Fino alla fine del mondo

di Shakuma92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Preparativi ***
Capitolo 3: *** Presentazioni ***
Capitolo 4: *** Si parte!!! ***
Capitolo 5: *** Una cannonata contro la serenità di un viaggio ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Una figura avanzò nella grande sala buia.
Il pesante giaccone nero che indossava lo faceva sembrare parte integrante dell’oscurità e benché questa fosse fitta e impenetrabile, lui si muoveva con la disinvoltura che avrebbe avuto un uomo al sole di mezzogiorno.
I suoi passi non fecero nessun rumore, mentre si avvicinava alla grande libreria che ricopriva tutto un lato della sala.
Rimase qualche istante in silenzio, poi allungò il braccio per prendere un libro.
L’oscurità sembrò prendere vita, man mano che la mano della figura si avvicinava, si contrasse, sussultò e turbinò in alcuni punti.
Tantissimi piccole luci gialle comparirono e versi simili a squittii e ringhi riecheggiarono nel buio.
La figura non si fermò, si limitò a voltarsi verso l’origine del rumore e subito tutte le luci si spensero e l‘oscurità tornò a essere calma e silenziosa.
Senza altre interruzioni prese il libro e lo osservò.
Era bianco, e nel buio della stanza sembrava risplendere di luce propria, creando un incredibile contrasto.
Lentamente fece scorrere le sue dita guantate sulla sua superficie, gustando le figure in rilievo che ne decoravano la copertina, un drago rosso e un drago nero, avvinghiati in una lotta furibonda.
Alla fine la sua mano si posò sul bordo del libro, su cui c’era una specie di piccola serratura, fece forza e quella con uno scatto si aprì e cadde a terra.
Finalmente potè aprirlo, lo sfogliò velocemente, saltando numerosi parti, riccamente illustrate.
La parte che lo interessava era quasi alla fine, aprì bene la pagina e lesse a bassa voce come una preghiera.

“Quando la terra sarà macchiata del sangue degli umili e l’onore sparirà nel vuoto, il Re Dorato, il Portatore della forza e il SenzaPace si leveranno per spezzare le catene e allora il Mostro Nero sarà libero e al rombo dei suoi passi i pilastri del cielo vacilleranno e tremeranno.
Il coraggio e la crudeltà si peseranno sulla bilancia e il destino sarà scritto, tra lacrime e sangue la scelta sarà fatta”

Lesse queste parole più e più volte, c’era ancora molto da leggere prima di questo, ma lo avrebbe fatto più tardi, richiuse il libro e lo ripose al suo posto.
Poi si diresse verso un altro lato della sala, occupato da un gigantesco planetario formato da orbite che roteavano l’une concentriche alle altre.
- Il Re Dorato, il Portatore della Forza e il Senzapace- ripeté tra sé e stese la mano davanti a sé.
L’oscurità lo risucchiò e lo fece riapparire al centro delle orbite.
Si sedette a terra a gambe incrociate.
Ora doveva solo trovarli.
E aspettare.

Il vento ululò, sotto il sole che svaniva all’orizzonte, portando con sé un odore che avrebbe cambiato il mondo.
Naruto Uzumaki camminava speditamente nella foresta, calpestando rametti caduti e foglie secche.
Il cielo rosso, era sereno, solo sporadiche nuvole arancioni ne macchiavano la purezza.
Una di esse si soffermò sulle cime delle montagne attorno, i bordi frastagliati illuminati dal bagliore rossastro del sole morente, che penetrava appena tra il tetto formato delle cime degli alberi.
Nonostante fosse primavera inoltrata, un umidità pungente attanagliava tutta la valle, andando a formare un leggero strato di nebbia che gli copriva i piedi.
Naruto aveva diciannove anni, compiuti appena una settimana prima.
I suoi splendenti occhi azzurri e la disordinata chioma arancione erano le uniche note di vivacità nel bosco grigio e spettrale.
Indossava abiti logori. Un paio di pantaloni arancioni scoloriti, con uno strappo all’altezza del ginocchio, una pesante maglia nera nelle stesse condizioni, sopra questa una fascia di cuoio gli attraversava diagonalmente il petto, fissata da una placca all’altezza del cuore e da un’altra placca modellata in modo di coprire la spalla sinistra.
Alla cintura portava una lunga spada chiusa in un fodero di cuoio consumato.
Nella mano destra stringeva un foglio di carta arrotolata, sporca e strappata in più punti, mentre con la sinistra trascinava dietro di sé un corpo apparentemente immobile, tenendolo per la caviglia.
L’uomo urtò contro un sasso e gemette, senza voltarsi Naruto lo strattonò, accelerando il passo, quel tizio gli aveva richiesto fin troppo tempo.
Aveva dovuto addentrarsi nelle profondità delle foreste di Roncar, il piccolo pianeta boscoso che era diventato la sua casa, per catturalo.
Quasi tre giorni buttati per giocare a nascondino.
Era ora di tornare alla civiltà, sempre se quella che c’era potesse essere chiamata cos, e incassare la taglia.
Naruto era un cacciatore di taglie. Un rinnegato che, al di fuori della legge, viveva catturando ladruncoli e criminali.
A suo giudizio non era un lavoro né bello né gratificante, ma non importava, in confronto a quello che aveva già passato, gli garantiva un relativo grado di stabilità, anche se faceva fatica ad arrivare a fine mese.
Uscì dalla parte più intricata del bosco che era notte inoltrata, affamato e stanco per la lunga camminata.
Una luce in lontananza attrasse la sua attenzione,aguzzò la vista e rimase piacevolmente sorpreso nel capire che si trattava di una locande.
Sporca, puzzolente, persa in mezzo alle selve e probabilmente piena di briganti pronti a tagliargli la gola appena avrebbe chiuso occhio, ma pur sempre una locanda.
Rinvigorito, andò in quella direzione.
Nonostante la locanda fosse cadente, niente di più che una catapecchia a due piani, Naruto non ci fece troppo caso, in quel momento si sarebbe accontentato anche di un letto di ortiche, cosi spalancò la porta mezza spiccata dai cardini ed entrò.
L’interno era anche peggio. Uno stanzone malmesso, costellato qua e là da dei tavoli di legno.
Il locandiere, un omino basso e grassoccio lo fissava stupefatto da dietro il bancone con un bicchiere rotto e una pezza in mano.
Naruto impiegò un paio di secondi per capire che non stava guardando lui, bensì il prigioniero che si tirava dietro.
Dopo qualche istante il locandiere si riscosse e, rimesso frettolosamente a posto il bicchiere, gli corse incontro.
-Come posso servirla, signore?- domandò freneticamente con un sorriso tirato, sembrava impaurito.
Naruto guardò per un istante dall’alto in basso, lo superò e andò verso i tavoli sotto il suo sguardo spaurito.
-Il mio amico non prende niente- iniziò, buttando di malagrazia il suo prigioniero su una sedia - invece a me portami un piatto di zuppa, pane e birra- concluse e si lasciò andare pesantemente su un’altra sedia.
Ascoltate tutte le richieste, il locandiere schizzò via come una freccia e sparì in una porticina laterale.
Per ingannare l’attesa, Naruto cominciò a guardarsi attorno.
La maggior parte era vuota, a parte uno occupato da un cinque uomini nerboruti che parlottavano tra loro e gli lanciavano occhiate sospettose di tanto in tanto.
Naruto non ci badò troppo, era normale vedere gente del genere in un posto sperduto come quello, viaggiatori che si avventuravano più lontano degli altri o banditi che cercavano di sfuggire al braccio della giustizia.
Squadrò i loro volti uno per uno, ma non gli sembrò di riconoscere nessun ricercato. Tanto meglio, non aveva nessuna voglia di fare a pugni almeno per quella sera.
Invece i due personaggi che occupavano il tavolo di fondo, attirarono la sua attenzione.
La prima era una ragazza molto carina, vestita con un piccolo kimono e una minigonna, portava dei capelli nerissimi a caschetto che terminavano dietro la nuca in una corta treccia.
Gli altri clienti se la stavano praticamente mangiando con gli occhi ,ma lei non sembrava farci caso, si limitava a parlare a conversare rispettosamente con l’altra figura.
Fu quella che impressionò maggiormente Naruto.
Indossava una casacca bianca molto larga su cui campeggiava uno strano simbolo nero.
Naruto si rigirò sulla sedia a disagio, da dove era, riusciva a vederne solo la schiena, eppure quel uomo gli provocava una strana sensazione, se non fosse stato impossibile, avrebbe detto che si sentiva i suoi occhi puntati continuamente addosso.
Una strana pressione gli attanagliava il collo nel osservare ogni suo singolo gesto, mentre un senso di pericolo imminente gli si faceva strada sulla schiena sotto forma di brivido.
Naruto scosse la testa, attribuendo la colpa alla fame e alla stanchezza. Si, era senz’altro cosi.
Stava per chiedersi dove fosse finito l’oste che quello ricomparve di botto, buttò un piatto di minestra e quello che gli era stato chiesto davanti a Naruto, squittì un”offre la casa” e sparì di nuovo di gran carriera nel retrobottega.
Naruto rimase a bocca aperta, cercando di capire il perché di tutta quella fretta, ma poi decise che non gli importava e dopo aver alzato le spalle cominciò a mangiare.
In fondo non doveva succedere spesso che un ragazzo stanco morto come lui si presentasse alla porta, tirandosi dietro un uomo mezzo morto.
-E’ normale che sia intimorito- concluse, bevendo un sorso di birra.
Si era appena avventato sulla minestra che gli uomini del tavolo vicino al suo si alzarono. Naruto li vide venire minacciosamente verso lui, ma fece finta di niente.
-Ehi, tu, biondino- lo chiamò quello che doveva essere il capo, un omaccione muscoloso grosso come un armadio, vestito con un giaccone di pelle d’animale, e uno spadone al fianco.
-Si?- rispose laconico Naruto, senza alzare lo sguardo dal suo pasto.
-Lascia qui il tuo prigioniero e vattene - ordinò, indicando l’uomo svenuto sulla sedia.
Un pezzetto di pane sparì nella bocca di Naruto - E perché dovrei?-
L’omaccione sogghignò, sembrava non aspettare altro - Perché lui è un nostro compagno e perché - la sua spada produsse un fruscio metallico mentre scivolava fuori dal fodero -se non fai quello che ti dico, non te ne andrai vivo- ridacchiando spacconi, gli altri uomini lo imitarono estraendo asce e altre spade.
Naruto si versò ancora da bere, vuotò il boccale con un sorso, emise un lungo sospiro di soddisfazione, poi guardò l’uomo dritto negli occhi.
-Sentite- iniziò conciliante - io non ho niente contro di voi né contro il vostro piccolo pianeta di merda- a quelle parole gli uomini si accigliarono, Naruto continuò - il vostro amico ha infranto la legge e il mio lavoro è prendere quelli come lui e sbatterli dentro, io non vi vengo a togliere il pane di bocca, perciò adesso sparite e lasciatemi mangiare in pace- detto questo , tornò a concentrarsi sul su piatto ancora pieno.
L’uomo che aveva parlato per primo rimase qualche istante fermo a guardarlo, una venetta pulsante sulla fronte e un leggero tic all’occhio destro., poi con un ruggito sollevò la spada e la calò con tutta la forza che aveva in direzione della testa bionda di Naruto.
Del tutto inaspettatamente il ferro tagliente fendette il vuoto, il suo proprietario, colto di sorpresa, non riuscì a fermarlo e cosi la spada affondò fino a metà dello schienale della sedia, incastrandosi nel legno.
- Siete sicuri di non volerne parlare?- stupefatti gli uomini si voltarono, Naruto sedeva sul tavolo che occupavano prima e sorseggiava tranquillamente dalla sua scodella.
-Che fate lì imbambolati, cretini, prendetelo- sbraitò il loro capo, mentre cercava di estrarre la sua arma, puntando un piede contro la sedia.
Gli altri uomini, sferzati dal rimprovero, si ripresero dalla sorpresa e caricarono Naruto gridando.
Le loro armi calarono sul tavolo tutte assieme, ma Naruto rotolò via, andando a fermarsi in piedi sul pavimento di legno.
-Andiamo, non serve fare cosi, se ne può parlare- disse, riprovando sulla strada delle trattative.
Non si era accorto che il capo dei suoi aggressori si era liberato e gli si stava avvicinando lentamente da dietro.
-Si, hai ragione, ragazzino, possiamo trattare- propose uno degli uomini, cercando di distrarlo.
Il viso di Naruto apparve un sorriso contento, gli aggressori esultarono tra loro, c’era cascato.
-Perciò è questo tizio dietro a me che dovrebbe condurre le trattative?- il capo dei banditi si bloccò con la spada sollevata sopra la testa e per lo stupore non riuscì a schivare il piede di Naruto, beccandosi cosi un calcio sotto il mento che lo fece volare all’indietro.
Con un tonfo assordante cadde su un tavolo, spaccandolo in mille pezzi.
-Capo!- gridarono in coro i banditi, vedendo il più forte di loro, atterrato con un colpo solo.
Naruto si voltò verso di loro, molto lentamente, il sorriso ancora stampato in volto.
-Non preoccupatevi, c’è ne ancora per voi-disse ironico, la minaccia nella sua voce era palpabile, ma i banditi non si lasciarono intimidire e lo attaccarono ancora agitando le armi.
Con molta lentezza la mano di Naruto si posò sull’elsa della sua spada, fece per estrarla, poi ci ripensò, dicendosi che non ne valeva la pena per avversari di quel livello.
Un ascia fendette l’aria e Naruto si abbassò appena in tempo per schivare l’ascia di uno dei banditi, rimettendoci un paio di capelli.
Naruto approfittò che avesse perso l’equilibrio per il suo stesso impeto per colpirlo con un violento pugno allo sterno rimasto scoperto, l’uomo lasciò andare la sua arma e si portò le mani alla parte colpita e si piegò in due, imprecando.
-Uno- disse Naruto, per poi correre verso un altro avversario che si era fatto avanti per vendicare il suo compagno.
Schivò il suo goffo colpo e saltò, per schivare l’arma di un altro che aveva cercato di attaccarlo alle spalle.
Naruto decise di strafare, si mise di traverso in modo di averli entrambi ai fianchi. Quelli si scambiarono uno sguardo di assenso e attaccarono insieme.
Con un sorriso spavaldo Naruto saltò e in un modo che a quegli uomini sembrò impossibile, roteò a mezz’aria in modo che le due armi lo sfiorassero appena.
Stupefatti, i due banditi videro solo all’ultimo momento avvicinarsi l’arma dell’altro e vennero colpiti entrambi di piatto alla testa e per il colpo persero i sensi, afflosciandosi a terra come sacchi di patate.
- Due e tre- commentò Naruto, riappoggiando i piedi a terra. Un sibilo fendette l’aria, Naruto si piegò all’indietro quel tanto che basta per schivare un’altra ascia - Ah, già, me ne ero dimenticato che c’è ne anche un altro- pensò, schivando i furibondi e imprecisi fendenti dell’ultimo avversario.
Evitò l’ultimo fendente e si fermò in scivolata pochi metri più lontano.
Mentre decideva come sconfiggerlo, si grattò un orecchio, un po’ seccato, meno male che doveva essere una serata di tutto riposo.
Adesso aveva bisogno di sfogarsi con qualcuno. Ad esempio quel poveraccio. Gli avrebbe inflitto una lezione memorabile.
Concentrò il chackra nella gambe e scattò, cominciando a correre in tondo attorno al bandito a una velocità elevatissima.
-Fermati, maledetto, fermati- urlò quello, menando colpi a casaccio con l’ascia, ai suoi occhi Naruto appariva come una specie di soffio di vento continuo che gli girava attorno.
-Dai, prova a colpirmi- lo sbeffeggiò Naruto.
Il bandito gridò e tornò a roteare l’arma, senza colpirlo.
Naruto decise di farla finita. Continuando a correre si mise in posizione, portò i pugni all’altezza della bocca e riversò sul poveraccio una vera e propria pioggia di pugni, lanciati ad altissima velocità da tutte le direzioni.
Era un attacco totale, difficilissimo da bloccare anche per un guerriero esperto e infatti il bandito non riuscì ad opporre nemmeno la minima resistenza e si prese tutti i pugni in tutto il corpo, sussultando freneticamente come se stesse ballando.
Solo dopo un minuto buono, Naruto si fermò e il bandito, più morto che vivo, potè finalmente accasciarsi a terra.
Il biondino ansimava leggermente, ma non era niente in confronto alla soddisfazione che provava, si voltò verso il suo avversario ormai privo di sensi.
-Beh? Che ne dici? Ti è piaciuto il mio Kazeryu Rendan(= Colpo concatenato del vento del drago )? E non ti ho dato nemmeno il colpo finale, perciò ritieniti fortunato, pezzente!- disse più per sé stesso, dato che quello non poteva sentirlo.
Mentre sparava altre spacconate che nessuno ascoltava, un battere di mani risuonò nella stanza ora silenziosa.
Naruto si interruppe e si voltò di scatto, pronto ad affrontare qualsiasi avversario rimasto e rimase sorpreso.
L’uomo vestito di bianco che prima lo aveva messo tanto in soggezione stava applaudendo.
Il suo aspetto era semplicemente inquietante, una maschera bianca contratta in un ghigno molto simile ad un teschio gli copriva il volto, le uniche parti a malapena visibili erano gli occhi.
-Fantastico, semplicemente fantastico- commentò entusiasta, la sua voce fece rabbrividire leggermente Naruto, era affabile, eppure stridula, non sembrava umana.
-Chi sei tu?- chiese, incrociando le braccia sul petto, stranamente adesso non si sentiva intimorito.
L’uomo mascherato, smise di battere le mani e ridacchiò in un modo che fece irritare Naruto -Oh, il mio nome non ha nessuna importanza, signor Uzumaki, quello che conte è che sono venuto per fare una proposta davvero interessante-
Naruto rimase a bocca aperta, come faceva a conoscerlo?
Fece per parlare, ma quello gli fece segno di non interromperlo.
-Stia a sentire quello che ho da dirle prima di ribattere, Nemu- solo adesso Naruto si accorse della ragazza che stava al fianco dell’uomo mascherato.
Lei si fece avanti e gli porse una piccola busta sigillata.
-La prenda, signor Uzumaki- lo invitò l’uomo mascherato.
Un po’ sospettoso Naruto accettò la busta, lentamente ci infilò due dita in mezzo per aprirlo,si fermò per gettare uno sguardo all’uomo mascherato che gli fece un gesto affermativo e allora si fece coraggio e la aprì.
E sfiorò l’infarto.
-Allora, signor Uzumaki cosa ne pensa?- chiese l’uomo mascherato, osservando con sguardo calmo la faccia completamente bianca di Naruto.
Da parte sua il biondino non lo stava neppure più ascoltando, era troppo impegnato a metabolizzare l’immagine della mazzetta di soldi che riempiva la busta fino all’orlo.
-50.000 ryo precisi e se vuole sono tutti suoi- a queste parole, il collo di Naruto si raddrizzò come una molla, rischiando un crampo, anche se in quel momento non ci avrebbe fatto neppure caso.
-D-davvero?- chiese incredulo e nello stesso tempo speranzoso, tutti quei soldi avrebbero soddisfatto le sue esigenze economiche per almeno vent’anni.
-Certo- Naruto fece per mettersi a ballare, ma la voce dell’uomo lo bloccò - se accetterà la mia proposta-
-Che genere di proposta- domandò Naruto, facendosi serio e infilandosi la busta dentro la maglietta. Era meglio tenerla stretta.
-Non qui, signor Uzumaki, non qui- rispose l‘uomo mascherato - certe cose non possono essere discusse in posti come questi- aggiunse, premendosi un fazzoletto sulla bocca e gettando uno sguardo di puro disgusto tutto intorno.
La ragazza che rispondeva al nome di Nemu si fece avanti ancora e consegnò a Naruto un foglietto di carta.
-Si presenti tra tre giorni a questo indirizzo e allora potremo parlare- spiegò l’uomo mascherato al suo sguardo interrogativo.
Naruto guardò il nome scribacchiato sul foglio e un ghigno poco rassicurante comparve sul suo viso.
-Ci può contare- disse, stringendolo nella mano.
Sul volto nascosto dell’uomo mascherato si dipinse un espressione di pura soddisfazione, come un pescatore che sa di aver preso un pesciolino.
-Bene- la sua voce, tuttavia non cambiò tono - quello che dovevo fare l‘ho fatto, arrivederci, signor Uzumaki, ci rivedremo molto presto- e con queste parole, si voltò e seguito da Nemu, uscì dalla porta.
Appena fu sicuro che non potesse sentirlo, Naruto si lasciò andare a un momento di ilarità a base di urla e salti sui tavoli.
Quando si stancò, ovvero dopo almeno dieci minuti, tirò fuori la busta e diede uno sguardo ai soldi. Era un occasione davvero unica. Irripetibile. E lui non se la sarebbe fatta scappare di certo, anche se avesse dovuto attraversare tutto l’universo, purtroppo in quel momento non sapeva quanto avesse ragione.

