Again

di Phigadelphia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. In una notte di giugno ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: Un interminabile viaggio. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: Un cuore volubile. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4:Limone e lillà. ***
Capitolo 5: *** 5. Il buio. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6: Scacco matto. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7: Dall'altro lato della scacchiera. ***



Capitolo 1
*** 1. In una notte di giugno ***


Capitolo 1: In una notte di giugno.




L’aria fresca le accarezzava i lunghi capelli rossi. Il parco la rilassava completamente e lei, in quel momento, non poteva chiedere di meglio. Si stava godendo il sole su una panchina  quando un messaggio la fece tornare alla realtà.

“Non vedo l’ora di tornare, ti amo M.”

Stentava a crederci a quanto quei 5 anni fossero volati, gli unici punti fermi erano rimasti Mark e le ragazze. Diamine se le mancava il suo ragazzo. Dopo il loro anno a Londra lei era tornata a casa e lui era rimasto lì, per intraprendere gli studi in medicina, gli si prospettava un futuro brillante, era il migliore in tutto, come sempre. Strawberry sorrise al pensiero che di lì a poco avrebbe potuto rivederlo e continuò a godersi il sole caldo di inizio giugno. 

“Ma possibile che tu riesca ad essere sempre in ritardo? Mio Dio, ma cosa dobbiamo fare con te eh?” Mina Aizawa la guardava da dietro il gigantesco vassoio che aveva in mano. “Mina ogni tanto potresti anche fare qualcosa senza lamentartene” disse la rossa, ridendo. “Io faccio sempre qualcosa: io supervisiono. Ti vuoi rendere conto o no che da quando Pam è a NewYork dobbiamo rimboccarci le maniche?” I lunghi capelli corvini le incorniciavano il viso, rosso di rabbia. “Se lavorassimo in quattro invece che in tre, forse…” affermò scocciata la rossa. “Che cosa hai detto?” “Dai ragazze basta!” La verde, come suo solito, era intervenuta in tempo per evitare una sfuriata. Strawberry la guardò, ringraziandola con gli occhi per la sua capacità di essere sempre nel posto giusto al momento giusto. Lory era cambiata nel tempo, aveva tirato fuori il lato più duro del suo carattere eppure la profonda e sincera dolcezza rimaneva la sua caratteristica principale. “Perchè mi guardi così?” Chiese la verde, curiosa dello sguardo perso di Strawberry. “Niente Lory solo… Stai davvero bene senza occhiali” affermò la rossa e l’altra, di rimando, sorrise mentre le guance le si coloravano per l’imbarazzo. “Andiamo! Dobbiamo darci da fare!” Paddy correva come una furia da una parte all’altra, con i capelli biondi raccolti in due trecce e con tre vassoi da servire.

Il caffè era l’unico posto in cui tutto era rimasto identico a prima e Strawberry non poteva che esserne grata.

 

“Come le convinceremo?” Chiese il più piccolo. “Non lo so, ma dobbiamo farlo” affermò il più grande, alla guida della navicella. “Andiamo, sono delle eroine, non ci diranno mai di no” Rise il terzo. “E cosa te lo fa pensare Kish? Sono passati cinque anni, potrebbero avere una loro vita ormai, potrebbero essere sparse per il mondo” Disse Pie, preoccupato per l’esito della missione. “Sono tutte a Tokyo, solo Fujiwara è in America, non hai letto il rapporto, capo?” “Oh io si, ma sono sorpreso che l’abbia fatto tu.” “Sai, io prendo sul serio queste missioni” affermò Kish alzandosi in piedi dalla sedia. “Soprattutto quando riguardano Strawberry” rise Tart, facendogli il verso per poi beccarsi un pugno sulla spalla dal diretto interessato. "Sto arrivando micetta."

 

Si stava trascinando a fatica verso casa. Mina l’aveva fatta sgobbare di proposito e poi, una volta intervenuto Ryan, erano diventati in due a tormentarla. “Ma da quando vanno così d’accordo?” Si domandò confusa. Faceva più caldo del solito e il cielo era interamente coperto dalle nuvole. “Meglio sbrigarsi a tornare a casa, starà per piovere” affrettò il passo ma poi un rumore alquanto familiare la distolse dalla rapida camminata. “Strawberry ci sono gli alieni, gli alieni!” Mash si agitava davanti al viso della ragazza. “Mash ti devo proprio far aggiustare da Ryan, stai decisamente perdendo colpi” rise Strawberry, cercando un tasto per riuscire ad abbassare il volume al suo amico meccanico. “Lo trovi quasi romantico, dopo cinque anni ci ritroviamo sulla strada del nostro primo incontro” Quella voce. A Strawberry passò un brivido lungo la schiena. Non poteva essere lui, era tornato sul suo pianeta cinque anni fa. “Ehi micetta” le si materializzò davanti, ad una distanza eccessivamente limitata. Sentiva il suo respiro sulle labbra. Kish era diventato decisamente più alto dall’ultima volta e anche più robusto. Indossava una divisa nera, che risaltava i suoi addominali. “Ki…Kish…” era un gemito più che un’affermazione. Dopo anni lui era di nuovo lì, così vicino a lei che quasi non le sembrava vero. L’alieno la mise spalle al muro, bloccandola con le braccia. “Mi sei mancata anche tu bambolina” sorrise dolcemente, ma negli occhi un guizzo di malizia. “Che diavolo ci fai qui?” Era nervosa. Doveva avere paura? Doveva combattere? Doveva essere felice? Non capiva. Lui era troppo vicino e diamine, da quando era in grado di procurarle i brividi lungo la schiena e quella confusione in testa? “Sto portando a termine una promessa che ti feci molto tempo fa Strawberry” le sussurrò ad un orecchio. “E cioè?” “Ti porto con me.”


Salve a tutti! Questa è la mia prima FanFiction, spero possa piacervi. Ovviamente siamo solo all'inizio, ma ci tenevo a farvi leggere il loro primo incontro, adoro la coppia StrawberryxKish. A presto!

Milla.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2: Un interminabile viaggio. ***


Capitolo 2: Un interminabile viaggio.



Mina continuava ad osservarli, tutti e tre. Erano lì, di fronte a loro eppure non sembrava volessero attaccare, tutt’altro. "Devo dire che i vostri dolci sono veramente buonissimi" Sorrise Pie mentre mangiava educatamente una torta alla crema. “Sono la fine del mondo!” Lo corresse il fratello minore, intento a finire la terza porzione. “Dirò a Kyle che avete apprezzato” sorrise timidamente Lory osservando il più grande che ricambiò lo sguardo prima di tornare a fissare il piatto per l’imbarazzo. “Insomma potete dirci cosa volete oppure mi avete disturbata solo per mangiare?” Mina era nervosa. Non riusciva ad inquadrare la situazione e questo non era per niente da lei. Tart stava per risponderle quando la porta del caffè si spalancò, lasciando libero accesso a Kish che portava, tra le braccia, una Strawberry priva di sensi. Paddy scattò immediatamente contro l’alieno, intimandogli che se le avesse fatto del male se la sarebbe vista brutta. Kish rise di cuore. “Ehi scimmietta, dedica le attenzioni al tuo amichetto, Strawberry sta solo dormendo”. Pie si mise una mano tra i cortissimi capelli indaco. “Kish, ma perché devi essere così teatrale? Non potevi soltanto chiederle di seguirti?” “Oh ma andiamo, io pensavo che il piano fosse più ingegnoso, così non c’è gusto!” Così dicendo schioccò le dita e la rossa si risvegliò tra le sue braccia. “Ma che diavolo succede?” Mina vide il suo viso passare dal rosa al rosso e poi al viola per l’imbarazzo. “Micetta lo so, ci sono un paio di cose da fare prima di portarti con me, ma poi i tuoi sogni saranno realizzati” le disse ad un palmo dal viso “Promesso”. 
“Ragazze!” La voce di Ryan rimbombò nel silenzio del caffè, facendo sobbalzare tutti. Kyle, subito dietro di lui, aveva il volto turbato. “Ci avete messo più del dovuto, avete perso la vostra efficienza” Rise Tart. Mina lo osservò bene, era molto più alto di come lo ricordava, i capelli castani tirati in su, gli occhi più svegli, era diventato davvero un bel ragazzo e Paddy se ne era accorta, vista la sua reazione nel vederlo. “Che cosa sta succedendo qui?” Ryan era visibilmente preoccupato, questa sorpresa proprio non se la aspettava, non che qualcuno di loro potesse aspettarsela, in fondo. “Calmo umano” disse  Pie “Siamo qui per chiedere il vostro aiuto, abbiamo bisogno di voi… un’altra volta” “Sapete come usare l’acqua Mew, cos’è, un trucco?” Il biondo era sempre più nervoso e arrabbiato. “Nessun trucco Shirogane, puoi stare tranquillo. Il gran consiglio vuole parlare con loro, noi non sappiamo altro.” E così dicendo Kish gli si posizionò davanti. “Anni fa vi abbiamo promesso la pace e noi manteniamo sempre le nostre promesse.” “Non mi sfidare Kish, sono disposto a tutto per loro” “Anche io Shirogane” l’aria di sfida tra i due non faceva che preoccupare sempre di più Mina. “Se non mi dite cosa deve succedere io non mi muovo di qui” esordì nervosa la MewBlu. “Umana noi non possiamo dirvi altro, davvero.” “E allora è stato bello rivedervi, ma ora ho da fare” si allontanò con fare certo, sino a che Lory non la bloccò “Mina sono qui per chiedere aiuto, non possiamo lasciarli così” gli occhi della verde erano sicuri e imploravano Mina di fidarsi di lei “Sono in debito con noi già per l’acqua Mew, non gli dobbiamo nulla” “Siamo sul loro pianeta, siamo noi ad essere in debito con loro disse seria Paddy. Mina pregò che almeno Strawberry avesse ancora un po di buon senso, ma la rossa era schierata dal lato opposto al suo. La blu alzò gli occhi al cielo, ormai certa di quale sarebbe stato il suo triste avvenire. 

 

Prendete questi ragazze, vi serviranno” Kyle porse loro le spille. Ognuna prese la propria e, nella scatola, rimase solo quella della MewViola. Mina la guardò con malinconia. L’assenza di Pam si era sentita da subito, ma dopo sei mesi di lontananza era diventata straziante. Ormai più che la sua eroina era diventata la sua più cara amica. “Se vincerò un Oscar tornerò e poi andremo tutte insieme in vacanza” Le aveva assicurato. “Questa la tengo io, tranquilla, è in buone mani” Le sorrise Ryan. Mina annui e si preparò a raggiungere il nuovo mezzo di trasporto. Una volta entrata riuscì solo a sentire qualche scambio di parole tra il biondo e Kish “Te le affido, fai in modo che non capiti loro niente” “Tranquillo Shirogane, ne va della mia vita”. 

