Heart of Glass

di CRYHURRICAINE
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ever Since New York ***
Capitolo 2: *** C.2 : Eyes Closed ***



Capitolo 1
*** Ever Since New York ***


25 Dicembre 2017 New York. Ore 21.00 Una leggera brezza danzava dal cielo alle grandi vie della città che si stava apprestando, come ogni anno, a vivere quel Natale meglio dell'anno precedente. La neve cadeva lenta, volteggiando verso terra quasi con pigrizia, resa ancora più incantevole e soffice dalle luci natalizie appese con cura e strategia ad ogni casa, insegna, ristorante o lampione. Le persone erano avvolte in pesanti cappotti e non vi era nessuno che girasse da solo. Erano tutti in compagnia o di qualche immenso pacco di Natale preso all'ultimo minuto, oppure vi erano le coppie che come ogni anno ne approfittavano per una vacanza in un posto un po' più caldo e quindi all'ultimo secondo prendevano il taxi che li avrebbe portati all 'aereoporto. C'era chi si stringeva al proprio compagno o compagna, e ogni volta che qualcuno passava vicino a loro si dipingevano sul loro viso un sorriso cordiale seguito dai soliti auguri di buon Natale. Oppure c'era chi, nonostante tutta la magia che si respirava nell'aria, era invece seduto a tavola con la propria famiglia, sperando magari in un anno più proficuo o più piacevole, o magari ringraziando per ciò che quell'anno aveva portato. Eppure in tutto questo, anche nel giorno più amato dell'anno c'ero io, che come al solito, stavo tardando. Corro a perdifiato nell' illuminata strada , mentre i fiocchi di neve cadono dal cielo con una leggera e vorticosa danza; il vento gelido mi colpisce il viso mentre cerco di evitare le persone che si tengono per mano, o che stanno portando i pacchetti natalizi appena comprati, tentando di non farli cadere nell' appiccicosa neve che si è posata per le strade. Venticinque di Dicembre e io sono a correre nel gelo con un vestito rosso senza coprispalle, tenendo le mie scarpe con il tacco con una mano, mentre con l'altra cerco di alzarmi il più possibile il vestito per non sporcare l'orlo. Potrebbe sembrare una scena da film, ma io trovo tutto altamente esilarante, per non dire grossa rottura di coglioni. Sento i capelli che fino a poco tempo fa erano perfettamente legati in una treccia iniziare,piano piano, a liberarsi dell'elastico e uscire in piccole ciocche poco alla volta, mentre i miei piedi cominciano ad essere sempre più freddi e congelati, e contemporaneamente a sperare che non si stacchino, cerco di non scivolare sul sottile strato di ghiaccio creatosi sul marciapiede. Scanso una coppia che si sta baciando appassionatamente proprio in mezzo al marciapiede, e mi trattengo dal tirare a entrambi le mie scarpe in testa. Per poco pesto un povero barbone che sta guardando, seduto per terra, una vetrina di cioccolatini con lo sguardo malinconico. Faccio per voltare l'angolo ma presa da un momento di compassione torno indietro e gli mollo in mano una banconota da venti dollari estratta dal reggiseno: «Dio la benedica» mi urla dietro l'uomo gioiosamente mentre io corro via alzando la mano in aria per fargli capire che l'ho sentito. Maledetti taxi, maledetto traffico e maledetto il momento in cui ho deciso di prepararmi gli ultimi cinque minuti di questo natale 2017. Mi balza in mente l'immagine del mio cellulare, abbandonato sul bancone della cucina. "Tanto non mi serve" mi sono detta prima di uscire. Dovrei smetterla di fidarmi di me stessa e cominciare a fidarmi dei consigli di mia madre. E per girare il dito nella piaga, si aggiunge anche l'eco della voce della presentatrice televisiva quando oggi ha letto il mio oroscopo: "Cambiamenti meticolosi per ogni cosa della vostra vita." Come no, aggiungendo magari un tocco di drastico che tanto non potrebbe che peggiorare le cose. La scritta del ristorante si mostra finalmente davanti alla gigantesca cortina di neve che ormai si è impadronita del cielo neworkese. E dei miei capelli. Porca troia i miei capelli. Mi infilo dentro al ristorante evitando il bodyguard che sta aiutando una vecchietta mezza ubriaca a salire i gradini. Appena entrata nel ristorante butto le scarpe per terra, cercando disperatamente di infilarle, possibilmente la destra sulla destra e la sinistra sulla sinistra, appoggiandomi al bancone della piramide di calici di cristallo, pronti per essere riempiti di spumante e fare un brindisi in stile americano, e vedo la piramide traballare leggermente, ma non ci presto particolare attenzione sapendo che il mio fidanzato si starà mangiando le unghie dal nervoso per il