Il primo maestro di Spinjitzu

di Alex Ally
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I due amici ***
Capitolo 2: *** Nascità di un'amicizia ***
Capitolo 3: *** La scelta dei contedenti ***
Capitolo 4: *** La chiamata ***
Capitolo 5: *** Con o senza di te ***
Capitolo 6: *** Pronti, partenza... via! ***
Capitolo 7: *** Promesse ***
Capitolo 8: *** Separati ***
Capitolo 9: *** Le due sorelle ***
Capitolo 10: *** Ti vedo dall'alto ***
Capitolo 11: *** Faccia a faccia ***
Capitolo 12: *** Addio, ti voglio bene ***
Capitolo 13: *** Ricordando il passato. ***
Capitolo 14: *** Ai piedi della montagna ***
Capitolo 15: *** Aiutare ***
Capitolo 16: *** La grotta degli antichi ***
Capitolo 17: *** La resa dei conti ***
Capitolo 18: *** Sacrificio ***
Capitolo 19: *** I due draghi ***
Capitolo 20: *** Spinjizu ***
Capitolo 21: *** La parola fine ***



Capitolo 1
*** I due amici ***


Montgomery fissava stancamente il paessagio della sua finestra. Delle colline che si estendevano per chillometri e chillometri piene di villaggi con contadini, campi da arrare, animali da accudire e niant'altro. “Ehi Monty!” si senti chiamare. Gli occhi verdi scuro del ragazzo si illuminarono quando vide la figura di Leonard, il suo migliore amico, avvicinarsi. I due erano vicini ed erano praticamente cresciutti insiemme entrambi figli unici consideravano l'altro come il fratello che non avevano. “Sei libero per andare al vilaggio?” chiese Leonard con il suo solito sorisetto beffardo; Monty annui e in un'attimo scavalco la finestra ritrovandosi al fianco dell'amico; dell'unica persona di qui aveva realmente bisogno in vita sua. “Montgomery, dove pensi di andare!” grido una voce femminile. Sua madre Mary usci di casa di corsa afferando il figlio per il braccio. I capelli biondi della donna, uguali a quelli del figlio, erano legati in uno chignog rigido e gli occhi azzurri puntavano dritti contro il figlio in uno sguardo pieno di rabbia. “Non puoi uscire senza permesso. E tu smettila di trascinare mio figlio nelle tue avventure!” grido Mary a Leonard che subito ricambio lo sguardo d'odio. “Tuo figlio non è più un bambino ha diciotto anni!” grido in diffesa dell'amico, ma inutilmente perché Mary fece dietro front e una volta chiusa la porta non si risparmio e diede uno schiaffo cosi forte che Monty cade per terra con gli occhi pieni di lacrime. “In camera tua, subito!” grido Mary tornando in cucina e ignorando il pianto di suo figlio, del figlio che non voleva. Monty si trascino piangendo in camera sua e si butto di peso sul letto. Cerco di fare meno rumore possibile per evitare che sua madre lo sentisse, am era più forte di lui; ormai aveva perso il conto delle lacrime che aveva versato. Leonarda vedeva l'amico essere trascinato di forza dentro casa dalla madre o meglio da colei che madre lo era solo geneticamente. “Quella lì è un'arpia! Per fortuna che Monty ha ereditato il carattere di suo padre e non di quella befana rompiscatole!” ringhio tra se tornandosene a casa. “Ehi, scrichiolo! Non dovevi andare al vilaggio con Monty?” domando suo nonno dal portico di casa vedendolo tornare cosi presto. “La beffana si è messa in mezzo.” rispose Leonard sedendosi vicino a lui. “Ah, la vecchia Mary non cambiera mai. Povero Monty...” “Già povero Monty.” Leonard sospiro. Se avesse potuto avrebbe portato Monty a casa con se e non avrebbe mai più permesso a quella vipera di avvicinarsi a lui. Se solo avesse potutto, se solo non ci fosse stata quella guerra.
Angolo dell'autrice: come va? Eccomi qui con una nuova storia che però non è collegata alle altre che ho scritto. Tornando a noi spero che il primo capitolo vi sia piaciutto; la storia è interamente inventata dalla sotoscritta e spero di non deludervi. Detto questo vi invito a recensire e vorrei sfidarvi ad indovinare a qualle personaggio degli anime mi sono ispirita per la personalità di Mary(la risposta arriverà più avanti). Per concludere vorrei specifichare che lo Shonen-ai sarà a libera intrepetazione e che l'ho aggiunto solo per sicurezza. A presto.

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Capitolo 2
*** Nascità di un'amicizia ***


La guerra lascia sempre molto dolore e molte perdite; questo lo sapeva bene Mary che aveva perso il fidanzato andato a cambattere per la patria. Si ricordava ancora i suoi capelli castani e gli occhi verdi, il suo carattere dolce e altruista e quel magnifico sorriso che poteva far sciogliere anche un iceberg. Si dovevano sposare ma la guerra non lo premisse... si era portata via il suo Jeremy e lei era stata costretta a far nascere suo figlio quando un figlio lei non l'aveva mai voluto e appena nato il piccolo Montgomery era diventto il caproespiatorio di Mary che non perdeva occasione di picchiarlo o farlo piangere. Per lei era una gioia veder quegli occhi verdi riempirsi di lacrime; lui gli aveva rovinato la vita nella menta distorta e piena di dolore di Mary era suo figlio il responsabile della fine di Jeremy. Vivevano in cima ad una collina, in una casa molto grande e spaziosa che confinava con la sartoria di famiglia che Mary aveva ereditato dai genitori. Gli vicino a pochi passi viveva una famiglia composta da tre persone: Il vecchio Nicolas, sua figlia Rita e il piccolo Leonard. Rita come Mary aveva perso il marito in guerra, ma non si era fatta accecare dal dolore anzi si era data da fare per ricostruirsi la vita mettendo tutta se stessa nella crescita del figlio e nel lavoro. Infatti lei e il padre erano dei contadini e il loro orto era sempre rigoglioso; lo era stato anche in tempo di guerra. Ed è cosi che questi due bambini si conobbero quando un giorno Rita andò dalla vicina per chiederle di rammendarle un vestito; all'epoca Montgomery aveva solo quattro anni mentre Leonard cinque. Il più piccolo rimase subito incuriosito da quel bambino che sembrava felice al fianco della madre e che, al contrario di lui, non stava affatto piangendo. Inoltre Montgomery non era mai uscito molto e l'unica persona che avesse mai visto era sua madre; cosi rimase affascinato dai capelli neri e gli occhi castani di Leonard che d'altrocanto, senza la minima traccia di curiosità tipica dei bambini, si presento al più piccolo. Nessuno si aspettava che i due diventassero amici visto le personalità cosi contrastanti dei due: Montgomery era timido e insicuro, ma per fortuna anche generoso e onesto come il padre mentre Leonard era sicuro si sé, estroverso, ma anche leggermente egoista però infondo era un bravo ragazzo che aiutava sempre la madre e il nonno. I due erano molto leggati e Leonard faceva di tutto per rendere felice l'amico, ma ogni suo sforzo era inutile Mary era sempre pronta a tormentare il figlio. Angolo dell'autrice: ciao a tutti! Spero di non avervi annoiato, ma un capitolo cosi era d'obbligo per spiegare in qualle contesto vivevano i nostri protagonisti. Forse è un contesto già utilizato, ma è l'unico che mi sia venuto in mente e inoltre almeno adesso sapete qualcosina di più su i nostri eroi. Baci e alla prossima.

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Capitolo 3
*** La scelta dei contedenti ***


Montgomery avrebbe datto di tutto per far soridere nuovamente la madre, ma si guardava bene da tenere questo suo desiderio nascosto all'amico che di sicuro l'avrebbe preso in giro visto che nelle intenzioni di Montgomery non c'era neanche la più piccola traccia di egoismo. “Dove vai?” chiese Mary vedendo il figlio uscire. “ Da Leonard, per favore... solo per oggi.” supplico Monty, Mary abbaso il capo per un secondo e poi torno a puntare i suoi freddi occhi azzurri sul figlio. “E va bene, vai!” disse gelida. Monty sorrise ed usci senza fare la minima attenzione al fato che la madre non gli avesse nemmeno chiesto a che ora pensava di tornare. “Buongiorno, Monty!” disse Nicolas vedendolo arrivare e utilizando il sopranome che il nipote aveva datto all'amico e che ormai per tutti era diventato il suo nome tranne che per Mary. Leonard nel fratempo era in camera sua a leggere; nel profondo Leonard odiava quell'attività che trovava inutile, ma sua madre si era imposta: voleva che suo figlio avesse almeno un minimo d'istruzione. “Ciao Leonard.” disse Monty entrando in camera dell'amico che supido si disfo del libro e prendendo brutalmente Monty per un braccio lo trascino fuogi casa verso il sentiro che conduceva al vilaggio. Il sogno di entrambi era andarsene da li per poter vedere il mondo, ma nessuno dei due poteva infatti mentre Leonard doveva aiutare la famiglia Monty non sarebbe mai stato lasciato libero dalla madre. “Ci crede che tua madre non si sia mai sposata con il carateraccio che ha!” borbotto Leonard che riusciva sempre a trovare la giusta situazione per insultare Mary. “Non dire cosi... mia madre soffre ancora per mio padre.” “Sono passati diciotto anni! Mia madre si è risposata quando di anni n'è avevo dieci.” disse Leonard sorridendo orgoglioso; il suo patrigno era un cacciatore molto abile e una persona alla mano che si occupava di lui come se fosse davvero suo figlio. “Mia madre dice che la tua è una poco di buono per aver fatto qualcosa del genere.” disse Monty. L'amico lo fulmino con lo sguardo “Una poco di buona sarà lei che ti picchia solo per la sua gioia personale! Mia madre non ha fatto niente di sbagliato! È solo andata avanti e si è innmorata di nuovo, non mi sembra un reato!” grido accanendosi contro l'amico che inizio a tremare spaventato come ogni volta in qui Leonard aveva una di questi crisi di rabbia che diventavano sempre più frequenti. “Scusa, non è colpa tua se tua madre è una pazza.” disse Leonard tornando calmo senza sapere che era porpio questo suo modo di tornare completamente calmo all'improvisso come se non fosse sucesso nulla a spaventare cosi tanto l'amico. I due continuarono a parlare ingari che su nel ciel al di sopra delle nuvole e forse anche della realtà qualcuno gli stava osservando. “Sei sicuro? Ci sono solo altri due posti liberi e non credo che siano adatti.” disse una voce carvenossa provenienta da un'essere con due occhi rossi come il sangue e brillanti come rubini e la pelle nera come la pece dai riflessi violeti. “Dubiti forse di me? Fidati nel cuore di quei due ragazzi c'è esattamente quello che cerchiamo e nel caso mi sbagliassi... bè non sarebbero di certo gli unici a morire, non trovi?” rispose una voce di un'essere con due occhi di smeraldo e corpo che brillava di sfumature dorate. “Tra i cento che abbiamo scelto solo vent'uno sopraviverano. E sia! Ora gli abbiamo trovati tutti.” “Non ci resta che contatargli e dare inizio alla gara.” Angolo dell'autrice: buongiorno e bentrovati. La tramma sta entrando nel vivo con qualche indizio in più sulla storia in se. Spero di avervi incuriossiti e alla prossima.