 

Vedrai che andrà tutto bene” Strawberry cercava di rassicurarla, ma Mina non era sicura di niente. Erano tornati all’improvviso, le stavano portando su un altro pianeta e loro, per difendersi, avevano solo le spille. Quanto tempo era passato dall’ultima volta che si era trasformata in MewMew? Aveva persino dimenticato la sensazione di forza assoluta che quel potere era in grado di donarle. La rossa la abbracciò, ma Mina sentiva che c’era qualcosa di strano in tutta quella situazione eppure ancora le sfuggiva cosa. “Ehi la cena è pronta!” “Piccolo impertinente non si bussa nella camera di una signora?” E il cuscino, lanciato con violenza da Strawberry, finì sul viso di Tart. “Che razza di vecchiaccia…” Mina si avviò verso la piccola ala della navicella adibita a sala da pranzo lasciando quei due a discutere, proprio come cinque anni fa solo che questa volta, a quanto pareva, giocavano dalla stessa parte. 

Che cosa mangiate solitamente?” Chiese Lory appoggiata ad un piccolo ripiano della minuscola cucina spaziale. “Niente di così diverso da voi, solo che consumiamo moltissime verdure in più, sai i primi periodi sul nostro pianeta non era facile trovare la carne”. La verde lo osservava tagliare le melanzane, aveva un profilo perfetto, proprio come lei lo ricordava. Si sorprese nel realizzare che, finalmente, erano insieme. Aveva un forte desiderio di accarezzargli i capelli e di sentire il suo profumo, ma quell’alieno era troppo impostato, troppo “di ghiaccio” per lasciarsi andare a certe effusioni. Lui si limitava a guardarla eppure lei capiva benissimo quello sguardo. Loro comunicavano così, cinque anni fa come ora. 
Devo dire che il capitano si è superato!” Affermò Kish. “Ma dove sono Tart e Strawberry?” Chiese Paddy guardandosi intorno. “Li ho lasciati in camera che discutevano” “Vado a prenderli io” e così dicendo l’alieno dai capelli verdi si diresse verso la camera delle ragazze. Aprendo la porta trovò Tart che scappava dalla mewmew, visibilmente affaticata. Kish approfittò della vicinanza del piccolo alla porta per prenderlo per un orecchio “La cena è pronta mostriciattolo, fila fuori” E così dicendo chiuse la porta. “Io… sto… per… morire” Strawberry si accasciò sul letto, stanca e accaldata per la corsa. “Devo ammettere micetta che così sei particolarmente invitante” “Piantala Kish” lo fulminò lei con lo sguardo. “Oh andiamo, non ti sono mancato nemmeno un po?” Chiese l’alieno avvicinandosi al letto. “Kish stammi lontano altrimenti…” “Shh” disse lui ad un palmo dal naso della rossa. “Strawberry puoi farmi un favore?” “Cosa?” Chiese lei con aria perplessa. “Rimani qui con me questa notte” 

 

Mina lasciò Paddy a bisticciare con Tart e Lory a discutere dei suoi studi con Pie per andare direttamente a dormire e sperare di riuscire a fare il punto della situazione il mattino seguente. Dopo quella interminabile giornata si sarebbe aspettata di tutto tranne quello che le si palesò davanti agli occhi: Kish, l’odioso Kish, il pedante Kish, l’insopportabile Kish che dormiva beato, con un dolcissimo sorriso stampato sul viso, insieme ad una delle sue più care amiche felicemente raggomitolata nelle sue braccia. Per evitare di disturbare si andò a posizionare sulla poltrona nella sala comandi osservando la grandezza dello spazio di fronte a lei. Non riusciva ancora a darsi pace per quelle che potevano essere le vere intenzioni degli alieni e quindi prese il telefono che Ryan le aveva dato “Ci vorrà un po per la trasmissione, ma con questo dovrei ricevere, nel giro di massimo 2 giorni, i vostri messaggi”, le aveva spiegato il biondo, aggiungendo un “Mi fido delle tue teorie, qualsiasi cosa ti sembri sospetta non esitare a comunicarmela” che le aveva fatto innalzare già l’elevatissimo ego. Accese il display e andò sull’unico numero memorizzato: 

-Per adesso sembra tutto ok, ti aggiorno- 

E lo spense, addormentandosi alla vista delle stelle. 

 

Era tutto buio, freddo e poi una luce: piccola, lontana, di un blu quasi accecante. Voleva andarle in contro, cercava di avvicinarsi, ma la luce continuava ad allontanarsi sino a sparire completamente e lei non riusciva ad inseguirla, era ancorata al terreno, immobile e inerme. 

 

“Ah ben sveglia colombella!” Sorrise Kish balzandole davanti al viso e mettendosi seduto a terra con le gambe incrociate. “Fai un sacco di rumore quando dormi, sai?” “Allora, primo: mi sei troppo vicino per i miei gusti. Secondo: faccio rumore perché sono scomoda e sai perché ho dormito qui? Perché tu e Strawberry avete occupato la mia stanza” Rispose nervosa alzandosi e scansandolo via con la mano. “Ah quasi dimenticavo, non ti azzardare mai più a chiamarmi colombella, chiaro?” “Nervosetta stamattina eh? Comunque potevi anche dormire con noi, non sei propriamente il mio tipo ma sarebbe comunque un piacere svegliarsi tra due belle ragazze” Mina gli tirò un pugno sullo stomaco di tutta risposta. “Ottima mira colombella” disse Kish flebilmente prima di accasciarsi sulla poltrona. 

 

Prepararsi all’atterraggio” La voce meccanica dava direttive a Pie mentre le ragazze radunavano i loro bagagli. “Qualcuna stanotte si è divertita eh” rise Paddy dando una piccola pacca sulla spalla ad una Strawberry rossa in viso. “Paddy stavamo solo dormendo” “Però dai c’è da ammettere che eravate carini” Rise Lory facendo l’occhiolino alla più piccola. “Devo chiedere dove avete dormito voi questa notte?” Disse la rossa osservando maliziosa le due che, di risposta, abbassarono lo sguardo. Mina si godeva la scena sino a che qualcosa al di fuori della navicella non la distrasse. “Ragazze siamo finalmente arrivati” sorrise Pie. “Sono riusciti a fare tutto questo con l’acqua Mew?”






-Ciao a tutte! Sono qui con il secondo capitolo. So che non è ancora tutto chiaro, ma nel terzo capitolo le MewMew capiranno il motivo che le ha spinte a casa dei loro vecchi nemici. So che non ho approfondito molto la coppia Paddy-Tart per ora, ma tempo al tempo! 
Vorrei anche ringraziare Copy Cat V e Sissi1978 per le recensioni, ve ne sono molto grata! Nonchè Verde Pistacchio per aver messo "Again" tra le storie ricordate. 
A presto! 

-Milla.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3: Un cuore volubile. ***


Capitolo 3: Un cuore volubile.


Le ragazze erano totalmente incantate. Davanti a loro si innalzavano palazzi altissimi circondati da grandi spazi verdi e un profumo di ciliegio aleggiava attorno a loro, era incredibile quanto su quel pianeta fossero riusciti ad ottenere in così poco tempo. “Pie è…” A Lory mancava il fiato. “Si, non ce la siamo cavati male”.  La ragazza notò un certo orgoglio patriottico nella voce dell’alieno, in fondo tutto questo era stato possibile grazie a loro tre. “Sapete qui siete viste come le nostre salvatrici” Affermò Kish interrompendo il flusso di pensieri di Lory. “Tipo… Eroine?” Chiese curiosa Paddy. “Oh no, molto di più!. Il nostro popolo vi deve moltissimo e tutti vi sono grati per… beh averci liberato da Profondo Blu e per averci dato la possibilità di sperare in un futuro migliore” Rispose Pie, con lo sguardo perso nell’orizzonte. “E inoltre ci dispiace dovervelo chiedere, ma per ora dovremmo evitare di far sapere a tutti che siete qui” Una voce forte e profonda irruppe dal nulla. Le MewMew si voltarono, colte di sorpresa. Quello che si ritrovarono davanti era un uomo alto, dagli occhi chiari e i capelli color neve. “Salve signorine, è un onore avervi come ospiti. Sono Il Presidente del Gran Consiglio: Takuro Ikashi” E cosi dicendo baciò la mano alle quattro che, colte alla sprovvista dal lusinghiero gesto, sorrisero al nuovo arrivato. “Posso finalmente sapere come mai siamo qui?” Mina si espresse con garbo, ma il suo volto era più serio che mai. “Oh signorina Aizawa, ero a conoscenza del suo carattere tutt’altro che docile. Per adesso prego, seguitemi. Avrete voglia di sistemarvi e di fare una doccia, dopo avremo tempo per parlare di tutto.” 

 

 

L’acqua le scorreva morbida sul corpo, inondandola di calore. Lory sentiva tutti i muscoli sciogliersi. Una doccia era proprio quello che ci voleva. La sinfonia del pianoforte che fuoriusciva dalle casse riempiva il grande bagno, rilassandola completamente. Stavano accadendo così tante cose in così poco tempo. Pensava che forse avrebbe dovuto associarsi all’idea di Mina e rimanere all’erta ma quell’uomo, quel luogo, tutta l’attenzione loro dedicata se per la MewBlu era sospetta per lei era soltanto estrema gratitudine. Uscita dal bagno si ritrovò immersa nella luce della grande stanza che condivideva con Strawberry. “Che dici, ci verranno a chiamare?” Lory alzò le spalle, cercando tra il caos delle valigie qualcosa di adatto da indossare per un’occasione così particolare. “Tu ti fidi?” Chiese dopo qualche minuto la rossa, spaventata dalla situazione surreale. “Voglio dire… è così tanto tempo che non abbiamo a che fare con questo genere di cose, potremmo essere impreparate.” Lory le sorrise e, con fare rassicurante, andò ad abbracciarla. “Strawberry io mi fido di noi, del nostro sesto senso e della nostra capacità di reagire. Mi fido anche di Ryan e Kyle, se fosse stato qualcosa di davvero pericoloso non ci avrebbero mai fatte venire qui da sole.” La rossa annuì, con la testa appoggiata sulla spalla candida di Lory che continuava ad accarezzarla sperando di donarle un po di tranquillità. “E di Pie ti fidi?” La verde avvampo dall’imbarazzo. “Cosa intendi?” “Hai mai pensato che potrebbero essere a conoscenza dell’influenza che esercitano? Se ci stessero usando? Come puoi essere certa che non sfrutteranno tutto a loro vantaggio per eliminarci una volta per tutte?” “Io non saprei dirti Strawberry. So solo che mi fido di Pie, così come mi fido degli altri. Non ci mentirebbero, ne sono certa. Anche se non c’è un motivo reale io lo sento. Lo sento dal modo in cui parlano, in cui si comportano. Forse l’ho sempre sentito che di loro potevamo fidarci, sin dalla prima battaglia.” “Ma se invece ti sbagliassi?” Gli occhi della MewRosa erano grandi e spaventati, Lory ci si vedeva riflessa dentro. “Se dovessi sbagliarmi bene, avrò imparato qualcosa. Se dovessero attaccarci noi attaccheremo più forte e vinceremo anche questa volta, proprio come abbiamo sempre fatto. Ricorda che non si vive di paure Strawberry.” 

