cinque anni, la stessa Ginevra Weasley stava sbeffeggiando colui che per anni aveva amato.

-Cosa c’è Malfoy..? Sei silenzioso...eppure non ti ricordavo così- disse Ginny, osservandolo curiosa.

Draco si passò una mano tra i capelli ed appoggiò la schiena contro la parete.

-Sei cambiata notevolmente..- disse Draco, massaggiandosi con una mano il collo.

Si sentiva improvvisamente a disagio, lui che per anni aveva portato a letto decine di ragazze e altrettante ne aveva corteggiate.

-Non è che io e te ad Hogwarts avessimo avuto tutta questa confidenza- lo corresse lei, alzandosi e avvicinandosi al ragazzo.

Draco deglutì e si allentò il nodo della cravatta.

-E dimmi sono cambiata in meglio o in peggio?- chiese sussurrando la rossa, arrivata ormai a pochi centimetri dalla bocca del ragazzo.

Sapeva che effetto aveva sugli uomini, ne era completamente cosciente e ne era felice. Le piaceva attirarli e ingannarli e poi sul più bello tirarsi indietro. Quello che non poteva sapere era però che questa volta, il fato le riservava qualcosa di diverso.

-Non saprei..- sussurrò a sua volta Draco, che non riusciva a staccare gli occhi da quelle labbra invitanti.

Ginny sorrise e poi si voltò verso il camino spento, pensierosa. Mostrando così la guancia nivea a Draco, che si sentì sollevato, non era più sotto lo sguardo enigmatico della ragazza. Ma Ginny stava calibrando ogni sua mossa. Così mentre Draco stava sospirando silenziosamente, la rossa si voltò di scatto e lo baciò. Lievemente, a stampo, un leggero sfregamento che bastò però per infiammare Draco.
Le loro labbra si unirono di nuovo e ancora e ancora. Malfoy si trovò la mente affollata. Cosa stava succedendo? Perché lo stava baciando? E per la prima volta si trovò a non sapere come baciare. Troppo forte? Troppo piano? E le mani..? Dove doveva metterle? Era felice, certo!  Ma si trovò in un terreno inesplorato. Sconosciuto.
Il suo sapore... meraviglioso. Ne avrebbe voluto assaggiare sempre di più. Ormai quel bacio non gli bastava più. Poi Ginny cominciò a far vagare le mani e giunse al braccio, lì dove il Marchio Nero ancora segnava la vita del biondo.
In un lampo Ginny tornò lucida e si staccò da lui, guardandosi intorno. Lui non capì immediatamente e si passò una mano tra i capelli. Ginny si voltò verso la finestra ed osservò il panorama. Draco la osservava in silenzio.

-Hai avuto ciò che volevi, no? Vattene Malfoy- disse lei fredda e Draco divenne, se possibile ancor più confuso.

Cercò qualcosa da dire, ma non gli venne in mente nulla di sensato.

Baci bene!
No,no,no
Belle labbra! Ma cosa sto dicendo?!

-Malfoy... vai via!- ordinò nuovamente e questa volta lui si smaterializzò immediatamente.

Lasciata sola, Ginny si buttò sul letto, stanca e nervosa. Si era lasciata andare con Malfoy. Come aveva potuto? Si stupiva della propria reazione.

Come ho fatto a baciarlo?! Perché Malfoy?

Ginny non aveva mai baciato nessun ragazzo, all’infuori di Harry. Nemmeno quando stava con Dean Thomas, aveva mai osato andare oltre il tenersi per mano. Certo, era piccola e molte cose non le capiva ancora. Ma ora, in quella stanza Ginny si sentiva terribilmente in colpa. Lei non era quel tipo di ragazza che si concedeva facilmente, anzi... eppure Draco Malfoy aveva un fascino segreto, uno charme che l’aveva attirata e incuriosita e l’aveva fatta cadere nella sua stessa trappola. Draco era conosciuto come un don Giovanni, uno sciupa femmine e Ginny non voleva essere una di quelle smorfiose che avrebbero dato di tutto, pur di ricevere qualche minima attenzione da parte del biondo.
Si tolse la collana e si slacciò il lungo vestito, poi si infilò a letto, con la testa confusa.

E per fortuna che sono riuscita a fermarmi in tempo, chissà cosa sarebbe potuto succedere altrimenti...
 


3 mesi dopo

5 novembre e un altro matrimonio in arrivo. Questa volta i fortunati in questione erano George Weasley e Angelina Johnson.

-Questo è l’anno dei matrimoni degli Weasley, manca solo la piccola di casa e poi hanno finito!- sussurrò all’orecchio Astoria a Draco, durante la celebrazione.

Draco annuì e gli venne in mente quando, ormai tre mesi prima, lui e Ginny si erano baciati. Da quel momento non si erano più sentiti o visti, Hermione gli aveva assicurato che era andata in Scozia a studiare, ma Draco aveva come l’impressione che la rossa non volesse farsi trovare. Malfoy non aveva ancora capito cosa fosse andato storto quella notte, infondo era stata lei a baciarlo, lui aveva acconsentito...

Meglio non pensarci

Neville, che faceva da testimone, si girò durante la predica e sorridendo, mostrò a Draco le due fedi in oro, come a dire ‘Me le sono ricordate, non come qualcuno..’
Draco sorrise e cercò di concentrarsi sulla celebrazione, nonostante i commenti sadici di Aberforth.

-Certo che se ha trovato moglie lui.. buon Dio ragazzi, perché siete ancora single?!-

Ricevette un’occhiataccia da parte di Blaise ed Astoria.

-Anche tu sei scapolo! E hai il quadruplo della nostra età!- rispose piccante la ragazza.

-Ma io sto bene così! È una scelta di vita la mia...-

-Anche per noi è una scelta di vita- provò a dire Theo.

-No... voi siete solo sfigati- rispose con ovvietà il mago.

I maghi seduti nel banco davanti a loro si girarono indignati e gli ordinarono di stare in silenzio. Per un po’ stettero buoni, finché Astoria vide in faccia, il prete che stava celebrando.

-Oh cazzo!- esclamò, i maghi davanti si girarono un’altra volta furiosi, ma lei li ignorò.

-Cosa succede zuccherino?- chiese Aberforth.

-Io ci uscivo con quel prete! Mesi fa... o mio Dio...-

-Zuccherino... uscivi con un prete? Va bene essere sfigati, ma c’è un limite- disse fintamente sconvolto il vecchio, beccandosi una pedata dalla ragazza.

-E perché l’hai mollato?- chiese Blaise, improvvisamente interessato.

-Era imbranato... non ha mai osato baciarmi, ora capisco il perché..- disse lei, sconsolata.

-Finalmente ti sei vista allo specchio?- provò piccante Aberforth, beccandosi l’ennesima piedata.

I maghi seduti davanti si voltarono nuovamente e questa volta, perfino Aberforth stette in silenzio fino alla fine.

-George Weasley, ripeti dopo di me- disse vagamente sicuro il prete –Io John Weasley prendo te Angelina Johnson come mia legittima sposa-

-Io George Weasley, prendo te Angelina Johnson come mia legittima sposa- lo corresse il gemello.

Dall’assemblea si alzò un lieve brusio.

-Diciamo pure che non era imbranato solo come fidanzato- sussurrò Draco ad Astoria, che rise.

Il prete sospirò profondamente e cercò di calmarsi, ma invano.

-Angelina ripeti dopo di me- cominciò –Io, Angelina Johnson prendo me George Weslee come mio legittimo sposo-

-Io, Angelina Johnson, prendo te George Weasley, come mio legittimo sposo- lo corresse la mora, sorridendo nervosa.

Astoria dal banco dove si trovava stava cercando di soffocare le risate che Aberforth e Draco le provocavano.

-Che la benedizione di Dio scenda su di voi. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spiritoso Santo.. Spirito! Santo!-

Ci fu un momento di silenzio, che fu poi interrotto da Aberforth che alzandosi in piedi, urlò:

-Bravo!!- e così tutta l’assemblea cominciò ad applaudire e i due novelli sposi si baciarono felici ed esausti.
 

Durante il pranzo a buffet, Aberforth prese sottobraccio Neville e Draco e li trascinò nella veranda del ristorante, dove si sedettero su un dondolo. Un vassoio volante passò davanti a loro e i tre presero, dei generosi calici di vino.

-Allora ragazzi, io avrei una nuova teoria sul matrimonio: due persone s'innamorano, vivono insieme e poi all'improvviso, un giorno, non hanno più niente da dirsi. Insomma, non riescono più a trovare un argomento valido di cui parlare, e sono presi dal panico... Poi, un lampo di genio: al fidanzato viene in mente che esiste un modo per uscire da questo empasse- cominciò a dire Aberforth, leggermente brillo.

-Ah c’è un modo?- chiese Draco, cominciando a ridere.

-Lui chiede alla sua amata di sposarlo- rispose con ovvietà il vecchio, scatenando le risate dei due giovani.

-Geniale!- riuscì solamente a dire Draco.

-Da quel momento avranno qualcosa di cui parlare per il resto della loro vita!- finì di spiegare l’uomo.

-Stai insinuando che il matrimonio è un modo per risolvere un momento di silenzio imbarazzante?!- chiese dubbioso Neville, mentre finiva di bere il suo calice e posava gli occhi su Luna.

-Esattamente!- disse il vecchio, che in questioni di cuore non ne aveva mai saputo molto.

-Ma il matrimonio non dovrebbe aver a che fare con l’amore?- chiese Neville, prima di alzarsi pensieroso e di raggiungere Luna.

I due lo guardarono andar via e poi si osservarono.

-Cazzate!- dissero in coro, prima di trangugiare il rimasuglio di vino.
 

Era ormai tardo pomeriggio e gli invitati si stavano godendo i flebili raggi di sole. Draco stava fumando appoggiato allo stipite di una porta, mentre osservava le persone e le studiava silenzioso.