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Capitolo 4
*** La chiamata ***


Pioveva da giorni come se il cielo stesse piangendo lacrime amare o come se la tempesta stesse preparando le persone a qualcosa per qui molti di loro non erano ancora pronti. Montgomery era stato costretto a rimanere chiuso in camera senza possibilità d'uscire tranne che per i pasti e per aiutare la madre in sartoria; a questo pensiero si massagio gli ultimi lividi che sua madre gli aveva fatto quando sbagliava un punto. Un punto sbagliato un nuovo schiaffo; ormai aveva le braccia coperte di lividi visto che Mary faceva attenzione a non colpirlo mai in faccia per non attirare sul figlio qualche attenzione indesiderata. Un rombo di tuono lo riscosse dai suoi pensieri e attiro la sua attenzione verso il cielo e gli si mozzo il fiato. Gli era parso di scorgere delle ombre all'interno delle nubi, delle ombre di strane creature con el ali e la coda; sbatte gli occhi più volte per convincersi di non averle sognate, ma ogni volta che un tuono impazziva nell'aria ecco che le figure facevano nuovamente capolino... cos'erano? Monty era quasi incantato nel vederle e non riusciva a distogliere lo sguardo. Una parte di lui desiderò ardentemente poterle toccare ed essere una di loro; sobbalzo. Che raza di ragionamenti contorti faceva il suo cervello? A malincuore chiuse la finestra e torno a sdraiarsi sul letto cadendo in un sonno profondo e silenzioso. “Svegliati... Montgomery devi svegliarti.” disse una voce; il ragazzo fece come richiesto e quando apri gli occhi si ritrovo in un luogo buio e deserto che poteva benissimo corrispondere al nulla. Si guardo intorno e quasi grido quando due pozzi verdi e senza fondo lo guardarono; quegli occhi non erano collegati a niente. “Ascoltami bene Montgomery” continuo la voce che sembrava provenire dal nulla “Tu sei stato scelto come contedente alla sfida degli elementi. Tra tre giorni quando le pioggie smetterano dovrai andare alla gola della selva e da lì inizierai la gara per ottenere il titolo di maestro elementare. Ti avisso però la gara sarà cruenta e molto probabilmente anche mortale e che solo coloro che hanno nel cuore l'essenza di un'elemento sopraviverà. Detto questo ci rivedremo presto perché bada... questa non è una richiesta, ma un ordine.” Monty si sveglio sgranando gli occhi, ma restando inmobile e muto anche se il suo respiro era completamente fuori controllo. Angolo dell'autrice: ok, allora la questione è chiara? Spero di si. Chissà se Monty avrà il coraggio di eseguire l'ordine impartitoli dalla strana entita? Lo scopriremo al prossimo capitolo.

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Capitolo 5
*** Con o senza di te ***


Monty continuava a ripetersi che non era reale, ma che era stato soltanto uno strano sogno... eppure quella voce quegli occhi sembravano cosi reali e inoltre c'era la sua voglia di partire, di fare quello che gli era stato richiesto... partecipare ad una sfida mortale. Scosse la testa, come poteva lui sopravivere ad una gara del genere? Sospiro e prego che le pioggie continuassere per più di tre giorni perché in caso contrario il sogno non sarebbe più stato un sogno. Un rumore lo desto e con non poca sopressa vide Leonard bussare alla finestra; con una vlocità scattante Monty apr la finestra e fece entrare l'amico, ormai zuppo, in camera. Leonard lo guardo con un sorisso a trentadue denti e gli occhi pieni di goia. “Non crederai mai a quello che mi è sucesso!” esclamo sedendosi sul letto bagnandolo completamente a Monty sfuggi un mugugno, ma si concentro nel'ascoltare l'amico. Leonard si mise a raccontare di un sogno stranissimo in qui gli ordinavano di prendere parte ad una gara che si sarebbe tenuta tra tre giorni. “Ma... ma l'ho fatto anch'io!” esclamo sorpresso Monty “Wow. Allora andremo insieme! Ti immagini? Sarà fantastico!” disse Leonard. “Fantastico? Ma ti rendi conto che è una sfida mortale?... Io non sono sicuro di voler prendere parte ad essa.” “Sei uno schiocco! È la tua occasione di andartene, non puoi perderla!” “Ma ti sei sentito? Dai per scontato che riusciremo a farcela quando in realtà non è affato garantito! Vuoi davvero abbandonare tua madre, tuo nonno e il tuo patrigno per una minima possibilità di sopravivenza!” Leonard guardò sorpresso l'amico era la prima volta che alzava la voce da quando lo conosceva. “Bè sei liberissimo di fare il fifone se vuoi, ma io ci andrò con o senza di te!” grido Leonard uscendo dalla finestra lsciandosi alle spalle l'amico e un rombo di tuono più forte dei precedenti. Tre giorni dopo le pioggie cessarono e Leonard approfitando del buio della notte scappo di casa pronto per raggiungere la gola della selva; un po' gli dispiaceva che Monty non volesse venire, ma forse era meglio cosi in fondo dubitava che l'amico avesse una qualche speranza di sopravivere. In realtà per Leonard anche morire sarebbe stato meglio che vivere con Mary per il suo amico almeno non sarebe più stato tormentato da quella donna meschina che chiamava madre. Gli occorse tutta la notte, ma alle prime luci dell'alba era arrivato a destinazione. “Leonard, aspetta!” si senti chiamare e fu felice nel constatare che era stato Monty ha chiamarlo infatti l'amico stava correndo verso di lui con uno zaino di pelle logoro in spalla. “Si. Sapevo che avresti cambiato idea!” esclamo Leonard felice. “Ma veramente...” inizio Monty per venir interotto da degli squilli di tromba. Leonard lo presse per il polso e lo trascino verso l'ingresso. Angolo dell'autrice: molto bene che i giochi abbiano inizio!(ho sempre sognato di dirlo)allora in che consiste la gara lo spieghero la prossima volta, ma intanto eccovi l'identità del personaggio al qualle mi sono ispirata per Mary: Chichi di Dragon Ball! Complimrnti a Marlena_Libby per aver indovinato. Alla prossima e mi raccomando recensite!

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Capitolo 6
*** Pronti, partenza... via! ***


La gola della selva era una foresta che tutti conoscevano e in qui era vietato andare visto che nessuno n'è era mai uscito. A questo pensiero si gelò il sangue di Monty mentre Leonard era a dir poco emozionato. Si guardarono intorno ci dovevano essere almeno un centinaio di persone tutte più o meno della loro età. “Attenzione!” grido una voce che Monty riconobbe come quella aprsogli in sogno “Sono felice di vedere che tutti voi avete acetato il mio invito e siate venuti qui. Oggi daremo inizio all'anno più duro delle vostre vite. Il vostro compito e raggiungere la grotta degli antici. Vi avisso solo vent'uno di voi c'è la fareno mentre gli altri...” “morirano!” tuona una nuova voce più dura e roca “Mi avete capito bene. Molti di voi morirano per via della fame, della stanchezza o perché... sono stati uccisi.” tutti i ragazzi rabbrividirono a questa affermazione. “Comunque ora vi spiegheremo le regole: potrette partecipare da soli o in gruppo, è consantito fare del male ad un altro concorente però non si può colpire qualcuno alle spalle e tanto meno usare veleni o uccidere per il puro gusto di farlo, ma solo per la propria sopravivenza o quella di un compagno. Detto questo i vincitori riceverano un potere elementare qualle sarà deciso al momento della vittoria in base a come vi comporterete in quest'anno e adesso... che i giochi abbiano inizio!” I cento ragazzi si guardarono a vicenda spaventati tutti tranne Leonard il qualle sentiva l'adrenalina crescergli in corpo ogni secondo di più. Era certo che lui sarebbe stato uno dei vincitori ci avrebbe scomesso invece Monty era cerco che non sarebbe resistito nemmeno un mese figuriamoci un'anno... sarebbe morto ci avrebbe giurato e senti le lacrime pungergli gli occhi, ma perché era venuto? “Ce l'ha farò! Gli battero tutti!” gli disse Leonard predendogli le spalle. Monty fu ancora più spaventato, l'amico aveva parlato al singolare... anche lui l'ho dava per spaciato. I ragazzi si erano incaminati sull'unico sentiero percoribile e la tensione si poteva benissimo tagliare con un coltello nessuno si fidava di nessun'altro e tutti quanti erano spaventati visto che per un giorno intero sarebbero dovuti rimanere tutti assieme ognugno di loro desiderava andaserne, ma se l'avesse fato avrebbe perso. E nessuno voleva scoprire cosa gli sarebbe acaduto in quel caso. “Ho paura.” confesso Monty all'amico che però si limito a scrollare le spalle; la sfida era appena cominciatta e davanti a loro c'era un sentiro molo lungo. Nel fratempo sulle nuvole gli esseri che avevano datto inizio a tutto guardavano con attenzione i concorenti. “Secondo te qualcuno infrangera le regole?” domando quello con gli occhi di smeraldo. “Sicuramente non era questo lo scopo? Trovare l'armonia, la Luce e l'Oscurita?” rispose quello con gli occhi di rubino. “Giusto. Adesso dobbiamo vedere chi si farà soprafare della brama di vittoria fino a rinnunciare a tutto... persino a se stesso.” Angolo dell'autrice: certo che sti due non portano mai buone notizie, eh? Allora eccovi le regole secondo voi i nostri amici c'è la farano a sopravivere? Vi annuncio che i prossimi personaggi che apparirano avrano dei nomi di ogni nazionalità e che forse alcuni di loro morirano... o forse no dipende da chi creo e da come mi gira. Baci.

