L'ispirazione non da' preavvisi.

di Lady Aquaria
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Affacciati alla finestra, amore mio. [Milo/Shaina] ***
Capitolo 2: *** 2. Life is a rollercoaster, just gonna ride it. [Hyoga/Freya] ***
Capitolo 3: *** 3.…it isn't too hard to see we're in heaven. [Camus/Milo Legend of Sanctuary] ***
Capitolo 4: *** 4. ...insanity laughs, under pressure i'm breaking. [doppia BrOtp: Saga/Kanon & Saga/Aiolos] ***
Capitolo 5: *** 5. A Saturday night at the movies (who could ask for anything more?) [Freya/Hyoga, Camus/Mei-Yin/Lixue] ***
Capitolo 6: *** 6. ...come on, leave me breathless. [brOTP Hyoga/Shun, guest star: Ikki] ***
Capitolo 7: *** 7. Hot hot hotter than hell, burn you like the midday sun! [Camus] ***



Capitolo 1
*** 1. Affacciati alla finestra, amore mio. [Milo/Shaina] ***


Nuova raccolta cap 1 Disclaimer: Saint Seiya e i suoi personaggi sono nati dalla mente psicopatica geniale di Masami Kurumada e non mi appartengono.
Questa fiction e quelle che seguiranno (almeno spero) sono frutto della mia fantasia e non hanno alcuno scopo di lucro.
Have a nice day!
 
Poveri disgraziati personaggi coinvolti: un po' tutti, lo specificherò man mano.
Rating: io parto col verde, poi si vedrà.
Note: flashfic comica, ispirata da questo prompt trovato su un carinissimo blog di Tumblr (OtpPrompts):
"Imagine your person A of your OTP being really drunk and serenading person B with Toxic by Britney Spears. Person B can either join in or become really flustered, your choice."
L'Otp in questione è la Milo/Shaina [so che è strana e quant'altro ma io l'apprezzo tantissimo, che posso farci?]
 
1.
Affacciati alla finestra, amore mio.
[ovvero: Quando Bacco trionfa, il senno fugge.]
 
Essere richiamati dal Grande Sacerdote per una riunione urgente era cosa piuttosto insolita se non rara; quando Camus andò ad aprire la porta, ancora in pigiama e con lo spazzolino da denti in mano, tutto si aspettava, tranne di ritrovarsi Shura in casa di prima mattina.
"Due son le cose: o la mia sveglia ha fatto cilecca e ho dormito più del dovuto o tu sei insolitamente mattiniero." rispose, riprendendo poi a strofinarsi energicamente i denti.
"La seconda, direi." rispose Shura. "Ma c'è un motivo, credimi."
Seguì l'amico dopo essersi reso presentabile, rendendosi conto che i loro compagni d'arme erano diretti, tutti, al tredicesimo tempio.
"Mi tirano giù dal letto a quest'ora perché due stupide ragazzine si sono spaventate... come se non avessero mai visto un uomo nudo prima d'ora." si stava lamentando DeathMask, incrociando Aphrodite.
"Beh, ma sono ragazzine poco più che fanciulle, abbi pazienza, che cos'avrebbero dovuto fare?"
DeathMask replicò alla domanda di Aphrodite con qualcosa in siciliano che, ovviamente, non comprese.
"Ah, sei disgustoso!" fu la replica, indignata, di Aphrodite.
"Aspetta, che cos'è successo?"
"E' una domanda che ci sta tenendo tutti sulle spine." interloquì Aldebaran, immediatamente dietro di loro: le poche voci che si erano diffuse al Santuario, tra le ancelle, erano perlopiù confuse.
Ma Ares avrebbe presto risposto ai loro quesiti.
"Ho saputo che c'è stato un increscioso incidente al gineceo, all'alba di oggi..." esordì Ares, alzandosi dallo scranno e passeggiando avanti e indietro.
Camus corrugò la fronte: era davvero la prima volta in tanti anni che accadeva qualcosa agli alloggi femminili del Santuario, e doveva essere qualcosa di particolarmente grave se ciò aveva richiesto l'attenzione di Ares in persona: a differenza del settore maschile, comprendente le Dodici Case e gli alloggi dei pochi Silver Saint residenti in pianta stabile, il settore femminile, dominio delle Sacerdotesse Guerriere, era sempre stato, di norma, un luogo tranquillo. Per quanto ne sapeva, dopo gli allenamenti, le guerriere di Athena e le loro allieve si ritiravano di buon'ora nei loro alloggiamenti, rigorosamente separati dai loro -per entrambe le parti, salvo occasioni particolari, era buona norma non addentrarsi gli uni negli alloggi degli altri al fine di evitare situazioni imbarazzanti- e non avevano mai creato problemi.
Finché quella mattina non era stata ravvivata da qualcosa d'inaspettato.
"... dove uno di noi si è addentrato con intenzioni...dubbie. Siamo tutti uomini, signori miei, suppongo comprendiate tutti il reale significato di quanto appena detto. Ora, nessuna legge ci vieta di frequentare l'altro sesso e di goderci le gioie che ne derivano, ma non se questo significa sgusciare nel cuore della notte nel gineceo alla stregua di un volgare ladro di polli, di spaventare le giovani allieve e di infangare il proprio buon nome e quello del Santuario stesso. Quindi, in seguito alle numerose lamentele pervenutemi poco fa, ecco che vi ho riunito qui stamani. Badate, non intendo processare nessuno, ma la prossima volta che volete fare la serenata alla vostra bella, siate più discreti, per favore: abbiate la decenza di tenervi le mutande addosso finché la pulzella in questione non vi fa salire nelle sue stanze."
Aiolia si sporse quel tanto che bastava per guardare Ares.
"Si sa chi è stato?" domandò, mentre un'ancella trafficava con un cellulare e un videoproiettore.
Sulla parete subito dietro il trono iniziarono a scorrere le immagini di un ragazzo palesemente ubriaco che cantava a squarciagola sotto una finestra, completamente nudo.
"With a taste of your lips i'm on a ride, with a taste of a poison paradise, i'm addicted to you, don't you know that you're toxic!"
Camus stava per sporgersi verso Milo, quando notò che l'amico, il volto paonazzo, cercava disperatamente un modo per uscire da quella situazione imbarazzante.
"Chissà perché, sapevo che c'eri tu di mezzo."
 
