Il Serpente e la Leonessa

di Moonwitch
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un discorso in privato ***
Capitolo 2: *** La relazione segreta ***
Capitolo 3: *** Un Segreto Oscuro ***
Capitolo 4: *** Il Marchio Nero ***
Capitolo 5: *** Cattive Notizie ***
Capitolo 6: *** Una notte dolorosa ***
Capitolo 7: *** Proposta di matrimonio ***
Capitolo 8: *** Il matrimonio ***
Capitolo 9: *** Il Voto Infrangibile ***
Capitolo 10: *** La fine di un altro anno ***
Capitolo 11: *** Hogwarts, settimo anno ***
Capitolo 12: *** Sospetto tradimento ***
Capitolo 13: *** Un piano perfetto ***
Capitolo 14: *** Omicidio e fuga ***
Capitolo 15: *** Un posto dove nascondersi ***
Capitolo 16: *** I pupilli di Lord Voldemort ***
Capitolo 17: *** Lucius Malfoy Jr. ***
Capitolo 18: *** La fine di tutto ***



Capitolo 1
*** Un discorso in privato ***


                                          A tutte le mie grandi amiche,

                              ma soprattutto a Sara,

                             che tanto pazientemente

                             ha sopportato le mie sclerate su un “certo”

                            Draco Malfoy e che ha accettato

                            di illustrare questa storia.

                           “La luce non cancella l’ombra

                            l’ombra cancella la luce

                           il giorno gioca con te, poi ti abbandona

                                 sarà la notte la tua padrona.”

                               Stefano Benni - “Il Bar sotto il mare”

Capitolo 1:  Un discorso in privato

 

Era un assolato mattino di metà Ottobre quello in cui Sarah Halliwell decise di raccogliere tutto il suo coraggio e di fare quattro chiacchiere con Draco Malfoy per dirgli ciò che provava, per fargli sapere che da qualche anno a questa parte era sempre stato nei suoi pensieri. Non avrebbe certo scommesso che accettasse di parlarle senza fare tante storie, perché lui era il Principe dei Serpeverde, mentre lei, sei anni prima, era stata smistata nella Casa di Grifondoro; tuttavia, attese impaziente l’unica ora di buca che avevano in comune (essendo al sesto anno, entrambi, come molti altri studenti, avevano deciso di non frequentare tutte le materie), momento in cui si era proposta di “rapire” Draco dai suoi amici e parlargli. Così, nell’ora che vedeva pochissimi dei loro compagni impegnati in Cura delle Creature Magiche, Sarah si mise a cercarlo per tutta la scuola, cosa che non le impiegò molto tempo, trovandolo quasi subito a pavoneggiarsi come al solito con i suoi amici Serpeverde nel cortile: “Malfoy, ti posso parlare un momento in privato?”

Lui, forse più spiazzato che infastidito, le rivolse una delle sue classiche espressioni sprezzanti che rivolgeva a qualunque Grifondoro capitasse sul suo cammino e rispose con un secco: “Che c’è, Halliwell?”

Sarah non si aspettava certo di essere trattata come una di quelli che Malfoy considerava “suoi pari”, ma poteva dirsi lo stesso piuttosto compiaciuta del fatto che lui non le avesse scagliato addosso una Maledizione al solo suono della sua voce; così proseguì: “Non qui.” Si guardò intorno e disse: “ Vieni, da questa parte”: lo prese per un braccio e lo trascinò all’interno di un’aula vuota lì vicino.

Draco era sempre più spiazzato, ma quando i due misero piede nell’aula deserta aveva già abbandonato l’espressione di disprezzo che le aveva riservato all’inizio: “Allora, cosa vuoi?”, le chiese, ma non aveva un tono particolarmente aggressivo.

“Aspetta ancora un attimo” rispose lei: estrasse la bacchetta, fece Evanescere per sicurezza quella di Malfoy (che, colto alla sprovvista, non oppose resistenza), sigillò la porta con un incantesimo, insonorizzò la stanza con un altro e infine iniziò a parlare, dapprima guardando il ragazzo dritto negli occhi, poi andando lentamente su è giù per il mezzo metro che gli stava davanti: “Vedi Draco” (Malfoy sussultò a sentirsi chiamare per nome da lei) “io… beh, sono consapevole del fatto che tra Serpeverde e Grifondoro non tiri una gran bella aria, soprattutto negli ultimi tempi” entrambi abbozzarono un sorriso “ma mi sento comunque in dovere di dirti quello che sento, forse proprio per questa rivalità che corre tra le nostre Case e che francamente non capisco, affinché abbia un senso almeno per me. Vedi Draco, tu mi piaci molto” si fermò di nuovo a guardarlo negli occhi “e…”; ma non ci fu bisogno di dire nient’altro: Malfoy le cinse la vita e la baciò appassionatamente. “Anche tu mi piaci” le disse poi e la baciò di nuovo. “Quando saremo insieme, non esisteranno più ne’ Serpeverde, ne’ Grifondoro” riprese togliendosi la casacca, la cravatta e il golf (tutto ciò che portasse quantomeno i colori della sua Casa), imitato da Sarah, leggermente sconcertata dalla reazione che aveva tanto sperato, ma raggiante di gioia; li accatastò in un angolo e li coprì con il Mantello dell’Invisibilità della ragazza, poi i due si abbracciarono e si baciarono ancora e ancora, trascorrendo così tutta l’ora a loro disposizione, senza preoccuparsi di quello che avrebbero detto i compagni non vedendoli tornare e pensando solo al loro amore appena dichiarato, ma nato già da tempo nei loro cuori.

La storia continua... la prossima settimana!

Mi raccomando, commentate!
Un bacione, Sarah

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Capitolo 2
*** La relazione segreta ***


Capitolo 2:  La relazione segreta

Improvvisamente suonò la campanella; i ragazzi si staccarono all’istante dal loro bacio appassionato, sorpresi e intimiditi da quel suono che credevano potesse non arrivare mai.

“Non dovremo parlarne con nessuno” disse Draco guardando Sarah negli occhi e tenendola fermamente per le braccia, come se temesse che con lo squillo della campanella, sarebbe scomparsa sotto i suoi occhi .

“Tutto come prima, almeno in pubblico” concordò lei; si rimisero ciò che si erano tolti, la bacchetta di Draco fu nuovamente Evocata senza chiedere spiegazioni del perché fosse stata fatta Evanescere, la stanza fu riportata nelle sue condizioni normali e la porta riaperta dopo un ultimo bacio.

I due ragazzi tornarono così alle loro consuete espressioni di odio l’uno per l’altra, un po’ troppo ostentate a dire il vero: più di un Grifondoro chiese a Sarah che cosa fosse successo in particolare, ma lei riuscì ad eludere le domande rispondendo fredda sempre allo stesso modo: “E’ più il fatto che Malfoy esista che mi turba”.

Passò circa una settimana senza che i due si fossero potuti incontrare, o meglio, non come intendevano loro: così, durante la lezione in comune di Pozioni del Lunedì successivo, Sarah fece cadere non vista un bigliettino nel calderone ancora vuoto di Draco, mentre andava a prendere posto al suo solito tavolo proprio dietro quello dei pochi Serpeverde che prendevano parte alla lezione (molti erano stati bocciati in Pozioni l’anno prima ai G.U.F.O.). Il ragazzo raccolse rapido il pezzetto di pergamena e lesse:

Ti  aspetto  stanotte  a  Mezzanotte  davanti  alla  mia  Casa.  Farò  scattare  io  il  quadro  dall’interno.  Avrò  il  Mantello.  So  io  dove  andare.

Così, all’ora convenuta, Draco, correndo il rischio di essere beccato fuori dal dormitorio di notte da Gazza, si trovava già di fronte al quadro della Signora Grassa. Quando si sentì il primo rintocco della Mezzanotte, il quadro si aprì dall’interno, ma non si vide nessuno: Sarah era sotto il suo Mantello dell’Invisibilità; lo gettò addosso a Draco e sussurrò: “Vieni, andiamo.” Senza dire niente, il ragazzo si incamminò al suo fianco, stando attento a essere entrambi ben coperti; i due svoltarono in un corridoio del settimo piano e si fermarono davanti a un arazzo che rappresentava Barnaba il Babbeo e alcuni Troll in tutù. “La Stanza delle Necessità” mormorò la ragazza. “Adesso aiutami, Draco: per poter entrare dobbiamo andare su e giù per tre volte pensando intensamente alla stanza della quale abbiamo bisogno; in questo caso, una stanza dove poter stare insieme solo io e te e nasconderci”. I due si presero per mano e fecero ciò che aveva detto Sarah; quando riaprirono gli occhi per vedere se avesse funzionato, la porta era lì.


Grazie a chi ha commentato, aggiunto tra le seguite o tra i preferiti!
La storia continua la prossima settimana!

