La Foresta di Dean

di nimbus 2001
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 flashback ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


~~La foresta di faggi inglesi si era svegliata quella mattina rivestita da un novello mantello di foglie autunnali.
Il paesaggio con le sue sfumature carota era un variopinto manto scricchiolante e polveroso indosso agli alberi imponenti.  Sui rami, gli uccellini si mimetizzavano  e da lassù riempivano le orecchie ascoltatrici con cinguettii prolungati. L'aroma dell' intensa pioggia notturna rendeva l'aria pesante e il respiro affannato.
Questo quadro naturale era stato scelto come rifugio da tre anime in fuga. Il loro nome è di facile intuizione per il lettore, dato il numero riportato. Esse avevano sistemato la loro tenda in una porzione di spazio fra i faggi ombrosi, creandosi un cantuccio appartato in quell'ambiente in ascolto.  La strega più intelligente della sua età pensava e rifletteva di ritorno dal cuore della foresta.  Hermione si era appena seduta sul prato, al termine di una fallimentare ricerca di bacche commestibili, quando si soffermò ad ammirare la chioma degli alberi.
Quel bosco, in precedenza, era stato per lei luogo di villeggiatura. Lì aveva trascorso in età infantile, attimi di gioia insieme ai genitori, come il momento in cui venne scattata quella foto che ora giaceva lì, sopra al libro di Silente.
Una lacrima le inumidì il viso scavato, quando quel rosso così naturale venne associato dalla sua mente a qualcuno che riusciva a perseguitarla a chilometri di distanza. Harry si avvicinò lentamente  e senza  parlare, l'abbracciò da dietro in modo impacciato cercando di infonderle un po' di calore fraterno. Questo gesto risultò solo un vano tentativo di far cessare quella agonia interna che, ormai da giorni, indeboliva Hermione. La ragazza si girò verso l'amico incurvando le labbra fino a  formare un sorriso, facendogli capire che non si era arresa. Successivamente, i due raggiunsero la tenda, nella quale passarono il resto della giornata al riparo dall'esterno umido e pungente, ed elaborando un piano di azione per due e non più tre persone. A tarda notte, il torpore di Hermione venne interrotto da un eco di passi e mormorii alquanto curioso visto il silenzio abitudinario di quell'ora. Questi rumori con il passare dei minuti divennero ancora più intensi, al punto che costrinsero la ragazza a destarsi dal letto uscendo alla luce argentea della luna.
Lo sguardo di Hermione venne catturato dalla vista di due sagome incappucciate confabulanti. Il loro vestiario era differente come la loro altezza. La prima delle due era secca e slanciata, rivestita da una lunga tunica, mentre l'altra  era minuta, robusta e ricoperta di  stracci. "Severus... Non dovremmo essere da Lucius?  Il Signore oscuro non tollera ritardi. Andiamocene  prima che si accorga della nostra assenza!".
La figura più alta si avvicinò con un passo all'altra, un sibilo impregnò la quiete notturna: "Codaliscia. Si dà il caso che io sia il tuo padrone. Senza di me saresti già stato divorato dal gatto della Granger cinque anni fa o osi negarlo?. È stato il Signore oscuro in persona a incaricarmi di svolgere questo compito, ovvero, perlustrare i boschi in cerca di Potter" . "Severus io non..". "Silenzio. La tua presenza non è più necessaria. Va al Manor e vedi di restarci, a meno che tu non voglia ritornare nelle fogne di Diagon Alley assieme ai tuoi simili". Dopo un attimo di esitazione, la figura minuta scomparve con un sonoro "crack" alla vista della strega. Il professor Severus Piton, attuale preside di Hogwarts, si trovava a pochi passi dal ragazzo "sopravvissuto" invisibile e sicuro.
In tanti anni, Harry era riuscito a far cambiare più e più volte i suoi piani.
Con la sua banda di amici aveva posto resistenza al più grande mago oscuro di tutti i tempi, uscendo indenne agli occhi altrui. Questa tesi però, non corrispondeva alla realtà e Severus,  ne era consapevole.
Lui era stato l'aiutante segreto più utile e meno ricompensato che il trio di maghi potesse mai immaginare.
Con gli anni aveva dovuto sorbire le offese di Harry, le quali, ogni volta pugnalavano quel cuore vivo creduto da molti freddo come la pietra. Quelle accuse sul fatto che lui non conoscesse James e Lily e che, anzi, ne fosse addirittura invidioso. Proprio lui, colui che non riusciva a cancellare dalla mente l'immagine della sua Lily distesa, con gli occhi vuoti, pallida ai piedi della culla a così tanti anni di distanza. No Severus, non è il momento di essere te stesso, hai un compito e devi fare in fretta, non c'è tempo da perdere.
Ecco la coscienza onnipresente che svolge il suo compito. 
Hermione rimase a fissare quella figura familiare davanti a sé, finché non la vide scomparire all'interno della foresta frastornata da pensieri, per lei sempre più "ingombranti". La strega cominciò a camminare  sempre più velocemente in direzione dell'incappucciato. Passarono diversi minuti e più che accelerava, più Severus si allontanava coperto dalla toga inghiottita dagli alberi opprimenti. Ad un certo punto la ragazza cadde ai piedi di un albero, sul manto erboso svenendo per diversi minuti. Hermione si sforzava mentalmente di  correre.
Voleva raggiungere il suo obiettivo, ma le gambe non rispondevano più ai suoi comandi.
Cominciò a sudare freddo fino a quando non mise a fuoco il terreno sotto ai suoi piedi. Si ritrovò a  fissare qualcosa di duro che aveva sinistramente scricchiolato, il ghiaccio.

