L'ispirazione non da' preavvisi. di Lady Aquaria (/viewuser.php?uid=119162)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Affacciati alla finestra, amore mio. [Milo/Shaina] ***
Capitolo 2: *** 2. Life is a rollercoaster, just gonna ride it. [Hyoga/Freya] ***
Capitolo 3: *** 3.…it isn't too hard to see we're in heaven. [Camus/Milo Legend of Sanctuary] ***
Capitolo 4: *** 4. ...insanity laughs, under pressure i'm breaking. [doppia BrOtp: Saga/Kanon & Saga/Aiolos] ***
Capitolo 5: *** 5. A Saturday night at the movies (who could ask for anything more?) [Freya/Hyoga, Camus/Mei-Yin/Lixue] ***
Capitolo 6: *** 6. ...come on, leave me breathless. [brOTP Hyoga/Shun, guest star: Ikki] ***
Capitolo 7: *** 7. Hot hot hotter than hell, burn you like the midday sun! [Camus] ***
Capitolo 1 *** 1. Affacciati alla finestra, amore mio. [Milo/Shaina] ***
Nuova raccolta cap 1
Disclaimer: Saint Seiya e i suoi personaggi sono nati
dalla mente psicopatica geniale
di
Masami Kurumada e non mi appartengono.
Questa fiction e quelle che seguiranno (almeno spero)
sono frutto della mia fantasia e non hanno alcuno scopo di lucro.
Have a nice day!
Poveri disgraziati personaggi coinvolti: un po'
tutti,
lo specificherò man mano.
Rating: io parto col verde, poi si vedrà.
Note: flashfic comica,
ispirata da questo
prompt trovato su un carinissimo blog di Tumblr (OtpPrompts):
"Imagine your person A
of your OTP being
really drunk and serenading person B with Toxic by Britney Spears. Person
B can either join in or become really flustered, your choice."
L'Otp in questione è la Milo/Shaina [so che è strana e
quant'altro ma io l'apprezzo tantissimo, che posso farci?]
1.
Affacciati
alla finestra, amore mio.
[ovvero:
Quando Bacco trionfa, il senno fugge.]
Essere richiamati dal Grande Sacerdote per una riunione
urgente era cosa piuttosto insolita se non rara; quando Camus
andò ad aprire la
porta, ancora in pigiama e con lo spazzolino da denti in mano, tutto si
aspettava,
tranne di ritrovarsi Shura in casa di prima mattina.
"Due son le cose: o la mia sveglia ha fatto cilecca
e ho dormito più del dovuto o tu sei insolitamente
mattiniero." rispose,
riprendendo poi a strofinarsi energicamente i denti.
"La seconda, direi." rispose Shura. "Ma
c'è un motivo, credimi."
Seguì l'amico dopo essersi reso presentabile, rendendosi
conto che i loro compagni d'arme erano diretti, tutti, al tredicesimo
tempio.
"Mi tirano giù dal letto a quest'ora perché due
stupide ragazzine si sono spaventate... come se non avessero mai visto
un uomo
nudo prima d'ora." si stava lamentando DeathMask, incrociando
Aphrodite.
"Beh, ma sono ragazzine poco più che fanciulle, abbi
pazienza, che cos'avrebbero dovuto fare?"
DeathMask replicò alla domanda di Aphrodite con qualcosa
in siciliano che, ovviamente, non comprese.
"Ah, sei disgustoso!"
fu la replica, indignata, di Aphrodite.
"Aspetta, che cos'è successo?"
"E' una domanda che ci sta tenendo tutti sulle spine."
interloquì Aldebaran, immediatamente dietro di loro: le
poche voci che si erano
diffuse al Santuario, tra le ancelle, erano perlopiù
confuse.
Ma Ares avrebbe presto risposto ai loro quesiti.
"Ho saputo che c'è stato un increscioso incidente al
gineceo, all'alba di oggi..." esordì Ares, alzandosi dallo
scranno e
passeggiando avanti e indietro.
Camus corrugò la fronte: era davvero la prima volta in
tanti anni che accadeva qualcosa agli alloggi femminili del Santuario,
e doveva
essere qualcosa di particolarmente grave se ciò aveva
richiesto l'attenzione di
Ares in persona: a differenza del settore maschile, comprendente le
Dodici Case
e gli alloggi dei pochi Silver Saint residenti in pianta stabile, il
settore
femminile, dominio delle Sacerdotesse Guerriere, era sempre stato, di
norma, un
luogo tranquillo. Per quanto ne sapeva, dopo gli allenamenti, le
guerriere di
Athena e le loro allieve si ritiravano di buon'ora nei loro
alloggiamenti,
rigorosamente separati dai loro -per entrambe le parti, salvo occasioni
particolari, era buona norma non addentrarsi gli uni negli alloggi
degli altri
al fine di evitare situazioni imbarazzanti- e non avevano mai creato
problemi.
Finché quella mattina non era stata ravvivata da qualcosa
d'inaspettato.
"... dove uno di noi si è addentrato con intenzioni...dubbie. Siamo tutti uomini, signori
miei, suppongo comprendiate tutti il reale significato di quanto appena
detto. Ora,
nessuna legge ci vieta di frequentare l'altro sesso e di goderci le
gioie che
ne derivano, ma non se questo significa sgusciare nel cuore della notte
nel
gineceo alla stregua di un volgare ladro di polli, di spaventare le
giovani
allieve e di infangare il proprio buon nome e quello del Santuario
stesso.
Quindi, in seguito alle numerose lamentele pervenutemi poco fa, ecco
che vi ho
riunito qui stamani. Badate, non intendo processare nessuno, ma la
prossima volta
che volete fare la serenata alla vostra bella, siate più
discreti, per favore: abbiate
la decenza di tenervi le mutande addosso finché la pulzella
in questione non vi
fa salire nelle sue stanze."
Aiolia si sporse quel tanto che bastava per guardare Ares.
"Si sa chi è stato?" domandò, mentre un'ancella
trafficava con un cellulare e un videoproiettore.
Sulla parete subito dietro il trono iniziarono a scorrere
le immagini di un ragazzo palesemente ubriaco che cantava a
squarciagola sotto
una finestra, completamente nudo.
"With a taste of your lips i'm
on a ride,
with
a taste
of a poison paradise, i'm addicted to you,
don't
you know
that you're toxic!"
Camus
stava per sporgersi verso Milo, quando notò che
l'amico, il volto paonazzo, cercava disperatamente un modo per uscire
da quella
situazione imbarazzante.
