Il Serpente e la Leonessa di Moonwitch (/viewuser.php?uid=75789)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un discorso in privato ***
Capitolo 2: *** La relazione segreta ***
Capitolo 3: *** Un Segreto Oscuro ***
Capitolo 4: *** Il Marchio Nero ***
Capitolo 5: *** Cattive Notizie ***
Capitolo 6: *** Una notte dolorosa ***
Capitolo 7: *** Proposta di matrimonio ***
Capitolo 8: *** Il matrimonio ***
Capitolo 9: *** Il Voto Infrangibile ***
Capitolo 10: *** La fine di un altro anno ***
Capitolo 11: *** Hogwarts, settimo anno ***
Capitolo 12: *** Sospetto tradimento ***
Capitolo 13: *** Un piano perfetto ***
Capitolo 14: *** Omicidio e fuga ***
Capitolo 15: *** Un posto dove nascondersi ***
Capitolo 16: *** I pupilli di Lord Voldemort ***
Capitolo 17: *** Lucius Malfoy Jr. ***
Capitolo 18: *** La fine di tutto ***
Capitolo 1 *** Un discorso in privato ***
A
tutte le mie grandi amiche,
ma soprattutto a Sara,
che tanto pazientemente
ha
sopportato le mie sclerate su un “certo”
Draco
Malfoy e che ha accettato
di
illustrare questa storia.
“La luce non cancella l’ombra
l’ombra
cancella la luce
il giorno gioca con te, poi ti
abbandona
sarà
la notte la tua padrona.”
Stefano Benni - “Il
Bar sotto il mare”
Capitolo 1: Un discorso in privato
Era un assolato mattino di
metà Ottobre quello in cui Sarah Halliwell decise di
raccogliere tutto il suo coraggio e di fare quattro chiacchiere con
Draco Malfoy per dirgli ciò che provava, per fargli sapere
che da qualche anno a questa parte era sempre stato nei suoi pensieri.
Non avrebbe certo scommesso che accettasse di parlarle senza fare tante
storie, perché lui era il Principe dei Serpeverde, mentre
lei, sei anni prima, era stata smistata nella Casa di Grifondoro;
tuttavia, attese impaziente l’unica ora di buca che avevano
in comune (essendo al sesto anno, entrambi, come molti altri studenti,
avevano deciso di non frequentare tutte le materie), momento in cui si
era proposta di “rapire” Draco dai suoi amici e
parlargli. Così, nell’ora che vedeva pochissimi
dei loro compagni impegnati in Cura delle Creature Magiche, Sarah si
mise a cercarlo per tutta la scuola, cosa che non le impiegò
molto tempo, trovandolo quasi subito a pavoneggiarsi come al solito con
i suoi amici Serpeverde nel cortile: “Malfoy, ti posso
parlare un momento in privato?”
Lui,
forse più spiazzato che infastidito, le rivolse una delle
sue classiche espressioni sprezzanti che rivolgeva a qualunque
Grifondoro capitasse sul suo cammino e rispose con un secco:
“Che c’è, Halliwell?”
Sarah
non si aspettava certo di essere trattata come una di quelli che Malfoy
considerava “suoi pari”, ma poteva dirsi lo stesso
piuttosto compiaciuta del fatto che lui non le avesse scagliato addosso
una Maledizione al solo suono della sua voce; così
proseguì: “Non qui.” Si
guardò intorno e disse: “ Vieni, da questa
parte”: lo prese per un braccio e lo trascinò
all’interno di un’aula vuota lì vicino.
Draco
era sempre più spiazzato, ma quando i due misero piede
nell’aula deserta aveva già abbandonato
l’espressione di disprezzo che le aveva riservato
all’inizio: “Allora, cosa vuoi?”, le
chiese, ma non aveva un tono particolarmente aggressivo.
“Aspetta
ancora un attimo” rispose lei: estrasse la bacchetta, fece
Evanescere per sicurezza quella di Malfoy (che, colto alla sprovvista,
non oppose resistenza), sigillò la porta con un incantesimo,
insonorizzò la stanza con un altro e infine
iniziò a parlare, dapprima guardando il ragazzo dritto negli
occhi, poi andando lentamente su è giù per il
mezzo metro che gli stava davanti: “Vedi Draco”
(Malfoy sussultò a sentirsi chiamare per nome da lei)
“io… beh, sono consapevole del fatto che tra
Serpeverde e Grifondoro non tiri una gran bella aria, soprattutto negli
ultimi tempi” entrambi abbozzarono un sorriso “ma
mi sento comunque in dovere di dirti quello che sento, forse proprio
per questa rivalità che corre tra le nostre Case e che
francamente non capisco, affinché abbia un senso almeno per
me. Vedi Draco, tu mi piaci molto” si fermò di
nuovo a guardarlo negli occhi “e…”; ma
non ci fu bisogno di dire nient’altro: Malfoy le cinse la
vita e la baciò appassionatamente. “Anche tu mi
piaci” le disse poi e la baciò di nuovo.
“Quando saremo insieme, non esisteranno più
ne’ Serpeverde, ne’ Grifondoro” riprese
togliendosi la casacca, la cravatta e il golf (tutto ciò che
portasse quantomeno i colori della sua Casa), imitato da Sarah,
leggermente sconcertata dalla reazione che aveva tanto sperato, ma
raggiante di gioia; li accatastò in un angolo e li
coprì con il Mantello dell’Invisibilità
della ragazza, poi i due si abbracciarono e si baciarono ancora e
ancora, trascorrendo così tutta l’ora a loro
disposizione, senza preoccuparsi di quello che avrebbero detto i
compagni non vedendoli tornare e pensando solo al loro amore appena
dichiarato, ma nato già da tempo nei loro cuori.
La
storia continua... la prossima settimana!
Mi raccomando, commentate!
Un bacione, Sarah
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Capitolo 2 *** La relazione segreta ***
Capitolo
2: La
relazione segreta
Improvvisamente
suonò la campanella; i ragazzi si staccarono
all’istante dal loro bacio appassionato, sorpresi e
intimiditi da quel suono che credevano potesse non arrivare mai.
“Non
dovremo parlarne con nessuno” disse Draco guardando Sarah
negli occhi e tenendola fermamente per le braccia, come se temesse che
con lo squillo della campanella, sarebbe scomparsa sotto i suoi occhi .
“Tutto
come prima, almeno in pubblico” concordò lei; si
rimisero ciò che si erano tolti, la bacchetta di Draco fu
nuovamente Evocata senza chiedere spiegazioni del perché
fosse stata fatta Evanescere, la stanza fu riportata nelle sue
condizioni normali e la porta riaperta dopo un ultimo bacio.
I
due ragazzi tornarono così alle loro consuete espressioni di
odio l’uno per l’altra, un po’ troppo
ostentate a dire il vero: più di un Grifondoro chiese a
Sarah che cosa fosse successo in particolare, ma lei riuscì
ad eludere le domande rispondendo fredda sempre allo stesso modo:
“E’ più il fatto che Malfoy esista che
mi turba”.
Passò
circa una settimana senza che i due si fossero potuti incontrare, o
meglio, non come intendevano loro: così, durante la lezione
in comune di Pozioni del Lunedì successivo, Sarah fece
cadere non vista un bigliettino nel calderone ancora vuoto di Draco,
mentre andava a prendere posto al suo solito tavolo proprio dietro
quello dei pochi Serpeverde che prendevano parte alla lezione (molti
erano stati bocciati in Pozioni l’anno prima ai G.U.F.O.). Il
ragazzo raccolse rapido il pezzetto di pergamena e lesse:
Ti aspetto
stanotte a Mezzanotte davanti
alla mia Casa. Farò
scattare io il quadro
dall’interno. Avrò il
Mantello. So io dove andare.
Così,
all’ora convenuta, Draco, correndo il rischio di essere
beccato fuori dal dormitorio di notte da Gazza, si trovava
già di fronte al quadro della Signora Grassa. Quando si
sentì il primo rintocco della Mezzanotte, il quadro si
aprì dall’interno, ma non si vide nessuno: Sarah
era sotto il suo Mantello dell’Invisibilità; lo
gettò addosso a Draco e sussurrò:
“Vieni, andiamo.” Senza dire niente, il ragazzo si
incamminò al suo fianco, stando attento a essere entrambi
ben coperti; i due svoltarono in un corridoio del settimo piano e si
fermarono davanti a un arazzo che rappresentava Barnaba il Babbeo e
alcuni Troll in tutù. “La Stanza delle
Necessità” mormorò la ragazza.
“Adesso aiutami, Draco: per poter entrare dobbiamo andare su
e giù per tre volte pensando intensamente alla stanza della
quale abbiamo bisogno; in questo caso, una stanza dove poter stare
insieme solo io e te e nasconderci”. I due si presero per
mano e fecero ciò che aveva detto Sarah; quando riaprirono
gli occhi per vedere se avesse funzionato, la porta era lì.
Grazie
a chi ha commentato, aggiunto tra le seguite o tra i preferiti!
La
storia continua la prossima settimana!
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Capitolo 3 *** Un Segreto Oscuro ***
Capitolo
3: Un segreto oscuro
Entrarono
e si tolsero il Mantello. La stanza era completamente vuota (fatto
parecchio strano per la Stanza delle Necessità, che di
solito era arredata con tutto quello che chi la stava usando poteva
volere, anche la cosa più piccola e probabilmente inutile).
“Avevo
così voglia di vederti!” disse lei, parlando
finalmente con un tono di voce normale. Si avvicinò per
baciare il ragazzo, ma lui si scostò. “Che cosa
c’è?” disse, mentre già gli
occhi le si riempivano di lacrime.
Draco
la guardò un attimo, poi le volse le spalle e disse, la voce
strozzata: “Non possiamo, Sarah”.
