Il Regno di Re Sombra: Equestria sotto la Tirannia.

di LoliRoxDanceMoon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 Capitolo. ***
Capitolo 2: *** Mothers. Capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. Hidden Love. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. Changes. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5. Evolution. ***



Capitolo 1
*** 1 Capitolo. ***


Canterlot quella notte era in fiamme.

Il fumo non permetteva la vista della luna e delle stelle e anzichè la normale quiete notturna, si sentivano le grida di molti pony che venivano uccisi senza pietà dai loro simili ipnotizzati da qualche incantesimo malefico.

Il sangue creava pozze spaventose, e i puledrini ci finivano dentro mentre cercavano di scappare da quella follia.

Ma molti non ci riuscivano e venivano uccisi con un'ascia dietro le spalle o con una spada trafitta nella schiena.

Lo scenario era terribile, tanto da far venire le lacrime agli occhi a chi amava una città meravigliosa come Canterlot.

Sulla cima del Castello di quest'ultima, c'era una figura incappucciata da un mantello rosso con ai bordi una pelliccia bianca.

Sotto al cappuccio, emergevano due rubini che non erano altro che gli occhi, che brillavano come la luce solare.

La loro vista godeva di quel panorama pieno di sangue, morte, distruzione e dolore.

"Vostra Maestà, abbiamo già ucciso cinquanta pony, solo per voi." Affermò una Guardia Reale con l'armatura nera, inchinandosi alla figura girata di spalle.

"Solo cinquanta?" Mormorò lentamente l'Unicorno, voltandosi lentamente e guardando dritto negli occhi lo stallone davanti a lui.

Il legionario impallidì dalla paura, non sapendo ciò che dire.

"Dì a quegli Zombie senza palle e senza cervello di fare di più...se non vogliono che a cena si mangino la mia merda e dopo che li butti nella Everfree Forest come pasto per quelle creature mostruose." Disse con puro sadismo la figura incappucciata, facendo tremare ancora di più lo stallone, che obbedì.

"Riferirò le vostre stesse identiche parole, mio Re." E dopo un inchino, scappò via.

Lo stallone sorrise malignamente, ritornando a guardare il panorama dalla cima del Castello.

Ma mentre fissava le fiamme divampare sempre di più e i pony morire dentro queste, pensava.

Pensava a come fosse felice in quel momento, che aveva riconquistato la sua amata Equestria.

Aveva assaltato la città di Canterlot con una finezza e una prontezza impeccabile.

Aveva sbagliato l'ultima volta a partire da Nord, se vuoi conquistare una Terra, devi prendere la sua fortezza, il suo punto di riferimento.

Niente lo avrebbe più fermato.

"TU! SEI UN FOTTUTO BASTARDO DI MERDA!" Gridò a squarcia gola una voce femminile, che a Sombra parve moltissimo familiare.

Si girò di nuovo e davanti a lui adesso c'erano otto pony e un draghetto, immobilizzati da altre Guardie.

Le imprecazioni provenivano da Rainbow Dash, che si dimenava cercando di liberarsi dalla presa di due legionari "MERDE! VE LA FARO' PAGARE! SIETE DEGLI ILLUSI, IO VI AMMAZZO!"

Sombra la guardava disgustato: non aveva mai visto una Pegasus così maschiaccia e insopportabilmente detestabile.

Ma la ignorò, guardando gli altri presenti, soprattutto un piccolo Drago dalle squame verdi, che rimase paralizzato dalla paura.

"Il tuo nome è Spike, non è così, puttanella da quattro soldi?" Chiese con puro disprezzo, per poi aggiungere "Che c'è? Adesso non sei più l'onorevole Spike, glorioso e coraggioso? Ti hanno chiamato così perché mi avevi ucciso. Ma a quanto pare non ci sei riuscito del tutto."

Il Draghetto tremava, perché non era mai stato così vicino a lui.

Però, all'improvviso, ebbe un sussulto al cuore, che lo rese coraggioso e la sua espressione cambiò, quando con orgoglio disse "Forse non ti avrò completamente ucciso. Ma è stato bello vederti distrutto dall'Amore che c'era, sentimento che tu non conosci e non potrai mai conoscere, perché nel tuo cuore c'è solo odio e arroganza. Forse dopo ciò che ti avrò detto mi farai uccidere. Ma non mi importa, nessuno nella vita potrà mai amarti. Perché fai schifo!"

"Spike! No!" Gridò Twilight, che ebbe un vuoto nello stomaco per la sorte che sarebbe adesso toccata al suo animaletto domestico.

"Mi dispiace Twily. Ma io ho sempre detto la verità a chiunque, indipendentemente da chi fosse. E io non ho paura di te, Sombra Hagres, perché è solo la corona che hai sulla testa che ti fa Re."

Sombra lo fissava con occhi indifferenti, per poi chiuderli dolcemente e sospirare "Mio caro Spike...non ti farò uccidere per i tanti insulti che adesso stai dando a me stesso. Ma bensì di saper la verità, quando invece sei solo uno dei tanti che fa pregiudizi del tutto errati. Io ho amato, ma tanto...e so, che cos'è l'Amore, ma questo sentimento mi odia...ed è tutta colpa sua...se io sono così."

Il Drago si inginocchiò tremante e la paura ritornò.

Lo stallone ridacchiò "Mi hai fatto sempre pena, con i tuoi modi di renderti utile e serio. Ma va beh, non tutti nella vita possono vincere. Portatelo via."

"NO! SPIKE!" Twilight scoppiò a piangere, cercando di liberarsi dalle sue Guardie che la tenevano prigioniera.

"Mi dispiace amica mia...ti voglio tanto bene." Sussurrò il Draghetto, mentre veniva portato al suo Destino.

L'Alicorna dal manto viola si accasciò a terra dal terribile dolore e singhiozzò con la testa appesa, mentre le lacrime sfiorarono il pavimento.

Sombra non abbassò nemmeno lo sguardo, rimase freddo e silenzioso.

"SEI UN INFAME! MA COME HAI POTUTO FARLO? SE DAVVERO SAI CHE COS'E' L'AMORE NON  MANDARLO A MORIRE DAVANTI ALLA SUA AMICA, LA SUA PADRONA!" Gridò un'altra voce femminile, proveniente alla destra del Tiranno.

C'era un'Unicorna dal manto bianco latte e la criniera marroncina, che ricordava un dolce cappuccino.

Sombra la guardò con massima impassibilità, ma con occhi pieno di ribrezzo e odio.

"Perché odi tutti? Perché ci rendi la vita un inferno? Se sei incazzato con il tuo passato sono solo cazzi tuoi non nostri!" Esclamò con le lacrime agli occhi la giumenta, mentre il Re Unicorno tornò a fissare la povera Twily che piangeva ancora sconvolta.

"Tutto questo che state passando, l'ho passato anche io. L'Amore, quello di cui tanto parlava il tuo schifoso animaletto sputafuoco, mi ha fatto conoscere solo l'amarezza e il dolore nel perdere qualcuno. Vedevo gli altri pony che erano felici, e io non lo ero. Non sapete quanto odio ho per voi, che siete contenti e spensierati. Ho giurato a me stesso che giocherò con le vostre menti fino a farvi arrivare al suicidio, vi farò conoscere cosa significa perdere qualcuno, così che tutti SAPPIANO QUANTO L'AMORE SIA INFAME CON QUALCUNO CHE E' TROPPO BUONO E COME INVECE LA VENDETTA SIA UNA DOLCE MADRE CHE TI ABBRACCIA QUANDO QUEL SENTIMENTO TI FA PASSARE LE PENE DELL'INFERNO!" Gridò con gli occhi inniettati di sangue il Tiranno, sputando a terra con una vena pulsante al collo "VI GIURO CHE NEL MIO REGNO NON CI SARA' NESSUN SENTIMENTO, NESSUNA EMOZIONE SE NON L'ODIO E LA VENDETTA! GUARDIE! PORTATE QUI LE PRINCIPESSE!"

Twilight e le sue amiche si alzarono di scatto, mentre altri legionari entravano nel terrazzo con tre figure inccappucciate.

"CHE COSA LE HAI FATTO? SE LE HAI TORTO UN CAPELLO DELLA LORO CRINIERA IO..."

"Rainbow Dash rilassati. Vuoi una camomilla?" Chiese con voce dolce ma assolutamente falsa Sombra, mettendo uno zoccolo sotto al mento della giumenta, che voltò il muso dall'altro lato.

"Non voglio nulla da te."

"Allora cerca di calmarti da sola se non vuoi assaggiare la stessa sorte di quel Draghetto!" Affermò con tanto odio e sadismo il Tiranno, per poi girarsi e andare dalle tre figure a terra.

"Vostra Maestà, a chi volete parlare per prima?" Domandò un legionario davanti a lui, inchinandosi ossequiosamente.

"Mhhh, bella domanda, ho tante cose da dire a tutte e tre, soprattutto una di loro." Rispose con un sorriso malizioso Sombra, per poi aggiungere "Ma va beh, partiamo da Princess Cadance."

L'Unicorna dalla criniera color cappuccino ebbe un sussulto al cuore quando sentì quel nome: Ivana Breaksweet era dell'Impero di Cristallo e teneva molto alle sue radici.

Nella frazione di un millisecondo, Ivana vide il cappuccio della sua Principessa essere tirato via con violenza, nel quale uscì un muso rosa con una scompigliata criniera viola, rosa e oro.

La pony prese fiato, dopo essere stata a scarso contatto con l'ossigeno.

"Bene e bene. Guardate un po', Princess Cadance sottomessa da Re Sombra hahahahaha, incredibile vero come tutto possa cambiare in un singolo e comune giorno."

"Sei un verme."

"Ma questo verme è riuscito a mettertelo nel culo senza scoparti. Tanto a quello ci pensa il tuo Shining Armor."

"Non nominarlo."

"Hahahahahahahahahahahaha!" Rise con gusto Sombra "Oggi hai la lingua corta Principessa dell'impero di Cristallo, chissà perché."

"Mia Principessa." Mormorò Ivana, attirando l'attenzione di Cadance che sorrise dolcemente.

"Va tutto bene, piccola mia. Ci sono io."

Sombra scoppiò a ridere con una malignità assurda "Hahahahahahahahahahaha! Siete davvero adorabili, credete nell'amore anche in un Regno di odio. Tsk, ridicole!" 

"E tu che cosa ne sai dell'amore?" Domandò con rabbia Cadance.

"Se tu non fossi arrogante e presuntuosa come quello schifoso stallone di tuo padre, sapresti che l'amore ti porta a fare certe cose come queste. Guardie?"

Cadance sbarrò gli occhi quando vide arrivare un carrozzino e non appena sentì un vagito scoppiò a piangere "FLURRY HEART!" 

Twilight cadde a terra di nuovo: che cosa avrebbero fatto adesso a sua nipote? Quale altro dolore doveva subire dopo la perdita del suo piccolo Spike?

"NON FARLE NIENTE! LEI NON HA COLPE!" Disse strillando la Principessa dell'Amore, mentre le lacrime cadevano copiosamente dal viso.

"Ha la colpa di essere tua figlia!"

"NO! NON FARLE NIENTE! TI PREGO!" Cadance si accasciò davanti a Sombra, che sorrise malignamente.

Si chinò con dolcezza, posando uno zoccolo sotto al muso della sua nemica, che si sentiva debole e incapace di difendere la sua puledrina "Ascoltami..."

Cadance guardò dritto negli occhi Sombra, che continuò a parlare "Unisciti al mio schieramento...e tua figlia sarà salva."

"No! Principessa, non ascoltatelo, è una trappola!" Esclamò Ivana.

"Qualcuno le dia uno schiaffo. Adesso." Ordinò il Tiranno senza nemmeno distogliere lo sguardo da Cadance.

Una Guardia si avvicinò all'Unicorna e con lo zoccolo destro le diede due schiaffi, uno sulla prima guancia, l'altro sulla seconda.

Ivana perse sangue dal naso, ma riuscì ad alzare la testa e a sputare a terra con indignazione.

"Sto aspettando una risposta, Princess Cadance. Se davvero ami tua figlia, alleati con me...e lei vivrà, ti dò la mia parola."

La Principessa dell'Amore fissò la culla dove dormiva la sua piccolina "Puledrotta mia..." Sussurrò dolcemente.

Chiuse gli occhi, riflettendo su quello che doveva fare.

Odiava Sombra, più di ogni altra cosa al Mondo.

Ma sua figlia era la ragione per cui si alzava il mattino.

Dopo tutto quello che avevano passato lei e Shining Armor per averla, perderla sarebbe stata una tragedia.

E non doveva, non poteva, non voleva.

Il suo odio per Sombra era pari alla grandezza della Terra, ma il suo amore per Flurry era pari alla grandezza dell'Universo, delle Galassie, delle Stelle, della Luna e del Sole.

Niente era più grande del suo amore. Niente.

Stava per dire la cazzata più pazza della sua vita, ma doveva farlo.

"Se è questo che vuoi...accetto. Mi alleereò con te."

"NO!" Gridò Ivana con le lacrime agli occhi.

Sombra sorrise malignamente "Bene." Sussurrò.

"NO PRINCIPESSA NON FATELO!"

"Mi dispiace Ivana, ma io non posso stare senza la mia Flurry."

"L'amore di una madre supera ogni cosa, Breaksweet, anche l'amore per i suoi sudditi."

"Ma..."

"E adesso, è giunto il momento. Addio, Cadance."

"Cosa?"  La Sovrana dell'Impero di Cristallo non ebbe nemmeno il tempo di riflettere, che Sombra illuminò il suo corno e i suoi occhi, colpendo il corno della sua nemica.

"PRINCIPESSA, NO!"  Gridarono all'unisono le pony.

Cadance ad un tratto perse gli occhi rosa e presero posto dei rubini rossi con il bulbo verde e la nebbiolina viola.

Quando Sombra finì l'incantesimo, lei mormorò "Cosa posso fare per voi, mio Re?"

"Per il momento niente. Puoi anche ritirarti." Rispose con un sorriso malizioso il Tiranno, mentre Cadance usciva dal terrazzo senza guardare in faccia nessuno.

"Guardie, prendete la piccola, tagliatele le ali e portatela in un orfanotrofio."

"NO!" Gridò Twilight "E' ASSURDO! NON PUOI FARLE UNA COSA DEL GENERE! NO!"

"Con l'odio posso tutto, Sparkle."  Affermò Sombra, mentre la culla veniva trasportata via da due legionari.

"NON TAGLIATELE LE ALI! SENTIRA' TANTISSIMO DOLORE!"

"Un motivo in più per farlo." 

"MI FAI SCHIFO!"

"Lo so." Rispose con un sorriso il Tiranno, per poi portare lo sguardo alle due figure, che erano ancora incappucciate "Adesso parleremo con le vere Regnanti di Equestria, le vostre care Principesse..."

"Bastardo, se hai fatto qualcosa alle nostre insegnanti te ne pentirai amaramente!" Esclamò Starlight, guardando con puro odio Sombra.

"E' inutile che minacci, cara Starlight Glimmer. Qui l'unico che può agire sono io. Guardatevi, non riuscite neanche a stare su due zoccoli." Affermò lo stallone "Non immaginate come mi sono divertito a torturarle. SOPRATTUTTO LEI!" Dopo le ultime due parole, strappò con la magia del suo corno il cappuccio che teneva coperta una giumenta dal manto bianco e la criniera arcobaleno, con due occhi viola chiaro arrossati.

"CELESTIA NO!" Strillò Twilight, alzandosi di scatto e dimenandosi alle Guardie Reali che la tenevano ancora bloccata.

"Sta tranquilla Twilight...va tutto bene..." Mormorò debolmente la ex Sovrana di Equestria, sorridendo con forza.

La Principessa dell'Amicizia fece scendere delle lacrime agli occhi con un sorriso: la sua insegnante, riusciva sempre ad essere felice per i suoi sudditi, anche con mille cicatrici in corpo.

"Allora Celestia, raccontaci un po'. Come ci si sente ad essere schiacciati da un nemico che credevi morto da tempo?" Domandò con sadismo Sombra, tirando con la magia del suo corno la criniera della Principessa del Sole, che gemette.

"Tu non potrai mai schiacciarmi. Anche se adesso hai conquistato il Trono di Equestria, sarò sempre ad un passo davanti a te." Rispose con ribrezzo la giumenta dal manto bianco.

"Non dirai più lo stesso quando ti butterò nelle celle più sudice del Castello, le stesse in cui gettasti me mille anni fa, solo che si trovavano nel Tartaro." Sombra la buttò a terra, cacciò un coltellino e con questo tagliò la guancia della sua nemica.

"PRINCESS CELESTIA!" Gridarono all'unisono le Mane 7.

La povera Principessa strillò dal dolore, ma l'incubo non finì lì.

Il Tiranno tagliò altre parti del viso, da cui uscirono cicatrici evidenti e spaventose.

"NO! FERMO INFAME!" Esclamò con una vena pulsante alla tempia Twilight, mentre le lacrime le bagnavano l'intera faccia.

Ma il Re non l'ascoltò, e continuò a sfigurare Celestia senza pause, fin quando non si stancò e riprese fiato.

Tutte le presenti erano sconvolte da tale follia.

Alcune come Twilight, Rarity e Applejack guardavano l'ex Sovrana di Equestria piangere silenziosamente, con le lacrime che si univano alle gocce di sangue.
Altre si limitavano a fissare Sombra con ribrezzo, come Starlight, Rainbow Dash, Ivana e addirittura Fluttershy.

"PUTTANA!" Gridò poi Sombra, rigirandosi e riguardando la giumenta a terra "SE SONO ARRIVATO A QUESTO PUNTO, LA META' DELLA COLPA APPARTIENE A TE! A TE E A TUA SORELLA!"

Celestia si alzò con fatica e l'occhio destro viola guardò con puro odio il Tiranno, con le ferite che mettevano a risalto tutto.

"Volevi sfigurarmi alla vecchia maniera eh? Beh, sappi che porterò queste cicatrici con orgoglio, per l'eternità, semmai mi lascerai il dono dell'Immortalità."

"No...non posso levarti l'Immortalità...ma la Libertà...oh, quella te l'ho già tolta. E...anche tua sorella..."

La Principessa del Sole ebbe un sussulto, un vuoto nello stomaco "Non potrai mai farlo." Disse.

"L'ho già fatto." Sorrise malignamente l'Unicorno oscuro.

"Ti giuro che se hai solo osato..."

"Guardie?"

Arrivarono due legionari, che tolsero il cappuccio e il mantello all'ultima figura, che mostrò un'Alicorna dal manto blu che si teneva con uno zoccolo il vetre abbastanza gonfio.

In quel momento tutti quanti sbarrarono gli occhi, soprattutto Starlight.

"Princess Luna..." Mormorò quest'ultima "voi...lui..."

"Si Starlight."

Sombra sorrise malignamente, avvicinandosi alla Principessa della Notte e alzandola con violenza da terra "Mai visto una gravidanza più veloce di questa? Concepisci la notte prima e partorisci in quella dopo. Ormai manca poco e nascerà una bellissima puledra."

"Luna..." Celestia fissò con tristezza la sorella minore, che cercava di trattenere le lacrime.

"Mi dispiace...vi ho deluso di nuovo. Ma lui mi aveva ipnotizzata e..."

"Non date spiegazioni mia Principessa. Non è colpa vostra." Affermò Starlight.

"Sei arrivato ai limiti della Tirannia. Hai stuprato una Principessa. Sei una maiale!" Esclamò Celestia, respirando con affanno, mentre gli occhi si inniettavano di sangue dalla rabbia.

"L'ho fatto per un semplice motivo: mi serviva un erede, con i miei stessi poteri non indeboliti da altri contrapposti. Princess Luna ha la mia stessa Magia, noi due apparteniamo alle Tenebre. Immagina che cosa potrebbe fare questa creatura dentro di te..."

La ex Co-regnante di Equestria girò lo sguardo dall'altro lato: non riusciva a guardarlo nemmeno negli occhi per quello che le aveva fatto.

"Suvvia, non fare l'orgogliosa. Non ha fatto poi così mal-" Il Tiranno non finì la frase perché uno sputo gli andò a finire nell'occhio, facendogli voltare il viso dall'altro lato.

In quell'attimo, Luna buttò Sombra a terra e con la debole magia del suo corno provò ad alzare la sorella maggiore.

Celestia si ricredette e con un salto si alzò e scappò via insieme a Luna, volando in cielo e riuscendo a scansare le Guardie che si erano allertate subito non appena Re Sombra era caduto a terra.

Le Mane 8 sorrisero, sapendo che sarebbero riuscite a liberarle da quell'inferno.

"Vostra Maestà, state bene?" Chiese un legionario, aiutando il Tiranno ad alzarsi.

L'Unicorno guardò da lontano le due sorelle, poi affermò "Illuse. La puledra nascerà sempre e sarà uguale, identica al padre, non vincerete mai..."

Le due ex Regnanti volavano sui cieli di Equestria, guardando dal basso la loro amata città natale Canterlot morire tra le alte fiamme del malvagio Re Sombra.

"Tia...devo fermarmi..." Mormorò con voce stanca Luna, mentre il suo grembo si contraeva.

"Oh no...per favore cerca di resistere!"

"E' in arrivo Celestia..."

"Trattienila!"

Luna sbarrò gli occhi, tenendosi il ventre dolorante.

"Appoggiati su di me." Celestia si mise sotto alla sorella minore, che per poco non gridò.

Le due sorelle atterrarono dolcemente sul suolo della Everfree Forest e la Principessa del Sole affermò "Ti porto da Zecora, ti farà partorire lì."

"AAAAAAAAAAH!" Strillò l'Alicorna dal manto blu "FA MALISSIMO!"

"Shhh, lo so, lo so, ma per favore cerca di sopportarlo, se urli attirerai una creatura e le cose peggioreranno solo."

"Io non posso camminare sorellona, la piccola scalcia troppo." Disse con le lacrime agli occhi la Principessa della Notte "E io non voglio partorire un mostro."

"Non è un mostro, è tua figlia."

"E' la figlia di Re Sombra."

"E anche tua."

"Io non voglio..." Luna strizzò gli occhi e trattenne il respiro, sopportando con sofferenza la seconda contrazione.

"Non può nascere qui, è troppo rischioso. Aggrappati a me, ti porterò io da Zecora."

"Andiamo adesso...fa male!"

"Shhh...tra un'ora finirà tutto."

Celestia fece salire Luna sulla schiena e cominciò a correre il più veloce possibile.

Corse fino al punto di non sentire più gli zoccoli e le spalle ma quando intravide da lontano la casa della sua fidata zebra sorrise.

"Ci siamo Luna, resisti!" Esclamò alla sua consaguinea, che chiuse gli occhi con la fronte fradicia di sudore.

Arrivata alla porta di uscita, Celestia bussò con lo zoccolo destro, lasciando scivolare dolcemente la sorella minore, che cercò di non cadere a terra.

La porta si aprì e vi uscì una giovane zebra dalla criniera a cresta.

La creatura sorrise dolcemente, guardando le due sorelle con solidarietà "Celestia e Luna, figlie di Re Cosmos e Regina Galaxia...non ho mai visto così tanta bontà, in sguardi fatti di maestosità."

"Zecora, devi aiutarci. Luna sta per partorire..."

"La figlia di Re Sombra. La sua erede. Non tutto è perduto, il Regno è solo abbattuto. Entrate dentro, per due ferite stare in questo posto è più pericoloso di un mostro." Affermò Zecora, facendo entrare tutte e due.

Nel giro di dieci minuti, la zebra fece stendere Luna su un comodo divano, con gli zoccoli aperti davanti a lei.

"Mh." Mormorò "Le contrazioni si sono fermate e la piccola si trova con la testa nella zona inguinale. Ti darò dell'essenza di Drago per rianimare i dolori, poi useremo una pinza per tirarla fuori."

"Fai ciò che devi fare." Mormorò con coraggio la Principessa della Notte.

"Ditemi solo una cosa, Principessa, poi non farò più richiesta: voi amate la creatura che usa il vostro corpo come armatura?"

Luna gemette sconvolta, per poi chiudere gli occhi e chinare il capo a terra.

"Non pensate a chi è suo padre. Guardate sua madre."

"...io non posso amarla..."

Zecora sorrise dolcemente, per poi prendere dalla sua borsa una bottiglietta con dentro del liquido verde con sù scritto "Essenza di Drago" "Bevetelo in un unico sorso. Il sapore non è buono, ma il suo effetto sarà veloce come un improvviso suono." 

La Principessa della Notte non se lo fece ripetere di nuovo, con la magia del suo corno prese la bottiglietta, l'aprì ed ingoiò il liquido.

Nel giro di qualche minuto, Luna cominciò a gemere perché i dolori tornarono e stavolta erano più forti.

"Respirate dolcemente. Così, brava. Più male fa, più il parto sarà felice."

"Celestia...non posso vederti perdere tanto sangue..." Sussurrò con voce debole Luna, mentre le lacrime scorrevano dal viso guardando la sua parente perdere sangue dalla faccia.

"Prima il parto, sorella." Affermò con un sorriso dolce la Principessa del Sole.

"Io tengo più a te che a questa puledra."

"Non dire così mio amore."

"Principessa Notturna, vostra sorella non è in pericolo di vita, è la puledra che rischia di essere finita." Si intromise Zecora, mentre Luna ebbe un tuffo al cuore e sbarrò gli occhi.

"Perché? Che cos'ha?" Domandò quasi tremando: tutto ad un tratto i suoi sentimenti per la neonata cominciarono a crescere.

"Non vedo che dà segni di vita nel suo grembo, forse è addormentata, ma sarebbe molto strano, visto che durante il travaglio, le creature lottano contro il parto."

"L'Essenza di Drago avrebbe dovuto svegliare anche la piccola..." Aggiunse Celestia.

"Potrebbe nascere...AAAAAAAAAAAH!" La contrazione fece strillare di nuovo la povera Luna, che drighignò i denti "MALEDIZIONE!"

"Zecora...se la puledra non si muove, dovrete lavorare tu e Luna per farla uscire."

"Il problema è che adesso la nostra futura madre ha solo i dolori e non lo stimolo di spingere. Se figlia e madre vogliamo aiutare, la pinza dovremo utilizzare."

"La pinza? Ma farà malissimo, sia a lei che alla piccola."

"O questo o il cesareo. Molta scelta non abbiamo."

"AAAAAAAAAAAAAH! BASTA VI PREGO! PRENDI LE MALEDETTE PINZE E TIRALA FUORI!" Strillò piangendo Luna, portando la testa all'indietro.

Zecora sospirò, prendendo delle pinze marroni dalla borsa e aprendole leggermente.

Celestia si voltò dall'altro lato spaventata.

Quello strumento era enorme; infilarlo dentro alla povera Principessa le avrebbe causato un dolore fuori dal normale.

"Andrà tutto bene...fidatevi di me." Sussurrò la zebra all'Alicorna dal manto blu, che respirò a fondo.

Dopo un paio di secondi, Luna iniziò a sentire la pinza che entrava dolcemente.

La sensazione di dolore era sopportabile ma quando arrivò la contrazione fu inevitabile non gridare.

"Shhh, va tutto bene, passerà."

"AAAAAAAAAAH E' INSOPPORTABILE! TI PREGO PRENDI LA TESTA! AAAAAAAAAH" 

"Ci sono quasi ma respira! Se respiri riesci a sopportarlo!"

La ex Co-regnante di Equestria gemette e trattenne il respiro, obbedendo alla sua levatrice.

Nel giro di qualche minuto, Zecora riuscì ad afferrare la piccola.

"L'ho presa. Ho preso la testa!" Esclamò contenta.

Luna sentì un calcio sulla parte superiore dell'addome, che la sconvolse totalmente.

"Ha scalciato. E' viva!" Disse con le lacrime agli occhi la Principessa Notturna.

"Davvero?" Domandò Celestia, che si ricredette e sorrise, avvicinandosi al viso della sorella.

"SI!" 

"Allora dormiva solo. Coraggio Princess Luna, spingete...che alla nascita di vostra figlia manca poco veramente." Disse con un sorriso sollevato Zecora.

Luna non se lo fece ripetere due volte: la contrazione riuscì a farla spingere, mentre Zecora tirava con tutte le forze che aveva.

