Ingannevole è la ragione

di Arciere
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo Due ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno ***


"Muoviti, alzati, sei in arresto. Hai il diritto di rimanere in silenzio,hai diritto ad un avvocato e se non potrai permettertelo te ne sarà assegnato uno di ufficio. Tutto quello che dirai potrà essere usato contro di te in tribunale" Queste furono le prime parole che il giovane udì, dopo essere stato bruscamente svegliato da quello che non sembrava un normale sonnellino. Le palpebre pesanti, gli occhi che pregavano per chiudersi.
Fu tutto così veloce, le grida, il trambusto e nella stessa velocità nuovamente il buio.
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"Allora, si è svegliato?" chiese il vicesceriffo della contea di King, Rick Grimes, l'uomo di legge più amato di tutta la cittadina. Era arrivato da pochi minuti in centrale,svegliato nel bel mezzo della notte dal suo collega. Avevano ricevuto una segnalazione da alcuni vicini per una festa troppo movimentata.
Era da tanto che investigavano dietro alla distribuzione di una nuova droga in città, e senza stupore,ogni volta, spuntava fuori il nome di Merle Dixon.
"Non ha importanza, interroghiamolo" rispose minaccioso il suo partner e migliore amico,Shane Walsh.  

Grimes si riempì la sua tazza di caffè e la bevve a grandi sorsi,doveva ancora svegliarsi completamente "Bene,andiamo".
Gli uomini entrarono nella piccola stanza degli interrogatori e accesero la luce. Un minuto corpo chino era mezzo disteso sul banco, con la testa coperta dal cappuccio di una felpa. Non poteva certamente essere l'uomo che cercavano. Merle Dixon aveva 30 anni, alto, muscoloso e con un lungo curriculum nel loro database. Ci doveva essere sicuramente un errore.
Rick guardò il suo collega ma quest ultimo non sembrò percepire il richiamo dell'amico.
"Sveglia, non sei mica in un albergo!" ringhiò Walsh. Il poliziotto era visibilmente fustrato dalla presenza del ragazzo. Un pesante fascicolo venne fatto cadere sul tavolo, facendo rieccheggiare un forte tonfo tra le quattro mura.

Il ragazzo saltò e si portò istintivamente le mani alla testa "Che cazzo, spegni la luce" borbottò infastidito e con voce ancora impastata di sonno.
"Dove cavolo credi di essere? Dove hai preso la droga?" Shane sprizzava rabbia da ogni poro. Alzò il ragazzo dal colletto della felpa,scuotendolo " Dicci chi ha portato la droga"
"Non toccarmi, stronzo! Non ti dico un cazzo " soffiò il giovane. Non sapeva neanche perchè si trovasse in compagnia degli sbirri, non sapeva dove era suo fratello e  per nessuna ragione al mondo i piedipiatti avrebbero dovuto avvisare suo padre.
"Vuoi fare il duro eh?" L'agente di polizia continuava il suo aggressivo interrogatorio, mentre il ragazzo iniziava ad innervosirsi e a mordersi freneticamente il labbro inferiore.

"Shane, fermati. E' solo un ragazzino. Avevi detto che avevamo Dixon " interruppe l'azione del suo partner e lo guardò severamente. Grimes era un uomo pieno di principi, non avrebbe mai lasciato i modi corretti, soprattutto con un bimbetto.
"Come ti chiami,ragazzo?" chiese gentilmente. Aspettò pazientemente qualche minuto,il tempo che il giovane si rendesse conto che nessuno lo avrebbe aggredito appena avrebbe aperto bocca.

"Daryl Dixon" finalmente si udirono quelle due parole. Daryl sembrava molto più calmo dal momento in cui Grimes aveva preso il controllo della situazione.
"Bene Daryl, quanti anni hai?" gli dava proprio l'impressione di un ragazzino, probabilmente poco più grande di Carl. Miseriaccia, le tre del mattino ed era ancora fuori, in una centrale di polizia per di più.
"Sedici, perchè sono qui?" Chiese sbadigliando e toccandosi i polsi ancora ammanettati.
Gli occhi del vice  subito caddero sui polsi, sospirando per l'impulsività del suo collega, allungò le mani ad afferrare le braccia di Daryl che con uno scatto si tirò indietro in posizione di difesa, sotto lo sguardo incredulo dell'uomo.
"Vuoi davvero togliergli le manette? Dai amico, stiamo parlando di un Dixon" interagì nuovamente Shane. Il poliziotto era esasperato dal comportamento del suo superiore, si passò le mani nei capelli ricci e  mori. "Non puoi fare sul serio".

