All that I need

di Phoenix_Robbins
(/viewuser.php?uid=951383)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1º ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1º ***


Dicono che l'inverno sia il periodo più brutto dell'anno, il freddo, la neve, il buio ma io credo di amarlo. Sarà che forse mi rispecchio in questa stagione, pensandoci io sono proprio come l'inverno: a prima vista lo odi perché é freddo, non trasmette calore, ma se provassi a viverlo ti renderai conto che in realtà l'inverno va semplicemente capito. Ecco io sono così, dall'esterno posso sembrare cinica e apatica ma se qualcuno provasse realmente a capirmi sono sicura che cambierebbe idea su di me. Ad oggi nessuno si é mai sforzato di conoscermi, mi classificano solamente come quella ragazza insicura, fragile e terribilmente sola. Insicura perché mi preoccupo troppo del giudizio delle persone nei miei confronti; fragile perché sono la più piccola in casa; sola...beh, credo sia solamente una conseguenza. Sono immersa nei miei pensieri mentre guardo seduta in salotto di fronte alla finestra i fiocchi di neve scendere lentamente e dolcemente,quasi come se stessero ballando una danza, quando sento chiamarmi dalla cucina 
"Karina! Vieni devo dirti una cosa importante" strilla mia madre 
"Arrivo mamma" le rispondo sbuffando, trova sempre i momenti migliori per importunarmi. Mi alzo dalla sedia e raggiungo la cucina, vedo mia madre che è intenta  a preparare la cena per stasera 
"Ah, eccoti qui. Vai a cambiarti i vestiti e datti una rinfrescata" mi dice girandosi
"Perché dovrei?" le chiedo titubante
"Più tardi verranno a farci visita tua cugina Marina e il suo ragazzo" mi spiega
"Ah..." riesco solo a dire 
"Marina dice che é un uomo bellissimo. Chissà magari avrà gli occhi azzurri o i capelli biondi...non vedo l'ora!" sentenzia mia madre con aria sognante
"Sì, ho capito. Vado a vestirmi. Hai già avvisato Melania?" le chiedo. Melania é mia sorella maggiore, ha 25 anni, io 19. La adoro anche se tenta di proteggermi troppo
"Melania non tornerà in tempo, starà a lavoro tutto il pomeriggio" mi risponde. In cuor mio sapevo che non sarebbe venuta in tempo, lavora troppo e tutto questo solo per portarci dei soldi in più...d'altronde non navighiamo di certo nell'oro ma non possiamo neanche lamentarci. Tutti in famiglia diamo una mano per sopravvivere: mio padre lavora come architetto, mia madre e Melania sono sarte mentre io sono un'infermiera. Ho sempre avuto questa passione, curare persone, dare loro speranza e ho avuto l'opportunità di far realizzare questo mio sogno grazie alla guerra. Già...siamo nel 1942 e i feriti qui a Mosca aumentano sempre più, per non parlare dei tanti soldati che rimangono feriti quindi l'ospedale principale della mia città aveva bisogno di persone pronte a diventare infermiere. Così colsi l'occasione appena scoppiò la guerra e conseguii il mio attestato in modo da poter lavorare. Inutile dire che all'inizio la mia famiglia non approvava il mio nuovo impiego ma dovettero accettarlo poiché i soldi con il conseguire della guerra sarebbe iniziati a non bastare; al momento andiamo avanti e cerchiamo di risparmiare il più possibile. 
Sto salendo le scale diretta al bagno, devo lavarmi i denti e farmi una doccia veloce, l'acqua é perennemente fredda e mi meraviglio che non mi sia ancora venuta la febbre. Una volta finito vado in camera mia e di mia sorella e apro l'armadio, opto per un semplice vestito rosa cipria di pizzo a campana che mi arriva al ginocchio e delle scarpe di Melania con un tacco basso (tendiamo a scambiarci le cose e a nessuna delle due dispiace). Sinceramente io sarei rimasta con il vestito che indossavo prima ma mia madre forse ci teneva a farmi fare bella figura col ragazzo di Marina...mi domando come sarà, l'ultimo era un medico ed era anche un mio superiore, diceva di amarlo ma l'ha lasciato dopo neanche un mese. Cambia spesso ragazzi e non riesco a capire come faccia a dire di amare ogni uomo con cui si metta, secondo me per amare devi veramente voler bene ad una persona e di certo non é una cosa così frivola. Purtroppo io devo ancora trovare l'amore ma non é che ci speri tanto, non sono bella come Marina o Melania, io ho i capelli biondo scuro e occhi verdi loro invece capelli biondissimi e occhi chiari.Non mi ritengo bella perché semplicemente esiste di meglio e sinceramente non ho neanche il desiderio di sposarmi. Forse perché sono strana o forse perché non mi é mai piaciuto nessuno a tal punto da pensare solo esclusivamente a lui .Comunque in questo momento vorrei solo una cosa: che la guerra finisse. Basta con la morte che vive dietro l'angolo, basta con le grida dei civili e dei bambini ad ogni attacco sferrato dai nostri nemici, basta con tutto questo orrore. Ovunque cammini vedi miseria, tristezza e solitudine; non puoi far a meno di pensare a cosa abbia portato tutto ciò e puoi solo pregare che finisca presto. Sto pensando a tutto questo quando sento mia madre chiamarmi nuovamente 
"Karina scendi giù, i nostri ospiti stanno per arrivare e devi darmi una mano a mettere in ordine" esordisce. Non la rispondo e vado direttamente giù, mi guarda attentamente scrutando ogni parte del mio corpo ed esclama 
"Sei bellissima cara" non so se sia davvero onesta ma decido di ignorare il complimento fattomi e mi metto a riordinare i cuscini del divano. Il tempo passa e dopo un'ora sentiamo bussare il campanello, mia madre é agitata lo vedo da come si muove. Va ad aprire la porta e la sento dire 
"Benvenuti! Accomodatevi" con un'aria leggermente impacciata ma non posso biasimarla forse anche io avrei agito allo stesso modo. Vedo arrivare mia cugina Marina, come sempre bellissima, indossa un abito verde smeraldo che fa da contrasto ai lunghissimi capelli biondi. A volte la invidio, lo ammetto.
"Karina! Da quanto tempo, mi sei mancata moltissimo" mi dice abbracciandomi
"Anche tu mi sei mancata" ribatto cercando di sembrare il più naturale possibile perché la verità é che non mi sta molto simpatica. Sciolgo l'abbraccio e subito la mia attenzione cade sull'uomo in piedi accanto a mia madre. Indossa un'uniforme, forse é un soldato o un'ufficiale immagino, ha i capelli neri e degli occhi scuri quasi quanto la pece. Dire che sia brutto sarebbe una bugia bella e grossa.
"Piacere signora..?" dice rivolgendosi a mia madre, ha una voce molto profonda non ne ho mai sentita una così
"Irina Morozova e lei é mia figlia minore Karina" si presenta mia madre e indica me facendomi sentire in soggezione.