"Dai ci siamo quasi sorella. Spingi!"

Dopo circa due o tre spinte, la zebra fece uscire le pinze contenenti la testa che sbucava dal corpo della madre.

"Eccola..." Mormorò la zebra, per poi estrarre il corpicino della piccola che cominciò a strillare.

E il tempo si fermò per la neomadre.

Luna e Celestia sorrisero con le lacrime agli occhi, soprattutto la prima, che guardava la neonata incantata.

"Ti prego...dammela." Sussurrò felice.

La zebra avvolse la piccola in delle asciugamani calde, per poi darla alla madre.

"E' bellissima sorellina..." Affermò emozionata Celestia.

"Non ho mai visto niente di simile...adesso capisco Cadance quando diceva "com'è bello quando ti danno la tua piccolina..."" La Principessa della Notte baciò con dolcezza la fronte della neonata, che si attaccò al petto della madre "sono così felice che tu stia bene, amore di mamma..."

La piccola vagì, mentre agitava gli zoccoli in aria, facendo sorridere Zecora.

"Mi sbagliavo sul suo conto: la puledra è forte come il sapere di un colto. E' figlia dell'Ombra e della Luna, un potere di cui ha fortuna."

"E' stupenda. Ha il mio stesso colore del mio manto quando nacqui. Ha quasi gli stessi capelli e..."

"E ha gli occhi rossi di quell'infame." 

Luna guardò Celestia, per poi sospirare e coprire il muso della neonata, che vagiva allegramente "Perdonami...non avrei dovuto farmi violentare da quel mostro. Questa Principessina sarebbe nata più in là con un altro padre..."

"Non è mai colpa della vittima. Tu eri ipnotizzata da lui, non potevi reagire." Rispose la Principessa del Sole, poggiando uno zoccolo su quello della Principessa della Notte.

Quest'ultima sospirò, per poi affermare "Tanto non mi interessa più."

"Dopo la tempesta il sole torna sempre a nascere. La piccolina adesso è una stellina che non farà altro che crescere." Disse Zecora, accarezzando con uno zoccolo il capo della puledrina, che succhiava sbavando il petto della mamma.

"Vuole mangiare. Credo sia il momento di allattarla sorella." Affermò Celestia.

Luna annuì, spostando leggermente la piccola e sedendosi sul letto.

La zebra poi guardò la Principessa del Sole, posandole uno zoccolo sotto al mento "Vostra Altezza, adesso devo curarvi le ferite. Non temete, farò il più in fretta possibile."

Celestia sorrise dolcemente e, insieme a Zecora, si alzò, lasciando sola la sorella ad allattare.

Nel frattempo al Castello di Canterlot...

Un'infermiera dal manto giallo e la criniera verde, curava con molta attenzione e professionalità Re Sombra nella sala del Trono, che si era ferito quando Luna lo aveva spinto a terra per scappare.

"Vi brucerà un po', mio Re." Disse dolcemente la Pegasus, fasciando con delle bende la parte colpita.

Il Tiranno sospirò, per poi guardare una delle tante finestre della stanza.

Vide una piccolissima stella luminosa, che brillava di una luce bianco seta.

In quel momento, l'Unicorno oscuro sorrise, pronunciando due parole "E' nata."

"Ho finito Vostra Maestà. Spero che vi abbia curato bene." Affermò impaurita l'infermiera.

Sombra guardò lo zoccolo fasciato per poi abbassare il capo all'ingiù "Va bene così. Puoi andare."

La giumenta ebbe un sospiro di sollievo, per poi approntare gli strumenti e fare un inchino dinanzi al Tiranno.

Ma poi, arrivò una figura, alta quanto la Principessa del Sole Celestia, con la chitina nera mischiata col grigio scuro, la criniera lunga, liscia e verde acqua, che al contatto sembrava umido, con gli zoccoli bucherellati e la schiena verde. Gli occhi erano due pozze dallo stesso colore dei capelli.

"Togliti dalla vista, brutta sgualdrina!" Esclamò disprezzata, facendo sombalzare dalla paura l'infermiera, che camminò più veloce verso quella che era l'uscita.

"Suvvia, non trattarla così, è una a posto. Sa fare il suo lavoro." Affermò con un sorriso Sombra, alzandosi dal trono e raggiungendo la Regina dei Changeling.

"Non poteva essere un infermiere a curarti quella ferita?" Chiese con voce dolce quest'ultima.

"Sei gelosa?"

"No, ma se c'è qualcuna che può toccarti con la finezza, posso essere solo io."

"Se solo sapessi che quella Pegasus non sfiora di un millimetro i tuoi livelli...Queen Chrysalis!"

Le lingue dei due si incontrarono, dando inizio ad un lento e focoso bacio che eccitava da morire. Era così bello per tutti e due, il Mondo ad un tratto spariva.

"Shh, trattieniti amore..." Sussurrò Chrysalis, che teneva fermi gli zoccoli che volevano sfilare il mantello dell'amante.

Sombra si staccò dolcemente e respirò a fondo, calmando il desiderio.

"Comunque sia, i miei Changeling stanno attaccando l'intero Continente. All'alba Equestria sarà nostra." Lo informò la moglie, facendolo sorridere divertito.

"Me ne compiaccio."

"Già. Tuttavia...devo dirti una cosa."

"Sono tutto a orecchie. Dimmi pure."

"Ma prima voglio sedermi sui tuoi zoccoli."

"Oh, va bene."

Sombra e Chrysalis si diressero verso il trono e si misero nella posizione che aveva voluto la Changeling.

Quest'ultima gonfiò il petto e la sua espressione divenne malinconica.

"Hey...tutto bene?" Domandò leggermente preoccupato Sombra, mettendo uno zoccolo sotto al mento della moglie "Sei l'unica nel mio Regno a non dover essere triste."

"Non sono triste...sono felice, ma non so come dirtelo..." La Regina sorrise dolcemente e con le lacrime agli occhi.

"Fallo a gesti allora..." Rispose il Tiranno.

Chrysalis a quel punto sorrise di più, prendendo uno zoccolo del marito e poggiandolo sul suo ventre.

Il battito cardiaco di Sombra accelerò, sentendo l'organo interessato come se volesse uscire dalla carne.

"Chrysalis...aspetti un puledro."

"Si...ed è tuo..."

Il Re delle Ombre era sconcertato, quasi sconvolto: non poteva credere che la sua amante fosse riuscita a concepire, viste le scarsissime possibilità.

Fu allora, che si odiò.

Assunse un'espressione fredda e riflessiva.

"...va tutto bene?" Domandò allora la Changeling "Hai una brutta cera. Credevo sarebbe stata una bella notizia per te."

"Lo sarebbe stato se non avessi messo incinta quell'Alicorna." Pensò con le lacrime agli occhi per la rabbia "Sei un bastardo Sombra."

Chrysalis rimase scioccata alla vista di quelle lacrime, credeva di averlo deluso "Pensavo saresti stato felice, avresti avuto un erede."

"Ma io..."

"Tu cosa? Pensi che non sarà all'altezza? Perché sarà mezzo Changeling?"

"No, affatto, sarebbe perfetto. Ma..." No, non poteva dirglielo, l'avrebbe odiato.

Chrysalis gonfiò il petto di nuovo, con la voce che tremava per il pianto che stava per arrivare "...che cos'hai fatto, Sombra?"

L'Unicorno la guardò negli occhi, che stavano cominciando ad affogare nel pianto.

"Perdonami..."

"Cos'hai fatto?"

"Ha capito che c'è qualcosa che non va. Devi dirglielo." Pensò ancora il Tiranno.

Non sapendo dove, prese coraggio e cominciò a parlare, seppur balbuziente "...ho violentato Princess Luna, ed è rimasta incinta di una puledra."

La Mutante per un attimo perse le forze, non credendo alle parole del marito, che si preparò al peggio.

"...perché l'hai fatto?" Chiese lei, cercando di non piangere.

Quella domanda lo sorprese un po', pensava se ne sarebbe già andata.

"Volevo un erede...e visto che la percentuale di una probabile gravidanza con te era del 13%..."

"Mi hai tradita con un'altra pur di iniziare una dinastia col tuo cognome!"

"Io non ti ho mai tradita."

"Violentare qualcuna mentre ti sei sposato con un'altra come lo chiami? Tu non sei un Tiranno, sei solo un verme!" Dopo avergli dato una sberla sulla faccia, Chrysalis si alzò dai suoi zoccoli e fece per correre verso l'uscita.

Ma in quel lapsus, Sombra ebbe un pensiero: non poteva perderla.

E così si alzò e la bloccò.

La Regina dei Changeling si dimenò per liberarsi, ma invano.

"LASCIAMI! NON TOCCARMI!"

"NO! IO NON TI PERDO!"

"LASCIAMI! SCHIFOSO BASTARDO!"

"PER FAVORE, CALMATI, FALLO PER NOSTRO FIGLIO!"

"A TE COSA IMPORTA SE ABORTISCO? TANTO HAI LA FIGLIA DI PRINCESS LUNA!"

"QUELLA PULEDRINA E' NIENTE IN CONFRONTO ALL'AMORE CHE POSSO PROVARE PER TUO FIGLIO! TI PREGO!"

Chrysalis diede un calcio allo stomaco di Sombra, che gemette di dolore e cadde a terra.

La Regina dei Mutanti si sedette sul pavimento e cominciò a piangere a dirotto, abbracciandosi il grembo.

Sombra si alzò e distrutto nel guardare la moglie in quello stato, l'abbracciò da dietro, baciandole l'orecchio.

"...quando l'ho fatto, non godevo nemmeno. Non ero mai stato con una giumenta prima di te. Tu hai preso la mia verginità ed io ho preso la tua. Non godo con nessuna se non con te. Perché sei spettacolare...in tutto e per tutto. Odiami se vuoi, ma sappi solo questo...io ti amo da impazzire." Il Tiranno passò uno zoccolo sul ventre della Regina, fino ad arrivare sulle parti basse.

Chrysalis chiuse gli occhi, mentre la testa scivolò sul petto.

Poi però, mormorò "...se vuoi essere perdonato...devi lasciarmi fare una cosa..."

"Dimmi...qualsiasi cosa tu voglia..."

Intanto nella Everfree Forest...

Zecora aveva appena finito di curare l'ultima ferita rimasta sul volto di Celestia.

"Grazie, Zecora." Disse stanca quest'ultima, con un sorriso dolce.

"Non ringraziatemi Vostra Altezza, spero solo di avervi medicata con accuratezza." Rispose umilmente la zebra, posando i disinfettanti in una borsa.

"Hai fatto un grande lavoro, soprattutto con quelle due."

La sensitiva si girò e sorrise di più quando vide la neonata bere il latte di Princess Luna, che la guardava innamorata.

"Si amano già alla follia."

"L'amore di una madre per un figlio supera i limiti, perché sono anime simili."

"Già."

Dopo aver distolto lo sguardo però, Zecora assunse un'espressione malinconica, accompagnata da un leggero sospiro.

Celestia se ne accorse e come se fosse un modo per ringraziarla per tutto quello che aveva fatto, le poggiò uno zoccolo sulla spalla e le chiese "Ti senti bene? Vuoi riposarti?"

"Non si tratta di questo, Principessa. Ma presto voi dovrete andare, prima che veniate catturate." Affermò un po' preoccupata la zebra, ritornando a guardare Luna e la piccola.

"Mh." Mormorò riflessiva l'Alicorna dal manto bianco, per poi fare un ipotesi "Non penso ci cercheranno, almeno, non subito."

"Re Sombra conosce i poteri della creatura, li vuole usare come armatura. E se cadrà nei suoi zoccoli, sarà la sua attrezzatura."

"Tuttavia è andato a letto con mia sorella proprio per questo: perché sapeva che sarebbe nata una puledra più forte di lui. Infame." Rispose con voce disprezzata Celestia, pensando al Tiranno.

"So che non gli perdonerete mai per ciò che ha fatto: è solo un ratto. Ma adesso pensate a vostra nipote, che ha delle doti ignote, e devono essere protette." Affermò Zecora, poggiando uno zoccolo sulla spalla di Celestia, che sospirò.

"...non appena Luna si rimetterà, partiremo il più veloce possibile. Adesso quello che entrambe hanno bisogno adesso, è riposare."

"Indubbiamente. Hanno avuto un parto difficile, sono stanche, ed è visibile. Ma il riposo per voi è riferibile, mia Principessa."

"Certo, appena mi troverai un posto mi corricherò, tranquilla."

"Vi preparo un letto accanto al caminetto."

Detto ciò, la zebra e l'alicorna si separarono, mentre la seconda andò dalla sorella, che era sul punto di addormentarsi.

"Come stai, tesoro?" Domandò premurosamente la sorella maggiore, accarezzando con uno zoccolo la fronte della minore.

"Sono completamente distrutta, ma sono felice." Rispose Luna, per poi tornare a fissare sua figlia, che succhiava il latte dalla mammella.

"Ha molto appetito la Principessa." Disse con sarcasmo Celestia, facendo ridacchiare la Principessa della Notte.

"Mi sta facendo uno solletico con quelle piccole labbra."

"E' davvero bellissima, sorella."

"E pensare che prima non la volevo. Se le fosse successo qualcosa davvero non avrei saputo che fare." Affermò con tristezza l'Alicorna dal manto blu, per poi prendere con la magia la neonata, che aveva fatto un ruttino e uno sbadiglio.

"Shh, è tutto finito. Adesso niente potrà andare storto."

"Lo spero. Tuttavia qui non siamo al sicuro."

Celestia sbarrò un po' gli occhi: non voleva che Luna si preoccupasse già di questo "N-no, per adesso stiamo bene."

"Tia, ho sentito che parlavi con Zecora. Non preoccuparti, sono disposta a partire anche adesso per non far cadere questa piccola nelle brame di Sombra."

"Tu non ti muoverai da qui finché non avrai ripreso le forze necessarie!" Esclamò severa la Principessa del Sole.

"Mi sento già molto meglio." Affermò spavalda la Principessa della Notte.

"Lì fuori ci sono creature mostruose. Come faremo a combatterle se tu ad ogni sforzo hai male ai punti?"

"Se staremo attente magari non ci noteranno nemmeno."

"No Luna, è fuori discussione. Rimarremo qui finchè non ti sarai ripresa completamente."

"Ma ci vorrano minimo quattro o cinque giorni prima che questo accada. E noi non possiamo permetterci di rischiare."

"Senti, lo so: capisco la tua ansia, ma pensa anche a tua figlia: siamo quasi in autunno, l'aria comincerà a rinfrescarsi e alla puledra potrebbero salire i decimi."

Luna sospirò, posando lo sguardo sulla figlia, che si stava divertendo a tirare i suoi piccoli zoccoli posteriori "Non voglio che me la portino via."

Celestia sorrise, per poi dare un bacio sulla tempia della sorella "Nessuno te la porterà via, perché noi non lo permetteremo."

"Che il Destino ti ascolti, sorella."

"Sarà così, vedrai."

La neonata, poi, cominciò a ridere forte e a guardarsi intorno.

"Non potrà mai essere come quel Dittatore. Ha il cuore puro, proprio come il tuo." Affermò poi Celestia, posando uno zoccolo sul pancino della nipote, che la guardò con aria curiosa.

Luna rise dolcemente "Sembra che tu le piaccia."

"Oh, Vostra Altezza, ne sono veramente felice." Affermò sarcasticamente la Principessa del Sole, ridendo anche lei.

"Oh, non le ho ancora dato un nome." Si accorse poi la Principessa della Notte.

"Come vorresti chiamarla?"

"Mh, a dire la verità non so. E' bella come la Luna, delicata come il sonno, forte e oscura come la Notte..."

"Perché non la chiami Stella?" Propose Celestia.

"Oh, Stella?" Replicò incuriosita la sorella minore.

"Beh...è piccola come una Stella, luminosa come una Stella, pura come una Stella."

"Mh, è un nome particolare: Princess Stella. Penso che mi piaccia."

Anche la piccola dimostrò approvazione, facendo vagiti felici.

"Sembra che anche a lei piaccia." Disse divertita Celestia.

"Infatti è stupendo, proprio come la piccolina della sua mamma." Disse dolcemente Luna, solleticando con lo zoccolo il petto della neonata, che ridacchiò ancora di più.

"Va bene, adesso però è il momento di dormire. Vedrai che domani ti sentirai già meglio." Replicò la Principessa del Sole, dando un altro bacio a Luna, che sbadigliò.

"Lo spero."

"Dai, cerca di dormire. Domani sarà un altro giorno."

Continua...

Angolo Roxy:
EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE ECCOMI QUA DOPO CIRCA...27 ANNI!
Eh si, non ci sono stata per parecchio tempo...ma adesso sono qua con questa nuova storia che non ha più come protagoista la Lumbra (diciamo), come era mio solito fare, ma la Sombralis, che onestamente mi piace, anche se la Lumbra mi scorrerà per sempre nelle vene. :3
E niente, questo è il primo capitolo, spero che vi colpisca sempre di più e se volete lasciate una recensione perché sono stracuriosa di sapere se me la sono cavata.
Bhè, alla prossima!
LoliRoxDanceMoon.
"Fu un periodo davvero terribile. Sapevo così poco, volevo così tanto, non riuscivo in niente."










 


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Capitolo 2
*** Mothers. Capitolo 2. ***


Passarono le ore notturne, e nel cuore della parte del Giorno più oscura cominciò a piovigginare, per poi peggiorare mano a mano, fino a diventare una grande tempesta.

Ma ciò sembrava non turbare la piccola Princess Stella, che dormiva tranquillamente in una culla di legno, nella stanza di Princess Luna, che invece non riusciva a dormire perché il rumore forte delle gocce che cadevano al suolo le dava fastidio.

Infatti si trovava vicino la culla, mentre fissava la sua adorata Principessa respirare lentamente.

Voleva tanto prenderla in braccio e riempirla di baci, ma non voleva disturbare la sua quiete.
La amava così tanto, eppure l'aveva conosciuta solo da poche ore.
E pensare che quando era nel suo grembo non significava niente per lei. La odiava.
Ma quando ha sentito quel pianto, non ha potuto fare altro che consolarla al suo petto.

Con una finezza unica, la madre accarezzò la guancia della figlioletta, che si voltò dall'altro lato.

"Amore mio...sei l'unica cosa che mi importa adesso, in questo Mondo così pieno di cattiveria, tu sei l'unica luce. Tuo padre dovrà uccidermi se vorrà averti con lui. Ma non succederà, tu sei come me, come tua zia, come la purezza di tutti i villaggi di Equestria. Salverai Canterlot quando crescerai, ne sono sicura." Affermò con pura dolcezza la Principessa della Notte, per poi cacciare fuori un ciondolo a forma di luna, che era appesa da una catenina.

Con modi delicati, riuscì a mettere il gioiello al collo della figlia, senza svegliarla.

"Questo me lo regalò mia madre quando ero piccola come te. Sembra un gingillo come tanti, ma dentro c'è tutto il potere della Notte, tutta la sua lucentezza. Semmai io e te dovessimo separarci, nel tuo piccolo saprai sempre che non ti lascerò mai. Perché ti amo figlia mia, ti amo. E nessuna Dittatura potrà reprimerlo." Dopo aver detto l'ultima frase, Luna fece scendere due lacrime, che furono asciugate immediatamente.

Non voleva che gliela strappassero senza pietà, sarebbe stato terribile, sia per lei, che per Stella.
E non poteva farlo succedere.
Avrebbe venduto l'Anima ai Demoni, bastava che fosse sempre con sua figlia.

Dopo qualche attimo di riflessione, Luna si alzò dalla sedia, dando un piccolo bacio alla puledrina e corricandosi nel letto.

Dopo essersi calmata, poteva dormire in pace. 

Mancavano pochi secondi e la Pricipessa della Notte stava per addormentarsi sul serio.

E poi...l'urlo di Zecora.

"ZECORA!" Sombalzò l'Alicorna, scattando vicino alla culla e prendendo sua figlia "No...non possono essere qui..."

"Va bene brutta Zebra puzzolente, è ora di sputare il rospo e di dirci dov'è Princess Luna e sua figlia." Disse con rabbia un Changeling con la chitina grigia e gli occhi rossi, prendendo per la criniera Zecora, che gemette dal dolore.

Davanti a lei, c'era Queen Chrysalis che la fissava con indifferenza, affiancata da due Guardie con indosso un'armatura nera, ma con la stessa chitina del Changeling che teneva bloccata la sensitiva.

"Per quale motivo dovrei tenerle in casa? Non sono pazza!" Rispose la zebra, che guardò con odio il predatore.

"Madre, dobbiamo cercare?" Domandò un Changeling alla Regina.

Quest'ultima rispose con un freddo "Si."

Le Guardie oltrepassarono il varco e cominciarono a perquisire.

"NO!" Gridò spaventata Zecora, per poi pensare "Che il Destino le aiuti a scappare da questo terrore inflitto."

Però poi, alla povera zebra cominciò a battere il cuore acora più veloce quando vide che un Changeling stava per aprire la porta che conduceva alla camera di Luna e Stella.

Ma quando l'aprì, si ritrovò a terra, colpito da un raggio viola che lo stordì, facendo passare Celestia e Luna, la seconda aveva al petto la neonata che era coperta da delle lenzuola.

Le due sorelle corsero così velocemente, che non diedero il tempo nemmeno all'altro Changeling di attaccare, e Chrysalis fu colpita da un incantesimo proprio vicino allo stomaco, e le Principesse poterono uscire dalla casa.

Cadde a terra, gemendo dal dolore e tenendosi il grembo.

"MADRE!" Gridarono i due Changeling, soccorrendo immediatamente la loro Regina, che si tenne con uno zoccolo "Madre che avete?"

"Sto bene. Al puledro non è successo nulla. Voi lanciate l'allarme ai vostri fratelli e ditegli che quelle due sgualdrine stanno scappando con la neonata. Ditegli di bloccare ogni via di uscita della Everfree Forest." Ordinò Chrysalis, per poi fare dei sospiri lenti calmando il dolore allo stomaco.

"Agli ordini!"

Zecora fece scendere qualche lacrima, sperando che le due Principesse riuscissero a cavarsela.

Intanto, Celestia e Luna correvano il più veloce che potevano, non sapendo nemmeno dove andassero a finire, con l'affanno che le stancava.

"Coraggio Luna, riusciremo ad uscire da questo posto!" Incitò Celestia, anche se era la prima che non ci credeva per nulla al Mondo.

La pioggia bagnava i loro volti e Luna cercava di tenere al caldo la sua puledrina, che cominciò a fare dei lamenti.

All'improvviso però, un gruppo di Changeling si mise davanti a loro, bloccandole la corsa.

"VIENI QUI!" Gridò allora Celestia, cambiando scorciatoia.

Ma anche questa fu chiusa da un altro gruppo.

Allora si girarono e ne cercarono un'altra.

Bloccata anche quella.

Non potevano nemmeno volare, c'era troppa pioggia.

"LASCIATECI STARE!" Urlò con rabbia la Principessa del Sole.

"Dateci la piccolina e non vi succederà niente." Affermò con sadismo un Changeling, che cominciò ad avvicinarsi alle due sorelle.

"Non avrete mia figlia..." Mormorò Luna, stringendosi di più la puledrina.

Però poi, arrivò Chrysalis, che catturò l'attenzione delle due Principesse Alicorne.

"Chrysalis..." Pronunciò con disprezzo Celestia, mentre i suoi occhi viola la guardavano con odio "e così, ti sei sposata con Re Sombra. Che coppia, tuttavia solo l'uno poteva scegliere l'altro."

La Changeling non rispose, era troppo occupata a fissare Stella.

Luna se ne accorse e per puro istinto si mise dietro Celestia, seppur con sguardo d'odio.

Chrysalis abbassò lo sguardo a terra e mormorò "Figli. Voglio quella neonata. ADESSO!" Alzò la testa di scatto, mentre i suoi occhi divennero rossi.

I Changeling ruggirono, per poi piombare sulle Principesse come cani affamati.

Celestia con un incantesimo li gettò in aria e colpì quelli di dietro.

Ebbero l'opportunità di scappare ancora più lontano, ma alcuni Changeling si rialzarono e cominciarono ad inseguirle.

"NON LI SEMINEREMO MAI!" Gridò esausta Luna.

Celestia rifletteva come fare.

Poi si fermò.

Anche la sorella minore si fermò, prendendo fiato.

"Hai un piano?" Chiese poi.

"Si. Scappa." Disse con tono secco ma sicuro di sè.

"Sei pazza? No. Io non ti lascio da sola con quei mostri!" Esclamò Luna, guardando dritto negli occhi Celestia.

"Devi farlo per Stella. La prenderanno se tu mi stai dietro."

"Ma...se prendessero te..."

"Saprò come cavarmela. Sorellina, adesso devi pensare alla tua puledra. Stammi a sentire e scappa."

Le due sorelle sentirono il rumore degli zoccoli dei Changeling che galoppavano diventare sempre più forte e ciò costrinse Luna a prendere la terribile e unica scelta.

"Se ti faranno qualcosa, li sterminerò." Disse poi con la voce interdetta e con le lacrime agli occhi.

"Andrà tutto bene." Sorrise la Principessa del Sole, abbracciando quella della Notte assieme alla sua nipotina.

Sentirono il ruggito dei Changeling, che mise ansia e coraggio ad entrambe.

"Vai!" Esclamò Celestia, mentre Luna cominciò a correre il più veloce che poteva.

Celestia si voltò verso l'onda dei nemici che stava arrivando.

Le gocce di pioggia le bagnavano totalmente il volto e la criniera.
Aveva freddo, sonno e fame.
Ma la paura non sapeva cosa fosse.
Per Luna avrebbe fatto questo e altro.

Illuminò il suo corno e la sua espressione divenne minacciosa.

Era pronta a tutto.

"Se volete mia nipote, dovrete prima distruggermi." Mormorò con rabbia.

Intanto Luna correva con tutte le sue forze, che però erano sempre più scarse.
Sentiva i punti che Zecora le aveva cucito staccarsi dalla pelle, causandole un dolore micidiale.
In più, la puledrina stava cominciando a piangere dalla fame.

"No amore, aspetta, ora non è il momento!" Esclamò la madre, poggiando il mento sulla testa della puledrina.

L'Alicorna correva senza sosta, con i lampi e i tuoni che regnavano nel cielo notturno, illuminandolo e squarciandolo.

Ma poi, accadde l'inevitabile.

Luna inciampò, forse su un grosso sasso, che la fece cadere in un fosso rotolando.
La cosa peggiore era che c'erano dei pezzi appuntiti di ramo sparsi per il suolo e la Principessa per proteggere il capo di sua figlia da quei colpi, le mise uno zoccolo.

Quei pezzi la ferirono quasi per tutto il corpo e alcuni di essi si infilzarono proprio nella carne.

Una volta finita quella discesa infinita, Luna rimase a terra, stringendo ancora di più la sua puledra, che cominciò a strillare.

"Stella...figlia mia, ti sei fatta male?" Domandò con voce stremata la madre, con gli zoccoli che tremavano saguinanti e sfilavano le lenzuola in cui era avvolta la puledra, che si muoveva agitata.

Si accorse che la neonata non si era ferita e ciò la fece sospirare dal sollievo.

Lei però, stava perdendo davvero tanto sangue, soprattutto dalla parte dei punti.
Ciò la indeboliva.
La febbre stava salendo, lo sentiva.

"Non puoi mollare Luna...devi farlo per tua figlia..." Si disse a sè stessa, rialzandosi di nuovo e cercando di correre il più lontano possibile.

Ma non ce la faceva più, era senza forze e i dolori dei punti diventavano sempre più forti.

Cadde a terra, coprendo di nuovo il capo di Stella con lo zoccolo, mentre la neonata piangeva sempre di più "Celestia...dove sei?"

L'emorragia stava prendendo il sopravvento, presto avrebbe avuto un collasso.
La vista si annebbiò.
Ma l'Alicorna combatteva, non poteva dormire. Se avessero preso la puledra mentre lei era incosciente non se lo sarebbe mai perdonato.

Da lontano poi, vide una figura molto alta avvicinarsi a lei.