 

“Benvenute nel centro di controllo, qui realizziamo i nostri esperimenti più importanti”. Era un luogo ampio, nonostante le numerose macchine che vi erano poste ordinatamente all’interno. Una cupola trasparente ricopriva l’intera sala e da lì arrivava tutta la luce. “Prendete tutta l’energia da lì?” Chiese Lory indicano il soffitto. “Oh certo,”sorrise Takuro “Qui è tutto ecologico, non siamo dei fans dell’inquinamento come voi terrestri” E così dicendo scoppiò in una risata fragorosa. “Insomma cosa ci siamo venute a fare? Inizio ad essere un po troppo curiosa” Paddy lo fissò sbattendo ripetutamente le palpebre con fare interrogativo. “Dunque, ci duole disturbarvi ancora, ma dobbiamo chiedere di nuovo il vostro aiuto. Si prospettano tempi duri. Temiamo di dover tornare in guerra ma senza sapere chi siano i nostri nemici. Sappiamo solo che vogliono la nostra AcquaMew e…” “E volete farci combattere?” Quella di Strawberry, più che una domanda, suonava proprio come un’affermazione. “Oh no, questo non potremmo chiedervelo, non per la seconda volta. Noi vorremmo studiarvi per capire l’origine della vostra forza per poi rendere i nostri soldati esattamente come voi.” Le ragazze rimasero a bocca aperta. Le stavano trattando come fossero cavie da laboratorio? “Non mi sembra una proposta molto in linea con la morale” disse Lory, visibilmente sconcertata da quella proposta. “Insomma, volete fare degli esperimenti su di noi, volete trattarci da cavie. Per non parlare poi di quelli che dovranno ritrovarsi una modifica del DNA, è una cosa totalmente immorale, lo sa?” Era diventata rossa dalla rabbia. Non tollerava che qualcuno sperimentasse sugli animali figuriamoci sulle sue amiche. “No signorina Midorikawa, lei mi ha frainteso. Noi non sperimenteremo su di voi, vogliamo solo analizzarvi e vi garantisco che non vi farà male per niente. Ci servirà solo una goccia del vostro sangue, per il resto osserveremo tutto dai computer. Mentre, per quanto riguarda i nostri soldati, può stare tranquilla. Abbiamo un corpo diverso dal vostro, oserei dire migliore. Non risentiranno assolutamente della modifica del patrimonio genetico.” “E questo chi me lo garantisce?” “Io…” Pie strinse la mano di Lory, cercando di tranquillizzarla. “Fidati di me Lory, nessuno ne uscirà male”. La ragazza rimase interdetta per qualche istante, osservando le sue amiche. Avrebbe davvero voluto aiutarli, ma quella proposta la spaventava. Guardò poi Pie, osservò i suoi occhi, il suo sguardo tenero e rassicurante. La sua stretta le trasmetteva calore. Era incredibile quanto quell’alieno avesse un ascendente su di lei. Guardò nuovamente le altre e capì: si stavano totalmente affidando a lei, la più esperta in materia di biologia. Poi qualcosa catturò la sua attenzione: notò una grande finestra, al piano di sopra, che affacciava su una sala per l’allentamento dei soldati. Erano stanchi, malconci e visibilmente provati. Il Presidente seguì il suo sguardo “Si stanno allenando duramente in vista di una probabile guerra” “E avrebbero delle possibilità di vincere?” Chiese speranzosa la MewVerde. “Senza il vostro aiuto signorina Midorikawa? Se la futura guerra dovesse essere crudele come ci aspettiamo no.” “Cosa dobbiamo fare?”

 

Trascorse più o meno un’ora, eppure a Lory sembrarono pochi istanti. Dopo essersi posata delicatamente nella capsula chiuse gli occhi e fece un bel respiro, poi più nulla. 

 

“Mi sento benissimo sapete?” Paddy correva da una parte all’altra cercando di sfogare la sua energia. Si sentiva rinata. Riusciva sempre a mettere tutte di buon umore e Lory la adorava per questo. Una bambina che si era sempre presa cura dei suoi fratelli come una madre quando non ne aveva mai avuta una. Forse era questo il motivo per il quale la verde si sentiva in dovere di aiutarla e di starle vicino sempre. Eppure, molte volte, era proprio la piccola scimmietta a ridare forza alle altre, ad aiutarle a superare momenti difficili con il sorriso, a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno.“E’ una reazione normale signorina Wong.” Sorrise Takuro. “Bene, non ci resta che aspettare i risultati, perché non andate a preparavi? Questa sera abbiamo organizzato una piccola sorpresa per voi. Ah, quasi dimenticavo: Abbiamo una sala in cui si può comunicare, in tempo reale, con la terra. Se ne avete bisogno utilizzatela pure!” Quell’uomo dai capelli bianchi sapeva essere molto rassicurante nonostante la situazione. Lory non poteva che essergli grata. Gli sorrise e, dopo averlo salutato con un cenno del capo, si allontanò insieme alle sue amiche.

 

 

 

“Allora, abbiamo ottenuto qualche risultato interessante?” “Si Capitano, quelle ragazze sono strabilianti.” Pie sorrise tra se e se, era ovvio che lo fossero. Quando le aveva conosciute erano appena delle tredicenni e, solo in cinque, avevano salvato migliaia di vite nonché due mondi. “Devo assolutamente contattare l’ideatore del progetto, ho bisogno anche di lui qui” Disse tutt’un tratto serio Takuro. “Perchè mai Presidente?” “Ecco Pie, io pensavo che loro avessero ottenuto il potere soltanto tramite un incontro di DNA con gli animali in via di estinzione” “Beh sì, la storia anche a noi l’hanno raccontata così” “Immaginavo. Eppure l’ideatore non si è mai soffermato ad analizzare gli elementi che permettessero la compatibilità con il DNA. Sono caratteristiche comuni a tutte e quattro le ragazze, ma non sono caratteristiche normali” “Si spieghi meglio” Pie sembrava agitato, non aveva una sensazione positiva. “Ecco loro hanno potuto unire i DNA perché nel loro cuore c’è una goccia cristallizzata di AcquaMew. Il punto è che non sappiamo se vi è capitata per ironia del destino o se…” “O se invece sono state prescelte!” “Esatto capitano, qualcuno potrebbe aver voluto proprio loro per uno scopo preciso, stabilito tantissimo tempo fa.” “E non potrebbe essere stato Shirogane…?” “No Capitano, l’AcquaMew non si può inserire da un giorno all’altro, il cuore umano ne risentirebbe troppo, queste ragazze la posseggono dalla nascita. Inoltre ogni frammento le ha caratterizzate, dando loro delle capacità speciali che vanno oltre la banale trasformazione” “La capacità di comunicare con i loro rispettivi animali?” “La capacità di essere i loro rispettivi animali capitano Pie.” “Si, a Strawberry è capitato di trasformarsi in un gatto. E Lory… lei una volta è diventata…” “Una sirena, non è vero? Queste capacità, se ben allenate, le renderebbero le guerriere più forti della storia. Non dovrebbero neanche più trasformarsi per poter combattere” Pie era spaventato. Un così grande potere racchiuso in ognuna di quelle piccole e delicate umane. E se ne avessero perso il controllo? E se ne fossero state risucchiate? Non poteva permettere che capitasse loro qualcosa, doveva proteggerle, doveva proteggere lei. “Capitano io vorrei proporre alle ragazze di allenarsi qui, per portare al massimo i loro poteri” Qualcosa non gli tornava. Il Presidente non faceva mai nulla per bontà d’animo, doveva sempre esservi dietro un compenso. “Mi spieghi bene signore, a che pro tutto questo?” “Ecco, lo rivelo a lei confidenzialmente, per favore lo tenga per se. Ho analizzato nei minimi dettagli ogni frammento di AcquaMew nei loro cuori e quindi ho scoperto la caratteristica delle loro anime e dei loro poteri e…” Sembrava spaventato, era incerto se spiegare cosa lo incupisse oppure no, ma ormai Pie doveva sapere, c’erano in gioco troppe vite. “Continui Presidente” “Ecco… Tre dei loro cuori sono puri, portati a schierarsi con il bene ma il quarto… Il quarto è un cuore particolare. Non è pienamente portato alla giustizia, ha un lato oscuro che cela un potere incommensurabile che potrebbe essere usato nel modo sbagliato” “Si spieghi meglio” “Il quarto è un cuore diviso Capitano, continuamente straziato dalla divisione tra bene e male. E’ un cuore estremamente volubile”





Sono tornata! Allora, questo capitolo è stato abbastanza difficile da scrivere, proprio per questo mi auguro di essermi spiegata bene e di non averlo reso eccessivamente noioso. Comunque finalmente abbiamo la svolta, si sta avvicinando il momento in cui tutte le MewMew si riuniranno e ovviamente arriverano anche Ryan e Kyle e forse qualcuno che è stato nominato troppo poco per la nostra Strawberry, ma chi lo sa? Inizio anche ad accettare scommesse su chi può essere la MewMew pericolosa, vediamo chi indovina!
Ringrazio sempre Sissi1978 e Copy Cat V per le recensioni! 
A presto! 

 

-Milla.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4:Limone e lillà. ***


Capitolo 4: Limone e lillà.



