Between us...

di H_P
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1.Uno ***
Capitolo 2: *** 2. Due ***
Capitolo 3: *** 3.Tre ***



Capitolo 1
*** 1.Uno ***


"Tutto ok..." ... .... "..questa volta ce la siamo vista brutta vero??..." ...ansimo senza fiato per la lunga corsa. Quando non ricevo nessuna risposta mi giro allarmata pensando di essere rimasta sola ma lui e' li, in piedi dietro di me. Rinfodera il suo coltello lentamente, dopo aver pulito la lama sui pantaloni, senza dire una parola, regalandomi uno dei suoi ormai troppo famigliari silenzi.
Sono passate ormai settimane da quando comparve quel giorno sulla porta della casa che avevo scelto come dimora isolata: ferito, spezzato nel profondo. Un guscio vuoto, lui ma non più lui.
Da quella sera non abbiamo più avuto delle reali possibilità di stare soli, di chiarire quello che è successo (o non successo) fra di noi, non abbiamo potuto (o voluto) parlare e ritrovarci; le nostre interazioni, da allora, si son limitate a poche concise parole, soprattutto da parte mia, e un variopinto campionario di grugniti e smorfie da parte sua.
Mi ritrovo infastidita da questo suo modo di fare, da questo suo chiudersi agli altri. A me soprattutto. Mi guardo intorno studiando l'ingresso di questa vecchia casa che, per stanotte, sarà evidentemente il nostro rifugio: il parquet su cui stiamo ora lascia presto il posto ad una brutta e lurida moquette color senape incorniciata da un'orribile carta da parati, sporca e sgualcita, sui toni del rosa. Fuori dalle finestre i vaganti picchiano furiosamente le mani, sbattono sulle pesanti porte di legno e sulle persiane chiuse: sono quasi sicura che queste, oltre ad un ben assortito campionario di robuste inferriate, terranno loro fuori e noi al sicuro, almeno per un po.
Un gocciolio mi fa tornare alla realtà: Daryl sta lí, in piedi con lo sguardo perso nel vuoto e la mano destra che sanguina copiosamente. Corro da lui, spaventata, cercando segni di morsi sotto tutto quel sangue ma appena le mie dita sfiorano la sua mano si ritrae con uno scatto violento.
Lacrime di rabbia mi traboccano dagli occhi, il suo comportamento mi ferisce nel profondo, ogni volta.
So cosa è successo quella maledetta notte. Rick. Carl. Michonne.  Anche Maggie mi ha raccontato, tra le lacrime, della perdita del suo amato Glenn. So che tutti loro, tutti noi abbiamo perso, quella notte. Abbiamo perso tanto...troppo.
Lo shock è stato grande, ma presto la rabbia ha preso il opravvento: ora è il momento di reagire, di  combattere. "Per lottare, solo per questo sei scappato dalla prigione di quel pazzo, sadico e psicopatico, per questo mi hai trovato e mi hai riportato ad Alexandria da Rick e da tutti gli altri.." penso fra me e me.
Lascio passare ancora qualche secondo, cerco di calmarmi e non distruggere il nostro gia' precario equilibrio. Come apro la bocca per parlare, pero', Daryl si muove di scatto e borbotta, a bassa voce, un qualcosa che alle mie orecchie suona come un 'vadoavederesetrovo...' avviandosi verso il lungo corridoio che si apre di fronte a noi.
"Aspetta!" esclamo, un pò più forte di come vorrei. Le parole escono dalla mia bocca prima che possa impedirlo con un tono duro e aspro. "Per quanto tempo ancora pensi di ignorarmi? Di tenere il muso?..Le cose sono andate come sono andate. Me l'hai detto tu, ricordi? TI RICORDI??!?" Lo incalzo. La voce si alza di almeno un tono nello sforzo di non scoppiare in un pianto dirotto. "Ora e' il momento di..."
"NO!' Grida, facendomi trasalire. 'NO! NON DIRMI DI ANDARE AVANTI!!!!" Continua, voltandosi di scatto verso di me e con fare rabbioso. "Non. Dirmi. Di. Andare. Avanti.." sibila con un filo di voce, avvicinandosi minacciosamente fino ad arrivare con il viso a pochi centimetri dal mio.
[Continua....]

