ReggaeFamily
TERZA
CLASSIFICATA al contest “Ramm-Eros (Amore&Rammstein)
indetto da fiore di girasole sul forum di EFP.
Sconsigliata
a un pubblico troppo sensibile.
La
storia è divisa in due parti, entrambe basate su una canzone
diversa. Troverete il link per l'ascolto e la traduzione del testo
all'inizio di ognuna delle due parti.
In
fumo
Feuer
Frei! - Rammstein
Ho
utilizzato questa
traduzione
L'osservai,
le narici impregnate dall'odore acre della cenere: i suoi capelli
castano chiaro, appena bruciati sulle punte, incorniciavano il suo
bellissimo viso. Fuliggine grigia era posata sulla sua pelle bianca,
gli occhi neri erano spalancati e trasudavano insana serenità,
le labbra increspate in un lieve sorriso soddisfatto.
Il
tipico sorriso di un bambino che viene elogiato dopo aver svolto un
compito nel migliore dei modi.
Era
bellissimo, il mio Caleb.
Ci
era ricascato e per questo avrei dovuto odiarlo, ma proprio non ci
riuscivo. Quando lui mi rivolgeva quelle occhiate così
passionali, così infuocate, io non potevo fare a meno
di amarlo ancora e ancora, desiderare che mi posasse quelle labbra
sottili e dolci ovunque, che incendiasse il mio corpo con un semplice
tocco.
Caleb
strinse forte la canna del suo fucile tra le mani, per poi
scaraventarlo a terra. “Oggi non mi servirà”
mormorò, poi mi attirò a sé e mi baciò
con impeto.
Attorno
a noi c'era la desolazione: tutto era stato demolito dalle fiamme,
tutto era nero e grigio. Un filo di fumo ancora si levava da qualche
cumulo di cenere; se la polvere da sparo dell'arma ai nostri piedi vi
fosse entrata in contatto, avrebbe generato un'altra esplosione, un
altro incendio. La nostra fine.
Ma
non avevo paura. Stretta a Caleb, con le sue mani che si insinuavano
sotto la mia felpa, non potevo avere paura.
Io
lo amavo, lui mi amava, lo sapevo. Gli piaceva distruggere ogni cosa,
ma non avrebbe mai distrutto me.
“Non
avresti dovuto” biascicai, mentre cercavo di riprendere fiato a
seguito di un lungo bacio.
“Era
così bello, Ethel! Sentivo le fiamme a un centimetro dalla mia
pelle, quasi ardevo vivo... e quella luce, oh, quella luce così
calda che tingeva tutto di rosso!” soffiò lui sulle mie
labbra. Potevo chiaramente vedere i suoi occhi brillare, come se le
sue iridi scure come la notte avessero intrappolato un barlume di
quelle fiamme.
Stavo
impazzendo dal desiderio. Sollevai la sua maglia logora e sformata e
aggredii il suo petto, tempestandolo di baci roventi. “Così
la cura non serve a niente, amore.”
Caleb
mi strinse ancora più forte a sé, desideroso di sentire
il mio corpo ancora più vicino al suo, e tra un gemito e
l'altro esalò: “Al diavolo la cura e lo psichiatra. La
mia cura sei tu, la mia cura è il fuoco. Il mio fuoco sei tu”.
“E
dimmi” lo provocai, aderendo al suo petto nudo, “è
questa la sensazione che provi quando dai vita a un incendio?”
Sentivo
chiaramente la sua eccitazione premere contro di me e mi sentivo
appagata, soddisfatta, desiderata.
Caleb
mi strappò di dosso la felpa grigia e il reggiseno nero, poi
si avventò su di me con urgenza.
Non
potevo fare a meno di ridacchiare maliziosamente, mi divertiva
vederlo così impaziente. Qualche volta però mi lasciavo
sfuggire delle smorfie di dolore, quando le labbra del mio uomo si
posavano su qualche ustione ancora in via di guarigione. Sul seno,
sui fianchi, sulle spalle: erano ovunque.
Caleb
non le aveva fatte apposta, lui era così dolce e protettivo
nei miei confronti. Chiunque l'avrebbe chiamato masochismo, io lo
chiamavo amore.
Getadelt
wird wer Schmerzen kennt vom Feuer das die Haut verbrennt Ich
werf ein Licht in mein Gesicht Ein heißer Schrei Feuer
frei!
