LA FENICE E IL DRAGO 2° ATTO

di Bittuz
(/viewuser.php?uid=537513)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** NUVOLE ALL’ORIZZONTE ***
Capitolo 2: *** NUOVI OSTACOLI ***
Capitolo 3: *** IN CERCA DI SPIEGAZIONI ***
Capitolo 4: *** ALLENAMENTO ***
Capitolo 5: *** IL TERZO ELEMENTO ***
Capitolo 6: *** L'INSEGUIMENTO ***
Capitolo 7: *** NUOVI AVVERSARI ***
Capitolo 8: *** SPIEGAZIONI ***
Capitolo 9: *** IKAZUCHI ***
Capitolo 10: *** SOTTO ATTACCO ***
Capitolo 11: *** INDAGINI MEDICHE ***
Capitolo 12: *** DI NUOVO ***
Capitolo 13: *** FORZA PORTANTE ***
Capitolo 14: *** RIVELAZIONI ***
Capitolo 15: *** LA CONFERMA ***
Capitolo 16: *** COMINCIA L'ADDESTRAMENTO ***
Capitolo 17: *** SECONDA FASE ***
Capitolo 18: *** L'ASSO NELLA MANICA ***
Capitolo 19: *** GUERRA ***
Capitolo 20: *** AMICO O NEMICO? ***
Capitolo 21: *** IL VIAGGIO DELL'OSCURO ***
Capitolo 22: *** TOPO DA BIBLIOTECA ***
Capitolo 23: *** DIETRO LE SBARRE ***
Capitolo 24: *** UNA LETTERA AMICHEVOLE ***
Capitolo 25: *** SVOLTA NELLA GUERRA ***
Capitolo 26: *** IL PIANO DI SHIMARU ***
Capitolo 27: *** SCARAMUCCIA IN FAMIGLIA ***
Capitolo 28: *** L'ULTIMA BATTAGLIA ***



Capitolo 1
*** NUVOLE ALL’ORIZZONTE ***


Jeliel è sul tetto di casa sua, alla Sera, e osserva le nuvole pensando ai tempi passati. Sono successe tante cose dopo la quarta Grande Guerra Ninja, alla donna capita spesso di ripensare a quelle battaglie combattute al fianco dei suoi compagni, pensa anche al momento in cui è stata catturata dall'albero divino, la sua illusione era una vita insieme al suo uomo, un'illusione tanto simile a ciò che sta vivendo adesso che ogni tanto si chiede se non sia ancora intrappolata.

"Salve splendore!" Una voce amica la saluta dalla strada di fronte all'abitazione, la donna sa già di chi si tratta.

"Ciao 'Occhioni blu'." Shaliat sorride al nomignolo mentre porta in casa la spesa per il giorno successivo.

"Ci hai messo parecchio ad arrivare." Fa notare Pasirin.

"Hai ragione, c'era un sacco di gente al negozio." Mentre i due sistemano la spesa si raccontano reciprocamente gli eventi giornalieri.

"Sai, pensavo a una cosa." Introduce il discorso Jeliel.

"Di cosa si tratta?"

"Se un giorno di questi facessimo un viaggio alla Foglia? È un sacco di tempo che non ci andiamo e avrei voglia di rivedere i nostri vecchi amici."

"Sai che non è una cattiva idea, anche a me farebbe piacere."

"Chissà come se la passano laggiù, da quando non c'è più bisogno di combattere i rapporti tra i vari villaggi si sono parecchio affievoliti."

"Magari Naruto è diventato Hokage!" Dice Baron.

"Già e chissà se Hinata è riuscita a dichiararsi."

"O com'è diventato il figlio di Kurenai e Asuma."

 

Nel frattempo, in un luogo segreto nel paese dell'acqua, i cinque Kage stanno discutendo di un'importante faccenda:

"Dunque cosa sappiamo?" Chiede il Raykage Darui, la parola passa a Naruto.

"Ben poco purtroppo. Ma nell'ultimo periodo un gran numero di individui sospetti ha iniziato a girare nei pressi del villaggio della Foglia."

"Cosa intendi per sospetti?" S'intromette il nuovo Mizukage.

"In base alle informazioni delle nostre squadre di ricerca siamo venuti a sapere che sono guidati da un uomo accompagnato da una di quelle creature a cui Sasuke sta dando la caccia."

"Stai parlando di quegli esseri che assomigliano al Dieci Code?" Domanda Gaara.

"Esattamente."

"Allora come pensate di agire?" Chiede Kurotsuki.

"Al momento abbiamo già arrestato alcuni di questi personaggi ma a giudicare dalle informazioni che abbiamo, sono solo una piccola minoranza." Confessa l'Hokage.

"Dunque non sappiamo con chi abbiamo a che fare." Fa notare Darui.

"È così in effetti ma ho indetto questa conferenza per dirvi di non abbassare la guardia, non è detto che anche i vostri non siano già stati presi di mira." Spiega l'Uzumaki.

 

Sono passati due giorni dalla loro discussione sul tornare alla Foglia e la coppia ora sta ultimando i preparativi per il viaggio, con loro c'è anche la madre di Jeliel.

"Non vedo l'ora di rivedere tutti!" Dice entusiasta la Salvatrice.

"Pensa se si sono dimenticati di noi!" Scherza Shaliat.

"Mmmmmh, effettivamente è diverso tempo che non vi vedete. Potreste dover rinfrescare la memoria a un paio di loro." Aggiunge Yuriko.

"Già magari proprio a Naruto o a Gai!" Dice Shaliat.

Pensandoci su Jeliel incomincia a ridere perché per Gai potrebbe davvero essercene bisogno, intanto il trio finisce i preparativi.

"Mi raccomando salutate tutti anche da parte mia." Dice Yuriko.

"Non preoccuparti mamma me ne ricorderò."

"Shaliat mi affido a te per i saluti." Aggiunge la madre di Jeliel, dando per scontata la dimenticanza della figlia.

"Hey!"

"Non darti pensiero Yuriko, ci penso io."

"Pure tu tu ci metti?" L’uomo e la donna scoppiano a ridere.

"Ok, fate buon viaggio!" Conclude Yuriko, e salutandoli con la mano guarda la coppia mentre si avvia verso le porte della villaggio.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** NUOVI OSTACOLI ***


Dopo diverso tempo i due si ritrovano nel bosco a metà strada tra il villaggio della Foglia è quello della Sera.

"Jeliel sono già diverse ore che stiamo correndo e sta facendo buio, meglio accamparsi."

"D'accordo." Trovato un punto adatto, i due iniziano a occuparsi dei preparativi.

"Facciamo che tu prendi la legna e io decido cosa mangiamo?" Suggerisce Pasirin.

"Ok, torno tra un attimo."

Intanto che l'uomo è impegnato, la donna rovista nel suo zaino in cerca di qualcosa da mangiare, la prima cosa che le capita sotto mano è una porzione di ramen istantaneo e subito le ritornano alla mente le immagini della prima volta che lo ha mangiato insieme a Baron alla Rupe affilata.

"Si, preparerò questo non appena Shaliat mi avrà portato la legna." In quel momento qualcosa alle spalle della donna si muove, capisce che non può essere Baron dato che non è il suo chakra quello che percepisce. La cosa che incuriosisce Jeliel però non è la presenza di qualcuno nel bosco bensì di qualcosa che sembra stia accompagnato l'individuo, la Salvatrice ha come l'impressione di sentire come una massa di energia che però le sembra di aver già percepito in passato.

La curiosità è troppa quindi Jeliel decide di avvicinarsi senza farsi sentire, dopo qualche passo tra lei e ciò che le interessa c'è soltanto un cespuglio, nel quale la Salvatrice si scava un varco con le mani, finché non riesce a vederci attraverso. Poco distante da lei si trova una donna con accanto una specie di creatura bianca, con un occhio solo color sangue, sembra stiano parlando a bassa voce come per non farsi sentire da nessuno, fino a che la creatura non si accorge di una presenza tra le fronde. Subito dopo l'essere fa sapere alla donna della scoperta e quest'ultima si prepara ad aggredire l'intrusa.

"Ferma non ho cattive intenzioni!" Grida Jeliel, convinta che questo basti a chiarire il malinteso, ma per l'aggressore non c'è nessun malinteso, infatti per mettere a tacere la Salvatrice sfodera un kunai. Il primo fendente va a vuoto, il secondo invece viene bloccato da una katana evocata dalla Piuma di Fenice, un'attimo dopo l'attaccante si allontana da Pasirin.

(Questa donna non l'ho mai vista eppure sta tentando di uccidermi, cosa sta cercando d'impedirmi di scoprire?) Questa è la domanda che Jeliel si sta ponendo.

L'avversaria sta per tornare all'attacco, quando una fiammata di proporzioni gigantesche compare nel cielo notturno per avventarsi su di essa. Come la sfera di fuoco tocca il suolo esplode in un boato terribile, poi Shaliat compare alle spalle di Jeliel.

"Tutto bene?" Chiede l'uomo preoccupato.

"Sto bene." Risponde la donna. Subito dopo la coppia rivolge le sua attenzione al nemico che però ha deciso prontamente di svignarsela.

"Chi diavolo era?" Chiede Baron.

"Non so risponderti, mi ha aggredita appena si è accorta della mia presenza." La cosa lascia da pensare ai due, però sanno entrambi che non hanno abbastanza informazioni per capire la situazione e inseguire la donna è fuori discussione dato che si trovano in luogo che non conoscono. Decidono dunque di andare a riferire l'accaduto all'Hokage, visto che si trovano nel territorio della Foglia forse saprà di cosa si tratta.

 

Dall'incidente del bosco passano tre giorni prima che la coppia riesca a raggiungere la Foglia, appena arrivati i due notano subito le innovazioni tecnologiche sparse per tutta il villaggio, sono talmente tante e appariscenti che il posto è irriconoscibile. Mentre osservano i cambiamenti, una ragazzina dai capelli neri si scontra contro Jeliel, da subito la donna non nota nulla ma appena la guarda meglio sente subito un qualcosa di familiare nel suo chakra.

"Mi scusi signora." Dice la ragazzina e poi si dilegua nella folla. L'uomo nota la faccia della compagna.

"Cosa ti turba?"

"Niente, ma quella ragazzina mi ricorda qualcuno." I due riprendono il percorso per arrivare alla magione dell'Hokage, attraversando le strade della Foglia rimangono sempre più colpiti dai cambiamenti. Ci vogliono pochi minuti per arrivare a destinazione, una volta alla magione l'uomo e la donna vengono accolti da un ninja che li avvisa dell'assenza dell'Hokage. I nuovi arrivati chiedono dove si trovi, ma il ninja risponde che Naruto ha lasciato detto di non disturbarlo dato che voleva passare del tempo con la sua famiglia.

Jeliel e Shaliat rimangono di sasso nell'apprendere che Naruto sia diventato Hokage e che si sia fatto una famiglia. Ringraziano il ninja e decidono di riprovare un'altra volta, quindi escono dall'edificio.

"Ci pensi? Naruto, Hokage!" Esclama Pasirin.

"Finalmente ha coronato il suo sogno e scommetto che Hinata è diventata sua moglie."

La coppia decide di aspettare il giorno successivo, per essere sicura di riuscire a incontrare l'Uzumaki. Iniziano dunque a camminare per le strade del villaggio cercando di riconoscere qualcosa che si ricordano dalla loro visita di diversi anni prima, ma non c'è molto. Poi un ragazzino dai capelli biondi si scontra con Shaliat, non appena questo si rialza dice:

"Non ditegli che mi avete visto!" Subito dopo si nasconde poco distante, dentro un cunicolo. Qualche minuto dopo un'uomo biondo sulla trentina salta fuori dalla folla, Jeliel lo riconosce dai baffi sulle guance.

"Naruto!" Lo saluta la Salvatrice, l'Hokage identifica subito le due vecchie conoscenze e ne rimane sbigottito.

"Jeliel, Shaliat quanto tempo, anche se per voi non sembra passato neanche un giorno, com'è possibile?"

Il ninja si riferisce al fatto che i due non sembrano per niente invecchiati.

"Beh non sappiamo spiegarti il motivo, ma pensiamo sia dovuto al fatto che siamo stati tutti e due toccati dalla Fenice, dev'essere questa la ragione per cui ci vedi come quando ci siamo incontrati per la prima volta." Spiega Jeliel.

"Interessante e cosa vi porta alla Foglia?"

"Siamo partiti per un viaggio di piacere all'inizio ma poi i nostri interessi sono cambiati, però possiamo parlarne domani." Risponde Shaliat.

"Capito, grazie. Posso chiedervi se vi è capitato di vedere un ragazzino biondo che corre?" La domanda fa capire che il piccolo personaggio nascosto nel vicolo poco distante dev'essere il figlio di Naruto. La coppia però non vuole rovinare il divertimento ai due quindi rispondo di non aver visto nessuno che corrisponda alla descrizione. A quel punto il ninja li saluti dandogli appuntamento a domani e con un salto torna a cercare. Un'attimo dopo il biondino esce dal suo nascondiglio.

"Grazie, sarebbe stata una noia se mio padre mi avesse trovato così in fretta."

"Non c'è di che, tu dunque saresti il figlio di Naruto?" Chiede Pasirin.

"Esatto il mio nome è Boruto Uzumaki!"

"Piacere io sono Jeliel Pasirin e lui è Shaliat Baron."

"Piacere, scusate ora devo tornare a nascondermi." E così Boruto se ne va.

Mentre lo guardano saltare via, l'Oscuro e la Salvatrice si sentono un po' tristi dato che in tutti questi anni non sono riusciti a procreare nonostante lo desiderino profondamente.

Dato che hanno tempo fino al giorno successivo, la donna propone di approfittarne per fare un giro del villaggio, Baron è perfettamente d'accordo. Durante il tour cercano di ritrovare i posti visitati in precedenza, come la casa di Kurenai o il negozio di fiori di Ino, nonostante le innovazioni e le difficoltà, dato il lungo periodo di assenza, la coppia riesce persino a ritrovare l'albero che Tsunade aveva assegnato loro durante la prima visita. Per ricordare i vecchi tempi decidono che la notte l'avrebbero passata lì.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** IN CERCA DI SPIEGAZIONI ***


La mattina successiva Pasirin e Baron si alzano presto per andare a parlare con Naruto, speranzosi di non trovarlo troppo indaffarato. Arrivati di fronte alla stanza dell'Hokage lo stesso ninja che il giorno precedente li aveva avvisati dell'assenza di Naruto oggi li fa entrare, la coppia trova il biondo alle prese con varie scartoffie.

"Ben arrivati!" Li saluta l'Uzumaki.

"Salve Naruto, com'è andata la partita a nascondino?" Dice Shaliat col sorriso sotto i baffi.

"Alla fine ha vinto lui. Ma dite la verità lo avete coperto non è vero?"

"Non volevamo rovinarvi il divertimento!" Aggiunge Jeliel.

"Siete stati gentili. Ma torniamo a noi, avete detto che volevate parlarmi."

"Esattamente. Qualche giorno fa siamo partiti dal villaggio della Sera per recarci qui, volevamo rivedere la Foglia dopo tanto tempo. Durante il tragitto però ci siamo imbattuti in una donna accompagnata accompagnata da una strana creatura, dopo che la donna mi ha notata, ha subito cominciato ad attaccarmi come se avessi visto o sentito qualcosa che non avrei dovuto..."

Naruto la interrompe:

"Aspetta la strana creatura com'era fatta?"

"Era piccola, alta pochi centimetri, bianca con un'occhio rosso."

"Dannazione non ci sono dubbi, è proprio una di quelle?"

"Ne sai qualcosa?" Chiede Baron.

"Si e purtroppo non sono buone notizie quelle che mi portate. Dovete sapere che Sasuke è partito per cercare delle tracce di Kaguya, nella sua ricerca è incappato in creature come quella che mi avevate appena descritto, in più nell'ultimo periodo molti personaggi accompagnati sempre da questi esseri si stanno aggirando intorno al villaggio ho chiesto anche una conferenza dei Kage per avvisarli del pericolo."

"Kaguya? Ma tu e Sasuke non l'avevate uccisa durante la quarta Grande Guerra Ninja?"

"No Shaliat, lei è immortale. Siamo riusciti a sigillarla e Sasuke si è proposto per fare in modo che non faccia mai ritorno."

"Dunque, sappiamo che queste creature hanno a che fare con Kaguya ma cosa sono esattamente?" Si domanda Pasirin.

"Ancora non lo sappiamo, non abbiamo neanche idea di quale sia l'obbiettivo di questi personaggi ma anche io in passato mi sono imbattuto in uno di loro e so che se ci sono questi esseri nelle vicinanze non significa nulla di buono. Aggiungerò degli anbu a guardia del villaggio."

"Anche noi vorremmo essere d'aiuto." Dice la donna dopo aver trovato complicità nello sguardo di Shaliat.

"Vi ringrazio ragazzi ma non posso chiedervi di andare in missione per conto mio voi non siete ninja di Konoha."

"Non ce lo chiedi tu, ci offriamo noi e poi abbiamo già lavorato insieme." Aggiunge l'Oscuro. Nel frattempo la porta alle spalle della coppia si apre, è Boruto ad aprire la porta insieme ad altri due ragazzini e a un jonin.

"Papà, papà abbiamo delle notizie importanti!" Esclama il biondino.

"Boruto ti ho già detto che qui dentro sono l'Hokage anche per te."

"Sì ma ascolta quello che Konohamaru ha da dirti."

"Settimo ho brutte notizie, mentre eravamo tutti in missione poco distanti dal villaggio siamo stati attaccati da un gruppo di uomini."

"Cosa? E sei riuscito a capire quale fosse il loro obiettivo?" Chiede Naruto visivamente preoccupato per l'incolumità del figlio.

"È solo una deduzione ma credo stessero mirando a Boruto." Dopo il racconto, l'Hokage sembra sbiancare e cerca subito una ragione valida per cui suo figlio fosse il bersaglio.

"Forse miravano a lui per raggiungere te Naruto." Suggerisce la Salvatrice.

"Può darsi, siete riusciti per caso a capire da dove venissero?" Domanda il Settimo.

"Non portavano nessun coprifronte e quando si sono dileguati non siamo riusciti a seguirli." Spiega una ragazzina mora.

(È la stessa che mi è venuta addosso ieri quando siamo arrivati al villaggio.) Pensa Pasirin.

"Avete notato per caso una piccola creatura insieme a loro?" Chiede Shaliat.

"Non direi. Erano un gruppo di cinque persone: tre donne e due uomini." Risponde Konohamaru.

"Capito, grazie del rapporto ragazzi potete andare." Così l'Hokage congeda la squadra di ninja.

"Non possiamo più aspettare dobbiamo capire che intenzioni hanno questi individui." Afferma Baron.

"Shaliat ha ragione permettici di aiutarti. Se la Foglia è in pericolo forse lo sono anche gli altri villaggi." Aggiunge Jeliel.

"D'accordo ma non vi affiderò a una squadra di ninja sarebbe problematico per voi e per chi vi assegnerei dato che non sareste abituati a lavorare con loro. Domani vi assegnerò il vostro terzo individuo e agirete come squadra di Konoha, qualunque cosa scopriate dovrete fare rapporto a me."

"Sissignore!" Rispondo in coro i due, che concordano sul fatto di essere sottoposti dell'Hokage per questa missione.

"Ma Settimo, chi sarà il terzo elemento?" Chiede Shaliat.

"Lo vedrete domani non voglio rovinarvi la sorpresa, fate solo in modo di trovarvi qui alle 15.00, subito dopo vi darò istruzioni sulla vostra missione." Detto questo la coppia saluta Naruto e decide di tornare nella sua stanza in albergo.

Una volta per le strade del villaggio i due iniziano a domandarsi chi l'Uzumaki abbia deciso di affiancargli e dopo essersi fatti mille idee, probabilmente tutte sbagliate, Baron e Pasirin giungono finalmente al loro albergo.

"Jeliel, ma se più tardi andassimo al campo d'addestramento?" La donna accetta di buon grado e anzi propone di andarci immediatamente, e così la coppia riparte.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** ALLENAMENTO ***


Una volta arrivati a destinazione Jeliel e Shaliat incontrano due vecchi amici.

"Gai, Lee! Ciao, come state?" Shaliat saluta i due amici.

Gai, sulla sedia a rotelle, sta guardando il suo pupillo mentre allena un giovane genin.

"Shaliat, Jeliel quanto tempo!" Anche il maestro sopracciglione rimane di stucco nel constatare che i due della Sera sono rimasti come se li ricordava, considerando il tempo trascorso.

"Lee, vieni a salutare i nostri vecchi amici!"

"Ragazzi bentornati, come state?"

"Noi bene, ma vedo che vi abbiamo interrotti." Dice Jeliel.

"Non preoccupatevi, stavamo solo ripassando i fondamentali, vi presento mio figlio Metal."

"È un piacere fare la tua conoscenza, io mi chiamo Shaliat."

"E io Jeliel."

"Il piacere è mio." Risponde imbarazzato il giovane allievo.

"Ragazzi cosa ci fate qui?" Domanda Gai.

"Nell'attesa che il Settimo ci affidi una missione per domani, abbiamo deciso di fare un salto per tenerci in allenamento." Spiega Pasirin.

Alla notizia Rock Lee sembra avere un’idea:

“Se volete io mi propongo come avversario.” Dice con voce eccitata.

“Ben detto mio pupillo, in questo modo Metal può studiare il comportamento di due guerrieri in azioni!” Aggiunge altrettanto eccitato il maestro sopracciglione.

“Io sono d’accordo.”

“Aspetta Shaliat, la volta scorsa io guardavo, oggi tu guarderai me.” Dice la Salvatrice, riferendosi al loro primo incontro, mentre si avvia insieme a Lee al centro del campo d’addestramento.

I due avversari si fermano con una decina di metri di distanza tra loro, si osservano per cercare di capire quale sia l’approccio migliore da usare.

Il figlio di Rock Lee è emozionato alla possibilità di vedere il padre in azione. Dopo una manciata di secondi entrambi i combattenti scattano e incontrandosi a metà strada iniziamo a sferrare colpi così rapidi che Metal ha difficoltà a cogliere tutti i movimenti.

Mr. sopracciglia sferra un destro mirando alla mascella della donna, che prontamente schiva il colpo e afferra il braccio dell’avversario. In questo modo facendo leva sulle gambe riesce a proiettarlo, lanciandolo in aria. Ora la Salvatrice compone dei sigilli e poggiando le mani al suolo dice:

“Arte della terra: Stretta terrestre!” Subito dopo cinque braccia di roccia spuntano dal terreno intorno a Jeliel e puntano verso Lee. L’uomo però non è impreparato, non appena riesce e recuperare l’equilibrio, mentre è ancora in aria, sferra cinque colpi formidabili che frantumano l’arte della terra.

Adesso è il turno di Rock Lee, sfruttando la gravità l’uomo si getta con un avvitamento addosso all’avversario, Pasirin non riesce a scansare il colpo, così i due contendenti finiscono in una nuvola di polvere che non fa vedere agli spettatori cosa sia successo. Il primo ad uscirne è Mr. sopracciglia che però rimane concentrato, poco dopo due shuriken spuntano dalla nube ma Lee li evita facilmente, invece ci vuole molto più impegno per parare il gancio di Jeliel che gli è apparsa alle spalle.

“Questo non è uno scontro, è arte pura!!!!” Esclama Gai mentre due fiumi di lacrime gli scorrono sulla guance.

“Siete fantastici!!!! Mi fate venir voglia di scrivere un libro per documentare questo combattimento.”

“Grazie maestro Gai!” Lee abbraccia il suo mentore mentre anche sul suo viso sono comparsi gli stessi lacrimoni. Dopo qualche secondo anche Metal Lee si aggiunge al duo, abbracciando sia il padre che Maito. La scena diverte molto la coppia della Sera ma dimostra anche quanto siano legate quelle persone.

Terminato il momento di commozione Rock Lee ringrazia Jeliel per l’esperienza era da tempo che non si entusiasmava tanto per un combattimento.

“Ragazzi già che ci siamo potremmo andare a cenare da Ichiraku vista l’ora, che ne dite!” Propone Baron.

“Mi sembra un’ottima idea, coraggio allievi si va a mangiare!” Risponde prontamente il maestro Gai, così i cinque si avviano verso il ristorante.

Ci vuole quasi una mezz’ora perché il gruppo raggiunga la sua destinazione, una volta arrivato Lee riconosce una donna seduta insieme a una ragazzina dai capelli scuri.

“Sakura! Che bello incontrarti.”

“Lee, che sorpresa! Ragazzi siete tornati che piacere!” La donna saluta la coppia della Sera. Timidamente anche la ragazzina saluta i nuovi arrivati.

“Salve……”

“Questa è mia figlia Sarada.”

“Ci siamo già incontrati dall’Hokage, ma non abbiamo avuto modo di salutarci come si deve, piacere io sono Shaliat e lei è Jeliel.” Appena la Salvatrice afferra la mano di Sarada per salutarla avverte il chakra che le scorre nella vene e capisce subito chi sia suo padre.

I cinque adulti insieme ai due ragazzini, si raccontano cosa sia accaduto da quando hanno smesso di frequentarsi, gli argomenti sono molti e in men che non si dica si è fatto tardi i primi a lasciare il gruppo sono Rock Lee e il giovane Metal poi Sakura e Sarada.

“Ragazzi è stato un vero piacere rivedervi, ma credo sia ora di andare anche per me.” Dice Gai.

“Aspetta, ti accompagniamo.” Propone Jeliel e il maestro non disdegna l’offerta, così il trio ne approfitta per conversare ancora per qualche minuto.

Una volta salutato anche il maestro sopracciglione, la coppia sia avvia verso la propria stanza dove avrebbe riposato fino all’indomani.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** IL TERZO ELEMENTO ***


Quando Jeliel apre gli occhi è già mattina inoltrata e Baron ha già preparato la colazione per entrambi. I due mangiano con calma, hanno appuntamento con l’Hokage nel pomeriggio e più si avvicina il momento, più la coppia è curiosa di sapere chi sarà il terzo elemento della squadra.

La mattina passa in fretta, Shaliat e Jeliel, facendo in giro per le vie del villaggio incontrano un sacco di vecchi amici, tra cui Kiba e Shino, Shikamru, Ino e Choji. Poi arriva il momento di recarsi da Naruto, alle 15.00 in punto Baron e Pasirin si presentano nel suo ufficio e non trovano solo l’Uzumaki ad aspettarli.

“Kumo! Quanto tempo!” Shaliat saluta il vecchio compagno di prigione con un caldo abbraccio che viene ricambiato.

“Voi due non riuscite proprio a stare lontano dai guai!” Scherza il nuovo arrivato, mentre saluta anche Jeliel.

“Chi ti ha accompagnato fin qua?” Chiede la donna, riferendosi al fatto che l’uomo non può spostarsi, dato che da solo è completamente cieco. In quel momento Torshi inizia ad armeggiare col nodo della fascia che porta sugli occhi, una volta sfilata l’uomo apre le palpebre, i due della Sera rimangono a bocca aperta. L’Uchiha senz’occhi ora possiede il Ryugan, la stessa arma che Amoner sfoderò contro Jeliel e Shaliat nel loro ultimo scontro.

“Kumo, ma come?” Baron riesce ad articolare una domanda nonostante lo stupore.

“Ve lo spiegherò io….” Si propone Naruto.

“... diversi mesi fa Kumo è venuto da me per una richiesta molto particolare, era stufo di dipendere da sua moglie Tsuya per occuparsi della casa e dei loro figli. E poi era sempre più preoccupato di non riuscire a proteggere la sua famiglia nel caso di un’altro conflitto, quindi voleva una soluzione per risolvere la sua situazione e io gli ho proposto di recarsi da Orochimaru.” La notizia lascia increduli i due.

“E lui come ha fatto a procurarsi quegli occhi?” Chiede l’uomo.

“Uno dei suoi scagnozzi deve essere giunto nel luogo dello scontro con Amoner.” Conclude la spiegazione Kumo.

“Dunque adesso sei in grado di utilizzarli?” Domanda la Salvatrice.

“È stata dura all’inizio Jeliel, ma adesso so gestirli.”

“Bene ragazzi, adesso parliamo del motivo per cui vi ho fatto convocare.” La nuova squadra si dispone di fronte alla scrivania.

“La vostra sarà una missione di spionaggio, in base alle informazioni di una squadra di anbu che è tornata ieri, molti individui, seguiti da quegli esseri che somigliano al dieci code, si sono radunati in un villaggio abbandonato nel Paese del Vento. Voi dovrete capire che intenzioni abbiano e quali siano i loro piani.”

“Mi scusi Settimo, ma noi non siamo esattamente una squadra di ricognizione, non abbiamo particolari abilità che ci permettano d’infiltrarci e raccogliere informazioni.” Fa notare Kumo.

“Hai ragione, ma non posso mandare altri ninja, se non voi. È vero non siete in possesso di doti come l’olfatto di Kiba o del Byakugan di Hinata. Ma Shaliat è Jeliel hanno già avuto a che fare con quei soggetti e questo non lo possono dire in molti. In più in questo momento mi serve che ci siano più ninja possibili al villaggio dato che non sappiamo quali siano i loro piani.”

“D’accordo, quando si comincia?” Domanda Shaliat.

“Quando siete pronti potete partire.”

Il gruppo non se lo fa ripetere due volte e una volta salutato il Settimo va a raccogliere il necessario per la missione, l’appuntamento è davanti alle porte del villaggio tra una mezz'ora.

Adesso il gruppo è pronto e parte per il Paese del Vento alle coordinate che l’Hokage gli ha comunicato.

Ci sono 4 giorni di viaggio tra Konoha e il villaggio abbandonato, durante il tragitto tutto procede tranquillo, persino nei pressi del villaggio i tre guerrieri non incontrano alcun ostacolo, e la cosa pare strana a tutti. Mentre osservano la loro destinazione Jeliel si propone di andare in avanscoperta ma viene fermata da Shaliat.

“Aspetta manderò una copia camuffata, così se è una trappola non ci saranno problemi.” L’idea piace a tutta la squadra, così Shaliat compone i sigilli:

“Tecnica superiore della moltiplicazione del corpo.” E il clone viene creato, la copia dell’uomo si addentra nel villaggio, l’unica cosa che trova sono edifici diroccati e strade trasandate. Poi verso il centro di un gruppo di abitazioni, trova i resti di un accampamento, a quel punto il clone scopare e le informazioni arrivano rapide al cervello di Shaliat.

“Non sono più qui. Devono aver ripreso a viaggiare.” Racconta l’Oscuro al suo gruppo.

“Cosa facciamo? Non siamo in grado d’inseguirli, non sappiamo nemmeno che direzione abbiano preso.” Fa notare Kumo.

“Però nel villaggio forse c’è qualcosa che ci può aiutare.” Propone Jeliel. La squadra segue l’idea della donna e comincia a cercare qualunque cosa possa aiutare nella ricerca. Cominciano subito ad ispezionare i resti dell’accampamento, ma i loro bersagli sono stati abili a cancellare ogni possibile traccia.

“Proviamo nella abitazioni, forse hanno lasciato qualcosa.” Suggerisce Shaliat, ma dopo più di mezz’ora di ricerche nessuno è riuscito a trovare nulla. Poi a Kumo viene un’idea:

“Un attimo, noi stiamo cercando individui che sono accompagnati da esseri che hanno lo stesso chakra del dieci code giusto?” Jeliel e Shaliat annuiscono.

“Allora ho la soluzione.” Si morde il pollice e pronuncia:

“Tecnica del richiamo.” Una folta nube si crea e al suo interno compare un maestoso barbagianni.

“Ciao, Dayu!”

“Kumo, che piacere!” Il volatile è di dimensioni comuni, con un colorito dorato a tratti più chiaro soprattutto sul muso.

“Ascolta amico mio, ti devo chiedere se puoi usare i tuoi poteri sensoriali per trovare un chakra particolare.”

“Non ci sono problemi.” Dayu inizia a guardarsi intorno e intanto Kumo spiega che le abilità del pennuto consistono nella capacità di vedere le tracce di chakra nell’aria, come se fosse in grado di fiutarlo.

“Ho trovato un tipo di chakra mai visto prima e ce ne sono diversi ma tutti identici tra loro.” Spiega Dayu.

“Sai dirci da che parte sono andati?” Chiede l’evocatore.

“Si dirigono tutti verso est. Non sono partiti da molto, al massimo venti ore.”

“Facci strada.” Così il trio insieme al barbagianni, parte all’inseguimento, la distanza è grande visto che hanno una ventina di ore di distacco ma nessuno si lamenta e tutti tengono il passo.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** L'INSEGUIMENTO ***


Tra un salto e l’altro Jeleil e Shaliat chiedono al compagno quando abbia stretto il patto coi gufi, lui spiega che subito dopo essersi sottoposto all’operazione di Orochimaru, ha cercato di migliorare ulteriormente le sue capacità, così facendo ha deciso di intraprendere un allenamento che gli avrebbe permesso di utilizzare la tecnica del richiamo, Dayu è stata la sua prima evocazione.

Il gruppo si ferma solo qualche ora dopo il tramonto, sperando di aver recuperato un po' di terreno.

“Accampiamoci qui, ci riposeremo per tre ore poi riprenderemo la missione.” Tutti sono d’accordo con l’idea di Shaliat e dopo aver consumato una rapida cena, Jeliel, Kumo e Dayu si addormentano, sarà Baron a montare per primo la guardia. Il turno finisce senza allarmi quindi l’uomo ne approfitta per farsi dare il cambio da Pasirin, ma in quel momento tre spiedi raggiungono il collo dell’uomo che si accascia, altri ancora colpiscono i restanti membri del gruppo.

Una volta sicuro della riuscita del suo piano, il nemico esce allo scoperto, vuole infliggere il colpo di grazia agli inseguitori, sta per tagliare la gola alla Salvatrice quando tutte le sue vittime svaniscono nel nulla, a quel punto l’assassino capisce di essere finito in un’illusione, fa per girarsi e scappare ma una lama sulla gola gli impedisce la fuga.

“Dove pensi di andare?” Chiede sfrontata la donna che stava per essere sgozzata.

Un secondo dopo, un rumore attira l’attenzione di Shaliat.

(Qualcuno sta cercando di scappare!) Con uno scatto più che rapido il guerriero si piazza davanti al fuggitivo che altri non è che uno degli esseri bianchi. Shaliat lo afferra, la creatura cerca da subito di divincolarsi poi sparisce inghiottita da un vortice creato dell’unico occhio scarlatto che possiede.

“Maledizione!” L’uomo torna dal gruppo riferendo di aver fallito, alla notizia l’intruso sorride.

“Adesso i miei compagni sapranno di voi e prenderanno le giuste precauzioni.” Subito dopo il suo corpo prende fuoco, lasciandosi alle spalle solo cenere.

“Dayu, riesci a vedere quanto siamo distanti dal bersaglio?” Chiede Kumo. L’uccello si alza in volo e aguzzando la vista riesce e scorgere delle sorgenti di chakra mentre attraversano un bosco.

“Sono a circa una decina di miglia e stanno aumentando la distanza.”

“Ormai ci hanno scoperti, cosa facciamo?” Domanda Kumo.

“Vedo anche che stanno per congiungersi a un gruppo più numeroso.” Continua il pennuto, da questa notizia la squadra capisce che solo il gruppo meno numeroso è a conoscenza degli inseguitori, se intercettato non darà l’allarme.

“Shaliat!” Pronuncia la Salvatrice.

“Ci penso io.” In meno di secondo l’immagine dell’uomo scompare.

“Sei sicura che possa raggiungerli? E’ una distanza notevole.” Fa notare Kumo.

“Non preoccuparti, dopo l’addestramento con il vecchio Onoki, la sua velocità è migliorata parecchio.”

“Vuoi dire il terzo Tsuchikage?”

“Esatto dopo che la nipote prese il titolo, Shaliat decise che per diventare più rapido avrebbe dovuto imparare la tecnica dell’alleggerimento, e per fortuna Onoki acconsentì.”

Intanto il gruppo di nemici sta continuando la sua corsa, saltando da un ramo all’altro, ma di colpo una folata di vento tagliente lo investe, l’attacco fa cadere tutti gli individui al suolo, compresi gli esseri bianchi, poi l’immagine dello spadaccino compare su un ramo che sta sopra i malcapitati.

“Di nuovo lui!” Dice uno dei bianchi, prima di esalare l’ultimo respiro.

(Doveva essere quello che ha dato l’allarme.) Intuisce l’Oscuro, poi tre donne e due uomini si rialzano rapidi e si gettano sull’avversario, Shaliat non può contrastarli tutti insieme quindi risponde attaccando una delle donne. L’attacco va a segno e l’avversaria urla per il dolore, ora Shaliat è a terra, insieme al corpo inerme della donna e sta aspettando la risposta dei suoi nemici che non tarda ad arrivare. Il più grosso tra i due uomini si lancia a peso morto su di lui mentre i restanti tre avversari preparano un’arte magica, l’avversario in picchiata sferra un pugno portentoso che colpisce il suolo, Shaliat ha scansato il colpo per impedire ai tre personaggi più distanti di terminare i preparativi ma il primo nemico lo afferra per la maglia.