"Chissà perché, sapevo
che c'eri tu di mezzo."
***
Lady Aquaria's corner:
Salve! Come già specificato nel disclaimer, questa
flash-fic è nata come comica, leggendo un prompts su Tumblr,
e non intendo
assolutamente né dissacrare i personaggi da me utilizzati o
prenderli per i
fondelli (appunto per questo ho mantenuto i toni leggeri senza scendere
nel
demenziale).
Come da titolo (che riprende una citazione di Garcia
Màrquez in "Memoria delle mie puttane tristi") l'ispirazione
non dà
alcun preavviso, e questa flash, così come le altre che
seguiranno, sono nate
così, per caso e senza preavviso, navigando su Tumblr nelle
prime ore di
quest'oggi.
Giuro, la birra bevuta per festeggiare il mio odierno compleanno
non c'entra, lo garantisco.
Ah, ancora una cosa: sì, nel
santuario che vorrei (semi cit.), Gold e compagni usano la
tecnologia, per esigenze di copione; sempre per quest'ultimo motivo ho usato impropriamente, forse, il termine gineceo per indicare la zona dedicata a Shaina e compagne.
Alla prossima idea!
Lady Aquaria
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Capitolo 2 *** 2. Life is a rollercoaster, just gonna ride it. [Hyoga/Freya] ***
cap 2
2.
Life is a rollercoaster, just gonna ride
it.
Otp: Hyoga/Freya
Rating: verde
Note: è in
parte basata su questo
prompt: Imagine your otp in
line for the biggest rollercoaster at the state fair. Person
A is excited while Person B is petrified of heights. Person
A keeps B occupied while they wait in
line (makes jokes, asks them questions that require some thought,
little kisses
here and there) and when its their turn to go next Person A holds
B’s hand the
whole ride through.
Seduto insieme agli amici di sempre al tavolo di uno dei
tanti punti ristoro del parco, Hyoga osservava, tra un sorso e l'altro
della
sua birra, il viavai di persone che, come loro, si erano recati in quel
parco
divertimenti per una giornata di svago.
"...abbiamo superato l'area medievale e ora siamo
qui." stava dicendo June, indicando un punto sulla mappa. "Dopo la
sosta potremmo andare nel vecchio west e affrontare i carrelli della
miniera."
"O sui gommoni che simulano il rafting." propose
Shiryu.
In quel mentre, un coro di urla annunciò loro l'ennesima
corsa mozzafiato di un'attrazione ad alto tasso adrenalinico, tutta
torsioni,
curve e giri della morte.
Le urla di una ragazza in particolare, che
sull'ottovolante stava strillando come se la stessero scuoiando viva,
attirarono l'attenzione di Hyoga, che scosse la testa.
"Pazzi scellerati."
"...quella già l'ho provata. Ma non è niente di
che." fece spallucce Seiya, con aria spavalda.
"Ma se sul bruco mela gridavi come una
femminuccia!" lo prese in giro Shiryu.
"A proposito di bruco... potremmo andare al
quartiere luna park con i giochi per i bambini, dove sicuramente Hyoga
troverà
qualcosa che fa al caso suo." interloquì Ikki.
L'interpellato assottigliò lo sguardo.
"Sì, dai. Mi piacerebbe sentirti frignare
sull'autoscontro: buuuh, Shun, quel bimbo
cattivone sull'auto rossa mi ha tamponato, buuuh!"
"Ti piacerebbe, mh?"
"Non sai quanto."
Ikki spense la sigaretta ed espulse l'ultima boccata.
"Facciamo così: io farò un giro sul kart dei
bambini
se tu sali con noi là sopra." lo sfidò,
indicandogli con un cenno la
giostra dietro di loro, un rollercoaster con un'inquietante discesa in
caduta
libera ad angolo retto.
"Non mi sembra il caso." intervenne Shun.
"Figurati se ha il coraggio per farlo. Non vedi che
se la fa addosso al solo pensiero?" aggiunse Ikki.
"...disse quello che si è spaventato nel castello di
Dracula."
"Non mi sono spaventato, sono stato colto
alla sprovvista dal getto di acqua
nebulizzata."
"Ah, adesso si dice così?"
Ikki proruppe nel solito ghigno, facendo spallucce.
"Dai, guardatelo: sotto quell'espressione gelida e
controllata ha una paura matta."
Prendendo un gran respiro, Hyoga scostò la sedia con un
gran rumore.
"...ma che ti prende?!
"Hyoga, dai. Lascialo perdere, è uno sbruffone!"
"Sapevo che avresti reagito così." sghignazzò
Ikki, guardando l'amico fare qualche passo, prima di girarsi.
E puntargli il dito contro.
"Allora, intendi alzare le tue chiappe flaccide da
quella sedia o devo portarti in braccio fino a quel coso?"
Ma che grande idea,
Hyoga, rispondere alle provocazioni di Ikki. I miei complimenti!
Aveva sempre detestato volare: quando viaggiava, il che
non capitava poi molto spesso dato la mole di studio che lo teneva
occupato a
casa, preferiva sempre il treno o l'auto, o comunque un mezzo che gli
permettesse di tenere i piedi ben saldi a terra.
"Sembra che tu stia andando al patibolo, Hyoga.
Rilassati, siamo in vacanza!"
Facile a dirsi. Quello stramaledettissimo trenino stava
impiegando un'eternità per salire in cima alla rampa di
discesa, e dentro di
sé, a ogni metro, sentiva l'ansia crescere a dismisura.
"Tutto bene?" sussurrò Freya.
Benissimo.
"Sì." rispose, espirando. "Ikki, ho deciso
di cambiare i termini della sfida."
"Spara."
"Al posto del giro in autoscontro, ho deciso che tu
correrai nudo per tutto il Santuario."
"Che schifo!" protestò Shiryu.
"Hey, non puoi cambiare i termini in questo
modo!"
"Cosa c'è, niisan,
hai paura?" lo provocò Shun.
"..."
"...e lo farai quando lo deciderò io. A meno che,
naturalmente, tu non voglia
tirarti indietro e perdere la faccia."
Ikki grugnì furioso.
"Lo prendo per un sì."
rispose Hyoga, sbiancando quando si accorse dell'altezza
che stavano raggiungendo .
"Scusami per non averli fermati e averti permesso di
salire qui sopra... te l'avevo detto di non sederti sul seggiolino
più
interno." sospirò Freya, osservando con crescente
preoccupazione il suo
volto terreo.
"Quanto scommettete che gli prende un infarto
durante la corsa?"
