L'AMORE SU TUMBLR

di DarkkkAngellll
(/viewuser.php?uid=990909)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO ***
Capitolo 2: *** 1. ***
Capitolo 3: *** 2. ***
Capitolo 4: *** 3. ***
Capitolo 5: *** 4. ***
Capitolo 6: *** 5. ***
Capitolo 7: *** 6. ***
Capitolo 8: *** 7. ***
Capitolo 9: *** 8. ***
Capitolo 10: *** 9. ***
Capitolo 11: *** 10. ***
Capitolo 12: *** 11. ***
Capitolo 13: *** 12. ***
Capitolo 14: *** 13. ***
Capitolo 15: *** 14. ***
Capitolo 16: *** 15. ***
Capitolo 17: *** 16. ***
Capitolo 18: *** 17. ***
Capitolo 19: *** 18. ***
Capitolo 20: *** 19. ***
Capitolo 21: *** 20. ***
Capitolo 22: *** 21. ***
Capitolo 23: *** 22. ***
Capitolo 24: *** 23. ***



Capitolo 1
*** PROLOGO ***


Me ne sto seduta sulla fredda panchina ad aspettare l'autobus 250, un ammasso blu che non arriva mai in orario ed è sempre troppo pieno per potersi permettere un posto a sedere.

Sono arrivata in anticipo, quindi so già che passerò molto tempo ad aspettare.

Eppure, qui da sola, sorrido, perché sto bene.

Un anno fa, dopo di lui, colui che mi fece tornare quella che ero prima di conoscerlo, non mi sarei immaginata qui, coi capelli raccolti in una coda alta, perché non temo di far vedere il mio viso, e con addosso vestiti non del solito nero.

Un anno fa, semplicemente, non riuscivo ad immaginarmi felice.

Ero una ragazza estremamente chiusa; avevo difficoltà nel relazionarmi con gli altri, anzi, non ci parlavo proprio, perché ero convinta che qualunque cosa avessi detto sarebbe risultata stupida o inadeguata al contesto.

Preferivo essere ignorata.

Serrare le labbra e guardare a terra.

La scuola, perciò, era un vero inferno per me.

Odiavo andare alla lavagna, sentivo il peso di tutti gli sguardi dei miei compagni addosso a me, pronti per vedermi fallire, ancora.

Ecco, ero terrorizzata all'idea di sbagliare.

Sapevo che non sarei mai stata in grado di rimediare ai miei errori. Ero troppo debole.

I miei capelli erano molto lunghi e perennemente sciolti, in modo tale da coprirmi, coprire i miei occhi neri, come le mie felpe.

All'epoca prendevo il treno, e c'era sempre un gruppo di ragazze che appena passavo iniziavano a ridermi dietro, a indicarmi e affibbiarmi terribili soprannomi.

Sapevano trovare un difetto in tutto ciò che facevo, dal modo in cui camminavo al mio tono di voce.

Mi facevano sentire così sbagliata.

E iniziai a vedermi come loro mi vedevano, senza pregi, con un carattere insopportabile, un fisico che era meglio nascondere sotto abiti di due taglie più grandi e un'autostima inesistente.

Detestavo essere me, volevo cambiare... ma non ne avevo idea di come fare.

Il mio umore iniziava ad essere sempre più instabile; qualche volte ero così arrabbiata da trattare male chiunque, altre volte così triste che temevo di sprofondare nelle mie stesse lacrime...

C'era un negozio, sempre aperto, dove vendevano fiori di tutti i tipi, e io ogni mattina ci passavo davanti, perché era nel mio tragitto stazione-scuola.

Quanto ho odiato quel posto.

Era sempre pieno di persone sorridenti e ragazzi che uscivano con enormi bouquet, e io non potevo fare altro che odiarli, e odiarli, perché sapevo che nessuno avrebbe mai regalato a me anche solo una semplice rosa.

E soprattutto perché l'unica persona che l'aveva fatto, è diventata poi in seguito la causa di tutto il mio dolore.

Perciò acceleravo sempre il passo, i miei occhi fissi sul cemento screpolato del marciapiede, la musica a tutto volume nelle mie orecchie.

Avevo deciso; volevo tagliare tutti fuori dal mio piccolo mondo.