 

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Capitolo 3
*** Un Segreto Oscuro ***


Capitolo 3: Un segreto oscuro

Entrarono e si tolsero il Mantello. La stanza era completamente vuota (fatto parecchio strano per la Stanza delle Necessità, che di solito era arredata con tutto quello che chi la stava usando poteva volere, anche la cosa più piccola e probabilmente inutile).
“Avevo così voglia di vederti!” disse lei, parlando finalmente con un tono di voce normale. Si avvicinò per baciare il ragazzo, ma lui si scostò. “Che cosa c’è?” disse, mentre già gli occhi le si riempivano di lacrime.
Draco la guardò un attimo, poi le volse le spalle e disse, la voce strozzata: “Non possiamo, Sarah”.
“Come no? L’abbiamo già fatto! Perché non possiamo più? E’ forse un problema che riguarda le Case? Ne abbiamo già parlato, no? Non esisteranno per noi, l’hai detto tu!”
“No, non è per quello. Non possiamo e basta!”. Anche lui iniziò a piangere.
“Amore mio, ma che dici? Perché non possiamo?” disse Sarah disperata “E’ colpa mia? Sono io il problema?”
“Smettila!” gridò Draco “Tu non sei affatto un problema! Il problema sono io, Sarah, IO!”. Piangeva a dirotto e la sua mano corse al braccio sinistro. Sarah lo guardava disperata ed esterrefatta: mai avrebbe pensato che Draco Malfoy potesse comportarsi così. Mentre lo guardava piangere, gli occhi le caddero sulla mano che stringeva il braccio, un lampo le attraversò la mente e capì: “Draco, sei…” iniziò con voce stranamente calma per come si sentiva, tradita e distrutta.
“Un Mangiamorte, sì” concluse lui, quasi sottovoce. “Per questo non possiamo stare insieme.”
“Perché no?” insisté la ragazza.
“Allora non hai capito?! Sono un Mangiamorte, Sarah, uno degli uomini di Tu-Sai-Chi!” gridò di nuovo. “E per di più mi è stato affidato un compito importantissimo, qualcosa che mi costerà la prigione se riusciranno a prendermi, o la vita stessa se fallirò. Per questo non voglio che tu mi frequenti: sarebbe troppo pericoloso per te.” Si voltò di nuovo a guardarla: gli occhi color ghiaccio erano leggermente arrossati e grosse lacrime gli scorrevano lungo il viso; la ragazza lo guardava compassionevole e, indubbiamente, innamoratissima. Poi la sua espressione cambiò, divenne improvvisamente più dura e decisa, e disse: “Lo diventerò anch’io. Cosa devo fare?”
“No, non te lo permetterò” disse Draco. “Il mio Signore non credo sopporterebbe certe cose, finirebbe con l’ucciderci entrambi. Tu non devi morire per colpa mia. Ti amo troppo.”
“Draco, sono io che lo voglio! Voglio restare al tuo fianco! Diventerò una Mangiamorte che tu lo voglia o no… e se hai proprio deciso di non volermi più con te, continuerò a battermi per l’Oscuro Signore, restandoti accanto in ogni caso. Perché è così, Draco: io ti amo e ti amerò comunque, corrisposta o no.”
Davanti alla sua cocciutaggine, il ragazzo non riuscì a dire più niente: semplicemente le andò incontro, la abbracciò e le disse: “Se è questo ciò che vuoi veramente, ti lascerò fare”. Poi, come la volta precedente, si tolsero tutto ciò che portava i colori delle loro rispettive Case e lo coprirono col mantello; si guardarono negli occhi e si baciarono, sentendo il volto l’uno dell’altra umido per le lacrime che ancora stavano versando. Trascorsero la notte distesi sul pavimento, addormentati in uno stretto abbraccio.

N.d.A. : e un altro capitolo è andato... aspetto i vostri commenti in attesa di pubblicare il prossimo, la prossima settimana!

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Capitolo 4
*** Il Marchio Nero ***


Per celebrare l' uscita al cinema di "Harry Potter e il Principe Mezzosangue" (da cui per altro è nata questa ff), posto oggi anzichè domani... e non uno, ma ben due capitoli!!

Enjoy!


Capitolo 4: Il Marchio nero

Si svegliarono il mattino successivo giusto in tempo per tornare nei rispettivi dormitori e fingere di avervi trascorso tutta la notte. Prima di lasciarsi si promisero che si sarebbero ritrovati due notti dopo con le stesse modalità.
E così fecero: due Mezzenotti dopo Draco era di nuovo fuori dalla Sala Comune di Grifondoro, aspettando che Sarah facesse scattare il quadro dall’interno e che dunque uscisse, celata dal suo Mantello. Stavolta, però, non andarono al settimo piano, ma scesero le scale verso il giardino della scuola: quella mattina Draco le aveva confessato con un biglietto passato di nascosto a colazione che la sera precedente era andato a parlare con l’Oscuro Signore, che li attendeva entrambe quella notte stessa per fare di lei una Mangiamorte a tutti gli effetti; così quella sera nessuno dei due indossava la solita divisa: Sarah, truccata con un ombretto e un rossetto molto scuri, portava un lungo abito viola scuro con decorazioni color oro intorno alla vita, piuttosto scollato e con le maniche ampie, coperta da un mantello da viaggio color blu notte chiuso da una catenella di bronzo con il fermaglio a forma di testa di lupo; Draco indossava la classica “divisa” da Mangiamorte.
Quando furono fuori dei cancelli di Hogwarts, che Gazza aveva dimenticato aperti, come il portone d’ingresso, il ragazzo la strinse forte a se’ e sparirono.
Riapparvero in un cimitero lontano miglia e miglia, dove tutti i Mangiamorte erano raccolti intorno a uno spiazzo scarsamente illuminato, al centro del quale stava l’Oscuro Signore. Draco fu accolto con grandi onori da tutti, mentre Sarah era guardata ancora con diffidenza, nonostante fosse arrivata abbracciata al loro pupillo, ma la cosa non la infastidiva. Il ragazzo si unì ai suoi compagni e lei fu invitata a raggiungere Lord Voldemort al centro dello spiazzo, dove lui le prese il braccio sinistro e le impresse il Marchio Nero. Il dolore era acutissimo, ma la ragazza non battè ciglio. Giurò fedeltà all’Oscuro Signore, le fu consegnata una tonaca identica a quella di Draco che avrebbe dovuto indossare tutte le volte che avesse raggiunto altri Mangiamorte da lì in poi, e la cerimonia finì.
Draco le corse incontro, la baciò, l’abbracciò e tornarono al castello. Si indirizzarono immediatamente verso la Stanza delle Necessità dove, felici come non mai, si abbandonarono completamente al loro amore su un bellissimo letto a baldacchino comparso al loro ingresso nella Stanza (che comunque restava priva di qualsiasi altro arredo).
Quando la ragazza si fu addormentata, Draco le sussurrò all’orecchio “Grazie, amore mio”, la abbracciò e si addormentò anche lui.

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Capitolo 5
*** Cattive Notizie ***


Capitolo 5: Cattive notizie

Dopo quella notte, fu sempre più difficile riuscire a ostentare odio l’un l’altra, anche perché dopo un’altra settimana durante la quale non si erano incontrati, decisero che non ce la facevano più a non stare insieme tutte le notti. Così passavano i mesi e i due ragazzi presero a incontrarsi a ogni Mezzanotte, amandosi sempre di più.
A Marzo, iniziarono a sorgere i primi sospetti da parte degli altri studenti, soprattutto da parte di Harry Potter: da sempre era stato impossibile nascondergli qualunque cosa, soprattutto se era qualcosa di anche solo minimamente losco; così aveva iniziato a indagare, a spiare lei e Draco sulla Mappa del Malandrino, specialmente dopo il calar del sole, a fare domande e a formulare ipotesi insieme ai suoi amici Ron Weasley ed Hermione Granger su cosa facessero Halliwell e Malfoy quando sparivano e, soprattutto, se era insieme che agivano, anche se temeva di sì, pur non credendoci granché. La ragazza venne a sapere la cosa dalla stessa Hermione, che una sera, prima di andare a dormire, le confessò ciò che faceva Harry e quello che le aveva detto, cioè che quando osservava lei e Malfoy dopo il tramonto sulla Mappa del Malandrino, improvvisamente sparivano entrambi.
Quella stessa notte, quando Sarah si incontrò con Draco, gli confidò la cosa: i due ragazzi erano sdraiati sul letto, che ormai faceva parte dell’arredamento fisso della loro Stanza delle Necessità, abbracciati, persi nei loro pensieri, quando Sarah improvvisamente disse con voce piatta: “Ci sono problemi, Draco”.
Il ragazzo si tirò più su, la guardò dritta negli occhi con aria severa e le disse: “Che genere di problemi?”
“Potter. Comincia ad avere dei sospetti.”
“Che cosa? Tu… cosa… con chi ne hai parlato?” rispose il ragazzo cominciando ad agitarsi.
“Con nessuno, te lo giuro Draco” replicò lei alzandosi un po’ a sua volta “Ma lo sai com’è fatto Harry: non gli si può nascondere niente. Ha cominciato a spiarci sulla Mappa del Malandrino di notte, me l’ha detto Hermione Granger. Pare che quando veniamo qua dentro, spariamo dalla Mappa.”
“E tu credi a quella sporca Mezzosangue?” disse Draco con un improvviso ghigno malefico.
“Beh, so che tu non l’apprezzi, ma è pur sempre una mia amica! La migliore, a essere sinceri. Perché dovrebbe dirmi una cosa simile se non fosse vera?” Fece una pausa come per riflettere, distogliendo lo sguardo, poi continuò: “Che cosa faremo adesso, Draco?”
Lui distolse lo sguardo a sua volta, si sedette del tutto sul letto e disse, più a se stesso che alla ragazza: “Porterò a termine il mio compito”.
“Non credi sia giunto il momento di dirmi di cosa si tratta?”
Draco si voltò di nuovo verso di lei guardandola con aria severa e disse: “Devo uccidere Harry Potter”.
Sarah lo guardò con la stessa espressione che avrebbe avuto se le avesse detto qualunque cosa mille volte meno sconvolgente, poi si ridistese, tirandoselo dietro e abbracciandolo.
Si addormentarono dopo poco, i loro sogni disturbati da visioni di Harry che li scopriva a baciarsi in varie zone del castello e che li uccideva entrambi prima che loro riuscissero a fare qualcosa.