Rieccomi qui con la vesrione riveduta e corretta de "la mia storia", ora perchè ho cancellato l'altra storia e ho postato quest'altra? Chiedo scusa a tutti quelli che avevano recensito e messo tra i preferiti, ma davvero mi stava facendo schifo, spero di rifarmi con questa.
La storia è la stessa, cosi come i personaggi, ho voluto cambiare l'impostazione, l'altra era troppo confusionaria e cosi ecco a voi "Fino alla fine del Mondo" il mio nuovo lavoro(?)
Questo è l'inizio di tutto, gente, se avrete il temerario coraggio di seguirmi vi prometto una storia carica di colpi di scena e suspence(si scrive cosi?)
Comunque leggete bene questo cap, perchè è la prima e l'ultima volta che Naruto menerà qualcuno cosi facilmente e questo si vedrà già dal prossimo in cui si vedranno i protagonisti e le loro abilità.
Vabbè, con questo è tutto, io mi metto a giocare a Oblivion e mi tolgo dalle scatole, ci sentiamo presto(spero), Ciao!!
P.S. Come cacchio si cambia il modello di scrittura? Vi prego aiutatemi o di questo passo sfiorerò il suicidio, grazie anticipati

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Capitolo 2
*** Preparativi ***


PREPARATIVI

Dopo tre giorni, passati ad attraversare foreste oscure e paludi puzzolenti Naruto arrivò a Methrelant, la piccola capitale di Roncar.
Non era molto grande, niente più che un insieme abbastanza vasto di capanne di pietra e legno che spuntava dall’infinita foresta che copriva il pianeta.
Non era certo paragonabile a metropoli come Zantora o Arkatia, eppure i suoi abitanti la consideravano una vera perla di bellezza e ne andavano orgogliosi più di ogni altra cosa.
Naruto percorreva le sue strade trafficate con un gran sorriso sulla labbra, ammirando ogni cosa come se fosse la prima volta.
Le bancarelle colorate dove i mercanti esibivano i loro articoli, il via vai continuo di persone che si muovevano per le strade, indaffarate a contrattare o per portare carichi e merci, il parlottare continuo.
A Naruto quella città piaceva davvero molto, era un posto allegro e pieno di vitalità e voglia di fare, né troppo caotico né mai noioso, per questo gli piaceva farci un salto ogni volta che la vita di cacciatore di taglie perennemente alla ricerca del sostentamento vitale glielo permetteva.
Inspirò a fondo l’aria della città, felice per essere tornato alla civiltà e cominciò a camminare, facendosi strada tra la folla, verso l’ufficio per la riscossione delle taglie.
Aveva preferito portarselo dietro comunque l’uomo che aveva catturato, non perché tenesse particolarmente ai soldi della taglia, erano spiccioli in confronto a quello che aveva già incassato, ma solo perché non gli andava di buttare all’aria il lavoro di quasi quattro faticosissimi giorni.
Cosi, dopo aver percorso un pezzo di strada che conosceva ormai a memoria, raggiunse il grosso edificio che veniva usato come prigione.
All’interno c’era solo una guardia seduta ad un tavolino di pietra e intenta a esaminare delle carte.
Naruto attese qualche secondo che lo notasse, ma visto che non accennava ad aprire bocca, prese l’iniziativa - Ehm, io dovrei consegnare un ricercato-
La guardia sollevò lo sguardo dai documenti e lo squadrò critico da capo a piedi, poi tirò fuori da non si sa dove un enorme pila di fogli e li posò davanti a Naruto.
- Prego, scriva nome, cognome, generalità, data della cattura, data dell’inizio della ricerca, nome….-
E mentre si perdeva nelle chiacchiere di quel tizio a Naruto scappò un sospiro, a quella giornata non sarebbe sicuramente sopravvissuto.
Al contrario di tute le aspettative se la cavò prima del previsto e dopo “sole” due ore dopo, riattraversò la porta, biascicando un saluto stentato e con la sgradevole sensazione che qualcuno lo stesse prendendo a martellate in testa.
Si fermò un attimo in mezzo alla strada, cercando di riordinare le idee, quando venne subito richiamato alla realtà dal brontolio del suo stomaco che gli annunciava che era ora di pranzo, confermato dal fatto che il sole stava esattamente a picco sull’orizzonte.
Cosi riprese il cammino, diretto a verso un posto dove poteva mettere qualcosa sotto i denti.
All’inizio si trovò a camminare in una zona gremita di persone e case eleganti, attraversata da un’unica strada ben curata, poi man mano che proseguiva, il flusso di gente diminuì fino a ridursi a qualche sporadico passante dallo sguardo sospettoso e le villette vennero sostituite da case povere e sporche attaccate le une alle altre che incombevano sulla strada oscurando la luce del sole quasi del tutto.
Era il quartiere povero della città, abitato perlopiù da mendicanti e poveracci, eppure era l’unico posto che a dispetto di tutto Naruto riusciva a chiamare casa.
Un sorriso gli si disegnò sulle labbra, mentre entrava in un piccolo locale, defilato in mezzo alla selva formata dagli edifici.
- Salve, signore, come posso…Naruto!!- l’avvenente ragazza mora che stava servendo ad un tavolo rimase sorpresa nel vedere il biondino.
- Ciao Tifa- disse Naruto sorridendo e con una mano alzata.
Tifa servì velocemente i clienti e gli fece segno di seguirlo.
La ragazza si mise dietro al bancone, mentre Naruto si lasciò andare su uno degli sgabelli.
- Allora, che i racconti? E’ da un bel po’ che non ti fai sentire- cominciò Tifa, mettendo da parte il vassoio che aveva utilizzato.
- Prima dammi qualcosa da mangiare o giuro che svengo, ho passato una giornataccia- supplicò Naruto, appoggiando esausto il mento sul bancone.
Tifa rise divertita - Va bene, dato che non voglio cadaveri nel locale, ti preparo una porzione di ramen- disse per poi voltarsi e prendere da un cassetto una scatola di spaghetti istantanei.
- Grazie, ti adoro- fu l’entusiastico ringraziamento del ragazzo, Tifa versò il ramen in una pentola e la posò su un oggetto a forma di parallelepipedo bucato appoggiato insieme ad altri sul ripiano di legno, dietro al bancone.
La ragazza picchiettò sull’oggetto con il dito affusolato un paio di volte e da esso si sprigionò una leggera fiamma costante che cominciò a scaldare la pentola.
Il profumo cominciò a spandersi per tutto il locale, solleticando le narici di Naruto, che si sentì subito meglio.
- Chi ti ha ridotto cosi? Una banda di predoni assetati di sangue?- domandò Tifa, curiosa, mentre aspettava che il pasto fosse pronto.
- Peggio- disse Naruto melodrammatico, sottolineando l’enfasi con un movimento del braccio.
- Un battaglione di squig infuriati?-
Naruto scosse la testa - Nemmeno-
Tifa ci rifletté un attimo su, poi capì - Due ore ad ascoltare le ciarle del vecchio Berkley?- disse sicura di aver indovinato.
E infatti Naruto assentì gravemente con la testa. Tifa sorrise, d’altronde si trattava sempre di Naruto, probabilmente avrebbe preferito affrontare un esercito a mani nude, piuttosto che ripetere l’esperienza.
- Esagerato- lo seccò, mollandogli uno scalpellotto in testa.
- Perché? Non è terribile? Quel uomo è un aguzzino, mi ha fatto scrivere pure che numero di scarpe portava il tizio che avevo catturato e tutto per 200 miseri ryo- si lamentò Naruto e gettò sul bancone un sacchetto, le monete al suo interno tintinnarono, attirando l’attenzione di più di un orecchio.
Tifa lo prese velocemente e lo nascose in una tasca.
- Che cavolo fai?- disse a metà tra lo sconvolto e lo stupito - i soldi non sono mai miseri, soprattutto se sono quelli guadagnati col sudore della fronte-
Naruto inarcò un sopracciglio - E questa cagata filosofica da dove esce fuori?-
- L’ho letta in un libr..ehi, non è una cagata- sbottò Tifa, tirandogli uno strofinaccio che Naruto afferrò al volo.
- Tifa- il suo tono improvvisamente serio, attirò l’attenzione della ragazza - perché non chiudi questa baracca una volta per tutte?-
Negli occhi rossi come rubini della mora balenò un lampo di irritazione.
- Io questo bar non lo lascerò mai- rispose secca, tornando ad occuparsi del ramen che bolliva.
Naruto non demorse - Ma, tu sei bravissima nelle arti marziali, potresti essere una bravissima cacciatrice di taglie- disse cercando di convincerla.
- No, preferisco stare qui, non mi piace la vita avventurosa- disse meccanicamente, come se avesse ripetuto quella frase molte volte, poi si voltò di nuovo verso Naruto, sorridendo - e poi non credo che si guadagni cosi tanto con il tuo lavoro-
- Sicuramente di più che con questo- ribattè Naruto, accennando ai pochi clienti nel locale.
Tifa non rispose, si sporse un po’ verso di lui - Che carino, ti preoccupi per me- disse, sfiorandogli il naso con un dito.
Naruto arrossì furiosamente e distolse lo sguardo, ma in lui rimase la netta sensazione che la sua amica avesse voluto troncare quel discorso di proposito.
- Ma te l’ho ripeto- continuò la ragazza, - Io. Non. Lascerò. Mai. Questo. Bar. Capito?- sillabò soave, ma con sguardo assassino.
Naruto deglutì - Ok, come vuoi tu- sapeva bene che era meglio non stuzzicare troppo Tifa, ne aveva ben ricordo la sua testa, di quando l’aveva incontrata per la prima volta.
Anche allora era di ritorno da una caccia, solo non aveva avuto lo stesso risultato positivo di quella odierna e perciò era arrabbiato più o meno con tutto l‘universo.
Il destino aveva voluto che quel giorno anche Tifa non fosse di buonumore, cosi, quando era entrato nel locale come una furia e aveva ordinato da bere con l’educazione di un dinosauro, si era beccato un poderoso pugno in testa, seguito da un numero non identificabile di calci, dopo aver tentato di reagire.
Si era risvegliato due giorni dopo con la granitica convinzione di essere passato a miglior vita.
Tifa era entrata nella stanza proprio in quel momento, e dopo il primo spavento dovuto ai ricordi delle botte subite, si erano chiesti reciprocamente scusa e una parola dopo l’altra, senza neanche accorgersene, erano diventati buoni amici.
Le chiacchierate con Tifa erano una delle cose che facevano piacere Methrelant a Naruto, con lei si poteva parlare schiettamente, di tutto e di tutti, senza pregiudizi o peli sulla lingua, era una persona di mentalità estremamente aperta e per questo Naruto la trovava davvero simpatica.
E poi era anche un ottima compagna di allenamento
Almeno una volta alla settimana, Tifa chiudeva il bar, prima del solito per accompagnarlo in durissime sessioni d’addestramento e non passava volta che Naruto non imparasse qualche tecnica nuova dalla ragazza o che lei non gli facesse notare un difetto nei suoi schemi di combattimento.
Le aveva chiesto più volte dove avesse imparato tutte quelle nozioni sulle arti marziali, ma lei si limitava sempre a liquidarlo con una scrollata di spalle o con un “segreto” appena sussurrato.
Naruto moriva dalla curiosità, ma aveva capito che non doveva spingersi oltre, d’altronde anche lui aveva dei segreti che non voleva rivelare e anche in questo erano in qualche modo simili.
- Comunque non hai risposto alla mia domanda- lo richiamò alla realtà la ragazza - non posso credere che l’unica cosa emozionante che hai fatto in questi giorni sia firmare documenti-
- Puoi dirlo- rispose al volo Naruto e subito cominciò a raccontare.
Raccontò a Tifa del tempo passato nella fredda foresta per catturare il ricercato, soffermandosi sul fatto che non fosse stato niente di difficile per lui, descrisse gli uomini che aveva incontrato nella locanda, di come lo avevano aggredito e soprattutto si gonfiò d’orgoglio nel narrare la rissa che arricchì con qualche elemento palesemente inventati che fecero sorridere la ragazza e infine raccontò dell’incontro che aveva avuto con l’inquietante uomo con la maschera bianca e della sua offerta.
Alla fine del racconto, Naruto si fermò, ansimando per le troppe parole dette, sentiva la bocca secca, perciò accettò con gratitudine il bicchiere di birra che gli offrì Tifa.
Il ragazzo tracannò la bevanda tutta d’un fiato e la appoggiò pesantemente sul bancone, emettendo un profondo sospiro di sollievo.
Era sicuro che Tifa sarebbe stata felice per lui e l’avrebbe riempito di congratulazioni, cosi rimase sorpreso nel vedere che sul volto della mora era apparsa un espressione a dir poco preoccupata.
- Una maschera bianca, hai detto?- chiese con uno strano tono meditabondo.
Naruto assentì, adesso anche lui cominciava ad inquietarsi, non l’aveva mai vista tanto turbata.
Tifa incrociò le braccia sul petto, sollevando lo sguardo verso il soffitto,le sembrava di aver già sentito parlare di qualcosa del genere, si spremette le meningi nel tentativo di ricordare, ma non le venne in mente nulla.
Alla fine per la frustrazione sbatté entrambe le mani sul bancone.
- Cavolo, non me l’ho ricordo, l’ho già sentito, però non me l’ho ricordo- sbraitò ad alta voce, poi si rivolse a Naruto, che era rimasto alquanto sconvolto per quella reazione improvvisa.
- Stammi bene a sentire-
Le orecchie di Naruto scattarono sull’attenti.
- Non so quanto ti abbiano pagato, ma faresti meglio a non andarci- disse risoluta.
Naruto sbarrò gli occhi - Prego?- chiese a metà tra lo stupito e lo sconvolto - Mi stai dicendo che dovrei rinunciare?-
Tifa annuì vigorosamente. - Ma tu sei tutta matta, quando mi ricapita un occasione del genere?- protestò Naruto.
Tifa fece per insistere, ma appena vide lo sguardo deciso del ragazzo, capì che non sarebbe mai riuscito a convincerlo, non in quel modo.
- Naruto…- cominciò, cercando un approccio più condiscendente.
Il biondo la zittì con una mano - No, Tifa, ormai ho preso la mia decisione, come tu non vuoi chiudere questo bar, io non voglio perdere questa occasione-
Tifa rimase a bocca aperta - Cavolo, questo ragazzo cresce troppo in fretta- pensò, mordendosi la lingua e nel contempo dandosi mentalmente dell’idiota per le parole di poco prima.
Purtroppo far ragionare quella testa quadra era più difficile che far roteare un pianeta al contrario.
- Va bene, non insisto- abbandonando la serietà, Naruto esultò, non gli andava a genio dover fare ua cosa senza il consenso di Tifa, gliela faceva sembrare sbagliata.
- Però- l’esclamazione della ragazza, mise un freno alla sua gioia, si fece attento alle sue parole - devi promettermi che se la situazione diverrà troppo pericolosa, te ne tirerai subito fuori-
Naruto sorrise e le fece l’occhiolino - Certo, dimentichi che Naruto Uzumaki non è uno sciocco- con un balzo saltò giù dallo sgabello.
- Ehi, dove vai, adesso? Il ramen è quasi pronto- lo richiamò Tifa, stendendo un braccio verso di lui.
- Devo andare, quel tizio aveva detto di presentarsi oggi e sono già in ritardo- rispose Naruto, facendola rimanere letteralmente a bocca aperta, e che aspettava a dirlo? Una cartolina?
- Grazie per la chiacchierata, stammi bene Tifa- salutò Naruto.
Stava per uscire, quando la ragazza lo richiamò.
- Naruto-
- Si? Che c’è?- chiese fermandosi sulla soglia.
- Stà attento- lo ammonì Tifa, burbera. Faceva tanto la dura, ma dentro le dispiaceva moltissimo per la partenza del suo amico.
Naruto fece un sorrisone a trentadue denti - E quando non lo sono?- e dopo aver salutato ancora, attraversò la soglia della porta, uscendo dal locale.
Tifa aspettò qualche istante, le braccia conserte e gli occhi ancora fissi dove la chioma bionda del ragazzo era sparita - Mai, Naruto, mai- sussurrò, sorridendo dolcemente.
Si accorse che i pochi clienti presenti nel bar la stavano ascoltando.
- Che vi origliate voi! Fatevi gli affaracci vostri!- la sfuriata bastò per farli tornare precipitosamente a concentrarsi sulle loro bevande.
Tifa ritornò dietro il bancone, lo sguardo gli cadde sulla porzione di ramen, ormai pronto.
Lo prese tra le mani, poi riportò lo sguardo sulla porta.
- Buona fortuna, Naruto- augurò, per poi prendere due bacchette, era un peccato sprecarlo.
Non si accorse che un figura si era alzata da una delle sedie, aveva lasciato un paio di monete sul tavolo ed era sgusciata fuori, sorridendo tra sé per la fortuna di essersi trovata nel posto giusto al momento giusto.

