(Or) The Tempest

di Ardespuffy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** To sleep, perchance to dream. ***
Capitolo 2: *** : Dialogue 1. ***
Capitolo 3: *** Take arms against a sea of troubles. ***
Capitolo 4: *** : Dialogue 2. ***
Capitolo 5: *** Shocks that flesh is heir to. ***
Capitolo 6: *** : Dialogue 3. ***
Capitolo 7: *** Grunt and sweat (under a weary life). ***
Capitolo 8: *** : Dialogue 4. ***
Capitolo 9: *** What dreams may come. ***
Capitolo 10: *** : Dialogue 5. ***



Capitolo 1
*** To sleep, perchance to dream. ***


Un paio di note essenziali prima di cominciare:
- questa storia non sarebbe mai nata se non avessi letto lo Shoebox Project, quindi i crediti, quasi prima che a J.K. Rowling, vanno a chi lavora lì;
- non seguo HP e non sono una fan di nessun personaggio, tranne dei Marauders. Il che spiega perché i riferimenti a luoghi, tempi ed incantesimi siano così approssimativi: si chiama ignoranza;
- per qualunque chiarimento sul capitolo vi rimanderò di volta in volta al fondo della pagina :)
Grazie a chiunque stia leggendo in questo momento ù__ù è già tanto che vi siate sentiti sufficientemente interessati.
Capitolo 1 di 10...






______________________________________









Aveva dormito con Remus

Ha dormito con Remus.

Nel letto di Remus.

Mezzo infilato nel posteriore di Remus.

Per tutta la stramaledettissima notte.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

_ * _

 

 

 

 

Parte prima – To sleep, perchance to dream.

 

 

 

 

 

 

Naturalmente, Sirius continua a ripetersi in quel nulla interdetto tra il sonno e la veglia, naturalmente non era iniziata così.

Insomma, erano a letto. Va bene. Come un migliaio d’altre volte, e allora? Nulla di strano, nulla di erotico, nulla di compromettente.

Erano supini e neppure si toccavano – d’accordo, forse i gomiti. Magari le braccia. Ma assolutamente niente di più, e perché mai avrebbero dovuto?!

Erano supini, dunque, e ne ricorda l’odore. Qualcosa di caldo e secco e anche un po’ acre, in realtà, e gli basta appena un altro sforzo per riconoscerlo all’istante: calzini sporchi. Ai piedi di entrambi, quelli di Remus più bianchi dei suoi – nemmeno di tanto. Indubbiamente maschili, indubbiamente tipici. Da camerata. E i conti tornano, perché la loro è proprio una dannata camerata.

Non c’è veramente nulla di romantico nei calzini da uomo, di questo Sirius è convinto. Stenta ad apprezzare pure quelli da donna, che coi loro colori pastello si fanno perdonare qualunque cosa; ed è tutto dire.

Prova a ricordare i discorsi, ma sa in partenza che si tratta di un’impresa impossibile. Le loro conversazioni, sue e di Remus, hanno di rado un filo conduttore, e ancor più raramente si mantengono serie per più d’un minuto. Sorvola volutamente, e con una certa ferocia mentale, sulla definizione che James ha appositamente coniato – battibecchi tra nevrasteniche, li chiama.

Si è svegliato nel cuore della notte e aveva caldo. Questo sì, questo lo ricorda. Ed era a tutti gli effetti nel letto di Remus, ma non a letto con Remus. Era decisamente lontano dall’essere a letto con Remus. Aveva solo molto caldo, ecco tutto – e, no, oh no, prima che la mente possa anche solo vagare in tal senso, farà meglio a rammentare che è praticamente estate. Manca immensamente poco alle vacanze, di fatto.

Dev’essersi tirato a sedere sul materasso, Sirius suppone, e, beh, sì, è facile che a quel punto si sia guardato intorno e abbia visto Moony dormirgli accanto. E non è da escludersi che abbia effettivamente notato il modo in cui la t-shirt dell’altro si era sollevata a scoprirgli la schiena segnata, durante la notte. Il che, sarà molto meglio specificare, non ha avuto alcun effetto se non quello di aggravare la sua insofferenza.

Si è spogliato, perciò, lasciando le mutande al loro posto. L’idea di togliere i vestiti anche all’altro è stata scartata con prontezza nello stesso istante in cui gli è balenata in testa: ci sono cose che Sirius Black non farebbe nemmeno per un amico, e trastullarsi denudandone uno rientra a pieno titolo nella categoria. Per amor di cronaca, qualcuno potrebbe sostenere di averglielo visto fare, in passato; diciamo, a tarda notte, sul pavimento del bagno, dopo un’intera serata attaccati ad allettanti colli di bottiglia. Ma, considera con un vago pizzico di compiacimento, James non è nella posizione di ricordarlo. Peter è intimidito ben bene. E Remus eviterebbe con cura di farvi il minimo cenno, se anche si fosse trovato ad assistervi – cosa mai avvenuta, per inciso. L’irreprensibile Prefetto non partecipa alle sregolate scorribande dei Malandrini, quando queste coinvolgono litri di whisky incendiario e l’infrazione simultanea di più regole di quante sia possibile contarne.

Concentrazione, Black. Cosa, dunque?

Dev’essersi rimesso giù per tentare di acciuffare il sonno sfuggente, ma la calura non ha voluto saperne di ritirarsi per tutta la notte. Le lenzuola continuavano ad avvilupparsi entusiasticamente alle sue gambe – in un modo assolutamente non, non sexy – costringendolo a contorsioni astruse per liberarsi. Che in una di queste contorsioni si sia ritrovato appoggiato alla schiena dell’impassibile Remus (o, per onestà narrativa, letteralmente abbarbicato al fondoschiena dell’impassibile Remus), non è che una scialba controindicazione su cui può facilmente soprassedere.

E allora perché cavolo sta pensandoci, di grazia?

Oh, ma lo sa. Sirius lo sa. Per quanto preferirebbe un’ispezione accurata delle narici di Snivellus piuttosto che ammetterlo, sa perfettamente quale tragedia lo costringa a rimuginare ininterrottamente sullo stesso insignificante particolare.

Un particolare non proprio insignificante è tra le sue gambe proprio adesso, ecco cosa.

Non dovrebbe darci tutto questo peso, giusto? Insomma, dove lo mettiamo il blaterare e omettere e cinguettare sugli ormoni adolescenziali ballerini? I suoi ormoni erano semplicemente in vena di una mazurca – no, no, meglio una quadriglia, meno contatto. Zero contatto. Assolutamente nessun contatto.

Non ha pensato neppure per un istante al sedere di Remus. Non ci ha pensato neanche una volta in tutti quegli anni, e non ha intenzione di cominciare adesso. Ma grazie per averlo chiesto, già già.

“… Sirius? Che accidenti stai facendo?”

Salta su come una tarantola minacciata da un grizzly obeso.

“Oh, eh, har har. ‘Giorno Moony. Gambe. Cioè, mh, caldo. Lenzuola. Che giorno è oggi?”

Remus interpreta faticosamente quel gracidio stridulo e occhieggia il compagno attraverso palpebre socchiuse, pesanti. Risponde con estrema lentezza.

“Giovedì. Qual è il tuo problema?”

Sirius non ritiene affatto di avere un problema. Nulla che non possa risolvere con una doccia della giusta temperatura.

“Sei veramente sveglio, Moony! Ma come farai?! Io dormo ancora, in piedi! Cioè, seduto. Anzi, vado al bagno. Darò il buongiorno ai rubinetti per te!”

Sbroglia il groviglio appiccicaticcio – di sudore – delle coltri e scivola via il più rapidamente che può, tenendosi accuratamente di spalle per non…

Sirius?”

Drizza le orecchie, immobile. Istintivamente incrocia le gambe.

Mh-mh?”

“Le tue mutande…”

Oh, per l’intera lunghezza della barba di Silente!

Cosacosacosa?

“… hai di nuovo messo quelle di James! Sai che non lo sopporta!”

Quasi sviene dal sollievo. Per un momento accarezza l’idea di voltarsi a prendere Remus e i suoi stupidi scrupoli terrorizzanti a cucinate, salvo rammentare la ragione che lo costringe di spalle.

Ngh, eh, io, credo di averlo, sai, fatto. Ma non c’è niente di male finché qualcuno… non… si fa… male. Krrr?”

È una specie di trillo. Le sopracciglia di Remus raggiungono considerevoli livelli d’inarcamento, e lui è un eccellente inarcatore di sopracciglia.

Sirius non gli lascia il tempo di abbandonarsi a qualsivoglia commento. Agguanta i pantaloni dell’uniforme – non è poi così sicuro siano i suoi, ma tant’è – e spalanca la porta del bagno, gorgheggiando un’ottava più su del necessario.

“Buonanotte!”

Slam. Supplica dei cardini.

Remus emette un debole grugnito, scrutando la luce che filtra dalla finestra.

Sarà mezzogiorno…

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** : Dialogue 1. ***


_ * _

_ * _

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Ehi, tu.”

 

“Ohi.”

 

“Problemi? Sei… beh, nero.”

 

Nah, non è nulla. Solo…”

 

Gaah!”

 

“Che c’è?!

 

Scusa amico, devo andare, mh? Scusa, non prendertela! Scuuuusa! EVANS!”

 

“…”

 

Cosa gli hai detto per farlo schizzar via in quel modo?”

 

“Un bel niente. Non mi ha dato il tempo di dirgli un accidente.

 

“Di che volevi parlargli, in ogni caso?”

 

Nah, non è nulla. Solo…”

 

“Ehi, aspetta un attimo. Che sta facendo?”

 

“Chi?”

 

James, con la Evans! Dove cavolo ha preso quella Cioccorana gigante?! Credi che le vendano a Mielandia?”

 

“Ho qualche dubbio.”

 

“Oh, wow. Lily l’ha rifiutata!”

 

“Non sarebbe la prima volta.”

 

Mh, vero. Oh, guarda tutto quel cioccolato, che spreco! Senti, ti spiacerebbe se…?”

 

“Va’ dove ti porta lo stomaco, Wormtail.”

 

“Grazie, Pads! Ehi, parliamo un’altra volta, okay?”

 

“Sicuro.”

 

“Ciao!”

 

“…”

 

“Tutto bene? Mi sembri un po’ giù.”

 

“Lascia perdere, okay? Anzi, va’ a rincorrere adesso chiunque sia che proverai l’irrefrenabile desiderio di rincorrere non appena avrò iniziato a parlare, così la facciamo breve.

 

“Questa è un’altra di quelle conversazioni in cui sembra tu stia parlando con me mentre in effetti stai solo pungolando te stesso?”

 

“Io non mi pungolo. Non sta bene insinuare certe cose, comunque. Siamo in corridoio.”

 

“… non voglio entrare nel merito della questione, giacché hai evidentemente capito male, ma davvero, forse dovresti cominciare a chiederti se queste tue non siano soltanto, sai, manie di persecuzione.

 

“Con che coraggio puoi dirmi una cosa simile dopo aver visto quello che mi hanno fatto! Cosa diavolo ci vuole per tener viva l’attenzione di quei mentecatti per più di venti secondi, me lo spieghi? Forse si aspettano che mi metta a ballare nudo e saltare su un piede?”

 

“Per quanto folcloristico risulterebbe lo spettacolo, penso se ne possa fare a meno.”

 

“Anche perché, se se lo aspettassero, finirebbe che mi ignorerebbero comunque. Ugh, già. Tutto questo fa davvero schifo, non trovi?”

 

“A me sembra tu stia solo perdendo tempo, Sirius. C’è qualche problema? Volevi parlarne?”

 

“Sì, ma non con te!”

 

“… questo è ciò che qualunque amico vorrebbe sentirsi dire!”

 

“Hai capito cosa intendevo, tu capisci sempre cosa intendevo. Sei bravo con queste cose di psicologia fraintendente.

 

Fraintendente…”

 

“Ora non pontificare, eh. Non ti fa onore.”

 

“Non m’ero accorto ci fosse in gioco il mio onore, adesso!”

 

“Il tuo onore è sempre in gioco, Moony, ogni singola volta che apri la bocca. Vedi di tenerlo a mente se non vuoi finire sbranato dai demoni di un’autocoscienza ferita e frustrata.

 

“A prescindere dalla carica sorprendentemente attraente delle tue parole, devo proprio confermare la mia teoria sulle manie di persecuzione.

 

“Sì, ma questo in che modo credi risolva il mio problema?!

 

“Quale dei tanti che evidentemente ti affliggono? L’angoscia di un mancato riscontro nel prossimo o…?”

 

“Zitto, zitto, lascia stare. Smettila di mandare le tue parole fuori a giocare in questo modo. Mi sta scoppiando la testa.”

 

“Curioso, è lo stesso effetto che mi fai tu.

 

Ah-ah, mille volte ah-ah fino alle dannate cerniere della mia dannatissima bara.

 

“… sei macabro. Ma non descrittivo. È già qualcosa.”

 

“Potrei diventarlo, se mi ci mettessi. Descrittivo, intendo. Potrei contare esattamente tutti i vermi che farebbero il nido nel mio cranio…”

 

“I vermi non fanno il nido.”

 

“… e dipingere il lucido grasso e schifido e vischioso delle loro vertebre gelatinose…”

 

“Sono invertebrati per definizione! Ma ti ascolti quando parli?!”

 

“… e pure gli escrementi, i piccoli coriandolini disgustosi in libera uscita dai loro…”

 

Va bene, va bene, tregua. Ci stai? Terribilmente descrittivo; molto, molto terribilmente descrittivo.  

 

“Questo non mi fa sentire meglio.”

 

“Non credevo fosse quello lo scopo. Ti avrei messo in guardia prima.”

 

“Perché, mi stai dicendo che tu sai in anticipo cosa mi farà sentire meglio e cosa no?!

 

“Beh, so cosa ha il potenziale per far sentire meglio qualcuno di vagamente assimilabile al sopravvalutato concetto di normalità. Il che, ripensandoci, ti esclude in più di un senso.

 

“Continua pure ad avvolgermi e slegarmi nelle tue parossistiche turbe d’egocentrismo linguistico, se fa sentire meglio te.

 

“Non ho detto che mi fa sentire meglio. Wow, hai idea di che frase complessa ti è uscita fuori?”

 

“Direi di no, non mi ascolto quando parlo.”

 

“Ora non fare la vittima. Ti stavo facendo un complimento.”

 

“I tuoi complimenti non sono normali, lo sai?”

 

“Questo perché io bado al prezioso combinarsi di forma e sostanza, invece che all’avvilente coltre d’apparenza che circonda le persone come… beh, come su Venere. 

 

“In nome di Apollo, come ci è finita Venere nei nostri discorsi?”

 

“Non la dea, stupido. Ho detto su Venere, parlavo del pianeta.”

 

“… non è che non si possa stare su di una donna, eh.

 

“Tienitelo per te, grazie! Sai che non sarà mai possibile giungere su Venere, comunque?”

 

E perché? Troppe donne meravigliose per un pianeta di checche?”

 

“Questo che cavolo…?! Lasciamo stare. No, è per via dell’atmosfera.”

 

“Vuoi dire…”

 

“No, non quell’atmosfera. Lo strato di gas, hai presente? C’è anche sulla Terra, solo che è molto più rarefatto.

 

Mh, ah-ah.” 

 

Hai smesso di ascoltare, non è così?”

 

“Mai cominciato.”

 

“D’accordo, bene, grandioso. A mai più rivederci.”

 

“Andiamo, non prendertela! Ora capisci cosa provo io, eh?!

 

“Come puoi dire che non ti senti ascoltato se appena qualcuno ti offre un orecchio amico tu lo rifiuti?!

 

“Ma non era qualcosa come ‘una spalla su cui piangere’, o che so io?”

 

“Non fa differenza, e stai cambiando argomento.

 

Nah, questo non è vero. Manie di persecuzione a me, mh?!

 

“Senti. Te lo chiederò solo una volta, dopodiché la mia testa scoppierà e ne pagherai le conseguenze. O, più semplicemente, me ne andrò e cesserai d’essere un mio problema.”

 

“Allettante!”

 

“Di cos’è che volevi parlare? O meglio, di cos’è che volevi parlare con chiunque fuorché con me?”

 

“Oh, insomma, usa il cervello! So che non sei particolarmente svelto con queste cose, ma almeno provaci!”

 

“...”

 

“Di te, accidenti. Volevo parlare di te.”

