Situational Crime (and the effects of)

di SilverLight
(/viewuser.php?uid=271557)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PARTE I ***
Capitolo 2: *** PARTE II ***
Capitolo 3: *** PARTE III ***



Capitolo 1
*** PARTE I ***


NOTE DELLA TRADUTTRICE:
L'autore della storia è gdgdbaby, i crediti e i meriti di  situational crime (and the effects of) vanno tutti a lei;
 
Eccomi di nuovo qui a condividere con voi un'altra bellissima e divertente storia!
Visto che come ormai avrete capito sono una CINEMANIACA (e amo le au!film con gli exo dentro) non potevo non tradurre questa perla 
♥ Questa volta i nostri EXO prenderanno le vesti dei protagonisti del film OCEAN'S ELEVEN! 
La storia si dividerà in 3 capitoli e vi consiglio di prepararvi psicologicamente perché i capitoli sono piuttosto lunghi .-.

Come sempre la vostra Cinemaniaca di fiducia vi consiglia di guardare anche questo film per chi ancora non l'avesse visto,
perchè è diabolicamente stupendo! ((( EDUCATE YOURSELVES  WITH GOOD MOVIES 
♥  )))

Altre curiosità riguardo al film:
- OCEAN'S ELEVEN ha due SEQUEL: Ocean's Twelve e Ocean's Thirteen.

- Gli attori e protagonisti del film sono: George Clooney, Brad Pitt, Julia Roberts, Matt Damon e Andy Garcìa

P.S.


L'AUTRICE NON AVEVA CREATO UNA LOCANDINA PER LA STORIA E VISTO CHE
NON POTEVO ACCETTARE UNA COSA SIMILE NE HO CREATA UNA IO.
MI SONO ISPIRATA ALLA VERA LOCANDINA DEL FILM E HO AGGIUNTO IL TOCCO EXANTE.
SPERO VI PIACCIA E VI FACCIA RIDERE QUANTO ME.



Se vi va lasciate un commento o altro, adesso vi lascio alla storia, bye 

SilverLight
 


Situational Crime (and the effects of)





 
Se ci pensi bene, ogni storia parla di furti.

Non tutte hanno degli imbroglioni e dei truffatori con un piano elaborato per sfondare una cassaforte blindata piena di soldi, gioielli e inestimabili quadri da rubare – ma ogni storia inizia perché qualcuno vuole qualcosa. E’ inutile negarlo. Ogni storia racconta di qualcuno che cerca di ottenere quello che vuole e della serie di azioni e cause ad effetto che si presentano nel tentativo di ottenerla. Ogni grande piano, ogni scacco che muove il giocatore – tutto si piega insieme dentro ad un immenso piano progettato per ottenere qualcosa, anche se all’inizio questo potrebbe non sembrare immediatamente chiaro o per niente tangibile.

Ogni storia inizia da qualche parte – con un eroe in un angolo polveroso o davanti ad una fontana gorgogliante, oppure dentro ad un Casinò dove un pianista fa scorrere le dita tra un arpeggio melodioso di Clair de Lune.

Per noi :

Il dolce tempore dell’inverno di Macao si trasporta lungo le strade lasciando una sottile scia delicata. Un uomo cammina passando sotto delle insegne a neon e sbadiglia dentro l’hotel di un ristorante. Non è felice – non lo è mai stato per un lungo lasso di tempo – ma potrebbe ottenere qualcosa di simile alla felicità se gli eventi andranno per il verso giusto. Ma poi, alla fine non va sempre così ?

Questa è la storia di una rapina. Una storia come tante altre.

E come molte storie, questa qui inizia con un piano.
 
. . .
 

Kris entra in prigione ed esce fuori 5 anni dopo come un uomo diverso.

Se lo aspettava, è ovvio. Il penitenziario Canadese non è stata una passeggiata e l’ha trascorso per mezzo decennio a pensare a cosa avrebbe fatto quando sarebbe stato scarcerato.

Quello che non si aspettava era di superare le guardie di sicurezza e vedere Baekhyun in piedi davanti al cancello aperto, mandando giù per la gola delle patatine e la sua auto di merda parcheggiata più in la. Kris si aggiustò le maniche stropicciate della camicia coordinata al suo smoking. Non si erano nemmeno presi la briga di lavargli i vestiti prima di restituirglieli.


Allora,” dice Baekhyun gettando il sacchetto di patatine mezzo vuoto nel cestino accanto a lui e scrutando Kris da sopra i suoi occhiali da sole. Si appoggiò al cofano della macchina “adesso sei una puttana libera, baby.”

“Ho ricevuto i biscotti all’ananas che mi hai mandato,” disse Kris con la voce un po’ rauca. “anche se, non avevo capito che significava che saresti venuto ad accogliermi.


“Sei un uomo di poca fede,” rispose Baekhyun solenne portandosi una mano al petto.

“Non sei venuto fin qui solo per dirmi questo.”

“Beh, no. Non volevo che scappassi e facessi qualcos’altro di stupido senza prima averti parlato.”

“Come sei dolce,” disse Kris. Baekhyun ghignò. “Sentiamo, allora.”

“Devo ammettere, che non avevo previsto questa conversazione.” Kris riuscì a vedere Baekhyun strabuzzare gli occhi da dietro i suoi occhiali scuri. “Hai intenzione di fare qualcosa di stupido ?”

“Dipende,” disse Kris lentamente giocando con l’anello di nozze che aveva dentro la tasca dei suoi pantaloni, “dalla tua definizione di stupido.”

Le sopracciglia di Baekhyun si allargarono con sorpresa, ma Kris tirò fuori quel suo sorriso familiare, quello che significava che ci sarebbero stati problemi all’orizzonte e che li avrebbe accolti senza esitazione. Aprì la portiera per Kris e prese il posto di guida, dando spinta al motore.  “Cos’hai in mente ?”
 
. . .
 
Baekhyun esaminò silenziosamente Kris mente attraversavano la sicurezza per il loro tragitto verso Hong Kong, cercò di catalogare tutti quei dettagli che lo avevano cambiato. Era più magro. I suoi zigomi spiccavano di più sul volto e le sue clavicole erano più evidenti del solito. I suoi capelli lunghi, afflosciati. La tintura bionda era ormai svanita da cinque anni e adesso aveva lasciato un castano scuro naturale che lo faceva apparire più vecchio. Quasi stanco. Baekhyun suppose che la prigione faceva questo alle persone.

Eppure, Kris era sempre uno spettacolo per gli occhi. La verità – è che Baekhyun si annoiava. Fino a due giorni fa era a bighellonare in uno squallido club di Itaewon, cercando invano di insegnare ad un paio di ragazzi copertina come giocare a Poker : un bel tentativo inutile, per non dire altro. Era un compito quasi ingrato per Baekhyun, tranne quando contava i soldi che sborsavano per pagarlo e i soldi che perdevano quando vinceva ogni mano – era come rubare le caramelle a dei bambini. Facile. Insoddisfacente.

Erano già tre ore che volavano e prima che Baekhyun impugnasse una bottiglietta di Vodka offerta dalla prima classe, sussurrò, “Hai intenzione di farmi entrare nel piano o cosa ?”

Kris gli lanciò uno sguardo divertito. “La pazienza è la virtù dei forti.”

“Non ha alcun senso,” disse Baekhyun chiaro e tondo. “lascia le metafore a me.”

Kris pensieroso, morse un pretzel. Dopo una pausa: “E’ un po’ complicato. Non ci ha mai provato nessuno e ci servirà una squadra numerosa.”

Baekhyun si accigliò. “Armi ?”

“Non proprio.”

“Sentiamo.”

“C’è molta sorveglianza, ma – il bottino, Baekhyun. Sono otto zeri a testa – in dollari,”

Baekhyun roterò gli occhi. “Tagliamo corto con le stronzate. Qual è il bersaglio ?”

Kris si morse il labbro. “Quand’è stata l’ultima volta che sei stato a Macao ?”

Per poco non soffocò. “Tu, vuoi prosciugare un casinò ?”

“In un certo senso.” Fece una pausa. “Cosa sai sul Casinò Lisboa ?

Baekhyun si appoggiò le spalle allo schienale per via della vista distorta. Non era sicuro se era per la Vodka o per la vertigine euforica di una nuova rapina; gli ingranaggi polverosi della sua testa presero a girare di nuovo. “Punta al massimo o lascia perdere, eh ?”

“Questa è l’idea,” disse Kris. Ci fu qualcosa nel suo sorriso che ricordò a Baekhyun i vecchi tempi, quando avevano trascorso mesi da bravi truffatori lungo l’intera cosa Sud Coreana a sperperare il loro bottino, non chiedendo nient’altro.

“E’ bello riaverti qui,” disse Baekhyun mandando tutto d’un fiato l’ultimo goccio di vodka.
 
. . .
 
A Hong Kong, misero le mani sulla planimetria completa del Casinò grazie ad uno delle conoscenze di Kris presso l’impresa di costruzione; passarono ore in hotel a studiarsela. “E’ una fusione di tre edifici differenti, “ disse Kris, passandosi una mano tra i capelli. Avrebbe almeno potuto farsi una doccia. “Hanno aggiunto il Grand Lisboa un paio d’anni fa.” Baekhyun si avvicino per studiare meglio la sicurezza intorno alla teca del diamante, storse il naso. Kris sospirò. “Pensi che possiamo farcela ?”

“Ci vorranno si e no una dozzina di truffatori esperti in vari rami,” disse Baekhyun, picchettando le dita contro le labbra, da dietro i suoi occhi si intuiva che la sua mente stava andando a miglia di km al minuto. “e anche se funzionasse, i soldi dove pensi di andarli a prendere per sostenere le spese ?”

“Beh,” disse Kris sollevando un sopracciglio. “Dopo che 5 anni fa Stanley Ho si è dimesso, lo show ha continuato a mandarlo avanti Barracuda. Si è fatto una lunga lista di nemici.”

“Si,” disse, “ma ci sono nemici con soldi a palate che non hanno nulla da perdere ?”

Kris aspettò che Baekhyun arrivasse alla risposta da solo.

“Ah,” disse sorridendo. Si strofinò una mano sul mento. “Joonmyun hyung.”

“Joonmyun,” ripetè Kris.

“Huh,” disse Baekhyun, lisciando il foglio successivo. “Chissà come reagirà.”
 
. . .
 
“Voi siete fuori di testa,” disse Joonmyun senza scomporsi.

L’ultima cosa che si sarebbe aspettato di vedere quando si era svegliato la mattina erano Kris e Baekhyun sull’uscio della sua villa a Gangnam, sembrava fosse ieri che erano dei ragazzini impacciati che tentavano di rubare dei dollari dalle slot machines e se la svignavano alla svelta. Non era cambiato molto. Kris era cresciuto allontanando la sua gioventù imbarazzante e adesso riempiva magnificamente il completo che aveva addosso. Baekhyun era sempre basso e vivace, tutto camminata e sorrisi disinvolti.

Erano seduti al tavolo da pranzo a mangiare un boccone e aspettando che continuasse. Joonmyun prese un bel morso del suo sandwich e masticò. “So tutto sugli impianti di sicurezza del Casinò,” disse girandoci intorno, provando a rifiutarli gentilmente. “L’ho inventato io e vi dirò, è insuperabile. Questa è l’era della tecnologia, vedete – ci sono telecamere, cancelli, sensori di movimento, scanner di impronte digitali e riconoscimento vocale. Per non parlare delle guardie armate con cui si deve fare i conti.”

“Ma nessuno ci ha mai provato,” insistette Kris.

Joonmyun sospirò. “Per favore, credi davvero non ci abbia mai provato nessuno? “ mise giù il suo sandwich. “Lasciate che vi parli delle tre rapine più riuscite della storia del Casinò di Macao.”

Alzò tre dita.

“Terzo posto: 1998, ultimo anno di giurisdizione Portoghese a Macao. All’interno del vecchio Casinò Lisboa, un povero ragazzo di nome Moonkyu acchiappa una cassa a mano piena di chips e se la da a gambe. Arriva più vicino lui alla porta di chiunque altro prima di lui. Lo ricordo bene. Io ero li.”

Kris e Baekhyun si scambiarono uno sguardo.

“Secondo posto: 2006, nuova apertura del Wynn. Questo ha persino preso una boccata d’aria fresca tra le porte girevoli prima che lo pizzicassero, dopo ha ricevuto un piede di porco in piena faccia per il disturbo.


Joonmyun incrociò le mani in grembo e si poggiò allo schienale.

“E al primo posto, quello che si è avvicinato a rapinare il Casinò di Macao nel 2009, al Golden Dragon. Minho se l’era quasi svignata con i soldi a bordo del suo motoscafo, ma questo prima che sguinzagliassero contro di lui i Draghi di Komodo.


“Forse hai ragione,” mormorò Baekhyun aspirando un sigaro. Joonmyun batté le palpebre sorpreso. Pensava che sarebbe stato molto più difficile dissuaderli.

“I nostri stomaci erano più grandi dei nostri occhi,” disse Kris e Baekhyun ridde.

“Dimenticati di questo.” Si alzarono e si inchinarono contemporaneamente. “Scusaci per averti dato fastidio, hyung.”

“Sentite,” disse Joonmyun accigliandosi, “Mi dispiace, okay ? Voi due prendete di mira sempre le persone sbagliate e finite in un mare di casini per nulla. Vi sto davvero facendo un favore.”

“Capiamo perfettamente,” disse Baekhyun. “Grazie per averci invitati a pranzo.”

“Fa i complimenti allo chef da parte mia,” aggiunse Kris. Aprì la porta e Baekhyun fu dietro lui.

Joonmyun, se non altro, si accigliò ancora di più. C’era qualcosa di insolito. La sua gamba iniziò a tremare nervosamente. “Giusto per curiosità, quale Casinò avevate scelto di rapinare voi due geni ?”

Kris si voltò. Lanciò uno sguardo a Baekhyun, che disse, disinvolto come non mai, “Il Casinò Lisboa.”

Joonmyun si morse un unghia e si fece pensieroso in volto. “Ma quello è il territorio del Barracuda.”

“Sul serio?” disse Kris.

“Sul serio,” concordò Baekhyun allegramente.

Joonmyun si alzò, a braccia incrociate. “Che cosa avete contro il Barracuda ?”

“La domanda è,” rispose Baekhyun “cos’hai tu contro di lui.”

“Ha assunto il comando del Lisboa dopo che Stanley si è ritirato.” Joonmyun strinse il pugno della sua mano destra. “Quel posto spettava a me ed è riuscito a estromettermi.”

“Perciò ci aiuterai ?” Blandì Baekhyun.

“Si,” disse in d’un fiato, prima che potesse fermarsi; giurò di vedere gli occhi di Baekhyun brillare. “Vi servirà un mucchio d’aiuto dall’esterno, lo sapete questo, vero ? Non soltanto denaro.”

“Non preoccuparti di questo,” disse Baekhyun infilando le mani in tasca sembrando tanto compiaciuto. “A quella parte abbiamo già pensato.” E poi se ne andarono senza salutarlo, lasciandosi dietro solo il vago odore della naftalina della sala da pranzo di Joonmyun.
 
. . .
 
Jongdae era di servizio in uno dei tavoli da Blackjack del Legend Club quando Kris lo trovò. Era un piatto martedì mattina. Kris si sedette su una sedia del suo tavolo e in un primo momento, per colpa della luce debole, Jongdae non lo aveva riconosciuto. Fu solo quando disse “E’ bello rivederti, Jongdae,” in un fluido Cinese, che Jongdae si bloccò a bocca aperta.

“Mi dispiace,” disse dopo un momento e indicò la propria targhetta col nome. “Si dev’essere confuso. Il mio nome è Zhong Chen, come può leggere qui.”

“No, dovrei essere io quello a scusarsi,” disse Kris sorridendo. “Giochiamo.”

Jongdae vinse la mano con un asso e una regina, stracciando il nove, il cinque e il quattro di Kris.

“Sto per andare in pausa, se vuole può aspettare il prossimo Croupier.”

“Va bene così,” rispose Kris. Alzò le spalle. “tanto non era la mia serata.”

“Forse dovrebbe provare al Diamond Casinò del Holiday Inn in fondo alla strada. Ho sentito dire che nel pomeriggio si ha più fortuna di vincere con le Slot Machine.”

“Le Slot, eh ?”

“Si, signore,” disse Jongdae uscendo dalla sua postazione.

Dopo pranzo, Kris lo aspettò nella hall del Hotel. Si presero un drink al bar.

“Così sei fuori,” disse Jongdae sorseggiando il suo Martini.

“Chen ?” disse Kris con un tono divertito e Jongdae alzò gli occhi al cielo.

“Kim Jongdae non può passare l’ispezione del gioco d’azzardo di Macao all’ufficio burocratico.”

“Peccato,” disse Kris dentro al suo bicchiere. “Baekhyun pensava che avrebbe potuto ancora avere l’occasione di contare le carte con te nel nome dei bei vecchi tempi.”

“Digli che mi dispiace.”

“Diglielo tu,” disse Kris. “Abbiamo un lavoro.”
 
. . .
 
“Quindi abbiamo un infiltrato,” disse Baekhyun, spuntando un nome della sua lista immaginaria.

“Si. Zhong Chen è stato trasferito nei tavoli di Craps del Casinò Lisboa per scopi puramente professionali. Vuole girare il mondo.” Kris si fece serio. “Ha detto che ero fortunato ad averti per pianificare questa roba. A quanto pare i dettagli non sono il mio forte.”

“E’ soltanto la verità,” disse con disinvoltura schivando la mano di Kris in direzione della sua testa. “Chi c’è dopo ?”

“Gli autisti.” Suggerì Kris.

“Mm.. Sehun e Jongin sono liberi.”

“Quei ragazzi di Apgujeong ?”

“Si,” disse. “Sono fermi da sei mesi con il lavoro, ammazzano il tempo in città. Prenderli con noi sarebbe come fare un favore al mondo intero. Lo sai come sono fatti.”
 

 
. . .
 
 
“Ehi, ragazzino,” disse una voce da dietro e Jongin si girò vedendo Baekhyun in piedi e a braccia conserte. “Sei sicuro di essere abbastanza grande per bere un Veuve Clicquot ?”

“Va a farti fottere,” disse Jongin dolcemente. Poggiò la bottiglia sul bordo del marciapiede e si asciugò la bocca con una mano. Sehun fece stridere le ruote sull’asfalto fermandosi ad uno stop dall’altro lato della strada vuota e poi si precipitò verso di loro a tutta birra sulla corsia opposta. Evitò per un pelo 3 cartelli stradali.

“Ti va di fare un giro, Hyung ?” Chiese Sehun quando scese dall’auto, gettandosi la chiave di mano in mano.

“No, ma grazie lo stesso,” disse Baekhyun. Sembrava un tantino pazzo. Jongin sorridendo, rubò le chiavi da sotto il naso a Sehun e prese posto sul sedile del guidatore.

 
. . .
 
 
“Abbiamo bisogno di Yixing,” disse Kris.

“Cosa sta facendo di recente ?”

“Il consulente tecnico per gli unici uomini d’affari Cinesi in vita che non sono nella tasca della Triade.”

