Il divino Olimpus

di BlazingStarR3D
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La luce dorata ***
Capitolo 2: *** La nascita di un eroe ***
Capitolo 3: *** Chi è il re? ***
Capitolo 4: *** Onore al Re! ***



Capitolo 1
*** La luce dorata ***


Bari, Italia meridionale 
Venerdì 30 settembre 2016       ore 6:50
In una casa in un quartiere quasi periferico un ragazzo di 15 anni, Roberto Rossi, si svegliò per la madre che lo stava chiamando  “Roberto alzati, oggi sarà una giornata molto importante. Ricordi?”            “Sì mà, mi sto alzando”                            Mezz’ora dopo era pronto in piedi davanti alla porta di casa e stava salutando i suoi genitori e sua sorella quando il padre gli chiese se fosse sicuro di voler andare a scuola a piedi e non volesse un passaggio.    “Sì papà, sono sicuro. Sai che mi piace camminare e poi devo andare a prendere Francesco” Questi era il suo migliore amico. “Va bene, buona giornata! Ci vediamo dopo scuola per andare dal radiologo.”     “Anche a voi” ed uscì di casa.
Come aveva potuto scordarsene?! Ecco perché la madre gli aveva detto che sarebbe stato un giorno importante. L’anno prima l’ortopedico gli aveva diagnosticato una cifosi abbastanza grave e gli aveva prescritto un tipo di ginnastica correttiva quotidiana. Immerso com’era in questi pensieri non si era reso conto di essere sotto casa del suo amico che già lo aspettava.   “Hey, come va? Ti vedo sovrappensiero. Per oggi pomeriggio?” esordì l’amico.      “Sì, per oggi” rispose Roberto.                 “Fossi in te mi preoccuperei per il compito di greco della settimana prossima. Possibile che quella strega ci faccia fare un compito così presto?! Non mi ricordo niente dopo l’estate!!!”           “A chi lo dici. Forza andiamo. Voglio arrivare prima del solito oggi”       
Qualche minuto dopo erano in classe, circa 20 minuti prima dell’inizio delle lezioni. A Roberto mancavano già i due docenti lasciati lo scorso giugno; aveva infatti iniziato da una ventina di giorni il terzo anno ma fortunatamente aveva un buon rapporto anche con i docenti da poco conosciuti. Mentre rifletteva su questo ed altro iniziarono ad arrivare gli altri, dapprima le ragazze del suo gruppo di amici più stretto: Flavia, Chiara e Lucia! Come ogni mattina da poco più di un anno (Lucia infatti arrivo il primo giorno del quinto ginnasio), a Roberto venne il batticuore non appena vide e Francesco, che era l’unico a sapere della sua cotta gli diede una gomitata perché si stava incantando.       “Ciao ragazzi!” salutò Flavia, la bionda del gruppo.        “Ciao!” fecero all’unisono i due ragazzi.         “Chi abbiamo alla prima ora?”chiese Lucia      “Due ore di greco, cioè inglese, no algebra!”rispose Roberto tutto rosso per l’imbarazzo ma fu salvato dalla campanella che proprio in quel momento iniziò a suonare e dalla professoressa di matematica e scienze che venne salutata da tutta la classe; era infatti la più amata sia da Roberto che da tutta la IA.             “Amico, rilassati!”gli disse il compagno di banco    “Sshh”
Alla fine delle ore, oltre alla professoressa, uscirono molti dei ragazzi tra cui Roberto e Francesco che non fecero in tempo ad uscire dalla porta della classe che un ragazzo dell’ultimo anno del loro stesso corso, il bullo della scuola, gli fermò “Buongiorno secchioni! Dormito bene?”         “Ciao Davide. Come è andato il compito di latino? Un altro 4?” disse Roberto con aria beffarda.       “Ti polverizzo prima o poi Rossi, non scordarlo”disse l’altro andandosene.       “Perché continua a chiamarci secchioni Rob? Dopotutto andiamo molto bene ma non studiamo un granchè”         “Coraggio Fra. Tra un anno non lo vedremo più”             “Ricci tornate.  Lucia ci vuole dire una cosa”gli chiamò Chiara che, nonostante il nome, era la più “tenebrosa” del gruppo, ironizzando sul loro aspetto fisico.         
“Eccoci” disse Francesco.            “Ragazzi, oggi pomeriggio vi va di venire a casa mia? Magari studiamo un po’ e poi ordiniamo la pizza o dal cinese” propose Lucia             “Conta su di me!” rispose Francesco quasi senza rifletterci.   “E tu Rob? Ci vieni?”gli chiese la sua cotta.     Ma il ragazzo rispose “Ehm…vorrei tanto venire, ma oggi pomeriggio ho un’importante visita medica. Sai, per la schiena? Ma fate pure senza di me ragazzi”         “Oh, è vero”disse la ragazza imbarazzata “fai sapere miraccomando”      “Certo”     
Le altre ore passarono velocemente e Roberto, dopo aver salutato le amiche, si diresse verso casa con l’amico.        “Te ne sei accorto vero?”esordì.          “Di cosa?”           “Penso che tu sia finalmente corrisposto!”      “MA COSA DICI?!”       “Amico, sei cieco? Hai visto o no che Lucia era imbarazzata?”        “No, e perchè poi una come lei vorrebbe uno come me? Non sono degno”                   “Sembri Thor quando dici quella frase. Ci vediamo domani Romeo. In bocca al lupo per oggi!”  “Crepi”. 
Dopo pranzo Roberto salì in macchina con i suoi e la sorella per andare a fare questa famosa radiografia.  “Coraggio. Non essere teso”gli disse il padre mentre entravano nella sala d’aspetto.    “Buonasera” emerse da una delle stanze un medico molto alto sulla quarantina “Scusate per la lunga attesa ma il venerdì è sempre il giorno più pieno. Io sono il dott.Klaus Wanstrak e oggi sostituisco il collega. Rossi? Da questa parte, prego”      Roberto si alzò con il cuore che gli martellava in petto e seguì il medico che, dopo averlo fatto spogliare, gli disse con un sorriso confortante  “Guarda avanti, non respirare e non muoverti. Al 3 accendo la macchina e smetti di respirare. 1…2…3”. Le luci della camera si spensero e Roberto sentì subito un ronzio nella testa che iniziò a martellare. Le luci si riaccesero. “Bene ragazzo. Ti puoi rivestire. Tutto bene?”fece il medico da dietro la porta     “Mi gira la testa. Arrivederci dottore”     “Anche a me. Ciao”      “Hey campione! Torniamo a casa. OH MIO DIO ROBERTOOO!!!” disse il padre vedendo il ragazzo svenuto per terra