“Come
no? L’abbiamo già fatto! Perché non
possiamo più? E’ forse un problema che riguarda le
Case? Ne abbiamo già parlato, no? Non esisteranno per noi,
l’hai detto tu!”
“No,
non è per quello. Non possiamo e basta!”. Anche
lui iniziò a piangere.
“Amore
mio, ma che dici? Perché non possiamo?” disse
Sarah disperata “E’ colpa mia? Sono io il
problema?”
“Smettila!”
gridò Draco “Tu non sei affatto un problema! Il
problema sono io, Sarah, IO!”. Piangeva a dirotto e la sua
mano corse al braccio sinistro. Sarah lo guardava disperata ed
esterrefatta: mai avrebbe pensato che Draco Malfoy potesse comportarsi
così. Mentre lo guardava piangere, gli occhi le caddero
sulla mano che stringeva il braccio, un lampo le attraversò
la mente e capì: “Draco,
sei…” iniziò con voce stranamente calma
per come si sentiva, tradita e distrutta.
“Un
Mangiamorte, sì” concluse lui, quasi sottovoce.
“Per questo non possiamo stare insieme.”
“Perché
no?” insisté la ragazza.
“Allora
non hai capito?! Sono un Mangiamorte, Sarah, uno degli uomini di
Tu-Sai-Chi!” gridò di nuovo. “E per di
più mi è stato affidato un compito
importantissimo, qualcosa che mi costerà la prigione se
riusciranno a prendermi, o la vita stessa se fallirò. Per
questo non voglio che tu mi frequenti: sarebbe troppo pericoloso per
te.” Si voltò di nuovo a guardarla: gli occhi
color ghiaccio erano leggermente arrossati e grosse lacrime gli
scorrevano lungo il viso; la ragazza lo guardava compassionevole e,
indubbiamente, innamoratissima. Poi la sua espressione
cambiò, divenne improvvisamente più dura e
decisa, e disse: “Lo diventerò anch’io.
Cosa devo fare?”
“No,
non te lo permetterò” disse Draco. “Il
mio Signore non credo sopporterebbe certe cose, finirebbe con
l’ucciderci entrambi. Tu non devi morire per colpa mia. Ti
amo troppo.”
“Draco,
sono io che lo voglio! Voglio restare al tuo fianco!
Diventerò una Mangiamorte che tu lo voglia o no…
e se hai proprio deciso di non volermi più con te,
continuerò a battermi per l’Oscuro Signore,
restandoti accanto in ogni caso. Perché è
così, Draco: io ti amo e ti amerò comunque,
corrisposta o no.”
Davanti
alla sua cocciutaggine, il ragazzo non riuscì a dire
più niente: semplicemente le andò incontro, la
abbracciò e le disse: “Se è questo
ciò che vuoi veramente, ti lascerò
fare”. Poi, come la volta precedente, si tolsero tutto
ciò che portava i colori delle loro rispettive Case e lo
coprirono col mantello; si guardarono negli occhi e si baciarono,
sentendo il volto l’uno dell’altra umido per le
lacrime che ancora stavano versando. Trascorsero la notte distesi sul
pavimento, addormentati in uno stretto abbraccio.
N.d.A. : e
un altro capitolo è andato... aspetto i vostri commenti in
attesa di pubblicare il prossimo, la prossima settimana!
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Capitolo 4 *** Il Marchio Nero ***
Per celebrare l' uscita al
cinema di "Harry Potter e il Principe Mezzosangue" (da cui per altro
è nata questa ff), posto oggi anzichè domani... e
non uno, ma ben due capitoli!!
Enjoy!
Capitolo 4: Il Marchio nero
Si
svegliarono il mattino successivo giusto in tempo per tornare nei
rispettivi dormitori e fingere di avervi trascorso tutta la notte.
Prima di lasciarsi si promisero che si sarebbero ritrovati due notti
dopo con le stesse modalità.
E
così fecero: due Mezzenotti dopo Draco era di nuovo fuori
dalla Sala Comune di Grifondoro, aspettando che Sarah facesse scattare
il quadro dall’interno e che dunque uscisse, celata dal suo
Mantello. Stavolta, però, non andarono al settimo piano, ma
scesero le scale verso il giardino della scuola: quella mattina Draco
le aveva confessato con un biglietto passato di nascosto a colazione
che la sera precedente era andato a parlare con l’Oscuro
Signore, che li attendeva entrambe quella notte stessa per fare di lei
una Mangiamorte a tutti gli effetti; così quella sera
nessuno dei due indossava la solita divisa: Sarah, truccata con un
ombretto e un rossetto molto scuri, portava un lungo abito viola scuro
con decorazioni color oro intorno alla vita, piuttosto scollato e con
le maniche ampie, coperta da un mantello da viaggio color blu notte
chiuso da una catenella di bronzo con il fermaglio a forma di testa di
lupo; Draco indossava la classica “divisa” da
Mangiamorte.
Quando
furono fuori dei cancelli di Hogwarts, che Gazza aveva dimenticato
aperti, come il portone d’ingresso, il ragazzo la strinse
forte a se’ e sparirono.
Riapparvero
in un cimitero lontano miglia e miglia, dove tutti i Mangiamorte erano
raccolti intorno a uno spiazzo scarsamente illuminato, al centro del
quale stava l’Oscuro Signore. Draco fu accolto con grandi
onori da tutti, mentre Sarah era guardata ancora con diffidenza,
nonostante fosse arrivata abbracciata al loro pupillo, ma la cosa non
la infastidiva. Il ragazzo si unì ai suoi compagni e lei fu
invitata a raggiungere Lord Voldemort al centro dello spiazzo, dove lui
le prese il braccio sinistro e le impresse il Marchio Nero. Il dolore
era acutissimo, ma la ragazza non battè ciglio.
Giurò fedeltà all’Oscuro Signore, le fu
consegnata una tonaca identica a quella di Draco che avrebbe dovuto
indossare tutte le volte che avesse raggiunto altri Mangiamorte da
lì in poi, e la cerimonia finì.
Draco
le corse incontro, la baciò,
l’abbracciò e tornarono al castello. Si
indirizzarono immediatamente verso la Stanza delle Necessità
dove, felici come non mai, si abbandonarono completamente al loro amore
su un bellissimo letto a baldacchino comparso al loro ingresso nella
Stanza (che comunque restava priva di qualsiasi altro arredo).
Quando
la ragazza si fu addormentata, Draco le sussurrò
all’orecchio “Grazie, amore mio”, la
abbracciò e si addormentò anche lui.
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Capitolo 5 *** Cattive Notizie ***
Capitolo 5: Cattive notizie
Dopo
quella notte, fu sempre più difficile riuscire a ostentare
odio l’un l’altra, anche perché dopo
un’altra settimana durante la quale non si erano incontrati,
decisero che non ce la facevano più a non stare insieme
tutte le notti. Così passavano i mesi e i due ragazzi
presero a incontrarsi a ogni Mezzanotte, amandosi sempre di
più.
A
Marzo, iniziarono a sorgere i primi sospetti da parte degli altri
studenti, soprattutto da parte di Harry Potter: da sempre era stato
impossibile nascondergli qualunque cosa, soprattutto se era qualcosa di
anche solo minimamente losco; così aveva iniziato a
indagare, a spiare lei e Draco sulla Mappa del Malandrino, specialmente
dopo il calar del sole, a fare domande e a formulare ipotesi insieme ai
suoi amici Ron Weasley ed Hermione Granger su cosa facessero Halliwell
e Malfoy quando sparivano e, soprattutto, se era insieme che agivano,
anche se temeva di sì, pur non credendoci
granché. La ragazza venne a sapere la cosa dalla stessa
Hermione, che una sera, prima di andare a dormire, le
confessò ciò che faceva Harry e quello che le
aveva detto, cioè che quando osservava lei e Malfoy dopo il
tramonto sulla Mappa del Malandrino, improvvisamente sparivano entrambi.
Quella
stessa notte, quando Sarah si incontrò con Draco, gli
confidò la cosa: i due ragazzi erano sdraiati sul letto, che
ormai faceva parte dell’arredamento fisso della loro Stanza
delle Necessità, abbracciati, persi nei loro pensieri,
quando Sarah improvvisamente disse con voce piatta: “Ci sono
problemi, Draco”.
Il
ragazzo si tirò più su, la guardò
dritta negli occhi con aria severa e le disse: “Che genere di
problemi?”
“Potter.
Comincia ad avere dei sospetti.”
“Che
cosa? Tu… cosa… con chi ne hai
parlato?” rispose il ragazzo cominciando ad agitarsi.
“Con
nessuno, te lo giuro Draco” replicò lei alzandosi
un po’ a sua volta “Ma lo sai
com’è fatto Harry: non gli si può
nascondere niente. Ha cominciato a spiarci sulla Mappa del Malandrino
di notte, me l’ha detto Hermione Granger. Pare che quando
veniamo qua dentro, spariamo dalla Mappa.”
“E
tu credi a quella sporca Mezzosangue?” disse Draco con un
improvviso ghigno malefico.
“Beh,
so che tu non l’apprezzi, ma è pur sempre una mia
amica! La migliore, a essere sinceri. Perché dovrebbe dirmi
una cosa simile se non fosse vera?” Fece una pausa come per
riflettere, distogliendo lo sguardo, poi continuò:
“Che cosa faremo adesso, Draco?”
Lui
distolse lo sguardo a sua volta, si sedette del tutto sul letto e
disse, più a se stesso che alla ragazza:
“Porterò a termine il mio compito”.
“Non
credi sia giunto il momento di dirmi di cosa si tratta?”
Draco
si voltò di nuovo verso di lei guardandola con aria severa e
disse: “Devo uccidere Harry Potter”.
Sarah
lo guardò con la stessa espressione che avrebbe avuto se le
avesse detto qualunque cosa mille volte meno sconvolgente, poi si
ridistese, tirandoselo dietro e abbracciandolo.
