Tra versi sgozzati e soffocati di fervens_gelu_ (/viewuser.php?uid=932619)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Manifesto: Annaspo nei miei stessi versi ***
Capitolo 2: *** Fuori di qua ***
Capitolo 3: *** Stanza n.35 ***
Capitolo 4: *** Su quelle scale ***
Capitolo 5: *** Asfalto sui ricordi ***
Capitolo 6: *** Niente più parole ***
Capitolo 7: *** Diabete dell'anima ***
Capitolo 8: *** Incrino ingrato sordo ***
Capitolo 9: *** Gessetti colorati per un infantile presente ***
Capitolo 10: *** Tutto finisce... ***
Capitolo 11: *** Pioveva ***
Capitolo 12: *** Di nuovo tu, a bussare alle mie porte? ***
Capitolo 13: *** All'Equatore cullo la tristezza ***
Capitolo 14: *** Dimentica ***
Capitolo 15: *** Nei meandri di me ***
Capitolo 16: *** Quel volto ***
Capitolo 17: *** Ti accasci a terra ***
Capitolo 18: *** Perché? ***
Capitolo 19: *** Barricate ***
Capitolo 20: *** Scottature sottopelle ***
Capitolo 21: *** Condottiero del proprio io ***
Capitolo 1 *** Manifesto: Annaspo nei miei stessi versi ***
MANIFESTO
Soffocato in gola
un nodo di versi
grumoso
necessario,
lasciami cantare!
Respiro affannoso
di una pagina ormai sbiadita
tra il ramo d’ulivo e la ginestra
cresciuta
da sola, tra quella strana desolazione
ti abbraccio delicato in un giardino di petali
intrecciati come vimini
Nota dell'autore: Non ho potuto aspettare troppo a lungo, mi sono subito messo a lavoro per pubblicare l'inizio, il manifesto di questa raccolta, un'idea partorita in un momento in cui veramente non sapevo cosa dire e cosa trasmettere, data la molteplicità di eventi che ci affliggono, ci deviano ed intrappolano e spesso non ci permettono di sentirci (sentire noi stessi), di esprimere con le sole parole un qualcosa di univoco, un'emozione incontrollata e fin troppo funesta ; così ho pensato si potesse creare una raccolta di poesie in cui il tema portante è il verso, la parola che ci permette di parlare, con cui riusciamo a comunicare, un piccolo elogio alla poesia, mascherato però dai sentimenti di anime che si accavallano l'una all'altra in un tripudio di sensazioni differenti, anime che hanno perso la via di casa, anime che ancora la stanno invano cercando, anime che vivono d'amore, anime che conoscono solo l'odio, anime sole in cerca di qualcosa che nemmeno loro ancora conoscono, ma che hanno bisogno di una parola, del verso per poterlo gridare, urlare maledicendo i silenzi del cuore; ho iniziato da una sorta di Manifesto, che fa tanto, lo ammetto, Marinetti e il ''Futurismo'' o Montale e i ''Limoni'', ma la poesia Manifesto, questa volta, non poteva assolutamente mancare. La nota dell'autore è più lunga della stessa poesia ahah, lascio che voi siate a darmi un parere, il più sincero possibile; vi ringrazio con un forte abbraccio!
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Capitolo 2 *** Fuori di qua ***
Fuori di qua
In un’altra vita
mangerò cioccolato,
respirerò il profumo della terra,
guarderò il cielo,
scriverò il tuo nome,
accetterò il passato.
