Un amore cosi grande

di Matthw883
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un triste presente ***
Capitolo 2: *** Rosemary ***
Capitolo 3: *** Il primo giorno insieme ***
Capitolo 4: *** Un papà ***
Capitolo 5: *** Una bambina speciale ***
Capitolo 6: *** Una domenica particolare ***
Capitolo 7: *** Una sorpresa di Natale ***
Capitolo 8: *** Il ritorno ***
Capitolo 9: *** Un felice Natale ***
Capitolo 10: *** Confessioni ***
Capitolo 11: *** FINE ***



Capitolo 1
*** Un triste presente ***


CAPITOLO 1      UN TRISTE PRESENTE

 

 

 

-Basta Warren, basta cosi, tra noi due è finita, non ti sopporto più.  Sei impossibile, sei sempre musone, sempre apatico, sempre depresso, io ho cercato di aiutarti, di sopportarti, di darti la forza di reagire ma tu niente. Tu rimani li a non far niente, tu stai li fermo a farti compatire, e io sono stanca, stanca di darmi anima e corpo a te e non ricevere nulla in cambio. Nulla, nemmeno la più piccola e basilare manifestazione di affetto, mai un bacino, mai una premura. Io ero cosi felice quando tu mi dissi che volevi provare ad avere una storia con me, era il sogno delle mia vita, era convinta che da quel giorno in poi le cose sarebbero andate meglio, ma mi sbagliavo e il sogno è diventato un incubo e sai perché ? Perché tu ami sempre e solo lei. Anche adesso che è soltanto un cadavere, tu sei rimasto indietro,  sei rimasto a prima del tornado ma devi fartene una ragione, quell'evento ha sconvolto tutti ma sono passati dieci anni ormai, non ci sono più speranze di ritrovarla ancora viva,  lo sai vero ?-

Annuisco mestamente:

-Lo so.-

Dopo queste parole il tono della sua voce cambia, e passa da un tono arrabbiato a un tono dolce:

-Lei non avrebbe voluto vederti cosi, avrebbe voluto che tu continuassi a essere sorridente, sempre allegro e spensierato.-

-So anche questo.-

-Proprio per questo devi scordartela e ricominciare a vivere, devi farlo per lei. Solo che questo percorso dovrai farlo senza di me Warren, io non ce la faccio più, mi dispiace, ma ho anch'io i miei problemi e le mie esigenze, e non posso annullarmi totalmente per un'altra persona.-

-Certo, lo  capisco, ed è giusto cosi.-

Lei mi si avvicina e mi da un bacio sulla guancia sinistra:

-Addio Warren, spero che tu possa tornare a essere felice.-

Detto questo Brooke apre la porta e se ne và.

Non tornerà mai più, ne sono certo. Tante volte abbiamo litigato, molte volte ha minacciato di andarsene per sempre, ma alla fine lei è sempre tornata. Stavolta no, sono sicuro che non lo farà, chiunque al posto mio sarebbe disperato, triste, arrabbiato, ma io no, non è nemmeno una liberazione, è come se la cosa mi lasciasse del tutto indifferente. Lei aveva tutte le ragioni per andarsene, meritava più amore, più affetto, cose che io non sono riuscito a darle, cose che sembra io non riesca più a dare a nessuno. Non riesco più ad innamorarmi, da quando Max se n'è andata io non ci riesco più, ho provato e riprovato, ma niente, nessuna persona riesce più ad accendere il mio cuore. Ero convinto che sarei riuscito a superare la sua morte immergendomi nello studio, ancora di più di quanto non facessi già prima, ero convinto che un buon lavoro e la realizzazione professionale mi avrebbe gratificato e fatto dimenticare Max, ero convinto che sarei riuscito a trovare un'altra ragazza da amare, una con cui mi sarei sposato e avrei messo su famiglia. Mi sbagliavo,mi sbagliavo, il posto nel mio cuore sarà sempre e solo per Max, e tutti i soldi del mondo non basteranno mai a colmare il vuoto che sento dentro di me.

In quel momento sento bussare alla porta, e una voce familiare mi chiede se può entrare:

-Permesso, si può ? Sono io Warren, sono Luke.-

-Oh Luke, certo, avanti, entra.-

Luke si siede sul divano accanto a me:

-Ehi fratello è tutto a posto ? Ho visto Brooke andarsene da casa tua in lacrime.-

-Si, beh, noi ci siamo mollati.-

-Ancora ? Ma è già la terza volta questo mese.-

-Lo so.-

-Va beh, tanto poi tornerà, lo fa sempre,  tornerà qui in ginocchio a chiederti scusa.-

-No, non credo proprio che lo farà, questa volta mi ha lasciato per davvero.-

-Ma ne sei sicuro ? Non è proprio possibile ricucire il tutto.-

-No, stavolta no, e poi a dirti la verità non sono nemmeno sicuro di voler ricucire tutto.-

-Che intendi dire ?-

-Che il fatto che se ne sia andata non mi fa ne caldo ne freddo, io non l'amavo, stavo con lei solo per non rimanere solo.-

-Aspetta, aspetta, aspetta, vuoi dirmi che nemmeno lei era....-

-Esatto, nemmeno Brooke era quella giusta, non riesco più ad amare Luke. Nessuna è come lei-

Dopo queste parole Luke si alza in piedi e mi rimprovera:

-Eh si Warren, però anche tu potresti iniziare ad abbassare le tue pretese, lo so che nessuna sarà mai come lei, però insomma, guardati, sei un giovane e ricco scapolo. Hai guadagnato milioni di dollari con la vendita del brevetto della bevanda energetica "Max", insomma potresti avere qualunque donna hai tuoi piedi e tu che fai ? Stai ancora a piangere sul cadavere di Maxine ?--

-E' Max, mai Maxine. E inoltre il suo corpo non è mai stato ritrovato.-

Luke è una gran brava persona che ha fatto tanto per me. Siamo diventati grandi amici subito dopo la tempesta che devastò Arcadia Bay, mi ha stato molto vicino e mi ha aiutato ad andare avanti, abbiamo pure comprato un negozio in società , oddio in società adesso, diciamo che l'ho comprato al 90 % io, lui lo gestisce soltanto, ma aveva bisogno di un lavoro. Farei tutto per lui, ma quando fa cosi non lo sopporto:

-Ho capito Warren, ma sono passati dieci e dico dieci anni, se è ancora in vita, perchè non ha mai dato sue notizie per tutto questo tempo ? E' morta Warren, morta, forse non hanno mai trovato il suo corpo perchè il tornado l'ha portato via,  non lo so, sta di fatto che non c'è più, e dopo dieci anni devi fartene una ragione.-

-Lo so bene Luke, infatti sono consapevole che Max non ci sia più, il problema è che nonostante io voglia, nonostante io ci provi, non riesco a innamorarmi di qualcun'altro. Ormai lo so che Max è morta, e io credo che resterò single a vita, pazienza ormai ci sono abituato, non è quello il problema.-

-E qual'è il problema allora ?-

-Che in questa maniera non avrò mai figli miei, non avrò dei bambini da accudire, da crescere. Non avrò figli a cui insegnare tutto quello che so, non avrò mai la famiglia che ho sempre sognato.-

Faccio una pausa:

-Resterò solo per sempre.-

A quelle parole Luke mi sorride e mi da una pacca sulle spalle:

-E che problema c'è amico ? Se vuoi dei figli basta trovare una persona che sia disposta ad affittare il suo utero per te. Lei terrà tuo figlio per nove mesi in grembo e una volta nato te lo consegnerà, tu diventerai un papà, e poi tutti felici e contenti.-

-Non mi piacciono queste pratiche Luke, io resto ancora dell'idea che un figlio deve essere il coronamento dell'amore tra due persone, e  poi...non so, mi sembra come andare al supermercato e chiedere "mi scusi vorrei un bambino, quale utero mi consiglia ? Quanto costa ?". Un bambino non è un oggetto.-

-Non pensavo che fossi cosi retrogrado su questa faccenda, hai persino donato lo sperma anni fa, ricordi ? E poi dimmi che c'è di più bello di una persona che tieni in grembo un bambino per rendere genitori delle altre persone ?- 

-Quello me l'hanno pagato, ,e anche bene, avevo  bisogno di soldi per continuare i miei esperimenti, ero al verde e ho dovuto farlo. E poi, io non dico che sia male, dico solo che per me è cosi, a me non piace, non me la sento.-

-Allora perchè non ne adotti uno ? Sarebbe la soluzione migliore per tutti, per lui e per te, tu avresti un figlio e lui un padre.-

Sospiro:

-Non credo di essere in grado di badare a un bambino orfano, hanno bisogno del doppio di amore, del doppio delle nostre attenzioni, non sono quello che loro meritano, meritano di avere tutti e due i genitori. E poi è un casino, coi documenti, analisi, controanalisi, controlli vari, senza contare che un genitore solo ha molte più difficoltà. Con questi impedimenti vedrò mio figlio quando ormai sarà già grande,e poi credo che nessuno di loro vorrebbe venire con uno come me, loro sognano entrambi i genitori non uno solo.-

-Dai non dire cosi, sono sicuro che molti bambini preferirebbero avere un genitore solo piuttosto che nessuno.-

-Tu credi ?-

-Ma certo.-

-E se dovessi deluderlo ?-

-Non lo farai tranquillo.-

-Ah non lo so Luke io....-

-Beh fai come cazzo ti pare, basta che smetti di piangerti addosso, prometti solo che darai una svolta alla tua vita e che smetterai di essere sempre cosi depresso. Cazzo, hai qualsiasi cosa che un ragazzo desideri ma sembra che ti manchi sempre qualcosa.-

-Infatti è cosi.-

-Beh prometti però che ci penserai su, io ora devo andare,altrimenti il negozio rimane chiuso, ci vediamo domani okay ?-

-Va bene. Ciao Luke-

-Ehi stai su con la vita amico, e vedi di divertirti un pò, sei sempre chiuso qui dentro.-

Luke si rimetti il suo berretto sulla testa, mi da un cinque e poi se ne va da casa mia. 

Uff, ho la testa che mi scoppia, meglio che vada a fare un bagno, cosi oltre al corpo mi si schiarisce anche la mente. La doccia mi rilassa e mi rende più tranquillo, forse Luke ha ragione, dovrei godermele di più, dovrei spassarmela, dovrei distrarmi, ho tanti di quei soldi che mi permettono di fare qualsiasi cosa, insomma, ho la più grande collezione di videogiochi della regione,  ho una vasca idromassaggio nel bagno e una Ferrari in garage, cose che tutti mi invidierebbero. A proposito di Ferrari, quasi quasi la prendo e ci vado a fare un giro per le campagne intorno a New Arcadia Bay, certo che potevano evitare di mettere alla città un nome cosi ridicolo, non era meglio richiamarla Arcadia Bay e basta ? Bah, meglio lasciar perdere queste cose.

Esco dalla doccia, e dopo essermi asciugato mi vesto, mi metto un paio di jeans, un giacchetto in pelle nero e una delle mie vecchie magliette da nerd, look un pò fuori moda, ma chi se ne frega, io le mode non le ho mai seguite. Mentre scendo dalle scale, l'occhio mi cade su una vecchia foto fatta quando avevo 17 anni, certo  non sono cambiato tanto negli ultimi dieci anni,  di diverso c'è solo un paio di lunghe occhiaie dovute alle nottate insonni e una leggera barba ben rasata. 

 

Prendo gli occhiali da sole, scendo di sotto in garage e accendo la mia Ferrari rossa, mi allontano dalla mia villetta che si trova in periferia di Arcadia Bay  e mi getto a tutto gas per le campagne circostanti, ascoltando una compilation formata da colonne sonore di videogiochi, film e serie Tv. Mi sento già molto meglio, il paesaggio è meraviglioso e la macchina va che è un piacere.  Passo tutta la mattinata a girare per la campagna, questo almeno finchè l'orologio dell'auto non mi dice che ormai è ora di pranzo. Ormai è troppo tardi per pranzare a casa, meglio trovarsi un ristorantino o qualcosa del genere, guardo su google maps e vedo che c'è una trattoria in un paesino distante pochi chilometri da qui, bene, andrò li.

Riaccendo l'auto e mi dirigo a tutta velocità verso il paese, sono quasi arrivato, tant'è che comincio a vedere le prime case isolate, però improvvisamente sono costretto a frenare bruscamente poichè un bambino sta attraversando la strada per rincorre una palla, non appena mi vede si spaventa e rimane fermo in mezzo alla strada. Per fortuna riesco a fermarmi in tempo e di conseguenza riesco a non investirlo, una volta fermato tiro un lungo sospiro di sollievo. Che spavento che mi ha fatto prendere, ora scendo e gliene dico quattro, a lui e a quegli incoscienti dei suoi genitori:

-Ehi bambino, devi stare attento, se ti avessi visto solo un minuto dopo ti avrei preso sotto e tu saresti morto.-

-Mi-mi dispiace signore, i-io r-rincorrevo l-la palla è-è l'unica che abbiamo e non possiamo perderla.-

-Va bene, ma i tuoi genitori non ti hanno insegnato che bisogna sempre fare attenzione alla strada ? Non ti hanno mai insegnato che bisogna guardare prima a sinistra e poi a destra.-

Il bambino scuote la testa:

-No, vede signore, io non ce li ho i genitori.-

Queste parole mi stupiscono e la mia rabbia sparisce:

-Come non hai i genitori ?-

-No, sono morti quando avevo due anni, non avevo altri parenti, cosi ora io vivo li insieme ad altri bambini.-

Il bambino mi indica un edificio sulla mia sinistra, l'edificio sembra molto vecchio, sembra risalire all'inizio del secolo scorso:

-Tu vivi li ?-

-Esatto signore, è l'orfanotrofio "Sacro Cuore", ora mi scusi ma devo assolutamente riprendere il pallone e tornare dentro, altrimenti saranno guai.-

Il bambino corre nel cespuglio dove si è fermata la palla:

-Oh no che guaio, il pallone è finito in mezzo ai rovi e si è bucato, ora la signora Werstroom mi punirà.-

Il bambino inizia a piangere rumorosamente e io sentendomi in colpa decido di fare qualcosa per lui:

-Su non piangere piccolo, non ti preoccupare, comprerò un nuovo pallone per te e i tuoi compagni, dopotutto non è stata solo colpa tua. La mia auto andava parecchio forte, se fossi andato più piano ti avrei visto in tempo e non sarebbe successo nulla.-

Il bambino si asciuga le lacrime:

-Davvero ?-

-Certo.-

-L-la ringrazio signore, lei è molto buono.-

-Figurati, anzi, che ne dici se entriamo nell'orfanotrofio col mia Ferrari ? Eh che ne dici, vuoi salirci ?-

-Wow, un vera Ferrari, certo che voglio salirci, anche solo per pochi minuti.-

-D'accordo entra, come ti chiami piccolo ?-

-Joe, Joe Philips.-

-E quanti anni hai ?-

-7.-

-Bene Joe, sali in macchina.-

Joe mi sorride, ha gli occhi marrone, i capelli biondi e ha la faccia di uno che combina spesso marachelle.

Io e Joe entriamo nel cortile del suo orfanotrofio con la mia Ferrari, il rombo del motore attira tutti i suoi amichetti verso di noi, li vedo guardare la mia auto con gli occhi spalancati:

-Guardate ragazzi c'è Joe su una Ferrari.-

-Che bella.-

-Tutta rossa e lucida.-

-Oh come vorrei essere io al suo posto.-

Una volta parcheggiata l'auto i bambini si mettono a toccarla e a guardarla con ammirazione, mentre Joe racconta loro quello che gli è successo.

In quel momento però si avvicina a noi una signora che richiama i bambini all'ordine:

-Che successe bambini ? Basta con questo fracasso, fate silenzio.-

-Va bene signora Werstroom.-

I bambini si mettono tutti in riga, quasi fossero piccoli soldati:

-Bene, cosi va meglio.-

La signora avrà 60 anni o anche di più, ha i capelli grigi, occhi da uccello rapace, è piuttosto corpulenta e ha il volto molto irregolare, c'è da dire che esteticamente parlando è proprio brutta, ma sembra sicura di se e riesce a farsi rispettare.-

Una volta calmata si rivolge a me:

-Chi è lei ?-

-Mi chiamo Warren Graham, passavo di qui per caso, quando ho incrociato il piccolo Joe Philips, stava rincorrendo una palla che gli era sfuggita, sono riuscito ad evitarlo per un pelo, purtroppo il pallone si è rotto, ma non si preoccupi, lo ripagherò io.-

Dopo queste parole la donna si rivolge in tono severo verso il bambino:

-Philips, quante volte ti ho detto che non devi andare in strada ? E' pericoloso, se devi recuperare qualcosa devi chiamare un adulto, chiaro ?-

-Si signorina.-

-Non sia troppo severa con lui.-

La donna sospira:

-Okay, va bene ragazzi adesso tornate tutti nelle vostre stanze e fate i bravi.-

I bambini vanno tutti dentro l'edificio, mentre io rimango fuori con la donna: 

-Si mi scusi se ho perso la calma, io mi chiamo Elena Werstroom, sono la direttrice di quest'orfanotrofio, come capirà  non è facile gestire tutti questi bambini e quindi spesso capita di arrabbiarsi. Ma per me questi bambini sono tutto, anche se non sembra voglio a loro un mondo di bene.-

-Immagino, ora guardi, mi dica quando le devo per pallone, cosi tolgo il disturbo, si è fatto piuttosto tardi e...-

-Oh no, non se ne vada, mi dica, non le piacerebbe adottare uno dei miei bambini ?-

La sua domanda mi mette a disagio:

-Oh...ehm i-io non credo di essere adatto, sa io non ho una compagna, e-e-e poi ci vorrà un sacco di tempo prima che l'adozione venga formalizzata, s-senza contare che non so se sarò in grado.-

-Oh ma che sciocchezze, basta amare, basta fare le cose con amore e tutto andrà bene. Per quanto riguarda la presenza o no di una compagna, mi creda, i bambini le vorrebbero bene lo stesso.-

Cerco di ribattere:

-M-ma per le tempistiche...-

-Oh non si deve preoccupare, i tempi sono cambiati, e poi noi adottiamo una politica diversa. Se le volesse potrebbe diventare padre in brevissimo tempo, basterebbe pagare 6000-7000 dollari per tutti i documenti, superare l'esame psichiatrico tenuto dal nostro dottore e potrebbe portarsi a casa un bambino entro due-tre giorni. Oh naturalmente deve essere incensurato, ma questo non credo sia un problema, dico bene ?-

Nonostante sia ancora restio la sua offerta mi ha incuriosito, se non altro perchè sembra tutto troppo facile, e il prezzo per i documenti poi. Qui c'è qualcosa che mi puzza:

-Io sapevo che bisogna aspettare molto tempo, fare numerosi controlli per riuscire ad avere un bambino. Senza contare inoltre che ero convinto che ormai gli orfanotrofi, intesi in senso classico fossero ormai tutti chiusi.-

Lei mi risponde con voce calma e dolce:

-Si la maggior parte sono stati chiusi, ma non tutti, alcuni, specie in queste zone di campagna più remote sono rimasti. Per quanto riguarda il resto, mi creda ormai adottare un bambino è diventata una cosa rapida e veloce. Noi vogliamo che i nostri bambini possano andarsene al più presto da qui, vogliamo che i genitori e i bambini siano soddisfatti nel più breve tempo possibile, mi capisce non è vero ?-

-S-si, q-questo è molto lodevole m-ma e-ecco....io non lo so, guardi, n-non credo che faccia per me.-

-Lei non vorrebbe diventare padre ?-

-S-si e anche molto, p-però...-

-Oh insomma, basta con questi però, l'ho vista con Joe, sono sicura che sarebbe un padre fantastico per ciascuno dei bambini presenti qui.-

-La ringrazio ma io...-

-Senta, perchè almeno non si fa un giro per l'orfanotrofio e non rallegra la giornata ai bambini ? Sarebbe un ottima distrazione per loro, non vedono mai facce nuove.-

Credo che almeno questo posso farlo, insomma se è per i bambini va bene:

-D'accordo, resterò con loro per oggi.-

-Splendido, allora forza andiamo.-

Una volta dentro la signora Werstroom mi fa conoscere molti bambini dell'orfanotrofio, sono tutti molto allegri e felici di conoscermi, sono molto vivaci.

Forse ho malgiudicato la signora Werstroom, sembra tenerci molto ai bambini,  io trovo mi trovo molto bene con loro, ma ancora non me la sento di prendermi questa responsabilità di adottarne uno e poi non so, con nessuno di loro è scattata la scintilla, non riesco a immaginarmi padre di uno di loro.