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Capitolo 7
*** Promesse ***


Gliel'aveva promesso. Aveva promesso di tornare, ma non l'aveva fatto. L'aveva abbandonato, aveva abbandonato un bambino di solo un'anno. Leonard apri gli occhi. Aveva di nuovo sognato l'ultima volta in qui aveva visto suo padre; quando gli era arrivata la notizia della sua morte aveva fatto un giuramento non avrebbe più permesso a nessuno di portargli via la sua famiglia e una volta ottenuto il proprio elemento avrebbe potuto mantenere la parola data. Il suo sguardo cade su Monty che dormiva ancora abbraciato a lui; lo facevano ogni notte per evitare di morire di freddo. Accarezo i capelli dell'amico felice di averlo ancora al suo fianco. Erano stati fortunati ad essere ancora insieme da più di un mese e non aver ancora incontrato un altro concorente... ma Leonard sapeva che prima o poi l'avrebbero incontrato sperava solo che chiunque fosse avrebbe lasciato in pace Monty perché se avesse dovuto scegliere tra l'amico e la possibilità di vittoria non ci avrebbe pensato due volte e avrebbe scelto... “Leonard...” bisbiglio Monty interompendo i pensieri dell'amico che si concentro su di lui. “Buongiorno dormiglione.” disse Leonard dando un piccolo bacio sulla chioma bionda di Monty. I due si alzarono e uscirono dalla grotta che gli aveva fatto da rifugio per quella notte; per evitare di essere scoperti cambiavano nascondiglio in continuazione. “Guarda, guarda.” disse una voce. I due amici si voltarono di scatto trovandosi davanti un ragazzo alto e muscoloso con una folta chioma castani e occhi nocciola che gli guardava divertito. “Chi sei tu?!” sbraito Leonard con le mani che gli prudevano; non vedeva l'ora di dare una lezione a qualcuno. “Mi chiamo James e vorri proporvi un'alleanza.” disse calmo il ragazzo; Leonard si rilasso pensando che un'aleato in più gli avrebbe fatto comodo Monty invece non era del tutto convinto c'era qualcosa in James che non l'ho convinceva. “D'accordo.” disse Leonard. Monty era sconvolto... l'amico non aveva nemmeno chiesto il suo parere. Come poteva essere cosi tranquillo? “Bene... amico.” a quelle parole Monty si senti paralizare, perché quella senzasione? Non pote neanche cercare di spiegarselo che subito Leonard lo prese per un polso e lo trascino dietro a James; il biondo cerco di ingoiare il groppo che aveva in gola a causa dell'agitazione e della paura. Arrivo la sera e i tre si stistemarono all'ombra di un grosso albero nonostante Monty cercarse di spiegare ai compagni che quello non era un posto sicuro in quanto era troppo scoperto. “Rilassati piccolo, ti ricordo che si può uccidere solo per autodifessa e quindi non corriamo alcun riscio.” lo rassicuro James, ma Monty fu terrorizato da quella strana luce negli occhi del ragazzo. Come al solito Monty e Leonard si addormentarono abbraciati, ma il moro notò subito che il biondo non smetteva di tremare e di certo non l'ho faceva per il freddo. “Che ti prende?” domando Leonard “Ho paura di James... come puoi fidarti di lui?” chiese Monty “Tranquillo non ci accadra niente te l'ho prometto.” “Davvero?” “Ma certo.” e con quelle parole che alle orecchie di Monty pavero del tutto sincere il ragazzo si addormento. Angolo dell'autrice: ecco che è apparso un nuovo personaggio. Voi che dite ha ragione Leonard o Montgomery? Comunque vi avviso che la prossima volta ci sarà un sacco d'azione e quindi come ho detto negli avertimenti anche un po' di violenza. Alla prossima.

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Capitolo 8
*** Separati ***


Non fu una notte tranquilla per Montgomery che fu assalito di continuo da incubi spaventosi che non lo lasciavano in pace. Vedeva dei mostri con le ali combattere tra di loro e gente che gridava in preda al panico, ma sopratutto vedeva il suo vilaggio come sfondo della tragedia. “Moccioso svegliati!” senti gridare. Monty si sveglio e per poco non ebbe un'infarto vedendo anzi non vedendo Leonard da nessuna parte. “Dov'è il mio amico!?” grido alzandosi di scatto. “Sono qui tranquillo.” disse Leonard possando una mano sulla spalla dell'amico che fece subito un sospiro di sollievo nel vederlo. “Forza dobbiamo andarcene da qui prima che ci scoprino.” disse James in tono freddo “Avevi detto che qui eravamo al sicuro:” disse Monty “Giusto, ma... è meglio non correre rischi. Vero Leonard?” “Concordo. E tu smettila di preoccuparti per ogni cosa.” “E magari tu potresti iniziare a preoccuparti di qualcosa invece di credere che tutto andrà sempre bene solo perché lo vuoi!” rispose a tono Monty serrando i pugni, ma Leonard lo ignoro e si mise a discutere con James di stategire di vittoria. Monty era a dir poco sconvolto l'amico non l'aveva mai ignorato prima d'ora... che si stesse stancando di lui? Infondo Leonard e James erano cosi simili mentre lui... forse stava perdendo l'unica persona al mondo che gli avesse mai mostrato un po' d'affetto. “Leonard ascolta: Monty mi sembra stanco che n'è dici se tu vai avanti e noi ci riposiamo.” disse James, Leonard annui mentre Monty non potè fare a meno di notare come gli occhi di James si fossero affilati nel pronnunciare tale frasee questo lo fece rabbrividire visibilmente, ma Leonard non ci fece caso. Rimasti da soli James si avvicino al biondo e inizio a girarli intorno come un'avvoltoio con la preda, Monty sudava freddo sicuro che stesse per accadere qualcosa di orribile. “A quanto pare siamo rimasti noi due...” disse James scompigliandoli la chioma di Monty che ebbe ancora più paura di prima. Quasi per riflesso condizionato Monty sferro un pugno a James nello stomaco che cade in ginocchio, ma che nonostante questo inizio a sorridere. “Speravo che l'avresti fatto.” disse alzandosi di scatto e sferando uno pugno in faccia a Monty che lo fece cadere per terra. Il biondo non ebbe nemmeno tempo di rialzarsi che James inizio a tempestarlo di pugni in ogni dove ben consapevole che doveva fare in fretta prima che Leonard tornasse; quando James si fermo Monty aveva a malpena la forza di piangere neanche sua madre l'aveva mai trattato cosi e all'improvisso senti la sua macanza più di ogni altra cosa. “Addio perdente.” gli sibillo James all'orecchio prima che Monty perdesse conoscenza. Angolo dell'autrice: non riesco mai a mettere l'azione che voglio *L'autrice sbuffa*. Comunque vi presento la prima di molte serpi che si aggirano per questa storia. La fine è ancora lontana e io sarò felice se vi degnaste di recensire; scherzo ovviamente, ma vi sarei grata se l'ho facesse. Avisso: d'ora in poi seguiremo i punti di vista di Monty e Leonard in maniera separata. Alla prossima.

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Capitolo 9
*** Le due sorelle ***


“Ti dico che ci siamo perse!” grido una ragazza dai capelli rossi legati in una coda e gli occhi azzurri. “Per la milionessima volta: non ci siamo perse!” rispose un'altra ragazza dai capelli rossi, ma legati in due codini e con gli occhi di un castano caldo. “A me sembra di si invece e... guarda lì” disse la prima indicando il fiume al loro fianco. C'era qualcosa che gallegiava e sembrava.... sembrava un ragazzo! Le due rosse si precipitarono a soccorerlo e lo trascinarono fuori dall'acqua; era pieno di lividi e anche se privo di conoscenza era, per fortuna, vivo. “Secondo te è un concorente?” chiese quella dagli occhi azzurri “Di sicuro! Non credo che essistano altri matti da venire qui.” rispose l'altra; proprio in quel momento il ragazzo riprese conoscenza “Do... dove sono?” chiese cercando di mettere a fuoco le immagini. “Sul letto di un fiume.” disse una voce femminile, Monty riusci finalmente a non vedere più in maniera sfoccata e vide una ragazza cina su di lui. “Chi sei tu?” chiese un po' impaurito. “Io sono Gwin e lei è mia sorella Anna. E tu?” chiese la ragazza dagli occhi castani. “Io mi chiamo Montgomery, ma tutti mi chiamo Monty.” disse il biondo cercando di alzarsi, ma una fitta di dolore non glielo premisse. “Sta giù!” ordino Anna poco prima di allontanarsi. “Dove sta andando?” chiese Monty “Molto probabilmente a prendere delle erbe curative... Anna è un'esperta su queste cose.” disse Gwin con orgoglio. Monty la guardo stranito perché non aveva mai visto quello sguardo prima d'ora, nessuno era mai stato orgoglioso di lui. Quando Anna torno era già sera e cosi i tre si nascoscero dietro una cascata lì vicino dove Anna potè curare le ferite di Monty nel fratempo lui racconto cosa gli era succeso. “Furbo. Aspettava solo che la paura ti lasciase cometere una scioccheza per poterti colpire con la scusa dell'autodifessa.” conmeto Gwin. “Cerca di essere più gentile!” la ribecco la sorella. “Sto solo dicendo la verità. Non che sia colpa di Monty; ci sarei cascata anch'io.” “Già perché tu sei fin troppo impulsiva!” Monty osservava le ragazze litigare riuscendo comunque a capire che infondo stavano solo scherzando e che in realtà si volevano molto bene. “Questo Leonard... sembrate molto uniti tra voi.” disse Gwin mettendosi seduta vicino ad Anna. “È il mio migliore amico e adesso sono preoccupato a morte per lui che è da solo con quella serpe di James.” disse Monty stringendo cosi forte i pugni che sentirono le ossa scriciolare; Anna gli mise una mano sulla spalla. “Posso capire, ma per ora è meglio se ti riposi e finchè non avrai ritrovato il tuo amico potrai proseguire con noi.” disse mentre Gwin annuiava convinta. “Grazie...” sussuro Monty “Non devi ringraziarsi tra poveri disgraziati ci si aiuta!” esclamo Gwin. Monty non pote fare a meno di ridere in compagnia di quelle due si sentiva protetto. Angolo dell'autrice: ok abbiamo fatto la conoscenza di queste due nuovi personaggi(uso il maschile perché dubito che ci sia il femminile)che sarenno le nuove compagne di Monty almeno per ora. Vi avisso che d'ora in poi ci sarano dei salti temporali e nuovi punti di vista. Alla prossima anche se nessuno legge questa storia.

