L'amore e l'odio

di _Sophie05_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio di tutto... ***
Capitolo 2: *** Ran prende una decisione. ***
Capitolo 3: *** L'affermazione che conferma la verità. ***
Capitolo 4: *** Una trappola ***
Capitolo 5: *** Iniziano i problemi... ***
Capitolo 6: *** Thomas ***
Capitolo 7: *** Una nuova compagna ***
Capitolo 8: *** Piano ***
Capitolo 9: *** 9 capitolo ***
Capitolo 10: *** formula ***



Capitolo 1
*** L'inizio di tutto... ***


Mercoledì

Conan / Shinichi

Il cielo di Tokyo era cosparso di nuvole grigie, il segno evidente che stava per arrivare una tempesta.  Il bagliore caldo del sole morente era appena visibile tra le nuvole. I versi degli uccelli rieccheggiavano sulla grande città. Il vento fischiava melodie tristi quella sera d'estate. Mentre un ragazzino era seduto sulla riva del fiume a contemplare il tramonto, mille pensieri si facevano strada nel suo animo.
Tante emozioni mi avvolgevano come una nebbia fitta e grigia. Avevo mille problemi da risolvere e che io avrei risolto chissà quando. Osservavo gli uccelli, loro non avevano tutti questi problemi, vivevano la loro breve vita sorvolando città, mari e terre disabitate. Erano liberi dal senso di colpa che talvota invece lo opprimeva. Pensava alla rabbia e all'immenso dispiacere che provava osservando la sua immagine riflessa allo specchio, un bambino di appena otto anni. Era da un anno ormai che risolveva casi addormentando Kogoro con un orologio spara anestetico regalatogli dal dottor Agasa. Il giovane detective Shinichi Kudo ora era costretto nel corpo di un bambino delle elementari. Nessuno conosceva il suo segreto tranne Ai, il professor Agasa e Heiji Hattori il suo migliore amico. Si era recato al fiume per cercare di fare chiarezza dentro di se, voleva scioliere quei nodi che da tempo si erano creati. Il professore gli aveva consigliato di non dire nulla riguardo al suo segreto ma questo era stato per lui ogni giorno più difficile. Vedere con i suoi occhi la sofferenza che aleggiava intorno a Ran lo faceva soffrire tantissimo, gli si formava un nodo allo stomaco e non riusciva più a respirare bene. Ma se questo serviva a vederla sana e salva  gli avrebbe mentito. Ormai la speranza di tornare di nuovo Shinichi si stava affievolendo. Era un anno che era così e si stava lentamente trasformando in un bambino, non in un liceale. Cercava di mantenere viva la sua mente adulta e razionale non voleva trasformarsi in un moccioso. Fu in quel momento che il suo cellulare squillò. Restò a guardare il fiume per un paio di interminabili istanti poi rispose alla chiamata. Appena lesse il nome sul suo telefono si irrigidì poi prese il simulatore di voci, fece due respiri a pieni polmoni e rispose a Ran.
-Shinichi?-
-Ciao Ran!- cercò di non tradire il rimorso che provava a mentirle ancora.
-Come stai? Va tutto bene?- Aveva intuito che stava soffrendo, lo conosceva troppo bene. 
-Benissimo! Scusa ma ora sono nel mezzo di un caso importante! Mi dispiace - chiuse la chiamata. Che stupido! Lei si era preoccupata per lui e invece lui non le aveva chiesto come stava, se andava tutto bene. Quando udiva la sua voce si dimenticava quasi che doveva recitare una parte importante e preso alla sprovvista faceva la cosa più sbagliata, quella che la faceva soffrire ancora di più. Una lacrima si fece strada sul suo viso. Poi infilò una mano in tasca dove trovò una pillola rossa e bianca. Quella che gli aveva regalato Hi. Forse non l'avrebbe mai usata..
.
Ran:
Era stesa sul suo letto a sfogliare un libro ma non prestava più attenzione alle parole che leggeva ne si era resa conto che il suo braccio con un gesto automanico voltava ancora le pagine. Pensava a Shinichi. L'aveva abbandonata a se stessa da quasi un anno ormai e quando parlava al telefono con lui, quest'ultimo faceva sempre in modo di liquidare la loro conversazione a tre secondi. Amava tanto Shinichi ma ora si stava chiedendo se non si fosse innamorata solo della sua immagine, forse lui era cambiato in fondo in un anno cambiano tante cose. Affondò la faccia nel cuscino. Quella sera lo avrebbe chiamato. Prese il cellulare con convinzione ma appena cliccò sul display il suo nome la sua sicurezza svanì.
- Shinichi?- aveva un disperato bisogno di sentire la sua voce,  quella voce calda e confortante che la aiutava nei momenti complicati della sua vita. Tra un mese avrebbe compiuto diciotto anni forse se ne sarebbe ricordato. Sorrise timidamente a quel pensiero, in cuor suo sapeva che mai si sarebbe realizzato.
-Ciao Ran!- Lo conosceva troppo bene per non capire che era profondamente triste, dispiaciuto come se si sentisse in colpa per qualcosa.
-Come stai? Va tutto bene?- si affrettò a dire.
-Benissimo! Scusa ma ora sono nel mezzo di un caso importante! Mi dispiace - era successo di nuovo, una lacrima le rigò il volto, la aveva abbandonata. Con le rosee dita affusolate strinse la maglietta celeste. Si sentì male come se la temperatura del suo corpo stesse aumentando. Un malditesta fortissimo si fece strada in lei. Il medico le aveva consigliato di lasciar perdere questo Shinichi, di non pensare più a lui, una parte di lei era daccordo infondo ogni volta che ci pensava la colpiva lo stress. Così si addormentò, il dolore che non accennava a finire la tormentava.