Bäng bäng
Presto
ci ritrovammo a terra, a rotolare tra la cenere e scalciare via il
fucile. Qualche scheggia di legno carbonizzato pungeva la mia pelle,
ma io cercai di ignorare il dolore.
Anche
gli ultimi indumenti volarono via. Mi ritrovai a gridare di piacere
quando la mano di Caleb scivolò tra le mie gambe.
Forse
era vero: il nostro rapporto poteva apparire strano ed essere
additato come qualcosa di malato e morboso. Ma in fondo cosa c'era di
male? Sentimenti come l'amore erano considerati nobili e giusti;
perché noi dovevamo passare per due mostri?
Liberai
la mente da ogni pensiero e mi aggrappai alle ampie spalle di Caleb
mentre lui si faceva strada in me con impeto. Gridavo e mi dimenavo
senza controllo, lui faceva lo stesso. Attorno a noi regnava il
silenzio, come se il mondo intero da giorni fosse in lutto per
quell'angolo andato letteralmente in fumo.
All'interno
del mio corpo invece aveva preso vita un incendio che mi stava
divorando. Caleb era così bravo ad appiccare incendi, ovunque
andasse riusciva a lasciare un segno del suo passaggio. Era proprio
quello che stava facendo in quel momento in me: mi marchiava, mi
possedeva.
“Caleb...
ti amo, nonostante tutto” riuscii ad articolare, prima che
un'ultima ondata di piacere mi invadesse completamente.
Geadelt
ist wer Schmerzen kennt vom Feuer das in Lust verbrennt Ein
Funkenstoß in ihren Schoß Ein heißer
Schrei Feuer frei!
Bäng bäng Feuer
frei!
Cominciai
a rilassarmi mentre il mio uomo si lasciava a sua volta travolgere da
un'ultima scossa. Presi dei profondi respiri e la polvere grigiastra
attorno a me si impastò nelle mie narici.
Caleb
si sdraiò accanto a me e mi strinse in un dolce abbraccio. Mi
accoccolai al suo petto e presi ad accarezzargli un braccio.
“Ti
amo anche io. Grazie, perché mi stai accanto nonostante tutto”
sussurrò, la voce incrinata dalla commozione.
Sollevai
lo sguardo verso il suo viso e mi accorsi che due lacrime erano
scivolate lungo le sue guance. Asciugai quelle calde gocce salate con
le mie labbra e presi a cullare Caleb, come una mamma farebbe con un
figlio.
“Non
avrei dovuto, Ethel, non dovevo. La cura, dovevo seguire la cura. Ora
è tutto andato a puttane” continuò a farneticare
contro la mia spalla.
“Non
dire così, amore. Ricominceremo tutto da capo, lo faremo
insieme. Guarirai, ne sono sicura” lo rassicurai, carezzandogli
la schiena con fare protettivo.
Non
era la prima volta che capitava: Caleb si lasciava spesso andare al
pianto dopo aver dato fuoco a qualcosa, nel momento in cui si rendeva
conto di esserci ricascato. Per lui non era facile, così gli
stavo accanto e lo supportavo sempre.
In
quei momenti mi ricordava se stesso da bambino, quel dolce bimbo che
conobbi ormai una ventina di anni prima. Era sempre stato un soggetto
difficile, o almeno così veniva denominato: non cercava mai la
compagnia dei suoi coetanei, perdeva i suoi enormi occhi neri nel
vuoto. Ed era affascinato da tutto ciò che riguardava il
fuoco, solo la vista delle fiamme riusciva a stampargli in faccia un
sorriso felice e a donare un po' di vita a quel suo sguardo vacuo. Le
sue mani erano sempre bruciate; e mentre lingue di fuoco lambivano il
suo corpo ancora acerbo, Caleb si allontanava sempre più dal
mondo.
Io
inizialmente ero ancora una bambina normale, lo guardavo da lontano
mentre giocavo con le mie amichette. Non ricordo di preciso quando
decisi di avvicinarmi a lui, di farmi completamente ammaliare dai
suoi modi così dolci e dalla maestria con cui padroneggiava il
fuoco. Nel primo periodo lo definivo un piromane, poi decisi di
lasciar perdere le definizioni e chiamarlo semplicemente Caleb.
Da
allora gli ero sempre stata accanto.
Lo
consideravano un criminale, un teppista, un pericolo pubblico, un
pazzo, e forse avevano ragione: bruciò case, boschi, capannoni
abbandonati. Due persone rimasero intrappolate in un incendio da lui
causato e persero la vita, altre due vennero colpite dal proiettile
di una sua arma, una delle tante che collezionava.