Aveva i crampi allo stomaco. Erano quaranta minuti buoni che aspettava Mina. Non capiva come potesse passare tutto quel tempo a pettinarsi i lunghi capelli corvino. “Dai sto morendo di fame!” “Paddy un momento! Te l’ho detto: 100 colpi di spazzola. Mi servono per rilassarmi” “E a quanti sei per il momento?” “34… 35…” Iniziava a spazientirsi. Uscì dalla stanza bofonchiando un “Ci vediamo dopo”. Ne avrebbe approfittato per andare alla scoperta di quel palazzo immenso. Le ampie finestre illuminavano i corridoi bianchi. Osservò il suo orologio da polso: 19:45. Faceva buio molto tardi su quel pianeta considerando che, a quell’ora, il sole era ancora alto. Osservando fuori notò, due piani più in basso, quello che sembrava un giardino pensile e pensò di approfittare della lentezza delle sue amiche per andare a dare una rapida occhiata. C’erano alcune zone che erano state loro categoricamente vietate, sembrava temessero una contaminazione, ma si augurò che il giardino pensile non fosse una di quelle. Arrivata davanti alla porta toccò appena un piccolo pulsante grigio e davanti a lei si spalancò quello che per un attimo le parve il paradiso. C’erano piante di qualsiasi tipo, un profumo di lillà le inondò le narici e lei cercò di riempirsi i polmoni. Guardandosi intorno riconobbe qualche ciliegio, un pesco in fiore, piante di vari tipi e un tappeto di fiori gialli, sul quale si stese, socchiudendo gli occhi. “Che ci fai qui?” Aprendo lentamente gli occhi trovò Tart davanti al suo viso con lo sguardo interrogativo. “Avevo visto dal corridoio tutto questo verde e…” “E hai pensato di venire a ficcanasare, non è vero?” “Non stavo ficcanasando! Volevo solo dare un’occhiata, è bellissimo qui” Disse guardandosi intorno. Tart ebbe un colpo al cuore: era perfetta immersa in quel panorama bucolico, stesa sul prato con i capelli raccolti in una treccia spettinata e il viso rilassato e perso nei suoi pensieri. “Beh comunque non avresti dovuto spostarsi senza avvisare nessuno, avresti potuto perderti” Fece il ragazzo sedendosi vicino a lei. “Non potevo resistere e, a guardarlo ora, sono felice di non averlo fatto” “Non cambi mai eh” E così dicendo iniziò a cercare qualcosa nella sua tasca. “Volevo darti questa. Sai, ce lo eravamo promessi” Aprì il pugno e Paddy intravide una caramella con la carta gialla. Quasi le mancò il fiato. Mai avrebbe creduto che una cosa tanto banale avrebbe potuto renderla tanto felice. “Te lo sei ricordato?” Disse sorridendogli. “Certo, io mi ricordo tutto. Però dobbiamo dividerla” Tentò di spezzarla con le mani ma inutilmente. La ragazza rise sotto i baffi “Tart le caramelle non si possono spezzare, facciamo così” Tolse il rettangolo di zucchero giallo dalle mani del ragazzo e ne mise metà in bocca. “Mordi”. Tart arrossì visibilmente per via di quello che avrebbe voluto fare. Si avvicinò piano, meditando sulle conseguenze delle sue desiderate azioni. Paddy avrebbe potuto: picchiarlo, insultarlo, ucciderlo, torturarlo e, sicuramente, umiliarlo, ma lui doveva provare. Mise in bocca l’altra metà della caramella e, trattenendo il fiato, fece sfiorare appena alle sue labbra quelle della ragazza. Paddy rimase immobile ma poi, improvvisamente, chiuse gli occhi. Si lasciò trasportare da un bacio delicato e inesperto. Le loro labbra si muovevano insieme, provavano a scoprire i meccanismi segreti dell’amore, un territorio per loro ancora totalmente inesplorato. 

Mentre nell’aria si respirava profumo d’estate e di lillà i due ragazzi si guardavano con occhi diversi, conoscevano l’amore e assaporavano il loro primo bacio al gusto di limone. 

 

 

“E quando cominceremo con l’addestramento?” Strawberry guardava fisso Takuro, aspettando una risposta. “Domani, di buon mattino. Credo che prima o poi vogliate tornare a casa, no?” Le ragazze sorrisero al pensiero di casa. Erano passati appena due giorni e già sembrava un’altra vita. Avevano abbandonato di nuovo la quiete delle loro giornate per combattere, questa volta al fianco degli alieni. Paddy pensò che fosse un circolo vizioso e, guardando Tart, sperò che non finisse mai. “Inoltre direi che è il momento della sorpresa!” Sorrise felice il Presidente come se fosse dedicata a lui, più che alle ragazze. “Di cosa si tratta?” Domandò Lory educatamente seduta sul divano, vicino a Pie. “Abbiamo pensato che vi avrebbe fatto piacere parlare con i vostri amici” E così dicendo accese il grande computer, attivando una chiamata. Tutto d’un tratto lo schermo si illuminò, mostrando una massa di capelli biondi e degli occhi azzurri che scrutavano la telecamera “Ci siamo Kyle!”. Ryan sorrise, allontanando un po la sedia dalla sua scrivania, per poi essere raggiunto dal cuoco. “Ragazzi!” Paddy si sentì rasserenata. Quei due, per quanto misteriosi e tenebrosi potessero essere, le avevano sempre ispirato tanta fiducia. “Ragazze! Come ve la state passando? Vi trattano bene?” Il biondo sembrava più sereno e allegro del solito, Paddy ipotizzò che fosse dovuto ad una vittoria ottenuta durante uno dei suoi allenamenti di boxe. “Si, stiamo benissimo” sorrise di Rimando Mina. “Abbiamo un piccola sorpresa per voi, sapete chi è appena tornata?”Chiese sornione Kyle. Si udirono dei passi di sottofondo e poi una figura comparve sullo schermo. I capelli viola le ricadevano morbidi sulle spalle, la corporatura alta e snella catturava l’attenzione anche attraverso un’immagine un po sgranata, gli occhi profondi e sicuri puntati verso di loro. In sei mesi Pam era diventata, se possibile, ancora più affascinante.  “Ragazze, siete partite senza di me?” Sorrise alle sue compagne d’avventura, le quali ricambiarono mandandole baci e squittendo il suo nome. “Sei riuscita a vincere il tuo Oscar?” Chiese Mina con voce sognante. “Non ne ho idea, sono dovuta rientrare subito in Giappone” “E perché mai?” “Il Presidente ha fatto delle grandi scoperte ragazze e non possiamo non andare a fondo in questa faccenda” Disse tutto d’un tratto serio Ryan. “Quindi vuol dire che…” “Ci serviranno due o tre giorni, ma comunque si, stiamo arrivando”



Ciao a tutte! Sono tornata con questo capitolo breve e totalmente dedicato a PaddyxTart. L'idea originale era di farlo un po più lungo ma ho pensato che questa coppia così tenera ha pochi momenti soltanto per loro e quindi, in occasione del loro primo bacio, ho pensato di regalargliene uno io. Ovviamente sta per arrivare anche Pam, non avrei mai potuto lasciarla fuori! Adesso inizieranno i giochi e i problemi! 
Ringrazio tutti per le recensioni e per aver messo questa storia tra i preferiti! A presto.

-Milla.


 

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Capitolo 5
*** 5. Il buio. ***


Capitolo 5: Il buio.


Era dannatamente presto. Il sole a mala pena si intravedeva dalle fessure delle tapparelle e Kish non trovava la forza di alzarsi dal letto. “Mi ricordate perché andiamo anche noi? Si devono allenare le MewMew, a cosa serviamo? Supporto morale?” E così dicendo mise il cuscino sulla viso, sperando di non ricevere alcuna risposta che potesse disturbare di nuovo la sua quiete. “Forza alzati, persino Tart è già in piedi.” Pie tolse via la coperta, lasciando scoperto il corpo dell’alieno che, a contatto con il freddo del primo mattino, ebbe la pelle d’oca. “Mi auguro che parteciperemo a qualche scazzottata, se non altro” Mugugnò assonnato Kish, stropicciandosi gli occhi. 

 

“Bene ragazze, è tutto chiaro?” Takuro era posizionato in alto, lasciando libero il campo di addestramento. Aveva stabilito che le ragazze si sarebbero battute contro di loro, in modo da mostrare ai soldati le loro capacità. “Iniziamo con la signorina Midorikawa e la signorina Wong, Tart a te l’onore” sorrise dall’alto della sua piattaforma il presidente. Doveva essere passato del tempo dall’ultima volta che si erano trasformate in MewMew, eppure sembravano più forti. Kish sorrise nel vederle nei loro bellissimi abitini da guerra. Erano tutte talmente provocanti. Cercò poi di lasciar scorrere via quel pensiero momentaneamente inutile e concentrarsi sulla battaglia. L’attacco acquatico della MewVerde era molto più intenso dall’ultima volta, era stato lanciato con calma da Lory, forse per paura di aver dimenticato le parole, eppure neanche uno rapido come Tart era riuscito a sfuggirle. Il “Fiocco immobilizza”, invece, era più potente e difficilmente mancava il bersaglio. Sembrava che, in quei cinque anni passati, si fossero allenate duramente. Takuro determinò chiuso l’incontro. Tart non riusciva a rialzarsi, era stato completamente bloccato. 

“Signorina Aizawa, Pie prego, è il vostro turno” Mina rimase immobile. Pie si gettò subito verso di lei con una velocità strabiliante. Ma lei si scansò, semplicemente. I suoi sensi erano molto più acuti ed era in grado di librarsi in aria con maggiore facilità rispetto a prima quasi come se… Volasse. Pie tentò nuovamente il colpo e la ragazza lo evitò nuovamente, per poi colpirlo con un calcio in pieno stomaco. “Brava colombella” rise Kish. “Non mi devi chiamare colombella, ti è chiaro?” E lì, davanti a tutti, MewMina riuscì a scagliare un doppio attacco in direzioni diverse. Fortunatamente Kish ebbe la prontezza di evitarlo, al contrario di Pie che svenne a terra, privo di sensi. 

“Strabiliante…” 

“Ok bambolina, vediamo che sai fare” Sogghignò Kish, sfoderando le sue fidate lame. Iniziò una lotta familiare, con le stesse mosse, con le armi di sempre. Ma loro non erano quelli di sempre. Kish non si sarebbe risparmiato questa volta, doveva salvare il suo popolo, di nuovo, ma adesso era pronto a farlo nel migliore dei modi. Seguì Strawberry nei suoi movimenti agili, imitandoli e poi precedendoli. Non poteva lasciargliela vinta. La sua gattina era agile, veloce e forte più che mai, ma lui era più concentrato, più motivato. Combatteva per il suo popolo e per lei. In quella danza violenta gli tornarono alla mente tutte le volte in cui aveva supplicato che lei lo seguisse, che lei seguisse il suo cuore. Lui era stato debole e si era fatto guidare dalle emozioni, ma non questa volta, non poteva farlo questa volta. Tentò un gancio sullo stomaco di MewBerry, la quale prontamente lo evitò, allontanandosi per riprendere fiato. “Kish non mi hai battuta prima e non lo farai ora!” “Scommettiamo bambolina?” e così dicendo imitò il salto felino della rossa, finendole alle spalle e, colpendola con dolcezza, la spinse per terra. 