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Capitolo 10
*** Ti vedo dall'alto ***


Gli alberi. Adorava gli alberi e forse era per questo che da quando era iniziata la competizione si era sempre rifugiato su di essi osservando dall'alto i suoi avversari. Hiroshi con i suoi sedici anni era di sicuro il concorente più giovane di tutti, ma anche il più determinato. Era diventato orfano da piccolo e desiderava tantissimo avere il potere di evitare ad altre persone questa fine. Durante le sue riconiscioni era stato attrato anzi la parola giusta sarebbe stato folgorato da una concorente dai capelli rossi e gli occhi castani di nome Gwin che viagiava insieme alla sorella e ad un ragazzino biondo. Senza che i tre lo sapesero Hiroshi gli spiava dall'alto. Monty continuava a fissare gli alberi sicuro che ci fosse qualcuno che gli stesse spiando, ma forse era solo sugestione infondo erano ormai tre mesi che viagiava insiemme alle due sorelle senza avere la minima idea di dove fosse Leonard. Dopo l'incidente con James aveva deciso di tenere sempre alta la guardia anche perché ormai si era ffezionato alle nuove amiche e l'ultima cosa che voleva era perdere anche loro. “Insomma Monty dati una mossa!” grido Anna e il biondo accelero subito il passo non aveva la minima voglia di farla arrabiare. In questi mesi aveva imparato a conoscere lei e la sorella; Anna, di solo vent'anni, era seria, riflessiva e calma mentre Gwin, di anni dicotto, era una testa calda impulsiva ed energica. Insieme erano una sguadra incredibile. “Ti vuoi rilassare un'attimo.” disse Gwin. “Mi rilassero quando saremmo arrivati a destinazione!” la ribecco Anna. “Mammina come potro sopotari per altri otto mesi.” sbuffo Gwin ottenendo un'occhiatacia da parte di Anna. I tre sapevano bene di essere un facile bersaglio ed era per questo che cercavano di fermarsi il meno possibile continuando ad avanzare giorno e notte. Solo Monty non dava segni di stanchezza come se per lui tutto questo fosse normale e lui stesso n'è era sorpresso cosi come dalla sua nuova quanto bizzara passione: osservare le foglie spinte dal vento Monty desiderava ardentemente muoversi e girare velocemente come facevano loro. Uno strillo acuto gli colse tutti e tre di soprafatto. “Dobbiamo muoverci.” disse Anna accelerando il passo e venendo seguita da Gwin e Monty; quell'urlo significava solo una cosa: dei concorenti erano vicini. Dal suo nascondiglio anche Hiroshi senti l'urlo e si sbrigo a seguire il terzeto che aveva aumentato la velocità, ma il ragazzo per fortuna non era da meno. Monty continuava a sentirsi osservato ma adesso la cosa più importante era scappare e mettersi in salvo, poi i suoi pensieri passarono a Leonard, chissà come stava? E chi sa se James era ancora con lui? Nel fratempo dall'altra parte della selva Leonard e James insieme ad altri tre ragazzi proseguivano il loro cammino; Leonard camminava a testa bassa e con un sorisso in votlonel suo gruppo c'erano i contendenti più forti e la vittoria era assicurata, certo non avere più Montgomery al suo fianco gli dispiaceva ma se n'era fatto presto una ragione infondo sapeva fin dall'inizio che l'amico non sarebbe sopravissuto e almeno adesso non aveva più quel peso sulle spalle. Angolo dell'autrice: Allora anche l'ultimo personaggio principale è aparso ovvero il piccolo Hiroshi. Vi avisso che la storia subira molti più tagli temporali del previsto per via di alcuni miei problemmi personali. Alla prossima

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Capitolo 11
*** Faccia a faccia ***


Ogni notte, ogni notte lo stesso sogno. Un turbine dorato che volteggiava e intorno a lui solo il buio come se il vortice fosse un faro pronto ad illuminare tutto. Monty non capiva che significasse eppure per qualche strana ragione era sicuro che il sogno non fosse solo un caso. Ormai i giorni erano diventite delle noiose routine e anche se ormai erano passati sei mesi c'enerano ancora altretanti da far passare e inoltre con l'arrivo dell'inverno non rendeva di certo le condizioni migliori per i concorenti rimasti, concorenti che continuavano a diminuire sempre di più. “Chissà se rivedro mai Leonard?” pensava Monty a volte. Anche se era certo che il suo amico avrebbe vinto non poteva non essere in ansia per lui di certo anche Leonard lo era per lui. Mentre le ragazze erano distrate Monty porto un po' di frutta ai pieidi di un'albero “Sono per te amico.” disse rivolto ai rami in alto, ormai aveva capito che qualcuno gli stava seguendo dell'alto e cosi a volte gli lasciava del cibo per ringraziarlo visto che in cuor suo sentiva che chiunque fosse era un po' come un'angelo custode. “Sta arrivando il freddo. Ormai non potremmo più dormire all'aperto.” constanto Anna. “Come se per te fosse un problemma. L'ho adori il freddo.” disse Gwin e per la millionesima volte le due iniziarono a discutere tanto ormai Monty ci aveva fato l'abitudine e quindi non ci fece troppo caso almeno finchè Gwin non grido: “Basta! Non voglio più viaggiare con te!” sbuffo irritata. “Come!? Ma sei matta!” grido di rimando Anna, ma Gwin la ignoro e inizio a percorere da sola una strada secondaria Montgomery cerco di raggiungerla ma Anna gli blocco il polso scuotendo la testa per poi trascinarlo sul sentiro principale. Se Gwin voleva fare di testa sua che l'ho facesse tanto tra poco avrebbe cambiato idea e sarebbe tornata come sempre. Gwin intanto rimasta sola continuo a camminare sbuffanfo e digrigniando i denti per un po' finchè non si ritrovo davanti all'entrata di una grotta senza pensarci due volte vi ci entro ignara che un paio di occhi gli si erano appena puntati addosso. Anna e Monty nel mentre continuavano ad avanzare poi ad un certo punto il biondo non potè più tratenersi ed esclamo: “Perchè non hai fermato Gwin?” Anna lo guardo con uno sguardo addolorato poi sospiro e rispose “Perchè non si può fermare il fuoco.” Montgomery si limito ad annuire. I due continuarono a camminare per un paio di chillometri quando Monty si fermo di colpo. “Corri.” disse. Anna lo guardo stranita, ma prima che potesse dire qualcosa Monty la prese per un polso e inizio a correre. Il suo istinto gli diceva di andarsene da lì il più velocemente possibile e stavolta l'avrebbe ascoltato. “Fermi!” gridarono delle voci e subito dopo almeno una dozzina di persone gli avevano circondati, erano in trappola. “Chi siete? Che volete?” grido Anna, ma nessuno gli rispose al contrario le persone si avvicinarono ai due era ovvio come il sole che nessuno degli agressori avrebbe seguito le regole infondo non c'erano delle conseguenze se le infrangevi. Anna prese la mano di Monty e fece un segno quasi impecetibile con il capo mentre gli agressori si lanciavano su di loro. I due ragazzi si misero a correre evitando l'aguato per un soffio, ma di certo non si erano tolti dai guai infatti gli agressori iniziarono a seguirli. “lì” disse Monty indicando una grotta; Anna giro a destra cosi forte che stete per cadere, ma riusci ad rimanere in piedi ed ad enrtrare nel buio della grotta. I respiri dei due ragazzi erano perfetamente sincronizati alla fine quando furono sicuri che gli inseguitori fossero andati via uscirono dall'ombra e andarono ad esplorare la caverna. “Sta zitta!” grido all'improvisso una voce, una voce che Monty conosceva bene perché era quella di... “Leonard!” grido correndo nella sua direzione e vani furono i tentativi di Anna di fermarlo. Montgomery corse il più velocemente possibile, ma quando arrivo a destinazione fu come paralizato. Leonard e James stvano picchiando qualcuno e quella chioma rossa non era affatto anonima. “Gwin!” grido Anna appena sopragiunta. “Leonard!” grido Monty e quando l'amico gli punto contro gli occhi il biondo quasi rabbrividi quando in essi vi lesse qualcosa che non aveva mai visto prima. Angolo dell'autrice: i due amici si sono ritrovati... o quasi che succederà adesso? Vi avisso che probabilmente uno dei personaggi non sopraviverà nel prossimo capitolo, ma vi prego di leggerlo comunque. Baci.

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Capitolo 12
*** Addio, ti voglio bene ***