“Sono io il tuo avversario!” Dice con aria di sfida.

“Non dire idiozie.” Lo spadaccino afferra il braccio che lo trattiene e con una torsione fa uscire la spalla dell’uomo dalla sua sede, ora che si è liberato può tornare ai suoi bersagli che però sono già pronti.

“Arte del fulmine: Oscurità artificiosa!” Urlano i tre, e un fascio di saette parte dalle loro mani per colpire Shaliat. I fulmini esplodono in un boato assordante e gli autori se ne compiacciono perché sono riusciti nell’intendo, poi una scarica rossa li attraversa tutti e tre paralizzandoli, questo li fa cadere al suolo. Ora che la situazione è più tranquilla, Shaliat può interrogare l’uomo con la spalla slogata.

“Chi siete e cosa state architettando?”

“Non ti dirò nulla dannato bastardo.” All’insulto lo spadaccino risponde con un pugno in faccia che fa svenire l’interrogato, non avrebbe senso torturali in quel posto i bagliori dello scontro possono essere stati visti del gruppo più numeroso poco distante, quindi la priorità è nascondere i corpi. Nel frattempo Jeliel e Kumo insieme a Dayu arrivano sul luogo dello scontro. I nuovi arrivati notano che tutti gli esseri bianchi sono stati uccisi, mentre il resto dei nemici è solo incosciente.

“Tutto bene?” Chiede la donna.

“Si, non preoccuparti. Adesso nascondiamo questi brutti ceffi, prima che arrivi qualcuno. Così in pochi minuti tutti i corpi vengono ammassati sotto dei cespugli.

“Ora che facciamo? Non possiamo intrufolarci nel gruppo più avanti, se questi si svegliano e avvisano i compagni siamo fregati.”

“Kumo ha ragione, però non possiamo nemmeno andarcene, altrimenti tutti gli sforzi fatti fin’ora saranno inutile.” Protesta la Salvatrice.

“Tecnica del richiamo.” Shaliat fa comparire un’evocazione, si tratta di un drago minuscolo, poco più grande del palmo di una mano. L’evocatore spiega la situazione al rettile, chiedendogli di trasportare i prigionieri fino a Konoha. Il drago spalanca la bocca sfoderando una lingua molto più lunga di quello che ci si aspetterebbe, con la quale avvolge i personaggi incoscienti per ingoiarli, poi si gira e parte in direzione della Foglia.

“E quelli sono sistemati.”

“Bene adesso dobbiamo capire come infiltrarci. Dayu ci hanno visti?” Chiede Kumo.

“Non sono in allarme, pare che siamo stati fortunati.” Risponde l’uccello mentre scruta il gruppo di avversari poco distante.

“Perfetto. Grazie Dayu puoi andare.”

“Alla prossima Kumo.” Così il gufo si congeda.

Ora la squadra deve dividersi per ispezionare l’accampamento nemico e scovare eventuali falle, dopo un’ora il gruppo si riunisce. Tutti e tre concordano su una cosa, di camuffarsi non se ne parla, a ogni ingresso ci sono guardie accompagnate dagli esseri bianchi che ispezionano ogni nuovo arrivato.

“Dovremmo intrufolarci di notte, ho notato una capanna al centro dell’accampamento dove c’è un grande via vai di persone, forse all’interno ci sono informazioni preziose.” Consiglia Jeliel.

“Mentre tu ti occupi della capanna, noi possiamo cercare altrove.” Suggerisce Kumo. I tre valutano attentamente la situazione e le eventuali conseguenze, poi non rimane che aspettare la notte.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** NUOVI AVVERSARI ***


È arrivato il momento di agire, la prima ad intrufolarsi sarà Jeliel, il trio ha pensato che un’incursione separata avrebbe dato meno nell’occhio. Il secondo, a distanza di tre quarti d’ora, è Kumo poi Shaliat, tutti si sono addentrati da tre zone diverse, per aumentare il raggio di ricerca.

Dopo varie peripezie per non farsi scoprire, Jeliel riesce a raggiungere il suo obiettivo, nella capanna ci sono tre uomini, sembrano intenti a parlare, la donna cerca di ascoltarli:

“Quanti uomini sono arrivati oggi?” Chiede uno dei tre.

“Quarantacinque persone tra donne e uomini.”

“Bene, non è la quantità che avevamo previsto ma può andare.”

(Quantità? Ma di cosa stanno parlando? Finché staranno lì dentro non posso entrare e non posso neanche rischiare di fare rumore in uno scontro con loro.) Poi uno degli uomini lascia la capanna, ecco l’occasione che stava aspettando, con un passo fulmineo la donna arriva alle spalle dell’uomo e lo tramortisce, poi ne studia i lineamenti e gli abiti e con un ninjustu ne assume le sembianze.

(Speriamo di aver nascosto bene il corpo, ora entriamo.) Una volta all’interno l’infiltrata si ritrova in uno spazio piuttosto spartano, al centro della capanna è situata una scrivania con vari documenti sopra, mentre sul perimetro si trovano diversi strumenti per le comunicazioni a distanza. I due uomini rimasti, stanno armeggiando con uno di questi.

“Già di ritorno? Hai fatto una pausa breve!” Dice uno dei due alla donna camuffata.

“Devo controllare un’ultima cosa, prima di andare in pausa.” Approfittando del fatto che la coppia torna a lavorare sul macchinario, Jeliel da un’occhiata ai documenti sulla tavola al centro della costruzione. Per la maggior parte sono mappe ed elenchi di nomi, poi un foglio attrae l’attenzione della donna, si tratta della foto di una bambina, a occhio e croce una decina d’anni, l’immagina è pinzata a un documento con sopra numerosi dati e un nome: Ikazuchi. Jeliel vorrebbe afferrare il foglio ma ha paura che desterebbe troppi sospetti, quindi si limita a leggerlo più in fretta che può.

“Soldato, qual’è il tuo codice?” Chiede uno degli uomini nella capanna, questa domanda mette la donna alle corde.

(E’ ovvio che ha dei sospetti e qualunque risposta sarà potenzialmente sbagliata, la mia copertura è saltata!) Dopo questo ragionamento la donna afferra il documento che le interessa ed esce correndo, un secondo dopo i due uomini che erano con lei danno l’allarme.

Jeliel cerca un modo per far perdere le sue tracce, in quel momento una raffica di shuriken volano verso l’intrusa ma vengono prontamente deviati da Shaliat che impugna Zanroku.

“Jeliel va a sinistra verso il limitare dell’accampamento, Kumo ci aspetta là.” La Salvatrice segue il consiglio e cambia direzione. La coppia tra varie peripezie riesce a raggiungere il terzo compagno, poi Kumo crea un’illusione, i nemici sembrano spaventati e molti battono in ritirata, altri continuano ad avanzare.

“Arte del fuoco: Fiamma sterminatrice!” L’Oscuro evoca un muro fiammante che investe gli ultimi inseguitori, questo permette alla squadra di fuggire. O almeno questo pensa il trio, un fendente viola taglia a metà le fiamme, spegnendole, e prosegue per colpire i fuggitivi, Shaliat sguaina la katana e con un certo sforzo lo devia verso il cielo, poi Kumo, che è in testa al gruppo, arresta la corsa.

“C’è qualcuno più avanti.” Fa sapere l’uomo ai compagni.

“Anche alle nostre spalle.” Aggiunge Shaliat, intanto lo squadrone di inseguitori li circonda, la squadra si trova in trappola.

Nessuno degli uomini che li ha accerchiati si avvicina, gli unici che lo fanno sono la figura che gli ha tagliato la strada e quella che ha spento le fiamme. Entrambe scattano, quella più vicina a Kumo è troppo veloce e l’uomo non riesce nemmeno a mettersi in guardia, è Jeliel a salvare il compagno fronteggiando il kunai del nemico con una spada datale dalla Piuma di Fenice. L’altra figura invece ha ingaggiato battaglia con Shaliat, lui sta usando due kunai mentre l’avversario usa una spada, si tratta di un uomo alto quanto l’Oscuro, dai capelli biondo cenere, sulla guancia destra ha una cicatrice, la sua arma è uno spadone piuttosto grande per la sua taglia ma che riesce a maneggiare con agilità, sull’elsa dello stesso sembra esserci una specie di occhio chiuso. Shaliat continua a osservare il guerriero e gli sembra familiare. Adesso, la Salvatrice e l’Oscuro si riuniscono a Kumo, e insieme assumono una posizione difensiva.

“Chi siete?” Domanda l’avversario di Jeliel, è un uomo anche lui, piuttosto alto, il volto è coperto da una maschera che gli lascia scoperta solo la bocca. Alla non-risposta del gruppo di intrusi, il mascherato fa un gesto con la mano e lo squadrone attacca. Il trio non si fa cogliere alla sprovvista e parte anch’esso all’attacco, Kumo evoca un lancia tramite pergamena, Jeliel usa una coppia di spade e Shaliat sfodera Zanroku. Nessuno dei tre assesta colpi letali ma fanno in modo che gli avversari non possano più rialzarsi. Mentre succede tutto questo, il biondo osserva la katana di Shaliat e dopo qualche minuto la riconosce, subito dopo il guerriero parte all’assalto, Shaliat para il colpo con un kunai.

“Tu devi essere Shaliat Baron detto l’Oscuro.”

“E tu sei Basho Doi il ladro di spade.” Poi Shaliat si allontana dal nemico.

“Ascoltatemi, nessuno di voi deve interferire col nostro combattimento.” Dopo questa frase i soldati che stavano per attaccare l’uomo cambiano bersaglio e si concentrano sui due avversari restanti.

“Perché vuoi batterti con me?”

“Voglio uno scontro ufficiale tra maestri di spada. Shaliat accetta la mia sfida!”

“Mi rifiuto.” Basho rimane stranito della risposta.

“Hai paura?”

“So bene quali sono le tue intenzioni e non accetterò la sfida.” Detto questo Shaliat abbandona l’avversario per andare in soccorso dei suoi compagni, che nel frattempo hanno già sistemato la maggior parte degli aggressori.

Nel momento in cui il trio si riunisce una ombra si alza su di loro, l’uomo mascherato ha evocato un arto di terra e sta per colpirli ma Jeliel prontamente risponde sferrando un pugno all’arte magica che esplode in un boato assordante. Kumo decide di passare al contrattacco e con la sua lancia sferra un affondo al mascherato, che schiva il colpo scansando lateralmente.

“Shaliat, adesso!” Kumo da il segnale e lo spadaccino scatta rapido, pronto a colpire l’avversario con Zanroku, purtroppo Basho torna alla carica e come Shaliat se ne accorge rinuncia a usare la katana e para il colpo, di nuovo con un kunai, vedendo la scena Kumo e Jeliel si chiedono il motivo di questa decisione. Il kunai di Shaliat però non riesce a reggere il confronto con la spada di Basho e si frantuma, è solo grazie alla sua velocità che l’Oscuro riesce a evitare le lama nemica. Adesso però c’è un altro pericolo, l’uomo mascherato vuole approfittare della difficoltà di Shaliat per colpirlo alle spalle ma Kumo interviene bloccandolo con la lancia, ora i due compagni si danno le spalle mentre Jeliel è riuscita a sbarazzarsi degli ultimi avversari solo grazie alle sue doti marziali, ora sono tre contro due a favore della squadra di Konoha.

I due avversari rimanenti sono sbalorditi dalla facilità con cui gli intrusi si sono liberati dei loro compagni, ma questo non cambia il fatto che devono recuperare il documento rubato dalla donna. Il mascherato lancia tre shuriken su Jeliel che li evita facilmente, poi l’uomo scatta il suo obiettivo è solo lei gli altri due non gli interessano, Kumo e Shaliat cercano di aiutarla ma Basho gli taglia la strada.

“Voi non interferirete.”

“Shaliat che aspetti? Usa Zanroku e sbarazziamoci di questo tipo.”

“Se la usassi contro di lui, credo che peggiorerei solo le cose.”

Intanto il combattimento di Jeliel è cominciato, l’uomo combatte basandosi molto sulle arti marziali, ma lo stile che sta usando è ben noto alla donna.

(Ma questo è il Juken!) Jeliel intuisce che l’avversario probabilmente è in possesso del Byakugan e questo potrebbe spiegare come fa a combattere con una maschera che gli copre gli occhi. Dopo l’ultimo tentativo dell’avversario di colpirla col pugno gentile, la donna mette distanza tra loro, non ha mai combattuto contro qualcuno che possedesse l’abilità oculare degli Hyuga e sa che un solo passo falso può portare alla sconfitta. L’uomo parte di nuovo all’attacco e Jeliel assume una posizione difensiva, usando uno spostamento rapido l’aggressore si porta sul fianco del bersaglio, per colpire un punto scoperto ma subito dopo il contatto tra i due, un’esplosione scaraventa il mascherato a dieci metri di distanza.

(Cos’è successo, non solo il mio attacco è stato respinto ma il mio braccio è anche paralizzato!)

Dopo la quarta grande guerra ninja, la Salvatrice ha continuato ad addestrarsi ed è riuscita ad applicare la sua tecnica offensiva a tutto il suo corpo, in questo modo riesce a creare una specie di scudo aderente che respinge ogni attacco fisico.

L’uomo con la maschera si rialza, sembra del tutto intenzionato a recuperare ciò che gli è stato rubato, Jeliel d’altro canto non vuole tornare alla Foglia a mani vuote. Lo scontro riprende adesso che l’avversario conosce le abilità della donna sta molto attento e per il momento decide di restare sulle difensiva, la Salvatrice invece vuole chiudere la faccenda e sferra una serie di colpi di cui solo l’ultimo va a segno, creando un’altra esplosione che sbalza indietro il nemico.

(Adesso!) Questo è il momento che aspettava, l’uomo è completamente scoperto e non può reagire, la Salvatrice scatta per colpire un’ultima volta ma una brutta sorpresa l’aspetta.

“Rotazione perfetta!” Il corpo dell’uomo inizia vorticare su se stesso creando una sfera protettiva, Jeliel è al di fuori del suo raggio d’azione quindi si sente al sicuro, poi una raffica di spiedi di chakra partono dalla sfera e trafiggono il corpo della donna che sente la sua energia come risucchiata, in meno di un paio di secondi Jeliel è al suolo svenuta.

“Maledetto!!!” Shaliat mentre combatte contro Basho assiste alla scena e in quel momento abbandona lo scontro per soccorrere la sua donna. Kumo ferma l’inseguimento di Basho verso lo spadaccino.

“Arte del fulmine scarlatto: Luce cremisi!” Un fulmine parte dal cielo per cadere sull’avversario dell’amata, che si difende con la stessa tecnica usata contro la Salvatrice.

“Kumo, andiamo!” Urla Shaliat mentre raccoglie il corpo di Jeliel, il compagno non se lo fa ripetere e mentre segue Shaliat, lancia alle loro spalle un fumogeno velenoso, per assicurarsi la fuga.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** SPIEGAZIONI ***


Dopo un’ora di corsa estenuante, la squadra è sicura di non essere seguita, dunque si ferma su un ramo abbastanza spesso per recuperare le forze.

“Dannazione Shaliat, se avessi deciso di affrontare quell’uomo con Zanroku, Jeliel non sarebbe in questo stato!”

“Forse hai ragione, ma può anche darsi che avrei fatto il suo gioco.”

“Che vuoi dire?”

“Non è il momento per le spiegazioni, voglio capire cos’è successo a Jeliel!”

“Fammi dare un’occhiata.” Così Kumo attiva il Ryugan.

“Non sembra nulla di grave ma le sue vene di chakra sono vuote, devo ripristinare il flusso.” Shaliat rimane sbalordito dalle capacità di quegli occhi. Qualche secondo dopo la donna si desta, sembra un po’ intontita.

“Come ti sente?” Chiede il guaritore.

“Ora sto bene, ma che è successo?” Shaliat fa un riepilogo veloce degli ultimi avvenimenti.

“Dev’essere un’abilità particolare, non sapevo che gli Hyuga potessero usare la Rotazione Suprema in quel modo.” Spiega Jeliel.

“Come fai a sapere che era uno Hyuga?”

“Perché, mentre combattevamo, ha usato il Juken.”

Ora che Jeliel è sveglia Kumo vuole quelle risposte che lo spadaccino non gli ha ancora dato.

“Allora Shaliat, spiegami cosa intendevi poco fa.” Jeliel non capisce l’affermazione del compagno e guarda Shaliat con faccia interrogativa.

“Quell’uomo con la spada che io e Kumo abbiamo affrontato si chiama Basho Doi è anche chiamato il Ladro di spade.”

“Me lo ricordo, hai deciso di affrontarlo senza usare Zanroku.”

“Esatto, ho sentito di lui dopo che finì la quarta Grande Guerra Ninja, in quel periodo un giornalista appassionato delle arti della spade, stilò una classifica dei dieci spadaccini più forti di tutti i tempi, secondo il suo parere.”

“Basho era tra questi?” Chiede Kumo.

“No, infatti dopo che la classifica venne pubblicata, ci furono una marea di attacchi ai danni di esperti spadaccini, e tutti compiuti da un uomo con una grossa spada. Ben presto il suo nome si diffuse, ma la cosa più curiosa è che a ogni scontro sembrava che l’uomo diventasse più forte, si scoprì che la sua arma era in grado di assorbire le abilità delle spade con le quali entrava in contatto. Il suo obiettivo è assorbire le capacità delle spade più forti per diventare lo spadaccino più potente. Ecco perché non ho usato Zanroku.”

“Ho capito. Ti chiedo scusa se ti ho aggredito prima.”

“Non preoccuparti Kumo.”

“Ora dobbiamo portare questo documento a Konoha.” Dice la donna.

“Cos’hai trovato Jeliel?” Dopo la domanda di Shaliat, la Salvatrice mostra ai compagni il foglio al quale è pinzata la foto della bambina. Osservandolo i due uomini cercano di capire cosa possa significare, ma non trovano risposte valide.

“Proviamo a contattare l’Hokage col comunicatore, forse lui sa chi sia.” Suggerisce Kumo. Shaliat prende dal borsello un’auricolare che mette all’orecchio, dopo qualche secondo, dall’altra parte Naruto risponde.

“Ragazzi ero in pensiero!”

“Naruto, abbiamo recuperato un documento dall’accampamento nemico e pinzato sul foglio c’è la foto di una bambina il cui nome stando a quanto scritto è Ikazuchi, ti dice niente?”

“Aspetta che provo a fare una ricerca nel computer.” L’Hokage inserisce il nome nel programma di ricerca.

“E’ una bambina di 8 anni che vive nel villaggio della Cascata con la sua famiglia.”

“Da dove siamo noi ci vogliono circa due giorni per raggiungere il villaggio, se ci affrettiamo possiamo raggiungere il loro obbiettivo prima di loro.” Suggerisce Shaliat.

“Sempre che non l’abbiano già raggiunto.” Controbatte Naruto.

“Io propongo di provare, mal che vada abbiamo fatto un viaggio a vuoto ma se così non fosse potremmo capire quali siano i loro piani.” Fa notare Jeliel, Shaliat riferisce all’Hokage.

“D’accordo, fate in fretta e che vada a buon fine o meno dopo fate ritorno al villaggio.”

“Ricevuto.” E con questo si chiude la comunicazione.

La squadra parte immediatamente per il villaggio della Cascata, lungo il tragitto non accade nulla di particolare.

Trascorsi i due giorni necessari, Kumo, Jeliel e Shaliat giungono a destinazione. Iniziano a mostrare la foto della bambina ai passanti sperando che qualcuno la riconosca.

“Io la conosco.” Risponde una signora anziana.

“Davvero? E dove abita?” Chiede Jeliel.

“Purtroppo questa bambina insieme alla sua famiglia è stata vittima di un tragico incidente.”

“Cos’è successo?”

“Circa due settimane fa, la loro casa a preso fuoco, nessuno sa perché sia successo ma i cadaveri erano tutti carbonizzati, tra questi c’era anche il corpo della bambina.”

“Grazie dell'informazione.” Così Jeliel saluta la signora.

“Un bersaglio da uccidere?” Ipotizza Shaliat.

“Mi sembra difficile da credere, in quel caso perché tenere i documenti?” Domanda Kumo.

“E se il corpo della bambina fosse falso?” Suggerisce Jeliel.

“Nel senso che non sia di Ikazuchi?

“Esatto Shaliat.”

“In ogni caso adesso dobbiamo tornare alla Foglia, partiamo subito.”

“Ok Kumo.” Così il trio parte per un altro viaggio.

Konoha viene raggiunta in un giorno e mezzo, appena arrivato il trio fa subito rapporto all’Hokage, facendogli sapere ogni avvenimento.

“Dunque questa ragazzina è l’unico indizio che abbiamo su di loro?”

“No Settimo, leggendo con più attenzione il documento rubato, abbiamo scoperto che gli esseri bianchi che assomigliano al dieci code, vengono chiamati ‘Semi’. E sembra ne stiano raccogliendo in grande quantità.” Spiega Kumo.

In quel momento Hinata fa il suo ingresso nell’ufficio dell’Hokage, è stata convocata perché Jeliel ha un quesito per lei.

“Grazie di essere qui Hinata, volevo solo chiederti se per caso nel tuo clan ci sia stato qualcuno che abbia mai abbandonato la Foglia.” La Hyuga chi pensa su, in un primo momento non le viene in mente nulla poi:

“Aspetta c’è stato un allievo di mio padre che era particolarmente dotato, faceva parte della casata cadetta, era considerato uno Hyuga molto dotato ma se ne andò dopo che il padre di Neji si sacrificò per salvare il mio. Il suo nome era Ryochi Hyuga.”

“Grazie cara, faremo subito una ricerca per capire il più possibile su questo individuo.” Interviene il Settimo.

“Naruto, ricordati che stasera tuo figlio ti aspetta, gliel'hai promesso.”

“Non preoccuparti ci sarò.” Risponde l’Huzumaki con un sorriso, subito dopo la moglie esce. Il gruppo passa un paio d’ore a cercare di scoprire qualcosa su questo Ryochi, ma le uniche informazioni sono quelle che sono già state fornite da Hinata, sembra che dopo essersene andato dal clan abbia fatto perdere le sue tracce.

“Maledizione! mi dispiace ragazzi ma per quanto cerco non riesco a trovare nulla, ne su questo Ryochi o sui Semi o su questa Ikazuchi.”

“Non preoccuparti Naruto, almeno adesso sappiamo contro chi combattiamo.” Lo consola il possessore del Ryugan.

“A Kumo piace vedere il bicchiere mezzo pieno.” Dice Jeliel sorridendo.

“Beh ormai è tardi, è inutile continuare e poi Boruto sarà a casa ad aspettarti.”

“Grazie Shaliat, domani vi prometto che avremo più tempo e troveremo le informazioni che cerchiamo.”

“Non preoccuparti, intanto va dalla tua famiglia.” Dopo questa frase dello spadaccino, il gruppo esce dall’ufficio dell’Hokage e una volta fuori dalla magione, Naruto saluta i suoi amici per dirigersi a casa sua.

Il trio rimasto sta valutando due opzioni, tornare in albergo per cenare e coricarsi o mangiare fuori, è l’alternativa che non prevede di cucinare a vincere. Mentre camminano in cerca di un posto per cenare, Kumo nota un ristorante che attrae anche Jeliel e Shaliat. Il gruppo entra e ordina da mangiare, un attimo dopo nel locale entra un uomo paffutello con le guance disegnate, seguito da un altro uomo e una donna.

“Choji, Ino, Shikamaru!” Li saluta la Salvatrice, lo stesso fanno Shaliat e Kumo.

“Ragazzi che piacere vedervi!” Ricambia Ino.

“Sedetevi con noi!” Propone Shaliat, i nuovi arrivati non si fanno pregare.

“Allora, cosa combinate?” Chiede Choji.

“Al momento stiamo indagando per conto di Naruto sui cosiddetti ‘Semi’.” Spiega Jeliel, le facce stranite dei compagni fanno cominciare un breve riepilogo dell’ultima avventura. La serata prosegue tranquilla tra battute e racconti, alla fine le due squadre, soddisfatte della cena,  si separano per andare a riposare.

L’indomani Kumo, Shaliat e Jeliel si alzano presto per andare dell’Hokage speranzosi di riuscire ad ottenere qualche informazioni in più.

“Salve ragazzi.” Li saluta Naruto che sembra essere di ottimo umore.

“Giorno Settimo, vi vedo raggiante!” Commenta la Salvatrice.

“Esatto Jeliel, dovete sapere che ho grosse novità per voi.” Il trio è tutt'orecchi.

“Ebbene questa notte la nostra squadra interrogatori è riuscita a ottenere delle informazioni importanti dagli uomini che avete catturato.”

“Di cosa si tratta?” Domanda curioso Shaliat.

“Abbiamo scoperto che Ikazuchi era un bersaglio da catturare ma non sappiamo ancora il motivo, sappiamo però che è questo Ryochi la mente del loro piano, è lui che sta inviando i Semi in tutto il mondo per reclutare.”

“Reclutare?” Chiede dubbioso Kumo.

“Esatto, tutti questi soldati stanno formando un esercito.”

“Ma per quale ragione?”

“Questo rimane ancora un mistero, Jeliel.”

“Però questa bambina probabilmente è ancora viva, forse se riuscissimo a liberarla potrebbe fornirci altri dettagli sui loro intenti.” Suggerisce Shaliat.

“Questa non è una possibilità da escludere, purtroppo però adesso che sanno del nostro intento di spiarli staranno ancora più allerta.” Fa notare Naruto.

“Però non possiamo nemmeno stare con le mani in mano, se aspettiamo troppo potrebbero combinare chissà cosa.” Controbatte Kumo.

Il gruppo continua a discutere per diversi minuti poi tutti concordano sul fatto che la priorità della prossima missione debba essere la localizzazione e il salvataggio di Ikazuchi.

“Molto bene ragazzi è deciso, domani ripartirete per infiltrarvi di nuovo nel gruppo di Ryochi.”

“Ma Settimo non sappiamo nemmeno dove si trovino in questo momento.” Dice Jeliel.

“Non preoccuparti, da quando siete riusciti a tornare al villaggio ho mandato un mio fedele amico a seguire i loro spostamenti, domani mattina avrò le coordinate e ve le comunicherò. Vediamoci alle porte del villaggio domani mattina.” Detto questo la squadra esce dall’ufficio dell’Hokage dopo averlo salutato.

Il trio decide di andare al campo d’addestramento, visto che hanno ancora qualche ora, prima che arrivi mezzogiorno. Durante il tragitto Jeliel ha un quesito da porre al suo uomo.

“Shaliat ascolta quell’uomo che stava con Ryochi come si chiamava?”

“Ti riferisci a Basho Doi?”

“Si lui, hai detto che sta cercando tutti i migliori spadaccini per diventare più forte, vuol dire che sta cercando di scalare la classifica di quel giornalista?”

“Immagino di sì, credo stia puntando a diventare il numero uno.”

“Ma tu conosci la classifica?” Chiede Kumo.

“Si, l’ho letta. Se non ricordo male al decimo posto c’è Killer Bee…”

“Bee è solo al decimo?” Esclama Jeliel.

“La classifica parla esclusivamente delle abilità di spadaccino, al nono posta c’è Jinin Akebino, all’ottavo Momochi Zabuza, al settimo ci sono io…”

“Settimo posto! Sei in classifica, ne andrai orgoglio!” Scherza Kumo.

“Beh, considera che la prima volta che l’ho letta non pensavo neanche di esserci, il sesto è Jinpachi Munashi, Ameyuri Ringo è quinta, quarto Kushimaru Kuriarare, poi c’è Kisame Hoshigaki, al secondo posto Mangetsu Hotsuki e per finire Sasuke Uchiha.”

“Il rivale di Naruto?” Domanda Jeliel.

“Esatto, lui è il più forte di tutti.” Conferma Shaliat.

Nel frattempo il gruppo è giunto al campo d’addestramento che stranamente è deserto, Jeliel e Shaliat si aspettavano di trovare l’instancabile Lee mentre esegue uno dei suoi allenamenti impensabili.

I primi a iniziare l’allenamento sono Kumo e Shaliat che si affrontano in un combattimento a mani nude. Mentre Jeliel allena la sua mira con gli shuriken contro dei fantocci, durante le ore di allenamento i tre si scambiano di posto diverse volte, il resto della giornata prosegue tranquillamente e il gruppo va a riposare presto per essere pronto alla missione del giorno successivo.

I tre hanno appuntamento con l’Hokage alle porte del villaggio, all’appuntamento però non si presenta il Settimo ma Sakura seguita dalla figlia Sarada.

“Salve ragazzi, Naruto mi ha chiesto di consegnarvi questa busta, ha detto che dentro troverete tutte le istruzioni per la vostra missione.”

“Grazie Sakura e questa chi è?” Chiede Kumo.

“Questa è mia figlia Sarada.” Dopo la presentazione della madre la ragazzina saluta.

“E’ un piacere conoscerti.” Ricambia Kumo.

“Bene ragazzi è ora di partire.” Dice autoritaria Jeliel, il trio dopo aver salutato madre e figlia comincia il suo viaggio.

Le coordinate contenute nella busta dicono che il contatto di Naruto si trova nel villaggio del Suono, quindi cercano di fare il più in fretta possibile per evitare che il bersaglio si sposti troppo lontano dal punto d’incontro.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** IKAZUCHI ***


Quattro giorni e mezzo ci vogliono per giungere a destinazione, il punto d’incontro si trova in un boschetto, il gruppo ci entra tenendo i sensi in allerta. Dopo qualche secondo i tre sentono una voce:

“Siete il gruppo della Foglia?”

“Chi sei? Fatti vedere!” Risponde la Salvatrice.

“Voi vedete qualcosa?” Chiede Shaliat.

“Non vedo nessuno e non riesco a capire da dove venga la voce.” Confessa Kumo.

“Rispondete alla mia domanda. Ultimo avvertimento!”

I tre capiscono che non sono in grado di difendersi da un possibile attacco.

“Questa busta ci è stata data da parte di Naruto, il settimo Hokage.” Jeliel mostra l’oggetto che un secondo dopo sparisce dalle dita della donna come se si fosse smaterializzato. Subito dopo una figura esce dai cespugli.

“Tu sei, Sasuke Uchiha!” Dice Shaliat.

“Esatto, e voi dovete essere la nuova squadra dell’Hokage.”

“E’ così che ci chiama Naruto?” Chiede Kumo.

“Precisamente, sarò io a condurvi del vostro bersaglio, seguitemi.”

Così il nuovo gruppo parte verso est, Sasuke è velocissimo negli spostamenti, infatti più d’una volta si ferma per aspettare i tre. Dopo un paio d’ore, finalmente l’accampamento nemico è davanti ai loro occhi.

“Caspita, sono molti di più dell’altra volta.” Fa notare l’Oscuro.

“Nel periodo in cui li ho spiati diversi gruppi più piccoli si sono uniti a questo.” Spiega Sasuke.

“Il vostro compito è di scoprire se in questo accampamento si trova Ikazuchi e in quel caso prelevarla, ma state attenti avverto due individui con una notevole quantità di chakra.”

(Si sta riferendo a Ryochi e Basho probabilmente.) Intuisce Jeliel, che più passa tempo insieme all’Uchiha più capisce l’immensità delle sue capacità.

“Voglio farti una domanda Sasuke, con le tue doti non avresti potuto occuparti tu della bambina, invece di aspettare il nostro arrivo?” Chiede Kumo.

“Proprio per questo non posso intervenire, se uno di quegli uomini mi riconoscesse, potrebbe scatenarsi il panico e se ci fossero dei prigionieri potrebbero prenderli in ostaggio. Io interverrò solo in caso d’emergenza.”

“D’accordo, ragazzi non credo che il sistema dell’altra volta funzionerà di nuovo.”

“Kumo ha ragione, i controlli sono molto più scrupolosi, se ci camuffassimo lo capirebbero subito.” Fa notare Jeliel.

“Creerò un diversivo, in questo modo attirerò l’attenzione e voi due potrete agire.” Suggerisce Shaliat.

“Dovrà essere un’azione fulminea, appena vedranno che sei da solo s’insospettiranno.” Puntualizza Sasuke.

“Per non contare che Basho si catapulterà su di te, non puoi prenderlo alla leggera.” Si preoccupa la donna.

“Se mi troverò in difficoltà mi aiuterà Sasuke.” Questa soluzione tranquillizza la Salvatrice e soddisfa tutti quanti, dunque il gruppo si prepara per attuare il piano, prima di partire Jeliel scambia due parole col suo uomo:

“Vedi di tornare vivo!”

“Si, mia signora.” Risponde sorridendo Shaliat.

Gli elementi nell’accampamento stanno svolgendo le solite mansioni, quando un’esplosione all’ingresso orientale attira l’attenzione. Tutti i soldati nelle vicinanze si precipitano sul posto trovando Shaliat ad aspettarli, subito i guerrieri gli saltano addosso ma le loro tecniche sono prevedibili e non danno problemi all’Oscuro. Poi Shaliat avverte un pericolo alle sue spalle e rubando una spada da uno dei soldati che lo hanno aggredito si difende, ora sta incrociando le lame con il Ladro di spade.

“Bentornato Shaliat, sei solo sta volta?” E’ ovvio che Ryochi sia rimasto nell’accampamento a cercare Kumo e Jeliel, Shaliat si augura soltanto che non li trovi troppo presto.

Intanto dall’altra parte dell’accampamento due intrusi stanno cercando eventuali prigionieri, cercano anche di estorcere informazioni ai malcapitati che incontrano ma nessuno vuota il sacco, poi un grido di terrore raggiunge le orecchie di Kumo.

“Jeliel da questa parte.” L’uomo guida la Salvatrice attraverso due tendoni superati i quali arrivano davanti a delle gabbie coperte da un telo, sono tutte vuote tranne una, dove sembra stare una figura minuta.

“E’ una bambina.” Dice Kumo. La prigioniera appena vede i due si spaventa, Jeliel cerca subito di tranquillizzarla prima che qualcuno la senta gridare.

“Ehi, non vogliamo farti del male.” Subito dopo la donna la guarda, e nota dei bellissimi occhi che portano il Byakugan.

“Allontanati dalle sbarre, non verrei che ti facessi male.” Suggerisce Jeliel, prima di far esplodere la serratura mescolando il chakra della terra e del fuoco. Poco prima che la Salvatrice possa mettersi all’opera un’ombra incombe su di lei, Jeliel cerca di difendersi ma è in ritardo, fortunatamente Kumo interviene e ferma l’aggressore, si tratta Ryochi.

Il nemico impugna due Kunai mentre Kumo usa una lancia con la quale riesce ad allontanare l’avversario.

“Jeliel fai in fretta, a lui penso io.” La donna non se lo fa ripetere e fa saltare la serratura, la bambina però non vuole collaborare, appena Jeliel si avvicina lei si ritrae.

“Stai tranquilla, adesso ce ne andiamo da qui.” La Salvatrice cerca di rassicurarla, poi la prende in braccio. Mentre esce dalla cella Jeliel vede Kumo che lotta Ryochi, nel frattempo altri soldati stanno arrivando.

“E va bene, ve la siete cercata! Tecnica del richiamo!”

Dal fumo Jeliel fa comparire una tigre, che a quattro zampe supera i due metri di altezza, con addosso un’armatura argentata a forma di scheletro.

“Salve Jeliel, è un pò che non ci si vede.” Dice l’evocazione.

“Tsume è un piacere, ascolta ti dispiace farci strada per uscire dall’accampamento?”

“Nessun problema!” Poi la tigre ruggisce e alcuni soldati indietreggiano spaventati dalla sua stazza.

“Kumo andiamo!” Lo chiama la donna, ma lo scontro è arduo e Ryochi non ha intenzione di farsi rubare il prezioso bottino.

Intanto dall’altra parte dell’accampamento Shaliat e Basho si danno battaglia a colpi di spada.

“Per quanto pensi di sopravvivere con questo stuzzicadenti?” Dice Basho riferendosi alla spada che Shaliat a rubato a uno dei soldati che lo hanno aggredito.

“Per tutto il tempo che voglio.” Risponde l’Oscuro per far innervosire l’avversario, il trucchetto funzione e Basho aggredisce Shaliat con fendenti furiosi. Dopo tre colpi parati, l’Oscuro trova un’apertura e ne approfitta, ma Basho riesce a scansare l’affondo uscendone con solo un graffio sul fianco sinistro.

