Battle Spirits Moments di HikariMoon (/viewuser.php?uid=119941)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Our Kiss (Episodio 49x2 - L'Operazione Zodiaco) ***
Capitolo 2: *** You Are My Strength (episodio 50x2 - Il momento degli addii) ***
Capitolo 3: *** I'll Be Strong (tra episodio 38x2 - La Scelta di Barone e episodio 39x2 - Si Prepara una Nuova Avventura) ***
Capitolo 4: *** Forgive Me (episodio 44x1 – Il Giardino delle Rose) ***
Capitolo 5: *** Unfortunately, It's You (episodio 50x2 - Il Momento degli Addii) ***
Capitolo 1 *** Our Kiss (Episodio 49x2 - L'Operazione Zodiaco) ***
Salve a tutti!
^-^ Dopo quasi due mesi
di assenza dal sito (causa esami), rieccomi qui per inaugurare un nuovo
progetto che mi ronzava in testa già da un bel
po’… guardando le due serie, in
molti momenti mi sarebbe piaciuto sapere quali fossero i pensieri dei
nostri
eroi o semplicemente che qualche scena fosse stata mostrata leggermente
di più.
Da ciò nasce questa raccolta di flash-fic, un po’
missing-moments, che non
seguirà un ordine preciso: non seguirò
l’ordine degli episodi ma semplicemente
l’ispirazione che avrò. ;)
E per
inaugurarla, ho deciso di dedicare
il primo capitolo a quello che considero la “scena mancante
per antonomasia” di
Battle Spirits… ovvero quella scena non mostrata per cui il
90% di coloro che
hanno seguito Battle Spirits (io compresa) avrebbero voluto andare a
dire
quattro a quelli della Sunrise. XD Avrete già capito, vero?
Quindi, basta
chiacchiere… buona lettura! ^-^
Our Kiss (Episodio 49x2 -
L’Operazione Zodiaco)
Sedutosi nella
colibrì, Dan sospirò. Il momento della battaglia
era finalmente giunto. Sentiva
ora più che mai la pressione di quel duello. Un peso che
doveva portare da
solo: non avrebbe più permesso che le persone a cui teneva
pagassero per le sue
battaglia.
Avrebbe fatto
di tutto per vincere e dare al mondo un futuro migliore. In quei mesi
aveva
dato speranza agli altri, ma non ne aveva conservata per
sé… forse per lui non
ci sarebbe stato un futuro, come temeva Mai, ma non importava. Era
pronto a
qualsiasi conseguenza.
I passi di Mai
lo distolsero dai suoi pensieri e lo fecero voltare. La ragazza si
inginocchiò
sorridente accanto alla colibrì.
“Puoi
rispondere solo a una domanda?”
“Va
bene,
sentiamo.”
“C’è
qualcosa
che vuoi fare quando tornerai?”
Quella domanda
lo prese alla sprovvista. Non ci aveva mai pensato. Era da tanto tempo
che non
pensava a quello che ci sarebbe stato dopo.
“Non
lo so,
fammi pensare…”
Forse, proprio
perché sentiva che per lui non ci sarebbe stato un futuro.
Neanche di questo
suo presentimento aveva mai parlato con gli altri. Non voleva farli
preoccupare. Soprattutto Mai. Improvvisamente le immagini di Gran RoRo
e di
Zungurii si fecero largo nella sua mente…
“Mi
piacerebbe
mangiare un piatto di riso al curry.”
Un velo di
malinconia offuscò lo sguardo di Mai, che però fu
rapida a scacciarlo tornando
a sorridere.
“Bene,
te lo
cucinerò. Tu non dovrai far altro che mangiarlo.”
“D’accordo.”
Dan si
voltò
verso Mai che continuava a sorridere. Capiva solo in quel momento
quanto fosse
difficile per lei lasciargli fare quel duello. Ma nonostante tutto
cercava di
essere forte anche per lui. Gli aveva detto che lo amava. Ma lui non
voleva
dare nome a quello che provava per lei, non poteva e non sarebbe stato
giusto.
