Shenanigans di Lory221B (/viewuser.php?uid=660415)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Out of School ***
Capitolo 2: *** Shopping for bathing suit ***
Capitolo 3: *** Meeting on an online game ***
Capitolo 4: *** Sunburn ***
Capitolo 5: *** Broken air conditioning ***
Capitolo 6: *** Ice Cream ***
Capitolo 7: *** Pool party ***
Capitolo 8: *** Beach towel ***
Capitolo 9: *** Lost in museum ***
Capitolo 10: *** Fireworks ***
Capitolo 11: *** At the park ***
Capitolo 1 *** Out of School ***
Questi
personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di sir
A.C.Doyle, Moffatt, Gatiss BBC ecc.; questa storia è stata
scritta senza alcuno scopo di lucro per il mio puro divertimento e
spero che non ne ricordi altre, in tal caso non sarebbe voluto, ma
fatemelo sapere!
Prompt: Out
of school
Rating:
Verde
Sherlock
spostò con fastidio una ciocca di capelli dalla fronte, non
voleva
ammettere di dover dare ragione al fratello e accorciare i suoi ricci
ribelli che ormai gli arrivavano agli occhi. Si guardò
attorno, alla
ricerca di una testa bionda che non era del tutto sicuro di voler
vedere, soprattutto dopo l’ultima discussione.
Era ancora ferito
dalle parole di John, gli occhi pizzicavano e la voglia di andarsene
velocemente e sparire per tutta l’estate senza farsi sentire
si fece
molto forte, al punto che si ritrovò a stringere le mani a
pugno quando
notò il ragazzo nel mezzo di un gruppetto della sua classe.
Mycroft
era sempre stato convinto che se Sherlock si fosse perso in sentimenti
romantici per qualcuno, quel qualcuno sarebbe stato eccentrico e
straordinario, non l’ordinario giocatore di rugby con cui
aveva
iniziato a passare i pomeriggi per aiutarlo con le lezioni di
matematica. All’inizio il fratello lo aveva studiato con
diffidenza,
poi aveva capito cosa rendeva John così diverso da tutti gli
altri: non
era ordinario, forse non era intelligente come Sherlock ma era in grado
di capirlo per davvero, in tutti i suoi pregi e difetti.
A
Sherlock sfuggì un profondo respiro, prima di dileguarsi
all’interno
della scuola e nascondersi al sicuro nella sua classe; non era pronto
ad affrontare John, anche se sapeva che era l’ultimo giorno
di scuola e
che se non si fossero parlati entro la fine della mattinata le cose non
si sarebbero più ricucite.
“Non capisci,
sei sempre il solito”.
La voce di John continuava a riecheggiargli nella mente. Forse non
avrebbe dovuto scendere dalla macchina sbattendo teatralmente la
portiera, né continuare a rifiutare le chiamate di John
finché non si
era chiuso in camera a suonare il violino ignorando ogni tentativo del
fratello di parlargli.
« Sherlock, tutto bene? » fece Molly, prendendo
posto accanto al ragazzo che con fare assente fissava la lavagna
davanti a sé.
« Problemi con John? » incalzò.
Sherlock
si voltò di scatto, non aveva voluto parlarne a casa,
nonostante il
malumore fosse evidente, ma ad un’amica - almeno
così aveva cominciato
a considerarla da qualche tempo - avrebbe potuto chiedere
un’opinione.
« Non vuole dirlo ai suoi amici. Nemmeno ai suoi genitori, ma
quello in questo momento è meno rilevante »
« Scusa? »
«
La scuola è finita, lui il prossimo anno andrà
all’Università, gli ho
proposto di passare l’estate in vacanza assieme ma lui non
vuole dire
di noi ai suoi amici, quindi non sa come
“sganciarsi” dalla loro
proposta di andare con loro in Grecia o come portare me con loro
»
«
Noi? » Molly si morse il labbro, per tanto tempo aveva
fantasticato su
di lui per poi scoprire che le ragazze non erano assolutamente la sua
area. Non poteva sapere che Sherlock qualche giorno prima era riuscito
timidamente a dichiararsi al suo migliore ed apparentemente etero
amico, rimanendo totalmente sconvolto dal ricevere un bacio in cambio
del suo coraggio.
« Vedrai che cambierà idea, dagli solo un
po’ di tempo »
«
Perché deve essere sempre tutto così difficile?
» sbottò a voce alta,
ricevendo un rimprovero dalla professoressa Hudson anche
l’ultimo
giorno di scuola.
« Forse ha solo cambiato idea su di me »
mormorò con un velo di tristezza, ritenendo più
probabile che John si
fosse già stancato di lui e non che semplicemente dovesse
farsi
coraggio e dire a tutti quanto fosse completamente perso del suo
migliore amico.