N.d.A: e adesso che cosa accadrà? Sarah accetterà la missione di Draco? Alla prossima settimana!
(Commentucci, please!!)

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Capitolo 6
*** Una notte dolorosa ***


Capitolo 6: Una notte dolorosa

Nonostante tutto, i due innamorati continuarono a vedersi tutte le notti. Durante una di quelle, a fine Maggio, Draco e Sarah erano già addormentati stretti in un abbraccio, ignari di quello che stava per accadere.
La porta della Stanza delle Necessità si aprì all’improvviso con un rumore tale che i due ragazzi si svegliarono di soprassalto: qualcuno era in piedi, sul ciglio della porta, in penombra, con una mano stretta a pugno e la bacchetta nell’altra. Draco si tirò su di scatto, prese la sua bacchetta stringendo Sarah con l’altro braccio, accese con la magia alcune candele e i due ragazzi videro finalmente chi era venuto a disturbarli: Harry Potter in persona.
Prima ancora che riuscissero a fare qualcos’altro, Harry entrò nella stanza e li attaccò, ignaro degli effetti che avrebbe avuto quell’incantesimo, che aveva trovato scritto a mano in un angolo di un libro accompagnato dalla nota “Contro i nemici”. “Sectumsempra!” gridò, rivolto verso la ragazza; il sangue schizzò dal suo petto come se fosse stata trafitta da una spada invisibile.
In un attimo, Draco le fu addosso, pensando freneticamente a un modo per poterla salvare. “Aiutami,” mormorò lei in preda alle convulsioni per il dolore “ti prego”. Il ragazzo annuì e si voltò verso Harry per attaccarlo a sua volta, ma il ragazzo era già scappato. Si voltò di nuovo verso Sarah, che mormorò: “Chiama Silente. Chiedi aiuto a lui. Capirà perché…” ma le si mozzò il fiato in gola.
Draco, ormai sporco di sangue quasi quanto la ragazza, schizzò fuori dalla stanza, ma non diretto verso l’ufficio del Preside, bensì verso quello del professor Piton: non poteva rischiare che Silente vedesse il Marchio Nero sul braccio della ragazza; dal canto suo, Piton non avrebbe avuto sorprese ne’ avrebbe fatto domande, essendo stato presente alla cerimonia durante la quale la ragazza era diventata una Mangiamorte, poiché era un servo dell’Oscuro Signore lui stesso; inoltre era il suo protettore a Hogwarts ed era consapevole del fatto che lui e Sarah stessero insieme, dato che alla cerimonia si erano baciati e certamente lui li aveva visti. Bussò con tutta la forza che aveva alla porta del suo ufficio giù nei sotterranei e quando l’ insegnante apparve, disse senza fiato: “Professore ci aiuti. Sarah sta morendo”.
“Portami da lei” disse Piton leggermente allarmato e spingendo Draco davanti a se’. I due corsero a perdifiato su per le scale fino al settimo piano, nella Stanza dove Sarah giaceva in una pozza di sangue sul letto, ancora in preda al dolore causatole dalle ferite. Piton fu subito su di lei , brandendo la bacchetta come una spada e guarendola in un attimo. Draco corse ad abbracciarla, ma il professore li divise all’istante: “Dopo, Malfoy. Adesso dobbiamo portarla in infermeria e fare quattro chiacchiere.” I ragazzi si guardarono con aria colpevole e insieme preoccupata mentre Piton prendeva Sarah tra le braccia per portarla da Madama Chips.
Una volta rimasti di nuovo soli in infermeria, il professore prese ad interrogare i due ragazzi su cosa fosse successo. Draco prese Sarah per mano e raccontò tutto ciò che era accaduto prima del suo arrivo nell’ ufficio.
“Ricordati il tuo compito, Malfoy”, disse infine Piton e se ne andò. Il ragazzo guardò la sua amata che già dormiva, chinò il capo sul letto accanto a lei e si addormentò a sua volta.


N.d.M: chiedo scusa per la lunga assenza, ma dapprima ho avuto dei problemi con Internet, e poi sono partita per una settimana... godetevi quindi questo nuovo, meritato capitolo!

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Capitolo 7
*** Proposta di matrimonio ***


Capitolo 7: Proposta di matrimonio

La mattina successiva i due ragazzi furono svegliati da Madama Chips che diceva a Draco che le lezioni sarebbero iniziate di lì a poco e che doveva andarsene; Sarah sarebbe rimasta in infermeria almeno un altro giorno e un’altra notte.
Non ci credevano, ma conservavano la speranza che la voce della loro relazione non si fosse spanta troppo per la scuola dopo quello che era successo la notte precedente: non erano tanto Piton o la Chips a preoccuparli (entrambi erano sicuri che i Professori non sarebbero certo andati in giro a spettegolare su di loro), quanto Harry Potter, che molto poco probabilmente avrebbe taciuto una cosa del genere: quasi di sicuro l’avrebbe detto a Ron, che l’avrebbe detto a Hermione, che l’avrebbe detto a Ginny, la sorella minore di Ron, che l’avrebbe detto a Luna Lovegood, una sua amica di Corvonero, che l’avrebbe detto a… insomma, in poco, tutti avrebbero saputo. Infatti, anche se Draco fece ancora finta di niente durante tutto il giorno, diversi sguardi, soprattutto tra i Grifondoro, si posavano sospettosi su di lui.
Quando, due sere dopo, i ragazzi si incontrarono di nuovo nella loro Stanza, ne parlarono molto:
“Dobbiamo fare qualcosa, Draco” disse Sarah camminando su e giù per la stanza e torturandosi le mani, mentre il ragazzo era seduto sul letto con lo sguardo perso nel vuoto.
“Lo sai che cosa dobbiamo fare” rispose lui, freddo. Lo era stato fin da quando si erano visti fuori dal quadro della Torre di Grifondoro, da dove era uscita Sarah dopo il suo rientro dall’infermeria, e non aveva voluto ne’ baciare ne’ abbracciare la ragazza. Lei si bloccò di botto e lo guardò fisso negli occhi, fredda quanto lui. “Che c’è? Non mi vuoi più, vero? Pensi che la colpa di quello che è successo l’altra sera sia mia, non è così?”.
Nessuna risposta. Sarah si avvicinò al letto, ansimando e visibilmente scossa: “Pensi che ti abbia tradito!”, gli urlò contro.
Malfoy ancora non rispose, distogliendo lo sguardo. Allora la ragazza continuò, più calma: “Draco, voglio aiutarti a portare a termine il tuo compito tanto quanto lo vuoi tu. Soprattutto ora che ho un motivo per farlo. Soltanto credo che questo non sia il momento più opportuno.”
Il ragazzo la guardò di nuovo, con un’espressione strana sul volto, impenetrabile. “Mi vuoi sposare?” le chiese, con un tono altrettanto indecifrabile. “L’altra sera ho provato vera paura per la prima volta in vita mia, paura perché ero quasi certo che ti avrei persa, e ho capito quanto ti ami anche più di quello che credevo e che non voglio stare senza di te, perché non ce la farei”.
La ragazza rimase interdetta dalla richiesta: lui sarebbe diventato maggiorenne il giorno dopo, ma lei doveva aspettare ancora fino a Ottobre; più volte nell’arco di quei sette mesi si erano provati l’amore reciproco, ma mai si sarebbe aspettata che Draco le chiedesse di sposarlo. Tuttavia, non poteva certo dirsi ne’ delusa, ne’ rattristata, così salì anche lei sul letto, si avvicinò al ragazzo, sussurrò un “Sì” al suo orecchio e lo baciò, mentre lacrime di gioia le rigavano il volto.
“Quando?” chiese poi, sorridendo, mentre Draco si sfilava il suo anello e lo metteva al dito della ragazza.
“Sai che giorno è domani?” le chiese lui.
“Il suo compleanno” disse una voce nella testa della ragazza, che annuì.
“Sarebbe il regalo migliore, no?” affermò Draco sorridendo a sua volta.
“Sì, ma chi… come faremo a…”
“Silente” rispose il ragazzo cogliendo la domanda. “Se ci sposa lui, il nostro matrimonio sarà valido, anche se tu sei ancora minorenne: ha molta influenza sul Ministero, ricordi? Troverà di sicuro un modo per convincerli ad accettarlo!”
Sarah sorrise raggiante e i due si baciarono di nuovo. Fu una delle notti più belle che avessero mai trascorso insieme.


N.d.A: sorpresina! Un capitolozzo arrivato prima della consueta settimana! Per farmi perdonare del ritardo degli ultimi due... enjoy it!!

P.S: grazie 1000 a tutti coloro che stanno commentando!

