La vittoria di Deidara

di Anna3
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La morte di Sasuke! ***
Capitolo 2: *** La missione ***
Capitolo 3: *** La vittoria di Deidara ***



Capitolo 1
*** La morte di Sasuke! ***


Capitolo 1: La morte di Sasuke!

NOTA IMPORTANTE: La parte della fanfic scritta in corsivo, è tratta direttamente dal manga ed è narrata in terza persona. Invece quella scritta normalmente, è narrata da Deidara. E sì, anche il titolo del capitolo è tratto dal capitolo 363 del manga.


 

Deidara cade a terra, dopo aver usato il suo C4 su Sasuke. Per un attimo è stordito dall’impatto, ma dopo pochi secondi si alza in piedi, vedendo gli ultimi resti delle orribili ali di Sasuke sgretolarsi.
“Alla fine… ho vinto io” dice Deidara osservando la polvere che era il suo avversario “La mia arte ha prevalso!” grida esultante ridendo.
A
un tratto però, Deidara sussulta incerto:
“Ahaha… Ma perché ho questa sensazione che...” non fa nemmeno in tempo a finire la frase che Sasuke lo raggiunge alle spalle e, prima che Deidara possa reagire, gli tira un pugno dritto dritto in faccia, facendolo cadere steso a terra.
Ripresosi dallo shock, Deidara si mette seduto:
“Co..com’è possibile? Come hai fatto a sfuggire al C4?!”.
“Questa non è una sua illusione ma allora...” pensa Deidara e guardandolo meglio nota delle piccole scariche elettriche introrno al corpo dell’avversario.
“Non mi dirai… che te n’eri accorto?”.
“Si è da un bel pezzo” ribatte Sasuke “Quando si affronta lo sharingan è fondamentale posizionare le mani di nascosto, ma per quanto lo si faccia velocemente, lo sharingan riesce a scorgere qualunque movimento. Tutte le tecniche che hai usato finora adoperavano posizioni dell’arte della terra. Il mio chidori appartiene al’arte del fulmine. Immagino che questo spieghi tutto” conclude.
“Allora l’avevi capito davvero… Quindi il taglio del fulmine che hai eseguito prima...”
“Già” sorride Sasuke “ L’arte della terra soffre quella del fulmine. Le tue bombe non esplodono se vengono colpite da un fulmine… è questo il loro punto debole, giusto?”
“Adesso ho capito… il taglio del fulmine di poc’anzi l’avevi rivolto contro te stesso, invalidando così il C4 che avevi il corpo”
“Esatto, ma il procedimento mi ha devastato. E per la precisione sappi che la tecnica si chiama chidori”
“Quando te ne sei accorto?” chiedo stupito dal suo acume.
“Dopo esser incappato in una mina. Anche se ho tenuto sotto osservazione le tue tecniche fin dall’inizio. Quando con i miei dardi mi sono difeso dai tuoi primi attachi, ho visto che delle bombe che avevi creato… solo una è esplosa. Così ho formulato un’ipotesi”.
“Un’ipotesi?”.
“La bomba esplosa era quella che hai lanciato per ultima per evitare il mio contrattacco, mentre tutte quelle che avevo trafitto non sono scoppiate. Visto che le bombe erano cadute anche vicino al tuo compagno si poteva pure pensare che non le avessi fatte esplodere di proposito”.
“Stai dicendo che non riuscivi a capire se le bombe non fossero
scoppiate per via del chidori oppure per un mio comando giusto? Per questo motivo hai voluto stabilirlo con le mine?”
“Esattamente. Hai detto tu che le mine sarebbero esplose automaticamente. Ma se bastava calpestarle per farle esplodere, non potevi comandare la detonazione. Potevo quindi accertarmi se le mie tecniche dell’arte del fulmine rendono o no invalide le tue bombe”.
“Quindi...”
“Esatto. Parlo di quando ho conficcato la spada nel suolo. Non l’avevo lanciata per verificare la presenza di eventuali mine. Ho trafitto una mina con la spada avvolta dal chidori per testare la mia ipotesi”.
“Ma come hai fatto!? Come diavolo hai fatto a capire esattamente dov’era la mina?”.
“Non ti avevo detto che coi miei occhi… distinguo il chakra dal colore?”.
“Vedevi dov’erano le mine? Ma se invece la mina fosse scoppiata che avresti fatto?”
“Avevo pronta un’altra alternativa. In fondo c’erano solo due possibilità. Peccato non aver avuto l’occasione di sfruttare tutte le mie risorse”.
“Vuol dire che ha in serbo ancora altre tecniche?” pensa Deidara arretrando involontariamente e cercando di alzarsi invano, mentre lo vede avanzare.
“Dov’è Itachi?”.
Al sentire questa affermazione, Deidara lo blocca con dei serpenti di argilla, nei quali Sasuke usa il suo chidori. Tuttavia anche l’Uchiha è al limite e cade anche lui esausto.
“Fai lo spaccone, ma sei al limite: è chiaro che hai esaurito di colpo il chakra” dice sorridendo Deidara “Uhuhu! Ho vinto! Anche se non riesco a muovermi, l’argilla esplosiva ti ucciderà al posto mio”.
Sasuke lo guarda con aria di sfida.
“Sei finito. Perchè non dimostri la tua paura? Non ti rendi conto che stavolta verrai veramente ucciso dalla mia arte?” dice nuovamente Deidara, ottenendo soltando uno sguardo impassibile.
“Voi fratelli Uchiha siete insopportabili! Quel vostro modo di comportarvi mi fa imbestialire! Vi fingete sempre impassibili! L’arroganza nei vostri occhi è inammissibile! Sembrate disprezzare la mia arte! Nessuno può ignorare le mie creazioni, è intollerabile che non dimostriate alcuno stupore per il mio genio!”
“Non me ne frega nulla della tua arte. Ora dimmi dove si trova Itachi” dice disattivando lo sharingan e facendo arrabbiare ancora di più l’avversario.
“Credi di poter fare a meno dello sharingan? Mi stai proprio sottovalutando eh?”.

Non posso davvero crederci: è senza chakra, non riesce nemmeno ad affrontarmi, ma comunque mi sottovaluta! Non lo posso accettare! É giunto il momento di usare la mia arma segreta su di lui.
“Tu ti credi davvero potente, ma in realtà non sai nulla del mondo reale” dico ghignando.
“Non ho intenzione di ascoltare i tuoi inutili discorsi: dimmi dove si trova Itachi” continua a chiedere Sasuke innervosito.
Scoppio a ridere divertito:
“Voi Uchiha, che tanto vi vantate di conoscere la verità e di poter giocare con le persone usando le vostre illusioni, non vi siete nemmeno resi conto di essere vittima voi stessi di una grande illusione!”.
“...”
“Ma io, al contrario vostro, sono diventato superiore a tutto questo! Da quando sono stato sconfitto da Itachi, ho allenato il mio occhio sinistro a riconoscere le illusioni dello sharingan, ma l’ho sviluppato a tal punto che conosco persino la grande illusione di questo mondo”.
“E quale sarebbe?” dice Sasuke con tono di scherno.
“Che noi tutti non esistiamo e che questo mondo è soltanto un’invenzione di un uomo di un altro mondo”.
“Questa è la cosa più assurda che io abbia mai sentito!” esclama secccato l’Uchiha “Avanti, smettila di dire stupidaggini e dimmi piuttosto dove si trova Itachi”.
Sogghigno:
“Immaginavo tu non mi credessi, ma non mi importa sinceramente cosa ne pensi… Proprio in questo momento la mia copia di argilla è appena andata dall’inventore di questo mondo e lo sta convincendo a firmare il contratto che ti farà sparire”.
“Tu sei… pazzo! Sei un pazzo se io pensi che ti creda!” esclama Sasuke “Non c’è niente che dimostri la veridicità della tua ipotesi!”.
“Oh sì invece! E la mia dimostrazione avverrà tra poco, perché sparirai nel nulla! Tutto di te verrà cancellato, nessuno ricorderà più chi sia Sasuke Uchiha, scomparirai da questo mondo e dalla vita di tutti quelli che ti hanno conosciuto!” rido “E questa volta né il tuo chidori, né il tuo sharingan potranno salvarti!”.
E proprio nel preciso istante in cui dico queste ultime parole, Sasuke inizia lentamente a sparire: il colore dei suoi vestiti e della sua stessa pelle inizia a sbiadire e la sua immagine perde intensità come un disegno abbandonato sul pelo dell’acqua.
“Che sta succedendo?!” grida questa volta veramente nel panico “No, non può essere vero!”.
“Come ti ho detto, tu non sai nulla della verità, Uchiha” dico mentre ormai metà del suo corpo è sparita del tutto senza lasciare traccia.
“Che tecnica hai usato?!” grida l’Uchiha attivando lo sharingan e cercando di capire cosa sta accadendo.
“Non ho usato nessuna tecnica a parte quella che ti ho detto” sorrido vedendo che ormai il mio avversario è svanito quasi del tutto “Addio Sasuke Uchiha”.
“Maledetto!” grida mentre scompare del tutto.
“Ho vinto!” esulto pochi secondi dopo che l’Uchiha è svanito. Rido soddisfatto di me, stendendomi sul prato.
Non ho mai fatto così con un avversario e non so che conseguenze avrà la mia azione, ma non ha importanza: ho vinto contro un Uchiha, anzi l’ho fatto sparire completamente dal mondo. Dunque, ora che ho sconfitto Sasuke, posso sconfiggere anche Itachi, magari cancellando dalla storia anche lui. Oppure, ancora meglio, posso usare questo stesso sistema per cancellare l’intero clan Uchiha, facendo un favore anche all’intero Villaggio della Foglia.
Resto steso sul prato ancora soddisfatto dalla vittoria: si sta così bene qui che potrei anche addormentarmi… e in effetti è stato faticoso sconfiggerlo e se riposo un po’ non credo sia un male. Chiudo gli occhi, godendomi finalmente la pace assoluta e addormentandomi dolcemente col sorriso ancora stampato sulle labbra.