"Molto piacere, sono il maggiore Ivanov" esordisce lui guardando prima mia madre è in fine me. Mi scruta per qualche secondo di troppo e mi sembra di essere in imbarazzo ma non ne capisco il motivo dopotutto é il ragazzo di mia cugina
"Karina hai perso la voce?" mi stuzzica Marina, non la sopporto quando fa così
"No. Stavo solo pensando...comunque il piacere é mio" dico spostando lo sguardo sul maggiore, ha degli occhi che sono magnetici...non riesco a smettere di guardarli forse perché sono abituata a vederne di chiari e mai così scuri. 
"Bene, che ne dite se ci accomodiamo? Karina vai a preparare del tè per i nostri ospiti" dichiara mia madre
"Certo, vado immediatamente" le rispondo e la ringrazio mentalmente di avermi mandata in cucina. Quell'uomo mi fa sentire a disagio e non ne riesco a capire il motivo. É una sensazione del tutto nuova per me e non riesco a capacitarmene. L'acqua sta iniziando a bollire e ciò significa che devo tornare di là. Prendo la teiera, ci verso l'acqua bollente qualche manciata di tè e mescolo bene con un cucchiaio di zucchero. Una volta finito porto il tutto in soggiorno e nel momento in cui varco la soglia sento uno sguardo su di me, alzo gli occhi e guardo in direzione dritta e lo vedo. É seduto accanto a Marina, la quale sta conversando animatamente con mia madre, e mi guarda. I nostri sguardi si incrociano e in quel momento non sento e non vedo più nessuno. Ci siamo solo io e lui e mi domando cosa mi stia accadendo. Possono due occhi farti tremare le gambe? Credo di sì, io li ho appena trovati. Qualunque cosa stia accadendo non voglio che finisca perché mi piace maledettamente quando il suo sguardo incrocia il mio. Come se non fosse successo nulla poso la teiera sul tavolino di fronte al divano, verso la bevanda calda nelle tazze e mi siedo. Prevedo un bel pomeriggio, chissà come andrà a finire.





Salve a tutti, innanzitutto ci tengo a ringraziarvi per aver aver letto il capitolo❤ per me é davvero molto importante e ci tengo molto a questa storia. Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto e in ogni caso vi invito a lasciare una recensione anche piccola per vedere se la storia piace e posso continuarla. Accetto le critiche perché penso che siano costruttive perciò fatemi sapere. Grazie ancora, ad maiora😉

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Sono seduta accanto a mia madre la quale sta parlando allegramente con il ragazzo di Marina
"Oh quindi fate parte dell'esercito? Il suo lavoro lo ritengo uno dei più umili, mettere al primo posto la propria patria le rende onore" dice mia madre quasi come lo stesse adulando 
"Sì, in effetti sono un maggiore dell'Armata Rossa...il maggiore Iavanov" risponde lui elevando il suo grado. Però devo ammetterlo, stavolta Marina non solo ha scelto un uomo bellissimo ma anche uno che sa il fatto suo
"É il maggiore con più esperienza il mio Scott" sentenzia civettando Marina 
"Non esagerare cara.." la stoppa lui quasi come se i suoi complimenti lo infastidissero
"Marina non esagera affatto maggiore, glielo assicuro" marca mia madre. Ma cosa le prende? Per caso si é innamorata del maggiore?! Lo guarda sempre e lo riempie di complimenti come se fosse suo figlio...
"Spostiamo l'attenzione su altro signora, piuttosto ditemi, avete solo una figlia?" chiede lui con un'aria leggermente curiosa
"Nono, Karina è solamente la minore. Ho anche un'altra figlia, Melania, ma in questo momento sta lavorando" spiega mia madre
"Che lavoro fa?" osa domandare il maggiore. In tutto questo io aspetto che mi rivolga qualche domanda
"La sarta, anche io lo sono. Mio marito invece lavora come architetto" dice orgogliosa. Giustamente io non esisto vero mamma? 
"E lei Karina? Lavorate?" dice rivolgendosi a me accavallando le gambe e sostenendosi la testa con una mano. É bellissimo...
"Sì, sono un'infermiera all'ospedale principale di Mosca" dico con una voce bassissima, mi sento in imbarazzo e non so spiegarmene il motivo. Mi scruta con quegli occhi per alcuni minuti ed inizia a parlare
"Strano che non l'abbia mai vista, molto spesso quando qualcuno dei miei uomini rimane ferito lo trasportiamo all'ospedale dove lavorate" 
"Molto probabilmente voi siete stato al reparto normale dell'ospedale, quello dove curano la maggior parte dei feriti. Io svolgo servizio in un'altro reparto" gli spiego, in effetti é la verità, io lavoro nel reparto di rianimazione. Il reparto del casi disperati lo chiamano perché quasi nessuno si salva. Ma questo preferisco non dirlo al maggiore
"Capisco.." dice lui pensieroso
"Karina potresti farmi un favore?" dice improvvisamente mia madre
"Certo, dimmi" le rispondo
"Potresti andare a comprare della vodka? É finita e domani i negozi saranno chiusi" spiega lei
"Vado immediatamente, il tempo di andare a prendere dei soldi in camera mia e vado" la informo
"Non é troppo tardi zia? Insomma Karina é ancora un po' troppo piccola per girare a quest'ora per le strade di Mosca" si intromette mia cugina. Dio solo sa quanto la odio. Ma cosa pensa che sia? Una bambina di 5 anni?!
"In effetti cara hai ragione ma mi serve la vodka. Come dovrei fare?" dice mia madre confermando le parole di Marina. Ora sto sul serio per perdere le staffe
"Se volete posso accompagnarla io..." dice il maggiore. No, no e ancora no. Tutto ma non questo. Io già mi sento in soggezione pensa a come mi sentirei sola con lui...non voglio neanche immaginarlo lontanamente
"La vedo un'ottima idea!" Sentenzia mia madre entusiasta. In questo momento vorrei sprofondare...vado a prendere i soldi e scendo nuovamente in salotto. Il maggiore ha già indossato il suo cappotto e mi sta aspettando. 
"Bene, io vado. A dopo mamma, ciao Marina" dico rivolgendomi alle due donne sedute ed esco di casa seguita dal mio incubo. L'aria é fredda e mi maledico per non aver indossato qualcosa di più pesante.
"Dove siamo diretti?" chiede il maggiore 
"Ai grandi magazzini, prenderemo il bus così faremo più presto" gli spiego infatti fare tutta la prospettiva a piedi ci prenderebbe del tempo in più e molto probabilmente per quando arriveremo i negozi chiuderanno. Arriviamo alla fermata e vedo che di fronte a me c'è un chioschetto di gelati
"Mi aspetti per 5 minuti torno subito" dico al maggiore. Non gli do neanche il tempo di rispondermi che attraverso la strada per comprarmi un gelato
"Buona sera vorrei una coppetta alla vaniglia. La avete?" chiedo gentilmente all'anziano signore
"Ma certo signorina, ecco a te" e mi porge il gelato. Lo ringrazio e torno dall'uomo che mi sta guardando dall'altra parte della strada quasi come se fosse incantato. I nostri occhi si incrociano di nuovo mentre attraverso la strada e per non rendere la situazione più imbarazzante di quel che é distolgo lo sguardo e mi metto affianco a lui
"Siete la persona più singolare che abbia mai incontrato" sentenzia il maggiore
"Perché dite questo?" gli domando mangiando il mio gelato
"Perché siete l'unica a mangiare un gelato d'inverno" mi risponde
"Beh cosa posso dirle, mi piace distinguermi"
"L'avevo notato" dice a voce bassissima quasi come se stesse parlando con se stesso
"Cosa avete detto?" mi azzardo a chiedere 
"Niente niente" dice frettolosamente facendosi una leggera risata. Mi chiedo cosa ci trovi di così buffo?
