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di mengo1904
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I capitolo ***
Capitolo 3: *** II Capitolo ***
Capitolo 3: *** III Capitolo ***



Capitolo 1
*** I capitolo ***


Pov. Annabeth

Finalmente ricomincia la scuola!
Non mi prendete per pazza è solo che mi piace, insomma puoi rivedere i tuoi amici, imparare nuove cose e nonostante il mio deficit dell’attenzione riesco comunque ad ottenere il massimo dei voti, il più delle volte.
Mi ero già vestita e stavo facendo colazione quando i miei fratellastri entrarono in cucina rovinando quell’aria pacifica di prima mattina.
Per quanto fossero stanchi riuscivano comunque a farti saltare i nervi anche se quello era il giorno più bello della tua vita.
Cercai di mangiare più velocemente per poi afferrare la mia borsa, mettermi un giacchetto leggero ed uscire di casa per poi avviarmi verso la fermata dell’autobus.
 
Dopo ben dieci minuti che aspettavo finalmente il veicolo arrivò, anche se in ritardo.
Mi sedetti su uno dei primi sedile e subito dopo mi misi a guardare fuori dal finestrino.
Dopo poco il mio sedere iniziò a chiedere pieta! Quei cosi erano troppo scomodi!
Mi raddrizzai un poco sul sedile e cercai successivamente di distrarmi giocherellando con il telefonino e, prima di quanto mi aspettassi, l’autobus si fermò per farci scendere alla nostra fermata a pochi passi dalla scuola.
Appena posai i piedi sull’asfalto iniziai a camminare velocemente verso il cancello, sicuramente mi stava già aspettando da un po’ ed era meglio non farla arrabbiare proprio quel giorno che per lei ricominciava il suo peggior incubo.
Appena attraversai le enormi ante di ferro iniziai a guardarmi attorno in cerca della mia amica in nero.
Poco dopo la vidi, stava parlando con due ragazzi, uno di questi lo conoscevo bene: Luke Castellan,  che per tutti quegli anni c’aveva provato con Talia infinitamente.
Intuii che quei due stavano battibeccando come sempre dalle loro espressioni, ma aspe’… l’altro ragazzo, quello accanto a Luke, mi pareva di averlo già visto ma non saprei dire dove ne quando.
Lasciai perdere i miei pensieri e mi avviai verso quei tre ed una volta li appoggiai la mano sulla spalla di Talia.
-Eccomi, andiamo?-

 

