Gnosiofobia.

di Querdenker
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I - #Mare. ***
Capitolo 2: *** II - #Animale domestico. ***
Capitolo 3: *** III - #Alcol. ***
Capitolo 4: *** IV - #Rossetto. ***
Capitolo 5: *** V - #Neve. ***
Capitolo 6: *** VI - #Infatuazione. ***
Capitolo 7: *** VII - #Profumo maschile. ***
Capitolo 8: *** VIII - #Night Club. ***
Capitolo 9: *** IX - #Gonna. ***
Capitolo 10: *** X - #Cerniera. ***



Capitolo 1
*** I - #Mare. ***


Gnosiofobia
 



missredlights, che ha avuto pietà di me e mi ha suggerito questi prompt.
Grazie per il tuo sostegno - immeritato - significa molto per me, davvero.




 
#Mare.





Si sedette vicino alla riva, portando le gambe vicino al petto. Il leggero calore della sabbia tra le dita dei piedi la fece rilassare visibilmente.
La notte che aveva passato insonne l’aveva distrutta, e tutto a causa del caldo infernale e anche di un paio di stramaledetti occhi azzurri come il cielo.
No, soprattutto a causa di un paio di occhi color cielo. Il caldo era stato sopportabile, dovette ammettere con rammarico a sé stessa.
Sbuffò irritata, non era proprio possibile che si dannasse tanto per quell’idiota.
Il rumore delle onde che s’infrangevano negli scogli si faceva piano piano sempre più famigliare alle orecchie di Ichigo, che decise di prestare per la prima volta attenzione a ciò che aveva davanti.
Il mare quella mattina era davvero insolito: alternava momenti in cui pareva una furia, arrogante e saccente ad altri in cui le onde arrivavano pigramente a riva, quasi con dolcezza. Proprio come…
Sbatté le palpebre, come se fosse stata colpita con uno schiaffo.
Non ci si poteva mettere anche il mare a farglielo ricordare! L’intero universo, persino i Kami si stavano prendendo gioco di lei.
«Oh, andiamo, non è possibile!» sbottò.
«Non è possibile cosa, Momomiya?» domandò l’ultima voce che avrebbe voluto sentire in quel momento.
Ryo si sedette alla sua destra, le gambe che quasi toccavano l’acqua.
«Anche tu sveglio alle cinque del mattino, Shirogane?» chiese lei, ignorando volutamente la domanda.
«C’è caldo» disse semplicemente lui.
Ichigo annuì, chiudendo gli occhi per un istante.
«Piuttosto» ghignò Ryo «tu che ci fai sveglia quest’ora? Pensavo non ti alzassi prima delle cinque del pomeriggio»
Lei gli scoccò un’occhiataccia.
«Sei proprio un arrogante, Shirogane» replicò inviperita lei, mentre lui ridacchiava divertito.
Rimasero in silenzio alcuni minuti ed Ichigo si limitò ad osservarlo di sottecchi. Era davvero bello, leggermente più abbronzato del normale, la canottiera nera che lasciava intravedere i muscoli. Desiderò baciargli tutto il corpo mentre lui la…
«Ichigo» la chiamò.
Temendo scioccamente che gli avesse letto nel pensiero, arrossì e iniziò a balbettare parole sconnesse.
Ryo sorrise in un modo davvero strano, quasi affettuoso. Si avvicinò lentamente verso la ragazza.
«Puoi dirmelo perché non hai dormito stanotte, lo sai vero? Se c’è qualcosa che ti tormenta…»
Lei, a disagio, prese a giocare con l’orlo della maglietta. Quando Ryo era particolarmente gentile, lei non aveva la minima idea di come comportarsi.
«C’era troppo… caldo» disse semplicemente lei.
Ryo la osservò con un’espressione di disappunto – o forse l’aveva immaginato – negli occhi.
«O forse» ghignò lui «hai passato la nottata in bianco perché stavi rimuginando sul motivo per cui Aoyama ti ha scaricato»
«Vaffanculo, Shirogane»
Ryo non era per niente come il cielo, quel giorno completamente terso.
Era molto più simile al mare.

 



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Note dell’autrice:
Sono tornata! Con una schifezza, ma sono tornata!
Mi mancavano tanto questi due scriccioli, una delle mie OTP d’infanzia e anche dell’adolescenza.
Non c’è molto da dire, se non che queste flash-fic non seguiranno una cronologia ben precisa: potrei ambientarne una durante un’ipotetica gravidanza di Ichigo (povero Shirogane) e quella successiva durante la loro adolescenza, chi lo sa!
In ogni caso, spero vi piacciano.
Mezzosangue230

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Capitolo 2
*** II - #Animale domestico. ***


 
#Animale domestico.
 
