La vita secondo i Son

di Rohan
(/viewuser.php?uid=501729)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


La vita secondo i Son









Pettirosso
 
«Che cosa fai? Sono due ore, minimo, che non ti muovi»
Chichi si avvicinò al marito che, sdraiato a pancia sotto sull’erba, non si muoveva da diverso tempo.
«Come lo sai?» chiese lui, alzando il viso per guardarla.
La donna fece spallucce ed indicò la finestra. «Ti vedevo dalla finestra mentre rassettavo casa» spiegò.
Goku annuì, soddisfatto dalla spiegazione, e mostrò nelle mani -chiuse a coppa tra loro- un piccolo pettirosso. «È caduto mentre volava. I suoi genitori torneranno a cercarlo appena se ne accorgeranno. Gli uccelli tengono molto alla loro famiglia» sussurrò. «Non si è fatto molto male, ma è piccolo e non sa volare» continuò.
Chichi sorrise dolcemente e si inginocchiò al fianco di suo marito. «Hai saltato gli allenamenti oggi per aspettare i genitori di questo piccolino?» chiese, infilando l’indice tra le mani del marito per accarezzare il becco dell’uccello.
Goku annuì e tornò a guardare il cielo, speranzoso che presto i genitori del pettirosso sarebbero tornati.
Anche Chichi volse gli occhi al cielo, sorridendo ancora.
Quello era l’uomo di cui si era innamorata;
Un uomo che avrebbe fatto di tutto per proteggere i più deboli.
 


Motocicletta
 
«Spiegami, ti prego, da dove ti vengono certe idee»
Videl continuava a guardare con la bocca socchiusa per lo stupore suo marito.
«Ma guardala: è bellissima!» esclamò con un sorriso enorme, accarezzando la sella della sua nuova moto.
Lei sospirò. «È un mese che fai acquisti inutili. Prima il camper, poi il set da subacqueo e adesso una moto» elencò la moglie, incrociando le braccia al petto.
Gohan fece un sorriso sprezzante saltando in sella alla sua splendida motocicletta. «Non sono cose inutili. Servono a passare giornate diverse dal solito. Non va bene stare sempre nella stessa solita routine» spiegò facendo rombare il motore.
Videl sospirò, fece spallucce e si girò.
Suo marito stava affrontando la crisi di mezza età e non se ne rendeva conto.


 
Militare
 
«Sei davvero sicuro della tua scelta?» chiese Miyiako, seriamente preoccupata.
Bardack annuì, leggendo la lettera appena mandata a suo nome. «Ho scelto io di essere mandato in missione. Voglio essere d’aiuto al mio paese» spiegò, continuando a far scorrere gli occhi sulla carta.
Miyiako sospirò, aggrappandosi al suo braccio. «Sei mesi sono tanti» deglutì.
L’uomo si girò a guardarla e, vedendo quel volto terrorizzato, non poté fare a meno di abbracciarla per consolarla. «Saranno solo sei mesi, andrà tutto bene. Stai tranquilla» le sussurrò regalandole un bacio tra i capelli rossi.
Sarebbe tornato da eroe per aver difeso la sua patria, il suo popolo e, soprattutto, la donna che amava.

























Angolo dell'autrice:
Salve a tutti e benvenuti in questa nuova raccolta!
L'avevo detto che, conclusa La prima volta, sarei tornata presto u.u
Bene, innanzitutto inizio con il dire che Miyiako è un personaggio creato da quel genio di
Cri Cri, che mi ha permesso di usarla sia qui che nella mia long ♥
Grazie mille tesoro ♥
Poi, i prompt sono scelti a caso usando il generatore casuale di parole, quindi non ci sarà un filo logico da seguire, ma scriverò quel che mi passa per testa (?)
Inoltre, Bardack non è... come spiegare (?)
Facciamo che anche lui è sulla terra, è un militare terrestre, ma rimane comunque Saiyan. Come se insieme a Goku si fosse salvato anche lui. Una specie di what if, insomma.
Inoltre il titolo è palesemente preso dalla serie tv La Vita Secondo Jim.
Sono settimane che penso a che titolo mettere e alla fine, scherzando, il mio ragazzo mi ha suggerito questo. In fondo mi piace e non ho trovato niente di meglio ^^''
Scusate l'enorme giro di parole e spero che questo primo capitolo vi faccia almeno sorridere ^^

-
Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio* 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


La vita secondo i Son









Panda
 
«Io… io non intendevo questo, Goku» balbettò Chichi, seriamente scioccata.
«Hai detto che volevi regalare un animaletto da compagnia a Gohan. Perché non va bene?» chiese aggrottando la fronte, l’uomo.
Chichi deglutì, prendendo tra le braccia il cucciolo di panda che suo marito aveva portato a casa. «Pensavo a qualcosa come un cane, non un panda!» disse a denti stretti, come se l’animale potesse capirla ed offendersi.
Accarezzò la testa dell’animale, cercando di non commentare la morbidezza del suo pelo.
Era così tenero!
«Da bambino io giocavo sempre con i panda» disse Goku, incrociando le braccia dietro la testa. «E questo era evidentemente orfano. Girava solo per la foresta» continuò, facendo intenerire la moglie.
Chichi strinse le labbra. «Mi dispiace, ma non rimarrà piccolo per sempre. Diventerà un gigante e non è esattamente ciò che credevo quando ti avevo assegnato il compito di prendere un animale da compagnia. Inoltre è una specie in via d’estinzione!» cercò di convincerlo a riportarlo dove l’avesse trovato.
Goku riprese il piccolo tra le braccia e scosse la testa con un largo sorriso. «Allora lo terremo fin quando sarà grande e in grado di vivere da solo. Adesso, da solo nella foresta, morirebbe» sussurrò tappando le orecchie dell’animale.
Chichi si schiacciò una mano in fronte. «Se decidi di tenerlo, te ne occuperai tu. Io non voglio saperne di prendermene cura» l’additò. «Non farai come sempre, lasciando i grattacapi a me!» lo rimproverò.
Goku esultò, baciando sulla guancia propria moglie e corse a far vedere a suo figlio il loro nuovo animale da compagnia.
Rimasta sola, Chichi sospirò.
Tanto lo sapeva che lui sarebbe sparito chissà dove e se ne sarebbe dovuta prendere cura lei.
 
Giro
 
Videl rise togliendosi il casco e scendendo dalla moto comprata qualche giorno prima da suo marito.
«È o no stato divertente?» chiese Gohan, togliendosi anche lui il casco.
La donna annuì con un enorme sorriso. «Non è come saper volare, ma è stato fantastico. Da quando sei così spericolato?» chiese divertita.
Lui fece spallucce. «Per la prima volta non dovevo preoccuparmi di essere prudente per nostra figlia. Dovevo sfogare anni di repressione alla guida» scherzò ridendo.
La donna scosse la testa. «Quindi senso di protezione per me, zero?» chiese, facendo finta di offendersi.
Gohan fece rombare il motore, facendo un sorriso storto. «Figurati, eri dietro di me. In caso fosse successo qualcosa, non sarebbe stato difficile proteggerti» spiegò.
Videl sorrise ancora e, rimettendosi il casco, gli fece cenno di spostarsi e far mettere lei davanti. «Togliti, adesso guido io» ordinò.
Che la crisi di mezza età avesse colpito anche lei?


Felicità
 
Miyiako passò un braccio sotto il collo di Bardack e gli strinse la testa contro il suo petto.
L’uomo sorrise senza farsi vedere, beandosi del calore e dell’amore della sua donna.
«Mi hai cambiato la vita» gli sussurrò in un impeto di dolcezza.
«Anche tu, in meglio ovviamente» rispose flebilmente, alzando il viso per baciarle il collo.
Lui era la sua roccia.
Il suo amore.
La sua felicità.

 

























Angolo dell'autrice:
Salve a tutti e scusate per il ritaaaaaaaaaaardo.
Tra il caldo e la noia, la voglia di accendere il pc è stata inesistente, ma da adesso gli aggiornamenti saranno ogni lunedì u.u
La scena tra Miyiako e Bardack è molto banale, ma non mi è venuto altro in mente per il prompt felicità (?)
Spero che vi piacciano e alla prossima settimana :D

-
Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


La vita secondo i Son









Giocoliere
 
Goku si grattò la guancia, mentre pensava a come far ridere suo figlio di qualche mese.
Il piccolo Gohan teneva il pollice in bocca, mentre fissava il genitore senza fare una piega.
«Dai, perché non fai qualcosa? Con tua madre ridi, piangi, giochi…» gonfiò una guancia, dopo aver finito la frase e continuò a fissare il figlio.
Chichi l’aveva lasciato a lui, facendogli mille raccomandazioni.
Lui l’aveva rassicurata, dicendole che poteva andare a fare la spesa in tutta tranquillità e che sarebbero stati alla grande, ma in quel momento si sentiva davvero a disagio.
Era la prima volta che rimaneva da solo in casa con suo figlio e quegli occhietti vispi lo fissavano in attesa che facesse qualcosa.
Lo prese in braccio e lo fece sedere sul tavolo, mentre lui si accomodava su una sedia e continuarono a fissarsi.  
«E se… faccio così?» gli solleticò appena il pancino con le dita, ottenendo come risultato un mugolio infastidito da parte del bambino.
Gli fece un paio di facce buffe, ma il piccolo continuava a fissarlo senza ridere.
Iniziò a fargli battere le mani, ma si lamentò ancora e preferì di gran lunga infilarsi il pollice in bocca e cambiare la sua espressione neutra in una di disappunto.
Scoraggiato, Goku sospirò e portò le mani dietro la testa, urtando contro il biberon del piccolo che riuscì a salvare solo grazie ai suoi riflessi fuori dal comune.
Assistendo alla scena, il bambino rise, soprattutto per la faccia spaventata -e poi sollevata- del padre che si era appena reso conto del disastro mancato.
«Ah-ah!» lo beccò Goku, toccandogli il nasino con l’indice. «Ti piace se prendo le cose al volo?» gli chiese afferrando un paio di oggetti sparsi per la cucina.
Dopo aver preso un sonaglino, un peluche a forma di scimmietta e il telecomando, Goku si posizionò davanti a Gohan, risistemato nel suo seggiolone, ed iniziò a gettare in aria gli oggetti per poi riprenderli al volo, davanti al piccolo che rideva contento e batteva le manine paffute.
Chichi rientrò dopo pochi secondi e inarcò le sopracciglia per lo stupore. «Un nuovo gioco?» gli domandò con un leggero sorriso, posando le buste sul tavolo.
Goku annuì felice. «Gli piace! Guarda come ride!» ridacchiò anche lui, veramente felice.
La donna sorrise di cuore, contenta di essersi fidata nel lasciarli da soli. «Se gli piacciono i giocolieri, prima o poi lo porteremo al circo» sorrise, andando a prendere in braccio il figlio e depositando un bacio sulle labbra del marito.
 
