Gelosia fraterna -Omeostasi-

di Violetta_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 -Presenze moleste- ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 -Seccature e scansafatiche- ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 -Trasloco- ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 -Missione di livello C- ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 -Sigarette- ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 -Una splendida giornata- ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 -Questioni burocratiche e tornadi- ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 -Doveri- ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 -Inizio degli esami dei Chunin- ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 -Kappuru dansu- ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 -Esami dei chunin- ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 -Oasi Nekoi- ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 -Missione ad Ame (prima parte)- ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 -Missione ad Ame (seconda parte)- ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 -Deduzioni scomode- ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 -Facciamo pace- ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 -Una gemella molto gelosa- ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 -Un "semplice" favore- ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 -Distrazioni- ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 -Baka panda- ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 -Missione speciale- ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 -Momento nero- ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 -Ritorno a Suna- ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 -Incontri in piena notte- ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 -Una cena disastrosa- ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 -Chiarimenti- ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 -Caffè- ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 -Compleanno- ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29 -Una strana situazione- ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30 -Verso un nuovo equilibrio- ***
Capitolo 31: *** Saga special 1 -A remember pink- ***
Capitolo 32: *** Saga special 2 -A small moment of weakness- ***
Capitolo 33: *** Saga special 3 -Irony- ***
Capitolo 34: *** Saga special 4 -Bravery- ***
Capitolo 35: *** Saga special 5 -A trap- ***
Capitolo 36: *** Saga special 6 -Hairstyle- ***
Capitolo 37: *** Saga special 7 -Happiness- ***
Capitolo 38: *** Saga special 8 -Presents- ***
Capitolo 39: *** Saga special 9 -Partenza- ***
Capitolo 40: *** Saga special 10 -Nuovo equilibrio- ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 -Presenze moleste- ***


Gelosia fraterna
-Omeostasi-










L'omeostasi è la tendenza naturale
al raggiungimento di una relativa
stabilità interna, necessaria a tutti
gli esseri viventi, per i quali tale
stato di equilibrio deve mantenersi
nel tempo, anche al variare delle
condizioni esterne”









Caldo torrido e nemmeno una nuvola in cielo. Il sole era sorto da poco ma già i suoi raggi avevano irrorato tutto il villaggio.
Alla periferia un gruppo di shinobi stava controllando lo stato delle mura di protezione, per le strade i bambini correvano chi per recarsi all'accademia chi, i più piccoli, tiravano per le mani le loro madri o chi si occupava di loro in direzione del nuovo parco giochi con tante, tantissime altalene, tre scivoli, dei dondoli a forma di animali e persino una piccola piscina.

Se si doveva ricostruire il villaggio bisognava farlo al meglio, aveva pensato, e perché non premurarsi un po' dei più piccoli? In fondo un'infanzia più serena voleva dire anche una crescita più equilibrata e tranquilla.

<< Dai andiamo andiamo! >>
<< Suuu Moe... non essere così lenta... >>
<< Aspettatemi! >>

Anche se ciò voleva dire udire il chiasso dei piccoli e dei non più tanto piccoli già di prima mattina.
Si affacciò alla finestra con un'aria soddisfatta: anche se apprezzava moltissimo il silenzio, quelle grida e quelle risate non lo turbavano affatto anzi lo rallegravano poiché volevano significare che stava facendo un buon lavoro.

<< Hoayo Gaara-sama >>

Lui chiuse gli occhi e parlò con voce dolce.

<< Non c'è bisogno di tutte queste formalità Matsu >>
<< Ma siamo al lavoro >>

Gaara si voltò verso di lei ed accennò un sorriso.

<< Ma siamo soli >>

Matsuri arrossì. Era ancora così poco abituata a quel suo comportamento.

Era passato circa un mese dal loro primo bacio e il loro rapporto stava diventando pian piano più stretto.
Gaara era innamorato di Matsuri, ma la sua inesperienza e la sua timidezza gli avevano impedito di riconoscere, fino a qualche tempo prima, i suoi sentitemi verso l'allieva.

Ovviamente non era cambiato il suo carattere introverso, non ne sarebbe stato capace, tuttavia c'erano alcuni piccoli dettagli, dei gesti apparentemente insignificanti che però facevano sciogliere la ragazza.
Un piccolo sorriso, il tono di voce più gentile e meno autoritario, i modi più rilassati.
E soprattutto l'insistenza a darsi del tu quando la situazione non richiedeva necessariamente formalità.

<< Wakatta Gaara >> si convinse infine << posso aiutarti coi documenti? >>
<< Mi farebbe molto piacere, tuttavia ti informo che nel pomeriggio dovrai fare da supervisore, sei sicura di non volerti riposare? >>

Oh kami. Quando era diventato così premuroso?

<< Tranquillo mi fa piacere stare con te >>






*





Qualche ora più tardi, dopo un infinito numero di documenti da compilare, missioni da consegnare e dopo essersi rifocillato con un discutibile tonkatsu preparato da Temari, Gaara tornò nel suo ufficio.

Il clima era decisamente più tranquillo a quell'ora poiché i piccoli dormivano stanchi del gioco mattutino e i più grandi erano ancora dentro l'accademia o a svolgere missioni.
C'era un piacevole silenzio e un piacevole tepore che lo rilassavano.

La porta del suo ufficio si aprì all'improvviso emanando un clak molto fastidioso.
Trasalì appena ma cercò in tutti i modi di non farlo notare continuando a scrivere con aria apparentemente impassibile.

Eccola.

Dopo il suo trasferimento l'Incubo era entrato facilmente in accademia faceva parte di un team capitanato da Matsuri.

Dato che la sua entrata non era servita a richiamare l'attenzione del suo superiore, Sumire decise di salutare.

<< Ciao pandino pandolino patatino >>

Gaara alzò di scatto la testa guardando completamente sconcertato la persona davanti a se.

<< Ti rendi conto che stai parlando al Kazekage? >>

Di solito non sottolineava il suo rango, ma è anche vero che di solito i suoi ninja gli mostravano molto più rispetto.

<< Gaa, ne abbiamo già parlato: fino ad un mese fa facevamo colazione insieme mangiando biscotti con le gocce di cioccolato e per tanto così... >> mise il pollice e l'indice della sua mano sinistra perfettamente in parallelo << ...non abbiamo condiviso lo stesso letto >>

A quella frase il rosso avvertì un leggero disagio e questo si avvertì nel suo tono di voce.

<< Si... ma adesso tu sei una genin del mio villaggio >>
<< Non ti sembrerebbe troppo strano, quasi ridicolo, se passassi dal “ciao panda-chan” a... >>

In quel preciso istante uno dei consiglieri bussò ed aprì la porta, contemporaneamente Sumire si mise sull'attenti in una impeccabile posa militare e continuò la frase con un tono di voce perfettamente accademico.

<< … Kazekage-sama sono qui per sapere se avete missioni per me quest'oggi >> Con leggiadria si voltò verso il consigliere e fece un inchino in segno di saluto << I miei saluti Okuro-sama >>

Gaara assottigliò appena lo sguardo.

Che irritantissima, fastidiossissima ed antipaticissima ruffiana.

<< Hai una missione di livello D >> disse porgendole il rotolo.
<< Arigatou Kazekage-sama. Devo chiudere la porta quando esco? >>
<< Hai... >>

Lei si inchinò nuovamente di fronte ai due uomini e si diresse verso l'uscita.
Una volta fuori dalla vista del consigliere fece una linguaccia al Kazekage e chiuse velocemente la porta.

<< Ruffiana... >> mormorò tra se e se.
<< Come prego? >> il consigliere, che intanto stava elencando alcuni punti all'ordine del giorno, lo guardò confuso.
<< Niente niente, continuate pure >>





*







A Sumire era stata affidata una tra le più noiose missioni di livello D: raccogliere la spazzatura.
Era una di quelle missioni che il Kazekage si riservava di affibbiare solo ai genin più inesperti ed arroganti, ma nel suo caso si trattava proprio di vendetta.

E in fondo in fondo se l'era cercata.

Munita solo di un sacchetto nero e di un bastone andava raccattando la sporcizia delle strade che con tutto quel caldo non emanavano proprio un profumo gradevolissimo.

<< Come procede Sumy? >>

Con la coda dell'occhio la ragazza vide il suo nuovo sensei che la guardava con un'aria tra il divertito ed il comprensivo.

<< Oh guarda sono così felice di raccogliere le cartacce e i “regalini” degli animali... >>
Lui ridacchiò. << Su non te la prendere... queste missioni sono indispensabili se vuoi passare di livello. Le svolsi anch'io a suo tempo >>
<< Dolci ricordi immagino... >> disse lei sarcastica.
<< Vuoi una mano? >>
<< Iee... >>

Poco lontano di lì udirono il vociare di alcuni ragazzi, tra questi vi erano Mikoshi e la sorella Sari.

<< Quella non è la ninja di Iwa? >>
<< Si... la principessina... >>
<< Scommetto che avrà un trattamento di favore >>
<< Già... ha quasi finito tutte le missioni obbligatorie e questa è la prima volta che la vedo occuparsi dei moenai gomi! >>
<< Già, solo salvataggi di animali e qualche commissione. Di sicuro per diventare chunin non dovrà nemmeno alzare un dito. Guai a spezzarsi un'unghia! >>

Kankuro aggrottò la fronte infastidito da quei commenti.
Certo che i ninja del suo villaggio sapevano essere più velenosi degli scorpioni del deserto.
Era lì li per scattare quando il suo buonsenso prevalse, anche Sumire fece finta di niente.

Mikoshi d'altro canto roteò gli occhi.
Durante il periodo dell'omiai aveva avuto modo di conoscere la ragazza e, nonostante al tempo fosse in tutto e per tutto un'ospite illustre di Suna, le era sembrata molto simpatica e per niente snob.
Ormai il chiacchiericcio della sorella e delle altre ragazze lo avevano portato ad un punto limite ed alla fine sbottò.

<< Sari parli proprio tu che lasci il reggiseno e le tue mutande sparse per tutto il corridoio. Tanto sei la “principessina di papà” e nessuno ti rimprovera >>

La chunin diventò paonazza e spalancò gli occhi puntandolo con l'indice.

<< Zitto Baka! >>
<< Mamma non sa più cosa fare con te... >>

Sumire ridacchiò sommessamente accompagnata da Kankuro che mise una mano sul viso.

Quando il momento di ilarità finì, il ragazzo guardò la genin ed inclinò la testa da un lato. Adorava vederla ridere, era decisamente più allegra da quando si era scrollata di dosso il ruolo di hime.

<< Tra quanto finirai? >> chiese con tono dolce.

Lei portò l'indice sul lato destro delle labbra facendo mente locale.

<< Mi mancano più o meno tre strade >>
<< Allora ci vediamo stasera per l'allenamento al campo A >>
<< Posso fare una doccia prima? >>
<< Devi farti una doccia prima. Non mi avvicinerei a te nemmeno sotto tortura. Sembri una puzzola >> disse scherzosamente.

Lei gonfiò le guance offesa.

<< Quindi non mi darai nemmeno un piccolo bacio? >> disse imitando una bambina.
Ridacchiò << Nemmeno per idea >>

Lei si avvicinò con fare minaccioso allargando le braccia.

<< Oh ... nemmeno un abbraccio? >>

Lui rise e poi le diede le spalle agitando la mano destra.

<< Sii puntuale. Ciao >>
<< A dopo >> rispose lei riprendendo il suo lavoro.








***
Angolo dell'autrice.

Rieccomi gente, come già detto questo è il sequel di "Entropia" e terzo capitolo di "Gelosia fraterna".
Contrariamente a l'altra ff che avevo postato praticamente finita, questa ff è ancora in lavorazione dunque ci sarà la possibilità di ritardi. Ovviamente cercherò di essere costante nell'aggiornamento però mi sembra giusto avvertirvi.

Che ve ne pare di questo primo capitolo? Credo che a Gaara non piaccia ma dovrà farsene una ragione.
Spero di aver fatto un buon lavoro. Grazie a tutti i lettori, sia ai vecchi che conoscono già la serie sia alle new entry.
Un bacione a presto.

Violetta_


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Capitolo 2
*** Capitolo 2 -Seccature e scansafatiche- ***


Seccature e scansafatiche




A Konoha il clima era piuttosto sereno e le strade del villaggio erano lo sfondo perfetto per incorniciare la frenesia dei suoi abitanti.
Strade piene di bancarelle, bambini e tetti che fingevano da corsie preferenziali.

Dopo aver parlato con i ninja del settore messaggi Temari si diresse nell'ufficio dell'hokage.
Bussò due volte ed alla terza finalmente venne invitata ad entrare.
La prima cosa che vide fu Sakura intenta a sistemare dei libri nella libreria, poi vide una montagna di carte sopra la scrivania, nessuna traccia dell'hokage.
Strano, eppure era certa di aver udito la sua voce.

<< Naruto? >> gli dava del tu senza formalismi, dopotutto non erano necessari in quelle occasioni.
<< Sono qui >>

Dietro la montagna di carte sbucò una mano che ondeggiava a desta e a sinistra.
O stava giocando a nascondino oppure il ragazzo non aveva la benché minima idea del concetto di “ordine”.

<< Sono venuta per i documenti >>
<< Che documenti? >>

Sakura si portò una mano sulla fronte borbottando qualcosa come una serie di insulti.
Temari fece un lungo “ommm” mentale.

<< I documenti riguardante le piante mediche da fornire a Suna >>
<< Aaah certo quei documenti... >>

Ci fu un momento di imbarazzante silenzio. Alla fine la Sabaku decise di parlare.

<< Non sono ancora pronti vero? >>
<< Eheheh... no in effetti no... >>

Sakura prese un pesante libro e lo fissò fortemente tentata dallo sbatterglielo pesantemente in testa, ma si trattenne.

<< Che ne dici se intanto faccio una passeggiata e magari vado a mangiare qualcosa, poi torno e mi fai avere questi benedetti documenti? >>
<< Si... concediti una luuunga passeggiata >>

La porta si chiuse lasciando soli i due componenti del team 7.

<< Sei veramente un cretino >>
<< Eddai Sakura lo sai che dopo pranzo mi viene sonno... >>

*

Uscì dall'ufficio molto molto irritata domandandosi come facesse quel villaggio ad essere ancora in piedi con un tale caos che regnava nei settori amministrativi.
Si concesse una lunga passeggiata come le era stato suggerito e senza accorgersene finì proprio vicino a casa Nara.
Decise di passare per un saluto e bussò alla porta.

<< Si? >>

Udì la voce di Yoshino che però non proveniva dall'interno dell'abitazione ma dal giardino sul retro. Decise di andarle incontro e trovò la signora Nara intenta a stendere i pantaloni del figlio.

<< Ohayo... >>

La donna si voltò e le rivolse un caldo sorriso.

<< Temari cara qual buon vento? >>

Dopo la morte del marito la sua vita era diventata piuttosto monotona: sbrigava le faccende di casa, cucinava e ogni tanto leggeva per ammazzare il tempo.
Era prevalentemente sola e quindi una visita di tanto in tanto era molto gradita. Soprattutto se era da parte della simpatica e dinamica ragazza di Suna.

<< Sono passata per un saluto. Vuoi una mano? >>
<< No cara ti ringrazio, sai, quel pelandrone di mio figlio è sempre fuori casa e quando non lo è si rinchiude in camera sua... sono abituata a fare tutto da sola >>
<< Se vuoi vado a prenderlo per il codino >>

La donna rise divertita.

<< No. E' uscito questa mattina e non credo che rientrerà presto a casa. Poi ho quasi finito. Posso offrirti del the? >>
<< Con vero piacere >>

Si davano del tu da molto tempo ormai, dal funerale di Shikaku.
Yoshino aveva notato gli occhi lucidi della ragazza, la sua sincera tristezza e aveva deciso di andarle incontro per ringraziarla.
In quel frangente Temari le aveva confessato che ammirava moltissimo suo marito tanto che uno dei suoi maggiori rimpianti era stato quello di non presentarsi mai ufficialmente.

<< Anche tu le piacevi molto >>
<< Ontoni? >>
<< Si... ti considerava una grandissima, enorme, pesante... seccatura >>

Dopo un istante di silenzio le due risero appena e da quel momento Temari decise di essere più presente nella vita della donna, e se possibile di esserle di conforto.
Le due avevano legato bene, per la gioia, più o meno sincera, di Shikamaru.

Si sedettero davanti il tavolino del salotto e parlarono del più e del meno per una buona mezz'ora, dopodiché la bionda si congedò dicendo che doveva tornare nell'ufficio dell'Hokage.

<< Se vedi quel bradipaccio di mio figlio digli che se non mi porta il latte non lo faccio entrare in casa stasera >>
<< Con vero piacere Yoshino >>

*

Dopo qualche minuto effettivamente incrociò il piccolo cervo intento a sbadigliare sul tetto di un piccolo negozio.

<< Voi maschi di Konoha siete tutti scansafatiche >>

Lui non si degnò nemmeno di risponderle, ma lei imperterrita continuò a parlare.

<< L'hokage temporeggia nel compilare i documenti e tu invece di aiutare quella santa donna di tua madre te ne stai qui a fissare le nuvole >>

Ancora nessun segno di vita.
Ormai era convinta che i Nara eccellessero per intelligenza solo quando si trattava di strategie d'attacco.
O forse era semplicemente masochista.

<< Shika mi stai ascoltando? >>
<< Mh? >>

Gli diede un calcio sulla natica destra così forte che per poco il povero ninja delle ombre non perse l'equilibrio cadendo dal secondo piano.

<< Mendokuse maledetta >>
<< Devi prendere il latte prima di tornare a casa >>

Si mise le mani sulle orecchie.

<< Mamma da quando ti sei fatta bionda? >>
<< Non fare l'imbecille! >>

Lui si alzò in piedi afferrandole la vita ed il braccio col quale stava per afferrare il ventaglio, le diede un rapido bacio e poi finalmente di decise a compiere l'immane sforzo di aprire gli occhi.

<< Lo compro il latte, giuro che lo compro >>
<< Sarà meglio per te, se no stanotte puoi dormire su questo tetto >>

Lui roteò gli occhi decidendo saggiamente di cambiare discorso.

<< Tu stai andando da Naruto? >>
<< Sperando che si sia deciso a finire i documenti che mi servono... sai vorrei tipo tornarmene a casa >>

Sorrise appena e la cinse più stretta all'altezza della vita.

<< Ti accompagno >>





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Capitolo 3
*** Capitolo 3 -Trasloco- ***


Trasloco



<< Gaara potrei terminare le pratiche domani mattina? >>

Il ragazzo guardò velocemente fuori dalla finestra ed annuì.
Matsuri lo aveva sempre assistito nelle pratiche anche fino a notte fonda se necessario ma adesso che c'era Sumire gli sembrava assolutamente normale che lei volesse rincasare un po' prima per cenare con la sorella.
La capiva benissimo, dopotutto anche lui pochi anni prima aveva provato le stesse emozioni, anche se doveva ammettere che un po' le mancava la sua compagnia notturna.

<< Come ti senti adesso che c'è lei? >>

La ragazza sorrise automaticamente ed anche lei guardò fuori dalla finestra ma non per controllare l'orario bensì per puro sentimentalismo.
Dopo la rottura del sigillo posto nella sua testa la chunin aveva piano piano riacquistato la memoria riguardo gran parte del suo passato e spesso lei e Sumire stavano nel salone a leggere, a chiacchierare o a rivangare vecchi ricordi.
Era sinceramente felice di aver ritrovato sua sorella, adesso quel senso di tristezza e solitudine che la accompagnava soprattutto la sera era scomparso, anche se a volte faticava ad abituarsi alla sua eccessiva esuberanza.

<< Decisamente meglio, sono felice di averla ritrovata >>

Gaara non poté fare a meno di notare quanto fosse bello il suo sorriso, era decisamente più raggiante del solito ed i suoi occhi più luminosi.

<< Ne sono lieto. Vai pure >>

Lei poggiò un plico di fogli sulla libreria, stava per voltarsi verso di lui in modo da fare un piccolo inchino in segno di saluto ma non ne ebbe il tempo poiché il ragazzo si era già alzato dalla sedia e le aveva preso delicatamente il braccio.
Il bacio che ne seguì fu molto delicato.

<< Buonanotte Matsu >> disse con voce molto dolce.
<< Buonanotte Gaara >> rispose lei rossa in volto presa alla sprovvista.


*

Quando tornò a casa prese le chiavi dalla tasca, entrò e vide una cosa che non vedeva da un mese a questa parte.

Ordine.

Da quando aveva deciso di prendere in affitto quel piccolo appartamento vicino all'accademia si era dovuta abituare a dribblare scatoloni, rovistare per i cassetti o le scatole in modo da trovare due calze pulite, mangiare sul letto perché la tavola fungeva da armadio e l'armadio da dispensa.
La dispensa conteneva i kunai.

Spalancò gli occhi felice come non mai.
Si avvicinò al divano che non aveva più neanche un libro poggiato e si sdraiò comodamente, guardò la cucina sistemata ed il forno acceso e sospirò contenta.

<< 'Tsu tsu? Sei tu? >>

Detestava essere chiamata così da bambina e non lo apprezzava particolarmente nemmeno da adulta, ma evidentemente questo Sumire non lo capiva.

<< Hai. Sono in cucina >>

La ragazza si avvicinò tenendo una grossa scatola in mano con gli occhi spalancati ed estasiati.

<< Sai cos'è questo? >>

Matsuri si mise a sedere incuriosita.

<< Iee... altri libri? >>

Sumire fece cenno di no col capo.

<< Questo è l'ultimo scatolone! >> disse saltellando allegra.

Dopo il suo trasferimento a Suna avevano deciso di vivere insieme.
L'appartamento era situato all'ultimo piano, era piccolo e spesso si udivano i pianti dei bambini del terzo piano, ma per le ragazze era un piccolo paradiso.
Entrando c'era la cucina che fungeva anche da salone sulla sinistra due camere da letto e un bagno.
C'era voluto un po' di tempo per portare i bagagli della ragazza da Iwa a Suna ma finalmente il trasloco era finito.

<< Francamente non so che contenga. Lo volevo aprire insieme a te >>
<< Magari più tardi, sono un po' stanca >>
<< Bisogna festeggiare! Beviamo qualcosa! >>

Prese dal frigo una bottiglietta di birra e ne lanciò un'altra a Matsuri che la prese al volo.

<< Io non la bevo tutta >>

Sumire diede un veloce sorso.

<< Questo perchè sei tremendamente noiosa >>
<< Non è vero >>
<< Si invece >>
<< Noo >>

Risero entrambe di gusto.

<< Che hai cucinato di buono? >>
<< Carne >>
<< Ancora? >>
<< Hai >>

Matsuri roteò gli occhi al cielo e sbuffò, quel nuovo stile alimentare era decisamente troppo pesante per lei.

<< Eddai in forno c'è la torta al wasabi che ti piace tanto >>
<< Yay! Allora ti perdono >>


*

Sumire era ufficialmente un'abitante di Suna da poco più di un mese e da subito si era impegnata per salire di livello.
E come suo sensei Kankuro aveva messo a punto un piano d'allenamento estremamente duro.

<< Altre cinque ripetizioni >>

Lei spalancò gli occhi sorpresa.

<< Nani? >>
<< Hai sentito >>

La ragazza sbuffò piazzandosi a terra e prese a fare altre flessioni questa volta con dei pesi sulla schiena.

Kankuro continuava ad osservarla con un'espressione indecifrabile con le braccia incrociate.

<< Più veloce. Devi rafforzare la tua resistenza >>

Sumire aumentò la velocità.
Quel ragazzo era simpatico, gentile, divertente e molto paziente.
Ma come sensei si tramutava in un autentico stronzo.

<< Se vuoi diventare chunin devi allenarti con più costanza >>
<< Hai >>

C'era un motivo se quegli allenamenti erano così intensi: tra tre mesi si sarebbero tenuti gli esami dei chunin e il jounin l'aveva raccomandata.
Purtroppo lei non aveva ancora potenziato abbastanza i muscoli delle braccia e questo la limitava non solo nel taijutsu ma anche nel ninjutsu.

La ragazza possedeva i chakra elementari dell'acqua e del vento e un particolare kekkei genkai: l'ekiton ovvero l'arte dei liquidi.
Non riusciva a contollare solo l'acqua ma anche tutte le sostanze allo stato liquido e, mescolando questo suo potere col suo chakra di vento, era in grado di congelarle.
Purtroppo per il problema sopracitato non aveva ancora il pieno controllo di tale tecnica.


*

Dopo quel durissimo allenamento Kankuro, non contento, aveva affidato alla ragazza il compito di potenziare le sue braccia colpendo ripetutamente un pilastro non portante mentre lui era andato a svolgere alti suoi incarichi.
La ragazza roteò gli occhi al cielo più e più volte tuttavia non era intenzionata ad andarsene prima di aver finito i suoi esercizi.

Aveva quasi finito quando sentì una presenza dietro di lei.
Era Temari.
La Kunoichi teneva le mani ai fianchi e la guardava con aria di superiorità. Era abituata ad incutere timore e farsi rispettare da chiunque dunque non si fece problemi a parlare con voce autoritaria.

<< Non hai ancora finito? Mi serve questo campo >>

Tuttavia Sumire non era Matsuri.

<< Finisco questa ripetizione e me ne vado Temari-san >> disse pacata nonostante il fiatone.
<< Ti ho detto adesso >>

Nonostante il tono autoritario della Sabaku lei non mosse ciglio.

<< Goumen ma il mio sensei mi ha dato ordini precisi >>

Temari assottigliò gli occhi.

<< Sumire! >>
<< Sto solo rispettando gli ordini >>

L'amazzone del deserto inspirò profondamente cercando di mantenere la calma.
Dopo alcuni minuti la ragazza finì non una ma ben cinque ripetizioni. Si stiracchiò e si girò verso Temari con aria serafica.

<< Finito. Il campo è tutto suo Temari-san >> disse con una voce leggiadra e fresca che risvegliò tutti gli istinti omicidi più profondi e nascosti della ragazza.

Cercò di parlare ma la genin fu più veloce.

<< Vado a farmi una doccia. Buona giornata >>

E si allontanò a passo svelto.

Qualche minuto dopo Gaara venne convocato d'urgenza dagli anziani perché il campo di addestramento 3 apparentemente era stato raso al suolo da quello che sembrava essere stato un tornado.




***
Angolo dell'autrice.
Perdonate il ritardo, spero comunque che la lettura vi sia piaciuta.
Non so bene se durante le feste avrò tempo o meno per stare al pc dunque intanto vi faccio gli auguri, nel caso li ripeto nel prossimo capitolo. Tanto non vi offendete giusto?

Ciao ciao. Tanti auguri di buon Natale e buone feste.

Violetta_

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 -Missione di livello C- ***


Missione di livello C


Nonostante fosse una selvaggia e lo facesse impazzire nove volte su dieci Sumire sapeva rivelarsi estremamente responsabile e ligia al suo dovere quando di trattava si compiti da kunoichi. Dunque aveva deciso di affidarle una missione di livello C insieme alle sue compagne di squadra e ovviamente la supervisione di Kankuro.


Nulla di trascendentale: avrebbero dovuto scortare un ricco mercante d'armi dalla sua casa sino al punto d'incontro con degli acquirenti del paese del vento.

<< Katsuro-san ha usufruito dei servigi di Suna molte volte, e non è uno facile da accontentare. Mi raccomando di tenere alta la reputazione del nostro villaggio >>
<< Hai Gaara-sama. Non la deluderemo >>

Sumire aveva usato un tono di voce conforme alla situazione, senza il minimo accenno di sarcasmo o ironia, ma Gaara si sentì comunque preso per i fondelli.

<< Partirete stasera, siate puntuali >>
<< Hai Gaara-sama >>

Le ragazze si inchinarono in modo molto rispettoso e uscirono dalla stanza, a chiudere la porta fu proprio Sumire che non mancò di agitare la manina in modo un po' infantile approfittando di un momento di distrazione di Kankuro.
Lui infatti stava sfogliando dei documenti prima di riporli nella libreria.

<< Otouto vado a sistemare Sasori prima di partire >> disse distrattamente.
<< Io non so come fai a sopportarla... >> mormorò Gaara assottigliando lo sguardo.

Il fratello aggrottò la fronte confuso.

<< Chi? >>
<< Niente niente >>


*


Verso sera Kankuro preparò i rotoli con le sue marionette e li fissò dietro la schiena, si mise il cappello ed uscì dal palazzo.
Stava tranquillamente andando verso il punto d'incontro quando il rotolo di Sasori si spostò minacciando di cadere dalla sua schiena.
Si fermò per sistemarlo quando udì delle voci da una delle stradine secondarie.

<< Ecco lo sapevo io >>
<< Che? >>
<< Le hanno affidato una missione di livello C. C ti dico! >>
<< Che raccomandata >>
<< A questo punto perchè non metterla direttamente in consiglio dico io... magari con una scorta! >>
<< Bisogna prendere dei provvedimenti. Dopotutto è solo una genin basterebbe il voto del consiglio per farla cacciare >>

Kankuro serrò la mascella e nervosamente si sistemò meglio sulle spalle i rotoli con le sue marionette.
Quelle voci stavano diventando sempre più fastidiose.
In un'altra situazione sarebbe bastato l'intervento del Kazekage per risolvere tutto ma Kankuro non era assolutamente il tipo di uomo che sarebbe andato dal fratello a lamentarsi.
Ne andava del loro orgoglio e della loro reputazione.

Si recò verso le mura del villaggio dove i tre erano già pronti ad attenderlo.

<< Siete pronti per partire? >>
<< Hai Kankuro-sama >>
<< Questa è la vostra prima missione di livello C, mi raccomando non deludetemi >>

*

Arrivarono velocemente all'abitazione del mercante: era una nōka di grandi dimensioni con un enorme giardino. Il carro era già fuori dal cancello.

<< Benvenuti >>

A parlare non era stato il mercante bensì quello che sembrava essere un suo servitore, un uomo piuttosto aventi con l'età completamente calvo e dai modi di fare gentili.

<< Kankuro-sama siete venuto personalmente. E' un onore >>
<< Arigatou Seri-san >>
<< Queste graziose fanciulle sono la scorta? >>
<< Hai. Non temere nonostante le apparenze sono kunoichi molto preparate >>

Il mercante uscì dalla camera camminando a testa alta e molto lentamente.
Tutti i presenti fecero un profondo inchino meno che Kankuro che si limitò a fare un rispettoso cenno col capo.
Il mercante non rivolse la parola a nessuno, lanciò una rapida occhiata al marionettista ed entrò nella carrozza con aria molto arrogante.

<< Simpatico... >> mormorò sarcasticamente Sumire.
<< Porta rispetto >> la ammonì Kankuro poi con un cenno della mano diede l'ordine alla squadra di circondare la carrozza.

Il servitore salì sulla carrozza dando una piccola frustata al cavallo che iniziò a muoversi.

Il tragitto fu percorso nel più totale silenzio interrotto soltanto dal rumore di alcuni uccelli.
Kankuro di tanto in tanto alzava gli occhi al cielo controllando la zona ed un paio di volta guardò alla sua destra: Sumire controllava l'altro lato anteriore della carrozza, era calma e pacata ma lui riuscì a notare le labbra piegate in un'espressione piuttosto annoiata.
Arrivarono alla periferia del piccolo villaggio e la carrozza si fermò davanti a quello che sembrava essere un magazzino.
Davanti il cancello c'era un uomo vestito totalmente di rosso con una fascia bianca all'altezza dello stomaco. Un pugno di uomini ai suoi lati dall'aria tutt'altro che rassicurante.

Il mercante, accompagnato da Seri, scese dalla carrozza e si diresse di fronte all'uomo vestito di rosso, si inchinarono entrambi in segno di saluto poi entrarono nel magazzino.

Kankuro ed il suo team fecero per entrare ma vennero bloccati.

<< Solo Katsuro-sama e il suo servitore >>

Kankuro rispose con aria impassibile, non era del tutto anomalo che durante queste trattative i due principali contendenti volessero star soli con solo i servi ad assistere.

<< Wakatta >>

La porta si chiuse alle loro spalle ed i ninja si disposero in modo abbastanza sparpoagliato ma restando comunque vicini all'edificio.
La negoziazione richiese parecchio tempo durante il quale Kankuro e le ragazze attesero fuori dal cancello.

Sumire si avvicinò al ragazzo mettendosi di fianco a lui dopodichè guardò dietro di lei.

<< Ne mancano due >> mormorò.
<< E' vero, probabilmente si sono allontanati >>

Non era necessario rimanere impassibili di fronte al cancello dunque non ci vide nulla di insolito.
Anche Takasha si era seduta su una roccia e aveva preso a lucidare il suo kunai preferito mentre Mao era salita in cima ad un muretto e passeggiava guardandosi intorno.

Improvvisamente una violenta esplosione fece saltare le mura del magazzino.

Istintivamente Kankuro prese il braccio di Sumire attirandola a se e coprendola col suo corpo, Mao con un salto riuscì a non farsi colpire dai sassi che stavano schizzando dappertutto con grande velocità.

Il pugno di ninja di poco prima era drasticamente aumentato e adesso stava seminando il panico nel villaggio: le donne coi loro bambini in braccio correvano nel tentativo di mettersi al sicuro, non erano loro l'obbiettivo ma quei nukenin non sembravano farsi molti scrupoli pur di infiltrarsi negli edifici per sottrarre ulteriori armi e anche qualche oggetto di valore.
Takasha si alzò velocemente in piedi e dopo aver atteso un paio di istanti si divincolò tra le macerie cercando di entrare nel magazzino e per poco non venne travolta dalla carrozza con all'interno alcune tra le armi più preziose, i rotoli coi codici ed altri strumenti più voluminosi ed il mercante che urlava come un ossesso tenuto fermo dall'uomo completamente vestito di rosso.

<< Dannazione. Kankuro-sama il mercante è stato rapito! >>

Il marionettista fece rapidamente mente locale: quella doveva essere sicuramente una trappola per rubare le armi ed altri segreti militari, probabbilmente si trattava di una piccola organizzazione di banditi.

<< Voi rimanete qui ed occupatevi della popolazione. Io penso al mercante >>
<< Nani? Da solo? >>
<< Hai Sumire. Fa come ti ho detto >>

Takasha e Mao avevano immediatamente obbedito agli ordini iniziando a proteggere gli abitanti: grazie alla sua tecnica combinata alle carte bomba, e anche ai suoi modi non proprio delicati per Takasha non fu difficile respingere i suoi nemici, la stessa cosa valeva per Mao che con i suoi shurichen e la tecnica delle cento lame non aveva avuto difficoltà a mettere in salvo i bambini del'asilo.

Kankuro aveva preso immediatamente l'inseguimento: il cavallo sembrava impazzito e continuava a correre a grandissima velocità: ormai era fuori dal villaggio, in una zona rocciosa pericolosamente vicini ad un dirupo.
Come se non bastasse alcuni ninja lo stavano inseguendo nel tentativo di rallentarlo.
Deviò agilmente verso destra procedendo a zig zag per eludere gli avversari ma il gruppo era veramente numeroso ed alla fine venne braccato in un vicolo cieco: lo aveva circondato impedendogli di raggiungere il carro che continuava ad avanzare.
La situazione stava degenerando: il ragazzo era troppo occupato col gruppo di nukenin e non poteva certo occuparsi anche del carro.
Le ragazze erano rimaste al villaggio nel tentativo di mettere in salvo la popolazione.

<< Maledizione >>





***
Angolo dell'autrice.
Ciao a tutti, come va?
Per chi se lo stese chiedendo confermo la crossover, in realtà non so se è corretto definirla così, sarebbe più corretto dire "guest star" o cameo.
Che dite vi è piaciuto? Fatemi sapere e come sempre grazie a tutti i lettori.
Baci.

Violetta_

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 -Sigarette- ***


Sigarette





All'improvviso Kankuro vide una figura saltare veloce come un razzo, prendere il rotolo con Sasori alle sue spalle e balzare in direzione del carro.

<< Sumire! >>

La ragazza aprì la marionetta azionando il lanciafiamme, ovviamente nonostante fosse una discreta marionettista, Sasori era una sfida troppo impegnativa per lei: senza volerlo fece scattare il meccanismo per il fumo velenoso che si diffuse ovunque, le fiamme si sparsero a casaccio colpendo due nukenin ed il carro che sbandò andando verso il dirupo.
Grazie alla sua invidiabile velocità la ragazza riuscì comunque a raggiungere in carro e si mise in groppa al cavallo, la povera bestia però era così spaventata che iniziò a scalciare riuscendo a rompere le braghe che lo tenevano legato.

<< Ma porc... >>

Il carro con all'interno il mercante stavano andando dritti contro il dirupo, la ragazza riuscì ad entrare all'interno tentando di afferrare il mercante. L'uomo era legato ed in completo stato isterico, urlava e si dimenava rendendo le cose ancor più difficili alla ragazza.

<< Quel maledetto si è dato alla fuga e mi ha lasciato qui >>

Si riferiva al suo rapitore che aveva preferito prendere due o tre rotoli e saltare fuori dal mezzo.

<< Si, ho capito signore ma adesso stia... >> l'uomo nella foga le diede un pugno, non molto potente, in pieno volto << ...stia fermo per favore >> concluse la ragazza massaggiandosi il naso per due secondi.

Alla fine riuscì ad uscire dalla piccola finestra, poggiò il mercante al suolo mentre era ancora intento ad urlare e a dimenarsi, poi si voltò occupandosi del carro: cercò di fermarlo usando Sasori, la marionetta afferrò una delle ruote posteriori e puntò a terra coi piedi, il carro rallentò di poco fino a finire sul bordo del precipizio oscillando pericolosamente.
Nonostante stesse governando la marionetta con entrambe le mani i suoi fili di chakra erano troppo deboli e sottili.
Sumire serrò i denti avvertendo che stava arrivando al limite. Era perfettamente cosciente di non avere la forza per resistere ancora a lungo quindi ispirò a fondo ed infine urlò con tutta la voce che aveva.

<< KANKURO! >>

Il ragazzo aveva approfittato della nube velenosa per sbarazzarsi dei suoi nemici e aveva iniziato a correre verso il carro. Era abbastanza vicino quando udì la voce della ragazza.

<< Sto arrivando tranquilla >>

In quell'istante la ruota si staccò dal suo perno e una delle pareti del carro sbatté contro la roccia rompendosi e facendo cadere buona parte del suo contenuto.
Sumire si sedette a terra priva di energie annaspando.
Kankuro, con un veloce movimento delle dita, riuscì a collegare i fili di chakra con la parte ancora integra del carro riuscendolo a salvare, purtroppo però gran parte del carico finì nel vuoto.
Quando il nuvolone di polvere si diradò il ragazzo si voltò per controllare la situazione: il mercante era svenuto tra le urla con tanto di lingua di fuori, Sumire era sdraiata a terra con gli occhi chiusi e col fiatone.
Si avvicinò a lei, la ragazza sorrise appena percependo la sua presenza.

<< Wow è stato fantastico! Non mi divertivo così da un sacco di temp... >>

Aprì un occhio e immediatamente la sua allegria mutò in disagio e paura, lo sguardo di Kankuro non era per nulla rassicurante.

<< Ti avevo detto di rimanere al villaggio e mettere in salvo la popolazione >>

Lei si alzò di scatto cercando di giustificarsi.

<< Ma eri in svantaggio! Non potevi farcela da solo >>
<< Avresti potuto ferirti o peggio! Senza considerare l'esito della missione. Hai visto in che condizioni è il carro? E il mercante? >>
<< Demo... >>
<< Basta. Torniamo al villaggio >>


*


La missione non era del tutto fallita, dopotutto il mercante era vivo e parte del carico era stato recuperato. Tuttavia a causa di quel piccolo incidente il mercante era andato su tutte le furie e si era rifiutato di pagare il compenso pattuito.
Questo comportava un grave problema per la visibilità del villaggio. E per questo il consiglio lo mise tra i primi punti nella lista degli ordini del giorno.
Kankuro si sedette al suo solito posto ascoltando la discussione in silenzio.
Gaara intanto aveva analizzato i rapporti e stava esprimendo la sua opinione.

<< Sumire non ha sbagliato: grazie a lei non ci sono stati feriti >>
<< Ma a causa sua abbiamo perso la fiducia di Katsuro-sama >>
<< Il mercante ha sempre un motivo per lamentarsi. Sappiamo bene che richiederà i nostri servigi non appena si sarà calmato >>

La situazione sembrava apparentemente risolta ma il marionettista cominciò a notare le occhiate dei consiglieri e udì degli strani mormorii.
Alla fine prese la sua decisione.

<< Matte Gaara. Sumire ha disubbidito ai miei ordini ed è giusto che meriti una punizione >>

I consiglieri lo guardarono con aria circospetta mentre Gaara era molto perplesso.

<< Subirà un richiamo allora >> disse pacatamente.
<< Non sarebbe meglio riconsiderare la sua partecipazione all'esame dei chunin? >> suggerì uno dei consiglieri.

Gaara portò le mani davanti al viso e poggiò i gomiti sul tavolo.

<< Adesso non esageriamo >>

I consiglieri cominciarono a mormorare più vistosamente di prima finché un altro prese la parola.

<< Quindi solo una semplice ramanzina? >>
<< Temete forse che lo Tsukikage si possa offendere? >>

Sia Gaara che Kankuro serrarono la mandibola offesi per quella frecciatina.

Alla fine uno dei consiglieri più silenziosi, e forse per questo più viscidi decise di prendere la parola.

<< Propongo di non assegnarle più missioni sino agli esami dei chunin, una volta svolti quelli, a seconda del suo risultato decideremo sul da farsi >>

In questo modo la ragazza non solo avrebbe perso solo delle grosse opportunità di allenamento ma avrebbe anche abbassato il punteggio della sua squadra.
Tuttavia non c'erano più possibilità di negoziazione dunque Gaara decise di chiudere in quel modo la discussione.

<< E' deciso allora. Passiamo al prossimo punto >>



*


Alla fine della riunione Gaara prese il fratello in disparte.

<< Che ti è preso Kankuro? Ero convinto che ci tenessi a quella ragazza >>
<< Io sono il suo sensei Gaara, e lei ha sbagliato >>
<< Lo sai che, come suo sensei, basterebbe una tua parola e potrei... >>
<< No >>

Gaara aggrottò la fronte non riuscendo a capire il motivo di quella sua decisione così drastica.
Per quanto fosse irritante la ragazza non meritava un trattamento simile.



*



Quella sera Sumire non proferì parola, bevve soltanto un po' di the alla menta ed andò a letto prima del solito.

<< Sumy va tutto bene? >>

Era stata convocata nell'ufficio del Kazekage poco prima e Matsuri l'aveva accompagnata.
In presenza di Kankuro, di due consiglieri e di Gaara, le era stata riferita la sua punizione e questo aveva intaccato moltissimo sia il suo umore che il suo orgoglio.

Una kunoichi senza missioni non è una kunoichi.

Non aveva fiatato, non si era minimamente ribellata, aveva chinato il capo ed era uscita dall'ufficio accettando passivamente quella punizione a suo avviso molto ingiusta.