 

Dopo un paio d'ore dico alla Werstroom:

-Beh mi scusi signorina, ma ora è veramente tardi, dovrei proprio tornare a casa.-

Elena fa una faccia delusa:

-Certo, la capisco, ma mi dica, proprio non ne vuole adottare nemmeno uno ? Non ha visto come sono belli ed educati ?-

Come mi aspettavo, in realtà il tour dell'orfanotrofio era un modo per farmi invogliare ad adottare un bambino.-

-Lo sono infatti, ascolti, io mi sono divertito molto oggi, ma un bambino non è un cane, deve essere dato a persone che sono veramente in grado di....-

Vengo interrotto da un rumore alle mie spalle, sembra quello di un tonfo, di una caduta. Mi giro per capire cosa è successo e vedo una bambina di circa 4 o 5 anni rialzarsi lentamente da terra, la guardo con attenzione e noto che ha i capelli lunghi marroni raccolti in due codini, due bellissimi occhi azzurri e un viso pieno di lentiggini. La guardo stupito, perchè realizzo che è praticamente la fotocopia della mia defunta amica e grande amore Max.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Okay, sono tornato con una nuova fanfic, cercherò di aggiornare almeno una volta a settimana. Spero che possa piacervi, in questo primo capitolo vediamo com'è la situazione di Warren in questo futuro. Che ne pensate ? Warren adotterà un bambino ? Chi sarà la bambina che assomiglia a MAx ? Lo scopriremo forse nel prossimo capitolo. Commenti e critiche sono sempre graditi (queste ultime solo se gentile e giustificate).

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Capitolo 2
*** Rosemary ***


CAPITOLO 2   ROSEMARY

Mi rivolgo immediatamente alla signora Werstroom:
-Chi è quella bambina signora Werstroom ?-
-Oh, lei è Rosemary.-
-E poi, come fa di cognome ?
-Rosemary Telesco, ma in verità non ha un vero cognome, sa, Rosemary non ha mai avuto genitori, fu abbandonata quando era ancora in fasce. La trovammo quattro anni fa sul portone del nostro orfanotrofio, lei non ha mai avuto una famiglia.-
-Oh, mi dispiace moltissimo.-
Rimango a guardarla ancora per qualche secondo, sono sempre più stupito della sua somiglianza con Max. La piccola si accorge che la sto guardando e gentilmente mi chiede:
-Perchè continua a fissarmi signore ?-
-Oh, perchè sei una bambina molto carina.-
-La ringrazio.-
Mi avvicino a lei;
-Stai bene piccola ? Hai fatto un bel volo.-
-Sto bene grazie.-
Mentre dice queste cose raccoglie un sudicio orsacchiotto di peluche che le è caduto per terra, credo che sia il suo unico giocattolo, dopo averlo raccolto mi chiede:
-Ma chi è lei ?-
-Oh io sono Warren, Warren Graham, tu invece sei la piccola Rosemary giusto ?-
Lei scuote la testa con gesto di stizza:
-No, il nome è Rose, mai Rosemary, non mi piace.-
A quelle parole rimango di sasso, erano le stesse cose che diceva Max, anche lei odiava il suo nome per intero. Questa piccola è cosi simile a lei:
-Sta bene signor Warren ?-
-S-si sto bene, g-grazie, è che mi ricordi tanto un persona che conoscevo.-
-Oh ed era una bella persona ?-
-Si, era una bella persona, era sensibile, dolce ed era una persona molto coraggiosa, tu me la ricordi molto, hai  il viso molto simile al suo.-
-E ora dove si trova ?-
-Ora, beh ora sta in cielo.-
-Mi dispiace signor Warren.-
-Figurati, ma ora dimmi piccola, quanti anni hai ?-
Lei mi fa vedere quattro dita delle sua mano destra:
-Cosi.-
-Io invece ne ho ventisette, ma dimmi, come mai non ti ho vista prima ? Sono rimasto in quest'orfanotrofio per tutto il pomeriggio.-
Titubante mi dice:
-E-ecco i-io ero nelle mia stanza.-
-E come mai ?-
-Non mi piacciono gli altri bambini, con la scusa che sono la più piccola mi prendono in giro e mi fanno i dispetti.-
-Mi dispiace Rose, sai, anch'io venivo spesso preso in giro.-
Povera piccola, posso capirla benissimo, anch'io come lei venivo spesso preso in giro perchè ero il più piccolo:
-E cosa facevi per farli smettere ?--
-Niente, li ignoravo, facevo finta che non esistessero, in questo modo, vedendo che le loro prese in giro non sortivano alcun effetto su di me, gli altri bambini lasciavano perdere.-
-Oh, ci ho provato, ma gli altri bambini non la smettono.-
Le sue parole mi fanno salire la rabbia in corpo, a volte i bambini sanno essere davvero perfidi, mi verrebbe voglia di urlare in faccia alla Werstroom del perchè non faccia nulla per evitare episodi del genere, però mi rendo anche conto che non possibile controllare tutti i bambini ventiquattr'ore su ventiquattro, cosi desisto dall'idea di urlarle in faccia. La bambina mi chiede con un faccia speranzosa:
-Signor Warren ?-
-Dimmi piccina..-
-Lei è qui per scegliere uno di noi ? E qui per portare via uno di noi ?-
-Ehm...no piccola, no, vedi io non ho una compagna che potrebbe fare da madre a qualcuno di voi...-
Rose mi interrompe:
-Non ha una moglie ?-
Scuoto la testa:
-Nemmeno un fratello o una sorella ?-
-No piccola, io non ho nessuno con me, sono solo.-
-Anch'io non ho nessuno e sto sempre da sola, f-forse forse, potremmo stare da soli insieme.-
Le sue parole mi fanno quasi piangere:
-M-mi dispiace, ma in questo momento non posso adottarti, voi bambini avete diritto a due genitori, non uno solo, i-io da solo non sarei in grado di accudirti.-
-Perchè ? Per caso hai un lavoro che ti tiene tutto il giorno fuori casa ?-
-No, io non ho più bisogno di lavorare.-
-E perchè ?-
-Ho lavorato tanto in passato e ho guadagnato tanti soldi, abbastanza da permettermi di non lavorare mai più in vita mia. Ho un negozio di videogiochi che però gestisce un amico, e che quindi mi da molto tempo libero.-
-Ma allora perchè non mi può adottare ?-
Non so proprio cosa risponderle:
-Ehm...vedi...ecco..i-io.-
La signora Werstroom per fortuna viene in mio soccorso:
-Su forza Rosemary, adesso basta disturbare il signore, vai di la coi tuoi compagni, tra poco è ora di cena.-
-Va bene signorina Werstroom.-
Prima di andarsene però la piccola mi porge un foglio:
-Questo l'ho fatto io, vorrei che lo tenesse lei.-
Lo guardo attentamente, è un disegno, un bellissimo disegno, molto più bello rispetto a quelli di altri bambini della sua età:
-Quella sono io.-
-E' bellissimo grazie piccola.-
La piccola mi sorride e poi si allontana lentamente, tra le altre cose noto che ha un disturbo deambulatorio, infatti tiene le gambe e i piedi verso l'interno, cosa che le danno un'andatura goffa e sgraziata. Dopo che Rosemary se n'è andata la Wesrtroom mi chiede con tono ironico:
-Allora, è ancora cosi sicuro di non voler adottare ?-
-E-ecco i-io non lo so, c-ci devo pensare.-
-Ci pensi pure la mia porta è sempre aperta.-
Dopo quel dialogo mi allontano dall'orfanotrofio e mi dirigo verso casa. Per tutta la durata del viaggio non faccio altro che pensare a quella piccola bambina, cosi fragile, cosi innocente, cosi bisognosa di cure e amore, davvero non so cosa mi sia preso, fino a poche ore fa avevo totalmente escluso l'idea di adottare un bambino. Ma ora dopo aver visto quella bambina, non so, è come se si fosse risvegliata una parte del mio cuore, è come se tra me e lei si fosse un legame. Non lo so, forse è solo perchè lei assomiglia cosi tanto a Max però già le voglio bene, vorrei proteggerla, crescerla e insegnarle tutto quello che so. Sospiro, meglio non pensarci e andare avanti, non potrei mai essere il padre che merita.
Una volta arrivato a casa faccio una cena veloce e poi vado subito a letto, nonostante cerchi di non pensarci continuo ad avere in mente quella bimba,  lei avrebbe tanto bisogno di essere adottata, avrebbe tanto bisogno di una famiglia che la ami. E poi ora che ci penso, se non l'adotto io c'è il rischio che non l'adotti più nessuno, no non posso lasciarla li dentro, sopratutto poi dopo che mi ha detto  quella frase, "forse possiamo restare da soli insieme".
Ripensando a quella frase accendo la luce e guardo il disegno che mi ha consegnato, è il suo autoritratto, ma occupa solo metà del foglio, chissà, forse l'altra metà potrei occuparla io, io e lei insieme, padre e figlia.
Forse sto facendo la più grossa cazzata della mia vita, ma ho deciso, voglio farlo e lo farò, adotterò quella bimba.
Al mattino successivo la prima cosa che faccio è telefonare alla signora Werstroom. So che è una decisione fuori da ogni logica e da ogni buon senso, ma è quello che voglio fare, è quello che sento di dover fare:
-Pronto, signora Werstroom, si, ho preso una decisione, si adotterò un bambino, anzi una bambina per la precisione, vorrei tanto essere il papà di Rosemary.-
-Splendido, allora l'aspetto qui da noi, naturalmente dovrà  fare una visita psicologica, portare i suoi dati e ovviamente i soldi.-
-Certo.-
-Entro due giorni sarà tutto pronto.-

POV TERZA PERSONA

All'orfanotrofio intanto il piccolo Joe ha origliato la conversazione tra la signora Werstroom e non appena la direttrice chiude la telefonata Joe si fionda subito nella stanza dove si trovano i suoi compagni:
-Ragazzi, ragazzi, ho una notizia bomba.-
Un ragazzino con capelli neri e gli occhiali chiede
-Che cosa Joe ?-
-Vi ricordate il signor Graham ? Quello che è passato ieri con la Ferrari ?-
-Si, e allora ?-
-Allora ho sentito al telefono la direttrice, e ho sentito dire che il signor Graham adotterà qualcuno di noi.-
-Wow.-
-E chi per la precisione.-
-Non lo so, non sono riuscito a capirlo. Ma immaginate che bello essere adottati da lui, ha tanti soldi, immaginata tutte le cose che potremmo avere.-
I bambini dicono con voce sognante:
-Che bello.-
-Quanto vorrei essere io.-
-Già.-
In quel momento la piccola Rose interviene nel discorso:
-A me non interessa il fatto che una persona abbia o non abbia soldi, io vorrei solo trovare qualcuno che mi voglia bene.-

DUE GIORNI DOPO

POV WARREN

-Oh eccovi qui signor Graham, la stavamo aspettando con ansia.-
Ci stringiamo la mano e impaziente le domando:
-Allora ha preparato i documenti ?-
-Certamente, sono tutti qui, prima ovviamente però dovrà fare una visita col nostro psicologo, se la dichiarerà idoneo lei diventerà padre.-
-Bene.-
-Ah naturalmente abbiamo fatto un controllo alla sua fedina penale, pulitissima, me ne compiaccio. Ora venga, entri pure in questa stanza, qui dentro c'è lo psicologo con cui farà il colloquio finale.-
-Grazie.-
Entro nella stanza di quello che suppongo che sia lo psicologo per i bambini, la stanza contiene un divanetto e un enorme libreria, il dottore è seduto dietro sua scrivania di legno ed è molto somigliante a Freud.
Non appena mi vede si alza in piedi:
-Oh, lei deve essere il signor Graham, io sono il dottor Fastenberg, sono molto lieto di conoscerla.-
-Grazie, anche a me fa piacere conoscerla.-
-Bene, ora si accomodi, noi due dobbiamo fare una chiacchierata, ma non si preoccupi, sarà poco più che una formalità.-
Cerca di tranquillizzarmi, in effetti sono piuttosto teso, ho paura che qualcosa vada storto e non mi facciano più adottare la bambina:
-Bene, cominciamo, ora le farò alcune domande, se dimostrerà di essere una persona equilibrata avrà la bambina. Mi raccomando, risponda con sincerità.-
-D'accordo.-
-Bene, ecco la prima domanda, lei fa uso di farmaci ansiolitici , sonniferi o cose simili ?-
-No.-
-Lei fa uso di droghe ?-
-Mai fatto uso di esse in vita mia.
-Mi parli un pò dei suoi familiari, dei suoi genitori, che rapporti ha con loro ?-
-Ecco, io sono figlio unico, mio padre è morto due anni fa, mentre mia madre vive in un'altra città, io e lei non ci sentiamo molto spesso. Tuttavia loro sono stati i migliori genitori che io potessi desiderare, mi hanno educato bene, mi hanno insegnato cosa sai il rispetto, il duro lavoro, la volontà di inseguire i sogni e io voglio crescere mia figlia con gli stessi valori.-
La sua domanda mi fa pensare che dovrò far conoscere la bambina a mia madre, ma come faccio a spiegarle la mia decisione di adottare senza aver consultato nessuno ?
-Ciò è molto bello, ora mi dica, com'è stata la sua infanzia ?-
-Posso dire che è stata felice, anche l'ho vissuta in quasi completa solitudine.-
L'uomo annuisce e segna qualcosa sul suo blocco per gli appunti:
-Che mi racconta invece della sua adolescenza ? Che mi racconta delle sue amicizie, dei suoi amori ?-
-Ecco, vede, ne avevo pochi, ma buoni, mentre per l'amore beh, nel corso della mia vita ho avuto storie con molte donne, ma una sola l'ho veramente amata. Si chiamava Max, non abbiamo mai potuto stare insieme perchè è morta anni fa. Ricorda ? Il tornado di Arcadia Bay ?-
-Certo.-
-Ho provato a dimenticarla, ma non ci sono riuscito.  Ora ho rinunciato a cercare una  donna, voglio solo essere un buon padre per la bimba che per essere sincero un pò mi ricorda il mio grande amore.-
So di rischiare molto ne dire queste cose, ma voglio essere completamente sincero con il dottore
-Capisco, ma devi ricordarsi che lei non è il suo grande amore, è una bambina.-
-Non lo dimenticherò.-
-Ora arriviamo alla domanda più importante, mi dica, com'è il suo carattere ? E' una persona seria ? Non è che tratterà la bambina come un cane o un animale, che non si stancherà di lei come un capriccio o un giocattolo.-
A quelle parole mi adiro molto:
-Come si permette ? Io non sono quel tipo di persone, io le darei tutte le attenzione e l'amore possibili. Non le farei mancare nulla, so che mi aspettano difficoltà, ma non mi spaventano.-
-Va bene, basta, basta non si adiri, si calmi che le dò una buona notizia.-
-Cioè ?-
-Ha superato il test, lei può adottare la bambina, lei ha dimostrato di tenerci e di essere una brava persona, complimenti.-
Mi stringe la mano, io rimango incredulo, non pensavo sarebbe stato cosi facile:
-Oddio, grazie, la ringrazio molto.-
-Oh si figuri, ora andiamo dalla bambina a dirle che sta per avere un papà
Una volta fuori vediamo la Werstroom che ci aspetta:
-Allora ?-
-Tutto a posto, questo ragazzone può diventare papà.-
La Werstroom mi sorride e si congratula con me:
-Fantastico, ora andiamo dalla bambina.-
Io e la Werstroom ci dirigiamo verso la "sala giochi" dei bambini,  una volta li la Werstroom mi fa aspettare fuori:
-Rose, puoi venire qui un attimo.-
-Eccomi signora.-
La bambina ci raggiunge fuori, è vestita con un vestitino a fiore e porta con se il suo orsacchiotto:
-Rose, ho una splendida notizia per te.-
-Ovvero ?-
-Avrai un papà.-
Lei incredula chiede:
-Cosa ?-
Lei le ripete gentilmente:
-Avrai un papà, il signor Graham sarà tuo padre, ha deciso di adottarti.-
La bambina con i suoi occhi sgranati mi lancia uno sguardo e chiede:
-Ma è vero ?-
Io mi abbasso alla sua altezza e le metto una mano sulla spalla
-Si Rose, ho-ho deciso di adottarti, che ne dici ? Vuoi venire con me, mi accetti come tuo papà anche se non avrai una mamma ? Ti accudirò, ti vorrò bene, ti darò la coccole, ti aiuterò a studiare, giocheremo e faremo tante altre cose, allora vuoi venire con me ?-
Lei rimane a fissarmi per qualche secondo, sto cominciando a pensare che lei non mi voglia come genitore, ma per fortuna mi sbaglio:
-Si, si signor Graham, verrò con lei.-
Sono un pò teso all'idea di essere appena diventato genitore, non so se sarò all'altezza, ma sono felicissimo che la piccola mia abbia accettato. Il suo sorriso mi riempe d'allegria, la abbraccio e le dico:
-Allora forza, vai a preparare le tue cose, che tra poco ti porterò in quella che sarà la tua casa.-
-Va bene.-
Mentre la piccola Rose sta sistemando  :
-Ah dimenticavo signor Graham, periodicamente un assistente sociale verrà a farle visita per controllare che tutto proceda per il meglio.-
Annuisco, la cosa un pò mi infastidisce, ma era abbastanza ovvio pensare che queste persone faranno delle verifiche per vedere se sono in grado di occuparmi di lei.
Poco dopo esco dall'edifico e vedo Rose, con un mano una piccola valigetta e il suo orsacchiotto in mano:
-Hai preso tutto piccola ? Hai salutato i tuoi amici ?-
Annuisce:
-Allora andiamo ti porto a casa.-
Le apro la portiera posteriore della mia auto, e poi ci dirigiamo a casa per trascorrere il nostro primo giorno insieme.

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Capitolo 3
*** Il primo giorno insieme ***


CAPITOLO 3  IL PRIMO GIORNO INSIEME

Durante il viaggio la bimba non dice neanche una parola, beh d’altronde è naturale, dobbiamo ancora conoscerci meglio, lei se ne resta li dietro a guardare fuori dal finestrino il paesaggio che ci circonda, immagino che non deve aver passato molto tempo fuori dall’orfanotrofio e che quindi sia curiosa del mondo esterno. Dopo qualche ora arriviamo finalmente a casa, esco e le apro la portiera:
-Eccoci Rose, questa d’ora in poi sarà la tua casa.-
Lei la guarda la mia villetta con occhi stupiti:
-Oh, è-è-è molto bella, il giardino è cosi grande.-
Si il giardino che c'è intorno alla mia casa è piuttosto grande e contiene molti tipi di piante, dalle palme ai cactus.
Lentamente ci avviamo all’ interno della casa e la piccola rimane sempre più a bocca aperta, le faccio fare un giro della casa, finchè non arriviamo alla sua cameretta:
-E qui è dove dormirai tu Rose, se avrai bisogno di qualcosa basta che mi chiami, la mia camera è nella stanza affianco.-
La piccola Rose si guarda intorno, spero che la sua stanza le piaccia, purtroppo è un pò spoglia, la usavo come stanza degli ospiti, percio è molto spartana, però io e lei la decoreremo. Rose mi guarda con degli occhi strani e poi mi dice:
-Ma è per me ? È veramente tutta per me ?-
-Certo piccola.-
-Grazie signor Warren, è bellissima, io non ho mai a avuto una camera tutta per me, l'ho sempre divisa con le mie compagne.-
Le sorrido:
-Ne sono contento, ma smettila di chiamarmi signor Warren, dammi del tu e se non riesci ancora a chiamarmi papà, chiamami semplicemente Warren, posso capire che non è facile per te considerarmi ancora come tuo padre.-
Annuisce:
-Bene Rose, ora svuotiamo la tua valigia e mettiamo le cose nella stanza, va bene ?-
-Si.-
Dopo aver sistemato le cose andiamo di sotto:
-Beh cosa vuoi fare adesso Rose ?-
-Ecco io...vorrei disegnare.-
Le chiedo gentilmente:
-Ti piace tanto farlo, non è vero ?-
-Si, disegnare è la cosa che più preferisco fare in assoluto.-
-Va bene allora, vado a prenderti un foglio di carta.-
Le faccio una carezza sulla testa e vado a prendere tutto l'occorrente per permetterle di disegnare in tutta tranquillità. Lei posa l'orsetto di peluche sul tavolo e inizia a disegnare, io resto li a fissarla per qualche secondo, è così dolce, ma è anche spaventosamente magra per la sua età, dovrò portarla da un dottore per farle fare una visita approfondita. Le preparo una cena abbondante:
-Dai su Rose, è ora di mangiare, ho preparato un petto di pollo per te, spero ti piaccia.-
-Si, io mangio tutto, la signora Werstroom dice che non bisogna sprecare cibo.-
-Ha ragione.-
La aiuto a mettere mia le sue cose e intanto apparecchiamo la tavola insieme, una volta apparecchiato le metto il cibo nel piatto, ma Rose non inizia a mangiare e continua a fissare il piatto di fronte a lei:
-Perchè non mangi Rose ?-
-È per me ? Questo piatto è solo per me ?-
Incuriosito le chiedo:
-Certo che è tutto per te, perchè mi fai questa domanda ?-
-Beh, all'orfanotrofio non ci hanno mai dato cosi tanto cibo, non potevamo mangiare molto.-
Ciò spiega come mai la piccola è cosi magra:
-Lo capisco Rose, ma adesso tu non sei più all'orfanotrofio, ora tu sei a casa e puoi mangiare finchè non sei sazia. Inoltre una bambina come te deve crescere.-
Spero di essermi comportato nella maniera giusta:
-Oh va bene.-
Noto con grande sorpresa che riesce tranquillamente a usare le posate, di solito i bambini di quell'età non sono in grado di tagliarsi il cibo da soli. Beh indubbiamente la Werstroom ha fatto un ottimo lavoro nell'educare questi bambini, e ne ho la conferma vedendo la grazia con la quale Rose mangia i bocconi. Tra noi è calato una sorta di silenzio che viene interrotto da lei:
-Signor Warren ?-
-Dimmi Rose.-
-In che città ci troviamo ?-
Ah è vero che idiota che sono, non le ho nemmeno detto dove abitiamo:
-Siamo a New Arcadia Bay, la città ho completato i miei studi, e dove ora crescerai tu. La città è stata quasi completamente ricostruita, fu distrutta da una tempesta dieci anni fa.-
-Oh, e tu dove ti trovavi in quel momento ?-
Forse è meglio risparmiarle i dettagli di quel drammatico evento, è ancora troppo piccola, potrei sconvolgerla:
-Te lo dirò quando sarai più grande, le bambine come te non devono pensare a queste cose, ma solo a imparare e a divertirsi.-
-Uff...va bene.-
La noto un pò delusa cosi le dico:
-Però ascolta, domani faremo un bel giro della città, così potrai vederla tutta, e inoltre andremo anche a comprare qualche bel vestito nuovo e tanti giocattoli, che ne pensi ?-
La bambina mi mostra uno dei suoi splendidi sorrisi:
-Siii, non vedo l'ora.-
-Anch'io Rose, ma ora dimmi, come si chiama l'orsetto di peluche che porti sempre con te ?-
-Si chiama Teddy, è il mio migliore amico,..forse l'unico. Ce l'ho dal giorno in cui sono nata, almeno questo mi ha detto la signora Werstroom.-
-Che altro ti ha detto la signora Werstroom riguardo a te ?-
-Mi ha detto che i miei genitori sono morti in un incidente d'auto poco dopo che sono nata.-
Come immaginavo, non le ha detto che in realtà è stata abbandonata, e come potrebbe farlo ? Come puoi spiegare a una bambina cosi dolce che i suoi genitori l'hanno abbandonata ? Meglio farle credere che siano morti:
-Oh Rose mi dispiace tanto, dai vieni qui.-
La abbraccio stretta:
-D' ora in poi non sarai più sola, ci sono io adesso qui con te.-
-Grazie signor Warren.-
-Ancora ? Ti ho detto basta con questo signore, primo perchè mi fa sentire vecchio, secondo perchè preferisco che tu mi chiami semplicemente Warren.-
-V-va bene.-
Poco dopo finiamo di mangiare, noto con piacere che Rose ha finito tutto quello che aveva nel piatto:
-Va bene Rose, ora vai pure di la a giocare, qui ci penso io.-
Lei però non se ne va, e anzi prende il suo piatto e la vedo mentre cerca di raggiungere il lavello della cucina, troppo alto per lei:
-Ma che fai ?-
-La signora Werstroom ci faceva sempre pulire i nostri piatti diceva che dobbiamo resop-respiza-responsabilizzarci ecco.-
-Ma è troppo alto per te, lascia fare a me.-
-Ma io voglio aiutarti.-
-E' molto bello da parte tua, ma credimi, non ce n'è bisogno, sono solo poche pentole, vai pure di la a disegnare che qui ci penso io.-
-Va bene.-