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


La ragazza alzò lo sguardo alla ricerca della figura incappucciata. Si girò e rigirò, ma non c'erano orme nei dintorni, solo una massa crepata di ghiaccio. Il tremore dei denti e i brividi alla schiena passarono in secondo piano sostituiti dalla vista di qualcosa di scintillante innanzi a lei. Una cerva argentea fissò la strega immobile prima di scomparire sotto il manto gelato del lago. Hermione seguì con gli occhi l'animale nell'acqua, fino a che non svanì dalla vista accanto a un oggetto scintillante. L'aveva riconosciuto, finalmente avrebbero distrutto il medaglione. "Hermione, Hermione svegliati!". La strega sbatté lentamente le palpebre. Davanti a sé vide Harry con la bacchetta in mano e il viso allarmato. "Come stai?... Finalmente ti ho trovata". "Sto bene grazie, ma dove siamo?". La testa della ragazza si destò dal terreno, ma nel farlo avvertì un formicolio all’altezza del collo, indolenzito dal peso a cui era stato sottoposto. " Siamo nella Foresta di Dean, ti ho sentita mentre parlavi nel sonno a proposito di un lago..." . "Harry non ci crederai, ma penso di sapere come distruggere l' Horcrux". I due mangiarono qualche bacca e fungo prima di analizzare la strana visione avuta dalla ragazza. "Harry ho riflettuto sul sogno e non riesco a smettere di pensare di essere stata schiantata da qualcuno". "Purtroppo mi sa che hai ragione. Siamo in una foresta ben distante da ogni centro abitato e vulnerabili. Chi avrebbe potuto colpirti se non qualcuno che non voleva esser seguito? Poi Piton potrebbe essere nelle vicinanze". Continuarono a discutere più o meno convinti dell’idea di essere nel mirino di qualcuno fino a sera. Hermione chiese ad Harry di farle fare la prima ronda notturna per riflettere e stare sola, così prese all'amico il medaglione. Era una notte nebbiosa e umida. La strega scrutò il termometro costatando che la temperatura era scesa sotto lo zero. Improvvisamente, la calma cessò di avvolgere Hermione. Un rumore di passi aveva catturato l'attenzione della guardia notturna. Quei passi si stavano facendo sempre più vicini e la ragazza non riusciva a muoversi, impietrita dai movimenti della foresta. Dopo qualche minuto e ululato lontano, Hermione vide una sagoma lucente che si avvicinava guardandola con i suoi occhi di vapore. La riconobbe all'istante e appena essa cominciò a inoltrarsi fra gli alberi, non se la lasciò scappare. Non pensò a una possibile trappola e senza esitazione si allontanò dalla tenda, dagli incantesimi protettivi e da Harry. Era sul punto di tornare indietro, prima che potesse esser vista da qualcuno, quando la cerva di vapore si arrestò sopra a un lago ghiacciato. Il patronus si girò lentamente per fissare la ragazza prima di trasformarsi in una sfera di luce e scomparire nel profondo del lago. Hermione minuziosamente tastò il terreno e si posizionò sopra al punto in cui la luce era appena scomparsa. Appoggiato al fondo un oggetto speciale brillava. Era la spada di Godric Grifondoro. La strega prese la bacchetta dalla tasca e con un incantesimo infranse la superficie ghiacciata. "Accio spada!". La spada non si spostò dal fondo, alimentando le paure di Hermione. Il medaglione legato al collo vibrò e cominciò a stringere in una morsa la strega. La voce di Voldemort riecheggiò irrompendo nei timpani raffreddati della ragazza, facendola piangere e urlare dal dolore. "Sei qui sola... Nel bosco, di notte e lui dove è? Hai paura Hermione?! Non lo vedrai mai più e i tuoi genitori? Ormai ti hanno dimenticata...Potter sta dormendo e non si accorgerà della tua assenza fino a domattina...". Detto ciò, il frammento di Voldemort entrò nella mente della strega, iniziandola a torturare psicologicamente. Hermione iniziò ad avere visioni dei suoi genitori. Erano in un’altra casa assieme a una nuova famiglia e a nuovi amici pensando di non aver mai avuto una figlia. Vide Harry che correva seguendo le sue impronte fino a trovarsi davanti alla cruda realtà. Hermione così cadde in uno stato di assoluta apatia e cominciò ad affondare impotente nell'acqua gelata, proprio sopra al punto in cui il ghiaccio era più fragile. Infine, pensò a lui sicuro alla Tana ignaro di tutto prima di lasciarsi sprofondare nell’acqua oscura.