"Seiya, non sei divertente." lo riprese Shun,
seduto su un paio di seggiolini più a destra, mentre Hyoga
rispondeva alle
provocazioni dell'amico con il dito medio.
"E' proprio il colmo: un russo che odia le montagne
russe!"
"Hai mai pensato di tentare con la carriera comica,
Seiya?" interloquì Shiryu, l'ultimo della fila.
"Io correrò nudo, d'accordo. Ma tu, comunque resti
un pappamolla, sappilo. Ci sono due ragazze con noi e sono meno paurose
di
te."
Il trenino arrivò all'apice, pronto ad affrontare
l'ultimo tratto prima della discesa mortale: aveva ragione Freya,
sedersi per
ultimo e vedere per intero il salto che li aspettava non era stata una
bella
idea.
Un'altra delle
tante.
D'un tratto avvertì la mano di Freya strofinargli
affettuosamente il braccio.
"Te l'ho già detto che il prossimo mese esce Lo
Hobbit? Non vedo l'ora!"
Con una mossa studiata ad arte, il trenino arrivò fino
alla fine della rampa per poi bloccarsi qualche istante, sull'orlo del
precipizio:
nel brevissimo lasso di tempo che seguì, Hyoga
guardò il buco nero che
l'attendeva in fondo al salto e afferrò la mano di Freya.
"Devi farti perdonare."
"Lo so."
"Se sopravvivo a tutto questo, dovrai
sposarmi."
***
Lady Aquaria's corner:
Sì, prompt a parte, mi sono ispirata anche a un noto parco
divertimenti del nord Italia: ho provato, giuro, a salire sul coaster
in
questione, ma quando ho visto i tempi d'attesa (125 minuti circa) e
soprattutto
la discesa, verticale, ho pensato
alle mie coronarie e ho pensato che no, non era il caso di rischiare
tanto XD.
Diciamo che l'ha provato Hyoga per me.
...e sì, è ancora vivo, purtroppo.
:P
Alla prossima!
Lady Aquaria
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Capitolo 3 *** 3.…it isn't too hard to see we're in heaven. [Camus/Milo Legend of Sanctuary] ***
terza storia
3.
…it
isn't too hard to see we're
in heaven.
Otp: Camus x Milo (LoS)
Coppia: Het
Rating: verde
Note: Au, What if? ispirata dai seguenti prompt:
Imagine your OTP laughing so hard until
they can’t breathe and their eyes water. Bonus if Person A
and/or B are usually
very quiet, serious people e,
dulcis in fundo: Imagine your OTP finding out they’re
going to be parents for the first
time.
Ambientata in un ipotetico periodo dopo la scalata delle
dodici case, quindi dopo gli avvenimenti di Legend of Sanctuary.
Quando Milo si svegliò, quella mattina, impiegò
qualche
minuto di troppo a capire dove fosse.
"...ma cos'è successo? E' andata via la luce? Non
riesco a vedere niente."
La risposta di Camus le arrivò da basso.
"Siamo a Kobotec, signorina, l'hai dimenticato?
Siamo arrivati ieri sera."
Sì, in effetti l'aveva proprio scordato: erano arrivati
la sera precedente, in seguito alla decisione di prendersi qualche
giorno tutto
per loro dopo la recente battaglia al Santuario. Si alzò dal
letto, attirata dal
profumo delle bliny, e scese al
piano
terra lentamente, con i muscoli che le facevano male.
"Buongiorno." sorrise a Camus, afferrando una
crespella e intingendola nella marmellata. "Non so te, ma sento dolori
dappertutto. Ah, e ho anche una fame da lupi."
"Già, chissà perché." le rispose.
"Potresti alleviare i tuoi... dolori con un bagno. L'acqua è
ancora calda."
Quella fame incredibile, Milo lo sapeva, non era solo
dovuta alla notte precedente. Sorrise allegra, sedendosi e traendo le
ginocchia
al petto, aspettando di potergli parlare.
Fu allora che se ne accorse.
"Oh no."
Dal piccolo locale adibito a bagno, Camus iniziò ad
avvertire un trambusto tremendo; scostò la tenda che
separava i due locali e si
sporse quel tanto che bastava per sbirciare Milo correre da una parte
all'altra
dell'isba, alla ricerca di chissà cosa.
"Oh, lo sapevo. Lo sapevo. Puoi compilare tutte le
liste del mondo, finirai comunque per dimenticare
qualcosa. Che stupida...
ma dove ho la testa?!"
"Posso sapere cos'hai da borbottare così tanto?"
le domandò, osservandola mentre, china sulla valigia,
cercava qualcosa, e anche
con una certa urgenza. "Per favore, non mettere tutto a soqquadro,
detesto
indossare vestiti stropicciati. Hai bisogno di una mano? Cos'hai
dimenticato?"
Gli mostrò un rasoio elettrico.
"Non posso usarlo, senza l'alimentatore. Credevo
d'averlo infilato in valigia." gli rispose, sentendolo sospirare. Lo
raggiunse, guardandolo attraverso lo specchio. "Non sbuffare, ne ho
davvero bisogno."
Camus sciacquò il rasoio a serramanico nell'acqua del
lavello e si voltò verso di lei.
"Intanto non avresti potuto usarlo comunque: sarebbero
bastati pochi secondi di utilizzo per togliere la corrente all'intera
Kobotec..."
"Esagerato."
"No, dico sul serio. La corrente elettrica qui ha un
voltaggio bassissimo, quel tanto che basta per accendere una lampadina,
al
massimo due."
Milo gemette sconsolata.
"...oh, ma dai. Allora quando hai acceso le candele,
stanotte, non era per romanticismo." brontolò, ripensando a
quando, appena
arrivati, aveva trovato la stanza principale dell'isba illuminata dal
camino
acceso e da qualche candela sistemata qua e là.
"Non saltare subito a conclusioni affrettate e del
tutto inesatte." le rispose, prima di rasarsi un'altra porzione di
guancia. "Se può farti stare meglio, comunque, stanotte ho
pensato a tutto
tranne che alle tue gambe non rasate. Non ci avevo neanche fatto caso."
Ridacchiò nervosamente, arrossendo appena.
"D'accordo. Dovrò usare il kit d'emergenza, povera
me. Hai avanzato un po' d'acqua calda?" gli domandò,
prendendo una
scatolina quadrata dal fondo della valigia.
"Sì, è nel paiolo appeso nel camino." rispose. La
vide prendere una ciotola, riempirla con due mestoli d'acqua bollente
e,
infine, mettere a mollo un vasetto. "Cosa stai facendo?"
