Nadryv

di Marauder Juggernaut
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 01 - Holding hands ***
Capitolo 2: *** 02 - Cuddling Somewhere ***
Capitolo 3: *** 03 - Watching a movie ***
Capitolo 4: *** 04 - On a date ***
Capitolo 5: *** 05 - Kissing ***
Capitolo 6: *** 06 - Wearing eachothers’ clothes ***
Capitolo 7: *** 07 - Cosplay ***
Capitolo 8: *** 08 - Shopping ***
Capitolo 9: *** 09 - Hanging out with friends ***
Capitolo 10: *** 10 - With animal ears ***
Capitolo 11: *** 11 - Wearing Kigurumi ***
Capitolo 12: *** 12 - Making out ***
Capitolo 13: *** 13 - Eating an ice cream ***
Capitolo 14: *** 14 - Genderswapped ***
Capitolo 15: *** 15 - In a different clothing style ***
Capitolo 16: *** 16 - During their morning ritual(s) ***
Capitolo 17: *** 17 - Spooning ***
Capitolo 18: *** 18 - Doing something together ***
Capitolo 19: *** 19 - In formal wear ***
Capitolo 20: *** 20 - Dancing ***
Capitolo 21: *** 21 - Baking ***
Capitolo 22: *** 22 - In battle, side by side ***
Capitolo 23: *** 23 - Arguing ***
Capitolo 24: *** 24 - Making up afterwards ***
Capitolo 25: *** 25 - Gazing into eachothers’ eyes ***
Capitolo 26: *** 26 - Getting married ***
Capitolo 27: *** 27 - On one of their birthdays ***
Capitolo 28: *** 28 - Doing something ridiculous ***
Capitolo 29: *** 29 - Doing something sweet ***
Capitolo 30: *** 30 - Doing something hot ***



Capitolo 1
*** 01 - Holding hands ***



nadryv.jpg
 


Nadryv - 30 Days OTP challenge, Otabek Altin x Jurij Plisetskij


01 - Holding hands

La sua mano gli parve incredibilmente calda e morbida. La sua pelle, poco più scura, si intonava alla sua in un piacevole contrasto. Uno yin e uno yang che si univano in un tocco indissolubile agli occhi di Jurij, che quasi ammirava una simile armonia di contatto con le sottili falangi di Otabek. Le iridi verdi del russo, glaciali come al solito, indugiarono qualche secondo di troppo sulla rotondità della nocca del pollice e sulla sottigliezza del polso, sull’eleganza fine di quei tratti che, anche semplicemente dalla mano, davano al suo proprietario kazako un piglio quasi regale. Eppure Otabek non era snob, come poteva esserlo quell’esaltato di Jean-Jacques. Serio e stoico, non spendeva mai una parola più del necessario.
Una particolarità che a Jurij non dispiaceva.
« Complimenti per la gara ».
La sua profonda voce riportò il russo alla realtà. Strinse con più decisione la mano dell’altro pattinatore, ringraziando con un cenno del capo.
Davanti alle telecamere di tutto il mondo era meglio non dare troppo nell’occhio.






Angolo autrice:
Approdo anche in questo fandom con una delle coppie che mi ha incuriosito di più, soprattutto per il carattere dei due personaggi, che spero di poter rendere al meglio. Ditemi cosa pensate di questa raccolta!
Ci vediamo domani con il prompt 02 - Cuddling somewhere
Marauder Juggernaut

 

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Capitolo 2
*** 02 - Cuddling Somewhere ***


02 - Cuddling somewhere

Anche se era quasi aprile, San Pietroburgo era ancora gelida e pregna del ghiaccio invernale. Il  Neva cominciava il disgelo proprio in quel periodo e dei blocchi di ghiaccio scivolavano pigri sulle acque nere del fiume, diretti al delta oltre la città, fino al golfo.
Seduti su una panchina, i due pattinatori fissavano disinteressati quello spettacolo di natura che procedeva lento e placido.
Il loro respiro si condensava in soffici sbuffi di vapore che uscivano dalle loro sciarpe tirate fin sopra la bocca.
Dopo alcuni minuti, Otabek cominciò a guardare Jurij.
Le sue ciglia lunghe e bionde parevano fremere, palpitanti; la pelle delle sue guance, sempre così candida, a causa del freddo si era tinta di un rosso congestionato che aveva colorato anche il suo naso piccolo e dritto.
Dietro la sciarpa, il kazako sorrise non visto, allungando la mano per accarezzare con le dita gli zigomi lisci del russo; Jurij sobbalzò appena a quel tocco, ma non smise di guardare lo scorrere del Neva.
Sarebbe potuto restare ore a lasciarsi coccolare da quelle mani delicate.





Angolo autrice:
Ecco qua il nuovo capitolo: su consiglio di una mia amica russa, ho deciso che utilizzerò per il cognome di Jurij l'effettiva traslitterazione in caratteri latini dei cognomi russi, perciò il nostro caro bimbo biondo di cognome farà "Plisetskij". Per il nome ho già scelto quello con la scrittura slava, a si pronuncia esattamente uguale, quindi ecco.
Ci vediamo domani con "Watching TV"
Marauder Juggernaut

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Capitolo 3
*** 03 - Watching a movie ***


03 - Watching a movie

La testa di Jurij crollò del tutto sulla spalla del Kazako. Questi, dal canto proprio, sorrise portandoselo più vicino, stretto nel suo abbraccio. Il respiro lento e regolare del Russo informò Otabek che l’altro si era addormentato, esausto sia per gli allenamenti che per la giornata in generale che si era rivelata piena per entrambi.
Per questo motivo, quando erano rientrati, Otabek aveva immediatamente scartato l’idea di uscire di nuovo, optando per restare sul divano a guardarsi la tv.
In fondo al pattinatore kazako andava bene anche quel risvolto: Jurij addormentato tranquillamente addosso a lui, le tazze di tisana che aveva preparato lasciate vuote sul tavolino di fronte a loro e un film dimenticato che ancora andava in onda sul canale.
La luce del televisore rendeva ancora più angelico il viso del russo.
Cercando di non svegliarlo, Otabek gli sfiorò le labbra con il pollice, trovandole ancora morbide e umide dei suoi baci.
Con un sospiro, si alzò lentamente e lo prese tra le braccia, sorprendendosi come sempre della sua leggerezza.
Sperò ardentemente che non si svegliasse, altrimenti avrebbe piantato una pantomima su come non volesse essere trattato da principessa.





Angolo autrice:
Ecco il terzo capitolo! Vi prego di dirmi se i personaggi risultano Ooc, dato che sul fandom di Yoi non ho mai scritto e non sono perciò per nulla sicura!
A domani con 04 - On a date
Marauder Juggernaut

 

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Capitolo 4
*** 04 - On a date ***


04 - On a date

Il centro commerciale era pieno delle voci che si mescolavano in un rumore indistinto che faceva da sottofondo ai suoi pensieri in subbuglio.
La falange del pollice scattava rapida sullo schermo del cellulare. I vari post di Instagram scorrevano sotto il suo sguardo disinteressato, mentre le sue labbra di tanto in tanto assalivano la cannuccia verde e gustavano il dolcissimo frullato.
Guardandosi attorno, temendo per un istante di essere riconosciuto, calcò il cappuccio della felpa sui capelli biondissimi, per celare il proprio noto viso a qualche probabile ammiratore che passava proprio da quella parte.
Guardò l’orologio: quindici minuti di ritardo.
Non era nervoso.
Nemmeno ansioso.
Solo che Otabek non era mai arrivato in ritardo.
Qualcuno si sedette sulla sedia di fronte a Jurij.
« Perdona il ritardo: l’autobus ci ha messo un po’… » si giustificò il Kazako.
Il Russo scrollò le spalle, con un’aria indifferente, ma che, a un occhio più allenato come quello di Otabek Altin, era in realtà molto sollevata.