mio ritardo. Il caldo del ristorante inizia a riscaldarmi poco alla volta, dandomi la forza di non stappare la bottiglia di vino che si trova davanti a me. Guardo di sfuggita l'orologio appeso alla parete: 21.15 Solo quaranta minuti di ritardo, stupendo. Le persone sedute ai primi tavoli mi fissano in modo strano, mentre cerco di infilarmi le scarpe strettissime, date in prestito dalla mia migliore amica: "Non è mai troppo essere eleganti". Poteva dirlo dopo aver controllato il numero. Infilata anche l'ultima, fermo il primo cameriere che mi passa a fianco, che sta portando un brodino nel quale sta praticamente navigando un'ala di pollo. Mi guarda con aria terrorizzata, probabilmente per il cespuglio che ho in questo momento in testa; cercando di essere cortese e far finta di non notare che sta disperatamente e ovviamente, cercando con gli occhi il bodyguard alle mie spalle gli chiedo: «Mi scusi per caso può dirmi a che tavolo è seduto Niall Horan?» Lui mi squadra da capo a piedi incerto se rispondermi o meno: «Se per caso ha un documento per verificare se avete un qualche tipo di rapporto..» balbetta con aria tremante mentre io lo guardo male Un qualche tipo di rapporto? Cosa dovrei fare? Sventolargli in faccia una confezione di preservativi? «Non ho alcun documento con me perché li ho dimenticati nel taxi con cui stavo venendo qua, che a causa della neve ha iniziato quasi ad andare in retromarcia per non fare un incidente» gli dico sorridendo forzatamente, toccandomi i capelli per cercare di controllare il mio nervosismo e far sembrare alle persone di questo ristorante che la situazione è sotto il mio controllo sì e non ho intenzione di soffocare il povero cameriere con la sua stessa cravatta Versace. Lui mi guarda in modo scettico, come se ogni ragazza che entra da quella maledetta porta gli dicesse una cosa del genere: «Non posso portarla da nessuno se non mi dimostra che a un qualche legame o livello di parentela» ribatte lui, muovendo leggermente il braccio sul quale è appoggiato il vassoio, facendo muovere pericolosamente l'ala di pollo. Bastardo. Le idee che mi vengono in mente sono piuttosto scarse se non alla James Bond e non intendo mettermi a correre sui tavoli apparecchiati con un tacco dodici. Cerco con lo sguardo una via di fuga, notando, appesa alla parete, la lista dei tavoli assegnati fino a scorgere il nome di Niall, accentuato da almeno tre colori diversi di evidenziatori: Niall Horan : Secondo piano, n°84 Torno a guardare il tavolo con i bicchieri di cristallo, provando un leggero formicolare alle dita mentre delicatamente accarezzo il morbido tessuto che ricopre il tavolo: «Josh» dico io con aria perdutamente critica, osservando il suo nome sul cartellino «È sicuro di non volermi portare dal mio fidanzato?» gli chiedo «Mi dispiace deluderla signorina, ma credo che per l'ultima volta, dovrò negare» conclude lui. L'ala di pollo ormai sta imbarcando il brodo e si intravedono indistintamente i suoi bordi dorati. Piuttosto macabra come cosa. Faccio allora per tirare la ricamata e costosa tovaglia, per far cadere l'intera pila di cristallo, senza però avere in mano alcuna frase ad affetto da dire in seguito, quando contemporaneamente due persone mi chiamano: Dalla sofisticata scala di marmo alla mia destra c'è Niall Horan, mentre alle mie spalle il bodyguard mi chiama dicendo qualcosa del tipo:« Signorina deve mostrarmi la sua carta fedeltà» mentre si trascina dietro la solita vecchietta ubriaca. Mi volto verso il bodyguard, ormai salva grazie al mio ragazzo che sta scendendo lentamente i gradini, e rispondergli con una di quelle frasi da Oscar tipo "La fedeltà si deve guadagnare" o robe del genere, se non fosse che in tutto questo la vecchietta si appoggia distrattamente alla tovaglia,strattonandola, facendo così cadere al suolo la pila di fragilissimi calici che anche solo sfiorato il suolo, si infrangono in mille pezzi. Inutile dire che al povero Josh cade il brodino a terra mentre la povera ala volteggia sul lucido pavimento di marmo. In tutto questo io ne approfitto per raggiungere Niall che sta guardando la scena piuttosto scioccato: «Tutto bene amore?» gli chiedo io, afferrandogli la mano e cercando di allontanarlo dal salone prima che qualcuno tenti di incolparmi dell'accaduto: «Certo, tutto benissimo, ma non dovremmo aiutare?» chiede lui facendosi trainare da me mentre guarda ancora sconvolto la scena in cui Josh cerca di raccogliere i frammenti di vetro e il bodyguard pelato di nome Mark (sempre da come diceva la targhetta) cerca di allontanare la vecchietta che si è