La ragazza del balcone

di ARandGS
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Brindisi ***
Capitolo 2: *** Freccette ***
Capitolo 3: *** Vino & Camice ***
Capitolo 4: *** CUFFIETTE ***



Capitolo 1
*** Brindisi ***


CAPITOLO 1

BRINDISI

Los Angeles - giugno 2017

« Proporrei un brindisi a questi meravigliosi neo diplomati! », dice papà alzando il suo calice di vino bianco verso tutti noi, tutti rispondono al suo brindisi tranne me, è l’ennesimo della serata, ed io sono stufa di tutta questa allegria, ho solo voglia di rimettermi le mie cuffiette e lasciare andare le mie lacrime, chiusa nella mia camera da letto.
« Bella anche tu! », mio cugino Emmett è decisamente ubriaco, mia madre mi sorride ed io prendo il mio bicchiere e lo sollevo alla loro salute, prima di bere in un solo colpo tutto il suo contenuto.
« Contenti? », dico facendo un sorriso e prendendo la bottiglia di vino per riempire di nuovo il mio bicchiere.
« Bella non ti fa bene! », dice mia madre preoccupata, sono consapevole che il vino e l’alchol in generale non facciano bene, ma a volte sento la necessità di scappare dal mio dolore, di smettere di essere Isabella Swan, la figlia dei produttori cinematografici più famosi di Hollywood, vorrei solo tornare a sentirmi come quando Jacob era qui, accanto a me. Ma lui non c’è più, la malattia me lo ha portato via, lo ha strappato senza pietà alla sua vita, alla sua amata tavola da surf, alla sua famiglia, ai suoi amici. 
Lui non c’è più ed io sono qui a festeggiare il mio stupido diploma, facendo finta di essere felice, facendo finta di essere forte, ho anche sorriso questa sera, sono diventata brava a mentire.
Non voglio essere la povera Bella a cui è morto il ragazzo, non voglio essere compatita, ne capita. In verità non so nemmeno io quello che realmente voglio.
« Bisogna festeggiare, non tutti hanno avuto la possibilità di arrivare al diploma! », dico bevendo un altro bicchiere di vino, ho perso il conto di quanti ne abbia bevuti questa sera.
Tutto quello che mi circonda mi sembra finto ora, com'è possibile che nessuno pensi più a Jacob, perché nessuno soffre come me? 
Oppure sono io quella difettata, ma da quando lui non c'è più mi sembra che un peso mi opprima il petto ogni secondo che passa.
Nessuno può capire, nessuno.
Lui era il mio primo bacio, il primo amore, la mia prima volta e la persona che mi era accanto in ogni momento.. l'amavo e l'amo, come lui con me, ed ora che lui non c'è più mi domando come posso vivere ancora io. 
Non sarò mai più come prima, come potrei ora che non ho più un cuore?
« Tesoro, lui non ti vorrebbe così », mamma cerca di capirmi, sono mesi che continua a dirmi che lui rimarrà per sempre nel mio cuore, che è sempre con me, ma lui non c’è. Siamo rimasti solo io e il mio amore per lui.
« Lui è morto! Non può volere più nulla », rispondo fredda, fredda come il mio cuore, come tutto ciò che mi circonda.
« Visto che vi siete diplomati quasi tutti con il massimo dei voti », è zio Thomas a parlare, lui è la parte allegra della famiglia, lui è quello che non ti chiede come stai, perché lo vede come stai, quindi evita di farti mentire.
« Andiamo papà i mie crediti sono dignitosi », Emmett non parla, lui urla, lo fulmino con lo sguardo e lui sorride, vorrei tanto prenderlo a pugni, giusto per piacere.
« Amore, rischiavi di perdere l’anno.. di nuovo », la mia amica Rose e mio cugino erano fidanzati da pochi mesi, eppure avevano una complicità unica. Vederli assime mi fa male, vedere quello che io non ho più mi fa un male tremendo, proprio qui in mezzo al petto il peso che mi accompagna giorno e notte, aumenta quando vedo le persone felici ed innamorate.
« Poporrei un brindisi ai tuoi crediti dignitosi », dico cercando la bottiglia, ma non c’è più, « Basta brindis per oggi », dice papà chiudendo con un tappo di sughero la bottiglia. È tutta la sera che facciamo brindisi e quando tocca a me, non si può!
« Mi servite lucidi.. noi vecchi abbiamo un regalo per voi », dice zio Thomas alzandosi ed andando ad aprire uno dei cassetti del mobile dietro di lui, ne estrae delle cartelline bianche. Mia madre e mio padre sembrano felici, ed anche i genitori di Rose e Jasper.
« Questo è per te Bella », zio Tom passa ad ognuno di noi una cartellina, con su scritto il nome di ciascuno.
« Che cos’è? », chiedo aprendo la cartellina e venendo subito colpita dai colori cristallini del mare, dal bianco delle sabbie. Dove si trova questo paradiso terrestre?
« A ottobre comincerete tutti l’università in diverse città dello stato e qualcuno anche fuori dai confini nazionali, avrete poche occasioni per riunirvi, voi che siete cresciuti tutti assime », dice zia Marie con occhi lucidi, non l’ho mai vista così entusiasta.
« Nelle cartelline c’è una vacanza di quattro settimane in uno dei posti più belli del mondo, la Saredgna! », agginge July, la madre di Rose e Jasper.
Spero stiano scherzando.
Apro la cartellina e vedo i biglietti e tutti dettagli della vacanza.
Mi volto sconvolta, Emmett sta baciando Rose mentre Jasper prende in braccio Alice, i nostri genitori ci guardano felici, i miei invece sperano in una mia reazione positiva, lo vedo dal loro sguardo ed io.. io sto pensando a come scappare da questa tortura.

​Buongiorno ragazze, benvenute in questa nuova avventura.
​A scrivere questa storia siamo AlmaRed e Giulia scricciolo, speriamo con tutto il cuore che la storia vi piaccia e vi emozioni così come emoziona noi due mentre la scriviamo.
Fateci sapere cosa ne pensate.
​Un bacio
​A presto

Ar & Gs

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Capitolo 2
*** Freccette ***


CAPITOLO 2

FRECCETTE

Londra - giugno 2017

« Vi rendete conto che ci siamo diplomati? », la voce di James è squillante, lo sto per prendere  botte, è mai possibile che ripeti la stessa cosa da giorni?

« Giuro che se ripeti ancora le parole: diploma, scuola e università! Non esci vivo da questo locale! », sono due settimane che continuiamo a festeggiare, il nostro obiettivo è quello di cambiare pub ogni sera. E con la miriade di pub che ci sono a Londra finiremo, forse, a Natale dell’anno prossimo.

« Io direi che questo giro lo offre Riley », dico alzando il bicchiere che nella mia mano traballa un po’.

« Ancora? Li ho offerti tutti io », brontola lui ridendo, non è colpa mia se ha perso la scommessa ieri sera, io ho giocato a mani pulite e lui ha perso, ora è giusto che paghi.

« E va bene, allora giochiamoci a freccette chi paga quest’ultimo giro e quello di domani! »,  esclama James, più brillo di noi forse.