Montgomery lo fissava e Leonard fissava lui come se entrambi faticassero a riconoscere l'altro. Monty era cresciutto diventando più robusto e a prima vista pareva più sereno il moro non vide più la traccia di paura e di insucuressa che Montgomery aveva sempre intorno a se. D'altro canto Monty vedeva qualcosa in Leonard che non aveva mai visto i suoi occhi erano più scuri del solito e il suo sorisso sorgniogne e sempre sbarazzino adesso aveva una punta di... malvagita esattamente come James anzi no molto più di James. “Monty? Sei davvero tu?” domando Leonard con vece fredda e all'aparenza disinteressata come se in realtà l'aver rivisto l'amico non significasse niente per lui al contrario Montgomery era in preda a sentimenti contrastanti: una parte di lui era al settimo cielo nel rivedere l'amico, ma un'altra aveva paura di lui, ma come poteva avere paura di Leonard l'unica persona che gli avesse mai dimostratto un po' d'affeto bè a parte le due sorelle. “Si... sono io e...” “Bene. Cosi puoi continuare il viaggio con noi forza molla quelle due e vieni qui!” ordino Leonard; Monty rimasse spiazato da quel tono autoritario e per niente amichevole. “No.” la parola usci dalla sue labbra senza poterci fare niente. “Come? Mi devi obbidire!” per Monty fu come ricevere una pugnalata al petto. Leonard si aspetava questo da lui? Che gli obbedisse senza poter dire la sua? Da quando era diventanto cosi? A meno che... Monty sussulto redendosi conto che in realtà Leonard si era sempre comportato cosi nei suoi confronti. “Leonard... sei mio amico?” chiese titubante. “Certo.” “E cosa intendi tu per amico? Qualcuno che ti faccia da schiavo e che ti obbedisca sempre senza eccezioni come un cane al guinzaglio?” “Si.” a Monty parve di sentire il suo cuore spezzarci non poteva anzi non voleva credere a quello che sentiva... “Monty chi è lui che sta succedendo?” grido Anna aiutando la sorella ad alzarsi. Solo in quel momento Leonard compresse che Monty in questi mesi era stato insieme a loro... non era solo, ma non era nemmeno con lui. “Monty... chi è lei?” chiese Leonard glaciale. “Anna, la sorella di Gwin e mia amica.” cosa!? Gridava il cuore di Leonard, un cuore che già fin dalla nascità era macchiato dal destino. “Tu non hai altri amici oltre a me!” grido con rabbia, odio e paura... si paura di essere come suo padre, adorava il suo patrigno ma una parte di lui era convinto che Rita avesse sostituito il defunto marito e che poi si fosse dimenticata di lui... anche lui era stato sostituito dall'amico per poi essere dimenticato? No! lui era diverso da suo padre aveva promesso che non avrebbe mai abbandonato nessuno eppure alla fine l'aveva fatto, come suo padre che aveva preferito la guerra alla sua famiglia lui aveva per caso preferito la vittoria al suo migliore amico, la persona più importante per lui? No! Non era possibile! La colpa non era sua, ma di Monty che alla fine si era rilevato solo un piccolo ingrato. Glil'avrebbe fatta pagare e molto cara. “Ma che stai dicendo Leonard?” chiese Montgomery sempre più confusso. “Stai zitto!” sibillo il moro avvicinandosi a lui per poi afferarlo per il colletto della maglietta. “Le... Leonard!” “Ti ho detto di stare zitto!” grido iniziando a picchiarlo selvagiamente come se non ci fosse un domani mentre Monty troppo sconvolto per reagire iniziava a piangere. Alla fine Leonard lascio cadere l'amico a terra e rivolgendosi a lui disse. “Uccidile!” “Ma... è contro le regole se non mi attacano per prime.” disse James iniziando ad aver paura. “Se non lo fai tu lo faccio io!” grido avvicinandosi alle sorelle. Anna si alzo di scatto e fisso i suo occhi azzurri in quelli castani del ragazzo che la guardava con aria omicida. Qualunque cosa fosse accaduto non avrebbe mai premesso a quel pazzo di fare del male a Gwin... anche se questo le sarebbe costato la vita. Angolo dell'autrice: ciao a tutti spero di non aver perso i pochi matti(perché dubito che coloro arrivati fin qui siano rimasti sani di mente dopo aver letto le mie cavolate)che mi seguono per via di questo capitolo pieno di emozioni e cose varie. Ma se non l'avessi scritto mi sarei pentita a morte perché era assolutamente necesario per mettere in luce il raporto tra Montgomery e Leonard. Alla prossima. P.S. Spero che non mi odierete per la fine di Anna e mi scusso con tutti ai qualli piaceva.

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Capitolo 13
*** Ricordando il passato. ***


“No!” grido Monty svegliandosi di soprasalto da un'incubo che lo perseguitava da settimane. “Ehi tutto ok?” gli domando Gwin strigendolo in un abbraccio. Montgomery annui debolmente per poi sdraiarsi di nuovo. Ormai mancava solo una settimana alla fine della gara, ma nessuno dei due era dell'umore giusto per festegiare. Anche se erano ormai passati mesi nessuno dei due aveva ancora accetato la propria perdita: Gwin non poteva credere che Anna non ci fosse più mentre Monty non voleva accetare il cambiamento di Leonard. Monty sospiro, l'incubo ritraeva lui e Leonard attacati da un'ombra nera e aveva paura anche se almeno a se stesso poteva ameterlo: aveva paura di tutto, ma sopratutto aveva paura di aver perso per sempre il suo migliore amico e pensare che non voleva nemmeno partecipare a questa stupida gara. Era venuto per riportare indietro Leonard come gli aveva chiesto Rita e invece adesso per quanto né sapeva lui Leonard forse era già morto o peggio... si perché Monty aveva paura che infondo al cuore Leonard fosse sempre stato tanto crudele e che solo adesso si fosse rivelata la sua vera natura. “Sai Anna continuava a dirmi che la mia impulsivita sarebbe stata la mia fine.” disse Gwin puntando lo sgurdo nel vuoto, Montgomery si sedette vicino a lei. “E invece io sono convinta che la mia impulsivita è quello che mi renda speciale senza di essa non sarei... non sarei più io.” Monty vide che Gwin aveva iniziato a tremare e cosi decise di farle una domanda che lo attangliava dal giorno in cui la conobbe “Cosa facevi prima di venire qui, si insomma com'è la tua famiglia?” chiese, Gwin lo guardo per un secondo poi torno a fissare il vuoto. “Che ti posso dire... mio padre ha partecipato alla guerra e anche se è riuscito a tornare vivo ha perso l'uso delle gambe... mia madre invece bè è morta dandomi alla luce sai in tempi di guerra non ci sono tanti dottori disponibili e cosi...” Gwin non riusciva ad andare avanti sentendo che gli occhi iniziavano apungergli, ma voleva continuare a raccontare cosi fece un profondo respiro e cerco di rilasarsi “Per i miei primi mesi di vita si è occupato di me e di Anna nostro zio, il fratello di nostro padre, e quando ci è arrivata la chiamata tramite sogno bè speravo di vincere perché...” “Per alleviare il tuo senso di colpa?” domando Monty senza neanche guardarla. “Come...?” “Perché anch'io ho dei sensi di colpa da alleviare... mia madre mi odia. Mio padre è morto in guerra e lei mi ritiene responsabile... dice che ho i suoi occhi.” “Ma... è orribile! Sono io che mi reputo la responsabile per la fine di mia madre, ma nessuno mi... insomma nessuno mi ha mai realmente accusato. Tua madre devessere terribile.” “No... è solo molto triste.” “Non giustifica niente! Cosi come niente giustifica Leonard!” Montgomery ormai era a corto di parole e decise di tacere nonostante una parte di lui continuasse a credere che Leonard avesse ancora un lato buono. Angolo dell'autrice: Seeh, aspetta e spera Monty. Ci stiamo avvicinando alla fine e dopo il passato di Gwin non ci rimanere che andare all'ultima parte della prova e adesso si che arriva il bello!

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Capitolo 14
*** Ai piedi della montagna ***


Un muro di roccia che arrivava a toccare il cielo fu tutto quello che i due ragazzi videro davanti a loro. Con un sorisso un po' sbruffone Gwin tentò imediatamente di scalarla, ma tutto quello che ottene fu ricadere a testa in giù per poi mettersi a sbraitare contro la montagna. “Cerco che come scalatrice fai pena.” disse una voce “Monty!” “Non sono stato io!” si giustifico subito il ragazzo. “Sono stato io infatti!” grido di nuovo quella voce. Quando i due amici si voltarono videro davanti a loro un ragazzo, sicuramente più piccolo di loro, con i capelli nocciola e gli occhi verdi. Anche se Monty non se lo sapeva spiegare aveva l'impressione che Hiroshi fosse proprio la persona che gli seguiva dall'alto degli alberi... gli dava un senso di fiducia anche se ovviamente per Gwin non era lo stesso. “Chi sei?” domando la ragazza. Hiroshi fece un piccolo inchino e si presento “Hiroshi. Un'altro povero sfigato come voi.” Gwin non potè tratenere una risata. “Tu ti sai arrampicare?” chiese Montgomery, Hiroshi annui e nel giro di pochi minuti aiuto in due nuovi amici ad arrampicarsi. Grazie all'aiuto del nuovo arrivato Monty e Gwin riuscirono ad arrampicarsi su quella montagna in maniera semi decente tuttavia i tre ignoravano due occhi castani, pieni di odio, che gli fissava. Nel mentre sulle nubbi. “E tu che non avevi fiducia in me.” disse la creatura degli occhi di smeraldo. “Già ho sottovalutato troppo quel marmocchio biondo. Quando tutto questo finirà... ci sarà da divertirsi!” esclamo l'essere dagli occhi di rubino. “Vedrai tra i due le basi sono state messe molto tempo fa... è il destino e loro non ci possono far nulla.” “Hai già in mente quelli elementi darè agli altri concorenti?” “Si, ma non occupiamoci di questo ora... la Luce e l'Oscurita stanno arrivando dobbiamo prepararci.” Angolo dell'autrice: come va? Mi scuso per questo microscopico capitolo, ma l'ho scritto alle dieci e mezzo di sera(non chiedetemi come mai perchè non lo so)quindi fate voi. vi avisso che i prossimi capitoli potrebbero arrivare con un po' di riotardo causa scuola e il raffredore che mi sono beccata. Alla prossima.

