La leggenda del vampiro

di hikari_kudo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo : tempo dimenticato ***
Capitolo 2: *** Oltre la notte ***



Capitolo 1
*** prologo : tempo dimenticato ***


La Leggenda del vampiro

Prologo : Il tempo dimenticato

Prov : Rosalie

In un passato remoto, ormai dimenticato da troppi, oltre il portale dimensionale, al di la della notte, nacque l’ultimo re dei vampiri.

La leggenda diffusa sulla terra…tutte smielate menzogne.

Vuoi conoscere la vera leggenda? Vuoi sapere di quali pene si è macchiato quel regno?

Allora, lascia che ti racconti la vera leggenda del regno della notte.

La leggenda del suo ultimo re.

Io sono nata li, nel regno della notte. Io, figlia del re e di una sua concubina umana. Io, la mezzosangue, inconfutabilmente riconosciuta come unica figlia del re. Non avevo fratelli, ne sorelle, ero l’unica di successione al trono ma… non potevo comnque diventare regina. Ero potente, molto potente. Il mio sangue era denso, e questo alimentava il mio potere. Il mio potere generato dal sangue umano di mia madre, quel sangue che non porterà mai ad diventare sovrana, che non mi permetterà mai di avere figli. Già, perché più è denso il sangue, più è improbabile che il vampiro procrei. Le mie possibilità si avere figli erano pari a zero… e questo non giocava a favore della mia successione.

Però a quel tempo ero convinta che, nonostante tutto, sarei diventata la sovrana del regno della notte. Tutti mi lodavano per le mie capacità, per la mia bellezza, per la mia intelligenza. Io ero così immersa nel mio idillio da non accorgermi della realtà.

Ero decisamente troppo vanitosa per accorgermi di quello che mi stava intorno, ma un vampiro sangue puro nasce nel regno della notte ogni mille anni. Il vampiro sangue puro più giovane presente nel nostro mondo aveva sessant’anni, e per questo ero fermamente convinta che avrei succeduto a mio padre.

Certo, quel vampiro era molto potente, aveva già fatto molta strada nell’esercito del regno della notte, tanto da diventarne il più giovane comandante. Il suo nome era Edward Cullen.

Ma, quando avevo dieci anni, avvenne un miracolo, nacque una sangue pura, figlia del re : Elizabeth

La vera erede al trono.

E fù lì che venne deciso il mio allontanamento dal palazzo.

Quella cosa era per me inaudita : come potevano sfrattarmi da casa mia?

E per cosa? Per una neonata che non sapeva neanche parlare?!

Purtroppo per me era davvero così. E fù li che riconsiderai la mia opinione di “vita”, nel mio primo incontro con lui.

Il giorno ero d’umore nero. Non avevo fatto altro che piangere, e piangere, fino allo svenimento. Le lacrime mi scendevano lungo le guance, immobili e silenziose, come piccole gocce di rugiada, accompagnate dalle mie urla disperate.

Urla che nessuno ascoltava.

Venne deciso il mio affidamento . Sarei andata ad abitare con il vampiro più promettente del regno della notte, nonché futuro marito di Elizabeth : Edward Cullen.

<< No mi puoi portare via! >> urlavo, con la faccia china sulla scrivania. Lui fece qualche passo davanti a me, facendo scricchiolare sotto i suoi piedi i frammenti di specchio. Sorrise dolcemente. Sembrava un angelo, ma questo non bastava.

<< Penso tu conosca la storia. Io mi chiamo Edward Cullen e da oggi sei stata affidata a me. Ho solo sessant'anni, ma sono un vampiro nobile. Capisco come ti senti....tu sei più bella di Elise, più forte, e probabilmente più intelligente, ma è proprio questo il problema.... >> la sua voce soave rimbombava in tutta la stanza vuota << ... tua sorella verrebbe sempre paragonata a te. E il popolo potrebbe fare domande, Perché lei non sarà mai alla tua altezza. Per questo il re ti ha affidata a me, per evitare malintesi. Lo capisci ? >>

No, non capivo. Se ero migliore io, perché preferivano quella?

Perché rinnegavano me? Solo perché ero mezzosangue?