Angolo autrice:
Ecco il capitolo di oggi. Spero che la raccolta vi stia piacendo.

Ricordo che commentare non è cancerogeno e ci vediamo domani con 05 - Kissing
Marauder Juggernaut

 

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Capitolo 5
*** 05 - Kissing ***


05 – Kissing

Otabek tentò di riprendere fiato, ma la bocca capricciosa e pretenziosa di Jurij non lasciava il minimo scampo alla sua. Le labbra morbide del Russo catturarono ancora una volta quelle dell’altro pattinatore, con l’unica intenzione di fargli perdere l’ultimo fiato che gli restava in corpo. La lingua di Jurij guizzava maliziosa contro la sua, intrattenendola in una danza bagnata ed erotica che stava facendo conoscere l’oblio al Kazako.
Il Russo era affamato.
Affamato del suo sapore.
E quello era il primo momento di intimità e solitudine dopo troppo, troppo tempo.
Come mosse da una volontà più antica di lui, Otabek portò le mani a stringere prima la vita stretta, poi i fianchi snelli e poi più giù ancora i glutei sodi e piccoli del suo amato Russo, tastandone la piacevole consistenza.
Un piccolo gemito infastidito e insieme voglioso sfuggì dalla gola di Jurij, ma questa volta fu il Kazako a rubare il respiro direttamente dalla bocca del Russo, serrando e vezzeggiando con i denti le sue labbra.
Non sapevano quando avrebbero avuto ancora un tale momento di calma tutta per loro.







Angolo autrice:
oggi stavo quasi per dimenticarmelo! 
Ci vediamo domani con 06 - Wearing eachothers’ clothes
Marauder Juggernaut

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Capitolo 6
*** 06 - Wearing eachothers’ clothes ***


06 - Wearing eachothers’ clothes

Molti componenti della nazionale di pattinaggio russa avevano notato quel particolare.
Quel loro giovane fiore all’occhiello, Jurij Plisetskij, aveva qualcosa di strano quel giorno. Non nel fisico, sempre snello e allenato; non nel carattere, sempre scostante, vanesio e altezzoso; quanto più nel modo di vestire. Non perché indossasse qualcosa di particolarmente appariscente, anzi, se lo avesse fatto sarebbe passato inosservato, come qualcosa di tutti i giorni a cui i pattinatori erano abituati.
No, quella volta, mentre faceva stretching a bordo pista, indossava una sobrissima felpa nera, con il cappuccio tirato in testa a coprire i capelli. Non c’era nessuna strana decorazione o qualche motivo lezioso a ornarla, l’unica particolarità era che sembrava più grande di Jurij di almeno un paio di taglie.
Avrebbero voluto chiedere il motivo di tale cambio di stile, lui tanto abituato ai motivi leopardati o ai disegni pacchiani. Ma Jurij Plisetskij li ignorava, troppo impegnato a scrivere, a mandare boriosi selfie su whatsapp e a ghignare nel vedere le immagini di Otabek Altin che si allenava con addosso la sua sciarpa leopardata.







Angolo autrice:
capitolo pubblicato di corsa. Ci vediamo domani con 07 - Cosplay!
A domani!
Marauder Juggernaut

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Capitolo 7
*** 07 - Cosplay ***


07 – Cosplaying

Quello era senz’altro un appuntamento fuori dal comune.
Aveva poi senso chiamarlo appuntamento? Con disinteresse, Otabek gli aveva chiesto di accompagnarlo e il Russo aveva semplicemente accettato. Il punto era che il Kazako non aveva esattamente specificato dove andasse e Jurij si era sorpreso di ritrovarsi a un comi-con.
Quello era un hobby di Otabek di cui non era a conoscenza. Vederlo girare tra gli stand con fare interessato, scegliere con lo sguardo e prendere tra le dita i fumetti, sfogliandoli con attenzione … e fermare i cosplayer per chiedere una foto.
All’inizio il russo era rimasto spiazzato, ma poi aveva anche lui preso il gusto di cominciare a chiedere ai giovani in cosplay una foto o un selfie esaltato che puntualmente finiva su Instagram.
Aveva appena fatto un cenno di saluto – o forse addirittura ringraziamento – a dei ragazzi vestiti da personaggi di un gioco fantasy, quando la voce del Kazako lo interruppe a metà delle sue elucubrazioni.
Come se davvero fosse in grado di leggergli nel pensiero.
Non lo guardò nemmeno negli occhi, sentì unicamente la sua voce colma di presa in giro: « Se proprio vuoi cominciare a fare anche cosplay ti consiglio di cominciare con un personaggio che ti assomigli: tipo Alice nel paese delle meraviglie o C-18 di Dragon ball… ».
Quanto avrebbe voluto mollargli un cazzotto in quel momento…






Angolo autrice:
questa di oggi è stata davvero dura e nemmeno mi soddisfa il risultato attuale. Non che ci veda Otabek come un appassionato di fumetti, ma non sapevo come combinare la cosa.
Ci vediamo domani con 08 - Shopping
Marauder Juggernaut

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Capitolo 8
*** 08 - Shopping ***


08 – Shopping

Quella maglia non gli stava poi tanto male.
Metà nera e metà zebrata, risaltava la pelle candida e la forma affilata del suo viso. Forse le spalle gli andavano un po’ troppo grandi e le maniche erano tanto ampie che avrebbe potuto starci due volte. Aveva cercato una taglia più piccola, stressando persino la commessa che con infinita pazienza gli spiegava che non c’erano altre taglie in magazzino e difficilmente sarebbero arrivate presto.
Notando come anche il busto era troppo ampio, dandogli così una strana e poco estetica forma squadrata, Jurij sbuffò stizzito, capendo che non avrebbe avuto senso comprarla.
Se la sfilò di dosso con un movimento fluido, ignaro dello sguardo bruno che lo fissava interessato dallo spiraglio lasciato inavvertitamente aperto dalla tenda del camerino.
Il russo se ne accorse solo quando Otabek volle essere notato, quando a mezza voce commentò lo spettacolo: « Stai meglio senza ».







Angolo autrice:
Magari questo era un po' scontato. Comunque ce lo vedo Otabek ad accompagnare Jurij a prendere la sua roba kitsch.
A domani con 09 - Hanging out with friends
Marauder Juggernaut

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Capitolo 9
*** 09 - Hanging out with friends ***


09 - Hanging out with friends

Uscire quella sera era stata una perdita di tempo.
Viktor Nikiforov, quando usciva con gli amici (in particolar modo col suo amato protetto Yuuri) era entusiasta e casinista. La sua voce squillante si faceva notare in ogni luogo in cui andasse e il suo sorriso smagliante diventava il centro dei numerosi selfie che quell’agitato thailandese proponeva in continuazione.
Jurij era più riservato, parlava poco e sempre lo faceva per rivolgere insulti ai tentativi di Viktor di coinvolgerlo, a quell’eccessivo smidollato di Yuuri (chissà poi da dove tirava fuori quella grinta quando era in pista) e anche a Phichit per allontanarlo da sé, con quella fotocamera interna infernale.
Una totale perdita di tempo.
Controllò il proprio Instagram, irritato, per poi calmarsi quando un braccio sfiorò il suo. Un muto avvertimento che faceva intendere al russo che c’era anche qualcun altro lì con lui, che con i suoi occhi neri vegliava su tutto il gruppo di pattinatori in uscita libera come avrebbe fatto un padre paziente con i suoi figli.
Forse uscire quella sera non era stata poi una totale perdita di tempo.