Etichetta
 

«Gohan sei pronto?»
Videl si affacciò dalla cucina, per vedere suo marito guardarsi nello specchio posto nel corridoio, che portava alla zona notte della casa.
Il giovane deglutì. «C-credo di sì. Cosa dimentico?» chiese agitato, aggiustandosi un ciuffo di capelli ribelle.
Videl sorrise dolcemente.
Quello era il primo giorno di lavoro di Gohan e tutta la spavalderia che aveva avuto in quei giorni in cui affermava che sarebbe stato il migliore nel suo campo, stava andando in frantumi come un castello di sabbia.
Nonostante si fosse vantato fino allo sfinimento per quel buon posto, in quel momento le faceva un’enorme tenerezza.
«Vieni» gli disse lei, facendo cenno di avvicinarsi.
Lui annuì e, deglutendo, si posizionò davanti a lei come un soldato durante l’appello.
«Hai dimenticato il mio bacio» disse appoggiando le labbra contro quelle di lui, che si rilassò immediatamente.
Gli passò le mani dietro la nuca, stringendolo a sé mentre approfondiva il bacio e, scendendone una sulla schiena, si staccò di colpo da lui. «Oh, andiamo, stavi per andare, al tuo primo giorno di lavoro, con l’etichetta attaccata alla giacca?» chiese scioccata.
Gohan spalancò la bocca e si girò per permettere alla ragazza di tagliarle il filo che teneva attaccato il cartellino al capo d’abbigliamento.
«Mi hai salvato la vita. Come farei senza di te?» esclamò con un sorriso di sollievo, sincronizzato con il taglio delle forbici.
Videl ridacchiò e gli prese il viso tra le mani per scoccargli un altro bacio. «Magari esageri dicendo che ti ho salvato la vita, ma direi che la reputazione sì: te l’ho salvata. Senza di me saresti perso» scherzò, rispondendogli.
Lui le fece la linguaccia e, dopo un ultimo bacio, camminò a passo veloce verso il portone di casa.
Quella ragazza era davvero la sua salvezza!
 
Sala operatoria
 
Bardack corse lungo il corridoio dell’ospedale, andando incontro alla sua donna, seduta con la testa tra le ginocchia ad aspettare.
Le poggiò una mano sul capo, per renderla consapevole della sua presenza. «Sai qualcosa?» chiese, vedendola alzare lievemente la testa.
Le sue iridi erano liquide e lui deglutì a vuoto, vedendola in quello stato.
«Mio padre è ancora sotto i ferri. Hanno detto che ha ottime possibilità, ma ho lo stesso paura» sussurrò.
Da quando avevano affermato che il malore di suo padre era effettivamente un infarto, si era sentita come se il mondo le fosse crollato addosso.
Aveva chiamato Bardack appena era entrato in sala operatoria.
Gli aveva chiesto di farle compagnia, con voce tremante e balbettando.
L’uomo si chinò ad abbracciarla, per infonderle quel coraggio che aveva da sempre, ma che in quel momento le mancava.
«Andrà tutto bene» le sussurrò.
Le sarebbe stato vicino in quel momento, come sempre, perché non l’avrebbe mai abbandonata.
 

























Angolo dell'autrice:
Salve a tutti e buon lunedì :D
Eeeccoci qui con il terzo capitolo di questa piccola raccolta. 
Spero vi piaccia, anche se non è il massimo ahah
Quale coppia vi è piaciuta di più? 
Grazie per le recensioni allo scorso capitolo e alla prossima settimana!

-
Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*



 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


La vita secondo i Son






Bronchi
 
Goku starnutì rumorosamente, mentre Chichi sospirava.
«S-sto male» balbettò l’uomo, tremando.
La moglie gli posò un panno bagnato freddo sulla fronte e gli baciò la guancia. «Così impari ad allenarti sotto la pioggia» lo rimproverò con tono pacato.
Non sapeva se essere arrabbiata o intenerita.
Gli aveva urlato mille volte di tornare dentro casa e invece lui era rimasto fuori, sudato, a lanciare calci e pugni contro l’aria.
Ed adesso se ne stava sdraiato sul loro letto matrimoniale, con in mano un fazzoletto e starnutendo ogni trenta secondi.
«Mi brucia la gola» sussurrò con voce rauca, guardando con sguardo supplicante la donna.
Chichi sospirò ancora, sedendosi sul letto. «Hai la bronchite, scemo» lo riprese amorevolmente.
L’uomo gli strinse la mano con aria supplicante. «Non mi abbandonare» gli chiese con gli occhi lucidi.
La donna gli scostò lo straccio bagnato dalla fronte, per lasciargli un bacio. «Mai»


 
Fama
 
Dopo aver assistito ad un discorso durato ben quarantacinque minuti, Videl applaudì suo marito con foga.
Aveva smesso di ascoltare dopo i primi dieci minuti, ma per lui era importante che fosse presente almeno alla sua prima conferenza.
Si era preparato giorno e notte per quella mattina e, vista l’enorme quantità di applausi ricevuti, si potevano ben vedere i risultati.
Sorrise di cuore, felice per lui, e cercò i suoi occhi che però erano impegnati a guardare decine di ragazze che lo accerchiavano e facevano mille domande.
Era abituata alla fama, gli applausi, le lodi e le oche, era pur sempre la figlia di Mr. Satan, ma il solo vedere come quelle ragazze sfioravano suo marito le fece andare il sangue al cervello.
Chiuse gli occhi e, con passo deciso ma elegante, si avvicinò a suo marito.
Appena fu nella sua visuale, gli porse la mano che lui afferrò velocemente, ansioso di ricevere i complimenti della sua donna, smettendo un attimo di rispondere a quelle giornaliste e neo laureande che l’avevano assaltato.
«Sei stato davvero bravissimo» sorrise, baciandolo sulle labbra con dolcezza, marchiando il territorio.
Gohan sgranò gli occhi al gesto improvviso della moglie.
Non erano soliti scambiarsi effusioni in luoghi affollati.
«Grazie» disse con un largo sorriso, tenendole ben stretta la mano mentre riprendeva a rispondere a tutte.

 
Acquazzone
 

Miyiako puntò il dito contro Bardack, davvero arrabbiata per la situazione. «È colpa tua se mi sono bagnata. Il minimo che tu possa fare è invitarmi ad entrare in casa per asciugarmi» disse a denti stretti.
L’uomo sbuffò. «Figurati. È sempre colpa mia, vero signora?» la prese in giro.
La rossa respirò a pieni polmoni, cercando di non stampargli cinque dita in faccia. «Non sono una signora e ti ricordo che sono più piccola di te, comunque» precisò.
Lui incrociò le braccia al petto. «Chiamami pure signore, a me non importa»
«Bene, signor Son, tu mi hai fatto venire fin qui per portare una torta di compleanno per suo figlio e, dopo avermi fatto attraversare il quartiere a piedi sotto la pioggia, mi vieni a dire “ops, ho sbagliato. Non è oggi il suo compleanno”?!»
Miyiako era furiosa.
Aveva smesso di dargli del lei non appena aveva ricevuto la notizia di aver sbagliato giorno.
Era zuppa dalla testa ai piedi e quell’uomo era veramente un demonio.
Andava nella sua pasticceria almeno un paio di volte a settimana da circa un mese ed era capace di farle perdere le staffe come nessuno.
Lo odiava e odiava ancora di più se stessa perché lo trovava estremamente irresistibile.
Per nessun altro avrebbe attraversato l’isolato a piedi con quel tempaccio e adesso si ritrovava con una gran voglia di spalmargli la torta su quel bellissimo viso.
Sapere che avesse un figlio all’inizio l’aveva un po’ demoralizzata, ma poi aveva scoperto che il “bambino” era un uomo adulto e sposato, mentre lui era single. 
«E va bene» sospirò Bardack. «Puoi entrare e asciugarti nel mio appartamento, se vuoi» le concesse, girandosi ed infilando la chiave nella toppa del portone.
«Io non lo voglio, io lo pretendo» ringhiò, seguendolo.
L’uomo le chiuse la porta alle spalle e, prima che se ne potesse rendere conto, la spalmò contro essa e la baciò con passione.
Passione del tutto ricambiata.


























Angolo dell'autrice:
Eccoci qui anche con l'aggiornamento di questa raccolta!
Ho preso spunto dalla parola acquazzone per spiegare come si sono conosciuti Bardack e Miyiako (?)
E niente, spero vi piaccia! 
Votate (?) quella che vi è piaciuta di più :D

-
Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


La vita secondo i Son






Segni

Miyako si morse le labbra, mentre Bardack entrava con decisione dentro di lei.
Lui le baciò la fronte, domandandosi per un momento se le avesse fatto male, ma il suo sospiro di piacere lo fece rilassare.
Le mordicchiò l’orecchio mentre spingeva dentro di lei.
Il suo cervello andava a farsi un bel bagno nell’olio bollente ad ogni gemito della donna.
Sorrise sentendo le unghie di lei conficcarsi nella sua schiena e quel dolore lo eccitò ancora di più.
Miyiako non aveva solo segnato le sue spalle con i suoi graffi, ma anche il suo cuore con la sua dolcezza, simpatia e determinazione.
Non pensava di poter trovare una donna che gli tenesse testa in tutto, ma aveva dovuto ricredersi quando aveva incontrato quegli occhi verdi e aveva capito che valeva la pena perdersi lì dentro.