“Dimenticavo
che ci saranno anche En e Fant, quindi ne dovrò fare un
quintale.”
Mai era una
ragazza straordinaria. Come gli aveva detto Zolder… le
parole dell’istruttore
gli tornarono in mente. Chissà, forse era stato Yuuki a
dargli quel consiglio. Per
fargli capire di non sprecare quell’occasione che lui e
Kajitsu non aveva mai
avuto. Dan sorrise: ora era troppo tardi. O forse no, non per tutto.
Una
decisione improvvisa gli attraversò la mente.
Passò una mano dietro la nuca di
Mai. Non le diede tempo di chiedergli una spiegazione e
annullò la distanza tra
i loro volti. Mai chiuse gli occhi. Fecero durare quel bacio per lunghi
istanti, cancellando qualsiasi altro pensiero perché ora
l’unica cosa
importante erano loro due.
“Daremo
il via
all’operazione tra quindici minuti.”
Dan si
separò
leggermente da Mai e le sorrise. “Affronteremo insieme il
presente.”
La ragazza
sorrise a sua volta. Avrebbero voluto entrambi che quegli istanti
durassero per
sempre, ma era arrivato il momento di andare ai propri posti. Mai si
alzò sorridendogli
dolcemente.
“Ti
aspetto,
Dan…”
Dan sorrise,
mentre Mai si allontanava e usciva. Ora sapeva che, se mai avrebbe
avuto un
futuro, sarebbe stato in quel bacio. Ti
amo, Mai…
Eccoci giunti
alla fine di questa prima
flash-fic. Che ne pensate? ^-^ Dopotutto, era finalmente ora di dar
voce ai
pensieri di Dan in quegli istanti… spero di esserci riuscita
nel migliore dei
modi.
Ah, ovviamente
l’inizio di questa
raccolta non sostituisce gli episodi della serie “I Guerrieri
della Luce”…
diciamo che questa raccolta l’aggiornerò ogni
volta che avrò un po’
d’ispirazione. Quindi, sentitevi liberi di poter suggerire
una qualsiasi scena o
momento che vi fosse sembrato incompleto. ^-^
Ultima cosa e
poi me ne vado… tra i
pensieri di Dan è inserita una frase che è
più o meno la trasposizione in terza
persona di alcune parole pronunciate in uno dei miei film preferiti
(ovviamente
non pretendo che tutti la possano cogliere, ognuno ha i propri
gusti… U.U però
dovresti coglierla tu, ShawnSpenstar XD)… ovvero Il Signore
degli Anelli in cui
Aragorn dice: “Ho dato speranza agli uomini, non ne ho
conservata per me.”
Con questo ho detto tutto.
Grazie a
tutti coloro che leggeranno e a quelli che magari mi faranno sapere che
ne
pensano. ^-^ A presto, HikariMoon
|
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Capitolo 2 *** You Are My Strength (episodio 50x2 - Il momento degli addii) ***
You Are My Strength
(episodio 50x2 - Il momento degli
addii)
Dan
alzò lo
sguardo verso la Rampa di Lancio. Era maestosa. La leggenda aveva
ragione.
L’uniforme
si
dissolse in scintille dorate. Aveva vinto. Sarebbe stato lui ad
attivarla.
Aspettò.
Aspettò per lunghi istanti che il pulsante apparisse.
Un’attesa
quasi
insostenibile dopo l’adrenalina del duello. Il silenzio era
quasi assordante,
rotto soltanto dal battito del suo cuore e dal crepitio delle fiamme.
Il
ragazzo
sgranò gli occhi. Il battito del suo cuore. Non erano le
carte dello zodiaco il
vero potere.
“Sì,
certo. Ho
capito.” Abbassò lo sguardo. L’ultimo
duello, l’ultima missione, il sacrificio
ultimo.
“Non
esiste un
pulsante. Sono io un essere pulsante.”
