Four [넷]

di reikae
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Intro ***
Capitolo 2: *** 1 ※ 하나 ***
Capitolo 3: *** 2 ※ 둘 ***
Capitolo 4: *** Skit ***
Capitolo 5: *** 3 ※ 셋 ***
Capitolo 6: *** 4 ※ 넷 ***
Capitolo 7: *** Outro ***
Capitolo 8: *** BONUS: NamJin ***



Capitolo 1
*** Intro ***



◇ 민윤기 - Min Yun Gi ◇

Yoon Gi rimane fermo a fissare la parete davanti a sè. Non che possieda alcunché di particolare, è solamente un muro dipinto di un bianco asettico, accecante e disturbante. Bianco, come la sua mente vuota da qualsiasi pensiero razionale e non. Puro, ma non come la sua mente.

Comunque, non è quello il motivo del totale rapimento della sua attenzione. C'è una persona, davanti a lui, e le sue piccole mani sono tese alla ricerca di contatto.

Yoon Gi le accontenta. Le afferra e percepisce il gelo che pervade quella pelle pallida e morbida.

Il ricordo di un urlo squarcia il silenzio della sua mente ed interrompe il momento. Memorie troppo crudeli per essere vere cercano di riaffiorare dal lago di rifiuto e disperazione che gli si è formato nel cuore.

Non vuole rimembrare, non vuole sapere cos'è quel pensiero che lo tormenta continuamente, quella nota dissonante che guasta ogni sua giornata.

Yoon Gi stringe ancora più forte le mani del ragazzo e lo guarda finalmente in faccia. Quello gli rivolge un sorriso dolce, soddisfatto. I tratti delicati del suo volto sono sconvolti: diventano, se possibile, ancor più attraenti.

Il contorno dei suoi occhi, nota il ragazzo più grande, è evidenziato da una leggera passata di eyeliner. Ed è strano, considerato che colui che gli sta di fronte non è mai stato capace di truccarsi.

Nell'immagine riflessa negli occhi di Yoon Gi, vi è un giovane di bell'aspetto. Nell'immagine riflessa negli occhi di Min Yoon Gi, vi è solo la sua pazzia.

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Capitolo 2
*** 1 ※ 하나 ***


1 ※ 하나


Gli occhi di Yoon Gi si spalancarono di colpo, impressionati dall'immagine che vi  si parava davanti: un ragazzo dal corpo muscoloso e scandalosamente scoperto dalla cintola in su.

Il suo viso trasmetteva una dolcezza che pareva impossibile potergli appartenere, con un fisico del genere. Pure i capelli color rosso cremisi che gli incorniciavano il volto pieno e dalla pelle liscia stonavano, con quella strana bambinesca innocenza che pervadeva i suoi tratti.

Min Yoon Gi, semplicemente incapace di distogliere lo sguardo e persino di proferire parola, finì per non reagire affatto al rapido avvicinarsi del nuovo arrivato.

"Buongiorno."

Un sorriso di circostanza si dipinse sul viso di Yoon Gi, mentre il tipo lo salutava. Sentiva le guance così contratte nello sforzo di tenere le labbra tirate, che per un attimo credette che la sua faccia sarebbe potuta andare incontro ad una paresi parziale.

"Buongiorno." rispose, in tono neutrale. Si sforzò di non deglutire, sarebbe stato patetico.

Non stava rendendo troppo palese il suo interesse per le goccioline di sudore che tracciavano il petto dell'altro, vero?

L'estraneo rivolse un'occhiata al portone dell'appartamento che - riteneva Yoon Gi, a giudicare dagli scatoloni accatastati poco distanti da essa - gli apparteneva, e poi riprese a guardare la persona a lui sconosciuta che lo stava analizzando dalla testa ai piedi, imbacuccata nella pesante sciarpa di lana e nel cappotto largo e usurato.

Perché diamine è a petto nudo con questo freddo?, pensò questi.

"Vuoi entrare? Ti offro un caffè. E poi posso aiutarti a sistemarti nel tuo nuovo appartamento." Min, stranamente, non ci pensò più di due volte a fargli quella proposta.