"Vai a scuola Daryl?" doveva cercare di sembrae meno formale e anche ricordare a Walsh che alla fine avevano a che fare con un bambino, che probabilmente non aveva fatto altro che trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Una lunga pausa, non infastidiva molto il vicesceriffo ma non si poteva dire la stessa cosa del suo collega, ad ogni secondo la tensione diveniva sempre più palpabile.
"Sì, gli assistenti sociali mi obbligano ad andarci. Comunque non ho molto altro da fare" rspose seccato. Avrebbe potuto approfondire il reale motivo per cui ogni giorno,o almeno quando le condizioni fisiche glielo permettevano, si recava a scuola...lontano dalla sua casa e dalla sua famiglia. Eppure non lo fece, alla fine quei poliziotti erano gli stessi che ogni volta portavano suo fratello lontano, lasciandolo al completo uso divertimento del padre.
"Amico, basta con queste cazzate. Non sta dicendo niente che possa esserci utile in alcuno modo" un pugno si schiantò sul tavolo, a pochi centimetri dal ragazzo che divenne nuovamente agitato e diffidente.

Un lungo sguardo minaccioso attraversava la linea immaginaria tra gli occhi di Shane e gli occhi del giovane Dixon. C'era aria di guerra, entrambi non volevano sottomettersi.
"Fottiti" soffiò all'agente fuoribondo. Shane perse completamente il controllo e afferrò il ragazzino  per il colletto della felpa, sollevandolo e guardandolo in cagnesco.
"Shane lascialo!" intervenno l'uomo con il grado maggiore. Era sorpreso e contemporaneamente preoccupato per il comportamento del suo migliore amico.
il poliziotto non era intenzionato a darla vinta a quel moccioso e lo spinse contro il muro bianco della piccola camera "Parla!" gridò con voce rauca e profonda "Chi ha introdotto quella merda alla festa?"
Il ragazzo si agitò, con un calcio colpì lagamba sinistra di Shane. L'agente barcollò per un secondo e accecato dalla rabbia si fiondò sul giovane sferrandogli un pugno sullo zigomo destro.
"Walsh, subito fuori! é un ordine" urlò Grimes sconvolto.
Il collega stava per disubbidire al suo superiore ma poi, un lampo di ragione sembrò illuminarlo e senza aggiungere altro abbandonò la stanza degli interrogatori, chiudendo rumorosamente la porta alle sue spalle.

"Cristo. Mi dispiace così tanto, Daryl" si affrettò a dire mentre si avvicinava al ragazzino che subito si posizionò in modalita da combattimento.
Rick lo guardò dispiaciuto, no era proprio mortificato. Il suo collega,il suo migliore amico, un uomo adulto e rispettato che picchiava senza alcun motivo un bambino di pochi anni più grande di Carl. Shane era come uno zio per suo figlio Carl.
Si strofinò più volte la faccia, doveva pensare alla svelta qualcosa che non arrecasse danno nè al ragazzo nè al suo collega.
Il vicesceriffo lasciò la stanza in silenzio, tornando dopo pochi minuti con del ghiaccio istantaneo ed un succo di frutta alla pesca.

"Ti verrà un bel lvido"disse lanciando il piccolo sacchetto nella direzione di Dixon.
"Ho sopportato di peggio" sussurrò silenziosamente. Non sembrava per niente sconvolto, una normale routine. Grimes non conosceva molto del giovane, sapeva solo che era il fratellino di Merle e conoscendo il soggetto in questione poteva presupporre che qualche volta,il maggiore sotto l'effetto delle droghe si divertisse a scocciare il minore. Corrugò la fronte, non voleva divagarsi oltre, non voleva sputare sentenze senza delle prove. Era la sua specialità restare diplomatico nella maggior parte delle occasioni, anche quando si trattava della fine del matrimonio con sua moglie. Avevano deciso di vivere ancora sotto lo stesso tetto, per il bene di Carl ma avevano pazientemente spiegato al bambino che le cose erano cambiate e che non c'era più il sentimento che univa inizialmente i suoi genitori. Erano praticamente divorziati in casa.