IL GIORNO DOPO ore 07:00
Roberto riprese conoscenza in un letto d’ospedale ed istintivamente si portò una mano alla testa ricordandosi del dolore provato il pomeriggio procedente: nessun dolore. Si accorse che i genitori e la sorella erano accanto a lui e subito lo riempirono di abbracci. “Non hai idea di quanto tua madre si sia preoccupata e abbia messo in croce tutti i medici e gli infermieri dell’ospedale”esordì il padre e tutta la famiglia scoppiò in una risata fragorosa.      “Alessandra, che ore sono?”chiese Roberto alla sorella di quattro anni e mezzo più piccola.        “Le 07:03”rispose questa con la sua vocina da ragazzina di quinta elementare. Il ragazzo si alzò di scattò dicendo che avrebbe fatto tardi a scuola ma venne subito fermato dalla madre che gli intimò “Dove credi di andare?! Sei svenuto ricordi? Non andrai a scuola oggi. Torni lunedì” Quello stesso pomeriggio venne dimesso e, tornato a casa, trovò sul cellulare valanghe di messaggi dei suoi amici, tra cui:
Chiara: “Dove diavolo sei? La prof ha detto che ti deve sentire assolutamente su Dante!”                        Non gliene fregava niente.
Flavia: “Rob, dove sei?                                                                                           Quello st£$%&o di Davide ha picchiato Francesco”         Si infuriò.
Lucia: “Roby xchè non sei venuto oggi? Tutto bene?”      Si calmò nuovamente.
Francesco: “Potevi avvisarmi che non saresti venuto”
Rispose a tutti con un solo identico messaggio: “Ragazzi sto bene. Ieri dopo la radiografia sono svenuto e mi sono risvegliato oggi, lunedì torno”.
La domenica passò, come sempre in fretta e la mattina di lunedì si trovò in classe davanti ai suoi amici che iniziarono a tartassarlo di domande sulla sua salute. “Sto bene. Pensiamo ad oggi. Secondo voi pioverà? Il cielo è scuro”liquidò la faccenda. Durante la ricreazione andò in bagno dove s’incrociò con il bullo che, mentre usciva, gli sussurrò “Il pugno che ho dato al tuo amichetto era destinato a te”         “L’altro giorno non mi hai risposto: hai preso 4? Oppure un bel 3?”                “Ti ammazzo verme”e gli si avventò contro … ma successe una cosa stranissima! Roberto strinse le mani a pugno pronto a difendersi quando ci fu un bagliore dorato ed una volta svanito Davide era a terra con il naso sanguinante! S’udì il rombo di un tuono e il ragazzo si precipitò in infermieria trascinando il bullo che si stava riprendendo. Si stava creando un po’di confusione dato che si stavano radunando molti ragazzi e docenti che volevano sapere cosa fosse successo. “Mi ha buttato a terra”tuonò Davide.   “Non è vero! Non l’ho nemmeno toccato”     “Calma ragazzi”sopraggiunse la preside “vedremo dalle telecamere del bagno e il responsabile sarà espulso”.       Alcuni dei docenti seguirono la preside in presidenza e pochi minuti dopo uscirono con il verdetto: Roberto non aveva toccato Davide ma per un istante il video era saltato per un lampo improvviso.   “Sarai inciampato Davide. Per questa volta nessuno verrà espulso … verrete tenuti d’occhio.”     I due ragazzi tornarono nelle rispettive classi e Roberto chiamò a raccolta i suoi amici e disse poche parole   “Ci vediamo dopo pranzo al nostro posto”
 Finita la scuola e terminato il pranzo Roberto si stava preparando in camera sua per recarsi all’appuntamento dato agli amici ma mentre si infilava una felpa rossa, successe un’altra cosa strana! Il braccio era sia dentro che fuori la manica!   “Ma che..?” disse il ragazzo chiudendo la mano a pugno: il braccio ritornò tangibile strappando l’orlo della manica e di nuovo ci fu un piccolo lampo di luce dorata e si accorse che una palla di energia aveva staccato un ramo dall’albero di fronte la sua finestra. Roberto aveva gli occhi sognanti e iniziò a ridere nervosamente ed uscì di casa correndo per l’euforia salutando la madre e la sorella avvertendole che sarebbe tornato nel giro di un paio d’ore. 
Mentre correva verso il luogo dell’appuntamento era felicissimo e al tempo stesso spaventato a morte che non si accorse che un’auto lo stava per investire. Chiuse gli occhi e quando gli riaprì si accorse che … stava levitando!!!  Però era nudo! 
Atterrò bruscamente sull’asfalto si rivesti a tempo di record (fortuna che non c’era nessuno per strada) e riprese a correre verso il nascondiglio che aveva in comune con i suoi amici, un vecchio ma molto largo magazzino abbandonato nascosto da una vegetazione impenetrabile all’interno del parco cittadino; i suoi amici lo aspettavano e quando lo videro entrare col fiatone si preoccuparono. Si preoccuparono ancora di più quando inizio a ridere in modo isterico.    “Che ti prende?!”dissero le tre ragazze in coro.     “Stai bene amico?”chiese Francesco        “Mai stato meglio”rispose Roberto “Devo farvi vedere una cosa. Ma promettete di non gridare/strillare/scappare. Chiaro?”    “Prometto”risposero tutti all’unisono. Roberto allora spostò una pila di vecchi pneumatici sulla parete opposta, strinse ancora una volta il pugno e, ancora una volta, ci fu un lampo dorato. Gli amici trasalirono nel vedere i pneumatici liquefatti. Francesco ruppe il silenzio “MA COME…?!”      “Aspetta, posso fare altro” e divenne intangibile e gli cadde la felpa “Visto?”     Questa volta fu Chiara a parlare per prima “Sembri Visione … e sua figlia, Viv! Ma come è successo?”      “Non ne ho idea … aspetta ci sono! E se fossero le troppe radiazioni che mi hanno fatto svenire venerdì”     “Può essere!”disse euforica Flavia “Sai che significa questo? Che ora sei un c£$$o di supereroe!!!”      “Cosa?! No, non sono un eroe. Ci penserò. Ora dobbiamo studiare”
Qualche ora dopo, dopo aver salutato gli altri, Roberto stava tornando a casa e stava accompagnando Lucia. L’imbarazzo tra i due era palpabile ma fortunatamente arrivarono presto sotto casa di Lucia. “Grazie per avermi accompagnata Roby. A domani”   “A domani”.
 Appena svoltato l’angolo si rese però conto che due tizi poco raccomandabili stavano entrando nel vicolo in cui c’era il portone di Lucia e chiamavano la ragazza. Corse indietro e vide i due tizi tirare Lucia per le braccia mentre l’altro stava mettendo la mano sotto la gonna della ragazza; urlò dalla rabbia e dalle sue mani partirono due fasci di energia dorata che stesero i malviventi.
 I due ragazzi corsero l’uno incontro all’altra, si guardarono negli occhi per qualche secondo e poi … si baciarono, un bacio lungo. La ragazza ringraziò piangendo e disse “A domani” e sparì nel portone.
 Il ragazzo era ancor più felice di prima e per l’emozione spicco il volo … letteralmente. E fu in quel momento, mentre guardava i tetti illuminati dal tramonto, che decise cos avrebbe fatto.  “Devo proteggere la mia città! Devo proteggere il mondo!” Prima però gli serviva un costume.