Luna cercò di metterla a fuoco e dopo qualche sforzo ci riuscì.
Chrysalis era davanti a lei con due Guardie vicino, la fissava con odio e ribrezzo.

La Principessa della Notte ringhiò, poggiando la schiena su un cespuglio e stringendo la creatura al petto.

"Arrenditi, Nightmare Moon. Tua figlia è mia." Disse con tono freddo la Changeling.

"Io non sono Nightmare Moon, e mia figlia è solo mia." Rispose con rabbia l'Alicorna dal manto blu.

Chrysalis ridacchiò "Hai ragione, se lo fossi veramente non staresti in queste condizioni. Saresti a Canterlot a governare la Notte Eterna. Ma è meglio così, se mio marito fosse riuscito a stringere un'alleanza con te non avrebbe sposato me. Spero tanto che tu non apra più la tua natura a lui, maledetta puttana." La insultò con disprezzo.

"E' stato tuo marito ad ipnotizzarmi. Non sceglierei lui neanche se fosse l'unico stallone sulla Terra."

"Violenza o meno, te lo sei portato a letto. E ne pagherai le conseguenze."

Le due Guardie aprirono la bocca e cacciarono la lingua con sadismo, avvicinandosi a Luna.

"Toccatemi Stella e sarà l'ultima cosa che proverete a fare." Mormorò Luna spaventata, rannicchiandosi.

"Le hai dato anche un nome? E per quale motivo? Tanto tra poco la perderai."

Un Mutante le saltò addosso, cercando di rubarle il fagottino.

Stella ricominciò a piangere ancora più spaventata.

"NO! LASCIALA! NON TOCCARLA!" Strillò a squarcia gola la povera madre, cercando di porre resistenza al nemico, che al contrario era molto forte e stava per staccargliela.

Luna cominciò a piangere, mentre sentiva il mondo caderle addosso all'improvviso.

Ma addirittura sentì il cuore spezzarsi in due quando l'altro Changeling aiutò il fratello a staccarle la piccola.

E fu solo in quel momento, che la madre vide la sua amata figlia lontana da lei.

"NOOO!" Strillò disperata la Principessa della Notte, cercando di alzarsi da terra ma ricadendo subito, mentre i Mutanti portavano via la neonata piangente "RIDATEMELA! INFAMI! STELLA!"

L'aveva persa, e non aveva fatto niente per impedirglielo.
Il pianto rimbombava in tutta la foresta, assieme ai lampi e i tuoni.

A Chrysalis le faceva un po' pena, fu per questo che si avvicinò a lei.

"Non le accadrà nulla. Crescerà al Castello, sarà una serva come tante, sarà all'oscuro dei suoi poteri. Non potrei ucciderla, presto sarò madre anche io." Le assicurò la Changeling, sedendosi a terra.

Luna alzò lo sguardo verso la Regina, carico di odio e ribrezzo "Sei una puttana."

"Non avresti mai dovuto farlo con mio marito. Probabilmente tutto questo non sarebbe succe-" Non finì la frase, perché l'Alicorna la sputò in piena faccia, facendola voltare dall'altro.

"FORSE TU NON CAPISCI QUANTO CAZZO ODIO TE E QUEL BASTARDO DI TUO MARITO! MI FATE SCHIFO! SE SOLO FARETE SOFFRIRE MIA FIGLIA GIURO CHE IN QUALSIASI MODO VI RENDERO' LA VITA UN INFERNO! E SPERO TANTO CHE TU PERDA QUELLA CREATURA IN GREMBO, TE LA STRAPPEREI DAL VENTRE ADESSO SE AVESSI LE FORZE E LA STESSA CATTIVERIA CHE HAI AVUTO TU ADESSO NEL STRAPPARMI STELLA! TI AUGURO LA MIA STESSA SOFFERENZA! LE MIE STESSE FERITE! E LA MIA STESSA SORTE! SCHIFOSA, LURIDA E VISCIDA CAGNA!" Luna cacciò fuori tutta la sua rabbia, con le vene che pulsavano in tutto il corpo e le lacrime a non finire.

Chrysalis la guardò disgustata, pulendosi con un zoccolo lo sputo, poi replicò "Volevo solo avere una minima pietà, perché puoi farmi solo pena, insieme a quella sguattera di tua sorella. Ma tanto, tu e lei andrete lontano da qui."

Detto ciò, la Mutante si alzò e diede un forte calcio nello stomaco dell'Alicorna, che ebbe un mancamento dell'aria, sputando anche sangue dalla bocca.

La Principessa della Notte pianse sempre di più, gridando il nome della sua puledrina, mentre guardava Chrysalis allontanarsi sempre di più.

Nemmeno il dolore del parto era più forte del dolore che adesso il suo cuore provava.
Si sentiva incompleta, impaurita, sola.
Non poteva stare senza sua figlia.
Poteva anche morire in quel momento.

Infatti si lasciò andare.
La vista tornò ad annebbiarsi. Gli occhi si chiusero in un sonno pesante.

E intanto, la pioggia scendeva senza sosta sulla Foresta più amata e temuta di sempre, dove gli alberi sembravano sagome nere e le creature demoni animalizzati.

Le nuvole coprivano la Luna, come se quest'ultima sapesse cosa fosse successo alla sua amata Sovrana.
Le stelle si nascondevano, non volendo far vedere la loro splendida luce.
Tutto era oscuro, solo i lampi e i fulmini sembravano decorare quel quadro di tristezza e amarezza, dove una madre fu costretta a dare sua figlia.

In quella Notte, la Notte era assente.

E pioveva sempre di più, ogni goccia pareva malvagia.

Questa tortura visiva finì solo all'alba, quando le nuvole nere scapparono, lasciando spazio ad una sottile nebbia.

La tempesta aveva spento le fiamme che si erano create a Canterlot, che era completamente a pezzi in tutti i sensi.

Le case erano mezze bruciate, il sangue scorreva ancora, armi a terra, neonati abbandonati nei cassonetti della spazzatura.

Molte infermiere, infermieri e medici curavano i sopravvissuti.

Pony con zoccoli rotti, giumente con ferite profonde, puledrini con coltellini infilzati al fianco, fortunatamente senza aver colpito organi vitali.
Si potevano udire le urla di dolore di tutti, mentre venivano medicati e fasciati.

Alcuni saliva la febbre a 40, tremando impauriti.

Alcune giumente avevano perso i loro figli durante la Notte, e disperate non riuscivano a ritrovarli, pensando al peggio. Ma delle pony ebbero fortuna, quando sentivano i loro piccoli che le chiamavano.

E mentre c'era questa situazione, arrivarono delle Guardie di Sombra, con il manto bianco latte, gli occhi azzurri e l'armatura nera, con delle lance al petto destro.

I coccitadini si spaventarono nel vederle arrivare: li avevano torturati per tato tempo. Cosa volevano fargli ora?

"Rilassatevi con voi abbiamo finito!" Disse un legionario con rabbia, facedo sospirare tutti di sollievo.

Da lontano, stava arrivando Queen Chrysalis con il suo gruppetto di figli. Uno di loro aveva la piccola Stella.

Camminavano lentamente, stanchi e assonnati, mentre molti pony li guardavno impauriti.

Giunti dinanzi alle Guardie, che si inchinarono alla Regina, il Changeling diede la neonata addormentata alla madre, che ringraziò con un cenno del capo.

"Vostra Maestà, il Re vi sta aspettando nella Sala del Trono." Affermò ossequiosamente una Guardia.

"Bene."

Nel frattempo, Re Sombra guardava il panorma da uno dei tanti balconi della sala, notando che sua moglie era arrivata a destinazione con un fagottino tutto bagnato.
Gonfiò il petto, al solo pensiero che quel fagotto era sua figlia.

Non sapeva se l'avrebbe amata o odiata. Ma di certo sapeva che, per amore di Chrysalis, non poteva far salire al trono lei.

Tuttavia era figlia bastarda.
E per lui i figli bastardi non avevano onore. Eppure i primi che dovrebbero avere il disonore erano i genitori.

Ma lui aveva già odiato troppo sè stesso per essere anche disonorato.

Dopo circa qualche minuto, una Guardia fece voltare il Re delle Ombre "Mio Re, la Regina è qui."

Chrysalis entrò affiancata sempre da due Changeling, che una volta arrivati davanti al Trono di Sombra, si inchinarono.

"E' stata una notte troppo faticosa per una giumenta incinta, amore mio. E' meglio se vai a riposare." Disse con un mezzo sorriso lo stallone, accarezzando il muso della Mutante.

"Io non sono una giumenta." Rispose quest'ultima, per poi sentire la neonata gemere.

Sombra posò lo sguardo suhh di lei, allontanandosi di qualche passo: non sapeva nemmeno se poteva toccarla.

"Questa è tua figlia." Pronunciò poi la povera Changeling, scoprendo il volto della puledra, che gridò felice.

Il Tiranno rimase sconvolto, non tanto dalla risata che aveva fatto, ma per la bellezza che possedeva.
E le somigliava tantissimo.
Ma gli occhi rossi erano identici.

"Prendila anche se vuoi."

Sombra con molta delicatezza, prese la neonata con la magia del suo corno. Poi si girò lentamente e salì le scale del Trono.

La puledrina ridacchiava fragorosamente, mentre giocava con la barba di Sombra.

Il suo cuore di ghiaccio cominciava come a dissolversi, lo sentiva battere dopo tantissimi secoli.
E la sensazione, era magnifica.
Non si era mai sentito così libero, così caldo, così forte.

"Sei bellissima..." Le mormorò instintivamente ad un orecchio, mentre la neonata lo guardò incuriosita.

"E' bella vero?" Chiese Chrysalis con voce interdetta "Avresti dovuto vedere come la teneva gelosamente quella puttana di Luna. Era sua figlia, avrebbe fatto di tutto pur di non farla finire nei tuoi zoccoli. E io te l'ho portata, perché io ti amo, e tutta la rabbia, tutto l'odio per quello che mi hai fatto, voglio sfogarlo su di lei. Tutto. E tu non dovrai mai permetterti di dirle la verità, su chi è veramente. Perché semmai lo facessi, io ti scuoglierei vivo. Avrei già dovuto farlo ieri sera." Ricominciò a piangere.

Sombra sospirò, rialzandosi e ritornando vicino all'amante, che alzò lo sguardo lacrimante verso di lui.

"Non devi piangere, te l'ho detto già ieri." Rispose il Tiranno, per poi baciarle le labbra.

La Regina dei Changeling sniffò, per poi pronunciare "Giurami che non salirà mai al Trono."

Il Re delle Ombre guardò la puledra, che stava ridendo e applaudendo con gli zoccoli.

Poi ritornò a fissare la moglie e senza pensarci due volte rispose "Te lo giuro."

Chrysalis sorrise e lo abbracciò "Grazie. Il nostro Regno durerà per generazioni, nostro figlio o nostra figlia non ci deluderà."

Sombra sorrise dolcemente, per poi ribaciare di nuovo le labbra carnose della Mutante.

L'assedio alle città durò settimane, poichè i pony ebbero resistenza più di quanto si credeva.
Ma alla fine i buoni cedettero e poco a poco Equestria cadeva sempre di più nelle brame di Sombra. Chiunque provava a ribellarsi veniva ucciso senza pietà.

Per quanto riguarda Celestia e Luna, tutti le credevano morte, perché di loro non si vide più nemmeno l'ombra.
Ma alcuni speravano in un ritorno, che stavano aspettando solo il momento giusto per attaccare.
La speranza ormai in quel Regno era l'unica cosa che aiutasse a sopravvivere.

Nacque una femmina tra l'amore del Dittatore e della sua Regina, una bellissima puledra dalla criniera nera lunga, gli occhi verdi e con la stessa chitina della madre. 
La neonata fu chiamata Termus, che era un nome molto significativo per Chrysalis.

La piccola venne amata subito, perché era sempre sorridente e sembrava avere il cuore buono, proprio come sua sorella Stella.

Le due instaurarono una grande amicizia segreta, dato che Chrysalis non voleva che la figlia frequentasse la servitù.

Le due si volevano tanto bene e si davano nomignoli come "Amichetta" o "Sorellina", senza nemmeno sapere di avere in comune un genitore.

Dopo due anni, poi, Sombra e Chrysalis ebbero una seconda puledra: Acquarium.

Questa aveva gli occhi rossi, abbinati ad una criniera verde scura lunga, con la stessa chitina della madre e della sorella maggiore.

Di carattere però, la puledra sembrava molto vanitosa e arrogante e non andava molto d'accordo con Termus, che non riusciva a capire perché non la sopportasse così tanto.

E così, passarono altre tre anni, e le piccole crescevano benissimo.
Stella fu affidata alla servitù e già a soli cinque anni doveva pulire il Castello con i suoi zoccoli.

Ma durante una notte, successe una cosa davvero dispiacevole...

Termus non voleva proprio saperne di dormire, si girava e rigirava nel letto, cercando di conciliare il sonno, ma più lo cercava, peggio sembrava.

Si alzò e vide sua sorella immersa nelle coperte, che quasi russava dal sonno profondo.

Termus sospirò, per poi scivolare dal letto e dirigersi verso l'uscita della stanza, cercando di essere più delicata possibile per non svegliare Acquarium.

Una volta fuori, la puledra corse per i lunghi e oscuri corridoi del Castello.
Scese delle scale, che portavano all'appartamento della servitù.

Ovviamente non era molto grande, l'andito era piccolo e presentava solo sette porte. Le serve, che erano quasi venti, cercavano di stare più strette possibili.

Termus non vedeva niente, così con il suo piccolo corno illuminò la stanza, per poi camminare verso il fondo del corridoio.

Con una lentezza molto fine, l'ibrida piegò la maniglia della porta, aprendo quest'ultima.

Dentro c'erano cinque puledrini che dormivano profondamente, probabilmente erano i figli delle serve, che aiutavano le loro madri con le faccende domestiche.

La Principessina sorrise, correndo verso una di questi con gioia.

Si mise sopra la pancia e cominciò a muoverla per svegliarla "Lacey...Lacey svegliati."

"Mhhh..." Mormorò infastidita una puledra dal manto blu avio, la criniera disordinata blu e grigia, con al collo un ciondolo a forma di luna.

"Dai, voglio vedere qualche tuo incantesimo!" Esclamò con un sorriso supplicante Termus, poggiandosi sulla schiena dell'amica, che grugnì.

"Non puoi dormire come qualsiasi altro puledro normale?" 

"Ma non ho sonno! Le ore notturne sembrano non passare mai, voglio giocare con qualcuno. Andiamo Lacey soltanto qualche piccolo trucchetto."

L'Unicorna sbuffò, scrollandosi di dosso l'amica appiccicosa, che cadde a terra con un tonfo.

Termus alzò gli occhi al cielo annoiata, per poi fare il broncio.

Ma poi, ebbe un'idea fantastica...

Passaro dieci minuti, e  dormiva beatamente sul letto senza interruzioni, in un sonno profondissimo e calmo, ma le sue narici cominciarono ad avvertire un certo odorino invitante.

"Uhm..." Aprì gli occhi rossi, mentre l'odore diventava sempre più forte e piacevole "Ma questo...è l'odore dei biscotti a marmellata." Mormorò quasi sbavando.

Scese dal letto e cominciò a seguire il suo olfatto, con la speranza di trovare i suoi biscotti preferiti.

Uscì dalla porta di camera sua, salì le scale del corridoio e si diresse nella cucina.

Lì c'erano tante cose da mangiare, le cuoche avevano l'abitudine di lasciare la frutta al fresco sui mobili bianchi, così che non marcisse.
Il pianocottura era lucidato alla perfezione e i lavandini non erano di meno.

Il tavolo era enorme e marroncino, con sopra delle pentole e dei piatti, ma fu uno di questi ad attirare l'attenzione di Lacey.

Sopra ad un raffinato piatto bianco c'erano dei biscotti beije, che sembravano sfornati da poco.

La puledra sgranò gli occhi e il suo stomaco cominciò a brontolare.
Con la magia del suo corno, prese una sedia e ci salì sopra, cercando di arrivare al suo amato tesoro.

Ma appena uno zoccolo stava per poggiarsi su uno dei dolci, il piatto fu spostato via da Termus, che si mise al suo posto "Catturata!" Esclamò.

"Termus! Ma...uff, dovevo saperlo che c'entravi tu in tutto questo!" Affermò arrabbiata l'Unicorna.

La Principessina ibrida ridacchiò divertita, mettendo i biscotti in un piccolo sacchetto.

"Li hai appena fatti?"

"Oh! Yep, con la magia è tutto più veloce."

"E' un peccato buttarli via." Disse seccata Lacey: per lei i biscotti alla marmellata erano sacri.

"Non voglio buttarli. Tu fammi vedere qualche tuo incantesimo e te li darò."

"Non sono un cane."

"Ma lo diventeresti per questi."

"Non puoi costringermi!"

"Oh, allora li mangerò tutti io." Rispose provocatoria Termus, aprendo il sacco ed estrando fuori un biscotto, che strappò l'anima alla povera Lacey.

Quest'ultima abbassò le orecchie a disagio, mentre il suo pancino faceva ancora i capricci.

Termus si accorse che l'amica stava svenendo dalla fame e allora disse "Ti dò un'ultima possibilità: fammi vedere la tua magia e io ti darò i biscotti!"

Lacey sbuffò: doveva sacrificarsi per i suoi dolci preferiti "D'accordo ma lo faccio solo per loro."

"YAHOOOO! CORAGGIO, ANDIAMO NELLA SALA DEL TRONO!" Gridò eccitatissima la puledrina, scendendo dal tavolo e prendendo per la coda l'amica, che cercò di zittire la sua superiore.

"Non far svegliare nessuno! Se tua madre lo scopre mi massacra e lo sai!"

Le due piccole corsero verso la Sala del Trono del padre di Termus, che era buia, ma era illuminata dalla magnifica Notte piena di stelle con una luna piena bianca e pura.

"Fammi vedere, su Lacey." Saltellò allegra l'ibrida, mentre l'Unicorna sorrideva dolcemente, facendo illuminare il suo piccolo corno.

Lacey si alzò su due zoccoli e tese gli altri due, mentre da questi appariva una strana luce bianca, che si sbriciolava in mille piccole stelle.

A Termus le si illuminarono gli occhi, non solo per la forte luce che emanava quell'incantesimo, ma anche perché non aveva mai visto niente di simile.

"Questa è polvere di stelle. E' molto rara." Spiegò la piccola serva, per poi prendere un piccolo sacchetto e mettere dentro la sostanza.

"E come fai a crearla? I più grandi Stregoni ci hanno provato e ci sono riusciti solo dopo anni e anni di studio. Tu non sai leggere e non conosci nemmeno gli incantesimi. Come fai?"

"Credimi quando ti dico che non lo so. Mi viene spontaneo, come se questo mi appartenesse."

"Davvero non sai niente della tua famiglia?"

Lacey guardò Termus, che abbassò le orecchie per la domanda stupida che aveva fatto "Perdonami...so che a te non piace parlare di questo..."

"Figurati, non saprei nemmeno risponderti. So solo che mia madre era una prostituta e mi ha lasciato alla porta d'ingresso della servitù di questo Castello, questo solo mi hanno raccontato le serve."

"Se fosse falso?"

"Perché dovrebbe esserlo?"

"Forse perché qualcuno conosce le tue grandi doti e non vuole che tu diventi qualcuno."

Lacey ridacchiò divertita: la sua amica era brava nel saper inventare le storie "Sei proprio brava ad inventare storie, vero?" Disse con ironia.

"E' vero, forse avrò tanta fantasia. Ma stavolta mi baso sulla realtà...Lacey, dentro di te hai tanta di quella Magia che potrebbe spaventare una Divinità. Anzi, tu forse sei una Divintà."

Lacey chinò il capo pensierosa: anche lei ci aveva pensato a questo qualche volta, ma alla fine era solo una serva.

"Se dicessi a mio padre quello che sai fare sono sicura che..."

"Frena!" Esclamò spaventata l'Unicorna dal manto blu, tappando con uno zoccolo la bocca dell'amica "I tuoi genitori sono i primi a non doverlo sapere."

"Se mia madre lo scoprisse magari ti tratterebbe con più rispetto però."

"Termus, io non voglio avere guai. I tuoi genitori sono tiranni e tua madre mi odia. Preferisco usare questi poteri solo per svago."

"Mh..." Mormorò triste la Principessina, per poi sospirare "non è giusto che un'unicorna così dotata debba limitarsi ad essere solo una squallida domestica."

"E' il mio destino, Termy. Tuttavia tu non dovresti essere mia amica, sei una principessa raffinata, la figlia di un tiranno. E un giorno salirai al Trono di Equestria insieme a tua sorella."

"Non mi interessa." Affermò gonfiando il petto Termus, facendo rimanere sorpresa Lacey "Tu sei la migliore amica, e nessuna Nobile potrà mai prendere questo ruolo nella mia vita."

La piccola serva sorrise emozionata, mentre due lacrime scendevano dai suoi occhi e i suoi zoccoli si aprivano alla principessa ibrida, unendosi in un dolce e forte abbraccio.

"Ti ringrazio...ma devi darmi i biscotti alla marmellata!" Protestò l'Unicorna, mentre Termus rise con gusto.

"Ma mi hai fatto vedere solo un incantesimo!"

Nel frattempo, dall'altra parte del castello...

Nella camera da letto di Chrysalis e Sombra, i due erano coperti da delle lenzuola viola, abbinati a dei cuscini con la federa bianca con al centro una corona fatta di cristalli neri.

Sombra vide che sua moglie era girata dal suo lato opposto a pancia in giù, fu per questo che si mise sopra di lei, cominciando a baciarle dolcemente l'orecchio.

Lei ridacchiò "Vuoi lasciarmi dormire?"

"Perché? Sei stata tu a voler iniziare e adesso vuoi dormire?" Rispose maliziosamente il Re delle Ombre.

"Si, mi annoiate Vostra Maestà, evidentemente l'età sta facendo il suo percorso." Lo sfotté divertita Chrysalis, girandosi davanti al coniuge, che lo baciò.

"Ah si? Ti annoio? Allora vediamo se questo ti piace." L'Unicorno affondò la testa nel collo della Changeling, che rise per il solletico, ma poi chiuse gli occhi quando il marito cominciò a spingere il bacino contro il suo.

"Hey...calmo leone, stavo scherzando." Disse Chrysalis, buttandosi sopra al Re delle Ombre, che gonfiò il petto riprendendo aria.

I due si sorrisero maliziosamente, per poi avvicinare i loro musi e unire le loro labbra e le lingue.

"Ti amo, Chrysalis."

"Anche io ti amo."

La Regina si stese accanto a lui, poggiando la testa sul petto del marito, mentre questi le baciava la criniera.

"Ti immaginavi tutto questo?" Gli chiese poi la Mutante "Equestria nostra, le Principesse scomparse, stiamo governando da cinque anni senza che nessuno si ribellasse, hanno paura di noi, delle nostre figlie."

Sombra sorrise "Ti aspetti ti risponda di no. Ma invece l'ho sempre saputo che un giorno questo continente sarebbe stato nostro e il nostro Regno "avrebbe avuto la meglio. Abbiamo due figlie, che daranno vita a future generazioni."

"Ne sono sicura. Mi dispiace solo di non averti dato un maschio."

"A me non interessa il sesso del mio erede. Basta solo che sia forte. E tu mi hai dato due puledre dall'animo tenace. E grazie per questo."

Chrysalis alzò lo sguardo verso il tiranno, mettendogli la fronte sulla sua "Grazie a te che mi hai messa incinta di loro."

Sombra sorrise di nuovo e le baciò la guancia, rimettendosi sù di lei, che gonfiò il petto sentendosi dominata.

Con fare molto dolce, il re iniziò a baciare il mento della regina, che chiuse lentamente gli occhi.

Sombra scese poi più giù verso le parti basse, mentre Chrysalis mordeva il labbro per non gemere.

Il tiranno dopo aver fatto il piccolo lavoretto, ritornò a fissare la moglie, che gli accarezzò la nuca piena della sua criniera nera.

Le labbra si cercarono di nuovo, ma non si staccarono subito.

Il bacino di lei fece inarcare la schiena mentre quello di lui premeva contro il suo.

Dopodiché, il Re delle Ombre scese di nuovo sul collo della moglie, facendola sospirare dal piacere.

Chrysalis lo amava da impazzire, perché sapeva cosa piaceva a lei e non sbagliava mai.

Stava godendo e lo si leggeva in faccia.
E Sombra non si fermava col dondolio, ma era sempre più veloce.

Finché poi, la Regina non ebbe un'orribile visione:

FLASHBACK!

Chrysalis era ancora una bellissima Vampony tredicenne, che aveva il manto grigio, la criniera lunga nera e gli occhi celeste ghiaccio.

Viveva nella Everfree Forest, con i suoi genitori e il fratello, che era un Vampony di diciassette anni, con lo stesso colore del manto e della criniera, che era corta e scompigliata, abbinata a due occhi gialli.

Quella sera, i genitori erano usciti fuori a fare una passeggiata, e avevano affidato la loro piccola Chrysalis al fratello.

La dolce Vampony si trovava nel suo letto.
Dormiva tranquillamente nella sua stanza, con le mura blu ornate da tantissimi disegni che erano opere d'arti fatte da lei.

La scrivania, piene di bambole, fu gettata a terra da Valyrian, facendo sombalzare dalla paura Chrysalis.

"Valyrian! Che stai facendo?" Domandò con voce infantile la tredicenne, che ricevette un forte schiaffo dalla guancia.

"STAI ZITTA PUTTANELLA!" Gridò furioso il Vampony, per poi prenderla per la criniera e buttarla a terra con una forza incredibile "ANCORA CON QUESTE BAMBOLE E QUESTI STUPIDI DISEGNI? HAI TREDICI ANNI, DEVI CRESCERE!"

"NO! LASCIAMI! LEVATI! VALYRIAN TI SCONGIURO LASCIAMI! AIUTO!" Gridò spaventata la puledra, mentre il fratello maggiore la imbavagliava e la riempiva di pugni.

FINE FLASHBACK!

Chrysalis ritornò alla realtà, con delle lacrime che le rigavano il viso, mentre Sombra le baciava e succhiava la carne del collo.

"Sombra?" Mormorò tremando la Changeling "Staccati ti prego."

Il Re delle Ombre alzò lo sguardo verso la moglie e si staccò in un batti baleno "Amore..."

La Regina dei Mutanti si alzò e cominciò a piangere sempre di più, portando un zoccolo alla bocca.

Sombra era sconvolto, impietrito e timoroso, ma ebbe il coraggio di chiederle "Ti ho fatto male?"

Chrysalis scosse la testa: no, lui era l'unico che non le facesse mai del male.

"Hai pensato di nuovo a tuo fratello?" Domandò poi il Tiranno, mentre la moglie strizzò gli occhi e cominciò a singhiozzare.

L'Unicorno gonfiò il petto dispiaciuto: non era la prima volta che Chrysalis aveva questi attacchi di panico.

Il marito si avvicinò a lei e la strinse in un forte abbraccio, mentre lei appoggiava il muso sul petto "Mi dispiace..."

"Ho tanta paura Sombra."

"Non devi. Lui è morto, l'hai ucciso. Non potrà più farti del male."

"Ma se non fosse così? Se lui tornasse? Se facesse del male a Termus o ad Acquarium? Io non riuscirei mai a portarmi questo senso di colpa."

"Semmai quel bastardo si facesse vivo, non riuscirebbe mai a toccarle, perché io lo distruggerei."

"Non voglio che loro conoscano quell'esperienza...è orribile."

"Lo so amore. Ma ti giuro che non permetterò a nessuno di toccare le nostre due figlie. Venderei la mia stessa anima ai Demoni pur di non farlo succedere. Devi fidarti di me, sono tuo marito, e ti amo tanto."

Chrysalis sospirò, sentendosi un po' meglio.

"Asciuga queste lacrime, quante volte devo ripetere che tu non puoi essere triste?" Disse sarcasticamente il Tiranno, asciugando con uno zoccolo le lacrime della coniuge, che sorrise.

"Ti amo."

"Anche io."

E il re e la regina, si diedero un bacio passionale.

Ma all'improvviso, i due sentirono un forte trambusto di Guardie Reali che urlavano.