Io
gli consigliavo di andare da uno psicologo o uno psichiatra, magari
una terapia avrebbe potuto aiutarlo. Dopo anni di insistenze decise
di darmi retta; ma da quando aveva cominciato la cura, nulla era
cambiato.
Gefährlich
ist wer Schmerzen kennt vom Feuer das den Geist verbrennt Bäng
bäng Gefährlich das gebrannte Kind mit Feuer das vom
Leben trennt Ein heißer Schrei Bäng bäng Feuer
frei!
“Perché
mi ami?” domandò Caleb disperato, asciugandosi le
lacrime con una mano e tirando su col naso.
“Perché
sì. Credo in te, so che ce la puoi fare, e io voglio essere
parte del tuo successo” replicai con fermezza.
“Mi
ami così tanto che mi sposeresti?”
“Ma
certo!”
Caleb
si tirò a sedere e cominciò a raccattare i suoi
vestiti, poi mi porse i miei mentre ancora stavo supina a terra. Si
immobilizzò per un attimo e fece scorrere il suo sguardo sul
mio corpo nudo. “Oh, Ethel, mi sento un uomo così
fortunato ad averti accanto. Sei tanto forte e paziente!”
Non
potei trattenere un sorriso. Mi sollevai e gli gettai le braccia al
collo, ripetendogli quando lo amassi.
Ci
rivestimmo in fretta e io mi aggrappai al suo braccio. In quel
momento mi sentivo la più bella e felice delle principesse,
non riuscivo a pensare a niente di negativo.
“Hai
visto com'è grigio il cielo? Tra poco inizierà a
piovere” osservò Caleb, gli occhi rivolti alla coltre di
nubi scure che ci sovrastava.
“Speriamo
sia così. La pioggia laverà via tutto questo e noi
potremo ricominciare, come se nulla fosse successo.” Sorrisi
entusiasta mentre accennavo al piazzale che ci stavamo lasciando alle
spalle, dove solo tre giorni prima avevano regnato le fiamme.
“Ricominceremo.
E ti sposerò” affermò lui in tono sicuro.
Con
la coda dell'occhio perlustrai per l'ennesima volta i suoi lineamenti
delicati, il suo volto da eterno bambino, i capelli arruffati e
ingrigiti dalla polvere.
Lo
amavo. E lo avrei sposato.
Dein
Glück ist nicht mein Glück ist mein Unglück
Bäng bäng Feuer
frei!
Du
Hast - Rammstein
Ho
utilizzato questa
traduzione
Un
abito bianco le fasciava il corpo dalle forme sinuose, evidenziava
quei seni che amavo tanto. Dall'altezza della vita si srotolava fino
al pavimento una pomposa gonna, talmente candida che pareva brillare
di luce propria.
Il
viso grazioso era velato da un trucco sobrio, che faceva risaltare i
suoi meravigliosi occhi color ghiaccio, mentre i capelli castano
scuro erano raccolti in un'intricata crocchia e impreziositi da
qualche perla bianca.
Tra
le mani stringeva un mazzo di fiori; camminava disinvolta verso
l'altare, con un'eleganza e una grazia che non avevo mai visto in
nessun'altra ragazza.
Era
semplicemente bellissima, ancora non riuscivo a credere che presto
sarebbe stata la mia donna per sempre.
Sfilò
solo per me, dato che la piccola chiesa in cui ci trovavamo era
deserta, a eccezione di noi due e il sacerdote che aveva accettato di
sposarci. Non avevamo invitato nessuno al nostro matrimonio perché
sapevamo che nessuno avrebbe accettato, ma non ci importava: volevamo
compiere quel gesto per noi stessi, non per far piacere a qualcun
altro.
“Ethel...
sei bellissima” mormorai quando la ragazza mi fu accanto.
Lei
mi rivolse un'occhiata insolita, indecifrabile. Non trasmetteva lo
stesso calore di sempre, pareva quasi apatica.
Non
ci feci troppo caso e continuai a contemplarla in attesa che il prete
cominciasse a recitare il classico discorso che si tiene a ogni
matrimonio. Ethel pareva quasi brillare alla luce del sole che, alto
nel cielo, filtrava da un finestrone alla nostra destra. La immaginai
completamente ricoperta da fiamme guizzanti e il cuore mi balzò
nel petto per l'emozione, ma mi costrinsi a ricacciare indietro quei
pensieri: stavo facendo la cura, non potevo.