In un’altra vita
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Capitolo 3 *** Stanza n.35 ***
Stanza n.35
Piangi lacrime d’argento,
nelle lenzuola sporche,
ti penti di ciò che hai fatto
un’altra volta
Ti ritrovi lì,
Sempre,
lo stesso rituale
al capezzale dell’umanità
preghi
e non comprendi
l’esegesi
Sudicio il volto,
lercia l’anima funesta
di sospiri infranti
di lumi accesi, inscrivere cuori
dentro piccoli sogni
Sei solo in quel mondo,
ma non aprirai quella stanza
mai più
mentre le lacrime
d’argento
allagano i tuoi mondi
Nota dell'autore: questa è l'ultima pubblicazione, se così si può dire, alla ''cieca''... infatti sotto consiglio di un carissimo recensore, Makil_, ho deciso di scandire la pubblicazione dei capitoli sia di questa raccolta che di Diademi di Quetzal rispettivamente a uno e a due giorni alla settimana - cambierò anche per l'ennesima volta lo spazio dell'autore, in cui segnerò anche i giorni delle varie pubblicazioni, questo lo farò in questi giorni, forse tra oggi e domani, giorni che purtroppo saranno i più, ancora abbastanza rilassanti, gli ultimi prima dell'autunno che ormai ci ha già travolti:
Tra versi sgozzati e soffocati: giovedì
Diademi di Quetzal: lunedì e venerdì
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Capitolo 4 *** Su quelle scale ***
Su quelle scale
Gli amori passano, crescono con te
Su quelle scale, fuori da quelle ombre,
sotto gli ombrelli di pioggia
sento il sillabare silente
del tuo nome,
dei tuoi versi,
In una penna d’inchiostro in fiamme
Sopra le nuvole, al di là del corpo celeste,
sotto le stelle
sento il tuo corpo
il tuo affetto
nell’umido vento d’agosto passato.
Mi dici ancora, ti dico basta,
soffio la protezione
che mi dai,
a terra mi divincolo
scappo, corro, inciampo,
sai cosa ti dirò?
Ce l’ho fatta
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Capitolo 5 *** Asfalto sui ricordi ***
Asfalto sui
ricordi
Asfalto sui ricordi
lontani e stridenti
ti perdi in un mare di lacrime
Non riesci ad uscirne
dall’ovattata finestra del tuo cortile
poiché
chiudi l’albo del racconto
Della favola incisa in quello specchio metallico
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Capitolo 6 *** Niente più parole ***
Niente più parole
Niente più parole,
dietro quel pesante ricordo
che ormai addomestica i sogni
lascia con te la vita
Nota dell'autore: la poesia è direttamente collegata alla precedente attraverso la tematica del ricordo
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Capitolo 7 *** Diabete dell'anima ***
Diabete dell’anima
Paralisi, vuoto, a terra,
inzuccherato dalla polvere bianca,
di torroni, panettoni e cascate di cioccolata,
crollo, mi accascio, risorgo e di nuovo cado.
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Capitolo 8 *** Incrino ingrato sordo ***
Incrino ingrato sordo
Forte sempre,
in ogni momento
ma di fronte alle scelte mi incrino
mi spezzo come un ciliegio sotto un lampo gigante,
quando quel piccolo affare di legno mi aveva graffiato
Ho paura di sbagliare,
la mente
mi tormenta
Perché dimenticare le scelte, difficile è,
un suono impercettibile
sotto quelle dolci scartoffie
le pagine gialle,
i ricordi consunti dai suoni tetri
dell’anima
Ho scelto un’altra volta,
mi piego dietro quel mondo
dietro quel trino ricordo
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Capitolo 9 *** Gessetti colorati per un infantile presente ***
Gessetti colorati per un infantile presente
Fuochi d’artificio
producono in me
parole di gesso,
talco vetusto
ballare sopra il davanzale liquido
di porpora e zenzero
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Capitolo 10 *** Tutto finisce... ***
Tutto finisce...
Ti lascio andare
Anche se non voglio
Quando la neve toccherà terra tutto questo sarà
Scomparso, sotto le ceneri
In rovina e distruzione
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Capitolo 11 *** Pioveva ***
Pioveva
Pioveva.
A dirotto.
Nascoste sotto il tettuccio di un negozio,
perle bronzee in tombini
larghi.
Fradicio scardini la strada e ti ricongiungi
al mare,
Male
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Capitolo 12 *** Di nuovo tu, a bussare alle mie porte? ***
Di nuovo tu, a bussare alle mie porte?