Saliamo,  vorrei aiutarla a vestirla. ma vedo che è già riuscita a fare tutta da sola, l'indipendenza di questa bambina mi stupisce sempre di più. Lei si mette a letto e io le rimbocco le coperte:
-Beh buonanotte Rose, domani ti aspetta una lunga giornata.-
-Buonanotte.-
Mi allontano verso la 
-Signor Warren ?-
-Dimmi Rose.-
-Grazie per avermi portata via dall'orfanotrofio. Sono contenta di essere qui con te.-
-Anch'io piccola, anch'io.-

Mi alzo abbastanza presto per preparare la colazione per Rose, uova e bacon, è quello che ci vuole per una bambina che ha bisogno di proteine.
Per fortuna il nostro primo giorno insieme è andato bene, spero che il nostro rapporto possa migliorare velocemente.
Non appena ho finito  di cucina re apparecchio la tavola per Rose che scende poco dopo:
-Ciao Rose, hai dormito bene questa notte.-
-Si, tantissimo, non ho mai avuto un letto cosi comodo.-
Le sorrido:
-Ne sono felice, ecco tieni, questa è la tua colazione.-
-Grazie.-
La piccola inizia a mangiare con gusto e io rimango per qualche momento a guardarla, ancora faccio fatica a non rimane stupito dalla somiglianza che ha con Max. Anche adesso, mentre mangia le uova mi sembra di rivedere lei, in quel momento realizzo che senza volerlo io ho preparata a Rose la colazione preferita di Max, uova e bacon,  quando andavamo a mangiare da Joyce le ordinava sempre. A proposito di Joyce, è una vita che non vado più a trovare lei e David Madsen, dovrò rimediare, dopo il tornado si è creato un rapporto strano tra me e loro, con mia madre lontana si può dire che loro sono diventati quasi la mia seconda famiglia, in particolare Joyce, riversa su di me l'amore che non può più dare a sua figlia e a Max.
Sospiro pensando a come sia cambiato la nostra vita dopo quel terribile evento:
-C'è qualcosa che non va signor Warren ?-
La voce di Rose mi riporta alla realtà:
-Oh no, niente piccola, è tutto a posto.-
-Meglio cosi,signor Warren.-
Io scuoto la testa sorridendo, proprio non gli riesce di chiamarmi papà:
-Io ho finito.-
Rose si alza dal tavolo e mi porge il piatto:
-Benissimo, allora appena ho finito di sparecchiare e lavare i piatti usciamo a fare un giro e a comprare dei vestiti va bene ?-
Lei annuisce e sorride:
-Mi raccomando, quando siamo in giro, stammi sempre vicina, okay ?-
-Va bene.-
 
Una volta usciti facciamo un giro per la città e per in negozi, le compro giocattoli e vestiti nuovi, quelli che aveva erano poco più che straccetti. La bambina sembra divertirsi molto insieme a ciò mi rende veramente felice, era tanto tempo che non provavo una felicità simile. Mentre camminiamo lei mi tiene stretta la mano, e mi fa sentire bene, mi fa veramente sentire come se fossi davvero suo padre:
-Ora dove andiamo signor Warren ?-
-Ora andiamo in panetteria, dobbiamo comprare qualcosa da mangiare, tra poco è ora di pranzo.-
-Va bene.-
La porto alla panetteria di John, il luogo dove vado sempre a comprare il pane, John ha 43 anni, ha la barba e i capelli neri e indossa sempre il suo grembiule da lavoro
-Buongiorno John.-
-Ehilà Warren, prendi sempre il solito ?-
-No, questa volta faccio decidere a lei.-
-Lei chi ?-
-Mia figlia.-
-Aspetta, aspetta, aspetta e da quando tu hai una figlia ?-
-Da ieri, l' 'ho-l'ho adottata.-
John si affaccia dal banco del negozio per fissare meglio la bambina che tiene stretta la sua mano alla mia:
-Ehi, ciao piccola, come ti chiami ?-
-Rose.-
-E quanti anni hai ?-
-Ho 4 anni e mezzo.-
-E dimmi, che cosa vorresti ?-
-Ehm...non lo so, prendo quello che di solito prende il signor Warren.-
-Signore ?-
-Si, ancora non riesce a chiamarmi papà.-
John sorride e mi porge, il pane, poi offre un dolcetto a Rose:
-Ehi dimmi Rose, ti andrebbe un dolcetto, è gratis, il tuo papà non dove pagarlo.-
Rose mi guarda come per cercare approvazione, io le annuisco e lei prende il dolcetto:
-Grazie signore.-
Mi stupisce sempre di più vedere quanto Rose sia educata e gentile:
-Ora andiamo a casa signor Warren ?-
-No, prima di andare a casa c'è un ultimo posto che voglio farti vedere.-
Decido che è arrivato il momento di  cominciare presentarla a qualcuno, è giusto che faccia la conoscenza delle persone a me più care. Decido di cominciare da Luke,sarà più facile iniziare con lui, visto che l'idea di adottare me l'ha messa in testa lui.-
 
Ci dirigiamo verso il mio negozio, il Game Planet, una volta all'ingresso mi chiede:
-Warren ?-
-Si Rose.-
-Perchè  siamo venuti qui ?-
-Perchè questo negozio è mio, e volevo fartelo vedere. Inoltre voglio presentarti una persona.-
Entriamo dentro il negozio, all'interno di esso Rose non fa altro che girarsi intorno, credo non abbia mai visto un posto simile:
-Wow, è-è cosi bello, è-è veramente tuo Signor Warren ?-
-No, adesso è nostro, nostro e del commesso laggiù. Quella persona si chiama Luke, ed è mio socio, nonchè mio amico.-
Luke non ci ha ancora visto perchè è impegnato a sistemare i giochi in uno scaffale, non appena ci vede mi lancia un grande sorriso:
-Ehi Warren, dove sei stato questi giorni ? Non ti sei fatto sentire per nulla.-
-Ecco i-io...-
-Non dire nulla ho già capito tutto, qui qualcuno ha deciso di seguire il mio consiglio, non è vero.-
-Già.-
-Bravo, hai fatto la scelta giusta, la tua è stata un azione di gran cuore.-
Luke si rivolge a Rose:
-Allora, dimmi un pò come ti chiami piccola ?-
-Rose, e ho 4 anni.-
-Beh io sono Luke, tanto piacere.-
Luke le da la mano e la bambina gliela stringe:
-Però se vuoi puoi chiamarmi zio Luke.-
-Seee buona fortuna, ancora non riesci a chiamarmi papà, figuriamoci se a  te da dello zio.-
Ci mettiamo a ridere tutti e tre, poi Luke mi chiede di avvicinarsi per parlarmi in privato:
-Ora scusaci Rose, ma io e papà dobbiamo parlare in privato.-
-Va bene.-
La bambina si mette a guardare il trailer di un giochi in uno degli schermi che abbiamo predisposto nel locale mentre io e Luke andiamo nel retro:
-Guarda che ti ho capito Warren.-
Ha uno sguardo molto serio, io confuso gli chiedo:
-Che cosa ?-
-Come cosa ? Riguardo a Rose, ho capito perchè hai cambiato idea riguardo all'adozione.-
-Che intendi dire ?-
-Che intendo dire ? Che è la coppia sputata di Max, per questo l'hai adottata, altrimenti te ne saresti fregato ,ascolta Warren, è meglio per quella bambina che le dici la verità.-
-Ma quale verità, che stronzate stai dicendo ?-
-Tu in lei hai visto il tuo grande amore, tu ti illudi di riavere la tua amica. Beh, indovina, lei non è Max, non è la sua reincarnazione, è una bambina e non la tua amica.-
-NO, non è vero, i-io le voglio bene, non è solo perchè assomiglia a Max, un pò mi ricorda me quando avevo la sua età, e-e-e poi è dolce, gentile e ben educata ma non so, ma sento che tra me e lei c'è un legame, non te lo so spiegare, ma è cosi.-
-Spero che tu sappia quello che stai facendo. Piuttosto dimmi, come hai fatto ad averla in cosi breve tempo ? Ci vogliono mesi, se non anni per riuscire ad adottare.-
-In un orfanotrofio a  pochi chilometri da qui, dicono che hanno una nuova politica, che ora adottare è più facile, in effetti la cosa puzzava anche a me, ma dopotutto mi sono sembrati professionali.-
Luke sembra calmarsi:
-Va bene, scusami, è che non voglio vederti  ancora correre a verso il fantasma di Max, ti consiglio comunque di portare la bambina dal dottore, non la vedi quant'è magra ?-
-Lo so, ci avevo già pensato, infatti più tardi prenderò un'appuntamento dal pediatra. Ora scusami ma dobbiamo andare.-
-D'accordo, allora ci vediamo presto ok ?-
-Si, si.-
Prendo per mano Rose e usciamo dal negozio, sono ancora nervoso per via delle cose che mi ha detto Luke, la bambina se ne accorge e mi chiede:
-C'è qualcosa che non va signor Warren ?-
-No, no niente, va tutto bene.-
La parole di Luke mi hanno infastidito, ma non posso fare a meno di pensare che forse potrebbe avere ragione lui. Camminiamo per qualche metro finchè non sento Rose dirmi con un filo di voce:
-Signor Warren, i-io n-non m-mi s-sento tanto bene.-
-Cos'hai Rose ?-
-M-mi sento debole.-
Io mi inginocchio per vedere meglio che cos'ha, ma prima che possa rendermene conto la bambina cade verso di me, e rimane qui tra le mie braccia, priva di conoscenza.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Nuovo capitolo, in questo (e nei successivi capitoli) vedremo come si svilupperà il rapporto tra Warren, Rose e coloro che li circondano. Che è capitato a Rose ? Come reagiranno gli altri amici e familiari di Warren appena sapranno che ha adottato una bambina ? Come si svilupperà il rapporto tra Warren e la bimba ? E l'orfanotrofioè a norma ? lo scoprirete (forse) nel prossimo capitolo.
Critiche e recensioni ( se non offensive) sono sempre gradite perchè aiutano a migliorarsi

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Capitolo 4
*** Un papà ***


CAPITOLO 4 UN PAPA'
 
POV WARREN
 
Sono corso subito in ospedale, per fortuna Rose ha ripreso conoscenza dopo pochi minuti, tuttavia sono molto preoccupato, è svenuta, e non so perchè sia successo. Potrebbe essere qualcosa di grave, ah adesso capisco come si sentono i genitori quando il proprio figlio, non sono pronto ad affrontare questa eventualità, non so come ci si comporta, se devo essere tranquillo o preoccupato, l'ansia mi sta divorando. Siamo qui fermi da cinquanta minuti e ancora nessuno ha avuto la decenza di venire a visitare Rose. A un certo punto sento chiamare il nostro cognome:
-Graham.-
-Eccoci.-
Io e Rose entriamo nell'ambulatorio pediatrico dove veniamo accolti da una giovane donna, avrà si e no 28 anni, lunghi capelli biondi e dei bellissimi occhi verdi nascosti dietro un paio di occhiali da vista:
-Buongiorno, sono la dottoressa Judith Spencer.-
Ci stringiamo la mano:
-Warren Graham, e questa è mia figlia, Rose Graham, ha 4 anni e si è sentita male..-
Rose alza la manina e le fa:
-Ciao.-
-Ciao Rose, ma prego, ora accomodatevi e ditemi qual è il problema.-
-Ecco, mia figlia è svenuta improvvisamente e io sono corso subito qui, vorrei che lei le facesse una visita approfondita.-
-Ma certo.-
La dottoressa le fa un accurato controllo generale, noto che spesso scuote la testa, ad un certo punto mi chiede con uno sguardo accusatorio:
-Mi scusi, ma lei fa mangiare a sufficienza sua figlia ?-
-Certo che domande.-
-No, perchè alla sua età dovrebbe pesare di più, la bambina è sottopeso inoltre sul suo corpo ho notato molti segnali che denotano mancanza di vitamine. E' stata proprio la mancanza di vitamine che le ha fatto avere quel mancamento.-
-I-io non lo sapevo.-
-Mi scusi, ma lei è padre da 4 anni e non sa queste cose ? E' una grossa negligenza.-
-Guardi che in verità io sono suo padre solo da un giorno giorni, l'ho appena adottata.-
La dottoressa si gira verso Rose e le chiede:
-E' vero ?-
Rose annuisce:
-Oh mi scusi, sa, ero convinta che lei fosse sua figlia biologica, mi sa che devo cambiare gli occhiali, mi era parso di intravedere delle somiglianze.-
-Non si preoccupi.-
-Comunque dove l'ha adottata ?-
-All'orfanotrofio Sacro Cuore.-
-Mai sentito, comunque purtroppo quei luoghi sono cosi, lo Stato taglia i fondi all' infanzia per darli all'esercito, e intanto i bambini si riducono cosi. A pelle e ossa, comunque si tranquillizzi, non è niente di grave, basterà darle queste vitamine farle seguire una dieta ben bilanciata e tornerà a essere in splendida forma.-
La dottoressa mi porge un foglio con la ricetta:
-La ringrazio molto.-
-Si figuri. Ah stavo dimenticando una cosa, non centra con lo svenimento ma deve farci attenzione.-
-Sarebbe ?-
-Sua figlia ha il ginocchio valgo, le ginocchia sono rivolte verso l'interno, per questo non riesce a camminare in maniera dritta, ma invece muove i piedi verso l'interno. E' un disturbo abbastanza comune nei bambini, e normalmente si aggiusta da solo, ma deve fare attenzione, se il disturbo continuerà negli anni a seguire occorrerà operarla per non incorrere in problematiche più gravi.-
-Ho capito, e che dovrei fare io ?-
-La faccia esercitare, cerchi di insegnarle a camminare nella maniera giusta, in questa maniera diminuirà di molti i rischi di possibili problemi in futuro:
-D'accordo arrivederci.-
-Ciao dottoressa.-
-Ciao piccola.-
Una volta usciti vedo Rose scusarsi:
-Mi dispiace tanto Warren, ti  ho fatto preoccupare inutilmente, ti ho fatto perdere tempo, i-io non volevo.-
-Ehi. non dirlo nemmeno per scherzo, non devi scusarti, non è colpa tua. Inoltre io sono felice di dedicare del tempo a te.-
Le faccio una carezza sulla testa e lei mi sorride:
-Ora però dimmi Rose, all'orfanotrofio ti davano abbastanza da mangiare ?-Lei annuisce nervosamente:
-Sicura ?-
-Si, c'era da mangiare per tutti.-
Sono un pò preoccupato,la visita dice il contrario, ma non posso accusare l'orfanotrofio, forse Rose non ama mangiare, no, non è possibile a casa mangia sempre tutto. Forse i compagni, forse gli avranno fatto degli scherzi, forse i compagni le rubavano il cibo, ricordo che mi ha detto che subiva degli scherzi dai suoi compagni.
Decido di cambiare argomento;
Beh non pensiamoci più, ora è qui con me, al sicuro:
-Dai Rose, ora andiamo a casa, devo ancora prepararti il pranzo.-
-Si.-
Mentre ci avviamo verso l'automobile dico alla piccola:
-Ascolta Rose, che ne dici se adesso ti insegno a camminare nel modo giusto ? Hai sentito la dottoressa, devi esercitarti con la tua camminata.-
-Cosa devo fare ?-
-Cerca di camminare mettendo i piedi dritti, appoggia prima il tacco e poi la punta, capito ? Tacco e punta.-
Rose prova a a camminare tenendo i piedi dritti, ma inciampa e cade, io la aiuto a rialzarsi, lei mi chiede scusa:
-M-mi dispiace Warren, i-io non ci riesco, perdo l'equilibrio.-
-Non preoccuparti, col tempo imparerai. Adesso andiamo a casa.-
 
DUE GIORNI DOPO
 
POV ROSE
 
Sono passati alcuni di giorni da quando me ne sono andata dall'orfanotrofio, ora vivo qui, con il signor Warren, lui è molto buono e gentile con me, non come l'antipatica signora Werstroom. Vorrei tanto poterlo  chiamare papà, ma non ci riesco, ho paura che presto o tardi lui possa stancarsi e di me e rimandarmi  all'orfanotrofio. Deve comportarmi bene e fargli vedere che sono una brava bambina, che sono gentile e beneducata, cosi se mi comporto bene magari non mi rimanda indietro, io non voglio tornare indietro. Non devo più fare come ieri sera quando ho avuto quel brutto sogno. 
 
FLASHBACK
 
-No, no, non voglio tornare li, io voglio restare qui, in questa casa, con il signor Warren.-
-Invece no, non puoi, tu devi passare il resto della vita qui, nell'orfanotrofio, da sola, senza genitori, senza amici, coi compagni che ti maltrattano ogni giorno e la signora Werstroom che ti rimprovera e ti punisce. Non avrai mai nessuno che ti voglia bene ahahahahahahahah.-
Appena sento la risata malvagia inizio subito a piangere e gridare:
-Nooooooo.-
Per fortuna mi sveglio, era solo un brutto sogno, ma non posso fare a meno di piangere perchè ho paura che possa diventare realtà.
Poco dopo arriva Warren, ha uno sguardo molto preoccupato:
-Rose, è tutto a posto ? Ti ho sentita urlare.-
-Ho-ho avuto un brutto sogno. Ho sognato di tornare all'orfanotrofio, ma li dentro c'era un ombra nera nera che mi diceva che dovevo restare li per sempre.-
Continuo a piangere, ma Warren si avvicina a me e mi fa delle carezze:
-Su, su, non piangere, il sogno non era vero, era una cosa irreale, una cosa che non avverrà mai. Non dovrai mai più tornare li, ora ci sono io con te.-
Warren mi abbraccia e mi chiede:
-Senti, se sei ancora spaventata per stasera puoi dormire con me sul lettone, che dici ? Lo vuoi ?-
Io annuisco, mi prende per mano e mi conduce sul lettone, una volta li ci addormentiamo, con lui che mi tiene stretta a se.
 
FINE FLASHBACK
 
Mi è piaciuto molto dormire li insieme a lui, è stato bello avere finalmente qualcuno che ti abbraccia e ti consola quando stai male o hai un brutto sogno. Io non voglio perdere queste cose. Tuttavia ho paura che questo comportamento non gli sia piaciuto, io l'ho disturbato di notte, mentre dormiva, non ho fatto la brava bambina. La Werstroom mi ha detto che se ci comportiamo male poi i genitori ci rimandano indietro, e questo non deve accadere, io voglio che Warren mi voglia sempre bene. Tanto per cominciare andrò di sotto e gli chiederò se ha bisogno del mi aiuto per qualcosa.
 
