Dieci Comandamenti. di Globulo Rosso (/viewuser.php?uid=67072)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Non avrai altro Dio al di fuori di me. ***
Capitolo 2: *** Non nominare il nome di Dio Invano. ***
Capitolo 3: *** Ricordati di santificare le feste ***
Capitolo 4: *** Onora il padre e la madre. ***
Capitolo 5: *** Non uccidere. ***
Capitolo 6: *** Non rubare. ***
Capitolo 1 *** Non avrai altro Dio al di fuori di me. ***
Non avrai altro Dio al di fuori di me.[MisaxLight]
Premessa: la pubblico nonostante fossi poco convinta. E
siccome sono la prima a non voler rovinare questo Fandom, vi prego di
dirmelo, se sono andata OOC.
Grazie.
DN è sacro. Sisi! xD
Glob°°
I.Non
avrai altro Dio al di fuori di me.
[MisaxLight]
"No."
"Ma Misa Misa..."
"Ho detto no!" La biondina si era impuntata, non avrebbe fatto nessun
altro passo, non senza delle ragioni precise.
E chi ci voleva andare in quella stanza d'albergo!
Oltretutto sarebbe stata sola.
Quindi senza Light.
Senza il suo amato, bellissimo, unico amore.
Mogi, un uomo paziente e silenzioso, stava per scoppiare.
Si massaggiò le tempie doloranti, prima di ritentare, ma
ottenne sempre la medesima risposta
"NO! NO! NO!" Pugni stretti e braccia tese lungo i fianchi, la sua
vocetta acuta non faceva altro che acuire il mal di testa del
poliziotto.
Non aveva tempo da perdere, lui. Doveva tornare da Elle, riprendere le
indagini, aspettare qualche nuova mossa di Kira.
In più, non voleva far aspettare il sovraintendente e suo
figlio.
Soichiro Yagami aveva mollato da giorni il suo ruolo di capo della
polizia, ma Mogi non si era ancora abituato alla nuova gerarchia. Il
Signor Yagami rimaneva il sovraintendente anche dopo le dimissioni.
Era una questione di rispetto.
La ragazza bionda aveva preso a digitare un numero sul cellulare, con
una repentina espressione estasiata quando, portato il
telefono all'orecchio, sentì la sua voce.
La voce di Light.
"Che succede, Misa?" Quegli occhi erano adoranti, guardavano lontano,
come se in quella strada, in quel paese, in quel mondo ora, esistessero
solo lei e quella
voce.
Nessun altro. Solo lei e lui, dall'altra parte della cornetta.
Mogi scrollava la testa, rassegnato: Misa non amava Light, lo venerava,
quasi se fosse il suo Dio personale.
In effetti, per lei, Light lo era.
"Light!" gridò, eccitata. "Light! Light! Light!
Perchè Mogi mi vuole portare in quella stanza? Non ci sarai
tu?"
Si sentì un sospiro al di la' della cornetta, poi
il ragazzo rispose:" Perchè Elle ti vuole tenere sotto
controllo. E no, non ci sarò."
Senza Light? No! Lei non ci voleva stare senza Light!
"Ma perchè? Light...non voglio stare da sola...e chi me lo
dice che tu non uscirai con altre donne?" Aveva cambiato espressione
chissà quante volte, nell'arco di quelle poche battute.
Infantile, adorante, delusa, crucciata.
"Misa, ascoltami. Devi fare come ha detto Elle. Capito?"
"Ma perchè?" a braccia conserte, la ragazza aspettava una
risposta.
"Perchè te lo dico io."
Light mise fine alla conversazione.
Misa tornò a vedere il mondo per quello che era: macchine
rumorose, il nauseante odore dello scarico dei motori, il cielo grigio
e quel poliziotto, in giacca e cravatta scura, che la fissava con occhi
stranamente speranzosi.
Bè, se
è Light, che me l'ha detto....
E prese a camminare, raggiungendo Mogi, pochi passi avanti
a lei, con un nuovo sorriso stampato in viso.
"Allora Mogi? Muoviti, se no il tuo capo si arrabbia..."
Perchè Misa
non aveva altro Dio, al di fuori di Light.