 

Al mio risveglio, non mi trovo più nel luogo del combattimento contro Sasuke, ma invece mi trovo in una stanza buia. Essendo completamente al buio, non riesco a riconoscere subito il luogo in cui mi trovo, così mi alzo alla ricerca di una luce. Le ferite provocate dal mio scontro con Sasuke sono svanite e stranamente anche le braccia ricucite da Kakuzu, dopo lo scontro con Kakashi, sono tornate come nuove. Sorridendo, accendo la luce e con sommo stupore vedo che mi trovo nella mia vecchia casa, quella in cui abitavo prima di unirmi all’Akatsuki. Guardo la stanza quasi con commozione: era da secoli che non la rivedevo!
Ormai completamente sveglio, mi dirigo verso l’uscio: entro nel soggiorno del mio appartamento. Tutto è come quando lo ho lasciato l’ultima volta, quando sono dovuto andarmene come ninja traditore: sembra che niente sia cambiato. Seguo con lo sguardo le lunghe pareti di scaffali: c’è tutto quello che ricordo, tutti i miei libri e le mie statuette astratte, a parte… UN RICONOSCIMENTO DELLO TSUCHIKAGE? Guardo meglio, incredulo per ciò che ho visto: da quando il vecchietto apprezza la mia arte?! Nella targa c’è soltanto scritto un ringraziamento firmato dallo stesso Tsuchikage nei miei confronti e nient’altro. Ad attirare la mia attenzione però, è una busta sotto il riconoscimento, destinata a me.
La apro e leggo la lettera al suo interno, breve e coincisa:
“All’artista Deidara.
Come ringraziamento per il suo provvidenziale salvataggio del nostro Tsuchikage, le revochiamo il titolo di ninja traditore e le consentiamo di mettere in commercio le sue creazioni purché non siano usate contro la nazione della Terra. La invitiamo dunque a venire in ufficio per l’aggiornamento del suo curriculum e i documenti di cittadinanza”.
Resto stupito dal suo contenuto: per quale dannato motivo mi sono messo a salvare il vecchietto? Per un buon 90 % le bombe fornite agli attentati verso di lui sono, anzi meglio dire erano, mie. Come ho fatto a diventare buono tutto a un tratto? Se quanto c’è scritto nella lettera è vero, significa che io sono diventato un nukenin (e fin qua è tutto andato regolare), ma che per qualche motivo sono tornato buono. Dunque questo vuol dire che se non ci fosse stato Sasuke, io non mi sarei unito all’Akatsuki… sempre se esiste l’Akatsuki! E poi, oltre al fatto che non sono più condannato a girare per le altre nazioni, mi si è pure concesso di poter creare liberamente la mia arte. Non so se esserne fiero o sospettoso: è strano che mi abbiano concesso così tante cose per il solo salvataggio del vecchio. Ad ogni modo se resto qui, difficilmente riuscirò ad ottenere nuove informazioni riguardo la mia nuova posizione sociale: devo uscire e trovare anche il mio eventuale posto di lavoro. Esco di casa e scendo le scale: mi trovavo al primo piano di un edificio residenziale evidentemente. Appena arrivato al piano terra, attraverso uno stretto corridoio, alla fine del quale trovo due porte: da una proviene una luce accecante, l’altra al contario è fatta in pietra. Sembra che la seconda sia fatta per non essere forzata, visto che ha moltissimi lucchetti. Così esco dall’altra porta e mi trovo davanti a una trafficata via del Paese della Terra: niente di eccezionale insomma. Tuttavia è strano che io abbia deciso di prendere una casa qui: non amo particolarmente il chiasso della gente, ma se ho una bottega forse ho voluto stabilirmi qui di modo che sono più vicino al mio negozio. E infatti, voltandomi a destra, vedo l’insegna della mia bottega.
Guardo felice il mio negozio con gli occhi che luccicano e noto che la porta blindata è proprio nella stessa direzione del mio negozio, quindi forse… Prendo le chiavi di casa mia e inizio ad armeggiare con la porta blindata. Si apre: indubbiamente sono il proprietario di questo posto.
Entro nel locale: è pieno delle mie opere d’arte, ognuna delle quali ha scritto sotto con una targhetta il prezzo. Quindi la lettera che ho letto era veritiera!
Sento bussare alla porta e mi avvicino ad essa, aprendola con la chiave.
“Era ora!” esclama la ragazza che ha bussato, non appena sente la porta aprirsi “Dopo la missione di ieri hai deciso di aprire un’ora più tardi il negozio eh?” sospira la ragazza.
La studio: dal tono familiare con cui mi parla e dal fatto che sa che ho avuto una “missione” è evidentemente una mia amica o anche qualcosa di più. Il problema è che è completamente anonima e non mi ricorda nessuna ragazza conosciuta nella vita prima della scomparsa di Sasuke… quindi non ho la più pallida idea di come si chiami. Fingo che tutto sia normale:
“Sì, è stata una gran faticaccia! Come al solito lo Tsuchikage mi da delle belle missioni pesanti… ma prego entra pure” dico sorridendo. La ragazza entra nel mio negozio e si accomoda su una sedia:
“E oltre che pesante immagino sia stata anche pericolosa...” dice guardandomi preoccupata.
“Beh...tutte le missioni sono rischiose...” resto sul vago.
“Sì, ma le tue in particolare sono molto difficili… dopo che ti hanno riammesso al villaggio, ti mandano sempre nelle missioni di livello S e per di più quelle più rischiose!”.
“Ma certo” penso “ecco perché sono stato riamesso con tanta facilità: mi usano come carne da cannone. Ora tutto è più chiaro.”
“...E dire che hai fatto così tanto per il tuo villaggio...”.
“Io?” penso restando in silenzio “Siamo sicuri che stiamo parlando di… me?!”.
“Alla fine sei riuscito a trovare la causa?” mi chiede.
“Di cosa?”.
“Oh andiamo lo sai di cosa sto parlando!”.
“Mi spiace ma le informazioni riguardo la missione non possono essere rivelate con tanta facilità” azzardo.
“Ma come! Mi hai rivelato tu stesso in cosa consisteva la missione!” dice imbronciata.
“Certo, ma non posso riferirti i risultati della missione”.
“Deidara” mi guarda seria “Voglio sapere anche io perché c’è stato quel terremoto e la sparizione di una vasta porzione della nostra nazione. Se avete scoperto qualcosa di interessante, dimmelo: non sarò una ninja abile, ma potrei darvi una mano con le indagini, aiutarvi in qualche modo...”
“No, sarebbe troppo pericoloso...”
“Ancora a preoccuparti per me! Guarda che mi so difendere: sono pur sempre Hoshi Fukuda!”.
Così questo è il suo nome: strano, non lo ho mai sentito in vita mia.
“Dai, sei venuta qui solo per sapere come è andata la missione o per altro?” chiedo cambiando discorso, mentre ragiono sulle informazioni ricevute.
“A dire la verità anche per altro: ho bisogno di un esplosivo per mio padre, pensi di riuscire a procurarmelo?”.
“Hai vasta scelta” dico indicando gli infiniti scaffali con sopra migliaia e migliaia di esplosivi “Tuo padre ne cercava uno in particolare?”.
“Sì. Ha detto che ne voleva uno silenzioso… come i tuoi che entrano nell’organismo e lo fanno diventare polvere. Pensi di riuscire a farmelo avere?”.
“Quindi vendo persino armi… così personali?” penso tra me e me, annuendo alla ragazza.
Cerco tra gli scaffali quel tipo di esplosione e la trovo in vendita, proprio come se fosse un articolo del supermercato, mentre Hoshi continua a parlarmi di frivolezze.
Mentre rispondo molto svogliatamente alle sue affermazioni, penso alle informazioni ottenute: dunque in questa “realtà parallela” io, dopo esser diventato un nukenin, sono tornato buono e, salvando la vita allo Tsuchikage, sono stato riammesso al Villaggio, soltanto però a condizione di fare le missioni più rischiose di tutte. Poco male. Inoltre, mi è stato concesso di poter aprire un negozio con le mie creazioni e mediante questo ho conosciuto Hoshi, con la quale sono diventato, a quanto pare, un amico molto intimo. Sono appena tornato da una di queste pericolose missioni, riguardante dei fenomeni paranormali che accadono nel nostro paese. A quanto ha detto Hoshi, stavo indagando nella sparizione di una parte del territorio della nazione, che ha causato anche un leggero terremoto al Villaggio. Evidentemente, non deve esser stato un terremoto molto potente, ma sufficiente abbastanza da aver spaventato non poche persone al villaggio. Eppure, da cosa mai può esser causato un evento simile? Non conosco niente del genere.
“Ecco qua” dico portando la mia opera d’arte esplosiva a Hoshi “Che te ne pare?” chiedo.
“Ma è bellissima!” dice la ragazza con gli occhi luccicanti “Le tue armi oltre ad essere tra le più utili sono anche tra le più belle! Sei veramente un genio!”.
Sorrido felice: finalmente qualcuno che apprezza la mia arte! Per la prima volta mi sento così compreso!
“E non hai ancora visto il più bello! La parte migliore è quando l’arte viene sublimata, tornando alla sua vera essenza di opera d’arte!” dico parlando entusiasta.
“Se questa arte è bella, è merito anche del suo creatore che non è da meno” sorride la ragazza.
Arrossisco un poco:
“Certo neanche io sono poi così… Ma la mia arte mi supera di sicuro!”. Hoshi ride:
“Certo non ne dubito… Sei tutto rosso! Ma non hai mai ricevuto dei complimenti da una ragazza?” dice riferendosi al colore assunto dalla mia pelle.
“Beh.. ecco...” non faccio in tempo a rispondere, che un cliente entra nel negozio “Ne riparliamo più tardi, ora stanno arrivando nuovi clienti” interrompo il discorso.
“Ma certo! In effetti si è fatto tardi anche per me, devo tornare a casa. Ci vediamo più tardi Deidara!” mi saluta uscendo dal locale.
“A dopo, Hoshi!”.