Angolo autrice:
un grazie a Silvar Tales che ha commentato ogni singolo capitolo dall'inizio! Appena avrò un po' di tempo giuro che ti rispondo.
Intanto ci vediamo domani con 10 - With animal ears
Marauder Juggernaut
 

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Capitolo 10
*** 10 - With animal ears ***


10 - With animal ears

Jurij corse a perdifiato, zigzagando tra i corridoi del pala ghiaccio, evitando le persone al millimetro in quella forsennata fuga. Le sentiva ancora nelle orecchie, le urla agitate delle “Jurij’s Angel” che avevano inseguito e accalappiato il loro idolo, desiderose di una foto o di un autografo.
Sempre reticente per questo tipo di attenzioni, aveva tentato di filarsela, in vano, mentre veniva bistrattato e obbligato alle cose più assurde, come indossare orecchie da gatto; solo dopo diversi minuti era riuscito ad allontanarsi, ma questo non aveva fatto desistere il gruppo di fan che l’aveva braccato per tutto il suo tragitto.
Solo quando si nascose in uno spogliatoio maschile riuscì a ottenere un po’ di pace. Si appoggiò contro la porta, chiudendo gli occhi e riprendendo fiato.
« Come mai indossi delle orecchie da gatto? ».
La voce di Otabek lo fece sbiancare. Si tolse in fretta l’orpello dalla testa, gettandolo con furia dentro un cestino, tornando a guardare il pattinatore kazako seduto su una panca, intento a concentrarsi in vista della gara.
A Jurij non sfuggì quel lieve sorriso divertito.






Angolo autrice:
e anche questo è fatto. Ci vediamo domani con uno difficile: 11 wearing kigurumi
A domani
Marauder Juggernaut

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Capitolo 11
*** 11 - Wearing Kigurumi ***


11 - Wearing kigurumi

« No ».   
« Sì ».
« Non voglio… ».
« Devi ».
Il ghigno soddisfatto e divertito di Jurij non lasciava il minimo scampo. Negli occhi un luccichio vittorioso che non lasciava alcuno scampo al povero Kazako.
« Devo proprio? » domandò Otabek con una speranza nella voce che il Russo cambiasse idea. Speranza vana.
« Abbiamo scommesso e tu hai perso. » e la sua voce calcò particolarmente sulle ultime parole.
Il Kazako sospirò. In fondo era un ragazzo che non si rimangiava la parola per nulla al mondo.
Scomparso in bagno, ritornò dopo qualche minuto con addosso il kigurumi di un draghetto con tanto di coda. Questa si dimenava appena quando il pattinatore kazako camminava.
« Contento ora? » domandò serio, ma l’attento orecchio di Jurij Plisetskij sentì subito quella nota di imbarazzo, come notò immediatamente la rossa tinta della vergogna imporporargli un po’ le guance.
Dopo qualche secondo di stallo, nei quali Jurij sembrava persino aver smesso di respirare, questi quasi soffocò per le risate, scattando foto a tutto spiano.
« Ehi! QUelle non finiscono su nessun social! » mise immediatamente in chiaro Otabek.
« Sì, sì come vuoi… » promise il Russo, ma senza smettere di ridere.
Nulla gli impediva di usarle come sfondo del telefono.







Angolo autrice:
questo non mi soddisfa particolarmente, ma in realtà non sapevo come combinarlo con loro due...
A domani con 12 - Making out
e qui le cose cominciano a farsi bollenti!
Marauder Juggernaut

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Capitolo 12
*** 12 - Making out ***


12 - Making out

Come durante un’esecuzione nel libero, quando Otabek baciava era passionale e dissoluto. La sua bocca diventava più espressiva ed eloquente mentre era chiusa su quella del russo piuttosto che quando parlava. Trasmetteva in silenzio tutta la sua voglia e Jurij non poteva che compiacersene in silenzio mentre, malizioso come una succube, accostava vicino al proprio il bacino dell’altro. Godeva con un sorriso soddisfatto quando sentiva la sua virilità strusciare contro la propria, con uno sfregamento erotico che dava il sangue alla testa.
In un secondo i loro abiti diventavano ostacoli di troppo, barriere da eliminare il prima possibile; purtroppo non si poteva in quel piccolo spazio di mondo che si ritagliavano, dove il tempo era sempre troppo breve e troppo rapido.
Sempre.
Jurij voleva sempre oltrepassare quel lieve confine stoffa che li separava da un serio rapporto, ma la fermezza del Kazako lo bloccava, facendolo irritare e sbuffare infastidito; salvo poi riprendere quei baci bollenti che gli promettevano, tra uno schiocco e l’altro, una notte in compagnia passata in bianco.





Angolo autrice:
ecco il capitolo di oggi! 
Ci sentiamo domani con 13 - eating an ice cream!
Marauder Juggernaut

 

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Capitolo 13
*** 13 - Eating an ice cream ***


13 - Eating an ice cream

Jurij strinse di più la sciarpa attorno al collo, maledicendo sottovoce quel vento freddo che lo aveva preso alla sprovvista. Sentiva tutta la gola bruciare anche per le piccolezze, che fossero parlare, deglutire o anche respirare. Avvertiva la laringe come trafitta da centinaia di puntine da disegno, un calore fastidioso che lo bloccava dal fare le cose che più gli interessavano, che fossero un allenamento più intenso o anche baciare Otabek.
Giustamente, il Kazako lo teneva a distanza, evitando volentieri di prendersi i suoi batteri. Ciò infastidiva non poco il Russo, che non poteva stare in compagnia dell’altro pattinatore nel modo in cui intendeva lui.
Passava perciò il tempo rintanato in casa da solo, sotto diverse coperte, nella speranza che sia il raffreddore che il mal di gola passassero il prima possibile per poter fare di nuovo ciò che voleva.
Stava stancamente facendo zapping quando qualcuno suonò il campanello.
« Ecco qui. » disse semplicemente Otabek quando l’altro aprì la porta; il Russo si ritrovò tra le mani due vaschette di gelato al cioccolato e fior di latte.
« Cosa dovrei farmene? » domandò irritato Jurij, fissando il dolce.
« Non hai mal di gola? ».
« E pretendi che mangi tutto da solo? »
« Per questo ho portato due cucchiai. Mettilo in freezer o si scioglierà presto. » fece notare il Kazako, pragmatico.
Il Russo sbuffò, facendolo entrare; in effetti, in compagnia potevano fare anche altre cose.