“Dannato, me la paghi.” In quel momento Shaliat avverte un pericolo alle sue spalle, i soldati accorsi sul luogo stanno per colpire l’uomo a tradimento, Shaliat si volta rapidamente e, dopo aver infilzato la katana nel suolo, componendo dei sigilli dicendo:

“Arte della tempesta: Luce del Kirin!” Un fascio di luce parte dalla bocca di Shaliat e investe gli avversari, quello è il momento perfetto per Basho di agire. Intanto che il suo avversario è impegnato, afferra Zanroku sulla schiena di Shaliat per estrarla dal fodero ma la spada non si muove come se fosse bloccata, un attimo dopo l’impugnatura diventa rovente e Basho è obbligato a lasciare la presa.

Una volta sbarazzatosi dei guerrieri, Shaliat rivolge la sua attenzione al Ladro di spade.

“Volevi sguainare Zanroku per rubare le sue abilità. Ti è andata male, lei non è il tipo da farsi estrarre da chiunque.”

In quel momento Tsume compare sul campo di battaglia sta portando Jeliel, Kumo e la bambina sulla schiena.

“Shaliat andiamocene!” Lo chiama la Salvatrice così, insieme all’evocazione, l’uomo abbandona lo scontro.

La fuga non è delle più semplici, proprio mentre la squadra sta per lasciare l’accampamento, una miriade di arti magiche, scagliate dagli inseguitori, sta per colpirli. Nessuno dei tre è abbastanza potente da fronteggiarle tutte e restare illeso, neanche se unissero le forze.

“Amateratsu!” Una barriera di fiamme nere si frappone tra la squadra e l’ondata di arti magiche, neutralizzando la minaccia all’istante. Questo permette al trio di allontanarsi senza essere inseguito, una volta raggiunta la distanza di sicurezza si ferma per riprendere fiato.

“State tutti bene?” Chiede Shaliat ai compagni, tutti si voltano verso di lui rispondendo di si. Tutti tranne la bambina che non smette di abbracciare il ventre di Jeliel.

“Va tutto bene adesso, sei in salvo.” La donna cerca di rassicurarla, però la piccola non sembra aver intenzione di lasciare la presa per il momento.

“Dev’essere sconvolta.” Fa notare Kumo, dopo la frase Shaliat nota che i vestiti dell’uomo sono stati tagliati ma la pelle nuda è intatta.

“Te la sei vista brutta Kumo.”

“Hai ragione, Ryochi ci aveva scoperti e ho ingaggiato battaglia con lui, era riuscito a colpirmi ma grazie al Ryugan non è stato un problema.”

In quel momento Sasuke si riunisce al gruppo.

“Ti ringrazio Sasuke, grazie al tuo intervento siamo riusciti a fuggire.”

“Non c’è bisogno di ringraziarmi Jeliel, l’importante è che siamo tornati tutti sani e salvi.” Poi l’uomo rivolge la sua attenzione sulla bambina, che sentendo lo sguardo interrogatorio su di sé, si spaventa e si stringe ancora di più alla Salvatrice.

“Questo posto non resterà sicuro ancora per molto.” Fa notare Kumo. Così il gruppo inizia il viaggio per tornare al villaggio.

Lungo il tragitto la piccola riesce a tranquillizzarsi e a parlare anche con gli altri membri del gruppo, però nessuno le chiede nulla della sua prigionia o della sua identità, sanno che è troppo presto e che potrebbero spaventarla un’altra volta, attendono dunque di essere giunti a destinazione.

I giorni di viaggio trascorrono tranquilli e senza sorprese, una volta giunti alla Foglia il gruppo fa subito rapporto all’Hokage che li accoglie calorosamente.

“Ragazzi che bello rivedervi!” E’ evidente che Naruto aspettasse il ritorno del miglior amico.

“E questa sarebbe…”Il ninja sta per rivolgersi ad Ikazuchi ma viene interrotto da un gesto quasi impercettibile di Sasuke, che però fa capire la situazione all’amico.

“... sa... sarebbe la conclusione della vostra missione!” Si salva goffamente il biondo. In quel momento però la bambina si accascia come un castello di carte.

“Che succede ho detto qualcosa di sbagliato?” Si preoccupa il Settimo.

“Non preoccuparti è solo stanca, il viaggio l’ha stravolta.” Spiega Jeliel.

“Portiamola in ospedale non si sa mai.” Il consiglio dell’Oscuro viene accolto da tutti così dopo aver fatto rapporto, Shaliat, Kumo e Jeliel portano a far visitare la piccola, è Sakura a prendersene cura. Una volta terminata la visita la ninja riferisce che si tratta solo di stanchezza, però consiglia al trio di lasciarla ancora qualche giorno in ospedale per farla riposare. Il gruppo pensa che sia una buona idea, quindi aspettano che la bambina possa ricevere delle visite per salutarla, poi torneranno in albergo.

“Potete entrare.” Dice l’infermiere, i tre entrano, la piccola li saluta e sembra veramente contenta di vederli, il gruppo parla e scherza spensieratamente per quasi un’ora poi arriva il momento dei saluti, ma proprio quando Jeliel fa per andarsene, piccole dita afferrano la sua mano.

“Non voglio stare sola.” Dice con un filo voce la bimba, a quelle parole Jeliel guarda il suo uomo e senza parlare decidono che sarebbero rimasti con lei, Kumo invece deve far sapere alla sua famiglia che sta bene, è troppo tempo che non la sente.

La notte passa tranquilla, i tre rimasti nell’ospedale riposano serenamente e la mattina si svegliano tutti insieme.

“Buongiorno.” Shaliat saluta Jeliel e la piccola.

“Giorno.” Ricambia la sua donna.

“Scusate, ma non ricordo i vostri nomi.” Confessa la bambina, la donna e l’uomo si erano già presentati durante il viaggio di ritorno.

“Mi chiamo Jeliel.”

“E io Shaliat piacere.”

“Il mio nome è Ikazuchi. I miei genitori mi hanno insegnato che non si parla con gli sconosciuti, adesso non lo siete più!”

La coppia non si aspettava di aver trovato l’obbiettivo della sua missione.

“Che bel nome, oggi ti senti bene?” Le chiede Shaliat.

“Si adesso sto meglio, per fortuna non mi trovo più in quel posto.”

“Ikazuchi, sai per caso come mai ti trovavi in quell’accampamento?” Domanda Jeliel.

“Non lo so. Degli uomini sono venuti a casa mia e mi hanno rapita…” La bambina fa fatica a ricordare, anche perché più ci pensa più le torna paura “...poi ho visto che la casa bruciava, mi hanno messo in una gabbia e poi sono rimasta lì, mi davano da mangiare con dei vassoi attraverso le sbarre. E...e..”

“Basta così, è finita non devi più avere paura.” Jeliel la ferma prima che scoppi in lacrime.

“Ti chiedo solo una cosa Ikazuchi, tu hai sempre vissuto nel villaggio della Cascata con la tua famiglia?”

“Si Jeliel, i miei genitori sono nati nel paese dell’Acqua.” In quel momento l’infermiere entra per portare la colazione alla piccola e farle un controllo, così l’uomo e la donna escono dalla stanza.

“Le hai fatto quella domanda per via dei suoi occhi?” Chiede Shaliat.

“Esatto, non riesco a spiegarmi come un membro del clan Hyuga sia finito alla Cascata e nessuno lo sapesse, neanche Naruto quando ha fatto la sua ricerca è riuscito a capire che avesse il Byakugan.”

“Magari è stata adottata e i suoi genitori non gliel’hanno mai detto.”

“Si ma qualcuno deve averla portata via dalla Foglia.”

“Hai ragione è troppo strano. Forse qualcuno la voleva nascondere.”

“Può darsi, appena possiamo entrare voglio farle altre domande.”

“Aspetta non possiamo tartassarla, cerchiamo di capirlo per conto nostro prima e se non troviamo niente glielo chiederemo.” Suggerisce Shaliat.

“D’accordo.” Dopo qualche minuto l’infermiere esce e la coppia torna da Ikazuchi per salutarla, le spiegano che devono andare a lavorare ma che sarebbero tornati presto da lei per farle compagnia. La piccola con evidente disappunto annuisce e li lascia andare, ma solo dopo averglielo fatto promettere col mignolino. Poco prima di lasciare l’ospedale Jeliel fa richiesta, agli infermieri che incontra, di non lasciare la bambina sola per troppo tempo. Una volta fuori dall’ospedale, Shaliat e Jeliel si dirigono alla biblioteca della Foglia dove iniziano a fare ricerche su qualcosa che possa far luce sul motivo per cui un membro degli Hyuga potesse trovarsi lontano dal villaggio della Foglia. Lì incontrano Shikamaru che legge per conto suo, il ninja chiede loro il motivo della loro presenza, così la coppia fa un breve riepilogo all’amico, che decide di aiutarli.

Nonostante l’aiuto, dopo più di un’ora di ricerche, anche tramite computer, Shaliat e Jeliel non riescono a trovare nulla sull’argomento.

“E’ davvero strano.”

“Che vuoi dire Shikamaru?” Gli chiede Shaliat.

“Dato che non riusciamo a trovare nulla, sembra quasi che questa bambina non abbia mai vissuto qui al villaggio.” Questa frase fa scattare qualcosa nella mente di Jeliel.

“Aspettate c’è stato uno Hyuga che ha abbandonato il villaggio anni fa dico bene?”

“Vuoi dire Ryochi?” Chiede conferma l’Oscuro.

“Esatto, se lei fosse sua figlia?”

“Ma Jeliel anche supponendo che la famiglia di Ikazuchi l’avesse adottata, perché prima l’ha lasciata alla Cascata e poi è tornato a riprenderla?” Fa notare Shaliat.

“Questo non lo so ma mi sembra l’unica possibilità.”

“Non ha tutti i torti e questo spiegherebbe perché non riusciamo a trovare nulla a riguardo.” Aggiunge Shikamaru.

“Beh, se le cose stanno così. Ikazuchi dev’essere arrivata alla Cascata quando era ancora in fasce, perché ci ha detto che ha sempre vissuto lì.” Spiega Shaliat.

“Anche questo dev’essere vero, perciò l’unico che ci puoi dare una spiegazione è il rapitore stesso.” Dice Jeliel e tutti concordano con la sua opinione.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** SOTTO ATTACCO ***


In quel momento in tutto il villaggio scatta l’allarme, qualcuno sta attaccando la Foglia. Il gruppo guarda fuori dalla finestra e vede un gruppo di ninja della Foglia che si dirige verso il lato orientale del villaggio. Senza pensarci due volte i tre escono dalla biblioteca, intenzionati a fermare l’avanzata nemica, appena fuori vedono subito un orso gigante che avanza verso le mura.

“Dobbiamo fermarlo!” Esclama Shikamaru, così il trio parte all’attacco. Lungo il tragitto incontrano diversi avversari, dai quali cercano di ottenere qualche informazione ma tutti preferiscono morire piuttosto che parlare.

Alla fine, il gruppo raggiunge le mura dove sono in atto diversi scontri, loro però non possono fermarsi ad aiutare chi combatte, il loro obiettivo è impedire che l’evocazione sfondi le mura. Quindi con un balzo scalano la parete e si ritrovano insieme a un gruppo di ninja che sta attaccando a distanza la creatura.

“Così non va bene, si sta avvicinando troppo.” Dice Jeliel e subito dopo salta giù dalle mura seguita da Shikamaru, Shaliat sta per raggiungerli ma prima che possa scendere, un’ondata di chakra investe lui e il gruppo di guerrieri. Shaliat per non essere sbalzato via conficca Zanroku nel cemento. Esauritasi l’arte magica, l’uomo alza lo sguardo e trova Basho con la spada sguainata e accompagnato da una donna.

“Dunque tutto questo è opera vostra!”

“Sei perspicace, adesso metteremo fine a ciò che abbiamo iniziato.”

“Due contro uno? Gli scontri tra spadaccini prevedono solo due combattenti.”

“Lei al momento non è necessaria..”

“...non intervenire a meno che non si presenti.” Dice Basho alla compagna.

“Hai tuoi ordini.” La donna è bionda con occhi blu chiaro, un fisico da guerriera.

Intanto Jeliel è arrivata ai piedi delle mura e sta componendo dei sigilli.

“Tecnica del richiamo!” Dal fumo esce una tigre bianca alta quanto l’orso.

“Salve Imori.” Jeliel saluta l’amico.

“Buongiorno Jeliel, cosa mi proponi oggi?”

“Pensi di riuscire a fermare quell’orso?” Nel frattempo l’evocazione nemica è partita alla carica e sta per sferrare un zampata poderosa alla tigre, ma prima che possa portare a termine il suo attacco, Shikamaru riesce a usare lo Strangolamento dell’Ombra sulla zampa sinistra dell’orso, fermando l’assalto. Imori ne approfitta immediatamente e atterra il nemico, intanto Jeliel nota che Shaliat non li ha seguiti e rivolge la sua attenzione in cima alle mura, dove vede il suo uomo che combatte contro Basho.

“Scusa Imori devo andare, lascio il resto a te.”

“Qui ci penso io non preoccuparti.” Subito dopo la Salvatrice scatta verso le mura e concentrando il chakra nei piedi inizia a scalarle. Dopo pochi passi una sfera infuocata le viene sparata addosso, Jeliel riesce scansarla per un soffio e continua la scalata, dalla cima una serie di sfere come quella precedente iniziano a piombarle addosso.

“Arte dell’acqua: muro acquatico!” Jeliel crea uno scudo liquido intorno al suo corpo così da poter raggiungere la vetta senza dover evitare tutti quegli attacchi.

Infine la donna riesce a raggiungere la meta e si trova davanti una bionda che non sembra volerla far passare.

“Se vuoi raggiungerli, dovrai uccidermi.” Dice sfrontata l’avversaria.

“D’accordo.” Jeliel scatta per abbatterla con un pugno carico di chakra, in risposta la bionda allunga le braccia sulle quali si creano dei cannoni che sparano due proiettili elettrificati. Jeliel deve saltare lateralmente per evitarli.

(Ma cosa?) La donna si chiede se ciò che ha visto sia reale, quando i suoi occhi si soffermano sugli arti dell’avversaria questi sono già tornati normali.

“Non sarà così facile, il signor Basho mi ha reclutata espressamente per impedirti d’interferire.”

“Ma chi sei?” Chiede Jeliel.

“Io sono Ise Hiroe. Arte meccanica: Rondini del cielo!” Dopo questa frase le braccia di Ise si trasformano di nuovo e stavolta sparano due sfere d’aria che assumono la forma di due rondini. Jeliel schiva di nuovo ma adesso le rondini cambiano direzione, inseguendo il bersaglio. La Salvatrice è costretta ad alzare un muro di roccia per fermare l’attacco.

(Prima il fuoco, poi il fulmine e adesso il vento. Questa qui sa usare ben tre tipi di chakra.) Pensa Jeliel, poi osserva Ise e nota che dai suoi gomiti partono dei tubi che sembrano collegati a qualcosa che porta sulla schiena, all’altezza della cinta.

(La sua dev’essere un’abilità innata, e non credo che riuscirò ad avvicinarla facilmente. Devo studiarla di più.)

Tramite la Piuma di Fenice Jeliel evoca sei shuriken e li lancia contemporaneamente contro Ise, che spara a ognuno per evitare di essere colpita, mentre la nemica è impegnata Jeliel scatta per avvicinarsi, ma viene subito fermata da un proiettile di terra.

(Siamo già a quattro tipi di chakra, e non compone sigilli per usarli. Proviamo a giocare al suo gioco.) Così la Salvatrice inizia a lanciare altri shuriken, ognuno intriso di un tipo di chakra differente. Ise risponde sparando proiettili di chakra opposto per neutralizzare l’attacco.

Intanto Shaliat cerca di fronteggiare la spada di Basho con due kunai.

“Ti costringerò a sfoderare quella spada!” Dice Basho mentre con un fendente distruggere uno dei kunai.

“Maledizione.” Shaliat sa che il suo avversario non è uno spadaccino qualunque, ma non vuole fare il suo gioco usando Zanroku. Basho riparte all’attacco, l’Oscuro cerca di difendersi con l’arma rimasta ma anche questa finisce in frantumi.

“Adesso non hai più lame, se ci tieni alla vita, usa quella katana. Oppure lascia che ti dia il colpo di grazia.”

“Se vuoi uccidermi dovrai sudare. Arte del fulmine scarlatto: Claymore Kusanagi.” Shaliat porge una mano al cielo e un lampo cremisi la colpisce generando un ammasso informe di saette, poi i fulmini si allineano creando una spada definita. Si tratta della versione potenziata della tecnica Kusanagi, l’arma è alta quanto l’utilizzatore, la lama è più larga delle sue spalle e va stringendosi fino alla punta.

“Sarà questa la mia spada nella nostra sfida.” Shaliat perde all’assalto, i suoi colpi sono potenti e Basho ne assaggia tutta la potenza, utilizzando la sua spada per difendersi.

“Vorrà dire che mi dovrò impegnare di più!” L’arma del nemico apre l’occhio sull’elsa che è color dell’oro, con una pupilla verticale, in quel momento la lama viene ricoperta dal chakra che assume la forma di un martello gigantesco. Basho sferra un colpo laterale e Shaliat usa Kusanagi per proteggersi ma il colpo riesce lo stesso a sbilanciarlo, tanto da farlo quasi cadere dalle mura.

(Ma questa è l’abilità di Rombosogliola!)

“Non pensavo fossi riuscito a combattere contro il Mizukage.” Confessa Shaliat mentre si rialza.

“Parli di Chojuro? Se avessi saputo che quella spada sarebbe finita nelle sue mani avrei aspettato di più. No, ho dovuto affrontare Mangetsu per ottenere quest’abilità.”

“Mangetsu, il capo dei sette spadaccini della nebbia? Caspita devi avere più anni di quelli che dimostri se l’hai affrontato.”

“A quanto so, lo stesso vale per te.” Basho riprende il combattimento sfoderando altre abilità rubate, alcune Shaliat le riconosce, come le scariche elettriche delle Zanne del fulmine, mentre altre no.

Nel frattempo Jeliel sta studiando la sua nemica ed è riuscita ad intuire che se imprime almeno due tipi di chakra nello stesso shuriken, i proiettili di Ise non riescono a fermarlo e la bionda è costretta a scansarlo.

A questo punto Jeliel decide di lanciare dieci shuriken tutti intrisi di due tipi di chakra diversi.

“Ryochi! Mandami più chakra della terra.” Dice Ise che si trova in difficoltà, poi con i suoi cannoni spara al suolo così da generare un muro di roccia, il quale viene forato solo da due shuriken, gli unici che avevo il chakra del fulmine. Ise li evita ma il suo problema è la donna che si trova alle sue spalle e che le sta puntando un kunai contro la gola.

“Non fare mosse avventate.” L’avvisa Jeliel.

Adesso che si trova dietro Ise, la Salvatrice nota cinque congegni sulla cintura della bionda, i quali sono collegati ai tubi sui gomiti.

“Dunque è con questi che sei in grado di usare tutti gli elementi. Immagino siamo dei ricevitori di chakra in questo modo ne hai una scorta illimitata, ed è Ryochi che te li rifornisce, ho indovinato?” Il volto turbato di Ise conferma le teorie di Jeliel, che nel frattempo ha tagliato i tubi dei ricevitori.

“Così non potrai più usare la tua tecnica.”

“No. NO, ho un ultimo compito da portare a termine per il signor Basho!!”

Jeliel deve allontanarsi per non essere colpita da un kuani che Ise ha tirato fuori dalla manica.

“Lui mi ha chiesto di tenerti lontana e lo farò a costo della vita!” Ise inizia a comporre diversi sigilli.

“Arte meccanica: Confine invalicabile!” Il corpo della bionda viene inondato di una luce azzurra, poi dieci fasci della stessa luce vengono sparati dai suoi cannoni in direzione della Salvatrice, il colpo però non è rivolto a lei. Alle spalle di Jeliel stanno combattendo Shaliat e Basho, i dieci fasci corrono nella loro direzione e una volta arrivati e un metro da loro esplodono, creando una barriera che circonda i due avversari. Dopo aver assistito a questo spettacolo, Jeliel torna a concentrarsi su Ise che adesso è accasciata al suolo, la donna corre da lei per interrogarla.

“Che hai fatto?”

“Adesso tu non potrai intrometterti e Shaliat non potrà più sottrarsi al combattimento.” Dopo questa frase, la vita di Ise abbandona il suo corpo.

“Che è successo?” Chiede Shaliat.

“Dunque non è riuscita a fermarla.”

“Di cosa stai parlando?”

“Quella donna che era con me, aveva il preciso compito di non permettere che la tua compagna s’intromettesse, a quanto pare non ci è riuscita con le sue forze e ha dovuto creare questa barriera a costo della sua vita. Ottimo lavoro Ise.”

“Hai portato qui quella donna con lo scopo di sacrificarla per il nostro scontro?”

“Ho pensato che questa sua abilità fosse adatta al compito, e così è stato.” Ora Shaliat sente dei boati provenire da fuori della barriera, voltandosi vede Jeliel che sta cercando di sfondarla.

“E’ tutto inutile, questo muro non svanirà finché ci saranno due forze vitali al suo interno.” Spiega Basho.

Shaliat è furioso, era evidente che quella donna provasse qualcosa per quest’uomo, dal modo con cui lo guardava, dalle sue parole e lui non ha esitato a sfruttarla fino in fondo per i suoi scopi. L’Oscuro è talmente rabbioso che decide di sfoderare Zanroku.

“Ti sei deciso a fare sul serio? Avrei dovuto capirlo prima che sei un sentimentale.” Scherza Basho.

Il piano di Shaliat è di concludere lo scontro prima che l’avversario abbia modo di toccare la sua spada, in caso contrario avrebbe usato Kusanagi per proteggere Zanroku. Così con le due spade in pugno, Shaliat parte all’attacco, la maggior parte dei colpi sono portati con Kusanagi, mentre tutti quelli con Zanroku mirano a ferire l’avversario, è la velocità dell’Oscuro che gli permette di usare questa strategia. Ciò nonostante Basho non ha intenzione di farsi sfuggire quest’occasione, e inizia a utilizzare tutte le abilità che ha rubato. Il combattimento sembra volgere a favore di Shaliat, visto che più volte è riuscito a colpire il suo nemico senza che questo riuscisse a rispondere, dunque Basho decide usare un’altra abilità rubata. Quando Shaliat vede l’occhio sull’elsa dell’avversario aprirsi un’altra volta, si prepara a parare l’ennesimo attacco ma nulla di ciò accade, quindi lo scontro riprende come in precedenza. Ad un tratto l’Oscuro sente una voce che lo chiama da fuori della barriera.

(Questa, non è la voce di Jeliel.) Lo spadaccino prende le distanze da Basho e si volta per capire chi sia a chiamarlo e poco fuori dal muro che lo imprigiona, vede Ikazuchi che corre verso di lui.

“Cosa ci fai qui? Allontanati!” Urla l’uomo alla bambina, ma è troppo tardi. Senza che se ne accorga e senza sapere il motivo, Ikazuchi si ritrova all’interno della barriera.

La preoccupazione è evidente sul volto di Shaliat e Basho se ne è accorto, infatti scatta verso la piccola. Il corpo di Shaliat si muove d’impulso, prima ancora che possa pensare, scioglie l’arte del fulmine per impugnare la sua spada con entrambe le mani e si mette in mezzo tra i due, bloccando l’attacco di Basho con Zanroku.

“Ci sei cascato.” Dice Basho, un attimo dopo l’immagine di Ikazuchi svanisce e Shaliat capisce di essere stato beffato.

(Maledizione, era un’illusione ed è stata la sua spada a lanciarla, quando ha aperto l’occhio!) Ora che le due spade sono in contatto tra loro, lo stesso occhio che ha creato l’illusione si apre nuovamente e brillando crea un’esplosione d’aria che sbalza Shaliat all’indietro di qualche metro, poi l’occhio si richiude.

“Ce l’ho fatta finalmente, ora prepararti ad assaggiare la potenza della tua stessa arma!” Poi Basho agita un fendente che avrebbe dovuto rivelare l’abilità rubata a Zanroku ma la spada nemica non si attiva. Basho rimane deluso, sembra che il piano non abbia portato alcun beneficio.

“Che succede? Perché non funziona?” Il malumore del nemico è evidente, quindi decide di sfogare la sua frustrazione su Shaliat ma quando prova a usare tutte le altre abilità rubate, l’occhio rimane chiuso.

“Perché? Per quale motivo non succede nulla?” La delusione di Basho cresce sempre di più e l’Oscuro decide di approfittarne per concludere finalmente il combattimento. In quel momento però Basho scompare in nuvola di fumo, e non solo lui, tutti i soldati che stanno attaccando la foglia svaniscono nello stesso modo.

Dato che il Ladro di spade è scomparso la barriera s’infrange e Jeliel può nuovamente abbracciare il suo uomo.

“Stai bene? Sei ferito?”

“Io sto bene, tu invece hai avuto problemi?”

“No, ma ero tagliata fuori e mi sono spaventata.” I due si baciano per tranquillizzarsi a vicenda. Poi Shikamaru e Imori li raggiungono.

“Grazie di tutto Imori puoi andare.” Così la Salvatrice congeda l’evocazione.

“Anche l’orso è svanito insieme all’esercito.” Racconta Shikamaru.

“Meno male, ma dove sono finiti tutti i nemici che erano entrati nel villaggio?” Chiede Shaliat.

“Da quello che ho sentito dalla ricetrasmittente, qualcuno ha usato la tecnica del richiamo per farli scomparire.” Spiega Shikamaru.

“Una ritirata strategica?”

“Non saprei Jeliel, non ho ancora capito quale fosse il loro obiettivo.” Continua il Nara.

“Andiamo da Naruto forse lui saprà spiegarci cosa sia accaduto.” Suggerisce Shaliat, così il trio parte per raggiungere la magione dell’Hokage.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** INDAGINI MEDICHE ***


Naruto sta coordinando le squadre di ambu per evitare un’eventuale ricomparsa dei nemici, anche Kumo è nella stanza e vedendo i suoi compagni, sani e salvi,  si tranquillizza.

“Ragazzi, per fortuna state bene.”

“Si e meno male che stai bene anche tu, ma che diavolo è successo?” Chiede Shaliat.

“Ho appena informato Naruto, tutto l’attacco aveva come obiettivo il recupero di Ikazuchi!”

“Ne sei sicuro?” S’intromette Shikamaru.

“Ho affrontato Ryochi, voleva che gli rivelassi dov’era nascosta.”

“Ryochi era qui? E com’è finito lo scontro?” Domanda ansiosa Jeliel.

“L’ho ucciso.” La notizia lascia i tre interrogatori di stucco.

“Alla fine del combattimento sono riuscito a infliggergli un colpo al fianco che pensavo non l’avrebbe ucciso, invece devo aver sbagliato. Adesso il suo corpo sta per essere analizzato, se ne occuperà Sakura.”

Naruto si aggiunge al discorso una volta terminato di coordinare le difese.

“Sto andando da Sakura, venite con me?” Tutto il gruppo annuisce, lungo il tragitto si unisce a loro anche Hinata, su richiesta dell’Hokage, se ci fossero dei dubbi sul cadavere, una Hyuga potrebbe aiutare a svelarli. Una volta giunti a destinazione, il gruppo trova Tsunade e Haruno intente a lavorare, mentre Sasuke osserva.

“Ciao a tutti.”

“Naruto ciao, se sei venuto per i risultati è ancora presto ma se aspetti un minuto abbiamo quasi finito.” Risponde Tsunade, dopo qualche minuto d’attesa il gruppo guidato dall’Hokage ascolta il resoconto da Sakura.

“Abbiamo fatto diverse analisi sul corpo e nonostante la fisionomia del cadavere corrisponda all’aspetto di Ryochi, non c’è traccia del Byakugan.” Anche Hinata conferma le parole del ninja medico.

“Ma durante il nostro scontro l’ho visto chiaramente e ha anche utilizzato le tecniche degli Hyuga!” Controbatte Kumo.

“Il corpo non ha subito alterazioni nell’aspetto, quindi se non fosse per il Byakugan mancante, saremmo sicuri che si tratti Ryochi.” Continua Sakura.

“Hinata, Ryochi non faceva parte della casata cadetta?” Chiede Naruto.

“Si, perché?”

“Probabilmente non troviamo il Byakugan a causa del sigillo maledetto.”

“Abbiamo pensato anche a questo ma il sigillo maledetto blocca le abilità dell’occhio non lo fa sparire, in più sulla fronte di questo cadavere non c’è nessun sigillo.” Spiega la Hyuga.

“Ma allora supponendo che questa persona non fosse Ryochi, perché mandare un sosia?” Domanda Jeliel.

“Non saprei spiegarlo, in più analizzando ulteriormente il corpo sembra che la ferita di Kumo sia post-mortem.” Continua Sakura.

“Vuoi dire che ho combattuto contro uno che era già morto?”

“Kumo fammi spiegare, il processo di decomposizione è iniziato da qualche ora, cioè dopo il vostro combattimento, ma la raezione del tuo avversario alla ferita è quella di un corpo già morto, perché dovrebbe aver perso molto più sangue. In più non è una ferita letale, quindi la causa della morte dev’essere un’altra.

“Perciò Kumo non ha sbagliato a colpire, ma ciò nonostante il suo nemico è stato sconfitto dopo quel colpo.”

“Esatto Shaliat.” Conferma l’Haruno.

“Non ci sto capendo niente!” S’infuria l’Hokage.

“Calmati Naruto c’è un’altra cosa che dobbiamo analizzare, ho assistito alla parte finale del combattimento tra Kumo e il falso Ryochi e quando è stato inferto il colpo letale, tutti i soldati che avevano invaso il villaggio sono scomparsi in quel momento.” Aggiunge Sasuke.

“Ha ragione.” Conferma Kumo.

“Vuol dire che nel momento in cui questo corpo è stato colpito, qualcuno ha usato la tecnica del richiamo e ha annullato l’attacco al villaggio.” Analizza Shikamaru.

“Aspettate, forse se analizziamo gli altri cadaveri possiamo capire qualcosa di più!” Suggerisce Shaliat.

“Abbiamo già i risultati delle altre squadre mediche e nessuno ha ottenuto informazioni rilevanti.” Spiega Tsunade, in quel momento un’idea balza alla mente di Jeliel.

“Avete trovato anche il corpo di una donna bionda che portava dei contenitori sulla cinta?”

“Si, si tratta di Ise Hiroe, la conoscevi?” Chiede Sakura.

“E’ l’ultima persona con cui abbia combattuto, posso vedere quei contenitori?”

“Certo, li conserviamo qui...” Alché Sakura apre un armadietto dove sono conservati tutti gli effetti personali raccolti dai corpi degli avversari.

“...eccoli.” Poi li consegna alla Salvatrice.

“Ascolta Naturo, a quanto ho capito questi sono dei ricevitori di chakra, me ne sono accorta durante il combattimento, forse se possono ricevere, possono anche inviare.” Naruto intuisce il piano di Jeliel.

“Ho capito, vuoi che faccia come quando ho intercettato la posizione di Nagato anni fa.”

“Precisamente, forse questo ci condurrà al luogo dal quale inviavano chakra a Ise e magari ad altre informazioni.”

Dopo di ché, il Settimo si concentra, poi trasmette il suo chakra nel contenitore, qualche secondo dopo l’energia viene sparata a una velocità impressionante fuori dal recipiente. Il chakra viaggia rapidamente per diversi chilometri, fino a  fermarsi in luogo che Naruto non conosce.

“Sono riuscito a capire dove è arrivato il chakra, ma ho bisogno di una mappa per capire che luogo sia, mi ci vorrà un po’ di tempo.” Spiega l’Uzumaki. Quindi per dare tempo all’Hokage, ogni elemento del gruppo torna alle mansioni che svolgeva prima dell’attacco, tutti tranne Shaliat e Jeliel, che vogliono andare a far visita alla piccola Ikazuchi.

“Chissà se sarà spaventata dell’attacco?” S’interroga Jeliel, mentre la coppia si dirige all’ospedale. Non appena la porta della sua camera viene aperta la bambina salta giù dal letto e corre tra le braccia della Salvatrice che si inginocchia per abbracciarla, poi la piccola allunga una mano per chiamare anche Shaliat nell’abbraccio, l’uomo non se lo fa ripetere.

“Meno male, state bene!” Dice felice Ikazuchi.

“Hai visto? Siamo tornati a trovarti come promesso.” Risponde Shaliat. La coppia passa i primi minuti a tranquillizzare la bambina che è ancora terrorizzata dal pericolo scampato, poi le ore successive passano tranquille e veloci finché Ikazuchi non si addormenta.

“Poverina lo spavento deve averla stravolta.”

“Andiamo Jeliel lasciamola riposare.”

“E se passassimo la notte con lei?”

“Non credo che ce lo permetterebbero, l’orario di visita sta finendo.”

“Da quando ti preoccupi così tanto delle regole?” Ribatte la donna.

Shaliat ci riflette un po’, anche a lui piacerebbe restare, quindi si fa convincere con poca fatica. Jeliel, facendosi piccola piccola, si mette affianco alla bambina, mentre Shaliat prende una sedia e la mette affianco al letto. I tre passano una notte serena e sia l’uomo che la donna pensano che è così che deve sentirsi una famiglia.

L’indomani un’ambu sveglia Shaliat bussando alla finestra, dice che il Settimo vuole vedere lui e la Salvatrice nel suo ufficio. Consegnato il messaggio in ninja sparisce e Shaliat sveglia dolcemente la donna e la bambina che hanno dormito con lui.

Dopo aver salutato Ikazuchi, la coppia parte per raggiungere Naruto.

“Buongiorno Settimo.” Jeliel e Shaliat salutano in coro l’Uzumaki.

“Ben arrivati, ho notizie sulla posizione dei nostri nemici.”

“Hai trovato la sorgente di quei contenitori di chakra?” Chiede impaziente Jeliel.

“Esatto e ho già mandato una squadra di ambu in ricognizione, ma mi hanno riferito che il luogo era sgombro e senza uno straccio di traccia. Però hanno trovato una stanza molto particolare.”

“Che vuoi dire?” Domanda Shaliat.

“Con la squadra di ambu ho mandato anche Sasuke e grazie al suo Rinnegan è riuscito a rilevare un particolare tipo di chakra che impregnava le pareti di quella stanza, e adesso è in grado di percepirlo anche a grande distanza. Questo significa che sappiamo dove si trovano altre stanza simili e quindi, con molta probabilità, anche i covi dei nostri avversari.”

“Ma questo è magnifico!” Esclama Jeliel.

“Sasuke mi ha già mandato le coordinate di dieci luoghi da controllare, agli altri ci penseranno Sasuke e gli ambu.” Dopo di ché, Naruto porge alla coppia una mappa con dieci croci ad indicare i luoghi delle coordinate.

“Perfetto, allora recuperiamo Kumo e partiamo.” Dice Shaliat, così una volta salutato e ringraziato l’Hokage, la coppia inizia a cercare il compagno, che viene ritrovato pochi minuti dopo al campo d’addestramento insieme a Lee. Ora che la squadra è al completo la missione può avere inizio.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** DI NUOVO ***


Il gruppo è già in viaggio da quattro giorni e ha già perlustrato tre, dei dieci posti che Sasuke ha indicato.

“Non che sperassi di risolvere immediatamente questa ricerca ma che almeno ci fossero stati degli indizi, non sarebbe stato sgradito.”

“Dai Kumo non lamentarti, siamo solo all’inizio di questa missione e poi c’è anche la squadra di ambu con Sasuke che sta indagando sulla faccenda, pensa se avessimo dovuto controllare tutti i luoghi solo noi tre.” Fa notare Jeliel.

“Chissà loro a che punto sono?...” S’interroga Shaliat

“...considerando le capacità di Sasuke non mi meraviglierei se avessero già finito.” Terminata la chiacchierata il trio ricomincia il suo viaggio, dopo qualche ora giungono a un altro nascondiglio, Shaliat usando la tecnica della moltiplicazione manda un clone all’interno. La copia perlustra ogni cavità, riesce anche a trovare una di quella stanza che emanano quel particolare tipo di chakra, però il luogo sembra abbandonato, non c’è anima viva. Shaliat scioglie la tecnica e riferisce quanto scoperto ai compagni che, delusi, ricominciano il viaggio.

“Il prossimo è a diversi chilometri da qui ci potremmo mettere due giorni a trovarlo.” Spiega Kumo guardando la mappa.

“Continuiamo a viaggiare, ci fermeremo quando farà buio.” Dice Jeliel e i due uomini obbediscono.

Il tramonto arriva dopo una decina d’ore e il gruppo ha coperto una grande distanza, forse sufficiente a guadagnare un giorno di viaggio.