 

“Tu volevi parlare di me.”

 

Mh.”

 

Tu volevi parlare di me.”

 

Ugh...”

 

“Tu volevi parlare di me ma non con me!”

 

“Sì, maledizione! Lo trovi tanto complicato?!

 

“Beh, sì! Tu volevi parlare di me...”

 

“La pianti di ripeterlo?”

 

“... di me, ma non con me! Con chiunque tranne che con me! Per quale diamine di ragione, se posso? E no, non provare a dirmi che non posso!”

 

“Allora non ho altro da dire.”

 

Ma tu volevi...”

 

“Se non la smetti immediatamente ti farò qualcosa di talmente brutto da cancellare via dal tuo cervello ogni nozione sui pianeti e i gas e i dizionari.

 

“... non ha senso! Sul serio, mi sto sforzando, ma...”

 

“Questo è perché non ti fermi alla superficie delle cose, eh? Complimenti, davvero.”

 

“Mi dispiace. Mi dispiace, io non... già... aspetta, perché diamine mi sto scusando?! Sei tu che hai il sistema nervoso messo a soqquadro da impulsi elettrici picassiani.

 

“Sapevo che non avresti resistito a lungo senza i tuoi benedetti paroloni. Beh, ci si vede in giro.”

 

“Che significa ‘ci si vede in giro’?? Dove stai andando?!

 

...”

 

Sirius! Torna subito qui!”

 

 

 

 

 

 

  

 

 

 









_ * _






Ah-ah, un dialogo. E' questa la struttura della storia, un capitolo normale alternato ad uno di solo dialogo :)
I personaggi in ordine d'apparizione: James, Sirius, Peter, Remus. In caso non fosse chiaro '^^

Grazie mille a Mizar per la recensione e a puccalove90 e reader per i Preferiti. ^o^

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Capitolo 3
*** Take arms against a sea of troubles. ***




Remus ha indosso la divisa da Prefetto

Remus ha indosso la divisa da Prefetto.

Ha indosso la divisa da Prefetto che non gli sta proprio malaccio.

E va bene, ha indosso la divisa da Prefetto che sembra il prolungamento naturale del suo corpo.

Solo che Sirius non lo trova affascinante.

Neanche un po’.

I dannati gufi nella sua testa dovrebbero smetterla di chiederlo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

_ * _

 

 

 

 

Parte seconda – Take arms against a sea of troubles.

 

 

 

 

 

 

Sirius si finge estremamente impegnato ad arricciarsi una ciocca di capelli fra due dita.

“Per l’ultima volta, Padfoot, no.”

In questo momento vorrebbe, più di ogni altra cosa, essere in grado di ricordare quale delle sue geniali e innegabilmente strabilianti idee sia appena stata bocciata col solito, distruttivo aplombe da Prefetto.

Ci sono buone possibilità che coinvolgesse della burrobirra e i capelli di Snivellus – i quali, per inciso, potrebbero soltanto trarre vantaggio da qualunque trattamento malandrino venisse loro riservato, giacché nulla li renderebbe più disgustosamente viscidi e unti di quello che normalmente sono.

Le buone possibilità, tuttavia, non gli salveranno la faccia se continua a prestare questa malsana attenzione al modo in cui Remus si avvolge la sciarpa oro e rossa intorno al collo.

“La Mappa non è stata concepita per cose simili.

Oh, allora è di questo che si tratta. Molto bene, Sirius esulta.

Per circa quattro secondi.

Salvo riscoprire quell’umiliante vuoto di memoria curiosamente collegato con il modo in cui l’ambra caldissima degli occhi  di Remus si stampa nei suoi ricordi cancellandone ogni altro.

Dove cavolo è una Ricordella volante, quando la cerchi?! Sembra che quei dannati aggeggi si preoccupino di spuntare fuori solo per infilarsi inopportunamente nel deretano di qualcuno.

Non che al rampollo dei Black sia mai capitato, ovviamente. Checché quel noioso armadio di Kingsley si ostini a ripetere.

“Hai già dimenticato tutte le volte in cui James ha cercato di usarla per raggiungere Lily nei dormitori femminili?”

No, no, no che non l’ha fatto. Le umiliazioni di Prongs si comportano così, hanno questa predisposizione strana a conficcartisi nel cervello.

Piene di carattere, deve riconoscerglielo.

Sirius prova a darsi un contegno. Incrocia le gambe e stira la schiena, gettando i capelli all’indietro in quello che vorrebbe essere un gesto disinvolto.

Peccato che Moony lo fissi come se non avesse mai visto niente di più spaventoso.

“… perché ho la sensazione che tu stia per vomitarmi sulle lenzuola?”

Acuto osservatore, Remus. Sempre stato. Il suo bravo, bravissimo amico Remus. Remus il Prefetto. L’impeccabile lupo mannaro. Per quanto impeccabile effettivamente possa essere, beh, sì, uno di quelli.

Si sente in dovere di dire qualcosa.

No, non è esatto. Deve necessariamente spiccicare parola, se non vuole silenziare Remus ubbidendo docilmente alla sua fosca, vomitosa previsione.

“Credi sia possibile appendere qualcuno ai rami del Platano per le bretelle dei pantaloni?”

Moony ha qualche seria difficoltà a comprendere lo spiccato umorismo dei suoi vaneggiamenti.

Sirius…”

“Era così per chiedere.”

Remus sbuffa, stavolta, sistemandosi il mantello in quella sua prefettosa maniera che anticipa sempre le solite parole.

Sirius, non continuare neppure. Dovrei toglierti un centinaio di punti semplicemente perché esisti e respiri; sei certo di voler aggiungere ‘parlare’ ai tuoi capi di imputazione?”

La realizzazione gli piomba addosso con una gravità tutta nuova ed improvvisa, specie vista l’atmosfera che impregnava la stanza fino ad appena un attimo prima.

È stufo marcio di farla franca in quel modo.

“Sai cosa, signor Candidato Caposcuola dei miei stivali? Forse dovresti. Dovresti proprio, altroché.”

Il brivido d’adrenalina che lo punge nel constatare lo stupore dell’altro dura un momento piacevolmente lungo. Lo tranquillizza, quella soddisfazione ghignante e malandrina e consueta, benché il motivo, da solo, dovrebbe bastare a fargli drizzare i capelli sulla nuca.

Perde il filo dei suoi stessi pensieri.

Remus aggrotta leggermente la fronte, riuscendo nel processo ad apparire piuttosto grazioso.

“Dovrei cosa? Toglierti dei punti? Farti espellere? Appenderti al Platano per le brache?”

Sirius si lecca le labbra, sporgendosi pericolosamente oltre il bordo del letto, gambe ancora incrociate.

“Punirmi. Come ti pare.”

Nell’aura di sospensione sconvolta che galleggia per i due minuti successivi c’è solo una cosa di cui possa sentirsi in qualche modo grato.

Cadere a faccia in giù sulla moquette non è mai stato così provvidenziale. Se non altro perché lo sottrae allo sguardo oltremodo perplesso di Moony, benedetto Moony. Benedetto, ignaro, innocente compagno di giochi e scherzi e malandrinate ai danni di stupidi Serpeverde unticci, e tutto è così giusto e perfetto e Prefetto, in lui, che Sirius non può a meno di sentirsi un’enorme e molesta caccabomba per la voglia che ha di mettergli le mani addosso nei modi più svariati, e non tutti strettamente casti.

“… ora spiegami come ci sei riuscito.”

Si risolleva su gambe traballanti, facendo appello a quanta più dignità gli è possibile reclamare dopo essersi rotolato tra gli avanzi dello spuntino notturno di Peter. Gran parte del quale gli si è appiccicato su tutta la faccia, dandogli un’aria che preferisce impedirsi d’immaginare.

“Lascia stare. Lascia stare tutto, è chiaro?”

Emette una specie di ringhio, come un Padfoot qualunque braccato da un terrificante Moony sospettoso nel cuore di una notte troppo limpida.

Remus resta a guardarlo con quella sciocca ragionevolezza prefettosa, senza scomodarsi ad alzarsi dal letto mentre Sirius caracolla poco discretamente verso l’uscio.

“Che ne è del tuo piano? Pensavo volessi trasformare la Mappa in una specie di lampada dei desideri.

S’immobilizza sulla soglia, folgorato dal brusco riavvio delle sue logore cellule neurali.

Si volta con cautela, misurando l’occhiata da rivolgere all’altro.

E io pensavo tu non fossi d’accordo.”

Deve trattenersi facendo leva sull’entità non indifferente dell’umiliazione cui si è già esposto per evitare anche solo di pensare a quanto carino sia Moony quando scrolla la testa in quel modo.

“Non ho proprio detto questo. Ho solo qualche dubbio sulla riuscita del piano. E sulla sua moralità, ma quella è una costante quando ci sei di mezzo tu.”

È con immenso sollievo che sente di nuovo un largo ghigno da cagnolone stamparsi sulle labbra.

“Dovresti davvero stimare il mio genio più di quanto fai, oh, tu, giovane e implacabile esploratore di necessità!”

Remus arriccia il naso, ma senza troppo fastidio, dopotutto.

“Io ti stimo, Padfoot. Un po’ troppo per fidarmi di te.”

Sirius non vuole concentrarsi sul motivo di questa gioia impetuosa e lancinante che prende a gorgogliargli nel petto. Preferisce focalizzarsi sulla missione del momento.

Che stai aspettando, mio prode compagno? Trovati un desiderio e sventolalo contro ogni mattone di questo posto!”

Il lamento dell’altro ha una petulanza straziante.

“Non mentre ho addosso questo! Sono appena tornato da una riunione con gli altri Prefetti. È così antietico che non fa neanche ridere.

“Credevo fossimo d’accordo di lasciare la tua etica da parte! Non è questo che ti ho insegnato?”

Remus si rialza a fatica dal materasso, con tutta l’aria di chi ha appena sollevato un macigno di colpevolezza senza l’ombra di un wingardium leviosa.

“Una condizione soltanto, Sirius. Prometti che non chiederai niente di troppo irrimediabilmente stupido.

Padfoot non batte ciglio. Si limita a recuperare la Mappa, senza accennare a togliersi quel sogghigno dalla faccia inzaccherata di cereali.

Ma il luccichio sinistro nei suoi occhi rende la formula d’apertura uno spauracchio che neppure il giovane Lupin, con tutta la sua stima, riesce ad ignorare.

“Giuro solennemente di non avere buone intenzioni!”

 

 

 

 

 

 

 







_ * _






Un febbricitante bonjour (evviva l'influenza primaverile -.-).
Chiarimenti sul capitolo: quando Remus parla di "fare della Mappa una lampada dei desideri" si riferisce al tentativo suggerito da Sirius di individuare stabilmente la Stanza delle Necessità. Il che, come ben sappiamo, è impossibile ù__ù però che Malandrini sarebbero se non ci provassero?

Nemo from Mars, grazie mille per i complimenti! *___* Se non erro non è la prima volta che recensisci una mia storia, quindi ti ringrazio doppiamente ^w^. Adoro essere tampinata dai segugi (ma non trasformarti in un grosso cane nero, perché in tal caso potrei confonderti e perdere il controllo delle mie azioni @_@ *firulì*)
puccalove90, sono assolutamente onorata di essere la tua prima recensione dopo così tanto tempo. Anche io tendo a recensire poco, sono mostruosamente pigra: pertanto capisco cosa vuol dire :D. Le cose cui accenni sono proprio gli aspetti che ho inteso prendere dallo SBP, quindi mi fa piacere che ti faccia piacere! La tua domanda è très pertinente: il fatto è che le mie migliori amiche sono maniache di HP, e una certa persona mi ha psicologicamente violentata affinché iniziassi a leggere Sirius/Remus. Da lì al link dello Shoebox il passo è stato breve. *w* Grazie mille dei complimenti, spero di non deludere le tue aspettative. '^^
Mizar, mia fedele, che lavoro fai per avere un capo filosofo? Qualunque cosa sia VOGLIO FARLO ANCHE IO! Hai ragione, comunque, il modo in cui li faccio parlare è assolutamente cervellotico e contorto xD e soprattutto irreale. Verosimile, magari, però non è che nella vita normale due ragazzi parlerebbero mai così. Evviva la finzione letteraria! ^___^ Grazie per i commenti :3

A presto col prossimo dialogo ù___ù
Ancora grazie ai Preferiti e ai Seguiti, che sono aumentati! *w*

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Capitolo 4
*** : Dialogue 2. ***


_ * _

_ * _

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“…e questo è, in conclusione, il motivo per cui non è consigliabile lucidare il manico di scopa con il burro d’arachidi sottratto agli elfi delle cucine nelle notti di luna piena.”

 

“Bah, sciocchezze. Cosa vuoi saperne, tu, di come trattare una scopa?”

 

“Forse niente, ma sulla luna piena potrei insegnarti una cosina o due.

 

“Non ci metterei la mano sul fuoco. Padfoot e Moony hanno diviso un’infinità di pleniluni, tanto che ora ne so anche più di te!”

 

“Dimmi che non lo credi sul serio e stai solo usando la bocca per una delle attività che le riescono meglio.

 

Whoa, whoa, cosa sentono le mie orecchie?! Remus Lupin e un’allusione erotica nella stessa frase?! Questa sì che è una sconfitta per tutti quegli scettici Corvonero.

 

“Spiegami perché accidenti i Corvonero dovrebbero preoccuparsi di scommettere sulle mie capacità allusive.”

 

“Chi ha mai parlato di scommettere? Non io, no di certo, signor Prefetto. Non metterei mai nei guai i nostri bravissimi compagni, nonché futuri cadaveri barcollanti dopo che li avremo distrutti nel match di domenica grazie al nostro straordinario Cercatore.”

 

“Mi rendo conto che questo potrebbe essere uno shock in grado di minare le tue strutture mentali alle fondamenta, Padfoot, ma i cadaveri non possono barcollare.

 

“È davvero sorprendente quanto impegno metti nel tralasciare le cose importanti e concentrarti sulle nicchie dei loculi sotto le scale fra le mura.”

 

Che razza di posto sarebbe mai questo?”

 

“L’hai fatto di nuovo. Davvero ti sfugge il punto?”

 

“Non vedo in che maniera dovrebbe essere una novità, Sirius.

 

“… Io sto sparlando di un’altra Casa, cavoli! Non sarebbe tuo dovere di Prefetto rimpinzarmi di sanzioni disciplinari per questo?”

 

“Non tornerai di nuovo su quella grottesca parentesi delpuniscimi, puniscimi Moony, oh, ti prego, ti prego, i miei pantaloni stanno implorando?”

 

Ma sei veramente osceno! Se non fossi stato presente al tuo smistamento giurerei che sei un Corvonero infiltrato!”

 

“Faresti meglio a tenere per te queste ingiurie sugli avversari, visto che siamo in sala comune. Inoltre mi sembra di ricordare che all’ultima partita Corvonero ha battuto Grifondoro con uno stacco di otto fantastiliardi di punti.”

 

E da quando in qua tu t’intenderesti di quidditch? Dammi retta e deciditi ad abbandonare una buona volta questa presunzione d’onniscienza, mio caro Lupin. Fa a pugni col colore dei tuoi capelli.”

 

“La mia umile chioma ringrazia. Il Cercatore di Corvonero un po’ meno.”

 

Pf, quel tipo non mi fa paura. Il nostro Prongs potrebbe batterlo anche senza usare la scopa, saltando su e giù. E bendato!”

 

“Sai, forse ti sembrerà un altro di quei miei commenti da incompetente eretico, ma ho l’impressione che tu ti stia scaldando un po’ troppo per una semplice partita, specie visto che sei fuori dalla squadra. Non ti stai accanendo contro un’altra Casa per motivi diversi dal tuo solito agonismo morboso ma relativamente innocuo, vero?”

 

“…”

 

Sirius. Oh, no. Non farmi questo.”

 

“Di che parli?!

 

Sirius, va’ immediatamente a cuccia. Non posso permettermi di venir meno al mio dovere fino a questo punto. Così, se stai, sai, organizzando un colpo di stato per portare alla ribalta Grifondoro, beh, potrei cercare di farti cambiare idea …”

 

“Ti sei mai chiesto se il Cappello avesse ragione?”

 

“…o ignorare che possiedi il dono della parola. Cosa?”

 

Cosa?”

 

“No, tu. Prima, hai detto qualcosa.”