« Non mi metto a giocare per una stupida birra, io proporrei una posta più alta », loro ridono e mi fissano, probabilmente non hanno capito un cavolo di quello che ho appena detto.

« E cosa vorresti scommettere? Il numero della prima ragazza che passa? », mi chiede Riley facendo la radiografia completa ad una tipa che sta passando vicino al bancone.

« Non ne ho bisogno, ti ricordo che mi basta uno sguardo per avere chi voglio », non sono per niente vanitoso, sono i fatti che parlano.

« Si certo, e allora cosa? », James è geloso delle mie conquiste, sono anni che ci prova con tutte, tranne che con l’unica ragazza che gli piace veramente, ovvero la rossa Victoria.

« Le nostre vacanze! », esclamo felice, sono stufa del tempo di Londra, ho voglia di mare e ragazze in bikini, « Chi vince sceglie dove andiamo », propongo bevendo ancora un po’, mentre una ragazza mi fa l’occhiolino. Troppo poco formosa, non è il mio tipo, ma forse potrei darle una possibilità. Questo sono io e di certo non faccio male a nessuno, non prometto storie d’amore, solo del gran sesso da una notte e cosa c’è di meglio? Nessuno soffre solo divertimento ed io ho bisogno solo di questo.

La mia vita è andata in frantumi da quando la mia dolce sorellina Kate non c’è più, prima lei ed infine i miei che si separano, perché non in grado di sopportare anche il dolore dell’altro. Pensavo chel’amore si vedesse di più nei momenti difficili, ma nel caso dei miei genitori sembrava sparito.

Da lì ho capito, basta usare il cuore e i suoi stupidi sentimenti, ho spento tutto ed ho scelto di vivere solo di menefreghismo e passione, le mie naturalmente.

« E dove dovremmo andare.. tipo in España? », esclama James, ma la sua risposta è scontata è li che va in vacanza Victoria con le sue amiche, essendo uno dei suoi migliori amici dovrei sostenerlo, ma non voglio passare l’intera estate a sentirlo lamentarsi del fatto che lei non lo degna di uno sguardo, per diamine mi voglio divertire anche io!

« Che ne dite dell’Italia? Potremmo anche visitare Firenze, Roma, Napoli.. Venezia », propone Riley, lui è il secchione dei tre, ama l’arte e di conseguenza l’Italia, per questo neanche la sua proposta mi sorprende.

« Io la Grecia, perciò ora giochiamo, chi vince sceglie, cioè io », li prendo in giro sapendo che vincerò, « Fossi in voi ripasserei gli appunti di greco della professoressa Mc Granitt! », aggiungo con il mio sorriso da schiaffi.

« Si certo.. contaci.. sei talmente brillo da non vedere neanche il centro », mi prende in giro il biondo, ancora non ha capito che sono imbattibilie!

« Ed Edward Cullen signori e signori è in vantaggio! », sono il primo della prima manche, nessuno di noi ha ancora fatto centro, ma l’importante è accumulare punti, ed è quello che sto facendo.

È mezz’ora che continuiamo a giocare, James si è praticamente arreso, « La mia Victoria in Spagna tutta sola, gli spagnoli sono come sanguisughe, staranno sempre appiccati a lei! Tornerà qui incinta di qualche macho spagnolo.. hanno sempre gli ormoni impazziti! », la mia voglia di prenderlo a schiaffi è alta, ma per adesso è meglio se mi concentro sulla partita che sto per vincere, Riley continua a bere tra un lancio e l’altro. Ho, praticamente, la vittoria in mano.

« Hanno il sangue calliente! », lo prende in giro Riley, mentre io manco di pochissimo il centro, è sicuramente colpa di queste luci suffuse del pub!

Ridacchio alla battuta di Riley, James lo fulmina con lo sguardo, deve capire che il nostro è solo un aiuto amichevole a farsi avanti con la ragazza che gli piace.

« Uhh Cullen.. non riusciamo proprio a fare centro! », non mi è particolarmente simpatico in questo momento.

« I brividi alla fine amico mio », rispondo mentre lui si prepara a lanciare.

Tocca a me, ho solo un punto ddi vantaggio su Riley, ma sono sicuro che mi basti, mi preparo, la mia concentrazione è al massimo, per quanto abbia bevuto insomma. Tiro. Centro! Mi avvicino, non è il centro perfetto, ma sono comunque altri 25 punti!

« Kalosorízo stin Elláda!* », esclamo saltellando sul posto, le probabilità che Riley faccia centro perfetto sono pari allo zero.

« Non esulterei fossi in te! », il mio amico è troppo sicuro delle sue parole, ma Edward-imbattibile- Cullen non ha rivali.

« Centro! », non ci posso credere, mi avvicino al tabellone, la freccetta che ha lanciato Riley è esattamente al centro, sul famoso occhio del toro.

« 50 punti a Grifondoro! Ah no! 50 punti a Riley Bears che lo portano alla vittoria! Ciao, ciao Grecia. Benvenuta Italia! », questa me la paga, ma so riconoscere la mia sconfitta, gli stringo la mano.

Infondo l’Italia è considerato il paese più bello al mondo, avrà di conseguenza bellissime ragazze, quella è l’unica cosa che mi interessa.

 

*Benvenuta Grecia

Buona sera ragazze, siamo molto contente che il primo capitolo vi sia piaciuto e grazie mille per il benvenuto, alle persone che hanno messo la storia tra i preferiti e i seguiti, grazie mille ha chi ha recensito, sapere quello che la storia vi suscita è importante per la nostra scrittura.

Un bacio, alla prossima

Ar&Gs

 

PS. È AlmaRed che vi scrive, scusate il ritardo per la pubblicazione del nuovo capitolo di Recommencer, ma sto studiando per un esame e non sono ancora riuscita a finirlo.

​Continuate a seguire:
- Recommencer
​- Perdonare?

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Capitolo 3
*** Vino & Camice ***


 



CAPITOLO 3

VINO & CAMICE

Sardegna – luglio 2017

La temperatura in Sardegna sfiora i trentasette gradi, mi sto ancora chiedendo come abbiano fatto a convincermi a venire con loro. Siamo nella hall del piccolo albergo, dove passeremo le prossime tre settimane.

Il viaggio è stato lungo, dall’aeroporto all’isola della Maddalena, ci abbiamo impiegato più di due ore, anche se devo dire che il viaggio in traghetto mi è piaciuto molto.

Con il vento in faccia mi sono sentita, per un piccolo istante, viva, come se tutto fosse tornato come prima, come se lui fosse qui accanto a me. Non sono ancora impazzita, so che lui non ritornerà, so che è impossibile, ma quel momento è stato magico. Sarà stata la presenza del mare, che lui amava, l’essere sola, non lo so.. ma è stato bello sentirsi vivi ancora una volta.

« Bella.. Hey! », non ho mai capito il perché Alice debba sempre urlare, sono qui non a chilometri di distanza.

« Cosa c’è? », rispondo seccata, il viaggio mi ha stancata, non capisco tutta questa sua vitalità.