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Capitolo 8
*** Il matrimonio ***


Capitolo 8: Il matrimonio

La mattina seguente, il 5 Giugno, i due si recarono prima dell’inizio delle lezioni dal Preside per concordare su ciò che avrebbero fatto.
“Ci vogliamo sposare” disse Draco, dopo che Silente li ebbe fatti accomodare in due poltrone davanti alla sua scrivania.
“Intenzione davvero nobile” commentò l’uomo con la sua solita voce calma. “Ma non vedo in cosa io possa esservi utile”, proseguì.
“Vogliamo che sia lei a sposarci” rispose il ragazzo. “Insomma, può farlo, non è così?” riprese, titubante.
“Non saprei davvero dirtelo, Signor Malfoy: non è mai capitato che qualcuno si volesse sposare dentro le mura di Hogwarts. Tuttavia, data la straordinarietà della cosa, già bella di per se’, ma ancor di più trattandosi di un’unione tra una Grifondoro e un Serpeverde, vedrò che cosa posso fare. Farò quattro chiacchiere col Ministro e vi farò sapere. Ma vi avverto: potrebbero sorgere problemi, soprattutto riguardo alla minore età di Halliwell, per cui non sperate troppo invano.”
I ragazzi si guardarono con espressione incerta.
“Ma adesso, è meglio che andiate a lezione. Ah, e tanti auguri, Signor Malfoy: se non erro oggi è il tuo compleanno e il giorno del tuo ingresso tra gli adulti della comunità magica.” Sorrise e iniziò a scrivere su una pergamena. I due ragazzi si alzarono e andarono a lezione.
Quel pomeriggio furono entrambe convocati nell’ufficio del Preside, che annunciava loro che il matrimonio si sarebbe celebrato durante la cena di quella sera stessa. Raggianti di gioia, i due uscirono e si recarono nei loro dormitori a prepararsi per la cerimonia.
A cena, la Sala Grande era addobbata in modo piuttosto inusuale, cosa che destò non poco la curiosità di tutti gli studenti presenti: dall’alto soffitto, che quella sera, essendo il tramonto, era di un colore arancio-rosato molto intenso, sgombro da nuvole o da qualunque altra cosa, pendevano stendardi sia di Grifondoro che di Serpeverde; le tavole erano state apparecchiate con tovaglie bianchissime e fatine dagli abiti verdi, rossi, oro e argento danzavano attorno alle teste dei ragazzi seduti ai propri tavoli.
Molti Grifondoro e molti Serpeverde erano allarmati dal fatto che ne’ Draco, ne’ Sarah fossero ai loro posti al tavolo delle rispettiva Case e borbottavano tra loro facendo congetture di varia natura: chi li dava per morti entrambi, chi diceva che erano scappati insieme, chi sosteneva che erano soltanto in ritardo. Questi ultimi erano gli unici ad avere in parte ragione: poco dopo che la Sala Grande si fu riempita degli studenti per la cena, il portone si spalancò di nuovo e al suono di una musica bellissima, che nessuno capì da dove provenisse, i due ragazzi entrarono a braccetto: lei portava un bellissimo abito da sposa di raso bianco, con una gonna molto lunga e un corpetto legato dietro al collo; un paio di lunghi guanti bianchi, sui quali sfoggiava l’anello appartenuto al ragazzo, le coprivano le braccia fino al gomito; aveva i capelli raccolti in uno chignon con due ciuffi che le ricadevano sul viso; Draco indossava invece un completo nero, semplice ma molto bello, ed era avvolto in quello che sembrava il mantello di suo padre. Proseguirono per tutta la Sala guardando sempre davanti a loro e si fermarono solo davanti al pulpito dal quale Silente faceva i discorsi di inizio e fine anno, guardandosi negli occhi e tenendosi le mani.
Il Preside, che quella sera indossava un abito da cerimonia molto bello e sfarzoso, blu con stelle d’argento ricamate sopra, celebrò un rito molto simile a quello babbano, nel silenzio più totale di tutta la Sala Grande. Alla fine, quando Draco e Sarah finalmente si baciarono, apparvero per un istante le immagini di un serpente e di una leonessa che si intrecciavano, poi sparirono mentre i ragazzi si allontanavano e venivano invitati a sedersi al tavolo degli insegnanti, al fianco di Piton.
“Che questi due giovani possano essere d’esempio per voi tutti: sono la prova vivente che la rivalità tra Case può e deve essere vinta. Restate uniti e saremo tutti più forti e più sicuri” disse Silente mentre i ragazzi si sedevano. Tuttavia, non arrivarono ne’ applausi ne’ manifestazioni di gioia da parte degli altri studenti, solo mormorii di stupore e di disapprovazione nei confronti dei due.
Alla fine della cena, Silente parlò di nuovo: “Credo sia giunta l’ora di andare tutti quanti a letto. E mi raccomando” continuò abbassando un po’ la voce rivolto agli sposini novelli “nessun nuovo iscritto alla scuola finché ci siete dentro voi due, d’accordo?” Fece loro l’occhiolino e li lasciò andare, seguiti dal resto della scuola.
Mentre tutti si recavano nei loro dormitori, guardandoli ancora di sottecchi, Draco e Sarah salirono fino al settimo piano, nella Stanza delle Necessità, che trovarono arredata come una camera matrimoniale completa, con tutti i loro bagagli e i loro libri ai piedi del letto.


N.d.M: poca azione e tanto love love! Spero vi piaccia comunque!

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Capitolo 9
*** Il Voto Infrangibile ***


Capitolo 9: Il Voto Infrangibile

“C’è qualcos’altro che vorrei da te, stasera” disse Draco a Sarah guardandola fissa negli occhi, serio. 
“Che cosa?” chiese lei, dolcemente.
“Il Voto Infrangibile.”
La ragazza lo guardò un po’ spiazzata, come se non capisse il perché di quella richiesta, ma annuì e disse: “Chi sarà il nostro Suggello?”
“Piton” rispose il ragazzo, sempre con lo stesso tono.
Aspettarono che nel palazzo ci fosse silenzio assoluto, poi presero il Mantello dell’Invisibilità e, ancora vestiti da sposi, si recarono verso l’ufficio buio, impolverato e dall’aspetto non proprio confortevole del Professore, che li attendeva seduto dietro la sua scrivania. I ragazzi entrarono, lo salutarono e si inginocchiarono l’uno di fronte all’altra al centro della stanza, stringendosi la mano destra. Piton si avvicinò in modo da sovrastarli, con la bacchetta sfoderata, senza dire niente, e posando la punta sulle mani congiunte dei due ragazzi si apprestò a Suggellare il loro Voto.
“Sarah, vuoi tu restare sempre al mio fianco, qualunque cosa accada?” chiese Draco.
“Lo voglio” rispose lei.
Una lingua sottile di fiamma brillante scaturì dalla bacchetta e si avvolse intorno alle mani degli sposi come un filo incandescente.
“E vuoi tu”, proseguì il ragazzo “combattere sempre accanto a me, per il Signore Oscuro e per proteggerci l’un l’altra?”
“Lo voglio” disse di nuovo la ragazza.
Una seconda lingua di fiamma uscì dalla bacchetta e si intrecciò alla prima, formando una sottile catena ardente.
“E vuoi tu” disse Draco infine “amarmi e restarmi sempre fedele?”
“Lo voglio” rispose la ragazza per l’ultima volta.
Una terza lingua di fiamma, che esplose dalla bacchetta, si aggiunse alle altre due e si strinse intorno alle mani intrecciate come una corda robusta.
I due ragazzi si baciarono e, quando la fune attorno alle loro mani si sciolse, fu Sarah a porre le stesse esatte domande a Draco. La cerimonia si ripeté nello stesso identico modo, sotto gli occhi di un Piton muto e impassibile. Solo alla fine, quando i due ragazzi si alzarono da terra per tornare nella loro Stanza dopo un altro bacio, il professore disse con la sua solita voce piatta e in tono piuttosto beffardo: “Allora, auguri”.
I due sposi lo salutarono ringraziandolo dell’aiuto dato, si buttarono di nuovo addosso il Mantello, uscirono e tornarono al settimo piano, dove ancora una volta trascorsero una delle notti più belle che avessero mai passato insieme.


N.d.M: grazie mille alla mia fedele lettrice, che segue e commenta ogni singolo episodio! Baci

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Capitolo 10
*** La fine di un altro anno ***


Capitolo 10: La fine di un altro anno

I giorni seguenti trascorsero più o meno come quelli precedenti, con la sola differenza che ora Draco e Sarah non si facevano tanti problemi a baciarsi davanti a tutti, nonostante i compagni sia di una che dall’altra Casa continuassero a guardarli storto e a bofonchiare tra loro tutte le volte che li vedevano, sia che fossero soli, sia che fossero insieme.
Erano stati convocati da Lord Voldemort già un paio di volte, la prima per congratularsi con loro per il matrimonio, la seconda per estendere il compito assegnato al ragazzo anche alla sua sposa.
Ma era già Giugno inoltrato e l’anno scolastico finì così in fretta che non ci fu alcuna occasione per poter portare a termine i loro doveri di Mangiamorte; stranamente, però, il Signore Oscuro sembrava non essersela presa tanto per questo, venendo alla conclusione che comunque ci sarebbe stato tutto l’anno successivo per poter riuscire nel loro intento e che era giusto che adesso i due ragazzi si godessero la loro nuova vita da sposi.
Così, alla fine di Giugno, Draco e Sarah tornarono tranquilli verso Londra con l’Espresso di Hogwarts, sapendo che finché fossero rientrati nelle grazie dell’Oscuro Signore sarebbero stati al sicuro.


N.d.M: scusate per la prolungata assenza... ma, come dire... mi ero dimenticata di voi!! Lo so, sono imperdonabile! E per scusarmi vi posto non uno, non due, ma ben tre capitoli!!!

Per Otsuru: a quanto pare sono riuscita nel mio intento, perchè quello che hai provato è esattamente il sentimento che Piton deve suscitare!! 