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Capitolo 2
*** La nascita di un eroe ***


Martedì 4 Ottobre 2016 ore 06:50 Roberto Rossi, come ogni mattina, si svegliò a quest’ora ma ebbe subito una strana sensazione. Aveva infatti il dubbio, e il timore, di aver fatto un sogno stupendo: aveva dei poteri che gli erano venuti dopo essere stato esposto ad una dose massiccia di radiazioni x per una radiografia, aveva poi steso il bullo della scuola, ma soprattutto salvato la sua cotta segreta da due malintenzionati … e l’aveva baciata poco prima di aver deciso che avrebbe protetto il mondo! Per sicurezza si concentrò ed ordinò al suo braccio di diventare intangibile … e così fu! Aprì la finestra e puntò il pugno chiuso contro l’albero di fronte e, dopo un lampo dorato constatò che il fascio energetico da lui sparato aveva strappato un ramo! No, non era stato un sogno. In quel momento sentì la madre che lo chiamava a colazione ed ubbidì; mentre mangiava sentiva il notiziario cittadino in televisione: <> La sorellina di Roberto disse “Ehi, ma non è casa della tua innamorata quella?” “Smettila, Alessandra”la interruppe la madre “questo è un miracolo!” “E se ci fosse un eroe in città?”chiese il ragazzo. La madre fissò gli occhi in quelli del figlio e disse sorridendo “Sarebbe un dono del cielo, un salvatore!” Alle 7:50 era fuori casa con lo zaino in spalla diretto a scuola e pochi minuti dopo era in classe, ma non era solo, c’era la sua cotta: Lucia! I due sguardi si incrociarono e fu lui ad abbassarlo per primo. Lei aprì la bocca: stava per parlare! “Ehm ... scusa per ieri sera. Forse sono stata avventata. Se non mi vuoi più parlare ti capisco” Il ragazzo la guardò imbarazzato ed al tempo stesso stupefatto “Ma che dici, Lucia?! Sono io che dovrei chiederti scusa poi: ho iniziato io a baciare” “Nessuna delle ragazze te lo ha mai detto?” “Cosa?!” “Che tu … bhè che io … sì insomma. Tu mi piaci fin da quando lo scorso dicembre mi difendesti dagli altri della classe e mi facesti entrare nel vostro gruppo. Sai, sei il primo ragazzo che è stato gentile con me.” “Ma figurati. Anche tu mi piaci molto fin dal primo giorno” I due ragazzi si strinsero l’uno all’altra “Quindi ora io e te …”chiese lui. Lei rispose “Sì” Le loro labbra si sfiorarono … quando il loro amico Francesco si precipitò in classe dicendo “Ma dove vi eravate cacciati?! Vi siete scordati che avevamo prenotato il laboratorio alla prima ora? Veloci: vi stanno aspettando tutti.” E i tre si precipitarono dal resto della classe. Nel pomeriggio, come ogni martedì da quasi un mese grazie ai pochi compiti per il giorno seguente, i cinque amici riuscirono ad incontrarsi nel loro posto segreto ben nascosto dalla vegetazione. Sulla strada verso il parco Roberto sentì una voce amica che lo chiamava: Francesco. “Ehi, aspettami” e quando lo raggiunse “Amico, scusami per stamattina. Ci dovete dire qualcosa tu e Lucy?” disse ammiccando. “Lo scoprirai” e raggiunsero il magazzino abbandonato correndo: le tre amiche erano già lì. “Oggi abbiamo molto di cui parlare” esordì Roberto. “Avete sentito al tg? Una ragazza è stata misteriosamente salvata da due tizi che volevano violentarla. Proprio davanti casa tua Lù” iniziò Flavia Gli occhi di Lucia e Roberto s’incrociarono e lei fece cenno di sì con la testa “Ragazzi: vi dobbiamo dire una cosa. La ragazza è lei ed il salvatore … sono io!” Tutti e tre lo stavano guardando a bocca aperta ma Lucia si alzò in piedi e disse “E non è tutto. Io e Rob abbiamo capito che ci piacciamo e vogliamo … come dire? Provarci!” Tutti sorrisero e si congratularono. “Ma che hai deciso Roberto?”chiese Chiara “sarai il paladino dei buoni e degli innocenti oppure hai scelto di rimanere nell’ombra?” “Credo di poter dare una mano al mondo” “Saggia decisione. Non scordarti mai la frase che dice sempre Spider-Man: Da un grande potere derivano grandi responsabilità” “Sì. Ora però c’è un problema” “E sarebbe?”intervenne Francesco. “Quando modifico la mia densità corporea diventando intangibile … rimango nudo” Le ragazze si portarono la mano alla testa. Francesco disse ridacchiando “Sono sicuro che con un po’ di pratica risolveremo il problema.” “Ragazzi però non ce la farò senza di voi. Ho bisogno di qualcuno che mi dica dove andare e cose del genere” “Hai ragione. Saremo i tuoi uomini sulla sedia!”concluse l’amico. “E DONNE!!!” corressero le tre ragazze. “E donne. Ora devo andare. Propongo di tornare qui sabato e allestire un “centro di controllo”. Che ne dite?” “D’accordo. A domani”risposero gli altri quattro all’unisono e si salutarono. I giorni seguenti passarono velocemente e tutti erano impazienti che giungesse sabato, soprattutto Roberto che era ansioso di testare i suoi poteri. Si trovarono davanti al magazzino abbandonato alle quattro del pomeriggio e sarebbero rincasati la sera tardi. Quindi avevano all’incirca 7 ore per organizzare il tutto. Ma dove era Francesco?! Arrivò qualche minuto in ritardo trascinandosi dietro un carretto coperto da un telo. “Scusate il ritardo. Cominciamo? Ragazze voi spazzate a terra mentre io collego i computer che ho portato. Abbiamo la scrivania ma non le sedie”disse indicando i due banchi