Harry Potter 2.0, si salvi chi può!

di Liioisjustchemical
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Voglio andare in vacanza! ***
Capitolo 2: *** Tutto bene, Rox? ***
Capitolo 3: *** Diamo inizio alla vacanza ***
Capitolo 4: *** Troppi pettegolezzi per una sola serata ***
Capitolo 5: *** E non finiscono qui! ***
Capitolo 6: *** Ora di tornare a casa ***
Capitolo 7: *** Rivelazioni bollenti (forse fin troppo) ***
Capitolo 8: *** Un viaggio in treno pieno di imprevisti ***
Capitolo 9: *** Un brutto presentimento ***
Capitolo 10: *** Ho lasciato Malfoy ***
Capitolo 11: *** Me la dai un'altra possibilità? ***
Capitolo 12: *** Tante belle novità ***
Capitolo 13: *** Gravidanza? ***
Capitolo 14: *** Festa di Halloween ***
Capitolo 15: *** La stanza degli specchi ***
Capitolo 16: *** Salvataggio in extremis ***
Capitolo 17: *** Grifondoro o Serpeverde? ***
Capitolo 18: *** Una Dominique bugiarda ***
Capitolo 19: *** Ho un futuro da insegnante ***
Capitolo 20: *** Imprecazioni ***
Capitolo 21: *** Certe notti ***
Capitolo 22: *** Primo giorno di vacanza ***
Capitolo 23: *** Allarme Rosso (1*parte) ***
Capitolo 24: *** Allarme Rosso (2* parte) ***
Capitolo 25: *** Una festa di addio per Domi, Louis e Vic ***
Capitolo 26: *** Un nome per il 'Nuovo Weasley' ***
Capitolo 27: *** Al Lago ***
Capitolo 28: *** L'Espresso per Hogwarts ***
Capitolo 29: *** Lucy e le sue perle di saggezza ***
Capitolo 30: *** Amici Fantasmi ***
Capitolo 31: *** Festa di Complemorte ***
Capitolo 32: *** What's going on ?? ***
Capitolo 33: *** Piano A ***
Capitolo 34: *** Il 'Piccolo Segreto' di Lucy Weasley ***
Capitolo 35: *** Corvonero James e cambi di programma ***
Capitolo 36: *** Fuga da Beauxbatons ***
Capitolo 37: *** Bentornati ad Hogwarts ***
Capitolo 38: *** Party di bentornato ***
Capitolo 39: *** Comportamenti sospetti ***
Capitolo 40: *** "Nuovo Weasley" in arrivo! (pt.1) ***
Capitolo 41: *** "Nuovo Weasley" in arrivo! (pt.2) ***
Capitolo 42: *** Una buona notizia (finalmente!) ***
Capitolo 43: *** Svelato il colpevole ***
Capitolo 44: *** Il ritrovamento della professoressa McGranitt ***
Capitolo 45: *** Finale da favola ***
Capitolo 46: *** Il nostro ultimo giorno ***



Capitolo 1
*** Voglio andare in vacanza! ***


“Ma insomma! Roxanne e Fred ci vanno! Perché noi non possiamo?” Albus alzò la voce esasperato nella speranza di convincere la madre a lasciar partire lui e i suoi fratelli.
“Update, Al, anche Lou, Domi e Vic ci andranno. Ho appena ricevuto un loro gufo” disse Lily sconsolata.
Albus si voltò verso la madre con l’aria di chi, tra l’esasperato e l’implorante sta pensando ‘hai visto?!?!’.
Ginny scosse la testa facendo fluttuare i morbidi capelli rossi.
“Ne parlerò con vostro padre” decretò alla fine.
I tre ragazzi si illuminarono e corsero al piano di sopra nelle loro camere. Sapevano che il padre avrebbe acconsentito e convinto Ginny a lasciarli partire.
Albus si precipitò a scrivere una lettera al suo migliore amico nonché compagno di dormitorio Scorpius Malfoy per convincerlo a partire assieme a loro, mentre Lily inviò un gufo alle cucine Rose e Molly per dare l’annuncio e chiedere novità.
James era l’unico che sembrava annoiato dalla cosa. Anzi, annoiato non è il termine giusto dato che fremeva dalla voglia di partire, diciamo piuttosto rasserenato. Ci sarebbero stati tutti i suoi amici e anche Mia li avrebbe raggiunti la sera stessa.
Non riusciva quasi a credere che da lì ad un paio di giorni sarebbe partito per il Portogallo e avrebbe trascorso due settimane in un resort a quattro stelle sul mare per maghi e streghe della loro età.
La sera stessa, come previsto, prepararono le valigie così che il mattino seguente avrebbero lasciato Godric’s Hollow per recarsi alla Tana e trascorrere l’ultima giornata in famiglia prima del viaggio.
**
Pov Rox
“Eccoli qui i miei ragazzi!” esclamò nonna Molly non appena vide arrivare James, Albus e Lily. Corse loro incontro ripetendo per la quinta volta la procedura di baci e abbracci. Fortunatamente questi erano gli ultimi nipoti e dopo saremmo potuti entrare a mangiare. Morivo di fame e la nonna non mi aveva permesso di assaggiare nemmeno un boccone del gustoso cibo che aveva preparato per l’occasione. Ero riuscita a sgraffignare una pagnotta di pane farcito, ma il mio stomaco continuava a brontolare infelice.
Salutai i miei cugini e gli zii e mi fiondai al mio posto a tavola, tra mio padre e James, di fronte a mio fratello. Nonno Arthur sedeva a capotavola accanto a nonna Molly, dall’altra parte del tavolo c’era invece Bill che chiacchierava Ron al suo fianco mentre Fleur riprendeva Hugo per il suo modo di mangiare identico a quello del padre.
Alla fine tutti eravamo riusciti a convincere i nostri genitori a lasciarci andare, anche Lucy e Molly. Per me e per Fred non era stato troppo difficile, papà aveva acconsentito praticamente subito e anche nostra madre non aveva avuto grossi problemi, ma Percy sembrava irremovibile. Fortunatamente ci hanno pensato Audry e Fleur a convincerlo.
Insomma, il giorno dopo saremmo partiti, avevo preparato tutto. Scherzi, costume da bagno, scherzi, pluffe e bolidi, scherzi, macchina fotografica, ho già detto scherzi?
Un paio di colline oltre la Tana, vicino alla vecchia casa Lovegood, ora chiamata casa Scamandro, era stata preparata la passaporta che ci avrebbe condotti direttamente al resort. Gli Scamandro, i Paciock e Teddy sarebbero partiti con noi, mentre gli altri ci avrebbero raggiunto là. Non vedevo l’ora di partire!
Questa sarebbe stata la vacanza che io e Fred ci eravamo fatti regalare per il compleanno, perciò invitammo anche i nostri amici. I serpeverde non erano visti troppo bene in casa Weasley, ma da quando io, mio fratello e mio cugino Al eravamo finiti nella Casa di Salazar, le core erano cambiate e le mentalità ottuse dei vecchi si erano un pochino aperte.
“Roxanne hai l’argento vivo addosso?” mi chiese nonna Molly sorridendo.
“Eh?” chiesi dando un morso alla coscia di pollo che tenevo in mano.
“Non riesci a stare ferma nemmeno da seduta” continuò lei, mentre Fred, si abbuffava sulla sedia accanto.
“Non vedo l’ora di partire!” dissi per la millesima volta quel pomeriggio.
Finito di pranzare andammo in cortile per una partita di Quidditch. Era tradizione. Ogni volta che ci trovavamo tutti a pranzare alla Tana, subito dopo dovevamo giocare a Quidditch. Così a Natale, a Pasqua, ad ogni compleanno, anniversario o ricorrenza che ci portasse a ritrovarci tutti assieme a casa di Molly e Arthur Weasley.
Anche le squadre erano quasi sempre le stesse: James, Domenique, Hugo, Lucy, Io e Albus contro Rose, Fred, Victoire, Molly, Lily e Louis.
Quel pomeriggio la vittoria ce l’aggiudicammo noi.



Prologo molto breve, per introdurre la storia.
Devo essere sincera, volevo scriverla tutta e pubblicarla solo alla fine, anche perchè ne ho diverse ancora in produzione, ma mano a mano che procedo mi piace sempre di più, la ritengo ormai la mia preferita e non potevo proprio più aspettare.
I capitoli sono tutti scritti fino al numero 23, così posterò abbastanza spesso.
Il prossimo capitolo lo pubblicherò domani, dato che, come ho già detto, questo è più che altro un prologo e la storia vera e propria deve ancora iniziare, poi proverò a pubblicare ogni due o tre giorni, ma non c'è niente di certo, lo sanno tutti che a rispettare le date io sono il due di coppe quando briscola è bastoni, ma bando alle ciance.
Vi lascio con un grosso bacio.
Leo

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Capitolo 2
*** Tutto bene, Rox? ***


Erano le dieci del mattino quando la mia sveglia suonò, e con sveglia intendo Victoire, e con suonò intendo cominciò a bussare compulsivamente alla mia porta urlando il mio nome ad un volume assordante con l’ausilio di un aggeggio babbano che il nonno teneva in cantina.
Presa dalla disperazione mi alzai constatando che Domenique, Rose, Lily e Lucy erano già scese, probabilmente anche da un bel pezzo.
Mi tirai su faticosamente e spalancai la porta. Quando la bionda mi vide mi diede il buongiorno e se la filò.
Mi incamminai barcollante verso il bagno e mi sciacquai la faccia con l’acqua fredda, mi lavai i denti e mi fiondai sotto la doccia. Ebbi un dejà vu quando James cominciò a bussare alla porta del bagno urlando che c’era anche altra gente che doveva farsi la doccia. Mi lavai, mi asciugai e mi vestii.
Uscii dal bagno lasciandolo libero per James e sorpassai la fila composta da Hugo e da Fred che aspettavano il loro turno.
A casa dei nonni era sempre così. Le stanze erano poche e noi eravamo in troppi.
Come ho già detto io, Lily, Rose, Lucy e Domenique condividevamo una camera al primo piano dove prima stava Percy, mentre Victoire e Molly dormivano nel sottotetto. James e Teddy avevano i divani in salotto e gli altri ragazzi dormivano nella vecchia camera di Fred e George. Purtroppo però i bagni erano solo due ed in continua contesa.
Scesi le scale e raggiunsi Louis e Molly al tavolo della colazione. Mi preparai una bella dozzina di fette di pane e nutella e le accompagnai con svariati bicchieri di succo di zucca.
Nel giro di un’ora eravamo tutti pronti per raggiungere gli Scamandro e la passaporta. Quando arrivammo erano già tutti là ad aspettarci e ci sistemammo intorno alla vecchia coperta di lana bucata e sporca che stava sul prato. Quando il perimetro della stessa fu completamente occupato da mani e Hugo e Lucy si furono accomodati sopra di essa partimmo.
Sentii una sensazione particolare, come se qualcosa proprio sotto al mio ombelico si stesse strappando, poi un tonfo e mi ritrovai spiaccicata sopra Frank, per terra, la mia valigia a svariati metri da me.
Mi alzai e la raccattai, solo dopo mi accorsi della meraviglia che si prestava alla mia vista.
Di fronte a me si innalzava un immenso edificio bianco e azzurro circondato da piante esotiche dai fiori colorati che emanavano mille diversi profumi che si combinavano in una fragranza estasiante.
Entrammo nella struttura e l’interno non era da meno.
Subito il giovane della reception ci fece scortare da due ragazzi che fecero fluttuare i nostri bagagli fino agli alloggi.  
Noi ragazze avevamo un appartamento a tre camere da letto, e i ragazzi ne avevano uno identico alla nostra sinistra, solo con una camera ed un bagno in più, dato che erano più numerosi di noi. Esattamente di fronte si trovava una piscina dall’acqua limpida. Era incantata in modo che l’acqua non fosse mai ferma, ma mossa da schizzi e giochi di fontanelle.
Era il paradiso.
Ci fiondammo nelle nostre camere a cambiarci. Indossammo i costumi da bagno, agguantammo i teli da mare e ci tuffammo diretti in piscina.
“Vieni Rox!” sentii Albus chiamarmi dall’altra parte della vasca e nuotai rapida verso di lui.
“Che c’è?” chiesi emergendo dall’acqua di fronte a lui.
Lui mi guardò con aria seria e, indicando Lily e Lorcan poco distanti da noi, mi rispose.
“Chi hanno sfidato”
A quel punto un sorriso a trentadue denti si allargò sul mio viso.
“Sbrigati” dissi a mio cugino mentre lui si abbassava sott’acqua per permettermi di salirgli sulle spalle.
Vidi Lorcan fare lo stesso con Lily, poi ci avvicinammo e la lotta cominciò.
Passammo una giornata intera in piscina uscendo dall’acqua solo per pranzare.
Quella sera ci raggiunsero anche Mia, Sydney, Emily, Jasmine, Malfoy, Nott, Flitt e Zabini e fummo al completo.
“Finalmente una casa dove posso farmi la doccia senza dover aspettare in fila” esultò Rose entrando in salotto quella sera.
L’appartamento infatti aveva cinque bagni, uno per camera più due al piano di sopra, dovevamo sempre fare a turno, ma le file erano decisamente più corte.
“Vestitevi bene ragazze, dopo cena andremo a divertirci” disse Victoire uscendo dal bagno con solo l’asciugamano addosso e dirigendosi alla camera che condivideva con Molly e Mia.
“Cosa intendi con ‘divertirci’?” chiese Rose scettica.
“Beh… vedremo cos’ha da offrirci questo resort” rispose la bionda.
Entrai in camera di Rose per restituirle il telo che mi aveva gentilmente prestato (io lo avevo dimenticato a casa eheh) e mi trovai davanti Alice con indosso un abito color cipria.
“Mi aiuti ad allacciarlo, Rox?” io le tirai su la zip senza dire una parola poi andai nella mia camera, tirai fuori un paio di jeans che arrivavano a metà coscia e una t-shirt delle applebey harrows e li indossai. Infilai le vans che avevo comprato nella Londra babbana e mi stravaccai sul letto aspettando che le altre fossero pronte per la cena.
Mi stavo quasi addormentando quando l’urlo di Lily mi fece sobbalzare.
Aprii gli occhi e mi accorsi che l’urlo era diretto a me.
“Non verrai per caso a cena così?” disse indicandomi e scrutandomi dalla testa ai piedi. Dietro di lei Albus, Scorpius Malfoy, Lucas Nott e gli Scamandro tutti tirati a lucido se la ridevano di gusto.
Anche Lily era tutta pettina a e truccata. Indossava un vestito verde che le donava molto.
“Perché?” chiesi temendo la risposta.
“Vado a chiamare Domenique” disse girando sui tacchi.
“Lily” dissi scivolando dal letto sul pavimento, in ginocchio “ti prego…no” implorai.
Lei alzò gli occhi al cielo bisbigliando un “che melodrammatica”.
Lei, LEI, Lily Luna Potter stava dando della melodrammatica a me…
Il mondo stava davvero ribaltandosi.
Quando la suddetta rossa tornò con i rinforzi fui costretta a tutte le torture di questo mondo e ne uscii con un vestito nero, gli occhi truccati (mi ero rifiutata di farmi mettere il rossetto in quanto non volevo patire la fame e la sete solo per delle labbra rosa) e delle scarpe da ginnastica. Quella delle scarpe era stata una vera e propria lotta all’ultimo sangue: Vic si era impuntata sui tacchi, io mi ero impuntata sulle vans, Alice aveva proposto le ballerine, io per poco non avevo avuto un infarto, era dunque sorta l’opzione dei sandali, ma alla fine avevo vinto io ed ora me ne andavo in giro con quel vestito che svolazzava fin troppo, delle mutande che mi si incastravano nel culo e le mie vans.
Scesi nel salotto dove tutti ci stavano aspettando.
Qualcuno fischiò, probabilmente Lucas, non ne ero sicura e non volevo esserlo o avrei ucciso quell’essere immondo. Qualcun altro (James, Teddy, Malfoy, Louis, Frank) provò a farmi qualche complimento ma li fulminai prima che completassero la frase.
Finalmente andammo a mangiare.
Il cibo era meraviglioso e ne mangiai fino a scoppiare e subito dopo un senso di sonno si impadronì di me.
Tempistica tremenda dato che a quanto pare tutti gli altri qui presenti avevano voglia di fare baldoria.
“Che ne dite di un falò?” propose Sydney.
Idea magnifica, non c’è che dire, sto scoppiando dalla gioia….
A quanto pare parve un’idea eccellente.
Ah, volevo vedere io come avrebbero camminato bene con i tacchi sulla spiaggia!
Ci radunammo tutti attorno ad un fuoco scoppiettante, in sottofondo il mare si infrangeva sulla sabbia bianca della spiaggia. Non era affatto freddo, ma una brezza sfiorava le mie spalle nude.
Metà di noi si sedette su dei tronchi e l’altra metà di fronte sulla sabbia.
Io avevo cercato di allontanarmi il più possibile dalle mie cugine e mi ero rifugiata tra quelli che erano i miei compagni di casa. Ero seduta tra Emily e Amadeus, appoggiata alle gambe di Al dietro di me.
“Allora?” chiese Lysander “storie dell’orrore o obbligo o verità?”
Stiamo scherzando vero? Cosa abbiamo cinque anni?
Mi voltai verso Rose che aveva dipinta in faccia la stessa espressione di uno che mi dà pienamente ragione.
Sperai per il meno peggio, ma la comunità scelse obbligo o verità.
Grazie popolo!
James prese la parola.
“Roxanne!”
È uno scherzo vero?
“Obbligo o verità?”
A quanto pare sta facendo sul serio.
Ok, non posso rifiutarmi, non posso dire che non voglio giocare o aizzerei la cuginanza contro di me.
E va bene…
“Verità.” Dissi visibilmente scocciata.
“Serio? Dai Roxanne senza macchia e senza paura, lo sappiamo che non sei una da verità!” cantilenò Jasmine.
Io la guardai sconvolta.
“Traditrice” bisbigliai, ma sembrava che James avesse preso le sue parole più seriamente delle mie.
“Perché non ti fai un bagno, eh Rox?” chiese James lanciando uno sguardo al mare.
Mh tutto qui? Ok.
Mi alzai e feci per tirare giù la zip del vestito.
“WOOOOO COSA DIAVOLO PENSI DI FARE?” Fred si era alzato in piedi e mi aveva bloccato la mano con la quale stavo aprendo l’indumento.
“Questo coso è di Sydney” dissi.
“Non ti spoglierai qui davanti a tutti”
“Oh andiamo, metà di loro sono nostri cugini e l’altra metà non credo si scandalizzi a vedere un paio di mutande” dissi, poi ricordai che paio di mutande mi avessero rifilato e tentennai un attimo, ma Fred era irremovibile.
Che poi, perché dovessi avere anche delle mutande particolari proprio non lo capivo, tanto non le avrebbe mai viste nessuno!
“Sai Rox” disse Louis colpito da un attacco di ridarella “non credo che il problema sarebbe lo scandalo”
Io alzai gli occhi al cielo. Erano infantili.
“Roxanne ha ragione!” mi voltai sorpresa verso Rose.
“Hai bevuto?” le chiesi.
Lei mi ignorò.
“Questa sessualizzazione del corpo femminile è inaccettabile” decretò.
“Quindi… dovrei spogliarmi o....” chiesi incerta.
Lei non riuscì a rispondermi che James parlò.
“Okok, ho capito. Vada per verità… allora Rox, vuoi raccontarci esattamente cosa accadde a capodanno?”
Io sbarrai gli occhi.
“Veramente non voglio” dissi rimanendo dritta impalata anche dopo che Fred si risedette.
“Hai scelto tu verità, Rox” mi disse Domenique con un sorrisetto malizioso.
Mi maledissi e maledissi Fred che non mi aveva lasciata scontare la pena dell’obbligo e maledissi Domenique, e maledissi James e maledissi anche tutti gli altri.
 
FLASHBACK
“Andiamo, muoviti, sei ubriaco” dissi mentre strattonavo il mio compagno di casa lontano dalla festa dove stava facendo a pugni con quello che di fatto era il suo migliore amico.
“Non sono ubriaco” protestò lui cercando di tornare dentro la sala.
“No! Ascoltami!” dissi costringendolo a guardarmi negli occhi “non ti permetterò di fare a pugni con il tuo migliore amico”
“Non è il mio…”
“Oh andiamo!” sbottai.
Al che lui si lasciò trascinare all’aperto.
Faceva un freddo terribile e la mia mise leggera non aiutava di certo.
Alzai lo sguardo per guardare le stelle poi lo riposai su di lui e notai che mi stava fissando.
“Sei così bella Roxanne” disse con aria sognante.
Io fui per un attimo presa dal panico.
“Sei ubriaco” sentenziai.
“Non è vero!” protestò.
Io sbuffai roteando gli occhi.
“Questo vestito ti dona”
“Oh Malfoy piantala con questi luoghi comuni da due soldi!” mi stava facendo innervosire. Sapevo benissimo che non fosse in sé, ma insomma, un minimo di pudore.
A quel punto mi baciò.
Non fu un vero e proprio bacio, diciamo che posò le sue labbra sulle mie e che tentò di allungare le mani, ma io rifiutai categoricamente un contatto più profondo e lo allontanai da me.
“Che c’è?” mi chiese lui con un’aria decisamente dispiaciuta.
Io scossi la testa. Stavo per scoppiare a piangere.
Io ero Roxanne Weasley, diciamo che non ero così esperta di ragazzi come lo erano le mie amiche, diciamo pure che non avevo mai baciato un ragazzo, ero un maschiaccio, ma anche io sognavo il mio primo bacio. E quel moccioso ubriaco me l’aveva rubato.
Non volevo piangere davanti a Malfoy, men che meno davanti ad un Malfoy ubriaco che mi aveva appena baciata.
“Lascia stare” dissi stizzita.
“Credevo che...”
“Malfoy lascia stare!” urlai e me ne andai mentre le lacrime cercavano la loro via per le mie guance.
 FINE FLASHBACK
 
Sospirai.
“Ok. Allora…. Diciamo che … ok” respirai di nuovo “un ragazzo mi ha baciata. E’ una cosa normale, soprattutto a capodanno. Ora lasciatemi in pace” dissi rimanendo sempre in piedi.
“Beh tutto qui…” disse Domenique “pensavo ci fossero… particolari sconci o chessò io”
Sia io che Fred ci voltammo di scatto a guardarla con occhi truci e lei si zittì.
Sentii Al dietro di me tirarmi la gonna del vestito e sussurrarmi di sedermi.
“Ok tocca a te” mi esortò allegramente James.
“Ehm si…” dissi ancora scossa e senza pensare a quello che stavo dicendo “Scorpius…”
Ne seguì un attimo di silenzio in cui realizzai ciò che avevo appena detto.
Mi maledissi mentalmente mentre lui continuava a guardarmi accigliato. Così come più o meno tutti i Serpeverde presenti.
Diventai subito rossa accorgendomi di aver associato pensieri e parole quell’unica volta in cui non dovevo proprio farlo e ringraziai il cielo scuro e il colore anch’esso rosso delle fiamme per nascondere la tonalità purpurea del mio viso.
‘scegli obbligo, scegli obbligo, scegli obbligo’ implorai nella mia testa.
“Verità”
Ovviamente.
“Eeeehm… hai mai…….. fumato una sigaretta?” che imbecille.
Tutti mi guardarono leggermente confusi dalla mia domanda idiota.
“Si” rispose lui. Lo sguardo divertito che posò su di me mi fece infuriare.
“Rox, che ti prende stasera, stai bene?” mi chiese Amadeus.
“Io? Sisi” dissi annuendo vigorosamente “ho sete, qualcuno ha portato da bere”
Mi resi conto che il mio tono di voce era più acuto del solito.
“Ehm, abbiamo solo del whiskey incendiario” accennò Hugo.
“Oh, perfetto” dissi agguantando la bottiglia e buttando giù un sorso.
Continuavo a sentirmi sulle spalle il peso dello sguardo di tutti i presenti.
Grazie a Merlino, Malfoy decise di fare la cosa più giusta che potesse fare. Ovvero continuare il gioco.
Così proseguì la serata, il gioco andò avanti per un pezzo, ma io non vi prestai attenzione ed eravamo talmente tanti ed io sembravo –ed ero- così strana che nessuno osò più chiamare il mio nome.
Verso le due Louis propose di ritirarci e di andare a dormire. Ricordo di averlo adorato in quel momento e di averlo classificato come cugino preferito.
Ci dirigemmo verso gli appartamenti in quello che per me fu un silenzio religioso e mi rifugiai di filato a dormire fingendo di addormentarmi non appena la mia testa sfiorò il cuscino per evitare qualsiasi tipo di conversazione.
Continuavo a ripetermi che il giorno dopo nessuno avrebbe più fatto caso alla mia stranezza, ma sfortunatamente non riuscii a dormire.
Quando finalmente fui certa che tutte dormissero mi mossi dalla scomoda posizione che mi ero costretta a mantenere fino a quel momento.
Mi rigirai svariate volte nelle coperte leggere, ma vedendo che non riuscivo a trovare una posizione comoda per dormire, mi misi a sedere.
Riprovai dunque a sdraiarmi nuovamente, con scarsi risultati, anche il leggero arrossamento della mia pelle dovuto al troppo sole non aiutava.
Decisi dunque di alzarmi e di scendere a bere un bicchiere di latte.
Così feci, ma non tornai a letto per il troppo caldo, uscii invece dall’appartamento e mi sedetti al tavolino sotto al portico.
Qualcuno aveva lasciato una bottiglia di alcool e delle sigarette.
Pensai che ubriacarmi da sola sarebbe stato patetico e optai per starmene lì seduta a guardare l’acqua della piscina di fronte a me.
Non so cosa mi spinse a farlo.
Mi sentivo stordita dagli ultimi avvenimenti e dall’alcool che avevo bevuto.
Mi tolsi il pigiama e con esso la biancheria e mi tuffai nella piscina deserta.
Con un colpo di bacchetta avevo spento le luci sott’acqua così che tutto apparisse come un abisso infinito sotto i miei piedi.
Adoravo stare sott’acqua. Immergermi completamente e lasciarmi cullare dal movimento della piscina.
Era come se tutte le preoccupazioni e gli imbarazzi fossero scivolati via assieme ai miei vestiti e la carezza fresca dell’acqua sulla mia pelle mi regalasse una sensazione rigenerante.
Emersi dalla superfice limpida e mi trovai vicina al bordo della piscina dove una figura fin troppo familiare troneggiava su di me con un sorriso divertito stampato in faccia.
“Mi chiedevo chi fosse il deviato che ha voglia di farsi un bagno alle tre e mezza di notte… adesso tutto torna”
Io provai l’impulso di sprofondare. Ero nuda, in piscina, alle tre e mezza di notte, con un Malfoy divertito che mi fissava dall’alto in basso ignorando la mia impudicizia.
Non risposi.
“Possiamo parlare?” mi chiese.
“Che ci fai sveglio a quest’ora?” chiesi forse in modo un po’ troppo brusco.
Lui sorride di nuovo. Si vedeva che la situazione lo divertiva e pensare che non la sapeva nemmeno tutta!
“Non credo di essere io quello che deve delle spiegazioni, Rox”
Rox.
Rox.
Da quando in qua?
“Allora, possiamo parlare?” continuò.
“Sisi, dimmi tutto” feci appoggiandomi con le braccia al bordo della piscina.
“Ehm… non è che… non so… potresti magari uscire di lì?”
No, non posso razza di imbecille.
“Ok, però ti volti”
“Mi volto?”
“Si, sai, ho mangiato molto questa sera e mi sento gonfia e probabilmente dovrei fare un po’ di addominali, io non…”
“Roxanne ti seni bene?”
PERCHÈ TUTTI CONTINUANO A CHIEDERMI SE STO BENE????
Continuai a guardarlo, ora con aria esasperata e lui si voltò senza proferir parola.
Ecco, si voltò, ma dalla parte sbagliata.
“Dall’altra… parte” bisbigliai.
Non lo vidi ma sapevo esattamente che espressione avesse dipinta su quel volto angelico.
ANGELICO???
Io, Roxanne Weasley, giuro solennemente di non toccare mai più in tutta la mia vita, una singola goccia di whiskey incendiario.
Ok piano… piano… concentrati.
In fretta.
Percorsi la piscina fino alla parte opposta dove essa terminava in una specie di spiaggia e l’acqua si abbassava ad ogni passo.
Proprio quando mi arrivava all’ombelico scivolai e cacciai un’imprecazione.
Ovviamente mister belloccio pensò che fosse il momento di fare il supereroe e si voltò chiedendomi se stessi bene, per la seconda volta nel giro di cosa? Tre minuti?
Si, benissimo…
Mi tirai su più incazzata che mai.
Per una volta ringraziai mia madre per avermi impedito di tagliarmi i capelli. Per mia fortuna erano abbastanza lunghi da coprirmi il seno, ma era inequivocabile che sotto ad essi ci fosse solo la mia pelle e alcun’ombra di tessuto sintetico come dovrebbe per convenzione.
Alzai lo sguardo verso Malfoy che mi fissava incredulo.
Annuì e scoppiò a ridere.
Lo fulminai con lo sguardo.
Merlino, se avessi avuto la bacchetta a portata di mano lo avrei affatturato.
Gli feci cenno di voltarsi di nuovo e lui ubbidì continuando a ridacchiare.
Corsi fuori dalla piscina e mi vestii in fretta.
Ero terrorizzata dal fatto che si sarebbe potuto voltare in qualunque momento, ma per sua fortuna non lo fece.
Grondante d’acqua, con i vestiti fradici e i capelli gocciolanti mi avvicinai al suddetto Serpeverde con un’aria a metà tra l’incazzato e il depresso e con tutta la particolarità che quel combo di emozioni doveva inequivocabilmente suscitare.
Lui con un colpo di bacchetta mi asciugò.
“Grazie” mugolai.
“Figurati” rispose soffocando una risata.
“Cosa vuoi dirmi?” mi chiese.
“Innanzitutto, bel reggiseno” disse indicando il mio petto.
La maglietta bianca si stava asciugando ma era ancora trasparente e faceva intravvedere in maniera più che chiara il reggiseno verde con il pizzo nero che stavo indossando.
“Malfoy! Vuoi dirmi che cazzo vuoi senza fare l’idiota?” strillai.
“Solo una domanda” disse.
E sbrigati allora.
“Io ti piaccio ancora?” chiese serio guardandomi negli occhi.
Era uno scherzo?
Che cazzo aveva nel cervello?
Porridge?
Questo spiegherebbe molte cose…
Ancora, cosa significa ancora?
Lui non mi è MAI piaciuto!
“M-Malfoy, credo che tu abbia…. Frainteso”
Lui mi guardò scettico.
“Oh, andiamo Weasley, pensi che non lo veda come mi mangi con gli occhi?” chiese sorridendo.
Come io lo mangio con gli occhi???
“Rettifico, Malfoy tu hai DECISAMENTE frainteso”
Lui rise.
“D’accordo, Rox” disse avvicinandosi pericolosamente a me “come vuoi tu” terminò posando una mano sul mio mento e lasciando un bacio leggero in quella posizione equivocabilissima tra la guancia e le mie labbra.
Poi si voltò e tornò nell’appartamento dei ragazzi.



Eccovi qui, come promesso, il secondo capitolo (uno dei miei preferiti).
Non voglio dire niente, chi mi conosce sa già che supporto questa stravagante coppia Malfoy-Roxanne, chi non mi conosce, beh spero non si spaventi e non mi spedisca l'FBI per rinchiudermi in un ospizio di deviati mentali.
Sto delirando.
Adesso vado che sono le tre e devo ancora pranzare... la fame mi gioca brutti scherzi.
Un bacione a tutti e al prossimo capitolo.
Leo

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Capitolo 3
*** Diamo inizio alla vacanza ***


Il giorno dopo fui svegliata alle undici e mezza, il che mi conferiva esattamente sette ore di sonno.
Desideravo ardentemente morire.
Scesi a far colazione ancora in pigiama e mi trovai una baraonda nel salotto.
I ragazzi avevano fatto irruzione nel nostro appartamento ed ora eravamo circa una ventina a fare colazione tutti insieme appassionatamente.
Mi feci largo tra la folla rispondendo ai buongiorno che mi venivano rivolti, ma senza aggiungere altro.
Odiavo chi mi parlava la mattina presto.
Agguantai un toast e lo ingurgitai mandandolo giù con del succo di zucca.
Poi riuscii ad appropriarmi anche di una brioche alla crema e di un paio di biscotti.
Infine presi una tazza di caffè.
Io odio il caffè, ma era l’unica cosa che al momento mi avrebbe tenuta sveglia.
Finito di fare colazione abbandonai la sala e mi diressi al bagno di camera nostra per lavarmi.
Occupato.
Mannaggia a te, Jasmine.
Provai al primo bagno del secondo piano.
Occupato.
Mannaggia a te, Lily.
Provai in quell’altro.
Occupato.
Mannaggia a te Emily.
E provai in quelli delle altre due camere.
Occupati.
Mannaggia a voi, Rose e Molly.
Sconsolata mi rifugiai in camera mia, aspettando che Jaz si sbrigasse.
Quando finalmente uscì entrai io.
Non avevo nemmeno fatto in tempo ad infilarmi sotto la doccia che qualcuno cominciò a bussare freneticamente alla porta.
Morgana! Perché dovevo sempre essere io quella messa sotto stress da gente che bussa alle mie porte?
Riconobbi i toni soavi di Domenique che mi esortava a sbrigarmi perché tutti stavano aspettando solo me per andare in spiaggia.
Le risposi di andare, che io li avrei raggiunti in seguito.
Quando uscii dal bagno mi resi conto che non ero affatto l’ultima.
I gemelli Scamandro, Lucy e Lucas erano ancora a prepararsi.
Agguantai la palla e il mio zaino e mi affiancai a Rose.
Ci dirigemmo verso la spiaggia più vicina.
Il mare era di un blu intenso che talvolta si interrompeva in chiazze verdastre e la sabbia bianca e fine.
Piantammo gli ombrelloni e sistemammo la nostra roba.
Mia, James, Molly e Teddy si fiondarono subito in acqua.
Christian, Louis, Frank, Lorcan, Albus, Scorpius, Jasmine, Sydney, Nott e Fred diedero inizio ad una partita di beach volley.
Domenique, Lily e Lucy si piazzarono al sole per abbronzarsi il più in fretta possibile.
Amadeus, Lysander, Emily e Hugo preferirono dedicarsi al frisbee.
Victoire rimase sotto l’ombrellone assieme a me, a Rose e ad Alice ad ascoltare musica, fare cruciverba o leggere un libro.
“Senti questa” mi disse Alice attirando su di sé non solo la mia attenzione, ma anche quella di Vic e Rose “il Settimanale delle Streghe dice che la McGranitt si ritira dalla cattedra di Trasfigurazione”
“Non ci credo!” disse Rose appoggiando il libro.
“Non può essere!” le feci eco io.
“Il Settimanale delle Streghe è pieno di pettegolezzi, non so quanto sia attendibile la notizia” fece Victoire.
“Già…” sospirammo.
Per quanto fosse severa ed austera, la McGranitt era una donna potente, un’insegnante davvero in gamba e una persona, come dire, buona.
Nessuno di noi voleva che se ne andasse.
“Oh-oh… galline a ore tredici” annunciò Emily mentre si sedeva sotto all’ombrellone assieme ai ragazzi che poco prima giocavano a frisbee.
Tutti quanti ci voltammo di scatto per notare tre ragazze strizzate in costumi di due taglie più piccoli, abbronzatissime e magre come stecchini far ondeggiare i lunghi capelli al vento mentre ammiravano la partita di beach volley ridacchiando tra di loro.
Io storsi il naso.
Vidi Alice fulminarle con lo sguardo.
“Se si avvicinano ad Albus io giuro che le affatturo” ringhiò.
Alice e Al avevano appena cominciato una storia anche se era da sempre che si correvano dietro.
Vidi una delle ragazze indicare Scorpius e fissarlo con costanza.
Subito sentii la rabbia ribollirmi dentro e scattai in piedi seguita da Alice, da Ami e da Lily che si era aggregata alla banda.
“Andiamo a metter fine a questo ridicolo siparietto” decretai .
Ci dirigemmo verso il campo posizionandoci al bordo per aspettare che terminassero l’azione ed interromperli.
Sentii le tre galline ridacchiare.
“Non pensare minimamente a quello rosso nel campo sinistro. È mio!” mi bisbigliò la gallina con il costume vermiglio.
Io mi voltai a vedere di chi stesse parlando e un conato di vomito mi salì alla bocca.
“Eww! E’ mio fratello quello lì!” dissi reprimendo lo schifo.
Lei mi guardò incredula.
“Mh” disse “non si direbbe affatto”.
Io feci per ribattere, ma ci pensò Emily.
“Chi ti credi di essere, gallina?” le strillò contro.
Le sue urla interruppero il gioco e i ragazzi si avvicinarono, restando comunque a debita distanza.
Emily era fatta così. Quando si scaldava, era il momento di darsela a gambe e a quanto pare il commento di cattivo gusto che la gallina aveva rivolto a me l’aveva urtata notevolmente.
“Siamo arrivate prima noi” cantilenò la gallina dal costume dorato.
“Sicuramente non con il cervello” ribattei io.
“Cosa intendi dire, pel di carota?” mi rispose la stessa.
Alice roteò gli occhi.
“Davvero ragazze, non credo sia la vostra occasione” disse.
Quelle ridacchiarono.
“Vista la concorrenza direi proprio di sì” ribatté la gallina dal costume rosa.
“Ditemi, se il mondo fosse cieco, quante persone impressionereste?” domandai.
Sembrarono confuse dalla domanda e non ribatterono, in tutta risposta, gli altri scoppiarono a ridere.
Le tre oche si sentirono prese per i fondelli e finalmente capirono che era ora di sgombrare.
Appena se ne furono andate Alice si avvicinò ad Al e lo baciò come a voler marcare il territorio.
“Perché le avete fatte andare via?” piagnucolò Fred appoggiato da Louis e da Lorcan.
Io lo trucidai con lo sguardo e lui si mise zitto.
Fortunatamente era ora di pranzo, così raccattammo tutto per tornare in albergo e riempirci la pancia.
Al pomeriggio tornammo al mare e quella sera ci preparammo per la festa in spiaggia che ci sarebbe stata.
Ancora una volta fui costretta ad indossare biancheria striminzita e un vestito.
Due serate così, due giorni consecutivi. Non si erano mai visti a casa di Roxanne Weasley, forse perché, in fondo, mia madre era molto più simile a me di quanto volessi ammettere e magari anche perché Fred e papà erano un tantino gelosi quando si trattava di abiti corti.
L’abito che avevo stasera era sempre nero, ma questa volta più scollato e la cosa mi metteva a disagio, così come i commenti.
E quelle da dove spuntano? (Lily)
Roxanne dovresti smetterla di indossare solo reggiseni sportivi con quel décolleté (Domi)
Accidenti, Rox! (Jasmine)
Wow (Nott) –mannaggia-
Così non esci, tu! (James ft. Fred)
Diciamo che mio fratello non riusciva proprio a formulare qualcosa di senso compiuto, ma la sua espressione parlava chiaro.
Arrivati alla festa ci buttammo tutti in pista e ballammo sulle note delle canzoni dell’estate.
Dopo una decina di canzoni io e Domi ci ritirammo e andammo al bancone del bar per ordinare due drink.
Io ordinai un Mojito mentre Domi un Rum e Cola.
Li buttammo giù chiacchierando e ridendo assieme di come certi ragazzi ballavano in mezzo alla pista.
Finiti i drink ci fermammo ancora un po’ quando il cameriere ci portò altri due bicchieri pieni.
“Non li abbiamo ordinati” disse la bionda.
“Ve li offrono quei ragazzi laggiù” disse lui indicando due maghi alla nostra sinistra.
Io e Domi ci scambiammo uno sguardo complice.
Non erano niente male.
“Cosa sono?” chiesi io al barista.
“Il tuo, signorina è un Sex on the Beach, mentre quello della tua amica è un Angelo Azzurro, proprio come lei”
Sia io che mia cugina facemmo una smorfia.
Se doveva essere una battuta, era davvero di cattivo gusto.
I due ragazzi ci avvicinarono salutandoci sorridenti.
Ricambiammo.
“Allora ti piace il drink?” mi chiese il biondo.
Io annuii.
“Sai, ho pensato che fosse adatto. Sai come si dice, rossa di capelli…”
Io lo guardai sconvolta.
“Stai scherzando, vero?” chiesi.
“Oh, andiamo, tesoro, siamo tutti qui per divertirci, no?” disse prendendomi un braccio e tirandomi in pista.
“Non credo che tu ed io abbiamo lo stesso concetto di divertimento” dissi liberandomi dalla sua presa.
Ero mingherlina, si, ma avevo una certa forza.
Il tizio provò di nuovo ad allungare le mani, ma lo respinsi ancora, si stava avvicinando sempre di più a me spingendomi verso il bancone del bar.
Vedevo che anche Domenique si trovava in una situazione imbarazzante, sebbene più tranquilla. Erano ancora seduti sui seggiolini di fianco a me.
“Sapete ragazzi, credo che abbiate frainteso” disse Domenique ad alta voce, così che anche il biondo perverso la sentisse e si voltasse a guardarla.
Mi scoccò un’occhiata.
“Già, sapete com’è… noi non siamo interessate a relazioni… di questo tipo ecco” Dissi.
“Cosa vuoi dire?” chiese il moro di Dom.
“Noi stiamo insieme” disse Domenique.
Al che i due se ne andarono imprecando sconsolati.
“Domenique Weasley, sei la persona più brillante del mondo!” esultai sedendomi di nuovo accanto a lei.
“Io? Ma se hai fatto tutto tu!”
Scoppiammo a ridere e raggiungemmo i ragazzi in pista, Al, Scorpius, Frank e Louis e ci aggregammo a loro.
“Avete fatto conquiste” disse Frank rivolto a noi due.
“Lasciamo perdere…” gli risposi io.
Vidi che Scorpius lanciò un’ulteriore occhiata velenosa ai due ragazzi che stavano ora dietro ad altre due ignare vittime.
“Se lo avesse visto Fred, non sarebbe finita affatto bene” fece Domenique.
“Fidati, il Potter qui presente avrebbe fatto una strage se non l’avessimo trattenuto” rispose Louis a sua sorella.
“E tu, Louis. Non difendi tua sorella?” chiesi a mio cugino.
“Non ne ha bisogno” disse “chiunque provi a darle fastidio avrebbe sicuramente più paura di lei che di me.
Ridemmo. D’altra parte era vero. Con una Domenique incazzata c’era poco da scherzare.


Se devo essere sincera questo non è uno dei miei capitoli preferiti, non tanto per la trama quanto più per la stesura...
In ogni caso non era di questo che volveo parlarvi oggi, il dubbio che mi è sorto riguarda la lunghezza della storia, dato che si prospetta mooolto ma mooolto long, pensavo di interromperla e di farci un sequel.
I capitoli scritti per ora arrivano a 25 e anche così non siamo nemmeno a metà.
Se la pensate diversamente o avete qualche altro consiglio scrivetemi pure, mi fa solo piacere sentire il vostro parere.
Detto ciò vi lascio e torno a studiare.
Un bacione a tutti quanti.
Leo

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Capitolo 4
*** Troppi pettegolezzi per una sola serata ***


Trascorse così la prima settimana, tra mare, sole, feste, piscina e tante, tante risate.
Dopo la chiacchierata alle tre di notte io e Malfoy non avemmo più contatti particolarmente intensi.
Si direbbe che mi stia evitando…
Certo che anche io non gli corro dietro.
Mi dà fastidio la sua impertinenza.
Mi ritrovai a fare questi pensieri ancora con gli occhi chiusi, appena sveglia.
“La seconda settimana è sempre la più triste” sentii Emily sospirare.
“E’ anche la più divertente, però” ribatté Jen.
Le altre due ragazze annuirono.
Io mi rivoltai nel letto e mi feci scivolare per terra, mi aggrappai dunque al comodino per tirarmi in piedi e strisciai fino al bagno.
Dopo dieci minuti uscii fresca e pulita, ma ancora assonnata.
Mentre passavo di fronte alla camera di Vic Domi e Mia sentii mia cugina (la rossa) chiedere alla sua compagna se avesse visto Vic.
“Non la vedo da ieri sera” confermò l’altra con aria leggermente preoccupata.
Al suono di quelle parole mi inceppai sul primo gradino delle scale e feci dietrofront.
“E’ da Teddy” sentii Lucy mentre usciva dal bagno della loro camera e se ne tornava nella sua.
A quel punto mi fiondai dietro Molly e Mia che a loro volta pedinarono Lucy.
Ok, sono sempre la vecchia Roxanne Weasley, ma tutti abbiamo dei segreti, no? Ed il mio è l’ossessione per il gossip!
Che poi, chiamarla ossessione è esagerato. Diciamo passione, o meglio interesse.
“Cosa intendi con ‘è da Teddy’?” chiese Molly a sua sorella.
Lucy la guardò con le sopracciglia alzate.
“Secondo te cosa significa?” chiese a sua volta.
“No… cioè… so cosa significa, ma…” balbettò Molly.
“Oh, insomma! Ha poi diciassette anni, sono entrambi adulti! Sono l’unica matura qui?” sbottò Lucy.
Io rimasi a bocca aperta proprio come mia cugina mentre Lucy si dirigeva al piano di sotto per fare colazione.
Molly si voltò verso Mia e le rivolse uno sguardo ancora più sconvolto.
 “Ma cosa sta succedendo a tutti? Prima Roxanne da di matto, poi Lucy…”
“Hey!” protestai.
Lei non mi prestò affatto attenzione e seguì la sorella giù per le scale.
James e Domenique avevano prenotato per oggi un pedalò, così dopo circa un’oretta ci ritrovammo tutti sulla spiaggia.
Io indossai un costume sportivo, con le bretelline incrociate dietro la schiena e le mutande che non avrebbero mostrato tutto non appena avessi fatto due passi.
Dom e Lily non la pensarono come me e indossarono ciò che di più succinto avevano nell’armadio. Tuttavia non ebbero grossi problemi considerato che passarono quasi tutto il tempo sdraiate sul bordo della piccola barca a prendere il sole.
Il pedalò aveva anche uno scivolo ed io mi ci gettai non appena l’acqua fu abbastanza profonda, assieme a James, Al, i gemelli Scamandro, Rose, Lucy e Mia.
Quando fu ora di ritornare a casa eravamo tutti esausti e quella sera decidemmo di rimanere nell’appartamento. Subito dopo cena ci ritrovammo dunque nel salotto dell’appartamento dei ragazzi.
Ci furono diversi attimi di silenzio perché tutti eravamo troppo stanchi per trovare qualcosa di interessante da fare, poi optammo per il gioco ‘io non ho mai’.
Al prese una bottiglia di whiskey incendiario che non so da dove aveva tirato fuori.
Ancora una volta mi ritrovai nel mezzo di un gioco imbarazzante assieme a gente un po’ brilla, tuttavia questa volta non fui io a rimetterci la reputazione.
Questa sera la ruota della sfortuna sembrava aver puntato su Lily, la quale alla domanda proposta da Amadeus (non ho mai pomiciato con nessuno solo perché ero ubriaco) bevve un sorso di whiskey scatenando l’ira funesta di James e di Albus che pretesero di sapere chi fosse il disgraziato e giurarono di pestarlo a dovere con l’accusa di essersi approfittato di una ragazzina innocente solo perché ubriaca marcia.
Credibili i due…
Dopodiché Lily se la prese e se ne andò in camera sua.
Noi proseguimmo con il gioco per un’oretta circa e quando fu mezzanotte e mezza tutte noi ragazze ci ritirammo.
Salendo al secondo piano del nostro appartamento mi fermai con le mie cugine, Alice, Jen, Syd, Amy e Mia in camera di Rose per scambiarci gli ultimi commenti sul gioco appena concluso.
“Wow non avrei mai detto che la fedina penale di James fosse in realtà così pulita” fece Alice esterrefatta.
“Io che quella di Frank fosse così sporca” dissi con la stessa enfasi.
“Dopotutto sono sempre a tramare assieme” rispose Rose.
“Si ma… pensavo fosse una cosa tipo Frank la mente e James il braccio!” ribattei.
“Questo non lo renderebbe meno colpevole” mi fece notare Dom anche se io non sono del tutto d’accordo con lei. La mia filosofia è ‘innocente fino a prova contraria’ e sono tendenzialmente brava a nascondere le prove.
Ma bando alle ciance.
L’attenzione si spostò su Victoire e sulla sua relazione con Teddy.
Lei iniziò a tergiversare, ma dopo poco svuotò il sacco.
“A dir la verità la cosa va avanti da un po’…” comincia.
Subito Molly la interrompe. Le due sono migliori amiche da sempre, ma trovano gusto nello stuzzicarsi a vicenda.
A volte litigano, ma non passano mai più di un paio di giorni prima che ritornino a condividere persino il momento di andare in bagno.
“Si, circa da quando hai iniziato a comprendere la differenza tra maschio e femmina”
Victoire le lanciò un’occhiata truce e proseguì.
“Comunque… l’altra sera siamo rimasti sul bordo vasca della piscina a chiacchierare e … beh mi ha baciata e adesso credo che stiamo insieme”
“Come sarebbe credi?” chiese Rose guardandola storto.
“Non è chiaro! Non lo capisco! Non avevo mai avuto di questi problemi, ma i ragazzi sono… sono strani!” affermò Vic gesticolando più del dovuto.
Domenique, Lily, Lucy, Alice, Mia, Syd, Amy e Jen annuirono comprensive.
Io ero seduta sul letto di Rose assieme alla suddetta cugina e a Jen, mentre Vic gironzolava per la camera sopra la sedia da ufficio rosa shocking che aveva preso da di fronte alla scrivania all’angolo opposto della camera sulla quale sedeva Molly.
Sul letto di Domenique era sdraiata Alice occupandolo interamente e su quello di Alice Syd e Lucy, mentre sul baule ai piedi del letto di quest’ultima si era seduta Emily a gambe incrociate, mentre Lily saltava sul materasso.
Il letto di Lily era troppo ingombro di vestiti perché ci fosse spazio per uno spillo, figuriamoci per Mia, la quale, dunque, si sedette sul letto di Lucy assieme a Domi.
Un ticchettio alla finestra ci fece voltare tutte. Era un send it, la versione magica dei post it babbani.
Questo piccolo aeroplanino di carta continuò a picchiettare sulla finestra della camera delle mie cugine e di Alice fino a che Rose non si alzò per aprirla.
Il send it ebbe dunque via libera per fiondarsi tra le mani di Victoire che lo aprì e lo lesse ad alta voce.
 
Ti sto aspettando di sotto.
Teddy
 
“Oddio” aggiunse lei dopo aver pronunciato quelle poche parole.
“Vai, no?” la intimò Lucy.
Quella ragazzina!
Ha l’aria di un angioletto ma è più pestifera della peste stessa.
“Come sto?” chiese Vic pettinandosi i capelli con le mani.
“Bene” rispondemmo tutte in coro.
Lei scese giù lanciando un’occhiata al suo riflesso nello specchio sull’anta dell’armadio.
Appena sentimmo la porta di sotto sbattere ci fu uno sgomitare generale per raggiungere la finestra e spiare la coppietta in giardino.
Io e Rose arrivammo per prime, essendo le più vicine al vetro.
Di fianco a me si posizionò Domenique, con il primato della sorellanza e dietro, guardando nello spazio tra me e Rose, Molly.
Rimasero senza spazio Lucy, Lily e Emily, troppo basse per vedere dietro a tutte quelle teste, Syd e Alice, non proprio interessate allo svolgimento della cosa.
Le due si misero, tuttavia, a spettegolare su chi, tra James e Albus, fosse il più sexy e trovai la cosa così ripugnante che per una volta nella mia vita, rifiutai categoricamente di prestare attenzione ad un pettegolezzo.
Stavamo osservando una Vic (per la prima volta) molto imbarazzata ed un Teddy dai capelli rosa cicca che non riuscivano ad avviare una conversazione quando questo guardò un su grattandosi la nuca.
“Giù” strillò Lily.
Noi dalla finestra ci abbassammo all’istante per non farci beccare a spiarli, mentre le altre ragazze ci guardarono roteando gli occhi e sbuffando.
Quando tornammo su trovammo non solo Teddy, ma anche Vic con il naso all’aria nella nostra direzione e decidemmo di abbandonare il fallito tentativo di spionaggio e riprendere i pettegolezzi interrotti.
“Allora, di cosa state parlando voi due?” fece Molly avvicinandosi a Syd e ad Alice.
Le due arrossirono leggermente.
“Alice è convinta che Albus sia più attraente di James, secondo me si sbaglia” disse Sydney riprendendosi e facendo ondeggiare i lunghi capelli biondi.
Lily fece una faccia disgustata, proprio come Rose, Domenique, Lucy e sono sicura che, anche se non lo diede troppo a vedere, Molly si pentì di aver fatto quella domanda.
“Io credo che abbia ragione Sydney” affermò Mia convinta.
“Perché Al è più piccolo, voglio dire. Se avesse anche lui diciassette anni, non la penseresti così” fece Alice sulla difensiva.
“Forse hai ragione…” rispose Mia.
“Vi supplico, cambiamo argomento” implorò Lily.
Loro scoppiarono a ridere.
“Perché non parliamo dei fratelli Scamandro?” fece Lucy con tono malizioso.
Come ho già detto, è una peste.
Lily arrossì.
Vidi Domenique alzare un sopracciglio e rivolgersi a Lily.
“C’è qualcosa che devi dirci?”
Lily scosse la testa negando l’evidenza.
“Lorcan o Lysander” chiese Molly curiosa.
“Lysander” fece lei nascondendo la faccia nel cuscino.
“Awwww Lily!!” esclamò Alice in preda alla gioia.
La mia cuginetta era più rossa dei suoi capelli.
Proseguimmo con le chiacchiere per un bel po’ di tempo, fino a quando Domenique e Alice non si addormentarono sul letto di Lily.








LO SOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Ieri non ho pubblicato, sono in ritardo di un giorno e chiedo venia.
In questo capitolo la nostra Rox non è molto presente, ho preferito dare più spazio a quella coppia meravigliosa che sono Vic e Teddy (devo essere onesta, non li ho apprezzati subito, ma d'altra parte, le parole della Rowling sono legge e dunque, eccomi qui assieme ai due bei piccioncini!).
Al prossimo capitolo che, dovesse cadere il mondo, pubblicherò Venerdì.
Leo

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Capitolo 5
*** E non finiscono qui! ***


Era la nostra ultima sera questa, poi domani pomeriggio saremmo tornati a casa. Noi Weasley-Potter avremmo trascorso la settimana seguente alla Tana, dopotutto era tradizione che l’ultimo periodo di vacanza lo passassimo tutti assieme a casa dei nonni.
Questa volta ci vestimmo tutti in tiro con minigonne e tacchi alti (già… fui costretta ad indossare i tacchi alti) e andammo a ballare alla festa che il resort offriva tutti i sabato sera.
Io stavo ballando con le ragazze quando i piedi iniziarono a lamentarsi e decisi di andare a bordo pista con Rose.
Chiacchierammo per un pezzo sulla vacanza poi iniziammo a parlare di Hogwarts, dopotutto questo sarebbe stato il nostro sesto anno, ecc…
“Posso farti una domanda, Rox?” mi chiese ad un certo punto.
“Dimmi tutto”
“Il ragazzo che hai baciato a capodanno… era Malfoy?”
Io annuii abbassando lo sguardo sui miei sandali.
“Era così evidente?” chiesi
“No. Solo che ti conosco così bene. Non credo che gli altri se ne siano accorti” mi disse posandomi una mano sul braccio.
Così le raccontai tutto. Non so perché lo feci, ma Rose mi aveva sempre ispirato fiducia e sapevo che era una ragazza intelligente e comprensiva.
“Sai ultimamente penso di essermi innamorata” mi fece lei scrutando la folla che si muoveva a ritmo di musica.
Io la guardai sgranando gli occhi.
Stavamo tessendo le basi di un rapporto che non mi sarei mai immaginata di poter instaurare con Rose.
Voglio dire, noi eravamo una l’opposto dell’altra.
Io ero una fanatica del Quidditch, lei aveva tutte E.
Io ero la regina degli scherzi, lei era stata prefetto di Grifondoro dal quinto anno (ed è vero che Vitious ha provato ad incastrare anche me facendomi prefetto, ma sono certa che se ne sia anche pentito).
Io ero un maschiaccio, lei era dolce e carina.
L’unica cosa che sembrava accumunarci era la completa impreparazione per quel che riguarda l’interazione con il sesso opposto ed è forse questo che accomuna le ragazze e le fa socializzare?
Lei mi fissava come se si aspettasse un mio commento.
“Chi?” riuscii solo a sputare fuori.
“Io… credo che mi piaccia il… il tuo amico…di Serpeverde” fece lei arrossendo.
Io sgranai gli occhi. Rose Weasley con un Serpeverde. Il mondo stava andando a scatafascio. Lei era l’incarnazione della ragazza perfetta! Come poteva piacerle uno scapestrato Serpeverde?
“Nott’” chiesi quasi strozzandomi con la saliva.
“Eww no!” fece lei inorridita.
“Flitt?” chiesi io un po’ confortata.
“No, veramente… no”
Scorpius?”
Lei scosse la testa.
“NON VORRAI DIRMI CHE SI TRATTA DI FRED?” urlai facendo voltare parecchie persone, fortunatamente non il citato Serpeverde.
Lei mi guardò con aria confusa.
“Veramente…” cominciò.
“Oh Merlino! Oh Merlino! Stai parlando di Zabini?”
Lei annuì abbassando lo sguardo.
Ero basita e la mia mascella non dava segno di voler tornare al suo posto.
“Ti prego non guardarmi così” piagnucolò lei.
No, scusate, forse non sono stata chiara.
Non ero basita per l’orrore o per la sorpresa, no! Ero sconvolta e scioccata perché solo in quel momento avevo realizzato quanto fossero perfetti l’uno per l’altra.
Davvero, come avevo fatto a non accorgermene prima?
“Vieni, Rose, andiamo a cercare Christian”
La presi per mano e cercai di trascinarla ignorando le sue proteste quando sentii una voce chiamarmi.
Mi voltai di scatto.
“Rox, hai visto Albus?”
Era lui!!!
Zabini, per Merlino, non sono mai stata più contenta di vederti, lo giuro sui miei capelli rossi!
Lui mi guardò storto non capendo il motivo della mia ilarità e del sorriso stampato sul mio volto.
“No, te lo vado a cercare, aspettatemi qui voi due” dissi e corsi via più veloce del vento (si fa per dire, i tacchi non permettono una grande mobilità) lasciando da soli Rose e Chris.
Rose impacciata ed imbarazzata, lui confuso e altrettanto imbarazzato.
Girovagai per un pezzo in cerca di qualcuno con cui ballare o fare due chiacchiere.
Trovai Alice e Albus a pomiciare in mezzo alla pista e decisi di non intromettermi.
Trovai Mia e James al bancone del bar assieme a Teddy e Victoire e decisi che sarebbe stato imbarazzante inserirmi.
Stavo quasi per rinunciare e tornare a vedere come proseguiva con Rose e Chris quando mi sentii afferrare per un braccio.
“Balla con me”
La mia espressione turbata si dissolse non appena mi resi conto che si trattava solo di Lysander.
Ballai con lui e devo dire che era davvero un bravo ballerino, si sapeva muovere e andava a tempo con la canzone.
Dopo poco fummo accerchiati da Louis, Frank, Fred, Hugo, Jaz, Lucy e Domenique.
Quando la festa finì, Frank e Domenique spedirono me e Lucy a raccattare le coppiette sparse in giro.
Uffa, perché sempre io a fare i lavori imbarazzanti?
Mi levai le scarpe e tornai agli appartamenti a piedi scalzi.
Quando fummo davanti ai due edifici andai a bagnare i piedi nella piscina per togliervi la sabbia e non ebbi il tempo nemmeno di imprecare che mi ritrovai a volare a mezz’aria sotto effetto di un Levicorpo e dopo un paio di secondi in acqua.
FRED ARTHUR WEASLEY” gridai “IO GIURO CHE TI AMMAZZO” alle mie parole si scatenò l’inferno e Hugo e Lucy furono gettati in acqua rispettivamente da James e da Teddy.
Albus prese Alice in braccio e si tuffò proprio accanto a me.
Rose fu trascinata controvoglia da Domenique e Lily e Victoire si gettò addosso a Teddy buttando in acqua anche lui.
Mia e Molly si presero per mano e saltarono dentro alla piscina seguite a ruota dai fratelli Scamandro.
Zabini fu gettato in acqua da Scorpius e da Nott che poi spintonarono anche Flitt.
Emily e Syd mi si tuffarono una alla mia destra e l’altra alla mia sinistra ridendo come matte.
Rimasero solo Jasmine, James, Fred, Frank, Louis, Scorpius e Nott che si presero tutti per mano e si tuffarono a bomba facendo uscire metà dell’acqua fuori dalla vasca.
Scoppiammo tutti a ridere e cominciammo a schizzarsi.
Volavano baci tra le coppiette e schizzi d’acqua.
Nel trambusto mi ritrovai schiena contro schiena con Malfoy.
Si voltò e mi sorrise.
Mi ignora per una settimana, poi mi sorride come se niente fosse.
Non che mi interessi dopotutto.
Prese un respiro e cominciò a parlare e avrei preferito fosse stato zitto.
“Mi dispiace per Capodanno”
“E’ passato”
“Si ma, mi sono reso conto di non averti mai chiesto scusa”
“Beh, accetto le tue scuse” dissi cercando di chiudere la conversazione.
Poi mi baciò.
Di nuovo.
E questa volta era un bacio vero.
“Sei di nuovo ubriaco?” chiesi allontanandomi.
“Non è che tutte le volte che ti bacio, devo per forza essere ubriaco!” protestò lui.
“Ti ho restituito il bacio che ti avevo rubato a capodanno” mi disse sorridendo sghembo.
Lo vidi rimanere di stucco quando avvicinai il mio viso al suo, le mie labbra alle sue e gliele sfiorai chiudendo gli occhi.
“Riprenditelo, non lo voglio” dissi staccandomi e voltandomi per nuotare via.
Lui mi afferrò per la vita.
“Era un bacio quello?” mi chiese sorridendo e alzando un sopracciglio. Notai che quando sorrideva gli si formava una fossetta sulla guancia sinistra, mentre sulla destra era quasi impercettibile.
“No” sorrisi “era giustizia”
Lui mi strinse i fianchi ed io gli appoggiai le mani alle spalle mentre mi trascinava sott’acqua per baciarmi ancora e ancora.