DISCLAIMER: I personaggi citati non mi appartengono,sono utilizzati senza alcuno scopo di lucro. Non intendo avvalermi della maternità di essi.
Angolino Glob°°:
Ahi...non voglio far sembrare Misa un'ochetta, nonostante in questa
shot lo fosse. Volevo solo valorizzare, anzi...direi adirittura
estremizzare, l'amore che ha lei per Light.
Perchè Misa non riesce a non dire di no al ragazzo, e Light
lo sa.
Ok. Fatemi sapere cosa ne pensate^^
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Capitolo 2 *** Non nominare il nome di Dio Invano. ***
Non nominare il nome di Dio invano
II.Non nominare il nome di Dio invano.
[Mikami through Kira]
"Stanotte, alle ore 3.32,
sono morti
altri cinque carcerati. Tutti accusati di stupro, omicidio premeditato
e rapimento di minore.
Sembra sia, ancora una volta, l'opera di Kira..."
Qualcuno spense il televisore e Mikami Teru
tornò con la mente a quel bar vicino a casa sua.
Era ipnotizzato. Ogni volta che sentiva le imprese di Kira, si
esaltava. Il suo cuore e la sua mente venivano drogati dall'orgoglio di
essere il suo prescelto.
Lui aveva il potere, perchè Kira gliel'aveva affidato. La
consapevolezza di essere stato eletto dal suo Dio quale suo prezioso
collaboratore, lo riempiva di fierezza.
Ma Mikami l'aveva sempre saputo: lui era diverso.
Pochi capivano la sua concezione di giustizia e nessuno aveva mai
rispettato il suo credo: punire, non rieducare.
Si massaggiò le tempie, stanco.
L'eliminazione della feccia umana era un compito sfibrante, ma per il
mondo perfetto, questo e altro.
"Chi cazzo si crede di essere, che diritto ha di giudicare..." Un uomo
sulla sessantina, barbuto, seduto al bancone intento a tracannare
birra, gracchiò queste parole a gran voce.
L'inserviente ed il cameriere si voltarono a guardarlo, per poi
riprendere il loro lavoro muti e impassibili.
In quel periodo, tutti avevano paura. Perchè?
Perchè nessuno era innocente.
La paranoia si era insediata nelle menti dell'umanità e non
passava giorno che qualcuno si chiedesse se sarebbe mai stato punito
per i propri reati. Dunque, a quella provocazione, nessuno
parlò.
Mikami fece finta di non sentire. Andò a prendere il
telecomando accanto al vecchio, e riaccese la tv.
Quei titoli al telegiornale erano le sue piccole vittorie.
Non degnò l'uomo nemmeno di uno sguardo. Troppo inferiore,
troppo futile.
"Ehi, ragazzo...che c-cosa fai?" La sua voce impastata dall'alcool
eliminava qualsiasi possibile sfumatura di minaccia.
Patetico, pensò Mikami.
"Vorrei vedere il telegiornale. Mi perdoni, ma queste notizie mi
interessano." Lo disse con quella cortesia che gli apparteneva, ma
comunque con tono deciso.
L'uomo rise, senza alcun ritegno. Per parecchi minuti la sua risata
continuò senza sosta, ma nessuno si prese la briga di farlo
tacere.
Era soltanto un vecchio penoso ed ubriaco. Nulla di più.
Non era degno di attenzioni, non fino a quando pronunciò
quella frase.
"Ah! Non darmi ordini, piccolo bastardo!" barcollando, era giunto fino
al tavolinetto di Mikami, e gli aveva strappato di mano il telecomando
dalle mani, proprio mentre passavano le foto dei cinque uomini uccisi.
Il ragazzo respirò profondamente, cercando di trattenersi,
la sua pazienza aveva un limite.
"Io...I-Io sono più vecchio di te, qui...qui comando io" a
malapena si reggeva in piedi.Proseguì, ridanciano :" E poi,
Kira
non è Dio....è solo uno stronzo qualunque. Se
potessi, lo
ucciderei io con le mie mani...vedremo chi è Dio,allora!"
scoppiò di nuovo in una fragorosa risata e fece cadere a
terra
il telecomando e la bottiglia di birra che teneva nell'altra mano.