<< NON CAPISCO! >>  urlai con tutto il fiato che avevo in gola, in piena disperazione << non mi porterai via di qui! >>

Avevo gli occhi gonfi, e arrossati. Non avevo un bell’aspetto. Ma in quel momento non m’importava. Ero stanca, molto stanca. Stanca di piangere, di urlare…Stanca.

Afferrai le mie spade e mi misi in posizione d’attacco.

Se voleva portarmi via , doveva farlo con la forza.

Lui sbuffò sorridendo,mentre incrociava le braccia.

<< come vuoi >> mormorò.

In quel momento non lo vidi più. In un attimo era scoparso.

<< allora? >> disse alle mie spalle.

Mi girai sorpresa. Era li, dietro di me, e mi aveva pure disarmato. Io non me n’ero neanche accorta.

Alla fine cedetti.

E da li iniziò la mia nuova vita. Iniziai anche l’addestramento per entrare nelle truppe della notte, e con Edward come maestro divenni ben presto abbastanza brava da poterlo affiancare sul campo di battaglia.

Lui era una persona magnifica, eccezionale. Riuscì anche a farmi dimenticare l’astio che avevo nei confronti di Elizabeth.

Ma lo vedevo spesso assente. Lui sorrideva, ma non col cuore. Io volevo che fosse felice, ma sapevo che li mancava qualcosa. Qualcosa impossibile da colmare. Lui viveva per il suo popolo, sapeva ce doveva diventare re e si comportava di conseguenza… ma era davvero quello che voleva? Era davvero li la sua felicità?

Non penso.

Lui per me era come un padre, ed io ci soffrivo a vederlo così.

D’altra parte, mia sorella Elizabeth , finchè il re non se lo lasciò sfuggire, non sapeva neanche di avere una sorella.

Ma nonostante questo, nei miei ricordi lei è sempre apparsa come la mia sorellina.

<< Rosalie, sorella mia! >> diceva adorante, quando veniva a trovarmi.

Io sorridevo. Ero felice quando la vedevo, ma comunque, io ero una mezzosangue e lei la principessa. Nulla di più nulla di meno,

<< Prinicipessa! Sapete che non mi dovete chiamare così! >> l’ammonii

Lei mise il broncio << capisco in pubblico, ma finchè siamo fra di noi… >> disse triste

Io sospirai << ok >>

<< sai.. >> continuava, sedendosi affianco a me << io t’invidio un poco >>

Lei era così : sempre attenta agli sguardi degli altri, teneva negli occhi una specie di malinconia. Aveva tutto, ma lei stessa sapeva di non avere niente. Io non la capivo…o almeno, non a quei tempi. Ma si sa , lì ero giovane e ingenua.

<< perché? Vuoi essere la figlia rinnegata? >> dissi scherzando , ma con un po’ di tristezza. Non l’avrei mai ammesso, ma un poco mi bruciava. Non l’avrei mai ammesso neanche con me stessa, perché avrebbe significato non portare rispetto verso mio “padre” Edward, che mi aveva allevata con così tanto amore.

<< tu sei sempre la più brava. Vivi con Edward, in più ogni volta che lui parla dice sempre "lascia fare a rosalie, che è bravissima" oppure "rosalie mi è di grande aiuto" >> sulle sue labbra di dipingeva un sorriso triste, e chinava in capo<< io ho paura Rosalie. Ho paura che Edward non mi sposi più >>

<< ti sposerà. Sarà lui a salire al trono e per farlo dovrà sposarti >> la rassicurai

<< ma non può diventare re prima dei mille anni, lui ne ha duecento. ho paura che in ottocento anni cambi idea >>

<< impossibile, lui ama il suo popolo >> infatti. Lui avrebbe sempre fatto il meglio. Guardava prima il benessere degli altri che il suo. Questo era forse un difetto?

Lui era il più potente vampiro in circolazione, il comandante delle truppe dell'esercito del regno della notte.

Il suo potere era immenso, e per questo era destinato a diventare re.

Io ero la sua assistente, nonché vicecomandante delle truppe della notte.

Ero felice, e tutto andava bene, finché un giorno.... non apparve la sua bella.