Legare

«Tu hai gusti strani» borbottò Gohan mentre Videl stringeva per bene una corda, legandogli le mani ben strette alla testiera del letto.
«Non essere diffidente, tesoro» sussurrò con tono suadente, sedendosi su di lui, sbattendogli il seno coperto solo da una leggera canotta chiara davanti al viso.
Lui deglutì a quella vista e si trattenne dallo schiacciare il viso contro il suo petto. «Non sono diffidente. È solo che non capisco il senso di tutto quest- ahi!» gemette di dolore quando la donna strinse con ancora più forza la corda, sfregandola contro la pelle del moro che ebbe come la sensazione che i suoi polsi stessero andando a fuoco.
«Il senso è che adesso ti farò impazzire» sussurrò mordicchiandogli il lobo dell’orecchio, scendendo poi a baciare il suo collo.
Gohan deglutì e si lasciò scappare un leggero sospiro.
Se proprio insisteva, non avrebbe più opposto resistenza.

Sollevamento

Con quell’espressione corrucciata, Chichi gli sembrava ancora più sexy del solito.
Ignorò bellamente il fatto che lo stesse sgridando perché aveva distrutto il piede del tavolo e si avvicinò a lei con un mezzo sorriso.
«Sai che sei bellissima?» le sussurrò all’orecchio, facendola arrossire lievemente.
Per un attimo dimenticò il motivo per la quale stava sbraitando.
«Non fare il ruffiano, non funziona» bisbigliò a denti stretti, ignorando il fremito dentro il suo ventre.
Era una bugiarda, fare il ruffiano aveva sempre funzionato.
«Ho deciso che cambierò tipo di allenamento. Invece di sollevare pesi, solleverò te» le sussurrò all’orecchio, facendole venire mille brividi.
Le cinse i fianchi e la spinse contro il muro più vicino, cominciando a baciarle lentamente il collo mentre lei cercava di trattenere i sospiri per non dargliela vinta.
Ma avrebbe capitolato, altroché se l’avrebbe fatto.

























Angolo dell'autrice:
Salve a tutti e scusate per il ritardo!
Ma questa settimana è stata davvero pienissima.
Spero che questo capitolo possa rimediare, ho preso le parole facendone un unico tema per tutte e tre le coppie (?)
E niente, alla prossima settimana!

-
Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


La vita secondo i Son







Nemico

«Goku, lo sconfiggerai, vero?»
Apprensiva, Chichi appoggiò la testa sul petto del marito che l’accolse immediatamente in un caldo abbraccio.
Mancavano pochi giorni all’inizio del Cell Game ed il fatto che lui evitasse di parlarne sempre la faceva uscire di testa.
«Io non credo» ammise tenendo gli occhi chiusi.
Nonostante il buio della stanza, Chichi aprì gli occhi per guardarlo in faccia, puntellandosi sui palmi delle mani. «Come fai ad essere così tranquillo, allora? Hai un piano?» chiese nervosamente.
Lui annuì senza guardarla. «Diciamo di sì» rispose evasivo.
«E sarebbe?» incalzò lei.
Lui scosse la testa. «Fidati di me. Non sono la persona più forte che conosci, te lo posso garantire»
Anche se non soddisfatta della risposta, la donna si accoccolò nuovamente sul suo petto, tenendo la fronte aggrottata.
Come poteva, Goku, dirle che l’unico modo per vincere era far arrabbiare come non mai loro figlio e che l’intera terra dipendeva dal loro bambino?
Non era facile da accettare neanche per lui e, nel caso in cui il suo piano fosse fallito, non voleva che si separassero mentre lei lo odiava.


Spalle

Gohan si stava vestendo, seduto sul letto, mentre Videl, coperta solo dal lenzuolo, lo osservava pensierosa.
Lui le aveva appena chiesto di sposarlo e lei, senza alcuna esitazione, aveva risposto di sì.
Solo in quel momento si stava prendendo qualche attimo per riflettere seriamente se fosse davvero lui quello con cui avrebbe voluto passare tutta la sua vita.
Sorrise appena, vedendolo alzarsi e camminare per la stanza a petto nudo, facendo bella mostra dei suoi muscoli.
Si girò nuovamente di schiena, leggendo un paio di messaggi al cellulare.
Videl si soffermò ad osservare le sue spalle larghe.
Quelle spalle da uomo.
Quelle spalle che fino a qualche minuto prima aveva graffiato.
Quelle spalle che l’avrebbero protetta per tutta la vita.

Lui, sentendo lo sguardo della fidanzata sul proprio corpo, si girò e si sorrisero a vicenda.
Mentre curvava le labbra in un sorriso sincero, Videl capì che sì: era davvero l’uomo della sua vita.

Bestia

Miyiako sentì una vena sulla sua tempia pulsare e decise di chiudere gli occhi e concedersi qualche secondo, per non uccidere direttamente quella bestia del suo uomo.
«Ti assicuro che non l’ho fatto di proposito» cercò di difendersi.
Non l’avrebbe ammesso, ma lo stava spaventando.
Lei strinse le labbra fino a farle sbiancare. «Non mi stai consolando» disse a denti stretti
Lui fece una smorfia ed, evitando lo sguardo di lei, posò gli occhi sul disastro combinato.
Tutti i pan di spagna preparati per il giorno dopo erano completamente zuppi d’acqua, visto che, voltandosi mentre beveva, aveva urtato con il gomito la bottiglia, rovesciandola su tutto il tavolo.
«Posso farmi perdonare in qualche modo?» chiese ad un tratto malizioso, sperando di trasformare quella furia omicida nei suoi occhi in passione.
Avvicinò il volto cautamente a quello di lei e Miyiako rispose afferrando un pacco di farina ed uno di zucchero con le mani, sbattendoglieli contro il petto ampio.
«Certo, puoi rifarli» affermò girando i tacchi ed andandosene.
Ed adesso provate ad immaginare Bardack che prepara torte!

























Angolo dell'autrice:
Salve a tutti e buon lunedì! :D
Come al solito, ecco qui ad aggiornare questa piiiiccola raccolta che tanto senso non ha (?)
Fatemi sapere quale delle tre vi è piaciuta di più :3
Alla prossima settimana!

-
Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


La vita secondo i Son







Matrimonio

Guardandosi allo specchio con la fronte aggrottata, Goku cercava di stirare con la mano una piega sulla giacca del suo completo.
Gli avevano ripetuto tutti mille volte che doveva essere impeccabile per la sua sposa quel giorno e lui non voleva deluderla assolutamente.
Era strano, ma quando stava al suo fianco si sentiva davvero… bene.
Era un sentimento bizzarro, qualcosa di mai provato prima, e più passavano i giorni più quella sensazione si accentuava.
Per un guerriero che deve essere sempre pronto a tutto, forse non era il massimo avere la testa sulle nuvole non appena stava al suo fianco o solamente il suo pensiero lo sfiorava, ma non poteva più farne a meno.
Era entrata nella sua vita con prepotenza, pronta a far a pugni con lui -nel vero senso della parola- per reclamare il suo amore e, ne era sicuro, ci sarebbe rimasta per sempre.

Uscì dalla stanza dove si era preparato e andò sul giardino dove avrebbero celebrato la cerimonia.
La vide, ancora più stupenda del solito, e sorrise di cuore.
Era la scelta giusta condividere la vita con lei.

Tuono

Fuori dalla finestra, Videl osservava la pioggia cadere a dirotto in quel pomeriggio, con aria assorta.
Gohan le arrivò da dietro, facendola sobbalzare nel momento in cui poggiò le labbra umide sul suo collo.
Le sorrise dolcemente e le cinse i fianchi da dietro con le braccia, appoggiando il mento nell’incavo della sua spalla.
«A cosa pensi?» le chiese in un sussurro.
La giovane fece una leggera smorfia, senza sapere cosa rispondere. «Non lo so» ammise.
Si girò nel suo abbraccio e incatenò i suoi occhi chiari con quelli di lui, stringendogli le braccia attorno al collo.
Lui la sollevò di qualche centimetro, lasciandole un leggero bacio sulle labbra, nel momento in cui un tuono riecheggiava in tutta la casa.
Presa alla sprovvista, Videl cacciò un urletto e si strinse più forte a lui.
Gohan ridacchiò divertito da quella reazione e strinse di più le braccia sotto i glutei di lei. «Cos’è, hai paura dei tuoni?» chiese divertito.
La giovane gonfiò le guance e arrossì lievemente. «Trauma infantile. Da piccola, la prima notte che ho dormito da sola nella mia cameretta, c’era questo brutto tempo. Mi è rimasta la paura dei tuoni» ammise, senza riuscire a guardarlo negli occhi per l’imbarazzo.
Non l’aveva mai confessato a nessuno, lo sapevano solamente i suoi genitori.
«Per fortuna ci sono io a proteggerti» le sussurrò Gohan, con una punta di tenerezza nella voce.
La ragazza si strinse più forte a lui, affondando la testa nell’incavo della sua spalla. 
Non era più una bambina, ma soprattutto non era da sola in una grande stanza.
Era al suo fianco e niente le avrebbe fatto del male.