“Questo incontro è di Kish” Determinò Takuro, facendo segno ai guerrieri di seguirlo nel laboratorio. 

“Come hai…” “Mi sono allenato molto micetta” Sorrise lui aiutandola a rialzarsi. 

“Ragazze siete sorprendenti, i vostri livelli di potenza sono aumentati a dismisura durante il combattimento, sono molto sorpreso. Signorina Momomiya, cosa le è accaduto?” Kish si sentì lusingato nel vedere Strawberry così in difficoltà. Aveva usato la sua tecnica più forte con lei, ed era riuscito a batterla. Non che il presidente avesse proprio ammesso il trasferimento delle immagini e dei pensieri durante la lotta, ma lui non aveva mai rispettato le regole, prima tra tutti quella che vietava di innamorarsi del nemico. 

 

 

“Adesso mi spieghi come hai fatto” “Basta micetta, sei assillante” Disse lui girandosi improvvisamente, trovandosi faccia a faccia con il volto arrossato della ragazza. “Non ti è piaciuto il mio regalo per te?” “Mi spieghi perché mi hai fatto vedere tutte quelle scene di noi due durante la lotta?” “Per ricordarti che tu sei mia, Strawberry” “Adesso basta Kish…” La rossa non fece in tempo a finire la frase che l’alieno la mise spalle al muro. Kish sapeva bene che i suoi sensi da gatta le dicevano che era in trappola e lui non poteva chiedere di meglio perché, in fondo, lei aveva sempre saputo di essere in trappola, aveva sempre saputo di essere un po sua. “Mettiamola così Strawberry, io ti dico che sei mia e tu non mi credi, bene. Non credevi neanche che sarei riuscito a portarti qui e invece guardati ora. Ci apparteniamo e tu questo lo sai”. Strawberry rimase spiazzata. Non sapeva cosa pensare, cosa dire. Sapeva solo che avrebbe dovuto allontanarlo e andarsene indignata, eppure non ce la faceva. Lui era così vicino e la guardava in quel modo spaventosamente possessivo. Aveva tutte le molecole del suo corpo in fibrillazione. Il gatto dentro di lei continuava ad urlare di allontanarsi. Urlava mentre gli occhi di lui legavano quelli di lei. Urlava mentre il viso dell’alieno si faceva più vicino. Urlava mentre le loro labbra stavano per sfiorarsi, dopo di che più nulla. In lei regnò il silenzio e la pace. Kish, dal canto suo, non riusciva più a respirare tanto era il tempo che aveva atteso quel bacio. Lei era maturata nel corso del tempo, le sue labbra si muovevano sicure, così come le sue mani quando lui iniziò a baciarle il collo assaporando ogni lembo di pelle scoperto dalla sua camicetta. “Kish io… devo… parlarti” Trovava delizioso il modo in cui tentasse di mantenere un pudico contegno, eppure non gli aveva bloccato la mano quando, salda, aveva stretto la sua coscia sull’orlo della gonna. “Può aspettare micetta, rimandiamo a dopo” E così dicendo aveva affondato di nuovo le labbra sul suo collo che sapeva di mirtilli. Sapeva di essere un piacere perverso per lei, eppure niente lo avrebbe potuto rendere più felice. 

“MewMew, Capitano Pie, soldati Kish e Tart, recarsi immediatamente nella sala grande” 

 

“Diamine” mugugnò appena l’alieno, allontanandosi un poco dal collo della ragazza. “Cosa succede adesso?” 

 

Si radunarono tutti nella sala, con aria interrogativa. “Cosa succede?” Domandò confuso Pie. Improvvisamente un rumore assordante li costrinse a portarsi le mani alle orecchie. “Che cosa diavolo è?” Strawberry tentava di muoversi, ma quel rumore era così assordante, acuto e ad ogni suo passo peggiorava. Piegandosi sul pavimento iniziò a provare un po di sollievo. Tentò di resistere con tutta se stessa, ma era impossibile. In poco tempo seguì gli altri in un sonno pesante, buio, ma silenzioso. 

Nella mente di ognuno si faceva spazio una voce, una voce profonda e terribilmente fredda. Una voce seria che sembrava sapere la verità assoluta. 

 

“Lory, lieto di averti qui” “E tu chi sei?” “Sono qualcuno che ci tiene a te” “Non capisco…” “Voglio avvisarti sirenetta, stai attenta a ciò che prova il tuo cuore, non so se questa volta riusciresti a reggerlo” “Di cosa stai parlando?” “Insomma, non è facile essere considerata sempre quella debole, quella impacciata e timida. Tu sei sempre disposta ad aiutare tutti e loro di rimando cosa fanno? Non cambi mai, la tua storia si ripete, proprio come quando hai conosciuto le ragazze della squadra, ti ricordi? Ti hanno difeso dalle tue vecchie amiche e questo perché lo sapevano che tu non sai badare a te stessa, non sai dire di no” “Non è così” “Invece sì. Quando arriverà Pam vedrai” “Pam?” “Non dirmi che non ci hai pensato. Hai sempre avuto paura che Pie potesse nutrire dei sentimenti per Pam, te li ricordi i loro sguardi durante i primi combattimenti? Intensi, passionali. E se dovesse accadere tu cosa farai? Niente, perché hai troppa paura di importi.”

 

 

“Che sta succedendo?” Avrebbe voluto agitare i pugni, ma si sentiva immobile in quel momento, sospesa nel buio. “Paddy calmati, ci sono io” “E chi sei?” “Un amico che è qui per aiutarti” “Non ho bisogno di essere aiutata, voglio uscire di qui” “Ne hai bisogno eccome, invece. Guardati, continuano a trascinarti nelle peggiori situazioni senza chiedere mai il tuo permesso, continuano a pensare di poterti manovrare a loro piacimento solo perché sei la più piccola del gruppo.” “Sono mie amiche! Non lo farebbero mai” “Eppure continuano a farlo. Pensaci: se hanno dei problemi non ti considerano mai come fonte di soluzione. Ti hanno considerata solo quando dovevano gestire qualcosa di davvero grande e ti hanno scelta per puro caso.” “Non è stato un caso!” “E invece sì, casualmente il tuo DNA andava bene in quel momento e neanche lì hanno chiesto il tuo parere. Per loro tu non sei all’altezza. Le fai ridere, ti considerano socievole ma sappi che, in un’altra situazione, mai avrebbero stretto amicizia con te.”

 

 

“Signorina Aizawa, è un piacere” “Vorrei poter dire lo stesso, lei è?” “La voce della verità” “Certo, si faccia vedere, ho proprio voglia di provare la forza del mio attacco!” E così dicendo tentò di scoccare la freccia ma era immobile, immersa nel buio e senza alcuna via di uscita. “Non è necessario scaldarsi, non le si addice. Eppure lei sarebbe stata una brillante leader” “Cosa significa?” “Oh andiamo, si rilassi, io sono dalla sua parte. Voglio dire, lei ha sempre delle idee ottime, è ferma, riflessiva, sicura, brillante eppure il caso vuole che quei due abbiano scelto la più sempliciotta, immagino quanto questo debba darle fastidio.” “Basta! Sono i miei amici” “Certo, io critico solo alcune loro decisioni in campo lavorativo e amoroso” Colpo al cuore. “Non dica nulla ne tantomeno provi a negare, lo so. Shirogane è da un po che non le è indifferente eh? Sareste proprio una bella coppia, se solo lui non amasse ancora la ragazza che la supera in tutto”

 

“Strawberry è un privilegio averti qui” Chi sei? Fatti vedere” “Calmati, non c’è bisogno di alterarsi. Sono dalla tua parte.” “Strano modo di dimostrarlo” “Non essere giudicante, dopo quello che è accaduto oggi non sei nella condizione di farlo” “Com…” “Io so tutto. Immagina che delusione sarebbe per le tue amiche sapere quello che è successo oggi. E pensa se qualcuna dovesse dirlo a Mark, a Kyle e Ryan e immagina quando Kish verrà a sapere la verità.” “Sistemerò tutto” “Certo, spiegalo a loro. Come farai ad ammettere che la leader delle paladine che hanno salvato due mondi è insicura su ogni aspetto che riguarda la sua vita? Come fare a dire loro che sei una persona tanto instabile?” 




Sono tornata! Allora ormai siamo vicini alla scoperta della MewMew "Cattiva". Sono stata molto curiosa di leggere le vostre ipotesi ma non vedo l'ora di farvi vedere di chi si tratta! Ci vediamo con il prossimo capitolo, grazie mille per tutte le vostre recensioni, a presto!
 
-Milla.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6: Scacco matto. ***


Capitolo 6: Scacco matto.


“Quanto dovremo attendere ancora signore?” 

“Il tempo necessario, manca poco. La trappola è scattata” 

 

Era rimasta turbata. Quella voce le aveva detto la verità? Come faceva a sapere tutte quelle cose di lei? Come poteva esserle entrata nella testa in modo tanto profondo? Lo avevano sentito tutte, di quello ne era certa, eppure nessuna aveva proferito parola sul discorso. Era uno dei pochi segreti che avevano avuto tra di loro. Quasi si vergognava ad ammettere ad alta voce che quelli erano davvero i suoi pensieri. Li aveva custoditi in un angolo della mente per talmente tanto tempo che quasi le sembrava impossibile che, per qualcuno, fossero venuti a galla tanto facilmente. 

“Mina sbrighiamoci, staranno per arrivare” 

Paddy trovò la sua compagna di stanza sul letto a fissare il soffitto, non era da lei. 

“Andiamo o no?” 

“Cosa ti ha detto quella voce Paddy?” Chiese lei, in modo brusco.

“Stupidaggini, esattamente come quelle che ha detto a te. Adesso andiamo, voglio salutare i ragazzi”. La bionda continuò a fissare l’altra, stesa sul letto, come se fosse sfinita. “E’ inutile rimuginarci, basta! Sono due giorni che sei assente. E’ questo che puntava a fare quella voce Mina, voleva distoglierti dall’obiettivo: vincere questa guerra”. 

“Mi sembra di sentire Strawberry quando aveva la tua età. Possibile che non ti abbia toccato per niente l’accaduto? Capisco che sei piccola però…”

“No Mina” Paddy la guardava seria, con i pugni stretti, le nocche bianche per la troppa forza applicata. “Non c’entra l’età ma la forza di reagire alle cose, io l’ho trovata, tu invece?” 