Pov. Talia

Stupida scuola, stupide persone e stupido mondo!
Ma perché ogni anno ci  dobbiamo far  sottomettere a questa tortura ? Che diritto hanno loro di trattarci così?
Non ha un fottuttissimo senso!
E bene si, la scuola era appena iniziata ed io già non ne potevo più, e pensare che non ero ancora entrata. Me ne stavo nel cortile fissando il grande cancello di ferro nella speranza che Chase arrivasse presto.
Ormai ero li da cinque minuti e lei non si era ancora fatta vedere. Strano da parte sua, di solito arrivava in orario, a volte anche prima di me!
Ovviamente essendo il primo giorno di scuola c’erano molte più persone nel cortile del solito, per salutarsi dopo una lunga estate e per accogliere le nuove reclute.
Gli alberi che mi facevano ombra potevano ancora vantare le loro foglie verdi sotto il sole accecante di New York. Le persone intorno a me non sembravano molto stressate anzi, erano molto più vivaci e attivi di me che, mentre loro ridevano e scherzavano con gli amici me ne stavo ferma con i miei soliti jeans strappati, il mio leggero giacchetto di pelle e i miei fidati anfibi all’ombra di un albero, isolata da tutti e con un espressione fredda come se on ci fosse niente di peggio che alzarsi presto la mattina per andare in una gabbia di idioti che non avrebbero fatto altro che darmi dell’idiota.
In effetti si, c’erano cose peggiori di quella ma al momento non mi vennero in mente.
Quando finalmente vidi la solita chioma bionda sbucare da dietro il muro qualcuno mi venne addosso con assai poca delicatezza.
-Ma sei scemo? La prossima volta guarda dove vai idiota!- dissi girandomi infastidita.
Ed ovviamente, chi e cosa potevano aggiungersi alla mia lista per rovinarmi ancora di più la giornata?
Un incontro con la persona più idiota che potesse esistere sulla faccia della terra: Castellan.
Appena mi vide il suo sguardo divento subito sorpreso ed anche divertito.
Possibile che un ragazzo con così tanto bell’aspetto possa essere un emerito imbecille?
-Ma guarda chi si vede! Sentiamo pure stamani ti sei alzata con la luna storta?-
-E tu invece? Che c’è sei diventato cieco?- risposi con disprezzo.
-Bhe, può capitare che una persona con così tanto fascino come me possa accecarsi con la sua stessa bellezza guardandosi allo specchio!-
Ma che spaccone! Non posso credere che l’umanità sia arrivata così in basso!
Stavo per rispondere alla sua squallida battuta su se stesso quando chiamò uno dei suoi amici.
-Hey Perce ! Vieni un attimo qua!- disse agitando la mano in aria per far cenno a questo “Perce”.
Appena arrivò lo riconobbi, era uno dei tanti amici di mio fratello, uno di quelli più stretti, insomma loro insieme a pochi altri facevano parte di  uno di quei gruppi più ”famosi” della scuola.
-Conosci già Talia ?-
-Bh, più o meno. Sei la sorella di Jason ,vero? – fortunatamente non si dava le arie come Castellan.
-Si, sono io.- dissi a denti stretti, infondo non è che mi piaceva più i tanto essere chiamata “la  sorella di Jason”.
Stava per dire qualcosa ma subito dopo richiuse la bocca, poi però la riaprì e poi la rischiuse nuovamente, stava boccheggiando per caso?
Subito dopo una mano si poggiò sulla mia spalla e fortunatamente il mio più grande desiderio in quel momento si realizzò !
-Eccomi, andiamo?- Accettai con piacere e ci incamminammo verso l’entrata della scuola.
 

Pov. Percy

Ma che vuole adesso Castellan?
In tutta l’estate che sia io che lui siamo rimasti a New York non ha fatto altro che farmi conoscere persone, soprattutto ragazze, e infatti eccolo che mi chiama pure oggi che ricomincia la scuola!
-Conosci già Talia?- disse indicandomi la ragazza di fronte a lui che aveva un aria a dir poco innervosita. Di sicuro non era uno dei nuovi amori di Luke.
Ma sinceramente quegli anfibi li avevo già visti da qualche parte.
-Bhe più o meno, sei la sorella di Jason, vero?-
-Si, sono io.- Ora ne ero sicuro, l’avevo già vista a casa di suo fratello quando, nelle giornate di pioggia, restavamo in casa a cazzeggiare davanti alla tv, lei però se ne stava quasi sempre in camera sua. Lei e Jason non sembravamo nemmeno fratello e sorella se non fosse per i loro occhi inconfondibili.
Stavo per chiederli se era in quella scuola da molto quando la vidi: stava venendo verso di noi con così tanta naturalezza e disinvoltura da sembrare affascinante, anzi, lo era proprio.
Aveva dei capelli biondi che li ondeggiavano al vento e i suoi occhi brillavano così tanto alla luce del sole che non riuscii a capire il loro colore.
Mi risvegliai dai miei pensieri solo quando la vidi andar via insieme a Talia.
Luke mi scosse per la spalla.
-Amico, mi hai fatto faticare per tutta l’estate in cerca di qualche ragazza per te e tra tutte le belle donne che esistono, tra tutte quelle che ti ho presentato e fatto conoscere, te scegli proprio Chase? Così te la stai andando a cercare!- mi disse scherzando.
-Cosa? Hey amico io non so manco chi è !-
-Annabeth Chase, figlia e studentessa modello, ragazza testarda ma simpatica che ti creerà un bel po’ di problemi se vuoi avere a che fare con lei. E’ abbastanza o vuoi pure il codice fiscale?-
Io stavo ancora fissando il punto in cui era sparita definitivamente dalla mia vista quando continuò.
-Oddei amico! Sei proprio nella merda!- disse con la sua solita finezza visto che non mi ero ancora deciso a riprende i sensi.
Mi costrinse a girarmi e mi condusse dentro la scuola dove gli altri ci stavano aspettando.
Una volta dentro iniziammo a cercare il nostro gruppo che, ovviamente, si trovava come sempre verso il centro della scuola, dove si trovava un giardino all’aperto con panchine, ma i ragazzi si trovavano ovviamente sul muretto per ripararsi dal sole.
-Hey ragazzi!- li salutammo molto calorosamente visto il fatto che non ci vedevamo dall’inizio dell’estate.
C’erano tutti, anche qualche nuovo arrivato, anzi, quasi tutti. L’unico che mancava all’appello era Leo, chissà dove si era andato a cacciare quello la!
Dopo qualche piccola battuta su delle cazzate successe e sulle nuove professoresse che alcuni di noi avevano visto quella mattina decidemmo di andare nelle nostre classi prima di fare tardi il primo giorno di scuola.