“Come se la sta cavando ?”

“Non bene.”

Baekhyun fece una smorfia simpatica. “Che mi dici della sua vista?”

“Discreta,” Disse Kris per poi giustificarsi. “Si nota appena.”

 
. . .
 

Yixing era talmente tanto concentrato sulla telecamera nascosta accesa sul suo cellulare che non si era accorto che Kris si era seduto sulla sedia di fronte a lui di quella caffetteria affollata. Dovette sventolargli la mano di fronte alla faccia e dire due volte il suo vero nome prima di una sua reazione; I suoi occhi si aprirono e chiusero e scosse la testa come se fosse uscito da un profonda ipnosi.

“Kris !” disse sorpreso con la sua dolce voce. Infilò in tasca il cellulare. “Sei uscito.”

“Sono di nuovo un uomo libero,” disse d’accordo. “ e ho già un lavoretto per te, se sei interessato.”

Yixing sbuffò. “Di già ? ma sei appena stato rilasciato.”

Kris gli fece capire che non aveva importanza. “Ci stai ?”

Yixing piegò la testa di lato e inizio a rifletterci. “Anche Baekhyun è coinvolto?” chiese accennando un sorriso. “Sei sempre stato con un piede nella fossa senza di lui.”

“Perché continuate a ripetermelo tutti ?” brontolò, ma senza arrabbiarsi. Quando mise il biglietto aereo sul tavolo, Yixing lo prese.
 

 
. . .
 

“Un esperto di esplosivi?”

“Sai che deve essere Chanyeol.”

Kris tamburellò le dita sul tavolo e controllò l’orologio. “Potrebbe già essere troppo tardi.”

 
. . .
 

Aveva reso i calcoli una forma d’arte, davvero. 5 secondi lo separavano dalla detonazione e Chanyeol aveva già visto nella sua testa, le corde della miccia delle bombe bruciare centimetro dopo centimetro dopo la prima granata.
Quando la bomba esplose, appoggiò la schiena contro la parete insieme agli altri suoi soci e si tenne forte gli occhiali. La porta blindata si aprì come un ostrica e Chanyeol ridacchiò, riusciva già a sentire il fruscio delle banconote tra le sue dita. Fece un passò avanti superando l’arco dell’entrata in acciaio di titanio e–

Le sirene dell’allarme strillarono nelle sue orecchie. Si girò indignato. Quegli idioti maldestri che gli stavano alle spalle rabbrividirono vedendo il suo volto infuriato.

“Che cazzo!” esclamò Chanyeol levandosi gli occhiali e gettandoli a terra. “Siete degli imbecilli! Una sola cosa dovevate fare!”

Il poliziotto che lo scortò fuori dalla banca era un’idiota, fin troppo,  perché non si era nemmeno accorto del tubo spezzato che Chanyeol aveva uscito dai pantaloni o della manciata di segatura che gli straripava dalla tasca. Tutto quello che gli serviva adesso erano dei fili e qualcosa per farlo bruciare. Uno di quegli stronzi doveva almeno tenere un accendino da qualche parte.

“Agente!” chiamò una sonora e chiara voce e Chanyeol non riuscì a crede a tanta fortuna.

“Cho Hyun-sup, KCIA,” disse Baekhyun rivolgendogli uno sguardo disinteressato. Chanyeol dovette trattenere una risata. “Ho famigliarità con il lavoro del sig. Park. Non l’ha nemmeno perquisito per controllare se aveva delle bombe trappola addosso, non è così ?”

“No,” mormorò atterrito l’agente di polizia.

“Lasci fare a me,” disse Baekhyun afferrando Chanyeol per un gomito e facendolo piegare sopra la parte anteriore della volante della polizia, con il volto schiacciato contro il metallo freddo della carrozzeria. La sua mano infilò dei fili intrecciati e un accendino sotto la maglietta di Chanyeol.

“Cazzo,” gemette Chanyeol.

Da sopra la sua testa sentì Baekhyun sbraitare, “Mi cerchi il Capitano Jung.”

“Chi ?” rispose l’agente di polizia confuso. Chanyeol si sentì un po’ dispiaciuto per lui.

“Me lo trovi e basta,” disse Baekhyun freddo e Chanyeol lo sentì scattare. “Ehi, Chanyeol.”

“E’ fantastico vederti qui,” mormorò Chanyeol sottovoce.

“Riesci a fare qualcosa con quello che ti ho passato ?”

Chanyeol avvolse il filo intorno al tubo e accese la punta della miccia con l’accendino, piazzando tutto sotto la volante un attimo dopo. “Ho fatto.”

“Quanto ci vorrà ?”

“20 secondi.”

Baekhyun lo tirò su e iniziarono a camminare svelti attraversando la strada e superando la folla di curiosi. La rapina era andata male: una sorta di sport per gli spettatori.

“Ehi,” disse Chanyeol provando a scrollarsi la segatura fuori dai pantaloni mentre camminava, “Kris è nei paraggi ?”

“E’ dietro l’angolo,” disse Baekhyun.

“Oh, bene,” sospirò Chanyeol “sarà bello fare di nuovo parte di una banda di malfattori a regola d’arte.”

Vide Baekhyun sorridere quando la bomba esplose dietro di loro facendo oscurare la scena del crimine con il fumo. L’agente fannullone urlo a squarciagola. Alla prima curva, Baekhyun levò le manette a Chanyeol e si massaggiò i polsi facendo roteare le mani. Il cielo aveva colto l’occasione per aprirsi e far iniziare a nevicare, ma a lui non importò. C’era un lavoro da fare.
 

 
. . .
 

“Il geco ?”

“La lista è dolorosamente corta.”

“Quando corta ?”

“All’incirca, centosessantacinque centimetri.”
 

 
. . .
 

Si trovano ai margini del set del nuovo film di Jackie Chan. Do Kyungsoo camminava con i suoi grandi occhi vigili e l’imbracatura in mano. Non somigliava molto a Jackie e neanche lui era alto, ma Kyungsoo spariva dietro di lui.

“Non ho bisogno di questa,” comunicò irritato Kyungsoo in Cantonese, lasciando cadere l’imbracatura prima di camminare di fronte alla telecamera. Avrebbe dovuto scalare dei soppalchi in canne di bambù lungo un edificio in costruzione.

“Sembra sufficientemente avventato e coraggioso per il lavoro,” disse Kris dubbioso – poi Kyungsoo saltò sul primo fascio in perfetto equilibrio senza nemmeno scomporsi nonostante lo spazio di due centimetri.

Si arrampicò sulla barriera alla stesso modo per tutta la scalata e arrivò alla cima del palazzo a tre piani in meno di due secondi senza un accenno di affanno.

“Bene,” disse Kris riportandosi la mascella al suo posto dato che aveva quasi toccato terra. “Abbiamo trovato il nostro geco.”

Baekhyun compiaciuto, schioccò la gomma da masticare in bocca.
 


 
. . .
 


“Minseok.”

“No.”

“Che significa quel ‘no’ ?”

“Non accetterà. Ha fatto un giuramento un anno fa.”

“Merda. Che è successo ? Ha trovato una religione ?”

“Un piano di pensionamento.”

“Stai scherzando ? Non è nemmeno—"

“Lo so.”

“Non puoi proprio fare nulla? Potresti provare a convincerlo.”

“Posso provare.”
 

 
. . .
 


Minseok passeggiava fuori con Daisy al guinzaglio quando Baekhyun apparve nel suo campo visivo. Stava ordinando un piatto di dukbokki in fondo alla strada con il suo solito atteggiamento sciolto. Stava bene.

Minseok si abbassò per accarezzare la testa di Daisy e lasciò condurre entrambi verso il parco. Mentre camminavano, la neve faceva rumore sotto ai suoi piedi. Quando inspirò, l’aria fredda e frizzante riempì i suoi polmoni.

Baekhyun dovette lavorarci per un paio d’ore, il che era divertente perché si conoscevano entrambi da una vita. Minseok si sedette su una panchina e Baekhyun gli sedette accanto appoggiando la schiene sulla spalliera e stringendo il bracciolo di legno.

“Ti ho visto al Family Mart questa mattina, a tre isolati di distanza,” disse Minseok colloquiale.

“Immagino di non essere così furbo come pensavo,” disse Baekhyun e Minseok sentì un sorriso nella sua voce.

“Non devi essere così duro con te stesso,” replicò Minseok. Tirò fuori dalla sua tasca un biscotto per cani e lo scartò. “E’ solo che non puoi ingannarmi. E’ sempre stato un dato di fatto.”

Daisy prese il biscotto e corse via di nuovo a rotolarsi sulla neve fredda.

“Allora, vuoi parlarmene ? o consideriamo già chiuso l’argomento ?


“Lo sai che abbiamo bisogno di te. Non può realizzarsi il piano senza di te.”

“Sono sicuro del contrario,” Minseok strofinò una mano sui pantaloni. “Voi siete giovani abbastanza capaci di pensare e fare un nuovo colpo ogni settimana,” continuò irritato, “ma io—"

“Andiamo, Hyung. Riesci a sembrare a malapena un venticinquenne nei giorni migliori—"

“Il punto non è la mia età.” Si appoggiò allo schienale. “Mi sto godendo a pieno lo stile di vita di tranquillo cittadino,” Ma questa vita suonava un po’ vuota anche per lui. “Sono cambiato.”

“Quelli come noi non cambiano, hyung. Restiamo in forma o perdiamo colpi. Noi non cambiamo. Questa roba è nel nostro sangue.”

Minseok si mise quasi a ridere. Era una cosa piuttosto singolare e idealista da dire, ma naturalmente Baekhyun la spacciava, come qualunque altra cosa diceva. “Hai intenzione di parlarmi dei tuoi prodigi, o devo giocare ad ‘Indovina la truffa?”

Baekhyun si appoggiò alla sua spalla e gliene parlò.
 

 
. . .
 


“Con Minseok-hyung siamo dieci,” disse Kris. Fece una smorfia quando mandò giù il suo gin tonic, lasciandone un goccio.

Baekhyun brontolò e si mise in bocca una manciata di noccioline.

“Dieci dovrebbero bastare, non credi ?”

Baekhyun mastico e non rispose.

“Pensi ne serva uno in più ?”

Baekhyun si lecco le dita sporche di sale, come se quella pila di tovaglioli di fianco a lui non esistesse. Non rispose di nuovo.

“C’è ne serve uno in più.”

Uscì l’ultimo dito dalla bocca facendo rumore. Kris sospirò.

“Bene. Ne prendiamo uno in più.”
 

 
. . .
 

La cosa bella dei trasporti pubblici di Pechino, era la folla che si creava negli orari di punta. A Zitao non dispiaceva insinuarsi fra il mucchio di gente, se ciò implicava che poteva far scivolare le dita sulle tasche della gente per sentire quale portafogli era più consistente. Era sempre stato bravo con i giochi di mano – forse, era una un dono che aveva fin dalla nascita.

Eppure, c’era una procedura per la sua balordaggine. Zitao aveva un codice: Non rubava agli oppressi, ai poveri o a tutte le persone della città che erano cresciute per la strada. Sapeva cosa significava. Perciò oggi, l’obbiettivo era il signore col bel vestito – il tipo di persona che doveva avere un’autista a sua completa disposizione, ma forse oggi la macchina era in negozio, oppure l’autista era malato. L’uomo si aggrappò sul braccio di metallo del mezzo e sembrò estremamente sconcertato mentre era premuto tra Zitao e una donna dietro di lui. Allungò la testa per guardare la sua fermata sulla cartina sopra le loro teste e Zitao colse l’occasione.

Sfilò il portafoglio dell’uomo che aveva dentro la tasca e lo infilò nella propria, sentendo il ronzio dell’adrenalina vibrare attraverso i suoi vasi sanguigni e il cuore battergli in gola. Zitao si fece strada fra la folla e uscì fuori dalle doppie porte del bus e quando fu in strada, respirò a pieni polmoni.

Quando infilò la mano all’interno della tasca della sua giacca per il portafogli, tutto quello che trovò fu un biglietto da visita. Ma che diavolo ? Per un momento nel suo petto esplose il panico, ma poi si ricordò di respirare di nuovo, i suoi occhi guizzarono intorno alla strada trafficata per un indizio, un segno, qualsiasi cosa. Si appoggiò su un muro di mattoni e lesse il nome del bigliettino: KRIS WU, diceva, in gradi lettere a stampatello. Zitao lo girò. Trovò scritto sul retro un indirizzo scarabocchiato e confuso che riuscì a malapena a leggere, insieme a ‘7 in punto, NON FARE TARDI.’

Zitao si sedette al tavolo alle sette e mezza. Il ritardo non era intenzionale – gli c’era soltanto voluto un po’ per decidere se adottare o meno l’esca. La curiosità uccise il gatto dopo tutto. Ma l’idea che qualcuno era riuscito a coglierlo alla sprovvista e battuto al suo stesso gioco lo tormentava così forte nella sua testa, che lo aveva portato ugualmente ad entrare in un ristorante con una scritta mostruosamente sgargiante. “Huang Zitao ?” chiese cortese il caposala e Zitao trasalì. “Da questa parte.”

Un’anatra alla pechinese era già posta sul tavolo quando entrò nella stanza privata. Un uomo che immaginò fosse Kris si alzò per salutarlo con un vago sorriso, tendendogli la mano.

Zitao non la strinse. “Accomodati pure,” disse Kris dopo una pausa imbarazzante. “Il tuo prelievo di oggi pomeriggio è stato davvero interessante,” prese il portafogli e glielo lanciò. “Chi sei ?” domandò Zitao.

“Un collega che la pensa come te.” Replicò equamente e Zitao deglutì. Kris prese quello che sembrava un biglietto aereo. “Ho un lavoro per te. O ci stai o sei fuori, deciditi.”

“Non mi conosci nemmeno,” sottolineo Zitao.

“Conosco la tua reputazione. Si vede chiaramente che il crimine ti fa un certo effetto e di certo sai benissimo che le voci corrono.”

“Io non sono la mia reputazione,” disse roteando gli occhi e ignorando il resto. “Come faccio a sapere che posso fidarmi di te ?”

Kris sollevò due dita in segno di promessa. “Sul mio onore di ladro,” e Zitao rise prima che potesse trattenersi.

“E se dicessi di no ?”

Gli occhi di Kris si strinsero e alzò le spalle aprendo le sue mani “Troveremo qualcun altro non altrettanto bravo e tu puoi tornartene a palpare i ricconi sul bus. Decidi tu.”

Un cameriere entrò con un piatto di ravioli e Zitao si sporse in avanti per prendere il biglietto aereo sul tavolo. “Macao, eh?”

Kris prese uno raviolo con le bacchette. “Il Monte Carlo d’Oriente.”
 

 
. . .
 

Joonmyun offrì di sua iniziativa la proprietà sulla spiaggia che aveva ad Hong Kong come luogo di incontro iniziale. Erano tutti sudati, ed era la terza settimana di Gennaio. Kris e Baekhyun arrivarono per primi con in mano, progetti, piantine e ogni altra cosa attinente al piano. Poi Chanyeol, seguiti da Jongin e Sehun. Trascorsero le ore nel garage di Joonmyun a parlare delle sue macchine d’epoca. Minseok arrivò con Jongdae, entrambi si raccontarono storielle sul tempo trascorso all’estero. Kyungsoo, lo stuntman, apparve una mattina nella sala da pranzo di Joonmyun e lo aiutò a prepararsi un gustosa omelet. Yixing arrivò solo. Joonmyun si sorprese che Kris non si era dovuto trascinare a Shanghai per portarlo qui.

Il ragazzo nuovo, fu l’ultimo ad arrivare; con mani affondate nelle tasche, il ritratto del disagio. Joonmyun aprì la porta quando il campanello suonò e lui lo fissò. “Tu devi essere Zitao,” disse in Mandarino e Zitano annuì.
Fissò con occhi spalancati la marmorea scala a chiocciola e il lampadario con pendenti di cristallo dietro alle spalle di Joonmyun.

“Sembra che tu voglia fuggire,” disse Joonmyun, provando a confortarlo.

Zitao non si rilassò – si irrigidì ulteriormente. Bagnò le labbra con la lingua. “Non sono molto abituato a –“ fece per indicare l’ambiente circostante. “Questo.”

“E’ soltanto una casa,” disse Joonmyun ridendo. “Sai, all’inizio anche noi eravamo dove sei tu adesso.”

Il suo sguardo si ammorbidì un po’. “Davvero ?”

“Si,” affermò, facendo un passo indietro. “Non avremmo chiesto di te se non ti avessimo voluto qui. Quindi – entra, su.”
 

 
. . .

 
Baekhyun portò un proiettore nel salone del secondo piano e poi lo montarono. “Questa è l’ultima occasione per tirarsi indietro, ragazzi,” disse guardando tutti nella stanza e ci fu una risata da parte di tutti, eccetto dall’agile ragazzino che stava dietro. Huang Zitao, si ricordò quando gliene parlò Kris. “Questo lavoro è altamente rischioso, ma anche altamente redditizio. Se volete cogliere quest’occasione, saremo felici di avervi. In caso contrario, nessun rancore. Joonmyun-hyung, forse vi permetterà di andare via con qualche piattino di stuzzichini.” Sehun rise.

Kris fece un passo avanti e iniziò a tradurre in Cinese e Baekhyun si senti un po’ un idiota. Si era dimenticato il problema della problema della lingua. Zitao si voltò quando Kris finì di parlare, la sua mascella si era serrata e i suoi occhi erano fiammanti.

Bene, pensò Baekhyun e si voltò verso il monitor.

Sullo schermo apparve un modello 3D del Canino Lisboa, prima dall’alto e poi dall’interno, piano per piano, fino ad arrivare alla teca del diamante. Dietro di lui, Chanyeol emise un fischiò. “O tutto o niente, huh ?”

“In un certo senso,” disse Bakhyun, in Cinese questa volta. Sorrise un po’ allo sguardo sorpreso sul volto di Zitao. “Questo è il Casinò Lisboa, gioiello della corona di Macao del settore del gioco. La stella del Casino Lisboa, un diamante da 218.08 carati, in permanente esposizione, insieme ad un’altra vasta collezione di diamanti.”

“Quindi è questo il bersaglio,” disse Jongin.

“Cosa dovremmo farcene di un diamante famoso?” Kyungsoo si lamentò. “Nessuno lo vorrà comprare. Il Barracuda è un uomo vizioso.”

Baekhyun si volto. “Noi non ruberemo il diamante,” disse Kris, incrociando le braccia. “A noi interessano il centinaio di milioni di dollari di quella giornata. Saranno un sacco di soldi e ci saranno sicuramente giocatori. Ma Kyungsoo ha ragione. Sarà un tantino difficile – ci sarà qualche problema nel deposito dove sta chiuso il vero premio.”

Baekhyun premette un pulsante sul telecomando e l’immagine scese fino al piano terrà del Casinò.

“Prima le brutte notizie,” Kris continuò. “Questo posto ha un sistema di sicurezza che può competere con molti bunker nucleari. Prima di tutto, dobbiamo introdurci nelle casse del Casinò–“

Baekhyun puntò con un laser lo schermo. “C’e solo un ingresso, proprio qui.”