POV WARREN
 
Sono davanti al computer per cercare un asilo adatto a Rose, il problema è che qui ad Arcadia Bay ci sono solo quegli schifosi asili pubblici. Lo so come vanno queste cose, se andrà li, gli altri bambini cominceranno a prenderla di mira, perchè è la più indifesa, perchè non ha una mamma e cose cosi. Voglio evitarle tutto, soprattutto perchè l'ha già subito dai suoi vecchi compagni dell'orfanotrofio, lei ora ha bisogno di un posto dove possa sentirsi amata e accettata e la scuola pubblica non va bene.
Ad un tratto sento un rumore provenire dall'altra stanza, come se qualcosa fosse caduto a terra e si fosse rotto in mille pezzi. Raggiungo l'altra stanza e vedo Rose che tieni il mano il suo orsetto, e che sta tremando di paura.  A terra ci sono numerosi frammenti di cristallo, pezzi che appartenevano a una statua che si trovava appoggiata sopra il camino. Le chiedo con voce decisa:
-Che è successo qui Rose ?-
Lei inizia subito a piangere:
-I-i-io non volevo r-romperlo. P-per sbaglio ho urtato la statua c-che è caduta a terra e si è rotta.-
Piange a dirotto, io cerco di avvicinarla a me per abbracciarla ma lei mi respinge:
-No, ti prego non punirmi Warren, non farmi del male, non l'ho fatto apposta.-
E' veramente spaventata, cosi cerco di parlare con voce dolce e calma:
-Stai tranquilla Rose, non ho nessuna intenzione di punirti.-
Lei mi chiede incredula:
-Davvero ?-
-Si,  dopotutto non l'hai fatto apposta. Dai su ora vieni qui, asciuga quelle lacrime e abbracciami.-
La stringo a me per un pò, fino quando smette di piangere:
-Va meglio Rose ?-
-Si.
Sono stupito dalla sua reazione, certo molti bambini quando sanno di averla combinata grossa hanno paura della reazione dei genitori, il suo era vero e proprio terrore, come se avesse fatto la cosa più grave di questo mondo, devo saperne di più:
-Allora adesso mi dici perchè eri cosi convinta che io ti avrei punito ?-
-Perchè ho rotto la statuetta, e quando all'orfanotrofio qualcuno rompeva qualcosa veniva punito, affinchè fosse d'esempio per gli altri. In questo modo la prossima volta sarebbero stati più attenti. Poi anche quando facevamo delle cose sbagliate in classe venivamo puniti.-
-E cosa succedeva a chi veniva punito ?-
Lei scuote la testa furiosamente:
-Non posso dirtelo.-
-E perchè ?-
-Perchè se te lo dico tu poi mi rimanderai all'orfanotrofio, e io non voglio, non voglio tornare la, voglio restare qui, tu sei cosi buono con me.-
Sospiro:
-Ascoltami bene Rose, tu non devi aver paura di questo, qualunque cosa accadrà io non ti abbandonerò. Io sono tuo padre adesso, ti voglio bene, qualunque cosa farai io non smetterò di volerti bene. Io non ti lascerò mai più sola.-
-E' una promessa ?-
-E' una promessa.-
Rose sorride e per la prima volta mi da una bacino sulla guancia:
-Grazie papà.-
Mi si scalda il cuore, finalmente mi ha chiamato papà:
-Mi hai chiamato papà Rose, mi hai chiamato papà.-
-Si, tu sei mio padre.-
La sollevo sulle mie braccia e la faccio volare, voglio urlare questa notizia a tutto il mondo, voglio andare a dirlo a tutti, voglio che tutti sappiano che ora sono un padre, Rose mi ha finalmente accettato come un papà, non più come un semplice tutore.
La appoggio per terra e le dico:
-Dobbiamo festeggiare Rose, sai che facciamo ora ? Facciamo un bel bagnetto e poi ci facciamo un bel giro in città ci stai ?-
-Si.-
-Bene, allora adesso pulisco qui, dopodichè ti preparo il bagno, tu aspettami in salotto, ti chiamo quando è pronto.-
Rose annuisce e se ne va a giocare nell'altra stanza, mentre io prendo la scopa e mi metto a pulire la stanza dai vetri. Sono veramente felice che Rose finalmente mi chiami papà, tuttavia sono anche molto preoccupato per quello che mi ha detto. Quell'orfanotrofio già non mi convinceva prima, figuriamoci adesso, chissà cosa le hanno fatto per farla spaventare fino a quel punto, purtroppo finchè Rose non mi dice cosa è avvenuto io non posso farci niente. Quella bambina ha già sofferto abbastanza, e io non voglio che debba rivivere quelle sensazioni, dovrò trovare il modo di farmelo raccontare, ma senza spaventarla, per evitare che si possa chiudere a riccio.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Nuovo capitolo, c'è qualcosa che puzza all'orfanotrofio, ma cos'è ? Che è capitato a Rose ? Come reagiranno gli altri amici e familiari di Warren appena sapranno che ha adottato una bambina ? Come si svilupperà il rapporto tra Warren e la bimba, lo scoprirete (forse) nel prossimo capitolo.
Critiche e recensioni ( se non offensive) sono sempre gradite perchè aiutano a migliorarsi

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Capitolo 5
*** Una bambina speciale ***


CAPITOLO 5  UNA BAMBINA SPECIALE


POV WARREN


E' la prima volta che faccio il bagno a Rose, ammetto di essere imbarazzato e maldestro nel mio tentativo di lavarla. Per fortuna Rose riesce a lavarsi quasi completamente da sola e non ha molto bisogno del mio aiuto, sono sempre molto colpito dal suo grado di indipendenza, per una bambina di soli 4 anni e mezzo è straordinario, molto maggiore rispetto a quello degli altri bambini della sua età. Credo che sia dovuto all'orfanotrofio, in quei posti devi crescere molto più in fretta rispetto agli altri, bambini, devi saper badare a te stesso perchè nessuno baderà a te.
Dopo averla lavata usciamo, voglio far divertire Rose, la prendo e  la metto sul seggiolino delle mia bici e la scarrozzo in giro cosi, lei sembra divertirsi e mi chiede:
-Papà, un giorno mi insegnerai ad andare in bici ?-
-Lo farò.-
Farei qualsiasi cosa per lei,  voglio che non pensi più alla possibilità che io possa riportarla indietro, deve capire che io le voglio bene sempre e comunque,  decido di portarla alle giostre, ce ne sono alcune in un parco proprio dietro il centro commerciale di New Arcadia Bay:
-Eccoci Rose, scegli la giostra su cui vuoi salire.-
Lei mi chiede timidamente:
-Quanti giri posso fare ?-
Le sorrido:
-Tutti quelli che vuoi tesoro.-
-Wow, voglio salire su quella.-
Rose mi indica la classica giostra coi cavalli:
-Bene.-
Compro i biglietti e aiuto Rose a salire sul cavallo:
-Eccoci, ora divertiti, io ti guardo da qui.-
-Tu non sali ?-
-Oh no, questo gioco è solo per i bambini.-
La giostra comincia a girare, e io decido di guardare Rose stando comodamente seduto in una panchina che si trova proprio di fronte alla giostra. Rose sta sorridendo, ne sono molto felice, spero che ormai abbia capito che io non ho alcuna intenzione di riportarla indietro, mai, neanche se dovesse dare fuoco alla casa. E come potrei ? Lei è diventata il centro del mio mondo ,farei tutto per un suo sorriso, spero di essere entrato definitivamente nel suo cuore, perchè lei ormai è entrato nel mio, è incredibile come in pochi giorni un bambina possa cambiare cosi tanto la tua vita.
I miei pensieri vengono interrotti da una voce femminile:
-Quale di quei bambini è suo figlio ?-
Mi giro verso di lei per guardarla meglio,  è una donna, avrà circa 40 anni, con gli occhi marroni e i capelli castani, magra, sembra che voglia fare conversazione in attesa che la giostra finisca il suo giro
-Lei.-
Le indico Rose e lei mi sorride:
-E' molto carina, deve esserne proprio fiero.-
-Lo sono.-
-La mia invece è quella li, capelli neri e occhi verdi.-
-E' molto carina anche la sua.-
Il mio complimento sembra averla riempita di orgoglio:
-Grazie, Emily è la mia gioia più grande, certo, a me e a mio marito costa una grande fatica, si fanno sacrifici, ma si viene anche ricompensati.-
-Già.-
Visto che sono con un mamma, decido di chiedergli se conosce un buon asilo qui nella vicinanze, e lei mi risponde in una maniera sorprendente:
-Oh, Emily non va a scuola, noi pratichiamo, l'homeschooling, l'educazione parentale ovvero siamo noi stessi, io e mio marito ad insegnare a nostra figlia
Sono molto stupito dalle sue parole:
-Ma è legale questa cosa ?-
-Assolutamente, c'è l'obbligo di dare un istruzione ai propri figli, non quello mandarli a scuola-
-E funziona ? Insomma, imparano bene ? Non avranno difficoltà quando dovranno frequentare il liceo o università ?-
-No assolutamente no, recenti studi dimostrano che hanno lo stesso livello di preparazione degli altro ragazzi.-
-Ma come fate per la socializzazione ? Non ha paura che sua figlia cresca senza amici ?-
-Assolutamente no, ci  sono moltissimi modi per socializzare e stare con gli altri.-
-Ma dev'essere una cosa molto faticosa da fare.-
-Beh si, è molto impegnativo, sarebbe opportuno che almeno uno dei genitori non lavorasse.-
Veniamo interrotti dal ritorno delle bambina, Rose viene subito ad abbracciarmi:
-Allora tesoro, ti sei divertita ?-
-Si.-
Vedo la signora che era seduta di fianco a me allontanarsi facendomi un gesto di saluto al quale io rispondo.
Ammetto che le parole di quella signora mi hanno incuriosito, insegnare alla bambina, restare tutto il giorno con lei, mi piacerebbe molto. Beh è una prospettiva interessante, però non lo so, forse dovrei informarmi meglio, chiedere in giro, non so se sia una cosa fattibile, ma ci penserò dopo, ora concentriamoci su Rose:
-Dimmi, c'è qualche altra giostra che vuoi fare ?-
La piccola si guarda intorno poi mi chiede:
-Papà, provi a vincere un peluche per me ?-
Rose mi indica la bancarella del tiro a segno, le accarezzo la testa e le rispondo:
-Tesoro non posso, non sono capace, non ho mai preso in mano un arma in vita mia, di sicuro non prenderei nessun bersaglio.-
-E perchè non l'hai mai fatto ?-
-Perchè le armi sono una delle cose più brutte di questo mondo, le armi uccidono le persone, e quindi non mi piace averle in mano, neppure una finta.-
-Oh, va bene.-
Sono contento che la piccola non abbia fatto storie:
-Papà, io ho fame, possiamo andare a mangiare da qualche parte ?-
Guardo l'orologio e mi accorgo che si è fatto tardi, ormai è ora di mangiare:
-Certo tesoro, ora ti porto in un posto che per papà significa molto.-
Decido di portarla a mangiare un boccone al Two Whales, è giusto che Joyce mia figlia.
Una volta dentro ci accomodiamo in uno dei tavoli e aspettiamo che Joyce prenda le ordinazioni, il locale è cambiato in questi ultimi anni, il proprietario è diverso, e il ora è molto più curato e moderno, l'unica cosa che non è cambiata è Joyce che lavora ancora qui. Sono un pò nervoso, mi aspetto un rimprovero, una sgridata, non mi sono fatto sentire per giorni, e ora mi presento qui con una bambina:
-Joyce, vai tu a prendere le ordinazioni per il tavolo 5
-Va bene.-
Joyce esce di fretta dalla cucina e si avvicina al mio tavolo per prendere le ordinazioni, non appena mi vede mi saluta subito con gioia:
-Warren, ma dov'eri finito ? Saranno quasi due settimane che non ti vedo, perchè non sei passato a trovarmi qualche volta.-
-Ecco, i-io ho avuto dei problemi, io e Brooke ci siamo lasciati ecco...-
-Ancora ? Warren te l'ho detto un sacco di volte che lei non è la ragazza giusta per te, inoltre....-
Joyce si accorge solo ora della presenza di Rose nel tavolo:
-Scusami Warren, ma chi è questa bambina che è qui con te ?-
-Lei è Rosemary, mia figlia, l-l'ho adottata qualche g-giorno fa, o-ora vive con me.-
Joyce fa una faccia scioccata:
-C-che cosa ? T-tu hai adottato una bambina ? E quando ? Perchè ? Ma hai pensato alla conseguenza di quest'azione ?-
Le rispondo in maniera ferma:
-E' accaduto per caso, non avevo intenzione di adottare, ma poi casualmente ho incontrato lei, e-e non so,  mi sono sentito in qualche modo legato a lei, ho sentito che quella sarebbe stata la cosa giusta da fare. So bene che non sarà affatto facile crescerla, educarla, so che sbaglierò, che farò degli errori, so che per molti è una decisione illogica, ma è quello che sentivo di dovere fare, è quello che voglio fare, io le voglio bene, e voglio che cresca felice.-
La bimba sorride a Joyce e le chiede:
-Ciao, io sono Rose, tu chi sei ?-
Joyce resta a guardala attentamente per qualche secondo e poi lascia cadere il blocchetto per le ordinazione e dice in maniera sconnessa:
-M-Max, t-tu sei Max.-
-No, io non  sono Max, sono Rose.-
Sorrido pensando alla sua ingenuità, anche Joyce dopo essersi calmata sorride:
-S-scusami piccola è-è- che mi ricordi una cara persona che conoscevo. Comunque io sono Joyce e sono molto felice di conoscerti.-
-Anche papà me lo disse,  la prima volta che ci incontrammo mi disse che assomigliavo a una persona a lui cara, ma che ora sta in cielo. Si chiamava Max, non è vero ?-
-Già, si chiamava cosi.-
Joyce le sorride:
-Va bene, allora cosa vi porto ?-
-Allora Joyce, a lei portale il menu per bambini, mentre a me invece portami uno dei bei hamburger che sai fare tu.-
-Va bene.-
Pochi minuti dopo Joyce ci porta il mosto cibo e so ferma a fare quattro chiacchiere con noi, soprattutto con la piccola:
-....e dimmi piccola, ti piace il tuo papà ? È bravo con te ?-
-Si, non potevo desiderare un papà migliore.-
Sorrido e la guardo estasiato, com'è cambiata rispetto ai primi giorni. Ora è molto più felice e vivace, ha perso un pò la formalità dei primi tempi, ora sembra più bambina e meno adulta. Ne sono molto felice:
-Dimmi Warren, hai già scelto l'asilo dove mandarla ?-
-No, a essere sincero ancora no. Sai, stavo pensando che forse potrei insegnarle io, sai, darle un tipo di educazione parentale, l' homeschooling, dopotutto, ho un sacco di tempo libero, potrei seguirla nel suo percorso di crescita meglio di chiunque altro.-
-Mmmh, sei sicuro che sia una cosa fattibile ? Insomma, tu puoi fare una cosa del genere ? Sei sicuro di riuscire a insegnarle ?.-
-Beh si, ho l'abilitazione per l'insegnamento, non sarebbe un problema, però....non lo so, non so se è il metodo migliore per lei. Tu che mi consigli ?Joyce si alza dal tavolo e con sguardo serio mi dice:
-Devi saperlo tu cosa sia meglio per tua figlia. Io non posso dirti quello che è giusto fare. Sei tu che devi decidere, guarda dentro il tuo cuore, sono sicuro che dentro di esso troverai la risposta giusta. Ora scusatemi, ma devo tornare in cucina, ma voi tornate a trovarmi presto..-
Joyce saluta con un cenno, io vado a pagare e poi usciamo, mentre saliamo sulla bici ripenso a quanto mi ha detto Joyce, non mi aspettavo proprio la sua reazione, ero convinto che Joyce avrebbe criticato aspramente quella soluzione e invece no, ha voluto responsabilizzarmi, però sono ancora confuso e indeciso.
Ha ragione, le decisioni per Rose devono essere solo mie, io però non so cosa fare, forse la cosa migliore da fare è innanzitutto chiedere a Rose cosa ne pensa e poi magari agire di conseguenza:
-Ascolta Rose....-
-Che c'è papà ?-
-Tu lo sai vero che dovrai ricevere un istruzione vero ?-
Annuisce:
-E sai anche che quasi tutti i bambini vanno a scuola vero ?-
-Si.-
-A te piacerebbe andarci ? Vorresti andare in quei posti ? Conoscere altri bambini, imparare le cose, disegnare ? Oppure preferiresti restare a casa con me ? Preferiresti che fossi io a insegnarti a contare, a leggere, a scrivere ?-
-E-ecco i-io preferirei restare con te papà. P-però f-farò qualunque cosa tu voglia.-
-Ne sei sicura ? In quel caso non potresti conoscere gli altri bambini, non potresti giocare con loro, non sono nemmeno sicuro di essere un bravo insegnante.-
Lei mi sorride:
-Forse potremmo provare e vedere come va.-
Rispondo al suo sorriso:
-Vedremo cosa si potrà fare tesoro. Ora andiamo a casa-
Una volta tornati a casa Rose si precipita subito a finire un disegno che ha iniziato ieri, io mi siedo di fronte a lei e inizio a leggere un libro. Dopo pochi minuti di lettura sento squillare il telefono:
-Pronto ?-
-Il signor Graham ?-
-Si chi è ?-
-Sono la signora Baster, l'assistente sociale, volevo avvisarla che mercoledì prossimo alle ore 16:00 sarò a casa sua per il primo dei nostri incontri riguardanti la bimba, Per lei è un orario accettabile ?-
-Certo ?-
-Benissimo, allora ci vediamo mercoledì, buona serata.-
-Anche a lei.-
Ottimo, così potrò parlare dei mie dubbi su quell'istituto, torno al tavolo e noto lo sguardo di Rose fisso sul libro la sento pronunciare a bassa voce, una frase quasi incomprensibile.-
-I-il s-si-gn-nare d-degli a-m-elli.-
-Rose c'è qualcosa che non va ?-
-Volevo sapere che libro stessi leggendo, ma per non disturbarti stavo cercando di leggere il titolo del libro. Il Signare degli amelli-
Ciòè non posso credere a ciò che sento, nonostante due piccoli errori Rose ha letto il titolo del libro le chiedo:
-Vuoi dirmi che tu sai leggere ?-
-S-si, cioè no, ho imparato solo a riconoscere qualche lettera e a leggere qualche parola, però non riesco ancora a leggere bene.-
-Ma è straordinario Rose, non conosco nessun bambino che all'età di quattro anni è in grado di leggere. Ma dove hai imparato ? Come hai imparato ?-
-Me l'ha insegnato la signorina Shelby, era una delle nostre insegnanti, diceva che ero una bambina speciale, diceva che ero molto intelligente, diceva che ero plu-plus-pludtitata.-.
-Intendi dire plusdotata ?-
-Non lo so, era una parola difficile, ma credo sia quella.-
Adesso capisco molte cose, ho una figlia con una capacità cognitiva superiore alla media, ecco perchè fa i disegni cosi belli, ecco perchè è più indipendente, ecco perchè ha quasi imparato a leggere. Questo mi da una valida motivazione in più per non mandarla a scuola, i bambini plusdotati hanno problemi nel relazionarsi in una scuola, hanno i loro tempi e i metodi, ci penserò dopo, ora voglio sapere fino a  che punto si è spinta Rose:
-E sai anche scrivere ?-
-Soltanto il mio nome. La signora Shelby voleva insegnarmi anche quello, ma non è stato possibile.-
-E come mai ?-
-Non lo so, un giorno l'ho sentita litigare con la signora Werstroom, da allora in poi non l'ho più vista. La signora Werstroom ha detto che aveva trovato un'altro lavoro, mi è dispiaciuto tanto, mi piaceva come insegnante.-
-E di cosa litigavano ?-
-Non lo so.-
Le voce di Rose si è fatta triste, credo che sappia più cose di quanto non mi abbia detto, in quell'orfanotrofio succede qualcosa di veramente strano, dovrò parlarne con l'assistente sociale che verrà a far visita a me e a Rose, ma a questo penseremo quando arriverà.
Decido di provare ad insegnare qualcosa a Rose, mi alzo dal divano e vado a prendere sulla mia libreria una copia facilitata per bambini del "Pinocchio" di Carlo Collodi, il libro con cui ho praticamente imparato a leggere, voglio vedere il suo livello di preparazione:
-Che ne dici Rose, vuoi provare a leggere questo libro insieme a me ?-
-Ma come papà ?-
-Oh è semplice, tu provi a leggere una paginetta, e l'altra la leggo io,  e non ti preoccupare se sbagli, ci sono io qui a dirti se tutto andrà bene.--
Le porgo il libro e Rose e lei molto lentamente inizia a leggere:
-C'-c'-era u-m-a v-volta....-
-Una volta Rose, si dice una volta, ma continua, che stai andando bene ?-
-Davvero papà ?
-Si continua.-
-U-un Re d-direte v-voi mie p-picoli l-lettori....-
-Bravissima.-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Nuovo capitolo, c'è qualcosa che puzza all'orfanotrofio, ma cos'è ? Che è capitato a Rose ?  Warren sarà un bravo insegnante per la piccina ? Come reagiranno gli altri amici e familiari di Warren appena sapranno che ha adottato una bambina ? Come si svilupperà il rapporto tra Warren e la bimba, lo scoprirete (forse) nel prossimo capitolo.
Critiche e recensioni ( se non offensive) sono sempre gradite perchè aiutano a migliorarsi