messa a mordicchiare l'ala di pollo. Niall finalmente smette di farsi trainare e mi scorta fino alla saletta più appartata, divisa dall'immenso salone da un tendaggio rosso bordò. Scosta la tenda, facendomi entrare nella stanza che mi lascia letteralmente senza fiato:una vetrata immensa dona la vista completa di New York, totalmente illuminata dai colori natalizi, scritte al neon e luci del traffico della città. Un tavolo per due è perfettamente posato al centro dell'immensa sala, apparecchiato modestamente, con una candela al centro,mentre tantissimi petali di rose sparsi per terra colorano l'ambiente caldo e ospitale. Alzo lo sguardo e noto un meraviglioso lampadario di cristallo, che è a dir poco una meraviglia. Sento il cuore in gola. Mi sembra di essere Julia Roberts. «Ti piace?» chiede piano Niall, come se non volesse distrarmi dalla mia ammirazione per la stanza «Lo adoro» dico io sorridendogli e stringendogli forte la mano «Credevo che non arrivassi più» ridacchia lui allungando il braccio davanti a sé come per invitarmi a sedermi «Scusami amore mio il fatto è che gli autisti dei taxi non si decidono ad andare a più di venti all'ora con la neve» mi scuso io baciandolo delicatamente sulle labbra circondandogli il collo con entrambe le braccia. Niall si allontana quasi subito, mi afferra entrambe le mani, sorridendomi come è suo modo fare: «Credo che tu stia morendo di fame» ridacchia lui in modo nervoso «Puoi scommeterci» commento io sedendomi e afferrando una pagnotta presa dal cestino in mezzo al tavolo. Lui mi guarda nervoso, strusciando le mani sui jeans che indossa, sedendosi subito dopo con la schiena tremendamente dritta e nemmeno appoggiata allo schienale. Non l'ho mai visto così teso. Mai. Nemmeno quella volta in cui, al cenone natalizio scoprì che non ci sarebbe stato il dolce. "A meno che...oh no" penso io "Vuole lasciarmi". Cazzo ora capisco, mi ha portato in un ristorante della da sogno dove non si può nemmeno dire sottovoce una parolaccia che ti bandiscono per "inadeguato linguaggio in zona pubblica". Lascio perdere la pagnotta e inizio a toccare nervosamente le posate, guardandolo negli occhi. "Vediamo almeno se ha il coraggio di farlo prima che io trovi il coraggio di lanciargli una forchetta addosso" penso io guardandolo sempre più male «Allora..» dico io «Allora...» dice lui piano grattandosi il retro della nuca. "Il bastardo si sarà dimenticato di tutte le tinte che gli ho fatto per mollarmi in questo posto del cazzo" continua la fila di pensieri omicidi nella mia testa Niall si alza in piedi camminando avanti e indietro per la saletta: «Tutto okay Niall?» dico io cercando di mantenere un tono di voce gentile «Io non so..come esprimermi bene ecco» dice lui fermandosi e finalmente guardandomi negli occhi. «Per dire cosa?» chiedo io allontanando le mani dalla forchetta che mi stava attirando sempre di più ad afferrarla e lanciarla contro il mio ormai ex ragazzo. «Non per dire cosa ma per chiedere qualcosa» dice lui piano quasi per non farsi sentire: "Sì per chiedermi di togliere la mia roba da casa sua, grazie Niall, davvero sei magnifico". Il ragazzo si trova a circa due metri da me quando all'improvviso si mette in ginocchio, traballando leggermente verso sinistra: «Oh merda» urlo io portando entrambe le mani sul volto e trattenendo un urlo «Jossylin Francine Kalyin Traynor» pronuncia Niall tutto d'un fiato, e le mie braccia si ricoprono letteralmente di brividi, mentre i miei occhi si riempiono di lacrime «mi sono preparato questo discorso a memoria ieri sera, quasi urlando, mentre Zayn cercava disperatamente di dormire e intanto su MTV c'era Lady Gaga.che cantava Judas...» tossicchia innervosito «io non so cucinare anche se amo mangiare, non so imparare una lingua straniera nemmeno se mi impegno, sono tremendamente innamorato della mia chitarra anche se ormai credo che dovrò cambiarla per tutte quelle volte che a te e a Zayn è caduta di mano, e anche se tu dici che sotto la doccia sono stonato adoro la mia voce, però..» cerca di prendere fiato, ma conoscendolo, so che è anche più agitato di me « tu non mi hai aperto gli occhi Joss, tu mi hai regalato un mondo, tu mi ami, io ti amo e tu sei quel tipo di persona con cui potrei correre fino ai confini dell'universo anche se non sono un tipo sportivo, tu sai cucinare ogni singolo piatto che amo, sopporti anche più di mezz'ora che io esca dal bagno la mattina e mi rendi l'uomo più felice dell'universo». Mi asciugo una lacrima mentre lui continua imperterrito con il suo discorso « ci conosciamo da tre anni, e stiamo insieme