Mikami sghignazzò, superiore.
"Le sue futili opinioni non mi interessano. Lei non conta niente." Tese
la mano per raccogliere il telecomando, ma un calcio dell'uomo lo
lanciò lontano da lui.
A Mikami prudevano le mani.
"M-Ma tu che cazzo ne sai della giustizia?" era appoggiato mollemente
al bancone, non riusciva a reggersi sulle sue gambe. "Credi a
me....Kira fa schifo...te lo dice il Signor Giudice Takeshi Hayate..."
ridacchiò ancora, prima di ripetere il suo titolo, "..Signor
Giudice Takeshi Hayate!" Lo gridò con rinnovata forza, con
lo
scopo sottointeso di dire a quel ragazzino di fronte a lui, che in quel
bar, era lui il più importante.
Kira...Kira fa schifo?
Mikami strinse i pugni e sgranò gli occhi. Nuovamente,
quella
follia che lo possedeva durante le sue notti omicide, gli
annebbiò la ragione.
Lui era indegno, di parlare di Kira.
Lui non era nessuno.
Con un enorme sforzo, passò accanto a quel vecchio e
lanciò sul bancone i soldi per pagare il suo bicchiere di
liquore, prima di uscire dalla porta e scomparire nel buio della notte.
La luce dello
schermo illuminava la
stanza buia. Mikami era seduto sulla sua poltrona e seguiva
attentamente il telegiornale, la trasmissione che lo rendeva fiero
delle sue azioni e gli ricordava il suo obiettivo ultimo.
La ragazza bionda lesse una notizia dell'ultim'ora, agitata e impaurita: "E' morto stamani alle ore
10.30 il
Giudice Takeshi Hayate, famoso per l'accusa di corruzione del 1999.
Anche lui, per arresto cardiaco.
Forse...Forse è stata la punizione inflitta da Kira.
Aggiorneremo con più dettagli durante le prossime
edizioni..."
Dopotutto, nessuno è senza peccato.
Inoltre, Mikami odiava ed aveva sempre odiato, coloro che insultavano
il suo Dio.
Mai nominare il nome di
Dio invano, si disse.
Angolino Globb:
Wow*______*
11 recensioni! Che felice mi avete fatto*_____*
Comunque, mi dispiace deludere qualcuno di voi che avrebbe voluto
vedere elle protagonista di questo capitolo, ma vedevo molto
più
adatto Mikami Teru, per il suo amore e stima incontrastato verso Kira e
i suoi ideali.
Comunque, ditemi se vi piace.
Alla prossima!
Baci,
Glob°°
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Capitolo 3 *** Ricordati di santificare le feste ***
III.Ricordati di
santificare le feste.
[Elle's failure]
Stappò
la bottiglia e apatico, versò il liquido frizzante in due
bei bicchieri.
Bisognava festeggiare.
Elle era chiuso in quella stanza d'albergo da mesi ormai e fino ad
allora, non era accaduto nulla di cui essere fieri o almeno, nulla che
potesse poi essere celebrato in quel modo.
Light non era Kira, questa si che era una notizia.
Ma il dubbio era troppo radicale ed insito in quella sua natura
sospettosa, ciò spiega la sua strana reazione.
Nulla lo scalfifa, la sua espressione e i suoi occhi spenti non
rivelavano altro che indifferenza. Eppure, la prestigiosa bottiglia di
Champagne fatta arrivare direttamente dalla Francia, era stata aperta
solo per quello.
Perchè in fondo, anche se si era visto crollare tutte le sue
certezze, Elle era contento di essersi sbagliato.
Ma quel tarlo, il sospetto, meno rumoroso del solito, continuava a
rosicchiare lo stesso. Ed Elle non riusciva a farlo tacere.
"Ciao Elle."
"Yagami! Sono contento di averti qui..." si voltò verso di
lui solo dopo aver preso un bel respiro.
Light sorrideva, ma appariva stanco e provato. Si grattava
violentemente i polsi, dove le abrasioni delle manette gli avevano
mangiato tutta la pelle.