Si
addormentarono dopo poco, i loro sogni disturbati da visioni di Harry
che li scopriva a baciarsi in varie zone del castello e che li uccideva
entrambi prima che loro riuscissero a fare qualcosa.
N.d.A: e
adesso che cosa accadrà? Sarah accetterà la
missione di Draco? Alla prossima settimana!
(Commentucci,
please!!)
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Capitolo 6 *** Una notte dolorosa ***
Capitolo 6: Una notte dolorosa
Nonostante
tutto, i due innamorati continuarono a vedersi tutte le notti. Durante
una di quelle, a fine Maggio, Draco e Sarah erano già
addormentati stretti in un abbraccio, ignari di quello che stava per
accadere.
La
porta della Stanza delle Necessità si aprì
all’improvviso con un rumore tale che i due ragazzi si
svegliarono di soprassalto: qualcuno era in piedi, sul ciglio della
porta, in penombra, con una mano stretta a pugno e la bacchetta
nell’altra. Draco si tirò su di scatto, prese la
sua bacchetta stringendo Sarah con l’altro braccio, accese
con la magia alcune candele e i due ragazzi videro finalmente chi era
venuto a disturbarli: Harry Potter in persona.
Prima
ancora che riuscissero a fare qualcos’altro, Harry
entrò nella stanza e li attaccò, ignaro degli
effetti che avrebbe avuto quell’incantesimo, che aveva
trovato scritto a mano in un angolo di un libro accompagnato dalla nota
“Contro i nemici”.
“Sectumsempra!” gridò, rivolto verso la
ragazza; il sangue schizzò dal suo petto come se fosse stata
trafitta da una spada invisibile.
In
un attimo, Draco le fu addosso, pensando freneticamente a un modo per
poterla salvare. “Aiutami,” mormorò lei
in preda alle convulsioni per il dolore “ti prego”.
Il ragazzo annuì e si voltò verso Harry per
attaccarlo a sua volta, ma il ragazzo era già scappato. Si
voltò di nuovo verso Sarah, che mormorò:
“Chiama Silente. Chiedi aiuto a lui. Capirà
perché…” ma le si mozzò il
fiato in gola.
Draco,
ormai sporco di sangue quasi quanto la ragazza, schizzò
fuori dalla stanza, ma non diretto verso l’ufficio del
Preside, bensì verso quello del professor Piton: non poteva
rischiare che Silente vedesse il Marchio Nero sul braccio della
ragazza; dal canto suo, Piton non avrebbe avuto sorprese ne’
avrebbe fatto domande, essendo stato presente alla cerimonia durante la
quale la ragazza era diventata una Mangiamorte, poiché era
un servo dell’Oscuro Signore lui stesso; inoltre era il suo
protettore a Hogwarts ed era consapevole del fatto che lui e Sarah
stessero insieme, dato che alla cerimonia si erano baciati e certamente
lui li aveva visti. Bussò con tutta la forza che aveva alla
porta del suo ufficio giù nei sotterranei e quando
l’ insegnante apparve, disse senza fiato:
“Professore ci aiuti. Sarah sta morendo”.
“Portami
da lei” disse Piton leggermente allarmato e spingendo Draco
davanti a se’. I due corsero a perdifiato su per le scale
fino al settimo piano, nella Stanza dove Sarah giaceva in una pozza di
sangue sul letto, ancora in preda al dolore causatole dalle ferite.
Piton fu subito su di lei , brandendo la bacchetta come una spada e
guarendola in un attimo. Draco corse ad abbracciarla, ma il professore
li divise all’istante: “Dopo, Malfoy. Adesso
dobbiamo portarla in infermeria e fare quattro chiacchiere.”
I ragazzi si guardarono con aria colpevole e insieme preoccupata mentre
Piton prendeva Sarah tra le braccia per portarla da Madama Chips.
Una
volta rimasti di nuovo soli in infermeria, il professore prese ad
interrogare i due ragazzi su cosa fosse successo. Draco prese Sarah per
mano e raccontò tutto ciò che era accaduto prima
del suo arrivo nell’ ufficio.
“Ricordati
il tuo compito, Malfoy”, disse infine Piton e se ne
andò. Il ragazzo guardò la sua amata che
già dormiva, chinò il capo sul letto accanto a
lei e si addormentò a sua volta.
N.d.M: chiedo scusa per la lunga
assenza, ma dapprima ho avuto dei problemi con Internet, e poi sono
partita per una settimana... godetevi quindi questo nuovo, meritato
capitolo!
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Capitolo 7 *** Proposta di matrimonio ***
Capitolo 7: Proposta di matrimonio
La
mattina successiva i due ragazzi furono svegliati da Madama Chips che
diceva a Draco che le lezioni sarebbero iniziate di lì a
poco e che doveva andarsene; Sarah sarebbe rimasta in infermeria almeno
un altro giorno e un’altra notte.
Non
ci credevano, ma conservavano la speranza che la voce della loro
relazione non si fosse spanta troppo per la scuola dopo quello che era
successo la notte precedente: non erano tanto Piton o la Chips a
preoccuparli (entrambi erano sicuri che i Professori non sarebbero
certo andati in giro a spettegolare su di loro), quanto Harry Potter,
che molto poco probabilmente avrebbe taciuto una cosa del genere: quasi
di sicuro l’avrebbe detto a Ron, che l’avrebbe
detto a Hermione, che l’avrebbe detto a Ginny, la sorella
minore di Ron, che l’avrebbe detto a Luna Lovegood, una sua
amica di Corvonero, che l’avrebbe detto a…
insomma, in poco, tutti avrebbero saputo. Infatti, anche se Draco fece
ancora finta di niente durante tutto il giorno, diversi sguardi,
soprattutto tra i Grifondoro, si posavano sospettosi su di lui.
Quando,
due sere dopo, i ragazzi si incontrarono di nuovo nella loro Stanza, ne
parlarono molto:
“Dobbiamo
fare qualcosa, Draco” disse Sarah camminando su e
giù per la stanza e torturandosi le mani, mentre il ragazzo
era seduto sul letto con lo sguardo perso nel vuoto.
“Lo
sai che cosa dobbiamo fare” rispose lui, freddo. Lo era stato
fin da quando si erano visti fuori dal quadro della Torre di
Grifondoro, da dove era uscita Sarah dopo il suo rientro
dall’infermeria, e non aveva voluto ne’ baciare
ne’ abbracciare la ragazza. Lei si bloccò di botto
e lo guardò fisso negli occhi, fredda quanto lui.
“Che c’è? Non mi vuoi più,
vero? Pensi che la colpa di quello che è successo
l’altra sera sia mia, non è
così?”.
Nessuna
risposta. Sarah si avvicinò al letto, ansimando e
visibilmente scossa: “Pensi che ti abbia tradito!”,
gli urlò contro.
Malfoy
ancora non rispose, distogliendo lo sguardo. Allora la ragazza
continuò, più calma: “Draco, voglio
aiutarti a portare a termine il tuo compito tanto quanto lo vuoi tu.
Soprattutto ora che ho un motivo per farlo. Soltanto credo che questo
non sia il momento più opportuno.”
Il
ragazzo la guardò di nuovo, con un’espressione
strana sul volto, impenetrabile. “Mi vuoi sposare?”
le chiese, con un tono altrettanto indecifrabile.
“L’altra sera ho provato vera paura per la prima
volta in vita mia, paura perché ero quasi certo che ti avrei
persa, e ho capito quanto ti ami anche più di quello che
credevo e che non voglio stare senza di te, perché non ce la
farei”.
La
ragazza rimase interdetta dalla richiesta: lui sarebbe diventato
maggiorenne il giorno dopo, ma lei doveva aspettare ancora fino a
Ottobre; più volte nell’arco di quei sette mesi si
erano provati l’amore reciproco, ma mai si sarebbe aspettata
che Draco le chiedesse di sposarlo. Tuttavia, non poteva certo dirsi
ne’ delusa, ne’ rattristata, così
salì anche lei sul letto, si avvicinò al ragazzo,
sussurrò un “Sì” al suo
orecchio e lo baciò, mentre lacrime di gioia le rigavano il
volto.
“Quando?”
chiese poi, sorridendo, mentre Draco si sfilava il suo anello e lo
metteva al dito della ragazza.
“Sai
che giorno è domani?” le chiese lui.
“Il suo
compleanno” disse
una voce nella testa della ragazza, che annuì.
“Sarebbe
il regalo migliore, no?” affermò Draco sorridendo
a sua volta.
“Sì,
ma chi… come faremo a…”
“Silente”
rispose il ragazzo cogliendo la domanda. “Se ci sposa lui, il
nostro matrimonio sarà valido, anche se tu sei ancora
minorenne: ha molta influenza sul Ministero, ricordi?
Troverà di sicuro un modo per convincerli ad
accettarlo!”
Sarah
sorrise raggiante e i due si baciarono di nuovo. Fu una delle notti
più belle che avessero mai trascorso insieme.
N.d.A:
sorpresina! Un capitolozzo arrivato prima della consueta settimana! Per
farmi perdonare del ritardo degli ultimi due... enjoy it!!
P.S: grazie 1000 a tutti coloro che stanno commentando!
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Capitolo 8 *** Il matrimonio ***
Capitolo 8: Il matrimonio
La
mattina seguente, il 5 Giugno, i due si recarono prima
dell’inizio delle lezioni dal Preside per concordare su
ciò che avrebbero fatto.
“Ci
vogliamo sposare” disse Draco, dopo che Silente li ebbe fatti
accomodare in due poltrone davanti alla sua scrivania.
“Intenzione
davvero nobile” commentò l’uomo con la
sua solita voce calma. “Ma non vedo in cosa io possa esservi
utile”, proseguì.
“Vogliamo
che sia lei a sposarci” rispose il ragazzo.
