Vampire Sole e Luna

di Silverwinx
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tutto ebbe inizio con un temporale ***
Capitolo 2: *** Regola 1 - Non entrare ***
Capitolo 3: *** Regola 2 - Corri ***
Capitolo 4: *** Regola 3 - Niente panico ***
Capitolo 5: *** Regola 4 - Approfittane ***
Capitolo 6: *** Regola 5 - Non fermarti ***
Capitolo 7: *** Regola 6 - Cerca una via d'uscita ***
Capitolo 8: *** Regola 7 - Al diavolo le regole ***
Capitolo 9: *** Congratulazione ***



Capitolo 1
*** Tutto ebbe inizio con un temporale ***


Alzo un braccio e paro i miei occhi dalle grosse gocce d'acqua che piombano dal cielo oscuro.
Proseguo con fatica combattendo contro la furia del vento della tempesta, togliendo ogni tanto le ciocche bagnate dei capelli azzurri dal viso.

Mi volto di scatto ad un tonfo dietro di me: la ragazza dai capelli rossi inzuppati è seduta sull'asfalto della strada deserta con le due valigie vecchie di pelle accanto.

"Sei sicura di non volere una mano?" le chiedo urlando sopra il fischio del vento furioso.

"Come scusa?" mi grida la mia amica di rimando.

"Vuoi. Una. Mano?".

"No, non voglio lavare il capo adesso!".

Ma cos-

"Ho detto...".

Nemmeno il tempo di ripetere che un tuono rimbomba nel cielo illuminandosi come un'esplosione.
Non c'è tempo da perdere, dobbiamo proseguire...

"Forza, dammi il bagaglio".

"Luna, guarda!" grida all'improvviso la mia amica.

Seguo la direzione della sua indice verso una casa antica dall'aria rovinata e abbandonata sulla collina solitaria, in mezzo ad un giardino selvaggio e mal ridotto.
Il tuono rimbomba di nuovo nel cielo illuminando una figura umana dietro alla finestra.
Non mi piace per niente quella casa.

"Perbacco... possiamo andare lì e ripararci dalla tempesta!" mi suggerisce afferrando di nuovo le valigie in fretta.

"Cosa?!" urlo e cerco di raggiungerla. "Sole, fermati! Quella casa potrebbe essere infestata!".

"Non ho capito, Luna. Parla più forte!".

"Ho detto...".

Un altro tuono nel cielo m'interrompe di nuovo. Mortacci a Zeus.

"Sole!" la richiamo di nuovo notando che sta già avviando verso il cancello della casa. "Sole, ti vuoi fermare?!".

"No, Luna. Non siamo al mare, è ovvio che non c'è nessun hotel a cinque stelle in questo quartiere".

Santo iddio!
Apro la bocca sul punto di ribattere, ma rimango impietrita allo scricchiolio dell'enorme recinto di metallo di fronte a noi. In pochi attimi infatti si è spalancato completamente, invitandoci ad entrare.

"Oh, guarda. Almeno non dovremo scavalcare il muro".

Scuoto la testa in senso di diniego alla voce della mia amica e la guardo entrare a bocca aperta.

"Ehi, dove stai andando? Torna subito qui!".

Invece la ragazza rossa sta già percorrendo lungo il giardino oscuro dall'aria sinistra, ignorando il continuo scrosciare della pioggia, la mia voce e tutto il resto.

"Sole, aspettami. Hai ancora il mio bagaglio in mano!" grido infine e decido di seguirla.

Tanto se moriremo sarà solo colpa sua.

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Capitolo 2
*** Regola 1 - Non entrare ***


La vecchia porta d'ingresso cigola lentamente alla spinta della mia mano.

Oltre alla soglia dove stanno i miei piedi, giacciono solo il buio e il silenzio dell'anticamera. L'odore della polvere mi pizzica non poco il naso, segno che nessuno ha più pulito (o ci ha messo piede) in questa struttura da secoli.

Sobbalzo a un tonfo: la mia amica ha appena gettato i nostri bagagli sul pavimento di legno.

"Che stai facendo?!" le sbotto cercando di mantenere la voce bassa e la raggiungo. "Riprendiamo subito i bagagli e andiamocene da qui!".

La porta d'ingresso sbatte dietro di me piombandoci nel buio assoluto.
Un secondo dopo un cerchio intero di candele sul soffitto illuminano il posto in cui ci siamo trovate.

Mi precipito di nuovo sulla porta e afferro la maniglia. La giro. La scuoto. La tiro.
Nulla da fare.