“–e chiunque vi dirà che ci vorrà più di un’occhiataccia per riuscire a passare.”

“Si dice un sorriso, hyung.”

“Giusto,” disse Kris, passandosi una mano tra i capelli. “Andiamo avanti. Poi dobbiamo attraversare queste due porte per raggiungere l’ascensore, ognuna delle quali richiede un diverso codice a sei cifre che viene cambiato ogni 12 ore. L’ascensore è dove il gioco sia fa serio. Non si muove senza un identificazione autorizzata delle impronte digitali–


“Che non si può falsificare,” disse Baekhyun trillando.

“E di una conferma vocale che proviene sia dal sistema di sicurezza del Casinò–


“Che noi non avremmo.”

“Inoltre, il pozzo dell’ascensore è munito di rilevatori di movimento–


“Significa che,” Baekhyun continuò tranquillo, “se noi intervenissimo manualmente sull’ascensore, l’uscita dal pozzo si chiuderebbe automaticamente e noi diventeremo un toast.”

“Una volta scesi in fondo al pozzo, beh,” Concluse Kris, “a quel punto è una passeggiata; solo altre due guardie con mitra e con il desiderio di non essere derubati per non perdere il loro lavoro. E finalmente la porta di caveau più complicata che la mente umana abbia mai concepito.” Metà dei presenti stavano guardando Kris a bocca aperta e un tantino storditi. Chanyeol, ovviamente, aveva un espressione eccitata. Jongin sembrava assonnato – ma lui aveva sempre quell’espressione. Sehun sembrava annoiato – ma anche lui portava sempre quell’espressione.

“Qualche domanda ?” chiese Baekhyun e Zitao alzò la mano. “Non siamo al liceo, ragazzo,” disse. “Parla e basta.”

“Okay,” disse Zitao esitante. La sua voce è – carina, si ritrovò a pensare Baekhyun prima di scacciare questo pensiero dalla testa. “Perché non facciamo un tunnel da qualche parte ed entriamo dal caveau ?


“No, un tunnel è escluso,” disse Kris scuotendo la testa. “Hanno sensori che controllano il terreno per un raggio di 100 metri, se una talpa ci facesse la tana quelli lo saprebbero. Qualcun altro ?”

“Avevi parlato,” chiese Yixing, “di buone notizie.”

“Il grande bottino,” disse Baekhyun.

“Il Casinò Lisboa è il più grande Hotel Casinò del continente,” spiegò Kris. “Le persone dei paesi circostanti si affollano per venire a giocare qui, perché non c’è nessun’altro posto dove farlo legalmente. La commissione del gioco di Macao, stabilisce che un casino deve tenere in riserva abbastanza denaro per coprire il valore di ogni singola chip in gioco nelle sale. Questo significa che in un giorno feriale, per legge, deve tenere fra gli 80 e i 90 milioni di dollari in banconote e monete, nel weekend intorno ai 120. Quando ci sarà il Capodanno Cinese, cioè tra 3 settimane da oggi,” Fece una pausa per un effetto drammatico e Baekhyun nascose il suo sbuffò con un colpo di tosse. “200 milioni di dollari senza alzare un sopracciglio.”

“Noi siamo in 11,” disse Baekhyun. “Tutti con una fetta uguale, fate voi il conto.”

Per alcuni di loro ci volle un po’, ma poi arrivarono alla risposta. 18 milioni di dollari a testa e Baekhyun riusciva a vedere il segno del dollaro saltare fuori dai loro occhi.

“Esatto,” disse allegramente dondolando sui talloni.
 

 
. . .
 

“Aspetta, apetta,” Mormorò Minseok aggrottando le sopracciglia nel palmo della mano. “E’ tutto molto bello, ma fammi dire questo,” girò la testa verso di lui. “Diciamo che riusciamo a fare tutto questo. Entriamo nella cassa, passiamo attraverso le porte di sicurezza, scendiamo nell’ascensore che non possiamo muovere, superiamo le guardie con i mitra, entriamo nel caveau che non possiamo aprire —”

“Senza farci vedere dalle telecamere,” Mormorò Baekhyun.

“Ah già,” Disse Kris. “Ho dimenticato di dirvelo.”

“Si,” Disse Minseok, premendo la mano sulla fronte. “Mettiamo che riusciamo a fare tutto. Dopo dovremmo uscire con 200 milioni di dollari in contati, senza che nessuno ci fermi ?”

Kris e Baekhyun avevano entrambi un ghigno sul loro volto. “Si,” dissero all’unisono e Minseok si appoggio allo schienale della sedia, sconfitto.

“Sono troppo vecchio per questo,” Disse infine mormorando e ignorando la risata acuta di Baekhyun.
 


 
. . .
 


Il primo compito, annunciò Kris, era la ricognizione. Baekhyun aveva tenuto d’occhio la rotazione dei croupier e l’intero casinò per giorni, raccolto informazioni sulla sicurezza e sugli altri che potevano essere in borghese. Per Zitao ci volle un po’ ad abituarsi al clima caldo di Macao dopo la neve di Pechino.

Era un po’ strano non lavorare più solo. Camminò superando le sloth machine e Jongdae gli fece cenno con la testa minuziosamente e sorridendogli, mentre scrutava la scritta ‘SOLO PERSONALE AUTORIZZATO’ sulla porta di un’entrata - superando il Robuchon au Dôme, riconobbe Sehun e Jongin occupati ad apparecchiare un tavolo per dei ricchi clienti.

“Non sono ammessi furtarelli e distrazioni.” Baekhyun lo aveva messo in guardia mentre tornavano a casa di Joonmyun. “Non abbiamo per niente voglia che la polizia metta a soqquadro il posto per cercare un borseggiatore e mandi a puttane i nostri piani perché tu non sei riuscito a tenere a posto le mani.”

“Non sono stupido,” disse Zitao, meno offeso di quanto probabilmente pensasse.

E solo che tutti sembravano amare Baekhyun – anche se Kris era il Capo in realtà, era Baekhyun quello che appianava le cose da dietro le quinte mantenendo tutti felici. Parlava di esplosivi con Chanyeol e si scambiava insulti mansueti sull’altezza con Kyungsoo. Era dura non amarlo quando era così – affascinante era l’unica parola che gli si addiceva, eppure inadeguata e banale per lui. Baekhyun era più grande di qualsiasi altra parola.

Alcuni giorni dopo Zitao ritornò a Macao con delle buone informazioni, come i pettegolezzi indecenti che due tecnici di sicurezza si erano scambiati durante un aperitivo al bar, questo aveva portato un sorriso divertito a Baekhyun, facendogli chiedere gli occhi a mezzaluna. Zitao voleva continuare a renderlo così.

Era solo che – tutti sembravano conoscersi tra di loro ed essere degli esperti in questo gioco che appariva facile come respirare. Zitao voleva sentirsi parte del gruppo, come se fosse stato scelto per una ragione. Quando Baekhyun gli chiese di pedinare il Barracuda, non protesto.
 

 
. . .
 

Chanyeol era incaricato del secondo compito, cioè l’elettricità – o per meglio dire della mancanza di essa. La notte della rapina, Kris voleva un blackout totale del perimetro che durasse il più allungo possibile. Il che significava che per attuarlo, Chanyeol si sarebbe dovuto infiltrare nelle viscere della rete fognaria della città e giocherellare con la rete elettrica in modo da innescare un corto circuito abbastanza esteso da interrompere tutto.

Non era la cosa più complicata che avesse mai fatto – il premio per il lavoro più difficile andava a Shanghai e al World Expo del 2010, che fu un disastro – ma la lezione non gli era bastata. Adesso si stava occupando della creazione dei diamanti falsi esplosivi da mettere nella valigetta di Minseok-Hyung e la perpetua puzza di fogna che aveva addosso, non rendeva il suo lavoro facile.
 

 
. . .
 

Nel terzo compito, entrava in scena Yixing. Kris gli porse una stampa del sistema di sorveglianza e Yixing fece scorrere gli occhi sulla stampa un paio di volte prima di appoggiarsi sullo schienale della sedia e massaggiarsi il mento.

“Allora ?”

“Non è proprio il sistema meno accessibile che abbia mai visto,” disse Yixing, “ma c’è vicino. Non c’è un circuito chiuso dove posso infiltrarmi ?”

Kris fece una smorfia.

Yixing sospirò. “Credo di no. Allora, dovrò andare personalmente nel sistema centrale e hackerarlo.”

“Sei sicuro che te la caverai ?” chiese Baekhyun dall’altra parte della stanza. Stava giocherellando con l’attrezzatura che Yixing aveva messo sopra al grande tavolo: un monitor, dei portatili e una cuffia telefonica wirless.

“Hanno un loro tecnico interno ?”

“Due,” disse Baekhyun, “E uno si sente solo.”
 

 
. . .
 


“Sei ridicolo,” disse a bassa voce Jongdae quando Kyungsoo attraversò la porta del retro dello strip club. Era pieno di trucco e indossava una camicetta semi trasparente, con una minigonna che metteva in mostra le sue gambe, “ma stranamente, sexy.”

“Non ho accettato per fare questa roba,” si lamentò Kyungsoo, aggiustandosi la parrucca. La musica del club gli stava spaccando i timpani, ma si diresse lo stesso verso l’area fumatori. Il tecnico della sicurezza – un certo Zhou Chong Xin, così aveva letto Kyungsoo nella nota di Zitao – era già praticamente sbronzo e gli sembrò che il Natale fosse arrivato in anticipo quando Kyungsoo si mise a cavalcioni sopra di lui e gli passò le dita tra i capelli.

“Ciao, bellezza,” disse e dalla sua bocca uscì puzza di alcool e Kyungsoo ce la mise tutta per non lasciar trapelare il disgusto sul suo volto. Chong Xin avvolse un braccio intorno alla sua vita. Kyungsoo fece scorrere la mano destra giù per la camicia del ragazzo e sganciò il tesserino magnetico che schiaffò sulla mano di Jongdae mentre gli passò accanto.


 
. . .
 

Jongdae uscì fuori dalla porta sul retro dello Strip Club e vide Baekhyun aspettarlo accanto all’auto, con un fascio di palloncini messi sul posto del passeggero. Gli diede il tesserino magnetico.

“La riavrete tra un’ora,” disse Baekhyun, “Di a Kyungsoo di resistere.”

Jongdae sbuffò. “Oh, sono sicuro che lo farà.”

 
. . .


 
Yixing si accerto come prima cosa che i palloncini passassero fra le Slot Machine. Jongin li stava portando, indossando un ridicolo cappello di compleanno sulla testa, quando Sehun lo urtò di proposito sotto la telecamera di sorveglianza posta accanto alla porta “SOLO PERSONALE AUTORIZZATO”. Jongin lasciò la presa dei palloncini facendo oscurare la lente della telecamera. Un momento dopo, una sentinella di guardia alla porta lasciò la posizione, avvicinandosi a loro.
«Ehi, guarda dove vai!» Yixing sentì Jongin alzare la voce, che venne sentita anche dagli altri giocatori. «Impara a prendere un cazzo di senso dell’orientamento, imbecille.»

«A chi hai dato dell’imbecille !?» rispose Sehun oltraggiato, ma Yixing aveva già inserito la carta magneticata rubata per aprire la porta.

I passaggi del Casinò erano un labirinto, pieno di corridoi che sembravano tutti uguali. Yixing si era disegnato una mappa mentale per orientarsi, ma stava avendo qualche problemino a rintracciare la cabina di sicurezza. Aveva i nervi a fior di pelle quando trovò la porta giusta; fece scorrere il tesserino magnetico ed entrò dentro vedendo l’enorme quadro centrale e si sentì subito un po’ più sollevato. Fili, circuiti e spine erano cose che capiva, erano una lingua che parla. Si accovacciò e si mise al lavoro, si attaccò ai cavi audiovisivi e si insinuò tra cavi rintracciabili. Uscì fuori dalla tasca un ricevitore per assicurarsi che era tutto apposto. Ci fu un calmo click quando collegò l’alimentatore al piccolo ricevitore, e —

Dall’altra parte del Pearl River Delta, nel salone del secondo piano della casa di Joonmyu, Baekhyun e Kris videro i monitor spenti, accendersi. Erano entrati.

Quando Yixing uscì fuori dalla porta del personale autorizzato, con i palmi delle mani sudati, vide Jongin e Sehun ancora li, a sbraitare a voce alta. La sentinella cercò di calmarli e prese anche i palloncini, ma Jongin continuava ancora la sua recita, agitando le braccia con agitazione, schivandoli ad ogni tentativo. Yixing entrò in bagno e si levò gli abiti della divisa di sicurezza e quando uscì  di nuovo Sehun e Jongin se n’è erano già andati, facendo sparire anche i palloncini. La sentinella era tornata di nuovo a guardia dell’ingresso della porta.
Yixing si mise le mani in tasca e se n’è andò via, fischiettando.
 

 
. . .
 

«Quarto compito,» dichiarò Kris, sventolando i suoi progetti. «Dobbiamo costruire una copia identica funzionante del caveau,»

«Per esercitarci ?» chiese Zitao.

«Una cosa del genere.»

Joonmyun fece ripulire uno dei suoi magazzini e tutti si misero all’opera. Chanyeol andò ad ispezionare le fogne e la maggior parte della costruzione. Kyungsoo era più forte di quello che sembrasse, trasportò quasi tre volte la quantità delle cianfrusaglie e la vernice che Zitao riusciva a portare in metà del tempo.

Tutto sommato stava andando bene. Sehun e Jongin cercarono di approcciarlo nel bel mezzo di una saldatura, provando a parlargli in un Cinese davvero pessimo. Yixing di tanto in tanto se ne usciva con alcune delle sue domande a Zitao, fantasticando sulla vita di Pechino – perché Yixing veniva da Changsha ed essendo avesse sempre lavorato a Shangai, non aveva mai veramente esplorato pienamente la capitale. «Mi piacerebbe vivere li un giorno, anche,» disse. «solo per vedere com’è.»

«E’ piacevole, » disse Zitao, e Yixing sorrise. «D’inverno fa freddo , e in estate ci sono tempeste di sabbia –  ma è pur sempre casa. »
 

 
. . .
 

La replica prese vita lentamente uscendo dal progetto di carta, come se avessero tirato su un tendone del circo, invece di saldare insieme del metallo e aver miscelato cemento. Baekhyun che era appollaiato sopra una pila di legno, osservò tutto il lavoro finito e sentì un caldo senso di soddisfazione nel suo stomaco.

Zitao si mise dietro le calcagna del Barracuda un’ora dopo aver messo insieme agli altri i cardini del pavimento in cemento. «Mi sono esercitato con il mio Coreano,» disse con un accento marcato e Bakhyun pensò, Dio, dove ha trovato Kris questo ragazzino? Zitao era troppo – tutto: troppo onesto, troppo sincero, troppo desideroso di compiacere. Sinceramente, sarebbe stato un pessimo ladro.

«Che mi dici dell’Intelligence ?» disse Baekhyun alzando un sopracciglio.

Zitao sbuffo spostando la sua frangetta e aggrottando le sopracciglia. «Non potrei fare qualcos’altro invece di seguirlo dappertutto ? Mi sento inutile.»

«Non è inutile,» insistette Baekhyun. «Lo sai che ci servono quei codici. E’ parte integrante dell’operazione.»

«Si,» disse suonando non tanto convinto. «Lo so.»

 
. . .
 


Sesto compito, trasporti. Jongdae gironzolò in una concessionaria d’auto di Hong Kong e appostò immediatamente Sehun e Jongin davanti a un grande furgone bianco del parcheggio. Iniziarono a saltare su e giù sulla parte posteriore aperta, testando l’elasticità. Il venditore lì fissava attraverso la finestra inorridito.

«Non si preoccupi di loro,» disse Jongdae, con un’aria Inglese. «Quant’è disposto ad offrirmi se le dicessi che me ne servono cinque ?»

Spinse a fargliele avere a dodicimila dollari di Hong Kong a testa, prima di far smettere di giocare quei ragazzini. Affollarono i furgoni nella restante parte vuota del magazzino di Joonmyun.
 

 
. . .
 


Per Joonmyun, vedere impugnare in mano a Sehun una fiamma ossidrica e una pesante chiave inglese nell’altra, fu una delle cose più spaventose che avesse mai visto. Jongin entrò in magazzino, con le braccia occupate a tenere delle guarnizioni per i furgoni, molto familiari. Joonmyun incrociò le braccia al petto e lo fissò. «Da dove le hai prese?»

«Dalle tue vecchie Ferrari,» disse Jongin, sorridendo impertinentemente.

«Kris,» lo chiamò Joonmyun, «Digli di non toccare le mie auto !»
 

 
. . .
 


Kris fece una faccia di scuse dall’altra parte della stanza prima di ritornare al carrello di metallo accanto a lui. La parte superiore si spalancò con un colpo. Kris fece capolino. Kyungsoo tirò fuori il tubo dalla sua bocca e prese una profonda boccata d’aria fresca, mentre stava piegato dentro quello spesso carrello e accanto a una bombola d’ossigeno.

«Quanto dura ?»

«29:37. All’incirca. Come ti senti ?»

«Questo è di gran lunga meglio che fare acrobazie del cazzo per la scena di un film,» disse Kyungsoo, accorto di fiato e Kris rise. Cambiarono la bombola e ricominciarono.

 

 
. . .
 


L’ultima cosa da fare, era dare una sistemata a Minseok. Joonmyun chiamò i suoi sarti di fiducia che confezionarono a Minseok un abito con la miglior stoffa che avessero avuto a disposizione con i soldi di Joonmyun; Armani e scarpe Florsheim oxfords.

Kris lo scrutò attraverso il riflesso dello specchio. Miseok sembrava ancora un titubante, aveva un espressione corrucciata e qualcosa di insicuro nella sua postura – Kris non voleva dubitare di lui, ma forse era passato troppo tempo dall’ultima volta.

«Hyung, sei sicuro di essere pronto a farlo ?»

Minseok raddrizzò la postura di scatto e uno sguardo di pietra si posò sul suo volto. Si voltò verso Kris e per un istante, sembrò una persona completamente diversa. Bakehyun rimase letteralmente a bocca aperta. Kris sprofondò di nuovo sul divano per il suo cambiamento.

«Se solo ti azzardi a chiedermelo un’altra volta, Kris,» disse minaccioso Minseok, «Giuro che la mattina dopo non ti sveglierai più. »

Ci credeva profondamente. Un attimo dopo, il volto di Minseok tornò di nuovo dolce, curvando un sorriso. Kris guardò nella direzione di Bakehyun, che aveva la bocca ancora spalancata. «Si, è pronto.»

«Il mio nome,» disse Minseok allo specchio, in un impeccabile cinese, «è Jin Xiumin.»
 

 
. . .
 

Il mattino dopo Minseok mise piede all’interno dell’ingresso del Gand Lisboa con Jongin e Sehun, trasportando i suoi bagagli. Il receptionist vedendoli arrivare li accolse con un insipido sorriso. «Come posso aiutarla, Signore ?»