“Insomma, può farlo, non è
così?” riprese, titubante.
“Non
saprei davvero dirtelo, Signor Malfoy: non è mai capitato
che qualcuno si volesse sposare dentro le mura di Hogwarts. Tuttavia,
data la straordinarietà della cosa, già bella di
per se’, ma ancor di più trattandosi di
un’unione tra una Grifondoro e un Serpeverde,
vedrò che cosa posso fare. Farò quattro
chiacchiere col Ministro e vi farò sapere. Ma vi avverto:
potrebbero sorgere problemi, soprattutto riguardo alla minore
età di Halliwell, per cui non sperate troppo
invano.”
I
ragazzi si guardarono con espressione incerta.
“Ma
adesso, è meglio che andiate a lezione. Ah, e tanti auguri,
Signor Malfoy: se non erro oggi è il tuo compleanno e il
giorno del tuo ingresso tra gli adulti della comunità
magica.” Sorrise e iniziò a scrivere su una
pergamena. I due ragazzi si alzarono e andarono a lezione.
Quel
pomeriggio furono entrambe convocati nell’ufficio del
Preside, che annunciava loro che il matrimonio si sarebbe celebrato
durante la cena di quella sera stessa. Raggianti di gioia, i due
uscirono e si recarono nei loro dormitori a prepararsi per la cerimonia.
A
cena, la Sala Grande era addobbata in modo piuttosto inusuale, cosa che
destò non poco la curiosità di tutti gli studenti
presenti: dall’alto soffitto, che quella sera, essendo il
tramonto, era di un colore arancio-rosato molto intenso, sgombro da
nuvole o da qualunque altra cosa, pendevano stendardi sia di Grifondoro
che di Serpeverde; le tavole erano state apparecchiate con tovaglie
bianchissime e fatine dagli abiti verdi, rossi, oro e argento danzavano
attorno alle teste dei ragazzi seduti ai propri tavoli.
Molti
Grifondoro e molti Serpeverde erano allarmati dal fatto che
ne’ Draco, ne’ Sarah fossero ai loro posti al
tavolo delle rispettiva Case e borbottavano tra loro facendo congetture
di varia natura: chi li dava per morti entrambi, chi diceva che erano
scappati insieme, chi sosteneva che erano soltanto in ritardo. Questi
ultimi erano gli unici ad avere in parte ragione: poco dopo che la Sala
Grande si fu riempita degli studenti per la cena, il portone si
spalancò di nuovo e al suono di una musica bellissima, che
nessuno capì da dove provenisse, i due ragazzi entrarono a
braccetto: lei portava un bellissimo abito da sposa di raso bianco, con
una gonna molto lunga e un corpetto legato dietro al collo; un paio di
lunghi guanti bianchi, sui quali sfoggiava l’anello
appartenuto al ragazzo, le coprivano le braccia fino al gomito; aveva i
capelli raccolti in uno chignon con due ciuffi che le ricadevano sul
viso; Draco indossava invece un completo nero, semplice ma molto bello,
ed era avvolto in quello che sembrava il mantello di suo padre.
Proseguirono per tutta la Sala guardando sempre davanti a loro e si
fermarono solo davanti al pulpito dal quale Silente faceva i discorsi
di inizio e fine anno, guardandosi negli occhi e tenendosi le mani.
Il
Preside, che quella sera indossava un abito da cerimonia molto bello e
sfarzoso, blu con stelle d’argento ricamate sopra,
celebrò un rito molto simile a quello babbano, nel silenzio
più totale di tutta la Sala Grande. Alla fine, quando Draco
e Sarah finalmente si baciarono, apparvero per un istante le immagini
di un serpente e di una leonessa che si intrecciavano, poi sparirono
mentre i ragazzi si allontanavano e venivano invitati a sedersi al
tavolo degli insegnanti, al fianco di Piton.
“Che
questi due giovani possano essere d’esempio per voi tutti:
sono la prova vivente che la rivalità tra Case
può e deve essere vinta. Restate uniti e saremo tutti
più forti e più sicuri” disse Silente
mentre i ragazzi si sedevano. Tuttavia, non arrivarono ne’
applausi ne’ manifestazioni di gioia da parte degli altri
studenti, solo mormorii di stupore e di disapprovazione nei confronti
dei due.
Alla
fine della cena, Silente parlò di nuovo: “Credo
sia giunta l’ora di andare tutti quanti a letto. E mi
raccomando” continuò abbassando un po’
la voce rivolto agli sposini novelli “nessun nuovo iscritto
alla scuola finché ci siete dentro voi due,
d’accordo?” Fece loro l’occhiolino e li
lasciò andare, seguiti dal resto della scuola.
Mentre
tutti si recavano nei loro dormitori, guardandoli ancora di sottecchi,
Draco e Sarah salirono fino al settimo piano, nella Stanza delle
Necessità, che trovarono arredata come una camera
matrimoniale completa, con tutti i loro bagagli e i loro libri ai piedi
del letto.
N.d.M:
poca azione e tanto love love! Spero vi piaccia comunque!
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Capitolo 9 *** Il Voto Infrangibile ***
Capitolo 9: Il Voto Infrangibile
“C’è
qualcos’altro che vorrei da te, stasera” disse
Draco a Sarah guardandola fissa negli occhi, serio.
“Che
cosa?” chiese lei, dolcemente.
“Il
Voto Infrangibile.”
La
ragazza lo guardò un po’ spiazzata, come se non
capisse il perché di quella richiesta, ma annuì e
disse: “Chi sarà il nostro Suggello?”
“Piton”
rispose il ragazzo, sempre con lo stesso tono.
Aspettarono
che nel palazzo ci fosse silenzio assoluto, poi presero il Mantello
dell’Invisibilità e, ancora vestiti da sposi, si
recarono verso l’ufficio buio, impolverato e
dall’aspetto non proprio confortevole del Professore, che li
attendeva seduto dietro la sua scrivania. I ragazzi entrarono, lo
salutarono e si inginocchiarono l’uno di fronte
all’altra al centro della stanza, stringendosi la mano
destra. Piton si avvicinò in modo da sovrastarli, con la
bacchetta sfoderata, senza dire niente, e posando la punta sulle mani
congiunte dei due ragazzi si apprestò a Suggellare il loro
Voto.
“Sarah,
vuoi tu restare sempre al mio fianco, qualunque cosa accada?”
chiese Draco.
“Lo
voglio” rispose lei.
Una
lingua sottile di fiamma brillante scaturì dalla bacchetta e
si avvolse intorno alle mani degli sposi come un filo incandescente.
“E
vuoi tu”, proseguì il ragazzo
“combattere sempre accanto a me, per il Signore Oscuro e per
proteggerci l’un l’altra?”
“Lo
voglio” disse di nuovo la ragazza.
Una
seconda lingua di fiamma uscì dalla bacchetta e si
intrecciò alla prima, formando una sottile catena ardente.
“E
vuoi tu” disse Draco infine “amarmi e restarmi
sempre fedele?”
“Lo
voglio” rispose la ragazza per l’ultima volta.
Una
terza lingua di fiamma, che esplose dalla bacchetta, si aggiunse alle
altre due e si strinse intorno alle mani intrecciate come una corda
robusta.
I
due ragazzi si baciarono e, quando la fune attorno alle loro mani si
sciolse, fu Sarah a porre le stesse esatte domande a Draco. La
cerimonia si ripeté nello stesso identico modo, sotto gli
occhi di un Piton muto e impassibile. Solo alla fine, quando i due
ragazzi si alzarono da terra per tornare nella loro Stanza dopo un
altro bacio, il professore disse con la sua solita voce piatta e in
tono piuttosto beffardo: “Allora, auguri”.
I
due sposi lo salutarono ringraziandolo dell’aiuto dato, si
buttarono di nuovo addosso il Mantello, uscirono e tornarono al settimo
piano, dove ancora una volta trascorsero una delle notti più
belle che avessero mai passato insieme.
N.d.M:
grazie mille alla mia fedele lettrice, che segue e commenta ogni
singolo episodio! Baci
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Capitolo 10 *** La fine di un altro anno ***
Capitolo
10: La fine di un altro
anno
I
giorni seguenti trascorsero più o meno come quelli
precedenti, con la sola differenza che ora Draco e Sarah non si
facevano tanti problemi a baciarsi davanti a tutti, nonostante i
compagni sia di una che dall’altra Casa continuassero a
guardarli storto e a bofonchiare tra loro tutte le volte che li
vedevano, sia che fossero soli, sia che fossero insieme.
Erano
stati convocati da Lord Voldemort già un paio di volte, la
prima per congratularsi con loro per il matrimonio, la seconda per
estendere il compito assegnato al ragazzo anche alla sua sposa.
Ma
era già Giugno inoltrato e l’anno scolastico
finì così in fretta che non ci fu alcuna
occasione per poter portare a termine i loro doveri di Mangiamorte;
stranamente, però, il Signore Oscuro sembrava non essersela
presa tanto per questo, venendo alla conclusione che comunque ci
sarebbe stato tutto l’anno successivo per poter riuscire nel
loro intento e che era giusto che adesso i due ragazzi si godessero la
loro nuova vita da sposi.
Così,
alla fine di Giugno, Draco e Sarah tornarono tranquilli verso Londra
con l’Espresso di Hogwarts, sapendo che finché
fossero rientrati nelle grazie dell’Oscuro Signore sarebbero
stati al sicuro.
N.d.M:
scusate per la prolungata assenza... ma, come dire... mi ero
dimenticata di voi!! Lo so, sono imperdonabile! E per scusarmi vi posto
non uno, non due, ma ben tre capitoli!!!
Per Otsuru: a quanto pare sono riuscita nel mio intento,
perchè quello che hai provato è esattamente il
sentimento che Piton deve suscitare!!