TADAAAAAAAN!!!
Stavo quasi per dimenticarmene MA COSì NON E' STATO (non uccidetemi, vi prego...), il fatto è che mi è venuta la tonsillite e quindi dopo scuola sono andata dal medico (tre ore e mezza di coda...) e quando sono tornata ero stracotta e fusa. Mi sono anche dimenticata che stasera dovevo andare ad un evento della mia città assieme a mio cugino, fortunatamente anche lui ha avuto un contrattempo e non sarebbe comunque riuscito a venire.
Ora la smetto di annoiarvi con la mia insulsa vita e non rovino ulteriormente questo capitolo (che mi piace tanto tanto tanto) con delle chiacchiere futili.
Un bacione e a lunedì.

P.S. con in fatto che i cari amici prof hanno deciso di piazzare i compiti in classe (conditi di innumerevoli interrogazioni) proprio in mezzo alle settimane di esami Cambridge del terzo anno (non il mio grazie a Dio, ho già passato questo incubo terribile) e aggiungendoci che devo fare il suprevisore e quindi sarò impegnata diversi pomeriggi, pensavo di rallentare il ritmo con cui posto i capitoli, solamente per non arrivare ad un certo punto in cui non ne avrò più e dovrete aspettare mesi e mesi prima che ritrovi il tempo di scriverne anche solo uno.
Se non siete d'accordo o avete qualsiasi cosa da dire, scrivetemi, mi fa più che piacere sentire le vostre opinioni.
Io proporrei, partendo da lunedì, un capitolo a settimana (che risulterebbe sempre di lunedì) e non dovrei avere problemi a rispettarlo.
Ora vi saluto davvero, buon weekend!

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Capitolo 6
*** Ora di tornare a casa ***


La mattina dopo ci svegliammo abbastanza presto.
Avevamo deciso di trascorrere la notte sulla spiaggia e la luce del sole ci fece da sveglia.
Subito tornammo agli appartamenti per fare colazione tutti insieme nel salotto delle ragazze visto che l’intero edificio occupato dai ragazzi risultava inagibile.
Erano dei maiali!
Le camere da letto puzzavano di morto e c’era biancheria sporca, costumi da bagno e ciabatte sparse ovunque, senza contare i rimasugli di cibo e le briciole sul pavimento.
C’è anche da dire che, se non fosse per Ami, Jaz e Syd, camera mia sarebbe più o meno allo stesso livello, ma vivere con delle ragazze ha i suoi vantaggi, no?
Comunque, facemmo colazione e poi salimmo nelle nostre camere a preparare le valigie.
Dopo un paio di ore buone di “Dove diavolo è finito il mio asciugamano?” “Chi ha preso il mio pigiama?” “Ho perso la mia bacchetta!!!! Ah no, ce l’ho in tasca” “Qualcuno ha visto la mia cazzo di maglietta di Corvonero?” eccetera eccetera tra i quali spiccavano diverse imprecazioni e grida esasperate le valige furono pronte.
Quando finimmo scendemmo al piano terra e ci sedemmo al tavolino subito fuori dalla porta finestra di fronte alla piscina.
“AAAAAAAAAAAAAHHH STO PER AVERE UNA CRISI DI NERVI!!”
Tutte noi ci voltammo verso la finestra da cui provenne l’urlo e ne vedemmo volare fuori una scarpa da ginnastica.
“LOUIS HAI APPENA BUTTATO FUORI DALLA FINESTRA LA MIA SCARPA?” sentimmo Al gridare a suo cugino.
Noi scoppiammo a ridere e ridemmo ancora più forte quando Teddy uscì dall’appartamento con i capelli grigi sparati in ogni dove e ci implorò di prendere in mano la situazione.
Entrammo tutte nel loro salotto e lo trovammo ridotto ancora peggio di com’era ieri sera.
“Che diavolo…?” iniziò Molly ma Hugo la interruppe.
“James e Fred hanno cercato di usare la magia per fare le loro valigie ma il contenuto è esploso” disse tranquillo come pochi uscendo dal bagno in boxer e dirigendosi verso il divano. Da sotto ad esso pescò una maglietta blu e grigia, l’annusò e se la infilò addosso, poi tornò di sopra.
Rose, che normalmente gli avrebbe urlato dietro, era sopraffatta dalla situazione e non poté far altro se non rimanere lì impalata ad osservare la scena a bocca aperta.
“Ok dividiamoci” grazie a Merlino Lily riuscì a prendere in mano la situazione, forse vivere con James e Al l’aveva temprata a sufficienza.
“Lucy e Alice pensate alla cucina” disse e le due ragazze si avviarono cominciando a raccattare la roba da terra e a pulire il macello che era stato fatto.
“Mia e Vic il bagno al piano terra”
“Syd e Domenique l’altro bagno”
“Io e Ami il salotto”
“Roxanne, acchiappa tuo fratello e pensa alla sua camera”
“Stai scherzando vero? Lily mi vuoi morta!” protestai.
“Jaz tu hai l’altra camera Serpeverde” disse ignorando bellamente le mie proteste.
Vidi la mia compagna di stanza sbiancare e dirigersi al piano di sopra con espressione abbattuta.
“Rose, tu…” Lily sospirò “sinceramente non so se sia messo peggio James o Hugo” disse e Rose sembrò avere un mancamento alla prospettiva di ciò che la attendeva, ma salì le scale con decisione e potemmo sentire i suoi toni soavi contro il fratello minore.
James poteva dirsi fortunato.
Io trovai Fred nascosto in bagno mentre Zabini cercava di fermare il tornado di vestiti nel centro di camera sua, Nott si riparava dentro all’armadio.
Nel momento in cui entrai Crhistian riuscì a domare la catastrofe e magliette, costumi, felpe, mutande e pantaloni rovinarono sul pavimento ricoprendo ogni superficie disponibile.
Nott e Fred uscirono dai loro rifugi antiatomici e cominciarono a scavare in mezzo a tutta quella roba per trovare i loro indumenti.
“Queste sono di Lorcan” disse Fred ridendo e alzando in aria come una bandiera un paio di boxer con sopra delle puffole pigmee gialle.
“Ti prego…” riuscii a stento a trattenere una risata, ma volevo anche farla finita con questa storia, così mi misi a frugare in mezzo a quel macello in cerca della ciabatta da accoppiare a quella che avevo trovato sotto al cuscino di Lucas.
“Ewww!!” lanciai un grido di disgusto ritirando la mano quando toccai qualcosa di viscido sotto al letto di Fred.
Lu si piegò per vedere di che cosa si trattasse mentre io corsi a lavarmi le mani.
“E’ solo una palude portatile, Rox” disse sbuffando come se fossi io quella che stava dando noie.
Dopo un altro paio di minuti mi accorsi che Zabini stava camminando con una sola ciabatta nel piede destro frugando in giro probabilmente alla ricerca della ciabatta compagna che io tenevo in mano.
Non potevo crederci.
Non volevo crederci.
Forse ad un occhio esterno la situazione sarebbe sembrata anche divertente, ma io in quel momento volevo solo nascondermi nell’armadio e uscirne quando la responsabilità delle loro valigie non fosse più stata mia.
Lanciai la ciabatta a Zabini che ne fu grato e con un colpo di bacchetta ingrandii l’interno della valigia di Fred così che la roba che ci fiondava dentro alla cazzo ci stesse ampiamente.
Trovai una maglietta Grifondoro infilata dentro ad un maglione con la L ricamata sopra e scesi le scale alla ricerca di Louis.
Lo trovai e gliela consegnai.
Vidi che nessuna delle ragazze era messa meglio di me.
Alice stava cercando di togliere la puzza di caccabomba dalla cucina, mentre Lucy raccattava le rimanenti da sotto ai mobili, Lily e Emily avevano indossato guanti e mascherine per cercare di sistemare il macello del salotto, ma erano ancora lontane dall’essere a metà e per fortuna tornai di sopra senza incrociare nessuna delle ragazze addette ai bagni perché probabilmente si sarebbero trasformate in mutanti. Quei gabinetti dovevano essere più tossici di Cernobyl.
Quando tornai di sopra fui sorpresa nel vedere come Nott avesse quasi finito di preparare la sua valigia, ma nella stanza regnava ancora il caos.
“Puoi portare questo a Scorpius?” mi chiese mio fratello porgendomi un cappello dalla visiera piatta.
“E questo dovrebbe essere di Frank” aggiunse lanciandomi un asciugamano color panna.
“Questi qui sono di Teddy” disse Zabini indicando dei calzini appesi alla finestra.
“E questi… Rox, questi sono miei o di Albus?” mi chiese Fred indicando un paio di pantaloncini verdi.
“Come faccio io a saperlo?” chiesi guardandolo.
Lui fece spallucce e li ficcò nella sua valigia.
Io raccattai riluttante l’asciugamano, il cappello ed i calzini e un altro mucchio di cose che si erano aggiunte tra le quali un orologio da polso, una pluffa, un paio di magliette e un frisbee zannuto da distribuire tra gli altri abitati della casa.
Mi rifiutai categoricamente di consegnare mutande o altri calzini e cominciai a dare una ripulita al pavimento mentre Zabini pensava al bagno.
Potevano sognarselo che il bagno l’avrei fatto io!
Finalmente dopo un’altra ora e mezza di lavori forzati anche i ragazzi ebbero le valigie pronte e potemmo andare a mangiare.
Rose era riuscita a far cambiare la maglietta ad Hugo che adesso ne indossava una bianca e pulita.
Vic e Mia erano distrutte, con i capelli in ogni direzione e id il sudore che imperlava loro le fronti.
Non si erano trasformate in mutanti ma c’erano andate molto vicino.
Con un colpo di bacchetta di Rose furono sistemate e pronte ad ingozzarsi come se non ci fosse un domani al buffet del resort.
Fare le valigie mi aveva messo una discreta fame così riempii il mio piatto di risotto alle verdure, una costoletta di maiale, del purè, un po’ di peperoni grigliati, funghi alla piastra, un paio di salsicce e delle carote ricoperte di fondue al formaggio e mi sedetti tra Scorpius e Al.
La passaporta ci riportò alla Tana subito dopo pranzo.
Un’esperienza da non ripetere, appena appoggiai i piedi nel giardino della Tana dovetti correre in bagno a vomitare.
Mai più avrei mangiato così tanto prima di prendere una passaporta.
Quando riemersi trovai i miei cugini, Scorpius e gli Scamandro.
I gemelli mi salutarono poi si avviarono a piedi verso casa loro.
Scorpius si assicurò che stessi bene, mi baciò, e poi scomparve anche lui con una passaporta.
“State così bene assieme” pigolò Lily.
Le sorrisi.
Per una volta anche Fred non ebbe nulla da dire e la cosa mi fece piacere.




Vi chiederete come mai pubblico a quest'ora di mattina quando dovrei essere a scuola e, beh, vi comunico che ho la febbre (mi sembra una presa in giro bella e buona avere la febbre la seconda settimana di scuola, la lasciamo stare). Per voi è solo un bene dato che, a casa con nulla da fare, le probabilità che scriva altri capitoli aumentano esponenzialmente. Nel caso vi interessi saperlo sono arrivata al 30 e sto procedendo con discreta calma.
Non avendo ricevuto minacce di morte o simili deduco che vada bene a tutti se comincio a pubblicare una volta a settimana, in caso contrario, vi prego di scrivermi in modo da accordare. In realtà sulla mia pagina dell'autore avevo specificato la mia assenza nei periodi scolastici, ma mi rendo conto che per ora riesco ancora ad essere abbastanza puntuale, tuttavia non assicuro.
E niente, spero voi stiate bene, vi mando un bacio e ci sentiamo il prossimo lunedì.
Leo

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Capitolo 7
*** Rivelazioni bollenti (forse fin troppo) ***


“ROXANNE, DOMENIQUE, LILY, LUCY, ROSE SVEGGLIATEVI!! LE LETTERE PER HOGWARTS SONO ARRRIVATE!” sentii mamma gridare a più non posso fuori dalla nostra porta e mi tappai le orecchie ficcando la testa sotto al cuscino.
Purtroppo per me la prospettiva di andare ad Hogwarts entusiasmò le mie cugine che si alzarono ed io fui costretta a seguirle.
Uscendo dalla porta sentii zio Bill bussare allo stesso modo alla porta di fianco alla nostra dove dormivano i ragazzi.
Scendemmo le scale e trovammo Teddy e James già svegli, mai e poi mai avrei voluto dormire in salotto perché ciò significa svegliarsi alle sette del mattino assieme a nonna Molly.
Entrando in cucina vidi che Molly e Vic erano già sedute al tavolo della colazione così mi aggiunsi agguantando subito la scatola di cereali e versandomene un’abbondante porzione.
“Lily, tesoro questa è tua” disse zia Ginny cominciando a distribuire le lettere che aveva in mano. Era arrivato un gufo grigio con un grosso pacchetto di carta che conteneva le lettere per tuti noi.
“James, Domenique, Rox, Lucy” proseguiva lanciandole a chi era più lontano e consegnandole a chi era a portata di mano.
“Rose, Louis, Al, Teddy, Molly, Vic, Fred e Hugo” disse infine.
Ci fu un’apertura generale delle varie lettere ed un paio di gridolini perché Louis era diventato prefetto, Teddy caposcuola e Lily capitano della squadra di Quidditch.
“Domani andiamo a Diagon Alley?” chiese il neo-capitano sovraeccitato.
Appena fu deciso che il giorno seguente saremmo partiti per Diagon Alley salii al piano di sopra per mandare una lettere a Ami, Jas e Syd ed una a Scorpius per avvertirli ed invitarli a venire con noi.
Quel pomeriggio tornai a dormire, anche James e Ted si fiondarono in camera dei ragazzi e dormirono lì assieme a Fred e a Hugo, mentre gli altri furono incastrati da nonna Molly a degnomizzare il giardino. Sarebbe stato divertente, io adoro degnomizzare, ma ero davvero troppo stanca.
Mi alzai per l’ora di cena, mangiai il delizioso pollo arrosto della nonna e subito dopo tornai a letto senza nemmeno dare la buonanotte ero esausta.
Verso le due e mezza mi svegliai non avendo più sonno.
Pensai di scendere in cucina e prepararmi una cioccolata calda e così feci non avrei mai immaginato di trovarvi James e Ted svegli.
“Dom! Che ci fai qui?” chiese James spaventato.
Sembravano sorpresi nel vedere qualcuno.
“Rox, scusami” disse “da quando hai i capelli così lunghi?”
“Da quando avevo undici anni, James” dissi sbuffando.
“Ehm… che ci fai sveglia a quest’ora?” mi chiese Teddy titubante.
“Ho dormito tutto il giorno, non ho più sonno ormai” dissi cominciando ad essere stufa delle loro domande.
“Voi?” chiesi.
Loro sembrarono spaesati e non seppero bene come rispondere.
“Che succede?” chiesi.
“Niente” dissero all’unisono.
“Si e io mi chiamo Albus, volete dirmi veramente cosa succede?” chiesi esasperata.
Sentii Ted sospirare e poi rivolgersi a me con estrema calma, ma con voce tremante.
“Siediti, Rox”
Io mi sedetti e aspettai che anche lui si staccasse dal lavello al quale era appoggiato e si sedesse.
Si mise di fronte a me, James rimase capotavola dove si trovava quando arrivai.
“Sai, io e Vic stiamo insieme” cominciò ed io annuii.
“L’altra sera, al resort… ecco diciamo che noi… l’abbiamo fatto” sputò fuori.
Ci misi un attimo a formulare, poi strabuzzai gli occhi.
Mi ricomposi subito.
D’altra parte me li ero sempre immaginati insieme, non mi sembrava poi tanto strano, erano entrambi adulti, come aveva detto Lucy.
“Ok” dissi.
“OK? OK DICI TU?” chiese James dando fuori di matto.
“James, calmati. Cosa c’è che ti sconvolge tanto?” chiesi a mio cugino.
“Diglielo Teddy!” fece James.
“Lei è incinta”
Eh?
No.
Mi rifiuto di crederlo.
Calmiamoci tutti.
Vic è incinta???
Di Teddy Lupin????????
Oh Miseriaccia!
Il mio cervello lavorò a mille cercando di trovare un altro significato a quelle parole.
È forse oggi il primo di aprile?
Purtroppo no.
Dopo vari tentativi mi accorsi che quelle tre parole potevano avere un solo, orrido, terribile, spaventoso, preoccupantissimo significato: Vic stava aspettando un bambino da Ted.
“Ok” fu tutto quello che riuscii a dire.
Di nuovo.
James si alzò e si mise le mani nei capelli.
“Come puoi dire ok in una situazione così, Roxanne?” mi chiese.
“Che altro vuoi che dica, James?” sbottai “vuoi che stringa la mano a Teddy e gli faccia le congratulazioni?”
A quel punto si mise zitto e si sedette di nuovo al suo posto.
“Chi lo sa?” chiesi dopo un attimo di silenzio.
“Io, te, Teddy e Victoire” disse James.
Chiusi gli occhi.
Miseriaccia!
“Cosa pensate di fare?” chiesi.
Teddy scosse la testa.
“Non ne ho idea” rispose.
Rimanemmo in silenzio per un altro po’.
Guardai l’orologio, erano quasi le tre e mezza.
“Vado a fare un giro” disse Teddy e si avviò fuori dalla tana, lo vidi prendere la scopa che papà aveva lasciato appoggiata allo stipite della porta d’ingresso e volare via.
 
POV TEDDY
Presi la scopa che George aveva lasciato vicino alla porta e vi montai sopra.
Sono sicuro che non si sarebbe arrabbiato con me per aver fatto un giro sulla sua vecchia comet senza averglielo chiesto.
Mi alzai in volo nella fresca brezza notturna e volai sui campi intorno alla tana.
Non ero assolutamente pronto a diventare padre, ma poi pensai che nemmeno Victoire doveva essere pronta a diventare madre.
Io avevo nove mesi per abituarmi all’idea, lei avrebbe dovuto cominciare a lavorare da subito.
Le dovrò stare vicino.
Le voglio stare vicino, ma ho paura di non essere all’altezza.
Per fortuna questo è l’ultimo anno per entrambi e dovremmo riuscire a concludere gli studi, poi io potrei andare a lavorare al San Mungo come ho sempre desiderato e lei starebbe a casa con il bambino (o la bambina) e quando sarà più grande magari anche Victoire troverà un lavoro…
Ma magari lei non vuole crescerlo con me questo bambino.
Dovrei chiederle di sposarmi, ma sembrerebbe un matrimonio riparatore.
Non che io non voglia sposarla, io VOGLIO sposarla, il solo pensiero di passare il resto della mia vita con lei mi fa fare i salti di gioia, ma siamo ancora così giovani.
Lei ha diciassette anni io nel giro di pochi mesi farò i diciotto.
Non siamo pronti per tutto questo, ma a quanto pare non interessa a nessuno.
Tra nove mesi avrò un bambino e non so nemmeno come smaterializzarmi.
Presi un bel respiro e chiusi gli occhi.
Volai ancora per un’oretta alternando momenti di pensieri concitati a momenti in cui il mio cervello era completamente vuoto, poi tornai alla Tana.
Appoggiai la scopa dove l’avevo trovata ed entrai in cucina.
Varcando la soglia del salotto mi accorsi che James stava già dormendo.
Feci piano per non svegliarlo e mi sdraiai sul divano di fronte al suo.
Chiusi gli occhi, ma non riuscii ad addormentarmi.
 
POV ROX
Gli avrebbe solo fatto bene.
Io guardai James che a sua volta puntò gli occhi scuri nei miei.
“Beh… buonanotte” mi disse.
“Buonanotte, James” risposi e mi avviai su per le scale, mentre lui tornava in salotto.
Niente cioccolata per me stanotte, non ne avevo più voglia.
Riuscii a chiudere occhio solo verso le cinque, ma mi risvegliai alle otto spaccate.
Decisi di scendere e mi ritrovai solo nonna Molly, zia Hermione, zio Pecy, Teddy e James.
Già.
Guardandolo mi resi conto che non era stato un brutto sogno e che se per quei pochi attimi di oblio appena sveglia mi ero dimenticata della notizia, me ne ricordai subito.
Cercai di atteggiarmi il più naturalmente possibile e feci colazione velocemente per poi tornare di sopra e farmi una lunga doccia tiepida.
Scesi di nuovo per l’ora di pranzo con la scusa che ero stata di sopra a rispondere alle lettere di Scorpius e delle ragazze. Cosa che in parte era vera, ma per rispondere a quattro lettere ci avevo messo sì e no una decina di minuti, il resto del tempo l’avevo trascorso a rimuginare sui fatti lanciando la mia pluffa contro il soffitto.
Mangiai poco a pranzo e Al sembrò sorpreso, ma gli dissi che ero solo stanca perché avevo dormito poco.
Prendemmo una manciata di polvere volante a testa e ci infilammo uno ad uno nel camino della Tana per arrivare a Diagon Alley.
Giunti là trovai subito Scorpius, che salutai con un bacio, e le ragazze, che abbracciai una ad una felice di rivederle.
Dopo poco mi raggiunse Al e assieme aspettammo Fred e gli altri ragazzi che comparvero nel giro di cinque minuti.
“Prima tappa Emporio del Gufo” disse Emily spuntando sulla sua lista il negozio appena citato.
“Ti serve un nuovo gufo?” le chiese Nott.
Lei scosse il capo.
Ho finito i biscotti per Daymon.
Oh, adesso che ci penso anche io non ne ho più.
Andammo e facemmo scorta di biscotti per gufi.
Il secondo passo fu ritirare le divise allungate dalla sarta e poi comprare i libri al Ghirigoro.
Come ultima spesa entrammo ai Tiri Vispi dove gli zii ci accolsero calorosamente.
Subito ci fiondammo nel retro e facemmo scorta dei prodotti più nuovi, non ancora in commercio.
Io e Fred ci riempimmo le tasche, Al agguantò un paio di nuovi scherzi dallo scaffale dei dolcetti, mentre gli altri ragazzi non presero quasi nulla. Sapevano che papà non li avrebbe fatti pagare o avrebbe fatto loro uno sconto sostanzioso, perciò si sentivano sempre troppo imbarazzati per comprare qualsiasi cosa.
A metà pomeriggio andammo in questo nuovo negozio che aveva aperto sulla via principale, doveva essere una specie di filiale di Mielandia, ma non reggeva il paragone.
Tuttavia non era male.
Scorpius mi offrì un gelato ed io lo accettai volentieri.
Quando la sera tornammo a casa ebbi il tempo di farmi una doccia.
Vi rimasi a lungo continuando a pensare a Teddy e a Victoire.
Sono così giovani.
Io non potrei mai pensare di avere un figlio con Scorpius.
È vero, io e Scorpius siamo assieme da molto meno tempo, ma ci amiamo.
Merlino, l’ho pensato davvero?
Io amo Scorpius?
Scorpius Malfoy?
A quanto pare sì.
E adesso viene il difficile…
Lui ama me?
Non seppi rispondermi.
Certo, sicuramente provava affetto e stava bene con me, ma tanto da poter dire di amarmi?
Forse no.
L’acqua divenne improvvisamente fredda ed io cacciai un urlo.
Doveva essere James nel bagno al piano di sopra o qualcuno che apriva il rubinetto della cucina per lavare le verdure.
Sconsolata uscii dalla doccia e mi asciugai.
Mi infilai dei vestiti comodi e scesi al piano di sotto per la cena.






Salve, dovevo aggiornare ieri, ma, dopo un pomeriggio di intense ricerche sulla cultura greca e un'abbondante uso del dizionario online per i compiti di francese, il router si era surriscaldato e internet non si accendeva più. L'ho anche preso a pugni, ma continuava a non dare segni di vita, così ho rinunciato.
Un giorno di ritardo me lo perdonate però...vero?
D'altra parte questo capitolo è proprio una bella botta, spero che vi piaccia e che continuiate a seguire la mia storiella.
Un bacio.
Leo

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Capitolo 8
*** Un viaggio in treno pieno di imprevisti ***


“ASPETTATE, MISERIACCIA! ASPETTATE!!!” gridavo a squarcia gola mentre rincorrevo la porta dell’espresso per Hogwarts che ormai era partito.
Riuscii ad aggrapparmi e James mi tirò su, dietro di me Fred.
Mi voltai per vedere i miei ed ebbi solo un secondo per incrociare il loro sguardo, poi mi ritirai dentro al vagone nel quale Sydney, Emily, Jasmine, Lucas, Amadeus, Scorpius, Al e Christian aspettavano me e mio fratello.
Appena entrai notai subito la presenza di Rose seduta accanto a Chris e quella di Alice in braccio ad Al.
Salutai tutti quanti, poi mi sedetti nel posto che Scorpius aveva tenuto accanto a se.
Mi salutò con un bacio sulle labbra e vidi Fred voltarsi dall’altra parte e Albus rabbuiarsi.
Alzai gli occhi al cielo.
“Allora, capitano? Ha intenzione di farci vincere la Coppa quest’anno?” mi chiese Lucas sorridendo radioso.
“Certo che sì” dissi “è ovvio, signor Nott!”
Lui rise, poi aprì un pacchetto di gelatine tutti i gusti +1 e ci si tuffò dentro.
Eravamo decisamente in troppi in quel vagone e l’aria stava diventando pesante.
Mi sentivo soffocare.
“Tira il mio dito” fece Fred a Amadeus.
Merlino e Morgana!
Quel beota di Flitt lo assecondò e una sonora scorreggia rimbombò nel vagone facendo ridere tutti i ragazzi, me compresa a dir la verità, ma se già prima mi stava salendo la nausea, adesso la colazione fin troppo abbondante a base di porridge premeva alla bocca del mio stomaco.
“Scusate, non mi sento molto bene” dissi uscendo dal vagone per prendere una boccata d’aria che non fosse contaminata da Fred.
Vidi Jas alzarsi per seguirmi, ma dallo scompartimento uscì solo Scorpius.
“Tutto ok?” mi chiese.
Io stavo prendendo grossi respiri per evitare di sboccare sul pavimento dell’Espresso per Hogwarts.
Annuii anche se non stavo affatto bene.
Non sentivo di dover rimettere, in realtà, avevo solo dei gran giramenti di testa.
Quando il mondo finì di ruotarmi attorno sospirai e alzai lo sguardo su Scorpius fissando i miei occhi dorati nei suoi azzurri.
Aveva uno sguardo preoccupato e i capelli biondi scompigliati, ma lo trovavo comunque bellissimo.
Sorrisi e il suo viso si distese rispondendo al mio sorriso, la fossetta sulla guancia sinistra e quella sulla destra meno pronunciata.
Mi mise delicatamente una ciocca di capelli ricci dietro all’orecchio poi mi prese il viso per posarmi un leggero bacio a fior di labbra.
Approfondii il contatto posando le mie braccia attorno al suo collo.
“Hem hem… prendetevi una stanza” sentii una voce fin troppo familiare alle spalle di Scorpius, il quale si staccò da me e si voltò.
Io feci capolino da dietro le sue spalle per fronteggiare mio cugino Hugo, altrimenti noto come ‘la pulce’.
Era accompagnato da Lucy e da Louis i quali ridacchiavano alle sue spalle.
Io li guardai alzando un sopracciglio e un ghigno mi si formò sulle labbra.
“Hugo, ricordi il regalo che ti feci lo scorso Natale?” dissi sorridendogli trionfante.
Lui sbiancò e sgranò gli occhi terrorizzato, poi se la filò passandomi accanto più veloce della luce e accennando un “Ci si vede, Rox”.
Louis e Lucy lo seguirono non comprendendo il cambiamento d’umore del compagno di guai e quando mi voltai di nuovo a vedere Scorpius, mi accorsi che anche lui aveva lo sguardo confuso.
“E’ terrorizzato dai ragni” spiegai alzando le spalle.
“Gli hai regalato dei ragni per Natale?” mi chiese e la sua mascella si spalancò.
“Può darsi” ridacchiai.
“Ma anche tu hai il terrore dei ragni” disse senza dar segno di volersi ricomporre.
“Non di quelli finti” risposi facendogli l’occhiolino.
“Sei maligna!” mi accusò “ricordami di non farti mai arrabbiare”
Io risi e portai il suo braccio attorno alle mie spalle.
Tornando nel nostro scompartimento mi imbattei in Domenique.
È possibile percorrere un vagone senza dovermi imbattere in uno dei miei cugini?
A quanto pare no.
Domenique era paonazza e non sapevo se stesse per implodere, per scoppiare a piangere o per gridare a squarcia gola.
I capelli le ricadevano scompigliati sulle spalle e sembrava quasi che tremasse, quando mi afferrò il braccio talmente stretto da farmi male, piantandomi le lunghe unghie azzurre nella carne, mi accorsi che stava effettivamente tremando.
“Che hai?” le chiesi in preda al panico.
Lei continuò a fissarmi sconvolta senza dare segno di vita, poi all’improvviso partì alla carica e mi trascinò via.
Mimai a Scorpius un ‘torno subito’ mentre mia cugina mi guidava attraverso tutto il treno verso uno scompartimento vuoto.
Aprì la porta e mi gettò letteralmente dentro, la richiuse e rimase in piedi, di fronte a me, fissandomi con la stessa espressione di quando l’avevo incontrata.
“Che c’è?” urlai allarmata.
Lei si sedette e si prese la testa tra le mani appoggiando i gomiti alle ginocchia lasciate scoperte dalla gonna della divisa.
“Domenique dimmi cosa sta succedendo???” gridai ancora più forte.
Lei sembrò scossa, alzò la testa di scatto e puntò i suoi occhi azzurri sbarrati nei miei.
“V-Vic… in-inc…Ted…lei…b-bambino” disse gesticolando più del dovuto e continuando a fissarmi quasi implorandomi di capire senza che lo dicesse lei.
Io sospirai.
“Ok” dissi e lei sbarrò ancora di più gli occhi, se mai ciò fosse possibile.
Perché mi esce sempre questo ‘ok’ quando il discorso Ted-Vic-Bambino esce fuori.
“Io… lo sapevo già” cominciai con calma.
Vidi Dom scattare in piedi e far per spalancare la porta, intuii che fosse per andare a cercare sua sorella o James o Ted o chiunque gliel’avesse detto e menarlo a suon di ‘Perché lo sapevano già tutti prima di me? Sono io che sto per diventare zia, non Roxanne! ’.
L’afferrai per un polso e mi alzai in piedi anche io.
“Lasciami spiegare, menerai chi devi menare dopo” dissi posizionandomi con decisione davanti alla porta.
“Il giorno dopo la vacanza ho dormito tutto il dì e mi sono svegliata di notte. Volevo una cioccolata calda e sono scesa in cucina dove ho trovato Ted e James, così li ho costretti a dirmi cosa stava succedendo e loro mi hanno chiesto di tenere la bocca chiusa” gliela misi nel modo più rapido e chiaro possibile così da prevenire un omicidio.
Lei sembrò calmarsi un pochino e tornò a sedere.
“Chi te l’ha detto?” chiesi con voce calma.
“Vic” bisbigliò.
Ok.
Mannaggia, devo trovare un sostituto a questa parola.
“Papà la uccide” mi disse guardandomi negli occhi.
“No” feci io “zio Bill non la ucciderà, forse zia Fleur lo farà, non credo tua madre si senta pronta per essere chiamata nonna. Tuo padre se la prenderà con Teddy probabilmente, ma gli passera prima che a tua madre, spero”
“Non mi aiuti così”
“Scusa” dissi ed entrambe scoppiammo a ridere.
La abbracciai e mentre la stringevo tra le mie braccia mi accorsi che stava piangendo.
Non ero brava a consolare le persone io.
Mi resi conto di quanto nelle ultime settimane il mondo mi si fosse ribaltato completamente.
Io ero Roxanne Weasley.
Un maschiaccio, tant’è che molti mi credevano addirittura lesbica, tra parentesi, detesto queste etichettamenti senza criterio e pieni di pregiudizi e irrispettosi stereotipi, ma non ho intenzione di parlarvi ora delle mie convinzioni.
Comunque, da quando sono ‘fidanzata’? Da quando mi vengono rivelati segreti come una gravidanza inattesa? E da quando qualcuno si confida con me e si sfoga con me come sta facendo Domenique?
Beh, probabilmente due terzi di queste cose erano accadute per puro caso.
Scorpius davvero non me lo so spiegare.
Il fatto che Ted mi avesse parlato del bambino che Vic sta aspettando è dovuto solo al fatto che quando mi metto a ringhiare addosso a qualcuno, generalmente chiunque sia ha troppa paura per non darmi retta, ma Teddy mi conosce! Non avrebbe dovuto cedere, non cede quasi mai! Forse aveva solo voglia di parlare con qualcuno che non fosse una testa vuota come James Potter.
Che poi, James è un Corvonero e Merlino solo sa come ci sia finito in quella casa, perché credetemi, è davvero stupido e non lo dico con cattiveria, è solo un dato di fatto. Una definizione, un postulato della fisica e della genetica: James Sirius Potter è stupido.
Ma torniamo al discorso precedente.
Domenique probabilmente stava cercando Alice o Rose o semplicemente le andava bene la prima persona fidata che avrebbe trovato e ha trovato me. D’altra parte la capisco. In una situazione così anche James Potter ti andrebbe bene, proprio come è successo a Teddy, ma lei ha trovato me e ora devo tirarle su il morale, in un modo o nell’altro.
Eravamo quasi arrivati ad Hogwarts quando Dom prese un profondo respiro e mi annunciò che sarebbe tornata al vagone dove la aspettavano gli Scamandro, Frank, Louis, Hugo, Lily e Lucy.
Io me ne tornai al mio scompartimento e quando entrai svariati occhi si puntarono su di me, ma mi rifiutai di spiegare cosa avesse Domenique, non ero sicura che Vic volesse già rendere pubblica la notizia.







SO DI ESSERE IN RITARDO e anzi volevo parlarvene, nel senso che mi hanno piazzato al lunedì il corso pomeridiano per il sesto esame di Cambridge quindi finisco scuola alle 5:30 e arrivo a casa, se mi va bene dopo un'ora e mezza, se mi va male non voglio nemmeno pensarci. Dunque potrei pubblicare la domenica. Scusatemi, ma in questo periodo sto davvero per avere un mental break down ogni cinque minuti. Con il corso al lunedì comincio la settimana stanchissima e sto sperando che domani non mi interroghi su quel brav'uomo di Ludovico Ariosto perchè per quanto lo abbia ripetuto millemila volte sono SICURA che riuscirebbe a chiedermi quello che non so. Perdonatemi lo sfogo, ma è tutta la sera che ascolto a ripetizione Saturday Night Gave Me Sunday Morning e credo stia avendo qualche effetto collaterale.
Non proseguo oltre per mantenere quel minimo di dignità morale che forse mi è rimasta.
Un bacio
Leo

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Capitolo 9
*** Un brutto presentimento ***


Era la sera del trentuno di agosto e ciò significava l’ultima sera che avremmo passato tutti assieme alla Tana.
Scesi le scale per raggiungere Fred e James in cortile che stavano avviando una partita a Quidditch e mi scontrai con mia madre.
“Roxanne, hai fatto i bagagli?” mi chiese.
“Si, mamma” come no, ho fatto i miei, quelli di Fred e anche quelli della prozia Muriel.
Lei mi guardò negli occhi con un cipiglio poco convinto e io me la filai di sotto prima che potesse urlarmi di andare a preparare il mio baule.
Feci per uscire dalla porta che mi imbattei in nonno Arthur.
“Nonno, vieni fuori a vedere la partita di Quidditch?” chiesi.
“La partita di Quidditch? Ma non dovreste preparare i bauli, voi?”
“Ehm… li abbiamo già fatti” mentii.
Lui scrollò le spalle ma sono sicura che sappia meglio di me che nessuno di noi aveva ancora preparato i bagagli per il giorno seguente, forse giusto Rose e Molly li avevano già pronti.
Presi la mia scopa, la Firebolt 2015 che mi avevano regalato zio Bill, zia Fleur e Domenique per il mio compleanno e raggiunsi James a mezz’aria.
“Hei Rossa!” mi salutò sorridendo “già pronti i bagagli?”
Io mi accigliai.
“Perché siete tutti fissati con il mio baule?! Sei la terza persona che me lo chiede nel giro di tre minuti!”
Lui rise buttando indietro la testa.
Quando anche gli altri ci raggiunsero demmo inizio alla partita.
Dopo un’ora buona avevamo tutti perso il conteggio dei punti, ma continuammo a giocare lo stesso.
Io e Fred eravamo battitori nella squadra di Serpeverde quindi io conoscevo bene le sue mosse come lui conosceva bene le mie, anche se mi piace ritenermi ampiamente migliore di lui. Per quel che riguarda Lucy e Louis era una gara dure definire il migliore tra i due, i colpi di Louis erano precisi e i movimenti eleganti, mentre Lucy sembrava l’urgano Katrina, ma per lo meno spediva dei bolidi che erano micidiali. Una volta ne spedì uno addosso a Hugo e lo prese in piena faccia.
Inutile dire che corremmo subito al San Mungo, aveva il naso rotto e un dente spezzato, ma il mio cuginetto se la rideva come un matto. Lucy era disperata, ma appena si accorse che lui stava bene si mise a ridere con lui. Rose è ancora convinta che quella botta abbia lasciato danni permanenti al cervello di suo fratello minore, ma secondo me lui è sempre stato così.
Verso le nove e mezza scendemmo dalle scope e infilammo la porta di casa.
Ci fu una corsa al bagno e io riuscii ad accaparrarmi il secondo posto.
Al arrivò primo al bagno del primo piano, mentre Lily a quello del secondo e dopo di lei ci sarei stata io.
Uscita dalla doccia mi stesi un momento sul letto, ma mi rialzai pochi secondi dopo quando realizzai che il mio baule non era ancora pronto.
Cacciai alla rinfusa vestiti e libri, la divisa, la mia pluffa, un sacchetto pieno di scherzi marcati Tiri Vispi Weasley, qualche merendina, oggetti personali vari, il beauty (che grazie a Morgana avevo preparato stamattina), le scarpe, pergamena e piuma, mangime per gufi, biancheria, la mappa del malandrino (ehehehe) e chiusi il tutto con un sonoro scatto.
Pensai di ritirare fuori la mappa e darci un’occhiata prima di addormentarmi, ma d’estate il castello non era altrettanto interessante come durante il periodo scolastico.
La sera, soprattutto nei weekend, mi divertivo sempre a spiare dalla mappa gli studenti che si trovavano al castello.
Dalla mappa potevo vedere ragazzi e ragazze che sgattaiolavano fuori dalla propria sala comune per raggiungere il fidanzato o la fidanzata di un’altra casa, o per scendere nelle cucine a fare lo spuntino di mezzanotte o ancora coppiette che pomiciavano negli angoli del castello o dietro agli arazzi.
Non c’era una fonte più certa per il gossip di Hogwarts.
La mappa, che mio padre e suo fratello Fred avevano rubato al primo anno dall’ufficio di Gazza mentre erano in punizione (erano ancora inesperti, avevano cercato di distrarre il guardiano con delle caccabombe e ciò gli era costato un’ulteriore punizione) era stata da loro regalata ad Harry quando mio zio era al terzo anno per permettergli di andare a Hogsmeade, d’altra parte loro ormai la conoscevano a memoria! E c’è anche da dire che fu grazie a quella mappa che fu scoperto Peter Minus, quel bastardo traditore figlio di puttana! Se mi sentisse la mamma… comunque, finita la guerra zio Harry non ne ebbe più bisogno e la restituì a mio papà, il quale la consegnò a me e a Fred la sera prima del nostro primo anno ad Hogwarts (in segreto, perché mamma non era d’accordo) e da quel momento è diventata la mappa di Rox, anche se Fred ne rivendica la patria potestà, non è importante.
Poi mi ricordai di quello che mi aveva detto Alice quando eravamo al resort: la McGranitt se ne sarebbe andata.
Non volevo crederci!
Mi alzai, aprii il baule e presi la mappa.
Ci misi davvero tanto tempo e stavo sudando freddo, ma alla fine lo trovai.
Minerva McGranitt, stava camminando avanti ed indietro mentre parlava con Vitous, Neville, cioè, il professor Paciock e Hagrid nell’ufficio del preside.
Non mi piaceva la cosa, vederli tutti lì assieme a discutere di chissà cosa.
Svegliai Domenique che era già a russare nel suo letto e le mostrai la pergamena.
Anche lei fu turbata dalla cosa.
“Credi che stia dando le dimissioni?” mi chiese in un sussurro per non svegliare le nostre cugine.
“Non lo so” risposi anche io a bassa voce.
“Ma spero di no” aggiunsi.
“E’ vero che ha una certa età” fece lei ed io annuii.
“Ma magari potrebbe restare ad Hogwarts, anche pur non lavorandoci più” disse.
Io scossi la testa.
“Non lo so, Domi” risposi sconsolata.
“Adesso dormiamo. È tardi, domani sapremo se ci sono novità” dissi e lei annuì tornandosene nel suo letto di fronte al mio, sotto alle coperte.
Riposi la mappa di nuovo nel baule e lo chiusi.
“Buonanotte Domi” sussurrai.
“Buonanotte” mi rispose lei prima di girarsi dall’altra parte e riprendere a russare.
Io decisi che era ora di seguire il suo esempio e mi addormentai profondamente cercando di ignorare quel brutto presentimento che mi si era bloccato come un nodo alla bocca dello stomaco.





Beh, lo so che è corto in un modo imbarazzante, ma l'ho scritto quest'estate e mi sono resa conto solamente adesso, mentre lo rileggevo che non è lungo come gli altri, ma ormai credo sia troppo tardi, non posso aggiungere qualcosa a questo punto o perchè mi sconvolgerebbe la storia o perchè risuleterebbe un'inutile chiacchiera posta lì solo per fare corpo al testo.
Detto ciò mi scuso per la svista e specifico che ho aggiornato oggi dato che domani sarò all'Expo tutto il giorno e sarebbe stato difficile riuscire a postare il capitolo.
Non credo di avere altro da aggiungere.
Un bacio.
Leo

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Capitolo 10
*** Ho lasciato Malfoy ***


“In ogni caso avresti potuto avere la decenza di dirmelo!” gridai in faccia a quello che ormai potevo considerare il mio ex fidanzato.
“Te l’ho detto! Sei tu che non mi ascolti!” mi rispose lui.
“Ah IO non ascolto, Malfoy?” chiesi senza la minima intenzione di abbassare lo sguardo.
“Si, proprio come ho appena detto, vedi che non ascolti!” continua.
Eravamo in mezzo al parco di Hogwarts, alla mia destra Domi, Ami e Amadeus, alla mia sinistra Lucas e Al schierati attorno a me e Scorpius, era quasi ora di cena e ci stavamo avviando alla Sala Grande quando la discussione prese vita.
Io mi lasciai sfuggire un ringhio di frustrazione.
“Credo che la discussione sia chiusa quindi” fece lui.
“No che non lo è!” protesto io “non lacerò che tu mi molli qui dopo avermi tradito con mia cugina! Non mi lascerò umiliare da te in questo modo!”
“MA IO NON TI HO MAI TRADITA!”
“Ah no? E cosa ci facevi con lei nello sgabuzzino delle scope?” chiesi.
“Rox, davvero lascia che ti spieghi, per fav…”
“STANNE FUORI DOMENIQUE!” urlai fuori di me dalla rabbia.
“Mi sembra di esserci già dentro visto che la ‘cugina’ in questione sono io”
Io mi voltai verso di lei fulminandola con lo sguardo.
“Roxanne, davvero, non ti stavo tradendo, per favore credimi” mi implorò Malfoy.
“Perché mai dovrei crederti? Le prove era no più che evidenti” chiesi sulla difensiva, sembrava che fossero tutti contro di me.
“Stavamo nascondendo le divise di Clarisse e Mary Anne Diggory per incantarle prima della partita!” continuò lui e tutti concordarono.
“E voi lo sapevate?” chiesi in generale e tutti annuirono.
“Bene, allora grazie di esserti preso la briga di avvertirmi!” dissi e marciai verso la Sala Grande.
Poteva anche non avermi tradito, ma era come se lo avesse fatto.
Come si era permesso di non dirmelo? E anche tutti gli altri? Noi eravamo una squadra porca miseria!
Mi incamminai a passo di marcia verso la Sala Grande e mi sedetti accanto a Zabini ignorando completamente il fatto che ci fosse anche Rose, di fronte a Syd e ad Alan Bates, portiere della squadra di Serpeverde.
Cioè, da un paio d’anni era portiere, quest’anno in teoria dovevamo ancora fare le selezioni, ma era davvero bravo e sapevo che, se si sarebbe presentato, si sarebbe anche guadagnato il posto ed in cuor mio speravo davvero che si presentasse alle selezioni.
“Che ti è successo?” mi chiese Sydney con aria preoccupata.
“Niente” grugnii.
“Non si direbbe” continuò lei.
“Ho lasciato Scorpius” sputai.
“L’hai fatto davvero?” chiese lei lasciandosi sfuggire di mano il cucchiaio con il quale stava mangiando la sua zuppa di carote che schizzò gocce arancioni in ogni dove.
“No, per finta, Syd!”
“Scusa… solo che mi dispiace… posso chiederti come mai?” disse calmandosi.
“Chiedilo a lui” dissi notando che stava entrando nella Sala Grande assieme agli altri che avevo da poco lasciato fuori “si divertirà a spiegarti che bello scherzo aveva progettato. Anzi, guarda, puoi chiederlo a chi ti pare, perché tanto” e qui alzai la voce cominciando a scaldarmi –di nuovo- “sembra che tutti ne fossero al corrente. Ovviamente tutti tranne la sottoscritta” terminai la frase con un sorriso amaro stampato sulle labbra e alzandomi in piedi.
“Scusa, mi è passata la fame” dissi e me ne andai, lasciando una Syd basita di fronte a un Christian ancora più basito ed ad una Rose che non poteva credere alle sue orecchie.
Sorpassai la combriccola ignorandoli bellamente.
Ma dove diavolo è Fred quando serve?
Quel disgraziato è sempre in mezzo alle palle, ma quando ne ho bisogno Merlino solo sa dove si trovi.
Marciai verso i sotterranei pensando di rifugiarmi nel mio dormitorio e magari di fingere di dormire quando Sydney e Ami sarebbero arrivate di sotto.
Magari Jaz è nel dormitorio, potrei chiedere a lei se ne sapeva qualcosa, ma non ho voglia di litigare nel caso la sua risposta sia affermativa…
Rimuginai se andare nel mio dormitorio e correre il rischio di incontrare Jaz o se andarmene da qualche altra parte.
Scossi la testa, volevo solo andare a dormire.
Entrai nella Sala Comune chiedendomi dove diavolo fosse Fred quando mi pentii amaramente di aver invocato il suo nome così a lungo.
Lo trovai sulla poltrona di pelle nera alla sinistra del divano di fronte al camino dove fiamme verdi perfettamente prive di calore si muovevano elegantemente.
Non era solo, in braccio a lui c’era Jas con i capelli mori sciolti sulle spalle e lo sguardo incatenato in quello di mio fratello.
Non si accorsero di me e continuarono a sbaciucchiarsi.
Continuai a camminare spedita verso il mio dormitorio e li sorpassai.
Jasmine si accorse di me e si staccò da Fred.
“Rox! Dove vai?” mi chiese sorpresa.
“A vomitare” risposi e sbattei la porta di camera mia (che poi era anche sua).
Fortunatamente non mi seguì, so che lei lo avrebbe fatto, ma probabilmente Fred era stato abbastanza prudente da avvertirla che in quel momento era meglio lasciarmi da sola.
Ma a quanto pare sola non potevo stare perché sentii picchiettare alla mia finestra uno di quegli stupidi bigliettini volanti.
Aprii sgarbatamente facendo traballare il vetro e lo richiusi con una botta che sono certa avrebbe mandato la finestra in mille pezzi se non si fosse trattato del castello di Hogwarts.
Era di Al.
Che cosa ti è preso prima? Non è da te comportarti così, Rox. C’è qualcosa che non va?
Se vuoi parlare vieni pure in camera mia. Sono da solo.
Al.
Ora ditemi. Quanto bisogna essere stupidi per chiedere ad una Roxanne Weasley fuori di sé se ‘c’è qualcosa che non va’ e se ‘vuole parlare’. Bisogna proprio essere il fratello di James Potter per arrivare a tanto.
Decisi che, male che fosse andata, avrei potuto sfogare la mia frustrazione mettendomi a gridare contro mio cugino così mi alzai dal mio letto a baldacchino e mi diressi nel dormitorio dei ragazzi.
Raggiunta la sua porta la aprii senza nemmeno bussare e lo trovai disteso sul letto a leggere un libro sulla seconda guerra dei Goblin.
“Credevo che non saresti venuta” mi disse posando il tomo sul comodino.
“Lo credevo anche io” ammisi sedendomi sul letto di mio fratello, poi mi ricordai della scena alla quale avevo da poco assistito e mi alzai non volendo sapere chi e cosa aveva fatto in quel letto.
Mi sedetti su quello di Al del quale almeno non avevo prove tangibili.
“Sei così per Vic?” mi chiese.
Ovvio che no, razza di imbecille, cioè, sono in ansia per Vic, ma questo è solo un 20% del complesso e poi… aspetta un attimo…
“Come fai a saperlo?”
“James è mio fratello, ricordi?” mi sorrise.
Ah ooops, me l’ero dimenticata…
Per fortuna ho ancora un minimo di autocontrollo perché quando inizio a fare del sarcasmo ad alta voce è la fine.
“Allora, è per Vic?” chiese Al di nuovo.
Ah però, è testardo il ragazzo!
“No. Cioè sì, ma non è il problema principale, diciamo che fa da sottofondo”
“Allora qual è il problema principale?”
“Intanto il fatto che non mi abbiate considerato…” incalzai.
“Ok, hai ragione, ti chiedo scusa, ma Rox, non puoi rompere con Scorpius perché non ti ha detto che voleva incantare le divise dei Tassorosso!” protestò mio cugino.
“Ovvio che no! Ma ormai ero incazzata perché credevo che mi avesse tradito, non potevo micca ritirare tutto e chiedergli di fare pace con il mignolino?”
“E’ sarcasmo questo?” chiese trattenendosi da ridere.
Ovvio che lo è, Potter!
“Senti” decisi che era ora di finirla “sono troppo orgogliosa per tornare da Scorpius e dirgli quello che ho detto a te quindi mi dispiace tanto, ma davvero non riesco a capire perché mi ignori a quel modo. Non è stata solo la questione delle divise, era da un po’ di tempo che mi sembrava freddo e scostante, questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso” sputai fuori tutto d’un fiato.
“Io…io non lo sapevo, con me è sempre stato lo Scorpius di sempre” disse Al rimanendoci visibilmente male.
“Beh, questo è quello che volevi sapere, ora sono molto stanca, se non ti dispiace torno in camera mia” dissi e subito dopo non resistetti e abbracciai mio cugino, lui ricambio stringendomi.
 
POV FRED
“Non crederai mai a quello che mi è successo!” esordii raggiante entrando nella camera dove avevo visto entrare Albus poco prima.
Lui alzò lo sguardo dal suo libro con aria abbattuta e puntò i suoi occhi da Potter nei miei.
“Beh” mi spronò senza un minimo di entusiasmo.
“Sto con Jazmine” dissi raggiante facendo mostra del mio miglior sorriso.
Lui si tirò su di scatto.
“Jazmine chi?” chiese.
“Quante Jazmine conosci?”
“Vuoi dire Jazmine Teitelbaum?”
“Proprio lei” confermai.
“Cazzo!” si mise le mani nei capelli. Non era proprio la reazione che mi aspettavo, diciamo. Non pretendevo fuochi d’artificio e strette di mano, ma una bella pacca sulla spalla accompagnata da un ‘ben fatto, Fred’ l’avrei gentilmente gradita. “Roxanne lo sa?”
Che cazzo ne so io se… aspetta… si, direi che lo sa…
“Ehm, si”
“Gliel’ha detto Jaz?”
“Non proprio…ci ha visti prima in Sala Comune”
“Miseriaccia…”
“Qual è il problema, amico?”




Sono in ritardo di qualcosa come un mese, ma vi avevo avvertite! Sulla mia pagina è scritto chiaro chiaro che in periodo scolastico di solito non sono attiva, questa era una piccola sfida che mi ero proposta. Beh il captolo è un po' una svolta, ma non voglio spoilerare nulla quindi vi lascio qui perchè so di avere un talento naturale nel lasciare indizi senza volerlo.
Leo

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Capitolo 11
*** Me la dai un'altra possibilità? ***


La mattina dopo a pozioni mi sedetti di fianco ad Al visto che eravamo con i Corvonero e Alice non ci sarebbe stata. Considerati gli ultimi avvenimenti, quando avevamo lezione con i Grifondoro, Al non si sedeva più con Amadeus, ma con Alice e Zabini non si sedeva più con Scorpius e io con Rose, ma lui con mia cugina ed io con il mio fidanzato. Beh, adesso qualcosa era di nuovo cambiato e io mi piazzai accanto ad Al, dietro di me Lucas con Syd (la quale era visibilmente scontenta dato che i due non si sopportano molto e Luke adora stuzzicarla chiedendole di uscire o facendo qualsiasi tipo di commento, dal canto suo, lui, sembrava felice di avere la possibilità di stuzzicare la ragazza per un’ora intera). Così Fred si sedette di fianco a Jaz, Zabini tornò di fianco a Scorpius, Amie si mise accanto ad Amadeus e la lezione di pozioni filò liscia come l’olio, se un calderone esploso perché Al, essendo rimasto indietro, aveva cercato di accelerare il processo on un engorgio alla fiammella (cosa che ti insegnano al primo anno di non fare, ma come ho già detto, probabilmente è giunto il momento in cui l’allievo supera il maestro e Al sta diventando più testone di James) si può considerare come un’inezia.
Voglio dire, era proprio una di quelle cose che i professori sono tenuti a dirti, ma che, a meno che tu non sia un perfetto idiota, capisci anche da solo che non devi fare! Ma pazienza, è mio cugino da ormai sedici anni, credo sia scaduta la garanzia.
Finita la lezione del vecchio Lumacorno, vidi Syd scappare fuori con un diavolo per capello e trattenni una risata, le prossime due ore sarebbero state di Erbologia, con i Tassorosso.
Evitai di proferir parola per tutto il tragitto fino alla serra numero 7 dove erano conservate le tentacule velenose.
Potare le tentacule velenose non mi piaceva affatto come prospettiva, ma sembrava che Nevi… cioè il professor Paciock fosse davvero felice di introdurci nel mondo del giardinaggio a rischio mortale.
Cominciai a lavorare sulla mia pianta, accanto a mio fratello e devo dire che vi stavo riuscendo particolarmente bene, sembrava quasi che avessi il pollice verde!
Un urlo improvviso squarciò la calma della serra numero 7 e io alzai di scatto lo sguardo.
Di fronte a me si trovava un Albus decisamente troppo pallido, con una mano piena di bolle e vesciche che buttavano fuori pus e sangue.
“Che diavolo…?” urlai, ma il professore fu più veloce di me.
“Al…Signor Potter! Per quale ragione non stava indossando il guanto?” chiese cercando di sembrare arrabbiato, ma finendo per sembrare solo estremamente preoccupato per il suo figlioccio.
“Va portato in infermeria!” gridò Scorpius al suo fianco.
“Stavo… erano troppo grandi per me e non riuscivo a maneggiare le cesoie” balbettò mio cugino osservando la sua mano e potevo vedere il terrore nei suoi occhi.
Neville boccheggiò, poi decise di accompagnarlo in infermeria.
Tutti noi facemmo per seguirlo, ma lui ci costrinse nella serra.
Nessuno e dico nessuno che fosse Tassorosso o Serpeverde continuò il suo lavoro, eravamo tutti in attesa del ritorno del professore.
Quando, dopo circa tre quarti d’ora, Neville ricomparve nella serra portando notizie di Al. Ci disse che era tutto a posto e che Madama Chips era riuscita a frenare il veleno con un antidoto prima che esso arrivasse al braccio e Al rischiasse l’amputazione.
Rimanevano ormai una decina di minuti alla fine della lezione e lui ci lasciò liberi.
Ci fiondammo subito a vedere come stava Al e mentre correvamo trovammo Lucy che usciva dal bagno delle ragazze e si aggregò a noi.
Vidi mio cugino che riposava su un letto e ci sorrise quando si accorse della nostra presenza.
“Credevo fossi morto” dice Syd.
“Tzé, ci vuole ben altro!” sospirò lui sprofondando nel cuscino.
L’antidoto probabilmente doveva essere soporifero perché lui sembrava esausto.
Controvoglia ce ne andammo quando fu ora di Cura delle Creature Magiche e per l’ora di pranzo tornammo in infermeria trovandola più affollata che mai.
Madama Chips stava dando fuori di testa al vedere talmente tanta gente così dopo poco fui costretta ad andarmene, le lezioni del pomeriggio furono stancanti e noiose. A Storia della Magia parlarono di qualche lotta tra Giganti e Goblin della quale mi interessava meno che niente, ad Incantesimi, ci insegnarono ad evocare un fuoco e io ci riuscii dopo due tentativi, quindi passai il resto dell’ora a parlare con Emily, la quale non ci aveva nemmeno provato a dir la verità. Le ultime due ore erano di Difesa Contro le Arti Oscure (la mia materia preferita, dopo Incantesimi) dunque cercai di impegnarmi, almeno in quello, ma a dirla tutta ero già capace di evocare un Patronus e a volte riuscivo anche a renderlo corporeo, perciò mi impegnai a far resistere la mia lince il più a lungo possibile, ma dopo qualche tentativo ero davvero esausta.
Il professore si complimentò con me, dopotutto, ed io ne fui grata, ma finita la lezione volai via dall’aula per andare a trovare Al.
Si era svegliato finalmente e stava seduto sul suo letto con un paio di cuscini dietro alla schiena e la mano fasciata in bende candide.
“Hey!” ci salutò pimpante quando entrammo per la terza volta in una sola giornata nell’infermeria.
“Ti trovo bene, Al” feci io.
“Si, Madama Chips dice che tra un paio di giorni sarò a posto” ci sorrise.
Rimanemmo un paio di minuti a chiacchierare con lui e gli raccontammo delle lezioni del pomeriggio.
“…e poi Daniel O’Connel di Grifondoro si è messo ad agitare la bacchetta come un matto e l’incantesimo ha colpito Goyle che ha cominciato a sputare fuoco” Fred stava raccontando dell’incidente di Incantesimi ad Al che sembrava soffocare dalle risate e aveva le lacrime agli occhi.
Quando fu ora di cena, Madama Chips ci mandò via lasciando il permesso ad una sola persona di restare con Al. James era passato prima, ma stasera aveva gli allenamenti, la sua squadra era già formata e avrebbero giocato questo sabato contro Tassorosso, mentre Serpeverde avrebbe avuto i provini domani e la prima partita non prima di due settimane.
“Ok posso restare io qui” disse Scorpius sedendosi sulla sedia accanto al letto di Al.
Oh qui sembra preoccuparsi degli altri, ma quando io ero schizzata per i crampi mestruali lui mi evitava era James e dico James Potter quello che mi portava le cioccorane.
Ok, io soffro terribilmente dei crampi mestruali ed è vero che divento anche un tantino irascibile, ma chi mai si aspetterebbe che il tuo ragazzo ti stia alla larga in un momento così delicato?
“Tranquillo, posso pensarci io. Tanto non ho fame” dico.
Lui mi guardò.
“Davvero, Weasley… non c’è bisogno che ti disturbi” era ovvio che l’avesse detto per irritarmi e, beh, c’era riuscito.
Sentii Al sbuffare, ma lo ignorai bellamente.
“Credevo fossi tu l’esperto del non prendersi mai le brighe” ribattei.
“Ok” esordì Flitt “sto io qu, voi due fuori che ne ho già le palle piene delle vostre minchiate” disse.
Raramente lo vedevo arrabbiato, ma doveva essere davvero stufo di sentirci battibeccare, era tutto il giorno che ci lanciavamo occhiatacce e frecciatine.
Scesi a cena imbronciata e mi abbuffai di spezzatino di maiale con le patate fino a scoppiare.
Finita la cena mi alzai e scesi nei sotterranei diretta alla Sala Comune, con me c’era solo Jaz che si fermò per andare al bagno.
“Non puoi aspettare di arrivare in camera’” le chiesi.
“No! Non riesco più a tenerla!”
La aspettai fuori dal bagno e mi appoggiai alla parete di fronte, proprio accanto ad un arazzo che nascondeva un passaggio segreto per il corridoio del quinto piano.
Ad un certo punto mi sentii afferrare per un braccio e trascinare nel suddetto passaggio, cercai di gridare ma una mano mi teneva tappata la bocca.
“Muffliato” sentii bisbigliare alle mie spalle e l’intero passaggio fu a prova di grida.
Morsi la mano.
“Aaah!”
Mi voltai di scatto e accesi la bacchetta per vedere il volto di Malfoy.
“Che vuoi?” ringhiai.
“Chiarimenti”
Alzai gli occhi al cielo.
“Non è stato solo perché non ti ho avvertita, vero?” incalzò.
“Mh” risposi in assenso.
“E allora perché?”
“Per te! Mi stavi alla larga, non mi rivolgevi quasi la parola!” sputai fuori d’un fiato ancora arrabbiata per l’improvviso rapimento.
Lui sembrò confuso, poi si portò una mano alla fronte e si scompigliò i capelli.
“Roxanne, io voglio tornare come eravamo prima” disse.
“Non io! Cioè… se devo essere una compagnia solo quando ti annoi la notte, non è quello che voglio!” protestai.
No, non l’avevamo mai fatto in realtà, ma era una bella frase ad effetto e la usai come se fosse uno specchio della nostra situazione precedente la rottura.
“Ok, senti” sospirò lui “io ero… diciamo geloso di te e di tutte le attenzioni che ti vengono date da così tanti ragazzi e pensavo che con il tempo la notizia si fosse diffusa e la gente avrebbe smesso di ronzarti attorno, ma non è stato così” prese un gran respiro per continuare, ma lo interruppi.
“Non ti è mai passato per la testa che io non avrei mai e poi mai dato peso alle possibili attenzioni che mi venissero rivolte da chissà chi?” chiesi assottigliando gli occhi e fissandolo intensamente.
“Certo, io mi fido di te”
Io mi fido di te….
Quella frase mi lasciò senza parole.
Non seppi cosa rispondere.
“Me la dai un’altra possibilità?” mi chiese lui alla fine.
Io annuii sorridendo, gli gettai le braccia al collo e lo baciai, come quella notte, in Portogallo.