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Capitolo 3
*** II Capitolo ***


Pov. Jason

Finalmente Percy e Luke arrivarono, mancava solo Leo e visto che non si era fatto vedere decisi che prima di andare in classe sarei andato a cercarlo.
Così, dopo una breve chiacchierata con gli altri li salutai ed iniziai a camminare per la scuola in cerca di un ragazzo a dir poco iperattivo.
Lo trovai davanti al suo armadietto, sembrava che stesse parlando con qualcuno che però non riuscii a vedere, così mi avvicinai con l’intento di fare a Valdez una bella ramanzina sull’avvertire sempre gli amici che sei talmente sfaticato da non voler fare un palio di metri per raggiungerli, appena arrivai lo presi per le spalle, gli chiusi l’armadietto ed iniziai a  trascinarlo via, sarei anche arrivato alla mia meta se non fosse stato per un corpo che mi si piazzò davanti.
-Non puoi portarti via il mio amico così!- “Cazzo”.

Pov. Leo

Stava per prendere le mie cose dall’armadietto quando sentii della mani prendermi da dietro, un rumore metallico del mio armadietto che si chiudeva e una forte spinta all’indietro.
E all’improvviso, qualcuno mi stava trascinando.
Fortunatamente Pips mi salvò da quello che poteva sembrare un rapimento.
-Non puoi portarti via il mio amico così!- disse mettendosi davanti al mio rapitore.
Io nel frattempo mi liberai dalle mani che precedentemente mi tenevano bel saldo e, dopo essermi sistemato la maglia bianca che indossavo quel giorno ed essermi spinto indietro dei ciuffi di capelli con la mano mi bastò alzare di poco lo sguardo per vedere in faccia il mio rapitore.
-Hey Jason! Da quanto tempo vero?- dissi raggiante.
Non lo vedevo dalla fine della scuola e lui insieme a tutti gli altri mi era mancato ovviamente.
Però lui non diede segno di risposta, almeno fino a che Piper non parlò di nuovo.
-Si certo, Jason giusto? Stavamo avendo un’importante conversazione, almeno prima che tu iniziassi a trascinarlo via. Cos’hai da dire a tua discolpa?- disse Pips che gli stava intralciando la strada con fare molto minaccioso.
Purtroppo per lui, Jason non riuscì a risponderli perché intervenni io in difesa del mio amico.
-In realtà le nuove scarpe della Gucci non è poi una così importante conversazione.-
-Leo! Ma da quale parte stai?- iniziai a ridere per lo sciok che aveva in volto mentre anche Jason nascondeva un sorriso, ma fortunatamente lo trattenne per parlare subito dopo.
-Bhe chiedo scusa per il disagio ma questo coglione ha avuto la brillante idea di non farsi vedere quando invece aveva detto il contrario.- “ma che centro io?”
-A proposito amico, sappi che mi hai fatto morire di paura!- mi disse, anzi i urlò in faccia il mio amico fin troppo iperprotettivo.
-Cosa? Adesso è colpa mia? Non ho fatto niente di male! E’ stata Pips a fermarmi quando stavo per venire da voi!-  li urlai in mia difesa sapendo di aver appena firmato la mia condanna a morte.
Ormai tutto il corridoio ci stava fissando e la situazione era diventata imbarazzante.
Piper stava per ribattere in sua difesa quando Jason la precedette.
-Aspettate un attimo!- disse facendo strani gesti con le mani, sembrava stesse soffocando.
-Ti chiami Pips?- continuò poi rivolgendosi alla mia mica di fronte.
Ovviamente durante questo scontro di “box” a parole Jason doveva per forza intromettersi con una frase idiota.
Come si chiamava? Era serio? Nel bel mezzo di una discussione amichevole tra due amici come li può essere venuto in mente di chiedere il nome ad una persona? Chi sano di mente lo farebbe?
Non so cosa stesse per rispondere Pips ma venne preceduta dalla voce di un angelo.
-In realtà si chiama Piper.-