«Il mio nome è Jin Xiumin, è gradirei una suite.» disse, quasi senza dare peso alla stanza.

«Ha fatto una prenotazione al Hotel ?» chiese il receptionist.

Minseok gli lanciò uno sguardo minaccioso. «Io non credo alle prenotazioni.»

Jongin dietro di lui, scandì un colpo di tosse. Dovevano sembrare alquanto minacciosi, perché il receptionist ebbe un fremito di paura.
 

 
. . .
 
 
«Allora,» disse Baekhyun in un malinconico Mandarino. Erano entrambi alle Slot Machine. Zitao giocherellava con la propria collana intorno al collo e Baekhyun premeva lentamente i bottoni luminosi in una delle macchinette. «Chi è il nostro Barracuda ?»

«Il suo vero nome è Lee Jiaheng. Ha intorno ai quarant’anni ed è un fottuto carro armato, » disse Zitao. «Certo che gli scegliete proprio bene i bersagli.»

«Meno chiacchiere,» gli disse Baekhyun secco. «voglio più informazioni. Voglio i fatti.»

Attraversarono la strada. «Arriva ogni giorno al Casinò intorno alle due del pomeriggio. Stessa auto, stesso autista. Ricorda il nome di ogni valletto che lavora all’ingresso. Gli piace sapere sempre cosa succede nel suo Casinò.»

Videro il Barracuda scendere dalla macchina, entrare dentro al Casinò e salutare tutti gli impiegati che gli passavano accanto. Aveva una faccia seria, un perpetuo sguardo accigliato e un volto spigoloso marcato da rughe. Era più basso di quel che appariva nelle foto, come quella che appariva nel Macau Post Daily, ma si poneva in un modo che lo faceva apparire più alto di chiunque c’era nella stanza.

Lo guardarono entrare dentro l’ascensore trasparente. «Il suo ufficio è al piano di sopra,» disse Zitao, «lavora sodo e fa il suo dovere.»

«E adesso ?»

«Adesso aspettiamo. Non scenderà per almeno altre cinque ore.»

«Hmm,» disse Baekhyun, scuotendo il braccio per controllare l’orologio. Poi: «Hai avuto l’occasione di vedere il resto della città ?»

«Credevo non fossero ammesse distrazioni.»

«Lo sai che non era questo che intendevo.» Baekhyun sorrise, e facendogli segnale con il dito di seguirlo. «Andiamo. Ti mostro il posto. »  Il volto di Zitao si illuminò.

Macao era bellissima tutto l’anno, ma a Baekhyun gli era sempre piaciuta d’inverno. Il clima era mite e la luce del sole si rifletteva sugli edifici, intrecciandosi attraverso un fresco silenzio. La città non si svegliava se non era notte, perché era in quell’ora che i festaioli e i giocatori ucivano. Adesso che era pomeriggio, era piacevole passeggiare. Oltre il mare, riuscirono a vedere la skyline di Hong Kong.

«Io e Jongdae venivamo a giocare qui quando ci scocciava di correre rischi nello stesso posto.» Disse Baekhyun, mentre ritornavano al Casinò. Non era sicuro del perché gli stesse deliberatamente dando quelle informazioni. C’era qualcosa nel modo in cui Zitao ascoltava, come se avesse sempre da imparare e nulla che lo frenava. Tutti questi ragazzini nei loro vent’anni sembravano gravosamente giovani, anche se Baekhyun non era poi così tanto vecchio. Pensò che, quattro anni erano già un bel po’ anni per un uomo. «Cosa ti ha convinto ad accettare questo lavoro? »  

Zitao posò lo sguardo verso di lui, giocherellando con il piercing nel suo orecchio. «Ero annoiato, » disse e Baekhyun sentì un brivido di empatia.

«Conosco la sensazione. »  

«Non lo so.. » Si dondolò in avanti con i piedi, provando a far uscire le parole giuste dal suo cervello, anche se sia lui che il suo cervello erano Cinesi. «L’unica cosa che da piccolo riuscivo a fare bene in Città, era rubare. Visto che non ero bravo a far nulla, ho pensato che avrei potuto usare questo mio dono, per uno scopo più alto. » Si guardò le scarpe. «Sembra stupido. »

«No, » disse Baekhyun. «Idealista, forse, ma suppongo che ci abbiamo pensato tutti in un modo o nell’altro. » Li condusse in una panetteria e comprò due tartine all’uovo, passandone una a Zitao. «Cosa farai con la tua parte ? »
Zitao fece spallucce. «A dire il vero non ci ho ancora pensato. »

«No? »

«Te lo farò sapere quando l’avrò capito, » disse sorridendo. Dannatamente premuroso. Baekhyun prese un morso della sua tartina e gli ricambiò il sorriso.

 
. . .
 


«Quindi è un maniaco del controllo e non gli piace essere in ritardo, » disse Baekhyun più tardi, mentre finivano la loro cena al Don Alfonso. Se Zitao avesse chiuso gli occhi, avrebbe quasi potuto far finta che fosse un appuntamento. Ma subito cacciò via questo pensiero non appena gli venne in mente.

«Esattamente. Alle sette in punto, scende e va dritto nell’atrio.»

Spinsero le porte ornate del ristorante e camminarono per due lunghi corridoi, fino ai tavoli del Craps. Jongdae era al bordo di un tavolo che conduceva una chiassosa partita.

«Il Barracuda spende circa cinque minuti con il Direttore del Casinò – Parlano solo di affari. Gli piace gestire le cose personalmente.»

«Microgestione.»

«Si,» Seguirono Jiaheng fino al piano principale. «Trascorre il restante tempo, fino alle sette e mezzo, a salutare i giocatori più importanti dei tavoli VIP. Parla fluentemente molte lingue e lo rende noto alla maggior parte dei suoi illustri ospiti stranieri che vengono a giocare nel suo Casinò.»

«Passate le sette, cosa accade ?»

«Gli viene data una cartellina nera contenente tutti i codici di sicurezza. Due minuti dopo che la sicurezza li cambia, ha già in mano quelle nuove.»

Baekhyun annuì con le labbra increspate in stato riflessivo.

«In conclusione,» disse Zitao conciso, mentre guardavano Jiaheng passare l’ingresso del Lotus Lounge, «Quest’uomo è furbo almeno quanto è spietato. Non mi sorprende che lo chiamino Barracuda. L’ultimo che ha provato a contare le carte qui, non solo lo ha mandato dentro per 10 anni, ma gli ha fatto confiscare la casa dalla banca e ha mandato in bancarotta—»

«La catena dei negozi di moda della moglie. Lo so,» Baekhyun gli lanciò un’occhiata meditativa. «Hai paura?»

Zitao si mise sulla difensiva. «Hai istinti suicidi?»

Baekhyun rise portando indietro la testa, facendo così esporre la lunga linea del suo collo e facendo deglutire Zitao. «Solo di mattina.»

«Va bene, poi per finire,»

«Che bugiardo, pensavo avessi finito,» disse Baekhyun ironico.

Zitao allungò la testa per controllare il corridoio che conduceva verso la sala d’esposizione del diamante. «C’è una donna.»

Baekhyun aggrottò le sopracciglia quando Zitao si girò verso di lui. «Un’accompagnatrice?»

«No, nulla del genere.» Zitao si sistemò la catenina intorno al collo. «Ha un debole per la collezione dei gioielli, così ha assunto una Gemmologa che lavorava come consulente per la GIA. Dopo che riceve i codici di sicurezza, la incontra regolarmente per dei resoconti.»

Quando Baekhyun sentì uscire dalle labbra di Zitao la parola Gemmologa, il suo stomaco sprofondò fino ai suoi piedi.

«Eccola,» disse Zitao.

Baekhyun si aggrappò alle spalla di Zitao e si nascose dietro di lui quando la donna gli passò davanti seguendo la traiettoria di Jiaheng. Era alta e sinuosa, aveva capelli neri all’altezza delle spalle e delle ciocche di capelli si muovevano sfiorandole le labbra carnose, e – dannato Kris, ecco qual’era lo scopo di questo colpo. Baekhyun non aveva nemmeno pensato di chiederglielo; Perché era così entusiasta di tornare a pianificare una vera e propria rapina. Avrebbe dovuto chiederglielo.

«Non ho nemmeno capito come si chiama, » disse la voce fioca di Zitao coperta dall’afflusso di sangue nelle orecchie di baekhyun.

«Lu Han, » disse Baekhyun, facendo scivolare le dita sulla camicia di Zitao mentre lei girò l’angolo e scomparì.

«Cosa? »

«Il suo nome, » disse Baekhyun, leccandosi le labbra, «è Lu Han. »

 
. . .
 

Kris stava conducendo il carrello della cassa del denaro con Kyungsoo per la quinta volta di fila, quando Baekhyun lo chiamò e lo afferrò per un braccio, trascinandolo fuori dalla porta del deposito.

«Prima che tu dica qualcosa,» tentò di cominciare Kris, ma Baekhyun lo fermo prima di continuare.

«Dimmi che non si tratta di lei.»

«Lei chi ?» disse Kris fingendo di non sapere e Baekhyun sbuffò.

«Non provare a fare lo stupido con me, Kris. Lu Han! Era ovvio che tu sapessi che lei era qui, coinvolta negli affari del Barracuda. Dimmi che non lo stai facendo per riprenderti la donna che ti ha mollato—» Smise di agitarsi e lanciò uno sguardo furioso a Kris, quando realizzò una cosa. «Vuoi riprenderti tua moglie?» Non aspettò una risposta da Kris. «Lo sapevo, Cazzo! Quando mi hai detto che non volevi rubare il Diamante ho avuto un brutto presentimento, lo sapevo che c’era un’altra ragione—»

«Ex-Moglie,» lo corresse Kris, deglutendo. «E no, non è per questo.» Baekhyun lo fissò. «Non è esclusivamente, per questo,» Baekhyun emise un suono incredulo. Kris si passò una mano tra i capelli e li aggiustò, provando a capire come spiegare a Baekhyun come stavano le cose. «Ascolta, ti ricordi quando abbiamo cominciato? Avevamo tre regole. »

«Cosa c’entra adesso ?»

«Non avremmo fatto del male a nessuno,» disse Kris, contando con le dita. «Avremmo rubato solo a persone che se lo meritavano. Castigo divino, riservato da noi.»

«E avremmo giocato come se non avessimo nulla da perdere,» Concluse Baekhyun, rassegnato.

«Beh, io ho perso qualcuno.» disse Kris aprendo le mani. «Ecco perché adesso ho intenzione di riprendermela. »

Vide chiaramente Baekhyun iniziare a piegarsi sotto il peso di tutte queste nuove rivelazioni. «C’è solo un piccolo problema,» disse Baekhyun una battuta dopo. Si morse il labbro inferiore. «Il conflitto di interessi. Adesso, stai cercando di rubare due cose. E quando sarai con le spalle al muro e non potrai averle entrambi, quale sceglierai ?» Kris sorrise, ma non incrociò il suo sguardo. «Pensaci bene, Lu Han non puoi dividerla in undici parti.»

Kris prese un lungo respiro. «Se tutto va secondo i miei piani, non sarò io che dovrò fare questa scelta.» Fece una pausa. «Com’è ti è sembrata lei ?»

«Bellissima,» disse Baekhyun ironicamente. «Più di quando stava con te.»

Kris fece una smorfia. «Me lo meritavo, non è vero ?»

«Si, sei uno stronzo,» disse con sentimento. «Te lo sei meritato.»

«Si,» disse Kris sospirando. «Lo so.» Poi tornò dentro al deposito.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** PARTE II ***


Situational Crime (and the effects of)






 
Minseok si trovava nella sala VIP, scommettendo una grossa somma di denaro ai tavoli di Balckjack, quando il direttore del piano arrivò con il Barracuda. Parlarono a bassa voce e Minseok riuscì solo a leggere sulle loro labbra le parole “Jin Xiumin” e “Commerciante d’armi” e “Suite Marigold” prima che Jiaheng s’incamminò verso di lui a passi misurati e lenti. Attese all’entrata mentre Minseok vinceva l’ultima mano e poi entrò per accoglierlo.

«Signor, Jin,» disse, allungando la mano per una stretta.

Minseok si alzò dal tavolo e ricambiò la stretta. «Signor, Lee. L’ho riconosciuta dai giornali. Sa una cosa, nove volte su dieci, i proprietari vengono da me nel bel mezzo di una partita e m’interrompono parlandomi. Ma voi – avete atteso.»
«Siete nostro ospite,» disse il Barracuda. «Lavoriamo per il vostro tempo.» fece una pausa e poi: «Il direttore del piano mi ha parlato e ha detto che volevate parlarmi di una particolare richiesta.»

«Ah, sì,» Minseok lo trascinò via dal tavolo. Finirono a parlare nell’angolo più lontano della sala e delle telecamere. «Mancano due weekend al Capodanno Cinese,»

«Certo,» disse Jiaheng. «Vuole che le riserviamo una prenotazione a suo nome in uno dei nostri ristoranti?»

«No, non credo alle prenotazioni,» replicò Minseok, «e preferisco starmene per conto mio. Quella sera, dovrà arrivare qui un pacco per me. Nulla di stravagante – solo una valigetta nera, di dimensioni comuni. Il suo contenuto è molto prezioso per me.»

«Sarò felice di metterla nella nostra cassaforte– »

Minseok lo persuase con uno sguardo di disapprovazione e Jiaheng sì bloccò. «Sappiamo entrambi che la cassaforte è per il Brandy e le perle della nonna. Cosa può offrirmi di più sicuro?»


 
. . .
 

Quella sera, qualcuno al pianoforte del ristorante Robuchon au Dôme stava suonando Clair de Lune. L’aria soffiava morbida e fluida accompagnata ad arpeggi sgargianti e a un flusso costante di accordi. Lu Han guardò l’orologio – Jiaheng doveva già essere qui insieme al futuro venditore. Circa una settimana e mezzo fa, nel suo ufficio, Jiaheng le aveva spiegato che prima dell’inizio del Capodanno Cinese, un imprenditore di nome Kim Joonmyun era interessato a voler vendere i suoi gioielli perché aveva saputo della sua predilezione per le belle gemme.

Mentre la canzone finiva, una mano si posò pesante sulla sua spalla facendole venire un brivido lungo la schiena e fece per voltarsi. «Siete in ritardo, Signore. Mi stavo preoccupando.»

Tranne che non si sedette sulla sedia accanto a lei il suo Capo, ma–

«Kris,» disse, le sue mani avevano stretto il tovagliolo che aveva sulle gambe. Il suo petto cedette per un momento, come se tutto quello che aveva dentro alla sua gabbia toracica le era stato appena strappato via. Posò gli occhi su di lui, accorgendosi dello smoking stropicciato, della barbetta ricresciuta sul mento, del mondo in cui i suoi capelli cadevano sul suo viso, adesso castano scuro e non più biondo e sì sentì un tantino trionfante constatando che lei stava meglio di lui. «Cosa stramaledettissimo diavolo ci fai qui?»

«È bello vederti,» disse lui, mentre lei lo studiava attentamente. La sua voce era quella di sempre. Resistette alla tentazione di portarsi indietro i capelli o di gingillarsi con gli orecchini. Lui sorrise. «È anche bello sapere che il tuo variopinto linguaggio è lo stesso di sempre.»

«Rispondi alla mia domanda.» disse seria.

«Sono uscito.» disse, come se con due parole fossero abbastanza per capirlo.

«Sei uscito?»

«Di prigione,» disse, sporgendosi in avanti serio. «Ti ricordi di quando il giornale aveva riportato che una gioielleria di Montreal era quasi stata derubata di un paio di diamanti?»

«O di quella volta che mi dicesti che dovevi partire per un viaggio d’affari e poi non sei più tornato.» aggiunse Lu Han. «Fantastico. Credevo che gli ex-condannati non avessero il permesso di lasciare il paese.» Kris non disse nulla. Luhan guardò di nuovo l’ora sull’orologio. «Non puoi restare.»

Kris fece un cenno con la mano al cameriere e Lu Han gli afferrò il braccio per mettergli giù la mano, ma era troppo tardi. «Whisky liscio.» il cameriere si avviò. «Non indossi più la fede,» gli fece notare Kris.

«L’ho venduta,» mentì Lu Han, accigliato. «Non ho più un marito, non hai avuto i documenti?»

«Il mio ultimo giorno dentro,» disse Kris. «anch’io non vedevo l’ora di uscire.»

«Mi dispiace deluderti,» disse lei. Ci fu un lungo silenzio. Kris continuò a fissarla. Doveva metterla a disagio, ma non lo era. «Devi andartene.»

«Ho visto il tuo lavoro alla mostra,» tentò Kris. «È piuttosto bello e davvero ammirevole.»

Lu Han prese un respiro profondo. «Sei qui per un colpo, non è vero? Non hai imparato nulla negli ultimi cinque anni– »

«Lu Han– »

«Basta,» disse battendo la mano sul tavolo. Una coppia di Signore, sedute due tavoli più in là, li fisso per un breve momento prima di concentrarsi sul cibo. Prese altri respiri profondi. «Sei un ladro e un fottuto bugiardo.»

«Ho mentito solo quando ho detto di non essere un ladro, » Alzò le spalle. «ma adesso non lo faccio più.»

«Rubare?»

«Mentire.»

Lu Han rise e il suono uscì quasi isterico dalla sua bocca. «È tutto un gioco per te, non è vero?»

Kris le lanciò uno sguardo indecifrabile. «In questi ultimi due anni non immagini nemmeno quante volte ho immaginato questa conversazione.»

«Andava a finire sempre così?»

«Sì,» rispose Kris.

«Bene,» disse Lu Han.

«Nulla è mai stato facile con te,» disse Kris.

«Sono passati cinque anni,» disse Lu Han, «Non mi conosci più.»

«So delle cose,» disse facendo girare l’anello sul dito e Lu Han dovette distogliere lo sguardo. Il pianista adesso stava suonando un pezzo di Chopin, triste e lento. Le faceva venire voglia di prendere a calci qualcosa.

Kris era qui per un colpo. Stava rubando di nuovo qualcosa, come aveva sempre fatto. E il fatto che non fosse lei, la faceva arrabbiare e deludere. Non né aveva più diritto. «Le persone a cui tu rubi» disse all’improvviso e Kris la guardo curioso. «possono rifarsi con l’assicurazione, posso recuperare tutto; I soldi, i diamanti o qualunque altra cazzo di c–» Fece una pausa e prese un lungo respiro. «Vengono risarciti per i loro casini. Ma io non ho ricevuto mai nulla. Chi me li ridà quei cinque anni, Kris? Mi sono dovuta trasferita e spostare dall’altra parte del mondo per allontanarmi da quello che era successo. E ora sei di nuovo qui. »

«Ora sono di nuovo qui,» ripeté Kris.

Lu Han strinse più forte il tovagliolo.

«Dopo me, sei stata con qualcun altro?» chiese improvvisamente Kris e Lu Han si poggiò allo schienale della sedia.

«Questi non sono affari tuoi.»

«Io credo di sì.»