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Capitolo 11
*** Hogwarts, settimo anno ***


Capitolo 11: Hogwarts, settimo anno

Draco e Sarah avevano trascorso tutta l’estate insieme, nella casa di lui: i genitori della ragazza l’ avevano cacciata, dicendole di non osare farsi vedere e di non dare sue notizie, poiché nella loro famiglia i Malfoy non erano mai stati benaccetti e consideravano il massimo disonore che la loro unica figlia ne avesse sposato proprio uno; dal canto suo, la madre del ragazzo, Narcissa Black, non aveva detto niente, ma sembrava felice dell’unione del figlio, nonostante scoppiasse a piangere tutte le volte che vedeva i due neo-sposi scambiarsi sguardi complici, perché loro due, per sua stessa ammissione, le ricordavano tanto lei e Lucius, che ora stava ad Azkaban, quando si erano appena sposati.
Tornarono a scuola per il loro settimo ed ultimo anno stando nello stesso scompartimento, insieme a Tiger, Goyle (che, nonostante non approvassero granché e si sentissero traditi dal loro “mentore”, non avevano osato ne’ dirglielo, ne’ tantomeno ribellarsi a lui) e un altro paio di ragazzi Serpeverde che non erano così ostili verso la coppia, mentre Draco, sdraiato sulle ginocchia dell’amata, si lasciava carezzare i capelli da lei vantandosi con i suoi compagni di quanto fosse una moglie perfetta la sua e delle grandi cose che avrebbero fatto insieme per l’Oscuro Signore.
Giunti al castello, i due sposini trovarono allo stesso piano della Sala Grande, dalla parte quasi opposta ad essa, una piccola stanza tutta per loro, che Silente aveva fatto costruire durante l’estate. Era arredata in modo piuttosto semplice, con un letto a baldacchino, una specchiera, una scrivania con relativa sedia e i bauli dei due ragazzi. Sarah e Draco passarono qui tutto il loro tempo libero, amandosi, chiacchierando e progettando altri piani oltre quelli maturati durante l’estate per eliminare Harry Potter.
 

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Capitolo 12
*** Sospetto tradimento ***


Capitolo 12: Sospetto tradimento

Ottobre era già a fine, quando scoppiò la prima, vera, lite tra i due sposi: Sarah era andata di nascosto durante la lezione di Incantesimi nell’ufficio del Preside a parlare di qualcosa di molto importante, ma Draco l’aveva scoperta grazie a una soffiata di Pansy Parkinson, che aveva l’ora libera e che l’aveva vista salire furtiva la scala dietro il gargoyle di pietra che conduceva in Presidenza. Così, quella sera marito e moglie erano nella loro stanza, in piedi l’uno di fronte all’altra, a urlarsi addosso così ferocemente, che sembrava potessero uccidersi da un momento all’altro e dovettero insonorizzare la stanza per restare al sicuro da orecchie indiscrete.
“Che cosa ci sei andata a fare in Presidenza di nascosto?” disse Draco alla sua sposa con tono freddo ma già alterato, all’inizio della loro discussione.
“Infatti non ci sono andata” rispose lei con tono strafottente e voltandogli le spalle.
“Non mentirmi!” le gridò lui prendendola per un braccio e costringendola a guardarlo di nuovo. “Lo so che ci sei stata! Me l’ha detto Pansy, ti ha vista!”
“Oh, te l’ha detto Pansy” fece la ragazza in un’imitazione penosa. “Perché non vai da lei allora, visto che ci tieni così tanto?” riprese poi con il suo tono sfacciato.
“Non dire idiozie! Se avessi tenuto a lei più che a te, l’avrei sposata al tuo posto!” disse Draco lasciandola di colpo, tanto che per poco la ragazza non cadde.
Quando lei non rispose, il ragazzo continuò, voltandosi indietro, in tono più calmo, ma affannato: “Mi hai tradito, Sarah! Sei venuta meno alle tue promesse!”
“E come avrei potuto, razza di cretino?” cominciò a scaldarsi lei. “Se avessi infranto il Voto sarei morta! Oppure la mammina non te l’ha detto che funziona così?”
Draco si voltò di nuovo verso di lei, pronto a colpirla con uno schiaffo al sentir nominare sua madre con quel tono canzonatorio, ma si bloccò di botto a pochi centimetri dal viso della ragazza, come se una mano invisibile l’avesse fermato. Le voltò di nuovo le spalle e si nascose il volto tra le mani. Sarah fu tentata per un attimo di avvicinarglisi e abbracciarlo, ma ci ripensò subito e disse, gelida: “Fai la scena, adesso?”
Draco fece un gran respiro e di nuovo chiese con tono più calmo: “Che cosa ci sei andata a fare in Presidenza di nascosto?”
Ancora non ottenne risposta.
“Mi hai sposato solo per potermi spiare anche fuori dalla scuola!” urlò di nuovo, voltandosi verso la ragazza.
Sarah lo guardò distrutta, tremante, in lacrime, e gridò: “No! Non è vero!” Tentò di abbracciarlo, ma lui si scostò. “Ne sei sicura?” disse, gelido; si avvicinò al suo baule e ne estrasse una boccettina verde scuro piena di liquido trasparente, la stappò e la versò in un calice che aveva fatto apparire dal nulla. “Bevi”, disse poi alla moglie.
Lei non si mosse. “Non mi credi neanche su questo?”, gli disse un po’ più calma.
Silenzio.
“Vuoi estrarmi la verità a forza? Pensi che sia stupida, che non sappia cosa c’è là dentro? Veritaserum, non è così, tesoro?” disse di nuovo gelida e senza una lacrima, facendo pesare particolarmente l’ultima parola.
“Sei mia moglie, ho bisogno di sapere se posso ancora fidarmi di te!” disse Draco con uno strano tono.
“Sua moglie” ripeté una voce nella testa della ragazza. Ci fu una lunga pausa durante la quale regnò il silenzio più assoluto, poi Sarah si avvicinò al marito, gli tolse il calice di mano, che appoggiò sulla scrivania, gli prese la destra con la sua e disse dolcemente, guardando le loro mani tremanti: “Ricordi la sera che stringemmo il Voto Infrangibile? Ti promisi che ci saremmo protetti l’un l’altra…”
Il ragazzo annuì, senza abbandonare la sua espressione severa, ma lasciò che la ragazza continuasse a tenergli la mano.
“E’ questo che ho tentato di fare oggi da Silente.”
Draco fece per dire qualcosa, ma lei gli posò un dito sulle labbra e lo zittì. “No, lasciami parlare. Potrai dire tutto ciò che vuoi, ma dopo che avrò finito”.
Lui annuì di nuovo e tacque, mantenendo ancora la sua espressione.
“Durante tutto questo tempo, non ho mai smesso di pensare a quello che è successo a Maggio, a quella notte in cui Potter ci ha aggrediti e ho maturato sempre più l’idea che lui la dovesse pagare e mi sono ripromessa che ti avrei aiutato nel tuo compito ancora prima che l’Oscuro Signore lo estendesse anche a me. Tuttavia, mi sono anche resa conto che l’unica nostra occasione per agire è qui a scuola, ma che se eseguiremo gli ordini qui, finiremo nei guai con Silente, finiremo ad Azkaban. Così ho pensato: riveliamo a Silente quello che è successo, facciamogli sapere quello che Potter ha combinato, qualcosa succederà di sicuro. E così sono andata in Presidenza e gli ho mostrato le cicatrici che mi sono rimaste…” Si fermò all’improvviso: “Oh, no, cosa ho fatto! Avevamo la soluzione sotto al naso, bastava andare a cercare nei ricordi di due anni fa! Come ho fatto a non pensarci! Se Silente ha già cacciato Harry non potremo più…” Si gettò tra le braccia del marito, in lacrime. “Draco, ho firmato la nostra condanna a morte! Se solo ci avessi pensato prima!”
Lui rimase impassibile, o quasi: le mise stancamente un braccio intorno alla vita e disse, atono: “Devo modificare la memoria di Silente, sperando che non sia già troppo tardi. Mi spiegherai dopo come intendi agire.” La lasciò andare e schizzò fuori dalla stanza, diretto nell’ufficio del Preside.


N.d.M: questo è un capitolo che mi piace abbastanza... un po' di pepe nella nostra strana coppia!! Spero vi piaccia!