Carrozza

«Chiudi gli occhi e non sbirciare» le sussurrò Bardack all’orecchio.
Miyiako lo assecondò, ma gli mostrò la lingua. «Non sbircio, io» rispose stizzita.
Bardack le aveva fatto capire che quella sarebbe stata una serata speciale, ma mai si sarebbe aspettata di vedere davanti ai suoi occhi, dopo averli riaperti, una carrozza trainata da due cavalli bianchi.
«Scherzi?» chiese scioccata, guardando l’uomo.
Lui inarcò un sopracciglio, facendo una lieve smorfia. «Ho esagerato?» chiese quasi stupidamente.
Miyiako annuì, con un’espressione sconvolta sul bel viso.
L’uomo si grattò per un attimo la nuca.
Quelle cose da terrestri erano davvero strane. 
Sul pianeta Vegeta potevi portare la testa di un alieno alla tua promessa sposa ed eri certo che ti sarebbe caduta ai piedi, sulla Terra, invece, era un gesto raccapricciante.

«Beh, allora andiamo via» disse semplicemente, ma Miyiako lo trattenne per il polso.
«Scherzi? È la cosa più romantica che abbiano mai fatto per me!» esclamò entusiasta.
Non aveva idea di come gli fosse venuta in mente un’idea del genere, ma non vedeva l’ora di salire e farsi un giro su quella carrozza, in mezzo al parco di Satan City.
Quell’uomo sapeva sempre come stupirla.

Bardack tentò, inutilmente, di nascondere il mezzo sorriso che era spuntato sulle sue labbra. 
Quella donna sapeva sempre come stupirlo.
























Angolo dell'autrice:
Salve a tutti e buon llllunedì!
Eccoci qui con il solito appuntamento riguardante questa piccola raccolta.
Spero vi piaccia il capitolo e come sempre sono curiosa di sapere quale coppia vi è piaciuta di più.
La mia preferita, questa volta, ahimé, è la Goku/Chichi.
Con questa raccolta sto scoprendo che pian piano sono meno riluttante nei loro confronti.
Mi è ancora difficile scrivere su di loro, ma non è più traumatico come la prima volta che ho deciso di inserirli in una mia raccolta ahah
Dannate
Cri Cri e BlueSon, è tutta colpa loro!
E niente, spero di ricevere presto i vostri pareri :D
Alla prossima!

-
Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


La vita secondo i Son







Peso

Chichi fece una leggera smorfia guardando la bilancia.
Aveva partorito Gohan da diverse settimane, ormai, ma non era ancora tornata al suo peso forma.
Non era abituata a vedersi con quella pelle del ventre molliccia e neanche a quei numeri sulla bilancia.

«Ancora con questa cosa?» chiese seccato Goku, entrando nel bagno.
Era davvero bellissimo.
I capelli spettinati, l’espressione assonnata, ma leggermente indurita nel guardare quella che ormai era la sua acerrima nemica.

Chichi gonfiò le guance, invidiandogli quel magnifico corpo scolpito, coperto solamente da un paio di boxer azzurri. «Non vale che tu sia così…» indicò tutto quel ben di Dio che era il suo corpo. «Ed io sia cambiata così tanto» si lagnò.
Goku scosse la testa. «Se solo penso che questo tuo cambiamento, però, ha portato quel piccoletto che adesso dorme nella culla, credo ne sia valsa la pena» sorrise dolcemente, al ricordo di loro figlio.
Fino ad un paio di anni prima, non avrebbe mai e poi mai immaginato che la sua vita sarebbe stata stravolta in quel modo, ma non poteva essere più felice.
Afferrò la moglie per i fianchi, in un impeto di felicità, e la sollevò, sorridendole innamorato. «Tu sei sempre bellissima, comunque» disse sincero, facendo sorridere Chichi.
La donna gli passò le braccia attorno al collo, lasciandogli un leggero bacio a fior di labbra. «Grazie»

Video


«Non lo so, non mi convince per niente questa cosa» 
Videl si coprì per bene con il lenzuolo, mentre Gohan armeggiava con una videocamera appoggiata sul comò di fronte al letto. 
«Nah, vedrai, sarà… stuzzicante» disse l’uomo con un leggero sorriso, voltandosi poi a guardare sua moglie.
Lei scosse la testa, facendolo entrare nel letto e lasciandosi abbracciare. «Che dovremmo farci poi?» chiese incerta.
Lui le mostrò un mezzo sorriso, baciandola con passione solo per qualche secondo. «Riguardarlo, ovviamente» le sussurrò seducentemente, mordicchiandole l’orecchio e poi il suo collo.
Videl si morse il labbro, cercando di ignorare quel calore che si estendeva dal suo ventre a tutto il corpo, facendole andare in tilt il cervello, ogniqualvolta lui iniziava a prendere di mira il collo. «E se non ci piacesse quello che vediamo?» domandò ancora, cercando di farlo demordere.
Lui si issò, facendola sdraiare sotto il suo corpo, guardando quella pelle nuda come la persona più affamata e innamorata del mondo. «Non vedo niente che non mi piace» le disse tornando a baciarla.
La corvina si strinse nelle spalle, ancora non troppo convinta.
Ma se lui si era convinto a farsi legare al letto, lei per una volta poteva acconsentire alle sue stramberie.

Cucchiaio

«Mi dici come ti sembra?» Miyiako avvicinò un cucchiaio alle labbra di Bardack, seduto di fronte a lei, che guardava con un mezzo sorriso dei video sul suo tablet.
Gli umani erano pure degli stupidi insetti con una forza davvero patetica, ma erano capaci di fare video davvero divertenti.
Che belli quei filmini dove violenza e comicità si univano, lo facevano sempre ridere!

«Mh?» l’uomo alzò il viso, trovandosi a pochi centimetri dalle labbra un cucchiaio con dentro della crema pasticcera.
Si sporse in avanti, assaggiando ciò che gli era stato offerto. 
Lo gustò per qualche secondo, cercando le parole giuste per dare il suo esito.
«È come te» disse infine.
Miyiako lo fissò confusa, ma poi lui continuò.
«Perfetta»
























Angolo dell'autrice:
Salve a tutti e scusate per il giorno di ritardo >.<
Ieri ho avuto da fare e non ho avuto tempo di aggiornare, inoltre questo capitolo l'avevo scritto, con prompt diversi, ma il mio computer ha deciso di -non so come- farmi scomparire il salvataggio.
Non avevo intenzione di riscriverlo, perché la prima versione mi piaceva e non l'avrei rifatta bene come prima e quindi ho cambiato tutto (?)
E niente, spero vi piaciucchi.
A presto!

-
Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


La vita secondo i Son







Liquore

Chichi rise di gusto vedendo Goku barcollare. «Non ci posso credere, non ti ho mai visto ubriaco!» disse con le lacrime agli occhi.
Suo marito era sempre stato con un equilibrio così perfetto, mai una volta aveva camminato in quel modo strampalato.
«Non lo sono, voglio camminare così… per vedere cosa si prova» buttò giù lì, appoggiandosi con il petto contro il muro del corridoio e camminando sfregandosi contro il gesso della parete.
«Non dovevi bere l’intera bottiglia di liquore, sei un folle» ridacchiò la donna, prendendolo per un polso e spingendolo contro di lei. 
«Ma era al cioccolato! Era buonissimo» sussurrò, come se le stesse confessando un segreto.
Chichi scosse la testa divertita e gli stampò un leggero bacio sulle labbra. «Hai bisogno di una bella dormita» costatò.

Termometro

Videl appoggiò la le labbra sulla fronte di Gohan.
Era giù di tono da tutto il giorno e adesso, mentre dormiva, non faceva altro che agitarsi e stringere più cose che poteva.
L’aveva svegliata afferrandola per un fianco e spiaccicandosela contro il petto, facendola sussultare.
Aveva la pelle d’oca e si lamentava, così, dopo aver poggiato una mano sulla sua fronte, ci aveva appoggiato prima la guancia e poi le labbra.
Aveva di sicuro la febbre, ecco perché si comportava in quel modo.

Si divincolò, con non poche difficoltà, dalla presa del marito e prese dentro il suo comodino il termometro.
Si sedette sul cuscino e, senza svegliarlo, gli fece schiudere le labbra per misurargli la temperatura.
Sorrise intenerita mentre gli accarezzava i capelli e tornava a molti anni prima, quando faceva la stessa cosa con una Pan di pochi anni malata.
Non avrebbe mai smesso di prendersi cura di loro.

Pattini


«Chi ti ha convinto che potesse essere una buona idea, scusa?» chiese Miyiako davvero scioccata per ciò che aveva davanti agli occhi.
Aveva compiuto quarant’anni e non riceveva dei pattini come regalo da quando ne aveva otto.
Bardack incrociò le braccia al petto, veramente confuso per la reazione della sua donna.
Voleva comprarle qualcosa per farla divertire e quelle ragazze al parco sembravano davvero divertirsi a correre su quei cosi.
Aveva anche dovuto rivolgere la parola ad uno di quei mocciosi per chiedergli cosa fossero e l’avevano creduto un alieno vista la domanda.
Beh, avevano ragione, ma sul pianeta Vegeta quelle cose non esistevano.
E nonostante tutto quello che aveva fatto, a lei non piacevano?

«Volevo prenderti qualcosa che ti facesse divertire» disse con una smorfia in viso e le braccia incrociate al petto.
«Quanti anni credi che abbia?» chiese ancora, sconcertata.
Lui sbuffò. «Odio queste convenzioni che avete voi umani, sono stupide» ringhiò.
Non le piaceva l’idea di averla delusa.
«Magari lo sono, ma sono semplicemente gesti per far capire che all’altra persona ci tieni!» ribatté.
L’uomo sbuffò «Cosa avrei dovuto regalarti?» chiese esasperato.
Miyiako schiuse le labbra, sbalordita. «Non lo so, che ne dici del braccialetto che ti indico ogni volta che passiamo dal negozio qui accanto, o quando lo vedo in giro su internet od ovunque, ma che ti indico sempre con insistenza da due mesi?»
Bardack rilassò per un attimo i lineamenti del volto e si girò dandole le spalle.
Eh, sì, poteva arrivarci che voleva quel braccialetto per il suo compleanno.

