 



«Dai Minto, per piacere!»
«Ne abbiamo abbastanza di gatti!» sbottò l’Aizawa mentre zuccherava il suo tè.
«Ma onee-san» protestò Purin, intenerita «è così piccolo e indifeso»
Lite di routine al Caffè Mew Mew, e tutto per colpa dell’adorabile palla di pelo raccattata da Ichigo mentre raggiungeva il posto di lavoro.
Il suddetto micio, che faceva le fusa tra le braccia della Momomiya, era un adorabile esserino dal folto pelo grigio e gli occhi azzurri.
Minto osservò meglio l’animale.
«Certo che assomiglia proprio a Shirogane» disse distrattamente.
Nell’esatto momento in cui pronunciò quella frase, l’Aizawa smise di miscelare lo zucchero al tè e si rese conto del senso della frase che aveva appena pronunciato.
Ichigo aveva appena pescato da un angolo angusto di Tokyo un gattino. Un gattino grigio. Un gattino grigio con gli occhi azzurri.
Un gattino grigio con gli occhi azzurri, che somigliava terribilmente a Shirogane durante la sua trasformazione.
Seduta nella sua sedia, al tavolo quattro del Caffè – deserto, fatta eccezione per le tre cameriere e Keiichiro, rintanato in cucina – Ichigo assunse tutte le sfumature possibili ed immaginabili di rosso.
«Ma certo!» strillò Purin «Ichigo onee-chan ha raccolto quel gattino perché assomiglia a Ryou!»
«È talmente pazza che pur di non dire a Shirogane-kun cosa prova per lui si consola con un micio» decretò cattiva Minto.
L’animaletto smise di fare le fusa e soffiò offeso quando la ragazza, visibilmente in imbarazzo a causa di quell’affermazione, interruppe le carezze.
«Oh, state zitte!» sbottò la Momomiya, ancora rossa in viso «N-non l’ho preso perché assomiglia a Shirogane. Non me n’ero neanche accorta!»
«Certo, certo. Manca solo che lo chiami Shiro, onee-san» rispose ironica Purin.
«Magari» disse pungente Minto «potresti esercitarci e baciare il gatto, per prepararti in futuro»
«Chi deve baciare chi?» chiese annoiata la voce di Ryo, varcando la soglia del locale.
«Nessuno!» strillò Ichigo, dirigendosi come un razzo verso la cucina.
Il ragazzo si voltò perplesso verso Minto e Purin.
«Ma che ha?»
«Niente, niente» sghignazzò la bionda.
Il nuovo animaletto domestico avrebbe regalato molte nuove sorprese, rifletté Minto. Decisamente.



 

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Note dell’autrice:
Non mi sono proprio potuta trattenere, quindi eccomi qui!
Anche qui ringrazio missredlights per avermi suggerito i prompt. Non ne sono sicura al 100%, ma credo che questa raccolta sarà costituita da 10 flashfics. Poi se mi verrà l’ispirazione per continuarla, ben venga, anche se immagino sarà una cosa molto “scialla”, visto che sono presa fino al collo con una long e una in via di sviluppo. Quindi non me ne vogliate! XD
Al prossimo aggiornamento!
Mezzosangue230.

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Capitolo 3
*** III - #Alcol. ***


#Alcol.
 




Erano ubriachi fradici.
Minto era indecentemente stesa tra le braccia di Kisshu, che ridacchiava allegro come una Pasqua.
Retasu appoggiava la testa teneramente sulla spalla di Zakuro, mentre Purin, concentratissima, tirava il dado.
Il risultato che ottenne fu uno, e la sua pedina si spostò verso la casella 68.
«Scegli due persone che si debbano baciare. In caso contrario,» lesse con voce impastata «berranno tre bicchieri»
La più piccola del gruppo – che non si sarebbe mai aspettata di festeggiare i suoi 18 anni così, ma conoscendo Ichigo e Kisshu non sarebbe potuta andare diversamente – socchiuse gli occhi, scrutando gli amici.
Avrebbe potuto far baciare Kisshu e Minto, ma i due da sbronzi si erano rivelati molto più melensi di quanto pensassero. Oppure Retasu e Zakuro, ma in effetti non avrebbe avuto molto senso, così come un bacio tra lei e Taruto.
Rimaneva soltanto…
«Ichigo onee-san» trillò Purin «vai a baciare Shirogane-kun!»
La Momomiya, fino a quel momento rimasta rinchiusa nei meandri più profondi della sua mente, rispose spaesata: «Baciare R-ryo?»
Minto, con un luccichio sinistro negli occhi, annuì, incitandola a dirigersi verso la stanza di Shirogane.
Ichigo si alzò in piedi barcollando ed obbedì - stranamente senza fare storie - apprestandosi a salire le scale.
«Non dovremmo controllare?» chiese innocentemente Retasu.
«Io mi fido di Ichigo-chan» decretò l’Aizawa «O meglio, mi fido dell’alcol in circolo nel suo corpo»
 