"Uhm, ma che sta succedendo là fuori?" Domandò scettico Sombra, che si alzò dal letto, mettendosi il mantello rosso e la corona nera.

Chrysalis si limitò ad indossare un raffinato accappatoio da notte viola caldo.

Le Guardie si erano allertate perché alcune di loro avevano sentito il rumore di una finestra che si rompeva nella Sala del Trono.

"Ah!" Gemettero dal dolore Termus e Lacey, mentre venivano ferite da alcuni pezzi di vetro.

"Robert, che ci fai vicino alla finestra? Togliti immediatamente!" Esclamò Lacey, che si teneva lo zoccolo anteriore da cui usciva tantissimo sangue.

Accanto alla finestra distrutta c'era un puledro dal manto marroncino, con una criniera viola e due occhi grigi. Era Robert, anche lui un amico di Termus, che accortosi dell'assenza di Lacey era andato a cercarla, per paura che Queen Chrysalis potesse farle una strigliata di capo.

"COSA STA SUCCEDENDO QUI?" Gridò spavaldo una Guardia Reale, entrando con una lancia puntata verso i tre puledri.

Robert rimase immobile dalla paura.

"PRINCESS TERMUS! SIETE FERITA?" Gridarono altri due Legionari entrando nella stanza e soccorrendo la piccola Nobile.

Quest'ultima stava perdendo sangue sia dalle spalle che dagli zoccoli anteriori: i vetri erano entrati nella pelle tagliandola.

"COSA STA SUCCEDENDO?"

Una voce maschile forte e imponente fece girare le guardie, che si inchinarono dinanzi alla fonte, Re Sombra.

"Termus!" Esclamò Chrysalis, correndo dalla figlia e piegandosi sù di lei "Che cos'hai?"

"Mi gira la testa mamma." Affermò con voce debole l'ibrida, che fece sconvolgere la madre dalla paura.

"Termus..." Mormorò tremando Lacey, tenendosi sempre lo zoccolo sanguinante.

"Termus, amore non fare questo, resisti! CHIAMATE UN MEDICO! STA AVENDO UN'EMORRAGGIA!" Strillò a squarcia gola la regina, che aveva il volto bagnato di lacrime.

Furono chiamati immediatamente il medico di corte e il medico della servitù.

Il primo riuscì a salvare la Principessa seppur con fatica; i pezzi non avevano danneggiato organi vitali come il cuore o la colonna vertebrale.

Per Chrysalis fu un sollievo non indifferente: aveva avuto paura, paura di perdere la sua amata piccola. Se le fosse accaduto qualcosa non avrebbe saputo cosa fare. Il Regno poteva anche essere distrutto, bastava che sua figlia stesse bene.

Era seduta accanto al letto della figlia insieme a suo marito.

La guardavano dormire beatamente, seppur fasciata agli zoccoli e dietro le spalle.

"Mamma...come sta?" Domandò una voce infantile accanto agli zoccoli di Chrysalis.

Quest'ultima abbassò lo sguardo e vide la sua Acquarium, che fu sollevata con la magia della madre "Sta meglio amore, non preoccuparti, si riprenderà presto."

Sombra sospirò, mettendo uno zoccolo su quello di Termus, mentre guardava il petto di quest'ultima alzarsi e riabbassarsi a ritmo normale.

"Mio Re?" Disse dolcemente una Guardia Reale, facendo girare il Tiranno "Qui fuori c'è il capo della servitù."

Il Re delle Ombre porse di nuovo lo sguardo sulla figlia.

"Vai, resto io vicino a lei." Affermò dolcemente Chrysalis.

Sombra sospirò, alzandosi dalla sedia e camminando verso l'uscita della stanza.

Nel lungo corridoio, si trovava un Unicorno un po' anziano dal manto e la criniera blu, con gli occhi verdi e un CutieMark a forma di scopa sul fianco.

Egli stava fissando alcune vetrate del castello, che mostravano la salita al potere di Sombra, con lui e sua moglie seduti al trono e davanti loro c'erano i sudditi incatenati a loro, con le Guardie e i Changeling che li tenevano in ostaggio.

"Ebbene, Lorys?"

L'anziano si voltò verso Re Sombra, che lo fissava con sguardo indifferente.

"V-V-Vostra Maestà..." Disse balbettando lo stallone, inchinandosi "m-m-mi dispiace disturbarvi m-m-ma..."

"Sono stato io a farti chiamare. Tu sei il capo della servitù, di quest'ultima poco mi interessa, ma alla luce dell'incidente della finestra che ha quasi ucciso mia figlia, voglio sapere il referto del medico riguardo quei due mocciosi: Lacey e Robert." Disse freddamente il Tiranno.

"Capisco mio Re. Dunque, l'unica a ferirsi è stata Lacey, ma per fortuna soltanto lo zoccolo e adesso sta molto meglio." Affermò l'anziano.

"Quindi Robert non si è tagliato?"

"No. Ha detto che si trovava accanto alla finestra, ma quando si è rotta i pezzi non l'hanno sfiorato."

"Mh." Mormorò pensieroso Sombra, per poi dire "Capisco. Domani mattina lo voglio nella sala del trono insieme a sua madre, alle nove in punto."

"Oh, d'accordo Vostra Maestà."

"Puoi andare adesso." Affermò il Re delle Ombre, per poi girarsi di spalle.

"Si. Buona nottata!" E l'unicorno anziano corse via, sparendo nel fitto buio del corridoio.

Sombra si voltò di nuovo e abbassando il capo chiuse gli occhi e sussurrò "Piccolo bastardo. Te la farò pagare per aver tentato di uccidere Termus."

Il mattino seguente, si erano riuniti alcuni compaesani nella sala del trono, furono chiamati proprio da Re Sombra, ma nessuno sapeva il perché.

"Shhh silenzio!" Esclamava una Guardia Reale, facendo zittire tutti quelli che parlavano tra di loro.

Il re era seduto al trono, con al suo fianco la regina e le sue due figlie. Termus era riuscita ad alzarsi.

"Puoi cominciare, caro." Disse ad un orecchio Chrysalis, facendo sorridere il marito.

"Fate entrare la serva Elyce con suo figlio Robert."

Le porte si aprirono e vi entrarono una Pony di Terra dal manto marrone e la criniera grigia, con al suo fianco il figlio.

I due camminarono fino ad arrivare davanti al Tiranno, che si alzò.

Termus gemette un po' preoccupata: che cosa gli avrebbe fatto?

"Cari sudditi, questa notte è successo uno spiacevole imprevisto: la mia cara figlia maggiore Princess Termus Hagres è stata ferita da alcuni frammenti di vetro di una delle finestre di questa stanza. Tuttavia erano presenti due puledri appartenenti alla servitù: Lacey e Robert." Cominciò il discorso Sombra, scendendo le scale.

"Si, è proprio così Maestà. Siamo molto dispiaciutiper ciò che è successo." Disse dolcemente Elyce, per poi dare con sguardo severo una spinta al figlio, che sombalzò.

"Ehm, è proprio così Vostra Maestà. Sono desolato."

"Desolato per cosa? Hai rotto tu la finestra?" Domandò Sombra.

"Ehm...n-n-no."

"Certo che no. E' stato un tuo incantesimo a farlo." Affermò con odio il Tiranno.

"COSA?" Esclamarono Elyce e Termus, che fece due passi avanti.

"Padre questo non ha senso! Robert non mi farebbe mai del male!"

"E tu che cosa puoi saperne? Non conosci la servitù, no?" Si intromise Chrysalis, mentre sua figlia abbassò le orecchie guardando negli occhi la madre.

Qiest'ultima rimase sconvolta, per poi affermare severamente "Mi hai disubbidita..."

"I-i-io..."

"Ne parleremo dopo. Figlia ingrata!"

"Vostra Maestà, io non so cosa sia successo alla finestra ma mio figlio non voleva uccidere  la Principessa Termus, non sarebbe stato nemmeno in grado di farlo. E' solo un puledro di sette anni!" Cercò di giustificare il figlio Elyce, piegandosi al cospetto del Re.

"Voi Plebei siete così poveri e invidiosi dei vostri superiori che uccidereste anche una neonata. Ma a me non importa quanti anni hai, pagherai con la vita per questo tuo affronto!" Esclamò il Tiranno, facendo sconvolgere metà della sala, che emise un coro sconvolto.

Termus gemette dalla paura, portandosi uno zoccolo alla bocca e trattenendo le lacrime.

"NO! Mio Re, vi prego non fategli questo!" Disse spaventata la madre del puledro, con gli occhi pieni di lacrime.

"Osi forse non accettare la mia decisione? Ti farò frustare nelle celle del castello per un intero giorno. Vedremo se domani avrai ancora le forze di ribellarti. Guardie, tenete ferma questa giumenta. Dopo che avrà visto suo figlio morire portatela nelle celle!"

La Pony di Terra fu presa da due legionari, che però ebbero difficoltà a tenerla bloccata "No...NO! LASCIATEMI, ROBERT!"

"Madre..." Mormorò tremante il piccolo, per poi correre verso la genitrice, ma ricevette un pugno che lo scaraventò di nuovo davanti al trono, mentre Sombra lo fissava con odio.

Robert si alzò sui due zoccoli anteriori e guardò negli occhi il Tiranno, con il naso sanguinante.

Si alzò sugli altri due zoccoli e gonfiò il petto "Non sono stato io..."

"Spaccategli ancor di più il naso."

Una Guardia colpì il piccolo Unicorno con una mazza, facendolo accasciare di nuovo a terra con un dente rotto e più sangue a terra.

"Padre, per favore, cerca di ascoltarmi...lui non ha colpe..." Tentò di convincere con voce dolce suo padre la povera Termus, con la voce interdetta.

"Io ascolto solo il mio ego, figlia. E' stato l'unico a non ferirsi ed era accanto alla finestra."

"Ma...non puoi..."

"Invece posso, e non prendo di certo ordini da una mocciosa che non rispetta gli ordini della madre!"

Termus sbarrò gli occhi, ferita nel suo orgoglio "...non posso rimanere a guardare."

"Tu invece guarderai! Sarai la futura Regina e devi iniziare a capire come funzionano le cose!" Affermò arrabbiato il Tiranno.

"E chi dice che voglio essere come te?"

"Nel mio Regno non hai scelta."

"Rinuncerei alla Corona per non diventare come voi!"

Detto questo, la Principessa scappò via piangendo.

Il Re delle Ombre cercò di trattenere la rabbia, per poi continuare il processo.

Robert intanto veniva pestato in malo modo da due guardie.

"Avanti Guardie, mettiamo fine alla sua sofferenza." Affermò con sadismo il Tiranno.

I Legionari alzarono il puledro come fosse un peso morto, pieno di lividi e graffi in tutto il corpo, con un occhio nero gonfio.

Sombra sorrise malignamente, prendendo una bellissima spada con il manico a forma di drago rosso. 

"NO! IL MIO PULEDRINO! ROBERT!" Strillò a squarcia gola Elyce, mentre si accasciava a terra dal dolore che stava arrivando a tormentarla.

La folla era scioccata, e in silenzio, rimase immobile a guardare.

Il puledro alzò lo sguardo verso l'arma e vide che la sua fine era vicina.

Si lasciò andare, chiuse gli occhi e svenne, mentre il suo sangue scorreva da tutte le parti ferite.

Sombra si mise in posizione, pronto ad infilzare la spada nel petto del piccolo Unicorno.

"Nessuna pietà, nessuna pietà..." Pensava.

Chiuse gli occhi, sospirando.

Dopo circa due secondi, il Tiranno gridò, trafiggendo Robert al cuore, che cacciò sangue dalla bocca.
Tutti urlarono, Sombra era anche riuscito a far uscire la lama dalle spalle.

Elyce strillò disperata, con le lacrime che scendevano senza sosta accompagnate da un pianto irrefrenabile.

Acquarium rimase pietrificata dalla scena, e infatti ci pensò sua madre a consolarla.

Come se non bastasse, il Re delle Ombre strappò via il cuore dal corpo ormai morto del puledro.

Con la magia del suo corno, lo prese e lo fece fluttuare, mostrandolo a tutti i presenti.

"Che vi serva di lezione!" Disse esclamanado "Questo! Questo succede a chi osa toccare la famiglia Reale, a chi prova a ribellarsi a me. Non importa se hai quattro, cinque, ottant'anni, LA PUNIZIONE E' QUESTA! Rammentatelo, rammentatelo ai vostri cari, ai vostri amici, alle vostre famiglie! Così che tutti conoscano la mia ira. La mia ferocia! Voglio che mi temiate! Che il vostro non sia odio, ma paura! Le vostre care Principesse sono morte, non c'è più nessuno che vi salverà! E semmai qualcuno vorrà prendere il mio posto, avrò il piacere IMMENSO di strappargli il cuore e ogni altra parte del corpo a morsi!"

Tutti i presenti avevano uno sguardo incredulo, alcune giumente si strinsero ai loro mariti, mentre altri indietreggiarono di qualche passo.

"Il processo è terminato. Potete andare. Fuori!" Disse poi lo stallone, sedendosi sul trono.

Intanto, Lacey era in camera sua a pettinare una piccola bambola di pezza, cercando di non pensare a quello che sarebbe potuto succedere al suo amico Robert.

Era molto preoccupata: andare al cospetto di Re Sombra non portava sicuramente nulla di buono.

Ma poi, entrò Lorys, che aveva uno sguardo triste e abbattuto.

"Sei tornato!" Esclamò la piccola Unicorna, correndo ad abbracciare il capo della servitù, che fece un sorriso forzato.

L'anziano voleva tanto bene alla piccola Lacey, l'aveva praticamente cresciuta lui.
Fu lui a chiamarla così: era sempre sorridente e piangeva pochissimo.

Lacey infatti, significa "Allegro".

"Hehehe, il tuo viso da creatura genuina riesce sempre a tirarmi sù di morale." Affermò con un sorriso Lorys, accarezzando una ciocca della criniera della piccola serva.

"Oh bhè, se mi hai dato un nome così aperto e melodico un motivo ci sarà." Rispose sarcasticamente, per poi cambiare argomento e diventare un po' più solenne "Oh...ma...Robert? Com'è andata? Sua Maestà lo ha assolto?"

Il capo della servitù sbarrò gli occhi: e ora come glie lo avrebbe detto?

Lo stallone sospirò triste, mettendo uno zoccolo sulla spalla della puledra "Devo dirti una cosa...ma voglio che ti sieda sul letto."

"Uhm, va bene."

Dopo essersi sistemati, Lorys prese uno zoccolo di Lacey e lo strinse fortemente.

"Non mi stringevi così lo zoccolo da quando avevo preso il vaiolo." Affermò la puledra.

"Oh, non ricordarmi di quel brutto periodo..."

"Scusa. Coraggio, cosa vuoi dirmi?"

Il capo della servitù sospirò, per poi cominciare a fare un piccolo discorso "Come ben sai, noi viviamo in un Regno magico, dove gli incantesimi non hanno fine e ogni cosa che tutti credono impossibile qui diventa reale."

"Lo so."

"Questo magico regno è governato da un Re e una Regina. E lo sai, che non sono come i re e le regine nelle favole che spesso leggi."

"Loro sono...Tiranni."

"Purtroppo si, non amano il popolo, pensano solo al potere e al successo. E non hanno pietà per nessuno."

"Sono cattivi."

"Si piccola. E sfortunatamente, non hanno un briciolo di altruismo se non per i loro familiari."

"Ma...non capisco, perché mi stai spiegando queste cose?"

"Perché voglio prepararti ad un qualcosa che potrebbe segnare per sempre la tua vita. Ma devi capire che sarà sempre così."

"Non fare questi giri di parole, Lorys. Che cos'è successo a Robert?"

Lo stallone gonfiò il petto, stringendo ancora di più lo zoccolo di Lacey "...lui non è stato assolto."

"Cos...lo butteranno in prigione?"

Lorys abbassò le orecchie dispiaciuto, chiudendo gli occhi: non aveva mai parlato di queste cose ad una puledrina così piccola.

Ma doveva farlo per il suo bene.

"...lo hanno giustiziato..."

Lacey spalancò la bocca sconvolta, mentre il suo cuore perse un battito: Robert era stato ucciso.

"...è uno scherzo, vero?"

"Lacey, potrei mai scherzare su una cosa del genere?"

"E TU NON HAI FATTO NIENTE PER IMPEDIRLO?" Strillò la puledrina, mentre sentì una rabbia cominciare a scorrere per tutto il corpo, con le vene che si alzavano sul collo.

Lorys sbarrò gli occhi incredulo: non aveva mai visto la sua piccolina perdere le staffe in quel modo.

"SEI RIMASTO A GUARDARE MENTRE UCCIDEVA UN PULEDRO CHE TU STESSO HAI CRESCIUTO?" Domandò furiosa l'Unicorna dal manto blu avio, scendendo dal letto e guardando con odio  il capo della servitù, che rimase spiazzato.

"I-i-i-io n-n-non p-p-potevo..."

"NO! TU POTEVI FARE QUALCOSA! MA HAI AVUTO PAURA!"

"Lacey, Re Sombra è malvagio e spietato...nessuno avrebbe il coraggio di mettersi contro di lui."

"BEH, IO ODIO RE SOMBRA, LO ODIO CON TUTTO IL MIO CUORE! E SPERO CHE UN GIORNO ARRIVI QUALCUNO PIU' FORTE DI LUI CHE LO DISTRUGGA!"

Lorys cercò di tapparela bocca alla piccola, con la paura che qualcuno potesse sentirla "Shhh, ti prego, non urlare."

Lacey si buttò sul suo letto, cominciando a piangere a dirotto.

Il capo della servitù sospirò, poggiando uno zoccolo sulla spalla della puledrina "Mi dispiace..." le mormorò.

"Non aveva rotto lui il vetro della finestra, sono stata io. Termus questa notte voleva giocare a fare gli incantesimi. Lui stava dormendo, non so perché si è alzato..." Spiegò singhiozzando la serva.

"Purtroppo è andata così tesoro..."

"Se non mi fossi ferita sarei andata a costituirmi. Il colpevole deve pagare...Robert mi avrà odiata."

"No, lui non ti ha mai odiato e mai lo farà anche nell'altro mondo. Prima del processo, mi disse che semmai gli fosse successo qualcosa, avrei dovuto dire a te una cosa molto importante."

Lacey sniffò, alzando il capo dal cuscino e guardando Lorys "Che cosa?"

Lo stallone sorrise, sussurrandole all'orecchio "Che sei una grandissima stregona."

La puledra assunse un'espressione sorpresa, per poi sorridere con le lacrime agli occhi "E lui non ha mai mentito su niente..."

"Mai, piccola mia..."

L'Unicorna blu avio si asciugò le guance, per poi sospirare"Perdonami se prima ho gridato e ti ho dato la colpa."

"E' acqua passata. Vieni qui." Lorys aprì gli zoccoli anteriori, che abbracciarono Lacey, che sorrise spensierata.

"Ti voglio bene."

"Anche io."

Queste due frasi riuscivano a portare tutto alla normalità, il calore che si davano era immenso.

L'amore riusciva sempre a trionfare, anche in un regno fatto di odio ed egoismo.

I due, presi dal momento di pace, non si accorsero che una figura li stava spiando fuori la porta e una volta finita la conversazione scappò via.

Nel frattempo, nella camera di Termus e Acquarium...

La sorella maggiore stava sotto le coperte, cercando di dormire, mentre quella minore pettinava la sua criniera davanti ad uno specchio luminoso, ornato da una cornice verde acqua brillante.

Dopo qualche secondo però, arrivò Chrysalis, che aprì dolcemente la porta.

"Ciao mamma..." Mormorò Acquarium, posando la spazzola sulla scrivania.

La Changeling sorrise, avvicinandosi alla secondogenita e baciandole la fronte, poi le disse "Sei stata bravissima al processo. Sei stata molto coraggiosa. Sarai una grande Regina un giorno."

La puledrina sorrise "Grazie."

"Tua sorella dov'è?"

"Sotto le coperte."

La Regina fissò il rialzo evidente sul letto di Termus, alzando gli occhi al cielo "Puoi lasciarci da sole? Dobbiamo parlare."

"Va bene." E la piccola Acquarium corse via, chiudendo la porta della camera.

Chrysalis sospirò "Dobbiamo ritornare alla base dell'educazione, Termus Hagres?"

La figlia maggiore sbuffò, uscendo dalle lenzuola e mettendosi a sedere sul materasso, con la criniera scompigliata.

"Molto meglio. Tuttavia tua sorella dovrà mostrarti come usare il pettine, una vera Principessa è sempre preparata e sistemata."

"Nomina Acquarium allora come erede al trono."

"Nomineremo tutte e due. Quindi è meglio se cominci ad entrare nel tuo posto e ad imparare."

"E cosa dovrei imparare? Devo indossare vestiti di tessuto costoso? Devo essere fredda e vanitosa? Devo saper utilizzare i vari tipi di posate? O peggio, devo guardar morire un mio amico?"

"Lui non era tuo amico."

"Invece si, lo era. Più di quelle Nobili pompose che mi hai presentato."

"Non apprezzi quello che faccio per te?"

"Sai che non intendo questo. Ma se potessi scegliere nel desiderare un'amica falsa e ricca e un amico vero e povero sceglierei il secondo." Detto questo, Termus si rimise sotto le coperte.

Chrysalis sospirò triste, sedendosi sul materasso della figlia, che stava cominciando a singhiozzare "Quel puledro ha tentato di ucciderti."

"Ma non è vero! Non ha rotto lui il vetro!"

"E chi è stato?"

"Non lo so, ma...anche se lo avesse rotto lui, le sue intenzioni non erano cattive."

"Ormai è morto, non pensarci più."

"Ormai è morto? Ma hai idea di quello che dici? Come fai a sputare così tanto veleno da quella bocca?" 

Quella frase fece avere un vuoto nello stomaco alla Changeling, che spalancò gli occhi: si sentiva male. Sapeva di non essere la più buona dell'Universo, ma detto così da sua figlia le sembrava un insulto.
Sapeva che Termus fosse sempre stata contraria all'esecuzioni, ma non fino al punto di credere che sua madre fosse cattiva.

"...tu non conosci la vera cattiveria di un familiare." Mormorò lentamente la madre "Volevo solo proteggerti..."

"Proteggermi dal niente..."

"No...dalla violenza."

Termus aprì gli occhi rossi lacrimanti e si girò guardando il genitore, che aveva il capo abbassato con lo sguardo a terra "Quella non era violenza."

"Per me chiunque ti ferisce è violenza, anche quella psicologica..."

La puledrina si mise a fianco della mamma, guardandola con i sensi di colpa "Stai piangendo?"

"Cosa stai combinando, Chrysalis? Stai mostrando il tuo lato emotivo ad una delle tue figlie? Quando tu dovresti essere un esempio di forza e di educazione..." Pensò con il volto rigato di lacrime lucenti la Regina.

Termus rimase sconvolta: aveva fatto piangere sua madre. Non l'aveva mai vista così abbattuta.

Fu per questo, che la piccola abbassò le orecchie e rimase silenziosa, ma riuscì a mormorare una frase "Ti chiedo perdono, madre."

"Non sto piangendo per quello che hai detto..." Affermò la Mutante, alzando il volto e asciugandosi le lacrime.

"Uhm...allora per cosa?"

"Per una cosa...che tu non potrai mai capire." Rispose balbettante la Regina dei Changeling.

"Posso invece..."

"No, e credimi, è giusto così."

"Ti prego...dimmelo...non voglio vederti così triste." Disse la figlia, poggiando uno zoccolo sui gli altri due della madre, che fissò la puledra.

Entrambe si guardarono negli occhi, mentre i due di Termus cercavano di penetrare nella barriera che Chrysalis aveva appena creato.

I Mutanti si nutrono di amore e di altri sentimenti anche tra di loro, riescono a scrutare le emozioni e i pensieri degli altri, ma quando qualcuno non vuole mostrare ciò che provava, alza una specie di muro mentale, chiamata anche Barriera Protettiva.

Termus era metà Unicorna e metà Changeling e aveva forze sufficienti per abbatterlo. E Chrysalis lo sapeva "Leva quella barriera, sai che sono più forte."

La Regina sospirò, cominciando poi a raccontare con voce malinconica "Io avevo un fratello da piccola: si chiamava Valyrian, era molto arrogante e presuntuoso, odiava essere contraddito. Queste possono essere caratteristiche che vanno in secondo piano per una sorella. Ma lui era anche cattivo, meschino e ingannatore. Quando i nostri genitori non c'erano, lui mi picchiava e...mi faceva male."

Termus rimase a bocca aperta.

Chrysalis cercò di non demordere e di continuare il discorso "Era molto sadico e si divertiva a vedermi soffrire...finché quando crebbi, mi ribellai. Mi feci mordere da un particolare insetto che mi ha trasformata in Changeling. Quando mi mutai, sentivo i miei poteri crescere sempre di più. Era una bellissima sensazione, unita alla mia voglia di vendetta era qualcosa di magnifico. Così, una sera fui io a riempirlo di botte, fino a farlo cadere a terra senza forze. Ero così felice...eppure era mio fratello."

La figlia era sconvolta: non aveva mai conosciuto la storia di un suo zio "E...poi?"

"Poi ho abbandonato la casa, lasciando soli anche i miei genitori. Ma non potevo lottare in una, avevo bisogno di tanti combattenti. E mi sono autoriprodotta, dando vita al mio primo Alveare. Il resto...beh, credo lo sai."

"Mh..." Mormorò la Changeling "Immagino hai pensato a questo...mio zio perché hai detto che non conoscevo la cattiveria di un parente."

"No, non la conosci. E credimi, farò di tutto per non farlo accadere: tu sei la mia piccola, insieme ad Acquarium. Chiunque osi toccarvi, dovrà pagarla cara, dovrà pagare con la vita." Affermò con le lacrime agli occhi la madre.

Termus abbassò le orecchie dispiaciuta, per poi dare un grande abbraccio al genitore "Non ci accadrà nulla..."

"Lo spero."

"Sta tranquilla, andrà tutto bene." Sussurrò con voce dolce la figlia maggiore.

Ma il suo pensiero rimase lo stesso: Robert non aveva tentato di ucciderla.

Arrivò subito il pomeriggio ad Equestria, che terminò con un bellissimo crepuscolo, dove il sole si nascondeva dietro il castello di Canterlot, dando al cielo un colore forte arancio, che rilassava tutti con il pensiero che la giornata stava finendo.

Dentro a questi, le stanze dedicate alla servitù erano tranquille, le serve e i loro figli stavano pulendo senza problemi.

In una parte del castello c'erano due domestiche che lavavano le vetrate con gli stracci, mentre Lacey lavava il pavimento con una spugna.

"Mi raccomando ragazze rendete lucido questo posto. L'altro giorno la Regina si è lamentata di alcuni mobili che avevano un po' di polvere." Affermò Lorys.

"Quei mobili erano perfetti. Ma ha visto che li avevo puliti io e quindi doveva rompere." Pensò infastidita Lacey, immergendo la spugna nel secchio pieno d'acqua.

Ma poi, arrivò un giovane pony, alto e snello, con il manto tra il colore beije e giallo, con gli occhi viola, la criniera riccia marroncina e una bocca avente denti storti.

Lacey alzò lo sguardo e lo fissò incuriosita, mentre l'arrivato parlava con Lorys.

"Devi andare di nuovo da tua madre?" Chiese sconvolto il capo della servitù "Ma cos'ha che non va, Rhydian?"

"Un brutto male, devo restarle accanto finchè non si rimette in sesto." Rispose il Pony di Terra, grattandosi lo zoccolo sinistro con quello destro.

Lorys sospirò "Va bene, ma mi raccomando non fare notte fonda, ho bisogno di te questa sera a lavare i piatti."

"Sarò qui dopo l'orario di cena della famiglia Reale. Adesso scusami, ma devo scappare, è già tardi."

"Bene. A stasera."

"A stasera."

Rhydian cominciò a correre, uscendo dal corridoio, seguito dagli occhi rossi di Lacey: quel tipo le sembrava davvero strano.

Il giovane Pony di Terra uscì per il grande portone del castello, che fu aperto da una delle Guardie nere di Sombra.
Percorse tutta la zona ricca della città, uscendo da questa e varcando la soglia della Everfree Forest.