"Si può sapere perché state ridendo ora?" non mi risponde ma si avvicina con il suo corpo al mio. I nostri volti sembrano sfiorarsi e la distanza che ci separa é minima
"Avete del gelato sulle labbra..." mi sussurra. Io mi sento leggermente accaldata 
"Dove..." gli chiedo.
"Qui" e mi pulisce con la sua mano dove sosteneva ci fosse del gelato. La sua pelle é calda a differenza della mia che è sempre fredda. Quel contatto mi ha fatta sussultare quasi come se mi fossi bruciata. Perché é questo che era...fuoco. Fuoco contro ghiaccio. Mi scanso da lui e prendo una boccata d'aria ancora scossa da quello che é successo e mi chiedo cosa mi sia preso. Non mi era mai capitato con nessuno. Arriva il bus e salgo prendendo uno dei posti dietro a tutto, il maggiore si siede qualche sedile dietro al mio; nel momento in cui il bus inizia a camminare guardo fuori dal finestrino e mi domando cosa quest'uomo mi stia facendo provare. Il suo sguardo mi paralizza, mi mette in imbarazzo ma al tempo stesso non posso farne a meno é come se fosse una droga e poi quando mi guarda negli occhi...adoro quando lo fa, mi fa sentire viva dopo tanto tempo come un'incantesimo che viene spezzato. Sono immersa nei miei pensieri quando sento di nuovo quel paio di occhi che mi scrutano senza tatto, mi giro e non mi sbagliavo. Mi sta fissando e so che dovrei dirgli che é un maleducato ma non ci riesco. É più forte di me. Stacco per prima il contatto visivo,come sempre, e ritorno a guardare fuori dal finestrino ignorando l'uomo dietro di me finché il bus non si ferma. Scendo dal mezzo di trasporto seguita da lui e ci dirigiamo al magazzino. Sto per entrare quando vedo di fronte a me un'immenso spazio verde con degli irrigatori accesi. Non so perché, forse sono pazza ma ho una voglia matta di farmi bagnare dall'acqua tanto che mi tolgo le scarpe per poter correre
"Ma cosa state facendo?" chiede lui. Non gli nemmeno il tempo di farmi qualche altra domanda che inizio a correre e a farmi bagnare. Mi sento libera. 
"Voi siete pazza! Fa freddo! Vi prenderete una polmonite" dice il maggiore facendomi una ramanzina
"Maggiore senza offesa ma voi pensate troppo alle conseguenze, vivete il presente senza fregarvene di quello che gli altri pensano di voi" gli controbatto e stavolta rimane in silenzio. Rimango a giocare ancora un po' con l'acqua per cinque minuti e poi raggiungo il maggiore
"Siete tutta bagnata..." mi rimprovera
"Non mi importa" gli dico
"Siete avventata..." sussurra e si avvicina nuovamente al mio corpo. Posso sentire il suo respiro e il suo odore...adoro quest'odore. Penso che potrei riconoscerlo fra mille. Stavolta non mi allontano, rimaniamo così finché lui dice
"Quanti anni avete?" guardandomi negli occhi
"19..." gli rispondo 
"Siete troppo giovane..." mi dice a voce bassa
"Siete voi che siete troppo vecchio" controbatto facendolo ridere. Mi piace quando ride, é come se sciogliesse il freddo che lo avvolge
"Forse avete ragione" mi dice ancora 
"Perché? Quanti anni avete?" gli domando curiosa
"25" risponde
"Sì, concordo, troppo vecchio" dico cercando di farlo ridere 
"Troppo vecchio per cosa? Per voi?" sentenzia con una lieve punta di malizia
"Ma cosa state dicendo...intendo in generale" cerco di difendermi perché é vero, avevo pensato alla differenza d'età che c'è fra di noi. Poiché la situazione stava prendendo una brutta piega mi scanso dal suo corpo e vado diretta al negozio per comprare la vodka come mi aveva ordinato mia madre e intanto lui mi raggiunge
"Ve ne siete andata così..."
"Suvvia maggiore, non sono mica scappata" gli dico con divertimento perché so di averlo lasciato senza parole
"Invece io dico che siete scappata. Da me." dice categorico
"Devo comprare la vodka..." cerco di dire togliendomi da questa imbarazzante situazione. Ma in cosa mi sto cacciando? Lui é il fidanzato di Marina, non di certo il mio e poi io non ho nessun interesse verso di lui. E mentre sono avvolta nei miei pensieri aspetto un'anziana signora che sta prima di me, una volta che ha finito mi rivolgo al negoziante
"Salve. Vorrei cinque bottiglie di vodka" ordino
"Sono 347 rubli signorina" gli porgo i soldi, lo ringrazio ed esco sempre seguita dal maggiore. Decido di prendere di nuovo il bus quindi aspettiamo un'altra volta il bus e stavolta si siede accanto a me
"Quindi siete infermiera" dice spontaneamente lui
"Esattamente, sa é sempre stato il mio sogno ed ora che l'ho realizzato mi sento soddisfatta. Non chiedo altro..." gli rispondo
"Non desidera trovare l'amore?" 
"Attualmente no, insomma c'è la guerra ed ho un lavoro. Non ho tempo per pensare a certe sciocchezze" dico provocandolo, voglio vedere cosa mi risponde
"Siete mai stata innamorata?" e questa domanda mi lascia di sasso, non me la sarei mai aspettata
"Avevo un fidanzato quando ero più giovane ma non credo che lo amavo quindi no...non sono mai stata innamorata. E voi? Siete mai stato innamorato?"
"Non lo so...credo di starmi innamorando ma non ne sono certo" controbatte guardandomi
"Vi state innamorando di Marina da quel che posso capire" esclamo con voce incrinata 
"Certamente..." dice titubante. Ecco Karina, cosa ti aspettavi che ti dicesse? Che eri tu la donna di cui si stava innamorando? Forse...aspetta! Ma cosa vado a pensare. Certo che no, é ovvio che lui ami Marina. Io sono solo la cugina della sua fidanzata. Niente di più e niente di meno. Dopo quella breve chiacchierata nessuno dei due osa rivolgere la parola ma a volte lo becco a guardarmi e la cosa non mi dispiace. Da oggi pomeriggio non mi riconosco più. Il bus arriva a destinazione e scendiamo, facciamo cinque minuti a piedi per arrivare a casa mia e prima che io prenda le chiavi per aprire la porta mi parla
"Comunque questo vestito vi sta benissimo Karina" mi dice e arrossisco
"Grazie..." gli dico. Che abbia capito il mio leggero debole per lui? No, impossibile
"E comunque siete più bella quando arrossite" aggiunge sotto voce al mio orecchio e mi lascia a sorridere sull'uscio di casa. Entro,poso le bottiglie di vodka e raggiungo il salotto.
"Mamma ho lasciato la vodka in cucina" la avviso anche se non penso mi abbia sentita dato che sta parlando con Marina. Mi chiedo cosa si stiano dicendo da tutto questo tempo.