che avevano portato lì mesi prima “ne ho viste tre in ottimo stato vicino ai cassonetti all’entrata. Rob, le andresti a prendere?” “Amico, sei un mito. Torno subito”e si avviò correndo verso l’entrata. Tra sé e sé pensò “Quale modo migliore di questo per fare pratica?” e si alzò in volo di una decina di metri sopra i cipressi e i pini del parco. Ma per essere leggeri bisogna essere intangibili e quindi … rimase in mutande. “Guarda mamma! Quel ragazzo sta volando nudo!!!”sentì dire a una bambina più in basso e, prima che la madre lo potesse vedere, tornò a terra precipitando così forte che lasciò un piccolo cratere nella terra. Si rivestì velocemente e si librò ancora una volta in aria ma questa volta trovò la densità giusta: né troppo bassa da rimanere nudo, né troppo alta da rimanere a terra e si diresse quindi verso l’entrata del parco. I colori si offuscarono, il sibilo del vento gli riempiva le orecchie e lo schiaffeggiava pettinandogli i lunghi ricci neri e poi un CLANG metallico. Riaprì gli occhi e quando la testa smise di girargli si accorse che aveva distrutto un’antenna e che un brutto taglio sul braccio si stava chiudendo sotto i suoi occhi … fortissimo!! Si affacciò dal palazzo su cui era ed emise un sommesso “Oh oh”. Vedeva infatti, in lontananza, la parte alta del Colosseo! Era arrivato a Roma in 1 secondo! “Calmo, allora Bari à a sud, quindi” disse guardando il sole “… di là” e schizzò verso la sua città: un minuto dopo era davanti al magazzino con tutte e tre le sedie in una mano sola! “Ragazzi eccomi!” Francesco fece capolino dalla porta “Oh, ciao. Hai sentito quel rumore?” “Quale?” “Tipo Boom sonico” “Sono stato io” “Certo certo” “Giuro. Ora vi faccio vedere” Le ragazze uscirono e si misero a guardare “Ora volo” “Aspetta! Non ti vogliamo vedere nudo”urlò Chiara “Tranquilla ho trovato la densità giusta. Guardate” si senti un secondo boom. 40 secondi dopo si ricongiunse agli amici. “Sono stato a New York!” e per dimostrarlo fece vedere il selfie che si era fatto a Times Quare: rimasero tutti sbalorditi! “Ehi venite a vedere cosa ho trovato!”chiamò Flavia che mostrò con orgoglio una botola all’interno del capanno. Dopo averla aperta e aver sceso qualche gradino si trovarono davanti ad un interruttore che venne premuto. Si accese la luce; erano in un locale di 200 mq circa, con un angolo palestra, con pesi, un sacco da pugilato ed una spalliera, sagome di metallo da poligono, ed altre cianfrusaglie, tra cui un elmo greco dorato che attirò l’attenzione di Roberto che lo prese e lo spolverò. “Che posto è questo?”chiese Francesco “Non ne ho idea”aggiunse Flavia “Sarà un vecchio scantinato-garage” “Al lavoro”disse Lucia “Abbiamo molto lavoro da fare.” Francesco salì al piano superiore ed accese lo stereo che trasmise la musica, grazie ad un interfono, anche nel locale sottostante e si diffusero nell’aria le note di We Will Rock You e gli amici si misero a lavorare. A fine serata finirono e guardarono con ammirazione ciò che erano riusciti a fare: avevano collegato 3 computer nuovissimi e cuffie alla rete del parco che offriva un’eccellente connessione ad internet, avevano allineato le sagome di metallo e spolverato tutto per bene ed erano riusciti ad inserirsi sulla frequenza della polizia. “Questa sarà la nostra base. Ora mi serve solo un costume ed un nome da battaglia” “Io avevo pensato a questi”disse Lucia mentre tirava fuori da uno zainetto una maglia a maniche lunghe ed un pantalone lungo entrambi bianchi “sono di mio fratello. Non gli entrano più. Dai provateli” Roberto guardò i vestiti con meraviglia, e con ancor più meraviglia la ragazza che glieli stava porgendo, andò a cambiarsi e quando riemerse disse compiaciuto “Sono perfetti! Grazie Lù” La ragazza arrossì. E lui aggiunse “Di setto ho trovato questo” e tirò fuori l’elmo dorato “Penso che vada bene per proteggermi e nascondere la mia identità” “Perfetto” disse Francesco “Ora il nome. Radiation-Boy?” “Superficiale”disse Flavia “Nuclear Kid?” “Ridicolo” intervenne Chiara “Che ne dite di Olimpus?” “Olimpus? Sì mi piace. Mi chiamerò così. Grazie ragazzi. Ci vediamo lunedì a scuola. D’ora in avanti i criminali dovranno temere il mio nome: OLIMPUS!” A poche centinaia di metri: casa del dott. Klaus Wanstrak Il dottor Wanstrak non ne poteva più. Erano due lunghissimi giorni che, terminato un lunghissimo mal di testa, sentiva una voce dentro la testa che gli diceva che era superiore a tutti gli aaltri e che pertanto doveva ucciderli tutti. “NO!”si ribellava il medico “Non posso. Sono innocenti!” “TU SEI SUPERIORE!”tuonò la voce. Il medico si precipitò in bagno per sciacquarsi la faccia per riprendersi ma, giunto davanti allo specchio, vide in esso una creatura terrificante: altissima, muscolosa e dalla pelle coriacea. Sbattè le palpebre e il riflesso si divise in due: metà era la creatura e metà era lui! “Ora basta”urlò sferrando un pugno allo specchio . Quando riaprì gli occhi lo specchio era crepato e nel punto di impatto si era liquefatto! “Com’è possibile?!” “TE L’HO DETTO: TU SEI SUPERIORE. NON SEI UN MORTALE QUALUNQUE. SEI UN DIO” “NO! Sei un pazzo criminale!” “SCIOCCO! IO SONO TE E TU SEI ME! NOI SIAMO DEUS!”