da uno ma, Dio mio, sono pronto ad amarti in questa vita ogni giorno, minuto e secondo. E anche nella vita dopo, e in quella dopo ancora...quindi ...vuoi diventare la signora Horan?» dice lui sorridendo come un bambino Inizio a scuotere convulsamente il capo per dirgli di sì: «Assolutamente sì oddio» dico io saltandogli letteralmente addosso facendoci entrambi cadere, mentre gli riempio il viso di baci: «Dio Niall Horan quanto ti posso amare» dico io ridendo tra le lacrime e guardando i suoi meravigliosi occhi azzurri. Fa per congiungere le nostre labbra quando ad un certo punto sentiamo una voce oltre il tendone: «Pss...Niall» sussurra qualcuno da dietro la tenda rossa Entrambi guardiamo in quella direzione e compare Zayn che sembra leggermente trafelato: «Niall amico..» dice lui senza fiato entrando nella saletta, e fermandosi a pochi centimetri da noi, mettendo entrambe le mani sulle ginocchia e piegandosi leggermente con Niall che lo guarda male: «Cosa vuoi Zayn?» gli chiede cercando di sorridergli cordialmente, alzandosi in piedi e andandogli vicino: «Amico...uff...ti..accidenti che corsa» ridacchia un po' Zayn guardandomi e io non posso fare a meno che alzargli il dito medio facendolo tornare a guardare Niall, come se il coglione della situazione non fosse lui ma l'irlandese. «Niall, ti sei dimenticato l'anello di fidanzamento» esclama alla fine Zayn togliendo dai suoi pantaloni eleganti una scatoletta rossa. No okay. Il coglione qui è Niall. Il viso del mio fidanzato diventa di un porpora vivace, e afferra velocemente la scatolina dalle mani di Zayn girandosi verso di me e sorridendo sornione: «Tutto calcolato» dice goffamente scuotendo la scatolina «quindi...torniamo a dove eravamo rimasti...» ridacchia lui tossendo leggermente, e io cerco di non ridere perché la situazione lo metterebbe ancora di più in imbarazzo«Jossylin Francine Kalyin Traynor» ridice Niall rimettendosi in ginocchio e io a mia volta mi metto in ginocchio davanti a lui, e lui si volta verso Zayn che non sembra intenzionato a lasciare la stanza ma anzi, è fermo sul posto con le lacrime agli occhi e con un gesto incita Niall a continuare: « Jossylin Francine Kalyin Traynor vuoi tu...»Niall viene interrotto dal tendone che viene aperto con foga e dal quale entrano Natasha e Liam,che è praticamente trainato da Natasha, e quest'ultima entra nella stanza urlando con foga : «ODDIO GLI HA DETTO DI SÌ» Ora quella che arrossisce sono io, mentre Niall si gira ancora più frustrato e guarda male il povero Liam che in tutto questo cerca di riprendere fiato visto che in braccio tiene il piccolo Bear. Io intanto faccio un gesto alla Natasha per intimarle di non urlare perché no, non ho ancora detto di sì e cazzo no, non mi serve il fazzoletto che vorrebbe passarmi. «Okay allora tutti calmi ora faccio la proposta e nessuno deve fiatare» intima alzandosi in piedi Niall lanciando un'occhiataccia a tutti, anche se ora vorrei chiedergli perché cazzo tutte queste persone sapevano della proposta e nessuno mi aveva spoilerato nulla. Nella sala cala il silenzio più assoluto e il ragazzo per la terza volta di mette di nuovo in ginocchio: «Jossylin Francine- » ri-ricomincia Niall «CAZZO SALTA QUELLA PARTE» gli urlano gli altri contro, tranne il piccolo Bear che è troppo preso a sbavare sulla giacca del padre per anche solo provare a parlare. Niall alza gli occhi al cielo «vuoi sposarmi?» e così dicendo apre la scatolina mostrando un anello argentato, con un una piccola orchidea al centro e tutti i petali pieni di piccoli cristalli. Sono senza parole per la meraviglia dell'oggetto e faccio per riconfermare la proposta quando sento la voce di Gigi da dietro il tendone: «RAGAZZI DOVE SIETE?ODDIO SONO IN RITARDO. JOSS DIGLI DI SÌ» urla lei imperterrita «SÌ NIALL SÌ» urlo io E tutti iniziano ad applaudire mentre Niall mi infila l'anello al dito e mi bacia con trasporto. Zayn da una mano a Gigi ad entrare nella stanza e lei mi corre incontro estasiata e quasi mi colpisce con la bottiglia di vino che tiene in mano: «Oddio sono così felice per te Joss» singhiozza lei fra le lacrime stringendomi forte, per poi correre da Niall che è circondato da Zayn e Liam che gli stanno dando molteplici pacche sulle spalle e di sicuro prendendolo per il culo. Natasha si avvicina a me e prima di abbracciarla le sorrido: «Sono così felice per te» dice lei, stringendomi forte tra le sue braccia Ci stacchiamo un attimo e io faccio per fare una battuta per l'iralità del momento quando lei si fa più vicina a me e sussurra: «Come hai intenzione di fare con il tuo altro