Per agosto, Nagato ed Itachi cotti (arrosto)!

di Querdenker
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La pazienza (non) è la virtù degli Uzumaki. ***
Capitolo 2: *** Aiutati, che Deidara ti aiuta! ***
Capitolo 3: *** Ad Itachi donato, non si guarda in bocca. ***
Capitolo 4: *** Date a Nagato quel che è di Nagato! ***
Capitolo 5: *** Nagato perde il pelo, ma non il vizio. ***



Capitolo 1
*** La pazienza (non) è la virtù degli Uzumaki. ***


Titolo storia: Per agosto, Nagato ed Itachi cotti (arrosto)!
Fandom: Naruto
Personaggi: Itachi Uchiha, Nagato Uzumaki, Deidara
Categoria: The Crack
Pacchetto (e cosa avete utilizzato): estate. Sono riuscita miracolosamente ad usare tutte e cinque le indicazioni.
Introduzione storia: Due costellazioni, un amico decisamente pazzo (il più delle volte ubriaco od intento a mangiare) con dei consigli preziosi, del gelato e dell'alcol, forse un po' troppo. 
Che siano questi i fattori che riusciranno a coronare il sogno d'amore di Nagato Uzumaki?
Note dell'autore: Ce l'ho fatta! Dopo un mese intero di nulla assoluto, sono stati tre giorni di lampi di genio (certo, come no) per scrivere 5 flashfics sui miei adorati NagaIta, che nessuno considera, sigh.
Spero davvero che ti piaccia!
Mezzosangue230

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Per agosto, Nagato ed Itachi cotti (arrosto)!










#1. La pazienza (non) è la virtù degli Uzumaki.







«Caldo?»
Itachi era steso sul prato, distante rispetto a quei casinisti di Deidara, Hidan e Yahiko che non facevano che urlare, quando Nagato gli si avvicinò.
«Non troppo. È sopportabile.»
L'Uzumaki si stese silenziosamente al suo fianco e si mise a scrutare il cielo notturno con lui, incurante del vociare proveniente da dietro.
«Cosa ci trovi in quelle stelle?» chiese sinceramente curioso Nagato. 
L'interpellato si voltò in direzione dell'Uzumaki, puntando gli occhi neri in direzione di quelli viola del ragazzo, che arrossì lievemente. 
Erano anni che Itachi gli faceva quell'effetto, con quel suo essere superiore a tutti con discrezione, con la sua pacatezza e la sua intelligenza fuori dal comune, senza mai essere arrogante.
«Mi ricordano quanto è insignificante l'umanità, nonostante noi uomini siamo così pieni di noi stessi.» mormorò infine, con un piccolo accenno di sorriso.
Si rivoltò per osservare il cielo, scompigliando i lunghi capelli neri. Nagato pensò fosse bellissimo, eppure così distante, come un'oasi nel deserto dopo giorni senza acqua.
«Quella» disse con l'indice puntato al cielo, risvegliando Nagato dal torpore dei suoi pensieri «è la costellazione di Pegaso, il cavallo alato. Vedi? Quella è Enif, la sua stella più importante.»
Nagato osservò perplesso la direzione in cui il dito dell'Uchiha veniva puntato: non riusciva ad individuare la stella.
Itachi rise: «È difficile da individuare con il telescopio se non si conosce il cielo. Avvicinati, ti faccio vedere»
Come a sottolineare l'invito, l'Uchiha fece cenno con la mano non occupata, facendo trattenere il respiro a Nagato, che però ubbidì.
Posizionò la testa appena sotto l'ascella dell'altro, ben attento a non toccarlo. Se l'avesse fatto, Itachi si sarebbe accorto della miriade di brividi da cui il suo corpo era scocco.
«La vedi? Enif
Nagato annuì, dando segno di aver capito.
«Quella invece è Scheat, la seconda stella più importante» spiegò, spostando l'indice più in alto «e poi c'è Sirrah, che appartiene sia a questa costellazione che ad Andromeda»
«Era la principessa che era stata legata ad una roccia per essere data in pasto ad un mostro» ricordò Nagato, ben attento a non guardare l'Uchiha negli occhi.
Itachi annuì: «Vero. Perseo però la salvò, e si innamorarono. L'attesa in fondo fu ripagata, no?»
L'Uzumaki sbuffò lievemente, sentendosi a disagio, e fece per alzarsi: «Era il minimo, povera ragazza.»
«Nagato.» lo chiamò serio Itachi «Possiamo stare così ancora un altro po', lo sai? Non mordo»
Lo disse in un tono talmente convincente, che l'altro lo assecondò senza battere ciglio posizionandosi come aveva precedentemente fatto.
«Si sta bene così» disse semplicemente l'Uchiha.
Nagato fu sul punto di rispondere, quando un Deidara decisamente brillo si palesò di fronte a loro due, lasciandoli stupefatti.
«Anziché flirtare, dovreste venire ad ubriacarvi, sapete sciagurati?
Itachi rise rumorosamente, ubbidendo all'amico.
«Va bene Deidara, io arrivo. Nagato» si voltò verso l'Uzumaki «tu non vieni?»
«No,» mormorò flebilmente l'altro «penso rimarrò ancora un po' qui»
L'altro non rispose, si limitò a sorridere mentre di dirigeva verso gli amici.
Nagato sospirò rumorosamente, fissando Andromeda ed invidiandola terribilmente.