Come sempre, tornata dalla campagna militare, ero andata da lui per fare rapporto.

Avevo bussato ripetutamente alla porta della sua camera, ma niente.

Pensai fosse uscito, e decisi di entrare comunque, per lasciarli il rapporto sulla scrivania.

Entrai, lasciai cadere la spada affianco alla porta, e slegai i capelli biondi, lasciandoli liberi lungo la schiena.

Mi avvicinai verso la scrivania davanti al letto. Tutto come sempre.

Tranne una cosa.

Nell’immenso candido letto a baldacchino giaceva una ragazza. Immobile, i capelli castani le scendevano lungo il corpo minuto. Era pallida, quasi come un vampiro, ma l’odore lasciava trapelare la sua natura : era umana.

Indossava un semplicissimo vestito bianco, che si mimetizzava con le lenzuola.

“e quella chi è?!” pensai, avvicinandomi curiosamente verso il letto

Lei aprì gli occhi, di un vispo color cioccolata. Si mise seduta, e un po’ disorientata si stropicciò gli occhi.

<< Cavolo! Mi sono addormenta! >> esclamò, prima di poggiare i suoi occhi sul mio viso. Mi scrutò un attimo, con espressione confusa, poi la faccia le si illuminò, e esclamò tutta felice << Tu devi essere Rosalie!! Edward mi ha parlato di te! Io sono Isabella, ma chiamami Bella!! >>

A quel punto, non ci capivo già più niente.

Chi era quella ragazza? E  che centrava Edward con lei?

Fortunatamente, qualche secondo dopo l’improvvisata presentazione della ragazza, entrò in stanza Edward esclamando << Rosalie! >>

<< meno male! Sono appena rientrata e …. >> mi passò affianco come un fulmine, non degnandomi di uno sguardo.

Che stava succedendo?

Corse ad abbracciare quella ragazza, Isabella, come se fosse la cosa più preziosa al mondo, come se avesse paura di perderla senza nessun motivo apparente. L’abbracciò, come per constatare che fosse ancora lì << Rosalie >> disse poi sciogliendo l’abbraccio e girandosi verso di me << Questa è Bella la mia … >> si fermò, un po’ imbarazzato. Se un vampiro sarebbe potuto arrossire, lui in quel momento sarebbe stato più o meno come la tonalità di colorito che aveva assunto il viso della ragazza : scarlato. << ….amante >> disse infine

<< COSAAAAAAAAAAA?! >> lì ne seguì una lunga discussione al termine della quale Isabella venne ad abitare da noi.

Si era innamorato di …. Un’umana.

Le storie tra vampiri e umani non portano mai a nulla di buono. E io disprezzavo quella ragazza , così spontanea, allegra, innocente , ingenua e sfacciatamente imbranata. Era lei che lo rendeva felice. Con lei cambiava radicalmente, diventava una persona che non avevo mai visto. Diventava dolce.

Me ne resi conto tempo dopo, quando stavo passando a passo spedito sotto il portico di casa. Ero nuovamente infuriata, ovviamente sempre per lo stesso fattore : Bella.

E fù li che li scorsi.

Sotto l’enorme gazebo bianco che stava in giardino. Mi accostai dietro il cespuglio di rose, tanto per capire che diamine ci facevano lì.  Ok, ammetto che non mi volevo fare gli affaracci miei.

Edward sorrideva con una dolcezza unica. Quel sorriso non l'aveva mai rivolto a nessuna. Non così speciale. Non così....sincero. Tirò fuori dalla tasca qualcosa che sembrava una collana : molto vecchia, composta da una grande pietra blu , forse uno zaffiro, ornata con oro e diamanti. Era vecchia ma meravigliosa.

<< emm....e questo che cos'è? >> chiedeva lei mentre lui li porgeva l’oggetto.

A me non aveva mai regalato un gioiello. A me non aveva mai regalato niente.

<< Una collana >> rispose lanciandole uno dei suoi sorrisi sghembi.

<< non posso accetarla, lo sai che non voglio regali, tantomeno costosi! >> rispose lei cocciuta. Ma era scema o cosa? Ma l’aveva vista la collana??