“Che
cosa vuoi
dire? Tu saresti il pulsante?” Barone era incredulo, Dan lo
capiva. Ma lui non
aveva dubbi. Sollevò una mano davanti a sé e la
guardò, fissando quasi
affascinato le vene appena visibili sotto la pelle. Era tutto
così chiaro. Come
avevano fatto a non rendersene conto prima?
“Non
si parlava
di un oggetto. Ma del cuore che pulsa.”
L’energia
che
mancava era il battito di un cuore.
Un
vortice
iridescente lo avvolse. Per la prima volta, Dan si rese conto di avere
veramente paura. Un terrore gelido che si diffondeva in tutto il corpo.
Era
questo quello che aveva provato Yuuki? Era questo quello che si provava
davanti
alla fine?
E
non poteva
fare nulla. Neppure i suoi amici potevano fare nulla. Ma non voleva
morire.
Inghiottì
il
groppo che gli si era formato in gola. Non poteva piangere. I suoi
amici erano
lì. Lo stavano guardando. Doveva essere forte per loro.
Clarky,
Hideto,
Yus, Barone, Mai… sorrise appena.
Loro
sarebbero
stati al sicuro.
Ci
era
riuscito. Aveva mantenuto la promessa fatta quell’estate di
due anni prima.
I
suoi amici
avrebbero avuto un futuro.
Se
quello era sempre
stato il suo destino, forse non era così brutto. Non era
venuto nel futuro per
cercare un domani.
Era
venuto per
ritrovare una ragione di combattere.
E
l’aveva
trovata.
La
felicità dei
suoi amici. La felicità delle persone che amava.
Se
era quello il
prezzo da pagare, era pronto. Non avrebbe avuto paura.
“Barone.”
Alzò
la mano verso l’avversario. “Ti sono molto grato.
È stato un duello
avvincente.”
Nessuno
di loro
avrebbe capito. Ma era contento. Lo faceva per loro.
La
colibrì di
Barone si staccò dal terreno di gioco e fu sempre
più lontana.
“DAN
BASHIN!”
Il
ragazzo
sorrise. Avrebbe voluto poter dire ancora così tante cose.
Avrebbe voluto dar
coraggio ai suoi amici. Il suo sguardo si fissò sulla
Magnifica Sophia.
Gli
occhi gli s’inumidirono.
Avrebbe voluto dire loro addio.
La
luce si
stava facendo sempre più accecante. Ma non aveva bisogno di
vedere. I volti dei
suoi amici erano per sempre incisi nella sua mente e nel suo cuore.
Sentì
una
lacrima rigargli il volto. Il vortice luminoso era quasi insostenibile.
Ma non
chiuse gli occhi.
I
suoi amici
erano davanti a lui. E li avrebbe guardati fino alla fine.
Erano
la sua
forza e lo sarebbero sempre stati. Vi
voglio bene.
SPAZIO
DELL’AUTRICE:
Questa
è la mia versione dei
pensieri di Dan in quegli ultimi istanti prima della fine. Spero di
averli resi
al meglio e di essere riuscita a mantenere l’impatto emotivo
che la scena generava in chiunque abbia visto l'episodio.
Se
volete rileggerla, vi consiglio
di ascoltare la prima parte (i primi due minuti) della track
“The Fortress of
gods” delle OST di Battle Spirits Brave. Qui il link: https://www.youtube.com/watch?v=VDbUXOutDv0&index=62&list=PLs-ZVXQe5IcI55KVpZc8yEbfmfSvXBK3h.
Non
so quando arriverà la
prossima flsh-fic. Sto già lavorando sulla prossima, ma sono
sempre disponibile
a sentire i vostri suggerimenti sulle scene che vorreste approfondite.