"Ascolta, mi racconti cosa è successo ieri sera? Dovrò chiamare tuo padre per rilasciarti altrimenti " disse con calma mentre tornava a sedersi.
"No" gli occhi sgranati che fuggivano in ogni angolo " Io non c'entro niente, ero solo ad una stupida festa" disse il ragazzo. Voleva collaborare, Grimes non smebrava male e in più non voleva sicuramente finire nei guai con suo padre.
" Daryl, io voglio aiutarti ma anche tu devi aiutare me. Qualsiasi cosa sia successa cercherò di aiutarti, e se davvero non c'entri niente con questa storia ti prometto che sarai libero di andare" assicurò l'uomo più grande.
Dixon rimase in silenzio per alcuni minuti, stava pensando all'offerta e cercava di mettere insieme i pezzi della serata precedente.
"Sono andato a quella stupida festa, avevo sentito Merle che ne parlava con i suoi amici. Di norma non sono mai invitato, dicono che sono un moccioso, ma io riesco sempre ad inbucarmi" Il ragazzino sospirò " Quando sono arrivato ho trovato qualche amico di Merle ma di mio fratello non c'era traccia. Un paio di loro hanno insistito per offrirmi da bere, vodka e altra merda. Ho accettato. Dopo è tutto confuso, il primo ricordo è di voi sbirri che urlate e mi trascinate qui "  
"Va bene Daryl, voglio crederti." Rick si allontanò nuovamente chiudendo la porta e lasciando il ragazzino da solo.

"Allora, cosa ti ha detto?" chiese Walsh ancora indispettito.
"Non c'entra niente con quella roba. E' solo un ragazzino che si è infilato ad una festa di cui ha sentito parlare. Merle non era neanche presente" raccontò ciò che aveva scoperto, tralasciando alcune cose che poteva tenere per se.
" Amico, non mi dirai davvero che credi a quel delinquentello?E' un Dixon per l'amor del cielo, è marcio dalla punta dei capelli alle unghie dei piedi" la fronte corrugata e i pugni serrati lasciavano chiaramente intuire lo stato ancora agitato del poliziotto.
"Shane, calmati. Eri da solo quando lo hai trovato ma eravamo presenti entrambi quando si è svegliato, era intontito e spaventato. Qualcuno si sarà divertito mettendogli qualcosa nel bicchiere. Sai come funziona in quell'ambiente, invece di difendere un ragazzino dalle sostanze nocive viene preso di mira per il divertimento collettivo" l'uomo passò più volte le mani nei capelli tirandoli leggermente all'indietro "Hai colpito un bambino senza motivo, mentre eri in servizio e davanti ai miei occhi. Gesù, ha qualche anno in più a Carl" ringhiò e senza ripensamenti raccolse le sue cose e si recò nuovamente dal giovane trattenuto.

Nel frattempo Daryl aveva alzato il cappuccio, coprendo parte del volto. Aspettava impaziente di essere rilasciato e sperava davvero che il suo vecchio fosse così ubriaco da non essersi accorto della sua assenza.
Dopo avrebbe dovuto fare due chiacchiere con suo fratello, non sapeva se era coinvolto in questa storia, ma comunque lo avrebbe avvisato che la polizia era sulle sue tracce.
"Eccomi. Non ho altre domande da farti, e non abbiamo motivo per trattenerti ancora qui. Non sei accusato di nulla e non c'è bisogno di avvertire tuo padre" disse spalancando la porta. Ricorda bene come è trasalito quando ha nominato suo padre e la possibilità che venisse convocato. Nessun genitore gradirebbe di essere contattato nel bel mezzo della notte dalla polizia a causa del figlio sedicenne.
Il solo pensiero che Carl potesse giocargli qualche brutto scherzo gli fece rivoltare stomaco ed intestino.
Il ragazzino sembrò sollevato e in quel momento i lineamenti addolciti sul suo volto lo fecero sembrare più giovane, anche se giovane lo era davvero... sotto quella corazza da cattivo ragazzo già tutto vissuto.
" Ti do un passaggio a casa" Grimes non la impostò come una domanda, non avrebbe mai permesso ad un ragazzino di gironzolare per le strade a quest'ora della notte.