<< Non l’ho comprato….diciamo che è riciclato! >> disse guardandola sottecchi << apparteneva a mia madre…>>

<< se la metti così....solo per questa volta >> disse dolcemente Bella, lanciandole un sorriso anche troppo spontaneo

E l'osservai mentre le metteva la collana . Poi prese a giocherellare con i suoi capelli, passandosi le ciocche brune tra le dita.

Mi ero stufata di vederli così dannatamente smielati…così assurdamente innamorati! Decisi di andarmene, con i nervi a fior di pelle.

<< Ultimamente vedo strana Rosalie .... >> udii dire sospirando Edward.

Mi voltai e continuai a guardare.

<< bè, sicuramente c'è l'ha con me, che le ho portato via il suo Edward >> disse Bella

Edward ridacchiò << Sta con me da cento anni, è come una figlia. Mi preoccupo per lei. Presto o tardi ecceterà la cosa . Forse dovrei prenderti in moglie, così vivresti tranquillamente con me >>

A udire quelle parole , Bella avampò, sotto un sorriso compiaciuto del ragazzo. << forse sono un egoista, in questo periodo penso solo alla mia felicità. Non immaginavo che l'amore fosse così difficile da gestire >>

<< ma che dici? ai più di cento anni, ti sarai innamorato decine di volte >> rispose la ragazza

<< veramente....questa sarebbe la prima volta. Ho passato tutto il mio tempo a pensare al popolo, al buongoverno, a come diventare re. a pensarci, cosa credevo di sapere sulla vita quando non conoscevo l'amore....? >>

La ragazza, col viso in fiamme, rispose sorridendo << Ti assicuro che tu sai come voler bene ! l'hai voluto a tantissime persone ! a un intero popolo ! e anche quando morirò, sarò sempre con te! pregherò affinchè tu sia felice! >>

Edward la guardò intensamente coi suoi occhi dorati, malinconico, incredibilmente triste. Strinse i pugni e poi l'abbracciò << ti ho detto di non pensarci. Non ho capito come ho fatto a vivere finora.... >>

E li me ne andai, inorridita da quei discorsi.

Pregare per la sua felicita?! Ma che diavolo…anche io ho sempre desiderato la felicità di Edward ma ho mai pensato di pregare per lui?Sono egoista a pensar male di quella ragazza, che è la fonte della sua felicità? Forse

Dirigendomi verso l’interno della casa, scorsi Elizabeth.

Piangeva.

Grosse lacrime le rigavano il viso perfetto, in un silenzioso pianto disperato.

Amava davvero Edward, con tutta se stessa, anche se lui non ricambiava.

Le passai affianco e le posai una mano sulla spalla. Lei si voltò, e mi guardò tristemente. Qualcosa mi colpì il cuore. Pietà?

Poi scoppiò nuovamente a piangere e corse via. Era venuta a trovare il suo futuro marito e l’aveva trovato a chiedere la mano di un’altra ragazza.

Non diedi troppa importanza a quell’episodio…me ne pentii amaramente in seguito.

Tempo dopo, Edward sposò veramente la ragazza.

Il giorno del suo matrimonio, fù  il giorno in cui vidi il più bello dei suoi sorrisi. Fù lì che mi rassegnai alla presenza della ragazza e iniziai ad accettarla.

Nonostante Edward fosse il promesso sposo di Elisabeth, sarebbero dovuti passare centenni prima del loro matrimonio, quindi il consiglio dei Volturì accettò il matrimonio. Bella sarebbe morta prima che Edward diventasse re.

Quello fù il periodo più felice della sua vita.

E fù ancora più felice quando Bella rimase incinta due anni dopo.

Ma qualcosa ben presto turbò quella felicità.

Edward era fuori città, per una campagna militare di pace. Voleva vivere in pace. Voleva la pace per bella e per suo figlio.

Io , come d’abitudine in quel periodo, tornata dall’allenamento, passai da Bella, Le avevo portato un mazzo di rose bianche che lei amava tanto. Ero veramente felice di diventare zia.

Bussai più volte, ma non ottenni risposta.

Così spalancai la porta… e mi si aprì di fronte l’inferno.

La stanza era vuota…ma era come se dentro ci fosse scoppiata una bomba…si sangue.