Perché mi affeziono a quei ricordi
Sporchi?
Che non sono altro che brutte intemperie
Del cervello
Colto in un reame diabolico
Mi affeziono alle persone, è sbagliato?
Oh, dimmelo pagina bianca!
Dimmelo penna d’inchiostro salubre!
Dimmelo cuore ammaccato!
Ma dimmi occlusione vertiginosa di un profondo solco!
Scappo con quel piccolo zaino,
torno alle elementari
per poter dire, fare
quello che non ho fatto
in zerbini d’asfalto si scagliano per
gridare
verità atroci
in pini melliflui odio le creature del cielo,
mi sento sempre più in disaccordo con me
E se fosse colpa mia, in realtà?
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Capitolo 13 *** All'Equatore cullo la tristezza ***
All’Equatore cullo la tristezza
Da Sud a Nord,
Da Est ad Ovest,
per un attimo sono sul ciglio della luna
ciondoli rocciosi per la festa rimbombante carta,
Subito dopo mi catapulto
A testa in giù nelle viscere dell’Etna
A Perdere barlumi di pelle
In quel momento di gioia
Dura un attimo
Mi perdo in una pioggia,
cammino,
mi spoglio, inarco la schiena e
volo
Da Nord a Sud,
Da Ovest ad Est,
è difficile essere così simili nella diversità di intenti, di attimi felici e di battiti amari
scorze di arance sugli occhi pietosi
piangenti
in un mondo di dardi non so come schivare
i lanci del destino a me sventurati
di calci in pieno stomaco
mi piego oltre quella cortina di fiamme
assopendomi in quella depressione
Felice
Che mai abbandonare potrò
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Capitolo 14 *** Dimentica ***
Dimentica
Uno scintillio
Uno scalpitio, passi lenti,
roboanti
Fuochi ardenti, ti regalerei
Mille zirconi blu
Stillare sangue alla luna del sole,
ti darei solo tocchi di madreperla
Ma dimmi che ci sarai sempre,
malattia del mio animo
stanco.
So che sei andato via,
ormai,
Getto lo sguardo oltre quel colle,
mi dimentico del resto,
affogando,
annaspando nei miei stessi versi
Nota dell'autore: l'ultimo verso, se vi sembra familiare, è ripreso dal primo capitolo (o prologo) della raccolta; desidero ci sia un collegamento tra tutte le poesie. Un grazie gigante a chi segue sempre ''Tra versi sgozzati e soffocati''. Un abbraccio
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Capitolo 15 *** Nei meandri di me ***
Nei meandri di me
Morto il sonno
in una camera
Morto l’amore
in un letto
Sgualcito e
rifatto,
nell’abisso del cuore
mi perdo e
vago
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Capitolo 16 *** Quel volto ***
Quel volto
Sai quando hai quel volto nella mente,
quella giornata passata benissimo
in sua compagnia.
Tutto si fa semplice, quel messaggio che mi manda in estasi.
Lascio il cellulare, abbandono quel mondo strano,
mi perdo nei pensieri. Vorresti
quel momento per sempre, febbricitante attesa, intenso appagamento
che non accade sempre, un dolce sonoramente
indefinito momento,
tra noi due;
anche solo spalla, contatto muto,
colori aprono prati sconfinati
sotto la leggiadria di quel volo sopra di noi,
Noi, vorrei che fosse…
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Capitolo 17 *** Ti accasci a terra ***
Ti accasci a terra
Spenti flagelli del suolo, polvere alta
Sulle suole, non sei pronto a ricominciare,
ti perdi sul divano dei sogni,
bevi per ascoltare,
svuoti il tempo del reale.
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Capitolo 18 *** Perché? ***
Perché?
Perché ti muovi nel vento?
Sento schiaffi di scirocco
In pieno volto.
Perché ti sento nell’acqua?
Esplodi sotto la doccia
Perché alberghi nel sole?