“Accampiamoci qui, mi sembra un buon posto.” Suggerisce Shaliat, il gruppo arresta la corsa, qualche minuto di pazienza e Kumo finisce di preparare la cena. Il pasto procede tranquillo, ma qualcosa nell’ombra si sta muovendo, Jeliel se ne accorge e avvisa gli altri due che scattano in posizione difensiva.

“Sembrano in molti.” Fa notare Shaliat.

“Già ma c’è un chakra che mi preoccupa, è piuttosto potente.” Dice la Salvatrice.

“Fatevi vedere!” Urla Kumo, così dagli alberi che circondano l’accampamento del trio, fuoriesce una figura mascherata famigliare.

“Ryochi!” Kumo rimane sbigottito dalla visione.

“Jeliel, è un’illusione?” Chiede l’uomo.

“No. E’ proprio lui, anche il suo chakra è lo stesso.”

“Dunque l’uomo che ha affrontato Kumo era un impostore.” Afferma Shaliat.

“Non è possibile l’unico Hyuga che ha lasciato la Foglia è Ryochi e quello che ho affrontato al villaggio possedeva il Byakugan, lo so perché gli ho tolto la maschera durante lo scontro.”

“Tu devi essere quello che mi ha impedito di ritrovare Ikazuchi dico bene?” Dice Ryochi parlando a Kumo, questo conferma ulteriormente quello che l’uomo afferma.

“Fatemi capire, stiamo per combattere contro un cadavere?”

“Non dire idiozie Shaliat, questo mi sembra tutt’altro che morto.” Lo ammonisce la donna.

“Attaccate!” Comanda Ryochi ai suoi uomini nascosti tra gli alberi e una miriade di kunai parte dei rami che sovrastano l’accampamento.

“Ci penso io! Arte della terra: cupola di roccia!” Jeliel crea un guscio di terra che avvolge il gruppo e lo difende dai kunai. La protezione però dura poco, perché neanche un secondo dopo il termine del primo attacco, qualcosa comincia a colpire ripetutamente la cupola per sfondarla, dopo un paio di tentativi il guscio cede e la squadra esce prontamente, per evitare di essere colpita da un altro attacco.

“Che diavolo è quello?” Chiede Kumo, osservando la cosa che ha distrutto la protezione di Jeliel. Ha braccia e gambe come un essere umano ma in questo caso il braccio destro e la gamba sinistra sono notevolmente più grandi della rispettiva controparte, la testa presenta una bocca che dal lato sinistro arriva fino all’orecchio, non possiede occhi e inoltre il suo colorito è violaceo.

“Ce ne sono altri!” Shaliat fa notare che intorno a loro hanno cominciato a comparire dalla boscaglia una miriade di esseri tutti dal colorito violaceo e senza occhi, ma con deformazioni differenti gli uni dagli altri. Alcuni hanno spine sulla schiena, altri hanno la testa troppa grande quindi devo camminare a gattoni.

Nonostante lo stupore, la squadra reagisce, Jeliel con le sue arti magiche incenerisce e ghiaccia una ventina di esseri, Kumo deve utilizzare due kunai per difendersi, dato che le sue illusioni sembrano non funzionare a dovere contro di loro, mentre Shaliat con Zanroku al suo fianco taglia tutto ciò che gli si para davanti. Purtroppo l’Oscuro e Kumo stanno per avere una brutta sorpresa, non appena una parte del corpo di quegli esseri viene tagliata, questa comincia a emanare un miasma velenoso.

“Dannazione!” Shaliat è costretto a saltare verso l’alto per evitare il contagio e così anche il compagno.

“E’ il momento.” Susurra Ryochi, in quell’istante l’uomo scatta verso la Salvatrice, che è impegnata a combattere e riesce ad afferrarla per le spalle.

“JELIEL!” Urla disperato Shaliat che vedendo la scena non ci pensa due volte e si lancia verso la sua donna, anche se questo vuol dire rientrare nel miasma. Nonostante il tentativo però è troppo tardi, uno di quegli esserini chiamati Semi spunta sulla spalla di Ryochi e utilizzando i poteri del suo occhio, risucchia Jeliel, Ryochi e se stesso, svanendo nel nulla, Shaliat atterra nel punto dove sono spariti il nemico e la compagna.

(Non di nuovo, non può succedere di nuovo!) L’uomo ripensa allo scontro con Amoner, e il pensiero lo terrorizza.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** FORZA PORTANTE ***


Una volta rimaterializzata, la Salvatrice si allontana dal suo rapitore.

“Che intenzioni hai?” Domanda la donna.

“Insieme siete molto potente tu e l’Oscuro, ma sperati è tutta un’altra cosa.” Il Seme intanto si allontana dalla battaglia.

Jeliel parte all’attacco, l’avversario risponde prontamente usando la Rotazione Suprema degli Hyuga.

(Maledizione!) La donna sa cosa aspettarsi ripensando al loro primo incontro, infatti, come l’altra volta, uno sciame di aghi di chakra parte dalla tecnica di Ryochi. Jeliel, utilizzando l’arte del vento, evoca uno scudo d’aria che devia l’attacco.

Ryochi ferma la tecnica e inizia ad attaccare la donna col Juken, per fortuna Jeliel conosce quest’arte marziale e sa come contrastarla, un colpo dell’uomo sta per andare a segno quando un’esplosione sul punto d’impatto respinge il braccio di Ryochi, questa tecnica difensiva della Salvatrice la rende praticamente intoccabile nel corpo a corpo.

“Dunque il Juken non funzione con te…” Nonostante le difficoltà nel combattimento, l’avversario sembra sicuro di sé.

“...non sarà un problema...” Subito dopo Ryochi si mette in posizione.

“...Tecnica delle Sessantaquattro Chiusure!” Anche se sono distanti diversi metri lo Hyuga inizia a colpire l’aria davanti a sé e Jeliel subisce comunque l’attacco.

(Com’è possibile? Non mi sta toccando eppure sta colpendo tutti i miei punti di pressione!) Il dolore provato da Jeliel è notevole ma non sufficiente da impedirle di pensare a una contromossa.

(Ho capito! In qualche modo ha combinato il Palmo d’aria con le Sessantaquattro Chiusure.) La Salvatrice evoca una marionetta con la Piuma di Fenice, prima che le sia impossibile utilizzare il chakra, e con questa aggredisce Ryochi che interrompe la tecnica. Intanto che l’avversario è impegnato ad evitare gli arti velenosi della marionetta, Jeliel ne approfitta per curare le sue vene di chakra con l’arte medica, le ci vuole circa mezzo minuto per curare le ferite più gravi.

(E’ meglio farla finita in fretta.) Mentre la donna pensa questo, ha già iniziato a comporre una serie di sigilli con le mani.

“Arte dell’anima!” Questa tecnica fa comparire, alle spalle di Jeliel, il busto di una figura spettrale che segue tutti i movimenti della donna come un’ombra, si tratta di un’arte superiore che la Salvatrice ha sviluppato negli allenamenti con Shaliat e prevede l’unione dei chakra del fulmine della terra e del fuoco.

Intanto Ryochi è riuscito ad avere la meglio sulla marionetta e adesso osserva la sua avversaria.

“Ma che cosa?” L’uomo non ha nemmeno il tempo di capire di cosa si tratti che la donna è già partita all’assalto, al termine di una serie di colpi però, Jeliel non è riuscita a toccare il nemico nemmeno una volta.

“Una tecnica impressionante non c’è che dire ma poco efficace, non mi hai neanche sfiorato.”

“Io no, ma lui si.” Risponde Jeliel, riferendosi alla figura alle sue spalle, da subito Ryochi non avverte nulla, poi mentre ispeziona i punti dove è stato toccato dallo spettro, nota che la pelle ha assunto un colore violaceo e tende a peggiorare.

“Che mi hai fatto? Maledetta!”

“Devi sapere che questa tecnica non colpisce il fisico o il chakra, questa ferisce lo spirito e quelle ferite non possono essere curate.” Detto questo Jeliel scatta e colpisce il petto di Ryochi, proprio all’altezza del cuore.

“E con questo abbiamo chiuso.” La figura alla spalle della Salvatrice estrae una piccola sfera di luce dal corpo dello Hyuga e la infrange, in quel momento l’uomo cade al suolo.

Terminato lo scontro Jeliel scioglie la tecnica e si guarda intorno per capire dove sia finita, il paesaggio non è molto diverso da dove si trovasse prima, si trova sempre in mezzo a un bosco ma gli alberi sono differenti.

(Se voglio ritrovare Shaliat e Kumo devo trovare un modo orientarmi.) Pensa la Salvatrice, in quel momento però una figura la aggredisce alla spalle pugnalandola. La donna ha appena la forza di voltarsi per vedere il suo aggressore, e con suo grande stupore scopre che è la stessa persona che pensava di aver ucciso poco fa.

(Ma chi diavolo..?) Poi guardando dove Ryochi era caduto, trova lo stesso corpo contro cui ha combattuto.

“Tu non puoi essere Ryochi.”

“Se hai dei dubbi perché porto una maschera, dovresti sentire il mio chakra.” Jeliel riesce a percepire che si tratta della stessa persona, poi chiude gli occhi.

 

“Shaliat datti una calmata! Non sei di nessun aiuto!” Kumo sta cercando di calmare il compagno, che è ancora fuori di sé per il rapimento della Salvatrice.

Il duo dopo la scomparsa di Jeliel ha continuato a combattere usando le arti magiche a lungo raggio contro quegli esseri velenosi fino ad annientarli, adesso Kumo ha mandato uno dei suoi gufi in ricognizione per sapere se la donna si trova nelle vicinanze. Dopo una ventina di minuti il volatile torna riferendo che non c’è traccia di lei, la notizia non aiuta l’umore di Shaliat.

“Dove diavolo l’ha portata!?! Non riesco nemmeno a contattarla con trasmettitore.”

In tanto Kumo congeda l’evocazione.

“Dobbiamo far sapere a Naruto quanto è successo, forse lui può rintracciare il segnale del trasmettitore di Jeliel.”

“Provo a comunicare con lui.” Così Shaliat contatta l’Hokage e gli riferisce gli ultimi avvenimenti.

“Aspettate che inserisco i dati del suo trasmettitore…” Bastano pochi minuti per avere una risposta ma per l’Oscuro sembrano un’eternità.

“La sorgente del segnale è a circa una ventina di chilometri da voi, direzione sud-est.” Ottenute le informazioni, Shaliat chiude il contatto e parte immediatamente seguito dal compagno. I chilometri vengono coperti in una mezz’ora scarsa e arrivati sul luogo indicato dall’Hokage trovano, in mezzo un boschetto, una fiamma cerulea intensa. Non si capisce da dove provenga o cosa la faccia bruciare ma non appena i due si avvicinano per controllare, le fiamme si spengono all’istante e rivelando il corpo di Jeliel sdraiato per terra. Shaliat si lancia su di lei per accertarsi delle sue condizioni, una volta controllato il polso l’uomo si tranquillizza.

“Sembra stia bene, ma dov’è Ryochi?” S’interroga Kumo. In quel momento la Salvatrice apre gli occhi.

“Jeliel, grazie a dio stai bene!”

“Shaliat! Ma come mi avete trovato?”

“Abbiamo chiesto a Naruto di triangolare la posizione del tuo trasmettitore.” Spiega Kumo.

“Invece qui cos’è successo, dopo che Ryochi ti ha rapita?” Chiede l’Oscuro.

“Abbiamo combattuto ho dovuto utilizzare l’arte dell’Anima per riuscire a batterlo…” Jeliel mentre racconta indica il corpo di Ryochi, ancora sdraiato al suolo.

“...ma poi lui mi ha pugnalata a morte alla schiena...”

“Cosa?” La interrompe Shaliat.

“...si mi ha colpita, e sono sicura si trattasse sempre di lui, poi ho chiuso gli occhi e un grande boato mi ha riempito le orecchie…” La stessa donna è confusa su quanto sta raccontando.

“...adesso però sento qualcosa di diverso dentro di me.”

“Cosa intendi?”

“Non so spiegartelo Shaliat, ma avverto chiaramente come se oltre al mio, ci fosse anche il chakra di qualcun’altro.” Poi Jeliel cambia discorso.

“Venendo qui non avete incontrato Ryochi?”

“No, abbiamo trovato solo te.” Dice Kumo, allora la Salvatrice si concentra, vuole trovare il suo avversario.

“Riesco e percepire il suo chakra, anche se in modo lieve, non è molto distante, credo che sia tornato a uno dei suoi covi pensando di avermi eliminata. Da questa parte.” Jeliel guida la squadra nella direzione del nemico. Dopo una decina di minuti arrivano davanti a una piccola fossa nel terreno.

“E’ lì dentro.”

“Allora andiamo a prenderlo!” Risponde Shaliat, così la squadra entra nella tana del nemico. Dopo un breve scivolo cadono dal soffitto di una grande stanza, difficile stabilirne le dimensioni precise, dato che l’illuminazione è scarsa. Davanti a loro ci sono delle vasche verticali, alcune sono vuote, altre invece contengono un liquido che sembra olio e all’interno di questo ci sono quegli esseri violacei che Shaliat e Kumo hanno eliminato.

“Dunque è qui che producono questi mostri.” Afferma Kumo.

“Aspettate in questa vasca c’è una persona.”

“Shaliat ha ragione, vuol dire che Ryochi trasforma i suoi soldati in mostri attraverso un qualche processo chimico.” Conclude Kumo

“Ragazzi state allerta non sappiamo se Ryochi sa che siamo qui.” Fa notare la Salvatrice. L’esplorazione del nascondiglio continua e dopo un’infinità di porte, che non conducono a nulla, infine Jeliel riesce a trovare una stanza che suscita la sua attenzione, perché affianco alla porta sono riposte una serie di maschere identiche a quella che utilizza Ryochi. All’interno di questa, trova una pila di corpi ammassati, stranamente ben conservati e sulle pareti sono disegnati dei sigilli che non conosce. La donna vuole controllare i corpi e dopo averne osservati una decina:

“I loro volti sono tutti uguali.”

“Cosa intendi?” Chiede l’Oscuro mentre entra insieme a Kumo.

“Voglio dire che tutti questi corpi sono uguali a Ryochi.”

I due osservano loro stessi la pila di corpi e confermano ciò che dice la Salvatrice.

“Allora, questi potrebbero essere i suoi ‘corpi di ricambio’...” Suggerisce Kumo.

“...quando il corpo che usa viene ferito anche solo leggermente, un altro si attiva.”

“Questo spiegherebbe le sue numerose morti.”Ammette Shaliat.

“Però, scommetto che anche se distruggiamo questo posto, ne avrà altri nei suoi nascondigli.” Puntualizza Jeliel.

“Vero. Però gli toglieremmo sicuramente qualche ‘vita’.” Dice Shaliat.

“E anche qualche soldato al suo esercito.” Aggiunge Kumo riferendosi a ciò che hanno visto nelle vasche verticali. Così la squadra inizia la sua opera di distruzione del covo, ma non prima di aver scattato qualche foto alla stanza coi sigilli, poi escono dalla fossa da cui sono entrati.

“Jeliel pensavo avessi avvertito il chakra di Ryochi ma di lui non c’era traccia.” Fa notare Shaliat.

“Lo so, non capisco bene nemmeno io. Sta volta ho avverto la sua energia in modo diverso, come se lui fosse stato qui in precedenza.” Spiega la donna, poi Kumo ripensa alle parole di Jeliel quando l’hanno ritrovata avvolta nelle fiamme, quindi attiva il Ryugan e osservando il suo chakra, nota una specie di nuova fonte d’energia.

“Jeliel non so come sia successo e potrei sbagliarmi ma…”

“Di cosa stai parlando Kumo?” Chiede l’interessata.

“...credo tu sia diventata una forza portante.”

 

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** RIVELAZIONI ***


Il viaggio per tornare alla Foglia è stato tranquillo e adesso la squadra si trova davanti all’Hokage e sta facendo rapporto.

“Dunque è questo il segreto di Ryochi.” Afferma Naruto.

“Sono nostre deduzioni ma pensiamo siano corrette.” Aggiunge Kumo.

“Settimo, avrei una richiesta.”

“Di che si tratta Jeliel?”

“Ecco noi abbiamo un dubbio, e pensiamo che Kurama potrebbe aiutarci a chiarirlo.” L’Uzumaki sembra confuso.

“Crediamo che io sia diventata una forza portante ma non sappiamo se sia vero o no e pensavamo che potesse aiutarci.”

La richiesta fa strabuzzare gli occhi a Naruto, che si alza dalla sedia, fa il giro della scrivania e poggia una mano sul ventre della donna. Dopo circa mezzo minuto:

“Kurama dice che Matatabi, il due-code, ti ha salvato la vita contro Ryochi.” A quel punto Jeliel ripensa al suo combattimento, effettivamente quando è stata pugnalata alla schiena ha chiuso gli occhi e poi si è risvegliata quando Shaliat e Kumo l’hanno soccorsa.

“Com’è successo?” Chiede Shaliat.

“Ryochi aveva costruito quel nascondiglio nel territorio che Matatabi aveva scelto come casa, le ripercussioni sull’ambiante dei vari scontri, hanno fatto intervenire il cercoterio per scacciare la minaccia e si è imbattuto nel combattimento tra Jeliel e Ryochi, quando ha visto Jeliel in difficoltà ha scacciato l’avversario e per curare la sua ferita è entrato nel suo corpo, poi la protetta con le sue fiamme.”

“Ma per diventare una forza portante non c’è bisogno di un rituale?” Domanda Kumo.

“In questo caso, lo stesso cercoterio ha voluto condividere il suo chakra quindi non è stato necessario.” Spiega il biondo.

Le informazioni del Settimo sembrano aver paralizzato la Salvatrice che non sa cosa pensare, una creatura con non conosce le ha salvato la vita e adesso ne condivide la forza smisurata.

“Voglio conoscere Killer Bee.” Esordisce la donna.

“Mi sembra una buona idea. Col suo aiuto potrai imparare a gestire il due-code.” La sostiene Shaliat.

“Chiamalo col suo nome, non gli piace l’appellativo ‘due-code’.” Gli fa notare Naruto.

“Chiedo scusa.”

“Inoltre ho intenzione di convocare una riunione dei kage, questa minaccia di Ryochi riguarda tutti, perché ho ricevuto notizie degli altri paesi di diversi avvistamenti di questi esseri violacei. Naturalmente voi tre siete invitati.”

“Sissignore.” Risponde in coro la squadra.

“Bene, grazie di tutto ragazzi, ora siete liberi finché non vi comunicherò la data della riunione.” Il trio fa per lasciare la stanza quando Naruto ferma Jeliel e Shaliat.

“State andando da Ikazuchi?”

“Si, perché?” Chiede Jeliel.

“Non dovete più andare in ospedale per trovarla, adesso credo che sia con Hinata al parco giochi. Sto andando lì se mi aspettate.”

“D’accordo.” Risponde Shaliat. In tanto Kumo saluta i compagni per andare a parlare con la sua famiglia.

Terminata l’attesa Jeliel, Shaliat e Naruto partono per raggiungere il parco giochi, una volta arrivati, vedono Himawari che gioca insieme al fratello e ad Ikazuchi.

Non appena i figli del Settimo vedono il padre gli corrono subito incontro, la stessa cosa fa Ikazuchi.

“Ciao piccola, allora come stai?” Le chiede Shaliat.

“Molto bene, mi hanno anche fatto andare via dall’ospedale.”

“Era ora e ti sei fatta degli amici!”

“Si Jeliel, quando siete andati via la seconda volta, Hinata mi è venuta a trovare e a portato anche Himawari. Poi ho conosciuto anche Boruto, Shikadai, KhoKho e Sarada.” Solo in quel momento alzando gli occhi Shaliat nota l’Akimichi e lo saluta. Intanto Hinata si è avvicinata.

“Grazie mille Hinata per esserti occupata di Ikazuchi.” La ringrazia Jeliel.

“Figurati è stato un piacere e poi lei e Himawari hanno legato subito.” Mentre i giovani giocano nel parco, gli adulti scambiano due chiacchieri su cose serie e meno serie. Tra gli argomenti salta fuori anche la prossima riunione dei Kage, Naruto spiega che ha fatto questa convocazione perché sembra che tra gli obbiettivi del nemico ci siano i cercoteri. Racconta anche che al villaggio della Nuvola, Killer Bee ha subito diversi piccoli attacchi da parte degli esseri violacei, probabilmente anche gli altri cercoteri che non hanno una forza portante sono stati presi di mira, per questo diverse squadre nei vari territori stanno cercando di rintracciarli ma l’impresa non è semplice. Il resto della serata passa tranquilla e verso l’imbrunire tutte le famiglie tornano alle rispettive case, anche Shaliat, Jeliel e Ikazuchi vanno a dormire nella stanza d’albergo della coppia. Una volta messa a nanna la piccola, Jeliel e Shaliat, prima di coricarsi, scambiano ancora due parole:

“Chissà di cosa parleranno alla riunione i Kage? Cioè aparte dei metodi per fermare Ryochi e il suo esercito.” Chiede la donna.

“Credo, di come evitare che i cercoteri finiscano nella sue mani.”

“Beh immagino si sappiano difendere.”

“Si ma non si sa mai.”

“Cosa intendi?”

“Non credo che il covo di Ryochi si trovasse nel territorio di Matatabi per caso. Deve aver pensato a una sistema per catturarli senza faticare, altrimenti come pensa di poter affrontare loro e le nazioni ninja?”

“Beh, questa è solo un’ipotesi, ma credo che Killer Bee non abbia avuto difficoltà a respingere gli attacchi del nemico.” Dice Jeliel.

“Non lo sappiamo con certezza.”

“Vuoi dire che tutti i cercoteri e le forze portanti dovrebbero restare nascoste mentre le nazioni ninja risolvono la situazione?”

“Non penso che si arriverà a far intervenire le nazioni, ma perché dovremmo servire al nemico ciò che vuole su un piatto d’argento?” Conclude Shaliat.

Jeliel non è d’accordo con ciò che dice Shaliat ma non ha voglia di litigare quindi decide di salutare il compagno e di dormire.

 

Il giorno seguente Shaliat si alza per primo, saluta la compagna e va a vedere come sta Ikazuchi, trovandola ancora sognante decide di preparare la colazione. Dopo circa una quarto d’ora Jeliel si sveglia e con lei anche la bambina, arrivate in sala da pranzo, trovano la tavola già apparecchiata.

“Che bello anche mio padre preparava la colazione a me e alla mamma!”

“Qualcuno voleva farti felice.” Aggiunge la Salvatrice.

“Perché solo lei? Tu non sei contenta?”

“Si, forse un po’.” Scherza la donna.

La colazione passa in serenità, la neo famiglia parla un po’ di tutto e decidono che avrebbero passato la giornata insieme. Finito di mangiare i tre escono e la prima persona che incontrano è Kumo, che saluta subito la piccola, dato che l’ultima volta si sono visti in ospedale, Ikazuchi dopo aver rovistato tra i ricordi, riconosce l’uomo e lo saluta a sua volta. Il gruppo passeggia spensierato tra le vie del villaggio e incontra un sacco di persone tra cui Ino, appena fuori dal suo negozio di fiori.

“Ciao ragazzi, come ve la passate?”

“Tutto bene, vedo che sei sempre indaffarata.” La saluta Shaliat

“Ti dirò, oggi non ci sono molti clienti e stavo per lo più sistemando…” poi la Yamanaka posa i suoi occhi sulla bambina, che si stringe a Jeliel per l’imbarazzo.

“... e tu devi essere la piccola Ikazuchi, non nasconderti non mordo mica.” Allora la bambina esce timidamente dal suo nascondiglio e si fa vedere.

“Sei veramente adorabile ma staresti ancora meglio con un bel giglio tra i capelli.” A quel punto la donna sparisce nel negozio e ne riesce con un piccolo giglio in mano che va infilare tra i capelli di Ikazuchi.

“Sei un incanto.” Commenta Jeliel, la bambina cerca il suo riflesso nella vetrina del negozio e dopo essere riuscita a specchiarsi, salta addosso alla bionda che per poco non cade.

“Sono contenta che ti piaccia.” Dice Ino.

“Si, si mi piace un sacco, grazie mille!” Dopo aver lasciato la presa Ino, vedendo dei clienti entrare nel negozio, saluta gli amici che contraccambiano. Da lì in avanti Ikazuchi non parla d’altro se non del fiore che porta in testa e il suo entusiasmo contagia il resto del gruppo, Kumo osserva la situazione e guardando quei tre gli sembra di vedere una famiglia felice. I tre giorni successivi proseguono nella più totale spensieratezza, poi mentre Ikazuchi, Jeliel e Shaliat si trovano al mercato per fare la spesa un boato raggiunge le loro orecchie, si tratta di una folla spaventata che sta correndo e urlando:

“Ci sono delle creature violacee che stanno entrando nel villaggio e hanno ucciso dei nostri ninja!” Subito i due compagni si guardano negli occhi e decidono che la bambina va nascosta.

“Non possiamo metterla insieme ai rifugiati del villaggio sarebbe il primo posto in cui la cercherebbero.” Fa notare Shaliat.

“Hai ragione dobbiamo pensare a un’altra soluzione, ma non possiamo lasciarla sola!”

“Vai a cercare Hinata, scommetto che la moglie dell’Hokage saprà come aiutarci.”

“E tu cosa farai?”

“Se ci muoviamo insieme daremmo troppo nell’occhio, vi seguirò da una breve distanza e fermerò chi cerca di seguirvi.”

“Ok, fai attenzione.”

“Anche voi.” Subito dopo Jeliel prende in braccio Ikazuchi e inizia la sua corsa. Dopo pochi minuti, quelle creature hanno già raggiunto la posizione di Jeliel e stanno per saltarle addosso ma il suo compagno è pronto e con l’arte del fuoco incenerisce i nemici, bruciandoli impedisce loro di sprigionare il miasma. Purtroppo la quantità di avversari obbliga Shaliat ad arrestare la corsa, Jeliel e malincuore invece continua ad avanzare.

“Maledetti non avanzerete oltre. Arte del fuoco: Fiamma sterminatrice!” Un buon numero di creature finisce arrosto, ma il loro numero sembra non voler diminuire, dopo qualche secondo Naruto fa la sua comparsa, vaporizzando una parte dei nemici, col potere di Kurama.

“Naruto, Jeliel sta portando Ikazuchi da Hinata.”

“Ottima mossa, Hinata baderà alla piccola ma dobbiamo raggiungerle comunque!”

In quel momento una figura fa la sua apparizione in cielo.

“Chi è? Non è Ryochi.” Afferma Shaliat, si tratta di un uomo con lunghi capelli corvini come gli occhi, con addosso una casacca bianca e sembra avere una trentina d’anni.

“Dunque saresti tu la Forza Portante della Volpe a nove-code.” Dice l’uomo mentre atterra dolcemente.

“E tu chi saresti invece?” Chiede lo spadaccino.

“Non vi serve saperlo.” Shaliat e Naruto partono insieme all’attacco ma vengono brutalmente respinti da un’ondata di chakra. L’Hokage si rialza prontamente mentre Shaliat ha accusato il colpo e fa fatica a rimettersi in piedi.

(Mi ha colpito solo una volta e sono già in difficoltà.) L’Oscuro decide di sciogliere il sigillo ed entrare in modalità eremitica. L’uomo è chiaramente più interessato all’Uzumaki, quindi mentre è voltato, Shaliat riparte all’assalto sfoderando Zanroku, ma non arriva a menare il fendente perché l’avversario lo anticipa afferrandolo per la gola.

Intanto Jeliel è riuscita a trovare Hinata e ad affidarle Ikazuchi, adesso è tornata nel punto in cui si è separata dal compagno e assiste alla disfatta dello spadaccino che cade a terra, dopo che l’avversario lascia la presa. La visione di quella scena sconvolge la Salvatrice al punto da farla trasformare e il potere del due-code la ricopre completamente, la donna diventa una furia cieca e inizia ad aggredire l’avversario, tutti i suoi colpi però vanno a vuoto.

(E’ sconvolta e non riesce a controllare il potere di Matatabi.) Intuisce Naruto, che decide d’intervenire, dando man forte alla donna, lo scontro si rivela comunque arduo. Anche se l’Hokage cerca di coordinarsi con gli attacchi di Jeliel il nemico riesce a evitare di essere colpito e anche a contrattaccare, infatti più d'una volta entrambi i combattenti della Foglia finiscono al tappeto. Alla fine, il nemico decide di utilizzare il chakra della terra per immobilizzare i due avversari.

(Come diavolo ci è riuscito? Non ha composto alcun sigillo!) Pensa l’Uzumaki. Poi l’uomo si avvicina alle sue prede e posando i palmi delle mani sui ventri di Naruto e Jeliel inizia a risucchiare tutta la loro energia. Intanto, Shaliat ha recuperato abbastanza forze per riuscire e vedere cosa sta succedendo ma non sufficienti per intervenire, terminato il processo l’uomo libera i prigionieri. Ora sulla scena compare una di quelle creature violacee ma questa sembra diversa, non cammina in modo disordinato e il suo fisico è molto più simile a quello di una persona comune.

“Lord Shimaru, non siamo riusciti a trovarla da nessuna parte.” Dice la creatura.

“Non preoccuparti, per lei c’è tempo, abbiamo ciò per cui siamo venuti, adesso andiamocene.” E mentre Shaliat osserva il nemico che si allontana pensa:

(Shimaru…) Poi i suoi occhi si chiudono di nuovo.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** LA CONFERMA ***


Jeliel si risveglia di soprassalto in un letto d’ospedale, le ci vuole qualche secondo per capire dove si trova, non appena riesce ad orientarsi, Ikazuchi le si getta addosso.

“Ti sei svegliata meno male!”

“Ciao, grazie di essere qui e Shaliat dov’è?” La bambina indica il letto affianco.

“Sto bene, ma mi sono svegliato solo qualche ora fa. Per fortuna Ikazuchi ci ha fatto compagnia.”

“Da quanto siamo qui?” Chiede la donna.

“Due giorni.” Risponde l’uomo.

“E dovete fare presto a riprendervi!” L’Hokage entra nella stanza dei due pazienti.

“Naruto, allora ti sei ripreso in fretta come al solito.” Commenta Jeliel.

“Che vuoi dire con ‘dobbiamo fare in fretta’?” Chiede Shaliat.

“La riunione che ho indetto è stata fissata per dopodomani. La Foglia non è stato l’unico paese ad essere stato attaccato, tutti i villaggi ninja hanno subito grossi danni.”

“Sono riusciti a organizzare un attacco del genere? E a quale scopo?”

“Non ne sappiamo molto a riguardo Jeliel, ma è chiaro che questa è una dichiarazione di guerra.” Il silenzio cala nella stanza per qualche secondo.

“Abbiamo capito, ci rimetteremo il prima possibile, quando hai intenzione di partire?” Domanda Shaliat.

“Domani alle due del pomeriggio.”

“Ci saremo anche noi.” Conferma la donna.

“Questo volevo sentirvi dire, allora a domani alle porte del villaggio. Shaliat posso prendere la tua fascia rossa?”

“Certo, a che ti serve?” Chiede l’uomo mentre la consegna all’amico.

“Lo vedrai.” E così l’Hokage lascia la stanza.

“Non sarà pericoloso?” Chiede Ikazuchi.

“Non devi preoccuparti noi ti promettiamo di nuovo che torneremo da te.” Mentre pronuncia queste dolci parole, Jeliel abbraccia la bambina che ricambia calorosamente.

Nel pomeriggio anche Kumo fa visita ai due compagni fino alla sera quando la coppia viene dimessa dall’ospedale. Ora Jeliel, Ikazuchi e Shaliat si avviano verso la loro stanza d’albergo per riposare.

La mattina del giorno seguente i tre passano più tempo possibile insieme, prima di doversi salutare ma alla fine il momento arriva e la coppia affida di nuovo la piccola alla moglie dell’Hokage.

“Grazie Hinata sei davvero gentile a occuparti di lei.”

“E’ un piacere Jeliel.”

“Eccovi!...” Naruto, uscendo di casa, saluta i compagni di viaggio.

“...Già che siete qui ve le posso dare adesso.” L’Hokage tira fuori dalla tasca due fasce con sopra la targa metallica dell’alleanza ninja.

“Anche se non siete ninja, avete combattuto con noi, quindi ho pensato fosse giusto consegnarvele.”

“Era per questo che ti serviva la mia fascia ieri.” Intuisce l’Oscuro, lui se la lega alla fronte, mentre Jeliel la mette al braccio. Dopo di che Naruto, Jeliel e Shaliat s’incamminano per raggiungere le porte del villaggio, sul posto il gruppo incontra Sasuke, Kumo e Shikamaru, intenti a parlare tra loro. I due gruppi si salutano e Naruto consegna anche a Kumo la sua fascia, che decide di legarla morbida al collo.

“Perfetto ci siamo tutti, quindi possiamo partire!” Dice l’Hokage, così la squadra della Foglia parte per raggiungere il luogo dove si svolgerà la riunione dei Kage, che si trova in una zona nascosta del Paese della Cascata. Si tratta di una costruzione nella roccia situata in uno stretto crepaccio, sul fondo del quale scorre un abbondante corso d’acqua. La squadra di Konoha ci mette circa un giorno e mezzo per raggiungerla, una volta dentro, Jeliel nota che la Tsuchikage e il Kasekage sono già arrivati accompagnati dalle rispettive scorte, qualche ora più tardi arrivano anche il Raikage accompagnato da Bee e il Mizukage con la sua scorta.

“Ora che siamo tutti qui, possiamo cominciare.” Afferma Kurotsuchi, mentre i capi dei villaggi si siedono al tavolo.

“Amici, ho chiesto questa riunione per discutere delle misure da adottare contro un nemico comune. Ryochi Hyuga! Non conosciamo le intenzioni di quest’uomo ma credo che siate d’accordo con me, nel dire che non siamo al sicuro, finché sarà libero di agire.” Esordisce Naruto.

“Cosa sappiamo su Ryochi?” Chiede Darui.

“Sappiamo che ha un esercito di creature che se ferite, rilasciano un miasma velenoso, e anche che può disporre di diversi corpi, infatti è stato ucciso più volte ed è sempre riapparso. In più sta cercando i cercoteri.” Spiega l’Hokage.

“Ma non si potrebbe trovare il suo nascondiglio e fermarlo? Infondo tu Naruto sei un ninja sensoriale.”

“Ho provato più volte ad individuarlo Kurotsuchi, ma in qualche modo le mia abilità viene bloccata, non so in che modo. Persino Sasuke ha cercato di rintracciarlo ma senza risultato.”

“Dev’essere uno veramente in gamba, per riuscire a non farsi trovare da voi.” Afferma Chojuro.

“Ma Ryochi non è l’unico problema, nell’ultimo attacco che la Foglia ha subito è comparso un altro individuo che è riuscito a sconfiggere me, Shaliat e Jeliel. In più, ha risucchiare il chakra del nove-code e del due-code.”

“Cosa? E sappiamo chi sia quest’uomo?” Chiede sbigottito Darui.

“No, non abbiamo…” Naruto viene interrotto da Shaliat.

“Shimaru. Il suo nome è Shimaru, l’ho sentito da una di quelle creature che gli faceva rapporto.”

“Sei sicuro del nome?” Chiede il Mizukage.

“Sicurissimo.”

“Allora siamo nei guai.”

“Che vuoi dire Chojuro?” S’intromette la Tsuchikage.

“Nella biblioteca del Villaggio della Nebbia c’è un libro che parla di lui. Racconta che dopo la nascita di Hagoromo e Ashura, Kaguya abbia ricevuto cinque proposte di matrimonio, e che per ognuna di queste lei abbia ideato delle prove da superare in cambio della sua mano. Il primo pretendente, avrebbe dovuto trovare la sacra ciotola del Buddha, il secondo un ramo del leggendario albero dal tronco d’oro con foglie d’argento, il terzo la pelle del ratto di fuoco, il quarto il gioiello dai molti colori posto sul capo di un drago e infine il quinto, avrebbe dovuto trovare la preziosa conchiglia nascosta nella pancia di una rondine…”

“E tutto ciò cosa c’entra con questo Shimaru?” Interrompe la spiegazione Kurotsuchi.

“...Shimaru era il nome del primo pretendente. In fatti sempre in questo libro si narra anche che lui fosse stato l’unico a portare a termine l’incarico, Kaguya però non lo accettò comunque come sposo perché il suo obbiettivo era in realtà di ottenere tutti questi oggetti per impedire che qualcuno potesse sfidarla. Il racconto continua spiegando che dopo la sconfitta di Kaguya contro i suoi due figli, Shimaru riuscì a recuperare la ciotola e bevve da questa, in seguito ottenne la conoscenza assoluta.”

“Dunque quest’uomo che né io, né Jeliel e né Shaliat siamo riusciti a battere sarebbe lo stesso di cui si parla nel libro?” Chiede Naruto.

“E’ solo una mia teoria, ma dopo Kaguya non mi stupirei se fosse così.” Afferma Chojuro.