Il sangue , appiccicoso e umidiccio, iniziava a incrostarsi, a diventare secco, Esso stava da tutte le parti : impregnava le pareti e i pavimenti, ogni oggetto della camera era diventato rosso.

Al centro stava un ammasso di carne.

Quella era Bella.

Nessuno chiamò Edward per avvisarlo della morte della ragazza…e di suo figlio.

Quando tornò, non fù affatto contendo della notizia, ed esplose in un tripudio di rabbia.

Voleva vendetta, glielo leggevo negli occhi, ma come al solito prevalse il suo lato responsabile, il suo freddo lato da vampiro.

Disse al corpo di guardia di interrompere le indagini con queste parole “io…voglio sapere chi l’ha uccisa ma…se fosse stato un regnante confinante…io….non esiterei a mandare a monte i trattati di pace ed ad radere al suolo il suo paese!!”

Il tempo passò, e nessuno seppe mai chi aveva assassinato la signora Cullen.

Nessuno seppe mai che fine aveva fatto la sua collana, il regalo di Edward, sparito quella notte infernale.

Edward sposò Elizabeth, e il regno della notte conobbe una prosperità che mai aveva avuto. Ma Edward non riprese mai più a sorridere, mai più rivolse a qualcuno un sorriso così sincero come quello che aveva rivolto alla sua bella.

Ma il suo potere era tanto, e diventava ogni giorno più potente, tant’è che gli umani iniziarono a temerlo e si allearono con i regni confinanti il regno della notte per progettare di uccidere Edward.

Crearono un’entità,così potente da poterlo contrastare. Ma quell’entità aveva pochi giorni ,e Edward invece un millennio di esperienza. Non c’erano confronti, ma lui anche sapendo dell’attentato non si oppose.

Quando lo scoprii andai subito ad avvertirlo , ma lui non mi dava ascolto : << ti vogliono morto! devi fare qualcosa! >>

<< se mi vogliono uccidere , che facciano pure >> rispose noncurante

<< non puoi dire così! la tua vita ha più valore di chiunque in questo posto! >>

<< Rosalie, io sono morto tanto tempo fa. Il mio spirito e morto con lei. Io sto solo aspettando che qualcuno mi liberi da questo mio corpo immortale >>

A quelle parole trasalii.

Come si poteva amare a tal punto?

<< vostra eccellenza ! >> urlò uno degli anziani, entrando nella sala desertica << abbiamo ritrovato questo >> disse mostrandoli il ciondolo di Bella. Quel ciondolo che era scomparso dopo la sua morte << L'aveva Elisabeth. Abbiamo scoperto che è stata lei ad uccidere Isabella >>

E quella fù la goccia che fece traboccare il vaso.

Elisabeth si era sempre preuccupata degli sguardi altrui, per questo non avevo fatto caso al suo comportamento, visto che era abituale. Ma a pensarci, lei aveva il movente, ed aveva sempre invidiato il ciondolo che Edward aveva regalato a Bella.

Il viso di Edward s'indurì. Teneva la mascella serrata, i pugni chiusi scendevano lungo i fianchi e i suoi muscoli erano tesi.

<< DOV'E'?! >> urlò << DOV'E' ELISABETH ?! >>

Era seriamente arrabbiato.

L'avrebbe uccisa.

Varcò la porta, diretto verso la sua stanza.

E fù allora che la regina scatenò il suo potere.

Devastante e più potente di quello del marito.

Potere che non sapeva neanche di possedere.

Non lo sapeva controllare.

In cinque giorni, rase al suolo tutto il regno.

Riuscì a scappare, e da quel giorno lui l'insegue...per vendicarsi.

Una volta che l'avrà uccisa, sicuramente si toglierà la vita.

Questa ricerca va avanti .....

<< .... da mille anni, giusto? >> disse Emmet, interrompendomi

<< esatto >> risposi, accocolandomi fra le sue braccia

<< E qualcuno sa dove sta Edward? >> chiese

<< no >>

Di lui si erano perse le traccie, non si sapeva nulla. Era rimasta solo la sua storia, e la sua leggenda. Fulvide e sfuggenti parole, che andavano via via a dimenticarsi.

