Mirai

di Urom99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Riposo ***
Capitolo 2: *** Bugie ***



Capitolo 1
*** Riposo ***


Mirai o al massimo Mirai-Trunks, ecco come lo chiamavano quando tornava nel passato, quell'appellativo aveva sostituito il suo vero nome, soprattutto a causa del suo piccolo omonimo che viveva in quel tempo.

“Mirai, passa” lo chiamò Goten, il secondogenito di Goku, richiedendo indietro la palla che gli si era appena sfracellata sulla faccia.

Senza rendersene conto, si era trasformato in super sayan e solo per una palla in testa. Aveva i nervi a fior di pelle da tutta la vita, gli era difficile, ormai, pensare alla pace, ma non se ne faceva un torto.

Dopo essere tornato alla forma base, afferrò l'oggetto rotondo e lo rispedì al mittente, anche se un pochino più bruciacchiato di prima.

“La tua ragazza ha ragione, dovresti calmarti un poco” ecco l'illuminante consiglio di suo padre, che beffardamente, aveva osservato la scena.

“Da che pulpito” non perse tempo Trunks,

“Prego?” fece Vegeta, non contrariato, bensì, sorpreso dagli attributi che il ragazzo stava tirando fuori ultimamente.

“Non me lo faccio dire da uno che diventa, letteralmente, blu ogni volta che la figlia, neonata, piange” il principe non ci mise due secondi a prenderlo per il bavero del cappotto e a tirarlo giù vicino alla sua faccia per dirgliene quattro.

“Preferisci che mi inginocchi?”

Oh, quella avrebbe bruciato per anni.

Otto secondi.

In due secondi Vegeta si era assicurato di aver sentito bene quello che quel cazzaro venuto dal futuro aveva osato dire,

un secondo ci aveva messo per colpirlo.

E nei cinque secondi rimasti Mirai-Trunks aveva volato per chissà quanti chilometri fino a schiantarsi contro la stessa dannata montagna della scorsa volta.

Ovviamente Vegeta non gli aveva dato molto tempo per riprendere fiato.

“Vorresti ripetere?” lo minacciò trasformandosi in Super Sayan Blue.

“Da che pulpito”.

E niente, sapeva che se le cercava.

Era riuscito, tutto sommato, a tornare a casa sulle sue gambe, cenare, farsi una doccia, tutto regolare insomma.

Quando erano tornati tutti malconci e, lui stesso, con un braccio rotto, Bulma si era infuriata a morte con Vegeta e Mirai adottando un comportamento maturo aveva cercato di prendersi la colpa, che era stata comunque divisa equamente a suon di ceffoni da Bulma.

Aveva cominciato a chiamarli così: Bulma e Vegeta, non voleva che i morti del suo universo si sovrapponessero ai vivi di quel tempo.

Anche sé, questo discorso valeva prevalentemente per Bulma, la madre che aveva conosciuto e che si era presa cura di lui fino a pochissimo tempo prima.

Quel Vegeta era l'unico che aveva conosciuto.

Pensava a queste cose disteso sul letto che gli era stato gentilmente offerto.

C'era troppo spazio in quella stanza degli ospiti, chissà quanti sfollati avrebbero potuto, tranquillamente, abitarci.

Si diede dell'idiota da solo dopo quella pensata, Mai aveva maledettamente ragione, aveva bisogno di riposo.

Nonostante ciò, sentiva che gli sarebbe stato impossibile dormire: quelle coperte erano troppo morbide e troppo profumate e su quel materasso gli sembrava di sprofondare dentro a un vagone di miele.

Si vestì in fretta, sua madre gli aveva appena fatto lavare i vestiti, gliene aveva procurati anche di nuovi, ma il ragazzo non gli degnò di uno sguardo, preferendo di gran lunga i suoi soliti indumenti.

Affianco alla sua, c'era la camera del piccolo Trunks.

Scelta ironica da parte loro, anche se, perfettamente plausibile.