Alla
prossima, HikariMoon
|
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Capitolo 3 *** I'll Be Strong (tra episodio 38x2 - La Scelta di Barone e episodio 39x2 - Si Prepara una Nuova Avventura) ***
I’ll
Be Strong (tra Episodio 38x2 - La scelta di
Barone e Episodio 39x2 -
Si prepara una nuova avventura)
Mai non sapeva da quanto tempo
fossero lì e Gaspard
era troppo gentile per farglielo notare.
Il Museo davanti a lei aveva
sicuramente visto periodi
migliori. Semidiroccato com’era, era un miracolo traballante.
La ragazza chiuse gli occhi ed
espirò cercando di fare
il minimo rumore possibile. Perché aveva deciso di venire?
Avevano ricevuto le coordinate
pochi giorni prima, era
stato confermato che potevano esserci informazioni su Dan.
Avrebbe potuto facilmente evitare
quel viaggio. Non
erano informazioni prioritarie. Tra rivolte, catastrofi naturali e
panico
generale, aveva ben altro cui pensare.
Eppure era lì.
Mai tornò a fissare
l’insegna. Aveva cercato in tutti
i modi di non pensare a loro. Era
più
facile. Faceva meno male.
Scosse la testa.
“Entriamo.”
Non aspettò la
conferma di Gaspard. Se esitava, era
certa che avrebbe cambiato idea.
Dentro, il museo era scuro, ma
non così tanto da non
vedere. Tra tutti i crolli che aveva subito, c’era
più di qualche “finestra”
improvvisata.
Lasciò che lo sguardo
vagasse su ciò che restava. Era
un’immagine desolante vedere quel luogo, un tempo
celebrazione di Battle
Spirits, ridotto in quello stato.
Poche targhe erano rimaste
appese. Una colpì la sua
attenzione e, nonostante tutto, la fece sorridere. Julian
Fines. Era stata stupida a non pensarci. Erano in
Inghilterra, la sua patria. Era ovvio che avessero celebrato il
loro… 15 volte campione del mondo?
Lo scricchiolio di vetro
schiacciato la distrasse. Il
suo sguardo cadde verso il terreno. Sbiancò e
accelerò il passo.
Conosceva quel giornale. L’ho aveva letto
l’anno prima e non prevedeva
di rileggerlo finché viveva.
La polvere continuava a salirle
nel naso, rendendo sempre
più difficile non starnutire. Con la mano, spostò
una ragnatela. E la vide.
Perfettamente illuminata. Quasi
brillante. Quale
ironia.
Mai si avvicinò.
Deglutì, lo stomaco contratto.
Sbattè le palpebre e
sgranò gli occhi quando vide che,
nella teca, c’erano ancora le carte. C’era ancora Siegwurm-Nova.
Alzò lo sguardo sulla
targa e istintivamente fece un
passo indietro. Sentì mancarle l’aria.
30
agosto 2010.
L’ultimo giorno in cui
Dan era stato visto. Il giorno
in cui l’aveva portato nel futuro.
No.
Non voleva crederci. Lei aveva
ricominciato a
combattere. Stava iniziando a immaginare un futuro
per loro.
Allungò le mani e
prese le carte, stringendole al
petto. Chiuse gli occhi, le vertigini che minacciavano di farla
crollare. Si
sforzò di non tremare. Era come se, lì fuori, da
qualche parte, ci fosse
qualcuno che si divertiva a beffeggiarla. Come il Re, come i
giornalisti, come…
Inspirò. No.
Non doveva pensare
così. Non doveva farsi abbattere.
Non doveva avere paura.
Non.
Di. nuovo.
Doveva essere forte.
Aprì di scatto gli
occhi e fissò con determinazione
quella targa. E sorrise.
Aveva una possibilità.
Sapeva.
Ora poteva correre ai ripari. Se
poteva convincere i
Mazoku a collaborare con gli umani, se li poteva convincere ad
ascoltarla,
c’erano poche cose che non avrebbe potuto fare.
Salvare Dan non sarebbe stato tra
quelle. Sarebbe
diventata più forte di quanto lo fosse mai stata.