« Questa è la chiave della tua stanza, sicura che vuoi rimanere da sola? », mi chiede Rose, sono sicura della mia scelta, ho bisogno della mia intimità, se avessi loro due in stanza con me, avrei sempre dovute fingere di stare bene, ma non avrei mai retto per tre settimane. Non volevo rovinare la loro vacanza.

« Si Rose, così tu ed Emmett starete nella stessa stanza, così come Alice e Jasper », dico fingendo un sorriso.

« Ci divertiremo! », Emmett è entusiasta della nostra vacanza, o diciamo meglio non vede l’ora di chiudersi in camera con la sua Rose, lei infatti è arrossita.

« Emmett quella è mia sorella! »

« Si Jasper, anche quella a cui stai toccando il sedere è mia sorella »

Sono entrambi molto gelosi delle proprie sorelle, sono anche molto protettivi, come lo era Jacob con me, non mi ha mai fatto scenate di gelosia, ma non voleva che qualcuno posasse il suo sguardo su di me per più di due minuti. Amava baciarmi in pubblico, amava dire a tutti che mi amava, molti ridevano. Cosa ne potevano sapere due sedicenni dell’amore? Jacob rispondeva sempre, che se loro alla loro età non avevano capito cosa fosse l’amore, non potevano giudicare chi anche a sedici anni l’avesse capito.

« Bella tutto bene? »

« Si, Alice », rispondo sperando che la lacrima che sta per scendere dai miei occhi non scenda, non voglio la loro compassione, prendo la mia chiave e mi avvio verso l’ascensore, i facchini porteranno più tardi la mia valigia. Ne ho portata solo una, Alice e Rose ne hanno due a testa. “Non si sa mai” continuavano a dire mentre le preparavano.

Salgo al secondo piano, la mia stanza è la 202, le due successive sono dei miei amici.

Entro in camera e vengo inondata da un buon profumo, c'è un grande letto a baldacchino al centro della stanza, un grande armadio e diversi vasi di fiori, ma la cosa più bella è la finestra che da su un terrazzino con vista sul mare, penso che passerò qui, la maggior parte delle vacanze. I miei genitori non hanno badato a spese, la mia camera è super luminosa, ha un bellissimo balcone da cui si vede il mare cristallino dell’Isola della Maddalena.

Mi chiedo ancora come diavolo hanno fatto a convincermi a venire, mamma sostiene che vivere in un posto che non ho mai visto con Jacob mi aiuti a dimenticarlo, ma nessuno capisce che io di lui non mi voglio dimenticare, io non  voglio tornare quella di prima, io non posso tornare quella di prima. Perché quella Bella non esiste più è morta assieme a Jacob.

Il rumore tranquillo e costante delle onde, l'immensità e la continuità tra il cielo ed il mare mi fanno sentire a casa e un po' più vicina a Jake. 

Forse ripensandoci bene, non è stata una pessima idea questa vacanza. Avrò tempo di stare sola con me, o con ciò che ne resta. I ragazzi saranno presi dal far baldoria e dalla loro voglia di godersi questa vacanza, io potrò stare qui, con la mia musica e senza dover rendere conto a nessuno di ciò che faccio.

Mi stendo nel letto anche da qui riesco a vedere il mare, penso che questa finestra non la chiuderò mai.

Sento bussare alla porta, devo essermi addormentata, infatti guardando fuori vedo che il Sole sta iniziando a tramontare.

Vado ad aprire e mi trovo davanti Alice e Rose, energiche e con un sorriso a trentadue denti

« Ehi Bella ti abbiamo disturbato? », mi chiede la più piccola mentre già stanno entrando in camera.

« Stavo dormendo », non ho voglia di mentire o di mostrare finto entusiasmo, è meglio che si abituino, mi hanno trascinato qui? Non possono costringermi ad essere felice.

« L' avevamo intuito, infatti Emmett ha preferito che ti lasciassimo riposare, però non ti sei persa nulla abbiamo solo disfatto le valigie », come se poi mi importasse molto Rose, vorrei dirle, ma non voglio ferire i loro sentimenti, questo non se lo meritano.

« Comunque fra mezz'oretta scendiamo a cena, quindi preparati »

« Alice sinceramente io non ho molta fame, quindi forse è meglio se.. », ma mi blocca, non mi fa continuare.

« No, Bella non è meglio nulla. Ti prepari ed insieme scendiamo a cena. Dobbiamo brindare, poi magari potremmo fare una passeggiata »

« Poi vediamo Alice, ora mi devo preparare », quasi le butto fuori dalla stanza, ma ho bisogno di prendere più ossigeno possibile, per affrontare la serata, o perlomeno per non essere sgarbata con tutti.

Quando esco dalla porta, sono già tutti pronti e mi stanno aspettando, anche se sono quella che ha impiegato meno di tutti a prepararsi.

Alice e Rose hanno un vestito molto carino mentre io con un paio di shorts ed una canotta me la sono cavata.

Non ho neanche più voglia di pensare a cosa mettermi. Tanto a cosa serve? Ogni cosa mi va bene.

« Ragazze noi abbiamo visto un biliardo qui sotto, volevamo fare una partita prima di cena, magari mentre voi prendete il tavolo», mio cugino sembra stia chiedendo il permesso alla mamma invece che alla fidanzata, eppure mi ha sempre fatto ridere questo suo modo, così bambinone, nonostante sia un armadio praticamente. Con l'amore si torna bambini e lui con Rose lo è diventato

« Va bene vi aspettiamo »

« Perché Bella non fai una partita con noi? Come i vecchi tempi, magari riesci ancora a batterci », mi tornano davanti per un istante le immagini di quando Jacob mi insegnava a giocare e quanto ci divertivamo

« No Jasper non mi va, il biliardo non mi piace più »

« Ma come.. », Emmett sembra voler ribattere, ma Alice lo blocca con uno sguardo. 

Non è colpa loro, ma io facevo tutto con il mio fidanzato, quindi ogni cosa mi può ricordare lui.

« Non vi preoccupate ragazzi, vi aspetto al tavolo anche io, intanto però lancio la scommessa, vincerà Jasper »,  faccio un sorriso sforzato e tento di farli stare più sereni per quanto mi è possibile.

« Scommetti contro tuo cugino, il tuo adorato cugino? Ti farò ricredere Bellina! », mi da un bacio sulla fronte e corre via con Jasper.

Io e le mie amiche scendiamo nella sala, non molto affollata, il cameriere ci accompagna al nostro tavolo che questa volta mio malgrado, non è vicino alla finestra, siamo in un angolo ed abbiamo vicino un altro tavolo, di tre ragazzi che avranno più o meno la nostra età.

Attirano subito la mia attenzione e non solo, per il baccano che fanno. Devono essere inglesi, dal loro accento.

« Non si può dire che quest'aria non porti allegria », dice sottovoce Alice, riferendosi naturalmente a loro e facendo spostare la mia attenzione.

« Io dire più che altro maleducazione », puntualizzo piccatamente.