 

Angolo dell’autrice:
Ciao a tutti e grazie per aver letto il primo capitolo di questa fanfiction!
Spero che vi sia piaciuto e se ciò è accaduto, che continuate a seguire la storia: in totale i capitoli saranno tre (l’idea era di fare una one-shot, ma poi la cosa mi è un po’ sfuggita di mano..) e verranno pubblicati SICURAMENTE OGNI VENERDÌ.
Dette queste brevi vitali informazioni, non vi trattengo ulteriormente! Grazie ancora a chi legge e soprattutto a chi recensisce/mette tra le preferite/ ecc…
Buon rientro a scuola agli studentelli e lavoro ai più grandicelli!

Anna3

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Capitolo 2
*** La missione ***


Capitolo 2: La missione

Il resto della mattinata lo ho passato all’interno del negozio a vendere alcune delle mie opere e crearne delle nuove nei momenti morti. È strano, ma proprio quando mi metto a farlo, mi sento osservato. Verso l’ora di pranzo, chiudo il negozio e decido di farmi un giro per la città: ricordo a memoria questo quartiere, perché è proprio qui dove sono nato, o almeno credo. Non ricordo i volti dei miei genitori, mi hanno abbandonato poco dopo esser nato, ma a quanto dicono in giro loro erano di qui. Dicono che mia madre fosse la più bella del villaggio e venne sedotta da un’artista di passaggio. Non hanno mai davvero voluto un figlio, così non appena lei mi ha partorito, per scelta unanime, sono stato lasciato nelle mani di un’anziana donna, che mi ha assistito nei miei primi anni di vita. Nei primi tempi, quando scoprii la verità, odiai molto mia “madre”, ma con il tempo ho semplicemente capito che provare rancore verso di lei non mi avrebbe portato da nessuna parte. Iniziai a dedicare anima e corpo alla mia arte, mentre frequentavo l’accademia ninja. Poi, quando l’anziana donna morì, lasciandomi solo al mondo e con pochi soldi, smisi di frequentarla e iniziai a lavorare nelle mie opere d’arte: avrei dimostrato a tutto il mondo la mia bravura ed essi avrebbero dovuto riconoscerla tutti quanti, primi tra tutti i miei snaturati genitori, che non hanno mai creduto in me, vedendomi soltanto come una seccatura! Sarei diventato il miglior artista mi dicevo… Ma al tempo stesso capivo che non sarei mai diventato tale se non avessi reso la mia arte unica. E fu così che appresi la tecnica per far esplodere le mie creazioni, venendo in seguito bandito dal villaggio.
Arrivato finalmente nel mio ristorante preferito, ordino la solita scodella di katsudon, sedendomi nel mio solito tavolino abituale. Appena mi siedo, sento una voce femminile chiamarmi, questa però è molto diversa a quella di Hoshi.
“Deidara!” strilla la ragazza saltandomi addosso. Da quando ho così tanto successo con le donne?
“Finalmente sei tornato!” dice la ragazza con voce stridula “Mi mancava vederti fare le tue creazioni” dice guardandomi con gli occhi a cuore.
“Ah quindi eri tu quella che mi osservava prima! In effetti mi sembrava che qualcuno mi stesse guardando!” rido imbarazzato.
“Ah mi hai notato!” strilla la ragazza attirando l’attenzione di mezzo locale. Non che prima fosse da meno: indossa una minigonna e una maglia retata con un grande scollo sul petto prosperoso.
“Nanami 1 – Hoshi 0!” dice trionfante ridendo malvagia. Sbuffo un po’ irritato dal suo comportamente infantile.
“Ad ogni modo...” dice sistemandosi sulle mie gambe “Come è andata la missione?” gioca con un mio ciuffo. Ma c’è qualcuno che non sa della mia missione qui?
“Molto bene grazie”.
“Scommetto che hai risolto tutto tu! Dopotutto tu sei un genio, nessuno è alla tua altezza” strilla Nanami.
“Grazie” dico distaccato, mentre la ragazza si stringe a me sussurrando maliziosa:
“Meriteresti un premio stanotte” ammica verso di me.
“TU!” grida un’altra voce femminile, questa più familiare “COME OSI APPICICARTI IN QUESTA MANIERA AL MIO DEIDARA”.
Hoshi infuriata raggiunge me e Nanami e sposta molto rudemente la rivale da me.
“Da quando lui è una tua proprietà sentiamo?” ribatte Nanami.
“Se per questo non è nemmeno tua!”.
“Sì invece! Infatti lui mi ha notata, mentre tu sei dovuta andare da lui con la scusa che ti serviva una bomba! Sei patetica!”.
“Perchè molestarlo in pubblico non è da persona patetica?”.
“Zitta gallina!”.
“Brutta...”.
“Ragazze basta!” le interrompo “voglio bene ad entrambe, non litigate”.
Nanami e Hoshi tacciono per un po’ per poi riprendere a litigare furiosamente:
“Sono certa che a me ama, mentre a te vuole semplicemente bene, ma non ha il coraggio di dirti la verità: ossia che sei brutta, antipatica e odiosa!”.
“Questo lo credi tu, la realtà è un’altra...”.
Sospiro lasciandole litigare e iniziando a mangiare il mio katsudon. Quanto adoro questo piatto! È una bomba in bocca: il riso con il brodo è la morte sua, per non parlare poi delle fettine di maiale! Cerco di trattenermi dal mangiarlo velocemente, ma la voglia è troppo grande e finisco per spazzolarlo via in pochi minuti.
“DEIDARA!” mi chiamano in coro le due ragazze non appena ho finito di mangiare dalla mia ciotola “chi ami tra noi dueeee?”.
Sto per rispondere che al momento non sono interessato a nessuna delle due e che sinceramente amo solo abuffarmi di katsudon e creare nuove opere, quando mi viene un’idea:
“Ragazze, siete antrambe molto belle e dolci, e proprio per questo io non so quale delle due scegliere” rispondo.
“Uffa e come possiamo farti decidere?” chiede Hoshi. Sorrido:
“Vi propongo una sfida: passerete un intero giorno con me e in base a come vi comportate deciderò chi delle due sarà la mia ragazza. Ci state?”.
“UN INTERO GIORNO” strilla Nanami al settimo cielo “CERTO CHE CI STO!”.
“Andata! Tanto sono molto meglio io che l’ochetta starnazzante che hai qui vicino” dice riferendosi a Nanami.
“Stai zitta! Tanto la gallina starnazzante sei tu!”.
“Sarò io a vincere!” dicono all’unisono decise. 
“Sì, sì, va bene” sbuffo “io torno al lavoro” dico alzandomi.
“Aspetta Deidara!” mi ferma Hoshi “quando veniamo da te per questa sfida?”.
“Domani mattina, quando volete” dico uscendo e lasciandole sole a continuare.
Quando torno al negozio, trovo una lettera attaccata alla porta d’ingresso. La prendo in mano: è stata scritta dallo Tsuchikage ed è indirizzata a me. In poche parole, mi chiede di scrivergli i risultati  riscontrati nella zona scomparsa perché… non siamo la prima nazione a cui capita una cosa simile. Sembra infatti che anche ad altre nazioni (non specificate) sia capitato lo stesso e che in molti si siano messi in moto per questo. La missiva si conclude con dei rotoli da inviare il prima possibile al  Comando del Villaggio della Roccia. 
Ah fantastico e io cosa dovrei scrivere che non mi ricordo nulla di ieri? Sospiro e appoggio la lettera  sul tavolo del soggiorno nel mio appartamentino.
Il resto del pomeriggio lo trascorro molto tranquillamente conversando con i clienti: sembra che al Villaggio molti apprezzino la mia arte, e questa cosa mi stupisce molto. Le stesse persone che una volta mi serbavano rancore e volevano che io me ne andassi per sempre dal paese della terra ora invece pare che lodino il mio operato. 
A fine giornata, chiudo il negozio e torno al mio appartamento al piano superiore: faccio una breve cena con quello che trovo nel frigorifero e mi stendo poi sul letto stanco. Guardando distrattamente verso il tavolo, mi ricordo che devo rispondere alle lettera pervenuta oggi a pranzo. Accidenti che guaio! Potrei scrivere che non è stato rilevato niente, ma nel caso i miei ipotetici compagni abbiano rilevato qualcosa… Insomma non possono avermi mandato da solo!
Meditando sul da farsi, vado a farmi una doccia lavandomi per bene. Dunque, o rintraccio i miei compagni, altrimenti… che altro posso fare? Esco dalla doccia in accapatoio e mi asciugo i capelli: sembra di no, ma ho i capelli molto lunghi e ci metto molto tempo.
Sto ancora pensando a cosa mai potrò scrivere in quella missiva, quando vedo il tavolo e tutto quello che vi è sopra tremare. Dopo un attimo di shock, mi giro e vedo che è tutta la casa a tremare: o sono io che sto male oppure… è davvero il terremoto che precede quel misterioso fenomeno!
No, non può essere un caso: persino il pavimento trema. Guardo fuori e vedo che le strade, prima quasi completamente vuote, ora sono colme di gente che dalle proprie abitazioni si riversa nelle strade, timorosa che gli edifici cadano. Perfetto! Questa è proprio l’occasione che cercavo per andare nell’epicentro e capire cosa sta succcedendo, riferendolo poi allo Tsuchikage. In fondo, questa cosa preoccupa anche me: non siamo né la prima nazione che ha subito questo, né, a quanto credo, l’ultima. Se le cose vanno avanti di questo passo, il nostro stesso mondo verrà distrutto.
Senza esitare un momento di più, esco di casa e richiamando il mio uccello di argilla salgo sulla sua groppa e mi dirigo a nord-ovest. A quanto pare, la prima sparizione avvenuta è stata in questa direzione. E se la sparizione di questi territori fosse legata alla sparizione di Sasuke? No, lo escludo: come può un nanerottolo simile esser tanto importante? Senza contare poi che il primo terremoto è avvenuto prima che mi svegliassi, quindi forse è un avversario creato da quel tizio dell’altro mondo.
Una volta arrivato nel luogo dell’epicentro, resto sconvolto da ciò che vedo: non solo ci ho messo soltanto un quarto d’ora per arrivare al confine, ma anche vederlo è terrificante. Non ho mai visto, in tutta la mia vita, una cosa simile: semplicemente, tutta la terra, i fiumi, gli alberi e persino persone stesse, che tentano in ogni modo di scappare a questa fine, scompaiono in mezzo a un enorme gorgo nero. Spariscono e basta, senza lasciare traccia. Il suolo prima si crepa e poi cade a pezzi nella grande voragine nera che si ingrandisce sempre più.
Continuo a sorvolare la zona, ma ovunque il risultato è sempre lo stesso: e ma non posso neanche solo provare ad avvicinarmi troppo alla voragine nera per salvare qualcuno, rischierei di venirne travolto e andare chi sa dove: il risucchio è troppo forte anche per me.
Pochi minuti più tardi, sento un grande frastuono provenire da sud-est. Volo in quella direzione e vedo un’erorme creatura bianca, simile a una specie di cavallo o delfino: non ci sono dubbi, quello è il pentacoda. Il cercoterio si muove in modo anomalo, sbattendo qua e là le sue code in modo confuso. La cosa mi sorprende: questi sono i classici movimenti che fanno i demoni quando io e Sasori cercavamo di catturarli. Questo significa che… aguzzando meglio lo sguardo, noto che ci sono due figure con degli inconfondibili mantelli neri a chiazze rosse (sicuramente nuvole). Questo vuol dire che l’Akatsuki esiste anche in questo universo parallelo: me l’aspettavo. Essendo ad un’elevata altitudine, non riesco a riconoscerne il volto, ma guardando come combattono direi che quelli lì sono Sasori e Orochimaru. Sapevo che Sasori prima di stare in coppia con me era con Orochimaru, ma non avrei mai immaginato che senza Sasuke sarebbe rimasto. Resto a sorvolare quella zona, interessato anche in parte dalla cattura del cercoterio, quando mi accorgo di un piccolo dettaglio: la smaterializzazione del terreno non avviene in modo omogeneo, ma per gradi. Ci sono momenti in cui i territori cadono nella voragine più velocemente, altri in cui la smaterializzazione è talmente lenta da sembrare immobile. Prestando ancora più attenzione, c’è una correlazione tra i colpi che l’Akatsuki infligge al pentacoda: infatti, ogni volta che la creatura viene ferita, la velocità del fenomeno aumenta e si calma quando a subire i colpi sono invece Sasori o Orochimaru.
Da questo è facile trarne le conseguenze: la cattura dei cercoteri è strettamente collegata alla voragine e nel terremoto causata da essa. Questo spiegherebbe anche perché altri villaggi, oltre il nostro, hanno riscontrato gli stessi fenomeni nel loro territorio. Restano però ancora molte domande  riguardo ciò, la più importante delle quali è: perché? Perchè questi fatti sono così legati tra loro? È forse un piano dell’Akatsuki? Ma insomma non avrebbe senso: si finirebbe per restare solo con un pugno di terra. È forse una mossa diversiva per ottenere qualcosa dai vertici delle nazioni? No,  non avrebbe senso: torno verso casa continuando a pensare intensamente. Qui non posso far più niente e poi devo scrivere quella lettera allo Tsuchikage. Accidenti al tizio che ha creato questo mondo! Non si capisce mai che ha in mente… aspetta, forse se provassi a tornare nel mondo reale, saprei anche cosa sta succedendo!
Mi concentro intensamente e usando l’occhio sinistro cerco di tornare nel mondo reale. Il primo tentativo fallisce: non importa anche le prime volte è stato così. D’altronde spedire il mio corpo da questa dimensione a quella è uno sforzo non da poco. Dopo svariati tentativi, capisco che qualcosa non va: il mio occhio forse non è così sviluppato… E a quel punto capisco: non avendo mai incontrato Itachi all’Akatsuki, non ho mai sentito il bisogno di sviluppare il mio occhio contro lo sharingan e le illusioni, proprio perché non mi sono mai imbattutto in essi. Per questo ora non riesco più ad accedervi! Oh quanto avrei voluto incontrarlo! Solo ora capisco quanto Itachi sia stato importante per diventare il ninja potente che sono, anzi ero.
Rientro a casa con l’amaro in bocca: il terremoto ha distrutto alcune case, quelle più fragili, ma la mia, fatta di solida roccia ha resistito. Tra i civili con le case distrutte, alcuni sono riusciti a ripararsi a casa dei loro amici, altri invece hanno chiesto aiuto alla polizia, che ha subito montato delle tende e aiutato i malcapitati; ma tutto sommato le perdite non sono considerevoli e l’ordine di evacuazione è stato temporaneo. Le forze dell’ordine sanno che non si ripresenterà, sebbene i cittadini non siano del tutto d’accordo con esse.
Rientrato a casa, scrivo allo Tsuchikage, ormai esausto, riguardo i risultati ottenuti, menzionando in particolare il terremoto di oggi e anche riguardo la mia teoria. Dopo aver mandato un mio uccello con la missiva al suo ufficio, sospiro svestendomi e stendendomi sul letto: non mi piace moltissimo collaborare con lo Tsuchikage, ma dato che la situazione è preoccupante e soprattutto che non posso muovermi dal Villaggio senza il suo consenso, non mi resta altra scelta.
Mi addormento in pochi secondi, felice di poter dormire finalmente dopo una lunga giornata.