Lu Han rise di nuovo. Questa volta, il suono della sua risata sembrava stanco. «Ha parlato un vero ex marito.» Controllò di nuovo l’ora sull’orologio – si erano quasi fatte le otto meno un quarto e Jiaheng non era ancora arrivato. Non era da lui. La innervosiva. Giocherellò con il bottone della sua blusa e indirizzò i suoi occhi su Kris. «Ti ricordi cosa ti ho detto al primo appuntamento?»

«Che dovevo sapere cosa stavo facendo.»

«E lo sai, adesso? Perché altrimenti dovresti alzarti e andartene subito.»

Kris la contemplò per un lungo momento. La sua mano raggiunse la sua, ma lei la respinse un secondo dopo. Lui sospirò. «So quello che faccio.»

«E che cosa fa?» disse una voce che arrivava dalle loro spalle e Lu Han girò la testa per vedere che finalmente il suo capo era proprio lì, a braccia conserte. L’uomo d’affari dietro lui, osservava con occhi bene attenti.

«Una rimpatriata,» disse Kris senza perdere un battito e Lu Han lo guardò con un sguardo che suggeriva di chiudere il becco.

«Le presento il mio ex-marito–  »

Kris, dato che era un idiota, allungò la mano per presentarsi. «Wu Yifan. Può chiamarmi Kris. Piacere di conoscerla.»

Jiaheng ricambiò la stretta. «Mi scuso per il ritardo, Signorina Lu. Un ospite richiedeva la mia presenza.»

«Non fa nulla.» disse Lu Han, arrossendo leggermente.

Poi si voltò verso Kris, osservandolo con calma. «Lei è appena uscito da quella prigione Canadese, dico bene?»

«Esatto.»

«Che effetto fa essere fuori?»

Kris alzò le spalle con non curanza. «Più o meno lo stesso.» Lanciò un’occhiata a Lu Han. «Tutto quello che si desidera è ancora fuori portata.» disse e lo stomaco di Lu Han si strinse un po’.

«Kris se né stava andando.» disse ad alta voce per coprire i sentimenti.

«Rimanga per un drink.» si offrì Jiaheng.

«Non può,» disse Lu Han nell’esatto momento che Kris disse, «Non posso.»

«Sarei di troppo in questa riunione d’affari,» continuò Kris, guardando l’uomo d’affari. Sì alzo dalla sedia.

«Beh,» disse Jiaheng sedendosi sulla sedia liberata. «Immagino che non ci rivedremo più molto presto. »

Kris fece di nuovo spallucce, con una mano in tasca. «Non si può mai sapere.»

Jiaheng sorrise, tranquillo e pericoloso. «Io so tutto quello che succede nel mio Casinò.»

«Mi sembra giusto.» disse spensierato, ridendoci su. Annuì a Lu Han. «E’ stato un piacere, Lu Han. »

«Addio, Kris.» disse lei, guardandolo andare via. Alla sua sinistra, si presento Kim Joonmyun.
 

 
. . .


Zitao stava ancora pedinando il Barracuda quando vide Kris emergere dal ristorante. Si nascose e lo guardò scendere le scale, accigliato. Prese il suo telefono e mandò in un confuso linguaggio coreano un messaggio veloce a Baekhyun: Kris @ ristorante con il barracuda, parte del piano??? La risposta che ottenne un minuto dopo, in Cinese (dove invece, diceva di cominciare a pedinare Kris) lo lasciò con più domande che risposte.

La replica della caveau era pronta e splendente quando seguì Kris in casa di Joonmyun. Non c’era una chip, una telecamere o un dollaro falso fuori posto e persino l’intricato logo del casinò era rosso e luminoso sul pavimento di cemento proprio come l’originale.

«Ecco come si svolgerà la sera della rapina,» richiamò l’attenzione Baekhyun. « La valigetta di Minseok arriverà alle 07:15 e Zitao ruberà i codici al Barracuda. Alle 7:30, Jongin e Sehun porteranno Kyungsoo davanti alla porta della caveau e viene chiuso. Da quel momento, abbiamo trenta minuti per far saltare la corrente o Kyungsoo soffocherà.» Chanyeol gli fece un pigro saluto da dove stava in piedi. Baekhyun ruotò la replica della cassa del carrello al centro della stanza della caveau e poi andò via.

Quando Kyungsoo aprì il coperchio della cassa, prese di nuovo aria nei polmoni.

«Va bene, sei dentro,» disse Baekhyun, unendosi agli altri fuori dalla cassaforte. «Ti hanno piazzato al centro della stanza. Devi arrivare da lì alla porta senza toccare il pavimento, che cosa fai?»

Kyungsoo si mise in equilibrio sul bordo del carrello e si piego sulle gambe per prepararsi a saltare.

«Diecimila won che non ci riesce,» disse Jongdae in un drammatico sussurro.

«Facciamo venti,» disse Sehun, Jongin e Chanyeol.

Piegandosi, Kyungsoo arrivo dalla cassa al tetto di metallo dell’armadio pieno di chip, con una distanza di cinque metri, riuscendo ad arrivare fino alla porta con un salto pulito. Diede a tutti uno sguardo maligno dal suo appiglio, con la speciale presenza del suo dito medio rivolto a Jongdae, che sorrise con paura mentre pagava la sua scommessa persa.

«Bene,» disse Baekhyun con un sorriso smagliante. «Facciamolo di nuovo, questa volta con le luci. Prova generale.»

Lo fecero altre due volte e Kyungsoo arrivo sempre sullo stesso punto. La telecamera di sicurezza riprese tutto, dalle esplosioni controllate fino ai sacchi dei soldi portati fuori dalla porta del caveau . Finirono un’ ora prima della mezzanotte, mettendosi a scherzare e offrendosi di aiutare Joonmyun a prendere i suoi vini pregiati.

Quando Kris fu superato da Zitao alla porta d’ingresso, Baekhyun fece un cenno con la testa a Kris alle sue spalle.

Kris allora si voltò subito, guardando sospettoso. Non c’era nessuno da seguire. Zitao ritornò al magazzino da solo, dove trovò Sehun e Jongin chiacchierare ad alta voce mentre davano gli ultimi ritocchi al furgone. Sehun lo vide per primo e gli disse qualcosa troppo velocemente da comprendere mentre posava il secchio della vernice per terra.

«Cosa?» chiese Zitao.

Kyungsoo apparve all’improvviso saltando fuori dalla cassa del carrello dei soldi, facendo spaventare tutti e tre. «Drag racing,» tradusse per Zitao. «Ha detto se vuoi andare con loro a fare Drag racing.»

«Scusa,» disse Sehun in cinese. «L’avevo dimenticato.»

«Vieni con noi,» ripeté Jongin.

«Non lo so– » balbetto insicuro Zitao e subito Jongin sogghigno verso di lui, come se volesse dirgli: Hai paura? Poi Zitao ripensò a quando glielo disse Baekhyun il primo giorno che si erano messi a pedinare insieme il Barracuda. Strinse il pugno. «Facciamolo.»

«Vengo anch’io, non c’è dubbio che avete bisogno della supervisione di un adulto,» mormorò Kyungsoo facendo muovere i piedi. Zitao aveva i suoi dubbi. Era da giorni che Kyungsoo stava diventando pazzo dentro a quella cassa cercando di arrivare a 30 minuti di apnea. Dovevano fare tutti una pausa.

Sgattaiolarono dentro al garage di Joonmyun e Jongin intrecciò i fili di una Chevrolet Chevelles, con un lucido numero rosso e due grosse strisce bianche che scendevano lungo il cofano anteriore. Zitao percepì i suoi livelli di cazzutaggine salire alle stelle appena si sedette sul sedile posteriore con Kyungsoo quando si lanciarono sull’autostrada.

«Il problema di Joonmyun-hyung,» disse Jongin sul sedile del guidatore, «è che lui non guida mai queste auto. Che senso ha possedere cose come queste se poi non le porti fuori per un giretto?»

Premette il pedale del gas e il motore rombò mentre sfrecciavarono avanti. Zitao dovette reggersi saldo sul suo sedile e per poco con dette di stomaco quando Jongin sorpassò una macchina lenta in movimento. Sorpassarono altri guidatori lungo la strada – una coppia di ragazze con un lucido BMW nero e un altro ragazzo con un Nissan. Le mani di Jongin volavano dallo sterzo al cambio e la testa di Zitao sfondò quasi il finestrino se non fosse stato per la mano che attutiva i colpi.

«Cazzo,» urlò Zitao e Sehun rise ad alta voce dal posto del passeggero.

Scesero dall’auto poggiando i piedi sopra l’erba. Kyungsoo barcollò. «Sento che potrei vomitare.» disse con voce tremante.

«Pensavo fossi uno Stuntman,» fece notare Jongin, sorridendo e Kyungsoo mormorò qualcosa tipo “al diavolo voi ragazzi fuori di testa e le vostre corse folli”. Zitao si sedette sull’erba, fissando il cielo notturno. Fecero la stessa cosa Sehun e Jongin stendendosi accanto a lui e mormorando tra di loro in coreano. Zitao si sentiva ancora con il cuore in gola e con la mano ancora pulsante per la presa stretta su cui si era tenuto saldo in auto.

Era come se si sentisse vivo e si sentiva bene. Era un po’ drammatico pensarlo e lo sapeva. Quanto tempo era passato da quando era partito? Undici, dodici giorni? Neanche due settimane, ma Zitao si sentiva diverso, come se il mondo si fosse aperto improvvisamente a lui con tutte le sue possibilità. Sehun mise un braccio intorno alle sue spalle. Kyungsoo fece una sorta di elaborato salto dal tetto dell’auto. Quando furono di nuovo al magazzino, i furgoni erano quasi pronti, il che significava che presto, potevano iniziare a spostare l’intera operazione a Macao: mancava l’ultimo sforzo.

Era una cosa che non faceva di solito. Questa volta stava rubando ai ricchi per dare ai poveri, come una sorta di Robin Hood e Catwoman dei giorni nostri – e gli piaceva molto.
 
 
. . .

 
Kyungsoo è quello che sentì le sirene della polizia per primo. Saltò giù da tetto dell’auto e pungolò Jongin, che lo guardò assonnato e confuso. «Stanno arrivando gli sbirri,» disse veloce e Jongin si guardò intorno. Sehun si alzò, trascinandolo in auto con lui Zitao. Jongin saltò sul posto di guida proprio quando Kyungsoo individuò le luci delle pattuglie arrivare in lontananza.

Nel tentativo di allungarsi per chiudere la portiera dell’auto, Kyungsoo cadde. Jongin mise subito il motore in moto e partì prima che Kyungsoo avesse chiuso lo sportello. Merda, pensò, un secondo prima che la portiera si chiudesse sulle nocche della sua mano destra.


 
. . .

 
«Siete dei fottuti idioti, » sbraitò Baekhyun quando tornarono. La mano di Kyungsoo era avvolta nella t-shirt di Zitao. Sanguinava così tanto che la maglia era tutta sporca. «Cosa ho detto a proposito delle distrazioni?»

Kyungsoo continuava a imprecare sottovoce, sopratutto quando Joonmyun tentò di rimettergli le ossa a posto e gli pulì la ferita. Talmente era forte il senso di colpa che i ragazzi non riuscivano ad alzare lo sguardo – e Baekhyun non capiva davvero com’era possibile che erano stati così colossalmente stupidi.

«Vi risparmio la predica. Visto che, per quanto mi faccia male ammetterlo, siete degli adulti grandi e vaccinati.» Baekhyun si grattò il naso. «Andate a dormire. Via. Ci inventeremo qualcosa domani mattina per risolvere questo casino.»


 
. . .

 
La mattina seguente, era anche peggio. Kyungsoo passo quasi l’intera giornata strafatto di anti dolorifici. Sehun e Jongin sembravano abbastanza mortificati mentre erano nei pressi del magazzino. Zitao si sentiva orribile per aver fatto alterare Baekhyun, facendolo preoccupare e deludere. Era come se qualcuno stesse stritolando le interiora di Zitao. Quando Kris uscì di casa, Zitao lo seguì come un cagnolino. La sentiva come una punizione.

Principalmente, Kris si appostò nei pressi della mostra della collezione delle gemme. (Anche se appostarsi non è proprio il verbo adatto. Kris era troppo ovvio per farlo.) Dopo che Lu Han passò – era così che Baekhyun l’aveva chiamata, Kris la seguì e Zitao lo guardò osservarla. Era ovvio che loro due avevano una storia. Solo un cieco non l’avrebbe notato. C’era qualcosa di profondamente unico nel modo in cui Kris la guardava – tanto che Zitao dovette guardare da un’altra parte, era come se si stesse intromettendo in qualcosa di molto doloroso e privato. Baekhyun continuava a scrivergli per essere aggiornato, eppure Zitao si sentiva in colpa a fare la spia.

Quella notte, tutti quelli che si trovavano ad Hong Kong presero il traghetto per Macao e si trasferirono silenziosamente nella lussuosa suite di Minseok. Zitao arrivò mezz’ora dopo che Kris salì e per lui fu un sollievo vedere che Kyungsoo stava abbastanza bene per mandare occhiatacce a tutti. Chanyeol arrivò per ultimo, sporco da far paura e Baekhyun lo spinse in bagno. «C’è una vasca idromassaggio, approfittane.» disse e Chanyeol si abbassò i pantaloni prima che chiudesse la porta.

Yixing adesso era quello che sembrava più preoccupato. Aveva passato tutto il giorno nella suite con Jongin a collegare l’apparecchiatura di monitoraggio lungo tutto il muro della parete del soggiorno e sembrava più stanco del solito. «Abbiamo un problema,» annunciò ad alta voce in tutta la stanza quando ci furono tutti e si rivolse a Kris «Hai una bandierina rossa.»

«Che significa?» chiese Kris e lo stomaco di Zitao si scombussolò un tantino.

«Significa,» si offrì di spiegare Jongin, «che appena metterai piede al Casinò Lisboa, loro ti terranno d’occhio. Persino la più insignificante sorveglianza verrà avvertita della tua presenza. »

«Questo,» disse Kris, leccandosi le labbra. «non va bene.»

«Non necessariamente,» disse Yixing scuotendo la testa.

Baekhyun alzò un sopracciglio. «Hai idea di com’è successo?»

Zitao inghiotti quel groppo che aveva in gola e si fece avanti prima che Kris potesse dire qualcosa. «Io lo so.» Kris gli lanciò uno sguardo inquisitorio. «Andava dietro alla donna che si occupa della collezione di Diamanti. Lavora a stretto contatto con il Barracuda e ha saputo che lui era un ladro di gioielli– » Si allontanò dalla profonda occhiataccia di Kris, scusandosi. «Ti stavo pedinando.»

«E chi te l'ha chiesto?» chiese duro Kris e Zitao avrebbe tanto voluto che in quel momento il pavimento si fosse aperto facendolo sprofondare.

«Glielo detto io.» rispose Baekhyun altrettanto duro. Girò la testa verso di lui. «Sapevo che non avresti lasciato in pace, Lu Han.»
Minseok stordito, si raddrizzò sul divano. «Lu Han? Lu Han è qui

«Chi è Lu Han?» chiese Sehun.

«Mia – moglie» si sforzo di dire Kris.

«Ex-moglie,» lo corresse volutamente Baekhyun. «Stammi a sentire, Kris – Mi dispiace. L’ho fatto per precauzione e ci avevo visto giusto.» Esalò lentamente. «Sei fuori.»

Joonmyun si agitò sul divano, battendo il piede sul tappeto. «Che diavolo significa che lui è fuori ? Non puoi buttare fuori Kris.»
«O facciamo così o non se ne fa più niente del colpo,» disse Baekhyun e poteva sentire persino gli ingranaggi nella testa di Joonmyun girare, calcolando quanto avesse già investito in questa cosa. Si era spinto troppo oltre per tornare indietro. «Era rischioso fin dall’inizio e il suo coinvolgimento emotivo ci ha messo ancora più a rischio.»

Nessuno tradusse per Zitao, ma Baekhyun si assicurò che potesse intuire il suo stato d’animo. «Andiamo, ragazzi,» disse in un enfatico coreano, tentando di riparare al danno. «possiamo farcela. Da chi sei andato quando avevi bisogno d’aiuto?»

Tutti dissero in coro: «Baekhyun,» Zitao sprofondò in uno sconfortevole silenzio. 

Kris si passò una mano sul viso. «Questo è il mio colpo,» disse.

Baekhyun scosse la testa. «Non più.»

Kris mise le mani in tasca e si affacciò sul balcone, da solo. Era bravo a giocare la carta del cucciolo ferito, pensò Baekhyun. Ma – c’erano cose più importati da discutere. Tipo:

«Non possiamo buttarlo fuori,» continuò a ripetere Joonmyun. «Chi prenderà il suo posto?»

Baekhyun si voltò verso Zitao, che stava fissando il tappeto. «Come te la cavi con il Cantonese?» gli chiese.


 
. . .

 
La settimana successiva passò in un battito di ciglia. Kyungsoo affermava che il suo Cantonese era buono – mentre Zitao diceva che da bambino aveva degli amici di strada che glielo avevano insegnato, in modo da usarlo per estorcere denaro dai passanti – ma era impersonare la parte, il problema. Per giorni Baekhyun provò a dargli qualche dritta di recitazione. «La tua faccia comunica troppo,» disse, «devi trattenerti,» e Zitao ci provò, ma non era abituato a nascondere le sue emozioni. I piccoli furti erano un lavoro arraffa e scappa. Non erano necessarie grandi doti di recitazione.

Kyungsoo di tanto in tanto sbucava dalla cassa del carrello dandogli qualche suggerimento inutile, perché il lavoro degli stunt non aveva nulla a che fare con questo. Kyungsoo aveva ancora le dita fasciate da strati di bende e ogni volta che Zitao lo vedeva, si sentiva salire un senso di colpa lungo la spina dorsale.

«Non ci pensare,» disse Baekhyun, per la terza volta. Si sporse in avanti e bussò con le nocche contro la mano di Zitao. «Guardati, ti si legge in faccia. Rilassati. Sei di pietra.»

Era talmente vicino che Zitao riusciva a sentire sui capelli di Baekhyun il costoso shampoo alla menta del Lisboa, così provò a dare un espressione di vuoto alla sua faccia.

«Così va meglio,» disse Baekhyun sorridendo e – oh, ecco che il suo battito ricominciava a battere nella sua gola. Era solo un sorriso, santo cielo. Che imbarazzo.


 
. . .

 
Due giorni prima del colpo, Yixing chiese a Sehun e Jongin di aiutarlo a collegare i loro interfoni wireless. Jongin accettò subito mentre Sehun invece oziò sul divano della suite, giocando con dei giochi sul telefono e discutendo di cose vaghe a Jongin.

Fuori, la torre dell’orologio suonò il rintocco delle sette di sera. «Dove pensate che sia adesso Kris-hyung?» chiese Jongin durante la pausa del test del raggio sonoro delle cimici.

«A casa di Joonmyun-hyung,» pensò Sehun dal divano. «a rimuginare.»

«Probabilmente a cercare di riprendersi la sua ragazza.» disse da dentro la cassa del carrello Kyungsoo.