"Non ne ho biosgno, torno a piedi" Borbottò più che infastidito. Non voleva condividere altro tempo con uno sbirro in uno spazio ristretto come una macchina. E se qualcuno lo vedesse? Se suo padre o suo fratello lo vedessero riportato a casa da un poliziotto? Si scatenerebbe l'inferno.
"Non te lo sto chiedendo, il mio è un ordine. Ti sono venuto incontro in molte cose, sei in debito con me" il tono non ammetteva repliche.
Daryl pensò che un passaggio alla fine poteva fargli comodo, non si sentiva completamente in se ed era un lungo tratto da percorrere a piedi.
Fece spallucce e inespressivo seguì l'uomo fino alla sua auto per poi salire dal lato del passeggero e allacciarsi la cintura, certo che conosceva le regole stradali solo che non sempre le rispettava.
Grimes non ebbe bisogno di chiedere l'indirizo, troppe erano le volte in cui era andato a parlare con Merle, solo che trovarlo era una cosa più unica che rara. Se non era in prigione, sembrava scomparire nel nulla per lunghissimi periodi.
"Hai freddo?" Rick accese l'aria climatizata e posizionò una griglia in modo che l'aria calda arrivasse nella direzione del ragazzo.
Silenzio, nient'altro che silenzio.

L'uomo osservava a tratti il ragazzino seduto accanto a lui. La debole luce della luna si rifletteva sul suo profilo. Si meravigliò quando si scoprì a fissare così intensamente il piccolo Dixon. La faccia pulita danneggiata soltanto dal livido violaceo che si stava formando sullo zigomo , i capelli biondo cenere e quegli occhi così profondi ma freddi come il ghiaccio sembravano una calamita per il poliziotto.
Erano arrivati quasi a destinazione, un quartiere popolare con molti lampioni rotti e alcuni tratti di strada lasciati al buio.Sembrava non esserci nessuno per strada ma Ricksapeva benissimo che quei quartieri vivevano di notte.
"Fermati qui" disse Daryl, uno sguardo verso il poliziotto e un piccolo sbuffo abbandonò le sue labbra " Non posso di certo farmi vedere nella tua macchina, qua nessuno vede niente ma tutti sanno tutto" disse con un tono strano, di rassegnazione.
Aprì e richiuse la portiera, appoggiandosi ad essa dopo essere uscito dal veicolo "Allora, notte agente " borbottò
"Rick, chiamami Rick. Non sono in servizio " sorrise al ragazzo. C'era qualcosa che gli faceva intuire che non era un delinquente come il fratello, c'era qualcosa di buono in lui.

Esitò prima di dire qualcosa " Allora, grazie del passaggio Rick, credo" abbozzò una smorfia tirando l'angolo destro delle labbra e si allontanò velocemente.
Rick guardò la piccola figura aggirarsi ed inoltrarsi all'interno di una strada e ancora una volta stava fissando più del dovuto quel ragazzo.
" E' stato un piacere Daryl".


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Da fan della Rickyl ho sempre immaginato  un loro incontro in una vita normale,senza zombie.. ma dato che le cose semplici non ci piacciono, ho pensato di accentuare una bella differenza di età, restando comunque nell'età del consenso. 

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Capitolo 2
*** Capitolo Due ***


"Papà,Papà! Svegliati dai" Rick si sentì investito e travolto nelle lenzuola. Suo figlio Carl adorava svegliarlo ogni domenica come se fosse stata la mattina di Natale. "Papà alzati, la colazione è pronta" informò con voce stridula e con la stessa velocità di come era salito, scese dal letto e corse giù in cucina.