matrimonio?» E in quel momento mi si gela il sangue nelle vene, perché la mia migliore amica mi ha appena ricordato che non sono solo Jossylin Francine Kalyin Traynor ma Jossylin Francine Kalyin Styles. Merda. [👑] Okay, allora, questo è il prologo di Heart of Glass e spero che sia un minimo decente e che qualcuno piaccia abbastanza da volerla continuare. Okay ammetto di essere piuttosto agitata perché mi sono buttata, perché penso che ne valga la pena di provare. Cosa ne pensate di Joss? Niall? PERCHÉ CAZZO JOSS È SPOSATA CON UN CERTO STYLES MA HORAN LE HA FATTO LA PROPOSTA? I loro amici sono i miei idoli (soprattutto il piccolo Bear che boh, è una versione maschile e piccola di me quando dorme). Fatemi sapere se la cosa vi intriga, oppure BAH SI MA ANCHE NO. CryHurricaine☀

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Capitolo 2
*** C.2 : Eyes Closed ***


"Se qualcuno avesse anche solo la minima idea di quante riviste esistano su vestiti, catering, torte, fiori e gadget prima di fare una proposta per il matrimonio, credo che chiunque cambierebbe presto idea" penso io chiudendo quella che deve essere circa la quarta rivista sui tipi di torte tra le quali posso scegliere. Ne afferro un'altra,  buttando la prima su un mucchio di riviste poco più in là sul tavolo, mentre Natasha cerca disperatamente di attaccare  degli adesivi sulle riviste che scarto per provare a fare un po' di ordine. La cosa potrebbe anche funzionare se non fosse per il piccolo Bear è intento a staccare gli adesivi dalle riviste messe apposto dalla madre, appiccicandoli dove riesce nell'appartamento. Gigi invece cerca di farmi capire che un bianco perla non è esattamente uguale al bianco crema e che, a seconda della stagione e della carnagione della mia pelle in quel periodo, mi potrebbe stare in modo diverso: «Gigi non credi che magari, anche un semplice rosa pastello sarebbe carino? Giusto per non essere tradizionalisti ecco, ho saputo che il papà di Niall vuole portare tutto il coro della loro chiesa dall'Irlanda per la marcia nuziale, quando invece speravo di poter, non so, entrare con Dream on degli Aereosmith» dico io cercando disperatamente di fermare sia la sua implacabile voglia di mostrarmi campioncini di colori per tentare di  concentrarmi sulle ignobili domande che scrivono sulle riviste di cucina per i matrimoni : "I vostri invitati amano fragranze esotiche o semplici e decorate torte tradizionaliste senza sapore?" oppure "Una crema di mascarpone potrà essere accompagnata da frutti di bosco o preferite scaglie di cacao?". Solo una quattro giorni fa Niall mi ha proposto di sposarlo e io mi ritrovo sommersa di riviste  a causa della mia famiglia che ha ansia di organizzare tutto con mesi d'anticipo per risparmiare, e con le mie amiche che vogliono già comprarsi l'abito da damigelle: «Okay Gigi allora francamente ho bisogno di una pausa perché cazzo no, non riesco più a capire se il bianco pastello o bianco cipolla siano diversi» sbotto acidamente io facendo zittire Gigi. Il piccolo Bear si avvicina alla mia gamba, cercando di attirare la mia attenzione per prenderlo in braccio: lo afferro in modo piuttosto maldestro, portandolo a sedere sulle mie ginocchia così da farlo giocare con i miei lunghi capelli castani, e gli stacco dalla fronte uno degli adesivi che ha rubato. «Voglio solo darti una mano a decidere» risponde Gigi mortificata. "Lo so questo, ma il mio abito da sposa è davvero il mio ultimo problema al momento" penso io, senza però spiaccicare  parola. Gigi abbassa lo sguardo cercando di fare la vittima della situazione e io seriamente in questo momento vorrei dirle che non serve che si preoccupi di qualcosa, ma rimango zitta, perché se glielo dicessi lo farei urlandole  dietro anche qualche parola che potrebbe rovinare ancora di più la situazione. A quel punto Natasha, capendo la situazione, si alza in piedi avvicinandosi alla bionda :« Che ne dici di andare a prendere tre caffè e una cioccolata?» le propone con sorriso. Gigi, rinata all'improvviso,  scatta come una molla, contenta di poter essere utile a qualcuno, e corre fuori dall'appartamento senza nemmeno aspettare che io o Natasha le offriamo i soldi per pagare. A quel punto la mia salvatrice si gira verso di me e con aria inquisitoria: « Cosa c'è che non va?» mi domanda lei «Cosa c'è che non va?» sbuffo io mettendole in braccio suo figlio e alzandomi in piedi: «C'è il fatto che non so che tipo di torta comprare, che colore per le tovaglie sia il migliore, quale fottuto vestito mettere, come diavolo debba essere la calligrafia dei segnaposti