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Capitolo 13
*** Un piano perfetto ***


Capitolo 13: Un piano perfetto

Giunse quasi senza fiato nell’ufficio del Preside: “Sarah mi ha detto che è stata qui e che le ha raccontato tutto ciò che è successo quella notte. Che cosa ha detto a Potter, Signore?”
“Ancora niente, Signor Malfoy, ancora niente” rispose Silente con la sua solita voce calma. “Ho ritenuto più opportuno valutare i fatti molto attentamente, prima di agire. Personalmente, non credo che Harry avrebbe mai fatto una cosa del genere, ma non ho motivo di credere che la tua consorte mi abbia mentito spudoratamente. Che cosa le è successo veramente, Draco?” Il ragazzo notò come il Preside fosse passato dall’uso del cognome a quello del nome e, per qualche strano motivo, ebbe la sensazione che sospettasse di lui.
Prima che andassero oltre, Malfoy estrasse la Bacchetta e, cogliendolo alla sprovvista, riuscì a impossessarsi del ricordo di Silente della chiacchierata con la ragazza, per restituirglielo accuratamente modificato, in modo che non gli risultasse niente della conversazione con Sarah a proposito di quella notte.
Poi tornò nella sua stanza, dove lei lo attendeva seduta sul letto tormentandosi le mani e i capelli. Appena lo vide scattò in piedi e gli corse incontro, domandandogli ansiosa: “Allora?”
Draco chiuse la porta facendola sbattere: “Fatto” disse, in tono gelido.
La ragazza gli saltò al collo, baciandolo, ma lui si staccò quasi subito: “Il piano?” disse, sempre con lo stesso tono.
Sarah lo guardò con l’aria di un cane bastonato, poi si riscosse, tornò a sedersi sul letto e, senza guardarlo, cominciò con tono piatto: “Dovremo rinunciare ai nostri studi.” Guardò il marito, ancora in piedi davanti alla porta, ma non ottenne risposta. “Il piano è semplice: uccideremo Potter, poi faremo un Incantesimo di Appello sulle nostre scope e fuggiremo. L’hanno già fatto. Per questo dico che dovremmo riuscirci anche noi e che siamo stati degli stupidi a non guardare nel passato in cerca di una soluzione; del resto, sono passati solo due anni da quando i gemelli Weasley se ne sono andati indisturbati nello stesso modo sotto il naso della Umbridge!”Di nuovo volse il capo verso Draco, che l’aveva raggiunta sul letto e fissava il pavimento ascoltandola.
“Sì, può essere un’idea” disse poi il ragazzo, tradendo l’espressione dura con una punta di tristezza nella voce.
Sarah gli si avvicinò e lo abbracciò da dietro e stavolta, lui la lasciò fare. La sentì singhiozzare con il volto appoggiato alle sue spalle e anche dai suoi occhi caddero calde lacrime. Entrambi sapevano perfettamente per cosa stava piangendo l’altro: non per ciò che avrebbero fatto, ma per la paura di essere divisi, per la paura di fallire e morire di conseguenza, per la paura che non avrebbero mai più potuto ne’ abbracciarsi, ne’ baciarsi, ne’ fare nient’altro insieme, per la paura che non avrebbero avuto un figlio, per la paura che non sarebbero stati mai più una famiglia.


N.d.A: sì, so che Draco che riesce a modificare la mente di un uomo come Silente è alquanto improbabile... però queste erano le esigenze di copione!! Un grazie grazie alle mie fedeli otsuru e kandra645!!

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Capitolo 14
*** Omicidio e fuga ***


Dedicato ai miei amici Slytherini... perchè Potter ha da schiattà!!!
Vi voglio bene!


Capitolo 14: Omicidio e fuga

Il mattino seguente, il primo a svegliarsi fu Draco; lui e sua moglie erano abbracciati come non lo erano mai stati: i pensieri e la paura della sera prima avevano rinnovato il loro sentimento più che mai. Per un po’ stette lì a guardarla dormire nella debole luce mattutina che passava dalle finestre sulla parete alla loro destra, poi decise di svegliarla, perché dovevano ancora parlare di molte cose; così iniziò a darle piccoli baci e a soffiarle delicatamente sul viso pallido; lei lo lasciò fare per un po’, poi decise di aprire gli occhi castani e fissarli in quelli ghiaccio del marito. Si tirarono su entrambi, si abbracciarono stretti, la mente ancora percorsa dai ricordi della sera prima, poi si staccarono e lei gli si accoccolò in grembo. Il ragazzo cominciò ad accarezzarle i capelli, e dopo un po’ lei disse piano: “Draco, dove andremo?”
Lui si fermò un attimo, poi riprese ad accarezzarle la lunga chioma bruna e, avendo capito benissimo a cosa si riferiva, rispose: “Ci ho pensato buona parte della notte. Forse potremo stare a casa mia.”
“Ma non sarà pericoloso? Voglio dire, sarà il primo posto dove ci verranno a cercare, no?” continuò lei.
Draco sospirò, senza fermarsi, e poi disse: “No, se non sapranno che siamo stati noi.”
Mentre la ragazza si tirava su di nuovo, lui distolse lo sguardo.
“Agiremo mascherati?” chiese lei flebilmente.
“Sì.”
“Quando?”
“Pensavo il primo giorno delle vacanze di Natale: i cancelli saranno aperti e non ci saranno problemi a uscire” rispose Draco di nuovo atono.
“Sì, d’accordo” concluse lei a bassa voce.
Piano piano, come avrebbero fatto ogni giorno da lì a Dicembre, i due sposi iniziarono a vestirsi e a prepararsi per le peggiori giornate scolastiche della loro vita : iniziarono a non mangiare quasi niente, ognuno al tavolo della propria Casa; durante le lezioni il loro pensiero era altrove e correva alla loro vita futura di assassini; quando incontravano Harry , l’impulso di affrettare tutto era sempre più forte… Ma il giorno tanto atteso e temuto arrivò.
La mattina del 24 Dicembre, i due sposi si alzarono piuttosto presto, indossarono gli abiti da Mangiamorte, presero il Mantello dell’Invisibilità, nascosero le proprie scope alle quali avevano legato i propri bauli dietro un cespuglio nel giardino e si appostarono davanti al quadro della Signora Grassa, come due lupi che puntano la preda prima di balzarle addosso e sbranarla.
E la loro preda, finalmente, arrivò: il quadro scattò dall’interno (Sarah ebbe un groppo in gola alla vista della sua Sala Comune che non aveva più frequentato dal giorno del suo matrimonio) ed Harry Potter uscì trascinandosi dietro il suo baule per il buco del ritratto e poi per le scale. Subito Draco e sua moglie gli furono dietro, sempre ben coperti dal loro Mantello. Il terzetto si fermò nella Sala d’Ingresso. C’era ancora poca gente a giro per il castello, anzi sembrava quasi che solo Harry fosse pronto alla partenza, ma sia il portone che i cancelli erano già aperti. I due sposi attesero che Harry desse loro le spalle e che non ci fosse nessuno nei paraggi, poi sbucarono da sotto il Mantello e Sarah lo disarmò. Il ragazzo si voltò di scatto, ma fece appena in tempo ad accorgersi di avere davanti due Mangiamorte che altrettanti Avada Kedavra lo colpirono in pieno petto, scaraventandolo dall’altro lato della stanza, proprio contro le clessidre che funzionavano da contatori per i punti delle Case, mandando in pezzi quella di Corvonero.
Gli aggressori corsero fuori dal portone, Appellarono le loro scope, vi balzarono sopra e volarono via verso e oltre i cancelli della scuola più velocemente che potevano. Appena furono fuori dal territorio di Hogwarts, i due scesero dalle scope, si abbracciarono e sparirono.

N.d.A: ed eccoci a quello che aspettavate!!! Commenti, su!

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Capitolo 15
*** Un posto dove nascondersi ***


Capitolo 15: Un posto dove nascondersi

Riapparvero a casa di Draco, nella sua stanza da letto che li aveva già ospitati, sposi novelli, durante le notti dell’estate precedente. La camera era molto cupa per essere la stanza di un ragazzo ancora così giovane: il legno delle pareti e del parquet era di scuro ebano, così come quello dell’armadio, del letto, dei comodini, dello specchio, della scrivania e delle varie mensole che pendevano dalle pareti. Non c’erano poster di squadre di Quidditch attaccati ai muri, come invece si sarebbe potuto trovare in qualsiasi altra camera di un mago diciassettenne, ma solo piccoli quadretti che contenevano foto di famiglia e strani dipinti dall’aria oscura. Sulla scrivania stava un mucchio di pergamene bianche, accanto alle quali c’erano semplicemente una piume nera, una boccetta d’inchiostro dello stesso colore e una lampada ad olio, presente anche sui due comodini ai lati del letto. Da una delle mensole, cariche di boccette e strani artefatti di sicuro tutti provenienti da “Magie Sinister”, torreggiava la Mano della Gloria.
I ragazzi si tolsero le maschere da Mangiamorte, poi Draco chiese a Sarah di aspettarlo lì un momento e uscì dalla stanza in cerca di sua madre, Narcissa. La trovò, come accadeva spesso negli ultimi due anni, sdraiata sul letto dal lato in cui dormiva suo padre, intenta a piangere proprio per lui, per l’amato marito rinchiuso ad Azkaban.
“Madre” le mormorò.
Lei fece un balzo alla vista del figlio, che non aspettava per quel Natale, e, allarmata, disse: “Draco! Che cosa ci fai qui?”
Lui le si avvicinò, si sedette sul letto accanto a lei e le prese la mano: “Ho portato a termine il mio compito, madre. Sarah mi ha aiutato. E’ di là, in camera mia. Abbiamo bisogno di nasconderci qui e del vostro aiuto. Nessuno sa che siamo stati noi, per ora la nostra assenza non verrà notata, ma quando non ci vedranno tornare dopo le vacanze, nasceranno dei sospetti quasi sicuramente.”
La donna guardò il figlio con un misto di gioia, orgoglio e tristezza insieme, lo abbracciò e gli disse: “Cosa vuoi che faccia, figlio mio?”
Draco sorrise e le rispose: “Mandate una lettera a Silente; ditegli che avete bisogno di noi a casa e che non ci lascerete tornare a Hogwarts dopo le vacanze. Conoscendolo, potrebbe funzionare.”
“Ma i vostri bagagli?”
“Abbiamo tutto: siamo fuggiti per un pezzo sulle scope e i nostri bauli erano legati sotto. Poi ci siamo Smaterializzati reggendole e siamo venuti qui.”
Madre e figlio si abbracciarono di nuovo, poi lui le disse “Madre, vado da mia moglie: abbiamo bisogno l’uno dell’altra.”
La donna annuì e lo lasciò andare.
Quando Draco aprì la porta di camera sua, trovò Sarah in piedi davanti alla finestra, sconvolta, con lo sguardo perso nel vuoto oltre il giardino della villa; non si voltò neanche quando lui la chiamò per nome. Le si avvicinò e vide che grosse lacrime le rigavano il viso: di nuovo, come una sera di un paio di mesi prima, sapeva esattamente perché stesse piangendo: non per ciò che avevano fatto, ma per ciò che sarebbe stato di loro. Le mise le braccia intorno alla vita da dietro e raggiunse il suo sguardo perso nel vuoto riflesso sul vetro. Solo allora la ragazza sembrò notarlo davvero, si voltò e i due si abbracciarono stretti, piangendo sommessamente l’uno sulla spalla dell’altra.
Non uscirono mai dalla loro stanza quel giorno, neanche per mangiare: rimasero tutto il tempo abbracciati e distesi sul loro letto a pensare al loro passato e al loro futuro.