***
 
Lady Aquaria's corner:
Salve! Come già specificato nel disclaimer, questa flash-fic è nata come comica, leggendo un prompts su Tumblr, e non intendo assolutamente né dissacrare i personaggi da me utilizzati o prenderli per i fondelli (appunto per questo ho mantenuto i toni leggeri senza scendere nel demenziale).
Come da titolo (che riprende una citazione di Garcia Màrquez in "Memoria delle mie puttane tristi") l'ispirazione non dà alcun preavviso, e questa flash, così come le altre che seguiranno, sono nate così, per caso e senza preavviso, navigando su Tumblr nelle prime ore di quest'oggi.
Giuro, la birra bevuta per festeggiare il mio odierno compleanno non c'entra, lo garantisco.
Ah, ancora una cosa: sì, nel santuario che vorrei (semi cit.), Gold e compagni usano la tecnologia, per esigenze di copione; sempre per quest'ultimo motivo ho usato impropriamente, forse, il termine gineceo per indicare la zona dedicata a Shaina e compagne.
Alla prossima idea!
Lady Aquaria

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Capitolo 2
*** 2. Life is a rollercoaster, just gonna ride it. [Hyoga/Freya] ***


cap 2
2.
Life is a rollercoaster, just gonna ride it.
Otp: Hyoga/Freya
Rating: verde
Note: è in parte basata su questo prompt: Imagine your otp in line for the biggest rollercoaster at the state fair. Person A is excited while Person B is petrified of heights. Person A keeps B occupied while they wait in line (makes jokes, asks them questions that require some thought, little kisses here and there) and when its their turn to go next Person A holds B’s hand the whole ride through.
 
Seduto insieme agli amici di sempre al tavolo di uno dei tanti punti ristoro del parco, Hyoga osservava, tra un sorso e l'altro della sua birra, il viavai di persone che, come loro, si erano recati in quel parco divertimenti per una giornata di svago.
"...abbiamo superato l'area medievale e ora siamo qui." stava dicendo June, indicando un punto sulla mappa. "Dopo la sosta potremmo andare nel vecchio west e affrontare i carrelli della miniera."
"O sui gommoni che simulano il rafting." propose Shiryu.
In quel mentre, un coro di urla annunciò loro l'ennesima corsa mozzafiato di un'attrazione ad alto tasso adrenalinico, tutta torsioni, curve e giri della morte.
Le urla di una ragazza in particolare, che sull'ottovolante stava strillando come se la stessero scuoiando viva, attirarono l'attenzione di Hyoga, che scosse la testa.
"Pazzi scellerati."
"...quella già l'ho provata. Ma non è niente di che." fece spallucce Seiya, con aria spavalda.
"Ma se sul bruco mela gridavi come una femminuccia!" lo prese in giro Shiryu.
"A proposito di bruco... potremmo andare al quartiere luna park con i giochi per i bambini, dove sicuramente Hyoga troverà qualcosa che fa al caso suo." interloquì Ikki.
L'interpellato assottigliò lo sguardo.
"Sì, dai. Mi piacerebbe sentirti frignare sull'autoscontro: buuuh, Shun, quel bimbo cattivone sull'auto rossa mi ha tamponato, buuuh!"
"Ti piacerebbe, mh?"
"Non sai quanto."
Ikki spense la sigaretta ed espulse l'ultima boccata.  
"Facciamo così: io farò un giro sul kart dei bambini se tu sali con noi là sopra." lo sfidò, indicandogli con un cenno la giostra dietro di loro, un rollercoaster con un'inquietante discesa in caduta libera ad angolo retto.
"Non mi sembra il caso." intervenne Shun.
"Figurati se ha il coraggio per farlo. Non vedi che se la fa addosso al solo pensiero?" aggiunse Ikki.
"...disse quello che si è spaventato nel castello di Dracula."
"Non mi sono spaventato, sono stato colto alla sprovvista dal getto di acqua nebulizzata."
"Ah, adesso si dice così?"
Ikki proruppe nel solito ghigno, facendo spallucce.
"Dai, guardatelo: sotto quell'espressione gelida e controllata ha una paura matta."
Prendendo un gran respiro, Hyoga scostò la sedia con un gran rumore.
"...ma che ti prende?!
"Hyoga, dai. Lascialo perdere, è uno sbruffone!"
"Sapevo che avresti reagito così." sghignazzò Ikki, guardando l'amico fare qualche passo, prima di girarsi.
E puntargli il dito contro.
"Allora, intendi alzare le tue chiappe flaccide da quella sedia o devo portarti in braccio fino a quel coso?"
 
Ma che grande idea, Hyoga, rispondere alle provocazioni di Ikki. I miei complimenti!
Aveva sempre detestato volare: quando viaggiava, il che non capitava poi molto spesso dato la mole di studio che lo teneva occupato a casa, preferiva sempre il treno o l'auto, o comunque un mezzo che gli permettesse di tenere i piedi ben saldi a terra.
"Sembra che tu stia andando al patibolo, Hyoga. Rilassati, siamo in vacanza!"
Facile a dirsi. Quello stramaledettissimo trenino stava impiegando un'eternità per salire in cima alla rampa di discesa, e dentro di sé, a ogni metro, sentiva l'ansia crescere a dismisura.
"Tutto bene?" sussurrò Freya.
Benissimo.
"Sì." rispose, espirando. "Ikki, ho deciso di cambiare i termini della sfida."
"Spara."
"Al posto del giro in autoscontro, ho deciso che tu correrai nudo per tutto il Santuario."
"Che schifo!" protestò Shiryu.
"Hey, non puoi cambiare i termini in questo modo!"
"Cosa c'è, niisan, hai paura?" lo provocò Shun.
"..."
"...e lo farai quando lo deciderò io. A meno che, naturalmente, tu non voglia tirarti indietro e perdere la faccia."
Ikki grugnì furioso.
"Lo prendo per un ." rispose Hyoga, sbiancando quando si accorse dell'altezza che stavano raggiungendo .
"Scusami per non averli fermati e averti permesso di salire qui sopra... te l'avevo detto di non sederti sul seggiolino più interno." sospirò Freya, osservando con crescente preoccupazione il suo volto terreo.
"Quanto scommettete che gli prende un infarto durante la corsa?"
"Seiya, non sei divertente." lo riprese Shun, seduto su un paio di seggiolini più a destra, mentre Hyoga rispondeva alle provocazioni dell'amico con il dito medio.
"E' proprio il colmo: un russo che odia le montagne russe!"
"Hai mai pensato di tentare con la carriera comica, Seiya?" interloquì Shiryu, l'ultimo della fila.
"Io correrò nudo, d'accordo. Ma tu, comunque resti un pappamolla, sappilo. Ci sono due ragazze con noi e sono meno paurose di te."
Il trenino arrivò all'apice, pronto ad affrontare l'ultimo tratto prima della discesa mortale: aveva ragione Freya, sedersi per ultimo e vedere per intero il salto che li aspettava non era stata una bella idea.
Un'altra delle tante.
D'un tratto avvertì la mano di Freya strofinargli affettuosamente il braccio.
"Te l'ho già detto che il prossimo mese esce Lo Hobbit? Non vedo l'ora!"
Con una mossa studiata ad arte, il trenino arrivò fino alla fine della rampa per poi bloccarsi qualche istante, sull'orlo del precipizio: nel brevissimo lasso di tempo che seguì, Hyoga guardò il buco nero che l'attendeva in fondo al salto e afferrò la mano di Freya.
"Devi farti perdonare."
"Lo so."
"Se sopravvivo a tutto questo, dovrai sposarmi."
 