 

Mh, no.”

 

Invece sì. L’ho sentito!”

 

“Ti sbagli. Com’era? Ignorare che ho il dono della parola, sì?”

 

“Oh, andiamo, piantala. Sul serio, ripeti.”

 

“Non era importante. Davvero, Moony.”

 

“Quasi niente di quello che dici lo è, eppure non ti frega affatto se a me interessi o meno ascoltarlo!”

 

“Vero. Dieci milioni di punti a Remus Lupin per spirito d’osservazione!”

 

Sirius.”

 

“…”

 

“Non lo so. Il Cappello. Lui non sbaglia mai, giusto?”

 

Moony. Razza di bugiardo.”

 

Perché me l’hai chiesto?”

 

“Nulla in particolare. Sai che ci penso da sempre. Tutta la noiosa storia delle serpi Black e così via.

 

“Dovrei crederti?”

 

“Non dovresti?”

 

“È troppo tardi per pensarci adesso. E perché coinvolgermi?”

 

“Questo che cosa dovrebbe significare?”

 

“Lo sai. Non sembra tu abbia avuto troppa voglia di parlare con me, ultimamente.

 

Remus, Rem, santo Merlino, smettila di essere tanto disperatamente te. Per una volta non potresti provare ad essere più, che ne so, Peter?”

 

“Temo sia un progetto troppo ambizioso, date le mia abilità in Trasfigurazione.”

 

“Non buttarti giù. Non è necessario che ti trasformi fisicamente, sai? Basterebbe un briciolo di psicologia. Qualche discorso alla Peter. In grado di apprezzare le cose semplici.”

 

“Io apprezzo immensamente le cose semplici. Mi piacciono le cioccorane, e non conservo le figurine.

 

Ma non è ancora abbastanza Peter! Sei un caso perso. Lui, vedi, lui sarebbe più tutto discorsi sulle torte salate.

 

“Torte salate.”

 

“Già. E direbbe cose tipo,la crosta, Pads. La crosta di una torta, è quella la parte più buona.’ E per lui non conterebbe nient’altro. Sei capace di concentrarti come fa Peter, tu?”

 

“Adesso smettila. Qualcosa che inizia con le cioccorane non può finire con un’aggressione ai miei danni.”

 

“Questo è perché ti fidi di loro, non è così? Delle tue amanti cioccorane. Sei certo che non ti mentiranno. Ma quante volte la fiducia parte per la tangente e ci lascia indietro? Ci manda letteralmente al diavolo, e tutto il resto.

 

“Sai anche tu cos’ha detto la McGranitt, Sirius. Nel bene o nel male, il Cappello non sbaglia.

 

Corvonero.”

 

Nnng…”

 

“No, Tassorosso. Sei così leale. Maledettamente devoto alle tue rane di cioccolata. E, per inciso, chi diavolo compra quella roba e poi getta via le figurine?! Sei un criminale, ecco cosa sei. Mi ci gioco il buon nome dei Black: quando Silente troverà tutte le sue che hai buttato ti spedirà ad Azkaban con un poderoso calcio babbano.

 

“Non saprebbe mai che sono stato io. Circolano migliaia di doppioni.”

 

Ah-ah! Allora almeno le guardi, prima di ammazzarle.

 

“Non l’ho mai negato. E non le ammazzo! Semplicemente, preferisco il cioccolato.”

 

“Miscredente. Stai peggiorando la tua situazione, Capelli Umili!”

 

Non è che faccia apposta a buttarle via. Le dimentico sempre nel comparto sotto il sedile.

 

“È perché sei troppo preciso. Mettere in ordine il treno! Non hai nessuna chance di trasformarti in Peter, nossignore. Al più la Evans.”

 

“Preferirei Wormtail. Almeno così potrei sgattaiolare su e giù per i vagoni e raccogliere tutte le figurine che i pazzi criminali miscredenti dimenticano sotto il sedile. Espiazione.”

 

“Non ci provare, ho sentito quel verso! Neanche a te piace la Evans!!! Sai cosa?”

 

Nnnng…”

 

“SSSERPEVERDEEE!”

 

“Chiudi il…”

 

“SSSERPEVERDE, SSSEEEERPEVERDE! IL CAAAPPELLO HA PARLATO!”

 

“Sei mostruoso. Me ne vado.”

 

“SSSERPEVERDE! Oh, per favore, Moony, Moony, Moony, dolcezza, non voltarmi le spalle proprio adesso! Sto faticosamente raschiando il barile della mia identità sconquassata per andare alla scoperta di ciò che sono realmente! E mi sento vicino alla meta!”

 

“In fondo ad un barile? Allora i miei migliori auguri, Black. Non hai più bisogno di un terapista che ti riavviti la scatola cranica quando hai i bulloni allentati.”

 

“Errore, errore, Moo-ooh-ny! Non puoi lasciarmi. Non ora che ti ho incontrato!”

 

“Vuoi dire che mi ami ancora come il primo giorno?”

 

Shh, shh, sto brillando. Il destino ha messo te sulla mia strada e me sulla tua, sotto le insegne sfolgoranti del maestoso Grifone dorato! Godric ci ama, Moony, noi tutti. Ci guida. Siamo tutti suoi figli!”

 

“Sempre meglio suoi che di Silente.”

 

“Maledettamente esatto, amico mio! Su, andiamo a farci una goccetto.”

 

“No, Sirius.”

 

Ma è così che i babbani suggellano un accordo, no? Si sbronzano fino a dimenticare cos’hanno firmato.

 

No, Sirius. E quale accordo avremmo firmato, di grazia?”

 

Moony. M’impegno ad essere il miglior Grifondoro che la storia di questa scuola abbia mai avuto e avrà mai.”

 

“Carino. Dovrai competere con tutti quei nomi di eroi illustri…”

 

“Loro sono morti, non contano nulla. Piantala di fissarmi storto, sai che non lo intendo! Ma tu hai davvero bisogno di un’iniezione d’ottimismo, e, sorpresa sorpresa!, fiato alle trombe, hai me. Non è il più bel Natale della tua vita?!”

 

“Sicuramente il migliore caduto ad aprile, sì.

 

Moony. Dammi la mano. Anche l’altra. Giura con me!”

 

“Non posso solo promettere che cercherò di fare del mio meglio come Prefetto – quindi smettere seduta stante di toccare te?”

 

“Apparentemente le nostre dita non sono d’accordo, e non accetterò battute al riguardo. Concentrati! Ripeti dopo di me.Io, Sirius Orion Black…’”

 

Io, Remus John Lupin…’”

 

“Ti avevo detto di ripetere esattamente quello che dicevo!”

 

“Oh, va’ al diavolo!”

 

Rem! Lo sai che sono contento d’essere a Grifondoro con te? Voglio dire, è la prima volta che sono contento di esserci con te.

 

“… sei orribile.”

 

“Sì, insomma. Esserci. Per te.”

 

“…”

 

“Mi hai insultato. Ti ho appena detto la cosa più zuccherosa che sia mai venuta dalla mia bocca, e tu mi hai insultato! Sai cosa vuol dire questo, vero?”

 

“Ti sei guadagnato il diritto di farlo. Avanti. Spara a zero.”

 

“SSSERPEVERDEEE!”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 









_ * _








Di ritorno da un deliceussement massacrante week-end lungo a base di HP. Le mie pazze amiche, le ricordate? Precisamente.
Rilettura di gruppo parziale dello Shoebox, tra l'altro. Sono - okay, siamo - malate.
Solo un paio di note sul capitolo. Il nocciolo, stringendo molto, è Sirius che condivide uno dei suoi momenti di incertezza con Remus. L'insicurezza di Black non deriva solo dal fatto di essere stato smistato in una casa diversa da Serpeverde, quanto dall' essere entrato a Grifondoro per il suo presunto coraggio. Coraggio che sembra continuamente venirgli a mancare quando si tratta delle sue nuove scoperte sentimentali su Remus. Non avevo la possibilità di far trasparire tutto questo dal dialogo senza sbugiardare Sirius, dacché, come ben sapete, il nostro lupo è molto intelligente e avrebbe sicuramente percepito questo genere di sfumatura se mi fossi permessa d'inserirla. Ah, la cautela che richieda trattare con Tipi In Gamba!
Riferimento puramente estetico: l'accenno a Peter e la crosta delle torte salate. Il gioco sulla parola 'crosta' è evidente.
Infine, prego notare l'accanimento di Sirius contro i Corvonero, e in particolare contro il loro Cercatore. E' una cosa destinata a ritornare, più avanti :)

Mizar, lieta che tu abbia trovato il capitolo divertente *w*. Non penso di poter far molto per il giovanotto palestrato, visto che dalle mie parti abbondano al massimo i professori di filosofia con inclinazioni vagamente omosessuali - tuttavia molto affascinanti. Può interessare comunque? Grazie di avermi dedicato il tuo tempo ^o^
puccalove90, bonsoir. Spero che il tuo trasloco stia andando bene, anche se forse per quando arriverai a leggere questo avrai già messo radici, e magari anche cambiato casa di nuovo, chissà xD. Le mie violente amiche sarebbero estasiata dal tuo commento - peccato che non lo sapranno mai, har har. La frase che ti ha evocato tante immagini perverse, cara mia, era fatta apposta per evocare tante immagini perverse, quindi mi ritiro soddisfatta di aver raggiunto il mio obiettivo! ^O^ Grazie mille.
Nemo from Mars, ecco dove ti avevo già vista! Colgo l'occasione per piangere di gioia davanti alla tua dedizione, e ringraziarti per il commento ad entrambe (sei inebriante come una sostanza illegale! *w*) le mie storie su VG. Quanto a questa, sono contenta che il capitolo ti abbia divertita. Per la Stanza delle Necessità, come ben sai, non si prevede altro che il Clamoroso Smacco del Fallimento, una cosa che Sirius Black non può assolutamente tollerare - pertanto dubito che ne farà menzione MAI PIU', poveretto. Ti ringrazio ancora e spero di averti con me anche nei prossimi capitoli! ^___^

Grazie a:
1 - Christy 94, 2 - fuckinmind, 3 - Mizar, 4 - reader, 5 - smile_vale, 6 - souseiseki, 7 - Vera Lynn, 8 - Yusaki,

per i Preferiti, e a
1 - Dors, 2 - Lyla_sly, 3 - Mizar, 4 - Nemo from Mars, 5 - puccalove90, 6 - Tao, 7 - _Babii_

per i Seguiti ^w^.

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Capitolo 5
*** Shocks that flesh is heir to. ***





Si leva in alto

Si leva in alto.

Piroetta.

Un paio di volte quasi imbrocca la direzione esatta.

Poi il vento.

Sa già che non perdonerà mai Prongs per aver scelto una giornata così.

L’attimo in cui si volta ad inveire gli è fatale. Perde il controllo e si schianta sul campo.

Remus è negato con la scopa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

_ * _

 

 

 

 

Parte terza – Shocks that flesh is heir to.

 

 

 

 

 

 

“Molto bene, Rem. Non è andata così male. Smettila di guardarmi come se fosse andata così male!”

Sirius si domanda se non ci sia forse una sorta di giustizia divina ad agire su questo Potter farfugliante e intimidito. Di certo lui se la sta godendo un mondo.

Vorrebbe soltanto, ecco, sì, essere un po’ meno preoccupato per il fondoschiena di Moony.

“Apri bene le orecchie, James, razza d’impunito. Per nessuna, e ripeto. Nessuna. Dannata. Ragione. Al mondo, potrai convincermi a salire di nuovo su quella cosa per un motivo tanto stupido.

Ha un modo di sputare fuori la bile – e un po’ del sangue che vien fuori dal premolare rischiato nella caduta – che spaventa persino Sirius, pur non aiutandolo a trovarlo meno attraente.

James è l’Uomo Giusto alla Casa Giusta. Non tutti avrebbero il coraggio – o accecante ottusità – di insistere su un sentiero già tanto dolorosamente battuto, con innumerevoli-ma-non-permanenti danni alla spina dorsale dello scarsamente-coordinato-ma-indubbiamente-spaventevole licantropo.

“Questo non è l’atteggiamento corretto, compagno. Cosa credi sarebbe successo se tutti i grandi della storia si fossero arresi di fronte alla prima Nimbus capricciosa che sentisse il desiderio di frantumar loro le vertebre?! Te lo dico io: questo nobile, pregevole, incantevole passatempo non sarebbe mai stato inventato, ed oggi non ci sarebbe nessun Cercatore di Grifondoro attorniato da stuoli di fans in estatica contemplazione delle sue mirabili acrobazie aeree! Non è davvero questo che avresti voluto accadesse, giusto?”

La voce di Remus può richiamare curiosamente i ringhi di Moony, quando c’è qualche sorta di Quidditch coinvolto.

“Io vorrei soltanto, stupido cerbiatto, non essermi lasciato trascinare da voi due in quest’astronomica assurdità, che – consentitemelo – sarebbe in qualche modo più accettabile se solo non fosse anche irrimediabilmente inutile!”

Sirius realizza che adesso il povero James è stato colpito troppo nel profondo per replicare prontamente. Dovrà mantenere la sua posa da merluzzo sconvolto e attendere il prossimo turno per parlare.

Gli tocca tenere alta la bandiera, parrebbe.

“Prima di tutto, è stata un’idea sua!”

Okay, forse questo non è il modo migliore per dimostrare la più sincera e devota lealtà al Cercatore ferito nell’orgoglio. Prova a capitolare – ma ciò non toglie un granello di veridicità alle sue parole, proprio no.

“E in più, Moony, devi ammettere che all’inizio è stato divertente!”

L’occhiata di puro, allucinato orrore che riceve suggerisce come le sue tante abilità di purosangue anticonformista e genio precoce non contemplino la sacra arte della diplomazia.

“Tu devi essere più pazzo di quanto credevo se puoi realmente pensare mi sia piaciuta una cosa simile, mostruosità di cagnaccio rognoso!”

Ora, non è veramente gentile da parte sua utilizzare tutti quegli epiteti animaleschi. Sirius si ritiene perfettamente in diritto di ostentare sdegno e cordoglio per sé ed il suo cornuto amico, ancora in fase di shock.

“Tu… lui… Pads, lui ha detto… il Quidditchinutile?!

“Buono, buono, Prongs.”

Deve battergli sulla spalla più volte, solidale, perché cessi di sentirsi irrimediabilmente incompreso. “Vergogna, Moony. Guarda cos’hai fatto.”

L’effetto delle sue parole è ulteriormente decorato dal plateale tremore che James ha cura d’ostentare.

Ciononostante, il dilettevole show dei messeri Black & Potter In Libera E Sfolgorante Fase Creativa Per La Gioia Di Voi Tutti, Purché Voi Tutti Escluda Lily Evans, in qualche modo non sembra il modo giusto di muoversi per convincere Moony a concedersi una seconda possibilità. Sirius vorrebbe complimentarsi con se stesso per la lucidità che si riconosce nell’averlo notato – ed è quello che fa, annuendo con persuaso compiacimento.

“Ora, ecco come agiremo. Posto che per nessun motivo al mondo accetterò di contemplare l’idea che tu possa non fidarti a sufficienza del sottoscritto, egregio messer Lupin, mi propongo come tuo mentore unico per liberarti di questa inaccettabile cappa d’ignoranza sportiva che, in qualità di Prefetto e faro nella notte per le menti più giovani, sei ben lontano dal poterti permettere.”

L’espressione di Remus non reca più tracce d’orrore e d’ira funesta, il che va indubitabilmente considerato un segnale positivo. Sirius è piuttosto incline ad ignorare la sfumatura di stanco disgusto che invece permane.

“Io non gioco a Quidditch, testa di legno. Quello che sono – le creature demoniache non giocano a Quidditch! Il mio unico errore è stato consentire a voi due bestie di trascinarmi qui con l’inganno e non sospettare dei vostri cenni d’intesa, ma sapete quel che si dice sul perseverare, e non ne ho intenzione!”

Mentre James si limita a scuotere veementemente la testa, facendo segno di lasciar perdere, Sirius non è tanto disposto a rinunciare senza prima, beh, diventare un’insinuante e insostenibile piaga.

Moony, Moony, Moony, ragiona. Sei praticamente un mago fatto e finito. E i maghi devono volare! Che sia per giocare ad afferrare biglie volanti coi denti o infilare quindici rane babbane nella stagione dell’amore giù per il comignolo di Grimmauld Place – dove saremmo arrivati senza il volo, eh? Forse l’uomo avrebbe mai messo piede sulla Luna?!