Il sole era sorto da qualche ora, la forte luce del mattino illuminava tutta la camera e si posava sugli oggetti presenti. Aveva molto lavoro arretrato, una lunga fila di cartelle e fascicoli era disposta ordintamente sulla scrivania di legno. Ogni sera, dopo il lavoro, trascorreva almeno altre tre ore studiando i casi irrisolti. Tutto iniziò l'anno precedente, usava il lavoro come distrazione, una scusa per passare meno tempo con sua moglie ma poi è diventata un'abitudine dura a morire.

Lavato e vestito scese in cucina e si sedette sullo sgabello che di solito occupava. Ogni domenica Lori si ostinava a preparare i suoi terribili pancake , il modo migliore per iniziare una pessima mattinata.
"Buongiorno" disse sorridendo verso suo figlio. Era la cosa più preziosa che aveva, la sua migliore creazione, il suo orgoglio...la sua ragione di vita. Se qualcuno gli avesse chiesto se avesse fatto le stesse scelte pur conoscendo il futuro, lui avrebbe risposto di sì. Non si pentiva assolutamente di nulla, Lori l'aveva amata davvero e poi pensava al frutto del loro matrimonio.
"Sciroppo d'acero?" chiese Lori gentilmente. Erano persone adulte, sarebbero rimasti amici senza nessun sinistro  nei confronti dell'altro. "Sì,grazie" rispose l'uomo mentre si affrettava a recuperare il giornale per leggere le notizie.

"Shane ancora non si è visto, che strano, è domenica" aprì nuovamente la discussione la donna, si sedette e iniziò a mangiare titubante la sua porzione. Era vero che era lei a cucinare ma per quanto si impegnasse non le riusciva molto bene, ne era consapevole.
"Abbiamo discusso" la voce era chiara e pulita ma tenne volutamente il tono basso, non voleva sbandierarlo ai quattro venti, Carl si sarebbe preoccupato " Non è successo nulla di grave, modi diversi di agire e pensare " concluse, alzandole spalle. Lori gli era sembrata preoccupata, non c'era motivo...sarebbe passato e avrebbero chiarito presto.

Il campanello interruppe la conversazione "Vado io" urlò Carl che era già sgattaiolato verso l'ingresso " Papà, è Glenn " disse mentre tornava in compagnia con l'altro ragazzo.
"Glenn, che bella sorpresa. Come mai qui? Pensavamo di trovarti già in parrocchia" chiese Lori, la donna era sempre molto curiosa. Il giovane ventiduenne era il novellino affidato alla centrale di Rick, un bravo ragazzo che da sempre sognava di girovagare per la città in auto. Conosceva alla perfezione ogni strada, ogni scorciatoia e ogni piccolo viale... aver lavorato come fattorino delle pizze durante i suoi studi aveva dato buoni risultati, sviluppando il senso dell'orientamento.
"Ero di passaggio, ho recuperato Beth che ha dormito da un'amica,sai che Hershel ci tiene alla presenza di tutti, mi aspetta in auto. Volevo solo sapere se stavi bene, ho visto che tu e Shane eravate nervosi " sorrise leggermente, il berretto abbassato per nascondere l'imbarazzo "Non avrei potuto chiedertelo in chiesa, è sempre presente anche lui".
"Tutto bene Glenn, piccole incomprensioni" sorrise anche il vicesceriffo, lui considerava da sempre Shane suo fratello, nulla avrebbe potuto dividerli realmente, se lo ripetè mentalmente per convincersi.
"Bene. Allora vado, Beth mi aspetta... ci vediamo tra poco ok?" Carl si offrì per accompagnarlo alla porta ed il ragazzo gli scombinò i capelli in segno d'affetto.

