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di soft_jimin
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


"Buongiorno a tutti" disse un uomo robusto e alto, alzandosi in piedi.

Una trentina di persone, tra uomini e donne risposero al suo buongiorno per poi sistemarsi sulle proprie sedie.

"Sappiamo ormai tutti che poco prima di morire, uno dei più grandi capi della mafia qui in città, il signor Jeon, ha ammesso i suoi crimini e ha fatto molti nomi" fece quell'uomo, accendendo un grande schermo e mostrando ai suoi dipendenti più di venti volti, per la metà ormai conosciuti, altri ancora no.

"Detto questo, una squadra di quindici si occuperà dei criminali che sappiamo agiscono a nord di Seoul, il resto indagherà ad est, ma c'è un grande, forse grandissimo problema" continuò.

I poliziotti guardarono il loro sergente, Kim Namjoon, con aria confusa.

"Il mafioso ha un figlio, Jeon Jungkook, di 17 anni, da quel che sappiamo, lui non aveva idea di ciò che il padre faceva, è ancora sconvolto dalla sua morte e da quello che ha da poco scoperto. Fatto sta che il ragazzo è in costante pericolo, poiché ora la criminalità lo vuole morto dopo che il padre li ha denunciati, e abbiamo bisogno di un minimo gruppo di persone che lo tenga d'occhio, con l'aiuto di una figura che gli stia accanto 24 ore su 24"

Subito l'attenzione aumentò.

"Sono cosciente che sia pericoloso. Ho studiato attentamente ognuno di voi, e credo che la persona più qualificata per un lavoro del genere sia Kim Taehyung" disse infine Namjoon.

Tutti si girarono verso il ragazzo.

Kim Taehyung, poco più di un ragazzo, aveva appena 30 anni, alto, fisico asciutto, un carattere aperto, iperattivo e gentile, ma anche dal sangue freddo e capace di agire nella maniera più opportuna nel suo lavoro.

Il ragazzo dai capelli castani e leggermente mossi alzò lo sguardo verso il suo capo.

"Dopo questa riunione parleremo in privato di ogni dettaglio"

"Va bene" assentì Taehyung.

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Taehyung entrò nell'ufficio e si sedette dall'altra parte della scrivania, di fronte al suo capo.

"Kim Taehyung, come va?"

"Discretamente" rispose lui. "Dettagli sul mio lavoro?" domandò poi.

"Certamente: Jeon Jungkook è, come ho già detto, un ragazzo di diciassette anni, che fino all'altro ieri non aveva la più pallida idea che il padre fosse un mafioso, e avendo ora molti criminali alle calcagna, necessita un gruppo di persone che gli stiano intorno" spiegò nuovamente Namjoon.

"Se farò parte della scorta per quale motivo non ci sono altri qui con me?" chiese Taehyung.

"Perché tu non farai parte della scorta. Jungkook è sconvolto, ed essendo impossibilitato ad andare a scuola e quindi vedere i suoi amici, ha bisogno di qualcuno che gli stia accanto giorno e notte" tornò a spiegare il suo capo.

"Mi...mi sta chiedendo di fare da babysitter o sbaglio?"

"Un babysitter non ha di certo una pistola carica nella fondina" rispose subito Namjoon.

"Ah, giusto" ammise il più giovane.

"Però, Taehyung, dovrai comunque cercare il più possibile di essergli amico, diventare per lui una persona di cui fidarsi. Per questo ho scelto te: sappiamo tutti che sei uno dei migliori nel tuo campo, ma sappiamo anche che sei socievole e riesci in poco tempo ad entrare nel cuore delle persone, come hai fatto con tutti noi" sorrise poi il sergente.

"Per quanto dovrò stargli accanto?"

"Fino a quando lo riterremo necessario. Credo in te, Taehyung, so che puoi farcela, okay?"

"Va bene, accetto la proposta" disse Taehyung.

"Perfetto allora! Domani alle 10 di mattina conoscerai il tuo protetto, grazie Taehyung" disse Namjoon stringendogli la mano.

"Arrivederci capo" lo salutò lui, sorridendo leggermente, per poi uscire dall'ufficio.

Entrò nella sua stanza e prese le sue cose, controllando l'orario.