Il mattino successivo, mi sveglio in mattinata sentendo due calde presenze sul mio letto che mi circondano. Sbadiglio aprendo piano gli occhi, credendo di essere ancora nel mondo dei sogni, ma quando inizio ad avere una migliore consapevolezza di essere sveglio, capisco che le due presenze sono reali. Spalanco gli occhi e mi ritrovo Hoshi e Nanami che mi stringono una per parte:
“Buongiorno amore” dicono entrambe con voce soave. Scatto a sedere:
“Che ci fate voi qui?”.
“Come che ci facciamo qui? Ti sei dimenticato che oggi devi dire chi di noi due ami di più?” risponde Hoshi.
“Ma ieri c’è stato il terremoto, non credevo voleste venire” ribatto.
“Per niente al mondo rinunceremo a te” dice Nanami innamorata persa. Sbadiglio:
“Capisco… Vado a far colazione”.
“Te la abbiamo già preparata noi!” dicono in coro le due ragazze “O meglio io ho cucinato e Hoshi ha preparato il vassoio” dice tronfia Nanami.
“Ma se non sai neanche cucinare un uovo sodo tu!” ribatte l’altra.
“So cucinare il katsudon, che è il piatto preferito di Deidara e questo basta e avanza!”.
Sto iniziando a pensare che la mia trovata di ieri non sia poi una così bella idea. Mentre loro discutono prendo il vassoio e inizio a mangiare. Se non altro, non ho la preoccupazione di dover cucinare, e poi questi piatti sono deliziosi.
“Va bene, ora andiamo giù ad aprire il negozio” dico e mi alzo prendendo i vestiti e vestendomi in bagno. Una volta uscito ed essermi dato una sistemata, vado giù alla bottega.
Dire che è stata una mattinata distruttiva è un’eufemismo: per qualunque cosa Hoshi e Nanami litigavano ed erano in disaccordo. Se una disponeva una mia opera d’arte rivolta verso destra, l’altra la voleva verso sinistra, se una la metteva storta, l’altra la voleva dritta e così via: alla fine l’unica ad avere la peggio era l’opera stessa. Quando aiutavano un cliente una diceva una cosa, l’altra quella opposta e si sabotavano a vicenda, e per quanto le rimproverassi i risultati erano sempre quelli. Alla fine della mattinata, ero arrabbiato con entrambe e non rivolgevo la parola a nessuna delle due. Allora, per evitare che le due concorrenti litigassero, ho ordinato loro che Nanami cucini a pranzo il mio amato katsudon, mentre Hoshi dia una pulita al negozio: in questo modo una sta nel mio appartamento mentre l’altra sta nel negozio, servendo occasionalmente i clienti e non venendo in contatto, non s’azzuffano. Per quanto riguarda me, ho fatto una cosa molto equa: la mattina sono stato soprattutto con Nanami, mentre il pomeriggio con Hoshi.
Infatti, dopo aver mangiato l’eccellente katsudon di Nanami, con la quale mi sono anche complimentato, ho chiesto a Nanami di stare giù al locale, mentre Hoshi nell’appartamento.
Di entrambe si può dire che siano eccellenti commesse, ma Nanami più brava in cucina e Hoshi in matematica: due caratteri quasi opposti. Nanami più creativa, mentre Hoshi più logica, ma entrambe innamorate perse di me e determinate a vincere contro l’avversaria. 
A distogliere l’attenzione dalle mie riflessioni sulle ragazze, è il ritorno del mio uccello mandato dallo Tsuchikage ieri notte: al suo dorso porta legata la lettera di risposta. La apro con Hoshi al mio fianco, mentre Nanami è impegnata a chiudere il negozio. In parole povere, dice che devo recarmi al suo ufficio il prima possibile, poiché vorrebbe parlare con me di importanti questioni riguardo quanto accaduto nei precedenti giorni. Mi invita poi a non perder tempo e raggiungerlo.
“Oh magari vuole darti un compenso per le tue indagini! Sei il migliore Dei-dei!” ride felice Hoshi. Non rispondo assorto nei miei pensieri: di certo non vuole ricompensarmi, ma sarà una conferma o no della mia ipotesi. In ogni caso, mi rendo perfettamente conto da solo che è necessario fare in fretta, ne vale del nostro mondo.
“Devo andare.” dico deciso.
“Andare dove?” chiede entrando dalla porta Nanami. Le spiego brevemente la situazione con parole rapide e coincise.
“Uffa, non puoi andarci domani?”.
“Non è un gioco Nanami, c’è a rischio il destino del mondo intero:” dico con aria seria “partirò tra poco, non si discute”.
“Sì, hai ragione Deidara: almeno lascia che ti prepari qualcosa per la cena...”.
“Non se ne parla, parto ora”.
Hoshi, avendo già capito la situazione, senza una parola mi porge uno zaino:
“Vedi di tornare presto” mi sorride “contiene tutto l’occorrente: armi ninja, cibo a sufficienza, altra argilla, rotoli e… beh lo scoprirai”.
“Aspetta ma io...” sta per protestare Nanami. Prima ancora che possa concludere la frase, do un bacio sulla fronte a Hoshi, ringraziandola. Lei arrossisce un po’, con somma invidia di Nanami che la guarda con odio.
“Alla fine hai scelto lei!” grida arrabbiata, ma io ormai sono già in volo sul mio uccello.
Arrivato all’ufficio dello Tsuchikage, busso alla porta ed entro, inchinandomi, a malincuore, davanti al vecchietto. Questo, dopo avermi fatto alzare, inizia subito a parlare della questione:
“Allora Deidara, ti ho fatto venire qui nel mio ufficio per parlarti di persona riguardo le considerazioni che hai fatto sulla lettera” dice Onoki alzandosi e guardando dalla finestra rivolta verso una parte del Villaggio “innanzitutto, volevo complimentarmi per il tuo coraggio: è già la seconda volta che dai un enorme aiuto al paese della terra”.
“Non lo faccio per il paese o la gloria:” ribatto distaccato “lo faccio perché questa è una minaccia a livello mondiale, e se quello che mi avete riferito nella precedente missiva è vero, c’è da preoccuparsi”.
“Capisco”.
“Ebbene cosa dovete dirmi?”.
“Vedo che come al solito vai dritto al punto eh? Non sei cambiato di una virgol.a” dice voltandosi verso di me e poi continua, vedendo il mio sguardo impaziente “Le tue supposizioni sono giuste Deidara: infatti ad essere colpiti sono stati anche il Villaggio della Sabbia, della Nebbia,  e della Nuvola, proprio quando i cercoteri venivano catturati e le loro forze portanti uccise, ad esclusione dell’attuale Kazekage Gaara”. Annuisco:
“Dunque avevo ragione… Si sanno le cause di questa relazione tra cercoteri e terremoti?” chiedo gioendo per l’esattezza del mio ragionamento.
“Non ancora: nessuno ha capito che correlazione vi sia, ma è chiaro che essa è una minaccia per il nostro mondo”. Annuisco.
“Per questo motivo, è stato chiesto a tutte le terre di mandare dei ninja ai Villaggi della Cascata, della Nuvola e della Foglia affinché proteggano Fu, forza portante del demone con sette code, Killer Bee, forza portante dell’ottacoda e infine Naruto Uzumaki, forza portante dell’enneacoda. Ho deciso che anche tu parteciperai a questa missione: alla fine, ti sei dimostrato un ninja affidabile e molto intuitivo. Te la senti?” mi chiede  lo Tsuchikage guardando bene la mia reazione. Impassibile, rispondo:
“Sono ai suoi ordini”.
“Eccellente: tu sei stato assegnato a Naruto Uzumaki, del Villaggio della Foglia”.
Non poteva andarmi meglio direi: praticamente tutti i ninja sanno, o meglio sapevano, che Naruto Uzumaki e Sasuke Uchiha erano due ninja molto potenti e legati da un profondo legame. Sarà curioso vedere come Naruto è diventato senza quel suo amico pazzo: di certo una persona migliore.
“Devi fare molta attenzione Deidara: la nostra ultima speranza è Naruto Uzumaki. Se lui viene catturato dall’Akatsuki, c’è il rischio che l’avanzamento della voragine non si fermi più e il nostro mondo venga distrutto”.
“Ma non avrebbe senso che l’Akatsuki distruggesse il nostro mondo in questo modo!” esclamo.
“E come lo sai? Sei forse stato all’interno dell’organizzazione?” chiede sospettoso Onoki.
Beh, in realtà sì, nell’universo parallelo con Sasuke…
“No certo che no!” rispondo subito sicuro.
“Allora non puoi sapere cosa pensano quei serial killer psicopatici: potrebbero benissimo voler la fine del mondo per quanto ne sappiamo”.
“Lo trovo senza senso, perché anche loro fanno parte di questo mondo, ma in ogni caso questa trovo la miglior decisione ora, sebbene per vincere non si possa stare solo in difensiva”.
“Stai cercando di proporre qualcosa di meglio?”.
“Affato, la mia era solo una constatazione”. Lo Tsuchikage annuisce:
“Partirai questa sera stessa: una volta arrivato a Konoha, mostrerai il permesso e, una volta entrato, andrai dall’Hokage e gli dirai chi sei, tanto ho già fatto il tuo nome. Riceverai vitto e alloggio e conoscerai sia la squadra con cui collaborerai sia la forza portante stessa. Con te ci sarà un altro ninja del Villaggio della Roccia, ma vedi di comportarti onorevolmente”.
Annuisco per confermare di aver capito.
“Questo sarà l’altro ninja del Paese della Terra: Matsuda entra” ordina e un uomo con la divisa da jonin entra inchinandosi anche lui al cospetto del vecchio Onoki.
“Sono al vostro servizio” dice inchinato. Lo studio: è un uomo nerboruto, molto serio e composto, tutto vestito in divisa e senza neanche un pelo fuori posto. Da come parla è chiaramente una persona con cui non si possono fare errori o ti da il bel servito.
“Deidara, questo è il tuo nuovo compagno: Matsuo Matsuda”. Il diretto interessato fa una smorfia sentendo il mio nome e guardandomi:
“Signor Tsuchikage e io dovrei rappresentare il Villaggio della Roccia con un ragazzino biondo, peraltro senza cognome e clan, per proteggere una persona così importante?”.
“Ehi non sono un ragazzino!” esclamo irritato.
“Moderate termini, soprattutto tu Matsuda: non possiamo fare una pessima figura di fronte alle altre nazioni, quindi vi consiglio fortemente per lo meno di sopportarvi a vicenda”.