Lui, che non aveva voglia di faticare neanche quando si sentiva nel pieno delle forze e non era solito interagire più di tanto con le persone - essendo  schivo di natura, non riusciva praticamente mai a farsi avanti e parlare per primo, soprattutto se la persona in questione era un tizio dall'aria da gran figo -, si era offerto di aiutare il suo nuovo vicino, senza conoscere nemmeno il suo nome.

"Grazie mille." rise la testa scarlatta, rabbrividendo e afferrando una felpa dalla cima di una pila di scatoloni per infilarsela.

"Accetto il tuo invito, ma... Il tuo nome? Io mi chiamo Park Jimin."

Yoon Gi cercò di convincersi, invano, che non fosse il sorriso di Park Jimin a fargli provare quel dannato caldo. Ma era novembre e non ce n'erano molte, di cause plausibili - men che meno quella che qualche ritardato avesse alzato il riscaldamento al massimo.

"Min Yoongi." quasi balbettava, mentre gli dava una risposta "Piacere di conoscerti."

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Capitolo 3
*** 2 ※ 둘 ***


2 ※ 둘


Steso al fianco di un Jimin nudo, Yoon Gi, a sua volta nudo, ancora non riusciva a comprendere cosa fosse successo esattamente la sera prima. Anzi, sapeva perfettamente cosa fosse successo, ma non ricordava come fossero arrivati a quello. La sua testa girava, un forte mal di testa gli stava martellando le tempie.

Avevano bevuto un bel po', dopo la cena a cui Yoon aveva invitato il suo dirimpettaio. Un po' troppo, forse. Fatto sta che erano finiti a letto insieme, e su questo non c'era ombra di dubbio.

Yoon Gi si infilò le mani tra i capelli, girandosi su un fianco, e si trattenne dal lasciar sfuggire il grido che avrebbe voluto scappargli dalla gola.

Le lacrime gli salirono agli occhi. Non voleva che finisse così. Aveva desiderato che tra lui e l'altro ragazzo crescesse un rapporto romantico, non una semplice relazione sessuale come nella maggior parte delle coppie gay. Era sembrato andare tutto bene, nei due mesi precedenti, e anche se tra loro non c'era stato alcuna conversazione legata a quella problematica, Yoon era sicuro che prima o poi ci sarebbero arrivati.

Avrebbe voluto avere più tempo, per conoscerlo e per parlare, prima di scoparci come invece aveva fatto.

"Hyung..." mormorò la testa color scarlatto sbiadito. Gli si avvicinò e gli passò una mano sopra al fianco, per poi abbandonarla sulla sua pancia e iniziare a carezzargli il lembo di pelle che gli circondava l'ombelico. Min tremò sotto le sue dita e il suo tocco timido.

"Cosa c'è che non va?" chiese, una nota di insicurezza nella sua voce "Forse... non volevi?"

Yoon Gi si irrigidí e Jimin parve accorgersene, perché ritirò le sue mani e fece per alzarsi dal letto. In un gesto affrettato e goffo, il più grande si girò e lo riportò alla posizione sdraiata.

"Jimin..."

"Scusa, ho approfittato di te. Non avrei dovuto." mugolò il rosso, ritraendosi "Non ho considerato che tu non potessi ricambiarmi, quando mi sei... praticamente saltato addosso."

"Stai fermo un attimo e fatti guardare in faccia." così dicendo, Min lo girò verso di sé e gli allontanò dal volto il braccio con cui tentava di nascondersi. Non poté evitare di far trasparire la sua sorpresa, nel vedere le sue lacrime.

"Lasciami."

"No."

Lo hyung si sporse verso il ragazzo steso d'innanzi a lui e gli pose un bacio umido sul naso, osservando come la sua espressione mutasse da vergognosa a meravigliata.