“Supponendo che sia la stessa persona, come lo fermiamo?” Chiede il Raikage.

“Propongo di attrezzarci con ogni mezzo a nostra disposizione.” Risponde la Tsuchikage.

“Sono d’accordo con lei, io posso contattare gli altri cercoteri per chiedergli man forte.” Si propone Naruto.

“E’ una buona idea, i cercoteri saranno una risorsa importante e non sappiamo cosa ci riserverà questo scontro.” Anche il Mizukage è d’accordo e Shaliat non riesce a credere alle sue orecchie.

“Avete veramente intenzione di mandare sul campo di battaglia le Forze Portanti e i cercoteri, quando pare che siano gli obiettivi del nemico?”

“Shaliat che stai facendo?” Lo trattiene Jeliel.

“Cerco di capire se ti useranno come arma.” Risponde lo spadaccino.

“Shaliat, amico controllati, questo argomento è venuto fuori anche durante la conferenza dei Kage precedente alla Quarta grande Guerra ninja, in quell’occasione fu deciso che le Forze Portanti non sarebbero dovute intervenire, poi i Kage se ne pentirono.” Spiega Naruto.

“Ma sta volta non siamo né contro Madara, né contro Kaguya!”

“Se sottovalutiamo un avversario che può attaccare contemporaneamente le cinque nazioni ninja ferendole gravemente, potremmo pentircene.” Aggiunge la Tsuchikage.

“Però…”

“Basta!...” Jeliel interrompe bruscamente l’Oscuro.

“...Io non ho intenzione di scappare.”

“Scappare? Persino Naruto non ha potuto nulla contro Shimaru, come puoi pensare di fronteggiarlo?”

“La prossima volta saprò gestire il chakra di Matatabi.”

“E pensi che questo sia sufficiente? Jeliel, da quando ti ho conosciuta ho rischiato di perderti già due volte, non ho intenzione di rischiare ancora.”

“E io non ho intenzione di non dare il mio contributo nel difendere il futuro di Ikazuchi.”

“Lei ti vorrebbe al suo fianco invece che sepolta.”

“Hai così poca fiducia in me che dai già per scontata la mia morte? Se è così allora battiti insieme a me e aiutaci.”

“Mi dispiace Jeliel non vi seguirò in questa follia.”

“Allora sparisci, qui non sei di nessun aiuto!” Grida la Salvatrice in un momento di rabbia. Queste parole feriscono nel profondo l’uomo che non sa cosa controbattere e se ne va.

(Oddio cos’ho fatto?) Pensa la donna subito dopo, ma sa che adesso non è il momento per le lacrime.

Kumo non ha mai visto la coppia discutere in questo modo e assiste alla scena senza intervenire, come tutti i presenti.

“Siamo d’accordo allora, dunque non rimane che escogitare una strategia.” Cambia discorso il Kasekage.

“Prima di questo ho una richiesta da fare a Bee.” Aggiunge la Forza Portante del nove-code.

“Dimmi tutto, Narutto. Yo!”

“Jeliel è diventata di recente la Forza Portante di Matatabi e vorrei che tu le insegnassi come padroneggiarne il chakra.”

“Molto bene, il due-code io so come si muove!” Usando il suo enka Bee accetta l’incarico.

“Partiamo subito, non sai quanto tempo hai e molte cose da imparare avrai!” Continua Bee.

“Ok.” E’ l’unica parola che riesce a uscire dalla bocca Jeliel.

“Mi propongo per accompagnarvi.” Dice Kumo.

“Io approvo, yeah!”

“Grazie Kumo, lo apprezzo.” Aggiunge Jeliel.

Così il trio parte immediatamente ed è Bee che guida il gruppo una volta fuori dalla costruzione di roccia.

“Scusa Killer Bee, dove siamo diretti?” Chiede Kumo.

“Per l’addestramento siamo obbligati a tornare al Paese del Fulmine, però ora che ci penso c’è una cosa che devo fare subito.” La Forza Portante dell’otto-code arresta la corsa e porge il pugno alla Salvatrice.

“Batti qui, yo.” Con un po’ d’incertezza Jeliel batte il pugno e in un secondo si ritrova in una specie di nuovo mondo, con lei c’è Bee e alle sue spalle Gyuki, la donna è sopraffatta da questa visione.

“Credo dovresti girarti, non gli piace essere ignorato.” Le consiglia Killer Bee. Jeliel voltandosi incrocia lo sguardo del cercoterio di fuoco e dopo lo stupore iniziale:

“Sono Jeliel, è un piacere incontrarti finalmente Matatabi.”

“Ehi sono dentro di te so come ti chiami e non essere così tesa.” Risponde il gatto.

“Yo, bel gattino è un bel po’ che non ci vediamo da vicino!”

“Ciao Bee, sai non mi mancava il tuo enka.”

“Glielo dico sempre che dovrebbe smetterla.” L’ottacoda si aggiunge alla conversazione.

“L’ho portata qua giù, perché vi conosciate un po di più!”

“In effetti speravo di riuscire a parlarti di persona Matatabi.” Confessa Jeliel.

“Per quale motivo?”

“Volevo chiederti perché hai deciso di salvarmi, il giorno in cui Ryochi mi pugnalò a morte.”

“Ai cercoteri ancora in libertà, la minaccia dello Hyuga è nota da diverso tempo, ha fatto diversi tentativi di rubarci il chakra. Quindi quando ho avvertito la violenza del vostro scontro ho deciso d’intervenire.”

“Beh non ti dirò mai grazie abbastanza. Spero non sia un peso per te essere tornato dentro il corpo di qualcuno.”

“Assolutamente no, io e Yugito andavamo d’accordo e essere di nuovo nel corpo di una donna non mi da alcun problema.” Poi Matatabi chiude la zampa e la allunga alla donna che risponde battendo il pugno.

Un attimo dopo Bee e Jeliel tornano nel mondo reale, con Kumo che li ha osservati tutto il tempo senza capire cosa stesse succedendo, mentre riprendono il cammino, Jeliel gli fa un breve riassunto.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** COMINCIA L'ADDESTRAMENTO ***


Il gruppo impiega poco meno di una settimana per raggiungere il luogo d’addestramento si tratta di un’isola circondata da speroni che si trova poco distante dalla costa del Paese del Fulmine.

“Questa è la famosa isola-tartaruga dove vi siete allenati tu e Naruto?” Chiede Kumo a Killer Bee, mentre camminano in un bosco.

“Esatto, e qui si svolgerà anche quello di Jeliel, anche se la sua situazione è diversa da quella che avevamo io e Naruto.”

“Che vuoi dire?” Domanda la donna.

“Matatabi non ti è ostile, quindi qualche fase sarà meno febbrile. Yo!” Poi il gruppo giunge a una cascata.

“Che dovrei fare?”

“Jeliel, vedi quella piccola zolla di terra in mezzo all’acqua? Siediti lì sopra…” La donna ubbidisce.

“...chiudi gli occhi e concentrati sullo scrosciare della cascata.” Jeliel esegue anche queste istruzioni, dopo qualche secondo la Salvatrice avverte una voce.

“Ti senti abbandonata?”

“Chi è? Dove sei?”

“E’ normale sentirsi così dopo che gli hai detto di andarsene…” La voce sembra provenire dalla cascata.

“...ma è solo colpa tua.” In quel momento una figura femminile fuoriesce dall’acqua e con stupore Jeliel nota che è identica a lei.

“Chi sei tu?”

“Ancora non l’hai capito? Sono ciò che ti tieni dentro, ciò che avresti voluto fare e non hai fatto e sai che ti dico, credo che Shaliat avrebbe preferito me a te.”

“Arrivi tardi mia cara, se ne andato.”

“Non dirlo come se non t’interessasse! A me non puoi nascondere nulla.”

“Che cosa vuoi?” Risponde con tono sconfitto la Salvatrice.

“Voglio che ti svegli! Cioè, avevi trovato una persona che ti voleva bene almeno quanto tua madre e hai la bell’idea di cacciarlo via e per cosa? Per fare la cosa giusta? Potevate restare insieme e con Ikazuchi avreste creato una famiglia!”

“Queste cose le so già ma se non avessi deciso di combattere, questo conflitto ci avrebbe raggiunti e non saremmo riusciti  vivere in pace!”

“Non ne sei convinta nemmeno tu, ne è la prova il fatto che io sia qui.” La frase colpisce Jeliel nel profondo, la controparte se ne accorge e scatta sferrando un pugno che la Salvatrice para per miracolo.

“Se continuerai su questa strada, troverai solo solitudine e dolore.” Dice la controparte prima di colpire Jeliel con un secondo attacco che la sbalza all’indietro facendola svegliare dall’illusione.

“Ma cosa?...”

“Jeliel che è successo? Ti sei seduta e sei rimasta ferma lì fino ad ora.” Le racconta Kumo.

“Yo, qualcosa ti affligge e la cascata ti respinge...” Spiega Bee.

“...Jeliel, questo luogo provoca illusioni che liberano la parte più nascosta di chi si sottopone alla prova. E devi riuscire a superarla se vuoi riuscire ad ottenere una perfetta fusione col tuo cercoterio.”

“Che vuoi dire che con ‘qualcosa mi affligge’?...” Un attimo dopo aver posto la domanda la donna capisce a cosa si riferisce la Forza Portante.

“...Devo riprovarci.” Credendo di aver capito come risolvere il problema Jeliel torna a sedere ma qualche secondo dopo la scena si ripete.

Bee osserva la sua allieva, in compagnia di Kumo, mentre fallisce diversi tentativi, all’ennesima sconfitta decide d’intervenire.

“Si vede che non hai capito, ti diverti a ripetere il rito?”

“Non riesco ad avere la meglio come faccio a sconfiggere qualcuno che ha le mie stesse abilità?” Chiede amareggiata Jeliel.

“Il tuo avversario trae forza dalle tue debolezze.”

Dopo la spiegazione la donna s’interroga su quali siano le sue debolezze, poi ripensa al suo primo discorso con la sua controparte, nel quale tutti i dubbi della Salvatrice sono venuti a galla.

(Ma io ho fatto ciò che penso sia meglio per tutti, non ho dubbi su questo!) Subito dopo i suoi pensieri si concentrano su Shaliat, su ciò che si sono detti e sulla paura di non rivederlo mai più, il terrore l’attanaglia e decide di andarsene non vuole avere nessuno intorno. Dopo diversi minuti di corsa, in una direzione che non conosce tra gli alberi, Jeliel si ferma e mentre si regge il ventre, s’inginocchia, piegata dal terrore.

(Se non tornasse più? Se con questa decisione io avessi rovinato tutto?) La donna scoppia in un pianto disperato.

Pochi minuti dopo i due uomini, trovano la Salvatrice, però solo Kumo si avvicina per consolarla.

“Sei preoccupata per Shaliat?” Le chiede l’amico, Jeliel risponde col capo, visto che i singhiozzi le impediscono di parlare.

“Credo che anche lui in questo momento stia pensando a te, e a modo suo stia cercando una soluzione, non ti ha abbandonata.” Jeliel riesce a frenare gli spasmi per rispondere.

“Allora perché non è qui, non ha cercato nemmeno di contattarmi col trasmettitore, non sono pentita della mia scelta ma vorrei che lui mi fosse accanto.”

“Parlate del tipo con la spada! Non lo conosco ma lasciate che vi faccia un discorso, da quel che ho visto e da quel che ho sentito mi sembra uno apposto. E se della vostra storia, è vero la metà di ciò che si racconta, presto passerà questa baraonda. YO!” L’enka di Bee riesce a mettere un sorriso sulla faccia della donna, poi le tornano in mente tutte le avventure passate insieme al suo compagno, il loro primo incontro alla Foglia, la prima volta che hanno fatto l’amore, i loro litigi, le volte in cui si sono sostenuti a vicenda.

(Bee ha ragione non può svanire tutto in una bolla di sapone, troveremo una soluzione!) La donna si rialza con rinnovata fiducia.

“Grazie ragazzi, mi avete aiutata.”

“Ehi, sono qui per questo.” Risponde Kumo.

“L’ora è tarda e la fatica incalza, meglio continuare domani!” Propone Bee, che guida il gruppo verso una piccola costruzione in mezzo alla foresta, all’interno sembra non esserci nessuno.

“La notte la passeremo qui, sceglietevi una stanza.” Aggiunge il ninja rapper.

La costruzione è abbastanza spartana, ma le camere sono comunque più comode di una notte all'addiaccio, quindi nessuno si lamenta e dopo essersi salutati, si coricano per recuperare le energie spese nella giornata.

La notte passa tranquilla e Kumo si sveglia presto, non è uno a cui piaccia particolarmente dormire, decide di andare a vedere se Jeliel stia ancora dormendo, dopo l’episodio di ieri ha paura che abbia passato la notte tra le lacrime.

“Jeliel sei qui dentro?” Chiede Kumo dopo aver bussato, dato che non riceve nessuna risposta decide di aprire leggermente la porta e guardando nella stanza vede che la donna non è più all’interno. Preoccupato corre a chiamare Bee che è già fuori dalla sua camera.

“Killer Bee, Jeliel non è più in camera sua!”

“Tranquillo, non ti agitare è uscita prima che albeggiasse e adesso è alla cascata.”

“E tu come lo sia?”

“Me l’hanno detto gli animali!” Spiega l’energumeno.

Sbalordito e un po’ incredulo Kumo si dirige sul luogo d’addestramento, insieme alla Forza Portante, dove trovano Jeliel seduta davanti alla cascata, si capisce che si trova lì da diverso tempo dagli uccellini che le camminano attorno. Nella mente della Salvatrice sta infuriando lo scontro con la sua controparte.

“E’ inutile non ci sei ancora arrivata? Anche se adesso ti sei liberata dai tuoi dubbi, non puoi battermi con la forza.”

“Infatti non sto cercando di sconfiggerti, bensì di convincerti.”

“Convincermi di cosa?”

“Che la cosa migliore per tutte e due, è di unire le forze.” L’affermazione fa scoppiare a ridere la controparte della Salvatrice.

“Cosa ti fa pensare che io e te potremmo mai collaborare?”

“Il fatto che vogliamo entrambe la stessa cosa.”

“Non dire idiozie, io voglio il meglio per noi, tu vuoi il meglio per gli altri.”

“Questo è vero, ma su questa strada abbiamo incontrato chi ci fa stare bene.”

“E tu hai pensato bene di allontanarlo, di lasciare che gli altri fossero più importanti e adesso credi ancora che ci sia una possibilità che torni.”

“Non ho lasciato che gli altri contassero di più, però sì, l’ho allontanato e me ne pento, ciò nonostante voglio che ci stia affianco e farò del mio meglio per far tornare le cose come prima.”

“Queste sono parole vuote, appena questa storia sarà finita accetterai la cosa e non cercherai di sistemare nulla!”

“Se pensi questo guarda dentro di me, come hai detto ieri non posso nasconderti nulla.” La donna dagli occhi rossi osserva Jeliel con attenzione, poi la Salvatrice le porge il pugno.

“Se cambierai idea te ne pentirai, ti avverto.” Dice la controparte mentre si avvicina.

“Me lo ricorderò.” Infine le due donne si scambiano i pugni e l’illusione si scioglie. Jeliel si alza, facendo scappare gli uccelli che si erano posati su di lei, poi si volta verso i due spettatori. Il primo ad avvicinarsi è Bee che osservandola dice:

“Hai superato la prova bella, ora sei in armonia con quella!”

“Ci sei riuscita sul serio?” Chiede Kumo per poi congratularsi con l’amica.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** SECONDA FASE ***


“Qual’è la prossima fase?” Domanda l’allieva.

“Seguitemi.” Dice la Forza Portante mentre conduce il gruppo all’interno della cascata, fino alla stanza dove Naruto ha affrontato Kurama.

“In questa stanza di solito si effettua una specie di ‘tiro alla fune’, nel quale la Forza Portante cerca di rubare il chakra del cercoterio. Ma nel tuo caso useremo questo posto per un’altra cosa, adesso imparerai a gestire i poteri di Matatabi. Prima di tutto devi capire come richiamare il chakra del cecoterio, a differenza delle altre Forze Portanti, che ottengono il cercoterio da piccoli, tu lo sei diventata da poco tempo e quindi non hai idea di come attivarlo e questa non è una cosa che si possa spiegare, devi capirla da sola.”

“Da dove comincio?”

“Prova a comunicare con Matatabi, in questa stanza parlare coi cercoteri è più facile.” Spiega Bee.

Dopo di che Jeliel chiude gli occhi per concentrarsi, in un attimo si ritrova davanti al due-code.

“Bee ha ragione, a parte il giorno in cui hai visto Shaliat svenuto ai piedi di Shimaru, non abbiamo mai unito i nostri chakra.” Afferma Matatabi.

“Allora, come facevi con Yugito?”

“Lei era nata per essere una Forza Portante, riusciva a trasformarsi con una velocità impressionante, per lei era naturale. Sarà difficile raggiungere quel livello.”

“Io non credo nemmeno che ci riuscirò a raggiungerlo.”

“Proviamoci.” Dice il gatto di fuoco porgendole il pugno e Jeliel contraccambia. Da subito sembra che il chakra del cercoterio, fluisca con naturalezza nel corpo della donna, poi Jeliel si sente come avvampare dall’interno e interrompe il processo, il dolore è intenso e le ci vuole qualche minuto per riprendersi.

“Che diavolo è successo?” S’interroga la Salvatrice.

“C’è qualcosa, dentro di te, che t’impedisce di completare il processo.”

“Che vuoi dire? Per caso non siamo compatibili?”

“Non credo sia questo il problema.” Matatabi porge di nuovo il pugno, e Jeliel un po’ riluttante lo tocca col suo. Dopo qualche secondo:

“Tu non sei umana, vero?”

“Di cosa parli?”

“Ho sondato il tuo chakra e non ho mai incontrato qualcuno che possedesse tutti gli elementi.”

“Aaaah… Io sono la reincarnazione della Fenice.” Il due-code rimane abbastanza stupito dalla notizia.

“Questo spiega molte cose, anche il fatto che non riusciamo a combinare i nostri chakra nel metodo tradizionale. Noi, o almeno io, non mi sono mai fuso con qualcuno che non fosse una persona, quindi è un terreno completamente nuovo anche per me.”

“Dunque non possiamo fare altro che provare in continuazione finché non ci riusciamo.” Afferma Jeliel.

“Penso proprio di sì.” In quel momento Bee fa la sua comparsa.

“Yo, ragazzi state facendo i pazzi?” Dopo la frase, Matatabi esprime un evidente disappunto mentre Jeliel è divertita.

“Sono venuto a darvi un’importante notizia, l’esercito alleato ha scovato il nascondiglio del nemico e hanno fissato la data dell’attacco, avverrà tra un mese, per dare tempo a te e anche all’esercito di prepararsi.”

“Abbiamo solo un mese. Dobbiamo sfruttarlo al massimo.”

“Hai ragione Jeliel, ma non sappiamo ancora come fonderci.” Fa notare Matatabi, la donna ci riflette su un momento.

“Il giorno in cui Shimaru ha attaccato la Foglia, ci siamo riusciti in qualche modo giusto?”

“Si ma non avevamo assolutamente il controllo, ci siamo fatti travolgere dall’ira.”

“Allora aggiriamo il problema, se iniziassimo in quella maniera ma poi riuscissimo a recuperare la ragione? In fondo, la questione è iniziare a fonderci e magari se ci riuscissimo, potremmo capire come funziona per noi.” L’opzione non piace molto al cercoterio ma non hanno molto tempo e non ci sono altre idee.

“Yo, io vi posso aiutare, se inizi a scalciare io ti posso controllare.”

“Che ne pensi Matatabi?”

“Per andare subito in quella modalità di solito la Forza Portante subisce un’enorme trauma e la rabbia incontrollata scatena la trasformazione, parlo per chi non ha stretto un patto col cercoterio, adesso tu non sei in quella situazione, quindi dovrei immettere tutto il mio chakra dentro di te, soffocando la tua coscienza.” La prospettiva non è una delle più allettanti per Jeliel, ma sa che deve tentare.

“Facciamolo!”

“Mi vado a preparare, vedi di non farmi aspettare!” Così Bee svanisce e Jeliel lo segue nel mondo reale.

“Quando ti va, io sono qua. YEAH!” La forza portante dell’otto-code manifesta tutta la sua abilità e si trasforma nel gigantesco cercoterio.

(Matatabi siamo pronti.) Subito dopo il due-code inizia a riversare il suo chakra e Jeliel prova di nuovo il dolore di poco fa, poi la pelle della donna inizia a squagliarsi e in meno di un minuto la trasformazione è completa. La nuova forma della Salvatrice si guarda attorno e come nota Bee, lo attacca sferrando una raffica di colpi. Dopo qualche minuto di combattimento, il maestro nota qualcosa di diverso dal solito, nella forza della Salvatrice.

(Questa non è solo la potenza di una Forza Portante che ha perso il controllo, quali sono le tue abilità Jeliel?) Killer Bee deve contrattaccare con un pugno per riuscire ad arrestare l’assalto, ma la donna si riprende subito e ricomincia. La mole dell’otto-code impedisce a Bee di scansare la maggior parte degli attacchi, quindi è obbligato a pararli.

“Mi sa che soffrirò, se non m’impegnerò!” In quel momento Kumo entra in azione, non potendo aiutare Bee combattendo, utilizza il Ryugan per curargli le ferite. La Forza Portante usa tutta la sua rapidità per fronteggiare i colpi di Jeliel, ricorre anche a una mini Teriosfera per allontanare l’avversario, in risposta la donna conficca le dita nella parete e stacca due macigni che lancia contro Bee, l’uomo deve frantumarli colpendoli, per evitare ulteriori danni. Quando la polvere si assesta Bee osserva il suo avversario e vede che sta preparando una Teriosfera.

(Se la spara qui dentro con quelle dimensioni, potrebbe distruggere l’intera costruzione, devo fermarla!) Il maestro si getta su l'allieva, ma un attimo prima che Bee possa intervenire, la Teriosfera si dissolve e Jeliel inizia a tenersi la testa urlando.

(E adesso che le succede?) S’interroga l’uomo.

Dopo diversi minuti di sofferenza l’aspetto della donna cambia di nuovo, delle fiamme cerulee l’avvolgono completamente, per sparire in un secondo e dalle quali Jeliel ne riesce in modalità eremitica ma con qualcosa di diverso.

Kumo, che nel frattempo ha curato le ferite di Bee, si avvicina alla compagna.

“Jeliel, ma cosa?” L’uomo si riferisce al fatto che i capelli della Salvatrice erano cremisi in questa modalità, mentre adesso sono di un blu intenso. Jeliel prima di rispondere ascolta il chakra che le scorre nel corpo.

“Credo di essere riuscita a combinare il chakra di Matatabi con quello eremitico.”

“Yo, amico il tuo sguardo è mitico! E tu splendore hai risolto la questione!”

La Salvatrice percepisce un’energia mai provata pervaderle il corpo, sente di poter fare qualunque cosa.

“Come ti senti?” Chiede Kumo a Jeliel.

“Mai sentita meglio!” Risponde entusiasta la donna.

“Prova a uscire da questa modalità.” Suggerisce Bee, Jeliel tronca il contatto col chakra di Matatabi e i suoi capelli, come i suoi occhi, tornano normali mentre le ali scompaiono.

“Adesso rifallo.” Ordina il maestro. In un lampo l’aspetto di Jeliel muta di nuovo, il processo è acquisito.

“Lavoro perfetto, per oggi possiamo andare a letto. Strafare non aiuta mai il morale!” Suggerisce l’insegnante, i due compagni la pensano allo stesso modo quindi con soddisfazione vanno, prima a mangiare e poi a coricarsi.

Durante la notte, il sonno di Jeliel sembra disturbato, continua a sudare e a rigirarsi nel letto, fino a quando non si sveglia urlando:

“SHALIAT!” Non ricorda cos’ha sognato e non riesce a spiegarsi tanta agitazione, però ormai non riuscirà più a prendere sonno, quindi si alza per bere un bicchiere d’acqua, provare a tranquillizzarsi e tornare a dormire. Il bicchiere non l’aiuta come pensava e quindi decide di togliersi il pigiama sudato e indossare i suoi soliti vestiti per uscire. Fuori la notte è ancora giovane, avrà dormito circa tre ore, decide di farsi una camminata nel bosco per passare il tempo, durante il tragitto incontra un sacco di animali notturni, nessuno dei quali la prende di mira.

(Sanno che non sono una minaccia per loro.)

Continuando a gironzolare si ritrova davanti alla cascata della verità e si ferma a contemplarla, lo scrosciare dell’acqua riesce a farla rilassare.

(Che diavolo mi sarà preso stanotte? Ho sempre avuto problemi a dormire ma stavolta sembra diverso.)

“Non hai sonno?” Interviene Matatabi.

“Sembra proprio di no, mi dispiace di averti svegliato.”

“Non c’è problema, dato che ormai siamo qui possiamo perfezionare la nostra collaborazione.” Suggerisce il due-code.

“Non è una cattiva idea, torniamo in quella stanza?”

“Non è necessario adesso riusciamo a comunicare senza problemi, e poi credo che se ci allenassimo all’interno potremmo fare parecchi danni.”

“Di che stai parlando?”

“Con Yugito non siamo mai riusciti a mettere Bee così tanto in difficoltà solo con la forza fisica, invece quando ci ha aiutati ieri, mi è sembrato parecchio alle corde. Dobbiamo capire fin dove possiamo spingerci.”

“D’accordo hai un posto da suggerire?”

“Andiamo verso l’oceano, galleggiando sull’acqua non dovremmo creare problemi a nessuno.” L’idea piace a Jeliel e quindi senza perdere tempo corre in direzione dell’acqua, dalla parte opposta alla costa del Paese del Fulmine. Arrivata al limitare della foresta, Jeliel si ritrova su una parete a strapiombo, poi si lancia verso l’acqua e, concentrando il chakra nei piedi, atterra su di essa.

(Portiamoci un po’ più distanti, non vorrei disturbare la tartaruga.) Suggerisce Matatabi riferendosi all’isola. Raggiunta la giusta distanza, l’addestramento può cominciare.

Prima la Forza Portante fa varie prove per capire come entrare in modalità cercoterio, poi inizia a sferrare qualche attacco, tra cui i suoi pugni e nota subito delle differenze. Il colpo sembra molto più potente e in più ogni volta che la donna attiva la tecnica le sue mani sono avvolte dalla fiamme di Matatabi, l’allenamento dura diverse ore e Jeliel è talmente concentrata da non accorgersi che è arrivata la mattina o dei due uomini che la osservano dalla parete a strapiombo.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** L'ASSO NELLA MANICA ***


Nei tre giorni successivi Bee sottopone l’allieva a una serie di esercizi intensivi, per farla impratichire con la sua modalità cercoterio, al quarto giorno il maestro opta per un particolare addestramento.

“Hai già abbastanza dimestichezza col chakra di Matatabi, adesso è ora di fare il passo successivo, devi cercare d’imparare la Teriosfera.” Bee muta aspetto e si cimenta in una piccola Teriosfera.

“Devi fare attenzione al rapporto tra chakra nero, positivo e chakra bianco, negativo. Per ogni globo negativo, devono esserci quattro globi positivi…” poi la sfera scompare.

“... adesso prova tu.”

Jeliel cerca di seguire le indicazioni di Matatabi per richiamare il chakra positivo e negativo, dato che il due-code sa come fare, poi come spiegatole da Bee, prova a gestire le quantità, i primi tentativi non riescono a dare il risultato sperato.

(Dov’è che sbaglio? Le quantità sono giuste ma quando provo a creare la sfera questa esplode e sparisce.) A quel punto il maestro interviene:

“Sei troppo tesa, lascia un po’ la presa…” poi le mostra di nuovo la tecnica.

“... sei troppo concentrata sulle dosi, devi riuscire anche a mescolarle tutte in una volta, altrimenti la sfera non si formerà.” Con questo suggerimento Jeliel fa un altro tentativo, e dopo aver unito i globi di chakra si crea un minuscola sfera nera che però esplode subito dopo, lo spostamento d’aria fa finire a terra non solo l’autrice, ma anche i due uomini vicino a lei.

“Che è successo adesso?” Chiede Kumo.

“Non è riuscita a trattenere l’energia condensata, e questa si è dispersa.” Spiega Killer Bee.

“Dunque una volta creata la sfera, devo contenerla.”

“Esatto Jeliel, e più chakra condensi, più sarà difficile.”

“Non vogliamo rendere le cose troppo facili!” Commenta Kumo.

“Le regole non le ho fatte io, bello mio! Yo.”

Jeliel non perde tempo a lamentarsi e ricomincia subito a provare, dopo una mezza giornata, la donna ha imparato a gestire le sfere più piccole ma le ci vogliono altri due giorni per creare quelle che possono essere chiamate Teriosfere.

Nei giorni seguenti, Jeliel deve prendere dimestichezza nell’utilizzo di tutte le arti che conosce mentre si trova in modalità cercoterio, quindi maestro e allieva ingaggiano diversi combattimenti, con Kumo pronto a intervenire col Ryugan in caso di bisogno. Bee è sempre più stupito dalla forza acquisita dalla donna, durante un duello la Forza Portante dell’otto-code spara una piccola Teriosfera contro Jeliel che per difendersi utilizza l’arte dell’anima, il colpo viene fermato e Bee rimane a bocca aperta per quello che vede.

“Dove hai imparato questa tecnica?”

“L’ho sviluppata da sola, è un’arte superiore che unisce il chakra del fuoco del fulmine e della terra…” poi Jeliel si volta verso la figura tetra creata dalla tecnica.

“... ma di solito non ha questo aspetto.” La donna si riferisce al fatto che di solito l’immagine che le volteggia alle spalle è di colore blu come tutte le emanazioni di chakra, mentre adesso ha assunto un colorito nero e a Killer Bee quel colore dice qualcosa.

(Non può essere…) Il maestro prende il trasmettitore per contattare Naruto e chiedergli di precipitarsi da loro, l’Hokage anche se parecchio indaffarato decide di accontentare l’amico e, grazie alla sua velocità, in meno di una mezz’oretta arriva sul posto.

“Volevi parlarmi Bee?”

“Yo, fratello guarda un po’ quello!” Poi Jeliel utilizza un’altra volta l’arte dell’anima e Naruto capisce il motivo della sua convocazione.

“Wow, questo assomiglia molto alla mie Sfere dei desideri!”

“Non capisco di cosa stai parlando Naruto.” Confessa Jeliel.

Per spiegarsi meglio l’Uzumaki mostra la sua modalità cercoterio e la Salvatrice nota cinque globi scuri alle sue spalle.

“Queste che mi volteggiano attorno vengono chiamate Sfere dei desideri, e sembra che la tua tecnica sia molto simile. Come fai ad usarla?”

“E’ un’arte superiore che usa il chakra del fuoco, della terra e del fulmine.”

“Questo è il modo che usi quando non sei in modalità cercoterio?”

“Esatto.”

“Beh, sappi che se non ho preso un abbaglio, tu adesso stai usando un’arte che mescola tutti i tipi chakra.”

“Ma com’è possibile? Questa non è la capacità dell’Eremita delle sei vie?”

(Naruto fammi parlare con Matatabi e Jeliel.) Kurama s’intromette nei pensieri dell’Hokage, così le due Forze Portanti si scambiano il pugno, anche Bee si unisce.

“Matatabi non ti viene in mente un motivo per cui Jeliel dovrebbe essere legata ad Hagoromo?” Chiede la Volpe.

“Ti riferisci ai viaggi dell’Eremita, subito dopo aver sigillato Kaguya?”

“Esatto quando giunse a quello che poi venne chiamato, villaggio della Sera.”

“Il mio villaggio ha avuto a che fare con l’Eremita delle sei vie?” Chiede sbigottita Jeliel, è Matatabi a risponderle.

“Precisamente, dopo aver radunato un considerevole numero di seguaci, Hagoromo arrivò in un villaggio, il quale sorgeva su un terreno incredibilmente fertile e gli abitanti per vivere in pace dovevano pagare una tassa al sovrano di quelle terre, che ogni anno chiedeva una percentuale sempre maggiore del loro raccolto. Hagoromo andò dal sovrano per farlo ragionare, chiedendogli di abbassare la tassa ma egli non sentì ragioni, se gli abitanti avessero deciso di non pagare, il villaggio sarebbe stato invaso e raso al suolo. L’Eremita continuò con la sua campagna contro la tassa per sei mesi, ma dopo essere stato ricevuto per l’ennesima volta a palazzo e le sue opinioni respinte, lungo il tragitto per uscire dal castello, Hagoromo si fermò ad osservare una statua esposta in uno dei giardini reali, e si meravigliò di esserci passato così tante volte davanti e non essersi mai fermato a contemplarne la bellezza. In quel momento un’idea gli saltò alla mente, forse se il sovrano avesse osservato la bellezza del villaggio che stava sfruttando, avrebbe potuto cambiare idea. Così il giorno seguente l’Eremita riuscì a convincere il sovrano ad uscire dal suo castello, da subito l’uomo non sembrò molto interessato al mondo esterno, poi camminando fra la gente, che non lo riconobbe perché camuffato, si accorse di quante cose non sapeva esistessero e conobbe perfino un paio di abitanti del villaggio coi quali scambiò parole amichevoli.

Quando il sovrano tornò a palazzo decise non solo di ridurre notevolmente la tassa ma di passare molto più tempo coi suoi nuovi amici.

Hagoromo fu talmente soddisfatto del risultato, che decise di ringraziare la statua che gli ispirò la soluzione, infatti infuse il suo chakra all’interno di questa che prese vita, la creatura che ne uscì assunse la forma di una donna e decise che avrebbe protetto il villaggio fino alla fine dei tempi, per ringraziare l’uomo a sua volta. In seguito Hagoromo venne a sapere che la donna aveva fatto in modo che il villaggio prendesse il nome di ‘villaggio della Sera’ perché è stato durante il crepuscolo che l’Eremita le diede la vita. La statua era la raffigurazione di un uccello avvolto nelle fiamme.” Il racconto di Matatabi illumina Jeliel sulle sue origini e spiega come sia possibile che la donna possegga il potere dell’Eremita.

Intanto Kumo osserva il trio starsene fermo immobile davanti a lui, quando vede il gruppo tornare nel mondo reale chiede spiegazioni su quanto accaduto e Jeliel gli fa una breve riassunto.

“Wow Naruto, Jeliel è molto più tosta adesso e credo che mi farebbe fesso!”

“Pensi che dovrei allenarla io, Bee? Non posso assentarmi per così tanto tempo.” Fa notare l’Hokage.

“Lo farò da sola e Bee mi dirà dove sbaglio, penso che sia inutile continuare coi combattimenti, ora mi devo concentrare su come gestire questo potere.” Tutti sembrano d’accordo con ciò che ha detto la Salvatrice.

“Molto bene, io devo fare ritorno al quartier generale.” Spiega Naruto.

“Quartier generale?” Chiede Kumo.

“Esatto abbiamo scoperto dove Ryochi e Shimaru hanno intenzione di mettere in atto il loro piano.”

“E di cosa si tratta?” Jeliel si aggiunge al discorso.

“Pare che vogliano ricreare l’albero divino, utilizzando quelle creature bianche che chiamano ‘Semi’.”

“Per fare cosa?”

“Ancora non lo sappiamo Jeliel, ma tra una settimana attaccheremo in forze per impedirglielo.”

“Caspita, non mi rimane molto tempo.”

“Tranquilla, so che sarai un’importante alleata.” Con queste parole Naruto si congeda.

Nei sei gironi successi la Salvatrice segue scrupolosamente ogni consiglio che Killer Bee le da per perfezionare la sua tecnica e infine arriva il giorno precedente allo scontro.

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** GUERRA ***


Jeliel, Bee e Kumo partono per raggiungere il quartier generale, si tratta di un accampamento gigantesco. Appena arrivati la Salvatrice scruta la folla in cerca di qualcuno ma per quanto si sforzi non vede chi sta cercando, una volta arrivati nella tenda più grande, Naruto e gli altri Kage accolgono con gioia i nuovi arrivati, poi si passa alle cose importanti.

“Shikamaru, puoi spiegare anche a loro il nostro piano d’attacco?” Chiede l’Hokage, alchè il Nara apre una cartina geografica.

“Noi ci troviamo circa a venti chilometri dal punto in cui i nostri avversari stanno radunando i Semi, tra circa cinque ore, due squadre d’assalto attaccheranno frontalmente. Nel frattempo, altre tre squadre accerchieranno i nemici per coglierli alla sprovvista. Gaara e Chojuro guideranno le due squadre d’assalto, mentre Dauri, Kurotsuki e Sakura guideranno le altre tre.”

“Perché Sasuke, Naruto e Jeliel sono stati lasciati fuori dal piano?” Chiede Kumo.