Buonasera popolo di efp *si nasconde*.
Mi vergogno terribilmente del ritardo, ma negli ultimi mesi per lo meno ho scritto qualche altro capitolo.......
Spero di imbuonirvi con questa buona nuova che vede Rox e Scorpius riconciliati.
La farò breve e ringrazierò tutti in una volta perchè ormai è ora di cena e sto morendo di fame.
A tutti quanti, grazie mille per l'infinita pazienza, vi state guadagnando un posto in poaradiso.
Un bacione e al prossimo capitolo.
Leo

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Capitolo 12
*** Tante belle novità ***


Era sabato, il che significava implicitamente gita ad Hogsmeade e io non vedevo l’ora.
Era il primo weekend di Ottobre e la piccola cittadina era in festa. Assomigliava molto alle fiere di paese babbane alle quali ci portava da piccoli nonno Arthur, con la differenza che le bancarelle e gli artisti di strada erano maghi e streghe che impressionavano i viandanti con i loro prodotti e le loro magie stravaganti.
Io e Syd fummo subito attratte da questo giovane mago, affascinante, dagli occhi neri ed i capelli scuri che dipingeva tatuaggi sulla gente che gli lasciava un paio di galeoni nel cappello che aveva posato a terra di fronte a sé.
“Secondo te sono permanenti?” mi chiese Syd.
“Posso fartelo permanente o temporaneo, signorina, come desidera lei” rispose il giovane al posto mio sorridendole.
“Ce ne facciamo uno?” chiese lei sorridendomi raggiante.
Io accettai.
“Come lo facciamo, signorina, permanente o temporaneo?” chiese il ragazzo non appena Sydney si fu seduta sullo sgabello di fronte a lui porgendole la caviglia sinistra dove desiderava segnarsi una piccola giratempo.
Lei mi guardò e gli occhi le si illuminarono.
Io annuii sorridendo allo stesso modo.
I suoi genitori erano piuttosto severi, ma erano abituati alle stravaganze e alle pazzie di quella scavezza collo che si erano ritrovati come figlia, i miei dal canto loro, da giovani avevano fatto più danni che altro e non potevano biasimarmi per un piccolo tatuaggio sulla nuca che avrebbero visto probabilmente quando verso i trent’anni avrei forse avuto il permesso di tagliarmi i capelli.
Quando Syd finì, fu il mio turno, non scelsi un disegno dal libro che il giovane mago aveva con sé, ma gli chiesi di disegnarlo io.
In tutta sincerità, me la cavavo bene e venne fuori un bell’orologio da taschino, rotondo, colorato per metà nero e per metà bianco come il simbolo dello ying e dello yang.
“E’ molto bello” si complimentò l’affascinante ragazzo quando glielo porsi.
Io arrossii leggermente e ringraziai in modo cortese.
Non fece nemmeno male, forse perché non era un punto particolarmente doloroso, ma alla fine fui veramente soddisfatta.
Il ragazzo ci diede un unguento da applicare ogni sera prima di andare a dormire per la seguente settimana e ci augurò una buona giornata.
Io e Syd eravamo felici come Pasque, era un peccato che Ami e Jaz non fossero venute, dovevano studiare per recuperare quella brutta E in Aritmanzia, mentre i ragazzi erano in punizione per essere stati beccati dal vecchio Gazza a volare in mutande sul campo da Quidditch dopo aver perso una scommessa con la squadra di Grifondoro.
Quel vecchio guardiano era ormai ceco e sordo, ma era come se percepisse l’infrazione di regole e annusasse l’aria di possibile punizione.
Per quanto fosse insopportabile, mi era sempre piaciuto, in fondo.
Incontrammo dopo poco le mie cugine Rose e Dominique e ci aggregammo a loro mostrando per prima cosa i nuovi tatuaggi.
Dom ne fu entusiasta, lei non avrebbe mai marchiato il suo bel corpo con un segno permanente, ma le piaceva davvero molto il mio e mi sembrò sincera nel dire che erano adatti a noi, Rose non amava questo genere di cose, ma anche lei sembrò entusiasta quando le mostrai il mio e sorpresa di sapere che l’avevo disegnato di sana pianta.
Quando tornammo al Castello corsi subito in camera per mostrare la novità alle ragazze che erano rimaste ad Hogwarts tutto il giorno.
Anche a Scorpius piacque il mio nuovo tatuaggio, mentre Fred e Albus sembrarono preoccupati per la possibile reazione di Angelina e George Weasley, soprattutto di Angelina.
“Acqua in bocca e al resto ci penso io, chiaro?” chiesi con fare serio.
I due annuirono scambiandosi occhiate preoccupate.
Li avrei scuoiati vivi se avessero tirato fuori la storia con i miei.
Quando ritornai in camera con le ragazze mi sedetti sul letto lasciando le tende del baldacchino aperte.
“Tra poco ci sarò la festa di Halloween” sospirò sovrappensiero Sydney.
“Manca ancora un mese” le feci notare.
“Si, ma sai… un mese passa in fretta. Ci sono tanti compiti, magari qualcuno ti invita, bisogna scegliere il costume, e se poi sono in diversi ad invitarti, insomma…” cercò di giustificarsi lei.
“Come vuoi” dissi sbadigliando.
“Io pensavo di vestirmi da mangiamorte” asserì Emily
“Da Bellatrix Lestrange?” chiese Jasmine.
“Perché no” fece spallucce la mora.
“Andrai con Scorpius?” mi chiese Syd.
“Non so, non me lo ha ancora chiesto, immagino di sì” feci io.
“Dovreste vestirvi con un costume combinato” disse Ami con aria sognante.
“Hei, non mi chiamo Dominique!” protestai.
Scoppiammo tutte a ridere.
“Comunque” dissi “il giorno prima io Fred e Al dobbiamo tornare a casa dai nostri nonni. Lo zio Charlie si è fidanzato e darà una festa così abbiamo ottenuto il permesso di tornare, non lo vediamo da maggio dell’anno scorso”
“Tornerete per il ballo, no?” chiese Ami.
“Certo” sorrisi “come potrei mancare!”
“Ah, quasi mi dimenticavo” fece Jaz colpendosi la fronte con una mano “ehm… ho detto a Fred che sarei andata con lui”
A me andò di traverso la gomma bolle bollenti che stavo masticando e quasi non soffocai mentre la gola mi bruciava come se mi fossi appena trasformata in un Petardo Cinese.
Non riuscii a formulare una frase di senso compiuto così come le altre.
“Dite qualcosa, vi prego!” gridò Jasmine avvampando terribilmente.
Io scoppiai a ridere figurandomi nella mente quell’accoppiata che faceva scintille, mentre Amie abbracciò l’amica e Syd le batté il cinque.
Chiacchierammo ancora per un’oretta finché non giunsero le undici e mezza e ci addormentammo con il prospetto dell’esame di recupero di Artimanzia per Jasmine ed Emily e con quello dell’allenamento di Quidditch pre-partita per me.
La partita sarebbe stata contro Corvonero e dovevamo assolutamente vincere, dato che la precedente contro Tassorosso era stata persa.
Una buona parte della squadra era abbastanza demoralizzata per aver perso la prima partita della stagione, ma io, in quanto capitano, ero decisa a portare a casa la vittoria, non mi ero affatto sentita imbarazzata dall’aver perso la mia prima giocata! Era normale che ci fossero un perdente ed un vincitore! Ma questa volta ero più decisa che mai. Ero stata cresciuta da due giocatori ed ero una persona estremamente sportiva, avevo preso da mia madre in questo, molto più che da mio padre.
Avevo programmato l’allenamento del giorno seguente assieme ad Albus ed eravamo certi che lo schema fosse semplicemente perfetto contro Corvonero, li avevamo visti giocare contro Grifondoro e non c’erano dubbi, la parte del terzo Cacciatore e quella del primo Battitore erano le più scarse, dunque dovevamo contare sul lato sinistro del campo dove sarebbero stati posizionati, e, nel caso fossero agli angoli opposti, allora avremmo optato per una formazione a croce pure noi, in modo da contrastare la loro e da mettere forza dove loro avevano debolezze.




In questi giorni ho proprio poco da fare, così scrivo molto e pubblico spesso.
Ci tengo a dire che la parte del tatuaggio è puramente ispirata a me c:
Spero di non avervi annoiato troppo verso la fine e che la sorpresa di Jaz vi abbia intrigati.
Un bacione e al prossimo capitolo, se posso prendermi la libertà di spoilerare, il personaggio che vi presenterò (aka la fidanzata di Charlie) è decisamente uno dei miei preferiti!!
Leo

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Capitolo 13
*** Gravidanza? ***


Ottobre avanzava e il weekend della festa di fidanzamento, che coincideva con il weekend di Halloween non erano ormai così lontani, a dir la verità, quando mi svegliai questa mattina stentai a credere che fosse già il trenta.
“Merlino e Morgana!” dissi alzandomi da letto di scatto e svegliando le mie compagne che dormivano ancora in quel nebbioso sabato mattina.
“Roxanne, dormi” mugugnò Emily voltandosi dalla parte opposta.
 “Merlino e Morgana, Merlino e Morgana, Merlino e Morgana, MERLINO E MORGANA!!!!!!!!!!!” continuai ad urlare mentre sgusciavo fuori dal letto e cominciavo a cacciare roba dentro al baule alla rinfusa.
Sentii bussare alla porta e sapevo che si trattava di lei.
Non aprii, ma il bussare si fece più intenso.
“E va bene!” gridai provocando le lamentele delle ragazze che stavano ancora cercando –inutilmente- di dormire.
Aprii la porta e lasciai entrare mia cugina Dominique.
“Roxanne, ma…”
“Non – dire – niente! Mi sono dimenticata di mettere la sveglia, ieri” dissi fiondando quattro paia di scarpe nel baule.
Entrarono anche Rose e Lily, Al, Fred e Louis si affacciarono, ma le mie cugine li cacciarono fuori con la scusa che c’erano le mie compagne di stanza che stavano ancora dormendo.
Corsi in bagno a lavarmi, mentre Lily si occupava di sistemare la roba dentro al mio baule in modo che ci stesse tutta, Rose prendeva le ultime cose rimaste e le porgeva alla cugina più giovane e Domi cercava di ingabbiare il mio gatto Polpetta con scarsi risultati.
Si, ho un gatto che ho chiamato Polpetta, sempre meglio del cane a cui Fred ha dato il nome di Lucifero, si tratta di un incrocio tra un husky ed un pastore tedesco e non c’è niente di più coccoloso e amichevole al mondo.
In ogni caso, uscii dal bagno poco dopo e afferrai Polpetta mentre correvo giù per le scale del dormitorio.
Molly, che frequentava il settimo anno e ad incantesimi era la prima della classe rimpicciolì il mio baule in un piccolo scrigno che prese in mano con poca fatica e portò al piano di sotto.
All’entrata del castello c’era una pila di bauli e gabbie di animali decorata con scope e mazze da battitore che non finiva più.
“Ho già preso la tua scopa, Rox” mi annunciò James.
Anche se saremmo stati un solo giorno, era sicuro come l’oro che avremmo giocato a Quidditch, perciò scope e mazze erano d’obbligo.
“Tutti pronti?” chiese Victoire.
Noi annuimmo.
“Controllo incrociato” mi bisbigliò Fred all’orecchio facendomi scoppiare a ridere.
Il controllo incrociato era una cosa che facevamo da bambini quando uscivamo tutti assieme.
Essendo così tanti, nonna Molly ci aveva preparato una specie di tabellone con un albero genealogico che partiva da lei e da nonno Arthur. Al comando del ‘controllo incrociato’ ognuno di noi doveva controllare che chi si trovasse sopra e sotto di lui nello schema non si fosse perso. Quindi io dovevo controllare Fred che era nato pochi minuti prima di me e si trovava quindi sopra il mio nome e Rose che era la più grande dei figli di Ron e, anche se aveva la mia stesa età, zio Ron era più giovane di mio padre e quindi veniva dopo nella lista della generazione precedente.
Diciamo che il mio compito era facile dal primo momento che, soprattutto da bambini, Fred ed io eravamo sempre assieme e Rose era certo che non si sarebbe mai persa.
Andava peggio a lei, che doveva controllare Hugo e me, che anche da bambini non eravamo proprio calmi e anche a Fred che doveva tenere d’occhio Lucy, e quella piccola birbante si divertiva sempre da matti a nascondersi nel momento del ‘controllo incrociato’ facendo scatenare la nonna contro Fred e contro Molly.
Per questo motivo al solo sentire quelle due parole Rose si imbufaliva e Molly lanciava occhiate truci a sua sorella.
Partimmo dunque dopo aver caricato i bagagli su di un paio di carrozze e dopo averne occupate altre due noi stessi.
Io, Victoire, Molly, Teddy, Fred, Lucy e Hugo eravamo nella prima.
Rose, Dominique, Albus, James, Louis e Lily nella seconda.
Raggiungemmo il treno e salimmo occupando lo scompartimento dei prefetti che era il più grande e ci permetteva di starci più o meno tutti, anche se parecchio stretti.
Il viaggio fu rapido e divertente, era piacevole passare del tempo tutti assieme in quel modo.
Alla stazione erano venuti a prenderci zio Ron con la Ford Anglia magicamente allargata di nonno Arthur, zio Harry con la sua vettura e mio papà con una moto ed un sidecar che non avevo mai visto.
“Wow! Che cos’è questo, è meraviglioso!” feci correndogli incontro.
Lui sorrise.
“Ti piace, Rox? Quando avrai diciassette anni lo potrai guidare! È il regalo che ci hanno fatto i colleghi per l’anniversario di matrimonio, era una vecchia moto che stava al ministero da anni, l’hanno sistemata e boom!”
I miei occhi e quelli di Fred non poterono brillare più di così, subito ci sedemmo nel sidecar che era stato incantato in modo che riuscisse ad ospitare fino a quattro persone.
Presi in braccio la gabbia del mio gatto e legammo quelle con le civette di Al e Dominique e la piccola gabbietta con il topolino di Lucy sul retro della moto.
Dominique e Lily si infilarono nel sidecar accanto a Fred e noi partimmo.
Fummo i primi a giungere alla tana, dopo di noi zio Ron con Teddy, Rose, Albus, Victoire e Hugo ed i loro bauli più quello di Fred e quelli di Dominique, si, Dominique aveva due bauli…
Gli ultimi a raggiungere la Tana furono zio Harry con i restanti bagagli e passeggeri, ovvero Louis, Lucy, Molly e James.
La nonna ci accolse tutti con un grande abbraccio come ogni volta e, quando entrammo nel salotto, trovammo il resto della famiglia intento a chiacchierare amichevolmente.
Appena vidi quella chioma rossa un po’ invecchiata e meno folta gli corsi incontro e saltai al collo di mio zio Charlie.
Avevo sempre avuto un rapporto molto stretto con lui, anche se lo vedevo raramente, ci tenevamo continuamente in contatto con lettere frequenti.
“Roxanne, ogni volta ti trovo più alta e più bella” disse lui posandomi a terra.
Io sorrisi e lasciai che anche gli altri lo salutassero.
Poi mi accorsi della donna che stava di fianco a lui.
Era molto bella e sembrava di diversi anni più giovane di lui, ma immaginai che portasse semplicemente bene i quarant’anni suonati che doveva avere, come mio zio del resto, anche se lui già cominciava ad essere leggermente pelato.
Aveva dei lunghi capelli neri che teneva sciolti con qualche ciocca che le ricadeva davanti alle spalle, dei grandi occhi scuri ed i lineamenti asiatici.
“Ragazzi, vi presento, Catherine” disse sorridendo ed indicandoci con un gesto la nostra futura zia.
Lei ci sorrise radiosa.
“Ciao a tutti” disse e la sua voce era dolce e calma.
Adoravo quella donna ancor prima di conoscerla.
Bel lavoro zio Charlie, è approvata!
Ci presentammo ad uno ad uno e posso dire con certezza che il suo sorriso non vacillò nemmeno per un momento ed ero certa fosse un sorriso sincero.
Mancava ancora un’ora prima del pranzo e, sebbene di solito io non ami stare seduta a far chiacchiere, mi accomodai in salotto in compagnia di Catherine e di buona parte della famiglia.
“Allora a quando le nozze?” chiese zio Bill.
Zio Charlie arrossì leggermente e scoccò un’occhiata alla sua futura moglie.
“Pensavamo verso maggio” rispose quindi.
Maggio era il mese classico per i matrimoni, dopotutto.
Poi realizzai, Victoire era incinta, e non avrebbe avuto il bambino prima della fine di aprile.
Forse maggio non era più una grande idea…
Non avevo più affrontato il discorso della gravidanza con nessuno dopo l’incontro con Dominique sull’espresso per Hogwarts.
Cercai con lo sguardo Teddy, ma non lo trovai, in compenso vidi Domi e Vic sedute una accanto all’altra, ma c’era decisamente troppa gente, forse oggi non era la giornata giusta.
Infatti trascorsero sia il pranzo che l’abituale partita di Quidditch e non ebbi un secondo di privacy con nessuno dei due diretti interessati o con Dominique.
Verso le quattro arrivarono un paio di parenti lontani dalla parte di nonna Molly, tra i quali anche il padrino e la madrina di zio Charlie, poco dopo giunsero anche diversi ex compagni di scuola di mio zio e di Catherine ed i genitori e la sorella della mia futura zia.
La Tana si riempì presto e la festa si protrasse fino alle undici di sera, quando sia per noi che per zio Charlie e zia Catherine (ho deciso che avrei già potuto cominciare a chiamarla zia Catherine), la stanchezza del viaggio cominciò a farsi sentire.
Salutammo Neville e Hanna Paciock che erano passati a salutare insieme alla vecchia amica di nonna Augusta Paciock e rimanemmo soli nell’affollato salotto della Tana.
“Wow è stata una bella giornata” disse zia Ginny sedendosi sul divano tra zio Ron e mio padre.
“Già, e c’è un’altra novità…” fece Charlie guardando dolcemente la sua promessa sposa.
“Sto aspettando un bambino, da quasi un mese ormai” confessò la donna.
Subito fui colpita e come gli altri espressi la mia gioia, poi mi resi conto della Victoire congelata al mio fianco, ancora seduta sul bracciolo di quella vecchia poltrona dal quale sembrava stare per scivolare giù.
Oioi, quasi un mese, proprio come lei.
Proprio in quel momento di euforia generale James e Fred entrarono in salotto, erano appena stati in cucina a sbaffarsi quel che rimaneva del dessert.
“Che succede qui?” chiese mio fratello notando il trambusto.
“Tra qualche mese, avremmo un nuovo piccolo Weasley di cui fare la conoscenza” esultò zia Audrey con le lacrime agli occhi.
James spalancò la bocca e rimase basito.
“Teddy!” gridò poco dopo “come hai potuto dirglielo quando io non c’ero?” chiese spostando lo sguardo da Vic a Ted ancora con la bocca aperta.
Mia cugina mi sembrò sul punto di svenire, sbiancò di colpo e cominciò a sudare freddo, Teddy dal canto suo divenne bordeaux, i suoi capelli assunsero una sfumatura rosso fuoco ed anche lui sembrò iniziare a sudare.
Nel salotto regnava un silenzio profondo ed una tensione che si poteva tagliare a fette, se non fosse stato per James che continuava a sproloquiare su quanto fossero d’accordo ecc ecc.
“James, porca miseria! Intendevano il figlio di Catherine e zio Charlie!” riuscì a bisbigliarli Fred all’orecchio.
Capii che mio fratello aveva fatto due più due notando le mani di nostro zio e zia appoggiate sul ventre della donna, mentre James… beh James era sempre James.
Mio cugino si bloccò e spalancò di nuovo occhi e bocca.
Tentò di ricomporsi e di stirare un sorriso in direzione della mora e del suo futuro sposo che ancora lo guardavano stupefatti, come tutti poi.
“C…congratulazioni” riuscì solamente a dire.
Nessuno rispose.
“Beh, io vado a letto, sono parecchio stanco” disse Hugo rompendo il silenzio che sembrava essere durato ore.
“Nessuno-va-da-nessuna-parte” lo fulminò zia Fleur sibilando quelle poche parole.
Mio cugino deglutì terrorizzato e si risedette al suo posto.
“Cosa diavolo…?”
“Mi vuoi spiegare…?”
“Che intendi con…?”
“James!”
“Non vorrai dire che…?”
“James!”
“Oh porco merlino!”
“James!”
“James!”
“JAMES!”
Zia Ginny, Fleur, zio Bill, Harry, Dominique, Albus, Lucy, Lily e nonno Arthur partirono tutti all’attacco mitragliando i poveri tre ragazzi ed in particolare il moro che aveva sganciato la bomba.
“SILENZIO!” urlò Vic.
Tremava come una foglia ed aveva la fronte imperlata di sudore.
“Mamma, papà, zii e zie, nonni, tutti quanti, ho una notizia da darvi…” disse.
“Sono incinta”.
Zia Fleur scoppiò a piangere.
“Tu COSA? Chi è quel maledetto che lo ammazzo ora e subito?” urlò Louis balzando in piedi dal divano con occhi di fuoco.
Vidi Ted arretrare verso la cucina e guardare mio cugino con occhi colmi di paura.
“Tesoro… ne sei sicura?” chiese timidamente Ginny.
“SI CHE NE E’ SICURA, MAMMA!” strillò Lily in preda al panico manco fosse lei quella con un bambino in grembo.
“Ok, visto che siamo in momento di confessioni… mamma ho preso una T in pozioni l’altro giorno” sentenziò Hugo.
“Cos’hai fatto??” urlò zia Hermione.
“Beh, anche Fred!” si giustificò lui indicando mio fratello.
“No…non è vero...” cominciò lui a balbettare “era una S ed era in Storia della Magia, una materia inutile, insomma…” lo sguardo di mia madre si fece omicida, lei, sebbene fosse sempre stata molto impegnata con il Quidditch, aveva sempre mantenuto ottimi voti e pretendeva lo stesso da noi.
“Beh, Rox si è fatta un tatuaggio!” sputò fuori lui per cercare di scamparla.
Ok, era vero che di solito lasciavo che mi incolpasse perché io avevo una parlantina fluente e riuscivo a rintontonire alcuni professori e qualche volta ad addolcire i nostri genitori, ma QUESTO NON ERA AFFATTO IL MOMENTO!
Io boccheggiai come un pesce gettato sulla riva per un pezzo, ma mia madre mi attaccò prima che il mio cervello mi supplisse qualcosa di intelligente da dire.
“ROXANNE ELISABETH WEASLEY!” ringhiò.
Io mi feci piccola piccola.
“Papà…” sibilai, ma lui sembrava troppo intento a trattenere le risate data la situazione generale.
HEI!” nonna Molly richiamò l’attenzione generale.
Zia Hermione smise di fare la ramanzina a Hugo per il suo brutto voto, Louis smise di guardare in cagnesco Teddy, il quale si scostò da dietro a James, James, dal canto suo, smise di ripetere periodicamente le sue scuse a Vic, la quale stava seduta immobile con Dominique che le accarezzava i capelli. Rose e Lily la piantarono di attaccare Al per il fatto che non gliel’avesse detto, zia Ginny smise di balbettare frasi confortanti alla cognata e questa alzò gli occhi dalle sue ginocchia ancora lucidi dalle lacrime.
Mamma diede una gomitata a papà per farlo smettere di ridere sotto i baffi assieme a Lucy, mentre Molly fissava Vic allibita. Tutti gli altri osservavano la scena senza saper cosa dire.
“Vediamo di trattare prima le priorità” fece la nonna pragmatica.
 “Vic, Teddy, venite in cucina, anche te Dominique, cara, non fare quella faccia, un bambino è qualcosa di cui essere felici! Fleur, Harry, Ginny, Bill ah e James” lo apostrofò la nonna mentre lui tentava di filarsela al paino di sopra “anche tu”.
Io seguii gli altri di sopra mentre gli adulti raggiungevano il gruppetto in cucina, a noi ci chiusero fuori, solo Molly riuscì ad entrare, ma anche a Louis fu negato l’accesso.
Prima che la porta della cucina si chiudesse una volta per tutte riuscii a sentire nonno Arthur scusarsi con Catherine per il trambusto e lei rispondere in un modo che mi lasciò senza parole. Era davvero la donna giusta per zio Charlie. L’unica cosa che disse fu “oh, non preoccupatevi, sono cresciuta in una famiglia numerosa e mio fratello decise di sposarsi a diciassette anni con il suo ragazzo, ce l’ha annunciato alla cena di Natale e i miei nonni diciamo che sono molto tradizionali, tutto ciò mi ha ricordato la mia giovinezza, insomma”.
Raggiunsi assieme a Louis le scale dove tutti si erano fermati.
“Rox, hai…?” cominciò Lily, ma la interruppi.
“Le orecchie oblunghe, si. Sono nel mio baule” dissi e lei corse su a prenderle.
Tornò dopo poco con l’attrezzo e ci mettemmo tutti ad origliare.
POV JAMES
Miseriaccia! Miseriaccia! Stavo sudando come un ippogrifo seduto a quel tavolo, con nonna Molly che chiedeva a Vic da quanto fosse successo e quando fosse successo.
Grazie a Merlino non le chiese come fosse successo. Sarebbe stato troppo ed io avevo il vago terrore che ogni pena che quei due soffrissero in questa camera di tortura, io l’avrei patita cinque volte peggiore per mano loro.
Che poi perché si dice sudare come un ippogrifo? Gli ippogrifi sudano così tanto?
James! Concentrati! D’altra parte è colpa tua!
No!
Non è colpa mia!
Cioè, in parte sì, ma chiunque avrebbe frainteso e poi non sono io che ho fatto sesso con Victoire!
Oh Morgana!
Solo pensare quelle quattro parole mi mette i brividi e mi fa venire da vomitare.
Non che sia brutta, eh, per carità, ma è mia cugina
Perché sono costretto a stare qui? Io non centro niente!
Beh anche zio Percy non centra un granché, ma è costretto a stare qui. A dirla tutta quasi tutti gli adulti non centrano niente, ma sono adulti, tuttavia non credo mi abbiamo incluso nella setta perché mi considerano adulto.
Oh miseriaccia!
Teddy mi tirò una gomitata che mi fece saltare sulla sedia.
“Io…” si schiarì la gola “ecco, sono sempre stato innamorato di Victoire se devo essere sincero ho sempre desiderato costruire una famiglia con lei e adesso che… beh… ci troviamo in questa situazione, vorrei chiederti di sposarti, Vic. E non sto cercando di rattoppare la situazione, io… lo voglio davvero” disse con le lacrime agli occhi.
Anche Vic stava per scoppiare a piangere, ma si trattenne, a differenza di Fleur, Dom e Audrey.
-Le ha chiesto di sposarlo!!!!!!!!-
Si sentì un grido provenire da fuori dalla porta e un trambusto assordante.
Mia madre si alzò veloce dalla sedia e spalancò la porta pronta ad urlare contro i miei cugini che dalle scale stavano cercando di ricomporsi, c’era Fred steso per terra e Louis sopra di lui, mentre Rose era con il sedere sul pavimento e si massaggiava la schiena, Lily, Lucy e Albus erano in cima alle scale, ancora in piedi, mentre Hugo era spiaccicato contro al muro e saltellava su di un piede tenendosi stretto l’altro.








Buonasera gente! Questa volta non si piò dire proprio niente, il capitolo è lungo eterno, forse noioso in alcuni punti, ma senza alcun dubbio è nella top five tra i miei preferiti (e spero anche i vostri).
Cosa ne pensate della grande rivelazione? E di Catherine, soprattutto?
Beh, vi lascio perchè sto morendo di fame.
Al prossimo capitolo!!
Leo

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Capitolo 14
*** Festa di Halloween ***


Era dunque ufficiale, avremmo avuto due matrimoni, uno a Maggio ed uno a Luglio e due nuovi membri della banda Weasley che prospettavano di comparire entrambi a Marzo.
Niente male, no?
Beh, tanto per capirci, dopo che zia Ginny ci beccò a sfrombolare giù per le scale perché quella testa calda di Lily aveva gridato come se non ci fosse un domani facendo spaventare Albus al suo fianco il quale era saltato sul piede di Hugo e aveva spinto me ed io ero a mia volta inciampata nel filo delle orecchie oblunghe causando la baraonda di gente sul pavimento, eravamo stati ammessi alla corte suprema ed informati delle novità, anche se era già chiaro che avevamo origliato ogni singola parola.
Dunque Teddy chiese a James di fargli da testimone e io vidi mio cugino piangere letteralmente lacrime di gioia, Vic, a sua volta, chiese a tutte noi di farle da damigelle e nominò Dominique e Molly damigelle d’onore. Domi ne fu entusiasta, mentre da Molly mi sarei aspettata una reazione diversa, invece si limitò a rispondere cortesemente che le avrebbe fatto molto piacere, ma sembrava fredda e distaccata.
Vic se ne accorse, a dir la verità ce ne accorgemmo tutti, ma lasciammo correre pensando che fosse solo l’insieme delle cose ad averla lasciata interdetta.
La mattina di Halloween l’atmosfera alla Tana era stranamente rilassata, tutti avevano bene o male accettato la cosa e, dopo una bella dormita, eravamo pronti per ricominciare. Solo Louis continuava a guardare male Teddy e Fleur fissava Dominique con occhi dolci e la abbracciava ogni cinque minuti stampandole baci sulla fronte e sulle guance.
“Mamma, lasciami, devo andare!” protestò la bionda divincolandosi dalla madre.
Io ridacchiai.
Fleur finì di salutare Domi e poi passò a Louis e a Vic.
“Non capisco perché abbia cominciato a fare così… è da ieri sera!” protestò la Corvonero.
“E’ solo gelosa di te, e ha paura che anche tu tra poco le sfuggirai via trovando un ragazzo e sposandoti come è in procinto di fare Vic” risposi.
Lei fece una smorfia, Dom non era tipo da trovarsi un uomo e sposarsi giovane, no, proprio non lo era.
Mamma sembrava essersi dimenticata del mio tatuaggio finché papà, tranquillo come niente, non mi chiese di farglielo vedere. Proprio a colazione me lo chiese quell’uomo, davanti a tutti!
Io per poco non mi strozzai con il latte al cioccolato che stavo mandando giù e mamma strabuzzò gli occhi, probabilmente dandosi della stupida per esserselo dimenticata.
Glielo mostrai, naturalmente, e gli piacque molto. Mamma sembrò addolcirsi quando le spiegai il significato e le raccontai che l’avevo disegnato io, ma continuava a rimproverarmi di tanto in tanto.
Verso le undici e mezza salimmo nuovamente sull’Espresso per Hogwarts in modo tale da essere al castello per le due. La nonna ci aveva preparato il pranzo al sacco con quattro panini ciascuno, ognuno farcito in maniera diversa (uno al formaggio, uno con dentro il maiale al sugo avanzato dal buffet di ieri, uno con dentro un hamburger e uno con dell’affettato), un pezzo di torta alle carote o di cheesecake, due biscotti e una mela ciascuno. Probabilmente ci avremmo sfamato un’intera casa di Hogwarts con tutta quella manna, ma la nonna non si era mai fatta scrupoli a riguardo.
Sul treno chiacchierammo soprattutto di zio Charlie e di zia Catherine, proprio come all’andata e notai con piacere che la donna sembrava piacere molto a tutti quanti.
“Vic, sai già se è maschio o femmina?” chiese Lucy alla cugina.
Lei scosse la testa.
“Di solito si può sapere verso il terzo/quarto mese, ma io e Teddy non abbiamo ancora voluto saperlo” rispose.
“Hai già pensato a qualche nome?” continuò la rossa del terzo anno.
Si vedeva che fremeva dalla voglia di aiutare a scegliere i nomi per i bambini.
Vic scosse di nuovo la testa.
“Io veramente avrei un paio di idee” asserì Ted.
Tutti lo fissammo in attesa che continuasse.
“Beh, se è una femmina, mi piacerebbe chiamarla come mia madre: Ninfadora”
“Tua madre detestava quel nome, Ted” fece Al.
“Già” sospirò Dom in assenso.
“Magari non Ninfadora, ma… non so, solo… solo Dora” propose Molly sempre con topo assente.
“Questa è un’idea magnifica, Molly!” esultò Vic entusiasta.
Lei sembrò per un momento felice, poi ripiombò nel silenzio che custodiva dalla sera prima.
“Che ne dici, Teddy?” continuò la bionda.
Lui asserì contento aggiungendo che era anche meglio di Ninfadora e che la madre lo avrebbe sicuramente apprezzato.
“E se è un maschio invece?” fece James più eccitato di un bambino al suo primo giorno di scuola.
“Se è un maschio, mi è sempre piaciuto il nome Jack” rispose il ragazzo dai capelli blu.
“Intendi Jacob?” chiese Louis rivolgendogli per la prima volta la parola.
Teddy annuì.
“Mh, mi piace. Dopotutto è il mio secondo nome” fece cercando di non dare a vedere la sua gioia.
Ted aveva fatto proprio centro con questa, anche se ero quasi certa che fosse stato involontario.
Arrivammo al Castello leggermente in anticipo e ci dividemmo ognuno nei propri dormitori.
Quando entrai le ragazze mi accolsero felici e vollero sapere della tanto famosa futura zia Weasley.
Raccontai loro ogni singolo dettaglio della giornata precedente e quando finii rimasero tutte a bocca aperta.
“Che famiglia di malati” commentò Amie facendomi ridere.
Verso le cinque e mezza scendemmo per la cena che era completamente a base di zucca.
La sala grande era infestata di pipistrelli veri che volavano emettendo i loro versi striduli o stavano appesi alle sporgenze delle pareti, vi erano due grandi zucche agli angoli della sala dalla parte del portone e altre più piccole dietro al tavolo degli insegnanti. Su ognuno dei quattro tavoli, zucche intarsiate ed incantate che cantavano canzoni di streghe e maghi famosi erano illuminate da piccole fiammelle al loro interno e le candele del soffitto, per quell’unica serata nell’intero anno, erano spente, regalando un’atmosfera tetra, ma allo stesso tempo tremendamente in tema.
Il cibo, sebbene l’ingrediente principale fosse sempre la zucca, era vario come sempre e forse anche di più, c’erano diversi tipi di zuppe di zucca e creme e vellutate, sughi e salse alla zucca che decoravano le carni e biscotti a forma di ragno e di teschio alla zucca, torte alla zucca e crostate con marmellata di zucca, c’era persino il gelato alla zucca! E ovviamente, il mio amato succo di zucca per accompagnare il tutto.
Mangiai tanto fino a quando non mi sentii scoppiare, nemmeno mi passò per la mente che, nel giro di un’ora, sarei dovuta entrare in quel vestito striminzito da cavallerizza babbana.
Alla fine avevamo deciso di andare tutti assieme come gruppo, ovviamente Scorpius mi aveva invitata, ma per quel che riguardava i costumi, io Rose, Syd, Jaz, Amie, Fred, Lucas, Scorpius, Chris, Amadeus, Al e Alice eravamo tutti combinati. Avevamo scelto uno sport babbano per uno e ci eravamo procurati l’abbigliamento adatto per trasformarci, per una sola notte, in perfetti campioni rispettivamente di equitazione, pallavolo, calcio, hip-hop, atletica, pallacanestro, hockey, football americano, tennis, baseball, motocross e pattinaggio artistico.
Verso le sei e mezza, le ragazze cominciarono a prepararsi, io rimasi sdraiata sul letto a leggere il Quidditch Time, fino a che non furono le sette e mezza, o almeno programmavo di agire a quel modo, se Jaz non mi avesse letteralmente gettata nella doccia prima ancora che finissi l’articolo sulle Scopalinda da collezione (non che fosse così interessante, le Scopalinda erano da sempre state la marca peggiore di scope). Così mi feci la doccia e lasciai che Sydney mi applicasse la pozione per tenere i capelli lisci, i miei erano ricci, solitamente. Mi truccai leggermente, ero diventata brava nel farlo e mi infilai il costume, misi in testa il caschetto e presi in mano quella specie di frustino, pensai che avrei potuto regalarne uno a zia Ginny per tenere in riga James, poi aspettai che le altre fossero pronte e le seguii al piano di sotto, nella Sala Comune dove i ragazzi ci aspettavano.
Assieme giungemmo alla Sala Grande che era stata sgombrata di tavoli e vi era stato aggiunto un buffet, già mi saliva l’acquolina.
Vidi in quel momento Vic e Teddy, vestiti lei da cameriera con i pattini e lui da meccanico con tanto di salopette macchiata d’olio e chiave inglese in mano. Doveva avergliela prestata nonno Arthur.
Allungando ancora un po’ lo sguardo sopra la marea di studenti vestiti in modo stravagante trovai James con una mise da ninja che chiacchierava con Mia vestita cantante pop babbana del ventunesimo secolo.
Trovai Lucy, Hugo e Louis con dei loro amici del secondo e terzo anno, tutti vestiti da mangiamorte, probabilmente era una certa serpeverde di mia conoscenza a cedere loro l’idea dopo che avevamo optato per gli sport babbani.
Non vidi Molly, né Dominique, ma in compenso notai che Lily era venuta con Lysander e che indossavano anche un completo combinato da cowboy e cowgirl.
Era divertente vedere i costumi che i vari studenti avevano scelto per l’occasione, soprattutto perché molti di essi erano babbani, per esempio, c’era questo duetto di Grifondoro del settimo anno, amici di James tra parentesi, che andavano in giro con due lunghe camicie da notte da nonna con tanto di cuffietta in testa. Oppure questa ragazzina di Tassorosso che si era vestita da broccolo, non so dove avesse trovato il costume, ma era geniale, assolutamente geniale!
Ovviamente c’era anche il lato dei costumi da buona donna (e da brav’uomo), che erano talmente noiosi e facevano così cliché che nessuno ci badava più ormai, c’erano conigliette, api sexy, colf in bianco e nero, infermiere con i tacchi alti tra le ragazze e pompieri senza maglia, bagnini, Tarzan per i ragazzi.
Ovviamente con un certo limite, dopotutto eravamo sempre ad Hogwarts, ma l’intento era chiaro.
Ballai molto quella sera, sia con le ragazze, sia con le mie cugine, Dominique comparve dopo poco con Lucas. Wow, più che Halloween sembrava S. Valentino.
Domi era radiosa, non la vedevo così splendente dal capodanno di due anni fa, quando si presentò più bella del sole per far ingelosire il suo ex.
Indossava un semplice costume da medimago con tanto di camice aperto, lungo fino alle ginocchia e sotto la tunica verde chiaro, portava in mano la bacchetta e una cartella con una penna prendi appunti che svolazzava pochi centimetri sopra la carta. Aveva un paio di occhiali neri dalla montatura spessa che le tenevano indietro i capelli a mo’ di cerchietto ed un trucco leggero le faceva risaltare gli occhi azzurri. Non era un costume da infermiera sexy come le ragazze di cui avevo parlato prima, lei sembrava un medimago a tutti gli effetti, non era la provocazione a renderla meravigliosa, quanto la sua semplicità.
Stavo passando una serata meravigliosa, divertendomi molto, ridendo e scherzando e ballando con Scorpius che non sembrava per niente geloso, quando notai Molly chiacchierare con Frank in un angolo e poi uscire di corsa dalla sala lasciandolo solo e apparentemente confuso.
Mi congedai da Scorpius dicendogli che sarei andata a salutare Frank e a cercare Molly e lui mi diede un bacio prima di raggiungere Fred ed Albus al buffet.
Accelerai il passo nella direzione di Frank ma mi si pararono davanti i due Scamandro, uno vestito, come ho già detto, da cowboy, e l’altro con indosso una maglietta rossa con il colletto infilata in dei pantaloni beige tenuti su da una cintura di pelle nera ed un cappellino con la visiera dello stesso colore dei pantaloni. Sia sul berretto che sulla maglietta, all’altezza del cuore, si trovava ricamata una M gialla e, sul petto portava appuntata una targhetta che riportava il nome Lysander.
“Non ci credo” dissi cominciando a ridere.
“Lysander amo il tuo costume!” dissi abbracciandolo.
“Davvero?” fece lui sorpreso
“Sei la prima che lo capisce” rispose il fratello sorridendomi.
Mi dispiacque, lasciarli lì da soli, ma mi dovetti allontanare subito dopo.
Trovai Frank ancora fermo al bancone che sorseggiava quello che probabilmente era punch corretto nel suo costume da Batman.
“Frank…” cominciai decisa ad andare subito al punto.
“Ciao, Rox!” esclamò felice “bel costume! Originale direi”
“Grazie” dissi sbrigativa “anche il tuo”
“Ehm… volevo chiederti” cominciò prima che potessi chiedergli dove fosse mia cugina.
“Cosa è successo a tua cugina?”
“Oh, beh, è incinta… credevo che James te lo avesse detto” feci un tantino confusa.
“Nono, non lei” fece prendendo un altro sorso di punch e sventolando la mano sinistra.
“Chi?” chiesi io dubbiosa.
“Molly”
“Ah, sì. Volevo chiederti proprio di lei. L’ho vista parlare con te poco fa e poi è scappata via, è dalla sera in cui Vic ha sganciato la bomba che si comporta in modo strano” dissi con tutta la finezza che si addice a Roxanne Weasley.
“Oh, questo spiega molte cose. Ecco perché era così infuriata con lei”
Io mi accigliai.
“Credo sia andata nel suo dormitorio” fece Frank.
Io lo ringraziai e andai a cercare Vic per spedirla da Molly. Mi sentivo una specie di gufo, ma lo facevo per il bene superiore.
La trovai e le raccontai velocemente tutto, avevo voglia di tornare a ballare e avevo puntato quei deliziosi zuccotti di zucca al buffet che non volevo finissero prima che potessi metterci le mani sopra.
Lei si avviò e lasciò Teddy assieme a Frank.




Anche io sono caduta nel classico della festa di Halloween, ma devo ammettere che mi sono divertita a scriverla.
E' il secondo giorno di fila che posto? Cosa mi sta prendendo? Beh oggi sono tornata a casa da scuola alle 5 passate per colpa di una simulazione ok, non frene fregherà un galeone bucato, ma devo raccontarvela:
1) Piovevano ragni dal soffitto. Quei ragnetti rossi minuscoli, ok innoqui, ma io ho la fobia, nel senso che mi fanno talmente schifo che non respiro più... quindi immaginatevi voi. Come se ciò non bastasse quella specie di senatore del WWF del mio compagno di classe (non scherzo, sembra un'enciclopedia che cammina, saprebbe recitarvi il nome in latino dell'insetto tropicale che vostra nonna ha schiacciato con la ciabatta semplicemente guardandone una foto) era seduto dietro di me e continuamente commentava il fatto che io tirassi righellate su quegli esseri immondi. ERANO UN'INFINITA'  sembra un'esagerazione, ma giuro che in quelle tre ore ne avrò uccisi una ventina.
2) Un bambino del cavolo si è messo a piangere in strada subito fuori dall'aula e le finestre erano bloccate quindi mi sono sorbita le urla del maledetto per venti minuti buoni.
3) Ho sbagliato a cliccare sulla calcolatrice e ho scritto che una cellula misura circa mezzo metro oddiooooo!!!
4) Avevo studiato da matti per prendere un buon voto e alla fine l'oliva (soprannome della tipa che ci dovrebbe preparare agli esami di Biology) decide che non la considererà.
#mainagioa
Ora che vi ho annoiato a dovere vi saluto.
Un bacione tesori.
Leo

PS. Ne approfitto per ringraziare di cuore tutti quelli che seguono/preferiscono la storia e anche tutti quelli che la leggono, siete sempre di più *-*

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Capitolo 15
*** La stanza degli specchi ***


POV VIC
Le parole di Rox mi avevano lasciata basita. Mi ero ovviamente accorta che Molly fosse strana ultimamente, non aveva nemmeno voluto prepararsi assieme a e per la festa e quasi non mi rivolgeva la parola, cosa alquanto patetica considerato che condividevamo il dormitorio.
In ogni caso mi diressi spedita verso la torre di Corvonero, risposi al corvo di metallo che gracchiava quesiti sulla porta ed entrai nella sala circolare decorata con colori bronzo e blu.
Entrai lentamente nella nostra camera e trovai Molly che si stava spogliando dal suo costume da soldato americano in mimetica e lo posava sul letto.

POV MOLLY
Lasciai la festa subito dopo essermi sfogata con Frank. Mi dispiacque molto per lui che, anche se non mi aveva invitata, era chiaro che avrebbe voluto passare la serata con me. Appena Mia era scesa dalla torre di Grifondoro ed eravamo entrate nella Sala Grande, James e Frank ci avevano avvicinate.
Era un bel ragazzo, Frank: alto, occhi castani, capelli mossi e abbastanza lunghi e soprattutto un sorriso così dolce.
Ma preferivo che si divertisse anche con qualcun’altra piuttosto che rovinargli la serata con il mio muso lungo. Mi ero sbagliata quando avevo creduto che mi sarebbe bastata una festa per non pensare agli ultimi avvenimenti.
Come aveva potuto Victoire non dirmi niente?
Persino Mia lo sapeva, mentre noi, che eravamo cugine e condividevamo il dormitorio, noi che stavamo assieme ventiquattro ore su ventiquattro, sette giorni su sette, no… niente, non me lo aveva detto.
Mi stavo togliendo quel bel costume che avevo cercato con tanta cura e che mi piaceva da morire per la sua originalità proprio quando Vic entrò dalla porta che dava sulle scale.
“Molly” fece lei debolmente.
Io non risposi e la sentii sospirare.
“Per favore, mi dici cosa ti prende” implorò la bionda.
“Cosa mi prende, Victoire?” abbaiai guardandola dritta negli occhi e togliendomi di scatto il cappellino con la visiera e le stelle appuntate sopra.
“Mi prende che sei incinta! Da un mese! E non me lo hai detto!” dissi sentendo gli occhi pizzicare.
La vidi rabbuiarsi e mordicchiarsi il labbro inferiore mentre guardava il pavimento senza avere il coraggio di fissarmi negli occhi.

POV VIC
Aveva ragione. Il fatto è che ero stata immatura e temevo il suo giudizio. Lei era sempre stata la ragazza perfetta, bella affascinante, la figlia perfetta, educata e dai voti migliori, l’amica perfetta, leale e sincera, mentre io ero quella che rimaneva incinta dopo una notte di fuoco con uno con cui stavo assieme da un paio di giorni.
Ok che io e Teddy ci correvamo dietro praticamente da sempre, ma ciò non cambia molto.
Io mi sentivo di vivere alla sua ombra, i miei voti non erano nemmeno paragonabili ai suoi, non ero una brutta ragazza, ma mancavo di tutto il carisma che rendeva Molly così popolare, credevo di essere leale e sincera fino a quando non si presentò l’occasione e io mi tirai indietro.
Forse era per questo che il Cappello non aveva esitato nemmeno un momento né su Tassorosso né su Grifondoro, aveva accennato a Serpeverde, ma si era subito deciso con Corvonero. E così sono qui, quella intelligente che non si applica, la figlia che non si impegna, ma potrebbe, la svogliata, la pigra o come dir si voglia.
“La verità, Molly è… è che…” mi bloccai non sapendo cosa dire.
Presi un bel respiro e decisi che dovevo finalmente essere sincera.
Mi ci volle parecchia fatica per trasformare il mio monologo di autocommiserazione in parole, sebbene nella mia mente fossi così autodistruttiva, fuori mi mostravo sicura di me e quasi menefreghista.
Quando terminai di spiegarmi alzai lo sguardo su di lei.
Le lacrime che prima premevano per uscire sul suo viso erano scomparse, mentre sembrava che fossero i miei occhi quelli umidi.
Le mie guance si bagnarono do poche lacrime di sollievo quando mia cugina si gettò ad abbracciarmi con un sorriso a trentadue denti.
“Sono così felice di non dover più essere arrabbiata con te” disse.
Avevo avuto davvero pochi attimi di crollo in sua presenza, più che con chiunque altro, ma erano comunque pochi, e ogni singola volta, lei sapeva come tirarmi su di morale.
“Sei unica, Molly” dissi.

POV MOLLY
Subito dopo aver chiarito con Vic, mi resi conto che la serata meritava un’altra possibilità e soprattutto la meritava Frank.  Riindossai quel bellissimo costume e scesi assieme a mia cugina nella Sala Grande dove la festa aveva raggiunto il culmine.

POV ROX
Subito dopo aver parlato con Victoire mi avviai verso il buffet per acchiappare quei zuccotti di zucca che nel frattempo erano notevolmente diminuiti, agguantai una burrobirra per mandare giù i dolcetti quando ebbi un flash della sera in cui mi ero ripromessa di non toccare più alcun tipo di alcol.
Devo dire che mi ritrovai sorpresa nell’accorgermi che, al contrario delle promesse che mi faccio di solito, quella l’avevo mantenuta più o meno, dico più o meno perché, andiamo, quante volte ero sgattaiolata nelle cucine del castello per sgraffignare qualche bottiglia da portare ai festini, eravamo io e Fred quelli che si erano sempre occupati di portare l’alcol. Detto ciò, ero sicura che una burrobirra non mi avrebbe di certo mandata in tilt ed ero anche conscia del fatto che mi sapessi regolare quindi non ci pensai due volte e buttai giù.
Poco dopo mi si affiancò James porgendomi un bicchierino contenente del whiskey incendiario (il mio incubo peggiore, dopo quella notte di agosto) ero ancora lucida quindi lo afferrai e brindai assieme al resto della banda a Vic e a Teddy e al loro futuro insieme.
Seguirono un altro paio di brindisi ed io bevvi tranquilla, non mi sentivo affatto strana fino a quando, voltandomi, non vidi Lucas pomiciare con Syd.
In quel momento pensai di avere le traveggole, credetti che l’alcol mi avesse dato alla testa e che stessi delirando, ma una furia bionda che mi sfrecciò di fianco spingendomi e facendomi distogliere lo sguardo da quella scena mi fece capire che io ero in perfetta forma, a differenza di altri.
Dominique era scappata via con le lacrime agli occhi e come biasimarla, poi? Dopo una sera passata in compagnia di Nott, quello decideva di finire con il botto andando a sbaciucchiare la ragazza con cui bisticciava giorno e notte dal primo anno.
Erano entrambi visibilmente ubriachi, ma non scusai né Sydney né Lucas per quello.
Mi diressi a passo di carica verso i due piccioncini quando vidi che anche Al e Fred, poco lontano avevano il mio stesso intento.
“Nott!” gridò Fred in preda alla collera, al suo fianco Amie fissava l’amica con aria delusa.
I due non diedero segno di accorgersi delle urla di mio fratello così intervenì Al acciuffando Lucas per le spalle e strattonandolo indietro.
“Hei” protestò Syd visibilmente scocciata e ubriaca.
Puzzavano entrambi in una maniera terribile.
“Che vuoi, Albus?” chiese stizzito il biondo.
Mio cugino sembrò ribollire di rabbia e per fortuna feci in tempo a frenarlo dallo sferrare un pugno proprio in faccia al compagno di dormitorio.
“Al, non credo sia il caso…”
“ROXANNE HAI VISTO O NO COSA HA FATTO CON DOMENIQUE?” mi urlò mentre Nott si allontanava continuando a fissarci.
“Si, l’ho visto, ma l’ultima volta che hai preso a pugni uno dei tuoi migliori amici è finita proprio come non vogliamo che finisca adesso” dissi alludendo a me e a Scorpius.
“Hai completamente ragione, Rox, ma cosa vuoi fare? Lasciarlo in pace e far finta di niente?” mi chiese sbarrando gli occhi.
“Ovvio che no! Ma guardalo” dissi indicando il serpeverde che barcollava per la sala senza rendersi conto di niente.
“E’ talmente ubriaco che non capirebbe niente” finii.
“Ha ragione, Al. È talmente andato che probabilmente ti riderebbe in faccia mentre tu lo insulti e lo prendi a sberle” mi appoggiò mio fratello.
Jaz, nel frattempo, aveva recuperato Sydney e in quel momento si congedò per accompagnare la ragazza in bagno. Aveva una brutta cera ed ero sicura che avrebbe rimesso l’anima.
Amadeus andò a recuperare Lucas e lo accompagnò nel dormitorio, perché lui da solo oltre a non ricordarsi dove fossero i sotterranei e quale fosse la sua stanza, non aveva la più pallida idea di quale fosse la parola d’ordine e continuava ad inciampare nei suoi stessi piedi.
Alla festa erano ormai rimasti solo quelli troppo ubriachi per tornare in dormitorio che ancora ballavano e si dimenavano come mandragore appena trapiantate, quelli addormentati sulle sedie o sotto ai tavoli, le coppiette felici e pochi, pochi altri.
Rose e Zabini erano spariti da un pezzo e non voglio sapere dove fossero e cosa stessero facendo proprio come non volevo essere io ad andare a richiamare Lily mentre era in mezzo alla pista che assaggiava il sapore della saliva di Lorcan. Ci pensò James che era molto più eloquente di me in certi casi.
La ragazza sembrò risvegliarsi da un sonno profondo e si meravigliò notando quanta gente se ne fosse andata, si fece dunque accompagnare da Lorcan al suo dormitorio.
Sentii James cercare di convincere Mia ad accompagnarlo nel suo dormitorio, ma la ragazza si rifiutò e se ne tornò assieme a Hugo e a Louis alla torre di Grifondoro.
Mentre tutti uscivano dalla Sala, Scorpius mi cinse la vita con un braccio e si affiancò a me, camminando in silenzio.
 “E’ stata una bella festa, a parte tutto” mi disse lui spezzando il silenzio.
Eravamo rimasti da soli ormai.
“Si, è stata una bella festa” ammisi ricordando i momenti più divertenti.
“Mi dispiace per tua cugina” ammise.
“Oh, già. Assicurati che Al non assassinii Lucas nel sonno stanotte” feci ghignando nella sua direzione.
Lui sorrise.
Continuando a tenere il suo braccio fermo sulla mia vita mi fece voltare a sinistra, invece che a destra, nei sotterranei e ci ritrovammo nel corridoio dell’aula di pozioni e dell’ufficio di Gazza.
“Dove…?” chiesi.
“Fidati e basta” mi rispose continuando a camminare con passo deciso.
Capii solo dopo un momento dove mi stesse portando, era la stanza degli specchi, le pareti ed il soffitto erano tappezzate di specchi di diverse forme e dimensioni. Era stata creata all’ultimo anno di zio Harry, zio Ron e zia Hermione per custodire lo specchio delle brame, ma esso era poi stato spostato nell’ufficio del preside dopo la guerra e quella era rimasta una semplice stanza piena di specchi qualunque.
“Li hai mai contati?” chiesi guardando sul soffitto un piccolo specchietto quadrato dalla cornice di legno marrone, mentre sentivo Scorpius chiudersi la porta alle spalle.
Lui si limitò a scuotere la testa sorridendo.
“Sono esattamente quattrocentoventisette” continuai io.
“Senza contare la camera dei mille specchi” dissi voltandomi verso la porticina sulla quale era appeso un grande specchio con la cornice d’oro ricamata in stile barocco.
La porta dava su di una camera più piccola dove esattamente mille specchietti delle dimensioni non più grandi di una mano ricoprivano le quattro pareti, lasciando il soffitto sgombro.
Mi voltai a guardare Scorpius negli occhi e mi accorsi che stava sorridendo.
“Vieni qui spesso” mi disse.
“Quando ho voglia di stare da sola e di pensare” risposi alzando le spalle.
“Io ci sono venuto solo due volte. Una di queste è stata con Fred. Me l’ha mostrato lui questo posto. Volevamo un luogo dove poter giocare agli scacchi dei maghi in santa pace.
“E l’altra volta?” chiesi sospettosa.
“E’ stato anni dopo. Con Fred venni al primo anno, poi mi dimenticai totalmente di questo posto fino a che l’anno scorso non lo sognai. Così venni a cercarlo per assicurarmi che fosse reale e che ci fosse ancora, giusto così, per curiosità. Ci misi ore a ritrovare la strada”
Io scoppiai a ridere.
“E quella volta mi accorsi di una cosa” mi disse.
“Te la faccio vedere”
Si avvicinò ad uno specchio ovale di dimensioni medie e lo scosto leggermente dalla parete. Dietro di esso vi era una scritta in inchiostro nero e la firma di due iniziali.
“Quasi ogni specchio ne ha una. Uno studente se ne sceglie uno e lo segna con una frase che lo rappresenta, penso che sia per ricordarsi di come si era da giovani, e, da adulti, potersi riguardare allo specchio e ricordando quella frase accorgersi di quanto si è cambiati nel frattempo”. Fece lui guardandomi negli occhi.
Subito volli firmarne uno anche io, imprimerci la mia essenza da sedicenne e creare così un ricordo duraturo.
“Dove sono quelli vuoti?” chiesi entusiasta.
Lui sorrise.
“E’ per questo che ti ho portata qui. Ricordo di averne trovati due vuoti l’ultima volta, uno accanto all’altro, proprio lassù” disse indicando la parte al centro del soffitto spostata verso la porta d’entrata.
Erano uno quadrato e l’altro ovale ed entrambi avevano una cornice argentata e semplice, pulita, senza decori.
Con un incantesimo di appello li portammo nelle nostre mani, io quello ovale, lui quello quadrato e vi incidemmo sopra le nostre frasi firmando con le nostre iniziali.
“Che cosa hai scritto?” gli chiesi posandomi il mio specchio sulle ginocchia.
“Prima tu” disse imitando il mio gesto.
“Te l’ho chiesto prima io, Malfoy!” protestai.
Lui sbuffò e voltò l’oggetto in modo che potessi leggere la sua scrittura corsiva ed elegante in quell’inchiostro verde smeraldo.
Non potei fare altro che comparare quelle linee e quei ghirigori precisi con i miei decisi tratti in stampatello maiuscolo: ben definiti e di un colore rosso acceso.
Dopo esserci scambiati un’occhiata di assenso per sigillare l’azione rispedimmo i due specchi al loro posto ed entrambi ci fermammo a fissarli.
Uscimmo dalla camera poco dopo quando erano circa le due e mezza. La festa sarebbe dovuta finire all’una, ma come al solito, i professori avevano chiuso un occhio e, tra una cosa e l’altra, ecco che erano le due e mezza.
“Io non ho proprio sonno” dissi mentre uscivamo dalla camera degli specchi e ripercorrevamo il corridoio, Scorpius non mi rispose finché non arrivammo al bivio del corridoio.
“Hai fame?” mi chiese.
“A dir la verità no”
Vidi che si accigliò a quella mia affermazione ed io scoppiai a ridere, non potevo dargli torno, io avevo sempre fame.
“Che cosa possiamo fare ad Hogwarts nel bel mezzo della notte di Halloween?” chiese lui.
Io ci pensai su per un pezzo, poi ebbi l’illuminazione.
“Sei mai stato nella Camera dei Segreti?”
Scorpius rimase sorpreso dalla mia domanda e mi rispose di no.
“Ti va di venirci con me?”
“Ma non è stata chiusa, dopo. Tu… tu parli il serpentese?” chiese guardandomi orripilato.
“No, ma il fatto è che zio Harry lo parlava, poi quando la parte di Voldemort che era in lui è morta, a poco a poco lo ha dimenticato, ma qualche parola ancora la ricorda e in ogni caso continua a parlare nel sonno e zia Ginny ha il sonno davvero leggere e quando ero piccola avevo una fissa per il serpentese e mi sono fatta insegnare diverse frasi” raccontai.
“Tu mi stai dicendo che parli il serpentese e che sei stata nella Camera dei Segreti e io non ne sapevo niente?!?! Devi farti perdonare, Weasley” sospirò.
Io ridacchiai.
“Mi farò perdonare” dissi tirandolo per un braccio su per le scale fino al bagno del secondo piano.
Aprii piano la porta sperando che Mirtilla Malcontenta non cominciasse a rompermi le scatole come aveva fatto l’ultima volta. In genere a me non dava troppo fastidio, dopo che le avevo insegnato come farsi la treccia alla francese (mia mamma me la faceva sempre quando ero una bambina), ma meglio non rischiare.
Non la vidi e procedetti verso il famoso lavandino, trovai il piccolo serpente incisovi sopra e recitai la frase “per favore, apriti”. Non che ci fosse per forza bisogno del ‘per favore’, ma faceva sempre più figo allungare la frase di qualche suono.
Esso si aprì silenziosamente rivelando lo scivolo che conduceva alla suddetta Camera.
Scesi di sotto con Scorpius e lui rimase a bocca aperta non appena vide lo scheletro del basilisco ancora intatto al centro della sala.
“Perché non lo hanno rimosso?” chiese stupefatto.
“Beh, presumo che pensassero che nessuno sarebbe più sceso qui sotto anche per il semplice fatto che per entrare bisogna saper parlare in serpentese” dissi scrollando le spalle.
Proseguimmo avanti esplorando ogni meandro di quell’immensa Camera nascosta, ogni tunnel e ogni vicolo fino a che non riuscimmo ad aprire la grande lastra di pietra con sopra scolpiti i serpenti dalla quale, anni ed anni prima, Tom Riddle aveva fatto uscire il basilisco credendo così di riuscire ad uccidere Harry Potter.
Era un luogo buio, senza uscire tranne quella che dava sulla sala principale, rotondo e grande abbastanza da contenere un animale di quelle dimensioni.
Senza pensarci afferrai la bacchetta e incisi sulla fredda ed umida pietra quello che ormai era il mio segno di riconoscimenti, quel piccolo simbolo che indicava Roxanne Weasley è stata qui. Era un W maiuscola con attaccata una R anch’essa in stampatello maiuscolo: le mie iniziali.
“Ho sempre pensato che avrei dovuto lasciare un segno qui ad Hogwarts, una traccia della mia presenza… e credo che questa sia la migliore che potessi lasciare” dissi soddisfatta mentre uscivo dal cubicolo e raggiungevo Scorpius che mi aveva preceduta.
“Usciamo di qui. Comincia a fare freddo con tutta questa umidità” disse Scorpius avvolgendomi con un braccio.
Io annuii.
Ripercorremmo la grande Camera al contrario fino a giungere all’entrata. Li vi era una scala che ci avrebbe condotto fino alla botola sotto i lavandini del bagno del secondo piano.
“Che strano” dissi vedendo che l’entrata era totalmente buia “la botola non si era mai richiusa quando le altre volte ero scesa”
Non un filo di luce lunare che penetrasse dalle vetrate del bagno giungeva nel piccolo ingresso della Camera dei Segreti rendendolo ancora più angusto e solitario.
Scorpius sistemò la scala e mi fece salire per prima.
Io andai, ma quando raggiunsi la cima non riuscii ad aprire la botola in alcun modo.
“Non si apre!” dissi allarmata al ragazzo sotto di me.
“Prova a parlare in serpentese” mi suggerì mantenendo la sua calma apparente.
Così feci, chiesi alla botola di aprirsi, lo chiesi per favore, provai a dire uscita e anche a formulare le parole al contrario pensando a quel vecchio detto che diceva di fare le cose all’inverso quando bisognava tornare indietro.
Niente, la botola rimaneva immobile.
“Non si apre! Non so cosa fare! Siamo bloccati qui!” gridai sentendo il panico che cominciava a salirmi.
“Prova a chiamare Mirtilla Malcontenta” di nuovo Scorpius ebbe un’idea tanto ottima quanto inutile. Manteneva sempre la sua aria calma, anche se questa volta percepii una nota di panico nella sua voce.
Mirtilla non si degnò di comparire, non la sentii nemmeno sghignazzare come al solito e credetti che non mi avesse sentito.
Scesi dalla scala e mi sedetti per terra, la testa tra le mani e le ginocchia raccolte al petto a pensare.
Scorpius si sedette accanto a me e ancora una volta mi circondò con il suo braccio.
Emanava un calore consolatorio in quella stanza che diventava sempre più fredda.
Non piansi e ciò mi fece preoccupare ancora di più.
Non che io piangessi spesso, ma sapevo bene che quando si ha davvero paura, non si piange.
Il pianto è liberatorio, libera dalla tensione e dagli affanni per questo motivo quando uno è triste cerca di far passare il dolore piangendo, ma io non ero triste, ero semplicemente terrorizzata.