E' ancora alla ricerca della sua Bella..... è ancora alla ricerca della sua vendetta.

 

 

Hikari : salve! Eccomi tornata! E vi ripropongo la versione rivista de “la leggenda del vampiro” con il buon proposito di farla lunga! Fatemi sapere com’è! Spero vi piaccia perché tengo particolarmente a quest’idea e spero che la grafia sia leggibile! Ciao!

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Capitolo 2
*** Oltre la notte ***


Capitolo 1 : oltre la notte

Pov : Edward

 

Il cielo sopra di me era chiaro, brillante di stelle, luccicante di blu in alcuni posti, gialli in altri. Le stelle creavano maestosità, turbinando contro l'universo scuro, una vista meravigliosa.

E così questa è la terra?

Settima dimensione oltre il portale. Devo dire … uno spettacolo fantastico.

Ma preferivo quello che riuscivo a scorgere mille anni fa.

Sono uno stolto … se non avessi reagito così, forse ora il regno non sarebbe caduto.

Eppure, per quanto me lo ripeta, per quanto continui a ripetermelo,  non riesco a farmene una ragione, non riesco a tornare indietro, perché se dovessi pensare al passato, se dovessi pensare a quella notte, rifarei esattamente tutto quel che ho fatto.

No, probabilmente non sarei mai partito per quella campagna di pace, ma son sicuro che lei l’avrebbe uccisa comunque. Ma se fossi rimasto sempre con lei, se fossi tornato prima se…

E ogni volta che arrivo in una nuova dimensione ho sempre li stessi pensieri.

Dico che il passato è passato, ma sono il primo che ci pensa, se no non starei ancora a cercare Elisabeth, se no sarei già morto tempo addietro.

Forse, dovevo morire quella notte , forse sarebbe stato meglio.

Ma tanto, prima o poi verrà la mia ora.

Verrà subito dopo quella di Elizabeth.

Ho seguito le sue tracie fin qui, e stavolta non scapperà via.

Ogni volta…ogni volta che la trovo arriva quel dannato essere creato mille anni fa dagli umani. Si rincarna, ogni volta più potente. E ogni volta la regina scappa.

Se non erro, la terra è luogo di rifugio per molti vampiri. Questo per la scarsa presenza di licantropi e per le nuove leggi terrestri o almeno così mi è stato detto.

Arricciai il naso. Sarà , ma qui la puzza di cane è molto forte.

Scorsi il cartello che indicava il nome della città.

Forks.

Non sembra eccessivamente grande.

Bè, niente è grande rispetto alla capitale del regno.

 Eppure, qui sentivo la presenza di altri vampiri. Ma come ho detto, la terra ne è piena, chissà se riuscirò a scovare Elizabeth al primo colpo.

Improbabile. Anzi , impossibile.

Ma forse, dopo un millennio di vagabondaggio la fortuna era con me.

Pensiero ancora più assurdo. La fortuna non starà mai con i mostri, e quello l’avevo imparato anche troppo bene.

Fiutai la scia che mi avrebbe condotto fino ad alcuni miei simili. Potevo chiedere qualcosa a loro, in fondo la leggenda del regno della notte si era diffusa in tutti i mondi….non era stata riportata in modo corretto, ma questo passava in secondo piano. Se non riconoscevano me ed sapevano darmi informazioni su Elizabeth tutto passava in secondo piano.

Quindi iniziai a correre nella foresta, rallentando man mano che l’odore si faceva più nitido e forte. Appena mi trovai nei pressi dell’enorme villa, riconobbi un odore che non sentivo da quando avevo abbandonato tutto.

Sentivo la sua presenza molto bene, e son sicuro che lei sentiva la mia. Così smisi di correre e iniziai a camminare, mantenendo un portamento elegante.

Non mi dirà mai dov’è Elizabeth , ma passare a trovare vecchie conoscenze non era un reato.

Appena arrivato alla soglia della porta, questa si spalancò con uno scricchiolio << Edward >> sibilò tra i denti

Sorrisi << Rosalie, è un piacere anche per me rivederti. Solo che, al contrario di te, non ho intenzione di ucciderti.  No, non ti ho cercata, sono venuto sulla terra per…bè, sai per cosa. No, ho solo fiutato le tracce di alcuni miei simili >>

Dissi, rispondendo a una serie di domande mentali.