 

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Capitolo 6
*** Una domenica particolare ***


CAPITOLO 6  UNA DOMENICA PARTICOLARE
 

Sento la voce di Rose che mi sta chiamando:
-Papà, papà, svegliati.-
Io ancora mezzo assonato le chiedo:
-Mmmh cose c'è Rose ? Perchè non sei a letto ? E' ancora presto per alzarsi, soprattutto  la domenica.-
Lo ammetto, non posso rivendicare il diritto di alzarmi tardi la domenica, in fondo io non lavoro più da anni, però mi è rimasta l'abitudine di dormire fino alle 10:30 almeno l'ultimo giorno della settimana, retaggio rimastomi dai tempi in cui lavoravo come uno schiavo fino al sabato. E' una brutta abitudine lo so, ma non riesco a perderla:
-Papà, dobbiamo prepararci, dobbiamo andare a messa.-
A messa ? Ma che sta dicendo ? Mi alzo lentamente dal letto e le chiedo:
-Puoi ripetere tesoro ? Credo di non aver capito.-
-Dobbiamo prepararci per andare in chiesa.-
-E perchè dobbiamo andare in chiesa ?-
-Perchè è domenica, la domenica si va in chiesa a pregare e adorare Dio, questo è ciò mi ha detto la signora Werstroom, lei ci portava in chiesa tutte le domeniche.-
-Ah ho capito, beh non ti preoccupare, non dovrai più farlo, non dovrai tornarci mai più, ora tranquillizzati e torna a letto va bene ?-
Con faccia scandalizzata mi dice:
-Ma papà, perchè non vuoi portare li? Perchè non vuoi andare in chiesa ?-
Le rispondo in maniera istintiva, senza pensarci:
-Perchè sono un mucchio di sciocchezze, nulla di quello che ti raccontano li è vero, è solo un modo per condizionarti, sono tutte bugie Rose. Non esiste un Dio, se esistesse non permetterebbe le cose cattive che accadono in questo mondo, se è cosi onnipotente perchè non fa fermare le guerre, la povertà, la fame, le malattie ? Non esiste Rose, e se esiste non gliene frega niente di noi.-
-Come puoi dire queste cose ?-
In lacrime Rose si allontana da me e corre verso la sua stanza, non mi aspettavo questa sua reazione, insomma di solito i bambini si annoiano ad andare a messa, a loro non frega nulla della religione e tutte quelle cose li. Pensavo sarebbe stata contenta di non doverci più andare, e invece no, ha reagito malissimo. Posso capire che le è stato insegnato che andare a messa sia una cosa da fare, però non voglio che creda a quelle cose. Forse la mia risposta è stata un pò eccessiva, avrei dovuto essere più calmo e controllato, ma la rabbia per essere stato svegliato cosi all'improvviso non mi ha fatto ragionare. Sono cresciuto in una famiglia credente, ma non ci ho mai creduto veramente, era bello festeggiare Pasqua, Natale e tutte le festività tutti insieme, ma non ci credevo, si speravo in fondo nell'esistenza un Dio, nell'esistenza un paradiso dove vanno tutti le persone a me care, ma io sono un uomo di scienza, io credo in quello che posso dimostrare. Non ho mai avuto problemi di nessun genere con i credenti di qualunque religione, ma negli ultimi anni sono diventato più intollerante verso di loro, da quando Max è morta non riesco più nemmeno a sperare nell'esistenza di un Dio, non esiste, altrimenti non avrebbe permesso il tornado di Arcadia Bay. Però è meglio che vada di sopra a chiarire con Rose, salgo fino in camera sua, dove sta piangendo a dirotto sul suo letto
-Ehi Rose, posso entrare ?-
Lei annuisce, io mi avvicino lentamente a lei e gli chiedo:
-Rose, lo so che sei arrabbiata, ma vuoi spiegarmi perchè ? Non dirmi che ti diverti ad andare in chiesa, a stare tutto il giorno li
-E' vero, io  spesso mi annoio a messa, e non riesco a capire perchè bisogna fare tutte quelle cose. I-io non lo so se D-dio esiste, so-solo che l'ho pregato tante volte, tutte le sere prima di dormire, come mi ha insegnato la signora Werstroom, gli chiedevo sempre di mandare qualcuno che sarebbe venuto a portarmi via dall'orfanotrofio, e alla fine le mie preghierine sono state ascoltate, sei arrivato tu.-
Come ho fatto a  non pensarci ? E' come se avessi detto alla bambina che Babbo Natale non esiste, ho sbagliato a comportarmi cosi, non dovevo dirle quelle cose, distrutto dal dolore mi avvicino a lei molto lentamente:
-E' per questo che ci tieni tanto ad andare in chiesa ?-
Lei annuisce. Ora capisco come mai ci tenga cosi tanto ad andare in chiesa, vuole ringraziare Dio per averci fatto incontrare, vorrei dirle che in realtà  è stata solo un'assurda concatenazione di  eventi, ma non posso, primo perchè non mi crederebbe mai, secondo, se le faccio credere a Babbo Natale, al Coniglio Pasquale e alla Fatina dei denti, che diritto ho per non farle credere anche a Dio ? Così e le dico:
-Va bene, su andiamo, ti ci porto.-
-Davvero ?-
-Si, prepariamoci e andiamo.-
Ora devo anche pensare a dove portarla, di sicuro non in una Chiesa Cattolica, non mi piace per nulla quella dottrina, decido quindi di portarla nella chiesa protestante della città, per la precisione quella in cui predica il padre di Kate, lei una volta mi disse che suo padre venne a predicare qui con la sua famiglia. Guardo su internet gli orari delle sue messe, e vedo che c'e n'è una  che inizia tra poco.
Arrivati alla chiesa ci sediamo in una delle panche che si trovano in fondo ad essa, io non faccio altro che annoiarmi per tutto il tempo. Che palle, perchè devo stare qui a sentire un tizio che mi parla di cose avvenute più di duemila anni fa ? Se la cosa mi interessasse veramente mi sarei comprato una Bibbia e l'avrei letta da solo, senza bisogno di andare in chiesa. Cioè, per carità, ammetto che la storia di Gesù è molto bella, molto interessante e che una persona ne può trarre insegnamento, e anche l'idea che Dio salverà tutti è molto confortante, ma che bisogno c'è di andare in chiesa a pregare ? Non potrei semplicemente farlo in casa mia ? Bah, ci sono certe cose che non capirò mai, e poi tutti questi riti boh, a me sembrano solo inutili, però sono belli i momenti in cui la gente canta tutta insieme.
Finalmente è finita, prendo per mano Rose e cerco di arrivare velocemente in auto quando sento una voce che mi chiama:
-Warren ? Warren Graham qui, in una chiesa ? Questa proprio non me l'aspettavo.-
Mi giro e vedo che la voce proviene da Kate:
-Oh ciao Kate, come stai ? E' da un pò che non ci si vede.-
-Già, sai com'è, tra lavoro e volontariato non ho molto tempo libero. Ma dimmi, tu cosa ci fai qui in chiesa ? Credevo che tu fossi ateo.-
-Infatti lo sono, ma questa bella bambina vuole venire in chiesa tutte le domenica, e cosi...-
Le indico Rose e lei le sorride
-E dimmi chi è questa bella bambina che è con te, una tua nipotina ?-
-No, è mia figlia. L'ho adottata, ed ora vive insieme a me-
La faccia di Kate è sconvolta:
-Wow, e quando hai preso la decisione di adottarla ?-
-Un paio di settimane, sono capitato per caso nel suo orfanotrofio, ci siamo incrociate e non lo so, tra noi è nato subito una specie di legame e ho deciso di prendermi cura di lei, di crescerla e di educarla.-
Kate mi sorride e si rivolge a Rose:
-Come ti chiami piccina ?-
-Sono Rose, tu chi sei.-
-Molto piacere, io sono Kate, la figlia del pastore, nonchè vecchia amica e compagna di scuola di papà.-
-Oh, sei veramente la figlia del pastore ?-
-Si.-
-Allora posso chiederti una cosa nell'orecchio ?-
-E perchè ?-
-Non voglio che papà senta.-
Kate sorride:
-Va bene.-
La piccola si avvicina e le dice qualcosa nell'orecchio, non appena ha finito Kate le risponde:
-No, non ti devi assolutamente preoccupare di questo piccola. Il tuo papà è una brava persona, onesta, leale, sincera e altruista, Dio ama quelle persone, anche il tuo papà non crede avrà comunque il suo posto in paradiso.-
-Meno male.-
Rose tira un lungo sospiro di sollievo e poi si allontana per guardare più da vicino degli uccellini che mangiano delle briciole poco distanti da noi
-Ma che ti ha chiesto ?-
-Oh niente di che, mi ha solo chiesto se anche tu, quando sarei morto saresti andato in paradiso nonostante tu non creda.-
-Ora capisco.-
-Già, ma dimmi Warren, adesso che intenzioni hai ? Verrai qui tutte le domeniche ?-
-Finchè Rose lo vorrà, verremo sempre qui, io non la ostacolerò, ma nemmeno incoraggerò la sua fede. Senza offesa ma non voglio che creda in un essere fantasioso.-
Offesa Kate mi dice:
-Ah è cosi io per te sarei una povera ingenua, demente ? Ti farebbe schifo se tua figlia da grande diventasse cristiana come me ?-
-No, no, quello non centra nulla, mi sono espresso male, è che non voglio che cresca bigotta e infarcita di assurdi dogmi come molta altra gente, che poi va a rompere le scatole dicendo cosa sia giusto fare in nome di un Dio.-
-Ma quelli non rappresentano minimamente i principi che ci ha lasciato Gesù, lui parlava di amore, uguaglianza, fraternità e rispetto. Chi discrimina qualcuno per il suo orientamento sessuale, e per tante altre cose, sono ipocriti, e gli ipocriti erano tra le categorie di persone che più detestava.-
-Lo capisco ma non vorrei diventasse come uno di loro.-
Kate mi sorride:
-Lo capisco Warren, sei solo preoccupato per lei, vuoi solo il meglio per lei, come un bravo padre dovrebbe fare.Quella che tu stai facendo è una cosa molto bella Warren, un bellissimo gesto d'amore e di carità, adottare una bambina senza genitori, è molto nobile da parte  tua.-
-Io vorrei solo essere un buon padre per lei, ho sempre desiderato dei figli, ma non ho mai trovato la donna giusta da quando....beh lo sai.-
Tra noi cala il silenzio, parlare di Max con Kate è complicato, lei è stata una delle persone che ha sofferto più di tutti per la perdita di Max, era una delle sue migliori amiche, una delle poche che la capiva, è riuscita a superare i lutto solo tramite la preghiera, questa è una cosa che invidio ai Cristiani, spesso appellandosi al loro Dio riescono a superare e ad accettare lutti spesso molto dolorosi:
-Si lo so, da quando lei è andata tra le braccia di Dio, non siamo più stati gli stessi.-
Le rispondo stizzito:
-Non è tra le braccia di Dio, i suoi resti saranno dispersi chissà dove.-
Mi accorgo di essere stato irrispettoso, cosi mi scuso subito con Kate:
-No, scusami Kate, non volevo essere offensivo, ma io non ce la faccio, proprio non ce la faccio a credere che ora si trovi nel paradiso, non ce la faccio, mi sembra assurdo, io credo nella scienza, e la scienza dice che se una persona muore è finita, basta. Un pò ti invidio sai, vorrei credere anch'io che ora lei si trovi in un posto bellissimo, ma non ci riesco. La mia mente logica rifiuta di crederci, se esiste un dio, perchè avrebbe permesso a una cosi giovane ragazza di morire di quella maniera ? Perchè ? Che Dio permetterebbe questo ?-
Kate mi appoggia una mano sulla spalla e si limita semplicemente a dirmi:
-Io non posso insegnarti a credere Warren, è una cosa che devi sentire tu, dentro di te, devi sentire la voce di Dio dentro di te, io non posso dirti nulla riguardo ciò. Posso solo dirti che a me e non solo a me la fede mi ha aiutato a superare tanti brutti momenti, mi ha aiutato a essere una persona migliore, io non voglio fare proselitismo Warren, ma penso che per una persona sensibile come te possa essere di grande conforto. Tu sei una persona molto buona, intelligente, onesta e capace, non hai certo bisogno di me per sapere quello che devi fare, cosa sia giusto fare. L'unica cosa che ti posso dire è, tieni aperto il tuo cuore a Dio.-
Io ancora scocciato dico:
-Anche se esistesse, come faccio ad aprire il mio cuore a Dio ? Lui si è preso Max, come faccio a perdonarlo ? Come faccio a fidarmi di lui ?-
Kate mi risponde in modo più deciso:
-Hai ragione, ha preso con se Max, ma ti ha dato Rose, pensaci, quella bambina è un dono di Dio, chissà forse vi ha fatto incontrare per restituirti qualcosa. Guardala, le assomiglia tanto, io non credo nelle coincidenze Warren, io credo che ci sia un disegno dietro a tutto questo. Insomma, quante possibilità avevi di incrociare in un orfanotrofio in cui sei capitato per caso una bambina che assomiglia in tutto e per tutto a Max ? Vedila cosi Warren, Dio ti ha tolto una persona a te molto importante, ma te ne ha inviata un'altra che probabilmente lo sarà ancora di più.-
Le sue parole mi colpiscono più di quanto io stesso voglia ammettere
-Ci penserò Kate, ora  scusami da dobbiamo andare.-
Prendo Rose per mano e ci allontaniamo, ma prima mi giro e le dico:
-Scusami per prima, sono stato uno sciocco, sarei molto contento se mia figlia diventasse come te, sensibile, onesta, altruista.-
-Grazie Warren.-
Parcheggio l'auto poco distante da casa mia e raggiungiamo la casa a piede, ho ancora in testa le parole di Kate e sono un pò distratto, vengo riportato alla realtà da Rose che mi indica una persona davanti alla nostra porta:
-Papà, chi è quella persona davanti alla porta di casa ?-
Oh no, è mia madre, ma che ci fa qui ? Ora si che sono nei  guai, cavolo, ora come le spiego che è diventata nonna ? Come le dico che ho adottato una bimba senza dirgli niente ? Se la prenderà con me, lo so. Cavolo sta per arrivare il momento che più temevo da  quando ho adottato Rose, spiegarlo a mia madre. Beh prima o poi doveva arrivare, via il dente, via il dolore, non mi importa se non mi approverà, se mi urlerà, se mi disconoscerà, questa è una mia decisione e non tornerò indietro:
-Quella è tua nonna Rose, mia mamma.-
Alla piccolina si illuminano gli occhi:
-Una nonna, ho una nonna.-
La piccola sta per correre ad abbracciarla, ma io la trattengo:
-Perchè mi trattieni papà ?-
-Beh, perchè la nonna non sa ancora  nulla di te, non è meglio se prima vi presentata come si conviene.-
-Oh va bene.-
E' un pò delusa poverina, è cosi ansiosa di conoscere il un altro membro della sua famiglia, ma meglio fare tutto per gradi.
Mamma è distratta, cosi sono io a richiamare la sua attenzione:
-Mamma, che ci fai qui ?-
-Una madre adesso non può nemmeno venire a trovare il proprio figlio ?-
-Beh si, ma potevi avvisarmi e dirmi che saresti passata.-
-Volevo farti una sorpresa, comunque dov'eri ?-
Ecco ci siamo, è arrivato il momento della verità:
-Sono andato a messa.-
Mia madre mi fissa coi suoi occhioni marroni:
-Tu a messa ? Ma Warren tu sei ateo.-
Sospiro:
-Si, ma la bambina ci teneva tanto.-
-Che bambina ?-
Rose che è rimasta dietro la mia gamba per tutto il tempo ora fa un passo in avanti:
-Lei, ti presento Rosemary Graham, ha 4 anni, ed è tua nipote.-
-Ciao nonna.-
Gli occhi marroni di mia madre si spalancano, il suo respiro di fa affannoso:
-Ho-ho bisogno di sedermi ?-
Mia madre si appoggia e si siede nella sedia dove inizia a respirare affannosamente, non è più giovanissima e ogni tanto il suo cuore fa qualche bizza, purtroppo mia madre mi ha avuto tardi. Una volta ripresasi mi chiede delle spiegazioni:
-Ora mi spieghi tutto.-
-D'accordo, Rose, vai pure di la a  giocare, ora io e la nonna dobbiamo parlare di cose da grandi
Accompagno dentro mi madre, molto tranquillamente le racconto tutto ciò che è avvenuto nelle settimane precedenti, lei ascolta pazientemente finchè non interviene:
-Perchè non mi hai detto niente ?-
-Come ?-
-Perchè non mi hai detto nulla di questa tua scelta ? Perchè non mi hai reso partecipe della cosa ? Perchè non me ne hai parlato prima ?-
-Ti ho già detta è stata una decisione improvvisa, ho fatto quello che il mio cuore mi diceva.-
Alterandosi mi dice
-Ho capito Warren, ma tu hai la più pallida idea di quanto sia difficile crescere una bambina ? Hai idea di quanto sia complicato ? E da solo poi, non hai nemmeno una moglie che ti possa aiutare...-
A quel punto sono io ad alterarmi con lei:
-Oh insomma basta mamma, ho provato a cercare una donna, ma è inutile, non ce n'è nessuna che riesce ad accendermi il cuore. Io sono in grado di crescere Rose anche da solo, certo non sarà facile, ma ce la farò. Cosa dovrei fare per te ? Rimandarla indietro ? No, non lo farò, che tu sia non sia d'accordo con la mia scelta, lo so ho sbagliato anch'io, avrei dovuto dirtelo prima, ma avevo paura di te. Quindi che ne dici se ci mettiamo una pietra sopra e ti faccio conoscere tua nipote, lei già ti vuole bene.-
Mamma sorride:
-Sai una cosa Warren ? Sei cambiato, ti vedo diverso dall'ultima volta che ti ho visto, eri depresso, apatico, non c'era nulla che ti smuovesse, insomma eri una larva. Ora invece ti vedo più sereno, felice e soprattutto più interessato, si vede che avere Rose con te ti fa bene. Dai vai a chiamarla, non vedo l'ora di conoscerla.
Sorrido e vado a prendere Rose:
-Dai Rose vieni, la nonna ti vuole conoscere.-.
La bambina va subito ad abbracciare sua nonna:
-Ciao nonna, sono tanto felice di conoscerti.-
Mia madre e Rose iniziano a parlare e a conoscersi, Rose è cosi contenta di avere una nonna. Quando parlano mi sembra quasi che si assomiglino, come se avesse qualcosa in comune, bah, sarà una mia impressione.
Restiamo insieme per qualche ora, finchè alla fine mia madre deve tornare a casa, prima che se ne vada però facciamo un discorsetto:
-Sei veramente fortunato Warren, quella bambina è un dono del Cielo.-
-Questa frase me l'hanno già detta oggi....-
Dico passivamente:
-No, non è uno scherzo, è allegra, solare, dolce, rispettosa, pensa,  non solo è rimasta tutto il tempo ad ascoltare le storie della nostra famiglia, ma ha preteso di saperne ancora di più.-
-Beh è naturale, ovvio che le piacciano le storie di famiglia, non ne ha mai avuta una.-
Mia madre mi sorride:
-Beh mi sbagliavo Warren, hai fatto un bellissima cosa, non posso immaginare questa bimba in un orfanotrofio, mi ha parlato molto di te sai. Sarei un bravo papà.--
-E tu una brava nonna.-
Ci abbracciamo e lei saluta Rose:
-Ciao piccola.-
-Ciao nonna, torna a trovarmi.-
Sorridente le risponde:
-Certo
Io dico a Rose
-Allora, ti sei trovata bene con la nonna ?-
-Si non vedo l'ora che torni a trovarmi.-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Voglio dire due cose su questo capitolo, mi rendo conto di aver toccato un tema particolare, ovviamente Rose è troppo piccola per conoscere tutti i dogmi e le varie cose della Chiesa solo un infarinatura di cose molto in generale datele dalla Werstroom. Ah, naturalmente questo capitolo non vuole fare propaganda di nessun genere, non vuole convincere gli atei a diventare cristiani o viceversa, è solo è una storia, prendetela per quello che è, di ma era un argomento che mi andava di trattare, l'unica cosa che voglio comunicare è quello di non abbandonarsi ai pregiudizi, ne dall'una ne dall'altra parte.