L'investigatore non riuscì a non guardare quel suo gesto
involontario e Light, immediatamente, lo rassicurò:" Stai
tranquillo...non sono perenni. Passeranno."
"Se continuerai a martoriarti i polsi, rimarranno le cicatrici." Non si
sentiva in colpa, ma stranamente, era indispettito.
Light sorrise. Strano, vedere Elle preoccupato per lui, o almeno,
strano non vederlo fingere, di essere preoccupato per lui.
"Come mai quella bottiglia?" indicò Light, con un cenno del
capo.
"Per te...e per la mia nuova scoperta."
"Finalmente ti sei convinto. Te l'avevo detto che non ero Kira." Prese
il bicchiere che l'amico gli porgeva e annusò il contenuto.
"Sembra buono..."
Elle lo fissava, lo scrutava, incerto.
Non lo sapeva, non immaginava che quel ragazzo dalla faccia pulita e
dagli occhi brillanti potesse essere il suo nemico.
Non immaginava, che il suo amico, potesse mai essere Kira.
Ma quel giorno sospirò, scacciando via quei pensieri. Aveva
dato
prova del contrario, Light era solo Light. Nulla di più.
"Ora che lo so, non esiterò a chiedere il tuo aiuto."
proferì, serio.
Quegli occhi...Erano quegli occhi a confonderlo.
Erano diversi, 51 giorni prima.
"A te Elle! E al tuo futuro successo..." Light lo urlò, come
se l'amico fosse troppo lontano per poterlo udire.
"A te Light! E al nostro,
futuro successo..." corresse il ragazzo, prima di bere tutto d'un fiato
il bicchiere di Champagne.
Fu l'ultimo, prima della sua fine.
Light si allentò la cravatta, mentre si dirigeva in salotto.
Misa non c'era, meglio così. Non aveva voglia di fare i
salti mortali quella notte.
Erano oramai 4 anni che Kira regnava incontrastato. Oramai, la
giustizia non esisteva più. Esisteva soltanto un dio
fittizio.
Faceva freddo, quella sera. Che giorno era? Ah, si.
Si rialzò sospirando, spossato.
Interpretare la parte di Dio e di Elle allo stesso tempo, lo riduceva
ad uno straccio. La sua mente non poteva permettersi disattenzioni,
c'era di mezzo il suo dominio.
Andò in cucina, estrasse una bottiglia di vino bianco
già
iniziata dal frigorifero e appoggiandosi al bancone, se ne
versò
un mezzo bicchiere.
Lo annusò, proprio come quella volta. Sorrise al nulla.
Lo sguardo di nuovo scuro, spietato, meschino.
Lo sguardo di Kira.
"A te, Elle. Come vedi...non mi sono dimenticato." Seguì una
sua sonora risata.
Perchè, per lui, la morte di Elle, non era che una
festa...una bellissima festa da celebrare.
E lui non l'aveva mai trascurata.
Angolino Glob°°:
Dopo tanto tempo, eccomi qui...vi piace la mia interpretazione in
questa flash fic?
Dopotutto, la morte di Elle è la sua vittoria, dunque...mi
sembrava azzeccato U.U
Commentate e fatemi sapere, anche se è passato tanto tempoXD
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Capitolo 4 *** Onora il padre e la madre. ***
10 comandamenti-Onora il padre e la madre.
IV.Onora il padre e la madre.
[Light's Priority]
"Papà...lo giuro, troverò chi ti ha ammazzato!
Promesso."
Falso.
"Sono sicuro, Light..." tossiva, mentre lo diceva.
"Non ti deluderò." lui gli stringeva la mano, calato nella
parte del figlio lacerato dal dolore.
Ipocrita.
Soichiro giaceva sul letto di morte, stava per chiudere gli occhi,
ormai esausto. Era felice, con uno sguardo sereno, le pupille dilatate
in cerca del viso del ragazzo.
Aveva penuria d'aria.
Light era in piedi accanto a lui, la mano stretta in quella ossuta del
padre, pronto a cogliere gli ultimi bagliori di vita in quegli occhi.
Il sovraintendente moriva felice, perchè il figlio non era
Kira.
"Ne sono certo, Light. Non l'hai mai fatto."