"Preparo il mio kit d'emergenza." ripeté lei.
"Cioè?"
"Cera, spatola e strisce."
"Aïe, non
ti invidio affatto." fece Camus, con una smorfia. "Buon cielo che
odoraccio. È la cera che puzza così?"
"Sì. È all'eucaliptolo."
"Ah, non credo proprio. L'eucaliptolo ha tutt'altro
odore, te lo garantisco."
Si lavò il viso dagli ultimi sbuffi di schiuma, poi prese
un asciugamano, mentre Milo si sedeva su uno sgabello accanto alla
vasca da
bagno: applicato uno strato di cera su un lembo di pelle, fece
pressione su una
striscia di tessuto affinché facesse presa sulla cera.
"Tirare in direzione opposta a quella del pelo."
ridacchiò Camus, fermo con l'asciugamano umido in mano.
"Lo so."
Milo tese la pelle della gamba con una mano e con l'altra
afferrò l'estremità
della striscia. Alzando lo sguardo notò che la stava
osservando con lo stesso
interesse di un entomologo con un insetto nella formaldeide. "Devi per
forza guardarmi? Mi innervosisce sapere che mi guardi mentre faccio la
ceretta."
Le diede le spalle, sorridendo.
"Così va meglio?" domandò, afferrando il
rocchetto del filo interdentale.
"Disgraziato"
pensò, distogliendo lo sguardo dal suo posteriore, avvolto
nell'asciugamano.
"No. Sì."
La sentì prendere un gran respiro, poi uno strappo secco
seguito
da un gemito di dolore e dallo sgabello che si rovesciò a
terra.
"Oh no, non ti invidio proprio per niente."
Quando si girò e la vide a mollo nella vasca, le gambe
all'aria e la testa sott'acqua, gettò il filo interdentale
nel lavandino e la
soccorse subito.
"...stai bene?!"
Gli rispose dopo aver tossicchiato e sputato fuori un
paio di sorsi d'acqua.
"Ceretta malefica. Mai più, lo giuro. Mai più."
sbraitò lei, appallottolando la striscia con la cera e
lanciandola lontano. "Ahia. Beh? Che
cosa c'è?"
Superato lo spavento, guardandola là dentro con i capelli
fradici che le ricadevano sugli occhi e con una striscia di pelle rossa
su una
gamba, non poté fare a meno di scoppiare a ridere, di una
risata potente che
pareva sgorgare direttamente dalle viscere e che lo costrinse, a un
certo
punto, a premersi una mano sullo stomaco dolorante.
"Carogna." borbottò Milo, cercando di uscire
dalla vasca con i vestiti zuppi d'acqua che le facevano da zavorra. "Ti
dispiacerebbe darmi una mano? Non sei divertente."
Una mano?
Altro che darle una mano! Camus si appoggiò al lavandino,
continuando a sbellicarsi dalle risate con tanto di lacrime agli occhi.
"Ah, quindi lo trovi divertente. Vediamo quanto ti
divertirai adesso." sbraitò Milo, afferrando la ciotola che
aveva lasciato
lì vicino e riempiendola d'acqua.
"Melina,
non ci pensare neanche." l'ammonì Camus, appena prima di
finire - di nuovo- inzuppato
da capo a piedi.
"...dicevi, Frédéric?"
"Vuoi la guerra?" Camus fece per andarle
incontro, ma scivolò sull'acqua che Milo gli aveva
schizzato, quindi rovinò sul
pavimento atterrando sul sedere. "Aïe!!"
"Ti sei fatto male? Oh, quanto mi dispiace!!" sghignazzò
Milo. "Ecco, ben ti sta. Giusta punizione per aver preso in giro la
madre
di tuo figlio."
Il suo ghigno si trasformò in un largo sorriso quando
notò l'espressione sul volto di Camus: non aveva programmato
di dirglielo in quel
modo, ma beh, il fato non segue quasi mai i programmi degli esseri
umani...
***
Lady Aquaria's corner:
Dunque... non sono una grandissima fan di Legend of
Sanctuary (che da noi è stato tradotto come: La Leggenda del
Grande Tempio), è
un film che mi è piaciuto e dispiaciuto allo stesso tempo,
per vari motivi.
Solo che... ecco, tra le cose che ho apprezzato c'è lei, la
rossa Gold Saint
dello Scorpione, versione genderbender del nostro fantastico Milo, che
ha un
caratterino niente male e che ci è stata servita su un
piatto d'argento da uno
sceneggiatore che forse è un fanboy più scatenato
di noi. In ogni caso, e poi
chiudo questa postilla, su Tumblr, Facebook e mezza Rete si
è già scatenata l'Otp:
Camus x Milo (LoS!) e anche io, che adoro i due Gold classici (ma
và?) e quella
che per me è una bella amicizia, sono finita nella trappola
con tutte le
scarpe.
-Melina e Frédéric sono i veri nomi che, in
questo
contesto, ho affibbiato ai due signorini. Melina perché il
suo suono ricorda
molto Milo e
Frédéric... non c'è una
ragione precisa, è un nome che ho sempre adorato, sia in
italiano che in
francese. E' strano scrivere Milo, seguito da riferimenti femminili...
o.O
-Le bliny sono delle frittelle tipiche della cucina
russa.
-Il titolo rimanda a una frase contenuta nella canzone Heaven di Bryan
Adams.
Spero l'abbiate apprezzata, alla prossima!
Lady Aquaria
|
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Capitolo 4 *** 4. ...insanity laughs, under pressure i'm breaking. [doppia BrOtp: Saga/Kanon & Saga/Aiolos] ***
4
4.
...insanity
laughs, under pressure i'm breaking.
BrOtp: Saga/Kanon & Saga/Aiolos
Coppia: nessuna, solo amici e fratelli
Rating: verde
Note, prompt: Imagine
your OTP singing “Under Pressure” together at a
karaoke bar. Which one
sings David Bowie’s part and which
one sings Freddie Mercury’s part? e scritta per la
Saint Seiya Siblings
Week (che è terminata già da un po', ma pazienza
u.u)
Il karaoke bar era affollato e parecchio chiassoso quella
sera: avevano trovato posto per miracolo ed erano anche finiti nel bel
mezzo
della festa di compleanno di qualcuno.
Saga sorseggiò la sua birra, guardandosi intorno annoiato.
Le due piccole luci
stroboscopiche ai lati del palco, unite alle lunghe file di lanterne
colorate
illuminate che attraversavano il locale, erano troppo fastidiose per i
suoi
gusti: si ritrovò a pensare, con rammarico, che avrebbe
preferito rimanersene a
casa nella quiete del suo salotto, a leggere e correggere i compiti dei
suoi
allievi.