<< Hai Matsu.. sono solo stanca >>
<< Per caso ne vuoi parlar... >>
<< No >>

Era abituata ai rimproveri ed alle ramanzine, non era certo una novità che fosse insofferente agli ordini.
Tuttavia lo sguardo di Kankuro le aveva fato male.
Forse non era arrabbiato soltanto per lo scherzetto con Sasori.
Forse si trattava di qualcosa di più.

Andò in camera sua sdraiandosi sul futon e coprendosi sino alla testa.

<< Sumy... >>

Matsuri si sedette accanto a lei e prese ad accarezzarle le spalle e la schiena.
La sua presenza la fece sentire un verme, perché dato che le era stato negato di svolgere le missioni ovviamente non avrebbe potuto contribuire alla spese di casa.
E mai avrebbe chiesto aiuto allo Tsuchikage.

<< Sono una sorella orrenda... >>
<< No non lo sei >> disse con voce dolce.
<< Una sanguisuga che vive alle tue spalle... >>
<< Smettila >> disse Matsuri con tono severo << entrambe abbiamo un gruzzoletto messo da parte. Ce la caveremo vedrai >>

Sumire continuava a tenere quell'aria piena di tristezza dunque lei decise di prendere una decisione drastica.

<< E così non pensi che io possa farcela a coprire le spese con le mie missioni? >> il suo tono era offeso ma aveva un che di scherzoso.
<< Matsu... >>

Iniziò a farle il solletico sui fianchi e allora Sumire capì.

<< No Matsu. No >>

Entrambe soffrivano tremendamente il solletico in quel punto, iniziavano a ridere e non riuscivano a smettere.

<< Matsu! >>


*

Quella notte Shikamaru, stufo di essere preso a calci da una Temari in preda ai suoi soliti sogni turbolenti, andò sul tetto di uno dei palazzi nella zona ovest del villaggio e si accese una sigaretta diede due boccate godendosi il meraviglioso ed assoluto silenzio che quel posto offriva quando avvertì un'altra presenza.
Si voltò e vide una piccola scia di fumo poco lontano da lui.
Decise di avvicinarsi ed incrociò Sumire intenta a fumare seduta sul tetto del palazzo dove abitava, l'aveva riconosciuta subito.
Si avvicinò sino ad affiancarla e mise le mani in tasca.

<< Le bambine non dovrebbero fumare >>
<< Quando vedrò una bambina che fuma diffonderò il verbo >>

Rimase spiazzato, non si aspettava una risposta tanto pronta. Non si era nemmeno scomposta nel vedere una figura estranea nella notte, era rimasta ferma a guardare davanti a se.

<< Tu sei il genio vero? >>

Shikamaru annuì.

<< Così dicono >>
<< Che ci fai qua fuori? Temari ti ha buttato fuori dal suo letto? >>

Per la seconda volta Shikamaru spalancò gli occhi.

Era sempre stato molto attento a non farsi scoprire. Com'era possibile?

Mise una mano in testa giocherellando con l'elastico dei suoi capelli

<< Non è come pensi >>
<< Io non penso, ti ho visto sgattaiolare avanti ed indietro per quella camera in piena notte per tre notti >>
<< … >>

Il ninja chinò lo sguardo.

<< Touchè >>

Rifletté per due secondi prima di continuare cercando le parole adatte per farle quella domanda.

<< ...potresti evitare di raccontarlo in giro? >>

Lei rise e finalmente si girò a guardarlo: era tutto rosso.
Gli ondeggiò davanti la sigaretta tenuta tra l'indice ed il medio.

<< E tu potresti evitare di raccontare di questa? >>
<< Affare fatto >>

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 -Una splendida giornata- ***


Una splendida giornata



Quella mattina Shikamaru aveva steso un rapporto scritto riguardo alla missione svolta a Suna, lo aveva messo sulla scrivania di Naruto ed era tornato nel suo magnifico lettuccio caldo convinto che sua madre fosse andata al mercato.

Dieci minuti dopo aveva sentito quella tremenda voce propagarsi dal piano di sotto.

<< Maaa sono tornato a Konoha solo da una settimana. Ti supplico, fammi riposare... >>

Yoshino Nara salì velocemente le scale, afferrò saldamente il lenzuolo e lo tirò così forte da far cadere il figlio di faccia sul pavimento.

<< E adesso te ne vai dall'hokage. Non ti voglio vedere prima di stasera! >>
<< Mendokuse >>


*


Naruto stava facendo un sogno spettacolare: sua madre gli aveva riempito la vasca da bagno col ramen e gli stava massaggiando la testa mentre il padre stava svolgendo i lavori d'ufficio al suo posto e Kurama intanto si allenava per potergli fornire una dose maggiore di chakra.

Abbracciava il cuscino strusciando il viso contro esso mentre un rivolo i saliva gli colava dal bordo delle labbra.

Improvvisamente Sakura spalancò la porta iniziando a dargli dei piccoli pugnetti in testa, non erano violenti ma erano sicuramente fastidiosi.

<< Sakura-chan smettila >>

Lei continuava.

<< Sakura-chan ti prego >>

I colpi diventarono più forti.

<< Insomma Sakura-c... >>
<< Naruto-kun? >>

In un lampo i suoi genitori, kurama, il ramen e Sakura-chan svanirono lasciando il posto agli interni di casa sua.

<< Mmmh … >>

La sua vista era molto appannata, riusciva a malapena a distinguere il suo armadio e il tavolino.

<< Naruto-kun? Va tutto bene? >>

Naruto finalmente si svegliò e spalancò gli occhi riconoscendo la voce di Hinata.
Si alzò di scatto inciampando sui suoi vestiti gettati a terra la sera prima, il che gli ricordò che doveva coprirsi. Una volta infilati i pantaloni sbatté il mignolo contro il tavolo e, saltellando e lacrimando dal dolore andò ad aprire la porta.

Hinata si mise le mani sul volto arrossendo.

<< Naruto-kun... >>
<< Ciao Hinata. Che sorpresa... >>
<< Va tutto bene? >>
<< Hai. Perchè me lo chiedi? >>
<< Sono le dieci e mezza del mattino... >>

Il ragazzo spalancò gli occhi e la bocca girando la testa per guardare l'orologio.

<< Nani? Devo correre! >>

Stava per sfrecciare verso il suo ufficio quando la voce di Hinata lo riportò nuovamente coi piedi per terra.

<< Naruto-kun la maglietta... >>
<< Ah si giusto >>

Lui tornò indietro di scatto preparandosi il più velocemente possibile.


*


Gaara finì di mettere la sua firma su un foglio e si stropicciò gli occhi.
A Matsuri, che era di fronte a lui intenta a sistemare dei documenti, quel dettaglio non sfuggì.

<< Gaara? >>
<< Mh? >>
<< Ti andrebbe di andare su nel terrazzo? Oggi è una giornata davvero splendida ed il vento è piacevole >>

Lui annuì alzandosi dalla sedia e le prese la mano, chiaro invito ad andare con lui.
Una volta sul terrazzo liberò una piccola nuvoletta di sabbia e la fece sedere su di essa.

<< Oh >> lei arrossì presa alla sprovvista << non è necessario... >>
<< Sei stata in piedi tutta la mattina >>
<< Non sono stanca >>
<< Forse dovrei aggiungere un'altra scrivania ed una sedia >>

Lei scosse la testa ed agitò le mani davanti a lui.

<< Iee iee >>
<< Ne sei certa? Non sarebbe un problema >>
<< E' il tuo ufficio, io ti do solo una mano >>
<< Wakatta... >>

Rimasero fermi in silenzio un paio di minuti ad osservare il panorama apprezzando la compagnia l'uno dell'altra.

<< C'è qualcosa che posso fare per farti piacere? >>

Non era bravo a fare gesti romantici, non si erano mai scambiati regalini o bigliettini se non in occasione di alcuni eventi importanti, tuttavia da un po' di tempo lui sentiva l'esigenza di fare qualcosa in più per quella che ormai era diventata la sua ragazza.
Lei sorrise e si scostò una ciocca di capelli dal viso.

<< Si una cosa c'è >>
<< Dimmi pure >>
<< Siediti qui accanto a me >>

Lui batté velocemente gli occhi un paio di volte, il suo viso del ragazzo si colorì di un leggero rossore.
Liberò un'ulteriore quantità di sabbia e si sedette accanto a lei accontentandola.
Matsuri poggiò la testa sulla sua spalla e le loro mani si intrecciarono.

<< Avevi ragione. Oggi è davvero una splendida giornata >>


*


<< Insomma Sumire ti decidi a colpire più forte? >>
<< Lo sto facendo Kankuro sei cieco per caso? >> ringhiò.

Si guardarono in cagnesco per un paio di secondi poi lei abbassò lo sguardo.

<< Goumen. Non si ripeterà >>

Entrambi avevano i nervi a fior di pelle.
Mancava un mese agli esami dei chunin e i loro allenamenti si erano fatti ancora più intensi.

Ma vi era un motivo molto più importante.

I consiglieri non erano a conoscenza dei dettagli riguardo l'annullamento del matrimonio col kazekage con la ragazza. Durante la battaglia si erano messi in salvo nella sala del consiglio.
Solo un certo gruppo di shinobi aveva assistito alla scena finale e in gran parte erano forestieri poiché i ninja di Suna che avevano difeso il villaggio erano stati troppo occupati a mettere in sicurezza le mura per accorgersi di qualcosa.

Dunque la loro relazione era rimasta piuttosto segreta.

Giravano già delle voci non proprio belle sul conto di Sumire: la principessina, la viziata, l'intoccabile.
Secondo alcuni ninja i Sabaku si stavano indebolendo e stavano cominciando a fare delle preferenze all'interno dell'accademia.
Gli anziani non avrebbero visto di buon occhio il rapporto tra una genin di un altro villaggio appena trasferita e il suo sensei, un Jounin appartenente al clan Sabaku peraltro.
Senza considerare il fatto che la suddetta genin fino a quattro mesi prima era considerata la promessa sposa del Kazekage!

Lui non voleva mettere a rischio la sua permanenza a Suna proprio adesso che aveva ritrovato la sorella.
Lei si comportava in modo molto pacato ed ubbidiente davanti al consiglio poiché non ci teneva affatto a rovinargli la sua carriera di jounin e la sua reputazione, inoltre aveva cominciato ad intuire qualcosa ma aveva lei idee piuttosto confuse.
Man mano che la situazione progrediva avevano iniziato a mantenere una certa distanza che aumentava ogni giorno di più.
Entrambi speravano silenziosamente di riavvicinarsi quando lei sarebbe diventata chunin, ma non ne avevano parlato, non avevano mai preso un vero accordo.
Quella situazione iniziava a pesare.

Sumire riprese a colpire la dura roccia senza dire una parola mentre Kankuro si era seduto poco distante intento a guardare dei documenti.
Di tanto in tanto la guardava di sottecchi.

<< Stai rallentando >>

Lei roteò gli occhi e colpì con più vigore.


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Capitolo 7
*** Capitolo 7 -Questioni burocratiche e tornadi- ***



Questioni burocratiche e tornadi





Shikamaru era poggiato su un tronco d'albero con le braccia conserte e gli occhi chiusi, di tanto in tanto sbadigliava e poi muoveva le labbra sentendo la bocca impastata.

Erano le sei del mattino.

Le fottute sei del fottuto mattino.

A quell'ora ogni cellula del suo corpo esigeva una coperta calda, un cuscino morbido ed un piacevole sonno.
E invece era lì, alle porte del villaggio.

<< Mendokuse... >>
<< Sempre a lamentarti! Sempre! C'è qualcosa su questo pianeta che ti sta bene? >>

Sobbalzò sul posto ed aprì gli occhi voltandosi in direzione di quella voce autoritaria e contrariata.

<< Di certo non tu >>

Temari ringhiò e storse il naso continuando ad avanzare a passo svelto superandolo.

<< Quanto sei galante... >>

Lui la seguì con passo ciondolante e le mani incrociate dietro la nuca.
Dopo una manciata di minuti si accigliò.

<< Dove stiamo andando? Non ci sono alberghi qui >>

Nonostante fosse stata invitata centinaia di volte da entrambi i Nara per trascorrere la sua permanenza in casa loro, la ragazza aveva sempre preferito optare per una dei tanti alberghi del villaggio, ma su quel sentiero sapeva che non ce n'era nemmeno uno.

<< Si ma c'è il palazzo dell'hokage >>

Shikamaru spalancò gli occhi.

<< Nani? Non vorrai andare a quest'ora spero >>
<< Si invece. Abbiamo molto lavoro da fare e pochissimo tempo per farlo >>
<< Ma non ci penso proprio >>

Temari alzò gli occhi al cielo ignorandolo e continuando a camminare.

<< A quest'ora non c'è nemmeno Naruto in ufficio >> continuò a lamentarsi.
<< Non mi serve la sua presenza. So esattamente dove sono i documenti >>

Arrivarono al palazzo dell'hokage e raggiunsero l'ufficio apposito. Lei prese un plico di fogli e si sedette compostamente iniziando a leggere mentre Shikamaru si sdraiò sul pavimento e sbadigliò.



*



Quattro ore dopo nello stesso palazzo, ma in un ufficio diverso, Sakura era intenta a sfogliare nervosamente un manuale di erbe mediche. Aveva passato la mattina in ospedale ed era arrivata nell'ufficio da tre quarti d'ora buoni.
Dieci minuti dopo con la coda dell'occhio vide Naruto entrare dalla porta sbadigliando e grattandosi la zazzera bionda.

<< Ma buongiorno >>

Lui si irrigidì sul posto spalancando gli occhi.

<< Sakura-chan... che ci fai qui? >>
<< Oh stavo operando questa mattina, poi ho preso un caffè e poi sono andata nel mio ufficio per controllare l'elenco del magazzino. E sai che ho scoperto? >>

Naruto invece di andare verso la sua scrivania rimase fermo sul posto, anzi in realtà arretrò di mezzo passo.

<< Che hai scoperto Sakura-chan? >>
<< Ho scoperto che siamo a corto di strumenti medici PERCHè TU TI SEI DIMENTICATO DI FORNIRE I FONDI SUFFICIANTI ALL'OSPEDALE! >>

Si alzò di scatto e contemporaneamente Naruto fece uno scatto da centometrista evitando per un soffio di venir colpito in testa dal pesante manuale.

<< Vieni qui testa quadra >>
<< Sakura-chan perdonami! >>


*

Shikamaru alzò la testa sentendo distintamente le urla dei due membri delo storico Team 7.

<< Mh Naruto è arrivato in ufficio >>
<< Alla buon'ora >> disse sarcasticamente Temari.

*


<< Vieni qui >>
<< No >>
<< Ti ho detto di venire qui! >>
<< E io ti ho detto di no >>

Kage e Jounin fecero una lunga corsa sino alla periferia del villaggio.
Sfrecciarono davanti al campo di addestramento.

Poco lontano da li Ten ten era intenta a passeggiare aggrappata al braccio di Rock lee.
I due avevano preso ad uscire insieme da qualche mese tuttavia apprezzavano più stare in mezzo alla natura che andare per le vie del villaggio.

<< Ne ne Lee ci sediamo da qualche parte? >>
<< Ma abbiamo fatto solo qualche passo >>
<< Daiii >>
<< Yosh! Allora tu ti siedi su quella roccia e io ti faccio vedere la mia nuova tecnica >>

Lei rise. Non c'era verso di cambiarlo, sarebbe stato sempre un inguaribile iperattivo.

<< Wakatta >>

Lui si mise in posizione tutto serio nella sua tutina verde e la fissò.

<< Sei pronta? >>
<< Hai hai >>

Lui chiuse gli occhi inspirò a lungo e poi saltò con decisione.
Proprio in quel preciso istante due missili umani, uno arancione e uno rosa, sfrecciarono proprio in quella direzione colpendo in pieno il povero ninja dalle sopracciglia folte.

<< Sakura-chaaan. Ti prego! >>
<< Fermati baka! >>

Rock lee girò come una trottola a mezz'aria per quattro o cinque volte prima di atterrare a terra preso dalle vertigini.
Ten ten si precipitò subito inginocchiandosi verso di lui.

<< Lee! Lee! Daijōbu? >>

Lui continuava ad avere delle forti vertigini e sembrava che la foresta girasse tutta intorno a lui.

<< Che roba era? Un tornado? >>








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Capitolo 8
*** Capitolo 8 -Doveri- ***


Doveri




Quel giorno due terzi della famiglia Sabaku si svegliò ed iniziò la giornata con fare iperattivo.

Mancavano esattamente quattro giorni prima degli esami dei chunin ed entrambi, anche se per motivi diversi, dovevano mettere a punti gli ultimi preparativi.

<< Dove diamine è la mia fascia rossa? Kankuro! >>

Il suddetto ragazzo quel giorno non era lì.
Cioè, fisicamente si trovava nel suo laboratorio chino sul tavolo da lavoro, ma mentalmente era altrove.
Gli stavano sorgendo alcuni dubbi riguardo a Sumire.
Negli ultimi mesi erano sempre più distanti, erano sempre più freddi l'uno con l'altra.


E se questo avesse influito sull'allenamento? E se non l'avesse preparata a sufficienza?


Inoltre non era certo che il loro rapporto si sarebbe ripreso, indipendentemente dal risultato.
Forse quei dodici giorni erano gli ultimi giorni che trascorrevano come sensei ed allieva, gli ultimi giorni dove avrebbero avuto una scusa per vedersi in una stanza da soli.
Forse dopo non si sarebbero più visti se non per qualche sporadica missione.

<< KANKURO! >>

Avvertì una potente scossa elettrica lungo la schiena e si voltò furente verso la fonte di quella voce.

<< Dov'è la mia fascia rossa! >>
<< Non lo so >>

La ragazza corrugò la fronte avvertendo qualcosa di molto strano nel suo tono di voce.
Non ebbe il tempo per ribattere o chiedere spiegazioni che Kankuro si alzò e si diresse verso la porta.

<< Vado alla serra. Ci vediamo dopo >>


*


Temari alzò gli occhi al cielo e si voltò facendo oscillare la gonna del lungo kimono nero tenuto fermo da una molletta.
Dopo mezz'ora la sua fascia rossa apparve misteriosamente sul suo letto dov'era certa di aver controllato circa una ventina di volte.
Se la prese coi kami e persino con Shikamaru, attribuendo a lui la colpa se era diventata meno ordinata di quanto lo era due anni prima.

Finì di vestirsi ed andò nell'ufficio del fratello minore, stava per afferrare la maniglia quando si bloccò all'istante: la porta era socchiusa e al suo interno sentiva come delle risatine.
Senza fare il minimo rumore sbirciò nella fessura e vide il kazekage e Matsuri guardare fuori dalla finestra: lui teneva delicatamente la mano destra poggiata sul suo braccio e stavano ridendo su un argomento a lei sconosciuto.
Chiuse gli occhi ed ispirò a fondo. Poi bussò tre poderosi colpi alla porta.

<< Gaara? >>

Matsurì sobbalzò sul posto e le ciocche più corte dei suoi capelli si rizzarono all'istante, Gaara ebbe una reazione molto meno evidente ma pur sempre sorpresa.
Si premurò di dare alla piccola ex allieva una piccola carezza e rivolgerle uno sguardo rassicurante prima di sedersi sulla sedia.

<< Entra pure >>

La jounin fece il suo ingresso tenendo con una mano sola un grosso plico di fogli.

<< Questi sono i dati sui partecipanti, la lista degli invitati più illustri, e qua le bozze del nuovo modulo di consenso per la seconda prova >> Alzò per un istante lo sguardo << Ah ciao Matsuri >>

La ragazza sentì ogni singolo pelo del suo corpo rizzarsi come se fosse un gatto.

<< Ohayou gozaimasu Temari-sama >>
<< Ti sei svegliata presto stamattina >>
<< Ha... Hai... >>

Gaara le allungò un plico di fogli molto più leggero.

<< Potresti consegnare questi a Baki per favore? >>

Temari guardò in modo eloquente Matsuri ma non proferì parola. Prese i fogli ed uscì dalla stanza.

<< Ci vediamo dopo >>
<< A dopo Temari >>

La porta si chiuse e quello che ne seguì fu un lunghissimo momento di silenzio.

<< Credo che tu possa tornare a respirare Matsuri >>

Lei arrossì completamente, chiuse gli occhi e portò le mani chiuse al petto imbarazzata.

<< G... Gaara! >>


*


Dopo aver trascorso buona parte della mattina alla serra andò in una locanda mangiando due onigiri e poi andò all'accademia per controllare la situazione degli iscritti agli esami.
Durante il tragitto la sua attenzione venne catturata da una figura situata sul tetto di un piccolo palazzo.

Sumire stava leggendo con grande interesse un grosso libro.

Sbuffò spazientito.

Sarebbero partiti l'indomani e lei invece di allenarsi che faceva? Perdeva tempo a leggere i suoi libri gialli?


Le andò incontro a grande velocità e le si piazzò davanti.

<< Insomma ma che intenzioni hai? >>

Lei sobbalzò ed alzò lo sguardo allibita.

<< Ciao... >>
<< Non dirmi “ciao” che ci fai qui? Come ti salta in mente di startene qui a riposare proprio oggi? >> disse con tono alterato e a voce alta.
<< Demo... >>
<< Niente scuse dovresti andare ad allenarti >>
<< Kankuro … >>
<< E dovresti elaborare delle strategie con le tue compagne di squadra >>
<< Kankuro … >>
<< E dovresti prepararti al meglio per la prima prova... >>
<< Kankuro... >>
<< La smetti di ripetere “Kanku...” >>

Si bloccò all'istante.
Sumire aveva alzato la copertina del libro e aveva allungato le braccia per fargli leggere il titolo: era un manuale di preparazione per i test accademici.
Lui si sentì immediatamente a disagio.

<< Sono venuta qui perché c'è silenzio e riesco a concentrarmi meglio >>

Il tono di voce della ragazza era piatto, ma lui riconobbe una grande delusione nei suoi occhi.

<< Ah... bene >>
<< Fidati, ci tengo a superare questi esami molto più di te >>

Lui si accigliò.

<< Vado in accademia. Appena hai finito allenati. Ci vediamo domani >>

Sumire lo guardò saltare di tetto in tetto sino a sparire dalla sua vista. Sospirò ed abbassò lo sguardo.

<< A domani... >>


*


Quella sera Sumire era particolarmente silenziosa.

Dopo quello strano incontro aveva passato l'intero pomeriggio a pensare se andare a parlargli o meno.
Purtroppo se si fossero incontrati in un contesto estraneo agli allenamenti, o peggio, se fosse andata a casa sua sicuramente qualcuno li avrebbe visti ed ulteriori voci sarebbero cominciate a girare.
Non poteva correre un rischio del genere.

Passino gli scherzetti al Kazekage, in fondo aveva capito il tipo e sapeva che non avrebbe fatto nulla ma se avesse commesso un errore o se qualche dubbio si fosse instaurato agli occhi dei consiglieri i suddetti avrebbero sicuramente fatto in modo di cacciarla dal villaggio e probabilmente avrebbero giocato qualche brutto tiro a Kankuro.
Da quello che era riuscita a sapere alcuni di loro non vedevano l'ora di sbarazzarsi dei Sabaku.
Non voleva mettere a repentaglio la reputazione e la carriera del ragazzo e meno che mai voleva correre il rischio di essere cacciata proprio adesso dal suo villaggio natale.

Sarebbe bastato resistere ancora per qualche tempo, si sarebbe dovuta impegnare per superare gli esami, avrebbe fatto gavetta e magari col tempo si sarebbe potuta riavvicinare a lui.

Sarebbe andato tutto bene” si ripeteva ma in realtà si domandava se lui l'avrebbe aspettata o se alla fine si sarebbe stufato. Ogni giorno diventava sempre più distaccato tanto che ormai non era più totalmente sicura dei suoi sentimenti.

Nonostante il suo titolo sin da piccola le era stato insegnato che nella vita era necessario fare dei sacrifici. La realtà non era come una dolce favoletta nel quale tutti finiscono felici e contenti. Ogni scelta, ogni decisione doveva essere sostenuta con convinzione.
Quindi se voleva vivere sia insieme alla sorella sia accanto l'uomo che amava doveva pagare quel prezzo.

Ma i suoi nervi erano stati messi a dura prova.

<< Sumi va tutto bene? >>

Batté gli occhi un paio di volte ed alzò la testa.
Matsuri aveva finito di mangiare il suo riso e adesso stava sorseggiando del succo d'arancia.

<< Mh? Hai hai >>
<< Non hai mangiato niente >>
<< Non ho molto appetito >>
<< Sei nervosa? >>

Lei scosse la testa e sorrise in modo esagerato.

<< Ma che dici? Sto benissimo >>

Matsuri non ne era molto convinta.

<< Guarda che non hai motivo di essere preoccupata per l'esame... >>
<< Ah! Lo so. Ridurrò a pezzi gli altri partecipanti tranquilla >>
<< E allora che hai? >>

Sumire si alzò e sparecchiò velocemente.

<< Non ho nulla. Che dovrei avere? Sto benissimo >>

Matsuri la guardò con aria preoccupata. Sapeva che stava mentendo ma non era certa che fosse la paura dell'esame a farla stare così.


*


Temari e Gaara si guardavano preoccupati.
Era più di mezz'ora che Kankuro giocherellava col riso senza mandarne giù nemmeno un chicco.

Quel pomeriggio aveva avuto la conferma che si erano allontanati parecchio...

<< Ci tengo a superare questi esami molto più di te >>

Cosa significava quella frase? Era forse un modo per fargli capire che non vedeva l'ora di non averlo più intorno?

Oltre a questo aveva avuto la prova che ultimamente perdeva le staffe con molta facilità.

E se avesse tralasciato qualcosa? E se fosse stato troppo avventato?
Forse lui aveva avuto troppa fretta a raccomandarla, in fondo che gli costava aspettare altri sei mesi?

Si sentiva un egoista.
Se le fosse successo qualcosa gli anziani avrebbero potuto considerarla un peso e cacciarla, o peggio avrebbe potuto farsi del male sul serio.
Forse non l'aveva addestrata abbastanza.
No. Sumire era un'ottima kunoichi e di sicuro avrebbe superato egregiamente gli esami.

Ma lui aveva fatto del suo meglio come sensei? O il desiderio di averla vicina lo aveva spinto a fare un gesto avventato?

Inoltre...

<< Kankuro va tutto bene? >> chiese Temari accigliata.

Per tutta risposta il marionettista le versò dell'acqua nel bicchiere.

<< Kankuro! >>

Lui alzò la testa.

<< Mh? >>
<< Non ti ho chiesto di versarmi l'acqua... >>
<< Goumen sono molto stanco. Lasciate pure i piatti nel lavello li pulirò domani mattina.

Temari sbuffò irritata.

<< Ma che ha? >>

Il marionettista non la sentì nemmeno e uscì dalla cucina dirigendosi in camera sua.
Gaara da parte sua assottigliò lo sguardo. Conosceva bene il fratello e sapeva che qualcosa non andava.






***
Angolo dell'autrice.

Salve a tutti lettori. Perdonate il ritardo, mi rendo conto che sto aggiornando più lentamente del solito ma paradossalmente lo faccio perchè mi sto dedicando ad altre ff.
Per farmi perdonare però ho pubblicato un capitolo piuttosto consistente non vi pare? *occhioni dolci*
A parte gli scherzi spero di aver fatto un buon lavoro.
Alla prossima. Besos (ultimamente mi piace salitare in spagnolo)

Violetta_

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 -Inizio degli esami dei Chunin- ***


Inizio degli esami dei Chunin





L'indomani mattina le due gemelle si alzarono allo stesso orario, il che era insolito perché Sumire, se poteva, preferiva crogiolarsi qualche minuto in più sotto il tepore delle coperte.

<< Buongiorno >>
<< Ohayo Matsu. Hai fame? >>

Sumire dopo essersi vestita si era messa ai fornelli e aveva preparato i dorayaki.

<< Dovresti prepararti per la partenza >> la ammonì la sorella.
<< Ho ancora un'ora, abbiamo il tempo per una buona colazione >>

Si sedettero a tavola iniziando a mangiare i dolcetti.

<< Come va? Agitata? >>
<< Na sto bene. Ma se hai qualche dritta da darmi è ben accetta >>

Matsuri si portò un dito sul mento e guardò all'insu.

<< Eeeto... Non prendere alla lettera i test scritti e cerca di non dare nell'occhio. Almeno fino alla terza prova, la dovrai farti notare >>
<< Ricevuto sorella >>

Si versò un bicchiere di latte.

<< Verrai a vedermi? >>
<< Dipende dalle missioni che mi affiderà il Kazekage >>
<< Mh... scommetto che se glielo chiedessi ti darebbe il permesso >>
<< Sumire ci sono degli obblighi ai quali ogni ninja deve obbedire >>
<< Ok ok non ne vuoi approfittare. Quanto sei noiosa. Comunque vado >>
<< Non dimenticare la borsa dei kunai >>
<< Eccola >>
<< ...ed il coprifronte! >>
<< Non fare la mammina! >>

Matsuri sospirò e poi le sorrise.

<< Ci vediamo Sumy Sumy-chan >>

La abbracciò con affetto.

<< Ci vediamo tra qualche giorno 'tsu 'tsu >>


*


Sumire raggiunse la sua squadra nel punto di incontro.

<< Ohayo ragazze >>
<< Ohayo Sumy >>
<< A quanto pare siamo le prime >>
<< Ancora per poco >> disse Mao indicando dietro di lei.

Tutti gli altri team avanzarono a passo svelto ed una volta radunati Temari batté il ventaglio violentemente al suolo ed iniziò a parlare con voce autoritaria.
Kankuro si trovava in disparte a braccia conserte e gli occhi chiusi.

<< Allora ci siamo tutti? >>
<< Hai Temari-sama! >>
<< Perfetto partiamo subito. Voglio vedervi veloci scattanti e non voglio sentire nemmeno una lamentela. In questi tre giorni faremo solo una pausa >>
<< Nani? >> Takasha strabuzzò gli occhi << … una sola pausa per tre giorni? >>
<< Piantatela di lagnarvi. Se non ve la sentite tornate pure a casa sotto la gonna di vostra madre! >>

Sempre delicatissima come un bocciolo di rosa.

Pochi istanti dopo partirono verso Konoha: Temari in testa mentre Kankuro si trovava in fondo a tutti i gruppi.

Sumire avvertì un leggero disagio: quella mattina si erano guardati negli occhi per circa due secondi ma non si erano salutati, non si erano sorrisi, avevano semplicemente fronteggiato l'uno lo sguardo dell'altra.

Kankuro la guardava di tanto in tanto: sembrava concentrata, sicura di se, ma aveva ancora parecchi dubbi riguardo quella situazione.


*


Quando arrivarono a Konoha la prima cosa che videro fu un piccolo gruppo di ninja tra cui uno coi capelli dall'inconfondibile forma d'ananas.

<< Salve Temari, Kankuro >>
<< Ciao Shikamaru >>

Kankuro si limitò a salutare con un cenno della testa.

Attesero circa una decina di minuti ed alla fine i partecipanti di tutti i paesi si ritrovarono davanti le porte del villaggio.
Shino si avvicinò al gruppo attirando subito la sua attenzione.

<< Allora: gli esami avranno inizio tra un'ora e quindici minuti. Adesso vi porterò nella struttura predisposta quest'anno. Siete pregati di seguirmi, entrare dentro il palazzo, registrarvi ed attendete in silenzio. Tutto chiaro? >>

Inquietante e cristallino tanto che alcuni genin di Suna rivalutarono Temari.

Shikamaru si avvicinò ai sensei dei vari team salutandoli in modo pacato ed invitandoli a seguirlo.

<< Quest'anno i sensei attenderanno all'accademia. L'hokage ha disposto un piccolo rinfresco >>


*


Un'ora dopo, finiti gli ultimi ritocchi organizzativi e dopo essersi liberata di un odioso sensei del villaggio della nuvola Temari entrò nella sala addetta ai censori.
Shikamaru era già seduto sulla sua poltrona con le braccia incrociate dietro la nuca ed gli occhi chiusi.
E te pareva.

<< Sveglia censore! >>

Gli diede un colpo in testa e lui grugnì aprendo gli occhi.

<< Ciao capitano >>
<< Allora quale scherzetto hai preparato per oggi? >> chiese l'amazzone di Suna sedendosi sulla poltrona ed incrociando braccia e gambe.
<< Nessuno scherzetto è solo un semplice test >>

Dalle telecamere i due videro i vari team fare la fila per entrare dentro la sala, i partecipanti vennero invitati a sedersi in posti ben precisi indicati da Shino, su ogni banco era già presente un foglio ed una penna.
La prova consisteva in un test accademico a risposta multipla: trentaquatto domande da un punto, un'ora di tempo.

Apparentemente sembrava una prova semplice tuttavia il punteggio di ogni singolo iscritto era collegato alla sua squadra e dovevano totalizzare cento punti esatti, non era possibile comunicare in nessun modo poiché una schiera di supervisori controllava ogni movimento della stanza.
Dieci minuti dopo l'inizio del test un ragazzo osò alzarsi in piedi per fare una domanda e Temari tramite il microfono diede l'ordine di buttarlo fuori a calci, questo fece intuire a tutti i presenti che dovevano ricorrere a qualche silenzioso trucchetto per passare la prova.
Più facile a dirsi che a farsi.

Sumire lesse con attenzione ogni singola domanda ed iniziò a rispondere.
Il rumore delle penne e il passeggiare dei controllori rendevano quell'ambiente carico di tensione, per non parlare della presenza inquietante di Shino e delle sue mosche.
Mezz'ora dopo Mao e Takasha videro una piccola, quasi impercettibile macchia di inchiostro sul loro banco.


N15


Un ghigno si tinse sul volto di Takasha mentre Mao si limitò a sospirare sollevata.

Un'ora dopo Temari aveva fatto fuori, purtroppo per lei solo in modo figurato, una trentina di ragazzi, altri cinque si erano ritirati spontaneamente per esaurimento mentale e tre erano rimasti misteriosamente bloccati in bagno.
Finalmente il timer si esaurì e Temari fece il suo ingresso nella camera seguita da Shikamaru che giocherellava con una sigaretta.

<< Salve reclute >>

Si piazzò davanti la scrivania e sbatté il ventaglio.

<< Allora dovrete andare a Suna, soltanto le prime trenta squadre potranno sostenere il secondo test. Niente liti e niente trucchi durante il tragitto. E' tutto >>

Sumire non attese un istante in più, diede il segnale alle sue compagne e con uno scatto sfrecciò verso la finestra aprendola e saltando fuori da essa con un balzo, la stessa cosa fecero i ninja di konoha ed una squadra del fulmine.
Pochi istanti dopo vennero seguiti da tutte le altre squadre.
Shikamaru alzò un sopracciglio.

<< Quella non era la hime? >>
<< Ti ho già ripetuto mille volte di non chiamarla così >>
<< Goumen, goumen... comunque è una ragazza molto sveglia >>
<< Che cosa intendi dire frignone? >>
<< Era solo una semplice costatazione mendokuse >>







***
Angolo dell'autrice.

Salve lettori, spero che questo capitolo vi sia piaciuto.
Per quanto riguarda la modalità degli esami mi sono basata sugli esami dei chunin della 10° stagione.
A presto.

Violetta_

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 -Kappuru dansu- ***


Kappuru dansu





Il sole sarebbe sorto tra pochi minuti.
I primi trenta team si erano trovati davanti a Kankuro e Kiba che diedero indicazioni sugli alloggi e sugli orari.

<< La seconda prova si svolgerà domani mattina. Avete la giornata libera ma tutti, compresi i ninja di Suna, stanotte dovranno alloggiare nei palazzi del deserto del demone >>

Subito dopo si dileguarono.

Sumire tornò nel suo appartamento, gettò la fascia e la sacca con le armi in un angolo e si sdraiò sul divano. Due secondi dopo venne accecata dalla luce che si accese improvvisamente.

<< Miuuu spegni la luceee >>
<< Sumi non dovresti stare qui. Lo sai che è proibito lasciare gli alloggi durante l'esame >>

Probabilmente era stata informata da Gaara. Maledetto spione.

<< Naaa ci hanno lasciato la giornata libera >> sbadigliò << Ho taaanto sonno >>
<< E' normale, negli ultimi tre giorni non hai dormito. Ricordo che quando ho sostenuto gli esami io dovevamo fermarci ogni tre ore perché Yukata non riusciva a tenere gli occhi aperti... >>
<< Tu invece? Hai dormito o eri taaanto preoccupata per la tua sorellina? >>

La gemella incrociò le braccia distogliendo lo sguardo.

<< Macchè ho dormito benissimo in questi giorni, con questo silenzio è stata una meraviglia >> disse con indifferenza, ma venne tradita dal roossore sulle guance.
<< Ma non sei uscita la sera? >>
<< Beh non ho avuto molto da fare >>
<< Rettifico. Ma non uscite mai insieme? >>

Lei arrossì ancora di più capendo esattamente a cosa, o meglio a chi, si riferisse e cercò di fare la vaga.

<< Di che parli? >>
<< Eddai lo so che tu e pandolino state insieme >>
<< Non chiamarlo così! >>
<< Ecco vedi? L'hai ammesso >>

Lei abbassò lo sguardo a disagio.

<< Sumy... lui è il kazekage, è il mio maestro... insomma... >>
<< Oddio quanto siete noiosi... >>
<< Non siamo noiosi >>
<< Se fossi in te mi rinchiuderei nel suo ufficio fino a tarda notte >>
<< Beh evidentemente noi non siamo come te e Kankuro >> disse completamente imbarazzata.

Sumire cambiò espressione e si alzò per non darlo a vedere, tuttavia Matsuri corrugò la fronte.

<< Che c'è? >>

La ragazza aprì il frigo rovistandoci dentro senza prendere niente, in modo da mascherare il suo vero stato d'animo.

<< Voi non arriverete puri e casti al matrimonio... arriverete puri e casti alla vecchiaia! >>

Riuscì ad usare un tono sarcastico impeccabile tanto da non insinuare dubbi nella sorella.

<< Ah ah simpatica. Ti suggerisco di andare a letto adesso dato che stasera probabilmente faremo tardi >>
<< Perchè? >>
<< C'è una festa al villaggio. E' per questo che la seconda prova inizia domani >>
<< Ontoni? Figo. Allora ci vediamo tra qualche oretta >>


*


A Suna si stava celebrando il festival della sabbia e per l'occasione tutte le strade erano state addobbate a festa.
In ogni strada vi erano disposte bancarelle con primizie e souvenir. Con dolciumi e prodotti sia caratteristici del villaggio sia esportati da altre terre.
Erano stati invitati a partecipare anche gli abitanti dgli altri villaggi che di certo non si erano fatti pregare.
Dopo il lungo periodo di guerre ed incertezze adesso, non solo per la popolazione ma anche per gli shinobi, era piacevole concedersi dei momenti lieti fatti di festeggiamenti e leggerezza.

<< E così gli ho mollato un pugno sul naso >>

Sakura stava raccontando alle sue amiche dell'ultima avventura con Naruto, il quale come al solito si rifiutava di stare seduto calmo e tranquillo nel suo ufficio per piu di due ore.

<< E dimmi Temari come stanno i tuoi fratelli? >>
<< Oh stanno benone... >>

Il gruppo di ragazze si voltò incuriosito dal rumore di una discussione che sembrava piuttosto animata.
Temari invitò il gruppo a proseguire suggerendo di andare verso la piazza, lei li avrebbe raggiunti poco dopo.

<< Sei un asociale >>
<< Taci... strega >>

Nonostante si fosse limitato a mormorare l'ultima parola Sumire la udì comunque.

<< Stupido panda >>

Temari si mise le mani in faccia trattenendp i suoi istinti violenti.

<< Io giuro che ti uccido >>
<< Perchè non ci provi panda? >>

In un angolo della strada la shinobi bionda incrociò altre due figure familiari.

<< Voi due non dite nulla? >>

Matsuri e Kankuro si guardarono imbarazzatissimi.

<< Fanno così da ore >>
<< Che è successo questa volta? >> chiese Temari rivolgendosi a Kankuro.

Il ragazzo sospirò rassegnato e si mise le mani in tasca.

<< Stasera ci saranno i balli tradizionali in piazza, e Gaara si rifiuta di aprire le danze >>
<< Beh non è certo una novità >>

Matsuri si portò una mano sul viso imbarazzata.

<< Sumire è convinta che sia dovere del capovillaggio aprire i festeggiamenti >>

Per tutti gli altri festival avevano provveduto altri shinobi ad adempiere a quel compito, come ad esempio il miglior elemento dell'accademia o uno dei jounin volontari. Una volta persino Kankuro.
Ma per Sumire era inconcepibile una cosa del genere dato che sia a Tsuki che persino ad Iwa quel compito spettava al capovillaggio.

I festival non erano solo momenti superficiali e sciocchi: era l'occasione per socializzare con altri villaggi, per far conoscere le bellezze e le tradizioni del territorio e si potevano formare preziose alleanze sia politiche che commerciali.

E se una persona come Onoki metteva da parte il suo inflessibile rigore in quell'occasione non vedeva perché Gaara non potesse fare altrettanto.

<< Io non ballo >>
<< Ma è un'occasione importante >>
<< Se ci tieni tanto perché non lo fai tu? >>

Sumire si bloccò un istante tentata.

<< Mi daresti il compito di rappresentare il villaggio per un evento così importante? >>
<< Non mi viene in mente nessun motivo per non farlo, sempre che tu ne sia capace >>

A quelle parole Sumire assottigliò lo sguardo.

<< Non sfidarmi panda. Mai >>

Sin dalla tenera età aveva sempre avuto una passione per la danza e il canto, come hime erano anche arti che doveva conoscere.
Quando si trasferì ad Iwa lo tsuchikage le aveva fortemente proibito qualsiasi tipo di allenamento ninja, ma non le aveva proibito di continuare a coltivare le alte sue passioni ritenendole innocue.
Non sapeva che in realtà esistevano molti stili di ballo e che la ragazza aveva sfruttato quel punto per camuffare gli allenamenti di danza con quelli da ninja ed il risultato fu creare uno stile unico.
Quindi quel balletto le sarebbe risultato facile come rubare un manju ad un bambino.

Ci pensò su un paio di minuti poi fece spallucce.

<< Va bene aprirò le danze …>>

Gaara, convinto di aver scampato il pericolo, annuì e fece per andarsene.

<< … insieme a te >>

Si bloccò all'istante.

<< Nani? Non se ne parla >>
<< Si invece. E' un kappuru dansu e mi serve un cavaliere >>

E giù con altre due ore di “amorevole dibattito”.


*


<< Lee guarda quante armi >>
<< Uh sake! >>
<< Non pensarci nemmeno! >>

Ino e Sakura si lanciarono uno sguardo d'intesa per un paio di secondi prima di ridacchiare sotto i baffi.
Chouji invece passeggiava mano nella mano con Karui ed entrambi erano intendi a guardarsi trasognati.
Hinata era intenta a placare gli animi di Naruto e Kiba davanti ad una bancarella con un piccolo bersaglio.
Shikamaru e Shino erano seduti su una panchina intenti l'uno a fissare male malissimo uno stando di beondegi l'altro a dormicchiare con i gomiti poggiati sullo schienale della panchina e il viso rivolto verso l'alto.