Salve a tutti!
Ho deciso di dedicare questo capitolo principalmente alla coppia Rox-Scorpius che ultimamente era passata un po' in secondo piano.
Che ne pensate del guaio che ha combinato Nott?
Se riesco pubblicherò il prossimo capitolo domani perchè poi il resto della settimana avrò davvero poco tempo.
Ancora ringrazio tutti quelli che seguono/preferiscono/leggono, fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo e risponderò a tutti, sono ben accette anche critiche costruttive.
Fatto il misfatto :3
Leo

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Capitolo 16
*** Salvataggio in extremis ***


POV LUCAS
Mi svegliai con un mal di testa atroce riconoscendo i cari vecchi sintomi del doposbornia. Erano circa le 11 del mattino e grazie al cielo i professori erano abbastanza intelligenti da prevedere disastri come questo e avevano sospeso le lezioni per oggi.
Morivo di fame, come era logico che fosse.
Della sera precedente ricordavo molto poco, ero certo di ricordare fino al momento in cui con ci demmo sotto con i brindisi. Ero assieme a Dominique e lei stava brindando a sua sorella così mi aggiunsi. Bevvi un paio di bicchieri di… beh di qualcosa di alcolico e poi… un paio di altre bottiglie… non ricordo bene, poi sono sicuro di aver ballato. Ero sicuro di aver visto Dominique dirigersi verso la pista da ballo e avevo pensato di ballare con lei. Avevo visto una bella bionda e l’avevo scambiata per la cucina di Rox, poi quando si era girata mi ero accorto che non era Dominique, ma non ci avevo fatto caso. Era bella anche lei e, diciamocelo, ero ubriaco marcio e l’unica cosa che volevo era finire in bellezza la serata.
Merlino, che casino che avevo combinato.
Ricordo bene la faccia di Albus.
ALBUS!
Per Salazar e le sue serpi!
Mi alzai di scatto provocandomi una fitta alle tempie e diversi giramenti di capo per constatare che, grazie a Merlino, il mio compagno di stanza non era lì in quel momento.
Mi andai a lavare, ero ancora vestito da giocatore di hockey e puzzavo come i piedi di Hagrid.
Una volta resomi presentabile scesi in Sala Comune, cercavo i miei compagni perché volevo scusarmi, in realtà non sapevo bene come ed ero abbastanza sicuro che mi avrebbero aggredito non appena avessi aperto bocca, ma cos’altro potevo fare?
Li trovai sulle scale non appena uscii dal ritratto, stavano ritornando al dormitorio.
“Hai visto Roxanne o Scorpius?” mi chiese subito Fred.
Io rimasi per un momento spiazzato.
Mi aspettavo una scenata, qualcosa come tu brutto pezzo di cacca di ippogrifo o simili complimenti, invece lui sembrava, come del resto anche tutti gli altri, essersi completamente dimenticato degli avvenimenti della sera precedente. Aveva solo un’aria terribilmente preoccupata in volto.
“No, io mi sono alzato cinque minuti fa, in Sala Comune non c’era” dissi.
“Cazzo! Dove altro possiamo guardare?” chiese Amie frustrata pestando un piede a terra.
“Non ne ho idea, abbiamo già girato metà castello” continuò Amadeus.
“Cosa sta succedendo?” chiesi dubbioso.
“Roxanne e Scorpius non ci sono” mi rispose Fred sbrigativo.
Grazie amico, quello lo avevo intuito.
“Siete sicure che stanotte non sia tornata in dormitorio?” chiese sempre il rosso alle ragazze.
“Più che certe” rispose Jaz.
“Lo stesso vale per Scorpius” fece Chris.
Dopo poco vidi Victoire, James, Dominique, Molly e Lucy correre giù dalle scale e raggiungere il gruppo che, mi accorsi, era composto non solo da Serpeverde, ma anche da Teddy Lupin, Louis, Hugo e Rose Weasley, Lily Potter, i due Paciock e gli Scamandro.
Dedussi che i membri della famiglia avessero spedito Lucy a chiamare i cugini Corvonero perché aiutassero nella ricerca dei due scomparsi.
“A sto punto direi di dividerci e di ritrovarci all’ingresso tra due ore” propose Albus serio.
“Perché non avete chiamato i vostri amici…. come si chiamano…. i vostri amici Tassorosso dai!!” dissi a Fred posandomi una mano sulla fronte nello sforzo di ricordare quel cognome, ma fallendo miseramente e riuscendo solo a procurarmi un accentuato mal di testa.
“Chi?” chiese lui.
“Non importa, dei Tassorosso!” dissi sforzandomi di ricordare quel fottuto cognome.
“Perché ti interessano tanto i Tassorosso?” chiese Albus.
“Non sono loro i bravi trovatori?” chiesi spostando lo sguardo da Teddy Lupin a Lucy Weasley a Louis Weasley nella speranza che mi dessero ragione.
“Si… si hai ragione siamo bravi trovatori…” disse Teddy pensandoci su.
“Non importa, non abbiamo tempo! La partita è questo pomeriggio alle quattro” disse Syd agitandosi.
Cavolo! È vero! La partita dannazione! Questa proprio non ci voleva! Due giocatori scomparsi e uno (io) con i postumi della sbornia peggiore mai avuta. Grifondoro ci avrebbe fatto il culo a stelle e strisce.
“Hai ragione. Dividiamoci e andiamo a cercarli e se mentre cerchiamo troviamo qualcuno disposto ad aiutarci, beh… ben venga, ma per ora… Al, Christian, Alice, Rose!” richiamò Molly facendo sussultare i nominati.
 “Voi cercate nella gufiera e in biblioteca, poi scendete e guardate nella stanza delle necessità, nella Sala Grande e al pianterreno” continuò a comandare la rossa.
“Scamandro, Lily, Lucy e Hugo, il campo da Quidditch, gli spogliatoi ed il parco” disse “e NON pensate nemmeno di avvicinarvi alla Foresta Proibita!” disse prima che riuscissero a muore un passo.
Detto questo se la filarono proprio come avevano fatto poco prima Al, Chris, Alice e Rose.
“Fred, Dominique, Louis, Jaz e Nott, tornate nella vostra sala comune e controllate i sotterranei dalla parte dell’aula di pozioni, poi salite e guardate al quinto, sesto e settimo piano, io Frank, Vic e Teddy andremo nelle cucine e nel dormitorio di Tassorosso, poi saliremo perlustrando tutti i passaggi segreti, i ripostigli e le torri” Disse prendendo una boccata d’aria.
“In fine, Sydney, Emily e Amadeus, controllate ogni aula e ogni bagno del terzo e del quarto piano.”
“Ho dimenticato qualcuno?” chiese.
James alzò la mano destra.
“Me” disse.
“Ok. Vai a cercare Mia e Nick-quasi-senza-testa e guardate al primo e secondo piano. Ah quasi dimenticavo” aggiunse mentre James ormai era scomparso su per le scale.
“Fred tu che sei suo amico, chiedi a Pix, sono certa che sappia qualcosa” disse rivolgendosi al cugino che brontolò piano con un non è mio amico, ci divertiamo solo a tirare caccabombe addosso a Daniel McDonald.
“Tutto ciò sperando che non si trovino da qualche parte a Hogsmeade o fuori dal castello…” sospirò Molly avviandosi verso la Sala Comune di Tassorosso seguita da Frank Paciock, Teddy Lupin e Victoire Weasley.
Rimasi da solo con Fred, Jazmine, Dominique e suo fratello.
Dominique e suo fratello che mi guardavano come se gli avessi appena vomitato sulle scarpe e non ero sicuro che ciò non fosse successo ieri sera…
Perlomeno non c’era anche Sydney, o, davvero, sarebbe stata la fine dei miei giorni, avrei preferito buttarmi giù dalla torre di Astronomia.
Fred si avviò dentro al ritratto e controllammo nella Sala Comune e nei dormitori di Serpeverde, ma di Roxanne nessuna traccia.
Dominique non mi guardava nemmeno, se fino a prima ero convinto lo facesse perché fosse preoccupata per la scomparsa della cugina, ora ero sicuro che lo facesse perché era incazzata con me. Incazzata, delusa, triste, amareggiata e probabilmente voleva anche farmela pagare.
Mi sentivo una merda, ad essere sinceri.
Scossi la testa mentre percorrevamo il corridoio dell’aula di pozioni e cercai di non pensarci, il problema principale adesso era trovare Malfoy e Roxanne.
Controllammo nell’aula del vecchio Lumacorno e nella Stanza degli Specchi, nei due sgabuzzini alla fine del corridoio e poi tornammo indietro, diretti verso il quinto piano.
Giunti all’ingresso del Castello ci dirigemmo su per la grande scalinata che portava alle così soprannominate ‘scale mobili’. Ero sovrappensiero e senza badare a dove misi i piedi centrai proprio il gradino sotto il quale si nascondeva il trabocchetto e finii con la faccia ad accarezzare il pavimento. Che figuraccia…
Fred e Jasmine cercarono di trattenere una risata, mentre né Dominique né suo fratello mi prestarono la minima attenzione. Entrambi mi sorpassarono degnandomi solamente di uno sguardo fugace.
Mi alzai rosso in volto e raggiunsi i miei compagni in cima alla scalinata.
Che imbarazzo, poteva forse andare peggio di così?
A quanto pare si, visto che, dopo due ore, ancora non c’era tracia né di Scorpius, né della sorella di Fred.
Camminavamo per il corridoio del sesto piano, ripercorrendolo per la seconda volta, ormai nessuno di noi si aspettava più di trovarli, ma avevamo ancora dieci minuti da spendere prima di ritrovare gli altri all’ingresso.
“Hei Fed!” sentii chiamare Jaz ed alzai lo sguardo di botto.
“Non è Pix quello là?” chiese.
Il ragazzo alò lo sguardo per trovarsi davanti un ometto vestito di verde che faceva capriole per aria ridacchiando e lanciando petardi in qua ed in là.
Fred lo chiamò e lui si voltò a guardare uno dei pochi studenti nel castello che gli stava davvero simpatico.
“Pix, hai per caso visto mia sorella?” chiese Fred sapendo che anche Rox era nelle grazie del poltergeist, al contrario di Scorpius.
L’ometto verde rise di gusto.
“Io? Ehehehehehe, io proprio no. Ma prova a chiedere a Mirtilla Malcontenta, lei sembra entusiasta! Pare che finalmente abbia qualcuno con cui infestare i gabinetti del bagno del secondo piano! E da quello che ho capito sembra ci sia anche un bel ragazzo. Non era tuo amico? Quello biondo?” detto questo rotolò via ridacchiando e cantando qualche canzone sconcia sul professor Vitious e la professoressa Sprite.
Ci volle circa mezzo minuto perché tutti realizzassimo, poi, senza proferir parola, ci mettemmo a correre come dannati giù per le scale fino al suddetto bagno.
Entrammo e guardammo ogni gabinetto e ogni angolo della stanza, senza trovare traccia di nessuno dei due.
“Miseriaccia!” imprecò Fred appoggiando le mani al lavandino che si trovava al centro della stanza.
“Roxanne!” continuavano a chiamare Dominique e Jaz, inutilmente.
 
POV ROX
“Li hai sentiti?” chiesi eccitata.
Non ero pazza! Avevo davvero sentito delle voci chiamarmi.
Scorpius mi guardò con tenerezza.
Non stavo impazzendo.
ROXANNE!
Vidi i suoi occhi illuminarsi.
Non ero pazza! Lo aveva sentito anche lui questa volta.
HEI HEI SIAMO QUI!!” cominciai ad urlare verso il soffitto, mentre anche Scorpius gridava a squarcia gola.
 
POV LUCAS
“Hei silenzio” dissi alle due ragazze.
Dominique mi fulminò con lo sguardo, mentre Jaz mi guardò semplicemente confusa.
“Mi sembrava di aver sentito…”
Scossi la testa.
“Forse faremmo meglio a tornare di sopra. Magari Pix stava solo giocando come fa di solito” disse Louis con aria sconsolata.
Fred sembrava l’unico che non voleva accettare la verità e continuava a ripetere che Rox e Scorpius erano in pericolo, che Pix non avrebbe mai mentito a lui.
AIUTO, AIUTATECI!
Tutti ci voltammo a guardarci negli occhi.
Era chiaro come il sole, l’avevano sentito tutti questa volta.
Ci fu un urlo comune di richiamo per Roxanne e dopo pochi secondi giunse la risposta.
RAGAZZI SIETE VOI!
“ROX, DOVE SEI?”
SONO NELLA CAMERA! C’è ANCHE SCORPIUS!
“NELLA CAMERA?”
SI FRED LA CAMERA DEI SEGRETI! NON RIUSCIAMO AD USCIRE, NON SO PERCHE’ IL PASSAGGIO SI è RICHIUSO. FATECI USCIRE!
“COME?”
PARLA IN SERPENTESE! DI’ QUALCOSA!!
“COSA?” fece Fred con aria spaesata. Sembrava che stesse per impazzire da un momento all’altro.
QUALUNQUE COSA, FRED! PER L’AMOR DI SALAZAR!
Fred sibilò, o meglio gridò sibilando, qualcosa e i lavandini cominciarono a separarsi l’uno dall’altro mostrando un grande buco al centro della stanza dal quale sbucarono alla velocità della luce prima Scorpius poi Roxanne.
La ragazza si gettò tra le braccia della cugina e a turno ci abbracciò tutti quanti tremando come una foglia, Scorpius era pallido e sudato, aveva dei terribili cerchi neri sotto agli occhi e i capelli scompigliati. Non aveva affatto una bella cera.
“Dobbiamo andare in infermeria” disse Jaz.
“No, ce la partita oggi! Che ore sono?” chiese Scorpius.
Guardai l’orologio. Cazzo, avevamo perso più tempo del dovuto e avevamo mancato l’appuntamento all’ingresso con il resto della gente, ma per lo meno eravamo riusciti a trovarli.
“Manca un minuto alle quattro.” Rispose flebilmente Louis guardando il suo orologio da polso.
Sia Rox che Scorpius imprecarono.
“Non me ne frega un cazzo della partita, tanto non possiamo giocare con due di voi che non hanno chiuso occhio e uno che non ha ancora finito di smaltire la sbornia” protestò Fred.
“Hei amico, io sto benone!” protestai, ma la mia testa continuava a pulsare dannatamente. Mi accorsi che Dominique mi lanciò un’occhiata che mi avrebbe potuto uccidere dieci volte.
Costringemmo i due ragazzi ad andare in infermeria dove Madama Chips diede loro un ricostituente, senza fare domande, ma guardandoci con occhio severo come al solito.
“Come vi sentite?” chiese Jaz vedendo che i due si stava a poco a poco riprendendo.
“Bene… voglio giocare” disse Scorpius convinto.
“Anche io!” gli fece eco la rossa.
Detto ciò ci fu poco altro da fare. Ci dirigemmo al campo da Quidditch spedendo Louis e Dominique a cercare gli altri per spiegare.




Buona sera, come promesso ecco il sedicesimo capitolo di questa storia. Proprio oggi ho finito di scrivere, rileggere e sistemare tutti i capitoli fino al 30, così dovrei riuscire a postarli più in fretta (MA NON PROMETTO NIENTE). Beh la parte che preferisco è senza dubbio Lucas che a poco a poco ricorda le malefatte della sera precedente, nel prossimo capitolo vedremo come se la stanno cavando i compagni di squadra che non vedono arrivare i loro giocatori.
Un bacio e a presto.
Leo

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Capitolo 17
*** Grifondoro o Serpeverde? ***


Corremmo a perdi fiato giù per la collina sull’erba bagnata fino al campo di Quidditch dove la folla schiamazzava e protestava per il ritardo. La colonna dei professori era in subbuglio, probabilmente avevano saputo che due componenti della squadra di Serpeverde erano andati dispersi.
 
POV LILY
Mentre perlustravo il castello Alan McDonald mi acciuffò letteralmente e mi trascinò al campo di Quidditch senza lasciarmi spiegare l’emergenza, di solito non mi faccio mettere i piedi in testa a quel modo, ma non ero nemmeno certa di voler diffondere la notizia che mia cugina era scomparsa la sera precedente assieme a Malfoy.
Mi cambiai nello spogliatoio di Grifondoro e mi sedetti ad aspettare. Erano le quattro meno due minuti.
Chissà cosa sarebbe successo… nella mia mente si formarono migliaia di opzioni che contemplai una dopo l’altra fino a quando non sentii tuonare la voce del nostro capitano, Andrew Mayer, lamentarsi del ritardo dei Serpeverde.
Merlino e morgana!
Continuavo ad imprecare sotto voce ad ogni minuto che passava mentre fissavo il mio orologio da polso.
Mannaggia la miseriaccia!
“Basta! Vado a palare con l’arbitro! I Serpeverde hanno palesemente dichiarato forfè, la vittoria va a Grifondoro!”
 
POV SYDNEY
Ero dovuta scendere al campo di Quidditch per cercare di allungare l’attesa pre-partita nella speranza che qualcuno ritrovasse il nostro cercatore e la nostra battitrice.
Nello spogliatoio eravamo in tre: io, il secondo battitore, ed il portiere.
Mannaggia la miseria!
Continuavano a chiedermi dove fossero tutti e l’unica cosa che potevo fare era l’oca giuliva. Alzavo le spalle sorridendo mentre sospiravo “non ne ho proprio idea”.
Le quattro erano già passate da cinque minuti e sapevo fin troppo bene che i Grifondoro avrebbero cercato di dichiarare la partita vinta da loro per la nostra mancata partecipazione.
Quando udii la voce dell’arbitro richiamarci fuori dagli spogliatoi mi sentii sprofondare. Con che coraggio saremmo usciti in tre dallo spogliatoio di Serpeverde?
Serve un piano! Continuavo a ripetermi un diversivo, qualsiasi cosa!
Mason e Caulfield cominciarono ad uscire e non potei fare altro se non seguirli.
Quando Baston si accorse che eravamo solo tre si accigliò.
“Per l’amor di Merlino, dove…” cominciò marciando verso di me, ma lo interruppi prima che cominciasse ad urlare e sputacchiarmi in faccia.
“Sa professore… problemi da donne” dissi sorridendo angelica.
“Capisco, signorina Montgomery, ma si dà il caso che SOLO UNO DEI VOSTRI GIOCATORI SIA UNA DONNA! DOVE SONO GLI ALTRI TRE???” sbraitò.
Oooh, Merlino, Merlino!!
“Professore...ci…ci scusi per il ritardo…” ci voltammo tutti di scatto per trovare Roxanne, Scorpius, Fred e Lucas ansimanti e sudati.
Lucas sembrava poter svenire da un momento all’altro, probabilmente erano ancora i sintomi di quella tremenda sbornia di ieri sera.
Oh cavolo! IERI SERA!
Merlino e Morgana! Non voglio nemmeno pensarci… Merlino e Morgana!
“Signor Nott, Signor Malfoy, Signorina e Signor Weasley, abbiate come minimo la decenza di giustificare questo clamoroso ritardo!” sibilò Baston ai quattro ragazzi.
“Oh andiamo, Baston, non morirà nessuno per dieci minuti. Andate a cambiarvi su!”
Stavo sognando, per caso?
Davvero la professoressa McGranitt si era appena rivolta al professor Baston chiamandolo per cognome e aveva parato il culo ai miei compagni.
Tutti la fissammo sotto shock, ma lei non diede segno di aver notato nulla di strano, solamente fulminò i quattro e intimò loro di sbrigarsi.
Furono più veloci di un fulmine nel cambiarsi e uscire sul campo.
“Bene!” disse Baston con aria stizzita “ora che finalmente siamo tutti presenti, possiamo dare inizio alla partita”
Roxanne, in quanto capitano della squadra, strinse la mano Andrew e poi ci alzammo tutti in volo, il boccino fu liberato, i bolidi pure e la pluffa fu lanciata in aria. Il gioco era cominciato!
 
POV ROX
Mi alzai in volo e attesi pazientemente che la pluffa venisse lanciata, con la mia mazza in mano ero pronta e carica per fare il culo ai Grifondoro.
Quel tonico che ci aveva dato Madama Chips era un incanto, non potevo dire lo stesso di Lucas, che sebbene se la stesse, per ora, cavando, aveva una cera terribile.
Riuscii a spedire un bolide dritto contro Lily che dovette quindi lanciare la pluffa a Corey Murray, ma Syd la intercettò e riuscì a segnare.
“Dieci punti per Serpeverde!” tuonò la voce di uno dei due Jordan mentre veniva segnata la conquista della bionda.
Fred mandò un battitore di Grifondoro in infermeria quando lo colpì sulla testa con un bolide. Non era nemmeno male, in effetti, ma io e mio fratello, spedendogli contro due bolidi al contempo, avevamo praticamente segnato il suo ricovero.
Sebastian Bay segnò un punto e così eravamo pari.
Lucas riuscì persino a segnare nell’anello centrale una volta.
Pensai che si fosse ripreso.
“Dieci, venti punti per Serpeverde!”
“Dieci punti per Grifondoro!”
“Dieci punti per Serpeverde!”
Le voci dei gemelli Jordan rimbombavano alternate per tutto il campo.
“Oh! Sembra che Weasley abbia visto il boccino! Weasley Grifondoro intendo, ah no… era solo una finta, ma pare che Malfoy ci sia cascato. Fortunatamente nessun osso rotto per il Cercatore di Serpeverde”
“OOOOH i gemelli Weasley ci stanno dando dentro alla grande oggi! Dopo aver fatto fuori un battitore, stanno dando del filo da torcere al portiere, bella tecnica devo dire, non la pensi così anche tu, Austin?”
“Assolutamente sì! Roxanne Weasley è un capitano eccezionale e una ragazza magnifica, non capisco perché non voglia uscire con me…”
“JHORDAN!” sentii distintamente la voce della McGranitt ringhiare contro al ragazzo, mentre Scorpius digrignava i denti poco divertito, al contrario della folla.
“Ecco che Grifondoro segna un altro punto arrivando al pareggio!”
“70 a 70 e non sono passati nemmeno trenta minuti!”
Schivai un bolide per un pelo spiaccicandomi contro il mio manico di scopa, ebbi fortuna, ne ebbe meno Andrew Mayer che fu preso in pieno.
Mh, poco male, giocava in Grifondoro.
Avrà un bel livido sul polpaccio per un paio di settimane… o di mesi.
Un pochino mi dispiaceva, era un mio amico da quando ero piccola, a quanto ne so papà era molto amico di sua madre qui ad Hogwarts, giocavano anche a Quidditch nella stessa squadra e lei condivideva il dormitorio con mamma. Si chiamava Alicia, era una bella donna bionda dagli occhi azzurri e anche i suoi due figli non erano proprio quel che si dice brutti.
“Ahia, brutta botta alla gamba di Andrew Mayer”
“Ma bel colpo per la rossa!”
“Oh guardate!”
“Sembra che la Baston sia troppo impegnata ad evitare i bolidi che Fred Weasley le sta lanciando contro per parare la pluffa di Sydney Montgomery!”
“Un altro centro per Serpeverde! Ragazzi è la partita del secolo!”
In quel momento vidi un luccichio proprio dalla colonna nera e blu.
Il boccino.
“Scorpius!” urlai a squarcia gola per farmi sentire.
Volai vicino a lui tenendo d’occhio la pallina dorata che svolazzava in verticale.
Con lo sguardo gli indicai il boccino e lui si fiondò verso di esso, non prima di essersi assicurato che Louis fosse a debita distanza.
“Pare che Serpeverde stia giocando bene sulla difensiva…ma cosa…?”
“Scorpius Malfoy e Weasley si stanno dando battaglia per il boccino d’oro, signore e signori siamo forse giunti agli ultimi minuti? Chi sarà il vincitore? Grifondoro o Serpeverde?”
Un urlo di gioia si innalzò dalla tribuna dei Serpeverde quando Scorpius afferrò il boccino d’oro e l’intera casata si riversò nel campo sollevandoci ad uno ad uno sulle spalle e portandoci fuori dal campo.



Buonasera ragazzi e ragazze, ecco il famoso capitolo con partita di Quidditch tra Grifondoro e Serpeverde.
Il prossimo lo pubblicherò domani, poi dovrò abbandonarvi per almeno una settimana (almeno per quanto riguarda questa storia, dovrò pubblicare un'altra storia per un concorso che scade il 30/04 e spero davvero di trovarne il tempo, se vi interessa la prima parte è già sulla mia pagina con il titolo di Amortentia).
Stavo pensando che, nonostante io sia particolarmente entusiasta di questa mia storia sulla new generation (non voglio sembrare spocchiosa, ma sinceramente è la prima long che riesco a proseguire senza troppa fatica) non so se anche voi condividete queste idee.
La storia vi piace? Non vi piace? Sbaglio nel modo di scrivere? Vi prego AIUTOOOOOOOO.
Non ho quasi ricevuto recensioni dal primo capitolo e non ho idea di come fare per migliorare. Stavo anche pensando di eliminarla perchè avevo l'impressione che non fosse apprezzata e, in tal caso, sarebbe inutile continuare a postare capitoli su capitoli.
Vi prego di inviarmi un vostro parere.
Un bacio
Leo

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Capitolo 18
*** Una Dominique bugiarda ***


Quella sera Serpeverde diede una grande festa nella Sala Comune. Non era una vittoria particolarmente importante, ma era la mia prima vittoria da capitano!
Al e Fred ci tennero a fare le cose in grande ed invitarono anche diversi Corvonero e qualche Tassorosso, immagino abbiano invitato anche dei Grifondoro, ma dubito che essi abbiano avuto piacere.
Il festino si arricchì di grida quando i membri della squadra furono nuovamente alzati sulle spalle dei tifosi e lanciati in aria, un urlo di battaglia si levò dalla bocca di James Potter, probabilmente già mezzo ubriaco.
Weasley! Weasley!
Roxaaaaaaaanne Weasley!
Perché Roxanne è la nostra regina!
Roxanne, Roxanne, Roxanne!
Rox Weasley!
Oh Capitano, mio Capitano!
Fred e Al si inginocchiarono di fronte a me recitando le battute del mio film babbano preferito ed io scoppiai a ridere.
Fu una bella serata e quando, verso l’una, andai a dormire, ero disfatta, ma felice.
 
POV DOMENIQUE
Ero andata alla festa nella sala di Serpeverde, dopotutto era non solo la vittoria di una partita sulla quale avevo scommesso (vincendo) ben cinque galeoni, ma era la gloria di Roxanne.
Le feci i complimenti e l’abbracciai, poi mi andai a sedere su uno dei divani di pelle nera al centro della sala sorseggiando una burrobirra.
Tutti mi aspettavo meno che Lucas Nott accanto a me.
Mi avvistò e si fece largo tra la folla per venire a sedersi proprio alla mia destra.
Perlomeno non era ubriaco, constatai.
“Hei” disse.
Io non lo degnai di uno sguardo.
“Dominique, volevo scusarmi” continuò con voce bassa.
Io rotai gli occhi.
Proprio a me tutte le seccature?
“Per cosa?” chiesi senza spostare lo sguardo da Roxanne che volava in su ed in giù sulle braccia di James e Teddy.
“Per…per l’altra sera!” si accigliò.
“Oh, e cosa ci sarebbe di sbagliato?”
“Beh, credevo che noi… che ci sarebbe potuto essere qualcosa e… e mi dispiace averlo rovinato ubriacandomi” continuò.
“Ah” commentai.
Lui mi guardava come ad aspettare altro.
“Non…” disse ma si fermò e non proferì più parola.
“Non ho mai pensato potesse esserci qualcosa tra di noi, mi dispiace se ti ho involontariamente fatto credere il contrario” commentai senza guardarlo e con voce fredda.
Era una bugia.
Lo so.
Lui prese un sorso di Whiskey Incendiario dal bicchierino che teneva in mano e si alzò allontanandosi da me.
Presi un rapido ed abbondante sorso di burrobirra ghiacciata e subito me ne pentii. Mi portai le mani alle tempie mentre il gelo mi pervadeva il cervello.
Mannaggia la miseria!
Non avendo niente di meglio da fare mi alzai ed andai a scambiare due parole con Lucy e mia sorella, in piedi in un angolo della sala.
Credevo fosse stata una bella festa, ma il breve scambio di battute con Nott mi aveva risucchiato la voglia di festeggiare, probabilmente se avessi incontrato un dissennatore, in quel momento, sarebbe scappato non trovando alcun nutrimento in me.
Le ragazze stavano discutendo sul futuro dopo Hogwarts e non avevo voglia mezza di ascoltare, ero già abbastanza triste di mio senza dover affrontare i drammi della crescita.
Sentii che Vic voleva diventare guaritrice, mentre Lucy avrebbe voluto lavorare da Mielandia o fare la cuoca. In effetti era un asso in cucina, non come me, che ero più che altro una minaccia. Magari è ironia della sorte, ma nonostante io e la cucina siamo nemiche dichiarate, i miei voti in pozioni sono eccellenti, oserei dire che sia la mia materia migliore, mentre Lucy la odia con tutta sé stessa, quella volta che riuscì a prendere una A fu il giorno più bello della sua vita.
Comunque, non siamo qui per discutere le doti culinarie di mia cugina, anzi, a proposito di cugine (e questa è una frase che odio, ma che, purtroppo, occorre molto spesso) avevo intenzione di scambiare due parole con Rose. Era stata lei a consolarmi dopo la festa di Halloween e le avevo chiesto di tenere la cosa sotto chiave, che era stato un mio momento di debolezza che non si sarebbe ripetuto e che non avremmo più accennato al discorso, ma al contempo avrei voluto sfogarmi e raccontarle che cosa avevo detto a Nott.
Non la trovai da nessuna parte così chiesi a Roxanne, lei mi rispose che non ne aveva la più pallida idea, ma aggiunse che magari poteva essere andata in bagno.
Cercai la camera di Rox per vedere se era andata nel suo bagno, ma presi la sinistra, invece che la destra e finii nei dormitori maschili. Sesto anno, lessi Weasley sulla porta, non badai ad altro ed entrai senza nemmeno bussare.
Me lo aspettavo vuoto, ovviamente.
Certo non mi aspettavo mia cugina –e non una qualunque, ma Rose Weasley- in atteggiamenti fin troppo intimi nel letto con il suo ragazzo.
È pur vero che stavano insieme da diverso tempo, ma era di Rose Weasley che stavamo parlando.
Non so perché continuo a ripetere Rose Weasley in questo tono, probabilmente perché non mi sarei mai aspettata che la timida, riservata, intelligente, studiosa, ambiziosa, a volte anche impacciata e con l’apparente disinteresse totale per il sesso opposto, Rose Weasley potesse fare cose come questa…
Fortunatamente i due erano vestiti e scattarono in piedi non appena spalancai con poca grazia la porta.
“Oh Morgana!” esclamai voltandomi di scatto e richiudendola.
Feci per tornare nella Sala Comune quando la ragazza mi prese per un polso chiamandomi per nome.
Era terrorizzata.
“Non devi dirlo a nessuno” disse guardandomi fisso negli occhi.
“Come tu non devi dire a nessuno di Nott, né quello che sto per dirti riguardo lui” dissi.
“A meno che tu non voglia finire prima con Christian e poi venire a cercarmi…” aggiunsi con aria maliziosa.
Lei mi fulminò con lo sguardo.
Ci spostammo, questa volta nel dormitorio giusto e le raccontai ciò che era appena successo.





Hola, un altro capitolo non particolarmente lungo, ma che darà una piccola svolta alla storia.
Nel caso qualcuno se lo chiedesse, il "film babbano" è il meraviglioso ATTIMO FUGGENTE (Carpe Diem è il titolo originale), semplicemente fantastico.
Un bacione.
Leo

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Capitolo 19
*** Ho un futuro da insegnante ***


Era passata circa una settimana dalla vittoria di Serpeverde su Grifondoro e, per quanto ne sapessi, Al e Lucas non si erano ancora chiariti, tra tutte le cose che erano avvenute si erano riappacificati, ma non avevano più toccato discorso e sapevo che in qualche modo questo era un pretesto perché la faccenda tornasse a galla nel momento meno opportuno.
Per quel che ne sapevo, Fred aveva già sepolto l’ascia di guerra e lui e Nott erano tornati gli amici di sempre, era semplicemente la natura di mio fratello, che, malgrado tutto sono convinta fosse anche la mia, quella di perdonare abbastanza in fretta.
Eravamo alla lezione di incantesimi assieme ai Corvonero e il vecchio professor Vitious stava sbraitando contro Eliana Finnigan per aver fatto sciogliere in una pozza di colore indecifrato tra il rosso ed il marrone il suo mattone che sarebbe dovuto, invece, dividersi perfettamente a metà in due mattoncini più piccoli.
“Mi scusi professore, ma non capisco la logica di questo incantesimo. Se applicato a cose come soldi o cibo, voglio dire…” quell’idiota di Goyle non tiene la bocca chiusa nemmeno se gliela incollano.
Fosse intelligente capirei, ma i suoi intervenni sono sempre banali e idioti, proprio come questo.
Pare che si sia fermato a metà della frase e che stia cercando le parole giuste per completarla, ma Vitious, grazie a Merlino, ha capito dove il tonto vuole andare a parare e lo ferma prima che riapra il forno.
“Sisi, signor Goyle capisco cosa vuol dire, ma se avesse prestato più attenzione all’inizio della lezione, ora saprebbe rispondersi da solo” disse con un sospiro il professore.
“Chi sa spiegare al signor Goyle come mai non è possibile, o meglio, non è utile applicare l’incantesimo di partizione a beni comuni quali soldi?” chiese rivolto alla classe.
Diverse mani si levarono verso l’alto, tra le quali anche la mia e quella di Dominique.
“Weasley” chiamò pigramente il professore.
Come ogni maledettissima volta.
“Ehm, mi scusi professore… quale Weasley intende?” chiese Fred che non ero certa avesse alzato la mano.
“Non lei, signor Weasley, la signorina Weasley” rispose riponendo sulla cattedra un volume di incantesimi per il primo anno.
Ancora, stessa storia. Si vedeva che il nanerottolo stava invecchiando.
“Roxanne Weasley o Dominique Weasley?” chiese Domi con aria stanca.
“Ah ehm… Serpeverde, Serpeverde” rispose sventolando la mano.
“Ok” risposi “ecco l’incantesimo non muta la massa dell’oggetto, essa rimane costante, tuttavia ne muta la forma trasformando ciò su cui si scaglia l’incantesimo in due esatte copie di esso con una massa dimezzata e dunque dimensioni inferiori all’originale.”
Recitai citando le esatte parole che aveva detto il professore all’inizio della lezione.
Goyle sembrò solamente più confuso.
“Non sono sicuro di aver capito…” disse.
Io sbuffai.
“Una barretta di cioccolata grande è uguale a metà barretta più metà barretta, no?”
Lui annuì convinto.
Almeno i conti in matematica sappiamo farli.
“Che cos’è una metà barretta se non una barretta piccola?”
“Non sono la stessa cosa?”
Ovvio che si razza di imbecille.
“Si, dunque è come dire due barrette piccole sono uguali ad una barretta grande e noi stiamo trasformando un mattone grande in due mattoni piccoli”
“Ora credo di aver capito” borbottò prendendo in mano il suo mattone e fissando i due piccoli che il suo compagno era riuscito a separare.
La campanella suonò ed io feci per avviarmi fuori, le lezioni dovevano essere finite per quel giorno, ma Vitious mi richiamò in classe.
“Signorina Weasley, ho aggiunto quindici punti a Serpeverde per essere riuscita dove persino io ho miseramente fallito, ovvero nel far entrare qualcosa nella testa del signor Goyle. Per questo motivo, volevo chiederle se se la sentisse di dare qualche ripetizione agli studenti in difficoltà nella mia materia.”
Io sbarrai gli occhi.
Non ne avevo la minima voglia se dovevo essere sincera.
“Ehm… io non credo di esserne all’altezza, professore…”
“Oggi mi ha dimostrato il contrario. Pensavo… potrebbe venire nel mio ufficio domani mattina verso le undici. Le farò incontrare gli studenti ai quali dovrà dare ripetizioni”
Io mi sentii sprofondare.
“Certo professore, a domani” dissi trascinandomi fuori.
“Ah, dimenticavo di dirle che la ricompensa sarà in quota monetaria, oppure, se preferisce, potrei mettere una buona parola su di lei quando si tratterà di decidere gli studenti per il programma di scambio con l’istituto di Beauxbatons e quello di Durmstrang al sesto anno” disse facendomi l’occhiolino.
Wait, WHAT?
Quale programma di scambio?
“Quale programma di scambio? Io non ne sapevo niente” dissi sfilandomi la borsa dalla spalla e appoggiandola a terra.
D’un tratto non mi dispiaceva più così tanto fare da insegnante ad un branco di Goyle.
“Vede, abbiamo deciso di approvare la proposta delle suddette scuole di aprire uno stage di scambi tra studenti in modo da… ehm… ampliare le vostre conoscenze in campo di cultura e stabilire buoni rapporti tra le scuole. Il programma partirà l’anno prossimo e vedrà coinvolti studenti del quarto e del sesto anno. Saranno scelti sette ragazzi per Beauxbatons e altrettanti per Durmstrang e passeranno il primo semestre in Francia ed il secondo in Ungheria o l’opposto. Ho pensato che l’offerta potrebbe interessarle”
Ovvio che mi interessa!
“Si! SI! È magnifico! Accetto!” esultai.
“Bene, domani si presenti nel mio ufficio. Tutte queste attività extracurriculari danno crediti preziosi per chi sosterrà l’esame di ammissione al programma di scambio”
Ah ecco la fregatura.
“Sono decisa a fare del mio meglio, mi creda”
“Non ho dubbi al riguardo” disse ammiccando amichevolmente.
“Arrivederci, signorina Weasley”
“Arrivederci, professore”
Detto ciò volai fuori dalla porta diretta in Sala Grande, non avrei fatto in tempo a scendere dal Terzo piano dove mi trovavo fino ai sotterranei per appoggiare la borsa e magari cambiarmi, così raggiunsi direttamente il tavolo dei Serpeverde e mi fiondai addosso a Fred mitragliandolo delle informazioni che Vitious mi aveva appena fornito.
Albus, Sudney, Jaz, Lucas e Amadeus mi fissavano dall’altra parte del tavolo, Zabini era assieme a Rose al tavolo dei Grifondoro.
“Dov’è Amie?” chiesi accorgendomi che mancava una persona all’appello.
“E’ in punizione da Lumacorno” mi rispose Flitt addentando un maccherone.
“Ah, già” dissi ricordando quando il professore l’aveva beccata ad aggiungere delle gocce di sangue di ippogrifo alla pozione di Nott per farla andare a male.
“Quindi, cosa stavi dicendo riguardo al prossimo anno?” chiese Al.
“Sisi! Partiranno un gruppo di ragazzi del quarto anno ed uno del sesto che si alterneranno uno a Beauxbatons e l’altro a Durmstrang per il primo semestre e l’opposto per il secondo. Sette ragazzi, bisogna fare un test per essere scelti e le attività extracurriculari danno cred…”
Mi bloccai nel momento in cui la preside si alzò e la Sala si zittì per ascoltarla parlare.
La donna si schiarì la gola e cominciò augurandoci cordialmente la buona sera, tutti rispondemmo in coro.
Come se mi leggesse nel pensiero, la professoressa McGranitt cominciò a parlare del progetto di cui Vitious mi aveva anticipato. La notizia suscitò scalpore.
“Per dare l’opportunità a tutti di partecipare, i tre accompagnatori per gruppo saranno scelti tra gli studenti che stanno adesso frequentando il settimo anno o che lo frequenteranno l’anno prossimo, se lo desiderano.” Concluse prima di proseguire spiegando la cosa del test e dei crediti.
“Ogni studente avrà dei punti credito” e così dicendo agitò la bacchetta in direzione della parete sulla sinistra della sala dove si aprì un enorme tabellone con i nomi di tutti gli studenti sistemati in tre file e quattro colonne: una per anno (escluso il primo, il secondo, il quarto ed il settimo anno) ed una per Casa, e sotto ogni nome vi era una penna magica pronta a segnare una tally qualora lo studente guadagnasse un punto “che gli saranno conferiti dalle attività extracurriculari che svolgerà a partire da adesso, gli studenti del terzo anno collezioneranno punti, se lo desiderano, per il primo viaggio, quelli del quinto per il secondo, gli studenti del sesto, se lo desiderano, possono raccogliere crediti per poter accedere alle selezioni degli accompagnatori. Coloro che frequentano il settimo anno adesso, non necessiteranno di crediti per accedere alle selezioni.”
Aspettò un momento che la notizia penetrasse, poi aggiunse che avremmo trovato gli avvisi alle bacheche delle nostre Sale Comuni e ci diede la buonanotte.
La notizia aveva lascato la scuola in subbuglio e ci fu una grande confusione in Sala Comune fino a tarda notte, fortunatamente il giorno dopo sarebbe stato un sabato e non vi erano lezioni, se si escludono le ripetizioni che dovevo dare per Vitious.






Tadaaaaaan!!
Non voglio aggiungere troppo anche se trovo il mio entusiasmo quasi patetico al diciannovesimo capitolo.
Ancora vi prego di recensire per farmi sapere cosa ne pensate della storia, perchè ormai io vado avanti, ma non ho veramente un'idea dei vostri pareri.
Un bacio
Leo

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Capitolo 20
*** Imprecazioni ***


La sveglia suonò alle 9 e decisi bellamente di ignorarla, mi rigirai nelle coperte voltando le spalle ad Amie e guardando il muro quando un pensiero balenò nella mia mente.
“CAZZO!” gridai lanciando le coperte ed alzandomi velocemente per correre in bagno a farmi una doccia fresca.
“Buongiorno anche a te” mugugnò Syd tirandosi a sedere.
Uscii dal bagno un quarto d’ora dopo indossando solo la biancheria e un asciugamano in testa.
Le ragazze si erano già svegliate.
“Com’è andata la punizione ieri?” chiesi ad Emily.
Lei scrollò le spalle.
“Ho saputo dello stage di scambio” mi disse sbadigliando “proverò a partecipare”.
“Mh, anche io. Sto andando proprio ora da Vitious per le sue stupide ripetizioni” brontolai infilandomi un paio di jeans neri.
Non era necessaria la divisa nei weekend e sperai che anche gli altri ragazzi si fossero vestiti normalmente.
Misi di fretta il maglione grigio che mi aveva regalato Lily a Natale di due anni fa e sciolsi i capelli dall’asciugamano di spugna rosa che lanciai sul letto mentre uscivo per andare a fare colazione.
Mangiai al tavolo di Tassorosso con Teddy che sembrava l’unico di famiglia ad essere già sveglio, c’erano gli Scamandro al tavolo di Grifondoro che parlavano con Ashton Cannon, ma optai per il mio cugino adottivo.
Chiacchierammo un po’ dello stage di scambio, poi mi dileguai: erano già le dieci e mezza e io dovevo essere da Vitious alle undici. Sarei arrivata con un po’ di anticipo e, come dice sempre zio Percy, dai due ai tre minuti di anticipo regalano una buona impressione di sé stessi a qualsiasi appuntamento.
Il tempo di salire con calma fino al quinto piano e dirigermi verso la piccola porticina di legno in fondo al corridoio ed erano le dieci e cinquanta. Avevo incontrato Vic per le scale che mi aveva chiesto come mai fossi già sveglia, mi conosceva bene e sapeva quanto amassi dormire fino a mezzogiorno nei weekend.
Aspettai i suddetti sette minuti girovagando avanti ed indietro, poi, finalmente, bussai.
Una voce stridula mi invitò ad entrare e così spinsi la porta affacciandomi in una stanza luminosa piena zeppa di libri e vetrate che riflettevano la luce della finestra.
Wow, era il paradiso di ogni Corvonero quel luogo, e, dato che ero mezza Corvonero, anche il mio.
Dico mezza Corvonero perché il Cappello rifletté a lungo prima di collocarmi a Serpeverde, era indeciso se mandarmi a Corvonero, ma di fatto mi sono resa conto che, per quanto sia affascinata dai libri, la mia abilità a poco a che vedere con l’intenso studio, quanto più con l’ambizione di riuscire in ciò che mi sono prefissata di portare a termine, in altre parole, Serpeverde.
“Signorina Weasley, ecco si accomodi!” disse spostando con un colpo di bacchetta la sedia in legno imbottita in velluto grigio perla dalla parte opposta della scrivania anch’essa in legno scuro.
“Gradisce una tazza di tè?” mi chiese sorridendo.
“No, grazie. Ho appena fatto colazione”
“Ottimo! Ecco, vede, le ho preparato una lista di studenti, ce ne sono un paio del primo anno e uno solo del secondo, ma tutti gli altri sono dal terzo al quinto” disse porgendomi un pezzo di pergamena sul quale era scribacchiata una lista di nomi e cognomi.
Erano in tutti 13, mi venne un colpo al cuore quando li contai: due del primo anno, uno del secondo, tre del terzo, tre del quarto, quattro del quinto.
Tra di essi notai quattro nomi familiari, ma il resto erano sconosciuti.
Vitious continuava a parlare mentre io lo ascoltavo a mala pena.
Quando citò i crediti la mia attenzione si risvegliò e quando disse che sarebbero stati ben cinque ebbi un attacco di gioia. Attività come il Quidditch o i turni in biblioteca davano un solo credito, a pulizia della gufiera ne dava due o tre, mentre le ronde notturne aggiuntive uno, le attività di Hagrid ne davano tre o quattro dato il loro pericolo mortale, ma in genere non era facile trovare posto per un’attività con più di tre crediti.
Dopo una buona mezz’ora uscii dall’ufficio del vicepreside con la lista degli studenti in mano e il primo appuntamento fissato per il giorno seguente alle quattro del pomeriggio. L’unica cosa che mi dispiaceva era che le lezioni si tenevano la domenica, ma avevo in programma di modificare il calendario se fossi riuscita ad incastrarlo con quello del Quidditch e con le lezioni pomeridiane miei e dei miei allievi.
Wow, i miei allievi.
 
**
Erano ormai le quattro e io attendevo con ansia nell’aula di incantesimi che i giovani apprendisti arrivassero. Il professor Vitious aveva ritenuto la sua presenza superflua e minatoria per la mia autorità così mi aveva mollata completamente sola ad aspettare.
Giunse per primo il ragazzino del secondo anno, terrorizzato. Si sedette nel primo banco sulla sinistra e aprì il libro mettendosi a ripassare.
Entrarono quindi il gruppo del terzo anno seguito da quello del primo e del quinto. Dovetti aspettare le quattro e cinque perché il gruppo del quarto anno si facesse vivo con la scusa che la professoressa Sprite li aveva trattenuti.
Non dissi niente.
Feci l’appello e segnai tutti presenti, quindi mi bloccai.
Ovviamente non avevo preparato alcuna lezione, come avrei potuto con una classe così varia e completamente sconosciuta.
“Ok, allora voi” dissi indicando i ragazzi del mio anno “dovreste essere arrivati agli incantesimi di divisione, no?”
Loro annuirono.
“Sono proprio quelli che ci davano… ehm… problemi” confessò Michael Strike arrossendo leggermente.
“Bene, bene… CIOE’ NON BENE! Ok, adesso ve li insegno io” balbettai mordendomi la lingua.
“Qualcuno di voi sa ripetermi la teoria?” due mani sole si alzarono.
Chiamai la ragazza: Caitlyn Burk che rispose correttamente.
Spiegai loro l’incantesimo, scrivendo la formula alla lavagna e mostrando il gesto del polso e loro si misero all’opera.
Passai poi al gruppo del quarto anno pensando di mettere tutti al lavoro e passare singolarmente solo in un momento successivo.
Arrivata alla coppia del primo anno, mi ritrovai a dover spiegare dei semplici incantesimi locomotori ad uno ed il wingardium leviosa all’altro.
Merlino! Eravamo ormai a Dicembre e questo qui mi chiedeva gli incantesimi di levitazioni.
Pazienza, pazienza.
Proseguii la lezione in tranquillità e vidi quasi dei progressi in Sierra Chen.
Dopo un’ora chiusi i battenti e me ne tornai i Sala Comune.
Notai appeso alla bacheca un foglio di pergamena con sopra disegnata una tabella.
Vi erano le diverse attività di credito con i rispettivi punti e i posti disponibili e, nell’ultima colonna, lo spazio per formarsi.
Iniziai a scorrere le varie possibilità.

1)Lucidare i trofei della sala dei trofei – un credito – 3/5 posti liberi
Ricordo di aver dovuto lucidare i medesimi trofei all’inizio del quarto anno per punizione.
2)Giocare nella squadra di Quidditch della propria Casa – un credito - 0/28 posti liberi
Ovviamente, le selezioni erano già chiuse da un pezzo.
3)Nutrire gli ippogrifi – quattro crediti - 4/4 posti liberi
4)Attività di manutenzione per l’attrezzatura di Quidditch di proprietà della scuola – due crediti – 4/6 posti liberi
Notai che le firme dei partecipanti erano quelle di Fred e di Al.
5)Biblioteca – un credito – 2/2 posti liberi
6)Infermeria – quattro crediti – 1/1 posti liberi
7)Corso di tutorato tra pari – cinque crediti – 0/1 posti liberi
Immaginai fosse il mio e, scorrendo fino alla colonna delle firme, ne ebbi la conferma. Roxanne Weasley, in carne ed ossa.
8)Corso di materializzazione e smaterializzazione – due crediti – su iscrizione
9)Ronde notturne – un credito – 1/6 posti liberi
10)Strigliare gli ippogrifi – cinque crediti – 1/1 posti liberi
11)Nutrire i vermicoli – tre crediti – 5/10 posti liberi
12)Aiuto agli Elfi Domestici nelle cucine – due crediti – 2/5 posti liberi
Avrei dovuto proporlo a Lucy, magari le sarebbe interessato.
13)Pulizia Gufiera – due crediti (tre se completa di nutrimento ai gufi) – 2/7 posti liberi

E la lista continuava, ma io mi bloccai notando il mio nome dove, per la seconda volta, non lo avevo inserito.
Gufiera + mangime scritto tra parentesi tra dopo il mio nome e quello di Jaz prima di me, mi fece intuire di chi fosse la colpa.
Sedetti sulla poltrona della Sala Comune per diversi minuti quando Scorpius entrò assieme a mio cugino. Si fermò di fianco a me e mi salutò con un bacio, mentre Albus scendeva in camera sua.
“Ho notato che per ora sei al primo posto nella tabella dei crediti” disse mentre si sedeva sul divano e io mi mettevo al suo fianco.
“Si? Merito di Vitious” dissi piacevolmente sorpresa “tu che attività svolgi?”
Lui sbuffò stancamente.
“Ho preso uno dei turni di ronda assieme a Chris e Rose, non mi va a genio di fare il terzo incomodo, ma sono entrambi abbastanza riservati da non mettermi in imbarazzo…spero”
Io abbozzai un sorriso immaginandomelo a reggere le candele.
“Poi tuo fratello e Al mi hanno costretto a raggiungerli alla manutenzione delle cose di Quidditch” aggiunse con una smorfia.
“Ti è andata bene… Jasmine mi ha appioppato la gufiera”
Lui mi rivolse una smorfia schifata e si cacciò a ridere.
Io protestai e gli tirai un pugno sul braccio mentre la sua risata contagiava anche me.
Proprio in quel momento Louis entrò tutto trafelato dall’ingresso nei sotterranei.
Mi meravigliai di vederlo dato che raramente era venuto nella nostra Sala Comune.
Aveva il fiatone ed i capelli biondi, un po’ troppo lunghi, gli ricadevano umidi sul volto arrossato.
Mi alzai di scatto mentre si piegava a metà, appoggiando una mano al divano e inspirando grandi boccate d’aria.
“Il passaggio… segreto… della strega gobba…” prese un gran respiro “è chiuso”
“Cosa? Cosa intendi con chiuso?”
“Non… non si apre… è bloccato”
Mio cugino stava a poco a poco ricominciando a respirare come si deve ed a perdere quella tonalità color pomodoro con la quale mi si era presentato.
“Ne sei sicuro?”
“Si… stavo scappando da Gazza e… e ho provato a nascondermici… ma non si apriva”
Imprecai.
“Sai se anche altri sono stati chiusi?”
Il biondo scosse la testa.
“Chi potrebbe essere stato?” mi chiese.
“Non ne ho idea… ma dobbiamo controllare al più presto tutti gli altri passaggi per accertarci che non siano stati chiusi anche quelli”
Proprio in quel momento arrivò mio Fratello che riuscì immediatamente a captare il punto del nostro discorso.
“Andrò io stasera, con Albus. Prenderemo il Mantello e la Mappa e domani vi faremo sapere.”