« Lasciamoli perdere, pensiamo a cosa potremmo fare in queste settimane », esclama Rose entusiasta, per un secondo i nostri vicini fanno silenzio, tanto che mi volto a guardarli, stanno meditando qualcosa, specie uno dei tre, sembra il più scapestrato, ha i capelli color castano ramato, spettinati, e due occhi verdi da chi si crede mister perfezione.

Mi volto di nuovo verso le ragazze che stanno parlando dei posti da visitare, ma veniamo interrotte dal ragazzo che mi aveva incuriosita prima.

« Scusate, ma per sbaglio vi abbiamo sentito parlare, siete straniere vero? », ma dai? Che genio!

« Si, siamo americane »,ammette Alice con tono educato.

« Wow che fortuna, noi siamo inglesi, meno male qualcuno con cui parlare. Io mi chiamo Edward », si avvicina a Rose, ed ora mi è chiaro il perché. Ci sta provando, non è né il primo ne l'ultimo. Rose è una bellissima ragazza.

« Rosalie », lei gli stringe la mano senza neanche guardarlo, è evidente che non è interessata, poi sa anche che Emmett è geloso e se vedesse come questo "Edward" la sta guardando inizierebbe di sicuro a discutere.

Stringe la mano anche Alice, che ricambia in imbarazzo, mentre quando sta per presentarsi anche con me, io non rispondo e guardo da un'altra parte, i suoi amici ridacchiano e questo mi fa capire ancora di più le sue intenzioni. 

È evidente che vuole provarci, ma solo per sfizio. Odio chi, come questo tipo che ho davanti, usa le donne come oggetti. Li ho sempre odiati, si credono degli dei, e con me non andranno mai d'accordo. 

« Be mi sembra ovvio che tu sei californiana, una bella ragazza come te potrebbe essere solo di lì », sorride come se stesse presentando la marca di un dentifricio. Che idiota.

Si siede nella sedia libera vicino a Rose che continua a guardare verso la porta.

Jasper ed Emmett saranno qui a momenti, non mi dispiacerebbe se mio cugino lo prendesse a sberle, così solo per mio sfizio personale.

« Senti, credo che sia il momento che tu torni al tuo tavolo e ci lasci tranquille, mi sembra evidente che nessuno è interessato qui », inizio a parlare prima di ripensarci, non voglio che qualcuno rovini la serata più di quanto possa fare già io.

« Scusa non mi sembra di ricordare il tuo nome », mi fa notare, come se gli avessi rotto le uova nel paniere, come effettivamente ho fatto.

« Non ti ricordi perché non te l'ho detto e non ci tengo a farlo, i tipi come te non meritano neanche di sapere il mio nome », il mio umore da spento sta passando a rabbioso, quasi adrenalinico, cosa che non mi capitava da secoli.

« Sinceramente, non vorrei offendere il tuo altissimo ego, ma non mi sembra di aver rivolto a te le mie parole, quindi se non ti dispiace vorrei continuare a chiacchierare amichevolmente con la tua amica che denota molto più simpatia di te », per un attimo mi ha spento, ma l'istante dopo ritorno in me.

« Ascolta forse non ti è chiaro una cosa, di te e del tuo pensiero su di me, sul mio ego e sulle mie amiche non me ne può importare, ma ti invito nuovamente ad andartene per il semplice fatto che fra poco entrerà da quella porta il fidanzato della ragazza con cui ci stai spudoratamente provando ed inoltre questo ragazzo è il doppio di te, quindi tieni conto che ti sto facendo un favore. Alzati e vattene », il suo sguardo sembra stia per iniziare una caccia, ma a questo punto chi è la preda?

« Cos'è piccola acidella, vuoi che dedichi qualche attenzione a te? », il respiro mi si mozza, lui si è avvicinato a me pericolosamente con il busto ed io faccio solo una semplice cosa.. gli svuoto il mio bicchiere di vino addosso. 

« Ti è chiaro ora, o vuoi che ti rispiego di lasciarci in pace? », è sbalordito e torna al suo tavolo dove, i suoi amici lo prendono in giro, nonostante ciò, riesco a sentirlo.

poco dopo arrivano Jasper ed Emmett, il primo ha un sorriso grande come una casa stampato in faccia, l’altro è arrabbiato, se sapesse che quel deficiente ci ha provato con la sua Rose potrebbe trasformarsi in Hulk e non mi stupirei.

« Bella porti sfiga! Ho perso! »

« Lui non ha perso.. non sa proprio giocare! »

« Lo vedremo! », i due si siedono accanto alle loro ragazze, si scambiano un bacio, io non ho il coraggio di guardare, mi fa male, un male atroce proprio in mezzo al petto. Non è invidia la mia, è il non voler essere li in quel momento.

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La cena è stata fantastica, il cibo italiano è il migliore al mondo, su questo non si discute. Siamo tutti sazi, nonostante la mia presenza o meglio dire assenza, visto che non ho detto nulla per tutta la cena, è stata una serata tranquilla. Il gruppo di ragazzi dietro di noi si è fatto sentire, e devo ammette che ogni tanto mi è scappato un piccolo sorriso, il loro marcato accento inglese è troppo buffo.

« Andiamo a fare una passeggiata? », propone Emmett, ha mangiato il doppio di tutto, mi meraviglierei se riuscisse ad alzarsi da quella sedia, senza l’aiuto di qualcuno.

« Bellissima idea amore, ho proprio bisogno di smaltire tutto questo cibo », gli da corda la sua ragazza.

« Oh per quello non ti preoccupare, smaltiremo alla grande! », ho ufficialmente un cugino scemo, e adesso so per certo che lo ha anche capito mezza sala, visto che tutti si sono voltati verso il nostro tavolo. Mantenere un tono di voce basso non è una sua prerogativa.

« Sei disgustoso! », lo riprendo, fermando un conato di vomito, non voglio pensare a mio cugino e alla mia migliore amica in quei momenti.

« Faccio finta di non aver sentito », Jasper è quello più tranquillo del gruppo, è l’adulto, quello responsabile, ancora oggi mi chiedo come possa stare con una come Alice, che è esattamente il suo contrario.

« Dai andiamo.. altrimenti si fa tardi », Rose si alza prendendo per mano Emmett, io non voglio andare e fare la quinta incomoda, come mi sento da quando siamo partiti da Los Angeles il giorno prima. Ho solo voglio delle mie cuffiette e di starmene da sola nella mia stanza.

« Andate pure voi.. io torno in camera », dico alzandomi, noto il ragazzo di prima che mi fissa, mi da davvero sui nervi. Spero che se ne trovi una con cui divertirsi e che ci lasci in pace.

« Bella.. », cerca di convincermi Alice con lo sguardo da cucciola che funziona solo con il suo ragazzo.

« Alice sono stanca », dico nascondendo uno sbadiglio, nonostante abbia riposato questo pomeriggio, sento ancora la stanchezza del viaggio.

« Lasciamo andare Bella a letto.. noi torniamo tra massimo un’ora », Jasper, forse, è l’unico che mi capisce, sa benissimo che non mi sento a mio agio a stare con loro, in verità non mi sento a mio agio con nessuno, nemmeno con me stessa. Ma quando sto sola, almeno, non devo rendere conto a nessuno delle mie azioni.