Come accidenti aveva potuto lasciarsi
convincere a uscire di casa?
Intorno a sé, i suoi compagni e tutti gli avventori del
locale stavano accompagnando
ad alta voce Kanon che, sul palcoscenico, dopo aver intonato Tanti auguri a te alla ragazzina
attorniata
dagli amici a tre tavoli di distanza, stava cantando una travolgente
ballata
rock con la verve e l'energia di un consumato rocker.
"Oooooh, we're half way there, oooh,
livin' on a prayer…"
Si scostò da Aiolia che, seduto accanto a lui, si era
messo a gridare più degli altri, e levò gli occhi
al cielo.
Athena, fa' che questa serata finisca al
più presto, ti prego.
"Take
my hand and we'll make it, i swear,
ooooh, livin' on a prayer ..."
Persino uno serio come Camus stava cantando a
squarciagola: okay, doveva trovare una scusa e anche alla svelta, per
poter
uscire da quella bolgia infernale.
"Ehm... io torno a casa, ho un gran mal di testa." proruppe dopo
qualche istante, esasperato, alzando la voce per farsi sentire sopra il
coro.
"...ma come? Di già? Dai, la notte è ancora
giovane, aspetta ancora un
po'!" esclamò Aiolos.
"No, davvero, è che..."
Lo scrosciare degli applausi che seguirono l'esibizione
di Kanon lo interruppero a metà, costringendolo a cercare
rapidamente un'altra
via d'uscita.
Kanon bevve un lungo sorso di birra, prima di riprendere
in mano il microfono.
"Whoah! Che serata ragazzi!"
esclamò, carico come non mai.
La ragazzina in sala pareva apprezzare suo fratello: Saga
la vide parlottare con le amiche, indicando Kanon.
"BIS!"
"Lusingato, dolcezza. Ma...direi che ora è il caso
di lasciare il posto a qualcun altro... chi vuole fare un giro? Mu?
Come no? Su
non siate timidi! Dai ragazzi, così mi deludete! Camus! Dai,
vuoi
provare?"
"Per l'amore di Athena no, altrimenti incomincerà a
cantare le sue lagne francesi!" sbottò Milo.
"Ah già dimenticavo! Per carità Camus, ti
vogliamo
bene ma Dalida si rivolterebbe nella tomba e non posso permetterlo.
Ehm...
vediamo..."
"Perché non Saga?"
Kanon guardò Aiolos e Saga che, seduto poco distante
dall'amico, lo guardava con occhi di brace.
"Non ci
provare!"
"Saga? Non saprei, sai? Saga è mio fratello, tra
parentesi. Il mio serioso, compito e integerrimo fratellone e... io gli
voglio
bene, davvero. Ma non avrebbe mai, e dico mai,
il coraggio di fare una cosa del genere. Eh no."
"Oh sì invece!"
"Aiolos, ti uccido,
lo giuro."
Ancora fermo sul palco, Kanon ridacchiò divertito.
"No, no. Non lo farebbe mai. Anzi... a dirla tutta
mi ha anche fatto una mezza scenata in auto, perché io l'ho
trascinato qui a
forza: devo correggere i compiti dei miei
allievi, mi ha detto, e domani mi
aspetta una giornata tremenda in classe. Quindi fidatevi:
non lo farebbe mai."
Bastardo.
Giurò a sé stesso che prima l'avrebbe fatta
pagare ad
Aiolos, poi sarebbe toccato anche a Kanon: l'indomani avrebbe smesso di
essere
un fratello maggiore per diventare figlio unico.
"Dai Saga, in fondo siamo qui per divertirci!"
"Tu sei
qui per divertirti, io sono stato obbligato!" sibilò, in
risposta ad
Aphrodite.
"Non fare il guastafeste e sali su quel palco!"
lo incitò Aiolos.
"Con te faremo i conti domani!"
"Cosa?! Come dite?" Kanon finse di non aver sentito quanto aveva
urlato la folla, quindi tornò a guardarlo. "Voi dite di
sì? Credete davvero che
salirà qui sopra? Okay. Allora
scommetto ben cento euro che non salirà su questo
palcoscenico."
Camus si schiarì la voce.
"Per esperienza ti dico che più resti seduto, più
la
faccenda tenderà a peggiorare." gli disse. "Alzati, prendi i
soldi e
zittisci tuo fratello."
Prese un gran respiro quindi, dopo aver bevuto un gran sorso del Long Island di Milo, si alzò
in piedi
tra lo stupore generale.
"Facciamo duecento." rispose, assottigliando lo
sguardo, mentre i presenti riprendevano a vociare, incitandolo.
"Oh, wow! Duecento, andata." ridacchiò Kanon,
scendendo poi dal palco e tendendogli il microfono in segno di sfida.
Saga si fece largo tra i compagni, agguantando Aiolos per
il maglione.
"...che stai facendo?!"
"Non pensavi mica che avrei cantato da solo,
vero?" sibilò, sul viso un sorriso sinistro mentre in sala
tutti li
stavano incoraggiando. Pigiò qualche tasto sullo schermo
accanto a loro,
scegliendo una canzone del suo gruppo preferito. "Se devo perdere la
faccia, la perderò insieme a te, amico
mio."
"...che cos'hai in mente?!" sussurrò Aiolos,
riconoscendo poco dopo l'inconfondibile riff di John Deacon. "Oh no. Under pressure? Davvero?"
"Oh sì." sghignazzò Saga. "E per
correttezza ci tengo a informarti che la parte di David Bowie la
canterò io. A
te l'onore di interpretare Freddie. Trattamelo bene, mi raccomando."
"Non puoi fare sul serio!"
Si era sbagliato: quella serata si stava rivelando più
divertente del previsto.
***
Lady Aquaria's corner
Sono poco abituata a scrivere di Saga e Kanon, quindi
spero di non aver travisato troppo il loro carattere. Comunque...
l'idea era
ferma già da qualche giorno, dopo aver letto alcuni post su
Tumblr che si
riferivano alla Siblings week di Saint Seiya, quindi dopo vari
tentennamenti
eccola qui. Il titolo è tratto (e riadattato) dalla canzone
Under Pressure dei
Queen che, tra l'altro, è compresa nel prompt e nella
flashfic. La canzone che
canta Kanon è Livin' on a prayer di
BonJovi. L'idea del karaoke, a parte l'imput preso da tumblr,
è ispirata al
film Ps I love you.