Angolo dell'autrice:
Capitoletto breve e di passaggio: venerdì della prossima settimana il gran finale!

Anna3

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Capitolo 3
*** La vittoria di Deidara ***


Capitolo 3: La vittoria di Deidara

Io e Matsuda ci guardiamo male, ma annuiamo. Ora capisco perché me l’ha accollato: per controllarmi 24 ore su 24. In questo modo è sicuro al 100% che non faccia stupidaggini. Fantastico!
Dopo esserci congedati, iniziamo subito il viaggio verso Konoha: la strada è lunga e per arrivare ci vorrano un paio di giorni di marcia, da fare solo io con lui e i boschi. Saranno delle giornate stupende! Quanto meno, il katsudon preparato da Nanami era delizioso e mi ha reso carico di energia: forse anche per questo riesco a mantere il passo veloce dell’altro ninja.
Continuiamo a saltare tra gli alberi per tutta la notte: quando alla fine decidiamo di fare la prima pausa è mattino inoltrato. Ognuno di noi si mette da una parte e fa quel che gli pare, le uniche regole sono che si fa una pausa di trenta minuti e che non si può far troppo rumore, lasciando tracce del nostro passaggio. Apro il mio zaino e guardo per la prima volta cosa ha infilato Hoshi nel mio zaino: come ha detto lei, dentro vi trovo armi ninja, argilla, rotoli, cibo e, in una taschina interna, anche una specie di bottone con accanto un foglietto firmato da Hoshi con su scritto: “da usare in caso di emergenza”. Sorrido, piacevolmente stupito dal suo regalo: al contrario di Nanami, è pratica anche in queste cose. Finita la pausa, ricominciamo la nostra marcia: la continuiamo tutto giorno, fermandoci solo ogni tanto per mangiare e bere, entrambi in assoluto silenzio. Lo Tsuchikage ci ha consigliato di collaborare, ma è chiaro che nessuno di due ne ha voglia: e poi, a proteggere Naruto non ci siamo solo io e lui, ma anche altri ninja di altri paesi.
Trascorsi così due giorni, arriviamo finalmente a Konoha: alle porte del villaggio ci sono dei controllori. Ci chiedono i permessi e, una volta dati, ci lasciano entrare all’interno. Dirigendoci all’ufficio dell’Hokage, ho modo di osservare il villaggio in cui sono nati i miei acerrimi nemici: Konoha, al contrario del Villaggio della Roccia, è molto più colorato e vivido. In ogni strada ci sono bancarelle che vendono di tutto: dal vestiario, agli alimenti, ai cosmetici fino anche a materiali di metallo. Resto affascinato da quello spettacolo di colori e profumi, tanto che ogni tanto mi fermo per contemplare le cose vendute, con sommo disappunto di Matsuda, che mi trascina via non appena succede.
A un tratto, passando vicino le periferie del villaggio, vediamo un quartiere che, al contario degli altri visti in precedenza è abbandonato e triste: sulla porta che fa accedere a quel quartiere, riconosco il simbolo degli Uchiha. Mi fermo un attimo lì davanti: un’atmosferma lugubre sembra diffondersi da quel luogo, che contagia anche il mio entusiasmo.
Mastuda, che non mi ha mai parlato a meno che non fosse necessario durante il viaggio commenta:
“Quello è ciò che resta dell’antico clan Uchiha, uno dei più famosi ed abili del Paese del Fuoco: un vero peccato non trovi? Sono tutti morti per mano di Itachi Uchiha”.
“Già, lo conoscevo” mi lascio sfuggire ipnotizzato da quella vista.
“E come è possibile? Si è suicidato subito dopo la strage!”.
Sussulto sorpreso: è strano, ma non provo nessuna goduria nel saperlo morto, soprattutto in questo modo così… banale.
“No, intendo ne ho sentito parlare… e tu come sai queste cose?” chiedo.
“Se ne è parlato per giorni in tutti i villaggi: ai giorni nostri assistere a una strage di tale portata non è cosa da tutti i giorni, soprattutto di un clan così potente. Forse per questo ne hai sentito parlare anche tu”. Annuisco, e mi incammino con il mio interlocutore.
Arrivati nell’ufficio, ci inchiniamo davanti all’Hokage, presentandoci:
“Ah giusto voi siete i ninja del Villaggio della Roccia addetti alla protezione dell’enneacoda, Onoki mi ha parlato di voi! Allora, alloggerete con gli altri ninja insieme a Naruto Uzumaki per proteggerlo 24 su 24, pasti compresi. Sarete delle vere e proprie guardie del corpo, lo dovrete seguire ovunque, se avete altre domande rivolgetevi a Shizune.” spiega brevemente Tsunade, indicando la ragazza vicino a lei con capelli corti e un maialino in braccio “Ora lei vi accompagnerà da Naruto. Vedete di svolgere bene il vostro incarico” ci ammonisce congedandoci.
Dopo esserci nuovamente inchinati prima di uscire, Shizune ci accompagna in questo alloggio, spiegando le regole a cui dobbiamo attenerci: non ascolto neanche una parola, sia perché non mi interessa, sia perché tutte non le ricorderò mai. E poi, vedo che Matsuda le sta ascoltando tutte serio, questo vuol dire che al massimo le chiederò a lui di nuovo. Piuttosto, mi concentro di nuovo nell’osservare il villaggio: mi è più utile iniziare a studiare il luogo e le strade, più che sentire tutte le cose che posso e non posso fare. Ormai è quasi mezzogiorno: molti negozi sono già in pausa pranzo, ma questo non influisce nell’atmosfera allegra del villaggio. Qui e lì scorrazzano bambini ovunque, che passano tra le gambe di adulti affaccendati che camminano velocemente e vengono sgridati dal vecchietto di turno, che cade per terra a causa loro.
Dopo mezz’ora che camminiamo, arriviamo alla nostra meta: Shizune ci scorta in cucina, dove tutti stanno mangiando. Ci sono una dozzina di ninja: due del Paese della Pioggia, due della Cascata, due del Vento, due del Fulmine, due dell’acqua e infine Naruto con Sakura. Stanno tutti parlando allegramente e da come Sakura tocca Naruto, è chiaro che i due stanno insieme. Sembrano felici, più di quanto lo sarebbero con Sasuke tra loro: sorrido pensando che in fondo ho fatto bene a far sparire Sasuke dalle loro vite. Ora sono tutti più felici, il clan Uchiha è stato completamente dimenticato e tutto va bene. Eppure, quando c’era Sasuke questi strani fenomeni non avvenivano.
O forse la presenza di Sasuke ha solo ritardato un avvenimento che doveva comunque accadere: sì, non è possibile che senza quel bastardo il mondo non vada avanti.
Intanto, Shizune ci ha già presentato e Naruto si è già fatto avanti:
“Piacere di conoscervi io sono Naruto Uzumaki, il futuro Hokage”.
“Non vantarti troppo Naruto: sebbene tu sia il figlio del Quarto Hokage non sei ancora abbastanza abile!” lo sgrida Shizune.
“Oh suvvia non farmi fare brutte figure anche con i ninja del Villaggio della Roccia” dice imbarazzato.
“Prima o dopo la farai comunque Naruto” commenta un ninja del Villaggio della Pioggia ridendo e scatenando una risata generale. Come dicono in molti, Naruto riesce a mettere allegria anche nei cuori delle persone più acide: basta vedere come anche Matsuda sembra essere molto di più disteso rispetto a prima. Insomma, niente a confronto a quella specie di mostro in cui mi sono imbattuto mentre facevo parte dell’Akatsuki. Io stesso, a dire il vero, mi sento molto disteso parlando con lui.
“Li lascio nelle tue mani Naruto” dice Shizune, mentre gli altri ninja che fanno parte della guardia del corpo di Naruto si presentano a noi.
Veniamo subito accolti tra loro con calore e ci invitano a mangiare con loro; Naruto, tra tutti il più solare, inizia subito a parlare con noi, i nuovi arrivati.
“Wow cosa sono quei tagli che hai sulle mani?” mi chiede stupito.
“Ah, sono bocche”.
“E a cosa ti servono?”.
“A creare la mia arte!”.
“Quale arte?”. Sto per rispondere quasi irritato dalla sua ignoranza, ma Matsuda mi precede:
“Beh quando è da solo si fa dei...” sospende appositamente la frase guardando il suo interlocutore in modo perverso “hai capito cosa vero?”.
Arrossico, mentre tutti gli altri ninja se la ridono sguainatamente:
“MA COSA DICI MATSUDA! Non faccio quelle cose sporche come te!” gli grido addosso imbarazzato: non me lo sarei mai aspettato da lui… Insomma, lo credevo una persona così seria non credevo sapesse fare battute del genere: mi ha preso in giro davanti a tutti!
Ma fortunatamente la vendetta non manca, in quanto Sakura gli tira un forte scalpellotto in testa:
“Ti sembrano questi gli argomenti di cui parlare con altre tre ragazze?!”. Matsuda si scusa con le ragazze, mentre noi ragazzi ce la ridiamo sotto i baffi, io per primo: ora non sono più io quello ad essere rosso dalla vergogna.
Tuttavia, le nostre risate vengono presto interrotte da un forte boato vicino a noi, che ci lascia muti.
Tutti scattanno subito all’attenti e un ninja della Pioggia va a controllare alla finestra:
“C’è stata una esplosione a ovest del villaggio” fa presente.
Un ninja del Vento, uno dei più abili evidentemente, dice:
“Se è solo una esplosione non dobbiamo preoccupaci, potrebbe essere un falso allarme”. Ma subito, quasi a confermare la falsità di questa ipotesi, si sentono altre esplosioni.
“Ora ci sono state esplosioni a sud-est e nord-ovest” dice nuovamente il ninja della pioggia “Che facciamo?”. Lo stesso ninja i prima, funereo, ordina:
“Formazione C”. Subito, tutti gli altri ninja si mettono in una certa posizione, mentre il ninja iniziare a dare ordini a destra e manca:
“Voi due” dice indicando me e Matsuda “Cosa sapete fare?”.