"Ehm si cara grazie!" mi risponde mia madre ed io alzo gli occhi al cielo, possibile che dia più attenzioni a mia cugina che a me? Mentre faccio questo gesto con gli occhi vedo il maggiore sorridermi, penso che mi abbia capita e infatti dice 
"Marina si é fatto tardi é meglio che andiamo" 
"Sì amore arrivo" dice lei. Si può essere più sdolcinati di così? 
Marina mi saluta con un abbraccio mentre il maggiore si limita a lanciarmi uno dei suoi sguardi; mia madre li accompagna alla porta e poi chiude. Finalmente l'inferno é finito
"Karina, aiutami a rimettere a posto" e mentre mi ordina questo sentiamo di nuovo bussare il campanello
"Vado io" informo mia madre. 
Apro la porta e mi ritrovo di nuovo davanti al maggiore, é una persecuzione 
"Ha dimenticato qualcosa?" gli chiedo
"Sì, il mio berretto, credo sia ancora appoggiato alla maniglia della porta" mi risponde
"Provvedo subito" gli dico e vado a recuperare il berretto. In effetti si trova esattamente dove mi ha suggerito lui e glielo porto. Mentre glielo porgo le nostre mani si sfiorano e mi guarda dritto negli occhi
"Grazie Karina" 
"Di niente maggiore..." gli rispondo ancora sotto schock per le sensazioni che mi fa provare quest'uomo. Chiudo la porta, aiuto mia madre a mettere in ordine e le dico che stasera non ho voglia di cenare dato che non mi sento bene. Bugia. Mi sento benissimo, é solo che mi sento strana. Mi infilo al caldo sotto alle coperte e ripenso alla giornata trascorsa. Ripenso sopratutto a quegli occhi e a lui. Mi chiedo se riuscirò a vederlo ancora e il solo pensiero che non lo veda più mi fa sentire triste. É avvolta nel buio e immersa nei miei pensieri che cado nelle braccia di Morfeo.





Ecco a voi il secondo capitolo, spero che la storia vi stia piacendo. Inizio col ringraziare le lettrici silenziose❤, mi auguro che il numero di views cresca ancora. Ora parliamo del capitolo, adesso siamo entrati nel vivo della storia e inizieremo a conoscere la coppia Karina/Scott, amo questa coppia perché penso che a tutte noi almeno una volta nella vita sia capitato un uomo che vi abbia fatto sentire le farfalle nello stomaco. Per Karina quest'uomo é Scott ma lui é già fidanzato con Marina! Quante di voi la odiano?! Per la nostra Karina non saranno tutte rose e fiori. Adesso vi lascio perché penso di aver occupato anche troppo spazio! Ad maiora❤😉

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


É mattina, mi sveglio e noto girandomi che Melania si é già alzata, molto probabilmente tutti saranno già in cucina a fare colazione per cui vado in bagno a darmi una rinfrescata e indosso la mia uniforme da infermiera. Scendo le scale e sento mio padre lamentarsi della guerra 
"Più andremo avanti e più la situazione peggiorerà. I soldi inizieranno a scarseggiare e cadremo in miseria..." afferma
"Papà sei troppo melodrammatico!" dice Melania
"Ha ragione tua figlia tesoro" sentenzia mia madre. Arrivo in cucina e mi unisco al discorso
"Perché i soldi dovrebbero iniziare a scarseggiare papà?" gli domando curiosa
"Semplice figliola, la guerra porterà solo distruzione e sciagure. I negozianti dovranno aumentare i prezzi della loro merce per poter guadagnare e di conseguenza finiremo i nostri soldi" spiega mio padre
"Per fortuna che faccio l'infermiera, almeno non potranno licenziarmi" dico sentendomi fortunata
"Potranno sempre trasferirti al fronte" mi informa papà 
"Morirai..." dice Melania
"Io non manderò mia figlia al fronte"esclama mia madre chiudendo il discorso 
"Mamma..." sospiro 
"Niente storie cara, già é tanto che abbiamo accettato il tuo lavoro" dice ancora.
Decido non rispondere altrimenti la discussione continuerebbe perciò prendo del pane,del tè e inizio a mangiare. Da quando é iniziata la guerra questo é tutto ciò che possiamo permetterci, ma meglio di niente. Finisco la mia colazione e saluto tutti per uscire di casa e iniziare il mio turno. Fa freddo fuori, per fortuna l'ospedale non é troppo distante da casa mia. Ci metto pochi minuti ad arrivare e una volta entrata vedo che ci sono più pazienti del solito per cui mi reco immediatamente dal mio superiore
"Salve, come posso essere d'aiuto oggi dottore?"
"Oh, buongiorno infermiera Morozova. In effetti oggi ci sono molti feriti...é esplosa una bomba e molti civili sono rimasti feriti. Ci serve l'aiuto di tutti i nostri dipendenti perciò lei non starà solo al reparto di rianimazione ma si occuperà anche dei reparti dove ci sarà bisogno di più aiuto" mi informa
"Incomincio dal mio reparto e poi mi occuperò dei feriti allora" 
"Ottimo, per me può anche iniziare" dice il medico liquidandomi. É sempre stato gentile con me anche se tutti dicono che sia antipatico, certo a volte é molto esigente ma credo che sia normale essere così esigenti nel lavoro che svolge. Lui salva delle vite, ha tutte le responsabilità sulle sue spalle;non é da poco. Mi addentro nel mio reparto e incomincio a fare il giro di controllo, certi casi sono proprio disperati. C'è gente che ha perso la vista, gente che é in coma, gente a cui sono stati amputati gli arti e gente che hanno ustioni gravi; insomma sono casi gravi, non semplici feriti. Tra tutti, il paziente che più mi sta a cuore é un'anziano in coma, non ha nessuno: sua moglie é morta e non ha figli. É qui da più di un mese e non mostra segni di miglioramento, a volte mi fa pena perché é terribilmente solo. Penso che tutti se fossimo in coma vorremmo qualcuno al nostro capezzale, qualcuno a cui vogliamo bene per esempio o qualcuno che amiamo. Controllo i parametri vitali dell'anziano e mi reco dalle altre persone, mi chiedo con quale forza vadano avanti a sopravvivere, io forse sarei già morta in situazioni come le loro. Non riuscirei a sopportare così tanta sofferenza e per cosa poi? Niente. É vero che la vita é importante ma sopravvivere per soffrire lo vedo esagerato. Ed è tra questi pensieri che finisco di riempire le cartelle cliniche dei pazienti; all'improvviso mentre sto posando i fascicoli sento una voce
"Infermiera venga ho bisogno del suo aiuto" mi ordina il mio superiore e mi precipito dove si trova. In effetti la situazione é abbastanza critica: un soldato ha diverse ustioni di vari gradi sul corpo. Mi chiedo come faccia a sopportare così tanto dolore, vedo che cerca non non strillare ma gli risulta impossibile dato che qualche lamento lo mugola. Una volta finito faccio di nuovo il giro di visite e somministro qualche medicina a dei pazienti, sto camminando per il corridoio principale dell'ospedale finché non vedo la figura di un uomo abbastanza alto e con i capelli neri. Indossa la divisa da maggiore. Possibile che sia? No, impossibile. Sono solo io che mi sto facendo dei processi mentali. L'uomo gira la testa e per qualche secondo i suoi occhi scrutano la mia figura. Strano però, quegli occhi sembravano proprio i suoi. Adesso l'uomo sta camminando e sta venendo nella mia direzione. É sempre più vicino e mi rendo conto che l'uomo é proprio il maggiore Iavanov
"Infermiera Morozova...finalmente ci incontriamo" mi dice 
"Maggiore, come mai si trova in ospedale?" gli domando curiosa. Che sia ferito?