-Ma guarda un po’ chi c’è qui-

Una voce familiare gli giunse alle orecchie e tirando una bella quantità di fumo, si voltò per osservare la fonte di quella voce.
Ginny Weasley lo stava osservando sorridente. Portava un abito nero che le arrivava fino al polpaccio, sulle vita era stretto da un nastro decorato con dei fiori porpora. Le scarpe col tacco erano anch’esse porpora e così lo erano le labbra.

Quelle labbra...

Draco buttò il fumo fuori dai polmoni e poi la salutò gentilmente.

-Fumi ancora, eh?-

Era più socievole e simpatica. Qualcosa era cambiato in lei, era scoperta. Draco riusciva a leggerle negli occhi la voglia di scappare via, si sentiva in trappola, ma per cosa?

-Allora Malfoy, come stai?- chiese lei, distogliendo lo sguardo e cominciando a torturarsi le mani.

-Bene, tu?- rispose lui, senza troppe cerimonie.

Ginny stava per aprire bocca, quando Harry Potter fece il suo ingresso in scena, alquanto ubriaco.

-Allora Gin, andiamo o no?- chiese il ragazzo, senza nemmeno salutare il biondo.

Ginny annuì e poi si voltò verso Draco, con lo sguardo colpevole.

-Io ed Harry ci siamo fidanzati..- sussurrò guardando per terra.

Draco quasi si strozzò con il fumo e scoppiò a tossire un po’ di volte.

-Fi.. fidanzati?- disse poi, quando la tosse sembrò finita.

I due annuirono. Harry gli sorrise e con fare possessivo abbracciò la ragazza forte.

-Forza Ginny andiamo, è stato un piacere Malfoy!-

E i due si dileguarono, lasciando Draco senza parole.

Ok.. cosa mi sono perso?! Lei mica lo odiava?


 
Fu Neville a trovarlo in trance dopo una buona mezz’oretta. Draco se ne stava lì impalato, appoggiato allo stipite di quella antica porta, contemplando il paesaggio. Osservava le persone, ma erano solo immagini che gli scivolavano via dagli occhi.

-Allora Draco, come ti va?- chiese il moro, offrendogli una fetta della torta nuziale.

Il biondo sembrò riscuotersi davanti alla deliziosa pietanza e sorrise riconoscente all’amico. In cuor suo, la serpe, si chiese come sarebbe stato se già ad Hogwarts loro due fossero stati amici.

Molte cose sarebbero state diverse...

Pensò, tastandosi il braccio.

-Non va benissimo..- ammise sconfortato –Non lo so... insomma, Neville, partecipiamo a una miriade di matrimoni e non siamo mai gli sposi. Mi chiedevo... ma che problema abbiamo? Ci sarebbe la fila di ragazze che vorrebbe unirsi con noi in matrimonio, eppure fuggiamo sempre...-

Neville lo guardò pensieroso e gli mise una mano sulla spalla, per confortarlo. Non capiva da dove venisse tutto quello sconforto, ma era sicuro che fosse successo qualcosa con una ragazza.

-Fuggi perché probabilmente è a te che non va di sposarti con la prima che capita... o potrebbe essere che non hai ancora incontrato la donna giusta- provò pacato il moro.

-L’ho incontrata Nev... ma forse il problema sono io e solo io-

Paciock lo guardò senza saper cosa dire. Aprì la bocca due volte, ma subito la richiuse perché non aveva proprio idea di cosa dirgli. Gli dispiaceva vederlo sconfortato, ma Neville non era mai stato bravo a tirar su il morale, in genere c’era Astoria o Aberforth che se ne occupavano.
 

Qualche metro più in là, Astoria seduta al tavolo con accanto la famosa zia Muriel, stava osservando sconsolata Draco che parlava con Neville. Osservò il profilo alto e muscolo del biondo e gli scappò l’ennesimo sospiro. Ciò attirò l’attenzione della vecchia signora.

-Dimmi un po’ cara, sei sposata?- chiese con un tono amaro e curioso.

Astoria si voltò sorpresa di quella domanda, era ancora giovane e il matrimonio non era ancora tra le sue priorità. Le bastava essere fidanzata con l’uomo giusto e lei l’aveva già trovato l’uomo perfetto.

-No..- rispose dolcemente la ragazza.

-Sei lesbica per caso?-

La ragazza si stupì di tanta sfacciataggine e scoppiò a ridere. Mai nessuno nella vita aveva osato darle della lesbica.

-Perché..? Cosa glielo fa pensare?- chiese ancora ridendo la mora.

-Beh è una delle possibilità che rimane a quelli che non si sposano, e poi è molto più divertente che ammettere di non aver trovato l’uomo giusto-

-Si certo... perché essere banali..- la accontentò Astoria.

Ma la zia Muriel non sapeva di aver toccato un tasto dolente. Non sapeva che sotto tutti quegli strati di sfrontatezza, il cuore di Astoria batteva sanguinante per un uomo che nemmeno la considerava, se non come un’amica. Si guardò attorno e poi sospirò e disse, più a sé stessa che alla signora anziana:

-La verità è che ho già incontrato l'uomo giusto, ma purtroppo lui non è innamorato di me e finché non smetterò di amarlo non ci sarà posto per qualcun altro-

La zia Muriel la osservò triste e poi le diede una pacca amichevole, Astoria la guardò sorridendo mestamente e poi si alzò, decisa a cambiare aria.
 

Dopo un’oretta, Draco, Neville, Astoria, Luna e Aberforth avevano trovato un divanetto ottocentesco e si erano sdraiati uno addosso all’altro, ricevendo diverse occhiate di dissenso da parte dei coniugi Weasley.

-C’era una ragazza adorabile al mio tavolo... La piccola Weasley, certo che è cambiata- disse Aberforth accendendo la pipa –Pare che si sia ufficialmente fidanzata con Harry Potter...-

Draco contrasse la mascella e indurì lo sguardo nei confronti dell’amico.

-Tu invece Astoria con chi eri seduta?-

-Con la brillante zia Muriel... mi sembrava di essere in un girone dell’inferno- disse schietta a Luna.

Ci fu un momento di silenzio tra tutti, che fu improvvisamente interrotto da una voce fin troppo familiare.

-Ciao Draco..-

Pansy Parkison, avvolta in un obbrobrioso abito giallo, stava sorridendo mestamente al ragazzo.  I due avevano avuto un’importante storia d’amore durante Hogwarts e fino al primo anno di università. Erano stati insieme per cinque anni, finché Draco non l’aveva mollata spietatamente e ciò aveva provocato nella ragazza una profonda crisi.
Al sentire il suono della sua voce i cinque amici erano saltati in aria e si erano osservati allibiti. A quanto pareva, Pansy nutriva ancora forti sentimenti per il ragazzo.

-Ciao Pansy... allora non sei morta- disse scherzoso Draco, ricordandosi solo dopo poco che quando l’aveva lasciata, lei aveva cercato di suicidarsi.

Inutile dire che la ragazza scoppiò a piangere e Draco si beccò una sberla da parte di Astoria.

-Lasciala in pace una buona volta... l’hai già fatta soffrire abbastanza!- tuonò Hermione Granger, apparsa proprio in quel momento.

E così la grifona portò via Pansy, che era diventata ormai un rubinetto di lacrime. Draco si grattò la testa e poi tornò a sdraiarsi vicino ad Aberforth, che lo stava osservando sorridente.

-Quanti cuori infranti bel Malfoy... non hai valutato l’ipotesi di sposartela?-

Astoria e Draco lo osservarono in contemporanea e lo fulminarono, lasciando il vecchio senza parole. Così il gruppo si abbandonò al silenzio e cominciò ad osservare i vari invitati che li vicino ballavano, meditando sulla propria vita. Ad uscire da quello stato di torpore fu Neville, che con un inaspettato coraggio invitò Luna a ballare.
Gli amici osservarono la strana coppia danzare sulle note leggere del valzer. Li guardavano l’uno stretto all’altra, scivolare via, come se stessero pattinando. E Draco provò gelosia, anche lui avrebbe voluto stringere Ginny in quel modo, avrebbe voluto farla volteggiare e vederla sorridere stanca, per poi appoggiarsi al suo petto.
Neville intanto, si sentiva vivo e trasportato da una nuova passione. Lui e Luna erano sempre stati amici, ma nessuno dei due era mai stato abbastanza forte da fare il primo passo. Eppure era palese, che tra i due scorreva qualcosa molto più denso dell’amicizia. Luna era strana, timida, schietta e sempre persa nel suo mondo, ed era questo che a lui piaceva. Il fatto che non fosse una persona comune e nonostante le prese in giro, lei continuava a stare dove stava, a pensare ciò che pensava. Certo.. non era affidabile, a volte non capivi nulla dei suoi discorsi, ma a Neville piaceva anche questo. E così, in silenzio, i due innamorati si lasciarono trasportare dal quella lente melodia, sotto gli occhi curiosi e addolciti degli amici.
Dopo due o tre balli, Draco si era stancato di veder l’amico ballare, così era sgattaiolato via dal divano, non prima di farsi vedere da Neville e di fargli segno di lanciarsi con Luna. Ovviamente Neville rispose con il dito medio e scandendo con le labbra parole poco consone per un matrimonio. Il biondo scoppiò a ridere e poi uscì nuovamente e si sgranchì le gambe. Stava ammirando il silenzio di quel posto, quando la voce melliflua e lagnosa di Pansy giunse alle sue orecchie.

-Cia... ciao Draco..- disse la ragazza, avvicinandosi a lui, senza osare osservarlo.

Draco le sorrise dolcemente e la salutò.

-Draco io... io ti devo parlare..-

Il biondo ruotò gli occhi verso l’alto e cercò nelle tasche una sigaretta, l’accese ed aspettò che la ragazza parlasse.

-Il fatto... è che io ho parlato di te con un mucchio di persone.. e sono tutti del parere che tu sia veramente nei pasticci Draco..- cominciò piagnucolando.

Nei pasticci?!

Pensò Draco, cominciando a compiere piccoli passi all’indietro. Voleva allontanarsi da quella ragazza tutta matta.