Angolo autrice:
la mia coinquilina mi ha passato il mal di gola, perciò devono soffrirlo anche loro.
A domani con uno dei miei capitoli preferiti della raccolta 14 - Genderwapped!
Marauder Juggernaut

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Capitolo 14
*** 14 - Genderswapped ***


14 – Genderswapped

Irina Plisetskaja era il più candido cigno del lago, la fata confetto più aggraziata tra le braccia del suo cavaliere mentre insieme volteggiavano sulla pista sulle note di Čaijkovskij.
Era il minuto angelo che volava sulle lucide lame dei pattini, fendendo il sottile strato di ghiaccio. Il sogno evanescente di tanti uomini che cercavano di entrare nelle sue grazie, in vano. Perché Irina Plisetskaja era più algida della regina delle nevi, una zarina che diventava rude e sboccata nella vita di tutti i giorni. Teneva tutti a distanza, mentre lei era collocata su  un piedistallo che si era costruito da sola, con la propria altezzosità.
Solo una persona l’aveva raggiunta su quel basamento di boria, scavalcando con sorprendente facilità le mura di ghiaccio che la russa aveva innalzato attorno a sé. E senza nemmeno parlare troppo.
Perché se gli occhi verdi di Irina erano glaciali come la neve, le iridi scure di Inkar erano profonde come le notti nella steppa. La sua pelle era morbida come sabbia fine e le sue labbra, sottili e affusolate, erano soffici come petali di rosa.
Se la pattinatrice russa era una zarina, Inkar era una passionale principessa persiana.
E la ragazza russa amava assaporare quell’essenza speziata che permeava la bocca dell’altra.






Note autrice:
Lo so che il Kazakistan non è mai stato parte della Persia. Datemi la licenza poetica per questo (anzi storica)
A domani con 15 - In a different clothing style
Marauder Juggernaut

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Capitolo 15
*** 15 - In a different clothing style ***


15 - In a different clothing style

« Guarda che è unicamente femminile… » la voce di Jurij riuscì con una sola frase a spezzare del tutto le fantasie del Kazako. Ci rimase quasi male a sapere che non sarebbe mai riuscito a vedere il Russo con uno Sarafan. Già lo immaginava, con quella camicia larga addosso, con quelle lavorate stole di broccato rosso a renderlo ancora più esotico e desiderabile di quanto già non fosse.
« Non metterai mai un vestito femminile… » disse semplicemente Otabek, quasi piatto nel tono, ma nascondendo in realtà una piccola delusione. Mai, probabilmente mai, nonostante gli abiti eccentrici, il grande –piccolo- Jurij Plisetskij avrebbe indossato una veste femminile, nonostante i tratti delicati e la corporatura fine, non ancora matura, simile a quella del gentil sesso.
Le orecchie del Russo arrossirono e le sue labbra sottili borbottarono qualcosa; una frase che il Kazako riuscì a comprendere solo dopo pochi secondi, quando l’altro era già avanzato di alcuni passi lasciandolo più indietro
Se vuoi posso fartelo vedere solo a te, in separata sede.
E Otabek ancora non credeva a tale fortuna.






Angolo autrice:
Questo capitolo l'ho scritto due minuti fa e lo pubblico adesso in una corsa contro gli ultimi minuti. Probabilmente Jurij è molto OOC con questo comportamento. Sempre a causa del poco tempo.
A domani con 16 - During their morning ritual(s)
Marauder Juggernaut

 

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Capitolo 16
*** 16 - During their morning ritual(s) ***


16 - During their morning ritual(s)

Jurij ingoiò soddisfatto il müesli che si era preparato quella mattina. I ribes e i mirtilli erano magistralmente mescolati insieme ai cereali integrali e allo yogurt.
Il cellulare appoggiato sopra la tavola vibrò. Neanche un secondo e il Russo già lo teneva in mano, sbloccando lo schermo per leggere il messaggio che era arrivato.
Sto mangiando.”
Secco, rigoroso, lapidario: Otabek quando scriveva i messaggio non indorava la pillola e non parlava per giri di parole. Non che Jurij ponesse questioni di grande rilevanza, soprattutto quando alle 9.30 del mattino si era appena svegliato. Per fortuna quel giorno non aveva alcun allenamento.
Non che effettivamente servisse questa gran risposta alla domanda “cosa stai facendo?” che aveva fatto il Russo.
Sputò la schiuma dentro il lavandino; lavò completamente lo spazzolino sotto il getto dell’acqua, prima di prenderne un goccio tra le labbra e ripulirsi completamente la bocca delle ultime tracce di dentifricio.
Cosa mangi per colazione?
A un certo punto, quando non si avevano più idee, ogni discorso era buono.
Veramente starei pranzando…
La realtà colpì Jurij come un mattone. Lo bloccò sulla soglia del bagno, metà dentro e metà oltre la porta, fermo a guardare lo schermo, chiudendo poi gli occhi.
Giusto…” scrisse solamente, mentre la consapevolezza della distanza che li stava dividendo in quel momento prendeva davvero consistenza con poche parole scambiate per messaggio.
Otabek, lontano migliaia di chilometri, rintanato nella sua casa nel fondo del Kazakistan, intuì l’amarezza nascosta dietro quelle cinque lettere.
Salirò a San Pietroburgo per allenarmi con Jakov tra due mesi”.
Jurij indossò una maglia con la stampa della testa di un lupo che ululava alla luna argentea.
Sempre troppo tempo da aspettare…
 





Angolo autrice:
tra San Pietroburgo e Almaty ci sono 3 ore di fuso orario.
Ci vediamo domani con 17 - Spooning
Marauder Juggernaut

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Capitolo 17
*** 17 - Spooning ***


17 – Spooning

La schiena di Jurij era filiforme. Otabek la sentiva quasi gelida contro il proprio petto più caldo; ne saggiava, con la relativamente poca sensibilità che aveva nei muscoli addominali, la pelle fredda; la linea della spina dorsale era parecchio marcata, la avvertiva contro il proprio sterno. Una corporatura sottile e aggraziata, come se fosse fatto di vetro. Le spalle, poi, erano piccole e contenute, simili a quelle femminili, ancora lontane dall’essere uguali a quelle di un uomo. Le braccia del Russo erano invece magre, se non per quell’accennata linea di muscoli che stava mettendo su poco alla volta con gli allenamenti. Il Kazako riusciva a sentire la consistenza del suo corpo in quel placido dormiveglia in cui erano scivolati entrambi dopo il coito di quella notte. Il letto era ancora caldo di loro; le gambe ancora nude, ancora intrecciate, come se fossero pronte a sostenere un nuovo amplesso.
Ma non in quel momento, perché Otabek stava bene anche in quel modo, abbracciato alla schiena di Jurij che teneva stretta vicino al suo petto una mano del Kazako. Come se temesse che questi scappasse lontano da lui durante la notte.
Otabek lo baciò dietro l’orecchio, delicatamente: non se ne sarebbe mai andato.





Angolo autrice:
Ecco il diciassettesimo. Ci sentiamo domani con 18 - Doing something together.
Marauder Juggernaut

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Capitolo 18
*** 18 - Doing something together ***


18 - Doing something together

Otabek alzò gli occhi al cielo di San Pietroburgo. Il vento era freddo per essere giugno, ma ciò non pesava né a lui né al Russo fermo a pochi passi da lui.
Come aveva confermato Jurij tra uno sbuffo e l’altro, il Ponte dell’Annunciazione era il luogo migliore per godere di quel cielo mai davvero scuro nelle notti d’estate.
Le luci della metropoli tingevano di arancio il Neva e l’aria, trasportando la città russa in un’atmosfera di fiaba, impalpabile come la seta o un fiocco di neve.
Battelli scivolavano sulle acque nere del fiume, ma senza produrre alcun rumore fastidioso; sembrava che l’intero traffico cittadino si fosse fatto più silenzioso per non interrompere quell’incanto di luce di cui San Pietroburgo si faceva vanto.
Il Kazako guardò l’altro pattinatore: « È splendida ».
« Ci credo! Nelle tue steppe kazake non vedrai nulla di meglio dell’erba secca… » borbottò scontroso.
Otabek sollevò un sopracciglio, prima di sogghignare: « Ci si chiede se sotto un cielo così possano vivere uomini irascibili ed irosi… ».
Jurij sgranò gli occhi, fissando stupito l’altro pattinatore, prima di voltargli le spalle con un verso stizzito.
Otabek ridacchiò.