Yixing sbuffò. «Ma figurati. Lu Han non è così facile.»

Sehun si era seduto, attirato dall’affermazione di Yixing. «Tu la conosci?»

«Diciamo di sì,» disse Yixing enigmatico, girando la cimice tra le mani. «Eravamo tutti amici.»

Jongin scatto di colpo. «Amico, non puoi lanciare una bomba del genere e non dirci i particolari

«Non immaginavo che foste dei tali ficcanaso,» disse Yixing imperturbato.

«Andavano d’accordo?» domandò Sehun. «Lei è carina?»

«Erano innamorati. Kris odiava mentirle ma l’ha fatto per proteggerla. Credo che lei sia rimasta più arrabbiata dall’idea che lui l’abbia dovuta proteggere che dalla rapina. Il pensiero che forse lui l’abbia usata – la faceva arrabbiare ancora di più. Lui rubava gioielli, ricordate? » Yixing fece spallucce. «Questo è tutto quello che so.»

Jongin strinse gli occhi. «Lei ha saputo anche di te?»

«Naturalmente,» disse Yixing.

«L’ha fatto?» disse di nuovo all’improvviso la voce di Kyungsoo. «Voglio dire, l’ha usata davvero per rubare i gioielli?»

«Ti sembra davvero il tipo di persona che fa una cosa del genere?» disse serio e non ci fu nessuna replica.

«Aspetta, ma è carina almeno?» ripeté di nuovo Sehun dopo una lunga pausa.

Jongin sbuffò forte. «Sai pensare solo a questo?»

«E se anche fosse, huh?» E naturalmente la conversazione venne deragliata – cominciando a parlare delle Porno Star o cose simili, e allora Yixing ritornò alle sue cimici.

Stavano bene insieme, pensò Yixing focalizzandosi sulla cimice successiva. In maniera disinvolta – la posizionò sul polso e testò il volume. Kris aveva smesso di giocare dopo che si erano sposati, la felicità coniugale gli aveva offuscato i sensi, ma alla fine era tornato, non poteva farci nulla. E Lu Han, più di ogni altra cosa, odiava che le si mentiva. Era la ricetta per un disastro perfetto. Yixing non aveva idea di come Kris aveva intenzione di riprendersela, ma sarà meglio per lui che non fallisca.

Yixing fece attenzione al più piccolo feedback dello schermo del suo computer. Era meglio per tutti che Kris non interferisse con il colpo, ma Yixing era più legato all’idea del lieto fine che alla riuscita del piano.


 
. . .

 
La vigilia di Capodanno Lu Han la trascorse in casa. Fuori si sentivano i suoni dei fuochi d’artificio. La musica che proveniva da fuori si sentiva perfino al decimo piano del suo appartamento. Guardò verso l’ingresso e vide i suoi tacchi a spillo e un vestito nel suo armadio che non indossava da anni che la chiamavano. Anche se voleva – non poteva uscire, doveva lavorare. Jiaheng aveva aumentato la sicurezza alla mostra dei diamanti, adesso dei muscolosi imbecilli senza nessun rispetto per la gemmologia si aggiravano nel suo territorio. E come se non bastasse il venditore di diamanti voleva completare l’affare domani sera.

Lu Han aveva visto la merce qualche giorno prima. Erano degli esemplari bellissimi: molto brillanti, senza macchie, colore di grado C, con una leggera fluorescenza sotto la luce UV. Voleva due milioni per pezzo ma Jiaheng lo convinse a far scendere la sua offerta per mezzo milione. Si legò i capelli in uno chinion lento e cominciò a preparare i contratti.


 
. . .

 
Mancava un ora al colpo e Zitao si sentiva teso come una corda di violino. Baekhyun gli ronzava attorno mentre lui stava di fronte allo specchio della camera da letto di Minseok. Gli sistemò il vestito e il nodo alla cravatta per fallo apparire impeccabile. «Proviamo di nuovo,» gli disse Baekhyun da dietro le sue spalle. «Dove metterai le mani?»

Zitao le portò avanti stringendole.

«No, sembri troppo nervoso.»

Le infilò dentro le tasche.

«No, troppo disinvolto.»

Zitao sentiva il colletto opprimerlo troppo, così provò ad allentare il nodo della cravatta, ma subito Baekhyun gli schiaffeggiò la mano in segno di disapprovazione.

«Non farlo. Si accorgeranno che sei nervoso.» Baekhyun gli girò intorno, fermandosi davanti allo specchio. «Guarda me.»

Zitao alzò la testa.

«Hai intenzione di presentarti così?»

Zitao cambiò postura. Baekhyun scosse la testa.

«Se ti faccio una domanda e pensi alla risposta, dove guardi?» Zitao abbassò di nuovo la testa. Baekhyun schioccò le dita. «Se guardi giù capiranno che stai mentendo.» Zitao allora guardò dritto negli occhi di Baekhyun. «Meglio.» disse a Malincuore. «Non usare sette parole quando ne bastano solo quattro. Non sposare il peso. Guarda sempre il bersaglio, ma non fissarlo. Sii credibile ma anonimo. Sii spiritoso ma non farlo ridere. Deve trovarti simpatico e poi dimenticarti non appena non ti ha più davanti.»

Senza accorgersene l’aveva detto in Coreano e allora, ci volle un minuto a Zitao per capire che Baekhyun era nervoso quanto lui. La sua eccessiva iperattività rischiava di farlo tremare e stravolgere il suo solito portamento equilibrato. Zitao provò a posate una mano sulla spalla di Baekhyun, e si leccò le labbra.

«Non fare neanche questo,» disse Baekhyun, sospirando lentamente. Un attimo dopo alzò un sopracciglio. «Stai di nuovo facendo quella cosa.»

«Quale cosa?» disse Zitao. Baekhyun riusciva a sentire il calore delle dita di Zitao attraverso la sua sottile camicia.

I bordi della sua bocca si curvarono all’insù. «Quella cosa che fai con la faccia,» disse, inclinando la testa di lato, improvvisamente rilassato. «Sembra che tu voglia baciarmi.»

Zitao avvertì il suo sangue gelarsi, poi diventare bollente e poi di nuovo gelarsi. Baekhyun continuava a fissarlo, con sguardo fermo e deciso.

«Vuoi farlo tu, o lo faccio?» chiese, allora Zitao si sporse in avanti e premette le sue labbra goffe contro quelle di Baekhyun, poi la sua mano scorse lungo la base del suo collo. Baekhyun sospirò su di lui, le sue mani erano piantate contro le clavicole sporgenti di lui mentre intrecciava con attenzione la lingua con quella dia Zitao nella sua bocca. Sorrise quando si staccò da lui. «Va meglio adesso?»

«Un po’,» disse Zitao schiarendosi la voce.

Yixing ne’ approfitto per apparire davanti alla porta. Baekhyun si allontanò, sorridendo. «Deve darmi gli orecchini, Signore. È quasi l’ora.»


 
. . .

 
Minseok si trovava all’entrata del Casinò, vestito di tutto punto. Attraverso il riflesso delle vetrate, vide il Barracuda andargli in contro e si calò nella parte.

«Signor Lee.»

«Signor Jin.» s’inchinò. «Sono molto impegnato questa sera. Siamo in orario?»

«I miei valletti dovrebbero arrivare da un momento all’altro.» Si spostarono sotto la tettoia.

La cimice dentro l’orecchio di Minseok scricchiolò. «Minseok e il Barracuda sono in posizione,» disse Jongin statico dalla cimice.

«Le sette in punto,» disse la voce di Yixing. «Ci siamo.»

Un furgone bianco si fermò sotto la tettoia. Jongin e Sehun sgusciarono via, con una valigetta ammanettata al polso di Jongin. «Un omaggio dal giudice, Signore,» disse a Minseok, porgendogliela. Minseok prese la valigetta. Sehun uscì una chiave dal taschino del blazer della sua uniforme e aprì la manetta di Jongin per poi richiuderla in quella di Minseok e affidandogli la chiave.

«Grazie, Shixun, Zhongren.»

Il Casinò scoppiava di vita in torno a loro, persone provenienti da tutto il mondo erano qui per procurarsi un po’ di fortuna per il nuovo anno. Furono a metà strada dalla porta del gabbiotto quando una voce acuta chiamò ad alta voce il nome di Minseok.

Nemmeno Xiumin, ma: «Kim Minseok!» gridò qualcuno e Minseok si voltò, con il dubbio stampato sulla faccia. Era una donna in un abito lungo e un boa piumato calante intorno alle sue spalle, con tanto di bracciali tintinnanti. «Lo sapevo che eri proprio tu,» disse avvicinandosi. Il suo alito puzzava di alcool. «Sono io, Liu Meichen. Eravamo a Qingdao!»

«Shixun, Zhongren,» disse secco. La presero dai gomiti e la trascinarono via.  L’ultima cosa che udì Minseok fu un lagnoso, «Ero certa che fosse lui!»

Jiaheng lo osservò con uno sguardo indecifrabile quando Minseok si voltò verso di lui. Minseok si stirò il davanti del suo vestito e sollevò la sua valigetta.

«La prego, Signor Lee,» disse riguardoso, «Non ho mai gradito la sensazione dell’acciaio sulla mia pelle.»

Jiaheng sembrava ancora sospettoso, ma proseguì lo stesso. Arrivati alla porta della cabina, Minseok si accorse di Kris seduto in una della slot machine.

Il Barracuda lo condusse in una delle stanze di conteggio del gabbiotto. Minseok inserì la combinazione sul lucchetto della valigetta e quando l’apri trovo i diamanti esplosivi che aveva fabbricato Chanyeol che li salutavano.

«Li sollevi, per favore.»

Minseok sollevò l’imbottitura di velluto e Jiaheng tastò l’interno della valigetta per accettarsi che non fosse una trappola, o ci fosse qualche scompartimento segreto. Soddisfatto di non sentire nulla, Jiaheng risistemò di nuovo l’imbottitura dentro la valigetta prima di richiuderla.

«La ringrazio, Signor Jin. » Disse guardando di nuovo l’orologio «Posso dichiarare che questa valigetta non contiene materiali pericolosi o illegali. Pertanto accetto di prendere in consegna la sua valigetta e di custodirla nel caveau di sicurezza per un periodo di 24h. Ora non posso farle posare personalmente la valigetta– »

Minseok rimase sorpreso. «Perché no? »

«Perché non mi fido di lei, » disse Barracuda senza giri di parole.

Si sentì bussare alla porta e il direttore del Casinò entrò. «Abbiamo messo due in Borghese dietro a Wu. È al Lotus Louge adesso.»

«Perché no?»

«Se si avvicina alla mostra dei diamanti, digli di portarlo da me.»

«Sì, signore. »

Jiaheng fece un gesto della mano per presentare il direttore. «Signor Jin, questo è il manager del mio Casinò, il Signor Dong. Se lei è d’accordo, si occuperà personalmente di far depositare la sua valigetta nel nostro caveau mentre lei potrà seguire l’operazione da un nostro monitor di sorveglianza, Sono le mie condizioni, accetta?»

Minseok lasciò sfuggire un sospiro pesante. «Beh, Signor Lee. Lei non mi lascia altra scelta. » Si levò la manetta dal polso e la collegò a quella del Direttore del Casinò. Jiaheng lo accompagnò fuori dalla porta, percorrendo il corridoio grigio verso la sala di sorveglianza.

«Questo è il nostro centro di sicurezza,»  spiegò il Signor Dong. «Qui controlliamo tutto quello che succede nel Casinò e nel Caveau 24 su 24 attraverso i nostri monitor di sorveglianza. Potrà seguire il percorso della sua valigetta da qui.»

«La ringrazio,» rispose Minseok. La sua mano raggiunse la tasca della sua giacca, uscendo una mentina e mettendola in bocca.

Jiaheng guardò di nuovo l’orologio.

«La prego, non voglio trattenerla qui se ha altri impegni,» disse Minseok. Jiaheng gli annuì e lasciò la stanza.

La cimice scricchiolò di nuovo. Yixing disse, «Zitao, preparati. »


 
. . .


 
Qualcuno bussò alla porta della suite di Minseok. Baekhyun aprì facendo entrare Jongin e Sehun, vestiti con un uniforme dei camerieri del ristorante Robuchon au Dôme. «Servizio in camera,» disse Jongin conciso, spingendo dentro un carrello col cibo. «Per chi è la bistecca?» Baekhyun alzò la mano e prese il piatto. Jongin tolse la tovaglia dal carrello e la fece volare in aria.

Kyungsoo finì di bendarsi la mano e poi entrò dentro la cassa del carrello.

Baekhyun gli sorrise. «Hai bisogno di niente? Vuoi una rivista? Qualche caramella?»

«Va a farti fottere,» disse senza scomporsi Kyungsoo e Baekhyun rise.


 
. . .

 
«Buona fortuna,» disse Yixing attraverso il microfono.

«Grazie,» mormorò Zitao. Qui non funziona nulla. Il Barracuda emerse dalla gabbiotto del caveau e un assistente gli porse una cartellina nera con i codici. Un minuto dopo, Zitao gli andò in contro, parlando in Cantonese. «Signor Lee?»

Jiaheng gli lanciò un’occhiata. «Sì?»

Zitao tirò fuori il suo cartellino identificati e glielo lampeggiò. «Mi chiamo Wang Bin. Sono l’ispettore della commissione gioco. Potrei avere un attimo della sua attenzione?»

Gli occhi di Jiaheng guizzarono. «Come posso aiutarla?»

Zitao emise un profondo respiro – un po’ per se stesso e un po’ per la recita. «Se vuole seguirmi ai tavoli di Craps– »


 
. . .

 
Kris guardò Zitao e Jiaheng avanzare al piano principale verso il tavolo di Jongdae. Dietro lui, Kris riusciva a vedere una coppia in borghese pedinare la sua ombra. Un minuto dopo, Lu Han apparve da un angolo, dirigendosi verso la sala della mostra e Kris si alzò per seguirla.
 
. . .

 
Cinque minuti prima delle 7:30 e dello scambio dei codici, Baekhyun ricaricò una bomboletta d’ossigeno e la consegno a Kyungsoo che la infilò tra le sue gambe. Poi si rivolse a Sehun e Jongin. «Quando fate il deposito?»

«Non prima del segnale,» disse Sehun, indossando l’uniforme. «Ci hai preso per due stupidi?»

Baekhyun gli lanciò un’occhiata piena di significato. Kyungsoo agitò la mano fasciata. «Giusto,» disse Jongin lamentandosi.

Baekhyun controllò di nuovo l’orologio. «Yixing, Zitao ha incontrato il Barracuda?»

Dovette ripeterlo due volte prima che Yixing si muovesse. «Si sono avvicinati adesso a Jongdae,» rispose, non staccando gli occhi dallo schermo.

«Va bene,» disse Baekhyun. Afferrò il coperchio e l’abbassò facendogli fare click. «I trenta minuti di aria respirabile iniziano, adesso.»
Jongin prese la tovaglia e la rimise sopra al carrello.


 
. . .

 
«C’è stato segnalato stamattina,» spiegò Zitao. «pare che la fedina penale di questo Jongdae sia persino più lunga del mio– » Jiaheng lo guardò torvo. «Beh, è bella lunga.»

«Se è la persona che dice lei.» Jiaheng fece segnale di avvicinarsi al direttore del piano. «Fai avvicinare qui Zhong Chen.»

Mentre aspettavano, Jiaheng aprì il registro nero e scannerizzò con lo sguardo i codici.



 
. . .

 
Baekhyun si poggiò alla spalla di Yixing. «Li hai presi?»

Yixing emise un sospirò di frustrazione. «Le sue spalle hanno coperto gli ultimi quattro numeri.» Attraverso il microfono disse: «Zitao, devi fargli alzare i numeri.»


 
. . .

 
Zitao annuì in risposta prima di notare troppo tardi dell’azione stupida che aveva fatto. Jiaheng gli lanciò un occhiata strana mentre guardava il registro. «Lavora per la commissione da molto tempo?»

«Da circa diciotto mesi.» disse disinvolto.

«Conoscevo qualcuno lì dentro, Yang Daopei. Ha mai lavorato con lui?»

La voce chiara di Baekhyun irruppe nel suo orecchio. «Quel tizio è morto, Zitao. Cancro ai polmoni, circa un anno fa.»

«Purtroppo no, visto che è morto l’anno scorso,» disse Zitao, mettendo un po’ di tristezza nella sua espressione.

Jiaheng annuì imperturbabile. Piegò il foglio dei codici mettendolo nella tasca interna della giacca e Zitao sospirò di nuovo. Il Direttore del piano del Barracuda tornò scortando Jongdae, con la fronte corrugata. «Che cosa volete da me?» chiese Jongdae, confuso.

«Parliamo fuori dalla sala» disse Jiaheng. Li condusse indietro verso la galleria del caveau.



 
. . .

 
Lu Han stava giocherellando con uno dei lucchetti delle teche degli espositori quando Kris entrò, aggirando le guardie di sicurezza e i turisti che ammiravano le gemme. Prese un respiro profondo e gli andò in contro, afferrandogli la spalle per farli fare dietro front.

«No,» sibilò sottovoce. Kris la lasciò spingerlo fuori dalla porta per andare in corridoi. «Giuro su Dio che ti faccio buttare fuori– »

«Ti chiedo solo un attimo.»

Lu Han lo fissò farsi avanti con le sue ampie spalle, mentre la guardava con i suoi fottuti occhi lucidi. Oggi aveva i capelli tirati indietro, come se si fosse preparato per qualcosa. Era inquietante. «Stai tramando qualcosa. Non pensare neanche di rubare i miei diamanti, perché ti troverò e cazzo, se ti farò male.»

«Lu Han. Io– »

«E non pensare di convincermi a tornare con te con le tue terribili insulsaggini o stupide,» prese un attimo fiato e continuò. «Le tue stupide balle. Sono stanca di dover avere a che fare con– »

«Lu Han,» disse di nuovo e qualcosa nel tono della sua voce la fece zittire. «Rilassati. Sono solo venuto a dirti addio.»

«Oh,» Lu Han riuscì a dire solo Oh– e il peso della delusione le schiacciò improvvisamente il cuore. Fottuto idiota. Eccolo qui, l’idiota che non ha avuto le palle di dirle che era una fottuto ladro e adesso stava uscendo dalla sua vita di nuovo. Non ci ha nemmeno provato. «Beh,» disse lei. «Addio.»

Kris si avvicinò e le sue labbra sfiorarono la curva della sua guancia prima che lei potesse fermarlo. «Abbi cura di te.»
Lu Han lo guardò andare via nel corridoio. Girò l’angolo e sparì. Si passò una mano sulla guancia e ritornò dentro alla sala della mostra.


 
. . .


Kris si scontrò quasi con le guardie in borghese mentre uscì dall’entrata della mostra. «Il Signor Lee vuole vederla,» disse uno di loro con uno sguardo minaccioso.

Kris piegò la testa di lato. Lui era più altro di loro, ma loro erano più grossi e con dei bicipiti enormi. Sarebbe stato inutile combatterli. «Me l’aspettavo,» disse e gli permise di scortarlo nella galleria.