Naruto correva, consapevole di essere in mostruoso ritardo, aveva passato troppo tempo a chiacchierare con Tifa e ad ascoltare le sue proposte assurde ed ecco il risultato.
Tirò fuori dalla tasca il foglietto ancora una volta e se lo portò davanti agli occhi.
Riusciva a leggere solo “Ufficio d’arruolamento, via d…” e poi il resto era un groviglio illeggibile, ma chi cavolo l’aveva scritto? Un analfabeta?
Lui scriveva meglio e solo questo era tutto dire.
- L’unica è chiedere a qualcuno- pensò, anche perché non dovevano esserci molti uffici d’arruolamento in città, da parte sua non ne aveva neanche mai sentito parlare.
Corse a più non posso, cercando invano qualcuno a cui chiedere informazioni.
Imprecò tra sé, ma dove finiva la gente, quando serviva?
Purtroppo la fretta gli fece dimenticare di guardare dove andava e questo gli impedì di evitare la figura che sbucò all’improvviso da dietro l’angolo.
Ci un forte scontro e Naruto rischiò di cadere, ma fece pressione sulle gambe e riuscì a tenersi in piedi.
- Ehi, attento- disse una voce che non riconobbe. Sollevò lo sguardo per capire contro chi fosse andato a sbattere.
Si trattava di una figura coperta da capo a piedi da un lungo mantello marrone chiaro.
Superando lo smarrimento Naruto si portò una mano dietro la nuca - Scusami, non ti ho visto, potresti dirmi dov’è l’ufficio arruolamento?- chiese sperando di risolvere il suo problema.
La figura sembrò sorpresa - Mi stai prendendo in giro, vero?- chiese irritata, anche se la sua faccia era completamente oscurata dal cappuccio, si capiva chiaramente che la voce apparteneva ad una ragazza.
- Ehm, no?- rispose un po’ timoroso Naruto, incerto su cosa avesse sbagliato.
La ragazza si battè una mano sulla fronte e con l’altra indicò a destra.
Naruto la seguì con lo sguardo e rimase alquanto sorpreso.
Davanti a loro, appena dall’altra parte della strada, c’era un grande palazzo di pietra rossa, sulla facciata un enorme insegna recitava a caratteri cubitali, la limpida scritta “Ufficio Arruolamenti”.
- Ops- fece Naruto, arrossendo per l’imbarazzo.
- Comunque, graz..- si voltò per ringraziare, ma trovò solo l’aria, la figura incappucciata era scomparsa nel nulla.
- Mah, strana gente- disse tra sé, con una scrollata di spalle. Con passo sostenuto andò verso il palazzo e ne attraversò le porte spaziose.
Lo accolse un frastuono infernale di colpi e rimbombi, davanti a lui si stendeva un enorme spiazzo in terra battuta racchiuso tra mura di pietra, accanto ad esso il palazzo che aveva visto, troneggiava minaccioso.
L’intera area era completamente gremita di soldati che si allenavano combattendo tra loro con le più svariate armi, spade, lance, asce, uno impugnava perfino un forcone.
Più in là, diverse file di arcieri lanciava frecce contro delle sagome di legno allineate contro il muro.
Naruto si avviò verso l’edificio, osservando stupefatto quella grande massa di persone, non ne aveva mai saputo nulla di un posto del genere.
Perse l’orientamento quasi subito, la folla gli ostruiva la visuale e adesso non riusciva a vedere a un palmo dal naso.
Camminò ancora per un po’, affidandosi all’istinto, ma alla fine capì che era inutile e si fermò, sbuffando, con le mani sui fianchi.
Stava per chiedere ancora informazioni, quando una macchia nera in lontananza attirò la sua attenzione, aguzzò lo sguardo e vide la ragazza in minigonna che aveva visto in compagnia dell’uomo mascherato. Si trovava a pochi metri dall’entrata e lui nel caos non l’aveva vista, facendo tutta quella strada a vuoto.
Corse in quella direzione, ma giunto a pochi metri, inciampò e dopo essersi fatto l’ultima tratto, praticamente volando, atterrò di faccia sul duro terreno.
- Il signor Uzumaki, suppongo- disse una voce pacata sopra di lui.
Con la testa dolorante si rialzò a fatica, la ragazza era davanti a lui.
- Si, sono arrivato- mugugnò, massaggiandosi il naso con una mano. Decisamente la faccenda non era cominciata con i migliori auspici. Aveva già fatto una figuraccia.
- Prego, mi segua- lo invitò.
Naruto seguì la ragazza all’interno del palazzo rosso. Attraversarono in silenzio un corridoio deserto.
Naruto si sentiva a disagio, sia per la pessima entrata, sia per lo strano mutismo della sua accompagnatrice, a quanto si ricordava doveva chiamarsi Nemu.
Adesso che la vedeva meglio non poteva certo dire che non fosse carina.
Arrossì immediatamente a quel pensiero, come faceva a farsi venire simili idee?
La ragazza si fermò davanti a una porta e l’aprì, per poi attraversarla, seguita da Naruto.
La stanza era molto spartana, assolutamente priva di qualsiasi ornamento a parte una scrivania e qualche sedie di cui una era occupata da una persona.
- Signor Uzumaki, devo informarla di un cambiamento nel programma- lo informò Nemu compostamente.
Il ragazzo, perché di questo si trattava, sbuffò pigramente, poi si alzò di malavoglia, mettendosi bene in mostra.
Aveva dei lunghi capelli argentei che gli arrivavano fino alle spalle e gli coprivano gran parte della fronte.
I suoi occhi erano dello stesso colore del ghiaccio, da essi non traspariva nessuna emozione a parte un evidente contrattazione per quello che considerava un imprevisto.
Indossava una semplice giacca grigia che gli lasciava scoperto le braccia muscolose e il petto possente e pieno di cicatrici.
Le gambe erano coperte da dei pantaloni blu scuro, in spalla portava una piccola sacca.
- Questo non me l’ho avevate detto- protestò impassibile, squadrando Naruto - Non ho bisogno di palle al piede-
Naruto aggrottò la fronte. Ma chi si credeva di essere quello lì?
- Signor Uzumaki le presento il signor Riku Kawazaki, mercenario, assunto da noi per assisterla nella sua missione- spiegò Nemu, ignorandolo a bella posta.
- Molto piacere- sibilò Naruto, fulminandolo con lo sguardo.
- Come dicevo, palle al piede- ripeté Riku, guardandolo dall’alto in basso.
Naruto provò l’impellente bisogno di farlo a fette.
-Siete stati assunti per portare a termine la vostra missione e non verranno tollerati litigi che possano metterne a repentaglio il successo, perciò vi prego di andare d’accordo- la pacata sferzata della ragazza bastò per mettere a tacere i bollenti spiriti.
Riku e Naruto si guardarono reciprocamente negli occhi, per poi distoglierli nello steso momento.
- Oh, per me va bene- dissero contemporaneamente e tornarono a guardarsi male.
Nemu sospirò, sarebbe stato più difficile del previsto.
- Comunque prima di iniziare a spiegare in cosa consista la vostra missione, dobbiamo aspettare il terzo membro- un rombo tremendo risuonò proveniente dall’esterno, il pavimento tremò- che credo sia arrivato-

E’ FINITO!!!! C’E’ L’HO FATTA!!!!! UN HIP HIP-URRà PER ME!!!
Stimati lettori, non potete immaginare come mi ha fatto sudare questo capitolo, un pezzo che non andava, una frase idiota, un attacco di rabbia, raffiche di testate contro il muro, in pratica un odissea e alla fine non ne sono neanche del tutto convinto.
Mah, mi sa un po’ di insipido, comunque lascio il giudizio a voi e ora fuoco alle polveri e via con le risposte alle recensioni.