<< Vattene ! >> gridò

<< ma che peccato…volevo solo sapere come stavi >>

Mi lanciò uno sguardo pieno d’odio e capii << ah, è qui! Ater si è rincarnato, di nuovo >>

Mi sorpresi di come mia “figlia” si preoccupi ancora per me dopo tutto quello che ho fatto. Dopo che ho distrutto tutto, dopo che ho quasi cercato di uccidere sua sorella…tutto a rotoli e per cosa?

Per un’umana!

Sputò con rabbia nella sua testa, mentre una serie di vecchissime immagini le scorrevano in mente, rievocando anche troppi sentimenti, troppe situazioni, rievocando troppo…più del dovuto.

Sorrisi, anche se non ero proprio dell’umore, anche se quelle immagini rievocavano qualcosa che in mille anni non era ancora morto. Un vampiro sa portare rancore a lungo, questo era certo. << non mi preoccuperei più di tanto >> aggiunsi << mi bracca da mille anni e non mi ha ancora ucciso >>

Rosalie trasalì, come percossa da un’invisibile scossa elettrica. “ questa volta è diverso” pensò “ scappa” aggiunse infine con un tono di rammarico. Il rapporto che in passato aveva unito me è Rosalie era stato molto forte, forse è proprio quel rapporto che mi fa di tanto in tanto rimpiangere il regno, che mi fa sentire in colpa. Perché avevo lasciato tutto per egoismo, per vendetta. E questo non era degno dell’ex-sovrano che ero, e dell’uomo che sono. Ma non posso rimangiarmi le parole, non posso vivere un’esistenza vuota per volere altrui. E di questo mi rattristavo.

Ed io ero ancora qui per il mio egoismo. Sapevo che , pur riuscendo ad ammazzare Elizabeth sarebbe stato molto difficile morire, per questo avevo deciso di chiedere l’ultimo favore ad Rosalie una volta ritrovata.

Sapevo che avrebbe accettato per un unico motivo : mezzosangue.

Era la parola che odiava di più al mondo. Ma non sapeva che c’era un modo per rendere un mezzosangue un vampiro completo oppure un umano, ed era ora di dirle questa verità.

<< Rosalie, permettimi di chiederti un ultimo favore…o almeno, ascolta le mie parole >>

Lei anuui, << entra >> disse neutra

Mi fece accomodare in quella che doveva essere la sala principale della casa.

<< sarò diretto >> dissi << io vorrei che tu prendessi il mio posto come sovrana…alla mia morte >>

Lei sgranò gli occhi perplessa mentre mille domande le passavano per la mente, la  più coincisa, la più sensata venne a galla. Ed era esattamente la domanda che volevo si ponesse << ma io non posso. Non sono una sangue pura! >> esclamò

<< e se ti dicessi che c’è un modo per diventare completa ? >>

Lei mi scrutò stranita ancora più confusa di prima. Le sorrisi dolcemente per quanto mi era possibile sorridere. Lei aprezò mentalmente lo sforzo, ma mi ribadii che quello non era un sorriso, per quanto simile, perché non era accompagnato dall’anima. Diceva che i miei occhi erano ormai vacui e vuoti, gelidi come il deserto, anche se io non me ne accorgevo. Forse era vero, però scossi il capo.

<< tu sarai una sovrana migliore di quanto io possa mai essere stato. Tu ami veramente quella terra….per cui, quando verrà il momento, prendi tu il mio posto con la mia vita. Perché per diventare un vampiro hai bisogno di una sola cosa : sacrificare in rito il sangue di due vampiri puri. E indovina chi saranno questi vampiri? >>

“tu e Elizabeth”

<< esatto >> risposi  << quindi io ora ti chiedo…ti supplico di uccidermi quando sarà arrivato il momento >>

Lue chinò il capo, valutando il da farsi. Non riuscivo bene a scorgerne l’espressione, ma sentivo i suoi pensieri, anche se non li decifravo. Andavano troppo veloce pure per me. Ghignò sconsolata e i suoi pensieri iniziarono a rallentare, le parole e le lettere si mescolavano in senso compiuto, formando un'unica frase “dopotutto sapevo che sarebbe andata così. Il destino ti è sempre stato avverso”

“forse anche troppo” ribadii mentalmente “ ma a nessuno di noi è stato donato un destino semplice”

<< si >> disse sottovoce << accetto >> continuò un po’ più forte << ora vai! >>

Le sorrisi con gratitudine . Per capirci era sempre bastato uno sguardo, ed ero in un certo senso felice che a distanza di mille anni questo non fosse cambiato.