Sapevo che se non mi sarei affezionata più a nessuno, non avrei più sofferto... eppure stavo già malissimo. Ricordo ancora perfettamente quel giorno; era una tiepida mattinata di marzo, e mi stavo dirigendo a prendere il treno. I miei capelli erano completamente sulla mia faccia ed ero immersa nei miei pensieri, ecco perché non mi accorsi che davanti c'era qualcuno, e gli andai a sbattere contro.

Due grandi mani m'afferrarono per le spalle, impedendomi di cadere.

Distinto, cercai di divincolarmi, ma non ci riuscii.

I miei capelli vennero fermati dietro un orecchio e una voce roca mi domandò se stessi bene.

Abituati a quella luminosità, i miei occhi misero a fuoco un ragazzo dai capelli scuri e un sorriso gentile.

Aveva un incarnato chiaro e uno sguardo dolce.

Mi ridomandò se stessi bene. Io scossi il capo in segno di si.

«Qual è il tuo nome?»

«Non parlo con gli sconosciuti», in realtà non parlavo a nessuno.

«Io sono Aaron, e mio padre lavora qui, al negozio di fiori più grande della città. Ogni tanto lo aiuto. Bene, ora mi sono presentato, quindi non sono più uno sconosciuto. É il tuo turno » disse incurvando ancora di più le labbra verso l'alto.

«Ashley. Io sono Ashley» e mi sorprese il tono della mia voce. Poi mi ricordai che era passato davvero tanto, tanto tempo, dall'ultima persona che voleva conoscermi davvero.

Iniziammo a parlare, o meglio, iniziai a spiaccicare qualche parola in quanto Aaron riempiva tutti i possibili silenzi imbarazzanti della nostra conversazione, cercando di farmi parlare attraverso una serie di domande, alle quali non ero obbligata a rispondere, in quanto erano solo per conoscermi meglio.

Eppure, volevo farmi conoscere da lui.

Notai subito il suo spiccato senso dell'umorismo, per non parlare del suo carattere così allegro e travolgente. Ed era davvero bello.

Fui così presa da lui che mi dimenticai del treno. Cavolo, il treno!

Non ho idea di come mi convinse ad accettare un passaggio in macchina da lui, probabilmente deve avermi detto una battuta e fatto ridere.

Dopo quel giorno, ogni volta che uscivo da scuola, Aaron si presentava sull'uscio del negozio di fiori, con una margherita in mano.

Voleva il mio numero, ma io ero troppo diffidente, perciò mi promise che finché non glielo avessi dato, lui mi avrebbe aspettato sempre, per tormentarmi con le margherite.

Mantenne la promessa. E la cosa più bella fu che una volta che glielo diedi, il giorno dopo, al posto delle margherite, aveva in mano girasoli.

«Il nostro rapporto sta crescendo, così ho pensato che anche i fiori si devono adeguare!»

Iniziò a telefonarmi e invitarmi a uscire. E io ne avevo voglia.

Mi piaceva passare il tempo con lui. Amavo i suoi discorsi e il suo modo di pensare.

Lentamente, iniziai a cambiare. Ero più... spensierata, tranquilla... felice.

Aaron mi dava l'amore di cui avevo bisogno dopo l'accaduto. Mi insegnò ad apprezzare ciò che mi circondava e a trovare il lato positivo in ogni cosa «E se non riesci a trovarlo» mi ripeteva « Ricordati sempre che ci sono io. E lo cercheremo assieme. E se non lo troveremo, beh, lo creeremo».

Con questa frase capii che è fantastico avere qualcuno che, nonostante tutto, rimane al tuo fianco, sempre. E non ti abbandona quando ti senti perso. E ti sta accanto quando ti senti sbagliato.

Divenni un'altra persona. Inizia ad aprirmi di più agli altri. Inizia a non vergognarmi del mio aspetto e del mio carattere, perché ad Aaron piacevano.

E iniziarono a piacere anche a me.

Come si dice, mi fece innamorare prima di lui, poi di me stessa.

Decisi di prendere il tram al posto del treno, così da non rivedere più quelle ragazze, nonostante non facessi più caso ai loro insulti da molto, molto tempo.

Tutti dicono che quando le persone cambiano, diventano talmente diverse da perdere tutti.

Eppure, se qualcuno cambia in meglio, allora le persone che ti lasciano significa che volevano solo il tuo peggio...

Ora, ogni volta che vado a scuola, scendo una fermata prima, per poter camminare, lentamente, davanti al negozio di fiori e sbirciare dalla vetrata lui che aiuta il padre dando consigli alla clientela dagli sguardi sognanti.