Angolo dell'autrice:
Salve a tutti e buooon lunedì.
Eccoci qui con le nuove piccole drabble/flash, spero vi piacciano ^^
Come al solito, fatemi sapere quale coppia vi è piaciuta di più ^^
A presto! :D

-
Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*


Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


La vita secondo i Son







Crollo
 
Chichi si strinse nelle spalle, premendo il viso contro il cuscino.
Goku, le poggiò una mano sulla schiena, leggermente preoccupato. «Ehi» sussurrò.
Il suono della voce del suo uomo, con quel tono apprensivo, la fece scoppiare in lacrime.
Si tratteneva da troppo, non ce la faceva più.
Aveva bisogno che qualcuno la tenesse tra le braccia e le dicesse che sarebbe andato tutto bene, che non era sola e che non doveva preoccuparsi.
«Che cosa ti prende?» le chiese allarmato, avvicinandosi a lei, mentre le accarezzava i capelli morbidi.
«I-io» balbettò, girandosi di fianco e rifugiandosi tra quelle braccia forti e protettive. «Ho paura, Goku. Sono stanca, triste, arrabbiata ed è come se nessuno vedesse quanto sono sola. Tu sei sparito per un anno intero e stai per partire per Nameck. Gohan, invece, è passato dall’essere un bambino di quattro anni, ad un ometto che si è ribellato e ha deciso da solo, nonostante il mio divieto, di partire per un pianeta sconosciuto per aiutare i tuoi amici e… Junior» singhiozzò tra le lacrime. «Junior, capisci?! Lo stesso demone che ha provato ad ucciderti e che ti odia» continuò. «Io ho paura che possa fargli qualcosa di brutto, che lo alleni per mettertelo contro… è solo un bambino, dovrebbe stare a casa a giocare, non su un pianeta pieno di alieni» concluse mordendosi forte il labbro.
Goku le baciò la fronte, accarezzandole la schiena con lentezza. «Gohan non è un bambino come gli altri, Chichi. Sa difendersi, è forte ed intelligente. Se è partito per aiutare Junior, vuol dire che ha visto qualcosa di buono in lui. In fondo, si è sacrificato per salvarlo, io credo che possa cambiare, che non sia totalmente malvagio» le sussurrò all’orecchio.
Chichi si strinse più forte a lui, piangendo altre lacrime, fino ad addormentarsi, mentre Goku la cullava.
Capiva la preoccupazione di sua moglie, neanche lui si fidava di Junior, ma non potevano ignorare il suo gesto totalmente altruista.
La strinse più forte a sé, ripromettendosi di portare di nuovo loro figlio sano e salvo a casa.
 
Campo
 
«Davvero non eri mai stato ad un campo come questo?»
Videl si sedette accanto a Gohan, sulla riva del lago.
La loro scuola aveva organizzato un campo estivo per una settimana, prima del rientro ufficiale a Settembre, e i due ragazzi avevano deciso di partecipare.
Il ragazzo scosse la testa, rimanendo con lo sguardo fisso sull’acqua.
Le stelle si riflettevano perfettamente su quel lago limpido e il silenzio che c’era, visto che si era allontanato di qualche centinaia di metri dai suoi compagni, gli dava la tranquillità giusta per pensare e calmarsi.
Ma, soprattutto, si era allontanato per stare distante da lei.
Era innamorato, ma non riusciva a confessarle cosa provava, per paura di rovinare la loro amicizia.
Non era solo la ragazza di cui era innamorato, era anche la sua migliore amica e non voleva che, nel caso in cui lei non avesse ricambiato i suoi sentimenti, le cose tra loro diventassero strane e lei si allontanasse.
Non l’avrebbe sopportato, anche se quel segreto pesava come un macigno di dieci tonnellate.
«Già. Te l’ho detto che non ho mai frequentato una scuola pubblica» le rispose, senza distogliere lo sguardo dalla distesa d’acqua dolce.
Videl si strinse appena nelle spalle, sentendosi lievemente ferita da quel tono freddo, decidendo di avvicinarsi a lui di qualche centimetro. «Non mi sono mai divertita tanto come in questo, comunque. La compagnia giusta fa molto» azzardò.
Il giovane fece spallucce, non dando molto peso alle parole dell’amica. «Già, Sharpner è un personaggio. Fa ridere anche me» le disse, senza, neanche questa volta, degnarla di uno sguardo.
Videl si alzò, annuendo e mordendosi forte il labbro inferiore.
Altro che dieci e lode.
Altro che ragazzo dall’intelligenza invidiabile.
Altro che genio.
Son Gohan era solamente un idiota.
Un idiota che, per quanto gli sbattesse in faccia quanto gli faceva piacere averlo intorno, non capiva i suoi sentimenti.
Si girò e se ne andò, senza dire una parola, lasciandolo da solo nuovamente.
Evidentemente, il suo affetto non era ricambiato.
 
Salto
 
«Una partita di baseball?» chiese Miyiako, incuriosita.
Bardack sospirò annuendo. «Mio figlio e i miei nipoti vogliono conoscerti e hanno organizzato una partita insieme ad altri amici» le spiegò, leggermente imbarazzato.
Non era abituato a certe cose, sul pianeta Vegeta la famiglia conosceva i compagni dei propri familiari quando le donne erano già gravide.
E solo per coincidenza, spesso.
Nessuno aveva voglia di conoscere altra gente, perché invece i terrestri ci tenevano a certe cose?
***
Miyiako si era presentata a tutti con un cordiale sorriso e aveva subito legato con Chichi, scambiandosi decine di ricette già dopo neanche mezz’ora.
Era rimasta impressionata dalla somiglianza tra Bardack e suo figlio, senza contare che anche uno dei suoi nipoti era praticamente una sua fotocopia.
Era arrossita al pensiero che un giorno anche lei avrebbe potuto avere un figlio identico a loro.
Seduta al centro tra Bulma e Chichi, Miyiako guardava con gli occhi fuori dalle orbite.
«M-ma… sono almeno otto metri di salto» balbettò, indicando il nipote di Bardack, Gohan, che aveva preso un lancio facendo un salto fuori dal comune.
Non riusciva neanche a seguire gli spostamenti del gioco, andavano troppo veloci!
«Eh già, sono Saiyan» ridacchiò la turchina, vedendo lo stupore negli occhi della rossa.
Miyiako si girò a guardarla, confusa. «Sono cosa?» chiese.
Vegeta, arrivato in quel momento, sbuffò. «Tsk, quel rammollito non le ha detto niente» disse a bassa voce, facendosi sentire comunque da Miyiako.
«Tranquilla, te lo dirà Bardack» la rassicurò Chichi, ridendo nervosamente.
Evidentemente Bulma aveva rivelato una verità non ancora svelata, ma dopo quella partita di Baseball, Miyiako non avrebbe avuto alcun dubbio sulla veridicità del suo DNA alieno.
E Bardack lo sapeva.


























Angolo dell'autrice:
Salve a tutti e buon lunedì!
Non ho niente da dirvi, ma spero che il capitolo vi piaccia ^^
In caso di eventuali errori segnalatemeli, l'ultima flash non l'ho riletta perché l'ho appena scritta e quando le scrivo sul momento gli errori non li noto, anche se la rileggo (?)
Alla prossima settimana!

-
Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


La vita secondo i Son






Controllo
 
«Tu non ti alzerai da qui finché nei tuoi quiz non ci sarà neanche un errore!» ordinò Chichi, con le braccia incrociate al petto e un’aria tutt’altro che amichevole.
«Ti prego, iniziamo domani» piagnucolò Goku, appoggiando la fronte contro il tavolo di legno.
Erano già quattro ore che stava sopra quei maledetti libri e Chichi non voleva saperne di lasciarlo in pace.
«L’esame è domani stesso e tu fai un sacco di errori!» l’additò.
Goku gemette disperato. «Ma è domani pomeriggio! Prometto che domani mattina non mi scollerò dalla sedia se non quando sarà ora di fare l’esame» l’implorò.
La donna scosse la testa con convinzione. «Forse non ci siamo capiti!» esclamò battendo una mano sul legno del tavolo, per enfatizzare la sua autorità. «Tu non ti alzerai finché non vedrò come minimo dieci schede di fila senza nessun errore, chiaro?! Domani tu passerai quell’esame e avrai, finalmente, quella maledetta patente!» urlò come una posseduta, facendo quasi venire le lacrime agli occhi al marito.
Sperava vivamente che suo figlio non subisse quell’orrore tutti i giorni!
 
Insulto
 
«Ah, sì, figuriamoci! La colpa è sempre la mia!» esclamò Gohan, allargando le braccia mentre il suo viso era adirato.
Ad essere sincero non ricordava neanche più il motivo per la quale quella lite era iniziata, sapeva solo che erano almeno dieci minuti che lui e Videl si urlavano contro.
«Sei tu quello che non ne combina una giusta, non io!» urlò di rimando lei.
Lui strinse i denti per un attimo, prima di risponderle. «No, è che sono decisamente troppo buono con te! Tu sei permalosa, te la prendi per qualsiasi cosa e io, come un idiota, alla fine cedo e ti lascio vincere. Ma non vinci perché hai ragione, cara, vinci perché odio litigare!» replicò.
«No, io vinco perché ho ragione e perché sei un debole!» continuò, con tono alto.
«Tu vinci perché sei una stronza e basta!» esclamò, senza neanche pensarci.
Videl spalancò la bocca e Gohan gli occhi, non appena si rese conto delle sue parole.
L’avrebbe riempito di pugni da lì all’eternità!
 