Mi si avvicinò, per farmi strada fino alla porta, quando entrambi ci paralizzammo.

Un odore, una presenza a noi sconosciuta pervase l’aria impregnandola di magia.

Un fruscio tradì quell’essere , probabilmente umano, ma da una parte non ne ero certo, era troppo potente.

Si fece più vicino, come la sua potenza magica.

<< GIU’ ! >> gridai poco prima che la finestra andasse il frantumi, prima che le fragile schegge volassero nella stanza.

Ater.

<< ci si rivede >> feci rialzandomi

La figura che avevo di fronte non rispose. Era una ragazza, come la precedente. Ed era più potente, come c’era d’aspettarsi.

Rimaneva immobile, forse aspettando qualche mossa, forse valutando la situazione. Erro o era stata lei ad attaccare? Forse non dovrebbe muoversi un po’ di più?

Estrassi la spada. Se era lo scontro che voleva…

L’attaccai di lato, ma schivò il colpo, balzando dall’altro capo della stanza. Portava una tenuta nera , tipo ninja, con un passamontagna , anch’esso nero, a coprirli la facci, rendendo visibili solo gli occhi scuri.

Sfoderò anche lei una spada. E iniziò il duello. Io attaccavo e lei parava, mentre le lame s’incrociavano perfettamente , emettendo un fragrante suono metallico. Ma non stava combattendo , non al massimo. Vedevo da come si destreggiava , da come faceva ruotare la lama che era qualcosa di più, che non poteva fermarsi li la sua abilità. Anche i colpi che sferrava erano moderati, ma non capivo il perché. Nonostante non stesse dando il meglio di se era distratta.

Poco male, o almeno per me.

Schivò la mia lama, andando a impigliare il passamontagna in una scheggia di vetro rotto, rimanendone in trappola.

Mi avvicinai con la spada, per sferrarle l’ultimo colpo, ma si liberò velocemente togliendosi il passamontagna, abbastanza velocemente da balzare dietro di me.

Mi voltai , ma quel che vidi non mi permise di impugnare saldamente l’arma.

Qualcosa scoppiò dentro di me, provocandomi un dolore lancinante all’altezza del petto.

Gli occhi color cioccolato incorniciavano il viso pallido, mentre cascate di capelli nocciola le scorrevano lungo la schiena.

E la mia mente si svuotò di tutto. Non mi importò più della mia vendetta, del regno o del passato. Fù come essere interamente svuotato.

<< ISABELLA? >> mi anticipò Rose, che nel frattempo stava osservando il duello.

La ragazza si voltò al suono del nome

Era lei, il suo aspetto era…identico.

<< come conosci il mio nome? >> chiese << ma questo non ha importanza >> ritornò a fissarmi << voglio proporle un’alleanza re dei vampiri >>

 

 

Hikari : salve! Ed ecco il nuovo cappy! – in ritardo , ma meglio tardi che mai, no? –

Sapete come si chiama questa scrittura? “bells MT” l’ho vista e ho pensato di usarla solo per l’assonanza…sono proprio fuori, eh? ps : la prima frase è una citazione di mightnight sun

Comunque, non mi perdo in chiacchiere inutili. Volevo ringraziare le persone che mi hanno messo nei preferiti e nelle fanfict seguite e naturalmente chi legge la mia storia.

Tante grazie anche a chi ha recensito naturalmente ^^

Uchiha_chan : ciao! Vedi, l’ho continuata! Allora, vedremo i fatti dopo le vicende del prologo con possibili –sicuri-  flash-back del passato!

fria : si , l’ho preso da li!

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