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Capitolo 3
*** Chi è il re? ***


Bari, domenica 9 Ottobre 2016 Quella mattina tutta la città era eccitata: infatti sarebbe stata inaugurata, dopo anni di ritardi e lavori, la nuova fontana monumentale al centro del parco. Quindi la folla iniziò a radunarsi nel parco già dalle prime ore, compreso il nostro protagonista e i suoi amici. “Ho letto che un benefattore ha finanziato l’opera … ma chi è?”chiese Roberto. “Robert Janseen. Filantropo di New York e, cosa più importante, ha una figlia della nostra età stupenda! L’ho vista in TV”rispose Francesco. “Sshh! La cerimonia sta iniziando!”zittì la loro amica Flavia. In quel momento un uomo molto elegante sulla quarantina stava salendo sul palco e iniziò a parlare nel microfono di quanto fosse lusingato di essere a Bari in quella settimana ma qualcosa attirò lo sguardo di Roberto. Gli sembrò di vedere un passamontagna nella folla che subito dopo svanì e pensò che fosse solo un’allucinazione. Ma, durante lo scroscio di applausi, una donna poco più avanti dei 5 amici gridò “Aiuto! Mia figlia è scomparsa! Qualcuno mi aiuti!” Le amiche di Roberto, insieme a Francesco, si girarono verso di lui che mormorò un sommesso “Ok” e corse dietro una siepe. Una volta lì, tirò fuori dallo zainetto il suo costume (maglia a maniche lunghe e pantaloni lunghi bianchi) e l’elmo che aveva trovato nel loro rifugio e lo indossò: calzava alla perfezione ma non c’era il tempo per ammirarsi. Allora uscì allo scoperto e si alzò in volo sopra il parco per scorgere un eventuale movimento sospetto. Durante questa operazione, sentì lo sguardo della folla su di lui ed ebbe la certezza che anche le telecamere presenti lo stavano riprendendo. Si riscosse da questo pensiero quando vide un uomo, o più probabilmente vista la corporatura un ragazzo, correre con sulle spalle una bambina imbavagliata e semisvenuta. Scattò in avanti e pochi decimi di secondo più tardi era al centro di un piccolo avvallamento da lui creato davanti al sequestratore che, appena lo vide, mise la bambina per terra ed estrasse un coltello a serramanico. Roberto per nulla spaventato (si stava abituando facilmente ai suoi poteri) colpì con una scarica energetica al minimo il ginocchio dell’avversario che cadde di faccia a terra. Fece un passo in avanti e tolse il passamontagna: come aveva previsto era una ragazzo … ed era in lacrime! “Chi sei tu?”fece Roberto. “Ti prego non farmi del male! Mi hanno costretto!” “Chi ti ha costretto? Chi può essere così bastardo da rapire una bambina?!” “Io non posso dirtelo. Altrimenti la uccideranno” Roberto iniziò a premere la mano sulla ferita del suo interlocutore che, ovviamente, gridò dal dolore “Chi ucciderà chi? Dimmelo, ora!” “C’è una famiglia di criminali che domina ad insaputa di tutti la città. Mi hanno costretto a rapire bambine da vendere: il carico parte stasera. Ti prego aiutami! Hanno mia sorella!” “Dove e quando parte il carico?” “All’una, stanotte” “Grazie. Mi dispiace per aver usato la tortura. Con un po’di fortuna salverò tua sorella e le altre ragazzine” e se ne andò portando la bambina alla madre che non appena lo vide scoppiò a piangere e lo abbracciò ringraziandolo. Quando si staccò dalla donna, si trovò davanti ad un’orda di giornalisti e fotografi che volevano sapere tutto di lui, compresa l’identità. Lui disse solo “Sono Olimpus. E sono qui per fare del bene” fece l’occhiolino a Lucia che era sopraggiunta facendosi largo tra la folla e le disse “Tra poco al nostro posto” e schizzò in aria seguito da un fragoroso boom sonico. Pochi minuti dopo i suoi amici fecero irruzione nel loro capanno e lo trovarono in mutande al centro della stanza. “Aaah” strillò il ragazzo, cosa che fece arrossire Lucia (la sua fidanzata da qualche giorno) e scatenò le risate di Flavia e Chiara. Roberto si vestì in fretta e furia. Fu Francesco a rompere l’imbarazzo: “Amico, bell’uscita di scena!” “Grazie” e si scambiarono il cinque e si diedero il pugno. “Chi era il tizio che ha rapito la ragazzina?”chiese Chiara “Un ragazzo. Ma era ricattato e dietro a questo c’è una famiglia criminale. Hanno rapito più bambine … probabilmente le vogliono vendere come