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Capitolo 3
*** capitolo 3 flashback ***


~~CAPITOLO 3: Flashback

Era stata una lunga e faticosa giornata per Ron, contraddistinta della sovraumana fatica di eseguire incantesimi su incantesimi che potessero distruggere o perlomeno scalfire l’Horcrux, e gli altri due? Loro non avevano alzato lo sguardo da quei “maledettissimi” libri fino a sera, lasciandolo solo e pensoso. Eppure il ragazzo pensava che non appena entrato nella tenda,  gli avrebbero versato del caffè o magari una zuppa di funghi o di strane erbe babbane, mangiate oramai quotidianamente vista la scarsa disponibilità di viveri. Magari! Avrebbero finalmente chiarito i loro punti di vista sulla strategia da adottare, ma ciò non avvenne e c’era da aspettarselo, pensò il ragazzo. La coppia perfetta alla sua entrata non l’aveva visto, o sentito. Ron si sentiva più stanco e malinconico di quanto fosse mai stato in quei mesi e appena vide Harry e Hermione indaffarati, non emise alcun suono. Quel giorno non era stato invogliato a deporre il medaglione a metà giornata, togliendosi così quel cumolo di infelicità causata dall’oggetto.  Ronald Weasley era diventato inconsciamente succube del medaglione e il suo rapporto con l’Horcrux era morboso, al punto da indurre il mago ad acquisire una sua visione pessimistica del mondo. Intanto quel pezzo di Voldemort, vivo nell’oggetto, entrava ed usciva dalla mente del giovane liberamente. Ron così pensava e ripensava in ogni momento crucciandosi e peggiorando la sua condizione mentale già destabilizzata. Dopotutto, era lontano chilometri dalla sua famiglia e anni luce mentalmente da lei. Quella sera, dopo essersi cambiato e lavato le bende della ferita, appoggiata al petto,  la collana dell’infelicità alimentava la rabbia verso i suoi amici così insensibili e fin troppo vicini. “Ron vieni, la cena è pronta” . Era Harry a chiamarlo. Il rosso alzatosi dal letto ove era seduto, raggiunse gli altri due in cucina, intenti a fare supposizioni a tu per tu senza degnare di uno sguardo il nuovo arrivato. “Ron purtroppo oggi non ho potuto fare la zuppa di funghi, ci dovremo accontentare di queste erbe selvatiche e di queste more”, soggiunse Hermione. Ecco, pensò il rosso, un’altra bella notizia per me. “Beh, credevo che dovesse andare Harry oggi a ispezionare il bosco, o sbaglio?! No, sicuramente ho frainteso. La prossima volta andrò direttamente a Diagon Alley a far provviste, forse così riusciremo a mangiare qualcosa di decente”. Calò per una decina di secondi un silenzio carico di attesa, frantumato da Harry, la cui rabbia repressa voleva liberarsi al più presto dal controllo. “Credo di non aver perso tempo oggi con Hermione, cercando un luogo papabile ove  poter trovare il prossimo Horcrux, ma forse chi è abituato ad esser servito ha altre richieste da effettuare o non comprende il nostro duro lavoro”. “Hai una bella faccia tosta a chiamarlo -duro lavoro-!. Tu stai seduto al caldo con il cibo a disposizione, mentre io fuori in balia del vento, cerco di non farmi vedere dai ghermidori dei dintorni. Al massimo tu puoi scottarti la lingua con il caffè o come si chiama, ma io rischio la mia vita!”. Hermione, che si era tenuta sull’attenti, decise di intromettersi cercando di placare i bollenti spiriti dei suoi amici rivali.“Ron adesso calmati. E’ stata una giornata pesante per tutti, ma litigare non serve. Siediti e mangiamo, ci aiuterà a sostenerci”. Un’occhiata impercettibile di Ron alla felpa di Hermione,  fece scaturire tutta l’ira tenuta ancora a freno. La ragazza aveva addosso un indumento di Harry e ciò era al di sopra del sopportabile. “No, direi che non riesco a calmarmi. Sai una cosa Hermione? Penso che il cibo non mi aiuterà perché sono arcistufo di tutto e anche di te, del tuo essere zitta ed insensibile. Harry spero tu possa riuscire nel tuo progetto campato in aria da un vecchio, che ha lasciato tutto all’infuori di una pista da seguire. Io me ne vado e non so nemmeno perché ve lo abbia detto. E’ da giorni ormai che rifletto, ma ora sono completamente convinto” . Detto ciò Hermione si sporse in avanti per fermare Ron, intento a raccogliere le sue cose sparse nella tenda, quando si accorse del ciondolo al collo del mago. “RON! Ron ascoltami! Sei ancora sotto l’effetto del medaglione!” La ragazza lo stava letteralmente supplicando, ma lui era impassibile. “Ron toglitelo! Non faresti così se lo avessi tenuto quanto stabilito, ti prego. Dove vai?!”. I due si stavano rincorrendo in mezzo alla tenda fin quando Ron, trovato il deluminatore non si tolse il medaglione e cominciò a correre fuori nella foresta insensibile degli strilli e singhiozzi della strega alle spalle, fin quando si sentì nel bosco un sonoro Crack. Ron si era smaterializzato.