All'interno di questa, che era come sempre fitta e tenebrosa, c'era una figura incappucciata da un mantello blu stellato, seduta accanto al tronco di una quercia abbattuta.

Alzò lo sguardo, mostrando un muso blu.

Vide arrivare Rhydian, che cadde a terra per via dei rami che c'erano al suolo.

"AH!" Esclamò dolorante il Pony di Terra, che si ferì un po' lo zoccolo "Perché devo sempre avere questi stupidi graffi?"

"Io porto cicatrici addosso, e sono diventata immune al dolore." Disse saggiamente la figura, abbassando il cappuccio e mostrando un lungo corno blu, con degli occhi cerulei enigmatici e una criniera blu fluttuante.

"Oh, perdonatemi Luna."

"Di nulla. Adesso siediti e raccontami ciò che voglio sapere."

"La piccola Stella sta bene, continua serve a lavare e a dare uno zoccolo alla servitù. Ma...è successa una cosa molto dispiacevole."

Luna ebbe un tuffo al cuore: anche se qualcosa non aveva toccato la sua piccolina, la distruggeva il fatto che un evento potesse farla stare male "Non farmi stare sulla spine, racconta, ti prego."

"Questa notte si è messa a giocare con Termus nella sala del trono...ma...qualcuno, non si sa chi, ha rotto il vetro della finestra e accanto a questa c'era un amico di Stella. Lei e Termus si sono ferite e la seconda ha quasi rischiato di morire mentre Robert non è stato nemmeno sfiorato. Così hanno creduto che lui volesse ucciderla e questa mattina lo hanno giustiziato davanti a molti pony." Spiegò con voce triste Rhydian.

Luna si portò uno zoccolo alla bocca sconvolta: poteva solo immaginare come stesse sua figlia, dai racconti del giovane Pony di Terra, Stella era legata a Robert "E' assurdo." Mormorò "Robert era un puledrino. Per quale motivo doveva mettersi nei guai così?"

"Non lo so."

"Povera figlia mia, starà soffrendo." Mormorò la madre, sentendo l'odio per Sombra aumentare, poi disse "Questa sera farò illuminare il suo ciondolo con il carillon, così riuscirà a calmarsi."

"Fate bene, si sente meglio quando illuminate quel gioiello al petto." Affermò con un sorriso Rhydian.

"Voglio solo che sia protetta e felice."

"Ma perché voi e vostra sorella non ritornate al castello e vi prendete tutto ciò che avete perso?" Domandò il pony "La vita non è più la stessa senza di voi. Dormire di notte e svegliarsi in un incubo non ha senso."

"Te l'ho già spiegato: io e mia sorella non siamo ancora pronte per attaccare. Starswill per salvarci la vita ha usato un incantesimo molto forte che ha indebolito i nostri poteri. Vuole riaddestrarci così che ritorniamo più fortri di prima."

"Capisco..."

Luna sospirò, allungando uno zoccolo e posandolo sul Pony di Terra "Abbi solo un po' di pazienza Rhydian. Un giorno il regno delle due sorelle tornerà."

"Me lo auguro."

Ci fu un attimo di silenzio, che venne spezzato da un rumore di cespugli molto forte.

"Cos'è stato?" Chiese impaurito Rhydian, scappando dietro la schiena della Principessa della Notte "E' una creatura mostruosa?"

Un orecchio di Luna si mosse nel risentire di nuovo il rumore.

L'Alicorna dal manto blu si alzò e cacciò un piccolo coltello affilato, camminando lentamente verso un cespuglio "Vieni fuori, non ho paura di sfidarti!"

Dopo circa qualche secondo di tensione, la pianta si mosse di nuovo e da lì uscì una polvere colorata, che andò a finire in faccia a Luna, che cadde a terra con un gemito.

"HAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA!" Rise di gusto un Unicorno quindicenne dal manto celeste, uscendo dal cespuglio e cadendo al suolo piegato "AVRESTI DOVUTO VEDERE LA TUA FACCIA! BELLISSIMA! HAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA!"

"Molto divertente, Fobya." Pronunciò arrabbiata e annoiata la povera Luna, pulendosi la faccia con un incantesimo.

"Fobya?" Disse Rhydian, quasi confuso.

Quando il nuovo arrivato smise di ridere, si notavano due occhi verdi e una criniera a rasta nera, molto hippie.

"Hey bello. Come ti butta? Sei un nuovo membro della gang?" Chiese tutto gasato l'adolescente, dando una gomitata al Pony di Terra, che era sconcertato.

"No. Lui è Rhydian, ogni sera viene qui e mi parla di Stella." Spiegò Luna.

"Quindi tu vivi al castello di Canterlot?"

"Ehm, si, aiuto Lorys, il capo della servitù a sbrigare faccende importanti." Aggiunse Rhydian.

"Ah capisco. Beh, allora vi lascio continuare. Scusate, ma avevo voglia di vedere se questo incantesimo della polvere che mi ha insegnato Starswill funzionava."

"Funziona eccome, ma non devi usarlo come divertimento."

"Che palleeeeeeeeeee! Comunque, vi lascio soli. A DOPO!" E l'Unicono sparì con un incantesimo.

"Oh..." Mormorò disagiato Rhydian.

"Perdonalo, è sempre molto scherzoso."  Disse con un sorriso Luna, per poi cambiare argomento "Comunque, questa sera farò illuminare il medaglione. Tu mi hai detto tutto?"

"S-si. State tranquilla."

"Va bene. Puoi ritirarti allora."

"Quanto vorrei che questa frase me la diceste a Canterlot dopo che vi ho aiutato in qualcosa."

Luna ridacchiò, poggiando uno zoccolo sulla spalla di Rhydian "Vedrai che un giorno accadrà. Fidati."

"Lo so. Buonanotte."

"Buonanotte."

Continua...

Angolo Roxy:
RIECCOMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIH!
Perdonate se ci ho messo tempo a pubblicare, ma la scuola è infame con compiti, verifiche ed interrogazioni. Più ci si mette la danza torno la sera distrutta!
Comunque, ecco il secondo capitolo, spero vi piaccia! ;)
Alla prossima!
LoliRoxDanceMoon.
"Fu un periodo davvero terribile. Sapevo così poco, volevo così tanto. Non riuscivo in niente."

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. Hidden Love. ***


Re Sombra si trovava nel suo ufficio a pulire la sua spada con la maniglia del drago rosso.

Nella sua mente le immagini del puledro che cadeva a terra sofferente mentre moriva di dolore rimbombavano come una fastidiosa termite.

Gli occhi rubino fissavano l'arma ipnotizzati.

Quella lama affilata era penetrata nei corpi di tanti pony, giovani e anziani.
Ma mai puledrini così piccoli. 
Vederlo morire in quel modo lo aveva quasi sconvolto, eppure in quel momento provava una sensazione di gioia nel guardare chi aveva attentato alla vita di Termus, sua figlia.

E poi, aveva mostrato a tutti la sua cattiveria, la sua follia, il suo piacere nell'uccidere anime fragili.

I giornali avrebbero mostrato il suo volto il mattino dopo.

Ad interrompere i suoi pensieri, fu il bussare della porta, che gli fece alzare lo sguardo davanti "Chi è alla porta?" Chiese freddo.

"Sono Lacey, Vostra Maestà. Vi ho portato la cena." Rispose una voce infantile.

Sombra chiuse gli occhi gonfiando il petto, per poi pronunciare "Entra."

Lacey varcò la soglia, tenendo con la magia un vassoio pieno di cibo prelibato e un calice nero scintillante con dentro dell'acqua "Chiedo perdono della mia insolenza, ma la Regina ha provato dispiacere nel sapere che vi siete ritirato digiuno nelle vostre stanze." Spiegò la puledrina.

"Capisco. Vieni e poggialo qua." Affermò il Tiranno.

"Agli ordini."

La piccola si avvicinò alla scrivania, mettendo il cibo davanti a Sombra, che la scrutò dalla testa agli zoccoli.

Dopo il servizio, Lacey si allontanò di qualche centimetro, chiedendo però un "Serve altro, mio Re?"

Sombra fissò il vassoio con sopra la cena, per poi abbassare lo sguardo a terra "No."

Lacey allora si inchinò e si girò verso l'uscita, ma fu bloccata dalla voce del Re delle Ombre.

"Anzi...si, mi serve qualcosa. Un piccolo servizio."

La serva ritornò a guardare il Sovrano, con lo sguardo intenso "Dovete solo chiedere, Vostra Maestà."

Sombra gonfiò il petto "Riordinami la biblioteca, alcuni libri non sono nel loro posto e devono essere spolverati."

Gli occhi rossi di Lacey si posarono su un grande scaffale, pieno di libri di vario colore.

Sospirò e camminò verso il mobile. 

Con la magia del suo corno prese dei libri e cominciò a guardarci dentro.

Abbassò le orecchie a disagio, pensando ad un piccolo ostacolo: non sapeva leggere.

Il Tiranno la fissò intensamente "Qual'è il problema?"

"Non so come si fa, Vostra Maestà."

"Lorys non ti ha insegnato a leggere?"

"E' lui a raccontarmi le favole. Io non so nemmeno quali siano le forme delle lettere."

"Avrebbe dovuto insegnartelo. Non sopporto la servitù troppo bigotta!" Affermò severo l'Unicorno dal manto grigio.

A Lacey cominciarono a tremare gli zoccoli dal forte pianto che stava per arrivare "Non frustatelo, vi prego."

"Non devi darmi ordini."

"Avete già ucciso Robert."

Sombra al sentire quel nome, sbattè uno zoccolo sulla scrivania "Nomina di nuovo quel bastardo che ha cercato di uccidere mia figlia e ti giuro che..."

"Era mio amico." Rispose tremando la povera puledrina, con le lacrime che cadevano sulle pagine aperte.

"Riordina i libri."

"Non so come si fa..."

"ALLORA IMPARA SE NON VUOI ESSERE FRUSTATA PER UN'INTERA NOTTATA!" Strillò a squarcia gola il Re delle Ombre, gettando con lo zoccolo la cena a terra, spaccando i piatti e le posate.

Lacey rimase paralizzata dalla paura per la potenza e la cattiveria che il Tiranno aveva.

Sombra si poggiò sulla finestra della stanza, alzando lo sguardo verso il cielo notturno e facendo dei respiri profondi.

Stella rimise i libri sullo scaffale, poi sempre tremando, si alzò lentamente e si avvicinò al vassoio, raccogliendo tutto il cibo rovesciato "...vi prego di perdonarmi, Maestà. Non succederà più..."

"Buon per te..."

"Soffrirò in silenzio, per il vostro compiacimento..." E la puledrina cacciò uno straccio, cominciando a pulire il pavimento.

Il Tiranno cercò di calmarsi e riprendere fiato: ormai era all'ordine del giorno un suo attacco di rabbia.

Anche per cose futili, quasi ridicole.

Ma la rabbia era l'unico sentimento che lo aveva fatto crescere.

Si girò lentamente e guardò Lacey a terra, che puliva con le lacrime agli occhi.

Camminò verso la sedia della sua scrivania e si sedette, con il cuore ancora scosso per la crisi.

Pensò a chi era quella piccola serva. Non era una serva qualunque. Era la figlia di Princess Luna, nata da uno stupro da parte di Sombra.

Aveva voluto lui che nascesse, non poteva prendersela con lei.

Ricordava ancora quando Chrysalis glie la portò nella sala del trono: era sporca di fango e acqua, eppure continuava a sorridere.

Era così spensierata, così delicata, quasi non sembrava la figlia di un bastardo.

Maledetto il suo cuore, aveva fatto battere quello di Sombra più di quando nacque Termus, di quando nacque Acquarium.

La amava troppo, per questo la odiava.

E se finiva per odiarla, la amava.

Preferiva per questo, odiarla con tutte le sue forze, per amarla almeno un po'.

"Lacey..." Mormorò lo stallone.

La puledrina aveva già pulito tutto, si alzò e fissò il Re delle Ombre, che aveva gli occhi rossi spenti a terra.

"Prendi un libro dalla blibioteca, uno qualsiasi." Ordinò.

Lacey si inchinò, poi corse di nuovo davanti lo scaffale e prese un libro con la copertina verde.

"Ora siediti vicino a me. Ti insegno io a leggere."

La puledrina sbarrò gli occhi sconvolta "Ma...non c'è n'è il bisogno, mio Re. Lorys è in grado di farlo."

"Se non obbedisci te lo farò uccidere sedutastante."

"Come volete, Vostra Maestà."

La serva prese una sedia e tremando come una foglia si sedette accanto al Sovrano, che le prese il libro dagli zoccoli con la magia.

"Quello che sto per fare, deve rimanere qui dentro. Intesi?" Disse Sombra, fissando negli occhi la piccola, che annuì sempre più impaurita.

"Adesso apri il libro."

Lacey allungò gli zoccoli anteriori e prese la copertina, aprendolo lentamente.

La prima pagina mostrava il titolo del libro e del primo capitolo.

"Vedi la scritta grossa nera? E' il titolo dell'intera storia e riassume un po' quello che narra. Analizziamo la prima lettera: questa è una I." Spiegò Sombra.

"I..." Mormorò concentrata Lacey.

"Poi accanto alla I, c'è la L, che unite creano il suono "Il"."

"I-i...il..."

"Esercitati. Poi questa è una D, dopodiché c'è la R e poi la A, che è la prima lettera."

"D...R...A. Dra..."

"Esatto. Dopo Dra abbiamo la G e la O, che si legano al suono Dra."

"G...o...Dragio?"

"No, Drago, il suono è diverso qui."

"Il...Dra...Drago..."

"Giusto. Il Drago, poi abbiamo di nuovo la R e la O, che uniti formano il suono Ro..."

"Ro...rosso."

Sombra alzò un sopracciglio confuso "Conoscevi già la S?"

"Ho tirato ad indovinare. Sembrava un serpente..."

"Mh. D'accordo. Leggi tutto il titolo adesso."

"Il...Drago...r-rosso."

"Bene. Ora continuiamo..."

Passò circa un'oretta, e Lacey imparava velocemente i suoni, tanto da riuscire a leggere più fluida e senza blocchi. Sombra rimase sconvolto da quella incredibile intelligenza.

"Va bene. Può bastare. Domani sera ti voglio di nuovo qui per una seconda lezione." Affermò stanco il Tiranno, chiudendo con uno zoccolo il libro.

"Grazie per l'aiuto, mio Re. Ve ne sono molto grata." Disse un po' sbalordita Lacey.

"Adesso vai e non farti vedere."

La puledrina si inchinò e corse via, aprendo la porta dell'ufficio e chiudendosela dietro.

Il Tiranno gonfiò il petto e scivolò sullo schienale della sedia rilassato.

Lacey camminava nel corridoio oscuro del Castello, ancora incredula per ciò che aveva fatto Re Sombra.

Non era tanto per il fatto che fosse stato gentile con lei anche se la odiava, ma per il fatto che tutti sanno che era razzista, non se lo sarebbe mai aspettato. Era più probabile che la frustasse.

Credeva di piacergli.

Mentre camminava, assorta nel suo mare di pensieri, non si accorse che c'erano delle scale.

Infatti poggiò uno zoccolo sul gradino e perse l'equilibrio, cadendo per tutta la discesa e urlando dalla paura.

Rotolando, finì per schiantarsi contro qualcosa, anzi, qualcuno.

Lacey aprì gli occhi e sotto di lei c'era Acquarium, che si massaggiava la nuca con dolore.

La piccola serva saltò all'indietro spaventata.

"Brutta serva maleducata. Attenta a dove guardi!" Esclamò arrabbiata la secondogenita dei due Tiranni, fissando con odio l'Unicorna.

"Chiedo perdono, Princess Acquarium, non avevo visto le scale e sono caduta!" Rispose tremando Lacey.

"Beh, sappi che se succede di nuovo ti farò sbattere fuori dal castello. Non vogliamo serve cieche che possono ferire i suoi superiori." Affermò Acquarium.

"Certo...vi chiedo scusa, mia Principessa." La serva abbassò le orecchie triste, poi si inchinò e fece per andarsene.

"E ora dove credi di andare?"

"Nelle mie stanze."

"No no. Tu adesso aiuti me e mia madre a sistemare la biblioteca. Così impari!"

Lacey sbarrò gli occhi tremando: c'era anche quella serpe di Chrysalis?

"Tesoro, perché stai urlando?" Mormorò una voce adulta femminile, che gelò il sangue della serva.

"Oh mamma, questa orrenda puledra si è gettata su di me e mi ha fatto male."

Lacey si girò lentamente, con lo sguardo rivolto verso il basso per evitare gli occhi della Regina.

"Alza gli occhi e guarda i miei." Mormorò con freddezza Chrysalis, capendo subito che era la serva che tanto odiava.

Lacey tremò, sollevando lentamente lo sguardo verso la Tiranna.

Quegli occhi verdi la terrorizzavano, poiché erano carichi di odio quando la guardavano.

La Changeling gonfiò il petto sconvolta: perché quei maledetti rubini rossi dovevano essere identici ai cristalli di suo marito, che la ipnotizzavano ogni notte?

"Per quale motivo la sorte ha voluto che tu nascessi?" Pensò la Regina, con le lacrime che cominciarono a scorrerle.

Acquarium guardò la madre, spaventandosi e accarezzando lo zoccolo della madre "Mamma...cos'hai?"

Lacey indietreggiò di qualche passo, poi con voce balbuziente "Mia Regina, vi sentite bene? Se volete vi porto un po'..."

"Non voglio niente da te. Sparisci!" Chrysalis si voltò, dando le spalle all'Unicorna, che rimase sbalordita.

"Siete sicur..."

"FUORI DAGLI ZOCCOLI! VATTENE!" Strillò con rabbia la Mutante, facendo cadere la serva a terra dallo spavento.

"Non hai sentito? Non vuole vederti! Ritirati nelle tue stanze!" Esclamò Acquarium, guardando con odio Lacey.

Quest'ultima rimase davvero senza parole, e scappò via, lasciando da sole madre e figlia.

Chrysalis si accasciò a terra piangendo, mentre le gocce di lacrime bagnavano il pavimento.

"Mamma..." Mormorò triste Acquarium, alzandosi su due zoccoli e prendendo il viso del genitore.

"La sua presenza mi distrugge l'anima..." Disse tra i singhiozzi la Tiranna.

"Allora uccidila. Tu puoi farlo."

"No...non posso."

"Sei la Regina, puoi fare tutto."

"Ma no questo..."

"Allora falla torturare."

"No Acquarium."

"Perché la odi?"

Chrysalis si asciugò le lacrime, sospirando lentamente "Acquarium...vai a dormire...adesso voglio restare da sola."

La piccola ibrida fece scendere due lacrime agli occhi, per poi abbracciare il collo del genitore, che la strinse a sé.

"Tu e tua sorella siete tutta la mia vita, la mia forza, la mia ragione. Non smetterò di dirlo mai."

"Lo so..." Mormorò Acquarium.

"Adesso vai a dormire. Me la vedrò da sola con la biblioteca." Disse staccandosi e guardando negli occhi la piccola, che annuì dolcemente.

Chrysalis sorrise, per poi baciare la fronte della figlia, che senza fiatare corse via.

La Regina non si trattenne più, si accasciò di nuovo a terra e cominciò a piangere con i singhiozzi, ripensando a quei maledetti occhi.

Quanto voleva vederli soffrire, magari squarciati da un mostro con gli artigli affilati.
Desiderava vederla a terra, morente, in una pozza di sangue.

Ma tutto questo non poteva farlo accadere, perché amava il suo Re, padre di quel mostriciattolo.

Erano passati cinque anni, ma quella ferita era sempre aperta, la teneva fresca il respiro di quella puledra.

Cosa poteva farci? La odiava troppo.

Le ricordava ciò che il marito aveva fatto. Quando la pugnalò al cuore.

Si alzò da terra e sniffò, asciugandosi le lacrime con uno zoccolo "Basta Chrysalis." Si disse "Devi essere forte."

Intanto, Re Sombra sistemava gli ultimi documenti della giornata: non vedeva l'ora di andare a dormire.

Ma poi, sentì una brezza di vento sfiorargli i capelli e muovere la fiamma della candela.

Sorrise, alzandosi e camminando verso il centro della stanza "Coraggio, fatti vedere."

"Sei molto astuto, Re di Equestria." Affermò una voce misteriosa maschile.

"In cosa ti sei tramutato? In un castoro? In un serpente? In un orso? Esci fuori."

Davanti al Re delle Ombre, apparve una sagoma rossa, che poco a poco assumeva la forma di un mostro con le corna, il viso pieno di anelli e orecchini, con il fisico robusto e muscoloso, con quattro zoccoli grossi rossi. La schiena presentava delle enormi e possenti ali nere, con delle grosse vene rosse e blu.

"Oh mamma, Igorh. Se fossi gay mi metterei con te, hai proprio un bell'aspetto." Disse con sarcasmo Sombra.

"Grazie. Ma anche se tu mi volessi non ti prenderei. Non sei il mio tipo, senza offesa." Rispose con voce rauca il Demone.

"Beh, ho una moglie stupenda. Sarebbe assurdo rinunciare a tale bellezza."

"Dovrei farmi violentare per avere un minimo di interesse."

Sombra guardò Igorh con espressione un po' minacciosa "Stai attento a come giochi con me."

"Suvvia, amico, è acqua passata."

"E continua ancora a farmi male..." Mormorò il Tiranno, mentre i sensi di colpa per aver deluso la moglie riaffioravano nella sua mente.

Il Demone alzò gli occhi al cielo annoiato, sbuffando: creature come lui non erano all'altezza di tante smancerie.

"Comunque Hagres, spero tu abbia quello che voglio." Disse con un ghigno Igorh.

"Io mantengo sempre le promesse ai miei alleati." Rispose orgoglioso Sombra, cacciando un cofanetto nero con sopra una piccolo diamante nero.

Al Re dei Demoni si illuminarono gli occhi già da prima di vedere il contenuto "Aprilo." Disse senza pensarci due volte.

Sombra obbedì e si poté vedere un raffinato cristallo scuro, che brillava alla luce.

Igorh rimase attirato da tale bellezza.
Riusciva a sentire già l'immensa potenza che quel diamante possedeva.
Era la Dragon Empress, il minerale più forte e magico di tutti i tempi.

Regalarlo ad un Demone era davvero un segno di rispetto e fiducia, poiché, prendendo in possesso il cristallo, egli diventava ancora più potente e autoritario.

Il Demone alzò le sue zampe avidi, pronto ad afferrare il prezioso oggetto.
Ma proprio quando stava per prenderlo, il cofanetto si chiuse.

"Se vuoi la Dragon Empress, devi prima rispettare il tuo patto." Affermò Sombra, guardando dritto negli occhi il Re dei Demoni, che assunse un'espressione un po' arrabbiata.

"A me non costa nulla darti il sangue dei miei sudditi più forti."

"Allora caccialo."

Igorh strinse i pugni, per poi schioccare le dita.

Davanti al Re delle Ombre apparvero dei contenitori, simili a bottiglie di cristallo, con dentro dei liquidi di colore diverso tra loro.

Sombra li guardava scettico "Come faccio a capire che non siano solo succhi di frutta?" Domandò.

Il Demone si tagliò il polso con un suo affilato artiglio, facendo colare una sostanza liquida violacea e porgendo la ferita allo stallone "Assaggia."

Il Re delle Ombre indietreggiò di qualche passo titubante e guardò negli occhi Igorh, poi con la lingua leccò il suo sangue.

Sombra dopo aver fatto questo, gemette un po' dolorante, mentre i suoi occhi diventavano rossi, sentendo una forza incredibile scorrergli nelle vene.

Questo durò per almeno qualche secondo, dove il Tiranno cercava di non urlare dal dolore poiché sentiva un male allucinante alle ossa.

Quando passò, Igorh prese un contenitore con dentro un liquido rosa "Adesso assaggia questo."

Il Tiranno alzò lo sguardo verso il Re dei Demoni, con la fronte sudata "Non ce la faccio..."

"Sei tu a non fidarti."

Sombra sospirò, prendendo la bottiglia con la magia e bevendo un sorso del liquido.

L'Unicorno risentì il dolore interno tormentarlo, mentre i suoi occhi cambiavano colore da rosso a nero.

Gli ricordavano i dolori del Tartaro, moltiplicati a quelli che sentì quando quel Draghetto gli sbriciolò il corpo.

"Perché il vostro sangue mi fa questo?" Chiese con voce stremata il Tiranno, accasciandosi a terra.

"Sei metà Demone. Quando uno di noi beve anche una sola goccia dell'altro è cannibalisimo. E il corpo dei Demoni è troppo forte per sopportare altra ugual forza. Sta tranquillo, tra un po' ti passerà." Spiegò Igorh, chiudendo il contenitore e poggiandolo al suo posto.

Sombra respirò a fondo, cercando di sopportare il dolore, che piano piano diminuiva.

"Ci credi adesso?" Chiese sarcastico l'alleato, mentre l'Unicorno annuiva lentamente.

"D'accordo, prenditi la tua Dragon Empress." Affermò Sombra, dando il cofanetto al Demone.

Quest'ultimo lo aprì e prese il cristallo nero, guardandolo innamorato "Non puoi capire quanto sia importante per noi questo Diamante. Così raro da trovare. Ti dà forza, autorità e potere. Proprio come se fossi un Drago."

Sombra si alzò da terra e si stiracchiò le ossa del collo.

"Comunque sia, hai già trovato delle cavie su cui sperimentare tutti questi tipi di sangue?"

"Ma certo. Otto cavie che io ho sempre odiato. Ma la mia stima per loro potrebbe salire se si trasformassero in creature spaventose." Rispose con sadismo il Tiranno, camminando lentamente verso la finestra della stanza e fissando la luna "Sta andando tutto secondo i miei piani, Igorh."

"Ne sono felice, Re delle Ombre. Tuttavia sei come noi, e noi non falliamo mai."

"E' stato grazie a te e a Chrysalis se ho raggiunto i miei traguardi. Per questo vi sarò sempre debitori."

"Ti ricordo che non amo le smancerie."

"Lo so."

"Ma comunque, ti dò il consiglio di non abbassare la guardia riguardo alla scomparsa delle due Principesse. Ti ricordo che erano immortali, saranno sopravvissute." Affermò Igorh.

"Se fossero sopravvissute avrebbero già tentato di riprendersi tutto. Ma un immortale non può sopportare un travaglio così doloroso, per poi perdere i punti e avere un'emorraggia. E soprattutto, non sopporterebbela perdita di sua figlia..."

"Magari è sopravvissuta solo per lei." Teorizzò Igorh, mentre Sombra si girò a guardarlo scettico.

"Come può una madre sopravvivere a così tante disgrazie solo per vivere per sua figlia che tuttavia glie l'è stata strappata senza pietà?"

"L'amore di una madre può tutto, Sombra Hagres. Può superare ogni limite di altruismo estremo."

Sombra fissò il pavimento malinconico "Nel mio Regno l'amore non esiste."

"Eppure tu ami Chrysalis. Ami Termus. Ami Acquarium...ami Lacey..."

"No, Lacey no."

"Perché allora prima le hai insegnato a leggere? Ti ho spiato."

"Volevo che sapesse farlo."

"Perché la ami, e non sopporti che chi ami sia inferiore agli altri."

"Io non posso amarla."

"Ma vorresti. Eccome se lo vorresti. Se Chrysalis quella notte di cinque anni fa non avesse concepito Termus a quest'ora quella piccola domestica starebbe nel lusso e proclamata futura Regina di Equestria. Lei è forte Sombra. E' figlia della Notte e delle Ombre. Tali poteri se uniti sono indistruttibili. Nemmeno Termus e Acquarium possono competerla, e lo sai. Lo sai bene."

Sombra gonfiò il petto malinconico "Se avessi saputo che Chrysalis sarebbe rimasta incinta non avrei mai toccato quella stupida Alicorna. Ho solo spezzato il cuore alla Mutante che è sempre stata al mio fianco. Lei non è mai stata cattiva, ha solo protetto il suo Popolo, che le ha sputato in faccia. Proprio come fece suo fratello. E poi l'ho fatto anche io."