Here I am!
Bene, bene ecco la prima lezione della nostra serpeverde, non è andata troppo male, no?
Per il resto, ormai credo abbiate capito che non si può mai stare tranquilli ad Hogwarts.
Spero sempre in una vostra recensione.
Un abbraccio.
Leo

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Capitolo 21
*** Certe notti ***


Io, Lily e Dominique stavamo tornando da una capatina svelta nelle cucine quando alla rossa venne la brillante idea di cercare di perderci.
Ce l’aveva proprio messa in questi termini, aveva detto: “perché non proviamo a perderci? Sono sicura che almeno una volta, al primo anno tipo, vi siete perse”.
L’idea era folle e né io né Domi avevamo di meglio da fare, quindi cominciammo a seguire nostra cugina.
Salimmo delle scale e voltammo a destra poi scendemmo di nuovo prendendo la direzione che le scale decisero, dopo circa dieci minuti ci ritrovammo al corridoio del terzo piano, esattamente non avevo idea di dove fossimo… Lily forse era riuscita davvero a farci perdere.
“E… adesso?” chiese Domi.
“Siete sicure di non sapere dove ci troviamo?” fece la rossa guardandosi attorno in cerca di un quadro o di una porta conosciuta.
Io e Dominique scossammo la testa.
“Bene!” esordì Lily contenta “adesso possiamo anche tornare da dove siamo venute… avevo solo voglia di sentirmi di nuovo una novellina, non era così male a ripensarci dopo qualche anno.”
Così scendemmo, ma, visto che nessuna di noi aveva la minima voglia di andare a dormire, continuammo a vagare per il castello.
Rimanemmo in silenzio per un po’ continuando a passeggiare tra le aule vuote del corridoio del secondo piano, accompagnate solo dal rumore dei nostri passi, quando, giunti vicino all’ultima classe, quella di Storia della Magia, sentimmo dei sussurri. Capimmo in seguito che essi non provenivano da dentro l’aula, bensì da dietro l’angolo. Ci accostammo riconoscendo la voce del professor Vitious e del professor Lumacorno.
“Capisco, Filius, che la situazione è più drastica del previsto, ma, vedi, non vedo altra soluzione se non procedere regolarmente con il programma, al fine di non destare sospetti…”
“Orace, vecchio mio, non ti chiederei ciò se la situazione nella quale ci troviamo non lo richiedesse. Mi vedo costretto ad inviare lettere ai genitori dei ragazzi. Hogwarts non è più un posto così sicuro per loro.”
“E Minerva? Cosa ha detto a riguardo?”
“E’ stata proprio lei a propormelo. A dire il vero credo che voglia farlo lei stessa, la incontrerò domani nell’ufficio del preside per discutere della faccenda con più calma, per adesso: ricorda quello che ti ho chiesto.”
“Lo farò, buonanotte Filius”
“Buonanotte Orace, vecchio mio”
Sentimmo subito dopo dei passi leggeri e rapidi allontanarsi ed altri decisamente più pesanti e affaticati venire nella nostra direzione. Veloci ci nascondemmo nell’aula del professor Rüf e aspettammo che Lumacorno si fosse allontanato abbastanza da non sentirci parlare. Ormai il professore di pozioni era diventato sordo e non si impegnava nemmeno più a cercare di ricordare i cognomi dei suoi studenti, ma aveva un certo fiuto per le marachelle degli studenti e non mi sarei stupita se, proprio lui, ci avresse scovate in quella stanza.
“Che diavolo sta succedendo?” domandai ad alta voce non appena mi sentii al sicuro da orecchie indiscrete.
Sia Lily che Domi scossero la testa.
Pensai alle ultime notizie lette sulla Gazzetta del Profeta o agli ultimi chiacchiericci sentiti in giro, ma niente mi fece pensare alla possibile catastrofe di cui parlavano i professori, poi ricordai: eravamo al mare, sotto all’ombrellone, io Alice, Vic, Rose e la prima stava leggendo un articolo sul Settimanale delle Streghe, la notizia che la McGranitt potesse dare le dimissioni era stata discussa per un attimo, poi la nostra attenzione si era spostata su quelle tre galline impertinenti.
Non era molto, ma era l’unica cosa vagamente sospetta che potessi ricordare ed io avevo una discreta buona memoria.
“Credete che abbia a che fare con la chiusura dei passaggi segreti?” chiese Lily alludendo alla recente scoperta di Louis.
“Probabile, magari è una forma di sicurezza” ipotizzò la bionda.
“Miseriaccia!” dissi battendomi il palmo destro sulla fronte “mi ero dimenticata di dirvi che Lucy ha trovato un altro passaggio bloccato, quello che dallo sgabuzzino del piano terra porta in cima alla scalinata” le informai.
“Update Rox, anche quello dell’arazzo al quarto piano non è più accessibile…” fece Dom con aria sconsolata.
“Dobbiamo assolutamente capire cosa sta succedendo” affermò Lily dando voce ai miei pensieri.
 
POV ALBUS
Avevo mollato Alice proprio nel momento meno opportuno e mi reputavo un imbecille per quel motivo.
Speravo che la mia ragazza avesse la pietà di non raccontare la cosa in giro o James mi avrebbe dato del gay a vita… insomma… chi si lascia sfuggire un appuntamento nel bagno dei prefetti con Alice Paciock???
Purtroppo, però, le mie ragioni erano volte al bene superiore e dovetti sacrificarmi.
Corsi fino alla stanza delle necessità e controllai che fosse ancora accessibile.
Louis di certo se l’era dimenticata, essa infatti non compariva sulla Mappa ed era probabile che chiunque stesse cercando di chiudere i passaggi della scuola non fosse nemmeno a conoscenza dell’esistenza di quel posto.
Appurato che la stanza fosse ancora lì… ciò che non fosse ancora lì… o che lo fosse invisibilmente.
Si può dire invisibilmente?
Mah…
Dicevo, appurato che tutto era a posto, ritornai al bagno dove Alice (per grazie di Salazar) mi stava ancora aspettando.
Fortunatamente non chiese spiegazioni, era fin troppo abituata a tutte le stranezze della mia famiglia che forse si sarebbe meravigliata di più se fosse filato tutto liscio.
Le sorrisi e la baciai pronto a godermi una serata speciale.
 
POV HUGO
Era mezzanotte meno un quarto, mezzanotte meno un quarto dico! E solo adesso Gazza mi aveva scagionato dalla mia punizione.
Le cose erano andate nel seguente modo: stavo piantando attorno alle panche di pietra nel cortile interno del castello delle Mimbulus Mimbletonie assieme a Lily e Lucy. Sarebbe stato uno spettacolo meraviglioso vedere gli studenti cosparsi di puzzalinfa dalla testa ai piedi, ma purtroppo il vecchio guardiano ci beccò con le mani nel sacco. Solo Lily riuscì a scamparsela ficcandosi sotto al Mantello dell’Invisibilità che aveva misteriosamente con sé, io e Lucy fummo messi all’angolo e Gazza ci punì con due castighi esemplari: a me toccò catalogare tutti i libri della sezione ‘Malattie Magiche’ della biblioteca, mentre Lily passò la serata a pulire il macello che Pix aveva fatto lanciando le caccabombe addosso alla statua del pianterreno.
Ora stavo ritornando al mio dormitorio, tenendo gli occhi a malapena aperti e trascinando i piedi.
Mentre scendevo le scale verso i sotterranei mi accorsi di Rox che saltellava dalla parte opposta alla mia.
“Dove stai andando?” le chiesi.
“Oh Hugo, per fortuna ti ho trovato! Avevo giusto bisogno di qualcuno che mi facesse entrare nel dormitorio dei Tassorosso.”
Io aggrottai la fronte.
“Da quando ti serve qualcuno per imbucarti in un dormitorio che non sia il tuo?”
“Ultimamente alcuni elfi avevano cominciato a borbottare di me, così è meglio se, almeno per un po’, agisco di soppiatto”
 “Mh...” ero davvero troppo stanco per interessarmi dei piani di mia cugina, così acconsentii “bene, andiamo.”
“Grazie, piccolo Hugo!” disse e mi superò saltellando.
Piccolo Hugo????
Questa non era Roxanne….
“Rox!” la chiamai sospetto.
“Si?” si voltò serafica.
 “Cosa stai andando a fare là dentro?”
“Oh, niente… devo solo parlare con Teddy. Ho saputo una cosa su Al che ti farà perdere i polmoni dalle risate!”





Tadaaaaaaan!!!
Ormai siamo al capitolo 21 ed è da un sacco che sto pubblicando questa storia, ma mi fa piacere vedere che c'è sempre nuova gente che la legge ^-^
Ho cercato di inserire qualche altro punto di vista che non sia sempre quello di Roxanne per variare un po' la narrazione, ditemi cosa ne pensate!
Il titolo mi è venuto in mente pensando alla canzone di Ligabue che è da questa mattina che mi rimbomba in testa (immaginatevi fare il compito di latino in questo stato...E' IL MIO ULTIMO COMPITO DI LATINO HALLELUJAAAA!!!).
Oggi sono breve perchè devo proprio scappare.
Un bacio.
Leo

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Capitolo 22
*** Primo giorno di vacanza ***


Il giorno seguente mi svegliai frastornata e con un gran mal di schiena per la scomoda posizione in cui avevo dormito tutta la notte.
Mi ci vollero un paio di minuti per realizzare la situazione, poi ripiombai sul cuscino con l’intento di dormire per tutto il resto della giornata. Era lunedì 20 dicembre, ovvero il giorno di inizio delle vacanze natalizie.
Saremmo tornati a casa il 23 perché zia Ginny e mamma sarebbero state a Las Vegas come ospiti per un importante convegno organizzato dalla Nimbus al quale partecipava anche zia Catherine –non ancora zia, ma già definita tale- la quale lavorava alla Nimbus, appunto.
Secondo me era solo una bella vacanza da donne che sarebbe durata una settimana e sarebbe stata all’insegna del lusso sfrenato.
Sarebbero tornate il 24 verso mezzogiorno.
Scorpius, Christian e Jasmine sarebbero arrivati il quattro e avrebbero passato con noi gli ultimi cinque giorni di vacanza; anche Dominique aveva invitato una ragazza, ma non ero certa su chi fosse, Alice Paciock ci avrebbe raggiunto probabilmente assieme a suo fratello lo stesso giorno dei Serpeverde, ma avrebbero alloggiato dagli Scamandro che abitavano al di là della collina; Mia avrebbe dovuto trascorrere le vacanze al Castello poiché suo padre e sua madre, entrambi nel mondo del Quidditch sarebbero stati alla stessa conferenza a Las Vegas di cui ho appena spiegato, ma al contrario delle nostre donne di famiglia, sarebbero dovuti rimanere più a lungo. Anche Catherine sarebbe dovuta rimanere fino a gennaio, ma in qualche modo riuscì a scamparla, mentre mamma e zia Ginny, essendo ospiti d’onore, erano richieste solo per quella prima settimana; James fu abbastanza galante da invitarla a trascorrere le vacanze con noi, ma continuavo a domandarmi dove avremmo messo tutta quella gente.
Jasmine avrebbe dormito in camera nostra, probabilmente aggiungendo un letto sopra a quello di Lily che era l’unica a non avere un armadio sopra al suo, mentre Scorpius e Chris avrebbero dormito in delle brande, una posta sotto alla finestra con pericolo di decapitazione e l’altra posta in mezzo alla stanza, tra il letto di Hugo e quello di Louis, oppure i due cugini appena citati sarebbero stati piazzati in salotto assieme a James e Teddy e i loro letti ceduti ai Serpeverde.
La camera di Al, Fred, Louis e Hugo era piccolina e i ragazzi dormivano in una coppia di letti a castello appoggiati alle pareti opposte della camera. Fred sopra a Louis a sinistra e Al sopra a Hugo a destra.
Mia avrebbe dormito sul vecchio divano della soffitta dove stavano Molly e Vic, mentre l’amica di Domi, probabilmente avrebbe dovuto cuccarsi la poltrona-letto di fronte al letto di Lily.
Era una poltrona gialla con dei fiori ricamati sopra, in stile Hotel degli anni 20 che poteva allungarsi diventando una specie di materasso al quale avremmo aggiunto un guanciale.
Raggiunsi il mio dormitorio e mi diressi in camera mia per darmi una ripulita prima di tornare di sopra per colazione.
Durante tutto il tragitto pensai e ripensai alle parole di Dominique. Decisi che dovevo farle ricordare quegli ultimi giorni ad Hogwarts. Pensai che fosse il caso di organizzare una festa la sera del 22, la sua ultima sera: saremmo stati svegli tutta la notte!
Sedendomi al tavolo accanto a Scorpius e di fronte a Syd proposi la mia idea anche ad Albus e a mio fratello che stavano mangiando poco più in là.
Stavamo discutendo sul programma della serata quando il professor Vitious ci venne incontro urlando a gran voce.
“Signorina Montgomery! Signorina Montgomery!”
“Per la barba di Merlino!” bisbigliò Syd abbassandosi sul tavolo e facendo finta di non sentirlo.
Purtroppo non aveva via di scampo, erano giorni che faceva di tutto per evitare il professore di incantesimi. Le cose stavano così: Syd, verso la metà dell’anno scorso, aveva contratto un interesse morboso nei confronti di questo Michael Strike, Grifondoro del quinto anno che aveva conosciuto alla festa del mio compleanno. La mamma di Michael è un’amica di mia madre e si vedono spesso, ma non sono particolarmente legata ai loro figli. Sua sorella, invece, si chiama Lindsay, è di Corvonero e frequenta il quarto anno, per quanto ne so ha avuto una storiella con mio cugino Louis ed è abbastanza legata a Lily, ma è una ragazza alquanto timida e solitaria; in ogni caso, Syd aveva questa cotta per Michael e sia Emily che Jasmine continuavano a dirle di lasciarlo perdere perché era del quinto anno, ma di fatto era più grande di Syd di un paio di mesi. Lui aveva cominciato la scuola in Italia e lì considerano diversamente le età eccetera, perciò era rimasto al quinto anno. Syd, in ogni caso, non badava alle loro lamentele e gli andava dietro come un cane da tartufo, non la biasimo, Michael è un bel ragazzo, ma lei arrivò persino ad iscriversi al coro della scuola, dove lui cantava, per avvicinarsi al Grifondoro. Quest’anno lui si era stufato e, con la scusa dei G.U.F.O., aveva lasciato il coro, mentre lei ci era ancora incastrata, non che gliene importasse niente di quel corso extracurricolare, anzi, lo saltava spesso e volentieri e credo che dall’inizio della scuola ci fosse andata solo un paio di volte prima di scoprire che Michael lo aveva lasciato. Perso l’interesse per Michael, e per il canto, aveva abbandonato, ma il professor Vitious non sembrava propenso a voler perdere una così brava componente e da qualche giorno aveva preso a rincorrerla ovunque per implorarla di ritornare a prendere parte alle lezioni.
“Davvero professore, non sa quanto mi dispiace, ma proprio non ho tempo” disse la serpeverde con finto dispiacere negli occhi e nella voce.
“Lo sa, vero, che far parte del coro della scuola le conferirà ben tre punti credito?” aggiunse Vitious speranzoso.
Tre punti credito per cantare due canzoncine a Natale… bah, Hogwarts funzionava proprio in modo strano!
Vidi Syd vacillare all’allettante proposta, poi scosse il capo e si diede vinta promettendo al professore di presentarsi alla prossima lezione.
Lui se ne andò contento e baldanzoso, mentre la bionda abbassava la testa sul tavolo.
Subito dopo colazione dovemmo scendere nel parco fino alla serra numero 6, la più lontana dalla scuola, quella che conteneva i Fagioli Luminosi. Io e Fred avevamo brevettato un nuovo scherzo e ci mancava solo l’occorrente per farlo illuminare al buio e cosa meglio dei Fagioli Luminosi della professoressa Sprite?
Mentre ci dirigevamo al parco preceduti da diversi Tassorosso che si stavano dirigendo verso il lago ormai ghiacciato, notai la professoressa McGranitt parlare con Hagrid di fronte alla sua capanna.
La donna era ritta in piedi con aria algida ed austera e sembrava più fredda del solito, mentre il mezzo gigante aveva un’aria triste e rassegnata con una punta di sorpresa negli occhi scuri.
Mi accorsi che avevo rallentato il passo quando Nott inciampò nei miei piedi.
Mi voltai pronta ad urlargli di stare attento, ma Fred mi fermò: anche lui si era accorto dello strano comportamento dei due personaggi all’altro capo del parco.
“Cosa pensi gli stia dicendo?” chiese senza spostare lo sguardo dalla capanna del guardiacaccia.
Io scossi la testa.
“Non ne ho idea… ma Hagrid non mi pare particolarmente entusiasta”
“Già” mi rispose “forse dovremmo andare a fargli visita”.



L'HO RITROVATAAAA!!!!!
Ok, lo so, lo so che il capitolo è estremamente corto, ma vi prego di perdonarmi, è uno dei pochi di questa lunghezza e non volevo proprio inserirvi il discorso con Hagrid o sarebbe diventato eterno.
Ora sono in super ritardo (come al solito, no) e vi devo salutare.
Un bacio.
Leo

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Capitolo 23
*** Allarme Rosso (1*parte) ***


A pensarci bene era da un po’ che il comportamento di diversi professori e della McGranitt in particolare sembrava diverso dal solito, a partire da quel maledettissimo articolo sul Settimanale delle Streghe di agosto.
Non sapevo cosa stesse succedendo, ma ero quasi certa che qualcosa di losco bollisse in pentola.
Mentre rimuginavo mi si presentò alla mente anche il fatto che non avessi ancora comprato nemmeno un regalo di Natale, cosa che mi fece sprofondare in un senso di ansia e di depressione generale ancora più marcata, così decisi di andare al bagno.
I bagni delle serre erano inagibili da quando, dopo l’ultima festa organizzata dai corvonero del settimo anno in una di queste, erano state vomitate a fiotti pozioni di ogni tipo che avevano reagito le une con le altre ed avevano fatto scoppiare un terzo delle tubature della scuola.
Così dovetti salire fino al castello, non che mi facesse dispiacere, anzi, l’unico mio scopo era quello di farmi una passeggiata, non avevo affatto bisogno del bagno.
Entrai dal portone principale e mi ritrovai davanti proprio Hagrid, un colpo di fortuna!
“Hey, Hagrid!” gridai sventolando la mano e sorridendo.
Lui si voltò e, nel vedermi, gli si illuminarono gli occhi tristi fino a pochi secondi prima.
“Roxanne! Che ci fai qui? Non dovresti essere a studiare?” mi chiese con un finto cipiglio di rimprovero.
“Hem… avevo bisogno del bagno” mentii.
“AHAHAH sei proprio come tuo padre!” disse ridendo e dandomi affettuose pacche sulla spalla che per poco non mi ribaltarono.
“Eheh, già…” sorrisi massaggiandomi la spalla.
“Che mi dici di nuovo? Che novità ci sono ai piani alti di Hogwarts?” chiesi.
“Mah… niente di che” disse riprendendo un’aria vagamente triste “diciamo che la professoressa McGranitt è parecchio strana ultimamente… forse dopo quel suo viaggio, sai è sparita per un po’ e quando è tornata sembrava diversa”
“E dove è andata?” chiesi incuriosita.
“Non lo so. Nessuno lo sa con certezza a dire il vero” aggiunse corrugando la fronte.
“Capisco…”
“Poco fa l’ho vista che ti parlava” buttai lì guardandolo di sottecchi.
Hagrid sobbalzò.
“Sì, beh… vedi” cominciò a borbottare arrossendo “io sono vecchio e, non ci sento più come una volta… lei dice che forse è meglio se vado in pensione eccetera. Forse posso restare ad Hogwarts…forse”
Ero sconvolta.
“COOOSA?” gridai.
“Non urlare, Roxanne!” disse guardandosi attorno.
“Sai con tutte le cose a cui devono pensare ora che le tre scuole d’Europa sono in conflitto, io ero solo un peso. Una materia che quasi nessuno vuole più seguire… capisci, no?”
Non badai a ciò che disse dopo ‘ora che le scuole d’Europa sono in conflitto’.
“Le scuole in conflitto? Vuoi dire noi, Beauxbatons e Durmstrang?” chiesi accigliata.
Lui rimase impietrito.
“Questo non dovevo dirlo… proprio non dovevo dirlo, accidenti.” Si morse la lingua.
“Beh, ora torno dagli altri” dissi e corsi via dimenticandomi della copertura del gabinetto e senza aspettare che ricambiasse il saluto.
Corsi a perdifiato fino alla serra dove gli altri erano andati a rubare delle foglie di ginestra e quando arrivai alla porta, quella mi fu spalancata dritta in faccia da Al che usciva urlando qualcosa a mio fratello.
“Per le mutande di Merlino, Roxanne!” disse guadandomi mentre mi massaggiavo il naso.
“Credevamo ci fossi annegata in quel cesso” aggiunse Emily “sei stata via quasi un quarto d’ora”
“Dovete ascoltarmi, ho incontrato Hagrid e mi ha raccontato diverse cose.”
“Sputa il rospo” comandò Lucas.
“Non qui… c’è troppa gente” bisbigliai guardandomi intorno.
“Oh andiamo, Roxanne, ti comporti come se fossi una spia o qualcosa di simile” gridò Syd.
Io la fulminai.
“Una che?” chiese Christian.
“Una spia, sai… come James Bond” rispose lei.
“Chi è James B…”
“Non è importante ora! Stasera troviamoci nella stamberga strillante alle 9… e chiama anche James, Lily e gli altri, assicurati che ci siano Louis, Vic e Domi.” dissi rivolta ad Al.
Detto ciò salimmo di corsa al castello, eravamo rimasti da soli giù alla serra ed eravamo in ritardo per Pozioni.
 
Quella sera alle 9 e cinque minuti eravamo già tutti nella Stamberga.
Io, subito dopo cena ero scesa al Platano Picchiatore assieme a Syd, Emily e Lucas, mentre gli altri ci raggiunsero poco dopo. Tra le 8:50 e le 9:05 la piccola baracca si riempì: prima James, Molly e Vic, poi Domi, Lily, Rose e Lucy, in seguito Hugo, Louis, Teddy, Frank e gli Scamandro e per ultimi Alice e Mia.
In 25 in quella minuscola stanzetta ci stavamo stretti come sardine.
Sebbene ci fosse molto chiasso, alcune cose non potevano sfuggire all’osservazione: l’imbarazzo tra Lucas e Dom, sembrava lo stesso, elevato alla decima, tra Teddy e Vic; James e Molly non stavano sé con Vic, né con Teddy per non fare un torto a nessuno e si erano affiancati a Mia con evidente imbarazzo di lei. Frank era seduto accanto a Teddy anche lui sentendosi fuori luogo per la faccia da funerale di quest’ultimo.
I tre Weasley biondi erano particolarmente depressi e anche Lily, Rose e Alice non parevano particolarmente su di morale, ma tentavano di portare avanti una conversazione con Domi. Lucy era stranamente silenziosa, mentre Hugo era altrettanto stranamente loquace, gli Scamandro borbottavano tra di loro e occhiate veloci volavano tra Lorcan e Lily ed entrambi arrossivano quando i loro sguardi si incatenavano.
Fred e Jaz avevano approfittato della situazione per pomiciare, mentre Lucas e Amadeus avevano intrapreso una violenta partita a schiaffino, sentivo Scorpius, seduto accanto a me discutere tranquillamente con Emily e Christian di Quidditch, mentre Syd assisteva alla partita in corso ridendo delle espressioni doloranti dei due.
Quando il vociare si placò, raccontai tutto per filo e per segno.
Arrivata al finale, nel quale spiegavo di questa inimicizia tra le scuole al quale Hagrid aveva accennato, vidi Domi, Louis e Vic scambiarsi uno sguardo allarmato.
Mi bloccai senza volerlo.
“Che c’è?” abbaiò Louis “perché ti sei fermata?”
“C’è altro, Rox?” mi chiese Vic con voce tremante.
Io scossi la testa.
“Non che io sappia” soffiai.
Ci fu un momento di silenzio troppo lungo per i miei gusti, poi Al si schiarì la gola e parlò.
“Noi… cioè… cosa possiamo fare?”
“Per il poco che ne sappiamo, non credo possiamo fare davvero qualcosa” rispose Teddy a bassa voce.
“Se avessimo qualche informazione in più…” continuò Mia.
“Ma come possiamo fare? Non credo che Hagrid si lascerà scappare altro” fece Molly.
“Se avessimo qualche contatto a Beauxbatons o a Durmstrang forse…” sospirò Emily.
“Voi non ne sapete niente” Lucy attaccò i tre cugini mezzi francesi.
Vic cominciò a sudare freddo, Domenique guardò altrove e Louis rimase pietrificato.
“Ok… c’è una cosa che sappiamo” cominciò lentamente Domi senza spostare lo sguardo dal pavimento.
“Dobbiamo trasferirci…”







Buongiorno ragazzi, finalmente torno ad aggiornare (e soprattutto a scrivere) questa storia.
Vi avviso subito, ho dovuto tagliare il capitolo a metà perchè era esageratamente lungo, perciò o stasera o domani posterò anche l'altro (questa prima parte è corta, ma la prossima sarà abbastanza lunga da compensare, prometto).
E niente, vi lascio con un briciolino di suspance.
A presto.
Leo

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Capitolo 24
*** Allarme Rosso (2* parte) ***


“Dobbiamo trasferirci…”
“COSA?” gridò Rose balzando in piedi.
“Perché mamma è stata licenziata e il ministero non la riassumerà qui in Inghilterra, proprio perché lei è di Beauxbatons”
“Cosa vuoi dire?” chiese Alice.
“Il conflitto è partito dalle scuole, sì… ma credo si stia allargando, anzi ne sono certa” sospirò la bionda.
“Ma, voglio dire, qual è stata l’origine?” chiesi io.
Nessuno rispose.
“Questo non lo sappiamo” disse Vic.
“Solo… perché non ce lo avete detto prima?” chiese Fred.
“Abbiamo origliato papà e mamma che ne discutevano, nemmeno noi dovremmo essere al corrente della cosa. Abbiamo pensato che dirvelo, vi avrebbe creato più problemi che altro, qui ad Hogwarts, più preoccupazioni…” fece sempre Vic.
Fred annuì e poi ci fu silenzio.
“Beh, penso che per stasera sia più o meno tutto. O c’è altro?” dissi.
Nessuno mi contraddisse, un paio scossero la testa e si sentì qualche flebile no.
Uscimmo a piccoli gruppetti, azione che fu molto più imbarazzante e silenziosa dell’arrivo.
Io Fred, Scorpius, Christian e Amadeus raggiungemmo i sotterranei per primi e ci separammo subito senza dire una parola.
Salii in camera, mi lavai i denti e quando uscii dal bagno trovai le altre ragazze.
Non ci scambiammo altre parole se non la buonanotte, un po’ per la stanchezza, un po’ perché tutte avevamo la mente fin troppo occupata.
 
POV DOMENIQUE
Stavo sudando sette camice mentre salivo una delle infinite scalinate per raggiungere la torre di Corvonero. Ero troppo agitata e dovevo assolutamente calmarmi, ma con tutto quello che era successo, la calma mi sembrava irraggiungibile.
Mi avevano anche lasciato da sola perché James, Vic e Molly erano saliti per primi sotto al mantello di mio cugino, ma non ci saremmo mai stati in quattro così eccomi da sola a cercare di non farmi beccare, mentre, alle 00:30, cerco di salire alla torre senza farmi beccare.
Arrivai al pianerottolo e mi fermai un secondo a prendere fiato appoggiando le mani alle ginocchia, mi alzai di scatto quando percepii dei passi dietro di me ed una presenza che si avvicinava.
Mi voltai velocemente, ma non vidi nessuno, al contrario qualcuno mi prese il polso da dietro e mi trascinò letteralmente dentro al muro di vecchi mattoni grigi.
Mi girai pronta a combattere, ma non vedevo niente e il rapitore misterioso si era staccato dal mio braccio e allontanato da me.
“Chi sei? Fammi uscire subito prima che mi incazzi sul serio!”
Ecco, l’attacco è sempre la miglior difesa.
La voce era sicura, ma io tremavo come una foglia.
“Tranquilla, Domi, non voglio farti del male, voglio solo parlare”
Non riuscivo a riconoscere la voce, era camuffata da un incantesimo.
“Non è vero! Altrimenti non mi avresti trascinata qui con la forza”
Merlino e Morgana, sto per avere un mancamento.
“Era impossibile riuscire ad abbordarti in questi giorni, credimi. Per non aggiungere che mi eviti come la peste dalla festa di Halloween”
Non voglio credere che sia davvero lui.
“Cosa vuoi dirmi allora, sentiamo? Se sei chi credo io, sono convinta che abbia davvero poco da dirmi…”
“Invece ho tanto. Scusa, per esempio”
“Me ne faccio poco di delle scuse accampate in aria da un codardo che non ha nemmeno le palle di farsi vedere in faccia!”
Gli occhi cominciarono a pizzicarmi ed io non volevo piangere davanti a lui, ma dopotutto era buio, non mi avrebbe visto in faccia.
“Me lo aspettavo. Hai ragione, sai, ma vedi, il buio serve solo a coprire le emozioni.”
“Sul serio, lasciami andare a letto e torna a recitare perle di filosofia ai tuoi amici serpeverde!”
“Allora hai davvero capito chi sono, Domi”
Tentennai, era questo che voleva. Non dovevo essere io ad ammettere chi fosse, chiamarlo per nome era come accettare le sue scuse, o, perlomeno, sigillare il fatto che me le avesse poste.
“Non chiamarmi Domi, lurida serpe!” sibilai.
Lo sentii sghignazzare e ciò mi diede ai nervi, afferrai la bacchetta e feci per scagliarli un incantesimo, ma lui mi bloccò ancora una volta il polso.
Lo sentivo troppo vicino a me, con la presa forte sulla mia mano ed il fiato che mi solleticava il collo facendomi scendere un brivido lungo la schiena.
“Lasciami andare” mi lamentai e la voce mi uscì più flebile di quanto non volessi.
Mi ignorò, ma allentò la presa.
“E poi, volevo semplicemente assicurarti che farò di tutto per farmi perdonare da te, perché voglio che tu sappia che ci tengo molto”
“Non me ne frega un cazzo delle tue bugie, Nott”
O miseriaccia! Lo avevo detto!
Lo immaginai sorridere, non potevo vederlo, ma ero sicura stesse sorridendo.
“Non sono bugie, lascia che te lo dimostri.”
“Cosa vuoi ancora da me?”
“Una chance”
“Scordatelo”
“Cosa ti costa? Tanto tra meno di un mese partirai e non mi rivedrai mai più… dammi una chance Domi, poi dimenticami”
Scossi la testa, aveva ragione, dovevo sopportarlo per quei pochi giorni che mi rimanevano e poi non si sarebbe più fatto vedere.
“Come ti pare, ma poi non farti più vedere”
“Lo farò”
“Sei uno sporco ricattatore”
“No, io non ti ho ricattata”
“Ma mi hai costretto ad accettare, che fino a prova contraria è anche peggio di un ricatto!” dissi pestando un piede a terra.
“Buonanotte Domi” disse soffiandomi un bacio sulla guancia e sparendo nel nulla.
Anche dopo che se ne fu andato continuai a sentire quel piccolo tratto di pelle come infuocato.
Le lacrime cominciarono a scendermi libere sulle guance inumidendomi la camicia della divisa.
Le gambe mi cedettero e mi ritrovai inginocchiata a terra, sul freddo e sporco pavimento di quel passaggio segreto dimenticato circondata dalle mura gelide di pietra, al buio e con la testa tormentata da cattivi pensieri.
Piansi tutte le mie lacrime in quello stretto passaggio: piansi per lui, per Vic, Teddy ed il loro bambino, per la Francia, per quella vita che, nolente, mi vedevo costretta ad abbandonare e per quella nuova che di lì a poco mi sarei dovuta costruire.
E tra le lacrime, mi addormentai, troppo debole fisicamente e mentalmente per alzarmi in piedi e per raggiungere la Torre.
 
POV VIC
“Hei, Vic, era il mio piede quello… di nuovo!” si lamentò Molly per l’ennesima volta.
Me ne ero presa di tutti i colori da quando eravamo usciti dal Platano Picchiatore, perché sbattevo contro qualche oggetto o angolo e facevo rumore, perché pestavo un piede a Molly alla mia sinistra o perché inciampavo (il più delle volte nei miei stessi piedi) e mi muovevo di scatto scoprendo James all’altro capo del mantello.
Insomma, un disastro… e Molly e James mi riprendevano praticamente ad ogni passo.
“Scusate, sono stanca” biascicai la stessa scusa per la quarta volta.
A dir la verità non ero per niente stanca, anzi, ero più sveglia e arzilla che mai!
La chiacchierata nella Stamberga mi aveva risvegliata e adesso tutti i pensieri mi frullavano liberi e selvaggi nel cervello.
Meditai sul prendere o meno un sonnifero o una qualche pozione per riuscire a dormire, perché dubitavo che sarei riuscita a prendere sonno facilmente quella sera.
“Allora, visto che siamo qui… cosa pensi di fare con Teddy?” era sempre Molly a parlare, James sembrava alquanto imbarazzato dalla festa di Halloween, probabilmente per lui doveva essere difficile barcamenarsi fra Teddy (il suo migliore amico) ed io (una delle cugine alla quale era più legato, eravamo cresciuti insieme, avendo circa la stessa età, eravamo entrambi Corvonero eccetera).
“Niente, cosa vuoi dire, Molly?” risposi.
“Mica vorrai andartene in Francia così, con il bambino di Teddy in grembo e senza dirgli nemmeno ciao!” scattò lei fermandosi di botto.
“Punto primo, il bambino che ho in grembo, fino a prova contraria, è anche mio! Punto secondo, si, avevo intenzione di dirgli ciao se è questo che ti preoccupa tanto” dissi riprendendo a camminare e trascinandomi dietro anche gli altri due.
“James dille qualcosa!” Molly tirò una poderosa gomitata nelle costole del cugino, il quale si portò una mano all’addome respirando a fatica.
“Cosa dovrei…?”
“Non ti intromettere, James! Ho già Teddy che gli riempie la testa di fandonie!” sbottai.
“Oh andiamo, Vic! Sai anche tu che prima o poi dovrete fare pace!” protestò mia cugina.
“Che si faccia avanti allora!”
“Ne avete colpa entrambi”
“NO, ooooh no, qui ti sbagli, Molly, le cose stanno diversamente da come tu credi.”
“Spiegami allora” sbuffò lei.
“Quando dissi a Ted, in lacrime, che mi sarei dovuta trasferire e che volevo cercare assieme a lui un modo per farlo venire con me, se non quest’anno, allora appena finita la scuola, lui si mise ad urlare che non potevo andarmene. Così cercai di spiegargli che la cosa non dipendeva da me, che non volevo andarmene, ma lui insistette dicendo che ero maggiorenne, che sarei potuta restare a casa dei miei nonni e finire la scuola ad Hogwarts. Non voleva proprio capire che io avessi bisogno di mia madre in una simile situazione…”
“Capisco” disse Molly “ma era sconvolto, venne anche a scusarsi con te, il giorno seguente o no?”
“E io? Io non potevo essere sconvolta?”
“Non è questo che dico…”
“Si beh…”
“Vedi? Avete torto marcio entrambi, ci vorrà pure qualcuno che faccia l’adulto e che si faccia avanti per risolvere la situazione, state per diventare genitori miseriaccia!” sbraitò.
“Molly, ragazze, vi prego… abbassate la voce” bisbigliò James.
Non lo avevo mai visto così sottomesso e spaurito, anche se, a dir la verità, vivendo con Ginny e Lily, è probabile che avesse adottato la tecnica di difesa più valida in certi casi.
Eravamo ormai arrivati alla porta della Torre, il corvo sul battente ci propinò il suo solito indovinello da cervelloni che Molly risolvette più prontamente di noialtri.
La porta si spalancò e di punto in bianco sentii tutta la stanchezza piombarmi addosso.
Che non si sognasse di fare conversazione lei lì!
Mi infilai su per le scale, nel nostro dormitorio ed in bagno.
James era stato persino più veloce di me nello svignarsela.
Molly mi seguì come un cagnolino.
Uscii da bagno poco dopo e mi infilai sotto le coperte, così, quando lei uscì da gabinetto, io ero pronta a fingere di dormire.
“Lo so che non stai dormendo, Victoire”
Non risposi.
“Victoire, non fare la bambina!”
“Ok la vuoi sapere una cosa?” dissi alzandomi di scatto e facendola sobbalzare “lo so, lo so che non sono più una bambina e che non posso più comportarmi come tale, sto per diventare madre, una ragazza madre, single e senza un soldo che peserà sulle spalle dei genitori per chissà quanti anni ancora e che stava veramente cercando di dormire!”
“Scusami…Buonanotte”
“Buonanotte, Molly”
Forse il mio tono era un po’ troppo duro, ma ero stanca di sentire gente che mi ripeteva che non ero più una bambina che dovevo essere responsabile, crescere e che stavo per diventare madre, io, lo sapevo meglio di chiunque altro.




Ecco qui la seconda parte del capitolo, come vedete molto più lunga.
Spero vi piaccia!! Per qualsiasi domanda o appunto che volete farmi mandatemi pure una recensione.
Il prossimo capitolo spero di riuscire a pubblicarlo a breve.
Un bacio
Leo

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Capitolo 25
*** Una festa di addio per Domi, Louis e Vic ***


Era arrivato il fatidico giorno della festa, era stata una sofferenza organizzarla, devo essere sincera ed ero anche certa che sarebbe stato un mezzo disastro dati i recenti avvenimenti, nonostante fossimo tutti in tacito accordo di dimenticarli per una serata, alle 9 la stanza era ancora semivuota e silenziosa.
Imbarazzante…
Imbarazzante che io, Roxanne Weasley, abbia organizzato una festa così scarsa. Ho una certa reputazione da tenere alta, non so se mi spiego.
La stanza, fortunatamente, si riempì, con molta calma e io spedii le mie sentinelle, che portano il nome di Alice, James e Brooklyn Virginia Jhordan ad avvisare i tre cugini festeggiati ed i loro accompagnatori da copertura (Mia e Molly, Rose e Lily, Hugo e Ashton Canon) e portarli alla festa con una scusa.
Aspettai ed aspettai, seduta su dei pouf di pelle marrone bruciato che arrivassero sorbendomi i battibecchi di Al e Scorpius che litigavano come due neosposini e Jaz e Fred che non la piantavano di sbaciucchiarsi.
Merlino, prendetevi una camera!
Finalmente entrarono e la stanza esplose in grida e coriandoli.
Li vidi felici.
Domi mi venne a salutare e per poco non mi staccò il collo quando mi saltò addosso per abbracciarmi e ringraziarmi del pensiero.
Fece il giro di tutti quanti e vidi che Nott era molto intelligentemente sparito.
Ritornò dopo poco, anzi, ritornare non è il verbo corretto poiché presuppone la sua ricomparsa nel posto in cui l’avevo visto l’ultima volta, invece il ciccio bello non ci degnò per il resto della serata, ma lo rividi assieme (e qui mi venne un colpo) a Domenique e, aspetta aspetta, lei stava ridendo! E anche lui stava ridendo! E aveva un braccio attorno alla sua vita e la stava portando sulla pista da ballo! PER MERLINO COSA DIAVOLO STA SUCCEDENDO?
“Roxanne chiudi la bocca e stai attenta agli occhi che tra poco ti rotolano via” mi punzecchiò Scorpius affiancandosi a me.
Mi ricomposi.
“Cosa stavi guardando?”
“Domenique e Luke” risposi senza distogliere la mia attenzione dai nominati.
Scorpius spostò lo sguardo nella direzione del mio e sorrise quando i suoi occhi incontrarono i due ragazzi, al centro della pista, che ballavano sorridenti.
Ovviamente io non sapevo nulla del loro incontro notturno nel passaggio segreto e il biondo sveglio se ne accorse e mi raccontò tutto.
Alla fine del resoconto non ci vedevo più dalla rabbia, come potevano non avermi raccontato questa cosa, nessuno dei due!
Ero nera di rabbia, così Scorpius mi invitò a ballare.
Devo dire che ci sa fare, a parte tutto e considerato anche che ero in quel periodo del mese che precede quella settimana che ognuna soffre così tanto e che noi ragazze Weasley tendiamo a agire un po’ troppo impulsivamente in questi casi.
Non avrei mai creduto di poter costruire una relazione così profonda con Scorpius Malfoy, né tantomeno che lui fosse così… così.
Non trovo aggettivi per descriverlo a pieno.
Sotto le luci stroboscopiche, mi prese per i fianchi e si avvicinò per baciarmi, ballò con me, ridemmo, ogni tanto mi accarezzava la guancia con la sua mano.
“Scorpius” dissi mentre mi stava guardando dritto negli occhi.
“Dimmi”
“Andiamo in dormitorio”
Senza rispondere mi seguì fuori dalla pista da ballo, lontano dalla Stanza delle Necessità e giù nei sotterranei.
Entrammo nella Sala Comune di Serpeverde, vuota a quell’ora di sabato sera e scendemmo ancora per le scale di sinistra per arrivare alla camera di Scorpius.
Si chiuse la porta alle spalle, io mi avvicinai a lui riprendendo dove avevamo interrotto.
Mi posò le mani sulla schiena e piano, piano scese fino a sollevarmi e a portarmi fino al suo letto, dove mi appoggiò delicatamente, le mie labbra sempre incollate alle sue.
 
POV MOLLY
Dove diavolo è finito quello zuccone di James?!
Era lui o sbaglio che voleva provarci con Mia, che invece è qui inchiodata al mio fianco…
Continuo a sorseggiare questo punch troppo allungato e mi guardo intorno.
“Senti… io vado da James, ok?” mi chiede Mia con aria timida e filandosela prima che io riesca a proferir parola.
Ah eccolo, il testone!
È comparso adesso dalla porta, chissà dov’era andato…
Non voglio saperlo, a dir la verità.
“Hey, Molly… giusto?” mi volto con un sopracciglio alzato verso sinistra dove un abbastanza brillo Brian Trainor si regge al tavolo delle bevande.
Ok che sei bello come il sole, ma, davvero, non è serata. Ho un diavolo per capello dopo aver passato due ore, dico, DUE ORE, tra Mia che smaniava per James e che per poco non si è presa un colpo al cuore quando lui è arrivato in Sala Comune, Albus che si diverte come un bambino a punzecchiarmi e Victoire dall’aria depressa che si accarezza la pancia sovrappensiero e si fa i complessi dicendo di sembrare grassa.
Vi giuro, non c’è un filo di grasso su quelle ossa, ok la pancia un pochino si vede, ma il resto della figura è filiforme, non so come ciò sia possibile, ma a quanto pare così stanno le cose.
Tornando a noi, mi aspettavo Brian puzzasse o qualcosa di simile, invece sembra meno brillo di quanto credessi.
“Scherzo, lo so bene come ti chiami, dai”
Disse sorridendomi.
“Serata no?”
“Hai indovinato, Trainor”
“Hei hei, no davvero… allora, che ti è successo?”
Io lo guardai senza intenzione di aprire bocca.
Stava praticamente parlando da solo, il ragazzo.
Senti bello mio, aria eh.
“E dai, lo sai che al vecchio Brian puoi dire tutto!” fece allegro appoggiandomi un braccio attorno alle spalle.
“Ok, veramente dovrei cercare Vic, non la vedo più…”
Mi divincolai e partii alla volta della pista, in direzione diametralmente opposta a dove si trovava effettivamente Victoire.
È vero, Brian Trainor sembra un modello, è bello, alto, muscoloso, postura perfetta, occhi a calamita, secondo alcuni anche simpatico, sorridente e tutto, ma no, tesorino mio, non provare ad avvicinarti, non ho tempo per queste cose, adesso.
Mi fermai, convinta di essere abbastanza coperta dalla folla danzante, ma quella voce mi fece ancora sobbalzare.
Di nuovo fui costretta a voltarmi e a ritrovarmi ad un tiro di sputo dal belloccio biondo.
“Ti sei accorta che tua cugina è all’angolo opposto della sala?”
Te lo levo a sberle quel sorriso.
Si, ero in quel periodo del mese che precede la catastrofe.
E altro che calma prima della tempesta…
O forse era dopo la tempesta…
Bah, non voglio pensarci.
In ogni caso, sapete quella leggenda che dice che quando una suora in convento ha il ciclo, quello arriva anche alle altre suore?
Beh, non è una leggenda e noi cugine barra sorelle Weasley Potter ne siamo un esempio lampante.
Roxanne solo ieri per poco non bestemmiava sul fatto che le stessero ritardando e che le dovesse sopportare a Natale, ecco, lei, a differenza mia, è decisamente peggiore nel momento clue, la sindrome premestruale le fa poco e niente.
Lucy le rispose che almeno stasera poteva godersela con Scorpius e, a giudicare dal fatto che non vedo nessuno dei due in giro, credo l’abbia presa alla lettera…
Non so davvero cosa farci con mia sorella…
Ma tornando a noi.
Brian, caro, carissimo Brian, sarò forse costretta a doverti sopportare per tutta la serata?
Pare di sì.
Ad un certo punto ho anche sentito Rose e Lily bisbigliare su lui e me.
“Hai visto Molly?” (Rose)
“Già, Trainor non la lascia in pace…” (Lily)
“La segue come un cagnolino dall’inizio della serata” (Rose)
“Non capisco perché lei si ostini a non volerlo accontentare, voglio dire… è di Brian Trainor che stiamo parlando, io farei la fila per uno come lui!” (Lily)
Si accorsero che le avevo sentite e si ritirarono pian pianino più in disparte, poi Rose fu agguantata da quel suo Christian Zabini e Lily dallo Scamandro più alto.
Lorca, credo, giuro su Merlino, Morgana e persino sulle mutande di James che non li riuscirò mai a distinguere quei due.
Oh miseriaccia! Sto diventando come Roxanne! Di solito è lei che giura sulle mutande di James.
Morgana, aiutami tu!
Brian Trainor, il belloccio tassorosso… stupido come una capra.
“Allora, Molly, ti va di ballare?”
“No, Trainor, seriamente, non è serata”
Alzo gli occhi al cielo quando mi accorgo che non ha intenzione di lasciarmi in pace.
Trainor condivide il dormitorio con Teddy, ma i due non sono così legati come, per esempio, Rox e le altre tre ragazze serpeverde e, a dirla tutta, capisco anche il perché dato che se uno ha una bella testa sulle spalle, l’altro vi ha solo una pigna coperta da un cespuglio di paglia bruciata.
Si dice che quando parli del diavolo…
“Heilà Tray! Molly” Teddy ci si avvicinò sorridendo gioioso.
“Amico, mi dispiace rubarti la donzella, ma io e la rossa abbiamo qualcosina su cui discutere. Te la riporto presto, promesso” disse baciandosi le dita incrociate.
Brian Travis fu lasciato lì da solo.
“Uccidimi, fammi a pezzi e gettami nel lago nero, ti prego, tutto purché Travis non mi ritrovi mai più!”
Dissi quando fummo abbastanza lontani dal Tassorosso, ma non poi così tanto.
Teddy rise.
“Ti avevo vista in difficoltà, Molly”
Mi sorrise, che bel sorriso, con quegli occhioni gialli ed i capelli blu.
Capisco Victoire, ma non è il mio tipo, ho provato ad uscire ogni tanto con qualche Tassorosso, ma proprio non fanno per me.
“E lo ero… Travis mi stava appiccicato al culo peggio di una sanguisuga”
Lui rise ancora, una risata sincera ed io lo accompagnai.
Ci dirigemmo verso il tavolo del buffet, ed afferrai l’ennesimo bicchiere di burrobirra.
Tranquilli, reggo bene l’alcool.
Tra di noi si diffuse un silenzio privo di imbarazzo che decisi di rompere con quella domanda che continuava a frullarmi nel cervello.
“Alloooora… hem… tu e Vic avete risolto? Trovato una soluzione?”
Lui per poco non soffocò con il suo drink.
Abbassò lo sguardo triste.
“Avete almeno parlato?”
“Ogni tanto quando la vedo la saluto… sai, cose come ‘buongiorno’ oppure ‘buonasera’”
“Seriamente, Teddy?” lo guardai stravolta “Quella ragazza sta per avere un bambino, il tuo, il vostro bambino!”
“Mancano ancora tanti mesi! Non mettermi ansia, non è ancora una cosa… concreta
Ma era serio?
“Teddy, è diventata una cosa concreta nel momento in cui il tuo girino ha trovato una dimora nel…”
“OK, fermati… ho capito dove vuoi andare a parare solo…”
“Solo non vuoi pensarci finché non nascerà… o magari non vuoi pensarci proprio dato che tanto lei se ne andrà in Francia!” lo accusai alzando la voce. “E io che ti difendevo…”
“Se vuoi saperlo, ho già chiesto a Ginny di trovarmi dei contatti per le sedi della Nimbus a Parigi” mi disse con lo stesso tono di un bambino che ti vuole sfidare per capriccio.
Mi bloccai… era più sveglio di quanto non sembrasse allora.
“E Vic cos’ha detto?”
“Vic non lo sa”
Ritiro tutto è ancora scemo.
“Cosa aspetti a dirglielo?”
“In realtà aspettavo stasera, ma non c’è stato un momento in cui l’abbia trovata da sola!”
“Ovvio che non c’è stato razza di puffo imbecille! È la sua festa di addio, la gente le sta dicendo addio
Lui non batté ciglio, al che sbuffai sonoramente e decisi di prendere la situazione in mano.
Letteralmente.
Infatti lo acciuffai per il polso e lo trascinai fino a Vic che stava conversando con Joseph Canon, Jacob Teitelbaum e Clarisse Diggory vicino alla porta d’entrata.
“Fate largo gente, fateci passare” continuavo a ripetere periodicamente nel mentre mi trascinavo Teddy dietro lungo la pista da ballo.
La gente si spostava leggermente infastidita, ma non vi badai.
Quando giunsi al gruppetto, tutti smisero di parlare.
“Via tutti, i due devono discutere di cose serie, non per essere scortese, ma è un’emergenza”
I tre si dileguarono.
Io mollai Ted e li ammonii entrambi con lo sguardo prima di filarmela imitando l’esempio lasciatomi dai ragazzi prima di me.
Ted e Vic si guardarono imbarazzati per un pezzo, poi, sempre con molto imbarazzo, Ted cominciò a parlarle.
Dopo poco si rasserenarono e li vidi anche felici.
Ero appoggiata al bancone del buffet, di nuovo; d’istinto avevo agguantato un bicchiere di Whiskey Incendiario, ma poi lo riposai. Va bene che non avevo problemi a reggere l’alcool, ma non volevo diventare l’ubriacona di turno.
Ero così presa a fissarli che nemmeno mi accorsi di Brian Travis che mi si era riappiccicato al fianco ed aveva ripreso a blaterare.
Quando mi accorsi di lui, saltai sul posto.
Si prospettava una lunga, lunghissima notte…




Salve, ho deciso di postare oggi perchè poi partirò e sarò a corto di internet per tutto il mese di Luglio. Spero che il capitolo vi piaccia, ho cercato di inserire il personaggio di Molly, che di solito restava un po' nascosto, e credo di esserci riuscita. Fatemi sapere cosa ne pensate di lei.
Adesso devo proprio scappare perchè sono in un ritardo tremendo.
Ps. Ho terminato oggi il capitolo 35 (riscirtto per bene) così quando torno potrò di pubblicare un po' più spesso.
Un bacio e ci si sente ad Agosto.
Leo

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Capitolo 26
*** Un nome per il 'Nuovo Weasley' ***


Se ero felice di ritornare a casa? Ehm… nah!
Sapevo bene che con queste vacanze molto sarebbe cambiato.
Lo avevo già detto che sono una persona tendenzialmente abitudinaria?
Stavo per addormentarmi in quello scompartimento stipato nonostante la confusione rendesse impossibile a chiunque il riposo, ero abituata a dormire in condizioni rumorose.
Domenique e Lily discutevano animatamente sui potenziali ragazzi fighi francesi che la bionda avrebbe dovuto presentare alla rossa mentre Al le derideva affermando che i francesi fossero tutti froci e Louis si imbestialiva come un matto e prendeva ad urlargli insulti.
Alice, accanto a mio cugino, era alquanto silenziosa, si vedeva che non riusciva a pensare ad altro se non a quanto le sarebbe mancata Domenique e sovente sospirava. Sospettavo anche che fosse successo qualcosa con Al dato che i due a mala pena si consideravano.
Probabilmente Al era stato indelicato con lei come era già successo varie volte, anche se, facendoci caso, sembravano più imbarazzati che risentiti, ma ero convinta che Al e Alice fossero la coppia del secolo e che mai e poi mai si sarebbero lasciati. Già li vedevo con i loro tre figli dai nomi improbabili scelti da lei o estremamente banali e scelti da lui, con gli occhi verdi di mio cugino ed il sorriso dolce della mia amica.
Smisi di fantasticare quando Fred mi lanciò addosso un petardo rumoroso.
Era guerra dichiarata!
Ne presi una manciata e glieli lanciai a mia volta.
I petardi rumorosi erano come i petardi babbani con la differenza che non funzionavano a fuoco ed esplosivo, semplicemente producevano un rumore tipo schioppo quando entravano in contatto con una superficie dopo essere stati lanciati.
Finite le scorte ci placammo.
Ormai ero bella sveglia ed invece di cercare di riprendere il mio pisolino, mi alzai ed andai al bagno lasciando Molly e Lucy a litigare sul posto a sedere.
Perché, mi chiedo, con un treno infinito ci ritroviamo sempre in venti in una cabina da sei.
La cuginanza al completo più Teddy; Alice, Scorpius e Mia che avrebbero passato qualche giorno dopo natale con noi; gli Scamandro e Frank che tornavano a casa ed in tutto erano diciotto, se la matematica non è un’opinione, tre volte tanti.
Mi incamminai verso il bagno più vicino e non vi trovai coda.
Per fortuna, avevo la pipì che mi scappava da più di un’ora!
Quando ebbi liberato la mia vescica feci per ritornare allo scompartimento, ma già a metà strada sentii un trambusto e delle urla poco rassicuranti.
Quando mi avvicinai mi accorsi che Fred e Scorpius si stavano menando come due animali, James e Albus erano tenuti stretti dalle rispettive ragazze mentre gli altri cercavano, senza successo, di dividere i due Serpeverde.
“Ma che diavolo sta succedendo qui?” chiesi, o meglio, gridai aprendo la porta.
I due interruppero lo scontro per un millesimo di secondo, poi ripresero.
“Scorpius ha detto a Fred cosa avete fatto ieri sera” mi spiegò Lucy, che osservava la scena da accanto a me non sapendo bene cosa fare.
“Che?” urlai.
“Mi meraviglio che tu ci sia arrivato solo ora, sai. Capisco perché non sei un Corvonero!” sbraitò Scorpius a mio fratello mentre Lorcan lo teneva fermo, lontano da Fred.
Di fatto, aveva ragione.
“Lurido verme schifoso, giuro che te la faccio pagare!” rispose Fred fumando di rabbia.
“Merlino, Fred! Io non ho fatto scenate con te e Jaz!” gli feci.
Lui rimase un attimo in silenzio.
“Perché io non mi sono scopato Jaz dopo soli due giorni”
“Veramente dopo molto meno di me”
“E’ diverso”
“No, non lo è!” urlai “e poi, se vuoi saperlo, l’ho voluto io!” a quel punto ero furente.
Con questa mia brillante affermazione tutto lo scompartimento si zittì.
Fred sembrava distrutto.
È vero, siamo tutti Serpeverde, ma oltre all’orgoglio e alla perseveranza, la casa di Serpeverde presenta anche caratteristiche di intelligenza, astuzia e, soprattutto, grande legame con gli amici. Non siamo delle teste dure come di solito sono i Grifondoro, ma ci rendiamo conto bene del momento in cui l’orgoglio va messo da parte. Molti di noi ignorano ciò, Fred decise di non farlo.
Non so da dove gli venne, io non avrei mai avuto il coraggio, ma forse lui aveva preso un po’ di coraggio Grifondoro dai nostri genitori, fatto sta che parlò a Scorpius.
“Beh, credo di doverti delle scuse. Ma stai attento!” si scusò (più o meno).
“Anche io ti devo delle scuse…” Scorpius sembrava voler aggiungere qualcosa, ma non lo fece.
Di nuovo cadde un silenzio imbarazzante che fu Lucy a rompere.
Quella peste!
“Quando crescerete tutti?” disse sbuffando e sedendosi a leggere il suo libro.
Scoppiammo tutti a ridere e la tensione, in parte, si distese.
Sembrava anche che Alice e Al fossero meno imbarazzati di prima.
Passarono circa venti minuti, poi il treno si fermò.
Salutammo i gemelli, Frank e Alice, Mia e Scorpius e ci dirigemmo verso la schiera di teste rosse distribuite sulla sinistra dell’uscita del binario.
Abbracciai mio padre e zio Charlie che era voluto venire a prenderci a tutti i costi.
Ci portò i saluti di Catherine e ci annunciò che avevano scelto una lista di dieci nomi del bambino (un maschio) tra i quali avremmo dovuto decidere tutti assieme.
Erano dovuti venire anche zio Harry, zia Audrie e zio Percy per riuscire a riportarci tutti a casa con i bauli e gli animali.
Nonna Molly era rimasta alla tana a preparare da mangiare e ci accolse calorosamente con baci e abbracci, ma, soprattutto, con la sua famosissima torta di mele alla cannella: una delizia per gli occhi ed il naso quanto per la bocca.
“Nonna hai fatto la torta di mele e cannella!!” gridai non appena il profumo dolce mi stuzzicò le narici.
“Sei diventata un cane da tartufo, Roxy?” mi chiese zia Hermione salutandomi a sua volta.
Non vedevo l’ora di sedermi a tavola a gustare tutto quel ben di dio.
Dopo pranzo ci fu la solita partita di Quidditch tradizionale (e la vittoria altrettanto tradizionale della mia quadra eheheh… no, a dir la verità, perdevamo quasi sempre, ma sembrava che ultimamente avessi parecchia fortuna).
Quando fu pomeriggio inoltrato mi sedetti al tavolo della cucina assieme a zio Charlie e lo pregai di rivelarmi i dieci nomi a cui lui e Catherine avevano pensato per il bambino.
Mi sfiorò per un attimo il pensiero del bambino di Vic, lei non sapeva se era un maschio o una femmina, non aveva pensato ad un nome, per quanto ne sapevo io, cercava di fare finta che non ci fosse proprio nessun bambino.
In seguito scoprii che zia Catherine le aveva spedito una lettera poco dopo il nostro breve soggiorno alla tana sotto Halloween e che le due avevano continuato per un pezzo a scriversi. Quella donna mi era piaciuta sin dall’inizio!
In ogni caso, zio Charlie continuava a rifiutarsi fino a quando non subentrarono Domenique e Lucy ad implorarlo e lui fu costretto a proporci un compromesso. Avremmo chiamato l’America con l’ausilio di un aggeggio babbano che ci avrebbe dovuto mostrare in tempo reale mamma, zia Ginny e Catherine, una specie di portale spazio-temporale tramite il quale parlare (e vedere) le tre donne oltreoceano.
Aspettammo circa un’ora per riuscire ad organizzare tutto anche in modo che il fuso orario non influenzasse i loro impegni, poi l’aggeggio si accese ed io vidi il volto sorridente di mia madre e quelli, altrettanto solari delle mie due zie.
Ai saluti seguitò rapida e schietta la domanda, da parte di Lily di rivelarci i nomi.
Eravamo tutti nella cucina della Tana: il nonno seduto a capo tavola, la nonna in piedi accanto a lui e tutti gli altri, ragazzi ed adulti, seduti o in piedi alle spalle o accanto ai nonni per rientrare nel campo visivo dell’arnese babbano e fare in modo che le tre donne ci vedessero tutti quanti.
Io ero schiacciata dietro al nonno, tra Louis che, sebbene avesse due anni in meno di me, mi superava di parecchi centimetri in altezza e Molly, mentre dietro avevo zio Ron e zia Hermione.
Catherine sorrise e chiese a zio Charlie di cominciare a leggere la lista al posto suo, lui, felice, accettò volentieri e trasse dalla tasca posteriore dei suoi jeans un biglietto spiegazzato, si schiarì la voce ed attaccò facendo breve pause ad effetto tra un nome e l’altro ed alzando talvolta lo sguardo sulla futura moglie imprigionata in quello schermo.
  • Adam
  • Eric
  • Gareth
  • Zack
  • Thomas
  • Holden
  • Jasper
  • Mitchell
  • Neil
  • Phillip
Noi rimanemmo zitti per tutto l’elenco, ma quando fu terminato, si scatenò il finimondo, gente che urlava il nome preferito, James che proponeva di chiamare il nuovo Weasley (già, lo apostrofava nuovo Weasley) come se stesso o, come minimo, Sirius, Fred che chiedeva se Jasper esistesse davvero e Hugo che gli rispondeva di essere convinto che si trattasse di un nome da donna.
Nonna Molly ci richiamò al silenzio.
“Andiamo a votazione” decretò.
Adam ricevette pochi voti, se non ricordo male solo dai nonni (che li votarono tutti quanti), da Domenique e da Fleur (che lo ritenevano sofisticato e nobile).
Gareth fu scartato a priori, Phillip non fu nemmeno contemplato.
I nomi preferiti erano Mitchell, Neil e Holden, ma quest’ultimo fu eliminato quando ci accorgemmo che l’assonanza con il cognome Weasley era orripilante.
Rimanevano Mitchell, preferito dai più vecchi e Neil, preferito da noi giovani.
Zia Catherine e zio Charlie erano indecisi quanto noi, così ci affidammo al caro, vecchio, metodo della monetina.
Una soluzione più alla Weasley sarebbe stata quella di piazzarglieli tutti e due come avevano fatto con Domenique o con tutti e tre i Potter, ma Neil Mitchell Weasley o Mitchell Neil Weasley che fosse era da cancro alle orecchie, perciò salvammo il povero malcapitato tirando una falce: testa per Mitchell e croce per Neil.
Lo dico e non lo ripeto.
Una volta sola.
C R O C E
Fu il finimondo, ancora una volta, urla, schiamazzi, baci e abbracci, lacrime, di tutto.
D’altra parte anche io ero davvero felice.
Neil Weasley era proprio un bel nome ed ero sicurissima che al piccolo sarebbe stato bene.
Finito di scambiarci le ultime notizie, salutammo mamma, zia Ginny e zia Catherine ed il nonno chiuse quell’oggetto.
Era ormai ora di cena da noi e stava diventando freddo, così corsi al piano di sopra a prendere una felpa e quando scesi sentii Louis parlare a sua sorella Victoire e chiederle che nome avesse invece scelto lei per l’altro nuovo Weasley.
Questa cosa del nuovo Weasley si stava diffondendo come la peste e temevo che avrebbe affetto anche me da un momento all’altro.
Vic gli rispose sinceramente che lei e Teddy non ci avevano in effetti ancora pensato e sentirla parlare al plurale mi fece distendere un pochino.
Posso dire che una buona parte dei miei problemi si era quasi risolta, no?
Purtroppo in casa Weasley di problemi ce n’era sempre di nuovi e appena scesi mi resi conto con sconforto che forse era accaduta la cosa peggiore che potesse mai capitare in vita mia, ero completamente atterrita, arrabbiata con quella testa bacata di Hugo e, lo giuro su Salazar, non ero certa di riuscire a superare quel lutto.
Entrai in cucina e notai il corpo del delitto spiaccicato sul pavimenti lindo della Tana, le mele schizzate ovunque, la pastella frantumata…
Quella meravigliosa torna andata letteralmente a puttane.
Hugo, se ti acchiappo per te è finita.
Non stetti ad ascoltare Lily che raccontava, ridendo, come Hugo stesse tranquillamente facendo volteggiare la torta fino alla tavola imbandita del salotto, ma venne distratto da Albus che lo chiamò per annunciargli i risultati del Quidditch, no, mi diressi spedita verso il cugino demoniaco e lo acciuffai per l’orecchio.
“Cosa ti ho fatto di male, posso saperlo?” gli urlai nell’orecchio che tenevo in mano.
Lui sbiancò e non seppe cosa rispondere.
“Io…non ho fatto ap…”
“HUGO!” gridai ancora più forte.
Zia Audrey arrivò a placare gli animi e a salvare il rosso dalle mie grinfie.
“Tranquilla, Rox, la nonna ne prepara un’altra in cinque minuti” mi rassicurò e mi spedì in salotto, mentre Hugo se la filava dalla parte opposta dell’abitazione.
“Roxanne che hai?” mi chiese Domi quando mi stravaccai sulla poltrona accanto al divano dove lei era seduta composta con le gambe accavallate.
“Lo sai che Rox adora quel dolce più di quanto non adori Scorpius o il Quidditch o le sue dannatissime scarpe babbane” le rispose mio fratello.
Lei roteò gli occhi e ripose nuovamente l’attenzione alla radio, dove la partita di Quidditch tra i Moutohora Macaws ed i Cannoni di Chudley, amatissimi da Ron, Hugo, zio Bill, Molly e simpatizzati da Domenique, per via dell’influenza che il padre aveva avuto su di lei, ancora bambina, si stava svolgendo. Nonostante i Cannoni si possano definire la squadra più sfigata nella storia del Quidditch (e non intendo solo il Quidditch inglese, sia chiaro), essi avevano particolare successo all’interno della nostra famiglia.
Come pareva ovvio, i neozelandesi erano in vantaggio di 50 a 10 e stavano procedendo nel fare fuori, uno dopo l’altro i giocatori dei Cannoni, un po’ come un tiro a segno.
Mia cugina (quella rossa) spense la radio alterata dalla situazione drastica della sua squadra e la sala piombò in un silenzio imbarazzante.
James si congedò annunciando a gran voce che doveva andare a cagare e sconsigliando a chiunque di utilizzare il bagno del primo piano per le prossime due ore.
Che finezza.
Non che io sia la regina del bon ton, ma nessuno e dico nessuno al mondo si avvicina anche lontanamente a James Sirius Potter.
Nei miei sedici anni di vita non sono ancora riuscita a capire che diavolo ci sia dentro alla sua testa. I miei studi approfonditi consigliano uova marce, ma per adesso non ho avuto l’occasione di verificare la mia teoria.
Immaginai per un momento quello che zia Ginny gli avrebbe urlato dietro se fosse stata qui e sorrisi tra me e me, mi riscosse nonna Molly annunciando che la seconda torta era pronta e che era venuta anche meglio della precedente.
Non ne ero convinta, penso lo abbia detto solo per farmi piacere.
Lo so, sono testarda come un mulo, ma che ci volete fare? Sono fatta così.
Ci chiamò a tavola ed io arrivai di corsa, anche Hugo comparve, ma continuava a starmi alla larga, io, dal canto mio, non lo avevo perdonato e continuavo a guardarlo male mentre lui mi spiava di sottecchi per tastare il terreno.
Beh ci sarebbe voluto un po’ per lui per farsi perdonare, questo era poco ma sicuro!
Nessuno può fare un torto simile a Roxanne Weasley e passarla liscia, che sia stato involontario (come lui si ostina a sostenere) o, peggio, volontario.