 

Pov. Calipso

Mi stavo perdendo in quella stupidissima scuola!
Come è possibile che sia così complicato trovare un fottutissimo armadietto? Sono pure numerati!
“Okay, okay Calipso, adesso calmati e modera il linguaggio”
Stavo cercando l’unica persona che conoscevo in quella scuola che mi aveva fornito il numero del suo armadietto quell’estate quando ci siamo incontrate in vacanza, dicendoli che mi trasferivo a New York.
E’ stata una fortuna incontrarla perché fare nuove amicizie per me non è mai stato molto facile.
Così abbiamo mantenuto i contatti e con piacevole sorpresa scoprii che mia mamma mi aveva iscritto alla sua stessa scuola.
 
Dopo aver percorso quasi tutto il giro del liceo trovai l’armadietto: il 275 nell’ala est che appena arrivata avevo confuso con quella ovest.
Inizialmente non vidi Piper ma dopo poco una chioma color cioccolato iniziò a muoversi freneticamente in mezzo alla folla di persone che quella mattina, come tutti gli altri, non facevano altro che fare su e giù per la scuola in cerca di persone che conoscevano.
Avvicinandomi notai che la chioma che avevo precedentemente visto aveva delle treccine che li ciondolavano sul viso. Si, era sicuramente lei. E stava chiaramente discutendo con due ragazzi li accanto. Anzi con uno solo di loro, l’altro era deciso a rimanere zitto e ascoltare i due.
Mi feci più vicino ed iniziai a capire il discorso che stavano tenendo.
Parlavano di qualcuno che aveva la colpa su qualcosa. Ovviamente non capii nient’altro, almeno fin che a pochi centimetri di distanza non sentii la voce del ragazzo che prima stava in silenzio.
-Ti chiami Pips?- ma che razza di domanda era?
Allora intervenni io.
-In verità si chiama Piper- e subito dopo mi ritrovai tre paglia di occhi che mi fissavano. Poi venni quasi buttata a terra dalla ragazza che mi abbracciò un po’ troppo violentemente.
-Oddei mi sei mancata molto!-
-Anche tu Pips, anche tu!- ed era vero, la conoscevo d poco certo, ma già da quando ci siamo incontrate abbiamo stabilito un forte legame.
I due ragazzi ci guardarono sbalorditi, uno più dell’altro. “Che c’è, due persone che si ritrovano non sono all’ordine del giorno?”
Appena l’abbraccio finì lei si rivolse ai due.
-Leo, ci rivedremo a lezione quindi non credere che il discorso finisca qui. Jason è stato un “piacere” conoscerti. Adesso scusate ma dobbiamo andare.- E detto questo mi prese a braccetto ed iniziammo a camminare verso l’aula mentre io ancora me la ridevo sotto i baffi per l’espressione di quei due.

