Give me your hand

di Killu93
(/viewuser.php?uid=945866)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Give me your hand ***
Capitolo 2: *** A friend. ***
Capitolo 3: *** Shooting star. ***
Capitolo 4: *** Broken. ***
Capitolo 5: *** Unexpected. ***
Capitolo 6: *** Smile. ***



Capitolo 1
*** Give me your hand ***


Note dell'autrice.
[SPOILER!!!]


Ho voluto riprendere quella che per me è stata la scena più emblematica nel rapporto di questi due idioti; la scena che mi ha preso di peso e mi ha incatenata su questa bellissima 'ship' che naviga a gonfie vele; la scena che mi ha regalato una delle più belle OTP del mio cuore (so che la OTP dovrebbe essere unica, ma non ci riesco :'( ). Dal momento che nel manga la scena è presentata principalmente dal punto di vista del gruppo di salvataggio, ho voluto mostrare anche il punto di vista di Bakugou. Tra l'altro non vedo l'ora di gustarmi anche questa scena nellaa trasposizione animata!! *-*





Give me your hand.

Sei contro uno… Che bastardi!”.

Sogghignò facendo esplodere in faccia un colpo al tizio mascherato. Continuava a spremersi le meningi mentre si muoveva agilmente evitando gli attacchi dei suoi nemici. Non era una situazione facile, ne era ben consapevole. Dalla sua parte aveva la certezza che non lo avrebbero ucciso o ferito gravemente, Shigaraki voleva che si unisse a quella loro merdosa associazione, gli serviva vivo ed in forma. Aveva anche All Might a combattere al suo fianco, ma poco a poco che lo scontro progrediva, si rendeva conto di quanto gli fosse d’intralcio.

Devo trovare una soluzione al più presto!”.

Evitò un nuovo attacco di quella ragazzina strana, sfuggì alla presa di quell’idiota con uno stupido cilindro in testa e guadagnò un po’ di terreno. Non avrebbe potuto continuare così ancora a lungo. Si rese conto che l’unico modo per avere una possibilità di fuga fosse quella di ricorrere ad un massiccio attacco esplosivo, uno di quelli che tirano giù le pareti e rimbombano alti nel cielo, uno di quelli che, senza l’aiuto della sua tuta, avrebbe potuto fargli esplodere persino le braccia. Digrignò i denti e serrò i pugni, i sei bastardi lo stavano nuovamente attaccando, non c’erano altre soluzioni!

-VIENI!!!

Un grido forte proveniente dall’alto attirò la sua attenzione e quella di tutti i presenti sul campo. Lo vide. Kirishima aveva gli occhi spalancati, pieni di terrore e disperazione, ma anche pieni di speranza. Con quello sguardo carico di emozioni sembrava volerlo supplicare di afferrare quella mano protesa che stava tendendo verso di lui. Lo scongiurava di lasciarsi salvare senza fare troppe storie come al suo solito. Bakugou non se lo fece ripetere due volte. Diresse la forza esplosiva del suo quirk verso il basso ottenendo la spinta necessaria per raggiungere il suo compagno. Afferrò quella mano. La salda stretta di Kirishima gli fece balzare il cuore in petto. Un ghigno compiaciuto si dipinse sul suo volto. Era già stato salvato in passato, ma quella, fu la prima volta in cui decise di voler essere salvato da qualcuno.


 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** A friend. ***


A friend.

Ormai, per loro, era diventata una consuetudine studiare insieme. Indubbiamente, all’inizio, era stato molto difficile per Bakugou imparare a non dare di matto ogni volta che Kirishima non riusciva a svolgere un esercizio di matematica o ad apprendere un concetto molto semplice; diamine quel ragazzo non solo aveva il quirk dell’indurimento, ma anche la sua testa era dura come un sasso! Come poteva non capire le estreme semplificazioni che faceva per lui? Eppure il compagno non si dava per vinto, ascoltava più e più volte quelle spiegazioni, sopportava le sue urla e gli scatti d’ira ed alla fine se ne usciva sempre fuori con un sorriso a mille denti dicendo: “Cavoli Bakugou, tu si che sei veramente intelligente!”.

Apprezzava realmente il buon temperamento del compagno, totalmente differente dal suo, e la sua grandissima forza di volontà, cosa che invece li accomunava. Forse era proprio per questo suo atteggiamento positivo o, più semplicemente, per abitudine, ma Katsuki era passato dalle urla e dalle minacce di morte a delle imprecazioni borbottate fra i denti ed infine ad un tono più pacato ma pur sempre stizzito, non era in grado di far di meglio. Era certo che Kirishima pensasse di essere una seccatura per lui; in fin dei conti il suo comportamento era sempre molto rude e scontroso, non lo conosceva abbastanza per riuscire a percepire quel sottile cambiamento nei suoi confronti. Eppure non era mai stato un peso per lui, aiutarlo a studiare era qualcosa che faceva davvero volentieri. Sentì l’impellenza di dirglielo.