La rossa percorse lentamente le scale, il cuore che batteva all’impazzata.
Aprì senza bussare – le vecchie abitudini sono dure a morire – ritrovandosi un Ryo mezzo addormentato, con indosso solo un paio di boxer, a causa del caldo. Era pur sempre il 7 agosto.
«Shirogane?» lo chiamò dolcemente Ichigo.
Il ragazzo si alzò di scatto dal suo stato di dormiveglia, ritrovandosi di fronte la ragazza a cui come un deficiente correva da anni, la quale indossava un vestitino nero e blu decisamente corto, con i capelli leggermente spettinati, le guance arrossate e gli occhi liquidi.
«What the hell…?»
«Shirogane» ripeté lei, avvicinandosi lentamente «devo baciarti»
Due parole che fecero andare in cortocircuito metà dei neuroni dell’americano.
«Come prego?»
«Se non ti bacio dovrò bere tre bicchieri di vodka» e fece segno con la mano destra del numero di bicchieri, per fargli afferrare il concetto.
«Sei ubriaca» affermò lui, osservandola meglio.
«Molto» ridacchiò lei «Ma… se non ti bacio dovrò bere ancora.»
Ryo inspirò, cercando di mantenere la calma. Ignorò bellamente la vocina nella sua mente che esultava.
«Non si bacia una ragazza sbr…» iniziò a dire lui, ma venne interrotto da Ichigo, che si fiondò sulle sue labbra.
Il ragazzo, preso alla sprovvista, affogò in quel dolcissimo contatto che sapeva di vodka alla fragola, mentre sentiva le labbra di Ichigo lasciargli dei fugaci baci sulla sua bocca. Contro ogni buon proposito, fu tentato di afferrare i fianchi della ragazza, ma questa si staccò immediatamente, allontanandosi a grandi falcate dalla stanza.
«Purin! Ho fatto!»
Prima o poi, Ryo l’avrebbe ammazzata.




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Note dell’autrice:
Buon pomeriggio, gentaglia! Ecco a voi il terzo capitolo di questa raccolta, un po’ comico in effetti, sia a causa dell’alcool, che della malizia di Purin e Minto.
Il gioco che stanno facendo i personaggi, tra parentesi, è il Gioco dell’Oca, versione per ubriaconi, lol. Il concetto è lo stesso, si deve seguire un percorso fino ad arrivare alla casella finale, ovviamente incontrando varie “difficoltà”, come bere 4 drink, o baciare la persona posta alla propria destra e simili.
Sì insomma, un gioco abbastanza imbarazzante.
Ho controllato su vari siti, ed effettivamente Purin è nata il 7 agosto; inoltre, per evitare disguidi (?) vari, ho reso tutti i personaggi maggiorenni.
In ogni caso, meglio non fare questi giochi che potrebbero risultare pericolosi e nocivi.
Al prossimo aggiornamento!
Mezzosnague230

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Capitolo 4
*** IV - #Rossetto. ***


#Rossetto.




 
Ricordava vagamente che prima di iniziare quella soddisfacente attività, stessero litigando.
Per i soliti sciocchi motivi.
Invece, in quel momento una ridente Ichigo - ormai solo in biancheria - era sopra di lui, sdraiato sul letto, e premeva quasi dolorosamente contro il cavallo dei suoi pantaloni.
Ryo sarebbe impazzito a breve, soprattutto a causa di quella ragazzina che aveva preso a mordergli il collo, non senza prima aver baciato la camicia in precedenza immacolata, ora macchiata di rossetto.
Lo stesso rossetto che Ryo aveva deciso di togliere dalle labbra della ragazza – “perché stai meglio senza” aveva decretato – con un passionale bacio. Si sorprese ancora a riflettere sul fatto che Ichigo generalmente non sapeva di fragole, come si sarebbe potuto pensare, bensì di menta.
Improvvisamente, Shirogane capovolse la situazione, sovrastando la sua ragazza.
«Allora, ragazzina?» domandò beffardo, mentre iniziava una lunga scia di baci roventi, partendo dall’orecchio, passando per il collo e scendendo tra l’incavo dei seni.
«Shi… ro… gane» lo chiamò lei ansimante.
«Sì?» domandò lui roco e un po’ divertito dall’espressione che aveva assunto Ichigo.
Aveva la bocca semiaperta, gli occhi chiusi quasi si stesse concentrando per ricordarsi qualcosa, e le guance tinte di un colore troppo simile a quello del rossetto tolto in precedenza.
Era meravigliosa. Ryo non si sarebbe mai abituato a ciò che provava, un sentimento talmente intenso da togliergli il respiro.
Prima di riprendere quella lenta tortura, le baciò teneramente la fronte.
«Amo la tua testa vuota» mormorò, prima di baciare gli occhi «E i tuoi grandi occhi» scese più in basso, verso le gote «E come arrossisci ogni volta» fino ad arrivare alle labbra «E la tua bocca sempre pronta a dire cose senza senso»
Ichigo rise sommessamente, tentando di liberarsi dalla dolce stretta di Ryo.
«Mi sento offesa» disse scherzosamente.
Shirogane fece spallucce: «Non dico bugie, io»
La ragazza si appese suo collo, ridendo ancora. Ryo alzò gli occhi al cielo, esasperato. Quando li ripuntò su Ichigo, notò le macchie nella camicia lanciata poco più in là e spalancò le iridi azzurre.
«Ma ora» deglutì rumorosamente «spiegami come diavolo lo tolgo quel rossetto dalla camicia»
Lei fece spallucce, imitando la posizione assunta precedentemente dal fidanzato: «Non lo so»
«Dimmelo Momomiya» ringhiò lui, non troppo autoritario.
Ichigo scosse la testa, in segno di diniego.
«Immagino che dovrò scoprirlo da solo» rifletté a voce alta, mentre si dedicava di nuovo alla dolce attività precedentemente interrotta.
 