“Arte della terra” risponde veloce Matsuda “Movimento del Nucleo Terrestre, Tecnica della pietrificazione e del Clone di Roccia”.
“Arte dell’esplosione”.
Il ninja ci guarda attentamente e dice:
“Andate a nord: Deidara usa la tua arte come diversivo e accordati bene con Matsuda sull tecniche. Cercate di combinare le vostre tecniche. Andate!” ci ordina e noi ci dirigiamo subito verso nord.
Come è possibile che sia successo così presto, sono passati solo due giorni! Beh, se il primo giorno hanno catturato Fu e quello successivo Killer Bee… Accidenti sono troppo forti! In confronto all’Akatsuki vecchia… Oppure siamo noi ad essere più deboli?
Mentre saltiamo tra una casa e l’altra, organizziamo il nostro piano d’attacco: nonostante sia scorbutico, di certo posso contare su di lui e le sue tecniche. Si sentono altre esplosioni: è chiaro che il villaggio è sotto attacco, infatti, poco tempo dopo veniamo fermati da alcuni ninja della Foglia.
“Chi siete voi?” ci chiede uno dei ninja.
“Matsuda Matsuo e Deidara del Villaggio della Roccia: lo Tsuchikage ci ha inviato qui per proteggere Naruto Uzumaki” risponde Matsuda. Il ninja che ci ha fatto la domanda parla con altri suoi compagni e poi domanda:
“Come facciamo ad esser sicuri della vostra parola?”.
“Ma come?!” grido “Siamo dalla vostra parte, non capite che non siamo noi i nemici?”.
“Per quanto ne sappiamo, tutti coloro che non sono ninja della Foglia sono dei nemici!” ribatte con parole chiaramente dettate dal terrore “Avete il permesso?”.
“Non c’è tempo da perdere non capite?” dico mentre avvengono altre esplosioni “Vedete? Non siamo noi a provocare questi disordini!”.
“Non prenderci in giro, sappiamo perfettamente che sono i vostri complici! Arrend...” il ninja non fa in tempo a concludere la parola che un enorme rinoceronte travolge lui e i ninja vicini.
Io e Matsuda ci guardiamo con sguardo d’intesa: è il nostro momento.
Evocando il mio uccello, mi stacco da Matsuda e volo sopra la creatura. Se qui c’è la sua creatura, deve esserci anche l’evocatore di tale animale. Aguzzando la vista, vedo un ninja con il tipico mantello dell’Akatsuki e la chioma arancione: Pain!
Il ninja dai capelli arancioni, lasciata la creatura a combattere contro i ninja di Konoha, salta elegantemente giù da essa e correndo per le vie si dirige verso la direzione da cui proveniamo.
“MATSUDA!” urlo e gli indico Pain. Lui, vedendolo mi urla:
“PIANO A” e indica il rinoceronte, che nel frattempo, sbarazzatosi di tutti i ninja, viene nella nostra direzione. Dopodichè, mentre lo distraggo, Matsuda fa un suo clone di Roccia e lo manda all’inseguimento del ninja dai capelli arancioni. Intanto io inizio a impastare e lanciare bombe a scopo diversivo: come previsto, la creatura si ferma confusa da tutto quel rumore e proprio in quel momento Matsuda usa la sua tecnica:
“Arte della Terra: Movimento del Nucleo terrestre!” e subito la bestia sprofonda insieme a una considerevole porzione di terra, per poi sparire nel nulla. Quando alla fine Matsuda fa riemergere la terra, la bestia è scomparsa nel nulla.
“Inseguiamolo!” ordina correndo verso sud Matsuda “Abbiamo perso sin tropppo tempo!”.
Per fare prima, lo prendo sul mio uccello e lo metto dietro di me:
“Dove dobbiamo andare?” chiedo. Matsuda, ancora frastornato dal fatto che stiamo volando, risponde un po’ confuso:
“Continua verso sud”.
Seguendo le sue indicazioni, vediamo che il ninja, che in un primo momento si stava dirigendo verso il centro del Villaggio, ora si dirige più nella periferia ad est.
“Probabilmente staranno spostando Naruto: a quanto ho capito, il piano iniziale era di farlo andare nel Paese del The o in una delle tante isole ignote del pianeta. Ma in seguito questa idea è stata scartata perché ritenuta troppo eccessiva; chissà forse ora hanno cambiato idea”.
“Dobbiamo agire subito o Pain catturerà Naruto!” grido e mi lancio all’attacco di Pain.
“No aspetta…!” sta per dirmi Matsuda, ma io ormai ho già attaccato di sorpresa il ninja dai capelli arancioni, che si difende prontamente evocando un altro animale.
“Ancora?!” grido frustrato e lancio il mio Garuda C4, che subito fa scomparire l’animale: il ninja, colto di sorpresa, viene coinvolto anche lui nella mia esplosione per poi sparire. Esulto di gioia e dico al mio compagno:
“Visto Matsuda? Credo che questo fosse il capo, ma tanto è stato facile uccid...” mi pietrifico dall’orrore vedendo il mio compagno infilzato da una specie di lama dentata “MATSUDA!” grido e corro verso di lui. La lama che lo infilzava viene brutalmente rimossa e il suo corpo cade a terra, mentre il colpevole della sua morte salta su una casa insieme al ninja che credevo di aver ucciso.
Li guardo sorpreso: entrambi hanno i piercing, vestono l’uniforme dell’Akatsuki e soprattutto, entrambi hanno il Rinnegan. Resto a guardarli confuso: come è possibile che abbiano entrambi quegli occhi? Mi costringo a distogliere lo sguardo e mi concentro su Matsuda, che mi chiama morente:
“Deidara… ce ne sono più di due” dice e dallo sforzo sputa sangue.
“Calmati, non sforzarti, ora ti porto a far curare” dico prendendolo in braccio.
“No! Lasciami qui e seguili!”.
“Ma in questo modo tu...”.
“Perderesti tempo” sputa di nuovo sangue “sono sei in tutto, tutti col Rinnegan, proteggi Naruto o...” dice e spira. Lo guardo con gli occhi sbarrati, chiamandolo, ma ormai lui è già morto. Guardo il cadavere ancora caldo tra le mie mani in shock: è la prima volta che mi è capitato di veder morire un mio compagno tra le mie braccia. Certo, il nostro legame non è minimamente paragonabile a quello che ho avuto con Sasori, ma comunque.. Scuoto la testa, concentrandomi sulle sue parole: ecco cosa voleva dirmi prima! Che c’erano sei Pain! Mi do dello stupido: non avevo mai visto Pain di persona, ma ricordo che una volta Kisame ci disse qualcosa di simile.
Ma certo! Pain in realtà ha sei corpi, ognuno con una diversa specialità, e questo spiega perché quel corpo che credevo di aver ucciso evocava solo animali. Scuoto la testa: non c’è tempo per pensare ora, devo proteggere Naruto oppure… mi blocco. Oppure cosa? Il sacrificio di Matsuda è stato vano? Proteggendolo diventerò più famoso? Forse per Hoshi? Sì, forse anche un po’ per questo, ma è come se qualcosa di spingesse a fare queste azioni ed io non possa permettermi di stare con la mani in mano. In fondo, meglio morire così che finire nel vortice nero.
Mi metto all’inseguimento dei miei nemici e poco dopo trovo tutti i sei corpi combattere contro Naruto, il restante della sua guardia del corpo, Sakura e altri ninja della foglia dell’età di Naruto, molto probabilmente suoi amici. Tuttavia, la battaglia è inutile: ad ogni corpo che un ninja uccideva, sacrificando la sua vita, quello risorgeva, grazie a uno dei sei corpi, quello con tre piercing a spuntoni sulle orecchie. E per quanto si cercasse di ucciderlo, gli altri lo proteggevano: una battaglia impari. Ma tanto ormai, ho già deciso di rischiare la mia vita: mi unisco anche io alla battaglia. Mi scaglio anche io contro il ninja che ha la capacità di far risorgere gli altri corpi, ma il ninja che ha ucciso Matsuda lo protegge e inizia a combattere contro di me: ora che lo affronto vedo anche quanto orribile sia. Ha tre volti e sei braccia, sembra esser fatto di metallo: spara missili dalle sue braccia e usa quell’enorme lama con cui ha ucciso Matsuda come una specie di coda. Contrasto i suoi colpi con le mie bombe, ma avendo già usato il mio Garuda C4 contro il ninja, non appena provo a usare quell’arte per un controattacco, lui la evita. È dannatamente frustrante il fatto che io non riesca minimamente a colpirlo, ma resto solo solo sulla difensiva: purtroppo, il mio tipo di chakra non riesce a contrastare quello del vento che lui ha, quindi la situazione continua a rimanere invariata. Il problema è che se non trovo il modo di finirlo, sarò io a finire il chakra: ma certo! Il dono di Hoshi! Posso fare un tentativo. Prendo il bottone dalla tasca esterna: lei lo aveva sistemato lì orse proprio perché lo aveva previso. Ma come diavolo si usa? Resto col bottone in mano indeciso sul da farsi e il ninja, cogliendo la mia esitazione, mi attacca frontalmente. Sentendo il pericolo, il bottone si attiva e incenerisce l’avversario con una tecnica di fuoco: il ninja, impreparato per una mossa simile, cade per terra. Esulto, ringraziando mentalmente Hoshi.
Ma proprio mentre lo faccio, tutti e cinque i corpi cadono a terra. Tutti ci immobiliziamo stupiti: l’unico corpo rimasto si eleva sopra di noi e raccogliendo l’energia, sussurra qualcosa che non riesco a capire. Poi, una immensa luce ci avvolge tutti quanti ed io sono costretto a chiudere gli occhi, ma la cosa avviene tanto velocemente, che non mi rendo nemmeno conto di cosa sta accadendo: il bagliore di luce, durato una frazione di secondo ha lasciato spazio solo al buio assoluto, a cui mi ci abbandono completamente.
È strano. Di solito si dice che prima di morire si rivede la propria vita, ma a me non è capitato niente di tutto questo. Semplicemente, la mia coscienza è svanita sino a non esserci più. Eppure, ho come la concezione di essere morto...