schiave” “Cazzo! E’ roba grossa questa! Ho sentito l’altro giorno la notizia di due gemelle scomparse in città. Che intendi fare Rob?”chiese Flavia “Stanotte andrò al porto per vedere e vedrò cosa posso fare.” “Siamo con te”disse Lucia e si avvicino al ragazzo che la prese a sé e la baciò. Era il primo bacio in pubblico! Tutti gli amici arrossirono e Lucia disse “Che avete da guardare?!” e scoppiarono tutti a ridere anche per allentare la tensione. “Buona fortuna per stanotte allora! A domani”disse Francesco “A domani a scuola” E ognuno tornò a casa propria, tranne Lucia che si trattenne un altro po’per raccomandarsi di fare attenzione. “Tranquilla”la rassicurò lui e si abbracciarono a lungo, prima di salutarsi. Più tardi a cena Roberto stava parlando con la famiglia quando saltò fuori l’argomento del nuovo eroe. “Speriamo righi dritto”disse il padre “A volte agli eroi la fama dà alla testa.” “Secondo me vuole fare del bene”intervenne la madre. “Anche secondo me”replicò la figlia. “Sì, può darsi”disse Roberto alzandosi da tavola “Stasera mi corico presto perché domani è lunedì e ricomincia la settimana” e andò a letto dove stette in silenzio per un paio d’ore, in attesa che tutti andassero a dormire. Una volta accertatosi di ciò, uscì dalla finestra della sua camera con indosso il costume e l’elmo dorato e spiccò il volo in direzione del porto. Procedeva a bassa velocità per non avvertire i criminali della sua presenza e durante il tragitto rimuginava su una cosa: “Devo dire alla mia famiglia dei miei poteri? O li farei preoccupare solamente?”. Si riscosse, poiché ormai il porto era sotto di lui di circa 200 metri, ed atterrò lentamente su un container. Qualche metro più in là sentì un richiamo: “Giovanni! Porta qui le ragazze presto! La nave è in anticipo”. Era uno di quelli che stava cercando! Il quel momento arrivo Giovanni spingendo un gruppo di una ventina di ragazze, a giudicare dall’aspetto dai 11 ai 17 anni: tutte minorenni! Fu in quel momento che Roberto decise di agire: prese Giovanni dalle spalle da dietro, lo sollevo di un paio di metri e lo lasciò cadere a terra privo di coscienza. L’altro chiamò “Tutto bene amico? Che era quel rumore?” prendendo la torcia e la pistola. Il fascio di luce colpì dapprima l’elmo dell’eroe e poi il resto del corpo. Il criminale sparò una raffica di colpi, molti dei quali lo colpirono al braccio, le ragazze iniziarono ad urlare. Sotto l’elmo il ragazzo fece una smorfia di dolore mentre il malvivente guardava stupito i fori dei proiettili che si richiudevano. “Cosa ca$$o sei?!” Il ragazzo replicò “Linguaggio” e gli diede un pugno che lo fece accasciare per terra. In quel momento stavano arrivando di corsa degli energumeni,attirati dagli spari, da una barca appena attraccata, e si fiondarono verso il ragazzo: 8 in tutto! Roberto gli abbattè tutti, chi con scariche energetiche, chi con i pugni, tranne uno che gli stava dando del filo da torcere; allora Roberto ricorse all’intangibilità: ordinò alla sua mano destra di diventare intangibile e sferrò un pugno verso il braccio sinistro del suo avversario. La mano del giovane usciva per metà e fu allora che Roberto ordinò alla mano di tornare tangibile. Muscoli e tendini furono recisi in un batter d’occhio e il colosso iniziò ad urlare e imprecare. “Corri dal tuo capo e digli che ora deve iniziare a temere” Quello obbedì. Roberto si pulì la mano insanguinata con la maglietta di uno degli uomini a terra e disse alle ragazze: “Tranquille. Non ho ucciso nessuno. Ora chiamate la polizia e tornate a casa vostra. Io devo ancora fare una cosa”e schizzò in aria seguendo il malvivente che nel frattempo aveva sequestrato una macchina e si dirigeva a velocità vertiginosa verso uno stabile ai confini della città. Il ragazzo, dopo aver visto tutto dall’alto, si ritenne soddisfatto e decise di tornare a casa, non prima però di essere passato sopra al porto, dove vide le luci lampeggianti della polizia e uomini ammanettati. Tornò a casa. Il mattino dopo arrivò in classe e non si parlava d’altro. I suoi amici lo salutarono e gli si avvicinarono. Francesco iniziò a parlare: “Penso sia inutile chiedere come è andata quindi … complimenti!” “Grazie ragazzi!”