Qualcosa nello sguardo orripilato che Remus gli lancia toglie qualche briciola di sicurezza alla sua arringa, ma non lo persuade a desistere dal portarla avanti.

“Prova a pensarci un attimo. Davvero non ti piacerebbe essere in grado di compiere un triplo avvitamento con afflusso di sangue alla testa e tornare su reggendo il Boccino tra mento e spalla, acclamato dalla folla in delirio sugli spalti? Ti lancerebbero libri, Moony. Non quel genere di cosa che fa male, ma la parte che tu ami. Impazzirebbero per te. Come può non essere questo che vuoi?!

L’estasi silente sul ristorato volto di Prongs lo porta a sperare di aver realmente fatto centro, stavolta.

Apparentemente, farebbe bene a rammentare quanto scarsamente Prongs Remus sia.

“Su un punto hai perfettamente ragione, Padfoot. Qualora desiderassi di entrare nel team, e in un malaugurato universo parallelo realmente ci riuscissi, impazzirebbero tutti. E mi lancerebbero dietro cose. Solo, non sono così sicuro che sarebbero libri, e comunque come puoi credere che sarei felice di questo?! Pensa alle pagine sgualcite.”

Quello, Sirius rimugina, quello , maledizione. Avrebbe dovuto pensare alle dannate pagine sgualcite! Non può aver suggerito proprio a Remus una pratica tanto barbara nei confronti dei libri, santo Godric.

Decide di scontare l’autogol pagando il suo turno di silenzio, mentre James torna brillantemente alla carica.

“D’accordo, Rem, eliminiamo – eliminiamo dalla questione il Quidditch, okay, visto che sembri odiarlo tanto. Pensa al Volo. È pur sempre una materia. Suppongo tu non voglia finire i tuoi N.E.W.T.s con una mediocrità in Volo perché hai rifiutato l’aiuto dei supremi Razzi Malandrini Nimbus quali noi siamo, vero?”

Puntarla sullo studio. Oh, Sirius considera, ecco ciò che fa di Prongs il genio.

Remus reagisce con una smorfia appena seccata, una che sembra non voler lasciare troppe speranze.

“Non avrò bisogno di aiuto per gli esami. E in ogni caso, potrei almeno sapere perché diavolo avete deciso tutto a un tratto di abbracciare questa crociata del Quidditch? Sono forse coinvolto in qualche scherzo di particolarmente infimo livello senza nessuno scopo reale o apparente, che dir si voglia?”

Proprio mentre sta per acciuffare l’osso, James intercetta il lancio per primo. E, sul serio, non ci sarebbe nulla di male, nonostante il suo essere l’elemento canino del gruppo, e tutto il resto. È comunque disposto a farsi da parte di buon grado.

Se non fosse che la cosa finisce col tramutarsi in un totale disastro circa due secondi più tardi.

“Ah, niente in particolare. Pads voleva solo una scusa per molestarti negli spogliatoi.

Oh.

Oh!

E questa da dove diavolo salta fuori?!

Prima che possa seriamente pensare di effettuare il suo primo sezionamento di crani a spese dell’ex Messer Empatia Prongs, Remus sbuffa e lo guarda.

Pads non è nemmeno più nella squadra. E in più non è – non ha una bella cera, in questo preciso istante. Ahem. Sei consapevole di non avere un letto da cui cadere, stavolta, giusto?”

Sirius considera brevemente buttarsi a terra e rotolarsi fra l’erba urlando, salvo scartare l’opzione nel realizzare che, probabilmente, questo insospettirebbe Moony.

Il Prossimamente Compianto Da Amici E Parenti James Potter, beatamente ignaro della sorte decisa per lui, si limita a scrollare le spalle con fastidiosa ostentazione di buonsenso.

“Come ti pare. Sembra che dovrai farne a meno, compagno pulcioso. E adesso che ne diresti di accogliere il mio primo suggerimento e chiederlo a…?”

In condizioni normali Sirius troverebbe davvero divertente quel doppio binario che Prongs si è costruito da solo, visto che, pur ignorandolo, sta effettivamente suggerendogli di molestare Lily Evans negli spogliatoi.

“… non voglio quella maledetta rossa pazza intorno a me durante le missioni, Potter. Cosa c’è di tanto difficile da capire al riguardo?!

Prima che il fedifrago possa ribattere Remus interloquisce per vederci chiaro.

“Frena, frena, fatemi capire bene. La ragione per cui avevate intenzione di dedicare questa giornata alle mie lezioni di volo sarebbe…?”

“Non l’intera giornata, Moony: abbiamo delle vite. Speravamo in un minimo di collaborazione in più da parte tua, visto che proprio non potevamo contare su Peter – bravo, bravo ragazzo, solo un tantino negato.”

James commenta con rammarico, per poi voltarsi verso Sirius.

“E in quanto a te, prima d’insultare la meravigliosa creatura che caramella ogni mio giorno col suo fascino e la sua indomita tempra, faresti meglio a ricordare che questa è stata una tua idea sin dal principio, e il mio suggerimento era stato diverso! Ma ovviamente no, hai voluto Remus a ogni costo, e ora lui continuerà a farneticare per secoli sul lancio dei libri e l’inutilità del… del Quidditch, e farai meglio a trovare un modo affinché io riesca a tollerarlo senza strapparmi tutti i capelli di testa, perché per tua norma la mia donna ama le chiome fluenti!”

Sirius finge casualità, cogliendo l’occasione per vendicarsi.

 “Ecco perché è tanto gentile con Snivellus!”

James estrae fulmineo la bacchetta, ma prima che possa effettivamente puntargliela contro Remus s’intromette con un rantolo esaurito.

“Siete spaventosi. Ora fatela finita e sputate il rospo, una buona volta. Che cos’avete in programma?”

Sirius decide di sfruttare l’occasione per riabilitarsi agli occhi dell’altro. Senza, ehr, mentire più del dovuto.

“Oh, sai come vanno queste cose, Moony. Te l’ho detto anche prima, no? Qualcosa sull’amore tra anfibi di piccola taglia.

È sufficiente. Remus getta pesantemente il capo in avanti, coprendosi il volto con una mano e gemendo di frustrazione.

“Preferivo le molestie post-partita. Era un’idea meno deleteria.”

Sirius si strozza con la sua stessa saliva, strabuzzando gli occhi e piegandosi in due. Tossisce in preda alle convulsioni, sputacchiando poco elegantemente sul campo sportivo.

James abbassa la bacchetta, mugolando unah!’ di soddisfazione. Remus esegue il suo numero di Inarcamento Sopraccigliare, aggiungendo un sospiro occasionale.

“Il tuo corpo continua a fare cose strane, ultimamente.

Qualche spasmo ancora e il rinnegato dei Black si ricompone, ravviandosi i capelli con una mano sospettosamente umidiccia. Realizza con ritardo d’aver prodotto una notevole quantità di bava, buona parte della quale gli si è appiccicata addosso.  

Il dettaglio non passa inosservato. Può sentirlo nella compassione con cui James gli batte sulle spalle, causando un ulteriore riflusso bronchitico.

“Fattene una ragione, Padfoot. Abbiamo fallito su tutta la linea. Torniamo indietro e cerchiamo la mia splendida donna, o il vecchio Wormtail inizierà a sospettare un triangolo scabroso alle sue spalle. Ti spiacerebbe smetterla di morire?”

Sirius biascica qualche imprecazione e scocca a Remus un’occhiata significativa (prima che Prongs riesca effettivamente a trascinarlo verso scuola). Non vi trova la metà del solidale affetto che s’era aspettato, ma almeno riprende il possesso della sua scopa.

Rimesso piede nel dormitorio si libera di Peter aizzandolo alla ricerca di James – impegnato nella Caccia Al Riflesso Rosso, una penosa gimcana tra le studentesse giù in sala comune – e si trincera per restare a tu per tu col suo scosso essere.

Gli occorre molto tempo a porte chiuse nel bagno per convincersi ad abbandonare ogni fantasia su incursioni sessuali negli spogliatoi.

Tempo, e un generoso numero di fazzolettini.

 

 

 

 











_ * _







Buonanotte al mondo dei miei indicibilmente meravigliosi aficionados.
Ho realizzato con una l e n t e z z a di riflessi sovraumana che non ho ancora detto una sola parola per spiegare il titolo di questa storia o quello dei vari capitoli. Il Bardo voglia scusarmi. Seguirà ora una parte molto noiosa che siete liberi di saltare per andare direttamente alle note sul capitolo :)
Dunque, il riassunto di questa storia parla di caduta amletica. Di fatto, tutti i nomi dei capitoli provengono dal celeberrimo monologo dell'Amleto shakespeariano (quello, per intenderci, del "essere o non essere"). In un primo momento avevo pensato a qualcosa tipo Hamlet Black, Black Hamlet o simili come titolo... solo che era penoso. E dunque. Visto che il nostro povero Amleto/Sirius si ritrova dinnanzi ad una vera tempesta - in questo capitolo direi ormonale - ecco che ho ripreso il titolo di un'altra opera di Shakespeare, "The Tempest", appunto. (Or) vuol dire "oppure", ed è in parentesi per indicare il collegamento con il titolo oiginario della fic - appunto, Hamlet. Per esteso, il nome sarebbe "Hamlet - or, The Tempest". Fine della storiosa storia superflua. Perdonatemi, divoro riferimenti.
Note sul capitolo. James e Sirius hanno bisogno di un terzo elemento per una missione fuori le mura di Howgwarts. Se non avete compreso, tra le righe, di che missione si tratti: far intrufolare 15 rane in amore nel comignolo del caminetto di Grimmauld Place. Non chiedetemi perché accidenti dovrebbero farlo: sono matti, del resto. Escluso Peter per la sua goffaggine, James vorrebbe chiedere a Lily mentre Sirius è più che deciso a coinvolgere Remus. Il quale, poveretto, non ha molte possibilità di riuscire ad effetturare l'operazione dall'alto della scopa e a tenersi pronto per l'eventualità di una fuga immediata e strategica (utile nel caso i sensori Black rilevassero la presenza di figli fedifraghi e lupi mannari nei paraggi). Coi capitoli che seguono avrete alcuni accenni sull'esito della missione :)

Ely79, nuova lettrice, wow! =D E' grandioso e anche molto divertente che tu paragoni i miei personaggi a quelli dei libri, dato che io i libri non li ho mai letti. xD Non posso che prenderlo come un complimento e ringraziarti di cuore <3
Mizar, hai perso il lavoro? Non me lo perdonerei MAI e mi sentirei responsabile per il resto della vita - quindi, ti prego, non farlo. Hai appena avuto la dimostrazione che non sono meno strana dei miei Sirius e Remus, quindi facci l'abitudine xD: continueranno a parlare in questo modo cervellotico che tanto ti ricorda il tuo nominatissimo capo (il filosofo con le orecchie più fischianti del web, mmh), ma non temere, perché io sarò sempre dietro di loro ad affannarmi per spiegare quello che dicono e a volte quello che non dicono. Lavoro ingrato. ç__ç Prometto solennemente che presto passeranno un po' più concretamente all'azione, comunque ;). Grazie sinceramente per il tuo puntuale sostegno ^w^

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Capitolo 6
*** : Dialogue 3. ***


_ * _

_ * _

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Non ce n’era bisogno, lo sai.”

 

“Ancora con questa storia?! Ti decidi a piantarla una buona volta? ‘Non dovevate scomodarvi, perché vi date tanto disturbo per me, oh, Sirius, i tuoi calzini profumano di lavanda appena raccolta’…”

 

“I tuoi calzini puzzano. In effetti, tu puzzi.”

 

“… e tu sei completamente matto!”

 

“Posto che su certi versanti, tipo quelli in cui ti do retta, potrebbe anche essere vero, si può sapere perché sarei matto?”

 

“Non devi dirmi che puzzo! Non l’hai ancora capito? Funziona così con tutte le cose che potrebbero spezzarmi il cuore.

 

“…”

 

“Non dirmelo mai più. Solo, fa’ tre passi indietro, così, precipitosamente. Il mio enorme, enorme ma fragile ego si sfalda in fretta, lo sai? Come una spumosa spuma di burrobirra.”

 

Sirius. Non prenderla troppo sul personale e ricorda che ti sono ancora grato. Vaffanculo.

 

“Ehi, ehi, woah, adesso! E tu con quella bocca baci… ugh, nessuno, in effetti. Giusto?”

 

“Vuoi proprio che te lo ripeta?”

 

“No, no, affatto, Moony. Finché non ci sono baci coinvolti puoi tenerti i tuoi piccoli segretucci. Tutto questo scattare e imprecare e fare grr grr è una cosa da luna piena, sì?”

 

“Credevo sapessi tutto sulla luna piena. Anni d’esperienza.”

 

“Ed io credevo fossimo addivenuti entrambi alla conclusione che a volte mi distacco dalla ragione, in un tema, per esplorare l’oscuro e terribilmente affascinante mondo del torto.”

 

“…quando arrivano Prongs e Wormtail?”   

 

Moony, accidenti a te! Non puoi già esserti stufato della mia compagnia esclusiva! Hai anche solo la più vaga idea di quante pagherebbero per essere chiuse in un seminterrato nascosto col sottoscritto per una notte intera?”

 

“…”

 

“Entro un’ora. Contento?”

 

“Tu che ne pensi?!

 

“Cavoli se diventi irritabile, uh! Voglio dire love, io sono con te, sai, due corpi e un’anima, ma francamente tutta questa storia degli ormoni lunari può farsi pesante.

 

“Hai ragione. Suppongo di sì, insomma. Mi spiace. Ti sei già pentito di essere venuto, vero?”

 

“Vuoi cominciare tutto daccapo? Per me va bene, ma avrei altri suggerimenti per passare il tempo in attesa del grr grr, worf worf.”

 

“Non sono contro te che mi tieni impegnato, purché ti comporti con coscienza della mia momentanea instabilità mentale. Per cui, forza. Sentiamo.”

 

“Ecco, non so se è proprio ciò che intendi perché mi sono distratto a metà frase, però avrei qualche domanda.

 

“C’è stato un tempo in cui ti ritenevo capace di portare avanti un discorso senza continue sollecitazioni.

 

“Sei stato ingenuo. Dunque, dicevo.”

 

“Dicevi.”

 

“Oh, sì, esattamente. Questi tuoi, ecco, ormoni lunari…”

 

“Preferirei che non li chiamassi in questo modo. Mi fa pensare a qualcosa tipo dei piccoli mutanti pelosi che piantano bandiere di conquista nel mio corpo.”

 

“… ormoni lunari, cosa comportano? Oltre al prendertela con me per ogni piccolissima sciocchezza, s’intende.

 

“Ti avevo pregato di non farmi innervosire. Sei avvertito.”

 

“Devo interpretarla come un, ‘non ci sono altri sintomi e tutta la mia gratitudine per il tuo nobile spirito di sacrificio è evaporata nel nulla, Padfoot’ ?”

 

“Non… al diavolo. Sì, mi portano sbalzi d’umore di ogni tipo, e sì, ci sono sintomi fisici, prima della trasformazione.”

 

“Fisici. Ah-ah, interessante. Molto interessante. Illustra.”

 

“Non c’è un granché da dire. Potresti facilmente arrivarci da solo.”

 

“…”

 

Ma in tal caso non saresti l’ottuso e irritante te stesso. Sto parlando di reazioni fisiche, Sirius. Non può essere troppo complicato, specie per te.

 

Cosa vorresti dire con questo? Cosa è ‘specie per me’?”

 

“Andiamo… proprio tu, fra tutti? Sirius Black, l’infaticabile seduttore e animale da lenzuola che ha deliziato mezza Hogwarts con saggi della sua virilità?”

 

“… è questa l’opinione che hai di me?! Animale da lenzuola? Pensavo non fossi neppure in grado di concepire certe espressioni!”

 

“Mi ritrovo sempre più spesso a dover stravolgere ogni tua certezza, e non è che vada matto per il ruolo. Ma qualcuno dovrà pur farlo. Il punto è che io non sono completamente asessuato, Sirius. asessuale.”

 

“Dove la differenza sarebbe…?”

 

“Santo Merlino. Sarebbe che non mi manca niente. Né gli… organi giusti, né l’istinto ad usarli.

 

“Istinto. Oh. Ah, oh, ew. Nnnh.”