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Capitolo 11 *** Hogwarts, settimo anno ***
Capitolo
11: Hogwarts, settimo anno
Draco e
Sarah avevano trascorso tutta l’estate insieme, nella casa di
lui: i genitori della ragazza l’ avevano cacciata, dicendole
di non osare farsi vedere e di non dare sue notizie, poiché
nella loro famiglia i Malfoy non erano mai stati benaccetti e
consideravano il massimo disonore che la loro unica figlia ne avesse
sposato proprio uno; dal canto suo, la madre del ragazzo, Narcissa
Black, non aveva detto niente, ma sembrava felice dell’unione
del figlio, nonostante scoppiasse a piangere tutte le volte che vedeva
i due neo-sposi scambiarsi sguardi complici, perché loro
due, per sua stessa ammissione, le ricordavano tanto lei e Lucius, che
ora stava ad Azkaban, quando si erano appena sposati.
Tornarono
a scuola per il loro settimo ed ultimo anno stando nello stesso
scompartimento, insieme a Tiger, Goyle (che, nonostante non
approvassero granché e si sentissero traditi dal loro
“mentore”, non avevano osato ne’
dirglielo, ne’ tantomeno ribellarsi a lui) e un altro paio di
ragazzi Serpeverde che non erano così ostili verso la
coppia, mentre Draco, sdraiato sulle ginocchia dell’amata, si
lasciava carezzare i capelli da lei vantandosi con i suoi compagni di
quanto fosse una moglie perfetta la sua e delle grandi cose che
avrebbero fatto insieme per l’Oscuro Signore.
Giunti
al castello, i due sposini trovarono allo stesso piano della Sala
Grande, dalla parte quasi opposta ad essa, una piccola stanza tutta per
loro, che Silente aveva fatto costruire durante l’estate. Era
arredata in modo piuttosto semplice, con un letto a baldacchino, una
specchiera, una scrivania con relativa sedia e i bauli dei due ragazzi.
Sarah e Draco passarono qui tutto il loro tempo libero, amandosi,
chiacchierando e progettando altri piani oltre quelli maturati durante
l’estate per eliminare Harry Potter.
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Capitolo 12 *** Sospetto tradimento ***
Capitolo
12: Sospetto tradimento
Ottobre
era già a fine, quando scoppiò la prima, vera,
lite tra i due sposi: Sarah era andata di nascosto durante la lezione
di Incantesimi nell’ufficio del Preside a parlare di qualcosa
di molto importante, ma Draco l’aveva scoperta grazie a una
soffiata di Pansy Parkinson, che aveva l’ora libera e che
l’aveva vista salire furtiva la scala dietro il gargoyle di
pietra che conduceva in Presidenza. Così, quella sera marito
e moglie erano nella loro stanza, in piedi l’uno di fronte
all’altra, a urlarsi addosso così ferocemente, che
sembrava potessero uccidersi da un momento all’altro e
dovettero insonorizzare la stanza per restare al sicuro da orecchie
indiscrete.
“Che
cosa ci sei andata a fare in Presidenza di nascosto?” disse
Draco alla sua sposa con tono freddo ma già alterato,
all’inizio della loro discussione.
“Infatti
non ci sono andata” rispose lei con tono strafottente e
voltandogli le spalle.
“Non
mentirmi!” le gridò lui prendendola per un braccio
e costringendola a guardarlo di nuovo. “Lo so che ci sei
stata! Me l’ha detto Pansy, ti ha vista!”
“Oh,
te l’ha detto Pansy” fece la ragazza in
un’imitazione penosa. “Perché non vai da
lei allora, visto che ci tieni così tanto?”
riprese poi con il suo tono sfacciato.
“Non
dire idiozie! Se avessi tenuto a lei più che a te,
l’avrei sposata al tuo posto!” disse Draco
lasciandola di colpo, tanto che per poco la ragazza non cadde.
Quando
lei non rispose, il ragazzo continuò, voltandosi indietro,
in tono più calmo, ma affannato: “Mi hai tradito,
Sarah! Sei venuta meno alle tue promesse!”
“E
come avrei potuto, razza di cretino?” cominciò a
scaldarsi lei. “Se avessi infranto il Voto sarei morta!
Oppure la mammina non te l’ha detto che funziona
così?”
Draco
si voltò di nuovo verso di lei, pronto a colpirla con uno
schiaffo al sentir nominare sua madre con quel tono canzonatorio, ma si
bloccò di botto a pochi centimetri dal viso della ragazza,
come se una mano invisibile l’avesse fermato. Le
voltò di nuovo le spalle e si nascose il volto tra le mani.
Sarah fu tentata per un attimo di avvicinarglisi e abbracciarlo, ma ci
ripensò subito e disse, gelida: “Fai la scena,
adesso?”
Draco
fece un gran respiro e di nuovo chiese con tono più calmo:
“Che cosa ci sei andata a fare in Presidenza di
nascosto?”
Ancora
non ottenne risposta.
“Mi
hai sposato solo per potermi spiare anche fuori dalla
scuola!” urlò di nuovo, voltandosi verso la
ragazza.
Sarah
lo guardò distrutta, tremante, in lacrime, e
gridò: “No! Non è vero!”
Tentò di abbracciarlo, ma lui si scostò.
“Ne sei sicura?” disse, gelido; si
avvicinò al suo baule e ne estrasse una boccettina verde
scuro piena di liquido trasparente, la stappò e la
versò in un calice che aveva fatto apparire dal nulla.
“Bevi”, disse poi alla moglie.
Lei
non si mosse. “Non mi credi neanche su questo?”,
gli disse un po’ più calma.
Silenzio.
“Vuoi
estrarmi la verità a forza? Pensi che sia stupida, che non
sappia cosa c’è là dentro? Veritaserum,
non è così, tesoro?” disse di nuovo
gelida e senza una lacrima, facendo pesare particolarmente
l’ultima parola.
“Sei
mia moglie, ho bisogno di sapere se posso ancora fidarmi di
te!” disse Draco con uno strano tono.
“Sua moglie”
ripeté una voce nella testa della ragazza. Ci fu una lunga
pausa durante la quale regnò il silenzio più
assoluto, poi Sarah si avvicinò al marito, gli tolse il
calice di mano, che appoggiò sulla scrivania, gli prese la
destra con la sua e disse dolcemente, guardando le loro mani tremanti:
“Ricordi la sera che stringemmo il Voto Infrangibile? Ti
promisi che ci saremmo protetti l’un
l’altra…”
Il
ragazzo annuì, senza abbandonare la sua espressione severa,
ma lasciò che la ragazza continuasse a tenergli la mano.
“E’
questo che ho tentato di fare oggi da Silente.”
Draco
fece per dire qualcosa, ma lei gli posò un dito sulle labbra
e lo zittì. “No, lasciami parlare. Potrai dire
tutto ciò che vuoi, ma dopo che avrò
finito”.
Lui
annuì di nuovo e tacque, mantenendo ancora la sua
espressione.
“Durante
tutto questo tempo, non ho mai smesso di pensare a quello che
è successo a Maggio, a quella notte in cui Potter ci ha
aggrediti e ho maturato sempre più l’idea che lui
la dovesse pagare e mi sono ripromessa che ti avrei aiutato nel tuo
compito ancora prima che l’Oscuro Signore lo estendesse anche
a me. Tuttavia, mi sono anche resa conto che l’unica nostra
occasione per agire è qui a scuola, ma che se eseguiremo gli
ordini qui, finiremo nei guai con Silente, finiremo ad Azkaban.
Così ho pensato: riveliamo a Silente quello che è
successo, facciamogli sapere quello che Potter ha combinato, qualcosa
succederà di sicuro. E così sono andata in
Presidenza e gli ho mostrato le cicatrici che mi sono
rimaste…” Si fermò
all’improvviso: “Oh, no, cosa ho fatto! Avevamo la
soluzione sotto al naso, bastava andare a cercare nei ricordi di due
anni fa! Come ho fatto a non pensarci! Se Silente ha già
cacciato Harry non potremo più…” Si
gettò tra le braccia del marito, in lacrime.
“Draco, ho firmato la nostra condanna a morte! Se solo ci
avessi pensato prima!”
Lui rimase impassibile, o
quasi: le mise stancamente un braccio intorno alla vita e disse, atono:
“Devo modificare la memoria di Silente, sperando che non sia
già troppo tardi. Mi spiegherai dopo come intendi
agire.” La lasciò andare e schizzò
fuori dalla stanza, diretto nell’ufficio del Preside.
N.d.M:
questo è un capitolo che mi piace abbastanza... un po' di
pepe nella nostra strana coppia!! Spero vi piaccia!
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Capitolo 13 *** Un piano perfetto ***
Capitolo 13: Un piano perfetto
Giunse
quasi senza fiato nell’ufficio del Preside: “Sarah
mi ha detto che è stata qui e che le ha raccontato tutto
ciò che è successo quella notte. Che cosa ha
detto a Potter, Signore?”
“Ancora
niente, Signor Malfoy, ancora niente” rispose Silente con la
sua solita voce calma. “Ho ritenuto più opportuno
valutare i fatti molto attentamente, prima di agire. Personalmente, non
credo che Harry avrebbe mai fatto una cosa del genere, ma non ho motivo
di credere che la tua consorte mi abbia mentito spudoratamente. Che
cosa le è successo veramente, Draco?” Il ragazzo
notò come il Preside fosse passato dall’uso del
cognome a quello del nome e, per qualche strano motivo, ebbe la
sensazione che sospettasse di lui.
Prima
che andassero oltre, Malfoy estrasse la Bacchetta e, cogliendolo alla
sprovvista, riuscì a impossessarsi del ricordo di Silente
della chiacchierata con la ragazza, per restituirglielo accuratamente
modificato, in modo che non gli risultasse niente della conversazione
con Sarah a proposito di quella notte.