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Note dell’autrice:
ECCO FINALMENTE QUALCOSA CHE IMPLICA IL CANON CON STI DUE.
Seriamente, devo dare loro più gioie durature e non da “toccata e fuga”. Boh, non so cosa dire, se non che questa flash si potrebbe benissimo collocare anche dopo la fine della mia long su Ichigo e Ryo, Spirale Ovale. Vi lascio libere/i di fantasticare, insomma.
Ci vediamo con la prossima fic!
Mezzosangue230

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Capitolo 5
*** V - #Neve. ***


 
#Neve.
 





Camminava distrattamente per le strade di Tokyo, incurante dei passanti e delle immense insegne che auguravano buone feste.
Senza ricordare come, si era ritrovato a canticchiare Jingle Bells Rock. E dire che a lui neanche piaceva più di tanto il Natale.
Gironzolò un po’ senza meta, fino a quando non si ritrovò di fronte ad una casa decisamente famigliare.
La sua bocca si aprì in una piccola “o” di stupore nel vedere vicino alla finestra i coniugi Momomiya intenti a preparare la cena.
Incredibile come qualsiasi cosa lo riportasse a lei.
Lei, che in quel momento lo stava fissando a circa tre metri dall’ingresso di casa sua, stretta in un cappotto invernale nero, imbacuccata in modo quasi ridicolo con una cuffia rossa provvista di due pon-pon.
Sicuramente stava rientrando da qualche uscita romantica con Aoyama. Il solo pensiero lo fece andare in bestia.
«Shirogane-kun?»
Ryo alzò un sopracciglio, tentando di dissimulare l’infarto che stava avendo. Ichigo era assolutamente adorabile. Lo scrutava preoccupata con gli occhioni color cioccolato spalancati, le manine strette attorno alla sciarpa rossa.
«Oh, hi» rispose lui atono, riprendendo il suo tanto amato autocontrollo.
«Come mai sei qui?» domandò lei flebilmente, mentre si protendeva verso di lui.
Quella vicinanza gli avrebbe fatto male, lo sapeva perfettamente. Si scostò nell’esatto momento in cui Ichigo alzò il braccio come a volergli fare cenno di avvicinarsi, incontrando il suo sguardo deluso.
«Sono giorni che mi eviti» disse lei con espressione ferita.
Ryo si sentì sprofondare: non avrebbe mai, mai, voluto sentire un tono di voce così abbattuto provenire dalle labbra di Ichigo.
«Ti… ti ho fatto qualcosa?» domandò incerta.
Mi fai andare fuori di testa da cinque anni, ecco cosa mi hai fatto, avrebbe voluto dirle, ma riuscì solo a blaterare un “mi spiace”, davvero insolito per uno come lui. Stava ufficialmente impazzendo.
Ichigo annuì, come se avesse capito tutto. Poi, prendendolo alla sprovvista, si gettò tra le sue braccia.
Ryo sentiva il suo cuore battere all’impazzata, ma per una volta nella sua vita, non gli importava una beneamata cippa di farlo calmare.
Goffamente, ma con forza, ricambiò la stretta della ragazza cingendole i fianchi, mentre lei incassava la testa tra il suo mento e il collo.
Ryo si aggrappò a quel momento, fingendo che Ichigo lo abbracciasse sentendo il medesimo bisogno che lui aveva di lei. Un bisogno vitale, la cura a tutto: ai sensi di colpa per il progetto Mew e per le volte in cui lei aveva rischiato la vita, ai fantasmi del suo passato.
Si staccarono solo quando sentirono dei piccoli corpi, freddi e bagnati, poggiarsi su di loro.
«Hai visto, Ryo?» domandò lei ingenuamente «Nevica»
Dalle sue labbra, non poté fare a meno di nascere un piccolo sorriso.
 