e se il vino bianco sia più adatto alle tagliatelle o risotto» mi lamento io rimanendo ferma immobile sul posto con tanto di braccia incrociate sul petto, come probabilmente farebbe una bambina di cinque anni. La mia amica cerca di parlare ma con scarsi risultati visto che ho un bisogno immenso di sfogarmi: «E ho soprattutto il terrore di chiamare l'avvocato» confesso infine cominciando a giocherellare con l'anello di fidanzamento. Lei mi lancia un'occhiata sbalordita: «Non lo hai ancora fatto?» «Non ne ho il coraggio» esclamo io guardando a terra e cercando di pettinarmi i lunghi capelli per creare una coda, anche se non ho un cazzo di elastico a portata di mano. Ho il terrore di alzare la cornetta del telefono e chiedere all'avvocato di contattare il mio attuale marito che ormai non sento da quattro anni: «Se lo venissero a sapere i miei genitori mia madre potrebbe avere un' infarto mentre mio padre non so cosa potrebbe succedere a mio padre ma sarebbe assolutamente qualcosa di orribile.., ma devo farlo, altrimenti sarebbe abbastanza esilarante andare con Niall a dichiarare le nozze, e poi vedere la segretaria guardarmi male perché risulto già sposata con un altro uomo» continuo io imperterrita, cominciando ad andare su e giù per la camera: «Allora, una cosa alla volta, intanto i tuoi non devono per forza venirlo a sapere, anzi se eviti di dirglielo sarà di sicuro meglio, secondo, contatta l'avvocato e chiedigli un' appuntamento per questo pomeriggio che alle decorazioni sulla torta, cazzate e balle varie ci penso io, okay?» dice lei stringendomi la mano, cercando di rassicurarmi con Bear che batte le mani estasiato. «Credi che dovrò rivederlo?» le chiedo io dopo qualche minuto di silenzio «Chi Harry? Non se chiedi che il divorzio avvenga solo tramite gli avvocati, dovresti saperlo meglio di me» mi assicura lei con lo stesso tono che usa con Liam quando lui le dice che non tornerà a casa in tempo per la partita. «Sì ma lui non è come le altre persone e tu lo sai» mi lamento mollandole la mano e tornando a  camminare avanti e indietro per l'appartamento. Mi fermo davanti alla finestra che dà sul terrazzo, perdendomi a guardare il cielo per provare a distrarmi, o come minimo scaricare i nervi e invece, mi torna in mente il suo viso, il suo stupendo viso, e sento il mio cuore fermarsi per qualche secondo ai ricordi di quella lontana estate di una me diciannovenne: in un lampo riaffiorano in mente i suoi profondi occhi verdi, il suo profumo così distinto e il suo tocco...oh il suo tocco.. Inizio istintivamente a giocare con la mia collana, tanto da non sentire la voce della mia amica che si avvicina a me cercando di rassicurarmi: «Andrà benissimo invece,  e tu e Niall vi sposerete con il coro della chiesa irlandese» dice lei con il tono fermo e convinto, alzandosi in piedi per appoggiare una mano sulla mia spalla. La guardo negli occhi e ritrovo la sicurezza di cui ho bisogno: « Cazzo hai ragione» . Convinta, afferro la cornetta del telefono e cambio stanza, sentendo la porta d'ingresso riaprirsi con la voce acuta di Gigi che annuncia il suo ritorno: Fanculo. Ce la posso fare.                                    ********* Fanculo. Non ce la posso fare. Ma nemmeno se mi ci impegno ce la posso fare. Guardo la targa argentata che si trova appesa alla porta di mogano scuro, al lato opposto della strada: "Avvocato Richard Maddison" Il caro e vecchio Richard Maddison si dà il caso che sia anche il mio padrino, se non anche, così almeno definito da mio padre, 'avvocato privato di famiglia'. E si dà il caso che sia l'unica persona in questa città, stato, nazione e paese che può aiutarmi in questo momento. Ricontrollo nello specchietto retrovisore per controllare se per caso c'è qualcuno che sta camminando per la strada; mi  aggiusto il cappello nero in testa e indosso un paio di scuri occhiali da sole, che mi ricoprono quasi tre quarti del viso. Dopo essermi accertata che la via è calma e silenziosa, esco di corsa dall'auto chiudendola velocemente, fino ad arrivare all'imponente ingresso, suonando il campello per un tempo piuttosto prolungato: «Arrivo per la miseria arrivo» sento urlare da dietro la porta. Dopo pochi minuti questa viene aperta, anche se con una certa difficoltà: Sulla soglia vi è un uomo ormai sulla sessantina d'anni, che mi rivolge una fredda aria scocciata, chr addolcisce lo sguardo dopo avermi riconosciuta: «Joss, figlioccia adorata, cosa ti porta qui?» dice lui sbracciandosi in un abbraccio vigoroso e per poco ho paura che possa essersi preso una storta al bacino. «È un piacere