Conan / Shinichi:

Tornò a casa in orario, in tempo per la cena. Ma appena entrò nella casa del famoso detective Mori la trovò deserta. Sapeva che Kogoro era uscito, ma Ran? La tavola era deserta. Cominciò a preoccuparsi anche se la sua parte razionale gli diceva che era in camera sua o in qualche altra stanza. Comunque restava il fatto che era strano. Aprì la porta della sua stanza e rimase immobile. La trovò profondamente addormentata. Si avvicinò per poterne osservare il viso meraviglioso, e trovò una cornice di una foto tra le sue braccia. Con delicatezza la prese e la guardò, poi un sorriso dominò il suo volto. Era la foto di lui e Ran a Tropical Land, ci pensava a lui ... arrossì visibilmente, poi il suo stomaco si contrasse in modo piacevole, una sensazione nuova per lui che ancora non sapeva riconoscere. Era forse amore? No... 
Poi Ran cominciò a tossire due, tre, quattro volte. Conan si avvicinò al suo volto e si accorse che era scosso da tremolii. Preoccupato più che mai toccò con la mano la sua fronte e la staccò, era bollente. Prese un termometro e lo infilò sotto il braccio di Ran. 
-Hai la febbre altissima amore- quella parola gli venì spontanea, come respirare. Poi quando si accorse di ciò che aveva detto si immobilizzò. Amore? Era forse questo che provava per la sua amica d'infanzia. Scrollò il capo, non era certamente questo il momento per pensare a queste cose. Riprese il termometro e lesse... 40 gradi. Salì sul letto e cercò di svegliarla.  Come era bella... la creatura più bella che avesse mai visto. Poi  ripensò alla cornice. Era colpa sua e della sua telefonata, di come aveva risposto, di come l'aveva liquidata. Lo stomaco gli si attorcigliò. Poi provò un senso di colpa, un sentimento forte e spiacievole, più intenso di un qualsiasi male fisico. ERA COLPA SUA. Per un istante provò gioia, smisurata felicità per avere un potere così grande su di lei. Ma un istante più tardi si maledisse per averlo solo pensato. Quella situazione doveva finire... dirgli tutto e cotringerla ad una morte inevitabile per mano dell'Organizzazione o farla restare al sicuro ma sofferente? Aveva sempre pensato che la cosa più sicura fosse quella di farla restare in vita, ma ora quella sicurezza cominciava lentamente a vacillare. Non poteva più vederla così, sarebbe morto prima lui se Ran continuava a soffrire. 



 
Autrice: Ciao a tutti! Questa è la mia prima fan-fiction quindi (vi prego) ditemi cosa ne pensate e cosa vorreste che ci fosse nella storia, così cercherò di migliorarmi XD 
Spero tanto che vi piaccia! 
Scusate per il primo capitolo... è un po corto! Prometto però che scriverò spesso in modo da aggiornare la fan-fiction! 
Grazie _Sophie05_
XD XD


 

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Capitolo 2
*** Ran prende una decisione. ***


La ragazza aprì gli occhi e vide Conan che si era addormentato ai piedi del letto. 
"Povero piccolo" pensò mentre tossiva nuovamente. Decise di togliergli gli occhiali che portava sempre in modo che potesse riposare meglio, ma non appena lo fece le venne in mente Shinichi, Conan lo ricordava così tanto... decise allora di andare a prendere un vecchio album di foto. Com'era possibile che quei due si assomigliassero tanto?! Voleva confrontarli una volta per tutte. Trovò così una vecchia foto risalente al periodo delle scuole elementari, Shinichi e Ran erano nella sua camera e facevano i compiti insieme...
Ran prese a guardare Conan e Shinichi facendo scorrere gli occhi da uno all'altro velocemente. Non solo erano simili ma erano due gocce d'acqua! Ran prese in braccio Conan e tra i colpi di tosse e la febbre che per fortuna sembrava volesse scendere, portò il bambino nella camera di Kogoro.
Appena Shinichi è scomparso è comparso Conan, ci sono stati alcuni momenti in cui erano presenti entrambi ma in quelle occasioni Shinichi era diverso, non si comportava come suo solito. Inoltre... quella strana amicizia nata tra Heiji Hattori e Conan la aveva sempre insospettita, quel suo coraggio, le sue intuizioni, un bambino di sei anni non poteva essere tanto sveglio e quando gli parlava di Shinichi arrossiva o assumeva un'espressione triste e malinconica. Troppi elementi combaciavano.
Era solamente una la cosa da fare. Cercare delle prove e se esse risultavano corrette, scoprire perchè Shinichi si era trasformato in un bambino. Era sicurissima c'entrassero quegli uomini vestiti completamente di nero che il ragazzo aveva inseguito.
Il ragazzo si svegliò nella camera che era solito utilizzare ma non fece in tempo a rendersene conto che Ran aprì la porta di scatto ed entrò inginocchiandosi di fronte a Conan o... a Shinichi.
-Hei Ran! Come stai?- 
Ecco perchè non mi chiede mai come sto durante le telefonate, lui lo sa già!
-Mi è venuta un'idea fratellino!- sorrise al bambino che cercava di intuire cosa stesse pensando.
-Dimmi- rispose Conan assonnato.
-Da questa sera verrai a dormire in camera mia!-
Conan divenne rosso per l'imbarazzo e non sapendo cosa dire urlò un semplice:
-Noo Ran!- gridò cercando si assumere la voce piagnucolosa dei bambini.
-E dai! Che c'è? Tanto sei il mio fratellino ci divertiremo!- era sempre più sicura che non si stava sbagliando sul suo conto.
-E le sorprese non sono finite qui perchè domani mattina andremo a visitare una villa stregata, quella di un mio amico d'infanzia, si chiama Shinichi Kudo... lo conosci?-