-Si Draco... tu, ormai sei solo un mangiamorte pentito e cerchi nelle ragazze, ciò che Voldemort ti ha tolto..-

E cosa c’entra ora Voldemort?!

Draco cominciò ad avere paura di Pansy.

-Continui a cambiare ragazza perché non ti lasci amare e questa è colpa del Signore Oscuro e della tua famiglia... eppure tu sei così dolce ed affettuoso... io lo so che sei così-

Draco cominciò ad allontanarsi sempre più velocemente, rivolgendo a Pansy un sorriso terrificante. Ma la ragazza, nel bel mezzo di una crisi isterica, cominciò a piangere e si lanciò tra le braccia del ragazzo e cominciò a bagnargli il collo con le lacrime. Draco non sapendo cosa fare, provò in tutti i modi a scrollarsela di dosso, ma proprio non ce la faceva. Era una cozza quella ragazza.

-Non facevo altro che pensare al giorno in cui mi avresti chiesto di sposarti, e invece tu non facevi altro che pensare al giorno in cui mi avresti scaricato...- continuò tra le lacrime.

Poi dopo pochi attimi sembrò rinvenire e si staccò da Draco e gli aggiustò il colletto della camicia.

-Scusami Draco..- mugolò e poi corse via.

Draco la osservò andar via e si portò la sigaretta alla bocca. Ma cosa prendeva alle donne? Perché dovevano essere tutte così matte?

Sarò io..?

-Sbaglio o hai appena fatto piangere la Parkinson..?- chiese una voce profondamente divertita.

Voltandosi, Draco vide Ginny in piedi di fronte a lui, che sorseggiava un bicchiere di champagne. Davanti a quella mirabile visione non poté che sorridere e pensare a quanto fosse bella. Poi si accorse del silenzio imbarazzante che era caduto tra i due e così si avvicinò a lei e si appoggiò con le spalle a una delle colonne doriche poste come decorazione nel portico.

-Pensavo fossi andata via con Potter- disse, senza troppa enfasi.

-No... ho accompagnato Harry a casa era un tantino ubriaco... io vado a casa, mi accompagni?-

‘mi accompagni’ ..? Ma non è fidanzata?! Che si faccia portare a casa dal suo Harry

Pensò la mente.

-Certamente- dissero però le labbra, che erano state mosse dal cuore.
 
 
Così i due si erano avviati a piedi verso Diagon Alley. Ginny abitava sopra al negozio di George, ora che era andato a vivere con Angelina, l’appartamento era vuoto e la ragazza aveva colto l’occasione per farlo suo. Era inizio novembre e faceva abbastanza freddo. Dalle bocche dei due giovani uscivano continue nuvolette di fumo e questa volta non erano dovute solamente al brutto vizio del biondo. Per un po’ tra i due era regnato il silenzio. Ginny aveva tanto da dire, ma non sapeva cosa fare, da dove cominciare e Draco era in cerca di un segno da parte della rossa, che però tardava ad arrivare.
Arrivarono così al negozio, senza aver proferito parola. Ginny aprì la porta di casa e poi si voltò verso Draco che la stava osservando dall’alto.  Ginny si guardò le scarpe un paio di volte e poi trovò la forza di parlare.

-Vuoi venire a bere qualcosa?- chiese mostrandogli l’uscio.

Draco si accigliò. Si aspettava qualcosa certo! Ma non questo.

-Sei sicura?- chiese improvvisamente insicuro.

-Mica ti mangio Malfoy, avanti...- disse la rossa ridendo ed entrando nell’appartamento.

Draco entrò e tirò un sospiro bello grosso, preparandosi a tutto.
L’appartamento era piccolo, pulito, ma incredibilmente disordinato. Le pareti erano colme di fotografie ed articoli di giornale. Ogni angolo era tappezzato da qualcosa di unico nel suo genere. Vicino al divano c’erano almeno un centinaio di foto dei tempi di Hogwarts, in cucina foto della famiglia, articoli di quidditch, di medimaghi famosi ed illustri. La pergamena che attestava il diploma presso Hogwarts, regnava nel ampio salotto al centro della parete. Alcune freccette, un paio di forbici e due coltelli erano stati lanciati contro quel foglio. Draco lo notò e cercò lo sguardo di Ginny in cerca di spiegazioni.

-Gli anni ad Hogwarts mi hanno dato molto, ma mi hanno anche tolto tanto..- disse amara, dirigendosi verso la cucina ed uscendone con due bicchieri e una bottiglia di Whisky.

Draco la osservò serio. Non aveva mai riflettuto su quanto effettivamente gli anni di Hogwarts fossero stati i peggiori. Li aveva sempre visti come un periodo dorato e intoccabile, ma infondo Ginny aveva ragione. In quei sette anni lei era stata posseduta da Voldemort stesso, il topo di famiglia si era rivelato un assassino, aveva quasi perso il padre, aveva poi perso il fratello, George era rimasto senza un orecchio, Percy era passato al lato oscuro e Bill era stato sfregiato da Greyback. Improvvisamente Draco la osservò con altri occhi. La vide sola, piccola, indifesa, davanti a un mondo malvagio. Si rese conto di quanto la vita le avesse tolto e di quanto ancora doveva vivere, sarebbe riuscita a tornare felice?

-Non compatirmi Malfoy, lo detesto- disse secca la rossa, versando un po’ di alcool nei due bicchieri e poi si sedette sul divano.

Draco annuì e andò a sedersi vicino a lei. Cercò di pensare ad altro, ma proprio non riusciva. Cominciarono così a bere in silenzio, finché la bottiglia non fu finita. Eppure nessuno dei due sembrava troppo ubriaco, erano troppo presi dai loro pensieri. Poi in silenzio, Ginny si voltò ad osservare Draco e lo trovò irresistibilmente meglio, proprio come tre mesi prima. Si avvicinò ulteriormente e il biondo intuì i pensieri della rossa, ma non si mosse. Infondo anche lui aveva una disperata voglia di sentire nuovamente il sapore di quelle labbra. Così si baciarono, senza perdere tempo e senza rimorsi. Entrambi cercavano qualcosa che soltanto l’altro poteva dargli. Si baciarono tutta notte e poi fu l’oblio. E quando il sole sorse il mattino dopo, li scoprì segretamente ma teneramente abbracciati tra di loro mal coperti da una coperta di lana.
Ma il destino aveva il serbo qualcos’altro. E così la felicità sembrò nuovamente un lontano miraggio.




Che bello essere a casa da soli. Che bello avere la stanza tutta per te e nessun coninquilino che gira per l'appartamento. Che bello poter mangiare quando e quanto voglio, che bello poter fare le doccie di mezz'ora, che bello non dover passar l'aspirapolvere ogni benedetto giorno. Che bello avere il wi-fi che funziona da Dio e poter aggiornare in fretta.
 Dopo questa ode alla bellezza, vi dico buonpomeriggio!
Oh yes, sono stata super brava e ho aggiornato subito, tutto ciò grazie al fatto che i miei tre coinquilini sono andati a Riccione e lì rimarranno fino a settimana prossima.
Detto ciò, COSA DIAVOLO STA CAPITANDO ALLA MENTE DI GINNY? COSA CAVOLO PENSA? INSOMMA DRACO MALFOY TI VUOLE E TU CI STAI E POI TI METTI CON HARRY?!?
eheheheh
ed è solo l'inizio miei cari

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Capitolo 3
*** Matrimonio con sorpresa ***


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Matrimonio con sorpresa

In cui Draco si sfoga, Ginny si sposa e la morte svolge il suo doloroso compito



Quando Draco si era svegliato e si era ritrovato Ginny Weasley rannicchiata contro di lui, per poco non gli era venuto un infarto. Come era possibile che fossero andati a letto insieme? Insomma.. un attimo stavano parlando e l’attimo dopo si stavano baciando. Non che gli fosse dispiaciuto, ma si aspettava di concedersi a lei in tutt’altra maniera.
Così tra quei pensieri nella mente si era alzato cercando di non svegliarla e poi aveva cominciato a vestirsi, i suoi occhi saettavano da un posto all’altro, non sapeva dove posare lo sguardo, così finiva sempre per guardare la ragazza che giaceva mollemente sul divano rosso. Quando finì di allacciarsi il colletto della camicia, sbuffò e si smaterializzò. Ma nel momento esatto, prima di sparire lo sguardo grigio e sconvolto del biondo incontrò quello colmo di lacrime di Ginny.
Draco arrivò nella sua camera da letto e ringraziò il cielo che Neville stesse ancora dormendo. Ginny stava piangendo, ma per quale motivo? Infondo lui non l’aveva violentata, era stato al suo gioco. Non aveva alcuna colpa, la sua coscienza era pulita. Si sdraiò scompostamente sul letto sfatto e cominciò a giocare con la bacchetta, creando tanti piccoli folletti fatti di luce aurea che ballavano tenendosi per mano. Draco li osservava e li faceva volteggiare secondo un preciso ritmo, ma la sua mente era ferma a Ginny.
Cosa stava succedendo? Avrebbe dovuto chiamarla? Farsi sentire? Tornare da lei la sera stessa con vino bianco e pasticcini?

Insomma... cosa cavolo si aspetta da me?

Ma a questa domanda nemmeno la stessa Ginny sapeva rispondere.

 
Un mese dopo

Draco stava studiando come un matto da due settimane. Doveva dare l’esame di trasfigurazione, materia che aveva sempre odiato sin dai tempi di Hogwarts. Si passò una mano tra i capelli e inforcò gli occhiali dalla montatura sottile e blu scuro, che indossava raramente. Sbuffò un’altra volta, gli stava venendo un mal di testa micidiale, gli mancavano soltanto pochi esami e poi sarebbe diventato un avvocato in tutto e per tutto. Dopo la guerra, dentro di lui era nato un bisogno urgente di fare giustizia ed aiutare il mondo a diventare un posto pulito e pacifico.

Chissà cosa direbbe mio padre...