"Siete pronti voi due? Non ci conviene far arrabbiare Hershel, sapete che potrebbe sottoporci ad una predica di tre ore " ridacchiò mentre afferrava il cappotto, lei adorava quell'uomo le ricordava suo padre e lo stimava molto. Le faceva molto piacere passare la domenica insieme alla famiglia Greene, in più Carl poteva apprezzare le bellezze della natura. Gli uomini di casa annuirono e si recarono silenziosi all'auto.
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La predica fu breve, fu lasciato molto più spazio ai canti e le loro orecchie potettero gioire della voce di Beth. La ragazza aveva un talento innato, proprio come sua madre. Come prevedibile Shane era in chiesa, seduto al solito poso e con un cenno ed un sorriso salutò i Grimes. Sembrava davvero tutto come doveva essere.
"Amico, posso parlarti un attimo?" chiese a Rick subito dopo essere arrivati alla fattoria. Rick annuì e si allontanarono abbastanza da avere un pò di privacy.
"Ti devo delle scuse, avevo avuto una brutta settimana e ho esagerato, lo so" sospirò esausto, le dita che premevano sugli occhi, sembrava non avesse dormito molto bene.
" Lo so amico, dovevo fermarti. Nessun rancore ok? Il lavoro è lavoro" con una pacca sulla spalla gli sorrise e lo invitò a tornare dagli altri.


In tavola erano presenti pietanze per ogni palato. La signora Green adorava avere ospiti ed era capace di cucinare per quarant'otto ore di fila. Tutti erano allegri e chiacchierarono spensierati.
"Allora Glenn, come ti tratta Rick?" chiese il fattore mentre riempiva il suo primo bicchiere di vino. L'uomo era cascato tempo addietro nel vizio dell'alcool e si era ripromesso che non sarebbe più accaduto.  "Come? Hu, bene direi. Il migliore esempio che potessi avere " disse con un leggero rossore sulle guance. In molti lo notarono e ci furono risatine trattenute fin quando Carl disse " Glenn sei rosso come il pesciolino che mi ha regalato la nonna" varie risate genuine riempirono la sala da pranzo.
"Maggie, come procede la tua specializzazione? " domandò Lori alla maggiore delle Green. La ragazza studiava psicologia e a breve avrebbe iniziato un nuovo tirocinio.
"Bene grazie. Lunedì inizio lo stage, avrò l'onore di seguire la dottoressa Peletier in alcune delle sue aule. Ho fatto domanda per la scuola di Beth, così posso tenerla d'occhio ma solo domani mi daranno la conferma"
"Hei! " disse indispettita e offesa la sorella minore " Non ho bisogno di essere controllata, sono grande Maggie" continuò mostrando un finto broncio.
"Dai sorellina, sarà divertente essere nella stessa classe per qualche ora" le fece l'occhiolino e sorrise esageratamente.

"Ricordo Maggie alla tua età,Beth" aprì cautamente il discorso "Noi non eravamo ancora fidanzati ma io già l'avevo notata e la guardavo sempre. Potrei raccontare molti pasticci che combinava con le sue amiche " rise schivando il finto schiaffo indignato che ricevette dalla fidanzta.
"Dai Glenn, per favore" lo pregarono Beth e Carl. Questo gli avrebbe potuto portare problemi ma lui non sapeva trattenere le bugie o i segreti.
Il ragazzo si guardò attorno, aveva gli occhi speranzosi di tutti puntanti addosso e con un'alzata di spalle si scusò con la sua ragazza. " Una volta beccai Maggie e una delle sue amiche nella sala professori, cercarono di mettere le mani sui catastrofici test di matematica lasciati incustoditi dai professori che si erano recati in mensa. Mentre la donzella qui presente cercava il suo, sbadatamente fece cadere tutta la pila di fogli a terra e un professore entrò e le beccò con le mani nel sacco"  un tumulto di risate seguì la confessione.
"E pensare che non sono riuscita neanche a modificare il voto, che figura" continuò Maggie divertita e imbarazzata ugualmente al ricordo "Ancora ricordo la faccia del profesore" si coprì il volto con le mani e si unì alle risate degli altri, fermate brevemente da alcuni colpi di tosse di Hershell che guardò accigliato i ragazzi per poi rilassarsi e sorridere.
"Ma aspetta un attimo" la giovane divenne seria e si voltò verso Glenn " Tu come hai fatto a vedere tutta la scena? Mi stavi mica spiando Glenn Rhee? " insinuò la ragazza sospettosa.
"Ehm..no..Io,io ecco, passavo lì per caso.."balbettò in preda al panico e lei si avvicinò  con aria investigativa fino ad arrivare così vicino da baciargli una guancia e ridere.