"Una bomba nemica é esplosa in una zona del centro della città. Io e miei uomini siamo andati a vedere cosa effettivamente fosse successo ma sfortunatamente un'altra bomba é esplosa e uno dei miei é rimasto ferito gravemente" sentenzia, lo vedo rammaricato
"Per caso state parlando del soldato ustionato?" chiedo,dopotutto ha un nesso logico
"Proprio lui. Come sta?" mi domanda preoccupato. Si vede che ci tiene ai suoi uomini
"Al momento é stabile ma la convalescenza sarà lunga" lo informo, non aggiungo anche dolorosa perché altrimenti sembrerei fuori luogo
"Grazie per l'informazione" dice
"Voi state bene?" azzardo a chiedere. Questa domanda avrei voluto già fargliela prima ma ero indecisa se domandarglielo o meno
"Vi preoccupate per me?" esclama divertito. Lo odio quando si comporta così
"Oh no. Era solo una domanda di cortesia, non capite niente. E poi sono un'infermiera in caso non lo avesse notato pertanto stavo semplicemente svolgendo il mio lavoro" ascolta le mie parole rapito e inizia a guardarmi con uno sguardo divertito così non mi trattengo più 
"La smettete di guardarmi così?!" esclamo esasperata
"Così come?" mi sussurra avvicinandosi
"Come se io vi diverta" gli spiego
"Ma voi mi divertite" sentenzia alla fine il maggiore
"Perché? Ci conosciamo neanche da 48 ore!" dico e infatti é questa la cosa che non sopporto: che si prenda gioco di me anche se mi conosce da poco
"Mi dispiace infermiera Morozova ma il lavoro mi chiama, a presto" dice salutandomi senza lasciarmi neanche il tempo di rispondergli. Quest'uomo mi porterà allo sfinimento. Lo osservo uscire e non faccio a meno che pensare al suo odore. Mi é rimasto impresso nella mente. Basta devo distrarmi,così cerco di rendermi utile in qualche intervento. La mattinata e il pomeriggio volano e subito arriva la sera così esco dall'ospedale per dirigermi a casa; mentre passeggio non faccio altro che pensare all'incontro avuto stamani con il maggiore. Possibile che solo quell'incontro mi abbia fatta sorridere per tutto il giorno? Ma cosa mi sta capitando? Non riesco a trovare una spiegazione plausibile. Arrivo a casa, mi svesto e mi metto abiti più pesanti poicheè non abbiamo una stufa a legna e vado in cucina dato che sono tutti lì. Mio padre è seduto su una sedia con un giornale in mano, mia sorella è intenta a cucire un bottone e mia madre sta cucinando la cena mentre si lamenta di quanto sia disordinata questa casa. È tutto così terribilmente normale...sembra che là fuori non ci sia la guerra, è come se vivessi in una sfera di vetro e sinceramente mi piace vivere così. Sembro egoista lo so, forse un poco lo sono. Mi siedo e Melania inizia a parlare
"Karina come è andata oggi in ospedale?" Mi chiede
"Sì figliola infatti, ci sono stati casi gravi?" Dice mio padre
"É andata come al solito...feriti più gravi e altri meno gravi" rispondo a entrambi 
"L'anziano signore che sta in come,invece? Come sta?" esclama mia madre, gliene avevo parlato molto tempo fa perché dopo la prima volta che lo vidi senza nessuno accanto, tornai a casa e mi misi a piangere. Non so perché lo feci...forse le emozioni presero il sopravvento
"Oh, sta bene per stare in coma ma come al solito é solo...non ha nessuno" sentenzio con un velo di tristezza
"Avrà vita migliore una volta morto..." dice Melania
"Di questi tempi é meglio morire che soffrire e vedere il proprio paese distrutto e in miseria" afferma mio padre togliendosi gli occhiali da vista 
"Caro finiscila di farci deprimere, viviamo questi giorni serenamente" dice mia madre servendoci la zuppa. Finiamo di mangiare e ognuno si ritira nelle proprie stanze, io mi dirigo nella mia con Melania. Una volta entrate ci infiliamo subito sotto alle coperte e iniziamo a parlare, sono molto legata a mia sorella e mi fido ciecamente di lei 
"Karina dimmi...come stai?" mi chiede Melania su due piedi
"Come sempre. Perché?" le rispondo incuriosita 
"Non lo so...ti vedo con la testa altrove, come se stessi vivendo in un mondo tutto tuo" sospira per un secondo e continua "non è che ti sei innamorata?"
"Ma chi? Io? No, impossibile. Non ho incontrato nessuno che abbia catturato così tanto i miei pensieri e la mia attenzione" le spiego 
"Strano, sembravano dei tipici atteggiamenti di chi è stato colpito dalla freccia di Cupido" mi dice ridendo 
"Se non la finisci la freccia te la faccio vedere io! Non sono innamorata!" esclamo 
"Ti consiglio di farti due domande sorellina. Comunque io ho sonno, buonanotte" dice Melania girandosi dal lato opposto al mio
"Buonanotte anche a te..." le auguro mettendomi anche io a dormire.
Mentre cerco di addormentarmi ripenso alle parole di Melania, possibile che in me stia nascendo l'amore? Spero di no e poi per chi? Il maggiore no di certo. Credo sia l'unica persona capace di farmi innervosire a tal punto da mandarlo al diavolo. Non lo sopporto quando si prende gioco della mia persona, è irritante. Ma forse è anche l'unica persona che mi fa sentire viva, è l'unico che mi tratta come una donna e non come una ragazzina immatura. No, lui è diverso. Non so neanche io cosa provo per lui. La verità è che io non dovrei provare niente per lui perché è impegnato con Marina e io non sono nessuno per lui, sarebbe sbagliato innamorarmi.Sono solo la cugina della sua fidanzata, tutto qui. Niente di più e niente di meno.È tutto così strano...mi chiedo come andrà a finire tutto questo.










Salve a tutti! Spero che la storia vi stia piacendo, ci tengo a ringraziare le lettrici silenziose e sopratutto ci tengo a ringraziare chi recensisce, grazie di cuore❤. Tornando alla storia, che dire...siamo entrati nel vivo ma è tutto così complicato! Il nostro maggiore è fidanzato con Marina ma cerca costantemente Karina. Cosa ne pensate? Potranno mai essere felici? Io ovviamente so già come andrà a finire ma non posso dirvi niente. Secondo voi come si evolverà la storia? Sono curiosa di sapere i vostri consigli! Fatevi sentire mi raccomando! Per chi lo farà vi prometto una pizza a domicilio eh😂😂😂. So che l'idea vi allerta. Ora vi lascio ma prima ci tengo ad augurarvi delle buone feste.Ci sentiamo al prossimo capitolo e vi avviso che sarà basato esclusivamente sui pensieri della nostra protagonista, io lo considero uno dei miei capitoli preferiti, credo che ve lo farò leggere a Capodanno, consideratelo come un mio regalo.