rivederti vecchio» dico io ricambiando il poderoso abbraccio e battendogli qualche pacca sulla spalla: «Entra entra pure» dice lui afferrandomi una mano e tirandomi dentro, mentre vedo la governante arrivare in modo goffo e rilento: «Maddison, buon Dio! Il suo bastone per la miseria!» gli intima lei muovendo un bastone in aria «Non vorrà mica cadere dalle scale o inciampare su uno dei suoi maledetti uccelli impagliati che non si decide ad appendere» gli dice lei con stizza chiudendo la porta alle nostre spalle e cacciando in mano il bastone al mio povero vecchio che la guarda con esasperazione: «Meredith, non è colpa mia se sono più veloce di te nonostante i tuoi cinquant'anni, se continui a farmi le ramanzine per la mia scaramanzia invecchierò ancora più velocemente» ribatte lui. Io nel mezzo della discussione mi tolgo gli immensi occhiali da sole e il berretto nero tenendoli in mano, sperando che uno dei due si ricordi della mia presenza: «È inutile che lei faccia il morto nella bara ogni giorno, lamentandosi del male alle gambe, dato che è la prima volta che la vedo correre fuori da quella stramaledetta stanza come una cheerleader in preda agli ormoni, sa?» sbotta scocciata Meredith e incredibile a dirsi, il vecchio Richard le fa il verso. Lei allora schiocca la lingua sul palato con stizza, afferrando di colpo ciò che ho in mano ma sorridendomi in modo dolce: «Gradisce del thè signorina?» «Ehm sì grazie» le rispondo io gentilmente «Anche io gradirei-» prova a chiedere mio zio, ma la governante lo osserva dall'alto in basso e commenta:« Beh se è tanto lesto se lo può anche fare da solo» così dicendo si allontana in direzione della cucina lasciandomi, ancora una volta, basita. «Maledetto il giorno in cui l'ho assunta» sbotta il mio padrino alzando il pugno in aria verso di lei, per poi farmi un gesto di seguirlo nel suo studio, che si trova infondo al corridoio: «Allora mia figlioccia adorata» dice lui sedendosi su una poltrona in pelle dietro una decorata scrivania di mogano e afferrando una pallina da baseball che inizia a tirare contro la scrivania «a cosa devo questo immenso piacere?» . Mi guardo intorno,come  per accertarmi che non ci siano telecamere nascoste in giro per la stanza : « La questione zio, è davvero molto delicata» dico piano sedendomi sulla sedia di fronte alla imponente scrivania. Mi sembra quasi di essere in tribunale, e per un momento capisco come i miei clienti si devono sentire davanti a un giudice: «Il fatto è che...» inizio io incerta «Sei incinta?» ridacchia lui continuando a tirare quella cazzo di pallina contro la parete provocandomi un leggero sfascio di nervi: «No zio no, ma lasciami spiegare...» tento ancora io «Se per caso hai ucciso la vicina di casa io non ne voglio sapere nulla, intesi? Però ti consiglio di usare i sacchi neri per farla sparire» scherza ancora lui. "Questo uomo non sta capendo la gravità della situazione con il suo umorismo pessimista da serie tv" «Zio, Dio mio, no lasciami parlare» dico  io «mi devo sposare». Vedo la gioia di mio zio sciamare dai suoi occhi e trasformarsi in un espressione quasi annoiata a quell'affermazione: «Buon per te figlioccia» commenta piano tornando a lanciare distrattamente la pallina contro la parete «il matrimonio sarà il più grande sbaglio della tua vita, ti avviso. Dopo cinque matrimoni, no scusa, sei, mi sono ritrovato con tre quarti del patrimonio in meno e un schifosissimo e inutile vaso in ceramica che dovrebbe essere Giapponese ma in realtà è stato fatto in Corea» sbotta lui indicando un orribile vaso rosa a righe gialle, piccolo e tozzo: «La mia quarta moglie diceva di avere un gusto estetico particolare, secondo me la definizione non era abbastanza chiara, ma non voglio essere volgare davanti a te» spiega lui tornando a giocherellare con quella maledettissima pallina: «Sì okay zio, grazie per il consiglio, ma qui la questione non è questa» dico io piano, cercando di riprendere la sua attenzione: «Sei incinta del tuo non-fidanzato?»  