Quando mi risveglio, sono steso sopra della terra arida, all’ombra di un albero rinsecchito. Il sole splende forte su di me, sembra sia il Paese del Vento. Ma come diavolo sono finito qui?
Mi vengono in mente gli avvenimenti accaduti prima del mio risveglio e mi chiedo se questo sia davvero l’inferno di cui parlano: forse tra poco arriverà il mio demone personale a torturarmi per l’eternità, o forse chissà mi aspetta il vagare infinito in questa desolata landa.
Mi metto seduto massaggiandomi la testa e vedo una ragazza con un kimono color verde acqua seduta di fronte a me che mi fissa:
“Ben svegliato” mi dice sorridendo. È una ragazza molto bella, con capelli neri ed occhi verdi, e la sua voce è, oserei dire, quasi angelica.
“Sono morto e tu sei quella che mi tortura per l’eternità?” chiedo. La ragazza ride scuotendo la testa.
“Chi sei? Cosa ci faccio qui?” chiedo confuso.
“Dunque, è difficile da spiegare: diciamo che ti trovi tra la vita e la morte e questa è una specie di sogno”.
“Sogno? Ma cosa stai dicendo? Dove siamo? Cosa...”.
“Shh!” mi interrompe dolcemente “Fai troppe domande tutte insieme”. Mi zittisco.
“Difficilmente crederai a quello che dico…Ma comunque credo che niente ti stupisca più, dopo che hai scoperto che in realtà voi siete solo personaggi immaginari. Allora, io non ho un nome e questa è solo una delle mie tante forme, ma in un certo senso si può dire che io sono l’Idea di Naruto”.
“Cosa significa?” la guardo confuso.
“Io sono colei che ha dato l’ispirazione a Kishimoto per la creazione di questo mondo… Come tu già sai, il vostro mondo esiste in funzione di quello terrestre”.
“Già, ormai non trovo più niente che mi possa sorprendere” faccio spallucce “Ti credo… come posso chiamarti?”. La ragazza sorride:
“Chiamami semplicemente Idea. Ad ogni modo, tu ti trovi nel futuro del vostro mondo Deidara”.
“Nel futuro?”.
“Sì; sono passati esattamente 90 giorni da quando Pain si è impossessato dell’enneacoda e questo è tutto ciò che rimane del vostro mondo”.
Resto esterreffato dalla visione: è rimasta solo una piccola landa desolata, circandata da tutte le parti dal vortice nero.
“E.. che fine hanno fatto tutti?”.
“Sono tutti morti: le prime a perire sono stati coloro che non combattevano, in seguito i ninja si sono fatti guerra tra loro, per poi morire tutti dal primo all’ultimo”.
La guardo sconvolto dall’orrore:
“Ma perché Pain ha deciso…?”.
“Perchè voleva che tutti conoscessero il vero dolore: almeno questo è ciò che dice a quelli di questo mondo che gli chiedono il perché di tale azione. Il suo piano era di incutere terrore, perché credeva che una volta catturate le bestie codate la cosa si sarebbe potuta comandare a piacimento. Ma se è riuscito a fare questo, in realtà c’è un altro motivo”.
“Quale?”.
“La scomparsa di Sasuke Uchiha”.
Non appena sento la sua risposta, resto basito:
“Come diavolo è possibile che la sua esistenza influenzi in questo modo un mondo?!”.
“Ci sono molteplici cause: innanzitutto, come ti ho già detto prima, questo mondo nasce, vive e muore in funzione di quello terrestre”.
“E questo cosa starebbe a significare?”.
“Questo significa” spiega “che se la storia raccontata nel mondo terrestre non viene amata più di tanto, il mondo al cui interno si svolge la storia si sgretola a poco a poco, mentre se al contrario quel mondo è molto amato, finché quella storia non viene dimenticata, quel mondo prospera. Avendo fatto dimenticare Sasuke, la storia non è più stata seguita e poiché nella seconda parte nessuno ha più guardato Naruto (così infatti viene chiamata la storia), la storia è stata dimenticata e il mondo distrutto”.
“Quindi noi siamo semplici marionette nelle mani delle fan di Sasuke!”.
“Non è esatto: infatti all’inizio la storia piaceva anche senza Sasuke. Il fatto è che senza di lui ci sono state enormi conseguenze anche per tutti i personaggi: Naruto non è diventato forte, Sakura non è migliorata, Itachi si è suicidato dal senso di colpa, Orochimaru non ha più avuto nessuno da bramare, tanti ninja salvati da Sasuke sono morti prima e tutto il mondo ha risentito del fatto che il clan Uchiha si fosse estinto. Lo stesso autore, vedendo che l’opera non piaceva, ha capito che qualcosa non andava e si è sforzato di migliorarla in tutti i modi, ma poiché Sasuke era stato dimenticato e si era proibita la sua creazione, in base al contratto che gli hai fatto firmare, la storia è stata dimenticata”.
“E tutto questo per… Lui!?”.
“Non possono esistere storie senza i cattivi Deidara”.
“Ma… L’Akatsuki sono i cattivi!”. L’Idea scuote la testa:
“Voi siete stati solamente una pedina nelle mani di personaggi più grandi… personaggi che poi non hanno potuto svolgere il loro ruolo, perché con la scomparsa di Sasuke, il mondo, la storia, è stato tutto abbandonato”.
Resto in silenzio ancora incredulo per ciò che ho sentito.
“Non è possibile! Mi rifiuto di crederci!” grido indispettito alzandomi in piedi.
“Sai che è così Deidara o non staresti sbraitando in questa maniera” ribatte tranquilla la ragazza giocando con la sabbia “Non si può sfuggire al proprio destino”.
“Aspetta un momento! Cosa significa che sono tra vita e morte?” chiedo ricordando le sue parole all’inizio, che forse solo ora posso comprendere meglio.
“Allora” dice la ragazza tirando due linee parallele “questa rappresenta la storia nel mondo con Sasuke” indica la prima retta “mentre questa è senza di lui.” e indica la secona linea “Quello che ti è accaduto è semplice: poco prima che morissi, hai dato vita alla seconda linea” dice cerchiando un punto sulla prima linea e facendo poi partire un segmento da quel punto che arriva fino alla seconda linea “poi tu hai continuato a vivere la tua vita, fino a quando sei morto...” dice facendo un punto sulla seconda linea poco più avanti a quello della prima riga.
“Quindi in poche parole io nel primo mondo risulto esser vivo, mentre nel secondo morto, giusto?”. La ragazza annuisce.
“E tutto questo… sogno a che cosa mi servirebbe?” chiedo, sapendo già la sua risposta in fondo.
“Ti sto mostrando le due alternative: o muori nel primo mondo e lasci proseguire la storia normalmente, oppure muori nel secondo mondo, facendo scomparire tutto con te”.
Resto in silenzio, mentre l’Idea mi guarda penetrante:
“Non è una decisione facile, in questo momento hai la responsabilità di decidere del destino del tuo mondo, lo capisco”.
“Cosa succede se scelgo la prima delle due?”.
“Se scegli la prima tornerai nel solito mondo” dice facendo un’altra freccia che parte dalla seconda linea e si ricongiunge alla prima “e invece che far cancellare Sasuke, morirai per sua mano”.
“E se invece...”
“Se invece scegli di morire qui, non cambierà nulla e il mondo si distruggerà” dice Idea e con le sue parole un altro pezzo della landa si distintegra.
Non sono mai stato una persona altruista: forse perché sin da piccolo nessuno mi ha mai aiutato e io ho sempre creduto di essere solo. Però, conoscendo Sasori e Tobi, ma anche Nanami e Hoshi, ho imparato cosa significa esserlo: alla fine in entrambi i casi muoio e in entrambi i casi posso dire di aver fatto una morte combattendo, l’unica differenza è che dalla mia decisione dipende poi il resto del mondo. Per una persona normale la decisione sarebbe immediata, ma per me… Insomma detesto morire per mano di quell’odioso Uchiha pomposo che si crede chi sa chi, ma in realtà è soltanto un coglione e poi sono un assassino non dovrei fregarmene di quello che accade agli altri: in teoria sì, tuttavia… Non lo posso permettere! In fondo sono anche lo stesso Deidara che è dalla parte del Paese della Terra, ma allora… chi sono veramente?
L’Idea si avvicina a me e mi accarezza piano la schiena:
“Deidara hai deciso?” mi chiede porgendomi uno specchio. Guardo il mio riflesso: ero talmente distratto a parlare con l’Idea, che non mi sono accorto di non avere il coprifronte. Sorrido. Finalmente ho capito:
“Sì ho deciso”. Io non faccio parte né dell’Akatsuki, né del Villaggio, sono semplicemente un’artista come un altro: e come tale non posso permettere che il mio mondo venga distrutto, perché altrimenti anche la mia arte stessa e il mio ricordo svaniranno nel nulla “Torno alla vita con quel bastardo di Sasuke”.
L’Idea sorride:
“Alla fine hai fatto la stessa scelta degli altri personaggi che hanno reso questo mondo uno tra i migliori e più amati di sempre”. La guardo:
“Cosa significa?”, ma lei ormai sta già scomparendo.
“Che sei stato, non solo in questo mondo, ma anche in quello terrestre, uno degli artisti più famosi e rispettati” dice l’Idea sparendo, insieme alla landa desolata.