Sbirciò un secondo al suo interno, nella stanza buia un piccola figura se ne stava rannicchiata in un enorme letto a forma di dinosauro.

Sembrava star facendo sogni tranquilli, sembrava felice.

Mirai sorrise e proseguì il suo cammino.

Uscì dalla Capsule Corporation e si soffermò a guardarla da fuori in tutta la sua magnificenza.

“Per quale diavolo di motivo sei venuto qui, questa volta?Possibile che non sappiate cavarvela da soli voialtri?”

Trunks alzò leggermente lo sguardo fino ad incontrare quello del padre che se ne stava sospeso in aria qualche metro più in là.

“Te l'ho detto, Mai mi ha costretto dicendomi che devo riposare”

“E non avete Spa dalle tue parti?”

“Non abbiamo neanche l'acqua dalle mie parti” non tardò a rispondere il ragazzo.

“E i tuoi uomini non si lamenterebbero se vedessero il loro capo spassarsela, mentre loro muoiono di sete?”

 

Oh, anche questa avrebbe bruciato.

 

“ Mi ci hanno mandato loro, non lo avrei mai fatto di mia spontanea volontà!”

“Calmo ragazzino” ridacchiò il principe scuotendo la testa.

“Divertente, davvero”

“E cosa hai fatto per meritarti questo esilio forzato? Sentiamo?”

“ Non sono affari tuoi” fu la riposta brutale di Trunks.

“D'accordo, cambio formulazione: quanti ne hai ammazzati?”

Mirai vacillò e fece un passo indietro, accreditando le teorie di Vegeta.

“C-come?”

“Non importa” lo liquidò Vegeta ghignando “ noi sayan siamo di natura malvagia, fattene una ragione ragazzo, dormirai meglio quando lo accetterai”

“Io sono in parte umano!” non perse tempo quello, non volendo accettare la realtà dei fatti.

“Mph, gli umani sono anche peggio, hanno solo minori mezzi per applicare il loro sadismo.”

“Sei solo un maledetto cinico”

“E tu sei mio figlio”

“Non rinfacciarmelo."

La verità era che sua madre era stata uccisa da Black Goku o meglio dire Zamasu, mentre suo padre, quel distruttore di pianeti, che aveva portato così tanto terrore nell'universo, era ancora vivo nel passato.
Con la sua vera famiglia, nella quale lui poteva essere solo un ospite passeggiero, ma questo non toglieva che quell'orgoglioso principe fosse suo padre.
Forse era stato passare due anni con lui nella stanza dello spirito e del tempo a fargli fare ciò che aveva fatto o, semplicemente, senza dare la colpa a nessuno, lo aveva fatto perchè gli andava.
Ora che la razza terrestre aveva conquistato una decina di pianeti, l'acqua e le risorse non erano più un problema.
La popolazione locale non aveva voluto accettare la cosa? Peggio per loro, aveva smesso di farsi certi problemi.
Infondo era il principe, o meglio... il Re dei sayan.
Suo padre, in ogni caso, non sembrava aver compreso a pieno la portata delle sue gesta e lui, grazie a Mai, si ritrovava bloccato nel passato per almeno un mese.
Tanto meglio.
Mentre il principe era girato, Trunks si affrettò a colpirlo a tradimento scatenando la sua furia ancora una volta.
Difficilmente si sarebbe riposato, comunque.





Nota dell'autrice:


"Non avete Spa dalle vostre parti?"
"No, solo SRL"

Uccidetemi.