<< Sono le quattro del pomeriggio >>

Il Nara aprì un occhio trovandosi davanti in viso di Temari che lo fissava con aria per niente pacifica.

<< E' colpa del jet lag... >>
<< Non fare l'imbecille. Konoha e Suna hanno lo stesso identico fuso orario >>

Rassegnato lui sbadigliò e si mise lentamente in piedi.

<< Che hai? >>

Non poteva essere tanto nervosa solo perchè l'aveva beccato a dormicchiare: ci doveva essere sicuramente dell'altro.

Iniziarono a passeggiare tra le bancarelle, lui con aria ciondolante e assonnata nei intenta a digrignare i denti.

Non gli aveva risposto: brutto, brutto segno.

Se c'era una cosa che il Nara aveva capito perfettamente è che per Sabaku no Temari o le cose andavano come voleva lei o altrimenti andavano male.
Altri punti di vista erano semplicemente inconcepibili.

<< Per caso riguarda la hime? >>

Temari sibilò come una vipera pronta all'attacco.

<< Non chiamarla hime. Adesso è soltanto una semplicissima genin di Suna >>

Eccolo lì il problema: il solo fatto che quella ragazza esistesse la faceva andare fuori di matto.

<< Ti ricordo che l'hai scelta tu... >> disse cautamente Shikamaru facendo finta di leggere un'insegna.
<< Si ma le cose erano un tantino diverse >>

Un anno fa infatti, quando le era stato affidato il compito di scegliere una ragazza per l'omiai di Gaara, si era aspettata di trovare una ragazza di alto lignaggio, carina, timida, remissiva, praticamente un fantasma facilmente controllabile, che magari sfornasse nipotini e mettesse definitivamente KO le pretendenti di suo fratello mentre l'altro avrebbe continuato a fargli da guardia del corpo.
E invece si era trovata una kunoichi testarda quanto lei, che faceva impazzire il fratellino e che forse avrebbe fatto cambiare casa all'altro.
Il non riuscire a tenere sotto controllo la sua famiglia era una cosa che semplicemente non accettava.

<< E' convinta di poter venire qui e dettar legge... e quell'altra! Sicuramente in quanto sorella pretenderà di comportarsi come se comandasse lei >>

Shikamaru roteò gli occhi al cielo.
Non aveva idea di come fosse Sumire ma aveva inquadrato piuttosto bene Matsuri: l'aveva incontrata in qualche missione e durante la guerra facevano parte della stessa divisione, ed era convinto che sarebbe rimasta la solita kunoichi fedele e responsabile indipendentemente dagli eventi che erano accaduti.

<< Per me stai esagerando >>
<< Taci o ti immergo la testa nell'olio bollente >>

Sempre dolce e delicata come un bocciolo di rosa.


*


Ancora non riusciva a crederci.
Alla fine era riuscito a convincerlo.
Si trovava dietro le quinte del palco vestito con gli biti da cerimonia in attesa di cominciare quella ridicola recita.

Calma Gaara. Dopotutto è tradizione.

Le luci si abbassarono e la ragazza si avvicinò al centro del palco, lui le venne in contro mentre la musica iniziava ad invadere l'intera platea.
Era intenzionato a fissarla con aria truce per tutta la durata della danza ma quando fu abbastanza vicino alla sua dama non vide due occhioni color oceano bensì due splendide perle nere.

Ora bisogna sapere che nonostante fossero gemelle c'erano delle differenze fisiche tra Matsuri e Sumire: le più evidenti erano ovviamente il colore degli occhi e la lunghezza ed il colore dei capelli, quelli della gemella di Iwa erano leggermente più chiari, soprattutto nelle punte.
Inoltre Sumire presentava una carnagione più chiara, quasi lattea, mentre Matsuri era decisamente più abbronzata.

Queste differenze, man mano che le due stavano in contatto si erano andate sempre più attenuando, merito anche del loro chackra.
I capelli di Matsuri erano diventati più chiari e leggermente più lunghi.
Gli occhi azzurri di Sumire erano diventati più scuri, di un blu oltreoceano, la pelle si era abbronzata e da quando si era acconciata i capelli in una lunga treccia che spuntava dal caschetto, o peggio quando nascondeva la suddetta treccia tra le ciocche più corte era divenuto abbastanza difficile riconoscere le due.

<< Matsuri? >>
<< Hai. Goumen-ne ma Sumire è stata colpita da un violento mal di testa proprio all'ultimo momento e mi ha pregata di sostituirla >>

Gaara sollevò la testa verso la platea ed incrociò una Sumire che più che dolorante aveva un'espressione da “trattala bene o ti stacco la testa”.

Il cambiamento della ragazza era stato così graduale che solo adesso il kazekage si era reso conto di quanto si assomigliassero le due.
Piano piano stavano diventando quasi identiche tanto che dalla platea nessuno si era accorto di nulla.

<< Che ci fai qui? Non dovevi aprire le danze? >>

o quasi.


La ragazza si voltò ed incrociò gli occhi castano-verdi di Kankuro.

<< Sfortunatamente mi è venuto un tremendo mal di testa >> Mentì volutamente male.

Il ragazzo ridacchiò conoscendo fin troppo bene quell'espressione.

<< Sei una bastarda >>
<< E' per questo che ti piaccio >>

Lui tossì due volte accertandosi che nessuno avesse udito quelle parole.


*


Il ballo stava procedendo come programma.
I due ragazzi si muovevano all'unisono ed erano molto coordinati.

<< Sono felice che sia tu la mia dama >>
<< Ontoni? >>
<< Hai Matsuri >>

Dopo il loro primo bacio si erano avvicinati moltissimo.
Non che si potessero definire ufficialmente fidanzati, non avevano fatto nessun annuncio, ma adesso si davano del tu ed erano decisamente più rilassati l'uno nei confronti dell'altra.
Erano usciti insieme solo un paio di volte e sempre approfittando di questioni di lavoro dunque quello poteva definirsi il loro vero primo appuntamento.

<< Dopo il ballo avrai altri obblighi? >>
<< Yee dovrò soltanto salutare gli ospiti più illustri ma potremmo comunque concederci una passeggiata >>

A quelle parole Matsuri sorrise contenta. Le sembrava di sognare.











***
Angolo dell'autrice.

Allora, capitoletto un po' più lungo per farmi perdonare del ritardo (in realtà ho pubblicato parecchio per i miei standard e questa fanfic è finita in coda. Pardon)
Spero di non essere andata troppo ooc, ma vedere l'idea di Gaara che si dedica al ballo era una cosa mi intrigava parecchio descrivere, così come il suo piccolo primo bisticcio in pubblico con Sumire.
Spero di aver fatto un buon lavoro.
Baci.

Violetta_


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Capitolo 11
*** Capitolo 11 -Esami dei chunin- ***


Esami dei chunin




L'indomani mattina tutte le squadre si ritrovarono davanti il deserto del demone per sostenere la seconda prova.
Come ormai da tradizione fu Temari a dettare le regole.

Dei segnali luminosi diedero il via alla prova e tutte le squadre scattarono verso il centro del deserto.

Gaara stava sfogliando dei documenti, aveva intenzione come ogni anno di supervisionare l'esame col suo terzo occhio, ma aveva capito ormai da qualche anno che i team cominciavano a carburare solo dopo qualche ora.
Alzò la testa quando udì bussare alla porta.

<< Avanti >>

Era Shikamaru.

<< Ohayo... >>
<< Gaara-sama devo informarla di un fatto piuttosto anomalo >>
<< Di che si tratta >>

Il genio attese l'arrivo di Temari e Shikamaru poi si decise a parlare.

<< A quanto pare abbiamo un nuovo record >>
<< Un nuovo record? >>

Shikamaru sfogliò distrattamente i fogli di un block notes.

<< Hai. Un'ora e quindici minuti >>
<< Impossibile >> mormorò Kankuro.
<< Quale squadra? >> domandò Gaara.
<< Il team Sumire Takasha e Mao >>

Gaara strabuzzò gli occhi.

<< Portatemi i rapporti ed i filmati >>

Kankuro si sedete accanto al fratello guardando il filmato dell'esame.

<< E' valida come prova? >> domandò Temari portandosi due dita sul mento.
<< Le istruzioni erano di prendere entrambi i rotoli e andare alla torre centrale, non erano costretti a battersi >>
<< Come diavolo ha fatto a non farsi scoprire dai genin del fulmine? >>
<< I daimyo avevano scommesso su di loro in quanto velocità... saranno molto irritati adesso >>

Il marionettista assottigliò lo sguardo: sapeva bene che la ragazza era una cleptomane professionista.
Rubare un rotolo? Figuriamoci sicuramente era stata una quisquilia, aveva approfittato di un momento di distrazione dei tre e aveva sottratto il rotolo scambiandolo con una lattina. In quel modo era riuscita persino a evitare ogni tipo di scontro con l'alta squadra.
Tuttavia mai si sarebbe aspettato un simile risultato, era veramente sorpreso.

Ma adesso doveva affrontare la terza prova.

<< Beh diamo l'ordine di iniziare a sistemare lo stadio >>


*


La seconda prova si concluse tre giorni dopo per un totale di dodici finalisti.
La terza prova si tenne cema di consueto nell'arena. Alle otto del mattino tutti gli spettatori iniziarono a fare la fila per prendere posto. Mezz'ora dopo arrivarono gli ospiti più illustri: i nobili, i ricchi possidenti, i cinque Kage con la loro scorta e poi i partecipanti. Gaara abbassò lo sguardo e vide Matsuri in abiti civili intenta a prendere posto nella fila più bassa.

Si rimproverò mentalmente per essersi dimenticato di riservarle un posto più comodo.

Kankuro si trovava accanto al fratello con le braccia conserte intento a guardare le entrate dell'arena mentre Temari discuteva con Shikamaru.

<< Scendi giù stiamo per iniziare >>
<< Mendokuse datti una calmata, i spettatori devono ancora prendere posto e poi devono ancora arrivare i Daimyo>>
<< Scansafatiche >>

Finalmente alle nove i Daimyo presero posto tra gli spalti più altri ed isolati.
I partecipanti si posizionarono al centro dell'arena e vennero accolti con un forte applauso.

Temari diede una forte gomitata a Shikamaru che roteando gli occhi al cielo e lamentandosi decise di scendere le scale, dopodiché richiamò l'attenzione generale iniziando a dettare le condizioni della terza prova.

<< Guardate lo schermo. Se vedete i vostri nomi restate nell'arena. Gli altri vadano ad aspettare negli spalti >>

Gli incontri iniziarono come da programma.

Sumire venne scelta dal computer per il quarto incontro.
Kankuro lesse lo schermo:

Ichirou         
vs
        Sumire

Assottigliò gli occhi non molto tranquillo: il suo sfidante proveniva da Kumo era un ragazzo enorme, alto il doppio di lei, gambe forti e possenti, spalle larghe e ben allenate, al viso presentava un paio di cicatrici più una abbastanza inquietante sul lato destro destra della testa pelata e aveva gli occhi piccoli e neri. Inoltre secondo i rapporti della seconda prova era un possessore del katon apparentemente molto esperto.

Ciò significava che con molta probabilità la sua allieva sarebbe stata costretta ad utilizzare il suo ekiton.
Questo lo mise in allarme tanto che che per un istante non si domandò se non fosse il caso di sospendere l'incontro.

<< Stai bene Kankuro? >>

Lui abbassò lo sguardo incrociando gli occhi del fratello.

<< Hai. Va tutto bene >>

Decise di non dire nulla e far procedere tranquillamente la prova.
Sumire e Ichirou si misero uno di fronte a l'altra con una distanza strategica attendendo l'arrivo del censore, pochi istanti dopo Shikamaru si avvicinò ai due e diede il via.

Il ragazzo di Kumo rimase immobile sul posto, mise le braccia conserte ed iniziò a ridacchiare.
Sumire dal canto suo osservò impassibile quel suo comportamento.

<< Perchè non ti ritiri mocciosa? Dai, non voglio rovinare il tuo bel visino... >>

Lei serrò la mascella irritata dall'aria di sufficienza che il suo avversario le riservava, ma non si scompose, rimase immobile fissando il suo avversario con aria impenetrabile.
Dalla platea la gente aveva cominciato a mormorare domandandosi se non fosse il caso di sospendere l'incontro, nella fila dei kage Oonoki, che era presente in qualità di ospite, si era avvicinato a Kurotsuki mormorando preoccupato.
Dopotutto Sumire rimaneva pur sempre la sua piccola principessina e non sopportava l'idea che si facesse del male.

<< Parla al Kazekage >>
<< No >>
<< Parlaci ti ho detto. Sei la Tsukikage >>
<< No ho detto >>

Kurotsuchi non aveva dato quella risposta solo per non infastidire il Kazekage, ma perché era certa che non ci sarebbero stati problemi.

Le venne in mente il giorno in cui la Miko aveva affidato Sumire al nonno.
 



§§
Kurotsuchi stava giocando con Deidara ed era appena tornata nel palazzo. Si era trovato di fronte questa ragazzina spaventata che non voleva parlare con nessuno. Si era avvicinata a lei e le aveva fatto una semplice domanda:

<< Vediamo chi è più veloce? Arriviamo al parco giochi e torniamo qui >>

Da quel momento le due erano cresciute insieme come fossero sorelle, ne avevano combinate di tutti i colori insieme e la mora la aiutava a allenarsi di nascosto agli occhi dei consiglieri e del nonno.
§§




La giovane Kage sorrise a quel ricordo, poi tornò a guardare il suo predecessore.

<< Torna a sederti Nonno, se no ti verrà male alla schiena >>
<< Tsk. Insolente >>

Nel frattempo nell'arena Ichirou si era stancato di non ricevere nessuna risposta da parte della sua avversaria ed alla fine sbuffò seccato.

<< Va bene mocciosa, l'hai voluto tu >>

Con un balzo si fiondò verso di lei sferrandole un poderoso pugno ma lei evitò il colpo all'ultimo istante balzandogli alle spalle e dandogli un calcio in pieno volto, il ragazzo grugnì furente e sferrò un altro attacco colpendola alla schiena.
Il colpo fu così forte che la ragazza venne scagliata contro il muro ma si riprese immediatamente e gli lanciò contro una decina di kunai.

Oonoki corrugò la fronte sorpreso nel vedere che la sua adorata ragazza si stava comportando molto bene, anche gli altri ninja avevano assottigliato gli occhi piuttosto interessati.

Il ninja corse velocemente verso di lei intenzionato a colpirla con un gancio destro ma la ragazza fu più veloce e lo colpì alla gamba con una violenza tale da farlo sbattere contro una delle mura.
Ichirou si portò una mano alle labbra e vide alcune gocce di sangue su di essa, chiuse gli occhi arrabbiato per tale affronto e si voltò guardandola con due occhi furenti

<< E va bene mocciosa, adesso facciamo sul serio >>

Lui fece uscire una sfera di lava dalla bocca lanciandola contro la ragazza ma lei con agilità fece una capriola verso destra e sferrò il suo attacco:

<< Ekiton: Hime Habu! >>

Richiamò a se tutte le sostanze liquide presenti intorno a lei, sfruttò persino le bevande che avevano acquistato gli spettatori, e le fece confluire formando un enorme serpente liquido poi lo lanciò contro l'avversario.

Gaara assottigliò gli occhi: non aveva tutti i torti a definirla una vipera.

Ichirou ghignò estremamente sicuro di se.

<< Tsk ci vuole ben altro per spegnere il mio attacco di fuoco >>

Il ninja stava per sferrare il suo secondo attacco ma la scia liquida lo avvolse velocemente, poi con dei gesti fulminei Sumire mosse le mani formando una serie di sigilli: Serpente, drago, scimmia ed infine tigre.

<< Kesshō ro! >>

Il liquido si cristallizzò all'istante intrappolando il ragazzo.

<< Wow >> Si lasciò sfuggire un ragazzo tra la folla.
<< Notevole >> Mormorò Gaara tra se e se.

Kankuro intanto era rimasto senza parole. Era così fiero di lei. I dubbi di qualche giorno prima si erano rivelati totalmente infondati. Alla fine si mise a ridere sotto i baffi.

<< Vai Sumi! Dacci dentro! >>

Kurotsuchi urlava e alzava i pugni senza vergognarsi minimamente mentre Oonoki guardava la scena completamente incredulo.

<< Come ha fatto a diventare così abile in pochi mesi? >>

Una volta intrappolato il suo avversario Sumire gli sferrò un pugno in pieno volto stordendolo completamente e con un calcio gli diede il colpo finale: lo scagliò contro una roccia il contatto fece frantumare sia il ghiaccio che il masso.
Ichirou rotolò vicino ai piedi di Shikamaru che notò subito la sua impossibilità a muoversi: era spalmato al suolo completamente esausto.

<< Shousha Sumire >> Annunciò il censore in modo molto serio.

Un boato formato da urla e applausi della platea esplose, i jounin e gli ospiti più grandi e pacati avevano preso a battere le mani mentre i ragazzi più giovani avevano cominciato ad urlare apprezzamenti, alcuni nemmeno troppo velati, nei confronti della ragazza.

<< State zitti mascalzoni! >> si mise ad urlare infastidito Oonoki.

Sumire sorrise felice ringraziando pacatamente il pubblico, si inchinò di fronte al censore e al suo avversario prima di uscire dall'arena e tornare sugli spalti.
Takasha e Mao le si avvicinarono contente.

<< Grande Sumy >> disse Takasha alzando il pugno al cielo.
<< Sei stata fantastica! >> disse frizzante Mao battendo le mani.

Sumire abbracciò le sue compagne di squadra felice e anche un po' incredula.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 -Oasi Nekoi- ***


Oasi Nekoi








Gli esami terminarono quella sera stessa con un totale di quattro vincitori sei perdenti e due feriti gravi in sospeso.

Una volta congedati, i partecipanti ebbero il permesso di uscire dallo stadio.
Matsuri corse verso Sumire prendendola alle spalle ed abbracciandola.

<< Sono tanto fiera di te nee-chan. Hai fatto un'ottima figura >>

Dopo un momento di stordimento la ragazza si mise a ridere.

<< Oof! Arigatou 'tu 'tsu. Quando daranno i risultati? >>
<< Non saprei... quando ho sostenuto gli esami io ci sono voluti tre giorni >>
<< Nani? Così tanto? >>
<< Dai non hai motivo di essere in ansia. Sei stata bravissima >>

Sumire si guardò intorno cercando la figura di Kankuro tra la folla. Lo incrociò con la coda dell'occhio poco lontano da lei: stava andando al palazzo insieme ai suoi fratelli ed agli altri kage, probabilmente per discutere sulle prestazioni di ciascun genin.
Abbassò lo sguardo delusa. Avrebbe tanto voluto condividere con lui quella vittoria.

<< Andiamo a casa Sumi? >>

Decise di celare i suoi sentimenti per non dar preoccupazioni alla gemella.

<< Certamente Matsu. Ho una fame! >>


*



Qualche giorno dopo una decina di team vennero convocati all'interno dell'ufficio del kazekage.
Attesero circa una ventina di minuti prima che lui arrivasse con un foglio tra le mani, si sedette sulla sua sedia e fece un piccolo discorso di congratulazioni infine lesse il contenuto del foglio.

<< Doi, Eichi, Doppo. Eien, Heikichi, Isei. Keiji, Masaru, Motonobu. Sumire, Mao, Takasha... avete passato gli esami. Il resto di voi purtroppo dovrà ritentare la prossima volta >>

I rifiutati sospirarono e si guardarono tra loro delusi mentre gli alti esultarono felici chi saltellando chi dando delle pacche sulle spalle al loro compagni di squadra.
Due minuti dopo l'intero gruppo si inchinò in segno di saluto al kazekage e Takasha aprì la porta.
Sumire stava per uscire con il resto dei suoi compagni dal suo ufficio ma venne bloccata dal Kage.

<< Sumire tu rimani devo parlarti >>

Lei lo guardò stranita ma fece comunque cenno alle sue compagne di non preoccuparsi. Chiuse la porta piazzandosi nuovamente davanti a lui.

<< Ci sono problemi? >>

Gaara inclinò la testa: era sempre diffidente quando la ragazza dimostrava comportamenti diversi dal sarcastico al violento quando erano soli, e in quel momento sembrava confusa e anche un po' allarmata.

<< Iee... ho parlato col consiglio: data la bella figura che hai fatto fare a Suna e data la promozione va da se che la punizione per la tua ultima missione è annullata. A breve ti saranno affidate delle missioni da svolgere con un team >>

Sumire sorrise felice nell'udire quelle parole.

<< Io... Arigatò Gaara. Davvero >>

Lui corrugò la fronte dubbioso cosa che non sfuggì alla ragazza.

<< Che c'è? >>
<< Ti comporti come quando ci sono altre persone oltre a noi due >>

La kunoichi fece spallucce.

<< Sei pur sempre un mio superiore >>
<< Quindi d'ora in poi non ci saranno minacce, nomignoli o commenti sarcastici? >>
<< Che? Stai scherzando spero. Sarai anche il Kazekage ma sei anche anche il solito panda anemico completamente fuori dal mondo >>

Lui roteò gli occhi. Ma perchè ci aveva sperato?

<< Adesso ho del lavoro da fare >>
<< Non ne dubito, lento come sei se ti faccio perdere tempo finirai tra sei mesi >>

Gaara sospirò appena stropicciandosi gli occhi con due dita. Quella ragazza non sarebbe mai cambiata.

<< Esci dall'ufficio >>
<< Ci vediamo panda! >>

Rise uscendo dalla porta e chiudendosela alle sue spalle.
Mentre attraversava il corridoio incrociò Kankuro e non vedeva l'ora di annunciargli il suo traguardo ma proprio in quell'istante un membro del consiglio si avvicinò a lui iniziando a parlargli.
Capì che quello non era il momento opportuno quindi decise di uscire dal palazzo e tornare a casa.



*


Quando entrò nell'appartamento non sentì alcun rumore, la cucina era in ordine e nel tavolino davanti al divano c'erano solo due fogli buttati a caso.
Bussò due volte alla porta di Matsuri.

<< Si? >>

Aprì la porta e vide che la sorella era intenta a compilare dei documenti.

<< Ti va di bere qualcosa? >>
<< Non posso, ho del lavoro da fare >>
<< Wakatta. Hai fame? >>
<< Non molta grazie >>

Sumire mise il broncio.

<< Miuuu. Non mangi, non bevi... sei di una noia mortale >>

Matsuri roteò gli occhi al cielo.

<< Insomma Sumy, te l'ho detto questi documenti sono molto importanti e devo finirli >>
<< Si ma potresti prenderti una pausa almeno per oggi... >>
<< E perchè dovrei? >>
<< Percheeè... >>

Sumire gli sventolò davanti la giacca marrone.

<< Indovina chi è chunin... >>

Matsuri si alzò entusiasta e le corse incontro.

<< Wow ma è fantastico! >>

La abbracciò con forza esultando.

<< Qui bisogna festeggiare! >>

Sumire le fece la linguaccia.

<< Ma non avevi “tanto lavoro da fare”? >>

Matsuri fece il broncio.

<< E smettila... >>


*

Le due gemelle si recarono insieme in una piccola oasi poco lontano dal villaggio.
Non era altro che un piccolo appezzamento di terra con una piccola sorgente d'acqua che col tempo aveva formato un laghetto e circondato da palme da dattero e da altre piante tropicali.
Sulla destra c'era una parete rocciosa che teneva al riparo dal vento l'intera zona.

Era un posto molto caro alle due perché quel complesso ecosistema era stato formato negli anni dalla loro famiglia paterna: il clan Nekoi.
I Nekoi infatti non possedevano il denaro sufficiente per poter acquistare una casa all'interno di Suna, dunque dopo anni di sacrifici avevano acquistato quel piccolo appezzamento di terra, avevano progettato elaborati sistemi di captazione e gestione idrica e negli anni erano riusciti a rendere vivibile la zona.
Avevano messo su una casetta proprio alla base della parete rocciosa e avevano vissuto li per tre generazioni finché riuscirono a stabilirsi all'interno del villaggio.
Il loro padre portava spesso li Matsuri e sua moglie quando riusciva ad ottenere dei brevi periodi di vacanza.
Purtroppo dopo essere stato ucciso per ordine del quarto Kazekage con l'accusa di tradimento quel terreno era stato confiscato.

Intorno alla casa erano cresciuti dei rampicanti e cespugli, la casa sembrava ancora vivibile ma in pessimo stato.
Sumire avrebbe tanto voluto entrare e dare un'occhiata, più volte aveva proposto alla sorella di entrare ma senza alcun permesso non potevano accedere al suo interno perché adesso tutto il territorio apparteneva al paese del vento. Al massimo potevano solo sostare qualche oretta vicino all'acqua e godere insieme di quella splendida vista.

<< Secondo te all'interno è rimasto tutto come prima? >>
<< Non lo so Sumy... non ricordo ci tenessero oggetti di valore o pericolosi, quindi forse si >>
<< Non potresti chiedere al Kazekage di darci il permesso di aprirla? >>
<< Iee... purtroppo questo posto non fa parte di Suna e Gaara-sama non ha l'autorità per darci un permesso >> sospirò affranta << L'unica soluzione sarebbe comprarla >>
<< Mh e suppongo che il prezzo non sia abbordabile >>
<< Già. Hai indovinato >>

Sumire annuì e prese dal cestino un dorayaki ed una birra.

<< Capisco >>

Matsuri la abbracciò con affetto.

<< Ma adesso non pensare a queste cose. Oggi dobbiamo solo festeggiare la tua promozione! >>

Le sorrise e poi prese dal cestino un onogiri con tonno e wasabi e gli diede un morso.

<< Hai ragione. Non vedo l'ora di poter svolgere qualche missione insieme a te >>
<< Io no >>
<< Perchè? >>
<< Dubito fortemente che ubbidiresti gli ordini e scommetto che mi faresti cacciare in un mare di guai! >>

Sumire le fece la linguaccia.

<< Ma di certo non ti annoieresti >>
<< Touchè >>

Dopo due secondi di silenzio si misero a ridere.



*



Nonostante avesse ceduto il cappello da kage a Naruto ormai da tempo Kakashi si era offerto di sostituirlo quando il biondino si allontanava occasionalmente dal villaggio.
Stava leggendo uno dei suoi libri comodamente seduto quando un rumore lo fece sobbalzare ed il libro finì sul tetto di un negozio di giocattoli.

<< Bentornati >>

Naruto si stiracchiò e sorrise esageratamente com'era solito fare, Hinata si sedette timidamente sulla poltrona dell'ufficio mente Sakura aveva allungato il collo guardando distrattamente le pagine del libro oscillare al vento.

<< Arigatou Kakashi-sensei. Tutto bene qui? >>

Il ninja annuì e si alzò cedento il posto al kage in carica.

<< Com'è stata la festa? >>
<< Aaah bellissima. C'erano tanti tipi di ramen. Dattebayo! >>
<< Mh... Hinata mi aiuteresti con dei documenti? >>
<< Ha... Hai ma certo >>

Rimasti soli Sakura guardò Naruto con aria vagamente omicida.

<< Baka >>

Naruto corrugò la fronte.

<< Eh? >>
<< Baka! >>
<< Perchè ce l'hai con me Sakura-chan? >>
<< E smettila! Avrai anche fregato Hinata ma io so perfettamente che sei una copia >>

Il biondo arrossì grattandosi la testa.

<< Eeetto... >>
<< Vedi di tornare presto prima che se ne accorga qualcun altro >>

Gli tirò un pugno leggero sulla testa ed uscì dall'ufficio.




*




Gaara era seduto nel suo ufficio in compagnia di Naruto. Gli aveva spiegato più e più volte il concetto di “ambasciatore” e “messaggero” ma l'hokage pur di non tornare nel suo ufficio si era accontentato sfidare l'afa del deserto per qualche altro giorno.
L'hokage aveva in mente delle idee geniali per gli esami che si sarebbero dovuti svolgere tra sei mesi e non aveva lasciato scampo al povero kazekage.

<< Sei sicuro di non voler tornare nel tuo villaggio? >>
<< Tranquillo, non succederà nulla se mi assento qualche altro giorno >>
<< Baka... >>

Il biondino non lo ascoltò nemmeno.

<< Guarda se abbattiamo queste mura potremmo ampliare l'arena >>
<< Perché? C'è abbastanza spazio per tutti gli ospiti >>
<< Si ma non per i combattimenti! Insomma dobbiamo dare ai ragazzi l'occasione di potersi esprimere >>

Il rosso roteò gli occhi.

<< Ti ricordo che la tua “libertà di espressione” ti è costata cara durante i tuoi secondi esami dei chunin... >>
<< Konohamaru mi ha distratto! Dattebayo! >>
<< Si. Certo certo... >>

I due si voltarono udendo qualcuno bussare alla porta.

<< Avanti >

Era Temari che reggeva un grosso plico di fogli.

<< Goumen. Gaara ti ho portato la lista che hai chiesto >>
<< Ariga... >>

Il kazekage venne interrotto da Naruto.

<< Non hai portato anche del ramen in scatola? Io ho fame >>

I due Sabaku arricciarono il naso e scesero nel più totale silenzio contemporaneamente.
Dopo un paio di secondi la jounin riprese la parola.

<< Dov'è Kankuro? >>
<< Credo sia al campo di addestramento con Sumire >>

Sbuffò.

<< Ancora? >>
<< Hai >>
<< Quella ragazza non mi piace.. >>

Naruto si portò una mano nei capelli grattandosi la testa.

<< Ma non è merito tuo se lei è venuta a Suna? Ne Gaara? >>

Temari portò istintivamente la mano destra sul suo ventaglio, gli occhi diventarono assetati di sangue e i suoi denti così serrati da creare un rumore sinistro.
Per fortuna il suo autocontrollo -complice anche l'eloquente occhiata del fratello- la bloccarono in tempo dal commettere un grave incidente diplomatico.
Chiuse gli occhi e afferrò la maniglia della porta.

<< Non rivanghiamo questa storia! >> disse uscendo dall'ufficio.



*



Shikamaru non aveva ancora capito il perchè ma, soprattutto negli ultimi tempi, tutti i mali del mondo per Temari erano colpa sua.

Era ingrassata? Colpa sua.
Era nervosa? Colpa sua.
Pioveva la mattina? Colpa sua.
Era colpa sua anche quando lui stava a Konoha e lei a Suna.

Ma quel giorno sembrava particolarmente colpa sua.

<< Che hai? >> si azzardò a chiedere.
<< Perchè non hai convinto il tuo Hokage a tornane nel suo villaggio? >>
<< Quando si mette in testa una cosa nessuno lo ferma. Nemmeno io >>
<< Si ma qui noi siamo abituati a lavorare e non possiamo farci distrarre >>

Il ragazzo inspirò a fondo iniziando ad intuire qualcosa.

<< Ti ha detto qualcosa che ti ha fatto incazzare vero? >>

Lei girò la testa per non guardarlo negli occhi.

<< Oh niente niente... lo sai che ogni tanto parla a vanvera >>

Shikamaru allungò un braccio circondandole la vita ed attirandola a se, poggiò il viso sulla sua spalla, il naso sfiorava il collo della ragazza facendole solletico.

<< La vuoi piantare baka? >>
<< Sssh >>

Lei sbuffò incrociando le braccia.

<< A qualcosa a che fare coi documenti? >> chiese Shikamaru cercando di capire il motivo del suo malumore.
<< No >>
<< Con noi? >>
<< Noo... >>
<< Coi tuoi capelli? >>

Gli diede una gomitata.

<< Certo che sei proprio un cretino >>

Stava per uscire dalla camera quando avvertì uno strano brivido dai piedi sino alla testa. Conosceva bene quella sensazione.

<< Mi lasci andare? >>

Lui ghignò iniziando a spogliarla utilizzando il controllo dell'ombra.

<< Credo proprio di no >>

Se proprio la ragazza gli voleva attribuire una colpa le avrebbe dato una buona ragione, almeno si sarebbe divertito prima.




*



La osservava allenarsi.
Aveva scelto uno dei campi all'aperto e stava rinforzando i muscoli delle braccia colpendo ripetutamente una grossa roccia.
Era sudata ed aveva il fiatone ma dal suo sguardo concentrato si capiva che non aveva intenzione di fermarsi.

Kankuro era veramente orgoglioso di lei.

Non perché fosse la ragazza di cui si era innamorato, il sentimento che provava per lei non lo influenzava nel suo ruolo di superiore.

Era orgoglioso perché quella ragazza non si arrendeva mai, sapeva scindere tra i suoi legami con la famiglia Sabaku e il suo ruolo di kunoichi, a parte qualche eccezione, capiva quando poteva permettersi certe confidenze e quando era meglio rispettare l'etichetta.
Era orgoglioso perché aveva saputo della sua promozione a chunin e perchè nonostante detestasse quel tipo di allenamento non saltava mai una sessione e seguiva tutti i compiti che le affidava.
Era un'ottima kunoichi.

Forse un po' troppo.

Chinò lo sguardo leggermente amareggiato.

Il rapporto tra i sue era ancora piuttosto distaccato: non le aveva nemmeno detto della sua promozione, era stato Gaara ad informarlo.
Paradossalmente erano più vicini quando risiedevano a due villaggi di distanza che adesso.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 -Missione ad Ame (prima parte)- ***


Missione ad Ame
(prima parte)







<< Gaara? >>

Il kazekage alzò la testa e gli fece cenno di entrare.

<< Hai Kankuro. Entra pure >>

il fratello si fece avanti fermandosi a pochi centimetri dalla scrivania.

<< Volevi vedermi? >>
<< Si. Ti affido una missione di livello A. Tra poco arriveranno anche i team >>

Gli passò il rotolo e lui si sedette sul divano iniziando a leggerne il contenuto.

<< Accidenti >>

Era una missione in esterna piuttosto complessa: a quanto pare dei nukenin si stavano radunando per conquistare il paese della pioggia.
Dopo la grande guerra ninja la situazione nel paese si stava placando, tanto che era stato invitato a far parte dell'unione shinobi, ma non aveva ancora raggiunto una stabilità interna.
Il nuovo capovillagio era una certa Tenshi, una giovane jounin dai capelli e gli occhi arancioni. Alcuni vociferavano che fosse la figlia di Pain e Konan tuttavia non c'erano mai state conferme.
La ragazza era consapevole che villaggio della pioggia non aveva una forza militare sufficiente per contrastare un complotto del genere dunque aveva chiesto aiuto ai due paesi confinanti.

<< Non vedevo una situazione così da almeno due anni >>
<< A quanto pare l'ultima guerra non ha placato la brama di potere di alcuni ninja... >> disse il Kazekage con rammarico.
<< Ci sarà sempre qualche gruppo pronto a colpire per ottenere maggior potere, bisogna farsene una ragione >>

Pochi minuti dopo sentirono bussare alla porta.

<< Avanti >>

Erano il team Matsuri formato da Sen, Sumire e Matsuri, il team Mikoshi formato da Mikoshi, Sari ed Ittetsu più Temari che entrò spavalda avvicinandosi alla scrivania mantre i chunin erano rimasti un po' più a distanza sull'attenti.

<< Che succede? >>
<< Il paese della pioggia ha chiesto il nostro aiuto e quello di Konoha. Kankuro vi dirà i dettagli >>

Il jounin si alzò dal divano, prese la cartina invitando i presenti a avvicinarsi alla scrivania ed esponendo il suo piano.
Oltre ad essere il miglior marionettista del villaggio era anche il miglior stratega viste le sue doti di manipolatore.
Secondo la sua strategia sarebbero dovuti andare verso il paese del fuoco lì si sarebbero incontrati con la squadra di Konoha ed insieme si sarebbero diretti verso Ame per fermare i piani dei nukenin.
Stava parlando da circa cinque minuti quando Sumire si avvicinò alla cartina con aria perplessa.

<< Non sarebbe meglio incontrarci ad Ame? In questo modo potremmo circondarli su due lati opposti >>

Kankuro scosse la testa.

<< Yee... non sappiamo con quanti nukenin abbiamo a che fare, rischieremmo di trovarci numericamente in svantaggio. Meglio unire le forze in un unico fronte >>

Nonostante lei fosse salita di livello i due ragazzi non avevano avuto ancora occasione di parlare.
Le settimane passavano e tra le nuove missioni della ragazza, gli incarichi di Kankuro come guardia del corpo, l'aiutare Matsuri coi documenti e molteplici altri incarichi, avevano potuto incontrarsi soltanto durante alcune veloci missioni e ben poche sessioni di allenamento insieme ad altri shinobi e allievi dell'accademia.
E quindi il loro rapporto era rimasto freddo. Molto, molto freddo.

<< Kankuro-sama se decideremo di seguire questa strategia perderemmo almeno due giorni di tempo >>
<< Non ti permetto di discutere la mia strategia Sumire >>
<< Demo... >>
<< Vedi di stare al tuo posto >>

Questo influiva moltissimo sul loro umore reciproco. Erano nervosi ed estremamente irritabili ed i loro litigi si facevano sempre più frequenti.

Lei digrignò i denti e chinò la testa al suo cospetto.

<< Wakatta >>

Si era creato grande imbarazzo nell'aria: Mikoshi ed Ittetsu non sapevano dove posare gli occhi, Sen guardava preoccupata Temari, e Matsuri fissava la sorella senza riuscire a capire bene cosa le era preso.
Gaara decise di intervenire mimando un colpo di tosse.

<< Temari tu e il team Mikoshi andrete nel paese del fuoco. Kankuro tu e il team Matsuri agirete come squadra di supporto a distanza e vi dirigerete direttamente ad Ame >>
<< Nani? Adesso dovremmo dividerci? >>
<< Hai. In questo modo risparmieremmo tempo limitando comunque i rischi >>

Nonostante fosse molto contrariato Kankuro rispose molto pacatamente senza esternare le sue emozioni.

<< Come preferisci. Partiremo tra un'ora >>


*


Matsuri era rimasta nell'ufficio del kazekage.

<< Gaara sei sicuro che non sia meglio far andare Yukata al posto di Sumire? >>
<< Sumire ha dimostrato di essere una chunin più che affidabile Matsu, inoltre ti dico con franchezza che non manderei mai Yukata a svolgere una missione del genere >>
<< Si ma hai visto la scenata di poco fa? >>
<< E' stata solo una discussione di poco conto... non credo sia abituata a stare in silenzio senza poter esprimere la sua opinione >>

Lei ci pensò su un paio di secondi prima di parlare.

<< Non tocca cibo da tre giorni >>

Gaara si voltò e scorse la preoccupazione negli occhi della ragazza.

<< Anche Kankuro si comporta in modo strano >>
<< Forse hanno problemi tra loro... >>
<< Non credo sia saggio intromettersi >>
<< Hai ragione... vado a preparare lo zaino. Ci vediamo tra qualche giorno >>

Stava per uscire quando si sentì qualcosa circondarle la vita e sollevarla in aria.
Pochi istanti dopo Gaara le andò incontro dandole un delicato bacio.

<< Sta attenta >>

Lei ricambiò arrossendo come un peperone.

<< Ma certo, sta tranquillo >>

Si scambiarono un dolce sorriso e Gaara la liberò dalla sabbia permettendole di uscire di uscire dall'ufficio.

<< Mata-nee >>
<< Mata-nee Matsu >>


*


Sumire era in camera sua intenta a preparare tutto l'accorrente per la missione.
Avvertì più volte un forte pizzicore agli occhi tuttavia si rifiutava categoricamente di piangere.

Cosa diamine stava succedendo?
Possibile che il loro rapporto era più resistente a distanza che adesso?

Era certa, estremamente convinta che se avesse superato gli esami dei chunin si sarebbe messo tutto a posto. Kankuro non sarebbe stato più il suo sensei quindi nessuno avrebbe potuto replicare sulla loro relazione.
Ed invece era andato tutto allo scatafascio.

Matsuri aprì la porta di casa e il rumore delle chiavi la scosse dai suoi pensieri. Inspirò mascherando il suo stato d'animo e controllando la sua voce.

<< Il tuo zaino è già pronto? >>
<< Hai Sumy. Però voglio controllare il mio johyo prima di partire >>


*


Un'ora dopo i team si incontrarono fuori dalle mura di Suna e partirono immediatamente. Il primo giorno fecero lo stesso tragitto mentre a metà del secondo giorno si separarono come da piano.
Temari ed il team Mikoshi proseguì verso il paese del fuoco mentre Kankuro ed il team Matsuri andarono verso nord.

<< Mi raccomando Temari fa attenzione >>
<< Tranquillo fratellino so badare a me stessa >>

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 -Missione ad Ame (seconda parte)- ***


Missione ad Ame
(seconda parte)







Due giorni dopo Temari incontrò i ninja di Konoha e ciò che vide le fece gelare il sangue nelle vene.



Passi il team 8, non aveva nulla contro quei jounin, va bene Sakura, dopotutto un ninja medico come lei faceva sempre comodo, ovviamente non aveva alcuna obbiezione contro la presenza di Shikamaru... ma che diamine ci faceva Naruto. L'hokage. Lì?


<< Ben arrivati! >> disse il biondo con il suo solito sorriso.

La jounin si avvicinò a Shikamaru.

< Ti prego dimmi che è venuto solo per salutare >>
<< Na. Sei fuori strada >>
<< Ma si rende conto che adesso il suo ruolo è stare seduto su una scrivania? >>
<< No Temari. Gliel'ho spiegato mille volte ma non ci arriva >>

Lei si mise una mano sulla fronte.

<< Baka... >>
<< Cambiando discorso. Mi aspettavo un gruppo più numeroso >>
<< Kankuro ha proseguito verso Ame come squadra di supporto >>
<< Wakatta >>



*



Il paese della pioggia non era cambiato granché dopo la guerra: gli edifici numerosi ed imponenti, la pioggia incessante e il cielo perennemente cupo rendevano l'intera zona piuttosto inquietante.
E se il paese almeno sfoggiava qualche fiume, piccoli boschi e qualche lotto di terra poco edificato qua e la, il villaggio principale invece sembrava una vera e propria struttura di prigionia.

<< Wow silent hill esiste davvero >> disse Sumire in modo sarcastico.
<< Fa poche battute Sumire. Bisogna agire nel massimo silenzio >>

Il gruppo infatti si era infiltrato dentro le mura passando per vie sotterranee e subacquee dunque se fossero stati scoperti per loro sarebbe significata morte certa.

Arrivarono davanti ad una barriera molto alta bloccata dall'interno, non c'erano altri appigli o ingressi a parte un tunnel.

<< Quel tunnel è l'unico ingresso >>
<< Ma è piccolissimo. Chi ci può entrare? >>
<< Io >>


Il gruppo si girò verso Sumire. In effetti grazie alle sue doti feline non sarebbe stato un problema per lei infiltrarsi.

<< Non fare nulla di avventato >> disse Kankuro prima di lasciarla andare.