 
. . .

 
Jongdae si sedette e si accigliò. Si trovavano in una stanza vuota delle riunioni dove probabilmente si parlava d’affari. Jiaheng sembrava tormentato e impaziente in volto. Invece Zitao stava bene. Era convincente.

«Grazie della sua collaborazione, Signor Zhong Chen,» disse Zitao, tirando fuori un fascicolo dalla sua ventiquattrore. «O dovrei dire – Kim Jongdae?»

Jongdae contrasse la mascella. Non rispose.

«Lei è Jongdae, dico bene? Quell’uomo che cinque anni fa è stato arrestato per aver contato le carte? Immagino che a Seoul conoscessero tutti i suoi precedenti per restare.» Si voltò verso il barracuda e gli consegno il fascicolo. «Temo che lei abbia assunto un ex galeotto. Come lei sa –»

«Fottuto mendicante.» mormorò sottovoce Jongdae.

Zitao si voltò lentamente. «Come scusi?»

«Mi hai sentito,» disse Jongdae ad alta voce. «Sei solo un pezzente con un bel vestito che pensa di portare via il lavoro a dei poveri operai. Anche noi siamo persone, stiamo provando a guadagnarci da vivere onestamente.»

«Vivere onestamente?» Zitao tirò fuori un altro fascicolo di Jongdae dei registri di polizia e lo gettò sul tavolo. «Lei in tre mesi si è portato via mezzo milione di dollari con il suo trucchetto delle carte.» Sì ricompose e incontrò di nuovo lo sguardo del Barracuda. «Come le stavo dicendo – noi della commissione da sempre proibiamo l’assunzione di questi ladri criminali come – »

Era l’ultima goccia. Jongdae scatto dalla sedia per attaccare Zitao e per poco non riuscì a mancare il foglio dei codici dalla giacca del Barracuda mentre tentò di separarli insieme al direttore.

Il Direttore fece sedere di forza Jongdae sulla sedia. Jiaheng chiese a Zitao se stesse bene e Zitao mormorò. «Sì, sto bene.» Poi si sistemò la giacca.


 
. . .



La voce di Baekhyun scricchiolò nell’orecchio di Jongdae. «Zitao ha preso i codici. Jongin, Sehun, tocca a voi.»

Spinsero il carrello della cassa dei soldi verso la porta “SOLO PERSONALE AUTORIZZATO” della galleria e quando Sehun andò a prendere il tesserino magnetico nella tasca della sua giacca, realizzò una cosa: «Merda, ho dimenticato la tessera.»

Una delle guardie che stava in piedi davanti alla porta della galleria lo fissò. «Cosa?»

«Sei un fottuto idiota!» cominciò Jongin a gridare ad alta voce. «Adesso per colpa tua perderemo il lavoro e aspetta solo che lo venga a sapere la mamma– »

«Mi dispiace, scusa,» disse subito Sehun, stringendo le mani sul manico del carrello. «Sistemerò tutto io, non preoccuparti– »
«Come faccio a non preoccup–»

«Abbassate la voce,» sibilò la seconda guardia guardandosi attorno. Nessuno li notò – le persone erano troppo occupati a puntare i loro soldi e alimentare i loro bisogni nella notte di Capodanno. «Ecco, uso il mio e la porto dentro io. La prossima volta non dimenticarti il tesserino.»

Sehun si calmò. «Grazie mille. Ti devo un favore.»

«Non dirlo neanche. Dove lo porto?»

«Al caveau,» disse Jongin.

«C’è la roba del Signor Lee, roba importante. Massima sicurezza.»

«Va bene,» disse la seconda guardia prendendo il carrello e portandolo dentro.

Dandosi un ultima occhiata, Jongin e Sehun si divisero tra la folla.



 
. . .



Nella sala di sorveglianza, Miseok stava guardando il carrello contenente Kyungsoo avanzare sul corridoio della galleria. Il cuore gli batteva in gola. In un altro schermo, una guardia di sicurezza stava entrando insieme alla valigetta dentro l’ascensore del caveau. Il Direttore Dong guardò Minseok. «Lì c’è la sua valigetta, Signor Jin.»

«Grazie,» disse Minseok.


 
. . .

 
Le parole scricchiolarono attraverso la cuffia di Yixing. «Questo è il mio momento,» disse Baekhyun dando una pacca sulla schiena a Yixing. «Avverti Chanyeol che è quasi ora del Blackout.»

Yixing sì sedette mentre Baekhyun lasciò la suite. «Chanyeol, hai sentito? A che punto sei?»

Non arrivò nessuna risposta.

«Chanyeol!»

«Ehi, amico, non c’è bisogno di urlare.»

«A che punto sei?»

Nelle fogne, Chanyeol accese una torcia e illuminò la scatola dei fusibili allineati una bella fila. «Sono quasi pronto.»


 
. . .

 
Zitao seguì il Barracuda nella stanza insonorizzata e dovette infilarsi le mani in tasca per mascherare il tremolio, come aveva suggerito Baekhyun. Due guardie li superarono e Jiaheng li salutò. «Per favore, scortate quest’uomo,» disse indicando Jongdae, «fuori dall’edificio.»  Aggrotto le sopracciglia e strinse la mascella. «Non metta mai più piede nel mio Casinò.» 

Le guardie portarono via Jongdae. Mentre Jongdae passò accanto a Zitao, lo fissò rabbioso e Zitao indietreggiò.

«Signor Wang,» disse Jiaheng, guardando l’ora. «se vuole seguirmi,»

Camminarono verso l’uscita ma Zitao si fermò drammaticamente, toccandosi le tasche. «Oh, no–»

«Che succede?»

«Ho lasciato il mio telefono nella stanza.»

Zitao vide chiaramente il Barracuda pensare se poteva lasciarlo lì. Finalmente, dopo avere lanciato un occhiata a tutte le telecamere lungo il corridoio: «Purtroppo, ho delle priorità più importanti,» disse accigliandosi. «Conosce la via d’uscita?»

«Ma certo,» disse Zitao. «Felice anno nuovo, Signore.»

«Anche a lei.» disse distrattamente, allontanandosi.


 
. . .

 
Questa stanza che si trovava nella galleria del Caveau, non è era uguale a tutte le altre – non spuntava sulla planimetria che Kris aveva preso da Hong Kong e non c’erano affatto telecamere. Era piccola e angusta. I due in borghese erano seduti di fronte a lui, con un espressione seria.

«Il Signor Lee non verrà, vero?» chiese Kris e uno dei tirapiedi gli sorrise mostrando i denti.

Si sentì bussare alla porta. Il secondo tirapiedi aprì ed entrò l’uomo più grosso che Kris avesse mai visto; era alto almeno due metri e all’incirca aveva trecento chili di muscoli addosso. «Lui è Bruto.» disse il secondo tirapiedi e Kris alzò un sopracciglio.

«Noi saremo qui fuori,» disse il primo tirapiedi, continuando a sorridere.

«Immagino che al Signor Lee non piaccia che giri intorno ai suoi diamanti, huh?» chiese Kris.

La porta si chiuse dietro le loro spalle in silenzio.

Prima che Kris potesse aprire bocca, un pugno colpi dritto la sua faccia. «Cazzo!» disse chinandosi e massaggiandosi la mascella dolorante. «Non era ancora il momento, Jonghyun,» bisbigliò e diede una pacca dietro al collo del gigante.

«Scusa, Kris,» disse Jonghyun con occhi sgranati e una mano pesante si posò sulla spalla di Kris. Per poco non perse l’equilibrio. «me l’ero dimenticato.»

«Non importa, è bello rivederti,» disse Kris, scuotendo la sua testa. «Mi sembri più grosso.»

«D’avvero?»

«Sì,» Kris salì sopra una sedia e alzò uno dei pannelli del soffitto. «Come sta tua moglie Roo?»

«Bene,» disse Jonghyun. «È incita un’altra volta.»

«Congratulazioni,» disse Kris spingendosi attraverso il pannello. «Torno presto.» Il Bruto si picchio i palmi della mano e cominciò a fare dei versi di lotta. Kris sorrise e mise di nuovo a posto il pannello.


 
. . .


Yixing, vide entrare la guardia insieme al carrello contenente Kyungsoo dentro la stanza del Caveau. Un minuto dopo, entrò anche la guardia con la valigetta di Minseok, che la piazzò proprio sopra il panello d’uscita del carrello di Kyungsoo.

«Oh, merda,» esalò Yixing.


 
. . .

 
Minseok soffoco un gemito. Si asciugò il sudore che gli bagnava i capelli – per lui stava diventando difficile respirare.

Il direttore del casinò chiese, come se provenisse da lontano. «Ora è soddisfatto, Signor Jin?»

«Sì,» si sforzò di dire con voce tremante. Le sue mani stavano stringendo lo schienale di una sedia degli uomini della sorveglianza.
All’improvviso il suo voltò sbiancò. «Si sente bene, Signore?»

Minseok continuò a fissare gli schermi. Nello schermo apparve Zitao svoltare l’angolo per poi entrare dentro l’ascensore del Caveau e un ragazzo della sorveglianza si sporse in avanti. «Chi diavolo è quello – ?»

Minseok si afferrò il braccio e barcollò, con il sudore che gli colava lungo la fronte. Il ragazzo della sorveglianza diede l’avvertimento e si voltò. «Sto mandando il video ora» arrivo a Zitao nell’orecchio la voce disinvolta di Yixing e Zitao scomparve dalle registrazioni, come se non fosse mai stato lì. Minseok svenì. L’ultima cosa che vide furono tre facce che galleggiavano sopra di lui mentre si agitava sul pavimento della stanza di sorveglianza. Qualcuno disse, «Chiamate un cazzo di dottore!»


 
. . .

 
«Sto mandando il video ora» disse Yixing dalla cimice e quando le porte dell’ascensore si chiusero di nuovo, Zitao sollevò i pannelli del tetto per scoprire il portello della botola di manutenzione. Stava per infilarsi, quando il portello si spalancò da solo e le sue ginocchia per poco non cedettero per l’improvviso panico.

Quell’idiota di Kris lo stava fissando dall’alto, con i capelli tirati all’indietro e un largo sorriso stampato sulla faccia. Non doveva nemmeno essere qui, ma Zitao si sentì stupidamente sollevato a vederlo qui. «Non avrai creduto seriamente che me ne sarei andato via con la coda tra le gambe, vero?»

«Ma che diavolo,» disse Zitao freddo, il battito cardiaco era tornato stabile. «Come ci sei arrivato qui?»

Kris gli porse una mano per farlo salire e Zitao l’afferrò, salendo. «Sono sgattaiolato da un’altra stanza. Ho promesso ad un amico un paio di milioni.»

«E che mi dici di Baekhyun e di tutta la discussione– » Improvvisamente ebbe un illuminazione e colpì Kris alla spalla. «Lo sapeva fin dall’inizio. Che duo di imbroglioni.»

«Tutto come da copione,» disse kris, sorridendo di nuovo. Si levò la giacca per attaccare la corda al gancio stretto attorno al busto.
Zitao si passò una mano in faccia. «Perché non me l’avete detto? Perché mi avete fatto passare le pene dell’inferno?»

«Sennò che divertimento c’era?» disse Kris appagato. Attraverso la cimice Zitao sentì Baekhun tossire una risata.


 
. . .

 
Baekhyun si presento alla porta della galleria per il Caveau con: occhiali da vista e uno stetoscopio intorno al collo. «Avete chiamato un medico?»

Nella sala di sorveglianza, finse di visitare il corpo di Minseok. Quando alzò lo sguardo, i monitor sembravano tutti a posto. Il video in loop di Yixing stava funzionando – non c’era nulla di strano.


 
. . .

 
Joonmyun si accomodo insieme a Lu Han in un piccolo tavolo del Ristorante Robuchon au Dôme. «Mi dispiace,» disse lei, fissando l’entrata. «Il Signor Lee è sempre puntuale.»

«Non fa niente,» disse Joonmyun, bevendo un sorso di tè. Un minuto dopo, il Barracuda vorticò dentro la sala ristorante. Si diresse verso il tavolo con molto nervosismo addosso.

«Mi scuso per il mio ritardo,» disse stringendo la mano a Joonmyun. «Adesso possiamo cominciare la trattativa.»


 
. . .


 
La porta della stanza della sicurezza venne bussata e il Direttore la tenne aperta. Due paramedici entrarono spingendo una barella – Erano Jongin e Sehun.

Baekhyun controllo i segni vitali del corpo e scosse la testa tristemente. «Siete arrivati troppo tardi, l’abbiamo perso.» Gli uomini della sicurezza sembrarono addolorarsi. Il Signor Dong abbassò la testa.

Sehun si accigliò e diede una gomitata sul fianco a Jongin. «Te l’avevo detto di sbrigarti, cazzo!»


 
. . .

 
«Andiamo,» disse Kris. Si sporse per dare un’occhiata all’ascensore mentre era immobile a mezz’aria nel condotto. «Abbiamo tre minuti prima che Kyungsoo rimanga senz’aria.» Aprì la valigetta di Zitao e sollevo il falso fondo, prese le ventose di calamita e le funi.

Si calarono e penzolarono dal fondo dell’ascensore come bradipi. Le luci infrarossi lampeggiavano, rosse e letali. Kris attacco le ventose contro il metallo liscio e agganciò la fune della ventosa alla sua imbracatura. Zitao fece lo stesso.

«Questi affari ci reggono, vero?» disse Zitao dubbioso.

Kris fece spallucce. «In teoria dovrebbero.»

Zitao sbiancò un po’.

«Yixing,» disse attraverso la cimice. «Siamo pronti.»


 
. . .

 
Baekhyun seguì fuori dalla galleria Sehun e Jongin mentre trasportavano Minseok sulla barella. Disse nella cimice, «Siamo pronti.»

 
 . . .


Yixing digitò un paio di codici sul suo computer e poi disse nella cimice, «Chanyeol. Siamo pronti.»

 
. . .

 
«Dammi un minuto,» disse Chanyeol con la torcia in bocca. Stava facendo l’ultimo controllo di tutti gli interruttori.

«Non c’è l’abbiamo un minuto,» disse Yixing pazientemente. «tra venti secondi Kyungsoo, soffoca.»

«Allora dammi venti secondi,» Disse subito Chanyeol. Strappò il filo principali per tagliare l’acesso alla griglia di backup e abbassò dieci interruttori in seguenza. Nella sua testa, cominciò il conto alla rovescia da venti. Le scatole dei fusibili iniziarono ad andare in tilt e ogni circuito della linea principale bruciò uno ad uno.

Sbucò fuori dal tombino appena in tempo per vedere sfarfallare l’intera città di Macao.

«Sì, cazzo,» disse Chanyeol, dandosi da solo una pacca sulla spalla. «Sono un genio.» Ammirò un altro secondo il suo lavoro prima di rientrare di nuovo e riportare tutto in linea.


 
. . .


Nel momento in cui gli infrarossi si spensero, Kris e Zitao spezzarono i bastoncini fluorescenti per accenderli e li buttarono giù dalla tromba dell’ascensore. Caddero rimbalzando trenta metri più in basso. Cominciarono a calarsi giù mentre lo stomaco di Zitao faceva le capriole. Erano quasi arrivati al pavimento e –

La fune si bloccò e la spina dorsale di Zitao si incrinò di colpo mentre si fermarono a tre metri da terra. «Cazzo!»

«Sgancia,» disse Kris e Zitao sganciò il filo dal gancio dell’imbracatura. Il restanti metri li raggiunsero precipitando. Zitao atterrò facendo una capriola in aria e colpendo il suolo con il pugno mentre lasciò scivolare la valigetta sul pavimento. Kris sollevò un sopracciglio.

«Ho fatto Wushu per dieci anni,» disse deglutendo.


 
. . .

 

Quando al ristorante andò via la luce, Joomyun stava per firmare il contratto dei diamanti. Il blackout durò due minuti e Joonmyun si unì allo stupore di tutti gli altri. Attraverso la finestra del ristorante, vide che anche tutta la città era senza luce.


 
. . .



Chanyeol saldò di nuovo la linea principale e la griglia di emergenza si riaccese immediatamente. Canticchiando sottovoce, aprì tutti i riquadri dei fusibili e ricominciò a riallacciare la linea generale per riportare la luce.


 
. . .

 

Mentre la luce era ritornata, Kyungsoo da dentro la cassa, provò a spingere il coperchio. C’era qualcosa di pesante sopra, ma prese comunque una bella manciata d’aria attraverso la fessura che aveva creato e continuò a spingere con cautela.

 
. . .


Yixing, Baekhyun, Sehun e Minseok che sembrava stare meglio, stavano guardando il monitor della suite. Al piano del Casinò si era scatenato il caos assoluto: la gente rubava le chips, saliva sopra i tavoli e si spintonavano per scappare dalla porta, la sicurezza stava tentando di gestire la situazione. Jongdae entrò nella suite mentre erano concentrati e Baekhyun disse: «Non ti avevano sbattuto fuori?»

Jongdae agitò le mani e fece apparire magicamente la tessera magnetica. «Sono magico.» Baekhyun ridde e tornò a guardare il monitor. Nel caveau, con un colpo di fortuna, Kyungsoo afferrò la manetta attaccata alla valigia prima che toccasse il pavimento e facesse azionare l’allarme. Nella suite partì un respiro di sollievo collettivo.

Più tardi arrivò anche Chanyeol, ricoperto di sporcizia. «Cosa mi sono perso?»

«I due minuti più lunghi di tutta la mia vita,» disse Baekhyun e poi indicò il bagno a  Chanyeol.


 
. . .


Joonmyun rimase calmo quando ritornò la luce. Impugno il manico della valigetta dei diamanti. Lu Han era pensieroso; il Barracuda confuso e furioso. Metà dei commensali del ristorante si accalcarono all’uscita del ristorante per scappare. «Ho avuto un ripensamento,» disse alzando un po’ la voce Joonmyun per colpa del putiferio e sorrise a entrambi. «credo che mi terrò i diamanti.» E prima che loro riuscissero a sentirlo, se né andò via, confondendosi tra la folla.

Jongin lo attendeva all’entrata di uno dei furgoni bianchi. «Com’è andata, hyung?»

Piegò la testa e ci pensò su. «La loro bistecca è deliziosa.» Jongin sorrise e mise in moto.


 
. . .


Zitao e Kris aprirono un piccolo spiraglio nelle porte dell’ascensore. Zitao scrutò attraverso la fessura. Di fronte al Caveau, c’erano due guardie, armate di fucile che stavano parlando del Blackout. Kris sganciò dalla sua imbracatura una palla di gas e la fece scivolare sul pavimento. Chiusero le porte dell’ascensore.

«Quanto ci vorrà?»

«Non molto.»

Zitao sentì un tonfo e quando provò ad aprire l’ascensore Kris lo fermò.

«Aspetta.»

Ci fu un secondo tondo e Kris sorrise.

«Adesso.»

Il gas si dissolse mentre sgattaiolavano nel corridoio. La porta di titanio del Caveu era davanti a loro. «Funzionerà, vero?» chiese nervoso Zitao, mentre Kris legava le guardie fuori combattimento.