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Capitolo 3
*** III Capitolo ***


Pov. Bianca
-Nico muoviti!- “ma è possibile che pur avvertendolo venti minuti prima lui riesca lo stesso a far tardi?”
Eravamo sotto casa in attesa che mio fratello scendesse per poi andare a scuola, ma ovviamente doveva ancora finire di prepararsi.
Io me ne stavo tranquillamente appoggiata al muretto con il mio fidato cappello alla parigina mentre Hazel si muoveva freneticamente davanti ai miei occhi.
Appena arrivammo, ci dirigemmo verso i nostri armadietti e dopo aver preso l’essenziale per la lezione, iniziammo ad incamminarci verso l’aula.
-No no, aspettate!- disse all’improvviso mio fratello fermandosi di botto.
-Io devo andare alle panchine, mi stanno aspettando gli altri!- bhe, per chi non lo sa le panchine di cui parlava Nico erano solo un piccolo praticello all’aperto più o meno in mezzo alla scuola.
-E va bene. Ti accompagniamo fin là facendo il giro lungo e poi ci troviamo direttamente in classe.- Spiego Hazel.
Acconsentimmo ed iniziammo ad avviarci verso le panchine.
Una volta li vedemmo il gruppo di mio fratello così lo salutammo e lo lasciammo proseguire.
Stavamo per farlo pure noi quando mia cugina m’intralciò la strada.
-Guarda bene Bianca.- disse fissandomi con quell’occhioni color oro.
-Che cosa?- risposi iniziando a mandare occhiate in giro.
-Ma dai! Il gruppo di Nico, no? Guarda, ci sono nuovi arrivati!- Come poteva essere così felice? Insomma perché ?
-Si, lo vedo. Ma cosa c’è di speciale in questo? – chiesi confusa.
-No no, niente di che...-
 
 
 
Pov. Hazel
-Si, lo vedo. Ma cosa c’è di speciale in questo?- "Miei dei cuginetta! La cosa speciale in questo è che c’è un bellissimo ragazzo tra codesti!”
-No no, niente di che...- lasciai perdere il discorso e proseguii verso l’aula noncurante se Bianca mi stava seguendo, mentre sul mio viso si era dipinto un lieve rossore sulle guance.
Una volta arrivate in aula iniziammo ad aspettare Nico ed il suono della campanella, non accennando più del discorso di prima.
 
Pov. Nico
Salutai Hazel e Bianca e mi avviai verso i miei amici accorgendomi di non conoscere alcuni ragazzi li presenti.
-Hey!- anche loro mi salutarono e subito dopo mi presentarono i ragazzi nuovi.
-Loro sono: Chris, Charles e Frank. Ragazzi lui è Nico.- disse semplicemente Travis che, raramente veniva alle panchina con noi. Direi che oggi ha fatto un’eccezione.
Salutai i nuovi e dopo qualche scherzo iniziammo a dividerci per andare nelle nostre classi, tanto che alla fine rimanemmo solo io, Luke e i nuovi arrivati. Sinceramente non mi sentivo a mio agio tra di loro, anche se sembravano simpatici.
Dopo poco iniziai a scocciarmi così dissi la prima cosa che mi venne in mente per andarmene.
-Devo andare, mia sorella e mia cugina mi aspettano.- era una motivazione un po’ patetica ma abbastanza efficace per fare in modo di potermi allontanare.
-Tua sorella e tua cugina vengono in questa scuola?- mi chiese Charles impedendomi di andarmene.
-Esatto, prima mi hanno accompagnato qua e poi sono andate in classe. Ora dovrei proprio raggiungerle...- feci per andarmene ma quella volta s’intromise Frank.
-Le ho viste prima di sfuggita. Erano la ragazza col cappello e quella con i capelli ricci giusto?- Iniziavo proprio ad innervosirmi. Me ne volevo andare da li!
-Esatto.- risposi a denti stretti -Quella col cappello era mia sorella Bianca e la riccia era mia cugina Hazel.-

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