La giornata sembrava continuare nel migliore dei modi. I ragazzi erano impegnati con un gioco di  società mentre gli adulti si godevano un ottimo caffè.
"Domattina sei di pattuglia con noi Glenn, contento di evitare le scartoffie per una volta?" chiese Shane sghignazzante. Gli piaceva scherzare con il ragazzo, non ci andava mai davvero pesante.
Prima che il giovane potesse aprire bocca si sentì un rumore, come uno schianto. Shane e Rick si guardarono allarmati "Andiamo" il vicesceriffo scattò in piedi seguito dai sue due colleghi, Pochi metri indietro si affrettarono anche Hershel e Maggie, mentre Lori, Carl ed il resto della famiglia Green restarono in casa.

Oltre la staccionata che divideva la proprietà alcuni ragazzi facevano baccano, spingendosi e urlandosi contro. In pochi secondi divenne una propria e vera rissa dove i partecipanti erano a terra e le azioni divennero confuse. Il vicesceriffo poteva distinguere tre figure di diverse dimensioni ma era ancora troppo lontano.
"Dove sono i miei soldi?" ringhiò infuriato un ragazzo dai capelli lunghi e la faccia sfregiata da una bruciatura. Afferrò l'arma che portava il malcapitato sulle spalle e la gettò lontano.
"Non so di che diamine parli, non ti devo niente " soffiò tra i denti il ragazzino che veniva trattenuto sul terreno sdruccevole. "Tuo fratello mi deve dei soldi, ha preso parecchia roba ".
"Parlane con lui, io non c'entro" ringhiò cercando di liberarsi dalla stretta ma fu tutto inutile. Aveva poco ossigeno a disposizione e doveva cercare una via di fuga, quella gente non scherzava.
"Lo farei ma non lo trovo da nessuna parte" la frase fu seguita da alcuni colpi. Il ragazzino sputò del sangue che venne assorbito dal terreno arido. Era freddo ma non pioveva da molto, il normale ciclo invernale stravolse maggiormente il panorama naturale, le foglie tutte marroni, il terreno arido e privo di vegetazione sembrava proprio creare uno sfondo di morte in quel contesto.

"Fermi!" alla voce autoritaria i ragazzi si allarmarono e si precipitarono a voltarsi verso la loro moto e dare gas " Mi ripagherai in un modo o nell'altro, Dixon" disse con un ghigno che fece venire la pelle d'oca al minore.
Era consapevole di doversi muovere o sarebbe stato preso e proprio mentre cercava di recuperare la sua balestra, fu trattenuto da due braccia forti. Il primo istinto fu quello di combattere ma era già in trappola "Lasciami" gridò divincolandosi con tutta la forza che aveva.
"Daryl, sono Rick. Tranquillo, nessuno ti farà nulla" dalla padella alla brace pensò, cosa anrebbe detto allo sbirro ora ?
Si calmò, era meglio non mettere altra legna sul fuoco.
"Puoi lasciarmi ora" dissepiù sfuggente di come fosse normalmente. Andò subito a controllare la sua arma che per fortuna sembrava non aver riportato danni.
"Chi erano e cosavolevano date?" chiese calmo. Quando ilpiccolo Dixon si voltò, potè notare che non solo erano presenti i due sbirri ma anche alcuni Green che lo osservavano come fosse stato un animale dello zoo. Questo pensiero gli ricordò che per gli altri non era altro che spazzatura bianca da evitare, era pur sempre un Dixon.

"Lo spettacolo è finito" ringhiò con i pugni serrati talmente forteda far diventare bianche le nocche.
Grimes non potè costringerlo a parlare nè lo potè trattenere contro la sua volontà. Rassegnato dovette accontentarsi di poter solo osservare, impotente, la minuta figura che si allontanava dolorante e di sicuro, neanche quei lividi, già in fase di guarigione, sul volto passarono inosservati all'attento sguardo dell'uomo di legge.


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Volevo ringraziarvi per seguire questa FF, siete in tanti anche se silenziosi.
Vi piace questo capitolo? Fatemi sapere cosa ne pensate e se magari vorreste qualche scena in particolare :D

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