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Note dell'autrice (di nuovo):
Eccomi qui con questa brevissima raccolta su una ship che più crack non si può, la NagatoxItachi. Perché io le gioie mai, ovviamente.
È la primissima volta che partecipo ad un contest e non nego di essere davvero davvero nervosa, questo genere di cose mi mette un po' d'ansia!
Le flash fics saranno solo 5 e tutte collegate tra loro... e niente, spero davvero che vi piacciano. XD
Bacioni, 
Mezzosangue230

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Capitolo 2
*** Aiutati, che Deidara ti aiuta! ***


#2. Aiutati, che Deidara ti aiuta!






«Ripetimi ancora perché sei qui, Deidara»
«Perché altrimenti rimarresti qui a deprimerti come un tredicenne alle prese con la prima cotta. Su con la vita Nagachan
Il citato, spaparanzato sulla poltrona dell'appartamento che condivideva con Yahiko e Sasori, suoi migliori amici - in quel momento in giro per Konoha - osservò con sdegno Deidara rimpinzarsi di gelato al pistacchio, il suo preferito.
«Non chiamarmi Nagachan, lo odio. E si può sapere perché diavolo stai mangiando il mio gelato?»
Deidara osservò con grande interesse la vaschetta, come se contenesse chissà quali rivelazioni mistiche. Poi si voltò verso l'Uzumaki e fece spallucce: «Il pistacchio piace anche a me»
Nagato si alzò stancamente dalla sua poltrona e si avvicinò al biondo, prendendogli dalle mani il cucchiaio e si gustò il gelato.
Deidara sorrise sornione, mentre osservava quell'anima in pena dell'amico mangiare il dolce.
«Il brutto dei cuori spezzati» disse con fare solenne «è questo: che non ci puoi buttare sopra l'acqua ossigenata e soffiare mentre le bollicine camminano sulla ferita, che puoi solo tenerti i cocci. E non ci stanno operazioni e non ci stanno medicine che li possono rimettere insieme, te lo devi tenere così il tuo cuore, rotto.»
Nagato lo osservò a metà tra il confuso e lo scandalizzato.
«E questa da dove te a sei tirata fuori?» domandò.
Il biondo fece spallucce: «Un libro»
«Tu sai leggere?»
«Ah-ah-ah. Che simpatico che sei, Uzumaki»
Nagato non rispose subito. Si limitò a mangiare altre due cucchiaiate di gelato in silenzio.
«Si nota così tanto?» domandò infine.
«Scherzi?» rispose l'altro scandalizzato «Passi dallo sguardo di un cucciolo ferito a quello di un maniaco sessuale, Nagachan»
Nagato rise di gusto, rischiando di farsi andare di traverso il dolce che stava inghiottendo.
«Per quello che può valere però» osservò Deidara «anche lui mi sembra abbastanza interessato a te. Quindi, mio caro Nagachan, tu non sei per niente un cuore spezzato. Sono le tue pippe mentali che ti spezzano, altroché»
Ripensò alla settimana precedente, a come si era sentito felice quando Itachi gli aveva chiesto di stare vicino a lui ancora per un po' ad osservare le stelle. Si sentì improvvisamente più leggero.
Si alzò verso il mobile della TV, dove c'erano i DVD.
«Film?» chiese quindi, in tono decisamente più pimpante.
«Solo se è Scary Movie»
«Senza paura, senza vergogna, senza cervello» citò l'Uzumaki ridendo.
Deidara annuì orgoglioso, la bocca piena di gelato, mentre Nagato pigiava "play" sul telecomando.
Quando si risedette, notò che la vaschetta nelle mani del biondo era vuota.
«Sei un pozzo senza fondo!» protestò l'Uzumaki.
«È per questo che mi vuoi bene amico. Perché sono un'aspirapolvere, e perché ti do dei gran consigli»
Nagato dovette decisamente ammettere a sé stesso che Deidara non aveva tutti i torti.