Pensò sorridendo amaro ed alzandosi la manica della felpa osservò il tatuaggio ormai sbiadito che decorava l’avambraccio. Si tolse gli occhiali e si massaggiò le tempie.

-Draco!! È pronta la cena!- urlò Luna, entrando in quel momento in camera con un enorme vassoio tra le mani.

Con non poca fatica arrivò alla scrivania del biondo e cercò di appoggiare il piatto e le posate la dove non ci fossero libri o fogli volanti. Nel periodo sotto esame nessuno cenava o pranzava con gli altri, ognuno aveva i propri orari e Luna, che lavorava presso il Cavillo e quindi era più rilassata degli altri, si era presa l’impegno di cucinare per tutti.

-I toast sono un po’ bruciati- disse Luna, inciampando in  un cuscino che giaceva per terra e facendo cadere la bottiglia di birra sulla felpa del ragazzo.

Draco inspirò profondamente e con un colpo di bacchetta, ripulì il danno fatto. Luna non sembrò farci troppo caso.

-Oh! Oggi è arrivata questa..- cinguettò la bionda, porgendo un invito rosso al biondo ed osservando i libri del ragazzo.

Draco la tenne d’occhio per un po’, aveva paura che potesse distruggere i rari ed antichi libri che conservava con tanto amore e dedizione. Quando vide che Luna si limitava soltanto ad osservare i tomi con la sua aria svampita si rilassò e cominciò a leggere il biglietto rosso.

-Oh no... un altro matrimonio- mormorò Draco, bevendo un piccolo sorso di birra.

Aprì il biglietto. Chi poteva essere?  Luna lo ignorò e cominciò a saltellare per la camera.

-Sai Draco Malfoy... oggi al Cavillo ho scritto un articolo sull’importanza delle gonne fatte con le squame di drago. Sono molto pratiche, se ti si rovesci qualcosa addosso, questo cade direttamente sul pavimento e non ti macchia la gonna... non capisco gli animalisti che sono contro questi capi di abbigliamento- disse tutta felice, ignorando le occhiate confuse ed omicida che Draco le stava riversando.

Tornò a leggere i biglietto e quello che vide per poco non gli provocò un infarto.

 
Siamo felici di invitarvi al matrimonio di Harry  James Potter e Ginevra Molly Weasley.
Vi aspettiamo sabato 13 Dicembre all’abbazia di Saint Thomas.
Testimoni: Hermione  Jane  Granger e George Weasley
 

-Luna... lo sapevi che la Weasley si sposa?- chiese profondamente confuso il biondo.

La bionda ci impiegò un po’ a rispondere.

-No.. ma era scontato Draco Malfoy che si sposasse con Harry Potter, si amano dal loro primo incontro- cantilenò, facendo crescere una certa rabbia nel ragazzo.

-Loro non si amano!- scandì bene il mago, prima di smaterializzarsi e lasciare Luna sorridente nella camera.

-Sento puzza di gelosia...- cinguettò uscendo dalla camera.
 
Draco si era smaterializzato alla Testa di porco, il bar che dirigeva Aberforth. Quando lo vide arrivare verso il bancone, il vecchio non perse tempo e si procurò due calici e un vecchio liquore, alquanto forte.

-Malfoy! Ti vedo sconvolto, cosa ci fai qui? Non sono i locali che frequenti...- disse il mago, facendo riferimento ai bar d’elite che frequentava il biondo.

Draco si guardò attorno, ignorando l’uomo. Il locale era sporco e polveroso e la maggior parte dei clienti non era certo gente lodevole. Si voltò per osservare Aberforth che lo guardava sospettoso. Allora il biondo passò silenziosamente il biglietto rosso al mago.

-Ginny Weasley... me la ricordo, niente male, una gran bella ragazza...-

Draco lo guardò incenerendolo e cominciò a chiedersi il perché fosse andato proprio da lui e non da Hermione.

-Malfoy... è sempre stata innamorata di Potter e con lui, senza offesa, ma non puoi competere- mormorò il vecchio, cominciando a farsi delle treccine lungo la folta barba.

Ci fu un attimo di silenzio e poi Aberforth cominciò a tossire forte e lanciò un calcio potente a Draco, che prontamente si lamentò.

-Ma cosa fai?!- disse quasi urlando.

-Ciao!- una voce dolce, fece voltare il biondo.

Non è possibile...

Ginny lo stava osservando sorridendo. Indossava un cappotto rosso fuoco che si mimetizzava con i lunghi capelli, una berretta nera brillantina e dei jeans neri aderenti. Draco la mangiò con lo sguardo e poi la osservò negli occhi. Se fino a un momento prima, non sapeva cosa provare per la ragazza, ora ne era profondamente certo: era incazzato nero. Come osava baciarlo, portarlo a letto e poi ignorarlo, per poi saltare fuori con la notizia che si sarebbe sposata?!
La guardò con uno sguardo duro, arrabbiato che non lasciava trasparire alcunché. Era tornato il Draco Malfoy dei tempi di Hogwarts. Ginny che inizialmente sorrideva dolcemente, cominciò a sentirsi a disagio e profondamente colpevole. Deglutì vistosamente e poi si sistemò una ciocca dietro l’orecchio.

-Allora Aberforth... tutto bene?- chiese, cercando di ignorare il biondo.

Il vecchio intanto si stava divertendo da matti e annuì alla voce zuccherina della ragazza.

-Mi è giunta voce che tra poco diventerai la signora Potter...- disse ingenuo.

La rossa sorrise, poi spalancò la bocca per dire qualcosa ma subito la richiuse ed osservò Draco, che la stava  per assassinare con le pupille. Ginny si mangiucchiò un labbro e si torturò le mani.

-Si infatti... era venuta qua per darti l’invito, ma vedo che qualcuno mi ha preceduto- disse poi amara al biondo, che contrasse la mandibola.

Aberforth si alzò e tornò dietro il bancone, da cui poteva osservare la scena senza essere di troppo. Ginny, ancora in piedi cominciò ad osservare tutto il locale, ma sapeva che Draco la stava guardando. Sospirò forte e poi guardando un punto oltre le spalle del biondo si decise a parlargli.

-Senti Malfoy... dobbiamo parlare, possiamo uscire?-

Draco non disse nulla e uscì dal locale, passandole accanto tirò una spallata abbastanza forte contro quella della ragazza che per poco non perse l’equilibrio. La rossa si scambiò uno sguardo di aiuto e disperazione con Aberforth e poi uscì dal locale, dove trovò il ragazzo ad aspettarla con lo sguardo rivolto verso il cielo.

-Avanti dillo..- disse Ginny, che gli stava fissando la schiena fasciata da un cappotto nero.

Draco non disse nulla però e continuò ad osservare il cielo su cui era incastonata la luna piena.

-Dillo Draco! Dillo che ti faccio schifo, che sono una sgualdrina, che non merito l’amore di nessuno, forza dillo!- urlò Ginny, improvvisamente fragile.

Draco..? strano che non mi chiami Malfoy

-Sai che cosa mi dispiace? Mi dispiace per le migliaia di uomini presenti al mondo, che non potranno più andare a letto con te o che non potrai più baciare. Eri abbastanza brava... niente male per essere etichettata come l’eterna innamorata di Potter- cominciò Draco, voltandosi verso Ginny e notando i suoi occhi arrossire.

Fece una pausa per darle l’occasione di calmarsi e poi rincarò la dose.

-Ma mi dispiace soprattutto per Potter. Lui ti ha sempre amato, ti è sempre rimasto fedele, ha sempre creduto in te. E tu cosa fai? Ad Hogwarts ti sei fatta passare metà dei grifondoro e dei corvonero e d’ora non oso pensare con quanti tu sia stata, mentre Potter ti giurava amore eterno. Mi dispiace per lui... solo questo, per te onestamente non provo nulla... nemmeno pena, non te lo meriti. Non ti meriti proprio nulla, mi hai deluso e sai cosa? Che io ora, mi sento un perfetto cretino. Sono mesi che io penso a te, pensavo ci fosse qualcosa tra noi, ma a quanto pare sono solo uno dei tanti-

Draco avrebbe tanto voluto andare avanti, ma si accorse di aver toccato il fondo. La sua voce si era scollegata dalla mente e dal cuore e aveva detto tutto ciò che l’orgoglio calpestato le suggeriva. Ginny lo osservava annuendo e tirando su con il naso, non piangeva ma non osava nemmeno parlare. Probabilmente aveva esagerato.

No Draco! Lei si è presa gioco di te...

Suggerì una voce dentro di sé.

-Draco.. io non ho mai tradito Harry, se non con te. Tu sei l’unico a cui mi sono concessa...- disse, sospirando e cacciando indietro le lacrime.

-Lo dici a tutti questo?- chiese duro Draco.

Ginny fece di no con la testa e deglutì un’altra volta. Draco la scrutò e capì che non stava mentendo, ma l’aveva ferito e doveva pagare.

-Weasley... tu mi piacevi, ma ora non so nemmeno chi tu sia..-

La rossa lo guardò come una bambina guarda le caramelle e si avvicinò a Draco.

-Ma io sono sempre la stessa Ginny Weasley che hai conosciuto ormai dieci anni fa, sono la Weasley che prendevi in giro, la rossa con cui flirtavi al matrimonio di Ron e con cui hai fatto l’amore a quello di George..-

Draco negò con la testa.

-No Ginny. Tu sei cambiata. La Ginny che conoscevo io era un osso duro, era forte, gentile, altruista, dolce ma determinata e pronta a morire per ciò che credeva... ora guardati... ti sposerai tra due settimane e sei qui, a convincermi di qualcosa che non esiste... riprenditi-

-Ma Draco... quella Ginny è morta da tempo, la guerra mi ha cambiato..- provò la rossa, ma subito fu zittita da un’occhiata di Draco.