“Gaspard, andiamo. La
nostra missione ci attende.”
SPAZIO
DELL’AUTRICE:
Eccomi
qua con un nuovo “BS
Moments”, questo qui suggeritomi da ShawnSpenster ancora
l’altro anno… XD
Meglio tardi che mai, no?
A chi non fosse chiaro, o non si ricordasse, questa scena è
riferita al momento
in cui Mai recupera Siegwurm-Nova e scopre che il 30 agosto 2010
è l’ultima
volta in cui Dan è stato visto (ne parla
nell’episodio 48). Ho collocato
temporalmente la scena tra questi due episodi perché nel 38
Mai parte con
Barone e nel 39 fa il suo primo duello (e ha già
Siegwurm-Nova).
So
che dovrei pubblicare il
nuovo episodio, ma il tempo è quello che è e il
fatto che ci sia un duello
complica comunque di più le cose. Ho pensato quindi di
pubblicare questa
one-shot sia perché ho avuto ispirazione per scriverla sia
perché è un modo per
rassicurarvi che non è iniziato un nuovo “periodo
di latitanza” dal sito. ;)
A
presto, HikariMoon
|
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Capitolo 4 *** Forgive Me (episodio 44x1 – Il Giardino delle Rose) ***
Forgive Me (Episodio
44x1 – Il Giardino
delle Rose)
L'eco
della sua rabbia risuonava nella sua mente. Avrebbe voluto urlare
ancora, e ancora. Ma non aveva più forza.
Il
selciato annerito,
il silenzio che lo circondava dopo la furia, la battaglia, la
sconfitta,
sembravano condannare il suo fallimento.
“Lascia che se ne
occupino i grandi, Yuuki. Non puoi
fare nulla per tua sorella.”
Le
parole di
suo padre bruciavano nella sua mente, così maledettamente
vere. Aveva provato
ad aiutarla, aveva pensato sempre e soltanto a lei quando erano rimasti
soli.
Sognava solo di vederla libera e sorridente.
Ma
aveva
fallito, sempre e comunque.
“Yuuki,
fratello…”
Sentì
la sua
mano sulla spalla e alzò lo sguardo a incrociare il suo,
ancora carico d’affetto,
anche se avrebbe dovuto odiarlo per averla delusa di nuovo.
Ma
Kajitsu sorridente
portò la mano sulla sua guancia, impedendogli di distogliere
lo sguardo.
“Andiamo
a
guardare le rose?”
Yuuki
annuì con
gli occhi umidi, incapace di dirle la verità: le sue rose
erano appassite,
bruciate dal Re, bruciate come il loro futuro. La strinse tra le
braccia, così
fragile che un soffio di vento l’avrebbe portata via, e
ritornò al padiglione
distrutto.
Kajitsu,
la
testa posata sul suo petto, fissava serena le siepi avvizzite, quasi ne
vedesse
ancora i colori. Dietro di loro, alcune parti del selciato crollarono.
“Ricordi
la
prima rosa che mi hai regalato? Bianca come la neve del tuo
Regno…”
Gli
si formò un
groppo in gola, i ricordi così vividi che non parevano
appartenere a una vita
che non esisteva più.
“L’ho
conservata in un libro fino alla fine, sai? Anche se mi avevi regalato
un
intero giardino, quella era speciale…”
Yuuki
cadde in
ginocchio e intrecciò le loro mani, vergognandosi di cercare
in lei morente la
forza di sopravvivere.
“E
quando hai
iniziato a insegnarmi a duellare? Per i tuoi amici ero troppo
piccola.” Abbozzò
una risata e scosse debolmente la testa. “Non sei potuto
uscire di casa per una
settimana per averlo spinto nel fango…”
Rise
amaramente
a quel ricordo di un tempo in cui la vita era stata semplice.