Celebrità
 
Miyiako arrossì di fronte a tutte quelle telecamere.
Aveva partecipato ad un programma di cucina, a cui prendevano parte i migliori pasticcieri del paese, e lei era arrivata al primo posto, vincendo un grosso premio in denaro e la notorietà della sua pasticcieria.
Bardack, a qualche passo da lei, la guardava con sguardo fiero.
Quei due mesi erano stati super stressanti, ma avevano superato tutto e alla fine lei aveva vinto.
Lui non aveva dubitato delle sue potenzialità neanche per un momento, sapeva che era la migliore lì dentro e non aveva mai mangiato dei dolci così buoni come i suoi.
Storse il naso quando sentì un giornalista farle delle domande poco appropriate e, con due falcate, si insinuò tra di loro prendendolo poi per la collottola.
Quel nanerottolo doveva stare al suo posto.
«No, non è single» gli disse a denti stretti, mentre i suoi occhi sembravano sputare fiamme.
L’uomo, mezzo metro più basso di lui, deglutì annuendo.
Adesso era una donna celebre, in un certo senso famosa, quindi doveva proteggerla ancora di più da tutti i matti che avevano voglia di provarci con lei.
E la fregatura più grande era che sulla Terra uccidere non era legale! 


























Angolo dell'autrice:
Salve a tutti e, anche qui, scusate per il ritardo.
La poca voglia e la scarsa ispirazione mi fanno andare a rilento ewe
Gli aggiornamenti saranno spostati al
 mercoledì invece del lunedì.
A presto!

-
Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


La vita secondo i Son







Respiro
 
Tutto era buio intorno a lei.
Si guardava a destra e a sinistra, ma non vedeva nulla.
Alzò il viso verso l’alto, ma tutto quello che riuscì a vedere era solo il colore nero.
Ad un tratto sentì un forte tonfo e si voltò di scatto.
Una navicella spaziale stava andando a fuoco.
Si rese conto di fluttuare nello spazio, ma nessuna stella illuminava quell’infinita oscurità; solamente le fiamme che avvolgevano quel veicolo facevano luce.
Cercò di avvicinarsi, per vedere se fosse vuota e, mentre andava avanti, vide il portellone principale aprirsi e lasciare nello spazio dei libri e delle valigie.
Il suo cuore iniziò a battere all’impazzata.
Riconosceva tutto: la navicella era quella della Capsule Corporation e le cose che stavano cadendo fuori appartenevano al suo bambino.
Correva, correva fino a non avere più aria nei polmoni e quando si rese conto che nello spazio non c’era ossigeno iniziò ad annaspare.
Continuò comunque la sua corsa, pronta a tutto per cercare il suo bambino, ma le forze le vennero meno e mentre le palpebre le si abbassavano lentamente, vide un corpicino uscire dal portone principale, avvolto dalle fiamme.
Chichi sgranò gli occhi e si mise seduta sul letto, respirando affannosamente.
Si guardò intorno, girandosi a destra e a sinistra come un’ossessa, cercando qualcosa che neanche sapeva.
Guardò la sua mano, fermamente stretta alla canotta di Goku, e si rilassò.
Aveva solamente fatto un incubo.
Lasciar partire Gohan per Nameck, nonostante fossero passati anni, era stato traumatico e ancora faceva incubi terribili per quello.
Appoggiò il viso contro il petto caldo di Goku, accoccolandosi contro di lui.
Con un mugolio, l’uomo si girò di fianco, abbracciandola poi stretta.
Chichi sorrise e cercò di regolarizzare il respiro, seguendo il suo, calmo e rilassato.
 
Cameriere
 
Erasa gli aveva detto che quello era un metodo infallibile per capire se un ragazzo provava un interesse amoroso nei suoi confronti.
Ed era così sicura di sé, lei!
“Prova a farlo ingelosire, nessun uomo sopporta la presenza di qualcun altro che ronza intorno alla propria donna, te lo assicuro!”
Stavano organizzando il ballo di fine anno ed essendo la quinta classe, era loro compito far sì che tutto fosse perfetto.
Avevano già deciso il tema, come decorare l’intera palestra, il DJ e adesso, grazie alla generosa donazione fatta da Mr. Satan, si stavano accordando con dei camerieri per il catering.
Avrebbero servito per lo più roba da bere e stuzzichini, in modo da occupare meno spazio possibile con i tavoli.
E, cavolo, quel cameriere non la smetteva di fissarla e sorriderle maliziosamente.
Si erano presi l’incarico di parlargli lei e Gohan e in quel momento le tornarono in mente le parole dell’amica.
«Beh, se vuoi…» iniziò il cameriere. «Posso farti assaggiare tutto quello che vuoi, così deciderai cosa farmi servire al ballo» sorrise maliziosamente, ignorando bellamente il ragazzo.
Gohan alzò le sopracciglia ed incrociò le braccia, appurando quanto poco gli piacesse quel tizio.
Chi si credeva? Era alto quanto un comodino e decisamente troppo mingherlino, nonostante la faccia tosta che si portava dietro.
Non aveva speranze con Videl, eppure ci provava spudoratamente.
«Credo sia una buona idea» annuì la ragazza. «Si può fare anche subito?» chiese.
Lui scosse la testa, schioccando fastidiosamente la lingua. «Non sarebbe meglio se ti facessi assaggiare tutto a casa mia, stasera, con qualche portata un po’ più speciale?» ribatté lui, avvicinandosi pericolosamente a lei.
Videl deglutì.
In una normale circostanza avrebbe mollato un pugno sul suo volto senza pensarci neanche per un secondo, ma le parole dell’amica le risuonavano in testa come un disco impallato.
«Beh…» mormorò lei, rossa in viso.
Era rossa di rabbia, ma quei due babbei stavano fraintendendo.
«Sei timida, che carina!» esclamò lui, avvicinando la mano per accarezzarle la guancia.
Gohan lo bloccò, stringendo il suo polso con forza, fino a fargli scricchiolare le ossa.
«Ti conviene sparire, altrimenti quello che potrà assaggiare Videl sarà solo carne tritata» gli ringhiò contro.
E Videl sorrise, facendo un grosso sospiro di sollievo.
Quell’Erasa!
Ne sapeva una più del diavolo!
 
Bilancia
 
«Sai quanti chili ho messo per colpa tua?!»
Infervorata come un toro che vede un pezzo di stoffa rosso, Miyiako si diresse a passo di carica contro il suo uomo.
Bardack incrociò le braccia dietro la testa, cercando di capire perché se la stesse prendendo con lui.
Vedendo quell’espressione, la rossa non gli fece neanche porre la domanda. «Sì, bello, colpa tua! Una sera vuoi provare il Kebab, un’altra il ristorante Thai, un’altra ancora il ristorante cinese e qualsiasi altro tipo di ristorante etnico! Guarda qui: ho le maniglie dell’amore! Non le ho mai avute in vita mia e sì, in passato sono stata innamorata, ma mai avevo permesso a qualcuno di ridurmi in questo stato! Guarda qui» urlò come un’ossessa, mentre il colore dei capelli e quello del viso si assomigliavano sempre di più.
Lo afferrò per un polso, portandolo davanti alla bilancia. «Io non avevo mai visto quei numeri in vita mia, prima d’ora ed è tutta colpa tua! Adesso mi tocca almeno un mese di dieta ferrea e fare palestra» gli ringhiò contro. «E lo sai benissimo che non ho tempo di fare attività fisica!» concluse.
L’uomo la squadrò dalla testa ai piedi, non notando poi tutto quel gran cambiamento che diceva di aver fatto.
«Sembri più o meno sempre la stessa» le disse lui, con sincerità.
Miyiako ridusse gli occhi a due fessure. «Ah sì?» disse in un sussurro.
Si mise dietro di lui, spingendolo sopra la bilancia. «Visto che non mi credi, vediamo che effetto hanno fatto a te tutto queste cene!» esclamò. «Vedi? settanta chili esatti! Prima quanto eri?» chiese con le sopracciglia aggrottate.
«Sempre settanta» rispose lui.
Miyiako batté le palpebre. «Ma come…» sussurrò arrabbiata.
«Sono un Saiyan» le ricordò.
La donna sentì una vena della tempia pulsarle. «Quindi oltre al fatto che non vi allungano i capelli, avete una forza mostruosa e sapete volare… neanche ingrassate?!»
Voleva essere una Saiyan.
«Già, più o meno. Inoltre io faccio attività fisica ogni giorno» si girò a guardare la donna, ma era già sparita ed aveva sbattuto la porta furiosamente.
Dannati Saiyan.


























Angolo dell'autrice:
Salve a tuuuutti :D
Tentennando per tutto il giorno, senza la minima voglia di alzarmi e prendere il pc per aggiornare, alla fine ho adempiuto ai miei doveri u.u
Questa volta, sinceramente, mi piacciono tutte le flash che ho scritto.
Un po' meno l'ultima, ma delle prime due sono soddisfatta, soprattutto della Godel u.u
E sì, è strano, visto che in genere in questa raccolta mi stavano piacendo sempre di più i risultati finali delle altre coppie (?)
Spero che anche a voi piacciano ^^
Fatemi sapere ♥
A presto!


-
Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


La vita secondo i Son







Mese
 
«Certo che stai ingrassando!» esclamò Goku, sinceramente sorpreso, vedendo il pancione di otto mesi della moglie.
Chichi sentì che tutta la pazienza del mondo non l’avrebbe fermata, quindi allungò la mano nella quale teneva ben saldo un mestolo di legno e lo colpì con forza sulla testa, ottenendo un gemito di dolore che saziò, solo in parte, la sua ira.
«Sono incinta, Goku! Tra un paio di mesi perderò tutto, sta’ tranquillo. Non dovrai passare la vita con una donna grassa, se è questo quello che ti spaventa» sbuffò.
Goku la guardò con quegli occhi ingenui che tanti anni prima l’avevano fatta innamorare. «Non è quello, solo che oggi la tua pancia sembra molto più grande. Secondo me è il bambino ad essere ingrassato» cercò di buttarla lì e salvarsi.
Chichi gettò il mestolo dentro il lavello e ne prese un altro pulito, per mescolare il riso che stava cucinando, e rise. «Sembra che tu stia parlando di un vitello all’ingrasso, non di tuo figlio» ridacchiò ancora, divertita dalle precedenti parole di Goku.
Il giovane si portò una mano sulla nuca e sorrise ingenuamente, felice di averla scampata con una sola, leggera, botta in testa.
«Quanto manca prima che nasca?» chiese poi.
Chichi alzò l’indice, sorridendo. «Un mese»
“Un solo mese e la nostra vita cambierà per sempre” pensò.
 