"Oddio..." sussurro a me stessa in preda al panico. "Siamo in trappola. Questo non è bene. Non è bene. Non è per niente bene!".

"Ehilà? C'è nessuno?!".

Sobbalzo al grido della mia amica e le faccio il gesto di tacere: "Shhhhh!!!".

"Che c'è?" scuote le spalle in risposta come se nulla fosse. "Volevo solo sapere se ci fosse nessuno".

"Ma che domande fai? È ovvio che c'è qualcuno qui!".

"Chi?".

"E che ne so: un uomo, un fantasma, un mostro assassino che vuole farci fuori!?".

A quella spiegazione Sole scoppia a ridere sonoramente da costringermi a zittirla di nuovo.

"Eddai, hai paura per caso, Luna?" mi schernisce con un sorriso sghembo. "Lo so che hai una fifa troppo blu per passare la notte in questa casa. Guarda i tuoi capelli per esempio".

D'istinto tocco un ciuffo azzurro che penzolava davanti al mio volto.

"Che c'entra i miei cape-" scuoto la testa esasperata. "Senti, non mi va di litigare adesso. Ora pensiamo solo a come uscire da qui, va bene? ... Sole... Sole! Mi stai ascoltando?".

Invece la mia amica sta fissando qualcosa dietro alla mia schiena con il volto pallido come il latte di capra.

Deglutisco a vuoto e mi volto lentamente: di fronte a noi infatti si regge in piedi un uomo alto e magro con le mani nascoste sotto il mantello nero.

"Chi siete voi?" ci chiede con un tono freddo mentre ci sta scrutando con gli occhi rossi.

Non faccio nemmeno in tempo a contare i respiri fino a dieci che la mia amica si è già scoppiato in un urlo da far scoppiare i timpani.

Ecco, siamo spacciate.

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Capitolo 3
*** Regola 2 - Corri ***


L'urlo di Sole sta diventando così insopportabile che acciuffo un vaso di ceramica e lo infilo dentro la sua testa.

"Grazie" aggiunge l'uomo misterioso, dunque si rivolge a me curvando le labbra in un macabro sorriso, ma ad ogni suo passo in avanti io ne faccio due indietro, tirando la mia amica con me. "Stai tranquilla, non ti faccio del male".

Certo, è convincente quanto la frase andrà tutto bene.
Perché mai dovrei credere a uno sconosciuto che ha lasciato la porta aperta per farci entrare apposta? Crede davvero che io non conosca le situazioni simili nelle storie horror?

Ma soprattutto...
Come faccio a sfuggire da questa situazione?
Ha bloccato l'uscita e di certo non ci lascerà passare.
Le uniche vie d'uscita sono: arrenderci a questo inquietante mostro sotto forma umana, o infilare altrettanto la mia testa dentro un vaso.

Corri.

Beh, se la mia coscienza dice così allora...

Corri, Luna!

Mi volto e inizio a correre con Sole penetrando nell'oscurità della casa.
Le candele magiche s'accendono ai nostri passi illuminando il percorso. Presto mi rendo conto di esserci ritrovate lungo il corridoio, pedinata dall'uomo nero dietro di noi.

Ehi Luna.

È di nuovo la mia coscienza.

Ti dispiace se intanto ti faccio ascoltare la canzone di Shrek?

Ma gli sembra il momento?!

need a hero!

Eccola che parte.

I'm holding out for a hero 'til the end of the night!

Spalanco la porta di legno di fronte con un colpo di spalla e saliamo le scale a chiocciola di pietra.

He's gotta be strong,
And he's gotta be fast,

L'aria gelida e polverosa pizzica i miei polmoni, ma non ho nessuna intenzione di fermare.

And he's gotta be fresh from the fight.

Le candele s'illuminano ai nostri passi man mano che saliamo, finché non spingo un'altra porta di legno e mi ritrovo a correre lungo un altro corridoio.

need a hero!

Taci coscienza, non mi serve un eroe!

Il mio respiro si mozza appena noto in lontananza un'armatura vivente scendere dal podio con un'alabarda in mano e bloccarci la strada.

Spingo Sole che cade e rotola passandogli tra le gambe nel momento stesso in cui il cavaliere fantasma abbassa l'arma su di me.

Curvo la schiena evitando per un filo la lama sulla mia faccia.
In men che non si dica, afferro di nuovo Sole e la trascino oltre una porta.
La chiudo con un colpo secco e giro la chiave nella serratura, nello stesso momento in cui s'accendono le candele della stanza.