Ti sento nel calore
Che provochi sul mio corpo
Perché sei terra?
Vicino a me con le tue suole,
non mi lasci fuggire
mi tieni tra le tue braccia
le più forti
per me
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Capitolo 19 *** Barricate ***
Barricate
Costruisco muri più alti, barricandomi
In scritte veloci
su palazzi di periferia,
Penso che non mi capirai mai
Perché senti che ti ho tradito
Con l’altra parte di te,
come puoi pensarlo?
Ho già la valigia nella stanza
In lacrime rotte
I vestiti di scena li ho cosparsi del tuo odore,
Ora non mi raggiungerai
Non lo vorrei nemmeno
Perché ti ho lasciato distrutto sotto fette di panico
Incessante,
grida potenti che avanzano urticanti
nelle teste morenti,
di sogni ancora più tremendi.
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Capitolo 20 *** Scottature sottopelle ***
Scottature sottopelle
Balbetti, rosso,
in quel marasma di gente
senza ritegno che
ti strappa i sorrisi
ti attorciglia i pensieri;
Griderai se vorrai, allontanerai tutti se lo farai,
cerchi nell’ovattata solitudine
del tuo corpo, stella ferita,
un luogo di coccole
vicine
Sali sul piedistallo,
vertigini di sole, oltre un
indaco momento,
sei ora da solo
bene con te stesso.
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Capitolo 21 *** Condottiero del proprio io ***
Condottiero del proprio io
La pioggia cade
dibattendo
incenso
Scandendo quegli attimi prima
dell’intimo temporale
Riesco a dire ogni cosa,
perdendomi,
son
solubile, mi sciolgo nei mille
miei risentimenti,
Non sono più io,
sono un altro,
me lo dico a piena voce,
getto lì in quella vallata
l’ancora e il poi,
il dopo, il prima delle emozioni,
Non perdo più tempo
di fronte allo specchio,
alla fermata dell’autobus con lo sguardo perso
di chi ha smarrito ogni cosa,
sorrido
celo il passato
perché è ormai fuori di me.
Quella canzone l’ho cestinata,
perché si è felici soli anche
ritirato in quell’abbraccio mi sento
Pronto a ricominciare
Tra respiri che sono privi della fatica dei giorni
passati,
ma colmi di malinconia,
di quella consapevolezza antica
che aveva ucciso l’intestino
bile amara fatta di sogni
ostacolati dal vento;
Dico grazie a te
Se la favola si è annidata dentro me,
ma non la avevo colta
perché farsi calpestare
e uccidersi di spilli
rovinare a terra silenti
come spettri,
se solo noi sappiamo chi siamo davvero?
Quei messaggi erano solo ferite
Che non mi permettevano di rialzarmi, salendo
Di corsa
Sullo sterrato, lo percorrevo a fatica
Ho capito.
Come verso sgozzato e soffocato,
mi rimane la parola
per rimettermi in gioco,
per affogarmi in centomila sogni,
ma vivere con la bellezza
di chi sa
che prima o poi
non sarà più l’alternativa,
la seconda scelta, ma la prima
di se stesso,
come ora,
riconosco
di nuovo
il profumo del mare.
Nota dell’autore: Siamo arrivati alla fine di questa raccolta… ci ho pensato molto, ma alla fine ho deciso che la ventunesima poesia sarebbe stata l’ultima! E ho pensato che questo semplice componimento potesse racchiudere con estrema semplicità il senso dell’intera raccolta; siamo versi sgozzati e soffocati, lo siamo un po’ tutti alla fin fine, perché sgozzati dai ricordi e dalle scelte, soffocati dalle incomprensioni e dalle esitazioni. Sì, lo siamo, ma per poter andare avanti dobbiamo cercare di essere, anche se me ne rendo conto anche io possa essere difficile, la prima scelta di noi stessi! Spero vi sia piaciuta questa poesia e che nel complesso vi abbia emozionato l’intera raccolta. Un abbraccio a tutti!
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