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Capitolo 4
*** Onore al Re! ***


Bari, lunedì 10 ottobre 2016 ore 10:30

“Roberto? Allora? La risposta!”chiese la professoressa di matematica e scienze del ragazzo.
  “Mi dispiace. Non la so”                                                                                                 
 “Puoi tornare a posto”  Il ragazzo ubbidì e, mentre camminava lungo il corridoio per raggiungere il suo posto in ultima fila, sentì addosso lo sguardo dell’intera classe: era infatti la prima volta in 2 anni scolastici e un mese che non seppe rispondere ad una interrogazione.
 In quel periodo era infatti stato stimato da tutti i docenti, pur non essendo uno con voti esageratamente alti, e da i suoi amici e compagni di classe che in quel momento lo guardavano stupiti e al tempo stesso dispiaciuti.                                      

“Dannazione!”pensò tra sé Roberto “Per fermare dei criminali ieri sera al porto mi sono scordato dell’interrogazione di algebra!” e trascorse la restante mezz’ora con la testa poggiata sul banco.
 Al suono della campanella tutti si alzarono per salutare la professoressa che guardò negli occhi Roberto che lesse i labiali “Seguimi” e la seguì. 
Appena la docente si chiuse la porta alle spalle, tornò a guardare il ragazzo negli occhi e iniziò a parlare: “Per te è la prima volta vero?”. Il ragazzo annuì.