“E
Bareno. Aveva
sempre un racconto pronto. Volevo tanto visitare tutti i regni
anch’io. Avevo
fatto una lista delle cose che volevo vedere. Ho sempre pensato che
l’avrei
viste insieme a te…”
Lei
avrebbe
meritato un futuro meraviglioso. E lui l’aveva condannata al
dolore. Aprì bocca
per chiedere un perdono che non meritava, ma lei glielo
impedì, quasi leggesse
nei suoi pensieri.
“Tornati
a Gran
RoRo era tutto diverso. Ma eravamo così felici…
così spensierati…”
“È
vero,
sorellina. Eravamo felici.”
La
vide
chiudere gli occhi, un sorriso leggero che rasserenava il suo volto
esangue. Realizzò
allora che l’avrebbe vista spegnersi davanti a lui. Di nuovo
La
sua parte
migliore, la sua luce, la sua vita.
Lei.
Che
aveva
pensato solo a confortarlo, la sua Kajitsu, mentre avrebbe dovuto
essere lui a darle
coraggio. La strinse delicatamente a sé, sfiorandole la
fronte con un bacio
leggero.
Chiuse
gli
occhi e affondò il viso nei suoi capelli che odoravano di
primavera.
“Perdonami.”
SPAZIO
DELL’AUTRICE:
E
direi che mi accodo a
Yuuki nelle richieste di perdono. In questi mesi sono successe tante
cose che
mi hanno distratto un po’…
E scusate se ritorno con un nuovo capitolo di Battle
Spirits Moments invece che con l’episodio. Ma posso
assicurarvi con discreta sicurezza (75%) che entro i primi di agosto
pubblicherò il primo capitolo dell’episodio 2!
Giusto
due parole su questo
capitolo: è ambientato nei momenti che precedono
l’arrivo degli altri Maestri
della Luce e la morte di Kajitsu. Ho sempre pensato che, tra il momento
in cui Yuuki
urla tutto il suo dolore e quando gli altri arrivano, ci fosse stato un
momento
solo per i due fratelli.
Beh,
che dire… la prossima
volta mi impegnerò a fare un missing moment meno
strappalacrime! In quattro
capitoli ne ho scelto uno “peggio”
dell’altro! XD Cercherò di farvi sorridere
next time!
A
presto,
HikariMoon
P.S.
il Bareno citato da
Kajitsu è un personaggio creato (anche se appena nominato)
da Shawn Spenstar in
Battle Spirits Rising ed
è il cugino
della precedente reincarnazione di Kajitsu (la principessa del Regno di
Smeraldo amata dal Re del Regno di Diamante, la precedente
reincarnazione di
Yuuki).
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Capitolo 5 *** Unfortunately, It's You (episodio 50x2 - Il Momento degli Addii) ***
Unfortunately,
It’s You (episodio 50x2 - Il momento degli
addii)
Una cosa, Zolder odiava
più di un allenamento
interrotto: interromperlo, cause minacce gratuite, per restare impalato
fuori
da una porta.
Esasperato, batté per
l’ennesima volta il pugno sulla
lucida superficie di metallo. “FLORA!”
“Arrivo, che
modi!”, replicò stizzita la Mazoku.
L’uomo
incrociò le braccia al petto e alzò un
sopracciglio. Un gruppo di addetti della base lo superarono, un paio si
azzardò
a sghignazzare.
“Allora?”, li
interpellò. “Qualcuno vuole farmi
compagnia in sala pesi?”
Si fiondarono attraverso il
corridoio a tempi record.
Sarebbe scoppiato a ridere, se non fosse che era ancora da solo in quello stupido corridoio.
“Se non esci entro
dieci secondi, me ne vado!”
La porta si spalancò
all’istante. Flora ne uscì
saltellando e si fermò davanti a lui con una piroetta. Aveva
un sorriso a
trentadue denti stampato in volto.
“Voilà!”
Zolder deglutì e
sgranò gli occhi, la gelida realtà che
si insinuava nella sua mente. Flora indossava un vestitino bianco. Quel vestitino bianco.
“E quello che
sarebbe???”, berciò inorridito.