"Abbiamo combinato un po' di casino." commentò, ridacchiando e poi leccandosi le labbra "Vogliamo uscire insieme qualche volta, prima di metterci insieme?"​

 

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Capitolo 4
*** Skit ***


◇ 김남준 - Kim Nam Jun ◇


Nam continua a fissarlo senza proferire parola, e non succede niente. Lo sguardo del suo migliore amico sembra trapassarlo da parte a parte.

L'aria è pesante, densa di parole non dette e di sentimenti repressi, nascosti dalla cortina che la tragedia di qualche mese prima ha calato tra di loro. Il ragazzo che gli sta davanti ha la faccia di uno che stia per vomitare. Probabilmente si sente tradito, e Kim Nam Joon si rende conto di essere lui stesso la causa di quel palese disgusto.

"Scusa, Hyung. Ma era per il tuo bene." con queste parole, Nam Joon esce dalla stanza. È quando china il capo e scoppia a piangere, che Seok Jin arriva e lo abbraccia con tutta la forza che ha, nel bel mezzo di uno dei corridoi dell'ospedale psichiatrico.

"Hey, Nam. Tranquillo. Ssssh..." cerca di rincuorarlo, ma le sue lacrime non cessano.

"Mi odia, Yoon Gi mi odia." singhiozza il più piccolo tra le braccia dell'altro. Non è mai successo che si lasciasse andare così di fronte all'amico e coinquilino, ha sempre pianto da solo e nascosto al suo sguardo. Ma quando è troppo è troppo, e ora lui ha bisogno di essere consolato e sostenuto da qualcuno.

Non si può restare soli per sempre.


A/N
​La sottoscritta è deficiente e si è totalmente dimenticata di aggiornare le scorse settimane. Domenica aggiornerò con "3 ※ 셋​"
​- rei

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Capitolo 5
*** 3 ※ 셋 ***


3 ※ 셋

"Sicuro di voler cucinare per me?" scherzò Jimin, lanciando allo stesso tempo un'occhiata sospettosa alla pentola attorno alla quale il suo ragazzo stava trafficando.

"Zitto, Jiminnie." rispose a tono Yoon Gi, con quell'espressione concentrata che il più piccolo adorava ma aveva raramente occasione di scorgere sul suo volto.

Erano passati qualcosa come nove mesi, da quando si erano messi insieme, e da allora erano stati costretti a cambiare residenza e ad andare a vivere insieme — e non che ad alcuno dei due dispiacesse, anzi.

ll padre di Yoon Gi, che Park aveva scoperto essere padrone del condominio, aveva fatto recepire chiaramente di non essere d'accordo con l'orientamento sessuale del figlio e Ii aveva sfrattati nello stesso istante in cui, per la seconda volta, questi aveva osato sfidarlo e Iitigarci. La prima, s'intende, era stato l'annuncio ufficiale del Ioro fidanzamento.

"Dannazione." imprecò Io hyung, evitando per un soffio di scottarsi per colpa del fornello. Il rosso scosse Ia testa e sospirò, rassegnato. Min non avrebbe mai imparato a cucinare — e nemmeno avrebbe dovuto provarci. Combinava più guai che altro.

"Che impedito." lo scherní. Il cuoco improvvisato rimase zitto per un attimo, poi mise su un broncio talmente finto che nessuno ci avrebbe creduto. L'altro scoppiò a ridere di cuore e scrutò lungamente il viso dell'amato illuminarsi in un sorriso.

Erano belli, gli occhi del suo Yoon Gi.

Lo erano quando il Ioro vero colore, scuro e profondo, non era nascosto alla vista dalle Ienti a contatto colorate che entrambi si divertivano ad usare. Lo erano quando sorrideva, quando piangeva, persino quando erano chiusi nel sonno e Jimin poteva immaginarli mentre assistevano a sogni o incubi, estatici o terrorizzati.

Erano così belli che ogni volta rimaneva fregato e se ne innamorava di nuovo, il petto gli si stringeva forte. Come se ancora non avesse realizzato che quelle meraviglie gli potessero appartenere.

"Che c'é che non va, adesso?" chiese Yoon.

"Niente. Stavo solo pensando a quanto tu sia bello."