“Tutti gli elementi che non ho menzionato resteranno nel quartier generale, sia per protezione, sia perché sono i più veloci e possono raggiungere ogni luogo in meno tempo degli altri e agire dove ce ne sarà bisogno. Tu Kumo che possiedi il Ryugan sarai di grande aiuto, seguirai le squadre d’attacco e, a meno che non succeda qualcosa di grave, resterai nelle retrovie, dove ti occuperai dei feriti che non possono essere curati sul campo di battaglia. Ino resterà in contatto con le cinque squadre e in base a ciò che ci riferisce adotteremo una strategia diversa.” Il piano spiegato da Shikamaru sembra essere adattabile a ogni situazione, quindi soddisfa tutti i presenti.

Adesso è il momento di prepararsi, perciò ogni ninja prende posizione, una volta pronte, le squadre d’attacco partono per il campo di battaglia.

“Kumo, fai attenzione” Si raccomanda la Salvatrice.

“Lo stesso vale per te.” Poi l’uomo segue i suoi compagni e Jeliel torna nella tenda dove verrà deciso ogni aspetto di questa guerra. Ci vogliono diverse ore prima che le prime informazioni arrivino al quartier generale.

“Le due squadre che attaccheranno frontalmente sono già schierate.” Riferisce Ino.

“Digli di restare in attesa fino a che non saranno tutti pronti. Chiedigli cosa vedono.” Ordina Shikamaru, e così fa la Yamanaka.

“Vedono la postazione nemica, ci sono una moltitudine di quelle creature violacee ma sembrano in attesa, non c’è traccia dell’albero Divino o dei Semi.” L’accampamento del nemico si trova su un altopiano, non ci sono alberi nei dintorni che possano nascondere l’esercito ninja, per questo Shikamaru ha optato per un attacco in due tempi.

“Le squadre sono tutte in posizione e Gaara insieme a Chojuro sono partiti all’attacco.”

“Molto bene, per ora tutto procede liscio.”

Sul campo di battaglia lo scontro è cruento, il Kazekage e il Mizukage riescono a sbaragliare diverse creature ma per quante ne sistemino altrettante ne saltano fuori e devono anche stare attenti al miasma che rilasciano quando vengono feriti.

Shikamaru aveva proposto di munire tutti i soldati di respiratore, ma conducendo delle ricerche sulle creature catturate durante l’addestramento di Jeliel, l’esercito ninja ha scoperto che il miasma può essere assorbito dai pori della pelle e che se bruciato scopare.

Dopo pochi minuti dall’inizio dello scontro i primi feriti iniziano ad arrivare alla postazione di Kumo per essere curati.

Nel frattempo tutte le informazioni giungono al quartier generale tramite Ino, cosicché la strategia possa essere modificata il più in fretta possibile.

“Al momento siamo in una situazione di stallo, sembra che i due eserciti si compensino alla perfezione.” Riferisce la donna.

“Di alle altre tre squadre di attaccare, vediamo se riusciamo a sbloccare la situazione.” L’ordine del Nara viene trasmesso.

“Avete sentito ragazzi? Diamoci da fare!” Grida Darui prima di lanciarsi alla battaglia, i gruppi di Sakura e Kurotsuki lo seguono a ruota. In un primo momento sembra che l’esercito ninja riesca a prevalere sul nemico ma bastano pochi minuti per far sì che la situazione torni in parità.

“Come diavolo è possibile? Siamo tornati al punto di partenza?” Inveisce Naruto, dopo aver sentito la notizia da Ino, poi la donna riferisce un fatto nuovo:

“Ryochi è sceso in campo, sta combattendo contro il gruppo di Gaara!”

(Maledetto cos’hai in mente?) Si chiede la Salvatrice.

“Jeliel…”

“Dimmi Shikamaru.”

“...corri e vai ad aiutare Gaara, tu sei l’unica di noi che ha già avuto a che fare con Ryochi.”

“D’accordo.” La donna sta per partire quando Sasuke si aggiunge al discorso.

“Se usiamo il mio Rinnegan arriverai molto prima.” Così l’Uchiha apre un portale e la donna, attraversandolo, si ritrova sul campo di battaglia in un secondo, c’è sangue ovunque e i feriti non si contano. Pochi secondi dopo il suo arrivo, Jeliel viene aggredita di una creatura della quale si sbarazza facilmente e utilizzando le fiamme di Matatabi si libera anche del veleno.

Nel frattempo Ryochi sta dando manforte al suo esercito, eliminando ogni ninja che gli si pari davanti. Poi avverte un pericolo, tre kunai stanno puntando alla sua testa, deve rubare la spada a un cadavere per deviarli.

“E’ diverso tempo che non c’incontriamo, mi sembri diversa.”

“Tu invece sembri il solito codardo che si nasconde dietro a una maschera.”

“Mi sembri piuttosto spavalda, nonostante io sia riuscito ad ucciderti l’ultima volta.”

“Ti devo ricordare che prima l’ho fatto io.”

“Eppure eccoci qua, pronti a rifarlo.” Dice beffardo il mascherato.

“Allora facciamo che sia per l’ultima volta!” La donna scatta evocando una katana, Ryochi controbatte con la spada recuperata poco prima, ma la sua arma s’infrange contro quella di Jeliel. Poi la Salvatrice sferra un fendente orizzontale ma l’avversario lo anticipa con un salto all’indietro.

“Arte della fusione: Ondata di macigni roventi!” Dalla bocca di Ryochi viene sparata una moltitudine di massi infuocati che si gettano sull’avversario.

“Arte del ghiaccio: Zero assoluto!” In un raggio di venti metri attorno alla donna, si crea una zona gelata e ogni cosa che l’attraversi si congela all’istante, come l’attacco del nemico. Dopo essersi difesa la Salvatrice riparte all’assalto sta volta evocando un tridente e inizia a menare vari colpi la maggior parte dei quali va a vuoto, per difendersi lo Hyuga ha sfoderato due kunai.

Per quanti tentativi i due avversari facciano, cercando di sovrastare il nemico, lo scontro rimane in parità.

(Com’è possibile? Quella volta nella foresta sono riuscita ad avere la meglio e adesso che posso usare i poteri di una Forza Portante, non riesco a batterlo?) La frustrazione della donna cresce.

(Adesso basta!) In quel momento Jeliel lancia una bomba fumogena per terra così da limitare il campo visivo del nemico, sa che questo non l’aiuterà a sconfiggerlo, ma il suo obiettivo adesso è un altro. La donna compare davanti al nemico che pensa di aver evitato una brutta sorpresa ma un clone della donna lo coglie alle spalle e dopo averlo ferito alle costole, gli sfila la maschera. Ciò che la donna vede le fa comprendere le straordinarie capacità dell’uomo, oltre al Byakugan Ryochi possiede il Rinnegan scarlatto dell’Eremita delle sei vie sulla fronte. Subito dopo l’uomo si estrae il pugnale dal costato e con lo stesso colpisce il clone, che svanisce.

“Dunque era questo il tuo segreto per riuscire a sopravvivere a ogni morte, come fai ad avere quell’occhio?”

“Questo è un dono di lord Shimaru.” Spiega Ryochi mentre usando l’arte medica si cura la ferita.

(Si sta curando, dunque questo dev’essere il suo vero corpo!) Pensa la donna, mentre si allontana dall’uomo.

“Dal tuo sguardo so che hai capito che questo non è uno di quei fantocci che usavo ma non pensare che sarà facile eliminarmi. Arte della vampa: sterminio bruciante!” Con questa tecnica Ryochi crea tre vortici d’aria incandescente, alti due volte l’uomo, che si scagliano contro la donna.

(Il Rinnegan gli permette di usare tutti gli elementi con facilità, non sarà una passeggiata. Sei pronto Matatabi?)

(Certamente, quando vuoi!) In quel momento una coda di fuoco azzurro compare sul fondoschiena della donna.

“Arte del legno: Crescita rigogliosa!” Jeliel crea un muro di radice che arresta la corsa dei vortici.

“Vedo che da quando sei una Forza Portante ti è più facile mescolare gli elementi.” Poi le radici che hanno protetto la Salvatrice si allungano per afferrare il suo nemico. Ryochi riesce ad evitare gli attacchi ma lui non è l’unico obiettivo di Jeliel, la donna utilizza le dimensioni gigantesche delle radici anche per colpire le creature violacee che stanno nelle vicinanze, in questo modo l’esercito ninja riesce ad avanzare verso l’interno dell’accampamento nemico.

“Maledizione!” Lo hyuga impreca, perché non sa come rispondere a questa mossa visto che le radici non gli danno un attimo di tregua.

La strategia di Jeliel funziona alla perfezione, fino a quando una barriera rossa non si alza tutt’intorno all’accampamento, le poche creature rimaste all’esterno vengono sterminate ma la stragrande maggioranza rimane protetta e con loro anche Ryochi.

Per quanti sforzi i ninja possano fare, il muro non cade, nemmeno Jeliel riesce ad avere la meglio sulla barriera.

(A tutto l’esercito alleato, per il momento ritiratevi. Ripeto ritiratevi.) Shikamaru, attraverso i poteri di Ino riesce a mandare questo messaggio a tutti i ninja, e così la prima fase di questa battaglia termina e tutti i guerrieri lasciano l’altopiano.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** AMICO O NEMICO? ***


Tornata al quartier generale, Jeiel vuole conoscere la nuova strategia di Shikamaru per quel che riguarda la barriera, il Nara le spiega che ha già messo della guardie ai confini del campo di battaglia che riferiranno ogni evento sospetto, in modo da essere pronti per ogni evenienza, per il resto devono aspettare che il muro sparisca, perché cercare di sfondarlo sarebbe pericoloso nonché una perdita di tempo ed energie.

Dunque la donna ne approfitta per andare a riposare, la sua tenda si trova a una decina metri dal centro dell’accampamento, appena entra prende il comunicatore, vuole contattare la madre e sapere se Ikazuchi sta bene.

Al suo arrivo nell’accampamento, Naruto ha spiegato a Jeliel che Hinata fornisce supporto alla squadra guidata da Sakura e che quindi Himawari e Ikazuchi sono state affidate alla madre della Salvatrice che ha viaggiato dalla Sera fino alla Foglia.

“Pronto?”

“Ciao mamma, sono Jeliel.”

“Cara, come stai?”

“Tutto bene grazie, voi invece?”

“Io, Ikazuchi e Himawari stiamo bene, siamo protette da Boruto e dagli altri genin della Foglia, hanno portato tutti i non combattenti in un luogo segreto per protezione.”

“Ne sono felice, grazie ancora mamma per quello che stai facendo.”

“Tesoro, non posso impedirti di combattere, quindi dimmi grazie mettendo fine a questa stupida guerra.”

“Farò tutto ciò che posso per accontentarti, lo prometto.”

“Fai attenzione mi raccomando.”

“Lo farò. Posso parlare con Ikazuchi?” La donna passa l’apparecchio alla bambina.

“Chi è?”

“Ciao piccolina sono Jeliel, come stai?”

“Io bene, c’è Himawari con me che mi fa compagnia.”

“Che bello, non vedo l’ora di rivederti.”

“Anch’io, tornate presto tu e Shaliat!” La frase della piccola riapre una ferita nel cuore della donna.

“Certo,... faremo in fretta vedrai.”

“Va bene. Allora ciao mamma, posso chiamarti mamma vero?”

“Certo che puoi! A presto Ikazuchi, ciao.”

“Ciao.” Jeliel riattacca prima di sentire la risposta della bambina, non vuole farsi sentire mentre piange copiosamente, sia per la mancanza di Shaliat che per le ultime parole di Ikazuchi. Intanto si sdraia sulla branda per cercare di calmarsi, ma le lacrime continuano a rigarle il viso.

(Dove sei Shaliat? Devi tornare in fretta, perché oltre a me hai una figlia che ti aspetta.) Con questo pensiero Jeliel chiude gli occhi e si lascia andare in un sonno profondo.

Dopo qualche ora la donna viene svegliata da un ninja che le dice di recarsi nella tenda dei Kage, arrivata sul posto Jeliel trova Naruto, Sasuke e Shikamaru chini sulla cartina geografica.

“Jeliel sei qui.” La saluta il Nara.

“Che succede?”

“La barriera è stata rimossa e siamo di nuovo nella stessa situazione del primo assalto: nessuno riesce ad avere la meglio, ho mandato Bee a dare manforte alla squadra di Darui ma sembra che la loro strategia sia solo quella di adattarsi alla nostra per rimanere in parità.”

Nella tenda tutti cercano un modo per dare un aiuto, suggerendo mosse e analizzando gli eventi ma nulla riesce a smuovere la situazione, dopo diverse ore Ino comunica una novità:

“Sembra che la squadra di Sakura sia in difficoltà!”

“E’ normale sono quelli che stanno combattendo da più tempo.” Spiega Shikamaru.

“Corro a dargli una mano.” Si propone Jeliel.

“No aspetta, se Ryochi saltasse fuori da un’altra parte devi essere pronta a intervenire.”

“Allora vado io.” Dice Sasuke.

“Non possiamo lasciare il quartier generale senza difese e non posso mandare nemmeno Naruto perché dev’essere preparato nel caso Shimaru faccia la sua comparsa.” Continua Shikamaru.

“Ma non possiamo lasciare le cose così, c’è anche Hinata laggiù!” Inveisce l’Hokage.

“Aspettate, mi dicono che qualcuno è arrivato sul campo.” Aggiunge Ino.

“Amico o nemico?” Chiede Shikamaru.

“Non sanno chi sia ma sta eliminando le creature con facilità.”

(Che sia…?) Un barlume di speranza brilla negli occhi della Salvatrice.

Dopo diversi minuti d’attesa la Yamanaka riferisce che le creature sul fronte della squadra di Sakura stanno battendo in ritirata ma i ninja non hanno le forze per un contrattacco, quindi si stanno dirigendo al campo di Kumo.

“Devo andare laggiù!” Afferma Jeliel, con un tono che non ammette obiezioni, Sasuke apre il suo portale e la donna viene catapultata sul posto.

“Jeliel che ci fai qui?” Chiede Kumo.

“Sta per arrivare la squadra guidata da Sakura per le tue cure, stai pronto.” Pochi minuti dopo i ninja da medicare arrivano e sono davvero tanti, Jeliel però cerca lo stesso di trovarlo, mentre continua la sua ricerca sente qualcuno che dice:

“Hai visto quell’uomo? Era una vera furia, ha sbaragliato quei bastardi come fossero birilli.”

(Dunque è un uomo!) A un certo punto la donna intravede qualcuno con una fascia rossa che trasporta un ferito, non riesce però a vederlo in viso, allora inizia a correre in quella direzione, alla fine giunge di fronte a una tenda dalla quale, dopo aver lasciato il ferito nelle mani dei ninja medici, esce un uomo e dopo averlo visto in faccia la donna inizia a piangere.

“Jeliel!...” L’uomo le si lancia addosso e l’abbraccia.

“...Grazie al cielo stai bene.” Shaliat non sa se la donna sia felice o meno di rivederlo ma non gli importa se tra un attimo lo allontanerà, adesso vuole abbracciarla e sapere che sta bene gli leva un peso dal cuore. Jeliel da parte sua prova un miscuglio di emozioni, rabbia per non essersi mai fatto sentire, sollievo per la sua salute e infine, mentre ricambia l’abbraccio, amore.

“Dove sei stato? Ti ho aspettato per un’eternità.” Dice la donna soffocata nei vestiti dell’uomo.

“Mi dispiace di averti fatto stare male. Adesso però so cosa fare.”

“Di cosa stai parlando?”

“Ho scoperto quali sono i piani di Shimaru.”

“Dici sul serio? Allora dobbiamo tornare al quartier generale.” Così la coppia inizia la sua corsa, che dura meno di un minuto. Quando Shaliat fa la sua comparsa nella tenda, i tre uomini all’interno lo salutano con gioia.

“Shaliat che ti è successo, mi sembri diverso.” Afferma Naruto.

“Ora che mi ci fai pensare, anch’io ho questa impressione.” Conferma Jeliel.

“Ascoltatemi con attenzione, so cosa sta tramando Shimaru, ma per spiegarvelo devo cominciare a raccontarvi da quando ci siamo persi di vista.”

 

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** IL VIAGGIO DELL'OSCURO ***


Shaliat, dopo essere stato allontanato dalla stanza dove si sta tenendo la riunione dei Kage, è disperato. Prova rabbia per ciò che Jeliel ha detto, ma anche paura perché l’avversario che lei sta per affrontare è davvero temibile.

(Cosa faccio? Anche se tornassi da lei, io non le posso essere di grande aiuto con le mie sole abilità, Shimaru mi ha schiacciato come un insetto, non sono all’altezza.) Poi all’uomo torna in mente il racconto di Chojuro su Shimaru, parlava delle prove che Kaguya aveva proposto ai suoi pretendenti e tra queste c’era di ottenere il gioiello dai mille colori dalla fronte di un drago.

(Magari io non sarò abbastanza forte, ma se Kaguya ha messo questa impresa nelle sue prove, quel drago potrebbe dare una mano all’esercito alleato. Forse sarà una perdita di tempo ma se funzionasse potrei salvare la vita a Jeliel. Il Mitsukage ha detto che le informazioni su Shimaru sono scritte in un libro nella biblioteca del villaggio della Nebbia, forse ci sarà scritto anche dove trovare questo drago.) Shaliat non perde tempo e parte subito per il Paese dell’Acqua, non vuole fermarsi a pensare perché sa che lo dovesse fare, ne soffrirebbe.

Sono due giorni che l’Oscuro ha cominciato il suo viaggio e i suoi pensieri non hanno mai smesso di ricordargli gli ultimi momenti insieme a lei, in più di un’occasione ha fermato la corsa per piangere, per il resto non ci sono stati intoppi. Poi, mentre Shaliat attraversa una foresta, un fendente verticale vermiglio rischia di investirlo lateralmente.

(Ma che diavolo?...)

“Finalmente ti ho trovato, non sei un uomo facile da rintracciare.”

“Chi sei? Fatti vedere!” Shaliat cerca di capire chi sia il suo avversario ma questa voce non gli è famigliare.

“Che c’è? Non riconosci i vecchi amici? Effettivamente non ci vediamo da tanto tempo.” Il nemico esce dall’ombra degli alberi.

“Basho! Sai la tua faccia proprio non mi mancava.”

“Stupida creatura bipede! Credi di parlare con questo esserino?” L’Oscuro osserva meglio la persona che ha davanti, pare non ci sia nulla di strano, tranne il fatto che il suo sguardo sembra completamente vuoto, come se fosse un fantoccio. Continuando la sua osservazione, Shaliat si sofferma sulla spada che l’avversario stringe in pugno e nota che l’occhio sull’elsa è aperto, in più la mano che impugna il manico è purulenta, come in procinto di marcire.

“Sei tu a parlare?” Dice l’uomo riferendosi alla spada.

“Esatto inutile utilizzatore e oggi finalmente realizzerò il mio desiderio!”

“Di cosa stai parlando? E chi sei tu?”

“Io sono Zanroku!”

“Cosa? Devi essere uscita di senno.”

“Ricordi il giorno dell’attacco alla Foglia? Quando Basho è riuscito a toccare la tua lama?”

“Si, sembrava che non fosse più in grado di utilizzare la sua arma.”

“Esatto, perché in quel momento sono nata io, coi miei poteri sono riuscita ad assimilare la coscienza della tua spada. Dopo ho finalmente avuto la meglio sulla mente di questo idiota e adesso sono io che comando!”

(Questa sarebbe la coscienza di Zanroku?) Pensa incredulo Shaliat.

“Non ci credo, tu non puoi essere Zanroku.”

“A no? Allora come faccio a sapere che quando ti hanno consegnato la spada, alla Rupe Affilata, il pacco regalo era talmente piano di fiocchi che hai perso più di un’ora ad aprirlo?”

(Questo l’ho raccontato solo a Jeliel e non credo che i draghi siano andati in giro a raccontarlo.) Il dubbio nella mente di Shaliat si fa sempre più reale.

“Che cosa vuoi?”

“Voglio eliminare la mia gemella! Non possono permettere che quella spada soffra per colpa tua!”

“A cosa ti riferisci?”

“Quella katana non può sopportare l’idea di rimanere ancorata a te un giorno di più! Tu non le dai ciò di cui ha bisogno, lei vuole tornare a uccidere e da quando quella donna è entrata nella tua vita, non sei più lo stesso uomo. Quindi metterò fine alle sue sofferenze!” Il nemico scatta e per difendersi Shaliat sfodera la sua arma e blocca l’assalto, le lame cozzano tra loro creando una specie di sibilo.

“Non avverti il suo dolore? Questa spada sta piangendo e grida disperata!”

“Sta zitta!!!” Dice lo spadaccino spingendo l’avversario lontano. Le parole di quell’arma stanno mettendo a dura prova la sicurezza dell’uomo, che più l’ascolta, più la teme.

(Devo sbarazzarmi di lei.) Shaliat rompe il sigillo ed entra in modalità eremitica, inizia a sferrare un mare di fendenti che vengono tutti parati.

“E’ tutto qui quello che sai fare?” Lo schernisce l’arma.

In un impulso di rabbia Shaliat carica tutto il suo chakra nella lama e urla:

“Dankuryuha!” Poi mena un fendente dal basso verso l’alto e un’ondata di chakra violaceo parte dalla lame di Zanroku per investire il nemico.

(Non può averlo scansato.) Pensa sicuro Shaliat, quando la polvere si assesta il corpo di Basho è ancora in piedi.

“Tu pensi che io sia uno di quegli avversari che vedi tutti i giorni? Io conosco ogni tua mossa, so esattamente cosa farai!”

“Tu non sei Zanroku!”

“Bravo, continua a ripetertelo.” Poi Basho riparte all’attacco, il colpo di poco fa a prosciugato le forze di Shaliat che non riesce a evitare di essere colpito e viene squarciato dal fianco sinistro fino alla spalla destra. Ora l’Oscuro è in ginocchio e non sa come cavarsela.

“Dopo che avrò ucciso te, mi occuperò anche di quella donna.” La frase fa scattare il corpo di Shaliat che sferra un fendente orizzontale. L’attacco però viene fermato con facilità e la lama di Zanroku s’infrange.

(No…) è l’unico pensiero che passa nella mente dell’uomo, mentre vede i frammenti della sua fedele arma che cadono al suolo.

“Ora tocca a te.” Ma l’uomo non può morire adesso, ha una missione da compiere.

“Tecnica del richiamo!” Una fitta nube di fumo si alza e da questa ne esce un drago bianco con una criniera nera e occhi rossi, alto più di cinque metri e inizia a sputare lingue di fuoco contro il nemico, che è costretto ad allontanarsi.

“Portami via!” Urla l’Oscuro e il drago ubbidisce, caricandoselo sulle schiena e spiccando il volo.

L’arma di Basho ha ottenuto il suo obiettivo e quindi decide che non vale la pena di inseguirlo.

“Grazie Gon, non sai quanto mi fa piacere vederti.”

“Che ti è successo amico, non ti ho mai visto ridotto così.”

“Perché non ho mai affrontato qualcuno che fosse l’incarnazione di Zanroku.”

“Cosa?” Shaliat fa un breve riepilogo dell’accaduto, mentre Gonshiro trova un posto tranquillo dove atterrare, un piccolo spiazzo in mezzo a un boschetto. L’uomo smonta dalla groppa dell’amico e si appoggia alla base di un albero.

“Gon ho un ultimo favore da chiederti…” Dice Shaliat, mentre prende delle fasciature dalla piccola borsa sulla schiena e inizia a medicarsi la ferita.

“Che ti serve?” Risponde il drago.

“... puoi portare Zanroku da Kuniko?”

“Per fargliela riforgiare! Non c’è problema, vedrai che te le sistemerà in un baleno.”

“Grazie mille Gon.”

“Tu sei sicuro che non ti serva aiuto?”

“Non preoccuparti ho un piano in mente e non ho intenzione di lasciarlo incompiuto. E di a Kuniko che non deve riconsegnarmela per forza.” L’ultima parte del discorso non convince molto Gonshiro ma non vuole discutere con Shaliat.

“Va bene, penserò io a Zanroku, tu cerca di non fare idiozie nel frattempo.” Il drago, dopo aver ricevuto la lama spezzata, scompare in una nuvola di fumo.

Shaliat non vuole aspettare che la ferita guarisca, quindi si fascia alla bene-meglio e ricomincia il viaggio.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** TOPO DA BIBLIOTECA ***


Ci vogliono altri quattro giorni prima che l’Oscuro raggiunga la costa e riesca a noleggiare una barca per raggiungere l’isola del villaggio della Nebbia, per fortuna la traversata non presenta nuovi problemi e in meno di tre giorno il porto viene raggiunto.

(Bene adesso mi devo dirigere al villaggio, speriamo non siamo tutti in allerta.) Ma ovviamente le speranza di Shaliat sono vane, come si avvicina troppo alla Nebbia uno squadrone di ambu, dalle porte del villaggio, lo minaccia e gli intima di tornare indietro.

“Non sono vostro nemico, ho bisogno di entrare nella vostra biblioteca.” Spiega l’uomo.

“E perché dovremmo fidarci?”

“Guardate questo copri-fronte mi è stato dato dall’Hokage.” Shaliat mostra la targa di ferro con il simbolo dell’alleanza ninja.

“Lasciatelo passare.” Dice una voce femminile in mezzo al gruppo, si tratta del quinto Mizukage, ed è proprio lei a guidare lo spadaccino nella biblioteca, si tratta di un edificio immenso con decine di piani sia interrati con non e scaffali su scaffali di libri.

“Cosa stai cercando di preciso?” Chiede Mei.

“Un libro sulla leggenda di Kaguya e Shimaru.”

“Lo conosco. Aspetta qui.” Poi la donna scompare tra gli scaffali per riapparire una decina di minuti dopo.

“Questo è il libro che stai cercando.”

“Vi ringrazio Mizukage!”

“Chiamami Mei e dammi del tu.”

“D’accordo Mei.” Poi Shaliat si mette a leggere il libro, tralascia le pagine che non parlano della prova del drago per risparmiare tempo.

“Che stai cercando?” Gli chiede la donna.

“Informazioni sulla posizione del drago dal gioiello dei mille colori.”

“Allora questo libro non ti serve, non dice nulla sulla sua locazione.”

“Non c’è nemmeno un indizio?” Chiede speranzoso l’Oscuro.

“Mi dispiace, ma l’unico momento in cui se ne parla è quando Kaguya propone la prova e quando si scopre che il principe è morto nel tentativo.” Gli spiega la donna.

Shaliat chiude il libro e dopo aver ringraziato sia gli ambu che la Mizukage fa per andarsene.

“Dove vai?” Gli urla dietro Mei.

“Devo trovare qual drago e non posso perdere tempo con informazioni sterili è troppo importante.” Poi l’uomo lascia l’edificio, sta per uscire anche dal villaggio quando un figura femminile gli si para davanti.

“Mizukage!”

“Ti ho detto di darmi del tu, altrimenti mi fai sentire vecchia! Comunque ho qualcosa per te. Questa informazione sarebbe classificata, ma Naruto mi ha parlato bene di te e voglio aiutarti.”

“Ti ringrazio davvero.”

“Devi sapere che tra tutte le isole che compongono il Paese dall’Acqua ce n’è una che non è mai stata esplorata, perché c’è una barriera che respinge le persone che vi si avvicinano. Non so se ti possa servire ma potresti iniziare da lì la tua ricerca.” Poi la Mizukage consegna all’uomo una mappa che indica l’isola in questione.

“Ancora grazie Mei davvero, troverò il modo di sdebitarmi.”

“Se vuoi te lo do io il modo. Non farla soffrire, non se lo merita.”

(Come fa a sapere di me e Jeliel? Possibile che la notizia di ciò che è accaduto alla riunione dei Kage sia arrivata fino a qui?)

“Questa ricerca è per la sicurezza di due persone e una di quelle è lei.” Confessa Shaliat.

“Allora ti auguro di avere successo.” Così l’uomo saluta la donna e comincia la sua ricerca.

Dopo circa un giorno, l’uomo ha raggiunto l’isola circondata dalla barriera, grazie soprattutto alla mappa che gli ha consegnato la Mizukage.

(Il chakra di questo scudo è davvero impressionante, non credo che sarà facile oltrepassarlo.) Pensa lo spadaccino mentre osserva la barriera.

Shaliat decide di testarne le forza per avere un’idea di contro cosa sta per scontrarsi e allunga una mano. Con sua sorpresa l’arto passa incolume attraverso la parete.

(Com’è possibile? Mei ha detto che nessuno è riuscito a entrare qui dentro.) L’Oscuro sa che non ha tempo d’indagare sul fatto, quindi approfittando del fortunato evento l’attraversa, davanti gli si para una caverna enorme della quale non si vede il fondo.

(L’unico modo per scoprire se ho trovato il posto giusto è entrare.) Così l’uomo varca la soglia della caverna per esplorarla, dopo diversi metri in piano Shaliat trova una galleria un po’ più stretta che scende a spirale nel sottosuolo per una cinquantina di metri, alla fine della quale si trova un’altra galleria in piano.

(Cos’è questo rumore, è stranamente regolare. Sembra quasi che qualcuno stia respirando.) Mentre pensa questo, l’Oscuro continua ad addentrarsi fino a giungere in una stanza gigantesca tutta illuminata da torce sulle pareti. All’interno di questa in un angolo buio sembra stare qualcosa di colossale.

“Sei arrivato finalmente.” Una voce profonda echeggia nella stanza.

“Non so chi tu sia, ma sembra mi stessi aspettando.”

“E’ da un bel pezzo che seguo le tue mosse, esattamente da quando hai deciso di cercarmi.” Dall’angolo buio si alza una creatura con corna affilate e una sguardo vermiglio, la figura però è ancora avvolta dal buio, quindi fa un paio di passi verso la luce per mostrarsi. Si tratta di un drago color blu notte, alto quasi una trentina di metri, con una coda che termina in una serie di punte affilate come lame e ali proporzionate al resto del corpo.

“Come fai a sapere che ti stavo cercando?”

“Io sono Nagaraja e con le mie capacità posso sapere cosa succede fuori da questa caverna, è l’unico modo che ho per scrutare l’esterno da quando la dea mi ha affidato questo luogo.”

“Ti riferisci a Kaguya. Beh saprai anche è stata sconfitta, non deve più restare rinchiuso qui.”

“Sciocco uomo, la dea non si sconfigge e non le si disubbidisce.”

“Che vuoi dire?”

“Che com’è tornata una volta, lo può rifare.”

“Hai detto anche che puoi sapere cosa succede fuori di qui. Giusto?”

“Vuoi chiedermi se conosco i piano dei tuoi nemici è evidente, ma non sono il tipo da rivelare dei segreti così alla leggera.”

“Ti prego ne va della salvezza di molte persone.” Lo supplica Shaliat.

“Ma a te interessa soltanto la salute di due, non è vero?” L’uomo sente come se questa creatura potesse leggergli la mente.

“E’ vero non ti mentirò, ma dato che non vuoi dirmi ciò che m’interessa, almeno dai una mano ai ninja!”

“E perché dovrei? Sei venuto fin qui solo per il tuo desiderio egoista e a me di ciò che succede tra gli uomini non importa nulla, ho visto eserciti uccidersi a vicenda per millenni, questa guerra non è diversa dalle altre.”

“Allora perché mi hai fatto entrare?” Chiede l’Oscuro.

“Non è dipeso da me. La barriera impedisce a qualsiasi persona di entrare ma tu non hai sangue umano nella vene quindi lo scudo non ti ha rilevato come una minaccia.” Spiega il rettile.

L’uomo sente di aver solo perso tempo, perciò senza troppi indugi si volta per cominciare una nuova ricerca, in quel momento però il drago con un colpo della sua coda fa crollare una serie di massi che bloccano l’uscita.

“Che stai facendo?” Chiede Shaliat.

“E’ da millenni che nessuno viene qui. Dopo che quel principe fallì la missione affidatagli dalle dea, venne eretta quella barriera e io rimasi isolato dal resto del mondo, quindi ho intenzione di svagarmi un po’!” Il drago inizia ad attaccare Shaliat coi suoi artigli, se un fosse per la modalità eremitica l’Oscuro sarebbe stato colpito in pieno.

“Sei piuttosto rapido per un uomo, anche se hai ereditato i tuoi poteri da un drago.”

(Sa persino di Sorai.) A Shaliat pare che questo nemico conosca ogni aspetto della sua vita.

Nagaraja riparte all’attacco e Shaliat deve sfruttare tutta la sua velocità solo per evitare di essere colpito, ma basta che il rettile si muova solo un po’ più rapidamente per rendere vani tutti i tentativi d’evasione dello spadaccino e con l’ultimo attacco gli infligge una profonda ferita al fianco destro.

(Devo nascondermi non posso continuare così. In più, la ferita che mi ha inferto Basho si è riaperta.) Shaliat lancia un fumogeno così da avere qualche secondo di tempo per trovare un riparo e riorganizzare le idee.

“Ti nascondi? Sei un codardo! Affronta la morte con dignità! Almeno quel principe ha avuto il fegato di combattere a viso aperto.”

Shaliat sa che se dovesse affrontare quel mostro in uno scontro regolare non avrebbe speranza nemmeno se impugnasse Zanroku.

“Facciamo così, se decidi di affrontarmi da uomo e battermi, allora io esaudirò il tuo desiderio. Mi unirò all’esercito di ninja, che ne dici?”

(Mi sta proponendo quest’offerta solo per divertirsi, sa che non ho speranze.) Ma il premio in palio è notevole e il cervello di Shaliat sonda tutte le possibilità, finché non arriva ha una possibile soluzione.

(Potrei usare la tecnica di Gai. Certo dovrò usare tutte e otto le porte, altrimenti non risolverò nulla. Però non sono abile come lui, ho bisogno di aprire una porta alla volta e quando arriverò all’ultima avrò pochissimo tempo per sconfiggerlo. In più dovrò anche lasciare coi i poteri di Sorai prendano il sopravvento, in questo modo i miei attacchi saranno imprevedibili, visto che colpirò alla cieca.) L’uomo sa bene che il prezzo da pagare per poter usare una tecnica così potente è alto, ma ha calcolato che Nagaraja non lo farà mai uscire vivo dal quella caverna, quindi l’unico modo per guadagnare qualcosa da questa situazione è giocarsi il tutto per tutto.

“D’accordo Nagaraja...” Dice l’Oscuro mentre esce dal suo nascondiglio, tenendosi il fianco squarciato.

“...ti affronterò senza nascondermi, ma ricorda la tua promessa.”

“Questo è l’accordo ma dovrai anche battermi!” Il rettile rapidissimo scatta in avanti.

“Porta dell’Apertura.” Shaliat viene avvolto dal classico chakra verde e grazie a questo scansa il colpo.

“Porta del Riposo.” La forza dell’uomo s’intensifica, cerca anche di sferrare qualche attacco ma ogni volta che cerca di avvicinarsi il drago reagisce e Shaliat deve interrompere per evitare di essere colpito. Le porte della Vita e della Ferita vengono aperte in rapida successione, però l’uomo inizia già adesso a sentire gli effetti collaterali.

“Porta della Chiusura.” Il drago continua a cercare di colpire il bersaglio, mentre Shaliat continua ad aprire le porte.

“Porta della Visione.”

(Ci sono quasi ne mancano solo due.)

“Fermati maledetto!” Il rettile sembra sempre più preoccupato come se conoscesse gli intenti dell’Oscuro.

“Porta dello Stupore.” Il chakra che avvolge lo spadaccino diventa blu e Shaliat prova ad utilizzare un’arte magica.

“Arte della tempesta: Luce del Kirin!” Un fascio di raggi lucenti partono dalla bocca di Shaliat e colpiscono il bersaglio che ne esce illeso senza alcuna difficoltà.

(Niente da fare, speravo di cavarmela con la settima porta ma non ho alternative. Mi dispiace, Jeliel, Ikazuchi questo è per voi.)

Dopo aver respinto l’arte magica, Nagaraja risponde sparando dalla bocca una sfera di chakra condensato che colpisce in pieno l’Oscuro.

“Porta della Morte!” Shaliat riemerge dall’esplosione ricoperto interamente dal chakra rosso, in modalità eremitica e con le braccia ciondoloni come se il suo corpo non gli appartenesse più. Inizia a guardarsi attorno, come se si fosse risvegliato in quel luogo, poi nota la presenza di Nagarja e subito dopo inizia a colpirlo a ripetizione, il rettile accusa ogni assalto.

(Maledizione, quest’uomo è disposto a morire per ottenere ciò che vuole e per giunta sembra che adesso abbia lasciato libero sfogo ai suoi istinti animali. Non sto combattendo più contro un uomo, questo è un drago con fattezze umane.)