Sumire annuì e con un abile balzo arrivò versi l'imboccatura del tunnel.

Si districò dentro il cunicolo senza molte difficoltà.

Dopo pochi minuti la porta della barriera si aprì davanti a loro.

Sumire uscì la testa, era completamente bagnata.

<< Bisogna attraversare quell'edificio laggiù >> disse indicando dritta di fronte a loro << La via è libera. Forza muoviamoci >>



*



Qualche ora dopo il team di Temari ed i ninja di Konoha arrivarono alle porte di Ame.

<< I vostri documenti! >> disse per nulla amichevole un ninja addetto al controllo delle mura.

Temari si fece avanti mostrando il suo pass.

<< Siamo ambasciatori di Suna e di Konoha. Siamo stati invitati da Tenshi-sama >>

I controlli durarono per una buona mezz'ora.

<< Potete entrare >>

Vennero scortati sino al palazzo principale del villaggio: la Pain's tower. Davanti ai cancelli furono accolti da un piccolo gruppo di shinobi e dalla Daimyo.

<< Benvenuti >>

Tenshi, nonostante fosse a capo del villaggio, era una ragazza pacata e poco vistosa, con dei piercing sull'orecchio sinistro, uno nell'angolo a destra del labbro superiore e lunghi e lisci capelli arancioni.
Si vociferava che fosse la figlia di Pain e Konan ma nessuno ne aveva la certezza.
Quando notò Naruto tra il gruppo batté gli occhi due volte celando la sua sorpresa e immediatamente dopo chinò il capo.

<< Hokage-sama è un onore avervi qui >>

Dal canto suo l'hokage sfoggiò un gran bel sorriso.

<< Grazie a voi per l'invito e per la vostra ospitalità >>

La ragazza fece cenno di seguirla e percorsero un lungo corridoio grigio sino ad arrivare in un'enorme sala semilluminata, vuota ad eccezione di un grande tavolo rotondo al centro.
Temari e Shikamaru si guardarono negli occhi poco convinti.

<< Sedete prego >>

Gli ospiti presero posto, Shino si guardò intorno notando le luci sul soffitto, alcune illuminavano ad intermittenza come se fossero rotte e contrastavano con la perfetta cura della sala e del palazzo che sicuramente era stato ristrutturato da poco.
Tenshi poggiò delicatamente le mani sul tavolo parlando a tutti ma guardando Naruto, l'ospite col grado più alto.

<< Gradite del the? >>

Lui rispose con un sorriso bonario, sembrava molto rilassato nonostante la presenza dei ninja davanti la porta.

<< Lo accettiamo volentieri >>

La ragazza guardò i due ninja che chinarono subito il capo ed uscirono dalla sala lasciando il loro capo sola con gli ospiti, poi si sedette.

<< Vi starete domandando il perché di questo invito: da quando il paese fa parte dell'unione shinobi ci sono stati dei cambiamenti nel villaggio. Tuttavia io sono capo da poco tempo e gradirei ascoltare i vostri suggerimenti e consigli per migliorare la nostra alleanza >>
<< Sarà un vero piacere per noi >>

Stavano conversando ormai da parecchi minuti: avevano iniziato parlando dell'organizzazione del villaggio, delle differenze nell'organizzazione del trasporto di armi e della difficoltà nel coltivare le erbe mediche visto il clima piuttosto sfavorevole.
La tensione si era andata via via allentando e Naruto aveva iniziato a fare persino qualche piccola battuta.
Sakura stava dando dei suggerimenti riguardo la gestione delle unità mediche, Shikamaru aveva poi continuato parlando dell'accademia.
Tenshi ascoltava con molta attenzione, tuttavia più di una volta si era guardata intorno con circospezione e più volte aveva aperto la bocca come se volesse parlare ma poi si era limitata ad annuire.

<< Vi sono davvero grata per queste informazioni >>
<< Di nulla Tenshi-sama >>

Si stavano per congedare quando un ninja bussò alla porta.

<< Avanti >>
<< Tenshi-sama ho un messaggio piuttosto riservato per voi >>
<< Prego >> gli fece cenno di avvicinarsi.

Quando fu abbastanza vicino il ninja la afferrò per il collo puntandole un kunai alla gola.
Le porte si chiusero di scatto ed improvvisamente e un gruppo di ninja sbucarono dal nulla due di loro si piazzarono dietro Naruto e gli puntarono dei kunai alla gola ed alla tempia.

Un altro gruppo attaccò i restanti ospiti.

<< Mendokuse ma quanti sono? >>

Shikamaru sbuffò e tolse le mani dalla tasca ma quando le unì per utilizzare la sua tecnica d'ombra il suo atteggiamento fu molto meno spavaldo: era improvvisamente a corto di chackra.
Temari roteò gli occhi al cielo convinta che il ragazzo fosse troppo annoiato per attaccare.

<< Oddio frignone quanto sei noioso... >>

Ma quando aprì il suo ventaglio puntandolo contro un gruppo di nukenin tutto quello che provocò fu un misero spostamento d'aria.

<< Ma che...? >>

Anche Naruto provò ad attaccare ma sentiva tutto il suo corpo indebolito, la stessa sensazione aveva colpito gli altri ninja alleati.
Hinata utilizzò con molta fatica la sua tecnica oculare: vide uno strano meccanismo sul tetto collegato ad uno spesso intreccio di fili che circondava le pareti dell'intera stanza ed assorbiva il loro chakra così lentamente da non destare sospetti.
Probabilmente aveva iniziato a funzionare già nel preciso istante in cui erano entrati nella camera per provocare quell'effetto.

<< Accidenti... >>

L'intera stanza era una trappola e i ninja si ritrovarono bloccati da quella potente tecnica.

Un nukein completamente coperto di nero, viso e testa inclusa, si avvicinò a Tenshi sogghignando.

<< Bene, bene, bene. A quanto pare le cose andranno meglio del previsto: elimineremo sia il capo della pioggia che quello di Konoha... >>

La ragazza digrignò i denti ed affilò lo sguardo sibilando.

<< Taki ... >>
<< Si Tenshi-sama. Hai indovinato >>
<< Come hai fatto ad entrare nel villaggio? Ti avevo bandito >>
<< Ci sono molti più nukenin di quanto pensi tra i tuoi tirapiedi >>

Le prese il viso con una mano stringendo le guance con forza.

<< Il popolo ti ha eletta a suo capo per una leggenda, una sciocca bugia. Ma sappiamo entrambi che sono io il vero capo di Ame >>

La ragazza cercava di attivare la sua tecnica oculare ma si sentiva debole e priva di forze. Probabbilmente lei era stata la più esposta ai fili della trappola.

<< Tu non sai niente... sei solo un viscido... con te a capo il villaggio, anzi l'intero paese, andrebbe in declino >>

Aveva avvertito il pericolo da qualche settimana, motivo per cui aveva chiesto l'aiuto degli alleati, ma mai avrebbe pensato che la situazione fosse così grave.
Si sentiva in colpa per aver messo in pericolo anche i ninja alleati: si riscriava un terribile incidente diplomatico che avrebbe coinvolto due delle cinque grandi terre.

<< Vedremo ragazzina... >>

Il ninja diede l'ordine di colpire gli shinobi di Suna e di konoha mentre lui apriva la mano formando una lama col suo chakra.

Proprio quando le speranze sembravano vane Temari vide il braccio di Karasu sbloccare il meccanismo dei fili. Una volta disattivato il chakra tornò ai legittimi proprietari che piano piano andavano riacquistando vigore.

Sumire con un potentissimo calcio tramortì Taki mentre Matsuri utilizzò il suo giavellotto per attaccare un gruppetto che teneva bloccati i suoi compagni, poi tirò due kunai liberando Naruto.

<< Adesso si che si ragiona! >>

Una volta liberi di poter utilizzare il loro chakra sia per i ninja di Konoha che per quelli di Suna fu una bazzecola sventare il colpo di stato.

<< Andiamo Akamaru, sgranchiamoci un po' le gambe >>

I due utilizzarono la tecnica della moltiplicazione selvatica ed eliminarono i nukenin che tenevano bloccata la porta.

Temari vedendo che nella sala era tutto sotto controllo era uscita per controllare la situazione nel corridoio, molti nukenin erano stati abbattuti da Kankuro tuttavia altri erano pronti ad attaccare.

Aprì il ventaglio e richiamò la tecnica del taglioetaglia eliminando buona parte degli avversari mentre Shikamaru si stava occupando di due che la stavano prendendo alle spalle.

<< Ti sei davvero sprecato Shika... >>
<< Mendokuse sentirò mai uscire un “grazie” dalla tua bocca? >>

All'interno della sala Taki si era ripreso dal colpo e si stava preparando ad attaccare la Daimyo con le sue lame di chackra, sfortunatamente per lui Naruto era ricorso al suo rasengan schiacciandolo contro il pavimento e mettendolo K.O.

<< Stai bene Tenshi? >>

La ragazza, ancora un po' frastornata, annuì e si piazzò davanti i ribelli che adesso senza un capo non sapevano come reagire.
Una volta liberato il corridoio i ninja della pioggia poterono entrare a palazzo e sventare definitivamente la ribellione.
Tenshi diede l'ordine di imprigionare i nukekin.



*



Grazie alla collaborazione degli alleati non ci volle molto per riprendere il controllo del villaggio.
I cittadini di Ame avevano ripreso a svolgere le normali attività, ed i jounin, anche loro sotto l'effetto del meccanismo, avevano riacquistato il loro chakra.
Vennero controllati tutti i palazzi principali e smantellati tutti quei meccanismi, inoltre vennero rafforzate le misure di sicurezza per evitare ulteriori incidenti.

<< Non so davvero come ringraziarvi >>

I ninja di Suna e Konoha si trovavano adesso davanti ai cancelli del villaggio, Tenshi si era inchinata di fronte a loro mostrando tutta la sua gratitudine.

<< Avete salvato il mio paese e la mia gente da una possibile guerra >>

Naruto sfoderò uno dei suoi brillanti sorrisi.

<< Da questo momenti i rapporti di Ame con Suna e Konoha diventeranno ancora più forti. Dattebayo! >>

Lei ricambiò il sorriso e si voltò verso i ninja di Suna.

<< Portate i miei ringraziamenti anche al Kazekage-sama >>
<< Non mancheremo >> disse Temari.




*



<< Evvai grande lavoro ragazzi >>>

Durante il tragitto di ritorno Naruto e Kiba avevano iniziato a festeggiare e a vantarsi di quanto erano stati bravi, di quanto erano stati forti e del fatto che le loro tecniche erano le migliori.

<< Kiba-kun, non dovresti dire così >> lo aveva ammonito Hinata, ma il suo modo di fare timido non aveva sortito molto effetto.

L'hokage preso dall'euforia fermò l'intero gruppo ed insistette per ospitare le squadre della sabbia almeno per un paio di giorni.
Kankuro stava per rispondere categoricamente di no ma non aveva fatto i conti con la sorella che gli aveva tappato la bocca con la mano destra annuendo.

<< Sarebbe scortese rifiutare il gentile invito dell'hokage >>
<< Ma dobbiamo fare rapporto >>
<< Manderò un messaggio a Gaara, non entrerà nel panico per qualche giorno di ritardo >>

Mentre i due erano intenti a discutere Sumire si avvicinò ad Akamaru e si inginocchiò davanti a lui iniziando ad accarezzargli la testa.

<< Ma chi è questo bellissimo cucciolotto? Ma quanto sei bello tu? >>

Aveva preso a massaggiargli la schiena e a fargli i grattini sul collo.

<< Lo sai che sei stato proprio bravo durante la battaglia? Proprio un bravissimo cucciolone >>

Akamaru, dopo un breve momento di diffidenza, aveva preso a scodinzolare godendosi le coccole della ragazza sotto gli occhi piuttosto interessati di Kiba.

<< Ma quanto sei dolce >>

Alla fine l'Inuzuka decise di avvicinarsi con un piccolo sorrisino spavaldo.

<< Sai, è il mio cane. Si chiama Akamaru >>

Kankuro assottigliò lo sguardo.

Sumire continuava a guardare Akamaru ed a fargli le coccole.

<< Ma che bel nome che hai! Dammi la zampa >>

Ovviamente il cane obbedì all'istante, subito dopo Sumire alzò la testa verso Kiba.

<< Complimenti è davvero un bell'esemplare di Akita Inu >>

Inevitabilmente al ragazzo blirrarono gli occhi nell'apprendere che la ragazza conosceva abbastanza bene le razze dei cani. Ed era anche piuttosto carina.

<< Arigatou. Io... io sono Kiba >>

Lei si mise in piedi porgendogli la mano.

<< Sumire. Molto piacere >>

Kankuro avvertiva un fastidiosissimo prurito alle mani ma non ebbe il tempo di intervenire poiché Naruto si era avvicinato dietro di lei assottigliando lo sguardo.
Non era la prima volta che fissava la ragazza preso da un dubbio enorme e, quando sentì il suo nome, non poté far altro che avvicinarsi e rivolgergli quella domanda.

<< Aspetta ma tu sei... Neko? >>

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 -Deduzioni scomode- ***


Deduzioni scomode







Sumire arricciò il naso ridendo.
Finalmente quel baka l'aveva riconosciuta.

<< Adoro i soprannomi che mi dai: Angelo, neko, nee-chan... ne hai altri? >>
<< No, non ci credo... >>

Sumire si voltò continuando a ridere.

<< Si vulpix sono io >>

Seguendo la sua solita impulsività abbracciò la ragazza con affetto.
Era passato circa un anno dall'omiai ma i due ricordavano bene quando i ninja di konoha erano stati ospitati a suna in vista del matrimonio e in quell'occasione Naruto si era avvicinato a Sumire, allora coperta dal velo, e le chiese se si conoscevano.
Allora fu interrotto da Sakura ma non aveva sbagliato, lui conosceva realmente la ragazza.

<< Ma che sorpresa! >>
<< Mamma mia quanto sei diventato alto >>

Naruto e Sumire si erano incontrati una volta, anni prima, quando lui aveva intrapreso il suo viaggio di allenamento con Jiraya-sama.

Ero-senin lo aveva condotto in una delle terme in un villaggio isolato e, con la scusa di cercare materiale per i suoi libri, si era allontanato lasciando da solo l'Uzumaki ad allenarsi.
Pochi minuti dopo aveva visto il suo sensei scagliarsi contro un muro ad una velocità impressionante e il viso furente di una ragazza coperta solo da un misero asciugamano.
Avevano trascorso un breve periodo insieme ed avevano instaurato una bella amicizia. Perchè in fondo i due erano molto simili: impulsivi, allegri ed un po' sbadati a volte.

Lei si mise a ridere ricambiando l'abbraccio. Non si erano accorti degli occhi perplessi del resto del gruppo.

<< Come stai volpe? Ma guardati quando ti ho conosciuto non sapevi nemmeno controllare il tuo chakra e adesso sei addirittura Hokage! >>
<< Sono tanto felice di averti ritrovata! Alla fine sei riuscita ad intraprendere la strada da kunoichi >>
<< Ne dubitavi? >>

Un piccolo colpo di tosse interruppe quell'adorabile scenetta: era Sakura.
Naruto si era voltato rendendosi conto della situazione e mire la mano dietro la nuca un po' imbarazzato.

<< Emmm ragazzi lei è Sumire. Ci siamo conosciuti quattro anni fa durante il mio allenamento con Jiraya-sensei >>

Anche Matsuri si era avvicinata alla sorella con aria incuriosita.

<< Tu conosci l'hokage? >>
<< Hai. Ti ricordi che ti ho parlato della mia fuga alle terme di Arima? Ho incontrato quello strano tizio dai capelli alla raperonzolo e un ragazzino biondo. Ecco lui è il ragazzino biondo >>

Matsuri annuì ancora un po' incredula, certo che con tutte le sue fughe la sorellina doveva aver dato un bel po' di preoccupazioni allo Tsuchikage negli ultimi anni.

Kankuro roteò gli occhi al cielo tenendosi a debita distanza dal gruppetto, fortunatamente per lui dovevano riprendere a camminare se volevano arrivare al villaggio entro due giorni.



*


Verso sera decisero di fare una pausa e si accamparono nel cuore di un boschetto nel paese del fuoco.

Shino si era mimetizzato in un albero fissando un punto sperduto nello spazio.

Sari ed Ittetsu avevano preso a scambiarsi gli occhi dolci e Mikoshi si era sentito in dovere di placare gli istinti giovanili della sorella.

Temari e Sen, che si somigliavano moltissimo sia fisicamente che caratterialmente, avevano dato vita ad uno dei peggiori incubi di Shikamaru: due mendokuse che lo circondavano, parlavano a raffica...

<< Bisogna andare a raccogliere altra legna per il fuoco >>
<< L'acqua delle borracce sta finendo >>

... e gli davano pure ordini!


Naruto aveva praticamente rapito Sumire presentandola ufficialmente ad Hinata e Sakura, adesso i quattro insieme a Kiba stavano allegramente conversando rivangando vecchi aneddoti.

<< E questo testa quadra le dice “nessuno le ha chiesto un trattamento di favore” >>

Il gruppo, meno che Naruto, scoppiò a ridere.

<< Sakura-chan sei cattiva >>
<< Quel giorno avrei voluto ucciderti >>

Kankuro stava sonnecchiando sotto un albero cercando di non ascoltare quei discorsi.

Prima attaccava bottone con Kiba: “Ma che bel cagnolino. Ma che bel cucciolotto”
Poi con Naruto: “Ciao volpetto. Ma che bello averti ritrovato”.
Ci mancava solo Shino magari avrebbe potuto iniziare con: “Guarda che sono belli questi scarafaggi!”

Non l'avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura ma la gelosia se lo stava letteralmente mangiando vivo.

<< Kankuro? >>

Lui batté gli occhi voltandosi, vide Matsuri che si mise a sedere compostamente accanto a lui.

<< Va tutto bene? >>

Lui annuì.

<< Ma certo piccoletta >>
<< Sembri così pensieroso... ne vuoi parlare? >>

Lui ispirò tentato da quella proposta, ma preferiva non coinvolgerla inoltre il suo orgoglio glielo impediva.

<< Iee. Sto bene, tranquilla >>

Lei annuì.

<< Perchè non ti unisci agli altri? >>
<< Sono molto stanco e preferisco riposare >>
<< Wakatta >>



*




Due giorni dopo arrivarono a Konoha.
I ninja del villaggio tornarono nelle rispettive case mentre i ninja di Suna si recarono in un albergo poco lontano dal palazzo dell'hokage.
Grazie a Naruto non era stato difficile trovare quattro camere.

Sari e Sen si fiondarono in camera e due secondi dopo iniziarono a litigare per la disposizione dei letti.
Mikoshi ed Ittetsu appena sfiorato i materassi sprofondarono in uno stato di coma apparente.
Sumire e Matsuri stavano sistemando i loro letti quando videro entrare Temari, sistemare la sua roba nell'armadio e sedersi sul letto riposandosi un po'.
Mentre la ragazza faceva tutto ciò le due gemelle continuavano a fissarla perfettamente immobili.

<< Che avete da guardare? >>
<< Temari-sama non dovevate dormire in camera con Kankuro-sama? >>
<< No >>

Sumire annuì capendo la situazione.

<< Stanotte si va dal genio e tu non vuoi avere sorveglianti eh? >>

Temari si voltò completamente rossa in viso.

<< Che cosa? Non è vero! E poi... e poi porta rispetto sono un tuo superiore! >>
<< Ok Temari-sama. Cerchi di non fare rumore quando rientrerà in camera alle tre di notte Temari-sama >>

Alla jounin partì un inquietante tic all'occhio destro ma non proferì parola preferendo uscire con aria indignata.
Una volta chiuse la porta Matsuri scoppiò a ridere.

<< Sei veramente tremenda nee-chan >>
<< Naaa... solo sincera >>


*



Qualche ora dopo Sumire aveva deciso di farsi coraggio ed affrontarlo.
Si era alzata e si era diretta a passo svelto davanti la sua camera, era quasi arrivata quando una voce le fece venire un infarto.

<< Gatto! >>

Chiuse gli occhi controllando la sua tachicardia e poi si voltò.

<< Ciao Naruto >>
<< Ero venuto apposta per te! Hai già cenato? >>
<< Iee >>
<< Allora preparati a mangiare il ramen più buono dell'universo >>

Lei alzò un sopracciglio e mise le mani sui fianchi.

<< Teuchi? >>
<< Eeesatto! Dai vieni >>

Le prese la mano e la trascinò verso il chiosco.

Dall'interno della camera 38 Kankuro, steso sul letto, assottigliò gli occhi e digrignò i denti.

<< Adesso si fa dare pure gli appuntamenti la sera >>



*



Dopo la cena Naruto e Sumire si erano seduti su un tetto mente Matsuri aveva preferito fare una passeggiata insieme a Sakura e Hinata.

In quei pochi giorni la neko aveva conosciuto le due ragazze ed era stata molto cortese nei loro confronti.
Erano simpatiche e divertenti e da subito erano andate molto d'accordo anche se Naruto si era accorto del suo sguardo severo che non mancava di riservagli quando gli altri erano distratti.

<< E' carina Hinata >>

Ecco che arrivava la bomba.

<< Dai Sumy. Dì quello che pensi >>
<< No sul serio è carina. Poi, così, a naso, ho visto che ha due bei motivi per cui ti piace tanto... >> disse facendo un'equivocabile gesto con le mani.
<< Sumy... >>
<< Due gran bei motivi... >>
<< Sumire! >> disse Naruto diventando rosso.

Lei rise divertita per poi tornare subito seria.

<< Sai quando ci siamo conosciuti tu avevi in mente due obbiettivi, due tarli fissi nel tuo cervello: riportare a casa il tuo amico scomparso e... Sakura-chan >>

Naruto se possibile arrossì ancora di più.

<< Non è vero! Volevo solo recuperare Sasuke e diventare Hokage >>

Sumire inclinò la testa verso destra e sbuffò.

<< Che ti ricorda questo? “Sakura-chan è tanto carina”, “Sakura-chan ha gli occhi come il prato”, “lo sai che quando picchi Jiraia mi ricordi un po' Sakura-chan?” >>

Fregato.

<< Hinata non l'hai accennata nemmeno una volta >> si era limitata a commentare.

Naruto chinò lo sguardo ed ispirò.

<< Sakura sta con Sasuke... ed Hinata è una gran brava ragazza, è bella e molto dolce... e io le voglio un gran bene >>

Sumire incrociò le braccia al petto contrariata ma non commentò oltre: gli occhi del suo amico dicevano più di qualsiasi parola.
E quello che avvertì le fece capire che era meglio non parlare o commentare.
Decise di cambiare discorso.

<< E comunque il ramen lo faccio meglio io >>
<< Adesso non esagerare, il tuo è buono ma quello di Teuchi non lo batte nessuno! >>



*



Verso mezzanotte Sumire tornò nella stanza, e come aveva intuito, Temari non c'era.
Matsuri era sotto le coperta ma non dormiva: era intenta a leggere un libro.

<< Ma bentornata >> disse un po' contrariata.
<< Ciao Matsu >>
<< Non dovresti fare così tardi. Lo so che vorresti divertirti ma Suna non ci fa bella figura >>
<< Farai questo discorsetto anche a Temari quando torna? >>
<< Ovvio che no >>

Sumire sbuffò contrariata: non era la prima volta che la sorella usava quel tono di monito con lei.
Andavano d'accordo e si volevano bene ma la ragazza si comportava ancora come se dovesse farle da balia: la controllava, si preoccupava per lei e la ammoniva.
Più di un anno fa quando le faceva da guardia del corpo lo capiva e poteva accettarlo, ma adesso le due erano allo stello livello, erano due chunin e della stessa età.
Stava decisamente esagerando.
Decise che quello era il momento buono per mettere in chiaro le cose.

<< Perchè credi che io voglia fare la kunoichi Matsuri? >>

Lei alzò la testa e batté le palpebre sbigottita non sapendo bene cosa rispondere, ci rifletté un paio di minuti poi iniziò a parlare.

<< Perchè così puoi usare le armi, puoi combattere e non devi seguire le regole che ti erano state imposte. Per te è una cosa molto divertente.. e poi... >>
<< Per stare con te >>

Lo disse con un tono serio e vagamente deluso che fece ammutolire la sorella.

<< Per vivere con te... cretina >>
<< Oh... >>
<< Il mio non è un capriccio da principessina viziata, non è un gioco, anzi prendo questa scelta molto seriamente. Non è soltanto perché ho fatto un giuramento. Io voglio avere l'occasione di vivere con te, di averti vicina. Sei tutta la mia famiglia Matsu.... >>

La sorella continuava a fissarla con uno sguardo nuovo e si vergognò.
Sumire aveva iniziato a camminare avanti ed indietro gesticolando con le mani.

<< Per carità non nego che combattere, svolgere le missioni, uscire con della gente nuova non mi renda felice, ma la mia priorità sei tu.
La kunoichi posso farla anche ad Iwa ma se mi sto impegnando è per rimanere qui accanto a te >>

A Matsuri tremarono le labbra.

<< Sumy... ane-chan... >>
<< Potresti piantarla di considerarmi come una tua missione? >>

La ragazza finalmente si rese conto di essere stata troppo pressante.

<< Te lo prometto sorellina >>
















***
Angolo dell'autrice.

Perdonate il ritardo, ho davvero tanto da fare in questo periodo.

Che ne pensate di questo capitolo? Ho immaginato che un tipo come Sumire potesse andare molto d'accordo con Naruto (anche se lui fa amicizia con tutti).
Inoltre ho voluto dare un piccolo omaggio alla coppia NaruSaku alla quale sono sempre fedele nonostante nel manga le cose siano andate in maniera diversa.
Grazie a tutti i lettori. A presto.

Violetta_

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 -Facciamo pace- ***


Facciamo pace








Quattro giorni dopo i ninja tornarono a Suna.
Kankuro entrò nell'ufficio del fratello per fare rapporto.

<< Ohayo otouto >>
<< Ciao Kankuro >>

Lui gli poggiò i fogli sulla scrivania ed il Kazekage li sfogliò leggendo rapidamente poi alzò gli occhi per guardare quelli castano-verdi del fratello.

<< Come mai ci avete messo tanto? >>
<< Chiedilo a Tua sorella >>
<< Perché quando si comporta in modo sconsiderato di colpo diventa mia sorella? >>
<< Perché tu le concedi troppo potere >>

Gaara roteò gli occhi al cielo.




*




Sumire era di guardia in uno dei perimetri del palazzo del kazekage: era un compito noioso ma visti tutti i pensieri che aveva in quel periodo non ci fece neanche caso.
Si mise a guardare il cielo e sospirò pensando al marionettista.
Dopo la loro ultima missione a Konoha non si erano più rivolti la parola, non si erano nemmeno visti.
Quella situazione stava diventando insopportabile.




Possibile che il loro rapporto si fosse dissolto così nel nulla? Come se quello che avevano vissuto nell'ultimo anno non contasse?




No non poteva accettarlo.

<< Hei guarda la >>

Takasha la scosse dai suoi pensieri.
La compagna di squadra aveva le mani in tasca e guardava in alto, Sumire guardò nella sua stessa direzione: il tempo stava per cambiare drasticamente.
Una ventina di minuti dopo il cielo da azzurro diventò grigio e cupo ed una forte tempesta di sabbia si abbatté sul villaggio.

Baki si affacciò da una delle finestre.

<< Ragazze tutte le squadre di guardia sono congedate a causa della tempesta. Forza, rientrate dentro >>




*




<< Maledizione >>

Si portò la punta dell'anulare alla bocca avvertendo il sapore ferroso del sangue.
Quella dannata marionetta aveva dei meccanismi ancora più piccoli ed intricati di Sasori. Sperava veramente ne valesse la pena.
Il vento era talmente forte che faceva spostare le gambe delle marionette appese il che provocava un particolare rumore, quasi come un ticchettio.
Il lavandino del bagno aveva preso a gocciolare in un modo che dava sui nervi al ragazzo. Tuttavia era così concentrato da non farci caso.

A parte ciò il silenzio era imperante.

Nel laboratorio, nonostante tutti i controlli, la sicurezza e le trappole c'era un punto debole: la presa d'aria, ovvero una piccola finestrella che serviva per il ricambio d'aria, necessario per un laboratorio pieno di segatura e veleni.
Era in un punto talmente nascosto che solo Kankuro ne era a conoscenza e solo lui sapeva dove sbucava.

Almeno così credeva.

<< Che ci fai qui? >>

Era riuscito a notare uno strano spostamento d'aria, qualcosa di anomalo ed aveva immediatamente drizzato le orecchie ed acuito i sensi riconoscendo la persona ora dietro di lui.
Era sporca di terra e sabbia e aveva i capelli completamente in disordine.

<< Nulla sono passata per un saluto >> disse con semplicità, ma si poteva riconoscere una punta di tensione.
<< Fuori c'è una tempesta. Sei una vera incosciente! >>

Sumire fece spallucce inclinando appena il capo.
Kankuro non si era nemmeno voltato e continuava imperterrito a lavorare dandole le spalle.
Dopo qualche minuto di imbarazzante silenzio si decise a parlare.

<< Mi manchi >> disse con una franchezza tale da risultare disarmante.

Lui batté due volte le palpebre colto in fallo.
Prima che potesse rispondere lei lo anticipò facendo sue passi verso la scrivania e guardando verso l'alto.

<< Non ero mai stata qui >>
<< In realtà ci sei già stata una volta >>

Sumire ricordò con imbarazzo quel momento, quando si era tolta il velo e gli aveva raccontato tutta la verità.

<< Ma era buio e di certo in quell'occasione non mi sono messa a guardare i dettagli della stanza. Ci sono un sacco di marionette >>

Kankuro finalmente si girò a guardarla, la ragazza era ormai di fronte il tavolo da lavoro e aveva piegato il busto in avanti per poter osservare meglio la marionetta.

<< Una nuova creazione? >>
<< Non dovresti stare qui Sumire >> disse severo.

Lei deglutì ma continuò a far finta che fosse tutto a posto.

<< Che cosa inserirai nelle dita? Veleno? >>

Lui inspirò e cercò di ignorarla voltandosi nuovamente.
Sumire si sedette dietro di lui e chinò lo sguardo.

<< Parlami Kankuro >>

Lui assottigliò lo sguardo ma continuò a dedicarsi alla marionetta.

<< Non ce la faccio più >> continuò a voce molto bassa << questa situazione sta diventando davvero pesante per me >>
<< Credi che per me sia facile? >> sibilò quasi con rabbia.

Sumire deglutì ed iniziò ad avvertire gli occhi pizzicare, il suo respiro farsi pesante e un notevole disagio.

<< Si può sapere che ti prende? Che ho fatto di sbagliato? >>

Kankuro digrignò i denti e si mise a cercare qualcosa dentro la sua cassetta degli attrezzi.

<< E' perché qualche volta non ho seguito alla lettera i tuoi ordini? >>

No quello era troppo.
Kankuro negli ultimi anni era riuscito a far salire in modo considerevole il suo livello di pazienza ma Sumire era riuscito a superarlo.

<< Qualche volta? Qualche volta Sumire? >> non stava urlando ma con quello sguardo faceva comunque il suo effetto.

Lei si guardò intorno non sapendo come rispondere, ma non ce ne fu bisogno poiché Kankuro si era girato verso di lei, benché fossero entrambi seduti la ragazza si sentì sovrastata.

<< Hai una vaga idea di quante volte sono dovuto intervenire al consiglio per non destare sospetti in modo da non farti cacciare? Di quante volte mi hai fatto prendere un infarto con le tue iniziative da irresponsabile? >>

Sumire spalancò gli occhi. Non era arrabbiato per il suo atteggiamento, ma per quello che lei rischiava.
Era preoccupato per la sua incolumità e in quel periodo si era comportato in quel modo per non farla cacciare dal villaggio e per farla salire di livello.
Aveva pensato a lei per tutto il tempo.

<< E non contenta ti metti a fare gli occhi dolci a Kiba, abbracci e coccoli Naruto e chissà che cosa altro che io non voglio nemmeno concepire! >> disse mentre il suo tono di voce diventava man mano sempre più alterato.

D'un tatto l'umore di Sumire cambiò.
Il ragazzo stava letteralmente sproloquiando e in un anno e mezzo non lo aveva mai visto perdere il controllo in quel modo.
Non era più spaventata per una possibile rottura, non era più nervosa, anzi era rassicurata, quasi raddolcita da quella situazione.
Lui era preoccupato e soprattutto era tremendamente geloso.
Altro che stancato di lei.

<< Io voglio te >>

Kankuro interruppe all'istante il suo personale stream of consciousness prendendola a fissare come se le fossero spuntate due orecchie in più.
Sumire ne approfittò per continuare.

<< Io voglio stare con te. Non ci penso proprio a farmi cacciare dal villaggio o a farmi ammazzare da un nemico... o a stare con un altro >>

Kankuro deglutì non sapendo che dire.
Era ancora frustrato, irritato, arrabbiato per quello che era successo in quel periodo e per come si erano messe le cose tra loro.
Ma quegli occhi e quelle frasi lo avevano disarmato.
Dannati occhioni oltreoceano straordinariamente belli.

La ragazza abbassò lo sguardo e vide una goccia di sangue uscire dal dito del marionettista.

<< Sanguini >>
<< Non è niente >> mormorò.

Senza nemmeno ascoltarlo gli prese la mani svelta ma con delicatezza e rilasciò una minima dose di chakra.
Lui non si ritrasse né protestò ma si limitò a guardarla torvo.

<< Sei davvero un tipo distratto. Anche quando ci siamo conosciuti eri ferito ricordi? >>

Rilassò il viso scrutando quello della ragazza: era più deperito e stanco, si capiva che era molto triste ed avvilita.
Non riuscì a rimanere arrabbiato con lei, poggiò la mano libera sulla sua guancia sfiorando il suo labbro inferiore col pollice.

<< Goumen-ne... >>

Lei sospirò ed arrossì imbarazzata.

<< Anche io ho esagerato. Goumen >>

Il ragazzo l'attirò a se facendole appoggiare la testa sul suo petto e stringendola con dolcezza.




*




Temari era nel suo ufficio intenta scrivere una lettera quando qualcosa la fece distrarre. Un futile, piccolo, dettaglio che in quel momento alla ragazza sembrava un problema insopportabile: la scrivania traballava.




E quando era successo?
Dov'era lei?




Irritata si alzò prendendo un foglio e piegandolo più volte per poi poggiarlo sotto la gamba incriminata.
Si rimise a sedere e quel maledetto oggetto continuava a muoversi facendole sbavare le lettere.

<< Mendokuse >>

Si incazzò per la scrivania e si incazzò doppiamente per aver detto quella parola. Tirò la penna contro al muro ed iniziò la sua personale battaglia con un innocuo pezzo di legno.




*




Lo scambio di baci si stavano facendo man mano sempre più intenso.
Erano partiti con un innocente bacio sulle labbra, non ricordavano nemmeno chi era stato a cominciare tuttavia adesso entrambi faticavano a staccarsi l'uno dall'altra ed il loro respiro si stava facendo via via più pesante.

Sumire si mise a cavalcioni su di lui mentre le mani del ragazzo erano scese sui fianchi.
Lei iniziò a lasciare una scia di baci sul collo mentre sentiva che Kankuro le stava sfilando la maglietta.

<< Kankuro! >>

Si bloccarono ed immediatamente si allontanarono l'uno dall'altra come folgorati da una potente scossa elettrica.
Sumire si sistemò la maglietta mentre Kankuro si mise velocemente in piedi andando ad aprire la porta.

<< Ciao Temari. Cosa c'è? >>

La ragazza inclinò la testa notando l'ospite: istintivamente assottigliò lo sguardo.

<< Che ci fa lei qui? >>
<< Le sto insegnando delle tecniche da marionettista >>
<< Mh... è venuta qui nonostante la tormenta? >>
<< Yee. Era già a palazzo di turno nella zona est >>

Quando ci si metteva il master of puppets sapeva sfoggiare una impenetrabile faccia di bronzo.

<< Comunque mi sistemi la scrivania? Traballa e mi da fastidio >>
<< Hai >> sbuffò << Arrivo subito aspettami in ufficio >>

Rimasti soli si voltò verso Sumire, era ancora piuttosto provato ma stava riacquistando lucidità.

<< Goumen... >>
<< Tranquillo >> gli sorrise << Va pure. Ho il permesso di assemblare questi pezzi? >> disse indicando i pezzi di marionetta.

Lui annuì ed uscì dalla camera.

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 -Una gemella molto gelosa- ***


Una gemella molto gelosa








Quella mattina Matsuri si svegliò con l'odore aromatico del caffè e quello di una golosa torta.
Corrugò la fronte e guardò l'orologio: le sette in punto.

Strano, Sumire se poteva si crogiolava volentieri a letto fino a metà mattina.

Si alzò ed andò in cucina.

<< Buongiorno >>
<< Buongiorno sorella. Tazza di the? >>

Era di ottimo umore.
Era passato qualche giorno dalla riappacificazione tra lei e Kankuro: finalmente non si sentivano braccati da stupide regole o da chissà quale norma etica.
Era stata promossa come chunin della sabbia a pieni voti e quindi nessuna voce di corridoio le avrebbe fatto rischiare l'espulsione adesso era a tutti gli effetti una kunoichi di Suna.
Ovviamente non avevano ostentato nulla ma finalmente la situazione si era calmata, erano usciti insieme una o tre volte ed erano riusciti a parlare.
Finalmente tutti i suoi dubbi e le sue preoccupazioni erano svaniti.

Matsuri si sedette di fronte al tavolo e si tagliò una fetta di torta.

<< Come mai così pimpante di prima mattina? >>

Lei fece spallucce.

<< Mi sono svegliata presto ed avevo fame >>
<< Mh >>

Matsuri annuì poco convinta.

<< Comunque devo andare nell'ufficio del Kazekage per dei documenti >>
<< Si... documenti... certo >>
<< Smettila con queste allusioni! >>



*


Matsuri entrò nell'ufficio del kazekage.

<< Gaara? >>

Si sorprese di non trovarlo lì.
Lo cercò per qualche minuto poi decise di uscire.


*


Gaara era in compagnia di Kankuro ed un paio di shinobi intento a tornare da una piccola perlustrazione alle mure nella zona ovest quando la loro attenzione si spostò verso un gruppo di ragazzi ammassati l'uno sopra l'altro: si comportavano in modo molto strano e col loro brusio stavano facendo molta confusione.
Gaara storse il naso.

<< Ma che succede? >>

Si avvicinarono incuriositi.
Il gruppo era formato in prevalenza da genin dell'accademia ma c'erano anche alcuni chunin e civili, quei ragazzi stavano fissando l'interno della finestra di uno dei piccoli campi di allenamento al coperto.

<< Oddio guarda là >>
<< Che spettacolo >>
<< Oh mamma... >>

Sumire si stava allenando, faceva particolarmente caldo quel giorno e la ragazza aveva optato come tuta un top corto viola e dei pantaloncini neri.
Stava facendo delle flessioni e non si era accorta di essere notata.

Un ragazzo diede una gomitata ad un suo amico ammiccando.

<< Ma è quella promossa da poco? >>
<< Si si. Dovrebbe essere assegnata ad un team, ma non so bene quando >>
<< Mi metto in lista come compagno nel suo team >>
<< Anche io la vorrei tanto come …. Sensei! >> il ragazzo urlò l'ultima parola sorpreso e spaventato.
<< Sensei? Guarda che è una chunin >>

Il gruppo si voltò e gelarono all'istante: dietro di loro c'erano i fratelli Sabaku.
Ma la cosa strana è che a spaventate a morte non era stata la presenza del Kazekage bensì lo sguardo raggelante del master of puppets.

<< Kazekage-sama... Kankuro-sensei >>

Kankuro era perfettamente immobile, aveva alzato soltanto il braccio destro con l'indice che puntava verso di loro, dopo una manciata di interminabili secondi aprì bocca:

<< Cosa.State.Facendo? >>

Il suo tono di voce risuonava vagamente omicida, persino Gaara corrugò la fronte leggermente inquietato.
I ragazzi più distanti riuscirono a darsela a gambe ma i più sfortunati si limitarono a tremare e a balbettare.

<< Noi... noi... niente... >>
<< Ce ne stavamo andando Kankuro-sama... >>
<< Si adesso ce ne andiamo >>

Kankuro stava per esplodere, era lì lì per liberare le sue marionette e ricoprire di veleno quei disgraziati quanto vicino la porta di ingresso del campo videro altri due ragazzi sbattere malamente contro un muro e dopo essersi ripresi correre terrorizzati.
I due fratelli si guardarono perplessi dando così l'occasione a quei poveretti di scappare, poi si avviarono verso quella direzione e videro una Matsuri dallo sguardo terrificante fulminare quei due genin.

<< E non vi permettete mai più a comportarvi da incivili! >>

Sentendo tutto quel frastuono Sumire aveva aperto la porta e si era portata una mano davanti le labbra completamente incredula.

<< Ma che diamine? Matsu …? >>

Quando capì la situazione non poté fare a meno di arrossire offesa: era convinta che stando in mezzo a dei ninja avrebbe trovato un ambiente più serio e si sarebbe potuta allenare senza dover pensare a certe futilità.

<< Non ti avevo mai vista sfoderare un atteggiamento simile. Che ti è preso? >>

Matsuri si girò verso di lei ancora visibilmente arrabbiata.

<< Niente >> disse secca.
<< Complimenti piccoletta ottimo gancio destro >>

Le due gemelle si voltarono incrociando lo sguardo dei due Sabaku, bastò la vista di Gaara per far scomparire tutta l'ira della ragazza che si inchinò portando le mani all'altezza del petto.

<< Goumen. Sono mortificata >>

Contro ogni aspettativa lui alzò un sopracciglio e guardò Sumire.

<< Tranquilla Matsu ho visto di peggio >>

La prese per mano e fece qualche passo, poi continuò a parlare in modo che lo sentisse anche la gemella.

<< … a quanto pare la gelosia è un vizio di famiglia >>

Sumire gonfiò le guance indispettita quando vide una giacca sventolarle davanti, si girò molto lentamente fino a vedere il profilo del suo ragazzo.

<< Perché me la dai? >>
<< Potresti coprirti? >>
<< Ma ci saranno quarantadue gradi all'ombra! >>



*



<< Non avrei mai pensato che tu potessi essere tanto gelosa di tua sorella >>
<< Non sopporto la maleducazione. E poi non mi sta bene che le si manchi di rispetto così... >>

Gaara deglutì.
Se quelli erano i presupposti si ripromise che che mai e poi mai le avrebbe rivelato che per lui Sumire era una strega impertinente, alle volte veramente insopportabile.

<< … ha molto talento. L'hai detto tu stesso no? >>

Perso in quei pensieri non si era accorto che la ragazza aveva continuato a parlare, aveva udito solo l'ultima frase.

<< Hai... una kunoichi con molto talento >>

Lei gli rivolse un sorriso dolcissimo.

<< Quindi sei d'accordo? Non sai quanto te ne sono grata! >>

Lui strinse la mano della ragazza girando la testa.

Di che diamine stava parlando?