Okkeeeeeei sono finalmente tornata da quella desolata landa che è il Canada e riesco ad aggiornare la mia storia.
Per farmi perdonare della lunga assenza vi lascio un capitolo più lungo del solito; devo ammettere che avevo pensato di tagliarlo, ma alla fine ho preferito lasciarlo così com'è.
E niente, non voglio disperdermi in chiacchiere quindi vi saluto.
Un bacio
Leo
ps. recensite e fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo e della storia in generale ^-^

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Capitolo 27
*** Al Lago ***


Stasera diamo una festa.
L’ho saputo quando sono scesa a fare colazione, Lily e Rose avevano deciso di organizzarne una per Catherine, mamma e zia Ginny che sarebbero tornate verso le tre del pomeriggio.
Che cuore d’oro. Decisi subito di dare una mano, ovviamente mi occupai del cibo!
Commissionai alla nonna una torta di mele alla cannella.
“Ma Roxanne, ne hai mangiata quasi una intera proprio ieri!”
“Lo so nonna, ma è così buona!”
*Ride* “Capisco, allora non preoccuparti. Ne preparerò tre”
Io amo nonna Molly, letteralmente.
Ero tutta intenta a studiarmi il menù della giornata quando James e nonno Arthur mi chiamarono fuori in cortile per aiutarli a degnomizzare il giardino e, diciamocelo, dovrei essere proprio stupida per rifiutarmi di degnomizzare!
Si aggregarono Fred e Lucy, Hugo stava arrivando, ma cambiò idea quando si accorse della mia presenza, forse credeva che gli avrei accidentalmente lanciato contro qualche gnomo.
Avrei potuto farlo, ma la nonna mi aveva assicurato tre torte e non ero più tanto infuriata con lui.
Ne acciuffai una ventina, era un record!
Teddy non mi credette quando glielo raccontai, ma quel giorno era stato battuto il record ormai indiscusso da ben due anni di mio cugino Louis.
Louis era il mago della degnomizzazione e, da esattamente un anno e undici mesi, portava il titolo di re della disinfestazione da gnomi alla Tana, ma oggi io ne avevo cacciati due in più battendo il suo record di diciotto con un venti tondo tondo.
Ero felice come una Pasqua!
Interrompemmo il processo di caccia agli gnomi solo quando le tre donne fecero la loro comparsa nel giardino della Tana.
Me le aspettavo stanche, invece erano fresche e riposate come rose, con i dieci bagagli che fluttuavano faticosamente alle loro spalle.
Beh, certo, non che fosse stata uno stage impegnativo il loro….
Quella giornata fu carica di bei momenti e buone notizie, Teddy mi confessò che era riuscito a trovare un lavoro come infermiere in un ospedale di provincia vicino a casa Delacour e che avrebbe lavorato lì come apprendista. Avrebbe dovuto conciliare l’ultimo pentamestre di studi con un tirocinio presso l’infermeria della scuola, con Madama Chips.
Madama Chips, quanto amo quella donna.
Penso che ormai conosca ogni millimetro del mio corpo per le tante volte che ci ha dovuto applicare unguenti o incantesimi per curare abrasioni, ustioni, colpi, fratture e lividi vari, una volta mi sono anche erosa un piede inciampando e facendomi cadere addosso il calderone di Caytlin Burk, una Tassorosso del mio stesso anno, schiappa di proporzioni cosmiche in pozioni, che aveva fatto un macello con il suo distillato soporifero facendolo diventare una specie di liquido supercorrosivo.
Se non mi avessero portato immediatamente in infermeria, adesso sarei senza il piede sinistro, ma tutto è bene quel che finisce bene.
Passarono tutta la sera a raccontarci dell’America, a parlarci delle abitudini dei maghi americani e dei babbani che abitano quel paese.
Io e Dom ci ripromettemmo di visitarla, un giorno.
Per i maghi che passano l’esame di Materializzazione è abitudine fare un viaggio in un paese lontano materializzandovici. Era già da diverso tempo che in casa Weasley (e Potter) se ne discuteva, eravamo giunti al compromesso che il viaggio sarebbe stato fatto dopo che anche Lucy, Louis e Hugo avessero preso il diploma, così da poterci essere tutti. Certo, la gravidanza di Victoire aveva ovviamente sfaldato le nostre prospettive di vacanza, ma da qui a due o tre anni ci sarebbe stato il tempo per riorganizzarci.
La sera ci raggiunsero gli Scamandro e i Paciock, Scorpius, Jaz e Mia.
Verso le otto, il sole era calato, ma c’era ancora luce e gli adulti avevano esaurito le novità ed erano passati ad argomenti di politica, lavoro ecc ecc, così decidemmo di lasciarli soli e tranquilli e di andare al lago nel boschetto dietro alla Tana.
Dietro la casa dei nonni c’è questo piccolo boschetto di abeti e castagni nel cui cuore si trova un piccolo lago roccioso.
La nonna dice che una volta era il covo degli gnomi, ma adesso è stato completamente ripulito e noi ci andiamo ogni tanto quando abbiamo voglia di farci un bagno o una passeggiata.
“Allora come sono passati questi primi giorni di vacanza?”
Scorpius mi si affiancò mentre camminavamo sul terreno umido tra i primi castagni.
“Bene, sono successe tante cose, abbiamo scelto il nome del nuovo Wea… cioè del cugino nuovo… voglio dire... Neil… oh... James sta avendo proprio una brutta influenza su di me” sbuffai.
Scorpius mi sorrise, ma non proferì parola.
Dopo un attimo di silenzio mi tornò a parlare.
“Mi sei mancata” confessò.
Devo essere sincera, non me lo aspettavo.
Ero sorpresa che mi avesse rivolto quelle tre parole, ma allo stesso tempo mi resi conto che anche lui mi era mancato e sentii il bisogno di dirglielo.
“Anche tu”
Mi prese per mano e mi baciò a stampo sulle labbra, poi riprendemmo a camminare.
Eravamo rimasti in fondo, poco lontano dagli altri.
Davanti a noi Fred ci guardava con una smorfia in volto e Lily sorrideva.
Mi guardò con aria di sfida e io le risposi accennando con il capo a Lysander, accanto a lei.
Già.
La piccola Lily Potter avvampò e si voltò nuovamente in avanti.
Era cotta stracotta di quel ragazzo.
Arrivammo al laghetto degli gnomi quando ormai era quasi buio.
Era troppo freddo per fare il bagno, ma ci sedemmo sulla riva e sulle rocce attorno per chiacchierare assieme.
Non prestavo troppa attenzione ai discorsi che si susseguivano, diciamo che Scorpius accanto a me mi distraeva alquanto, ma mi risvegliai quando Molly prese la parola.
“Avete sentito di quella minaccia da parte di Durmstrang ad Hogwarts?”
“Di cosa stai parlando, Molly?” chiese Lucy allarmata.
“E’ successo due giorni fa. Anche io ne ho sentito parlare alla radio e ieri in ospedale” confermò Vic.
“Allora è vero… voglio dire, credevo fossero voci, ma… le tre scuole sono in conflitto” fece Rose con aria triste.
Il morale dell’intero gruppo si accasciò all’istante e un silenzio interrotto solo dallo scrosciare dell’acqua sulle rocce calò nella radura.
Quando quello sciacquio divenne assordante per me parlai. Dissi la prima cosa che mi venne in mente, non fu di certo la più appropriata, ma nemmeno niente di irrimediabile.
“Come mai Luke non è venuto?” chiesi rivolta sia a Fred che ad Al che a Scorpius e Jaz.
Feci caso dopo al fatto che Domenique mutò d’espressione al sentirlo nominare e che anche James, per una volta, si rese conto di quello che gli stava accadendo attorno e spostò lo sguardo sulla bionda.
“Era dai suoi nonni” mi rispose mio cugino.
Non so perché pensai proprio a lui, o forse lo so fin troppo bene.
Dom mi aveva accennato al fatto che lei e Lucas avessero diciamo ritentato qualcosa dopo la festa di Halloween, ma non mi aveva detto come poi era andata a finire ed avevo presupposto non bene, ma da come si comportava adesso, mi sembrava il contrario.
Sembrava quasi che fosse triste per la sua assenza, o per la sua futura assenza.
 
 
POV ESTERNO
Alla Tana erano rimasti gli adutli, a chiacchierare in salotto bevendo e mangiucchiando.
Tra una cosa e l’altra venne il discorso della Francia; Harry, Ron Hermione, Percy e Audrey, lavorando al ministero avevano già sentito parlare delle tensioni tra le scuole, ma i governi ancora non volevano intervenire.
Era una situazione alquanto delicata, ma, secondo Percy, bisognava intervenire prima che degenerasse. Nonna Molly non era d’accordo, lei sosteneva che si dovesse lasciare carta bianca ai ragazzi e a chi era direttamente coinvolto.
Quello era uno dei motivi principali che aveva spinto Bill e Fleur a trasferirsi. Oltre al fatto che là Domenique avrebbe potuto avviare la sua carriera di sarta nella boutique di sua zia Gabrielle.
Anche per Louis sarebbe stato meglio terminare gli studi a Beauxbatons dato che l’accademia francese avviava i componenti della sua squadra di Quidditch alla carriera sportiva, mentre Hogwarts lasciava gli studenti per così dire liberi di arrangiarsi nel caso volessero intraprendere quella via ed era dunque più difficile per loro farsi strada nel campo sportivo di alto livello.
Louis era un ottimo cacciatore, sarebbe entrato di sicuro nella squadra della scuola ed era quasi certo che avrebbe ottenuto un posto in una buona squadra.
On gli ultimi avvenimenti sorgevano dei dubbi su quanto il trasferimento potesse fruttare ai ragazzi, tenendo anche conto del fatto che venivano dalla scuola inglese, ma le loro origini francesi li avrebbero probabilmente protetti da pregiudizi e discriminazioni. Nonostante quella misera certezza, Bill e Fleur erano entrambi molto preoccupati.
Erano convinti che i ragazzi fossero ancora all’oscuro della gravità della situazione, ignoravano che le notizie girassero più in fretta del dovuto, soprattutto quando in circolazione c’erano pettegoli della taglia di Lily, Roxanne e, ammettiamolo, anche James.
 
 
POV JAMES
Dopo la festa di addio a Lou, Vic e Dom io e Mia abbiamo cominciato ad uscire, non uscire come amici, uscire uscire, come una coppia.
Lei non si esprime a riguardo, Joseph, Molly e Teddy continuano a dirmi che devo essere io a fare la prima mossa e a chiarire la situazione, ma ho una paura folle che lei abbia frainteso completamente.
Difficile, se si pensa che abbiamo trascorso metà del tempo assieme pomiciando, ma l’esperienza mi ha insegnato che con le ragazze non c’è mai da essere troppo sicuri.
Mia era seduta tra le mie gambe, su di una roccia e stava ascoltando Vic parlare della situazione a Beauxbatons.
Aveva dei capelli così morbidi e profumati che quasi non mi accorsi di star giocando con una delle sue ciocche color caramello.
Lei si voltò sorridendo.
“Hei”
Io le sorrisi di rimando e lei si sporse per posare le sue labbra sulle mie.
Quando si staccò mi guardò per un attimo negli occhi, poi parlò ancora.
“Sai James, sono sicura di non avertelo mai detto, ma credo di amarti”
Continuò a sorridere tenendo i suoi occhi puntati nei miei, aspettando una risposta, probabilmente.
Per me fu come una doccia fredda.
Esitai senza volerlo.
“Anche io, Mia!”
Lei si accorse della mia esitazione, ma fece per ignorarla e si voltò.
“Anche io ti amo” le sussurrai, questa volta a pochi centimetri dal suo orecchio, il profumo dolce di mela dei suoi capelli si mischiava a quello di talco della sua pelle.





Buongiorno carissimi, come state?
Su questo capitolo non c'è molto da dire, è un capitolo di pasaggio centrato sui nostri personaggi, l'ultimo che ci permette di vederli tutti assieme prima che Louis, Vic e Domi partano per la francia. Torneranno? E chi lo sa! Non voglio spoilerarvi niente.
Perora vi lascio, aggiornerò probabilmente lunedì prossimo.
Buona giornata a tutti.
Leo

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Capitolo 28
*** L'Espresso per Hogwarts ***


Ricevetti una lettera proprio il giorno prima della partenza di Louis, Domi e Vic. Era di Lucas, mi raccontava di essere andato al ministero con il padre la mattina precedente e di aver sentito diversi sprazzi di conversazione alquanto interessanti.
Aveva ricavato un buon bagaglio di informazioni riguardanti questa situazione delle scuole. La prima e principale era che si vociferasse che Hogwarts volesse surclassare le altre due accademie e divenire l’unica scuola europea di magia. Notizia falsa, senza dubbio, ma pareva essere stata messa in circolo proprio da qualcuno al ministero bulgaro.
Il ministero in Bulgaria, era molto più presente all’interno dell’istituto di quanto non lo fosse ad Hogwarts. Quindi la notizia poteva benissimo essere nata proprio all’interno di Durmstrang. La domanda era perché mettere in giro simili pettegolezzi?
La risposta mi fu fornita sempre da Lucas. Un altro problema era la sempre minore affluenza di studenti a Durmstrang. Molti preferivano frequentare scuole babbane o studiare da privatisti o ancora andare nella vicina scuola della Turchia, nella parte asiatica.
Ora, mettendo in giro male voci su Hogwarts e spingendo anche Beauxbatons ad una rivalità contro l’istituto inglese, si sarebbe sparsa la voce che Durmstrang fosse migliore, e gli studenti sarebbero tornati a popolarla come una volta.
La cosa non mi piaceva per niente. Risposi subito a Luke ponendogli il mio dubbio su chi potesse trarre vantaggio all’aumento di iscrizioni a Durmstrang e assicurandogli che ne avremmo discusso in treno, tornando ad Hogwarts.
--
Purtroppo, il viaggio di ritorno ad Hogwarts dopo le vacanze di Natale fu lugubre e silenzioso.
Senza Victoire, Molly rimaneva in camera da sola con Aileen McDonald e Giusy White, nessuna delle due particolarmente ben viste dalla rossa che dunque era imbronciata e rigida e non rivolgeva la parola nemmeno a Mia, la quale prestava poche attenzioni a James e nessuna a Joseph, seduti accanto a lei e silenziosi anche loro.
Lily tratteneva a stento le lacrime, mentre Rose aveva la faccia da funerale peggiore che avessi mai visto.
Hugo non era da meno e si rifiutò di andare nel vagone con i suoi amici, ma rimase con le due cugine e con Lucy che era stranamente tranquilla. Dico stranamente perché Luci non è mai tranquilla, ma era chiaro che stesse cercando di metabolizzare la faccenda.
Teddy, dal canto suo, sembrava volatilizzatosi nel nulla e non si fece vedere per l’intero viaggio.
Al, Fred ed io eravamo nello scompartimento con gli altri serpeverde, ma anche lì, il morale era a terra.
Continuavo a rimuginare girandomi tra le mani l’accendino che Domenique mi aveva regalato. Perché poi un accendino, non lo capivo. Insomma, la sera prima della loro partenza ci eravamo riuniti sul tetto della Tana e ci eravamo scambiati dei regali. Non erano regali come quelli che si fanno a Natale o per un compleanno, erano ricordi. Victoire mi aveva donato un ciondolo con un’ametista, come quelle che avevamo scovato nella grotta dietro alla cascata del laghetto un pomeriggio di tante estati fa io e lei sole. Ci eravamo allontanate perché Vic aveva litigato con Molly ed io con Rose. Louis mi aveva lasciato il suo blocco di scherzi. Era un piccolo quaderno dove appuntava gli scherzi che avevamo combinato in banda e quelli che progettava per il futuro. Dal canto suo, Domenique, aveva deciso di cacciarmi in mano questo cavolo di accendino nero babbano che io non avevo mai visto in vita mia.
Improvvisamente lo feci scattare, non ci avevo mai provato, in realtà, così, sovrappensiero, feci scorrere il pollice premendolo sulla rotella di metallo.
“CAZZO!” gridai lasciandolo cadere per terra.
Una scossa potente mi aveva attraversato il braccio che ora mi formicolava e la fiamma che per un secondo era divampata dalla bocca dell’oggetto era di colore verde mare.
Lo scompartimento già alquanto silenzioso si zittì completamente e diverse paia di occhi si puntarono su di me.
“Tutto bene?” chiese Scorpius non sapendo cosa dire.
Io non risposi.
Raccolsi l’accendino da terra e, con molta indecisione, feci per riattivarlo una seconda volta, ma la fiamma divampò prima che io potessi muovere il pollice.
Di nuovo lo cacciai a terrà spaventata ed urlante.
La fiamma questa volta non si spense ma si ingrandì sul pavimento dell’Hogwarts Express.
Per le mutande di Merlino, ho accidentalmente dato fuoco all’Espresso per Hogwarts?!?!
Fortunatamente no.
Dopo una quindicina di terribili secondi il viso di Domenique apparve verde mare e nebuloso tra le fiamme.
“Mi hai chiamata!” esordì sorridendo a trentadue denti.
Io ero allibita, senza parole.
“Ehilà Domenique!” la salutò Luke sventolando la mano.
Lei gli lanciò un occhiata fugace, poi si volse di nuovo verso di me con aspettativa.
Fred la salutò gioioso e ricambiato e anche Al, ma io continuavo a starmene in silenzio.
Poi esplosi.
“PER LA MISERIA, DOMENIQUE! MI HAI FATTO PRENDERE UN INFARTO! POTEVI COME MINIMO DEGNARTI DI DIRMI A COSA SERVIVA QUESTO AGGEGGIO, SONO ORE CHE CI STO SOPRA!”
Lei scoppiò a ridere solare e vidi Nott voltarsi dall’altra parte.
Quell’aggeggio era un invenzione meravigliosa, e si poteva anche ricaricare! Una volta terminato il liquido, bastava andare a comprarne altro ed inserirvelo ed ecco fatto.
Passammo dieci minuti buoni a chiacchierare con Dom, poi ci salutammo dato che avevamo già consumato una buona parte dell’accendino. In tutto aveva una durata di un’ora e l’avremmo voluta utilizzare in futuro.
Chiusa la conversazione con mia cugina tornò il silenzio.
“Wow è proprio… ehm, deprimente” commentò Fred.
“Già” confermai “con chi parleremo francese adesso? Lo facevamo sempre quando non volevamo che gli altri capissero ciò che stavamo dicendo” sospirai.
“Scorpius parla francese” saltò su Al.
“COSA?” mi allarmai voltandomi di scatto verso destra, dove era seduto il suddetto biondo.
“Si, mio padre lo parla e quando ero piccolo ha preso un insegnante perché me lo facesse imparare” si strinse nelle spalle.
“Tu… tu…”
“Occupato, Rox” fece Fred e si cacciò a ridere assieme a Syd, Al e Flitt, gli unici tre in grado di comprendere la battuta.
“Idiota” gli risposi lanciandogli addosso un involucro di cioccorana.
“Io?” mi incitò Scorpius.
“Ehm… ci ascoltavi ogni tanto? Voglio dire… io e Domenique quando parlavamo…?” avvampai.
“Ogni tanto captavo qualche cosa” rispose vago.
Merlino e Morgana.
Io e Domenique non ci eravamo mai fatte problemi a parlare in francese davanti alla gente convinte che nessuno comprendesse. Le avevo parlato spesso, soprattutto in Portogallo di Scorpius senza preoccuparmi del fatto che lui fosse a pochi centimetri da noi, assolutamente a portata d’orecchio.
Miseriaccia!
“Probabilmente, se non avessi sentito ciò che ho sentito, adesso non saresti la mia ragazza” mi disse sorridendomi.
Arrossii di nuovo.
Lui si avvicinò facendo per baciarmi.
“Cof cof… scusate ho un po’ di mal di gola” fece Al fingendo di tossire e fissandoci.
“Idiota” dissi.
“Credevo di essere io l’idiota” protestò Fred.
“Mi stai paragonando a Fred per caso?” si lamentò Al.
Io roteai gli occhi e sorrisi.
Per un momento smisi di pensare a tutti i drammi che stavano correndo selvaggiamente per la mia testa.
Era bello ritornare ad Hogwarts, con tutti loro. Certo, Louis, Vic e Domi mi mancavano terribilmente e sapevo che mi sarebbero mancati sempre di più, ma doveva essere ben più terribile dal loro punto di vista. Soli, in una nuova scuola, in un altro paese, dovendo fingere di aver tagliato interamente i contatti con Hogwarts e con l’Inghilterra e costretti a mille bugie e Vic, con il bambino che porta in grembo.





Eccomi di nuovo qui, con un breve capitolo in cui, per la prima volta, si sente effettivamente la mancanza dei tre fratelli Weasley-Delacour.
Non credo ci sia molto da dire su queste poche righe, ma nel prossimo capitolo avremmo una piacevole novità e vedremo una Lucy Weasley stupirci come solo lei sa fare.
Vi farà piacere sapere che ho terminato la revisione fino al capitolo 40 anche se sono un po' preoccupata per la lunghezza che questa storia sta raggiungendo.
Bah... ho parlato anche troppo per oggi.
Un bacio
Leo

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Capitolo 29
*** Lucy e le sue perle di saggezza ***


Sentii da Teddy che stavano facendo mille pratiche che gli permettessero di trasferirsi in Francia, ma purtroppo non c’era ancora nulla di certo. Non c’era da stupirsi se il suddetto metamorfomagus vagava per la scuola come uno zombie perché la notte non riusciva a chiudere occhio e di giorno era iperisterico. Sembrava riuscisse a dormire come un ghiro solo durante le ore di Storia della Magia.
Lily era sempre più preoccupata per il suo andamento scolastico. Teddy era sempre stato un secchione, ma ultimamente saltava troppe lezioni e perché doveva andare al ministero con Harry e perché la McGranitt lo chiamava nel suo ufficio e perché non riusciva a seguirle data la stanchezza accumulata.
Era preoccupata che non riuscisse a superare i M.A.G.O. e quindi si ritrovasse costretto a dover ripetere l’anno il che avrebbe comportato il non potersi trasferire in Francia e dover ricominciare la guerra delle pratiche rientrando nel circolo vizioso del “non dormo-non studio” che avrebbe condotto alla stessa fine. Concordavo con Rose (Rose!!!! Che è la secchiona delle secchione) che la visione di Lily fosse vagamente tragica, ma dovevo ammettere che anche io ero alquanto preoccupata per Teddy.
Era ormai metà Febbraio e non sentivo più Dom né alcuno dei suoi fratelli da circa un paio di settimane, quando ci inviarono l’ultima lettera (più di due metri di pergamena) dove ci spiegavano che era estremamente necessario che non rispondessimo perché la comunicazione tra le due scuola doveva essere interrotta, che la situazione da loro non era piacevole, ma che non potevano parlarne in posta e che avevano tutti una nostalgia enorme della famiglia. Con ciò speravo che Domi mi potesse sempre chiamare tramite il suo accendino incantato, ma non lo fece e, quelle volte in cui ci provai io, vidi solo buio o una stanza vuota. La stanza assomigliava più ad un ufficio che ad una camera da letto, ma chi lo sapeva com’è fatta Beauxbatons?
Parlando di Hogwarts, beh, non si può dire che lì era tutto rose e fiori. Si vociferava che la scuola avesse subito un altro attacco durante le vacanze di Natale, ma non ero certa della fonte da cui la notizia si era propagata, dunque mi ripromisi di indagarvi su.
All’ora di pranzo mi posizionai strategicamente accanto a Caleb Morrison, serpeverde del settimo anno amico del fratello di Jazmine e cacciatore della squadra.
“Hey Caleb!” lo salutai.
“Roxanne, qual buon vento?” mi sorrise mentre versava sia a me che a se stesso del succo di zucca nel calice.
“Sai, volevo accertarmi che andasse tutto bene dopo quella brutta caduta di due giorni fa” dissi. Ero sinceramente preoccupata, aveva fatto un volo di qualche metro atterrando di schiena. Brutta storia.
“Direi che non c’è male” commentò.
Restammo un po’ in silenzio. Lui a mangiare ed io a fissare il vuoto.
Presi un respiro e attaccai.
“Ecco devi sapere…” parlammo all’unisono ed insieme ci bloccammo per poi scoppiare entrambi a ridere.
“Prima tu” dissi.
“Si, ecco, volevo sapere se tu conosci Paciock” chiese evidentemente in imbarazzo.
Certo che conosco Alice, è una delle mie migliori amiche, potrei dire al pari delle mie cugine, ma come dirgli che lei è fidanzata con Albus.
Magari corro troppo, ma tra il tono di voce ed il suo evidente imbarazzo, mi sembra chiaro che Caleb si sia preso una bella cotta.
“Frank” specificò prima che potessi rispondere.
Wait, what?
Caleb era gay?
Mettiamo subito in chiaro un paio di cosette: che Frank fosse omosessuale era chiaro come il cielo, ma Caleb… se non sbaglio stava assieme ad una Grifondoro fino a qualche mese fa.
Ma insomma, non erano fatti miei, anzi, se posso far felice qualcuno ben venga!
“Beh, sì. Vuoi che te lo presenti?”
“Mi farebbe un gran piacere, Rox” sorrise ed io ricambiai.
“Ora sta a te” disse.
Sta a me cosa?
Ah giusto!
“Si, allora, tu sei stato ad Hogwarts durante le vacanze di Natale, giusto?”
“Si”
“C’è stato un altro attacco?” chiesi schietta.
Lui tentennò, si agitò un poco sulla sedia, poi si piegò in avanti sussurrando.
“Si, c’è stato, ma ti prego di non spargere la voce. Silente non vuole che venga scatenato il panico. Sono state prese severe precauzioni”
“Non lo dubito… tranquillo, non farò girare la notizia”
Detto ciò agguantai un panino e bevvi un sorso di succo di zucca, poi mi alzai salutando Caleb.
“Ci si vede” dissi.
“Ciao, Rox” mi salutò.
Mi voltai e presi a camminare, ma la voce del mio cacciatore mi fece voltare di nuovo.
“Ricordati che mi devi quel favore” fece accennando con la testa al tavolo rosso-oro.
Risi.
“Cercherò di non dimenticarmene” dissi facendogli l’occhiolino.

Ciò che mi aveva raccontato Caleb era di estrema importanza, perciò indissi una riunione specialissima nella Stanza delle Necessità.
Pochi minuti prima delle tre ero, dunque, diretta a passo spedito verso il terzo piano con Lucy e Al che mi stavano alle calcagna. Giunti alla Stanza, vi entrammo per scoprire che eravamo gli ultimi arrivati e che i nostri cugini (con l’aggiunta scontata di Teddy che era da sempre stato considerato come il tredicesimo cugino) erano già tutti seduti in cerchio al centro della stanza. Chi su un divanetto di tessuto beige, chi su delle sedie di legno, chi per terra e James su di una sedia a dondolo che sembrava dover cadere a momenti.
Ci sedemmo io sul divanetto, Lucy per terra e Al su di una sedia in legno e cominciammo ad ascoltare Rose che prese la parola riferendoci che sua madre le aveva mandato una lettera informandola di eventuali ispezioni alla scuola da parte di inviati dal ministero.
“Cosa?” gridò Molly “non posso farlo!”
“No, infatti. E poi cosa mai dovrebbero controllare?” le diede corda Teddy.
“Vogliono solo raccogliere delle prove della nostra innocenza per mostrarle al ministero Bulgaro. Per far capire loro che noi non li reputiamo nemici” spiegò Hugo, seduto accanto alla sorella.
“Tutto questo non mi piace, non mi piace per niente” commentò Fred “anche se, per una volta, credo che il ministero non stia completamente sbagliando… ma a mio parere non servirà a nulla”
Io annuii convinta a mostrare quanto condividessi le parole di mio fratello.
“Beh, direi che con questo io ho finito” disse Rose.
“E io non ho niente da aggiungere” concluse Hugo.
“Voi avete novità da condividere?” domandò sempre la grifondoro.
“Io si” risposi e diverse paia di occhi si fissarono su di me.
Presi un bel respiro poi raccontai ciò che Caleb mi aveva confidato in Sala Grande solo poche ore prima.
Si alzarono diverse esclamazioni di stupore.
“E c’è dell’altro… come ben sapete, Dominique non ha chiamato” sospirai alludendo all’accendino che la bionda mi aveva regalato prima di partire per la Francia.
“Vic non si è fatta viva né con me né con Teddy” aggiunse Molly in tono triste.
“Lo stesso vale per Louis” concluse Hugo.
“Ma quell’ultima volta che abbiamo provato a chiamarla si vedeva una stanza, magari se ne è solo dimenticata o lo ha perso da qualche parte in camera sua” tentò Lily.
“Credi davvero che si dimenticherebbe di noi?” le rispose Al.
“Non ho detto questo, testa di caccabomba, intendevo che si è dimenticata dell’accendino” soffiò la rossa a suo fratello.
“Il che equivarrebbe a dire che si è dimenticata di noi, dato che esso costituisce la sola e ultima via di contatto tra noi e lei” rispose il moro.
“Potrebbe sempre averlo perso per sbaglio” Lily era decisa a non darsi per vinta.
“O magari qualcuno glielo ha rubato” propose Hugo.
“Dominique non è stupida, ci starebbe estremamente attenta” lo rimproverò Rose.
“Potrebbe essere una sua compagna di stanza” azzardò James.
“Le stanze non sono singole a Beauxbatons? Quella che abbiamo visto lo sembrava” commentai.
Il discorso esplose in una marea di botta e risposta che ci coinvolsero entrambi e fu Lucy a riportarci all’ordine.
“OH, INSOMMA PIANTATELA TUTTI!” gridò.
Immediatamente nella stanza calò il silenzio.
“Davvero non capite? È ovvio che deve essere successo qualcosa o non avrebbero motivo di smettere di chiamarci o di farci avere loro notizie così all’improvviso. Probabilmente la posta è stata interdetta, per questo Louis e Vic non riescono a contattarci e lo stesso vale per zio Bill e zia Fleur. L’accendino di Dom deve esserle stato requisito, e probabilmente avranno fatto una perquisizione delle camere o della sua borsa o che ne so io e glielo hanno confiscato. Ecco perché la stanza che si vede assomiglia ad un ufficio, ecco perché lei non può chiamarci, ecco perché non sappiamo più niente di loro.”
Ancora silenzio.
Lucy era riuscita a risolvere il dilemma in una manciata di minuti. Quella piccola pestifera era un genio!
“Cavolo, è per forza come dici tu, Lucy… perché non ci ho pensato io?” fece Rose assorta.
“E io continuo a chiedermi come sia possibile che quella in Corvonero sia Molly e non tu” ridacchiò Teddy punzecchiando la piccola tassorosso al fianco.





Sto cercando di scrivere capitoli più lunghi, LO GIURO!
Ho voluto centrare l'attenzione su due personaggi: Lucy e Frank.
Di Lucy ho parlato già più spesso perchè il suo personaggio mi piace da morire, mentre per quel che riguarda Frank, beh, lui tornerà più tardi in maniera più costante anche assieme ad Alice.
Per adesso vi lascio, non so ancora quando aggiornerò con il capitolo 30 (30 omggggg).
Spero che la storia vi piaccia.
Ora vi saluto.
Un bacio.
Leo

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Capitolo 30
*** Amici Fantasmi ***


“Sarebbe meglio un mondo senza male o un mondo senza malvagi?”
“Nell’utopia di un mondo senza male, non ci sarebbe il merito. Quindi vado per un mondo senza malvagi, anche perché credo che tutti abbiano sia la luce che l’oscurità intrinsechi”
“Che filosofia, Rox…” commentò Lily.
“Filosocosa?” chiese Frank.
“Lascia stare, roba da babbani” tagliai corto entrando nella Sala Comune dei Corvonero.
Ero entrata tante volte nella Torre, ma sempre mi lasciava senza parole. Tutti quei libri che desideravo ardentemente leggere, chissà quanti tra i Corvonero nel corso della storia li avevano effettivamente letti tutti; James sicuramente no. Un’altra cosa che mi piaceva particolarmente era l’atmosfera tranquilla e rilassata, perfetta per studiare, ma anche per sedersi a fare due chiacchiere, in inverno, soprattutto, per accovacciarsi sul divano davanti al focolare a leggere un libro bevendo una bevanda calda.
Comunque stessero le cose, eravamo entrati qui per un motivo: ossia avevamo un urgentissimo bisogno di informazioni su Durmstrang e anche su Beauxbatons. In biblioteca si erano dirette Molly e Mia, per le quali Madama Pince aveva un debole. Se ci fossi andata io, non mi avrebbe nemmeno fatto avvicinare alla sezione proibita.
Alice e Rose avevano perlustrato gli scaffali accessibili, in particolare quelli riguardanti storia della magia e del mondo magico, la settimana scorsa, ma non vi avevano trovato niente.
Dovemmo aspettare Lorcan e Lysander perché sarebbe stato alquanto sospetto vedere una serpeverde e due grifondoro rovistare fra i tomi della Sala Comune di Corvonero senza una plausibile ragione.
Arrivati i gemelli cominciammo dagli scaffali più bassi salendo in alto ed appuntandoci i nomi dei libri interessanti senza però prenderli. Gli Scamandro e Molly avrebbero pensato a prenderli a poco a poco, sempre per non destare sospetti.
Io ne trovai due che ci sarebbero potuti tornare utili e altri tre che mi appuntai per sicurezza.
Il primo era un libro risalente all’epoca medioevale che narrava della fondazione delle prime scuole, il secondo si intitolava ‘Tre Grandi Scuole Europee’ e senz’altro conteneva informazioni su ciò che stavamo cercando.
Anche gli altri riuscirono a scovare qualcosa di particolarmente interessante.
Arrivata al penultimo scaffale cominciai a tossire e starnutire per tutta la polvere che vi si era accumulata nel corso degli anni, per non dire secoli.
Sfilai due volumi correlati e dietro, nascosto, vi trovai un piccolo libretto bordeaux rilegato e con arabeschi dorati sopra.
Cadde in avanti e una nuvola di polvere si alzò facendomi lagrimare gli occhi.
Lo presi in mano e riposi i due tomi dopo essermi assicurata che lo studio delle mandragore non fosse potenzialmente utile alla mia ricerca, lo aprii lessi giorno e data. Non v’era l’anno, ma dalle pagine ingiallite e la calligrafia ricercata capii che doveva risalire ad un’epoca antica.
Lo sfogliai tutto senza leggerlo e mi resi conto che si trattava di un diario.
Ero sempre stata una persona curiosa e forse fu quello a s’spingermi a nascondere il diario tra le pieghe del mio mantello e a lasciare gli altri con una scusa per andare a rifugiarmi in un luogo appartato a sfogliare quel nuovo ritrovato.
Inizialmente pensai di scendere nei sotterranei, ma poi mi venne in mente che c’era anche la Stanza delle Necessità e così mi diressi al terzo piano.
Camminai tre volte davanti alla parete figurandomi un posto tranquillo e comodo e mi comparve davanti una porta di legno scuro che oltrepassai immediatamente.
Mi sedetti su di un divanetto di pelle scura illuminato da una lampada e aprii con cautela la prima pagina.
Lessi attentamente e mentre sfogliavo mi rendevo conto che conoscevo già quella storia.
Era la storia di una ragazza che cappò da sua madre dopo aver compiuto un furto e che nonostante le richieste della seconda non volle mai ritornare da lei. Vi era poi un’ultima parte, scritta di fretta ed in modo confuso in cui lei sapeva di essere seguita da un uomo inviato da sua madre. Poi il diario si conclude senza ulteriori aggiunte.
Sapevo di conoscere quella storia, ma non riuscivo a ricordare dove l’avessi letta o chi me l’avesse raccontata.
Inizialmente credetti fosse una delle fiabe di Beda il Bardo, poi, a poco a poco, realizzai che si trattava del diario segreto di Helena Corvonero.
Quando il presentimento si fece chiaro nella mia mente, mi gelai all’istante.
Cosa avrei dovuto fare on quel diario, adesso?
Era certo che avrei dovuto consegnarlo, ma a chi? Di norma sarei andata dritta dritta dalla professoressa McGranitt, ma ultimamente si comportava in modo troppo strano e avevo paura di come avrebbe potuto reagire anche al semplice fatto che io, Serpeverde, mi trovassi nella Torre di Corvonero a curiosare tra i loro volumi. Hagrid era fuori discussione, mi avrebbe convinto ad andare dalla suddetta professoressa di Trasfigurazione. Rimanevano il professor Vitious e il professor Paciock. Optai per il secondo per il semplice fatto che avevo decisamente molta più confidenza con lui che con il professore di Incantesimi per non parlare del fatto che stavo cercando di evitare Vitious dato che mi ero ripromessa di odiarlo dopo che mi aveva incastrato in quei corsi di recupero per disagi ambulanti, inoltre, era il Capo della Casa di Corvonero e non so se avrebbe apprezzato a pieno che una Serpeverde avesse scoperto uno dei più grandi cimeli della sua Casa.
Uscii dalla stanza diretta all’ufficio del professore quando, scendendo le scale del secondo piano, vidi Nick-Quasi-Senza-Testa svoltare nel corridoio di sinistra. Mi illuminai e gli corsi dietro chiamandolo a gran voce. Forse c’era un’opzione ancora migliore dello zio Neville.
“NIIICK” gridai per l’ennesima volta ormai senza fiato. Era possibile, per un fantasma, essere sordo?
Lui si voltò con fare incuriosito.
“Signorina Weasley” fece sorpreso.
“Ciao, devo chiederti una cosa: non è che per caso sai dove si trova Helena?”
“Parli di Helena Corvonero?”
“Proprio lei!”
“Dovrebbe essere sul ponte, le piace molto stare là da sola”
“Ti ringrazio infinitamente!” dissi pronta a voltarmi per correre al ponte.
“Ah, ma figurati! Tuo padre e suo fratello mi sono sempre stati molto simpatici, tu e Fred Junior siete i migliori eredi”
“Oh, mi fa piacere sentirtelo dire, sul serio”
“Già... ricordo ancora i loro scherzi…”
“Senti Nick, ti prometto che passerò presto a trovarti, anche domani, ma adesso sono davvero davvero di fretta. Ti dispiace?”
“No, fa pure, ci vediamo domani allora. Alle sette c’è la mia festa di Complemorte, porta qualche amico se ti fa piacere… e anche tuo fratello ovviamente!”
 
..
 
Corsi fino al ponte che mi aveva suggerito Nick e trovai la ragazza proprio dove mi aveva indicato il fantasma. Mi avvicinai con cautela e quando si accorse di me fece per scappare via.
“Non andartene, per favore” la supplicai
Lei continuò a starmi lontana, ma smise di arretrare.
“Ho una cosa che ti appartiene” dissi tirando fuori dalla borsa il suo diario.
“Ecco” glielo porsi.
“Il mio diario!” finalmente parò “dove lo hai trovato? Lo avevo nascosto bene…”
“Si… io… cercavo dei libri nella Sala Comune di Corvonero e l’ho trovato” risposi in imbarazzo. Per la prima volta mi rendevo conto di aver violato la sua privacy.
“Lo hai letto?” chiese in un sussurro.
“Io…” tentennai.
“Oh, non fa niente. Ormai tutti conoscono la mia storia. Posso chiederti, però, che cosa stavi cercando? Non sei una corvonero, giusto?”
Cavolo… dovevo aspettarmela questa domanda… accidenti!
“Io… ehm… ecco, a dir la verità non so cosa stavo cercando, voglio dire, stavo cercando informazioni, qualcosa che potesse risolvere i miei dubbi diciamo”
“Che tipo di dubbi?”
“Beh, sono tempi strani… accadono cose strane. Te ne sei accorta anche tu?”
Lei annuì sommessamente guardando verso il basso.
“Sai, credo di poterti aiutare” affermò alzando lo sguardo e puntando gli occhi un tempo marroni nei miei.

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Capitolo 31
*** Festa di Complemorte ***


Avevo costretto Fred e Hugo ad accompagnarmi alla festa di complemorte di Nick. Il primo per esplicita richiesta del fantasma, il secondo perché mi doveva un favore.
Raggiungemmo la sala che ci era stata indicata senza fretta e con il prospetto di fermarci poco, appena entrati, Nick-quasi-senza-testa ci volò incontro pimpante come mai ringraziandoci di essere venuti. In fondo mi faceva piacere vederlo così contento. Notai che Mirtilla Malcontenta era stata invitata e soprattutto che si era presentata.
Quando Nick si congedò andammo a sederci su delle poltrone vuote per poi rialzarci immediatamente quando realizzammo di essere gli unici in grado di godere del privilegio di posare le nostre carni su qualcosa di solido.
Era… beh stavo per chiamarla una “noia mortale” ma sarebbe stato abbastanza patetico.
Così ci ritrovammo in un angolo a scambiarci qualche sporadica parole mentre alternavamo sorrisi a Nick.
La serata si movimentò quando Mirtilla cominciò a provarci con Hugo, non lo avevo mai visto così in imbarazzo ad essere sinceri. Non avrei nemmeno mai creduto che Mirtilla Malcontenta potesse diventare la più divertente compagnia ad una festa, ma come si dice, bisogna sempre aspettarsi l’inaspettato.
 
POV JAMES
Quella sera fummo io e Lucy a doverci dirigere verso la biblioteca per cercare, nella sezione proibita, i volumi che la Dama aveva consigliato a Roxanne.
Presi il mantello dell’invisibilità e aspettai Lucy davanti alla porta del suo dormitorio.
Appena uscì dalla parete di botti la avvolsi nel mantello assieme a me e ritornammo al piano di sopra.
Inutile dire che cercammo per quasi un’ora prima di trovare una pergamena tra l’elenco che ci aveva stilato nostra cugina. Va aggiunto che Helena non era certa che tutti quei volumi si trovassero ancora lì, soprattutto dopo la Guerra. Lei conosceva ogni singolo libro di quella biblioteca, ma dopo i danni che Hogwarts aveva subito, non aveva avuto il tempo di controllare cosa si fosse salvato e cosa fosse andato perso.
Verso mezzanotte decidemmo di interrompere la nostra ricerca e riaccompagnai Lucy al suo dormitorio dove la lasciai assieme al bottino (due volumi, una pergamena e un altro piccolo libricino).
 
POV DOMINIQUE (Beauxbatons)
Era completamente inutile sperare di trovare un luogo in cui si potesse stare da soli qui, fatto sta che per puro caso oggi pioveva, così mi diressi all’aperto. Mi sedetti sul cemento zuppo e, tenendo in mano l’ombrello azzurro che mi avevano fornito assieme alla divisa, mi misi a scrivere la lettera ai miei.
Non potevo inviare niente in Inghilterra, figurarsi ad Hogwarts, così ero costretta a scrivere a mio papà e lasciare che fosse lui a far arrivare, in qualche modo, le notizie a nonno Arthur.
Speravo, voglio dire, ero abbastanza certa che il buonsenso avrebbe tenuto la totalità degli studenti all’asciutto, ma ovviamente mi sbagliavo.
“Dominique!”
No, ti prego.
Mi voltai per scorgere quella piattola di Antoine Lemaire sotto al portone che mi correva incontro.
Sbuffai.
“Dominique, qu’est-ce que tu fais ici?” chiese.
“Antoine… ça va? ”
“Oui… ça va…” tentennò lui “mais qu’est-ce que tu fais sous la pluie?”
Sbuffai ancora.
Senza dargli una risposta mi alzai e lo seguii all’interno.
Che poi Antoine non era affatto un brutto ragazzo, un po’ pesante, continuava a chiedermi di uscire… ma aveva dei grandi occhi azzurri e i capelli di un biondo tendente al castano.
Appena entrammo nel castello ripeté la sua domanda. Gli risposi semplicemente che mi piaceva la pioggia. Ero stata abbastanza accorta da nascondere la lettere non appena mi ero accorta di lui onde evitare domane a cui non volevo rispondere.
 
POV ALBUS
Era estremamente tardi per ricevere posta, per questo, appena vidi il mio allocco poggiarsi sul davanzale della mia finestra con una pergamena legata alla zampa, mi sopresi alquanto.
Aprii ed una ventata gelida mi invase facendo lamentare Amadeus sdraiato sul mio letto. Presi la busta e premiai l’uccello prima di lasciarlo libero di andarsi a riposare nella gufiera.
La lettera era da parte di mio padre. Ero preoccupato, doveva avermela inviata di fretta, perché non aspettare il giorno dopo, altrimenti?
“Chi ti scrive?” chiese Amadeus senza alzarsi dal mio letto.
“Mio padre” risposi sedendomi sul bordo del materasso con la busta ancora chiusa tra le mani.
In quel momento Christian uscì dalla doccia reggendosi con una mano l’asciugamano attorno alla vita.
“Un po’ tardi per la posta, non credi?” fece notando la mia busta.
“E’ quello che stavo pensando anche io” risposi.
“Beh, aprila” mi intimò Amadeus e così feci.
 
Caro Albus,                                                                                                 
Scrivo a te perché la mamma crede che questa notizia potrebbe sconvolgere troppo Lily e non permettere a James di concentrarsi sugli studi (sono convinto che siano solo scuse… nessuno al mondo crederebbe mai che James studi, ma lei ha voluto che la inviassi a te, sii orgoglioso del fatto che ti reputa responsabile!) non vogliamo, poi, aggiungere ulteriori preoccupazioni a Teddy, come puoi ben capire. Volevo parlati di quello che sta accadendo ora. So che le notizie non arrivano mai complete a scuola e che difficilmente i professori vi avrebbero detto qualcosa rischiando di spaventarvi. Le cose sono strane al moneto. Strane dico perché non trovo un aggettivo più adeguato. Sembra che la stessa professoressa McGranitt, che io personamente ho provato a contattare già due volte, non voglia rispondere a nessuna delle lettere che riceve… perlomeno non da me o da Hermione o da Percy. Non voglio far pesare questo fardello sulle tue spalle, ma tu ed i tuoi cugini siete gli unici che possono scoprire ciò a cui noi non arriveremo mai. Non è da lei comportarsi in questo modo. Temiamo il peggio, ma speriamo per il meglio. Siamo tutti nelle vostre mani, gestisci bene queste informazioni, Albus e, per favore, distruggi la lettera, non si sa mai che venga trovata dalle persone sbagliate, ormai non siamo nemmeno sicuri che i gufi non siano intercettati. Aspetto notizie da te o altri. Con la speranza che stiate tutti bene, noi siamo preoccupati, ma in salute. Un abbraccio da parte di tutta la famiglia.
Harry
PS. La mamma vorrebbe sapere come sta Alice e le manda i suoi saluti.
 

Lessi la lettera per me, poi la rilessi ad alta voce per Christian e Amadeus.
Adesso ne eravamo certi: c’era qualcosa che non andava, e quel qualcosa era nascosto proprio qui ad Hogwarts.




Buongiorno cari, allora avevo caricato questo capitolo qualche giorno fa, ma poi mi è saltata la rete e tanti saluti. Io ero convinta avesse fatto in tempo ad aggiornare, invece no...
Beh, in ogni caso cercherò di essere breve e di riassumere tutto quello che ho da dirvi in poche parole:
1) Ho finalmente finito di scrivere e rivedere questa lunga storia (ad essere sincera la cosa mi rende un tantino triste e malinconica)
2) Questa sera partirò per la Grecia, quindi per tutta la prossima settimana non aggiornerò, vedrò quando torno se avrò la connessione o meno, ma con l'arrivo di settembre e l'inizio della scuola, spero di riuscire a pubblicare gli ultimi capitoli in tempi relativamente brevi.
3) So che il capitolo è davvero davvero corto, ma avevo bisogno di questo passaggio intermedio prima del prossimo che sarà BOOM.
4) La parte di Dominique l'ho scritta assieme ad una mia amica, lei è del Belgio, quindi abbiamo discusso tutto il francese e ho deciso di lasciare i discorsi il "lingua originale" come omaggio a questa splendida ragazza. Sotto vi aggiungo la traduzione.
5) Direi che l'ho già tirata fin troppo per le lunghe, quindi vi saluto. Leo





"Dominique, cosa ci fai qui?"
"Antoine... tutto bene?"
"Tutto bene...ma...cosa ci fai sotto la pioggia?"





ET VOILA'

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Capitolo 32
*** What's going on ?? ***


POV HUGO
“Senti, James, ma tu ti sei mai accorto che la professoressa McGranitt si sia comportata in modo strano?”
“Non so… forse quando ha parlato con Hagrid”
“Mh”
Ero sdraiato sul letto di mio cugino mentre questo era appena uscito dal bagno con i capelli ancora bagnati. Avevamo studiato insieme Pozioni nella Sala Comune di Corvonero e dopo eravamo saliti in camera sua, io a cazzeggiare, lui a farsi una doccia prima di scendere per la cena.
Albus ci aveva raccontato quella mattina della lettera che aveva ricevuto da suo padre ed era tutto il giorno che non riuscivo a pensare ad altro se non alla nostra insegnate di Trasfigurazione.
“Ti ricordi quando Roxy e Scorpius erano rimasti incastrati nella Camera dei Segreti?” chiesi a mio cugino mentre un pensiero cominciava a formarsi nella mia testa.
James annuì.
“Lei ha parato loro il culo malamente, dopo” finii.
“Intendi con Baston?” chiese.
Questa volta fui io ad annuire.
“Beh, è sempre stata un po’… come dire… dalla parte di Rox, come di suo padre e di zio Fred o dei Malandrini…?”
“Si ma… lei odia i ritardi” protestai.
“Stai dicendo che è colpa sua se sono rimasti chiusi là dentro?”
“No! Sto dicendo che… potrebbe anche essere… Magari ha sentito qualcuno di noi parlare di lei e…”
“Cavolo, Hugo, se fosse davvero così… voglio dire, sarebbero guai seri!” affermò James portandosi una mano alla testa e iniziando a grattarsi la nuca.
“Già” sospirai.
 
POV FRANK
Non so cosa volesse Molly da me, ma qualche giorno fa era venuta a dirmi che Lily le aveva detto che Albus aveva saputo da Fred che aveva sentito dire da Roxanne che Caleb, voglio dire quel Caleb le aveva chiesto di me ed ora si presentava qui con Caleb proprio mentre, ridotto come posso essere ridotto dopo due ore di Cura delle Creature Magiche, mi trascino verso la Torre di Grifondoro.
“Ciao Molly, C-hem-Caleb” partiamo bene devo dire…
“Dopo cena stavamo pensando ad un festino nelle cucine, niente di formale, solo un po’ di chiacchiere e della buona burrobirra… ci stai?” fece lei scoccandomi un sorriso malizioso.
Mi trattenni dal roteare gli occhi per le sue malcelate allusioni ad un eventuale appuntamento tra me ed il suddetto Caleb.
Che poi perché continuo a dire Caleb in questo modo.
“Ehm si… perché no?” risposi con un sorriso tirato.
“Bene!” esultò lei “ci sarà anche Caleb” fece indicando con il capo il ragazzo alla sua destra.
Sorrisi di nuovo poi spostai lo sguardo su di lui e notai che mi stava fissando ed arrossi… si può essere più imbranati.
L’ironia della sorte vuole pure che, fino all’inizio di quest’anno, ero convinto che mi piacesse Molly... ed ora mi trovavo in questa situazione.
Ah… che vita.
 
POV ROXANNE
No, non avevo per niente voglia di andare nelle cucine quella sera… le lezioni per Vitious mi stremavano ogni settimana di più, ma poi realizzai che ci sarebbe stato da bere e cambiai idea.
Ricordate quel buon proposito di non bere più?
Beh, era andato a farsi fottere. Per lo meno non mi ero più ubriacata, ma non assicuravo niente su quella sera, forse una bella sbronza era quello che faceva al caso mio.
Il mio cervello produceva lentamente questi pensieri mentre ero seduta sulla panca al tavolo di Serpeverde. Non avevo toccato nulla di quella squisita cena.
“Stai bene, Roxy?” mio cugino si accigliò vedendo che non avevo mangiato niente di niente.
“E’ stanca” fece Fred evitandomi la fatica di rispondere.
Quanto era premuroso mio fratello?
No, ok, ora stiamo esagerando… però è vero! Mio fratello è una casalinga profumata e premurosa che cucina torte di mele e cannella e mi porta la cioccolata di Mielandia quando ho il ciclo.
Miseriaccia Roxanne, riprenditi, per amor di Salazar!
**
Inutile dire che quella sera mi addormentai al tavolo con una pinta di burrobirra in mano, non avevo nemmeno fatto in tempo a bere abbastanza da diventare brilla… ero crollata addormentata appena cinque minuti dopo l’inizio del festino.
Fu Lily, il giorno seguente, a raccontarmi cosa era successo, di come Frank era scappato da Caleb e di come quest’ultimo c’era rimasto molto più che male, di come James si era ubriacato e Mia aveva dovuto accompagnarlo alla Torre fermandosi ben tre volte lungo il percorso per farlo vomitare e di come Hugo era stato preso a sberle dalla sorella di Lucas: Miriam Nott.
Insomma, me la sarei goduta alla grande, quella serata, se non fossi stata stanca morta!
Mi ero miracolosamente svegliata nel letto accanto a quello di Amadeus mentre Albus sembrava assente e nella camera c’eravamo solo io, Fred e lo stesso Flitt. Scoprii in seguito che mio cugino (del quale apparentemente avevo preso inconsciamente il posto facendo sì che Scorpius dovesse dormire nella stanza accanto) aveva passato la notte chez i Tassorosso assieme ad Alice.
Erano ormai le undici e mezza quando decisi di alzarmi. Non mi preoccupai del mio aspetto e mi diressi nella mia camera per fare una doccia.
Già… fare una doccia… bel proposito, ma finii a dormire nel mio letto fino a pomeriggio inoltrato.
 
POV ROSE
“Dov’è Roxanne?” chiesi a suo fratello vedendolo comparire solo nella nostra Sala Comune.
“Dorme” fu la sua risposta.
Mi accigliai.
“Come sarebbe?”
“Anche a me sembra strano che sia sempre così stanca, ma sarà per tutti gli impegni che ha preso per i crediti” fece scrollando le spalle, ma mi accorsi che era preoccupato.
Mi aveva raggiunto alla Torre di Grifondoro dove, assieme agli altri cugini, lo stavamo aspettando per discutere su questa idea che mio fratello e James si erano fatti riguardo alla professoressa McGranitt.
“Strano, sai?” saltò su Lily “anche Lucy ormai non fa altro che dormire”
“Strano davvero” sussurrò Hugo sospettoso.
Faceva strano non vedere tre teste bionde in mezzo a questo marasma rosso-bruno. Ormai non sentivamo i nostri cugini da settimane, non avevamo notizie del figlio di Vic, né delle strampalate uscite di Louis, né sapevamo niente di Dominique. Era passato già più di un mese da quando se n’erano andati e anche febbraio stava volgendo a termine.
Teddy ormai non sembrava nemmeno più teso, era quasi depresso. Poverino, lo capisco…
“Tornando a noi” James mi fece riprendere dallo stato di catalessi in cui ero caduta “noi, io e Hugo, crediamo che ci sia qualcosa che non va nella McGranitt” decretò il moro.
“Che cosa ve lo fa pensare?” incalzò Albus che era arrivato poco prima di Fred assieme a Teddy.
“Beh diverse cose” rispose il fratello “il voler licenziare Hagrid, il non rispondere alle lettere di mamma, l’aver rinchiuso Rox e Scorpius nella Camera dei Segreti…” cominciò a snocciolare il rosso.
“Cosa? Come fai a dire che è stata colpa sua?” lo interruppe Lucy sbadigliando.
“Li ha protetti davanti a Baston, secondo me era una strategia per liquidare la questione, poi la vittoria e tutto… sperava che la storia passasse nel dimenticatoio, come di fatto è successo” rispose James.
Mi stupii, da quando James, mio cugino James, James Sirius Potter era diventato così acuto?
L’amore doveva proprio fare strane cose.
Però, ripensandoci, non aveva affatto tutti i torti.
Un profondo silenzio accompagnò la sua spiegazione, il che mi fece pensare che anche gli altri stessero pensando ciò che passava per la mia testa.
“Beh, non c’è altro da fare se non tenerla d’occhio” concluse Fred.