Note autrice:
chi capisce la citazione nella frase di Otabek merita un cookie.
Un grazie a Silver Tales per aver commentato gli scorsi capitoli.
Marauder Juggernaut

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Capitolo 19
*** 19 - In formal wear ***


19 - In formal wear

Il festeggiamento che si faceva dopo ogni finale era sempre sontuoso e sfarzoso. La sala dei ricevimenti del Grand Hotel dove alloggiavano si illuminava di luci e cristalli scintillanti, si colorava di spumante e di tartine al salmone, si animava di chiacchiere e di complimenti. Tutti i pattinatori si riunivano per tentare, o almeno fingere, di appianare i rapporti di rivalità che erano intercorsi ai bordi della pista.
Fasciati nei loro abiti firmati, lasciavano andare tutta l’ansia e la tensione con cui avevano convissuto negli ultimi giorni.
Non erano eventi a cui Jurij partecipava davvero volentieri: tutta quella formalità non lo faceva impazzire, la trovava noiosa.
Doveva cercare qualcosa – o meglio, qualcuno – che lo potesse intrattenere  e facesse finire prima il tutto. E la scelta non poteva che ricadere su quel Kazako perfetto in quel completo Trussardi che teneva tra le sottili dita un flute colmo di champagne. Discorreva con qualcuno – forse un manager, forse un allenatore. Quel suo cipiglio interessato non faceva altro che dargli un’aria quasi solenne. Sarebbe potuto restare ore a guardarlo, ma discorrere con lui era una prospettiva decisamente più allettante.
Si avvicinò mentre l’altro era ancora impegnato a parlare con quell’uomo, superandoli per raggiungere il tavolo dietro di loro e appropriarsi di un bicchiere di vino, una delle poche occasioni in cui aveva il diritto di bere alcolici senza venire rimproverato per la giovane età.
« Ti stai annoiando? ». Evidentemente il Kazako aveva congedato il suo interlocutore.
« Abbastanza… » confermò, portando il bicchiere alle labbra e finalmente voltandosi. Ora che poteva ammirarlo da vicino, il Russo poteva confermare quanto gli stavano divinamente quella camicia candida e quella giacca nera elegante e sfiancata.
Jurij strinse con più forza la pancia del bicchiere: quasi non riusciva a trattenere la voglia di raggiungere le sue labbra con le proprie, di stringere le dita sui lembi di quella camicia per togliergliela, di sfilargli dal collo con un fruscio di stoffa quel cravattino allentato.
Voleva ma non poteva.
Tutti guardavano. E Jurij stava davvero odiando l’idea di doversi nascondere.
Non visto, Otabek gli sfiorò la mano con la propria.
Era ancora troppo poco, ma per quel ricevimento se lo sarebbe fatto bastare. Era certo che ci sarebbe stato un dopo serata.






Angolo autrice:
questo per me è stato un po' duro da scrivere perché non avevo la minima idea.
Ci vediamo domani con 20 - Dancing
Marauder Juggernaut

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Capitolo 20
*** 20 - Dancing ***


20 – Dancing

La pista per l’allenamento era vuota. Persino i fari erano stati spenti e l’unica luce che entrava era quella delle grosse vetrate che proiettavano sul ghiaccio gli ultimi sgoccioli di tramonto.
Quello era un istante che era stato creato solo per loro. Un crepuscolo rosso che bagnava i loro volti seri mentre ballavano, danzavano su quelle lame, intonando coi loro corpi gli eleganti volteggi di note della musica che sceglievano.
Jurij sentiva un tiepido tepore inondargli il petto e tenergli caldo quanto bastava per renderlo felice. Perché quella era la loro personale danza, fatta di solitudine giusta per due, di tempi che correvano e che li avrebbero confinati distanti, ma non ancora. Potevano permettersi un ultimo ballo su ghiaccio, sulla musica malinconica di Billy Joel che accompagnava i loro sospiri. Il Russo amava sentire le braccia di Otabek stringerlo, tenerselo vicino prima di spingerlo lontano, ma solo per ritrovarsi poi dopo, in qualche altro punto della pista.
Libero. Mai si era sentito tanto libero come in quei momenti.
E adulto. Si vedeva più grande di quanto non fosse, perché quando era su ghiaccio metteva via il lato più indisponente per essere più maturo. Perché serviva un adulto per amare Otabek come voleva amarlo lui.
Il Kazako quasi non notava questi suoi piccoli sforzi: per lui era ancora perfetto come lo aveva trovato la prima volta.

Sing us a song, you're the piano man
Sing us a song tonight
Well, we're all in the mood for a melody
And you've got us feelin' alright


 

Angolo autrice:
La canzone usata è "Piano Man" di Billy Joel, di cui non detengo alcun diritto. Capitolo sperimentale, spero vi piaccia. E per completare l'aria malinconica della fic, vi consiglio di ascoltare la canzone mentre la leggete. Ho scelto questa, oltre per il tono triste, anche perché l'hanno ballata nel 2016 la Duhamel e Redford: grande prestazione che consiglio di guardare su Youtube.
A domani con 21 - Baking
Marauder Juggernaut

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Capitolo 21
*** 21 - Baking ***


21 – Baking

Otabek, seduto sul divano dell’appartamento di Jurij, osservava incuriosito ogni suo movimento. Il giovane pattinatore russo era completamente concentrato a dare una forma rotonda a quell’impasto per poi metterlo in padella.
Il composto sfrigolò appena, ma il kazako non se ne accorse poiché si alzò proprio in quel momento per raggiungere l’altro impegnato ai fornelli.
Su un piatto si trovavano già dei pasticcini rotondi, ancora caldi, guarniti con della candida panna e dei ribes.
« Blini. » disse semplicemente Otabek, riconoscendo quelle tipiche tartine russe che il più giovane stava cuocendo con tanta dedizione.
« Tzk … complimenti, sai guardare! » ribatté acido Jurij. Il Kazako vi diede poca importanza, chinandosi invece a prendere un dolcetto tra le lunghe dita.
« Non pensavo sapessi cucinarli… ».
« Me lo ha insegnato mio nonno. » si giustificò, come se davvero ci fosse bisogno di una giustificazione.
Otabek li assaggiò, rifacendosi il palato con quel sapore dolce unito a quello asprigno dei ribes. Jurij si incantò a guardarlo, a vedere come i lineamenti del suo volto si scioglievano e si rilassavano dopo aver gustato il dolce. Una bacca carminio era scappata dalla sua prigione di panna quando il Kazako aveva preso in mano il blini. Se ne accorse e leste, le lunghe dita del più grande andarono ad afferrare quella perla rossa per farla sparire con un movimento quasi lascivo oltre la candida barriera dei denti.
Le gote di Jurij si imporporarono appena. Aveva improvvisamente caldo.