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Capitolo 7
*** Una sorpresa di Natale ***


CAPITOLO 7  UNA SORPRESA DI NATALE

Sono passati alcuni mesi da quando ho adottato Rose, e per la prima volta dalla morte di Max mi sento felice, mi sento come se la mia vita avesse finalmente uno scopo, come se finalmente tutto andasse per il verso giusto. Questa bambina ha cambiato radicalmente la mia vita, mai, mai avrei pensato che sarebbe stato tornare ad essere cosi felice e sereno, e soprattutto mai avrei pensato che sarei riuscito a provare un amore cosi grande e sconfinato per quella piccola. Certo, non è stato facile, non sempre sono sicuro di prendere le decisioni giuste per lei ma sono felice.
Lei è riuscita a farsi benvolere da tutti, ora siamo qui e stiamo quasi per festeggiare il nostro primo Natale insieme, noi due da soli, purtroppo mia madre è rimasta nella mia città Natale e Luke passerà il Natale dalla sua famiglia, non importa, bastiamo noi due da soli. La cena di Natale è quasi pronta, tra poco io e Rose mangeremo un bel tacchino e poi passeremo la serata a guardare i classici Disney, almeno finchè lei non si addormenterà. Mi riposo un attimo sul divano e intanto ripenso a tutti i bei momenti che io e Rose abbiamo passato insieme in questi mesi:

FLASHBACK

Rose è caduta per l'ennesima volta dalla bicicletta, sto cercando di insegnarle ad andare in bici, ma la cosa è più difficile di quanto pensassi, la stessa Rose sfiduciata mi dice in lacrime:
-E' inutile papà, non sono capace, non ce la farò mai.-
-Si che ce la farai tesoro, ce l'hanno fatta tutti, non vedo perchè tu non ci debba riuscire.-
-M-ma io...-
-Ascoltami Rose, tu devi soltanto credere in te stessa, devi essere convinta di potercela fare. Deve essere sicura di potercela fare, se lo sarai, niente ti sarà precluso, questa regola non vale solo per la bici, ma anche per la vita. Ora che ne dici, vuoi riprovare un'altra volta -
Rose annuisce e decisa si rimette sul sellino, io la tengo la dietro:
-Rose, ricorda, per rimanere in equilibrio sulla bicicletta devi continuare a pedalare, e cosa più importante....-
-Devo credere in me stessa.-
-Esatto. Ora vai.-
Le dò una spinta e Rose inizia a pedalare e finalmente riesce a non cadere:
-Guarda Papà, ce l'ho fatta, so andare in bici, so andare in bici.-
-E' fantastico tesoro, sapevo che ce l'avresti fatta.-
Lei viene verso di me e una volta scesa dalla bici mi abbraccia e mi da un bacino sulla guancia:
-Grazie papà di avermi insegnato ad andare in bici.-
-Io non ho fatto niente tesoro, hai fatto tutto tu, ricorda se credi in te stessa potrai fare qualsiasi cosa.-
Sono molto contento di essere riuscito a insegnare a Rose ad andare in bici, ma ancora di più sono contento di essere riuscito a darle questa lezione di vita.


Il mio pensiero viene interrotto dall'arrivo del nostro gattino arancione che mi sale sulle gambe alla ricerca di coccole, io inizio ad accarezzarlo e ripenso a come l'abbiamo avuto. Me lo ricordo bene, io e Rose stavamo camminando per le vie della città, quando ad un tratto Rose sentì un miagolio molto triste...

 

FLASHBACK

 

-Papà, sento qualcosa provenire da la dietro.-
Proviene da dietro un cassonetto, mi avvicino e vedo un micio di poche settimane che ha una zampa ferita, infatti zoppica vistosamente:
-Oooh, è un gattino papà.-
-Si è un gatto.-
Il micio avanzò verso di noi con un miagolio che sembrava una richiesta di aiuto:
-Dobbiamo portarlo dal veterinario Rose, ha la zampa ferita.-
-Papà,  una volta che verrà curata possiamo portarlo a casa con noi ?-
-Ecco, i-io non lo so Rose.-
-Ti prego papà, non vedi com'è piccolo ? Ha bisogno di una casa, non ha nessuno, ed è anche ferito non possiamo lasciarlo qui o in un canile.-
Non voglio accollarmi un gatto, ma Rose mi fà una faccia implorante e triste, inoltre appare molto felice all'idea di avere un animaletto domestico, cosa che mi  impedisce di dirgli di no:
-Va bene, ma prima bisogna portarlo dal veterinario.-
-Siiii.-
Ora guardo il gatto e gli dico in maniera scherzosa.-:
-Sei stato davvero fortunato Felix, se non ti avessimo visto ora probabilmente saresti morto, ringrazia sopratutto Rose, è merito suo se sei qui, Io non ero contentissimo all'idea di prenderti.-

Il gatto fa uno sbadiglio e poi si dirige verso il suo cuscino per dormire, mentre lo guardo penso che dopotutto è bello avere questa palla di pelo in giro per casa.

 

Mi viene in mente poi la visita dell'assistente sociale in casa, ero teso e nervoso, avevo paura che potevo aver fatto qualcosa che avrebbe costretto la signora a portarmi via la bambina.


FLASHBACK

Sto cercando di aiutare Rose nella lettura di un testo per bambini quando sento suonare il campanello, vado ad aprire e mi ritrovo davanti alla porta una ragazza dai lunghi capelli neri raccolti in una coda di cavallo, porta gli occhiali, indossa una giacca nera sopra una camicia bianca:

-Si buongiorno, desidera ?-

-Mi chiamo Jane Malloy, sono l'assistente sociale, sono venuta qui per la consueta visita di controllo. Devo verificare che la bambina stia bene, che viva in un ambiente sano e stimolante e che sopratutto sia trattata con tutti i riguardi.-

Stupito la invito ad entrare

-Si, certo entri pure, ma mi aspettavo la sua per domani.-

-Si, è vero, ma l'ho fatto per un ottimo motivo, chi mi dice che lei non ha niente da nascondere ?-

-Che intende dire ?-

-Intendo dire, che se fossi arrivata all'ora prefissata lei avrebbe potuto nascondere qualcosa di compromettente, e invece in questo modo, venendo da lei un giorno prima posso fare un analisi veritiera.-

-Capisco, entri pure, non ho niente da nascondere.-

Jane entra in casa e comincia a guardarsi intorno:

-Prego mi segua signorina, io e Rose ci trovavamo di la, le stavo insegnando a leggere.-

Per prima cosa la conduco nella stanza dove mi trovavo con Rose, Jane saluta amorevolmente Rose:

-Ciao Rosemary, io sono Jane, sono persona che è venuta qui a vedere come ti trovi con il tuo papà, se sei a posto e ti tratta bene.-

-Il mio nome è Rose, mai Rosemary, e papà è la persona più buona del mondo.-

-Ne sono certa, ma devo comunque farti delle domande in privata, sempre se sei d'accordo.-

-Uh va bene.-

Io mi allontano e aspetto che abbia finito, dopodichè ,le faccio visitare la casa, una volta finito, mi si avvicina e mi dice:

-Beh che dirle signor Graham, sta facendo un ottimo lavoro, la bambina è pulita, educata, ben nutrita e vive in un ottimo ambiente, stia tranquillo. nessuno le porterà via sua figlia.-

Tiro un sospiro di sollievo:

-Bene, ora mi perdoni, ma c'è una cosa importante che devo dirle.-

-Mi dica.-

-Ecco...io credo che l'orfanotrofio Sacro Cuore maltratti i bambini che ospita.-

Mi guarda in modo 

-Beh ecco vede, quando ho preso Rose con me, lei era molto magra, i medici hanno detto che era denutrita. Inoltre Rose mi ha accennato a delle punizioni che vengono inflitte ai bambini, non ha voluto dirmi di che tipo di punizioni si trattano. Era troppo spaventata, ma io ho paura che siano punizioni corporali.-

Lei sospira e mi dice:

-Si, anch'io ho il sospetto che quel posto non sia a norma, può stare tranquillo, ci penso io, farò le opportune verifiche e se necessario farò chiudere quella struttura.-

-Benissimo, la ringrazio moltissimo, spero di rivederle presto.-

-Anch'io.-

 

Non ho mai più visto quell'assistente sociale, eppure ero convinto che sarebbe tornata. Beh forse in fondo è meglio così, almeno io e Rose non dovremo più preoccuparci ciò e vivremo più tranquilli.

Ammetto che quel giorno ho avuto una paura matta e immotivata che l'assistente sociale l'avrebbe portata via, per fortuna cosi non è stato. La paura più grande che ho avuto è stata qualche sera fa, era notte e stavo camminando con Rose in braccio che dormiva, l'auto si era guastata...

 

FLASHBACK

 

Solo a me, solo a me poteva andare in panne la macchina nel cuore della notte, solo a me, ora mi tocca farmela tutta a piedi, e con Rose in braccio. Per fortuna la nostra casa non  molto lontano da qui, purtroppo però devo passare attraverso una brutta strada, in una zona molto malfamata. Cammino molto velocemente cercando di evitare possibili problemi, ma ad un tratto mi ritrovo davanti un barbone con un coltello di fronte a me, è piuttosto corpulento, e ha una lunga barba nera, porta dei vestiti pesanti ma logori:

-Bene, bene bene, guarda un pò chi abbiamo qui stasera ? Un damerino sicuramente imbottito di denaro, beh è meglio se svuoti le tasche, altrimenti potrei fare del male a te e a lei.-

Io spaventato gli dico:

-D-d'accordo, o-ora ti do tutto quello che vuoi, m-ma per favore, non fare del male alla bambina. Aspetta solo un attimo, la appoggio li -

Appoggio Rose ancora profondamente addormentata in un panchina proprio vicino a noi, e subito dopo tiro fuori il portafoglio e glielo lancio:

-Ecco, prendi pure tutti i soldi  che ci sono dentro, ma ora lasciaci andare.-

-Mmmh bene, ma sai che mi piace anche la tua giacca e le tue scarpe ? Perchè non mi consegni anche quelle ?-

-Stai scherzando vero ?-

-No, ascolta, a me che non ho niente quelle cose fanno molto comodo.-

Non ho scelta, mi tolgo la giacca e la poso per terra quando a un certo punto sentiamo un urlo, una persona esce da un vicolo buio, è cosi imbacuccato che non si riesco a vedere il suo volto, vedo che ha solo un paio di occhi azzurri che esprimono bontà:

-No.-

E' una voce molto rauca, probabilmente è dovuta a un raffreddore:

-L-lascialo stare.-

-Scherzi ? Ma l'hai visto quanti soldi ha questo ? Ci mangeremo per almeno due settimane.-

-S-si, m-ma ragiona, lui ti ha visto in faccia, s-se va alla polizia ci metteranno pochissimo tempo a prenderti, è meglio se gli restituisci le sue cose.-

Lui convinto dalle parole dell'amico mi restituisce le cose:

-Ecco a lei, m-mi voglia scusare, m-ma s-sa la fame e il freddo ci fa fare cose che non faremmo mai.-

Lui fugge immediatamente e io dopo aver preso Rose in braccio voglio ringraziare il signore che mi ha aiutato, ma non appena rialzo lo sguardo vedo che se n'è andato, è sparito, volatilizzato nel nulla, non sono riuscito nemmeno a ringraziare come si deve quella persona, volevo dargli dei soldi, ma nulla è scomparsa. Quella persona mi sembrava familiare, sono abbastanza convinto di aver già visto quella persona, anche se non mi ricordo ne dove ne quando.

 

 

Per quanto riguarda le donne, beh lasciamo perdere, tanto lo so che non amerò mai più nessuna come Max, ma a volte vorrei tanto avere una compagna accanto a me, una persona che ami me e Rose. Grazie a Rose il dolore per la perdita di Max si è molto attenuato, ma non è stato sufficiente. E' bastata una sola foto per mettermi in difficoltà...

 

FLASHBACK

 

Sento Rose venire giù dalle scale e chiamarmi a gran voce:

-Papà, papà.-

-Che c'è tesoro ?-

-Ho trovato questa foto di sopra, ci sei tu e un altra ragazza, mi puoi dire chi è lei ? Sono curiosa.-

E' una foto dei tempi del liceo, una foto scattata da Max, uno nostro selfie, che ritrae me e lei:

-Questa tesoro è una foto scattata dalla mia amica Max, ti ho parlato di lei ricordi ? E' la mia amica che ora sta in cielo.-

Rose la indica nella foto:

-Era lei ?-

Annuisco:

-Era molto bella, eravate molto amici ?-

-S-si lo eravamo.-

In quel momento io scoppio in lacrime, ripenso a tutti i momenti che abbiamo trascorso insieme, hai momenti passati  insieme a cazzeggiare, pochi, ne abbiamo trascorsi insieme troppo pochi.

Preoccupata Rose mi chiede:

-Perchè piangi papà ?-

-Perchè io ne ero innamorato tesoro, l'amavo come un marito che ama sua moglie, come un papà che ama una mamma. Avevo un sogno, avevo il sogno di sposarla, di avere dei bambini come te, di vivere insieme, ma tutto questo non si è mai realizzato perchè lei se n'è andata molto presto.-

-Ma lei ti voleva bene come tu ne volevi a lei ?-

-Non lo so tesoro, non gliel'ho mai chiesto, non gli ho mai detto quello che provavo per lei, ma non credo che mi amasse.-

Rose mi abbraccia:

-Mi dispiace papà, i-io non volevo farti piangere, t-ti chiedo scusa.-

-Non devi preoccuparti Rose, non è colpa tua, mia semmai. E' colpa mia se non riesco a dimenticare una ragazza morta, è colpa mia se penso sempre a lei, è colpa mia se non riesco a innamorarmi delle altre donne.-

-E' questo il motivo per cui non hai una moglie ?-

-Esatto tesoro, però sai, non ho bisogno di una moglie finchè ho te, finchè tu riempi le mie giornata io non sentirò il bisogno di avere qualcun'altro. E tu, non vorresti una mamma ?-

Rose è titubante ma poi risponde:

-S-si, ma finchè sono con te sono felice, non devi trovarmi per forza una mamma, finchè siamo insieme noi due io sono felice.-

-Vieni qui tesoro.-

Ci abbracciamo stretti, convinti che nonostante tutti noi due insieme siamo comunque felici.

 

I miei pensieri vengono interrotti da Rose che mi urla:

-Papà, papà, guarda, nevica.-

-Nevica ?-

Mi avvicino subito alla finestra, è strano che qui ad Arcadia Bay nevichi:

-Non ho mai visto la neve prima d'ora. Posso andare fuori a giocarci papà ?-

-No Rose, fa molto freddo, può venirti un brutto malanno, andremo a giocare fuori, ovvero sarà più caldo. Ma ora vai a lavarti le mani, che tra poco si mangia.-

Io e Rose mangiamo tranquillamente e poi una volta finito ci mettiamo a guardare i film della Disney finchè a un certo punto io e Rose cadiamo entrambi in un sonno profondo.

Vengo risvegliato dal rumore di un tonfo proveniente da fuori:

-Ma cosa...-

Mi alzo e vedo a vedere cosa è accaduto, apro la porta e vedo una persona sdraiata a terra, proprio davanti al mio cancello. Mi abbasso per vederlo in viso, ha la faccia completamente bardata, guardando i suoi vestite noto che è la stessa persona che mi ha salvato dal furto avvenuto poco tempo fa:

-Ehi, si sente bene ?-

-I-io...-

Capendo che adesso non è in grado di rispondere decido di portarlo al caldo in casa mia:

-Non si sforzi, la porto in casa mia, li dentro starà al caldo.-

-G-grazie W-Warren.-

Ma come conosce il mio nome ? Non ci siamo mai visti prima di quella sera, o almeno credo. Lo accompagno in casa e lo aiuto a sdraiarsi delicatamente in uno dei divani. Ha perso conoscenza, deve assere rimasto senza forze a causa del freddo e della fame. prendo una coperta dall'armadio e gliela metto sopra. Una volta fatto ciò gli tolgo la sciarpa e il cappello dalla sua testa, voglio vedere il volto della persona che mi ha salvato.

Quello che vedo mi sbalordisce, è una ragazza, ha dei corti capelli marroni, dei bellissimi occhi azzurri e un nasino grazioso contornato da delle lentiggini. Nonostante i segni del tempo e una lunga è profonda cicatrice che le attraversa la parte destra della faccia non ho dubbi su chi sia questa persona Riconoscere questo volto tra mille, per questo non rimango sbalordito, non riesco a crederci, questa persona dovrebbe essere morta, ma invece è qui, davanti a me:

-Oh mio Dio, i-io sto sognando, non ci posso credere q-questo è-è-è impossibile, q-questa persona è Max, Max Caulfield, la mia amica Max.-




 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ecco, finalmente la svolta a questa storia, probabilmente molti di voi se lo aspettavano, ho deciso di dare un' accellerata alla storia riassumendo alcune scene qui. Cosa è accaduto a Max ? Come si evolverà il rapporto tra lei e Warren  ?

Lo scoprirete forse nel prossimo capitolo. Commenti e critiche (se giustificate) sono sempre accettate perchè aiutano a migliorarsi.

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Capitolo 8
*** Il ritorno ***


CAPITOLO 8  IL RITORNO 

 

In attesa che Max si riprenda, ne approfitto per portare Rose a letto, poi scendo in cucina a prepararle qualcosa da mangiare per quando si sveglierà. Per tutto il tempo non faccio altro che pensare a cosa le sia capitato, dove sia stata per tutto questo tempo. Vorrei correre, urlare fare i salti  di gioia, Max è ancora viva, è tornata e io fino a ieri ero convinto fosse morta, certo, non è in buone condizioni, ma è viva, e questo è l'importante. Viva, viva, ancora faccio fatica a realizzare ciò che è successo, faccio fatica a credere che Max si ancora viva. A un certo punto sento la voce di Max provenire dall'altra stanza, deve essersi svegliata finalmente.

 
POV MAX


Una volta aperto gli occhi la prima cosa che vedo è una lampadario di cristallo che si trova sopra di me, dò una rapida occhiata in giro, a quanto pare mi trovo in un salotto, davanti a me c'è un camino accesso, noto che l'arredamento è piuttosto costoso. Io sono sdraiata su un divano, con una coperta sopra di me, ma non ricordo come sono finita qui:
-Cazzo, m-ma c-cos'è successo ? D-dove sono ?-
-Ti sei svegliata finalmente.-
La voce proviene dalla cucina, mi sembra molto familiare e non appena vedo in faccia la persona rimango stupita:
-W-Warren, s-sei davvero tu ?-
Tra tutte le case proprio nella sua dovevo finire:
-Sono io che dovrei farti questa domanda Max. Sono dieci anni che non ti vedo, ti credevo morta. Comunque si sono proprio io, il Dottor Warren Graham in persona, qui al tuo servizio.-
Non posso fare a meno di ridacchiare:
-Si, sei davvero tu, allora non era un sogno.-
Non sembra essere molto cambiato, sembra essere rimasto il solito allegro ragazzo che conoscevo:
-Che mi è successo Warren ?-
-Ti ho trovata a terra priva di forze davanti a casa mia, cosi ti ho portata in casa mia al caldo, altrimenti avresti rischiato l'ipotermia.-
-Si, ora mi ricordo.-
Con uno sguardo e un sorriso gentile mi chiede:
-Vuoi mangiare qualcosa per rimetterti in forze ?-
Arrossendo gli dico:
-Si grazie mille.-
Lui mi porge un piatto con della minestra dentro:
-Tieni, è brodino di pollo, al momento non sapevo proprio cosa prepararti.-
-Va benissimo.-
 