Ora so cosa si prova. E adoro immaginare a quale ragazza siano destinati quei bouquet, perché magari è una proprio come me, che non se lo sarebbe mai più immaginato di riceverli.

Riguardo a questo 'lui' non c'è molto da sapere.

Tutto inizio da un messaggio su Tumblr...
 

Alessia<3
 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 1. ***


Anonimo

Hei

Io (dontleavemeplease)

Hei

Non era la prima persona che mi scriveva su Tumblr.
Tuttavia non ho mai risposto a nessun messaggio.
Perchè avrei dovuto farlo?
Infondo erano tutti anonimi.
Non conoscevo nessuno di loro.

Ma quella mattina non so cosa mi spinse a rispondere a questo di messaggio.
Eppure anche questo mi aveva scritto sotto forma anonima e neppure questo lo conoscevo.
Fatto sta che inizio tutto da questo.
Tutto da un semplice 'Hei' scritto su Tumblr.

//ANGOLO AUTRICE//

Heiii♥
Premetto che in questa storia tutti i capitoli saranno molto corti perchè essendo la maggior parte di essi dei semplici messaggi, non mi serviranno molte righe.
Pubblicherò in ogni capitolo massimo 4 messaggi perchè se corro troppo capirete tutto troppo in fretta.
Detto questo spero che il capitolo vi sia piaciuto e vi mando un grande bacione<3
A presto!

Alessia♥

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 2. ***


Anonimo

Seguo da molto il tuo profilo. Mi piacciono molto le frasi che posti, perchè descrivi sempre ogni cosa alla perfezione, l'unica cosa è che la maggior parte di esse sono quasi sempre tutte...tristi?
Beh volevo solo sapere se c'è un motivo per le le frasi che posti. Tutto qui.

Io (dontleavemeplease)
H

ai presente quando piangi all'improvviso e dici di non sapere il motivo per cui lo fai? Piangi perché hai troppi motivi per farlo.
Beh, per le mie frasi è lo stesso. Non c'è un solo e unico motivo, anzi. C'è ne sono tanti. Pure troppi direi.

Anonimo

Beh, mi dispiace. Ma dopotutto il mondo è pieno di sofferenze, tutti soffrono o hanno sofferto almeno una volta nella vita, ma è altrettanto pieno di persone che le hanno superate. Puoi farlo anche tu.

Io (dontleavemeplease)

Fidati. Non diresti così se fossi tu a trovarti nei miei panni. Magari fosse tutto così semplice...

//ANGOLO AUTRICE//

Hei gente!
Cosa ne pensate di questo nuovo capitolo?
E dei personaggi finora?

Alessia♥

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 3. ***


Dontleavemeplease ha postato una foto.

Non è che di colpo smetti di crederci

Non è che di colpo smetti di crederci.
Ci sono una serie di eventi che giorno dopo giorno, anno dopo anno, cominciano a pesarti sul cuore.
Non è che ci si sveglia una mattina e non si crede più in niente, prima c'è tutta un'interminabile lista di dolore, angoscia, sofferenza e false speranze.
Perché infondo, ogni uomo che ora porta il vuoto dentro, può dire, sussurrando, con la voce tremante: 'Però ci ho provato. Ci ho provato davvero. Ma non è servito a nulla.'

1214 repost

135 commenti

canyoufixthebroken ha commentato:

Bellissima♥

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** 4. ***


Anonimo

Cosa fai nella vita?

Io (dontleavemeplease)

Respiro.

Anonimo

E daii! Su con la vita!

Io (dontleavemeplease)

O magari giù da un balcone.

//ANGOLO AUTRICE//

Heii♥
Scusate per l'immenso ritardo del capitolo.
So che è corto, ma i capitoli di questa storia sono tutti così.
Pubblico circa uno o due dialoghi per capitolo.
Spero comunque che vi sia piaciuto e a presto con il capitolo successivo.

Alessia♥

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** 5. ***


Anonimo

Posso sapere almeno come ti chiami?

Io (dontleavemeplease)

Perché dovrei dirtelo? Tanto cosa ti importerebbe? A nessuno importa di me, tantomeno a uno che neppure mi conosce.

Anonimo

E chi ti dice che io non ti conosco?

Io (dontleavemeplease)

Chi sei allora?

Anonimo

Lo saprai più avanti...ma solo se mi dici il tuo nome.

Io (dontleavemeplase)

Jennifer. Contento ora?