Pomata
 
Gohan guardava la moglie con le sopracciglia aggrottate, in un misto di rabbia e delusione.
Afferrò la pomata posta sul comodino e alzò la maglia della moglie, sdraiata di fianco sul loro lettone. «Sei al settimo mese di gravidanza, potresti evitare certi sforzi. Anzi, dovresti!» sbuffò aprendo il tubetto e passando la pomata sulla colonna vertebrale della giovane.
Videl rabbrividì sentendo la crema fredda contro la sua pelle. «Mi era caduta la fede e mi sono abbassata di scatto. Scusa tanto se mi sono fatta male» sbuffò.
Cosa credeva?
Che fosse contenta di essersi fatta male?
«Potevi evitare di togliertela» rispose lui, prendendo a massaggiarle la schiena.
Videl si morse il labbro, trattenendo un mugolio. «Si era sporcata e dovevo pulirla» si giustificò, appoggiando la guancia contro il cuscino morbido, rilassandosi.
Gohan sospirò, facendo pressione con i pollici sulle scapole di lei. «Dovresti smetterla di farmi prendere certi colpi. Sono uscito dall’università che sentivo il cuore scoppiarmi nel petto, quando mi hai detto che ti eri fatta male» la rimproverò, sussurrandole tutto all’orecchio.
La ragazza si morse il labbro, rabbrividendo. «Ti avevo detto di non preoccuparti» gli ricordò.
«E anche che dovevo venire subito a casa» rispose lui, pizzicandole debolmente il sedere.
Videl rise.
Farsi male non era poi così brutto, se poi ci guadagnava un massaggio come quello!
 
Proteggere
 
Miyiako si sedette sulla vasca da bagno, tenendo tra le dita un test di gravidanza.
Bardack la guardava con le braccia incrociate al petto e con la schiena appoggiata allo stipite della porta. «Ci vuole molto?» chiese e la donna scosse la testa.
Se Miyiako fosse stata incinta, non sarebbe di certo stato il primo figlio per lui, eppure si sentiva emozionato come poche volte nella sua vita.
Gine era morta durante l’esplosione del pianeta Vegeta e Miyiako era stata l’unica donna capace di fargli provare dell’amore dopo di lei.
Adesso era tutto cambiato, nel suo pianeta d’origine i neonati venivano mandati a fare missioni e loro avevano davvero poco tempo per vederli, sulla Terra, invece, non funzionava così.
I neonati venivano cresciuti dai genitori e, soprattutto, erano protetti da loro.
«È positivo» sussurrò Miyiako, facendolo destare dai propri pensieri. «Diventeremo genitori» disse in un mezzo sorriso.
Non sapeva, in effetti, se essere felice o no.
Era contenta, avrebbe voluto urlare, ma l’espressione neutra di Bardack le faceva venire l’ansia.
L’uomo le si avvicinò, accennando un sorriso, e la fece alzare. «Avremo un bambino» sussurrò con un tono carico d’emozione.
Sorrise come poche volte la rossa l’aveva visto fare.
Gli gettò le braccia al collo, cacciando l’urlo di felicità che aveva trattenuto in precedenza.
«Vi proteggerò a costo della mia stessa vita, te lo prometto» le sussurrò, stringendola forte a sé.
Non avrebbe permesso a nessuno di portarglieli via.
Non di nuovo.
Non poteva permetterlo.


























Angolo dell'autrice:
Salve a tutti!
Eccoci qui con il nuovo capitolo, tutto a tema gravidanza! :D
Spero vi piaccia ^^
Al prossimo aggiornamento! :D

-
Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


La vita secondo i Son







Drago
 
«Ti giuro, sono in pena per Igneel anch’io ormai» mormorò Chichi, accoccolandosi sulla spalla di Goku, che, serio, si stava applicando alla puntata di Fairy Tail che stavano guardando.
Erano settimane che, ogni sera, guardavano gli episodi di quell’anime che li stava prendendo davvero tantissimo.
In genere non guardavano la televisione, ma mentre i loro figli si divertivano a guardare i primi episodi, anche loro due si erano appassionati, fin quando avevano preso l’abitudine di guardare qualche episodio la sera, dopo cena.
Adesso erano totalmente persi di quell’anime, un episodio tirava l’altro.
La trama ed i combattimenti li stavano risucchiando, rendendoli quasi dipendenti da quei fantastici personaggi.
«A chi lo dici» mormorò Goku, assorto nell’episodio, come se anche lui potesse entrare dentro il televisore e combattere al fianco di Natsu. «Voglio sapere dove si è cacciato» continuò.
L’episodio finì, lasciandoli con il fiato sospeso.
Nel momento in cui lui, però, stava facendo partire il nuovo episodio, Chichi gli bloccò la mano sul telecomando.
L’uomo la guardò confuso e lei sorrise maliziosa.
«Sai, Goku: sono tutta un fuoco» disse mordendosi il labbro.
L’uomo ridacchiò con voce rauca, facendola stendere sotto di sé, facendo partire nuovamente lo stesso episodio, per coprire i gemiti che presto avrebbero riempito la casa.
 
Slip
 
«Oh, insomma, Vid! Sono passate due ore e sei ancora in bagno a prepararti. Non è che ogni doccia che fai deve per forza durare un’ora!» sbuffò spazientito Gohan, strizzando le guance di quella scimmietta di peluche.
Sdraiato sul letto della ragazza, con la testa gettata giù dal materasso, il ragazzo si stava annoiando da morire.
Stavano insieme da neanche due settimane ed ancora gli sembrava un sogno quello di poter stare con lei, ma in quel momento si stava annoiando troppo.
«Trovati qualcosa da fare, sarò pronta quando lo sarò. Non mettermi fretta» urlò lei, con tono alto, ma pacato.
Sapeva di star impiegando una vita a prepararsi, se si fosse pure arrabbiata con lui invece di uscire si sarebbero presi a testate.
«Ma non so cosa fare! Voglio uscire, su, quanto ci metti ancora?» mugolò affranto, alzandosi e, senza neanche pensarci mezza volta, aprì la porta del bagno.
Avvampò quando la vide con solamente gli slip chiari addosso, davanti allo specchio che si sistemava i capelli con la piastra.
Videl lasciò cadere l’aggeggio per terra immediatamente e si coprì il petto con le braccia. «Ma sei impazzito?! Cosa ti viene in mente?!» urlò rossa di rabbia e di imbarazzo, chiudendo la porta del bagno con un calcio.
No, quel giorno sarebbe finito con lui giù dalla finestra, ne era sicura.
Gohan deglutì, guardandosi intorno.
Adesso un bagno serviva a lui!
 
Bruco
 

«Io in quel letto non mi ci sdraio» disse a denti stretti Miyiako, indicando l’oggetto al centro della stanza.
«Oh, andiamo: non sei mai contenta!» sbuffò Bardack spazientito. «L’ultima volta che ti ho portata in un hotel hai detto che non volevi più che prenotassi niente di così lussuoso e adesso che mi sono ridimensionato non ti va bene comunque?» borbottò, appoggiato al muro con la spalla.
Le pareti marroni, senza finestre, rendevano l’ambiente cupo e si aveva l’impressione che la stanza fosse ancora più piccola di quanto lo fosse già.
L’intero hotel era tappezzato da un arredamento classico, antico, e la puzza di muffa non era per niente mascherata da alcun prodotto igienico.
«Ma non puoi passare dagli hotel a cinque stelle, a… questo!» esclamò, allargando le braccia. «Devi trovare una via di mezzo nelle cose»
Lui si poggiò una mano sul mento, iniziando a pensare. «Tu hai detto che non era importante il luogo, quanto il fatto di stare insieme e che ogni posto, se stavi con me, era come un castello» le ricordò.
Miyiako sbuffò, decidendo di lasciarlo perdere e, per quella sera, rassegnarsi a dormire lì.
Lui sorrise soddisfatto della silenziosa resa della compagna e l’abbracciò, facendole un po’ calmare il nervosismo che le aveva causato.
Le prese il mento tra le dita e, lentamente, avvicinò le labbra a quelle di lei, dando inizio ad un dolce e passionale bacio.
La sollevò, prendendola per i fianchi e la fece sdraiare sul letto, mordicchiandole leggermente le labbra.
Quando, però, le tolse la maglietta e lei si stirò nuovamente, percepì una strana sensazione fredda sulla schiena.
Incuriosita, e lievemente spaventata, spinse via Bardack che la guardò confuso, ma ne approfittò per togliersi, anche lui, la camicia.
Il fatto che, però, lei fosse rimasta girata, a guardare dietro la sua schiena, senza dire nulla, lo allarmò. «Miyi, tutto bene?» le chiese.
La donna, pallida in volto, scosse la testa e si alzò. Si rivestì della maglia appena tolta ed afferrò tutte le sue cose. «Non condividerò il letto con un bruco! Tutto ma non questo, scordatelo!» urlò furibonda, sbattendosi la porta alle spalle.
Bardack rimase a guardare il nulla per qualche secondo, con la bocca socchiusa.
Ah, già… lei odiava i bruchi.


























Angolo dell'autrice:
Salve a tutti :D
Eccoci qui con il nuovo capitolo, con una piccola chicca nella Goku/Chichi per tutti gli appassionati di Fairy Tail.
A buon intenditore, poche parole u.u
Spero che il capitolo vi piaccia :)
A presto!