« A dopo », le coppiette  felici mano nella mano escono dalla sala, io ho solo bisogno di rilassarmi, mi alzo e vado verso il bancone.

« Signorina cosa desidera? », mi chiede il cameriere in perfetto inglese.

« Prosecco », dico cercando di avere una buona pronuncia, zio Thomas mi ha consigliato di bere questo vino, secondo lui ti rilassa.

« Quindi ti chiama Bella? », la voce del ragazzo di prima mi arriva alla mia destra, nemmeno mi volto, non ha ancora capito che parlare con lui non mi interessa?

« Parli con me? », non  mi sono ancora girata, e non credo lo farò.

« Non vedo altre ragazze.. quindi la risposta è si », il ragazzo si siede sullo sgabello accanto al mio, è talmente vicino che riesco a sentire il suo profumo. Forse l’inglese ha esagerato con la dose, è soffocante.

« Quale parte del mio lanciarti il vino addosso prima, non ti è chiara? », dico bevendo il primo sorso del buonissimo vino italiano, è troppo buono, non voglio rovesciargli anche questo.

« Sei proprio acida.. ed ho capito il motivo », risponde come se mi conoscesse da una vita, mi volto verso di lui, la sua camicia ha ancora il segno del vino bianco di prima, questa cosa mi rende fiera di me.

« Ah si? », chiedo alzando un sopracciglio proprio capire cosa ha capito lui di me in due minuti che ha parlato con me.

« Sei l’unica single del gruppo.. », ecco appunto non ha capito nulla, pensa davvero che sia una ragazza che cade ai suoi piedi perché, ammettiamolo, è un bellissimo ragazzo?

« Tu non sai niente.. niente », dico bevendo il resto del vino, prima di lasciare il bicchiere sul bancone ed uscire in terrazza, ho bisogno di prendere aria, quel ragazzo è capace di far alzare il mio malumore a livelli estremi, è una persona irritante. Prima ci prova con Rose e poi con me, sorrido, è il classico ragazzo senza cuore che ragiona con la parte a sud del suo corpo. Non mi devo mica stupire di uno così.

Cerco di rilassarmi bevendo un po' di questo ottimo vino, e cerco di estraniarmi dai miei stessi pensieri altrimenti rischio di rimanerci schiacciata, penso a tutto fuorchè a me e a quello che ho dentro compresi i ricordi di tutto e tutti, così per una buona mezz'ora riesco a tirare quasi un respiro di sollievo, peccato che non si può sempre pensare come se non fossimo noi stessi, bisogna tornare nel proprio corpo e nella propria mente.

Dopo qualche minuto vado alla reception e chiedo la chiave della stanza, salgo al piano, nel silenzio che mi accompagna, si sta così bene dopo questa cena e dopo tutto il baccano che hanno fatto quei ragazzi, specie quell'Edward ma questo momento di tranquillità viene interrotto dalla voce più che forte di Alice

« Bella, ancora sveglia? », mi chiede mentre sto aprendo la porta della mia camera.

« Si Alice, ma non urlare, stanno dormento alcune persone ed io sto per andare a letto », mi tira per un braccio, che le prende, è impazzita?

« Certo, ma devo assolutamente mostrarti un vestito che ho comprato in un negozietto aperto qui vicino », non faccio in tempo a replicare che sono già nella sua stanza, come diavolo ha fatto?

« Va bene, ma gli altri dove li hai lasciati? », mi chiedo solo ora il motivo dell'assenza di tutti

« Oh sono giù in reception, stanno chiedendo al ragazzo se conoscono un centro che noleggia motorini, vorrebbero farci un giro », lei sta ruotando come una bimba, felice per il nuovo acquisto.

« Ti sta benissimo, ora posso andare? », le chiedo mentre la sonnolenza si sta impadronendo di me, è stata una giornata lunga a causa del viaggio.

« Certo, solo Bella, sappi che.. che noi  ti vogliamo bene e vorremmo che durante questa vacanza tu riesca a.. respirare nuovamente, mi capisci? », annuisco soltanto non posso promettere cose impossibili, le do un bacio sulla guancia e le auguro buonanotte, vado verso la mia stanza, e solo ora mi accorgo che nella fretta di Alice ho lasciato la porta aperta, devo stare più attenta.

La chiudo ed una volta entrata ci appoggio la fonte, sono sola, posso fare quello che voglio, nessuno mi giudicherà per le mie azioni.

« E tu che ci fai qui? », mi volto, spaventata e per poco non urlo, Il ragazzo di prima, Edward, nella MIA stanza e senza camicia. Ma come si permette?

« Io che ci faccio qui?? Esci subito!! », sento gli occhi fuori dalla testa a causa dalla rabbia, inizio a spingerlo, ma è come lottare contro i mulini a vento.

« Ehi, ehi calma perché devo andarmene di qui? », lui continua a fare l'ingenuo e capisco subito a che gioco sta giocando.

« Senti, esci ora o chiamo la sicurezza, non so che idea tu ti sia fatto ma io non voglio assolutamente andare a letto con te, non ci ho neanche pensato quindi esci », si vede che credeva che lo stavo provocando  prima ma io non sono così, anzi.

« Ma chi pensava una cosa così? Non mi è neanche passato per la testa », risponde lui scuotendo la testa.

« Ed allora perché sei senza camicia? », chiedo con ancora più rabbia, perché è mezzo nudo in camera mia e mi prende in giro.

« La volevo far lavare, se non sbaglio mi hai lasciato un bel ricordino », mi ricorda indicando la macchia, sorrido compiaciuta del mio gesto.

« In camera mia?? », chiedo sbalordita, va bene tutto ma questo non posso accettarlo.

« Questa non è la tua stanza acidella! », continua lui, ma io so riconoscere benissimo la mia stanza, ai piedi del letto c’è ancora la valigia che devo disfare.

« Ma certo che si. A che gioco stai giocando? È  la 202 del secondo piano, mi prendi per scema? », i suoi occhi si illuminano, e mi sembra quasi di vedere il suo cervello finalmente inizia a lavorare.

« La 202? », domanda mettendosi una mano nei capelli, ha una faccia buffa in questo momento.

« Esatto la 202 », dico sventolando la chiave davanti a lui.

« Oh...oh ecco, io credevo fosse la mia stanza, sai ho visto la porta aperta ed io sono sbadato quindi credevo di averla lasciata aperta, io ho la 200 è la camera accanto alla tua..  mi devo essere sbagliato »

« Non me ne frega nulla, ora vai fuori », gli apro la porta, « E che non ricapiti più! », ma lui invece, di uscire dall'entrata, va verso il balcone.

« Che stai facendo? », chiedo stupita, cosa vuole fare nel mio balcone?

« La mia stanza è accanto alla tua e come vedi tra i balconi c’è meno di un metro di distanza, scavalco », con un salto arriva al suo balcone, si vede che è atletico. Io sono ancora sconvolta dal suo gesto, poteva cadere e farsi male quell’imbecille, e probabilmente era quello che si meritava.

« Be buonanotte Bella, e spero a buon rendere », non rispondo e rientro in stanza con un moto di stizza per quando è inopportuno.