***
Lady Aquaria's corner:
Sì, prompt a parte, mi sono ispirata anche a un noto parco divertimenti del nord Italia: ho provato, giuro, a salire sul coaster in questione, ma quando ho visto i tempi d'attesa (125 minuti circa) e soprattutto la discesa, verticale, ho pensato alle mie coronarie e ho pensato che no, non era il caso di rischiare tanto XD.
Diciamo che l'ha provato Hyoga per me.
...e sì, è ancora vivo, purtroppo. :P
Alla prossima!
 
Lady Aquaria

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Capitolo 3
*** 3.…it isn't too hard to see we're in heaven. [Camus/Milo Legend of Sanctuary] ***


terza storia
3.
…it isn't too hard to see we're in heaven.
 
 
Otp: Camus x Milo (LoS)
Coppia: Het
Rating: verde
Note: Au, What if? ispirata dai seguenti prompt: Imagine your OTP laughing so hard until they can’t breathe and their eyes water. Bonus if Person A and/or B are usually very quiet, serious people e, dulcis in fundo:  Imagine your OTP finding out they’re going to be parents for the first time. 
Ambientata in un ipotetico periodo dopo la scalata delle dodici case, quindi dopo gli avvenimenti di Legend of Sanctuary.
 
 
Quando Milo si svegliò, quella mattina, impiegò qualche minuto di troppo a capire dove fosse.
"...ma cos'è successo? E' andata via la luce? Non riesco a vedere niente."
La risposta di Camus le arrivò da basso.
"Siamo a Kobotec, signorina, l'hai dimenticato? Siamo arrivati ieri sera."
Sì, in effetti l'aveva proprio scordato: erano arrivati la sera precedente, in seguito alla decisione di prendersi qualche giorno tutto per loro dopo la recente battaglia al Santuario. Si alzò dal letto, attirata dal profumo delle bliny, e scese al piano terra lentamente, con i muscoli che le facevano male.
"Buongiorno." sorrise a Camus, afferrando una crespella e intingendola nella marmellata. "Non so te, ma sento dolori dappertutto. Ah, e ho anche una fame da lupi."
"Già, chissà perché." le rispose. "Potresti alleviare i tuoi... dolori con un bagno. L'acqua è ancora calda."
Quella fame incredibile, Milo lo sapeva, non era solo dovuta alla notte precedente. Sorrise allegra, sedendosi e traendo le ginocchia al petto, aspettando di potergli parlare.
Fu allora che se ne accorse.
"Oh no."
Dal piccolo locale adibito a bagno, Camus iniziò ad avvertire un trambusto tremendo; scostò la tenda che separava i due locali e si sporse quel tanto che bastava per sbirciare Milo correre da una parte all'altra dell'isba, alla ricerca di chissà cosa.
"Oh, lo sapevo. Lo sapevo. Puoi compilare tutte le liste del mondo, finirai comunque per dimenticare qualcosa. Che stupida... ma dove ho la testa?!"   
"Posso sapere cos'hai da borbottare così tanto?" le domandò, osservandola mentre, china sulla valigia, cercava qualcosa, e anche con una certa urgenza. "Per favore, non mettere tutto a soqquadro, detesto indossare vestiti stropicciati. Hai bisogno di una mano? Cos'hai dimenticato?"
Gli mostrò un rasoio elettrico.
"Non posso usarlo, senza l'alimentatore. Credevo d'averlo infilato in valigia." gli rispose, sentendolo sospirare. Lo raggiunse, guardandolo attraverso lo specchio. "Non sbuffare, ne ho davvero bisogno."
Camus sciacquò il rasoio a serramanico nell'acqua del lavello e si voltò verso di lei.
"Intanto non avresti potuto usarlo comunque: sarebbero bastati pochi secondi di utilizzo per togliere la corrente all'intera Kobotec..."
"Esagerato."
"No, dico sul serio. La corrente elettrica qui ha un voltaggio bassissimo, quel tanto che basta per accendere una lampadina, al massimo due."
Milo gemette sconsolata.
"...oh, ma dai. Allora quando hai acceso le candele, stanotte, non era per romanticismo." brontolò, ripensando a quando, appena arrivati, aveva trovato la stanza principale dell'isba illuminata dal camino acceso e da qualche candela sistemata qua e là.
"Non saltare subito a conclusioni affrettate e del tutto inesatte." le rispose, prima di rasarsi un'altra porzione di guancia. "Se può farti stare meglio, comunque, stanotte ho pensato a tutto tranne che alle tue gambe non rasate. Non ci avevo neanche fatto caso."
Ridacchiò nervosamente, arrossendo appena.
"D'accordo. Dovrò usare il kit d'emergenza, povera me. Hai avanzato un po' d'acqua calda?" gli domandò, prendendo una scatolina quadrata dal fondo della valigia.
"Sì, è nel paiolo appeso nel camino." rispose. La vide prendere una ciotola, riempirla con due mestoli d'acqua bollente e, infine, mettere a mollo un vasetto. "Cosa stai facendo?"
"Preparo il mio kit d'emergenza." ripeté lei.
"Cioè?"
"Cera, spatola e strisce."
"Aïe, non ti invidio affatto." fece Camus, con una smorfia. "Buon cielo che odoraccio. È la cera che puzza così?"