Alla prossima, e come sempre grazie a chi recensisce (chiedo
venia se rispondo in ritardo ma sappiate che sono sempre graditissime!)
Lady Aquaria
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Capitolo 5 *** 5. A Saturday night at the movies (who could ask for anything more?) [Freya/Hyoga, Camus/Mei-Yin/Lixue] ***
quinta storia
5.
A Saturday night at the movies (who could ask
for
anything more?)
Otp:
Freya/Hyoga, Camus/Mei-Yin/Lixue
Prompt(s):
-il
principale
è questo:
Imagine your OTP watching a sad movie,
and Person A tries to comfort Person B when they start bawling during
the
heartbreaking parts.
ma in questa shot sono parzialmente presenti anche un mio personale
headcanon
postato qui
e
un terzo (non mio) postato qui.
Rating: verde
Note: questa
è una shot collegata alla mia longfic
principale, e si colloca all'incirca tra i capitoli 32 e 33.
***
Il rosso
biforcuto sopracciglio di Camus scattò verso l'alto per
l'ennesima volta,
quella sera.
"Scordatevelo,
non ho guidato mezz'ora attraverso tutta Parigi per rivedere l'ennesima
volta quel
polpettone."
Freya
distolse
lo sguardo dalla locandina dove i due protagonisti, infreddoliti ed
esausti, si
abbracciavano sulla poppa della nave.
"...sarebbe
bello poter guardare uno dei miei film preferiti in una comune sala
cinema
insieme a tanta gente, come fanno le persone normali."
sospirò. "E
poi, è in 3D!"
Hyoga
corrugò
la fronte.
"Perché,
scusa, l'ultima volta che ti ho portata al cinema non eravamo in una comune sala con tanta
gente? La ressa che c'era me la ricordo eccome!"
"In che
senso comune sala come fanno le persone
normali?" interloquì Mei.
A palazzo,
le
spiegò Freya, quando si decideva di guardare un film appena
uscito, un
incaricato andava a noleggiare la pellicola direttamente al cinema per
proiettarla nella sala video del castello; una cosa, questa, che aveva
adorato
da ragazzina quando poteva vantarsi di aver guardato in anteprima
qualunque
film ma che aveva iniziato a detestare con tutta l'anima una volta
raggiunta la
maturità.
"...a
differenza di mia sorella e mia nipote a me piace andare al cinema
insieme a tanta
gente. Alla lunga, credimi, ti snerva essere l'unica spettatrice di un
film
senza poterlo commentare con nessuno."
Camus e Mei
la guardarono interrogativi.
"Vi
portavano a casa le bobine con il film? Davvero?" domandò
Camus.
"Davvero."
sospirò Freya, imbarazzata.
"Giuro,
è proprio così." intervenne Hyoga. "Io ho visto X-Men L'Inizio a palazzo."
"...e vi
permettevano di prenderla senza farvi storie?" continuò
Camus, riservando
a Hyoga un'occhiataccia: aveva atteso quel film con tanta impazienza e
a
differenza sua aveva dovuto aspettare come tutti per poterlo vedere.
"Hai
presente, vero, com'è mia sorella? Pensi sia facile dirle di
no?"
Mei si
schiarì la voce.
"Vogliamo
scegliere questo film? Mancano solo tre settimane al parto."
Si voltarono
di nuovo verso il maxischermo sul quale campeggiavano le locandine dei
venti
film trasmessi nell'enorme multisala.
"Titanic
3D." disse quindi Freya.
"Ah no,
assolutamente no." borbottò Camus. "Trentacinque minuti per
attraversare Parigi, ho una fame da lupi e non ho voglia di deprimermi
su un
film che ho già visto a casa. Per fortuna che questo cinema
ha un parcheggio
enorme o sarei ancora in auto a cercare un posto."
"...hey,
quello che deve discutere la tesi sono io e sei tu quello ansioso?!" lo
riprese Hyoga. "Titanic anche per me."
"Non
credo sia una buona idea." proruppe Mei, poco dopo.
"Perché?"
"Hyoga,
davvero... scegliamo un altro
film, d'accordo? Battleship...o
c'è John Carter..."
"No, va bene
così, so già di che parla.
Non mi impressiono, tranquilla."
Pur sapendo
che nel giro di un paio d'ore
Hyoga sarebbe stato tutto fuorché tranquillo, Mei
sospirò e annuì.
"D'accordo
allora, vada per Titanic."
"È
un film che dura tre ore e un quarto, fossi in te ci ripenserei." li
interruppe Camus.
"...disse
quello che si sciroppa Il Dottor Živago
ogni tre per due."
sbottò Mei.
L'altro
inarcò ancora un sopracciglio.
"Non si
deride una bella storia
d'amore. Comunque d'accordo. Vado a fare i biglietti e torno; voi
pensate a
popcorn e bevande."
Lixue lo
seguì alle casse trotterellando
allegra.
"Papà,
io non voglio vedere Titanic...
l'ho già visto."
"Non
preoccuparti, a noi due ci penso
io. Ti fidi del tuo papà?" sorrise quando la figlia
annuì, quindi, non
appena fu il suo turno, ordinò cinque biglietti.
Mei stava
già sgranocchiando i popcorn
quando tornarono davanti all'ingresso.
"...l'Orangina
era finita, quindi ti ho
preso la Fanta, va bene lo stesso? Comunque è sempre
aranciata. Ah, per
compensare però ti ho preso le brioche alla cannella e i
popcorn al caramello."
Camus prese
il sacchetto che Mei gli stava
porgendo e lo passò a Lixue.
"Tu sei
l'addetta ai viveri,
custodiscili come un tessssoro.
Dunque... voi tre... Titanic 3D, sala 15. Divertitevi." Camus
distribuì loro
i biglietti, quindi, presa Lixue per mano, fece per avviarsi dalla
parte opposta
del multisala.
"Aspetta un
momento, come sarebbe a
dire, noi tre... e voi due?!"
domandò Hyoga.
Lixue
s'infilò l'elmetto di Thor ricevuto in cassa come omaggio, mostrandoglielo
con un gran sorrisone.
"...Avengers!
Divertitevi con Rose, Jack e l'orchestra che suona fino alla fine, ci
vediamo
dopo!"
"Ma..."
protestò Mei.
"A
dopo!!"
"Dai,
sicuramente sta scherzando, vedi
che sta tornando indietro?"
Camus
tornò indietro, sbirciò nel sacchetto
che stava reggendo Hyoga e prese il pacchetto di caramelle.