Quello non disse niente. Allontanandosi dai fornelli, si avvicinò al fidanzato e, sorridente, gli stampò un bacio casto sulla guancia.

“Ruffiano."

Jimin prese l'iniziativa per far venire a contatto le loro Iabbra, approfondendo il bacio che fino a due secondi prima era innocente e privo di qualsiasi malizia. Yoon Gi Io afferrò per le spalle e lo spinse contro Ia porta del frigo in acciaio.

"Sai che non é né il momento né il luogo, vero?" sussurrò sulla bocca del compagno, Ia voce roca.

"E chi se ne frega."


 
A/N
​Sono ancora sotto shock. Il nuovo album è semplicemente meraviglioso.

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Capitolo 6
*** 4 ※ 넷 ***


4 ※ 넷

Quando Jimin si era alzato, Yoon Gi stava dormendo pesantemente. Sorprendente, dato che di solito si svegliava ogni due per tre per bere o andare al bagno o scrivere qualcuna delle sue belle frasi su un post-it.

Gli aveva carezzato i capelli e se n'era uscito dal letto, con l'intenzione di andare a prendere il suo regalo e, per una volta, riuscire a fargli una sorpresa. Peccato che come sempre, Min l'avesse anticipato.

Su uno dei ripiani della libreria che avevano piazzato in corridoio, c'era una rosa. Una semplice rosa rossa, sul cui gambo c'era un biglietto ancor più spartano, se possibile.

"Ti amo. Buon anniversario."

Nessuna emoticon, nessuna firma. In perfetto stile Min Yoon Gi.

Mentre raccontava la storia a Kim Nam Joon, il migliore amico di Yoon, e a Kim Seok Jin, il coinquilino di quest'ultimo, nemmeno Jimin riusciva a credere di essere stato fregato ancora una volta da quel bel faccino del suo ragazzo.

"Uno a zero per Yoon Gi, mi dicono." commentò Seok Jin, ridendo.

"Di' pure mille a zero, Hyung. Tanto non riuscirò mai a sorprenderlo." si arrese il diretto interessato.

"Non mi piacciono le sorprese, Jimin. Te l'ho detto." si giustificò Yoon Gi. Ci fu uno scambio di sguardi tra lui e il suo ragazzo, poi tutti e quattro scoppiarono a ridere.

Il silenzio quasi perfetto del ristorante appena inaugurato si ruppe, ma nessuno osò rimproverarne i colpevoli. Dopotutto, il proprietario era seduto a quel tavolo.

"Come ci si sente, ad aver realizzato il proprio sogno?" aveva chiesto Jimin, dopo aver ascoltato per via telefonica il discorso inarticolato di Seok Jin, troppo emozionato per l'imminente inaugurazione.

"Fottutamente bene." era stata la risposta. La sera stessa, si era riuniti per festeggiare e provare il menù del locale.

"Devo andare in bagno." si scusò sul finire della cena Yoon Gi, alzandosi. Nessuno se ne preoccupò, lì per lì - dopotutto non c'era niente di particolarmente pericoloso, nell'espletare le proprie funzioni corporee - i problemi arrivarono poco dopo.

Proprio mentre Min tornava, un boato squarciò la quiete, le pareti e le finestre tremarono. Le luci si spensero, polvere fine cadde sulle loro teste. I lampioni al di fuori delle finestre non funzionavano più.

Fu il caos.

Tutti avevano sentito parlare, in un modo o nell'altro, degli attacchi terroristici avvenuti in Europa pochi mesi prima. Il panico attanagliava le viscere, la paura faceva muovere le gambe.

Jimin rimase intrappolato tra Jin e Nam Joon, che lo trascinarono fuori dal locale. Non vedeva più Yoon Gi, la vista ottenebrata e la mente confusa e le orecchie che fischiavano.

I tavoli vennero rovesciati, le piccole candele che erano poggiate su quelli più vicini alle tende fecero prendere fuoco a queste ultime.