NdA
Ciao a tutti! Vorrei ringraziare tutte quelle anime che hanno recensito o semplicemente letto la mia fan fiction. Un grazie anche a chi l’ha aggiunta alle storie seguite o fra le preferite. Spero di non aver deluso le vostre aspettative.  Nimbus 2001

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Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


~~Erano passati diversi rigidi giorni per Ronald di nuovo consapevole Weasley.  Si era imposto in futuro, di risolvere alcune questioni prolungatesi fin troppo nel tempo. Libero dall'Horcrux, i pensieri erano divenuti per lui meno invadenti e più semplici da analizzare. Il passato, però, lo dipingeva come il peggior amico ed egoista del mondo magico. Era conscio di ciò e bramava dalla voglia di riscattarsi, anche se non aveva ancor elaborato un piano adatto. Desiderava parlare al più presto con i suoi compagni di vita. In primis ad Harry, scusandosi e prendendosi forse un meritato pugno in viso. Non più avrebbe temuto i suoi amici, la sua famiglia o perfino se stesso, di questo era certo. Dopo, si sarebbe esposto alla sempre minuziosa analisi di Hermione . Per lei serbava un manuale di parole non dette,  o forse frasi che la mente non riusciva più a trattenere. Un libro solamente avrebbe potuto farlo. Desiderava toccarla, cullarla, ubriacarla di dolci parole fino a baciarla se ne avesse avuto l’opportunità. Troppe frasi aveva sprecato in quegli anni, che una di più non sarebbe stata da lui tollerata. Perfino adesso, un mese dopo la fuga, sentiva l'odore di Hermione inebriante e percepiva il tremolio della bocca causato dal freddo. Era innamorato di Hermione, ma la sua bocca era per lui una gemma decisamente bramata. Voleva conoscerla e accarezzarla come mai aveva fatto alla sua proprietaria. Avrebbe riscaldato l’amata dopo la sua fuga, non le avrebbe permesso di rimanere ancora al freddo dell’indifferenza.  Nonostante il forte desiderio di partire, Ron sedeva in una foresta Gallese immerso nella lettura di un giornale babbano, suggeritogli ripetutamente dall'amica. Non voleva più apparire come uno che casca sempre dalle nuvole. Respirava lento e profondamente, meditando sulla data della partenza e gli inconvenienti del viaggio fino al calar della sera, quando si riscosse dalla meditazione.  Al tramonto, un'uccellina si sistemò in cima a un faggio ed iniziò a cinguettare armoniosamente. Un ricordo invase la mente del ragazzo. Stava chiacchierando allegramente con Hermione e il sottofondo musicale consisteva proprio nel cinguettare di due uccellini allegri, visto l’avvento della primavera.   L’attuale canto, invece, era solitario e decisamente cupo.  Si perdeva nel vento, fino a fondersi con la vegetazione, diventando parte di essa stessa. Ron si mise in ascolto e invogliato dal canto, aprì il deluminatore per individuare la fonte di quella musica quasi divina,  ma invece di veder la sfera di luce uscire,  la sentì entrare e schiarire la sua scura mente. La rivide,  non più urlante o piangente, come ricordava.  Era una ragazza diversa dagli ultimi mesi, nessuna occhiaia nera, un viso non più scavato e uno sguardo impregnato di viva speranza. Il deluminatore gli stava mostrando ciò che non credeva possibile: una vita dopo tu sai chi, fino a che non udì la sua voce: "Ron,  Ron". Due parole che riempirono il mago di nuova energia. Hermione lo stava chiamando da miglia di distanza, lo aspettava ancora.  Nel frattempo, l'uccellina aveva concluso il suo lamento. Il compagno era finalmente tornato dall'oscurità ricongiungendosi a lei. La speranza scorreva di nuovo nelle vene di Ron che, con la voce di Hermione in mente, lasciò senza timore il bosco ombroso.