Mi volto a un pop improvviso: la testa di Sole si è appena liberata dal vaso e osserva l'ambiente intorno.

"Perbacco..." dice meravigliata. "Come siamo finite nel bagno?".

Se lo sapessi.

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Capitolo 4
*** Regola 3 - Niente panico ***


Mi ricordo che, quando ero piccola, guardavo una pubblicità su TV dove diceva sempre alla fine "Nasce, cresce, corre".

Più vera di così: cinque minuti fa io e Sole eravamo fradice sotto la pioggia in mezzo alla strada, ora siamo scampate dentro il bagno dall'uomo di casa.
La parte peggiore è che tutto questo non è ancora finito: la porta che ci tiene chiusa potrebbe sfondare da un momento all'altro.

Bisogna scappare da qui, e in fretta... ma come?
Oddio.

"E ora che faccio? Che faccio? Che posso fare?" giro intorno alla stanza continuando a mormorare le stesse domande.

Invece Sole, seduta sulla tavola del water, mi guarda con un'espressione tranquilla: "Rilassati Luna, è tutto a posto".

Mi giro e le fulmino con gli occhi peggio del temporale là fuori.

È tutto a posto?
È. Tutto. A. Posto?!
Siamo nei guai fino al collo e lei dice che è tutto a posto?! Mio dio se a volte mi viene voglia di scagliarla fuori dalla...

Arresto i passi e alzo lo sguardo sulla finestra del bagno, dove si scorge un bruttissimo paesaggio del giardino selvaggio.
Ma certo!

"Luna, che stai facendo?!" ma non ascolto la domanda della mia amica e continuo a trascinarla con le braccia fino a quando ci troviamo di fronte alla grossa finestra, l'unico biglietto d'uscita da questo incubo.

"Dobbiamo saltare" aggiungo osservando un grosso cespuglio disordinato sotto di noi.

Prima ancora che lei possa replicare, entrambe sussultiamo a un colpo violento sulla porta.

"Muoviti, non voglio perdere la mia cena stanotte!" urla l'uomo di casa dall'altra parte.

Un suono insolito dei metalli, poi di nuovo un altro colpo alla porta.
Non c'è più tempo.

Inspiro ed espiro.
Afferro la mano della rossa, stacco i piedi dal bordo della finestra e lascio che la gravità mi trascini giù fino a schiantarmi su un mucchio di fogli e rami.

Riapro gli occhi e m'accorgo di essere ancora tutta intera.
Mi tocco le braccia e il petto incredula, quando un altro peso si piomba su di me da togliermi il respiro.

"Sono viva!" esclama Sole alzando le braccia in alto.

Le spingo da parte facendola cadere per terra.
Finalmente siamo fuori, possiamo godere un attimo di pace...

Un altro fulmine nel cielo abbaglia i due grossi lupi pelosi di fronte a noi: ci stanno ringhiando con gli occhi rossi famelici addosso.
Mi guardo intorno e vedo gli altri occhi rossi spuntare in mezzo alla vegetazione.

E che cacchio!

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Capitolo 5
*** Regola 4 - Approfittane ***


Il ringhio dei lupi sovrasta il ticchettio della pioggia della tempesta.
Fanno sul serio, vogliono sbranarci qui, sul cespuglio distrutto, stanotte.

Pensa Luna, pensa!
Quali sono le loro debolezze? Come si fa a convincerli che non siamo prede per loro?

Nel frattempo i lupi iniziano a marciare verso di noi, mostrando le zanne pronte a sgranocchiare le nostre ossa.
Inutile pensarci. È la fine.

All'improvviso, come un fulmine che piomba dal cielo, una sagoma nera s'atterra di fronte a noi e si rialza in piedi, dandoci le spalle.

"Non avvicinatevi, razza di cani selvaggi!" grida l'uomo in nero. "Loro sono i miei ospiti".

In risposta, il branco dei lupi lascia passare il loro capo: un grosso lupo che cammina su due zampe posteriori.

"Le abbiamo trovate prima noi" ringhia questo in lingua umana. "Sono entrate nel nostro territorio. Sono nostre!".

"Pff, vostro territorio? Questo giardino è mio. Sono io che comanda qui".

"Grrrrr... e io sono il capo. I miei compagni obbediscono solo al mio comando!".

"Allora digli di sparire da qui, e non tornate mai più".

"Altrimenti cosa ci farai?" schernisce il licantropo curvando le labbra in una sorta di sorriso sghembo.