Sherlock uscì da scuola trascinando i piedi
mentre l’aria frizzante di giugno gli scompigliava i capelli
donandogli
un aspetto meno ribelle e più da poeta romantico, o almeno
erano quelli
i commenti di molte ragazze che nel cortile si attardavano in abbracci
e saluti.
Superò sconsolato il gruppetto di compagne di scuola
quando una mano apparve dal nulla e lo prese per il braccio facendolo
voltare. Sherlock si trovò davanti il proprietario della
mano con tutto
il resto del corpo; non ebbe molto tempo per studiare
l’espressione e
comprendere esattamente cosa stesse per succedere.
Se avesse
potuto farlo avrebbe notato le occhiaie di uno che non aveva dormito ma
aveva passato la notte a parlare con la sorella proprio della loro
litigata; avrebbe notato gli abiti scelti quasi a caso
perché si era
vestito di fretta ed era corso fuori casa nella speranza di incontrare
fuori scuola il suo offeso ragazzo; avrebbe notato che aveva appena
masticato una gomma alla menta in preparazione di quello che aveva in
mente di fare, ma non era riuscito a capire niente di tutto questo
perché appena si era voltato le labbra di John si erano
posate
delicatamente sulle sue.
Aveva ricevuto un altro bacio
importante, sta volta non come “premio” per il
coraggio di essersi
dichiarato ma per rassicurarlo che non aveva alcuna intenzione di
nasconderlo.
« Scusa Sherlock » mormorò, prima di
prenderlo per mano e trascinarlo dai suoi amici per presentarlo come il
suo ragazzo.
**** * ****
Angolo
autrice:
Salve
a tutti, per accompagnarmi e accompagnare
(spero) tutti voi alla fine di Agosto che per me corrisponde alla fine
delle ferie e anche a una sorta di nuovo inizio (trovo molto
più
"capodanno" il primo settembre con tutti i suoi buoni propositi e la
ripresa di lavoro/scuola/università che il primo gennaio),
ho deciso di
prendere questa lista di prompt e scrivere (spero) una flash al giorno.
Non ho mai fatto una cosa del genere quindi confido ne esca qualcosa di
carino.
Grazie a tutti quelli che leggeranno e buona
continuazione dell'estate.
Summer Prompts presi da questa pagina a lancio di dadi: http://fanficy-prompts.tumblr.com/
1) Out of School
2) Shopping for bathing suit
3) Meeting on an online game
4) Sunburn
5) Broken air conditioning
6) Ice Cream
7) Pool Party
8) Met at comic con
9) Beach Towel
10) Lost in museum
11) Fireworks
12) At the Park
13) At a playground
14) Pizza delivery
15) Vacation/Trip |
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Shopping for bathing suit ***
Prompt:
Shopping for bathing suit
Rating: verde
Un’impresa impossibile, una missione
così ardua non gli era mai capitata.
Sherlock sentiva attorno a sé l’ansia, la frenesia
e anche una certa aggressività che mai avrebbe pensato
potesse liberarsi in un'assolata domenica d’estate.
I cartelli con la scritta sconti e la percentuale applicata strillavano
l’inizio del periodo dei saldi e il detective si trovava nel
bel mezzo di un centro commerciale ridotto a campo di battaglia per la
lotta all’ultimo affare.
Sherlock si diresse prudentemente verso un angolo apparentemente meno
frequentato del negozio di abbigliamento dove John lo aveva trascinato
per comprare l’occorrente per l’imminente vacanza
al mare. A quanto sembrava il buon dottore si era lamentato che la loro
vita aveva bisogno di una pausa dallo stress metropolitano e senza
nemmeno rendersene conto Sherlock si era trovato davanti la
prenotazione per una crociera attorno al mondo.
Quando entrambi avevano setacciato il loro armadio scoprendo di non
avere né costumi da bagno né abbigliamento
leggero, John aveva preso il detective di peso e lo aveva caricato in
auto per un po’ di “sano” - come lo aveva
definito John - shopping.
Dopo dieci minuti di clienti irritanti e commessi che continuavano a
chiedergli cosa cercasse, la pace dell’angolo che Sherlock
aveva trovato, gli concedette un momento per raccogliere i pensieri e
ricordarsi che John valeva una giornata in mezzo alla gente.
« Scusi » fece una voce calda maschile alle sue
spalle « Questi li avete anche in nero? »
Sherlock si voltò sconsolato dall'essere disturbato, per
trovarsi davanti un uomo sui trentacinque anni, biondo, abbronzato con
in mano un paio di boxer grigi.
« Non credo di aver capito »
« Ho chiesto solo se avete questi boxer anche in nero
» ripeté il biondo sorridendo: evidentemente
doveva aver scambiato il detective per un elegante commesso.