Angolo autrice:
capitolo forse scontato. Domani giuro che è diverso : 22 - In battle, side by side
Marauder Juggernaut

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Capitolo 22
*** 22 - In battle, side by side ***


22 - In battle, side-by-side

Uno sparo fendette l’aria e costrinse Otabek ad andare a ripararsi. Era buio e a tentoni cercò qualcosa che potesse nasconderlo o quanto meno difenderlo da quella miriade di colpi che sembravano puntare solo a lui.
Riuscì a trovare una parete perfetta perché potesse starsene lontano da quella bolgia di attacco. Dopo alcuni secondi, una chioma bionda e un respiro ansimante lo raggiunsero. Prima che anche solo alzare spaventarsi, una mano minuta e una voce amica lo riportarono alla realtà.
« Otabek, sono io! » la parlata irritata del Russo quasi lo aiutò a riprendere cognizione di quanto stava accadendo.
« Accidenti a te, Jurij! Perché mi hai portato in un posto simile?! » nemmeno il Kazako era davvero calmo.
« Non immaginavo che saremmo finiti in questa situazione… » ammise l’altro, quasi colpevole di aver trascinato Otabek in tutto quello.
Il Kazako vide il suo sguardo pentito e i suoi occhi si addolcirono impercettibilmente: « Non importa. Ormai ci siamo dentro fino al collo … e ne usciremo tutti interi, chiaro? ».
Jurij fu quasi sorpreso da quel tono marziale, ma annuì, tendendo la mano per cercare la sua: « Insieme? ».
Otabek gliela strinse: « Insieme. » confermò.
E il Kazako, seguito dal Russo, si buttò nella calca di quel laser game in cui Jurij lo aveva trascinato.







Angolo autrice:
Se non avete mai giocato a un laser game rimediate subito!
A domani con 23 - Arguing
Marauder Juggernaut

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Capitolo 23
*** 23 - Arguing ***


23 – Arguing

« Sei solo un bambino viziato, Plisetskij. » la voce di Otabek arrivò più dura e metallica attraverso l’auricolare delle cuffiette di Jurij, ma il tono era chiaro e l’intenzione fin troppo palese. Se ne restò immobile a fissare lo schermo, dove il viso del Kazako era visibile sulla pagina di skype. Ma in quel momento avrebbe voluto davvero non vederlo, non con quel cipiglio palesemente incazzato, con la bella mascella serrata e un’indicibile ira negli occhi.
Jurij non fece neanche tempo a ribattere che si ritrovò con la chiamata spenta.
Osservò il proprio schermo ormai sgombro, senza osare proferire parola, ora che ormai ne aveva dette anche troppe.
Come gli era saltato in testa di dirgli una cosa simile, di ritenersi tanto fondamentale nella vita del Kazako? Si morse le labbra, cercando di trattenere le lacrime (gesto inutile poiché non c’era nessuno che potesse vederle) e si diede mentalmente dello stupido, raggiungendo finalmente la consapevolezza del peso delle proprie frasi. Probabilmente Otabek aveva ragione, non era che un ragazzino viziato abituato ad avere tutto ciò che voleva: aveva preteso la medaglia d’oro e l’aveva ottenuta, aveva cercato l’amore di Otabek e l’aveva trovato.
Ma quello in cui era entrato era il mondo degli aduti, dove non c’era spazio per i capricci e per i vizi; dove le parole che si dicevano erano importanti se non di più, vitali. E dove nulla si poteva dare per scontato. Men che meno qualcosa di complicato come una relazione. Sentì il cuore stringersi nel petto, mentre le lacrime cominciavano a cadare silenziose.
Gli mancava già.






Angolo autrice:
Non posso di certo lasciarli arrabbiati, perciò ci vediamo domani con 24 - Making up afterwards.
Marauder Juggernaut

 

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Capitolo 24
*** 24 - Making up afterwards ***


24 - Making up afterwards

“Otabek” √√
“Otabek!!!” 
√√
“Otabek, smettila di visualizzare e non rispondere!” √√
“Otabek non ignorarmi!” √√
“…”√√
“Ti volevo parlare…”√√
“Di quello che è successo l’altro giorno” √√
“Di quello che ci siamo detti l’altro giorno…”√√
“Sai, me ne rendo conto che non è stato affatto carino…”√√
“Ma non volevo davvero dire che io ero più importante della tua gara di oggi.” √√
“Non era mia intenzione dire  che io conto di più della tua carriera…”√√
“So di certo che non puoi antepormi a quella.” √√
“Mi dispiace. So di essere un solo un bambino viziato. Ma io volevo solo vederti prima, per questo avevo ditto che dovevi saltarla.” √√
“Perché mi manchi. È dura saperti così lontano.” √√
“Sei contento che l’abbia detto, vero? Ti immagino già che gongoli soddisfatto perché ti scrivo cose simili.” √√
“Otabek…”√√
Per favore, rispondi…”√√
“… люблю тебя√√
“Sarò a San Pietroburgo domani” √√

“Cosa? Perché? ...Come è andata la gara?” √√
 
“Argento”√√
 
 
“… vedo che la discussione che hai avuto con me non ti è pesata affatto…”
√√
 
“Ho avuto il free program dopo aver letto i tuoi messaggi. Stai crescendo, Jurij.√√
 
 
“Oh” 
√√
“In ogni caso … тоже люблю тебя"√√
 
 
 
“спасибо” 
√√






Angolo autrice:
Capitolo molto diverso dal solito, Spero vi piaccia. In ogni caso, essenzialmente in russo c'è scritto "ti amo" "ti amo anche io" "grazie".
A domani con 24 -"Gazing into eachothers' eyes"
Marauder Juggernaut

 

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Capitolo 25
*** 25 - Gazing into eachothers’ eyes ***


25 - Gazing into eachothers’ eyes

Erba e pietra.
Mare placido e in tempesta.
Smeraldo e ossidiana.
C’era poesia nei loro occhi, quando si guardavano. Avrebbero potuto scorgerci l’universo in quelle iridi così pure, così sincere, così giovani.
Non era facile dirsi con uno sguardo quello che non potevano dire coi loro corpi, perché magari in mezzo a una calca o sotto l’obbiettivo delle telecamere non avevano altro che i loro occhi per comunicare, qualche parola di circostanza o magari discorsi più lunghi come si addiceva a veri amici.
Quegli sguardi erano il canale per dirsi ciò che avrebbero voluto esprimere con un bacio o con un abbraccio.
Otabek aveva visto quegli occhi di smeraldo annebbiarsi di lacrime di gioia e tristezza, euforici per una vittoria e delusi per una sconfitta.
Jurij aveva visto quegli occhi d’antracite farsi lucidi per la libido, pervasi dal freddo dell’indifferenza e dalla luce della comprensione.
E loro avevano amato ogni sguardo fuggitivo che si erano lanciati, anche quando ancora non immaginavano quello che avrebbero costruito insieme.