"Dovrete vedervela con il mio esercito...". conclude freddamente l'uomo e schiocca le dita come un gesto naturale.

Tutti rimaniamo fermi con la tensione altissima.
Passano secondi.
Non è successo niente.

Schiocca di nuovo le dita.
Nulla.
I lupi si scambiamo gli sguardi perplessi.

"Stupidi fantasmi" impreca l'uomo a denti stretti.

All'improvviso piombano davanti a noi diversi pezzi di metalli.
Sgrano gli occhi mentre una ventina di armature viventi si rialzano in piedi con le armi affilate in mano.

"All'attaaaaacco!" urla l'uomo puntando l'indice verso i lupi, i quali abbagliano e si scagliano altrettanto verso l'esercito delle armature.

Presto il giardino silenzioso si trasforma in una battaglia tra i lupi e i fantasmi.

Notando che i due capi sono distratti, ne approfitto per scendere giù dal cespuglio e afferrare di nuovo la mano di Sole.

"Aspetta, voglio vedere chi vince prima!" si lamenta senza distaccare lo sguardo entusiasmato dal wrestling tra il capo licantropo e l'uomo misterioso.

"Andiamo!" le ordino infine e la trascino verso la fitta vegetazione, lontane da quel bordello.

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Capitolo 6
*** Regola 5 - Non fermarti ***


I nostri fiati si fanno sempre più pesanti.
Il rumore dei nostri passi si confonde con quello della pioggia.
La mia mano stretta con quella di Sole diventa scivolosa come il polpo.

Il vento furioso soffia le erbe alte e scuote le piante e gli alberi attorno: è una grande sfida per il nostro udito percepire il rumore della battaglia in lontananza.

Un urlo scoppia dalla gola di Sole quando una massa di metalli è caduta letteralmente di fronte a noi.
Osserviamo impietrite l'armatura rialzarsi e voltare verso di noi.

"Signore" ci saluta levando l'elmo fluttuante dalla testa, accompagnato da un lieve inchino.

Dopodiché lo vediamo di nuovo tornare indietro e scomparire nella fitta vegetazione.
Quanto ci siamo allontanate esattamente?

"Sono scappate!" si sente improvvisamente la voce roca del licantropo distinta nel temporale. "Quelle due sono scappate!".

Segue subito un ululo di lupi in lontananza.
Oh oh...
Ci rimettiamo a correre in fretta e furia. Non possiamo fermarci adesso.

"Prima vi ucciderò, e poi vi troverò!" s'aggiunge anche il grido furibondo dell'uomo di casa poco lontana dalla nostra posizione.

Che bello, tutti ci vogliono morti qui.

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Capitolo 7
*** Regola 6 - Cerca una via d'uscita ***


Rabbrividisco a un altro ululo dei lupi: si stanno avvicinando, sono vicini!

"Ahia!".

Mi volto subito alle mie spalle, spaventata dell'improvviso gemito di Sole.

"Sto bene..." mi tranquillizza la mia amica caduta per terra, poi volge lo sguardo verso una pietra conficcata nel terreno bagnato a pochi passi dai suoi piedi. "Cattiva pietra, cattiva!".

"Alzati Sole, non c'è tempo da perdere!".

Detto ciò, afferro di nuovo la sua mano e la trascino su. In pochi attimi infatti ci ritroviamo a correre di nuovo sotto il fango in mezzo al giardino selvaggio, finché...

"Vicolo cieco" sussurro a me stessa inorridita.
Mannaggia!

Mi precipito sul muro. È così alto che non riuscirei a scorgere la cima nemmeno se mi mettessi sulle spalle di Sole.

"Lo sapevo..." aggiunge sussurrando la rossa e tasta con la mano le rocce incastrate nella parete. "I sassi sono malvagi".

Auuuuuuu!

Ci voltiamo entrambe con la schiena contro muro all'ennesimo ululo. Ormai sono vicini. Tra poco saranno qui.
Devo sbrigarmi!

Tento di arrampicarmi sulle pietre del muro, ma la pioggia le rende così scivolose che l'impresa diventa impossibile.
Guardo a destra e a sinistra in cerca di altra via di fuga, ma tutto ciò che vedo sono soltanto alberi, mura distesa all'infinito, e i lupi che ci circondano...

Aspetta, COSA?!

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Capitolo 8
*** Regola 7 - Al diavolo le regole ***


Beh, ormai siamo arrivate alla fine. Come in ogni storia horror, stiamo per morire in modo atroce anche noi.