N.d.A: vi avviso che siamo quasi alle fine! Ringrazio come sempre le mie fedeli e colgo l' occasione per rispondere ai vostri commenti:
@otsuru(x cap.13): il passaggio dall'uso del cognome a quello del nome è una cosa che Silente usa molto nei momenti critici (puoi vederlo bene nel sesto film, quando Malfoy lo affronta sulla Torre di Astronomia); Draco sa bene di non avere una reputazione candida (come ha invece Harry) ed è per questo che teme che Silente sospetti di lui.
La scena è frettolosa, perchè Draco ha già ricevuto le informazioni che voleva (cioè sapere che il Preside non ha ancora parlato con Potter) e non può certo stare a dire "Non mi interessa quello che lei ha da dirmi"... quindi prima svolge il suo intento, meno attira l' attenzione...
@Rebecca Lupin (x cap.14): no, Harry è proprio morto... e non resusciterà.
@otsuru (x cap.14): penso che la risposta sia in questo capitolo!

O mamma, son quasi più lunghi i commenti del cappy... ma credo fossero necessari, no? Bacioni a tutte

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Capitolo 16
*** I pupilli di Lord Voldemort ***


Capitolo 16: I pupilli di Lord Voldemort

Quella notte il Marchio Nero sulle loro braccia bruciava come mai, segno che Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato voleva vederli, e anche di corsa. Indossarono i loro abiti da Mangiamorte, si abbracciarono e sparirono, per ricomparire poco dopo in un cimitero privato di Little Hangleton dove tutti i Mangiamorte li attendevano intorno ad uno spiazzo poco illuminato, al centro del quale stava Lord Voldemort e, ai suoi piedi… il cadavere di Harry Potter: qualcuno l’aveva fatto arrivare fin lì.
Tutti gli altri suoi servi si inchinarono al loro arrivo e quando si tirarono di nuovo su, due di essi li scortarono davanti a Voldemort stesso, che fece sparire il corpo di Harry per farlo riapparire poco più in là.
“Inginocchiatevi” disse poi a Draco e Sarah con la sua voce serpentina e raggelante. I ragazzi obbedirono all’istante, chinando il capo e dicendo “Sì, mio Signore”.
“Lodevoli, davvero” disse poi il Signore Oscuro. “Gli ultimi arrivati, i più giovani, eppure sono riusciti laddove persino io ho fallito, diciassette anni orsono. E pensare” continuò, cominciando ad andare su e giù come per ispezionare i suoi uomini, “che solo fino a ieri credevo di doverli uccidere entrambi: “Sono troppo piccoli, troppo innocenti ancora, falliranno”, mi dicevo. Ma, soprattutto, credevo che avrebbero lasciato di nuovo perdere, accecati come sono dall’amore l’uno per l’altra, ansiosi di passare insieme ogni secondo della loro miserabile vita.” Alcuni Mangiamorte sghignazzarono, ma i due sposi restarono immobili e muti, come se fossero stati Pietrificati. “Ciononostante, avete portato a termine il vostro compito e ve ne rendo pieno merito” proseguì, fermandosi di nuovo davanti ai due. “Per ciò che avete fatto, sarò lieto di offrirvi la mia massima protezione, purché non mi deludiate in futuro. Restate fedelmente al mio servizio e non vi accadrà niente; abbandonatemi, traditemi, canzonatemi e vi assicuro che non avrete una seconda possibilità. Del resto, lo sapete anche voi quello che è successo a Igor Karkaroff, per esempio, quando si è rifiutato di riunirsi a me tre anni fa.” Poi tacque, gli occhi da serpente fissi sui due ragazzi che stavano ancora inginocchiati ai suoi piedi, zitti e fermi.
Fu Sarah che si azzardò a parlare per prima: “Grazie, mio Signore. Non la abbandoneremo per nessuna ragione al mondo” disse con la voce stranamente ferma e chiara per come si sentiva in quel momento, agitata e impaurita, ma comunque felice. “Non la deluderemo, mio Signore, Lord Voldemort” concluse.
L’uomo, se così si poteva chiamare, fece un sorriso alla fanciulla che ricordava molto uno di quelli di Piton. “E tu, Draco?” disse poi, rivolto al ragazzo, inginocchiato accanto a lei.
“Io non posso fare altro che rinnovarle la mia fedeltà, mio Signore, come ho già fatto svariate volte” rispose il ragazzo con vece fredda, piatta e vagamente strafottente. Tutti gli altri Mangiamorte trattennero il respiro, compresa Sarah, la cui mano corse a quella del marito, aspettandosi, come gli altri, di vederlo in preda ai dolori causati dall’incantesimo Cruciatus in un batter d’occhio: nessuno aveva mai osato rivolgersi così all’Oscuro Signore, questo l’aveva capito anche lei.
Tuttavia, le parole che Voldemort proferì subito dopo non erano di rimprovero: “Andate, adesso” disse sempre con lo stesso tono, come se neanche avesse sentito il modo in cui il ragazzo si era rivolto a lui.
Draco e la sua sposa si alzarono, raggiunsero gli altri Mangiamorte, alcuni dei quali si congratularono con loro (tra questi c’erano anche Piton e Bellatrix Lestrange), si abbracciarono e sparirono, per tornare nella loro stanza al maniero Malfoy.
“Sei stata grandiosa” disse Draco a Sarah togliendosi gli abiti da Mangiamorte. “Non credevo te la saresti cavata così bene; avevo paura per te, che ti facesse del male. Sai, c’è stato un periodo, poco dopo il mio ingresso tra i suoi, in cui aveva una simpatia particolare per l’incantesimo Cruciatus. Temevo che volesse usarlo anche stasera, per insegnarti come ci si deve comportare davanti a lui.”
Lei gli sorrise e disse: “Tu invece sei stato un po’ incosciente. Ma non ti sei sentito?” lo rimproverò sorridendo. “Stai attento, amore mio” concluse poi, in tono improvvisamente serio, affrettandosi verso di lui che si stava ancora finendo di spogliare e prendendolo per un polso.
Lui la guardò come se si rendesse conto per la prima volta di quanto lei lo amasse, poi i due si sorrisero a vicenda, si baciarono e andarono a letto, chiudendo col loro amore quella giornata iniziata con tanto odio.

N.d.A: e questo vi annuncio che era il terzultimo capitolo... ringrazio come sempre le mie fedeli e invito con tutto il cuore kandra645 a mettersi in contatto con la sottoscritta, se vuole, per vedere i disegni che sta traendo da questo mio lavoretto!! Un bacio a tutte

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Capitolo 17
*** Lucius Malfoy Jr. ***


Capitolo 17: Lucius Malfoy Jr.

Qualche settimana dopo, verso metà Gennaio, Sarah scoprì di aspettare un bambino. Per festeggiare la notizia, Draco, esaltato all’idea di un erede, la portò a Diagon Alley il giorno immediatamente successivo, con lo scopo di regalarle qualcosa.
Fu così che Sarah ottenne il pugnale che aveva sempre desiderato tanto, vedendolo esposto in una vetrinetta da “Magie Sinister” tutte le volte che lei e suo marito si recavano lì per affari privati della famiglia del ragazzo, dei quali neanche lei conosceva bene la natura, nonostante fosse sposata con lui già da quasi un anno. Era un pugnale d’argento, con l’elsa e il fodero (anch’esso d’argento) decorati con ametiste incastonate e con varie incisioni, tra le quali un paio di serpi intrecciate e una scritta in runico attorno all’impugnatura che riportava il nome della prima proprietaria dell’arma, una certa Morgana Warrior, forse la più famigerata e temuta strega guerriera del passato per la sua bellezza e la sua crudeltà, per la quale era stato forgiato dal più abile fabbro dell’epoca in occasione del suo matrimonio con tale Malcolm Green, uno stregone guerriero suo pari per fascino e spietatezza, per il quale era stato fabbricato un pugnale praticamente gemello a quello della donna.
 