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Note dell’autrice:
Qualcosa di lievemente angst ci voleva, suvvia. Credo che sia la mia flash preferita, almeno per ora. Ho cercato di metterci dentro tutto ciò una persona non ricambiata può provare davanti alla persona amata, il veleno e l’antidoto al tempo stesso.
Ora mi eclisso, sono esausta. XD
Spero vi piaccia, Mezzosangue230

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Capitolo 6
*** VI - #Infatuazione. ***


#Infatuazione.

 




Non è amore, non è amore, non è amore, se lo ripeteva come un mantra.
Ichigo era pigramente seduta nel letto di camera sua, ripensando a ciò che era successo quella mattina al Caffè.
Shirogane, contro ogni logica, aveva deciso di baciarla. Così, senza un apparente motivo.
Ma la parte peggiore, era che lei aveva risposto a quel bacio con foga, come se ne andasse della sua stessa esistenza. Quando le labbra di Ryo avevano incontrato le sue, aveva sentito nel suo cervello il rumore di una chiave che apriva una particolare serratura e liberava una strana belva che avrebbe voluto rimanere con le spalle al muro mentre Shirogane le torturava il collo per tutta l’eternità.
Sospirò pesantemente, sdraiandosi nel materasso.
Non era umanamente accettabile che dopo essere stata scaricata da Masaya da meno di un mese, sentisse le guance in fiamme ogni volta che Shirogane la fissava con un po’ troppa attenzione.
Si sentiva sporca, come se stesse tradendo la memoria di Aoyama-kun e di tutto ciò che avevano passato insieme.
Però, anche tu e Shirogane ne avete passate tante insieme. E poi, stai solo esprimendo ciò che per anni hai soffocato, le ricordò una vocina nella sua testa, troppo simile a quella di Minto.
Scosse la testa: quello non poteva essere amore. Shirogane era irritante e si divertiva a farla dannare.
Era saccente ed arrogante.
Però… c’era sempre stato, in silenzio, con i suoi rari sorrisi che mostravano un calore raro, prezioso, in quegli occhi di ghiaccio. Non aveva mai esitato, quando si era trovata in pericolo, ma quello pensò Ichigo, era dovuto al fatto che era la mente del progetto Mew.
In un qualche modo, Ichigo sentiva di essere speciale per Ryo, allo stesso modo in cui lui lo era per lei.
Si portò distrattamente l’indice destro a sfiorare le labbra. Chiuse gli occhi, ricordando il dolce alito di Ryo che soffiava nel suo collo, la sua lingua che famelica aveva cercato quella di Shirogane come un bisogno vitale, il modo in cui lui le aveva stretto la vita, come se volesse rimanere attaccato a lei per il resto della sua esistenza e come lei si fosse aggrappata disperatamente ai suoi capelli – morbidi, meravigliosi – per approfondire quel bacio di fuoco.
Scosse la testa, sbattendola contro lo schienale del letto. Imprecando contro Ryo – perché alla fine era sempre colpa sua – si massaggiò la parte dolente.
Quando il fastidio fu svanito, i ricordi di ciò che era accaduto ore prima svanirono, quasi fossero stati cancellati dal colpo.
A ricordarle quelle sensazioni però, ci pensò il corpo, che fu scosso da dei piccoli brividi di piacere e un po’ anche di paura.
Quello non era per niente amore.
Infatuazione, ecco cosa era.
 

 

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Note dell’autrice:
Hola, eccomi tornata! Un’altra piccola flashfic, dove quella deficiente di Ichigo si dedica alla sua attività preferita: negare l’evidenza. Come sempre d’altronde, lol, visto che è più orba di una talpa quando si tratta di questioni di cuore.
Spero che abbiate apprezzato anche questa flash, alla prossima!
Mezzosangue230

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Capitolo 7
*** VII - #Profumo maschile. ***