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Capitolo 2
*** 2. Due ***


Quando vuole sa essere davvero spaventoso, ferale.
Lo studio in silenzio: i suoi capelli sempre troppo lunghi a coprire due occhi furenti,  terribili come una tempesta di neve, occhi che ho imparato a conoscere così bene ma che riescono ogni volta a sorprendermi. Occhi che mi son tanto famigliari, quanto estranei in questo momento, freddi, glaciali.
Poi, come un lampo, tutto passa:in un momento la furia lascia il posto al dolore che mi lascia senza fiato. Non resta niente.
Daryl si gira verso la parete e appoggia la fronte alla tappezzeria lurida.  " Non posso andare avanti. Non più. ..loro non andranno mai avanti: Abraham..Glenn. ." La voce gli si spezza in un singhiozzo. Vederlo lí, in piedi, spezzato, ferito, svuotato con le braccia lungo i fianchi, senza speranza mi lacera l'anima. Vorrei abbracciarlo, tenerlo stretto e dirgli che tutto sarà ok, che tutto andrà  bene.
Allungo una mano ma appena sfioro la sua spalla si scansa, ancora una volta, come se lo avessi ferito. "VAI VIA!" Urla. "Vattene. Lasciami solo".... "..vai" la sua voce si perde in un singhiozzo.
Mi gela il suo tono di voce, senza calore, espressione, senza nulla di umano.
"Daryl..." sussurro. Il suo dolore è  diventato anche il mio. So cosa sta passando, son qui per lui, per lui ho lasciato Kingdom e un luogo sicuro, per lui sto tornando ad Alexandria.
Cerco ancora un contatto ma, ancora una volta, lui si ritrae dal mio tocco: è  come se la mia mano gli lasciasse una scottatura sulla pelle, come se con il solo tocco fossi in grado di incenerirlo.
"Non mi merito nulla..." continua con un filo di voce " ...NON CAPISCI?" grida "NON MERITO DI ESSERE QUI, di vivere quando loro...quando Glenn..." e con un rabbioso gesto sfonda la parete di fronte a lui con un pugno. Resto interdetta un secondo. Non per paura, so che non potrebbe mai farmi del male, ma perché  comincio ad intravedere l'abisso in cui Daryl è sprofondato: senso di colpa, inadeguatezza, paura, rifiuto, disgusto di sé. Tutto questo lo rendono cieco, arrabbiato, ferito.
[CONTINUA...]

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Capitolo 3
*** 3.Tre ***


Lo osservo: il pugno, ancora profondamente incassato nella parete, dal quale un rivolo di sangue scende gocciolando sulla brutta moquette color senape. La testa abbassata in segno di resa, le spalle curve e i capelli che gli coprono il viso.  Lacrime silenziose scendono ad inzuppargli la camicia. "Non capisci, non sai..." ripete come un mantra.
Potrei andarmene, lasciarlo solo a smaltire il momento, é quelllo che vuole, che mi ha chiesto...ma non voglio. Resto lì,  in piedi, interdetta a fissarlo per lunghissimi interminabili minuti.
Come in un sogno mi avvicinò a lui e posò delicatamente la mia mano sul suo braccio che freme brevemente ma non si sposta.
Lo sento piangere e, ancora una volta, mi si spezza il cuore. Poi, d'un tratto, come se uscisse da una trance si volta di scatto verso di me e mi guarda: mi inchioda con i suoi occhi azzurri, lo sguardo sperso di chi, per un momento, non capisce dove si trova ne perché. Prima che possa rendermene conto mi trovo stretta in un abbraccio da togliere il fiato. Il mio cuore perde qualche colpo, prima di cominciare a battere furioso nel mio petto: non è  la prima  volta che mi trovo abbracciata ad un uomo: che diamine, sono stata sposata con Ed per tanti anni...e i primi tempi è  stato anche bello.
Dopo la sua morte, dopo aver perso anche la mia Sofia, ho cercato di dimenticarmi di me stessa, di quello che ero, di quello che avrei potuto essere. Li" ho cercato di ricominciare una vita normale, di dimenticare tutto quello che e' successo, tutto quello che son diventata. Mi sono anche permessa di pensare di poter tornare ad essere una donna, ho permesso ad un'uomo di avvicinarsi di nuovo a me. E, per calarmi fino in fondo in questa mia messa in scena, ho scelto un brav'uomo, certo, ma piatto e privo di quella 'scintilla'; un uomo che avrebbe potuto credere e accontentarsi della mia 'maschera', della messa in scena che avevo architettato per confondermi con la 'brava gente di Alexandria'. Lui non avrebbe cercato di piu', non mi avrebbe letto dentro...come invece solo Daryl sapeva fare. Un bacio rubato, labbra sfiorate, qualche abbraccio, non c'era stato comunque altro.
Quando mi riprendo da questi pensieri mi accorgo che siamo ancora abbracciati, Daryl mi tiene stretta come se da questo ne dipendesse la sua intera esistenza, come se si aggrappasse a me per non precipitare in un'abisso dal quale, lo sappiamo bene entrambi, non potrebbe mai risalire.
Alzo le braccia per stringerlo a me, per tenerlo stretto, per fargli capire che ci sono, che sono lí per lui...
A questo pensiero arrossisco violentemente, maledicendomi per aver lasciato la mente libera di vagare e arrivare in territori pericolosi...almeno di questi tempi. Abbiamo visto benissimo dove portano certe "debolezze", abbassare la guardia,  perdere se stessi fondendosi con  l'anima della persona che ami. Perché  di questo si tratta....il fiato mi si accorcia e lui se ne accorge.
E' tanto vicino che posso sentire il suo fiato solleticarmi la pelle e il  mio cuore perde un altro battito, tanto che comincio a preoccuparmi: le orecchie mi ronzano all'impazzata, la testa mi gira, le gambe faticano a sostenermi. Prima di cadere mi appoggio a lui aggrappandomi con forza.
Con le dita posso sentire, sotto al tessuto della sua maglietta, ogni particolare della sua schiena, ogni cicatrice.
Così  presa da me e dalle mie emozioni non mi accorgo nemmeno che, per tutto il tempo, Daryl non ha mai tolto i suoi occhi dai miei. Con una mano gli tolgo una ciocca di capelli dagli occhi, siamo vicini. Il suo fiato mi solletica le labbra, le nostre bocche sono vicine. Poi, d'un tratto tutto si fonde: le mie labbra sulle sue sono naturali,  complementari, giuste. Come se non ci fosse mai stato altro che lui. Con la mia mano ancora fra i suoi capelli siamo qui, intrecciati, uniti come mai, come sempre. 
Fine.

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