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Capitolo 2
*** Bugie ***


Spesso alla Capsule Corp. veniva a trovarli Goten, quel bimbetto tremendamente somigliante al padre, più di una volta Mirai si era chiesto come facesse Vegeta a sopportarne la vista.
Non che il marmocchio facesse niente di male, se ne andava in giro, giocava... le solite cose.
D'altro canto Vegeta più che sopportarlo, sembrava proprio non farci caso, il che era totalmente irragionevole dal punto di vista di Mirai.
“Figlio di un sayan di infimo livello, quindi anch'esso un sayan di infimo livello! Io il principe Vegeta non posso sopportare la vista di questo misero essere Ecc ecc...” Mirai-Trunks era abituato a quel Vegeta, questo, a parte il potere smisurato che aveva ottenuto, poteva quasi definirsi un pezzo di pane.
Le uniche eccezioni si mostravano in presenza di tre soggetti: ovvero Freezer che, a causa di un fantomatico torneo, era stato riportato in vita e, ora, il suo scopo principale, oltre a conquistare il titolo di Dio della distruzione, era quello di venire sulla terra a rompere le scatole ad ogni singolo essere vivente.
Con lui suo padre mostrava il suo lato più spietato, non c'era volta che non cercasse di rispedirlo al creatore.
Poi c'era Goku, beh non c'era molto da aggiungere in realtà.
Rivalità continua, quasi a voler dimostrare chi dei due avesse più testosterone.
Ogni volta che si vedevano si massacravano a vicenda … E si incontravano davvero spesso.
Infine, ultimo e sicuramente per importanza, c'era proprio lui.
Nel suo caso era piuttosto equilibrato: mostrava un astio smisurato nei suoi confronti, così come con Freezer e allo stesso tempo c'era una certa rivalità tra di loro, con scontri piuttosto frequenti ,sia fisici che non.
Infatti aveva cominciato a collezionare una bella quantità di insulti particolarmente dolorosi che lo stavano pian piano distruggendo dall'interno, più di quanto potessero fare venti o trenta cazzotti.
Infondo Vegeta lo conosceva da un bel po', sapeva come neutralizzarlo.
Ma la cosa più opprimente era che a differenza di Goku e Freezer, lui, non poteva minimamente competere.
“Cazzo!” rantolò il giovane uomo finendo, ancora una volta, col culo a terra.
“Troppo lento, ti è così difficile schivare in automatico? Infondo da uno come te non posso aspettarmi molto” Mirai in ogni caso non capiva, quando combatteva con lui tutto il suo buon senso si prendeva una bella pausa e lo abbandonava.
“Da uno come me, in che senso?” ringhiò in risposta rialzandosi velocemente e lanciandosi verso di lui.
“Chiedilo a Gohan in che senso.”
Fu come un colpo di frusta, uno di quelli che avverti solo come un suono inizialmente, e poi inevtabilmente arriva il dolore,in un modo talmente aggressivo da bloccarlo sul posto.
Il principe ne approfittò per assestargli un colpo in piena fronte, un gancio abbastanza forte da far uscire un bel po' di sangue.
Mirai-Trunks abbassò lo sguardo annebbiato di rosso, Vegeta non si mosse di un metro, non si poteva notare, ma era un po' pentito di quello che aveva detto.
Nervo scoperto era dire poco.
Al contrario di qualsiasi previsione Trunks mostrò un lieve sorriso, ed appena alzò gli occhi incrociandoli con quelli del principe, questi trasudavano di una sprezzante ironia.
“Devo ricordarti il tuo pianeta? Che hai fatto per impedire a quel pazzo di Freezer di sterminare il tuo popolo, caro il mio principe dei Sayan?”
Vegeta non sorrise a sua volta, poteva benissimo toccare il tasto Bulma, ma non lo fece, più che altro per una questione di principio. Non ci teneva, particolarmente, a procurare una crisi nervosa in piena regola a quel ragazzino, era pur sempre suo figlio e quell'argomento era ancora troppo recente.
Si limitò a fare sul serio trasformandosi in Super Sayan Blue e poi ricominciarono lo scontro, in condizioni decisamente più impari di prima.
Nonostante ciò, Trunks non sembrava voler cedere, anzi, sembrava divertirsi, in qualche modo.
Nonostante ciò, le sue abilità tattiche erano ancora troppo grezze.