Poi
tornò nella sua stanza, dove lei lo attendeva seduta sul
letto tormentandosi le mani e i capelli. Appena lo vide
scattò in piedi e gli corse incontro, domandandogli ansiosa:
“Allora?”
Draco
chiuse la porta facendola sbattere: “Fatto” disse,
in tono gelido.
La
ragazza gli saltò al collo, baciandolo, ma lui si
staccò quasi subito: “Il piano?” disse,
sempre con lo stesso tono.
Sarah
lo guardò con l’aria di un cane bastonato, poi si
riscosse, tornò a sedersi sul letto e, senza guardarlo,
cominciò con tono piatto: “Dovremo rinunciare ai
nostri studi.” Guardò il marito, ancora in piedi
davanti alla porta, ma non ottenne risposta. “Il piano
è semplice: uccideremo Potter, poi faremo un Incantesimo di
Appello sulle nostre scope e fuggiremo. L’hanno
già fatto. Per questo dico che dovremmo riuscirci anche noi
e che siamo stati degli stupidi a non guardare nel passato in cerca di
una soluzione; del resto, sono passati solo due anni da quando i
gemelli Weasley se ne sono andati indisturbati nello stesso modo sotto
il naso della Umbridge!”Di nuovo volse il capo verso Draco,
che l’aveva raggiunta sul letto e fissava il pavimento
ascoltandola.
“Sì,
può essere un’idea” disse poi il
ragazzo, tradendo l’espressione dura con una punta di
tristezza nella voce.
Sarah
gli si avvicinò e lo abbracciò da dietro e
stavolta, lui la lasciò fare. La sentì
singhiozzare con il volto appoggiato alle sue spalle e anche dai suoi
occhi caddero calde lacrime. Entrambi sapevano perfettamente per cosa
stava piangendo l’altro: non per ciò che avrebbero
fatto, ma per la paura di essere divisi, per la paura di fallire e
morire di conseguenza, per la paura che non avrebbero mai
più potuto ne’ abbracciarsi, ne’
baciarsi, ne’ fare nient’altro insieme, per la
paura che non avrebbero avuto un figlio, per la paura che non sarebbero
stati mai più una famiglia.
N.d.A:
sì, so che Draco che riesce a modificare la mente di un uomo
come Silente è alquanto improbabile... però
queste erano le esigenze di copione!! Un grazie grazie alle mie fedeli
otsuru e kandra645!!
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Capitolo 14 *** Omicidio e fuga ***
Dedicato
ai miei amici Slytherini... perchè Potter ha da
schiattà!!!
Vi voglio bene!
Capitolo 14: Omicidio e fuga
Il
mattino seguente, il primo a svegliarsi fu Draco; lui e sua moglie
erano abbracciati come non lo erano mai stati: i pensieri e la paura
della sera prima avevano rinnovato il loro sentimento più
che mai. Per un po’ stette lì a guardarla dormire
nella debole luce mattutina che passava dalle finestre sulla parete
alla loro destra, poi decise di svegliarla, perché dovevano
ancora parlare di molte cose; così iniziò a darle
piccoli baci e a soffiarle delicatamente sul viso pallido; lei lo
lasciò fare per un po’, poi decise di aprire gli
occhi castani e fissarli in quelli ghiaccio del marito. Si tirarono su
entrambi, si abbracciarono stretti, la mente ancora percorsa dai
ricordi della sera prima, poi si staccarono e lei gli si
accoccolò in grembo. Il ragazzo cominciò ad
accarezzarle i capelli, e dopo un po’ lei disse piano:
“Draco, dove andremo?”
Lui
si fermò un attimo, poi riprese ad accarezzarle la lunga
chioma bruna e, avendo capito benissimo a cosa si riferiva, rispose:
“Ci ho pensato buona parte della notte. Forse potremo stare a
casa mia.”
“Ma
non sarà pericoloso? Voglio dire, sarà il primo
posto dove ci verranno a cercare, no?” continuò
lei.
Draco
sospirò, senza fermarsi, e poi disse: “No, se non
sapranno che siamo stati noi.”
Mentre
la ragazza si tirava su di nuovo, lui distolse lo sguardo.
“Agiremo
mascherati?” chiese lei flebilmente.
“Sì.”
“Quando?”
“Pensavo
il primo giorno delle vacanze di Natale: i cancelli saranno aperti e
non ci saranno problemi a uscire” rispose Draco di nuovo
atono.
“Sì,
d’accordo” concluse lei a bassa voce.
Piano
piano, come avrebbero fatto ogni giorno da lì a Dicembre, i
due sposi iniziarono a vestirsi e a prepararsi per le peggiori giornate
scolastiche della loro vita : iniziarono a non mangiare quasi niente,
ognuno al tavolo della propria Casa; durante le lezioni il loro
pensiero era altrove e correva alla loro vita futura di assassini;
quando incontravano Harry , l’impulso di affrettare tutto era
sempre più forte… Ma il giorno tanto atteso e
temuto arrivò.
La
mattina del 24 Dicembre, i due sposi si alzarono piuttosto presto,
indossarono gli abiti da Mangiamorte, presero il Mantello
dell’Invisibilità, nascosero le proprie scope alle
quali avevano legato i propri bauli dietro un cespuglio nel giardino e
si appostarono davanti al quadro della Signora Grassa, come due lupi
che puntano la preda prima di balzarle addosso e sbranarla.
E
la loro preda, finalmente, arrivò: il quadro
scattò dall’interno (Sarah ebbe un groppo in gola
alla vista della sua Sala Comune che non aveva più
frequentato dal giorno del suo matrimonio) ed Harry Potter
uscì trascinandosi dietro il suo baule per il buco del
ritratto e poi per le scale. Subito Draco e sua moglie gli furono
dietro, sempre ben coperti dal loro Mantello. Il terzetto si
fermò nella Sala d’Ingresso. C’era
ancora poca gente a giro per il castello, anzi sembrava quasi che solo
Harry fosse pronto alla partenza, ma sia il portone che i cancelli
erano già aperti. I due sposi attesero che Harry desse loro
le spalle e che non ci fosse nessuno nei paraggi, poi sbucarono da
sotto il Mantello e Sarah lo disarmò. Il ragazzo si
voltò di scatto, ma fece appena in tempo ad accorgersi di
avere davanti due Mangiamorte che altrettanti Avada Kedavra lo
colpirono in pieno petto, scaraventandolo dall’altro lato
della stanza, proprio contro le clessidre che funzionavano da contatori
per i punti delle Case, mandando in pezzi quella di Corvonero.
Gli
aggressori corsero fuori dal portone, Appellarono le loro scope, vi
balzarono sopra e volarono via verso e oltre i cancelli della scuola
più velocemente che potevano. Appena furono fuori dal
territorio di Hogwarts, i due scesero dalle scope, si abbracciarono e
sparirono.
N.d.A: ed eccoci a quello che
aspettavate!!! Commenti, su!
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Capitolo 15 *** Un posto dove nascondersi ***
Capitolo 15: Un posto dove nascondersi
Riapparvero
a casa di Draco, nella sua stanza da letto che li aveva già
ospitati, sposi novelli, durante le notti dell’estate
precedente. La camera era molto cupa per essere la stanza di un ragazzo
ancora così giovane: il legno delle pareti e del parquet era
di scuro ebano, così come quello dell’armadio, del
letto, dei comodini, dello specchio, della scrivania e delle varie
mensole che pendevano dalle pareti. Non c’erano poster di
squadre di Quidditch attaccati ai muri, come invece si sarebbe potuto
trovare in qualsiasi altra camera di un mago diciassettenne, ma solo
piccoli quadretti che contenevano foto di famiglia e strani dipinti
dall’aria oscura. Sulla scrivania stava un mucchio di
pergamene bianche, accanto alle quali c’erano semplicemente
una piume nera, una boccetta d’inchiostro dello stesso colore
e una lampada ad olio, presente anche sui due comodini ai lati del
letto. Da una delle mensole, cariche di boccette e strani artefatti di
sicuro tutti provenienti da “Magie Sinister”,
torreggiava la Mano della Gloria.
I
ragazzi si tolsero le maschere da Mangiamorte, poi Draco chiese a Sarah
di aspettarlo lì un momento e uscì dalla stanza
in cerca di sua madre, Narcissa. La trovò, come accadeva
spesso negli ultimi due anni, sdraiata sul letto dal lato in cui
dormiva suo padre, intenta a piangere proprio per lui, per
l’amato marito rinchiuso ad Azkaban.
“Madre”
le mormorò.
Lei
fece un balzo alla vista del figlio, che non aspettava per quel Natale,
e, allarmata, disse: “Draco! Che cosa ci fai qui?”
Lui
le si avvicinò, si sedette sul letto accanto a lei e le
prese la mano: “Ho portato a termine il mio compito, madre.
Sarah mi ha aiutato. E’ di là, in camera mia.
Abbiamo bisogno di nasconderci qui e del vostro aiuto. Nessuno sa che
siamo stati noi, per ora la nostra assenza non verrà notata,
ma quando non ci vedranno tornare dopo le vacanze, nasceranno dei
sospetti quasi sicuramente.”
La
donna guardò il figlio con un misto di gioia, orgoglio e
tristezza insieme, lo abbracciò e gli disse: “Cosa
vuoi che faccia, figlio mio?”
Draco
sorrise e le rispose: “Mandate una lettera a Silente; ditegli
che avete bisogno di noi a casa e che non ci lascerete tornare a
Hogwarts dopo le vacanze. Conoscendolo, potrebbe funzionare.”
“Ma
i vostri bagagli?”
“Abbiamo
tutto: siamo fuggiti per un pezzo sulle scope e i nostri bauli erano
legati sotto. Poi ci siamo Smaterializzati reggendole e siamo venuti
qui.”
Madre
e figlio si abbracciarono di nuovo, poi lui le disse “Madre,
vado da mia moglie: abbiamo bisogno l’uno
dell’altra.”