19:30.

Era ora di andare al ristorante.

Scese le scale e si recò nel parcheggio, mise il casco e sistemò la borsa nel bauletto, per poi montare sulla sua moto e dirigersi fuori dalla stazione di polizia.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Taehyung arrivò al ristorante dopo mezz'ora, parcheggiò la moto e scese, aprì il baule nel retro e prese una busta di carta, per poi recarsi a passo veloce dentro la struttura.

Subito notò una piccola figura alzarsi dalla sedia e alzare un braccio, facendogli cenno di raggiungerlo.

Sorrise andando in quella direzione, e ritrovandosi davanti quello che da ormai vent'anni ea il suo migliore amico, Park Jimin.

Era molto più basso di lui, lo era sempre stato, o forse era Taehyung ad essere troppo alto. I suoi capelli erano tendenti al nero, mentre quelli del più alto erano castani.

Era una persona dolce ed allegra, per questo erano andati d'accordo sin da subito, quando si incontrarono per la prima volta alle scuole elementari.

Taehyung poi si girò, per salutare la persona che quella sera era più importante di tutte.

"Buon compleanno Yoongi" fece abbracciandolo sorridente.

"Grazie Tae" rispose lui ricambiando il suo sorriso.

Il più alto poi salutò le altre persone presenti al tavolo, e la cena di compleanno iniziò.

"Quindi, il capo che ti ha detto a proposito del lavoro che dovrai svolgere?" chiese Jimin.

"Dovrò stare con il ragazzo praticamente sempre, cambieremo alloggio molto spesso per evitare che si crei scompiglio e beh...domattina lo conoscerò, speriamo bene" rispose Taehyung evitando di fare nomi.

Non si poteva sapere chi avesse intorno, in quel ristorante.

"Voi invece? Controllerete a Nord, giusto?" 

Jimin annuì.

"Okay, okay, possiamo evitare di parlare di lavoro almeno qui? Rilassiamoci un po', ora che possiamo, dai" disse il festeggiato.

"Giusto, Yoongi ha ragione, stasera divertiamoci, poi domani ci penseremo" esclamò Taehyung versando dello spumante nel bicchiere di ognuno dei presenti. "Beh, a questo punto...Auguri hyung!" 

Tutti brindarono e la serata continuò in tranquillità, tra chiacchiere e risate.

Quando tutti se ne furono andati, rimasero Taehyung, Jimin e Yoongi, che uscirono fuori dal ristorante per continuare a parlare, stavolta con più calma.

Yoongi si sedette sul muretto, e non appena Jimin si mise tra le sue gambe, girato verso Taehyung, gli circondò la vita con le braccia.

I due stavano insieme ormai da anni, ma erano in pochi a saperlo, poiché avrebbero molto probabilmente rischiato di perdere il posto di lavoro, in un Paese purtroppo così poco aperto.

Taehyung era ovviamente una di quelle poche persone che lo sapevano, e i due davanti a lui erano a loro agio, potevano essere loro stessi senza la paura di essere giudicati.

Il più alto era felice di essere uno dei pochi a saperlo, ciò significava che sia Jimin che Yoongi si fidavano di lui.

"Domani a che ora entrate a lavoro?" chiese Taehyung.

"Io alle 8 di mattina, Jimin alle 11" rispose il maggiore dei tre.

Jimin sorrise soddisfatto. "Potrò stare a letto molto più di te e la cosa non mi disturba affatto"

"Ti disturberà perché ti sveglierò di proposito" sbuffò Yoongi.

Il più piccolo alzò gli occhi al cielo. "Tu invece, Tae?"

"Io devo stare in ufficio alle 9:45, in tempo per incontrare questo ragazzino...ho paura di quello che mi aspetta. Il capo ha detto che mi ha scelto anche perché sono socievole, ma che ne so io di come si gestisce un diciassettenne?!" iniziò Taehyung. "Insomma, potrebbe essere un ragazzino con la puzza sotto il naso, o uno che si chiude in sé stesso, che diavolo, non ho mica studiato psicologia"

"Oh, fantastico, quindi sono l'unico sfigato che deve alzarsi alle 6" quasi urlò

Taehyung rivolse di scatto lo sguardo verso Yoongi. "Seriamente hyung? Di tutto quello che ho detto se davvero riuscito a sentire che entro alle 9:45?!" esclamò poi.