"Sì. È all'eucaliptolo."
"Ah, non credo proprio. L'eucaliptolo ha tutt'altro odore, te lo garantisco."
Si lavò il viso dagli ultimi sbuffi di schiuma, poi prese un asciugamano, mentre Milo si sedeva su uno sgabello accanto alla vasca da bagno: applicato uno strato di cera su un lembo di pelle, fece pressione su una striscia di tessuto affinché facesse presa sulla cera.
"Tirare in direzione opposta a quella del pelo." ridacchiò Camus, fermo con l'asciugamano umido in mano.
"Lo so." Milo tese la pelle della gamba con una mano e con l'altra afferrò l'estremità della striscia. Alzando lo sguardo notò che la stava osservando con lo stesso interesse di un entomologo con un insetto nella formaldeide. "Devi per forza guardarmi? Mi innervosisce sapere che mi guardi mentre faccio la ceretta."
Le diede le spalle, sorridendo.
"Così va meglio?" domandò, afferrando il rocchetto del filo interdentale.
"Disgraziato" pensò, distogliendo lo sguardo dal suo posteriore, avvolto nell'asciugamano.
"No. Sì."
La sentì prendere un gran respiro, poi uno strappo secco seguito da un gemito di dolore e dallo sgabello che si rovesciò a terra.
"Oh no, non ti invidio proprio per niente."
Quando si girò e la vide a mollo nella vasca, le gambe all'aria e la testa sott'acqua, gettò il filo interdentale nel lavandino e la soccorse subito.
"...stai bene?!"
Gli rispose dopo aver tossicchiato e sputato fuori un paio di sorsi d'acqua.
"Ceretta malefica. Mai più, lo giuro. Mai più." sbraitò lei, appallottolando la striscia con la cera e lanciandola lontano. "Ahia. Beh? Che cosa c'è?"
Superato lo spavento, guardandola là dentro con i capelli fradici che le ricadevano sugli occhi e con una striscia di pelle rossa su una gamba, non poté fare a meno di scoppiare a ridere, di una risata potente che pareva sgorgare direttamente dalle viscere e che lo costrinse, a un certo punto, a premersi una mano sullo stomaco dolorante.
"Carogna." borbottò Milo, cercando di uscire dalla vasca con i vestiti zuppi d'acqua che le facevano da zavorra. "Ti dispiacerebbe darmi una mano? Non sei divertente."
Una mano?
Altro che darle una mano! Camus si appoggiò al lavandino, continuando a sbellicarsi dalle risate con tanto di lacrime agli occhi.
"Ah, quindi lo trovi divertente. Vediamo quanto ti divertirai adesso." sbraitò Milo, afferrando la ciotola che aveva lasciato lì vicino e riempiendola d'acqua.
"Melina, non ci pensare neanche." l'ammonì Camus, appena prima di finire - di nuovo- inzuppato da capo a piedi.
"...dicevi, Frédéric?"  
"Vuoi la guerra?" Camus fece per andarle incontro, ma scivolò sull'acqua che Milo gli aveva schizzato, quindi rovinò sul pavimento atterrando sul sedere. "Aïe!!"
"Ti sei fatto male? Oh, quanto mi dispiace!!" sghignazzò Milo. "Ecco, ben ti sta. Giusta punizione per aver preso in giro la madre di tuo figlio."
Il suo ghigno si trasformò in un largo sorriso quando notò l'espressione sul volto di Camus: non aveva programmato di dirglielo in quel modo, ma beh, il fato non segue quasi mai i programmi degli esseri umani...
 
***
 
Lady Aquaria's corner:
Dunque... non sono una grandissima fan di Legend of Sanctuary (che da noi è stato tradotto come: La Leggenda del Grande Tempio), è un film che mi è piaciuto e dispiaciuto allo stesso tempo, per vari motivi. Solo che... ecco, tra le cose che ho apprezzato c'è lei, la rossa Gold Saint dello Scorpione, versione genderbender del nostro fantastico Milo, che ha un caratterino niente male e che ci è stata servita su un piatto d'argento da uno sceneggiatore che forse è un fanboy più scatenato di noi. In ogni caso, e poi chiudo questa postilla, su Tumblr, Facebook e mezza Rete si è già scatenata l'Otp: Camus x Milo (LoS!) e anche io, che adoro i due Gold classici (ma và?) e quella che per me è una bella amicizia, sono finita nella trappola con tutte le scarpe.
-Melina e Frédéric sono i veri nomi che, in questo contesto, ho affibbiato ai due signorini. Melina perché il suo suono ricorda molto Milo e Frédéric... non c'è una ragione precisa, è un nome che ho sempre adorato, sia in italiano che in francese. E' strano scrivere Milo, seguito da riferimenti femminili... o.O
-Le bliny sono delle frittelle tipiche della cucina russa.
-Il titolo rimanda a una frase contenuta nella canzone Heaven di Bryan Adams.
Spero l'abbiate apprezzata, alla prossima!

Lady Aquaria

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Capitolo 4
*** 4. ...insanity laughs, under pressure i'm breaking. [doppia BrOtp: Saga/Kanon & Saga/Aiolos] ***


4
4.
...insanity laughs, under pressure i'm breaking.
 