Ijen: La tua non vale di recensione dato che te l’ho fatta fare a casa mia, comunque grazie per non aver opposto resistenza, (difficile con una mannaia appoggiata sul collo), recensisci ancora, vecchio mio e insieme conquisteremo il mondo!! BUHAHAHAHA…argh...coff…coff
Suikotsu: Errorini? D’oh, maledizione devo mettermi più d’impegno. CERTO che gli attaccabrighe sono ovunque, c’è anche il detto che mondo sarebbe senza attaccabrighe? O era two attaccabrighe is meglio che one?
Comunque grazie per il consiglio, scaricherò quel programma appena possibile, e grazie per la recensione, sei un eroe se riesci a sopportarmi.
Contro P.S. Non scervellarti inutilmente, il tizio dell’inizio è un mio original carachter(come cazzo si scrive?), mi raccomando, acqua in bocca con Paolini o qua finisce a botte.
Stuck93: Eeeh, lo so, lo so, è dispiaciuto anche a me doverla cancellare, (il momento è stato duro e patetico con fanfare e colpi di schioppo)ma stava venendo veramente uno schifo e io sono un fottuto perfezionista in queste cose e non ne ho potuto fare a meno.
Sauro ci sarà sicuramente, il mio neurone invalido di guerra Giantantonio mi ha detto di essere amico stretto del tuo e io non posso far altro che obbedire ai suoi tirannici voleri. Purtroppo
Giodan: Addirittura un bestseller!!! Esagerato!! Che dire, mille grazie per la recensione, continua a seguirmi, mi raccomando, altrimenti (indica il tagliaerba)
Bene e questo è fatto, alla prossima e ricordate ORCS, ORCS, ORCS!!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Presentazioni ***


Senza aggiungere altro, la ragazza si voltò e uscì dalla stanza, seguita da Riku e Naruto.
Mentre riattraversavano a ritroso il corridoio, Naruto guardava di sottecchi l’argenteo che camminava con le mani intrecciate dietro la testa.
Nessuno gli aveva detto che avrebbe dovuto fare squadra con qualcuno e poi lui non gli ispirava affatto fiducia, anzi gli stava decisamente antipatico e pensare che non lo conosceva per niente, a parte il nome.
Strinse i pugni, riportando lo sguardo davanti a sé, il rumore che aveva scosso tutto il palazzo poco prima adesso era stato sostituito da un insieme confuso di grida.
- Che diavolo sta succedendo là fuori- pensò Naruto e senza volerlo appoggiò la mano sull’elsa della spada.
- Stia calmo, signor Uzumaki- lo richiamò Nemu, senza voltarsi o mostrarsi anche minimamente inquieta - Non si tratta di un nemico - disse vaga.
Naruto rimase stupito dal fatto che la ragazza avesse capito cosi facilmente il suo stato d’animo, ma cercò di non darlo a vedere, non gli piaceva essere preveduto, lo faceva sentire debole.
- Comunque non devi preoccuparti, biondino- intervenne Riku, sogghignando - se dovesse esserci qualcosa di pericoloso ci penserò io a proteggerti- lo canzonò.
- Ahahaha, davvero molto divertente- fece sarcastico Naruto, comunque al di là del suo atteggiamento da spaccone nè le parole di Nemu né la sicurezza di Riku riuscirono a far allontanare la sua mano dalla spada, non che avesse paura, lui non aveva paura di niente! Solo che cosi si sentiva più sicuro.
Il gruppetto uscì all’aperto e finalmente il motivo del trambusto divenne noto a tutti loro.
Naruto all’inizio ebbe un sussulto spontaneo, che venne subito sostituito da un espressione curiosa, Riku inarcò un sopracciglio, leggermente sorpreso, e si limitò a guardare quel coso sospettosamente, Nemu non fece una piega.
Il cancello d’entrata era ridotto ad un ammasso disordinato di macerie e ora al suo posto c‘era solo un grossa breccia nel muro, il grosso portone di ferro era stato abbattuto ed ora giaceva accartocciato a terra, come se fosse stato schiacciato da un pugno gigante.
Gli uomini che fino a poco prima si stavano allenando all’interno del cortile, adesso stavano ammucchiati con le armi e gli sguardi non molto risoluti puntati verso il responsabile di quel caos.
- E questo chi diavolo è?- questa fu la domanda che affiorò spontaneamente sulle labbra di Naruto, osservando vagamente sconcertato la figura gigantesca che stava davanti al portone abbattuto.
Se gli avessero chiesto di stilare una classifica di aggettivi per descriverlo, al primo posto ci sarebbe stato sicuramente “Bruttissimo”, seguito da “Improbabile”, “Sconvolgente” , “ Anomalo”e via dicendo.
Era un uomo enorme, alto almeno sei metri, tanti che un soldato normale gli arrivava appena al polpaccio.
La cosa che colpiva per prima del suo aspetto era il volto, la cui pelle rugosa era protesa, quasi afflosciata tutta verso il basso come se qualcosa l’appesantisse dall’interno, la bocca era larghissima e faceva sfoggio di una chiostra di denti che avrebbe potuto fare concorrenza a quella di uno squalo, se fossero stati appuntiti.
Gli occhioni scuri e le sopracciglia incurvate verso il basso davano al tutto un espressione malinconica. Un ispida barba arancione gli incorniciava il mento, coprendogli la parte superiore del petto.
Il resto del corpo non era affatto da meno, le braccia erano sproporzionate rispetto al corpo e gli avambracci innaturalmente gonfi in confronto alle spalle e alle gambe strette.
Solo i vestiti che indossava potevano essere considerati normali, un sobrio paio di pantaloni che gli arrivavano appena alle caviglie, lasciandogli nudi i piedi, un immensa maglia bianca sbrindellata, Naruto era certo che avrebbe potuto usarla come tenda. E infine un cappellone a tesa larga uguale a quelli dei cow-boy.
Sulla schiena portava un enorme mazza di legno, sormontata da una pietra appena abbozzata a forma di martello.
Un tipo che non passava decisamente inosservato.
Il gigante, se di questo si trattava, fece un passo verso la folla che lo guardava atterrita e per la paura tutti i soldati alzarono le armi, le frecce vennero incoccate negli archi tremanti.
L’intruso continuò il suo cammino, ma il suo obiettivo non erano i soldati, infatti a metà strada si fermò per raccogliere il portone ormai distrutto.
Sotto gli sguardi sbigottiti di tutti, cercò goffamente di raddrizzarlo.
- Dovete scusarmi- cominciò, mentre piegava la lastra di ferro come se fosse burro - Credo di aver bussato con troppa insistenza- Si scusò tranquillamente, come se non si fosse nemmeno accorto delle armi puntate verso di lui.
Dopo un paio di tentativi, il portone era ritornato molto pressappoco alla sua forma originale e il gigante si girò per rimetterlo nei cardini.
L’unico problema era che i cardini non c’erano più o meglio c’erano, ma sotto una decina di quintali di pietra.
- Ehm, ecco io- tentennò, rendendosi conto del piccolo impaccio, vedere un omaccione del genere arrossire per l’imbarazzo era un vero spettacolo.
- Non si preoccupi, Signor Hagwor- intervenne Nemu, tutti gli sguardi si puntarono su di lei.
La ragazza avanzava tranquillamente verso il gigante senza tradire la benché minima paura, guadagnandosi l’ammirazione di tutti i presenti.
- Scusi di nuovo, sono mortificato, non era mia intenzione- ripeté il gigante, portandosi una mano dietro la nuca.
- Non si preoccupi, non importa- assicurò Nemu, sorridendo dolcemente, poi si rivolse a tutti gli uomini che erano ancora in allerta- Vi prego di tornare alle vostre occupazioni e di non allarmarvi, il signor Hagwor è stato invitato qui per una missione speciale- disse pacatamente e le sue parole bastarono, lentamente le armi vennero abbassate e gli uomini si dispersero per lo spiazzo bisbigliando tra loro e gettando sguardi preoccupati al gigante.
Naruto guardò ammirato l’agire della ragazza, non aveva esitato nemmeno per un attimo né aveva mostrato il minimo tentennamento.
- Deve essere abituata a situazioni del genere- si disse alla fine, vedendola tornare indietro.
- Seguitemi, per favore- chiese Nemu, accennando a tutti e tre, visto che rientrare nel palazzo era fuori discussione, si sistemarono in un angolo isolato dello spiazzo.
Sauro si sedette pesantemente a terra, provocando un leggero terremoto e gettò un paio di sguardi sorpresi ai due ragazzi che invece rimasero in piedi, piccolissimi in confronto al gigante.
- Signor Uzumaki, Signor Kawazaki, questo è Hagwor D. Sauro, il terzo membro della vostra missione- prese la parola Nemu, appena vide di avere la loro attenzione.
- Lo sapevo- commentò Riku, sogghignando appena, mentre Naruto sussultava leggermente.
Sauro invece sembrò rallegrarsi a quelle parole.
- Bene!- esordì, allegro - Non mi andava di fare tutto da solo, dei compagni sono sempre ben accetti, se buoni combattenti- e l’allegria nella sua voce era quasi palpabile.
Naruto si batté una mano sul petto - Allora puoi anche rallegrarti, perché io sono ben più di un buon combattente- disse, assumendo un aria tronfia.
- Infatti sei una palla al piede- lo seccò senza tanto sforzo Riku.
Naruto gli puntò un pugno contro.
- Ripetilo- minacciò a denti stretti.
- Palla al piede- sillabò l’argenteo, scandendo ogni lettera.
Questo era davvero troppo per Naruto, stava per avventarsi su quel arrogante e lo avrebbe fatto se la voce di Nemu non lo avesse bruscamente richiamato all’ordine.
- Basta- tuonò la ragazza, la voce minacciosamente alzata di un ottava.
Tutti e tre si bloccarono sul posto, guardandola, chi annoiato e con le mani in tasca, Riku, chi leggermente spaventato, Naruto, e chi alquanto confuso, Sauro.
Vedendo di essere riuscita a ottenere silenzio, Nemu iniziò a parlare con più calma.
- Ora che ci siete tutti, posso finalmente passare a illustrarvi in cosa consisterà la missione per cui siete stati ingaggiati-
- Finalmente- intervenne Naruto, vagamente esasperato.
Nemu gli riservò la stessa occhiata che si riserva a una mosca fastidiosa, poi continuò.
- Voi tutti avete già ricevuto un cospicuo anticipo che vi è stato consegnato da Mayuri-Sama-
- Chi?- chiese Sauro, con un dito poco educatamente infilato nell’orecchio.
- Il tizio con la maschera bianca- suggerì Naruto, il gigante aggrottò per un istante la fronte, concentrandosi intensamente per ricordare, poi sbarrò gli occhi e fece “si” con la testa, facendo oscillare la sua barba su e giù, in segno di aver capito.
- Come stavo dicendo- riprese la ragazza, ignorandoli - Avete ricevuto un buon anticipo e a prescindere che accettiate o no, nessuno cercherà di togliervelo-
- Vorrei ben vedere, sarebbe una fatica inutile- commentò Riku, distogliendo lo sguardo, le braccia incrociate sul petto.
- Io li ho già spesi tutti- informò con disinvoltura Sauro, guadagnandosi un occhiata incredula da Naruto - Che c’è? Avevo un sacco di conti da pagare- si giustificò il gigante.
Nemu sospirò, con quei tre non riusciva proprio a parlare, aveva in mente di spiegare tutto subito, ma di questo passo ci avrebbe messo una settimana, perciò tanto valeva anticipare i tempi.
- Vi prego di ascoltarmi!- cominciò autoritaria - Prima di accettarvi decisamente Mayuri-Sama mi ha dato ordine di testare le vostre abilità in battaglia-
A quelle parole gli occhi di Naruto si illuminarono e il biondino si fece avanti, i pugni stretti tanto che le nocche divennero bianche.
- Come e quando?- chiese eccitato alla prospettiva di un buon combattimento.
- Lei no, signor Uzumaki- lo seccò al volo Nemu.
- E perché?- protestò veementemente il biondino, forse non lo ritenevano all’altezza? Se la sarebbe potuta cavare in qualunque situazione, ne era certo e lo avrebbe dimostrato.
- Perché la dimostrazione che ha dato nello sconfiggere i banditi che l’hanno attaccato nella taverna è stata più che sufficiente per provare la sua abilità nel combattimento, lei non ha bisogno di altri esami, invece il Signor Hagwor e il signor Kawazaki sono stati assunti in base alla loro fama e perciò abbiamo bisogno di sapere se ciò che si dice su di loro corrisponde effettivamente alla realtà- spiegò Nemu con calma.
La spiegazione bastò per calmare i bollenti spiriti di Naruto, ma non lo acquietò del tutto, non gli piaceva fare da tappezzeria, anche se questo significava essere considerato forte, lui era fatto per l’azione e al diavolo quello che pensavano gli altri.
- Uffa, e pensare che non ho usato nemmeno tutte le mie tecniche.- borbottò accigliato a bassa voce.
Comunque non potè fare altro che accodarsi agli altri, quando Nemu fece cenno di seguirli.
Andarono di nuovo verso lo spiazzo, qualche occhiata preoccupata andò verso Sauro, ma nessuno interruppe la propria attività o diede segno di paura.
La ragazza vestita di nero si allontanò per scambiare alcune parole con un soldato apparentemente preso a caso dagli altri che, dopo aver ascoltato, salutò con un inchino rispettoso e corse via, svanendo tra la folla.
- E’ questione di pochi istanti- li rassicurò Nemu, tornando verso di loro.
E infatti appena pochi istanti dopo, un grido superò il frastuono delle armi, tutti i soldati si fermarono nell’ascoltarlo e abbandonato ciò che stavano facendo si schierarono tutti ai due lati dello spiazzo, lasciandone libera tutta la parte centrale.
Naruto notò una cosa che la calca gli aveva impedito di vedere fino a quel momento. In fondo allo spiazzo, adiacente al muro opposto, c’era una specie di recinto formato da pali infilati nel terreno alti almeno cinque metri e accostati in modo da lasciare nessun spiraglio che lasciasse intuire il contenuto, il telo scuro che lo copriva completamente era trattenuto a terra con dei picchetti.
All’improvviso un gruppo di soldati si staccò dal grosso, impugnando lunghe lance di ferro.
Guidati da un comandante, che si riconosceva per il mantello che indossava, si disposero attorno alla strana costruzione e ad un segnale tagliarono le funi con le loro armi.
Senza più sostegni il telo si afflosciò dentro il recinto.
Non passarono pochi istanti che dall’interno proruppe un terrificante grido animalesco.
Riku era impassibile - Droug- mormorò come se fosse un affare che non lo riguardava.
Il grido si ripeté, affiancato da altri.
- E sono almeno una decina- commentò Sauro, meravigliato.
Naruto, invece, non sapeva di cosa stessero parlando e si fece particolarmente attento.
Nel frattempo il comandante della squadra dei soldati si posizionò davanti all’entrata del grande recinto che, benché chiusa da una poderosa catena, sembrava per cedere da un momento all’altro per i colpi che riceveva da dentro.
Velocemente compose alcuni segni con le mani e tutta la zona davanti a lui venne avvolta da una tenue luce gialla che prese la forma ben definita di un quadrato.
Fece un segno con la testa e uno dei soldati fece saltare il lucchetto con un colpo di lancia.
La catena cadde tintinnando e lentamente la porta si spalancò di poco, i ruggiti si placarono.
Calò il silenzio, solo il vento alzava qua e là qualche manciata di polvere.
Dall'interno del recinto provenivan un rumore di passi pesanti.
La porta si spalancò violentemente e senza preavviso ne uscì un mostro che fece gelare il sangue a tutti i presenti.