Jimin trattenne una risata.

"Va bene, scusa Tae, ho sentito anche il resto, giuro" alzò le mani Yoongi. "E sinceramente penso che in fatto di relazioni io me la cavi peggio di tutti, qui, perciò non so come aiutarti"

Taehyung sospirò, per poi guardare l'orologio. "Tra poco è mezzanotte, forse eè meglio andare a casa e riposarci un po'"

Sia Jimin che Yoongi concordarono.

"Beh allora buonanotte ragazzi, ci vediamo domani" disse Taehyung, salutandoli, per poi andare verso la sua moto.

"Notte" fece Jimin, per poi seguire Yoongi ed entrare nella propria macchina.

Taehyung ripartì, e in pochi minuti fu sotto il portone di casa.

Aprì la porta ed accese subito la luce, entrando nel suo appartamento.

Sapeva che sarebbe dovuto stare lontano da casa sua per parecchio tempo, dovendo badare a quel ragazzo.

Gli sarebbe mancato quel monolocale, infondo era lì da due anni, subito dopo la rottura con la ragazza con la quale era stato per più di tre anni.

Si tolse le scarpe e si recò subito in bagno per farsi una doccia veloce e distogliere i propri pensieri dal lavoro.

Fu veloce ad uscire ed asciugarsi i capelli, indossando un paio di boxer e una maglietta.

Poi si gettò nel letto, mise la sveglia sul cellulare, chiuse gli occhi e quasi subito crollò in un sonno profondo.

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Taehyung sentì la sveglia suonare, e tutto ciò che volle fare fu lanciare il suo cellulare contro il muro.

Comunque si alzò dal letto e si stiracchiò, per poi andare a fare una colazione veloce e vestirsi.

Uscì di casa e si recò alla centrale di polizia, per incontrare il figlio del mafioso Jeon.

Sistemò le cose nel suo ufficio e guardò l'orologio che aveva sul polso.

Le 9:30.

Era ancora presto, e sapeva che Yoongi era già arrivato da un'ora, così andò a bussare alla porta del suo ufficio.

"'Giorno hyung, pausa caffè?" disse con un sorriso.

Yoongi alzò lo sguardo su di lui ed annuì, alzandosi dalla sedia e raggiungendolo.

I due si recarono al piccolo bar presente alla centrale ed ordinarono i caffè.

"Dormito bene, Tae?" domandò il maggiore.

"Avrei gradito un'ora in più nel letto, però sì, dai" rispose il più alto. "Tu? Hai svegliato Jimin, alla fine?" ridacchiò poi.

Yoongi sorrise. "Nah, dormiva così bene, non ce l'ho fatta a disturbarlo" ammise.

"Senti hyung, a proposito di-" iniziò Taehyung, per poi essere bloccato dalla vista del suo capo che si avvicinava alle spalle di Yoongi.

"Buongiorno Yoongi, Taehyung" salutò mettendosi tra di loro. "Jeon Jungkook è arrivato con un po' di anticipo, vieni con me?"

Taehyung annuì. "Ma certo, ci vediamo dopo Yoongi" disse poi, seguendo Namjoon e salutando il più grande con un gesto della mano.

"Ti avverto Taehyung, l'ho già visto, ed è abbastanza scosso stamattina, quindi..." iniziò Namjoon.

"Cercherò di fare del mio meglio...cambiamo appartamento da oggi, giusto?" chiese il più giovane dei due.

Namjoon annuì. "Ora dovrete solamente introdurvi, poi ci trasferiremo nella sede in cui dovrete vivere per un po' di settimane"

Taehyung sospirò.

"Quante case dovremo cambiare?" domandò.

"Beh, non appena sospettiamo un pericolo nelle circostanze, cambiamo postazione...oh, eccoci arrivati" disse aprendo la porta ed entrando. 

"Ciao Jungkook, lui è Taehyung, il suo compito sarà quello di proteggerti, starete insieme per molto tempo" fece Namjoon per poi spostarsi e far finalmente incontrare i due.