La
donna annuì e lo lasciò andare.
Quando
Draco aprì la porta di camera sua, trovò Sarah in
piedi davanti alla finestra, sconvolta, con lo sguardo perso nel vuoto
oltre il giardino della villa; non si voltò neanche quando
lui la chiamò per nome. Le si avvicinò e vide che
grosse lacrime le rigavano il viso: di nuovo, come una sera di un paio
di mesi prima, sapeva esattamente perché stesse piangendo:
non per ciò che avevano fatto, ma per ciò che
sarebbe stato di loro. Le mise le braccia intorno alla vita da dietro e
raggiunse il suo sguardo perso nel vuoto riflesso sul vetro. Solo
allora la ragazza sembrò notarlo davvero, si
voltò e i due si abbracciarono stretti, piangendo
sommessamente l’uno sulla spalla dell’altra.
Non
uscirono mai dalla loro stanza quel giorno, neanche per mangiare:
rimasero tutto il tempo abbracciati e distesi sul loro letto a pensare
al loro passato e al loro futuro.
N.d.A: vi
avviso che siamo quasi alle fine! Ringrazio come sempre le mie fedeli e
colgo l' occasione per rispondere ai vostri commenti:
@otsuru(x cap.13): il passaggio dall'uso del cognome a quello del nome
è una cosa che Silente usa molto nei momenti critici (puoi
vederlo bene nel sesto film, quando Malfoy lo affronta sulla
Torre di Astronomia); Draco sa bene di non avere una reputazione
candida (come ha invece Harry) ed è per questo che teme che
Silente sospetti di lui.
La scena è frettolosa, perchè Draco ha
già ricevuto le informazioni che voleva (cioè
sapere che il Preside non ha ancora parlato con Potter) e non
può certo stare a dire "Non mi interessa quello che lei ha
da dirmi"... quindi prima svolge il suo intento, meno attira l'
attenzione...
@Rebecca Lupin (x cap.14): no, Harry è proprio morto... e
non resusciterà.
@otsuru (x cap.14): penso che la risposta sia in questo capitolo!
O mamma, son quasi più lunghi i commenti del cappy... ma
credo fossero necessari, no? Bacioni a tutte
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Capitolo 16 *** I pupilli di Lord Voldemort ***
Capitolo 16: I pupilli di Lord Voldemort
Quella
notte il
Marchio Nero sulle loro braccia bruciava come mai, segno che
Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato voleva vederli, e anche di corsa.
Indossarono i loro abiti da Mangiamorte, si abbracciarono e sparirono,
per
ricomparire poco dopo in un cimitero privato di Little Hangleton dove
tutti i
Mangiamorte li attendevano intorno ad uno spiazzo poco illuminato, al
centro
del quale stava Lord Voldemort e, ai suoi piedi… il cadavere
di Harry Potter:
qualcuno l’aveva fatto arrivare fin lì.
Tutti
gli altri suoi servi si inchinarono al loro arrivo e quando si tirarono
di
nuovo su, due di essi li scortarono davanti a Voldemort stesso, che
fece
sparire il corpo di Harry per farlo riapparire poco più in
là.
“Inginocchiatevi”
disse poi a Draco e Sarah con la sua voce serpentina e raggelante. I
ragazzi
obbedirono all’istante, chinando il capo e dicendo
“Sì, mio Signore”.
“Lodevoli,
davvero” disse poi il Signore Oscuro. “Gli ultimi
arrivati, i più giovani,
eppure sono riusciti laddove persino io ho fallito, diciassette anni
orsono. E
pensare” continuò, cominciando ad andare su e
giù come per ispezionare i suoi
uomini, “che solo fino a ieri credevo di doverli uccidere
entrambi: “Sono
troppo piccoli, troppo innocenti ancora, falliranno”, mi
dicevo. Ma,
soprattutto, credevo che avrebbero lasciato di nuovo perdere, accecati
come
sono dall’amore l’uno per l’altra,
ansiosi di passare insieme ogni secondo
della loro miserabile vita.” Alcuni Mangiamorte
sghignazzarono, ma i due sposi
restarono immobili e muti, come se fossero stati Pietrificati.
“Ciononostante,
avete portato a termine il vostro compito e ve ne rendo pieno
merito” proseguì,
fermandosi di nuovo davanti ai due. “Per ciò che
avete fatto, sarò lieto di
offrirvi la mia massima protezione, purché non mi deludiate
in futuro. Restate fedelmente
al mio servizio e non vi accadrà niente; abbandonatemi,
traditemi, canzonatemi
e vi assicuro che non avrete una seconda possibilità. Del
resto, lo sapete
anche voi quello che è successo a Igor Karkaroff, per
esempio, quando si è
rifiutato di riunirsi a me tre anni fa.” Poi tacque, gli
occhi da serpente
fissi sui due ragazzi che stavano ancora inginocchiati ai suoi piedi,
zitti e
fermi.
Fu
Sarah che si azzardò a parlare per prima: “Grazie,
mio Signore. Non la
abbandoneremo per nessuna ragione al mondo” disse con la voce
stranamente ferma
e chiara per come si sentiva in quel momento, agitata e impaurita, ma
comunque
felice. “Non la deluderemo, mio Signore, Lord
Voldemort” concluse.
L’uomo,
se così si poteva chiamare, fece un sorriso alla fanciulla
che ricordava molto uno
di quelli di Piton. “E tu, Draco?” disse poi,
rivolto al ragazzo, inginocchiato
accanto a lei.
“Io
non posso fare altro che rinnovarle la mia fedeltà, mio
Signore, come ho già fatto
svariate volte” rispose il ragazzo con vece fredda, piatta e
vagamente
strafottente. Tutti gli altri Mangiamorte trattennero il respiro,
compresa
Sarah, la cui mano corse a quella del marito, aspettandosi, come gli
altri, di
vederlo in preda ai dolori causati dall’incantesimo Cruciatus
in un batter
d’occhio: nessuno aveva mai osato rivolgersi così
all’Oscuro Signore, questo
l’aveva capito anche lei.
Tuttavia,
le parole che Voldemort proferì subito dopo non erano di
rimprovero: “Andate,
adesso” disse sempre con lo stesso tono, come se neanche
avesse sentito il modo
in cui il ragazzo si era rivolto a lui.
Draco
e la sua sposa si alzarono, raggiunsero gli altri Mangiamorte, alcuni
dei quali
si congratularono con loro (tra questi c’erano anche Piton e
Bellatrix Lestrange),
si abbracciarono e sparirono, per tornare nella loro stanza al maniero
Malfoy.
“Sei
stata grandiosa” disse Draco a Sarah togliendosi gli abiti da
Mangiamorte. “Non
credevo te la saresti cavata così bene; avevo paura per te,
che ti facesse del
male. Sai, c’è stato un periodo, poco dopo il mio
ingresso tra i suoi, in cui
aveva una simpatia particolare per l’incantesimo Cruciatus.
Temevo che volesse
usarlo anche stasera, per insegnarti come ci si deve comportare davanti
a lui.”
Lei
gli sorrise e disse: “Tu invece sei stato un po’
incosciente. Ma non ti sei
sentito?” lo rimproverò sorridendo.
“Stai attento, amore mio” concluse poi, in
tono improvvisamente serio, affrettandosi verso di lui che si stava
ancora
finendo di spogliare e prendendolo per un polso.
Lui
la
guardò come se si rendesse conto per la prima volta di
quanto lei lo amasse,
poi i due si sorrisero a vicenda, si baciarono e andarono a letto,
chiudendo
col loro amore quella giornata iniziata con tanto odio.
N.d.A: e
questo vi annuncio che era il terzultimo capitolo... ringrazio come
sempre le mie fedeli e invito con tutto il cuore kandra645 a mettersi
in contatto con la sottoscritta, se vuole, per vedere i disegni
che sta traendo da questo mio lavoretto!! Un bacio a tutte
|
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Capitolo 17 *** Lucius Malfoy Jr. ***
Capitolo 17: Lucius Malfoy Jr.
Qualche
settimana dopo, verso metà Gennaio, Sarah scoprì
di aspettare un bambino. Per
festeggiare la notizia, Draco, esaltato all’idea di un erede,
la portò a Diagon
Alley il giorno immediatamente successivo, con lo scopo di regalarle
qualcosa.
Fu
così che Sarah ottenne il pugnale che aveva sempre
desiderato tanto, vedendolo
esposto in una vetrinetta da “Magie Sinister” tutte
le volte che lei e suo
marito si recavano lì per affari privati della famiglia del
ragazzo, dei quali
neanche lei conosceva bene la natura, nonostante fosse sposata con lui
già da
quasi un anno. Era un pugnale d’argento, con l’elsa
e il fodero (anch’esso
d’argento) decorati con ametiste incastonate e con varie
incisioni, tra le
quali un paio di serpi intrecciate e una scritta in runico attorno
all’impugnatura che riportava il nome della prima
proprietaria dell’arma, una
certa Morgana Warrior, forse la più famigerata e temuta
strega guerriera del
passato per la sua bellezza e la sua crudeltà, per la quale
era stato forgiato
dal più abile fabbro dell’epoca in occasione del
suo matrimonio con tale Malcolm
Green, uno stregone guerriero suo pari per fascino e spietatezza, per
il quale
era stato fabbricato un pugnale praticamente gemello a quello della
donna.