Autrice: 
Scusate, scusate, scusate per il SUPER ritardo! 
Ho avuto vari impegni con la scuola e non ho potuto continuare a scrivere, lo so che il capitolo è molto corto ma a breve pubblicherò il seguito. 
Grazie a tutti quelli che mi seguono e che recensiscono la mia storia.
_Sophie05_


 

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Capitolo 3
*** L'affermazione che conferma la verità. ***


Dopo cena Ran prese in braccio Conan e lo portò in camera sua, andarono a letto. Era già capitato che Conan dormisse con lei ma ora tutto pareva molto più imbarazzante. Ran cercava di non pensare che quello fosse davvero Shinichi e si limitò limitò a credere che fosse un bambino di sette anni. Il ragazzo non dormì quella notte , non riusciva a non osservare Ran mentre dormiva. Era così bella e anche se non aveva il corpo di Shinichi la mente era rimasta la stessa, il cuore gli batteva talmente forte che ad un certo punto si girò dalla parte opposta alla ragazza.

Il giorno dopo andarono a far visita alla casa di Shinichi. Ran ci andava spesso a fare le pulizie... perciò non era la casa del terrore piena di spettri e fantasmi come aveva raccontato a Conan. La ragazza andò a prendere le chiavi e superato il cancello corse alla porta d'ingresso della villa. 
-R...Ran perché non torniamo indietro ? Sai io ho paura dei fantasmi!- piagnucolò lui.
-Tranquillo ti proteggero io! E poi... tu sei quasi un adulto, non dovresti aver paura - disse lei 
Per un istante restò paralizzato e la ragazza potè benissimo leggere la preoccupazione nei suoi occhi -Un adulto?! Ma Ran che cosa dici io ho sette anni!-
-Già dimenticavo Conan! Sai, sei così maturo per la tua età che a volte non mi sembri più piccolo di me- fece un sorriso triste.
Entrarono in casa e Conan d'istinto apri la porta che conduceva alla biblioteca, la stanza che preferiva della villa. 
-Dove vai? - chiede Ran
-Ehm... in biblioteca-
- Hai visto solo una volta questa casa...-
Conan cominciò a ridere non sapendo come tirarsi fuori da quell'errore appena commesso 
-Ehm ma lo sai che io ho un'ottima memoria! - 
- Sarà come dici tu-  rispose Ran -io vado in camera tua-  se Shinichi avesse risposto a quell'insignificante "tua" per Ran sarebbe stata la conferma e si sarebbe messa a indagare su quegli uomini vestiti di nero e...
-No Ran!- Non appena ebbe pronunciato quelle parole Conan si rese conto dell'errore , ecco perché Ran era tanto sospettosa... lei... lei aveva capito tutto. Divenne pallido in faccia e disse :- in quella Camera ci ho vissuto con Shinici per alcuni mesi!- cercava di imitare il più possibile l'innocenza dei bambini ma era troppo tardi, Ran aveva capito tutto. Adesso aveva la conferma. Se ci fosse entrata avrebbe visto i vestiti da bambino che aveva rimesso sul letto dopo averli tirati fuori da un vecchio armadio di casa sua.
Cercò di ostacolarla ma lei non smise di salire le scale finchè non si trovò davanti alla camera del caro amico d'infanzia che non aveva fatto altro che ingannarla.

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Capitolo 4
*** Una trappola ***


Ran aprì la porta della stanza e la trovò in ordine, Conan tirò un sospiro di sollievo anche se era davvero strano che non fosse come lui la aveva lasciata. Possibile che qualcuno fosse stato lì? Osservò Ran.
 