Taehyung si ritrovò davanti un ragazzo poco più basso di lui, con i capelli corvino ed un viso che ricordava ancora quello di un bambino, con gli occhi gonfi di pianto e le labbra semi dischiuse.

Vedere quel ragazzo in quelle condizioni gli fece male, doveva essere veramente doloroso venire a sapere gli atroci atti del padre dopo che quest'ultimo era morto.

Si avvicinò a lui con lentezza, e con la paura di non riuscire a gestire una situazione del genere.

Tutto ciò che il più piccolo fece fu alzare la testa verso di lui, tirando su col naso.

Taehyung piegò la testa di lato e si abbassò alla sua altezza.

"Hey" disse poi, a bassa voce. "Io sono Taehyung"

"Jun-Jungkook" sussurrò l'altro.

Il poliziotto si girò verso il suo capo, come a chiedere il consenso di uscire da quella stanza, e Namjoon assentì.

"Jungkook, ti va di fare un giretto invece di stare fermi qui?"

Il ragazzo annuì leggermente, e Taehyung si alzò, per poi porgergli una mano.

Vide quella di Jungkook avvicinarsi tremante alla sua, per poi stringerla ed alzarsi in piedi.

Namjoon sorrise, fiero di aver scelto Taehyung per quella missione, e vide i due uscire dalla stanza.

"Allora Jungkook, quanti anni hai?" domando Taehyung. Sapeva già la risposta, ma da qualche parte doveva pur iniziare.

"Kookie..." disse flebilmente il giovane.

"Come?" si girò confuso Taehyung.

"Kookie, è così che mi chiamano i miei amici, io uhm...potrebbe farlo anche lei?" chiese timidamente Jungkook. "Insomma, non ci conosciamo ma...dovremo diventare amici per...vivere insieme senza problemi" continuò arrossendo.

Taehyung sorrise a quella dolce vista.

"Va bene, Kookie, ma se siamo amici non dovresti darmi del lei, puoi semplicemente chiamarmi hyung" rispose poi.

Jungkook rimase in silenzio per vari istanti, poi replicò.

"Okay...hyung. Ho diciassette anni, e tu?"

"Trenta, mi sento un vecchio, in questo momento" fece Taehyung, notando un piccolo sorriso nascere sul viso di Jungkook.

"Hyung?" fece lui sedendosi su una poltrona.

"Sì?"

"Sai a che ora partiremo?"

"Tra cinque minuti, credo" rispose lui.

"E...dove ci porteranno?" continuò Jungkook titubante.

"Questo non lo so neanche io, in realtà, ma credo che resteremo lontani dalla periferia...è lì che agiscono di solito" spiegò Taehyung.

Il più piccolo annuì, poi si sentirono chiamare.

"Taehyung, Jungkook, seguitemi" disse Namjoon.

I due si alzarono e fecero come richiesto.

"Scenderemo di qui, ma non partirete dal parcheggio, è troppo rischioso, qualcuno potrebbe aver seguito Jungkook fino a qui, quindi passeremo per i sotterranei e ci ritroveremo in un vicolo cieco, lì ci sarà un'auto, ti darò l'indirizzo dell'appartamento e vi recherete lì, è tutto chiaro?"

Taehyung annuì. "E la scorta?"

"La scorta" fece Namjoon scendendo le scale. "Vi seguirà con discrezione e sarà sempre in borghese nei dintorni della casa"

"Va bene"

 

 

 

I tre arrivarono in pochi minuti al punto di uscita, e si ritrovarono davanti ad una macchina, come stabilito.

"Bene Taehyung, queste sono le chiavi dell'automobile, l'indirizzo e le chiavi dell'appartamento, detto questo io torno alla centrale. Credo in te Taehyung-ssi, e Jungkook, di lui puoi fidarti, è un bravo ragazzo" disse Namjoon. "Ci vediamo al prossimo incontro"

"Arrivederci capo" disse Taehyung vedendolo andar via.

Poi aprì la macchina ed entrò dentro, seguito dal più piccolo.

"Bene, si va a casa" fece poi, mettendo in moto l'auto ed avviandosi verso il traffico della città insieme al suo protetto.

 

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