Anonimo

Contentissimo. : )

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** 6. ***


Io (dontleavemeplease)

Posso farti una domanda Anon?

Anonimo

Tutto quello che vuoi principessa. ; )

Io (dontleavemeplease)

Ci conosciamo per caso?

Anonimo

Forse... ; ) ma solo di vista.

Io (dontleavemeplease)

Vieni nella mia scuola?

Anonimo

Vuoi sapere troppo piccola. Lo scoprirai man mano, non preoccuparti.

Da quel giorno passai tutto il tempo a cercare di capire chi potesse essere questo anonimo, ma nonostante tutto non mi venne in mente nessuno.

Alessia♥

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** 7. ***


Anonimo

Come ti chiami?

Io (dontleavemeplease)

Io non mi chiamo, mi chiamano.

Anonimo

È vecchia questa. Qual è il tuo nome?

Io (dontleavemeplease)

Che ti importa?

Anonimo

Mi importa, per favore. Dimmi il tuo nome, soltanto questo.

Era la prima persone che mi disse che gli importava di sapere qualcosa di me.
Nessuno me l'ha mai detto, neanche i miei genitori, ai quali di me non fotteva proprio un cazzo.

Alessia♥

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** 8. ***


Non so perchè alla fine risposi, forse per ciò che aveva detto precedentemente.

Mi importa.

Sì. Dev'essere stata quella frase a spingermi a rispondere.

Io (dontleavemeplease)

Madison. Mi chiamo Madison.

Anonimo

È un bellissimo nome.

Io (dontleavemeplease)

Grazie.

Alessia♥

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** 9. ***


Anonimo

Sei innamorata?

Io (dontleavemeplease)

Sì...

Anonimo

Come si chiama? Se posso saperlo.

Io (dontleavemeplease)

Jake

Alessia♥

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** 10. ***


Anonimo

Ti va di fare un gioco?

Io (dontleavemeplease)

Di che gioco si tratta?

Anonimo

Un gioco molto semplice. Hai a disposizione 20 domande. Di queste potrai farmene soltanto una al giorno, che non devono comprendere il mio nome poichè esso verrà svelato alla fine. Mentre io te ne potrò fare soltanto una, ma alla fine del gioco. Ci stai?

Quell'idea mi attirava davvero un sacco. Avrei potuto conoscere meglio quella persona e io non aspettavo altro che conoscere il suo nome.

Alessia♥

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** 11. ***


Io(dontleavemeplease)
Una domanda soltanto. Perchè tu non vuoi farmene di domande?

Anonimo
Io so già tutto di te, piccola. Ti ho chiesto il nome solo per accertarmi del fatto che fossi tu. Per questo ho solo una domanda a disposizione. Allora, accetti?

Io (dontleavemeplease)
Accetto.

E mentre inviavo la risposta, non so per quale motivo, un sorriso aleggiava sul mio viso.

Alessia♥

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** 12. ***


Il giorno dopo...

Anonimo
Allora, quale vuoi che sia la tua prima domanda? Attenzione, ne hai soltanto una a disposizione per cui riflettici per bene.

Io (dontleavemeplease)
Vai nella mia stessa scuola?

Anonimo
Certo, piccola. ; )

Okay, avevo commesso un grande errore a confessargli di chi ero innamorata poichè ora, quasi sicuramente, conosceva anche lui quella persona e con la sfiga che ho sono anche amici magari...
Beh, dopotutto, chi non lo conosce?
È il ragazzo più popolare della mia scuola.

Alessia♥

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** 13. ***


Dontleavemeplease ha postato una foto.

Dontleavemeplease ha postato una foto

"Sono un disastro. Sono fredda, dentro e fuori. Acida. Permalosa. Impulsiva. Emotiva. Persa. Stanca. Rotta. Vuota. Sgodevole e perennemente incazzata. Forte fuori, ma in frantumi dentro. Sensibile e indifferente. Apatica e empatica. Sono una contraddizione vivente. Paradossi. Sono sempre fuori posto e parlo sempre fuori luogo. Ho sbagliato epoca. Sono semplicemente sbagliata, però mi vado bene così. Orgogliosa, paranoica e un po' fuori di testa. Ansia. Panico. Rabbia repressa. Arrabbiata con il mondo. Lunatica. Instabile. Ferita. Notti insonne. Grida. Temporali, uragani e guerre. Sono dolce e amo forte. Anima fragile, ali spezzate. Finti sorrisi, lunghi abbracci, capelli lunghi, occhi scuri e labbra rotte. Ridere fino a sentirsi male. Urlare, vivere, correre. Dolore impresso nelle ossa, fantasmi e insicurezze. Alla continua ricerca di qualcosa, forse della felicità."