"Grazie
mille, le avevo dimenticate.
À
tout à l'heure!! Vite, chérie, vite! Allons-y!"
Mei li
guardò
sparire in fondo al corridoio, ancora sorpresa.
"Ma guardate
un po' che tipo." borbottò Hyoga, mettendo mano al
portafogli, diretto per
la seconda volta al bar.
"Mascalzone,
rubare i popcorn a una donna incinta." aggiunse Freya.
"...no,
rubare le mie caramelle, accidenti!"
Mei parve
riscuotersi.
"Hyoga,
vuoi arrivare vivo alla Laurea?"
"Sì."
"Allora taci."
*
Due ore e
quaranta minuti dopo...
"Come
va?"
Freya
si sporse verso Mei, lasciando la mano di Hyoga.
"Insomma...non
è stata una buona idea."
"Per l'amor
di Dio, ci sono donne e bambini quaggiù!! Fateci
uscire, dateci la
possibilità di salvarci!"
"Lasciali
passare, maledetto!!"
"Concordo.
Pessima, pessima idea." convenne Mei.
"Hyoga,
abbassa la voce!"
"Ma
che diavolo, li lasciano morire come topi?!"
"Shhhht!"
"...qui
va a finire che ci buttano fuori dalla sala."
"Comincio
a rimpiangere la sala video del palazzo."
"Vedi?
Te l'avevo detto che saremmo usciti prima noi."
Lixue
guardò
il tabellone luminoso: alla fine di Titanic mancava ancora una mezz'ora
abbondante.
"Secondo
me mamma e Freya usciranno dalla sala con gli occhi rossi."
Camus la
guardò corrugando la fronte.
"Dici?"
"Sì
sì. Ci
scommetto un gelato."
"Lixue,
ne stai già mangiando uno, vuoi star male?" la riprese. "Tra
l'altro,
non dovresti nemmeno mangiare questo, se mamma lo scopre fa lo scalpo a
tutti e
due."
"Allora
facciamo domani?"
"Domani
ne riparleremo okay?"
"Sei
bravo a mentire."
"Bravo quasi quanto te. Non c'è… non
c'è nessun accordo, vero?"
"Oh
sì che c'è. Ma tu non ne trarrai alcun beneficio.
Vinco sempre io, Jack. In un
modo o nell'altro."
"Odino,
aiutami." mormorò Freya tra
sè e sè, preparandosi per la scenata di Hyoga,
che non tardò ad arrivare.
"Figlio di puttana!! Devi morire, bastardo!!"
sibilò
Hyoga, i pugni così stretti da sbiancare le nocche.
Freya
alzò gli occhi al cielo, tappandogli
la bocca.
"Se ti fa
stare meglio, morirà anche Cal."
"Sì,
beh, diciassette anni dopo..."
bisbigliò Mei.
"Però
morirà anche lui."
"Non
è abbastanza!"
"Oddèi,
abbiamo creato un mostro."
*
"Eccoli!"
Sollevò
lo
sguardo dal bicchiere di carta, sorbendo gli ultimi sorsi del suo
frappé diventato
ormai caldo, e lo posò sui tre: Mei si reggeva il pancione,
Freya portava le
borse di entrambe e Hyoga, mani infilate in tasca, fischiettava come
nulla
fosse.
"Allora,
andiamo? Ho un gran sonno e domani devo alzarmi presto."
Camus gli
afferrò una spalla, obbligandolo a voltarsi.
"Non
così in fretta, giovanotto. Sai che questi occhialini
danneggiano la vista se
li indossi troppo a lungo?"
"Ah,
intendi dire questi?" Hyoga tentennò un po' prima di
togliere gli
occhialini per il 3D e riporli nel taschino della giacca, quindi
sobbalzò
quando si accorse di avere la faccia di Camus a pochi centimetri dal
naso.
"...ho
pianto, va bene?"
"Hyoga,
passi lei che è incinta ed è
emotivamente instabile ma tu... tu.
Athena mia, che delusione sei." sospirò Camus, prima di
avviarsi al
parcheggio.
***
Lady
Aquaria's corner
L'idea di
questa breve shot è piuttosto
datata, in effetti giaceva in una cartella da un po' e dopo opportune
modifiche
eccola qua. Il titolo deriva da una strofa della canzone Saturday
Night at The Movies dei The Drifters.
L'Orangina
è una bevanda molto simile alla
Fanta, che in Francia va per la maggiore.
-À tout à l'heure!! Vite,
chérie, vite! Allons-y! A presto! Veloce
tesoro, veloce!
Andiamo!
Alla
prossima!
Lady
Aquaria
|
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Capitolo 6 *** 6. ...come on, leave me breathless. [brOTP Hyoga/Shun, guest star: Ikki] ***
6.
…come on, leave me breathless.
[Toutes les grandes personnes ont
d’abord été des
enfants.
Mais peu d’entre elles s’en
souviennent.
-
Antoine de
Saint-Exupéry]
Il
prompt lo trovate nelle note in calce ;)
***
Nei suoi
ventun anni di vita aveva affrontato tante cose.
Un
naufragio, un sacerdote impostore, guerrieri in grado di maneggiare
fuoco e
ghiaccio, ex compagni d'arme passati al nemico, l'andata e il ritorno
dall'oltretomba,
ma mai, mai, una cosa di quel
genere.
"Non posso.
Non so se ce la faccio." mormorò, guardando Shun con
un'espressione disperata sul volto. "Pensavo di esserne capace ma..."
Shun lo
incoraggiò con un gran sorriso, elargendogli un paio di
pacche sulla
spalla.
"Puoi
farcela, dai retta a me. Coraggio, una cosa per volta: ti faccio da
assistente."
Ikki, che
con fare del tutto indolente stava facendo zapping, sbuffò
annoiato.
"Oh quante
storie, fallo e basta." berciò, ricevendo in risposta
un'occhiata tagliente.
"Vuoi avere
tu l'onore? Ti cedo volentieri il posto."
"Nemmeno con
una pistola puntata alla tempia."
"Ecco,
allora chiudi il becco." replicò, prima di decidersi.
Fece
scrocchiare le dita e prese un gran respiro, iniziando poi a sbottonare
con cautela la tutina di Alexandre.
"Buono,
Alex. Non agitarti, okay? Tra poco arriva il tuo papà,
resisti
ancora un po'." sorrise al bimbo, domandandosi perché Camus
ci stesse
impiegando tanto: sbagliava o aveva detto mezzora
e sarò di ritorno?
Shun
inarcò un sopracciglio.