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Note dell'autrice:
Eccomi qui con il secondo capitolo! Visto che tutte le flash sono già state scritte, gli aggiornamenti saranno frequenti... ogni tre/quattro giorni circa.
Un grazie di cuore a chi ha letto il primo capitolo e alla persona che ha aggiunto la storia tra i preferiti!
Al prossimo aggiornamento, Mezzosangue230

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Capitolo 3
*** Ad Itachi donato, non si guarda in bocca. ***


#3. Ad Itachi donato, non si guarda in bocca.





«Ma poi, che diavolo si festeggia a Ferragosto?» chiese con voce impastata Yahiko.
«L'assunzione di qualche impiegata, credo» borbottò Sasori per tutta risposta, mentre tracannava un altro bicchiere di vino.
Nagato soffocò un risolino, mentre beveva il caffé preparato da Konan, unica persona sobria in quello scantinato insieme a lui.
«Kami-sama, sono cotti come pere» commentò sorridendo flebilmente la ragazza.
«Puoi ben dirlo. A momenti Hidan si mette a piangere da quanto...»
Una mano picchiettò sulla spalla di Nagato, che s'interruppe a metà frase. Voltandosi, si ritrovò davanti il volto di Itachi, gli occhi lucidi per via del vino e i capelli neri spettinati.
«Ho sonno» disse semplicemente. Il tono in cui pronunciò quelle parole fece rabbrividire l'Uzumaki. 
Pure da ubriaco era dannatamente sensuale, accidenti a lui!
L'Uchiha scostò leggermente Nagato per potersi accomodare nella panca, al suo fianco.
Quando si fu seduto, posò con pesantezza la testa sul braccio del rosso, causandogli un certo fastidio. 
«Ahi!» protestò giocosamente Nagato «Sei violento Uchiha, lasciatelo dire»
«Oh, sta' zitto frignone» borbottò flebilmente Itachi, mentre si posizionava meglio contro la spalla dell'amico. 
Amico che in quel momento, sotto lo sguardo allegro di Konan, stava per avere un infarto.
«Io non commento» dichiarò la ragazza maliziosa, mentre si allontanava lasciandolo solo con il nemico.
Nagato, dopo alcuni instanti di confusione, si ritrovò a fissare intenerito l'Uchiha. Sembrava quasi un bambino, poggiato contro di lui, con gli occhi chiusi. Era abituato ad un Itachi sempre vigile e attento ai particolari, sempre equilibrato, sempre con la soluzione per ogni sitazione, o con un libro in mano. 
In quel momento però, sembrava un semplicissimo diciasettenne ubriaco il giorno di Ferragosto.
Gli scostò livemente i capelli che coprivano gli occhi.
«Sei caldo» commentò semplicemente l'altro, aprendo gli occhi.
Nagato alzò gli occhi al cielo, tentando di non ridere. Era così assurda come situazione...
«Pensavo stessi dormendo»
Itachi si scostò dalla spalla dell'Uzumaki, sedendosi normalmente. 
«No.» disse guardandolo negli occhi «Semplicemente, volevo poggiarmi alla tua spalla.»
Nagato avvampò. L'Itachi brillo, in quanto a schiettezza, non era diverso dall'Itachi sobrio. Anzi, forse era pure peggio.
«Vuoi che me ne vada?» domandò l'Uchiha.
«No!» rispose l'altro, forse con un po' troppa enfasi «No, figurati. Cioè, per me non è assolutamente un problema, figurati, ma quando mai...»
E poi, quel gesto incomprensibile. 
Un semplice colpetto con due dita sulla fronte, neanche troppo doloroso.
Che diamine..?
«Okay» disse quindi l'Uchiha, risedendosi vicino a lui, lasciando Nagato di stucco.
Itachi chiuse gli occhi e l'altro decise di non disturbarlo, anche se stava morendo dalla curiosità.
«Itachi» lo chiamò infine.
«Mh?» mugugnò il citato.
«Cosa significa quel colpetto alla fronte?»
Itachi non rispose subito. Teneva sempre gli occhi chiusi, come se stesse cerando di riflettere su qualcosa, o di ricordare.
«Che sei una persona estremamente importante» biascicò infine.
Fantastico. Ora sono più confuso di prima.