Intanto Shaliat continua col suo piano e nonostante alcuni colpi di Nagaraja vadano a segno, l’uomo non sembra badarci più di tanto. Mentre accade tutto questo, alcune lacrime solcano il viso dell’uomo e il drago le nota ma sa che non sono dovute al dolore.

La violenza dello scontro inizia a minacciare la struttura della caverna, che poco alla volta comincia a cedere.

(Se non metto fine a tutto questo saremo sommersi!) Intuisce il rettile, un attimo dopo svariate tonnellate d’acqua sfondano il soffitto e travolgono i due contendenti.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** DIETRO LE SBARRE ***


Qualcuno sta urlando, ma Shaliat non riesce capire chi, poi qualcun’altro corre.

(Dove mi trovo?) L’uomo cerca di aprire gli occhi ma la luce è troppo forte quindi li richiude, altre urla raggiungono le sue orecchie, sforzando la mente Shaliat cerca di ricordare cosa sia successo, prima l’isola nel Paese dell’Acqua, poi Nagaraja, il tentativo disperato e dopo, buoi.

(Aspetta, io ho aperto l’ottava porta, che cosa è successo dopo?)

(Posso risponderti io.) Una voce che Shaliat sembra riconoscere.

(Nagaraja! Dove sei?) Ogni campanello d’allarme nell’essere dell’Oscuro si accende e la preoccupazione lo travolge facendolo saltare giù dalla branda.

(Rilassati non stiamo più combattendo, non te ne sei accorto?)

(Sento la tua voce, nella mia testa.)

(Esatto, dopo che la mia caverna è crollata siamo stati risucchiati nell’oceano, poi ti ho raccolto e portato sulla costa. Purtroppo il tuo corpo aveva già iniziato a distruggersi e quindi mi restava una sola cosa da fare per salvarti la vita, fondermi con te.)

A Shaliat sembra di aver già vissuto tutto questo.

(Salvarmi la vita? Hai cercato uccidermi!)

(Fammi spiegare, intanto ti chiedo scusa per il mio comportamento, l’ho fatto per capire di che pasta sei fatto. Da quando sei partito alla mia ricerca ti ho osservato per tutto il tempo e la tua determinazione mi ha convinto a metterti alla prova, lo scontro nella caverna serviva a stabilire se saresti stato in grado di dimostrarmi il tuo valore.)

(Come? Se da quando ho aperto le porte non hai fatto che cercare di eliminarmi per impedirmelo.)

(Ti sbagli, stavo cercando di fermarti per non farti arrivare all’ultima porta. Infatti per evitare la tua morte, ho deciso che mi sarei unito a te.)

(Dove siamo? Cosa sono questi rumori?)

(Dopo che ci siamo fusi, un gruppo di creature violacee ha trovato il tuo corpo e dopo averlo analizzato, hanno capito cosa fosse successo, ora ci hanno portato in una prigione per cercare di dividerci e sfruttare per loro le mie capacità.)

(Beh per sapere tutte queste cose, mi sembri abbastanza tranquillo.)

(Perché hanno già provato diverse volte col loro stupido rituale, ma non sono riusciti a combinare nulla. Adesso sei in cella, vedi di muoverti così ce ne andiamo.)

Subito dopo Shaliat si guarda attorno, la cella è per una persona sola e misura circa quattro metri per due.

“Allora non sei un cadavere! Mi sembrava strano che invece di metterti in una bara, ti rinchiudessero in gabbia.” La voce è di un uomo che sta nella cella davanti a quella di Shaliat, oltre il corridoio. L’individuo è moro, con una barba folta che si unisce ai capelli e su di questa porta delle piccole treccine, la sua carnagione è pallida.

“Da quanto sono qui?” Chiede lo spadaccino.

“E’ poco più di una settimana che ti trovi in prigione, hai continuato a dormire e ti hanno nutrito per endovena. Piacere mi chiamo Shoko.”

“Il mio nome è Shaliat.”

“Il famoso spadaccino? Non sapevo tenessero un VIP, qui dentro.”

(Te ne sei accorto vero?) Chiede Nagaraja.

(Di cosa? Del fatto che questo sta cercando di conoscermi per capire come far funzionare il loro rituale? E che oltre tutto, siamo gli unici due carcerati qui dentro?)

(Non fare tanto il saputello, se decido di abbandonare il tuo corpo non fai una bella fine.) Lo avvisa Nagaraja.

(Allora sei anche spiritoso!) I due se la ghignano, nel sapere che Shoko è completamente incosciente della loro conversazione.

“Ascoltami, se uniamo le forze penso che potremmo lasciare questo posto.” Suggerisce il furfante.

“Hai un piano?”

“Si, tu che abilità possiedi?” Shaliat se l’aspettava questa domanda, così risponde in modo evasivo:

“Nessuna utile per un’evasione.”

“Capisco, ma io so come uscire da qui, quando arriverà la guardia, io la spingerò verso la tua cella e tu le ruberai le chiavi. Che ne dici?”

“Non è una cattiva idea, ci sto.”

(Che stai facendo?) Chiede Nagaraja.

(Utilizziamo il suo piano, poi prima che ci tradisca, ce lo togliamo dai piedi.)

La guardia entra nel corridoio tra le due celle e Shoko inizia la sua messa in scena.

“Ehi amico, ho fame!” Dice il carcerato, mentre sbatte un bicchiere di ferro arrugginito contro le sbarre.

“Smettila subito, ho ti faccio assagg…” La guardia viene spinta e Shaliat non si limita solo a rubargli il mazzo di chiavi, lo tramortisce pure.

“Perfetto, ora andiamo.” Sussurra Shoko mentre l’Oscuro apre le celle.

“Adesso dobbiamo solo attraversare un paio di corridoi, poi ci troveremo in un grande cortile, se riusciremo e non farci vedere potremo scappare dal portone d’ingresso.” Il piano è troppo semplice per funzionare, Shaliat lo nota subito, ma sicuramente le guardie sono tutte d’accordo. Infatti lungo i corridoi non incontrano nessuno, fino all’arrivo nel grande cortile, dove non sono presenti molte guardie ma un gran numero di prigionieri.

(Allora non eravamo solo io e lui qui dentro.) Pensa Shaliat, osservando meglio gli altri carcerati, l’uomo nota che tutti portano un copri-fronte di villaggi differenti e intuisce che questi devono essere tutti ninja resi prigionieri.

“L’uscita è da questa parte!” Gli comunica Shoko, indicando un grande portone chiuso alla loro sinistra, in fondo al cortile.

“Muoviamoci con cautela.” Consiglia l’imbroglione, ma come si avvicinano troppo alla porta, una massa di soldati violacei li accerchia, puntandogli contro lance e spade.

“Prigionieri, tornate nelle vostre celle e non vi sarà fatto del male!” Intima il comandante della guardie.

“Non ci avrete mai!!!” Inveisce Shoko contro le guardie, le quali iniziano a scagliare kunai e shuriken contro i due avversari. Shaliat inizia a comporre dei sigilli con le mani, vuole usare l’arte del vento per deviare l’assalto ma prima di terminare il processo, una sorta di braccio fatto di chakra color blu notte, avvolge i due evasori proteggendoli e l’occhio sinistro dello spadaccino diventa scarlatto.

(Ma che sta succedendo?) Si chiede Shaliat.

(Ti ho salvato la vita. Di nuovo.) Dice Nagaraja.

(Questo è un tuo braccio?)

(Esatto, adesso puoi evocarmi e usare i miei poteri.) Scansato il pericolo l’arto scompare.

“Attivate il sigillo!” Ordina il comandante delle guardie, subito dopo sotto i piedi dell’Oscuro compare un simbolo che, con delle catene, avvolge il corpo di Shaliat e inizia ad assorbire la sua energia. Poi Shoko si avvicina al comandante.

“Visto capo? Ho fatto come mi hai chiesto, ti ho mostrato le sue capacità! Adesso voglio la mia ricompensa!”

“Questi erano gli accordi, avrai la tua libertà.” In quel momento l’essere violaceo colpisce il furfante a tradimento con la sua lancia, Shoko cade a terra privo di vita.

(Dunque era questo il loro piano, analizzare le nostre potenzialità e assorbirle, povero Shoko mi fa pena. Nagaraja è un problema per noi?)

(Direi di no, basta che t’impegni un po’ di più.) Seguendo il consiglio del drago, Shaliat aumenta il flusso di chakra, creando un’esplosione di energia che riesce a rompere le catene.

“Soldati, eliminatelo!” Vedendo che il sigillo ha fallito, il comandante passa al piano B, ogni creatura che circonda il prigioniero gli salta addosso per colpirlo, ma con le nuove abilità Shaliat evoca entrambe le braccia di Nagaraja, con le quali travolge tutti nemici nel raggio di dieci metri.

(Sto iniziando capire come funziona.) Pensa il guerriero, poi una scarica di kunai cerca di colpirlo alle spalle.

“Arte del fuoco: tecnica del drago di fuoco supremo!” L’evocazione di fiamme travolge i kunai e chi li aveva lanciati, in questo modo tutti i nemici che si trovano di fronte alla tecnica vengono inceneriti e il miasma bruciato.

Lo scontro continua e dopo un quarto d’ora quasi tutte le guardie sono state eliminate.

“Maledetto verme, ora ti farò abbassare la cresta!” Adesso il comandante si fa avanti.

“Prima mi fai massacrare i tuoi sottoposti e poi decidi di affrontarmi. Non credo tu valga molto.” Shaliat scarica a parole la sua rabbia.

Il comandante è una creatura diversa dalle altre, possiede un corpo molto più simile a quello di una persona comune, anche se la sua stazza supera i due metri e mezzo, non possiede gli occhi ed è munito di corna. L’essere si getta sul nemico, impugnando una lancia, i primi assalti vengono facilmente evitati, poi Shaliat contrattacca e colpisce il ventre dell’avversario con un destro micidiale, il comandante si ritrova in ginocchio col viso a terra, immobile. Vedendo il loro comandante sconfitto, tutti i soldati della prigione attaccano Shaliat, vogliono fargliela pagare, i loro piani però sono interrotti dagli altri prigionieri che stanno insorgendo. In tutta la prigione ci sono focolai di rivolta, alcuni hanno anche preso di mira le armerie, il problema è che per ogni creatura sconfitta si crea una nube di miasma.

(Se vanno avanti così non resterà più nessuno in vita.)

(Usa le mie ali, possiamo proteggerli dal gas raggruppandoli.)

Allora Shaliat utilizza di nuovo le sue nuove abilità e usando le ali di Nagaraja, riunisce tutti i ninja e li avvolge, allontanandoli dalla nube velenosa, poi con l’arte del fuoco, brucia il miasma così da poter liberare i suoi compagni d’evasione.

“Urrà per l’Oscuro!” Qualcuno urla dal mezzo del gruppo e tutti lo seguono.

“Urrà, Urrà!” Urlano tutti quanti.

“Compagni! Una grande battaglia ci attende dobbiamo riunirci alle nostre squadre!” Grida un ninja.

“Ma non sappiamo dove si sta svolgendo la battaglia! Qualcuno lo sa?” Fa notare un altro guerriero e tutti iniziano a guardarsi attorno nella speranza di una risposta.

(Io so dove stanno combattendo.) Dice Nagaraja

(Come fai saperlo?)

(Dalla mia caverna ho osservato i piani di Ryochi e stanno combattendo verso ovest, su un altopiano che dista un paio di giorni di cammino.)

Dopo aver ricevuto le istruzioni da Nagaraja, Shaliat prende la parola e inizia a guidare il gruppo verso il campo di battaglia.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** UNA LETTERA AMICHEVOLE ***


Durante il tragitto, per giungere al campo di battaglia, l’Oscuro vuole chiedere una cosa al drago:

(Nagaraja, ora che ci penso tu dentro la caverna avevi già accennato al fatto che eri a conoscenza dei piani del nemico.)

(Precisamente, devi sapere che su quel l'altopiano è stato disegnato un sigillo che risucchia tutto il chakra che viene impiegato per combattere.)

(Assorbe il chakra? Per quale motivo?) Chiede Shaliat.

(Una volta che ne avranno accumulato abbastanza, riuniranno tutti i Semi, che sbocceranno nello stesso momento, così facendo daranno vita a un nuovo albero divino.)

(Allora è questo ciò che hanno in mente. Ma cosa intendono fare dopo averlo ricreato?)

(Il piano di Ryochi si ferma qui, ho cercato di scrutare anche le azioni di Shimaru ma lui possiede abbastanza potere per impedirmi di vedere.) Confessa Nagaraja.

(Dobbiamo fare in fretta ad arrivare!)

(Noi potremmo raggiungere l’altopiano in un paio d’ore.)

(Non mi sembra il caso di lasciare tutti indietro, resteremo con loro per evitare che subiscano imboscate da parte del nemico.)

(Mi sembra una mossa saggia.)

Quando cala la notte, il gruppo si accampa in un bosco abbastanza fitto così da non attirare attenzioni indesiderate, tutti i ninja mangiano e si riposano per arrivare pronti sul campo di battaglia.

Shaliat sta per smontare dal suo turno di guardia, quando una colonnina di fumo compare davanti a lui, si tratta di Zanroku che gli dev’essere stata inviata dalla Rupe Affilata, attaccato all’elsa della spada c’è un biglietto che dice:

“BRUTTO IDIOTA! Cosa pensavi? Che Zanroku non mi avrebbe raccontato il tuo comportamento durante l’ultimo combattimento? E poi il messaggio che mi hai fatto lasciare da Gonshiro, ‘non devo riconsegnartela per forza’ hai fatto bene a mandare lui, altrimenti ti avrei riempito di botte per farti tornare un po’ di sale in zucca! Questa spada, ti ha scelto come suo proprietario il giorno in cui l’ho forgiata, ti ha salvato la vita un’infinità di volte e servirà te fino alla fine dei suoi giorni! E dopo tutto questo, hai il coraggio di farti abbindolare dal primo idiota che ti mette in testa strane idee? Sappi che l’unico momento in cui l’hai delusa è stato proprio durante l’ultimo scontro con Basho, quando hai dubitato di lei. Comunque è pronta a tornare in azione e vedi di trattarla bene, stiamo sempre parlando del mio capolavoro.

Amorevolmente Kuniko.”

(Cavolo, dimenticavo che quella draghessa può parlare con la sue creazioni.)

(Mi sembra piuttosto infuriata.) Commenta Nagaraja.

(E’ vero, ma mi basterà offrirle una bella bistecca al sangue per farmi perdonare.)

La lettera ha fatto male al cuore dell’uomo che sente di aver trattato malissimo una fedele amica.

“Mi dispiace di averti delusa Zanroku, starò attento che non accada più, promesso.” Dice alla spada, mentre la impugna e la ripone nel fodero sulla schiena, rimasto vuoto per troppo tempo.

L’indomani, il gruppo di evasi parte all’alba per raggiungere la sua destinazione, nel frattempo Hinata e Sakura stanno guidando la loro squadra nell’assalto alle truppe di Ryochi, le tecniche della Hyuga sono particolarmente adatte a questo scontro, perché può combattere senza preoccuparsi di far fuoriuscire il miasma, dato che il Pugno gentile colpisce solo gli organi interni, mentre Sakura invece ha bisogno del supporto di chi sa usare l’arte del fuoco, visto che i suoi pugni possono strappare gli strati di pelle.

E’ diverso tempo che i due frangenti si stanno dando battaglia e sembra che le forze nemiche non accennino a diminuire e differenza di quelle ninja.

“Non possiamo continuare in questo modo, se non troviamo una soluzione ci saranno più soldati da curare che combattenti.” Fa notare l’Haruno.

“Ordiniamo a tutti quelli che non fanno parte del clan Hyuga di occuparsi dei feriti, tutti gli altri dovranno essere in prima linea!” Suggerisce la moglie dell’Hokage.

“Non è una buona idea, sareste in minoranza.”

“Mentre resistiamo, voi chiedete rinforzi al quartier generale, noi riusciremo a resistere. Ora vai!”

Sakura non ha mai visto Hinata così autoritaria e non discute ulteriormente la sua strategia, abbandona lo scontro facendo in modo che tutti i ninja tranne gli Hyuga, la seguano per curare i feriti e chiamare i rinforzi, nel frattempo la squadra di Hinata protegge a spada tratta i compagni ma la differenza numerica si fa sentire e solo dopo pochi minuti la linea di difesa inizia a vacillare.

(Se non fanno in fretta a mandare qualcuno dal quartier generale non resisteremo!) Pensa disperata la Hyuga.

In quel momento, un gruppo di ninja si aggiunge alle squadre di soccorso e una mano si poggia sulla spalla di Hinata.

“Mi sembri esausta, ti do il cambio.” Si tratta di Shaliat che con il gruppo di ninja evasi ha finalmente raggiunto il campo di battaglia.

“Shaliat, che intenzioni hai?” Chiede la donna vedendo che l’uomo avanza verso il fronte nemico in solitaria.

“Non preoccuparti, credo di potermela cavare contro di loro.” In quel momento una creatura aggredisce frontalmente l’Oscuro che con un kunai recide il braccio destro dell’essere, tale mossa fa si che il miasma fuoriesca dalla ferita, osservando l’accaduto tutti gli Hyuga in prima linea si ritirano Hinata compresa.

“Shaliat devi scappare o finirai avvelenato!” Lo avvisa la donna, ma ormai l’uomo è completamente avvolto dalla nube, questo però non lo preoccupa, Nagaraja sa come rendere il corpo di Shaliat immune al gas. Intanto numerose creature violacee stanno attaccando l’Oscuro ma nessuna di queste riesce a colpirlo, anzi a ogni attacco Shaliat reagisce ferendo a morte chi è stato così sfrontato.

(Adesso basta, non possiamo restare qui troppo allungo.) Pensa l’uomo e quindi sfodera la sua spada, pronta a mettere la parola ‘fine’ a questo combattimento. Shaliat si concentra, poi menando un colpo con Zanroku, fa partire un fendente di chakra orizzontale che investe gli avversari vaporizzandoli, i pochi sopravvissuti battono in ritirata.

(Bene, adesso portiamo i feriti dai medici.) Alchè Shaliat rivolge la sua attenzione a chi è rimasto nelle retrovie, tra loro vede anche Sakura che sta tentando di salvare la vita a un soldato.

“Che succede?” Chiede l’uomo.

“E’ una ferita molto grave e non posso curarla senza l’apparecchiatura giusta.” Spiega la donna.

“C’è un accampamento amico qui vicino?”

“Si, Kumo non è molto distante da qui e lì abbiamo allestito un campo per i ninja medici.”

“Allora lo porterò da lui, anzi è meglio che portiamo tutti laggiù.” Detto questo Shaliat raccoglie il ninja e segue l’Haruno verso il campo medico. Il tragitto è breve e in pochi minuti tutti i soldati hanno raggiunto la destinazione, Shaliat sa che Kumo sarà impegnato con altri pazienti, quindi non prova nemmeno a cercarlo, si dirige subito verso una tenda, all’interno della quale si trovano tre ninja medici che dicono a Shaliat di lasciare il ferito sul lettino. Fatto questo l’uomo si sente di troppo quindi decide di uscire, mentre lo fa vede che davanti alla tenda si trova una donna, è bellissima con lunghi capelli biondo scuri e occhi celesti, Shaliat non può credere ai suoi occhi.

“Jeliel! Grazie al cielo stai bene!”

 

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** SVOLTA NELLA GUERRA ***


Shaliat ha terminato il suo racconto e Shikamaru sta analizzando tutte le informazioni.

“Dunque ora sappiamo che sull’altopiano c’è un sigillo che serve per accumulare chakra e Ryochi vuole utilizzarlo per creare un altro albero divino, ma non sappiamo a cosa gli può servire.”

“Non credo che vogliano riutilizzare le Tsukuyomi Infinito, tutti sanno che Sasuke può difenderci col suo Susano’o.” Fa notare Naruto.

“Mi dispiace non sono riuscito a carpire altre informazioni e Nagaraja non riesce a vedere le intenzioni di Shimaru.”

“Non devi scusarti Shaliat, ci hai fornito preziosi alleati e dati importanti, adesso non brancoliamo più nel buio.” Lo rincuora Kumo che nel frattempo li ha raggiunti.

Nei trenta minuti che seguono, Shikamaru comunica a Ino di ordinare la ritirata e inizia a studiare una strategia, che spiega anche ai compagni intorno al tavolo. Preparati gli ultimi accorgimenti, il Nara decide di lasciar andare tutti a riposare così da essere preparati per il prossimo attacco.

Prima di lasciare che il possessore del Ryugan torni dai feriti, Shaliat lo ferma.

“Kumo aspetta, volevo ringraziarti per aver vegliato su Jeliel.”

“Sarò sempre in debito con te, mi hai salvato da quella prigione, era il minimo che potessi fare.”

“Aspettate di cosa state parlando?” Domanda Jeliel.

“Devi sapere che quando Shaliat è partito mi ha lasciato un messaggio nei miei effetti personali, dove mi chiedeva di esserti di aiutarti in ogni modo.” Spiega Kumo, poi il compagno saluta e parte per il campo medico.

Shaliat e Jeliel si avviano verso la tenda di lei, la Salvatrice ha chiesto all’uomo di seguirla, vuole parlargli in privato. Questo ha messo un’agitazione non indifferente addosso a Shaliat, che si sta addentrando nella tenda, una volta all’interno, l’uomo si volta verso la donna che prontamente le colpisce con un sinistro micidiale e lo manda al tappeto, Shaliat pensa di sapere il motivo del pugno ma si sbaglia.

“Dunque è così che la pensi?”

“Di cosa stai parlando?” Chiede dubbioso l’Oscuro.

“Prima chiedi e Kumo di proteggermi, poi parti per un viaggio con l'obiettivo di dare a me e a Ikazuchi una vita felice e dopo tutto questo pensi di poterti suicidare utilizzando una tecnica proibita? Se io non posso permettermi di morire, sta tranquillo che non puoi nemmeno tu! Nostra figlia ha bisogno di tutti e due!”

“Nostra figlia?”

“Ieri Ikazuchi mi ha chiamata mamma!” Nonostante la donna stia inveendo contro di lui, Shaliat sente un’emozione immensa montargli dentro, tale che dopo essersi alzato ferma le parole di Jeliel baciandola. Un bacio che aspettavano entrambi da mesi, dopo il quale iniziano a spogliarsi, per ritrovare quell’intimità che ha un bisogno sfrenato di essere espressa.

Jeliel e Shaliat si svegliano all’alba, nonostante verrebbero restare ancora soli, sanno che il dovere li chiama, infatti Shikamaru sta facendo radunare tutti per l’attuazione del piano studiato la sera precedente.

L’esercito di Ryochi e Shimaru si sta schierando vedendo un’orda di ninja che sta per caricarli frontalmente, dopo una decina di minuti di attesa le due fazioni iniziano a darsi battaglia. Da subito nulla sembra essere cambiato dai combattimenti dei giorni precedenti, ma qualcosa non convince Ryochi che sta osservando lo scontro dalla sua postazione nelle retrovie. Vede che né le sue creature né i ninja stanno ferendo i rispettivi avversari, come se stessero aspettando qualcosa. L’uomo decide di scendere sul campo per constatare di persona e si ritrova davanti un ninja della Roccia, il soldato inizia ad attaccarlo senza risultato, poi Ryochi lo colpisce con un kunai al ventre, un secondo dopo il ninja scompare in una nuvola di fumo.

(Era una copia!) Intuisce l’uomo, in quel momento si sente la voce di Shikamaru, echeggiare su tutto il campo di battaglia:

“Adesso!” Successivamente dai confini dell’altopiano si sentono una serie di esplosioni che creano una moltitudine di spaccature, le quali arrivano fino al centro del terreno di scontro.

(Maledizione, il sigillo è stato infranto!) Pensa Ryochi, poi tutte le copie dell’esercito ninja scompaiono lasciando la fazione nemica sola sul posto. Di lì a poco una pioggia di kunai con carte bomba, piomba sull’altopiano completando l’opera di distruzione del sigillo.

I kunai sono stati lanciati da tutti i ninja dell’esercito alleato che si sono disposti intorno al campo di battaglia, non è rimasto nessuno al quartier generale, e le esplosioni laterali sono state provocati da una serie di carte bomba posizionate in modo da creare più danni possibile alla struttura naturale, che adesso è stata rasa al suolo dall’attacco.

Una volta che la polvere si è assestata, l’esercito nemico è stato annientato, ogni creatura violacea ha perso la vita e il miasma è stato bruciato delle esplosioni, Shikamaru ha pensato a ogni cosa ma non tutto è andato secondo i piani, una piccola barriera viola si alza dal campo distrutto, all’interno della quale si trovano due persone. Il piccolo globo viola atterra lontano dalle macerie e dissolvendosi svela i volti dei due individui, Shimaru e Ryochi.

“Vi faccio i miei complimenti avete scoperto il nostro sigillo su quell’altopiano e l’avete prontamente abbattuto, ciò nonostante mi dispiace deludervi ma non abbiamo accumulato abbastanza chakra, quindi questa battaglia non può ancora dirsi conclusa.” Spiega l’uomo col Byakugan.

(Ma che sta dicendo?) S’interroga l’autore della strategia, in quel momento Shimaru schiocca le dita e dal sottosuolo un’altra orda di creature violacee compare, aggredendo i ninja. Gli scontri ricominciano ma per Jeliel e Shaliat non sarà come per gli altri, dopo essersi liberata di una decina di creature davanti alla donna si para lo stesso Ryochi.

“Sta volta mi degni della tua attenzione?”

“Hai sempre avuto la mia attenzione, non ti ho mai staccato gli occhi di dosso per studiarti.” Spiega Ryochi.

Il primo ad attaccare è proprio l’uomo, che cerca di colpire l’avversario con un kunai ma Jeliel lo ferma bloccandogli le braccia.

“Che state facendo? Il sigillo è stato distrutto non potete più accumulare chakra, perché continuate questa battaglia?” Chiede la donna.

“Perché questa non è una battaglia come le altre, questa servirà a cambiare il destino del mondo ninja!” Dopo la frase Ryochi utilizza la sua versione della rotazione suprema, la Salvatrice per evitare di essere colpita dagli aghi deve allontanarsi e evocare uno scudo con la Piuma di fenice. Terminato l’attacco Jeliel vuole riprendere il discorso.

“Che vuoi dire con, cambiare il destino?”

“Nella realtà di noi ninja ci sono troppe cose che non vanno, una di queste riguarda proprio noi Hyuga.”

“Ti riferisci al discorso della casata cadetta? Guarda che quelle usanze sono state abbandonate, dopo che i dissapori tra le nazioni sono spariti.”

“Credi che sia l’unico aspetto sbagliato? Gli uomini hanno sempre un motivo valido per combattere, è intriso nell’animo di ogni persona, presto o tardi ci sarà un nuovo conflitto e il Sigillo Maledetto verrà utilizzato di nuovo!”

“Non è di sicuro con un’altra guerra che risolverai la situazione, e soprattutto non la risolverai sfruttando tua figlia, Idiota!” Lo insulta Jeliel.

“Mia figlia?... Ti riferisci per caso a Ikazuchi?”

“Precisamente!”

“Mi dispiace deluderti ma io non sono il padre, anzi credo che lei non abbia un padre o una madre.”

“Che stai dicendo? Hai attaccato la Foglia per riprendertela!”

“Quell’attacco è servito solo a trarvi in inganno, per farvi credere che volessimo riaverla a tutti i costi e per farvi affezionare a lei, in questo modo l’avreste tenuta al sicuro durante i nostri scontri.”

“Come? Dunque tu hai ucciso i suoi genitori alla Pioggia, per il tuo piano?”

“Non mi hai ascoltato, lei non è nata come me e te.”

“Stai dicendo solo idiozie!”

“Presto capirai.” Ora è la donna che aggredisce Ryochi con una katana, l’uomo reagisce parandola col kunai che si frantuma al contatto, la lama superata la difesa dell’uomo e lo ferisce al braccio sinistro, lo Hyuga però non sembra preoccupato. Dopo essere stato ferito Ryochi reagisce e colpisce con un pugno il ventre della donna che accusa il colpo e viene sbalzata all’indietro per cinque metri, recuperato l’equilibrio la Salvatrice riparte, stavolta con due katane.

“Arte dell’acqua: Trivella acquatica!” Ryochi genera una trivella liquida nella mano destra e si lancia a sua volta all’attacco, Jeliel imprimendo il chakra del fulmine nelle katane riesce a tagliare la trivella ma non riesce a colpire l’uomo che scansa lateralmente.

“Sei molto abile con le arti magiche, credo che dovrò usare un altro trucco.” Dice Ryochi, alché l’uomo assume le classica posizione d’attacco del Juken.

“Palmo d’aria!” Ovviamente le dimensioni dell’attacco sono le più grandi che Jeliel abbia mai visto in questa tecnica, tant’è che la donna non riesce a scansare il colpo, deve difendersi con uno scudo della Piuma di Fenice, il problema è che la difesa non sembra svolgere il suo dovere. Il Palmo d’aria non s’infrange sullo scudo, bensì lo attraversa colpendo la donna in pieno e in più, dopo aver subito l’attacco, la Salvatrice sente tutti i muscoli rigidi, questo le impedisce di muoversi. Ryochi approfitta dell’occasione e attacca l’avversario con la sua tecnica delle centoventotto chiusure.

Nel frattempo Shaliat sta sistemando un gran numero di creature, quando qualcuno cerca di colpirlo con un colpo dall’alto, l’uomo è obbligato a sfoderare Zanroku per difendersi.

“Di nuovo tu!” Esclama l’Oscuro.

“Finché sentirò il suo fetore non mi fermerò mai!” Dice l’arma di Basho, che viene allontanata dall’avversario.

“Non ti è bastata la prima lezione? Ti ho già spiegato che tu non meriti quella spada. Lei preferisce morire piuttosto che servirti! Non avverti il suo grido d’aiuto? Sei proprio senza speranze, mi toccherà infran…”

“Chiudi quella fogna!...” Shaliat interrompe il monologo.

“...Hai già parlato troppo.” Prima che il nemico possa controbattere l’Oscuro gli è addosso e con Zanroku sferra un fendente alla spada animata, il metallo vibra e il dolore dell’arma traspare dalle sue parole.

“Maledetto, me la pagherai!” Il nemico riparte con un assalto furioso e prevedibile, Shaliat non deve nemmeno pensare alla prossima mossa, il suo corpo si muove d’istinto, scansando il colpo e colpendo la copia di Zanroku con un calcio sul lato piatto della lama.

L’arma di Basho non riesce a capacitarsi del cambiamento subito dal suo avversario, l’ultima volta che si sono battuti era riuscita a sconvolgerlo nel profondo, mentre adesso non vede la minima incertezza nel suo cuore.

“Che ti è successo? Non sei lo stesso uomo che ho sconfitto qualche mese fa.”

“Ti sbagli, sono sempre io. E’ solo che non ho intenzione di deludere di nuovo una fedele amica.”

“Amica? Quell’arma non può esprimere il suo potenziale con te, è per questo che devo mettere fine alle sue sofferenze!”

“Finiscila con i trucchetti. Io non credo più a una sola parola che pronunci, anzi adesso credo di capire quale sia il tuo scopo, non sopporti che ci siano due Zanroku.”

“Come?”

“Vuoi essere unica e la sola che può competere col tuo potere, è la stessa che ti ha creato. Per questo quando hai infranto Zanroku non sei più venuta a cercarmi e guarda cosa poco tempo dopo che è stata riforgiata, sei tornata anche tu.”

L’arma di Basho si sente smascherata, Shaliat ha capito i suoi intenti alla perfezione, questo però non cambia il suo obiettivo e si lancia sull’uomo con una ferocia bestiale, la prima serie di fendenti viene facilmente evitata e prima che possa lanciare la seconda il braccio di Basho viene bloccato dalla mano sinistra di Shaliat, da quella posizione l’Oscuro potrebbe chiudere lo scontro ma vuole umiliare l’avversario per vendicarsi delle menzogne che ha raccontato sulla sua spada, quindi lo lascia andare per fargli provare un nuovo attacco.

“E’ tutto qui quello che sai fare?” Chiede Shaliat.

“Ora sei tu che parli troppo!” L’occhio della spada di Basho s’illumina e la lama viene avvolta dal chakra che prende la forma di un martello.

(Usa di nuovo l’abilità di Romposogliola.) Intuisce lo spadaccino.

L’attacco comincia con una serie di mazzate, nessuna delle quali ottiene l’effetto desiderato, allora l’abilità viene cambiata, ora la lama viene avvolta dai lampi e di nuovo Shaliat blocca l’attacco semplicemente fermando il braccio di Basho.

“Vuoi farmi arrabbiare?”

“No, voglio farti capire l’errore che hai commesso tornando a distruggere Zanroku.” Poi lo spadaccino separa Basho dalla sua arma, troncando gli il braccio sinistro, in quel momento Basho riottiene il controllo del suo corpo e inizia a urlare per il dolore, mentre la spada cade a terra ancora stretta al braccio. Shaliat, seguendo le istruzioni di Nagaraja, usa l’arte della Luce e riesce non solo a fermare l’emorragia ma restituisce anche l’arto perso da Basho.

“Dannato! Non te la caverai! Troverò il modo di vendicarmi!” Dice la spada animata.

“Mi dispiace deluderti ma non lascerai viva questo campo di battaglia.” Risponde l’Oscuro mentre si avvicina all’arto mozzato, poi solleva Zanroku.

“Che vuoi fare? Ferm…” Impugnando la katana al contrario, Shaliat infilza l’occhio sull’elsa e così mette fine all’esistenza della falsa Zanroku.

Basho, che ha assistito alla scena, ora vede il suo rivale girarsi verso di lui e lo coglie il panico, voltandosi inizia a correre disperato, evitando gli scontri intorno a lui, fino ad abbandonare il campo di battaglia.

Da un’altra parte, Jeliel ha subito in pieno la tecnica delle centoventotto chiusure di Ryochi, il dolore è lancinante.

“Sono sorpreso, di solito questa è un’arte letale, tu invece sei ancora viva.” Confessa l’uomo.

Jeliel deve ringraziare il cercoterio dentro di lei che è riuscito a limitare i danni dell’attacco, prima che la donna possa riprendersi, Ryochi riparte all’attacco utilizzando sempre il Juken, sferra un colpo al ventre di Jeliel che però non va a segno anzi, un’esplosione allontana il braccio dell’aggressore, Jeliel è riuscita a utilizzare la sua arte difensiva poco prima di essere colpita. Questo da l’occasione di reagire alla Salvatrice, che sferra una raffica di pugni e calci, Ryochi accusa ogni colpo e deve allontanarsi per evitare ulteriori danni.

In quel momento, da un’altra parte del campo di battaglia, il corpo di Shimaru inizia a brillare e una moltitudine di Semi, spuntati da ogni dove, gli si getta addosso, aggrappandosi gli uni agli altri. Poi la terra inizia a tremare e fratture gigantesche si vanno a formare sotto i piedi dei combattenti, dall’unione di Shimaru coi Semi cominciano a crescere delle radici che vanno in profondità nel terreno, da queste si va a formare un tronco di proporzioni impensabili.

“L’Albero Divino è di nuovo tra noi.” Dice Ryochi.

“Com’è possibile?” Chiede la Jeliel.

“Lord Shimaru non ha creato solo il sigillo su quell’altopiano, ne ha disegnato uno anche sul suo corpo, proprio nell’evenienza che il primo andasse distrutto e in questo breve lasso di tempo ha accumulato il chakra mancante.” Spiega l’uomo, poi si avvia per raggiungere la base dell’albero. Mentre il resto delle battaglie si è fermato, dalla corteccia vicino a Ryochi fuoriesce Shimaru che inizia a parlare:

“Umani! Oggi è un grande giorno, dovete sapere che mille anni fa, la donna più bella che sia mai esistita, ottenne il potere più grande di tutti e oggi il miracolo si ripeterà!” Un attimo dopo dall’albero cade un frutto maturo, che Ryochi si appresta a raccogliere, poi Shimaru apre una mano col palmo rivolto verso il basso, sotto la quale compare una bambina.

“Ikazuchi!” Urlano in coro Jeliel e Shaliat.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** IL PIANO DI SHIMARU ***


La piccola non sa dove si trova, un attimo prima era insieme a Yuriko e adesso si ritrova in un luogo che non conosce, insieme a persone che non ha mai visto.

“Osservate questa creatura, che ha vissuto insieme a voi per anni fingendosi un umana, in realtà lei appartiene alla stessa razza di Kaguya e adesso lei tornerà tra noi!”

Ryochi sta per porgere il frutto a Shimaru, quando con un movimento quasi istantaneo, Shaliat si mette fra i due, cerca anche di distruggere il frutto ma Ryochi lo mette in salvo, mentre accade tutto questo, Jeliel afferra la bambina e la allontana dal combattimento.