"Bene bene bene..." canzona l'uomo in nero mentre s'avanza sorridendo a trenta denti, più due canini. "Vi ho trovato finalmente".

Stringo la mano di Sole e mi volto dall'altra parte: il grosso licantropo sghignazza felice con i suoi fedeli compagni pelosi.

"Non pensare nemmeno di sfuggirci di nuovo" ci dice con il tono vittorioso. "Ormai siete in trappola, non vedi?".

Per risposta il licantropo si lecca i baffi pieni di salive trasparenti che colano... ewww.

"Perfetto" aggiunge questo in fretta mentre si strofina le mani enormi, con gli artigli affilati al posto delle unghie. "Allora noi prendiamo la rossa e tu l'azzurra".

"Cosa?!" protesta l'altro stizzito. "Ti ho detto che prenderò la rossa e tu l'azzurra!".

"No, io ho detto che prenderò...".

"Tu non comandi qui, questa è casa mia!".

"E io le ho trovate prima!".

"Vuoi assaggiare di nuovo il mio esercito, eh?!".

Ecco.
Stanno litigando di nuovo, potrebbe essere la mia giusta occasione per...
Ok, come non detto. Il ringhio di quel lupo in fondo non promette nulla di buono.

"E va bene, e va bene!" taglia corto il licantropo infine. "Io l'azzurra, e tu la rossa. Tanto sono entrambe umane... e poi è da un sacco di tempo che non assaggio più la carne umana, tanto non mi fa nessuna differenza una o l'altra".

Concluse queste frasi, infatti, il capo inizia ad avvicinarsi a noi passo per passo, seguito dai suoi membri con gli occhi rossi.
Anche quell'uomo s'avvicina pericolosamente... ma chi prendo in giro? Chiamiamolo direttamente vampiro che è meglio.

"Dunque, è questa la nostra fine" sussurra la mia amica accanto senza distogliere gli occhi spaventati da loro.

"Già..." aggiungo altrettanto rassegnata. "Lui ti succhierà il sangue, e loro mi sbraneranno viva. Grazie per avermi trascinato in questo inferno, Sole".

"Lo so, mi mancherai anche tu" mi replica sul punto di scoppiare in lacrime.

Alzo gli occhi al cielo: ha smesso di piovere, finalmente.

"Almeno moriremo in pace" le rassicuro con un lieve sorriso sulla faccia, che si tramuta in una smorfia di rabbia. "E poi ti strozzerò quando diventeremo fantasmi!".

La rossa singhiozza per il pianto e sorride altrettanto: "Anch'io ti voglio bene, Luna".

Facciamo un respiro profondo in sintonia. Chiudo gli occhi, ascoltando quel terribile ringhio dei lupi farsi sempre più vicini.

Però, non pensavo che ci mettessero così tanto.

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Capitolo 9
*** Congratulazione ***


I miei occhi sono ben saldati. Sono pronta a ricevere il dolore dei morsi dei lupi, quando...

Naaaaants
Ingonyaaaaa
Mabagi-thi baba

Coscienza, un po' di rispetto per favore. Sto per morire!

Naaaaants
Ingonyaaaaa
Mabagiiiii
Thi babao

Ancora...
Aspetta, questa canzone mi è familiare... coscienza?

Ma a rispondermi arriva solo il coro melodico africano che ripete in sottofondo:
Ingonyama nengwenamabala.

Apro lentamente le palpebre accecata da un'improvvisa luce, e soltanto allora realizzo il motivo della canzone d'apertura di Il Re Leone.

"No... no!!!" urla il vampiro amareggiato indietreggiando con il mantello nero coperto sul volto. "Maledetto mattino! Maledetta alba!".

Infatti tra le montagne, oltre all'orizzonte, il cielo coperto sta lasciando il posto al sole.
I raggi sfiorano presto l'alta vegetazione e ci raggiungono: sia il vampiro che il branco di lupi si ritirano in agonia tra gli alberi.

"Maledetti voi... maledetti!" e detto ciò, scompaiono dalla nostra vista non si fanno più vedere.

Rimango con la bocca aperta, lasciando che la luce dell'alba spazzi via la tenebre del giardino.
Non posso ancora credere ai miei occhi: siamo salve... siamo uscite sane e salve nella storia horror!

L'entusiasmo sprizza così tanto nelle vene come adrenalina, che mi volto di scatto e abbraccio Sole di fianco a me.

"Grazie sole, grazie!" esclamo ancora lieta della fine dell'incubo. "Non dicevo a te".

"Ah..." sospira delusa la rossa.

Fine.

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