"E' inutile piangerci sopra, Hagres. Hai stuprato un'Alicorna, il presente e il futuro non lo cambieranno. Ma tu puoi amare ancora di più la tua Regina."

Sombra riguardò fuori dalla finestra e sospirò. Quanto aveva ragione. Doveva dimostrare ancora più affetto per curare la ferita della sua Regina, anche se non ci sarebbe stato mai un vero modo per farlo.

"A volte mi sorprendi con i tuoi consigli da psicologo." Disse sdrammatizzando il Tiranno, facendo un mezzo sorriso.

"I Demoni sono abbastanza leali con i propri alleati."

"Meglio così. Succedono brutte cose a chi mi tradisce."

"Lo stesso vale per me."

"Bene. Adesso puoi andare. Domani sera proveremo gli esperimenti sulle cavie."

Intanto nella Everfree Forest...

C'era una giovane giumenta che riposava tranquillamente su un letto fatto di paglia, con un panno bagnato sulla fronte.

Questa pony si trovava dentro una casetta, ornata da dei bellissimi quadri che rappresentavano i Regnanti della Notte e il Giorno.

Dormiva in un sonno leggero, respirando il fresco profumo della lavanda.

Dopo qualche istante, entrò Princess Luna, vestita sempre del suo mantello blu, tenendo con la magia un fagottino bianco.

Con molta delicatezza, posò il fagotto accanto ad uno zoccolo della giumenta "Shhh, sta buono piccolo. La mamma sta riposando adesso."

Dentro alle fasce bianche vagì un puledrino dal manto verde e gli occhi azzurri, con una criniera scompigliata blu.

Luna sorrise nel vedere che la madre incosciamente tirò più a sè il figlio, amava guardare queste cose.
Dopodiché, cambiò il panno bagnato sulla fronte della neomadre.

"Tranquilla Emily, la febbre sta scendendo."

Entrò anche un'altra giumenta dall'aspetto molto curioso e bizzarro: aveva il manto azzurro, abbinati a due occhi cerulei, con una criniera rosso con sfumature scure, raccolte in una coda alta.

"Come sta?" Domandò l'arrivata a Luna, che sorrise nel vederla arrivare.

"Molto meglio, con suo figlio accanto starà benissimo." Rispose contenta la Principessa della Notte.

"Meno male, ero preoccupata su come avrebbe passato la giornata. Ma presto partirà con il suo piccoletto." Disse sollevata la pony azzurra, accarezzando uno zoccolo della neomadre, che continuava a dormire.

"E come sempre, abbiamo fatto un ottimo lavoro, Mage Meadowbrook."

"Tu sei il punto di riferimento, io ho solo aiutato."

"Non fare la modesta. Mentre mettevo i punti alla giumenta tu ti sei accurata che il neonato stesse bene. E hai fatto visite molto approfondite. Sei magica."

Mage sorrise, sospirando.

Fuori intanto, c'era un'Alicorna dal manto bianco, con gli zoccoli marroncini e una lunga criniera che assumeva due sfumature dello stesso colore degli zoccoli e un colore simile viola, con due possenti ali e due occhi rosa luminosissimi.

La giumenta, mostrava chiaramente che aveva una certa età, a partire da un po' di rughe sul volto.

Ella guardava la luna bianca regnare nel cielo, immersa nei suoi pensieri.

Era come se quel satellite le ricordasse qualcosa di molto lontano del suo passato, che la faceva sorridere ma al contempo sentire un dolore atroce nel suo cuore.

"Non perdi mai le tue abitudini da adolescente, vero Galaxia?" Disse sarcastica una voce maschile, facendo girare l'interessata, che ridacchiò.

"Gli anni passano, ma nessuno mi impedisce di potermi sedere su questo tronco e guardare la luna." Rispose l'Alicorna.

Davanti a quest'ultima, c'era Starswill Il Barbuto, con il suo solito mantello e cappello, con la barba lunga e bianca, gli occhi azzurri come il mare e il manto grigio come una nuvola in tempesta.

"E' questo che continua a renderti bella nonostante l'età che avanza: il tuo spirito da puledra innocente." Affermò l'Unicorno, sedendosi accanto a Galaxia, che sorrise.

"Adulatore."

"E tu furba: quella luna lassù la guardi ogni notte perché speri di riuscire a trovare lo stallone che più hai amato in vita tua." 

L'Alicorna gemette un po' sorpresa, per poi voltare di nuovo lo sguardo verso il cielo, facendo scendere una lacrime sulla guancia "Cosmos..."

"Vieni qui, amica mia." Mormorò dolcemente l'anziano mago, mentre Galaxia si poggiava sul suo petto "Nascondi troppo la tua amarezza per dare forza alle tue figlie, ma anche tu hai un cuore."

L'ex Regina non riuscì mai a superare il lutto di suo marito, poiché non si capacitò della sua improvvisa morte. 
Aveva sempre cercato di capirlo, ma non si arrivò mai ad una conclusione.

E ora che erano passati quasi due secoli o forse di più, Galaxia lo rimpiangeva ancora.

"Perché è successo Starswill? Lui era immortale." Mormorò tra i singhiozzi.

"Anche le tue figlie lo sono, eppure stavano morendo cinque anni fa, con ferite molto gravi."

"Lo so, e ti ringrazio per averle salvate. Ma io vorrei solo capire come è successo. Lui stava bene, è stato tutto improvviso. E io non riesco ancora a capire perché io respiri ancora dopo più di mille anni e il cuore di mio marito si sia fermato." Disse con le lacrime agli occhi l'Alicorna. 

"Non dire così, amica. Tu devi continuare a vivere, per Celestia e Luna. Loro sono Principesse e la minore è madre di una puledra, ma avranno sempre bisogno di te. Come tu hai perso un marito, loro hanno perso un padre. Hanno te, solo te."

Galaxia sniffò, asciugandosi le gocce sulle palpebre e abbassando il capo, con gli occhi chiusi.

"Lo amavi tanto, lo so. Ogni giorno venivo nel vostro castello, per insegnare alle vostre figlie la Magia. Vedevo come lo guardavi, come lui guardava te. Il Regno andava avanti solo grazie la vostro amore."

"Quando morì, giurai a me stessa, che quando avrei trovato il suo assassino...lo avrei fatto a pezzi, in mille pezzi."

"E io ti aiuterò." Sussurrò Starswill, mettendo uno zoccolo sotto al mento di Galaxia, che aprì di scatto gli occhi sorpresa.

"Cos..."

"Si."

"Starswill, tu non usi la tua magia per uccidere." Disse sconvolta l'Alicorna, per poi aggiungere "E' un tuo ideale."

Il mago guardò negli occhi l'amica, sospirando "Tanti anni fa, io ero un adolescente come tanti, con i sogni nel cassetto. Il mio era un sogno particolare: quello diventare il Mago più famoso e forte del Mondo. Non ero molto socievole con gli altri, anche perché avevo un carattere molto presuntuoso. Poi un giorno, nelle strade di Canterlot, vidi una carrozza molto raffinata, trainata da due domestici. In giro avevo sentito che sarebbero arrivati dei Conti, molto ricchi e affascinanti. Avevano una figlia, bella come il sole. Ero così curioso di vederli, mi nascosi dietro ad un carrello pieno di frutta e aspettai che aprivano la carrozza per far uscire la famiglia. Dopo qualche isante, vidi uscire uno stallone dall'aria molto altezzosa con sua moglie. Poi uscì la loro figlia. Accidenti, quanto era bella. Non avevo mai visto due occhi così meravigliosi. Quei boccoli marroncini mi facevano impazzire. Avevo anche sentito che si chiamava Galaxia, perché era nata in una notte piena di stelle. Quanto era stupenda, con i suoi modi raffinati accompagnati dall'umiltà che la contrastingueva anche dai suoi genitori."

Galaxia sgranò gli occhi, accarezzando uno zoccolo di Starswill, che continuò.

"Eri una visione. Non so quanti pizzicotti mi sono dato con la convinzione che stessi dormendo. Poi ti sei avvicinata a me, pensando che io vendessi il carrello di frutta su cui mi ero nascosto. Mi chiedesti una mela, con il tuo sorriso ingenuo. Non riuscivo a dirti che non ero io il venditore, mi piaceva l'idea che tu mi stessi parlando. Poi arrivò lo stallone, mi colpì con una mazza sulla testa e mi gettò a terra. Credeva che io gli volessi rubare il lavoro e i soldi che guadagnava. Con te assunse modi dolci, ti diede la mela e tu lo pagasti, sempre con quel sorriso. Poi mi guardasti e sorridesti ancora di più. La sera, nel mio letto mi ritornava in mente il tuo volto. Ero cotto. Ti conoscevo sempre di più attraverso le voci dei cittadini, e io ogni giorno mi invaghivo di te. Fino al punto di amarti alla follia. Ma un giorno, al Castello, c'erano tante urla di gioia. Corsi fin lì per vedere il motivo: ti eri sposata con il figlio del Re e la Regina. Nel mio cuore sentii un'aspra tristezza invadermi tutto. Ti avevo persa, ma forse non ti avevo mai avuta, perché tu eri in promessa in sposa a Prince Cosmos da quando eri in fasce. Era un accordo tra i vostri genitori. Forse perché sapevano che avresti fatto qualcosa di grande che ti permise di avere le ali e di diventare Regina. E lì mi salì la paura. Se tu non lo avessi amato? Avresti sofferto. Ma poi ti vidi con l'abito, a fianco a lui: sempre più bella e contentissima in quel momento. Capii che potevo stare tranquillo, perché sentivo che tu lo amavi, e lui amava te. Mi sentivo uno straccio ma ero felice. Rimanesti incinta subito. La gravidanza però non era semplice, dovevi rimanere a letto per evitare un aborto. Partoristi in un pomeriggio piovoso, grazie a me, che mi offri di aiutare la levatrice. Ricordo ancora le tue grida di dolore, mentre mi stringevi lo zoccolo, fino a farmelo indolenzire. Ricordo le tue lacrime di paura. Non volevi che il puledro morisse. Ma alla fine nacque una forte neonata, identica a te, con la criniera rosa. Sorridesti quando te la diedero. Lei faceva le smorfiette e tu te ne innamoravi. E la chiamasti Celestia. Io ero così felice, tanto, troppo per spiegarlo. Poi mi guardasti, e mi sorridesti come la prima volta che i nostri occhi si incrociarono..."

Galaxia aveva le lacrime agli occhi, non riuscendo a credere che il suo più grande amico era sempre stato innamorato di lei, ma che l'aveva lasciata con lo stallone che lei amava "Perché non mi hai mai detto che stavi soffrendo?"

Starswill guardò un sassolino a terra con aria malinconica "Non ho mai sofferto, perché il mio cuore continuava a vivere solo della tua felicità. E la tua felicità era Cosmos. E se riusciremo a trovare il suo assassino, lo uccideremo senza pietà, perché quando lui è morto hai sofferto. E in contempo sono morto anche io. Ti amo così tanto che sono disposto a rinunciare anche alla Magia pur di ridarti indietro Cosmos. Perché voglio solo la tua felicità."

L'Alicorna non sapeva cosa dire, così si limitò solo ad abbracciarlo fortemente, venendo ricambiata "Ti voglio bene, Starswill..."

"Anche io...alla follia."

I due, stretti nel loro abbraccio, non si accorsero che una stella s'illuminò ancora di più nel cielo, come se quel piccolo corpo celeste apprtenesse a qualcuno...

Continua...

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Capitolo 4
*** Capitolo 4. Changes. ***


Un getto d'acqua fresca bagnò il volto della piccola Lacey, che lo asciugò con un asciugamano bianco.

Si guardò alla specchio, posando gli occhi su una strana ferita situata su un lato del collo, ma che arrivava fino alla guancia.

A guardarla non tutti si accorgevano di quel piccolo difetto, e all'Unicorna non aveva mai dato fastidio. Per lei quella cicatrice era segno di forza e vittoria, poiché l'aveva presa con il vaiolo.

Posò l'asciugamano sul mobile e scese sullo scalino, camminando verso l'uscita del bagno della servitù.

Chiuse lentamente la porta, poi guardò davanti a lei un'altra soglia semichiusa, da cui proveniva una luce fioca di una candela che stava quasi per scaricarsi.

Entrò in quella stanza e vide un letto dalle coperte marroni, in cui era immerso uno stallone.

Lacey sorrise dolcemente, capendo che era Lorys.

Salì sul materasso e si avvicinò al volto del capo della servitù, che dormiva beatamente. Poverino, aveva avuto una pesante giornata.

Un vecchio della sua età non poteva continuare a fare certi sforzi.

Con una finezza unica, Lacey lo coprì ancora un altro po', per poi dargli un bacio sulla fronte e spegnere la candela.

La puledra voleva tanto bene a quello stallone, fu lui a salvarle la vita da quella terribile malattia, fu lui ad insegnarle a lavare i mobili o qualsiasi altro oggetto.

Senza il suo aiuto probabilmente non sarebbe riuscita nemmeno a resistere alle terribili strigliate della Regina. Le aveva insegnato a contare fino a tre.

Tra loro due era nata un'amicizia davvero profonda, sin da quando Lorys l'aveva presa tra i suoi zoccoli in fasce e l'aveva cullata. Per Lacey era un padre.

Senza far rumore, chiuse anche la porta della camera del capo della servitù, poi si diresse nelle sue stanze.

Quando ci entrò, notò che molti coinquilini della sua età erano già a letto, tranne alcuni di loro, che erano radunati attorno ad un materasso.

Lacey incuriosita si avvicinò per vederne il motivo.

Vide due sue amiche sedute al bordo del letto consolare una terza, che stava piangendo a dirotto sul petto di una puledrina.

"Hey, che succede?" Domandò l'Unicorna, mettendosi al fianco di un piccolo Pegasus, che le rispose.

"Vyrna sta male per Robert."

"Oh..." Mormorò a disagio la serva, per poi farsi largo e sedersi accanto ad una delle due consolatrici.

"Non meritava di morire così: lui era più innocente di una pura fenice." Disse tra i singhiozzi la puledrina, mentre le sue lacrime bagnavano i suoi zoccoli.

"Lo so amica mia. Ma purtroppo Re Sombra non ha creduto a nessuno, era convinto delle sue idee sbagliate." Disse una puledra, accarezzando le spalle della coetanea, che sniffò.

"Come sempre tuttavia." Aggiunse l'altra puledra, che si preoccupava di asciugare il viso della piangente.

"Come faremo senza di lui? Era l'unico che riuscisse a portare armonia in questa terribile discordia. Adesso che è morto mi sembra tutto impossibile."

"Vedrai che ce la caveremo, Vyrna, ma noi non dobbiamo demordere." Disse un puledro davanti, gonfiando il petto.

"Esatto, dobbiamo andare avanti."

"So che adesso ci stai male, tutti ci stiamo male. Ma il dolore non deve distruggerti, anzi, deve darti forza per andare avanti." 

La puledra si strofinò lo zoccolo sugli occhi e sospirò "Grazie mille ragazzi, non so cosa farei senza di voi..."

Lacey sorrise dolcemente: quella Pegasus era di una dolcezza unica, fatta di sensibilità e amor per l'altro.

Dopo che si era calmata, tutti i puledrini si prepararono per dormire.

Vyrna stava togliendo le coperte per infilarsi e sistemando il cuscino, poi una voce la chiamò.

"Vyrna?"

La Pegasus si girò e vide Lacey, che la guardò incuriosita "Oh, Lacey. Grazie per esserti messa accanto a me in quel momento, avevo bisogno di un certo calore dolce."

"E' stato un piacere. Se hai bisogno di qualcosa sai dove trovarmi." Rispose bonariamente l'Unicorna, accarezzando la guancia della puledrina dal manto rosso e dagli occhi viola, che sorrise.

"Grazie." 

"Buonanotte."

"Buonanotte." Le due smisero di guardarsi e si diressero di nuovo nei loro letti, ma proprio quando Vyrna stava per corricarsi, si voltò di nuovo e chiamò la puledrina dal manto blu avio "Lacey?"

"Uhm, dimmi."

"Dovrei farti una domanda..."

"Beh, falla..."

Vyrna abbassò lo sguardo a terra, un po' vergognosa di quello che stava per dirle "Ecco...tra te e Robert, c'era qualcosa?"

Lacey sbarrò gli occhi sconvolta, mentre la sua voce si bloccava nelle corde vocali "N-n-no...assolutamente, R-Robert era solo un amico per me."

"Ah, oh, capisco."

"Cosa te l'ha fatto pensare?"

"Beh, lui passava la maggior parte del tempo con te e pensavo che vi stesse...innamorando."

"No, a quest'età non penso ancora a quelle cose."

"Capisco. Beh, allora buonanotte."

"B-b-buonanotte."

Dopo l'attimo di stupore, Lacey si stese sul letto con un sospiro, coprendosi il corpo con le coperte e girandosi di lato.

Ci volle un po' di tempo prima che il sonno le arrivasse ma alla fine i suoi occhietti si chiusero dolcemente, pronti per un buon riposo.

Proprio in quel momento, il ciondolo a forma di luna che aveva al collo, si illuminò, facendo sorridere la puledra.

Intanto nella Everfree Forest...

Princess Luna si trovava nelle sue stanze a pettinare la sua criniera blu brillante davanti allo specchio.

La spazzola scendeva dolcemente tra la criniera luminosa, mentre il vento faceva muovere la fiamma della candela appoggiata sulla scrivania.

Dopo aver fatto il piccolo lavoretto, l'Alicorna posò il pettine nel portagioie con un sospiro. Poi guardò da un lato della scrivania sorridendo e prendendo uno strano oggetto color bianco.

Era un carillon, ornato da dei ramoscelli dorati. La base era rotonda e reggeva una meravigliosa ballerina dall'aspetto umano, che si abbinava alle decorazioni del carillon.

Luna accarezzava l'oggetto con molta dolcezza, immersa nel suo flusso di coscienza.

Era molto importante per lei, riusciva a tenerla in contatto a quella che era la sua piccola Principessa, la sua Stella.

Ricordava ancora quando glie la strapparono, quando vide per l'ultima volta il suo visino innocente, disturbato dalla violenza e l'insolenza di quei Changeling.

Ricordava quando la partorì con tutte le sue forze, quando aveva paura di dare alla luce una neonata morta. E invece no, nacque il suo tormento, la sua ragione di esistere.

Molti si chiedevano come facesse Luna a non soffrire quando aiutava quelle giumente a partorire. Non sapeva nemmeno lei il perché, ma aiutare a dare alla luce piccoli esserini le curava quella ferita mortale che Starswill non riuscì mai a chiudere.

Non era visibile. Era nelle profondità del suo cuore. Quella che incosciamente Stella le aveva procurato.

Ma come aveva osato quella sgualdrina rubare la sua neonata, insieme ai suoi luridi insetti viscidi. Come aveva anche solo osato pensare, che lei fosse innamorata di quel villano di suo marito.

Cinque anni erano passati, ma quelle immagini di quella terribile notte erano ancora chiare nella sua mente.

"Devi farti coraggio, Princess Luna..." Si disse nel suo ego, asciugando qualche lacrima che scorreva lunga la guancia.

Una volta ripresasi, la Principessa della Notte cercò di illuminare il carillon per mettersi in contatto con sua figlia.

La scintilla pareva che stesse per prendere il sopravvento ma invece il corno di Luna si spense come la fiamma di una candela scarica, risucchiando di nuovo la magia.

L'Alicorna gemette sorpresa, sbarrando gli occhi "Cos'è successo?" Pensò impaurita, cominciando a farsi mille paranoie "Per la misericordia, per quale motivo non ha funzionato? Non è mai successo prima d'ora: se fosse successo qualcosa a Stella? No, è impossibile, Rhydian era sincero. Ma se sta succedendo adesso? Devo andare subito da Mecanha, lei saprà la risposta!" Senza pensarci due volte, la Principessa della Notte si alzò e prese un mantello col cappuccio blu con le macchie nere.

Con la magia prese il carillon e lo nascose sotto al ventre, per poi raggiungere la porta di camera.

Ma proprio in quel momento, fu aperta da un pony.

Luna rimase immobile dalla paura.

Era uno stallone dall'aspetto robusto, con un manto blu, la criniera arancione e gli occhi azzurri come il mare.

"Jack...pensavo venissi più tardi." Disse rossa in volto la Principessa.

"E io pensavo di trovarti senza mantello." Affermò ironicamente il Pony di Terra, avvicinandosi alla giumenta e poggiandole uno zoccolo sulla guancia "Va tutto bene?"

"Si...non preoccuparti. Ma adesso devo urgentemente uscire." Rispose con la fronte sudata Luna: Jack era la sua Guardia del corpo, perciò lui doveva restarle dietro ovunque lei andasse.

"Dove devi andare? Stavi uscendo senza che ci fossi io. E' notte fonda e non è sicuro andare a fare passeggiate per i boschi." Affermò severamente Jack, come un padre che sgrida a sua figlia.

"Non c'è bisogno che tu mi accompagni, è un luogo molto sicuro." Cercò di convincerlo Luna, ma invano.

"Spesso i luoghi più sicuri risultano pericolosi. Tu non puoi ancora difenderti. Lascia che ti accompagni, è il mio dovere."

"No Jack, non può accompagnarmi nessuno."

"Io non sono Nessuno. Dove devi andare?"

Luna arrossì dalla vergogna: Jack sapeva sempre come rispondere e far zittire gli altri.

Ma il suo cuore aveva fiducia in lui, così il nome del luogo le uscì spontaneo.

Alzò lo sguardo verso la Guardia, gonfiando il petto con un sospiro "Alla Palude delle Fortune, lì c'è un gruppo di Streghe, ne faccio parte anche io."

Jack sbarrò gli occhi sorpreso, non credendo ad ogni singola parola della giumenta "Fai parte di una setta?"

"Non è una setta. Loro sono buone, l'hanno dimostrato tante volte. Devi credermi, non mi farebbero mai del male."

"Ma a cosa ti serve un gruppo di Druide se sei sotto l'ala di uno dei Maghi più forti e potenti mai conosciuti nella storia della Magia?"

Luna a quella domanda si sentì un po' in colpa, ma seppe rispondere sicura di sè "Starswill non sa usare bene la Natura con la Magia, lui è più abituato a studiare incantesimi. E queste Streghe possono aiutarmi a farmi avvicinare a Stella."

"Sei impazzita? Vuoi che la uccidino per sbaglio, forse?"

"No, faranno accadere il contrario. La mia piccola ritornerà da me..."

Jack rimase sbalordito, non sapendo cosa fare: la Principessa della Notte non aveva più la ragione tutto ad un tratto "No Luna, devi allontanarti da loro."

"Non posso, sono l'unico mezzo con il quale riesca ad essere più vicina alla mia piccolina..." L'Alicorna dal manto blu cominciò ad avere la voce interdetta, mentre le lacrime cominciavano a cadere lentamente.

"Senti, capisco quanto stai soffrendo e quanto ti machi Stella ma..."

"NON E' VERO, TU NON CAPISCI NIENTE! NESSUNO CAPISCE NIENTE!" Strillò esasperata Luna, gettando con la magia del suo corno blu un vaso poggiato sulla scrivania, che si ruppe sbattendo al muro "CINQUE ANNI MALEDETTI SONO PASSATI! CINQUE! HO PARTORITO QUELLA CREATURA CON CONTRAZIONI INFINITE! HO LASCIATO CHE MI INFILASSERO UN OGGETTO PER ESTRARLA! MI HANNO IPNOTIZZATA E STUPRATA, LASCIANDOMI INCINTA PER UN SOLO GIORNO DI QUELLA PULEDRA! ERA LA MIA UNICA CERTEZZA! E LO E' ANCORA! IO NON CE LA FACCIO PIU'! RIVOGLIO LA MIA STELLA!" La Principessa cadde a terra distrutta, piangendo con i singhiozzi.

Jack si sciolse così tanto davanti a quella scena, che si piegò sù di lei, baciandole la fronte "Lo so che ti sembra infinita quest'attesa. Lo so com'è orrendo per te svegliarti e non trovare tua figlia accanto a te. Ma sei una madre eccezionale: fai di tutto per restare con lei."

Luna sniffò, poggiando la testa sul petto della Guardia.

"Ma il dolore non deve annebbiarti la ragione. Stella tornerà da te, e ti conoscerà, ne sono più che sicuro. Ma devi aver pazienza, tesoro, le cose belle sono quelle che richiedono più tempo. Esattamente come quando la partoristi."

Luna respirò a fondo, sorridendo un pochino "Mi chiedo come sarà adesso: appena nata era spettacolare, adesso lo sarà ancora di più."

"Sarà stupenda come sua madre."

"Anche di più."

"Vieni, devi riposare..."

"No, accompagnami da quelle Streghe...devo chiederle informazioni sul carillon che mi tiene legata al ciondolo di mia figlia." Disse asciugandosi una lacrima dal volto.

Jack la fissò di nuovo dritta negli occhi cerulei: quanto era testarda quell'Alicorna blu.

Ma forse, si stava facendo prendere troppo dal panico, forse davvero non erano così cattive "Sei sicura di quello che fai, Luna? C'è in gioco la vita di Stella in qualsiasi mossa tu voglia fare per avvicinarti anche di un solo centimetro a lei."

"Sono sua madre, so cosa posso fare e so dove non posso spingermi oltre."

Jack sospirò, rassegnandosi "E va bene, ti accompagnerò. Ma per favore, facciamo il più in fretta possibile. A quest'ora della notte ci sono creature mostruose ed è meglio starci alla larga."

"Sarà questione di pochi minuti. Ma Jack, tu devi promettermi una cosa: non dire niente a Starswill, ti prego." 

La Guardia rimase un po' a disagio nel dover fare quella promessa: Starswill lo aveva cresciuto, lo conosceva da quando era in fasce...mentirlo sarebbe stato un tradimento per lui.

"Luna..."

"Jack...è troppo importante per me."

Lo stallone abbassò tristemente lo sguardo, per poi sospirare "Non gli dirò niente."

Luna sorrise, per poi baciarlo sulla guancia "Ti ringrazio. Coraggio, andiamo."

Intanto...

In un boschetto della Everfree Forest, emergeva del fumo roseo, che si intrecciava con i rami degli alberi e si espandeva nell'aria.

Era un mucchio di bastoni di legno che stava andando a fuoco.

A fissare quel falò, che si trovava proprio nel centro del boschetto, dove animali notturni come pipistrelli, civette e scoiattoli, giocavano tra di loro, era una strana creatura, che aveva la chitina grigia, una criniera lunga e liscia arancione, con due occhi di colore diverso tra loro. Il sinistro era arancio chiaro, mentre quello destro era viola chiaro.

In più, aveva due canini affilati più di un coltello appena fatto.

Ella guardava con sguardo vuoto il fuoco di cui era autrice, come se stesse meditando.

Per quanto potesse essere inquietante, era una creatura meravigliosamente stupenda.

"Ci ha tradite, lo sapevo!" Esclamò poi una voce stridula femminile, disturbando la figura, che alzò gli occhi al cielo annoiata "Quella sgualdrina ci avrà scoperto. Ci farà uccidere tutti. I Reali fanno sempre così."

"Se non sbaglio hai ripetuto questa frase ieri, l'altro ieri e l'altro ieri ancora." Rispose stanca la creatura, riamanendo però nella sua posizione di meditazione.

Dall'oscurità, uscì una Vampony dal manto grigio, con gli occhi azzurri e due orecchie a punta. Sembrava molto giovane e sul petto aveva inciso una stella a cinque punte nera "Scusami Mecanha, se mi preoccupo che qualcuno possa mandare all'aria il nostro piano."

"Sei molto gentile a preoccuparti ma ricorda chi tra le due comanda. Quell'Alicorna è troppo fragile, non abbandonerà questa setta perché vuole sua figlia a tutti i costi." Affermò sicura di sè la Strega, non togliendo assolutamente lo sguardo dal fuoco.

"Se è come affermi tu, perché oggi non è venuta come tutte le sere?"

"Avrà avuto i suoi impegni."

"Si, come no."

"Ascoltami, Carla, so quello che faccio."