#Profumo maschile





 
Ryo leggeva seduto sul letto, la mano destra che reggeva il capo.
Nonostante la calma apparente, si sentiva irrequieto: Ichigo avrebbe passato qualche notte al Caffè a causa dell’assenza dei suoi genitori.
Quando Keiichiro le aveva proposto una permanenza nel loro locale, Ryo aveva avuto voglia di prenderlo a martellate in testa. Aveva il terrore di poter vedere Ichigo durante la notte, ed era ancora più terrorizzato dal fatto che il suo corpo non avrebbe potuto rispondere in modo corretto ai comandi del suo cervello.
Non erano passate neanche le 22, ed era deciso più che mai a non uscire dalla sua stanza. Sorrise a nessuno in particolare, era praticamente salvo. L’unica cosa che avrebbe potuto mandare il suo piano a rotoli era la presenza di una certa rossa in camera sua.
Visione che divenne realtà in quell’esatto istante.
«Shirogane-kun?»
«Che vuoi?»
Non la guardò neanche, o almeno ci provò: Ichigo era infagottata nel suo pigiama rosa con delle stampe a cuoricini. La camicia era leggermente sbottonata e i pantaloni erano così bassi che lasciavano intravedere l’orlo degli slip.
«Akasaka-san mi ha detto che mi devi aiutare a sistemare il letto»
Io lo disintegro.
Si alzò di malavoglia e si diresse verso camera di Ichigo, che lo seguiva silenziosamente.
«Sbrighiamoci» le disse «voglio proseguire quel libro»
Ichigo annuì, anche lei non sembrava particolarmente entusiasta della situazione.
Con precisione metodica – o almeno, Ryo svolse il suo lavoro con precisione – stesero le lenzuola e il copriletto, e tutto andò per il meglio, finché quell’imbranata non inciampò sulle sue stesse scarpe.
Non si rese conto neanche di essersi già proteso verso Ichigo che la stava già tenendo per i fianchi.
Come tanti anni prima.
L’unica cosa di cui si rese conto, era la stretta con cui Ichigo lo teneva, come se si stessero abbracciando normalmente.
«Hai proprio… un buon profumo» parlò la sua voce. Ryo, rimasto di sasso a quell’affermazione, non poté osservare l’espressione della ragazza, poiché ella aveva seppellito il suo viso contro il suo petto.
«È Armani» tentò di sdrammatizzare lui.
Il cervello gli urlava di lasciarla andare e correre verso camera sua, ma il corpo, così tanto bisognoso di quel contatto, non aveva la minima intenzione di spostarsi.
Ichigo alzò finalmente lo sguardo, gli occhi color cioccolato resi liquidi dal desiderio, Ryo riusciva a percepirlo.
«Ti… si addice» sussurrò mentre si poggiava sulle punte dei piedi, arrivando a sfiorare con le ciglia la fronte di Ryo, che sentiva di essere prossimo alla sua dipartita.
Ichigo sfregò il suo nasino contro quello di Ryo con un sorriso dolcissimo sulle labbra. Ryo rispose on estrema delicatezza, temendo di distruggere quel magico momento.
La sentì inspirare profondamente in sua direzione, come a volersi imprimere un ricordo tramite l’olfatto.
Quando tornò coi piedi ben saldi a terra non si staccò dall’abbraccio come aveva pensato Ryo, bensì continuò a tenersi saldamente a lui.
«Stiamo così, ancora per un po’» disse lei con vocina flebile e Ryo pensò che sarebbe potuto rimanere così per sempre.




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Note dell'autrice:
Aggiornamento super-veloce, mi sono fatta in quattro solo per voi. Mi perdonerete mai per il mio sadismo? Chi lo sa. XD
Mezzosangue230

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Capitolo 8
*** VIII - #Night Club. ***


#Night club.





Quella sera, il Caffè era stato trasformato in una specie di night club per festeggiare Halloween in grande stile.
Ichigo preparava abilmente cocktail di ogni genere come le aveva insegnato Keiichiro. Ancora pochi secondi e sarebbe toccato a Purin sostituirla.
Servì il drink all’ultimo cliente, mentre una testolina bionda le faceva cenno di andare. Obbedì immediatamente, correndo verso gli spogliatoi e sfilandosi il grembiule, permettendo a tutti di ammirare il suo costume da sposa cadavere di cui andava particolarmente fiera.
Rientrò nella sala, dove la musica assordante e le luci la facevano da padrone. Incontrò lo sguardo di Minto, vestita da vampira e la raggiunse, o perlomeno ci provò.
Zakuro la afferrò e la trascinò in mezzo alla pista, intimandola di muoversi. L’amica iniziò ad ondeggiare sinuosamente, rendendo il suo costume da strega ancora più sexy di quanto già in fosse.
Ichigo, inizialmente imbarazzata, tentò di imitarla con scarsi risultati.
La musica assordante non le permetteva di pensare lucidamente, quindi decise di allontanarsi causando un lieve disappunto nella modella.
Uscì dal locale per prendere una boccata d’aria. Si massaggiò le tempie e si lisciò il vestito, leggermente rovinato dalla calca di gente.
«Neanche a te piace la folla?»
Un ragazzo mascherato da zombie si avvicinò verso di lei a passi lenti. Era alto e slanciato, il volto coperto dalla maschera. Dal travestimento si intravedevano i muscoli. 
A Ichigo parve una figura famigliare, ma non riusciva a ricordare dove avesse già visto quella persona.
«Credo che mi sia venuto un gran mal di testa a furia di ascoltare quella musica»
Lo sconosciuto annuì assorto.
«E tu?» domandò lei «Non ami le discoteche?»
Il ragazzo scosse la testa, senza emettere un fiato.
Ichigo sorrise: «Non c'è bisogno di essere così silenziosi»
«Credo... credo di essere un po' brillo»
Lui si sporse verso di lei, lasciando intravedere gli occhi, di un azzurro chiarissimo.
Shirogane.
Ichigo non fermò Ryo quando decise di togliersi la maschera e non lo fermò neanche quando si sporse verso di lei, senza smettere di guardarla negli occhi.
Non lo fermò neanche quando, prima di posare dolcemente le labbra sulle sue, indugiò per un secondo ad osservarle.
Semplicemente, per una volta nella sua vita, Ichigo decise di non fermare Shirogane.
Non se ne pentì.
Ryo si allontanò da lei, lasciandole il sapore della vodka tra le labbra.
«Mi dispiace, non volevo»
Ichigo lo fissò stranita, mentre il ragazzo piantava il suo sguardo a terra. Non l'aveva mai visto così a disagio.
«Ne voglio un altro» le parole le uscirono dalla bocca senza alun preavviso. Forse l'alcol del bacio precedente le stava facendo uno strano effetto.
«What
«Un altro. Ne voglio un altro» ripeté, prima di fiondarsi sulla bocca dell'americano.