Angolo autrice:
capitolo scritto di corsa, con poche idee. Magari domani con 26 - Getting Married va meglio!
Marauder Juggernaut

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Capitolo 26
*** 26 - Getting married ***


26 - Getting married

Otabek ridacchiò, mentre Jurij ancora – fintamente – si lamentava. Non che gli avesse fatto poi così male, anche se era rimasto il segno dei denti attorno a tutto l’anulare. Anche quel video era da cancellare e rifare. Era da quasi due ore che cercavano di fare un degno filmato – e poi relativo montaggio – di quel delirio sul ghiaccio che era “Welcome to the madness”. C’erano alcuni video caricati su YouTube, ma era tutta intenzione di Jurij farne uno serio e ufficiale da postare sul proprio Instagram e Otabek volente o nolente, aveva dovuto partecipare.
Il Kazako non avrebbe mai pensato che sarebbe arrivato a mal sopportare il proprio stesso remix. Era ormai un po’ stufo di starsene appoggiato a bordo pista e togliere i guanti al suo Russo, per quanto amato. Alla sedicesima volta, ormai stanco, per dispetto e per costringerlo a smettere, gli aveva morso l’anulare quando Jurij aveva avvicinato la mano sinistra alla bocca per farsi togliere il guanto; e ora il giovane Russo se ne stava lì a lamentarsi e a passarsi le dita sul marchio, guardandolo in cagnesco.
« Avanti, non posso averti fatto così male… » si difese l’altro che però aveva raggiunto il proprio obbiettivo: per quel giorno basta tentativi.
Jurij si bloccò a metà strada mentre entrambi pattinavano per raggiungere l’uscita della pista e per poco Otabek non gli era finito addosso.  Con sguardo sicuro, prese la mano sinistra del Kazako, imprimendogli un morso proprio nel medesimo punto dove ce l’aveva lui. Talmente rapido e Otabek non era nemmeno riuscito a fermarlo e ora si ritrovava col segno dei denti vicino alla nocca, a imitare un grottesco anello.
Una similitudine che non passò inosservata nemmeno a Jurij.
« Come una fede nuziale ».
Il Kazako alzò un sopracciglio, sbuffando divertito: « Molto nel tuo stile, Plistetskij… ».
« Un anello vero avrebbe attirato l’attenzione e io non sono esibizionista come quell’altro e il suo porcellino giapponese… » il Russo scrollò le spalle.
Ah non lo sei? Ma Otabek non espresse a parole quel suo pensiero, limitandosi a guardare fuori dalle vetrate la sera che avanzava. Fissò poi il segno dei denti, vedendolo sparire poco a poco.
Come una fede nuziale…
Sorrise ancora, malizioso: « Allora, Jurij, come la vuoi passare la prima notte di nozze? ».
Le eloquenti labbra del Russo gli diedero una risposta posandosi direttamente sulle sue.







Angolo autrice:
volevo fare qualcosa di diverso dal solito, spero che piaccia! Detto ciò, grazie a Silvar Tales per aver commentato tutti i precedenti capitoli e a Teresa_Balsamo che ancora nel capitolo 24 - Making up afterwards mi ha corretto un errore madornale! A domani con 27 - On one of their birthday. 
Marauder Juggernaut

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Capitolo 27
*** 27 - On one of their birthdays ***


27 - On one of their birthdays

Forse l’aria in quella stanza si era alzata di qualche grado. O forse era solo l’impressione di Jurij. Sentiva la faccia caldissima, probabilmente si era fatta incredibilmente rossa, ma nella penombra della discoteca – e coi fasci di luce intermittenti – sicuramente non si notava.
I suoi occhi verdi erano stati catturati da una visione che aveva del divino – anzi, del demoniaco in quel caso.
Avanzava verso di lui, coi jeans scuri a vita bassa, con quella camicia maliziosamente sbottonata, con quelle orecchie e quella coda da lupo che davvero non si addicevano al suo carattere ma si adattavano al suo corpo in maniera perfetta.
Tentò di ignorare tutte quelle ragazze vestite da streghe o da gatte che si avvicinavano a Otabek, lo invitavano a bere o a ballare, gli passavano le mani sul petto e si strusciavano su di lui, palesemente ubriache. Ma il Kazako non aveva occhi che per lui.
Avanzava e sembrava che la folla si aprisse per farlo passare meglio. Un lupo mannaro in una notte di luna piena come quella, alla ricerca di un boccone prelibato. E il suo boccone lo stava attendendo in un angolo un po’ più buio dove si era rintanato per non ricevere attenzioni sgradite. Cosa che sarebbe potuta avvenire data la canottiera forse troppo sbrindellata e i pantaloncini corti e aderenti. Con i capelli legati e le corna da diavolo, agli occhi di un ubriaco sarebbe potuto tranquillamente passare per una – bella – ragazza.
Le gambe glabre in bella vista, come messe in mostra, una visione che fece leccare le labbra a Otabek, ormai di fronte a lui. Tutti gli ignoravano ed era una fortuna, così nessuno – o forse solo un mero qualcuno distratto – poté vedere quel fiero lupo inginocchiarsi davanti a quel demone tentatore per mordergli lascivo la coscia scoperta. Un brivido caldo risalì lungo la schiena di Jurij, mentre ora il Kazako lo guardava di sottecchi, la bocca vicina ancora a quell’opera d’arte di marchio di denti e piccoli rivoli di saliva tiepida.
« Non mi devi dire nulla? ».
Jurij aveva la gola secca: « Buon Halloween… »
Otabek sollevò un sopracciglio, eloquentemente: « Solo questo? ».
Il Russo deglutì: « E buon compleanno… » sul suo viso si accese un sorriso malizioso « Lo vuoi subito il regalo? ».
Anche il Kazako sorrise malizioso: sperò davvero che almeno uno dei bagni della discoteca fosse libero.






Angolo autrice:
Per chi non lo sapesse, il compleanno di Otabek è il 31 ottobre. E Halloween in Russia, da quello che ho letto, è più una festa per adulti nei nightclub e nelle discoteche, più che per bambini nelle strade. E quindi ho dovuto dare la giustificazione al reating giallo.
A domani (-3) con 28 - Doing something ridiculous 
Marauder Juggernaut

 

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Capitolo 28
*** 28 - Doing something ridiculous ***


28 - Doing something ridiculous

« Ho detto di no, Jurij..! » le orecchie di Otabek erano rosso fuoco, mentre cercava di tenere il cellulare lontano dalla portata dell’altro.
« In Kazakistan è di pubblico dominio e io non la posso vedere? » la voce di Jurij era perfettamente a metà tra l’ironico e il divertito. Molto divertito.
Il Kazako avrebbe voluto morsicarsi la lingua fino a staccarsela quando si era lasciato sfuggire che quando era ad Almaty era stato contattato per registrare uno spot pubblicitario di un profumo sportivo.
Anche in America succedeva spesso che gli atleti pubblicizzassero qualcosa e, quando la parte est del mondo aveva deciso che avrebbe copiato i modi di fare della parte ovest, questo copiare riguardava anche le piccole cose come quella. Figurarsi se non avrebbero chiesto anche all’eroe del Kazakistan, che aveva portato in gloria sulla pista da pattinaggio la loro nazione.
« Otabek, giuro che non riderò! » cercò di promettere e il Kazako abbassò la guardia quanto bastava.
Con un rapido scatto, Jurij si riappropriò del proprio cellulare: il video della pubblicità era già impostato su YouTube da prima, da quando Otabek gli aveva strappato di mano l’apparecchio perché non vedesse quello scempio, come lo definiva lui.
Quando la musica elettronica di sottofondo della pubblicità partì, il Kazako avrebbe voluto sotterrarsi.
Lo spot durava pochi secondi in totale, ma abbastanza perché la tutta la dignità del pattinatore andasse in fumo.
Sfondo nero, filtro di una scala di grigi, Otabek seminudo eccezion fatta per i jeans scuri, flash simili a scatti di macchine fotografiche, cascata d’acqua che arrivava addosso a quell’improvvisato modello rendendolo fradicio, stacco nero, immagine del profumo. Fine.
Abbastanza perché il Kazako si vergognasse a farsi vedere per strada, figurarsi da Jurij. Purtroppo quel genere di questioni passavano prima dal manager, che evidentemente non lo conosceva abbastanza bene da capire che per una cosa simile Otabek Altin non avrebbe mai voluto prestarsi.
Con la faccia della stessa temperatura di un falò, il Kazako fissò l’altro pattinatore, che stava riguardando in loop lo spot.
Gli prese il cellulare dalle mani: « Va bene, hai guardato anche troppo… » la voce quasi non gli usciva dall’imbarazzo.
Jurij stava facendo di tutto per trattenere le risate: davvero non riusciva a credere che Otabek si fosse offerto a una marchetta simile.
« Guarda che è convincente… » cercò di dire il Russo; ma in effetti lui ne avrebbe preso a quintali.