"Lo spero. Anche perché un'Alicorna convertita incosciamente alla Magia Nera è una fonte di energia inesauribile. Potremmo mettere in ginocchio l'Universo." Disse sadicamente la Vampony, sedendosi accanto alla Strega, che rimase in uno strano silenzio dopo l'ultima frase della compagna "Quella troia di tua cugina Chrysalis ti rivalutere..."

"Non nominarla o insultarla."

"Suvvia, le vuoi ancora bene dopo che ha abbandonato te e la sua famiglia? Non eri quella che non soffriva per questi torti?"

"Non so cosa sia la sofferenza. Non ho mai sofferto per chi mi abbandonava, non ho mai pianto, al contrario di lei. E adesso guardala: da piccola era meno forte di me, eppure è la Regina Reggente di Canterlot, sposata con un Demone, che le ha dato due figlie. Io, Strega Changeling che sfrutta la Magia della Natura facendola sua, vivo in uno squallido boschetto, aspirando energia da qualsiasi pianta che mi ritrovo davanti."

"Sei invidiosa di lei?"

"No, l'ammiro. Tuttavia sono contenta per lei. Si merita tutto questo lusso dopo aver sopportato tanto dolore, a cominciare da quel bastardo di suo fratello che ogni notte la stuprava a terra, sfogando ogni desiderio sù di lei. Ricordo ancora le sue grida di dolore mentre la picchiava. A quell'epoca non potevo fare niente, avevo solo due anni e avevo paura." Raccontò tristemente Mecanha.

"Ti senti in colpa per questo?"

"No. La colpa era tutta di Valyrian. Sono contenta che a diciassette anni l'abbia ucciso, trasformandosi in una Changeling grazie alla puntura di un insetto. Almeno quel viscido non violenterà le sue figlie."

"E se non fosse morto?"

"Re Sombra lo darà in pasta a quelle bestie che ha come animali domestici."

"Ah, Re Sombra è un grande!" Esclamò Carla con un sorriso maligno.

"Nemmeno tanto. L'ha pure tradita con Luna. Inutilmente poi, dato che quella puledra non salirà mai al trono."

"Lo odi per questo?"

"Odio qualsiasi cosa la possa far soffrire. E semmai quell'Alicorna diventerà una di noi, farò di tutto per proteggerla."

La Vampony sospirò "Come fai ad essere così buona e cattiva con tutti?"

"Non lo so...ho sempre avuto una personalità strana." 

"MECANHA!"

Una voce femminile interruppe il dialogo tra le due, che guardarono davanti a loro.

"Visto? Che ti dicevo?" Sorrise maliziosamente la Strega, facendo sbuffare Carla: odiava aver sbagliato.

Da lontano, Luna correva velocemente verso il falò, inseguita da Jack.

"Mia cara, ti stavo aspettando." Disse con voce calorosa Mecanha, abbassando con la magia la fiamma del falò.

"Perdonami se ho fatto tardi, ma ho avuto un piccolo imprevisto." Rispose con il fiatone l'Alicorna, togliendosi il cappuccio dalla testa, mentre la sua Guardia del corpo la raggiungeva.

"Non preoccuparti cara, tu sei sempre la benvenuta a qualsiasi ora." Affermò cxon un sorriso dolce la Strega, per poi voltare lo sguardo a Jack "Oh, chi è il bel stallone che ti ha seguito?"

"Oh, questo è Jack, è la mia Guardia del corpo e..."

"Lo sapevo che non c'era da fidarsi di questa puttana." Carla si alzò da terra, avvicinandosi a Luna con sguardo d'odio "Non sei mai venuta con questa "Guardia del corpo". Ammettilo, vuoi farci uccidere tutti da lui!"

"Cosa? Carla, cosa dici? Jack non ha mai ucciso, è buono." Disse sbarrando gli occhi la Principessa della Notte, non capendo lo sbotto della compagna.

"Si certo, dicono tutti così! Ci hai tradite, sei una troia!"

"Attenta a come apri la bocca, stai parlando con Princess Luna, Sovrana del Sonno e Co-regnante di Equestria. E' la tua superiore." Disse gonfiando il petto Jack, avvicinandosi di qualche passo alla Vampony, che non si intimorì.

"Per quanto io ne sappia. Al trono di Equestria ci sono altri due Regnanti. Lei non è più nessuno."

"Questo non ti autorizza ad insultarla."

"Perché non dovrei? Ci ha mentite."

"Lei non ha mentito nessuno. E' più vera di te, tu non sei niente in confronto a lei."

"Tipiche frasi di chi è innamorato. L'ha data anche a te mentre dormiva?"

La Guardia sbarrò gli occhi, cominciando a sentire il sangue che bolliva nelle vene "Stai esagerando. Levati di torno prima che ti levi la testa dal collo."

"Carla, vattene via." Disse Mecanha, alzandosi da terra e cercando di far ragionare la Vampony.

"Jack...non farle niente, lei è fatta così." Mormorò Luna, poggiando uno zoccolo sulla spalla dello stallone, che però era troppo occupato a fissare la nemica davanti a lei.

"Non hai corno o ali. Come pensi di levarmela questa testa? Ma proviamo. Vediamo se sai difendere la tua Principessa Lunare." Carla fece illuminare il suo corno ricurvo, scagliando un incantesimo verso Luna, che si allontanò velocemente.

Ma la Guardia si mise davanti a lei, interrompendo il percorso della scia magica, che si scontrò con la sua armatura dorata, senza però fargli nulla.

La Vampony rimase sbalordita, ma non si arrese "Carina la tua armatura magica. Ma non fermerà questo!" Dopo aver parlato, dalla terra uscirono delle radici di albero, che bloccarono gli zoccoli di Jack, per poi farlo scendere lentamente sotto.

"JACK!" Esclamò spaventata Luna.

Lo stallone cercava di porre resistenza, ma le radici erano troppo forti.

Finché poi, non gli venne una grande idea.

Con i denti afferrò una radice, staccandola con forza. Fece lo stesso procedimento con due o più radici.

Essendo collegate ad un albero vicino a loro, quest'ultimo si fece male per i morsi, lasciando gli zoccoli del prigioniero e risucchiandosi di nuovo nella terra.

Jack sospirò, riprendendosi dallo schock.    

"Carla, smettila. Non devi usare la Natura per far del male agli altri!" Rimproverò la sua compagna Mecanha, fissandola con odio: voleva forse farsi scoprire.

Carla sbuffò.

"Ritirati nelle tue camere e non farti vedere fino a domani mattina. E' chiaro?" Le ordinò la Changeling, mentre la Vampony punita saltò su un albero, sparendo nel fitto buio della Foresta.

Luna si avvicinò a Jack, abbracciandolo sollevata "Ho avuto paura per te..."

"Tranquilla, non mi sono fatta niente." Disse con un sorriso la Guardia, accarezzando la nuca dell'Alicorna, che sospirò.

"Ti chiedo scusa da parte sua, Jack. Carla è adolescente e spesso non si rende conto di quello che fa." Disse con voce mortificata Mecanha.

"Tutti gli adolescenti non si rendono conto delle proprie azioni. Ma mettere a rischio la vita degli altri per un fraintendimento è qualcosa oltre i limiti." Affermò Jack.

"Sono assolutamente d'accordo. Ma adesso è acqua passata e nessuno si è fatto male." Disse saggiamente la Changeling, per poi rivolgersi a Luna con modi dolci "Cara, qual buon vento ti porta qui?"

"Mecanha, prima ho provato a far illuminare il carillon per raggiungere il ciondolo di Stella, ma era come se fosse criptato e la magia si fermava. Ho paura le sia successo qualcosa." Spiegò con voce preoccupata Luna, cacciando l'oggetto interessato e porgendolo alla Druida, che lo prese con l'energia del suo corno.

"Era come se fosse criptato, hai detto?" Mecanha fece illuminare il carillon, ma nella frazione di qualche secondo si spense di nuovo.

La Changeling sentì una strana sensazione nel farlo, come se qualcuno la interrompesse, perché era quest'ultimo a farlo al posto suo "Mh...non penso che il collegamento sia interrotto perché è successo qualcosa al portatore del ciondolo. Anche perché, se fosse così il carillon non s'illuminerebbe di una scintilla. Posso tenerlo per tutta la notte? Vorrei esaminarlo."

Luna a quella richiesta rimase un po' perplessa: quell'oggetto era troppo importante per lei e stargli lontano era una maledizione. 

Ma si doveva fidare di quello che la Strega le diceva. Non l'aveva mai tradita.

"V-v-va bene...ma puoi assicuararmi che mia figlia stia bene?"

"Certo. Come ti ho detto, se le fosse successo qualcosa il carillon non darebbe alcun segno. Sta tranquilla. Domani sera te lo darò di nuovo."

"Mi scuso se sono insolente, Mecanha. Ma il carillon per Luna è come se fosse il pane. La tiene vicino alla sua puledra. Non mi sembra giusto doverglielo togliere." Si intromise con coraggio Jack, guardando severamente Mecanha.

"Jack, per favore non..."

"Capisco il tuo punto di vista, mio caro amico. Ma studiare il motivo per cui due oggetti collegati non riescono a connettersi è un processo molto complicato. Ho bisogno di una notte intera per capirlo." Rispose con estrema calma la Changeling.

"Fidati di lei. Sa cosa fa." Mormorò dolcemente Luna, mettendo uno zoccolo sulla spalla della Guardia, che sospirò.

"Hai un amico molto protettivo. Sei fortunata." Sorrise Mecanha, cercando di ironizzare la situazione.

"Già. E' fatto così."

"Comunque, non hai nulla di cui preoccuparti amico mio, so quello che faccio."

"Me lo auguro."

E così, il povero Pony di Terra dal manto blu cercò di tranquillizzarsi, anche se, sia quella Vampony, che quella Maga, non gli promettevano nulla di buono.

Il mattino seguente, a Canterlot... 

Nella camera da letto del Re e la Regina, il primo aprì lentamente gli occhi, stiracchiandosi con la schiena.

Si alzò, girando per un minuto lo sguardo verso la moglie dormente e sorridendo.

Chrysalis sembrava una puledrina innocente quando dormiva e gli faceva una tenerezza immensa.

Di solito Sombra si sveglia sempre un'ora prima della Regina e certe volte voleva restare tutto il tempo accanto a lei a fissarla, perché era stupenda.

Ma non poteva, i suoi doveri lo chiamavano.

Così, si limitò a darle un bacio sulla fronte e ad alzarsi dal letto, indossando la sua corona e il mantello.

Uscito dalla stanza, si diresse verso la sala del Trono.

Fuori la porta, lo aspettavano due Guardie, che appena lo videro si inchinarono ossequiosamente, pronunciando "Mio Re."

"Le avete portato dentro?" Chiese con voce rauca l'Unicorno dal manto grigio.

"Si, come avevate desiderato."

"Bene. Aprite la porta. Non vedo l'ora di divertirmi..." Mormorò con voce maligna il Tiranno, mentre la Sala del Trono si apriva velocemente, permettendogli di entrare.

E dopo la bellezza di cinque anni, Sombra rivide le sue nemiche stese a terra, con il manto sporco, le criniere disordinate e gli occhi arrossati dalle lacrime e dalla polvere.

Sorrise compiaciuto. Per lui era un orgasmo visivo, vedere Twilight, Pinkie Pie, Applejack, Fluttershy, Rainbow Dash, Rarity, Starlight e Ivana soffrire peggio di bestie in allevamento.

Quando il gruppo di giumente sentì il portone aprirsi, alcune si girarono per guardare dritto negli occhi Sombra, mentre altre si limitarono a tremare dalla paura.

Lo stallone camminò verso il trono, per assaporare meglio quello spettacolo.

Una volta sedutosi, fissò ancora le nemiche, che non riuscivano nemmeno a reggersi in piedi.

"Vi vedo in forma!" Esclamò con ironia il Re delle Ombre, mentre alcune lo guardarono con odio "Incredibile cosa possono fare cinque anni chiuse in una squallida prigione dove vi frustano come degli schiavi. Tranquille, vi capisco. Ho passato un inferno simile per colpa delle vostre schifose Principesse. Soprattutto Celestia...ma alla fine chi ha vinto? Chi sa regnare bene."

"Tu non sai niente." Mormorò Twilight, alzando lentamente il capo e fissando il Tiranno, che alzò un sopracciglio "Non sai regnare. Non hai mai saputo farlo. Sei solo un povero idiota. Uno schifoso e viscido animale. Tanto Celestia, Luna e Cadance torneranno e riusciranno a schiacciarti."

"Cadance è ipnotizatta, ed è una delle serve preferite di mia moglie." Affermò con menefreghismo Sombra, mentre accanto a lui arrivava uno stallone Pegasus bianco muscolosissimo, con due ali molto piccole. Aveva tra gli zoccoli un piatto con delle fette di pane appena sfornate.

A Twilight le si spezzò il cuore nel riconoscerlo, mormorando il suo nome "Bulk Biceps..."

L'interessato rimase in un silenzio vergognoso, abbassando le orecchie con tristezza.

"Vedo che ti ricordi di questo puledrone! Sai, la prima volta che lo vidi volevo ucciderlo; a cosa diamine mi poteva servire un Pegasus patetico? Ma poi ho scoperto che era un bravo panettiere, così l'ho messo a lavorare nella Corte. Ogni giorno il mio palato canta dopo aver mangiato il suo pane." Disse con un sorriso il Tiranno, prendendo con la magia una fetta e addentandola con gusto, davanti alle giumente morte di fame.

Molte di loro si rifiutarono di guardare, ma Twilight rimase con lo sguardo fisso sù di lui.

"Uhm...perdonatemi, è maleducazione mangiare davanti ad otto pony affamate . HAHAHAHAHAHA!" Rise con gusto il Re delle Ombre, facendo infuriare ancora di più Twilight.

"Bastardo. Cosa vuoi da noi?"

Sombra ghignò sadicamente, posando di nuovo il pezzo di pane nel piatto, mentre Biceps indietreggiava lentamente.

Poi si alzò dal Trono e scese le scale, avvicinandosi alla Principessa dell'Amicizia.

"Ho una proposta da fare a te e alle tue amiche, Sparkle." Sussurrò lentamente l'Unicorno dal manto grigio.

"Non voglio nemmeno sentirla."

"Ma è la chiave per la libertà, tesoro."

"La libertà? E' l'ultima cosa che vuoi dare a chiunque nel tuo Regno."

"Avete perso tutto. Cadance non regnerà più, Celestia e Luna sono morte."

"Menti, lurido."

"Luna partorì mia figlia, patendo il dolore più grande che ci possa essere. Poi mia moglie rapì la puledra e i suoi Mutanti torturarono Celestia. Sono morte sotto una tempesta e adesso saranno divenatate concime per vermi."

"NO! NON E' POSSIBILE!" Strillò Starlight, cadendo a terra e piangendo a dirotto "LUNA ERA INCINTA DI UNA PULEDRA PER COLPA TUA E AVETE AVUTO PURE IL CORAGGIO DI UCCIDERLA?"

Twilight aveva le lacrime agli occhi e con voce interdetta ma piena d'odio chiese "Dov'è la figlia di Princess Luna?"

"Sapevo che saresti arrivata a farmi questa domanda."

"RISPONDIMI, INFAME! DOVE SI TROVA?"

Sombra sospirò rilassato, tornando di nuovo a sedersi sul trono "Non posso di certo liberarvi digiune. Guardie? Portate la loro colazione."

Un gruppo di Legionari si avvicinò alle giumente, lanciando davanti loro delle fette di carne cruda piene di sangue.

Le pony per poco non vomitavano dal terrore e il disgusto: erano pur sempre erbivore, mangiare carne per loro era peccato mortale, soprattutto per Fluttershy.

Tuttavia le costringevano a mangiarla ogni giorno, a qualsiasi pasto. Sempre e solo carne cruda, e semmai lasciavano un pezzo venivano frustate malamente.

"Avanti piccoline, devo usare la frusta anche per farvi mangiare?"

"Dai, ragazze, provate a mangiare." Disse incitando Twilight.

Fluttershy stava per vomitare dal disgusto, mentre il suo volto s'impallidiva: ogni giorno si torturava col pensiero che quella carne appartenesse ad uno dei suoi animali e preferiva morire che mangiare una creatura che viveva nella sua stessa casa.

"Cosa c'è, Fluttershy? Ti sei forse stancata del pasto? Mal per te. Guardie?" Sombra sorrise sadicamente, mentre portavano la prigioniera interessata davanti al Tiranno, trascinandola con gli zoccoli.

Fluttershy alzò lo sguardo verso il Re delle Ombre, e con le lacrime agli occhi chiese "Perché hai torturato le mie creature?"

"Cosa ti fa pensare che quella carne sia parte di uno dei tuoi animali?" Sombra rise con malizia, compiaciuto che la Pegasus soffrisse anche psicologicamente "Mi dai tante soddisfazioni, piccolina. Frustatela!"

"NO! FLUTTERSHY!" Strillò Applejack, seguita a ruota dal gemito di paura di tutte le sue amiche.

Una frusta nera lunga quanto la coda di un cobra, squarciò la pelle del fianco della giumenta alata, che mozzò il grido di dolore.

Un altro colpo fu sulla schiena, un altro sullo zoccolo e così via...fino a farla sanguinare copiosamente.

Le altre pony non volevano guardare la tortura inflitta alla povera amica, ma i loro occhi non riuscivano a staccarsi alle lacrime della Pegasus, che soffriva in silenzio.

"TI PREGO, BASTA!" Urlò ad un certo punto Twilight, ma il Tiranno non l'ascoltò.

Il secondo guardava con occhi pieni di eccitazione la frusta che arrivava sempre di più nelle profondità della pelle. Cosa poteva farci? Godeva quando vedeva soffrire i suoi nemici, più di qualsiasi altro prigioniero.

Ma poi, arrivò ad un punto in cui doveva fermarsi.

"Ok adesso basta." Ordinò il Re delle Ombre, mentre la Guardia con la frusta si allontanò con un inchino.

Fluttershy era a pezzi, con la schiena piena di ferite evidenti e sanguinanti, alcune di essere già c'erano e stavano iniziando a cicatrizzarsi, per poi essere aperte di nuovo.

A Twilight, quelle ferite, ricordarono il volto sfreggiato di Princess Celestia, fu allora che si infuriò ancora di più "Te la faremo pagare cara, brutto verme viscido!"

Sombra si alzò dal trono e si avvicinò alla Pegasus gialla, che stava tremando dal dolore e dalla paura.

Le alzò delicatamente il mento, facendola guardare dritto nei suoi occhi rossi "Perché devi soffrire così? Io ho in serbo un futuro migliore."

"Quale futuro migliore può esserci con un Mostro come te?" Chiese con voce debole Fluttershy.

"Lo scoprirai solo...bevendo."

Twilight sbarrò gli occhi sconvolta "Bevendo?"

L'Unicorno dal manto grigio e la criniera nera, cacciò un calice nero, contente del liquido rosso scuro.

Fluttershy rimase sconcertata, mentre il suo naso riconobbe un odore molto forte "Sangue di Demone..."

"Esatto, piccola mia. Se berrai, non sarai più frustata, e non dovrai più mangiare carne." Disse sorridendo il Re delle Ombre.

"NO! FLUTTERSHY! NON FARLO!" Gridò Twilight.

La Pegasus fissava il calice con incertezza, pensando a quello che doveva fare.

Sombra era un bastardo, meschino e ingannatore. Non c'era da fidarsi di lui.

Ma a cosa doveva credere? A chi doveva credere?

"I-i-i-io n-n-non posso tradire le mie amiche..." Balbettò impaurita.

"Ma loro hanno tradito te."

"Questo non è vero."

"Oh, è vero si. Ti avranno probabilmente promesso la libertà. Ma come potevano dartela se neanche loro l'avevano? Ti hanno mentita."

"Viscido! Non giocare con la sua mente!" Esclamò con rabbia Twilight, con gli occhi ninniettati di sangue.

Fluttershy abbassò il capo avvilita, con le lacrime che scorrevano sul volto.

"Bevi. E non soffrirai mai più..." Sorrise malignamente e sadico il Re delle Ombre.

Lo zoccolo di Fluttershy stava per alzarsi e prendere il calice...ma la sua coscienza e il suo cuore glie lo impedivano.

Cosa le sarebbe successo una volta bevuto quel sangue? Sarebbe stata libera veramente?

Ma avrebbe perso l'amicizia delle sue compagne che l'avevano sempre sostenuta.

Ma mano a mano l'egoismo cominciò a crescere nel cuore della Pegasus, pensando a tutti i tripi di carne che aveva mangiato fino a farle voltare lo stomaco. 

Ricordò quando le Guardie la videro vomitare dal disgusto, le fecero mangiare anche quello.

Non ne poteva più, voleva la vera libertà, e forse la chiave era proprio quel sangue.

Prima che cambiasse idea, la giumenta afferrò il calice e bevve in un solo sorso il liquido, sconvolgendo tutti i presenti, soprattutto le sue amiche.

"NO! PERCHE'?" Twilight non poteva crederci che proprio Fluttershy, la più dolce, aveva scelto la strada più brutta.

Sombra sorrise, ammirando Fluttershy gridare di dolore e piegarsi a terra, mentre il suo corpo cominciò a cambiare.

Tutto ad un tratto le sue vene diventarono nere e pulsanti, con gli occhi rossi e i denti diventavano più affilati.

La schiena si allungò e divenne più pelosa, assumendo un colore giallo ancora più scura.

I suoi zoccoli si trasformano in zampe con lunghissimi artigli, simili a lame appena forgiate.

Le ali si ingrandirono, assieme al muso, che prese i lineamenti di un lupo.

Finita la metamorfosi, le sue amiche non potevano credere ai suoi occhi.

La più gentile del gruppo, era diventata una specie di Lupo Mannaro corrotto dalla Magia Demoniaca.

La nuova creatura ruggì, alzandosi su due zampe, facendo ghignare ancora di più Sombra che mormorò "Ottima scelta, Fluttershy. Incatenatela!"

Le Guardie si allertarono e con delle lunghe catene imprigionarono le zampe anteriori della creatura, che ruggì ancora di più.

"Adesso è il vostro turno, bellezze." 

Davanti alle pony apparvero altri calici, che contenevano colori di liquidi diversi tra di loro.

"Per favore ragazze, non bevetelo!" Gridò supplicante Twilight, ma per sua immensa sfortuna, non tutte l'ascoltarono.

La prima che cedette fu Ivana, che lo bevve anche lei in un sol fiato il suo calice e dopo un paio di secondi cominciò anche lei a cambiare forma.

E non solo lei, anche Pinkie Pie e Rainbow Dash.

La Principessa dell'Amicizia non potè crederci: Pinkie pareva non averci pensato neanche un istante e Rainbow Dash aveva tradito il suo Elemento: la Lealtà.
Il suo cuore si spaccò in mille pezzi, facendo rigare il volto di Twilight in lacrime, mentre gli occhi guardavano quelli delle sue amiche, che adesso sembravano vuoti e ancora più incatenati.

Credeva di non essersi mai sentita così sola, ma quella sensazione durò solo un istante, poiché Starlight, Rarity e Applejack si misero a fianco a lei.

"No! Noi non ti lasciamo." Disse la sua pupilla, stringendola a sè, assieme alle altre due giumente, che guardarono con odio puro e sfida Sombra, che rise fragorosamente.

"HAHAHAHAHAHAHAHAHA! Mi pareva strano che nessuno faceva questa scenata! HAHAHAHAHAHAHAHAHA! Oh beh, tranquille, visto che avete fatto questa decisione, la morte sarà lieta di accogliervi. UCCIDETELE!" Strillò, mentre le sue pupille diventarono verdi con la nebbiolina viola che usciva.

Quattro Guardie puntarono le frecce con l'arco verso le pony, che si strinsero ancora di più, aspettando il dolore, mentre le creature che si erano trasformate in orrendi mostri venivano bloccate con le catene.

"No! Non moriremo, fidatevi." Sussurrò decisa Twilight, guardando Starlight e Rarity, che capirono ciò che voleva fare.

I loro corni si illuminarono in una frazione di secondo, creando una potente luce bianca, che accecò gli occhi di tutti.

Le Guardie scagliarono le frecce a caso, rischiando anche di ferirsi o peggio uccidersi tra di loro.

Quando la luce bianca finì, Sombra si tolse dal volto il suo mantello che aveva usato come protezione e notò che le sue prigioniere erano sparite "DOVE CAZZO SONO QUELLE PUTTANELLE?" Strillò infuriato il Tiranno, facendo alzare le Guardie, che si sistemarono in una frazione di secondo e pronte per obbedire ad ogni comando "SONO COSI' CONVINTE DI RIUSCIRE A FREGARMI? SI SBAGLIANO! GUARDIE! MANDATE MILLE SQUADRE SPECIALI! DEVONO TROVARLE E PORTARLE DA ME VIVE!"

"SIGNORSI' SIGNORE!" Risposero i Legionari, correndo verso l'uscita della sala per organizzare la caccia.

Continua...

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Capitolo 5
*** Capitolo 5. Evolution. ***


La mattinata era abbastanza nuvolosa, con un leggero vento che rabbrividiva la pelle.
Probabibilmente gli abitanti di Nuvola City avrebbero organizzato un bel temporale pomeridiano, visto che Equestria stava per accogliere l'equinozio autunnale.

Quella stessa brezza, spostava un paio di tende viola appese ad una finestra di uno degli arredamenti dei Pilastri di Equestria.

All'interno di questa stanza c'erano tante piccole bottiglie di vetro, contenenti ognuna liquidi di colori diversi.
Erano appoggiate o su mobili o scaffali di legno e al centro della casetta c'era un enorme letto, che sembrava portare due pony abbracciati.

Uno di questi era davvero uno stallone enorme, con il manto ceruleo, gli occhi azzurri e la criniera e la barba folta beije scuro, con qualche piccola ciocca chiara.

L'altra era una giumenta bellissima, anche lei con il manto azzurrino e gli occhi chiari, con una lunga criniera rossa e riccia.

Lei era dietro la schiena di lui e dormiva tranquillamente, mentre lo stallone si era già svegliato da un pezzo, ma sentiva il dolce respiro della giumenta sulla sua pelle e non voleva disturbarla, anche perché era piacevole quella sensazione.

Ma poi, la pony si svegliò e si stiracchiò e solo allora lo stallone si mosse per guardarle il volto.

Si sorrisero e lui la fece salire sul suo grosso petto "Buongiorno bellezza."

"Buongiorno, ma io non sono bellezza, sono cura. Mia cara forza." Rispose ironicamente la giumenta, baciandogli le labbra.

"Non dirlo a Mistmane, ma credo che tu sia la più bella di tutti."

"Tu dici?"

"Si. Ho occhi solo per te, Meadowbrook."

La giumenta sorrise con timidezza, mentre la sua faccia diventava rossa per tutti quei complimenti "Smettila, Rockhoff."

Lo stallone sorrise, la amava quando faceva così.

Dopo un po' di carezze e bacini qua e là, Meadowbrook scese dal letto e pettinò i suoi capelli davanti allo specchio, raccogliendoli in una lunga coda verticale e legandole con un fazzoletto beije.

Dopodiché, si mise il suo solito gonnellino verde, abbinato al suo girocollo marrone e al suo bracciale allo zoccolo. Rockhoof nel frattempo la guardava dal letto.

"Sai, è meglio se non t'incanti mentre mi guardi prepararmi per la giornata: hai anche tu molte cose da fare." Affermò Meadowbrook.

"Cosa dovrei fare? Oggi ho gli allenamenti come ieri e l'altro ieri ancora con le Guardie Reali. Poi andiamo a girovagare per la Foresta ad uccidere qualche bestia, nulla di così originale." Rispose annoiato lo stallone, mettendosi a pancia in sù e guardando il soffitto.

"Beh, è il lavoro che dovete svolgere voi Guerrieri."

"Lo so. Io intanto non vedo l'ora che arrivi quel fatidico giorno, quando le Principesse si saranno riprese e tutti noi potremo assaltare Canterlot. Ci sarà da divertirsi!"

"Non è facile come pensi: abbiamo pochi soldati dalla nostra parte e sono gli unici che sono riusciti a sopravvivere dalla follia di Re Sombra: ha fatto tagliare la gola a tutti i Legionari che avevano una mente meno domabile, così quelli meno forti avrebbe potuto comandarli."