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Note dell'autrice:
Eccomi tornata con l'ottava flash! In questo periodo non ho avuto tempo per pubblicare, mi spiace! Spero solo che questa piccola fic - stranamente non angst, lol - vi piaccia!
A presto, 
Mezzosangue230

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Capitolo 9
*** IX - #Gonna. ***


#Gonna





«Ti ho detto che non m'interessa!»
«Ma per favore ragazzina, la stai fissando con la bava alla bocca»
Un ragazzo e una ragazza stavano animatamente discutendo nel bel mezzo di un centro commerciale, di fronte ad un negozio di abbigliamento sotto lo sguardo divertito di molti passanti.
«Ichigo, why are you so annoying? Ti sto dicendo che te la regalo io...»
La ragazza, Ichigo, cambiò espressione nel giro di un nanosecondo. Da leggermente irritati, i suoi occhi divennero terribilmente infastiditi.
«Odio quando mi parli in inglese, Ryo»
Il giovane uomo sopracitato la ignorò e le afferrò l'esile braccio, approfittando del momento di distrazione, trascinandola nel negozio.
«Salve» Ryo si rivolse alla commessa «vorrei far provare a questa ragazza sciagurata quella gonna che avete in vetrina»
La donna squadrò dubbiosa Ichigo, che faceva fuoriucire dalla sua bocca parole oscene.
«Sì» rispose Shirogane rispondendo alla tacita domanda della commessa «Non sembra, ma è una ragazza»
Ella si allontanò, cercando il capo richiesto e tornò qualche minuto dopo.
«Questa dovrebbe essere circa la tua taglia»
«Ma...»
«Non rompere, Momomiya» la interruppe Ryo, spingendola dentro un camerino.
Ichigo gli fece la linguaccia e scostò la tenda per cambiarsi.
«Come se non ti avessi già visto nuda» borbottò a bassa voce l'americano.
«Ti ho sentito» rispose secca lei.
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo, ma non disse una parola. Si limitò a sedersi su una sedia di fronte, picchiettando nervosamente le dita sulla gamba destra.
Quando la rossa uscì, non poté fare altrò se non aprire la bocca in un'espressione di puro stupore.
Le gambe venivano perfettamente fasciate dall'indumento, corto quasi fino alle ginocchia.
Si accorse di star fissando un po' troppo intensamente quelle amate - e sue, perché solo lui aveva il diritto di baciarle - perché Ichigo arrossì vistosamente.
Nonostante gli anni insieme, faceva ancora fatica a capire come lui riuscisse a guardarla in quel modo - di cui si era accorta decisamente tardi - ogni giorno.
«Sembri quasi una donna, Momomiya. Quella gonna fa miracoli» commentò cattivo Ryo, tentando di dissimulare inutilmente lo shock che aveva appena ricevuto.
Ichigo ridacchiò divertita: «La tua espressione da pesce lesso dice tutto il contrario, americano da strapazzo!»
Ryo le scoccò un'occhiatacchia con cui normalmente avrebbe fulminato una persona normale. Eppure, appena trenta secondi dopo era alle prese con il collo di Ichigo, intento a baciarlo e leccarlo.
«Shirogane!» lo rimproverò lei indispettita, scostandolo «Non qui»
Lo sguardo che il fidanzato le regalò  era un misto tra delusione e trepidazione.
«Vedi di cambiarti subito, allora. Pago questa stramaledetta gonna e ce ne torniamo a casa. Ne ho voglia»
«Ah! Ryo Shirogane non è poi così impassibile, in fondo» replicò lei, già nel camerino a cambiarsi.
«È colpa tua gattina disgraziata. Mi stravolgi» sussurò ben attento a non farsi sentire, almeno questa volta.