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 -Un "semplice" favore- ***


Un "semplice" favore







Mai e poi mai avrebbe immaginato di cacciarsi in una situazione simile.
In effetti chi l'avrebbe mai detto che quel ragazzo posseduto da un demone e con evidenti turbe mentali si sarebbe mai ritrovato nel panico perché non aveva ascoltato la sua ragazza?

Era una cosa tipica di Naruto o Shikamaru, non certo da lui.

Eppure era così.

Sul momento non ci aveva dato molto peso, dopotutto Matsuri era una ragazza semplice e molto rispettosa del suo ruolo di kage. Probabilmente gli aveva chiesto il permesso per un'inezia.

Ma quella mattina la ragazza aveva ripreso l'argomento.






§§

Stava catalogando alcuni documenti e d'un tratto si era fermata guardandosi intorno imbarazzata.

<< Eeto... Gaara? >>

Lui stava scrivendo una lettera, poggiò la penna ed alzò la testa.

<< Mh? >>
<< Per caso hai deciso quando iniziare? >>

Lui si accigliò appena e lei abbassò lo sguardo ancora più in imbarazzo.

<< Se ci hai ripensato non fa niente. Lo capisco >>

Alla vista di quegli occhioni velati dalla tristezza reagì d'impulso.

<< Iee iee non ho cambiato idea. Penso tra qualche giorno >>
 

§§





Ci aveva rimuginato tutto il giorno prima ed anche la notte ma proprio non aveva idea di cosa avesse accettato.
Matsuri era stata così felice per quella sua risposta che non se l'era sentita di dirle la verità.

Aveva solo pochi giorni. Doveva scoprire che cosa gli aveva chiesto la ragazza.

Ma come?

Steso sul divano del suo ufficio si portò il dorso della mano sulla fronte.
Alla fine gli venne in mente un'idea.
C'era un'unica soluzione ed il solo pensiero gli fece gelare il sangue nelle vene.




*




<< Un favore? >>
<< Si. Un favore >>

Sumire alzò un sopracciglio e Gaara le spiegò la situazione dicendole cos'era successo due giorni prima.

<< ...Scopriresti per favore quale richiesta le ho accettato? >>

La ragazza fece un sorriso per nulla rassicurante.

<< Davvero tu sei andato a cacciarti in una situazione simile? >>
<< … hai >> disse pacato ma con una punta di imbarazzo.

Sumire incrociò le braccia al petto riflettendoci su.

<< Quindi non è una missione >>

Ecco che saliva l'ansia.

<< No, non lo è >>
<< Voglio una cosa in cambio >>

Gaara deglutì.

<< Che cosa? >>

Sumire estrasse un foglio dalla giacca, lo rilesse velocemente e infine lo poggiò sulla scrivania di fronte a lui.

<< Non posso fare una cosa del genere >>
<< Io dico di si >>

Ne discussero per venti minuti buoni e alla fine la kunoichi ricevette la sua risposta.

<< Wakatta >>

La ragazza sorrise vittoriosa.

<< Sapevo che in fondo eri una persona ragionevole pandolino >>




*




Temari stava mangiando un dango seduta sulle mura esterne del villaggio era pomeriggio inoltrato, il sole stava calando dipingendo tutto ciò che circondava di arancione.
Sbadigliò e sbuffò sdraiandosi sulla calda sabbia e chiuse gli occhi.

<< Poi sarei io il pesaculo? >>

Aprì gli occhi ed istintivamente le si formò un sorriso che scomparve rapidamente.

<< Ero stanca di aspettarti. Come al solito sei lento come un bradipo! >>

Shikamaru si avvicinò a passi svelti verso la ragazza.

<< Ho fatto più in fretta che ho potuto >>
<< Tutte scuse >>

Temari si alzò in piedi e lo prese per il colletto guardandolo famelicamente negli occhi.
Lui stava per abbracciarla avvicinando le labbra alle sue...

<< Shikamaru >>

Il ragazzo si voltò di scatto riconoscendo la voce di Geppetto.

<< Kankuro... ciao >>
<< Che succede? >>

Per Temari non fu difficile fingersi incazzata.

<< Niente, la solita lentezza dei ninja di Konoha >>

Lo strattonò per poi lasciarlo con poca grazia e si voltò.

<< Vieni su >>

Kankuro guardò prima la sorella poi il ragazzo con aria dubbiosa.




*




Quella sera Sumire era sdraiata sul divano intenta a mangiare un biscottone e a leggere un libro, di tanto in tanto gettava un'occhiata a Matsuri che preparava la cena. Stava aspettando il momento buono per fare la sua mossa.
Si alzò e si avvicinò a passi lenti ai fornelli con le mani dietro la schiena.

<< Che cucini 'tsu 'tsu? >>

Lei girò il cucchiaio seccata.

<< Uffa, lo sai che detesto essere chiamata così. Comunque sto facendo il riso con verdure al curry >>
<< Sai? Mi sembri più allegra del solito >>
<< Ontoni? >>

Sumire annuì vistosamente.

<< E' successo qualcosa di bello? >>

Matsuri posò il cucchiaio e unì le mani all'altezza del petto com'era solita fare quando era emozionata.

<< In effetti si. Non te ne ho parlato prima perché volevo farti una sorpresa... ma non resisto più >> disse finendo la frase con una vocina entusiasta.

Le raccontò cos'era successo dopo il suo allenamento durante la passeggiata col Kazekage.

<< … così gli ho detto che mi sono comportata in quel modo perché non sopporto la maleducazione. E poi non mi sta bene che ti si manchi di rispetto così... sei mia sorella, la mia unica famiglia. Ma non è solo questo: non sopporto che ti si tratti come se fossi una bambolina quando hai fatto un'ottima figura agli esami dei chunin >> Fece una pausa girando il capo << Presa dalla foga ho aggiunto che potresti addirittura svolgere le missioni speciali per diventare jounin insieme a me dopotutto hai molto talento. E lui sai che mi ha risposto? >>

Sumire alzò un sopracciglio, aveva la netta sensazione di conoscere già la risposta.

<< Che cosa ha detto? >>
<< “Hai. Molto talento” >>



Bingo.



La ragazza finse di provare stupore mente Matsuri strinse le mani a pugno agitandole per l'emozione.

<< Insomma Gaara ha accettato di farci svolgere insieme delle missioni speciali per farci diventare jounin! >>

Per essere promossi e diventare jounin, i chunin dovevano possedere dei requisiti specifici: dovevano superare un test di tattica, affrontare un combattimento contro più sfidanti e dovevano aver completato con successo almeno due missioni speciali.
Ma cosa più importante dovevano essere proposti da un sennin o dal kage in persona, senza la sua approvazione infatti tutti gli altri sforzi sarebbero risultati vani.

Gaara l'aveva proposta qualche mese prima ma non si era ancora deciso a affidarle le due missioni.
Matsuri aveva già superato il test di tattica e dato che aveva partecipato alla guerra non aveva bisogno di un ulteriore combattimento conto più sfidanti.

Dato che Sumire aveva ampiamente dimostrato le sue doti da stratega e le sue abilità in combattimento, teoricamente aveva tutte le carte in regola per essere proposta il problema è che era diventata chunin da poco quindi forse un'ulteriore promozione sarebbe risultata troppo repentina.

<< E Gaara ha accettato senza fare problemi? >>
<< Hai. Non ci credevo neanche io! >>

Sumire si sforzò per non ridere sicura che non ci avrebbe creduto nemmeno il panda in persona quando glielo avrebbe raccontato.

<< Inizieremo tra qualche giorno >>


Eh i maschi: possono essere i più forti, i più incorruttibili, i più impenetrabili ma alla fine bastano sempre gli occhi dolci di una bella ragazza per farli finire nei guai.


<< Non vedo l'ora Matsu >>

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 -Distrazioni- ***


Distrazioni








Quella notte la temperatura era scesa considerevolmente.
Dopo il caldo afoso degli ultimi giorni l'umidità era aumentata e improvvisamente era scoppiato a piovere, il vento era molto forte tanto che i vetri alle finestre emettevano dei piccoli rumori di tanto in tanto.

Kankuro era nel suo laboratorio, come quasi sempre preferiva dormire lì che andare in camera sua.
Era sdraiato sul letto e stava sfogliando dei manuali medici, necessari per rendere efficaci i suoi nuovi veleni.
D'un tratto udì la finestrella della presa d'aria aprirsi dall'esterno.
Chiuse il libro e si girò a guardare: vide le gambe di una ragazza dondolare per scendere.

<< Sumy che diamine ci fai qui? >>

Lei dondolò le gambe ancora più velocemente.

<< Seriamente, quella non è una port... >>

Si alzò all'istante e le andò incontro non appena si accorse che la ragazza era congelata e bagnata fradicia.
Era molto più bianca del solito e tremava, le dita delle sue mani avevano persino una sfumatura violacea, gliele sfregò nel tentativo di riscaldarla.

<< Dai che esagerato >> disse lei con poco fiato battendo i denti.
<< Sei tu che sei incosciente. Certo potevi almeno vestirti con qualcosa di più pesante >>

La ragazza aveva una semplice maglietta viola, dei pantaloncini neri e dei calzettoni neri che le arrivavano a metà coscia.

<< Non sentivo molto freddo quando sono uscita di casa >>
<< Ho notato >>
<< E poi si è messo a piovere all'improvviso. Che razza di paese! >>
<< Siamo nel deserto ed in questo periodo il tempo cambia molto velocemente >>

Sumire chiuse gli occhi e poggiò la testa sul suo petto.

<< Grazie >>

Lui le sorrise e la avvicinò a se col braccio sinistro.

<< Figurati. Va meglio? >>

Lei annuì e diede un bacio sulle labbra.

<< Ti secca darmi dei vestiti asciutti? Vado a farmi una doccia prima di beccarmi una polmonite >>
<< Adesso esce fuori il tuo buonsenso eh? >> si allontanò aprendo un cassetto estraendone una delle sue maglie nere << Tieni >>
<< Se seguissi sempre il mio buonsenso sarei tremendamente noiosa >>

Lui scosse la testa e si rimise a letto riprendendo a leggere, udiva lo scrosciò della doccia proveniente dal bagno a pochi passi da lui.
Dieci minuti dopo Sumire si asciugò ed indossò la maglia dal ragazzo: le calzava più come vestito che come maglietta, era morbida e calda ed aveva il suo odore. Insomma la adorava.

Uscì dal bagno e diffuse una nube di vapore per la stanza.

<< Meno male che non sto lavorando >>
<< Scusa ma finalmente mi sono riscaldata >>

Kankuro la fissò per qualche istante: aveva le guance arrossate ed i capelli sciolti.
Era da tantissimo tempo che non vedeva i suoi capelli liberi da acconciature o trecce, erano leggermente mossi e lunghissimi.
Provò un'emozione molto forte simile a quella che provò quando l'aveva vista per la prima volta.
Era semplicemente stupenda.

Lei non si era accorta della reazione che aveva suscitato nel ragazzo intenta com'era a sistemarsi la cinta rossa sui fianchi, nel farlo lo spacco destro alla base della maglietta mise in bella vista la morbida curva del suo fianco destro e le sue cosce bianche.

<< Arigatò. Questa maglia è comodissima >>

Il ragazzo batté le ciglia e cercò di concentrarsi nella lettura.

<< Di nulla >>

Sumire gattonò sul letto, si mise di fronte a lui e abbassò il libro per vedere cosa trattava.

<< Che leggi? >>
<< Io... ecco... medicina >> disse serio, un po' burbero e rosso come un peperone.

Vedendolo in quello stato la ragazza non poté fare a meno di preoccuparsi.

<< Stai bene? >> gli mise una mano sulla fronte << Non è che hai preso freddo anche tu? >>

A quel punto Kankuro capì che il “momento lettura” era andato a farsi benedire.
La fissò con un'espressione molto seria e decisa, le prese delicatamente la mano e la spostò dalla sua fronte.
Sumire dapprincipio corrugò le sopracciglia stranita ma poi gli si avvicinò ulteriormente, chiuse il libro poggiandolo sul comodino e si mise a cavalcioni su di lui.
Il ragazzo le circondò la schiena affondando la mano destra tra i suoi capelli, erano ancora umidi e molto morbidi, la avvicinò a se dandole un lungo bacio.
Quando si staccarono lei gli sfiorò la punta del naso con il suo.

Kami. Da quanto tempo non erano così vicini?

Erano passate due settimane da quando avevano fatto pace ma anche se erano usciti insieme qualche volta non avevano passato molti momenti intimi, il più delle volte si erano incontrati alla serra o quando lei faceva un turno di guardia.

<< Mi sei mancato molto >>

Kankuro le diede un altro bacio e sorrise contro le sue labbra.

Quello era uno dei pochi momenti in cui la ragazza mostrava di essere realmente conciliante nei suoi confronti: i suoi movimenti si facevano più lenti ed incerti, diventava tutta rossa e la sua voce diventava bassa e dolce.

Gli venne in mente la loro prima volta: allora oltre ad essere a disagio lei era anche molto intimorita tanto che quando finalmente trovò il coraggio di rivelargli la sua totale inesperienza erano già andati oltre i semplici baci.
Chi se l'aspettava bella e sfrontata com'era?

Poggiò le mani sulle sue spalle facendole scivolare sino ai suoi fianchi, continuò fermandosi sulle sue cosce, sbirciò il suo petto che si intravedeva per via del colletto troppo largo e poi salì con lo sguardo sino alle sue labbra guardandole in modo molto concentrato.

Sapeva bene che se avesse continuato così l'avrebbe avuta completamente alla sua mercé probabilmente sino alla fine.
Di solito quel momento in cui era dolce e remissiva durava solo pochi minuti ma quella era una situazione particolare: la ragazza era a disagio, erano stati lontani a lungo e, anche se avevano ripreso a vedersi e a parlarsi come un tempo, lei aveva bisogno di ritrovare quella particolare complicità.
La sua parte più egoista lo tentò di continuare, spogliarla completamente e approfittarsene, ma la ignorò quasi subito preferendo mettere entrambi a loro agio.

<< Ti sta davvero bene la mia maglietta >>

Ruppe il silenzio usando un tono dolce ma decisamente più scherzoso e Sumire non poté che ringraziarlo mentalmente, si sentiva molto tesa.
Gli sorrise ed afferrò un lembo della maglia.

<< Bene allora me la tengo >>

Lui assottigliò lo sguardo ed arricciò il naso, era dannatamente geloso delle sue cose e non le cedeva facilmente.

<< No. Non ci provare >>

La ragazza poggiò le mani sul suo petto e lo guardò dritto negli occhi.

<< Spiacente ma ormai ho deciso. E' mia >>

Kankuro sciolse il nodo della cinta rossa e la gettò a terra sostenendo il suo sguardo.

<< E io ti ripeto che questa maglia non te la do >>

Lei fece spallucce, avvicinò le labbra sul suo orecchio e parlò con voce bassa ed estremamente seducente.

<< Allora credo proprio che dovrai riprendertela da solo... >>

Lui ridacchiò e salì con le mani in modo molto lento alzando la maglietta sino ai suoi fianchi, si fermò notando che la ragazza non portava biancheria intima, le gettò una rapida occhiata ma non se ne accorse poiché aveva preso a dargli dei morbidi baci sul collo.
Continuò a risalire con le mani sino a sfiorarle il seno mentre lei gli aveva lasciato una scia di baci sul collo e adesso gli stava solleticando la mascella con le labbra, aprì gli occhi e gli diede un veloce bacio sul labbro inferiore poi si allontanò di qualche centimetro ed alzò le braccia in modo che lui potesse sfilarle la fantomatica maglia.

Kami se era bella.

I capelli le erano ricaduti sulla schiena mentre i ciuffi più corti le incorniciavano il viso.
La avvicinò nuovamente a se riprendendo a baciarla con maggior foga sulle labbra, poi sul collo e scese lentamente sino all'incavo tra i seni. Le sue mani intanto la accarezzavano in modo dolce ma toccavano punti a lei molto sensibili.

<< Mh... >>

Sumire avvolse le braccia intorno al suo collo stringendosi ancora di più contro di lui, chiuse gli occhi e gemette.
Non le dispiaceva affatto essere coccolata in quel modo, soprattutto perché il suo compagno ormai aveva imparato a conoscere molto bene il suo corpo, ma dopo un po' non volle essere da meno: sciolse il suo abbraccio e poggiò la mani sul suo viso dandogli dei piccoli baci intorno alle labbra, utilizzando solo i polpastrelli delle dita cominciò a sfiorarlo scendendo velocemente sino a toccare il bordo della sua maglietta. Si scostò nuovamente da lui ed afferrò i lembi della stoffa ma quando provò a sollevarla venne bloccata per i polsi e si ritrovò velocemente sotto di lui.

Entrambi si guardarono negli occhi decisi fronteggiandosi per qualche secondo.
Adoravano provocarsi a vicenda, stuzzicarsi con quei piccoli dispetti, in quei mesi in cui erano rimasti distanti non ne avevano avuto l'occasione quindi dovevano recuperare.

La ragazza iniziò a muovere le braccia ma con poco successo.
Kankuro fece un piccolo ghigno: sentiva che la forza della sua ex allieva era aumentata, ma ancora non bastava per liberarsi dalla sua presa.

<< Ecco che succede a non allenare abbastanza i muscoli delle braccia >>

Sumire arricciò il naso e roteò gli occhi, questo aumentò l'ilarità del ragazzo: era troppo divertente metterla alle strette.

Nemmeno due secondo dopo lei gli cinse i fianchi con le gambe, strinse con forza bloccandolo sopra di se e con un movimento del bacino invertì nuovamente le posizioni.

Nessuno dei due aveva intenzione di cedere il controllo all'altro.

<< Ecco cosa succede ad abbassare la guardia >> disse lei contro le labbra del ragazzo.

Kankuro allungò il collo rubandole un veloce bacio e le lasciò i polsi. Sumire ne approfittò per sfilargli la maglietta, si sorprendeva sempre nel vedere quanto fosse ben modellato e tonico il suo corpo sotto quella tutona nera.
Gli baciò il petto, gli sfiorò gli addominali con la punta della lingua scendendo lentamente sino al bordo dei suoi pantaloni.
Kankuro afferrò un lembo della coperta stringendolo con forza.
Sumire fece un mezzo sorriso soddisfatto ed approfittò di quel momento di distrazione per sfilargli i pantaloni ed i boxer gettandoli a terra, si avvicinò nuovamente al ragazzo col suo piccolo ghigno di vittoria stampato sul volto ma Kankuro le prese delicatamente il viso cercando le sue labbra e ribaltò nuovamente le posizioni, questa volta con più dolcezza.
La ragazza gli diede una serie di dolci baci sul collo ed aprì le gambe. Kankuro si mise sopra di lei puntellando i gomiti sul materasso in modo da non gravare col suo peso, le stuzzicò il lobo dell'orecchio, le baciò le guance, la punta del naso ed infine la guardò fisso negli occhi dandole un bacio sulle labbra.

Al momento dell'amplesso chiuse gli occhi ed iniziò a muoversi sopra di lei.

Sumire incurvò la schiena e mosse il bacino contro il suo con movimenti lenti e ben calcolati.
Il jounin si chinò baciandogli la curva inferiore del seno destro e risalì piano per poter succhiare delicatamente il capezzolo.
La ragazza aprì la bocca e gettò la testa indietro, gli accarezzò la schiena attirandolo maggiormente a se.
Puntellò il piede sinistro sul materasso dandosi la spinta per ribaltare le posizioni e una volta fatto poggiò le mani sul suo petto riprendendo a muovere il bacino.
Kankuro alzò il busto il tempo necessario per baciarle il collo e poi si distese poggiando le mani sui suoi fianchi.

Le spinte diventavano man mano più veloci mentre i loro respiri si facevano sempre più pesanti.
Kankuro le afferrò le natiche e diede l'ultima spinta, Sumire poggiò le mani sul materasso e strinse con forza la coperta.

<< Mmmh... ah... >>

Quando ebbe finito lui buttò la testa sul cuscino riprendendo fiato
la ragazza si distese poggiando la testa ed una mano sul suo petto stanca ma soddisfatta.

<< Wow... >> riuscì a dire Sumire dopo qualche minuto << … dovremmo litigare più spesso >>

Si guardarono negli occhi.

<< … >>

Dopo qualche secondo di silenzio entrambi scoppiarono a ridere.

<< Quanto sei baka >> disse Kankuro portandosi la mano destra sulla fronte.
<< Non sono baka >> rispose Sumire mentre continuava a ridere.

Pochi secondi dopo il ragazzo cambiò espressione e si girò sul fianco destro fissandola intensamente negli occhi. Sumire smise di ridere e ricambiò lo sguardo.

<< Vieni qui... >>

Le cinse la vita con un braccio e la attirò a se, coprì entrambi con la coperta e le diede un dolce bacio sulle labbra.





*





Temari entrò nell'ufficio del fratello con uno strano atteggiamento, sembrava avere fretta anche se era molto brava a controllarsi.

<< Va tutto bene? >>

Lei sorrise e si avvicinò alla scrivania.

<< Hai hai. E' molto tardi Gaara, non credi che dovresti andare a letto? >>

Lui stava per girarsi in modo da guardare fuori dalla finestra ma prima che potesse farlo la sorella attirò nuovamente la sua attenzione.

<< Ti va di pendere un thè con me in cucina? >>

Lui aggrottò la fronte confuso, la sorella aveva un che di strano ma non sapeva bene come definirlo.

<< Va bene... inizia a scaldare l'acqua io finisco di firmare questi permessi e arrivo >>

La ragazza guardò rapidamente fuori dalla finestre riconoscendo il famoso ciuffo castano e Gaara alzò nuovamente lo sguardo.

<< C'è qualche problema? >>
<< Iee iee... Però vieni a farmi compagnia dai... >>

Lui fece spallucce e si alzò dalla sedia.

<< Va bene andiamo >>

Due secondi dopo Temari udì un tonfo sordo e roteò gli occhi al cielo.



Baka cry baby.







*






Kankuro scostò una ciocca di capelli dal suo viso e le diede un bacio guardandola con dolcezza.
Era davvero bella quando dormiva, le labbra appena dischiuse e rosse, i capelli scompigliati sul cuscino.
Era calma, tranquilla.

Il ragazzo sorrise, le era mancata davvero.
Circondò la sua vita col braccio sinistro e la strinse a se.
Lei si mosse nel sommo mugugnando qualche parola che lui non capì.
Aveva accavallato una gamba sulla sua vita e si era appiccicata al suo petto.

Rise il più silenziosamente possibile nel costatare che la ragazza, una volta addormentata, diventava dannatamente calda, quasi incandescente, tranne per i piedi che erano stranamente congelati.
Era una creatura strana sotto tutti i punti di vista ma a lui andava bene così.


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Capitolo 20
*** Capitolo 20 -Baka panda- ***


Baka panda







<< Nani? >>

Gaara guardò Sumire limitarsi ad annuire: era entrata nel suo ufficio stranamente molto presto quella mattina riferendogli che cosa aveva accordato a Matsuri qualche giorno prima.
La chunin dovette trattenersi parecchio per non scoppiare a ridergli in faccia, la sua espressione era impagabile.

<< No. Non se ne parla >>
<< Ascolta Gaara, lo so cosa pensi: sono troppo impulsiva e diventare jounin è impossibile al momento per me. Ma ti posso assicurare che sarei perfettamente in grado di affrontare queste missioni >>
<< Il problema non sei tu >> si la sciò sfuggire.

La ragazza rimase allibita un paio di istanti prima di parlare.

<< Che? >>



Accidenti. Accidenti. Accidenti.



Poco tempo dopo la guerra Matsuri si era allenata sino allo stremo per aumentare le sue capacità ottenendo degli ottimi risultati e così gli aveva domandato se potesse proporla come jounin.

Allora i loro rapporti erano decisamente più distaccati e lui aveva temporeggiato, all'inizio aveva negato ma la ragazza si era dimostrata più tenace di quanto pensasse dunque le aveva concesso di proporla a patto che le prove si fossero svolte con un tempo molto distaccato l'uno dall'altro.

Per sua fortuna il test di tattica si era dimostrato molto difficile per la ragazza, poco incline a mettere a rischio la vita dei compagni, ma alla fine le sue spiccate doti organizzative le avevano permesso di superare la prova e adesso mancavano solo le due missioni.

<< Sei preoccupato per lei vero? >>

Sumire aveva poggiato i gomiti sul tavolo ed aveva avvicinato il viso al suo guardandolo con occhi indagatori.
Gaara si trovò a disagio.

<< Io.. >> deglutì << Io non penso che... >>
<< Tu hai paura che possa essere in pericolo o che questa promozione possa allontanarla da te >>

Gaara distolse lo sguardo e lei ebbe la conferma dei suoi dubbi.

<< Tu hai paura di perderla >>

Il kazekage arrossì come poche volte in vita sua.
Sumire gli diede un buffetto sulla fronte e si mise a ridere.

<< Questo tuo lato è davvero dolce >>
<< Non metterei mai in pericolo una persona del mio stesso villaggio >> provò a difendersi.

La ragazza poggiò con forza il palmo sinistro della mano sulla scrivania.

<< Piantala con queste scuse. Dovresti aver imparato ormai che riesco a leggerti nella testa >> disse poggiando l'indice della mano destra sulla sua fronte.

Purtroppo per Gaara era vero.

<< Non hai nulla di cui preoccuparti baka panda. Matsuri è perfettamente in grado di affrontare le missioni più rischiose >> fece spallucce ed alzò le braccia << ….detesto ammetterlo ma l'hai allenata bene >>

No. Aveva forse ammesso che era un bravo sensei?

<< Inoltre ti è molto legata, non sarà certo una piccola promozione a separarvi >>

Gaara la guardò con la coda dell'occhio riflettendo su quelle parole: promuovere la sua adorata allieva era sempre stato motivo di stress per lui, ma sapeva che era una cosa inevitabile, e comunque con quel diavolo di ragazza accanto non avrebbe corso un grande rischio.
Accennò un sorriso.

<< Vi assegnerò una missione tra qualche giorno. Il tempo di scegliere la più adatta >>
<< Yay! Ci sarà da divertirsi >>
<< Non iniziare ad esultare, non è sicuro che verrete promosse >>
<< Non sottovalutare noi Murasaki, panda >>

Si alzò e si diresse verso la porta. Gaara la guardò camminare a passo svelto intenta ad uscire dalla stanza.
Sapeva che era una sorella gelosa e che per chissà quale motivo non provava una grande simpatia nei suoi confronti, ma nonostante ciò lo aveva rassicurato e in un certo senso lo aveva incoraggiato nel suo rapporto con Matsuri.

<< Arigatou strega >>
<< A te pandolino. Ci vediamo >>





*






Per Shikamaru era arrivato il momento di tornare al suo villaggio.
Stava aspettando l'arrivo di Temari alle porte di Suna guardando il cielo di Suna con aria inebetita come al suo solito.
Sbadigliò ed incrociò le mani dietro la nuca.

<< Sveglia! >>

Il ragazzo sobbalzò riconoscendo la dolce voce della sua dolcissima partner.

<< Mh... >>
<< Dai Shika un po’ di moto! >>

Lui portò gli avambracci davanti alle arecchie e si girò dandole le spalle.

<< Per te è facile parlare >>
<< Perchè mai? >>
<< Non usi jutsu che ti sfiancano! >>

A Temari pertì un tic all'occhio destro.

<< Ti vorrei far presente che io i jutsu li uso inoltre ti avviso che non è affatto semplice usare le mie armi! >>
<< Ti riferisci a quel ventaglietto? >>
<< Come dici scusa!? >>
<< Quel ventaglietto è un’arma insulsa a confronto dei miei jutsu >>
<< Ok se sei tanto sicuro >> la ragazza slegò il ventaglio dall'imbragatura e lo poggiò a terra << Tieni. Usalo contro di me >>

Shikamaru sbadigliò e si alzò in piedi. Tentò di sollevarle il ventaglio con un'aria spavalda convinto di avere la forza sufficiente, ma crollò rovinosamente a terra, finendoci sopra.

<< Ma quanto cavolo pesa?! >> esclamò tentando di rianimare il braccio con cui aveva provato il sollevamento.

Lei sfoderò uno dei suoi sorrisi.

<< Tsk. Non è un giocattolo per bambini. Figurati per bambini frignoni ... >>

Shikamaru portò le mani sui fianchi e chinò lo sguardo.

<< Mendokuse... >>
<< Comunque io vado ad allenarmi col mio ventaglietto >>

Stava per andarsene quando il jounin la prese per un braccio e l'attirò a se baciandola sulle labbra.

<< Spero di rivederti presto >>
<< Sarà difficile. Non ho molte missioni come ambasciatrice al momento >> gli diede un altro bacio << … comunque conoscendoti ti ficcherai in qualche guaio e io sarò costretta ad intervenire per salvarti >> disse ridendo.

Shikamaru roteò gli occhi al cielo.

<< Mendokuse. Non cambi mai >>






*






Dopo aver finito di pranzare Matsuri era andata al campo di allenamento aveva distribuito una serie di bersagli sempre più piccoli ed aveva iniziato a colpirli col suo giavellotto.
Era riuscita a diventare così abile con quell'arma che era diventata temibile sia in difesa che in attacco.

<< Complimenti >>

Si voltò e sorrise riconoscendo Gaara, si avvicinò velocemente a lui.

<< Arigatò Gaara. Come mai sei qui? >>
<< Ci ho pensato a lungo e ho deciso quale missione affidare a te e Sumire >>

Alla ragazza brillarono gli occhi.

<< Ontoni? >>
<< Hai. Tra due giorni >>

La ragazza sorrise e lo abbracciò entusiasta.

<< Arigatò >>

Lui arrossì e ricambiò impacciatamene il suo abbraccio.

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 -Missione speciale- ***


Missione speciale








Kankuro era nel suo laboratorio stava squadrando la testa di Karasu da cinque minuti quando d'un tratto non vide più nulla.

<< Cucù >>

Sumire si era messa dietro di lui poggiando il petto sulla sua schiena e coprendogli gli occhi con le mani.

<< E' piuttosto tardi >> disse lui sorridendo, senza scomporsi.
<< Na tranquillo. Che fai? >>
<< Sto cercando di aumentare le armi nella testa di Karasu >>

Lei spostò la testa guardando verso il tavolino.

<< Uh. Ma ciau Karasu >>

Il fatto che parlasse con le sue marionette lo adorava.
Anche se la sua preferita non era Karasu.

<< Donde estàs Sax? >>

Kankuro aggrottò la fronte non capendo.

<< Sax? >>

Sumire fece spallucce e sorrise. Sapeva bene che ci voleva un po' per capire il suo slang.

<< Sasori >>

Lui scosse la testa.

<< Non te lo dico. L'ultima volta c'è mancato poco che lo facessi esplodere >>
<< Eddai ero nel panico e poi stavo cercando di aiutarti >>
<< Non mi convinci lo stesso >>

Lei si inginocchiò accanto a lui e poggiò le labbra sul collo del ragazzo.

<< Ontoni? >> disse con voce bassa e seducente.
<< Ontoni. Non attacca >> disse lui chiudendo gli occhi.
<< Eddai voglio dimostrarti che la so usare >>
<< No no no >>

Iniziò a dargli dei caldi ed umidi baci alla base del collo. Kankuro dovette poggiare la testa di Karasu sulla scrivania.

<< Tanto non mi convinci >>

Si mise a cavalcioni su di lui e poggiò la mano sulla sua fascia rossa.

<< Smettila >>

Lei sorrise.

<< Sumy basta. Devo sistemare Karasu >>

Mosse la mano allentandogli la fascia della tuta.

<< Ok ok! Aspetta un secondo >>

Lei rise e alzò le braccia al cielo in segno di vittoria.

<< Yay! >>

Kankuro prese il rotolo e alzò l'indice.

<< Si ma lo controlli qui davanti a me. Non ti azzardare a scappare o a fare altri scherzetti dei tuoi >>

Lei annuì.

<< Tranquillo, hai la mia parola >>
<< Mh... >> la squadrò poco convinto << ... wakatta >>

Le diede il rotolo e Sumire si mise a muovere Sasori con una tale maestria che il marionettista stentò a credere ai suoi occhi.
Erano movimenti di media difficoltà ma comunque piuttosto notevoli ed anche molto precisi considerando il poco spazio che aveva.
Quando ebbe finito sigillò la suddetta marionetta nell'apposito rotolo e la consegnò al marionettista.

<< Visto? Adesso che mi dici? >>

Dopo un manciata di secondi di competa immobilità lui prese il rotolo lo posò sul tavolo dopo si sedette nuovamente per lavorare.

<< Stai diventando bravina >>
<< Solo bravina? >>
<< Hai >>
<< Comunque visto che ti ho dimostrato che so usare Sax potrei prenderlo in prestito per andare in missione? >>

Si accigliò.

<< Missione? >>
<< Hai. Sto per partire >>

Kankuro alzò un sopracciglio.

<< Come stai per partire? >>

Lei alzò gli occhi al cielo.

<< Ho una missione speciale. Tornerò tra qualche giorno >>

Kankuro batté le palpebre per qualche secondo.

<< Come speciale? >>



*




<< Come hai potuto farmi questo? >>

Gaara alzò la testa e spalancò gli occhi sorpreso ed irritato: solitamente era sua sorella a spalancare la porta e ad entrare senza nemmeno aver bussato, se adesso questo vizio lo prendeva pure il fratello la cosa avrebbe potuto generare molti problemi.

<< Ciao Kankuro. Che cosa avrei fatto? >> disse in modo molto calmo.

Il fratello maggiore poggiò i palmi delle mani sulla scrivania ed avvicinò il suo viso a quello del fratellino.

<< L'hai proposta a jounin. Perchè non me ne hai parlato? >>

Ah. Si trattava della ragazza. Adesso si spiegava quel comportamento.

<< Dovevo? >>
<< Io sono il suo sensei >>
<< Ex sensei. E poi non sarà una cosa repentina. Ci vuole tempo per queste cose lo sai anche tu >>

Kankuro incrociò le braccia ancora poco convinto.

<< Beh almeno dammi il compito di accompagnarla >>
<< Iee. L'ho già assegnato a Temari >>

Il jounin alzò la voce.

<< Come?! >>
<< Ha insistito >> disse lui pacato continuando a svolgere con calma le sue mansioni.



*



Matsuri e Sumire erano davanti alle mura del villaggio in attesa del loro terzo elemento.

<< Allora ragazze... >> Temari iniziò a parlare senza nemmeno fermarsi. << Vi occuperete del trasporto di questi due rotoli. Devono essere recapitati a Kumo il prima possibile >> disse sventolandoli davanti a loro << Vi accompagnerò sino a Konoha poi dovrete proseguire da sole. È chiaro? >>

Le due sorelle si guardarono negli occhi intuendo l'intenzione della bionda.
Sumire accennò un sorrisino per poi tornare subito seria.

<< Hai Temari-sama >>



*



Il Team si diresse nell'ufficio dell'hokage, per i ninja stranieri il rilascio dei pass non era più necessario da anni, ma era comunque consuetudine presentarsi al kage o ad uno dei suoi collaboratori.
Bussarono alla porta attendendo una risposta dall'altro lato.

<< Avanti >>

Per fortuna l'hokage di tanto in tanto arrivava puntuale in ufficio.
Non appena Temari aprì la porta Naruto si alzò andando incontro a Sumire.

<< Gatto! >>
<< Salve hokage >>

Nonostante lui fosse il kage e lei una chunin di un'altro villaggio questo non gli impedì di abbracciarla sotto la piena disapprovazione di Temari.

<< Siamo qui in veste di ospiti Sumire e Matsuri si intratterranno per qualche ora, io per qualche giorno >> tagliò corto la jounin prima di guardarsi intorno.
<< Oh perché non resti un po' più a lungo? >> chiese Naruto mettendo le mani sulle spalle di Sumire.
<< Mi spiace Naruto, non mi è possibile ho degli impegni >> non disse alcun dettaglio poiché era pur sempre in missione.
<< Wakatta. Beh allora buona permanenza a Konoha >>

Una volta uscite dal palazzo dell'hokage Sumire si voltò verso Temari.

<< Temari-sama potremmo usare la stanza che ha preso all'hotel per riposarci prima di proseguire con la missione? >>
<< Wakatta >> disse lanciandole la chiave.



*



Ok che si domandava quando l'avrebbe rivista ma vedersela piazzata lì di prima mattina appena tre giorni dopo che si erano separati gli sembrava eccessivo.
Shikamaru scostò i capelli sciolti che gli cadevano ostinatamente davanti il viso e si stropicciò gli occhi certo che stesse ancora sognando.

<< Shika... >>

Ora la sentiva pure. Ma che aveva bevuto ieri sera?

Allungò una mano toccandole una guancia e lei gli diede uno schiaffo. A questo punto capì che non era un'allucinazione.

<< Che ci fai qui? >>
<< Non sei contento di rivedermi? >>

Per tutta risposta lui sbadigliò facendo irritare tremendamente la ragazza.

<< Cafone >>
<< No... eddai... scusa ma stavo dormendo >>

Non fece in tempo ad uscire dalla sua camera che si ritrovò un cucchiaio di legno dritto in fronte. Si inginocchiò e premette le mani dove di lì a poco gli sarebbe spuntato un grosso bernoccolo.

<< Ahi ma porca di quella miseria ladra... >>
<< Shikamaru insomma comportati da bravo padrone di casa e offri qualcosa alla tua ospite! >>

Udire la voce di sua madre gli fece quasi sparire il dolore.

<< Ma perché non le prepari tu una tazza di the? >>
<< Perchè io devo andare a fare la spesa. Pelandrone! >>

Si appoggiò al muro nel tentativo di riprendere il pieno controllo dei suoi sensi e udì distintamente le voci delle due donne della sua -orribile- vita.

<< Temari cara ci rivedremo quando torno? >>
<< Ma certo Yoshino. Trascorrerò qui qualche giorno >>

Oh quanto erano dolci. Due paste di zucchero!

Quando finalmente scese le scale sua madre era uscita e Temari era seduta davanti il tavolo in cucina.

<< Buongiorno >>
<< Buongiorno “Temari-cara” >> disse mimando la voce di sua madre mentre si legava i capelli.
<< Dormito bene? >> lo stuzzicò lei.

Shikamaru inspirò a lungo, riempì il bollitore dell'acqua e lo mise sul fornello.

<< Una meraviglia >> disse poi con un sarcasmo più che evidente.

Temari si alzò e lo abbracciò poggiando la testa sulla sua schiena.

<< Cos'è questa storia che rimani qualche giorno? >>
<< Le mocciose dovevano andare in missione nel paese del fulmine e io le ho accompagnate sino a qui. Quando torneranno me ne andrò pure io >>
<< E scommetto che questo Gaara non lo sa >>
<< No infatti non lo sa >>
<< Non hai paura che le due possano causare problemi? In fondo l'hai detto tu che sono due mocciose >>
<< E' solo una banale consegna e poi ho evocato Kamatari per controllarle. Te ne occupi tu a far tacere Naruto? >>

Lui spalancò gli occhi.

<< Perché? Sei andata nel suo ufficio? >>

Temari gli diede un bacio sul collo annuendo.
Shikamaru sapeva bene che avrebbe dovuto fare un sacco di fatica per convincere Naruto a tenere la bocca chiusa.

<< Mendokuse perchè mi odi così tanto? >>

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 -Momento nero- ***


Momento nero











Dopo essere uscita da casa Nara, Temari andò nella sua stanza d'hotel.
Le due gemelle le avevano fatto trovare la camera in modo impeccabile: pulita, sistemata, nessuno si sarebbe accorto che qualcuno aveva dormito in quella stanza, il che era un buon segno per due ninja.

<< Mh un buon inizio >> disse tra se e se.

Poggiò la sua sacca dentro l'armadio e si sdraiò sul futon dormendo un paio d'ore.




*




Intanto nell'ufficio dell'hokage...

<< Temari è venuta a trovarti... >>

Il capo villaggio fingeva di leggere dei rotoli mentre guardava di sottecchi il suo collaboratore nel tentativo di estorcergli qualche informazione privata. Ogni tanto gli saliva la vena pettegola e allora non lo fermava più nessuno.

Il collaboratore in questione aveva capito tutto ma cercava di evitare la conversazione.

<< Già >> si limitò a rispondere.

Naruto inclinò la testa i lato con un sorrisino furbetto.

<< E come mai? >>
<< È qui per una missione speciale >>
<< E di che si tratta? Solitamente mi chiede appuntamento quando deve svolgere delle missioni qui >>

Shikamaru roteò gli occhi al cielo.

<< Non è questo il luogo della missione... e poi diciamo che è più un'accompagnatrice >>
<< E chi accompagna? >>
<< … nessuno di importante >>

Naruto annuì distrattamente portando due dita sul viso per riflettere. Poi spalancò gli occhi colto da un'intuizione.

<< Per caso c'entra la promozione di Sumire? >>

Shikamaru imprecò mentalmente.


Dannazione! Dimenticava che quei due erano come fratelli.


<< Per favore Naruto tieni la bocca chiusa >>




*




Temari si trovava sulla veranda di casa Nara intenta a leggere un libro le piaceva quel posto l'aria era fresca ed era un posto molto tranquillo, e poi la vista sul giardino non era affatto male.

Verso il tardo pomeriggio vide Shikamaru varcare il cancello di casa con le mani in tasca e la testa bassa.

<< Ciao >>
<< Ciao Tem >> disse secco.

Il ragazzo si sfilò le scarpe e le gettò malamente in giardino, subito dopo si avvicinò alla ragazza, si sdraiò accanto a lei e poggiò la testa sulle sue gambe.

Temari lo guardò di sottecchi.

Era di umore nero. Naruto sapeva essere una compagnia divertente ma come capo richiedeva un sacco di attenzioni, inoltre la maggior parte del tempo toccava a lui tenerlo in riga, dargli consigli, fare la persona matura insomma.
E non è che la sua indole gli rendesse il compito facile.

La ragazza continuò a leggere, aveva tutta l'aria di una che se ne stava infischiando della situazione, fatta eccezione per quella mano che aveva poggiato sul braccio del ragazzo ed aveva iniziato a muoverla come a fargli un massaggio.

<< Mia madre è dentro? >>
<< Iee... >>

Si girò e poggiò il viso contro la pancia della ragazza.

<< Svegliami tra due ore. Ti porto a mangiare fuori in quel locale che ti piace >>

Temari spostò la mano dal suo braccio alla sua testa ed accennò un sorriso.





*




Si trovavano in uno dei ristoranti del villaggio seduti in uno dei tavoli privati l'uno di fronte a l'altra ed aspettavano la loro ordinazione.
Stavano parlando come persone civili quando improvvisamente vennero interrotti sa un'altra coppia.

<< Eeeehi minna! Buonasera >>
<< S... salve >>

Erano Naruto ed Hinata erano appena entrati nel ristorante e si erano avvicinati al loro tavolo.

<< Siete usciti per un appuntamento eh? >> diede delle piccole gomitate a Shikamaru << ...che bravi >>
<< S... sono contenta di vedervi ragazzi >> disse la ragazza dai capelli blu col suo solito timido modo di fare.