Lei sapeva che Conan era Shinichi anche trovando in quella stanza quell'odore di chiuso, come se non ci entrasse nessuno da mesi. Ma non si sarebbe arresa, avanzò nella stanza misurando ogni passo con gli occhi, entrare in quella camera le ricordava tutti i momenti vissuti con Shinichi, ma ormai lui se ne era andato e sapeva che probabilmente non sarebbe tornato, si accorse che le lacrime le solcavano il viso solo quando con gli occhi spalancati fissava il pavimento su cui  esse cadevano incessanti. Ora colui che amava era un bambino di sei anni. Si sedette sul letto dell'amico d'infanzia e all'improvviso qualcosa attirò la sua attenzione. Sul pavimento sotto ai suoi piedi trovò un biglietto, la carta rossa era spessa e vi era scritto "A Shinichi Kudo, che presto non vedrà più la luce del giorno" il mittente era un cento Vodka. Raccolse il biglietto e se lo mise in tasca senza che Conan la vedesse, adesso sapeva quello che doveva fare e anche se la spaventava, lei doveva farlo, lo avrebbe fatto per lui, per Shinichi che anche se le aveva mentito per quasi un anno sulla sua identità. 
Adesso la cosa migliore era sicuramente fingere di non sapere nulla.
-Conan?- 
-Si Ran?- che non smetteva di fissarla preoccupato.
-Ora andiamo a casa, sono sicura che Shinichi è ancora a risolvere casi all'estero!-
- Si- ma non era convinto, le sembrava falsa la sua voce, come se gli stesse mentendo.

Ran il mattino seguente uscì di casa due ore prima del solito, corse per le vie della città e arrivò fino alla villa Kudo, si fermò fuori dal cancello e osservò la porta della villa, si stropicciò gli occhi con le mani, era aperta. Che fosse tornato?Impossibile!
Non sapeva che fare ma prima che potesse fare qualunque cosa un'uomo dai capelli biondi le tappò la bocca e la portò dentro la villa di Shinichi.
-Chi abbiamo qui? La dolce amichetta di Kudo Shinichi? Siamo venuti qui per indagare sul detective e troviamo la sua fidanzatina!-
-Che ne facciamo di lei?- chiese un uomo tarchiato alla sua destra.
-Io direi di eliminarla nello stesso modo in cui abbiamo fatto fuori il detective, faranno la stessa fine, e... perchè utilizzare una pistola in un quartiere così affollato della città, arriverebbero solo degli sbirri ad inseguirci, portarla in un altro luogo ci farebbe perdere del tempo prezioso. Abbiamo il veleno perchè non utilizzarlo ancora- così detto aprì una valigetta nera con un ghigno e ne estrasse una pillola, Ran essendo legata non potè opporsi, inoltre l'uomo le tappò la bocca con un panno intriso di cloroformio, dopo quella sensazione di torpore che l'aveva invasa la ragazza non ricordò più nulla, solo il buio.
Quando si risvegliò era sola e non vi era nessuno, estrasse dalla tasca quel biglietto rosso con fatica, tutto il corpo le faceva male, quella era solo una trappola, un' esca per attirarla lì e ucciderla, loro avevano paura che lei potesse indagare su Shinichi. Ma se in quella capsula c'era del veleno perchè lei ancora non era morta? Cercò di alzarsi in piedi e si massaggiò il capo con le mani, le doleva moltissimo. Si guardò attorno e non vide nessuno, forse quegli uomini la attendevano fuori dalla villa, corse in camera di Shinichi e si chiuse al suo interno terrorizzata, all'improvviso sentì delle fitte perforarle i cuore, lo stomaco e le gambe. Degli aghi enormi si stavano conficcando dentro di lei tutti insieme, si accasciò sul pavimento e le sfuggì un urlo che nessuno potè sentire, era sola.

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Capitolo 5
*** Iniziano i problemi... ***