-La guerra ha cambiato tutti! Ma tu Ginny... non ti rendi nemmeno conto di quanto tu sia fortunata! Hai una famiglia che ti ama, una casa tutta tua, studi e sei mantenuta dai tuoi, le persone ti vogliono bene e hai una reputazione impeccabile e osi lamentarti e fare la preziosa! Ti basta dire che sei una Weasley, amica della Granger e di Potter, per trovare qualsiasi tipo di lavoro! Guarda me! Non ho più una madre, mio padre è ad Azkaban e non vedrò mai più, ogni volta che esco di casa qualcuno mi punta contro il dito e mi accusa della morte di Silente, non hai un tatuaggio indelebile sul braccio che ti ricorda sempre chi eri e cosa hai dovuto fare! Perciò non osare essere infelice, non osare lamentarti!- urlò Draco, prima di smaterializzarsi e lasciare Ginny in lacrime accucciata contro l’ingresso del bar.

In fondo perché piango? Malfoy ha ragione... mi faccio schifo da sola

Pensò alzandosi e sistemandosi il trucco colato e cercando di calmarsi. Poi come non fosse successo nulla, si avviò verso casa. Ma ormai la consapevolezza delle parole di Draco non l’avrebbero mai più abbandonata.

 
13 dicembre

Il giorno del matrimonio tanto atteso era arrivato. Tutta la casa di Malfoy era in piena forza, Neville e Luna erano estremamente felici per gli amici, mentre Blaise compativa Draco che quella mattina non voleva proprio alzarsi.

-Avanti Draco... arriveremo tardi- provò Astoria, sedendosi accanto a lui nel letto.

Quel giorno Astoria era particolarmente felice. Finalmente Ginny si sarebbe accasata e così tolta dalle mire romantiche di Draco.
Draco però negò con la testa, così gli amici senza speranza, andarono via lasciandolo solo. Quando sentì la porta sbattere, il biondo si decise ad alzarsi e osservò sulla scrivania il biglietto rosso che faceva bella mostra di sé. Draco sospirò e si stropicciò gli occhi, poi si mise a pensare.

-Oh al diavolo!- imprecò e corse nell’armadio a recuperare l’abito d’occasione.

Quando arrivò nella chiesa, il matrimonio era ormai finito e si stavano scambiando le fedi. Draco osservò come Harry guardava Ginny e ne trovò le pupille traboccare d’amore. Ginny invece osservava sorridendo tirata, la mano ingioiellata. Quell’anello sarebbe stato il suo marchio da quel momento in poi.
Era sera quando fu servita la cena nuziale e Draco osservava da un angolo in disparte tutto lo spreco di decorazioni e luci di cui il Prescelto aveva fatto uso.

-Porca puttana...- sussurrò tra sé Draco, allentandosi il nodo della cravatta.

-Eh già! Un matrimonio da re, ruberei un po’ di cibo fossi in te- disse amichevole Aberforth, apparso in quel momento.

Intanto arrivarono pure Astoria con Luna, Blaise, Theo e Neville. Aberforth rubò una bottiglia di vino bianco e cominciò a versarla ai presenti.

-Cari amici miei- esordì il vecchio troppo felice –Come ben sapete sono sempre stato orgoglioso del fatto che nessuno di voi avesse un fidanzato o una ragazza, ma con il passare degli anni sto cominciando seriamente a preoccuparmi. Mi piacerebbe andare al matrimonio di qualcuno a cui tengo, almeno una volta nella vita-

I ragazzi si guardarono tra loro colpevoli, Aberforth era stato come un papà negli ultimi anni e sapevano bene che il suo unico desiderio era quello di vederli tutti felicemente accasati.

-Non per togliermi dal gruppo- incominciò Blaise, noto donnaiolo –Ma io ho chiesto di sposarmi a tutte le ragazze che ho conosciuto-

-A me non l’hai chiesto!- si lamentò Luna, bevendo un piccolo sorso di vino.

Neville incenerì con lo sguardo Blaise che stava per dire qualcosa a Luna. Il moro ammutolì all’istante e richiuse immediatamente la bocca.

-Allora giovanotti! Questo è un ordine!- urlò Aberforth, attirando l’attenzione di molti invitati –Andate tra la folla e trovate mariti e mogli!- cantò, improvvisando una voce baritonale.

I ragazzi si misero sull’attenti e formularono un saluto militare, mentre Aberforth se la squagliava sorridendo.

-Ottimo! Allora Astoria hai trovato marito?- chiese Blaise, mettendo un braccio attorno la sua vita.

Astoria si staccò immediatamente ed infilò il tacco a spillo sulla scarpa elegante e impeccabilmente nuova del moro, che mugugnò e si portò la mano al piede. Intanto pure Astoria si staccò dal gruppo e andò a congratularsi con gli sposi. Aberforth nel frattempo era tornato con la pipa accesa e il bicchiere colmo di qualche super alcolico.

-Propongo un brindisi- disse, mettendosi al centro degli amici, che levarono il calice verso l’alto.

-Al vero amore, in qualunque forma o dimensioni si presenti a voi. Con l'augurio che un giorno possiate dire con orgoglio: "Anch'io una volta sono stato amato follemente!"- recitò Aberforth, prima di trangugiare in un sol sorso, la sostanza scura.

E così il matrimonio e la caccia al vero amore ebbe inizio.
Theo si concentrò sulle damigelle d’onore, che però reputandolo troppo strano e timido lo ignorarono pesantemente.
 

Blaise aveva cominciato un interessante conversazione con una cugina veela di Ginny.

-Lo sai, molte coppie sposate incontrano i propri partner ai matrimoni, non le sembra una strana coincidenza?-

La veela sorrise e fece ondeggiare i lunghi capelli biondi.

-Proprio vero! Infatti io ho conosciuto mio marito, al matrimonio di mia sorella Fleur- disse con un accento francese molto forte.

Draco che accanto a Blaise stava ascoltando tutto, scoppiò a ridere beccandosi un coppino da parte dell’amico.
 

Neville nel frattempo si era avvicinato lentamente a Luna, che osservava gli ospiti ballare.

-Ciao...- disse Neville, offrendole un sorso di vino.

Luna lo ringraziò e gli sorrise. Quel sorriso fece sciogliere e perdere il senno al moro.

-Sei uno schianto ‘sta sera- le sussurrò all’orecchio.

Luna scoppiò a ridere e lo prese per mano, con la sua solita ingenua.

-Grazie Neville... andiamo a cena, dai!- cinguettò, trascinandolo per la mano verso la sala da pranzo.

Neville strinse la sua mano in quella di Luna e si godette quel forte contatto di pelli.
 

Draco stava osservando la scena sorridendo dolcemente quando accanto a lui si mise Pansy Parkinson.

-Come stai Draco?- chiese, con una voce calda e sensuale, che stupì il ragazzo.

Draco indietreggiò e Pansy intuì, così lo prese per il braccio e gli intimò di fermarsi.

-Draco, stai tranquillo.. ti ho superato, sto bene adesso. Non avere paura di me- sussurrò ancora.

Il biondo la osservò, sicuramente era cambiata dal matrimonio di George Weasley. Portava un rossetto rosso fuoco e gli occhi leggermente truccati, risaltavano il colore scuro delle pupille. I capelli erano intrecciati in un elaborato cucù. Il vestito verde scuro aderente, risaltava le curve, ma non in maniera volgare.

-Effettivamente ti trovo bene- ammise Draco, finendo di osservarla.

Pansy scoppiò a ridere e poi gli si avvicinò ancora.

-Ho perso un sacco di chili e ho trovato un ragazzo che finalmente mi ama veramente, lavora con me per la Gazzette del Profeta...- disse sorridente.

Draco non poté che essere veramente felice per lei. Poi la mente del biondo cominciò a dare faville.

-Forse avevi ragione... dovevamo sposarci- disse serio, osservandola.

Lei scoppiò a ridere nuovamente.

-Oh no! Sposando te, avrei sposato anche i tuoi amici, non credo che avrei sopportato Astoria..-

-Astoria ti trova adorabile- mentì il ragazzo, Astoria non sopportava Pansy dai tempi di Hogwarts, quando si era fidanzata con il biondo.

-Astoria mi chiamava ‘Ippogrifo obeso’...- mormorò non troppo convinta la ragazza.

-Io non gliel’ho mai sentito dire- ammise il biondo, alzando le braccio e mostrando i palmi dellemani alla ragazza.

Nel frattempo Draco tornò indietro con i ricordi e si ricordò di quando al terzo anno, aveva raccontato ad Astoria di essersi fidanzato con Pansy. La mora non l’aveva presa molto bene e  aveva cominciato a farfugliare un centinaio di motivi del perché non dovevano stare insieme, tra cui il suo essere ‘un ippogrifo obeso’. Draco rise sotto i baffi e poi tornò a concentrarsi su Pansy.

-Tesoro ci vediamo una volta a pranzo, telefonami- lo sbolognò però lei, dandogli un piccolo bacio sulle labbra.

Pansy scomparve nella folla e Astoria si avvicinò a Draco, con un’aria serpentesca, tipica della sua casata di Hogwarts.

-Come sta l’ippogrifo obeso?- chiese la sua voce squillante.

Draco la osservò e si mise a ridere.

-L’ho trovata in ottima forma, oscilla tra il depresso e l’agitato- ammise il biondo, a cui non era sfuggito il tono di voce con cui gli aveva parlato Pansy.

Astoria stava per dire qualcosa a Draco, ma fu interrotta dal vocione profondo di Hagrid che annunciò l’arrivo dello sposo e della sposa. La ragazza vide lo sguardo vuoto che Draco stava lanciando a Ginny e notò come la rossa aveva guardato immediatamente per terra, quando aveva incrociato lo sguardo del biondo. In poco tempo, tutti gli invitati vollero sentire il discorso e così Ginny si mise a sedere su una sedia, per farsi vedere da tutti, anche se il professor Vitious lamentava alcuni problemi. La rossa inspirò profondamente e poi sfoderò uno dei suoi sorrisi migliori, che fecero sciogliere l’intero pubblico maschile.
 