Ma anche Sarah volle fare un regalo al marito; così, qualche mese dopo, il 4 di Giugno, si recò di nuovo con lui a Diagon Alley e, mentre il ragazzo era intento a comprare nuovi libri oscuri all’interno della libreria “Il Ghirigoro” da aggiungere a quelli che aveva già nella sua vasta biblioteca privata a casa Malfoy, lei sgattaiolò da “Magie Sinister” con la scusa dell’improvvisa voglia di gelato, per prendere a Draco qualcosa che aveva già adocchiato da tempo e che era certa avrebbe apprezzato: il pugnale compagno del suo, il pugnale di Malcolm Green. L’arma aveva una lama leggermente più lunga di quella dello stiletto della donna, che ormai Sarah portava sempre facendone spuntare l’elsa dal corsetto dei suoi bellissimi abiti, ma era anch’essa d’argento, con l’elsa e il fodero (di nuovo dello stesso materiale) ornati con smeraldi incastonati e da incisioni uguali a quelle presenti sul pugnale della donna, serpi comprese, a eccezione della scritta in runico attorno all’impugnatura, che recitava il nome del suo primo proprietario.
L’avrebbe consegnato a un Draco più eccitato del normale il mattino seguente, giorno del suo diciottesimo compleanno e del primo anniversario del loro matrimonio.
 
Lucius Malfoy Jr., così fu chiamato il bambino dai suoi genitori, nacque il 22 Settembre all’ospedale magico “San Mungo”, sotto gli occhi di suo padre, di Narcissa Black e di Severus Piton, immediatamente designato padrino del piccolo.

“Sarà un grande mago oscuro, vedrai” disse poi Sarah al marito stringendo il bambino a se’. “Sarà degno del nome che porta”.
Passò il piccolo, identico al padre tranne che per il colore dei capelli, scuri come quelli della mamma, a Draco e si addormentò, esausta.


N.d.A: ragazze, non piangete, ma... questo era il penultimo capitolo!! Spero vi piaccia! Un bacino

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Capitolo 18
*** La fine di tutto ***


Alle mie fedeli lettrici e alla piccola Miyu!!


Capitolo 18: La fine di tutto

Era una fredda notte di Novembre, la più fredda che casa Malfoy avesse mai visto da quando era stata costruita parecchi anni prima; c’era la luna piena e la madre di Draco, Narcissa Black, dormiva nella camera che aveva condiviso fino a tre anni prima con il marito, Lucius Malfoy Senior, quando lui era stato arrestato da alcuni Auror membri dell’Ordine della Fenice dopo una dura battaglia al Ministero della Magia: ora l’uomo si trovava rinchiuso ad Azkaban, accovacciato in un angolo con lo sguardo perso nel vuoto, mentre un Dissennatore gli dava il suo Bacio; Draco e sua moglie dormivano abbracciati nella loro stanza, mentre anche il loro figlioletto riposava beato in una culla in fondo al loro letto.
Improvvisamente, le finestre della camera nella quale dormivano gli sposi si spalancarono, facendo svegliare di soprassalto sia loro, sia il bambino, che però non iniziò a piangere, ma che bensì tese le manine a un uomo piuttosto alto che stava in piedi davanti alla culla, vestito di nero, con i capelli neri e unti, il naso adunco e una bacchetta in mano: Severus Piton.
“Buonasera”, disse con la sua solita voce piatta e melliflua, restando in piedi immobile davanti alla culla, fissando il piccolo che, dal suo interno, invano tentava di acchiappare il suo padrino.
“Pro-Professor Piton! Che ci fa lei qui a quest’ora?” chiese Sarah stupita, alzandosi dal letto, seguita dal marito.
L’uomo non rispose, ma si voltò a guardare la porta della camera che si era aperta in quell’istante, lasciando entrare un secondo uomo il cui aspetto non lasciava alcun dubbio sul fatto che egli fosse un lupo mannaro, con i denti aguzzi, ciuffi pelosi ovunque e sangue misto a bava gocciolante dalla bocca: Fenrir Greyback.
“Allora?” gli chiese Piton con tono impaziente.
“Fatto” rispose lui ansimante.
“Fatto cosa?” domandò Draco con tono freddo e alterato.
Piton gli si avvicinò, il volto ora illuminato dalla flebile luce della luna che passava attraverso la finestra, e, con un ghigno malefico che di solito riservava a Harry Potter, quando ancora era in vita e tutti e tre i ragazzi frequentavano ancora Hogwarts, gli rispose: “Vedi, credo che tu abbia appena detto addio alla tua cara mammina!”
Draco era sconvolto: era vero? O era solo uno stupido scherzo di pessimo gusto giocatogli dal padrino di suo figlio per qualche oscura ragione?
“Ah, no, non sto scherzando: temo che sia proprio così!” proseguì l’uomo, che da abile Legilimens qual era, aveva colto la domanda del ragazzo, che per poco non cadde a terra.
“Mia madre!” gridò poi appena si fu ripreso subito dopo, cercando furiosamente la Bacchetta che teneva sempre a portata di mano sul comodino, ma che ora era sparita.
“Cercavi questa?” riprese Piton sogghignando malefico e mostrandogli la sua Bacchetta nella sua mano sinistra.
Draco balzò in avanti per prendergliela, ma Piton lo scansò, mandandolo lungo disteso a terra.
Sarah, che sembrava aver capito cosa stesse succedendo, prese la sua Bacchetta e gridò, rivolta al suo ex professore: “Avada…”
“Non credo proprio! Expelliarmus!” la interruppe Fenrir, che riaprì bocca per la prima volta da quando era entrato, disarmandola e facendola cadere sul letto. Poi, mentre Draco si stava rialzando, il lupo in lui, illuminato dalla luna, si risvegliò e l’uomo si slanciò verso la culla di Lucius Jr, gli occhi famelici e la bocca pronta a mordere.
“No!” gridarono insieme i due sposi scagliandosi verso la culla, ma era troppo tardi: Greyback aveva già morso il piccolo, condannandolo a una vita dannata. Piton, soddisfatto, lo licenziò ringraziandolo di aver portato a termine così bene e presto il suo compito e ora, aiutato da Bellatrix Lestrange, che aveva abbandonato il suo posto di guardia giù nel giardino di casa Malfoy e lo aveva raggiunto in sostituzione del mannaro, si preparava ad agire contro i due sposi. Bellatrix, puntandole contro la bacchetta, immobilizzò Sarah contro la parete, mentre Draco, sotto l’effetto della Maledizione Imperius scagliatagli contro dal suo ex insegnante, prendeva il suo pugnale e si dirigeva verso di lei tenendolo sguainato.
“Draco, fermati! Amore, sono io! Fermati, ti prego!” gridò la ragazza disperata.
Ma tutto ciò che disse fu inutile: Draco non era in grado di agire di sua volontà e perciò non riuscì a fermarsi: levò il pugnale e la trafisse in pieno petto. In quell’istante, Piton fece cessare la Maledizione e la dura realtà si presentò agli occhi del ragazzo: Sarah si stava accasciando a terra, con la camicia da notte bagnata di sangue e la testa china; lui teneva ancora il suo pugnale insanguinato in mano, levato a mezz’aria, pronto a colpire di nuovo. Gettò immediatamente l’arma a terra, inorridito, passò un braccio intorno alla vita della moglie, per sorreggerla e adagiarla delicatamente sul freddo pavimento, e la baciò. “Come ho potuto!?” si disse poi, distrutto. “Tu!” gridò con tutta la rabbia che aveva, alzandosi e voltandosi di scatto verso l’uomo che li aveva traditi. “E’ tutta colpa tua!”
“Lo credi davvero?” rispose Piton in tono beffardo. “Io dico di no. La colpa è soltanto vostra: se non vi foste tanto impegnati a diventare i pupilli dell’Oscuro Signore, non avrei mai…”
“Maledetto!” gridò di nuovo Draco, cercando di balzargli addosso, invano, poiché Bellatrix lo aveva afferrato e ora tentava di tenerlo fermo. Poi, improvvisamente, a un cenno dell’uomo, lo lasciò andare, facendolo cadere poco lontano dal corpo ormai senza vita della ragazza, e lei e Piton sparirono così come erano arrivati. Fu allora che lo vide di nuovo: il pugnale con il quale aveva ucciso l’unica ragazza che avesse mai amato era ancora lì, per terra, insanguinato, poco lontano dalla sua mano. Lo afferrò, poi si girò verso la moglie e le dette un ultimo bacio, il volto rigato dalle lacrime. “Perdonami” le disse poi e, ancora guardando il suo bel viso pallido, rivolse il pugnale verso di se’ e si uccise a sua volta.

Il giorno dopo, il Ministero della Magia, allarmato dal Marchio Nero comparso nottetempo sopra la casa, trovò Narcissa nel suo letto che sembrava semplicemente addormentata, colpita da un Avada Kedavra in pieno petto; Lucius Jr. piangeva disperato nella sua culla, portando i segni evidenti di un attacco di un lupo mannaro, sovrastando i corpi dei suoi genitori, che giacevano in una pozza di sangue, stretti nel loro ultimo abbraccio.


"Il fuoco è la mia tenerezza

perchè angelo e belva insieme
nel mio spirito caddero abbracciati.
Nel palpito dell' agonia è la vita più sacra
perchè allora non dovrei amarti,
perchè non dovrei ucciderti?"
Stefano Benni - "Il Bar Sotto Il Mare"

N.d.A: e questo era proprio l' ultimo capitolo... un grazie e un bacio enorme alle mie fedeli. Vi prometto che presto tornerò con qualcosina di nuovo!! Spero che "Il Serpente e la Leonessa" vi sia piaciuto e vi abbia commosse e coinvolte come ha commosso e coinvolte me che l' ho scritta col cuore ...

P.S: per esigenze di copione ho dovuto odiare Severus e Bellatrix, ma in realtà li adoro, quindi chi me li tratta male verrà Cruciato fino alla follia!

 

  

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