Dovevo essermi addormentata perchè quando mi svegliai la luce del giorno filtrava dalle finestre di villa Kudo, frugai nella borsa e mi guardai nello specchietto per vedere se sul mio viso vi erano tracce di sangue o ferite ma per fortuna non trovai nulla. 
Solo che... qualcosa non andava, lo specchio doveva essere rotto, il mio viso appariva molto più giovane, quasi il viso di una bambina piccola, doveva essere un'allucinazione e adesso era meglio tornare a casa. Stava per muovere un passo in direzione della porta quando vide un fatto che la sorprese e la fece tremare, era poco più bassa della maniglia della porta. Il cuore le cominciò a battere forte nel petto come mai lo aveva sentito e fulminea le passò davanti l'immagine di Conan, poi la pillola che le avevano fatto ingerire... adesso tutto quadrava! Shinichi era stato rimpicciolito da quegli uomini vestiti di nero. E adesso anche lei era caduta nella loro trappola.
 Uscì dalla casa di Shinichi in fretta dimenticandosi di chiudere la porta, cercò nella borsa il cellulare che per fortuna non le era stato confiscato, aveva dieci chiamate perse da suo padre e altrettante da Conan, cavolo! Era quasi mezzogiorno e si era dimenticata di avvisare il padre, i vestiti che indossava le stavano grandissimi e se li rimboccava di continuo ma non era certo questo a fermarla, corse verso casa sua nonostante di tanto in tanto qualche passante si fermasse a chiederle dove fossero i suoi genitori e se si fosse persa, lei continuò imperterrita e nel mentre compose il numero del padre. Cercò di fare una voce molto più scura di quella che si ritrovava in quel momento. Quello rispose:
-R...Ran???? Sei tu?-
-Si papà! Scusa non ti ho detto che sarei rimasta a dormire da Sonoko! Perdonami!-
-Ma ti rendi conto di quanto ero in pensiero per te! Mi sono addirittura rivolto alla polizia! Cerca di avvissarmi! No, DEVI avvisarmi SEMPRE!!!-la ragazza allontanò il cellulare dall'orecchio. 
-Si scusa... -
-Ma che hai fatto alla voce? Ti senti male?-
-Ho un pò di male alla gola ma nulla di grave, non ti preoccupare!- cercò di dire.
-Dove sei? Non dovresti essere a scuola?-
-Si ma oggi uscivamo un'ora prima, la professoressa di inglese è malata.- mentì.
-Ok, allora ti aspetto a casa , sono in centrale con l'ispettore e torno tra cinque minuti, vedi di essere lì!-
-S...sì papà- sussurrò.
Era davanti all'agenzia investigativa e salì le scale arrivando in camera sua,  si ricordò che in un cassetto conservava ancora i vestiti di quando era più piccola. Ovviamente non trovò molto, però un vestitino celeste con dei ricami bianchi attirò la sua attenzione. Si ricordò di averlo messo una sola volta per andare a scuola e Shinichi si divertiva ad alzarle la gonna e poi a scappare ridendo. Si, era proprio dispettoso da bambino. Se lo mise in fretta e sentì la porta aprirsi. Si infilò nel letto  e con un cuscino messo sotto alle gambe simulò un corpo più grande. Ma non era il padre, era Conan o meglio, Shinichi che entrava. Il panico l'assalì doveva o non doveva raccontargli tutto? In fretta optò per il no,ma  non era sicura che fosse la scelta migliore.
-Ehi Ran! Ma che ti è successo?! Ieri non sei tornata a casa!- 
Lei nascondeva il viso sotto alle coperte - Scusa Conan! Ma sono rimasta da Sonoko e non ho pensato di avvisare!- sapeva benissimo che non se la sarebbe mai bevuta ma ci sperò.
-Che hai? Anche la tua voce mi sembra strana- azzardò uno Shinichi preoccupato, dimenticatosi della parte che doveva recitare.
-Nulla, solo un pò di mal di gola- replicò simulando una voce nasale. -Scusa ma ora mi devo cambiare e di a mio padre che ci sono e di non venire qui, perche vorrei riposare.- la sua frase era quasi senza senso, formulata in fretta e uscita dalla bocca senza pensarci troppo.
-Ehm... ok Ran- non capiva che cosa le fosse successo ma non stava bene per niente, comunque decise di uscire.
Appena fu fuori, la ragazza tirò un sospiro di sollievo, il quale sparì in fretta poichè in lontananza udì la voce del padre, e ora? Che cosa avrebbe fatto?





Ciaooooo! XD
Come va? Anche questo capitolo è un pò corto,  ma ogni volta che provo a scriverne uno viene così... 
Volevo ringraziare tutti quelli che seguono e recensiscono la storia, perciò... GRAZIE!

 
_Sophie05_

 

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Capitolo 6
*** Thomas ***


Ran era molto spaventata, nella sua mente si affacciavano tante domande: "come torno me stessa? Ora cosa faccio?" ma adesso finalmente era riuscita a capire tutto. Solo... forse Shinichi non sapeva come tornare adulto, sicuramente non era uno scherzo e non si poteva ritrasformare a proprio piacimento ma comunque una cosa la turbava più di tutte... 

perchè non me ne ha parlato?

Decise infine che stare in quella camera non sarebbe servito a niente perciò, nei panni di una bambinetta delle elementari uscì silenziosamente dalla casa.
Da chi poteva andare? Probabilmente dal dottor Agasa...ma forse avrebbe raccontato tutto a Shinichi.
Mentre rifletteva sulle possibili soluzioni sbattè contro qualcuno e cadde in terra.

-Tutto bene piccola?-  disse la voce di un ragazzo.
-Ehm... si grazie-  alzò lo sguardo e vide un bellissimo ragazzo sui vent'anni che le tendeva la mano e le sorrideva. 
-Ti sei fatta male? - chiese ancora.
-N...no- disse. 
Poi successe una cosa inaspettata, il ragazzo spalancò gli occhi e trascinò la bambina in un vicolo affianco alla strada.
-Li hai visti?- sussurrò il ragazzo.
-Chi?- 
-Quegli uomini vestiti completamente di nero, sono pericolosi-
-Lo so... - disse Ran in un sussurro appena udibile che però non sfuggì al ragazzo.
-Come? Hai già avuto a che fare con loro?- era completamente sbalordito e anche confuso.
-Può darsi, ma scusi lei chi è?-
-Sono Thomas, diciamo che sono come un investigatore, io e il mio gruppo cerchiamo di sbattere in prigione criminali come questi. Se percaso sai qualcosa che potrebbe aiutarmi ti prego di dirmelo, posso anche darti delle caramelle...- 
-Non accetto caramelle dagli sconosciuti- replicò la bambina.
Lui rise e forse fu quel bellissimo sorriso che spinse Ran a parlare.
-D'accordo- disse- ti racconterò tutto... ma non qui e... ad una condizione-
-Quale?- disse impaziente lui
-Devi aiutarmi-