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Capitolo 15
*** Aiutare ***


Erano arrivati. Montgomery non poteva ancora crederci... stava per vincere! Proprio lui quello che tutti davano per spacchiato, quello che nessuno credeva riuscirè a resistere nemmeno un mese figuriamoci un'anno. Per un momento, breve ma intenso, il suo cuore si riempi di gioia però non duro molto perché Anna e Leonard tornarono prepotentemente nella sua mente e subito la gioia divenne angoscia. Gwin notò il cambiamento d'umore dell'amico e gli mise una mano sulla spalla per consolarlo. “Manca anche a me, ma... sono certa che sia felice del fato che c'è l'abbiamo fatta.” disse serena come non le capitava da mesi. Monty annui consapevole che era meglio non menzionare Leonard eppure gli mancava cosi tanto. L'amicizia di una vita era davvero finita come neve al sole? O forse era finita gadualmente senza che nessuno dei due se n'è accorgese? Montgomery non poteva negarlo quella sfida gli aveva aperto gli occhi su Leonard e su se stesso, ma ancora sperava in una riconcigliazione e ci avrebbe sperato fino all'ultimo. “Maledizione!” si senti gridare; i tre incuriossiti si incaminarono nella direzione di quella voce e vi trovarono un ragazzo dai capelli color miele e gli occhi neri impigliatto in alcuni rovi accanto a lui una ragazza con lunghi capelli biondo platino legati in una treccia e due occhi azzurro ghiaccio cercava di liberarlo. “Serve una mano?” chiese Monty anche se Hiroshi e Gwin non erano convinti di potersi fidare di loro. La ragazza gli guardo e i tre compagni sentirono un brivido lungo la schiena come se gli avesse attraversati un vento freddo. “Si. Ci farebbe comodo. Vero Bruno?” disse la ragazza con espressione impassibile. “Smetti di fare la spiritosa e dammi una mano!” grido il ragazzo visibilmente alterato. Montgomery fece per avvicinarsi a loro ma Gwin lo fermo. “Tranquilla.” disse Monty. Una volta che fu vicino al ragazzo cerco di liberarlo, ma i rovi continuavalo a pungerlo. “È questo il problemma.” disse la ragazza senza mutare espressione. Monty fece un respiro profondo e continuo la sua opera ignorando il dolore sotto lo sguardo preoccupato degli amici e quello sempre impassibile della sconosciutta. Alla fine Bruno era tornato libero. “Grazie.” disse a Monty “Non c'è di che.” rispose quest'ultimo fregandosi le mani piene di tagli e di graffi. “Comunque io sono Bruno e lei è... non lo so una tizia che passava di qui per caso.” “Il nome della tizia è Erika e te l'avevo anche detto.” disse la ragazza dagli occhi di ghiaccio. “Io sono Montgomery, ma i miei amici mi chiamano Monty. Loro invece sono Hiroshi e Gwin.” le due ragazze si guardorono negli occhi e forse Monty fu l'unico a percepire la tensione tra le due come se ci fosse qualcosa in perene contrasto in loro. “Visto che Monty vi ha aiutato ricambierete il favore?” disse Gwin soridendo. Il biondo tirò un sospiro di sollievo nel vedere che non c'era più quella strana tensione nell'aria. “Certo, vero Elica?” disse Bruno. “Erika! Certo... possiamo proseguire insiemme se volete e non vi preoccupate non vi farò un bel niente. Sinceramente non mi piacce la violenza. Non posso però assicurarvi cosa farà lui.” “Il qui presente Monky mi ha salvato sono in debito quindi non farò niente n'è a lui né hai suoi amici.” “Ehm... sarebbe Monty o Montgomery in realtà.” disse il biondo. “Ops! Sono una frana con i nomi.” scherzo Bruno. “Non si era capito.” lo canzono Erika. Osservando quie due Hiroshi era sicuro che d'ora in poi il viaggio si sarebbe fato di cerco molto più movimentato e forse in un certo senso anche più piacevole. James aveva paura, seguiva Leonard in silenzio ma aveva paura. Non avrebbe mai dovuto cercare di eliminare Monty. Quando si erano reincotrati il primo pensiero del ragazzo fu per i suoi amici e non per colui che l'aveva quasi fatto fuori... non gli era interessato. Quel moccioso aveva più fegato di quanto si aspettase mentre Leonard era molto più crudele di quanto si aspetasse. Aveva fatto fuori una ragzza solo per soddisfazione, aveva infranto le regole e adesso James aveva paura di essere il prossimo. Angolo dell'autrice: ciao a tutti! Cominciamo col dire che mi scusso per il titolo che fa schiffo, ma non sono riuscita a trovare di meglio. Poi ecco che sono arrivati due nuovi personaggi... non è che il gruppeto vi ricorda qualcuno? *l'autrice fa uno sguardo malizioso* Veniamo alle cose serie James si dimostra(giustamente)impaurito da Leonard e di certo non ci vuole un genio per capire a qualle personaggio mi sono ispirati per Erika, vi do un'indizio è il personaggio di un film. Alla prossima gente!

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Capitolo 16
*** La grotta degli antichi ***


Gli osservavano e vedevano in loro quello che gli altri non vedevano. Erika la ragazza impassibile dagli occhi di ghiacchio. Bruno il ragazzo frizzante e all'aparenza inmaturo, ma generoso. Hiroshi il ragazzo con la mente e i piedi sempre piantati a terra anche quando era in cielo. Gwin la ragazza impulsiva con i capelli rosso fuoco. E infine c'era Montgomery. I cinque continuarono il viaggio insieme e anche se a volte quella tensione tra Gwin e Erika tornava a farsi sentire Monty era sicuro che fosse solo una cosa naturale e che in realtà non avrebbe creato alcun guaio eppure... perché n'è era certo? Ultimamente sentiva delle strane senzasioni e quel sogno sull'ombra nera e quell'altro sul vortice dorato. Forse una volta finita la gara avrebbe finalmente trovato una risposta alle sue domande. “Ehi facciamo un gioco?” disse Bruno all'improvisso. “Ti sembra il momento di fare un gioco!” potresto Erika. “Nessuno dice niente da ore volevo smorzare la tensione.” si giustifico il ragazzo. “Basta per favore sembrate me e mia sorella!” disse Gwin per poi ingoiare un boccone amare e estraniarsi dalla conversazione. “Che gioco?” chiese Hiroshi cercando di riportare la calma. “Bè...” inizio Bruno “Che n'è dite invece di fare una bella corsa.” disse una voce che fece gelare il sangue a Gwin e Monty. I cinque si voltorano e dietro di loro videro Leonard e James per una volta Monty punto la sua attenzione non sull'amico, ma su James il qualle gli sembrava... spaventato? Com'era possibile? “Che hai da guardare!?” strillo il moro e subito Monty scatto sul'attenti. Se c'era ancora una minima possibilità di far ragionare Leonard era questa, ma considerando quello che aveva fatto ad Anna forse sarebbe stato meglio se fossero rimasti solo loro due, però come allontanare gli altri? James sembrava non volere altro. Monty strinse i pugni, ancora doloranti per via delle ferite, e fece un passo avanti senza riuscire a vedere il lampo di trionfo scoccato negli occhi di Leonard. Monty apri la bocca per parlare ma poi si blocco non sapendo che dire, aveva paura di peggiorare le cose. Perché tutta quella pressione? “Cosa vuoi ancora da noi?!” grido Gwin venendo tratenuta da Hiroshi mentre Erika e Bruno osservavano la scena con un misto di curiosità e disagioso visto che erano gli unici a non conoscere Leonard. “Da voi niente tranne inormarvi che lassù c'è la grotta degli antichi.” rispose il moro indicando la sporgenza di pietra sopra le loro teste. Il taguardo era vicinissimo! Qualcosa scocco dentro il petto di tutti, c'è chi provava impazienza, chi paura e altri invece la più completa indiferenza perché il suo obbietivo non era la grotta, ma la persona davanti a lui. Monty lancio uno sguardo a Hiroshi che capi al volo e annui. “Andiamo.” disse ai tre compagni. “No!” disse Gwin, ma poi lo sguardo sicuro di Montgomery le fece cambiare idea e cosi insieme agli altri andò alla grotta mentre Leonard, James e Monty rimanevano soli. Angolo dell'autrice: allora inanzitutto mi scuso per le scemenza dello scorso “angolo dell'autrice” molto probabilmente la febbre mi ha fatto impazzire più del solito, ma per fortuna adesso sono perfetamente guarita. Anche se sana di mente non lo sono mai stata e mai lo sarò. La fine è sempre più vicina e vi consiglio di preparare i sospiri per il prossimo capitolo. Baci e abbracci(cose che non ci sono nella storia).

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Capitolo 17
*** La resa dei conti ***


Due occhi si specchiavano gli uni negli altri, un paio verdi e l'altro castani eppure cosi identici tra loro quanto diversi. Monty fece un profondo respiro e fece un passo avanti in direzione di Leonard ben consapevole che la facenda, in un modo o nell'altro, si sarebbe conclussa oggi. “Leonard...” inizio con il cuore che gli batteva a mille. “Sta zitto! Non osare parlarmi piccolo traditore ingrato!” sbraito il moro con rabbia. “Non ti ho mai tradito al massimo sei stato tu a tradire me!” grido in risposta Montgomery. I due continuarono a fissarsi in silenzio finchè Leonard non si avvento su Monty con un ringhio colpendolo allo stomaco. Il biondo cade a terra ansimante e Leonard continuo a colpirlo tanto forte che ad un certo punto Monty inizio a sputtere sangue che cade per terra mischiadosi alle lacrime salate che gli stavano uscendo dagli occhi. Monty si morse le labbra cercando di evitare l'uscita di altro sangue, ma fu tutto inutile. All'improvisso si senti invadere da una scarica e con un ringhio che era quasi impossibile identificare come umano si alzo di scatto e si avento a sua volta su Leonard. Lo riempi di sberle, ignorando che cosi facendo peggiorava le ferite sulle mani, e gli dava dei calci mentre dalla bocca usciva dei strilli paragonabili a quelli di un bambino in fasce. Dopo un po' Montgomery si accascio a terra esausto sia fisicamente che mentalmente. “Tutto qui?” lo canzono Leonard afferandolo per il bavarro della giacca per poi scaraventarlo con forza a terra. Monty si senti come se le ossa si stessero fratumanto e la pelle come se sti stesse stacando dal corpo; gli occhi erano chiusi per via del dolore e di certo a Monty ci vole tutta la sua forza di volonta per riuscire ad aprirli. Ma lo spetacolo che vide gli fece gellare il sangue Leonard si stava avvicinando a lui con un sorisso diabolico in volto e gli occhi inietati di sangue. “No! No! No!” gridava Gwin dall'alto della sporgenza di roccia con la mano in quella di Hiroshi. “Dobbiamo salire.” gli ripeteva lui, ma Gwin non riusciva a muovere un muscolo; sapeva che la cosa migliore era continuare ad avanzare e lasciare che Monty risolvesse da solo la situazione, ma non voleva dare ragione alla logica. Il suo amico era nei guai doveva aiutarlo eppure perché non l'ho faceva? Doveva prendere una decisione e doveva farlo subito! E poi il suo sguardo si poso su James rimasto in disparte tutto tremenate e con gli occhi sbaranti forse per la prima volto noto anche lei che era spaventato forse più di tutti loro. “Andiamo.” disse continuando ad arrampicarsi. Perché l'aveva capito se fosse intervenuta Monty non avrebbe mai vinto perché doveva farcela da solo era l'unico modo per vincere realmente. Lancio un'ultima occhiata all'amico e si volto soffocando le lacrime. Montgomery dopo l'ultima serie di calci e pugni da parte di Leonard respirava a fatica, ma per lo meno respirava ancora ed era questo l'importante. Forse era tutto inutile forse il suo amico era scomparso per sempre o forse non era mai realmente esistito, ma doveva provarci se questa era davvero la sua fine allora ci avrebbe messo tutto se stesso. “Ba... basta.” riusci a dire attirando l'attenzione di Leonard su di se. “Cosa vuoi? Chiedermi pietà? È tardi per questo piccolo verme.” sibillo acido il moro. “No... se vuoi uccidimi pure, ma rispondi: cosa direbbe la tua famiglia se ti vedesse adesso?” Leonard sbianco. Già la sua famiglia, il suo dolce nonno, la sua gentile madre e il suo patrigno tanto simapatico. Negli ultimi mesi non aveva riservato loro nemmeno un pensiero e adesso che lo faceva... di loro non gli importava più niente anzi meno di niente. “Non lo so e non mi interessa che si arrangino tutti.” Rspose spezante mentre Monty vedeva la sua ultima risorsa andare in frantumi. Gli affero il polso e lo sollovo da terra dandogli una fitta dolorosa al braccio. “Il tuo ultimo desiderio?” domando Leonard. “Torna in te...” sussuro Monty cosi piano che il moro non lo capi invece strinse la presa intorno al polso e lo lancio in un lago lì vicino. Montgomery però riusci a tornare in superficie, ma dal fondale si allungarono delle alghe che iniziarono ad avolgergli il busto e a trascinarlo sul fondale, Monty cerco di ribellarsi ma fu tutto inutile vene trascinato sul fondale nero come la pece del lago. Angolo di quella che spera di non essere linciata viva: salve. Rimasti a bocca aperta? Spero di si lo scopo del capitolo era quello. Ma non temete la storia non è ancora finita! Non so se il capitolo può essere decende le scene di battaglia sono sempre state il mio talone d'achile e perciò ditemi la vostra e alla prossima!