3561 repost

147 commenti

canyoufixthebroken ha commentato:

Sempre più bella in ogni foto. ;)

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** 14. ***


Appena uscita da scuola mi diressi come al solito verso casa mia. Trovai la porta aperta, e  vidi che quella stronza di mia madre stava per uscire di casa. Mi diressi subito in camera mia e mi gettai a peso morto sul letto.
Quando dopo pochi minuti vidi, sfortunatamente, Brandon piombare nella mia stanza capì che a farlo entrare era stata mia madre. Dopotutto lei ha sempre detto che gli sta simpatico il mio 'ragazzo'. Dopotutto non è neanche a conoscenza di quello che mi fa ogni volta che ci vediamo a casa mia e anche se ne fosse a conoscenza non gliene importerebbe nullla.

Mi armai di rabbia, pronta per affrontarlo e porre una volta per tutte la parola fine a tutto ciò ma come al solito non riescì a concludere nulla. Mi incuoteva troppa paura quel ragazzo.
"Pronta per oggi?" mi chiese.
"No, basta Brandon. Lasciami stare per favore"
Detto questo mi avvicinai alla porta della mia stanza per uscire ma non appena provai ad uscire dalla stanza lui mi afferrò violentemente un braccio e mi rispinse dentro la camera.
"Lasciami!" lo supplicai.

Non di nuovo per favore!

"Ti sta benissimo questo vestitino." sussurrò avvicinando le sue labbra alle mie e mi girò sbattendomi di faccia al muro e appoggiando la sua intimità dietro la schiena.
"Lasciami!" urlai impaurita, stringendo gli occhi, ma a nulla servì, dato che circa una mezz'ora dopo ottenne ciò che voleva.

Non ce la faccio più. Vorrei soltanto morire.

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** 15. ***


Mi svegliai in una stanza buia, dove l'unica parte chiara proveniva dalla finestra, una finestra chiusa.

La mia stanza da letto.

Avevo appena fatto un incubo, un incubo ormai sempre più frequente.

Il pomeriggio in cui Brandon venne da me e mi violentò.
Da questa finestra filtrava la luce, una luce strana, non era una luce del giorno, dell'alba, o della notte, era una luce diversa.

Mi alzai e poggiai i piedi nudi sul pavimento freddo e cominciai a camminare.

Arrivai allo specchio, il mio peggior nemico, il mio più temuto compagno; ma non mi guardai, non mi guardai in faccia, mi guardai i piedi e il pigiama.

Non volevo guardarmi in faccia.

Ero strana.

Non mi riconoscevo più. Non sapevo più chi ero.

Non ero l'allegra bimba con le treccine che giocava felice con le sue bambole. Felice e spensierata.

La mia mano sfiorò il pigiama, toccò i capelli e li portai dietro l'orecchio.

Mi vidi.

Vidi la mia faccia, quello che era rimasto della mia faccia.

Vidi la mia bocca, rossa, non piccola, non grande. Era aperta, semiaperta.

Vidi le mie guance, bianche, pallide, pallidissime, come il latte.

Vidi i miei occhi verdi, ormai un verde quasi spento.

I miei erano occhi strani. Non avevano più un'espressione. Non traspariva più niente da quegli occhi.

Misi la mia mano sullo specchio, proprio davanti al mio cuore, al posto del mio cuore, sullo specchio. Non sentii niente.

Niente.

Era questo quello che io provavo.

Niente.

Raccontare, sfogarsi, pretendere comprensione, pretendere aiuto dalle persone.

Ci tentavo continuamente ma sprecavo solo tempo, parole e fiato.

Non servì a nulla.

Le persone non servono a nulla, pensai.

La colpa è tutta delle persone.

Le persone sono cattive; fanno solo del male e basta.

Basta.

Più di una volta fui sul punto di abbandonare tutto, davvero.

Ci provai, tante volte.

Ormai era quasi diventato il mio pensiero fisso.

Io avevo i capelli mossi castano scuro che sembravano quasi neri; erano ancora intrisi del profumo che misi quella mattina per andare a scuola.

Un profumo dolce, proprio come lo ero io, dolce, anche se potevo sembrare l'opposto.