Ora che sono tornata (poca gioia per il rientro a scuola) potrò finire di postare questa -very very- long.
Spero che l'idea di diversificare un pochino i punti di vista lungo la storia stia piacendo, perchè ho qualche altro capitolo improntato su personaggi diversi da Roxanne, ma vedrete andando avanti.
A questo punto spero di riuscire a postare una volta a settimana/ogni due settimane senza stabilire un giorno fisso.
Eh bon, vi lascio con un abbraccio.
Leo

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Capitolo 33
*** Piano A ***


POV FRED
Mi ero preso io la briga di organizzare i turni di spionaggio.
Ovviamente la cosa non andava fatta sapere a nessuno, nemmeno ai nostri amici più stretti il che era dura se si considera che ormai Rose e Christian non si lasciavano nemmeno un minuto e lo stesso valeva per James e Mia.
Le regole erano rigidissime: non potevamo entrare nel suo ufficio e rischiare di rimanere chiusi dentro o peggio, non potevamo seguirla se non con la Mappa del Malandrino o il mantello dell’invisibilità appresso. Non dovevamo per nessuna ragione destare sospetti.
Ci saremmo ritrovati una volta alla settimana per discutere delle questioni, ma la notizia aveva scatenato non poco panico tra i vari membri della famiglia. Come se ciò non bastasse, era chiaro che Lucy e Rox avessero qualcosa che non andava: arrivavano a sera talmente stanche da saltare la cena il più delle volte e nel weekend non riuscivano ad alzarsi da letto.
Quella sera il primo turno sarebbe stato fatto da Lily. Mi cugina aveva Trasfigurazione come ultima ora del giorno così, finita la lezione, avrebbe seguito la McGranitt sotto al mantello dell’invisibilità e avrebbe visto dove andava, nel caso si fosse rifugiata nel suo ufficio, Lily avrebbe dovuto aspettare fuori fino al momento della sua uscita.
Non sapevamo ancora bene come muoverci, non sapevamo se la donna agisse nel suo ufficio o da qualche altra parte, non avevamo idea di quello che stesse facendo, così, quella prima settimana, sarebbe stata di ispezione.
Lily, Hugo, James ed io ci eravamo suddivisi i giorni e gli orari.
Non potevo considerare né Roxanne, né Lucy e la cosa cominciava a diventare difficoltosa perciò quella sera chiesi una nuova riunione nella Stanza delle Necessità.
 
POV ROSE
Fred aveva chiesto una nuova riunione così, dopo cena, mi fiondai nella Stanza delle Necessità assieme a Molly.
Non appena fummo tutti dentro, la stanza si sigillò e divenne a prova di suono. Ne approfittammo, in primo luogo, per permettere a Lily di raccontarci cosa aveva saputo oggi e lei ci confessò che la McGranitt non aveva fatto altro che stare nel suo ufficio per tutta la serata fino all’ora di cena, quando era scesa in Sala Grande.
Quando fu il turno di Fred, egli ripropose la questione di Roxanne e Lucy, ovviamente assenti.
“Dobbiamo fare qualcosa!” esclamò alla fine.
“Si, Fred, ma cosa?” chiese Hugo guardando il cugino.
“Infatti, non sappiamo nemmeno cosa abbiano” gli diede man forte Molly.
Era una cosa strana da credere, ma Hugo e Molly ragionavano nello stesso identico modo.
“Dovremmo prima capire di che cosa si tratta” continuò sempre la rossa.
“E se ci volesse troppo tempo?” fece Al “secondo me, prima agiamo e meglio è”.
“Il punto è, Al, che non sappiamo come agire dato che non sappiamo che cosa abbia preso loro” spiegò Hugo.
Ne seguì un lungo momento di silenzio.
Teddy, che era rimasto in silenzio fino a quel momento, azzardò n’ipotesi: “E se usassimo la pozione polisucco?”
Alzai lo sguardo su Teddy senza capire che cosa intendesse dire e notai che anche gli altri avevano dipinta in volto la mia stessa espressione confusa. Un secondo dopo mi picchiai la mano sulla fronte.
“Ma certo! Teddy sei un genio! Perché non ci ho pensato io?” dissi sorridendo al mio cugino acquisito.
“Ehm… non è che voi due testoni vi degnereste di spiegare anche a noi comuni mortali?” fece Al sarcastico.
E poi aggiunse “James, tu sei un Corvonero… perché non hai capito di cosa stanno parlando?”
Il suddetto gli tirò un pugno sul braccio.
“Allora, le ipotesi sono due: A, Lucy e Roxanne sono solo estremamente stanche per via dei loro impegni (evidentemente opzione meno quotata per tutte le ragioni che non vi starò a ripetere), B, qualcuno sta facendo loro qualcosa” asserì il ragazzo con i capelli azzurri, quel giorno tendendo al verde mare.
“Quindi, se ho ben capito, Teddy intende usare la pozione polisucco per scambiare Lucy e Rox con altre due persone che dovranno percorrere la loro routine. Da lì trarremo le nostre conclusioni” terminò Rose scoccando un’occhiata a Teddy per assicurarsi di aver detto bene.
“Esatto! Infatti stavo pensando di procedere allo scambio durante le vacanze di Pasqua che quest’anno sono in Marzo per evitare che qualcuno si accorga della mancanza di uno studente o della presenza di due Roxanne o due Lucy, inoltre, tutte le attività extracurriculari saranno sospese perciò questo ci darà un grosso indizio riguardo la natura del loro problema”.
“Wow, ragazzi... Teddy, sei davvero un genio” soffiò Hugo completamente ammirato.
Il Tassorosso del settimo anno si illuminò e arrossì leggermente.
“Ora dobbiamo solo sapere se loro sono d’accordo” disse Lily.
“Hai ragione. Perché non le vai a chiamare” fece James rivolto a sua sorella.
Lily rimase per un attimo interdetta, poi si alzò brontolando maledizioni a suo fratello.
L’attesa non fu lunga e quando anche le ultime due ragazze ci ebbero raggiunto, spiegammo loro la nostra idea.
“Io ci sto!” asserì subito Roxanne.
Lucy non rispose, così Molly provò di incitarla, ma lei sembrava restia all’idea. Non trovando alcun’altra soluzione si rassegnò.
“Quindi… chi prenderà le mie sembianze?” chiese Roxanne.
“Posso farlo io, non avrei problemi a sembrare te” rispose James mimando Rox mentre si si muoveva i capelli facendo facce buffe.
“Goditi il mio corpo, Jamie” lei si mise a ridere e gli tirò uno spintone mentre il moro inorridiva a quelle parole.
“Serve qualcuno che per le vacanze teoricamente torni a casa” ricordai.
“Giusto” fece Molly “Teddy uno potresti essere tu” disse rivolta al ragazzo.
“E per l’altra?” chiese Rox “non può essere uno di noi”
“No, infatti” le diedi ragione.
“Alice!” propose Lily.
“No” scosse la testa Al “i Paciock tornano a casa per Pasqua, credo vadano in Galles dai nonni”
“Chi conosciamo disposto a tanto?” continuò la Potter.
“Beh, se Teddy si prende Lucy, Scorpius può fare me” proposi poco convinta.
“Non ci pensare nemmeno, chissà cosa ci farebbe con… miseriaccia che brutto flash” protestò Fred.
Noi scoppiammo a ridere.
“Beh, non vedo molte altre soluzioni” Hugo, per quanto disgustato al pari di Fred, dovette rassegnarsi all’evidenza.
Il serpeverde roteò gli occhi, sbuffò e poi si accanì sulla sorella “e va bene… ma lo terrò d’occhio!”









E' appena autunno e io sono già ammalata pf... questo mi porta a dormire più o meno tutto il giorno (motivo per cui ieri non ho aggiornato come mi ero programmata di fare).
Bon, non ho tanto da aggiungere a questo capitolo se non che spero non sia una cosa patetica. Mi è sorto il dubbio rileggendolo oggi dopo che l'avevo scritto mesi e mesi fa, mi sembra tutto un po' banale?? scontato??
Beh, i commenti li lascio a voi.
Io torno a fare il tuoi delle medicine.
Al prossimo capitolo cari.
Leo

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Capitolo 34
*** Il 'Piccolo Segreto' di Lucy Weasley ***


POV ROXANNE
Spiegai la situazione a Scorpius; lo dovetti fare io perché Fred a malapena riusciva a guardarlo mentre parlava con me.
Il biondo accettò e subito lui, Al e Teddy si misero a preparare la pozione polisucco.
Riuscimmo a portarla a termine in poco più di una settimana, lo so, in teoria ci vorrebbe un mese intero, ma va ricordato che mia zia si chiama Hermione Granger e che Lily è una totale disgrazia in pozioni. L’anno scorso mia cugina non era riuscita a prendere una sufficienza che fosse una, così, zia Hermione, si mise a darle ripetizioni e le svelò un paio di trucchetti davvero poco male.
Teddy fece piovere dentro alla sua pozione i due capelli che Lucy gli aveva concesso in modo sin troppo riluttante e Scorpius fece lo stesso con uno dei miei ricci.
La prima pozione assunse un colore giallo molto tenue che profumava di spezie, mentre la mia divenne bordeaux scuro ed emanava un odore di menta o liquerizia.
Scorpius e Teddy si scambiarono un’occhiata e poi bevvero il miscuglio.
Piano piano cominciarono a trasformarsi: Teddy divenne più basso ed i suoi capelli cominciarono a crescere fin sotto le spalle e da blu passarono per il viola fino a raggiungere il rosso tipico di mia cugina. La trasformazione di Scorpius fu, se possibile, ancora più sconvolgente… la pelle da chiara cominciò a diventare più abbronzata ed i capelli si arricciarono e scurirono al contempo fino a trasformarlo in un’esatta copia di me.
Lucy, dopo aver dato un paio di dritte condite con svariate minacce a Teddy, se la filò disgustata lasciando me, Fred, Teddy, James, Scorpius, Rose e Lily da soli. Gli altri cugini non erano potuti venire ad assistere alla grande trasformazione per non destare troppi sospetti, ma rimasero chi fuori dal bagno a far da sentinella e chi nelle vicinanze della McGranitt pronti a lanciare l’allarme nel caso in cui la donna avesse cercato qualcuno di noi o si fosse avvicinata troppo al bagno di Mirtilla Malcontenta.
“Allora?” mi chiese Scorpius avvicinandosi a me.
Era davvero strano vedere una me che mi parlava e si muoveva da sola.
“Non provare a baciarmi in queste condizioni” fu l’unica cosa che mi passava per la testa in quel momento.
Scorpius e gli altri si misero a ridere.
Lucy era stata abbastanza accorta da uscire dal bagno con la Mappa del Malandrino in modo da potersi dirigere in santa pace fino alla Stanza delle Necessità senza incontrare nessuno e lasciare via libera a Teddy aka Lucy #2.
Io mi coprii con il Mantello dell’Invisibilità e la raggiunsi.
Trovai mia cugina sdraiata su un divano con gli occhi chiusi semiaddormentata e decisi di imitarla. Questa cosa della pozione mi aveva messo addosso una certa stanchezza.
 
POV FRED
Ero deciso a non lasciare Scorpius (soprannominato Roxanne #2) da solo per un momento, così lo seguii nonostante le sue continue lamentele fino al nostro dormitorio assieme ad Al.
Gli altri erano partiti quella mattina, perciò la nostra camera era mezza vuota e Scorpius avrebbe potuto dormire con me e Albus.
Lo costrinsi ad aspettare che si ritrasformasse in Scorpius prima di potersi andare a lavare i denti e poi coricarsi ed il mattino seguente gli porsi una lista con una serie di abitudini di Roxanne condendo il tutto con ulteriori ammonimenti.
“Sei davvero insopportabile, Fred, anche per me” affermò mio cugino Al ancora sdraiato a pancia in su sul letto.
Io mi accigliai.
“Credevo che fossi dalla mia parte!” protestai.
“Lo sono, ma vedi di finirla qui, dopo trecento volte che ripeti che gli tagli i cosiddetti se solo prova a sgarrare, credo che abbia capito… anche uno scemo come Scorpius” rispose senza muoversi di un millimetro dalla sua posizione a stella marina.
“Come ti pare” borbottai “ma evita di usare il bagno mentre sei Roxanne e siamo a posto” dissi rivolto al biondo.
“Vuoi scherzare?” per poco gli occhi non gli uscirono dalle orbite “dimentichi, forse, che io devo essere Roxanne 24/7 d’ora in poi?”
“Se io posso tenerla per un’intera punizione di Gazza, tu puoi fare come ti ho detto” dissi e me ne uscii dal dormitorio sentendo a malapena la risata di Al.
 
POV SCORPIUS
Appena Fred uscì dal dormitorio mi presi dieci minuti buoni per tirargliene di tutti i colori. Al se la rideva come un matto, ma io non gli prestavo ascolto, avevo bisogno di sfogarmi e questo era tutto quello che potevo fare.
Quando ebbi finito, presi la boccetta contenente una porzione di polisucco e la bevvi. Immediatamente divenni Roxanne.
Infilai la divisa femminile e mi misi la borsa a tracolla, dentro di essa, tante boccette monoporzione quanto basta per arrivare alla pausa pranzo, quando sarei potuto tornare nella Stanza delle Necessità a prenderne altre.
“Sai, devo ammettere che la gonna non è poi così scomoda” affermai sedendomi a gambe larghe sulla panca del tavolo di Serpeverde per la colazione.
Albus rise di nuovo.
“Che c’è?” gli sputacchiai un po’ di uova strapazzate addosso.
Non era da me abbuffarmi, ma, a quanto risultava dalla lista di Fred (nonché dalla mia memoria) Roxanne non faceva spesso complimenti.
“Oh, niente” fece Al adocchiando le mie gambe.
Deglutii.
“Dico sul serio, sai! Dovrebbero fare dei modelli da uomo; certo, devi stare attento quando c’è vento, ma per il resto non è male… mi sento molto più libero” dissi prima di prendere un lungo sorso di succo di zucca freddo.
“Non lo metto in dubbio… ma forse è meglio se chiudi le gambe, principessina” rispose non riuscendo più a contenersi dalle risate.
Io arrossii.
Porco Salazar, che imbarazzo.
 
POV TEDDY
Odiavo ogni minimo particolare di questo assurdo piano con tutto me stesso.
A Scorpius andava anche fatta bene, lui non doveva andare a letto ad un’ora indecente e svegliarsi prima dell’alba per evitare di insospettire le sue compagne di stanza che, Tosca ti ringrazio, sarebbero partite domani sera.
Stavo salendo le scale verso la Sala Grande cercando di tirarmi giù quella maledettissima gonnellina che non voleva stare al suo posto e mentre la tiravo giù si alzava la camicia e se sistemavo la camicia la gonna andava fuori posto e io pregavo che almeno nessuno mi vedesse le mutande, che poi non erano le mie mutande, ma quelle di Lucy, no, cioè, le mutande erano le mie, ma il contenuto era di Lucy… beh, in ogni caso ero già schizzato di prima mattina.
La prima parte della giornata filò abbastanza liscia con Hugo che cercò di aiutarmi per farmi sembrare un pochino meno impacciato e poi me la filai in biblioteca, come da copione.
Stavo salendo le scale, sempre con la para delle mutande, quando sentii qualcuno chiamare il mio nome, cioè, non il mio, ma quello di Lucy. Ovviamente non ci feci caso, Merlino, Io mi chiamo Teddy, mica Lucy, ma poi realizzai e mi girai a vedere di chi si trattasse.
Lo scocciatore era Ashton Canon, un altro Tassorosso, il padre è un amico di Harry e io lo conoscevo di vista, ero amico di suo fratello.
“Hei, Lu, tutto bene?” chiese con in volto un’espressione preoccupata.
“Si…” cazzo, la voce! Devo fare la voce di Lucy! “si” ritentai andando in falsetto.
Patetico, ma il Canon sembrò non farci caso.
“Ti ho chiamata circa dieci volte, prima che ti girassi” continuò.
Mai provato con Teddy?” mi sfuggì, miseriaccia avrei dovuto cucirmi la bocca. Per fortuna proprio in quel momento Pix stava passando di lì cantando canzoni sconce a squarciagola e lui non riuscì a capirmi.
“Che?” chiese.
Oh, dicevo, sono un po’ distratta oggi
“Capisco” disse sorridendomi in un modo alquanto raccapricciante.
Si vede che io lo fissavo male perché scosse la testa e riprese a parlare immediatamente.
“Beh, io devo andare a spedire una lettere… ci vediamo dopo?” chiese timidamente.
Mh… si” feci sovrappensiero… Hogwarts è grande.
“Ok” disse e si protese verso di me stampandomi un bacio sulle labbra. Quando cercò di approfondirlo, io mi ritrassi.
“Che c’è?” chiese offeso.
Io non risposi, ma scappavi via a gambe levate.
Corsi a perdifiato fino alla Stanza delle Necessità e saltai addosso a quel piccolo mostriciattolo che porta il nome di Lucy Weasley.













Eccomi quiiiiii!!!!!
Sapete, mi dispiace che questa storia si stia pian piano concludendo... ok, mancano ancora più di dieci capitoli e l'epilogo ecc, ma insomma... ci siamo.
Ciò detto ci tengo a dire che questo capitolo mi piace parecchio, molto più di altri e poco meno di alcuni, ma ne sono abbastanza soddisfatta. Il prossimo sarà anch'esso riguardante il 'piccolo segreto' di Lucy.
Spero che la storia continui ad intrigarvi anche dopo 34 capitoli!
Per ora vi saluto.
A presto.
Leo

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Capitolo 35
*** Corvonero James e cambi di programma ***


POV TEDDY
“Miseriaccia! Sei diventato matto tutto d’un colpo?” mi abbaiò contro con la voce ancora impastata dal sonno.
“Io? Se c’è un matto qui di certo non sono io!” protestai.
“Allora deve essere Roxanne, perché io sto benissimo e a giudicare dalle tue azioni non sono troppo sicura di…”
“LUCY WEASLEY QUEL PERVERTITO DI CANON MI HA BACIATO!” le gridai in faccia mentre lei cercava di farsi indietro sprofondando nel divano.
 Anche la suddetta Roxanne, nel frattempo, si era svegliata.
La Weasley dannata non rispondeva, forse era andata in tilt, mentre quell’altra se ne stava seduta sul suo divano con un sorrisetto sulle labbra.
“Ehm” si schiarì appunto la voce “forse sarebbe meglio chiamare gli altri e vedere come portare avanti l’esperimento dopo questo ‘piccolo intoppo’” disse facendo le virgolette con le dita e senza togliersi il sorriso dalle labbra.
Mugugnai un sì di risposta che assomigliava più ad un grugnito che ad un vero e proprio sì e me ne andai a sedere all’altro capo del divano rispetto a Lucy.
“Chi va?” finalmente la tassorosso fece sentire la sua voce.
“Io no di certo…” dissi incrociando braccia e gambe.
“Che ore sono?” chiese Rox.
“Le due e mezza, perché?” risposi.
“Albus sarà qui a minuti, gli dirò di chiamare gli altri appena sarà arrivato” rispose.
Così, quando il serpeverde si presentò, fu immediatamente rispedito fuori a raccattare la combriccola.
**
Eravamo tutti nella Stanza delle Necessità, Roxanne #2 compresa, anche se lei stava tornando Scorpius proprio in quel momento, mentre io continuavo ad essere Lucy #2.
Solo ora compresi il perché del sorrisetto di Roxanne prima… doveva essere esilarante vedere una Lucy incazzata dare di matto e urlare addosso ad una Lucy in preda al terrore.
Purtroppo la mia situazione era tutt’altro che esilarante.
Interruppi il mio flusso di pensieri quando James prese la parola.
“Allora, perché siamo qui?” domandò.
“Teddy, Lucy… a voi” fece Rox guardandoci divertita.
“Oh certo!” dissi “comincio io e comincio esponendovi i motivi, o meglio, il motivo per cui mi ritiro dalla carica di Lucy #2” feci una pausa “questo motivo porta il nome di Ashton Canon che, per Merlino, non credo ne abbia colpa, il malcapitato, ma apparentemente si deve…”
Non riuscii a finire perché la ragazza mi interruppe.
“Ok, spiego io” fece stizzita Lucy e senza lasciarmi il tempo di protestare attaccò a raccontare.
“Io e Canon stiamo insieme… non so perché non ve lo avessi detto, ma questa era la ragione per cui non volevo prendere parte a questo tremendo esperimento” sospirò “non dite che non ve lo avevo detto, non dite che non mi ero rifiutata!”
“Lucy, cavolo, non potevamo sapere… se ce lo avessi detto avremmo potuto spiegarlo a Canon ed evitare il problema” fece Rose comprensiva.
“Avrei anche dovuto spiegarvi perché non ve lo avessi detto prima e il fatto è che non c’è una vera e propria ragione…insomma.”
“Capisco” fece la grifondoro.
“Scusate, io mi sono perso un pezzo” prese la parola Hugo “cos’è successo esattamente con Canon?” chiese.
Io avvampai e Roxanne scoppiò a ridere, Lucy non cambiava espressione da quando le avevo, diciamo, raccontato cosa era successo.
“Lui… ecco… mi ha scambiato per Lucy e… beh… mi ha baciato” confessai guardandomi i piedi.
Silenzio.
“Beh, dite qualcosa!!” sbottai guardandoli con gli occhi spalancati.
Molly sobbalzò.
“E ti è piaciuto?” fece Fred scatenando le risate di tutti.
Gli tirai un cuscino in faccia urlandogli che non c’era da scherzare, ma lui continuò a sghignazzare.
Placate le risa, Roxanne fece presente che fosse necessario trovare un sostituto per la tassorosso, o altrimenti, una scusa per far sparire Lucy dal castello.
Placate le risa James prese la parola: “Potremmo limitare l’esperimento a te”.
“Si… si può fare” rispose la serpeverde.
Si aprì un dibattito la cui conclusione fu proprio quella proposta da James.
Strano ma vero: quel testone finalmente cominciava a mostrarsi degno del titolo di corvonero che portava.
“Miseriaccia, James! Per sei anni ho creduto che il Cappello Parlante si fosse fumato il cervello a metterti in Corvonero e proprio per la fine del tuo settimo anno decidi di dargliela vinta?” chiese Fred dando voce ai mie pensieri.
“Beh, non ha tutti i torti” lo assecondò Rose e di nuovo si cacciarono tutti a ridere, questa volta accompagnati da me e da Lucy.
Così fu deciso che Lucy sarebbe tornata la sola ed unica Lucy, mentre Scorpius avrebbe continuato a fingersi Roxanne.
Ora restava una sola cosa da fare: liberarsi della pozione polisucco.
“Che ne facciamo di questa?” chiesi indicando le scorte abbandonate in un angolo della sala.
“Le buttiamo giù per il cesso?” propose Lily.
“Mh, Mirtilla Malcontenta potrebbe fare la spia” le ricordò Molly.
“Potremmo berla tutta e presentarci a cena come un branco di Lucy Weasley!” si eccitò James.
“Rettifico tutto quello che ho detto su di te, Jamie” fece Fred mentre cercava a malapena di trattenere le risate, Rose non ebbe nemmeno la forza di ridere e si limitò a fissare il cugino attonita.
“Potremmo semplicemente lasciarla qui, no?” propose Hugo.
“Intendi… perderla, lasciarla alla Stanza?” domandai.
“Si”
“Buona idea, mi piace!” asserì Al battendosi un pugno sulla mano.
“Anche a me, mi sembra sia la cosa migliore da fare” lo appoggiò sua sorella.





Ebbeh è Natale e non potevo non farvi un regalo, non credete?
(Lo so che è un capitoletto misero)
Ora vorrei solo specificare che amo James e non oserei mai contraddire le decisioni del Cappello Parlante, per quanto poco chiare a volte, ma mi sono sempre immaginata questo ragazzo un poì sciocco e impulsivo anche se estremamente intelligente e ho cercato di riprodurlo nelle mie storie.
Bon, direi che ci siamo.
Un bacione e al capitolo 36!
Leo

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Capitolo 36
*** Fuga da Beauxbatons ***


POV VIC
Era tarda notte ormai, qualcosa tra le due e le tre del mattino, non ricordo con esattezza.
Sentii un ticchettio sul vetro, l’unica cosa buona di Beauxbatons era che le camere erano singole, perciò non mi preoccupai di accendere la luce e far entrare la civetta di mamma.
Strano orario per la posta, direi.
Presi la busta con una crescente preoccupazione e la lessi sentendo il mio volto diventare sempre più pallido.
Non avevo tempo.
Dovevo preparare i bagagli in tre minuti esatti, poi catapultarmi fuori dalla scuola e fuggire.
Loro mi aspettavano al cancello, Louis e Domi, per quanto ne sapevo, avevano anch’essi ricevuto una lettera simile ed erano nelle mie stesse condizioni, ma non avevo tempo di andare a cercarli, così mi misi all’opera.
Scaraventai tutti i miei averi dentro al baule, una buona parte di essi era già lì dentro dato che mi ero categoricamente rifiutata di disfare i bagagli e ammettere a me stessa di essermi definitivamente trasferita qui.
Ingrandii l’interno del baule con un incantesimo che mi aveva insegnato zia Hermione, poi chiusi tutto e rimpicciolii il bagaglio in modo da poterlo far fluttuare innanzi a me con più comodità.
Corsi a perdifiato fino all’ingresso della scuola, mi fermai un attimo a controllare che ci fosse via libera e riuscii a scorgere Dominique che se la filava verso il cancello, di Louis ancora nessuna traccia. Purtroppo la lettera era stata chiara: non potevo preoccuparmi di loro o rischiavo di mandare all’aria l’intero piano.
Così corsi, corsi veloce fino al cancello.
Vidi dall’altra parte mamma, papà, nonno Arthur, Kingsley Shaklebolt e… Dominique ferita?
Probabilmente erano stati gli incantesimi che proteggono la scuola a farle del male quando è uscita.
“Mamma!”
Victorie, mon amour! Dacci il baule, poi usa il patronus. Noi ti solleveremo con un Wingardium Leviosa, ma devi tenere duro, se il tuo patronus scompare, l’incantesimo ti ucciderà…”
Ero terrorizzata.
“Dov’è Louis?” domandai.
Mamma scosse la testa.
“Non lo sappiamo… ma Victorie, tu devi fare in fretta, vite!”
Obbedii e spedii il mio baule dall’altra parte del cancello, poi evocai il patronus.
Una grande aquila spuntò dalla punta della mia bacchetta e rimase al mio fianco mentre mamma, papà, nonno Arthur e Kingsley Shaklebolt mi sollevavano muovendo le loro bacchette e mi facevano oltrepassare l’ostacolo che ci separava.
Nel momento in cui sfiorai la punta del cancello, un dolore lancinante mi colpì ogni millimetro del mio corpo, come se stessi andando a fuoco.
Non gridai, non potevo.
Atterrai e cominciai a contorcermi.
Mamma si chinò su di me e mi abbracciò.
“Fleur, sta arrivando qualcuno” sentii Kingsley avvertirci.
Alzammo tutti lo sguardo per vedere Louis che correva come un ossesso.
Fece giusto in tempo a raggiungerci quando una figura scura apparve al cancello.
Mio padre imprecò “ci hanno scoperti, Louis devi fare in fretta!”
Gli spiegò quello che poco prima mamma aveva spiegato a me, ma conoscevo le difficoltà che Louis aveva di evocare i patronus.
La figura, intanto, era scomparsa, probabilmente era andata a dare l’allarme.
Louis provò due, tre volte, ma niente.
Dominique si era un po’ ripresa e lo incoraggiava, ma anche quando la figura riapparve sulla soglia della scuola con al seguito cinque altre figure scure, Louis non era riuscito a compiere l’incantesimo.
I sei si avvicinavano sempre più e velocemente e tentarono di colpirlo con un incantesimo.
Solo in quel momento ci riuscì, evocò il patronus e noi eravamo pronti!
Lo sollevammo, ma proprio quando era per oltrepassare il cancello, proprio quando il suo corpo cominciò a percepire il dolore, le figure lanciarlo un contro incantesimo e tentarono di riportarlo dall’altra parte.
Dovemmo combattere, tenere duro.
Sentivo il sudore scendermi in tante goccioline sulla fronte e sulle tempie.
Sentii mia sorella gridare, ma non potevo girarmi, non potevo perdere la concentrazione.
Ci fu uno schioppo e Louis cadde… dalla nostra parte del cancello.
Si aggrappò alle sbarre per non cadere, ma le lasciò immediatamente e piombò a terra.
Subito papà lo prese per mano, mentre nonno Arthur afferrò me e Domi e ci smaterializzammo.
-
Con un tonfo atterrammo nella sala principale della Testa di Porco.
Il proprietario si fermò a parlare con Kingsley, mentre io mi precipitai da Louis, ancora a terra.
Stava tentando di non gridare, ma si contorceva da dolore.
Le sue mani sanguinavano ed erano piene di bolle e di scottature.
“Deve essere stato un incantesimo del cancello” ipotizzò papà.
“Adesso non possiamo farci niente, ci penserà Madama Chips” rispose nonno Arthur.
A quel nome scattai.
“Stiamo tornando ad Hogwarts?” chiesi eccitata.
Mamma mi guardò e percepii tristezza nei suoi occhi.
Sorrise.
“Vic… tornerete ad Hogwarts, ma non possiamo farvi frequentare le lezioni” disse.
“Dovrete rimanere nascosti” continuò papà “starete nella Stanza delle Necessità, i vostri cugini ancora non sanno niente, ci penserà il professor Vitious a riferire loro il messaggio”
“Non dovete dire assolutamente niente a nessuno, intesi?” mamma tornò a parlare “soprattutto alla professoressa McGranitt… gli altri vi spiegheranno meglio con calma, per adesso…”
Mamma ci abbracciò uno per uno e ci baciò sulle guance e sulla fronte.
Anche papà ci abbracciò, poi fu il turno di nonno Arthur.
Il proprietario della taverna ci condusse ad un quadro e lo fece aprire rivelando il passaggio segreto che porta alla Stanza delle Necessità, ad Hogwarts.
“Credevo che il passaggio fosse stato chiuso” disse Dominique.
“Si chiama Stanza delle Necessità ed è qui per aiutare, per dare a chi lo desidera ciò di cui ha bisogno… e noi abbiamo bisogno di questo passaggio segreto” risposi affascinata.
Mi infilai nel buco lanciando un ultimo sguardo a quattro che sarebbero rimasti là fuori.
“Voi dove andrete?” chiesi infine rivolta ai miei genitori.
“Staremo a Grimmauld Place… per adesso” fece papà.
Il proprietario allungò una ciotola con dentro del liquido viscoso a Luis e lui ci infilò dentro una mano alla volta.
“Buona fortuna ragazzi… siate prudenti” ci salutò nonno Arthur.
Avemmo giusto il tempo di rispondere prima che il quadro si chiudesse e noi tre ci trovassimo immersi le buio.
“Lumos”
La mia bacchetta si accese.
Percorremmo tutto il passaggio, camminammo per un tempo indefinito, poi, scorgemmo una porta di legno.
La spalancai.
Sorrisi.
“Bentornata ad Hogwarts, Victoire” sospirai sollevata.





E' Natale e siamo tutti più buoni (inoltre ho finalmente un pochino di tempo per rilassarmi e scrivere in santa pace) ragion per cui ho voluto farvi una sorpresa e postare subito questo capitolo!
Vorrei ringraziare di cuore tutti quelli che continuano a seguire la storia/che l'hanno aggiunta tra le preferite o tra le ricordate o che semplicemente ogni tanto fanno un salto a leggere gli ultimi capitoli.
Forse forse la settimana prossima partirò e non potrò pubblicare, ma certamente aggiungerò ancora qualcosa prima che questo sacro periodo di relax si esaurisca.
Un bacione
Leo

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Capitolo 37
*** Bentornati ad Hogwarts ***


POV LOUIS
Io e le mie sorelle eravamo seduti sui divani al centro della camera, non avevamo dormito quella notte e la Stanza non ci aveva preparato alcun letto ben sapendo che saremmo stati a chiacchierare in attesa dell’arrivo dei nostri cugini.
“DOVE DIAVOLO SONO????”
La voce di Roxanne ci raggiunse da fuori la Stanza.
Ci scambiammo uno sguardo d’intesa e meno di un secondo dopo erano entrati.
Una baraonda di cugini con vari amici irruppe nella Stanza delle Necessità inciampando e spingendosi gli uni con gli altri. Solo in seguito mi resi conto che erano stati accompagnati dal professor Vitious.
“MERLINO!” gridò Rose gettandosi addosso a me e abbracciandomi.
“Miseriaccia, Rose! Sto via per così poco tempo e tu già non ti ricordi più il mio nome?” risposi.
Ci mettemmo tutti a ridere e mia cugina mi strofinò i capelli affettuosamente.
A turno salutai tutti: James, Rox, Fred, Lucy, Lily, Al, Molly, Teddy e infine Hugo, quanto mi era mancato! Quanto mi erano mancati tutti quanti!
Avevano chiamato anche gli Scamandro, i Paciock, Mia Baston, i Canon, Clarisse Diggory e Margareth Finnigan con Viola Bones ossia le due compagne di stanza di Domi.
Salutai Ashton Canon felice di vederlo poi mi fermai a chiacchierare con lui sui match di Quidditch che mi ero perso.
Notai che Vic e Teddy erano ritornati uniti come una volta e la cosa mi fece estremamente piacere.
“Dobbiamo festeggiare!” esclamò Lily battendo le mani e richiamando l’attenzione su di sé.
“Certo! Organizziamo una festa questa sera” propose Alice dandole man forte.
“Perché non subito?” chiese James.
“Magari perché abbiamo lezione?” fece Molly guardandolo meravigliata.
“Che? Non è sabato oggi?” fece lui altrettanto meravigliato.
Io risi.
“È giovedì, James…” fece Lucy esasperata.
“E le lezioni cominciano tra esattamente cinque minuti, ho saltato la colazione per venire a salutarvi” disse Fred.
“Allora vada per stasera” accordò Vic.
 Dovemmo rispondere a parecchie domande quella mattina, spiegare che era una cosa estremamente segreta e che non potevano dire a nessuno dove fossimo.
 
 
POV FRED
“Psst, Rox” chiamai mia sorella sottovoce per non farmi sentire dalla professoressa Babbling di Rune Antiche.
“Che vuoi?” rispose lei altrettanto piano.
Le porsi un foglio, esso recitava ‘Lista per la festa di stasera’.
Mi guardò interrogativa.
“Dobbiamo sapere chi verrà, non accettare imbucati, capisci?”
“Giusto, hai ragione” rispose annuendo “butto giù qualche proposta, poi te la passo”
Fu il mio turno di annuire.
Mancavano quaranta minuti alla fine della lezione di Rune ed io e Rox li spendemmo a cercare di finire quella lista.
Ci riuscimmo ed una volta terminata la porgemmo a Lily per verificare.
“Per Godric! E chi hai intenzione di piazzare all’ingresso a far da buttafuori?” domandò la rossa.
“Oh, Lily cara, per questo non devi proprio preoccuparti” risposi offrendole il mio miglior sorriso.
 
 
POV LILY
PIX??? SEI SERIO??” gridai in faccia a quel senza cervello di Fred.
“Guarda che…” tentò.
NO! STAI AFFIDANDO LA VITA DI LOUIS, DOMI E VIC NELLE MANI DI UN PAZZO!” dissi gesticolando.
Fred sembrava spaventato.
Eravamo nella camera di Rose assieme a Rox e James e la prima stava annuendo convinta.
Schierati sul fronte di Fred erano, invece, gli altri due.
“Lily, andiamo, lo sai che Pix è sempre stato dalla nostra parte” la serpeverde tentò di persuadermi.
“E che probabilmente sa della McGranitt” la spalleggiò James.
Sicuramente sa della McGranitt” continuò Fred “altrimenti non si sarebbe mai e poi mai permesso di bombardarla con i petardi rumorosi”
Effettivamente non avevano tutti i torti riguardo all’argomento.
“Si, ma si tratta di una cosa di estrema importanza” protestò Rose.
“Vuoi che uno di noi si piazzi lì fuori dalla Stanza delle Necessità con la lista in mano?” chiese Rox scettica.
“Non sarebbe una cattiva idea…” rispose la grifondoro.
“Non attirerebbe assolutamente l’attenzione, vero?” protestò sarcastica Roxanne.
Rose roteò gli occhi.
Decisi di intervenire prima che scoppiasse una faida familiare. Rose e Roxanne erano una l’opposto dell’altra: Rose era Grifondoro, Roxanne Serpeverde, Rose era calma, riflessiva e profondamente dedita allo studio, Roxanne era impulsiva, scatenata e non si preoccupava di usare trucchetti di ogni tipo per mantenere una media rispettabile, Rose non giocava a Quidditch, non aveva mai fumato una sigaretta in vita sua e si svegliava ogni giorno alle 7 spaccate, Roxanne adorava il Quidditch, non si faceva scrupoli riguardo l’argomento nicotina e, in un mondo senza sveglie, probabilmente avrebbe potuto dormire tutta la sua vita senza rendersene nemmeno conto.
Insomma… erano davvero lo ying e lo yang del clan Weasley-Potter.
“Facciamo così” dissi “andiamo subito a parlare con Pix e vediamo come la prende”
Rose sbuffò scettica, ma, alla fine, accettò il compromesso: sarebbe stata lei a fare la lavata di cervello a Pix prima che gli fosse accordato l’incarico.
 
POV AL
Finalmente avevo la possibilità di passare un po’ di tempo con Alice.
Era da così tanto che non riuscivamo a vederci che a lezione e non è proprio il massimo stare con una delle ragazze più sexy di Hogwarts se puoi vederla solo mentre è seduta a prendere appunti di Trasfigurazione.
“Al?”
Mi voltai sentendola chiamarmi e le sorrisi.
La vidi aprirsi in un sorriso largo quasi quanto il mio mentre gli occhi le brillavano.
La presi per un braccio e la avvicinai a me baciandola mentre facevo scorrere le dita tra le sue ciocche castane.
La sentii staccarsi e fissare il suo sguardo nel mio; ancora una volta mi sorrise e sospirando a fior di labbra riprese a baciarmi.
Si staccò un’altra volta e non poté che sembrarmi strano così la fermai posando entrambe le mani sui suoi avambracci.
“Va tutto bene, Alice?” chiesi corrugando la fronte.
“Certo” sorrise ancora, ma non mi sembrava sincera.
“Sei sicura?” indagai.
“Io…” sospirò.
Chiuse gli occhi e li serrò stretti prima di voltarmi le spalle.
Eravamo sul ponte e la brezza le faceva svolazzare ciocche di capelli in ogni direzione.
Le posai una mano sulla spalla e la sentii tremare, sussultare. Stava piangendo.
“Alice…” tentai con calma facendo di tutto per celare la mia confusione.
Lei si voltò di scatto.
“Io ti ho tradita, Al” sputò, gli occhi pieni di lacrime e le guance arrossate e striate di umido.
Mi fermai con la bocca ancora socchiusa non sapendo cosa dire.
Abbassai la mano e chiusi la bocca.
Le sue parole mi avevano colpito come un pietrificus totalus e ancora non riuscivo a realizzarne a pieno il significato. Nel momento in cui lo feci, lei si voltò e scappò via verso il castello. Non cercai di fermarla, non la chiamai, me ne rimasi immobile a guardare il pavimento del ponte con il verde dell’erba sottostante che affiorava tra le travi di legno.







Buonasera cari!
Ho voluto pubblicare oggi per solidarietà a tutti quelli che riprendono le lezioni domani (e anche a quelli che hanno la sessione di esami che si avvicina).
Ne approfitto per ringraziare di cuore chi ancora mi segue e per farvi -in ritardo- gli auguri di buon anno.
Un bacione a tutti.
Leo

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Capitolo 38
*** Party di bentornato ***


POV ROSE
Albus mi aveva raccontato tutto ed io fremevo dalla voglia di vedere Alice per poterle dire due cosette.
Ovviamente aveva fatto sapere a Dominique che non ci sarebbe stata alla festa e che la sarebbe andata a trovare un altro giorno. Dubito che lo farà sul serio.
Camminavo avanti e indietro al centro della nostra camera aspettando che si facesse viva. I minuti passavano ed io ero sempre più convinta che lei non sarebbe arrivata, che avrebbe aspettato che io me ne andassi così che, quando sarei tornata a tarda notte, avrebbe potuto fingere di dormire e sperare che non la disturbassi.
Effettivamente, se io fossi stata nei suoi panni, avrei fatto lo stesso. Non è consigliabile mettersi contro una Rose Weasley incazzata ed io ero molto, moooolto incazzata.
Come aveva osato tradire Al? Lui era la persona di gran lunga più premurosa e dolce della famiglia; anche più di Louis se ci si impegna e con Alice era anche dieci volte più carino che con chiunque altro. Sono davvero curiosa di sapere che cazzo le è passato per la testa!
Ora calmai, Rose…
Ok, è anche vero che Alice non è una sgualdrina per questo da lei mai e poi mai me lo sarei aspettato e probabilmente sono sconvolta tanto quanto lo è Al al momento…
Sbuffai e decisi di fermarmi. Mi sedetti sul letto e mi presi la testa tra le mani. Ero troppo ansiosa, avevo bisogno di sfogarmi in qualche modo, di calmarmi, così presi in mano il mio diario e cominciai a scrivere furiosamente i miei sentimenti.
                                            
POV FRED
Al non aveva la minima voglia di festeggiare quella sera, non dopo quello che era successo con Alice. Era arrivato in dormitorio a passo lento, trascinando i piedi e si era gettato sul letto seppellendo la faccia nel cuscino, si era sfogato con me e poi aveva pianto. Albus Severus Potter aveva pianto per quella grifondoro che fino a pochi giorni fa reputavo un’amica, la ragazza di mio cugino e un innocua e dolce grifondoro. Albus e Alice erano la coppia del secolo, più innamorati di chiunque altro e invidiati da tutti. Persino io, devo ammettere, li invidiavo un briciolo. Non capivo come Alice avesse potuto fare una cosa simile e tantomeno perché lo avesse fatto.
Rose fu messa al corrente di tutto dallo stesso Al quando, poco dopo l’arrivo di mio cugino nella nostra camera, comparve per annunciarci l’orario della festa. Consolò Al con parole che solo la nostra Rose avrebbe mai potuto trovare, poi se ne andò a passo di carica diretta verso il dormitorio di Grifondoro, probabilmente con l’intento di strangolare la sua compagna di stanza: Alice Paciock.
Indossavo una camicia bianca e dei jeans, mi ero persino cercato di sistemare i capelli (con scarsi risultati) e mi ero appena allacciato le scarpe rigorosamente da ginnastica quando alzai lo sguardo su Al che si vestiva di malavoglia infilando un maglioncino leggero blu e, anche lui, un paio di jeans e di scarpe da ginnastica.
Me ne stavo seduto sul letto ad aspettare che uscisse dal bagno quando Scorpius, Lucas, Amadeus e Christian comparvero da dentro l’armadio che univa le nostre due camere.
Quella, in realtà, non sarebbe stata la mia camera, ma il bagno della mia camera era occupato, così ero venuto di qua per farmi una doccia e prepararmi. Appena uscito dalla doccia, avevo appena avuto il tempo di vestirmi che Al era entrato con un’aria da funerale dalla porta della camera.
“Allora, sei pronto?” domandai a mio cugino.
Lui annuì ed io mi alzai dal letto.
“Al, tutto bene? Hai l’aria di uno a cui è appena morto il gatto” Scorpius esibì il suo tatto da elefante in una gioielleria e ignorò bellamente i miei gesti da ‘stai zitto, coglione’, così Al fu costretto per la terza volta nel giro di una mezz’ora a rivivere la tremenda esperienza di essere mollato dalla ragazza che si ama senza una plausibile ragione e, come se ciò già non fosse abbastanza, di scoprire dalla stessa di essere stato tradito.
Probabilmente Scorpius si pentì amaramente di averglielo chiesto in quel modo, ma riuscì un minimo a tirare su il morale ad Al consolandolo con parole di conforto.
Finalmente riuscimmo ad uscire dalla camera e ad avviarci verso la festa: eravamo in perfetto ritardo.
 
POV TEDDY
Ero su di giri per questa serata, non vedevo l’ora di passare un po’ di tempo da solo con Victoire. Effettivamente sarebbe stata dura trovarsi un ritaglio di privacy ad una festa piena di gente venuta specificatamente per lei e per i suoi fratelli, ma avrei cercato di riuscire in questa missione.
Indossai la camicia azzurra che mi aveva regalato Harry lo scorso natale. Era un azzurro tenue che si intonava a quello più deciso dei miei capelli; mi piaceva che fossero di quel colore, gli occhi, invece, generalmente li ho sempre avuti neri.
James tornò a chiedermi per la sesta volta se, secondo me, fosse il caso o meno di indossare la cravatta ed io, per la sesta volta, gli risposi di no, ma alla fine se la mise comunque; in contrasto decise di indossare i jeans e delle scarpe comode “per non esagerare” disse… convinto lui.
“Allora sei pronto?” domandai sfinito.
Ci aveva messo una buona mezz’ora per vestirsi e pettinarsi, senza considerare la precedente doccia.
“Adesso sì, possiamo andare!” esultò trionfante uscendo dalla camera e un attimo dopo eravamo nella Stanza delle Necessità già gremita di gente.
Avvistai Victoire seduta a gambe incrociate su di una poltroncina color ocra mentre rideva assieme ai gemelli Jordan e a Frank Paciock. Immediatamente mi diressi verso di lei. Quando mi notò la vidi aprirsi in un sorriso che ricambiai senza accorgermene. Raggiunsi il gruppo e scambiai poche parole con Frank prima che Austin attirasse l’attenzione di tutti su di se.
“Beh, direi che è ora che io e Daniel ce ne andiamo. Frank, tu ti unisci a noi o rimani a reggere le candele?”
Scossi la testa.
“Oh, non c’è pericolo!” affermò subito il grifondoro del settimo anno e seguì i due gemelli lontano da me e da Vic.
Io mi sedetti sul bracciolo della sua poltrona e le avvicinai una mano al viso portandole una ciocca bionda dietro all’orecchio.
“Sono così felice di averti di nuovo qui con me”
“Anche io sono felice di essere tornata… anche se di nascosto” sbuffò lei, poi si avvicinò per baciarmi, mi sfiorò le labbra, ma, invece di approfondire, deviò verso il mio orecchio “vorrei che fossimo soli” sussurrò.
Non potevo essere più d’accordo.
“Anche io… ma posso accontentarmi” dissi e subito annullai le distanze tra me e lei e dopo tanto tempo passato a chilometri l’uno dall’altra, sembrava che, anche con quel bacio, non fossimo ancora abbastanza vicini.
Furono Hugo e Lily ad interromperci.
“Lascia un po’ di Victoire anche per noi, Teddy” Hugo spezzò l’incantesimo e mi costrinse a ritirarmi dalla mia ragazza.
“Allora, vogliamo sapere la verità” proclamò Lily sventolando in aria un bicchiere di quello che assomigliava pericolosamente ad un magic martini.
Io li guardai confuso tanto quanto Vic.
“Maschio o femmina?” domandò Hugo più schietto che mai.
Victoire sobbalzò e a me andò di traverso della saliva e cominciai a tossire come un forsennato. Rifiutai il bicchiere che Lily mi offrì con nonchalance e, dopo un attimo, mi ripresi.
“Io… io… non lo so ancora” Vic si allucinò e mi guardò con occhi sgranati “TEDDY, STO PER PARTORIRE E NON SO DI CHE SESSO SARA’ NOSTRO FIGLIO!” gridò in preda al panico.
In Francia aveva cercato di limitare le visite mediche al minimo e, dopo un certo periodo, le era anche stato proibito di lasciare l’accademia perciò veniva chiamato uno specialista che la visitasse nell’infermeria della scuola. Doveva essere tremendamente imbarazzante per lei e non fatico a credere che abbia cercato di far passare quei terribili appuntamenti il più in fretta possibile senza trattenere il medimago con delle domande.
“Rilassati, Vic. Non stai per partorire, c’è ancora… beh, non stai per partorire! Non adesso, almeno! E poi tanta gente aspetta il parto per scoprire il sesso del bambino, possiamo aspettare anche noi” come può una persona in preda al panico cercare di tranquillizzare un’altra persona che, oltre che essere in preda al panico tanto quanto la prima, è pure incinta?
Lily e Hugo si accorsero della bomba che avevano appena sganciato e tentarono di filarsela, ma lo impedii e, per cambiare discorso, domandai a Hugo come stavano andando le cose tra lui e Wilma Bones, una grifondoro del primo anno per la quale il rosso aveva una cotta tremenda.
Lily, sentendosi minacciata dall’argomento e non volendo che tirassi fuori il tema ‘Lorcan’ se ne stette zitta accanto ad Hugo, ferma con una statua dimenticandosi persino del suo martini.
 
POV ROX
La festa era già cominciata da quasi un’ora quando una Lily trafelata mi si avvinghiò al polso senza curarsi del fatto che stessi cercando di concludere un affare privato con Scorpius e mi raccontò di quello che le era appena successo con Vic, Teddy e Hugo.
Io scoppiai a ridere senza curarmi delle sue occhiate di rimprovero.
“Devi aiutarmi! Teddy me la farà pagare e sicuramente cercherà di mollarmi da sola con Lorcan” piagnucolò.
“Non sarebbe poi così male, voglio dire, almeno riuscirai a fargli capire che gli muori dietro” espressi la mia opinione che sfortunatamente non fu accolta con calore da mia cugina.
“Roxaaaaanneeeee!!!!! Deve essere lui a fare il primo passo, e poi divento imbranata quando gli sono vicina…”
Lily si stava comportando in modo strano. Di solito non era affatto timida, ma con Lorcan arrossiva più del dovuto, a parte quello, non avrebbe mai fatto storie al semplice pensiero di parlargli a tu per tu come stava facendo ora. In aggiunta al suo comportamento insolito percepivo un odore pungente di alcol e quando notai il bicchiere che stava tenendo in mano feci due più due
“Lily, è un magic martini quello?” domandai alludendo al bicchiere.
“Mh si” fece lei e colse l’occasione per prendere un altro sorso della bevanda.
“Per la miseria! Lo sai che diventi sempre brilla con il magic martini? Mi sono impegnata a preparare questa festa senza che mancasse niente: ho comprato della burrobirra, del whiskey incendiario, del punch, del mojito scintillante, della jillwater, c’era di tutto, di tutto! E tu ti prendi un magic martini!” la rimproverai.
“Direi che le sgridate non sono il tuo forte, stai rimproverando una tredicenne per aver bevuto del martini e non del whiskey”
La sua risposta mi lasciò un attimo senza parole.
“Non è questo il punto. So che non ti ubriachi con il whiskey”
“Ma io non sono ubriaca!” protestò.
“No? Guarda Lily, c’è Lorcan laggiù” dissi.
“DOVE? NASCONDIMI ROX!” gridò.
“Lo vedi! La Lily sobria si sarebbe sistemata i capelli e gli avrebbe lanciato uno sguardo sfuggente, magari gli avrebbe anche sorriso… sicuramente non si sarebbe nascosta”
Questa volta fu lei a rimanere senza parole.
“Mh… vado da Dominique allora” borbottò e si avviò verso l’altro capo della sala con il broncio stampato sulle labbra.
Poco dopo mi raggiunse Lorcan.
“Hei Rox! Dov’è andata Lily? Era qui con te fino ad un attimo fa…”
“Ah, è andata da Dominique, avevi bisogno di qualcosa?” domandai guardandolo con aria indagatoria.
“Ehm” il ragazzo si portò una mano alla nuca e si guardò intorno imbarazzato “volevo parlarle” rispose vago.
“Forse non è la serata giusta. Sai, Lily è un po’ su di giri per il ritorno dei nostri cugini e… beh, lo sai com’è fatta, no?” cercai di farlo desistere per il bene di mia cugina.
La rossa mi doveva un favore, oh si!






E finalmente ci siamo! Un capitolo di una lunghezza quantomeno decente (vi confesso che ho avuto l'idea di tagliarlo in due, ma mi sono trattenuta eheh).
Finalmente vediamo tutta la famiglia godersi una sana spensierata serata (o quasi... non si può dire proprio lo stesso di Al).
Bah, sto cercando di diventare meno prolissa in questi commenti, perciò vedo di togliere il disturbo in fretta.
Ringrazio chi ha aggiunto la storia alle seguite/preferite/ricordate e chi semplicemente se la legge con gusto.
Un bacio e alla prossima!
Leo

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Capitolo 39
*** Comportamenti sospetti ***


“Mamma ci ha mandato una lettera” annunciai a mio fratello quando, a colazione, mi sedetti accanto a lui al tavolo di Serpeverde.
Fred stava mangiando uova strapazzate con formaggio e bacon e sorseggiava tè freddo al limone. Seduto in bilico sulla panca, dietro di lui teneva la borsa colma di libri e pergamene e accanto al suo piatto una mappa di astronomia che stava ripassando le l’imminente lezione.
“E…?” domandò dopo aver deglutito un enorme boccone di uova.
“È meglio se ne parliamo in privato” dissi alludendo ai due ragazzi del settimo anno seduti di fronte a noi.
Lui aggrottò la fronte e prese un sorso di tè, poi raccolse la mappa e, senza finire la sua colazione, si avviò fuori dalla Sala Grande seguito a ruota da me.
Ci fermammo nella vecchia aula di trasfigurazione al pianterreno e gli passai la pergamena con su scritte le parole di nostra madre.
 
Cari Rox e Fred, sarò breve e concisa, ma quello che ho da dirvi è di estrema importanza, quindi prestate attenzione.
Dovevo venire ad Hogwarts a Febbraio per consegnare il nuovo ordine di bolidi che era stato fatto da Madama Bumb, ma il mio appuntamento è stato rinviato ad Aprire e, proprio ieri, una nuova lettera mi è giunta e mi comunicava l’annullamento dell’ordine.
Questo fatto è estremamente sospetto, credo che la professoressa McGranitt che di solito mi accoglie al castello ed alla quale consegno direttamente i carichi, non voglia ricevermi.
 Inoltre Harry mi ha confidato che sono giunte al ministero denunce di aperte dichiarazioni da parte di alcuni sostenitori di Voldemort. Onestamente non so quanto questo possa avere a che fare con tutto quello che sta accadendo tra le tre scuole, ma gli allarmi specificano che i sostenitori fanno frequente uso di pozione polisucco per tenere celata la propria identità.
Non voglio allarmavi inutilmente, ma credo che qualsiasi informazione sia utile per trovare una possibile pista da seguire.
Aspetto vostre notizie.
Un bacio
Mamma
Ps. Io e papà stiamo bene, grazie per la lettera che hai spedito la scorsa settimana, Fred, vi prego di continuare a tenerci al corrente di qualsiasi cosa vi succeda e sono molto orgogliosa di voi!
Congratulazioni a te, Rox per la tua E in Difesa Contro le Arti Oscure e a entrambi per gli ottimi risultato che avete raggiunto nel Quidditch, so che porterete la squadra alla vittoria.
Papà vi allega delle caramelle e qualche altro aggeggio diabolico del suo negozio e vi saluta anche lui.
Ci mancate molto.
 
“Pozione Polisucco, dice?” fece Fred rivolgendomi un’occhiata preoccupata dopo aver letto la lettera un paio di volte.
“Già…”
“Mi sa che dobbiamo fare un salto da Mirtilla Malcontena”.
 
POV ROSE
Avevo visto Alice sì e no cinque volte da quando aveva rotto con Albus e quattro delle quali era stato a notte fonda quando mi alzavo a fare pipì e lei era nel suo letto che dormiva con le tende aperte come sempre.
L’ultima era stata stamattina a colazione, ma non appena mi aveva vista al tavolo di Grifondoro, non era nemmeno entrata nella Sala Grande, aveva fatto dietrofront ed era corsa via.
Ah, ovviamente la vedevo anche a lezione, ma con i G.U.F.O. e tutto, di certo non mi sarei mai sognata di lanciarle un send it rischiando di far perdere punti a Grifondoro se un professore se ne fosse accorto solo per dirle qualcosa che sicuramente non sarebbe stato abbastanza per esprimere tutti i miei dubbi ed il mio stato d’animo a riguardo.
Sbuffai e affondai il cucchiaio nello yogurt alla fragola che mi ritrovavo davanti.
“Non sono ancora riuscita a beccare Alice” sospirai con Viola.
Viola Bones era una tassorosso del mi stesso anno che spesso veniva al tavolo di Grifondoro per mangiare assieme a me ed ad Alice, beh, ultimamente per mangiare con me…
Lei sgranò gli occhi.
“Si… la mattina si sveglia all’alba e sparisce prima che la mia sveglia suoni, fa colazione prima di me e in classe si siede in ultimo banco sempre vicino a qualche casinista… e io non starei mai in un posto simile… a pranzo non l’ho vista nemmeno una volta e a cena neppure. La sera in Sala Comune non c’è mai e non è né nel parco né in biblioteca, perlomeno non quando ci sono io, poi, quando vado a dormire, lei non è mai in camera e se la notte mi sveglio la trovo nel suo letto. Deve essere esausta per portare avanti questa routine considerando che la mia sveglia suona alle 6:40 e di solito non spengo la luce prima delle 11:30” raccontai alla bionda.
Lei sgranò gli occhi per la seconda volta e prese un sorso di latte.
“Nemmeno io sono più riuscita a scambiare una parola con lei” rispose.
Io scossi la testa e Viola fece lo stesso.
“Non so davvero cosa fare” sopirai.
Lei mi passò una mano sulle spalle e non disse altro. Questo è uno dei motivi per cui adoro Viola, lei non spreca parole inutili quando non ce n’è bisogno, lei c’è ed è la sua presenza di amica che conta.
 
POV MIA
“Perché mi vuoi mollare?” me ne stavo seduta al tavolo di Grifondoro a leggere la gazzetta del profeta quando un grido disperato alle mie spalle mi fece sobbalzare.
James se ne stava piantato dietro di me con le mani protese in avanti e lo sguardo allarmato.
“James…?” alzai un sopracciglio.
“Cos’ho fatto di sbagliato? C’è qualcun altro? E’ quel Tassorosso con il naso grosso vero? Lo sapevo che ti andava dietro… Cosa c’è Mia, non sono abbastanza per te?”
“James taci!” non trovai parole migliori per frenare quella processione di domande che sgorgava senza sosta dalla bocca del mio forse-dovrei-dire-ex-ragazzo. Almeno funzionò.
“Io non voglio lasciarti, chi ti ha messo in testa questa storia?” chiesi confusa.
A queste parole il suo viso si rilassò e si piegò ad abbracciarmi. Mi considero fortunata ad avere ancora tutte le costole intere.
Quando tornai a respirare notai Joseph Canon alle sue spalle che se la rideva a crepapelle con Teddy Lupin e sospirai.
“James… davvero dai ascolto a quei due marmocchi?” feci scettica.
Lui arrossì leggermente.
“Scusami un secondo, tesoro” fece.
Merlino… quel ragazzo era davvero strano e giuro su Godric che gli avrei spezzato il collo se avesse provato un’altra volta a chiamarmi tesoro.
“VOI DUE CRETINI FIGLI DI UN TROLL, LA PROSSIMA VOLTA CHE MI FATE UNO SCHERZO DEL GENERE VI FACCIO MANGIARE LA MERDA DI IPPOGRIFO, IO…”
Ancora una volta sobbalzai, ma le grida del moro furono interrotte dal professor Vitious.
“Signor Potter!” sbraitò indignato l’ometto “la prego di contenersi! E stasera ci vediamo nel mio ufficio…”
A quel punto Joseph e Teddy risero ancora più forte e James non poté fare altro che sedersi ringhiando contrariato.
Strano, però, la professoressa McGranitt era seduta proprio là accanto a Vitious, ma non aveva dato il minimo segno di disturbo alle grida sguaiate di James. Non era affatto da lei.
 
POV JAMES
“Ti è andata bene che sei in punizione da Vitious e non dalla McGranitt, perlomeno” Joseph si rivolse a me ignorando il mio malumore e per un momento dimenticai la brutta mattinata.
“Hai ragione. Non è da lei ignorare tali comportamenti. Di solito mi avrebbe fatto finire in guai seri” riflettei.
“Effettivamente mi sarei aspettato qualche reazione in più da lei, invece se n’è stata seduta là a leggere la Gazzetta senza nemmeno alzare lo sguardo sulla Sala” aggiunse Teddy.
“Non mi piace questa cosa” affermai.
 
POV ROX
Camminavo al fianco di Fred diretta al bagno delle ragazze infestato da Mirtilla per chiederle se, girando per le tubature del castello, non si fosse per caso imbattuta in della pozione polisucco.
“Sarà meglio che le parli tu… diventa scorbutica quando sono in tua compagnia” feci a mio fratello un attimo prima di aprire la porta del bagno.
Questi sbuffò sonoramente, ma avanzò per primo.
Entrammo fino ad arrivare al rubinetto centrale che conduce alla camera dei segreti, luogo in cui sicuramente non avrei più messo piede in vita mia, e ci guardammo attorno per un attimo.
“Mirtilla, sei qui?” provai.
Il fantasma emerse dal suo gabinetto preferito sorridendomi, ma la sua gioia di vedermi scomparve quando notò Fred al mio fianco. Gli volò accanto ignorandomi bellamente e lo salutò.
“C…ciao Mirtilla io, ecco, dovrei chiederti una cosa” cominciò mio fratello visibilmente in imbarazzo.
“Dimmi pure, tesoro” fu la risposta che si beccò.
“Ehm… non è che hai notato della Pozione Polisucco nelle tubature ultimamente?” deglutì mentre Mirtilla si avvinghiava al suo braccio e posava la testa sulla sua spalla.
Devo dire che fu veramente difficile per me trattenere le risate, ma non potevo mandare a monte la spedizione, così tentai di contenerle.
“Mh Pozione Polisucco dici? Che c’è stai seguendo le orme di tuo zio Harry, Fred? Vuoi sapere se hai lasciato tracce che ti possano incriminare agli occhi della McGranitt?” domandò il fantasma maliziosa.
“NO! Nono, io stavo solo…”
“Comunque sia, si. Proprio ieri ho notato della Pozione mentre attraversavo le tubature ai piani alti”
Fred mi scoccò un’occhiata di intesa e io lo incitai a proseguire con l’interrogatorio.
“E com’era?” chiese.
“Mi fa piacere sentirtelo chiedere, perché era davvero particolare. Il colore era esattamente quello del sangue e lo stesso vale per la consistenza e l’odore. Un odore così forte che riuscivo a percepirlo quasi per davvero. Secondo me apparteneva ad un assassino!”
“Un assassino? Ma non ci sono assassini ad Hogwarts!” mi lasciai sfuggire.
Lei mi guardò con astio e rispose seccata: “E come credi che sia morta io? Annegandomi da sola in un gabinetto?”
Zittii all’istante. Non che la sua affermazione avesse poi molto senso dato che era stato un Basilisco ad ucciderla e dubito che il Signor Basilisco, che tra parentesi era morto stecchito e giaceva rinchiuso nella Camera dei Segreti, facesse uso frequente di Pozione Polisucco; l’altra opzione era Voldemort… un altro morto stecchito. In ogni caso optai per il silenzio.
“Capisco” fece Fred “beh, ora devi scusarci, ma abbiamo lezione e dobbiamo proprio andare. Ciao Mirtilla” Fred se la svignò senza degnarsi di aspettarmi e questa si gettò nel suo gabinetto prima ancora che riuscissi a salutarla.