 

Deidara si toglie la maglietta e, spiegando la sua tecnica, si fa saltare in aria per uccidere Sasuke. Tentativo vano, perché l’Uchiha riuscirà a sfuggire all’esplosione, ma, nella sua inutilità, eroico.


 

Angolo dell’autrice:
Finalmente, dopo 20 pagine word, questa fanfiction è finita!
Allora, spendo due parole per spiegare questa… cosa così diversa dal mio solito genere comico/satirico: sebbene sia passato un anno da quando ho conosciuto Naruto, la mia passione per i cattivi è rimasta immutata e forse per questo ho voluto dare alla morte di Deidara una sfumatura che la faccia apparire più stoica…e non solo a lui, ma anche agli altri Akatsukini (nel manga morti, ma vivi nella mia mente malata) e al clan Uchiha, che molti disprezzano per motivi assai idioti. Se Naruto è diventato il fantastico manga che è, lo si deve soprattutto a loro: non solo perché sono dei figazzoni, ma anche perché senza una controparte malvagia… beh i giochi sarebbero finiti subito. Insomma, una fanfic dedicata agli amanti dell’Akatsuki e degli Uchiha, ma ancora di più a coloro che li detestano.
Spero vi sia piaciuta e che vi abbia fatto pensare! Ringrazio chi mette tra le preferite/seguite/ecc.. e mi prostro virtualmente davanti a quei Santi che avranno la pazienza di recensire!(mi riferisco soprattutto a te, psycosunflower!)

Alla prossima!

Anna3


 

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