Ma ovviamente non poteva finire così, l’inglese aveva lasciato sulla poltrona della mia stanza la sua camicia, non la voglio li. La prendo e ritorno in balcone.

« Edward! », urlo un pochino per farmi sentire.

« Già ti manco acidella? », è ancora senza maglietta, presa da un moto di rabbia gli lancio la camicia colpendolo in pieno viso, lo vedo sussultare, ho un’ottima mira.

« Mi hai colpito in un occhio stronza! », urla con fare da bambino, cosa potrà averli mai fatto una camicia?

« Oh andiamo non fare il melodrammatico! Buonanotte! », lo prendo in giro rientrando in camera mia e chiudendomi alle spalle la porta finestra.

Mi stendo nel letto e cerco di addormentarmi, pensando a questa serata così disastrosa, talmente tanto che per la prima volta non mi addormento con il dolce pensiero di Jacob.

 

____________________________________________________________________________

Buonasera signorine o buon giorno.

Eccoci arrivate, tutte insieme, al primo e vero capitolo della nostra avventura estiva.

Cosa ne pensate? Fatecelo sapere.

Noi vi ringraziamo per l’affetto con cui avete accolto la nostra storia.

A martedì prossimo.

Ar&Gs

Ps. Recommencer e Perdonare? verranno aggiornate al più presto.

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Capitolo 4
*** CUFFIETTE ***


Questa notte ho dormito poco non so se per il fuso orario o per il troppo silenzio o per chissà quale altro motivo, fatto sta che stamattina ho sonno e quando ho sonno sono più intrattabile, ma di certo non posso restare a crogiolarmi nel letto visto che sono in vacanza con i miei amici, e per di più come direbbero tutti quanti il mare della Sardegna è unico, non c'è il tempo per perderselo, spero solo che un po' di sabbia e una buona dose di Sole mi diano un po' di buonumore e soprattutto di relax.
Mi preparo e vado in spiaggia, anche se piuttosto presto e gli altri probabilmente stanno ancora dormendo, gli lascio un messaggio dopo aver fatto colazione nella sala principale, e per fortuna questa volta senza altri ragazzi che mi disturbino.
La spiaggia è davanti all'albergo, ringrazio mentalmente mia madre per aver scelto questo posto, così almeno non dovrò camminare troppo data la mia pigrizia. 
Stendo il mio telo vicino al mare così da poter respirare un po' della calma costante delle onde. Gli italiani mi piacciono moltissimo e mi fanno ridere, con i loro modi così calorosi e sorridenti a volte anche buffi, cosa molto differente dalla California, dove nonostante ci si sorrida si è in realtà troppo impegnati per badare agli altri.
Mi sdraio cercando di abbronzarmi un po', come amiche fedeli le mie adorate cuffiette e la musica. Volume al massimo ed il resto del mondo spento. 
Non so quanto tempo passo così forse due ore, prima che Alice arrivi con di fianco Rose e dietro di loro Emmett e Jasper che sembra quasi abbiano lasciato la testa a letto per come camminano.
<< Ehi tesoro, sei qui da molto?>> mi chiedono mettendo giù le borse
<< Un po', non avevo sonno e così ho preferito venire qui, avevo voglia di mare>> dico mentre metto via le cuffie
<< Beata tu>> si lamenta mio cugino buttandosi sulla sabbia come un sacco di patate << Io avrei voglia di rintanarmi il quel morbidissimo letto, possibilmente con aria condizionata accesa, ma come fanno questi italiani a resistere a queste temperature, non so>> iniziamo a ridere tutti per la sua voce da bambino delle elementari costretto dalla mamma ad alzarsi
<< Dai orso che se fai il bravo ti faccio fare il bagno fra poco>> lo prende in giro la fidanzata
<< Ah sì?>> lui si alza di scatto e la prende in braccio correndo in acqua fra le urla e le minacce di Rose e le nostre risate 
<< Bella guarda chi sta arrivando?>> mi dice Alice indicando qualcuno dietro di noi.
Mi volto e vedo i tre moschettieri falliti..ops no il mio vicino di stanza con i suoi due compari
<< Be Alice era ovvio, sono del nostro albergo dove vuoi che vadano? Poco male, non mi interessa almeno che quel troglodita non venga a disturbarmi>> ammetto serena sdraiandomi nuovamente
<< Allora forse dovrebbe interessarti; sta venendo qui>> mi alzo come scottata
<< Ma chi è?>> chiede confuso Jasper
<< Uno con cui Bella ha discusso ieri>> fulmino Alice che non sa tenersi un cecio in bocca
<< E come mai? Come è riuscito a scalfire la tua corazza?>> mi chiede il mio amico
<< Non è riuscito a fare nulla se non ad infastidirmi con i suoi modi maleducati e da protagonista, ed ora smettetela altrimenti capirà che parliamo di lui>> dopo neanche mezzo secondo lui stende il suo asciugamano vicino a me, senza aprir bocca e senza chiedermi il permesso soprattutto!
Lo fulmino anche se lui non mi guarda, ma quando sente oltre al mio, anche lo sguardo di Alice e Jasper addosso, si rivolge a loro
<< Oh scusate c'eravate voi qui?>>
<< No non ti preoccupare, mi hanno detto che sei un amico di Bella>> mi volto sconvolta verso Jasper, ma che cavolo si sta inventando << Tesoro che dici se noi andiamo a fare due passi intanto?>> stanno scappando lasciandomi qui? Da sola? Con questo...scemo?! 
Si! Visto che se ne vanno mano nella mano
<< Non ti ho ancora salutato, buongiorno acidella. Dormito bene?>>
Lo ignoro completamente, faccio finta che lui non sia al mio fianco ed indosso i miei occhiali da sole, le mie cuffie e mi sdraio sul mio telo mare.
La musica dei Coldplay invade subito la mia mente, facendomi dimenticare di tutto e di tutti, osservo il mare cristallino davanti a me, ha colori che vanno dal blu intenso, passando per il verde smeraldo, fino all’azzurro trasparente. Se mi chiedessero di immaginarmi il paradiso lo descriverei proprio con i colori del mare.
Della persona che ho accanto mi dimentico completamente, finché lui non mi toglie una cuffietta << Cosa stai facendo?>> dico irritata.
<< Mettiti la crema solare…ti stai scottando!>> ho già detto che il soggetto che ho accanto è la persona più irritante al mondo?
<< Ora che ti sei preoccupato per la mia salute…puoi continuare a farti i cazzi tuoi?>>, rispondo rimettendomi le cuffie, la crema solare protezione cinquanta l’ho messa prima in albergo.
A head full of dream è appena cominciata, noto Rose ed Emmett che si divertono in acqua, lui la abbraccia e la bacia, la fa cadere in acqua. Una lacrima sfugge al mio controllo, la mia non è invidia è solo la mancanza di un qualcuno che non mi appartiene più.
Tolgo le cuffiette, ho bisogno di camminare per le meravigliose coste dell’isola, di isolarmi ancora di più da quello che mi circonda, ho bisogno di rimanere sola con me stessa, più di quanto lo ero già.
<< Ehi, stai bene?>> Edward è ancora lì, il suo telo mare è lontano dal mio di appena dieci centimetri, la sua presenza mi urta come la sua voce.
<< Se arrivano i miei amici dì loro che sono andata a fare un giro>> rispondo ignorando la sua domanda, alla quale non avrei saputo rispondere.
<< Certo…come vuole sua maestà>> dice fingendo mezzo inchino. Oltre ad essere irritante è pure stupido, pieno di pregi questo ragazzo insomma…
Non gli rispondo, prendo le mie cuffie e cammino, cerco di immedesimarmi nelle canzoni che sento, è un modo per estraniarmi e per qualche minuto non essere me stessa, e poi cambiare ancora personaggio, così io non sono mai io e non resto mai io.
Dopo qualche chilometro mi fermo in una scogliera, abbastanza isolata per non essere disturbata, ma anche in un punto in cui posso godere di tutto quello che mi circonda, mi sento serena, tranquilla con me stessa per quanto sia possibile, ed in pace con quello che mi circonda, sto pensando di fermarmi qui per il resto della vacanza, non avrei bisogno di altro; cuffie, mare, Sole ed il silenzio del resto del mondo.