Il sorriso della Mazoku si
spense, lasciando spazio alla
confusione. “Questo?”, domandò
afferrando la gonna tra le dita.
Lui annuì lentamente,
ripetendosi di stare calmo.
Doveva essere una coincidenza. Una banale coincidenza. Come i loro
mazzi.
Gemette internamente: non lo era.
“Lo indossavo in un
sogno”, esordì Flora, “mi è
sembrato carino! E spero che qualcuno
lo veda…”
E aveva ridacchiato.
Ridacchiato!
“Chi?”, si
ritrovò a chiedere. Nonostante la
situazione tragica, gongolava al pensiero della faccia che avrebbe
fatto lei.
“Non so se ho voglia di
raccontartelo”, borbottò
picchiettandosi il dito sul labbro. Poi sorrise e intrecciò
le mani. “Va bene,
te lo dico, ma è un segreto! C’era un ragazzo. Era
affascinante, educato, un vero
cavaliere.”
Ridacchiò ancora e si
posò le mani sulle guance. “Mi
ha promesso di venirmi a cercare!”
Zolder alzò un
sopracciglio e si posò sul muro del
corridoio. “E, sentiamo, come lo dovresti
riconoscere?”
“Un principe come lui
non lo puoi confondere. E poi
eravamo legati da una carta speciale: Ragnarock-”
La Mazoku trasalì.
“- Cavaliere
-”
Sbatté le palpebre.
“- Signore
-”
Inclinò la testa e lo
fissò. “- del Fato.
Oh.”
E l’uomo si
ritrovò a ghignare. Flora sussultò, le sue
pupille si dilatarono e la sua bocca si spalancò.
“AHHHHHHH!
TUUUUU?”
Balzò e si
schiantò contro la porta della sua stanza.
Tremante, gli puntò contro un dito accusatorio, iridi e
pupille ora contratte.
“Non può
essere. Mi rifiuto di crederci! Eri educato! Eri
gentile! Non puzzavi! Non-non mangiavi fiori! Per tutta Octo, che cosa
ho fatto
di male???”
Prima che Zolder potesse
ribattere, la Mazoku fece
apparire un fazzolettone bianco e lo strinse tra i denti. Grossi
lacrimoni, da
vera attrice, rigavano le sue guance.
“Non puoi essere tu!
Voglio un cambioooo!”, ululò
disperata.
“Spiacente, dolcezza.
Dovrai accontentarti. Che a
dirla tutta, neppure tu sei la graziosa fanciulla di allora.”
Flora si irrigidì,
cogliendo di sorpresa l’uomo. Sul
volto apparve una smorfia isterica. E gli si lanciò contro
con le mani tese
verso il suo collo.
“Arghhh!!!”
SPAZIO
DELL’AUTRICE:
Ben
ritrovati a tutti, miei
carissimi lettori! E,
anche se in ritardo, vi auguro un buon 2018!
Spero
che non siate rimasti delusi sul fatto che
questo aggiornamento sia stato di BS Moments e non del nuovo episodio.
Ma che
volete, le feste natalizie non mi hanno lasciato tanto tempo libero.
Però vi prometto
che l’attesa varrà la pena (o almeno spero).
E,
come promesso nello scorso capitolo, il nuovo moment
ha decisamente un’atmosfera diversa dai quattro precedenti. E
se sono riuscita davvero
a farvi divertire, sta voi a dirlo! XD
Giusto
per fare le cose per benino, la scena è
ambientata prima della cerimonia in cui Barone e Clarky si stringono la
mano e
promettono di impegnarsi per il futuro della Terra. Su uno dei tavoli,
ci sono Kazan
e Zolder, al cui fianco c’è Flora con
l’abito identico a quello di Kajitsu. Non
so se quello era solo una citazione per noi spettatori e se Flora
avesse
veramente recuperato i ricordi: questa è solo una mia
interpretazione e spero
che vi piaccia!
A
presto,
HikariMoon
|
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