spara lui a caso, mettendo troppa foga nel lancio della pallina che va a scontrarsi con violenza contro l'orrendo vaso: «MERDA IL VASO COREANO» urla lui alzandosi per soccorrere il vaso che nel suo centro, a un perfetto cerchio dovuto all'impatto con la pallina: «Maledetta Georgina e il suo vaso tarocco» sbuffa mio zio afferrando il vaso e osservando il cerchio «Zio non sono incinta di nessuno» esclamo io iniziando a gesticolare per cercare di entrare nel suo campo visivo e poter finalmente dire qual'è il problema: «E allora in cosa dovrei aiutarti?» chiede lui afferrando il vaso e esaminandolo da vicino. "E poi dicono che la distratta sono io, cazzo lui non mi degna di uno sguardo" penso io frustrata davanti al suo disinteressamento: «Sono già sposata» . Il vaso gli cade di mano, finendo sul pregiato tappeto persiano di mio zio, senza però rompersi, ma anzi rimbalzando, mentre l'attenzione di mio zio è finalmente puntata e concentrata tutta su di me: «Tu cosa?» chiede lui a bassa voce e avvicinando il suo viso al mio mentre io mi allontano leggermente inquietata: «Io sono già spo-» cerco di ridire, ma mio zio si avvicina a me lestamente, mettendomi una mano sulla bocca e facendomi il segno di non dire nulla di nuovo. "Magari si è dimenticato di prendere le sue stramaledette pillole" penso io esterrefatta nel vedere il suo colorito sparire di colpo dal suo viso. Richiudo la bocca, mentre lui si catapulta verso le  finestre che si trovavano dietro la sua scrivania, sbirciando per un attimo al di fuori, per poi chiudere velocemente con uno scatto, entrambe le tende. Successivamente corre verso la porta della stanza, chiudendola a chiave, per poi tornare verso di me, sedersi sulla scrivania e con un fazzoletto tirato fuori dal suo taschino asciugarsi la fronte ricoperta dal sudore. Mi guarda negli occhi e mi chiede:« Sei sicura?» Inarco il sopracciglio confusa:« Certo che lo sono zio, certe cazzate cerco di evitare di dirle per scherzare» ribatto io. «Ma non di farle»  commenta lui secco  guardandomi storto «certe cazzate signorina, dovrebbero rimanere nei film, ora che stai per iniziare la tua carriera non vorrai mica avere una orrenda pubblicità»sputacchia lui frustrato. Abbasso lo sguardo mortificata: « È per questo che sono venuta da te zio, non so che fare» spiego io piano «non so come fare e il solo pensiero che i miei genitori possano scoprirlo mi manda nel panico più totale e-» «Basta così» mi ferma lui stringendomi la spalla, come per tranquillizzarmi, facendomi invece bloccare il passaggio del sangue « l'importante è che tu sappia la gravità del gesto che hai compiuto, ma ora bando alle ciance e mettiamoci a lavorare» dice lui rimettendosi seduto sulla sua scrivania e guardandomi negli occhi, come per assicurarsi che le sue parole saranno ben capite e incamerate nel mio cervello. «Mi occuperò di tutto io Joss» spiega lui piano «come prima cosa, non ne devi farne parola a nessuno, nemmeno ai tuoi genitori, siamo intesi? Non devi rischiare che magari, in un qualche futuro, quella rompiscatole di tua madre si faccia uscire qualcosa per sbaglio. Seconda cosa, per il divorzio, tu non dovrai in alcun modo rivedere tuo marito, intesi?» sottolinea lui gesticolando sul tavolo. Sospiro rassicurata:« Meglio così, non ho alcuna intenzione di rivederlo» gli assicuro. Lui sorride, tirando fuori un foglio bianco dalla scrivania :« Ora mi devi dire il suo nome e dove risiede e io cercherò in qualche modo di contattarlo, per poter prenotare un appuntamento con il suo avvocato per firmare i termini del divorzio» spiega lui «dopo di che, tu potrai tornare a concentrarti sul tuo matrimonio » conclude lui con un sorriso sornione stampato in volto. Annuisco con il capo, mentre sul foglio che mi ha passato scrivo il nome e la città che mi ha chiesto: Harry Styles, Las Vegas. «Voglio chiudere questa faccenda il prima possibile» dico io allungandogli il foglio che lui piega ed inserisce nel taschino della sua giacca con cura «non so se in questi anni abbia cambiato indirizzo di casa  quindi ti ho scritto solo la città zio, spero vada bene comunque» gli spiego io « Ho i miei contatti figlioccia: lo troverò di sicuro e ti prometto che farò in modo che tutto si risolva per il meglio e al più presto». E detto questo sento un peso dal petto diminuire. Soprattutto perché alla porta bussa la governante che urla :« Ha pure chiuso a chiave? Cos'è? Crede che voglia per caso ? Muovetevi che è pronto il thè». [👑] Questa storia sarà un disagio assicurato, lo posso garantire, soprattutto per il fatto che Joss è un disagio continuo. Cosa ne pensate di Gigi? O di Joss? Io Joss la trovo incredibilmente stronza dentro ma okay cioè ci sta. Natasha è lì as always a sopportare i suoi disagi mentre Bear rompe le palle ma okay è un piccolo Payne indifeso ed è carinoso così. Niall sarà pronto a tornare dal prossimo capitolo insieme a Zayn, quindi ci si vede al prossimo capitolo, e se vi va di darmi un opinione, anche una cazzata, sul capitolo o sulla storia o su ciò che potrebbe succedere sarà più che ben accetto. Al prossimo capitolo, CryHurricaine

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