Non mi accorgo nemmeno del momento in cui comincia a tramontare, troppo impegnata a respirare, cosa che non mi succedeva da mesi.
Sento solo il momento in cui qualcuno mi toglie dall’orecchio una cuffia, io mi volto incazzata nera, chi ha osato rompere la mia bolla di tranquillità?
<< Si può sapere cosa ci fai qui? È da un paio di ore che io ed i tuoi amici ti cerchiamo>> Edward, chi sennò?
<< Nessuno ti ha chiesto di farlo>> mi rimetto la cuffia, ma lui ostinato (altra cosa da aggiungere ai suoi difetti), me la ritoglie
<< Forse non hai capito. Hai passato tutta la giornata qui, ed i tuoi amici erano in pensiero per te, che da pazza quale sei non rispondi nemmeno alle loro chiamate>> sembra frustrato, si continua a passare le mani tra i capelli in un fare ossessivo, cos’è ha paura di rovinarsi la piega?
<< Edward, sei pregato di lasciarmi in pace, io non ti ho chiesto nulla, ma ti trovo sempre tra i piedi. Lasciami stare, non sai nulla di me e non permetterti mai più di darmi della pazza>> Mi alzo, e cammino verso la nostra spiaggia a passo svelto, avrei voluto che se ne andasse in qualche altro posto, o che ne so, che aspettasse cinque minuti, insomma tutto per non ritrovarmelo dietro come un cagnolino, invece no, è qui e mi dà ancora più sui nervi se possibile, so che fra poco scoppierò come una pentola a pressione!
<< Eccoti finalmente Bella, ci hai fatto preoccupare a morte>> Alice mi abbraccia invece mio cugino continua a fulminarmi con lo sguardo
<< Ero solo andata a fare una passeggiata, tutto qui>> Emmett sbuffa stizzito
<< Si come no, ma lascia stare Alice, siamo noi i folgorati di testa>> Rose gli mette una mano sulla spalla << Lascia stare>> gli chiede
<< No Rose fallo parlare, è da quando siamo partiti che non vede l’ora di farlo o forse è da quando è morto Jake che non vede l’ora di dirmi come comportarmi e cosa dire, vero cugino?>> avete presente la pentola a pressione di prima? Ecco ormai ci siamo, solo al culmine
<< E anche fosse? Si voglio dirti quello che per me dovresti fare, che in questo caso è, essere più presente con noi visto che siamo i tuoi amici e non sparire tutto il giorno non si sa dove, lasciandoci qui come degli scemi>>
<< Emmett, forse è il caso di lasciarla tranquilla, non serve a nulla assillarla in questo modo, è grande può fare quello che vuole>> è Edward a parlare, cosa che non mi aspettavo. Dopo che l’ho trattato in quel modo.
 Mi ricorda Jacob in questo momento…anche lui mi difendeva sempre anche quando era una causa persa. Ma ora che lui non c’è so fare da sola, e nessuno può permettersi di prendere il suo posto neanche involontariamente.
<< Edward tu che centri qui? È un discorso tra me e lui, non fai parte di questo gruppo e come ti ho già detto non voglio trovarti sempre trai piedi, ti è chiaro?>> lui si ammutolisce ma resta accanto a me, solo a qualche metro di distanza
<< Porta pazienza Edward lei non apprezza gli sforzi di nessuno, è troppo occupata a pensare solo con la sua testa>> Emmett riparte in attacca, colpendomi ancora di più
<< Oh ma piantala Emm, ero andata a farmi un giro, niente di più. Voi siete tutti qui a fare le coppiette felici ed io avevo bisogno di stare per conto mio, sono maggiorenne posso decidere dove andare e per quanto>> iniziamo ad alzare la voce eppure non ho il coraggio di guardarlo negli occhi perché forse vorrebbe dire, affrontare tutti i miei problemi
<< Forse non ti è chiaro che sei in una città che non conosci e per lo più non rispondevi nemmeno al telefono, quindi se permetti ho il diritto di essere arrabbiato. Ma il problema non è nemmeno questo, è il fatto che tu non ci sei più, non sei più la stessa Bella, non vivi e non fai vivere nemmeno noi questo tuo comportamento, tu forse non ti rendi conto che il tempo passa e non risolvi nulla facendo così, ci fai solo preoccupare>>
<< E cosa dovrei fare secondo te Emmett? Eh?? Dovrei fare finta che non sia successo nulla? Fare finta che vada tutto bene, per fare felice voi? Mi dispiace ma non posso perché sono io quella che soffre non voi. Non è passato nemmeno un anno e tutti si sono dimenticati di Jacob ma io no, voi non capite lui era il mio amore, io vivevo per lui, non posso continuare a comportarmi come prima e non posso nemmeno fare come vuoi tu solo perché non provi un briciolo di dolore, né per me, né per Jake>>
<< Non puoi dire questo Bella! Jacob era il mio migliore amico cazzo! Tu non vedi che soffro perché sei troppo impegnata a canalare la tua attenzione sul tuo di dolore, ma tu non sai tutte le volte in cui mi accade qualcosa e prendo in mano il telefono perché vorrei raccontargli tutto, o le volte in cui aspetto che lui mi tiri fuori dai casini che ho combinato. Sveglia Bella, tutti soffriamo ma stiamo cercando di sopravvivere dandoci forza uno con l’altro cosa che tu non sei disposta a fare! Cosa pensi che in questo modo Jake tornerà da te? No non lo farà in nessun modo. Ma tu non vuoi capire, e fin quando sarai disposta a concentrarti sul tuo egocentrismo allora io, anzi noi, non potremmo fare altro. >> se ne va, seguito da Rose che cerca di calmarlo e da Alice e Jasper che non sanno cos’altro aggiungere.
Mi sento svuotata, mi ha spiattellato davanti agli occhi la verità che non volevo vedere. Non so neanche più cosa pensare, perché so che sono tutte cose vere, Emmett e Jake sono sempre stati inseparabili, ancora prima che io e lui ci fidanzassimo, ma era come se me ne fossi dimenticata; come se per tutti questi mesi avessi convissuto solo io con la sua scomparsa e loro non lo avessero mai conosciuto. 
<< Io…io non so cosa sia successo, ma se vuoi puoi sfogarti con me>> mi ricordo solo ora che Edward è qui, chissà se ha capito qualcosa. Ora mi sento ancora più nuda di fronte a lui, sa cose che nessuno a parte la mia famiglia conosce, e mi sento indifesa. Questa sensazione non mi piace, non so come comportarmi e non voglio essere compatita o che qualcuno provi pietà. Perciò rispondo nella sola maniera che so fare
<< Ancora? Non ti è chiaro che non voglio tu sia qui? Quella che hai appena sentito era una conversazione privata che tu non dovevi ascoltare, ma che non si sa con quale diritto tu l’hai fatto! Io Edward non ti sopporto, non c’è nessun tipo di rapporto neanche di simpatia tra noi, io ti trovo egoista, viziato, capriccioso, dongiovanni e pure antipatico, e con me queste persone non possono avere a che fare, quindi te lo dico per l’ultima volta, lasciami in pace!>> inizio a correre via dalla spiaggia, sperando che lui non mi segua e questa volta accade, mi volto dopo qualche metro e lo vedo ancora nel punto dove gli ho urlato contro, ma ora sta guardando il mare.
Continuo a camminare fino all’hotel e poi fino alla mia stanza. Appena chiudo la porta sento un tonfo anche dentro di me. Mi sento ancora peggio, di come mi sentivo oggi pomeriggio, ora mi sento sola ed anche egoista, vorrei quasi scappare da me stessa perché questa non sono io, forse dovrei chiedere scusa a chi mi è stato accanto in questi mesi, ma non so se ce la farei, un po’ per orgoglio un po’ perché so che le scuse non basterebbero.
Dopo essermi fatta un bagno, mi siedo nella sedia del balcone, per questa sera voglio stare qui sola, ho bisogno di riflettere e di schiarirmi le idee su quello che è successo, inoltre mi sento anche in colpa per come ho trattato Edward, non che non io pensi quello che ho detto, ma non lo conosco e fino ad ora ho sparato solo sentenze su di lui, quando per prima avrei dovuto farlo su me stessa.
Mi viene in mente Jacob, in questo momento probabilmente mi sgriderebbe per il mio carattere troppo fumantino, e mi direbbe che ho sempre avuto il maledetto vizio di andare via per la mia strada con i paraocchi senza guardare nulla e nessuno, quante volte me lo diceva mentre io sbuffavo elencando le mie ragioni, ed ora cosa darei per sentire un secondo la sua voce.