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Note dell'autrice:
Eccomi qui con questo terzo capitoletto, e cioè la metà di questa raccolta. Un grazie a chi sta commentando questa storia, o chi l'ha salvata tra le seguite/preferite e chi ha semplicemente letto i due capitoli precedenti.
Al prossimo aggiornamento!
Mezzosangue230

 

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Capitolo 4
*** Date a Nagato quel che è di Nagato! ***



#4. Date a Nagato quel che è di Nagato!






«Eri così ubriaco che non riuscivi neanche a reggerti in piedi. Ti sei addormentato sulla mia spalla, dannazione!»
Stavano seduti sul divano di casa Uchiha, in quel momento vuota. C'erano solo Nagato, Itachi e la TV che blaterava inascoltata.
Itachi arrossì lievemente all'affermazione giocosa di Nagato e iniziò a sgranocchiare - nervosamente? - la cialda del cono gelato che stava mangiando.
«Ho detto qualcosa di strano?» chiese poi, impassibile come sempre.
Nagato alzò gli occhi al cielo, leggermente divertito.
«Ci conosciamo da anni, e ti preoccupi di aver detto qualcosa di assurdo?»
Itachi annuì, gli occhi solitamente seri velati di una leggera... ansia? 
«No comunque.» rispose teso Nagato «Solo che ecco, hai fatto un gesto strano... ma niente di che, figurati.»
L'Uchiha aggrottò confuso le sopracciglia: «Strano in che senso?»
Nagato arrossì lievemente: «Cioè, non te lo so spiegare. Hai fatto così, ecco»
Ripeté il movimento che le dita di Itachi avevano compiuto qualche giorno prima, e picchiettò le sue sulla fronte, lasciandolo sbalordito.
L'Uchiha lo fissava a bocca aperta, gli occhi per la prima volta in vita sua davvero confusi, come se si sentisse braccato. Nagato ebbe come la sensazione di aver compiuto un gesto estremamente personale.
«Io ho fatto questo?»
«Sì. E mi hai anche detto che è qualcosa di importante per te»
Itachi non rispose subito, attese alcuni minuti. Finì di mangiare la cialda del suo cono con calma, quasi stesse cercando di guadagnare tempo.
Poi finalmente parlò.
«È vero. È qualcosa di estremamente intimo come gesto. Lo facevo - lo faccio ancora - a Sasuke, il mio otouto. È un gesto di scuse, ma anche di amore»
L'espressione di Nagato, da curiosa, mutò subito in triste e pensierosa.
Rivolto a Sasuke. A suo fratello. Un'espressione di amore fraterno, quindi?
«Amore fraterno?» ebbe il coraggio di chiedere. Sentiva la sua vocina piccola e sottile, come se fosse tornato il timido bambino che era un tempo.
Itachi sorrise. Il suo era un sorriso che sapeva quasi di sconfitta, di chi ormai si è arreso all'evidenza.
«No» mormorò mentre si avvicinava al viso di Nagato «Non necessariamente»
Erano talmente vicini che l'Uzumaki poteva distinguere chiaramente la sfumatura ossidiana degli occhi dell'altro.
Lo baciò. Sentiva nel suo cervello la voce di Yahiko che imprecava per la sua avventatezza - da quale pulpito veniva la predica poi - ma non gliene importava.
In quel momento, l'unica cosa a cui prestava attenzione erano le labbra di Itachi che sapevano di gelato alla nocciola. Leccò quelle labbra lisce e sottili, strappando ad Itachi quello che lui interpretò fosse un gemito di piacere.
Quando si staccarono, entrambi avevano il fiatone, nonostante non fosse stato un bacio particolarmente appassionato, ma semplicemente dolce.
«Ci siamo baciati» constatò l'Uzumaki.
«Direi di sì»
Itachi lo fissava ancora con la stessa faccia impassibile. Nonostante avesse il fiatone, non sembrava minimamente scosso dall'accaduto.
«E finalmente, aggiungerei» commentò poi, prima di fiondarsi nuovamente sulla bocca dell'altro.