L’aveva ferita nell’orgoglio. Chi credeva di essere quella ragazzina per impartirle lezioni di vita? 

“Magari tu sei riuscita a trovarla grazie alla leggerezza della tua età” tagliò corto la MewBlu, pentendosene all’istante.

“Ti aspetto nella sala grande Mina, cerca di ritrovare un po di forza, intanto” Disse Paddy, sbattendosi la porta alle spalle. 

 

“Strawberry ti vuoi calmare? Mi sta venendo il mal di mare” Ma la rossa continuava a fare su e giù per la stanza con il telefono in mano. Erano due giorni che cercava di parlare con Mark e lui niente. Come se avesse captato il tradimento a miliardi di chilometri di distanza. Solo a quel pensiero le venivano i brividi. Lei non aveva tradito, era stato un bacio, nulla di più. In quei due giorni aveva cercato con tutta se stessa di evitare Kish e, visti gli spiacevoli eventi, non era stato neanche troppo difficile eppure, con immensa sorpresa, si era ritrovata a sperare che l’alieno la rapisse, anche solo per qualche minuto, dai suoi pensieri. 

“Adesso basta! Mi spieghi che hai?” Lory iniziò a scuoterla per le braccia, visibilmente nervosa. 

“Niente, lasciami stare”

“No Strawberry, adesso ti calmi e andiamo a salutare i ragazzi che ormai saranno quasi arrivati” 

“Pam! Ma certo, parlerò con lei”. Nell’udire il nome della quinta MewMew il corpo della verde s’irrigidì di scatto. Cosa diavolo aveva quella ragazza? Non era mai cortese, sorridente o gentile anzi, tutt’altro, eppure tutti stravedevano per lei. “Puoi parlarne a me, volendo” Si sforzò di sorridere alla sua amica. 

“No Lory, non prenderla male, ma Pam ha molta più esperienza” 

Colpita e affondata, di nuovo, da Pam Fujiwara. 

 

Non si aspettava niente di meno da gente tanto tenace come quegli alieni. Avevano ricostruito un’intera civiltà in pochissimo tempo, quel mondo sapeva quasi di speranza. Una speranza che sarebbe stata, presto, nuovamente turbata. Quelle persone non se lo meritavano. 

“Bello, non è vero?” Ryan era rimasto sereno per tutto il viaggio, inspiegabilmente. Non era da lui essere tanto positivo e tranquillo. Lei e Kyle erano rimasti sbalorditi nel sentirlo canticchiare poco prima dell’arrivo. Avevano ipotizzato che fosse felice di tornare a lavorare al progetto Mew ma no, era troppo poco. Pam si scrollò quei pensieri dalla testa, Shirogane non avrebbe detto loro il motivo della sua felicità neanche se lo avessero implorato, tanto valeva rimanere concentrata. 

Le ragazze erano tutte lì, davanti all’ingresso. Erano stanche, un po scosse, non certo il comitato di benvenuto che sperava. 

Sorrise alle sue amiche con un cenno del capo. Strawberry, nonostante fosse visibilmente giù di morale, le corse in contro, seguita poi dalle altre. “Finalmente sei qui” le sussurrò appoggiandole la testa all’incavo della spalla e abbracciandola. 

“Ehi ragazze!” Kyle e Ryan scesero subito dopo Pam, sorridenti. Per un momento tutte si dimenticarono della situazione che le aveva stressate per due interi giorni e gli alieni assieme a loro. 

“Ho saputo che sei diventata un’attrice di fama internazionale ormai” Sorrise Pie alla MewViola. “E mi hanno riferito che tu sei diventato un capitano, complimenti” Si sorrisero, sotto il vigile occhio di Lory. Sapeva che Pam era indubbiamente la ragazza perfetta fisicamente, chi non avrebbe voluto averla a fianco? Non voleva dar peso a quella voce, ma forse aveva ragione. Sperava che questo momento non sarebbe mai arrivato, invece eccoli lì, a chiacchierare come se Pam fosse sempre stata con loro. “Lory, come stai?” Sorrise Ryan e lei ringraziò mentalmente la sua cotta adolescenziale per averla distratta da tante sensazioni negative. 

“Prima di spostarci a parlare con il presidente, Strawberry, c’è una piccola sorpresa per te”. Kish vide la ragazza mutare la sue espressione: da confusa a sorpresa, poi felice e poi quasi… asettica. Alzò lo sguardo e lo vide lì, intento a scendere le scale di quella dannatissima navicella. Cosa ci faceva lui lì? Perché era arrivato? 

Mark Aoyama le corse in contro, baciandola. Davanti a tutti. Davanti a lui. Kish ebbe quasi voglia di impugnare le sue lame e farlo fuori una volta per tutte. Strawberry ricambiò il bacio in modo appassionato. Pie, a conoscenza degli ultimi eventi, gli mise una mano sulla spalla, cercando di tranquillizzarlo. “Tu sapevi che lui facesse ancora parte della sua vita?” Gli chiese piano, in un orecchio. Kish tentennò, non voleva farsi vedere tanto fragile, non voleva dimostrare di aver perso, ancora, contro Strawberry. “Certo, ma non gli do peso” tagliò corto infine. 

“Salve amici terrestri, benvenuti. Lei deve essere Shirogane, l’ideatore del progetto! Io sono Takuro Ikashi, abbiamo parlato l’altro giorno” Si strinsero la mano e poi il presidente fece un cenno a Ryan e Kyle, che uscirono dalla sala grande assieme a lui. 

 

“Strawberry ho così tante cose da raccontarti, andiamo, ho voglia di tornare a casa” Disse Mark stringendola al petto. A casa?

“No, cosa intendi dire?” 

“Sono tornato a prenderti, adesso c’è Pam con loro e noi possiamo tornare a Tokyo” La guardò lui con il viso di un bambino la mattina di natale. 

“Mark io ho promesso che sarei rimasta qui, a combattere e ad aiutare tutti loro.” 

“No Strawberry a Londra mi avevi promesso che non avresti fatto mai più niente di tanto pericoloso. E questa storia ha l’aria di esserlo parecchio” Non stava urlando eppure tutti, nella stanza, si girarono a guardarli. 

“Mark devo aiutarli, l’ho promesso.” 

“Stai scherzando? E’ pericoloso! Io questa volta non potrò aiutarti, lo sai” 

“Non ho bisogno di aiuto e comunque non combatterei da sola” Adesso la felicità di averlo rivisto era totalmente svanita, lasciando posto alla rabbia. 

“Oh beh, combatterai con altre quattro ragazze di cui una ha a appena 15 anni e le altre sono tue coetanee e con degli alieni che fino a cinque anni fa ti volevano morta!” Aoyama non alzava mai la voce ma, con quella ramanzina, aveva recuperato vent’anni di pacifica tranquillità. 

“Che ne dite di andare a parlare in giardino?” Intervenne Pam, per placare gli animi. “Non immischiarti, lasciali risolvere la situazione” Lory, con grande sorpresa, le si fiondò davanti rossa in viso e con i nervi a fior di pelle. “Lasciala in pace. Stanno disturbando ed è una questione privata tra loro, ha ragione” “Mina smettila di essere così nervosa” Intervenne Paddy bruscamente. In pochi istanti le MewMew si trovarono a discutere animatamente davanti agli occhi perplessi della loro leader e dei presenti. 

 

"Ottimo". 

 

“Mi state stancando, calmatevi. Lasciamo Strawberry a discutere con il suo amore e andiamocene via noi, mi sembra giusto” Kish sputò fuori quelle parole come se bruciassero in gola. Pie e Tart lo guardarono interdetti. Stava per esplodere e Pam lo aveva capito. 

“Allora, Strawberry, Mark, la vostra è una questione delicata, perché non andate a fare una passeggiata? Mina, Paddy e Lory che ne dite di venire un momento con me per farmi vedere l’edificio?” Si avvicinò poi a Pie e Tart “Portatelo in un posto in cui possa sfogarsi, lontano da tutti” affermò riferendosi a Kish, che continuava ad avere lo sguardo ancorato a Strawberry in modo tutt’altro che tenero. 

 

Mentre Mina continuava a lodarla, la MewViola si rese effettivamente conto che qualcosa non andava nelle sue amiche. “Spiegatemi cosa è successo” Intervenne lasciando tutte a bocca aperta da tanta serietà e durezza. “Vuoi un riassunto? Forse è meglio” Rise Paddy aprendo la porta della sua stanza per farvi entrare le amiche. 

 

“Paddy, sei cosciente del fatto che niente di tutto quello che ti ha detto è vero?” 

“Si Pam, più o meno. Prima Mina mi ha accusata di essere troppo superficiale vista la mia età e poi, ammettetelo, non saremmo mai diventate amiche se non fosse stato per il progetto”. Aveva abbassato lo sguardo, timida e triste. Era frustrante vederla così, nessuna di loro ci era mai stata abituata.

 “Paddy, se non fosse stato per il progetto nessuna di noi avrebbe mai legato con le altre. Siamo tutte troppo diverse, è questa la nostra forza. Noi ci completiamo” E Pam credeva davvero in quelle parole, era certa che fosse così. Nella sua vita si era potuta fidare di pochissime persone ma, su di loro, mai aveva avuto dubbi. 

Dopo la più piccola anche Lory trovò il coraggio di confidarsi e Pam, così come aveva fatto con la prima, riuscì a rassicurare anche lei. Le disse che poteva stare tranquilla, lei ammirava Pie ma, c’era da ammetterlo, non era proprio il suo sogno nascosto. Le disse anche che sì, era stata una ragazza insicura, ma che adesso era cresciuta. “Mi è bastato vedere come mi hai fronteggiata prima, in pochi avrebbero avuto il coraggio di darmi contro in maniera tanto brusca”.

La MewVerde a quel punto capì perché tutti adoravano quella ragazza scontrosa e solitaria: era la sorella maggiore, la confidente, l’amica di cui chiunque avrebbe avuto bisogno. Quando fu il momento di Mina gli animi di tutte si erano ormai placati. “Insomma cosa ti ha detto?” Aveva insistito Paddy. 

“Solo che mi hanno reso parte di un progetto senza chiedere il mio permesso e che… Il mio idolo senza tutto questo non si sarebbe mai accorta che esisto” Sorrise timidamente guardando l’ultima arrivata. 

“Oh beh a quanto pare sei troppo snob anche per quella voce!” Rise Paddy. 

“Niente di preoccupante allora” Sorrise Lory visibilmente sollevata. Mina la guardò sorridendo di rimando, sperava che quella bugia la potesse far sentire più leggera, almeno un po, invece aveva appesantito il carico. 