La mia dolcezza, però, non la vedeva nessuno. La mia dolcezza era una di quelle cose che non si possono 'leggere', la mia dolcezza si poteva captare solo col cuore.

Ci sono cose che si riescono a captare senza l'ausilio degli occhi, ovviamente non tutti riescono, non a tutti è mai capitato o passato per la mente di dover leggere, capire ed interpretare qualcosa che non fosse scritto nero su bianco.

È molto più semplice avere un foglio con stampato chiaramente ciò che bisogna capire, è più facile così; ma non tutte le cose sono facili, a volte non tutti i problemi si riescono a risolvere prendendo la strada più facile, altre volte, addirittura, la strada più facile è quella che porta in errore.

La strada più facile è subdola.

Io non prendevo mai la strada più facile, forse non sapevo neanche della sua esistenza.

Io ero fatta di complessi. Ansie e complessi.

L'ansia era diventata la mia migliore amica.

Io preferivo le mattine invernali, quelle buie, fredde, a volte col cielo coperto di nebbia, una nebbia fitta.

Preferivo le mattine invernali perché io l'inverno, ormai, lo aveva dentro, come il freddo, il cielo coperto di nebbia e il buio.

Dentro di me c'era tanto.

Tanto vuoto.

Vuoto pieno.

Dentro di me c'era il mare, l'oceano mare.

Ma anche il mare finisce, anche il mare ha una fine. Come una partita a scacchi, può durare giorni, settimane, mesi, ma prima o poi finisce e non sempre c'è un vincitore.

Ecco, io non vincevo mai.

E poi ci sono i perdenti nati, quelli che dentro di se covano sempre il disastro, ecco, io mi ritenevo un disastro, una perdente.

Come uno scacchista professionista che, improvvisamente, senza una ragione plausibile, si ritrova a perdere tutte le partite; io perdeva le mie, quelle con me stessa, con gli altri, con la scuola, con la lametta.

Sì, perché non eccellevo mai, in nulla, non ero mai stata brava, in nulla; in particolare, non ero mai stata brava a vivere.

Mi ricordai che una mattina come le altre, dovevo prepararmi per andare a scuola, dovevo vestirmi, dovevo pettinarmi, dovevo lavarmi, dovevo truccarmi; ma dovevo anche coprirmi.

Non mettendomi una maglietta o un maglione più pesante, neppure mettendomi più di una maglietta.

No.

Il freddo che avevo dentro non lo poteva coprire.

Non lo doveva coprire.

Dovevo coprire i miei polsi. Avevo bisogno dei cerotti. Non poteva far vedere.

Ero un'autolesionista.

Andavo a scuola e a scuola studiavo, svolgevo i compiti ma non parlavo con nessuno.

Nessuno.

Molte volte venivo fissata; molte volte vedevo qualcuno che, guardandomi, muoveva le labbra, le muoveva, le muoveva e intanto rideva, rideva. Ma queste persone non erano mai sole, erano sempre insieme ad altre persone che ridevano anche loro.

Non riuscivo a capirne il motivo all'inizio.

Cercavo di non darci troppo peso e sorridevo senza un motivo preciso.

Ero arrivata al punto da non vivere più, ma a sopravvivere.

La mia non era la vita di una normalissima adolescente.

Per questo motivo io, spesso, prendevo la lametta, mettevo la punta sul polso e cominciavo a premere, schiacciare forte sulla pelle, finché non usciva sangue; allora tiravo la lametta, fino a formare una riga. Lo facevo tante volte. Tante.

Da piccola mi avevano detto che gli errori andavano cancellati con una riga dritta.

E io lo feci, cominciai a cancellarmi, cominciai a distruggermi.

Il mio polso conosceva la lametta. Era sempre quella. Usavo sempre la stessa lametta.

Non m'importava del giudizio degli altri, di quello che pensavano gli altri, di come si comportavano gli altri quando gli passavo a fianco.

Questo è quello che avrei voluto: fregarmene di tutto e di tutti, ma era proprio questo che mi uccideva, ogni giorno.

Non potevo, non potevo fare finta di nulla.

Non ci riuscivo.

Non riuscivo a non pensarci.

E me ne rendevo sempre più conto, appena varcavo la soglia della mia camera da letto, la mia tana, il mio rifugio, luogo di pace, ma anche luogo di guerra; la guerra che avevo con la società, con i miei compagni, con me stessa, con la mia pelle, con il mio corpo; una guerra senza fine.