 

“Devo costringerti a tener presente che l’hai voluto tu.

 

Uhn. Sì. Perciò, quando parli di sintomi fisici, intendi…?”

 

“Già.”

 

“Già?

 

“Già!”

 

Cosa? Che intendi?!

 

“Tu davvero non…?! Sei incredibile! Sul serio, è troppo – è semplicemente troppo assurdo!”

 

Moony, per favore, ti prego! Sto cercando di prendere appunti mentali, qui, e tutto questo tentennare equivale a riempirmi il foglio di orrende cancellature virtuali! Pensa ai tuoi appunti. Pensa a quanto incondizionatamente li ami. Non mi rimproveri sempre perché dovrei essere più ordinato quando scrivo? Ebbene, ci sto realmente provando, ma lasciati dire che non sei d’aiuto. Perché non provi ad avere…”

 

“Erezioni.”

 

“… okay, non è quello cui stavo pensando. Lo giuro.”

 

“Un briciolo di contestualizzazione, Black. Ne stiamo parlando sin dall’inizio. Le mie reazioni fisiche.”

 

“Le tue. Oh. Oh! Per cui, quando c’è luna piena, tu sei, ehr, vai tipo, tutto, mmmh?”

 

“Non proprio. Più che altro accade prima e dopo la luna. Il lupo non è esattamente interessato alle mie fantasie erotiche.

 

Nnnh. Giusto. E, precisamente, a che tipo di tue fantasie erotiche il lupo non sarebbe, uh, interessato?”

 

“Ad alcun tipo. Dove intendi arrivare, Sirius?”

 

“Da nessuna parte! Perché me lo chiedi?”

 

Perché sei tu, e tu non stai mai fermo. Avanti.”

 

“Davvero, Moony, non ricominciare! È solo che…”

 

“…”

 

“…”

 

“Mi rifiuto di aprirti la stupida bocca e ficcarci dentro lo stupido cucchiaio con le stupide parole che non riesci a pronunciare da solo, Black.

 

“Okay, okay, come vuoi! Ero solo curioso. Tu non… beh, lo sai. Non dai mai a vedere quello che senti in, ehr, certi ambiti. Così ho solo, mh, suppongo, colto l’occasione.

 

 Ma perché mai dovresti interessartene? Pensavo tu pensassi – al diavolo. Qual è veramente il problema?”

 

“Non so neppure se crederti, sulla cosa delle reazioni erezioni, lì. Io sono con te ogni plenilunio.”

 

“Perché, credi che verrei a sfogare i miei istinti lunari su di te?!

 

“Sarebbe tanto assurdo? Insomma, grazie, Moony! Questo sì che è un brutto colpo per la mia…”

 

“Lo faccio. Avere fantasie. Continuamente, come tutti gli altri. Come te. Persino nello stesso modo in cui lo fai tu. È una cosa da canidi.”

 

E cervi. E ratti, oh, ratti.”

 

“Spero non se la stiano passando troppo male. È una fortuna che ci sia Wormtail, con James.”

 

“Così potranno sfogare i loro istinti lunari uno sull’altro.

 

“Per favore! È stato già abbastanza penoso affrontare questo con te. Vuoi costringermi a immaginare qualcun altro alle prese con… e poi, cavolo, renditi conto di chi stiamo parlando!”

 

“Così, tutto diventa segretucci e cose da cani e domande insinuanti quando si tratta dei tuoi mutanti pelosi in avanscoperta, mentre Prongs o Peter o il grandioso Padfoot non sono neanche degni d’essere immaginati?”

 

“A me non importa! Ed erano cose da canidi, non cani. I lupi non sono cani. Men che meno quelli mannari.”

 

“Non sta cambiando un accidenti. Non sta funzionando. Che cosa hai fatto?”   

 

Sirius…”

 

“È così semplice, in realtà. L’hai detto tu. Non t’importa.”

 

Sirius, cosa…?”

 

“È forte, adesso, Moony? Siamo al crepuscolo, la luna dovrebbe fare il suo lavoro. Lanciare lo shuttle. Tutti pronti alla colonizzazione in massa del Pianeta Lupo Eccitato.

 

“Dovresti mantenere una certa distanza. Sta per cominciare.”

 

“Quale parte? La 1-di-2 fase della cosa, quella quasi pubblica? O la 2-di-2 cosa della cosa? Il lato oscuro dell’oscurità?”

 

“Vorrei sapere di cosa stai parlando.”

 

E sia. Posso aiutare. Posso mostrartelo.”

 

“…”

 

“…”

 

Resistete, laggiù, arrivano rinforzi! Splendide corna fresche di lucido a soli 15 galeoni d’oro! Coda di topo per le vostre lezioni di Pozioni…”

 

Prongs!”

 

“… a 7 falci e cinquantacinque! I migliori prezzi di semehi. Voi due!”

 

“…”

 

“…”

 

“In nome di tutto il pelo del mondo, che state facendo?”

 

 

 

 

 

 













_ * _







Già, che stanno facendo? xD
Spiegazione. Sirius e Remus sono in attesa della trasformazione alla Stamberga. James e Peter li raggiungeranno solo in un secondo momento per motivi che saranno più chiari nei capitoli a venire. Sirius inizia con i suoi discorsi, stavolta ben più mirati, e finisce col lasciarsi un tantino trasportare. Di consegueza, Prongs e Wormtail si ritrovano davanti i due amici un bel po' più vicini del dovuto. E con le facce più compromettenti dell'universo, probabilmente :p
Per gli sviluppi non vi resta che attendere. Questa è sicuramente una svolta. =)

twy, tre urrà per le vittime dello SBP, esatto! Sono contenta che qualcuno abbia davvero letto le mie divagazioni shakespeariane! '^^ Sirius sta calciando via la sua dignità ad ogni capitolo, per il mio puro e semplice compiacimento, sì. xD E tutti i termini 'dotti e aulici' cui ti riferisci (benché mi ritenga incapace di scrivere davvero 'termini dotti e aulici') servono a rendere la storia quanto più inverosimile possibile, perché tutta la libertà che riesco a prendermi con questi personaggi dipende dalla loro incompatibilità coi coetanei reali. Non so neppure se quello che ho scritto ha un senso, ahem. Nuova lettrice, che bello! ^o^ Spero che la storia continui a piacerti se proseguirai nella lettura =)
lucy6, altra nuova lettrice, ti ringrazio! Riguardo l'inconsapevolezza di Remus... mh, potresti sbagliarti, sai? ;-) Anche le pietre hanno impulsi. Solo che non lo danno a vedere. :p Grazie ancora per il commento :D
Mizar, buahaahuhha, ebbene sì, questa è una death fic che ha Remus per vittima. E' tutto celato dietro l'avvertimento 'commedia', solo che nessuno lo sospetta mai ù___ù. Temo tu mi abbia fregata alla grande. Non credo tu abbia troppo bisogno dei 'sottotitoli', comunque, visto che hai interpretato la scena sul campo da Quidditch meglio di quanto avrei potuto fare io stessa! =D Andando avanti avrai tutte le tue conferme. Quanto alle rane... Sirius direbbe che è uno sporco lavoro melmoso, ma qualcuno deve pur farlo. E ovviamente chi può sentirsi investito del ruolo se non i baldi Messer Prongs e Padfoot, Uniti Per La Causa, Specie Quella Sbagliata? Ti ringrazio davvero per il sostegno continuo. Alla prossima!
_Fruscio_di_Anime_, temo di aver saltato qualche underscore al tuo nick '^^ perdono. Addirittura geniale! E io che ho l'impressione di profanare il Bardo ogni volta che scrivo il titolo del capitolo nella finestrella di EFP. Oh, brutta bestia la chimica, lo so per esperienza. Non abbassare la guardia o ti staccherà la testa a morsi ù__ù. Grazie per il commento! =D

Ho dato un'occhiata a Preferiti e Seguiti e quasi m'è venuto un accidente. Grazie anche ai lettori silenziosi, non credevo fossero così tanti! ^O^
Appuntamento nel week-end :3

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Capitolo 7
*** Grunt and sweat (under a weary life). ***






James Potter ha un’aria deliziosamente patetica

James Potter ha un’aria deliziosamente patetica.

Le lenti spesse appannate dal vapore.

Le spalle magre incurvate in avanti.

Le labbra chiare sporte a broncio.

Sirius lo troverebbe davvero piacevole, non sapesse che è terrorizzato.

E conosce il motivo.

 

 

 

 

 

 

 

_ * _

 

 

 

 

Parte quarta – Grunt and sweat (under a weary life).

 

 

 

 

 

 

“Così…”

James si passa una mano fra i capelli, nervosamente.

“… c’è qualche motivo in particolare per cui mi stai placcando in questa nuda, nuda e sudata maniera?”

Alla tensione malcelata nella scelta delle parole Sirius ruota gli occhi stizzito.

Sta’ tranquillo, Prongs, non sono qui per molestarti. Non tutti hanno le tue idee deviate sugli spogliatoi. E, per inciso, dovresti davvero, sai, rilassarti.

Inizia a dargli sui nervi, sinceramente. Tutto quell’attorcigliarsi pudicamente l’asciugamano intorno ai fianchi, come se temesse di essere spogliato e preso violentemente contro la parete della doccia.

Trattiene un conato di vomito.

“Sì, beh, mi risulterebbe più facile se non mi stessi così addosso! Non so cosa sia questa tua improvvisa mania di contatto fisico tra amici, ma non prenderla troppo male se me ne chiamo fuori, okay?!”

James blatera sconclusionatamente, studiando intanto il modo per recuperare i vestiti lasciati sulla panca senza necessariamente toccare Padfoot, visto che il bastardo ha avuto cura di piazzarsi proprio lì davanti.

I primi quattro tentativi falliscono miseramente. Al quinto Sirius lo blocca per un braccio, riportandolo ad una distanza tale da poter guardarlo negli occhi.

Piantala di agitarti  come se avessi il Boccino nel sedere e prova ad ascoltarmi.”

Prongs si divincola non troppo delicatamente, incrociando le braccia all’altezza del bacino per proteggere i gioielli della corona dai temuti assalti.

Sirius nota e storce il naso. Ma davvero, davvero, non scatterebbe come fa se non fosse per quel borbottio appena udibile.

“Grandioso. Ora fai anche il sentimentale.”

È troppo. Ringhia senza controllo, agguantando quell’ammasso d’idiozia che è il suo migliore amico per le spalle scricchiolanti.

“Tu hai davvero bisogno d’essere pestato come si deve – e indovina? Penso che mi toccherà farlo personalmente!”

Non è sicuro di quale risultato si aspettasse, ma la reazione dell’Immensamente Inopportuno Potter non rientra nei suoi quadri di previsione.

“Oh, al diavolo, Pads! Perché cavolo sei ancora qui? Va’ a farti mettere in punizione da Silente, o ad annodare i lacci alle scarpe di Severus, o a fuggire dalla Strillettera di tua madre, o a fare qualunque altra cosa di cui comunque mi terrai all’oscuro finché non ci sbatterò il naso – e sì, nel caso te lo stessi chiedendo questa è una dannata allusione!”

È patetico sul serio. Senza possibilità d’appello.

Ansima come se avesse appena tenuto un comizio tutto d’un fiato, il che non è troppo lontano dalla verità – straordinariamente stupido cervo.

“Giusto perché tu lo sappia, sto fuggendo dalla Strillettera di Walburga proprio adesso.

Sirius replica debolmente, non così sorpreso quando James scuote la testa.

“Lascia perdere. Se la finiamo qui possiamo non parlare di ciò di cui non stiamo parlando, e tu mi hai praticamente teso un agguato mentre ero nudo, e questo sarebbe okay, se solo, no, no, non è quello che pensi, solo, Sirius, davvero, vorrei che te ne andassi.”

Prongs sembra sgonfiarsi come un palloncino vuotato dell’aria. Recupera la giacca dell’uniforme con un abile scarto laterale, ma non è abbastanza svelto da afferrare la camicia prima che l’altro lo fermi nuovamente.

“Credi che non abbia provato? Ho fatto –fanculo, James, ho tentato di tutto. Più di quello che un uomo fa normalmente per togliersi un coso, un grillo dalla testa, e a che pensi abbia portato? A questo essere nudi e imbarazzati, ed è semplicemente troppo stupido. Non puoi chiedermelo.”

Si stanno scaldando, ed è contemporaneamente strano e familiare.

“Beh, bene! Allora perché non fai come ho suggerito e ti levi di torno per un po’, finché…”

“Sono secoli che cerco di parlartene. Secoli. Ma tu no, ovviamente, sempre dietro le gonne della dannata Evans! Quindi, sai cosa? Non lo sto facendo perché te lo devo, visto che non ti devo un accidenti. È che questo fa schifo, e ho pensato che avresti potuto renderlo un po’ meno uno schifo  se ne avessimo parlato, alla fin fine.”

S’interrompe per raccogliere le idee. Potter sembra ancora più patetico con quella giacca sul petto nudo e l’asciugamano umidiccio che inizia a scivolargli giù dai fianchi – almeno ha smesso di stringere il nodo.

Ma ha anche una tristezza addosso che va oltre il senso del grottesco, e in qualche modo Sirius vorrebbe fosse diverso.

‘Alla fin fine’ non significa nulla. Ugh. La punizione con Silente è stato orrenda, comunque. Vecchio sadico. Non te la auguro per nessuna ragione al mondo.”

Osserva James strofinare insistentemente le mani contro l’asciugamano per allentare la tensione, mentre aggiunge:

Anche se sei un cretino gigante.”

Sirius sorride timidamente, intuendo il perdono camuffato.

“Wow. Così orrenda?”

Prongs annuisce solenne.

Così orrenda.”

Ghignano l’uno all’altro come beoti per qualche minuto.

Poi Potter rabbrividisce platealmente, e Sirius si scosta con una deliberata riverenza.

“Voglia accomodarsi e indossare i suoi sudaticci abiti, Messere. Appositamente profumati per lei, vorrei aggiungere, con la pregevole eau de Effluvi Sportivi Et Ormoni Pubescenti, la crème de la crème dell’ultima stagione!”

L’altro rotea gli occhi a quella scarsa imitazione d’accento francese, ma apprezza nondimeno tornare in possesso della camicia.

Padfoot lo guarda infilarsi le maniche umidicce a fatica, ostentando naturalezza.

“Bella partita, comunque. Grande, grande partita. Cercatore di Corvonero stecchito. Ben gli sta.”

“Grazie.”

James sembra realizzare un attimo più tardi, la testa appena riemersa dal colletto e gli occhiali di traverso sul naso.

“Aspetta. Che hai contro il Cercatore di Corvonero? Non è mica un, che so, uno Snape.”

Sirius scrolla le spalle.

“Non mi piace. Sta sempre lì con la testa fra i libri.”

All’espressione genuinamente perplessa dell’altro si decide a specificare.

“Libri sui mannari.

Ma Potter sembra ancora incapace di afferrare la gravità della situazione.

“E allora?! Sarà per le lezioni di Difesa. Non è mica…”

“Legge libri babbani, Prongs. Libri babbani sui licantropi.”

Davvero, non vede come potrebbe essere più chiaro di così. Peccato che James abbia ancora quel faccino demente a smentirlo.

Rantola di frustrazione, gesticolando furiosamente.

“Non capisci?! È ovvio che nutre qualche morbosa attrazione per loro!”

Stavolta è addirittura palese, ma la mascella dell’Uomo Dalle Lenti Appannate Quanto Il Sistema Nervoso cade fin quasi a toccare terra, disegnando un’espressione di sconcerto che è fuor di dubbio esagerata.

Non avrebbe mai voluto arrivare a questo punto, Sirius rimugina amaro.

Uggiola.

“Quei suoi libri babbani. Moony gliene ha prestato un paio.”

Abbassa le spalle, sconfitto dall’impietosa verità. Ora non gli resta che attendere il conforto che il suo migliore amico sicuramente non tarderà ad offrirgli, e intanto prepararsi a sporgere adorabilmente il labbro inferiore, di modo che…

“Ah.”

Beh, James ha evidenti, enormi difficoltà ad entrare pienamente nello spirito della cosa, considera, ma almeno ha smesso di sembrare una nebulosa di punti interrogativi dai capelli arruffati.

Eccetto che, s’intende, i capelli sono ancora arruffati.