“Sei stata fortunata” Intervenne seria Pam. Mina, per un attimo, pensò che forse poteva aver capito che stava mentendo.

“In fondo con le altre la voce è riuscita a trovare il punto debole, con te no. Sei imperscrutabile anche per il nemico” Sorrise la MewViola. 

Sapeva benissimo che in quelle parole non c’era niente di vero. Era un’attrice e mentire era il suo mestiere. Conosceva bene il linguaggio del corpo. Mina aveva evitato di guardarle negli occhi e si era toccata il naso più volte, gesto che non era assolutamente da lei. Ma lasciò correre. 

“Quando troverà il coraggio ne parlerà” Pensò tra se e se. 

 

 

“Mark adesso basta, io non tornerò a casa, ho dato la mia parola” 

“E la promessa che hai fatto a me? Non sei tornata da Londra quando dovevano eliminare gli ultimi chimeri, perché ora dovrebbe essere diverso?” 

“Perchè…” Già, perché? Perché doveva salvare un intero pianeta? Perché  aveva promesso aiuto ai soldati, al presidente? Perché doveva proteggere tante famiglie? Cazzate. Tutte cazzate. Lo aveva promesso a Kish, ecco perché. Questa guerra, la salvezza, erano tutte cazzate. Lei lo aveva promesso a Kish, stava ascoltando il suo cuore, voleva capire i suoi sentimenti. Era innegabile che amasse il suo ragazzo, eppure si sentiva così… volubile. 

“Sto aspettando Strawberry” 

“Mark non posso tirarmi indietro, ci sono vite di cui ho la responsabilità” 

“Io… Lo so Strawberry, ma non posso continuare a vivere con questa paura, sapevo che prima o poi saresti tornata sul campo di battaglia, ma non voglio che tu faccia da sola” 

“E allora combatti con me” Chiese lei, nella voce un barlume di speranza.

“Non ho più quelle capacità, lo sai. E se anche le avessi non potrei mai usare un potere che ha quella natura, io non sono così…” 

“E allora cosa succede ora?”

“Io ti amo Strawberry, come mai ho fatto e farò in vita mia, ma così non ce la faccio. Non posso tornare a Londra sapendoti qui, a rischiare la vita.” 

“E allora non tornarci” Aveva le lacrime agli occhi. Si sentiva così volubile che quasi provava pena per se stessa. Amava Mark, eppure sapeva che una parte del suo cuore apparteneva a Kish, ma quanto era grande quella parte? Era in grado di battere il suo amore di sempre? Poteva un amore pericoloso, instabile come quello che provare per l’alieno battere un sentimento tanto caldo e sicuro come quello che per Mark?

“Ti amo Strawberry, e sempre lo farò, ma così non posso continuare. Abbiamo destini diversi” 

“Aspettami, tornerò e allora lì decideremo” E lo baciò, spinta da un bisogno che aveva sovrastato qualsiasi suo pensiero. Avrebbe salvato il mondo e poi avrebbe deciso, doveva fare così. Si sarebbe presa del tempo e, alla fine, avrebbe preso una decisione definitiva. Doveva fare così. 

Forse avrebbe evitato quelle frasi, quelle lacrime e quel bacio se avesse saputo che, nascosto su un albero, c’era lui che aveva ascoltato tutto. Se Kish fosse intervenuto lei si sarebbe trattenuta, magari. Ma ormai era tardi, Kish non si voltò indietro e, senza far rumore, sparì, deciso a farla pagare alla sua micetta. 

 

 

“Scacco” 

 

 

Si era decisa. Forse, per la prima volta in vita sua, Mina Aizawa sarebbe stata totalmente sincera. Forse era stata la bugia detta a Pam che sentiva il bisogno di compensare, forse la brutta sensazione che aveva ormai da giorni. Non importava, voleva andare da Ryan e dirgli tutto, forse sarebbe riuscita a sentirsi più leggera. Arrivò in giardino e lo vide lì, concentrato su una pila di fogli scritti al computer, con una penna in mano.  La sua espressione sembrava preoccupata. 

“Ci siamo, forza” Si stava infondendo coraggio come fosse una sedicenne in piena crisi d’amore. “Mina Aizawa, sei caduta davvero in basso” sussurrò a se stessa con una voce piena di sdegno. Mentre stava trovando il coraggio per varcare la porta di vetro che la separava dal giardino notò un movimento tra i cespugli e poi una cascata di lunghi capelli rossi correre verso di lei. Strawberry era disperata. Mina, per un momento, si dimenticò dei suoi problemi, pronta ad aiutare la sua amica, ma Ryan fece prima. 

L’afferrò per un braccio e la guardò fissa in viso. Mina aprì appena la porta, con il cuore in gola, per udire il loro discorso. 

“Che ti succede?” 

“Lasciami Ryan, devo… ho…” E scoppiò in un pianto assordante. 

Lui la strinse al suo petto, mettendole una mano tra i capelli scompigliati. 

“Dimmi che hai Strawberry” le disse dolcemente, accarezzandole le ciocche rosse e continuando, con l’altra mano, a cingerle le spalle. 

“Mark… Se ne vuole andare, sta sistemando le ultime cose con Kyle. Io non capisco perché fa così, non vuole che lotti per salvare il mondo e io, Dio mio, mi sento una persona pessima” La ragazza si strinse ancora di più a lui.

Mina stava per avere un mancamento. Cercava di convincersi che erano amici da tanto tempo, Ryan si sarebbe comportato così per ciascuna di loro. Eppure, una voce interiore, la obbligava a guardare quelli che erano i segni dei sentimenti sempre vivi del ragazzo: era rassicurante con lei, la stringeva forte a se e… “Basta Mina, non dire sciocchezze” Si disse, cercando di tirare indietro le lacrime. 

“Tu sei la persona più incredibile che io abbia mai incontrato Strawberry, sei una guerriera, una ragazza piena di energie, sei bellissima e sei a capo della squadra che salverà di nuovo il mondo, non dimenticarlo mai” E così dicendo la allontanò da se per guardarla negli occhi. “Mark non sa quello che si perde”

 

“Scacco matto.”

 

Non ci poteva credere, aveva perso, ancora, contro di lei. 

“Sa signorina Aizawa, ognuno ha il leader che si merita” Le sussurrò piano Takuro Ikashi. “E Profondo Blue si merita lei come leader della squadra che conquisterà questo pianeta, cosa ne pensa?” 

Forse fu la rabbia, la voglia di rivincita, il desiderio di vendetta eppure Mina non fece nulla che non fosse sussurrare un semplice “Si”

 


Capitolo un po lungo, scusatemi! Ma non potevo proprio tagliarlo, è il centro della storia! Allora, spero vi piaccia e che, soprattutto, non vi annoi! Che ne dite? In quanti avevate capito chi era la MewMew volubile? Adesso inizieranno davvero i guai, tra Profonfo Blue e Mina non so chi possa essere peggio come nemico, anche se forse a questa terribile squadra potrebbe aggiungersi qualcun altro... A presto! Vi ringrazio per le recensioni!
 

-Milla.
 

 

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7: Dall'altro lato della scacchiera. ***


Capitolo 7: Dall'altro lato della scacchiera.


“Benvenuta signorina Aizawa, questo è il nostro centro di addestramento” Takuro Ikashi era sorprendente, pensò Mina. Nonostante fossero in guerra per far salire al comando un dittatore, lui rimaneva sempre cortese e garbato, quasi come se fossero appena arrivati ad una festa. Si guardò intorno, ancora un po stordita dal viaggio. L’avevano addormentata con una sostanza particolare e lei era caduta in un sonno profondo e senza sogni. I combattenti, al suo arrivo, si inchinarono. Sicuramente Profondo Blu sapeva come entrare nelle sue grazie. Nonostante fossero, da quello che aveva capito, dentro ad una montagna, il posto era tecnologico esattamente come la torre di controllo. 

“E’ perfettamente uguale, lo so” Affermò fiero il presidente. “L’ho progettata volutamente così, in modo da lavorare più velocemente, inoltre abbiamo gli stessi macchinari, i dati arrivano prima.” I dati. Lì in mezzo più di uno cercava la sua rivincita a quanto sembrava. Ikashi addirittura si curava di spedire tutti i dati del centro di controllo a Profondo Blu, da quanto? 

“Signorina Aizawa, mi piacerebbe mostrarle il luogo, ma devo andare a prendere un caro e vecchio amico che si è perso. Lei però non rimarrà sola, è attesa da Profondo Blu” Al sentire quel nome le venne la pelle d’oca. Ebbe quasi un ripensamento, lo aveva combattuto per tanto tempo al fianco delle sue amiche e adesso aveva cambiato fazione, tutt’un tratto? Iniziarono a balenarne in mente le immagini del pomeriggio precedente e il suo odio torno ad aumentare. Era dalla parte giusta, ne era certa. 

 

 

Continuava a provare una strana sensazione, di quelle che ti prendono dritte allo stomaco. Si era fatto tardi, era quasi ora di cena e tutti sembravano essersi calmati. La presenza di Pam e la partenza di Mark avevano pacato gli animi in modo incredibile. Si guardò intorno: la grande biblioteca le dava una pace quasi irreale. Si sistemò sulla poltrona di fronte al camino acceso, faceva davvero freddo la sera su quel pianeta. Ad un certo punto la sensazione tremenda la costrinse, nuovamente, a muoversi. Decise di alzarsi e di dare un’occhiata in giro: c’erano libri sull’anatomia, zoologia, geografia, storia, religione e, all’improvviso, una piccola porta, nascosta dietro gli scaffali, colpì la sua attenzione. Riuscì ad aprila applicando un po di forza e vi trovò soltanto una pila di fogli. Quasi come fosse una ladra iniziò a sfogliare i documenti contenuti al suo interno: immagini delle MewMew, età, animali compatibili e… lo studio che aveva fatto il signor Ikashi! Trovò il suo documento e iniziò a leggerlo:

Lory Midorikawa
20 anni
Colore: verde
Animale: Neofocena
Caratteristiche del potere: Se allenata nel modo corretto la signorina Midorikawa può trasformarsi in una sirena, controllare le correnti acquatiche, scatenare mulinelli. La sua arma il “Fiocco di Lory” può diventare potente quattro volte tanto.
Cristallo Acqua Mew: 95% puro. Propenso alla giustizia e alla bontà. 

 

Rimase quasi basita dall’ultima voce. Cosa c’entrava l’Acqua Mew con lei? Risistemò tutti i documenti all’interno dell’archivio e corse fuori, chiudendosi la porta alle spalle, doveva parlare assolutamente con qualcuno. 