"Non
puoi lasciarlo sporco finché non torna suo padre."
obiettò.
Quasi ci sperava, a dirla tutta.
"No, eh? Va beh, ci ho provato." sospirò.
"Immagina come saranno contenti i suoi figli, con le piaghe da decubito
sul sedere perché il loro snaturato padre non cambia loro il
pannolino."
Ikki scoppiò a ridere, divertito come non mai.
"Ignoralo."
Shun continuò a incoraggiarlo. "Però non
guardarlo come se fosse una bomba
pronta a esplodere, un domani toccherà anche a te, sai?"
Quando finalmente si decise ad aprire anche il body e il pannolino, lo
richiuse
subito dopo.
"Oddio no, ti prego chiudi quel dannato affare!" sbottò
Ikki. "Sei
sicuro che stia bene? Non è che è malato o che so
io?"
"Smettila!!"
lo riprese Shun. "Non si dicono certe cose!!"
"No, davvero. Non posso farcela." interloquì Hyoga,
soffocando un
conato.
Ikki arretrò di un buon metro con la sedia.
"Non hai tutti i torti, si sente il fetore perfino qui."
biascicò, la
voce attutita dal braccio col quale si era coperto le vie aeree.
"Perdiana,
come fa una cosa così piccola a puzzare così
tanto?"
"Puzzavamo tutti, da neonati." gli fece notare Shun. "Dai, ti do
una mano."
"No. Camus ha affidato a me l'incombenza, sono adulto e vaccinato e so
che
cosa fare."
"Alla luce di quanto ho potuto vedere negli ultimi minuti, permettimi
di
dissentire."
Le braccia conserte, Shun si chinò leggermente verso il
tavolo, osservando
curioso l'operato di Hyoga: sul tavolo, intorno al piccolo, aveva
sistemato
tutto con cura, ma di ri-aprire il pannolino sporco, nessuna intenzione.
"Okay, dai. Via il dente, via il dolore." disse tra sé e
sé, cercando
di ignorare gli sguardi dell'amico, che nonostante l'espressione seria
dava
l'impressione di divertirsi un mondo.
Afferrò
un
flacone, svitando il tappo con cautela.
"Quello si usa alla fine." obiettò l'altro, porgendogli uno
dei tanti
pacchetti colorati disseminati sul tavolo. "Ikki ha ragione, poveri i
tuoi
futuri figli..."
"Shun, mi stai distraendo."
"Oh,
scusa."
Trattenendo
a
stento i conati, Hyoga cambiò alla bell'e meglio il
pannolino di Alex, sotto la
costante attenzione di Shun e di Ikki, che a differenza del fratello,
rideva
apertamente della situazione.
"Athena,
per carità... qualunque altra cosa ma mai più
questa!" biascicò Hyoga, una
volta richiusa la tutina del bambino.
"Peccato non averti filmato, mi sarebbe piaciuto farmi altre quattro
risate. Aspetta che lo racconto in giro..."
Assottigliando
lo sguardo, Hyoga afferrò il pannolino sporco e lo
agitò in direzione di Ikki.
"Va bene, facciamole insieme queste risate." sibilò.
"Non sei
divertente, Hyoga. Metti giù quel coso, stavo scherzando!"
"Io no, adesso paghi pegno una volta per tutte. Comincia a correre."
***
Lady
Aquaria's corner:
-Il titolo riprende il ritornello di Breathless dei The Coors.
-"Tutti
i grandi
sono stati bambini una volta. (Ma
pochi di essi se ne
ricordano)" è una citazione di Saint-Exupéry.
-Prompt:
half of your OTP trying to change
a diaper
while the other half tries not to laugh,
non chiedetemi perché,
ma ho subito immaginato Hyoga nei panni del povero disgraziato al quale
tocca
cambiare il pannolino, (e con un filo di cattiveria mi sono divertita
parecchio
a farlo soffrire così. XD) e Shun nei panni di quello che
cerca disperatamente
di non ridere.
-…nel
mio
caso, come specificato per la Saga/Aiolos di qualche prompt fa, si
tratta di
una brOTP, dato che per me Shun e Hyoga sono ottimi amici, ma niente di
più
(pur apprezzando le fanfic che trattano di loro come coppia, eh!).
-Alexandre è uno dei figli di Camus.
Che altro aggiungere? Se siete giunti fin qui, grazie per aver letto
quest'ennesimo delirio!
Lady
Aquaria
|
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Capitolo 7 *** 7. Hot hot hotter than hell, burn you like the midday sun! [Camus] ***
settima drabble
Personaggio:
Camus *risata malefica*
Prompt
[trovato QUI
su it100.livejournal.com]:una
drabble in cui un
personaggio resti bloccato da qualche parte senza aria condizionata, in
estate
*risata ancora più malefica*.
Parole:
100 tonde tonde.
7.
Hot, hot,
hotter than hell, burn you like
the midday sun!
Un
attrezzo o un'apparecchiatura subiscono un guasto o
una rottura molto più spesso nei momenti meno opportuni o di
loro
imprescindibile, seppur sporadica, utilità.
[Sviluppo
sulla Legge di Murphy]
Portare
l'auto in riparazione il giorno prima di un appuntamento
di lavoro, era già stata una scocciatura e dover prendere la
métro pleine comme un oeuf
–soprattutto quando
si detestano i luoghi affollati-,
un fastidioso
contrattempo.
Rimanere
bloccati sul ponte panoramico della Linea 6 a fine
luglio –per un sovraccarico di calore in una centralina-, in
un'infernale giornata
di sole col termometro vicino ai 42°C, una maledizione.
Scoprire
che l'aria condizionata non funziona –ovviamente,
genio-, è qualcosa che mina pericolosamente
la sua psiche.
"Putain!"
esclama,
con le tempie che pulsano, avvertendo i rivoli di
sudore proseguire oltre la camicia fradicia.
***
Lady
Aquaria's corner
Il
titolo del capitolo rimanda a una frase tratta da Hotter
than Hell, dei Kiss, e per la
citazione appena sotto, vi rimando alla pagina
wiki.
-Pleine
comme un oeuf: piena
come un uovo [correggetemi se sbaglio]
-Putain! è una colorita espressione francese che, al di
là dell'interpretazione
letterale del termine, gli autoctoni usano anche per esprimere
disappunto. Un
po' come il nostro mannaggia, tanto
per focalizzarsi
volutamente sulle espressioni fini senza scomodare parti anatomiche
maschili ;)
E
nulla, per oggi è tutto. Alla prossima.
Lady
Aquaria
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