«Deve funzionare.» Kris diede un colpo forte alla porta.


 
. . .

 
Kyungsoo sentì il colpo provenire dalla porta del Caveau. Passò gli esplosivi della valigetta dentro le sue tasche e si accovacciò sopra al carrello. La sua mano era ancora indolenzita, chiuse gli occhi. Le cosce gli tremavano un po’.

 
. . .

 
«Diecimila won che cade,» disse Baekhyun mordicchiandosi un unghia nella suite.

«Non scommetto,» disse nervoso Sehun.

Attraverso il monito videro Kyungsoo saltare. Afferrò la sporgenza del tetto dello scaffale con la mano sinistra ma subito cominciò a cedere. Stava per toccare il pavimento e far azionare tutti gli allarmi, ma poi girò il busto e allargando le gambe appoggiò un piede contro al muro e l’altro contro l’altro scaffale. Era salvo.

«Cazzo,» disse Sehun. Baekhyun si ricordò di respirare.

Kyungsoo appiccicò gli esplosivi sopra della porta del Caveau. Dall’altra parte, Kris fece lo stesso. Quando Kyungsoo finì, rispose anche lui con un due colpi alla porta e si allontano il più possibile dalla porta del Caveau.


 
. . .

 
«Conto alla rovescia tra cinque,» disse Kris e Zitao si allontanò dalla porta. «quattro, tre, due, uno– »

Kris spinse il bottone del detonatore ma non successe niente.

«Cosa?» disse, premendo di nuovo il bottone.

«Che succede?» chiese Zitao.

«Non funziona.»

Zitao prese il detonatore dalle mani sue mani e lo scosse. «Hai controllato le batterie?»

La bocca di Kris si contorse.

Zitao ne tirò fuori un paio dalla valigetta e le scambiò. «Che sbaglio da principiante,» disse solenne e Kris sbuffò.

«Bravo ragazzo,» disse Baekhyun attraverso la comice e Zitao riuscì a sentirlo sorridere nella voce. Il suo cuore fece una capriola.

«Non ti eccitare troppo,» disse sarcastico Chanyeol uscendo dal bagno.

Zitao spinse il bottone del detonatore e si sentì una serie di esplosioni dall’altra parte della porta. Sussultò. Quando l’ultima esplosione finì, Kris si avvicinò di qualche centimetro.

«Ha funzionato?» chiese Zitao.

«C’è solo un modo per scoprirlo,» disse Kris e infilando le dita nelle fessure della porta, spinsero.

La porta si aprì perfettamente. Nessun allarme. Dentro al Caveau, i carrelli dei soldi erano sottosopra e pezzi di metallo erano su tutto il pavimento. Anche i sensori del movimento erano fuori uso. Gli scaffali dei soldi erano lungo la parete; anche se erano polverosi per via dell’esplosione, erano ancora intatti. Kyungsoo uscì dai rottami, con i capelli scompigliati e la polvere sul viso.

«Ci avete messo troppo,» disse sbattendo le palpebre.



 
. . .



Il ristorante si svuotò entro pochi minuti. Era la notte di capodanno e Lu Han era seduta al tavolo insieme al suo terrificante Capo, senza sapere di cosa parlare. La sua gola era secca. Si scolò l’ultimo sorso di Whiskey. In quell’imbarazzante silenzio, suonò un cellulare.

«E’ il tuo,» disse Jiaheng.

«Ma il mio telefono è in ufficio,» replicò Lu Han, ma la vibrazione proveniva dalla tasca del suo cappotto. Lo tirò fuori, confusa. Poi ripensò al bacio nella guancia e la mano che gli sfiorava il gomito – Oh. Kris. Se lo sentiva che stava architettando qualcosa stasera. Rispose al telefono.

«Ciao, Lu Han,» disse una voce famigliare che non riuscì a ricordare a chi appartenesse. «Posso parlare con il tuo capo, per favore?»
Lu Han glielo porse. «E’ per lei.»

Dopo aver riflettuto un attimo, Jiaheng lo prese. «Chi diavolo sei?»



 
. . .



Baekhyun sorrise dall’altro capo del telefono. «Con l’uomo che vi sta derubando.»

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** PARTE III ***


Situational Crime (and the effects of)




 
Ecco com’è andata:

Jiaheng entrò nella sala di controllo di sicurezza e vide dal monitor che nella camera deò caveau non c’era una cosa fuori posto. Sbuffo ridendo sul telefono. Da dieci piani più sopra, Yixing aveva inserito un paio di codici sul suo computer e subito, proiettato sullo schermo della sicurezza il filmato della rapina che si stava svolgendo: tre uomini vestiti di nero stavano svuotando tutte le cassette di sicurezza facendo cadere tutte le monete sul pavimento del caveau e stavano anche accatastando pile e pile di mazzette di soldi. Jiaheng pieno di rabbia repressa, gli aveva chiesto come avrebbero fatto a portare via i soldi senza essere visti. Baekhyun allora gli aveva offerto un accordo: perché in realtà stavano portando via solo metà del denarò del caveau.

«Lei ci lascia i nostri cento milioni e lei si tiene i suoi,» disse Baekhyun, «in caso contrario, facciamo saltare in aria i malloppi e lei non avrà niente. Lei può perdere cento milioni in segreto o perderne duecento milioni pubblicamente. A lei la scelta.»

Bisbigliando, Jiaheng aveva detto al Direttore di chiamare la polizia. Poi al telefono, aveva detto che accettava l’accordo. Baekhyun gli disse che gli uomini nel caveau avevano depositato sei borsoni pieni di soldi dentro all’ascensore del piano del caveau.

«L’ascensore salirà al piano delle casse,» baekhyun continuò, «sei delle sue guardie preleveranno i borsoni e li porteranno fuori dal casino. Se ci mettono più di venti secondi ad arrivare nelle sale, o se ci accorgiamo che è stato fatto uno scambio; salta il denaro nelle borse e quello nel caveau.»

I borsoni raggiunsero l’entrata del casinò senza problemi.

«Appena le sue guardie entreranno nelle sale, nel parcheggio ci sarà un fugone bianco senza scritte. Le sue guardie caricheranno i borsoni nel retro del furgone, se qualcuno si avvicina allo sportello dell’autista, facciamo saltare tutto.»

Una telecamere spiò le guardie mentre caricarono i soldi nel furgone.

«Quando mi diranno che il furgone è lontano e il denaro è al sicuro, i miei uomini usciranno dall’edificio e una volta che avremmo confermato la loro incolumità, riavrà il suo caveau.» Concluse Baekhyun,chiudendo il cellulare. Mentre si congratulava con se stesso per l’ottimo lavoro, andò a sbattere quasi contro Lu Han, che aveva un espressione severa sul volto. Finalmente lei aveva riconosciuto la voce sul cellulare. Lui le confessò che gli sarebbe piaciuto parlare dei vecchi tempi, ma Kris voleva che salisse sopra alla Suite Marigold a guardare la TV.

Quando il furgone bianco andò via dal parcheggio, cinque auto degli uomini del Barracuda lo seguirono. Alle loro spalle, due furgoni neri di una sorta di S.W.A.T, si fermarono lì davanti. I dipendenti del Casinò li lasciarono entrare dentro la galleria del caveau, sotto i mormorii della gente, ancora sconvolti dal breve blackout della serata.

Si occuparono della situazione, otto cadetti della squadra speciale muniti di equipaggiamento pesante. Il Barracuda ordinò alla sicurezza di aprire le porte. La squadra si calò giù per la tromba dell’ascensore, seguendo il percorso precedentemente lasciato dai ladri. Zitao alzò la voce quando gli sbirri aprirono le porte dell’ascensore. «C’è qualcuno!» urlò andando in panico e il Barracuda dalla sala di sicurezza udì un forte rumore di spari. Un momento dopo, il suono di un esplosione attraversò l’audio dei monitor e un sacco di voci.

Chiunque fosse presente nel caveau era diventato un ammasso di cenere contro il cemento. Quando i poliziotti entrarono, non c’era ombra del denaro – perché era già tutto nel furgone bianco senza scritte. Calmi e operativi, le guardie li avevano aiutati a svuotare la cassaforte senza nemmeno saperlo. I ragazzi chiusero e portarono via le loro attrezzature, scusandosi. Il Barracuda si era diretto personalmente al caveau, ma non prima di aver dato ordine agli uomini che avevano seguito il furgone bianco, di andare a recuperare qualcosa.

Le cinque berline seguirono il furgone bianco sulla strada dell’Aeroporto Internazionale di Macao. Quando il furgone si fermò, le guardie uscirono dalle loro auto e si diressero cautamente al retro del furgone. Spararono alle gomme del furgone. Senza nessuna obiezione. Si spostarono sulla facciata del furgone e trovarono lo sportello del guidatore spalancato. Tutto quello che videro gli uomini del Barracuda fu, un apparato elettronico robotico seduto sul posto del guidatore agganciato allo sterzo, pilotato a distanza. L’obbiettivo della telecamera si mosse sulle guardie perplesse. Il furgone si mosse.

Dall’altra parte della strada, nella Rolls Royce di Joonmyun, Jongin rideva seduto mentre giocava con il telecomando nelle mani.

«Piantala,» disse Joonmyun, indulgente. «fa il tuo dovere.»

Jongin, svogliatamente, spinse il bottone rosse del telecomando e fece esplodere il furgone mandandolo in frantumi.
 
 
 
 
Solo che:

«I miei soldi,» disse il Barracuda urlando dentro il caveau vuoto dopo che gli sbirri se ne erano già andati. «Dove cazzo sono i miei soldi?»

Nei furgoni, il Direttore del Casinò aveva scoperto e comunicato che dentro ai borsoni c’erano solo volantini di Strip Club e Prostitute. Nella camera blindata, inoltre, il Barracuda si accorse che tra le rovine sparse sul pavimento, non c’era traccia dei soldi.
 


 
E ora, ecco com’è andata davvero :

Yixing aveva riprodotto nei monitor della sala di sorveglianza il video che aveva registrato della falsa rapina inscenata nel magazzino di Joonmyun. La chiamata della polizia che il Direttore del Casinò del Barracuda aveva effettuata, era stata fuor sviata da Yixing con dei semplici codici battuti sulla tastiera del suo computer. «999 pronto intervento,» aveva detto sul microfono delle sue cuffie, dandogli poi i dettagli della squadra speciale che avrebbe mandato, prima di mettere via l’attrezzatura e seguire gli altri verso l’uscita della suite.

Gli ultimi due furgoni che Jongdae aveva acquistato – ridipinti di blu e successivamente decorati con il logo ufficiale della polizia di Macao messo sui lati, si presentarono dieci minuti dopo con i nostri eroi dentro, vestiti con equipaggiamento anti-bomba, giubbetti anti proiettile e elmetti robusti. Si erano precipitati fuori dal furgone correndo dentro il Casinò. Si erano calati giù dalla tromba dell’ascensore, vedendo Zitao, Kris e Kyungsoo che li stavano aspettando con i veri soldi e poi erano riusciti di nuovo ad attraversare l’uscita del Casinò con duecento milioni di dollari in contanti Macanesi nascosti nei loro borsoni.

Kris era strisciato di nuovo attraverso il soffitto della stanza segreta, dove Jonghyun stava continuando la sua sceneggiata.

Il Barracuda entrò,  domandandogli cosa sapesse. Kris non gli rivelò nulla, solo uno sciocco sogghigno da cui colava del sangue dal labbro. Era stato li per tutto il tempo, ovviamente e la teca dei diamanti, intatta. Mancava solo il contenuto del suo caveau ed era impossibile – assolutamente impossibile – che Kris avesse portato via il contenuto da solo. Il Barracuda, senza altri motivi per trattenerlo, dovette lasciarlo andare.

Nel corridoio, Kris chiese al barracuda cosa avrebbe dato via per sapere chi gli aveva fatto questo. Gli chiese se avrebbe dato in cambio tutta l’intera collezione di diamanti in cambio di una rivincita. Proprio la collezione a cui Lu Han aveva lavorato così duramente dedicandoci questi ultimi cinque anni della sua vita.

Il Barracuda gli rispose di Sì. Era arrabbiato e soprattutto era stato derubato. Ovviamente l’assicurazione avrebbe coperto il Casino, ma per lui si trattava di una questione di principio.

Lu Han, guardando la scena dal monito di Yixing dalla Suite di Minseok, s’infilò la giacca e lasciò la stanza.
 
 
Questa volta, quando il Barracuda chiamò la polizia, risposerò davvero gli agenti. Le guardie in borghese affiancarono Kris e lo trascinarono fino all’uscita del Casinò. «Tu, amico, hai appena violato gravosamente la tua libertà vigilata,» disse il Barracuda e Kris sorrise cupamente. «Sono sicuro che ti terranno dentro per almeno altri sei mesi.»

«Forse,» disse Kris. Il poliziotto lo ammanettò e lo fece salire sull’auto.

Prima che potesse sparire, Lu Han corse fuori dal Casinò, con alcune ciocche al vento sfuggite dal suo chignion. «Aspettate,» chiamo e i poliziotti si fermarono. «Sono sua moglie.» Sembrava esausta, ma c’era una strana forza silenziosa nel modo con cui gli stava a braccia incrociate davanti. «Mi dimetto,» annunciò.

«Oh,» disse Kris, perché anche dopo tutto quello che aveva detto e fatto, non era molto bravo con le parole quando c’erano di mezzo delle emozioni. Ma soprattutto, non se la cavava a parlare, punto.

«Non ha apprezzato il mio lavoro.»

«Lo so.»

Prima che i poliziotti potessero protestare, li scavalcò, afferrò la giacca sgualcita di Kris e lo baciò. Le labbra di Lu Han erano umide. Aveva il gusto del Wiskey. Le labbra di Kris erano pestate per colpa del pugno di Jonghyun e gemette dentro quel bacio, un po’ per il dolore e un per – beh, un mix di emozioni. Lu Han lo stava baciando per la prima volta dopo cinque anni. A Kris gli dispiaceva averci messo tutto quel tempo.

Gli agenti lo portarono via. Sprofondò sul sedile di pelle della volante della polizia e lanciò un occhiata attraverso il vetro semi oscurato a Lu Han, come per chiedergli: Mi aspetterai?

Luhan sorrise. Era la risposta che voleva.
 
 
Si disfarono dei furgoni, degli equipaggiamenti dei poliziotti e salirono sul un traghetto verso est, per Hong Kong. Baekhyun riusciva a sentire una flebile musica uscire dall’acqua e anche dai fuochi d’artificio – Era la notte del Nuovo Anno Lunare, la luna era piena ed erano tutti e otto più ricchi. Zitao poggiò le braccia sulla ringhiera e lo fissò, con gli occhi che brillavano in quel buio, con il calore della sua spalla premuta contro la sua. Non c’è sensazione migliore, pensò Baekhyun, con il cuore che gli saltò in gola quando Zitao si avvicinò per baciarlo, di questa.
 

 
. . .
 
 
Sei mesi dopo, a Monstreal, Kris camminò fuori dalla prigione in un diverso vestito stropicciato.

Baekhyun lo stava aspettando di nuovo, appoggiato alla rete di ferro della strada, con la stessa auto di merda dell’ultima volta.

«Otto milioni di dollari e tu guidi ancora quella per venirmi a prendere?» disse Kris e Baekhyun annuì con la testa.

«Credo che tu stia cominciando ad avere i capelli grigi.»

«Credo che tu sia diventando più basso.»

Baekhyun rise. «La prigione ti ha fatto diventare più divertente.» Indicò l’auto. «Ti ho riportato le tue cose.»

Nel sedile posteriore, Lu Han abbassò il finestrino e gli angoli della sua bocca si alzarono. «Non sono sicuro che questa mi appartenga,» disse Kris.

«In realtà, sei tu che appartieni a lei,» disse Baekhyun e Kris non protestò. Aprì la portiera e strisciò accanto a lei. Baekhyun salì e accese l’auto.

«Dobbiamo trovare una ragazza a Baekhyun,» fece notare Kris.

«Sono già impegnato,» farfugliò Baekhyun e Kris emise un suono sonoro di curiosità. «Te ne parlerò in aereo.»

Lu Han incrociò la mano in quella di Kris e un pesante e familiare anello, ammiccò dal suo dito.  «Ho avuto modo di pensare a un paio di cose,» disse lei sottovoce. «E ho deciso.»

«Va bene,» disse Kris. Osservò le loro mani. «Avevi detto di averla venduta la fede.»

«Si l’ho detto.»

Kris sorrise. «Bugiarda.»

Lu Han sorrise «Ladro.»
 

 

Alcune storie finiscono ordinariamente: Con una coppia che guida verso il tramonto, non curante del mondo, godendosi i frutti del loro lavoro per il resto dei loro giorni, oppure con un uomo che torna nel proprio appartamento dopo un fine settimana all’estero e si ritrova uno scapestrato Coreano con i capelli scompigliati e degli occhiali da sole scuri, che lo tirano per la vita e lo trascinano a letto.

Per noi:

Sehun e Jongin sono tornati a gareggiare per le strade di Seoul tra un lavoro e l’altro. Di tanto in tanto si vedono con Zitao e lo costringono a salire in macchina con loro, tra qualche chiacchiera rumorosa e un misto di Cinese e Coreano.

Kyungsoo vuole dirigere dei film e con il suo denaro, adesso lo farà.

Minseok ha acquistato una proprietà all’isola di Jeju. Pensa di aprirci un resort.

Jongdae, invece, prova ancora a contare le carte a Las Vegas.

A Chanyeol piace ancora far saltare in aria le cose.

Il Barracuda ha recuperato i suoi soldi dall’assicurazione. Ha continuato a far pedinare Kris e Lu Han dalle sue guardie finché hanno perso le loro tracce a Belize.

Grazie all’abile lavoro di Hacker di Yixing, sono letteralmente scomparsi senza lasciare alcuna traccia.

Baekhyun si sveglia ogni mattina con Zitao accoccolato contro la sua schiena, entrambi nuotano in una piscina di lenzuola stropicciate.

Baekhyun sta cercando di insegnare a Zitao come eseguire semplici truffe insieme.

Zitao è ancora piuttosto negato, ma ci riuscirà.
 

Questa è la storia di una rapina. Una storia come tante altre.
E come molte storie, questa qui non ha una fine.


 
-  The End ?  - 
 

NOTE DELLA TRADUTTRICE:
 
Ehiiiillaaaa! ecco tradotto per voi anche l'ultimo capitolo !! 
Come sempre cito e ringrazio l'autrice della storia ( 
gdgdbaby ) per averci regalato quest'altra perla a noi fans bisognose.
Tra l'altro, neanche a farlo apposta, al cinema sta per uscire il Remake tutto al femminile di questo film!! *-*
Questa volta si chiamerà "Ocean's 8" e alcune delle attrici famose che parteciperanno sono: Rihanna, Sandra Bullock e Cate Blanchett!


Come sempre la vostra EXOL e Cinemaniaca di fiducia vi saluta, ringrazia e
spera che passerete a dare un'occhiata a qualche altro vecchio/nuovo progetto della lista 
  


SilverLight

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3723805