Io ero forte. Lo ero, eccome se lo ero, semplicemente non me n'ero mai resa conto. Forse perché ormai non mi rendevo conto più di niente; se non delle solite cose. Quelle per le quali stavo male.

Ma ormai la mia 'vita' era piena di sofferenze, di dolori, mascherati dal solito sorriso, finto.

Era evidente che voleva uccidere quella gente, con cui abitualmente fingevo nel mostrarmi sorridente.

Io ero poesia, loro analfabeti.

Io ero le gocce di pioggia sui vetri delle auto, loro i tergicristalli.

Io ero il rumore delle onde, loro le voci dei bagnanti.

Io ero fuoco, loro acqua.

Volevo mettere fine a tutto questo.

E un giorno ci provai.

E ci sarei anche riuscita se non fosse stato per una persona che me lo impedì.

Una persona che mai mi sarei aspettata potesse fregargli qualcosa di me.

Alessia❤

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** 16. ***


Dontleavemeplease ha postato un nuovo post

Avete presente quando mancate a scuola e poi ti cercano?Quando qualcuno vi chiede di uscire?Quando qualcuno vi dedica uno stato WhatsApp?Quando qualcuno vuole farsi una foto con voi?Quando qualcuno vi abbraccia forte di sua spontanea volontà?Quand...

Avete presente quando mancate a scuola e poi ti cercano?
Quando qualcuno vi chiede di uscire?
Quando qualcuno vi dedica uno stato WhatsApp?
Quando qualcuno vuole farsi una foto con voi?
Quando qualcuno vi abbraccia forte di sua spontanea volontà?
Quando ti prendono per mano?
Quando sei triste e per farti ridere fanno gli scemi?
Quando hai qualcuno che per voi c'è sempre?
Quando per questo qualcuno siete praticamente indispensabili?

Ecco, io tutte queste cose me le sogno...
🖤

canyoufixthebroken ha commentato:

Io queste cose vorrei farle con te, se solo me lo permettessi 💕 Ps: Sei sempre più bella 🔥

Alessia❤

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** 17. ***


Quando tornai a casa da scuola la prima cosa che feci é accendere il cellulare dove trovai due notifiche di Tumblr.

La prima comprendeva tutte le persone a cui era piaciuto il mio post.

La seconda... la seconda era un commento sempre sullo stesso post da parte di una persona che aveva già commentato un mio post la scorsa volta.

Appena lessi il contenuto del commento il mio cuore perse un battito

Sicuramente l'avrà scritto per prendermi per il culo... non può essere vero.

Se lo ha scritto è perché sicuramente non mi conosce perché se mi conoscesse cambierebbe idea sicuramente.

E poi bella... ma scherziamo?! Ma dove?! Io?! Psst, ma per favore!

Decido di spegnere il cellulare ed iniziare a fare i compiti per domani cercando di smettere di pensare al commento ricevuto.

Alessia❤

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** 18. ***


Anonimo

Ehi, in questi due giorni non ti sei fatta sentire. Ti ho scritto più volte ma non hai mai risposto...😯

Io (dontleavemeplease)

Ehi... sì lo so, mi dispiace ma sono stata molto occupata in questi giorni.

Anonimo

Non fa nulla, è tutto apposto. Comunque oggi hai tre domande a disposizione per il semplice fatto che negli scorsi giorni non me ne hai fatte. Avanti, inizia con la prima domanda 😉

Io (dontleavemeplease)

Va bene. Allora... che classe fai?

Anonimo

Faccio la 5^F. Esattamente una classe più avanti a te 🙃

Io (dontleavemeplease)

Okk...

Per il momento non mi veniva in mente nessuno.

Non c'erano persone che conoscevo, a parte Travis, che frequentano la 5^F...

Avevo già in mente quale sarebbe stata la domanda successiva. Almeno avrei avuto qualche dettaglio in più.

Alessia❤

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** 19. ***


Io (dontleavemeplease)

Ho già la domanda successiva 😀

Anonimo

Perfetto. Spara.

Io (dontleavemeplease)

Quanti anni hai? In questo modo posso sapere se sei stato bocciato e poi ho un dettaglio in più su di te 🙂

Anonimo

Ho 18 anni, tra un mese 19. Perciò, no, non sono stato bocciato 😏

Adesso mi rimaneva un'ultima domanda a disposizione per questo giorno... cosa avrei potuto chiedergli?

Alessia❤

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** 20. ***


Anonimo

Allora? L'ultima domanda qual è?