La vita di Kira è piena di morte, lascia terra bruciata
ovunque egli passi.
Una famiglia distrutta,
per un mondo più giusto.
Questo era quello che pensava Light: era necessario un
sacrificio, per ottenere qualcosa di degno e grande.
"Light, tesoro, sei andato a trovare tuo padre?"
Il ragazzo trattenne un ghigno, prima di voltarsi in direzione di
quella voce: " No, mamma, ho troppe cose da fare."
Lei sospiro, continuando a sorridere: non voleva che Light si sentisse
in colpa, anche se gli avrebbe fatto bene.
Il rimorso obbliga le persone a chiedere perdono, ma sappiamo che Light
non l'avrebbe mai fatto in tutta la sua vita.
"Ma caro, oggi sarebbe stato il suo compleanno...non credi ch-..."
"Ho altre priorità, mamma. Ci andrò un'altra
volta." Prese una mela dal cesto e salì le scale, " E poi,
gli anni ormai non contano più niente. Lui è
morto..."
La donna non riuscì a trattenere una lacrima, ma
continuò a lavare i piatti, trovando una spiegazione a
quelle risposte acide nella rabbia del ragazzo.
Sperava che Light non avesse ancora superato il trauma della perdita.
Oh, come si sbagliava.
Per Light, Soichiro era un capitolo chiuso, ora pensava solo a fare
giustizia.
"Non credi di esagerare?"Gli lanciò una mela, prima di
abbandonarsi a sedere sul letto.
"Per niente."
"E' pur sempre tua madre, Light..." Ryuk fece una pausa per dare un bel
morso al frutto rosso. "...dovresti trattarla meglio."
Il ragazzo si sdraiò e rimase a fissare il soffitto,
pensieroso. Lo Shinigami finì la sua mela in pochi istanti e
ricominciò a rimporverarlo:" Dopotutto, tu le devi molto..."
"Ryuk, io non ho né padre né madre. Un Dio non ne ha."
Lo guardò fisso negli occhi: " Forse non capisci...Un Dio
non può essere vulnerabile, e se la famiglia si mette in
mezzo lo è."
"Sei troppo radicale, Light, ma non mi metterò a giudicare.
Fai quello che ti pare..."
Il ragazzo si era seduto alla scrivania, con la penna in mano e il
Death Note aperto.
"Ricominci già?" Quanto era divertente, Yagami Light!
"Ho perso una famiglia per questa responsabilità. Ora credi
che perderò anche quella?"
Una
famiglia distrutta, per un mondo più giusto.
Mi sa che ti deluderò, papà.
Piccolo Angolino Globboso:
Ooooh.
Era ovvio che questo comandamento calzasse a pennello con la famiglia
Yagami. Non potevo prendere in considerazione altri protagonisti, spero
voi siate d'accordo con me.
Inoltre, vorrei sottolineare che Light è il mio pg
preferito, dunque non lo sto maltrattando perchè lo detesto,
anzi, la sua opinione è molto simile alla mia
ù-ù
Dunque, siccome devo essere oggettiva, questo è quello che
penso che lui abbia pensato[scusate il gioco di parole].
Dopotutto, difficile ammetterlo, ma lui è così.
Falso e ipocrita, ma incredibilmente deciso.
"Il fine giustifica i mezzi", sono d'accordissimo.
XD
Bene, fatemi sapere. Il prossimo comandamento sarà
pubblicato decisamente prima^^ Ero in vacanza, sapete
com'è...
Alla prossima!
Glob°°
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Capitolo 5 *** Non uccidere. ***
Non uccidere.
Premessa: What if..., poichè mi sono inventata
di sana pianta il discorso tra i due.
E anche perchè Near sarà pur sempre un genietto
impassibile, ma la vendetta la vuole anche lui.
Anche un genietto impassibile.
V. Non uccidere.
[Near and Death]
Uno dopo l'altro, cadevano.
Bastardo.
Gridavano il suo nome, mentre si stringevano
il petto e la gola, sofferenti.
Soffocati, cadevano a terra a causa della fitta lancinante al cuore.