« Credo siano lì » rispose Sherlock
senza battere ciglio ed indicando un espositore « Americano?
» aggiunse, una delle tante volte che le parole gli uscivano
prima che avesse il tempo di bloccarle.
« Sì, si sente tanto l’accento?
»
« Biondo, abbronzato, atteggiamento molto diverso
dall’inglese medio… Non mi serviva
sentire l’accento che comunque non è
così marcato. Madre inglese? » fece il detective,
senza rendersi conto che agli occhi di chiunque sembrava stesse
flirtando più che esercitando le sue facoltà
intellettive.
« Esatto » rispose l’uomo illuminandosi
« Posso offrirti un caffè quando stacchi? Ma forse
non lavori qui, vero? »
Finalmente l’informazione arrivò al cervello di
Sherlock che quando si rese conto quanto era accaduto,
spalancò la bocca per lo stupore.
« Io non, cioè… »
« Sherlock? » John raggiunse il reparto intimo,
passando in rassegna quella specie di Matthew McConaughey che
già sentiva di odiare, fino alla faccia paonazza del
detective che con tutta la sua intelligenza non aveva ancora imparato a
destreggiarsi in simili situazioni, soprattutto da quando stava con
John. Il fatto era comico, prima di essere "impegnato" non aveva mai
dato peso a quante persone potessero trovarlo attraente o se ci
stessero provando con lui ma ora stava con John gli sembrava assurdo
che accadesse, come se dovesse essere evidente per tutti che ora aveva
John e non fosse possibile avvinarsi con intenti romantici. Sherlock
aveva uno strano modo di concepire i rapporti umani.
« Vieni Sherlock, dobbiamo comprare quel perizoma di pelle
che volevi » fece John a voce più alta del normale
prendendolo per un braccio e trattenendo a fatica una risata mentre
guardava l’espressione oltraggiata del detective che nemmeno
per scherzo avrebbe voluto essere associato a una cosa tanto kitch.
Il biondo americano era velocemente evaporato dopo che John gli aveva
lanciato uno dei testati sguardi “giù le mani dal
mio ragazzo” e per riprendere fiato dopo la corsa ai saldi il
detective aveva proposto un bar perché sentiva
l’impellente bisogno di un muffin.
« Ti ho preso due costumi, ho scelto io visto che sei sparito
per farti rimorchiare » fece il dottore esibendo un
improbabile paio di boxer lilla e verde fluorescente e uno
fortunatamente più anonimo azzurro.
« Non metterò mai quel costume! »
« Allora girerai nudo » rispose John, che stava
cercando di vendicarsi in tutti i modi per gli ultimi pezzi di cadavere
che aveva trovato in frigorifero, vicino le pappette per Rosie, ma
Sherlock non lo stava più ascoltando, distratto da due
bionde che stavano chiacchierando allegre osservando John. In
particolare, una delle due continuava a guardarlo sorridendo in maniera
che Sherlock avrebbe definito "ebete" e poco dopo si alzò
puntando dritta al loro tavolo. Quando era arrivata circa a un passo da
loro, Sherlock si schiarì la voce e incurante di quanto
stesse dicendo John, probabilmente qualcosa riguardante la crociera,
commentò in modo da poter essere sentito dalla bionda anche
sopra il normale rumore del bar « Non mi sembra una grande
idea una sveltina in bagno, John. Quando andremo a casa, se vuoi,
potremo usare le manette »
John sbatté più volte le palpebre, non capendo il
perché di quella assurda uscita finché non
notò una persona immobile accanto a lor. Alzò la
testa rilasciando un respiro frustrato prima di diventare un
tutt’uno con il colore rosso del tavolo.
« Margaret, salve » fece John, cercando di
sembrare naturale « Sherlock, ti presento la dottoressa
Margaret O’Neil, la mia nuova collega » fece
sottolineando la parola collega.
La bionda si congedò presto, ripetendo che non voleva
disturbare e anche lei come l’americano evaporò
velocemente, ma solo per non scoppiare a ridere in faccia al nuovo
collega e al suo improbabile ragazzo.
« Emh, direi 1 a 1, ora possiamo smetterla con questo gioco
puerile? » fece Sherlock, nascondendosi dietro la sua tazza
di caffè.
« Non credo signor detective, raccontami un po’ la
storia delle manette » rispose sornione, prima di scoppiare
entrambi a ridere.
**** * *****
Angolo autrice
Scrivere una storia al giorno seguendo un prompt è
più difficile di quanto pensassi ma eccomi qui con la
seconda OS.
Ammetto che questo prompt era più nelle mie corde del primo,
o almeno quello che mi ha ispirato è uscito più
nel mio stile.
Grazie a chi sta leggendo, un abbraccio e grazie Mikimac per esserti
subito buttata a recensire :))
|
|