- Tre metri di altezza, corpo sferico di carne dura su cui si apre la bocca con due file di denti rostrati atti a dilaniare e un grande occhio centrale, arti inferiori lunghi e muscolosi in grado di raggiungere alte velocità, arti superiori piccoli e corti utilizzati per bloccare la vittima a terra, entrambi dotati di zampe di tre dita terminanti con artigli di sei centimetri affilati come spade, generalmente vengono chiamati anche i “sacchi di carne assassini“- spiegò pacatamente Nemu, indicando il mostro con un ampio gesto del braccio.
Naruto deglutì, gli formicolava la schiena per l’eccitazione, altro che gli orsi della foresta, QUELLO era un vero animale selvaggio.
Gli sarebbe davvero piaciuto affrontarlo.
Il Droug mosse qualche passo in avanti, la barriera eretta dal comandante si aprì per farlo entrare e si richiuse subito dietro di lui per impedire agli altri di uscire.
L’animale non ci fece nemmeno caso, il suo grande occhio giallo vagava bramosamente sulla folla che aveva davanti.
All’improvviso si lanciò in avanti, con le fauci spalancate in un grido belluino, con la chiara intenzione di banchettare con carne d’uomo.
La barriera tremò nello scontro, ma non cedette né il comandante che la reggeva dette segno di affaticamento, cosi il mostro dovette retrocedere, infastidito, ma riprese subito il suo assalto con più ferocia di prima.
- Bene- fece Nemu, mentre il Droug tentava furiosamente di abbattere la sua prigione - Questa è la vostra prova. Chi vuole iniziare per primo?-
Riku si fece avanti, lo sguardo vagamente annoiato.
- Vado io- disse tranquillo e andò verso la gabbia di energia.
Appena l’argenteo arrivò davanti allo scudo, il comandante battè le mani e come obbedendo ad un comando la barriera si aprì quel tanto che bastava al ragzzo per entrae e si richiuse subito dopo.
- Adesso sta a lei, signor Kawazaki, se si troverà in difficoltà, interverremo per aiutarla- avvertì Nemu, da fuori, affiancata da Naruto e Sauro.
Riku si voltò appena verso la ragazza - Non ce ne sarà bisogno- disse, portando entrambi i pugni chiusi all’altezza del volto - Me la sbrigherò in due minuti-
“Vuole combatterlo a pugni?” pensò Naruto vagamente sorpreso “Non ha un arma?”
La sua domanda cadde nel vuoto, mentre il Droug si accorgeva di Riku.
Interruppe il suo assalto contro la gabbia e concentrò la sua attenzione contro il ragazzo che aveva l’ardire di sfidarlo.
E da solo, per giunta.
L'occhio assetato di sangue si specchiò in occhi più freddi del ghiaccio.
E in un momento il Droug si mosse, coprendo in un sol balzo la distanza che lo separava dal ragazzo.
Riku non si mosse dalla sua posizione né tentò di schivare, semplicemente rimase dov’era e lasciò che le zanne del mostro calassero sulla sua spalla.
Che non venne minimamente scalfita.
Invece del rumore della carne lacerata, invece degli schiocchi delle ossa che andavano in pezzi, quello che risuonò in tutto lo spiazzo fu un limpido tintinnio metallico che si spense nel vento.
Naruto rimase letteralmente senza parole, aveva visto i denti spropositati dello Squig, erano più affilati di rasoi, eppure quel ragazzo non era stato né ferito né semplicemente graffiato, aveva incassato il colpo praticamente senza battere ciglio.
A chiarire tutti i suoi dubbi intervenne la voce profonda di Sauro - Tekkai (= Massa di Ferro)-
- Come?- chiese Naruto, voltandosi verso di lui, sicuro di aver capito male.
- Esistono sei tecniche che possono essere usate da qualsiasi essere umano per aumentare la propria forza oltre i limiti imposti dalla sua natura- il gigante si sedette a terra, sospirando, poi continuò - Si tratta di abilità che richiedono un notevole grado di abilità e una forza di volontà non indifferente per essere apprese, vengono chiamate Rokushiki (= Sei Arti), il Tekkai è la sesta e probabilmente la più difficile da apprendere, chi la utilizza può indurire il proprio corpo fino a renderlo duro come l’acciaio, è davvero stupefacente che un ragazzo cosi giovane riesca ad utilizzarla- Si grattò il mento nascosto dalla barba, sembrava sincveramente stupito.
Naruto era impressionante, era davvero qualcosa di incredibile, avrebbe detto quasi sovrumano.
Comunque non provò invidia.
Ripensò a tutti gli allenamenti, al sudore che aveva versato, ai continui rimproveri da Tifa, e infine ai risultati che aveva raggiunto.
Questo bastò a rincuorarlo.
Con un sorriso sulle labbra, tornò a concentrarsi sullo scontro.
Vedendo che il suo attacco non aveva avuto alcun effetto il Droug era indietreggiato, incerto sul da farsi, le sue zanne, abituate a tranciare qualsiasi essere vivente non avevano mai incontrato un avversario cosi coriaceo.
Riku dovette notare la sua confusione, perché cominciò a saltellare sul posto facendogli cenno di farsi avanti.
La bestia si infuriò per quella mancanza di rispetto, ruggì più forte e corse verso il ragazzo, poi all’ultimo istante saltò in aria con la chiara intenzione di schiacciarlo sotto le sue zampe.
Atterrò pesantemente, scavando un piccolo solco nel terreno, ma Riku non era sotto di lui, bensì dietro. Il Droug non ebbe il tempo di riprendersi dalla sorpresa che un dito lo trafisse sulla schiena, penetrando in profondità la sua carne coriacea.
Gridò e, spinto dal dolore e la rabbia, si voltò fendendo l’aria con i suoi artigli.
Veloce come il fulmine, Riku estrasse la sua mano e evitò l’attacco, saltando velocemente all’indietro.
Si fermò a pochi metri di distanza, con le mani infilate in tasca, sembrava annoiato.
- E’ ora di finirla- sussurrò, mentre un vento leggero gli scompigliava i capelli.
Scattò in avanti a capo chino, divorando in pochi secondi la distanza che lo separava dal suo avversario.
Sollevò il braccio pronto a colpire, proprio mentre il Droug calava le mascelle verso la sua testa.
Uno schiocco risuonò nell’aria.
Riku si fermò in scivolata dietro il mostro, i capelli che gli coprivano la tempia sinistra erano macchiati di sangue.
Restò immobile per qualche istante, poi lentamente si scostò le ciocche che gli erano calate sul viso e senza dire niente andò verso il bordo della barriera, goce di sangue scendevano ritimicamente dall'inice della sua mano.
Un rantolo uscì dalla gigantesca bocca del Droug, poi il mostro si accasciò a terra e non si mosse più. Un enorme squarcio rosso circolare campeggiava appena sotto la bocca.
Tutti i presenti erano sconvolti, stupefatti dall’incredibile potenza dimostrata dal giovane.
- Spaventoso- commentò ad alta voce Sauro, esprimendo i pensieri di tutti, benché sembrasse quello meno impressionato - Ha utilizzato un’altra delle Rokushiki-
- Lo Shigan(= Dito Proiettile), vero? Una carica di chackra che accumulata nel dito prende la forma di una spada ed è in grado di penetrare la carne senza sforzo - spiegò distrattamente Naruto.
- Ma allora le conosci- disse il gigante, sorpreso, pensando di aver parlato a vuoto.
Naruto scosse la testa - E’ stata una mia amica a parlarmi delle Rokushiki, però mi ha accennato solo alla prima e alla quarta, cioè lo Shigan, le altre non le conoscevo-
- Ah, capisco, perciò anche tu le sai fare-
- No, non sono mai riuscito ad imparare lo Shigan- Nella voce di Naruto si sentiva una nota di amarezza - E’ troppo difficile- sorrise, mettendosi le mani tra i capelli.
Sauro ridacchiò - Non c’è niente di male in questo, si tratta sempre di una tecnica molto difficile da apprendere-
- Non mi è mai importato granchè- sospirò il biondo e con quelle parole chiuse il discorso.
Intanto Riku era uscito dalla barriera e stava venendo verso di loro con gli sguardi di tutti gli spettatori puntati addosso.
- Ottima prestazione, signor Kawazaki- commentò compiaciuta Nemu, venendogli incontro - Senza dubbio ha dimostrato di essere all’altezza della missione-
Riku rispose con un borbottio e la superò, noncurante, per andare a sedersi accanto a Sauro.
- Bel combattimento- commentò amichevole il gigante.
- Bah, non era nemmeno un Droug adulto- rispose Riku, sollevando lo sguardo al cielo.
- Di solito i complimenti si accettando senza fare storie- lo rimproverò Naruto, guadagnandosi un occhiata bieca dall’argenteo.
- Venga avanti, signor Hagwor, adesso tocca a lei- La voce di Nemu interruppe la loro discussione.
La terra tremò leggermente, quando il gigante appoggiò la sua mano a terra per alzarsi, borbottando qualcosa di incomprensibile.
- Vediamo di farla finita in fretta che sto morendo di fame- avvertì, appoggiando la sua clava sulla spalla.
A grandi passi arrivò alla barriera, ma invece di entrarci, ci girò attorno, giungendo a un lato scoperto del recinto.
Ignorando i richiami allarmati dei soldati, infilò un braccio dentro la struttura e lo tirò fuori tenendo per la testa un altro Droug che si agitava freneticamente nel tentativo di divincolarsi dalla stretta ferrea del gigante.
Sauro lo poggiò a terra, bloccandolo con una mano, e sollevò la clava, per poi calarla sulla bestia, schiacciandola come un pomodoro maturo.
Compiuta l’opera, risollevò la sua arma, coperta di sangue.
- Fatto- annunciò laconico, poi si accorse che lo guardavano tutti a bocca aperta.
- Che c’è?- chiese dubbioso, lanciandosi occhiate alle spalle, l’occhio gli cadde sulle macabre macchie rosse che aveva sui calzoni.
- Cavolo, mi sono sporcato!- commentò indispettito, pensando che fosse quello il motivo dello sbigottimento generale.
Naruto si battè una mano in fronte, mentre Riku scuoteva la testa.
- Una prova decisamente impressionante, signor Hagwor- disse Nemu, interrompendo i patetici tentativi del gigante di ripulirsi.
- Beh, adesso impressionante è esagerato- si schermì Sauro, portandosi una mano dietro la nuca.
Nemu sorrise e si rivolse all‘uomo che aveva tenuto in piedi la barriera fino a quel momento- Direi che possiamo terminare qui, comandante-
L’interpellato annuì e fece un gesto di rottura.
Numerose crepe apparvero sulla superficie tenue dello scudo che scricchiolò e si ruppe in innumerevoli frammenti, scomparendo nell’aria senza lasciare traccia.
- Grazie per la sua assistenza- lo ringraziò Nemu. Il comandante fece un inchino - Dovere- rispose computo, poi se ne andò, dando ordine ai soldati di tornare alle proprie attività.
- Adesso possiamo sapere il perché di questa convocazione?- sbottò Naruto appena rimasero soli, era stanco di aspettare.
- D’accordo, avete superato la prova, perciò adesso vi spiegherò tutto, vi prego però di non interrompermi, dato che c’è molto da dire e il tempo è poco-
Tutti e tre annuirono e si fecero attenti.
Nemu chiuse gli occhi per un istante, sospirò, poi iniziò la sua spiegazione.
- Come immagino saprete, Gaia, il nostro mondo, è attualmente diviso in tre grandi regni, attorniati da innumerevoli micro-stati indipendenti- la ragazza guardò i suoi tre ascoltatori e quando fu certa che la stavano seguendo continuò - In questo momento io rappresento l’Impero di Remark-
Naruto annuì, finalmente sapeva da chi era stato assunto.
Nemu continuò - Ora, questi regni hanno assicurato un periodo di grande prosperità che dura ancora oggi-
- L’Era dell’Oro- intervenne Riku con un leggero sorriso.
- Si, cosi vengono chiamati questi anni- assentì Nemu con un cenno del capo - Purtroppo ultimamente si è formato un gruppo di ribelli anarchici che tentano di arrivare al potere attraverso la violenza, all’inizio non causavano troppi problemi, ma il loro numero è cresciuto enormemente nell’ultimo anno e hanno devastato molti villaggi, come potete immaginare le autorità hanno capito subito che non si poteva permettere che continuassero impunemente e cosi venne elaborato un piano - si fermò un istante, con una pausa ad effetto- E qui entrate in gioco voi-
- Noi?- chiese Naruto, inarcando un sopracciglio.
- Esatto, il vostro compito sarà di arrivare al Regno di Lenne, nostro alleato, e una volta giunti lì dovrete presentare questa lettera alla Somma Sacerdotessa -
La ragazza porse una lettera chiusa ermeticamente, Sauro allungò un braccio e la prese tra due dita, poi, stupendo Naruto, se la infilò dentro la barba cespugliosa, dove scomparve senza lasciare traccia.
- Lei vi consegnerà un oggetto magico molto potente, voi lo riporterete da noi e avrete il vostro compenso- continuò Nemu, ignorando l’evento.
- E’ tutto troppo facile- disse Riku, sospettoso - Dov’è il trucco?- più che domandare, stava chiedendo l’ammissione di una colpa.
- Non c’è nessun trucco, Signor Kawazaki, però per arrivare dovrete attraversare la parte orientale dell’Impero, cioè proprio la zona in cui imperversano i ribelli- rispose fredda Nemu.
- In pratica non sarà un viaggio facile- previde Sauro, calandosi il cappello sugli occhi.
- Purtroppo è proprio cosi, signor Hagwor, ora, avete qualche domanda?-
- Io non ho capito una cosa- disse Naruto, alzando la mano - Se questo oggetto è cosi importante per voi, perché non ci mandate i vostri soldati?- chiese insicuro - Cioè, perché assumere tre cacciatori di taglie che potrebbero anche non riuscire - anche se con me è impossibile- quando potreste mandarci un esercito?-
Nemu sorrise dolcemente, pensava che quel biondino fosse il meno sveglio, ma pian piano si stava ricredendo.
- Perché signor Uzumaki, questa operazione è stata elaborata esclusivamente per evitare un intervento armato che porterebbe ad una guerra, un esercito dovrebbe aprirsi la strada tra mille imboscate e continui attacchi, invece un piccolo gruppo come il vostro potrebbe passare inosservato e inoltre…-
- Siamo tre mercenari, perciò sacrificabili- Sauro finì la frase .
- Mi dispiace- mormorò Nemu contrita, abbassando la testa.
- Non si preoccupi, è normale pensarla cosi- la rassicurò il gigante, alzando le spalle. Riku abbassò lo sguardo a terra, anche a lui non sembrava importare molto.
A Naruto invece non piaceva di essere considerato come una pedina da poter buttare via senza problemi.
- Questo oggetto che dovremmo prendere- proruppe con più decisione di prima - Potrebbe fermare la ribellione?-
Nemu risollevò lo sguardo e lo puntò in quello deciso del ragazzo - Si, decisamente, con quello potremmo vincere, e senza spargimenti di sangue-
Naruto balzò in piedi - Questo mi basta, andiamo?-
Gli altri due lo imitarono.
- Un ultima raccomandazione- li bloccò Nemu - Appena lascerete la città, sarete soli, la missione è stata tenuta rigorosamente top secret per evitare una fuga di notizia, perciò nessuno dei nostri soldati vi aiuterà-
- Capisco- disse Sauro tranquillo, sembrava più che contento da quella notizia.
- Vi ho detto tutto, adesso posso solo augurarvi buona fortuna- augurò Nemu, sorridendo placidamente.
- Grazie, ma non serve- rispose Riku deciso - Andiamo- e si incamminò verso il portone.
- Ehi, non atteggiarti da capo che proprio non lo sei, capito?- gli urlò Naruto, correndogli dietro.
Sauro rimase qualche istante a guardarli battibeccare, la sua enorme bocca si piegò in un sorriso.
- Credo che sarà una faccenda interessante- mormorò tra sé, poi salutò Nemu e si avviò dietro ai suoi due neo-compagni di viaggio, verso un viaggio che li avrebbe portati molto più lontano di quanto avessero potuto immaginare.