Sirius risolleva il capo e fa per illustrare dettagliatamente tutte le infrazioni vere o presunte commesse dal maledetto Cercatore e ignominiosamente ignorate dall’arbitro corrotto, quando nota una sospensione imbarazzata nell’agire dell’amico.

Prongs si blocca di scatto con le dita strette attorno al nodo dell’asciugamano.

“Ora io dovrei, nnhg. Sai. Tu dovresti proprio…”

Per un attimo si chiede se stia facendo sul serio, poi realizza.

Non è come svegliarsi un dannato mattino con la riga dei capelli spostata di lato. È una di quelle cose che ti insegue quanto più provi ad ignorarla, e suppone James stia già facendo del suo meglio – non può aspettarsi che si armi di spazzola e provi a pettinarlo, ridendo della sua aria ridicola. È diverso.

“Oh, ugh, giusto. Dovrei proprio… andare, sì. Ecco. Allora io… vado.”

Si volta con un sorriso sghembo e fa per uscire.

Sirius.”

Quel tono di voce. Lo decifra all’istante, benché non l’abbia mai sentito prima.

Prongs si riavvia i capelli mordendosi un labbro.

“So che… insomma, per quel che vale dopo… ecco, non penso che tenterai di saltarmi addosso mentre faccio la doccia. O cose così.”

Sirius immagina vagamente quanto debba essergli costato. Altro che spazzole.

Annuisce frettolosamente e schizza fuori, incespicando sulle piastrelle bagnate.

Non vuole essere lì quando James si accorgerà di aver lasciato cadere l’asciugamano per giocherellare coi capelli, mostrandogli esattamente ogni dettaglio del suo tesoro nascosto.

Ugh.












_ * _







Classico esempio di ciò che accade quando si parla di sé senza parlare di sé.
(Il che, per inciso, è un'idiozia)
Ho avuto a lungo l'impressione che questo capitolo fosse troppo serio in relazione al resto della storia, specie nel finale - ecco perché mi sono presa il lusso di far cadere l'asciugamano al povero, piccolo, pudico Potter (PPPP, beccati questa, Pasolini!).
Di spiegazioni stavolta non dovrebbe esserci troppo bisogno. Ho fatto la brava, no? :3 Semplicemente, Sirius affronta con James la Gravosa Questione Gramo In Amore negli spogliatoi, dopo una partita contro i Ravenclaw. Sirius si accerta di trattenere l'amico finché non c'è più nessuno in giro, così da poter almeno tentare un briciolo di serietà.
Giusto un paio di note. Black dice di essere in fuga dalla Strillettera della madre (eh, buona fortuna): è evidente che la cara donnina non ha gradito lo scherzetto delle rane. Lo stesso per cui Prongs e Wormtail - perché alla fine il terzo membro è stato lui, Lily non sembrava proprio entusiasta della proposta, mentre schiantava James al suolo - vengono puniti da Silente, attardandosi così per la trasformazione di Remus e provocando quello che avete visto nello scorso dialogo.
Si spiega qui aussi l'astio di Sirius nei confronti dell'anonimo Cercatore di Corvonero, la cui unica colpa, poveraccio, è stata quella di farsi prestare dei libri da Moony. Faux pas! Un cane pretende esclusive attenzioni dal suo padrone.
Nel caso non fosse chiara la seg... elucubrazione mentale di Sirius sulle spazzole, nel finale: si riferisce al suo venir fuori come omosessuale, e alle difficoltà che chi ha intorno potrebbe incontrare nell'affrontarlo.

ciecata_ciecata, non so di che accidenti stai parlando. Presto mi costringerai a cose tipo OXFORD! ORITTEROPI! KYLE XY! IL CONTO PER FAVORE! Ce lo serbiamo per il prossimo appuntamento, sì?
twy, eccoti servito il tuo 'stavamo, emh. Discutendo. Remus stava per uccidermi, in realtà.' Forse non è andata proprio come ti aspettavi? A partire dal fatto che, uhlala!, Remus qui non appare nemmeno. Poveraccio. Ma posso GIURARTI che era effettivamente molto, molto prugnesco quando Prongs e Wormtail sono arrivati. Che Sirius sia del tutto perso lo si vede sempre più ogni giorno. Ha tutta la mia comprensione. E il mio sadico gaudio. 'Uhlala' rientra nei termini dotti e aulici? Così, per sapere :p Ti ringrazio di quore *w*
Eruyome, 'una delle poche degne di esser recensite?' Oh cavolo O__O ahem, grazie! Ora sì che diventa difficile tenere a bada le aspettative, mh? Sono sempre sorpresa quando incontro qualcuno in fandom diversi, anche se io per prima ne ho bazzicati un bel po'... è la mia prima incursione in HP perché non sono una fan della serie, ma questi due signorini mi ispirano talmente tanto che potrebbe anche non essere l'ultima! Mi fa piacere che immagini Sirius e Remus come faccio io ;-) anche perché è probabile che tu sappia molto più di me sul loro conto. Grazie del sostegno, anche per i commenti alle fic su Nana! =D
Mizar, se non mettessi in dubbio la virilità dell'irreprensibile Lupin non starei qui a scrivere dei suoi problemi ormonali, ti pare? ù__ù Caro ragazzo. Ho detto ragazzo! Oh. Spero che anche questo capitolo ti abbia rilassata e divertita - magari un po' meno dei precedenti, però? E sì, è assolutamente ora di quella svolta. Prometto scintille. Grazie di essere stati con noi! Buona serata. (Annunciatrice tv mode ON)
Nemo From Mars, mi spiace della, ehm, velocità negli aggiornamenti? In genere devo scusarmi peril motivo opposto! xD Il fatto è che questa storia era già finita quando ho iniziato a postarla, proprio perché non volevo dilatare troppo i tempi - non è una cosa impegnata, è una fic leggera che deve andare giù senza prendersi troppo tempo, né il mio né il vostro. Leggi pure con calma e quando puoi, sei già troppo gentile a lasciare commenti! ^w^ Ghigna pure, eh =D. Ci si vede!

Grazie a Preferiti e Seguiti =)
A prestissimo col prossimo dialogo!

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Capitolo 8
*** : Dialogue 4. ***


_ * _

_ * _

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ouch.

 

“Non muoverti.”

 

“Ci sto provah! Maledizione, Sirius!”

 

“Devo dedurre che sei ancora tanto spudoratamente ingrato da lamentarti? D’accordo, beccati questa.”

 

Nngah! Che cosa diavolo stai usando, whisky incendiario?!”

 

Anche. Sapevi che combinato ai bisognini di Mrs. Purr genera un unguento apposito per lupi mannari?”

 

“Questo non è, ghnn, divertente.”

 

Ma è la verità! Rende lucido il pelo.”

 

“Va bene. Basta così. Dammi questo affare.”

 

Cosa…?”

 

“Sei ufficialmente la peggior infermiera del mondo. Ti licenzio. E ora levati di torno.”

 

“Andiamo, non fare il solito te del mattino dopo. Non hai idea di quanto mi ferisca, ogni volta. È deprimente sapere di essere solo uno squallido diversivo notturno che mandi via a pedate quando smette di leccarti l’orecchio.”

 

“Tu non fai questo a Moony.”

 

“Beh, chi può dirlo, mio trasformato amico.

 

“Non lo fai. Non sento il tuo odore in quel modo.”

 

“Sarebbe a dire?”

 

“Sarebbe – ow! Dannato balsamo!”

 

“Te l’ho detto che non potevi fare da solo. Aspetta, no, forse l’ho solo pensato. Quello, e qualcosa sul fatto che offri a Madame Pomfrey un sacco di parti personali e private che una donna della sua età non dovrebbe essere autorizzata neanche a immaginare.”

 

“Di che accidenti stai parlando? Lei lo fa per mestiere, e a me serve davvero, uhrr, davvero una mano.

 

Moony, Moony, stiamo migliorando con le addizioni, vero? Questo sarebbe precisamente il motivo per cui io sono qui!”

 

“Per le addizioni?”

 

“… da’ qua.”

 

Chhgr.

 

“È divertente, tiri fuori suoni diversi ogni volta che cambio zona!”

 

“Mi rincuora immensamente sapere che almeno tu – ah! – stai trascorrendo un piacevole – gah! Dove stai…?”

 

“Interessante. Così, questo è il suono di qui. Vediamo un po’ cosa succede se…”

 

Pff. Sirius, mi sembra di ricordare qualcosa sul tuo essere qui per aiutare, non giocare al dannato Allegro Chirurgo in versione perversah!”

 

Mhmh, l’allegro chi?”

 

“Lascia perdere. Solo, lascia perdere.”

 

“…”

 

Hanf.

 

“Wow.”

 

“Quello non era… che accidenti stai facendo?”

 

Ouhr. Ih. Scusa.”

 

“Al diavolo.”

 

“È che… stavo solo…”

 

Solo cosa? Questo è il tuo ennesimo mettere le mani e la lingua in posti sbagliati – ti prego, ti prego, non farmi ripensare a quello che ho detto.”

 

“Ti comporti come se dovesse esserci qualcosa di più.”

 

“No. No! Santo Merlino.”

 

“Ascolta.”

 

Nnnngh. Cosa?”

 

“I suoni che fai. No, aspetta. Non quelli. Me, ascolta me.”

 

E dovrebbe essere consolante.”

 

“Non l’ho mai detto. Non sono come te – non ho questa schifosa presunzione di sapere cosa farebbe star meglio chicchessia. Volevo dirti quanto quella cosa mi avesse fatto infuriare da secoli, e tu semplicemente non hai ascoltato.”

 

“Così, è in qualche modo per la mia presunzione se le tue mani sono finite a frugare inopportunamente tra le mie gambe?”

 

“Non erano esattamente le gambe.”

 

“Lo so, oh.

 

“Questo non c’entra niente. Senti, mi spiace, okay? Ma tu sei Moony. Sei terribilmente te, e sai che non lo intendevo quando – quando ti ho chiesto di essere più Peter, vero? Perché quello mi farebbe a pezzi.”

 

“Sul serio?”

 

“Parola. Tanto varrebbe diventare Snivellus.”

 

“Non sapevo che la mia identità, nonché la mia incapacità in Trasfigurazione, contasse così tanto per te.”

 

“Beh, questo è più o meno il problema, uh? Non lo sai.

 

“…”

 

“Aspetta. La scorsa luna, te lo ricordi? Quando Prongs e Wormtail sono rimasti in punizione per quella faccenda delle rane.

 

“Non mi hai mai spiegato come hai fatto a farla franca, tu.

 

“Chiamiamola,forte motivazione’?”

 

“O, più prosaicamente,darsela a gambe’. Sei stato orrendo.”

 

E dovresti essermi grato. Ad ogni modo, quello che James ha visto quando, quando è arrivato, e, e tutto quel coprire la faccia di Peter come se potessimo far bruciare i suoi occhi innocenti, mentre lo sappiamo tutti che sotto le sue coperte non succedono solo guerre di briciole, il che difficilmente lo classifica come ‘innocente’ affatto, e in ogni caso, diavolo!, cosa credeva stessimo facendo, in nome di… eravamo vestiti.

 

“Forse ti sentiresti meglio se arrivassi al punto.

 

“Lo hai fatto di nuovo. Lo hai fatto di nuovo! Non posso crederci. Ti dico quanto mi faccia infuriare il tuo supporre di sapere sempre tutto, e tu lo fai di nuovo!”

 

“Beh, scusa. Scusa tanto. Ma questo non cambia il fatto che eri tu quello sdraiato fra le mie gambe mentre avresti solo dovuto – stavo per trasformarmi, Pads! E cosa maledizione era quello?!

 

“L’hai detto tu. Mettere le mani in posti sbagliati.”

 

“…”

 

“Beh? Non ho menzionato la lingua, perciò non arrabbiarti.

 

“Le mie ferite si stanno chiudendo.”

 

E tu che non volevi credere all’unguento di Mrs. Purr! Te l’ho detto che fa miracoli.”

 

“Le mie ferite si stanno chiudendo, infette, perché tu hai smesso di occupartene.

 

“Oh!”

 

“GYAAAH! Sirius, maledetto,fanculo.”

 

“Prima ti lamenti che ti trascuro, poi che ti guarisco! Sei un accidentato percorso di dolorosa accettazione con meta il perdono e la professione di un imperituro, represso amore.

 

“Non ho mai conosciuto un ragazzo che parlasse tanto quanto fai tu.”

 

“E io non ne ho mai conosciuto uno che si lamentasse come fai tu.”

 

“E che fosse contemporaneamente un lupo mannaro.

 

E che fosse contemporaneamente un lupo mannaro. Vedi? Il mondo è pieeeno di cose che non possiamo immaginare!”

 

Ma a volte loro ci trovano. A volte, dico. Accadono.”

 

“L’inimmaginabile. O inimmaginato?”

 

“Accade.”

 

“Già. E poi tutto diventa una confusa massa di, che so. Umili capelli.”

 

“Scuri.”

 

“Non così scuri.”

 

Oh, sì, invece. Molto scuri.”

 

“…”

 

“È la prima volta in sei anni che ti lascio senza parole.

 

“È la prima volta in sei anni che segui davvero un mio discorso. Fa quasi paura.”

 

“Vero, mh? Non dovrei continuare a frequentarti. Sei pericoloso per…”

 

Remus.”

 

“Sì, beh. Il senso è quello. Non uso parlare di me in terza persona, però…”

 

Remus. Non Moony.”

 

“Oh. È un… cambiamento.”

 

“Ti dispiace?”

 

“Mi dispiace quando non parli chiaro.”

 

“A me dispiace quando hai il raffreddore e tiri su col naso per non disturbare gli altri soffiandotelo, senza sapere che così facendo sei molto più irritante.”

 

“Oh Godric, dici sul serio? È così fastidioso? Avreste dovuto dirmelo anni fa, prima che prendessi l’abitudine e diventasse un mio tratto distintivo!”

 

“Non c’è problema. Io adoro tutti i tuoi tratti distintivi.”

 

“…”

 

“Credo dovresti rivestirti.”

 















_ * _















Buonaseeera.
Spiegazione: un mese è trascorso ed è di nuovo luna piena. Per la precisione, il mattino dopo la luna. Sirius sta prendendosi cura delle ferite di Remus per motivi che non ci è dato sapere - suppongo che la Pomfrey non fosse disponibile, ma a chi importa? (So che dovrebbe importarmi visto che sono l'autrice e si suppone che abbia il controllo della mia storia, ma la sorpresa è che no, non ce l'ho. Non l'ho mai avuto.) Ad ogni modo, ecco i nostri ragazzi lì a farsi gli affari loro. Questa è la seconda versione della doverosa Chiacchierata Del Dopo: nello scorso capitolo c'è stata quella con James, ora - anche se a distanza di quattro settimane, per la paralizzante idiozia di Sirius e la totale assenza di collaborazione di Remus - quella col diretto interessato.
Immagino sia meglio precisare che Sirius sta solo scherzando sulla composizione dell'unguento. Remus ci è arrivato, ovviamente, ma la prudenza non è mai troppa. Quindi: no, nessuno sta medicando il povero lupo mannaro con whiskey incendiario e pipì di gatto.
Sottolineo che tutti, TUTTI i versi emessi da Remus (quegli strani assembramenti di lettere in corsivo, esatto) sono dovuti al dolore per il lungo processo di medicazione. Laddove vi venisse un dubbio sulla natura dell'hanf... beh, avreste ragione. Ma fate finta che non vi abbia svelato nulla, d'accordo?
Ancora, quando Sirius dice di non aver mai desiderato che Remus fosse più come Peter fa riferimento ad una sua battuta nel :Dialogue 2. Oh, e lo sfogo sulla supponenza di Remus affonda le radici nel :Dialogue 1. Non è bello che possiate tornare indietro e rileggerlo proprio adesso, se non ricordate? :3
Ebbene sì, mie care. Sirius Black è scampato alla punizione data da Silente per la Questione Anfibi In Amore mollando i suoi amici nelle grinfie del nemico, e tutto questo per non perdersi neanche un attimo di Remus prima della sua trasformazione. Che dite, è giustificato? <3
Credo di essere di umore strano e un po' stanca, quindi non andrò oltre con le spiegazioni. Potete chiedere qualunque chiarimento vogliate, anche se mi fa sentire stupida e saccente perché è come se fossi un professore in cattedra. Urgh.

twy,complimenti per aver sgamato la questione del Cercatore, anche se - giusto per rovinarti il divertimento - sono fermamente convinta che in realtà il povero Cercatore non giri intorno a Remus. E' solo quello stupido cagnaccio nero che s'ingelosisce senza ragione. :p Che ne dici della reazione di Remmy? Ti ricordo che è molto nudo. Povero ragazzo, nudo con Sirius pronto a divorarlo. Non lo augurerei a... ehm, ho perso il filo, e non sono credibile in ogni caso. Scusa, oggi sono pazza xD. Ti ringrazio dal profondo del cuore, anche se questa storia NON è realistica e nulla che tu possa dire mi convincerà del contrario! Graziegraziegraziegraziegrazie, anche se non hai commentato le Mollamy. Ti perdono ECCOME <3
Mizar, le tue parentesi coi pensieri dei personaggi sono perfette. Non ho veramente altro da aggiungere, sei stata spettacolare xD. Anche io sono sul filone 'Remus & Ravenclaws Uniti Nell'Amore Per La Cultura'. Un club di cui Sirius potrebbe entrare a far parte solo sotto effetto di droghe pesanti, temo '^^. Grazie di essere ancora qui dal mio primo capitolo :3 non lo dimentico mica!
Sklupin, piacere di annoverarti tra i miei lettori! ^^ Grazie di cuore per le belle cose che hai detto sulla mia storia 'sadicamente ironica', LOL! E' vero, James se l'è vista brutta, ma in fin dei conti lui e Pads sono i migliori amici che sia possibile trovare sulla faccia della Terra, e in qualche modo se la cavano sempre. (Detto fra noi... puoi giurarci che è traumatizzato xD. Specie perché Sirius non è capace di tenersi un cecio in bocca, come diremmo noi babbani.) Grazie ancora del commento =D
Lady Patfood, evidentemente ho sopravvalutato le mie capacità comunicative quando ho affrettato un po' le spiegazioni allo scorso capitolo. Pensavo fosse molto chiaro. Se vuoi qualche chiarimento preciso sarei felicissima di dartelo. Grazie dell'attenzione!