                                                                                                         
 
Thomas la aveva condotta in una casa che pareva appena arredata, il salotto era incantevole, sue divanetti bianchi erano disposti attorno al camino e nell'aria aleggiava un odore floreale.
-Accomodati... come hai detto che ti chiami?-
-Non l'ho detto- rispose lei - comunque... io sono Ran, Ran Mori-
-Ok Ran, raccontami tutto- disse impaziente subito dopo essersi seduto.
-Si ma prima... promettimi che non lo racconterai ad anima viva e che mi aiuterai qualunque sia il mio problema-
Esitò un istante poi disse -D'accordo- e sospirò - comincia pure-
-Ok, allora... c'è un ragazzo... - e proseguì raccontandogli tutti i dettagli e le cose che la avevano insospettita all'inizio, poi giunta quasi alla fine : 
-Quindi riassumendo:  in realtà  ho diciassette anni, mi hanno costretta ad assumere questo farmaco e credendomi morta se ne sono andati, non so perchè Shinici non mi abbia mai detto nulla ma evidentemente non poteva, o almeno voglio pensare questo- terminò con un sospiro, lo sguardo rivolto al pavimento in legno.
Il ragazzo aveva ascoltato in religioso silenzio poi lo ruppe dicendo:
-Lo sospettavo, ora, grazie per le informazioni, come posso ricambiare?- era molto serio e dal suo sguardo si poteva leggere anche il dispiacere per Ran.
-Io non so bene cosa fare ma di certo finchè non ritornerò alla mia vera età non posso starmene qui, proporrei... che so, potrei iscrivermi a scuola, magari proprio nella classe di Conan in modo da controllare la situazione-
Gli occhi verdi del ragazzo si illuminarono -Ottimo! Ti iscriverò io stesso, poi potresti avvisar tuo padre dicendogli che per qualche giorno starai a casa di una tua... amica-
-Perfetto!- disse Ran - lo faccio subito-
-La scuola comincia domani- le disse
-Lo so- sospirò lei.

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Capitolo 7
*** Una nuova compagna ***


Oggi era il grande giorno e Ran non vedeva l'ora di andare a scuola per incontrare Shinichi, chissà se l’avrebbe riconosciuta...
Sì avvio verso la scuola con Thomas che le teneva la mano per rassicurarla:

- non ti preoccupare Ran, andrà tutto bene, ricorda il piano e sii sicura di te-
- facile per te dirlo- rise amaramente lei.

Ran entrò in classe e subito notò Conan e gli altri tra i banchi a chiacchierare, un brivido le corse lungo la schiena. Dopo che tutti si furono seduti la professoressa prese
la mano di Ran e la presentò la classe:
- Ragazzi, questa è la vostra nuova compagna Emily, suo padre e sua madre si sono trasferiti da poco qui. Cercate di trattarla bene di fare amicizia con lei d'accordo?- Cercò un posto libero e l'unico banco vuoto era quello vicino ad Ai, non voleva sedersi proprio vicino a lei, essendo così sveglia l'avrebbe riconosciuta subito, ma non c'erano altri posti liberi. Si accomodò vicino alla compagna che la scrutò per qualche secondo prima di rivolgerle un sorriso amichevole.

- Piacere Ai Haibara- la bambina le porse la mano.
- Piacere Ra...cioè Emily-
Non ebbero tempo di dire altro perchè la maestra diede inizio alla lezione, l’argomento era la tabellina del due. Ran sospirò e fece finta di sforzarsi nel ragionamento, come notò facevano tutti gli altri, compresa Ai. Dopo poco però si sentì stranamente osservata e alzò lo sguardo su Conan che, non appena incrociò i suoi occhi azzurri distolse il suo. Inaspettatamente suonò la campanella della ricreazione e lei si alzò per avviarsi verso il corridoio. Quando una manina prese la sua tra le dita, si voltò, era Ayumi.
-Ciao Emily, sono Ayumi, sai ho notato che hai risolto la tabellina del due in un attimo! Io e i miei amici facciamo parte di una squadra di giovani detective, ti va di unirti a noi?? Saresti perfetta!!! Ti pregooo!! Sei così intelligente!-
Ran guardò gli altri, tutti sorridevano e annuivano tranne Conan, la guardava perplesso, i suoi occhi azzurri puntati nei suoi, non distolse lo sguardo perciò fu Ran a farlo… non era certo sua intenzione essere riconosciuta subito. Così uscì in corridoio e sparì tra la folla di studenti


Ciaoooo! :)
Scusate se ho scritto così poco!
Inizialmente non sapevo nemmeno se continuare la storia,dati gli impegni ma poi ho optato per finirla!
Spero vi piaccia!
Sofy
 