-
Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


La vita secondo i Son







Ascella
 
Chichi, ridacchiando, solleticò con le unghie il collo del marito che sorrise.
«Cosa fai?» chiese lui divertito.
La giovane si mordicchiò il labbro inferiore.
Si erano sposati qualche settimana prima e, anche se erano coniugi e lo amava, ammetteva di sapere davvero poco di lui.
«Vorrei sapere dove soffri il solletico» rivelò.
Goku l’afferrò per i fianchi e la spinse sotto di sé. «Eh no, carina! Non lo scoprirai, invece!» le mostrò la lingua, tenendola ben ferma sul materasso.
Chichi rise divertita. «Mi stai dicendo che un guerriero forte come te, ha paura del solletico?» lo prese in giro.
Punto nell'orgoglio, lui sbuffò e si lasciò cadere nuovamente sul letto. «Prego, fa' pure. Non scoprirai mai il mio punto debole!» le disse con un sorrisetto di sfida.
Chichi non si lasciò intimorire e, a colpo sicuro, le solleticò l’ascella destra, facendolo scoppiare in una fragorosa risata.
Ragazzetto ingenuo! Sapeva benissimo che soffrisse lì il solletico, voleva solo scoprire nuovi posti!
 
Carie
 
«Smettila di fare la bambina, dai! Devi andare dal dentista, non esistono altre soluzioni» la riprese Gohan con tono severo, incrociando le braccia al petto.
Videl, cocciuta come un mulo, però, sbuffò spazientita. «Pensi che abbia cinque anni? Lo so benissimo che per curare una carie c'è bisogno dell’intervento di un dentista» esclamò spazientita tenendosi la guancia sinistra.
Le faceva un male cane, quella maledetta mola cariata!
Forse mettersi a mangiare con Pan quantità industriali di dolciumi, dopo Halloween, non era stata una genialata.
Avrebbe dovuto controllare anche i denti della piccola, anche se, per fortuna, non aveva sentito di nessun Saiyan con problemi ai denti.
Magari anche lei avrebbe ereditato quella dentatura perfetta e bianchissima che non aveva mai bisogno di un consulto del dentista.
Ah, quanto li invidiava!
«Benissimo, quindi per che ora prenoto?» le chiese, sedendosi al suo fianco, il marito.
La corvina scosse la testa. «Non ho detto che ci andrò! Ho paura dei dentisti Gohan, una paura matta! Non ci andrò mai!» esclamò scuotendo la testa furiosamente.
Il giovane si schiacciò una mano sulla fronte.
Come diavolo poteva convincerla?!
 
Ascia
 
Bardack si asciugò la fronte con un braccio, mentre posava l’ascia sul terreno.
Aveva tagliato abbastanza legna da non avere problemi ad accendere il camino per almeno dieci interi anni e adesso stava iniziando ad accusare un po’ di fatica.
Miyiako uscì dal portone di casa correndo, tenendo tra le mani un pezzo di stoffa.
«L’ho trovata, Bardack!» esclamò entusiasta.
L’uomo la guardò interdetto mentre lei si avvicinava velocemente.
Era uscita di casa circa un’ora dopo rispetto a quando aveva iniziato a spaccare la legna.
Non l’aveva sentita tornare.
«Ecco qui! Sono andata in tre diversi negozi, ma l’ho trovata!» disse veramente felice, porgendogli una camicia a quadrettoni rossi e neri.
Lui la guardò confuso. «È qualche altra usanza terrestre che non capisco?» chiese perplesso.
La donna scosse la testa ridendo. «Metti questa camicia e prendi l’ascia. Sembrerai il perfetto stereotipo di un boscaiolo!» rise, aiutandolo ad infilare l’indumento.
L’uomo la guardò seriamente confuso. «Sei corsa a comprare questa camicia per questo motivo?» domandò.
Miyiako sorrise maliziosa. «Non sai quanto mi eccitano i boscaioli» gli sussurrò all’orecchio.


























Angolo dell'autrice:
Salve a tuuutti e scusate, anche qui, il ritardo.
Siccome a Videl non bastava avere paura dei tuoni, adesso ha anche paura dei dentisti.
Ma come non capirla? Io ne ho il terrore e so che prima o poi mi toccherà andarci, ma, vi giuro, mi terrorizza.
Non so perché, ma mi fanno paura.
Detto questo, spero che queste flash no sense vi strappino un sorriso. 
A presto!

-
Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


La vita secondo i Son







Agitare
 
«Ah, adoro il natale!» esclamò Goku, afferrando un sacchetto di plastica, con dentro un pandoro.
Chichi ridacchiò scuotendo la testa. «Ci sono tanti motivi per amare il natale e a te importa solo dei panettoni e pandori» gli rispose fintamente esasperata.
Amava quell’entusiasmo che aveva quando vedeva o faceva qualcosa che amava.
 «Eh, no. Niente panettoni» la rimbeccò lui. «Sai che proprio non mi vanno giù i canditi» le ricordò chiudendo per bene l’apertura del sacchetto ed iniziando ad agitarlo, in modo da far arrivare in ogni punto lo zucchero a velo, precedentemente messo solo sulla parte superiore del dolce.
La donna scosse la testa sorridendo, stringendo al petto il piccolo Gohan di appena due anni.
Bastò un solo secondo, Goku scosse troppo forte la busta che si ruppe e, l’intera famiglia, si ritrovò bianca dalla testa ai piedi, piena di zucchero a velo.
L’uomo deglutì.
Chichi l’avrebbe sicuramente ammazzato.
Le si avvicinò, pensando a mille modi diversi per scappare e salvare la propria vita.
Il bambino si mise le manine in bocca e rise contento, sentendole di un sapore dolce.
Chichi guardò Goku senza dire una parola.
I suoi occhi sputavano già fuoco.
Lui sorrise ingenuamente e la baciò sulle labbra, emettendo un mugolio di apprezzamento. «Sei buona» sussurrò, facendola scoppiare a ridere.
 
Rosicchiare
 
Mentre stirava, Videl si beava del silenzio e della vista di suo marito, intento a leggere e rileggere dei fogli che riguardavano il lavoro.
Loro figlia dormiva sul divano e si stava davvero rilassando, nonostante non amasse stirare.
Vederli lì, davanti a lei, così tranquilli… non sembravano neanche loro.
In genere Pan era agitata anche mentre dormiva!
Gohan, nervosamente, prese a rosicchiare la penna blu, iniziando a far tremare la gamba destra.
«Qualcosa non va?» gli chiese la corvina.
Lui scosse la testa, preferendo tenere la penna tra i denti piuttosto che rispondere a voce.
Le date degli ultimi convegni non combaciavano con il suo programma, nonostante avesse messo parecchia attenzione nell'organizzare tutto il suo lavoro.
Morse più forte la penna mentre Videl si girava a posare la felpa appena piegata e a prendere un nuovo capo.
L’uomo iniziò a sentire uno strano sapore e fece una smorfia, mentre lei, tornata a guardarlo, sgranava gli occhi.
«La penna!» esclamò. «Sei tutto blu!» continuò, indicandolo.
Capendo cosa fosse successo, Gohan spalancò la bocca e lasciò cadere l’oggetto incriminato sui fogli, sporcandoli completamente di inchiostro.
Non se ne curò, correndo dalla moglie con la bocca spalancata. «E hohoe è?» chiese, sperando vivamente di essersi fatto capire.
Videl rise forte. «Sembra che tu abbia fatto davvero delle brutte cose con i puffi!» rise forte.
Gohan spalancò gli occhi e corse in bagno per lavarsi alla meno peggio, per potersi recare subito da un medico.
 
Cuccetta
 

«Vedrai, fra massimo dieci minuti papà avrà finito la tua cuccetta e sarà bellissima» sussurrò Miyiako, grattando il pancino del cucciolo di barboncino meticcio che teneva sulle gambe.
Il piccolo chiuse gli occhi, beandosi delle coccole della sua padrona, mentre lei sorrideva dolcemente.
L’avevano trovato sul bordo della strada e non avevano avuto il coraggio di lasciarlo lì, così avevano deciso di tenerlo.
Sarebbe stato un bell’impegno, ma sicuramente li avrebbe fatti legare di più come coppia.
Bardack si era offerto di fargli una bella cuccia di legno, ma erano passate due ore e di lui neanche l’ombra.
Stanca di aspettare, la donna si alzò, tenendo il cagnolino tra le braccia, dirigendosi verso il garage, per vedere a che punto fosse arrivato.
Appena entrò dalla porta, vide solo tanta cenere e una costruzione che somigliava più ad una prigione che ad una cuccia.
«Ah, proprio te aspettavo!» esclamò l’uomo. «Non va bene, giusto?» chiese nervosamente.
Sembrava sull’orlo di una crisi di nervi.
Decisa a dirgli la verità, Miyiako annuì. «Non lo dobbiamo incarcerare» gli fece notare con un sorriso divertito sulle labbra.
«Bene!» esclamò. «Neanche questa va bene» continuò, aprendo il palmo della mano e lanciando un ki-blast che incenerì anche la sua ennesima creazione.
Miyiako rise. «Che esagerato!»
 























Angolo dell'autrice:
Buongiooorno.
Lo so, lo so, lo so. Sono in immenso ritardo.
Purtroppo ho perso interesse per questa raccolta e quindi scrivere il nuovo capitolo ed aggiornare è stato un po' una forzatura, cosa che in realtà non dovrebbe mai essere.
Scrivere è un hobby, lo amo e mi serve come valvola di sfogo a volte, ma questo è proprio un periodo strano per me, quindi è inutile forzarmi per buttare già due righe.
Per questo ho deciso di concludere la raccolta con questo capitolo, mentre per la long... ci sto lavorando, più o meno.
Non so quando passerà, sarei capace di fare tutto questo discorso e poi domani sbem eccomi che aggiorno di nuovo.
Non lo so proprio, ma non mi sembrava corretto sparire nel nulla senza alcuna spiegazione, quindi eccomi qui.
Non credo abbandonerò il sito, penso che prima o poi l'ispirazione tornerà e allora potrò tornare anch'io a sclerare scrivendo ahah
E niente, ringrazio tutti quelli che sono arrivati fin qui a leggere e che mi hanno dato il loro sostegno tramite l'inserimento di questa storia nelle seguite/ricordate/preferite, ma, soprattutto, chi mi ha dato il proprio parere lasciando delle recensioni ♥

Grazie di cuore a tutti♥

-Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*



 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3684718