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Capitolo 9
*** What dreams may come. ***


Dondola le braccia come un gorilla ubriaco

Dondola le braccia come un gorilla ubriaco.

Scrolla la testa per liberare i capelli lunghi ai lati del viso.

Flette le ginocchia, espirando come un mantice.

Risale.

Geme.

Salta sul posto.

Perché diamine James lo fissa in quel modo?!

Sta impazzendo.

 

 

 

 

 

 

 

_ * _

 

 

 

 

Parte quintaWhat dreams may come.

 

 

 

 

 

 

“Sto impazzendo.”

Sirius, James considera, ha una propensione naturale per constatare l’ovvio.

“Ah – ah.”

La furia dei Black non esita ad abbattersi sulla sua persona. Precisamente, all’altezza del braccio che Padfoot strattona crudelmente.

“Non fare ‘ah – ah’ a me, cerbiatto del cavolo. Non capisci che dico sul serio? È una tragedia!”

Considerato il normale livello di tragico che c’è effettivamente in quanto Sirius ritiene tragico, il giovane Potter rifiuta a prescindere di preoccuparsi.

Sottovalutando, se non l’entità del problema, almeno l’eloquenza dell’afflitto.

“Se non riuscirò a dirglielo prima delle vacanze continuerò con questi maledetti capelli annodati e queste idee piene di treccine afro babbane fino all’anno nuovo, ed è un periodo maledettamente lungo in cui, oltre a sembrare impresentabile, mi nutrirò di scarafaggi sguazzando nell’autocommiserazione  e nell’odio per me stesso, con la sola compagnia delle tue occasionali visite cornute, quando mi porterai conforto e pudding in punta di zoccolo.” 

James non trova miglior risposta che una caustica scrollata di spalle.

“In fondo resti un ottimista. Pensi ancora che verrei a trovarti.”

Ora, Sirius potrebbe colpirlo. Potrebbe lanciare uno di quei gridi di battaglia che gli vengono su dalla gola così naturalmente, a testimoniare la purezza del suo puro, puro sangue, e mandarlo a sbattere contro il muro più vicino, ottenendo un delizioso Volo Acrobatico A Traiettoria Iperbolica dei fondi di bottiglia che ha sul naso. O potrebbe andare sul subdolo, e afferrargli gli stupidissimi capelli nelle due mani per poi tirare in sei diverse direzioni alla volta, ridendo volgarmente inebriato dalle strazianti urla di dolore che riempirebbero l’intero dormitorio. O ancora optare per il patetico, buttandosi sui Più Che Efficaci Insulti All’Incantevole Persona Di Lily Evans, acclarati come il più letale tra i Dodici Metodi Letali per farsi prendere a testate nello stomaco da un cervo in calore.  

L’ultima probabilmente non risolverebbe nulla in alcun caso, ma non è per questo che si ferma.

È che Remus sceglie proprio quell’istante per comparire sull’uscio, alle spalle di Prongs, con una battuta d’entrata da far rizzare i capelli sulla nuca – e i suoi capelli hanno già i loro problemi.

“Dire cosa a chi?”

Oh, per tutti gli accenti sulle e di cliché.

La prima cosa che realizza (dopo aver strabuzzato gli occhi come fosse sul punto di svenire ed essersi accasciato all’indietro sul letto, tentando invano di svenire sul serio) è che James ha tagliato la corda con la professionalità di uno borsaiolo incallito – il che è ben poco lontano dalla realtà, a ripensarci. Un’immagine piuttosto divertente di Remus vestito da donna che viene derubato della borsetta da un Potter in passamontagna con presa d’aria per capelli gli incolla sulla faccia un ghigno allucinato e perverso, con tempismo incredibilmente atroce, visto che Moony è proprio lì davanti – in quel modo che ha lui di essere proprio lì davanti.

Nnnhhhkkkggghrrffssah.”

Dice Sirius, e lo bacia.

Posto che non ha pensato affatto, non dovrebbe stupire che non abbia calcolato il dislivello d’altezza. Deve letteralmente arpionarsi al collo di Remus – privandolo nel mentre delle corde vocali – per mantenere le loro bocche in contatto, finendo col costringere la vittima a sovrastarlo, un ginocchio grottescamente poggiato sul letto e l’altra gamba pericolosamente inarcata in avanti.

Moony emette una specie di grugnito nel bacio, prima di staccarsi bruscamente.

Sirius ha gli occhi spalancati e l’espressione più genuinamente terrorizzata che abbia mai visto su volto umano. Non sa come prendere il fatto che, evidentemente, fa più paura come baciatore che come lupo mannaro.

“Q-Questo era, cosa? Mettere la lingua in posti sbagliati?”

“Non ancora.”

E Sirius lo bacia di nuovo, schiudendo le labbra per mostrargli esattamente uno dei posti dove la sua lingua desidera essere da mesi.

Quella di Moony, d’altro canto, non sembra dispiaciuta all’idea di trasferirsi per un po’, al punto che improvvisamente tutto diventa vero. Il bacio è vero, la saliva, i mugolii strozzati, e il respiro umido e caldo che cresce, e il cuore nel petto che detta il ritmo, e le mani stupide e goffe che non sanno dove né cosa, e lo scontrarsi dei nasi nel cambiare angolazione, e tutto – non importa, perché tutto è vero e tutto è grandioso. Incomparabile.

Remus si allontana di nuovo, e stavolta è Sirius a studiarlo.

Ha le guance arrossate e la bocca lucida, ancora socchiusa. Un ciuffo inizia ad arricciarsi sulla fronte per il sudore che la vela.

Tutto a un tratto Sirius vorrebbe ridere, e ridere, e ridere, perché quello che gli legge negli occhi in questo momento non può essere lì. Non può essere reale.

Ce ne hai messo di tempo.

Inizia a ridere sul serio, ma viene interrotto presto. Mentre la bocca di Moony torna sulla sua – oh, ciao alla bocca di Moony! – arretra lungo il materasso, in risposta alla pressione di una coscia inopportuna che si stringe al suo fianco sinistro, chiedendo spazio. Remus lecca le sue labbra con lentezza, costringendolo ad una specie di sbuffo isterico perché, davvero, questo sta diventando troppo, e intanto Sirius si allunga all’indietro, pregando – pregando sia la cosa giusta da fare, e non sembri, insomma, precipitare le cose, perché di precipitare le cose adesso proprio non gl’importa.

Remus geme d’assenso nella sua bocca e insinua un ginocchio ad allargargli le gambe, accompagnandolo nella caduta fra i guanciali. Poi si sdraia su di lui, e qualcosa tocca qualcosa, e SiriusSirius non vorrebbe quel dannato problema nei pantaloni da cui tutto è cominciato, ma il pensiero successivo è che potrebbe farne buon uso. Quindi non sa dire quanto istintivo sia in effetti l’istintivo aprire le gambe e allacciarle ai fianchi di Moony, inarcandosi verso l’alto. Però non riceve lamentele, se si esclude quel morso alla lingua.

Nnnhhttghoà.”

Il dialogo non è mai stato preoccupante, tra loro.

Poi è ancora bocca, avida e caldissima, eccitante oltre ogni limite di decenza imposto da non ricorda più che cosa, disgraziatamente, mentre l’oggetto di tutte le sue più recenti fantasie erotiche spinge contro il suo inguine interessato, ricacciandogli in gola con la lingua parola per parola.

Ugh, non una gran bella immagine.

Ansima, sentendosi disperatamente idiota – e Remus deve pensarla allo stesso modo, perché s’interrompe ancora una volta.

Sirius non vi bada. Gli intreccia le braccia dietro la schiena, trascinandolo di nuovo giù e mordendogli ferocemente un labbro quando i loro qualcosa cozzano pesantemente l’uno contro l’altro, facendogli venir voglia di – Remus azzarda uno strusciare lento di bacino – Sirius perde il filo.

Quando il movimento s’interrompe arrischia un’occhiata.

Visto dal basso, con il labbro inferiore macchiato di scarlatto per la sua veemenza, Moony è insostenibilmente bello.

Ed è bello il modo in cui parla, come se non riuscisse a racimolare il fiato per una frase intera e dovesse soffiar via ogni lettera.

“È il giorno dopo la luna. Ti avevo messo in guardia.”

Sirius si lascia sfuggire un ringhio canino. Non ha la forza d’impegnarsi in una discussione quando tutto ciò che sa di volere è strapparsi di dosso i pantaloni, ed è anche peggio perché questa conversazione gli serve, ed è altrettanto inevitabile, quindi non volerla è male e lo fa sentire in colpa.

Beh? I suoi pensieri non espirano mai.

Quando apre la bocca per dire qualcosa – senza una precisa idea di cosa – Remus osa di nuovo quel trucchetto del ruotare il bacino proprio lì, fra le sue cosce, e Sirius deve afferrare di scatto le lenzuola per restare ancorato alla Terra.

Vuoi… volevi dirmi qualcosa?”

Ah – ah, divertente. Come se avesse la facoltà di parola, al momento.

Poi però realizza che Moony è serio, e, diavolo, forse non sta neanche appositamente cercando di mandarlo in orbita con quel benedetto inguine affetto da ormoni lunari.

Oh, questa è un’idea.

“Sai se gli ormoni lunari hanno effetto anche sui grossi cani neri pieni di pulci?”

Non vuole neanche pensare al suo tono di voce, che suona disgraziatamente strozzato. Remus gli sorride, così vicino ma fuori portata di labbra da essere distruttivo.

“Non saprei. Quella delle pulci è una cosa che dovresti dire prima di metterti a pomiciare con qualcuno, comunque. Non è come l’herpes o una di quelle malattie veneree, però, sai.”

È così immensamente carino mentre lo dice, e Sirius prende fiato perché questa potrebbe essere l’unica occasione.

“Se non sei in grado di amare le mie pulci vuol dire che non puoi amare me, Messer Moony.”

Dopo si tratta solo di aspettare, trattenendo il respiro e tormentandosi un labbro, e torcendo le lenzuola fra le mani sudaticce – ugh, che schifo – e ignorare quello che succederà se non otterrà la risposta sperata.

Che arriva, un interminabile attimo più tardi.

“Poco male.”

Remus sorride appena, prima di chinarsi a elargire un bacio leggero.

“Ho sempre amato le tue pulci, Pads.”

 

 

 






















_ * _
















Buona domenica, miei fedeli :3
Spero che il capitolo della Dichiarazione (anche se la dichiarazione di Sirius qui è, letteralmente, "Nnnhhhkkkggghrrffssah") non vi abbia lasciate deluse. Come vedete ho persino azzardato una lime (ecco il perché del rating).
Nel caso ci fosse bisogno di Spiegazioni: dopo la quasi-chiacchierata dell'ultimo plenilunio, Sirius è ancora più impaziente di parlare con l'oggetto dei suoi desideri, visto che le vacanze estive li separeranno per mesi. La scena si svolge tutta nel dormitorio, per una volta; James, da bravo amico e borseggiatore incallito, leva frettolosamente le tende al sopraggiungere di Moony, lasciando i due canidi ai loro sordidi affari. Ciò che sconvolge davvero Sirius è la condiscendenza di Remus, il quale sembra addirittura sollevato dalla fine dell'attesa. E questo è per chi ha creduto che il lupacchiotto fosse ignaro di quello che gli succedeva intorno ;-)
Questo può considerarsi il capitolo conclusivo. Ci sarà un ultimo dialogo (avevo annunciato sin dal principio che ci sarebbero stati 10 post ^o^) con funzione di epilogo, ambientato con qualche mese di distacco.

Sklupin, chissà se avrai riso anche per i "Nnnhhhkkkggghrrffssah" di Sirius in questo capitolo? '^^ Il povero ragazzo ha seri problemi ad esprimersi, ma, come abbiamo appurato, non sa tenersi un - sai cosa - in bocca ù__ù. Grazie del commento *___*
Lady Patfood, i dialoghi sono effettivamente massacranti. Sono pensati per dare il mal di testa alle persone perbene :p. Grazie del commento!
Mizar, quando mi prenderanno a Zelig ti renderò la protagonista dei miei monologhi, tipo "Tatiaaana" o "Adrianaaaaaa" xD. Sei avvisata. Hai avuto la tua dichiarazione, contenta? :3 Ovviamente fanno tutto a modo loro, ahem. Poco verbale. Fammi sapere che ne pensi :3
Degel, avevo intuito il tuo fandom di provenienza a partire dal nick ^^. Posso dirti sin da subito che ti ringrazio anche per aver apprezzato *In Rainbows*? (Se hai spulciato il mio profilo dovresti aver letto che quella storia lì è in stallo, ahem.) IL VENTISETTESIMO CAPITOLO? CHI HA NOMINATO IL VENTISETTESIMO CAPITOLO??! *sgrana fucile con occhi iniettati di sangue e bava alla bocca* *espressione da tossico in astinenza* DOVEEEE?! =Q__________ Sono pronta ad incatenarmi con te in qualunque momento: avvisami qualche ora prima così prendo l'artiglieria pesante (vale a dre, mi armo di faccine cucciolose piangenti e supplici ç_____*). Puoi chiamarmi Brav'Uomo, ti spiace? SOGNO di guadagnarmi un Brav'Uomo alla James Potter <3 con un virile *pat-pat* sulla testa. Oh, delizioso. Già, non ho nemmeno letto HP - il tuo OMFG era di, A) shock; B) orrore; C) mi sento violentata da un marshmallow nel leggere questa storia? Quale opzione? :3 Oh, non dire mai più qualcosa come MAESTRO POLARETTO all'indirizzo di Camus. Ho riso per cent'anni, e stavo bevendo, quindi mi hai quasi ammazzata. E NON AVRESTI MAI AVUTO IL FINALE DI QUESTA STORIA, MUAHAHA. Altro che capitolo 27 - quello arriverà quando mi sarà cresciuta la barba come a Silente. Sono già sulla buona strada *liscia i lunghi capelli rossi*, devo solo aspettare che sbianchino ù__ù. Graziegraziegrazie del megagalattico commento *w* hai fatto di me un molesto cane scodinzolante.

Grazie ai Preferiti (*__*) e ai Seguiti (*___*). Vi citerò tutti alla fine del prossimo capitolo :3 (E' UNA MINACCIA, ESATTAMENTE!)
A prestissimo =D

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Capitolo 10
*** : Dialogue 5. ***



Attenzione: altissimi
livelli di
contorsionismo verble.
Da leggere con calma e pazienza. ^w*







_ * _

_ * _

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 “Tu non mi stai ascoltando.”