“Tu, stupido essere. Ti ho già sconfitto una volta.” Dice Shimaru a Shaliat.

“Ne è passato di tempo da quella volta, scoprirai che non sarà più così facile.” In quel momento Ryochi aggredisce l’Oscuro alle spalle, che deve scansare lateralmente per non essere colpito, Naruto e Sasuke arrivano a dare man forte all’amico.

Intanto la Salvatrice ha portato Ikazuchi nelle retrovie dell’esercito ninja e nello stesso tempo gli scontri tra i due eserciti sono ricominciati.

“Ascolta Ikazuchi, tu resta qui farò in modo che dei ninja ti proteggano, io devo andare ad aiutare Shaliat.”

“Jeliel!” Ino e Choji arrivano prontamente per dare il loro supporto anche senza richiesta.

“Ragazzi, posso chiedervi di badare a lei?”

“Nessun problema ci pensiamo noi.” La rassicura l’Akimichi, così la donna può tornare dal suo compagno.

Nel frattempo, Ryochi combatte contro Shaliat e Shimaru affronta Naruto e Sasuke. Nonostante la forza dei suoi avversari, l’uomo che ha bevuto dalla ciotola del Buddha, fronteggia con abilità i due ninja, la forza di ogni colpo che Naruto o Sasuke sferrano al nemico svanisce al contatto col suo corpo e vieni perfino riflessa al mittente, come in uno specchio.

Invece Shaliat ha un problema diverso, sembra che Ryochi abbia sviluppato una nuova tecnica che gli permette di anticipare le mosse del nemico con largo anticipo, ogni volta che l’Oscuro sta per preparare un attacco Ryochi lo anticipa e lo colpisce prima che l’avversario possa reagire. All’ennesimo colpo subito, una fiammata blu rischia di investire lo Hyuga lateralmente ma viene evitata per un pelo, poi l’autrice dell’attacco compare al fianco di Shaliat.

“Grazie Jeliel.”

“Che ti sta succedendo? Sei piuttosto messo male.”

“Evidentemente non sono abile quanto te, non riesco a capire che trucco stia usando.”

“Trucco?”

“Tra poco lo vedrai.” Così Shaliat parte all’attacco per dimostrare ciò che intende, stavolta vuole colpire il nemico alle spalle e usando la sua velocità lo spadaccino riesce a portarsi dietro il suo avversario. Anche stavolta però le intenzioni dell’uomo vanno in fumo e Ryochi lo contrasta con un pugno allo stomaco. Vedendo la scena Jeliel capisce che si tratta di qualcosa che Ryochi non ha usato contro di lei in precedenza, poi lancia due kunai contro lo Hyuga per allontanarlo dal suo uomo e gli si avvicina.

“Visto di cosa parlavo?”

“Sei un idiota, perché farti colpire apposta?”

“Ogni volta che lo fa mi sembra di capire meglio il funzionamento di questa tecnica.” Spiega Shaliat mentre sputa un grumo di sangue.

“Che vuoi dire?”

“La prossima volta tienti pronta.” Detto questo l’uomo riparte all’attacco, a Jeliel sembra di rivedere la stessa scena di poco fa. Shaliat cerca di colpire Ryochi ma questo prontamente reagisce e attaccandolo alle spalle sferra una gomitata mirando in mezzo alle scapole, stavolta però lo spadaccino è preparato e voltandosi intercetta il colpo.

(Come?...) S’interroga lo Hyuga.

“Jeliel colpisci!” La donna non se lo fa ripetere due volte e attacca l’avversario con un pugno, lo Hyuga però, non potendo usare la rotazione suprema, usa il Palmo d’aria per arrestare l’attacco. Jeliel lo evita prontamente e Shaliat deve lasciare la presa per evitare di essere colpito dal nemico.

“Occasione sfumata ragazzi.” Li schernisce Ryochi.

“Non preoccuparti ci faremo venire in mente qualcosa.” Risponde la Salvatrice.

“Anche perché credo di aver capito la tua tecnica.” Aggiunge Shaliat.

“Che vuoi dire?”

“Tu puoi vedere nel futuro.”

“Ma che stai dicendo, se fosse così non saresti riuscito ad afferrarmi il braccio non credi?”

“Perché l’ho fatto in risposta a una tua mossa, tu puoi vedere cosa accadrà, solo se qualcuno programma le sue intenzioni. Nel mio caso ho attaccato senza sapere cos’avrei fatto in un secondo momento e anche se riesci a prevedere ciò che avverrà nell’istante successivo, non sei abbastanza veloce da reagire.”

“Questa è una teoria interessante ma ti dimostrerò che sbagli.” Prima che Shaliat possa agire, Ryochi si è già portato a pochi centimetri da lui e vuole sferrargli una ginocchiata nello stomaco, lo spadaccino però ricorrendo alla sua velocità riesce a bloccare il colpo col braccio sinistro e a sferrare un pugno al volto col destro, che obbliga il nemico ad arretrare.

“Pensi ancora che mi stia sbagliando? Adesso hai capito che stavo per attaccarti e mi hai anticipato, ma dopo che ti ho fermato non sei stato abbastanza rapido da evitare il mio attacco.”

Jeliel preferisce osservare la scena, per evitare sviluppi indesiderati.

Lo scontro tra Ryochi e Shaliat dura ancora qualche minuto, fino a che Shimaru non decide di mettere fine a questa situazione.

“Ryochi!” Al richiamo dell’uomo, lo Hyuga risponde prontamente abbandonando il combattimento e portandosi vicino a Shimaru, che strappa dalla schiena del compagno la sacca col frutto dell’albero.

“Mio signore, vi chiedo perdono non sono riuscito ad eliminare i guerrieri della Sera.”

“Non temere, adesso ho tutto ciò che mi serve.” Detto questo, Shimaru infila la sua mano destra nel torace di Ryochi, per estrarla ricoperta di sangue.

“Mio sig….” L’uomo cade al suolo privo di vita.

“Sciocco, pensavi che questa missione fosse per portare giustizia nel mio dei ninja, invece è il mio modo per riaverla con me!” Con la stessa mano con cui ha ucciso, Shimaru richiama a sé Ikazuchi, che compare al suo fianco.

“Non osare!” Jeliel scatta velocissima, per impedire all’uomo di fare qualunque cosa abbia in mente, a quel punto gli occhi di Shimaru s’illuminano e la Salvatrice si sente sbalzata all’indietro.

“Mamma, papà aiuto!” Grida la bambina.

Shaliat e Naruto attaccano anche loro ma il risultato è lo stesso della donna.

“Fermatevi!” Urla Sasuke che utilizzando il Rinnegan è riuscito a vedere la barriera che ricopre sia l’uomo che la bambina.

“Shimaru ha generato uno scudo che non gli permette di attaccare, ma nemmeno a noi di attaccarlo.” Spiega l’Uchiha.

Poi Shimaru disegna un sigillo sulla fronte di Ikazuchi, la bambina sembra ipnotizzata.

“Prendi questo e mangialo.” Le ordina l’uomo, porgendole il frutto e bambina ubbidisce, i quattro fuori dalla barriera assistono impotenti. Dopo averlo esaurito, il corpo di Ikazuchi cresce all’istante diventando il fisico di una donna e il Rinne-Sharigan compare sulla sua fronte.

“Bellissima, ma ora lo sarai ancora di più.” Dice Shimaru, prima di poggiarle una mano sulla fronte per modificare il suo aspetto e renderlo identico a quello di Kaguya.

“Finalmente sei mia.”

“Che le hai fatto? Maledetto!” Urla Shaliat da fuori la barriera.

“Ho semplicemente riavuto la donna che ho rincorso per mille anni. Dovete sapere che quella bambina a cui vi siete tanto affezionati, non era di questo mondo, dopo che Kaguya fu sconfitta dai suoi figli io ero disperato, per quasi un millennio ho cercato di ricongiungermi con lei. Poi le mie preghiere furono esaudite, gli Ootsutsuki mi affidarono una bambina, dicendomi che lei mi avrebbe restituito la donna che amavo, ma avrei dovuto aspettare che l’Albero Divino facesse maturare un’altro frutto. Quella bambina era Ikazuchi Ootsutsuki, l’unica che poteva ridarmi Kaguya! Stavolta però non mi rifiuterà, il sigillo che le ho imposto sulla fronte le fa eseguire tutti i miei ordini.”

“Insomma, tu hai architettato tutta questa guerra per avere un fantoccio con l’aspetto di Kaguya?” Chiede Sasuke.

“Lei non è un fantoccio, lei è in tutto e per tutto la mia Kaguya, le stese abilità la stessa belezza e mi amerà come io amo lei.”

“Lei non è Kaguya, lei è nostra figlia!” Controbatte Jeliel.

“Povera donna, il mio piano ha funzionato talmente bene, che pensi addirittura di essere sua madre. Ryochi ha fatto in modo che voi vi affezionaste a lei così da tenerla al sicuro durante nostri scontri.”

“Forse non lo sai, ma io e Sasuke abbiamo sigillato di nuovo Kaguya anni fa! Visto che la ami tanto, dov’eri tu mentre lei veniva sconfitta?” Chiede Naruto.

“Purtroppo non ho potuto aiutarla nel suo piano, perché anch’io sono stato vittima dello Tsukuyomi infinito.”

“Beh non t’illudere. Il tuo sogno resterà tale!” Inveisce Shaliat.

“Poveri illusi. Kaguya, liberami della Salvatrice e dell’Oscuro.” Dopo aver impartito l’ordine, Shimaru infrange la barriera e la donna si avvicina ai suoi avversari. Naruto e Sasuke stanno per andare a dare supporto ai compagni così da potersi concentrare successivamente solo su Shimaru, la serva dell’uomo però ha intuito i loro piani quindi decide di portare i suoi bersagli in un’altra dimensione.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** SCARAMUCCIA IN FAMIGLIA ***


Il luogo dove sono stati portati Jeliel e Shaliat è un posto completamente bianco, non sembra esserci nulla in questa dimensione, non ci sono nemmeno le ombre sotto i piedi dei presenti.

“Dove siamo finiti?” Chiede la Salvatrice.

(Questa è una dimensione creata qualche secondo fa da lei...) Le risponde Matatabi.

(... probabilmente, lei può controllare ogni cosa qui e la utilizzerà per eliminarvi.) Jeliel riferisce a Shaliat quanto appreso.

Poi un pavimento roccioso compare sotto i loro piedi e il cielo si fa nero, Shaliat nota che Ikazuchi ha eretto una barriera attorno a sé e questo fa intuire qualcosa all’uomo. Qualche secondo dopo, quella che sembra una goccia caduta dal cielo, atterra davanti ai due guerrieri della Sera e nel punto d’impatto il suolo si scioglie.

(Ecco perché si sta proteggendo!) L’Oscuro intuisce cosa sta per succedere e un’attimo dopo un pioggia scarlatta inizia a battere fortissima. Shaliat ha richiamato le ali di Nagaraja per proteggere la sua donna e sé stesso. Tutt’intorno a loro la pioggia sta consumando il paesaggio, un piccola dimostrazione del potere di una dea.

“Dobbiamo stare attenti a ogni cosa, qui tutto può essere un’arma che lei può usare contro di noi.” Afferma Jeliel.

“Hai ragione, però non credo di avere il cuore di colpirla.”

“Devi esserne capace invece, ho bisogno di te per uscire da questa situazione.” Nel frattempo, vedendo che il tentativo non è andato a buon fine Ikazuchi ferma la pioggia e le ali di Nagaraja svaniscono con essa.

Dopo un lungo momento di riflessione Shaliat non vede altre alternative, quindi decide di affrontare la situazione e dare il suo appoggio a Jeliel.

“D’accordo, ma combatterla non risolverà niente, dobbiamo trovare il modo di tornare indietro e solo lei può attraversare le dimensioni.”

(Ho io una possibile soluzione...) S’intromette Nagaraja.

(...fammi parlare anche con Jeliel e Matatabi.) Purtroppo quando Shaliat sta per fare pugno-pugno con Jeliel, l’avversario sferra un nuovo attacco, stavolta crea delle mani nel suolo che iniziano a cercare di intrappolare i due nemici. I due della Sera, sperano di sfuggire all’attacco volando a una quota più alta, Jeliel crea delle ali di fuoco azzurro, mentre Shaliat usa la tecnica dell’alleggerimento, ciò nonostante le mani possono allungarsi fino a loro, quindi devono riuscire a trovare un riparo sicuro.

(Non possiamo andare avanti così!) Con questo pensiero la Salvatrice, sfodera la sua modalità cercoterio mischiata a quella eremitica.

Anche Shaliat entra in modalità eremitica, rompendo il sigillo, e attingendo ai poteri di Nagaraja il suo occhio sinistro diventa scarlatto. Ora che possono muoversi a una velocità maggiore, la coppia prende le distanze dall’avversario e mentre continuano a schivare gli attacchi dal suolo, Jeliel e Shaliat uniscono i pugni. Questo li catapulta in un luogo silenzioso dove sembrano esserci solo l’uomo, la donna e le due creature alle loro spalle.

“Ottima mossa ragazzi, così possiamo studiare un piano.” Si complimenta Matatabi.

“Nagaraja ha già un piano.” Spiega lo spadaccino.

“Dovete sapere che conosco il sigillo che Shimaru ha imposto alla bambina, Kaguya lo usò anche su di me quando mi rinchiuse in quella caverna.”

“Di che sigillo si tratta?” Chiede la donna.

“E’ un tipo abbastanza semplice, in sostanza obbliga il soggetto a ubbidire ciecamente ma il nostro problema è come rimuoverlo. Una volta imposto, questo sigillo si attacca allo spirito dell’ospite, perciò l’unico modo che abbiamo per risolvere questa situazione è raggiungere il suo animo.”

“Se quel che dice è vero, questo sarà un grosso problema. Io non ho tecnica che mi permettano di interagire con lo spirito.” Confessa Shaliat.

“Io so usare l’arte dell’anima ma non ho intenzione di uccidere Ikazuchi.” Aggiunge Jeliel.

“Un modo esiste ma è parecchio rischioso.” Dice Matatabi.

“Di che stai parlando?” Chiede la Salvatrice.

“Avete mai sentito parlare del ‘Salto spirituale’? Consiste nella capacità di abbandonare il proprio corpo e intrufolarsi nell’anima di qualcun’altro.”

“Come lo Sconvolgimento Spirituale di Ino!” Fa notare Shaliat.

“Più o meno, quella tecnica permette di controllare i movimenti dell’avversario, mentre questa consente di colpire l’anima senza che l’interessato se ne accorga. Devo avvisarvi però che raramente viene utilizzata, perché l’utilizzatore rischia di perdersi nelle emozioni di chi ha invaso.”

“Perdersi?” Chiede Shaliat.

“L’utilizzatore entra in contatto con i sentimenti più intimi e privati del suo avversario e se non si è preparati, si rischia di impazzire o di schierarsi al fianco dei propri avversari.”

“E’ un rischio che sono disposta a correre.” Confessa senza paura Jeliel, poi Shaliat le prende la mano.

“Anch’io, abbiamo una figlia da salvare.” Dopo aver ricevuto ulteriori istruzioni sulla tecnica dal due-code, il contatto si scioglie. I due combattenti devo ancora evitare le mani terrestri che vogliono carpirli.

(Ora basta.) L’Oscuro compone dei sigilli.

“Arte del fulmine scarlatto: Tempesta cremisi.” Una serie di lampi rossi si avventano su Ikazuchi e generano un esplosione impressionante, dopo la quale gli arti terrestri smettono di attaccare, Jeliel sembra preoccupata.

“Non temere, non l’ho colpita, è troppo furba.” Spiega l’uomo.

Infatti la donna è ancora in piedi, il suolo sotto e intorno alla donna è completamente distrutto, ma non lei.

Ora i due della Sera atterrano e in quello stesso momento Ikazuchi scatta per colpirli, nonostante siano in due contro uno, l’uomo e la donna non riesco a colpire l’avversario.

“Dovete sparire!” Grida Ikazuchi, prima di creare un’esplosione di chakra che travolge i suoi nemici, scaraventandoli uno a destra e l’altra a sinistra.

“Ikazuchi piccola, non ci riconosci?...” Chiede Jeliel mentre si rialza.

“...Siamo noi, quelli che sono sempre venuti a trovarti mentre eri in ospedale.”

“Io non vi conosco, se pensate di parlare alla bambina che avete conosciuto siete due illusi.” Poi delle punte affilate si creano nel terreno intorno a Shaliat e si avvicinano pericolosamente alla sua gola. Lo spadaccino, sfoderando Zanroku, riesce a tagliarle in tempo.

“Allora perché ci attacchi? Perché te l’ha ordinato quell’uomo?” Domanda Shaliat.

“Non si discutono gli ordini di Lord Shimaru!”

Poi dieci sfere nere si creano intorno a Ikazuchi e vengono sparate contro Jeliel, che per evitarle crea una barriera di chakra insieme a Shaliat che nel frattempo l’ha raggiunta. Dopo l’ennesimo attacco fallito, Ikazuchi è sempre più frustrata.

“Perché siete ancora qui, perché non scomparite!” In quel momento Jeliel si accorge che l’avversario sta piangendo, proprio come farebbe una bambina.

“Dobbiamo fare in fretta Shaliat, nostra figlia è triste.”

“Allora coprimi, userò il Salto spirituale.”

“No, lo farò io. Tu sei più abile di me a schivare i suoi colpi e potrai proteggermi mentre agisco.” Con riluttanza l’Oscuro accetta l’idea e si frappone tra Jeliel e Ikazuchi. Dopo essere salita a cavalluccio sulla schiena dell’uomo Jeliel compone i sigilli e il suo spirito lascia il corpo che rimane inerme.

(Spero tu riesca a fare in fretta.) Pensa Shaliat.

Intanto Ikazuchi è già ripartita all’attacco, stavolta la serva di Shimaru fa eruttare la terra e nello stesso tempo aggredisce Shaliat, quindi adesso l’Oscuro non deve solo affrontare il suo nemico, ma ogni volta che non sta combattendo corpo a corpo, il suolo sotto i suoi piedi si sfalda, sputandogli addosso acido.

(Maledizione, non mi sta rendendo facili le cose, ma devo riuscirci lo stesso.)

Nel frattempo la Salvatrice sta navigando nello spirito di Ikazuchi, si tratta di un luogo tranquillo, costellato da un’infinità di sfere giganti, all’interno delle quali sono conservati i ricordi e le emozioni della piccola.

(Matatabi ha detto che devo trovare la sua coscienza e questa si trova dove i ricordi si raggruppano.) Quindi Jeliel si sta spostando verso la parte più interna dello spirito di Ikazuchi, facendo attenzione non entrare in contatto con le bolle che la circondano.

Dopo diversi minuti di ricerca la donna giunge di fronte a un muro di bolle, segno evidente che si sta muovendo sulla strada giusta, il problema è che adesso non ci sono varchi nei quali infilarsi.

(Dovrò attraversarli.) Pensa la Salvatrice e senza esitare entra nella barriera di ricordi, da subito Jeliel non avverte nulla, poi una paura atroce le attanaglia lo stomaco e vede una serie d’immagini che le mostrano una casa in fiamme mentre sente le urle di due persone, il tutto visto da sopra la spalla di un uomo.

(Questi devono essere i ricordi di Ikazuchi quando è stata rapita dal villaggio della Pioggia.)

Poi vede la sua immagine affianco a Shaliat e la paura provata poco fa scompare, sostituita da un calore piacevole, subito dopo l’immagine di Kaguya, insieme a Momoshiki e Kinshiki.

(Questo invece dev’essere il periodo che ha passato in compagnia degli Otsutsuki.)

Le immagine mostrano alla Salvatrice anche il momento in cui Kinshiki e Momoshiki stanno per consegnare Ikazuchi a Shimaru, e dal discorso tra i due Otsutsuki la donna capisce che anche Shimaru è stato ingannato. Infatti il piano degli Otstutsuki prevedeva di aspettare che Shimaru facesse mangiare il frutto alla bambina e dopo che la guerra fosse stata combattuta, non importa vinta da chi, avrebbero fatto la loro comparsa e sconfitto il vincitore perché stremato dallo scontro.

(Forse vedendo che Shimaru ci stava mettendo troppo tempo, hanno deciso di agire per conto loro, poi Naruto e Sasuke, insieme a Boruto, li hanno fermati.) Intuisce Jeliel.

Nel frattempo Shaliat, con in groppa il corpo della Salvatrice, sta cercando di guadagnare tempo ma il suo avversario non gli sta dando un attimo di tregua.

Ikazuchi ha iniziato a usare un vento tossico, che se a contatto con la pelle, questa inizia a decomporsi, mentre se respirato blocca il cuore. Shaliat per difendersi ha dovuto evocare le ali di Nagaraja che riescono a filtrare l’aria e a proteggerlo.

(Non puoi continuare solo a difenderti, se non contrattacchi verrai travolto dalla sua forza!) Suggerisce il drago.

(Dobbiamo dare tempo a Jeliel di agire.) Risponde l’uomo.

Ikazuchi vedendo la sua strategia poco efficace crea una moltitudine di lampi e li scaglia tutti contro Shaliat, che utilizzando la stessa barriera che lo difende dal vento, evita di essere colpito.

“Non so cosa stiate cercando di fare, ma è il momento di chiudere questa faccenda.” Ikazuchi cessa gli attacchi e in quel momento la terra inizia a tremare.

(Non so cosa stia accadendo ma non mi piace!) Commenta Nagaraja.

(Sembra che qualcosa stia emergendo dal suolo.) Risponde lo spadaccino.

Una specie di corpo gigantesco assemblato con ogni tipo di elemento, infrange la crosta terrestre e si posiziona alle spalle di Ikazuchi. La donna si solleva nell’aria ed entra all’interno del gigante, il quale possiede una gamba sinistra fatta di terra mentre la destra è composta d’acqua, un braccio destro che emette fulmini e un sinistro che ricorda un vortice d’aria, una testa in fiamme e un torace completamente nero che li unisce tutti.

(Questo non è alla mia portata, dobbiamo nasconderci!)

(Shaliat, in questa dimensione non esiste un posto dove lei non possa arrivare e poi non devi sottovalutarti. Dovrai evocare tutto il mio corpo stavolta, non solo le ali.)

(Non so se riuscirò a mantenere una tale quantità di chakra.)

(Beh o lo scopriamo adesso o non avrete via di scampo!)

(Hai ragione. Basta parlare.) L’uomo si concentra e il suo occhio sinistro si accende, pochi secondi dopo un massa di chakra color blu notte, fuoriesce dal suo corpo e va a prendere la forma di drago enorme, nella cui testa si trovano Shaliat e Jeliel.

Ora le due creature si guardano, pronte a darsi battaglia. Il primo ad attaccare è il gigante che col suo braccio lucente sferra un pugno al drago, il colpo è potente ma Shaliat lo incassa e risponde afferrando l’arto e proiettando il suo nemico al suolo.

Jeliel intanto sta ancora vagando nei ricordi della bambina e più d'una volta si è ritrovata ad uscirne a fatica, sia da quelli piacevoli che da quelli sgradevoli. Adesso inizia a capire le raccomandazioni di Matatabi, nei ricordi piacevoli il pensiero di restare a crogiolarsi in quelle sensazioni era davvero appetitoso, mentre in quelli sgradevoli lo smarrimento e la paura sono talmente forte da farle sfiorare la pazzia. Ora è stremata ma il suo obiettivo dev’essere vicino, la quantità di ricordi sta diventando veramente impressionante, infatti in lontananza sembra esserci una luce. Jeliel si dirige verso di essa e quando la raggiunge trova una sfera sulla quale è impresso un sigillo.

(Lo stesso sigillo che Shimaru ha disegnato sulla fronte di Ikazuchi!)

(Ce l’hai fatta Jeliel! Questo è lo spirito della bambina!) Le comunica il due-code.

(Come faccio a liberarlo?)

(Dobbiamo lavorarci insieme per distruggerlo.)

Allora le braccia della Salvatrice vengono avvolte dal chakra di Matatabi, che prende la forma delle zampe del due-code. A quel punto la donna stringe la morsa sulla sfera che inizia a dimenarsi, è evidente che Ikazuchi stia soffrendo ma non ci sono altre strade.

Dopo qualche secondo il sigillo s’infrange e Shaliat vede il gigante sgretolarsi, lasciando scoperto il corpo del suo avversario, nello stesso momento la donna sulla sua schiena recupera i senti.

“Ci sei riuscita!” Esclama l’uomo.

“Si, per fortuna.”

Dopo che Shaliat fa scomparire il corpo di Nagaraja, i due si precipitano a recuperare il corpo di Ikazuchi che sta precipitando al suolo. Qualche minuto dopo la bambina torna in sé.

“Mamma, Papà cos’è successo?”

“Tranquilla piccola, Shimaru ti stava obbligando a dargli retta ma Jeliel è riuscita a liberarti.”

Poi Ikazuchi si guarda le mani.

“Che mi è capitato?”

“Dopo che ti ho liberata dal suo controllo, il tuo aspetto è tornato normale, però il chakra del frutto che hai mangiato ti sta mantenendo adulta.”

“Abbiamo aspettato che ti svegliassi perché devi riportarci nella nostra dimensione, poi cercheremo un modo per farti tornare come prima.” Spiega Shaliat.

“Ma io non sono capace.”

“Certo che lo sei, ci hai portati qui e puoi riportarci indietro. Non preoccuparti ce la puoi fare.” La incoraggia Jeliel.

Allora la bambina inizia ad alzarsi, le ci vuole un pò non essendo abituale alle nuove dimensione del suo corpo, poi inizia a concentrarsi. Prima crea dei piccoli squarci dimensionali per non sbagliare destinazione, una volta trovata la dimensione giusta, il trio effettua il passaggio.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** L'ULTIMA BATTAGLIA ***


Lo spettacolo che si para davanti al trio è raccapricciante, una moltitudine di cadaveri ricopre il campo di battaglia, corpi sia di nemici che di alleati, mentre in lontananza si sentono echeggiare i colpi di un terribile scontro, sembra che tre giganti si stiano dando battaglia.

“Credo che Naruto e Sasuke abbiano ingaggiato uno scontro all’ultimo sangue con Shimaru.” Dice Jeliel.

“Dobbiamo aiutarli.” Aggiunge Ikazuchi.

“Ferma, dove vuoi andare se Shimaru ti applicasse di nuovo il sigillo saremmo da capo.” La blocca Shaliat.

“Ma io voglio darvi una mano!” Protesta la bambina.

“Shaliat non possiamo lasciarla qui, non pensi che lei sia più al sicuro con noi.” L’uomo riflette sulle parole della sua compagna, effettivamente anche la prima volta Ikazuchi non si trovava nemmeno nelle vicinanze del campo di battaglia eppure Shimaru è riuscito lo stessa a rapirla.

“D’accordo.”

“Stavolta però non le accadrà nulla.” Le parole di Jeliel suonano come una promessa nelle orecchie di Shaliat, così il trio s’incammina per raggiungere il campo di battaglia.

Giunti a destinazione lo scontro si arresta e tutti osservano i nuovi arrivati.  Naruto ha evocato il corpo della volpe e Sasuke il Susanoo’, mentre Shimaru si è trasformato in una specie di demone, con la pelle nera, occhi color smeraldo, ali fatte di lampi dello stesso colore e corna cremisi.

“Ragazzi siete ancora tutti interi!” Esulta l’Hokage, anche Sasuke sembra felice del loro arrivo.

Shimaru invece osserva la scena con preoccupazione.

“Come ci siete riusciti? Lei è mia e non riuscirete a portarmela via!” L’uomo allunga una mano verso Ikazuchi, per richiamarla a sé, questa volta però non funziona. La piccola Ikazuchi sta usando i suoi poteri per resistere, quindi il demone decide di afferrarla ma Naruto protegge i suoi compagni, avvolgendoli con una delle sue code e facendoli entrare nella sua evocazione.

“Grazie mille Naruto.”

“Figurati Jeliel.”

“Cos’è successo qui?” Chiede Shaliat.

“Lo scontro tra i due eserciti si era fatto cruento e io e Sasuke non riuscivamo a colpire Shimaru, perché tutto il chakra che gli usavamo contro ci veniva riflesso addosso, così Shikamaru ci ha consigliato di attaccargli delle carte bomba addosso, per cancellare il sigillo che era posto sul suo petto. Nel momento in cui siamo riusciti a colpirlo Shimaru ha avuto paura, quindi per punire me e Sasuke ha richiamato un’enorme mano di chakra che dal cielo si è abbattuta sul campo di battaglia eliminando sia alleati che nemici.”

“Vuoi dire che non ci sono sopravvissuti?” Domanda sbigottita Ikazuchi, l’Uzumaki non ha il coraggio di rispondere.

Dopo aver ascoltato le spiegazione dell’Hokage, Jeliel e Shaliat escono dal corpo della Volpe, la donna ha chiesto a Ikazuchi di restare al fianco del biondo, poi la Salvatrice, facendo fluire tutto il chakra del cercoterio si trasforma nel due-code. Shaliat invece attingendo a tutti poteri racchiusi nel suo occhio sinistro richiama il corpo Nagaraja, le cose si stanno complicando per Shimaru.

I primi ad attaccare il nemico sono Sasuke e Shaliat, l’Uchiha con le spade del Susanoo’ mentre l’Oscuro con una gigantesca Claymore Kusanagi, nel frattempo alle loro spalle le due forze portanti hanno sparato due teriosfere compresse, le lame e le due sfere stanno per colpire il bersaglio all’unisono ma Shimaru sbatte le sue ali e una coltre di lampi si crea davanti a lui, facendo esplodere le teriosfere e arrestando la corsa dei due spadaccini, che rimangono avvolti dal fumo. Un secondo dopo però un’enorme Teriosfera supera il fumo e colpisce il nemico in pieno. Sasuke e Shaliat scansandosi di lato hanno fatto passare il secondo attacco e il fumo ha impedito a Shimaru di vederlo arrivare.

“Siete stati astuti ma io non ho bisogno di stupidi piani e stratagemmi, forse voi non avete ancora capito che dopo aver bevuto da quella ciotola ho acquisito poteri che superano l’immaginazione stessa.” In quel momento, una bocca si crea sotto ai piedi dei quattro giganti, Shaliat finisce ingoiato mentre gli altri tre sono riusciti a saltare in tempo.

“Visto? Sono già riuscito ad eliminare uno di voi.” Dice compiaciuto Shimaru.

Dalle viscere della terra inizia a sentirsi come una specie di terremoto.

“Ne sei sicuro?” Risponde beffarda Jeliel, un attimo dopo la crosta terrestre s’infrange e Shaliat ricompare affianco al gruppo.

“E tu hai dimenticato che noi non abbiamo intenzione di lasciarti vincere.” Aggiunge l’Oscuro.

Lo scontro riprende ed è talmente violento che i colpi dei contendenti frantumano montagne lontane, tagliano il suolo per chilometri e creano disastri naturali in tutto il globo.

“Non possiamo continuare così, stiamo facendo più danni che altro.” Dice Naruto in un momento di calma.

“Shaliat, fondiamo Susanoo’ con Nagaraja.” Suggerisce Sasuke.

“Che piano hai in mente?” Chiede l’Oscuro mentre i due giganti si uniscono, creando una Susanoo’ dalla pelle color blu notte e con le sembianze di un drago.

“Dobbiamo usare l’Essenza della spada.”

Shaliat sa di cosa sta parlando Sasuke, si tratta di evocare l’arma più letale che possa usare uno spadaccino, una spada di chakra lucente che può consumare l’utilizzatore e che può essere evocata solo dagli spadaccini migliori.

“Se riusciamo a farla impugnare al Susanoo’, noi non avremo ripercussioni. Geniale!” Commenta Shaliat.

Così i due spadaccini si concentrano e un’attimo dopo la spada compare nella mano del gigante, il quale si prepara all’assalto.

“Credete di potermi fermare con quello stuzzicadenti?” Li sminuisce Shimaru.

Shaliat e Sasuke scattano, in meno di un secondo coprono la distanza che li separa dal bersaglio e sferrano il fendente, che viene bloccato dal nemico con le mani.

“Vi avevo detto che non avrebbe funzionato!”

Poi un altro gigante compare alle spalle di Shimaru, Jeliel e Naruto hanno combinato le loro forze, il risultato è una volpe dal manto di fuoco ceruleo.

“Adesso Jeliel!” Dopo il segnale dell’Hokage, le due forze portanti iniziano a creare un Teriosfera di proporzioni gigantesche.

“Non è sufficiente! Dev’essere ancora più grande.” Commenta Jeliel.

“Posso aiutarvi io.” Ikazuchi si propone di usare il suo chakra per sconfiggere l’avversario, come la bambina riversa le sue energie nella sfera questa assume delle dimensioni titaniche.

“Annientiamolo!” Il trio grida e la sfera viene lanciata, lo stesso Shimaru capisce di essere in pericolo e inizia a sbattere le sue ali verso la sfera per cercare di farla esplodere ma nulla sembra poterla fermare. Al momento dell’impatto, il demone lascia la presa sulla lama e il fendente taglia  l’avversario insieme alla Teriosfera, la quale crea un’esplosione tremenda che travolge qualsiasi cosa nel raggio di chilometri.

Dopo qualche minuto Naruto, Jeliel e Ikazuchi recuperano i sensi, la fusione dei due cercoteri li ha protetti.

“O mio dio, Ikazuchi!” Sentendo Jeliel urlare Naruto si volta e vede che la bambina è tornata alla sue dimensioni originali.

“Tranquilla Jeliel, Ikazuchi deve aver riversato nella Teriosfera tutto il chakra che il frutto dell’albero divino le aveva conferito, in questo modo è riuscita a tornare come prima.” La spiegazione di Naruto aiuta la Salvatrice a calmarsi.

“Mamma, che è successo?” Ikazuchi si sveglia e lacrime di felicità rigano il viso della donna.

“Va tutto bene piccola, sono qui.”

Nel frattempo, Sasuke e Shaliat si avvicinano.

“Jeliel, Naruto!” Li saluta l’Uchiha, mentre Shaliat si lancia su Jeliel e Ikazuchi per sapere se stanno bene, una volta capito cos’è successo si tranquillizza.

“Ce l’abbiamo fatta ragazzi!” Gioisce l’Hokage.

“Ma a quale prezzo.” Aggiunge Jeliel mentre osserva la distesa di cadaveri sul campo di battaglia. In quel momento Sasuke, utilizzando i poteri del Rinnegan, evoca il Gedo Rinne.

“Sasuke che stai facendo?” Dice Naruto afferrando l’amico per il braccio.

“Non ho intenzione di lasciare Sarada e Boruto senza una madre.”

“Ma così Sarada non avrà un padre! Dobbiamo trovare un’altra soluzione.” Controbatte l’Hokage.

“C’è una possibilità!...” S’intromette Shaliat.

“...Nagaraja mi ha appena riferito che possiamo salvare Sasuke dal Gedo Rinne solo se contribuiamo tutti e quattro al rituale, dandogli il nostro chakra.”

“Se consideriamo che abbiamo molto più chakra di chiunque altro, potrebbe funzionare.” Afferma Naruto dopo averci riflettuto sopra.

“Facciamolo allora.” Si aggiunge Jeliel, poi i due della Sera poggiano le mani sulle spalle dell’Uchiha.

“Grazie ragazzi.” Aggiunge Sasuke e il rituale ha inizio, il Gedo Rinne spalanca la bocca dalla quale fuoriescono centinaia di anime che tornano nei rispettivi corpi, dopo diversi minuti, il processo termina. Lo stratagemma ha funzionato, i quattro sono stremati dallo sforzo ma vivi.

Una dopo l’altra tutte le vittime che facevano parte dell’esercito ninja si alzano e iniziano a guardarsi attorno, poi capendo che l’incubo è finito, urla di gioia ricoprono il campo di battaglia.

 

Mesi dopo Jeliel e Shaliat sono al mercato della Foglia a comprare la spesa per il giorno successivo, in compagnia di una piccola creatura che li chiama mamma e papà. Il trio si è trasferito al villaggio visto che tutti gli amici di Ikazuchi si trovano lì.

“Ikazuchi!” Il figlio dell’Hokage chiama l’amica da lontano.

“Ciao Boruto! Himawari!”

“Stiamo andando al parco, vuoi venire con noi?” La piccola guarda i suoi genitori col classico sguardo di chi vuole assolutamente avere una risposta positiva.

“Va bene, puoi andare.”

“Grazie mamma!”

“Verremo a prenderti tra un’ora.” Aggiunge Shaliat.

“D’accordo!” Mentre lo dice Ikazuchi è già lontana, osservandola l’uomo e la donna sorridono.

Non sono una famiglia perfetta, hanno avuto e avranno diversi problemi e discordie, l’unica cosa che sanno per certo è che affronteranno ogni ostacolo insieme e questo è tutto quello che desiderano.

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3651946