BrOtp: Saga/Kanon & Saga/Aiolos
Coppia: nessuna, solo amici e fratelli
Rating: verde
Note, prompt: Imagine your OTP singing “Under Pressure” together at a karaoke bar. Which one sings David Bowie’s part and which one sings Freddie Mercury’s part? e scritta per la Saint Seiya Siblings Week (che è terminata già da un po', ma pazienza u.u)
 
Il karaoke bar era affollato e parecchio chiassoso quella sera: avevano trovato posto per miracolo ed erano anche finiti nel bel mezzo della festa di compleanno di qualcuno.
Saga sorseggiò la sua birra, guardandosi intorno annoiato. Le due piccole luci stroboscopiche ai lati del palco, unite alle lunghe file di lanterne colorate illuminate che attraversavano il locale, erano troppo fastidiose per i suoi gusti: si ritrovò a pensare, con rammarico, che avrebbe preferito rimanersene a casa nella quiete del suo salotto, a leggere e correggere i compiti dei suoi allievi.
Come accidenti aveva potuto lasciarsi convincere a uscire di casa?
Intorno a sé, i suoi compagni e tutti gli avventori del locale stavano accompagnando ad alta voce Kanon che, sul palcoscenico, dopo aver intonato Tanti auguri a te alla ragazzina attorniata dagli amici a tre tavoli di distanza, stava cantando una travolgente ballata rock con la verve e l'energia di un consumato rocker.
"Oooooh, we're half way there, oooh, livin' on a prayer…"
Si scostò da Aiolia che, seduto accanto a lui, si era messo a gridare più degli altri, e levò gli occhi al cielo.
Athena, fa' che questa serata finisca al più presto, ti prego.
"Take my hand and we'll make it, i swear, ooooh, livin' on a prayer ..."
Persino uno serio come Camus stava cantando a squarciagola: okay, doveva trovare una scusa e anche alla svelta, per poter uscire da quella bolgia infernale.
"Ehm... io torno a casa, ho un gran mal di testa." proruppe dopo qualche istante, esasperato, alzando la voce per farsi sentire sopra il coro.
"...ma come? Di già? Dai, la notte è ancora giovane, aspetta ancora un po'!" esclamò Aiolos.
"No, davvero, è che..."
Lo scrosciare degli applausi che seguirono l'esibizione di Kanon lo interruppero a metà, costringendolo a cercare rapidamente un'altra via d'uscita.
Kanon bevve un lungo sorso di birra, prima di riprendere in mano il microfono.
"Whoah! Che serata ragazzi!" esclamò, carico come non mai.
La ragazzina in sala pareva apprezzare suo fratello: Saga la vide parlottare con le amiche, indicando Kanon.
"BIS!"
"Lusingato, dolcezza. Ma...direi che ora è il caso di lasciare il posto a qualcun altro... chi vuole fare un giro? Mu? Come no? Su non siate timidi! Dai ragazzi, così mi deludete! Camus! Dai, vuoi provare?"
"Per l'amore di Athena no, altrimenti incomincerà a cantare le sue lagne francesi!" sbottò Milo.
"Ah già dimenticavo! Per carità Camus, ti vogliamo bene ma Dalida si rivolterebbe nella tomba e non posso permetterlo. Ehm... vediamo..."
"Perché non Saga?"
Kanon guardò Aiolos e Saga che, seduto poco distante dall'amico, lo guardava con occhi di brace.
"Non ci provare!"
"Saga? Non saprei, sai? Saga è mio fratello, tra parentesi. Il mio serioso, compito e integerrimo fratellone e... io gli voglio bene, davvero. Ma non avrebbe mai, e dico mai, il coraggio di fare una cosa del genere. Eh no."
"Oh sì invece!"
"Aiolos, ti uccido, lo giuro."
Ancora fermo sul palco, Kanon ridacchiò divertito.
"No, no. Non lo farebbe mai. Anzi... a dirla tutta mi ha anche fatto una mezza scenata in auto, perché io l'ho trascinato qui a forza: devo correggere i compiti dei miei allievi, mi ha detto, e domani mi aspetta una giornata tremenda in classe. Quindi fidatevi: non lo farebbe mai."
Bastardo.
Giurò a sé stesso che prima l'avrebbe fatta pagare ad Aiolos, poi sarebbe toccato anche a Kanon: l'indomani avrebbe smesso di essere un fratello maggiore per diventare figlio unico.
"Dai Saga, in fondo siamo qui per divertirci!"
"Tu sei qui per divertirti, io sono stato obbligato!" sibilò, in risposta ad Aphrodite.
"Non fare il guastafeste e sali su quel palco!" lo incitò Aiolos.
"Con te faremo i conti domani!"
"Cosa?! Come dite?" Kanon finse di non aver sentito quanto aveva urlato la folla, quindi tornò a guardarlo. "Voi dite di sì? Credete davvero che salirà qui sopra? Okay. Allora scommetto ben cento euro che non salirà su questo palcoscenico."
Camus si schiarì la voce.
"Per esperienza ti dico che più resti seduto, più la faccenda tenderà a peggiorare." gli disse. "Alzati, prendi i soldi e zittisci tuo fratello."
Prese un gran respiro quindi, dopo aver bevuto un gran sorso del Long Island di Milo, si alzò in piedi tra lo stupore generale.
"Facciamo duecento." rispose, assottigliando lo sguardo, mentre i presenti riprendevano a vociare, incitandolo.
"Oh, wow! Duecento, andata." ridacchiò Kanon, scendendo poi dal palco e tendendogli il microfono in segno di sfida.
Saga si fece largo tra i compagni, agguantando Aiolos per il maglione.
"...che stai facendo?!"
"Non pensavi mica che avrei cantato da solo, vero?" sibilò, sul viso un sorriso sinistro mentre in sala tutti li stavano incoraggiando. Pigiò qualche tasto sullo schermo accanto a loro, scegliendo una canzone del suo gruppo preferito. "Se devo perdere la faccia, la perderò insieme a te, amico mio."
"...che cos'hai in mente?!" sussurrò Aiolos, riconoscendo poco dopo l'inconfondibile riff di John Deacon. "Oh no. Under pressure? Davvero?"
"Oh sì." sghignazzò Saga. "E per correttezza ci tengo a informarti che la parte di David Bowie la canterò io. A te l'onore di interpretare Freddie. Trattamelo bene, mi raccomando."
"Non puoi fare sul serio!"
Si era sbagliato: quella serata si stava rivelando più divertente del previsto.
 
***
 
Lady Aquaria's corner
Sono poco abituata a scrivere di Saga e Kanon, quindi spero di non aver travisato troppo il loro carattere. Comunque... l'idea era ferma già da qualche giorno, dopo aver letto alcuni post su Tumblr che si riferivano alla Siblings week di Saint Seiya, quindi dopo vari tentennamenti eccola qui. Il titolo è tratto (e riadattato) dalla canzone Under Pressure dei Queen che, tra l'altro, è compresa nel prompt e nella flashfic. La canzone che canta Kanon è Livin' on a prayer di BonJovi. L'idea del karaoke, a parte l'imput preso da tumblr, è ispirata al film Ps I love you.
Alla prossima, e come sempre grazie a chi recensisce (chiedo venia se rispondo in ritardo ma sappiate che sono sempre graditissime!)