E
morirono, con il volto del ragazzino negli occhi spenti, con la sua
voce dolce e rassicurante ancora nel cervello.
Fottuto Kira.
Circondato
dai corpi
dei suoi, Near rimase in silenzio, come in contemplazione. Tanta morte
intorno a lui, così vicina, così tangibile, non
ne aveva
ancora vista.
Poteva allungare un braccio e sfiorare il volto di un suo poliziotto,
magari quello con la bava alla bocca e gli occhi girati all'indietro, o
forse, la ragazza con la camicia aperta e con le unghie conficcate nel
petto.
Se avesse voluto, avrebbe potuto davvero toccarla, la morte.
E in quel momento, quella, divenne una questione di principio.
Me la pagherai.
"Davvero credi di riuscire ad uccidermi, stupido? Non vali la
metà di Elle."
Sta bleffando, vero? Non sta parlando sul serio...
Light Yagami rideva, impazzito.
Con disprezzo, scuoteva il capo quasi nauseato da quel ragazzo
rannicchiato a terra, di fronte a lui.
"Tu e i tuoi uomini non avete capito un cazzo...Io vivo!"
E continuava a sghignazzare, senza riuscire a fermarsi.
Near era sorpreso. Era riuscito a stanarlo, a fargli fare un passo
falso e infine, era persino riuscito a farlo confessare.
Eppure, in quell'enorme magazzino, otto paia di occhi erano sgomenti,
ad osservare quell'uomo gridare senza ritegno.
"Parla, Yagami. Hai per caso messo in moto un meccanismo?"
"No, nessuno."
"Mi stai per uccidere?" Non sapeva cosa pensare.
"Nemmeno."
Kira era affannato per la lunga risata, ma con lo stesso ghigno e gli
stessi occhi falsi di tutta una vita.
Near trattenne un insulto.
"Non dire falsa testimonianza...Non commettere atti impuri... Non
uccidere." A quelle parole, il ragazzino non riuscì a
trattenere la sua sorpresa.
"Dove vuoi arrivare, Yagami Light?" tutti gli occhi e i cuori rivolti a
quell'uomo che fino a quel momento li aveva ingannati.
"Ho ucciso. Ho mentito. E che cosa ho ricevuto in cambio? Ordine.
Giustizia."
Ho capito dove vuoi
arrivare...
"Non mi interessa. Hai mentito? Sia. Hai ucciso? Ne pagherai le
conseguenze."
"Cosa vuoi fare? Non sei tu quello che sostiene che l'omicidio sia un
reato? Vuoi mandarmi a morire? Ipocrita."
Near soppresse una risata nervosa, prima di rispondere : "Devi essere
punito."
E Light ripeté la stessa frase, sottolineando l'ultimo
aggettivo.
Ipocrita.
Ipocrita.
Ipocrita.
Sentiva
quell'insulto eccheggiarè nella mente, accusatorio. Vedeva
Light sorridergli, arrogante.
"Yagami Light, forse hai ragione. Uccidere non è un peccato.
Non in questo caso, almeno."
Dopodiché, la storia finì.
Angolino Globboso°°:
One shot su un comandamento too commercial! Comprendetemi, ho cercato
un contesto diverso del solito Kira che uccide e gioisce.
Per una volta, sarà Near a dover uccidere e a gioirne.
Per quanto riguarda l'IC, credo che N non sia altro che un ragazzino e
come quest'ultimo, debba essere umano.
Pensa anche lui, no? Bestemmia, insulta, si rode il fegato.
Come tutti.
XD
Ringrazio per le recensioni, e se per caso vedete capitoli ambientati
non necessariamente nel giusto contesto dell'anime [quindi a casa di
uno e non a casa di un altro...] è per via dello sviluppo
della storia, mica per altro, ne?
Bene, al prossimo aggiornamento^^
Glob**
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Capitolo 6 *** Non rubare. ***
VI. Non
Rubare
[No Pride]
"Credi
davvero che Kira possa aver fatto questo, Elle?"
"Non ci sono dubbi."
Soichiro Yagami gettò in aria i documenti che aveva di
fronte a sé con un brusco gesto delle mani.
Era furioso.
Come era possibile
tutto questo?