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Capitolo 18
*** Sacrificio ***


Intorno a se solo il buio e il freddo. Voleva dormire, ma una voce dentro di lui gli diceva che non doveva farlo altrimenti per lui sarebbe stata la fine. Eppure come poteva salvarsi? Non n'è era in grado, non poteva e con questa consapevolessa chiuse gli occhi “Tanto non manchero a nessuno.” si disse Monty. Gwin fissava l'entrata della grotta, al suo interno c'erano già molte persone. Erika le conto in fretta ed esclamo “Sono in quindici!” “Allora... c'è l'abbiamo fata! Dobbiamo solo aspettare Monty e poi avremmo vinto!” disse Bruno tutto eccitato. “Fossi in voi non ci conterei troppo!” lo canzono una voce; un brivido corse lungo le schiene dei quattro quando si voltarono e si trovarono davanti Leonard e James. “Cosa è succeso a Monty!” grido Gwin strigendo i pugni. Leonard non rispose e si limito a fare una risata stridula e gelida che fece infuriare ancora di più la ragazza nonostante questo però fu Erika a prendere la parola. “Non c'è nisogno di combattere mancano sei persone alla'pello quindi abbiamo vinto tutti.” “Come puoi dire una cosa del genere!” esclama Gwin al limite della pazienza passi tutto, ma questo proprio no. “Sto cercando di essere obbietiva. Ora come ora è inutile iniziare uno scontro.” “Peccato che io voglia iniziarlo.” proclama Leonard con estrema calma; lui non voleva solo vincere... voleva anche sbarazzarsi di loro. James tremava e continuava a guardare il lago; durante la gara aveva sentito delle legende su di esso chi vi ci affondava non poteva più tornare... finiva nell'oblio. Era la fine ed era solo colpa sua forse se quel giorno avesse agito diversamente; cerco di calmarsi ma era impossibile. Non poteva più farci niente. “Tu... tu me l'ha pagherai!” grido Gwin talmente rossa in volto che era quasi impossibile riuscirè a vedere dove iniziasero i capelli. “Zitta ragazzina!” Le sibillo contro il moro “Perché? Non vuoi affrontarmi? Hai paura visto che so di certo che non ti fai scrupoli ad attacare le ragazze!” grido Gwin pronta a menare le mani, ma non era più arrabiata per Anna anzi lo era per Monty eliminato dal suo migliore amico, dalla persona alla qualle voleva più bene al mondo. Oggi non avrebbe vendicato sua sorella, ma il suo amico. Non riusciva a dormire. Teneva gli occhi chiusi, ma il sonno non riusciva ad raggiungerlo del tutto come se qualcosa cercassse di tenerlo a gala. “Per me è finita lasciatemi in pace.” penasva cercando di scacchiare quella voce che lo chiamava che cercava la sua compagnia al suo fianco nonostante lui non volesse più tornare. Perchè quello che voleva lui finiva sempre in secondo pieno? Perché era lui stesso a mettere sempre gli altri prima? Per una volta non poteva essere egoista? O forse poteva, ma non voleva? “Chi sono io?” si chiese aprendo gli occhi e indirizandoli verso l'alto, verso la voce che lo chiamava. Tratenere Hiroshi e Bruno dall'intervenire era la cosa più dificile che Erika avesse mai fatto in vita sua eppure non poteva permetegli di interferire esattamente come Monty prima di lei anche Gwin doveva vincere o perdere quella battaglia da sola. “Gwin...” sussuro Monty. Era la voce dell'amica che lo chiamava e non solo la sua, ma anche quella di Hiroshi, Bruno ed Erika. Lo stavano chiamando, lo voleva insieme a loro. Montgomery non poteva crederci qualcuno che lo voleva con se senza secondi fini solo perché gli voleva bene. Si alzo in piedi e fu come una doccia fredda; si mise a nuotare verso la superficie, verso i suoi amici. Gwin fini a terra con la bocca piena di saliva che sputto prima di alzarsi e di buttarsi nuovamente su Leonard. “Fermi!” grido una voce che sorpresse entrambi; i due si voltarono e tra chi sorrise felice e chi invece fece un gigno di disprezzo Montgomery avanzo verso di loro fradico dalla testa ai piedi, ma senza più nessuna ferita anche i graffi sulle mani erano scomparsi. “Basta Leonard.” disse calmo, ma il moro si limito a guardarlo con rabbi e scordandosi di Gwin si butto su Monty putandoli una lama alla gola che però non arrivò mai a destinazione perché qualcosa o meglio qualcuno la blocco. Angolo dell'autrice: ciao. Scusate per la scarsità d'azione, ma non mi andava di farlo più lungo(chiedo scussa per la pigrizia). Dunque Monty sta bene, ma un'altro personaggio non tanto infondo il titolo la diceva lunga. Chi sarà o meglio chi era? Lo scoprirete nel prossimo capitolo. Ciao ciao.

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Capitolo 19
*** I due draghi ***


Paura e poi forse sorpressa. Erano queste le senzasioni provate da Montgomery quando Leonard l'aveva attacato e James l'aveva difesso fecendogli da scudo ricevendo lui la lama in gola al posto del ragazzino biondo. James non aveva pensato, aveva solo agito e finalmente era in pace con se stesso per aver espiato i suoi sensi di colpa. Monty invece era rimasto paralizato e incredulo mentre Leonard non aveva cambiato espressione. “Idiota.” sibillo il moro, monty lo guardo e capi che ormai il suo amico non essisteva più. C'era solo un mostro al suo posto che per Montgomery era un perfetto estraneo il qui unico intento era quello di ferire i suoi amici e lui non poteva permetere che accadese. “L'idiota sei tu!” ribatte Monty attirando nuovamente l'attenzione di Leonard su di se. I due si guardarono e quegli occhi un tempo talmente simili da poter essere scambiati tra loro adesso erano completamente diversi come il giorno e la notte... come la luce e le tenebre. Altre due paia di occhi, un paio smeraldati e l'altro color rubino gli osservavano divertiti. La gara era fintia e loro avevano trovato quello che cercavano e adesso era il momento di ritirare il premio e dare inizio al vero gioco. Un rombo di tuono catturo l'attenzione dei sei ragazzi che rimasero a bocca aperta nel vedere che sembravano esserci delle figure all'interno delle nuvole le stesse che Monty aveva visto quel giorno. “Contedenti!” grido una delle voci che aveva datto inizio alla competizione un'anno prima. Tutti i ragazzi anche quelli all'interno della grotta che ora erano usciti voltarono lo sguardo verso l'alto e gli videro rimanendo a bocca aperta. Due essere enormi a quattro zampe con artigli e denti affilati e ali che si spiegavano nel cielo. Uno dei due aveva le scaglie viola brillanti e occhi rossi mentre l'altro aveva scaglie dorate e occhi verdi. “Sono... draghi.” disse Gwin a bassa voce visto che non ci credeva neanche lei a quello che vedeva. “Congratulazioni siete i vincitori e adesso è il momento di ricevere i vostri premi!” esclamo il drago d'oro. Una alla volta i concorenti che era riuscita ad arrivare fin li venero chiamati seguendo l'ordine di arrivo. Ad ognugno venne dato un'elemento che secondo i due draghi era in sintonia con la propria personalità: Hiroshi ottene l'elemento della terra, Erika quello del ghiacchio e Brunno quello del fulmine. “Gwin!” chiamo il drago dorato e la ragazza fece un passo avanti sotto lo sguardo orgoglioso di Monty e quello infuriato di Leonard quest'ultimo poi non vedeva l'ora di ricevere il suo elemento. “Che posso dire... sei inresponsabile, cocciuta, testarda e chi più né più né metta! Però sei coragiossa e senza freni... il tuo elemento è il fuoco!” grido Gwin si lascio sfuggire un piccolo grido gioioso. I due rimasti fuori si guardarono l'un l'altro mentre i due draghi si scambiavano uno sguardo d'intessa. “Per quanto riguarda voi... la fecanda è più complicata quindi vi pregerei di seguirci.” disse il dorato i due ragazzi erano interdeti. “Io non vi seguo da nessuna parte se prima non ho il mio elemento!” grido Leonard. “Calma ragazzino! Se hai tanta fretta di uccidere il tuo ex amico non preoccuparti potrai farlo a breve.” eslcamo il drago scuro mentre Leonard rideva e Monty rabbrividiva. I draghi diventarono due esseri di fumo ed entrarono nella grotta dove su la parete più in profondita si apri una porta che dava su una scalinata, i due ragazzi iniziarono a scendere mentre la porta si richiudeva alle loro spalle. Una volta scessi si trovarono in una stanza ovale di pietra e con il simbolo dello ying e dello yang sul pavimento. “Mettetevi al centro della stanza!” sbraito la voce più duro dell'essere con gli occhi di rubino. Leonard fece come richiesto, ma Monty invece non si mosse; c'era qualcosa in lui che gli diceva di non muoversi, non di ascoltare quei due esseri. Che in realtà fosse tutto un imbroglio. “Muoviti!” esclamo l'altra voce che aveva perso il suo tono dolce e rassicutante. “No.” fu la secca risposta di Montgomery. “Lasciatelo perdere. È solo uno stupido moccioso!” tuono Leonard impazziente. Monty si irrigidi appena quei due esseri di fumo si erano guardati negli occhi; ora n'è aveva la certezza: era tutta una trappola. “Cosa volete da noi!?” grido furioso. “Cosa vogliamo? L'armonia, la luce e le tenebre... voi due.” sibillo il drago scuro. “Vedete siamo stanchi di questi corpi fatti di puro spirito e cosi abbiamo cercato tra più di cento candidati coloro che nel cuore costudivano la luce e le tenebre più pure e alla fine si è scoperto che siete voi.” disse l'altro. I due ragazzi sussultarono. “Quindi...?” domando ancora Monty cercando di mantenere alto l'attegiamento di sfida. “Quindi adesso... per voi è la fine!” gridarono in coro i due mentre Leonard iniziava ad urlare dal dolore e ad cortosersi su se stesso. “Leonard!” grido Monty mentre la stanza si riempiva di una strana nebbia viola. Angolo dell'autrice: lunghino, eh? Tranquilla la fine è vicinissima. Pariliamo del capitolo James è morto... a chi importa? Non a me che lo detestavo quindi passiamo oltre. Vi è piaciuto come ho dato gli elementi? Certo che però che Gwin avesse quello del fuoco era scontato ammetiamolo e adesso ci dico il personaggio che mi ha ispirato Erika: Elsa di Frozen(hanno anhce la stessa iniziale). Ciao e a presto.