Lady Aquaria

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Capitolo 5
*** 5. A Saturday night at the movies (who could ask for anything more?) [Freya/Hyoga, Camus/Mei-Yin/Lixue] ***


quinta storia
5.
A Saturday night at the movies (who could ask for anything more?)

 

Otp: Freya/Hyoga, Camus/Mei-Yin/Lixue
Prompt(s):
-il principale è questo: Imagine your OTP watching a sad movie, and Person A tries to comfort Person B when they start bawling during the heartbreaking parts.
ma in questa shot sono parzialmente presenti anche un mio personale headcanon postato
qui e un terzo (non mio) postato qui.
Rating: verde
Note: questa è una shot collegata alla mia longfic principale, e si colloca all'incirca tra i capitoli 32 e 33.
 
***
 
Il rosso biforcuto sopracciglio di Camus scattò verso l'alto per l'ennesima volta, quella sera.
"Scordatevelo, non ho guidato mezz'ora attraverso tutta Parigi per rivedere l'ennesima volta quel polpettone."
Freya distolse lo sguardo dalla locandina dove i due protagonisti, infreddoliti ed esausti, si abbracciavano sulla poppa della nave.
"...sarebbe bello poter guardare uno dei miei film preferiti in una comune sala cinema insieme a tanta gente, come fanno le persone normali." sospirò. "E poi, è in 3D!"
Hyoga corrugò la fronte.
"Perché, scusa, l'ultima volta che ti ho portata al cinema non eravamo in una comune sala con tanta gente? La ressa che c'era me la ricordo eccome!"
"In che senso comune sala come fanno le persone normali?" interloquì Mei.
A palazzo, le spiegò Freya, quando si decideva di guardare un film appena uscito, un incaricato andava a noleggiare la pellicola direttamente al cinema per proiettarla nella sala video del castello; una cosa, questa, che aveva adorato da ragazzina quando poteva vantarsi di aver guardato in anteprima qualunque film ma che aveva iniziato a detestare con tutta l'anima una volta raggiunta la maturità.
"...a differenza di mia sorella e mia nipote a me piace andare al cinema insieme a tanta gente. Alla lunga, credimi, ti snerva essere l'unica spettatrice di un film senza poterlo commentare con nessuno."
Camus e Mei la guardarono interrogativi.
"Vi portavano a casa le bobine con il film? Davvero?" domandò Camus.
"Davvero." sospirò Freya, imbarazzata.
"Giuro, è proprio così." intervenne Hyoga. "Io ho visto X-Men L'Inizio a palazzo."
"...e vi permettevano di prenderla senza farvi storie?" continuò Camus, riservando a Hyoga un'occhiataccia: aveva atteso quel film con tanta impazienza e a differenza sua aveva dovuto aspettare come tutti per poterlo vedere.
"Hai presente, vero, com'è mia sorella? Pensi sia facile dirle di no?"
Mei si schiarì la voce.
"Vogliamo scegliere questo film? Mancano solo tre settimane al parto."
Si voltarono di nuovo verso il maxischermo sul quale campeggiavano le locandine dei venti film trasmessi nell'enorme multisala.
"Titanic 3D." disse quindi Freya.
"Ah no, assolutamente no." borbottò Camus. "Trentacinque minuti per attraversare Parigi, ho una fame da lupi e non ho voglia di deprimermi su un film che ho già visto a casa. Per fortuna che questo cinema ha un parcheggio enorme o sarei ancora in auto a cercare un posto."
"...hey, quello che deve discutere la tesi sono io e sei tu quello ansioso?!" lo riprese Hyoga. "Titanic anche per me."
"Non credo sia una buona idea." proruppe Mei, poco dopo.
"Perché?"

"Hyoga, davvero... scegliamo un altro film, d'accordo? Battleship...o c'è John Carter..."
"No, va bene così, so già di che parla. Non mi impressiono, tranquilla."
Pur sapendo che nel giro di un paio d'ore Hyoga sarebbe stato tutto fuorché tranquillo, Mei sospirò e annuì.
"D'accordo allora, vada per Titanic."
"È un film che dura tre ore e un quarto, fossi in te ci ripenserei." li interruppe Camus.
"...disse quello che si sciroppa Il Dottor Živago ogni tre per due." sbottò Mei.
L'altro inarcò ancora un sopracciglio.
"Non si deride una bella storia d'amore. Comunque d'accordo. Vado a fare i biglietti e torno; voi pensate a popcorn e bevande."
Lixue lo seguì alle casse trotterellando allegra.
"Papà, io non voglio vedere Titanic... l'ho già visto."
"Non preoccuparti, a noi due ci penso io. Ti fidi del tuo papà?" sorrise quando la figlia annuì, quindi, non appena fu il suo turno, ordinò cinque biglietti.
 
Mei stava già sgranocchiando i popcorn quando tornarono davanti all'ingresso.
"...l'Orangina era finita, quindi ti ho preso la Fanta, va bene lo stesso? Comunque è sempre aranciata. Ah, per compensare però ti ho preso le brioche alla cannella e i popcorn al caramello."
Camus prese il sacchetto che Mei gli stava porgendo e lo passò a Lixue.
"Tu sei l'addetta ai viveri, custodiscili come un tessssoro. Dunque... voi tre... Titanic 3D, sala 15. Divertitevi." Camus distribuì loro i biglietti, quindi, presa Lixue per mano, fece per avviarsi dalla parte opposta del multisala.
"Aspetta un momento, come sarebbe a dire, noi tre... e voi due?!" domandò Hyoga.
Lixue s'infilò l'elmetto di Thor ricevuto in cassa come omaggio, mostrandoglielo con un gran sorrisone.
"...Avengers! Divertitevi con Rose, Jack e l'orchestra che suona fino alla fine, ci vediamo dopo!"
"Ma..." protestò Mei.
"A dopo!!"
"Dai, sicuramente sta scherzando, vedi che sta tornando indietro?"
Camus tornò indietro, sbirciò nel sacchetto che stava reggendo Hyoga e prese il pacchetto di caramelle.
"Grazie mille, le avevo dimenticate. À tout à l'heure!! Vite, chérie, vite! Allons-y!"
Mei li guardò sparire in fondo al corridoio, ancora sorpresa.
"Ma guardate un po' che tipo." borbottò Hyoga, mettendo mano al portafogli, diretto per la seconda volta al bar.
"Mascalzone, rubare i popcorn a una donna incinta." aggiunse Freya.
"...no, rubare le mie caramelle, accidenti!"
Mei parve riscuotersi.
"Hyoga, vuoi arrivare vivo alla Laurea?"
"Sì."
"Allora taci."