-Se il mio amato fratello Fred fosse qui oggi so perfettamente quello che mi direbbe: "Eccellente abito, Ginny mia, ma  perché diavolo ti sposi quell’Harry che attira sempre i guai?" Ed io gli direi la stessa cosa che dico a voi adesso: perché io, questo Harry che attira sempre i guai, lo amo. Come disse John Lennon, uno dei cantanti preferiti della nostra Hermione: "La risposta a tutto è l'amore."-

Ginny scese dalla sedia e baciò Harry e tutti si misero ad applaudire sospirando. La musica cominciò ad avvolgere i presenti e ben presto tutti gli invitati cominciarono a ballare. Draco rimase dove si trovava prima, osservava Ginny sorridere alle parole di Harry, ma ci leggeva tanta falsità, tante forzature. La rossa occasionalmente posava lo sguardo sulla figura di Draco, a cui riservava sempre una faccia titubante e piena di rimorsi. Astoria aveva notato quegli scambi di occhiate, apparentemente silenziose, ma che nascondevano un caos totale.

-Ti piace molto non è vero?- chiese, sconsolata.

Draco sospirò e si ritrovò ad annuire. Perché per quanto Ginny fosse stata stronza e cattiva, lui l’amava e nulla e nessuno gli avrebbe fatto cambiare idea.

-Si, mi piace... è così strano ammettere che ti piaccia qualcuno, comunque... lei ha sposato un altro e io sono rimasto fregato- ammise il biondo mettendosi le mani in tasca.

Sentì la presa di Astoria sciogliersi dal suo braccio e la vide andar in un’altra sala, triste. Draco si accigliò e dando un’ultima occhiata alla rossa, seguì l’amica. La trovò ad ammirare un enorme quadro appeso alla parete. Era strano vedere Astoria giù di morale, in genere lei non si lasciava abbattere mai da nulla.

-Allora com’è andata la caccia? Sei riuscita a trovare il futuro compagno della tua vita?- chiese il biondo, pensando alle parole di Aberforth.

-Non mi serve, io l'ho già incontrato. Sono innamorata di un ragazzo da molti anni...- ammise la ragazza, voltandosi ed osservando il ragazzo.

-Davvero?! E chi è?- domandò, improvvisamente curioso il biondo.

Ci fu un attimo di silenzio, che sembrò durare anni.

-Tu.. Draco..- dichiarò la ragazza, osservandosi le pieghe dell’abito.

Draco si accigliò e cercò immediatamente una sigaretta nelle tasche. Si mise vicino alla finestra e la spalancò, l’accese e cominciò a consumare la nicotina. Si sentì improvvisamente più calmo e padrone della situazione. Astoria allora continuò a parlare.

-Sì, ti ho sempre amato. Da quando ci siamo conosciuti. Sono anni ormai. L'ho capito fin dal primo momento. Eravamo in una classe ad Hogwarts e mi aiutasti a tenere testa alle prepotenze del professor Piton... – osservò lo sguardo confuso del biondo e si sentì morire -Nessuno dei due può farci niente purtroppo, è la vita. Essere amici non è male sai, essere amici è sempre meglio di niente!-

Draco finì di fumare in silenzio e poi corse ad abbracciare Astoria, che non rispose però all’abbraccio.

-Non ti merito...- le sussurrò all’orecchio.

Ed Astoria annuì, staccandosi dolcemente da lui. Poi decisero di tornare dagli amici, anche se entrambi erano ancora profondamente scossi da quella dolce e tenera verità appena rivelata.
Quando arrivarono Neville fece segno ai due amici di guardare Aberforth, che sembrava alle prese con un’impegnativa chiacchierata con la zia Muriel.


-E mi dica .. lei lo conosce Gilderoy Allock?-

Lo scrittore, ora al San Mungo, era da sempre l’idolo della vecchia strega.  E come darle torto? Infondo era un mago di bell'aspetto, con fluenti e biondi capelli ondulati e un sorriso seducente.

-Non personalmente, purtroppo... Ma conosco una persona che potrebbe procurarmi il suo numero di fax, se le interessa!- rispose per le rime, Aberforth.

E così, dopo aver congedato l’anziana signora, il vecchio mago cominciò a ballare come un ossesso, beccandosi gli applausi e i fischi da parte dei giovani amici. Agitava le braccia e le gambe in una maniera strane ed unica, imitava gli uccelli volare e poi le rane saltare. Era un tutt’uno con la musica. Cominciò poi a fare il verso di tutti gli animali più strani e curiosi che popolavano il regno magico. Ciò fece subito riacquistare il buon umore ad Astoria. Di colpo la musica cessò e Harry richiamò l’attenzione dei presente. Aberforth si unì a Draco e gli passò una delle sue sigarette, che contenevano di tutto tranne che tabacco. Draco sorrise grato.

-Ahh Ginny... proprio un incanto quella ragazza..- disse Aberforth, porgendogli l’accendino.

Draco sorrise e Aberforth gli tirò una pacca consolatoria sulla spalla. Harry cominciò a fare il suo discorso e ricordò a tutti come lui e Ginny si conobbero e di come si innamorarono. Draco continuava a fumare e Aberforth improvvisamente si accasciò per terra e lanciò un grido di dolore. L’intera assemblea si voltò e Draco, con Neville e Blaise accorsero sul corpo di Aberforth che si contorceva dal dolore. Cercarono di farlo calmare, ma non riuscirono, si agitava in continuazione. Draco allentò il nodo della cravatta e cercò di scostargli la barba per farlo respirare meglio, Neville intanto da bravo futuro Medimago cominciò a fargli alcune manovre per farlo calmare e fargli passare il dolore. Neville passò poi le dita sul collo del mago e sbiancò di colpo. Alzò lo sguardo verso gli amici e cominciando a piangere annunciò la triste verità:

-È morto-

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Capitolo 5
*** Felici e contenti ***


FELICI E CONTENTI

Ovvero di come Neville si sposa e ognuno corona il proprio desiderio di felicità




-È morto-

Quella frase, che Neville aveva pronunciato con la voce spezzata, rimbombava ancora nella testa di Draco. Erano passati pochi giorni ed era ormai arrivato il momento del funerale. Nessuno in casa Malfoy, si sentiva pronto ad affrontare quella dolorosa cerimonia. Aberforth, benché fosse un uomo brusco e rude e completamente diverso dal fratello era sempre stato come un papà per quei ragazzi che stavano vivendo lontano dalle loro famiglie. Neville aveva preso il doloroso incarico di pronunciare alcune parole durante il funerale, in ricordo dell’uomo. Draco l’aveva ringraziato a nome di tutti, nessuno sarebbe riuscito a parlare senza scoppiare a piangere o impappinarsi. 
Quando arrivarono alla chiesa riconobbero molte facce famigliari, i professori, ex- studenti come Oliver Baston, clienti del pub... c’erano tutti. Non mancava nessuno.
Quando arrivò il momento di parlare Neville si sentì svenire. Non era assolutamente pronto, cosa gli era venuto in mente?! Si guardò attorno e il silenzio che giaceva nella chiesa lo uccise.

-Avanti Nev... hai ucciso Nagini e non sai parlare?- scherzò sussurrando all’orecchio Luna.

Neville la guardò ringraziandola e poi le strinse forte la mano, prima di alzarsi e avvicinarsi al microfono.

-Aberforth ha sempre preferito i funerali ai matrimoni...diceva che per lui era più facile entusiasmarsi per una cerimonia di cui prima o poi sarebbe stato il protagonista...- cominciò Neville incerto, facendo sogghignare gli amici.

Si passò una mano tra i capelli e si inumidì le labbra con la lingua.

-Certamente Aberforth era molto diverso da suo fratello Albus, ma era comunque stupendo. Era volgare sì, pieno di vizi è vero, ma incredibilmente dolce ed ospitale. Quando... durante i primi tempi dell’università ci si sentiva giù, io e i miei amici andavamo sempre nel suo locale a bere qualcosa o semplicemente a farci riempire di insulti da lui, ma era comunque qualcosa che ti rendeva felice. Durante il mio ultimo anno ad Hogwarts, aiutò me e la mia amica Ginny Weasley a sfuggire alle barbarie dei Carrow e per questo non sarò mai in grado di dirgli grazie abbastanza- osservò la folla annuire.

Intravide gli occhi di Ginny che lo fissavano sorridendo malinconicamente. Neville la salutò con un’alzata di sopracciglia, poi si rilassò e finì il discorso.

-Sfortunatamente io non ho più parole. Spero soltanto che il ricordo che voi tutti avete di Aberforth sia di uno strabiliante mago libero e felice e non di lui rinchiuso in una bara-  e dette queste parole Neville tornò a sedersi vicino a Luna, che lo fissava ammirata.

Con l’aiuto della magia la bara fu sepolta nella terra viva e poi ricoperta. Hagrid aiutò a ricoprire di terra la cassa in legno. Astoria e Luna abbracciate a Neville si misero a piangere, Blaise inforcò un paio di occhiali da sole e Theo gli picchiettava amorevolmente sulla spalla. Draco si scostò dalla folla e fece due passi nell’enorme cimitero. Arrivò ad una lapide bianca come la neve e liscia come la pelle di un bambino appena nato. La guardò e sentì gli occhi pizzicargli leggermente.
 
Qui giace Narcissa Black in Malfoy
Donna dall’incredibile bontà
1955-1998
 
Sentì una lacrima scendergli lungo la guancia. Guardò il cielo nuvoloso e cercò di ricacciare indietro le lacrime. Gli venne in mente quando aveva scoperto che era morta.
Era entrato nella grande cucina di Malfoy Manor, con una lettera in mano stava correndo felice alla ricerca della madre.

-Mamma ... mamma! Mi hanno assolto! Non andrò ad Azkaban!-
 
Era felice come un bambino. Un elfo domestico gli era corso incontro e lo aveva ammonito che la padrona di casa era da ore rinchiusa nella camera matrimoniale e non voleva uscirne. Draco troppo contento, per osare immaginare ciò che la madre aveva appena compiuto, entrò nell’enorme stanza e vide l’esile figura della madre appesa a una corda che pendeva dalla parete.