"Già. Ad un mio amico gli hanno ucciso il fratello, mentre ad un altro il cugino. Vogliono vendicarsi di quel viscido."

"Non sono gli unici due. Molti ce l'hanno con il Tiranno."

"Per questo, non vedo l'ora di ucciderlo una volta per tutte."

"Spero che Starswill trovi città che siano a nostro favore e vogliano rischiare la vita come noi."

"Mai perdere la Speranza, come dice Somnambula."

"Già."

All'improvviso, qualcuno bussò violentamente fuori la porta, facendo trasalire i due pony "MEADOWBROOK! MEADOWBROOK!"

"Oh, questo è Stygian." Disse la giumenta, dirigendosi verso la porta per aprirla.

Non appena girò la maniglia, Meadowbrook fu spinta a terra da un giovane e magro Pony di Terra, col manto grigio e la criniera a caschetto verde acqua, con due occhi azzurri come il mare.

Egli sembrava molto agitato e impaurito e supplicava Meadowbrook "Devi venire immediatamente fuori! Sono arrivate delle giumente dal Castello di Canterlot in condizioni misere! E non immaginerai mai chi sono!"

Rockhoff sbarrò gli occhi, assieme alla fidanzata, che dopo essersi ripresi seguirono Stygian.

Intanto a Canterlot...

La famiglia reale si era riunita per fare colazione. Il tavolo era in ordine, preparato e pieno zeppo di roba squisita come frutta, succhi e latte.

Sombra era al capotavola e alla sua sinistra aveva sua moglie Chrysalis, con davanti le due figlie, Termus e Acquarium.

La prima mangiava il suo pasto con gli zoccoli, facendo cadere anche qualche macchia sul suo manto, ma a lei sembrava non importare.

La seconda invece era più attenta, con il fazzoletto attaccato alla gola e con la magia del suo corno usava le posate adeguate per mangiare la sua colazione.
Ma questa sua attenzione, non la fermò a criticare la sorella "Sai Termus, esistono la forchetta e il coltello, non è difficile usarli. Evita di mostrare la tua goffaggine e sii un po' più elegante."

"Capisco il tuo ideale, Acquarium. Ma almeno, quando siamo soli in famiglia, vorrei cercare di essere più naturale possibile." Rispose seccata Termus, mentre la sorella minore sospirava annoiata.

"A volte faccio fatica a credere che tu sia del mio stesso sangue."

"Mi faccio la stessa domanda."

"Sono felice di non vivere nella tua vergogna."

"E io di non essere come te."

"La finite di insultarvi a vicenda?" Domandò con voce severa Sombra, facendo abbassare le orecchie ad Acquarium ma non a Termus.

"E' stata lei che ha cominciato." Disse difendendosi.

"Tu non continuare."

"Ma padre..."

"Anche se è stata acida, ha pienamente ragione: non sai stare nel tuo posto e questo è grave per una futura Regina."

"Per essere Regina non basta solo sapersi comportare in modo adeguato."

"Ma una Regina è nota anche per il suo aspetto fisico. So che non ti piace il tuo ruolo e vorresti essere una sguattera come i tuoi compagni. Ma cerca almeno di saperti controllare e di non combinare guai. Fallo almeno per me e tua madre."

Termus posò gli occhi sul volto di Chrysalis, che la fissava con un sorriso rassegnato.

Poi, la figlia maggiore sospirò e disse "Va bene, padre, se è questo che vuoi."

"Mia Regina, ci sono delle lettere per voi." Affermò una domestica, che si avvicinò alla Tiranna, che con la magia del suo corno prese la sua posta.

"Da dove vengono?" Domandò curioso Sombra.

"Credo che la prima venga dal Regno dei Mutanti." Rispose la Changeling, aprendo la busta e leggendo il contenuto del foglio. 

Una volta fatto questo, la Regina ebbe un triste sospiro.

"Cos'hanno detto?"

"Non vogliono stringere alleanze con noi..."

"Che branco di canaglie!" Esclamò il Re delle Ombre, sbattendo uno zoccolo sul tavolo.

Chrysalis chiuse gli occhi amareggiata: erano già due anni che provava a stringere un rapporto con quelli che erano i suoi ex sdudditi, ma ad ogni proposta, loro rifiutavano. A volte non rispondevano nemmeno. 

"Sei stata troppo buona con loro." Disse Sombra, bevendo una limonata "Non torneranno nel passato, hanno cambiato vita. Dovevamo distruggerli, non ti servono a nulla, hai i nuovi Mutanti al tuo fianco."

"Rimangono sempre miei figli." Rispose con voce interdetta Chrysalis, guardando il Tiranno, che sospirò.

"Lo so."

"Credi che debba smettere di insistere?" Chiese triste la Changeling.

Sombra chiuse gli occhi pensieroso, non sapendo cosa dire "Sta a te decidere."

"Mh..."

"Mamma, quell'altra busta ha un colore davvero particolare. Secondo me è speciale." Si intromise Acquarium, facendo riprendere un po' la madre.

Quest'ultima mise da parte il foglio dei Changeling e con la magia strappò la seconda busta, che era rosa brillantinata e dentro conteneva un pezzo di carta giallastro con una scrittura molto fine ed elegante.

"Che c'è scritto? Che c'è scritto?" Domandò curiosa Acquarium.

"Oh," Mormorò Chrysalis, sorridendo dolcemente "due giorni fa avevo chiamato una sarta per farci prendere le misure e scegliere un abito in occasione del Gran Galà che si terrà tra pochi giorni."

"Galà? Che Galà?" Domandò inorridita Termus, che quando sentiva quella parola un brivido le percorreva la schiena.

"Beh, sono passati sei anni da quando tuo padre ha preso il comando di Equestria. E bisogna festeggiare." Rispose la Regina dei Changeling, mentre ad Acquarium le si illuminavano gli occhi dalla gioia.

"Quindi, stai dicendo che faremo una festa? E indosseremo gli abiti?" Disse quasi incredula, mentre sua madre annuiva con un sorriso.

"Che qualcuno mi imppicchi." Disse invece Termus, battendo la testa sul tavolo, sentendo la voglia del suicidio invaderle l'anima: per lei Galà significava stress, abiti scomodi e tante tante facce false con pony che nemmeno conosceva.

"E' così e mi raccomando: ora che siete più grandi vi voglio più mature e responsabili. Chiaro, Termus?" Affermò Sombra, guardando con sguardo un po' minaccioso le due figlie, soprattutto Termus.

"Non ti deluderò, padre..." Rispose con voce rassegnata la primogenita, per poi pensare "Perché sono nata in questa famiglia?"

"Quando verrà? Quando verrà?" Domandò ansiosa Acquarium.

"Qui c'è scritto che verrà oggi."

"VOGLIO MORIRE!" Strillò Termus, svenendo a terra.

"Termus." Sombra stava veramente per punirla.

"Lasciala stare, tesoro. Se ne farà una ragione." Disse ridacchiando la Regina Tiranna, poggiando uno zoccolo su quello del marito.

Nel frattempo...

"Davvero sono loro?" Domandò Meadowbrook correndo assieme a Stygian.

"Si, all'inizio non ci credevamo ma alla fine le abbiamo riconosciute e sono davvero mal ridotte." Rispose il giovane Pony di Terra "Non sono nemmeno coscienti, le abbiamo messe nei capannoni dei malati."

"Avete fatto bene. Non devono prendere assolutamente freddo."

I due corritori raggiunsero il villaggio con le capanne ed entrarono in una di questa, che era abbastanza affollato.

Meadowbrook vide quattro giumente quasi morte su dei letti.

A fianco ad una di queste c'era Starswill.

La pilastra si avvicinò al suo compare, chiedendogli "Chi sono?"

L'Unicorno la guardò negli occhi e con tristezza rispose "Twilight e alcune delle sue amiche."

Un gemito sconvolto si propagò per tutta la stanza, mentre alcuni pony stavano per piangere.

Meadowbrook rimase basita, per poi riguardare le poverette e dire "Dobbiamo aiutarle, o moriranno. Stygian, torna nella mia casa e prendi dell'acqua calda e delle ampolle con dei liquidi viola e gialli. Non c'è tempo da perdere!"

Stygian annuì ansioso, uscendo fuori dalla capanna facendosi largo tra i presenti.

"Voi altri dovete uscire, abbiamo bisogno di calma e concentrazione per curarle tutte e quattro." Affermò Starswill ai pony del villaggio, che alzarono un coro di disapprovazione.

"Non puoi mandarci via. Dobbiamo assicurarci che i nostri Elementi dell'Armonia stiano bene." Rispose arrabbiato uno stallone dal manto arancione.

"Meadowbrook è competente su queste cose e non dubito che non riuscirà a salvarle. Ma ha bisogno di calma e solitudine per lavorare. Con il caos potrebbe fare qualche errore e allora si che la vita di quelle giumente sarebbe appesa ad un filo."

"Non ce ne andiamo, restiamo qui."

Le parole del povero Unicorno non riuscirono a convincere gli abitanti del villaggio, che sembravano sempre più irritati e disponibili a fare polemiche.

"Starswill ha ragione." Si intromise però, una soave voce femminile e i presenti scioccati girarono la testa per guardarne la fonte: Queen Galaxia, che continuò "Se tenete così tanto ai vostri Superiori, dovete lasciare che chi ha bisogno di loro possa fare il suo dovere."

"Oh, non ci eravamo resi conto della gravità della situazione, Vostra Maestà. Leviamo subito il disturbo e torneremo a trovare le giumente più tardi." Replicò ossequiosamente un altro stallone, che assieme ai suoi amici, si allontanò lentamente e si diresse verso l'uscita.

Starswill rimase sconvolto da come Galaxia sia riuscita  a cacciarli via "Si può sapere come hai fatto?"

L'Alicorna dal manto bianco ridacchiò "Abitudine, mio caro amico."

Il mago abbassò le orecchie imbarazzato: non era mai stato bravo a farsi obbedire, Galaxia invece era davvero autoritaria.

"Entrambe hanno la febbre molto alta, spero che Stygian arrivi subito. Stanno davvero male." Affermò professionalmente Meadowbrook, prendendo delle pezze.

All'improvviso, Twilight cominciò ad agitarsi e a lamentarsi nel sonno "Oh...ragazze, perché l'avete fatto? Perché ci avete tradite?"

"Cosa sta dicendo?" Chiese Galaxia.

"Nulla di sensato, sta solo delirando."

"Re Sombra...Fluttershy...no...non berlo, te ne pentirai..."

Starswill ebbe un sussulto: aveva detto Re Sombra "Sei sicura? Non è normale  che mormori nel sonno il nome di quel verme."

"Entrambi sappiamo benissimo da dove vengono. Probabilmente starà sognando ancora di essere là."

"Povere anime. Cosa avranno dovuto patire per colpa di quell'infame." Affermò dolcemente Galaxia, poggiando uno zoccolo sulla fronte di Twilight, per poi ritirarlo velocemente "E' bollente."

"Se Stygian non arriva con la cura e l'acqua calda non posso fare niente. Spero arrivi subito..." Disse con tristezza Meadowbrook, tenendo la testa a Rarity, che si lamentava anche lei nel sonno.

"Anche io. Galaxia, ma dove sono le tue figlie? Non avranno la minima idea di chi c'è qui." Domandò Starswill.

"Celestia è andata a fare una passeggiata. Ha detto che sarebbe rincasata subito. Me lo auguro, la Everfree Forest è piena di pericoli." Rispose la ex Sovrana di Equestria.

"Capisco. E Luna?"

"Luna credo che sia ancora nei suoi appartamenti. Ieri la vedevo molto stanca, credo stia riposando."

"Dopo andremo a cercarle entrambe. Ma adesso preoccupiamoci di loro..."

Intanto...

In una grossa caverna della Foresta, c'era Princess Luna, che dormiva beatamente su un sasso, avvolta da una coperta.

Aprì gli occhi e si stiracchiò, mentre qualcun altro la guardava svegliarsi.

"Mh...oh, Jack, dove sei?" Chiese un po' impaurita l'Alicorna dal manto blu.

"Dietro di te, Principessa." Rispose con un mezzo sorriso l'interessato, facendo girare Luna dall'altro lato, che sospirò di sollievo "Credevi ti avrei lasciato da sola?"

"N-n-no...affatto. Ma credevo che qualche altra creatura mostruosa ti avesse catturato." Rispose la Co-regante di Equestria.

"Beh, sono qui piccolina. Non ho dormito per tutta la notte solo per proteggerti da eventuali mostri di questo posto."

"Cosa?" Esclamò sconvolta Luna, mentre Jack si avvicinava a lei e l'aiutava a scendere dal sasso "Jack, starai morendo di sonno."

"Nah, solo un po' stanco."

"Jack, tu devi riposarti, sei una Guardia Reale!"

"Proprio perché lo sono, devo sempre stare allerto e difendere chi è sotto il mio scudo da ogni male possibile."

Luna abbassò le orecchie dispiaciuta "Scusa, non dormi per colpa mia."

"In effetti è vero, non riesco mai a conquistarti e questo non aiuta a stimolarmi il sonno."

Luna arrossì dalla vergogna: quello stallone era davvero un adulatore.

"Comunque, sarà meglio inccamminarci. Gli altri saranno preoccupati."

"Si, andiamo."

Dopo essersi sistemati, Luna e Jack uscirono dalla grotta e camminarono a passo lento.

I due si godevano l'aria fresca di quel bosco, fatto di alberi e cespugli di ogni tipo.

Il cielo piano, piano, si svestiva di quelle nuvole che coprivano il sole e presto avrebbe assunto il suo normale colore azzurro pastello.

Ma mentre passeggiavano, la Principessa e la Guardia passarono accanto ad un fosso, che Luna ricordò benissimo...

Infatti si fermò a fissarlo, con una grande malinconia nel cuore.

Si avvicinò ad esso e vide quel dannato cespuglio sempre al suo solito posto.

"Luna?" La chiamò Jack, ma lei non lo rispose: era troppo assorta nei suoi pensieri, seduta al bordo di quel fosso.

Lo stallone si avvicinò all'Alicorna dal manto blu, poggiandole uno zoccolo sulla spalla "Non ti fa bene restare qui."

"Lo so. Ma voglio restarci, è l'ultimo posto in cui sono rimasta con lei, prima che me la strappassero..."

Jack sospirò, sedendosi accanto a lei e fissando anche lui il cespuglio "Tu eri stesa lì vicino, non è così?"

Luna annuì "E lei piangeva che voleva il latte...ma io non potevo darglielo...poi è arrivata Chrysalis con i suoi Mutanti e...il resto già lo conosci..." e le lacrime scesero da sole, mentre singhiozzava silenziosamente.

Il Pony di Terra la strinse a sè e Luna ne approfittò per piangere sul suo petto "Posso solo immaginare come ti abbia spezzato il cuore quella sgualdrina."

La Principessa della Notte sniffò.

"Ascoltami..." Disse dolcemente Jack, alzando il capo dell'Alicorna, che aveva gli occhi pieni di lacrime "devi avere pazienza, solo un altro po'. E li ucciderai tutti: Sombra, Chrysalis, le sue figlie, tutti! E Stella sarà di nuovo tua e nessuno più vi separerà."

Luna sospirò, asciugandosi il volto pieno di lacrime "Lo so. Ma ho sempre paura che possa andare tutto storto, magari perderò mia figlia per sempre e lei non mi avrà mai conosciuta."

"Non succederà. E' un'Unicorna mortale, questo è vero, ma dentro di lei sai quanto potere ha e sai che è forte." Affermò con enfasi il Pony di Terra dal manto blu, facendo fare un mezzo sorriso di sollievo a Luna "Lei è Princess Stella, la figlia della Principessa della Notte e sua erede al Trono Notturno."

La Co-regnante di Equestria sorrise di più dopo l'ultima frase di Jack, che rimase soddisfatto del suo lavoro "Basta poco per farti tornare il buon umore, vero Principessa?"

"Haha, si, forse è così."

"Ti prometto che non soffrirai mai più, perché non lo meriti..." Le sussurrò poi ad un orecchio, facendo rimanere Luna un po' sorpresa.

I due si guardarono intensamente negli occhi, scrutandosi entrambi.

La Principessa della Notte aveva sempre pensato che gli occhi di Jack fossero di un azzurro particolare, ma ora che era proprio vicino a lui, li vedeva ancora più chiari, come se fossero nudi di tutti i sentimenti che provasse. Probabilmente li stava trasmettendo ai suoi.

La Guardia Reale era incantato non solo dal colore degli occhi dell'Alicorna, ma dalla finezza e dalla femminiltà che possedevano. Le stelle non erano nulla in confronto a loro.

Erano vicinissimi, l'uno attaccato all'altra e il comando di separarsi non funzionava in nessuno dei due...anzi, volevano che fossero sempre più a contatto.

Gli zoccoli si mossero da soli.

Luna posò uno zoccolo dietro la nuca di Jack e lui fece passare il suo lentamente sulla pancia fino ad arrivare alla schiena.

Fu il turno dei due musi, quando stavano per chiudere i pochi millimetri di distanza tra loro.

Gli occhi di entrambi cominciarono a chiudersi e le lingue stavano per toccarsi.

Erano diventati un unico pony, abbracciati così forti, che ora sembravano entrambi a proteggersi.

Le labbra stavano per darsi un lento e passionale bacio, ma in un lapsus, Jack si allontanò, mentre Luna rimase un po' basita "Luna..." Disse lui un po' confuso, sapendo benissimo di averla amareggiata "si sta facendo tardi, sarà meglio tornare al villaggio. Penso che gli altri si saranno già accorti della nostra assenza."

"Oh...d'accordo..." 

E come se non fosse successo nulla, la Principessa e il Legionario ripresero la loro strada, sparendo per la fitta flora della Foresta.

Il cielo intanto, perse quel po' di azzurro che le nuvole gli avevano dato e assunse un colore grigio, segno che stava per iniziare una forte tempesta.

Il vento si alzò, spostando le foglie degli alberi e qualsiasi altra cosa leggera che si trovava nei paraggi.

Anche a Canterlot il tempo stava per peggiorare e ciò allarmò un poco il capo della servitù del castello, che aveva bisogno di compere per la cena della famiglia Reale.

"Per la miseria, sta per arrivare un fortissimo acquazzone!" Esclamò Lorys innervosito, guardando il cielo dalla finestra di camera sua "E adesso come faccio? Non posso mandare i miei pargoletti con questo tempo. Si prenderanno un brutto raffreddore."

"Sta tranquillo Lorys, anche se piove vado lo stesso al mercato." Affermò una dolce voce infantile alle sue spalle, facendolo girare di scatto.

Vide la sua piccola Lacey indossare un mantello beije col cappuccio.

"Te lo puoi anche scordare, non lascerò che un temporale ti faccia salire la febbre." Protestò l'anziano stallone.

"Sono allergica alla febbre, lo sai." Rispose sarcasticamente l'Unicorna.

"Solo perché non ti ammali quasi mai, non significa che tu ne sia immune. E' fuori discussione, andrò io al mercato a comprare gli ingredienti per la cena di stasera." Lorys, con la magia del suo corno, prese il suo mantello e lo inddossò con fare frettoloso.

"Ma..."

"Non preoccuparti, tu rimani qui e dai un'occhiata ai mobili del corridoio o della cucina. Controlla se hanno bisogno di una spolverata." Detto questo, l'anziano Unicorno si diresse verso l'uscita della camera, ma un colpo di tosse lo fece bloccare e piegare in due.

"Hey!" Lacey corse accanto al suo genitore adottivo, sostenendolo con la schiena "Sei tu quello malato." Affermò.

"No, è solo un po' di tosse e..." Prima che terminasse la frase, lo stallone fece un grosso starnuto, per poi ritornare a tossire.

La puledrina rimase sconvolta, poi allungò un suo piccolo zoccolo e lo poggiò sulla fronte del capo della servitù "Ti sta salendo la febbre, hai preso troppo freddo."

"Non è nulla di che, tranquilla."

"Lorys, lascia andare me, sto bene e cercherò di non prendere freddo."

"Ma..."

"Ascolta, se adesso uscirai, stasera starai peggio e tutti noi abbiamo bisogno di te. Te lo chiedo per favore, rimani qui."

Lorys sospirò tristemente: da quando la sua piccola Lacey aveva preso quel dannato vaiolo, era diventato molto più protettivo con i suoi puledri. Anche un semplice raffreddore lui li lasciava riposare per tutta la giornata.

"Mh, ti arrabbi se ti chiedo di andarci tu?" Chiese in imbarazzo l'anziano stallone.

"Sono io a chiedertelo. Mettiti a letto e riposa, che tra poche ore devi andare in servizio." Rispose con un sorriso Lacey, mentre si copriva il capo con il suo cappuccio.

"Oh, va bene."

"Allora a dopo! Sta tranquillo." E la piccola puledrina aprì la porta della camera, per poi uscire e chiuderla di nuovo.

"Per tutti i pony...ho lasciato che un mio pargoletto uscisse con un tempaccio del genere...se le succede qualcosa è tutta colpa mia."  disse a sè stesso il povero Lorys, sedendosi al bordo del letto e sospirando "Ahimè, cosa deve sopportare il vecchio cuore di un povero stallone?"

Intanto, Lacey camminava saltellando per l'uscita del Castello e quando arrivò davanti al portone c'erano due Guardie Reali, uno era pony e l'altro Changeling.

Questi le aprirono e lei finalmente uscì, correndo allegramente per i giardini.

L'Unicorna si sentiva felice quando si allontanava da quel Castello, lì dentro era fin troppo cupo e oscuro.  

Le strade della ricca città di Canterlot erano colorate e affolate, anche con la pioggia che stava per bagnarle.

Tirava un forte vento, che per poco non spazzava via Lacey, che teneva fermo il suo cappuccio.

"Wooooh, prendiamo subito questa roba così non rischierò di volare senza ali." Pensò ad alta voce la serva, dirigendosi al mercato per comprare la frutta e mettendosi in fila.

Di sua grande sfortuna, la fila era molto lunga e il venditore era uno solo e non riusciva a completare in tempo le ceste di frutta.
 
"Avanti, non abbiamo tutto il giorno, qui sta per cominciare un forte acquazzone e ho due bocche da sfamare a casa!" Esclamò arrabbiato un giovane stallone, spazientito per la folla che c'era e l'incredibile lentezza del fruttaiolo.

Lacey scrutò quest'ultimo e le si spezzò il cuore quando vide che era molto simile al suo Lorys, non solo per l'età che mostrava, ma anche per la gentilezza che aveva con gli altri, anche se loro non lo erano affatto e lo trattavano male.

"Povero vecchietto...mi fa una tenerezza..." Pensò tristemente, coprendosi il muso.

"Coraggio vecchio, muoviti! O ti faremo frustare dal Re in persona!" Esclamò aggressivamente un altro stallone, guardando la vittima abbassare le orecchie impaurito.

"Sentite, pony, io ho una certa età, non potete minacciarmi solo perché la vecchiaia poco a poco mi divora." Affermò tremando lo stallone.

"Non penso che sia la vecchiaia a farla rallentare, caro fruttaiolo. Tuttavia lei è di Ponyville, e si è sempre saputo che lì i mercanti sono scarsi e poveri. Per questo non ha aiutanti. Io preferisco andare da un'altra parte, magari la frutta è anche più buona." Disse una giumenta vestita in modo raffinato e con un'espressione da snobbetta, che girò i tacchi e se ne andò, mentre altri pony approvavano la sua affermazione e la seguivano.

Poco a poco, la folla sparì e le uniche che rimasero davanti al fruttaiolo furono Lacey e un'altra puledra che sembrava avere la sua età, anche lei incappucciata ma da un mantello rosa.

La seconda si avvicinò al bancone di legno e porse una moneta d'oro all'anziano, che per poco non piangeva per l'avvilimento "Mi dia una cesta e ci metta tutto il tempo che vuole." Sussurrò dolcemente.

Il vecchio fruttaiolo sorrise, sollevando il contenitore con dentro la frutta "Questa l'avevo preparata per quella giumenta che mi ha aggredito verbalmente. Ma visto che se n'è andata, è giusto che lo prenda tu."

"Grazie." La puledra prese la cesta con la magia del suo Unicorno, poi salutò il vecchietto e se ne andò.

Lacey sorrise dolcemente a quella scena e volendo mostrare al fruttaiolo la stessa bontà della coetanea, si avvicinò anche lei al bancone con la moneta e disse "Ne voglio una anche io, signore."

"Oh, certo piccolina."

"Sa, ho assistito a quel discorso stereotipato della giumenta e non è affatto vero quello che ha detto: io lavoro come serva al Castello di Canterlot e ci sono tante domestiche che arrivano da Ponyville e sono competenti." Disse la piccola Unicorna, cercando di consolare il fruttaiolo, che sorrise.

"Lo so bene, infatti non sono triste per quello che mi hanno detto. Sono triste perché non sanno la verità e questo mi porta al fallimento." Rispose malinconico il vecchietto, per poi continuare "Io sono un povero stallone ammuffito, mi rimarranno pochi anni di vita e voglio passarli nella dignità."

"Capisco..."

"Beh, però non voglio che ti rattristi per la mia situazione, piccolina. Tu sei giovane e hai ancora tanta vita davanti a te." Affermò il fruttaiolo, porgendo la cesta di frutta a Lacey, che la pagò e la prese con la magia del suo Unicorno.

"Si figuri, la mia vita non è certo meglio della sua: essere la serva più piccola del Castello di Canterlot dove regna Re Sombra non è un bel lavoro."

"E' vero...ma tu puoi trovarci delle belle cose."

"E cosa dovrei trovarci di così magico? Lì dentro c'è solo morte e dolore."

"Questo è quello che vuole farti credere il Tiranno ma...ahimè, lui non potrà mai distruggere il sentimento che odia: l'amore."

A Lacey le si illuminarono gli occhi all'ultima parola dello stallone, mentre si ingrandivano.

"Facci caso: quei pony mi hanno aggredito verbalmente, ma solo due piccole anime sono rimaste a comprare la mia frutta. E credo che per farlo, non hanno avuto soltanto bontà e gentilezza. Ma probabilmente vi ricordo qualcuno che amate. E' l'amore che fa nascere cose straordinarie."

Lacey gonfiò il petto commossa, per poi affermare "Si, lei mi ricorda il mio papà adottivo Lorys, anche lui è un vecchietto malinconico ma saggio come lei."

"Esatto. Non chiuderò il chiosco, ho ancora due piccole clienti da servire." Disse con un sorriso dolce.

"Grazie...oh." Una goccia di pioggia cadde sul volto della piccola Unicorna, poi pian piano da una diventarono due, poi tre, poi quattro e così via.

"Oh perbacco, è meglio se torni a casa piccolina, non voglio che prendi un brutto raffreddore per il mio discorso." Disse l'anziano, mentre copriva con un velo la sua merce per non bagnarla.

"Domani verrò a comprare altra frutta, sicuramente sarà buonissima. E spero tanto che alla famiglia Reale piaccia, così le dirò chi è il venditore e magari le darà un riconoscimento." Disse entusiasta la serva, mentre il fruttaiolo ridacchiava "Qual'è il suo nome?"

"Mi chiamo Gherald Craft, ma puoi chiamarmi semplicemente Craft. Tu invece?"

"Lacey, significa "Allegro"."

"Oh, il tuo papà adottivo ha proprio scelto il nome giusto."

"Lo so." Un lampo fece spaventare i due, che si allertarono.

"Torna al castello, sarai al sicuro."

"Lo so. Buona giornata!"

"A te!"

Lacey cominciò a correre velocemente, mentre la pioggia diventava sempre più fitta.

Continua...

Angolo autrice:
ALLORA.
Prima di tutto, chiedo scusa se non ho più aggiornato dal 1915. ^^' Ma sono stata davvero impegnata con la scuola e con danza e sono caduta in un piccolo blocco dello scrittore, infatti il capitolo vi può sembrare non il migliore ma giuro che quando sto inferno si spegnerà dedicherò tutta me stessa a questa storia. Scusate per il disagio.
Bhè, alla prossima!
LoliRoxDanceMoon.
"Fu un periodo davvero difficile. Sapevo così poco, volevo così tanto. Non riuscivo in niente."

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