Hola! Finalmente stiamo volgendo alla fine *sig* ed i nostri protagonisti stanno via via cominciando a capire cosa c'è dietro a tutto questo casino.
Questo era solo un breve capitolo di passaggio, ma vi prometto che il prossimo sarà moooolto interessante!
Un bacione
Leo

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Capitolo 40
*** "Nuovo Weasley" in arrivo! (pt.1) ***


“Ho tenuto d’occhio tutti i nostri maggiori sospettati e nessuno che abbia mai bevuto un sorso di niente” affermò Al sconsolato.
Eravamo seduti in camera di Fred: io ed Albus sul letto di mio fratello, gli altri chi in piedi chi sui bauli e chi sui baldacchini per discutere delle ultime novità.
“Sicuramente non vogliono farsi notare, non prendono la pozione in pubblico per non destare sospetti” azzardò Sydney.
“Sicuramente, ma allora come possiamo fare per smascherarli?” domandò Amadeus.
Nessuno rispose; nessuno aveva una buona risposta a quella domanda.
Scossi la testa e mi rovesciai sul letto.
“Sono convinto che sia la McGranitt” se ne uscì mio fratello.
Io lo guardai attonita.
“Ma si, insomma… tutte quelle storie su di lei e il suo comportamento strano. Non si è nemmeno arrabbiata con James l’altro giorno in Sala Grande!”
Non aveva affatto torto, la McGranitt si comportava in modo strano ed era il nostro sospettato numero uno, ma non avevamo prove per muovere alcuna accusa nei suoi confronti.
“Ma non abbiamo nessuna prova” Scorpius diede voce ai miei pensieri.
“Questo vuol dire che dovremo trovarla” rispose Fred imperterrito “sabato, dopodomani, ci sarà la partita: Corvonero contro Grifondoro e lei sarà presente. Andremo a controllare nel suo ufficio”
“Serve la parola d’ordine e noi non la conosciamo” gli feci notare.
“Non se ci arriviamo… volando”.

POV LOUIS
“Sapete, sono stufo di stare rinchiuso qui dentro… non c’è nulla da fare tutto il giorno ed io muoio di noia”
“Ti capisco, ho già fatto tutti i compiti che mi ha dato Rose, anche quelli per la settimana prossima” soffiò Dominique annoiata al pari di me e Vic.
“Oh oh…”
Mi voltai a guardare Victoire.
“Che c’è”
“Oh no, nonononono, non può succedere adesso!” si lamentò Victoire posandosi una mano sulla pancia.
“VIC CHE COSA STA SUCCEDENDO?” gridò Dom allarmata.
Avevamo tutti capito che cosa stesse succedendo, ma nessuno di noi voleva averne la conferma.
“STO PARTORENDO” gridò la bionda in preda al panico.
“Chiama la mamma” mi ordinò Dom.
“Io…”
“LOUIS HO DETTO CHIAMA LA MAMMA!”
Capii che era meglio non contraddirla e afferrai l’accendino di Dom mentre lei mi ordinava di non abbandonare Vic e che sarebbe andata a chiamare aiuto.
James ci aveva lasciato il mantello dell’invisibilità nel caso una qualsiasi emergenza ci avesse costretti a dover lasciare la camera o a dover chiamare aiuto, così Dominique lo afferrò e si catapultò fuori.
Gli unici al corrente della nostra presenza al castello erano Vitious, i ragazzi che avevano partecipato alla festa e Madama Chips che ogni tanto veniva a controllare Victoire.
Domi andò a chiamare James e Teddy che fortunatamente avevano lezione di erbologia assieme. Il piano era di spedire James a dare l’allarme agli altri, mentre Teddy sarebbe corso a chiamare Madama Chips e Domi sarebbe tornata qui da noi.

POV JAMES
Eravamo nella serra numero uno ad ascoltare il Professor Paciock che parlava delle piante acquatiche. Ovviamente io e Teddy eravamo il più lontano possibile dall’insegnante e prestavamo abbastanza attenzione da non dover essere richiamati, ma niente di più.
“Ragazzi”
Un bisbiglio proveniente dalle nostre spalle ci fece sobbalzare.
“Sono Dom”
Miseriaccia… sicuramente non erano buone notizie quelle che ci stava portando la corvonero.
“Ehm... forse è meglio se venite alla Stanza”
“Cosa sta succedendo?” chiese Teddy allarmato.
“Lo vedrete presto” rispose.
“No, Dominique, devi dirmelo ora!” protestò il tassorosso.
“Ok” sospirò “Vic sta partorendo”
“CHE COSA????” le nostre urla destarono l’attenzione generale.
“Shhhhh” fece Dominique.
“Ehm, professore, io e Teddy ci siamo appena ricordati di aver dimenticato i guanti in dormitorio…” dissi.
“Non servono i guanti per le alghe, James” bisbigliò Teddy, ma Neville sembrò cogliere al volo la nostra necessità di andarcene e ci lasciò liberi.
Sia lodato il professor Paciock.
Usciti dalla serra ci dirigemmo a passo di carica verso il castello.
“Tu, James devi andare a chiamare gli altri, mentre io tornerò alla Stanza, non mi piace stare qui fuori… Teddy devi chiamare Madama Chips poi correre da noi, tutto chiaro?”
“Chiaro!” rispondemmo all’unisono.
All’ingresso ci dividemmo nelle tre direzioni; io corsi ad avvisare Molly che aveva saltato la prima ora perché aveva la riunione tra i caposcuola e la beccai nel corridoio della biblioteca a riunione appena terminata.
Lei rimase imbambolata un secondo, poi cominciò a correre verso la Stanza; sarebbe prima passata da Lily. Lily aveva pozioni con il professor Lumacorno il quale, oltre ad avere un debole per Molly (come per tutti noi Weasley-Potter) avrebbe creduto alla scusa di ‘sono caposcuola’ di mia cugina e le avrebbe lasciate andare.
Io, invece, corsi da Hugo che aveva lezione con il professor Vitious: un altro che lo avrebbe lasciato uscire senza storie.
Rimanevano Fred, Albus e Roxanne che credo avessero Babbanologia e che erano in troppi perché riuscissi a portarli via dalla loro lezione e Rose che aveva Trasfigurazione con la McGranitt ed era quindi molto più che off limits.

POV LOUIS
Mamma era arrivata in un batter d’occhio, il professor Vitious aveva lasciato aperto il Camino del suo ufficio per permetterle di presentarsi all’occorrenza. Lei si fece accompagnare da nonna Molly che, oltre a conoscere meglio il castello, non si sarebbe mai e poi mai persa il parto di Victoire.
A metà strada incontrarono Madama Chips con Teddy e ci raggiunsero tutti assieme. Fortunatamente non incontrarono nessuno e ciò non creò il diffondersi di sospetti e domande sul perché Fleur Delacour (che doveva essere in Francia) fosse ad Hogwarts assieme a Molly Weasley.
Quando entrarono si gettarono letteralmente addosso a Victoire, ma Madama Chips fece valere il suo ruolo di guaritore e li fece allontanare in modo da poter visitare mia sorella. La fece sdraiare sul divano e le diede una medicina per calmare il dolore.
La fronte di Vic era imperlata di sudore e il suo petto si muoveva su e giù ad una velocità impressionante mentre faceva grandi respiri. Mi metteva l’ansia assistere a tutto questo.
Arrivarono Molly e Lily e dopo poco anche Hugo, mentre James dovette aspettare la fine della prima lezione per raccattare anche Roxanne, Fred, Albus e Rose.
Quando arrivarono anche loro Victoire sembrava stare un po’ meglio, forse le medicine avevano funzionato.
Madama Chips decise che tutti noi eravamo troppi e che Vic aveva bisogno di più privacy perciò eresse un separé e ci costrinse ad aspettare al di là delle tende. Gli unici ai quali era consentito l’accesso erano Teddy, Fleur e nonna Molly. Di tanto in tanto Rose o soprattutto Lily facevano capolino e si sentiva Madama Chips sbuffare sonoramente. Molly e Dom, dalle quali mi sarei aspettato più partecipazione, erano invece sedute immobili con lo sguardo fisso sul pavimento e sussultavano ad ogni lamento di Victoire.
“Quanto ci vorrà?” domandò ad un certo punto Hugo.
“Potrebbero volerci anche nove ore” gli rispose sua sorella.
“CHE COSA?” gridò il tassorosso.
“Calmati Hugo, cosa credevi che fosse una passeggiata?” lo rimproverò Rose.
“No ma… avrei detto che so, due tre ore massimo”
La rossa scosse la testa e lasciò perdere. Io mi avvicinai cautamente a lei.
“Dici davvero che ci vorranno nove ore?” le chiesi con un tono di voce il più basso e calmo possibile.
Lei sembrò non agitarsi e mi rispose con altrettanta calma: “Magari non nove, ma sette, sei”
“Io dico che ce ne vorranno non più di otto” saltò su Fred.
“Apriamo le scommesse? Cinque Galeoni che tra non meno di sei ore Victoire ci sforna il marmocchio” la finezza di James è sempre stata disarmante.
Fortunatamente sua madre arrivò assieme allo zio Harry e a papà esattamente due secondi dopo la sua meravigliosa affermazione.
“Victoire te la farà pagare per questa” gli sussurrò Molly all’orecchio, la quale sembrò per un momento riprendersi.
Papà e Ginny furono ammessi nel privé creato da Madama Chips, ma dopo un quarto d’ora papà era già uscito e si era venuto a sedere accanto a me.
Per l’ora di pranzo erano arrivati zio Charlie e nonno Arthur, mentre i restanti componenti della famiglia non ci avrebbero raggiunti prima del pomeriggio.
Nessuno di noi aveva davvero fame, ma spedimmo Lily e Rose a procurarci qualcosa da mettere sotto ai denti. Assieme a loro andai io per accertarmi che non si facessero beccare dato che erano alquanto distratte al pensiero di Vic. Andammo fino alle cucine e facemmo scorta di succo di zucca, acqua minerale, biscotti, pane, patate arrosto e un po’ del bacon che era avanzato da stamattina; poi ritornammo alla Stanza. Non fu facile controllare quelle due da sotto al mantello dell’invisibilità soprattutto per via del fatto che non mi diedero ascolto una volta e fu solo una fortuna che nessuno sentì Lily quando si lasciò sfuggire un “spero che sia una femmina”.







Good evening people! Come state? So che non aggiorno da tanto, troppo tempo, ma abbiate pazienza, ve ne prego!!!
Per ora vi lascio con questo nuovo capitolo ed il nuovo piccolo weasley che sta quasi per fare la sua comparsa.
Un abbraccio e a presto!
Leo

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Capitolo 41
*** "Nuovo Weasley" in arrivo! (pt.2) ***


Ero seduta su di uno sgabello con le gambe accavallate e facevo dondolare il piede, intanto mi guardavo attorno. Eravamo rinchiusi nella Stanza delle Necessità da questa mattina, là fuori il professor Vitious e Neville facevano di tutto per non far notare la nostra assenza e quella di Madama Chips e lo stesso valeva per i nostri compagni, per i pochi che sapevano di Vic, Dom e di Louis. Dopo così tanto tempo tappati qui a non far niente sentivo la noia uccidermi, ma mi aiutava guardarmi intorno: era divertente osservare tutti i presenti. C’era chi si annoiava come me, chi era troppo ansioso per staccare lo sguardo dalle tende che ci dividevano da Vic, chi alternava risate a lacrime e questo spettacolo mi bastava per ammazzare un po’ la noia.
Guardavo zio Bill passeggiare avanti e indietro e poi andarsi a sedere accanto a Louis il quale si alzava a sua volta per passeggiare avanti e indietro ripercorrendo i passi di suo padre, poi si andava a sedere al suo posto dando il cambio allo zio Bill.
“Consumerete il pavimento voi due” sbuffava Dom, la quale era appena passata dallo stato di trance in cui si era trovata nelle precedenti ore ad un’ansia pari solo a quella di Teddy. Il suddetto tassorosso si era mangiato tutte e dieci le unghie delle mani e ora era passato al polsino della camicia a scacchi che indossava aperta sulla maglietta a maniche corte. I capelli gli ricadevano flosci sulla fronte e passavano da un color cenere al giallo intenso ogni volta che sentiva Vic lamentarsi. Quando poi si stufava di aspettare fuori ed entrava al di là della tenda, ne usciva con dei ricci color rosa intenso che erano destinati e ritornare grigi nel giro di una ventina di minuti.
Fred, accanto a me, mi indicava spesso zia Audrey che, assieme a Rose e a Lily fantasticava sul bambino o sulla bambina e di tanto in tanto scoppiava in un pianto che coinvolgeva anche le due ragazze.
Noi due non riuscivamo a trattenere qualche risata nel vedere il degrado in cui era caduta la stanza e lo stesso valeva per Lucy che se la rideva senza troppe preoccupazioni insieme a nostro padre il quale era periodicamente ripreso da mamma o da zia Ginny.
La situazione si fece più drastica quando Vic entrò in travaglio e a quel punto, nel sentirla urlare così forte, non mi veniva più tanta voglia di ridere. Teddy, Dom, zio Bill, Molly e Louis si precipitarono dentro assieme a Audrey, Rose e Lily, ma mentre le ultime tre furono cacciate fuori da Madama Chips in persona, Louis, zio Bill e Teddy non resistettero e furono costretti ad andarsene di propria volontà dopo cinque minuti. Un attimo dopo li seguì Molly.
Non so quanto tempo passò, ma fu straziante. Le urla di Victoire erano così forti che zio Harry e mamma dovettero lanciare degli incantesimi acustici sulla stanza e ripeterli più volte. Fortunatamente, dopo quello che sembrò un secolo, si sentì un pianto talmente acuto da rompere i timpani. Scattammo subito tutti in piedi e zia Fleur uscì dalle tende con le lacrime agli occhi annunciandoci che si trattava di una bambina.
Tra le grida di gioia generali percepii forti e chiare quelle di James e di mio fratello che esultavano con Al e Hugo per aver avuto la rivincita sulla scommessa del sesso del bambino. Hugo e Al avevano indovinato quello di Neil, ma questa volta erano stati Fred e James ad indovinare che si sarebbe trattato di una bambina ed i tre Galeoni che avevano dovuto cedere al serpeverde e al tassorosso tornarono loro indietro. Zia Ginny decise di ignorarli, per questa volta, mentre Hermione ripromise a Hugo che ne avrebbero ‘parlato con più calma’ il che non preannunciava nulla di buono. Per fortuna di Fred, mamma non se ne accorse, invece papà gli scompigliò i capelli e quello fu tutto.
“Adesso voglio vederla” feci rivolta a Teddy quando anche lui si affacciò dalla tenda con un sorriso pari al mio stampato in viso.
Come a rispondere alla mia richiesta Madama Chips fece cadere la tenda che ci separava da Vic e dalla nuova arrivata e tutti ci precipitammo verso di loro.
Rimasi incantata a guardarla, era davvero bella, di solito i bambini appena nascono sono tutti uguali e assomigliano a delle patate bruciacchiate, lei invece era bella, paffuta e non piangeva più di tanto. Quei pochi capelli che aveva in testa erano di un color verde chiaro il che ci fece immediatamente intendere che avesse ereditato le capacità da metamorfomagus di Teddy, ma gli occhi erano di quell’azzurro chiaro tipico dei tre fratelli Delacour e di Fleur.
“Allora come la volete chiamare?” fece nonna Molly tirando su con il naso.
“Noi… avevamo pensato a Dora” rispose Ted timidamente.
“Dora? È meraviglioso!” esclamò Fleur “è un nome deciso, so già che la piccola si farà rispettare”
“In realtà è stata un’idea di Molly” fece Vic con un filo di voce.
La ragazza scoppiò in lacrime annuendo e raccontò di quel giorno in cui avevamo proposto i nomi per il loro bambino.
Un attimo dopo si fece avanti zia Hermione assieme a zio Ron. Lui era il padrino di Victoire e vedere la sua figlioccia partorire un nuovo membro del clan Weasley lo aveva fatto emozionare davvero molto. Zia Hermione passò alla neomamma un pacchettino avvolto in della carta color argento con una piccola coccarda che casualmente era di un verde molto simile a quello dei capelli della piccola Dora.
Vic ne fu entusiasta e lo scartò con le mani tremanti. Si trattava di un piccolo carillon con un orsetto che vi girava al centro muovendo le zampe e la bocca mentre una canzoncina allegra si diffondeva dalla scatola.
“Noi non sapevamo se fosse una femmina o un maschietto e… è solo una piccola cosa” le parole di zia Hermione svanirono nel nulla quando la piccola Dora, sentendo quel suono, si mise a ridere.
“Grazie mille, Hermione, grazie Ron” Ted li ringraziò calorosamente, poi fu il turno dei nonni di porgere un pacchetto bianco.
Molti di noi non avevano avuto il tempo di agguantare i regali che avevamo comprato per Dora, ma il giorno seguente, Vic e Teddy erano già ricoperti di mille pacchetti e pacchettini, scatole e ceste varie.
Era stato deciso che per quel primo periodo Vic sarebbe stata a scuola così che Madama Chips potesse tenerla d’occhio, poi sarebbe andata alla Tana anche se ciò comportava qualche rischio. Teddy, invece, sarebbe rimasto a scuola gli ultimi mesi e avrebbe raggiunto sua figlia e Victoire dopo gli esami.
Ero andata assieme a Fred e Molly nella Stanza delle Necessità per aiutare ad impacchettare tutti i regali ricevuti in modo che Victoire avrebbe potuto portarli con sé alla tana. Era una mare di roba! I nonni le avevano regalato un ciuccio ed un biberon e glieli avevano portati proprio ieri, mentre oggi avevano spedito un altro pacchettino, sempre bianco, contenente una coperta fatta ai ferri con sopra la lettera D in pieno stile Weasley. Dalla Francia i nonni di Vic avevano mandato un ciondolo con sopra incise le lettere D.L. Dora Lupin e anche la nonna di Teddy aveva optato per un gioiello: un braccialetto. Io e Fred avevamo comprato un sonaglio per bambini, tanto per crescerla immediatamente con l’idea che fare confusione sia una cosa divertente, mentre Lily, Rose e Dom avevano fatto scorta di vestiti. Non sapendo ancora di che sesso fosse il piccolo avevano comprato bavaglini e calzetti di colori vari.
L’unico problema per Teddy e Victoire, adesso, erano i soldi: nessuno dei due lavorava e, è vero, Teddy appena finiti gli esami aveva un posto assicurato al San Mungo grazie alle raccomandazioni che gli aveva fatto Madama Chips ed al tirocinio che gli aveva permesso di fare, ma mancava ancora qualche mese e, in ogni caso, il suo stipendio non sarebbe di certo stato dei più alti. Assolutamente non era abbastanza per portare avanti una famiglia. Per questo motivo, credo, tutti regalammo giocattoli e vestiti alla piccola Dora e Victoire e Teddy ne furono entusiasti. Clarisse Diggory, l’amica di Vic, le aveva regalato dei bellissimi fermagli per capelli che mia cugina non vedeva l’ora di far indossare alla sua bambina, mentre Hugo e Louis, sotto il consiglio di zia Hermione, le avevano comprato un peluche a forma di drago che era piaciuto forse più a zio Bill che a Dora stessa. Lei, però, lo aveva subito stretto a sé e aveva preso a succhiarne un orecchio.
Nel giro di un’oretta avevamo sistemato tutto in modo che fosse comodo per Fleur e Bill, quando sarebbero arrivati, portare tutto alla Tana. Non fu particolarmente piacevole soprattutto se consideriamo che dopo che Ted se n’era uscito con la frase “ma voi due ragazzi non dovreste studiare pe i G.U.F.O.?” Molly prese ad interrogarci su tutto il programma di tutte le materie che seguivamo io e Fred con la scusa che questo sarebbe servito anche a lei e a Teddy come ripasso e a Victoire per tenersi allenata dato che avrebbe dovuto dare l’esame pure lei, non di tutte le materie, ma per adesso era in pari sia con Incantesimi che con Rune Antiche e stava ripassando Pozioni per poter dare anche quel M.A.G.O..
Così fui costretta a ripetere gli ingredienti del distillato della morte apparente circa cinque volte prima che Molly fosse sicura che io me li ricordassi da qui alla fine dei miei giorni. Ad essere sincera a Fred andò peggio, dato che gli toccò la prima guerra contro i Goblin, argomento del terzo anno che ciao che io me lo ricordavo. Onestamente, le possibilità che quella domanda fosse nei G.U.F.O. si aggirava attorno al 10% mentre le possibilità si riducevano a 2% se parliamo dei M.A.G.O.
 
POV ROSE
Dopo più di una settimana ero riuscita ad incastrare Alice. Albus ormai l’aveva presa persa, capendo che lei non aveva assolutamente voglia di rivolgergli la parola, lui non andava a cercarla, ma io non avevo intenzione di mollare. Così riuscii a trovarla mentre uscivamo dall’aula di Pozioni e la incastrai. Era la prima volta che non riusciva a filarsela non appena la campanella suonava e solo perché il caro vecchio Lumacorno le voleva fare i complimenti per il compito ben riuscito e non si accorgeva di quanto la ragazza stesse fremendo.
“Rose, sul serio…” tentò la mora.
“No, bel coraggio che dimostri e dire che ti chiamano grifondoro” la attaccai.
No, Rose, questo non è il modo giusto di comportarsi.
Presi un bel respiro e ricominciai.
“Ti porrò una sola domanda, ma a quella dovrai rispondere”
Lei annuì visibilmente riluttante.
“Perché?” chiesi.
Alice prese un enorme sospiro, poi, con una smorfia, cominciò a raccontare.
“A Natale ero rimasta un paio di giorni in più a scuola per finire un progetto di Aritmanzia e una sera nel dormitorio abbiamo fatto un festino. Io me ne stavo per i fatti miei poi mi si è avvicinato Lawrence Chapman del sesto hanno, hai presente?”
Io annuii.
“Ecco… e ha iniziato a parlarmi e io ero confusa. Non avevo bevuto e davvero non so dirti cosa mi sia preso… mi sentivo confusa e alla fine è riuscito a convincermi e l’ho seguito fuori dal dormitorio. Lui mi ha baciata e mi sono resa conto in quel momento di quello che stavo facendo così l’ho allontanato, ma lui ha ricominciato a parlarmi e non ho potuto farci niente. Mi ha baciata ancora, ma non siamo andati oltre, te lo giuro, Rose!”
Qualcosa nella mia mente scattò a quelle parole.
“Aspetta, dici che ti parlava?”
“Si… io…”
“PER GODRIC, QUELL’ESSERE SCHIFOSO” sbottai.
Alice mi guardava senza comprendere la mia reazione.
“Seguimi, andiamo da Albus”
“NO!” protestò “hai detto che dovevo rispondere alla tua domanda e l’ho fatto, ora ti prego di lasciar…”
Le tappai la bocca quando notai una figura poco lontano da noi.
“Shh” le intimai.
Non può essere. Non ci voglio credere… dietro all’angolo che porta verso le cucine c’è niente meno che la professoressa McGranitt. La donna si guarda intorno e per fortuna non si accorge di noi, poi, dalla tasca del suo mantello, estrae una boccetta d’ottone e ne beve un sorso. Quando fa per richiuderla una goccia del contenuto cade a terra senza che lei se ne accorga ed il colore è evidentemente rosso sangue.
“Dobbiamo andarcene, Alice.” Affermo e la prendo per un braccio trascinandola su per le scale, lontano dai sotterranei.




Hola!! Bene bene, arriva la primavera e a me viene nostalgia di Harry Potter, così ritorno a leggere (e a pubblicare).
E niente, vedremo come va a finire questa storian della McGranitt...
Leo

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Capitolo 42
*** Una buona notizia (finalmente!) ***


POV ROXANNE
Eravamo in camera di James, nel dormitorio di Corvonero per organizzare l’intrusione nell’ufficio della McGranitt del giorno seguente quando Rose entrò come una furia tenendo Alice stretta per un braccio. L’apparizione delle due grifondoro lasciò Albus interdetto e quando Rose cominciò a parlare, pure io rimasi confusa per un momento.
“Sappiamo cosa sta succedendo. Lo abbiamo visto con i nostri occhi, io e Alice, proprio adesso, nei sotterranei” se ne uscì.
“Che cosa?” chiese Molly.
“La pozione polisucco, sappiamo chi è ad usarla… cioè non chi la usa, ma in chi si trasforma
“Chi???” insistette Molly.
“È la McGranitt” confessò.
L’affermazione lasciò tuti di stucco, e fu Fred a rompere il silenzio generale.
“Ve l’avevo detto io!”
“Quindi… la spedizione di domani è annullata?” domandò Albus.
“Al contrario” risposi io “credo che adesso sia ancora più importante portarla a termine con successo di quanto non lo fosse prima”
“Ma se già sappiamo che si tratta di lei, cosa ci andiamo a fare?” chiese Lily.
“Non andiamo più a cercare la Pozione, andremo a cercare degli indizi che ci possano indicare di chi si tratta” risposi.
“Allora chi va?” chiese Lucy tagliando corto.
“Andrò io” si propose James.
“Ti accompagno” si aggiunse Rose.
Alice continuava a starsene accanto alla rossa visibilmente a disagio e anche Al non sembrava particolarmente rilassato.
“Quindi è deciso: James e Rose andranno nell’ufficio, io, Lily, Roxy, Molly e Al staremo allo stadio per tenere d’occhio la McGranitt o chi si nasconde sotto le sue sembianze e per non destare troppi sospetti, Lucy e Hugo aspetterete all’entrata nel caso vedano arrivare qualcuno di noi o la McGranitt stessa e Teddy, tu starai fuori dall’ufficio per avvisare James e Rose in caso di pericolo” riassunse Fred e tutti annuimmo.
“Beh, allora direi che adesso posso andare a letto” fece Lily “sono esausta”
“Ah! Aspettate! Mi ero dimenticata…” la fermò Rose “Al, so cos’è successo ad Alice: è stata incantata”
“CHE COSA?” sia Al che Alice la guardarono con gli occhi sgranati, un po’ come tutti in quel momento.
“Le vostre gomme” questa vola si rivolse a me e a Fred e tutto mi fu chiaro.
“CHI E’ IL FIGLIO DI…” Fred saltò su più incazzato di Dom quando Louis le tagliò i capelli per scherzo.
“Chapman” rispose la rossa.
“Io lo faccio a pezzi” commentò mio fratello.
“Potreste spiegare anche a me?” chiese Alice, l’unica che apparentemente non aveva ancora capito cosa stava succedendo.
“Vedi, Roxanne e Fred hanno brevettato delle gomme da masticare magiche. In pratica mentre la mastichi ti permette di ottenere delle abilità, per esempio puoi parlare un’altra lingua, o qualsiasi cosa dici appare vera all’interlocutore o diventi capace di cantare meravigliosamente… nel tuo caso, la gomma conferiva all’incirca gli stessi poteri che possiedono le Veela. Chapman ti ha parlato e tu sei caduta nel suo incantesimo. L’effetto svanisce a poco a poco assieme al sapore della gomma, per questo tu ti sentivi confusa e facevi tutto quello che lui voleva ogni volta che apriva bocca. Quando stava zitto, ti riprendevi e, alla fine, la gomma non ha più avuto effetto e tu sei tornata in te” Rose parlò con calma e con un sorriso che si allargava sempre di più sulle sue labbra.
“In pratica non è stata colpa tua, Alice” fece Lily sorridendo anche lei.
Gli occhi della mora si puntarono immediatamente su Albus, fece per aprire bocca, ma non disse niente.
“Forse è meglio lasciarli soli…” suggerii e tutti noi lasciammo la stanza.
 
POV ALBUS
Ero confuso dagli ultimi avvenimenti, la storia della McGranitt mi aveva lasciato con parecchi dubbi e avevo intenzione di scrivere una lettera a papà al più presto… e poi questa rivelazione di Rose.
Ero felice: ciò significava che Alice non mi aveva tradito, lei era in qualche modo la vittima.
“Al, io ti giuro che non ne sapevo niente” cominciò lei senza riuscire a guardarmi in faccia e tenendo il viso mezzo coperto dai capelli.
Io mi avvicinai a lei e le presi le mani.
“Non è affatto colpa tua. Se quello che Rose ha raccontato è vero, tu sei totalmente innocente e Chapman sta per avere una brutta sorpresa”
Lei sorrise e alzò lo sguardo quel po’ che mi bastava per incontrare i suoi occhi castani.
Quanto mi era mancata la sua presenza, la sua vicinanza, il suo profumo ed i suoi capelli.
Mi avvicinai a lei e la strinsi a me.
“Non lasciarmi” bisbigliò.
“Non lo farò mai”.
 
POV LILY
Con Alice che era tornata assieme a mio fratello, mi sembrava che la pace nel mondo fosse stata ristabilita e che l’universo fosse ritornato al suo ordine naturale. Rimaneva ancora da farla pagare a quel vermicolo putrido di Chapman, ma a quello ci avremmo pensato con calma: per ora la cosa più importante era far sì che Rose e James non venissero accoppati in modo brutale.
Roxanne e Fred pensarono di bruciare la ricetta delle gomme da masticare al potere di Veela, ma conservarono le altre. Quel giorno spedirono anche una lettera ad Angelina, come facevano ogni settimana, ma non le rivelarono ciò che avevamo scoperto. Ora che avevamo la certezza di essere sotto tiro, non volevamo correre alcun rischio. Avremmo avvertito zio Bill e zia Fleur quando sarebbero venuti a prendere Victoire e Dora e loro avrebbero pensato ad avvertire gli altri. In particolare papà e zia Hermione che erano a capo del dipartimento degli Auror e stavano seguendo la cosa dei sostenitori di Voldemort avrebbero dovuto indagare più a fondo.
Il problema, ora, era anche trovare la vera Minerva McGranitt, ma a quello ci avrebbe pensato zio Ron: era lui che guidava le squadre di ricerca e che procedeva nelle spedizioni sul campo.
Me ne stavo tornando alla Torre di Grifondoro assieme a Rose quando ricordai di aver lasciato la mia copia del Cavillo in camera di James. Avvisai Rose e tornai indietro da sola. Camminavo spedita per non fare tardi e sforare il coprifuoco. Non potevo permettermi di essere messa in punizione il giorno seguente. Giunsi all’entrata della Torre di Corvonero e lì mi bloccai, i corvonero non avevano una parola d’ordine per entrare nel loro dormitorio, ma bisognava risolvere un quesito che il battente a forma di corvo formulava. Io ero una frana in queste cose, ero troppo impulsiva e rispondevo sempre la cosa sbagliata.
Fortunatamente mi raggiunse un corvonero del primo anno che, troppo intimidito per dirmi qualcosa, lasciò che lo seguissi dentro. In fretta acciuffai la rivista e feci per tornarmene fuori quando qualcuno mi fermò.
“Dove corri, Lily?” la voce di Lorcan attirò la mia attenzione e, appena rossa in volto, mi voltai sorridendogli.
“Devo proprio andare, domani c’è la partita e non voglio rischiare di essere messa in punizione” sorrisi ben sapendo che la frase avrebbe colpito nel segno. Lorcan giocava nella squadra di Corvonero come cacciatore, suo fratello era portiere.
“Verrai a fare il tifo per me, non è vero, Lily Potter?”
“Come potrei non farlo”
Rimase un momento in silenzio a contemplarmi, come se volesse dire qualcosa, ma poi non lo fece e scosse la testa.
“Allora a domani, piccola Lily. Sii puntuale” disse e mi scossò un bacio sulla fronte.
Questo, questo era quello che odiavo di Lorcan. Lui mi trattava come se fossi la sua sorellina, non come se fossi una ragazza cresciuta che ci stava provando spudoratamente con lui dalla bellezza di due anni.
 
**
POV ROX
Mi stavo dirigendo verso il campo da Quidditch accompagnata da Fred, Albus, Molly e Lily con le mani che mi sudavano. Non la smettevo di contorcermi i capelli finché Lily non mi riprese, esasperata, intimandomi di smetterla o che mi avrebbe rapata a zero.
“Dove ci sediamo?” domandai.
“Direi che potremmo metterci nella tribuna dei Corvonero… d’altra parte nessuno di noi è qui per tifare Grifondoro, no?” fece Al.
Lily tossicchiò.
“Oh” se ne uscì suo fratello “Allora… mi sa che tu dovrai andare tra i Grifondoro. Fred potrebbe venire con te!”
Così mio fratello lasciò me e Al assieme a Molly sulla tribuna dei Corvonero e se ne andò verso quella Rosso-Oro assieme a Lily.
La partita fu davvero avvincente, ma non riuscivo a prestarvi attenzione e, soprattutto, il mio compito era quello di tenere d’occhio la McGranitt e non quello di godermi un sabato allo stadio.
Roxy, Albus!!!” Molly ci tirò due gomitate nelle costole che, perlomeno a me, non fecero respirare per una manciata di secondi.
La McGranitt si stava alzando, stava lasciando il Campo da Quidditch. Da che io mi ricordi quella donna non si era mai persa una partita in vita sua, ma, di nuovo, quella non era la vera McGranitt.
Lanciai un’occhiata a Fred e Lily seduti distanti da noi e notai che anche loro se n’erano accorti.
Subito spronai Lily, la più veloce tra tutti noi, a correre verso il Castello. Lei si infilò il mantello dell’invisibilità e sparì.






Buongiorno cari! Cosa ne pensate di questi ultimi capitoli? Io spero non siano una noia mortale...
Buone vacanze a chi ha finito la scuola, buona fortuna a chi ha la maturità o la sessione estiva e comunque un bacio a tutti!
Leo

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Capitolo 43
*** Svelato il colpevole ***


POV ROSE
Io e James eravamo andati a prendere le scope ieri sera e le avevamo lasciate in un vecchio ripostiglio usato da Gazza e probabilmente anche dimenticato dallo stesso guardiano; così, stamattina, appena sentimmo le urla che diedero il via alla partita, ci fiondammo a prendere le scope e volammo dalla finestra dell’ufficio dei Presidi. Una parte fondamentale del piano si accentrava sulla nostra possibilità di aprire le finestre di quella stanza e fortunatamente bastò un semplice Alohomora da parte di mio cugino. Un’altra riprova che non si trattasse della vera McGranitt: lei non sarebbe mai stata così ingenua nel nascondere un segreto.
Entrammo nell’ufficio e ci guardammo attorno prima di cominciare a frugare in giro. Era tutto molto diverso da come papà e zio Harry ce lo avevano raccontato. Niente tavolini dalle gambe sottili, niente oggetti curiosi sparsi qua e là, persino il Cappello Parlante non si vedeva da nessuna parte ed il pensatoio era chiuso con un lucchetto di ottone. La cosa che più di tutte mi lasciò basita fu l’assenza dei quadri dei precedenti Presidi della scuola… era chiaro che quella stanza conteneva segreti che non dovevano essere divulgati.
Io e James ci scambiammo uno sguardo allo stesso modo triste e preoccupato, poi io mi diressi alla libreria sulla sinistra della stanza, mentre lui partì dalla scrivania ispezionandone tutti i cassetti.
Dopo un tempo che mi sembrò durare ore, James mi domandò: “trovato niente?”
Io scossi la testa e lo osservai. In viso aveva stampata la mia stessa espressione abbattuta.
“Io nemmeno” soffiò ripiegandosi, poi, a frugare in un baule ai piedi della scaffalatura che occupava la parete destra della stanza.
Un bussare forsennato alla porta ci fece sobbalzare.
“Miseriaccia” gridai e feci per afferrare la scopa e aprire la finestra, imitata da James.
Pronunciai l’Alohomora, ma ero una frana in quell’incantesimo. Deve essere uno scherzo della natura che proprio la formula che mia madre utilizzò per salvare Hogwarts al suo primo anno, fosse per me di una difficoltà disumana.
“Non ci riesco!” quasi gridai a James.
Il bussare si intensificava, poi, di colpo, smise.
James imprecò sfoderando la bacchetta e tentando l’incantesimo. La finestra si aprì immediatamente e lui inforcò la scopa ed uscì. Io lo imitai, ma proprio mentre stavo oltrepassando la finestra, la porta si spalancò e la professoressa McGranitt, o chi nelle sue sembianze, entrò nell’ufficio.
Per un momento fu il panico e la confusione mentale e ci volle James a strattonarmi per farmi filare via, ma la donna fu più veloce e mi agganciò con un incantesimo attirandomi a sé. Lo stesso fece con mio cugino e ci ritrovammo chiusi dentro, porta e finestre sbarrate.
Fortunatamente, dal cortile, Teddy aveva osservato tutto e sapeva che, ora, eravamo bloccati lì assieme all’ignoto impostore.
“Posso sapere cosa stavate facendo voi due nel mio ufficio?” domandò la donna, dopo averci liberti dall’incantesimo.
Silenzio.
“Credo che sia meglio per voi che rispondiate” fece con aria scura e una voce che suonava anche peggio di una minaccia pronunciata apertamente.
“Altrimenti?” sputò James.
“Signor Potter, ho avuto a che fare sia con suo padre, sia con suo nonno, ma nessuno dei due, per quando irrispettosi delle regole, si è mai dimostrato tanto infantile e poco prudente e soprattutto tanto maleducato da rispondere in tal modo ad un’insegnante” rispose alzando la testa.
“Non dica stupidaggini, lei non ha mai conosciuto i nostri genitori” questa volta fui io a rispondere “sappiamo che non è la vera professoressa McGranitt, sappiamo che beve la pozione polisucco”
Lei rimase interdetta, lo sguardo perso nei miei occhi per alcuni momenti, poi sorrise.
“Come vuole, signorina Weasley, quindi capisce anche lei che non avrei alcun rimorso a torturarvi, ad uccidervi persino, seduta stante”
Io gelai e sentii James, accanto a me, irrigidirsi.
“E come spiegherà a tutti la nostra improvvisa morte, sentiamo?” domandai.
“Gli incidenti capitano, lei dovrebbe saperlo bene”
“Beh questo sarebbe davvero un grosso incidente” fece James sarcastico.
Lei sollevò le spalle “una vera disgrazia, lo riconosco”
Proprio in quel momento sentimmo qualcuno che cercava di forzare la porta dall’esterno.
La professoressa McGranitt assottigliò le labbra e ci rivolse uno sguardo irato.
“Chi è?”
“Non lo so” rispondemmo sia io che mio cugino.
“Non mentite a me! Voi non sapete chi sono io!” sospirò “ora, voglio sapere chi c’è là fuori”
Stavo per rispondere quando notai che i suoi lineamenti stavano cambiando. Inizialmente lei non se ne accorse, poi vide il sorriso spuntare sulle labbra di James e la mia espressione corrucciata.
“Direi che lo verremo a sapere presto” feci e lanciai un Reducto verso uno sportellino semiaperto nell’angolo della stanza proprio dietro la porta. Frammenti di vetro e pozione polisucco si riversarono sul pavimento e la donna ringhiò per la rabbia.
“Cos’hai fatto, stupida!” sfoderò la bacchetta e tentò di lanciarmi la maledizione cruciatus, ma James fu abbastanza lesto da effettuare un incantesimo di protezione prima che lei ci colpisse.
Con ogni probabilità si trattava di una persona abbastanza ingenua da non essersi preoccupata di disarmarci e di tenerci prigionieri armati di bacchetta.
Ringhiò ancora e provò una seconda volta. Ora colpì James in pieno petto e mio cugino cominciò ad urlare. Le sue grida erano talmente strazianti che per un momento rimasi immobile, pietrificata dal terrore e spaventata nel vederlo soffrire così tanto. Le urla da fuori dalla porta si intensificarono e poi sentii la voce di Teddy: “Bombarda, bombarda, BOMBARDA!!!!” una raffica di incantesimi colpì la porta che alla fine non resse più e il suddetto tassorosso fece irruzione nell’ufficio accompagnato da Lucy, Hugo e dal professor Vitious in persona.
L’insegnante di Incantesimi si precipitò da James e riuscì a fermare la McGranitt. Ormai i suoi capelli si erano ritirati e la sua forma era cambiata. Adesso era bassa, tozza ed assomigliava ad un rospo.
“Dolores Umbridge?” si lasciò sfuggire l’insegnante sbarrando gli occhi.
“Puoi giurarci, Vitious!” esclamò impettita.
“Papà sarà contento di poterti finalmente sbattere ad Azkaban” le urlò contro James.
“Dove sei stata nascosta tutti questi anni?” domandò Vitious.
“In Sudamerica. Un posto tremendo, sudicio e pieno di centauri.”
In quel momento Fred entrò nella stanza “Gli Auror stanno arrivando” annunciò, scoccò un’occhiata alla donna seduta per terra e sorrise.
Suo padre non si era mai lasciato sfuggire un’occasione di infamare quella megera e non si faceva scrupoli nel denigrarla con tutte le sue forze. Non c’era una persona in questo mondo che mio zio George odiasse tanto quanto questa strega. Spesso doveva intervenire Angelina per fermarlo quando iniziava a sproloquiare sulla sua vecchia professoressa di Difesa Contro le Arti Oscure. Zio George era la persona più gentile e umile che conoscessi e non lo avevo mai sentito parlar male nemmeno di Voldemort; per quel che mi ricordassi si era sempre limitato a scherzarci su prendendolo un po’ per i fondelli, ma con la Umbridge non sembrava più lui.
Quando annunciò che gli “Auror” stavano arrivando compresi che si riferisse a mio padre e probabilmente anche a zio Harry ed a mamma, ma non mi aspettavo di veder comparire anche il suddetto zio George. D’altra parte era scontato che non si sarebbe perso questo evento per nulla al mondo, tanto da mollare l’intero negozio nelle mani di Niall, un saltimbanco gracilino e dalla voce acuta che lavorava come commesso ai Tiri Vispi. Per quanto questo povero Niall mi facesse sempre morir dal ridere, ero convinta che fosse terrorizzato all’idea di dover gestire da solo tutto il negozio, dalla mia parte, sospettavo non si sapesse nemmeno allacciare le scarpe dato che le teneva perennemente sciolte e vi si inciampava minimo un paio di volte al giorno.
Quando zio George entrò, sul suo volto comparve il medesimo sorriso che poco prima portava Fred sulle labbra e che in quel momento mostrava senza timore anche Roxanne. Quel ghigno era un tratto tipico dei tre.
Papà arrivò con una squadra di Auror e provvedette all’arresto di quel vecchio rospo rosa mentre zio Harry e mamma la interrogarono per sapere dove si trovasse la vera professoressa McGranitt.
“Non lo saprete mai da me” protestava la vecchiaccia nonostante le minacce di mamma di utilizzare il veritaserum pratica che, a sue parole, avrebbe dovuto risvegliare nella Umbridge qualche ricordo dei tempi passati.
Non compresi questa allusione.
Alla fine ebbi l’onore di assistere ad una vera e propria pratica di legilimanzia da parte di zio Harry. Passarono dieci minuti, poi lui ne uscì stremato, ma con una risposta e papà provvedette al trasporto della vecchia ad Azkaban.
“Allora” chiese il professor Vitious visibilmente preoccupato per la sorte della collega “dove si trova?”
Zio Harry sospirò “nella foresta proibita”.



Buonasera! Finalmente questa storia giunge ad un punto! Scusate se non riesco a pubblicare spesso, ma in questo periodo ho la maturità >.<
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Leo

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Capitolo 44
*** Il ritrovamento della professoressa McGranitt ***


POV ROXY
Il professor Vitious si attivò per lasciare al professor Paciock il compito di radunare gli studenti nella Sala Grande e di raccontare loro gli ultimi eventi e, soprattutto, di inviare il professor Rüf e la professoressa Vector (accompagnata da Hagrid, il quale insistette intensamente per andare con lei) a Beauxbatons ed a Durmstrang per raccontare ciò che era accaduto. Le due accademie non aspettarono tempo e ci inviarono degli ambasciatori accompagnati da una scorta di auror del ministero bulgaro e francese per verificare la veridicità delle notizie.
Allo stesso tempo mandò Lily ad avvertire Madama Chips perché li accompagnasse nella Foresta. La donna era estremamente legata alla professoressa McGranitt in quanto le due erano amiche dai tempi di Hogwarts e, nonostante avesse fatto di tutto per nasconderlo, era molto preoccupata per la sua collega.
Così un piccolo drappello composto da mamma, zio Harry, il professor Vitious e tutti noi cugini (fatta eccezione per Victoire, Dom e Louis e per James e Teddy che si era fermato al Castello per medicare il corvonero) si diresse al limitare della foresta dove fu separato in quattro gruppi di ricerca.
Zio Harry aveva individuato il luogo esplorando la mente della Umbridge e ci indicò la direzione, ma non conosceva l’esatta ubicazione del nascondiglio perciò era compito nostro trovarla e non era affatto un compito facile data la vastità della Foresta. Ci accordammo nel lanciare scintille rosse verso il cielo qualora avessimo avuto bisogno di aiuto o avessimo trovato la McGranitt e poi, divisi, partimmo alla ricerca.
Io, Fred, Albus e Rose eravamo il gruppo sulla destra e prendemmo subito un sentiero tracciato del quale ignoravamo la meta. Camminando per una decina di minuti giungemmo ad una radura dalla quale si diramavano altre quattro vie: una buia costeggiata da alberi talmente alti da non far quasi passare la luce del sole, una poco più luminosa sul cui terreno si individuavano chiare tracce di zoccoli, una invasa da rovi ed erbacce ed una che sembrava l’esatto continuo di quella che ci aveva portati alla radura.
“Ora che facciamo?” domandò Al.
“Non possiamo dividerci” rispondemmo io e Rose assieme.
“No, non possiamo…” commentò Al “quindi da che parte?”
“Beh… se dovessi nascondere qualcosa, io andrei da questa parte” suggerì Fred indicando la prima via.
“Non c’è dubbio!” protestai indicando le miriadi di ragnatele che avevo avvistato.
Trovavo i ragni raccapriccianti e Fred la pensava come me al riguardo, infatti storse il naso.
“Lanciamo una moneta?”
“Non è divertente, Al!” lo rimproverò Rose.
“E allora che facciamo?” chiese il serpeverde disperato.
“Pensiamo…” risposi “lì” indicai la terza via “ci sono impronte di zoccoli… non sappiamo se si tratta di centauri o di unicorni o di ippogrifi o di chissà quale altro genere di creature, ma la Umbridge detesta i centauri e immagino vi abbia girato il più possibile alla larga”
Rose annuì convinta “escluderei anche l’ultima. Non so se avete notato che vi cresce della cicoria, ciò significa che la strada porta probabilmente o in un’altra radura, oppure direttamente fuori dalla Foresta” si fermò un momento “e sono più incline a credere nella seconda possibilità dato che il sentiero là in fondo piega ad est.”
“Quindi direi che rimane…” cominciò Fred.
“… solo una possibilità” continuai io tetra.
Dopo un attimo di silenzio cominciammo a muoverci in direzione della prima via.
“Se svengo non lasciatemi lì” dissi subito prima di addentrarmi nel cuore della foresta proibita.
 
POV AL
Non che mi facesse impazzire l’idea di venire quaggiù, ma ero più preoccupato per Roxanne.
Continuavo a lanciarle occhiate, ma lei era troppo preoccupata ad evitare ragni e ragnatele.
Dopo un po’ fummo costretti ad accendere due delle nostre bacchette o davvero non ci avremmo visto niente. Eravamo tutti sull’attenti, ma quel posto sembrava silenzioso immobile.
“Direi che ci siamo già addentrati fin troppo nella foresta, non è sicuro stare qui” disse Rose “guardate quella quercia. Merlino solo saprà da quanti millenni è qui” fece indicando un enorme albero di fronte a noi.
“E’ bellissima, però” fece Roxanne posando una mano sul tronco.
La situazione era surreale, regnava una calma troppo densa.
La serpeverde continuò ad accarezzare l’albero girandoci intorno fino a scomparire nascosta dal tronco, poi un urlo ci fece scattare.
Corremmo dietro alla quercia e trovammo mia cugina con in viso un’espressione sconvolta.
“Cosa c’è?” chiese suo fratello preoccupato.
Lei, lentamente, alzò un dito ad indicare poco più su il tronco.
“E’ lei…”
Alzando lo sguardo vidi incisi nel legno degli occhi ed una bocca, un naso e dei capelli. Ed i lineamenti erano quelli di Minerva McGranitt.
La donna era diventata parte dell’albero come se questo le avesse coperto il volto con il suo legno lasciandolo emergere dalla corteccia.
“E’… morta?” chiese Rose con voce tremante.
“Non credo” risposi.
Posando una mano sul tronco percepii un debolissimo battito.
“Senti, sembra il suo cuore” dissi intimando i tre a posare le loro mani accanto alla mia.
“Come la tiriamo fuori di lì?” domandò Fred.
“Dici che sarebbe meglio chiamare aiuto?” azzardò Rose.
“No” rispose Roxanne. Non era ancora riuscita a distogliere gli occhi dal viso della nostra preside “non ci sentirebbero e a tornare indietro ci metteremmo troppo tempo”.
“Allora cosa facciamo?” insistette Rose.
“Posso fare una cosa” disse Fred e con lunghi incantesimi cominciò a percorrere tutte le crepe della corteccia dell’albero.
“Come fa a conoscere questi incantesimi?” bisbigliai a sua sorella.
“Ce li ha insegnati Olivander. È così che incanta gli alberi per trarne il legno delle bacchette” rispose sempre a bassa voce per non distrarre Fred.
“E credi che funzionerà?” domandai.
“Lo spero”.
--
Ci volle molto, molto tempo. Fred continuava a ripetere formule complicate anche in lingue troppo antiche per essere ancora parlate e a ripercorrere gli stessi solchi più volte. Il suo volto era concentrato, ma a poco a poco si stava stancando e la sua fronte si imperlava di sudore.
Alla fine, con i capelli bagnati e appiccicati alla fronte, il viso pallido e gli occhi spenti, si fermò e fece un passo indietro.
“Quindi?” fece Rose affannata.
“Dobbiamo aspettare che l’albero ci conceda di prenderla… se ce lo concede” rispose Roxanne senza staccare gli occhi dal tronco.
Nessuno osò fare altre domande e semplicemente aspettammo.






Buongiorno cari! Dopo tempo immemore sono tornata, questa volta per concludere (finalmente) questa long sulla new generation. Che dire? spero che vi soddisfi e che la misera connessione ad internet mi consenta di pubblicare gli ultimi capitoli entro settembre C:
Leo

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Capitolo 45
*** Finale da favola ***


POV ROX
Una luce dorata cominciò a trasparire dalle crepe della corteccia, come se sotto a quello strato di legno ci fosse dell’oro fuso che tentava di scivolare via. Cominciò dunque a percorrere i contorni della figura della professoressa McGranitt poi, d’un colpo, la donna saltò fuori dall’albero e cadde in ginocchio.
Subito accorremmo, ma lei si alzo velocemente come se, invece che indebolirla, l’albero le avesse concesso parte della sua forza.
“Professoressa…” cominciai, ma non sapevo nemmeno io cosa chiedere.
“Sto bene, Roxanne, sono in forma. La quercia mi ha tenuto in vita come se fossi parte di essa ed un’albero così ha molte forze”
“Siamo lieti di sentirla in forma… ma vede ora sarebbe bene tornare al castello, sa la stanno tutti cercando” azzardò Albus.
“E Dolores Umbridge?” domandò la professoressa.
“Conoscendo mio zio, credo sia già ad Azkaban” risposi.
“E’ la notizia più bella che potessi sentire” rispose lei sorridendo.
“Albus e Rose voi preoccupatevi di avvisare gli altri. Noi, se non le dispiace professoressa, la accompagneremo al Castello” disse Fred ancora affaticato per lo sforzo.
“Mi sembra un’ottima idea Fred” rispose lei.
Era strano sentirla chiamarci per nome, ma forse sarebbe stato ancora più strano sentirla chiamarci come in classe.
--
Dopo poco arrivammo al castello e ci fiondammo immediatamente in infermeria. Il ritorno mi sembrò molto più rapido rispetto all’andata, ma ero certa fosse solo l’euforia di aver ritrovato la professoressa McGranitt sana e salva e di sapere quella vecchia megera della Umbridge finalmente ad Azkaban.
Mio zio e gli altri ci raggiunsero accompagnati dai miei cugini mentre Madama Chips stava ancora visitando la professoressa di Trasfigurazione e mi dissero che mio padre era andato ad Azkaban assieme a zio Ron per assistere alla sentenza della vecchiaccia. Che uomo, non si smentisce mai!
Quando Madama Chips decretò la professoressa McGranitt sana come un pesce, lei si alzò di scatto e partì assieme a zio Harry alla volta del ministero per testimoniare immediatamente contro la vecchiaccia.
Direi che pure lei è una che non si smentisce mai…
Io, Fred ed i nostri cugini rimanemmo lì.
“Beh… direi che è finita” commentò Molly.
“Già” sospirò Hugo.
“Ora cosa facciamo?” chiese Lily.
“Direi che vado a ripassare pozioni, gli esami sono alle porte” rispose Rose.
Tutti ci voltammo di scatto.
Ma come poteva studiare dopo tutto questo?
“Non puoi andare a studiare dopo tutto questo?” fece Fred dando voce ai miei pensieri e gesticolando più del dovuto.
“E perché no?” chiese la grifondoro.
“Beh… perché…” balbettò mio fratello.
“Perché adesso scendiamo tutti nelle cucine a berci una buona burrobirra” saltò su James.
“Mh… e va bene”.
Stavamo scendendo le scale quando parlando tra di noi e raccontandoci cosa era successo nelle ore precedenti quando eravamo stati separati.
Arrivati all’ingresso, una voce familiare ci richiamò e tutti ci voltammo per trovare alle nostre spalle Gazza con Mrs Purr.
“Merlino…” sospirai.
“Il professor Paciock vuole parlare con voi” annunciò con un ghigno che non prometteva nulla di buono, poi ci scortò fino alla Sala Grande dove erano radunati tutti gli studenti. Per tutto il tragitto parlottò tra sé e sé e con Mrs Purr facendo congetture su tutte le possibili punizioni carnali vecchio stile che la Sprite ci avrebbe potuto infliggere.
Fuori dalla Sala Grande, il professore di Erbologia ci attendeva con le mani sui fianchi e misurando il pavimento a grandi falcate. Assieme a lui, in un angolo, c’erano una serie di maghi e di streghe che riconobbi come gli inviati bulgari e francesi.
“Oh, eccovi” esclamò quando ci vide “la ringrazio, mastro Gazza, ora può andare”.
Questo fu molto deluso, ma obbedì.
Al contrario di quello che sperava Gazza, il professore ci chiese semplicemente di esporgli le nostre versioni dei fatti e, a turno, spiegammo cosa era successo dalla partita di Quidditch fino a poco prima e poi anche di come avevamo capito che non si trattasse della vera McGranitt.
“Ce n’eravamo accorti tutti, ma non sapevamo proprio come smascherarla, se non fosse stato per voi, temo per quello che sarebbe potuto succedere” commentò.
Ci invitò a prendere posto nella Sala Grande, assieme agli altri studenti. La divisione in case non era stata rispettata ed ognuno si era seduto ad un tavolo qualsiasi.
Prendemmo posto un po’ sparsi, dove trovammo spazi liberi. Io ero accanto a Lucy al tavolo di Grifondoro con a destra un gruppo numeroso di Tassorosso e a sinistra qualche Grifondoro e Corvonero.
Il professore parlò a lungo alla sala gremita di studenti e anche gli inviati pronunciarono qualche parola, poi fummo congedati ed invitati a tornare nelle nostre Sale Comuni. Di fatto gli studenti si riversarono in cortile.
Ancora una volta fummo richiamati e Neville ci accolse con un sorriso.
“C’è un’altra novità” esclamò gioioso e, aprendo la porticina dietro al tavolo dei professori, chiamò Louis e Domenique.
Noi corremmo ad abbracciare i nostri cugini.
“Non corrono più alcun pericolo, adesso” disse quasi con le lacrime agli occhi. Aveva sempre avuto un debole per noi e soprattutto per Louis che era uno dei suoi studenti migliori.
Domi ci spiegò che Victoire era rimasta alla Tana con i nonni ed il Nuovo Weasley, mentre Teddy la stava raggiungendo e, conoscendolo, a quest’ora era già là pure lui.








Buongiorno!! Allora, cosa ne pensate? Mi spiace solo che questi ultimi capitoli siano così noiosi, ma davvero non so come altro concludere questa storia...
Per il resto spero che, nel complesso, vi sia piaciuta. A breve pubblicherò il quarantaseiesimo ed ultimo capitolo, stay tuned (?)
Leo

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Capitolo 46
*** Il nostro ultimo giorno ***


“Ci credi che il nostro ultimo anno ad Hogwarts è appena finito?” sentii James parlare con Teddy, sul viso di entrambi, come su quello di tutti gli studenti dell’ultimo anno, un sorriso colmo di gioia quanto di tristezza.
“Non credevo che sarebbe mai davvero finita, sai?” gli rispose il tassorosso.
Il banchetto si era appena concluso, era stata annunciata la Casa vincitrice della Coppa delle Case (Corvonero) e la squadra vincitrice del torneo di Quidditch (Serpeverde). La professoressa McGranitt aveva tenuto il discorso conclusivo, ma non l’aveva tirata per le lunghe e così avevamo finito abbastanza presto di cenare.
Senza nemmeno il bisogno di dircelo ci ritrovammo tutti nella Stanza delle Necessità, ma presto ci separammo per andare a concludere la serata nelle nostre Sale Comuni. Era la prima volta che per qualcuno di noi quella sarebbe stata davvero l’ultima serata al castello, perlomeno come studente.
Io passai la notte in camera di mio fratello assieme agli altri serpeverde. Riuscii a dormire venti buoni minuti con la testa appoggiata alla spalla di Scorpius, prima che mio cugino mi tirasse un petardo incantato addosso ed io mi svegliai con la tachicardia.
Si beccò una cuscinata sul muso, poi ci fermarono perché io stavo già cominciando ad armarmi di caccabombe e nessuno voleva appestare la stanza o farsi mettere in punizione per tutto l’anno successivo.
Il mattino successivo eravamo tutti più svegli di quanto ci si possa aspettare da dei ragazzi che non hanno chiuso occhio, così la colazione fu chiassosa e piena di gente che piangeva, che si abbracciava, che cantava l’inno di Hogwarts o qualche vario coro da stadio.
Solo quando presi l’Espresso per Hogwarts riuscii a schiacciare un pisolino, ma anche questo non durò più di un quarto d’ora.
Alla stazione mi sentii stringere lo stomaco a vedere tutti gli studenti più grandi che si salutavano e ricominciavano a piangere.
“Non voglio pensare a quanto farà schifo il nostro ultimo giorno” dissi a mio fratello.
“Non sarà così male, dai… per me esagerano” rispose, ma vedevo i suoi occhi lucidi.
Lasciare Hogwarts… lasciare quella che era la nostra casa… non volevo nemmeno immaginarmelo.
Quando James finì di salutare Canon e Mia potemmo finalmente ripartire alla volta della Tana, dove nonna Molly e nonno Arthur ci aspettavamo per il famoso banchetto di fine-scuola e, quest’anno, avremmo avuto tre ospiti speciali: zia Catherine ed i due Nuovi Weasley.
Si prospettava un pomeriggio intenso all’insegna del Quidditch e della torta di mele e finalmente eravamo di nuovo tutti riuniti, proprio come doveva essere.





Buongiorno, non potevo concludere la storia senza un piccolo tributo ai ragazzi del settimo anno, no? Dunque ecco qui, e ne ho approfittato per concludere definitivamente la storia. Soero davvero che vi sia piaciuta e che mi abbiate perdonato per gli innumerevoli ritardi.
Con questo vi lascio per davvero C:
Un abbraccio grande grande a tutti voi lettori.
Leo

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