Ad maiora❤❤❤

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Oggi nevica a Mosca, la neve è così bella...soffice e candida. Mi è sempre piaciuta fin da piccola, la trovo affascinante quasi magica azzarderei. Papà dice che in guerra è un vantaggio avere la neve dato che i nemici come i tedeschi non sono abituati a questo clima, forse è vero. Guerra di qua e guerra di là, si parla solo di questo. Per fortuna il tentativo di invadere Mosca è fallito infatti le temperature basse, la mancanza di indumenti adeguati e l'accrescere della resistenza sovietica costrinse i tedeschi a tornare indietro. I feriti e i decessi furono numerosi ma nonostante questo Stalin non si fermò e continuò a combattere per il suo popolo; ancora oggi in ospedale vedi soldati che soffrono per proteggere la propria patria a qualunque costo; loro sono dei veri eroi, molte volte li ammiro per la determinazione che possiedono. Quasi sempre dopo che sono stati curati da me e dai chirurghi ci ringraziano per averli salvati ma non hanno capito che dovremmo essere noi a ringraziarli. Ringraziarli perché rischiano la vita ogni giorno per noi, ringraziarli perché difendono il nostro paese e ringraziarli per farci avere ancora un briciolo di speranza affinché tutto finisca presto. Ormai in questi tempi le persone perdono la speranza e 
la voglia di vivere, intorno a loro vedono solo disperazione,terrore e miseria.A volte si aggrappano alla speranza ma il più delle volte più credono nella speranza e più essa si prende gioco di loro. In genere questi sono i miei pensieri ricorrenti, l'unica differenza è che ora,inevitabilmente,nel momento in cui penso alla guerra i miei pensieri si concentrano sul maggiore Ivanov, spero sempre che non venga ferito gravemente o peggio ancora che muoia. Al solo pensiero di vederlo inerme in un letto d'ospedale a combattere contro la morte mi fa venire i brividi e non riesco a spiegarmene il motivo. Forse sto iniziando ad affezionarmi a lui pur non avendone alcun diritto. L'unica a doversi preoccupare di perderlo è Marina, non io. Io non sono niente per lui e lui non è niente per me, non potrà mai essere qualcosa di più. Mi ripeto questo mantra fino alla nausea, sembra una cosa così logica ma me lo ripeto per convincere di più me stessa a questa verità. Le parole di Melania in merito al mio strano atteggiamento mi hanno fatto riflettere finché sono arrivata alla conclusione che a me piace il maggiore Ivanov. Molto probabilmente mi è piaciuto dal primo istante in cui i suoi occhi si sono scontrati con i miei, nero contro verde, male contro bene, fuoco contro ghiaccio. I paragoni che mi vengono in mente sono moltissimi ma credo che limiterò a questi. Lui è diventato il mio pensiero fisso e mi manca. Non lo vedo da una settimana... ormai la sua presenza, i suoi occhi e la sua voce mi mancano costantemente. Niente riesce a distrarmi e cerco di mascherare il mio reale stato d'animo ridendo e sorridendo come se Scott non fosse mai esistito e io non l'abbia mai incontrato ma la verità è che io sto male senza lui. Mi manca troppo. Spero che né Marina né lui comprendano mai i miei sentimenti perché se li scoprisse lei, beh...ci rimarrei male pur odiandola, poi la mia famiglia mi guarderebbe sotto una cattiva luce e sarei considerata come colei che ruba i fidanzati, ciò sarebbe inammissibile.  Nel caso in cui li scoprisse lui... mi sa che mi riderebbe in faccia dato che è impossibile che lui ricambi. L'unica soluzione in entrambi i casi sarebbe scappare e andarmene al fronte a fare l'infermiera, magari lì aiuterei davvero il mio paese e non penserò a niente di tutto ciò. Certo, dovrei combattere con i miei genitori affinché acconsentano a questa mia scelta ma credo che anche se all'inizio si opporranno dopo cambieranno idea; dopotutto andrò in missione per aiutare la mia patria e ciò renderebbe molto orgogliosi i miei genitori. È incredibile che alla mia età l'unico pensiero fisso di ogni ragazza sia l'amore, credono che questo sia il loro scopo di vita e sopratutto ora che siamo in guerra lo cercano senza sosta perché potrebbero morire in qualsiasi momento. Io non sono mai stata una ragazza di questo genere e ne vado fiera, è vero in questo momento sono innamorata ma cercherò di ignorarlo perché i sentimenti che provo sono sbagliati. Semplicemente ho sbagliato uomo. Non è la fine del mondo e poi io ho altro a cui dedicarmi, cioè il mio lavoro che amo infinitamente e se andassi al fronte credo che lo amerei ancor di più. Sono sicura che sarò assorbita così tanto dal da farsi in ospedale che non penserò più al maggiore Ivanov. 
Il mondo e le persone a volte sono così frivole...rincorrono e aspettano cose che pensano le facciano sentire realizzate finché non si scocciano e le buttano via. Io penso che le cose, come per esempio l'amore, non si rincorrano e forse nemmeno si aspettano troppo. Arrivano probabilmente quando ti fermi o ti stanchi di aspettare sempre quello che non c'è. Quando quasi non ci credi più. A volte non ci credi ma in fondo non è mai vero. Lo dici per imbrogliare e nel momento in cui tutto sembra perso, irreparabile arrivano due occhi che ti imbrogliano. A me è successo esattamente questo ed ecco che ritorno sempre al mio pensiero fisso, so che è sbagliato ma non riesco a non pensarci. Sono giunta alla conclusione che il maggiore sia come Robespierre. Entrambi sono due persone che ti intimoriscono e una volta che le hai conosciute non ti dimentichi facilmente di loro, quindi Scott è il mio Robespierre.





Ed è con i pensieri della nostra Karina che vi auguro un felice Capodanno! Allora come vi sembra? Vi è piaciuto?È più corto rispetto agli altri capitoli ma a me sinceramente piace molto come capitolo e spero che anche voi lo apprezziate. Quando l'ho scritto mi sono calata io stessa nel personaggio perché come dissi all'inizio ognuna di noi ha avuto il proprio Scott e io per scrivere questi pensieri ho pensato al mio. Mi raccomando fatemi sapere i vostri giudizi, li aspetto volentieri. Come sempre ringrazio le mie lettrici silenziose, chi ha aggiunto la mia storia alle storie preferite, chi la segue e sopratutto ringrazio chi recensisce❤️. Grazie, non mi stancherò mai di dirvelo. Ora vi lascio al vostro Capodanno! Tantissimi auguri ragazze❤🎊🎉. Ad maiora, ci sentiamo nel 2018!❤

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Sono in ospedale da più di 8 ore e sono esausta, oggi sono arrivati molti feriti quindi il lavoro era tanto. Mi metto il cappotto di lana ed esco fuori per tornarmene a casa, però credo che salterò la cena dato che ho solo bisogno di riposarmi. Appena esco fuori noto un uomo fermo davanti alla stazione degli autobus. 