“Sei
pronta?” le sussurrai, profondamente commosso.
Lei
non rispose, si limitò a rimanere immobile con lo sguardo
fisso davanti a sé.
Non
l'avevo mai vista così, ma mi dissi che probabilmente
l'agitazione le stava giocando dei brutti scherzi.
Andava
tutto bene, presto sarebbe stata ufficialmente mia.
Du
hast mich Du hast mich gefragt Du hast mich gefragt Du hast
mich gefragt und ich hab nichts gesagt
Ascoltai
le parole del prete come se tutto ciò fosse lontano da me,
come se ancora dovessi assimilare ciò che mi stava succedendo.
Strinsi
la mano di Ethel e lei non reagì, non ricambiò il
gesto.
La
mia Ethel, la mia adorata Ethel, l'unica che mi aveva sempre amato e
sostenuto nei momenti più difficili. Solo lei si lasciava
catturare dalla mia stessa passione e si lasciava infuocare dal mio
corpo ogni volta che ne avevo voglia. Solo lei mi stava accanto
quando giocavo col fuoco e accettava di ardere insieme a me, senza
lasciarsi sfuggire nemmeno un gemito di dolore. Solo lei mi stava
vicino quando mi pentivo, quando trasgredivo alle regole della cura.
Io
non sarei mai guarito, lo sapeva.
Lei
sarebbe stata sempre con me, lo sapevo.
Ripetemmo
insieme le parole che il prete ci suggeriva. Io lo feci con profonda
commozione, sentendo dentro di me ogni singola parola e credendoci
fino in fondo.
E
infine il momento tanto atteso arrivò, con così tanta
semplicità che per un attimo mi destabilizzò.
L'ometto
che ci stava di fronte pose la fatidica domanda: “Vuoi tu,
Caleb Coward, prendere la signorina Ethel Hyde come tua legittima
sposa?”.
Willst
du bis der Tod euch scheidet treu ihr sein für alle Tage?
Esitai
un secondo, cercando di trattenere una lacrima che già da
qualche minuto spingeva per sgorgare all'esterno.
Avrei
tanto voluto guardare Ethel negli occhi mentre pronunciavo quella
sillaba che avrebbe cambiato per sempre le nostre vite, ma non ne
ebbi il coraggio. Mi sentii un po' in colpa, ma non potevo farci
niente, ero una persona estremamente sensibile ed emotiva.
Schiusi
le labbra, pronto a parlare, ma un movimento brusco alla mia destra
mi fece sobbalzare.
Ethel
aveva liberato la mano dalla mia stretta e si era scostata di qualche
passo da me, rischiando di inciampare sui gradini dell'altare. Lanciò
un grido che riecheggiò tra le pareti del grande ambiente:
“No!”.
Nein!
Un
brivido percorse il mio corpo e pensai seriamente di star per
svenire.
Ebbi
finalmente il coraggio di sollevare lo sguardo su di lei: gli occhi
di Ethel, colmi di un inspiegabile odio, erano puntati su di me. Quei
due cerchi di ghiaccio, gelidi, sembravano voler scandagliare la mia
anima fino alle viscere.
“Che
succede?” le chiesi con titubanza, come se potessi sbagliare
qualcosa anche nel porre quella domanda.
Lei
in tutta risposta scoppiò a ridere fragorosamente. Era una
risata vacua, impregnata di follia, che si allontanava del tutto da
un suono umano. Quella non era più lei.
“Signorina
Hyde...” cercò di intervenire il sacerdote, ma io gli
intimai di stare al suo posto con un'occhiata truce.
Mossi
qualche passo in direzione della ragazza e riuscii ad afferrarla per
le spalle. “Si può sapere cosa sta succedendo?”
sibilai.
La
paura e l'emozione cominciavano a lasciare il posto alla rabbia.
Perché non mi rispondeva e non mi dava delle spiegazioni?
Lei
si divincolò subito dalla mia stretta senza smettere di
ridere, poi scese di fretta i gradini e lanciò il bouquet di
fiori ai miei piedi.
Perfino
il ticchettio dei suoi tacchi sul pavimento riuscì a
irritarmi.
“Ethel,
non ho voglia di scherzare.”
“Lo
so bene, ne sono testimone. Mi hai distrutto, sei contento? Mi hai
annientato, hai fatto di me il tuo giocattolo, mi hai incluso nella
tua pazzia. Tu non mi ami, tu mi possiedi e basta. Mi odi, stronzo,
dillo che mi odi!” strillò isterica, risalendo i gradini
e prendendo furiosamente a calci ciò che rimaneva del suo
mazzo di fiori.