 

“È perché non stai dicendo niente!”

 

“Questo non è vero! Possibile che una cosa tanto fine e chiara come la ferocia del mio silenzio sprezzante continui a sfuggirti?”

 

“Di quale estremamente palese silenzio sprezzante staresti parlando?”

 

“Di quello che riservo appositamente per te dal primo momento in cui ti ho incontrato!”

 

“… tu non sei normale.”

 

“Hai ragione! È così, è proprio così. Ma questo non mi rende il bersaglio della tua compassione, dico bene?”

 

“Bersaglio di compassione?”

 

“Stai almeno facendo uno sforzo? Concentrati, concentrati.”

 

“Ci sto provando, Sirius. Se solo ti riuscisse di articolare qualche periodo intelligibile, ogni tanto.”

 

“No, no, così non funziona! Siamo come due donnicciole che vanno avanti all’infinito senza ascoltarsi a vicenda, lo capisci?”

 

E di chi è verosimilmente la colpa?”

 

“Non puoi ridurre tutto questo a una questione di colpa, e non puoi neppure – quante negazioni mi hai costretto ad usare, eh? Te ne sei almeno accorto?! Questo è nuovo per me, voglio dire, io non sono il tipo che si nega a qualcosa o a qualcuno, o alle cose o alle persone, in generale, ti risulta?”

 

“Ho perso il filo del discorso.”

 

“Non c’è un filo da perdere, Moony! Come vuoi perdere qualcosa che non c’è?! È proprio questo lo stramaledettissimo problema!”

 

“Aiuto, soccorso, chiunque…”

 

“Solo perché parlo tanto questo non vuol dire che io straparli. E se anche straparlassi, beh, quelle non sarebbero necessariamente sciocchezze. Non tutto ciò che mi esce di bocca merita di finire nel cesso solo perché esce dalla mia bocca, ci hai mai pensato? Non c’è un filo da seguire, quindi non provare a tirar fuori la faccenda del filo, e no, mi rifiuto di sentirmi in colpa perché tu non riesci a trovare un filo e non riesci neppure a perderlo. Tutto questo non mi compete.”

 

“Tutto questo mi ucciderà. Ascolta, c’è davvero qualcosa che stai, sai, cercando effettivamente di dire, fra i tuoi seppur affascinanti giochi di parole, oppure stai dando fiato alla bocca solo per il piacere immenso che provi nel sentir vibrare le corde vocali?”

 

“Apri bene le orecchie e tenta di darmi una risposta. Se ci fosse effettivamente qualcosa di sensato che stessi, ipoteticamente, cercando di esternare – posto che un ottuso come te non avrebbe una speranza su un milione di riuscire a comprenderlo – pensi che questo mio ipotetico e sensato qualcosa ti, sai, riguarderebbe?”

 

“… che razza di domanda sarebbe? Non puoi chiedermi di speculare su qualcosa che neanche c’è.

 

“Lo vedi? Lo stai facendo di nuovo! Continui ad attaccarti alle parole e ti rifiuti di agire! E, per inciso, speculare non vuol dire un bel niente. Non sono neanche sicuro sia una parola.”

           

Speculare è una parola, ma aspettarmi che tu potessi conoscerla è stato un imperdonabile errore, per mia parte. Vorrai scusarmi.”

 

“Ora non puoi negarlo. Non stai andando da nessuna parte, mentre io…”

 

“Non lo stai facendo, non ci provare! Tu non stai andando da nessuna parte, non ci stai neppure arrivando, esattamente come me qui, okay, solo che io almeno non sto cercando di fartelo pesare. E non sono neanche sicuro, a dir il vero, di aver innescato personalmente il motore e aver dato il mio consenso a questa gara o marcia o parata o quello che diavolo tu credi che sia.”

 

Quindi tu non credi che dovremo andare da qualche parte, è così?”

 

“Perché ho l’impressione che qualunque cosa risponderò verrà usata impunemente contro di me?!”

 

Perché è proprio così, Messer Lupin. E ora rispondi.”

 

“Io sto bene qui. Non capisco cosa stai dicendo, non credo di poterlo capire e, in tutta franchezza, ho i miei dubbi sul fatto che tu stesso lo stia capendo. Ma sto bene qui, o almeno ci stavo prima che questa delirante conversazione, se è così che possiamo chiamare questo avvilente urlarsi contro a vicenda, avesse disgraziatamente inizio.

 

“Va bene. Ci hai provato. Non te ne si può fare realmente una colpa. Evidentemente non avverti la stessa esigenza di muoverti, e anche nel caso, forse il qualcosa cui vorresti arrivare sarebbe diverso dal qualcosa cui vorrei arrivare io comunque, e allora è molto meglio risparmiarci questa discussione con tutti i piccoli segretucci scandalosi che potrebbe portare a galla e nessuno di noi arde dalla voglia di scoprire.”

 

Proviamo a mettere questo in termini più umani, ti va? Mi stai dicendo che vuoi qualcosa di più dalla nostra relazione? Che così com’è ti lascia insoddisfatto?”

 

“Beh, no. Sì. Non si tratta di questo, non in sé. Non è come poni tu la questione, capisci? Tu hai tutto il tuo modo lineare ed estremo e umano per vedere le cose, e te lo giuro, non è che io faccia apposta a complicarle – non la maggior parte del tempo. Però davvero sento che così non funziona. Con le tue parole non, loro… loro non funzionano per i miei concetti. Non funzionano per questo qui, almeno.”

 

“… le mie parole si sentono veramente stupite, e anche un bel po’ oltraggiate.

 

Di’ loro di non prendersela a male, vuoi? Provvederò a scusarmi con l’ausilio di un barboso vocabolario o qualunque cosa usino le parole degli altri come calumet della pace. Quello che sto cercando di dire io adesso, qui, con le mie parole, suppongo, suonerebbe un po’ troppo semplicistico, dopo tutti i giri che gli abbiamo tracciato intorno. Lo hanno svuotato un po’ di senso, ugh.”

 

“Quello era un verso?”

 

“Un gemito. Forse. Ugh.”

 

“Lo hai fatto di nuovo. Non è strettamente piacevole. Ti fa arricciare la faccia.”

 

“Possiamo lasciar fuori la mia meravigliosa faccia arricciata da questa storia, per favore? Pensavo che almeno su una cosa fossimo d’accordo, che è già abbastanza difficile così.

 

“Non volevo complicarlo. Scusa tanto.”

 

“Non ti scusare, Moony, non voglio che finisca in questo modo. Finisce sempre tutto molto in fretta, quando tu ti scusi, lo hai notato?”

 

“Non mi sembra di scusarmi poi così spesso, e noi litighiamo di continuo.

 

“Non è quante volte lo fai, ma la risolutezza che ci metti. Mi spiazza, mi toglie energia. È come se lo facessi maledettamente apposta perché sai, ci scommetto, sai che mi lascia senza la forza di continuare a prendermela con te. O a inveire tra me, che poi è lo stesso, in fondo.”

 

“Quindi parlare con me è uguale a parlare da soli?! Grazie tante!” 

 

“Prendertela per una travisazione tanto meschina è proprio tipico del tuo bel modo umano di dire, e fare, e guardare le cose, lo sai?”

 

Travisazione non è una parola. Vorrei proprio sapere perché la grammatica finisce a farla da padrona in ogni benedetta discussione che abbiamo.

 

“È perché tu non riesci a smettere di prestare attenzione alle parole, e si sa che io parlo tanto. Ma quando si arriva alle azioni, fattelo dire, sei veramente scarso.

 

“Allora illuminami, prima che chissà quale altra orribile travisazione mi allontani dalla retta via del comprendonio, che ne dici?”

 

“Vedo il tuo sarcasmo da due soldi e rilancio con un ah-ah pieno di tronfia soddisfazione. Te lo farò vedere, oh sì, ci puoi giurare.

 

“… non me lo stai facendo vedere.”

 

“Tu dammi tempo. Ti ho detto che sarebbe suonato semplicistico, adesso, ma mica ho parlato di  facile.”

 

“…”

 

E ora che fai?”

 

“Non lo so. Io… provo a darti il tuo tempo?”

 

“…”

 

“È una di quelle cose che dovresti apprezzare, sai.

 

“Oh, giusto. Sì, suppongo. Lo apprezzo, no, davvero. Seriamente.”

 

“Ti dispiace dirmi esattamente cosa è tanto semplicistico, prima che si deteriori al punto da perdere fino alla minima sfumatura di senso – cosa che temo abbia già fatto?”

 

“Ah. Quel qualcosa dove io volevo arrivare, dove volevo che noi arrivassimo, hai presente? Quando ti ho chiesto se credevi ti avrebbe riguardato.

 

“Sì.”

 

Cosa, sì?”

 

“Sì, me lo ricordo. Va’ avanti.”

 

“Eh. Ecco, il punto è che qualunque cosa che abbia un minimo di senso ed esce dalla mia bocca, beh, ho capito che ti riguarda. E se non ti riguarda già, allora voglio che ti riguardi.

 

“Vorresti che mi riguardasse.”

 

“Oh. Già, esatto. È così. Benedetti tempi verbali.”

 

Ma questo non ha senso. Insomma, stiamo facendo progressi, organizzazione logistica e tutto il resto, però il significato…”

 

E c’è dell’altro. Ho capito che, ovunque arriveremo, ovunque mi piacerebbe fossimo in grado di arrivare, ecco, io avrei proprio bisogno di farlo insieme. Vorrei che fosse un posto pronto per noi due. Per accoglierci entrambi. Vorrei che fosse un posto di tuo gradimento, cosicché accetteresti di dividerlo con me.

 

“D’accordo. Io… sono molto perplesso, ma forse stiamo iniziando a venirci incontro.

 

“Non parlarne come se fossimo l’uno di fronte all’altro, noi non siamo… contrapposti. Io non voglio controbilanciarti, come se fossimo in una qualche stupida altalena senza perno.

 

“A dir il vero, io credo che un perno ce l’avrebbe.”

 

“Quale?”

 

“Beh, ripensandoci non ne sono poi così sicuro. Forse sarebbe qualcosa che abbiamo in comune, o qualcosa che amiamo entrambi allo stesso modo.

 

“Io amo stare a letto con te, la sera.”

 

“…”

 

“No, no, aspetta, non fare quella faccia. Non intendevo…”

 

“Anche a me piace stare a letto con te.”

 

“La sera?”

 

“In qualunque parte del giorno, a dir il vero.

 

“Wow. Sì. Questo… sta diventando piuttosto strano, mh?”

 

“Lo è stato sin dal principio, temo. E il peggio è che non abbiamo ancora concluso un accidente.”

 

“Non essere così categorico, adesso. Lo hai detto tu che qualche progresso è stato fatto.

 

“… è vero. Qualche progresso è stato fatto.”

 

E allora accontentiamoci di questo per, ugh, diciamo, oggi, va bene?”

 

“Facciamo, per questa settimana.”

 

“Non vuoi parlare con me per tutto il resto della settimana?!

 

“Potendo sceglierei eviterei di parlare con te per tutto il resto della vita, Padfoot, ma incontrerei un paio di difficoltà.”

 

“Tu non dici sul serio!”

 

“Eh, ehi, calmati ora. Ovviamente non dico sul serio.”

 

“Meglio per te. E per me. Tu non lo diresti – lo diresti? – ma io ho tanto bisogno di questo. Sono piuttosto, ugh, sai, fragile.”

 

“Ammettilo, lo stai trascinando anche se la conversazione è esaurita da un pezzo perché non sopporti di stare zitto per sette giorni.”

 

“Già, infatti. Se lo sai allora perché devi…?”

 

Perché meriti di essere torturato per avermi costretto ad un dialogo del genere. Arrivederci.”

 

“Non c’è proprio verso che io riesca a intenerirti al punto da ridurre la condanna, vero?”

 

“No, non c’è. Arrivederci.”

 

“Proprio nessuno? Nessunissimo verso? Potrei farti delle cose, ugh, sessuali. Dovrebbero piacerti. Insomma, so che ti piacciono. Lo so per certo. E non pensare che per me non sarebbe una punizione, perché saresti veramente molto, molto lontano dalla verità, intesi? Veramente molto molto.”

 

“…”

 

Aspetta un attimo, aspetta un attimo! Gaah! Avevo ragione sin dal principio! Tu non mi stai ascoltando!”

 

“…”

 

“…”

 

“È perché non stai dicendo niente, maledizione!”

 

Ah-ah! Tronfia soddisfazione, ricordi?!

 

“… tu non sei normale.”

 

“Hai ragione! È così, è proprio così. Ma questo non mi rende il bersaglio della tua…”

 

“Tu non mi costringerai a ricominciare questo daccapo. È la mia ultima parola.”

 

“Non ti stai sforzando, Moony! Concentrati, concentrati!”

 

“…”

 

“… va bene. Una settimana, giusto? Arrivederci.”

 

 

  

 

 

















// END.






















_ * _



















Vi avevo avvertite dall'inizio: contorsionismo verbale ai limiti estremi. Un capitolo finale addirittura corrosivo, me ne rendo conto io stessa xD.
Spiegazione. Come avrete notato, mancano del tutto l'ambientazione o il pur minimo riferimento temporale; questo perché il presente dialogo - la primissima parte di fanfic che abbia scritto, tra l'altro - non era nato, in origine, come necessariamente SB/RL. Ero ancora nella mia fase di rifiuto ("no, no, no! Non è ammissibile che abbia voglia di scrivere su HP!"), quindi mi ero mantenuta su una semplice e vaga lite fra innmorati gay che usano cascate di parole al solo scopo di darsi l'emicrania a vicenda e, secondariamente, darla al lettore. Difatti, i nomi degli interlocutori sono stati aggiunti successivamente.
Cosa accada è in realtà semplice e banale. Non ci è dato sapere quanto tempo dopo la loro ufficializzazione come coppia (nello scorso capitolo), i nostri beniamini affrontano il primo, vero litigio tra partners. Essendo Sirius Black e Remus Lupin i signori in questione, non può trattarsi che di una nevrotica caccia al vocabolo ben povera di contenuti, una monumentale esaltazione della paranoia. Mi scuso sinceramente con chi è rimasto allibito e non è riuscito a seguire gli scambi di battute: è colpa mia e loro, non vostra. '^^

twy, il tuo "non hai letto Harry Potter" visto così mi ha dato i brividi perché mi ha ricordato tanto la VOCE di qualcuno che ho il privilegio di udire dal vivo molto spesso xD. Grazie per aver notato la cosa delle pulci *w* non potevo metterci più fluffy di così, eppure non sono riuscita a rinunciare ad un pizzichino di - sai. In fondo Sirius è stato lobotomizzato di recente, certe cose gliele si perdona <3 . Grazie veramente di cuore per aver seguito e recensito questa fanfic, sono contentissima che ti sia piaciuta ^___^.
Degel (o Dégel? Mistero della Dolphin), spero tu non collassi dopo quest'ultimo capitolo. Mi tengo stretta i miei BRAV'UOMO perché non so quando ancora potrò meritarli. Niente crudele, visto? Spero neanche troppo banale. E, rossa naturale, sì. GRAZIE. Croack. Voglio tornare rosssspo.
Mizar, meriti seriamente una statua d'oro per essere la sola ad aver recensito OGNI SINGOLO CAPITOLO. Io... davvero, grazie ç__ç sono commossa. Come vedi ho piùùùù che recuperato la mancanza di dialogo del capitolo precedente, no? xD Scommetto che dopo questo epilogo vorrai ammazzarmi. Ti ricordo ancora il tuo capo filosofo? Se è così devi davvero odiarmi. Non so se scriverò ancora in questo fandom, almeno per il momento. Ho un po' di faccende da sbrigare, cose da cosare. Capirai. Però mi sono autenticamente innamorata di Messer Moony, e sai cosa ti fa l'amore. Mica puoi metterlo da parte e far finta che non sia lì, vero? ;-) Ti ringrazio davvero, davvero, davvero dal profondo del cuore <3
ciecata_ciecata, dalle Terre del Calore Umano, giuro che mai ci saranno pinguini per te. Adoratrice di ogni tuo centimetro di barba bianca altezza cintola, tua eccetera eccetera. Grazie. Per, beh. Moony.

Preferiti e Seguiti, un caloroso ringraziamente anche a voi. *___*

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