Scott era lì ad aspettarmi. Credo che il mio volto si sia illuminato e infatti smetto di camminare, posso giurare che stia sorridendo. Deglutisco e gli vado incontro. Ha il suo berretto da maggiore in mano e solo adesso desidero di essermi lavata meglio poiché puzzo di disinfettante. Improvvisamente sembra che le parole che si stanno affollando nella mia mente mi impediscano di parlare 
"Che ci fa qui maggiore?" gli chiedo. Di tante cose che avrei potuto dire ho scelto le parole più sprucide. Stupida Karina
"Siamo in guerra con la Germania. Non ho il tempo di inventare una scusa...lasci che la accompagni a casa" dice sfinito. Forse anche per lui sarà stata una giornata dura.
"Venga, camminiamo" propone e mi spinge con delicatezza lontano dalla fermata 
"Maggiore apprezzo che mi sia venuto a prendere ma non era necessario, casa mia è vicina all'ospedale" sentenzio curiosa di sapere cosa mi risponderà 
"Avevo voglia di vederla. Non ho mica commesso un crimine?" domanda retoricamente
"Ma lei non era fidanzato?" controbatto
"Dopo passerò a casa sua con la mia fidanzata" dice calcando con la voce le ultime parole...sembra quasi mi stia prendendo in giro. Vorrei poter replicare ma dalla mia bocca esce soltanto un'esclamazione di sorpresa
"È sorpresa per il fatto che dopo verrò a casa sua o perché sono venuto a farle compagnia?" mi chiede 
"Credo sia per entrambi e comunque non credo che a Marina faccia piacere sapere che al posto di passare del tempo con la propria fidanzata lei lo passi con sua cugina" esclamo schietta. Sono curiosa di sapere ora cosa mi dirà dato che gli ho mostrato la verità dei fatti
"Infatti sarà un nostro piccolo segreto infermiera Morozova" dice facendosi una piccola risata
"Può starne certo maggiore Ivanov" ribatto divertita anche io
"Possiamo darci del tu?" dice chiedendomi il permesso e devo ammettere che questa richiesta mi lascia sbigottita
"Nessun problema" rispondo sincera perché è vero, non mi arreca fastidio rivolgermi a lui con il tu, anzi, ne sono felice. Stiamo passeggiando da cinque minuti immersi nel silenzio e io mi perdo a guardare il cielo. Talvolta le nostre mani si sfiorano. All'improvviso vedo che lui si ferma
"Karina, tua cugina e io non facciamo sul serio. Le dirò..." inizia a dire e so già dove vuole andare a finire
"No! Tu non lascerai Marina! Dimenticatelo" grido e due uomini distinti, seduti di fronte, si voltano con un'aria interrogativa
"Karina..." dice con un tono di voce più basso "ancora non hai capito che sono interessato a te e non a tua cugina?" continua e io mi sento mancare l'aria
"Scott...è impossibile" gli dico frustata 
"Perché?" 
"È mia cugina e lei fa sul serio con te" sussurro ma lo vedo dispiaciuto per cui decido di dirgli altro "ci saranno altri ragazzi..." non che sia una frase confortante ma almeno è qualcosa paragonato al niente 
"Io non un ragazzo" controbatte determinato. Possibile che sia così arrogante e sfacciato anche in situazioni così?
"Uomini allora" balbetto e in questo momento mi sento in difficoltà 
"Cosa ti fa credere che ci saranno altri uomini?" mi chiede e non posso far a meno di sorridere
"Istinto?" azzardo 
Scott non fa alcun commento 
"A te piace Marina vero?" gli chiedo
"Ho detto che sono interessato a te. Mi hai sentito prima?" dice e ora mi sento confusa
"Rispondimi. Ti piace anche solo un po'?" insisto aspettando una risposta 
"Sì..." ammette e in questo momento capisco che non ci sarà mai un "noi".
"Per me non abbiamo più niente da dirci, dimentichiamo entrambi questa conversazione per favore. Non preoccuparti, distano  solo pochi metri da casa mia. Ci vediamo dopo" sentenzio e corro via da lui senza neanche dargli il tempo di rispondere. Corro come se non ci fosse un domani e non posso credere a quello che è successo prima. Io gli piaccio. Ma non si può. È sbagliato, troppo sbagliato. Un nostro ipotetico rapporto non avrebbe alcuna speranza. In meno di qualche minuto sono davanti casa per cui prendo le chiavi, le infilo nella toppa ed entro. Appena varco la soglia mi dirigo in camera mia e poi in bagno per darmi una rinfrescata. Mentre mi sto spazzolando i capelli sento il campanello suonare ed entro nel panico. Come farò a guardarlo in faccia dopo tutto quello che ci siamo detti? L'unica soluzione è fingere di stare male e salirmene in camera. Mia madre mi strilla di scendere perché abbiamo ospiti e sento che la mia pressione si sta alzando. Melania è seduta sul divano e sta cucendo, mi chiedo quando faccia una pausa
"Ciao zia! Melania!Karina! Avete visto? Vi abbiamo fatto una sorpresa!" esclama mia cugina Marina con una voce alquanto stridula e snervante. Accanto a lei c'è lui, è appena incrocio i suoi occhi sento le gambe diventarmi come gelatina. Stavolta mi sta guardando davanti a tutti senza ritegno. 
"Buonasera, sì Marina ho visto"dico cercando di apparire il più naturale possibile perché la verità è che vorrei sprofondare. Mia madre fa accomodare i nostri ospiti in salotto e chiede a Melania di preparare del tè. Questo mi sembra il momento perfetto per filarmene in camera mia
"Scusatemi per la mia maleducazione ma ora vorrei andarmene in camera mia poiché sono molto stanca e avrei bisogno di riposare" 
"Cara ma abbiamo ospiti" sentenzia mia madre quasi come volesse rimproverarmi 
"Mamma oggi è stata davvero una giornata dura..." le spiego
"Io lo dicevo che fare l'infermiera non era un lavoro per te" sentenzia mia madre portando gli occhi al cielo. Questo non doveva dirlo. No. Ha superato ogni limite
"A me non sembra ti dispiaccia così tanto quando porto il mio stipendio a casa" dico andandomene direttamente in camera mia. Dalle scale sento una voce dire che mia madre ha esagerato troppo, un momento...è la sua voce. Mi sta difendendo. Non me lo sarei mai aspettata. Mi sta difendendo nonostante quello che è successo prima?Salgo in camera e mi chiudo la porta alle spalle, voglio stare da sola; fa talmente freddo che decido di mettermi sotto alle coperte coprendomi fino alla cima dei capelli. Dopo un po' di tempo sento bussare alla porta, sicuramente sarà Melania per cui decido di farla entrare e poi adoro parlare con lei, è l'unica con cui posso aprirmi senza paura di essere giudicata...le voglio davvero molto bene
"Melania entra ma chiudi la porta" le dico. Sento i suoi passi avvicinarsi al letto per poi mettersi a sedere accanto a me. Sposta la coperta e mi accarezza i capelli
"Mi dispiace per te ma non sono tua sorella" esclama una voce maschile. È la sua voce.