Temari iniziò a battere il piede contro il pavimento, se Naruto risultava troppo invadente per i suoi gusti Hinata era talmente remissiva da farle venire il latte alle ginocchia, era peggio di Matsuri.

<< Potremmo mangiare tutti e quattro insieme che ne dite? >>

La kunoichi di Suna non ebbe nemmeno il tempo di rispondere che l'hokage si era seduto accanto a Shikamaru ed Hinata accanto a lei.

<< Avete già ordinato? >>
<< Hai >> risposero le due mosche nere all'unisono ed anche leggermente seccate.

Naruto però non afferrò l'antifona e continuò a ridere tutto contento.

<< Meglio così risparmiamo tempo >>

Temari serrò il pugno talmente forte da polverizzare il bicchiere per l'acqua.



Si prospettava una cena molto, molto lunga.





*





Quella sera stava sistemando i suoi vestiti nella sacca quando udì degli strani rumori fuori dalla finestra.
Aprì e vide Shikamaru appollaiato sul tetto dell'hotel.

<< Nara >>
<< Sabaku >>

Il classico saluto da innamorati insomma.

<< Puzzi di fumo >>
<< Lo so. Mi fai entrare? >>
<< Quale parola non hai capito nella frase: “puzzi di fumo”? >>
<< Le ho capite tutte ma in nessuna c'è il significato “divieto di ingresso” >>

Temari roteò gli occhi al cielo.

<< Era implicito >>

Shikamaru gli sorrise con fare innocente.

<< Davvero? >>

La ragazza inspirò reprimendo gli istinti violenti e gli fece cenno con due dita di entrare per la gioia del Nara che scavalcò la finestra e si distese sul letto.
Non appena poggiò il posteriore sul materasso la bionda spalancò gli occhi ed alzò la voce.

<< No. Puzzi troppo, togliti da lì >>
<< Eddai... >>
<< No >>

Lui si buttò di peso sul letto ed incrociò le braccia nonostante gli occhi iniettati di sangue che lo puntavano.

<< Non provocarmi Crybaby >>
<< Mendokuse >>

Temari aveva sfoderato il suo ventaglio ma non ebbe il tempo di aprire nemmeno la prima luna che Shikamaru l'afferrò saldamente per le cosce e la mise contro il muro.

<< Mendokuse >> disse contro le sue labbra.

La ragazza girò il viso e fece una smorfia di disgusto.

<< Bleah quest'odore è insopportabile >>

Nonostante la sua indole pigra il cervo non si arrese anzi sfruttò quella posizione per dargli una serie di baci sul collo. Quando sentì la sua compagna dimenarsi premette il bacino contro il suo e rafforzò la presa.

<< Sei. Un. Bastardo >> sibilò lei.
<< Sta zitta seccatura >>

Prese la fascia rossa del kimono e lo sfilò con un gesto secco buttandolo a terra, subito dopo allargò la scollatura ed affondò il viso tra i suoi seni.

Dopo un primo momento di incazzatura Temari si lasciò andare: gli tolse la giacca e gli sfilò la maglietta.

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 -Ritorno a Suna- ***


Ritorno a Suna










Quella mattina Temari si svegliò prima del solito e iniziò a sistemare le sue cose dentro i rotoli da viaggio.
Erano passati ormai quattro giorni dal suo arrivo, e secondo i suoi calcoli le gemelle sarebbero tornate a breve.
Guardò l'orologio e uscì dalla locanda per un breve allenamento.




*




Yoshino stava lavando i piatti della colazione appena consumata.

<< Shikamaru? >>
<< Eh? >> emise lui ancora assonnato.
<< Non rispondere “eh” sii più educato >> lo ammonì << Io vado a trovare papà... >>

Il ragazzo alzò lo guardo diventando immediatamente serio. Quell'argomento era ancora molto difficile da affrontare.

<< … vorrei chiedere a Temari di accompagnarmi >>

Nonostante potesse sembrarlo quella non era un permesso ma l'ennesima prova che la madre considerava ormai la dinamica ragazza di Suna una di famiglia.

<< Vado a chiamarla >>




*




Quando vide Shikamaru in lontanza aveva appena sfoderato una tecnica a tre lune col suo ventaglio.
Posò la sua arma pronta a sfoderare la sua ancor più letale lingua quando le parole del ragazzo la fermarono.

<< Vorresti venire? Ovviamente non sei obbligata >>

Lei posò il ventaglio sulla schiena con un movimento veloce e poi si avvicinò al ragazzo rispondendo con tono serio.

<< Certo che vengo >>




*




Circa una ventina di minuti dopo i due componenti della famiglia Nara e la Sabaku si trovarono di fronte la tomba di Shikaku.

A capo chino, con gli occhi chiusi ed in assoluto silenzio i tre porgevano il loro saluto al Jounin.

Temari socchiuse gli occhi avvertendo un nodo in gola che non riusciva a sopprimere, tentò di deglutire ma il gesto le risultva molto difficile.
Nutriva un rispetto incondizionato per il defunto Nara, forse se ne avesse avuto l'occasione di frequentarlo avrebbe nutrito un affetto che non aveva potuto rivolgere al padre.

Shikamaru poggiò una mano sulla sua spalla e la ragazza si voltò specchiandosi nei suoi occhi castani.
Era uno sguardo comprensivo e grato, evidentemente aveva capito cosa le stesse passando per la testa.
Fece un mesto sorriso e poggiò una mano sulla sua.

<< Arigatou >>
<< A te... >>

Yoshino guardò la scena con la coda dell'occhio e poi spostò la sua attenzione verso la foto del marito.

Sicuramente anche lui avrebbe approvato quella ragazza.




*




Le gemelle Murasaki arrivarono verso sera e si recarono immediatamente nella locande dove alloggiava la caposquadra.

<< Allora? >> chiese Temari con tono autorevole e con le mani poggiate sui fianchi.

Matsuri prese la parola mettendosi sull'attenti.

<< La missione è stata svolta con successo Temari-sama >>

Lei inclinò la testa ed annuì.

<< Bene. Partiamo immediatamente >>

Shikamaru aggrottò la fronte.

<< Da loro il tempo di respirare >>
<< Non ti intromettere nelmio lavoro >> soffiò.
<< Wakatta >> rispose mestamente il ragazzo, poi si girò e fece un cenno col capo alle ragazze in segno di saluto.
Sumire lo salutò agitando la mano mentre Matsuri fece un educato inchino.
Temari si schiarì la voce e fece loro cenno di seguirla, immediatamente dopo sfrecciò per le vie del villaggio in direzione del cancello principale.




*




Impiegarono tre giorni per tornare a Suna ed una volta a casa andarono subito a fare rapporto.

<< Avanti >>

Le due sorelle entrarono e si inchinarono rispettosamente davanti a lui.

<< Salve Gaara-sama >>

Il ragazzo rimaneva sempre sorpreso nel vedere quanto le due erano simili.
Matsuri gli consegnò i fogli col rapporto per la missione ed il rapporto riguardo il comportamento delle due ragazze.

<< Temari-sama ha detto che potevamo consegnarla senza la sua presenza >>
<< Arigatou. Mi sono dimenticato dei documenti importanti nella sala del consiglio. Andresti a prendermeli? >>
<< Certo >>

Rimasti soli Sumire incrociò le braccia al petto ed alzò un sopracciglio.

<< Perchè l'hai mandata via con quella ridicola scusa? >>

Come facesse a beccarlo ogni volta era un mistero per lui, ma non si scompose ed aprì un cassetto e prese una busta e una piccola scatola.

<< Questo è per te >>

La ragazza portò una mano al petto e parlò con enfasi.

<< Oddio Gaara non dirmi che hai nuovamente deciso di chiedermi in moglie? >>

Gaara sbuffò.

<< Non ci penso minimamente tranquilla >>

Sumire rise ed aprì la scatola: dentro c'era una chiave, corrugò la fronte perplessa.

<< Che è? >>

Lesse il foglio di carta e spalancò gli occhi completamente senza parole.

<< No. Non ci credo >>

Quelli che teneva in mano erano le chiavi di casa Nekoi ed il contratto che attestava che le proprietarie dell'oasi erano lei a Matsuri.

<< Ma come hai fatto? >>
<< Ti ricordi che dopo la guerra i Daimyo si erano accorti che si erano formate delle zone neutre e avevano cominciato a discutere per decidere chi doveva impadronirsene? >>
<< E chi se lo scorda, è stato uno dei motivi per cui ero stata quasi costretta a sposarti >> disse con una punta di ribrezzo.

Gaara finse di non accorgersi di quella reazione esagerata.

<< Ho ottenuto buoni risultati con la suddivisione dei territori, il Daimyo è rimasto soddisfatto e mi doveva ancora alcuni compensi e basi militari. Ho rinunciato a parte del compenso per ottenere l'oasi >>

Sumire era completamente rossa per l'emozione e non riusciva quasi a parlare.

<< L'hai fatto davvero? >>
<< Hai >>
<< Io... >> non riuscì a controllare un sorriso gioioso << io non so cosa dire >>
<< Sarebbe la prima volta >>

Era convinto di averle risposto a tono quando lei fece una cosa che lo spiazzò: gli era andata incontro e lo aveva abbracciato.

<< Grazie. Grazie davvero Gaara >> era così commossa che sentiva gli occhi inumiditi.

Il ragazzo si sentì a disagio e rispose in modo un po' burbero.

<< In realtà l'ho fatto più per Matsuri che per te >>
<< Ah questo lo so, ma hai comunque accettato una mia richiesta >> Si allontanò di due passi ed assunse un'espressione molto seria << E ovviamente ti ripagherò di tutto >>

Gaara non si aspettava nemmeno quella frase.

<< Non è necessario >>
<< Oh si che lo è. Non ho intenzione di approfittarmene >>

Sumire poteva anche essere irritante e insofferente agli ordini ma quando si trattava di correttezza e responsabilità non si tirava certo indietro.

<< Ho dei fondi messi da parte e per quanto riguarda il resto svolgerò anche le missioni di livello inferiore >>

Dopo un momento di sorpresa il kage fece spallucce.

<< Wakatta. Come preferisci >>



*



Il marionettista, com'era solito fare quando aveva del tempo libero, lavorava chino sulla sua scrivania.

<< Ciao Kanky >>

Com'era solito negli ultimi tempi Sumire irrompeva nel suo laboratorio spezzando quel perfetto silenzio e quel clima di concentrazione che prima regnava incontrastato.

<< Che fai? >>
<< Ssh... sto lavorando >>

La ragazza si avvicinò quatta quatta con le mani dietro la schiena.

<< E' una bambola >> disse sorpresa.
<< Hai >> rispose distrattamente.
<< Ed è di porcellana... >> aggrottò la fronte confusa << Non è pratico né sicuro costituire e utilizzare come arma una marionetta del genere >>
<< Ho una mia idea e quando sarà pronta sarà una delle mie armi migliori >>

Sumire si grattò una tempia.

<< Credevo che Sasori fosse una delle tue armi migliori >>
<< Lo era >>
<< Perché? Si è danneggiato? >>

Lui aprì un cassetto estraendo un rotolo e porgendolo alla ragazza.

<< Perché adesso è tuo >>

Lei spalancò gli occhi.

<< Ontoni >>
<< Hai. Solo per due settimane però >>
<< Ecco lo sapevo che c'era la fregatura >>

Quando aprì la marionetta vide che lo sportello sulla pancia era stato modificato, lo aprì ed invece di trovarci la corda d'acciaio ci trovò delle bottiglie.

<< Ohmmiodio birra! >>

Ne prese una aprendola.

<< Che figata il mio Sa-bar personale >>

Quando lo aveva modificato si era scusato mille volte con lo spirito del vero maestro marionettista per quella modifica, ma doveva pur trovare una scusa plausibile per togliergli il veleno e gli ingranaggi più pericolosi.

Inoltre internamente era convinto che persino il Sasori originale averebbe approvato, trovando quella ragazza dannatamente simpatica.

<< Grazie micione >>
<< Di nulla neko >>

Certo che quel giorno la ragazza aveva ricevuto regali come se fosse il suo compleanno...














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Immagine realizzata da Dark Gaara per la sottoscritta un po' di tempo fa e non vedevo l'ora di usarla. Grazie ancora Gaby.


*Angolo dell'autrice*

Spero che il capitoletto vi sia piaciuto, che ne pensare di questa Sumire "un filino più gentile" con Gaara?
Ne approfitto anche per augurarvi buone feste, un bacione a tutti.
Buon Natale.

Violetta_



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Capitolo 24
*** Capitolo 24 -Incontri in piena notte- ***


Incontri in piena notte











Era una calda mattina a Suna nonostante il sole stesse sorgendo proprio in quel momento. Matsuri si mise a sedere e stiracchiò le braccia, sbadigliò e scostò le coperte alzandosi. Scostò le tende ed aprì la finestra inspirando l'aria del mattino.

Fece una rapida colazione e bussò alla porta della sorella: la sera prima infatti le aveva chiesto di svegliarla nel caso non avesse sentito la sveglia poiché aveva una missione quella mattina.

Non ricevendo risposta decise di andarsi a vestire per concederle qualche minuto in più di sonno. Una volta pronta bussò nuovamente.
Nessun segno di vita.
Roteò gli occhi ed entrò: vide la sagoma della ragazza sotto le coperte.

<< Sumy... >>
<< … >>
<< Sumire... >>

Nada. Iniziò a scuoterla delicatamente alla spalla.

<< Miuuu... >>
<< Sumire io devo andare: ho un impegno all'accademia e poi devo andare all'ufficio di Gaara. Su svegliati >>

La sua risposta fu detta in una lingua sconosciuta al suo orecchio.

<< Che cosa? >>
<< … sonno >>
<< Beh fattelo passare. Dai svegliati >>

Sumire emerse dalle coperte e si stropicciò gli occhi.

<< Ok, ok... mi alzo arpia >>
<< Bene, io vado. A dopo >>

Matsuri prese un plico di fogli ed andò in ufficio.
Sumire si alzò pochi minuti dopo, ringraziò tutti i kami che conosceva e la pazienza della sorella per averle preparato il caffè, dopo averlo bevuto andò in bagno cambiandosi velocemente ed uscendo subito dopo.





*






Perchè?


Perchè a lui?



Ok la sua infanzia, ok che aveva fatto del male a un sacco di persone... ma si era scusato ed aveva passato, anzi stava passanto, la sua vita a cercare di porvi rimedio.



<< ♪Always on my mind♫♪... trallalà♪ >>


Erano le sette del mattino. Come diamine faceva ad essere tanto vitale?


I suoi fratelli erano probabbilmente a letto e conoscendo Matsuri lei doveva già essere all'accademia ad aiutare i nuovi sensei.
E lui era da solo con L'incubo.

<< Perchè stai cantando Sumire? >>
<< Perchè cantare è divertente. Tu non canti mai Gaa? >>
<< ... No >>

Lei fece spallucce e riprese a cantare mentre aspettava di ricevere la sua missione.
 

<< Potresti fare meno rumore? >>
<< No >> rispose mimando la sua voce << ...e poi da fuori non si sente >>

Gaara incrociò le braccia al petto.

<< Ma nel mio ufficio si >>
<< Su un po' di musica non può che rallegrarti. Io lo so perchè sei sempre di cattivo umore: lavori troppo. Dai non è normale che sei già in piedi quest'ora... non siamo mica in tempo di guerra >>

Gaara alzò gli occhi al cielo.

<< Devo essere sempre efficiente per poter servire il mio villaggio e... >>

Lei non lo stava nemmeno ascoltando.

<< ♫ I'm really sorry about the things that I said ♫♪ ... I'm kinda jealous and a little but unlucky in love ♫ >>

Gaara ispirò e fondo ed infine scoppiò.

<< Fa silenzio! Te lo ordino come Kazekage >>

Sumire smise di cantare e lo guardò con un sopracciglio alzato.

<< Eccolo che si gioca la carta del Kazekage. Io non ti rammento mica che sono la hime del clan Murasaki di Tsuki. Ne? >>



Ecco che lo zittiva di nuovo.




*







Da un po' di tempo le cose andavano piuttosto bene a Kankuro, soprattutto se si parlava della sua relazione con Sumire, non aveva di che lamentarsi.

Stava smontando il corno destro di Kuroari quando udì dei passi svelti avvicinarsi sempre di più, pochi istanti dopo la porta di camera sua si spalancò.

<< Kankuro! >>

Era Sumire: aveva il fiatone ed andava molto di fretta.

<< Ciao Sumi... >>

Forse in realtà un'unica pecca c'era.
Aveva notato che la ragazza negli ultimi giorni era più frenetica del solito, svolgeva un sacco di missioni e quando non era fuori dal villaggio si occupava dei falchi, dei cani ninja o altri piccoli incarichi.
Non che ne fosse dispiaciuto, adorava il fatto che la sua fidanzata e sua ex allieva fosse così dinamica e ligia al dovere, ma cominciava a vederla stanca e con la testa altrove.

<< Ciao. Scusa per caso hai tu le chiavi della serra piccola? >>
<< Hai... >>
<< Me le daresti per favore? Servono delle piante officinali che alla serra grande non sono fiorite >>
<< Wakatta >>

Prese le chiavi e fece per andarsene ma si bloccò in modo così repentino da rischiare di sbattere la faccia contro la porta.

<< Ah qui ci sono gli elenchi dei serpenti velenosi che sono arrivati ieri >> disse mettendoli sulla scrivania.
<< Sei sicura di stare bene? >>
<< Hai >>
<< Hai mangiato? >>

Sumire aprì la porta uscendo dalla camera.

<< Hai >>
<< Che cosa? >> gridò lui per farsi sentire.
<< Eee... un bicchiere d'acqua >>

Svanì prima che lui potesse farle altre domande.
Kankuro si grattò la testa molto confuso ed anche un po' preoccupato.





*








Matsuri bussò, entrò nella stanza ed incrociò lo sguardo di Gaara.

<< Buongiorno >> disse lui come al solito gentile.
<< Buongiorno >> rispose lei facendo un rapido inchino, nonostante il ragazzo le avesse detto che certe formalità non erano necessarie certe abitudini sono dure a morire.

Iniziò immediatamente a mettere in ordine la pila di documenti che si formava ogni giorno, alle volte si domandava se non apparisse di notte sulla scrivania come un fungo.

Mentre svolgeva il suo lavoro un pensiero continuava a frullarle nella testa: la sorella ultimamente svolgeva missioni anche di livello molto basso, era molto più frenetica del normale, era piuttosto stanca e quindi dormiva molto più del solito per via di tutto quel lavoro.

In pratica stava cominciando a vivere con un mezzo zombie.

Gettò un rapido sguardo a Gaara, lui era concentrato coi suoi documenti e si sentiva a disagio a disturbarlo.
Si umettò le labbra e scostò una ciocca di capelli dal viso.

<< Vado a prendere altri fogli autenticati >>
<< Wakatta >>

Gaara alzò gli occhi stranito, aveva notato quello strano comportamento da parte della sua ex allieva ma decise di non dargli peso.

Matsuri tornò pochi minuti dopo e poggiò i fogli sulla scrivania, ricominciò a catalogare i documenti già compilati tuttavia il pensiero continuava ad affliggerla e alla fine prese coraggio e gli fece quella domanda.

<< Gaara posso chiederti una cosa? >>

Lui alzò la testa ed annuì.

<< Certamente >>
<< Come mai assegni a Sumire tutte quelle missioni? >>

Gelò.
Non poteva certo dirle che era un'esplicita richiesta della sorella perché voleva ripagarlo per l'oasi. Era una sorpresa e di certo non voleva rovinarla. Non gli piaceva mentire inoltre se si trattava della sua preziosa ex allieva gli risultava piuttosto difficile.


<< Quali missioni? >>

Lei alzò un sopracciglio dubbiosa: non era da Gaara dare risposte così banali.

<< Svolge un sacco di missioni di livello C e D... in pratica non ha il tempo per respirare >>

Per un istante lui non seppe dove posare gli occhi, poi disse la prima cosa che gli venne in mente.

<< Beh è una kunoichi e le kunoichi svolgono le missioni >>

Matsuri era sempre più stranita, ma decise di insistere in maniera garbata.

<< Ci sono tanti ninja al villaggio >>

Lui diede una risposta vaga, evasiva.

<< Si ma preferisco assegnarle a lei >>

Alla fine la pazienza della ragazza si esaurì e decise di essere più diretta, ma cominque rispettosa e garbata.

<< Non capisco Gaara. Sul serio >>

Messo alle strette il Kazekage non trovò altra scelta che essere diretto.

<< Insomma non è una faccenda che ti riguarda >>

Non alzò la voce ma il suo tono era così fermo e severo che la ragazza non poté fare a meno di abbassare lo sguardo a disagio.
Si sentiva anche offesa poiché non credeva davvero di meritare un comportamento così brusco da parte sua, tuttavia non se la sentì di fronteggiarlo.

<< Perdonami non pensavo di essere invadente >>

Lui si rese immediatamente conto di aver sbagliato, cercò di dire qualcosa, qualsiasi cosa, per rimediare ma si ritrovò nel panico ed incrociare quegli occhioni tristi ed offesi non gli rese certo le cose più facili.

<< Iee. Non è questo... >>

Lei prese un plico di fogli e fece un rispettoso inchino.

<< Vado a terminare i documenti a casa. Scusa ancora >>
<< Aspetta... >>

La ragazza corse via chiudendo velocemente la porta.






*







C'erano due cose che Sumire pretendeva al mattino: la prima è che non le si facessero domande, di nessun genere.

La seconda era il caffè.

Non si accontentava di una brodaglia calda, lei pretendeva una particolare miscela fatta con chicchi di caffè tostati e doveva essere nero, ristretto, amaro e caldo come le peggiori fiamme dell'inferno.

Kankuro questo l'aveva imparato bene, sempre più spesso intatti la sua ragazza sgattaiolava dentro il suo laboratorio e si intratteneva fino al giorno dopo. Ecco perché appena sveglio si limitava a darle un veloce bacio sulle labbra, andava a cambiarsi, le preparava il caffè poggiandoglielo sul comodino e si metteva a sistemare le sue marionette nel più completo silenzio in attesa che si svegliasse spontaneamente e preferibilmente tranquilla.

Quella mattina il marionettista stava intagliando un dito per una marionetta quando la ragazza si inginocchiò dietro di lui poggiando il petto sulla sua schiena e dandogli un caldo bacio alla base del collo.
Avvertì un piacevole brivido lungo la schiena.

<< Buon giorno >> disse con la voce ancora impastata dal sonno.
<< Ciao. Dormito bene? >>

Lei arricciò il naso e sorrise.

<< Perché, abbiamo dormito? >>

Lui rise solleticandole un fianco.

<< Smettila. Non puoi iniziare con queste battute già alle sette del mattino >>

Sumire si irrigidì.

<< Che ore hai detto che sono? >>
<< Le sette >>

Scattò in piedi.

<< Oddio devo correre! >>

La vide fiondarsi in bagno per poi vestirsi velocemente.

<< Perché? >>
<< Ho una missione >>

Lui aggrottò la fronte.

<< Ma solo ieri hai svolto due missioni di livello D e una di livello C. Si può sapere perché svolgi così tante missioni? >>

Lei stava saltellando nel tentativo di infilarsi le calze stando in piedi.

<< Ho bisogno di contante >>

Il ragazzo si stranì nel sentire quella risposta, dopotutto era convinto che la ragazza possedesse ancora tutti i suoi beni.

<< Se vuoi potrei... >>
<< Non pensarlo nemmeno >> disse dandogli un veloce bacio a stampo << Corro. Ci vediamo >>





*







Non ci volle molto prima che Kankuro finisse di costruire la mano i legno non appena finito il lavoro si alzò e andò dritto nell'ufficio del fratello. Entrò senza bussare.

<< Ciao otouto >>

Gaara come al solito era chino sui documenti.

<< Mh.. >>

Kankuro inclinò le testa di lato.

<< Loquace come sempre >>
<< Che vuoi? >>
<< Sembri pensieroso >>

Gaara alzò lo sguardo e gli spiegò cos'era successo.

<< … così Sumire mi ha chiesto quell'oasi in cambio. Ho controllato ed è vero che apparteneva alla sua famiglia prima che papà … la confiscasse. Lei e Matsuri ci tenevano tanto a riaverla così l'ho acquistata privatamente >>

Kankuro si portò le mani sui fianchi.

<< Per caso è per questo motivo che Sumire ti ha chiesto di svolgere tante missioni? >>
<< Hai... preferirei che non lo facesse, ma ha insistito per ripagarmi >>
<< Non ti facevo così tenero otouto... >> disse lui prendendolo in giro.

Gaara si grattò la nuca imbarazzato.





*







Da ormai parecchie sere Sumire aveva preso il vizio di entrare in camera del fidanzato in piena notte, alle volte rimaneva altre preferiva andarsene prima che facesse giorno.

Poco prima dell'alba Sumire si svegliò e sorrise nel vedere Kankuro addormentato sereno accanto a lei che la abbracciava come se non volesse farla scappare.
Gli diede un veloce bacio e si rivestì in fretta per poi sgattaiolare fuori dalla camera.
Fino a quel momento era riuscita a non farsi beccare da nessuno ma quella maledetta mattina incrociò il kazekage che si stava recando a prendere un bicchiere d'acqua.
I due rimasero immobili un paio di secondi scrutandosi in completo silenzio, poi il ragazzo decise di parlare.

<< Che diamine ci fai qu...? >>

Lei per tutta risposta gli tappò la bocca con una mano e lo fissò dritto negli occhi.

<< Ssssh! Tu non hai visto niente >>

Ora bisogna sapere che Gaara dopo l'estrazione del demone tasso era scattato, scattato veramente, un'unica volta.
Era era successo quando Naruto si era presentato in guerra come un fulmine a ciel sereno.
Adesso era giunto il momento di fare il bis.

<< Come ti permetti! >>

Temari uscì dalla camera coi capelli all'aria e gli occhi semichiusi.

<< Che hai da gridare Gaara? >>
<< E' colpa sua >>

Temari guardò davanti a lui ma non vide nulla.

<< Di che stai parlando? >>

Gaara si guardò intorno sconcertato: quella piccola strega era scomparsa nel nulla.

Temari sbadigliò.

<< Avrai avuto un incubo Gaa... torna a dormire >>

Il povero kazekage roteò gli occhi al cielo e serrò i pugni dirigendosi in camera sua.


Quella maledetta l'aveva fregato per l'ennesima volta.





*






All'interno della sua camera Temari gettò un sospiro di sollievo.

<< Allora sei qui >>

Una figura si mosse nell'ombra.

<< Maledetto! Ero convinta che ti avesse beccato. Ti avevo detto di andartene mezz'ora fa >>
<< Mendokuse fammi dormire sto morendo di sonno >>

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Capitolo 25
*** Capitolo 25 -Una cena disastrosa- ***


Una cena disastrosa











Stava morendo di sonno.
La notte precedente non era riuscito a dormire perché era troppo nervoso, tanto che era dovuto uscire dalla sua camera per prendere un bicchiere d'acqua per cercare di calmarsi.
Invece aveva incontrato la vipera che lo aveva innervosito ancora di più.
Si stropicciò gli occhi e sbadigliò.

Il nervosismo era dovuto al fatto che aveva deciso di invitare Matsuri a cena.
Non era esattamente un tipo da ristorantino chic e quella mattina sia Kankuro che Temari avevano detto di avere un impegno per la sera dunque avrebbe avuto la casa tutta per se. Era convinto che quel gesto avrebbe risolto la sua piccola gaffe con la ragazza.

Sentì bussare alla porta.

<< Avanti >>

Era Matsuri.
La ragazza entrò timidamente tenendo un plico di fogli in mano.

<< Buongiorno >>

Gli sorrise e usò un tono dolce ma si capiva che era ancora delusa per quello che era successo.
Gaara, fedele al suo carattere, decise di essere diretto.

<< Ciao Matsuri. Volevo scusarmi per quello che è successo. Non dovevo essere così brusco >>

Lei arrossì e si scostò una ciocca di capelli dal viso.

<< Oh non è necessario... >>
<< Si invece e... >> si mise le mani incrociate davanti il viso com'era solito fare quando era imbarazzato << … per rimediare vorrei invitarti a cena stasera... >>
<< Oh >>
<< Temari e Kankuro hanno degli impegni e ceneremmo da soli in casa. Ti andrebbe? >>

Gli sorrise e lo guardò negli occhi: nonostante la sua aria fredda e a volte inquietante lei sapeva che il ragazzo era gentile, comprensivo e abbastanza umile da riconoscere le sue colpe e chiedere scusa quando sbagliava. Era per questo che si era innamorata di lui e va da se che lo aveva già perdonato quando era entrata nella stanza.
Ma quel lato così premuroso le era ancora così nuovo, sapere che cercava la sua compagnia, che la voleva accanto, le faceva sciogliere il cuore.

<< Ne sarei molto felice Gaara. Arigatou >>




*




Kankuro era andato in cucina a fare uno spuntino, data che l'ora di pranzo era passata da un'ora fece una cosa veloce e poi se ne tornò nel suo laboratorio.

Sumire stava sfregando la maglietta con un panno umido.

<< Che stai facendo? >>
<< C'era dell'olio nella finestra e per entrare mi sono sporcata tutta. Mannaggia a te >>

Lui ridacchiò.

<< Beh cigolava... inoltre sei una bimba grande ormai, dovresti sapere la differenza tra finestra e porta >>

Gli fece la linguaccia.

<< Non volevo incontri Sabaku del terzo tipo coi tuoi fratelli >>
<< Non ci sono: Temari aveva un impegno e Gaara se ne starà nel suo ufficio sino a tarda notte >> disse Kankuro ridacchiando.
<< Non cenate insieme? >>
<< Iee. Ho detto loro che anche avevo in impegno e se nessuno va a chiamarlo non mangia >>

Lei alzò un sopracciglio incuriosita.

<< Che impegno hai? >>

Lui le indicò uno schermo davanti a letto e le fece vedere dei cd: erano quasi tutti di genere Horror.

<< Ti avrei invitato stasera e per inciso ti avrei fatto entrare dalla porta come una persona normale >>
<< Awww che pensiero dolce >>

Si. L'idea di passare una sera a guardare gente che moriva decapitata o sbranata era molto romantica per la ragazza.

<< Quindi che ci guardiamo? >>

Kankuro scosse la testa ed incrociò le braccia al petto.

<< Adesso niente. Io adesso devo lavorare >>
<< Miuuu >>
<< Non fare quella faccia >>
<< Ma mi annoio. Che faccio mentre ti aspetto? >>
<< Ti vai ad allenare col sacco >>

La ragazza gonfiò le guance e Kankuro sospirò capendo che tanto non l'avrebbe convinta.

<< Potresti aiutarmi se ti va >>
<< Yay!! >>




*






<< Ahi... Temari mi fai male! >>

Temari roteò gli occhi al cielo.

<< Kami quanto sei frignone >>

Gli diede un morso sulla coscia.

<< Aaahi! >>
<< Stai fermo una buona volta >>
<< Adesso basta. Kagemane no jutsu! >>

Temari venne intrappolata dalle ombre sdraiata a pancia in su e con i polsi all'altezza delle tempie.

<< Bastardo me la paghi >>
<< Taci mendokuse >>

Le tappò la bocca con la sua.




*






Sumire era sdraiata già da qualche ora sul letto di Kankuro, stava giocherellando col cappello nero con le orecchie da gatto.

<< Kanky... >>

Il ragazzo era ancora chino sul tavolo intento a lavorare.

<< Che c'è? >>
<< E' ora di cena. Ho fame. Andiamo a mangiare qualcosa prima del film? >>
<< Fammi finire di montare questo ingranaggio >>
<< Allora sgraffigno qualcosa dalla cucina e la mangiamo a letto? >>
<< Appena finisco andiamo insieme >>

La ragazza si alzò e poggiò il mento sulla sua testa.

<< Si ma quanto ci metti? >>
<< Dammi tempo donna, non è una cosa facile >>

Per tutta risposta lei si mise il cappello in testa e prese la mano di Karasu iniziando a muoverla come se fosse viva ed intonando la sigla della famiglia Addams.

<< Sumy >>

Fece arrampicare la mano sulla schiena del ragazzo.

<< Ok hai vinto. Andiamo in cucina >>
<< Yay! >>

Quando aprirono la porta si ritrovarono davanti Matsuri e Gaara seduti sul tavolo intenti a consumare del sunagimo con salsa al wasabi.
Immediatamente si irrigidirono guardando i rispettivi parenti e nel farlo Gaara fece involontariamente cadere un piatto.





*







Mentre Shikamaru fissava il tetto con gli occhi vacui e la bocca semiaperta Temari gli tappò la bocca con una mano. Spalancò gli occhi iniziando ad annaspare.

<< Mmh mmmh! >>
<< Ssssh senti? >>

Lui le tolse la mano dalla bocca con ferocia riprendendo fiato.

<< Che sei pazza? >>
<< No baka. C'è qualcuno in casa >>
<< Tipo i tuoi fratelli? >>
<< No. Gaara è in ufficio e Kankuro ha un impegno >> Roteò gli occhi al cielo si infilò il suo kimono e afferrò il suo ventaglio << Vado a vedere >>
<< Aspettami stronza! >> disse infilandosi velocemente i pantaloni.





*






Kankuro si limitò a spalancare gli occhi.
Sumire portò le mani davanti la bocca.

<< Oh kawaii... >>

Matsuri e Gara non ebbero nemmeno il tempo di reagire che improvvisamente entrò Temari spalancando la porta e brandendo il suo ventaglio convinta che in casa ci fossero degli intrusi.
Quando vide la scena e si rese conto che non si era sbagliata del tutto rimase immobile un paio di istanti fissando prima le ragazze poi i fratelli.

<< Che diavolo ci fanno loro due qui? >>

Prima di ricevere una risposta arrivò Shikamaru intento a sistemarsi la giacca, ovviamente bastò la vista del codino per far partire Kankuro all'attacco: puntò il dito contro il ragazzo e iniziò ad urlare contro la sorella.

<< E lui invece che ci fa qui? >>
<< Non provare a cambiare discorso >>

Matsuri si era alzata chinando lo sguardo, Gaara l'aveva imitata e si era messo davanti a lei di istinto: quell'appuntamento si stava rivelando il più imbarazzante della sua vita.
Shikamaru si era messo dietro Temari e tentava di avvicinarsi a lei coi palmi delle mani a mezz'aria nel tentativo di calmarla ma veniva beatamente ignorato da quest'ultima poiché era troppo concentrata a litigare col fratello mezzano.

Sumire aveva incrociato le braccia e si era messa ad osservare l'intera scena: sembrava una di quelle scenette tipiche delle commedie.
Ormai era chiaro che Gaara ricambiava i sentimenti di Matsuri, era evidente la relazione tra Kankuro e Sumire ed era palese che Temari e Shikamaru erano una coppia.
Insomma tutti avevano capito di tutti ma non essendoci state presentazioni ufficiali, per via di quella morbosa gelosia, avevano fatto finta di non vedere né sentire. Quella situazione le sembrava paradossale, assurda e le faceva saltare i nervi.
Lei stessa non saltava certo di gioia nel sapere la sua adorata gemella con un panda anemico e stitico sentimentalmente ma non si metteva certo a fare una scenata... si limitava a minacciarlo in privato.

Decise di intervenire e mentre Kankuro era lì lì per strozzare il ninja di Konoha, gli prese la mano e lo trascinò verso la terrazza.
Lui era talmente nervoso per la situazione che si lasciò trascinare senza opporre resistenza e una volta fuori chiuse gli occhi e prese un respiro profondo.

<< Perchè mi hai portato qui? >>

Sumire alzò le braccia al cielo.

<< Ti rendi conto che assurdo? >>
<< Che cosa? >>
<< Andiamo. Shikamaru e Temari stanno insieme, lui è un bravo ragazzo, qual'è il problema? >>

Lui la guardò come se la risposta fosse palese.

<< Temari è la mia sorellona e lui è un insulso ninja che passa le sue giornate a dormire >>
<< Oh insomma non vedi che è felice? Inoltre tra i due mi sembra proprio che comandi lei >>

Rimasero a discutere una buona mezz'ora.





*






In cucina intanto i due restanti fratelli avevano a preso a discutere in modo più civile ma non per questo meno imbarazzante: Shikamaru non sapeva dove posare lo sguardo mentre Matsuri aveva chinato il capo e aveva poggiato una mano sulla schiena di Gaara tentando di calmarlo.
La cosa ovviamente non sfuggì alla Sabaku.

<< Tu togli le tue zampacce da mio fratello >>
<< Temari >> disse Gaara severo.
<< No. Niente “Temari” >>

Si mise di prepotenza davanti a Matsuri con un'aria tutt'altro che rassicurante, la chunin, nonostante la presenza di Gaara, si sentì piccola piccola.
L'amazzone del deserto aveva alzato il dito indice e stava per parlare quando la porta si aprì nuovamente.
Sumire era tornata dalla terrazza con tutte le migliori intenzioni di questo mondo, aveva tutto l'intento di parlare in modo educato e civile ma tutti i suoi buoni propositi andarono a farsi benedire quando vide che sua sorella stava per essere aggredita da una feroce Temari.
Non ci vide più, i suoi occhi da color oltreoceano virarono in un pericoloso viola e i capelli della frangetta le si rizzarono in modo piuttosto evidente.

<< Adesso mi sono rotta! >>

Non aveva mai alzato la voce in quel modo davanti a persone che la conoscevano poco e questo fu il motivo per cui tutti si girarono a guardarla sorpresi, Gaara incluso.

<< Questa situazione non può continuare così. Insomma siamo tutti ninja adulti e vaccinati >> indicò Temari << Tu sei innamorata del genio, e a quanto vedo lui è innamorato di te >> Indicò Matsuri << Tu sei innamorata del panda e ovviamente sei ricambiata... >>

Matsuri diventò incandescente.

<< Panda? >> disse Temari accigliandosi, ma non venne ascoltata da nessuno.

<< …. e io ho fame >> disse indicando se stessa << quindi adesso piantiamola con questa ridicola scenata >>

Kankuro la osservò allibito.
Shikamaru si portò una mano sulla testa.

<< Mendokuse eccone un'altra che fa più paura di mia madre >>

Ovviamente Temari non era un tipo facile da mettere in un angolo, difatti si mise di fronte alla ragazza iniziando a attaccarla.

<< Senti un po' tu. Credi forse di poter venire qui e fare il bello ed il cattivo tempo? Sei solo una banale chunin, piantala di fare la principessina viziata. Sei solo una fallita >>

Sumire assottigliò pericolosamente lo sguardo.

<< Come mi hai chiamata scusa? >>

Le due si stavano andando incontro in modo tutt'altro che amichevole ma vennero bloccate da Kankuro che si mise davanti a Sumire fronteggiando la sorella.

<< Chiedile scusa >>

Temari batté le palpebre allibita.

<< Come prego? >>
<< Ti ho detto di chiederle immediatamente scusa, Temari >>

Il tono di voce era talmente severo che i restanti ninja non osarono fiatare, nemmeno il Kage.

<< Come ti permetti di parlarmi così? >>
<< Perchè stai aggredendo la ragazza che amo >>

Questa volta fu Sumire a diventare incandescente.

Benché stessero insieme, tra alti e bassi, da più di due anni Kankuro quelle parole non gliele aveva mai dette. Mai.

Non che lei ci tenesse particolarmente, i due non avevano esattamente un concetto normale di romanticismo, ma sentire quella parola in quel contesto, in pubblico e soprattutto davanti alla sorella che adorava le fece un forte effetto.

Matsuri deglutì e poggiò una mano sul braccio di Gaara per attirare la sua attenzione, si guardarono in modo eloquente ed infine lui si mise in mezzo ai fratelli maggiori mentre lei afferrò per mano la sorella trascinandola fuori da quella casa.

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Capitolo 26
*** Capitolo 26 -Chiarimenti- ***


Chiarimenti











Le due sorelle stavano attraversando una delle vie buie e deserte del villaggio per tornare nel loro appartamento.

Sumire era ancora rossa in volto e provava sentimenti contrastanti: rabbia verso Temari, felicità per aver sentito la parola più dolce del mondo da quel ragazzo, dal suo ragazzo, vergogna per essere stata definita una fallita e viziata.

<< È stato molto dolce >> Matsuri provò a rompere quel silenzio.
<< Hai... ma sapere di essere la causa di un litigio tra fratelli non mi fa certo saltare di gioia >>

La sorella abbassò gli occhi ed annuì, in fondo si trovava nella sua stessa situazione.

<< Ti capisco Sumy >>
<< Tu che ci facevi li? >>

Matsuri portò una mano sul viso ed abbassò lo sguardo.

<< Mi aveva invitato Gaara, eravamo convinti di essere soli >>

Sumire si fermò ed alzò un sopracciglio.

<< Non dirmi che abbiamo interrotto un momento prezioso... >>

Matsuri diventò rossa in volto e portò le mani chiuse a pugno davanti alla bocca.

<< Ma che vai a pensare. Era solo una cena! >>

Vedendo che la sua interlocutrice non sembrava molto convinta riprese a camminare e le raccontò cos'era successo.
Erano quasi arrivate a casa quando videro il Nara con le mani in tasca intento a fumare una sigaretta.

<< Ehi genio >>
<< Mh? Ciao ragazze >>
<< Che ci fai qui fuori? >>

Il ragazzo inspirò l'ennesima boccata di fumo con tutta calma ed espirò con fare seccato.

<< Tira un brutta aria a casa Sabaku. Vedo se riesco a trovare una stanza d'albergo se no dormo su un tetto >>
<< Non ci sono hotel aperti a quest'ora, e stanotte farà molto freddo. Dai vieni da noi. Dormirai sul divano >>

Shikamaru guardò prima Sumire poi Matsuri, quest'ultima annuì facendogli cenno di seguirle.

Una volta dentro casa Matsuri preparò il thè.
Sumire si limitò a guardarla, alzare gli occhi al cielo, aprire la dispensa tirando fuori delle patatine e altri stuzzichini, poi aprire il frigorifero e tiare fuori tre birre, una la lanciò a Shikamaru che l'afferrò al volo.

<< Stavano ancora litigando? >>
<< Hai. Però Gaara stava cercando di placare gli animi >>
<< Strano che non ti abbia tirato la giara in testa quando ti ha visto col nodino storto e la giacca sgualcita >>

Matsuri gonfiò le guance offesa.

<< Gaara non si comporterebbe mai in modo così sconsiderato >>
<< Dimenticavo che non si può pronunciare il nome del sensei invano davanti a te >>

Shikamaru non poté fare a meno di ridere.

<< Credo che si sia innervosito anche lui nel vedermi sbucare in quel modo, ma è un ragazzo molto composto e raramente si fa prevaricare dall'ira >>

Matsuri annuì vistosamente concordando su ogni singola parola, il suo Gaara era esattamente quel tipo di persona.

<< … inoltre sembrava più interessato a difendere Matsuri che Temari >>

Non appena udì l'ultima frase di Shikamaru avvampò e si voltò controllando la teiera.