<< Ehi>> Edward dal suo balconcino, mi chiama << Lo so che probabilmente mi prenderai per scemo e probabilmente me lo direi io stesso, dopo quello che mi hai detto in spiaggia, ma volevo sapere come stai, visto che a cena non sei scesa>>
<< Scusa Edward. Per prima intendo, io non sono mai stata troppo facile ed ora meno che mai>>
<< Non ti preoccupare lo siamo un po’ tutti, neanche io sono un tipo facile>> ridacchia e fa sorridere anche me
<< Me ne sono accorta>> gli faccio notare, eppure siamo entrambi qui, nella stessa casella del puzzle, ed io mi sento ancora sola, tanto che anche solo la sua compagnia mi sembra molto
<< Edward…io, lo so che prima ti ho offeso, ma volevo chiederti se… per qualche minuto di andrebbe di, di farmi compagnia ecco>> me ne vergogno quasi a chiederglielo, magari aveva programmato una serata con i suoi amici, ed io gli sto facendo perdere tempo, ma non faccio in tempo a farglielo notare che ha scavalcato la piccola ringhiera che ci divideva
<< Certo>> dice prendendosi una sedia << mi sembra un’ottima idea>> gli sorrido e mi siedo accanto a lui, guardiamo entrambi il mare che si sta inscurendo, e per qualche minuto non ci diciamo nulla, ma sto bene, in tranquillità.
<< Lo so che non ti va di parlarne, ma forse sfogarti su quello che è successo prima con i tuoi amici ti farebbe bene>> lo guardo arricciando il naso e negando
<< Non so se è il caso>> lui annuisce e torna a guardare avanti a se, mi chiedo perché non è il caso…insomma il male che ho dentro, di sicuro che non cambierà, e non aumenterà se ne parlo con qualcuno, anzi molti dicono che poi si sta meglio e forse con un estraneo, mi sentirei più a mio agio.
<< Ok, be in realtà non è un segreto di stato anche se sembra così. Il mio fidanzato, Jake è…è morto qualche mese fa. Era l’amore della mia vita, il mio compagno, il mio migliore amico e l’uomo che vedevo affianco a me per tutta la vita, il mio principe azzurro in pratica…peccato che non avesse un’armatura sufficientemente grande per sconfiggere la leucemia.>> lo sento sussultare, quasi stupito << gli sono stata accanto sempre, quando l’ha scoperto, quando hanno iniziato le chemio, quando ha iniziato a perdere i folti capelli neri che tanto amava, fino a quel giorno>> sento che le lacrime stanno scendendo ma è come se avessero tolto il filtro cervello bocca ed ora non riesco più a fermarmi << io credevo che ce l’avrebbe fatta, non potevo immaginare che ci avrebbe lasciati così, non riuscivo a credere che il mondo potesse andare avanti senza di lui, nonostante tutti cercassero di prepararmi specie alla fine, io pensavo che all’ultimo lui avrebbe fatto vedere di che pasta era fatto, e così mi sono trovata improvvisamente sola, ed io…i-o non so come affrontarla mi sento persa e mi domando come gli altri facciano ad andare avanti quando io non ho neanche la forza di alzarmi al mattino, io non so se ce la faccio Edward>> mi alzo in piedi di scatto e cerco di darmi un contegno, ma le sue braccia mi avvolgono nelle spalle, le sue calde braccia che si allacciano perfettamente a me. Senza pensarci un attimo mi volto verso di lui e piango sul suo petto mentre cerca di calmarmi dandomi dolci baci sulla testa.
<< Sfogati, so cosa si prova e con me puoi lasciati andare>> non ho il tempo né la voglia di chiedergli se sono o meno frasi di circostanza, voglio solo stare qui, tra le sue braccia e lasciare che tutto mi scivoli addosso mentre io mi sento al sicuro. Ma d’altronde questa notte non è fatta per ragionare ma solo per questo momento.                  
 



Buon pomeriggio a tutti come state? Siamo tornate come ieri avevamo anticipato a qualcuno; ci scusiamo pwe l'enorme ritardo, ma vari impegni ci hanno tenute fuori da questa storia per un po', ma ora ci siamo!
Speriamo siate ancora in tanti a voler scoprire cosa succederà in questa storia, perchè vi assicuriamo che ne accadranno delle belle.
Mi raccomando diteci tutto quello che pensate e ci sentiamo prestissimo.
Un bacio.
Alma & Giulia.

 

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