“Tu sai che ti ammiro molto. Due anni fa rimasi colpita dalla tua passione per le scienze. Ti è successo qualcosa in questi giorni?”                                                               
 Il ragazzo ebbe la tentazione di confessare alla sua professoressa preferita il suo segreto, ma come avrebbe potuto capire che era stato bombardato da radiazioni che gli avevano donato dei poteri incredibili e che aveva deciso di darsi da fare per proteggere gli indifesi?
 “Bhè, io …”inizio.                                  
 “Credi che non me ne sia accorta?”interruppe la donna.                                                     

 Un brivido scosse il ragazzo: come poteva sapere il suo segreto?                             
   “Ho notato che da quasi una settimana tu e Lucia vi scambiate degli sguardi e poi smettete imbarazzati”                                                                                           
 
Roberto respirò profondamente: il suo segreto era al sicuro! 

“Ecco … io e Lucia abbiamo capito di essere innamorati e abbiamo deciso di provarci”                                
 La professoressa si stampò in viso un sorriso enorme e disse 
“Allora tanti auguri! Non terrò conto di quello che è successo oggi. Ciao”                                 
“Arrivederci”salutò il ragazzo e tornò in classe; i suoi amici più stretti lo stavano aspettando carichi d’ansia.
“Allora? Che ti ha detto?”chiese Flavia “Verrai finalmente bocciato?”aggiunse ridacchiando.                                                                                                                       
“Non ancora, Flavia. Ha detto che non ne terrà conto. Ma ora sa il mio segreto”                  
 
Tutti lo guardarono sbalorditi e Francesco trasalì.                                                               

“Non quel segreto, l’altro” Lucia arrossì.                                                         

  “Oooooh” fecero in coro gli altri tre.                                                                                 
 “Vi va di venire oggi pomeriggio a casa per studiare e poi rimanere a cena?”propose Chiara. Tutti accettarono volentieri l’invito tranne Roberto che si mostrò titubante.               
 “Non ti va?”chiese Lucia.                                                                                        
 “Certo che mi farebbe piacere venire ma non posso … ieri sera al porto avete sentito che cosa è successo. Non è finita. Ho scoperto dove si trova il covo della famiglia”        
  “Capito. Ma perché non chiamiamo la polizia o qualcun altro?”intervenne Francesco.   
“Queste cose, mi spiace dirlo, sono molto più grandi e complicate di noi ragazzi.” Disse Chiara, femminista convinta 
 “Penso che la cosa migliore sia lasciar agire per il momento solo Roberto. Poi si vedrà”                                                                                   

Tutti si mostrarono d’accordo proprio mentre entrava il professore di storia dell’arte e si zittirono.

Al suono dell’ultima campanella della giornata scolastica, Roberto scattò in piedi già pronto, saluto la sua classe ed uscì di corsa dalla scuola per arrivare a casa il prima possibile. Qui trovò la madre che era appena tornata con la sorella minore e stava cucinando.               

“Roberto!” lo chiamò la sorella “Oggi ho preso 10!”     
 “Bravissima! Sai che alla mia età non avrai più 10 così spesso. I professori saranno più severi”                                                                                                                               
“Lo so”rispose la sorella che lo abbracciò. I tre si sedettero a mangiare e, una volta finito il pasto, 

Roberto se ne andò in camera sua a dormire; lui non dormiva mai il pomeriggio ma quel giorno era stremato ed aveva da fare anche molti compiti per l’indomani. 
Scivolò nel sonno e, dopo qualche minuto, sognò una cosa che lo fece svegliare di soprassalto. Aveva visto dei palazzi ed una strada in fiamme e una sagoma nel fumo: un essere gigantesco e due occhi fiammeggianti; ebbe, nel sogno, la sensazione che lo stessero marchiando a fuoco!                                                       Incapace di riaddormentarsi si mise a studiare e qualche ora più tardi aveva terminato. Ogni supereroe aveva una nemesi e lui decise che le sue più acerrime nemiche sarebbero state le versioni di latino e greco!
Più tardi tornò il padre dal lavoro e, poco dopo, cenarono e guardarono un bel film; Roberto lo vide con molta impazienza: era ansioso di entrare in azione e andare allo ai confini della città dove, presumibilmente stava la famiglia criminale che governava all’insaputa di tutti la città.
Uscì dalla finestra vestito di tutto punto a mezzanotte precisa e, neanche un minuto dopo, era sullo stabile.                                                                                                         Sentì, mentre levitava parallelo al muro esterno dello stabile, una voce profonda che diceva 

“Non rovinatemi la serata! Oggi è tornato, dopo un lungo anno, il mio figlio maggiore dagli Stati Uniti dopo aver completato il suo addestramento”                   
  Roberto si avvicinò alla finestra illuminata da cui proveniva la voce profonda e vide, dietro le tende, una sagoma massiccia, ma di certo no quella del suo sogno.              
La voce riprese a parlare: “Dimmi cosa è successo ieri notte al porto e perché hai il braccio fasciato?”    
Il ragazzo ebbe un tuffo al cuore. L’interlocutore della voce era il criminale che non aveva steso ma a cui aveva letteralmente aperto il braccio grazie al suo potere sull’intangibilità!                                                                                          
    “C’è uno che ci ha attaccati al porto e ha liberato le ragazze, King. Lui mi ha fatto questo!” 
La sagoma enorme si chiamava King?! Per poco Roberto non si mise a ridere.                                                                                                                                  

 “Lo toglieremo di mezzo appena si ripresenterà! Lo spezzerò io stesso e se scopro chi è ucciderò anche le persone che ama”

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