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Capitolo 8
*** Piano ***


Ran correva per il corridoio scontrandosi con ragazzi che chiaccheravano amabilmente, poi sbattè contro qualcuno e cadde a terra, si preparò a scusarsi ma la voce del ragazzo la precedette:
-Scusami piccola! Oh ciao Ran- la salutò Thomas e l'aiutò a rialzarsi, ma non fece in tempo ad aggiungere altro che la bambina gli afferò una mano e prese a camminare velocemente.
-Vieni- gli disse lei- devo dirti una cosa-
Appena ebbero raggiunto un corridoio poco frequentato lo informò:
-Conan mi ha rivolto uno strano sguardo... ho paura che capisca troppo in fretta chi sono! Cosa faccio? In più, come se non bastasse, Ayumi mi ha invitato nella loro squadra di piccoli detective! E poi... come faccio con mio padre?! E se non riuscirò a tornare come prima??- si mise le mani nei capelli e osservò il ragazzo in preda al panico.
-Ascolta, per prima cosa non agitarti che non si risolve nulla, poi per Conan bisogna che ti comporti come una bambina, non destare sospetti ma cerca comunque di avvicinarti a lui, per questo la squadra dei detective è ottima! Riusciremo a trovare l'antidoto, ricorda che ho degli amici esperti in materia, se solo avessimo la pillola originale, quella che ti ha causato questi problemi...-
-Aspetta!- si illuminò lei- io penso di sapere chi ne ha una- e sorrise soddisfatta.
-Di chi parli?- -Di Ai Haibara, è un'amica di Conan, ma ho sempre sospettato che non fosse chi lasciava credere di essere, ho scoperto che lavora spesso in un laboratorio a casa del dottor Agasa...-
-Una bambina che lavora in un laboratorio... non può essere- disse lui seguendo il ragionamento.
-Proprio così, io credo che stia lavorando a qualcosa... chissà se entrando io non possa trovare ciò che cerco...-
-Ti accompagno- affermò lui sicuro.
-No, io posso farmi invitare da loro senza destare sospetti- disse lei Il giovane parve esitare ma poi acconsentì.
-D'accordo- La campanella suonò la fine dell'intervallo e i due giovani si separarono.
-In bocca al lupo- disse lui
-Crepi-

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Ran entrò in classe, si sedette al suo posto e si voltò per guardare Conan, stava apparentemente prestando attenzione alla lezione di matematica ma i suoi occhi sembravano osservare un punto indefinito sul muro. La lezione finì in fretta e Ran era decisa a precipitarsin fuori dall'aula quando qualcuno le sfiorò il braccio, si voltò e si trovò ad annegare negli occhi azzurri di Shinichi. Si fissarono negli occhi per alcuni istanti poi lei abbassò lo sguardo.
-Ciao! Io sono Conan-
-Emily- rispose lei sempre guardando il pavimento.
-Sai mi ricordi qualcuno... assomigli molto ad una mia amica- sussurrò lui.
-Già... ehm-
Non aggiunse altro perchè Ayumi travolse i presenti con il suo entusiasmo:
-Vi va di venire dal dottro Agasa dopo? Ha organizzato una merenda!! Oh, Emily vieni anche tu!- e detto questo abbracciò di slancio la compagna.
"ottimo, quello che volevo" pensò Ran "devo tornare normale al più presto, e quando succederà Shinichi verrà con me"
Sorrise -Certo!- e dopo essersi scambiati l'indirizzo, Ran corse ad incontrare Thomas.
-Ci hai messo un pò! Dove sei stata?- chiese lui.
-Oggi dal dottor Agasa alle 4!- disse lei sorridendo.






Ciaooo! 
Ringrazio tutte le persone che recensiscono la storia, GRAZIEE XD
Spero che il capitolo vi piaccia, è un pò noioso ma vedrò di riediare con il prossimo!
Sofy

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Capitolo 9
*** 9 capitolo ***


Ran quella mattina si trovava nella sua nuova classe, quello era il giorno giusto, avrebbe trovato la formula del veleno che le avevano somministrato. Era così persa nei suoi pensieri che non prestava alla maestra la minima attenzione, si accorse che c'era solo quando la chiamò.
-Emily...- la maestra si stava avvicinando al suo banco.
-S...si?- -E' la sesta volta che ti chiamo, vorrei che dicessi a tutti quanto fa 18+4 - sospirò
. -Oh, 22- disse lei sicura.
-Benissimo!- rispose la maestra. -Ti hanno insegnato i tuoi genitori a contare?-
-Ehm... sì, diciamo di sì-
Proprio in quel momento suonò la campanella della ricreazione e tutti i bambini si alzarono e corsero verso il corridoio. Solo un ragazzino rimase fermo dov'era, quest'ultimo le si avvicino con passo lento e sicuro, lo sguardo rivolto al pavimento e con un ghigno a piegare le labbra
. -Sai, da qualche tempo una mia amica, Ran Mori- lei trasalì a quel nome - è scomparsa, nessuno sa dove si trovi e anche i suoi genitori sono molto preccupati- Lei deglutì rumorosamente, la gola era improvvisamente secca -Perchè mi dici questo?-
-Beh, solo, tu le assomigli così tanto...- le si avvicinò con passo calcolato, fino a trovarsi a mezzo metro da lei - anzi, oserei dire che siete due gocce d'acqua!- e fissò lo sguardo nel suo.
-Ma... che dici? Io non so chi sia questa Mori.- rispose lei facendo fatica a mantenere la recita. -E poi... io sono una bambina-
Conan, senza smettere di guardarla le si avvicinò ancora - e allora... se non sai chi sia, come mai conosci la sua età? Potrebbe essere anche più piccola di noi o nostra coetanea, cosa ti fa pensare che sia più grande?- sorrise sicuro e si avvicinò ancora, ormai i visi erano a pochi centimetri l'uno dall'altro - e poi...- le prese una ciocca di capelli e la avvicinò al proprio viso - hai anche lo stesso profumo di Ran- le lasciò andare i capelli e indietreggiò.
La vicinanza di Shinichi la gettava in uno stato di confusione, ma non appena si fu allontanato gli rispose : -Non so chi sia questa ragazza ma evidentemente sei cotto di lei.- e gli sorrise innocente .
Lui arrossì lievemente -ma che dici!- e si allontanò.