Angolo delle chiacchiare
(l'autore arriva di corsa) Argh, pant, scusate per il ritardo, ma internt mi era saltato (Immagine del computer che mi esplode in faccia), e adesso sono davvero di fretta.
Un ringraziamento a tuti quelli che hanno recensito o anche solo letto, saluti e baci e recensite in tanti, ciao, ciao(corre via)

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Capitolo 4
*** Si parte!!! ***


Nemu rimase a guardare i tre fino a quando non scomparvero oltre i cancelli.
Sospirò.
Che razza di gente rumorosa, non lasciavano nemmeno il tempo di parlare.
Una brezza leggera le accarezzò il volto, scompigliandole lentamente i corti capelli neri e facendo fare buffe acrobazie alla sua treccia.
Rimase un istante ad assaporarla, grata per quel istante di frescura concesso dal caldo afoso.
Si riscosse, ricordandosi quante cose aveva da fare ancora.
A malincuore si voltò e, camminando lentamente, rientrò nel palazzo.
La porta del suo ufficio si chiuse dietro di lei con un tonfo che risuonò per il corridoio deserto.
La vista della sua scrivania sommersa di documenti la fece sussultare leggermente, le sembrava fossero di meno.
Stava per sedersi, quando uno specchio, che chiunque avrebbe scambiato per un semplice ornamento, fissato ad una parete si illuminò.
- Nemu- chiamò bruscamente una voce stridula proveniente dall’oggetto - Vieni a rapporto, muoviti-
La ragazza prontamente si alzò dalla sedia e si mise di fronte allo specchio.
- Sono qui, Mayuri-Sama- rispose umilmente, con un lieve inchino.
L’immagine si deformò più volte e quando alla fine prese una forma definita, l’uomo dalla maschera bianca fissava con una certa impazienza la sua sottoposta.
- A quanto vedo per una volta sei arrivata subito- commentò Mayuri irritato.
Nemu abbassò il capo con riverenza - Siete troppo buono, Mayuri-Sama- disse con una sfumatura quasi impercettibile di tristezza nella voce.
- Lo so, lo so- disse Mayuri annoiato - Veniamo alle cose serie, sono partiti?-
- Si, Mayuri-Sama, proprio in questo momento- confermò la ragazza.
Sul volto dell’uomo mascherato si allargò un ghigno a dir poco satanico.
- Molto bene, il re sarà estremamente soddisfatto-
- Ne sono lieta, Mayuri-Sama- si complimentò Nemu pacatamente.
Mayuri la fulminò con lo sguardo - Tu, vedi di essere meno lieta e di lavorare più in fretta, mi risulta che moltissime pratiche debbano essere ancora consegnate-
- Mi dispiace, Mayuri-Sama, rimedierò al più presto-
- Sarà meglio- la seccò impassibile l’uomo mascherato, poi riprese - Ora devo andare, mi raccomando…-
- Mayuri-Sama, se mi permette..- lo interruppe educatamente la ragazza, ma si pentì subito delle sue parole nel vedere gli occhi a palla del suo superiore venire attraversati da un lampo di pura indignazione e il suo volto tremare per la rabbia, temette che l’avrebbe rimproverata violentemente e invece al contrario di ogni aspettativa il suo tremore si arrestò.
- D’accordo, parla pure- sibilò con il furore mascherato a stento.
Nemu capì che insieme a lui doveva esserci qualcuno da cui non voleva farsi vedere mentre perdeva le staffe, cosi pensò di approfittarne…non troppo.
- Ecco- tentennò insicura - Io avevo lasciato sulla mia scrivania 85 documenti da compilare, e invece adesso ce ne sono minimo 396, e mi chiedevo come mai- concluse, sperando di non aver tirato troppo la corda.
- Capisco- sospirò Mayuri, e non si capiva se era affiliazione o pietà - Sicuramente sarà stato quel perdigiorno del tuo collega, mi chiedo come mai non l’ho ancora ucciso- le ultime parole furono dette a bassa voce.
- Come, Mayuri-Sama?- chiese Nemu, alquanto sconvolta.
- Niente, niente- la liquidò l’uomo con un gesto annoiato della mano - Ora, però basta parlare, il re in persona mi attende, voglio essere costantemente informato degli spostamenti di quei tre barbari fino a che è possibile, chiaro?-
- Chiarissimo, Mayuri-Sama, sarà fatto- assicurò Nemu ubbidiente.
Mayuri si esibì nel suo inquietante sorriso a trentadue denti - Bene- detto questo la sua immagine sparì e la superficie dello specchio ritornò ad essere lucida.
Nemu sospirò e andò a sedersi alla scrivania.
Non si fece nemmeno in tempo a prender il primo foglio che un fracasso tremendo proveniente dal corridoio rimbombò per tutta la stanza.
Un altro sospiro.
- Sam, dato che mi hai lasciato tutto il tuo lavoro, potresti almeno fare silenzio?-la sua voce era ironica, ma senza rancore.
Da fuori si sentì “Cacchio, mi ha beccato”, poi un rumore di passi veloci che terminò con un altro frastuono e una lunga serie di imprecazioni.
Un altro sospiro sfuggì a Nemu, mentre si voltava verso la finestra aperta.
Il suo sguardo inquieto affogò nel blu sconfinato nel cielo, in lontananza si vedevano le fioche forme delle montagne.
Sentiva un cattivo presentimento, come se le fosse sfuggito qualcosa di estremamente importante.
- Meglio non pensarci- si disse alla fine e tornò a concentrarsi sul suo lavoro lasciando da parte ogni altro pensiero.

- Come ci arriviamo fino al regno di Lenne?- Con queste parole Naruto espose il problema che lo stava assillando da quando erano usciti in strada.
- Troverò qualche modo- rispose Riku annoiato.
- Che significa troverai? - Naruto si inchiodò sul posto, la sorpresa che usciva dalla sua voce era palpabile -Guarda che siamo in tre- ricordò indicando anche Sauro che camminava perso nei suoi pensieri.
- Significa che non voglio che mi seguiate- lo seccò Riku con uno sguardo gelido - Mi sareste solo d’intralcio-
- Cosaaaaa??? Ma sarai tu l‘intralcio- gli urlò Naruto arrabbiatissimo, agitando i pugni.
- Quanto sei rumoroso- Riku era irritato - Stà zitto-
- COSA?!? MA IO TI AMMAZZO!!!-
- Ma è già ora di pranzo?-
Naruto e Riku smisero di bisticciare e si voltarono contemporaneamente verso il gigante che aveva parlato.
Sauro stava guardando il sole, con una mano poggiata sulla fronte per schermare gli occhi dai raggi troppo forti, sembrava non essersi accorto che i suoi due compagni non andavano per niente d’accordo.
- Cosa?- chiese Naruto incerto.
Sauro lo guardò come se avesse contestato una cosa ovvia - Ho detto che è ora di pranzo-
- Ho capito, ma che cavolo….-
Ma Sauro non lo ascoltava, aveva infilato le sue grandi mani nella barba ispida come filo di ferro e dopo un paio di secondi ne tirò fuori un oggetto molto voluminoso.
Lo appoggiò al lato della strada, Naruto capì che si trattava di una coperta avvolta intorno a qualcosa.
Il gigante cominciò a svolgerla e in poco tempo tutti e tre si ritrovarono a osservare un incredibile massa di cibarie dall’aspetto incredibilmente invitante, e su tutto troneggiava un arrosto, probabilmente di cinghiale, che spandeva nell’aria un profumino che metteva l’acquolina in bocca.
- Non si ragiona a stomaco vuoto- proclamò Sauro, sedendosi al bordo della coperta e facendo segno agli altri due di imitarlo.
Naruto si ricordò improvvisamente che non mangiava nulla da quella mattina, e a confermarlo lo stomaco brontolò sonoramente emettendo un richiamo imperioso.
- Fame?- ghignò Riku, sentendo il suono.
- No, niente affatto- si schermì Naruto con orgoglio.
Intanto Sauro aveva cominciato a mangiare, la sua prima scelta era stata proprio l’arrosto che adesso spariva boccone dopo boccone nelle sue grandi mascelle.
- Beh? Che aspettate? Servitevi!- li invitò entrambi a bocca piena e tornò ad affondare i denti nella carne profumata.
Naruto rimase qualche istante incerto tra la fame e l’orgoglio, ma alla fine optò per la prima.
- Meglio non digiunare- pensò e si sedette.
Dopo un primo attimo di indecisione prese dal mucchio un cosciotto di carne dorata, se lo girò un paio di volte in mano e poi lo addentò.
Era buonissimo. Anzi di più, superlativo.
In due morsi lo aveva già finito e si ritrovò più affamato di prima.
Afferrò una scodella, che somigliava più ad un secchio, piena di zuppa e ne assaggiò un sorso.
Anche quella era deliziosa e perciò cominciò a berla a grandi sorsi.
Riku osservava i due ingozzarsi come un reggimento di soldati che non mangia da un mese.
Avrebbe voluto andarsene e lasciarli strafogare fino alla morte, ma era il gigante ad avere gli ordini e senza quelli non poteva andare da nessuna parte.
- Non c’è scelta- sospirò, scuotendo la testa.
Si sdraiò a terra, intrecciando le mani dietro la testa e puntando lo sguardo al cielo.
Ci vollero parecchi minuti, perché il pasto arrivasse alla conclusione,tra primi, secondi, antipasti e dessert.
Ma anche quella processione apparentemente infinita di cibarie finì e ciò fu annunciato da Sauro che si lasciò andare a un poderoso rutto, poi cominciò a tormentarsi i denti con uno stuzzicadenti lungo e appuntito.
Naruto buttò via l’osso ormai ripulito dalla carne e emise un sospiro soddisfatto.
Era pieno come un uovo.
Si guardò attorno e rimase stupito da quanta roba si era mangiato, va bene essere affamati, ma quella montagnola di ossicini era un po’ esagerata.
La sua ispezione culinaria venne interrotta dalle parole secche di Riku.
- Possiamo passare alle cose serie adesso?-
Sauro fece un cenno con la mano.
Sempre con lo stecchino tra i denti, rovistò di nuovo nella sua barba, ma stavolta ne tirò fuori una bottiglia piena di un liquido ambrato e tre boccali di legno, uno tre volte più grande degli altri due.
Li riempì velocemente e ne passò uno a Naruto e uno a Riku che lo accettò senza fare storie.
Il biondo guardò sospettoso la bevanda scintillare sotto la luce del sole.
Guardò interrogativo il gigante, ma prima di potesse aprire bocca Sauro sollevò in aria il suo bicchiere e mormorò qualcosa a bassa voce, poi il suo sguardo tornò sui due che aspettavano.
- Alla salute- disse, recuperando tutta la sua allegria, e tracannò tutta la bevanda in un solo lungo sorso.
Naruto guardò Riku. L’argenteo fece spallucce e bevve anche lui, sembrò apprezzare.
Allora si fece coraggio e portò il boccale alle labbra, il liquido gli scese giù per la gola, fresco e delizioso, diffondendo un sapore molto simile all'arancio.
Lo bevve fino all‘ultima gocia, rimanendo un po’ deluso, quando finì, avrebbe voluto chiederne ancora, ma non sarebbe stato educato dopo essersi mangiato cosi tanta roba, cosi appoggiò il bicchiere tra i rifiuti e si mise in attesa.
- Bene- esordì Sauro con allegria - Adesso che abbiamo mangiato e bevuto insieme, possiamo dire di essere compagni-
- Era per quello?- pensò Riku con una gocciolina che gli scendeva dalla nuca.
- Davvero?- chiese Naruto scettico, non era molto convinto.
- Certo- Sauro annuì con vigore - Secondo le vecchie tradizioni, prima di iniziare un lungo viaggio con nuovi compagni, bisogna brindare insieme, altrimenti sarà funestato dalla sfortuna- disse saputamente.
- Mi pare una cazzata- commentarono contemporaneamente Riku e Naruto scettici.
- Fate come volete- Sauro scosse la testa, come se fossero due casi irrecuperabili - Io vi ho avvertito-
- Ora, però- intervenne Riku seccato, richiedendo attenzione - Se è possibile...-
- Certo- rispose Sauro, sorridendo.
Riku rimase in attesa, guardandolo per qualche istante di silenzio assoluto.
- La lettera- precisò sempre più irritato.
- Oh, ecco cos’era- proruppe il gigante, battendosi una mano tozza sulla fronte. Riku sospirò afflitto, mentre Naruto ridacchiò sotto i baffi.
Ancora una volta le mani di Sauro tornarono a rovistare nella barba, solo che stavolta la ricerca si protrasse per più del solito e man mano che proseguiva diventava sempre più affannosa.
Alla fine Sauro si fermò, un espressione di pura disperazione stampata sulla faccia.
Un presentimento terrificante affiorò prepotentemente nella mente di Naruto.
“ No, non ci posso credere” sbraitò tra sé, gli occhi sbarrati.
Le parole di Sauro mandarono in frantumi tutte le sue disperate speranze.
- Non la ritrovo più-
Calò un silenzio imbarazzante.
- E adesso?- la voce di Naruto lo spezzò.
- Su, su, non è poi cosi grave- disse Sauro, recuperando subito tutto il suo buonumore.
- Ah, no?- Naruto incrociò le braccia scettico -E adesso se arriviamo dalla Sacerdotessa che gli diciamo? Che siamo dei bravi ragazzi e può crederci sulla parola?-
- E perché no?- rise il gigante, davanti alla sua allegria del tutto fuori luogo Naruto sentì l’impellente bisogno di ucciderlo.
- Puoi ritrovarla, vero?- chiese Riku serio, Naruto sobbalzò, era sicuro di aver sentito una leggera minaccia nella sua voce, si voltò verso Sauro, sperando in una risposta affermativa.
- Ehm, certo, ci vorrà un po’, però..- il gigante si grattò la testa, senza che il suo sorriso vacillasse nemmeno per un istante, si era accorto della pericolosità che emanava Riku in quel momento?
- Allora, va bene- l’argenteo sembrava essersi calmato, Naruto tirò un sospiro di sollievo, non era davvero il caso di mettersi a discutere, ancora prima che il viaggio iniziasse.
- Cosi ritorniamo alla domanda iniziale- intervenne, cercando di alleggerire l’atmosfera - Come ci arriviamo al Regno di Lenne?-
- Beh- disse Sauro, tranquillo - Possiamo usare la mia nave-
- Tu hai una nave?- Naruto era sorpreso, e a giudicare dal sopracciglio destro leggermente alzato anche Riku, molto di meno.
-Certo- il classico sorriso a trentadue denti ritornò ad allargarsi sul faccione di Sauro - Non è una fuoriserie, ma qualcosa sa fare- confermò, battendosi orgogliosamente una mano sul petto.
- E dove sarebbe?- chiese Riku sospettoso.
- Appena fuori città, sapete è un po’ appariscente-
Chissà perché quelle parole non parvero a Naruto di buon augurio.
- Allora, possiamo andare- Sauro si appoggiò una mano sul ginocchio e si alzò in piedi, Riku e Naruto lo imitarono. Era tempo di andare.
Tutti gli scarti del pranzo furono infagottati e tornarono nella barba da dove erano usciti.
Poi tutti e tre, con Sauro a fare strada, si avviarono verso l’uscita della città.
Mentre camminavano per le strade deserte, Naruto rifletteva sui suoi nuovi compagni di squadra.
Erano davvero, come dire, strani. Non gli era mai capitato di incontrare gente del genere.
Gettò un occhiata di sottecchi a Riku che camminava con lo sguardo fisso davanti a sé.
- Questo è un asociale- sentenziò sicuro tra sé, il combattimento contro il Droug era stato senza dubbio impressionante, ma alla fine era solo un arrogante antipatico, non sarebbe mai riuscito ad andare d’accordo con lui, ne era certo.
Mentre lo osservava, attento a non farsi scoprire, si ritrovò a pensare che assomigliava davvero a qualcuno che aveva conosciuto tanto tempo prima.
Scosse la testa, per scacciare i brutti ricordi che tornavano a tormentarlo.
- Il passato è passato- mormorò come una preghiera. Quindi passò a Sauro.
Lui era semplicemente..strano.
A parte il suo aspetto improbabile, chi lo aveva mai visto un uomo tanto grande?
A parte il fatto che tirava fuori le cose più impensate da non si sa dove.
A parte il fatto che aveva un sorriso da far accapponare la pelle e lo sfoggiava in qualsiasi momento e in qualsiasi situazione, anche e soprattutto in quelle più inopportune.
A parte tutto questo.
Come cavolo aveva fatto a perdere un documento di importanza capitale come la lettera?
E per di più nella sua barba?
Naruto si perse in queste domande apparentemente prive di senso e risposta, e non fece caso alla strada, finché non raggiunsero i confini di Metrhelant.
- Se devi fare un saluto, fallo adesso- gli raccomandò Sauro, prendendolo in disparte - Non credo che sarà possibile rivedere questa città tanto presto- indicò Riku che continuava a camminare senza guardarsi indietro.- Lui non sembra il tipo per queste cose- detto questo, andò dietro l’argenteo, lasciandolo solo.
Quell’improvvisa consapevolezza colse Naruto di sorpresa, si voltò e indugiò con lo sguardo sulla selva disordinata di case.
In fondo gli dispiaceva andarsene, quella era stata la sua casa per molto tempo e ora la stava lasciando per andare verso un futuro incerto e sicuramente molto più pericoloso della sua carriera di semplice cacciatore di taglie.
Stava barattando una vita relativamente tranquilla con una turbolenta e caotica.
E per cosa?
Per denaro, solo e unicamente per denaro.
Ne valeva davvero la pena?
Rimase un istante fermo, poi si voltò e si mise a correre per raggiungere i suoi due compagni di viaggio e, molto probabilmente, di avventure.
Un sorriso felice gli si dipinse sul volto giovanile. Si, ne valeva la pena. Sicuramente.
E senza dubbio il motivo non erano i soldi.