Come faceva Kira ad
essere così astuto, imprevedibile, rapido?
Dio, la fortuna non
girava certo dalla parte della giustizia.
Se Light Yagami fosse
stato in quella stanza d'albergo e avesse ascoltato la conversazione,
non sarebbe riuscito a trattenere un sorriso compiaciuto.
No, sbagliato. Ce
l'avrebbe fatta.
Elle fissava muto la
tazzina di caffé bollente sul tavolinetto, rannicchiato
sulla poltrona, le occhiaie più profonde e pesanti del
solito.
"Sapeva tutto. Inizio a
domandarmi se davvero non sia Dio..." Matsuda sussurrò
quelle parole tra sé e sé, ma venne udito da
Soichiro, che riversò la sua rabbia su quel commento.
"Cosa dici? Kira
é soltanto un maniaco omicida! Codardo!" Urlò
quelle parole inarcandosi in avanti, sputando tutto il suo disprezzo in
faccia al giovane collega.
Ed Elle rimaneva muto.
In silenzio,
contemplava la bevanda scura.
"S-Si
Signore...però..."
"Zitto, Matsuda! Non
voglio mai più sentirti dire certe cose. Mai." gli occhi
sgranati, il respiro irregolare, la fronte sudata.
Ma quel bastardo di un
Kira uccideva ancora, e ancora, e ancora.
E sapeva tutto di tutti.
Le mosse, le inchieste,
le direttive, gli ordini.
Tutto.
Ma come?
"Elementare. Kira ha barato.
Probabilmente, crede che questa sia un'avvincente partita a scacchi, ma
si sbaglia di grosso." Ora Elle fissava i due poliziotti, impassibile.
Il suo sguardo non
brillava, nonostante nella sua testa il ragionamento avesse dissipato
qualsiasi dubbio.
Soichiro Yagami
rilassò la mascella, contrita in una stretta morsa di rabbia.
Matsuda si ricompose,
cercando di apparire meno imbarazzato.
"In che senso, Elle?"
chiese il Sovraintendente.
"Mi pare abbastanza
logico. Kira ha un legame con un uomo della polizia. Sono due le
persone che vengono aggiornate assiduamente sul suo caso. Il capo della
polizia giapponese, e lei, Signor Yagami."
Matsuda
deglutì, Soichiro invece rimase impassibile.
Non chiese nulla, a
parte l'esplicita richiesta che i video riguardanti la sua famiglia
fossero visionati solo da lui e da Elle.
Perché
sapeva, che la giustizia ha un prezzo alto.
A volte paghi con la
dignità.
"E' un uomo privo
d'onore, quel Kira!
Senza orgoglio, senza reputazione!" Matsuda era esploso
dal disprezzo.
Sotterfugi, omicidi per
la salvezza, addirittura non esitava a minacciare di uccidere civili.
Bastardo.
"Matsuda, mettiti nei
panni di Kira." Elle sorseggiò il caffé,
rilassato. I due poliziotti pendevano dalle sue labbra.
"Rubare dati alla
polizia, tsk, non é nulla. Dopotutto, a che serve
l'orgoglio, quando si é Dio?"
Angolino Glob°°:
Da quanto tempo non aggiorno questa raccolta!
Passiamo alle spiegazioni, comunque, devo andare a studiare Hegel-.-
Il comandamento numero sei, non é stato rispettato da Kira,
che come tutti sanno, ha rubato le informazioni riuscendo ad entrare
nel computer del Sovraintendente.
Ma Light sa fare tutto.
E quando la spiegazione logica é fin troppo semplice, il
panico si impossessa dell'uomo.
L'uomo normale, non Elle. Elle é un genio, come Kira.
Dunque, la frase finale mi é stata ispirata da una
pièce che sono andata a vedere oggi. Non aveva
nulla a che fare con Dio o altre cose, ma si parlava appunto di
orgoglio, della gente che se ne frega altamente di tutto e di tutti,
calpestando gli altrui diritti solo perché di rango
superiore.
Rango superiore più diritti più manie di
grandezza uguale Light Yagami.
Bene, ditemi se vi piace.
Al prossimo aggiornamento,
Glob°°
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