-Kirishima, sai… Non mi rompe le palle aiutarti con ‘sta roba.

Il ragazzo rispose con uno dei suoi soliti sorrisoni.

-Lo so! Siamo amici no?

-Già… Siamo amici.

Bakugou si lasciò scappare un piccolo sorriso. Era la prima volta che chiamava qualcuno ‘amico’.


Note dell'autrice.
Salve a tutti, apro un piccolo disclaimer nel secondo capitolo^^. Prendendo il punto di vista di Bakugou ho anche voluto prendere il suo modo di esprimersi nella parte narrata, spero possa piacere questo esperimento di mimetismo^^.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Shooting star. ***


Shooting star.

Era una bellissima notte di luglio, tranquilla e silenziosa come tante altre, ma decisamente troppo afosa per Bakugou. Aveva lottato con le lenzuola che lo stringevano in un abbraccio caloroso, aveva spalancato invano la finestra nella speranza che un alito di vento riuscisse a rinfrescare l’ambiente, aveva immerso la testa nel lavandino ricolmo di acqua fredda, ma anche questa risultava essere troppo calda. Era certo che sarebbe morto squagliato se fosse rimasto nella stanza, non aveva altra scelta: doveva rompere il coprifuoco ed uscire dal dormitorio.

Fuori sembrava di stare in un altro mondo. Le stelle brillavano alte nel cielo, l’erba era fresca sotto i suoi piedi e una leggera brezza scompigliava dolcemente i suoi capelli. Si sdraiò sul prato, chiuse gli occhi e respirò a pieni polmoni l’odore della notte; stava veramente bene.

-Oi Bakugou!

Il ragazzo aprì pigramente un occhio, aveva riconosciuto la voce del compagno.

-Che cazzo ci fai qua, Kirishima?

Sorrise e si sedette di fianco all’amico.

-Non ci crederai mai ma stavo soffocando per il caldo! Così mi sono detto “Kirishima, se vuoi sopravvivere devi uscire il prima possibile” e così ho fatto! Tu invece? Avevi caldo?

Bofonchiò un qualcosa che doveva essere una sorta di affermazione. Il ragazzo sorrise nuovamente ma non indagò oltre. Fissava in silenzio il cielo stellato come se fosse rapito dalla sua bellezza. Non l’aveva mai visto con quell’espressione di gioia puerile in volto; si sorprese di esserne felice.

All’improvviso un lampo attraversò i suoi occhi e si girò di scatto verso Bakugou.

-L’hai vista anche tu, vero?

-Cosa?

-La stella cadente! Presto, esprimi un desiderio!

Rimase in silenzio per alcuni secondi.

-Tu cos’hai chiesto?

Kirishima sfoderò uno dei suoi soliti stupidi sorrisi.

-Di poter essere tuo amico per sempre!

Improvvisamente sentì una vampata di calore sollevarsi dal centro del petto e le guance andargli in fiamme. Era la prima volta che arrossiva.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Broken. ***


Broken.

Il nemico era stato neutralizzato e catturato, un ottimo risultato per il duo alle prime armi Bakugou-Kirishima, eppure Red Riot non riusciva a godersi questo successo. Kirishima, infatti, si era rotto, non era riuscito a rendere la sua corazza indistruttibile come gli aveva promesso prima della missione. Se ne stava seduto sul marciapiede in un angolo, con lo sguardo fisso a terra, incurante delle numerose ferite che sanguinavano su tutto il suo corpo. Era la prima volta che vedeva l’amico in quello stato, la tristezza e lo sconforto non si addicevano alla sua stupida faccia. Odiò se stesso per un breve momento, era stato lui a sceglierlo come partner. Era convinto che solo con Kirishima avrebbe potuto cooperare per portare a termine questo incarico, invece si era dimostrato per l’ennesima volta incapace di fare una cosa talmente semplice come proteggere il proprio compagno. Sentiva il bisogno di scusarsi premere dal profondo del cuore, ma non lo aveva mai fatto prima di allora, non sapeva cosa fare.

Andò a sedersi di fianco a lui.

-Ti fa male?

-Non le ferite.

Un silenzio tombale piombò sui due, nessuno osava guardare il volto dell’altro. Bakugou si alzò di scatto dirigendosi verso uno dei mezzi di soccorso, recuperò alcune bende e tornò al suo posto. Prese con poco garbo il braccio dell’amico e bofonchiando qualcosa iniziò a fasciare come meglio poteva le sue ferite.

-Cosa stai facendo? - chiese incredulo.

-Stai fermo, bastardo, o non riuscirò a metterti ‘ste cose!

-Mi spiace. Ti avevo promesso che non mi avrebbero scalfito. Sono stato inutile.

-Che cazzo stai dicendo? Abbiamo vinto. E… Se ti sei fatto male la colpa è solo mia. Ho combattuto come al solito, pensando solo a me stesso… Non mi sono curato di te.

Lasciò la presa sul braccio ‘curato’ e appoggiò la fronte sulla spalla del ragazzo.