Nel frattempo una figura coperta da un lungo mantello stava correndo a perdifiato, maledicendo la propria sbadataggine.
Ma in fondo che ci poteva fare?
Aveva visto quei tre mangiare come avvoltoi e le era venuto un languorino, era normale in fondo, no?
Prese con le bacchette una rotellina dalla ciotola di ramen che teneva in mano e se la buttò in bocca, masticandola nervosamente.
Ma dove cavolo erano andati a finire?
Era sicura che ci avrebbero messo un bel po’ per mangiare tutta quella roba e invece non li aveva ritrovati.
Rabbrividì al pensiero di come avrebbe reagito il suo superiore se li avesse persi.
Accelerò la corsa, sfrecciando per la strada veloce come il vento.
Le persone che incrociava non la degnavano di uno sguardo, probabilmente in quel momento la vedevano come una folata di vento invisibile, ma lei non ci fece nemmeno caso, troppo concentrata nel ritrovare le tracce dei tre mercenari che stava seguendo.
Ad un tratto si fermò ad un incrocio, sollevando una nuvola di polvere, ansimava leggermente.
Sospirò di sollievo.
Le tracce di quello grosso erano ben visibili sulla strada polverosa e conducevano fuori città.
Mangiò un po’ di spaghetti, imprecando mentalmente perché erano bollenti, e ricominciò a correre.
Ben presto si lasciò alle spalle gli edifici di Metrhelant che fecero posto ai primi alberi della foresta.
La ragazza mangiava il suo ramen fumante senza nemmeno guardare dove andava, eppure non barcollava mai né rischiava di sbattere contro qualcosa.
Sentiva le aure di tutto quello che lo circondava e questo bastava a compensare i sensi.
Poi ad un tratto si fermò, c’era qualcosa di strano, le tre aure che stava seguendo si stavano muovendo troppo in fretta.
Scelse un albero particolarmente alto e saltò.
Il balzo era perfettamente calibrato e infatti, dopo qualche istante in cui riuscì a vedere tutta la foresta dall‘alto, riatterrò con grazia sulla cima dell’albero.
Si raddrizzò con un sorrisetto spavaldo, e appena alzò lo sguardo, si ritrovò ad anmmirare un enorme ammasso di ferraglia che stava per travolgerla.
- Oh, cazzo- gridò, riabbassandosi precipitosamente.
L’oggetto non identificato quasi le sfiorò la testa, una corrente fortissima d‘aria la investì, ma non venne toccata, e appena fu passato del tutto, potè voltarsi per capire di cosa si trattasse.
Si trattava di un aeronave vecchissima. Era formata da un corpo centrale di forma rettangolare, rattoppato da materiali dai colori diversi che gli davano un immagine molto stravagante, poi dai lati spuntavano due lunghe ali di pelle, bordate da grosse travi di legno che le tenevano insieme.
Una grossa elica arrugginita roteava sulla parte posteriore del velivolo, accanto ad essa c’era un grosso tubo da cui usciva una esagerata nube di fumo nero.
La ragazza si chiese come facesse a volare un trabiccolo del genere, ma la sua attenzione venne subito attirata da un’altra cosa.
Le tre persone che aveva l’incarico di seguire si trovavano proprio su quel aeronave. Lo sentiva distintamente, si trattava di tre aure.
La prima era calma e a suo modo confortante, ferma come la terra, ma anche profonda e insondabile, con il suo carico di segreti, come il mare profondo.
La seconda era calda, quasi bollente e piena di esuberanza, la somiglianza più plausibile che le venne in mente era con il sole, però sentiva anche una strana sfumatura, come una sorta di rammarico silenzioso.
- Proprio come il cielo- Questo fu il pensiero che le affiorò subito in mente.
Poi c’era l’ultima, quella che la incuriosiva maggiormente, perché era gelida e ferma come il ghiaccio, eppure anche volubile e sempre in movimento continuo, senza un momento di calma, come un mare di lava.
- Davvero molto caratteristico- pensò, stringendosi la ciotola di ramen al petto.
Piegò le ginocchia e spiccò un salto altissimo fino a sovrastare l’aeronave, su cui atterrò dolcemente.
La lamiera piena di ruggine non emise un suono nell’accogliere il suo peso.
Si sedette a gambe incrociate, pensierosa, il vento le tolse il cappuccio che fluttuò leggero, sferzandole i capelli.
- Spero solo che questi tre se la cavino- disse tra sé, assaporando la brezza che le accarezzava il volto, poi con sommo rammarico, si ritirò su il cappuccio e tornò ad avventarsi su quello che era rimasto nella sua ciotola.

L'angolo delle chiacchiare
Bene, bene, bene, e cosi ci si rivede, cari lettori. State tranquilli, questo già dal prossimo cap cominceranno i fuochi artificiali ( Belliiii!! Nd ragazzino idiota), questo serviva per le presentazioni ufficiali della situazione.
Ora starete pensando: "Uao, il cap, per quanto scarso, è arrivato in un orario decente, facciamo festa!!!!"
Ebbene dunque, (Ben detto ragazzo mio Nd Lord Pendleton) scordatevi di rivederlo ancora cosi presto, perchè mi è andato in pappa internet (Adesso sto comunicando da una base segretissima et sconosciuta, ergo casa di mio cugino, tra l'altro, parecchio incattivito, perchè gli sto scaricando il telefonino) e non so davvero quando potrò riaverlo sano e salvo.
Ma bando alle tristezze e passiamo alle risposte ai pazzi...coff...cof...simpatici recensori.
Kyuuky_sennin94: Lo vedrai, lo vedrai, ihihihihi(ride, tutti rabbrividiscono), comunque, No, non è Naruto il Portatore della Forza, ci vorrà davvero un bel pò per capirlo, lo dico fin da subito, ma non scoraggiarti valoroso nuovo lettore e grazie per la recensione.
Stuck93: (va a schiantarsi contro un muro per la troppa rincorsa, si rialza come se niente fosse) Ehi, grazie per i complimenti, davvero mi lusinghi, ma a parte tutto questo, com'è che non aggiorni più? Davvero non vedo l'ora di vedere com finirà la tua fic, aggiorna per favore, e naturalmente grazie per la recensione.(Warning, il tuo personaggio è fatto e finito e pronto ad entrare in campo)
Giodan: (piangendo) grazie, grazie, grazie, davvero non lo merito, io faccio solo del mio meglio (torna serio) purtroppo non posso dirti perchè ho scelto Sauro proprio come uo dei protagonisti (è un fatto troppo penoso), però posso ringraziarti per la recensione e chiederti con gentile cortesia di continuare cosi (parte "God save the Queen)
Suikotsu: Egregio? (Legge sul vocabolario) eccolo qua, ehi è un complimento, grazie davvero, ma tenterò di fare ancora meglio, ti do la mia parola di boy-scout(nota: non sono mai stato boy-scout) Per quanto riguarda l'OOC, sinceramente non ci ho proprio pensato, credevo che valesse solo se i caratteri sono diversi, mi informerò.

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Capitolo 5
*** Una cannonata contro la serenità di un viaggio ***


Una cannonata contro la serenità di un viaggio

La sgangherata aeronave si librava sulla foresta lasciando dietro di sé una compatta scia di fumo nero che svaniva lentamente, creando fantasiosi ghirigori nel cielo terso del primo pomeriggio.
Il fruscio metallico regolare e continuo dell’elica si spandeva nell’aria, negando orgogliosamente quello che il suo aspetto malandato poteva suggerire.
Uno stormo di uccelli dalle piume bianchissime affollava una delle grandi ali della nave.
I loro richiami e il continuo sbattere d’ali producevano un fracasso caotico, ma tutto sommato sopportabile, se non si era troppo sensibili ai rumori molesti.
L’atmosfera serena venne spezzata da una lancia che andò a conficcarsi sul legno appena accanto a un uccello più grosso degli altri.
Si scatenò il pandemonio.
Gridando e starnazzando, i volatili si alzarono in volo tutti insieme e si allontanarono a tutta velocità, nel più completo disordine.
- Peccato, l’ho mancato- Naruto li osservava sparire all’orizzonte con lo sguardo abbattuto.
- Pessima mira- commentò una voce sconosciuta che lo fece sobbalzare, si guardò intorno per ricercarne la fonte.
Sauro teneva il timone, canticchiando una canzone incomprensibile, mentre Riku stava seduto con la schiena appoggiata alla lamiera, lo sguardo perso tra le nuvole che stavano attraversando.
- Devo avere avuto le traveggole- concluse Naruto, tornò ad affacciarsi, ma appena mise la testa fuori dal finestrino qualcosa di duro lo colpì alla testa.
- Ahio, ma che diamine…?- imprecò, portando la sua mano verso il punto colpito, ma questa incontrò qualcosa di solido che strinse istintivamente.
Dimenticando il dolore, Naruto si portò l’oggetto misterioso davanti agli occhi.
- Una ciotola?- chiese a nessuno in particolare, leggermente sconcertato.
- Ma che diavolo?- Spostò lo sguardo dal cielo alla ciotola un paio di volte, chiedendosi se per caso la troppa aria d’alta quota non lo avesse fatto diventare matto tutto in un colpo.
- Ehi, Sauro- chiese, voltandosi, il gigante si girò di poco, guardandolo con la coda dell’occhio - Per caso, sai se gli dei mangiano ramen?-
Sauro si grattò la testa, pensieroso, ma che razza di domanda era?
Preferì essere diplomatico - Ehm, non saprei, forse- - Vabbè, non fa niente- Naruto buttò la ciotola nel grosso mucchio di fieno che riempiva gran parte dell’interno dell’aeronave e si stese sul rudimentale giaciglio che si era preparato.
Prese uno dei fili gialli e se lo mise in bocca, cominciando a masticarne un estremità.
- Mi sto annoiando- si lamentò alla fine, alzandosi sui gomiti.
Riku gli scoccò una strana occhiata e un piccolo ghigno gli increspò le labbra.
Naruto lo notò e stranamente si sentì irritato - Che c’è? Ti faccio ridere?- chiese, stava diventando paranoico verso tutto quello che l’argenteo diceva o faceva.
- Niente, niente- Riku si mise una mano sulla bocca per impedirsi di ridacchiare.
Questo per Naruto fu una conferma - Senti un po’, tu, brutto…-
- Per favore, non ricominciate- la voce quasi implorante di Sauro giunse tempestiva, troncando sul nascere il litigio che stava inevitabilmente per nascere.
Naruto scoccò un ultima occhiata di fuoco a Riku e si ributtò stizzito sul fieno, dandogli le spalle.
Rimuginò furiosamente tra sé per un po’, mandando all’argenteo maledizioni su maledizioni, ma alla fine la stanchezza che aveva accumulato nei giorni passati a vagare nella foresta tornò a galla, appesantendogli le palpebre.
Si strofinò gli occhi più volte, cercando di rimanere sveglio, ma infine, stremato, si addormentò.
Fece uno strano sogno.
Si trovava in un prato verde, seduto in mezzo all’erba umida di rugiada. Un vento fresco gli accarezzava il volto, scompigliando lievemente i suoi capelli color del grano, mentre il calore del sole primaverile lo riscaldava, diffondendogli nel corpo un piacevole tepore.
La sua spada era stesa accanto a lui, infilata nel fodero.
Si sentiva bene, felice e in pace con sé stesso, come se quello che avesse sempre cercato fosse di stare lì, in quel luogo ed in quel momento.
Chiuse gli occhi, assaporando la carezza delicata dell’erba scossa dalla brezza.
All’improvviso avvertì un irregolarità. Un soffio gelido all’altezza del collo.
Riaprì gli occhi e si guardò attorno, improvvisamente inquieto. Istintivamente prese la spada e la sguainò e benchè si sentisse come un topolino in gabbia, una ventata di coraggio lo riempì.
Di colpo il paesaggio sparì. Il prato, il sole, tutto svanì, per essere sostituito da una inquietante nebbia nera che lo accerchiava.
Naruto indietreggiò, ma non aveva vie di fuga. La nebbia continuò ad avvicinarsi.
Come se fosse acqua gli lambì le scarpe, per por cominciare a scalarle fino a ricoprirle completamente.
Naruto scosse un po’ i piedi, ma la nebbia non si staccò, anzi cominciò ad arrampicarsi sulle sue gambe come una melma nera.
Lui guardava il tutto impassibile. Per qualche motivo sconosciuto, in quel momento gli sembrò una cosa semplicemente assurda avere paura.
La nebbia si sollevò, vorticando pigramente, come per studiarlo, ma appena cercò di sfiorarlo, una luce accecante inondò ogni cosa e Naruto si svegliò.

L’uomo incappucciato che sedeva all’interno del planetario rimase leggermente sorpreso. Qualcuno aveva interferito con la sua ricerca.
Qualcuno di discretamente potente.
Sorrise divertito. Non era potente quanto lui, ma il fatto che qualcuno di tale livello stesse proteggendo quel ragazzo rendeva tutto molto più interessante.
Era sempre stimolante avere un avversario.
Per quanto piccolo.
Tornò a concentrarsi per un istante e individuò la presenza che aveva interferito.
Era una ragazza e si trovava sul tetto della piccola nave dove si trovavano i tre esseri che avevano attirato la sua attenzione.
Tentò di scandagliarne i pensieri, ma si trovò davanti uno scudo protettivo di notevole potenza.
Avrebbe potuto comunque forzarlo senza troppa difficoltà, ma decise di lasciare perdere.
Aveva altre cose da fare per il momento.
Doveva mettere alla prova altre due anime.
Perché nonostante l’intromissione era riuscito a carpire una cosa fondamentale riguardo il primo ragazzo.
Lui non aveva paura dell’Oscurità.
- Davvero molto coraggioso- sospirò, scuotendo la testa - Ma anche molto sciocco-
Però proprio questo lo rendeva un possibile candidato.