POV WARREN

 
Max comincia a mangiare il brodo con gusto, dalla foga con cui lo fa sembra che non mangi nulla da giorni. Rimango a guardarla per qualche secondo, nonostante tutto è rimasta bellissima, è bastato rivederla per tornare a essere l'idiota che ero ai tempi del liceo, quello che cercava di fare colpo su di lei, ma ora è il momento di essere seri:
-Max.-
-Si Warren ?-
-Noi due dobbiamo parlare, lo sai vero ?-
Max sospira e dice:
-Si lo so, è giusto cosi, sono stata lontana da qui per troppo tempo.-
-Beh innanzitutto voglio ringraziarti per ciò che hai fatto quella sera, quando sventasti la rapina di quel barbone.-
-Si, ti avevo riconosciuto e non volevo che ti rapinasse. Lo conosco quel tipo sai, l'ho visto spesso alla mensa dei poveri, non è cattivo, è solo affamato e disperato....-
Max fa una pausa e poi tristemente dice:
-Come sono io del resto.-
-Ma dove sei stata per tutto questo tempo ? Cosa ti è successo ? Che hai fatto dopo il tornado ? Perchè non ci hai fatto sapere che stavi bene ? Perchè non ci hai fatto sapere che eri ancora viva ? Tu non hai idea di quanto noi abbiamo sofferto.-
Ho cercato di parlare con voce calma e pacata, ma ad un certo punto non sono più riuscito a controllare le mie emozioni e mi sono infervorato. Al contrario di me, Max parla con un tono di voce, pacato ma colpevole
-Ti ricordi la mia amica Chloe ? Quella punk, con i capelli blu ?-
-Si, ma che c'entra ? Non è morta anche lei nella tempesta ?-
-No, era con me quando la tempesta è avvenuta, ci siamo riparate sulla scogliera del faro, abbiamo visto passare il tornado davanti a noi che devastava la città, ma noi ci siamo salvate.-
Ascolto attentamente il suo racconto:
-Dopo la tempesta abbiamo deciso di  mandare affanculo tutto, di andarcene, di cambiare città, di cominciare tutto da zero, io e lei da sole a Los Angeles.-
-E perchè avete fatto una cosa tanto stupida ? Perchè ve ne siete andate da Arcadia Bay facendovi credere morte? Perchè ? Max, avevi davanti una promettente carriera di fotografa.-
A questa parole Max alza la voce:
-Perchè la amavo Warren, la amavo cosi tanto che ero disposta a seguirla per tutto il paese, lei non aveva nulla per restare qui, voleva cambiare vita. Lo so, a ripensarci ora col senno di poi è facile dire che ho fatto una cazzata, ma in quel momento ero cosi innamorata che avrei fatto tutto per lei.-
A quelle parole rimango di sasso, Max era innamorata di una donna, in questo momento mi sento veramente uno sfigato totale, per anni sono stato innamorato di una donna con cui non avrei mai avuto chance, mi sento in idiota. Lei poi l'amava  così tanto che è stata disposta a rinunciare tutto per lei, è stata una cosa stupida, lo so, ma l'amore è folle a volte, se Max  avesse chiesto a me di andarmene con lei l'avrei fatto ? Si probabilmente l'avrei fatto. Vorrei dire qualcosa di intelligente qualcosa di confortante, ma le uniche parole che mi vengo sono queste:
-N-non s-sapevo che tu fossi omosessuale, i-i-io....-
-Ahahahah, Warren non sono omosessuale, sono bisex senza particolari preferenze.-
Tiro un sospiro di sollievo, meno male, allora forse ho ancora qualche speranza, si ma Warren cavolo, non è questo il momento di pensare a certe cose:
-E poi cosa è avvenuto Max ? Cosa è successo tra te e Chloe ?-
-Ci siamo procurate delle nuove identità e siamo andare ad abitare a Los Angeles, ci eravamo sistemate in un appartamentino, sopravvivevamo finchè un giorno......-
Max si interrompe e comincia a piangere:
-...finchè un giorno ha lasciato questo mondo. E' morta in un incidente stradale mentre andava a fare la spesa con il suo pick up, è morta sul colpo, e-e-e i-i-io non ho potuto nemmeno darle un ultimo saluto.-
Io mi precipito subito verso di lei per cercare di consolarla:
-Oddio Max, m-mi dispiace t-tanto i-io non volevo parlar male di....-
Max si asciuga le lacrime:
-Non scusarti Warren, ormai ho superato la sua morte, mi sono resa conto che era una cosa che doveva succedere, era inevitabile, era una cosa che purtroppo doveva succedere. Solo che beh, a ripensarci mi viene ancora da piangere.-
-Lo so, è normale, anche a me è successo....s-sai, quando pensavo a te....io piangevo spesso.-
Max mi sorride:
-Grazie per la tua comprensione Warren.-
Le sorrido anch'io:
-Dai Max, continua la tua storia, cosa hai fatto dopo la sua morte.-
-Purtroppo in quel momento lavorava soltanto lei,  ho perso quindi l'unica entrata che avevo, nel giro di qualche mese ho finito i soldi e sono stata sfrattata.-
Immagino che in quel periodo Max fosse talmente abbattuta e giù di corda da non riuscire ad essere produttiva:
-Ma perchè non hai cercato un altro lavoro ?-
-Ho provato, ma nessuno mi ha assunta, d'altronde vista la condizione in cui ero non potevo biasimarli.-
-Perchè in che condizioni eri ?-
Max mi dice con freddezza:
-Pessime Warren, davvero pessime, non sarei mai riuscita a essere efficiente nel breve periodo.- 
Max fa una pausa e riprende:
-Ho trascorso i successivi anni per strada, strada, mendicando, passando le notti in ricoveri e mangiando alla mensa dei poveri, finchè un giorno non mi è venuta nostalgia di Arcadia Bay, sono riuscita a risparmiare abbastanza per permettermi un biglietto del treno fino qui. Ammetto che la linea ferroviaria che hanno costruito è molto comoda.-
Max sospira:
-Volevo vedere come era cambiata la mia città, e poi ero stanca di Los Angeles. Cosi sono finita qui e ho deciso di rimanerci, ho deciso di mendicare qui, d'altronde un posto vale l'altro.
C'è molta amarezza nelle sue parole:
-E cosa facevi poco fa, prima che ti trovassi davanti a casa mia ?-
-Cercavo un riparo per la notte, ho girovagato un pò finchè stremata non mi sono acasciata davanti a casa tua.-
-La tua storia è molto triste Max. Ma dimmi, perchè una volta che Chloe è morta non ti sei fatta viva ? Perchè non sei tornata ad Arcadia Bay ? Perchè non ti sei palesata ai tuoi genitori o a me ? Perchè hai preferito la vita di strada alla tua famiglia ? Perchè hai preferito la fame a una vita più comoda ?
Max mi dice con voce amara e colpevole:
-Non potevo Warren, non potevo tornare indietro e far finta che non fosse successo nulla. Avevo fatto soffrire troppa gente,pensai sarebbe stato meglio per tutti se avessero continuato a credermi morta, in fondo dopo ciò che è accaduto ero davvero morta.-
-M-ma no, saremmo stati tutti felici di rivederti, certo, inizialmente saremmo stati arrabbiati, ma poi felici, non dovevi farne una questione di orgoglio.-
-Non era una questione di orgoglio, era una questione di espiazione Warren.-
-N-non riesco a capirti.-
-Non devi farlo, non serve.-
Capisco che su questo punto è meglio non insistere, non credo che Max mi abbia detto la verità, credo che abbia omesso qualcosa di importante. Insomma, chi non sarebbe tornato dopo la sua situazione ?
-Ma ora parlami un pò di te Warren cosa fai nella vita ? Cosa hai fatto dopo il tornado ?
-Ecco, io mi sono messo a studiare e mi sono laureato in chimica con successo. Durante una delle mie ricerche ho inventato la formula per una bevanda energetica. Ho venduto il brevetto a un industria agroalimentare per un sacco di soldi. Ora sono ricco, e non ho più bisogno di lavorare. Però per passione ho aperto un negozio di videogame che gestisco insieme a Luke.-
-Wow, beh te lo sei meritato, eri il migliore di tutti un chimica.E dimmi che bibita hai creato ?-
-La bevanda energetica Max, l’ho chiamata cosi in tuo onore.-
Lei arrossisce:
-Grazie Warren, è stato un pensiero molto bello.-
-Figurati, era il minimo che potessi fare, sei sempre rimasta nel mio cuore.-
Timidamente Max mi chiede:
-Già, a proposito di cuore, c’è una ragazza che ha fatto breccia nel tuo ?-
Ridacchiando le dico:
-No, no, l’unica ragazza nella mia vita è mia figlia.-
-Oh, hai una figlia ?-
-Si, si chiama Rosemary, ha 4 anni, ed è la mia gioia più grande. E’ una bambina dolcissima e intelligentissima. Un pò ti assomiglia sai ? Anche le odia essere chiamata col suo nome per intero, preferisce Rose.-
Prendo il mio cellulare e le mostro una sua foto:
-Eccola, è lei.-
-E' molto carina Warren.-
-Lo so, lei mi ha cambiato la vita.-
Timidamente mi chiede:
-P-posso chiederti da chi l'hai avuta ?-
-L' ho adottata qualche mese fa, sai, ho sempre desiderato dei figli e dato che non riuscivo ad avere una storia seria ho deciso di adottare. Mi sembra la scelta più bella che potessi fare.-
Stavolta sono io a omettere i reali motivi per cui ho adottato Chloe , non voglio che sappia che io non ho fatto altro che piangere per lei.  Che quando ero con altre donne non facevo altro che pensare a lei, che non sarei mai stato in grado di avere una relazione con un'altra donna. Non voglio che lo sappia, almeno non ancora:
-Warren.-
-Dimmi Max.-
-Perchè ora non mi racconti un pò cosa fanno gli altri ? Perchè non mi dici come se la passano i nostri vecchi compagni di studi ?
-Beh come ti ho già Luke  gestisce il nostro negozio che di videogiochi in città, Brooke è diventata un ingegnere elettronico, Kate è diventata una maestra d'asilo, Evan un fotografo e Juliet una giornalista.-
Max mi chiede insistentemente:
-E gli altri ?-
-Q-quali altri ?-
-Dana, Stella, Hayden, tutti gli altri.-
Io abbasso la testa e le dico:
-M-mi dispiace Max, m-ma vedi.....loro non ce l'hanno fatta, sono morti quasi tutti in quel maledetto giorno e....io non so cosa dire.-
Max porta una mano sulla sua testa e dice:
-Oddio, è-è-è terribile.-
-Lo so Max, è stato terribile per tutti.-
-E i miei genitori ? Loro come stanno.-
-Non lo so Max, non lo so, l'ultima volta che li ho visti è stata alla commemorazione per le vittime di quella tragedia 4 anni fa. Poi non li ho mai più visti.-
Max sospira e si alza in piedi:
-Beh Warren grazie mille per avermi aiutata e nutrita, ma ora è meglio che tolga il disturbo, non voglio crearti altri problemi. Io non posso restare qui.-
-Ma Max, che dici ? Ti ho appena ritrovata, so che quello che hai passato è stato terribile per tutti, ma Max sono passati dieci anni ormai, la vita continua, anche per te. Non stare a piangere sul latte versato non è colpa tua. Hai 28 anni, hai ancora tutta una vita davanti, hai ancora la possibilità di essere felice. Perchè vuoi negarti questa possibilità ?-
-Tu non puoi capire Warren, io non merito tutto questo.-
Le dico un pò più duramente:
-No Max, ora che ti ho ritrovata non ti lascerò andare via di nuovo resta qui. Ragiona, perchè tornarsene in mezzo al freddo e alla fame ? Qui avrai un letto caldo, tre pasti al giorno, potrai ricominciare. Abiterai qui finchè non troverai un lavoro che ti permetta di pagare l'affitto di una cosa eh che ne dici ?-
La verità è che vorrei che restasse per sempre qui con me, ma ovviamente non posso dirlo:
-No Warren, che razza di lavoro potrei mai ottenere ? Non ho finito la scuola, sono stata una vagabonda per anni. E poi non voglio abusare della tua pazienze e ospitalità, ti ho già creato abbastanza disturbo. Inoltre come la prenderebbe tua figlia ?-
-Max, non sarai di alcun disturbo, io sono contenti di averti qui, e vedrai, lo sarà anche Rose. E poi non prenderla come un elemosina, prendila come un offerta di lavoro, darai un mano in casa, cucinerai e starai con Rose quando non ci sono,      allora che mi dici, resterai ?-
Max mi guarda fisso negli occhi, con uno sguardo dubbioso ma allo stesso tempo speranzoso:
-D-d'accordo, v-va bene resterò..per adesso.-
Le sorrido, per fortuna sono riuscito a convincerla a restare:
-Non potevo chiedere di meglio. Ora dai, vai a farti un bel bagno caldo, e quando avrai fatto, troverai degli abiti puliti nella stanza degli ospiti, è al secondo piano, la quarta porta sulla destra.-
-G-grazie Warren.-
Max si toglie il suo ormai logoro cappotto, non appena lo fa noto una cosa che mi lascia perplesso, il suo seno è come dire...cresciuto:
-Max, perdonami la domanda imbarazzante, ma come mai il tuo seno è....più grande ?-
-Mi sono fatta una plastica, sai come regalo per Chloe.-
-E quella cicatrice sulla guancia ?-
-Un incidente domestico, ora scusami ma vado a farmi il famoso bagno, dove si trova ?-
-Al seconda porta a destra nel corridoio di questo piano.-
La cosa non mi convince per niente, perchè una coppia che lotta tutti i giorni per sopravvivere dovrebbe spendere dei soldi per una cosa tanto stupida come una protesi al seno ? Inoltre Max ha sempre odiato la chirurgia estetica No, qui gatta ci cova, Max non me la racconta giusta per niente, troppo cose nel suo racconto non mi convincono, ma al momento l'unica cosa che posso fare per poter sapere cosa le è successo è conquistare la sua fiducia, solo cosi potrò sapere la verità.

POV MAX

Una volta entrata nel bagno rimango a bocca aperta a causa della grandezza  e del lusso di questa stanza, non immaginavo che fosse cosi grande. Apro il rubinetto dell'acqua calda della doccia e intanto mi spoglio. Ne approfitto per dare un occhiata alle bruciature di sigarette che ho sul braccio sinistro, ho paura che queste non verranno mai via. Una volta che il bagno è pronto mi immergo in esso, ah è cosi bello farsi un bagno decente dopo tanto tempo. Finita la doccia prendo un asciugamano e poi mi dirigo nella stanza che mi ha indicato Warren. Dormierò in un comodo letto caldo dopo molto tempo. Warren è stato cosi gentile con me, non mi piace abusare della sua gentilezza, infatti avrei voluto rifiutare, ma non potevo dire di no a tutto ciò. L'unica cosa sicura è che non merito tutto questo, se Warren sapesse tutta la verità su di me credo che mi caccerebbe subito di casa.
Ora però meglio  andare a dormire e sperare che domani sia un giorno migliore.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Nuovo capitolo, Max ha raccontato la sua storia e ha deciso di andare e vivere con Warren e Rose, ma sembra nascondere molti segreti. Cosa è accaduto  realmente a Max ? Come si evolverà il rapporto tra lei e Warren e Rose  ?
Lo scoprirete forse nel prossimo capitolo. Commenti e critiche (se giustificate) sono sempre accettate perchè aiutano a migliorarsi.

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Capitolo 9
*** Un felice Natale ***


CAPITOLO  9   UN FELICE NATALE

POV ROSE

E' Natale, è Natale finalmente, non vedo l'ora di aprire il regalo che mi ha portato Babbo Natale. E' ancora molto presto, guardo meglio non svegliare papà, altrimenti potrebbe sgridarmi.
Mi avvicino lentamente  all'albero con l'intenzione di prendere il mio regalo, quando sento dei rumori provenire dalla cucina. Che cos'è ? Papà è di sopra, quindi non può essere lui, forse è Felix, il mio gatto, ma lui è qui sul divano che dorme. Oltre ai rumori sento un profumo provenire da là. Qualcuno sta cucinando, mi dirigo verso la cucina e li dentro vedo una ragazza ai fornelli, avrà la stessa età di mio papà, ha i capelli marroni, gli occhi azzurri e il viso pieno di lentiggini. Non appena la ragazza nota la mia presenza mi sorride e di mi saluta:
-Ciao, tu devi essere Rose, vero ?-
-Si, e tu chi sei ?-
-Oh, io mi chiamo Max, sono un amica di tuo papà, e per un pò di tempo vivrò qui con voi.-
Stupita le chiedo:
-M-Max ? Quella Max, la compagna di scuola di papà ?-
-Si, sono io.-
-Ma no, non è possibile, papà ha detto che sei morta.-
-No, non lo sono piccola, lo credeva, ma non lo sono. Sono stata in un altra città, molto molto lontana da qui, ma non sono morta.-
Wow, allora Babbo Natale mi ha veramente portato il regalo che avevo chiesto, non pensavo l'avrebbe fatto:

FLASHBACK

Sono nella mia cameretta a dire le preghierine della sera:
-......per favore Gesù, proteggi sempre il mio papà, la nonna, lo zio Luke e la signorina Kate.-
Mi interrompo, sospiro pensando a papà:
-Un altra cosa Gesù, con l'aiuto di papà ho scritto a Babbo Natale una lettera in cui ho detto di volere una bambola, ma la verità è che non la voglio, io non voglio niente da Babbo Natale. Ho già avuto quello che desideravo, ovvero una famiglia. Però se fosse possibile vorrei una mamma, non tanto per me, quanto per il mio papà, vorrei che lui avesse una moglie. Una persona che lo faccia stare bene, e che gli faccia dimenticare la tristezza per la morte di Max. Glielo dici tu a Babbo Natale se può cambiare il regalo vero ? Tu puoi tutto.-
Finito di pregare entro nel lettone, e poco dopo mi addormento serenamente.

FINE FLASHBACK

-Tutto a posto piccola ? Ti vedo assente.-
-No, no, sto bene.-
-Ne sono felice, ah, a proposito piccola, buon Natale.-
-Buon Natale Max.-
I suoi auguri mi fanno ricordare che ho dei regali sotto l'albero da aprire:
-Ora vado ad aprire i regali, ci vediamo dopo.-
-Ahaha, va bene.-
Corro subito a scartarli, ma con la coda dell'occhio mantengo uno sguardo fisso su di lei. Voglio osservarla, capire come mai papà si è innamorato di lei.
A proposito di papà, eccolo sta arrivando, lo sento scendere le scale, non appena mi vede mi prende subito in braccio e mi coccola:
-Buongiorno tesoro, e un buon Natale.-
-Ciao papà, buon Natale anche a te.-
Mi coccola, un pò, ma non appena vede la carta regalo in giro per la stanza mi lancia uno sguardo di rimprovero
-Stavi aprendo i regali non è vero ?-
Abbasso la testa:
-Si.-
-Che cosa ti avevo detto l'altra sera ?-
-Di aspettarti, che avremmo aperto i regali insieme.-
-Esatto, ma tu non lo hai fatto.-
-Scusami papà, ma non ho saputo aspettare.-
Lui mi sorride:
-Dai va bene, per stavolta lasciamo stare, ti perdono. Ora che ne dici di andare in cucina a preparare la nostra colazione natalizia ?-
-No.-
-E perchè no ?-
-Perchè c'è già Max che la sta preparando.-
-Max ?-
-Si c'è lei di là.-
-Vi siete già conosciute ?-
-Si.-
Papà mi porta in braccio fino alla cucina, una volta li Max lo saluta:
-Buon Natale Warren.-
Molto timidamente papà le risponde:
-Buon Natale Max.-
Papà mi posa a terra e poi riprende la conversazione con Max:
-Hai dormito bene ieri notte ?-
-Si, era tanto tempo che non dormivo così.-
Papà sorride:
-Ne sono felice, ma perchè ti sei alzata cosi presto ? Potevi restare a riposarti ancora un pò, ne hai passate tante. L'avrei preparata io la colazione.-
-Eh no Warren, tu mi hai accolto qui senza chiedere nulla in cambio, solo un aiuto in casa , quindi il minimo che potessi fare è prepararvi la colazione. Su sedetevi e ditemi cosa ne pensate.-
Max ha preparato i pancake con lo sciroppo d'acero per me e uova e salsiccia per papà. Assaggio con gioia il piatto preparato da Max, è molto buono, più buono delle cose che mi cucina papà:
-E' buonissimo Max.-
-Grazie piccola.-
Papà invece restare fermi li a guardare il suo piatto senza toccare nulla, Max gli chiede:
-Warren che hai c'è qualcosa che che non va ? Non ti piace ?
-No, è che è tutto talmente bello che per un attimo ho creduto che fosse solo un sogno. Sai, tu sei di nuovo qui, io faccio ancora fatica a credere che sia vero-
Papà prende un boccone dal piatto e si complimenta con Max:
-Mmmh buonissimo.-
Per tutta la durata della colazione papà non fa altro che guardare Max, tant'è che devo essere io a ricordargli che dobbiamo andare via:
-Papà, è tardi dobbiamo iniziare a prepararci.-
Papà guarda l'orologio e dice:
-Uh, è vero,  se non ci sbrighiamo faremo tardi.-
-Dov'è che andate ?-
-In chiesa.-
-In chiesa ? Ma Warren, da quand'è che sei diventato credente.-
-Non lo sono diventato, ma Rose lo è, quindi....-
Max gli sorride:
-Beh capisco, allora andate, qui pulisco io.-
-Ma no, aspetta il nostro ritorno.-
-Non ti preoccupare, vai.-
-D'accordo.-

POV MAX

Che deliziosa bimbetta che è Rose, è allegra, simpatica e solare, Warren è davvero un padre molto fortunato. Ma più fortunata di lui è la piccola, ha avuto la fortuna di essere adottata da una persona buona e generosa come Warren. Mi spiace averlo fatto soffrire, non l'ho sempre trattato come meritava, so che aveva un gran cotta per me e io spesso, beh io a volte sfruttavo questa cosa per ottenere dei piccoli favori. Non credo che qualcun'altro mi avrebbe risposto nel modo in cui fece Warren, tanti anni fa, quando gli chiese le istruzioni su come fabbricare una bomba a quell'ora della notte, l'ho chiesto a lui non solo perchè era l'unico che lo sapesse, ma anche perchè sapevo che non mi avrebbe detto di no. Acqua passata, meglio non pensarci più, altrimenti  qui non si combina nulla. Voglio farmi perdonare da Warren, voglio ringraziarlo per quello che sta facendo per me, e tanto per cominciare ho intenzione di preparargli un ottimo pranzo di Natale. Voglio che restino a bocca aperta al loro ritorno.