Ma
anche Sarah volle fare un regalo al marito; così, qualche
mese dopo, il 4 di
Giugno, si recò di nuovo con lui a Diagon Alley e, mentre il
ragazzo era
intento a comprare nuovi libri oscuri all’interno della
libreria “Il Ghirigoro”
da aggiungere a quelli che aveva già nella sua vasta
biblioteca privata a casa
Malfoy, lei sgattaiolò da “Magie
Sinister” con la scusa dell’improvvisa voglia
di gelato, per prendere a Draco qualcosa che aveva già
adocchiato da tempo e
che era certa avrebbe apprezzato: il pugnale compagno del suo, il
pugnale di
Malcolm Green. L’arma aveva una lama leggermente
più lunga di quella dello
stiletto della donna, che ormai Sarah portava sempre facendone spuntare
l’elsa
dal corsetto dei suoi bellissimi abiti, ma era anch’essa
d’argento, con l’elsa
e il fodero (di nuovo dello stesso materiale) ornati con smeraldi
incastonati e
da incisioni uguali a quelle presenti sul pugnale della donna, serpi
comprese,
a eccezione della scritta in runico attorno all’impugnatura,
che recitava il
nome del suo primo proprietario.
L’avrebbe
consegnato a un Draco più eccitato del normale il mattino
seguente, giorno del
suo diciottesimo compleanno e del primo anniversario del loro
matrimonio.
Lucius
Malfoy Jr., così fu chiamato il bambino dai suoi genitori,
nacque il 22
Settembre all’ospedale magico “San
Mungo”, sotto gli occhi di suo padre, di
Narcissa Black e di Severus Piton, immediatamente designato padrino del
piccolo.
“Sarà
un grande mago oscuro, vedrai” disse poi Sarah al marito
stringendo il bambino
a se’. “Sarà degno del nome che
porta”.
Passò
il piccolo, identico al padre tranne che per il colore dei capelli,
scuri come
quelli della mamma, a Draco e si addormentò, esausta.
N.d.A: ragazze,
non piangete, ma... questo era il penultimo capitolo!! Spero vi
piaccia! Un bacino
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Capitolo 18 *** La fine di tutto ***
Alle mie fedeli
lettrici e alla piccola Miyu!!
Capitolo 18: La fine di tutto
Era
una fredda notte di Novembre, la più fredda che casa Malfoy
avesse mai visto da quando era stata costruita parecchi anni prima;
c’era la luna piena e la madre di Draco, Narcissa Black,
dormiva nella camera che aveva condiviso fino a tre anni prima con il
marito, Lucius Malfoy Senior, quando lui era stato arrestato da alcuni
Auror membri dell’Ordine della Fenice dopo una dura battaglia
al Ministero della Magia: ora l’uomo si trovava rinchiuso ad
Azkaban, accovacciato in un angolo con lo sguardo perso nel vuoto,
mentre un Dissennatore gli dava il suo Bacio; Draco e sua moglie
dormivano abbracciati nella loro stanza, mentre anche il loro
figlioletto riposava beato in una culla in fondo al loro letto.
Improvvisamente, le finestre della camera nella quale dormivano gli
sposi si spalancarono, facendo svegliare di soprassalto sia loro, sia
il bambino, che però non iniziò a piangere, ma
che bensì tese le manine a un uomo piuttosto alto che stava
in piedi davanti alla culla, vestito di nero, con i capelli neri e
unti, il naso adunco e una bacchetta in mano: Severus Piton.
“Buonasera”, disse con la sua solita voce piatta e
melliflua, restando in piedi immobile davanti alla culla, fissando il
piccolo che, dal suo interno, invano tentava di acchiappare il suo
padrino.
“Pro-Professor Piton! Che ci fa lei qui a
quest’ora?” chiese Sarah stupita, alzandosi dal
letto, seguita dal marito.
L’uomo non rispose, ma si voltò a guardare la
porta della camera che si era aperta in quell’istante,
lasciando entrare un secondo uomo il cui aspetto non lasciava alcun
dubbio sul fatto che egli fosse un lupo mannaro, con i denti aguzzi,
ciuffi pelosi ovunque e sangue misto a bava gocciolante dalla bocca:
Fenrir Greyback.
“Allora?” gli chiese Piton con tono impaziente.
“Fatto” rispose lui ansimante.
“Fatto cosa?” domandò Draco con tono
freddo e alterato.
Piton gli si avvicinò, il volto ora illuminato dalla flebile
luce della luna che passava attraverso la finestra, e, con un ghigno
malefico che di solito riservava a Harry Potter, quando ancora era in
vita e tutti e tre i ragazzi frequentavano ancora Hogwarts, gli
rispose: “Vedi, credo che tu abbia appena detto addio alla
tua cara mammina!”
Draco era sconvolto: era vero? O era solo uno stupido scherzo di
pessimo gusto giocatogli dal padrino di suo figlio per qualche oscura
ragione?
“Ah, no, non sto scherzando: temo che sia proprio
così!” proseguì l’uomo, che
da abile Legilimens qual era, aveva colto la domanda del ragazzo, che
per poco non cadde a terra.
“Mia madre!” gridò poi appena si fu
ripreso subito dopo, cercando furiosamente la Bacchetta che teneva
sempre a portata di mano sul comodino, ma che ora era sparita.
“Cercavi questa?” riprese Piton sogghignando
malefico e mostrandogli la sua Bacchetta nella sua mano sinistra.
Draco balzò in avanti per prendergliela, ma Piton lo
scansò, mandandolo lungo disteso a terra.
Sarah, che sembrava aver capito cosa stesse succedendo, prese la sua
Bacchetta e gridò, rivolta al suo ex professore:
“Avada…”
“Non credo proprio! Expelliarmus!” la interruppe
Fenrir, che riaprì bocca per la prima volta da quando era
entrato, disarmandola e facendola cadere sul letto. Poi, mentre Draco
si stava rialzando, il lupo in lui, illuminato dalla luna, si
risvegliò e l’uomo si slanciò verso la
culla di Lucius Jr, gli occhi famelici e la bocca pronta a mordere.
“No!” gridarono insieme i due sposi scagliandosi
verso la culla, ma era troppo tardi: Greyback aveva già
morso il piccolo, condannandolo a una vita dannata. Piton, soddisfatto,
lo licenziò ringraziandolo di aver portato a termine
così bene e presto il suo compito e ora, aiutato da
Bellatrix Lestrange, che aveva abbandonato il suo posto di guardia
giù nel giardino di casa Malfoy e lo aveva raggiunto in
sostituzione del mannaro, si preparava ad agire contro i due sposi.
Bellatrix, puntandole contro la bacchetta, immobilizzò Sarah
contro la parete, mentre Draco, sotto l’effetto della
Maledizione Imperius scagliatagli contro dal suo ex insegnante,
prendeva il suo pugnale e si dirigeva verso di lei tenendolo sguainato.
“Draco, fermati! Amore, sono io! Fermati, ti
prego!” gridò la ragazza disperata.
Ma tutto ciò che disse fu inutile: Draco non era in grado di
agire di sua volontà e perciò non
riuscì a fermarsi: levò il pugnale e la trafisse
in pieno petto. In quell’istante, Piton fece cessare la
Maledizione e la dura realtà si presentò agli
occhi del ragazzo: Sarah si stava accasciando a terra, con la camicia
da notte bagnata di sangue e la testa china; lui teneva ancora il suo
pugnale insanguinato in mano, levato a mezz’aria, pronto a
colpire di nuovo. Gettò immediatamente l’arma a
terra, inorridito, passò un braccio intorno alla vita della
moglie, per sorreggerla e adagiarla delicatamente sul freddo pavimento,
e la baciò. “Come ho potuto!?” si disse
poi, distrutto. “Tu!” gridò con tutta la
rabbia che aveva, alzandosi e voltandosi di scatto verso
l’uomo che li aveva traditi. “E’ tutta
colpa tua!”
“Lo credi davvero?” rispose Piton in tono beffardo.
“Io dico di no. La colpa è soltanto vostra: se non
vi foste tanto impegnati a diventare i pupilli dell’Oscuro
Signore, non avrei mai…”
“Maledetto!” gridò di nuovo Draco,
cercando di balzargli addosso, invano, poiché Bellatrix lo
aveva afferrato e ora tentava di tenerlo fermo. Poi, improvvisamente, a
un cenno dell’uomo, lo lasciò andare, facendolo
cadere poco lontano dal corpo ormai senza vita della ragazza, e lei e
Piton sparirono così come erano arrivati. Fu allora che lo
vide di nuovo: il pugnale con il quale aveva ucciso l’unica
ragazza che avesse mai amato era ancora lì, per terra,
insanguinato, poco lontano dalla sua mano. Lo afferrò, poi
si girò verso la moglie e le dette un ultimo bacio, il volto
rigato dalle lacrime. “Perdonami” le disse poi e,
ancora guardando il suo bel viso pallido, rivolse il pugnale verso di
se’ e si uccise a sua volta.
Il
giorno dopo, il Ministero della Magia, allarmato dal Marchio Nero
comparso nottetempo sopra la casa, trovò Narcissa nel suo
letto che sembrava semplicemente addormentata, colpita da un Avada
Kedavra in pieno petto; Lucius Jr. piangeva disperato nella sua culla,
portando i segni evidenti di un attacco di un lupo mannaro, sovrastando
i corpi dei suoi genitori, che giacevano in una pozza di sangue,
stretti nel loro ultimo abbraccio.
"Il fuoco
è la mia tenerezza
perchè
angelo e belva insieme
nel
mio spirito caddero abbracciati.
Nel
palpito dell' agonia è la vita più sacra
perchè
allora non dovrei amarti,
perchè
non dovrei ucciderti?"
Stefano
Benni - "Il Bar Sotto Il Mare"
N.d.A: e
questo era proprio l' ultimo capitolo... un grazie e un bacio enorme
alle mie fedeli. Vi prometto che presto tornerò con
qualcosina di nuovo!! Spero che "Il Serpente e la Leonessa" vi sia
piaciuto e vi abbia commosse e coinvolte come ha commosso e coinvolte
me che l' ho scritta col cuore
...
P.S: per
esigenze di copione ho dovuto odiare Severus e Bellatrix, ma in
realtà li adoro, quindi chi me li tratta male
verrà Cruciato fino alla follia!
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