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Note dell'autrice:
Ecco finalmente qualcosa di leggero e vagamente fluff. Niente angst, niente alcool. Semplicemente due findanzati che litigano 24 ore su 24 che però si amano alla follia. I miei Ichigo e Ryo preferiti insomma, quelli che sarebbero potuti essere nel canon *sospira affranta*.
Ci tengo ad informarvi che questa è la penultima flash di questa raccolta, quindi la decima sarà l'ultima. Eh già, anche questa avventura sta per finire.
Grazie a chi vorrà commentare o leggerà semplicemente.
Un bacio, alla prossima!
Mezzosangue230

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Capitolo 10
*** X - #Cerniera. ***


#Cerniera.





Trattenne leggermente la pancia, mentre tentava di chiudere la zip dei pantaloni, invano. Essa si ruppe in modo rovinoso, lasciando Ichigo davvero irritata.
«Sei ingrassata» constatò Ryo, sdraiato sul letto della loro camera, intento a leggere una rivista di medicina.
«Gentile come sempre, tu»
Il biondo alzò un unico occhio in direzione della ragazza. In effetti, Ichigo pareva aver messo su qualche chilo, forse dovuto alla situazione di stress che stava vivendo a lavoro. 
La donna si morse il labbro nervosamente e Ryo decise di non infierire oltre. 
Non voleva certo un vaso in testa come l'ultima volta!
Si diresse verso il bagno per darsi una rinfrescata, lavandosi il viso per sopravvivere al rovente caldo di luglio.
Quando tornò nella sua - nella loro, doveva ancora farci l'abitudine - fu in procinto di spaparanzarsi di nuovo sul materasso a leggere, ma venne bloccato da una mano di Ichigo.
«Che c'è gattina?»
La Momomiya sospirò pesantemente. Poi inalò una grande quantità d'aria e infine cacciò un urlo incomprensibile alle orecchie di Ryo.
«Shiroganesonoincinta
Un momento. Non aveva - o credeva di non aver capito - molto bene ciò che la fidanzata gli aveva detto.
«Eh?»
Ichigo lo osservò in cagnesco: «Non farmelo ripete! Sono incinta! Dovrò sopportare delle torture per nove mesi perché il tuo stramaledetto...»
Ma non fece in tempo a finire la frase che le labbra di Ryo si ritrovarono appoggiate alla sue in un bacio dolce, ma talmente gioioso che l'americano afferrò per la vita la ragazza, sollevandola.
Quando la riposò a terra, Ryo non faceva altro che fissare la pancia della ragazza ipnotizzato.
«Da quanto lo sai?» domandò infine.
«Undici giorni»
«Oh my gosh. Sarò padre, kami-sama...»
Ichigo però lo stava fissando con un sguardo decisamente preoccupato.
«Cosa c'è gattina?»
Lei si grattò la testa, come a volersi tranquillizzare: «Ma no, niente di che!»
Ryo alzò un sopracciglio con fare indagatore. Pose le mani sopra le spalle della ragazza e con il tono più gentile che conosceva, disse: «Dimmi Momomiya. Se hai qualche insicurezza, io farò di tutto per...»
«E se nasce con delle orecchie da gatto? O peggio, con la coda?»
Ryo ci rimase di sasso. Si sarebbe aspettato di tutto, ma non una domanda del genere. Scoppiò a ridere per almeno qualche minuto, incurante dello sguardo omicida di Ichigo, in quel momento seduta a braccia conserte sul letto.
«E se nasce deficiente come te, ragazzina?» domandò quando si fu tranquillizzato.
«Shirogane, vaffanculo»
Lui si sporse per posare un tenero bacio sulla fronte della Momomiya.
«Ti amo anche io»



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Note dell'autrice:
Eccomi qui con l'ultimo capitolo! Dopo tutte quell'angst, un po' di gioia - forse troppa - ci voleva decisamente!
Vorrei semplicemente ringraziarvi per aver seguito questa breve raccolta, ve ne sono immensamente grata! Un grazie a chi ha recensito - con mia somma gioia - un grazie a chi ha salvato questa raccolta tra preferiti, ricordati e seguiti e un grazie di cuore anche a chi ha semplicemente letto.
Non ho davvero nient'altro da aggiungere.
Spero di poter tornare di nuovo in questa sezione, alla prossima!
Mezzosangue230

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