NdA
Salve a tutti! Vorrei ringraziare come sempre chiunque abbia recensito la mie storia o letto silenziosamente. Spero di non aver fatto errori grammaticali, nel caso chiedo il vostro umile perdono.  Invito chiunque abbia voglia criticare qualcosa della mia storia a recensire insieme a chi desidera esprimere la propria opinione. Sarò molto lieta di sentire le vostre impressioni e di trarre spunti per il futuro. Ancora un grazie a chi leggerà il capitolo.                                                                                                            Un saluto, Nimbus 2001.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


~~Il vento gelido entrò senza permesso dalla fessura della tenda e sfiorò il volto tremante della fanciulla. Dalle labbre schiuse, un getto di vapore si fuse con l'aria in una scia argentata che si perdeva nella stanza.

"Ron....Ron..." sussurri coloravano la scena finché la strega non aprì gli occhi.

 


Correva a perdi fiato nella Foresta di Dean, gli incantesimi lo superavano e sfioravano. Voltò sulla sua destra e si diresse nel folto della boscaglia, sperava in quel modo di mimetizzarsi.

I ghermidori si bloccarono sul limitare degli alberi e dopo aver lanciato un sostanziale numero di maledizioni ritornarono sui loro passi. Finalmente il fuggitivo poteva respirare.

La luce allo scatto del deluminatore riapparve davanti a Ron che si inoltrò nella Foresta di Dean al suo seguito.

 


Hermione si alzò con un'insolita sete così uscì dal raggio di protezione degli incantesimi e cominciò a camminare fino alla sorgente ove lei ed Harry si abbeveravano.

"Petrificus Totalus!" Hermione fissava con occhi spalancati le foglie umide su cui era atterrata esterrefatta dalla voce del suo assalitore.

Harry Potter con una serie di incantesimi trasportò la sua preda fino alla meta prestabilita vicino al lago.

 


Ron si appisolò ai piedi di un faggio, accese un fuoco e mangiò un po' del pane che aveva portato con sé.

Dalla mattina continuava a seguire quella stupida lucina, ma di Harry o Hermione nessuna traccia... Sconsolato socchiuse gli occhi, ma dovette riaprirli dopo meno di un minuto. Qualcuno stava camminando a una decina di metri da lui ed era una figura a Ron ben nota.

Il rosso seguì il suo migliore amico, credeva che lo avrebbe condotto alla tenda e lì si sarebbe fatto notare e avrebbe  salutato il migliore amico. I minuti però passavano e più gli stava dietro più non capiva dove stessero andando poi Harry aveva un insolito passo affrettato cosa che solitamente si addiceva al rosso.

I due stavano risalendo un monte e la temperatura era diventata decisamente rigida, il sole ormai era tramontato da un pezzo. Harry si arrestò nei pressi di un lago ghiacciato e di diresse verso un albero. Delle voci e risate si innalzavano ai lati del giovane grifondoro

Ron agile e lesto non badò ai rumori e raggiunse  l'amico che si era arrestato ai piedi di un'imponente albero, una strana figura giaceva immobile ai suoi piedi: Hermione

Salve a tutti!! Mi scuso per la mia prolungata assenza, ma gli impegni non giovano alla pubblicazione dei capitoli. Come sempre ringrazio chi semplicemente leggerà o avrà la voglia di recensire la mia storia ( si accettano critiche!). Inoltre un grazie speciale a chi ha aggiunto la mia storia tra le preferite o seguite! Spero di non aver fatto errori grammaticali.
Un saluto,
Nimbus 2001.

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