-NO... no...
...no.. no-
 
Sentì una candida mano toccargli la spalla e Draco spalancò di colpo gli occhi. Si era rannicchiato di fronte alla bara e aveva cominciato a scarnificare la pelle, là dove il marchio nero decorava il braccio. Si voltò e vide che Ginny lo stava fissando dolcemente, come fosse una mamma. Draco si rialzò e solo in quel momento sembrò notare, quanto sovrastava in altezza la rossa.

-Grazie per essere venuta- pronunciò gelidamente Draco.

Ginny annuì e poi si voltò verso la tomba di Narcissa. Osservò da vicino la foto.

-Era una bella donna-

Draco annuì confuso.

-Come mai sei qui?-

Insomma.. tu e mia mamma manco vi conoscevate

Ginny indicò la tomba accanto a quella di Narcissa e Draco si diede mentalmente dello stupido per non essersene mai reso conto.
 
Qui giace Fred Weasley
Re della risata
1978-1998


 
Draco si voltò verso Ginny.

-Era giovane..-

-Non lo meritava.. non lui- disse Ginny, con la mente lontana da quel cimitero.

Draco le diede una pacca confortevole sulla spalla e la rossa sembrò ridestarsi.

-Sono venuto al suo funerale... – cominciò il biondo, accendendosi una sigaretta.

La rossa si voltò sorpresa: non l’aveva notato.

-Mi sentivo terribilmente in colpa, è stato Rookwood ad ucciderlo e io lo conoscevo bene quell’uomo. Così sono andato alla cerimonia, sono stato indietro, nascosto... erano tempi duri per me. Quando ve ne siete andati tutti, mi sono chinato contro la lapide...-

-Hai pianto e hai chiesto scusa per tutto... lo so Draco, ti ho visto-

Draco rimase in silenzio per lungo tempo ed osservò la ragazza e poi la lapide.

-Non fraintendermi avrei tanto voluto ucciderti quel giorno. Ma poi mi sono resa conto che infondo tu non c’entravi un bel nulla, con la sua morte... quando ti ho visto piangere mi sono intenerita e avrei tanto voluto venire ad abbracciarti e consolarti, ma ... c’era qualcosa che mi bloccava. E questo qualcosa mi blocca in continuazione, mi fa combinare cose assurde e mi trasforma in una donna che non sono-

Draco annuì e in quel breve discorso, rivide la Ginny Weasley che al quinto anno l’aveva schiantato nell’ufficio della Umbridge. Riaffiorò lo spirito bizzarro e indomabile della piccola di casa Weasley e Draco non poté che esserne felice. Quella era la Ginny che amava.

-Comunque grazie per essere venuta al funerale, deve essere stata la luna di miele più breve della storia- disse poi Draco.

Doveva tornare alla realtà. Per quanto amasse Ginny, lei era felicemente sposata con Harry e Draco doveva illudersi se sperava in una fine diversa. Ginny si mangiucchiò un’unghia.

-Non fa nulla.. ci rifaremo- cercò poi di dire tranquilla.

Poi si guardò un po’ attorno e i suoi occhi incominciarono ad agitarsi irrimediabilmente.

-Ti ricordi quella cosa che mi hai detto per strada.. davanti alla Testa di Porco..?-

Draco la fissò gelidamente, che ci avesse ripensato? Che volesse picchiarlo?

-Ecco... devo dirti, che mi ha fatto piacere-

Draco si passò una mano tra i capelli. Aveva sentito bene? Ginny lo stava ringraziando per averla umiliata e poi abbandonata in una valle di lacrime?!

Sto impazzendo...

-So di non meritare l’amore di nessuno, special modo di Harry. Ma dopo la guerra qualcosa dentro di me si è rotto. Sarà stata la morte di Fred o il dover vedere mia mamma depressa e George che lotta ogni giorno contro la nostalgia per suo fratello.. o non lo so! Fatto sta che dalla guerra non sono più stata capace di amare. Gli uomini che mi circondavano mi attiravano, ma quando si arrivava sul più bello, mi tiravo indietro. Non perché fossi una poco di buono, ma perché l’idea di affezionarmi a qualcuno che prima o poi sarebbe morto, mi uccideva- fece un momento di pausa e osservò Astoria che da lontano si stava avvicinando.

-Poi è arrivato il matrimonio di Herm e quando ti ho visto... quando mi hai parlato, quando cercavi di farmi ridere... qualcosa è cambiato e ti ho baciato. E Dio se mi è piaciuto! Ma poi la consapevolezza della morte, la paura di rovinare tutto mi ha distrutto ed è per questo che... che mi sono messa con Harry. Lui è sempre stato una sicurezza nella mia vita, è sempre stato presente, come amico certo, ma c’era. E per vigliaccheria ho preferito sposare un uomo che non amo, piuttosto che essere stravolta dal potere dell’amore per poi finire a piangere e struggermi per te.. non ne ho le forze Draco.. capisci?-

E Draco non sapeva cosa dire. La mente era vuota e si colmava solamente della figura di Ginny che davanti a lui, si era aperta e sviscerava dolore e amore. Un intruglio di sentimenti ed emozioni, conditi con le lacrime salate, che da troppo tempo Ginny ricacciava inutilmente.

Draco le prese il volto tra le mani e con i pollici le asciugò le lacrime e tolse il trucco colato. Poi chiuse gli occhi e si avvicinò alle sue labbra. Era quello un bacio vergine, il primo dato in tutta sincerità da entrambi. E quel bacio lo lasciò stupefatto: perché Ginny era infondo ancora un bambina, perché era un pensiero impensabile, perché era un pensiero che in realtà aveva sempre pensato, e perché adesso era un segreto che conosceva. Inoltre quando si staccò le osservò le labbra e sorrise. Quella bocca... che ridesse o urlasse o semplicemente stesse lì, come ad aspettare non ti lasciava in pace. Ti trapanava la fantasia, semplicemente. Ti impiastricciava i pensieri.
Quando Ginny, vide la figura di Astoria e di Neville avvicinarsi a loro, si scostò e poi sorridendo dolcemente si smaterializzò, lasciando così Draco in uno stato di pura catarsi.

-Abbiamo interrotto qualcosa?- chiese acida Astoria.

Draco non rispose, ma voltandosi guardò i due amici con un sorriso a trentadue denti e si sentì come in paradiso.

-Ho capito... porto a casa Luna, ci vediamo questa sera..- sussurrò a Neville la ragazza.

In quei momenti di estasi, Draco doveva sfogarsi con Neville ed Astoria era inevitabilmente di troppo. Inoltre non voleva sorbirsi alcun discorso su Ginny Weasley e le sue fantastiche labbra. Quando la ragazza sparì, Neville si avvicinò al biondo e cominciarono ad avviarsi verso la Londra Magica.

-Io ... io non so più cosa fare con lei- ammise dopo un po’ il moro, mentre Draco serio lo ascoltava e si accendeva una sigaretta.

-Forse ho una teoria!- disse allegro Draco, ancora esaltato dall’incontro con la rossa.

-Dovresti smetterla di fumare... ti cambia troppo velocemente l’umore- constatò serio Neville.

-Per tutti questi anni siamo stati scapoli e fieri di esserlo, mai un sospetto. Invece due di noi erano virtualmente sposati e non ce ne siamo accorti-

Neville scoppiò a ridere.

-Due traditori del gruppo!- aggiunse poi, facendo strappare un sorriso al biondo.

-Allora... con Luna come credi di procedere?- chiese poi Draco, sbuffando fumo ed osservando da una staccionata il Tamigi blu scuro, con le piccole onde increspate.

-Non lo so Draco... ho sempre sognato di incontrare una ragazza spigliata, gentile, dall' aspetto gradevole, che non mi trovasse repellente. E quando conobbi Luna e diventammo molto intimi volevo dichiararmi. E poi sposarla e vivere felici e contenti per tutta la vita. Tra i miei genitori è funzionato. Beh, a parte la pazzie, Voldemort e tutto il resto...-

Draco si sentiva in colpa. Neville non parlava mai dei suoi genitori, ma quando raramente ne faceva cenno Draco voleva sotterrarsi. Era colpa della sua famiglia se ora Neville aveva due genitori vivi e vegeti, che mai l’avrebbero riconosciuto. Neville non sembrò farci troppo caso al silenzio del biondo.

-Facciamo così diamoci sei mesi! In questo tempo io devo dichiararmi a Luna e tu a Ginny!- disse poi animato da una nuova allegria il moro.

-Ma che? Sei scemo?!- ululò il biondo, lanciandogli un’occhiata spaventata.
 


6 mesi dopo
 
La prima sveglia suonò e Draco di malavoglia si alzò a spegnerla, per poi rituffarsi nelle soffici coperte.  Stava per chiudere gli occhi, quando un centinaio di sveglie cominciarono a suonare incessantemente. Si mise a sedere e vide che Neville, con sguardo soddisfatto impugnò la bacchetta e la volse verso una credenza bianca. Lì centinaia di piccole sveglie rosse fuoco suonavano incessantemente.

-Volevo essere sicuro di non arrivare in ritardo!- disse il moro, sorridendo alla faccia torva del biondo.

-Potrai essere anche il novello sposo, ma fai un’altra azione del genere e non arriverai alla chiesa!- lo minacciò Draco, infilandosi nella doccia.

Neville, dopo la promessa che aveva stretto con il biondo sei mesi prima, al funerale di Aberforth, aveva trovato il coraggio di dichiararsi a Luna. La bionda si era slanciata verso di lui e l’aveva ricoperto di baci, mentre ingenuamente continuava a sghignazzare degli acuti ‘Si! Si! Neville ti amo! Si!’
Quando Draco arrivò nella cucina, per trangugiare di corsa un caffè, vide che tutti gli amici circondavano Neville, continuando a scattare foto. Astoria, vedendo il biondo scendere le scale, sorrise allegra e gli corse incontro. Indossava un abito a fantasia multicolore, molto diverso dagli abiti scuri e semplici che sempre portava.

-Astoria.. che dolce cambiamento- disse Draco, rimanendo senza parole.

