LA SORTE DEL GIOVANE NARCISO TRA L'ESSERE E IL NON ESSERE
La sorte dell'uomo è il risultato del divenire del tempo, il trasalire, lo stupore, la gioia e la tristezza
si perdono nel fiume della vita, Narciso osserva, si interroga guarda il creato, si astrae da esso,
ignorando la morte, sognando la vita.
Mentre la natura opera nella concretezza del divenire,egli osserva la sua immagine riflessa nelle
acque, e sogna.
Le belle forme di un volto luminoso, gli suscitano sentimenti mai provati, curiosità, stupore,
eccitazione, attrazione e poi sgomento per ciò che desidera e che vorrebbe toccare.
Accarezzare le acque sentirne la morbidezza, le mani terse si illuminano al chiarore del mattino e lui
non c'è più, svanito tra le gocce che cadono concentriche in un movimento costante, tutto si perde
nella soddisfazione dei sensi, un vuoto pungente, un'opprimente sensazione di perdita, un'effimera
passione punita con un gesto voluttuoso, egli osserva, lo cerca ma non trova più.
Il vento increspa le acque del fiume della vita, Narciso apre il suo sguardo all'orizzonte, il cielo fa
spazio ad un rosso tramoto che disegna sul suo bel volto pieno d'amarezza, un labirinto d'ombre e
di luce.
La sua vita è salva, mai più rivedrà il suo amore, un brivido e poi un'altro, e non vi fu
tramonto più bello. |