 
*
 
Due ore e quaranta minuti dopo...
"Come va?"
Freya si sporse verso Mei, lasciando la mano di Hyoga.
"Insomma...non è stata una buona idea."
"Per l'amor di Dio, ci sono donne e bambini quaggiù!! Fateci uscire, dateci la possibilità di salvarci!"
"Lasciali passare, maledetto!!"
"Concordo. Pessima, pessima idea." convenne Mei.
"Hyoga, abbassa la voce!"
"Ma che diavolo, li lasciano morire come topi?!"
"Shhhht!"
"...qui va a finire che ci buttano fuori dalla sala."
"Comincio a rimpiangere la sala video del palazzo."
 
"Vedi? Te l'avevo detto che saremmo usciti prima noi."
Lixue guardò il tabellone luminoso: alla fine di Titanic mancava ancora una mezz'ora abbondante.
"Secondo me mamma e Freya usciranno dalla sala con gli occhi rossi."
Camus la guardò corrugando la fronte.
"Dici?"
"Sì sì. Ci scommetto un gelato."
"Lixue, ne stai già mangiando uno, vuoi star male?" la riprese. "Tra l'altro, non dovresti nemmeno mangiare questo, se mamma lo scopre fa lo scalpo a tutti e due."
"Allora facciamo domani?"
"Domani ne riparleremo okay?"
 
"Sei bravo a mentire."
"Bravo quasi quanto te. Non c'è… non c'è nessun accordo, vero?"

"Oh sì che c'è. Ma tu non ne trarrai alcun beneficio. Vinco sempre io, Jack. In un modo o nell'altro."
"Odino, aiutami." mormorò Freya tra sè e sè, preparandosi per la scenata di Hyoga, che non tardò ad arrivare.
"Figlio di puttana!! Devi morire, bastardo!!" sibilò Hyoga, i pugni così stretti da sbiancare le nocche.

Freya alzò gli occhi al cielo, tappandogli la bocca.
"Se ti fa stare meglio, morirà anche Cal."
"Sì, beh, diciassette anni dopo..." bisbigliò Mei.
"Però morirà anche lui."
"Non è abbastanza!"
"Oddèi, abbiamo creato un mostro."
 
*
 
"Eccoli!"
Sollevò lo sguardo dal bicchiere di carta, sorbendo gli ultimi sorsi del suo frappé diventato ormai caldo, e lo posò sui tre: Mei si reggeva il pancione, Freya portava le borse di entrambe e Hyoga, mani infilate in tasca, fischiettava come nulla fosse.
"Allora, andiamo? Ho un gran sonno e domani devo alzarmi presto."
Camus gli afferrò una spalla, obbligandolo a voltarsi.
"Non così in fretta, giovanotto. Sai che questi occhialini danneggiano la vista se li indossi troppo a lungo?"
"Ah, intendi dire questi?" Hyoga tentennò un po' prima di togliere gli occhialini per il 3D e riporli nel taschino della giacca, quindi sobbalzò quando si accorse di avere la faccia di Camus a pochi centimetri dal naso.
"...ho pianto, va bene?"
"Hyoga, passi lei che è incinta ed è emotivamente instabile ma tu... tu. Athena mia, che delusione sei." sospirò Camus, prima di avviarsi al parcheggio.
 

***

 

Lady Aquaria's corner
L'idea di questa breve shot è piuttosto datata, in effetti giaceva in una cartella da un po' e dopo opportune modifiche eccola qua. Il titolo deriva da una strofa della canzone Saturday Night at The Movies dei The Drifters.
L'Orangina è una bevanda molto simile alla Fanta, che in Francia va per la maggiore.
-À tout à l'heure!! Vite, chérie, vite! Allons-y! A presto! Veloce tesoro, veloce! Andiamo!
Alla prossima!

 

Lady Aquaria

 

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Capitolo 6
*** 6. ...come on, leave me breathless. [brOTP Hyoga/Shun, guest star: Ikki] ***


6.
…come on, leave me breathless.
[Toutes les grandes personnes ont d’abord été des enfants. 
Mais peu d’entre elles s’en souviennent.
 - Antoine de Saint-Exupéry]
 
Il prompt lo trovate nelle note in calce ;)

 ***


Nei suoi ventun anni di vita aveva affrontato tante cose.
Un naufragio, un sacerdote impostore, guerrieri in grado di maneggiare fuoco e ghiaccio, ex compagni d'arme passati al nemico, l'andata e il ritorno dall'oltretomba, ma mai, mai, una cosa di quel genere.
"Non posso. Non so se ce la faccio." mormorò, guardando Shun con un'espressione disperata sul volto. "Pensavo di esserne capace ma..."
Shun lo incoraggiò con un gran sorriso, elargendogli un paio di pacche sulla spalla.
"Puoi farcela, dai retta a me. Coraggio, una cosa per volta: ti faccio da assistente."
Ikki, che con fare del tutto indolente stava facendo zapping, sbuffò annoiato.
"Oh quante storie, fallo e basta." berciò, ricevendo in risposta un'occhiata tagliente.
"Vuoi avere tu l'onore? Ti cedo volentieri il posto."
"Nemmeno con una pistola puntata alla tempia."
"Ecco, allora chiudi il becco." replicò, prima di decidersi.
Fece scrocchiare le dita e prese un gran respiro, iniziando poi a sbottonare con cautela la tutina di Alexandre.
"Buono, Alex. Non agitarti, okay? Tra poco arriva il tuo papà, resisti ancora un po'." sorrise al bimbo, domandandosi perché Camus ci stesse impiegando tanto: sbagliava o aveva detto mezzora e sarò di ritorno?
Shun inarcò un sopracciglio.
"Non puoi lasciarlo sporco finché non torna suo padre." obiettò.
Quasi ci sperava, a dirla tutta.
"No, eh? Va beh, ci ho provato." sospirò.
"Immagina come saranno contenti i suoi figli, con le piaghe da decubito sul sedere perché il loro snaturato padre non cambia loro il pannolino." Ikki scoppiò a ridere, divertito come non mai.