"Maggiore..." sussurro girandomi verso di lui. Sposta la sua mano vicino alla mia guancia e in quel momento non abbiamo bisogno di dirci niente, ci guardiamo e basta
"Io credo che tua madre abbia esagerato prima" dice lui all'improvviso
"Non ci badare,è sempre la solita storia" gli spiego perché è così. Mia madre non ha mai accettato il lavoro che svolgo ma non ne ho mai capito il vero motivo
"Io penso che il tuo lavoro sia uno dei più importanti in questi tempi, senza voi infermiere e medici come ce la caveremo noi che combattiamo? Moriremo, semplice" sentenzia cercando di risollevarmi il morale. 
"Ne sono consapevole.Piuttosto ditemi...come hai fatto a venire in camera mia senza destare sospetti?" chiedo incuriosita
"Non posso svelarti i miei segreti professionali" esclama divertito 
"Capisco" dico a mia volta ridendo
"Ora devo andare, ci vediamo presto Karina" mi sussurra all'orecchio e si sporge per darmi un bacio sulla guancia. Quel minimo contatto mi fa vibrare il corpo ed è come se mi fossi catapultata su un'altro pianeta
"A presto Maggiore" controbatto ma non credo mi abbia sentita poiché è corso subito giù. Quell'uomo mi farà andare al manicomio, prima si prende gioco di me e l'attimo dopo è così premuroso e dolce nei miei confronti. Io mi sono innamorata dell'uomo di mia cugina, non posso crederci...è così surreale. A volte penso che io lo amo come si amano i tramonti, in silenzio a da lontano. Passano svariate ore finché sento la porta principale chiudersi, Marina e Scott se ne saranno andati, chissà cosa avranno pensato tutti quando me ne sono salita in camera assumendo atteggiamenti alquanto distaccati. Sono immersa nei miei pensieri finché entra Melania e  si corica nel letto accanto a me poiché condividiamo un letto matrimoniale. So già che ora inizierà a farmi il terzo grado e infatti non mi sono sbagliata
"Allora? Come mai non sei restata giù?" mi chiede subito
"Te l'ho già detto, oggi è stata una giornata faticosa a lavoro e avevo bisogno di riposare" dico cercando di sviare il discorso
"Non mi convince tanto questa versione sinceramente..." sentenzia sbadigliando 
"E sentiamo, quale sarebbe la tua versione?" chiedo retoricamente
"Secondo me non volevi restare giù perché sei infatuata del ragazzo di Marina perciò volevi evitarlo e la scusa del lavoro era perfetta" esclama soddisfatta
"Tu hai qualche problema, ti fai troppe paranoie sorella mia" le dico cercando di non far trasparire la mia preoccupazione perché la verità è che Melania ha capito
"Dai su, vuoi negare che il Maggiore prima sia andato sul serio in bagno e non sia venuto a controllare come stesse la sua amata?" sentenzia divertita
"Per prima cosa non sono la sua amata, è fidanzato in caso non te ne sia accorta. Seconda cosa...mi dici come hai fatto a indovinare?" Chiedo stupita
"Che bello! Lo sapevo che avevo indovinato! Era così palese Karina che fosse venuto da te perché prima ti ha difesa dopo che sei scappata in camera e se vuoi sapere anche un particolare...beh, Marina era gelosissima e lo guardava anche con una punta di rammarico a quel poveretto! Deve essere brutto dover stare con una persona che non ami..." afferma 
"Lui non è innamorato di me e poi non preoccuparti è solo venuto a controllare che stessi bene...non vi era un secondo fine" le spiego leggermente triste
"Ah Karina apri gli occhi! Si vede lontano un miglio che siete entrambi innamorati l'uno dell'altro, quando ti ha vista ha subito alzato gli occhi verso di te. Non gli sei indifferente" dice cercando di convincermi con la sua tesi
"Sai che una settimana fa l'ho incontrato in ospedale? Avevo in cura uno dei suoi uomini" inizio a dirle omettendo però l'incontro di oggi pomeriggio
"E quindi? Ti ha vista e ti ha baciata senza ritegno?!" esclama con aria sognante 
"No. Affatto. Mi ha presa in giro!" le dico irritata
"Chiaro segno che è interessato. Come già ho detto non gli sei indifferente ergo gli piaci. Ora dormi che è tardi" sentenzia girandosi dall'altro lato 
"Va bene, buonanotte" le dico per poi girarmi anche io e cerco di dormire ma non ci riesco perché la mia mente pensa solo a lui. Parlare con Melania è sempre bello perché riesco a sfogarmi e dirle tutto senza preoccupazioni ma in questo momento le sto mentendo e non sopporto mentirle. Non l'ho mai fatto. Lei è stata la mia guida da piccola, mi difendeva sempre dagli altri e talvolta subiva lei le punizioni che sarebbero dovute toccare a me. Non tollero mentirle, non se lo merita affatto perciò decido di dirle la verità
"Melania stai già dormendo?" le chiedo nell'oscurità 
"No, dimmi" mi risponde
"Ecco...io credo di essermi presa una cotta per Scott..." dico e quasi non mi sembra vero. Dirlo ad alta voce è proprio un'altra cosa e stranamente ora mi sento meglio
"Cosa hai appena detto?! Ripeti non ho sentito bene!" esclama felice
"Oh andiamo che hai sentito bene, non fare la bambina!" controbatto 
"Sì! Lo sapevo che ti eri innamorata, era così evidente. Non ti riconoscevo più da quando hai fatto la sua conoscenza. Eri silenziosa e fissavi sempre il vuoto" mi dice e quasi non mi riconosco dato che mi è sempre piaciuto parlare. È vero, l'amore ti cambia ma non pensavo così tanto
"Ora dormi che ho sonno. Che bello! La mia sorellina è innamorata!" esclama e si gira nuovamente per dormire. Io mi cingo a guardare la parete con la consapevolezza di aver ammesso definitivamente me stessa di amare Scott. Io amo Scott e senza accorgermene mi ritrovo a pregare un Dio che in Unione Sovietica non esiste "Mio Dio, se esisti da qualche parte, per favore insegnami a nascondere quello che non ho mai imparato a mostrare" Ormai lui è a conoscenza di tutto ma devo ignorare e cercare di sembrare indifferente alla sua presenza quando ci troviamo un pubblico. Dubito sia una cosa semplice ma ci proverò con tutta me stessa.








Buon 2018 a tutti! Eccomi qua con un nuovo capitolo, spero vi sia piaciuto e che la storia soprattutto vi stia prendendo. Ormai Karina e Scott non possono far a meno di ignorare i sentimenti reciprochi che provano tanto che sono arrivati ad avere un piccolo scontro. Oggi abbiamo visto il nostro maggiore arrendersi all'amore mentre Karina è terribilmente orgogliosa! Non vuole proprio che il suo Scott lasci Marina. 
Secondo voi come si evolveranno le cose?
Comunque ora ci tengo come sempre a ringraziare chi legge la mia storie (anche le lettrici silenziose di cui sono curiosa sapere cosa pensano!), chi recensisce ogni mio capitolo (grazie infinitamente❤), chi l'ha inserita nei preferiti e chi la segue. Grazie a tutti davvero! Spero che continuerete a leggere All that I Need🤞🏻❤. Ad maioraaa!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3726839