Sumire incrociò le braccia al petto e chiuse gli occhi.

<< Maledizione, certo che tutti e tre hanno avuto molta fantasia a scegliere proprio questa sera per sfruttare casa >>
<< In realtà sto da Temari già da un paio di sere... >> disse il ragazzo grattandosi la guancia destra.
<< Beh siete stati due geni ad uscire dalla camera allora >>
<< Che posso farci aveva sentito un “rumore sospetto” >> aprì la birra bevendone un sorso << Comunque non avevo mai visto Kankuro fronteggiare così deciso sua sorella. Faceva quasi più paura di lei >>

Questa volta fu il turno di Sumire ad arrossire.
Bevve due sorsi di birra dalla bottiglia e guardò fuori dalla finestra.

<< Chissà cosa stanno facendo adesso >>






*








Temari era seduta a braccia conserte sulla poltrona, i due fratelli erano sul divano nella stessa posizione.

Si fissavano in cagnesco da cinque minuti buoni.

Dall'esterno la situazione poteva sembrare quasi comica ma per i tre non era affatto così.

<< Da quanto tempo va avanti questa storia? >>

Kankuro assottigliò lo sguardo ed alzò la testa.

<< Oh no. Non ti permettere di fare certe domande tu. Che ci faceva testa d'ananas in casa nostra e col codino storto? >>

Temari girò la testa a disagio.

<< Per tutti i Kami. Stai davvero con testa d'ananas >>
<< Tu stai con una mocciosa indisciplinata ed isterica >>

Prima che Kankuro potesse rispondere intervenne Gaara.

<< Non ti sembrava tanto indisciplinata ed isterica quando volevi farla sposare a me >>

Ci fu un lungo momento di silenzio.

<< Riguardo a te. Che ci facevate tu e Matsuri, in casa, da soli? >>
<< Stavamo cenando >>

Lo disse in un modo così pulito ed innocente che Temari non riuscì a replicare.

<< L'ho trattata male ieri e per farmi perdonare ho pensato di invitarla. Voi piuttosto mi avevate detto che avevate degli impegni. Perché eravate in casa? >>

Sia Kankuro che Temari arrossirono a disagio. Alla fine il jounin decise di calmarsi e di affrontare diversamente la situazione, complice anche le parole che gli aveva detto Sumire poco prima.

<< Immagino che tutti e tre volevamo stare soli con... insomma >> inspirò modificando l'ultima parola << … in dolce compagnia >>

I tre fratelli si guardarono provando forte disagio, quella situazione era talmente nuova per loro che non sapevano come reagire.

Paradossalmente fu Gaara a semplificare la situazione con poche e semplici parole.

<< L'amore... >>

Sia Temari che Kankuro lo guardarono ascoltandolo in silenzio. Conoscevamo bene che cosa significava quel tono di voce.

<< Zio Yashamaru mi ha insegnato che l'amore è la medicina più potente di tutte e aveva ragione. Quando ho ricevuto la medicina da Naruto, da voi, dai miei amici sono riuscito a fare grandi cose tanto da diventare una persona importante in questo villaggio.
Quando ho ricevuto la cura da papà ho trovato la forza per affrontare al meglio la guerra e sono stato più sicuro delle mie decisioni >>

Gaara fece una pausa in modo tra trovare le giuste parole per proseguire e gli altri due fratelli si guardarono negli occhi.

<< Ma da quando ho ricevuto la medicina da Matsuri io... mi sento diverso. Alle volte sono confuso e mi sento impacciato, commetto degli errori banali e forse risulto un po' stupido ma questo non ha importanza se essere impeccabile significa rinunciare a lei >>

Kankuro e Temari lo guardarono commossi: proprio colui che conosceva così poco dell'amore era riuscito a dargli una perfetta definizione.

Bradipo, vipera, insignificante... Probabilmente ci sarebbero stati ancora episodi di gelosia, ma poco importava come vedessero le persone che stavano accanto ai loro fratelli, l'importante è che li rendessero felici.

Temari si alzò in piedi e portò le mani sui fianchi.

<< Quindi … Adesso tutti e tre dovremmo adattarci a vedere nuovi volti in giro per casa … >>

Gli altri due annuirono.

<< Direi proprio di si >>







*








Sumire stava svolgendo una missione di livello D: si trovava nell'armeria seduta su uno sgabello intenta a pulire e lucidare le armi per gli studenti dell'accademia.
Temari le si piazzo davanti con le mani sui fianchi, la ragazza si mise di fronte a lei con lo sguardo deciso.

<< Che intenzioni hai ragazzina? >>

Sumire fece un mezzo sorriso, immaginava che prima o poi la matriarca Sabaku le avrebbe fatto il discorsetto.

<< Quando ti ho conosciuta eri così dolce e zuccherosa da farmi venire il diabete >>
<< Allora la situazione era diversa >>
<< Oh non lo metto in dubbio: ero la hime allora, l'ospite illustre, la promessa del Kazekage >> fece due passi prendendo un altro kunai e iniziando a lucidarlo << Ho sentito parlare Oonoki con Kurotsuchi qualche sera prima dell'inizio dell'omiai: sentii dire che era stato un membro della famiglia del Kazekage a scegliermi. Eri tu vero? >>

Temari annuì.

<< Perchè mi scegliesti? >>
<< Vidi le tue foto e lessi la tua storia. Mi sembravi la ragazza più adatta >>
<< Ah! Una piccola ragazza adottata e cresciuta in un villaggio con la stessa severità e rigore di Suna. Avrai pensato che ero una dolce e remissiva fanciulla vero? >>

All'amazzone partì un tic all'occhio destro, quel tono di voce non le piaceva affatto, tuttavia quello che diceva era vero.

<< Credevo che avresti reso felice mio fratello >>
<< Credevi di potermi usare come una bambolina, una che avrebbe dato un erede al Kazekage ma al tempo stesso non lo avrebbe allontanato da te >>
<< Mi era stato detto di selezionare quella più adatta, ho solo fatto il mio lavoro >>
<< Ah piantala di fare la povera kunoichi braccata dal consiglio! Hai pensato solo a te stessa. Sei stata meschina Temari, tra le due dovrei essere io quella arrabbiata >>

Temari serrò le mani in modo molto forte tanto che le nocche sbiancarono.

<< Quindi stare con Kankuro è solo una vendetta nei miei confronti? >>

Sumire alzò gli occhi al cielo ed alzò la voce con fare irritato.

<< La smetti di comportarti come se tutto girasse intorno a te? Dannazione sei uguale a tuo fratello piccolo >> Abbassò i toni e si umettò le labbra << Conobbi Kankuro mesi prima di venire a conoscenza dell'omiai. Allora non sapevo nemmeno che fosse un parente del Kazekage. Sto con lui perchè è divertente, ha una pazienza infinita e mi sono innamorata di lui. Tu non sei nemmeno inclusa nell'elenco >>

Temari inspirò ed espirò a fondo osservando gli occhi della ragazza: era sincera, dannatamente sincera.

<< Suppongo ti debba delle scuse allora >>
<< Lascia stare non è necessario >> disse scuotendo la mano destra << Piuttosto vorrei farti presente una cosa ben più importante >>
<< Cioè? >>

Prese uno shuriken e iniziò a strofinarlo con la pezzetta.

<< Ho visto come tratti mia sorella, come cerchi ogni volta di farle intendere che non è all'altezza di Gaara e che deve stargli alla larga.
Ora. Che tu sia una sorella protettiva lo posso capire e ti ammiro per questo ma... >> si avvicinò puntellandole il dito indice sullo sterno << Tu prova a mortificarla o a maltrattarla un'altra volta e io ti faccio male. E' chiaro? >>

Temari la fulminò con lo sguardo ma capì subito che non l'avrebbe intimidita, in effetti si rivide molto in lei in quel momento.
Fece un piccolo ghigno d'intesa e le allungò la mano.

<< Andata >>

Lei le strinse la mano scuotendola.

<< Andata >>








*








Shikamaru inspirò a fondo e bussò alla porta. Per lui non sarebbe stato difficile intrufolarsi in camera di Temari e prendere il suo zaino, ma visto cos'era successo la sera prima aveva deciso di parlare coi due fratelli.

<< Avanti >>

Deglutì ed aprì la porta.

<< Salve kazekage >>

Dentro c'erano Gaara Kankuro e Matsuri. Non appena videro il ninja di Konoha i due ragazzi l fulminarono mentre la kunoichi si guardò intorno come a cercare una via di fuga.

<< Nara... >> sibilò Kankuro.
<< Kazekage-sama, Kankuro-san... Ciao Matsuri >>
<< Ciao Shikamaru >> Era così a disagio che non sapeva dove guardare. << Vuoi del thè? Vado a penderti un po' di the >> disse svignandosela. Si sentì un po' una codarda per questo ma tanto non avrebbe potuto aiutarlo comunque.

Rimasti soli Shikamaru si sentì tremendamente a disagio.

<< Immagino avrete delle domande da farmi... >>
<< Dammi un motivo per non infilarti Kuroari dentro... >> disse Kankuro.
<< Perchè Temari si infurierebbe? >> chiese Shikamaru interrompendolo.

Prima che il marionettista decidesse di attuare quello che fin'ora stava solo minacciando Gaara decise di intervenire.

<< Sei pregato di non entrare come un ladro in casa nostra. Non ci fai una bella figura tu in quanto ninja di un altro villaggio né ci fa una bella figura la mia sorveglianza >>

Kankuro rifletté sulle parole del fratello e decise di parlare anche a Sumire: anche lei sgattaiolava dalla sua finestra come una gatta, dubitava fortemente di riuscire a convincerla ma almeno ci avrebbe provato.

<< ... e suppongo che adesso potrai cenare con noi... >>
<< Che? >> chiese Kankuro risvegliandosi dai suoi pensieri.

Gaara si voltò verso il fratello.

<< Kankuro abbiamo detto di essere più permissivi >>
<< Si ma mi sembra che adesso si stia esagerando >>

Mentre i due fratelli conversavano il Nara fece due passi indietro.

<< Io allora andrei... >>

Il ragazzo aveva appena poggiato la mano sul pomello della porta.

<< Shikamaru >>
<< Hai? >>
<< Fai un passo falso e ti cambio i connotati >>

Il ragazzo deglutì.

<< Ricevuto >>




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Capitolo 27
*** Capitolo 27 -Caffè- ***


Caffè








Koneko Sumire Murasaki.


Uno degli ultimi componenti del clan più potente e ricco di Tsuki, erede di una miko, figlia adottiva dello Tsuchikage.
Una ragazza colta, raffinata, beneducata e composta.
Una hime a tutti gli effetti.



Almeno era così che i più se la immaginavano.



Col passare del tempo si ci rendeva conto che Sumire, nel quotidiano, di principesco aveva ben poco: girava spesso e volentieri per casa con slip e una maglietta di due o tre taglie superiore alla sua, di solito di proprietà di Kankuro e per lei i concetti di trucco e parrucco erano molto relativi. Adorava sedersi sul divano occupando il novanta per cento dello spazio e la mattina ciondolava e sbadigliava senza remore se non aveva missioni.
E non si limitava a fare tutto ciò nel suo appartamento.

Se questo per Kankuro era una cosa adorabile, per Gaara era un vero incubo.

Ormai tutte le maschere erano cadute ed il palazzo del kazekage da tre mesi a questa parte sembrava più un'hotel o una sala comune dell'accademia data la presenza quasi constante di Shikamaru e della suddetta ragazza.
Anche se in presenza d'altri tendeva a contenersi ancora, Sumire non si faceva problemi a dargli del tu e a trattarlo più come un parente che come Kage.

<< Gaara hai fatto il caffè? >>
<< No Sumire non ho fatto il caffè >>
<< Perchè non hai fatto il caffè? >>
<< Perchè io la mattina bevo il the >>
<< Il the fa addormentare è per questo che sei così lento coi documenti >>




Perchè? Che aveva fatto di male?

Ah si, la sua infanzia giusto...




Prima che la situazione degenerasse decise di andare nel suo ufficio.

<< Buon giorno >>

Gaara alzò lo sguardo e sorrise all'unica persona che ormai allietava le sue giornate: Matsuri stava separando i vari documenti della mattina.

<< Ciao Matsuri... non è necessario che tu venga così presto in ufficio lo sai >>
<< Ma a me non da fastidio >> arrossì e inclinò la testa grattandosi la guancia << e poi così possiamo stare un po' da soli prima che inizino i tuoi appuntamenti >>

Già perchè paradossalmente l'unica che non stazionava nel palazzo del kazekage era la fidanzata del suddetto kazekage.
Sia perchè la cosa non era ancora ufficiale sia, soprattutto, perchè a differenza degli altri ospiti lei non occupava la camera da letto della sua dolce metà.
Apparentemente l'idea non li aveva ancora sfiorati, o forse erano troppo timidi per fare il primo passo.






*





Quello era un giorno piuttosto particolare, era il compleanno di Matsuri e di conseguenza anche di Sumire.

Gaara non era portato per occasioni del genere.
Negli anni precedenti lui e Matsuri si erano limitati a scambiarsi gli auguri o qualche piccolo pensierino.
Ma quest'anno le cose erano cambiate e per questo aveva chiesto l'aiuto del fratello.

Era quasi mezzogiorno e i due non avevano definito ancora i dettagli.
Kankuro non era certo un tipo mattiniero, ma era strano che stesse ancora dormendo, quindi decise di andare nel suo laboratorio. Sia lui che Temari non si facevano problemi ad entrare senza bussare. Anche quando sapevano che il ragazzo era impegnato con un veleno.

<< Ah >>

Udì dei strani rumori ma non ci fece caso. Aprì la porta e si bloccò.
Il fratello era sul letto e non era solo.
Sumire, con la testa poggiata ai piedi del letto, era sotto di lui aveva gli occhi chiusi e la bocca socchiusa.
Era completamente nuda e muoveva il bacino contro il viso del ragazzo, le dita delle mani erano affondate tra le ciocche castane.
Kankuro aveva afferrato le coperte e le stringeva tanto che le nocche erano diventate bianche.
Entrambi erano così concentrati l'uno nell'altra che non si accorsero di nulla.

Gaara rimase a fissarli per dieci secondi. Esattamente la conta da uno a dieci.
Quando si rese conto di quello che stava succedendo fece un rapidissimo dietrofront e corse verso il suo ufficio.
Chiuse velocemente la porta dietro di lui e si sedette nella sua sedia di fronte la scrivania.

Si sentiva avvampare.

Non ci aveva mai fatto caso ma la ragazza aveva davvero un bellissimo corpo.
Scosse la testa e si rimproverò per quel pensiero inappropriato.





*






Poco prima di pranzo qualcuno bussò alla porta del suo ufficio.

<< Temari sto arrivando ... >>

La porta si aprì.

<< Non sono Temari >>

Si irrigidì.



L'incubo!



<< Scusa so che è ora di pranzo ma devo consegnarti questo... >>

Sumire aveva messo il coprifronte attorno al collo ma Gaara riuscì comunque ad intravedere una macchia violacea. E arrossi.

<< Va tutto bene Gaara? Sei tutto rosso. Hai la febbre per caso? >>
<< No.. Sto bene >>
<< Ok... questo è il rapporto dell'ultima missione. Ah servono nuovi ceppi per l'addestramento, quelli che ci sono adesso sono tutti consumati >>
<< Va bene >>
<< Ci sono missioni per m...? >>
<< No. Puoi andare >>

Sumire fece spallucce ad uscì dal suo ufficio. Gaara sembrava più strano del solito.





*




Quando finalmente la ragazza uscì lui si recò in cucina.

<< Ehi otouto Temari non c'è e ho preparato l'udon. Ti va bene? >>
<< Hai... >>

Gaara guardò distrattamente il fratello e notò che aveva la stessa macchia violacea che aveva Sumire, sul collo.

<< ...anche se non ho molto appetito >>
<< Non ti fa bene digiunare. Su tieni >> disse il maggiore portando le scodelle sul tavolo.

I ragazzi si sedettero a tavola ed iniziarono a mangiare.

<< Allora, per stasera è tutto a posto? >>
<< Hai, sei riuscito a liberarti dai tuoi impegni serali? >>
<< Si >>

Il ragazzo notò che il fratello lo stava fissando.

<< Che c'è? >>

Gaara arrossì colto in flagrante.

<< Niente... >>
<< Sei tutto rosso >>
<< Sto bene >>

Il marionettista fece spallucce continuando a mangiare, ma non potè non notare che il fratello continuava a fissargli il collo di sottecchi.
Porto' una mano su quel punto.

<< Uh è questo il problema? >>

Gaara mandò giù l'ultimo boccone e distolse lo sguardo.

<< Gaara sei grande ormai non c'è bisogno di reagire così per una cosa del genere >>
<< Non so di cosa parli... >>
<< Sono tuo fratello maggiore, non c'è bisogno di essere tanto imbarazzati. Se me ne vuoi parlare... >>
<< Stamattina vi ho visti >> disse tutto d'un fiato completamente in imbarazzo.

Kankuro impiegò un paio di istanti per capire il significato di quelle parole. Poi realizzò.

<< Ah >>

Quella mattina aveva deciso di dare a Sumire un regalo piuttosto... particolare. In effetti aveva avuto l'impressione di essere fissato per un istante ma non ci aveva dato molto peso.
Arrossì completamente e mise una mano tra i capelli.

<< Mi... ecco... mi dispiace? >>
<< Potresti chiudere a chiave la porta del laboratorio d'ora in poi? >>

Avrebbe voluto replicare che aveva chiesto mille volte sia a lui che a Temari di bussare, dopotutto lui bussava sempre prima di entrare in una delle loro stanze, ma c'era qualcosa nell'espressione sul viso del ragazzo che gli suggerì di non farlo.

<< Ricevuto fratello >>
<< Bene >>

Gaara annuì e immediatamente dopo abbassò il capo.
Kankuro socchiuse la bocca ed alzò un sopracciglio non riuscendo veramente a comprendere quello strano comportamento.

<< ... >>

Poi cominciò a mettere insieme i vari tasselli intuendo di cosa si potesse trattare.

<< Mh... ho >>

Guardò il fratellino con gli occhi sgranati.
Lui continuava a tenere lo sguardo basso.

<< Ne vuoi parlare? >>
<< No! >>

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Capitolo 28
*** Capitolo 28 -Compleanno- ***


Compleanno















La sera era arrivata velocemente ed era ora di mettere in pratica il piano dei due fratelli Sabaku.

<< Vai tu >>
<< Eravamo d'accordo che ci avresti pensato tu >>

Gaara fissò il fratello deglutendo.

<< Te lo ordino >>

Kankuro si limitò a sospirare.
Sarà perchè era maturato o perchè Sumire gli faceva fare tanto allenamento, ma la sua pazienza era notevolmente migliorata dai tempi della guerra.

<< Questa non te la faccio passare otouto >>

Si sostennero con lo sguardo per una manciata di secondi. Occhi contro occhi. Acquamarina contro castano-verde.







*







<< Seguitemi >>
<< Ma dove stiamo andando? >>

Le due gemelle stavano camminando da più di mezz'ora ormai.
Sumire aveva già sparato una decina delle sue battute sarcastiche e aveva cominciato a rincarare la dose con qualche seria lamentela.

<< Lo vedrete >> si limitò a rispondere Gaara.
<< Panda ma almeno forma una di quelle tue "nuvolette speedy" e facci viaggiare sedute. Insomma se dobbiamo andare al patibolo bendate almeno facci star comode >>

Matsuri fece un sorrisetto divertito e non fu l'unica.

<< Siamo quasi arrivati >>
<< Mi annoio. Kankuro dimmi qualcosa. So che ci sei anche tu >>

I due fratelli si guardarono poco sorpresi. Dopotutto sapevano che i sensi della ragazza erano ottimi, ma non pensavano tanto da avvertire la presenza di un jounin esperto.

Kankuro ispirò trattenendo una risata.

<< "Qualcosa" >>

Tutti i presenti meno Sumire si misero a ridere.

<< Non sei divertente baka! >>







*








<< Ok arrivati >>
<< Finalment... >>

Sumire si tolse la benda con un gesto secco mentre Matsuri fu decisamente più delicata ma entrambe rimasero ugualmente sorprese.
Si ritrovarono di fronte la casa dell'oasi del clan Nekoi.

Gaara si avvicinò a loro porgendo a Matsuri una piccola scatola.

<< Buon compleanno ragazze >>

Matsuri aprì la scatola e vi trovò la chiave della casa.

<< No... wow >>

Sumire battè gli occhi per una volta senza parole.

<< Gaara... ti avevo detto che ti avrei ripagato >>
<< Non sarà necessario >> disse provando sincera contentezza nel vedere la ragazza commossa << Buon compleanno >> proseguì infine guardando entrambe.
<< Arigatò anche a te Kankuro >> rispose Matsuri tutta rossa in viso per via dell'emozione.

Lui scosse la testa.

<< Io non ho fatto nulla. É tutto merito di Gaara >> si avvicinò alla ragazza porgendole una scatola. << Questo è il mio regalo. Non sarà bello quanto quello che hai ricevuto ma spero ti piaccia lo stesso >>
<< Ah sarà bellissimo invece. È anche per Sumire? >>
<< No... ho dato a Sumy il suo regalo questa mattina >> disse guardando la sua ragazza con aria complice.

Gaara arrossì. Cosa che non sfuggì a Sumire.
Prima che la situazione potesse farsi imbarazzante la ragazza propose di entrare nella casa. Questa era tutta impolverata ma a parte questo era esattamente come la ricordavano.

<< Guarda Matsu! L'album di foto di papà >>
<< Forse prima di curiosare ancora dovremmo dare una pulita >>

Gaara si avvicinò a Matsuri.

<< Tra poco verranno anche Shikamaru e Temari potremmo dare una mano anche noi >>
<< Davvero non vi dispiace? >>

Lui scosse la testa.

<< Al contrario >>
<< Gaa, Kanku. Siamo qui >> disse Temari cordiale tuttavia sembrava avere un'aria piuttosto imbronciata.
<< Che ha? >>

Shikamaru si grattò la testa.

<< Mendokuse.. Naruto ha scoperto che stavamo venendo qui e del vostro compleanno quindi... ha deciso di imbucarsi >>

Due secondi dopo videro Naruto, Hinata, Sakura ed altri, molto altri, ninja di Konoha avvicinarsi.

<< Ciao ragazze! >>

Matsuri inclinò la testa verso la sorella.

<< Ho la sensazione che non sarà una cosa tranquilla >>

Sumire sorrise divertita.

<< Cosa te lo fa pensare? La presenza di Naruto o tutto quello che lui e i suoi compari hanno portato? >>

Ognuno di loro aveva portato tutto l'occorrente per una festa, soprattutto alcolici.
Non ci volle molto per trasformare quella tranquilla serata tra amici intimi in un vero e proprio party.

<< Questo posto è bellissimo >>
<< Guarda che bella casetta >>
<< L'acqua del lago è così cristallina. È un posto da sogno >>

Nella confusione Sumire intravide una ragazza che guardava Kankuro con insistenza.
Si avvicinò al ragazzo dandogli una leggera gomitata sul braccio.

<< C'è una biondona gnocca da paura che ti sta fissando >>
<< Ah quella... quella è Ino >> rispose il ragazzo piuttosto impacciato.

Sumire si bloccò fissando intensamente il ragazzo.

<< Ino quella Ino? >>
<< Si >> disse lui con sincerità.

Lei alzò un sopracciglio.

<< Gnoccona da paura sarebbe la tua ex? >>
<< Dai Sumi non fare così >>
<< No. Va tutto bene. Tuuutto bene. Sento che la mia autostima sta andando a suicidarsi ma è tutto ok >>

Lui si mise a ridere e la abbracciò dandole un dolce bacio in testa.

<< Ma smettila! >>

Shikamaru si aggirava nei pressi del lago con le mani in tasca.

<< Ah Matsuri senti... >>
<< Si? >>
<< Devo chiederti un favore... domani se non hai missioni potremo parlare? >>
<< Ok va bene >>

In quel momento udirono un gran frastuono a poca distanza.

<< Hei ragazzi. Tuffo a bomba! >>
<< Lee! Kiba! Non fate gli incivili! >>
<< Non preocuparti Ten ten... anzi io li seguo >> disse Sumire togliendosi le scarpe e la giacca rimanendo in pantaloncini neri e maglietta viola.

La kunoichi mise una mano sulle labbra.

In quanto iperattività quella ragazza era quasi come Rock lee.









*








La festa durò più del previsto e com'era prevedibile era degenerata in un totale caos fatto di urla, musica altissima e un piccolo gruppetto completamente sbronzo.

<< Matsuri >>

Lei teneva in mano un bicchiere di aranciata.

<< Gaara >>
<< Goumen... avevo previsto una festa più intima >>
<< No va bene così, mi sto divertendo molto e poi i ninja della foglia sono molto simpatici >>

Inspirò, era tutto il giorno che rimurginava se farle quella domanda o meno.

<< Vorrei chiderti una cosa >>
<< Dimmi pure >>
<< Stasera... o meglio stanotte... una volta finita la festa ... vorresti dormire a casa mia invece di tornare a casa? >>

Lei arrossì ed annuì timidamente.

<< Va bene >>


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Capitolo 29
*** Capitolo 29 -Una strana situazione- ***


Una strana situazione













Era passata qualche settimana dal compleanno delle gemelle.

Come era ormai consuetudine Kankuro si risvegliò e la prima cosa che vide fu il viso addormentato della sua ragazza con le labbra leggermente in fuori ed i capelli arruffati.
Le diede un veloce bacio e scostò piano sua gamba che lo cingeva per la vita in modo da potersi alzare.
Si preparò velocemente mettendosi la tuta nera poi prese la mano di un modello base di marionetta e si sedette davanti la scrivania iniziando a lavorarci su.

Dopo qualche minuto la ragazza si svegliò e sbadigliò stropicciandosi gli occhi.

<< Buongiorno >> disse lui continuando a fissare il legno.
<< Mh... >> rispose lei incapace di ragionare lucidamente.
<< Ti va di andare in cucina per il caffè? >>

Sumire mosse le labbra un paio di volte e sbadigliò, si guardò intorno con gli occhi socchiusi soffermandosi su un punto imprecisato dello spazio.

<< Incontreremo Gaara? >> disse infine con la voce impastata.
<< Probabile >>
<< Miuuu così il caffè mi va di traverso >>
<< Perché? >>

La ragazza si alzò e gli si sedette accanto, diede un bacio sulle labbra e poi poggiò la testa sul suo petto.

<< Tuo fratello è inquietante di prima mattina. Fissa la gente con quei suoi occhi a palla... >>
<< Non ha gli occhi a palla >> La ammonì.
Lei ghignò. << Hai ragione. Ha più gli occhi a panda... >>

Kankuro non riuscì a trattenere una risata.

<< Sei una bastarda >>






*







Gaara stava facendo colazione insieme a Matsuri.
Dopo la festa avevano preso a dormire insieme, non sempre, capitava sempre più frequentemente.

Il ragazzo aveva versato l'acqua calda nelle tazze e adesso le stava portando a tavola mentre Matsuri mangiava del pane tostato con della marmellata.

<< Arigatò Gaara >>
<< Di nulla >> dopo tutte le tisane che la ragazza gli aveva servito in quegli anni era un piacere per lui ricambiare.

Entrambi presero a sorseggiare la bevanda con calma.
Lui sfogliava il giornale, lei si godeva il panorama fuori dalla finestra. Di tanto in tanto si guardavano scambiandosi un dolce sorriso.

<< Buongiorno piccioncini >>

Trasalirono.

<< Sumire non metterli in imbarazzo >> disse Kankuro preparando la caffettiera e mettendola sul fuoco.
<< Ma no, non si imbarazzano certo per così poco. Vero 'Tsu 'tsu? >>

Lei arrossì e chiuse le mani a pugno.

<< Nee-chan non chiamarmi così >>

Gaara si limitò a guardarla torvo ma ciò non servì a nulla poichè la ragazza gli sedette accanto e prese un biscotto dal suo piatto.

Due minuti dopo dopo arrivarono pure Temari e il corpo di Shikamaru, la sua mente era ancora bella sotterrata sotto le coperte.

<< Buongiorno >>
<< Mendokuse... >>

Kankuro roteò gli occhi al cielo e sospirò.

<< Chi vuole il caffè? >>

Temari indicò il ninja di Konoha.

<< Faglielo doppio >>

Una volta seduti tutti a tavola Sumire si guardò intorno con l'aria di una bambina vispa.

<< Che bella riunione di famiglia >>

Kankuro le diede una gomitata ma il risultato fu farla ridere più forte.

Temari versò il caffè direttamente nella sua ciotola di latte.

Shikamaru sbadigliò stropiccianndosi gli occhi.

<< Shikamaru è un tipo sveglio. No aspetta non è vero >> disse Sumire mentre beveva il suo adorato caffè.

Il Nara finalmente aprì gli occhi e si grattò la nuca imbarazzato.

<< Ah ah ah molto divertente... >> si girò verso la ragazza seduta accanto a lui << Matsuri mi accompagneresti alla nuova biblioteca? >>
<< Hai. Allora andiamo subito perchè ho un impegno all'accademia >>

Si alzò velocemente e sorrise a Gaara prima di congedarsi con un inchino e uscendo dalla stanza mentre Shikamaru la guardava sconcertato.

<< Perchè voi di Suna dovete correre sempre? >>
<< Muoviti! >>

Da un paio di giorni Shikamaru e Matsuri trascorrevano del tempo insieme: passeggiavano, pranzavano quando c'erano delle piccole pause tra una mansione e l'altra e avevano preso anche ad allenarsi a shoji.

Temari si era accigliata e anche Gaara cominciava ad essere infastidito dalla cosa ma nessuno dei due lo dava a vedere.





*





Kankuro e Sumire stavano pranzando sul letto mentre guardavano un programma in tv.
La maggior parte della gente si sarebbe sconcertata nell'assistere a quello scenario ma per loro era una consuetudine quando erano soli in casa.

La televisione non era una novità nelle cinque grandi terre, ma era usata prevalentemente per aggiornarsi o per vedere qualche registrazione.
Negli ultimi tempi però erano presenti dei programmi interessanti che stavano man mano aumentando includendo anche film dell'orrore, programmi comici e alcuni di interesse scientifico.





<< E se si seguono attentamente le istruzioni potrete realizzare una bellissima mano in legno... >>





<< Mh Kanky passami la salsa di soia >>

Il ragazzo si allungò prendendo il piattino ed avvicinandoglielo.

<< È rimasta della carne? >>

Sumire si guardò intorno e vide il piatto poggiato sopra la testa di Karasu che era seduta ai piedi del letto.

<< Tieni >>





<< Ora cominciamo a montare il braccio...  >>





<< Ma non si fa così >>
<< Kanky non parlare con la tv... >>
<< Passami il telecomando >>





<< E così avrete realizzato una magnif... >> bzzz ... << aaah lo zombie ci sta inseguendo! >>





Sumire indicò lo schermo con le ashi mentre masticava un gambero in tempura.

<< Uh mi piace questo film. Lascia qua >>





*





Quella sera.

I tre fratelli Sabaku erano a tavola insieme, Temari pareva piuttosto nervosa.

<< Ma Shikamaru? E’ ancora a dormire? >> chiese Kankuro notando un posto vuoto ma apparecchiato.
<< No, mangia fuori stasera, mi ha avvisato poco fa >>
<< Solo? È deprimente anche per uno come lui >>
<< È con Matsuri… >>

Gaara drizzò le orecchie. Attese che i due fratelli continuassero a parlare per ottenere altre informazioni ma ciò non avvenne.

<< Sumire invece? >> Chiese sperando che anche lei fosse con la sua adorata allieva e col ragazzo.
<< È nel suo appartamento >>

Lui annuì ma dentro avvertiva uno strano disagio.




*





Intanto in un piccolo ristorante di Suna, non molto lontano dall’abitazione dei tre fratelli della sabbia…

<< Bugiardo! Mi avevi detto che Temari aveva da fare e non te la sentivi di mangiare di fronte ai suoi fratelli senza di lei. E invece ho scoperto poco fa che è in casa! >>
<< Ma lei ha da fare: torturare il genere umano >>

La ragazza non rise alla battuta, anzi la sua espressione si fece molto seria.

<< Shika dovresti parlare con lei >>
<< Ho intenzione di rivelarle tutto quando sarà il momento… >>

Matsuri notò il disagio del ragazzo. Forse ci voleva un piccolo time out.

<< Cambiando discorso che combinano i ragazzi a Konoha? >>

Matsuri in quegli anni tra missioni, ricevimenti e altri eventi più o meno mondani, aveva legato anche con gli altri ragazzi, non aveva con tutti la stessa confidenza, ma era stata accolta come una ragazzina dolce e simpatica.
Shikamaru apprezzò la delicatezza che aveva avuto nel non metterlo a disagio.

<< Naruto è il solito baka. Sai che ha comprato tutte le rose della serra di Ino per regalarle ad Hinata? >>
<< Ma che cosa dolce >>
<< Bleah come sei sdolcinata >>
Gli fece la linguaccia << Sono un ragazza… e dimmi di Hinata. Come sta? >>

Data la somiglianza di carattere le due ragazze avevano legato molto.
A Konoha, quando non era con Shikamaru e non lavorava, lei Hinata e Sakura andavano a mangiare qualcosa insieme.

<< Sempre la solita, ultimamente sta a casa, si sta occupando del trasloco e quindi prende meno missioni >>
<< Ah e dimmi come sta andando? >>

Stettero a parlare per qualche ora, poi il ragazzo la riaccompagnò a casa.





*





Si era fatto tardi, già le stelle rifulgevano di una luce d’ambra, alte e silenziose nel cielo notturno.
Non aveva per niente calcolato il tempo, si era lasciato trasportare dai loro discorsi.
Quando arrivò a casa Sabaku Temari era davanti alla finestra, non ebbe nemmeno il tempo di avvicinarsi alla porta che la ragazza gli si parò davanti come una furia.

<< Allora? Che ci facevate fuori così tardi? >>

Lui indietreggiò sorpreso e poi mise le mani avanti il viso.

<< Temari avevo bisogno di chiedere un parere >>
<< E non potevi chiederlo a me? >>
<< No >>
<< Perchè? >>

Lui si grattò il collo a disagio.

<< È una faccenda privata... >>

La ragazza battè due volte gli occhi sorpresa e delusa poi fece dietrofront andando verso la sua camera. Shikamaru la stava per seguire ma venne freddato dalla sua frase gelida.

<< Tu dormi sul divano >>

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Capitolo 30
*** Capitolo 30 -Verso un nuovo equilibrio- ***


Verso un nuovo equilibrio












Drriiin drriiin driiin



<< La frantumo quella dannata! >>

Come al solito Sumire si era svegliata nei più leggiadri dei modi.
Gettò malamente le coperte da un lato, tirò indietro la matassa di capelli che le impedivano la vista ed andò in bagno a dare un senso alla sua persona.
Entrò in cucina e ...

<< Oddiooo... >>

Urlò talmente forte che Matsuri si precipitò in cucina.

<< Che c'è? Stai bene? >>
<< Kankuro mi ha rovinata! >>

La ragazza aggrottò le sopracciglia.

<< Come? >>

Sumire fissava attentamente la caffettiera tenendola per il manico con due mani rigirandola su se stessa.

<< Com'è che si usava questo arnese? >>

La sorella tirò un sospiro di sollievo.

<< Baka! mi hai fatto prendere un colpo >>
<< No seriamente, non ricordo... >>

Matsuri le tolse dalle mani l'arcaico arnese e fece il caffè.
Sumire si sedette sulla sedia davanti il tavolo grattandosi la guancia in imbarazzo.

<< Scusa ma non pensavo fossi in casa. Anzi che fai qui? >>
<< Ci abito Sumy >>

T'oh. Stava diventando spiritosa.

<< Pensavo dormissi con Gaara. A proposito te lo volevo chiedere da un po'. Ma oltre a dormire non è che per caso fate...? >>

Matsuri diventò incandescente.

<< NO >>
<< Che esagerata! Chiedevo soltanto >> in quell'istante il caffè fu pronto e la ragazza lo bevve come se fosse uno shortino << Comunque vado da “NO” per la missione di oggi >>

Matsuri annuì mentre versava dello zucchero e un goccio di latte nel caffè.

<< Io devo andare in biblioteca >>
<< Divertiti tigre! >>





*






Kankuro era entrato in cucina in modo da poter fare colazione ma appena varcata la soglia vide Shikamaru, sdraiato sul divano, intento a ronfare completamente immobile.
Roteò gli occhi al cielo e decise di saltare il pasto.

Entrò nell'ufficio del fratello e si sedette sul divano.

<< Ciao Otouto. Hai notato il morto sul divano stamattina? >>

Il fratello annuì e strinse la mano destra in modo impercettibile.

<< Mi sa che abbia fatto incazzare la nostra sorellona. Speriamo che non le venga in mente di cucinare >>

Quando era incazzata alle volte Temari si metteva a cucinare per mascherare il suo stato d'animo, ma i risultati erano peggiori di quando si cimentava in cucina con animo sereno.

Udirono bussare alla porta e finalmente Gaara aprì bocca.

<< Avanti >>

Sumire entrò, non appena vide Kankuro gli sorrise poi si rivolse a Gaara con aria più seria.

<< Buongiorno. Sono qui per la missione >>

Chissà come mai non aveva usato nessun soprannome.
Gaara aprì il cassetto prendendo il rotolo e porgendoglielo.

<< Pensavo venissi con Matsuri >>
<< E' il suo giorno libero ed è andata in biblioteca. Devo chiamarla? >>

Gaara rimase imbambolato un istante fissando il vuoto.

Matsuri si presentava sempre nel suo ufficio. Sempre. Sin da quando era sua allieva, anche se era il suo giorno libero.



Che stava succedendo?



<< No, non è necessario >>
<< Wakatta >>

Non appena Sumire uscì dall'ufficio Kankuro osservò meglio il fratello.

<< Tutto bene Gaara? Mi sembri un po' turbato >>
<< Tutto bene >>



*





Quella mattina Temari si svegliò nera come non mai.
La notte prima aveva aspettato quel pesaculo fino a tardi e quando era andata a letto non era riuscita a chiudere occhio immediatamente.

Era stanchissima ma aveva tante cose da fare.

Si preparò velocemente e come prima cosa andò in cucina mentalmente preparata a dirne quattro a quel maledetto.

<< Sentimi bene tu. se mi stai nascondendo qualcosa ti consiglio di... >>

Ammutolì quando non lo vide ronfare sul divano.





*




<< Mi è gelato il sangue quando ho avvertito i suoi occhi su di me >>
<< Che esagerato. Gaara ha degli occhi molto dolci >>
<< Non di prima mattina. Perché si sveglia così presto poi? >>
<< Perchè non gli piace perder tempo. Inoltre ha ancora qualche piccolo problema col sonno >>

Shikamaru e Matsuri si erano incontrati in biblioteca quella mattina e stavano camminando già da un bel po' per le vie secondarie del villaggio.

<< Ecco dovrebbe essere questo >>

Erano arrivati di fronte un parco, il più antico di Suna.
Shikamaru si diresse in un palazzo vicino e poggiò una mano sul muro.
Matsuri portò una mano al petto ed inclinò leggermente la testa.

<< Allora hai deciso? >>
<< Hai... ho deciso. Parlerò con lei stasera >>
<< Chissà come la prenderà >> Si domandò preoccupata.
<< Sarà sorpresa all'inizio... spero solo non prenda il suo ventaglio >>
<< Mi domando come la prenderà Gaara... >> disse abbassando lo sguardo.
<< Spero che lo scoprano il più tardi possibile... >>

Temari vide la scena a pochi metri di distanza, l'aveva cercato tutta la mattina per le vie del villaggio. quando li vide gli salì il sangue al cervello.

<< Shikamaru! >>
<< Cazzo >>
<< Matsuri tu allontanati, me la sbrigo io >>
<< Sei sicuro? >>
<< Hai >>

La ragazza si allontanò di qualche metro raggelò quando vide di fronte a se Gaara Kankuro e Sumire.

<< Adesso basta che cosa state combinando tu e Matsuri? >>
<< Temari calmati >>

Gaara udì le parole della sorella e guardò la sua ragazza con aria corrucciata.

<< Che succede qui? >>
<< Gaara... io... >>

Sumire e Kankuro si guardarono non capendoci nulla.

<< Perché eri qui con Shikamaru? >>

Matsuri abbassò lo sguardo

<< Mi dispiace Gaara ma non posso dirtelo >>
<< Come sarebbe non puoi? Che sta succedendo? >>
<< Io... >>

Intanto Temari continuava a dare addosso a Shikamaru: Il ragazzo aveva portato Matsuri davanti le mura di un palazzo a lei molto caro e questo la faceva infuriare ancora di più.

Sua madre la portava spesso lì quando lei era piccola.

<< Ora voglio la verità >> disse furente.

Dopo aver cercato di calmarla Shikamaru non vide altra soluzione che dire la verità.
Inspirò e chiuse gli occhi mettendo le mani avanti.

<< Mi avevi parlato di questo posto molto tempo fa. Non sapevo dove fosse di preciso così ho chiesto a Matsu di darmi una mano a trovarlo >>
<< Potevi chiederlo a me >>
<< No non potevo, mi avresti fatto il terzo grado ed io volevo portarti qui stasera con calma >>
<< Insomma tutti questi misteri! Io... >>
<< Oggi è il nostro anniversario Temari... >>

La kunoichi si bloccò all'istante. Era vero. Le era passato di mente.

<< … e come regalo vorrei darti questo... mi ha aiutato Matsuri a sceglierlo... io non mi intendo di queste cose da donne... >>






*






Sumire si era avvicinata al viso di Gaara per guardarlo negli occhi.

<< Pandix sei geloso per caso? >>

La domanda di Sumire lo mise a disagio.

<< Io... no >>
<< Bugiardo >>

Vedendo il ragazzo così a disagio Matsuri gli si avvicinò poggiando una mano sul suo braccio.

<< Shikamaru mi ha chiesto un favore ed io l'ho aiutato >>
<< Perché non me l'hai detto? >>
<< Perché mi ha chiesto di non dire niente a nessuno... >> mormorò a capo chino.

Sumire aveva portato le mani davanti al viso mentre guardava le due mosche nere.

<< No! Ma che cosa carina >>

Kankuro guardava la scena basito.

<< Testa d'ananas sta per fare quello che penso? >>

Shikamaru stava porgendo un anello a Temari.

<< Già >> Matsuri portò le mani sul viso << è un gesto così romantico che ho voluto aiutarlo. Adesso capisci Gaara? >>

Il ragazzo abbassò lo sguardo. Aveva preso il più grande dei granchi.

<< Matsuri.. goumen-ne >>

Lei gli diede un bacio sulla guancia.

<< Fidati di me d'ora in poi e non essere geloso >>
<< Non... non sono geloso... >>

Sumire si mise una mano davanti le labbra.

<< Bugiardo >> mormorò.
<< Sumire taci! >>





*





Temari fissò quel misto di oro giallo e diamante per due minuti buoni, poi, una volta superato il momento di sorpresa, mise le mani sui fianchi.