Quando furono tutti all'esterno, illuminati dalla torce dei telefoni, Jimin trovò il coraggio di guardarsi attorno e cercare lui. Senza successo.

Dov'era Yoon Gi?

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Capitolo 7
*** Outro ***


◇ 박지민 - Bak Ji Min ◇


La sorte non è stata dalla sua parte, questa volta.


Non lo è stata quando ha deciso di precipitarsi dentro al locale, incapace di aspettare oltre. Non lo è stata quando a causa del buio ha perso minuti preziosi. Non lo è stata nemmeno quando, dopo aver trovato Yoon Gi, un pezzo di soffitto non ha più retto ed è precipitato su di lui.


Jimin non ha esitato, quando si è reso conto che Yoon era rimasto indietro e il panico ha colto tutti gli altri. La sua mente era concentrata su un solo pensiero, e lo è rimasta anche quando si è ritrovato immerso nell'oscurità, il telefono scarico e inutilizzabile e una paura gelida nelle vene.


Salvarlo, ha voluto solamente salvarlo. Lo amava a tal punto che avrebbe dato la vita per lui, e purtroppo è arrivato il momento di dimostrarlo.


Ora Jimin giace immobile, dentro alla sua tomba, coperto di fiori.
 

La polvere e i detriti sono stati rimossi dal suo corpo devastato e privo di vita. Una sottile linea attraversa la sua guancia, laddove l'addetto delle pompe funebri ha ricucito una delle tante ferite. Il cadavere è stato recuperato prima che subisse ulteriori danni dovuti allo schiacciamento, quindi il suo viso non è trasfigurato più di tanto.


Ji Min giace immobile, dentro alla sua tomba, coperto di fiori, inguainato in quello che in vita era il suo completo preferito.


Sorride serenamente, anche se nel dolce e freddo sonno della morte.

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Capitolo 8
*** BONUS: NamJin ***


BONUS: NamJin


Jin stava male.


Non sembrava, lo sapeva. Il suo perfetto autocontrollo aveva lasciato trasparire ben poco, delle sue reali emozioni.


Il sorriso di circostanza sul suo volto, mentre tutti gli avevano accarezzato affettuosamente la schiena, mormorando il loro dispiacere. La voce bassa e rassicurante che aveva usato per cercare di allontanare da sé l'attenzione di tutti.


Solo Nam Joon gli era stato realmente vicino, con i suoi gesti delicati e quasi inconsapevoli.


Jin era un naufrago alla deriva e Nam il suo pezzo di legno galleggiante, che gli evitava di perdersi nel mare buio e profondo. Era l'unico che dimostrasse vero interesse nei confronti dei suoi sentimenti, diretti alla morte di Jimin e non alla perdita del ristorante. Certo, aveva lavorato per anni per realizzare il progetto di una vita, ma da quando era andato tutto in frantumi non aveva pensato ad altro che non fosse Jimin. O, in alternativa, Yoon Gi.


Nella sua mente, i destini dei due erano talmente intrecciati da risultare indistinguibili. Jin pensava a loro come fossero stati un'unica persona.


Ora, semi addormentato nella sua camera da letto, rifletteva.


Sembrava un sogno durato per troppo tempo. Avrebbe potuto svegliarsi e scoprire di colpo che niente era andato male, che tutti stavano bene e che tra lui e Nam non fosse successo niente.


Ma il sole fece capolino oltre la linea irregolare dell'orizzonte e tinse di rosso l'aria grigia e fumosa di Seoul. La luce tenue non gli ferí gli occhi, ma gli diede una certezza.


Tutto era reale.


Il dolore per la perdita, la pazzia di Yoon Gi, il calore del corpo al suo fianco. Sì, perché Nam Joon, ancora una volta, era con lui.


La sua unica certezza si trovava nel suo letto, l'aveva stretta a sé per tutta la notte.


Jin sorrise malinconicamente.


Sperava che l'alba avrebbe portato con sé un buon cambiamento.
 

A/N
Grazie di aver letto la mia storia (sono molto contenta).
안녕~
-rei 👌

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