POV WARREN

Siamo in auto, stiamo tornando a casa dopo la messa di Natale, io e Rose non abbiamo ancora parlato di Max, sto cercando di pensare alle parole giuste da dargli, ma non è facile, per fortuna è lei a tirare fuori l'argomento:
-Papà ?-
-Si Rose ?-
-Che succederà ora che Max è tornata ?-
Sospiro:
-Non lo so tesoro, l'unica cosa che posso dirti è che per un pò di tempo lei resterà con noi.-
-Quindi abiterà con noi ?-
-Esatto tesoro.-
-Le dirai che le vuoi bene come un marito ne vuole a sua moglie ?-
-Non adesso tesoro, non è il momento, prima devo capire tante cose. Devo capire cosa lei vuole fare, devo capire se tra noi due potrà mai esserci qualcosa, devo capire se nel caso ciò avvenga lei possa accettare di prendersi cura di te. Ci sono tante incognite tesoro.-
-Oh, c'è qualcosa che posso fare ?-
-Si, non pensare a queste cose, l'unica cosa che devi fare è giocare, divertirti e imparare, insomma devi essere te stessa, sono certo che Max ti vorrà bene per come sei
-Ah, comunque lei mi ha fatto un ottima impressione.-
Sorrido:
-Ne ero certo tesoro.-
 
Una volta tornati a casa troviamo Max ad aprirci la porta, indossa uno dei mie  grembiuli da cucina e è la faccia sporca di farina, non posso fare a meno di sorridere nel vederla cosi, sembra proprio una mamma:
-Oh siete tornati, forza andate a lavarvi le mani, che è pronto.-
-Che cosa è pronto Max ?-
-Il pranzo naturalmente.-
Cerco di protestare:
-Ma Max, n-non dovevi.-
-Oh insomma Warren, forse non dovevo, ma ho voluto farlo, e ora su forza a tavola.-
Dopo esserci lavati le mani ci dirigiamo verso la sala da pranzo che vediamo essere piena di pietanze, c'è il tacchino farcito, le patate arrosto e molte altre leccornie:
-Ma Max, tutto questo è-è-è troppo. Dev'essere stata una faticaccia preparare tutto ciò.-
-Oh assolutamente no. Avevi già preparato tutto tu Warren, io ho solo aggiunto qualcosa di mio. Ma ora mangiate.-
Dopo qualche boccone Rose fa i complimenti a Max:
-E' tutto buonissimo Max.-
-Grazie piccola.-
Per tutto il tempo della cena non faccio altro che guardare Max, è bellissima e averla qui a tavola con me e Rose,mi fa provare strane sensazioni. Sembriamo quasi una vera famiglia, sembra che noi abbiamo sempre mangiato in questa sala da pranzo, e questo è una bella sensazione.
 
POV MAX
 
Una volta finito di mangiare la piccola Rose chiede a Warren:
-Papà, papà, ora andiamo a giocare fuori come mi avevi promesso ?-
-Ma certo tesoro.-
Rose mi chiede:
-Non vieni fuori a giocare anche tu Max ?-
-Oh no Rose, io devo mettere a posto la cucina, inoltre ho già preso abbastanza freddo questi giorni, no, preferisco restare qui nel caldo della casa.-
-Come vuoi.-
Nonostante io sia rimasta dentro casa mi affaccio comunque alla finestra per guardarli. Stanno costruendo un pupazzo di neve, sorrido mentre li guardo, sono cosi belli insieme, non sembra che Rose sia stata adottata, sembra quasi come se si conoscessero da sempre, sembrano veramente padre e figlia.
Sospiro ripensando ai Natali trascorsi con Chloe e con i miei genitori, ah, che bei momenti felici. Era una vita che non provavo questa sensazione di serenità, ho passato anni di inferno, ho fatto cose orribili e disgustose, umilianti e degradanti, ho passato degli anni molto infelici, li meritavo, meritavo ogni singolo momento di sofferenza, per causa mia sono morte molte persone, per causa mia e del mio egoismo, non avrei mai dovuto sacrificare Arcadia Bay per Chloe, non avrei mia dovuto farlo. Adesso la vita sembra che mi stia dando una nuova chance, voglio sfruttarla fino infondo, anche se sono certa di non meritarla.
 
 
POV WARREN
 
E' sera, e sto mettendo a letto la bambina:
-Grazie papà, grazie Max, è stato il Natale più bello della mia vita.-
-Prego tesoro, buonanotte.-
Richiudo la porta dietro di me e dico a Max:
-Questa è stata una giornata molto stancante.-
-Già, ma è stata anche molto bella, mi sono commossa quando Rose ha detto che è stato il Natale più bello della sua vita.-
-Puoi biasimarla ? Questo è il primo che passa fuori dall'orfanotrofio.-
-Già, a proposito, sono rimasta colpita da una cosa...-
-Da cosa ?-
-Di come tu e Rose abbiate creato un legame cosi forte in cosi poco tempo. Di solito ne occorre molto di più.-
Ridacchio:
-Già, a volte anch'io mi stupisco, tra noi si è creata subito una grande alchimia, si può dire che io ho scelto lei, e lei ha scelto me.-
Max mi sorride e mi dice:
-Anche per me è stato il Natale migliore degli ultimi anni, avevo dimenticato quanto potesse essere bello passare un Natale in famiglia. Gli ultimi li ho passati sempre da sola...-
Noto che dagli occhi di Max scendo due lacrime, io molto timidamente le accarezzo una guancia:
-Ehi, ci saranno molte altre festività che d'ora in poi passeremo insieme, vedrai, presto dimenticherai tutto quello che ti è successo e ricomincerai a vivere.-
-Ma io non voglio dimenticare Warren, io non posso dimenticare.-
Le sue parole mi colpiscono, sono sempre più convinto che Max mi nasconda qualcosa, ma non posso obbligarla a parlare deve essere lei a deciderlo :
-A-a proposito di ciò, oggi alla messa ho incontrato Kate, ho-ho preferito non dirgli nulla del tuo ritorno, ho fatto bene ?-
Sorridendo Max mi dice:
-Si, t-ti ringrazio, n-non sono ancora pronto a farmi vedere dai nostri amici. Beh, ora è tardi, dobbiamo andare a letto, buonanotte Warren,-
-Buonanotte Max.-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Nuovo capitolo, scusate il ritardo, ma purtroppo a causa di impegni d'ora in poi potrà aggiornare solo in maniera molto irregolare. Max, Warren e Rose hanno cominciato a convivere d'amore e d'accordo, ma la donna sembra nascondere molti segreti. Cosa è accaduto realmente a Max ? Come si evolverà il rapporto tra lei e Warren e Rose  ?
Lo scoprirete forse nel prossimo capitolo. Commenti e critiche (se giustificate) sono sempre accettate perchè aiutano a migliorarsi.

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Capitolo 10
*** Confessioni ***


CAPITOLO 10 CONFESSIONI
 
POV MAX
 
 
-Non appena hai finito torna subito a casa, lo sai che in questo periodo non sono al massimo delle mie forze e ho bisogno del tuo aiuto.-
Le dico questo mentre tengo tra le mani una coperta:
-Lo so, lo so Mad Max, non ti preoccupare, non appena ho finito il mio turno faccio la spesa e torno subito a casa.-
-Bene, e mi raccomando, sii prudente.-
-E dai non sono mica una bambina. -
-Infatti, tu non sei una bambina, tu sei Chloe Price, il che è molto peggio ahahahahah.-
Chloe fa la faccia offesa, ma subito dopo mi fa una smorfia divertita:
-Ahahahahah però tu mi ami lo stesso.-
-Si, su adesso vai, altrimenti rischi di arrivare tardi, vediamo dopo.-
-Ciao Max.-
-Ciao Chloe.-

Mi sveglio di soprassalto in un bagno di sudore, mi alzo e mi dirigo in bagno dove mi lavo la faccia . Mi guardo fissa allo specchio, ho due occhiaie paurose e sembro a pezzi. Ah quand'è che finiranno questi cazzo di incubi, non ne posso più, sono anni che sogno sempre le stesse cose, soprattutto l'ultima volta che ho visto Chloe. Ancora adesso posso fare a meno di essere tremendamente in colpa per ciò che ho fatto, ho sacrificato un intera cittadina per lei. È stato tutto inutile, è morta lo stesso, io sapevo che sarebbe stato inutile, ma non ci ho voluto credere  e così tante persone sono morte per nulla, mi porterò questo peso per il resto della vita, mi sono meritata tutto quello che è avvenuto dopo.
 
Ritorno a letto cercando di riaddormentarmi, ma non mi riesce, così decido di scendere di sotto per prendermi un bel bicchiere di latte. Dopo averlo bevuto mi siedo un attimo su una delle sedie della cucina e faccio un respiro profondo cercando di calmarmi. Mentre sono li, persa nei mie pensieri sento il rumore di passi che sembrano dirigersi verso di me:
-Warren, sei tu ?-
-No Max, sono Rose. - 
Preoccupata le chiedo:
-Rose ma che ci fai qui ? Perché non sei a letto ?-
-Ho sentito dei rumori e sono scesa per vedere cosa fossero. - 
-Ero io, mi sono svegliata e non sono più riuscita a riaddormentarmi, così sono scesa a bere un bicchiere di latte. - 
-E come mai ti sei svegliata ? - 
-Ho avuto un incubo. - 
-Oh, mi dispiace, s-se vuoi ti presto il mio orsetto Teddy, magari se c'è lui i brutti sogni hanno paura e non vengono a trovarti. - 
-Ti ringrazio molto tesoro, ma non credo che sia in grado di impedire la visita dei miei incubi. - 
Lei sbuffa:
-Lo so, a volte non basta nemmeno a me, a volti i brutti sogni arrivano lo stesso. - 
-E in quei momenti cosa fai ?-
Sorridendo mi dice:
-Quando accadono, corro dentro la stanza di papà ed entro nel lettone. Quando dormo con lui i brutti sogni scompaiono.-
Oh, che dolci:
-Forse dovresti chiedere a papà se vuole dormire con te, chissà,  forse se dormi con lui i brutti sogni non ti troveranno. - 
Quelle parole mi mettono in imbarazzo, io e Warren insieme ? Nello stesso letto ?  Ovviamente non c'è alcuna malizia nelle parole di Chloe, come potrebbe ? È solo una bambina di 4 anni, probabilmente non conosce nemmeno il significato della parola malizia, ma nonostante tutto quelle parole mi mettono a disagio:
-Ehm... Vedremo tesoro, ma non credo che possa fare al caso mio. - 
La piccola si rattrista e io per tenerla allegra cerco di farle pensare ad altro:
-Perché non mi dici come si chiama il tuo orsetto ? Sai, quando avevo la tua età ne avevo uno anche io, ma il mio era molto più rovinato. - 
-Si chiama Teddy, c'è l' ho sempre avuto. È stato per tanto il tempo il mio unico giocattolo e il mio unico amico almeno prima di trovare Felix.... - 
Si interrompe per guardare il gatto che dorme nel suo cuscino, poi riprende:
-Teddy lo porto quasi sempre con me, per questo a un certo punto si era rovinato,  ma papà l'ha portato da un dottore per i peluche e l'ha fatto riparte. - 
Le sorrido e le chiedo:
-E chi te l'ha regalato ? - 
-Credo i miei veri genitori prima di che andassero in cielo.-
A sentire queste parole rimango sbigottito, Warren non mi ha detto nulla dei suoi veri genitori:
-Te la senti di dirmi come sono morti ? - 
Annuisce:
-Mi hanno detto che sono morti in un incidente con le macchine. Quando è accaduto ero appena nata. - 
Io la abbraccio stretta:
-Oh tesoro, mi dispiace tanto. Dimmi, è questo quello che sogni quando hai gli incubi ? - 
-No, no, ora ho un papà che mi vuole bene, e anch'io gliene voglio. - 
-Ma allora cosa sogni? - 
Lei si ritrae:
-Non voglio dirlo, nemmeno papà lo sa. - 
-Rose perchè non vuoi dirlo a tuo padre ? Lui ti vuole bene e ti aiuterà a scacciarli definitivamente. - 
A bassa voce mi dice:
-Non posso, se lo farò lui potrebbe riportarmi all'orfanotrofio. - 
-Ma che dici ? Tuo papà non ti riporterà mai là, lui ti vuole bene. - 
-Lo so, ma non posso rischiare. - 
Sospiro:
-A me puoi dirlo, ti prometto che non lo dirò a tuo padre. - 
Ancora titubante le dico:
-Senti facciamo così, se tu mi dici che cosa sogni, io ti dirò come ho ottenuto questa cicatrice. Ma mi raccomando, non dirlo a papà, che dici, accetti questo scambio di informazioni ? - 
Ci pensa un secondo e poi dice:
-Va bene, accetto. -
Le sorrido mentre le inizia a raccontare:
-Ecco, i-io sogno  lo sgabuzzino dove la signora Werstroom mi metteva quando facevo qualcosa di sbagliato.  Era buio, sporco, mi lasciava la dentro per tanto tempo, anche per tutta la notte. Inoltre a volte sogno le bacchettate che ricevevo sulle mano quando..... - 
Io con le lacrime agli occhi la abbraccio stretta:
-Oh piccola m-mi dispiace tanto, q-quello che hai passato è stato orribile, è naturale che tu faccia questi sogni. Ma perché  pensi che papà, una volta sapute queste cose ti riporterebbe indietro ? - 
-Perché la signora Werstroom mi ha detto che se lo avessi fatto i miei nuovi genitori mi avrebbero rispedita all'orfanotrofio. - 
-Ma che dici Rose ? Papà non ti riporterà mai in quel brutto posto-
-Lo so, ma non voglio dirlo lo stesso.  E non devi farlo nemmeno tu,  una promessa è una promessa. - 
Sospiro:
-Va bene, ma chi questa signora Werstroom ? - 
-Era la direttrice dell' orfanotrofio. - 
Anche se ho promesso di non farlo devo parlarne con Warren, potrebbe non sapere nulla di tutto ciò. È un miracolo che dopo quello che ha subito sia una bambina allegra, solare e soprattutto intelligente, ha una proprietà di linguaggio straordinaria per una bambina della sua età:
-Ora mi dici come ti sei fatta quella cicatrice ? -
-Si, certo, ma prima andiamo a letto che quella che ti devo raccontare è una vera fiaba. - 
Saliamo al piano di sopra, nella sua stanza e una volta messa sotto le coperta comincio a narrare la storia:
-In una casa di una città lontana lontana vivevano insieme due principesse, le due principesse si volevano molto bene anche se erano molte diverse tra loro. Una era forte, intraprendente, coraggiosa, sicura di sé, mentre l'altra era timida, insicura, sognatrice ma sapeva che stando insieme alla sua compagna era capace di fare qualsiasi cosa. Purtroppo però un giorno  la principessa coraggiosa morì e così la principessa timida si ritrovò sola, sola, povera e debole. Così per poter vivere la principessa chiese aiuto a un orco, un orco travestito da principe. In cambio del suo aiuto, l'orco pretese che la principessa facesse tutto ciò che l'orco le ordinasse. L'orco pretese dalla principessa cos'è orribili, degradati e schifose. Un giorno la principessa, stufa dalle sue continue angherie le disse che non voleva più avere a che fare con lui, gli disse che se ne sarebbe andata. Ma l'orco non volle saperne di lasciare andare la principessa. Cosi la tenne prigionieri per molto tempo, e le inflisse una cicatrice perenne per punizione, per ricordarle che lei non doveva mai più ribellarsi, per ricordarle che lei da lì non se ne sarebbe mai andata. - 
Faccio una pausa e mi tocco la cicatrice ripensando a quei momenti orribili. Rose impaurita mi chiede:
-Max eri tu la principessa timida? - 
-Si ero io. - 
-E l'altra principessa chi era ?-
-Era una persona a cui volevo molto bene, era la mia migliore amica e anche qualcosa di più.-
-E  dopo cosa è successo ?-
-Un bel giorno la principessa venne liberata...-
-Da un principe azzurro ?-
-No, venne liberata da un gruppo di persone comuni, non erano principi azzurri. Erano solo persone che avevano i loro difetti, che facevano il loro lavoro ma avevano anche un grande coraggio, determinazione e senso di dovere.-
-Oh.-
-A quel punto la principessa era libera, sempre sola, ma libera. Prese a girovagare in giro per il mondo cercando una nuova casa, finché non fu accolta da un cavaliere bianco e dalla sua bellissima figlia. - 
Lei sorride:
-Il cavaliere bianco è il mio papà vero ? - 
-Si piccola, è il tuo papà. - 
-Questo è un bel finale. - 
-Si è un bel finale, ma ricorda, questo resta un segreto tra noi. Ora dormi che non fa bene per una bambina della tua età rimanere sveglia a quest'ora. Buonanotte tesoro - 
-Buonanotte Max. - 
Prima di andare via resto un momento a guardare quella bambina così somigliante a me. Non so perchè le ho raccontato la mia storia, non so perchè ma  l'ho subito presa in simpatia. Guardando meglio noto di quanto sembri me da bambina, mi somiglia così tanto che potrebbe passare per la mia sorellina o  mia figlia. Forse è per questo che me la sento così vicina. 
E se fosse figlia di..... No, non è possibile, ma forse, ah Max lascia stare queste cose,  meglio non pensarci e andare a letto. 
Non riesco più a prendere sonno, ripenso alla storia di Rose, forse è il caso di parlarne con Warren, ovviamente senza entrare nei particolari, in fondo gliel'ho promesso. L'unica cosa positiva di tutto ciò è che almeno per qualche momento i mie demoni non mi hanno tormentata.
 
La mattina successiva ci ritroviamo tutti e tre in cucina a fare colazione, io continuo a guardare Rose e ripenso a quello che mi ha detto la sera prima. So che le ho promesso che non avrei detto nulla a Warren,  però credo che sia giusto che sappia quello che è accaduto a sua figlia.
Aspetto fino al momento in cui Rose si dirige in salotto a guardare la televisione e a quel punto mi rivolgo a Warren:
-Warren, hai un minuto ? Ti dovrei parlare  di una cosa importante.-
-D'accordo Max.-
Lui mi sorride, sembra che aspetti con ansia che gli riveli chissà quale cose del mio passato. Mi dispiace deluderlo, ma è meglio che non sappia la mia storia:
-Volevo parlarti di Rose, ieri sera mi ero alzata a bere un bicchiere di latte, Rose incuriosita mi ha seguita, e una volta qui abbiamo cominciato a parlare e....-
Gli racconto tutto quello che mi ha raccontato la sera prima, ovviamente omettendo la mia storia:
-....e insomma, c-credo che in quell'orfanotrofio vengano commessi abusi nei confronti dei bambini. Io credo che sia necessario chiamare le autorità e far eseguire dei controlli nella struttura. Sai per evitare che a qualcun'altro bambino possa capitare quello che è accaduto a Rose.-
Warren si accomoda su una sedia della cucina e mi guarda fisso negli occhi:
-E tu pensi che io non lo sapessi ? Pensi che io non sapessi che Rose ha subito degli abusi la dentro ? Pensi che non mi sia accorto di tutte le volte che urlava di notte ? Pensi che non mi fossi accorto di tutte le volte che entrava nella stanza chiedendomi di dormire con lei ? Si Max lo so, ho avuto dei sospetti fin dai primi giorni in cui è stata con me. Era magra e denutrita. Ho chiesto a Rose di parlare con me di quello che ha passato, ma lei si è sempre rifiutata, cosi non l'ho forzata. Ho avvisato l'assistente sociale che è  venuta a fare il primo controllo su di me, lei  mi ha detto che da tempo sospettava di quell'orfanotrofio e che avrebbe fatto tutti i controlli del caso. Avrebbe dovuto tornare, ma da allora non l'ho più vista.-
Impaurita gli chiedo:
-Credi che potrebbe essere...-
-Non lo so, non so nulla e non voglio sapere nulla.  Da allora non ho più avuto problemi, quindi a me va bene cosi.-
Scandalizzata gli chiedo:
-Ma perchè non l'hai fatto Warren ? Perchè non hai avvertito la polizia di ciò ? In questo modo condanni altri bambini a subire quella pena? Il Warren che conoscevo io non l'avrebbe mai fatto, era il ragazzo più buono e onesto del mondo, dimmi, perchè non hai chiamato le autorità ? - -Ma perchè l'ho avuta in adozione con troppa facilità. I-io ho paura che se chiamo la polizia me la porteranno via e io non la rivedrò mai più:
A questa frase Warren si mette quasi a piangere:
-I-io non credo di poter vivere senza di lei, s-sai, venivo da un lungo periodo di depressione e apatia. L-lei ha cambiato in meglio la mia vita, s-se me la portassero via i-io non saprei più cosa fare senza lei.-
Fa una pausa per riprendere fiato e poi continua:
-I-io lo so che forse sto sbagliando tutto, so che forse dovrei avvertire chi di dovere. Ma non posso, ho troppa paura.-
Io mi avvicino a lui e lo accarezzo:
-Tranquillo Warren, tranquillizzati, nessuno ti porterà via la tua bambina, nessuno te la porterà via, io non dirò niente a nessuno, anche perchè beh, io tecnicamente sono morta.-
D'altronde chi sono io per giudicare la sua scelta ? Io ho sacrificato un'intera città per salvare Chloe, a confronto con me, lui non ha fatto niente.
-Grazie Max. Lo apprezzo, ma prima o poi anche tu dovrai dirmi qualcosa sul tuo passato, io ti ho detto qualcosa di me che non volevo tu sapessi e mi sembra gisuto.-
Abbasso la testa:
-Lo so, ma non adesso, voglio decidere io quando ditelo ti prego, non sono ancora pronta.-
-Tranquilla, prenditi tutto il tempo che vuoi.-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Nuovo capitolo, scusate il mega maxi ritardo, ma purtroppo a causa di impegni non ho avuto tempo di riaggiornare durante tutti questi mesi, cercherò di rimediare. Finalemente conosciamo qualcosa di più su Max. Cosa è accaduto realmente a Max ? Come si evolverà il rapporto tra lei e Warren e Rose  ? Che è successo all'orfanotrofio ?
Lo scoprirete forse nel prossimo capitolo. Commenti e critiche (se giustificate) sono sempre accettate perchè aiutano a migliorarsi.

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Capitolo 11
*** FINE ***


Mi spiace molto non aver terminato questa storia, ma purtroppo non sapevo più come andare avanti e le idee stavano diventando troppo irreali, se qualcuno ha voglia vorrei consiglia di andare a leggere la mia nuova fanfic "Il fratello di New York" Grazie per sa chiunque abbia letto e scusate ancora

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