<< Chiedimelo come si deve pesaculo >>

Shikamaru sospirò.

<< Temari vuoi...? >>
<< IN GINOCCHIO BAKA >>

Lui la guardò indignato.

<< Non mi ci metto in ginocchio >>
<< Si invece >>
<< Insomma mi sposi o no? >>
<< Solo se ti metti in ginocchio! >>

Sumire era piegata in due dal ridere mentre Matsuri di era messa la mano sul viso.

<< Nooo non era così che doveva fare >> disse la ragazza scuotendo la testa.
<< La miglior proposta di sempre! Ahahah. Per tutti i kami non respiro... >>

Kankuro e Gaara fissavano la scena impassibili entrambi colti da un tumultuoso turbamento interiore.

Sul viso del Master of puppets cominciò a partire un inquietante tic all'occhio destro.

<< Io lo ammazzo quello >>
<< Ed io lo seppellisco, fratello >> disse Gaara liberando una piccola dose di sabbia.

Sumire e Matsuri guardarono i due fratelli Sabaku e poi si guardarono con aria complice, infine sbuffarono seccate ma anche intenerite dalla gelosia dei due fratelli.




Sembrava fosse tornato tutto come prima, eppure le loro vite stavano cambiando completamente.

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Capitolo 31
*** Saga special 1 -A remember pink- ***


Gli ultimi capitoli saranno composti da una raccolta di one-shot/ flashfic in modo da tornare alla situazione di equilibrio della prima ff della trilogia.





~ Special Saga ~
A remember pink










L'ufficio del kazekage era pieno di gente come ormai di consueto.

Kankuro stava sistemando dei rotoli, Sumire stava potando una delle piante vicino la finestra, Matsuri aveva portato il the per tutti, e Temari stava controllando la posta.

<< C'è un invito >>

Gaara alzò lo sguardo dai suoi documenti.

<< Un invito? >>
<< Hai. Le nozze di Naruto. Ha invitato tutti noi, comprese Matsuri e Sumire >>
<< Hai lo sapevo. Mi è arrivato l'invito stamattina >> disse Sumire concentrata a sistemare i petali di una peonia.

Tutti i presenti si girarono a guardare la kunoichi con fare sorpreso. Lei inizialmente non si accorse di nulla, poi si voltò sentendosi leggermente a disagio.

<< Eddai ragazzi, io e l'hokage ci conosciamo da anni. Da quando ha fatto il giro del mondo con Jiraya. Non ricordate? >>

Kankuro annuì.

<< Oh è vero. Ti considera la sua sorellina >>

La ragazza alzò un sopracciglio.

<< Sei ancora arrabbiato per questa storia? >>
<< No. Certo che no >>
<< Bugiardo >>

Gaara decise di interrompere quel battibecco sul nascere.

<< Partiremo tra due settimane >>



*



Il fatidico giorno di Naruto era arrivato, l'intero villaggio era in fermento, si udiva il vociare della popolazione nonostante le finestre fossero chiuse.

Kankuro stava leggendo un giornale steso sul letto della camera degli ospiti nel palazzo dell'Hokage.

Sbuffò sommessamente.

Lui era pronto da almeno un'ora mentre Sumire stava gettando in aria l'intero contenuto dell'armadio e dei cassetti facendo molto rumore, che sommato al vociare esterno scaturiva un gran caos che gli rendeva impossibile leggere in santa pace.

La fissò con la coda dell'occhio: era coperta solo da una canotta sottile e degli slip viola, i capelli arruffati e girovagava come un'anima in pena.

<< Kankuro non trovo il mio reggiseno >>
<< E perché lo chiedi a me? >>
<< Perché hai il brutto vizio di nasconderli. Maledetto >>

Il ragazzo stava per rispondere quando udì bussare alla porta.

Naruto, vestito di tutto punto per la sua cerimonia, era in piedi di fronte la porta come pietrificato.

<< C'è Sumire? >>
<< Ah- ah >> si limitò ad annuire il marionettista preoccupato << aspetta si sta preparand... >>

Non fece in tempo a finire la frase che l'hokage si era fiondato in camera preso dal panico.

<< Ehi! Naruto >>

Sumire, con un accappatoio addosso e le braccia conserte, guardò alternativamente prima il suo ragazzo poi il suo “fratellone”.

Kankuro fece spallucce mentre un'intensa espressione irritata e corrucciata si andava accentuando sul suo volto.

Dall'altro canto Naruto sembrava sul punto di svenire. E mancava poco all'inizio della cerimonia.

<< Kanky ci lasci soli? >>
<< No >>

Sumire rise sommessamente. A volte era così dannatamente geloso.

<< Per favore Kanky >>

Lui roteò gli occhi al cielo.

<< Ti aspetto fuori >> disse secco.

Una volta soli Naruto si sedette sul letto guardando fisso sul pavimento.
Sumire attese pazientemente che lui trovasse il coraggio di spezzare il pesante silenzio che si era formato nella stanza.

<< Che sto facendo? >> disse improvvisamente.

Sumire gonfiò le guance soffiando poi lentamente.
Non si sentiva adatta ad affrontare quell'argomento. Anche se un pochino se l'aspettava che il ragazzo sarebbe venuto da lei.

<< La più grande stronzata che si possa fare... alcuni ci cascano prima altri dopo >> disse diretta.
<< Quindi sto facendo un tremendo errore? >> disse Naruto maggiormente preso dal panico.

Avevano già affrontato “l'argomento Hinata” durante il ritorno dalla missione ad Ame, e Naruto aveva capito perfettamente cosa ne pensasse Sumire.

Sapeva che se le avesse chiesto un parere lei sarebbe stata sin troppo sincera e probabilmente avrebbe messo in dubbio la sua decisione quindi avrebbe sorvolato sulla questione.
Però adesso quel giorno era arrivato e lui era circondato dai dubbi.

<< Naruto piantala di fartela addosso >>
<< Sumire ti prego >>
<< Non affidarmi una responsabilità del genere >>
<< Io ho bisogno di un tuo parere >>
<< Ok... l'unica cosa che posso dirti e di pensare alle conseguenze di ciò che vuoi fare >>

Naruto si limitò ad annuire e si prese tutto il tempo prima di parlare nuovamente.

<< Credi che le cose si aggiusteranno? >>

Sumire fece spallucce.

<< Stai per sposare una donna bellissima che ti ama incondizionatamente. Credo che avrai una vita serena >>

Naruto la fisso per qualche istante prima di sorriderle con fare sincero.

<< Grazie Sumi >>

Lei gli diede un pugnetto sulla guancia.

<< Non ringraziarmi. Aggiustati la giacca, ritrova le palle, e vai a metterti sotto quell'ombrello >>


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Capitolo 32
*** Saga special 2 -A small moment of weakness- ***


A small moment of weakness












Lei odiava quell'evento.
Detestava quell'evento.
Le faceva accapponare la pelle.

E poi perché si ritrovava sempre a dover sostenere uno degli sposi?



*



Era seduta sul gradino davanti la porta che dava sul giardino sul retro della casa, con la testa poggiata su una mano.

Era davvero uno splendido giardino: pieno di fiori, erba tagliata a tre centimetri, delicati ornamenti e un profumo delicato nell'aria.

<< Non li rivedrò mai più... >>

La sua voce la risvegliò dai suoi futili pensieri.

Kami era convinta che il dramma peggiore sarebbe stato far svegliare lo sposo. Che invece era perfettamente sveglio e già pronto.

Incredibile.

<< Sai bene che non esiste questa eventualità >> rispose seria << Voi tre siete molto legati >>

La sposa inspirò profondamente.

<< Si però... sarà tutto diverso. E se i nostri impegni ci dividessero? >>
<< Non succederà >>

Temari, fasciata da un magnifico abito da sposa di seta, apriva e chiudeva freneticamente il suo ventaglio. Cose che avrebbe allarmato i più ma non la Murasaki.

<< Gaara non è un tipo che scrive lettere, ed è sempre molto impegnato. E Kankuro sarà la sua guardia del corpo. E io dovrò svolgere le missioni per conto di Konoha... >> sospirò sopraffatta << Insomma noi... >>

Aggrottò la fronte irrigidendosi vedendo la reazione della ragazza.

Sumire si era alzata di scatto facendo un rapido dietrofront.
Non aveva detto nulla. Semplicemente era entrata strafregandosene -o semplicemente non notando- gli sguardi allibiti dei presenti, ovvero tutti i ninja di konoha e gli invitati che erano arrivati da Suna.
Aveva preso per mano uno stralunato Kankuro e lo aveva trascinato via dalla sala, fuori in giardino.
Dopo due minuti di orologio era rientrata aveva fissato i presenti -ancora allibiti- aveva preso uno (spaventato?) Gaara per la cravatta e lo aveva trascinato fuori, sempre in giardino.

<< Temari ha bisogno di voi >>

Spalancò la porta e piazzò i fratelli di fonte alla sposa.

Lei guardò prima i fratelli poi Sumire.

<< Diglielo >>
<< Cosa? >>
<< Diglielo! >>

Kankuro aggrottò la fronte avvicinandosi alla sorella.

<< Temari hai pianto? >>

Lei girò il viso sistemandosi una ciocca di capelli che si ostinava a scendere, ribelle, sulla fronte.

<< No... ma che dici... >>
<< Io me ne vado >> disse Sumire col suo fare iperattivo e un po' isterico, lasciando un po' di privacy ai tre fratelli.



*



Rimasti soli i tre guardarono ovunque concentrandosi persino sulle foglie e sui rami, tutto pur di non incrociare lo sguardo con i rispettivi consanguinei.

Kankuro aveva una mano dietro la nuca, Gaara un dito sopra la guancia e Temari si rifiutava di mollare il suo ventaglio.

<< Sta cambiando tutto >> mormorò infine rinunciando a sistemare la ciocca bionda.

I due fratelli la guardarono sorpresi poi si guardarono a vicenda.
Temari era sempre stata la più forte tra loro, la più controllata. Ma quello era un momento molto delicato per lei.

<< Temari >>

Lei alzò lo sguardo guardando il suo fratellino.

<< Ti prometto che i miei impegni non mi impediranno di scriverti. E verrò a farti visita ogni volta che potrò >>

La ragazza sorrise.

<< Ontoni? >>

Gaara ricambiò con un sorriso appena accennato.

<< Certamente >>

Temari lasciò andare il suo ventaglio poggiandolo per terra e si mise in piedi sistemandosi il vestito.
Ispirò e si diresse verso la porta.

<< Kankuro >>
<< Si Tem? >>
<< Per favore almeno per oggi non fare l'iperprotettivo con Shika. O almeno sta lontano dalla sua faccia >>

Lui rise.

<< Ci proverò Tem >>

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Capitolo 33
*** Saga special 3 -Irony- ***


Irony










Era una fresca serata sulla cima delle mura di Suna. Due ragazzi erano seduti intenti a guardare le stelle.

Il vento era appena percettibile e faceva danzare i piccoli granelli si sabbia.

<< Sumire... >> disse improvvisamente Kankuro interrompendo il silenzio.

La ragazza si girò a guardarlo. Kankuro si era comportato in modo strano per tutta la serata. Era teso, come preoccupato da qualcosa.

<< Si? >>
<< Io... >> iniziò inspirando a fondo << ... stiamo insieme da quasi tre anni ormai quindi io >> si mise in ginocchio davanti a lei << Sumi... Vuoi ... Vuoi sposarmi? >>

La ragazza arrossì come un peperone e balbettò inebetita continuando a fissare quel bellissimo e, molto probabilmente, costosissimo anello.

<< Io io... >> Chiuse gli occhi inspiro ed espirò << ...io ti amo Kankuro >>


Lui sorrise felice.


<< ...ma no. Non ti sposerò >>


Il sorriso si trasformò velocemente in un'espressione di stupore, sconcerto, delusione e dubbio.


Sumire chinò il capo e si grattò la guancia, in imbarazzo.

<< Non fare quella faccia >>
<< Vorrei almeno una spiegazione >> disse lui pacato ma con tono fermo.


La ragazza fece spallucce.

<< Diciamo che mi è già quasi capitato di fare questo passo e la cosa non mi è piaciuta affatto >>
<< Ah ah ... Simpatica >>


Lei si massaggiò un braccio guardandosi intorno e poi si umettò le labbra guardandolo dritto negli occhi.

<< Seriamente? Sono contraria al matrimonio. La trovo una pagliacciata >>

La sua reazione fu strana: batté le palpebre e si grattò la testa senza dire una parola. Forse deluso, o forse arrabbiato.
Allora Sumire gli prese il viso tra le mani guardandolo negli occhi.

<< Ti amo sei tanto patatino quell'anello è bellissimo però vallo a restituire che mi mette ansia >>

<< Sumire sai che non lo restituirò >> disse lui serio.

La ragazza si alzò in piedi e batte le mani sui fianchi.

<< No dai ma veramente perchè vuoi sposarmi? Sono insopportabile, sono nevrotica... ed i miei piedi sono clinicamente morti >>

Sul viso di Kankuro si dipinse un gnigno divertito.

<< Meno male. Ho sempre sofferto il caldo di Suna >>

Lei lo guardò con ancora una mano a mezz'aria, colta di sorpresa.
Poi si mise a ridere.

<< Baka >>

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Capitolo 34
*** Saga special 4 -Bravery- ***


Bravery











<< Gaara ti andrebbe un po' di the? >>
<< No ti ringrazio >>

Sumire scosse la testa.



Cucci cucci...



<< Gaara. Mi aiuteresti con questi documenti? >>
<< Ma certamente Matsu >>

Sumire aprì la bocca uscendo la lingua e roteò gli occhi al cielo.



"Certamente ". Gne gne...



<< Stasera ceni con me? Voglio provare a preparare il tuo piatto preferito >> domandò Matsri con tono dolce.
<< Hai. Però prima devo presidiare una riunione col consiglio >>
<< Va bene. Ti aspetto >>

Sumire alzò la testa dai rotoli e scosse la testa.



Ma erano due adulti o due genin ai primi amori?
Le stavano facendo venire il diabete.



<< Gaara tra poco ci sarà la festa del villaggio. Che ne dici se... >>



Ok basta.



<< Gaara perché non te la porti? Andate sul terrazzo a fare le vostre... cose da fidanzati. Io devo lavorare >>

I due avvamparono all'unisono.

Si erano dimenticati che Sumire era sul divano ad occuparsi della documentazione per la riunione.

<< Anche io devo lavorare >> disse Gaara cercando di darsi un contegno.

La ragazza alzò gli occhi al cielo.

<< Al momento non hai niente da fare a parte attentare alla salute delle mie orecchie >>

Matsuri era sul punto di svenire.

<< Uscite. Sciò >>

Solo lei aveva la capacità di cacciare il Kazekage dal suo stesso ufficio.




*




Qualche minuto dopo Gaara e Matsuri rientrarono nel famoso ufficio e con gran sollievo del Kage, Sumire se n'era andata.

Si sedette dietro la scrivania ed aprì un cassetto per estrarre dei documenti ma nel farlo gli cadde una piccola scatolina.

<< Aspetta ti aiuto >> disse gentilmente Matsuri.

Il ragazzo si alzò di scatto porgendole velocemente i fogli.

<< No non c’è bisogno grazie. Ecco i fogli che ti servivano >>


La ragazza non fece caso a quello strano comportamento prese i documenti fece un piccolo inchino e se ne andò.

Rimasto solo Gaara guardò con sguardo truce la scatola di velluto azzurro.

Quello non era il suo posto. Era stata spostata.
E avrebbe scommesso sulla colpevole con estrema certezza.



Piccola vipera.



Estrasse il contenuto di quella scatola e osservò quel piccolo cerchio d'oro rosso ripensando allo sguardo dolce e sincero della piccola Matsuri.

Prima o poi avrebbe avuto il fegato di domandarglielo.

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Capitolo 35
*** Saga special 5 -A trap- ***


A trap








<< Vieni qui >>

Era scappato dentro la prima stanza che gli si era parata davanti iniziando ad ansare rumososamente.
Pochi secondi dopo sentì il poderoso rumore dei pugni dall'altra parte.

<< Apri la porta >>

Il tono di voce era falsamente pacato.

<< No >>
<< Apri questa porta cognatino >>

L'ultima parola era stata detta in modo vagamente assassino.



Ma perché capitavano tutte a lui?



I pugni si facevano sempre più violenti.

<< Io ti ammazzo. T'insegno io a mettere incinta mia sorella! >>

Shikamaru si chiese come mai il ragazzo non aveva ancora sfondato la porta.

<< Ah. Ecco perché non mangiava più il sushi >>

Gelò sentendosi morire dentro.

La voce proveniva da dentro la stanza, alle sue spalle.

Il cervo di Konoha sgranò gli occhi girandosi in modo estremamente lento.

Dietro di lui il Kasekage di Suna continuava a scrivere apparentemente tranquillo.

Fece mente locale: dietro quella porta c'era il master of puppets pronto ad imbottirlo di veleno, davanti a lui un ex pericolosissimo killer che si era visto invadere la privacy del suo ufficio ed aveva appena scoperto che lo stesso invasore gli aveva ingravidato la sorella.



Era morto.

Fottutamente morto.



Ma provò comunque a giocare le sue carte.

<< Salve Kazekage-sama. Sono mortificato per l'intrusione >>

L'altro annuì. Sembrava stranamente calmo.

I pugni continuavano.

<< Questo rumore mi infastidisce >> disse lapidario.

Shikamaru ricominciò a sudare freddo e si mise ad analizzare la stanza:

Poteva buttarsi dalla finestra, anche se questo avrebbe comportato avvicinarsi all'ex jinchuuriki che non sembrava volergli rendere la vita facile.

Poteva aprire la porta e farsi imbottire di veleno.

Poteva restare fermo e farsi riempire di sabbia.

Poteva estrarre un kunai e suicidarsi.

Scosse la testa sentendosi in trappola.



Per tutti i Kami. Quando era diventato così stramaledettamente stupido?

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Capitolo 36
*** Saga special 6 -Hairstyle- ***


Hairstyle












Kankuro stava camminando per il corridoio dei piani sotterranei del palazzo con una bottiglietta di succo in mano e un biscotto tra i denti.

Era deciso a nascondersi in camera sua finché Temari, Yukata e tutte le altre isteriche non si fossero date una calmata.



Quel giorno erano tutte più pazze del solito.



Quando giunse in camera sua vide la sua amata Sumire seduta sul letto con un elegante abito tra le mani.

Rimase immobile un paio di istanti a studiare il suo bizzarro comportamento: lo fissava con aria corrucciata e se lo rigirava tra le mani.

Passato quel momento diede un morso netto al biscotto facendo risuonare un lieve “tac” perfettamente udibile però nel silenzio della stanza.

Sumire si voltò di scatto arrossendo un po' per essere stata beccata in quel momento.

<< Ciao >> disse poi con tono lieve.
<< Che hai? >> domandò il ragazzo incuriosito.
<< Nulla... >> disse girandosi a fissare quell'abito monospalla di seta con dei dettagli dorati.
Sbuffò sommessamente prima di continuare.

<< … è solo che … >>

Matsuri per il suo matrimonio le aveva chiesto di fare da damigella d'onore.
Gaara le aveva fatto la proposta due mesi prima e mezzo villaggio era in fermento per via dei preparativi da allora.
Anche lei era piuttosto emozionata. Insomma finalmente quel baka panda si era deciso, però...

Ispirò chiudendo gli occhi.

Era un po' in ansia per loro: Matsuri sarebbe diventata la moglie del Kazekage e l'etichetta le imponeva una serie di impegni che le avrebbe portato via la maggior parte del tempo.
Inoltre c'era anche un altro problema...



Come avrebbe influito tutto questo sul loro rapporto?

Dannazione aveva criticato tanto Temari ed adesso lei si comportava allo stesso modo...



Kankuro le si avvicinò sedendosi accanto a lei.

<< Ho capito >>

Sumire aprì gli occhi girandosi verso di lui aspettando che continuasse la frase.

Alle fine il ragazzo si decise.

<< Tu detesti l'arancione >> disse con convinzione.

Sumire rimase spiazzata un paio di secondi.
In effetti lei detestava quel colore e Matsuri, nonostante ciò, le aveva chiesto di mettere quell'abito color pesca, ma non era certo quello il problema in quel momento.

Stava per replicare quando il jounin poggiò una mano sulla sua accarezzandola col pollice.
La guardò con sguardo complice infondendogli un dolce senso di tranquillità.



Aveva capito e quello era il suo modo di dirle che, nonostante i cambiamenti, sarebbe andato tutto bene.



Annuì alzandosi in piedi di scatto e si spogliò davanti a lui indossando l'abito.

Kankuro guardò la ragazza sistemarsi il fiocco dietro la schiena.

Però, le stava bene.

Una volta sistemata una piega della gonna gli rivolse un allegro sorriso.

<< Voglio più bene a mia sorella >>




*





Una volta più tranquilla e decisamente più pimpante Sumire si diresse a passo svelto verso la camera della sorella, ma durante il tragitto incrociò Gaara.
Il ragazzo era davvero elegante nel suo avito da cerimonia, sembrava persino più alto e più adulto.

O forse semplicemente ai suoi occhi lui era sempre un... baka panda.

<< Ehi >> disse sorridendogli.
<< Sumire >> si limitò a dire lui, rigido.

Sembrava davvero molto teso e Sumire non poté non trovare quel comportamento molto dolce.

<< Come ti senti? >>
<< Bene >>


Ahi. Risposta veloce e monogrammatica.


<< Se vuoi c'è Kankuro in camera sua, dovrebbe avere dello scotch in camer... >>
<< Niente alcool. E' amaro >>

Sumire sospirò squadrandolo dall'alto in basso.

Quel ragazzo era più teso di una corda di violino e aveva il terrore che nel bel mezzo della cerimonia si sarebbe chiuso in un guscio di sabbia.

Continuò a fissarlo finché non notò un dettaglio che non avrebbe dovuto trascurare.

<< Hai dei capelli … strani >>

Gaara strabuzzò gli occhi colto di sorpresa, anche se ormai avrebbe dovuto farci l'abitudine.

<< I miei capelli sono perfetti così come sono >>

La ragazza portò le mani sui fianchi.

<< Gaara sul serio devi tagliarli >>
<< Non ci penso nemmeno >>
<< Sembra che tu abbia una cuffia in testa >>
<< Non è affatto vero >>

Sumire inspirò e chiuse gli occhi.



Mai MAI sottovalutare la potenza di un “Perché no?”



Con un gesto fluido e veloce estrasse un coltellino nascosto nell'abito e gli tagliò i capelli accorciandoglieli di qualche centimetri.
Gaara la fissò allibito per qualche secondo, poi il suo sguardo virò su un'espressione vagamente omicida simile a quella che aveva da ragazzo poi infine portò le mani in testa ed urlò.

<< Che ti è saltato in mente!? >>

Sumire in un primo momento si ritrovò inquieta di fronte a quello sguardo ma riuscì a celarlo bene. Fece spallucce come se fosse una cosa normalissima e gli rivolse un dolce sorriso.


<< Ormai è fatta. Non hai altra scelta se non farmeli pareggiare >> disse con aria allegra lasciando il Kazekage completamente basito.




*




Durante la cerimonia i due sposi erano in piedi dinnanzi l'intero villaggio, mano nella mano.

In mezzo alla folla, in prima fila la più grande dei Sabaku si avvicinò all'orecchio di Sumire sussurrandole delle parole all'orecchio.

<< Sumy... Grazie per avergli sistemato la testa >>


La ragazza sorrise compiaciuta.

<< Dovere Temari >>












Angolo dell'autrice.

Tributo a quei meravigliosi capelli che si sono persi nel tempo (Naruto se li rasa e Gaara ha deciso di diventare il nuovo raperonzolo... valli a capire ...)
Ho già trattato in altre ff il matrimonio di Gaara e matsuri. Quindi per questa ff mi piaceva sperimentare qualcosa di diverso. Spero vi sia piaciuto.
A presto. Bye.

Violetta_

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Capitolo 37
*** Saga special 7 -Happiness- ***


Happiness












Suna. Un caldo pomeriggio estivo.
Due ragazzi erano sdraiati sul letto godendosi il silenzio e l'aria fresca che la stanza scavata nella roccia offriva, una vera manna per due abitanti del deserto.

Kankuro era stato il primo ad andare in camera aveva chiuso gli occhi con l'umore tendente al grigio.




Quattro volte.

Le aveva fatto la proposta quattro volte.

Era umiliante cavolo!




Ormai ci aveva rinunciato capendo che Sumire era assolutamente, cocciutamente, contraria al matrimonio.

Vestiti, preparativi, cerimonie ... Non facevano per lei.


Era fermamente convinta che due persone dovessero stare insieme solo per loro volontà senza vincoli di anelli e contratti.
Era stata già dura convincerla a quella convivenza. Non avrebbe ottenuto di più.





*




Sumire era entrata in camera qualche minuto dopo cercando di mettere pace.

Si era sdraiata accanto a lui e adesso era poggiata con le testa sul suo petto.

Gli stava pigramente sfiorando l'addome con le dita seguendo le linee dei muscoli ben definiti nonostante fossero rilassati.
La pelle era liscia e morbida a parte qualche piccola cicatrice.
Risalì sino alla base del collo dove gli diede un dolce bacio, in quel momento Kankuro inspirò e girò il viso verso di lei.

Stava dormendo.

Era senza trucco, senza cappuccio, in effetti era completamente nudo a parte i boxer e un leggero lenzuolo stropicciato addosso.
Il suo respiro era così calmo e rilassato.

Sumire si sentiva molto fortunata a vederlo così: il meraviglioso ragazzo che era, e non il marionettista o il freddo calcolatore.

Non riuscì a resistere e gli diede un leggero bacio sulle labbra, poi tornò ad accarezzagli lentamente il petto.

Si rendeva conto di essere una fidanzata orrenda.
Prima di tutto era isterica, soprattutto se le si mettevano a dura prova i nervi.
Poi era iperattiva, testarda e si scordava sempre delle date importanti. Sempre.

Si dimenticava degli anniversari, dei compleanni, delle feste. Alle volte si dimenticava persino degli appuntamenti.

Una volta aveva lasciato il povero Kankuro per due ore sotto il sole cocente in pieno deserto mentre lei era intenta a fare il bagno.

Forse il suo difetto peggiore però era il non riuscire a tenere a freno la lingua, o gli artigli, di fronte a suo fratello.

Non che odiasse Gaara eh, odiare è una parola grossa.

Solo che detestava il suo atteggiamento sempre serioso, il suo non voler mai uscire a divertirsi come un ragazzo normale, il suo non sorridere se no una volta l'anno e soprattutto non riusciva ad accettare che un ragazzo come lui, che era riuscito a risollevarsi dopo un'infanzia terrificante, non riuscisse a trovare le palle di fare un gesto romantico nei confronti di sua sorella Matsuri.

Ammirava l'integrità e la forza di volontà del Kazekage, la leggenda narra che gli voleva addirittura un gran bene, per questo detestava quel suo atteggiamento così intimidito nella sfera privata.
Se avesse potuto sfidarlo probabilmente gli avrebbe manomesso i connotati.

Era per questo che apprezzava l'infinita pazienza del suo ragazzo.

Se Gaara le faceva girare i nervi più del dovuto lui era pronto a poggiarle una mano sulla spalla, bastava solo quello, e lei si calmava.
Se finiva i biscotti con le gocce di cioccolato, segreta perversione del Kazekage, Kankuro correva a ricomprarli subito.
O se era nervosa lui le preparava una cioccolata calda.

Nonostante i difetti, i tentativi di picchiare il suo fratellino, nonostante i suoi momenti di follia, Kankuro la amava così com'era.

In quell'istante il marionettista sorrise mormorando qualcosa nel sonno e si girò abbracciandola.

Sumire sorrise.



Non avrebbe potuto desiderare di meglio.

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Capitolo 38
*** Saga special 8 -Presents- ***


Presents









<< E non dire mai più a nessuno che se non sono soddisfatti possono prendersi la tua testa! >> disse sferrandogli un pugno.

Gaara si massaggiò il capo non riuscendo a capire come mai la sabbia non si fosse attivata mentre Matsuri usciva dall'ufficio furiosa sbattendo la porta.

Sumire, seduta comodamente sul divano, attese che la sorella fosse abbastanza lontana poi fissò il kazekage con le braccia incrociate al petto.

<< Sai? Ho fatto una scoperta interessante: la sabbia non si attiva se la persona che ti colpisce lo fa per il tuo bene. Un po' come quando Naruto ti ha dato una testata da cento punti o quando ti ha sferrato un pugno per... >> si portò un dito sulle labbra << … non mi ricordo. Perché ti ha dato un pugno? >>

Gaara roteò gli occhi al cielo.

<< Per andare a salvare il suo sensei Kakashi >>
<< Rettifico: se la persona che ti colpisce ti vuole bene. Comunque dato che adesso Matsu è tua moglie credo che sia quasi del tutto immune ad essa >> fece una piccola pausa agitando le mani per dare più enfasi al discorso << Adesso so cosa regalarle per il suo compleanno >>

Gaara alzò un sopracciglio con fare curioso.

<< Cosa? >>

La ragazza lo guardò intensamente con uno sguardo vagamente omicida.

<< Un set di coltelli >>

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Capitolo 39
*** Saga special 9 -Partenza- ***


Partenza











<< Non picchiare mio fratello Sumire. Non spaventare mio fratello Sumire. Non nascondere la giara di mio fratello Sumire.... uffa Kankuro non mi fai mai giocare! >>

Il ragazzo alzò gli occhi al cielo.

Le aveva semplicemente chiesto di evitare di far inferocire Gaara, d'altro canto anche Matsuri si era avvicinata al consorte chiedendogli di non stuzzicarla.

La hime ed il kage avevano sempre avuto quello strano rapporto ma negli ultimi tempi i dispetti e le discussioni erano diventate insopportabili.

Anche se ad essere sinceri un po' li capiva.

Quello era il loro modo, molto strano, di scaricare la tensione.

Forse persino di volersi bene!




*







<< Significa che Hana era stata affidata dalla Miko allo Tsuchikage solo fino al compimento della maggiore età della sua legittima erede -o meglio- le eredi >>











<< Io. Tsuchikage Kurotsuji. Riconosco Hana no kuri come territorio neutrale e chiedo formalmente a voi, Kazekage Gaara, di fare altrettanto >>






...





<< Tsuki sarà amministrato da un consiglio di ninja selezionati da me, il kazekage e... >> si rivolse alle gemelle << ...quando avrete l'esperienza necessaria, voi due Hime >>







Questo succedeva tre anni prima.

Il consiglio aveva svolto un ottimo lavoro ma Tsuki, e soprattutto la sua popolazione, adesso necessitavano di un vero comando, qualcuno che facesse progredire il villaggio e non si limitasse mantenere le cose stazionarie.

La gente rivoleva le hime.

L'ascesa al trono delle due gemelle non fu una cosa repentina, ci volle quasi un anno per la formazione.

Ma, finalmente o per fortuna, quel giorno era arrivato.

Si trovavano alla fermata in attesa che arrivasse il treno.
Gaara aveva insistito per arrivare in anticipo e questo si era rivelato controproducente poiché lui e Sumire non avevano fatto altro che litigare finché Kankuro, spazientito, non la prese per mano trascinandola vicino ad una panchina.

<< Invece di litigare con mio fratello perché non vieni qui a salutarmi? >>

Sumire gli sorrise intenerita avvolgendo le braccia attorno al suo collo.

Poco distante da loro Matsuri teneva in braccio con tenerezza la loro piccola Satsuki.
Gaara le si avvicinò dandole una delicata carezza.

<< Mi mancherai piccola... >> disse.
<< Ed io? >> mormorò Matsuri.
<< Non so... ci devo pensare >>

La ragazza scosse la testa.

<< Sapevo che la vicinanza con mia sorella ti avrebbe contagiato alla fine >>

In quel momento si udì il fischio del treno.

Kankuro sospirò facendo vacillare quell'apparente tranquillità che stava mostrando e diede un dolce bacio tra i capelli a Sumire.

<< Mi mancherai... >>

Lei si scostò di un passo per guardarlo dritto negli occhi.

<< Il mondo sta cambiando tesoro... ma sta tranquillo non saranno certo due ore di treno a dividerci >>

Kankuro poggiò le mani sul suo pancione.

<< Però vorrei stare insieme a voi >>

La ragazza poggiò le mani sulle sue e pochi istanti dopo si sentì chiaramente un calcio.

<< Uh è forte... >> disse il marionettista orgoglioso.

Sumi sorrise.

<< Come te del resto >>

Un addetto si avvicinò al gruppo inchinandosi con rispetto.

<< Kazekage-sama perdonatemi ma devo prendere i bagagli >> disse prendendo le valigie delle hime << ...stiamo per partire >>
<< Wakatta >>

Kankuro guardò entrambe le sorelle.

<< Fate le brave... tutte e due >>

Sumire sorrise.

<< Su di me non ci contare >>






*






<< Sono andate? >>
<< Si >>

Gaara abbassò lo sguardo.
Non avrebbe mai immaginato che Matsuri avrebbe seguito la sorella.

Il suo cuore apparteneva a Suna, ma il suo senso del dovere le imponeva di stare al comando di Tsuki. Dopotutto era stato lui a trasmetterle quei valori.


Sarebbero stati in grado di sostenere un rapporto simile?










Angolo dell'autrice.

E così ci stiamo dirigendo alla fine. Spero che la storia vi sia piaciuta fino a questo momento.

Inizialmente non volevo far partire Matsuri, però vista la sua assenza in Boruto ho deciso di farle seguire la sorella, ma non potevo rinunciare a Satsuki poichè ho già introdotto il suo personaggio in altre ff.
Grazie a tutti i lettori. Un bacione.


Violetta_

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Capitolo 40
*** Saga special 10 -Nuovo equilibrio- ***


Nuovo equilibrio











Il mondo sta cambiando tesoro...
ma sta tranquillo non saranno certo due ore di treno a dividerci”










Il mondo sta cambiando.






Poche parole che Sumire aveva detto dodici anni prima, forse senza rendersi conto conto del loro effettivo significato.

Il mondo era cambiato davvero.

I piccoli villaggi erano cresciuti, soprattutto quelli principali, diventando vere e proprie metropoli.
Tra le foreste, il deserto, le paludi, serpeggiavano delle vere e proprie strade e ferrovie. Treni e veicoli stavano surclassando le carrozze coi cavalli.
Oltre alle strade c'erano stati altri sviluppi: come quello tecnologico ad esempio.

Anche se Konoha ne deteneva il primato, Suna non aveva molto da invidiarle. Il villaggio aveva fatto parecchi passi avanti, facendo scoperte sempre nuove e sempre più sofisticate.
Droni, Gatling Gun, Tute potenziate, schiume rigeneratrici, arti protesici erano solo alcune delle nuove invenzioni volte ad aiutare la vita dei ninja.
Una delle principali rimaneva comunque il computer.

Ovviamente tra i Sabaku, Kankuro fu il primo ad appassionarsi della nuova tecnologia, anche se era più interessato a smontate e modificare i vari componenti o potenziare la grafica e le varie funzioni della parte hardware.
Gaara, al contrario, continuava ad insistere a voler cancellare lo schermo con la gomma da cancellare invece che con l'apposito tasto.


<< Otouto sei pronto? >>

Il Kage alzò lo sguardo su di lui.

<< Mh? >>

Kankuro scosse la testa portando la mano sul viso.

<< Dobbiamo sbrigarci o arriveremo tardi! Eddai >>

Gaara portò una mano tra i capelli lisci.

Solitamente suo fratello non si comportava così ma quello era un giorno speciale.

<< Dammi solo qualche altro minuto >>
<< Ok... ti aspetto fuori >> disse il marionettista chiudendo la porta.

Una volta solo Gaara portò le mani giunte davanti le labbra.

E adesso... come si stampava?







*







Ad Hana, Sumire tendeva ad utilizzare le nuove scoperte a scopo ludico, ma non le disdegnava se servivano a semplificarle la vita a lavoro.
Matsuri invece continuava a prediligere metodi più tradizionali. Proprio come aveva visto fare al suo maestro, suo marito, per tanti e tanti anni.

<< Sumire sto andando alla torre per un recapito. Vuoi che invii anche i tuoi? >>

La donna sbuffò.

<< Ho già mandato tutto per email stamattina, ricevuto risposta e tu stai ancora qui ad inviare le cose tramite piccioni viaggiatori... >>
<< Sono falchi >>
<< Che pignola! >>







*








Due ore dopo i membri della famiglia Sabaku si riunirono nella residenza Murasaki.
Il palazzo, completamente bianco, era stato riportato al suo antico splendore e allargato negli ultimi anni, ma a differenza di un tempo adesso era pieno di vita e di gioia.

<< Shikamaru la festa è già iniziata. Svelto su! >>
<< Senti donna siamo appena arrivati. Rilassati >>

Temari, come sempre, ammoniva il marito per qualunque cosa.

<< Dai dai! >>

La piccola Satsuki uscì dal palazzo per andare incontro di corsa verso Shikadai che la abbracciò con affetto.

<< Ciao Satsuki. Andiamo a giocare? >>

I due cugini andavano parecchio d'accordo, anche perché la piccola era di indole molto calma e pacata, non come quelle bambine che parlavano in continuazione e alzavano le mani gesticolando in modo assurdo.

Gaara dietro di loro osservava con sguardo dolce il suo piccolo fiore, gli occhi erano acquamarina come i suoi ma per il resto era uguale alla madre.
Poco distante Matsuri abbracciava con tenerezza il bambino che Gaara aveva deciso di adottare qualche anno prima.

<< Shinki. Tesoro. Ma guarda quanto sei cresciuto! >>

Il bambino fece un inchino rispettoso anche per celare il rossore sulle guance.

<< Ehi ninja >>

Kankuro sorrise e si girò posando le mani sui suoi fianchi.

<< Ehi regina >>

Sumire ridacchiò dandogli un dolce bacio.

<< Dai. Sai che detesto quell'appellativo >>

Il marionettista ricambiò il bacio stringendola a se quando venne attaccato alle spalle da una bambina che gli cinse il collo con le braccia.
L'uomo si mise a ridere portando le mani dietro la testa.

<< Ehi tigrotta >>
<< Papà >> disse felice, entusiasta.

Per via dei suoi impegni Kankuro non aveva moltissime occasioni di vedere la sua bambina, ma di certo non si sarebbe mai perso quel giorno.
Dopotutto era il suo compleanno.

<< Ma guardati. Stai diventando forte eh? >>
<< Come te papà >>

Ayame aveva una vera adorazione per il padre e non mancava mai di fargli le feste quando lo vedeva.

Era una bella bambina dai capelli castano scuro, con una sfumatura tendente al viola, gli occhi blu e il labbro superiore che ricordava il musetto di un gattino.
Era solita portare un beanie nero con due punte che ricordava le orecchie di un gatto.
Allegra, vivace ma diligente, incredibilmente curiosa a livelli forse un po' inquietanti. Quando aveva del tempo libero si rinchiudeva in camera sua a sperimentare nuovi veleni e congegni elettronici.

<< Allora andiamo dentro? Devi scartare i regali >>
<< Ok papà. Che mi hai regalato? Eh EH? >>

Lui rise.


<< Lo vedrai... >>





*





Il giardino interno del palazzo era pieno di palloncini e festoni oltre che a dei fiori profumatissimi.

La piccola Ayame aveva ricevuto molti regali tra cui un portatile da parte di Sumire, un peluche da parte di Matsuri e un discutibile cactus da parte di Gaara.

<< Allora? Ti piace Ayame? >> domandò Gaara con un sorriso appena accennato.

La bambina fece un sorriso piuttosto tirato.

<< Spettacolare zio >> disse celando il sarcasmo.

Il kazekage si girò verso Sumire.

<< Vedi che gli è piaciuto? >>

La donna annuì lentamente facendo lo stesso sorriso tirato della figlia.

<< Oh Si. Mi sbagliavo totalmente >> disse lo stesso velo di sarcasmo.

Matsuri mise una mano sugli occhi scuotendo la testa.

Quei due non sarebbero mai cambiati, anzi con l'andar degli anni sembrava quasi che Sumi lo stesse contagiando.

Ayame prese un altro regalo.

Benché possedesse dei tratti tipicamente felini, la bambina non possedeva le neko-te naturali della madre.
Gliele aveva sempre invidiate e spesso le ammirava guardandole di sottecchi.

<< Tesoro hai molte altre capacità ninja, non ti abbattere.. >> Le ripeteva sempre con dolcezza Sumire, senza però sortire il risultato sperato.

Quindi per il suo compleanno Kankuro aveva deciso di farle un regalo speciale.

<< Oh papà... è meraviglioso >>

Le aveva costruito un reaver claw molto particolare: era abbastanza piccolo da sembrate un anello ma una volta attivato grazie ad un complesso intreccio di meccanismi diventava un lungo e letale artiglio d'oro bianco.

<< Lo devi mettere nel dito medio per un maggiore controllo in battaglia >>
<< Arigatou... >>
<< Una volta che sarai riuscita ad usarlo a dovere, potremmo pensare di applicarci del veleno sulla punta >>

La bambina sorrise coi suoi occhi luminosi. Il che era una cosa parecchio inquietante.

<< Va bene papà >>






*






Dopo aver scartato i regali i bambini si misero a giocare in giardino sotto lo sguardo attento dei genitori seduti sul portico.

Gaara stava sorseggiando del succo d'arancia. Matsuri stava chiacchierando con Temari.
Shikamaru si era messo sulla sdraio a guardare le nuvole. Avrebbe tanto voluto fumare ma questo avrebbe comportato il ventaglio conficcato in fronte.
E l'idea non lo entusiasmava affatto.


Dopo qualche minuto Ayame si avvicinò al cugino adottivo prendendogli il polso.

<< Shinki vieni con me >> disse con tono deciso.

Il bambino la guardò col suo solito atteggiamento freddo, ma aveva un che di inquieto.

<< Perché? >> domandò sospettoso.
<< Eddai muoviti >>
<< Non voglio venire... tu hai sempre idee strane >>

Ayame sbuffò tirandolo più forte e trascinandoselo dietro.

<< Ho intenzione di appenderti al frigo. Ok? Sai mi manca una calamita... >>

Shikadai e Satsuki non li degnarono di molta attenzione, ormai erano abituati a quei bisticci.

Temari e Shikamaru si scambiarono uno sguardo d'intesa.

Matsuri portò una mano sulla fronte scuotendo la testa.

Kankuro rise portando una mano davanti al viso.

Gaara e Sumire furono colpiti da uno strano - ed inquietante - senso di deja-vu.















Angolo dell'autrice.

E con questa siamo arrivati alla fine vera e propria.
Satsuki è già apparsa in altre mie precedenti storie quindi qui ho voluto dare più spazio ad Ayame.
Che ve ne pare del rapporto tra lei e il piccolo Shinki? Spero abbiate apprezzato l'idea.
Grazie infinite a tutti quelli che hanno seguito la storia sin dall'inizio.
Grazie di cuore.
A presto.

Violetta_

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