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Capitolo 10
*** formula ***



Ran si incamminò verso la casa del dottor Agasa, quello era il giorno giusto, avrebbe rubato la formula di quello stupido veleno.
Metteva un piede davanti all'altro e intanto rifletteva su come agire, magari avrebbe finto di andare in bagno e poi sarebbe sgattaiolata nel laboratorio di Ai. Quel piano le sembrava ottimo. 
Per un momento si voltò a guardare la villa dei Kudo, si ricordò di tutte le volte che aveva aspettato Shinichi davanti a quel cancello, sulle sue labbra si dipinse un tenue sorriso.
-Ricordi?- disse una voce alle sue spalle.
Ran si voltò velocemente e si ritrovò faccia a faccia con Conan.
-Che ci fai qui?-
-Quello che fai tu, vado da Agasa- detto questo la superò, un ghigno gli incurvava le labbra.
Ran lo superò a sua volta correndo e suonò al campanello. Venne ad aprire il vecchio scienziato e subito le sorrise.
-Ciao! Tu devi essere Emily, vieni entra- poi spostò lo sguardo dietro la bambina e il suo volto si aprì in un altro grande sorriso -Shin... Conan! Eccoti-
La casa era accogliente, nella stufa scoppiettava il fuoco, e c'era un'atmosfera rillassata, Ai era sul divano e sfogliava una rivista con aria annoiata, la satulò con un cenno del capo. Sul tavolo era imbandita una bella merenda, c'erano varie pietanze dolci e salate.
-Servitevi pure ragazzi- disse Agasa.
Pochi minuti dopo arrivarono anche gli altri tre, tutti cominciarono a mangiare. Ran sbocconcellò un pezzo di piadina e dopo qualche minuto chiese al dottore dove fosse il bagno, appena fu lontano dagli altri prese le scale e arrivò nel laboratorio. L'aria sapeva di chiuso, sopra gli scaffali c'era un strato di polvere grigia, i computer erano accesi e su vari blocchetti erano scarabocchiati degli appunti. Ran si mise a scartabellare nei quaderni e cercò negli appunti qualcosa che le potesse essere utile, mise nello zaino delle cose che le pareva potessero aiutare Thomas nel trovare la formula. Un colpetto di tosse la fece voltare improvvisamente, temette fosse Ai ma ovviamente era Shinichi, l'aveva seguita, Ran sapeva che l'avrebbe tenuta d'occhio e non aveva fatto attenzione a quel piccolo particolare.
-Ehi...- lei gli sorrise con aria innocente, un sorriso così falso che era sicuro non lo avrebbe ingannato.
-Ti credevo più furba- il solito ghigno seducente sulle labbra.
-Che... che vuoi dire?-
-Dimmelo tu- e si avvicinò lentamente, Ran entrò nel panico e senza farsi sentire mise lo zaino sulla sedia retrostante.
Shinichi era ormai davanti a lei e fissò gli occhi azzurri nei suoi. -Attenta, credo di sapere cosa cerchi di fare- il suo braccio scattò ad afferrare lo zaino sulla sedia. Lo mostrò alla diretta interessata e inarcò le sopracciglia, Ran, ormai consapevole di essere stata scoperta, fissò lo sguardo in un punto indefinito dietro di lui.
-Ran, ti posso aiutare a tornare te stessa- sussurrò Shinichi.
-Io non ti conosco, non so chi sia questa Ran, mio fratello mi ha detto di venire qui- e scoppiò a piangere, non le veniva in mente piano migliore che continuare a fingere, anche se la sua storia non stava in piedi.
Shinichi rimse per un momento interdetto, poi le rivolse un dolce sorriso e l'abbracciò. Ran inizialmente non rispose all'abbraccio, poi affondò il volto tra la spalla e il collo, respirò il suo profumo e per un momento si sentì a casa.
-Quando tutto sarà finito, staremo insieme, te lo prometto- sussurrò vicino all'orecchio di lei, Ran rabbrividì. Fu lui a sciogliere l'abbraccio, si incamminò sulle scale e lei rimase a guardarlo finchè non scomparve. Sorrise involontariamente e lo seguì qualche istante dopo.

Tornò in fretta a casa di Thomas e gli porse lo zaino. Lui lo prese e sfogliando gli appunti la guardò un momento, la luce nei bellissimi occhi verdi.
-Sei stata fantastica, riuscirò a riportarti come prima- e anche lui la avvolse in un abbraccio.

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