Neville passò un braccio lungo le spalle della ragazza e poi fece l’occhiolino a Draco.

-Hai visto la nostra Astoria? Sembra un prato fiorito!- scherzò il moro, beccandosi un pugno in pancia dalla ragazza.

-Scusa Nev, ma te lo sei cercato! Comunque grazie Draco... volevo voltare pagina. Cambiare. Ero indecisa se rinnovare il guardaroba o rifarmi le tette. Ho preferito la
prima opzione-

- Hai fatto benissimo!- dichiarò il biondo, sorridendo.

- Da oggi vestirò tutti i colori dell'arcobaleno. E mi innamorerò solo di chi è innamorato di me- dichiarò poi solenne la ragazza, mentre Theo portava il caffè in salotto.

- Caffè per tutti!- urlò Theo, poi osservando Neville disse amaro –L’ultimo che berremo insieme!-
 
Tutti annuirono malinconici.
 
-Ragazzi! Ve l’ho detto! Potrete sempre venire a trovarci, infondo io e Luna abiteremo nella casa qua di fronte! E poi, come faremo con il cibo? Né io né lei sappiamo cucinare, ci toccherà venire a visitarvi negli orari di pranzo, cena e merenda!- disse ridendo Neville, passando una mano tra i capelli ordinati di Theo.
 
Tutti risero e poi, cominciarono a bere il caffè in silenzio. Si goderono quel momento di collettività, mancava solo Luna, che per l’occasione era andata a casa di suo padre, dove Hermione e Ginny, l’avrebbero aiutata a prepararsi per l’occasione.

- Beh, potrei approfittare di questa pausa di riflessione per fare un discorsetto- annunciò Draco, rompendo il silenzio.
 
- Sì, dai!- fomentò Blaise dalla cucina, cominciando a lavare le tazzine.
 
- Come ormai sapete, io sono stato un attento osservatore  delle vicende amorose di Paciock negli ultimi anni. E recentemente ero arrivata alla conclusione che il nostro grifondoro fosse già sposato segretamente con Luna- tutti sorrisero, memori di quanto tempo passavano insieme i due futuri sposi e di quante frecciatine si lanciavano -Ma a quanto pare gli eventi mi hanno smentito e oggi Paciock, il nostro Neville Paciock, grifondoro, colui che uccise Nagini e che non sa cucinare nemmeno una pasta, senza incendiare la casa, si sposa davvero. Sì, certo lei non è il massimo della normalità, ma io approvo-
 
Neville guardò l’amico ammirato. Mai si sarebbe aspettato di essere il protagonista di un tale discorso, soprattutto se pronunciato da Malfoy. Ma le cose erano cambiate e ormai loro due erano diventati come fratelli. Si alzò dalla sedia e lo abbracciò, mormorando un grazie.
 
Dopo quel momento di dolce intimità, tutti corsero a lavarsi i denti e poi si precipitarono nel luogo dove si sarebbe tenuta la cerimonia. Neville e Luna avevano deciso di non sposarsi in chiesa, per quanto tradizionale fosse, ma ad Hogwarts, dove il ministro Shacklebolt il persona avrebbe tenuto la cerimonia. Quando arrivarono nell’immenso parco, poche persone erano già presenti. Tra queste Draco intravide Ginny, che stava entrando nella scuola, scrutando le persone, come non volesse farsi vedere. Il biondo la seguì, sotto lo sguardo di rimprovero degli amici: perché continuava a provarci? Avrebbe ricevuto l’ennesima delusione!
Salì le scale il più silenziosamente possibile ed arrivò nella torre di Astronomia, la più alta torre di Hogwarts. Era un luogo che colmava di ricordi le giovani menti dei ragazzi. Ginny, stupita dell’arrivo di Draco nella stanza, si ricordò di quando la McGrannit era stata aggredita da quattro uomini del ministero, cosa che le costò un lungo periodo all'Ospedale San Mungo per ferite e malattie magiche.
Draco invece osservò la stanza schifato, ricordandosi quando sei anni prima stava per uccidere Albus Silente.

-Ciao..- disse timidamente Ginny, appoggiando la schiena alla balaustra in ferro ed osservando Draco, che era invece appoggiato al portone in legno.

- Sei in splendida forma- disse sinceramente Draco.

Ginny portava un lungo vestito color crema, che si intonava con la pelle chiara. Le spalline erano formate da tante piccole perline intrecciate tra di loro. La rossa lo ringraziò ed arrossì.

-Non c’è Potter?- chiese poi Draco, stupendosi di non averlo ancora incrociato.

Ginny ammutolì e poi diede la notizia.

-Non verrà... ci siamo lasciati, insomma era chiaro che non fosse l’uomo per me-

Draco impallidì di colpo e si sentì vacillare sulle gambe.

-Lasciati..?- chiese deglutendo visibilmente.

-Già da un po'. A marzo abbiamo raggiunto il fondo e ad aprile era già tutto fatto-

Draco annuì.
 
- Perché non me lo hai fatto sapere?!- chiese poi curioso.
 
-Non so...Volevo farlo, ma...-
 
-...ma qualcosa ti ha bloccato, come sempre..!- completò per lei, il biondo.
 
Ginny annuì malinconica. Durante quello scambio di battute, i due non si erano nemmeno accorti che il matrimonio stava ormai per cominciare.
 
- Dopo la cerimonia facciamo un brindisi tutti insieme, allora!- disse poi Draco, cercando di sdrammatizzare –Un brindisi alla vita da scapolo-
Ginny rise di gusto annuendo.

-Certo che noi due ci incrociamo sempre ai matrimoni, non trovi?- chiese poi Ginny.
 
Draco annuì, notando la singolare coincidenza.
 
-Dici che vuol dire qualcosa?- chiese dubbioso Draco avvicinandosi.
 
-Non ne ho idea.. so solo che siamo un perfetto disastro- disse Ginny, sentendosi incredibilmente a disagio.
 
Draco cominciò a guardarla intensamente, ma con una strana dolcezza, con cui non aveva mai guardato nessuna donna prima d’allora. Ginny sospirò e fece per incamminarsi verso il portone, quando fu bloccata da Draco.
 
-No, aspetta-
 
Ginny si voltò ed osservò ingenuamente preoccupata il ragazzo.
 
-Ginny, so che sono stato un bastardo, che ti ho rimproverata della tua vita quando non ne avevo alcun diritto. So di averti ferita e di non aver mai chiesto scusa...- cominciò Draco, facendo sgorgare un fiume di parole dalla bocca.
 
I due si guardarono e poi Draco riprese, avvicinandosi nuovamente alla ragazza.
 
-In questo lungo anno ho capito una cosa... che io non sono fatto per essere lo sposo ai matrimoni. Io e il matrimonio non siamo fatti l'uno per l'altro, però è singolare perché è proprio grazie a questa occasione che mi sono reso conto di essere follemente innamorato di una
ragazza. Una donna che tempo fa era vestita di bianco e portava un bouquet di rose in mano, ma che ora è qui davanti a me, con i suoi grandi occhi da cerbiatta-
 
Ginny ascoltò tutto il discorso con estrema calma, mentre dentro di lei qualcosa pulsava forte.
 
La felicità?
 
Sorrise estasiate e poi si avvicinò al biondo, prendendolo per mano e notando quanto fossero grandi e incredibilmente fredde, per essere in piena estate.
 
-Draco... la verità è che io mi sono innamorata di te nel primo istante che ti ho visto- cominciò facendo risalire lo sguardo, fino ad arrivare al volto sorpreso di Draco.
 
E così il fato e il dio Eros si incontrarono e si presero per mano. E mentre le bocche dei due ragazzi si stavano per baciare e suggellare così il loro amore, Draco si staccò di colpo, lasciando Ginny insoddisfatta.
 
- Lascia che prima ti chieda una cosa. Tu credi che dopo che ci saremo baciati, dopo che avremo passato un bel po' di tempo insieme, tu saresti d'accordo di...-
 
-Di cosa Draco?- chiese confusa Ginny, posandogli una mano sul petto.
 
- Di...non diventare mia moglie? Credi che il fatto di non sposarmi sia una possibilità che in qualche modo potresti  valutare? Per il resto della tua vita?   Vuoi?-
 
Ginny lo guardò innamorata e annuì.
 
-Si, Draco Lucius Malfoy, lo voglio-
 
Ginny rise e poi lo abbracciò stretto a sé e si baciarono, scollandosi solamente quando udirono gli invitati nel parco della scuola, urlare:
 
-Viva gli sposi!-
 
 
 
 
 
 
4 anni dopo
 
 
Luna e Neville, sposati ormai da quattro anni, ebbero una bellissima figlia, che portava l’aspetto fisico della mamma, ma il carattere gioviale e amichevole del papà. Si chiamava Alice, in onore della madre di Neville e Draco fu scelto come padrino.
 
Astoria finì per rimanere single, comprò un appartamento nel centro della Londra Magica e scrisse un libro che le diede una certa fame e un’abbondante reddito. Il libro si chiamava ‘Quattro matrimoni e un funerale’ ed era ispirato alla caotica vita da universitaria che aveva trascorso.
 
Theo e Blaise rimasero anch’essi single e decisero di continuare a vivere nell’appartamento che si erano comprati con gli altri amici. Comprarono diversi cani e due gatti. Quando nel 2004 fu approvato il matrimonio di coppie gay, decisero di sposarsi. Adottarono poi un bimbo.
 
Draco e Ginny andarono a convivere e si giurarono amore eterno. Draco smise di fumare e divenne un avvocato famoso, Ginny divenne una medimaga prestigiosa e molto capace. Tre anni dopo nacque Scorpius Hyperion Malfoy, un bambino biondo e dagli occhi grigi con gioia di Draco.

‘non si sarebbe potuto vedere un Malfoy con i capelli rossi!
Aveva mormorato giusto dopo il parto.

Scorpius grazie a Dio portava perlomeno il sorriso smagliante della madre.
 
E così, vissero tutti felici e contenti.



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