-La prossima volta non accadrà!

-La prossima volta non mi romperò! 



Note dell'autrice.
Per questa storia ho ipotizzato una sorta di "prova sul campo" della U.A High School prevista per il secondo o terzo anno, lasciando i ragazzi agire da soli, senza il supporto di un professionista. Se negli altri racconti la tematica della "prima volta" era più esplicita, qua ho deciso di lasciarla un po' più nascosta, ma del resto non ci possiamo aspettare un Bakugou che chiede apertamente scusa, no? :D

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Unexpected. ***


Unexpected.

Era un pomeriggio piovoso, eppure nella stanza di Bakugou risplendeva il sole. Come ogni giorno, Kirishima era venuto ad importunarlo con le sue solite cazzate, ma, a differenza di quanto volesse dare a vedere, non trovava queste visite inaspettate noiose, anzi era piuttosto piacevole passare del tempo con lui. Si lasciava trascinare volentieri nei lunghissimi racconti del ragazzo, non che fossero interessanti di per sé, ma il modo in cui si esprimeva lo assorbiva completamente. Non lo infastidiva neppure la sua turbolenza o la totale confidenza che si prendeva nei suoi confronti, merito forse del suo buon carattere o della sua vitalità contagiosa. Non esisteva nessuno all’interno della scuola, nella città e probabilmente nel mondo intero che non lo infastidisse, ad eccezione di Kirishima. In fin dei conti, lui era speciale. Era l’unico che fin da subito era riuscito a trattare il suo terribile caratteraccio, l’unico che sapeva sempre quali parole usare per calmarlo e spronarlo, l’unico che lo sopportava realmente e che decideva, ogni giorno, di spendere del tempo in sua compagnia, l’unico che riusciva ad irraggiare quelle quattro pareti col suo sorriso luminoso, l’unico a cui sentiva davvero di essere legato.

Sorrise tra sé e sé dopo aver ascoltato, per l’ennesima volta, di come Kirishima fosse riuscito a battere Tetsutetsu e, con un movimento inaspettato, afferrò il colletto della camicia del ragazzo attirandolo a sé. Delicatamente posò le sue labbra su quelle del compagno. Era il suo primo bacio.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Smile. ***


Smile.

Una grigia nube di polvere si era alzata. L’aspro odore del fumo bruciava lungo la trachea fino a raggiungere i polmoni. La sua vista era offuscata da un rigolo di sangue che sgorgava dal centro della fronte. L’esplosione che lui stesso aveva provocato era stata di dimensioni immense e aveva causato il crollo dei palazzi circostanti trasformando il quartiere in un ammasso di rocce e detriti. Era riuscito a superare i suoi limiti con quell’ultimo e disperatissimo attacco, era certo di aver spazzato via tutti i nemici che aveva attirato per salvare la vita del suo partner, ma, contemporaneamente, era convinto che non sarebbe sopravvissuto al suo stesso potere di distruzione. Ogni muscolo del suo corpo sembrava gridare dal dolore, eppure non sembrava darci troppo peso, tutto ciò che desiderava era la certezza che lui fosse salvo. Liberò la visuale pulendo il sangue che continuava a gocciolare dalle ciglia e, raccogliendo tutte le sue forze, cercò di alzarsi da terra. Cadde sulle ginocchia. Un forte vento lo colpì alle spalle, udì il rumore familiare delle pale dell’elicottero di soccorso. Il fumo veniva spazzato via da quelle raffiche artificiali che gli permisero di scorgere un’immensa ombra nera che si stagliava davanti a lui. Era spigolosa e mostruosa, non aveva mai visto quella forma, eppure la riconobbe subito: Kirishima!

La sua schiena deformata dall’indurimento si alzava ed abbassava affannosamente.

-Ki-ri-shima… -Sussurrò con un filo di voce e gli occhi increduli.

Il ragazzo reagì al suono del suo nome ed iniziò a regredire alla sua forma normale.

Le spalle e le braccia erano piene di ferite.

-Kirishima! -Gridò accorato. Come aveva potuto quello stupido vanificare il suo tentativo di salvataggio per salvarlo a sua volta e per di più riducendosi in quello stato! Non lo avrebbe mai perdonato, per nessuna ragione al mondo!

Il ragazzo si voltò verso Bakugou, il viso segnato da molteplici tagli superficiali e da un sorriso splendente, come il sole.

Nella sua mente, l’immagine di All Might si sovrappose a quella del compagno.

Ah! Che figo!”.

Non era un sentimento nuovo questo, sapeva benissimo riconoscerlo. Era la seconda volta in tutta la sua vita che provava ammirazione per qualcuno. 



Note dell'autrice.
Questa probabilmente è la storia che preferisco più in assoluto di questa piccola raccolta che si conclude qua. Ringrazio tutti quelli che hanno speso il loro tempo per leggere questo mio primo esperimento su questo fandom e spero tanto di avervi strappato almeno un sorriso^^.
Killu93.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3728666