“Pie” aveva la voce mozzata per via della corsa, aveva percorso tantissimi corridoi nel giro di pochissimo tempo. 

“Che succede?” Nel vederla tanto sconvolta il ragazzo ebbe quasi voglia di abbracciarla ma, a vederla in quale momento, forse non era il caso. “Spiegami bene questa storia” Disse Lory mostrandogli il foglio che la riguardava. 

“Non so di cosa parli…” 

“Bugiardo! Dimmi di che diavolo si tratta!” Aveva iniziato ad alzare la voce e il suo viso era diventato completamente rosso dalla rabbia. 

“Di cosa mi stai accusando? Io non…” 

“Ti prego, dimmi cosa sai sui test che hanno fatto, ho una terribile sensazione” Aveva quasi le lacrime agli occhi e allora, l’alieno, cedette al suo impulso stringendola tra le braccia. “Vieni con me, parliamo in un posto tranquillo”

 

 

 

 

La stanza era totalmente buia e fredda, un brivido percosse la spalla di Mina. 

“Sono arrivata” disse, tentando di mantenere una voce fredda, in fondo poteva anche essere semplicemente caduta in una trappola. 

“Aizawa, prego. Finalmente possiamo parlare faccia a faccia e non solo nella sua testa.” 

Quella voce se la ricordava bene. Così come ricordava bene la fisionomia di quell’essere tanto potente che aveva combattuto anni prima. Non era cambiato per niente. I lunghi capelli neri gli ricadevano morbidi lungo la schiena e la frangetta incorniciava i suoi occhi chiari e glaciali. La sua espressione era annoiata, come sempre, eppure aveva un sorrisetto beffardo all’angolo della bocca. 

“Sono lieto che sia arrivata signorina. Allora, l’hanno trattata bene? Ikashi è stato gentile?”

“Impeccabile direi” Mina tentò di emulare la voce glaciale del suo nuovo alleato e, viste le sue doti, ci riuscì particolarmente bene. 

“Ne sono lieto, beh cosa dirle se non benvenuta tra noi, siamo tutti molto felici della sua scelta. Immagino che le sia costata non poco, ma può star certa che sarà ricompensata.” 

“Come faccio ad essere sicura che tutto questo non sia una semplice trappola?” 

“Siamo uguali signorina Aizawa, nel suo cuore c’è un piccolo frammento di Acqua Mew, ed è esattamente come il mio: volubile” 

“Che cosa intende dire?”

“Anche io ho scelto, proprio come lei. E sa perché ho scelto questo lato della scacchiera? Perché nell’altro nessuno sarebbe mai riuscito a capire quanto valevo. Ero superiore a tutti per forza, per intelligenza e per perspicacia, eppure mal visto perché non ero ingenuo come tutti gli altri. E adesso mi dica Mina, è pronta a vincere una volta per tutte?” 

Le porse la mano pallida. La MewBlu ebbe un sussulto, ma poi capii: quello era davvero il suo posto, aveva davvero trovato casa sua. Lì sarebbero riusciti a capirla e avrebbe vinto, definitivamente. 

“Cosa devo fare?”

“Assolutamente niente se non allenarsi, mostrarmi tutta la forza che possiede e vincere. Una volta fatto questo avremo tutti quello che ci spetta. So che sarà in grado di fare grandi cose. Ma ora basta con i convenevoli, diamoci del tu, in fondo siamo vecchi amici.” Le disse sorridendo. “Bene, adesso è arrivato il momento di cambiarti però, Irimoto! Portami immediatamente la spilla!” 

Un ragazzo dai capelli bianchi entrò nella stanza e porse a Mina una spilla. Inciso vi era lo stesso simbolo che compariva su quella che le aveva dato Kyle ma era nero, lavorato su materiale bianco candido. 

“E’ madre perla, l’ho fatta apposta per te. Avevo capito sin da subito che saresti stata tu.”

Mina lo guardò spaesata, cosa intendeva dire?

“Intendo dire che ho sempre pensato che fossi la più forte e mai ho capito perché a capo ci fosse finita MewBerry. E’ proprio vero, i buoni per essere tali devono essere degli idioti.” 

Sentiva una forza crescerle dentro, iniziava a non importarle più nulla della ragazza che era stata, delle sue amiche, di quello che avrebbe pensato Pam o Kyle o Ryan… L’ultima volta che lo aveva visto stava consolando Strawberry… E quell’immagine bastò. 

“Mew Mina, metamorfosi!”

I suoi passi non erano cambiati, neanche la sensazione di purezza che provava nel trasformarsi ma, una volta terminata, il suo vestito era completamente diverso: era un semplice corpetto nero e una gonna di tulle dello stesso colore. I suoi stivaletti erano identici, solo che adesso erano bianchi, come il collarino e la sua spilla. Le sue ali, però, erano più grandi e scure come la notte. 

“Adoro la tua trasformazione in cigno nero” Sorrise Profondo Blu. “Trovo che il tuo nuovo costume ti doni, sai? E adesso fammi vedere un tuo attacco, ti va?”

“Cuore di Mina!” L’arma che si materializzò tra le sue mani era un vero e proprio arco, in argento e le tre frecce che scagliò avevano tutte le punte di madre perla. 

“Sei formidabile!” Alla ragazza parve, quasi, di intravedere un sorriso sul volto duro e imperscrutabile di Profondo Blu. 

 

 

“Le cose stanno così, io ero preoccupato, ma Ikashi mi ha rassicurato dicendo che, probabilmente, non si sarebbe presentato il rischio di dover scegliere e quindi non abbiamo detto nulla” Pie aveva raccontato la storia tutta d’un fiato e adesso temeva la reazione di Lory che era rimasta inespressiva per tutto il tempo. 

“Chi è di noi la Mew pericolosa?” Lo guardò fisso negli occhi.

“Non lo so davvero, ha detto che non era importante e che non serviva creare confusione” 

“Dobbiamo tornare all’archivio Pie, se c’è scritto sul mio modulo c’è sicuramente anche su quello delle altre!”

 Era così combattiva, così pronta a combattere per le persone a cui teneva. Pie era sempre stato certo che non si potesse trattare di Lory, della sua Lory. 

“Andiamo! Chiamiamo anche gli altri.”

“Ragazzi sbrigatevi! Non riusciamo più a trovare Mina e Kish” Paddy e Strawberry irruppero violentemente nella stanza, erano entrambe visibilmente preoccupate. 

Pie e Lory si scambiarono un’occhiata d’intesa, forse avevano capito tutto. 

 

“E quindi volete dirci che Mina è una nostra nemica ora?” Strawberry era pietrificata. 

“Come diamine è possibile? Dovevamo fare più ricerche, è in pericolo per colpa nostra” Ryan tirò un violento pugno sul tavolo da the in ciliegio. Non era stato attento, doveva difenderle e non ci era riuscito. 

“Guardate qui” Lory porse agli altri la scheda della loro amica. 

Mina Aizawa
19 anni
Colore: Blu
Animale: Lorichetto Blu
Caratteristiche del potere: Se allenata nel modo corretto la signorina Aizawa è in grado di volare, controllare i venti e comunicare con gli uccelli. La sua arma il “Cuore di Mina” può arrivare a lanciare sino a cinque frecce in contemporanea.
Cristallo Acqua Mew: 50% puro. Volubile.

 

“E con Kish cosa facciamo?” Chiese Tart ai due che sembravano avere in mano la situazione. 

“Non ne ho idea, ma ho un brutto presentimento” sussurrò Pie. 

 

 

 

“Guarda chi abbiamo qui, Kish, mio fedele servitore!” 

Era di nuovo al suo cospetto e questa volta, lo sentiva, era più potente che mai. 

“Profondo blu, ci si rivede!” Affermò l’alieno con un pizzico di ironia nella voce.

“Lieto di vedere che stai bene, l’ultima volta non eri al massimo delle tue forze” Sogghignò il moro. 

“Cosa vuoi da me? Perché Ikashi mi ha portato qui?”

“Perchè sei una mina vagante Kish, eppure sei il combattente più forte che conosco. Vuoi farla pagare a Strawberry no? Ti ha fatto male vero? Riesco a percepirlo da qui. Schierati con me Kish, sai bene che diventeresti potentissimo” 

“Cosa vuoi in cambio? La mia anima? Perché non credo di averne più una” 

“Non voglio niente in cambio, voglio solo che tutti noi possiamo avere finalmente ciò che ci spetta. Lotta la mio fianco e non te ne pentirai.” 

La gola gli bruciava, sentiva le mani fremere. Quell’essere non temeva nulla, l’ultima volta aveva cercato di ucciderlo e adesso lo rivoleva nel suo esercito, perché? Non riusciva a capirlo. 

“Semplice mio caro amico, perché so quello che vali e so cosa vuol dire soffrire come soffri tu, avrai la tua rivincita, te lo garantisco” 

“Sempre se non mi pesti i piedi Kish, in quel caso te la farò pagare molto cara” Conosceva bene quella voce, l’aveva sempre sentita discutere o lamentarsi, ma mai era stata tanto glaciale. Mina Aizawa era accanto a Profondo Blu e sorrideva con un ghigno sinistro e famelico. 

“Mentre rifletti apri quel cofanetto, lì ci sono le tue nuove armi, in caso decidessi di schierarti dal lato giusto” 

Le sue lame erano più lunghe ed estremamente affilate con l’impugnatura e la punta in madreperla. Impugnandole iniziò immediatamente a sentire una forza particolare che gli cresceva dentro. Era potente come mai prima d’ora. Prese la mira e lanciò un colpo secco al muro, sfiorando appena Profondo blu. 

“Perchè non ti sei spostato?” Gli chiese fissandolo negli occhi. 

“Conosco i tuoi pensieri Kish e poi io, contrariamente a quelli che tu hai sempre chiamato amici, mi fido di te.”



Ciao a tutti! Sono tornata con il mio nuovo capitolo. Siamo all'inizio della seconda parte della storia, ormai le fazioni sono complete e bisognerà iniziare gli addestramenti.Ma le vere domande sono: succederà qualcosa tra Kish e Mina? E tra Ryan e Strawberry? E Pie riuscirà a sciogliersi e a dire a Lory cosa prova? E Pam? E Profondo Blu quanto è diventato potente? C'è tempo per rispondere a tutte, promesso.
Ringrazio tutte le bellissime recensioni dello scorso capitolo, mi piace un sacco quando vi dilungate sui ragionamenti e mi date delle dritte. 
Spero che il capitolo vi sia piaciuto! A presto! 

-Milla.

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