Sentivo
di star perdendo il controllo. In momenti come quello volevo il
fuoco, volevo che divorasse per sempre quella fottuta chiesa, il
sacerdote, me ed Ethel.
Du Du
hast Du hast mich
Mi
voltai e sferrai un calcio nello stomaco al prete con tutta la forza
che avevo. Lo vidi sbarrare gli occhi in preda al terrore prima di
perdere i sensi e rovinare a terra. Estrassi un accendino dalla tasca
e feci scattare la pietrina; feci in modo che la fiamma bruciasse i
miei polpastrelli e gridai con rabbia.
Ethel
balzò all'indietro e si scaraventò contro una panca di
legno, sbattendoci volutamente e ripetutamente la testa. Una serie di
sinistri tonfi si diffuse tutt'attorno, ma dalle labbra della ragazza
non usciva un gemito di dolore. Anzi, continuava a ridere, la voce
sempre più stridula. “Guardami, Caleb, guardami! Riesco
a distruggermi anche da sola, non ho bisogno del tuo aiuto! Non ho
bisogno delle tue fiamme del cazzo, anzi, sai che ti dico? Quelle non
mi fanno più effetto, hanno già arso tutto dentro di
me. Contento?”
Per
un attimo incrociai i suoi occhi e li trovai scintillanti di qualcosa
che non avevo mai visto prima: pazzia. Ethel sembrava non vedere più
niente attorno a sé, un demone sconosciuto stava agendo per
lei.
E
questo mi mandava ancora di più su tutte le furie.
Mi
precipitai verso la panca su cui lei si trovava, facendo nuovamente
scattare la pietrina. Lei prontamente si alzò e fuggì
verso l'uscita della chiesa. Un rivolo di sangue le colava tra i
capelli, sul collo, fino a raggiungere il candido vestito.
Ma
a me non importava più di lei. Avevo bisogno di sentire il
fuoco tutto attorno a me.
Avvicinai
la fiammella al legno lucido e scuro della panca, laddove qualche
goccia rossa si era andata a posare; quando questa cominciò a
carbonizzarsi e qualche lingua gialla si innalzò in aria,
sentii subito quella familiare ed elettrizzante sensazione di euforia
che tanto mi era mancata. Non potei fare a meno di scoppiare a ridere
e quasi abbracciai il legno ardente di fronte a me.
Mi
resi appena conto dello stridio di gomme sulla via di ciottoli al di
fuori della chiesa, accompagnato dal rombo di un motore.
Quando
vidi il fuoco divampare e diffondersi da una panca all'altra, ero
talmente felice ed emozionato che scoppiai a piangere. Il fuoco si
faceva sempre più alto, quasi toccava il soffitto, e l'aria
tutt'intorno si era fatta rovente.
In
quel momento decisi che sì, quel giorno avrei consacrato
l'unione più importante della mia vita, quella con il mio
unico amore: il fuoco.
Così,
quando constatai che l'incendio si era fatto abbastanza grande, mi
lanciai tra le fiamme con un liberatorio grido di gioia. Proprio in
quel momento sentii l'esplosione dei vetri causata dall'accumulo di
eccessivo calore.
Non
provai alcun dolore, fu come ricevere una scarica elettrica. Mentre
quell'intensa luce arancione mi avvolgeva e lambiva ogni centimetro
della mia pelle, mi sentii veramente vivo per la prima volta.
Du
hast mich
Il
cadavere di Ethel venne rinvenuto qualche giorno dopo, tra le lamiere
deformate di un'auto carbonizzata. L'utilitaria aveva preso fuoco a
seguito di un violento scontro contro un albero.
♫ ♫ ♫
Stavolta
non so bene cosa aggiungere. Voglio solo ringraziare la mitica fiore
di girasole per aver indetto questo contest e avermi dato la
possibilità di sperimentare.
Una piccola
nota: non sono sicura di aver attribuito ai testi delle due canzoni
il giusto significato, quindi mi perdonino i Rammstein (e i loro fan)
se ho commesso qualche piccolo errore di interpretazione... ma appena
li ho letti non ho potuto fare a meno di costruirci attorno questa
storia.
E
ovviamente grazie a voi, lettori, che mi supportate e avete deciso di
dare un'occhiata anche al capitolo precedente :3
Grazie
ancora a tutti e alla prossima! ♥
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