“Andiamo” si limitò a dire dirigendosi in volo verso casa.
Trunks valutò la situazione prima di seguirlo con riluttanza.
Suo padre si era senz'altro ammorbidito negli anni, si era avvicinato alla famiglia, era maturato come uomo e, ultimemente, aveva l'impressione che la figura da leader fosse passata da Goku a Vegeta e Gohan.
Lasciando al primo solo il trono di più forte.
Lo capiva dal modo in cui Junior e gli altri in generale si rapportavano con loro, solo Yamcha e Crilin sembravano voler rimanere fedeli al sayan con la tuta arancione. Il primo per repicca, il secondo per amicizia.
“Scusami” mormorò il giovane senza nemmeno rendersene conto,
“Hey, non scusarti per quello che dici, queste stronzate non valgono più, non sei un bambino”
Trunks rimase stupito dalla sua risposta, annuì tra sé e sé, limitandosi a stargli dietro.
“Dì un po', quanti anni hai adesso?”
“ne faccio 25, il mese prossimo”
“E smettila di fissarmi dannazione!”
“E come faccio a non fissarti? sei dritto davanti a me.” valutò il ragazzo mantenendo un tono di voce sicuro.
“Questo accade perché sei lento”
“Io non direi, lento”
“Allora prova a starmi dietro” lo sfidò, immediatamente, il principe, trasformandosi in super sayan e sfrecciando via.
“sai ho una specie di Deja-vu, a questo proposito” sorrise il ragazzo seguendolo a ruota.
A metà stradà, però, Trunks si ritrovò a strizzare gli occhi doloranti, quella sottospecie di nebbia rossa gli confuse nuovamente la vista.
Prese a rallentare sempre di più, tornando alla forma base, mentre i suoi occhi sembravano implorargli di piangere, spinto dall'orgoglio, ovviamente, resistette.
Riprese ad avanzare, lentamente, e, impossibilitato alla vista, cercò l'aura del padre per orientarsi un minimo.
Finchè non si rese conto che, Vegeta, si trovava proprio di fronte a lui.
“Sai che sei proprio patetico, fortuna che non sei davvero mio figlio, sarebbe stata un vera delusione” l'ennesima frecciatina di quella giornata.
“Scusami tanto, eh, non posso farci niente”
“Cosa ti rende così impossibile darmi un minimo di soddisfazione?” chiese beffardamente il puro sangue.
“Mi bruciano da morire gli occhi, non riesco ad aprirli...” cerco di spiegarsi Trunks
“Ti bruciano gli occhi, eh? Grave... Amputiamo?” lo derise Vegeta, avvicinandosi ulteriormente.
“Dove diavolo siamo, a Konoha? Non pensarci nemmeno!”
“Mph, aprili” ordinò Vegeta
“ Oh, ma che bella idea! Tu guarda, non ci avevo pensato, peccato che non possa!”
“E' un peccato, vorrà dire che non ti aspetteremo per cena”
E in un attimo l'aura di Vegeta scomparve nel nulla.
“Hey, ti sembra il modo?!”
“Papà!” provò ancora, mentre le speranze si affievolivano sempre di più.
“Hey! Dannazione...”
Provò nuovamente ad aprire gli occhi, ma senza successo.
In un atto di disperazione, il ragazzo si permise quello che si era ripromesso di non fare mai in quel tempo.
Non aveva mai ceduto il suo posto da allievo Kaioshin, aveva solo cambiato il Kaioshin a cui rivolgersi e questo aveva permesso alle sue abilità curative di rimanere intatte.
Utilizzando le ultime energie pose i palmi davanti al viso e lasciò che i suoi poteri facessero il resto.
Poi, si lasciò cadere nel vuoto, stremato.
Vegeta lo salvò dall'impatto contro il suolo, trattenendolo per la manica della giacca.
“Piccolo bastardo, ne ero certo.Chissà quante altre stronzate hai raccontato,mh? Vedrò di scoprirle tutte a tue spese” ghignò malignamente Vegeta mentre si caricava il corpo del ragazzino sulle spalle e ripartiva verso casa.


 

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