Angolo autrice:
dite quello che volete, ma io pubblicità come quelle le trovo quasi ridicole. Perciò ecco il capitolo.
A domani con 29 - Doing something sweet (-2) siamo quasi alla fine!
Marauder Juggernaut

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Capitolo 29
*** 29 - Doing something sweet ***


29 - Doing something sweet

Quando Otabek Altin saliva in console diventava il re – il dio – dell’intera discoteca. Quando infilava le cuffie, non c’era nient’altro che lui e la musica, come quando pattinava. L’intera pista da ballo l’amava sopra ogni cosa, lo osannava innalzando i bicchieri pieni di alcolici come offerte votive. Jurij l’ammirava estasiato, domandandosi dove nascondesse questo suo lato tanto fuori dalle righe rispetto al suo carattere calmo e scostante.
 
I got a hangover, wo-oh!
I’ve been drinking too much for sure
 
Prendeva le hit del momento, ci giocava coi toni, le remixava con altre senza mai fermare in alcun modo la musica. I fasci di luce della discoteca si alternavano dal viola, al verde, al giallo al blu: uno sfavillare di colori che sembrava andare a tempo con l’assordante rimbombo delle casse.
Mentre il Russo si scatenava in quel mondo di vita notturna che aveva cominciato a conoscere da quando usciva con Otabek, ogni tanto non poteva che lanciare qualche sguardo a quel dj kazako che sembrava divertirsi un mondo dietro la console e i tasti di mixaggio.

 
I'm better
So much better now
Look to the skies, gives me life
We're together now
 
Lo osservava da sotto il palco rialzato dove Otabek si trovava, lo guardava mentre, alzando il bicchiere del drink, incitava quella folla di sconosciuti a dimenticare tutto per una notte. Per quella loro notte.
Poi…
Poi arrivava la parte migliore della serata – o della mattina, perché di solito quando succedeva erano le quattro e mezza – quando c’erano solo pochi giovani coraggiosi o sognatori che non volevano ricordare che oltre le mura della discoteca c’era un mondo più concreto e triste da vivere. Allora esortavano quel dj kazako a mettere l’ultima canzone. Ma Jurij, ormai esausto, sapeva che quell’ultima canzone non era per loro.
Era per lui.
Un lento, di solito, per far credere alle coppie che si erano formate quella notte che il legame sarebbe durato per sempre.

 
I have died everyday, waiting for you
Darling, don't be afraid, I have loved you for a thousand years
I'll love you for a thousand more
 
E Otabek scendeva da quel palco e nessuno lo notava, troppo presi a ballare scomposti quelle parole insieme al partner di cui forse non ricordavano nemmeno il nome. Il Kazako lo raggiungeva, con quei suoi occhi neri e spettacolari, che in quei momenti si facevano ancora più belli e ancora più scuri, lo prendeva per mano e lo accompagnava in mezzo alla pista – ignorando le vane reticenze del Russo – e ballava con lui quel lento che non avrebbero mai avuto il coraggio di ballare alla luce del sole.







Angolo autrice:
Non avete mai davvero fatto serata in discoteca finché non siete rimasti fino alle sei del mattino a dare una mano a pulire. Un giorno scriverò una os sulla vita notturna di Otabek, ma non in questo periodo. L'idea iniziale non era propriamente questa, ma purtroppo avevo poco tempo. Ovviamente tutte le canzoni usate non mi appartengono e io non scrivo a scopo di lucro. Ci vediamo domani con l'ultimo appuntamento (-1)
30 - Doing something hot
Marauder Juggernaut

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Capitolo 30
*** 30 - Doing something hot ***


30 - Doing something hot

Poco tempo.
Avevano poco tempo, ma abbastanza per un’ultima volta, purché breve.
La sera prima si erano rotolati nelle lenzuola per tutto la notte e quella mattina Otabek aveva completato gli ultimi preparativi prima della partenza, prima di tornarsene in Kazakistan per continuare gli allenamenti. Non si sarebbero visti per cinque mesi, forse di più. Bisognava quindi sfruttare al meglio quegli ultimi istanti. Il taxi che aveva chiamato sarebbe arrivato a momenti.
Piantò Jurij al muro, baciandolo con passione; non aveva neanche il tempo di spogliarlo adeguatamente, non poteva nemmeno godere dell’intera vista del suo corpo nudo e se ne rammaricò non poco. Ma non poteva permetterselo. Giusto abbassargli i pantaloni e l’intimo, facendo la medesima cosa coi propri, giusto pescare un preservativo dal portafogli per poterlo mettere, il tutto mentre ricopriva di baci la pelle candida del collo e della mandibola.
Farlo in piedi contro una parete era del tutto lontano dall’idea di romanticismo del Kazako, che preferiva la morbida consistenza del materasso per poter stringere a sé il Russo, per poterlo eccitare e lasciarlo insoddisfatto finché non lo avrebbe implorato di continuare, mettendo da parte l’orgoglio.
“Sveltina” era un termine che Otabek odiava, ma racchiudeva davvero quello che stava facendo mentre cercava il raggiungimento del massimo piacere per entrambi, mentre sentiva Jurij gemere per le sue spinte e il suo viso deformarsi in una smorfia per il piacere.
Lo baciò di nuovo sulle labbra, soffocando i suoi ansimi, sentendo le sue dita incorniciargli il volto mentre si rubavano il fiato a vicenda.
Era bello stare lì con lui, raggiungere l’orgasmo insieme, ignorare l’assiduo colpo di clacson del taxi che annunciava il proprio arrivo.
Col respiro pesante, Otabek appoggiò la fronte contro quella sudata di Jurij, baciandolo ancora, distrutto dall’idea di andarsene di nuovo.
« Aspettami. »
Cinque mesi.
Il Russo annuì, esausto.
Lo avrebbe aspettato per sempre
Fine.






Angolo autrice:
la chiudo qui e adesso, perché stasera non posso proprio. Grazie davvero a tutti quelli che hanno commentato, messo nei preferiti/seguiti/ricordati!
Fine della raccolta, ma dato che adoro le coppie strane e poco sentite e mi sta piacendo davvero il fandom, tornerò presto con storie per tutti i personaggi!
A presto
Marauder Juggernaut

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