"Ignoralo." Shun continuò a incoraggiarlo. "Però non guardarlo come se fosse una bomba pronta a esplodere, un domani toccherà anche a te, sai?"
Quando finalmente si decise ad aprire anche il body e il pannolino, lo richiuse subito dopo.
"Oddio no, ti prego chiudi quel dannato affare!" sbottò Ikki. "Sei sicuro che stia bene? Non è che è malato o che so io?"

"Smettila!!" lo riprese Shun. "Non si dicono certe cose!!"
"No, davvero. Non posso farcela." interloquì Hyoga, soffocando un conato.
Ikki arretrò di un buon metro con la sedia.
"Non hai tutti i torti, si sente il fetore perfino qui." biascicò, la voce attutita dal braccio col quale si era coperto le vie aeree. "Perdiana, come fa una cosa così piccola a puzzare così tanto?"
"Puzzavamo tutti, da neonati." gli fece notare Shun. "Dai, ti do una mano."
"No. Camus ha affidato a me l'incombenza, sono adulto e vaccinato e so che cosa fare."
"Alla luce di quanto ho potuto vedere negli ultimi minuti, permettimi di dissentire."
Le braccia conserte, Shun si chinò leggermente verso il tavolo, osservando curioso l'operato di Hyoga: sul tavolo, intorno al piccolo, aveva sistemato tutto con cura, ma di ri-aprire il pannolino sporco, nessuna intenzione.
"Okay, dai. Via il dente, via il dolore." disse tra sé e sé, cercando di ignorare gli sguardi dell'amico, che nonostante l'espressione seria dava l'impressione di divertirsi un mondo.

Afferrò un flacone, svitando il tappo con cautela.
"Quello si usa alla fine." obiettò l'altro, porgendogli uno dei tanti pacchetti colorati disseminati sul tavolo. "Ikki ha ragione, poveri i tuoi futuri figli..."
"Shun, mi stai distraendo."

"Oh, scusa."
Trattenendo a stento i conati, Hyoga cambiò alla bell'e meglio il pannolino di Alex, sotto la costante attenzione di Shun e di Ikki, che a differenza del fratello, rideva apertamente della situazione.
"Athena, per carità... qualunque altra cosa ma mai più questa!" biascicò Hyoga, una volta richiusa la tutina del bambino.
"Peccato non averti filmato, mi sarebbe piaciuto farmi altre quattro risate. Aspetta che lo racconto in giro..."

Assottigliando lo sguardo, Hyoga afferrò il pannolino sporco e lo agitò in direzione di Ikki.
"Va bene, facciamole insieme queste risate." sibilò.

"Non sei divertente, Hyoga. Metti giù quel coso, stavo scherzando!"
"Io no, adesso paghi pegno una volta per tutte. Comincia a correre."

 

***

Lady Aquaria's corner:
-Il titolo riprende il ritornello di Breathless dei The Coors.
-"Tutti i grandi sono  stati bambini  una volta. (Ma pochi di essi se ne ricordano)" è una citazione di Saint-Exupéry.
-Prompt: half of your OTP trying to change a diaper while the other half tries not to laugh, non chiedetemi perché, ma ho subito immaginato Hyoga nei panni del povero disgraziato al quale tocca cambiare il pannolino, (e con un filo di cattiveria mi sono divertita parecchio a farlo soffrire così. XD) e Shun nei panni di quello che cerca disperatamente di non ridere.
-…nel mio caso, come specificato per la Saga/Aiolos di qualche prompt fa, si tratta di una brOTP, dato che per me Shun e Hyoga sono ottimi amici, ma niente di più (pur apprezzando le fanfic che trattano di loro come coppia, eh!).
-Alexandre è uno dei figli di Camus.
Che altro aggiungere? Se siete giunti fin qui, grazie per aver letto quest'ennesimo delirio!

 

Lady Aquaria

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Capitolo 7
*** 7. Hot hot hotter than hell, burn you like the midday sun! [Camus] ***


settima drabble Personaggio: Camus  *risata malefica*
Prompt [trovato QUI su it100.livejournal.com]:una drabble in cui un personaggio resti bloccato da qualche parte senza aria condizionata, in estate *risata ancora più malefica*.
Parole: 100 tonde tonde.
 
7.
Hot, hot, hotter than hell, burn you like the midday sun!
Un attrezzo o un'apparecchiatura subiscono un guasto o una rottura molto più spesso nei momenti meno opportuni o di loro imprescindibile, seppur sporadica, utilità.
[Sviluppo sulla Legge di Murphy] 

 

Portare l'auto in riparazione il giorno prima di un appuntamento di lavoro, era già stata una scocciatura e dover prendere la métro pleine comme un oeuf –soprattutto quando si detestano i luoghi affollati-, un fastidioso contrattempo.
Rimanere bloccati sul ponte panoramico della Linea 6 a fine luglio –per un sovraccarico di calore in una centralina-, in un'infernale giornata di sole col termometro vicino ai 42°C, una maledizione.
Scoprire che l'aria condizionata non funziona –ovviamente, genio-, è qualcosa che mina pericolosamente la sua psiche.
"Putain!" esclama, con le tempie che pulsano, avvertendo i rivoli di sudore proseguire oltre la camicia fradicia.
 

***

Lady Aquaria's corner
Il titolo del capitolo rimanda a una frase tratta da Hotter than Hell, dei Kiss, e per la citazione appena sotto, vi rimando alla pagina wiki.
-Pleine comme un oeuf: piena come un uovo [correggetemi se sbaglio]
-Putain! è una colorita espressione francese che, al di là dell'interpretazione letterale del termine, gli autoctoni usano anche per esprimere disappunto. Un po' come il nostro mannaggia, tanto per focalizzarsi volutamente sulle espressioni fini senza scomodare parti anatomiche maschili ;)

E nulla, per oggi è tutto. Alla prossima.

 

Lady Aquaria

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