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Capitolo 20
*** Spinjizu ***


“Leonard! Leonard!” continuava a gridare Monty, ma la nebbia gli impediva la visuale dell'amico e la voce del drago continuava ad urlarli contro infuriata. “Smettila di urlare per il tuo amico è finita! Presto farai la stessa fine!” diceva, ma Montgomery non l'ascoltava e continuava a gridare in preda alla disperazione e alla colera. Tutti loro erano stati inganati, alcuni aveva perso la vita e tutto per un'inganno per permetere a quei due draghi di tornare nella loro dimensioni per farsi la guerra a vicenda. Monty strinse i pugni e cerco di fermare le lacrime che gli pungevano gli occhi. Non avrebbe mai permesso tutto questo anche a costo della vita avrebbe fermato i draghi. Un urlo o meglio un rugito lo riscossa dai suoi pensieri e quando alzo la testa dovette fare affidamento a tutte le sue forze per non gridare o peggio perdere i sensi. Il drago nero come la pece e con gli occhi di rubino era davanti a lui circondato da una nebbia viola... con un secondo ruggito spiego le ali e si scaglio contro una parete medandola in frantumi e dirigendosi in volo verso i villagi. “Guarda che hai fatto piccolo schiocco!” grido il drago d'oro “Adeso lui vincerà perchè io sono impossibilitato a combaterlo! Il male dettera l'equilibrio e tutto per colpa tua che ti sei rifiutato di aderire al tuo destino!” “Stai dando la colpa a me!” “Cerco a chi se no?” “A te e al tuo amico o nemico che sia! Voi ci avete portato qui e sempre voi avete fato iniziare questa gara per i vostri stupidi vantaggi personali! Non potevate lasciare tutto com'era e basta!” grido Monty prima di risalire le scalle e trovare nuovamente la porta seguito dal drago sottoforma di fumo giallo brillante. “Monty! Che è succeso?” domando Gwin andandogli incontro seguita dagli altri. “È una lunga storia e ve la racconterò, ma non adesso prima dobbiamo fermare quel drago e salvare Leonard.” disse il ragazzo. “Cosa?! Non ci ho capito niente, ma scordati che vada a salvare Leonard!” “Fa come vuoi! Vado da solo allora!” disse per poi ricominciare a correre. Gwin sbuffo e si lancio all'inseguimento dell'amico con Hiroshi, Erika e Bruno alle costole. I cinque corsero finchè non raggiunserò un vilaggio ai piedi di una collina in preda a delle fiemme viola incuetanti. “Ma... ma è... è casa mia!” grido Monty mettendosi le mani tra i capelli. Il suo primo pensiero fu subito per sua madre, chissà se stava bene? “Bene, bene. Guarda chi c'è!” disse una voce che però nessuno conosceva sembravano due voci in una ed entrambe storpiate. I ragazzi si voltarono e si ritrovarono davanti il drago con la bocca storpiata in un sorriso inquetante. Monty si fece coraggio e avanzo verso il drago fino a che i suoi occhi non incrociarono i suoi. “Ciao Monty.” disse la voce. Il biondo sussulto. Quella era la voce di... “Leonard?” chiese titubante. “Si.” un parola che attraverso il cuore di Montogomery come mille lame. “Ma.. come? Credevo che...” “Che cosa? Che avesse il drago il controllo ti sbaglivi! C'è l'ho io! Ho il potere che ho sempre voluto e adesso nessuno può fermarmi!” “Ma Leonard...” “Non chiamarmi più cosi! Adesso sono... l'Overlord!” il drago spiego le posenti ali e sfeccio in cielo e da li lancio fiamme contro i cinque che riuscirono a schivarle per miracolo. “Tu! Se vuoi mettere la parola fine a tutto questo concedimi di tornare attraverso te! O l'Overlod distrugerà tutto!” grido la luce a Monty che si porto la testa tra le mani. Firse il drago aveva ragione, forse era l'unico modo. Però... no, Monty non l'avrebbe fato. Avrebbe vinto da solo. Si mise a correre cerso l'Overlord e quando lui gli lancio contro una fiammata Monty inizio a roterare su se stesso crando un tornado che lo reso molto più veloce e agile di prima tanto da riuscire ad evitare tutti i colpi. “Che... che cos'è!?” sbraito l'Overlod. “Spinjizu!” disse Montgomery. L'Overlord attaco ancore e ancora Monty schivo i suoi colpi. “Questa storia finisce adesso!” grido il biondo. Angolo dell'autrice: o meglio nel prossimo capitolo che sarà l'ultimo. Allora finalmente tutti i nodi sono venuti al pettine non ci rimane che assistere alla bataglia finale anche se tutti noi conosciamo già il finale. Quindi che dire? Alla prossima.

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Capitolo 21
*** La parola fine ***


Già sarebbe finita lì quella storia in un modo o nell'altro. Monty respirava a fatica in preda all'ansia. Qualunque fosse stato il risultato in cuor suo sapeva di aver già perso la cosa più importante che avesse mai avuto. “Tu hai bisogno di me! Non puoi farcela da solo!” grido ancora il drago, ma Montgomery non avrebbe mai acconsentito. Mai e poi mai! Però... come avrebbe fato a vincere? Non aveva neanche il suo elemento... quindi come? Ingoio il groppo che aveva in gola e punto il suo sguardo in cielo verso l'Overlod sapeva che doveva essere fermato, ma una parte di lui sperava di non dover per forza... serro i pugni cosi tanto che le unghie gli si conficarono nella carne. Sentiva il respiro diventare sempre più ansioso mentre i suoi amci cercavano di usare i loro nuovi poteri per fermare l'Overlod. Monty si senti le palpebre diventare sempre più pesanti finchè non le chiuse finendo in un luogo buio. Un pianto, l'unica cosa che sentiva era un pianto. Apri gli occhi e si ritrovo in un posto che non conosceva eppure gli sembrava cosi famigliare. Si guardo intorno, ma proprio non riusciva a riconoscere niente e poi fu attirato da una risata e fu allora che gli vide: due bambini uno con i capelli biondi e gli occhi verdi mentre l'altro con i capelli neri e gli occhi castani che giocavano insieme eppure il cuore del moro stava piangendo... piangeva perché per poter stare accanto all'altro era costretto a nascondere la sua vera natura dato che era sicuro che se mai l'avesse mostrata a qualcuno sarebbe rimasto solo. Monty si senti stringere il cuore e poi la sua attenzione si sposto sull'altro bambino anche il suo cuore stava piangendo, ma in modo diverso. Piangeva perché sentiva l'altro pianto perché sapeva di non poterlo far smettere anche se lui avrebbe solo voluto il bene di tutti i suoi cari perché... “Perché è quello che sono. Che siamo... due cuori uguali e allo stesso tempo incompatibili.” Monty senti uno strano calore al petto e in un attimo fu circondato da una luce dorata che lo fece sentire in pace con se stesso forse per la prima volta in vita sua. Chiuse e gli occhi e quando gli riapri era tornato alla realtà. Lancio uno sguardo avvelenato allo spirito del drago. “Io comando te.” disse e il drago urlo mentre una lama brillante apariva nelle mani di Montgomery che utilizando lo spinjizu si porto a pochi centimetri dal nemico riuscendo a colpirlo e facendoli uno scuarcio nell'ala del drago che si mise ad urlare. I suoi occhi fiameginati guardarono il ragazzo con un'odio talmente denso e puro da poter far rabbrividire chiunque, ma non Monty non più. La battaglia continuo per giorni, durante i qualli anche gli altri maestri elementari erano venuti a dar manforte, finchè l'Overlod non creo l'esercito di pietra ovvero dei guerrieri praticamente indistrutibili. Montgomery capi che non avrebbe mai potuto vincere o almeno non sarebbe stato lui a farlo, ma qualcuno che poteva qualcuno che non era fermato dai suoi stessi sentimenti. Cosi fece l'unica cosa che gli venne in mente. Riusci utilizando gran parte del suo potere a bandire l'Overlod in un'altra dimensione separnaod la terra che si divisse in due. Montgomery piangeva mentre lo faceva, ma sapeva di non aver altre possibilità, quello era l'unico modo. Mentre guardava l'orizonte e la distessa d'acqua che adesso separava le due isole senti che delle lacrime iniziavano a scivolare sul suo viso. “Monty tutto bene?” chiese Gwin avvicinandosi a lui. “Non sono più Monty.” rispose il ragazzo. “E allora chi sei?” “Io sono... il primo maestro di Spinjizu.” Angolo dell'autrice: eccoci alla fine spero di non avervi deluso troppo. La battaglia lo accorciata in quando la leggenda durante la serie ci è stata raccontata cosi tante volte che mi è venuta la nausea. Bene a questo punto vi saluto e vi dico che mi prendere una pausa per poter concentrami sulla scuola raffredore permetendo ovviamente, ma tranquilli che primo o poi tornerò a tormentarvi. A questo punto vi saluto e ringrazio chi ha commentato e chi ha solo letto. Baci da Alex Ally!

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