Io (dontleavemeplease)

Ehm... non saprei a dire il vero... perciò ne sparerò una a caso. Allora... l'iniziale del tuo nome?

Anonimo

Dato che sono buono questa te la concedo. L'iniziale del mio nome è la W.

Come non detto.
Non era Travis.
Ora però ero ancora più curiosa di sapere chi si nascondesse dietro quest'anonimo.

Alessia❤

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** 21. ***


Quando uscii di fretta dalla mia classe, dopo la fine lezioni, mi scontrai con qualcuno.

Appena alzai lo sguardo incontrai gli occhi verdi del ragazzo che, due anni prima mi rubò il cuore e non me lo restituì più.

"Io... scusa" dissi pensando fosse la cosa più intelligente da dire tra tutte quelle che avevo in mente.

"Non preoccuparti, neanche io guardavo dove andavo" rispose sorridendo di poco.

Il mio cuore si fermò per qualche secondo nel momento in cui lo vedoi sorridere.

Incredibile.

Non ci eravamo mai parlati prima d'ora.

"Dove vai così di fretta?" mi chiese.

Ero sempre si fretta dopo le lezioni per non incontrare nessuno della scuola che ne avrebbe di sicuro approfittato per rivolgermi un'occhiataccia o una battutina.

"A-a casa"

"Capisco. Non ti fermi mai qui a mangiare?"

"No" risposi a bassa voce.

"Vuol dire che questa sarà la tua prima volta" disse afferandomi la mano e cominciando a camminare verso la mensa.

"N-no" dissi fermandomi "Devo andare" continuai.

A quel punto si voltò verso di me.

"Non ti vedo mai parlare con nessuno. Te ne stai sempre in disparte. Non ti farà male farti qualche amicizia" disse volgendomi un sorriso rassicurante e non potei fare a meno di ricambiare.

Alessia❤

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** 22. ***


01:35

Continuavo a pensare a ciò che è successo quel giorno in mensa.

Quando arrivai al tavolo di Travis e dei suoi amici subito vidi Charlotte, la ragazza che gli girava sempre attorno e che, da quanto ne sapevo io, era stata a letto con lui varie volte, guardarmi subito malissimo.

Travis mi tranquilizzò subito dicendo che si comportava così con tutte ed riuscì quasi subito a farmi sentire a mio agio.

Proseguì tutto per il meglio fortunatamente tranne verso la fine.

Travis dovette tornare urgentemente a casa, essendo stato chiamato dal padre ed io dovetti rimanere seduta al tavolo con gente con cui, mai in 5 anni, avevo parlato prima.

Riuscì però a scambiare qualche parole con tutti eccetto Charlotte.

Parlando di Charlotte invece esattamente nel momento in cui stavo per uscire dall'edificio scolastico mi venne a parlare.

O meglio, a minacciare.

Ricordo perfettamente le sue parole.
"Ti consiglio di allontanarti da lui. E ti consiglio di cominciare a farlo da ora se vuoi arrivare almeno a diplomarti" mi disse acida.

Nonostante le sue parole non le diedi molta retta e continuai a parlare con Travis ogni qualvolta veniva da me.

Infondo dopo tutto quello che avevo passato in tutta la mia vita, Charlotte era la cosa meno brutta.

Alessia❤

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** 23. ***


Una volta tornata a casa mi ritrovai un messaggio su WhatsApp da un numero sconosciuto.

Ehi 😉

Inarcau un sopracciglio davanti a quel messaggio.

Stavo per bloccarlo quando qualcosa mi fece cambiare idea e decisi di informarmi sulla sua identità.

Chi sei? E come hai avuto il mio numero?

La sua risposta attese un po' ad arrivare.

Sono Travis. Rispondendo invece alla seconda domanda, diciamo che ho i miei metodi per ottenere sempre ciò che voglio 😏

Il mio cuore perse un battito.

Travis?!

Travis era interessato ad ottenere il mio numero? Perchè?

Comunque sia questo fatto mi rendeva almeno un po' felice.

Nello stesso istante mi arrivò un messaggio su Tumblr dal mio anonimo.

Aspetta! Avevo detto 'mio'?!

Da quando era diventato il 'mio' anonimo?!

Vabbè, quel giorni proprio non c'ero con la testa...

Ehiii!
Ho una bella notizia da darti oggi. O almeno per me lo è 🤗👍

Di che notizia si trattava?

Alessia🌹

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3696531