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Note dell'autrice:
Eccomi qui con la penultima flash di questa raccolta... che dire, finalmente a sto povero Nagato diamo una gioia. XD
Spero vi piaccia. <3
Mezzosangue230

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Capitolo 5
*** Nagato perde il pelo, ma non il vizio. ***


#5. Nagato perde il pelo, ma non il vizio.



 
1 anno dopo.




«E quello sarebbe il Cigno, giusto?» borbottò mentre osservava il cielo notturno con il telescopio «Credo di vedere Deneb»
Itachi annuì: «La costellazione prende il nome da...»
«Dal mito greco in cui Zeus per conquistare Leda si trasformò in un volatile.»
«Stai diventando decisamente più bravo di me»
Nagato si scostò dal telescopio ed osservò Itachi: «Devo ringraziare Andromeda se adesso siamo qui, no?»
L'Uchiha sbuffò divertito: «Andromeda, certo, come no. Se avessi davvero voluto, ti avrei conquistato in poche mosse e nel giro di qualche giorno, fidati»
«Ti saresti trasformato in un cigno?» domandò l'Uzumaki divertito.
«Forse»
«Saresti stato uno stalker, renditene conto»
Itachi fece spallucce, avvicinandosi pericolosamente nella direzione di Nagato.
«Tenterai di fuggire come Leda?» sussurrò a qualche centimetro dalla sua bocca, mentre gli posava il pollice sul labbro inferiore.
Nagato deglutì, tentando di dissumulare il rossore che si era andato a formare nelle guance. Anche a distanza di un anno, con una relazione stabile, arrossiva ancora come un tredicenne alla prima cotta. 
«Decisamente no» rispose prima di baciare l'Uchiha, che sussultò leggermente.
Fu un bacio molto dolce, e allo stesso tempo appassionato. Nessuno dei due sembrava voler cedere le redini di quel contatto all'altro, alimentando una lotta senza fine, piena di amore e anche di una certa rivalità, forse. Le mani di Nagato vagano freneticamente sul corpo di Itachi, giocherellando con il bordo della maglietta dell'Uchiha.
Quest'ultimo si staccò sorridendo, ma alzò le mani in segno di resa, come a voler fermare il fidanzato.
«Ha ragione Deidara a pensare che sei un maniaco»
Nagato sbuffò, gli occhi liquidi per il desiderio e i pantaloni decisamente troppo stretti: «Deidara dice un sacco di cose»
«Però ha ragione»
«Ha parlato quello che mi ha proposto di fare sesso su una cabina della funivia»
L'Uchiha fece semplicemente spallucce: «Ne avevo voglia»
«Anche io ne ho voglia!» protestò flebilmente l'altro.
L'ombra di un sorriso aleggiò nel volto di Itachi.
«Non è forse l'attesa del piacere il piacere stesso?» citò canzonatorio.
«In futuro puoi anche masturbarti da solo allora, mio caro Giacomo Leopardi»
Si osservarono per qualche secondo, poi scoppiarono entrambi a ridere, di quelle risate di pancia che escono fuori solo con le persone di cui ci si fida davvero.
Nessuno dei due notò la stella cadente che comparve in quegli istanti. 
D'altronde, cosa potrebbero mai desiderare due persone che hanno già la felicità?




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Note dell'autrice:
Uhm, ecco qui l'ultimo capitolo di questa breve raccolta. Io spero vivamente che vi sia piaciuta, e vorrei semplicemente ringraziare chi ha rencensito gli scorsi capitoli e chi ha messo questa cosa tra i preferiti/seguiti/ricordati. Significa tantissimo per me, davvero.
PS: Deneb, per chi non è troppo ferrato in astronomia, è la stella principale della costellazione del Cigno, appunto.
Grazie mille ancora, un bacio!
Mezzosangue230.

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