Naruto sbarrò gli occhi e si ritrovò davanti lo sconvolgente faccione curioso di Sauro.
- AAARRRRGGGGHHHH!!!!- Per lo spavento urlarono entrambi e si buttarono all’indietro.
- Anf, anf, ma sei scemo a uscirtene cosi? A momenti morivo d’infarto- ansimò Sauro, con una mano appoggiata alla lamiera e l’altra sul cuore.
- E tu, invece? Con quella faccia mi hai quasi fatto scoppiare il cuore, brutto ciccione- Benché nelle stesse condizioni, Naruto non si era smentito e il risultato fu alquanto violento.
- COOSAA??? COME OSI, STUPIDO NANETTO!!!- Sauro si mise a urlare con gli occhi scuri che mandavano lampi.
- NANETTO A ME? FATTI SOTTO, CICCIONE!!!!-
Probabilmente Naruto si era dimenticato che stava parlando con un uomo alto sei metri e con la forza di dieci locomotive, comunque quello che successe bastò per farglielo ricordare per sempre.
Sauro, prima, lo pestò a sangue a suon di pugni,m calci e testate, poi lo fece rimbalzare dappertutto come una palla e infine lo spiaccicò per terra, saltandogli sopra con il suo immenso sedere e in quella scomoda posizione lo costrinse a scusarsi almeno dieci volte prima di ritenersi soddisfatto e lasciarlo libero di respirare di nuovo.
- Amici come prima?-disse il gigante, tendendogli la mano e sorridendo a trentadue denti.
- mmmffghh- mugugnò Naruto, prima di accasciarsi ai suoi piedi.
Riku, che fino a quel momento se ne era stato immobile ad osservarli, si fece avanti - Non credi di aver esagerato?- chiese, contemplando il pietoso stato del biondo.
- Tu dici?- Sauro sollevò il biondo per una gamba come un giocattolo rotto e cominciò a scuoterlo.
Svegliatosi di colpo, Naruto iniziò subito ad agitarsi - Mettimi giù, brutto gorilla, mi fai venire il mal di mare, mettimi giù-
Sauro obbedì, aprendo la mano, e il ragazzo si schiantò sul pavimento.
- Ops- disse asciutto. Riku scosse la testa.
Dopo che Naruto si fu ripreso, imprecando a più non posso. Sauro spiegò il motivo per cui lo aveva svegliato.
- Siamo quasi arrivati al confine della foresta, pensavo volessi vederlo-
Senza dire nulla, Naruto corse al vetro per guardare.
Il cielo era coperto da nuvole scure e tempestose. Ogni tanto un lampo le attraversava, fendendo per un istante il buio della notte che calava lentamente. La colossale massa nera cambiava continuamente, sferzata dallo spirare furioso nel vento, formando immagini che imitavano grottescamente il paesaggio sottostante.
Se si aguzzava lo sguardo si poteva vedere una vallata, un fiume, una montagna, tutti tinti di un nero agitato che dava a chiunque guardasse l’impressione di vedere il mondo riflesso in una pozza fangosa.
Era uno spettacolo affascinante, carico di uno splendore quasi selvaggio, travolgente, ma in quel momento l’attenzione di Naruto era tutta concentrata verso il basso. Verso la massa indistinta altrettanto nera delle nuvole che sfilava veloce sotto i suoi piedi.
La seguì con lo sguardo, finchè terminò, lasciando spazio a una distesa scura di terra brulla. In lontananza le montagne si ergevano in tutta la loro altezza, ombre scure nella notte.
- E cosi adesso ci sono dentro fino al collo- pensò Naruto. Capì che solo adesso il suo viaggio era veramente iniziato. Adesso che aveva abbandonato la terra in cui era nato e aveva sempre vissuto.
Spostò lo sguardo in un punto in lontananza noto solo a lui. Lentamente ricordi tenuti a lungo nascosti riaffiorarono alla sua memoria.
- Naruto?- La voce di Sauro lo riscosse - Tutto bene?- Sembrava stranamente preoccupato, come se avesse capito a cosa stava pensando.
Si voltò con un sorriso tirato - Si, tutto a posto-
- Adesso ti perdi anche nel mondo dei sogni?- domandò Riku ironico.
Naruto sentì tornare di colpo tutta l‘arrabbiatura - Fatti gli affari tuoi!!!- sbraitò, puntandogli il dito contro.
- Scommetto che stavi pensando a una ragazza-
Naruto rimase bloccato, con la bocca aperta e un rossore che gli si allargava sulle guance.
- Ho ragione- sogghignò l’argenteo, incrociando le braccia sul petto.
- NON E’ AFFATTO VEROOOOO!!!!- esplose il biondo tutto rosso in volto.
- Vorresti dire che non ti piacciono le ragazze?- Riku inarcò un sopracciglio.
- Ehm, certo..cioè, certo che mi piacciono, però….ecco.. come dire..- si schermì Naruto, imbarazzato. Ma perché si sentiva sempre cosi, quando qualcuno toccava l’argomento ragazze?
Non che non gli piacessero, sia chiaro. Solo che preferiva tenere le proprie impressioni per sé e il disagio e l’imbarazzo arrivavano con inevitabile puntualità ogni volta che qualcuno cercava di estorcergli pareri.
Gli risultava sempre difficile parlare di argomenti cosi, diciamo, scottanti con tanta leggerezza.
Lo trovava irrispettoso, ecco. Lui era fatto cosi, non poteva farci niente.
La migliore risposta che gli venne in mente fu di assumere un espressione stizzita e chiudersi in un cocciuto silenzio.
- Guarda che puoi parlare liberamente- Riku sorrise - Non sono mica razzista, io-
- DANNATO!!!!!!-
E cosi i due ragazzi ripresero a battibeccare. Stanco di ascoltarli, Sauro tornò al timone, con le orecchie piene dagli urli furiosi di Naruto e dalle risposte pacate e ironiche di Riku.
Appoggiò le mani sulla pesante ruota di legno con una domanda che gli rimbalzava insistentemente nel cranio.
- E’ cosi difficile ammettere di stare pensando a una ragazza?-
Continuò a scervellarsi per un po’, prima di mandare la domanda a farsi friggere e concentrarsi sulla guida della nave.
Fece qualche calcolo riguardo la rotta, e lo sguardo gli cadde sulle nuvole tempestose che coprivano il cielo.
Imprecò a denti stretti. Il tempo era sempre stato buono in quei giorni, perchè doveva mettersi a piovere proprio in quel momento?
- Comunque non dovrebbero esserci problemi- pensò per niente nervoso. La sua aeronave era robusta e poteva tranquillamente superare quattro gocce d’acqua come quelle.
Sentì un rombo, probabilmente un tuono, risuonare fragorosamente all‘esterno. Lo metteva sempre d’allegria sentirne uno e in più le voci fastidiose di Naruto e Riku non si sentivano più. Dovevano aver fatto pace.
Stava per mettersi a fischiettare, quando una mano gli picchiettò sul fianco.
- Che c’è, Naruto?- chiese girandosi e inquadrando il biondo che gli arrivava appena alla coscia.
- Sta succedendo qualcosa di strano là fuori- disse serio, per poi fargli cenno di seguirlo.
- Cosa?- chiese Sauro incuriosito, girandosi completamente.
- E che ne so? Te l’ho chiesto apposta!- sbraitò Naruto alterato.
- Va bene, va bene-
Il gigante lo seguì fino al finestrone dove Riku li stava aspettando. Li guardò per un attimo serio, poi fece loro cenno di guardare fuori.
La pioggia battente offuscava il paesaggio, rendendo la visibilità quasi nulla. L’unica cosa che riuscivano a vedere era una luce abbagliante proveniente da terra e puntata verso di loro.
- Che diavolo è?- chiese Naruto, appiccicandosi al muro per guardare meglio.
- Sembra…- Riku aggrottò la fronte. Gli sembrava di aver già visto qualcosa del genere, ma non ricordava dove.
- Ehi, sto parlando con te- lo chiamò ancora Naruto.
- Stà zitto, sto pensando- lo zittì bruscamente.
Naruto sbuffò e rivolse la sua domanda a Sauro che, però, ne sapeva quanto lui.
- Dove l’ho già vista?- si chiese Riku, cercando di ricordare dove aveva visto una luce come quella. Si spremette le meningi, tanto che gli sembrò che gli andassero a fuoco.
- Ehi, stà cambiando- esclamò Sauro aggrotando la fronte. E la luce stava effettivamente cambiando, si restringeva lentamente, concentrandosi in un unico punto.
E proprio quando divenne talmente forte che quasi non riuscirono più a sostenerne la vista, Riku ricordò.
- E’ UN CANNONE!!!!- urlò, buttandosi addosso a Naruto e a Sauro che nonostante le proprie dimensioni cadde spinto dall’irruenza dell’argenteo.
Quel gesto li salvò.
Pochi secondi dopo la luce che aveva atirato la loro attenzione schizzò verso il cielo veloce come un proiettile e colpì violentemente il fianco dell’aeronave, generando una violenta esplosione.
Il finestrone esplose, travolto dall’onda d’urto. Migliaia di frammenti schizzarono verso l’interno della cabina di comando, sparpagliandosi a raggiera sul pavimento e ricoprendo come una marea appuntita i tre passeggeri sdraiati a terra.
La luce riapparve nel buio, luminosa e splendente come la prima volta. Si restrinse ancora e ancora si scagliò turbinando nella volta notturna, ma stavolta sul tetto dell’aeronave stava in piedi una figura incappucciata, furiosa per essere stata svegliata nel cuore della notte.
Uno scintillio risplendette nel buio.

La spartana sala di comando era ridotta in uno stato disastroso. Il grande timone di legno era stato divelto dal colpo e ora giaceva piegato a terra, le leve che stavano al suo fianco erano spezzate e alcune, schizzando fuori dal loro supporto, si erano conficcate nella lamiera sporca da dove ora pendevano come tanti denti rotti.
A destra, nel lato dove il proiettile aveva impattato, un enorme squarcio si apriva nella parete e nel vetro, i cui frammenti ricoprivano completamente il pavimento, ammassati insieme ai pezzi di metallo arrugginito e affilato.
Improvvisamente, spinto dal basso, un punto della massa di detriti si mosse. I frammenti luccicanti alla luce fioca della luna si spostarono e ne uscì una grossa e tozza mano insanguinata.
L’arto si mosse verso l’alto, si chiuse e si riaprì più volte, poi cominciò a scrollarsi come per cercare di far scivolare la grossa scheggia di vetro che aveva conficcata nel dorso.
- Ti vuoi muovere o dobbiamo dormire qua sotto?- disse una voce scocciata proveniente dall’interno del mucchio.
- Mi fa male la mano, mi sa che qualcosa me l’ha trafitta- rispose una seconda voce più profonda.
- E’ tutto molto interessante, ma almeno ci fai alzare?- disse una terza voce.
- Va bene- L’ammasso dei detriti esplose, quando Sauro si alzò di scatto allargando le braccia.
Subito il gigante rivolse la sua attenzione alla sua mano ferita. Sotto di lui Naruto e Riku si stavano rialzando, visibilmente seccati.
- Devi spiegarmi perché ci sei saltato addosso- domandò Riku, sgranchendo il collo indolenzito.
- Beh, se volevi diventare un porcospino bastava dirlo- lo sbeffeggiò Naruto, spolverandosi i pantaloni dai frammenti e dalla polvere.
Riku lo trafisse con lo sguardo- Non credo di averti chiesto niente-
Sauro studiò il dorso della sua mano per qualche istante, pensieroso, poi afferrò saldamente la scheggia con l’altra mano e la estrasse in un unico movimento secco. Il sangue che uscì subito dopo venne fermato da un pezzo di stoffa che il gigante strappò dalla sua casacca già sbrindellata.
- Che diavolo è successo?- chiese Naruto, osservando la devastazione che li circondava. I frammenti di vetri scricchiolavano sinistramente sotto i suoi piedi.
- Qualcuno ci ha attaccati- rispose Riku quasi con noncuranza, andando verso lo squarcio. Si affacciò, ignorando il vento sferzante, e scandagliò con lo sguardo tutto il panorama circostante. Niente luci né altra cose anomale, l’attacco era cessato.
- Allora?- chiese Naruto, apparendo al suo fianco.
- Niente- rispose semplicemente e fece per tornare dentro, ma Naruto lo fermò, prendendolo per il braccio. - Aspetta-
Riku lo fulminò con lo sguardo. Il biondo fu preso alla sprovvista da tutta quella improvvisa ostilità, ma non sciolse la sua stretta nè i suoi occhi azzurri non si abbassarono come invece pensava l’argenteo.
Questo gli causò una certa irritazione.
- Chi erano?- chiese Naruto, continuando a fissare imperterrito quegli occhi dello stesso colore del ghiaccio.
- Nemici- rispose Riku, liberando il suo braccio con un brusco scrollone - Nient’altro- e senza aggiungere altro andò a sedersi in un angolo della cabina libero dai detriti.
- Ma che gli preso?- si chiese Naruto, stranito dallo strano comportamento dell’argenteo.
- Accidenti, quant’orgoglioso- Naruto sussultò per la sorpresa al sentire la voce profonda di Sauro.
Il gigante spolverava con pacche vigorose il suo originale cappello da cow-boy. Se lo calò in testa, un sorriso divertito stampato in volto.
- Di che stai parlando?- Naruto cominciava ad essere stanco di tutti i suoi indovinelli, non poteva parlare come tutti, facendosi capire?
Come al suo solito Sauro scoppiò a ridere apparentemente senza motivo - Vado a controllare i danni- balbettò alla fine, cercando di asciugarsi le lacrime, e andò verso ciò che restava del timone, lasciando Naruto a grattarsi confuso la testa.

Riku rimase qualche istante a guardare Naruto che correva dietro Sauro, gridando qualcosa sugli indovinelli.
Quanto tempo era passato da quando qualcuno era riuscito a sostenere il suo sguardo in quel modo?
Lo infastidiva. Odiava essere trattato da qualcuno che riteneva un semplice ragazzino come un suo pari.
Con indolenza si appoggiò alla lamiera e chiuse gli occhi.
Quello lì non aveva davvero capito. Non aveva capito che razza di persona era lui.
Di colpo quei pensieri gli divennero fastidiosi e decise di accantonarli, relegandoli in un angolo della sua coscienza, per passare a riflettere sull’attacco che avevano subito.
Non era niente di inaspettato. Se la missione che gli avevano affidato era cosi fondamentale, allora era ovvio che i loro nemici avrebbero fatto di tutto per fermarli.
Però non aveva chiara una cosa, a occhio e croce non si erano allontanati poi cosi tanto, possibile che i ribelli fossero riusciti a penetrare nelle regioni non ancora raggiunte dalla guerra, cosi facilmente?
Forse si trattava di una banda di predoni che assaliva i viaggiatori, in fin dei conti la terra che stavano attraversando era una delle meno popolate dell’impero, guerra civile o meno, ma comunque gli arrivava difficile immaginare una normale banda di briganti con un cannone magico di quella portata.
E poi, perché li avevano colpiti una volta sola? Sarebbe stato sicuramente moto più facile distruggere l’aeronave in volo cosi loro tre non avrebbero avuto scampo e la faccenda si sarebbe conclusa in pochi minuti.
Poteva essere anche che volessero solo costringerli ad atterrare, ma in quel caso non avrebbe avuto molto senso. Un ghigno inquietante e bramoso si dipinse sul giovane volto di Riku.
Comunque fossero andate le cose, chiunque li avesse attaccati sarebbe tornato per finire al lavoro.
E allora sarebbe cominciato il divertimento.

SONO TORNATOOOOOOOO!!!!(Musica apocalittica, i vulcani esplodono come petardi, i mari straripano, la gente fugge urlando sotto piogge di meteore)
Miracolosamente sono riuscito ad aggiustare la connessione e ora eccomi qui, più grintoso che mai, purtroppo il cap non è un granchè, perchè sono stato molto occupato e non ho otuto farlo come si deve, comunque spero che vi piacerà lo stesso.
Purtroppo adesso vado ancora di corsa(non ne posso più, giuro).
Scusate davvero se non rispondo un altra volta alle recsnioni, ma c'è quella rompiballs della mia mamma che rompe e giuro se non la smette le do qualcosa sulla testa.
Ringrazio Stuck93, Cleo92, Giodan e Suikotsu per le recnsioni, chi ha messo sta storia tra i prefeirti o tra le seguite e anche tutti quelli che leggono e basta. la messa è finita, andate in pace.

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